Psicogrammatica Montessori: scatola grammaticale II AGGETTIVI – presentazione del materiale, e i cartellini di riempimento pronti per il download e la stampa. Con questa scatola i bambini approfondiscono lo studio dell’aggettivo in relazione al nome e all’articolo.
Il materiale per l’analisi delle parole è costituito da varie serie di cartellini della frase di colore marrone scuro e da varie serie di cartellini delle parole di diverso colore:
– marrone chiaro per gli articoli
– nero per i nomi
– marrone scuro per gli aggettivi
che si scelgono a seconda dell’esercizio che si vuole proporre e si collocano nella scatola grammaticale II.

Secondo le indicazioni di Maria Montessori il bambino legge una frase, prende gli oggetti che vi sono indicati, e poi compone la frase coi cartellini delle parole. Ad esempio, se il cartellino della frase contiene questa indicazione: ‘il colore verde – il colore turchino – il colore rosso’, il bambino prende tre spolette (verde, turchina e rossa) dalla scatola delle spolette dei colori, e le mette sul tavolo. Poi compone la frase la frase ‘il colore verde‘ e pone la spoletta verde accanto alla frase.

Quindi, lasciando sul tavolo i due primi cartellini, cambia solo quello relativo all’aggettivo, e sostituisce ‘verde’ con ‘turchino’, e infine cambia la spoletta verde con quella turchina.

In ultimo ripete la procedura con il colore rosso.

(Nel mio esempio ho utilizzato dei pennarelli al posto delle spolette dei colori. Per realizzarle in proprio trovate il tutorial qui: Costruire le spolette dei colori Montessori).
Le frasi originali proposte da Maria Montessori si riferiscono tutte ai materiali sensoriali che si utilizzano nella Casa dei Bambini.
Nella scatola grammaticale II si pongono un certo numero cartellini della frase alla volta (di solito sei), e i relativi cartellini delle parole, che corrispondono alle necessità dell’esercizio e non alle frasi, nel senso che gli articoli ed i nomi non sono ripetuti).
Per chi ha la fortuna di proporre la scatola grammaticale II disponendo del materiale sensoriale in uso nella Casa dei bambini, e se i bambini a cui si propone hanno avuto la fortuna di frequentarla, queste sono le frasi originali:
– senso cromatico: il prisma marrone – il prisma azzurro. Il colore verde – il colore turchino – il colore rosso. I lapis neri – i lapis colorati. L’acqua colorata -l’acqua incolore. Il colore giallo – il colore arancione. Il colore scuro – il colore chiaro;
– senso visivo (dimensioni): l’asta lunga – l’asta corta. Il cubo grande – il cubo piccolo. Il cilindro alto – il cilindro basso. Il prisma marrone grosso – il prisma marrone fino. Il rettangolo largo – il rettangolo stretto. L’incastro solido – l’incastro piano;
– senso visivo (forma): il triangolo equilatero – il triangolo isoscele – il triangolo scaleno. Il triangolo acutangolo – il triangolo ottusangolo – il triangolo rettangolo. L’incastro circolare – l’incastro quadrato- l’incastro rettangolare. La piramide quadrangolare – la piramide triangolare. Il prisma azzurro rettangolare – il prisma azzurro triangolare. La scatola cilindrica – la scatola prismatica.
-senso tattile-muscolare: la superficie piana – la superficie curva. La stoffa ruvida -la stoffa liscia. L’acqua calda – l’acqua fredda. L’acqua tiepida – l’acqua fredda – l’acqua ghiacciata. La tavoletta pesante – la tavoletta leggera. La stoffa morbida – la stoffa dura.
– senso uditivo, olfattivo e gustativo: il rumore forte – il rumore leggero. Il suono acuto – il suono basso. L’acqua odorosa – l’acqua inodore. L’odore buono – l’odore cattivo. Il sapore amaro – il sapore dolce. Il sapore acido – il sapore salato.
Che potete scaricare qui:

PDF: cartellini per la scatola grammaticale II Montessori
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MATERIALI PREVISTI PER LA SCATOLA GRAMMATICALE II AGGETTIVI
(con la codifica che ho utilizzato io per la preparazione dei cartellini)

– scatola grammaticale II (qui il tutorial per costruirla: Costruire le scatole grammaticali)
– 6 scatoline di riempimento color marrone chiaro contrassegnate IIA, IIB, IIC, IID, IIE, IIF.
– una scatolina aperta marrone chiaro per il libretto degli elenchi e per il libretto delle regole
scatola grammaticale II AGGETTIVI – Contenuto delle scatole di riempimento
– scatola IIA: scheda della definizione e cartellini (i tre gruppi di cartellini stanno nella scatola IIA separati tra loro per mezzo di elastici)
- cartellini IIA-1: colori (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
- cartellini IIA-2: colori (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
- cartellini IIA-3: colori (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
– scatola IIB: scheda della definizione e cartellini (i tre gruppi di cartellini stanno nella scatola IIB separati tra loro per mezzo di elastici)
- cartellini IIB-1: qualità opposte (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
- cartellini IIB-2: dimensioni opposte (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
- cartellini IIB-3: stati d’animo opposti (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
– scatola IIC: scheda della definizione e cartellini scheda della definizione e cartellini ( i quattro gruppi di cartellini stanno nella scatola IIC separati tra loro per mezzo di elastici)
- cartellini IIC-1: forma e quantità (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
- cartellini IIC-2: quantità (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
- cartellini IIC-3: dimensioni (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
- cartellini IIC-4: forma (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
– scatola IID: scheda della definizione e cartellini ( i sette gruppi di cartellini stanno nella scatola IID separati tra loro per mezzo di elastici)
- cartellini IID-1: qualità sensoriali (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
- cartellini IID-2: sensazioni tattili (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
- cartellini IID-3: olfatto e udito (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
- cartellini IID-4: olfatto e gusto (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
- cartellini IID-5: sensazioni uditive (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
- cartellini IID-6: sensazioni tattili (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
- cartellini IID-7: udito, olfatto e gusto (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
– scatola IIE: scheda della definizione e cartellini ( i cinque gruppi di cartellini stanno nella scatola IIE separati tra loro per mezzo di elastici)
- cartellini IIE-1: gradi dell’aggettivo (cartellini aggettivo positivo, comparativo, superlativo + titoli)
- cartellini IIE-2: gradi dell’aggettivo (cartellini aggettivo positivo, comparativo, superlativo + titoli)
- cartellini IIE-3: gradi dell’aggettivo (cartellini aggettivo positivo, comparativo, superlativo + titoli)
– scatola IIF: scheda della definizione e cartellini ( i sei gruppi di cartellini stanno nella scatola IIF separati tra loro per mezzo di elastici)
- cartellini IIF-1: concordanza nome/aggettivo (cartellini nome e aggettivo + cartellini frase)
- cartellini IIF-2: concordanza nome/aggettivo (cartellini nome e aggettivo + cartellini frase)
- cartellini IIF-3: concordanza nome/aggettivo (cartellini nome e aggettivo + cartellini frase)
- cartellini IIF-4: concordanza nome/aggettivo (cartellini nome e aggettivo + cartellini frase).
– scatolina aperta marrone scuro:
- libretto degli elenchi per l’aggettivo (facoltativo)
- libretto delle regole per l’aggettivo.
Questo è il materiale pronto:




PDF QUI: LIBRETTO DEGLI ELENCHI PER LA scatola grammaticale II AGGETTIVI
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scatola grammaticale II AGGETTIVI – ISTRUZIONI per confezionare i libretti
(nell’esempio un libretto delle nomenclature)
La mia stampante è in bianco e nero, ma consiglio di stampare a colori. Per il libretto ritagliate le pagine seguendo i tratteggi:


piegate ogni striscia così, per ottenere pagine stampate fronte/retro:
rilegate. Io ho usato la foratrice per spirali:



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scatola grammaticale II AGGETTIVI
MATERIALI PER LA SCATOLA GRAMMATICALE II
Si tratta di un materiale rivisitato e attualizzato ai mutamenti che la lingua ha subito e ai vocaboli che più appartengono alla realtà dei bambino oggi.
L’organizzazione originale del materiale non cambia, ho aggiunto però dei set che isolano ulteriori aspetti delle regole grammaticali.
Ciascuna parte del discorso ha un suo codice colore, che è diverso da quello dei simboli grammaticali (ad eccezione del nome e del verbo).
I simboli grammaticali possono entrare a far parte degli esercizi con le scatole grammaticali: i bambini possono porre i simboli mobili sulle parole scritte nei cartellini della frase, o anche possono copiare le frasi e disegnare i simboli (anche utilizzando gli stencil).

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scatola grammaticale II AGGETTIVI
USO DEL MATERIALE
Avere a disposizione le scatole grammaticali di legno è sicuramente la situazione ideale, ma considerando il costo, non è la situazione alla portata di tutti. Si possono preparare delle bellissime alternative in cartone o anche sostituire alle scatole delle “tovagliette stampate“. Si può anche decidere di non utilizzare nulla, e di mettere semplicemente i cartellini sul tavolo, divisi in base al loro codice colore e ponendo sopra di essi dei cartellini-titolo (per la prima scatola ‘ARTICOLO’ e ‘NOME’).
Lo stesso discorso vale per le scatole di riempimento e per le scatole dei comandi, che possono essere acquistate in legno, o possono essere facilmente realizzate in cartoncino. Si può anche optare per qualsiasi altra soluzione alternativa: buste di carta colorata, sacchetti di plastica trasparente, cestini, ecc.
Le scatole grammaticali servono all’esercizio del bambino, dopo le presentazioni e le lezioni chiave relative alle parti del discorso che vogliamo esercitare.
Con le scatole grammaticali si possono svolgere vari esercizi. Per saperne di più consulta l’indice della Guida Didattica per il Linguaggio.
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CONTENUTI
Se preferisci realizzare il materiale in proprio (cartellini e libro delle regole grammaticali), di seguito trovi tutti i contenuti che ho utilizzato:
CARTELLINO DEFINIZIONE: Aggettivo. Un aggettivo è una parola che descrive un nome (piccolo, blu, spesso, rotondo, bello, uno, molti, ecc.). L’aggettivo modifica il nome descrivendolo, identificandolo, o quantificandolo. Sta sempre direttamente accanto al nome: di solito lo segue, ma può anche precederlo.
IIA-1: colori (cartellini+ 6 cartellini frase). Frasi: Le matite nere – Le matite colorate. La gallina marrone – La gallina bianca. Il libro azzurro – Il libro verde. Il cavallo nero – Il cavallo bianco. Il colore giallo – Il colore blu – Il colore rosso. L’acqua incolore – L’acqua colorata.
IIA-2: colori (cartellini+ 9 cartellini frase + 3 titoli). Frasi: Il vestito viola – Il vestito blu. L’automobile nera – L’automobile bianca. Il vetro trasparente – Il vetro opaco. I palloncini gialli – I palloncini rossi. La foglia verde – La foglia gialla. Il coniglio bianco – Il coniglio marrone. La tonalità chiara – la tonalità scura. Il colore caldo- Il colore freddo. La tinta accesa – la tinta pastello.
IIA-3: colori (cartellini+ 6 cartellini frase). Frasi: Il piatto bianco – il piatto rosa. Il cartoncino blu – il cartoncino marrone. Il colore giallo – il colore azzurro – il colore rosso. Il gessetto bianco – il gessetto colorato. Lo specchio pulito – lo specchio sporco. La mucca marrone – la mucca pezzata.
IIB-1: qualità opposte (cartellini + 7 cartellini frase). Frasi: La mensola larga – la mensola stretta. Il bambino alto – Il bambino basso. La tazza grande – la tazza piccola. Il righello lungo – Il righello corto. Lo spazio ampio – Lo spazio angusto. L’ago appuntito – L’ago arrotondato. Il tessuto spesso – Il tessuto sottile.
IIB-2: dimensioni opposte (cartellini + 6 cartellini frase). Frasi: Il viaggio lungo – il viaggio breve. Il cesto grande – Il cesto piccolo. Il cane enorme – Il cane minuscolo. La strada stretta – La strada ampia. Una fetta spessa – una fetta sottile. Una donna alta – Una donna bassa.
IIB-3: stati d’animo opposti (cartellini + 7 cartellini frase). Frasi: Il pagliaccio allegro – Il pagliaccio triste. Il gigante feroce – Il gigante gentile. Uno sguardo spaventato – Uno sguardo amorevole. Un uomo preoccupato – Un uomo sereno. Il bambino concentrato – Il bambino distratto. Un racconto divertente – Un racconto noioso. Un atteggiamento arrabbiato – Un atteggiamento felice.
IIC-1: forma e quantità (cartellini + 8 cartellini frase) Il triangolo acutangolo – Il triangolo ottusangolo – Il triangolo rettangolo. La piramide triangolare – La piramide quadrangolare. La scatola cilindrica – La scatola cubica. La tovaglia triangolare – La tovaglia tonda – La tovaglia quadrata – La tovaglia rettangolare. Il triangolo equilatero – Il triangolo isoscele – Il triangolo scaleno. Le cento perle dorate – Le mille perle colorate. I tre bambini – I sei bambini. La settima lettera – La seconda lettera.
IIC-2: quantità ( cartellini + 6 cartellini frase) Frasi: I sei bambini – I diciotto bambini. La prima volta – La terza volta. I molti clienti – I pochi clienti. Le molteplici occasioni – Le sporadiche occasioni. Il locale affollato – il locale deserto. Un rifornimento scarso – Un rifornimento abbondante.
IIC-3: dimensioni (cartellini + 9 cartellini frase + titoli). Frasi: il bastone lungo – il bastone corto. Il cubo grande – il cubo piccolo. Il cilindro alto – il cilindro basso. Il prisma spesso – il prisma sottile. La mensola ampia – la mensola stretta. Le unghie corte – le unghie lunghe. L’armadio grande – l’armadio piccolo. Il foglio quadrato – il foglio rettangolare. Il tavolino rotondo – il tavolino quadrato.
IIC-4: forma (cartellini + 10 cartellini frase + titoli). Frasi: Il cavallo grande nero – il cavallo piccolo marrone. Il bicchiere largo giallo – il bicchiere stretto trasparente. La scatola tonda vuota – la scatola tonda piena. Il vassoio rosso quadrato – il vassoio blu rotondo. La caramella cubica rosa – la caramella esagonale verde. La busta rettangolare – la busta quadrata. Il cartoncino rotondo – il cartoncino pentagonale. Il vaso trasparente cilindrico – il vaso opaco cubico. La scatolina piramidale – la scatolina sferica. Il tramezzino quadrato – il tramezzino triangolare.
IID-1: qualità sensoriali (cartellini + 6 cartellini frase) L’acqua calda – L’acqua tiepida – L’acqua fredda. La superficie piana – La superficie curva. L’acqua fredda – L’acqua ghiacciata. Il libro pesante – Il libro leggero. Il tessuto liscio – il tessuto ruvido. Il panino morbido – Il panino duro.
IID-2: sensazioni tattili (cartellini+ 7 cartellini frase). Frasi: Il burro solidificato – il burro fuso. La stoffa ruvida, la stoffa liscia. La pelle vellutata, la pelle rugosa. Una doccia calda – Una doccia fredda – Una doccia tiepida. Lo zaino pesante – Lo zaino leggero. L’accappatoio asciutto – L’accappatoio bagnato. La superficie piana – La superficie curva.
IID-3: qualità sensoriali olfatto e udito (cartellini + 5 cartellini frase). Frasi: La voce acuta – La voce profonda. L’acqua profumata – L’acqua inodore. Il sapore dolce – il sapore amaro. Il buon odore – Il cattivo odore. Un rumore forte – un rumore debole.
IID-4: olfatto e gusto (cartellini + 6 cartellini frase). Frasi: Il sapore dolce – Il sapore aspro – Il sapore salato. Il gusto gradevole – Il gusto sgradevole. Il formaggio saporito – Il formaggio delicato. Il buon odore – il cattivo odore. Il profumo pungente- Il profumo lieve. La pasta insipida – La pasta salata.
IID-5: udito (cartellini + 7 cartellini frase). Frasi: Il segnale forte – Il segnale debole. Il rumore lontano – il rumore vicino. La nota alta – La nota bassa. Il tono aspro – Il tono dolce. Il canto intonato- Il canto stonato. La voce acuta – La voce profonda. Il suono delicato – Il suono assordante.
IID-6: senso del tatto (cartellini + 6 cartellini frase). Frasi: La lente curva rossa – La lente piana gialla. La stoffa bianca ruvida – la stoffa bianca liscia. Il caffè bollente – il caffè ghiacciato. Il latte tiepido – il latte freddo – il latte caldo. La borsa pesante – la borsa leggera. Il panino morbido – il panino duro.
IID-7: udito, olfatto, gusto (cartellini + 6 cartellini frase). Frasi: Il suono forte – il suono lieve. Il rumore intenso – il rumore leggero. La crema inodore – la crema profumata. La medicina amara – la medicina dolce. Il buon sapore – il cattivo sapore. I popcorn dolci – i popcorn salati.
IIE-1: grado positivo, comparativo, superlativo (cartellini + titoli). Sciocco – più sciocco – sciocchissimo. Alto – più alto – altissimo. Vecchio – più vecchio – vecchissimo. Coraggioso – più coraggioso – coraggiosissimo. Gentile – più gentile – gentilissimo. Buono – migliore – ottimo. Lungo – più lungo – lunghissimo. Allegro – meno allegro – il meno allegro. Allegro – più allegro – allegrissimo. Sciocco – meno sciocco – il meno sciocco. Liscio – più liscio – liscissimo. Magro – più magro – magrissimo. Bello – più bello – bellissimo. Grasso – più grasso – grassissimo. Divertente – più divertente – il più divertente. Molto – più – il più. Piccolo – minore – il minore. Cattivo – peggiore – pessimo. Carino – più carino – carinissimo. Titoli: gradi dell’aggettivo – grado positivo – grado comparativo – grado superlativo.
IIE-2: grado positivo, comparativo, superlativo (cartellini + titoli). Buono – migliore – ottimo. Cattivo – peggiore – pessimo. Felice – più felice – felicissimo. Gentile – più gentile – gentilissimo. Veloce – più veloce – velocissimo. Poco – meno – minore. Molto – più – il più. Piccolo – minore – il minore. Bello – più bello – bellissimo. Difficile – meno difficile – il meno difficile.
IIE-3: grado positivo, comparativo, superlativo (cartellini + titoli). Grande – maggiore – massimo. Ruvido – più ruvido – ruvidissimo. Semplice – più semplice – semplicissimo. Divertente – più divertente – divertentissimo. Spaventoso – più spaventoso – spaventosissimo. Ricco – più ricco – straricco. Vecchio – più vecchio – stravecchio. Celebre – più celebre – celeberrimo. Misero – più misero – miserrimo. Stufo – più stufo – arcistufo. Denso – più denso – densissimo. Generoso – più generoso – generosissimo. Interessante – più interessante – interessantissimo. Piacevole – più piacevole – piacevolissimo.
IIF-1: concordanza nome-aggettivo (cartellini + titoli). Titoli: nome, aggettivo. Nomi: albero, limone, gatto, fiore, ciliegia, capelli, acqua, scoppio, automobile, neve, uomo, donna, roccia, torre, cielo, materiale, bambini, vetro, pane, pomodoro. Aggettivi: spoglio, aspro, giocherellone, profumato, dolce, biondi, calda, fragoroso, veloce, bianca, grasso, magra, dura, alta, nuvoloso, montessoriano, piccoli, trasparente, raffermo, maturo.
IIF-2: concordanza nome-aggettivo (cartellini + cartellini frase + titoli). Titoli: nome, aggettivo. Nomi: righello, casa, cuscino, cioccolata, minestra, poltrona, latte, foglia, serpente, pietra, ragazza, musica, estate, vento, quadro, gioco, voce, televisione, pantaloni, vestito. Aggettivi: lungo, accogliente, morbido, fondente, saporita, scomoda, intero, verde, velenoso, preziosa, graziosa, allegra, torrida, gelido, astratto, matematico, stridula, spenta, corti, elegante.
IIF-3: concordanza nome-aggettivo (cartellini + cartellini frase + titoli) Titoli: nome, aggettivo. Nomi: giorno, spiaggia, cioccolata, peperoni, mostro, rumore, dita, tartaruga, razzo, sentiero. Aggettivo: feriale, ventosa, calda, piccanti, spaventoso, fortissimo, dieci, lenta, spaziale, tortuoso.
IIF-4: concordanza nome-aggettivo (cartellini + cartellini frase + titoli) Titoli: nome, aggettivo. Nomi: studente, occasione, tè, cielo, specchio, scoperta, ore, amica, occasione, neonato. Aggettivi: brillante, speciale, ghiacciato, limpido, antico, sorprendente, notturne, migliore, ultima, paffuto.
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scatola grammaticale II AGGETTIVI
Libretto delle regole grammaticali per l’aggettivo
Se preferisci realizzare il libretto in proprio, questo è il contenuto:
Aggettivo
Un aggettivo è una parola che descrive un nome (piccolo, blu, spesso, rotondo, bello, uno, molti, ecc.). L’aggettivo modifica il nome descrivendolo, identificandolo, o quantificandolo.
Sta sempre direttamente accanto al nome: di solito lo segue, ma può anche precederlo. L’aggettivo è variabile per genere e numero.
Funzioni dell’aggettivo
Le due funzioni principali dell’aggettivo sono:
- attributiva (l’aggettivo è accanto al nome): l’automobile veloce
- predicativa (tra nome e aggettivo c’è un verbo: l’automobile è veloce.
Categorie dell’aggettivo
Gli aggettivi si dividono in:
– qualificativi: si uniscono al nome per esprimere qualità della cosa, persona, concetto. Esempi: bello, brutto, cattivo, buono, vecchio, nuovo;
– determinativi (o indicativi): servono a specificare o determinare meglio il nome (posizione, quantità, numero, ecc…). Esempi: mio, tuo, quello, molto, nessuno, tre, primo, ecc.
Aggettivi qualificativi
Con l’aggettivo qualificativo caratterizziamo i nomi in molti modi diversi, ad esempio un lavoro può essere onesto, impegnativo, interessante, pesante, manuale, ecc.
Genere dell’aggettivo qualificativo
L’aggettivo qualificativo si comporta come il nome. Abbiamo:
– maschile in o al singolare, che diventa i al plurale; femminile in a al singolare, che diventa e al plurale: buono, buoni; buona, buono;
– maschile e femminile in e, che diventa i al plurale: virile, virili; femminile, femminili.
Aggettivi qualificativi invariabili
Gli aggettivi invariabili hanno un’unica forma per tutti i generi (maschile e femminile) e tutti i generi (singolare e plurale). Esempi:
- pari: numero pari, numeri pari, cifra pari, cifre pari;
- perbene, dabbene, dappoco: uomo perbene, donna perbene, uomini perbene, donne perbene.
Aggettivi qualificativi invariabili
Gli aggettivi invariabili hanno un’unica forma per tutti i generi (maschile e femminile) e tutti i generi (singolare e plurale). Esempi:
– pari: numero pari, numeri pari, cifra pari, cifre pari;
– perbene, dabbene, dappoco: uomo perbene, donna perbene, uomini perbene, donne perbene;
– alcuni aggettivi che indicano i colori: abito rosa, abiti rosa, maglia rosa, maglie rosa;
– coppie di aggettivi che indicano gradazioni di colori: abito rosso cupo, abiti rosso cupo, maglia rosso cupo, maglie rosso cupo;
– arrosto: carne arrosto, carni arrosto, salsiccia arrosto, salsicce arrosto;
– alcuni aggettivi composti da anti+nome: antifurto, anticarro, antinebbia, antiscasso.
Concordanza tra aggettivo qualificativo e nome
L’aggettivo qualificativo concorda nel genere e nel numero con il sostantivo cui si riferisce. Esempi: ragazzo bello, ragazza bella, ragazzi belli, ragazze belle.
Quando l’aggettivo si riferisce a più nomi dello stesso genere, tutti singolari, tutti plurali, o alcuni singolari e alcuni plurali, l’aggettivo prende il genere dei nomi e di solito va al plurale. Esempi: la carta e la penna sono pronte; gli ho regalato libri e quaderni nuovi; ho la faccia e le mani sporche.
Quando l’aggettivo si riferisce a più nomi di genere diverso e di numero diverso, l’aggettivo prende di solito il maschile plurale. Esempio: i miei fratelli e le mie sorelle sono lontani.
Posizione dell’aggettivo qualificativo
In italiano l’aggettivo qualificativo può essere posto sia prima sia dopo il nome. A volte la posizione dell’aggettivo rispetto al nome può dare sfumature diverse. Esempio:
la strada vecchia
la vecchia strada.
Nel primo caso, la strada vecchia, l’aggettivo ha una funzione distintiva (serve a distinguere la strada vecchia da quella nuova).
Nel secondo caso, la vecchia strada, l’aggettivo ha una funzione solamente descrittiva: ci dice semplicemente che quella strada è vecchia.
Gradi dell’aggettivo qualificativo
Con l’aggettivo qualificativo possiamo esprimere oltre alla qualità di un nome, anche il grado in cui il nome possiede quella data qualità. Esempio: bello, più bello, bellissimo.
Nell’esempio bello è di grado positivo, perchè esprime la qualità senza darne la misura.
Più bello è di grado comparativo, stabilisce un confronto.
Bellissimo è di grado superlativo, perchè esprime la qualità in misura molto alta.
Il grado di intensità di un aggettivo si può variare in due modi:
– facendo un paragone con un altro oggetto o con gli altri oggetti della categoria cui appartiene. Esempi:
la tua casa è più grande della mia: grado comparativo;
la tua casa è la più grande della via: grado superlativo relativo.
– in assoluto, cioè senza fare confronti. Esempio:
la tua casa è grandissima: grado superlativo assoluto.
Il grado superlativo assoluto si ottiene con l’aggiunta di suffissi o di prefissi. Esempi:
grandissima
arcigrande
stragrande.
Oppure per mezzo di avverbi:
molto grande.
oppure ripetendo o rafforzando l’aggettivo:
grande grande, piena zeppa.
Il grado comparativo stabilisce un confronto tra due termini rispetto ad una data qualità, e può essere:
- di maggioranza: tu sei più fortunato di me
- di minoranza: tu sei meno fortunato di me
- di uguaglianza: sei fortunato quanto me; sono tanto fortunato quanto te; sono fortunato come te.
Il grado superlativo può essere:
- relativo: è il più bel libro tra questi
- assoluto: è un libro bellissimo.
Non hanno quasi mai il superlativo alcuni aggettivi che esprimono già l’idea di superlativo. Esempi: colossale, eccezionale, enorme, eterno, immenso, infinito, ecc.
Non hanno quasi mai il superlativo nemmeno quegli aggettivi che hanno un significato già molto preciso. Esempi: cubico, sferico, annuale, ligneo, spagnolo, ecc.
Alcune parole, per l’influsso del latino, formano il superlativo con –errimo e –entissimo:
acre – acerrimo
celebre – celeberrimo
integro – integerrimo
misero – miserrimo
salubre – saluberrimo
benefico – beneficentissimo
malevolo – malevolentissimo.
Il superlativo di un aggettivo si può ottenere, oltre che con l’aggiunta del suffisso –issimo, anche in altri modi:
– aggiungendo molto o assai o tutto: molto felice, assai felice, tutto felice;
– aggiungendo davvero, sul serio, veramente, proprio: davvero felice, felice sul serio, veramente felice, proprio felice;
– ripetendo l’aggettivo: felice felice;
Comparativi e superlativi organici
Si chiamano organici quegli aggettivi che hanno una forma autonoma di superlativo e comparativo, e che non si formano aggiungendo al grado positivo più, meno, -issimo. Sono organici:

Come si può vedere buono, cattivo, grande e piccolo hanno due forme che si equivalgono. Sono da evitare le forme miste: si dice il migliore o il più buono, ma non il più migliore.
Esistono poi degli aggettivi organici comparativi e superlativi, che non hanno il grado positivo:

scatola grammaticale II AGGETTIVI
AGGETTIVI DETERMINATIVI
(o indicativi)
L’aggettivo determinativo ha la funzione di specificare il nome, esprimendo un valore:
- possessivo: la mia casa
- dimostrativo: questa casa
- indefinito: alcune case
- interrogativo: quale casa?
- numerale: due case.
A differenza degli aggettivi qualificativi, gli aggettivi determinativi possono anche avere valore di pronome.
Aggettivi possessivi
Indicano la persona cui appartiene una determinata cosa, quindi da un lato specificano l’oggetto e dall’altro precisano il possessore.

L’aggettivo possessivo concorda per genere e numero con il nome dell’oggetto (non col possessore). Esempi:
la nostra automobile
il nostro appartamento
i nostri giocattoli
le nostre penne.
La lingua italiana ha altri due aggettivi possessi oltre a questi: proprio e altrui.
L’aggettivo proprio può sostituire suo e loro. Esempi: ha fatto il proprio dovere; hanno fatto il proprio dovere.
Spesso serve a evitare equivoci in frasi come: Paolo si è intrattenuto con Mario nel proprio ufficio.
E’ obbligatorio quando il soggetto è impersonale. Esempio: difendere le proprie idee.
Si usa anche per rafforzare l’aggettivo possessivo. Esempio: ti sei rovinato con le tue proprie mani.
L’aggettivo altrui indica un possessore ignoto, e corrisponde all’espressione ‘degli altri’. Esempio: bisogna rispettare le idee altrui.
Uso dell’aggettivo possessivo
Di solito l’aggettivo possessivo precede il nome, ma può anche essere posto dopo. Esempi: Mamma mia! Fratello mio, ti voglio bene. Questa è casa mia. Fare di testa mia, per colpa sua, per amor vostro, per conto nostro, ecc.
Davanti ai nomi di parentela, quando c’è l’aggettivo possessivo di solito si omette l’articolo: mia madre, tuo padre, suo fratello, vostro nipote.
Si conserva l’articolo coi nomi di parentela quando:
– il nome di parentela è plurale: i suoi fratelli;
– quando al nome appartiene anche un aggettivo qualificativo: il mio zio preferito;
– con i nomi composti e alterati: il mio bisnonno, la tua zietta;
– con gli aggettivi loro e proprio: la loro zia, la propria madre;
– con i nomi affettivi: il mio papà, la mia mamma, il mio figliolo.

Aggettivi dimostrativi
L’aggettivo dimostrativo serve a determinare una persona o una cosa in base alla vicinanza o lontananza nello spazio, nel tempo o nel discorso.
Hanno la funzione di mostrare quello che nominiamo, come se lo indicassimo col dito.
Funzione degli aggettivi dimostrativi: ogni aggettivo dimostrativo ha la sua funzione.
Questo indica una persona o una cosa vicina a chi parla. La vicinanza può essere nello spazio, nel tempo o nel discorso:
questa bambina è molto gentile (spazio)
questa sera andrò al cinema (tempo)
queste accuse sono ingiuste (discorso).
Codesto indica una persona o una cosa vicina a chi ascolta. L’uso di questa parola è limitato alla Toscana e al linguaggio letterario, mentre nella lingua comune si usa soltanto questo.
Quello indica una persona o una cosa lontana da chi parla e da chi ascolta. La lontananza può essere nello spazio, nel tempo o nel discorso:
questa bambina è molto gentile (spazio)
quella sera andai al cinema (tempo)
quelle accuse le trovo ingiuste (discorso).
Aggettivi indefiniti
Gli aggettivi indefiniti esprimono un’idea più o meno vaga di quantità o di qualità del nome.

Ogni è invariabile e indica un gruppo di cose e persone considerate una ad una. Non può essere preceduto dall’articolo: ogni uomo è immortale.
Ciascuno ha il femminile, ma non il plurale, ed ha lo stesso significato di ogni: ciascun uomo ha diritto alla libertà.
Qualunque è invariabile, può essere preceduto dall’articolo e significa ‘quale che sia’: telefonami a qualunque ora.
Può avere un senso spregiativo in frasi come: è un uomo qualunque.
Qualsiasi o qualsivoglia sono invariabili e di solito si usano al singolare. Quando si usano al plurale si mettono dopo il nome:
ci sono in qualsiasi momento
non sono piatti qualsiasi.
Nessuno è variabile nel genere, ma non ha plurale. Significa ‘neppure uno’: nessuna impresa è priva di pericoli.
Qualche è invariabile e indica un gruppo di cose di numero indefinito ma limitato (più di una ma non molte): per strada c’era qualche persona.
Alcuno si usa solo al singolare nelle frasi negative, col significato rafforzato di ‘nessuno’: non posso darti alcun aiuto.
Taluno si usa di solito al plurale, con lo stesso significato di ‘certo’: è meglio non parlare con talune persone.
Certuno è simile a taluno, ma si usa più raramente: è meglio non parlare con certune persone.
Certo al singolare è spesso preceduto dall’articolo indeterminativo e ha molti usi:
mi ha telefonato un certo Filippo
esco con certi amici
ho visto certe cose!
Tale è variabile nel numero ma non nel genere. Di solito al singolare è preceduto dall’articolo indeterminativo. Indica una persona che non si può o non si vuole identificare chiaramente: c’è un tale che vuole parlarti.
Poco indica una quantità scarsa: c’è poco sale; mancano pochi minuti.
Molto indica una quantità notevole: ha molto denaro; ci siamo rivisti dopo molti anni.
Alquanto ha un valore a metà tra poco e molto. Nella lingua corrente si usa poco, perchè si sostituisce con ‘parecchio’, ‘diverso’ o ‘vario’: c’erano alquante persone (c’erano parecchie persone).
Parecchio indica una quantità abbondante, ma inferiore a ‘molto’: abbiamo parecchio lavoro arretrato.
Tanto è simile a molto, ma esprime con più forza l’idea di grande quantità: te l’ho detto tante volte.
Quando nella frase è collegato a che o da, introduce una proposizione consecutiva:
ha tanta volontà che riesce in tutto
ha tanta volontà da riuscire in tutto.
Quando nella frase è collegato a se stesso a quanto crea una comparazione di uguaglianza:
tanti soldi guadagna, tanti ne spende
c’erano tante sedie quanti erano gli invitati.
Troppo indica una quantità eccessiva: fa troppo caldo.
Altrettanto esprime un’uguaglianza nella quantità: domani dovremo fare altrettanti compiti.
Tutto indica totalità e interezza, e si mette prima dell’articolo o dell’aggettivo dimostrativo:
ho girato tutto il mondo
ho letto tutti questi libri.
In alcune espressioni di lega direttamente al nome, senza articolo:
di tutto cuore
in tutta confidenza.
Si usa senza articolo anche coi nomi propri:
ti ho cercato per tutta Roma
ho letto tutto Harry Potter.
Con i numerali cardinali a partire da due, si lega al nome con la congiunzione e:
c’erano tutti e tre gli amici.
Altro indica una quantità non precisa che viene aggiunta: occorre altro sale.
Può anche esprimere l’idea di nuovo: ho comprato un altro libro.
Può anche indicare una differenza non precisata: erano altri tempi.
Diverso e vario sono anche aggettivi qualificativi, ma messi prima dei nomi collettivi e dei plurali, equivalgono ad alquanto, parecchio, molto:
oggi verrà diversa gente
ho varie cose da fare.
Aggettivi interrogativi
Servono a domandare la qualità, l’identità, la quantità del nome cui si riferiscono.

Che è invariabile ed ha lo stesso significato di quale: Che lavoro fai?
Quale è variabile nel numero ma non nel genere. Serve a chiedere informazioni
– sulla qualità: Quali sono le tue intenzioni?
– Sull’identità: In quale città sei nato?
Al singolare può subire il troncamento e diventare qual: Qual è la tua opinione?
Quanto è variabile nel genere e nel numero e serve a chiedere la quantità:
Quanta pasta vuoi?
Quanti anni hai?
Gli aggettivi interrogativi che, quale e quanto si usano anche nelle interrogative indirette (senza punto esclamativo. Esempio:
mi domando che motivo hai di fare così.
Dimmi a quali conclusioni sei arrivato.
Gli ho chiesto quanti anni avesse.
Gli aggettivi interrogativi che, quale e quanto possono anche avere funzione esclamativa. Esempio:
in che stato ti sei ridotto!
Quale superbia!
Quanta gente!
Nella lingua parlata si usa molto l’aggettivo interrogativo che unito ad un aggettivo, senza nome:
che bello!
Che strano!
Che simpatico!
Aggettivi numerali
Per esprimere il concetto di numero, l’italiano usa principalmente gli aggettivi numerali, che possono essere:
- cardinali: uno, due, tre…
- ordinali: primo, secondo, terzo…
- moltiplicativi: doppio, triplo…
Aggettivi numerali cardinali
Si chiamano cardinali perchè sono il cardine della numerazione: determinano una quantità precisa, al contrario degli aggettivi indefiniti (tanto, poco, molto, ecc.).
Sono invariabili ad eccezione di:
- uno: che ha il femminile una e che può presentarsi anche nelle forme un e un’ (come l’articolo indeterminativo);
- mille: che fa il plurale con –mila (duemila, tremila, centomila).
I numeri formati da più elementi si scrivono uniti:
trentadue
settantaquattro
duecento.
I composti con uno (ventuno, trentuno, ecc.) possono essere troncati (senza apostrofo):
ventun anni
trentun giorni
ottantun righe.
I composti che finiscono con tre vanno accentati:
ventitré
centotré
trentatré.
Le decine da venti in poi, unite a uno e otto, troncano la vocale finale:
ventuno
trentotto.
I composti che hanno come primo elemento cento e mille si possono anche scrivere staccati, inserendo la congiunzione e:
cento e uno
mille e due
ottantun righe.
In questo caso, se è presente l’uno, concorda col nome:
cento e una pagina
le mille e una notte.
I multipli del milione e del miliardo si scrivono staccati, senza congiunzione:
due milioni
tre miliardi,
perchè milione e miliardo non sono aggettivi, ma sostantivi.
Gli aggettivi numerali cardinali si possono scrivere in cifre:
due o 2
cento o 100.
Si scrivono in cifre:
- nei testi tecnici e scientifici
- per indicare le date
- per indicare le pagine di un libro.
Negli altri casi è meglio usare la scrittura in lettere.
Gli aggettivi numerali cardinali si usano di solito davanti al nome:
una tragedia in tre atti
i dieci comandamenti
un animale a quattro zampe.
Si mettono dopo il nome nella terminologia scientifica:
un blocco di marmo di chili 30;
e nel linguaggio giuridico:
si condanna alla pena di mesi otto di reclusione.
In questi casi il nome va al plurale anche se il numerale è uno:
una lira – lire una
un litro – litri uno
una giornata di marcia – giornate di marcia una.
In certi casi, quando l’aggettivo cardinale segue il nome, assume valore di ordinale:
leggi a pagina 28
è come dire leggi alla pagina ventottesima.
Quando si usano gli aggettivi cardinali con le ore e le date, spesso viene omesso in nome:
sono le ore nove – sono le nove
ci vediamo il giorno 20 giugno – ci vediamo il 20 giugno.
Solo se si tratta del primo giorno del mese si usa l’ordinale al posto del cardinale: il primo maggio.
In alcune espressione gli ordinali hanno valore generico, come se fossero aggettivi indefiniti:
fare quattro passi
te l’ho detto cento volte
dimmelo in due parole
ho mille pensieri per la testa.
Aggettivi numerali ordinali
I numerali ordinali indicano l’ordine di successione in una serie numerica. A differenza dei cardinali sono tutti variabili nel genere e nel numero.
I primi dieci ordinali hanno una forma particolare, derivata dal latino: primo, secondo, terzo, quarto, quinto, sesto, settimo, ottavo, nono, decimo.
Dall’undici in poi gli ordinali si formano aggiungendo il suffisso –esimo al numero cardinale: undicesimo, trentatreesimo, ventesimo, centesimo.
Mille non si trasforma in –mila, come nei cardinali: duemillesimo, tremillesimo, decimillesimo.
Gli ordinali possono anche essere scritti in cifre romane:
la quarta classe
la IV classe.
Si possono anche scrivere in cifra accompagnata dall’esponente ° per il maschile e ª per il femminile:
il quarto gradino
il 4° gradino
la quarta classe
la 4ª classe.
Anche gli ordinali, come i cardinali, di solito precedono il nome: viaggiare in prima classe,sedere in seconda fila.
Si mettono dopo il nome:
– per indicare le successioni di papi e nobili, e in questo caso si usano sempre le cifre romane: Paolo VI, Enrico IV;
– nelle scritte e nei titoli: capitolo nono, scena prima, canto quinto.
Gli aggettivi ordinali per indicare i secoli
Per indicare i secoli, bisogna ricordare che:
– il primo secolo va dall’anno 1 all’anno 100
– il secondo secolo va dall’anno 101 all’anno 200
– il terzo secolo va dall’anno 201 all’anno 300
e così via.
A partire dal secolo XIII i secoli possono anche essere indicati col numero sostantivato, scritto con la maiuscola e sottintendendo mille:

Aggettivi numerali moltiplicativi
I numerali moltiplicativi indicano una quantità due, tre o più volte maggiore di un’altra:
doppio
triplo
quadruplo
ecc.
Esempi: voglio una doppia porzione, per il lavoro notturno ricevo un guadagno triplo, è necessaria una spesa quadrupla.
Usati con l’articolo, acquistano valore di nomi: 12 è il doppio di 6, 9 è il triplo di 3, 8 è il quadruplo di 2.
Sono aggettivi moltiplicativi anche:
duplice
triplice
quadruplice
ecc.
Questi aggettivi non dicono quante volte una cosa è più grande di un’altra, ma che una cosa è formata da due, tre o più parti: la Triplice Alleanza, una fattura in duplice copia.
Numerali frazionari, distributivi e collettivi
I numerali frazionari indicano una o più parti di un tutto, sono nomi e non aggettivi, e si formano unendo i numeri cardinali a quelli ordinali:
un terzo
tre quarti
cinque dodicesimi.
I numeri distributivi indicano il modo in cui sono distribuiti persone o cose; sono locuzioni del tipo:
ad uno ad uno
a due a due
tre alla volta
quattro per ciascuno
ogni sei
ecc.
I numeri collettivi indicano un insieme numerico di persone o cosa. Per la maggior parte sono sostantivi:
paio
coppia
decina
centinaio
migliaia
dozzina
ventina.