Esausto Tonino sedette su una radice che sporgeva dal terreno e in quella solitudine chiuse gli occhi cercando di farsi coraggio. In lontananza udì allora un vociare indistinto. Sollevò il capo e scorse in fondo alla radura un fuocherello. Si avvicinò e vide brillare intorno al fuoco tante piccole luci: erano le lanterne di undici nani che stavano chiacchierando tra loro animatamente. “E tu chi sei? Cosa ci fai qui tutto solo? Non sai che di notte i nani vegliano e lavorano, mentre per gli uomini è il tempo del sonno?”
Ma quando Tonino raccontò loro ciò che era accaduto, i nani si fecero subito più amichevoli. Si strinsero in cerchio come per consultarsi tra di loro, poi dissero “Tu non puoi immaginare l’importanza della tua scoperta. Quella grotta è il nascondiglio di Frugolo, il nostro dodicesimo fratello, dispettoso e senza disciplina, una peste. Ha sempre voluto fare di testa sua, non vuole mai sentir ragioni, così di giorno si diverte a fare dispetti agli uomini, e di notte, siccome è stanco, pretende di dormire invece di fare il suo dovere e lavorare come fanno tutti i nani del bosco. Abbiamo provato di tutto per farlo rinsavire. Dalla disperazione gli abbiamo anche fatto bere l’erba santa, ma niente. Ma ora che ci hai indicato il luogo in cui si nasconde non ha scampo: lo costringeremo a restituire tutto ciò che ha preso. Tu torna a casa Tonino, hai bisogno di riposare. Ti accompagnamo noi.”
I nani accompagnarono Tonino a casa, poi si diressero con fermezza alla grotta di Frugolo. Strada facendo stabilirono insieme che il giorno dopo avrebbero raccolto loro la legna per Tonino e avrebbero anche pensato a custodire il carretto durante la notte. Arrivati vicini, i nani chiamarono a gran voce il fratello, che si precipitò fuori, rimpicciolì la ruota e la nascose nel suo sacchetto. Così fece per tutti gli altri oggetti rubati. Poi tornò a strendersi nel lettino fingendo di dormire.
“Frugolo!” gridarono i fratelli “Con tutti i tuoi dispetti adesso hai passato il limite. Dove hai nascosto la ruota di quel povero pastorello?”, ma presto si resero conto che ancora una volta non c’era nulla da fare. Per convincerlo lo minacciarono di andare dal re dei nani, per fargli togliere i poteri magici, e di fronte a questo Frugolo fu costretto a cedere.
“Va bene. Ma a una condizione. Gli oggetti potranno ritornare ai loro rispettivi proprietari solo se Tonino riuscirà a trovarli, superando una prova il settimo giorno di ogni mese, al sorgere del sole. Ma se oserà svelare a qualcuno il segreto, allora tutto sarà inutile. E ora andate e lasciatemi in pace.”
Gli undici nani presero le loro lanterne e col sacco in spalla si inoltrarono nella montagna per fare il loro lavoro, come ogni notte. All’alba del giorno seguente,Tonino uscì di casa e si accorse che la legnaia era traboccante di ciocchi già tagliati e pronti all’uso. E siccome potevano essere stati solo i suoi amici nani, corse nel bosco per ringraziarli. I nani lo stavano proprio aspettando, per raccontargli tutto quello che era successo con Frugolo. Tonino accettò la sfida, e di mantenere il più assoluto silenzio sull’intera faccenda. Salutandolo i nani dissero: “Ricorda! All’alba del settimo giorno di ogni mese. E oggi è il 6!”
E fu così che all’alba del giorno seguente, col cuore pieno di emozione e aspettative, ma al tempo stesso molto timoroso, Tonino si recò nella grotta di Frugolo. Lo trovò pronto a riceverlo: a dire il vero non stava più nella pelle perchè la sera prima aveva preso la ruota del carrettino e l’aveva nascosta ben bene tra i cespugli del vicino boschetto. Non sarebbe di certo stato facile, per il pastorello, ritrovarla.
Frugolo cominciò a saltellare intorno a Tonino canticchiando:
“Gira gira intorno al sole
che sbocciar fa rose e viole
vieni avanti in linea retta
in ginocchio e poi aspetta
ripercorri indietro il raggio
te lo dice il nano saggio
or che hai fatto penitenza
fai una bella riverenza
un passetto attorno al sole
è il percorso che ci vuole
or su un piede tienti saldo
lungo il raggio obliquo e caldo.”
Tonino, non senza difficoltà, compie il percorso e pensa di aver superato la prova, ma il nano borbotta: “Traccia il segno con la mano, questo è ciò che vuole il nano!”
Allora Tonino chiude gli occhi e si concentra più che può cercando di ripercorrere con la mente, in modo chiaro e distinto, la forma che prima aveva percorso camminando. Quando si sente sufficientemente sicuro, traccia nell’aria il movimento esatto. Anche questa prova era riuscita.
Ma ecco che Frugolo è già pronto con un’altra domanda: “Indovina indovinello, quale suono, oh pastorello, è nascosto in questo segno che somiglia a un bel disegno?”
Cosa intende dire Frugolo? Un suono… di che suono si può trattare? I disegni non parlano e non cantano. Tonino sta quasi per arrendersi, ma pensa alla promessa fatta alla piccola Bianca, ricorda il povero Virgilio, rimasto senza falce, e tutti quei poveretti vittime del ladruncolo. Riprova allora a tracciare varie volte lo stesso segno nell’aria, e ricordando le parole di Frugolo prova a farlo ruotare con la sua fantasia, finché agli occhi della mente non gli compare un’immagine: è l’immagine della ruota del carrettino.
Allora ripete a voce alta “Rrruota… Rrrr!”
ed ecco che Frugolo esclama:
“Ora hai vinto la magia che gli oggetti porta via. Ma se la ruota vuoi trovare, un bel po’ dovrai cercare. Or facciamo un altro gioco che si chiama acqua e fuoco. Acqua acqua grida il nano se dalla ruota vai lontano, quando invece le vai vicino grida fuoco fuoco fuochino.”
Tonino comincia la sua ricerca, perlustrando il bosco palmo a palmo, guarda scrupolosamente sotto ogni albero, dentro ogni cespuglio, dietro ogni sasso, e finalmente la vede tra i folti rami di un cespuglio, molto lontano dal sentiero. Giunto a casa Tonino trovo una bellissima sorpresa: il suo carrettino era lì, proprio accanto all’ingresso.
E lui aveva la ruota.
Tuttavia c’era qualcosa che offuscava la sua gioia, era il pensiero della piccola Bianca che ancora non poteva riavere la sua bambola. Non vedeva l’ora di tornare da Frugolo, ma doveva aspettare ancora un mese…
Tonino andò spesso a far visita a Bianca, per rassicurarla e prometterle che le avrebbe certamente riportato la sua bambola.
E finalmente arrivò il giorno tanto atteso e il buon pastorello, alle prime luci dell’alba, per la seconda volta andò da Frugolo. La notte precedente il nano aveva deciso di nascondere la bambola e quando uscì dalla sua grotta gli animaletti del bosco lo videro e gli andarono intorno incuriositi: “Che bella. Ma come hai fatto ad averla che nel bosco non crescono le bambole?”
Frugolo era felice, perchè finalmente aveva qualcuno a cui raccontare le sue prodezze:
“Tempo da mi trovavo nei pressi di una radura erbosa ed ero in vena di dispetti; ho visto una bambina che aveva in braccio questa bambola e giocava con un ragazzino che doveva avere più o meno la sua età. Le loro grida festose mi infastidirono e pensai di combinarne una delle mie. Stando attento a non farmi vedere, mi avvicinai e riuscii a farli litigare. “Stupida!” dissi con tono impertinente alla bambina, che subito si girò contro l’amico e pensando che fosse stato lui a insultarla, gli gridò “Sei un maleducato”. Il bimbo si girò offeso e le diede una brutta risposta. Io allora, saltando sul suo cappellino, glielo tolsi e lo feci cadere a terra. Poi non contento sciolsi il nastro dei capelli della bimba. A questo punto scoppiò il litigio che attendevo. La bimba furente lasciò cadere la bambola per rincorrere l’amico, e mentre si picchiavano io ne approfittai per prendere non visto la bambola e fuggire. Ma ora devo pensare a nasconderla bene, perchè domani all’alba mi voglio proprio divertire. Ci sarà qualcuno che dovrà faticare per trovarla.”
Seguito dal cerbiatto, dal leprotto, dallo scoiattolo e dal topolino, Frugolo cominciò a girare qua e là pensieroso, tra radici sassi e cespugli, finché giunto a un albero alto e frondoso, vi saltò su e nascose tra i suoi rami la bambola. Poi scese dall’albero e controllò che non si vedesse da sotto.
All’alba del giorno seguente Tonino era lì ad aspettarlo, pronto per la seconda prova.
Frugolo canticchiò:
“quattro passi in avanti
come fanno gli elefanti
verso destra fa un inchino
poi con un sol piedino
corri intorno al colle e al monte
che al percorso stan di fronte
giunto al punto di partenza
fai una bella riverenza!”
Questa volta il percorso è difficile, ma Tonino riesce. Un po’ contrariato Frugolo esclama: “Traccia il segno con la mano, questo è ciò che vuole il nano”
Il pastorello allora chiude gli occhi e rimanendo immobile percorre con la mente il segno che ha tracciato con i piedi e quando riesce a disegnarlo chiaramente, lo disegna nell’aria senza difficoltà.
Allora Frugolo: “Indovina indovinello, quale suono, oh pastorello, è nascosto in questo segno che somiglia a un bel disegno?” e Tonino capisce “B, bambola…“
Poi ancora: “Ora hai vinto la magia che gli oggetti porta via. Ma se la bambola vuoi trovare, un bel po’ dovrai cercare. Or facciamo un altro gioco che si chiama acqua e fuoco. Acqua acqua grida il nano se dalla bambola vai lontano, quando invece le vai vicino grida fuoco fuoco fuochino.”
Il pastorello comincia la ricerca ma questa volta è lunga e difficile, soprattutto perchè ogni volra che si avvicina all’albero il nano grida “fuoco”, ma lui non riesce a trovarla e cambia strada. Finalmente gli viene l’idea di arrampicarsi e quando la trova se la porta via canticchiando.
“Addio” gli grida Frugolo “ci vediamo il mese prossimo. E mi raccomando sii puntuale e non parlare di me con nessuno”.
Non potete immaginare quale fu la felicità di Bianca quando Tonino le riportò la sua bambolina.
“La mia Rosina, grazie! Ma come hai fatto a trovarla?”
“Questo è un segreto” disse Tonino “ti prego, non chiedermelo più”
“Ma mi riporterai anche la culla, vero? Sai, non te lo volevo dire, ma l’altro giorno è sparito anche il lettino nuovo che mi avevi fatto con tanto amore. Non so come sia successo, ma la nonna, che stava ricamando un bel lenzuolino, l’aveva preso per controllare le misure, e ad un certo punto non l’ha più visto”
“Non preoccuparti, non chiedermi come, ma vedrai che te lo riporterò”. Disse Tonino, poi la salutò e si incamminò verso casa.
Passarono i giorni e l’autunno avanzava, dipingendo con i suoi splendidi colori il manto della terra e donando agli alberi del bosco incantevoli sfumature brune, dorate, rosse, che come fiamme ardenti risaltavano tra il verde cupo dei pini maestosi. L’aria diventava sempre più fredda e pungente e le giornate sempre più brevi.
Arrivò Novembre, cupo e piovoso, ma tanto atteso dal pastorello, che nel giorno stabilito andò da Frugolo. La notte precedente il nano era uscito dalla sua grotta allo scoccare della mezzanotte portando con sè il suo sacchettino; tutti gli animaletti del bosco erano lì ad aspettarlo. Per far colpo su di loro aprì il sacchettino mostrando agli animali una minuscola falce che, una volta uscita dal sacchetto, si ingrandiva fino ad assumere dimensioni normali. Poi cominciò a raccontare come aveva fatto a rubarla al contadino Virgilio.
“Stavo gironzolando per il paese, quando ho sentito il contadino Virgilio che stava falciando l’erba del campo. La sua bella falce attirò subito la mia attenzione, ma come fare a prenderla senza che lui si accorgesse? Mentre pensavo a come fare, mi accorsi dei figli del contadino, che stavano giocando coi covoni di fieno. Per prima cosa dovevo liberarmi di loro, per cui con uno speciale battito di mani ho richiamato un delizioso e irresistibile profumo di torta appena sfornata, e con dei gesti magici lo feci arrivare fin sotto il naso dei bambini. Quelli, con l’acquolina in bocca, lasciarono i loro giochi per correre a casa, credendo di trovarvi una torta appena sfornata che in realtà non c’era. Nel frattempo sono saltato sulle spalle di Virgilio e ho cominciato a sussurrargli all’orecchio “Senti che caldo insopportabile. Grondi sudore. Hai una gran sete…”. E il contadino, come ipnotizzato, ha lasciato la falce ed è andato a bere.”
Dopo il racconto di Frugolo gli animaletti, colpiti dalla sua bravura e dalla sua astuzia, gli avevano fatto mille complimenti e l’avevano anche aiutato a nascondere la falce in un luogo lontano, nel folto del bosco, coprendola bene con le foglie secche.
Allo spuntar del sole ecco arrivare Tonino, pronto per la terza prova. Frugolo disse:
“Dritto lungo il tuo cammino
vieni avanti pian pianino
ora fermati perbacco
verso destra punto e tacco
più non devi camminare
con un piede hai da saltare
fianco dest, una corsetta
qui c’è il nano che t’aspetta”.
Dopo che il pastorello ebbe fatto il percorso esatto, Frugolo disse: “Traccia il segno con la mano, questo è ciò che vuole il nano”. Tonino, ormai diventato esperto, eseguì l’ordine alla perfezione, poi Frugolo disse come al solito:
“Indovina indovinello, quale suono, oh pastorello, è nascosto in questo segno che somiglia a un bel disegno?” e Tonino capisce “F, falce…“
“Ora hai vinto la magia che gli oggetti porta via. Ma se la falce vuoi trovare, un bel po’ dovrai cercare. Or facciamo un altro gioco che si chiama acqua e fuoco. Acqua acqua grida il nano se dalla falce vai lontano, quando invece le vai vicino grida fuoco fuoco fuochino.”
La ricerca era difficile, ma alla fine Frugolo dovette accettare la sconfitta e Tonino potè portare a Virgilio la falce scomparsa. “La mia falce! Ma chi l’aveva presa? Come hai fatto a ritrovarla?”, chiese Virgilio. “Mi dispiace, ma questo non te lo posso dire” rispose Tonino, e nell’udire quelle parole il contadino si rabbuiò, divenne serio e sospettoso e alla fine si convinse che era Tonino il ladro.
“Esci da questa casa! Ti sei tenuto la mia falce tutto questo tempo, vergognati! Non voglio più vederti.”
Tonino non poteva svelare il suo segreto, e triste tornò a casa.
Venne dicembre, e la neve. Il pastorello, ben imbacuccato, uscì di casa alle prime luci dell’alba per andare da Frugolo. Era il settimo giorno del mese e lui voleva essere puntuale. Fu un cammino lungo, lento e faticoso, ad ogni passo sprofondava nella neve. Ci volle tutta la sua buona volontà per andare avanti. Ma cosa aveva nascosto questa volta il nano? La culla di Bianca. Quando il leprotto, il cerbiatto lo scoiattolo e il topolino l’avevano veduta, avevano chiesto a Frugolo il permesso di provarla e a turno ci erano entrati facendosi cullare dagli altri. Si stavano divertendo un mondo, ma il nano aveva interrotto il gioco perchè aveva troppa voglia di raccontar loro come aveva fatto a rubarla.
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