Montessori da 0 a 3 anni – lo sviluppo del movimento coordinato nei primi anni di vita. Il movimento è uno degli aspetti più importanti nello sviluppo dei primi anni di vita. Questo processo determina conseguenze sia fisiche sia psichiche. Possiamo dare un grandissimo aiuto ai bambini, senza bisogno di spendere denaro o di procurarsi materiali particolari, ma semplicemente con la comprensione di ciò che accade in loro durante questa fase evolutiva.
I periodi sensitivi, secondo Maria Montessori, sono porzioni di tempo guidate da una sensibilità speciale per un determinato apprendimento. Per essere più precisi, la mente del bambino, a seconda del periodo sensitivo in cui si trova, è facilitata nell’assorbimento di un determinato elemento presente nel suo ambiente.
Nel periodo da 0 a 3 anni sono attivi in particolare tre sensibilità speciali:
– la sensibilità all’ordine
– la sensibilità al linguaggio umano
– la sensibilità al movimento.
La mente assorbe sulla guida di queste sensibilità profonde ma passeggere. La mente è dunque uno strumento che ha aree attive per un tempo limitato: si accendono in determinate fasi della vita e si spengono quando l’apprendimento per cui si sono attivate si sono realizzati.
Il movimento è una caratteristica essenziale della vita perchè rende possibile raggiungere ciò che è necessario ed evitare ciò che è dannoso.
Il movimento di cui parliamo è il movimento coordinato attraverso il quale la persona può attuare ciò che ha nella mente. E’ il movimento volontario, al servizio di ogni idea e di ogni progetto che l’essere umano ha bisogno di realizzare.
Montessori da 0 a 3 anni – lo sviluppo del movimento coordinato nei primi anni di vita
Alla nascita l’essere umano può controllare volontariamente solo la bocca e la gola. Attraverso i muscoli della bocca può attaccarsi al seno e succhiare; attraverso i muscoli della gola può deglutire il latte e piangere per richiamare l’attenzione: i neonati si presentano a noi col movimento volontario minimo per continuare a vivere.
Nei neonati, infatti, anche se le cellule nervose sono tutte presenti, ma gli assoni che vanno ai muscoli portando le informazioni che determinano il movimento volontario non sono ancora ricoperte di mielina. Essi non possono neppure sostenere la testa, e perfino il movimento degli occhi non è ancora ben controllato.
Il tempo necessario per raggiungere abilità motorie simili a quelle che hanno i primati alla nascita, è per gli esseri umani di circa 9 mesi dopo il parto: il tempo appunto della gravidanza esterna.
La mielinizzazione di tutti gli assoni avviene in circa un anno, cominciando dalla parte superiore del corpo e scendendo verso il basso, e l’acquisizione del movimento è molto rapido: in soli 12-14 mesi i neonati passano dalla quasi totale mancanza di coordinazione, a camminare su due gambe. Questa è un’abilità che appartiene solo agli esseri umani.
La coordinazione del movimento viene prima o poi raggiunta da tutti i bambini, ma ogni ostacolo alla libertà di movimento vissuta nei primi anni di vita può avere pesanti conseguenze psicologiche.
Durante lo sviluppo del movimento l’essere umano passa attraverso tre fasi, che ripetono quelle che si sono manifestate nei diversi esseri viventi durante l’evoluzione:
– strisciare: movimento tipico dei rettili (cervello senso-motorio);
– usare quattro gambe: tipico dei mammiferi (cervello emozionale-cognitivo);
– camminare: esclusivo degli esseri umani (corteccia cerebrale).
Nell’essere umano l’equilibrio della posizione eretta è così perfetto che non solo permette un movimento rapido nello spazio, ma libera gli arti superiori dal compito di sorreggere il corpo. Le mani, insieme alla bocca, diventano le parti del corpo umano col maggior numero di neuroni ed assoni a propria disposizione. La maggior parte dell’area corticale che controlla il movimento volontario è destinato alla bocca e alle mani.
L’essere umano si trova alla nascita nella situazione di un rettile, e forse anche poco meno perchè non riesce a controllare la testa e può strisciare solo molto lentamente. Però può succhiare, deglutire, piangere e anche strisciare.
La capacità di strisciare dei neonati dovrebbe essere riconosciuta e aiutata, mentre di solito essi sono messi in una piccola culla, avvolti in una coperta, vestiti in modo tale da impedire ogni movimento volontario.
Non vedendo l’espressione del movimento in loro, pensiamo che ne siano incapaci, e così riduciamo ancora di più la possibilità che si possa manifestare attivamente.
Questo è uno dei più gravi errori educativi di questo periodo, e proviene dall’idea sbagliata che, essendo neonati, ed essendo incapaci di muoversi come gli adulti, non possano muoversi affatto.
Certo, osservare il movimento dei neonati, e dei bambini molto piccoli, è molto difficile, perchè si tratta di un movimento molto lento e che ha bisogno di un certo spazio per poter essere eseguito. Ma ognuno di noi sa che perfino i prematuri vengono trovati spesso contro la parete della culla. Come possono aver raggiunto quel punto dello spazio, se non muovendosi, lentamente ma costantemente, strisciando sul materasso?
Nei neonati sono presenti abilità motorie, ma di qualità diversa da quelle che si svilupperanno in seguito. E’ il pregiudizio, l’idea sbagliata che abbiamo dei neonati, che ci impedisce di essere consapevoli di un qualcosa che si manifesta chiaramente davanti ai nostri occhi.
I neonati e i bambini nei primi mesi di vita smettono di piangere ogni volta che vengono liberati dai vestiti e messi in una situazione che consente loro libertà di movimento e di osservazione dell’ambiente circostante. Una buona parte della tranquillità di un bambino dipende dalla capacità degli adulti di rispondere al suo bisogno di movimento, e da questa dipende anche buona parte della qualità della relazione.
Quando i piccoli si muovono nello spazio, facendo sforzi per strisciare, sono molto attenti e concentrati nella loro attività, ed è facile notare la stretta relazione tra il corpo e la mente che lavorano insieme. Questi bambini stanno imparando molte cose su loro stessi e sul mondo intorno a loro.
Montessori da 0 a 3 anni – lo sviluppo del movimento coordinato nei primi anni di vita
Fin dalla nascita i bambini possono strisciare, e se sono lasciati liberi su una superficie solida, fanno movimenti con tutto il loro corpo, ma molto lentamente.
Questo movimento avviene in senso orario ed è possibile osservarlo ogni volta che vi è uno spazio sufficiente: un materasso singolo o una coperta sul pavimento.
Ogni conquista è sempre la combinazione di uno sviluppo interno (la mielinizzazione degli assoni) e di un ambiente esterno che consente di attuare l’esperienza.
Per aiutare il movimento volontario, fin dalla nascita, è sufficiente offrire ai neonati un letto più grande delle culle e dei lettini normalmente utilizzati, e qualche oggetto interessante da osservare, e che serva da stimolo al movimento. E’ molto semplice.
Il processo di mielinizzazione è molto rapido e comincia con i muscoli degli occhi, che già dopo il primo mese possono essere controllati dai bambini.
Gli adulti devono rendersi conto di questo progresso e mettere i bambini nella situazione di poter usare questa abilità. Se i bambini si trovano in un lettino con le sbarre o con altri tipi di contenitori ancora più limitanti, questa capacità non può essere usata né migliorata.
Un letto con uno spazio sufficiente per il movimento e senza ostacoli per la visione, è la prima cosa da preparare per aiutare il movimento volontario.
Questo letto può essere costituito anche dal solo materasso, di misura standard, che viene messo sopra un tappeto o su una base di legno con gli angoli arrotondati.
Ogni volta che si propone ai genitori questa soluzione, viene obiettato che il bambino cadrà dal letto, ma in tanti decenni di esperienza diretta questo non è mai accaduto e non potrà mai accadere se il letto viene usato fin dall’inizio.
101 e più lettini montessoriani
Come è diversa la situazione di chi può fare da sé ciò di cui ha bisogno, dalla situazione di chi deve sempre chiedere aiuto agli altri!
Maria Montessori sostiene che il grido dei bambini è “Aiutami a fare da me!“, e un letto basso e largo può davvero aiutarli a fare cose notevoli molto presto: una cosa tanto semplice, per un risultato tanto importante.
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Montessori da 0 a 3 anni – lo sviluppo del movimento coordinato nei primi anni di vita
Le tappe fondamentali dello sviluppo del movimento coordinato
Alla nascita il movimento dei neonati è molto lento, ed essi non arrivano mai al bordo con tutto il corpo: appena sentono che una piccola parte di esso non è più sostenuta, ritornano verso l’interno.
L’informazione dello spazio vuoto, ricevuta attraverso la pelle, viene trasmessa ai centri superiori, analizzata e compresa, col risultato che produrrà una risposta di difesa del bambino che aggiusta la posizione fino a raggiungere nuovamente una posizione nella quale tutto il corpo è di nuovo ben sostenuto.
Alla fine del secondo mese i muscoli del collo possono essere controllati, la testa può sostenersi da sola, ed inizia il dominio dell’ambiente.
Alla fine del terzo mese i bambini possono controllare i muscoli delle braccia e delle mani e possono usarle per raggiungere intenzionalmente gli oggetti, afferrarli e portarli a sé. La capacità di strisciare è molto migliorata, e se il bambino ha sufficiente spazio per il movimento, può arrivare ad impadronirsi di tutti gli oggetti che mettiamo alla sua portata e che suscita il suo interesse. Una volta afferrato l’oggetto, il bambino può conoscerlo anche attraverso le esperienze sensoriali fatte per mezzo del tatto e delle labbra. Nei primi mesi di vita tutto deve essere conosciuto con l’aiuto di questa importante parte di confine del nostro corpo.
Quando i bambini cominciano a usare le mani, non dobbiamo mai scoraggiare l’uso della sinistra. Il 10% della popolazione ha un mancinismo genetico. Quando offriamo qualcosa ai bambini piccoli, dobbiamo accettare che l’oggetto venga afferrato con la mano da loro scelta.
A cinque mesi i bambini strisciano abilmente, possono dominare bene lo spazio che li circonda e questa capacità è più che sufficiente per scoprire il piacere e la gioia di soddisfare i desideri suscitati dalla curiosità e dall’interesse per tutto ciò che fa parte dell’ambiente.
Verso i cinque-sei mesi, a volte anche prima, siccome le abilità motorie sono molto migliorate il bambino può decidere di uscire dal suo letto e lo farà… a marcia indietro, mandando fuori per prime le gambe e poi il resto del corpo. E’ un altro importante progresso che porta con sé la libertà di andare a cercare la madre ogni volta che i bambini si svegliano, si ricordano di lei e desiderano vederla.
Questi bambini non hanno più bisogno di piangere per richiamare la sua attenzione, ma sapendo ciò che vogliono (idea nella mente) sono in grado di ottenerlo senza chiedere, per mezzo del loro movimento personale con il quale sperimentano le nuove capacità del loro corpo: il movimento è sempre al servizio di un’idea.
A sei-sette mesi tutti i muscoli del tronco possono essere controllati e diventa possibile sedersi.
Tra il settimo e l’ottavo mese i bambini passano gradualmente dello strisciare al camminare a quattro gambe con tutte le possibili posizioni intermedie. Questi nuovi movimenti mostrano il progredire della mielinizzazione verso la parte inferiore del corpo.
A otto mesi il camminare a quattro gambe è perfetto.
A nove mesi è possibile sollevarsi e raggiungere la posizione eretta se c’è a portata di mano qualcosa di adatto per aggrapparsi.
Intorno ai dodici-tredici mesi i bambini cominciano a camminare.
L’aspetto tragico di questo sviluppo è il fatto che, generalmente, quanto più i bambini diventano capaci di muoversi, tanto più vengono limitati nella loro attività, e passano dalla culla all’infant-seat, alla carrozzina, al seggiolone e al box. I mesi passano, ma per i bambini non arriva mai la possibilità di essere liberi nel movimento e di poter ripetere le attività necessarie a migliorarlo…
Con lo sviluppo del movimento coordinato si produce un cambiamento nella relazione con la madre, perchè vi è un tempo adatto per ogni tipo di relazione.
Con la nascita si guadagna uno spazio di vita più grande e le poche settimane della vita simbiotica servono da transizione tra le due situazioni.
Dopo questo periodo l’interesse per il mondo esterno e la gioia del movimento attivo offrono ai bambini la gratificante occasione di imparare come gli esseri possono stare in compagnia delle persone che amano, lavorando insieme invece di essere tenuti sempre tra le braccia.
Naturalmente i momenti del cibo e delle cure materne rimangono i momenti per un rapporto intimo, ma sono alternati ad altri tempi, nei quali i bambini godono della libertà di movimento nello spazio. Abbiamo così il modello di relazione presente tra le persone sane e felici: una grande gioia nell’intimità e una grande gioia nella libertà del lavoro personale.
Dare uno spazio per il movimento è importante per i genitori e per i bambini, perchè in questa decisione è contenuta l’idea di una vita familiare orientata verso la collaborazione delle persone che vivono insieme.
Per fare ogni movimento è necessario averne dentro la “formula cinetica“, che viene assorbita attraverso la vista, e che permette ai bambini di riprodurlo. Quando l’idea è chiara, i bambini ripetono l’azione e l’allenamento continua fino a quando il risultato viene raggiunto. E quando il corpo risponde all’idea che era nella mente, è una gioia grandissima per i bambini, e il nuovo movimento entra a far parte delle abilità motorie personali per essere ripetuto e perfezionato con l’uso.
Ogni movimento è quindi prima appreso attraverso l’osservazione, e poi riprodotto, ma non si tratta di imitazione passiva: i bambini piccoli si trovano nel periodo sensitivo per il movimento.
La possibilità di osservare gli adulti che svolgono le loro attività consente ai bambini di vedere bene questi movimenti. La stimolazione proveniente dalla presenza degli adulti e la spinta interna alla crescita hanno bisogno di libertà di movimento, cioè di uno spazio che favorisca il lavoro della mielinizzazione, dell’osservazione e dell’imitazione, che portano al movimento volontario.
Mielinizzazione e osservazione sono sempre presenti nei bambini, ma spesso manca la possibilità dell’imitazione, in quanto i bambini non hanno uno spazio nel quale essere liberi di agire.
Con ogni nuovo movimento aumentano le connessioni tra i neuroni (dendriti) e si sviluppano vie nervose sempre più specializzate, ma non vanno dimenticate anche le implicazioni psicologiche legate al movimento, perchè tutto ciò che accade all’essere umano produce sempre cambiamenti sia a livello fisico sia a livello psichico.
La parte fisica del movimento è rappresentata da:
– mielinizzazione degli assoni;
– formazione delle connessioni tra i neuroni (dendriti)
– rafforzamento delle ossa e dei muscoli.
Per favorire il movimento, oltre alla possibilità di osservare ed esercitarsi, abbiamo bisogno di:
– cibo che contenga i grassi necessari, per favorire la mielinizzazione;
– luce del sole per fissare la vitamina D che permette l’uso del calcio e del fosforo.
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La parte psicologica del movimento è rappresentata da tutte le informazioni che i bambini muovendosi ricevono riguardo:
– alla propria persona
– all’ambiente in cui vivono.
Quando un bambino si muove con uno scopo il bambino riceve informazioni sull’ambiente:
– riceve uno stimolo dall’ambiente (visivo, uditivo, …)
– si determina in lui un interesse e una spinta ad andare verso l’oggetto fonte dello stimolo;
– compie un lavoro muscolare per raggiungerlo;
– quando l’ha raggiunto porta al cervello informazioni su di esso;
– elabora i nuovi dati e se non è disturbato nel suo lavoro i dati si trasformano in conoscenza, che sarà conservata nella sua mente ed usata ogni volta che servirà.
Attraverso questo processo aumenta la sua ricchezza personale di essere umano.
Questa esperienza gli porta importantissime informazioni sulla propria persona:
– la fiducia di base in se stesso: il bambino libero nel movimento sente di poter seguire le proprie idee ed i propri interessi. Ne riceve la sensazione che quando desidera qualcosa può muoversi per averla, e questa sensazione produce un Io forte e un essere umano capace di affrontare i problemi della vita. Al termine della vita simbiotica i bambini acquisiscono la fiducia di base nell’ambiente, mentre la fiducia di base in se stessi si acquisisce verso i nove mesi, quando i bambini arrivano a muoversi bene a quattro zampe e hanno già passato tanto tempo sperimentando nell’ambiente il potere del loro movimento libero.
Fiducia di base nell’ambiente e fiducia di base in se stessi sono le due gambe psicologiche che servono al bambino per camminare nella vita;
– la sicurezza di sé: è la sensazione interna di poter contare sulle proprie capacità personali di risolvere i problemi. Una volta acquisita questa sicurezza, rimarrà per sempre. Gli scopi cambieranno dal raggiungere una palla colorata ai compiti di scuola, ma la situazione psicologica rimarrà la stessa, e anche quando i primi tentativi non avranno successo, la sua sicurezza di sé lo spingerà a ritentare fino al successo, avendolo sperimentato.
Ogni volta che priviamo i bambini piccoli del loro movimento attivo, minacciamo le fondamenta dello sviluppo del loro Io, con effetti a lungo termine imprevedibili;
– il senso di indipendenza e di autonomia: il bambino, diventando sempre più capace di agire per soddisfare le proprie necessità senza aiuto esterno, sente di saper provvedere a ciò di cui ha bisogno;
– la stima di sé: permettere al bambino di partecipare alla vita dell’ambiente gli dà valore come persona. Egli diventa non solo colui che usa il mondo, ma colui che produce nel mondo. In questo modo l’informazione “io posso fare” si trasforma in “io posso fare cose importanti”;
– la partecipazione sociale: i lavori manuali che il bambino compie non appena le sue mani glielo permettono, e quando sarà in grado di camminare le attività di vita pratica, rendono la sua presenza importante per gli altri. Questo gli farà provare un senso di responsabilità. Con l’attività manuale il bambino raggiunge un livello più alto di intelligenza e i bambini che si sono serviti delle loro mani hanno un carattere più forte.
Per i bambini è importante vivere con gli adulti per avere l’opportunità di vedere i loro movimenti e ascoltare i loro discorsi, e per preparare ai bambini l’ambiente più indicato per lo sviluppo del movimento non c’è bisogno di comprare oggetti: si tratta di comprendere il valore del movimento libero e quanto sia importante per i bambini avere il corpo sempre in condizione di muoversi nello spazio. Negando questo bisogno al bambino, produciamo in lui un’esperienza fisica di restrizione che diventa anche psicologica e si manifesta come sensazione di incapacità a realizzare i propri desideri ed a seguire i propri interessi.
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Consigli pratici per organizzare lo spazio di movimento:
– un angolo di libertà: i bambini non hanno bisogno di avere a disposizione tutta la casa, basta un angolo di libertà in soggiorno o in cucina;
– tappeto o coperta: oltre al letto basso e grande, è importante che il bambino abbia uno spazio sul pavimento con un tappeto o una coperta dove possa stare il più a lungo possibile, evitando ogni contenitore;
– specchio: nell’angolo di libertà è bene mettere uno specchio che aiuti i bambini a vedere come viene eseguito il movimento;
– sostegno: verso il settimo mese provvediamo lo spazio di una sbarra fissata al muro, o di uno sgabello pesante al quale sia possibile aggrapparsi per sollevarsi in piedi. Vanno bene anche i normali mobili di casa, come il divano o una poltrona;
– giocattoli: nel piccolo spazio a disposizione dei bambini devono essere messi oggetti di facile uso e le difficoltà da superare non devono essere troppo grandi. Anche se offriamo una palla colorata, dobbiamo fare attenzione che la sua grandezza sia tale che le mani dei bambini possono afferrarla e tenerla bene. Tutto ciò che viene dato deve essere scelto con grande attenzione perchè il movimento deve sempre permettere l’esperienza che “si può”.
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