Ottobre

Malinconica non pare
quella faccia rubiconda
che vien dopo; ed è gioconda
la canzon ch’odo cantare:
“Sangue chiaro e sangue fosco
dà la vigna; e noi beviamo
l’uno e l’altro, e salvi siamo!”
Matto ottobre, ti conosco! (D. Valeri)

Ottobre

Ottobre è un dolce mese,
quasi primaverile;
un fratello di aprile,
un po’ più mite e cortese.
Albe e tramonti d’oro,
voli di rondinelle,
e tra le pioppe snelle,
delle vendemmie il coro.
Ottobre ha il manto d’oro!
Con materna carezza
egli ci sfiora il viso,
vuole col suo sorriso
lenire ogni tristezza.
Ottobre è una carezza!
Dice: “Quest’aria lene,
questo dolce tepore,
serbateli nel cuore
per l’inverno che viene”.
Ottobre ci vuol bene! (Annibale Tona)

Ottobre

Oscura è l’acqua dei greti.
La nebbia è sulle montagne.
S’ode il tonfo delle castagne
nel bosco senza segreti.
Si chiudono finestre e porte.
Nasce il fuoco nel camino.
Nella strada c’è un pellegrino
che calpesta foglie morte. (Renzo Pezzani)

Ottobre

Ottobre, che splendido mese!
Le piante s’avvolgono in drappi
di porpora e d’oro; e fra strappi
di nuvole, il ciel di turchese
risuona di gole canore:
son stormi di allodole bionde
che migrano e cantan gioconde
la gioia che chiudono in cuore.
Le rondini sono partite;
ma tornano già i passerotti
che frugan le siepi dei fossi
in traccia di larve assopite.
Le belle cotogne odorose
ammiccan fra lucide fronde
e il loro profumo s’effonde
con quello dell’ultime rose.
A specchio dei fiumi turchini
ondeggiano veli di brume.
Le viti, nel placido lume,
sciorinan topazi e rubini.
E intanto per campi dimessi,
reggendo gli aratri, i bifolchi
rivoltan le zolle dei solchi
per fare la culla alle messi.
Oh, sia benedetto il lavoro,
la forza operosa e inesausta
che rende la vita più fausta,
che dona ricchezza e decoro!
Per questo, bambini, or conviene
tornare alla scuola contenti;
là avrete pur voi le sementi
che frutti daranno di bene. (Gino Striuli)

 Ottobre
Nei campi è tutto un bagliore
di grappoli d’oro, di falci,
è tutto un garrire di tralci
che ostentano qualche rossore.
Nei campi è tutta una festa
di luci, di ombre, di canti;
ridon gli sguardi esultanti
per tanta messe rubesta.
E s’ode insieme una schiera
di donne cantilenare,
nel cielo sereno, che pare
un cielo di primavera. (M. Moretti)

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