Recite per la festa degli alberi – 21 novembre brevi recite sull’albero e il bosco per la scuola d’infanzia e primaria.
A colloquio con gli alberi
Narratore: Il bosco sembra dormire nel suo grande silenzio accarezzato dal vento.
Bambino: Quanti alberi uno vicino all’altro su questa montagna!
Abete: Siamo così fitti perchè formiamo un bosco
Bambino: Come ti chiami?
Abete: Io sono l’abete. Ci cono però qui altre conifere: i pini e i larici. Ci chiamano così perchè abbiamo la chioma a forma di cono.
Bambino: E dimmi, siete sempre così verdi?
Abete: Noi e i pini sì, perchè sopportiamo il freddo. Il larice invece in autunno resta nudo come la maggior parte degli alberi.
Bambino: Ci sono solamente boschi di conifere?
Abete: No, ci sono boschi di castagni, di faggi, di querce, di noci, di noccioli e di tante altre piante.
Pino: Noi siamo però i più belli: chiunque ci vede rimane incantato. Anche tu, ad ogni Natale, adoperi i nostri rami più piccoli o le nostre cime per fare l’albero tutto splendente di luci. Non è vero?
Bambino: Sì, è vero.
Narratore: Il bambino fa qualche passo, poi si avvicina a un pino e fa per appoggiare una mano al tronco.
Pino: Sta’ attento. Non mettere le dita sulla resina.
Bambino: A che cosa serve?
Pino: Difende il tronco ed è anche utile all’uomo. Ma l’utilità che vi diamo noi alberi non è tutta qui.
Abete: Il pino ha ragione. Sapessi, mio caro piccolo amico, quanto legname vi diamo continuamente noi alberi, e voi con esso costruite case, navi, ponti, mobili; cuocete i cibi e vi riscaldate durante l’inverno. Inoltre le nostre radici trattengono i terreni evitando molti disastri, inondazioni, frane, alluvioni.
Pino: Non ti sei ancora chinato ad osservare il soffice tappeto dove ora cammini? Ai nostri piedi nascono e maturano mirtilli, fragole, lamponi, e fioriscono ciclamini, ranuncoli, bucaneve…
Abete: E vi puoi trovare anche molti funghi.
Bambino: Che buoni!
Abete: Sì, ma devi stare attento a quelli velenosi, perchè un solo pezzettino potrebbe farti morire.
Bambino: Sì, lo so. Ora, purtroppo, devo andarmene. Mi piacerebbe riposare qui e respirare sempre quest’aria fresca, leggera, satura di profumi. In città l’aria non è affatto pura, nè sa di resina. D’estate poi si soffoca dal caldo! Vi prometto di risalire fin quassù il prossimo anno. Aspettatemi!
Narratore: L’abete si curvò, e il bosco ripiombò nella sua pace montana, rotta soltanto dalla voce del vento
(M. Zagaria)
Festa degli alberi
Gruppi di bambini: tutti agitano ramoscelli o presentano frutti della pianta che rappresentano.
Io sono la quercia robusta. Vivo anni e secoli. Resisto alla furia dei venti. Do il solido legno e il ceppo per le lunghe veglie. Evviva la quercia, regina delle alture!
Io sono il pino, re dei monti. Do legno alle navi che solcano i mari e do salute. Nereggio nella foresta, ma d’inverno mi vesto di candida neve.
Ed io sono l’ulivo, dalle pallide foglie argentate e dalle bacche che danno l’olio prezioso. Dico a tutti una parola di pace. Come la luce e le stelle serene, un po’ di pace ci fa tanto bene.
Sono il castagno. Scalco i vecchi stanchi, i bimbi buoni, bruciando nel focolare. Do travicelli e travi alla modesta casa che ripara dal freddo e brilla nella notte; il frutto saporito e nutriente ai piccoli e ai grandi; lo strame alla vaccherella ch’è la ricchezza del povero montanaro. Do tutto, mentre rabbrividisco al vento!
Io sono il melo. Mi adorno di candidi fiori a primavera, offro in autunno le mele saporite. Come altri alberi, dono frutta per la delizia dei bambini, legna nel crudo inverno, legname buono per molti lavori.
Ed io sono il pesco. Mi vesto di rosa in primavera, offro frutti squisiti in estate.
Ecco il ciliegio. Quanti mazzetti di corallo brillano tra il verde delle mie foglie, al finire di maggio! E che delizia per i bambini!
Io sono l’albero: pino o ciliegio, castagno od ulivo, platano o pioppo, gelso od ontano, pesco o rovere; io rappresento le buone piante che aiutano l’uomo a ripararsi dal freddo e dalle intemperie, allietano le sue veglie, mitigano al lavoratore e al viandante il calore estivo, a tutti offrono doni! Non fateci male, bambini, strappando fronde e fiori, tormentando il tronco. In cambio dei nostri doni, noi non chiediamo che di essere rispettati e difesi nel nostro sviluppo: null’altro!
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