Il viaggio di Marinella
“Vieni”, le dice uno gnomo compito,
“Ti porto a spasso pel cielo infinito…”;
e Marinella, senz’altro pensiero,
in groppa salta all’alato corsiero.
Lieve galoppa e, temendo uno sbaglio,
scorge la luna che passa nel vaglio
i suoi granelli d’argento lucente
per farne a sera un regalo alla gente.
Poi vede alcune graziose stelline
d’una finestra scostar le tendine,
ed affacciarsi curiose sul mondo
che da millenni fa il suo girotondo.
Incontra quindi una bionda cometa,
avvolta in uno scialletto di seta,
che i suoi capelli sconvolti dal vento
va ravviando con molto talento.
Ed ecco il sole che brontola roco,
e con un mantice soffia sul fuoco,
un fuoco enorme perchè pei mortali
luce e calore son doni essenziali.
Or Marinella si sente bruciare,
vuole fuggire, si mette a gridare…
E si risveglia nel bianco lettino:
sfavilla il sole, tornato è il mattino. (L. Ruber)

 

Serenata alla luna
Gobba a ponente,
luna crescente!
Fuori lucertole, e moscerini,
bruchi, larvucce, e farfallucce;
lumache e rane, fuor dalle tane;
il segno è certo, tutti all’aperto!
Presto, rotonda, e rubiconda
nella bonaccia, la bella faccia
risplenderà!
Gobba a ponente,
luna crescente!
Betulla e salice, olmo ed ulivo
quercia, cipresso, il tempo è adesso
di dondolare, e di cantare;
il segno è certo, fuori al concerto!
Cadenze e inchini, e dei più fini
al dolce viso, che in paradiso
tondeggerà!
Gobba a ponente,
luna crescente!
Oh, come limpida, la collinetta,
e l’aria pura, sulla pianura!
Oh, senti i cori, nei sicomori,
giù per le chine, che cavatine!
Di re venuta, no, non saluta
musica tale! Ve’, l’immortale
comparsa è già! (E. Praga)

 

La canzone della luna
“Luna bianca, dove vai quando sei stanca?”
“A specchiarmi in fonti chiare,
a bagnare di rugiade,
fiori e biade.
Vado, o bimbo, a rischiarare
altri monti, fiumi e strade.
Gira in tondo,
gira, gira, sempre il mondo. (O. Visentini)

 

Passa la luna
Passa la luna, eterna viatrice…
passa i monti, le valli, le città:
tutto vede dall’alto e nulla dice,
non dice dove è stata e dove va.
Ma sui letti dei bimbi addormentati
ella indugia col suo mite chiaror,
e vi ricama i sogni più beati;
sogni di sole, d’angeli e di fior. (L. Schwarz)

 

Dice la luna
Dice la luna: “Ad una ad una
conto le stelle tremule e belle;
vo per l’azzurro senza un sussurro;
nè lor lettini bacio i bambini
e sopra il mare mi vo a specchiare. (A. C. Pertile)

 

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

E' pronto il nuovo sito per abbonati: la versione Lapappadolce che offre tutti i materiali stampabili scaricabili immediatamente e gratuitamente e contenuti esclusivi. Non sei ancora abbonato e vuoi saperne di più? Vai qui!