Il paesino modello

Lo vedi il paesino modello?
Il municipio, la scuola,
la chiesa, la piazza, l’aiuola,
l’orto col suo cancello,
le case, i loro abitanti…
Qui tutto è nuovo ed è bello.
Perfino il camino sul tetto
ha dei colori smaglianti.
E’ un villaggino perfetto.
La gente festevole e gaia;
la polvere qui non esiste
sopra le aiuole e la ghiaia.
che tu arrivi o che parta
la banda ti accoglie per via;
nel mio villaggino di carta
si vive in buona armonia.
E se tu giri il gran mondo
non trovi un posto più bello,
giralo in lungo ed in tondo:
non trovi il paesino modello. (A. Luzzatto Ursisi)

 

La strada

Voglio insegnarti una strada,
una stradina un po’ matta
che non si sa dove vada,
che non si sa dove sbatta.
Vede un ruscello che geme,
che corre solo soletto
e se lo prende a braccetto
per chiacchierare un po’ insieme.
E’ una stradina curiosa
che non ha niente da fare:
dove c’è un’ombra riposa;
dove c’è un bosco, scompare;
e se attraversa un paese
ascolta agli usci la gente,
porta con sè quel che sente,
racconterà ciò che intese.
Se in cuore avete uno spino,
chiudete, dunque, la porta;
c’è quella strada in cammino,
impolverata, un po’ storta,
bianca, più bianca di un greto,
che se piangete vi sente
e corre a dirlo alla gente…
Non sa tenere un segreto. (R. Pezzani)

 

Per la strada

Cicli, vetture, carri
d’ogni forma e colore
vengono e vanno: rombano
veicoli a motore,
s’odon grida, stridori,
squilli, rullii, risate
e fischi e scampanate.
Gente, carri, quadrupedi
s’incrociano veloci,
nel frastuono confuso
di rumori e di voci,
nel moto, nella vita
febbrile, senza posa,
della città operosa.
Ma quando vien la sera
la gente si dirada;
la vita si rallenta
e la deserta strada
si tace a poco a poco,
per riposar silente
fino al mattin seguente. (F. Casale)

 

La strada

E’ bella la strada
nel dolce mattino
all’ora che il sole
si mette in cammino.
Nel gaio meriggio
fra mille rumori
le belle vetrine
rifletton bagliori.
Ma poi piena d’ombre
discende la sera
spargendo le stelle
leggera leggera.
La strada ormai scura
si fa silenziosa
risplende la luna
e tace ogni cosa. (P. Baitelli)

 

Il vigile urbano

Chi è più forte del vigile urbano?
Ferma i tram con una mano.
Con un dito, calmo e sereno,
tiene indietro un autotreno:
cento mostri scalpitanti
li mette a cuccia alzando i guanti.
Sempre in croce in mezzo al baccano:
chi è più paziente del vigile urbano? (G. Rodari)

 

Soliloquio al semaforo

Tre occhi ho in fronte di tre colori,
sto sugli incroci a vigilare.
Mi osservan tutti, e a lor permetto
con l’occhio verde, d’attraversare.
Ma quando rosso li guardo in volto,
si ferman tosto, a me ossequenti,
e come godo, quando col giallo
li scorgo pronti e già impazienti!
Talora acuto sento in fischietto
e spesso vedo multe fioccare:
“Disobbedienti!” trascolorando
esclamo. “Dunque, che ci sto a fare?”
Agli imprudenti regolo il passo,
ad affrettarsi stimolo i lenti.
Ma chi dei cenni miei non si cura
pachi i suoi falli senza lamenti. (G. Consolaro)

 

Canzone

Escono allegri i bambini
dalla scuola,
lanciando nell’aria tiepida
d’aprile, tenere canzoni.
Quanta allegria nel profondo
silenzio della stradina!
Un silenzio fatto a pezzi
da risa d’argento nuovo. (F. Garcia Lorca)

 

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