Bosco autunnale
Il bosco autunnale è tutto chiomato.
C’è ombra e sonno e silenzio.
Nè il picchio, la civetta e lo scoiattolo
lo ridestano dal sonno.
E il sole pei sentieri autunnali
entrando sul declino del giorno,
sbircia intorno guardingo
se non si celi una trappola.
Vi sono pantani, monticelli e tremule
e muschi e boscaglie di ontani,
e oltre il suolo pantanoso del bosco,
nel villaggio cantano i galli.
Lancia un gallo e perdifiato il suo richiamo,
ed ecco, nuovamente tace a lungo,
come fosse occupato a pensare
che senso ci sia in quei suoi primi accordi.
Ma in qualche angolo lontano
un vicino fa chicchirichì.
Come una sentinella della garitta
il gallo rimanda la risposta.
Risponde con un un’eco,
ed ecco, un gallo dopo l’altro
marcare con la gola, come con un segnale,
l’oriente e l’occidente, il settentrione e il sud.
All’appello dei galli
si apre verso il margine il bosco,
e, come fosse la prima volta, scopre
la lontananza e i campi e l’azzurro del cielo. (B. Pasternak)
Alberi spogli
Dal muro alto sporgono
alberi spogli
forche, braccia, grucce.
La conifera scura resiste al gelo,
il platano più alto
(belle macchie sul tronco glorioso),
ha ancora qualche foglia d’oro
e l’evonimo puntuto, rosse bacche.
Melanconici come vecchi in riposo
in attesa della dolce fioritura.
Nel grigio fine un’ala appena,
fa musica. (F. De Pisis)
Assopita nel laborioso silenzio della sua vita autunnale, la natura mostra forme povere e scarne. La nuova fioritura è ancora lontana.
Sporgono: si affacciano sulla strada
forche, braccia, grucce: i rami spogli mostrano a nudo la loro conformazione che richiama immagini di bastoni biforcuti, di braccia levate in alto, di appendipanni.
Conifera: l’abete e il pino. L’uno e l’altro producono frutti a forma di cono.
Evonimo: è un arbusto con fiori a grappolo di colore rosso verdastro. E’ detto anche fusaggine, o popolarmente dalla forma dei frutti, “berretta del prete”.
Fine: di tono delicato non intenso dell’aria.
Un’ala appena fa musica: nella tesa immobilità dell’aria basta un battito d’ala, un uccello o un insetto, a creare un palpito leggero di musica.
Autunno veneziano
L’alito freddo e umido m’assale
di Venezia autunnale…
Qui non i venti impetuosi e funebri
del settembre montanino,
non odor di vendemmia, non lavacri
di piogge lacrimose,
non fragore di foglie che cadono.
Un ciuffo d’erba che ingiallisce e muore
su un davanzale
è tutto l’autunno veneziano. (V. Cardarelli)
Ad una foglia
Lungi dal proprio ramo,
povera foglia frale,
dove vai tu? Dal faggio
là dov’io nacqui, mi divise il vento.
Esso, tornando, a volo
dal bosco alla campagna,
dalla valle mi porta alla montagna.
Seco perpetuamente
vo pellegrina, e tutto l’altro ignoro.
Vo dove ogni altra cosa,
dove naturalmente
va la foglia di rosa
e la foglia d’alloro. (G. Leopardi)
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