Canzoncine per bambini – Il canto della sera

Canzoncine per bambini – Il canto della sera

Canzoncine per bambini – Il canto della sera: una canzoncina adatta a bambini della scuola d’infanzia e primaria, anche come canto di conclusione della giornata a scuola. Di seguito trovi il testo, lo spartito e la traccia mp3.

Canzoncine per bambini – Il canto della sera –  testo

Ecco la sera, e tutto tace
una campana parla di pace, din don, din don.
I fiori chinano i lor capini,
nei nidi dormono gli uccellini, oh oh, oh, oh.
E la campana canta più piano
la ninna nanna che va lontano…


Canzoncine per bambini – Il canto della sera – spartito e traccia mp3 

 Canzoncine per bambini – Il canto della sera 

Disponibile per gli abbonati

Canto – Le ore della notte

Canto – Le ore della notte

Canto – Le ore della notte –  Una canzoncina molto adatta ad essere usata come conclusione della giornata a scuola. Di seguito trovi il testo, lo spartito, lo spartito sonoro e la traccia mp3.

Canto – Le ore della notte – Testo


Il sol tramonta,
l’aria s’imbruna:
dolce è il riposo
dopo il lavor.
Passan le ore
in lenta schiera,
liete attendendo
il nuovo dì.

Canto – Le ore della notte – spartito e file mp3 

Canto – Le ore della notte

Canto – Le ore della notte

I spy Halloween

I spy Halloween

I spy Halloween – si tratta di un gioco sensoriale che stimola la capacità visiva e l’attenzione, adatto anche ai bambini più piccoli, semplice ed economico da realizzare.

I spy Halloween – materiale occorrente per la VERSIONE 1

– cartone (io ho usato un contenitore per pizza)

– pannolenci (o altro tessuto)

– riso

– plastica trasparente (io ho usato un ritaglio di un sacco da spazzatura)

– colla a caldo

– forbici e taglierino

– l’ideale sarebbe avere a disposizione piccoli oggettini tridimensionali, ma in alternativa si possono usare anche delle immagini a tema, come ho fatto io

– carta per preparare le schede da allegare (se volete) al gioco

I spy Halloween – come si fa – VERSIONE 1

Ritagliate due forme identiche nel cartone:

In una delle due incidete l’interno, in modo tale che rimanga soltanto una cornice, e preparate anche delle striscioline:

Incollate vari strati di striscioline intorno alla forma di cartone, per creare un certo spessore:

Foderate l’interno e la cornice col pannolenci, fissandolo sempre con la colla a caldo:

Incollate un pezzo di pannolenci anche alla cornice:

Poi incidete la parte centrale lasciando un margine che, rigirato, possa bastare a rivestire il cartone lungo lo spessore e l’altro lato della cornice:

Sul rovescio della cornice incollate la plastica trasparente:

Riempite di riso il primo cartone preparato, aggiungete gli elementi che il bambino si divertirà poi  a cercare e chiudete sovrapponendo il secondo elemento (quello con la plastica), quindi chiudete con la colla a caldo:

Rivestite il retro con altro pannolenci:

Girate sul davanti e rifinite i bordi con la colla a caldo:

O se preferite con ago e filo:

I spy Halloween – materiale occorrente per la  VERSIONE 2

– riso

– colla a caldo

– pannolenci

– elementi da inserire a tema Halloween

– una custodia da cd

I spy Halloween – come si fa – VERSIONE 2

Smontate la custodia, eliminate la parte centrale e rimontate (rimangono dei fori e un’apertura a lato, che chiuderemo poi col pannolenci):

Se utilizzate immagini e non elementi tridimensionali, incollateli su del cartoncino  da una parte e dall’altra; il mio cartoncino aveva una facciata verde e una rossa:

Mettete nella custodia del cd del riso e gli elementi scelti:

Chiudete con del pannolenci fissato con la colla a caldo lungo i quattro lati:

I spy Halloween – il gioco può essere utilizzato così, soprattutto per i più piccoli, oppure può essere accompagnato da un elenco (illustrato o scritto),

o anche da carte (simili alle carte delle nomenclature Montessori) che possono contenere solo l’immagine,

oppure anche il nome (se il bambino sa già leggere):

Potete anche pensare di utilizzare il gioco per aiutare la memorizzazione dei nomi in Inglese:

Questo è il materiale che ho utilizzato io (immagini, carte scritte in Italiano, carte scritte in Inglese) disponibile per gli abbonati

I spy Halloween

Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:

Tutti gli album

Il mattino – canto

Il mattino – canto. Di seguito trovi il testo, lo spartito e la traccia mp3.

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Il mattino – canto 

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Spartito e file mp3 qui:

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Il mattino – testo

La notte bruna alfin sparì.
Oh, quanto è bello il nuovo dì!
Riplende il sol e tace il mar:
il mondo inter ridente appar!

Canti per San Martino – Il poverello

Canti per San Martino – Il poverello: un canto molto semplice da cantare e anche da suonare col flauto dolce, per arricchire il repertorio di canzoncine che accompagnano la festa delle lanterne.

Di seguito puoi trovare lo spartito da stampare, il testo ed il file mp3 della melodia.

Canti per San Martino – Il poverello – spartito

Canti per San Martino – Il poverello – testo

Chi pensa al poverello?

Soccorso chi gli dà?

La carità, signori,

fate la carità….

Il poverello – Spartito  e traccia mp3 qui:

Operazioni e numerazioni per la 3a classe

Operazioni e numerazioni per la terza classe – esercizi pronti per la stampa in formato pdf.

Operazioni e numerazioni per la 3a classe – formato pdf

Operazioni e numerazioni per la 3a classe

Numerazioni

Numera per 2 da 0 a 40

Numera per 3 da 0 a 60

Numera per 4 da 0 a 80

Numera per 5 da 0 a 100

Numera per 2 da 1 a 41

Numera per 3 da 1 a 61

Numera per 4 da 1 a 81

Numera per 5 da 1 a 101

Numera per 2 da 40 a 0

Numera per 3 da 60 a 0

Numera per 4 da 80 a 0

Numera per 5 da 100 a 0

Numera per 2 da 45 a 5

Numera per 3 da 62 a 17

Numera per 4 da 87 a 19

Numera per 5 da 97 a 22

(per vedere tutti gli esercizi apri il file pdf)

Paio doppio metà dozzina pari e dispari – esercizi per la 3a classe

Paio doppio metà dozzina pari e dispari – esercizi per la 3a classe pronti per la stampa in formato pdf.

Paio doppio metà dozzina pari e dispari – pdf

Paio doppio metà dozzina pari e dispari – Questi sono tutti gli esercizi contenuti:

Completa:

3 paia + 4 paia + 2 paia = paia ……………

5 paia + 2 paia + 1 paia = paia ……………

2 paia + 6 paia + 5 paia = paia ……………

10 paia + 6 paia + 2 paia = paia ……………

20 paia + 5 paia + 3 paia = paia ……………

15 paia + 2 paia + 4 paia = paia ……………

12 paia + 0 paia + 8 paia = paia ……………

2 paia + 2 paia + 5 paia = paia ……………

Completa:

3 paia = u ……………….

2 paia = u ……………….

9 paia = u ……………….

4 paia = u ……………….

6 paia = u ……………….

8 paia = u ……………….

7 paia = u ……………….

12 paia = u ……………….

Completa:

7 paia = da………. u…………

5 paia = da………. u…………

8 paia = da………. u…………

12 paia = da………. u…………

30 paia = da………. u…………

9 paia = da………. u…………

Completa:

1 da – 3 paia = u ………….

2 da – 5 paia = u ………….

3 da – 4 paia = u ………….

4 da – 2 paia = u ………….

5 da – 7 paia = u ………….

6 da – 9 paia = u ………….

7 da – 10 paia = u ………….

8 da – 20 paia = u ………….

Scrivi alla lavagna cinque numeri pari e cinque numeri dispari.

Scrivi alla lavagna i numeri pari da 2 a 40; da 40  a 70; da 70 a 100.

Scrivi alla lavagna i numeri dispari da 1 a 35; da 35 a 70; da 70 a 100.

Scrivi alla lavagna il doppio dei seguenti numeri: 5 – 4 – 9 – 15 – 12 – 20 – 35 – 16 – 8 – 3 – 40 – 50

Scrivi alla lavagna la metà dei seguenti numeri: 40 – 30 – 12 – 8 – 10 – 50 – 80 – 90 – 6 – 2 – 16 – 18

Quanto manca ai seguenti numeri per formare una dozzina? 8 – 6 – 10 – 9 – 4 – 7 – 5 – 2 – 12 – 1 – 0 – 11 – 7

Quanto devo togliere ai seguenti numeri per avere una dozzina? 20 – 14 – 18 – 19 – 15 – 16 – 12 – 22 – 17 – 13

Per il calcolo orale

Quattro coppie di sposi quanti sposi sono?

Sei paia di calze quante calze sono?

Tre dozzine di uova quante uova sono?

In una stalla ci sono 12 mucche e sei paia di cavalli. Sono di più le mucche o i cavalli?

Otto paia di guanti, quanti sono? E cinque paia? E tre paia?

Maria ha nell’astuccio una dozzina di matite colorate. Quante matite colorate ci sono nell’astuccio?

Un gattino ha quattro zampe. Quattro gattini quante zampe hanno?

Una bicicletta ha due ruote. Nove biciclette quante ruote hanno?

Un triciclo ha tre rotelle. Sei tricicli quante rotelle hanno?

Una mano ha cinque dita. Due mani quante dita hanno?

Un cestino contiene due decine di uova. In un altro ve ne sono 4 dozzine. Quante sono le uova in tutto?

A 6 dozzine di garofani aggiungo altri 8 garofani. Quante decine di fiori ottengo?

Quante decine di code hanno 5 dozzine di buoi?

Piero ha 5 dozzine di palline; Gino ne ha 3 decine e mezzo. Quante palline hanno in tutto i due amici?

Il nonno è molto vecchio: ha 7 dozzine e mezzo di anni. Il nipote ne conta 2 dozzine e mezzo. Qual è la loro differenza di età?

In una piccola azienda che conta 9 decine e mezzo di operai, le donne sono 3 dozzine. Quanti sono gli uomini?

Se a 16 mezze dozzine di uova aggiungi 3 uova, quante ne ottieni in tutto?

Quante paia di buoi si devono aggiungere a 24 buoi, per averne 40?

Esercizi COMPOSIZIONE E SCOMPOSIZIONE DI NUMERI – classe 3a

Esercizi COMPOSIZIONE E SCOMPOSIZIONE DI NUMERI –  Una raccolta di esercizi e problemini per esercitare la composizione e scomposizione dei numeri in terza classe. In fondo al post trovate il file stampabile in formato pdf.

Scomponi in decine ed unità i seguenti numeri:

17 – 11 – 25 – 32 – 40 – 57 – 59 – 62 – 70 – 86 – 94 – 30 – 24- 15 – 10 – 64 14 – 26 – 13 – 46 – 37 – 18 – 55 – 64 – 36 – 98 – 71 – 12 – 99

Scrivi i numeri composti da:

3 decine e 0 unità ………………………

2 decine e 4 unità ………………………

8 decine e 2 unità ………………………

7 decine e 0 unità ………………………

4 decine e 7 unità ………………………

2 decine e 2 unità ………………………

6 decine e 8 unità ………………………

Completa: 

2 da + 4 u = u ………………………

3 da + 1 u = u ………………………

5 da + 6 u = u ………………………

8 da + 2 u = u ………………………

7 da + 4 u = u ………………………

9 da + 7 u = u ………………………

1 da + 4 u = u ………………………

6 da + 2 u = u ………………………

Completa: 

6 da + 5 u = u ………………………

9 da + 2 u = u ………………………

5 da + 3 u = u ………………………

7 da + 9 u = u ………………………

7 da + 50 u = u ………………………

8 da + 25 u = u ………………………

4 da + 16 u = u ………………………

9 da + 45 u = u ………………………

Completa:

30 u = da ………………………

50 u = da ………………………

20 u = da ………………………

10 u = da ………………………

90 u = da ………………………

70 u = da ………………………

10 u = da ………………………

100 u = da ………………………

Completa:

11 u = da ………… + u ……………

75 u = da ………… + u ……………

38 u = da ………… + u ……………

28 u = da ………… + u ……………

15 u = da ………… + u ……………

22 u = da ………… + u ……………

43 u = da ………… + u ……………

59 u = da ………… + u ……………

Completa:

dal numero 24 al numero 30 mancano ……………u

dal numero 12 al numero 22 mancano ……………u

dal numero 36 al numero 40 mancano ……………u

dal numero 45 al numero 53 mancano ……………u

dal numero 61 al numero 70 mancano ……………u

dal numero 82 al numero 90 mancano ……………u

Componi una decina in tre diverse maniere.

Componi il numero 30 in quattro modi diversi (con tre addendi).

Forma in diversi modi i seguenti numeri:

81 – 30 – 20 – 54 – 25 – 76 – 42

Problemi per il calcolo orale

Mario ha ricevuto in dono 4 decine di confetti. Quanti confetti sono?

La maestra ha raccolto 29 quaderni. Quante decine e quante unità sono?

Giuseppe possiede 40 soldatini. Quante decine di soldatini possiede?

La mamma ha comprato 5 decine di aghi e 4 aghi sciolti. In tutto quanti aghi ha comprato?

Il papà ha raccolto 3 decine di francobolli e la mamma ne ha raccolto 5 decine. Quale dei due ha un numero maggiore di francobolli?

Un negoziante ha venduto 26 abiti. Quante decine e quante unità sono?

Lucio ha due decine di pastelli; Giorgio ne ha 3 decine. Chi ha più pastelli?

La nonna ha raccolto 12 bottoni colorati, 3 decine di bottoncini bianchi e 4 bottoni neri. In tutto quanti bottoni ha raccolto?

Nel borsellino ho 8 decine e 9 unità di monetine da 1 centesimo. Quanti centesimi ho in tutto?

Se a 5 decine di matite ne aggiungi altre 2 decine, quante matite ottieni?

Nel mio portamonete ho 25 centesimi. Quanti centesimi mi mancano per averne 50?

Ho ricevuto un centinaio di palline e ne voglio dare una decina ad ogni bambino. Quanti bambini riceveranno il mio regalo?

Gino mette ogni giorno una moneta da 5 centesimi in una cassettina. Quanti giorni impiegherà a mettere da parte il denaro necessario per comperare un quaderno che costa 90 centesimi?

Il giornalaio mi cambia una moneta da 50 centesimi e una da 20 con tante monete da 10 centesimi. Quante me ne dà?

Il papà pesa 7 decine di chili. Il figlio pesa esattamente la metà. Quanti chili pesa il figlio?

In una cesta ci sono 70 uova. Quante decine di uova? Quante mezze decine?

Quante zampe si contano in 2 decine di conigli? E quante orecchie?

I numeri della tombola sono 90. Quanti ne restano nel sacchetto se ne hai già estratti 4 decine e mezzo?

Il maestro distribuisce 8 decine di matite tra 4 dei suoi alunni. Quante matite spettano a ciascun alunno?

Ho in tasca 95 centesimi. Di essi, 3 sono monete da 20 centesimi; le altre sono monetine da 5 centesimi. Quante sono le monetine da 5 centesimi?

Quante lenti ci sono in due decine di paia di occhiali?

Il nonno ha compiuto il quindicesimo lustro (periodo di 5 anni). Quanti anni gli mancano per raggiungere 8 decine?

Pierino conta sui fili della luce 5 decine di zampine di rondini. Quante sono le rondini? Quante decine?

Esercizi COMPOSIZIONE E SCOMPOSIZIONE DI NUMERI – classe 3a

Puoi scaricare e stampare gli esercizi proposti, in formato word o pdf, qui:

Esercizi COMPOSIZIONE E SCOMPOSIZIONE DI NUMERI – classe 3a – pdf:

Dinosauri – nomenclature Montessori

Dinosauri – nomenclature Montessori. Sul tema dinosauri ho preparato queste carte delle nomenclature che includono le carte illustrate, i cartellini dei nomi, le carte con immagine e nome del dinosauro, e anche delle schede illustrate abbinate a schede con testo descrittivo.

Altro materiale didattico sull’argomento dinosauri si trova qui:

Dinosauri – nomenclature Montessori


Dinosauri: carte delle nomenclature mute e cartellini dei nomi


Carte dei dinosauri con nomi


Dinosauri: carte illustrate e testo

 disponibili per la stampa e il download qui:

queste carte delle nomenclature includono:
– le carte illustrate,
– i cartellini dei nomi,
– le carte con immagine e nome del dinosauro,
– le schede illustrate abbinate a schede con testo descrittivo.

Metodo Montessori: schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche CI

Metodo Montessori: schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche – CI. Esistono molte possibilità per favorire gli esercizi di autodettatura, una volta che il bambino è avviato alla scrittura ed alla lettura;  una di queste possibilità può essere quella di preparargli delle schede illustrate (nomenclature Montessori), che possono anche fornire un aiuto all’arricchimento del lessico.

Classicamente le schede delle nomenclature Montessori, a questo secondo scopo, sono organizzate per aree tematiche (animali domestici, casa, abbigliamento, mezzi di trasporto, ecc…).

https://shop.lapappadolce.net/prodotto/nomenclature-per-le-difficolta-ortografiche-ci/

In questa serie di schede propongo una classificazione diversa, in funzione dell’apprendimento delle varie difficoltà ortografiche presenti nella nostra lingua: dopo le nomenclature Montessori per le consonanti doppie 

e il suono CHI,

passiamo alle parole che contengono CI (ci, cia, cie, cio, ciu).

Questa è una selezione di parole italiane che presentano appunto il suono “ci”, con diversi gradi di difficoltà; non tutte si prestano ad essere illustrate, e le parole presenti nelle schede delle nomenclature sono in grassetto. Può essere utile per preparare altri esercizi, comporre frasi, dettati, ecc…

parole di 3 lettere: ciò, cip

parole di 4 lettere:  Ciad, ciao, Cile, cime, Cina, cioè, Ciro, noci

parole di 5 lettere: ciano, cicca, ciclo, cieco, cielo,  cifre, cigno, cinta, cippo, Cipro, circa, Circe, circo, cirro, ciste, città, ciuco, cacio, Licia, Lucia, Lucio, micio, socio, amici, dieci, fauci, greci, acido, acini

parole di 6 lettere: cialde, ciance, cicala, ciccia, cicuta, cifosi, ciglia, ciglio, cileno, cimice, cincia, cinema, cinese, cinico, cinque, Cinzia, ciocco, cipria, ciripà, citare, citato, ciuffo, ciurma, civico, civile, accisa, bacino, cucina, cucire, cucito, decina, deciso, docile, facile, fucile, fucine, inciso, lecito, lucido, macina, nocino, nocivo, reciso, recita, ricino, tacito, Ticino, ucciso, uscire, uscito, vicino, dodici, indici, manici, medici, monaci, musici, sedici, undici,

parole di 7 lettere: cianosi, cianuro, cibarie, ciclico, ciclone, ciclope, cicogna, cicoria, cifrare, cifrato, cigolio, cilecca, Cilento, Cimabue, cimelio, cinghia, cingolo, cinismo, cintato, cintura, ciotola, cipolla, cirrosi, cisposo, cistico, cistite, citrato, citrico, ciuccio, civetta, civiltà, acidità, acidosi, acidulo, accidia, acciuga, arciere, arcigno, baciare, bacillo, Cecilia, decibel, deciduo, eccidio, forbici, incinta, incipit, Luciano, Lucilla, macigno, paciere, recinto, Sicilia, sociale, società, boccino, calcina, coccige, concime, conciso, faccino, fiocina, glicine, glucide, laicità, mancino, marcire, narciso, omicida, opacità, ovocita, piccino, placido, porcile, porcini, precise, Puccini, pulcino, rancido, sancire, scucire, scucito, siccità, suicida, unicità, vaccino, vescica, vincita, viscido, arancia, arancio, audacia, breccia, Brescia, broncio, camicia, caucciù, deficit, Fenicia, ferocia, fiducia, floscio, Francia, freccia, gruccia, guancia, guercio, omaccio, plancia, quercia, sagacia, sconcio, sfalcio, sudicio, tenacia, treccia, spinaci,

parole di 8 lettere: ciabatte, ciaccona, ciarlare, ciarpame, ciascuno, cicalare, cicalino, ciccioli, cicciona, cicerone, cicisbeo, ciclismo, ciclista, cifrario, cigolare, ciliegio, cilindro, cimitero, cincillà, cineasta, cinefilo, cinerino, cinetico, ciniglia, cinofilo, cinquina, ciottolo, cipiglio, cipresso, circense, circuire, cisterna, citofono, citosina, citrullo, equivoci, massicci, organici, pacifici, plastici, pubblici, quindici, tirabaci, alopecia, alticcio, astuccio, bisaccia, catorcio, chioccia, edificio, erbaccia, farmacia, feticcio, focaccia, fradicio,  galoscia, legaccio, libecio, mendacia, meticcio, opificio, robaccia, romancia, unticcio, vitaccia, viticcio, arancino, atrocità, basicità, braccino, caducità, camicina, capacità, comicità, erbicida, eroicità, felicità, fisicità, flaccido, illecito, indeciso, leoncino, liricità, logicità, lumicino, medicine, officina, ossicino, principe, rapacità, ricucire, riuscire, tenacità, tipicità, tonicità, topicida, toracico, tubicino, velocità, veracità, vivacità, voracità, amicizia, asociale, berciare, bocciare, bocciolo, braciere, braciola, briciole, bruciare, bruciato, bruciore, cacciare, cacciato, calciare, calciato, carciofo, cencioso, ciccione, cocciuto, conciare, conciato, crociato, crociera, cruciale, cucciolo, facciata, falciare, giacinto, glaciale, gracidio, lanciare, lasciare, lerciume, lisciare, lucciola, manciata, marciare, marciume, moccioso, nocciole, omicidio, panciera, picciolo, piccione, precipuo, procinto, procione, pulcioso, ricciolo, ricciuto, roccioso, selciato, sfociare, speciale, suicidio, tacciare, triciclo, bicipite, caciotta, cucinare, cucitura, decidere, decimare, decisivo, diciotto, docilità, facilità, incidere, incisivo, incisore, lecitina, lucidare, macinare, macinato, macinino, recidere, recidivo, recitare, tacitare, uccidere, vicinato,

parole di 9: cialtrone, ciambella, cianciare, cianotico, ciarliero, cicatrice, cicerchia, ciclabile, ciclamino, ciclicità, ciclopico, ciliegina, ciminiera, cineforum, cinepresa, cinghiale, cingolato, cinquanta, cinturino, cinturone, circolare, cirillico, citazione, citologia, cittadino, ciuffetto, acrostici, antipulci, avaraccio, babbuccia, bamboccio, barcaccia, beccaccia, beccuccio, bertuccia, boccaccia, boccuccia, borraccia, cagnaccio, calduccio, cannuccia, cantuccio, cappuccio, capriccio, cartaccia, cartoccio, cartuccia, corteccia, crepaccio, dispaccio, donnaccia, efficacia, fantoccio, fattaccio, fettuccia, lanificio, lettuccio, malconcio, maleficio, massiccio, molliccio, panificio, efficacia, fantoccio, fattaccio, fettuccia, lanificio, lettuccio, malconcio, maleficio, massiccio, molliccio, panificio, pellaccia, pelliccia, polpaccio, provincia, rossiccio, salciccia, spilorcio, tempaccio, terriccio, tettuccio, traliccio, umidiccio, acaricida, addolcire, addolcito, antracite, bollicine, coroncina, corpicino, cronicità, cuoricino, difficile, esplicite, filoncino, forbicina, fungicida, germicida, indeciso, impreciso, latticini, libricino, loquacità, partecipe, pesticida, Pollicino, porticina, posticino, praticità, precocità, risarcire, ritmicità, rivincita, vagoncino, aranciata, arancione, associare, associato, bracciolo, crescione, cresciuto, crucciato, enunciato, esercizio, esorcismo, fiducioso, guanciale, imbecille, motociclo, municipio, musicisti, sbocciare, sbocciato, sbucciare, sbucciato, scacciare, scacciato, scalciare, scalciato, scocciare, scocciato, sfacciato, sganciare, sganciato, slacciare, slanciato, slacciato, spicciole, sporcizia, spulciare, sudiciume, tirocinio, tracciare, tracciato, tranciato, ufficiale, concimare, concimato, concitato, diecimila, dolciario, fanciullo, giaciglio, luccicare, panciolle, panciotto, vaccinare, vaccinato, vincitore, accidente, baciamano, bacinella, cucitrice, decisione, incidente, incidenza, incisione, occidente, oscillare, pacifista, recintato, socialità, socievole, sociologo, taciturno, uncinetto, vacillare, vicinanza,

parole di 10 lettere: ciabattare, ciabattino, ciabattona, ciarlatano, cicaleccio, ciclistico, cilindrata, cilindrico, cinguettio, cinquemila, cioccolato, ciondolare, circadiano, circolando, circonciso, circondare, circondato, citofonare, citoplasma, cittadella, civetteria, civettuolo, acciaccato, acciaieria, accigliato, acciuffato, arcipelago, bicicletta, diciannove, facilitare, inciampare, incipriare, incisività, lucidatura, racimolare, recinzione, recipiente, bocciatura, bruciatore, bruciatura, cacciavite, calciatore, coccinella, cruciverba, cucciolata, cuscinetto, falciatura, giacimento, gocciolare, gocciolina, gocciolone, lanciatore, marciatore, piccionaia, precipizio, precisione, Pulcinella, ricciolino, riccioluto, rocciatore, specialità, torcicollo, truciolato, anticipare, avvicinare, efficiente, efficienza, esercitare, medicinale, principale, principato, accasciare, accasciato, acconciare, acconciato, accorciare, accorciato, agganciare, agganciato, allacciare, allacciato, annunciare, annunciato, arricciare, arricciato, asticciola, chiocciola, cominciare, cominciato, cornicione, denunciare, denunciato, dissociare, dissociato, farmacista, forbiciata, ghiacciaia, ghiacciaio, ghiacciato, ghiacciolo, impacciato, limaccioso, minacciare, minacciato, minaccioso, misticismo, muricciolo, participio, patrocinio, pernicioso, ricacciare, ricacciato, rilanciare, rilanciato, rinunciare, scamiciato, scricciolo, setacciare, setacciato, sfiduciato, sfrecciare, turacciolo, verniciare, verniciato, balconcino, barboncino, bastoncino, beccaccino, bocconcino, bottoncino, camioncino, cappuccino, carboncino, cartoncino, complicità, cordoncino, dinamicità, elasticità, fettuccina, flaconcino, furgoncino, incapacità, infelicità, marroncino, mattoncino, palloncini, pasticcino, portoncino, pubblicità, semplicità, spadaccino, affaraccio, bestiaccia, canovaccio, casereccio, figuraccia, lavoraccio, levataccia, linguaccia, maglificio, malaticcio, pagliaccio, sacrificio, sudaticcio, superficie, centodieci, metafisici, pannolenci, pronostici,

parole di 11 lettere: ciambellano, cibernetico, ciberspazio, ciclomotore, cilindrasse, cineamatore, cinguettare, cinquantina, cinquecento, circolarità, circondario, circospetto, circostante, circostanza, cirrocumulo, cirrostrato, cistercense, cistifellea, civilizzato,

parole di 12 lettere: cialtroneria, cicatrizzare, cicatrizzato, cicciottello, cinciallegra, cincischiare, cinquantatré, cinquantenne, cioccolatini, circolazione, circonflesso, circoscritto, cittadinanza

parole di 13 lettere: cianfrusaglia, cinquantamila, cinquantennio, cinquantesimo, circonferenza, circoscrivere, circospezione, citrullaggine, Civitavecchia

parole di 14 lettere: cinematografia, cinquecentesco, circonvenzione, circoscrizione, circostanziare, circostanziato, circumnavigare, circumnavigato, civilizzazione,

parole di 15 lettere: cicatrizzazione, cinematografico, cinquecentesimo, cinquecentomila.

E queste sono le schede a colori, pronte per il download e la stampa per gli abbonati:

Il materiale comprende:

Carte mute (solo immagini)
Cartellini in stampato minuscolo
Cartellini in corsivo
Nomenclature in stampato minuscolo
Nomenclature in corsivo

Carte mute (solo immagini)

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Cartellini in stampato minuscolo

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Cartellini in corsivo

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Nomenclature in stampato minuscolo

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Nomenclature in corsivo

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Qui puoi trovare tutti i dettati ortografici pubblicati e classificati per tema e per difficoltà ortografica: https://www.lapappadolce.net/

Tutte le schede delle nomenclature finora pubblicate si trovano qui: 

https://www.lapappadolce.net/category/download/materiale-didattico/download-carte-montessori/

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Moltiplicazioni e divisioni coi numeri decimali – Esercizi

Moltiplicazioni con numeri decimali – Esercizi

327,5 x 12,6 = 4.126,50

658,05 x 42,6 = 28.032,93

42,8 x 32,35 = 1.384,58

548,6 x 32,35 = 17.862,416

535,8 x 45,9 = 24.593,22

509,06 x 30,4 = 15.475,424

568,38 x 6,5 = 3.6994,47

327,45 x 9,8 = 3.209,01

432,5 x 17,7 = 7.655,25

794,5 x 84,65 = 67.254,425

Divisioni con numeri decimali:

54.181,824 : 9,6 = 5.643,94

435,948 : 0,37 = 1.178,2 (resto 14)

2.329,884 : 0,94 = 2.478,6

638,375 : 0,93 = 686,4 (resto 23)

268.364,04 : 6,8 = 39.465,3

9.553,352 : 8,2 = 1.165,04 (resto 24)

7.432,6 : 1,7 = 4.372 (resto 2)

12.328,5 : 0,35 = 35.224 (resto 10)

4.575,466 . 0,78 = 5.865,9 (resto 64)

6.981,64 : 0,68 = 10.267 (resto 8)

Metodo Montessori: schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche – CHI

Nomenclature Montessori per le difficoltà ortografiche: parole con CHI. Come già detto per le schede delle nomenclature per parole di tre lettere

 e per le schede delle nomeclature per parole di quattro lettere,

 una volta che il bambino ha fatto molti esercizi di composizione di parole per dettatura con l’alfabeto mobile, è pronto per gli esercizi di autodettatura, cioè per comporre autonomamente parole che egli stesso ha pensato, senza averle sentite dalla voce di altri. 

Esistono molte possibilità per favorire questo genere di esercizio, una può essere quella di preparare delle schede illustrate, che possono anche fornire un aiuto all’arricchimento del lessico.

Classicamente le schede delle nomenclature, a questo secondo scopo, sono organizzate per aree tematiche (animali domestici, casa, abbigliamento, mezzi di trasporto, ecc…).

Qui propongo una classificazione diversa, in funzione dell’apprendimento delle varie difficoltà ortografiche presenti nella nostra lingua: dopo le consonanti doppie,

passiamo al suono CHI.

Questa è una selezione di parole italiane che presentano appunto il suono “chi”, con diversi gradi di difficoltà; non tutte si prestano ad essere illustrate e le parole presenti nelle schede delle nomenclature sono in grassetto:

Parole di 5 lettere: buchi, cachi, chilo, chimo, china, duchi, pochi.

Parole di 6 lettere: banchi, chiave, chiesa, chiodo, chioma, chiosa, chissà, chiuso, occhio, schiva, fuochi, cuochi, giochi.

Parole di 7 lettere: borchia, cerchio, chiasso, chiatta, chiazza, chicchi, chiglia, chimera, chimica, chinare, chinato, chiosco, cocchio, fachiro, foschia, macchia, maschio, mischie, mucchio, muschio, nicchie, pacchia, picchio, racchia, schiavo, schiena, schiera, schiuma, schiuso, secchio, teschio, tirchio, tronchi, vecchio, vischio.

Parole di 8 lettere: achillea, alchimia, anarchia, arachide, becchime, becchino, bocchino, boschivo, branchia, cecchino, chiamare, chiamato, chiarire, chiarito, chiarore, chiedere, chinotto, chioccia, chiostro, chirurgo, chitarra, chiudere, chiunque, chiusero, chiusino, chiusino, chiusura, colchico, crocchio, facchino, gerarchi, giochini, granchio, macchine, maschile, meschino, monarchi, moschino, occhiaia, occhiali, occhiata, orchidea, orecchio, panchina, psichico, schiappa, schietto, schifare, schifare, schifoso, schioppo, schivare, schivato, spicchio, specchio, spocchia, tacchino, turchino, vichingo, zecchino, zucchine.

Parole di 9 lettere: anarchico, antichità, bacchiare, batocchio, bicchiere, birichino, bronchite, brulichio, capocchia, cavicchio, cerchiare, cerchiato, cerchione, chiarezza, chiarirsi, chiassoso, chiavetta, chiazzato, chicchera, chiedendo, chiedersi, chiesetta, chimerico, chirurgia, cicerchia, cocchiere, conocchia, coperchio, cotechino, cucchiaio, dischiuso, eschimese, finocchio, fischiare, fuochista, gerarchia, ginocchia, ginocchio, inchiesta, inchinato, luccichio, malocchio, manichino, marchiare, marchiato, microchip, mischiare, mischiato, monarchia, muschiato, nocchiero, occhiello, occhietto, orecchini, ossibuchi, pacchiano, parecchio, pechinese, picchiare, picchiato, pidocchio, Pinocchio, pistacchi, racchiuso, rachitico, radicchio, ranocchio, raschiare, raschiato, rinchiuso, rischiare, rischioso, sarchiare, sarchiato, schiarire, schiavitù, schienale, schierare, schierato, schifezza,  schiodare, schiodato, schiudere, schiumare, schiumoso, schizzare, schizzato, secchiata, secchiona, socchiuso, stecchini, stecchire, stecchito, succhiare, succhiato, tarchiato, torchiare, torchiato, vecchiaia, vecchiume, vischioso.

Parole di 10 lettere: adocchiare, adocchiato, alchimista, archibugio, architetto, architrave, archiviare, archiviato, archivista, Arlecchino, arricchire, arricchito, attecchire, attecchito, autarchia, autarchico, baracchino, catechismo, cerchietto, chilometro, chiocciola, conchiglia, cornacchia, crocicchio, cucchiaino, dichiarare, dichiarato, fischiando, formichina, franchigia, giradischi, gracchiare, inchiodare, lenticchie, macchiette, macchinoso, marmocchio, occhialuto, occhiatina, occhiolino, pachiderma, pannocchia, parrocchia, pennacchio, pernacchia, picchiando, richiamare, richiamato, richiedere, richiudere, rischiando, schiantato, schiarirsi, schioccare, schiudersi, secchiello, semichiuso, sgranchire, smacchiare, smacchiato, specchiato, specchiera, spocchioso, stracchino, succhiotto, tabacchino, vecchietto, vacchiezza, vecchiotto.

Parole di 11 lettere: accerchiare, accerchiato, acchiappare, acchiappato, accipicchia, ammucchiare, ammucchiato, bacchiatura, baldacchino, bianchiccio, bicchierino, birichinata, bofonchiare, catapecchia, chiacchiera, chiaramente, chiarimento, chiaroscuro, chiazzatura, chicchessia, chiesastico, chilogrammo, chitarrista, formichiere, ginocchiere, imbianchino, invecchiare, invecchiato, invischiare, invischiato, macchiaiolo, macchinario, macchinista, macchiolina, maschilismo, nevischiare, orecchiette, parchimetro, parrucchino, pastrocchio, pidocchioso, portachiavi, portapacchi, racchiudere, racchiusero, ridacchiare, rischiarato, schiacciare, schifiltoso, schiumogeno, schizzinoso, semicerchio, sfacchinare, sgranchirsi, socchiudere, specchietto, tabacchiera, torchiatura, vecchiaccio, vischiosità

Parole di 12 lettere: antichissimo, architettura, bagnoschiuma, bistecchiera, cannocchiale, canticchiare, chiavistello, cincischiare, dormicchiare, fattucchiera, fischiettare, furbacchiona, guardaboschi, impratichire, marchingegno, mattacchiona, montacarichi, mordicchiare, mordicchiato, nevischiando, occhiataccia, orsacchiotto,  paraorecchie, parrucchiera, picchiatello, picchiettato, rannicchiato, rispecchiare, rispecchiato, schiamazzare, schiarimento, schieramento, schizofrenia, scoperchiare, scoperchiato, scribacchina, scricchiolio, smacchiatore, sonnacchioso, sonnecchiare, spidocchiare, tagliaboschi, vecchierello, vivacchiando

Parole di 13 lettere: acchiappacani, apparecchiare, apparecchiato, bruciacchiare, bruciacchiato, canticchiando, chiacchierare, chiacchierina, chiacchierona, chincaglieria, dormicchiando, infinocchiato, leggiucchiare, mangiucchiare, riacchiappare, rimorchiatore, sbaciucchiare, schiaccianoci, schifosaggine, volpacchiotto

Parole di 14 lettere: accerchiamento, ammonticchiare, ammonticchiato, chiaroveggente, chiaroveggenza, orecchiabilità, scarabocchiare, scarabocchiato, schiacciasassi, schiaffeggiare, schiaffeggiato, sottobicchiere.

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E queste sono le schede a colori, pronte per il download e la stampa per gli abbonati:

Il materiale comprende:

Carte mute (solo immagini)
Cartellini in stampato minuscolo
Cartellini in corsivo
Nomenclature in stampato minuscolo
Nomenclature in corsivo

Carte mute (solo immagini)

Cartellini in stampato minuscolo

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Cartellini in corsivo

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Nomenclature in stampato minuscolo

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Nomenclature in corsivo

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Qui alcuni dettati ortografici:

Igiene orale – nomenclature Montessori – la struttura del dente

Igiene orale: schede delle nomenclature Montessori in tre parti, sulla struttura del dente.

A corredo del progetto di insegnamento della corretta igiene orale ai bambini, ho preparato queste carte delle nomenclature in tre parti (illustrate con parola, solo illustrazione e solo parola) sulla struttura del dente.

Come già detto qui,  

i bambini che già da molto piccoli hanno imparato a lavarsi i denti, presto desidereranno ricevere informazioni sui loro denti, sapere come si chiamano, come sono fatti, ecc… Per questo è importante predisporre per lui molte attività sul tema.

Imparare l’anatomia e la fisiologia dei denti aiuterà i bambini a lavarsi i denti ancora meglio, con maggior consapevolezza, e le prime informazioni possono essere date a partire dalla scuola d’infanzia.

Nella scuola primaria è poi importante riprendere ed approfondire coi bambini tutti i temi affrontati quando erano più piccoli, arricchendo le nozioni di anatomia e fisiologia di contenuti scientifici appropriati all’età.

Conoscere aumenta la motivazione a lavarsi bene i denti e favorisce l’indipendenza e l’autonomia.

Per l’uso delle carte delle nomenclature puoi leggere qui.

sono disponibili gratuitamente per gli abbonati qui:

Aggiungo uno schema riassuntivo, da utilizzare sempre coi cartellini:

Riferimenti all’argomento nel web:

– wholehealthsource.blogspot.com

– enchantedlearning.com

– healthyteeth.org

– wakeup-world.com

– stepintosecondgrade.blogspot.com

Igiene orale: la struttura del dente – modelli in cartoncino colorato e nomenclature

Igiene orale: la struttura del dente – modelli in cartoncino colorato e nomenclature. Come già detto qui,

 i bambini che già da molto piccoli hanno imparato a lavarsi i denti, presto desidereranno ricevere informazioni sui loro denti, sapere come si chiamano, come sono fatti, ecc… Per questo è importante predisporre per lui molte attività sul tema.

Imparare l’anatomia e la fisiologia dei denti aiuterà i bambini a lavarsi i denti ancora meglio, con maggior consapevolezza, e le prime informazioni possono essere date a partire dalla scuola d’infanzia.

Nella scuola primaria è poi importante riprendere ed approfondire coi bambini tutti i temi affrontati quando erano più piccoli, arricchendo le nozioni di anatomia e fisiologia di contenuti scientifici appropriati all’età.

Conoscere aumenta la motivazione e favorisce l’indipendenza e l’autonomia.

Il dente non è un unico blocco, ma un sistema composto da tante parti. E’ forte ed efficiente, ma al tempo stesso delicato.

Per creare un modello semplificato di dente possiamo utilizzare la pasta da modellare, come illustrato qui,

oppure fare dei più semplici modelli puzzle in cartoncino colorato, da utilizzare coi cartellini delle nomenclature.

Versione semplificata per bambini più piccoli

Ho preparato i modelli da ritagliare, che puoi stampare qui:

Ma si può realizzare molto facilmente anche senza usare il modello:

– nella prima pagina c’è per il fondo un foglio rosso A4, e la striscia blu sovrapposta ad esso per distinguere la corona dalla radice

– nella seconda pagina c’è la sagoma bianca da ritagliare (ho usato il fondo rosso per vederla bene)

– nella terza pagina ci sono le sagome gialla e rossa

Basta aggiungere solo un filo di cotone.

Versione completa per bambini più grandi

I modelli da ritagliare posso essere stampati da qui:

– nella prima pagina ci sono il fondo verde (corona) e il fondo beige (radice). Il rosso è la pagina di sfondo.

– nella seconda pagina ci sono le sagome rossa (gengiva) e arancio (polpa). Se decidi di usare un foglio A4 rosso come sfondo, la sagoma rossa della gengiva non serve (confronta l’immagine in alto, con quella della quarta pagina del pdf per decidere)

– nella terza pagina di sono le sagome gialla (dentina) e bianca (smalto)

– nella quarta pagina il puzzle assemblato senza la sagoma rossa della gengiva, con l’aggiunta delle due striscioline che rappresentano vaso sanguigno e nervo.

Infine, questi sono i cartellini delle nomenclature:

Riferimenti all’argomento nel web:

– wholehealthsource.blogspot.com

– enchantedlearning.com

– healthyteeth.org

– wakeup-world.com

– stepintosecondgrade.blogspot.com

Igiene orale: costruiamo un libro – spazzolino

Igiene orale: costruiamo un libro – spazzolino. Questo progetto, estremamente semplice da realizzare, può essere se fatto a scuola un bel lavoretto da portare a casa per favorire la partecipazione della famiglia all’educazione all’igiene orale dei bambini.

E’ indicato per i bambini che sanno leggere, ed è anche una bella decorazione per lo specchio del bagno e un simpatico promemoria per tutti anche da realizzare in famiglia dopo aver lavorato al tema denti ed igiene orale.

Igiene orale: costruiamo un libro – spazzolino
Cosa serve:

– una striscia di cartoncino colorato (il manico dello spazzolino)

– i cartellini con le indicazioni per la corretta igiene orale (le setole)

I miei cartellini, se volete, sono questi:

ma potete anche pensare ad altre frasi, a far scrivere i cartellini a mano al bambino, o anche a sostituire il testo con delle immagini, per i bambini più piccoli…

Non servono particolari indicazioni sul “come fare”…

Riferimenti all’argomento nel web:

– lessonplandiva.com

– preschoolplaybook.com

– daniellesplace.com

– fun-in-first.blogspot.com

Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:

Tutti gli album

Carte delle nomenclature per parole con consonanti doppie – Metodo Montessori

Carte delle nomenclature per parole con consonanti doppie – Metodo Montessori. Come già detto per le carte delle nomenclature per parole di tre lettere 

e per le carte delle nomeclature per parole di quattro lettere,

 una volta che il bambino ha fatto molti esercizi di composizione di parole per dettatura con l’alfabeto mobile, è pronto per gli esercizi di  autodettatura, cioè per comporre autonomamente parole che egli stesso ha pensato, senza averle sentite dalla voce di altri. 

Esistono molte possibilità per favorire questo genere di esercizio, una può essere quella di preparare delle schede illustrate, che possono anche fornire un aiuto all’arricchimento del lessico.

Classicamente le carte delle nomenclature, a questo secondo scopo, sono organizzate per aree tematiche (animali domestici, casa, abbigliamento, mezzi di trasporto, ecc…).

Qui propongo una classificazione diversa, in funzione dell’apprendimento delle varie difficoltà ortografiche presenti nella nostra lingua: cominciamo con le consonanti doppie.

Carte delle nomenclature per parole con consonanti doppie – Metodo Montessori

Questo è una selezione di parole italiane che presentano consonanti doppie, con diversi gradi di difficoltà; non tutte si prestano ad essere illustrate e le parole presenti nelle schede delle nomenclature sono in grassetto:

anno asso asse inno osso otto

babbo bacca baffo basso becco beffa birra bocca bocce bolle botte botto bucce buffo burro canne carro cappa cassa ceppo colla collo coppa cotto cozze donna facce farro fatto fetta fibbia fisso fitto fosso gallo gatto gemma gobbo gocce gomma legge lesso letto lutto mamma mappa massa masso matto mazze messa mezzo mosso mozzo muffa notte nozze occhio pacco palla panna panno pappa passo pazzo penna pezza pinna Pippo pizza pizzo  pollo porri pozza pozzo Puffo raggi razzo ressa retto ritto rocce rosso rotto  sacco sassi secco sella senno  serra sette sonno succo tacco  tappo tassa tatto tazza terra tetto  tocco tonno toppa torre tosse tuffo vacca valle villa zappa zoppo zucca zuppa 

anello bacche becchi bocche brocca brutto buccia caccia cuccia cuffia doppio dubbio faccia faggio fiocco frecce gabbia giacca gnocchi goccia graffio grappa grasso grosso grotta grucce fiamma labbra loggia maggio mummia nebbia nibbio pacchi paggio peggio piazza pioppo poggio rabbia raggio reggia riccio sabbia sacchi saggio sbarra sbuffo scatto  seppia soffio spalla spilla staffa stalla stella stemma tacchi tracce tratto treccia trippa trotto trucco vacche

accappatoio antenna allegro arrosto astuccio barella bicicletta braccio breccia bocciolo bottiglia bottoni brocche burrone bussola cammello cannone capanna cappello caraffa carrelli cartella cartello casetta castello cestello ciabatta colonne chitarra collana collare collina coltello cordicella cravatta dattero fagotto fessura fiammiferi formaggio freccia frittata fumetti gallina gemelli giraffa ghiaccio grappolo greppia  gruccia lattuga  lettera lucciola maglietta mantello marrone matassa materassi mattarello mattone mollica occhiali ombrello padella paletta paletto pallina pallone pattini pennello pestello pettine picchio piffero pillola pioggia pittura pollice polline quattro raganella ramarro rametto rastrello sassolino scaffale scoppio spaccio spaghetti spazzola specchi spiaggia spicchio spiccio sprazzo spruzzo stampelle straccio  strenna stretto tacchino tallone  terreno traccia trebbia treccia trombetta trottola tinello vassoio viaggio vitello  zafferano   zucchero.

E queste sono le carte a colori, pronte per il download e la stampa per gli abbonati:

(Per sapere come utilizzarle puoi fare riferimento al post Schede delle nomenclature per parole di tre lettere).

Raccomando, naturalmente, di non presentare al bambino le schede tutte insieme, ma di selezionarne circa una decina alla volta…)

Memory Italiano-Inglese

Memory Italiano-Inglese – Per preparare la lettura e la scrittura delle parole in Inglese ho preparato questo memory casalingo.

Se volete prepararlo anche voi alla stesso modo, stampate due volte il materiale:

Le coppie di immagini si incollano su due cartoncini di colore diverso, io ho scelto rosa e azzurro. Poi sotto a quello rosa ho scritto la parola in corsivo in Italiano (il corsivo lo stiamo proprio imparando in questi giorni), e sotto a quello azzurro la parola in stampato minuscolo in Inglese.

Girando le carte i bambini  leggono le parole, quindi formano le coppie.

Se vi può essere utile, aggiungo anche le schede già pronte, nella versione Italiano-Inglese, solo Italiano, solo Inglese, che possono essere usate come le carte delle nomenclature Montessori

 

Schede per il riconoscimento delle erbe del prato

Schede per il riconoscimento delle erbe del prato – Ho realizzato tempo fa queste schede illustrate per il riconoscimento delle erbe selvatiche più comuni per una seconda classe, dopo aver lavorato coi  dettati ortografici sulle erbe del prato,

avviando anche le prime raccolte di erbe per la produzione di un erbario di classe.

Il livello di approfondimento è adeguato all’età. I nomi latini sono importanti, accanto al nome volgare, per ricercare ulteriori informazioni relative a quella specifica erba; non se ne richiede certo la memorizzazione :-)… e lo stesso vale per la classificazione botanica.

Schede per il riconoscimento delle erbe del prato

Queste sono le schede per il riconoscimento delle erbe del prato:


che puoi scaricare in formato pdf qui:

Istruzioni per le schede per il riconoscimento delle erbe del prato: ogni foglio contiene la scheda fronte-retro di due erbe del prato. Ritagliate dunque due strisce orizzontali da ogni foglio, e ripiegatele lungo la linea verticale al centro. La scheda può essere plastificata così a doppio, oppure l’interno può essere utilizzato per conservare i campioni di erbe raccolte e per le annotazioni.

Schede per il riconoscimento delle erbe del prato

Per un lavoro più approfondito le risorse migliori che ho trovato nel web, tutte gratuite, sono queste:

le schede botaniche illustrate da Carl Axel Magnus Lindman
http://caliban.mpiz-koeln.mpg.de/lindman/

le schede botaniche illustrate da  Otto Wilhelm Thomé
http://www.biologie.uni-hamburg.de/b-online/thome/Alphabetical_list.html

una raccolta di link ad altre risorse:
http://www.floramedica.org/page7.htm

raccolte da cui ho tratto le immagini per realizzare le schede.

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Schede per il riconoscimento delle erbe del prato

Gioco cantato – There was a jolly miller (un mugnaio bello e buono)

Gioco cantato – There was a jolly miller (un mugnaio bello e buono), con testo italiano e inglese, spartito stampabile, file mp3 e istruzioni di gioco.

Gioco cantato – There was a jolly miller (un mugnaio bello e buono) – testo:

There was a jolly miller and he lived by himself
as the wheel went round he made his wealth
with one hand on the hopper and the other in the bag
as the wheel went round he made his grab!

Un mugnaio bello e buono sempre solo abitò
macinando ricco diventò,
di grano e di farina le sue mani riempì,
mentre macinava, chi rapì?

There was a jolly miller (un mugnaio bello e buono) – spartito in formato immagine

Gioco cantato – There was a jolly miller (un mugnaio bello e buono) – spartito stampabile e file mp3 qui:

Gioco cantato – There was a jolly miller (un mugnaio bello e buono) – Istruzioni di gioco

I giocatori sono in cerchio in coppia e cantano girando in senso antiorario. I giocatori che si trovano all’esterno tengono la mano sinistra sul fianco, quelli interni li prendono a braccetto.

Il mugnaio sta all’interno del cerchio e gira nel senso delle lancette dell’orologio.
A “chi rapi?” tutti i giocatori che di trovano all’esterno del cerchio si fermano e quelli all’interno avanzano fino ad affiancarsi e prendere sottobraccio il giocatore esterno successivo.

Durante lo scambio il mugnaio prende sottobraccio uno dei giocatori del cerchio esterno e il gioco ricomincia con un nuovo mugnaio.

There come three jolly fishermen

There come three jolly fishermen (tre marinai che tornano): gioco cantato con testo italiano-inglese, spartito stampabile gratuitamente, traccia mp3 e istruzioni di gioco.

 

There come three jolly fishermen
Testo inglese:

There come three jolly fishermen,
There come three jolly fishermen,
There come three jolly fishermen,
who’ve just come from the sea.

They’ve cast their nets into the sea,
They’ve cast their nets into the sea,
They’ve cast their nets into the sea,
and a jolly old fish caught they.

There come three jolly fishermen
Testo italiano:

Tre marinai che tornano,
Tre marinai che tornano
Tre marinai che tornano
che tornano dal mar.
Una bella rete lanciano
una bella rete lanciano
una bella rete lanciano
che vogliono pescar.

There come three jolly fishermen – spartito e traccia mp3 qui:

Due cerchi concentrici: quello interno è formato dai tre marinai, quello esterno da tutti gli altri giocatori.
Mentre tutti cantano la prima strofa i marinai girano in senso antiorario e il grande cerchio in senso orario.
Al termine della strofa i tre marinai si avvicinano ciascuno a un giocatore del cerchio e lo prendono per le due mani.
Tutti cantano la seconda strofa; il cerchio resta fermo, le tre coppie girano in senso orario.
Quando finisce il canto, le tre persone scelte diventano i marinai e il gioco ricomincia.

Metodo Montessori – schede delle nomenclature per parole di quattro lettere

Metodo Montessori – schede delle nomenclature per parole di quattro lettere. Come già detto per le schede delle nomenclature per parole di tre lettere,

una volta che il bambino ha fatto molti esercizi di composizione di parole per dettatura con l’alfabeto mobile, è pronto per gli esercizi di  autodettatura, cioè per comporre autonomamente parole che egli stesso ha pensato, senza averle sentite dalla voce di altri. 

Esistono molte possibilità per favorire questo genere di esercizio, una può essere quella di preparare delle schede illustrate, che possono anche fornire un aiuto all’arricchimento del lessico. 

Classicamente le schede delle nomenclature, a questo secondo scopo, sono organizzate per aree tematiche (animali domestici, casa, abbigliamento, mezzi di trasporto, ecc…). Qui propongo una classificazione diversa, per lunghezza della parola, e dopo aver proposto un elenco di parole di tre lettere, passo a quelle di quattro.

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Metodo Montessori – schede delle nomenclature per parole di quattro lettere

Questo è una selezione di parole italiane di quattro lettere, ma non tutte si prestano ad essere illustrate; le parole presenti nelle schede delle nomenclature sono in rosso:

acca, acme, acne, acre, Adda, afta, aghi, agio, agli, alba, albo, alce, alga, Alma, aloe, alpe, alto, ambo, amen, anca, anno, Anna, ansa, anta, arca, arco, area, aria, arma, arpa, asso, asse, asta, Asti, ateo, atto, aula, aura, auto

baci, baco, baia, baio, bara, baro, base, bava, bebè, bene, beni, bere, bici, biga, bile, biro, boia, bolo, bora, boro, bove, brio, buca, buco, buio, buoi,

caco, Caio, calo, cane, caos, capo, cara, casa, caso, cava, cavo, ceci, cena, cera, cero, ceto, ciao, cibo, cima, Ciro, coda, coma, Como, cono, coro, cosa, cova, cubo, cupo, cura, cute,

dado, dama, dare, data, dato, diga, Dino, dire, dito, diva, doga, doge, dolo, dono, dopo, Dora, dose, dote, dove, duca, duce, duna, duro,

ecco, Egeo, eden, echi, elfo, Elia, elmo, elsa, emme, Enea, Enna, enne, ente, eone, equo, erba, ergo, eroe, erre, erta, esca, etto, euro,

falò, fama, fame, faro, fase, fata, fava, favo, fede, fedi, fesa, feta, fico, fido, fifa, fila, filo, foro, foto, fuco, fuga, fumo, fune, fuso

Gaia, gaio, gala, gara, geco, gelo, gene, giga, giro, gita, gnam, gola, golf, gong, gres, guai, gufo, guru,

iato, ibis, idea, idem, iena, ieri, inca, inno, iosa, iris, irta, isba, iuta,

lago, lama, lana, lato, lava, lega, lego, lena, leso, leva, lido, lima, limo, lino, lira, lite, lobo, lode, loto, luce, lume, luna, lupo,

mago, mais, male, mano, mare, maso, mela, melo, meno, menù, mese, meta, metà, miao, mimo, mina, Mino, mira, mola, mole, molo, mora, mota, moto, muco, mulo, muro, musa, muso, muto,

nano, naso, nato, nave, neon, nero, neve, nido, Nino, noce, nodo, noia, nolo, nome, nono, nord, nota, nove, nube, nuda, nume,

oasi, oblò, oboe, oche, ocra, odio, oggi, ogni, olio, olmo, onda, onta, orba, orca, orco, orda, orlo, orma, orso, orto, orzo, osso, oste, otre, otto, ozio

pace, paga, paio, pala, palo, pane, papa, papà, pari, pece, pelo, pena, pepe, pera, pero, pesa, peso, pila, pino, pipa, pira, poco, polo, pomo, posa,

quiz

rado, ragù, rame, ramo, rana, rapa, rara, rasa, raso, rata, remo,  rena, rene, reso, rete, riga, rima, riso, riva, roba, rogo, rosa, rovo, rude, ruga, runa, rupe, ruta,

saga, saio, sala, sale, sana, Sara, scia, sebo, sede, sega, seme, sera, seta, sete, sito, smog, soci, soda, sofà, soia, sole, soma, spia, stop, sugo,

tana, tara, tata, taxi, teca, tela, telo, tema, tesa, tesi, tifo, timo, Tina, tino, tipo, tiro, toga, tomo, tono, topo, toro, tram, trio, tris, tubo, tufo, tuta, tutù,

ulna, unno, unto, uomo, uovo, urlo, urna, urto,

vago, vano, varo, vaso, vela, velo, vena, vera, veto, vice, vile, vino, viso, vite, vivo, vizi, voce, voga, volo, voto,

yoga

Zara, zebù, zelo, zero, zeta, zona, zulu.

Metodo Montessori – schede delle nomenclature per parole di quattro lettere

E queste sono le schede a colori, pronte per il download e la stampa per gli abbonati:

Il materiale comprende:
– carte mute (solo immagine)
– carte immagine + nome in stampato minuscolo
– carte immagine + nome in corsivo.

 

Metodo Montessori – nomenclature mute Montessori parole di quattro lettere

(sono le schede illustrate, senza nomi)

Metodo Montessori – nomenclature Montessori parole di quattro lettere stampato minuscolo 

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Metodo Montessori – nomenclature Montessori parole di quattro lettere corsivo 

Maschere da colorare di Carnevale – schede e free ebook

Maschere da colorare di Carnevale – schede e free ebook – schede delle principali maschere tradizionali italiane, con descrizione e disegno da colorare, in formato ebook e in formato pdf, pronte per il download gratuito e la stampa.

 Questo è il contenuto delle schede:

qui le schede in formato ebook:

Altro materiale sulle maschere tradizionali italiane

IL CARNEVALE materiale didattico
In febbraio comincia il lieto periodo del Carnevale, che può dirsi la festa dei bambini perchè, in genere, sono loro che tramandano ancora la tradizione delle maschere. I Greci e i Romani usavano maschere tragiche o comiche che i loro attori tenevano sul viso durante la rappresentazione. Nel settecento, su questi modelli, altri tipi di maschere furono escogitati e introdotti nel teatro. Nacquero così le maschere italiane, e si può dire che ogni regione abbia la sua…

Il Piemonte ha Gianduia, montanaro dalle scarpe grosse e dal cervello fino.
Meneghino, milanese, è un golosone impertinente, ma anche cordiale, sincero, generoso.
A Bergamo c’è Gioppino, sornione e trasognato, almeno in apparenza, perchè, se qualcosa non gli va, eccolo a roteare il suo bastone e a distribuire sonanti cariche di legnate.
Arlecchino ha un abito fatto di pezze di tutti i colori, cento ritagli di stoffa offertigli dagli amici per potersi confezionare un indumento che non possedeva.
Pantalone è di Venezia. Vestito di rosso, col mantello nero, secondo la tradizione è piuttosto avaro ma, come capita spesso agli avari, è a lui che si estorcono i denari per pagare i debiti agli altri.
Talvolta gli si accompagna Colombina, maliziosa e pettegola, che fa il paio con la sua amica
Rasaura, anch’essa di lingua lesta e di movenze aggraziate e civettuole.
Compagno inseparabile di Rosaura è Florindo, azzimato e lezioso.
Bologna la dotta ha per esponente Balanzone, sputasentenze, spaccone e bonario, sempre pronto a distribuire purganti e pillole.
Stenterello è fiorentino: arguto e di lingua appuntita, non risparmia motti da levare il pelo, così come è in uso tra gli abitanti della sua città.
Roma ha Rugantino, anche lui spaccone, ma di cuor d’oro.
Pulcinella è la maschera tipica di Napoli; vestito di un bianco camicione, ha una maschera nera con un grosso naso caratteristico. E’ buffo, sornione, arguto e… scroccone.
Reggio ha Fagiolino, Modena Sandron, Verona Facanapa …
… e si può dire che ogni regione ha la sua maschera, sempre allegra, ridaciana e arguta. Ogni maschera usa il dialetto caratteristico della città in cui vive e rappresenta un personaggio che riassume in sè i vizi e le virtù dei suoi cittadini.
… continua qui:

Il Carnevale: materiale didattico

Il Carnevale: materiale didattico – In febbraio comincia il lieto periodo del Carnevale, che può dirsi la festa dei bambini perchè, in genere, sono loro che tramandano ancora la tradizione delle maschere. I Greci e i Romani usavano maschere tragiche o comiche che i loro attori tenevano sul viso durante la rappresentazione. Nel settecento, su questi modelli, altri tipi di maschere furono escogitati e introdotti nel teatro. Nacquero così le maschere italiane, e si può dire che ogni regione abbia la sua… 

Il Piemonte ha Gianduia, montanaro dalle scarpe grosse e dal cervello fino.
Meneghino, milanese, è un golosone impertinente, ma anche cordiale, sincero, generoso.
A Bergamo c’è Gioppino, sornione e trasognato, almeno in apparenza, perchè, se qualcosa non gli va, eccolo a roteare il suo bastone e a distribuire sonanti cariche di legnate.
Arlecchino ha un abito fatto di pezze di tutti i colori, cento ritagli di stoffa offertigli dagli amici per potersi confezionare un indumento che non possedeva.
Pantalone è di Venezia. Vestito di rosso, col mantello nero, secondo la tradizione è piuttosto avaro ma, come capita spesso agli avari, è a lui che si estorcono i denari per pagare i debiti agli altri.
Talvolta gli si accompagna Colombina, maliziosa e pettegola, che fa il paio con la sua amica Rasaura, anch’essa di lingua lesta e di movenze aggraziate e civettuole.
Compagno inseparabile di Rosaura è Florindo, assimato e lezioso.
Bologna la dotta ha per esponente Balanzone, sputasentenze, spaccone e bonario, sempre pronto a distribuire purganti e pillole.
Stenterello è fiorentino: arguto e di lingua appuntita, non risparmia motti da levare il pelo, così come è in uso tra gli abitanti della sua città.
Roma ha Rugantino, anche lui spaccone, ma di cuor d’oro.
Pulcinella è la maschera tipica di Napoli; vestito di un bianco camicione, ha una  maschera nera con un grosso naso caratteristico. E’ buffo, sornione, arguto e… scroccone.
Reggio ha Fagiolino, Modena Sandron, Verona Facanapa …

… e si può dire che ogni regione ha la sua maschera, sempre allegra, ridaciana e arguta. Ogni maschera usa il dialetto caratteristico della città in cui vive e rappresenta un personaggio che riassume in sè i vizi e le virtù dei suoi cittadini.

Ho raccolto il materiale pubblicato in questo articolo in formato ebook, qui:

https://shop.lapappadolce.net/prodotto/materiale-didattico-per-il-carnevale/

Questo è il contenuto

Piccola storia delle maschere

Furono i Greci a introdurre nel teatro il modo di camuffarsi e l’uso delle maschere così uno stesso attore poteva sostenere più ruoli, ampliare per mezzo della maschera stessa la propria voce, sottolinare i lineamenti del volto che dovevano esprimere o ira, o gioia… Giunsero in Italia attraverso i teatri della Magna Grecia e poi per tutta la penisola. Lorenzo il Magnifico, nella seconda metà del 400, incoraggiò le pompe carnevalesche e le sere meravigliose e  importanti. Verso la fine del XVI secolo nasce la Commedia dell’Arte e le maschere italiane diventano popolari in tutta Europa.

Arlecchino

Arlecchino è una maschera dal costume fatto di stracci di tutti i colori. Sua città d’origine è Bergamo. Arlecchino rappresentò i bergamaschi in un primo momento, poi divenne una maschera popolare e anche il suo costume cambiò. Prima era servo, poi  diventò un poltrone e un imbroglione, desideroso solo di mangiare. Il più importante autore di commedie che hanno per protagonista questa maschera fu Goldoni.

Arlecchino si presenta
Vi saluto, piccoli amici. Allegria! E’ Carnevale! Come, non mi riconoscete? Non vedete il mio vestito di pezze multicolori, la mia barbetta nera, la spada di legno, la scarsella sempre vuota appesa alla cintura?
Sono Arlecchino Batocio, nato a Bergamo più di quattrocento anni fa: la più bizzarra, la più originale di tutte le maschere del mondo! Sono agile come una cavalletta, coraggioso come un coniglio grigio, goloso come quel biondino seduto nell’ultimo banco. Se qualcuno mi dà noia, guai a lui! Mi accendo di rabbia come un fiammifero svedese e lo bastono di santa ragione. Non importa se poi, le prendo sonore anch’io: il mio destino è questo ormai: bastonare e essere bastonato. Tanto c’è chi mi consola: la mia dolce e buona Colombina.
(G. Kierek e D. Duranti)

Arlecchino
Da dove viene? Da Bergamo. Intendiamoci bene: non è che a Bergamo sia nato un omettino come lui, con quel testone fuligginoso e tondo e quelle setole di sopracciglia sopra due buchetti lucidi e neri, che gli fan da occhi; nè a Bergamo usarono mai vestiti come quello che egli indossa, tutto quadrettini rossi, bianchi, gialli, turchini. Ma dal buonumore bergamasco fu donato al teatro questo buffissimo tipo di servo, di facchino, di vagabondo che tutti i paesi del mondo hanno amato e festeggiato. In fondo è un gran bonaccione, anche quando vuole imbrogliare, l’imbrogliato è sempre lui. Colpa della sua ignoranza non dovuta, ohimè, a negligenza personale, ma al fatto che, mentre andava a scuola, una vacca gli ha mangiato i libri. (R. Simoni)

Pulcinella
Figura goffa e buffa; gran nasone, mascherina nera, una bobba, un cappello a punta, un camiciotto bianco, oppure un grembiule giallo e rosso stretto alla vita, un par di braconi pure gialli, un mantelletto sulle spalle, giallo orlato di verde, collaretto e calze bianche, scarpe gialle con nastri rossi: un pappagallo tale e quale! Ma quante risate matte ha fatto fare questa maschera partenopea nota in tutto il mondo. (A. Gabrielli)

Arlecchino
Arlecchino è bergamasco; viene dalle vallate che circondano Bergamo. Magro, con una curiosa pancetta sporgente, lesto di gambe e pronto di lingua, è chiacchierone, mettimale e mettibene, a seconda delle circostanze, e, quando fiuta odor di vivanda nessuno lo tiene più: Arlecchino ha sempre una fame da lupo.

Il dottor Balanzone
E’ una maschera che parla molto; è la maschera che parla più di tutte. Bolognese, il Dottor Balanzone espone con sussiego le sue idee e i suoi consigli, ricorrendo a un diluvio di parole, infarcite di sentenze latine, di detti sgangherati nella grammatica e nella sintassi, ma risonanti, pomposi, imponenti, tali da far restare a bocca aperta. Procede imperterrito nei suoi discorsi senza spaventarsi delle colossali buaggini che gli escono dalle labbra. Veste una casacca nera e lucida, guarnita di un bianco collare. In testa un feltro a larghe tese, nero. Alla cintura un pugnale o un fazzoletto, e sottobraccio un librone. Calzoni corti, calze nere, scarpette con fibbia e gli occhi inquadrati in una mascherina nera.

Pantalone
Veste rossa come il fuoco, ornata di una cintura che regge la borsa dei quattrini, (magari vuota) calzoni dello stesso colore, calze nere, scarpette dalla punta all’insù; naso lungo e adunco, baffi a mezzaluna, con le punte diritte fino agli occhi: ecco Pantalone, la più assennata delle maschere. Il mantello nero, che si mette sulle spalle, aggiunge dignità alla sua gobba figura. La maschera di Pantalone fa ridere proprio per la sua serietà, con la sua imponenza.

Pulcinella
Cappello a cono, come il latte, casacca, calzoni che pendono molli e flosci, muso nero e, nel mezzo, un naso adunco: ecco Pulcinella, buffonesco e allegro, affamato e mangiatore come Arlecchino, agile nei salti e nelle capriole. (E. Possenti)

Le maschere
Siamo in Carnevale. Per le strade si vedono girare le maschere. Come sono buffe! Chi le riconosce sotto quel pezzetto di stoffa che nasconde il viso facendo brillare solo gli occhi? Nessuno. Se parlassero senza cambiare voce, allora sì che verrebbero riconosciute! (G. Bitelli)

Pantalone
Celebre maschera veneta. Il suo vestito è ben conosciuto: giubbetto rosso stretto alla cintura, calzoni e calze attillate, uno zimarrone nero sulle spalle, scarpettine gialle con la punta all’insù. In capo uno zucchetto a corno, come quello dei dogi, e sul viso una mascherina nera che lascia ben esposto il nasone adunco. Ricco mercante e avaro. Ma quante volte le vicende della vita lo costringono al allentare le corde della borsa, dalla quale cadono sonanti monete d’oro! Mai più numerose, tuttavia, delle lacrime e dei lamenti che le accompagnano. Arlecchino, trapiantato a Venezia, è suo non sempre fedelissimo servitore. (A. Gabrielli)

Arlecchino

E’ la più famosa ed internazionale delle maschere. Pare che Arlecchino sia nato nel 1572 e che il creatore di questa maschera sia stato un certo Alberto Ganassa da Bergamo, il quale si attribuì il nome di Arlechin Ganassa. La sua patria è dunque Bergamo, anche se generalmente, lo si sente parlare il dialetto veneziano; ma questo si spiega col fatto che Bergamo, a quel tempo, era un dominio veneto.

Fu chiamato anche Arlechin Batocio, dal bastone (batocchio) che porta alla cintola e che usa spesso per far intendere le proprie ragioni a quanti vengono in baruffa con lui.

Arlecchino interpreta la parte del servitore astuto, ficcanaso e attaccabrighe; passa in un momento dal pianto al riso, per tutte le occasioni ha pronta una battuta burlesca; è scansafatiche, ingordo e goloso. Nelle varie città e regioni d’Italia Arlecchino mutò d’abito e di nome. Ed ecco così apparire la pittoresca schiera formata da Truffaldino, Mezzettino, Tortellino, Fagottino, ecc…

Pulcinella
E’ l’Arlecchino di Napoli ed è ancor oggi una maschera “viva” per opera di alcuni autori contemporanei di commedie in dialetto napoletano. Ha un carattere più bonario, rassegnato e meditabondo dell’Arlecchino bergamasco.

Storia di Gianduia
Gianduia doveva personificare il Piemontese furbo, coraggioso, pratico, disposto magari a fare il “finto tonto” per raggiungere i propri fini.
In quegli anni, in cui incominciavano le prime idee di Unità e di risorgimento, Gianduia venne a simboleggiare, in un certo modo, il Piemonte, che si era messo coraggiosamente alla testa della rinascita nazionale. “E’ una maschera libera, democratica”, scrive un suo biografo dell’Ottocento. “Non conosce padroni, parla francamente e schietto anche al suo Re. E’ la sola maschera italiana ad avere un carattere politico, e la rappresentazione di un popolo.”
Il popolo infatti lo aveva soprannominato ” ‘l citt ciaciarett” (il piccolo pettegolo), perchè Gianduia si era improvvisato, sul palcoscenico, il temerario portavoce delle sue proteste e delle sue lagnanze: era l’avvocato volontario del popolo piemontese.

Passa Gianduia
Il corteo delle maschere passa allegramente con un frastuono assordante tra una ressa soffocante di uomini, donne, bambini. Tutti corrono a gara a vedere; s’alzano sulla punta dei piedi o s’aggrappano ai pilastri e i bimbi strillano, perchè vogliono essere sollevati in braccio. Il cocchio di Gianduia scompare a poco a poco tra le case… (L. Aimonetto)

Meneghino
Come tutte le maschere, Meneghino è un “carattere” nato per simboleggiare i vizi e le virtù dell’umanità. Nelle intenzioni di Carlo Maria Maggi, che ben a ragione si può considerare il padre della popolare maschera, Meneghino doveva rispecchiare le qualità dell’infaticabile e generoso popolo milanese, e mostrarsi furbo e galantuomo insieme, talvolta padrone, talvolta umile servo che non mancava di levare la sua critica mordace contro l’egoismo e la vanità di certa aristocrazia.
E proprio per ricordargli questo suo compito di “strigliatore”, il Maggi volle dare a Meneghino il cognome di Pecenna (parrucchiere).
Sul perchè poi del nome Meneghino i pareri sono discordi. Potrebbe infatti il nome significare “piccolo uomo” (omeneghino), o più propriamente “piccolo Domenico”, riferendosi all’antica consuetudine secondo la quale, in ogni giorno di domenica, alcuni uomini del popolo erano chiamati a prestare servizio di tuttofare nelle case dei ricchi signori.
Il nostro Meneghino, nato sulla fine del Seicento, calcò le scene per circa due secoli acquistando, or nelle vesti di servo, or in quelle di padrone, ora col sussiego del diplomatico, ora con la rudezza del contadino, una sempre maggior fortuna, dovuta in gran parte alla bravura degli attori che lo seppero interpretare.
Celebri fra questi furono, nella prima metà dell’Ottocento, Gaetano Piomarta e Giuseppe Monclavo. Con quest’ultimo divenne decisamente spregiatore degli Austriaci che ancora dominavano in Lombardia.
Sulla fine dell’Ottocento la fortuna di Meneghino cominciò a declinare, vuoi perchè mancarono altri ottimi interpreti, vuoi perchè i tempi ormai andavano relegando le maschere nel teatro delle marionette.
Anche il costume di Meneghino subì variazioni: in origine era simplicemente vestito d’una veste bianca, lunga fino al ginocchio, trattenuta in vita da una cintura, ed era calzato di calze verdi e di ruvidi zoccoli; in seguito acquistò un aspetto settecentesco, con parrucca e tricorno marrone, con veste pure marrone, con codino fasciato di rosso, con calzoni corti e calze a righe.
Così lo si può vedere ancora sui carri carnevaleschi.
E’ una maschera muta ormai, perchè le folle ora non hanno più tempo di ascoltare le maschere; ma il suo sorriso sembra ancora ammonirci:
“Tegni sempre st’usanza: fè ‘l fatt vost con crianza”.

Storia della maschere dall’antico Egitto alla Commedia dell’Arte

Il nome di Carnevale è stato dato al periodo che va dal 26 dicembre al giorno precedente le Ceneri in tempi abbastanza recenti: forse soltanto nei secoli XV e XVi, quando divennero celebri i Carnasciali,  fiorentini, organizzati dagli stessi Medici, e specialmente da Lorenzo il Magnifico.
Da Carnasciale, appunto, venne il nome di Carnevale, che indicò non soltanto un periodo dell’anno, ma anche tutte le manifestazioni festose e mascherate che avevano luogo in quel periodo particolare.
Ma in ogni tempo, e presso tutti i popoli, si sono avuti periodi di feste alle quali prendevano parte principi e popolo e che possiamo considerare come il moderno Carnevale.

Nell’antico Egitto
Gli antichi Egizi adoravano molti dei, ma la sola dea adorata in tutto il Paese era Iside, invocata come maga nelle malattie e considerata la benefattrice dell’Egitto, perchè le sue lacrime producevano le benefiche inondazioni del Nilo.
Ebbene, in suo onore, una volta all’anno, si faceva una grande processione, alla quale partecipava tutta la popolazione.
La dea si presentava travestita da orsa, per simboleggiare la costellazione dell’Orsa Maggiore. Era seguita da un corteo di sacerdoti, tutti mascherati, i quali simboleggiavano fatti notevoli e, specialmente, le quattro stagioni. Un sacerdote mascherato da sparviero rappresentava l’inverno, un altro mascherato da leone raffigurava l’estate, un terzo mascherato da toro simboleggiava la primavera, mentre il sacerdote mascherato da lupo era l’autunno. Seguivano popolani e popolane mascherati a piacimento, danzanti e cantanti.
Si tratta, insomma, del primo corteo mascherato del quale si hanno notizie storiche abbastanza precise.

Nell’antica Grecia
I Greci ebbero un loro particolare periodo che possiamo dire carnevalesco: quello delle feste in onore di Dioniso e di Bacco, dette “Feste dionisiache” e “Baccanali”.
Si trattava addirittura di quattro feste, celebrate in marzo-aprile; le più celebri e le più lunghe erano le “Grandi feste dionisiache”:  si facevano solenni sacrifici al dio, vi erano processioni, gare, rappresentazioni, drammi in cui apparivano personaggi mascherati. E naturalmente, poichè Bacco è il dio del vino, si beveva molto…

Nell’antica Roma
In Roma il periodo che possiamo dire carnevalesco era quello dedicato alle feste in onore di Saturno, perciò dette “Saturnali”: avevano luogo dal 17 al 23 dicembre.
Saturno era considerato il dio dell’oro e del benessere agricolo e in onore suo era proibito lavorare durante i Saturnali; si facevano banchetti ai quali erano ammessi anche gli schiavi e ci si scambiavano doni, come facciamo noi nel periodo natalizio. Infine, erano ammessi anche i giochi d’azzardo, proibitissimi durante gli altri periodi dell’anno.
Erano giorni di baldoria, di scherzi, e spesso, poichè non mancava chi alzava troppo il gomito, finivano con risse e feriti.
Durante le feste dei Saturnali in Roma vi era l’abitudine anche di pagare gli avvocati. Gli avvocati meno celebri avevano la loro clientela di poveracci: gente disgraziata e biliosa i cui mezzi non corrispondevano al piacere di litigare. Era gente che pagava male l’avvocato, anzi spesso non lo pagava affatto, e si ricordava di lui soltanto durante i Saturnali. E l’avvocato che riceveva più doni si riteneva più grande e andava enumerando i doni ai conoscenti come prova della sua fama e dei suoi successi.
“I Saturnali hanno fatto ricco Sabello: con ragione egli va tronfio e pettoruto, e pensa e dice che tra gli avvocati non ce n’è uno cui le cose vadano bene come a lui…” dice Marziale, un poeta romano, e aggiunge anche la lista dei regali: mezzo moggio di farro e mezzo di fave, una libbra e mezzo di pepe e di incenso, una salsiccia e un  tocco di carne secca, una bottiglia di mosto cotto, un vaso di fichi in conserva, e bulbi, e chiocciole, e cacio; poi una cestella piena di olive…
Evidentemente, benchè tronfio e pettoruto, Sabello non era un avvocato pagato troppo bene.

I principi e il Carnevale
E’ noto che, specialmente durante il periodo medioevale e delle Signorie, anche i personaggi d’alto rango (re, principi e nobili) prendevano parte gioiosamente alle mascherate carnevalesche.
A Torino, dove si svolgevano tornei e cavalcate che riproducevano fatti storici, i principi di Savoia partecipavano al Carnevale seguiti da tutta la corte, con carri colmi di fiori.
A Venezia, dove il Carnevale era un richiamo per gli stranieri e si svolgeva principalmente lungo il Canal Grande, con gondole mascherate e illuminate, i Dogi, gli altri membri del Gran Consiglio e della Signoria e gli Ambasciatori, si univano al popolo festosamente.
A Firenze poi, esisteva l’antica usanza di far girare per la città, durante il Carnevale, dei carri decorati e scortati da uomini in maschera, che cantavano canzoni composte per la circostanza. Lorenzo il Magnifico seppe vedere in questo genere di spettacolo un mezzo straordinario per divertire i fiorentini e attirarne le simpatie, e lo circondò abilmente di pompa inusitata. Così, attraverso la città, passavano carri con strane mascherate di una variopinta folla di fornai, di mercanti, di spazzacamini, e d’ogni categoria d’artigiani, ma anche carri in cui si rappresentavano le virtù, i diavoli, gli angeli, i trionfi della dea Minerva, della Gloria, della Fama, della Frode, della Calunnia, ecc…
Alcune canzoni carnescialesche, le più belle, furono proprio composte dallo stesso Lorenzo e dai poeti della sua corte.
Anche all’estero il Carnevale era divertimento tanto del popolo quanto dei regnanti. E’ infatti rimasta celebre una mascherata di stregoni diretta personalmente da Enrico IV re di Francia. A un re, Carlo IV, in uno dei tanti balli mascherati venuti di moda alla sua corte, capitò quasi di bruciare vivo. Si era camuffato da satiro, imbrattandosi tutto il corpo di pece e rotolandosi poi fra piume di uccelli; non si sa bene come la pece però prese fuoco e il re fu salvato appena appena…

La Commedia dell’Arte
Pantalone, Arlecchino, Balanzone, il Capitano e così via furono in origine i personaggi della Commedia dell’Arte, nata in Italia nel ‘500 e diffusa poi trionfalmente in tutta Europa nei due secoli che seguirono. Commedia dell’Arte significa in sostanza “commedia dell’abilità” o “di mestiere” in quanto si affdava non ai testi, sommari o inesistenti, ma per l’appunto all’abilità degli attori, che sulla scena improvvisavano situazioni e battute.
Tale abilità era a volte straordinaria: quando agivano le migliori compagnie, la Commedia dell’Arte diventava un’entusiasmante girandola di gag, una sorta di “fumetto animato” pieno di meraviglia e di sorprese, in cui la splendida libertà delle improvvisazioni si univa ad un meccanismo infallibile e preciso.
La “maschera” è una “faccia tinta”, tragica o buffa, che indossata da una persona in aggiunta di solito a un particolare costume, vale a creare un “tipo”: il servitore furbo e famelico, il dottore pedante, il soldataccio spaccone, e così via; così che la parola “maschera” non indica più soltanto la testa o la faccia di cartapesta, ma proprio quel tipo che è identificato da “quella” maschera, e che presto assume un nome (Arlecchino, Pantalone, e così via), nome che gli resterà anche se, per caso, trascuri di mettersi sulla faccia la faccia finta, e la sostituisca per esempio col trucco, o anche soltanto col costume.
Molte maschere che conosciamo nacquero come personaggi della Commedia dell’Arte. I primi, i più antichi di questi personaggi, furono il Padrone e il Servo.
Tra i vari tipi di Padroni delle antiche farse, si affermò quello di un anziano e ricco cittadino di Venezia, avaro e burbero: prima si chiamava Magnifico, con allusione all’altezza della sua condizione sociale, e poi Pantalone.
C’è anche un altro tipo di Padrone, il Dottore pedante e sputansentenze, che prende prima il nome di Graziano, e poi di Balanzone: è di Bologna, laureato alla famosa università.
Il Servo proviene invece dalle valli bergamasche; veste un camiciotto bianco di fatica e si chiama dapprima Zanni (Giovanni), finchè un ignoto comico non ha l’idea di rappezzarne l’abito con toppe variopinte, e nasce Arlecchino.
Un altro Zanni si chiamerà Brighella, che è, almeno all’inizio, un tipo da prendersi davvero con le molle.
Un altro “tipo” antichissimo è il soldato spaccone, che rinasce anche lui come “maschera” e si chiamerà Capitan Fracassa, o Matamoro, o Rodomonte, o Sbranaleoni, o così via spaventando.
Vi sono poi gli Innamorati, di cui gli ultimi e più noti sono Rosaura e Florindo, e le Servette come Corallina e Colombina.
Tante altre maschere agiscono in quelle farse, come il gran Pulcinella, nato a Napoli tra il popolo, o il suo compatriota Coviello, o Scaramuccia, a volte capitano a volte servo, o Scapino, parente stretto di Brighella, o Giangurgolo calabrese.
Conclusa la Commedia dell’Arte, nelle varie regioni d’Italia si affermarono altri tipi e caratteri, che divennero maschere anch’essi; come Gianduia in Piemonte, Meneghino a Milano, Stenterello in Toscana, Gioppino a Bergamo e Sandrone a Modena, e a Roma Meo Patacca e Rugantino… non si finirebbe più.

Portavano la maschera ma non era Carnevale
Immaginiamoci di trovarci nella Venezia del ‘700. Che curiosa e bella città! Ecco le sue tortuose viuzze (le calli), e le piazzetti (i campi) ornate al centro da un pozzo di pietra. Percorriamo una fondamenta, lo stretto marciapiede che costeggia i canali che attraversano in ogni senso la città; ci viene incontro un vecchietto ricurvo; passandoci accanto solleva il capo per salutarci, secondo la consueta cortesia dei veneziani; lo guardiamo e la nostra risposta ci muore sulle labbra… il volto di quel vecchietto è mascherato!
Affrettiamo il passo e andiamo oltre. Ecco uscire da un uscio una giovane servetta, che va a fare la spesa; canta nel suo bel dialetto… ed è mascherata.
Ecco un mercante; è mascherato anche lui; ecco una mamma col bambino in braccio: anch’essa porta una mascherina nera. Ora incrociamo un gruppo di giovanotti che parlano e ridono fra loro: portano tutti la maschera. Ah, ma allora abbiamo capito! Però, persino questo mendicante che tende la mano, porta la maschera! Incontriamo una lettiga, portata a braccia da due servitori: il viaggiatore scosta la tendina e sporge il viso che (ormai non ci stupisce più) è mascherato. Passa una gondola: la dama che la occupa porta anch’ella la sua brava mascherina.
Non c’è dubbio: è tutta questione di calendario. Ci avviciniamo a un popolano: “Scusi…”
“Comandi, paron” ci risponde, guardandoci, naturalmente, attraverso le fessure di una maschera.
“Scusi, siamo di Carnevale?”
Nossignori: non eravamo affatto di Carnevale. A Venezia in quel tempo la maschera la portavano tutti, e tutti i giorni dell’anno. Inutile domandarsi perchè: era la moda.
Oggi la parola maschera ci richiama alla mente soltanto la festa di carnevale. In altri tempi, e ancora oggi presso altri popoli, le maschere hanno invece avuto un’importanza e un significato ben diversi; ne abbiamo visto un esempio.

Il carnevale

Scommettiamo… scommettiamo che non sapete che, secondo una certa tradizione, Carnevale comincia subito dopo le feste natalizie, e che la parola cernevale significa “carnem levare”, ossia togliere la carne? No? Allora due paroline di spiegazione me le permettete, vero? L’espressione letterale della parola si riferisce più esattamente al giorno delle Ceneri (cioè al primo giorno di quaresima) e all’intero periodo quaresimale. Per lungo tempo, nell’era cristiana, da questo giorno in poi ci si doveva astenere dal mangiare carne. Ma i bravi cittadini, per rifarsi della lunga astinenza che li aspettava, prima di togliere la carne dalla tavola, pensarono bene di abbandonarsi ai più pazzi divertimenti.
Oggi come oggi il carnevale nelle sue più evidenti manifestazioni corrisponde, pressapoco, a quella settimana che precede la quaresima. In teoria dovrebbe iniziare dopo Natale e terminare il primo giorno di quaresima. Vi piacerebbe, eh?
Allora dovreste riferirvi a Venezia… o meglio alla Venezia di alcuni secoli fa, dove il carnevale durava sei mesi e il giovedì grasso veniva solennizzato in gran pompa alla presenza del Doge con l’accensione dei fuochi artificiali in pieno giorno.
E già che ci siamo vogliamo vedere come era ed è festeggiato il carnevale in Italia e nel mondo?
Nei secoli passati il carnevale assunse al massimo splendore in parecchi luoghi, specialmente a Venezia, a Ivrea, a Nizza. In Firenze, col favore dei Medici, signori della città, i festeggiamenti si svolgevano in forma grandiosa, in mascherate su carri allegorici (i “trionfi”), accompagnate dai canti carnescialeschi. L’uso dei carri allegorici è rimasto poi in molte città italiane e straniere.
Nella Roma papale, i giorni destinati alle mascherate erano otto e il permesso di uscire per il corso era dato alle 13.00 dalle campane del Campidoglio. Nell’ultima notte di carnevale tutti i romani, principi e popolani, giocavano per la strada a “moccoletti”. Ciascuno aveva una candelina accesa, e tutti facevano a gara nel rubarsela di mano o nello spegnersela scambievolmente, motivo di riso e simbolo di uguaglianza, perchè la candelina (“moccoletto”) del principe, valeva quanto quella del popolano.
Com’è lontano da noi il magnifico carnevale di Velletri del 1546! Per festeggiarlo, ai rami di centinaia di alberi di un bosco furono appesi, alla portata di mano di chi voleva mangiarli, capponi, torte, focacce, galline, mentre quattro cannoni sparavano quattro diverse qualità di vino!
Ma se a Velletri si regalavano polli e capponi, a Venezia si scialava nello zucchero. Infatti, per mostrare al mondo stupito la sua potenza economica e la sua ricchezza, Venezia allestiva dei banchetti colossali con grande spreco di zucchero, prodotto allora rarissimo perchè importato dall’oriente. Per onorare Enrico III di Polonia, in un pranzo furono fatti di zucchero persino le tovaglie e i tovaglioli; l’ospite, che non ne sapeva nulla, rimase di stucco quando, prendendo il tovagliolo e spiegandolo sul petto, se lo trovò sbriciolato tra le mani.
E nelle altre nazioni?
Ovunque si trovano carri, danze, e pantagruelici pasti. A carnevale, nessuna distinzione di nazionalità. Anche oggi, più o meno, il carnevale viene festeggiato dappertutto con una sfilata di carri e qualche mascherata. Solo però in poche città, come Viareggio, Torino, Ivrea, rivive il vecchio carnevale. Sfilano carri tra musiche, canti e getti di coriandoli e fiori.
Getti di fiori! Ma se andate in Perù, in Bolivia, in Venezuela o in uno qualsiasi degli altri paesi sudamericani, attenti! Non di gettano fiori nè coriandoli, nè stelle filanti, ma palloncini di gomma pieni d’acqua, che vi colpiscono all’improvviso bagnandovi tutto! E non basta: lucido da scarpe, vernici, tinte, tutto è buono per quei pazzerelloni per cambiarvi il colore della pelle… e degli abiti.
Il carnevale ci mostra, mettendolo in caricatura, come sarebbe disordinato il mondo se ciascuno potesse fare ciò che gli passa per la mente senza pensare agli altri. Invece anche nel divertimento è importante la buona educazione.
In Calabria vi è l’uso di portare in giro, sulla groppa di un asino, chiunque nel giorno si carnevale venga sorpreso al lavoro. Ben venga, dunque, il carnevale: e impazziscano gli uomini per un giorno, purchè si ricordino di non esserlo troppo per gli altri 364!
(da “Il Vittorioso”)

Le origini del Carnevale

Il carnevale deriva, secondo alcuni studiosi, da antiche feste latine in cui, dopo un certo periodo di dissipatezze e di piaceri, veniva nesso a morte un fantoccio travestito da re, cosa che ancor oggi si fa in alcune città, specialmente in quel giorno di metà quaresima che è detto per lo più “Carnevalino” e che è come un ritorno di fiamma dell’autentico Carnevale.
Questo rito burlesco sta forse a significare la morte dell’inverno: di qui il tripudio di tutti e l’attesa della primavera, della sua gioia, dei suoi frutti. Il carnevale ha dunque un’origine agricola, contadina.

Sembra certo che nelle costumanze carnevalesche debbano riconoscersi quelle feste religiose da tutti i popoli celebrate nell’antichità con gran pompa al principio del nuovo anno per propiziarselo, o all’inizio della primavera per simboleggiare la rinascita della natura.

Ricordiamo le feste degli Egizi e dei Babilonesi, che nell’equinozio d’autunno onoravano i cherubs, buoi importati dai primi sacerdoti etiopi. Venuto il giorno stabilito, il bue, dipinto a festa, con le corna dorate e ricoperto di un ricco manto, era tratto dal sacro recinto e lo si conduceva per tutte le vie di Menfi. Un ragazzo gli stava sul dorso. Uomini e donne, vecchi, adulti, giovani, bambini, travestiti e mascherati, a piedi, a cavallo, lo seguivano canticchiando inni in sua lode; venivano poi le ragazze che lo avevano servito… insieme ai sacerdoti. Soldati e ufficiali facevano ala nelle vie, al suo passaggio. Dal momento in cui il bue usciva, incominciavano per tutto l’Egitto e l’Etiopia le feste, i godimenti pubblici, le mascherate. Queste duravano sette giorni, fino al sacrificio dell’animale…

Il Carnevale degli antichi Romani
Il giorno decimoquarto avanti le calende di gennaio o, per dirlo più alla buona, il 19 dicembre, era giorno di festa e di gazzarra per i discendenti di Romolo… Le vie erano affollate di gente ilare e gaudente, che riempiva il foro, i templi, le basiliche, le vie principali, i termopolii, le popine (taverne) e le più infime bettole, in preda alla più sfrenata allegria.
E questa bella allegria, che doveva durare per tre giorni, era fatta in onore del dio Saturno. La particolarità che distingueva questa festa dalle altre, quanto al rito, consisteva in questo: che i sacerdoti sacrificavano le vittime a capo scoperto, mentre per le altre divinità sacrificavano con la testa coperta.
Le feste di Saturno, o Saturnalia, erano aspettate con impazienza da tutti, ma specialmente dagli schiavi, che per tre giorni erano liberi dalle loro penose fatiche, e potevano fare quello che volevano…

Nasce la maschera
Il comico dell’arte (salvo rarissime eccezioni), per raggiungere l’eccellenza, rinunzia all’illusione di potersi rinnovare sera per sera; e decide una volta per sempre di limitarsi, in perpetuo, a una sola parte. Per tutta la vita e in tutte le commedie che reciterà, il comico dell’arte sarà un solo personaggio: sarà unicamente o Pantalone, o Arlecchino, Rosaura o Colombina. Persino il suo nome si confonderà con quello della sua maschera, sicchè a un certo punto non si saprà più quale sia il vero e quale il fittizio. Alle volte come nel caso della Andreini, il personaggio che ella incarna, la maschera che ella crea, prende il nome di battesimo dell’attrice, della donna, Isabella. Molto più spesso sarà il nome della maschera che farà sparire quella dell’attore: sicchè, all’arrivo di Francesco Andreini a Parigi si dirà: “E’ arrivato Capitan Spaventa!”; alla morte di Domenico Biancolelli, correrà la notizia: “E’ morto Arlecchino.”.
Carnevale qui e lì per il mondo

Maschere per i vivi e per i morti (Messico)
La fabbricazione delle maschere rappresenta per i Messicani uno dei più curiosi aspetti del loro artigianato. Le maschere vengono fabbricate con vari materiali: legno, stoffa, carta, cuoio, stagno e vengono dipinte o laccate nelle maniere più strane e divertenti che denotano una grande originalità di gusto e di talento. Le maschere, oltre che per i giorni di carnevale, servono anche per il giorno dei morti. In questo caso, sono di carattere macabro e, per mezzo di esse, gli abitanti sono convinti di poter comunicare con le anime dei defunti.

Si balla dappertutto (Guadalupa)
In occasione del carnevale, si balla ovunque: nelle campagne, si balla al suono di strumenti primitivi come scatole o bidoni pieni di sassi che vengono freneticamente agitati dai suonatori, mentre nelle città si balla il doudou al quale gli invitati intervengono mascherati o vestiti con le acconciature più strane. Un’altra danza caratteristica delle città e anche delle campagne, è quella dei tagliatori della canna da zucchero, durante la quale uomini e donne si muovono agli ordini di un comandante: gli uomini devono presentarsi armati di coltelli, mentre le donne tengono in mano una canna da zucchero verde.

Costenos, tigri, coccodrilli (Colombia)
Per i Colombiani, il carnevale è la più importante delle feste. Per tre giorni nessuno lavora, ma i preparativi hanno inizio già tre settimane prima. Tali preparativi occupano migliaia di persone addette alla fabbricazione delle maschere più curiose. La maschera è quasi d’obbligo durante i tre giorni che precedono la quaresima. Oltre alle maschere, molte sono le usanze del carnevale colombiano. Una è quella dei costenos, che sono giovani mascherati i quali girano facendo la questua e lanciando frizzi, insulti, o cospargendo di nerofumo coloro che osano negare un’offerta. C’è poi l’uso di molti carri allegorici, come quello di Barranquilla che è superato in splendore solo da quello del gran carnevale di Rio de Janeiro. Altre manifestazioni sono la caccia alla tigre. C’è poi il ballo del caimano che si svolge il 20 gennaio con la fabbricazione di un enorme coccodrillo nel quale si nasconde un uomo che lo fa muovere in una frenetica danza avanti e indietro, davanti ad ogni negozio o bar: per liberarsi dal mostro i proprietari devono offrire al grosso animale un dono in liquore o in altri generi.

La festa delle lanterne (Cina)
Dopo la grande festa del primo dell’anno, la vita in Cina si fa più vivace e festosa per un periodo che corrisponde su per giù al nostro carnevale. Molte sono le feste, ma la più caratteristica è senza dubbio quella delle lanterne. Essa ha inizio al rombo del cannone, delle campane e di tutti gli strumenti musicali disponibili. Per tre giorni consecutivi milioni di fuochi brillano sui fiumi, sul mare, sui monti, nelle strade, nelle campagne, nelle città, alle finestre dei poveri e a quelle dei ricchi. I più ricchi, sfoggiano naturalmente lanterne magnificamente decorate, mentre i meno ricchi si accontentano di lanterne più modeste. Nessuno comunque vuole esserne privo. Sono lanterne quadrate, triangolari, cilindriche, a globo, a piramide. Ce ne sono di carta, di seta, di corno, di vetro, di madreperla. Per tutta la durata della festa i negozi restano chiusi e la gente circola per le vie vestita con fogge strane e insolite. Anche per i Cinesi, come per qualsiasi altro popolo del mondo, questa specie di carnevale rappresenta uno sfogo alla vita di tutti i giorni con i suoi pesi, le sue fatiche, le sue quotidiane preoccupazioni.

Halloween
Halloween è il carnevale dei ragazzi che si travestono nelle fogge più spaventose raffiguranti scheletri, streghe, diavoli, spettri. Così camuffati, essi, di notte, girano di casa in casa e chiedono ragalucci o dolci pronunciando la formula: “Treat or trick” che significa “o mi regali qualcosa oppure la vedrai brutta”. Se qualcuno infatti osa negare il dono, la vendetta non si fa attendere: i colpevoli si vedranno in un batter d’occhio imbrattati i vetri delle finestre, delle vetrine, delle macchine.

La festa degli insulti (Ghana)
Ogni tanto gli uomini sentono la necessità di rompere la monotonia della vita quotidiana facendo qualche cosa di strano e di diverso. Così nel Ghana, in Africa, nacque la festa degli insulti. Per qualche giorno, tutte le abitudini vengono sconvolte. Gli Akan, abitanti del Ghana, affermano chelo spirito Sunsum, legato ad ogni singola persona, in quei giorni si ribella e vuol sfogarsi fadendo fare a tutti una specie di grande vacanza. Si mangia, si beve, si danza, e soprattutto si dicono tutti gli insulti che vengono in mente. Gli Akan, nascosti sotto maschere, ombrelli, baldacchini, si lanciano a vicenda ogni sorta di parolacce, scherzi, insulti. E questo dura per ben otto giorni. Passato questo periodo, i sacerdoti, sotto la maschera di leopardi, leoni, iene o sciacalli, sacrificano una capra con il sangue della quale purificano i loro vasi sacri. Fatto questo, gli spiriti Sunsum tornano nell’ordine abituale e ognuno riprende la vita di ogni giorno

Il Coon Carnival (Città del Capo)
Durante gli ultimi tre giorni dell’anno, a Città del Capo, in Africa, succede un fatto straordinario: ogni sera un gran numero di persone scompare dalla città. Dove vanno? Nessuno lo sa. Tutti però conoscono il motivo della loro scomparsa. Si sa, cioè, che sono scomparsi per andarsi a nascondere nella foresta, dove preparano, sotto la guida di un capo, costumi, maschere, carri carnevaleschi, danze e canti che dovranno essere una grande sorpresa per la città. Guai se qualcuno osasse tradire il segreto del Coon Carnival, cioè prima di capodanno qualdo il carnevale avrà inizio nella città che in un batter d’occhio si trasformerà in un fantastico carosello di musiche, di costumi, di carri meravigliosamente addobbati e carichi delle maschere più strane e varie.

Il carnevale brasiliano
Il carnevale brasiliano non è solo quello famoso che si celebra a Rio de Janeiro, ma è il carnevale di tutto il Brasile. Fu introdotto dall’Europa e, se in parte conserva ancora le caratteristiche del continente d’origine, esso ha d’altra parte assimilato molti elementi pagani del popolo brasiliano. I preparativi del carnevale brasiliano richiedono mesi di lavoro; si può affermare che, appena terminato il carnevale di un anno, già si comincia a pensare a come preparare quello successivo. Costumi europei, fogge russe e tirolesi, si mescolano a quelli hawaiani in una splendida fantasiosa fantasmagoria di colori. I festeggiamenti durano quattro giorni: cominciano il sabato a mezzogiorno quando, ad un dato segnale, si chiude ogni negozio, laboratorio, fabbrica; per terminare a mezzogiorno del mercoledì delle Ceneri. Per quattro giorni, su Rio e su ogni centro piccolo e grande, sembra passare un vero ciclone: maschere, danze, carri, musica, frastuono, sfilate. Ogni sfilata è un fantastico carosello di maschere svariate che passano tra la folla a ritmo di samba e di marcia, invitando la folla stessa ad entrare nel corteo.

Carnevale qui e lì per l’Italia

Il carnevale di Viareggio
Il carnevale di Viareggio è vecchio. Ma il carnevale è un mattacchione che più invecchia e più diventa allegro. Figurarsi che gli storici gli attribuiscono cinquemila anni di vita. Invecchiare per lui è niente, morire ancor meno di niente. Ringiovanisce e resuscita sempre più ingegnoso di trovate, sempre più colorato e sempre più vivace.
In Toscana il carnevale sembra sia nato per opera di Lorenzo il Magnifico.
A Viareggio poi, il carnevale sembra una festa di uomini e di cose, una fantasia bellissima dove collaborano il cielo, il mare, le pinete incantevoli, la parlata sonora e abbondante, e gli uomini con colori, canti, scenari. Il carnevale a Viareggio è uno spettacolo di cui cercheresti invano lo scenografo, il macchinista, il pittore, il cantore, l’inventore, perchè non sapresti se andarlo a trovare fra gli uomini o fra la natura.
Per preparare il carnevale ogni anno, centinaia e centinaia di operai per parecchie settimane non conoscono riposo, nè di notte nè di giorno. Dormono qualche ora e sognano il carro mascherato con cui hanno deciso di partecipare alla gara.
Questo corteo fantasioso di carri oscillanti sotto le manovre delle maschere che cantano nel sole, questi giganti che sembrano usciti dalla fantasia di poeti, questi mostri dalla corteccia di carta, che, tagliando la folla, passano suscitando risa fragorose, non solo costano fior di soldi, ma costano fatiche e sacrifici.
Ogni anno ognuno dei più famosi costruttori di carri ha un’idea, cerca degli aiutanti, si chiude nel proprio laboratorio e fabbrica. Cosa fabbrica? Quello che l’estro gli ha suggerito. Un carro.
Cosa metterà su questo carro? Chi lo può sapere, prima del giorno fissato?
I fabbricanti di carri sono gelosissimi l’uno dell’altro. Inventano tutti i sotterfugi per sapere cosa fanno gli altri, e per mascherare ciò che faranno loro.
Talvolta assoldano i ragazzetti per far loro da spie, per introdursi nel laboratorio di un concorrente temuto. Il ragazzetto, quando non è scoperto (e allora sono guai!) riferisce quel che ha visto, facendo nascere preoccupazioni e timori.
(G. Cenzato)

Il carnevale torinese
Il carnevale torinese, negli anni passati, ormai lontani, era ritenuto uno dei più fastosi che si celebrassero in Italia.
Anche la corte interveniva in equipaggi alla postigiona, con cocchieri, staffieri, valletti in parrucca bianca, incipriati, in costume scarlatto argento; e la Regina Maria Teresa, consorte di Carlo Alberto, vi compariva festosa, sopra un cocchio tirato da otto cavalli bianchi.
Le vie erano adorne di festoni, i balconi gremiti di gente, e sotto i portici giravano le maschere a piedi: Gianduia, Giacometta, Gipin, mentre nella strada circolavano le cavalcate e i carri allegorici.
I torototela, poeti da strapazzo, cantastorie, rimavano la canzoncina:
“Cerea bela fia
cerea bel gasson
ch’a stago an alegria
ch’a beivo del vin bon”
mentre ferveva, tra i balconi, la vivace battaglia delle caramelle e dei mazzolini di fiori.
L’ultima notte di carnevale, il martedì grasso, si bruciava in piazza Castello il bogo, un enorme fantoccio pieno di fuochi d’artificio.
A mezzanotte in punto la fiamma provocava lo scoppio, salivano fischiando numerosi razzi al cielo; e così fra lingue di fuoco rossiccio, grida, urla, canti, moriva il carnevale.

Carte delle nomenclature Montessori per parole di tre lettere

Carte delle nomenclature Montessori per parole di tre lettere  – una volta che il bambino ha fatto molti esercizi di composizione di parole per dettatura con l’alfabeto mobile, è pronto per gli esercizi di  autodettatura, cioè per comporre autonomamente parole che egli stesso ha pensato, senza averle sentite dalla voce di altri. 

Esistono molte possibilità per favorire questo genere di esercizio, una può essere quella di preparare delle schede illustrate, che possono anche fornire un aiuto all’arricchimento del lessico. Classicamente le schede delle nomenclature, a questo secondo scopo, sono organizzate per aree tematiche (animali domestici, casa, abbigliamento, mezzi di trasporto, ecc…). Qui propongo una classificazione diversa, per lunghezza della parola, cominciando dalle parole di tre lettere.

Questo è una selezione di parole italiane di tre lettere di senso compiuto, ma non tutte si prestano ad essere illustrate:

afa, ago, aia, ala, amo, ape,

bar, bue, bus, blu, boa,

dio, due,

eco, est, Eva,

gel, gol, gru, gnu,

ira

Lea, lei, lui,

mia, mio, mie,

nel, neo, non, Noè,

oca, ode, ora, oro,

per, più, pio, poi, può,

qua, que, qui,

sai, sei, sax, sia, sua, sub, sud, sue, sul, suo,

tra, tre, tua, tuo,

ufo, uno, uva,

vai, via

yak

zar, zia, zio, zii, zoo.

E queste sono le schede a colori, pronte per il download e la stampa:

Come possiamo utilizzare le carte delle nomenclature Montessori (a casa ho solo una stampante in bianco e nero, ma le schede sono a colori):

1. per i soli esercizi di autodettatura, possiamo stampare una copia delle schede, nel carattere scelto per l’alfabeto mobile (corsivo o stampato minuscolo), ritagliare e ripiegare la parte che contiene la parola scritta. In questo modo il bambino può comporre la parola guardando l’immagine, e in seguito controllare il suo lavoro girando la carta:

2. per i classici esercizi di nomenclatura, stampare due copie del carattere scelto, ritagliare e se volete plastificare. Lasciare per ogni coppia di schede uguali una copia intera (immagine e parola, “scheda parlata”) e una separata (ritagliare l’immagine e la parola a parte, “scheda muta”).

Sarebbe meglio incollare le schede su due cartoncini di uguale dimensione, soprattutto per i bambini più piccoli. Sono in fase di preparazione varie schede delle nomenclature appositamente fatte in tre parti, se volete aspettare…

Mettere tutto in una cartellina o una busta, a disposizione del bambino. Il bambino porterà la cartellina su un tappeto abbastanza grande, e comincerà disponendo in basso a destra la pila di schede mute, la pila di schede parlate, e i cartellini.

Quindi, partendo dalla parte del tappeto in alto a sinistra, dispone una sotto l’altra tutte le schede mute, formando una fila verticale.

Quindi prende una ad una le schede parlate, e una ad una le dispone a destra delle schede mute corrispondenti. In ultimo posiziona i cartellini.

3. L’esercizio di nomenclatura può essere variato preparando schede parlate in stampato minuscolo, e schede mute coi cartellini in corsivo (o viceversa), per l’appaiamento carattere stampato – corsivo.

Come si costruiscono gli alfabeti mobili Montessori – free download

Come si costruiscono gli alfabeti mobili Montessori – free download – di seguito trovi gli alfabeti mobili montessoriani, pronti per la stampa, in corsivo minuscolo e maiuscolo, e stampato minuscolo e maiuscolo, da ritagliare e plastificare. Aggiungo anche un’idea semplice per realizzare la scatola a scomparti.

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Montessori movable alphabet – free download. Here you can find Montessori movable alphabets, ready for free printing and downloading, cursive (uppercase and lowercase), and block letters (lowercase and uppercase). The alphabets are to be cut and laminated. I would also add a simple idea to make the box with compartments.

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Giochi di parole: Le frasi matte

Giochi di parole: Le frasi matte. Di seguito trovate il gioco; se vi piace potete scaricarlo e stamparlo cliccando sul link in fondo alla pagina.

Provate a leggere le seguenti frasi, direte: “Ma non hanno senso, sono matte!”. Invece no. Leggetele e rileggetele attentamente: in ognuna troverete un proverbio più o meno famoso.

1. Non basta tirare le ruote se si vuole arrivare al carretto bisogna ungere anche il mercato.

………………………………………………………………………………………………

2. Quando tutti sono capaci il ciliegio è carico di lodare di fiori.

………………………………………………………………………………………………

3. Il ragazzo mangia lavora quando di quindici anni è un bambino e quando un uomo.

………………………………………………………………………………………………

4. Chi non va prende contro selvaggina a caccia voglia.

………………………………………………………………………………………………

5. Non viaggiare con un asino sciocco. Se il bambino cade il suo asino piange. Se cade il bambino il tuo bambino ride.

………………………………………………………………………………………………

6. Nel termine prudente e tenace sii nel cominciare a portare.

………………………………………………………………………………………………

7. E’ meglio mangiare un nemico arrosto con un amico che con pane secco.

………………………………………………………………………………………………

8. Il buon giudice giudica ma capisce in fretta adagio.

………………………………………………………………………………………………

9. A comprare il cane mandare non salsicce.

………………………………………………………………………………………………

10. Il cammello sciacallo aggredisce lo quando lo è morto.

………………………………………………………………………………………………

11. Difettosa nave tutti alla sono i venti contrari.

………………………………………………………………………………………………

12. Molto poso, chi mantiene promette.

………………………………………………………………………………………………

13. Tutti ma pochi pensano parlano.

………………………………………………………………………………………………

14. Lascian cani l’uscio e sempre aperto villani.

………………………………………………………………………………………………

15. Invano vecchio non abbaia cane.

………………………………………………………………………………………………

16. Un cesto ne guasta marcia una mela.

………………………………………………………………………………………………

17. Chi non vorrebbe quando fa, non quando può fare può.

………………………………………………………………………………………………

18. Il fuoco non acqua spegne lontana.

………………………………………………………………………………………………

19. Dice “non so” colui che è ignorante non mai il peggiore.

………………………………………………………………………………………………

20. Lo secco abbandonano quando il fiore è gli insetti.

………………………………………………………………………………………………

21. Parlare la migliore maniera di a uno sciocco è di lasciarlo rispondere.

………………………………………………………………………………………………

22. Tre giorni una settimana pane fame a di dì.

………………………………………………………………………………………………

23. Verità e bugia, la la punge unge.

………………………………………………………………………………………………

24. Gli occhi, la bocca il ragazzo apre goloso prima, poi.

………………………………………………………………………………………………

25. Non invidioso mangia cane mangiare lascia e non.

………………………………………………………………………………………………

26. Sincero falso nemico amico un meglio che un.

………………………………………………………………………………………………

27. Manca manca molto tutto, all’avaro al povero.

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28. Sono in padella i pesci quelli che finiscono più ingordi.

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29. E nessuno nessuno niente tutto sa fare sa fare.

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30. Un vicino del fagiano pare la gallina.

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Soluzioni
1. Non basta ungere le ruote, bisogna anche tirare il carretto se si vuole arrivare al mercato.
2. Tutti sono capaci di lodare il ciliegio quando è carico di fiori.
3. Il ragazzo di quindici anni è un uomo quando mangia e un bambino quando lavora.
4. Chi va a caccia contro voglia non prende selvaggina.
5. Non viaggiare con un bambino sciocco. Se il suo asino cade il bambino piange. Se cade il tuo asino il bambino ride.
6. Sii prudente nel cominciare e tenace nel portare a termine.
7. E’ meglio mangiare pane secco con un amico che arrosto con un nemico.
8. Il buon giudice capisce in fretta ma giudica adagio.
9. Non mandare il cane a comperare le salsicce.
10. Quando il cammello è morto, lo sciacallo lo aggredisce.
11. Alla nave difettosa tutti i venti sono contrari.
12. Chi molto promette, poco mantiene.
13. Tutti parlano, ma pochi pensano.
14. Cani e villani lascian sempre l’uscio aperto.
15. Cane vecchio non abbaia invano.
16. Una mela marcia ne guasta un cesto.
17. Chi non fa quando può, non può fare quando vorrebbe.
18. Acqua lontana non spegne il fuoco.
19. Il peggiore ignorante è colui che non dice mai “non so”.
20. Quando il fiore è secco gli insetti lo abbandonano.
21. La migliore maniera di rispondere a uno sciocco è di lasciarlo parlare.
22. A pane di tre giorni, fame di una settimana.
23. La verità punge e la bugia unge.
24. Il ragazzo goloso prima apre la bocca e poi gli occhi.
25. Cane invidioso non mangia e non lascia mangiare.
26. Meglio un nemico sincero che un falso amico.
27. Al povero manca molto, all’avaro manca tutto.
28. I pesci più ingordi sono quelli che finiscono in padella.
29. Nessuno sa fare niente e nessuno sa fare tutto.
30. La gallina del vicino pare un fagiano.

(adattamento da “Piccolo quiz”, Ermanno Libenzi, Mursia 1962)

Puoi scaricare l’esercizio qui:

Giochi di parole: Le frasi matte

Giochi di parole: dov’è l’errore?

Giochi di parole: dov’è l’errore? Ti piace giocare a fare il maestro? Leggi le frasi qui di seguito: ognuna contiene, in qualsiasi forma, un errore. Trovalo, sottolinealo e scrivi di che errore si tratta, poi controlla le risposte in fondo alla pagina.

1. Da un racconto di caccia: “Era l’epoca delle migrazioni degli uccelli: nei cieli dell’Africa passavano, volando alti, stormi di cicogne e di passeri”.
Dov’è l’errore?
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2. Da un giornale sportivo: “La partita di pallacanestro era cominciata appena da dieci minuti, quando il portiere Zambelli fu ferito in uno scontro e portato fuori dal campo”.
Dov’è l’errore?
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3. Da una storia di viaggi: “Sorvegliato dalla madre, il piccolo canguro saltellava allegramente sulle sabbie del Sahara.
Dov’è l’errore?
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4. Da un compito in classe: “L’estate mi piace molto, però, quando il calore non è molto forte. Se non avrebbe fatto così caldo, mi sarei divertito di più”.
Dov’è l’errore?
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5. “Papà” domanda Giovanni, “Come si chiamava quel tale che combatteva contro i mulini a vento?” “Tarantino di Tarascona” risponde il babbo, distratto. “Ma no,” dice Pierino “si chiamava Sancio Pancia”.
Dov’è l’errore?
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6. “Dimmi i monumenti più caratteristici di alcune città” dice il maestro a Francesco. E Francesco risponde: “Il Duomo di Milano, il Vesuvio di Napoli, la torre pendente di Pisa, San Marco a Venezia”
Dov’è l’errore?
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7. Fra bambini. “Domenica scorsa sono andato a fare una gita in campagna. Avessi visto che bello! In un laghetto c’erano le rane che pigolavano, sugli alberi gli uccellini saltellavano. Mi sarebbe piaciuto restare ancora una settimana”.
Dov’è l’errore?
………………………………………………………………………………

8. Fra bambini: “Se tu avresti venti euro tutti tuoi” domanda Carlo a Giorgio “che cosa ne faresti?”. “Ne metterei un quarto nel salvadanaio” risponde Giorgio, “comprerei cinque euro di caramelle e con i rimanenti dieci me ne andrei al cinema”.
Dov’è l’errore?
………………………………………………………………………………

9. Da un racconto di viaggi: “Dopo due giorni di vagabondaggio nel Sahara, l’esploratore raggiunse finalmente un’oasi. Si dissetò al laghetto e subito si stese a riposare all’ombra di un platano”.
Dov’è l’errore?
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10. Dialogo tra bambini. Luca dice: “Io ho uno zio che è più giovane di me”. “Questo è niente” dice Giovanni, “io ho un fratello che è più vecchio dei miei genitori.”
Dov’è l’errore?
………………………………………………………………………………

11. Da un racconto storico: “L’imperatore Carlo Magno accolse freddamente l’inviato dei Sassoni. Quando lo vide, alzò appena gli occhi dal giornale che stava leggendo”.
Dov’è l’errore?
………………………………………………………………………………

12. Dialogo tra bambini. “Non vado mai al circo perchè non mi piace”, dice Lisa. “Non ci credo”, risponde Carlo, “non ci vai perchè la tua mamma non vuole”. “E invece no.” ribatte Lisa, “Se mi piacerebbe ci andrei. Anzi, la mamma voleva portarmici, ma ho rifiutato”.
Dov’è l’errore?
………………………………………………………………………………

13. Fra bambini. “Io leggo volentieri le poesie di Gianni Rodari”, dice Giovanni. “Io invece preferisco quelle di Alessandro Volta”, ribatte Michele.
Dov’è l’errore?
………………………………………………………………………………

14. Da un racconto di avventura. “Era una notte buia e senza luna. Il cacciatore strisciava sull’erba della prateria. Ad un tratto gli parve che qualcuno lo seguisse. Si voltò: era soltanto la sua ombra”.
Dov’è l’errore?
………………………………………………………………………………

15. Da un compito in classe. “Fra l’Italia e la Francia il confine è segnato dalle Alpi. Anche tra l’Italia e la Germania il confine è segnato dalle Alpi.”
Dov’è l’errore?
………………………………………………………………………………

16. Piero racconta: “Al giardino zoologico ho visto una pantera nera, un orso bruno, un giaguaro grigio e un cigno bianco.
Dov’è l’errore?
………………………………………………………………………………

17. Da un compito di storia. “La nave ammiraglia della flotta cartaginese ad un certo punto non potè più manovrare perchè l’elica si era spezzata.
Dov’è l’errore?
………………………………………………………………………………

Soluzioni:
1. I passeri non sono uccelli migratori.
2. Nel gioco della pallacanestro non c’è il portiere.
3. Nel Sahara non ci sono canguri; sono in Australia.
4. Non si dice “se non avrebbe”, ma “se non avesse”.
5. L’uomo che lottava contro i mulini a vento si chiamava Don Chisciotte.
6. Il Vesuvio non è un monumento.
7. Le rane non pigolano, gracidano.
8. Non si dice “se tu avresti”, ma “se tu avessi”.
9. Nelle oasi del deserto non crescono platani.
10. Luca può avere uno zio più giovane di lui, ma è impossibile che il fratello di Giovanni sia più vecchio dei suoi genitori.
11. All’epoca di Carlo Magno non c’erano i giornali.
12. Non si dice “se mi piacerebbe”, ma “se mi piacesse”.
13. Alessandro Volta non è un poeta, ma uno scienziato.
14. In una notte buia senza luna, i corpi non fanno ombra.
15. L’Italia e la Germania non confinano tra loro.
16. Non esistono i giaguari grigi.
17. Le navi cartaginesi non avevano eliche.

(adattamento da “Piccolo quiz”, Ermanno Libenzi, Mursia 1962)

Giochi di parole: Sulla punta della lingua

Giochi di parole: Sulla punta della lingua. Di seguito trovate il gioco; se vi piace potete scaricarlo e stamparlo cliccando sul link in fondo alla pagina.

Quando non ci ricordiamo una parola diciamo: “Ce l’ho sulla punta della lingua!” Qui trovate una serie di definizioni, per ognuna provate a trovare la parola adatta. Per aiutare un po’, diamo l’iniziale della parola da trovare.

1. Come si chiama la chioma del leone? C…………………

2. Come si chiama l’involucro della noce? G…………………

3. Come si chiamano i chicchi dell’uva? A………………..

4. Come si chiama l’oggetto che serve a disegnare i cerchi? C………………………

5. Il materiale più usato dai calzolai si chiama C……………………

6. Come si chiamano quegli oggetti sui quali girano porte e finestre? C………………

7. Il piccolo congegno per spegnere e accendere la luce elettrica si chiama I…………………..

8. Come si chiama il buchino che c’è all’estremità dell’ago? C………………..

9. Come si chiama quella specie di porta di lamiera ondulata che chiude i negozi? S…………………

10. Come si chiama un insieme di musicisti? O………………….

11. Come si chiamano le famose barche di Venezia? G……………..

12. Come si chiama la bicicletta a due posti? T…………………….

13. Come si chiamano i lacci delle scarpe? S……………….

14. Come si chiama il luogo dove si possono vedere le corse di cavalli? I………………………

15. L’uomo che cammina sul filo si chiama E………………….

1. criniera, 2. guscio, 3. acini, 4.compasso, 5. cuoio, 6. cardini, 7. interruttore, 8. cruna, 9. saracinesca, 10.orchestra, 11. gondole, 12. tandem, 13. stringhe, 14. ippodromo, 15. equilibrista

(adattamento da “Piccolo quiz”, Ermanno Libenzi, Mursia 1962)

Puoi scaricare l’esercizio qui:

Giochi con le parole: E’ arrivato un bastimento carico carico di…

Giochi con le parole: E’ arrivato un bastimento carico carico di… Per giocare bisogna leggere attentamente ogni frase: in ognuna viene descritta una certa cosa, una cosa qualsiasi che può essere la luna, o un fiammifero, o una bambola… e può essere anche una cosa viva. Però questa cosa non viene mai nominata. Dovrete indovinare voi di cosa si tratta.

1. Ha un bel nome. E’ alto e robusto. Si trova in campagna e raramente in qualche giardino di città. Non si mangiano nè le radici nè le foglie, nè i frutti, ma soltanto i semi. I suoi petali sono simili a quelli di un’enorme margherita. Il fusto sta fermo, piantato in terra, le foglie stanno ferme, ma la sua testa si muove e il suo nome deriva appunto da questo movimento.
Che cos’è?

2. Può essere grossa come la tua testa e anche di più. A molti animali non piace. In primavera non c’è. D’inverno nemmmeno. Non si cuoce. La buccia si getta via. E’ prodotto da una pianta, però cresce al suolo, perchè il fusto non potrebbe reggerne il peso. E’ verde, bianco e rosso, e i suoi semi sono quasi sempre neri. Quando la mangi, si dice che “mangi, bevi e ti lavi la faccia”.
Che cos’è?

3. Ce ne sono in ogni casa, in ogni strada. Ce ne sono di forti e di deboli, di grosse e di piccole. Possono essere di ogni colore. Non si mangiano. Ce le hanno le automobili, gli autobus e le biciclette. Anche i treni. Se cadono a terra si rompono, tante volte si guastano da sole. Si usano soprattutto di sera e di notte.
Che cosa sono?

4. Vanno a due a due, ma sono una cosa sola. Non si mangiano, di solito li portano le persone anziane. Qualche volta li portano anche i bambini. D’estate ne fanno uso quasi tutti, giovani e vecchi, uomini e donne. Sono piuttosto fragili, possono essere colorati. Quando non si usano si mettono in tasca. Quando si usano non si tengono in mano.
Che cosa sono?

5. E’ molto grossa e di solito è tonda, ma può essere anche piccola oppure di forma allungata come un serpente o anche simile a un grosso uovo. Si mangia, ma cotta. Cruda mai. Anche i suoi semi bianchi si mangiano. Cresce al suolo perchè è troppo pesante. Con la sua polpa si possono fare piatti squisiti e ottime minestre. Si mangia anche cotta al forno. Talvolta, se si vuole offendere qualcuno, si dice che la sua non è una testa, ma una…
Che cos’è?

6. Ce ne sono in ogni casa. Non si mangiano. Possono essere grandi o piccoli, quadrati, rotondi, ovali o di altra forma. Sono lisci, lucidi e fragili. Alcuni tipi più piccoli si portano in tasca o nella borsetta. Il papà ne fa uso per farsi la barba, la mamma per truccarsi. Raddoppiano quello che vedono.
Che cosa sono?

7. Hanno le gambe ma non camminano. Hanno la schiena ma non hanno la testa. Qualche volta zoppican. Non si mangiano. Possono essere di legno o di metallo. Possono essere povere o di lusso. Piacciono ai gatti e ai cani, ma gli altri animali non sanno che cosa farsene. Ce ne sono in ogni casa. Quando è ora di pranzo stanno intorno alla tavola, ma non mangiano.
Che cosa sono?

8. E’ un liquido utilissimo, di cui tutti fanno uso, ma che si beve soltanto di rado. Dove tocca lascia la macchia. Si ricava dai frutti di una pianta che cresce nei climi caldi. In certe regioni d’Italia se ne produce moltissimo. In altre niente. E’ quasi sempre dello stesso colore, salvo quando fa molto freddo. Allora questo liquido gela e cambia colore. Quando fa molto caldo, invece, può diventare rancido.
Che cos’è?

9. Tutti lo usano. Serve qualche volta anche per gli animali. Ha i denti ma non morde. Può essere di diversi materiali, anche di metallo. Ve ne sono anche di legno. Non è fragile, ma spesso si rompe. Spesso i bambini non lo vogliono usare. E’ nemico dei nodi.
Che cos’è?

10. Sono grandi come biglie. Sono rosse oppure rosa. Si mangiano. I gatti non ne vogliono. I bambini ne fanno perfino indigestione. Crescono su un albero. Molti bambini per gioco se le appendono alle orecchie.
Che cosa sono?

11. Ha quattro gambe, ma non è un tavolino. Ha le orecchie lunghe, ma non è un asino. Ha paura di tutti, ma non è un coniglio. Corre veloce, ma non è un ciclista. Mangia l’erba, ma non è una mucca. Vive nelle tane, ma non è un orso. I cacciatori la cercano spesso. I cuochi la cucinano in salmì, ma lei non vorrebbe…
Che cos’è?

12. Di solito sono lunghe e strette. Qualche volta però sono anche corte corte. Hanno l’anima nera, ma possono averla anche rosso o blu o di altro colore. Le adoperano tutti, anche tu. Qualcuno, quando è distratto, le mette in bocca, ma non dovrebbe farlo perchè non sono cose che si mangiano. Gli animali non sanno che farsene. Si usano dappertutto, anche a scuola. Le vende il cartolaio.
Che cosa sono?

13. Possono essere grandi o piccole, belle o brutte. Hanno gambe, ma non camminano. Hanno mani, ma non afferrano. Hanno occhi, ma non vedono. Hanno capelli, ma non sanno pettinarsi.
Che cosa sono?

14. Ce ne sono di tutte le misure, e un po’ di tutti i colori. Ognuno ne possiede. Non si mangiano. Agli animali non servono. Camminano a due a due, ma soltanto se qualcuno le accompagna. Si trovano sempre in basso. Non devono essere nè larghe nè strette, nè lunghe nè corte.
Che cosa sono?

15. Volano, ma non sono aeroplani. Hanno le ali, ma non sono uccelli. Pungono, ma non sono spilli. Hanno la regina, ma non il re. Fanno colazione in un fiore. Sono molto utili, ma non conviene stuzzicarle.
Che cosa sono?

16. Sono tanti fratelli che hanno la testa, ma non sanno pensare. Stanno tutti insieme in una scatolina ed escono ad uno ad uno. Non si mangiano. I bambini non dovebbero toccarli. La mamma li usa in cucina, però si possono usare anche fuori, anche per la via; a scuola di solito no. Sono piuttosto piccoli, possono esser di legno o di altra sostanza. Si irritano facilmente, e allora guai.
Che cosa sono?

17. Sono rotonde e paffute. Sono rosse oppure verdi, o anche gialle. I gatti non le vogliono, i bambini sì. Si mangiano crude o cotte. Si conservano a lungo e si mettono anche in scatola. In Italia ce ne sono molte e diverse qualità. Una cadde in testa a Newton.
Che cosa sono?

18. Ha una grande bocca, ma non ha occhi. Divora pane, torte, dolci e altri cibi, ma poi li restituisce e in buono stato. Quando è freddo non serve a niente.
Che cos’è?

19. Possono essere gialli, rossi, turchini, bianchi o di un altro colore. Possono essere profumati, o anche no. Qualcuno si può addirittura mangiare. Si possono mettere dappertutto. Bevono, ma non mangiano. Piacciono a tutti.
Che cosa sono?

20. Sono due, ma sono una cosa sola. Non sono mai di legno. Non di mangiano. Tutti le usano. Hanno due anelli, ma non hanno le dita. Ce ne sono di dritte e di curve, di grandi e di piccole.
Che cosa sono?

21. Di solito sono bianche, ma possono essere anche di altro colore. Ce ne sono di vere e di finte. Uno solo è maschile, due o più sono femminili. Si mangiano e si bevono. Si rompono sempre, ma qualche volte rompendole sono guai. Se non sono fresche non sono buone.
Che cosa sono?

22. Ce n’è di tutti i colori. E’ infiammabile. E’ utilissima. Si usa in mille modi. Non si mangia. Si mette in tasca, sui muri, nella cartella, sul banco. Ce n’è di robusta e di sottile. Non è fragile, ma si rompe facilmente. Ce l’hai sotto gli occhi.
Che cos’è?

Giochi con le parole: E’ arrivato un bastimento carico carico di…
Soluzioni

1.  girasole
2.  anguria
3.  lampadine
4.  occhiali
5.  zucca
6.  specchio
7.  sedie
8.  olio
9.  pettine
10.ciliegia
11. lepre
12. penna biro
13. bambola
14. scarpe
15. api
16. fiammiferi
17. mele
18. forno
19. fiori
20. forbici
21. uova
22. carta

(adattamento da “Piccolo quiz”, Ermanno Libenzi, Mursia 1962)

Giochi con le parole: Il pescatore di perle

Giochi con le parole: Il pescatore di perle. Tu sei il pescatore, e le perle sono parole che, per un errore di stampa, acquistano un significato tutto diverso da quello che si intendeva esprimere, ad esempio “tonto” invece di “tondo”. Leggi attentamente, e in ogni frase sottilinea la perla, e scrivi la parola giusta sulla riga di puntini.

 1. Pierino ha un brutto vizio: scrivendo si balocca, guarda volar le mosche, mette la panna in bocca.

…………………………………………

 2. Diede un pugno a Carletto il barbaro Gasone, Carletto glielo rese: la legge del maglione.

…………………………………………

 3. E’ entusiasta di Verdi, il giovane Luigini, da quando ha visto un’opera: La forza del cestino.

…………………………………………

 4. “Un quattro in aritmetica!”, grida lo zio Tommaso. “Francesco, questa goccia fa traboccare il naso!”

…………………………………………

 5. Il discolo Carletto con un martello in mano, batteva a più non posso tutti i basti del piano.

…………………………………………

 6. Il capitan Burrasca esclama: “Qui fra breve bisogna gettar l’ancora e fermare la neve!”

…………………………………………

 7. “A me piace il formaggio”, dice la zia Carlotta, “Ma più di tutto adoro mangiare la ridotta.”

…………………………………………

 8. “Non voglio andare a scuola!” piagnucola Graziella. “Ho paura dei voti che avrò sulla padella”.

…………………………………………

 9. Il cacciatore Massimo dice: “Che cosa strana! Ho visto sette volpi uscire da una rana”

…………………………………………

10. Per non studiare musica, il discolo Pierino, tagliava con le forbici sorde del violino.

…………………………………………

11. Il giovane Albertino è buono ma distratto; ieri, nel camminare, pestò la coda a un matto.

…………………………………………

12. L’esploratore Ignazio esclama: “E’ molto bello attraversare l’Africa a dorso di carrello!”

…………………………………………

13. Nella burrasca grida il capitan Simone: “Presto, mollate l’ancora! S’è spezzato il limone!”

…………………………………………

14. “Oggi è assai bello il mare!”, dice la zia Carmela. “Vorrei fare una gita sopra una barba a vela”.

…………………………………………

15. Ha vinto in bicicletta il corridor Siviero. E della sua vittoria si sente tutto Piero.

…………………………………………

16. Il prode Sigisberto dice: “Non c’è rimedio, a quel vecchio mastello bisogna dar l’assedio!”

…………………………………………

17. Ha fatto indigestione, mangiando troppo lesso, l’ingordo Giovannino…Salterà i tasti adesso.

…………………………………………

18. “Ho caldo, sudo, scoppio”, dice Gigi al compagno, “Se vuoi venir con me, andiamo a farci un ragno”

…………………………………………

19. A letto senza cena va il povero Leone, che ha rotto la vetrata giocando col tallone.

…………………………………………

20. Il cacciatore Asdrubale esclama: “Che balordo! Ho tirato ad un merlo, e invece ho preso un sordo!”

…………………………………………

21. “Ho trovato due perle, vieni a vedere” dice Gigi alla mamma, “Guarda, saranno pere?”

…………………………………………

22. Per tutta la lezione, il professor Micragna, con un pezzo di lesso scrive sulla lavagna.

…………………………………………

23. L’ortolano Archimede strilla: “Per tutti i diavoli! Ho seminato rape, e invece spuntan tavoli!”

…………………………………………

24. Tutta contenta Gaia, poichè è giorno di festa, mette il vestito nuovo ed il carrello in testa.

…………………………………………

25. “Per il mio compleanno”, dice Giulietta a Piera, “Ho fatto una scorpacciata. Pensa: una porta intera!”

…………………………………………

26. Nei lavori di casa Margherita e Carletto aiutano la mamma: le fanno sempre il tetto.

…………………………………………

27. Per poco con un calcio, non vola in aria Arturo. “E’ imprudente, ragazzo, tirar la corda al muro!”

…………………………………………

28. Seduto su un muretto Camillo, bimbo saggio, faceva la merenda con rane e con formaggio.

…………………………………………

29. “Durante le vacanze” dice Carlo al professore, “Ho letto un grosso libro di un fumoso scrittore”.

…………………………………………

30. Correndo come un matto , giunse in casa Isidoro, e grida: “Guarda mamma, il gatto ha preso un toro!”

…………………………………………

31. Dice il babbo a Giorgetto: “Oggi non sono in vena. Non mangi la finestra? A letto senza cena!”

…………………………………………

32. Diceva al giornalaio, Pippo ragazzo lesto: “Le ho dato quattro euro, e adesso voglio il pesto!”

…………………………………………

33. Un otto in aritmetica s’è meritato Ernesto. Mormora ancora incredulo: “Ma sogno oppur son pesto?”

…………………………………………

34. Col suo vestito nuovo, allegro, anzi raggiante, affermava Cirillo: “Sono proprio elefante!”

…………………………………………

Giochi con le parole: Il pescatore di perle
Soluzioni

1. penna-panna
2. taglione-maglione
3. destino-cestino
4. vaso-naso
5. tasti-basti
6. nave-neve
7. ricotta-ridotta
8. pagella-padella
9. tana-rana
10. corde-sorde
11. gatto-matto
12. cammello-carrello
13. timone-limone
14. barca-barba
15. fiero-Piero
16. castello-mastello
17. pasti-tasti
18. bagno-ragno
19. pallone-tallone
20. tordo-sordo
21. vere-pere
22. gesso-lesso
23. cavoli-tavoli
24. cappello-carrello
25. torta-porta
26. letto-tetto
27. mulo-muro
28. pane-rane
29. famoso-fumoso
30. topo-toro
31. minestra-finestra
32. resto-pesto
33. desto-pesto
34. elegante-elefante.

(adattamento da “Piccolo quiz”, Ermanno Libenzi, Mursia 1962)

Puoi scaricare l’esercizio in formato pdf qui:

Giochi con le parole: Il pescatore di perle

Nell’ampio ciel le stelle – canto per San Martino

Nell’ampio ciel le stelle – canto per San Martino: un classico canto per accompagnare la festa delle lanterne, con spartito stampabile, testo e traccia mp3.

Fa parte di una serie di post sul tema:

Nell’ampio ciel le stelle – canto per San Martino – spartito

Nell’ampio ciel le stelle – canto per San Martino -Testo

Nell’ampio ciel le stelle,
brillan come fiammelle;
io piccolo bambin quaggiù,
rivolgo gl’occhi al ciel lassù.
Io adoro voi mie stelle,
che siete tanto belle,
mentr’io con il mio lumicin,
vo’ incerto qui nel mio cammin.
Manto del ciel, stelline,
salutano il mio cammin
e allegro allor io piccolin,
saluto lor col mio lumin.

Nell’ampio ciel le stelle – canto per San Martino
spartito e file mp3

Nell’ampio ciel le stelle

Queste canzoncine appartengono al repertorio classico tedesco di canzoncine che i bambini cantano durante i cortei di lanterne che si tengono a San Martino. Le traduzioni nella nostra lingua non sono sempre riuscitissime. I testi originali si possono trovare qui http://www.martin-von-tours.de/lieder/, dove è anche possibile ascoltarle e scaricarle in Quicktime.

Canti per san Martino – MARTIN CAVALCA NELL’OSCURITA’

Canti per san Martino – MARTIN CAVALCA NELL’OSCURITA’: un canto tradizionale da cantare durante la festa delle lanterne; qui trovi il testo, lo spartito, il file mp3.

Fa parte di una serie di articoli sul tema:

Canti per san Martino – MARTIN CAVALCA NELL’OSCURITA’

Canti per san Martino – MARTIN CAVALCA NELL’OSCURITA’ – testo

Martin cavalca nell’oscurità,
freddo il vento che paura fa;
curvo là un vecchio egli ved’arrancar,
e sulla candida neve gelar;
lucente spada nel pugno afferrò,
il cavalier in due pezzi tagliò
purpureo manto da cima ai piè,
uno al vecchietto in dono lo diè;
oh, possa anch’io percepir nel mio cuor,
di un uomo fratello il suo cupo dolor
e le mie mani solerti adoprar,
gioia e sollievo dovunque a portar.

Canti per san Martino – MARTIN CAVALCA NELL’OSCURITA’
spartito e file mp3 qui

Queste canzoncine appartengono al repertorio classico tedesco di canzoncine che i bambini cantano durante i cortei di lanterne che si tengono a San Martino.

Le traduzioni nella nostra lingua non sono sempre riuscitissime. I testi originali si possono trovare qui http://www.martin-von-tours.de/lieder/, dove è anche possibile ascoltarle e scaricarle in Quicktime.

San Martino cavaliere – canto per San Martino

San Martino cavaliere – canto per San Martino: un classico canto che accompagna la festa delle lanterne; trovi qui lo spartito, il testo, lo spartito sonoro e la traccia mp3.

Fa parte di una serie di articoli sul tema:

San Martino cavaliere – canto per San Martino – spartito

San Martino cavaliere – canto per San Martino -Testo

San Martino, cavaliere,
ti ringrazio per la luce,
che per strada mi conduce,
e mi illumina il cammin.

San Martino cavaliere – canto per San Martino – spartito e traccia mp3: 

Io vo con la mia lanterna – canti per San Martino

Io vo con la mia lanterna – canti per San Martino: un canto tradizionale che accompagna la festa delle lanterne; trovi a seguire testo, spartito, spartito sonoro e traccia mp3.

Io vo con la mia lanterna – canti per San Martino – spartito e mp3 qui:

Io vo con la mia lanterna – canti per San Martino – testo:

Io vo con la mia lanterna,
la porto sempre con me.
Nel cielo splende una stella
e qui lei arde per me.
La luce poi si spegnerà,
rabimmel rabammel rabum
la luce poi si spegnerà,
su bimbi a casa torniam.

Canti per san Martino – San Martino va

Canti per san Martino – San Martino va: un canto tradizionale per la festa di San Martino, con traccia mp3, spartito, testo e spartito sonoro.

Canti per san Martino – San Martino va- spartito

Canti per san Martino – San Martino va
spartito e file mp3 qui:

Canti per san Martino – San Martino va

Questa è la leggenda di San Martino in versione cantata (Sankt Martin ritt durch Schnee und Wind). La “traduzione” è quella che è…

prima strofa: San Martino, san Martino, san Martino va, tra la pioggia e il vento, il suo cavallo va forte e contento. Martino con coraggio va, ed il suo mantello caldo gli dà.

seconda strofa: Lì vicino, sulla neve, un vecchietto c’è, quasi nudo egli è, e dice al santo con voce di pianto. Aiutatemi, io bisogno ho, altimenti per il freddo morirò (o gelerò)

terza strofa: San Martino, san Martino, san Martino il suo cavallo fermò e presso il vecchietto sì arrestò. Lucente spada nel pugno afferrò, e il suo mantello in due parti tagliò.

quarta strofa: san Martino, san Martino, il vecchietto col suo mantello coprì, così il poveretto caldo sentì. Col cuore contento voleva ringraziar, ma san Martino umilmente riprese a cavalcar.

Come dicevo, queste canzoncine appartengono al repertorio classico tedesco di canzoncine che i bambini cantano durante i cortei di lanterne che si tengono a San Martino. Le traduzioni nella nostra lingua non sono sempre riuscitissime. I testi originali si possono trovare qui http://www.martin-von-tours.de/lieder/, dove è anche possibile ascoltarle e scaricarle in Quicktime.

Canto per san Martino: Per le strade su e giù

Canto per san Martino: Per le strade su e giù – con spartito, testo, file mp3, per  prepararsi alla festa delle lanterne…

Canto per san Martino: Per le strade su e giù – spartito

Canto per san Martino: Per le strade su e giù – spartito ed mp3 qui:

Canto per san Martino: Per le strade su e giù – testo

Per le strade su e giù,
noi portiamo le lanterne,
rosse gialle verdi blu.
San Martino guarda tu.

Lanterna che brilli – canto per san Martino

Lanterna che brilli – canto per san Martino: una canzoncina tradizionale per la festa delle lanterne, con spartito, testo, spartito sonoro e traccia mp3.

Fa parte della raccolta:

Lanterna che brilli – canto per san Martino – spartito

Lanterna che brilli – canto per san Martino – Testo

Lanterna, che brilli, nella notte oscura.
Dimmi dove andar, dimmi dove andar,
senza luce al buio non posso restar…

Lanterna che brilli – canto per san Martino – spartito ed mp3 qui

Queste canzoncine appartengono al repertorio classico tedesco di canzoncine che i bambini cantano durante i cortei di lanterne che si tengono a San Martino.

Le traduzioni nella nostra lingua non sono sempre riuscitissime.

I testi originali si possono trovare qui http://www.martin-von-tours.de/lieder/, dove è anche possibile ascoltarle e scaricarle in Quicktime.

Esercizi PLURALE E SINGOLARE classe terza

Esercizi PLURALE E SINGOLARE classe terza.

Volgi al plurale le seguenti frasi:

  • Il bambino gioca in cortile con i suoi compagni.
  • Il leone ruggì e l’elefante barrì.
  • Il merlo fischia e l’usignolo gorgheggia.
  • La bambina raccoglie un fiore e lo porta alla sua maestra.
  • Il contadino falciò l’erba, la fece seccare e poi la portò nel fienile.
  • Se la mamma me lo permetterà, scenderò in cortile con te.
  • Se mangi in fretta ti verrà il mal di pancia.
  • Entrai in aula, salutai il maestro, raggiunsi il mio posto e posai la cartella sul banco.
  • Quando uscii ti aiutai a portare la cartella.
  • Nella stalla il bue ha muggito, l’asino ha ragliato, il cavallo ha nitrito.
  • Io aspetto le mie sorelle, tu aspetti le tue.
  • Il maestro mi diede un incarico molto importante.
  • Quel ragazzo ha fatto un’azione veramente degna di lode.

Esercizi PLURALE E SINGOLARE classe terza pdf:

Volgi al singolare le seguenti frasi:

  • Le pecore brucarono a lungo sul prato poi si sdraiarono a riposare all’ombra del vecchio albero.
  • I pulcini ebbero paura del cane e si sparpagliarono per l’aia.
  • Le lavandaie lavano i panni, li stendono al sole e li lasciano asciugare.
  • I soldati partiranno all’alba e, dopo una lunga marcia, ritorneranno nella loro caserma.
  • Gli scolaretti andarono a trovare i loro compagni ammalati e portarono loro un bel regalo.
  • Li chiameremo e ci faremo dire se veramente sono stati loro a combinare questa marachella.
  • Voi li rimproveraste, ma essi continuarono come prima.
  • I nostri amici sono considerati i più bravi giocatori di tennis della città.
  • Ieri noi scrivemmo una lettera, essi l’hanno scritta oggi e voi la scriverete domani.
  • Quelle signore furono delle benefattrici della nostra istituzione.

Esercizi PLURALE E SINGOLARE classe terza pdf:

Analisi grammaticale esercizi – classe terza

Analisi grammaticale esercizi – classe terza. Nelle seguenti frasi distingui, sottolineando con colori diversi, i nomi, gli articoli, gli aggettivi qualificativi e i verbi:

  • Il cane custodisce il gregge, aiuta il cieco e fa la guardia alla casa.
  • Il contadino ara il campo, semina il frumento e falcia l’erba.
  • Ascolta le parole del tuo papà!
  • Saltai il muretto, mi inciampai e caddi in una pozza d’acqua.
  • Non ho fame, ma ho solo sete.
  • La mamma bacia i suoi bei bambini.
  • Questa bella bambola è del mio fratellino piccolo.
  • Gli scarponi e le calze di Gianni sono sporchi di fango.
  • Il cane di Ugo si chiama Fofi.
  • Il bimbo osserva le belle illustrazioni del suo libro nuovo.
  • Antonio è più attento di Giorgio.
  • Maria è meno studiosa di Antonella.
  • Il leone è feroce come la tigre.
  • Carlo è il più allegro della classe.
  • Il cacao è amarissimo, invece il miele è dolcissimo.

Puoi scaricare o stampare gli esercizi da qui:

Nelle seguenti frasi distingui, sottolineando con colori diversi, gli aggettivi possessivi, dimostrativi, numerali e i pronomi personali:

  • Avete portato i vostri giocattoli? Io ho portato la mia automobile rossa.
  • Il babbo ti chiama, ma tu non lo senti.
  • Tu hai otto anni ed io ne ho nove perché ho ripetuto la seconda classe.
  • Questi ragazzi hanno preso a nolo una slitta.
  • I miei genitori mi hanno scritto che verranno questa sera.
  • Una settimana è formata da sette giorni; un anno da trecentosessantacinque.
  • Quei ragazzi l’anno scorso con la loro slitta hanno fatto un pauroso salto nel vuoto.
  • Noi ci rechiamo a scuola e voi al lavoro.
  • Ho visto il mio compagno e gli ho detto di aspettarmi.
  • Non potendo darti questa penna ti regalo questo astuccio.
  • Occorre rispettare la roba altrui.

Analisi grammaticale esercizi – classe terza – pdf:

Lo la gli pronome e articolo – esercizi per la terza classe

Lo la gli pronome e articolo – esercizi per la terza classe pronti per la stampa. Precisa se lo, la, le contenuti nelle seguenti frasi sono pronomi o articoli.

  • Gli porsi gli occhiali e gli raccomandai di averne cura.
  • Le ciliegie sono buone e tutti le mangiano.
  • Prendi la mela e tienila in serbo, la mangerai a merenda.
  • Lo zio è buono, ma tu non lo tratti bene.
  • Il cacciatore aveva scovato una lepre, ma non le sparò.
  • Domandai alla mamma se le sembrava che avessi fatto tardi.
  • Non chiamare la mamma, non la disturbare.
  • Chiamai l’idraulico e gli indicai il guasto.
  • Trovai tastoni il pulsante dell’interruttore e lo premetti con forza.
  • Preso lo sporco attrezzo, il contadino lo ripulì con cura.
  • Se lo dice lui è vero! Lo conosco come un ragazzo serio.
  • La zia è arrivata. La devo chiamare?

Puoi scaricare e stampare l’esercizio qui

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