Condivido gratuitamente questa ruota che ho preparato per i miei bambini per raccontare la leggenda di San Martino e animare iil cerchio del mattino. Il testo è molto semplificato e adatto in particolare alla scuola d’infanzia.
MARTINO CAVALCA: In una gelida giornata di novembre, il soldato Martino attraversa la città a cavallo.
IL POVERELLO: un povero uomo sta seduto nella neve vestito con pochi stracci: a freddo e fame.
LA SPADA DI MARTINO: Martino vede il poverello e afferra la sua spada.
LA DIVISIONE DEL MANTELLO: con la spada Martino divide a metà il suo mantello.
IL DONO: Martino dona al poverello una metà del suo mantello e si allontana.
IL MEZZO MANTELLO: il poverello è contento per il mantello ricevuto che gli scalda il corpo e il cuore.
L’ESTATE DI SAN MARTINO: il gesto di Martino ha reso il mondo un posto migliore, e il mondo gli dice grazie con tre giorni di sole.
IL SOGNO: Martino sogna di aiutare tutti i poverelli del mondo e smette di fare il soldato.
IL RECINTO DELLE OCHE: Martino era un uomo saggio e generoso. Tutti volevano che diventasse il loro capo, così lui si nascose.
LA RICERCA: tutti si misero a cercarlo con le lanterne accese, e lo trovarono perchè le oche iniziarono a starnazzare fortissimo.
VESCOVO DI TOURS: alla fine Martino accetta l’incarico.
LA FESTA: ogni anno l’11 novembre prepariamo i biscotti, sfiliamo con le lanterne, cantiamo e recitiamo la leggenda di San Martino.
Recita per San Martino per bambini della scuola primaria, o per allestire un teatrino per i più piccoli.
Narratore: San Martino era un santo guerriero e viveva nei paesi del Nord dove già da novembre fa un gran freddo. Spesso, tutto avvolto nel proprio mantello per proteggersi dal gelo, egli galoppava sul suo bianco cavallo per le strade della sua terra, andando da un paese all’altro. Egli, in uno dei primi giorni di novembre, stava galoppando a briglia sciolta per una di queste strade di campagna. Era un giorno particolarmente freddo, e…
Martino: Questo gelo intorpidisce le membra e toglie il fiato. Per fortuna ho il mantello che mi copre e mi ripara…
Narratore: il cavallo scalpitava forte. Il respiro, uscendo dalle sue narici, si condensava in nuvole di vapore, e Martino…
Martino: La corsa fa sentir meno il gelo al mio cavallo. Ma che cosa vedo laggiù? Quei due che vengono lentamente sulla strada sembrano ombre avvolte negli stracci.
Narratore: Martino rallentò l’andatura del proprio destriero e quando i due uomini che aveva intravisti nella gelida bruma gli furono vicini, gli si strinse il cuore.
Martino: Poveretti! E’ dunque tanto grande la loro miseria da non avere nemmeno un mantello per ripararsi dal freddo?
Primo mendicante: Fammi la carità, o cavaliere! Ho freddo e ho fame.
Secondo mendicante: Fa’ la carità anche a me, buon cavaliere!
Narratore: Pietosa era la voce di entrambi i mendicanti e Martino pensò che avrebbe potuto lenire la sofferenza di uno di loro, donandogli metà del suo mantello. Si tolse il mantello, impugnò la spada e, con un taglio netto, recise a metà l’indumento.
Martino: Prendi questo, copriti le spalle e continua il tuo cammino. Non avrai più freddo.
Primo mendicante: grazie, cavaliere! Con questo tuo dono potrò raggiungere la città vicina senza il timore di morire assiderato.
Narratore: Il primo mendicante, avvolto nella calda stoffa, continuò felice il suo cammino, ma l’altro mendicante fece udire la sua lamentevole voce.
Secondo mendicante: E a me non dai nulla, cavaliere? Anch’io sono povero come lui! Anch’io ho freddo e fame!
Narratore: A Martino era rimasta soltanto una metà del mantello. Impugnò nuovamente la spada e la divise ancora.
Martino: Prendi, ravvolgiti in questo. Basterà per tutti e due.
Secondo mendicante: Dio ti ricompensi per la tua bontà, cavaliere! Ma ora avrai freddo… un quarto del mantello che avevi non basterà a ripararti dal freddo mentre cavalchi.
Martino: Se ripara te, riparerà anche me. Va’? Raggiungi anche tu la città. Io continuo il mio cammino.
Narratore: Martino spronò il suo destriero e partì al galoppo. Il suo mantello non svolazzava più. Era una pezza di stoffa gettata sulle spalle, ma sulle labbra del santo c’era un sorriso. Era felice di aver fatto del bene. E il cielo lo premiò con una improvvisa dolcezza dell’atmosfera, con una giornata di tiepido sole, sereno… Quel breve periodo che ancora oggi si chiama l’ “estate di San Martino”.
Lanterna di carta per San Martino in due versioni, una più semplice e una un po’ più elaborata, con tutorial fotografico e modello stampabile gratuitamente in formato pdf. E’ un altro classico della scuola steineriana, dopo la lanterna di cartapesta e la lanterna a stella. Entrambe le versioni sono di grande effetto e richiedono pochissimo tempo per la realizzazione.
Prima versione
Se anche non volete usare il modello, si tratta come vedete di piegare un margine superiore e laterale destro di circa 2 cm per chiudere la lanterna, e di un margine inferiore più largo per la base. Quindi si divide in foglio in quattro parti uguali (escluso il margine) e si tracciano le diagonali di ogni rettangolo ottenuto:
Le linee in rosso sono da tagliare:
tutte le altre linee da piegare:
si procede quindi alla chiusura della forma, così:
e si ripiega verso l’interno il margine superiore:
ora si deve soltanto dare forma alla lanterna spingendo verso l’interno i rombi che corrispondono ai quattro spigoli laterali della lanterna:
Seconda versione
potete usare il modello, o un foglio a vostra scelta, di forma rettangolare. Io ho usato una pittura:
segnate un margine laterale così, piegando la carta (un paio di centimetri circa):
voltate (io ho tracciato a matita le piegature per facilitare la spiegazione):
Piegate il foglio a metà, escludendo il margine:
poi dividete ogni metà ancora in due, così:
otterrete quattro rettangoli uguali:
piegate ora a metà nel senso della lunghezza:
e poi ogni metà ancora in due:
otterrete questa griglia:
dividete la parte superiore (prima fila di rettangoli) in tre, nel senso della lunghezza, lasciate liberi i rettangoli della quarta fila di rettangoli, e tracciate le diagonali di ogni rettangolo della seconda e della terza:
tagliate in questo modo e piegate la carta lungo ogni linea tracciata:
incollate le linguette:
e il fondo della lanterna:
rivoltate verso l’interno il margine superiore:
quindi spingete verso l’interno ogni rombo che si trova in corrispondenza dei quattro spigoli del parallelepipedo:
e questo è il risultato:
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
Lavoretti per San Martino QUADRO TRASPARENTE 6 con modelli scaricabili e stampabili in formato pdf. Il quadretto può essere messo alla finestra, davanti ad una candelina, oppure può essere inserito in una lanterna di cartone.
Lavoretti per San Martino QUADRO TRASPARENTE 6
Questo è il disegno a contorni, se preferite ritagliare il quadro dal cartoncino nero (le parti tratteggiate sono indicazioni per il ritaglio e lo strappo delle veline colorate):
trasparente 6
Questa è la sagoma in nero, già pronta per la stampa e il ritaglio:
trasparente nero 6
Lavoretti per San Martino QUADRO TRASPARENTE 6 come si fa
Dopo aver ritagliato il quadro, potete utilizzare lo schema a tratteggio per le veline:
Io ho preparato prima le lanterne, e poi i tre cerchi concentrici della luce:
poi ho preparato le stelle e la luna:
e infine il cielo, prima con veline ritagliate:
e poi con striscioline strappate:
Lavoretti per San Martino QUADRO TRASPARENTE 6
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
Lavoretti per San Martino QUADRO TRASPARENTE 5 con modelli scaricabili e stampabili in formato pdf. Il quadretto può essere messo alla finestra, davanti ad una candelina, oppure può essere inserito in una lanterna di cartone.
Lavoretti per San Martino QUADRO TRASPARENTE 5 materiale
Questo è il disegno a contorni, se preferite ritagliare il quadro dal cartonicino nero (le parti tratteggiate sono indicazioni per il ritaglio e lo strappo delle veline colorate):
Lavoretti per San Martino QUADRO TRASPARENTE 5 – trasparente solo contorni
Questa è la sagoma in nero, già pronta per la stampa e il ritaglio:
Lavoretti per San Martino QUADRO TRASPARENTE 5 – nero
Lavoretti per San Martino QUADRO TRASPARENTE 5 come si fa:
Dopo aver ritagliato il quadro, potete utilizzare lo schema a tratteggio per le veline.
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
Lavoretti per San Martino QUADRO TRASPARENTE 4 con modelli scaricabili e stampabili in formato pdf. Il quadretto può essere messo alla finestra, davanti ad una candelina, oppure può essere inserito in una lanterna di cartone.
Lavoretti per San Martino QUADRO TRASPARENTE 4 modelli:
Questo è il disegno a contorni, se preferite ritagliare il quadro dal cartonicino nero (le parti tratteggiate sono indicazioni per il ritaglio e lo strappo delle veline colorate):
Lavoretti per San Martino QUADRO TRASPARENTE 4 – solo contorni
Questa è la sagoma in nero, già pronta per la stampa e il ritaglio:
Lavoretti per San Martino QUADRO TRASPARENTE 4 – nero
Lavoretti per San Martino QUADRO TRASPARENTE 4 come si fa
Dopo aver ritagliato il quadro, potete utilizzare lo schema a tratteggio per le veline.
Lavoretti per San Martino QUADRO TRASPARENTE 4
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
Lavoretti per San Martino QUADRO TRASPARENTE 3 con modelli scaricabili e stampabili gratuitamente in formato pdf. Il quadretto può essere messo alla finestra, davanti ad una candelina, oppure può essere inserito in una lanterna di cartone.
Questo è il disegno a contorni, se preferite ritagliare il quadro dal cartonicino nero (le parti tratteggiate sono indicazioni per il ritaglio e lo strappo delle veline colorate):
Lavoretti per San Martino QUADRO TRASPARENTE 3 modello solo contorni
Questa è la sagoma in nero, già pronta per la stampa e il ritaglio:
Lavoretti per San Martino QUADRO TRASPARENTE 3 modello nero
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
Lavoretti per San Martino QUADRO TRASPARENTE 2 con modelli scaricabili e stampabili gratuitamente in formato pdf. Il quadretto può essere messo alla finestra, davanti ad una candelina, oppure può essere inserito in una lanterna di cartone.
Lavoretti per San Martino QUADRO TRASPARENTE 2 modelli
Questo è il disegno a contorni, se preferite ritagliare il quadro dal cartonicino nero (le parti tratteggiate sono indicazioni per il ritaglio e lo strappo delle veline colorate):
solo contorni
Questa è la sagoma in nero, già pronta per la stampa e il ritaglio:
nero
Lavoretti per San Martino QUADRO TRASPARENTE 2 come si fa
Dopo aver ritagliato il quadro, potete utilizzare lo schema a tratteggio per le veline.
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
Lavoretti per San Martino QUADRO TRASPARENTE 1 con modelli scaricabili e stampabili in formato pdf. Il quadretto può essere messo alla finestra, davanti ad una candelina, oppure può essere inserito in una lanterna di cartone.
Lavoretti per San Martino QUADRO TRASPARENTE 1 modelli
Questo è il disegno a contorni, se preferite ritagliare il quadro dal cartoncino nero (le parti tratteggiate sono indicazioni per il ritaglio e lo strappo delle veline colorate):
solo contorni
Questa è la sagoma in nero, già pronta per la stampa e il ritaglio:
nero
Lavoretti per San Martino QUADRO TRASPARENTE 1 come si fa
Dopo aver ritagliato il quadro, potete utilizzare lo schema a tratteggio per le veline:
la procedura più semplice è ricavare per prime la luna e la luce per la lanterna, e le due nuvolette bianche intorno ai due elementi:
quindi incollarle tra loro, e poi nel quadretto:
completando con le veline azzurre e marroni stappate a striscioline irregolari:
Lavoretti per San Martino QUADRO TRASPARENTE 1
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
Crea una bella atmosfera, decora la tavola, può essere un bellissimo regalino fatto a mano, può essere utilizzata come lanterna di San Martino, sta molto bene nel presepe…
Non è facilissima da realizzare, però nemmeno così difficile come sembra… Trovi il tutorial fotografico, ed anche un tutorial video per facilitare le piegature.
lanterna di carta a stella – materiale occorrente fogli di carta tondi una candelina
lanterna di carta a stella – come si fa
Spiegare come si fa è decisamente più difficile che non farla… se vi sfuggono dei passaggi, provate anche col video che trovate in fondo all’articolo.
Per prima cosa bisogna ricavare i fogli tondi: io ho usato un piattino da dolce come modello:
Appoggiate il foglio sul tavolo dalla parte del dritto (il dritto del mio foglio è oro, il rovescio rosso):
Piegate a metà,
aprite:
piegate la metà opposta, aprite:
Piegate nuovamente (due volte) per dividere a metà gli spicchi ottenuti:
così:
girate il foglio sul rovescio:
con righello e matita congiungete le pieghe sul bordo esterno del foglio (io avevo una valida aiutante appassionata di righelli…):
ed avrete un ottagono:
ritagliate:
Ora facendo questa piega per ogni lato dell’ottagono, dividete a metà gli spicchi:
Fatta l’ultima piega, aprite il foglio e fate queste quattro pieghe, facendo combaciare i bordi obliqui alle diagonali:
Aprite:
ripetete l’operazione sugli altri quattro lati dell’ottagono:
e aprite di nuovo.
Le prime volte può essere utile segnare così, lungo il margine, tutti i triangolini (quelli che hanno l’apice verso il bordo):
Questa è la piega che va ripetuta per tutti gli otto triangolini:
fatta la piega, ogni volta, si gira il lavoro:
e si piega così:
e poi così (è molto semplice in realtà, perchè la carta segue tutte le pieghe preparatorie fatte all’inizio):
Quando avrete piegato tutti gli otto triangoli, avrete ottenuto questo risultato:
inserite uno o due dita
e allargate la stella:
lanterna di carta a stella – il tutorial in video
lanterna di carta a stella – idea regalo
Come idea regalo, le lanternine possono essere confezionate utilizzando scatoline origami di carta di recupero (le mie le abbiamo fatte con l’elenco del telefono; trovi il tutorial qui
Decorazioni natalizie – lanterna di carta a stella – un’idea per allestire il presepe
Se nell’allestire il presepe usate completarlo nella prima settimana di Avvento con elementi minerali e col colore blu, nella seconda settimana con elementi vegetali e col colore rosso, nella terza con gli animali e il colore giallo, e nella quarta con personaggi e il colore viola (come raccontato qui
… potete preparare quattro fogli per acquarello nei quattro colori, e preparare le vostre quattro lanterne dell’avvento; potete aggiungere una quinta, da accendere il giorno di Natale…
Lavoretti per San Martino QUADRO TRASPARENTE – un lavoretto classico per la festa di San Martino, adatto a bambini della scuola primaria, a partire dalla terza classe.
Lavoretti per San Martino QUADRO TRASPARENTE – Materiale occorrente avanzi di carta velina colorata colla per carta taglierino cartamodello stampato:
Lavoretti per San Martino QUADRO TRASPARENTE – Come si fa
Stampa il modello su un normale foglio bianco A4 (se hai a disposizione carta un po’ più spessa di quella solita è meglio per la maggiore resistenza, ad esempio andrebbe benissimo la carta fotografica opaca o anche lucida usata a rovescio; comunque io ho usato carta normale ed è assolutamente fattibile):
I bambini ritagliano tutti i contorni con il taglierino (eventuali piccoli strappi sono del tutto sistemabili poi con la carta veline… non scoraggiateli, strappano anche le maestre 🙂 )
Le imperfezioni nel ritaglio possono essere corrette ripassando il tutto col pennarello scuro:
Poi si gira il quadro sul rovescio:
E si incolla la carta velina colorata, così:
Questo è il quadretto ultimato, sul rovescio:
E questo è il quadretto come appare applicato su una finestra:
E’ un lavoretto che richiede più giorni di lavoro, ma che proprio per questo dà ai bambini molta soddisfazione.
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
DISEGNO DA COLORARE stampabile in formato pdf, grande (foglio A4 orizzontale) e piccolo (foglio A4 verticale). Può essere utile anche coi bambini più piccoli, e come modello per disegnare alla lavagna o per impostare altri lavoretti artistici sul tema.
St. Martin COLORING DRAWING Printable in pdf format, large (A4 horizontal) and small (A4 vertical). It can also be helpful with younger children, and as a model to draw on the board or to set other artistic works on the theme.
Lanterna di foglie – materiale occorrente: foglie secche, un palloncino, un vaso vuoto, nastro adesivo, colla vinilica diluita con poca acqua, un pennello.
Lanterna di foglie – come si fa
Gonfiate il palloncino, annodatelo e fissatelo con del nastro adesivo al vasetto.
Applicate vari strati di foglie (o petali) sul palloncino, con la soluzione di acqua e colla vinilica
Fate asciugare perfettamente, quindi bucate il palloncino e rimuovetelo con delicatezza.
Le foglie sono molto più delicate della carta velina: se doveste accidentalmente strappare la lanterna, però, il danno è facilmente rimediabile con la colla a caldo.
Incollate al fondo un lumino con la colla a caldo, e accendete:
Le lanterne di foglie illuminate sono davvero molto belle:
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
We vary the classic lantern made with pieces of tissue paper and white glue on the balloon (the tutorial here), replacing the paper with autumn leaves.
Canti per San Martino – Il poverello: un canto molto semplice da cantare e anche da suonare col flauto dolce, per arricchire il repertorio di canzoncine che accompagnano la festa delle lanterne.
Di seguito puoi trovare lo spartito da stampare, il testo ed il file mp3 della melodia.
San Martino: 40 e più progetti per lanterne… trovi tutto il materiale preparato per la festa di San Martino qui:
1. In questo sito semplici istruzioni (da copiare con misure e decorazioni a piacere, senza download) per realizzare una lanterna in cartone a base quadrata, di http://www.paper-source.com/
2. Altra versione (da copiare con decorazioni a piacere, senza download) per realizzare una lanterna in cartone, con i quattro lati aperti. La base misura 15x15cm finita (si ricava da un quadrato 19×19), i lati sono alti 15cm, di http://www.heiliger-martin.de/
3. Altra variante con istruzioni (da copiare con decorazioni a piacere, senza download) per realizzare una lanterna in cartone a base quadrata con un numero di finestrelle a scelta. La lanterna misura 14x14cm di base e 14×32 di altezza, di http://www.heiliger-martin.de/
4. Dallo stesso sito è possibile stampare, per i bambini più grandi, disegni per realizzare le finestre intagliate e completate con la carta velina qui http://www.heiliger-martin.de/
5. tutorial per questa lanterna a forma di stella a 6 punte, realizzata piegando un rettangolo di carta decorata dodici volte e montandola su una stella di cartone a sei punte; materiale già fustellato e tutorial, di http://shop.labbe.de/info/
6. lanterna a tamburo, istruzioni di base. Serve una striscia di cartoncino per lo spessore, e due tondi nei quali si realizza a piacere la decorazione. La parte in altro della lanterna naturalmente deve avere un’apertura; materiale già fustellato e tutorial, qui http://shop.labbe.de/
7. lanterna con sagoma a piacere (pesce, nuvola, città, animali vari…). Lo spessore può essere realizzato con cartone ondulato oppure con questo materiale fustellato: http://shop.labbe.de/info/
8. lanterna tonda realizzata unendo tra loro vari cerchi di cartoncino nei quali è disegnato un triangolo, tutorial di http://shop.labbe.de/info/
10. I laboratori di feltro coi bambini danno sempre molta soddisfazione. Se sapete infeltrire la lana cardata con acqua calda e sapone, queste lanterne con base di legno sono una bellissima idea… purtroppo non so se troverò il tempo per un tutorial. Foto di http://fionaduthie.blogspot.com/
13. con le perline di plastica da fissare col ferro da stiro (Ikea) e dei pezzetti di carta velina è possibile realizzare bellissime lanternine come questa di http://www.kikisweb.de/
18. Lanterna bianca con sagome nere che narrano la storia di san Martino, il download delle sagome è a pagamento ma non è difficile realizzarle coi bambini, il tutorial è di http://www.grundschulmarkt.com/
19. con l’aggiunta di parti in cartoncino, lana e altri materiali, le lanterne realizzate col palloncino velina e colla possono diventare personaggi fantastici e animali; foto di http://www.sauerlaender-kleinbahn.de/
20. tutorial per realizzare questa lanterna gufo, con modelli in pdf da stampare gratuitamente di http://www.familie.de/
21. tutorial per realizzare questa lanterna mucca, con modelli in pdf da stampare gratuitamente
35. non perdetevi questo dettagliatissimo tutorial per creare meravigliose lanterne origami a stella, utilizzando una pittura ad acquarello, di http://www.homebakedonline.com/2010/11/
36. qui una variante delle lanternine giapponesi realizzata con pannolenci o feltro, di http://rhythmofthehome.com/
40. intrecciando strisce di cartoncino intorno a una mezza bottiglia di plastica di può ottenere una lanterna molto economica e di grande effetto, foto da http://lillysartcreationandcrafts.blogspot.com/
1. On this site simple instructions (to copy sizes and decorations as desired, without download) to create a lantern in cardboard square based, http://www.paper-source.com/
2. Another version (to copy with decorations at will, without download) to make a lantern in cardboard, with four sides open. The base measures 15x15cm finished (is obtained from a square 19×19), the sides are 15cm high, http://www.heiliger-martin.de/
3. Another variant with instructions (to copy with decorations as desired, without download) to achieve a lantern in cardboard square based with a number of windows to be chosen. The lantern measuring 14x14cm base and 14×32 in height, http://www.heiliger-martin.de/
4. From the same website you can print, for older children, drawings for making window carved and finished with tissue paper here: http://www.heiliger-martin.de/
5. tutorial for this lantern shaped 6-pointed star, made by bending twelve times a rectangle decorated paper and mounting it on a cardboard star with six points; material already punched and tutorials, http://shop.labbe.de/info/
6. lantern drum, basic instructions. It serves a strip of cardboard to the thickness, and two rounds in which the decoration is realized at will. The upper part of the lantern naturally must have an opening; material already punched and tutorials, here: http://shop.labbe.de/
7. lantern with various shapes (fish, cloud, city, various animals …). The thickness can be made with corrugated cardboard or with this material blank: http://shop.labbe.de/info/
Poesie e filastrocche per San Martino per bambini della scuola materna e primaria.
San Martino Umido e freddo spunta il mattino, ed a cavallo va San Martino Quand’ecco appare un mendicante, lacero e scalzo vecchio e tremante Il cavaliere mosso a pietà, vorrebbe fargli la carità Ma nella borsa non ha un quattrino, e allora dice Oh poverino Mi spiace nulla io posso darti, ma tieni questo per riscaldarti Divide in due il suo mantello, metà ne dona al poverello Il sole spunta e brilla in cielo, caccia la nebbia con il suo velo E San Martino continua il viaggio, sempre allietato dal caldo raggio.
San Martino Nero il cielo era; la pioggia fitta al suol precipitava nè una casa nè una roggia al meschin si presentava avanza sconfortato, le sue gambe eran tremanti ecco un giovane soldato si presenta a lui davanti snello biondo ardito e bello, ei sta ritto sul cavallo guarda e subito il mantello svelto taglia senza fallo ne dà mezzo al poveretto, che l’indossa, e il donatore fissa. Dice ” Benedetto, sia per sempre il tuo buon cuore.” Il meschino era Gesù, e Martin si prosternava ora non pioveva più, ecco il cielo rischiarava riapparì smagliante il sole, s’udì dolce un’armonia gelsomini, rose, viole, infioravano la via. (N. Giustino)
San Martino La nebbia agl’irti colli piovigginando sale e sotto il maestrale urla e biancheggia il mar; ma per le vie del borgo dal ribollir dei tini va l’aspro odor de i vini l’anime a rallegrar. Gira su ceppi accesi lo spiedo scoppiettando: sta il cacciator fischiando su l’uscio a rimirar. Tra le rossastre nubi stormi d’uccelli neri com’esuli pensieri nel vespero migrar. (G. Carducci)
San Martino Lampioncini colorati che sfilate lungo i prati stan le stelle ad osservare per vedervi scintillare voi fiorite nei giardini come lieti fiorellini stan le stelle ad osservare per vedervi scintillare siete come le farfalle, bianche rosse verdi e gialle stan le stelle ad osservare per vedervi scintillare.
San Martino Chi passa al gran galoppo su quel cavallo bianco? Un prode cavaliere con la sua spada al fianco. Poi torna al suo castello e per il bosco va gli uccelli lievemente gorgheggiano qua e là.
San Martino Se passa un cavaliere con un pennacchio rosso sull’elmo è san Martino, senza mantello indosso. Il sole novembrino che stacca foglie gialle, pelliccia bionda e soffice gli cade sulle spalle (R. Pezzani)
La leggenda di San Martino San Martino sul destiero galoppava, galoppava, tutto avvolto nel mantello, tutto assorto nel pensiero. Nero il cielo, freddo il vento ed un turbine di foglie… Era autunno. San Martino galoppando udì un lamento. “Muoio”, un poverello ripeteva irrigidito. San Martino con la spada tagliò a mezzo il suo mantello. Che tepore! Al poverino gli ritorna sangue e vita, or ch’è avvolto nel mantello del pietoso San Martino. Ricomincia a galoppare nel grigiore il cavaliere quando tiepido il bel sole, per prodigio, ecco riappare! D’un azzurro intenerito che ricorda primavera si sinnova tutto il cielo, pare il mondo rifiorito. (Olga Siniscalchi)
Poesie e filastrocche per san Martino – tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere.
si preparano le lanterne, e si decorano i tradizionali biscotti di san Martino.
La mamma prepara le basi con la pastafrolla: qui un modello, che potete scaricare e stampare gratuitamente modello per biscotto di San Martino e i bambini li decorano con caramelle, cioccolata, marzapane e altro.
nella tradizione di Venezia e della sua terraferma, per san Martino si regala un biscotto di pasta frolla, raffigurante il santo a cavallo sempre con mantello e spada, decorato con glassa o cioccolato (ma questa è una tradizione già più moderna!) e con confettini colorati o altri dolciumi.
Questa usanza nasce dal regalo che si scambiavano i fidanzati (i morosi), poiché proprio nel periodo dei contratti legati al mondo agricolo, spesso si scambiavano promesse di matrimonio e si dava inizio al fidanzamento ufficiale. La tradizione si è poi evoluta passando dai fidanzati ai bambini.
I biscotti di san Martino venivano consumati l’11 novembre, chiaramente, ma questa data era detta “san Martino dei ricchi”, perchè i più abbienti potevano permettersi di comprare i biscotti e la bottiglia di moscato per inzupparli, nel giorno stesso della ricorrenza. I poveri, invece, dovevano aspettare di ricevere il salario (simanata), che veniva corrisposto il sabato e quindi mangiavano i biscotti col moscato la domenica successiva all’11 novembre, che si chiamava “san Martino dei poveri”.
Ecco i biscotti di San Martino :
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
The biscuits of St. Martin. Waiting for the festival of St. Martin we prepare lanterns, and the traditional biscuits.
Mom prepares the bases with the pastry (here a model, that you can download and print for free), and children decorate them with candy, chocolate, marzipan and more.
In the tradition of Venice and its mainland, for St. Martin is offering a shortbread, depicting the saint on horseback always with cape and sword, decorated with icing or chocolate (but this is a tradition already more modern!), and with colored candies or other sweets.
This custom comes from the present that engaged couples exchanged, because in the period of the contracts related to the agricultural world, often they exchanged wedding vows and began the official engagement. The tradition has since moved going from boyfriends to the children.
Cookies of St. Martin were eaten on 11 November, of course, but this date was called “St. Martin of the rich”, because the wealthy could afford to buy the biscuits and a bottle of muscat for soak them, on the day of the recurrence. The poor, on the other hand, had to wait to be paid their salary, which was paid on Saturday and then ate the biscuits with Muscat next Sunday 11 November, which was called “St. Martin of the poor”.
Lanterne realizzate riciclando i cartoni per la pizza da asporto e le bottiglie di plastica, per san Martino e non solo…
Questi sono esempi di lanterne realizzate coi cartoni da pizza, un normale foglio A4 e dei pezzetti di carta velina:
Queste lanterne invece sono realizzate utilizzando le bottiglie di plastica:
Per le prime lanterne, in pochi minuti, si fa così:
Io ho usato un contenitore da pizza, (con evidenti tracce di pizza) ritagliando dal bordo il rinforzo per la parte superiore della lanterna, e poi la sagoma per il fondo:
per le pareti della lanterna va benissimo un normale foglio bianco A3. Il bambino può disegnare ciò che desidera, oppure si può semplicemente colorare con i pastelli a cera
si ritagliano delle aperture (le foglie sono la forma più semplice, ma ci si può sbizzarrire con stelline, pallini o quello che si vuole…
poi ci sono due possibilità: usare il foglio così com’è, oppure trattarlo con un batuffolo di cotone imbevuto di olio (la carta risulta più forte e trasparente, e leggermente impermeabile, in caso di pioggia)
sul retro del foglio si incollano dei pezzi di carta velina colorata a coprire i fori
poi si graffetta il fondo e il bordo superiore, e la lanterna è pronta.
Easy, fast, recycled lantens made with cartoons for pizza takeaway and plastic bottles.
These are examples of lanterns made with boxes of pizza, a normal A4 paper and pieces of tissue paper:
These lanterns instead are made using plastic bottles:
Easy, fast, recycled lantens
For the first lanterns, in a few minutes, do this:
I used a box of pizza, (with evident traces of pizza), I cut from the edge the reinforcement for the top of the lantern, and then the shape for the bottom:
for the walls of the lantern is fine a normal white sheet A3. The child can draw what he wants, or he can simply coloring with wax pastels:
Cut a few openings in the shape of leaf, star, ball, etc…
then there are two possibilities: use the paper as is, or treat it with a cotton ball soaked in oil (the paper will become stronger and more transparent, and slightly waterproof in case of rain):
on the back side glue pieces of colored tissue paper to cover the holes:
then staple the bottom and the top edge, and the lantern is ready.
Lanterna di carta Waldorf. Questa bellissima lanterna di carta è un classico della scuola Waldorf: viene utilizzata non solo per San Martino, ma anche per accompagnare il periodo dell’avvento e il Natale.
Le stelle si formano grazie alla sovrapposizione dei pentagoni di carta, e la realizzazione è davvero molto semplice…
Si preparano 11 pentagoni (8cm di lato), e di ogni lato si segna la metà.
poi si ritagliano e si piegano lungo le linee ideali che vanno dalla metà di un lato alla metà dell’altro:
quindi si procede ad incollarli tra di loro in questo modo: per la base si incollano i due triangoli tra loro e poi le “lingue” ottenute sui lati verticali, così
Per tutti gli altri pentagoni invece, si incolla sempre un triangolo all’interno e un triangolo all’esterno (in questo modo le stelle si formano su ogni faccia della lanterna), così
Waldorf paper lantern. This beautiful paper lantern is a classic of the Waldorf School: is used not only for St. Martin, but also to accompany Advent and Christmas.
Stars are formed due to overlap of the pentagons of paper, and the construction is really very simple…
To get the Waldorf paper lantern prepare 11 pentagons (8cm wide). With a pencil mark the middle of each side of each pentagon.
then crop the pentagons, and fold along the ideal lines ranging from the middle of one side to the middle of the other:
then proceed to glue them to one another in this way: for the base glue the two triangles together, and then the “tongues” obtained on the vertical sides, in this way:
For all other pentagons on the other hand, glue always a triangle inside and a triangle outside (in this way the stars are formed on each face of the lantern), in this way:
Nell’ampio ciel le stelle – canto per San Martino: un classico canto per accompagnare la festa delle lanterne, con spartito stampabile, testo e traccia mp3.
Fa parte di una serie di post sul tema:
Nell’ampio ciel le stelle – canto per San Martino – spartito
Nell’ampio ciel le stelle – canto per San Martino -Testo
Nell’ampio ciel le stelle, brillan come fiammelle; io piccolo bambin quaggiù, rivolgo gl’occhi al ciel lassù. Io adoro voi mie stelle, che siete tanto belle, mentr’io con il mio lumicin, vo’ incerto qui nel mio cammin. Manto del ciel, stelline, salutano il mio cammin e allegro allor io piccolin, saluto lor col mio lumin.
Nell’ampio ciel le stelle – canto per San Martino spartito e file mp3
Queste canzoncine appartengono al repertorio classico tedesco di canzoncine che i bambini cantano durante i cortei di lanterne che si tengono a San Martino. Le traduzioni nella nostra lingua non sono sempre riuscitissime. I testi originali si possono trovare qui http://www.martin-von-tours.de/lieder/, dove è anche possibile ascoltarle e scaricarle in Quicktime.
Canti per san Martino – MARTIN CAVALCA NELL’OSCURITA’: un canto tradizionale da cantare durante la festa delle lanterne; qui trovi il testo, lo spartito, il file mp3.
Fa parte di una serie di articoli sul tema:
Canti per san Martino – MARTIN CAVALCA NELL’OSCURITA’
Canti per san Martino – MARTIN CAVALCA NELL’OSCURITA’ – testo
Martin cavalca nell’oscurità, freddo il vento che paura fa; curvo là un vecchio egli ved’arrancar, e sulla candida neve gelar; lucente spada nel pugno afferrò, il cavalier in due pezzi tagliò purpureo manto da cima ai piè, uno al vecchietto in dono lo diè; oh, possa anch’io percepir nel mio cuor, di un uomo fratello il suo cupo dolor e le mie mani solerti adoprar, gioia e sollievo dovunque a portar.
Canti per san Martino – MARTIN CAVALCA NELL’OSCURITA’ spartito e file mp3 qui:
Queste canzoncine appartengono al repertorio classico tedesco di canzoncine che i bambini cantano durante i cortei di lanterne che si tengono a San Martino.
Le traduzioni nella nostra lingua non sono sempre riuscitissime. I testi originali si possono trovare qui http://www.martin-von-tours.de/lieder/, dove è anche possibile ascoltarle e scaricarle in Quicktime.
San Martino cavaliere – canto per San Martino: un classico canto che accompagna la festa delle lanterne; trovi qui lo spartito, il testo, lo spartito sonoro e la traccia mp3.
Fa parte di una serie di articoli sul tema:
San Martino cavaliere – canto per San Martino – spartito
San Martino cavaliere – canto per San Martino -Testo
San Martino, cavaliere, ti ringrazio per la luce, che per strada mi conduce, e mi illumina il cammin.
San Martino cavaliere – canto per San Martino – spartito e traccia mp3:
Io vo con la mia lanterna – canti per San Martino: un canto tradizionale che accompagna la festa delle lanterne; trovi a seguire testo, spartito, spartito sonoro e traccia mp3.
Io vo con la mia lanterna – canti per San Martino – spartito e mp3 qui:
Io vo con la mia lanterna – canti per San Martino – testo:
Io vo con la mia lanterna, la porto sempre con me. Nel cielo splende una stella e qui lei arde per me. La luce poi si spegnerà, rabimmel rabammel rabum la luce poi si spegnerà, su bimbi a casa torniam.
Lanterna di cartapesta su palloncino: una lanterna semplicissima da realizzare e di grande effetto. Il progetto è adatto anche ai più piccoli.
Per realizzare questa lanterna gonfiamo il palloncino,
poi lo fissiamo con due pezzetti di nastro adesivo a un barattolo di yogurt. Per fare un po’ di peso possiamo mettere nel barattolo un sasso preso in giardino.
Poi strappiamo i fogli di carta velina colorata e prepariamo dei vasetti di colla vinilica molto diluita, e cominciamo ad attaccare i pezzetti di velina sul palloncino.
Dopo aver applicato vari strati di carta, quando il tutto sarà ben asciugato, bucheremo i palloncini e la lanterna sarà pronta per essere ammirata: con un po’ di cera che cola dalla candela accesa, fissate sul fondo il lumino.
Il progetto, soprattutto coi bambini più piccoli, va condotto nell’arco di più giorni; se vogliamo che sia pronta per la festa delle lanterne di san Martino dovremo impostarlo con un certo anticipo…
Paper mache lantern tutorial on balloon: a lantern simple to make and very effective. The project is also suitable for the little ones.
Paper mache lantern tutorial
What do you need?
a balloon colored tissue paper white glue water a brush a jar of glass or plastic a stone masking tape a tealight.
Paper mache lantern tutorial
What to do?
To do this lantern inflate the balloon,
then we fix it with two pieces of masking tape on the jar. To make weight we can put into the jar a stone taken in the garden.
Then tear off the sheets of colored tissue paper and prepare the jars of white glue very diluted with water, and begin to attack the pieces of tissue on the balloon, with the brush.
After applying several layers of paper, when all will be well dried, puncture the balloons and the lantern will be ready to be admired: with a bit wax dripping from the candle lit, laid on the bottom the tealight.
The project, especially with younger children, it should be conducted over several days; if you want it to be ready for the Lantern Festival of Saint Martin we’ll set it well in advance …
Questa è la leggenda di San Martino in versione cantata (Sankt Martin ritt durch Schnee und Wind). La “traduzione” è quella che è…
prima strofa: San Martino, san Martino, san Martino va, tra la pioggia e il vento, il suo cavallo va forte e contento. Martino con coraggio va, ed il suo mantello caldo gli dà.
seconda strofa: Lì vicino, sulla neve, un vecchietto c’è, quasi nudo egli è, e dice al santo con voce di pianto. Aiutatemi, io bisogno ho, altimenti per il freddo morirò (o gelerò)
terza strofa: San Martino, san Martino, san Martino il suo cavallo fermò e presso il vecchietto sì arrestò. Lucente spada nel pugno afferrò, e il suo mantello in due parti tagliò.
quarta strofa: san Martino, san Martino, il vecchietto col suo mantello coprì, così il poveretto caldo sentì. Col cuore contento voleva ringraziar, ma san Martino umilmente riprese a cavalcar.
Come dicevo, queste canzoncine appartengono al repertorio classico tedesco di canzoncine che i bambini cantano durante i cortei di lanterne che si tengono a San Martino. Le traduzioni nella nostra lingua non sono sempre riuscitissime. I testi originali si possono trovare qui http://www.martin-von-tours.de/lieder/, dove è anche possibile ascoltarle e scaricarle in Quicktime.
Racconti per San Martino: racconti adatti a bambini della scuola d’infanzia e primaria su San Martino
San Martino San Martino era un bel soldato, giovane e forte. Se ne andava, in un giorno di novembre, lungo una strada di campagna e si riparava dalla pioggia con un pesante martello che l’avvolgeva tutto. “Che brutta stagione!” disse guardandoci attorno.
Gli alberi avevano perduto le loro foglie e alzavano i rami stecchiti e nudi verso il cielo grigio, tutto uguale, che prometteva pioggia per chissà quanto tempo. Non c’era un fiore nei prati; quella poca erba era tutta inzuppata d’acqua e in mezzo vi saltavano le rane e facevano gre gre.
La strada era deserta, tutti stavano riparati dentro le case. Soltanto un mendicante se ne stava seduto sopra un paracarro, al margine della strada e tremava sotto la pioggia, cercando di ripararsi sotto pochi cenci che ormai erano intrisi d’acqua e non servivano più a nulla.
“Poveretto!” disse Martino, fermandosi davanti a lui… “Vorrei tanto aiutarti, ma i soldati sono poveri e ti dico la verità che in tasca non ho neppure una moneta per farti bere qualcosa che ti scaldi”. “Non importa” rispose il poveretto rannicchiato sotto l’acqua. “Mi hai detto una buona parola. Anche questa è carità. Non capita spesso…”
“Aspetta!” disse ad un tratto Martino “Qualcosa ce l’ho”. Trasse la spada e tagliò il mantello in due parti. “Ecco qua” disse contento “Mezzo per uno e staremo abbastanza caldi tutti e due”. Posò il mantello sulle spalle del vecchio che lo guardava con riconoscenza e proseguì lietamente il suo cammino.
Poco dopo incontrò un altro mendicante, anche questi lacero e tremante sotto la pioggia gelida che veniva giù. “Quanti poveri ci sono al mondo!” disse fra sè Martino e la sua bella contentezza era svanita. Lo spettacolo della miseria gli aveva rattristato il cuore. Senza neppure pensarci su un momento, si tolse la metà del mantello che si era gettato sulle spalle e lo regalò al mendicante.
Martino camminava e pregava Dio per la povera gente e si sentiva il cuore pieno di amore e di pietà. Era così assorto nei suoi pensieri che non si era neppure accorto che aveva smesso di piovere. Guardandosi attorno pensò di sognare. Il cielo si era schiarito e le pozzanghere erano piene di riflessi azzurri. All’orizzonte era apparso un bellissimo arcobaleno e il sole era caldo e luminoso. Le siepi erano tutte fiorite e gli uccellini, sugli alberi, cantavano lietamente. Non pareva più autunno, ma la dolce e tiepida primavera.
Dio aveva voluto ricompensare l’atto generoso di Martino e gli aveva mandato un segno della sua benevolenza. Da allora, nel pieno dell’autunno, s’è sempre qualche giornata tiepida, il sole splende e i rami spogli provano anche a mettere qualche gemma. Gli uomini dicono che quella è l’estate di San Martino che il cielo, ogni anno, manda sulla terra per ricordare l’atto pietoso del Santo che regalò il suo mantello ai poveri. M. Menicucci
Il cavaliere della luce Questo è un racconto che si usa nelle scuole steineriane, che ho un po’ alleggerito (nei limiti del possibile) degli elementi che a mio parere calcano troppo la mano sulle simbologie religiose e morali. In effetti la storia di san Martino è un racconto semplice formato da due quadri soltanto: il taglio del mantello, e l’apparire del sole.
In un regno lontano lontano viveva tanto tempo fa un ragazzo, Martino. Questo ragazzo era molto stimato dal Re, per i suoi modi gentili e per il suo cuore coraggioso. Presto Martino imparò a cavalcare, a tirare di scherma e con la fionda. Non usciva mai dal castello, se non per qualche battuta di caccia, durante la quale il re lo voleva sempre al suo fianco. E Martino cresceva sempre più bello, e forte, e intelligente.
Così, quando venne il momento, il re lo mandò a chiamare, perchè già da tempo aveva pensato di fare di lui il suo consigliere. Quando Martino si trovò al cospetto del re, messo al corrente delle sue intenzioni (intenzioni che avrebbero certo lusingato cavalieri, nobili e principi di tutto il mondo), lui rimase un attimo in silenzio, poi chiese al re tre giorni di tempo per riflettere sulla proposta. Il re fu molto stupito, ma siccome aveva grande fiducia in Martino e lo stimava moltissimo, non si offese per nulla e accettò la sua richiesta.
Martino trascorse la prima notte nella torre del castello, e di notte, uscendo a guardare le stelle, sentì quanto piccolo era il regno in cui viveva e quanto grande era il cielo.
Il secondo giornò cavalcò a lungo, poi trascorse la notte in una grotta che conosceva bene, perchè era quella dove andava a giocare da bambino.
Lì fece un sogno: era a palazzo, durante una festa, al fianco del suo re. Tutti sorridevano, tutto era bello e ricco. Poi improvvisamente si alzava una nebbia grigia e lui si ritrovava solo, in una strada stretta mai vista prima. C’erano persone tristi, povere e affamate, e ogni volta che lui cercava di aiutarle, nel sogno rimaneva come immobilizzato. E più andava avanti per quella strada, più anche lui si trasformava: i suoi bei vestiti diventavano stracci, e lui sentiva fame e sete e freddo.
Si svegliò di colpo, senza sapere come finisse il sogno.
Il terzo giorno decise di andare in riva al mare, e la sera si addormentò su di una zattera ormeggiata agli scogli. E fu un sonno senza sogni. Quando si svegliò, si sentiva forte e sereno, e tornò dal re, che lo stava aspettando. “Caro re, ho pensato a lungo e mi sento onorato dalla vostra proposta, ma sento che il mio destino non è quello di restare a palazzo. Datemi il permesso di partire. E vi prometto che tornerò, non appena avrò trovato quello che cerco”. Di fronte a tanta fermezza, il re accettò la decisione di Martino, e sguainata la spada, lo nominò cavaliere dicendo: “Ora sei un cavaliere, avrai un cavallo, questo mantello rosso e la mia spada.”
Martino partì al galoppo su uno splendido cavallo bianco, col suo bellissimo mantello rosso e la spada dono del re. Compì molti atti eroici lungo la sua strada, e con la sua spada combattè ingiustizie e bugie. E passarono molti anni. Un giorno, era autunno inoltrato, Martino cavalcava pensando a quanto tempo era passato da quando aveva lasciato il suo regno. Era novembre. Le giornate si facevano sempre più fredde, e una fittissima nebbia avvolgeva tutte le cose. Si strinse nel suo mantello rosso. L’umidità dell’aria si sentiva fin nelle ossa. Ad un certo punto il cavallo si fermò, come se avesse sentito qualcosa.
Allora Martino scese dalla sella e vide, seduto sul ciglio della strada, un povero mendicante. Il freddo era insopportabile. Martino guardò tra le sue cose se c’era qualcosa che poteva essere utile per soccorre l’uomo, ma non aveva nulla. Allora, senza nemmeno pensarci un attimo, si tolse il mantello, lo alzò in aria, e impugnata la sua spada lo divise in due parti uguali. Poi con una metà andò a coprire il mendicante, e lui si accontentò dell’altra metà.
Quindi, senza dire una parola, rimontò in sella e si allontanò nella nebbia, sotto lo sguardo riconoscente dell’uomo. Subito dopo avvenne una cosa davvero incredibile: la nebbia sparì di colpo per lasciar filtrare i raggi del sole, ed erano raggi caldi come in estate, capaci di scaldare tutto il paese. Martino si tolse anche il pezzo di mantello rimasto, tanto faceva caldo. E capì che era il momento di tornare nel suo regno.
San Martino
Nacque nel 316 in Ungheria. Suo padre era un ufficiale romano. Ancora ragazzo fu avviato alla carriera delle armi che più tardi, divenuto prete, abbandonò. Fu eletto vescovo di Tours. Morì nel 397. La leggenda narra che San Martino, il santo della carità, divise il proprio mantello con un povero incontrato in una rigida giornata autunnale. Come premio a questo suo atto generoso, Dio mutò la temperatura di quella giornata in un clima di primavera. Da quel giorno quel periodo venne chiamato “l’estate di San Martino”. San Martino è considerato anche il simbolo dell’abbondanza.
San Martino
Nacque in Pannonia. Suo padre, tribuno romano, fece di lui un soldato. Ebbe innato il senso della carità. E’ particolarmente noto l’episodio di cui fu protagonista in una fredda giornata di novembre. Mentre a cavallo percorreva un solitario sentiero, si imbatté in un poveretto tremante. Non esitò a dividere con lui il suo mantello. Nella notte, in sogno, gli apparve un giovane uomo rivestito del drappo che aveva donato al poveretto e lo ringraziò. Commosso da questo strano sogno, non esitò a convertirsi al Cristianesimo. Fondò poi alcuni monasteri ed ebbe grande popolarità. La sua tomba divenne meta di numerosi pellegrinaggi, cosicché in quel luogo sorse una stupenda Basilica.
Racconti per San Martino – tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere.
Lanterna che brilli – canto per san Martino: una canzoncina tradizionale per la festa delle lanterne, con spartito, testo, spartito sonoro e traccia mp3.
Fa parte della raccolta:
Lanterna che brilli – canto per san Martino – spartito
Lanterna che brilli – canto per san Martino – Testo
Lanterna, che brilli, nella notte oscura. Dimmi dove andar, dimmi dove andar, senza luce al buio non posso restar…
Lanterna che brilli – canto per san Martino – spartito ed mp3 qui:
Queste canzoncine appartengono al repertorio classico tedesco di canzoncine che i bambini cantano durante i cortei di lanterne che si tengono a San Martino.
Le traduzioni nella nostra lingua non sono sempre riuscitissime.
San Martino nella tradizione: ci sono molte leggende che riguardano San Martino, e le sue gesta sono note a tutti i bambini in Germania, Austria e Svizzera. San Martino è festeggiato anche in tutt’Italia, con tradizioni popolari diverse che vanno dai falò al sud (simili alle feste delle lanterne), ai sammartinelli o sama di Venezia.
In effetti l’origine della tanto amata processione delle lanterne non è chiara. Però è molto accreditata l’ipotesi che si tratti di un’elaborazione più “cittadina” dei falò di San Martino, che ancora oggi vengono accesi nelle campagne in tutta Europa.
Per quanto riguarda le tradizioni gastronomiche, per San Martino si preparano dolci tipici e l’oca. Al ritorno dai festeggiamenti all’aperto si consumano insieme al vino caldo.
Pur essendo morto l’8, San Martino viene ricordato il giorno in cui la sua salma venne tumulata, l’11 novembre appunto.
Questa data probabilmente non venne scelta a caso, poiché è una data fondamentale sia nella tradizione cristiana e cattolica sia nel mondo rurale e nelle sue tradizioni: nella tradizione cristiana e cattolica questa data rappresentava infatti il penultimo giorno prima dell’inizio del periodo di penitenze e digiuni che precedevano il Santo Natale, mentre per il mondo contadino rappresentava la fine dell’anno agricolo, nonché la data della svinatura e l’inizio del ciclo invernale.
In questo periodo si spillava il vino novello dalle botti e si festeggiava accompagnando il vino con i frutti della stagione, quali ad esempio le castagne. Ecco perché ancora oggi in tale ricorrenza si servono caldarroste e vin brulé (http://www.restoredtraditions.com/)
Oltre ad essere l’inizio del ciclo invernale, l’11 Novembre segnava anche la fine dei contratti agricoli. Infatti in tale data i mezzadri preparavano le loro masserizie e lasciavano la loro mezzadria al signore del podere; se questi decideva di rinnovare il contratto, ritornavano nella loro casa a festeggiare con i prodotti di stagione, altrimenti dovevano traslocare.
Ed ecco come è nata l’espressione “Faxemo San Martin” ovvero “Fare San Martino”, che indicava appunto il trasloco dei mezzadri.
Dai traslochi del mondo rurale, anche nelle città divenne consuetudine cambiare casa nel periodo di San Martino e l’utilizzo dell’espressione “Fare San Martino” dalle campagne arrivò nelle città.
Molti dei detti popolari hanno origine da queste usanze. Tra questi ricordiamo “Oca, castagne e vino, tieni tutto per San Martino” ed il veneto “Chi no magna oca a San Martin no’l fa el beco de un quatrin”.
Va però anche ricordato che sempre in questo periodo, soprattutto nel Veneziano, i popolani più poveri andavano in giro di casa in casa e, porgendo il grembiule vuoto, cantavano: “In sta casa ghe xe de tuto, del salame e del parsuto, del formagio piasentin viva viva San Martin!” (In questa casa c’è di tutto, del salame e del prosciutto, del formaggio piacentino viva viva San Martino), con la speranza di ricevere qualcosa, ricordando il gesto caritatevole di San Martino verso il Mendicante.
Inoltre, i festeggiamenti per i nuovi affari o per il rinnovo del contratto avvenivano spesso per le strade ed erano accompagnati, oltre che dall’oca arrosto, da bicchieri di buon vino novello e da castagne arrosto, anche da canti, spesso anche a squarciagola viste le abbondanti libagioni.
Spesso, coloro che festeggiavano in strada non si limitavano a cantare, ma facevano ogni sorta di rumore pur di convincere chi era in casa a donare loro altro vino e altre castagne.
E chi era in casa, sia per gesto di bontà sia perché non ne poteva più del baccano, donava!
Ed ecco perché si dice “battere il San Martino” e tale usanza è rimasta ancora oggi a Venezia e nella laguna.
Ancora oggi a Venezia l’11 novembre i bambini girano con pentoloni e campanacci per i negozi chiedendo qualcosa in dono e cantando, oltre al ritornello di S.Martino campanaro, anche filastrocche più complesse, sul genere di “In sta casa ghe xe de tuto, del salame e del parsuto, del formagio piasentin viva viva San Martin!”:
Oh che odori de pignata! Se magnè bon pro ve fazza, Se ne de del bon vin cantaremo S.Martin
Oh, che odori di cucina, se state mangiando vi faccia bene, se ci date del buon vin, canteremo san Martin.
S.Martin n’à manda qua Perché ne fe la carità Anca lu, co’l ghe n’aveva Carità ghe ne faceva.
San Martino ci ha mandati qua perchè ci facciate la carità. Anche lui, con quel che aveva, la carità lui la faceva.
Fe atenzzion che semo tanti E fame gavemo tuti quanti Stè atenti a no darne poco Perché se no stemo qua un toco!
Fate attenzione che siamo in tanti, e fame l’abbiamo tutti quanti. State attenti a non darne poco, perchè sennò staremo qua un bel po’
Due poi erano le conclusioni della filastrocca a seconda che i bambini avessero ricevuto in dono qualcosa, caramelle, soldi, cibo:
E con questo la ringraziemo Del bon animo e del bon cuor Un altro ano ritornaremo Se ghe piase al bon Signor E col nostro sachetin Viva, viva S.Martin.
E con questo la ringraziamo del buon animo e del buon cuore. L’anno prossimo ritorneremo, se piacerà al buon Signor. E col nostro sacchettino, viva viva san Martino.
O, non avessero ricevuto niente:
Tanti ciodi gh’è in sta porta Tanti diavoli che ve porta Tanti ciodi gh’è in sto muro Tanti bruschi ve vegna sul culo.
Tanti chiodi ha questa porta, tanti diavoli che vi portano. Tanti chiodi ha questo muro, tanti foruncoli vi vengano al culo
Si parla anche di “Estate di san Martino” per i giorni intorno all’11 novembre, riconducendoli all’episodio del mantello; in effetti spesso è proprio in questo periodo che si osservavano pochi giorni di tempo bello e tiepido, subito dopo le brume autunnali e poco prima delle gelate invernali.
E’ perciò probabile che l’osservazione dei fenomeni naturali nel mondo agricolo e le consuetudini contadine si siano integrate profondamente nella costruzione della leggenda sul santo.
I biscotti di san Martino
I “Weckmänner” sono biscottoni tedeschi a forma di omino, con la pipa in bocca, che si preparano per san Martino. Per il tradizionale Weckmann, la pasta è modellata a mano a forma di omino, e con l’uvetta o i mirtilli secchi si fanno occhi e bottoni della giacca. In Germania si trovano facilmente le pipe in terracotta per decorarli, ma è molto difficile trovarle altrove…
Anche in Italia c’è qualcosa di simile, a Venezia. Nella tradizione di Venezia e della sua terraferma, per san Martino si regala un biscotto di pasta frolla, raffigurante il santo a cavallo sempre con mantello e spada, decorato con glassa o cioccolato (ma questa è una tradizione già più moderna!) e con confettini colorati o altri dolciumi.
Questa usanza nasce dal regalo che si scambiavano i fidanzati (i morosi), poiché proprio nel periodo dei contratti legati al mondo agricolo, spesso si scambiavano promesse di matrimonio e si dava inizio al fidanzamento ufficiale. La tradizione si è poi evoluta passando dai fidanzati ai bambini.
I biscotti di san Martino venivano consumati l’11 novembre, chiaramente, ma questa data era detta “san Martino dei ricchi”, perchè i più abbienti potevano permettersi di comprare i biscotti e la bottiglia di moscato per inzupparli, nel giorno stesso della ricorrenza.
I poveri, invece, dovevano aspettare di ricevere il salario (simanata), che veniva corrisposto il sabato e quindi mangiavano i biscotti col moscato la domenica successiva all’11 novembre, che si chiamava “san Martino dei poveri”.
Ora, non ci restano che le oche…
Quella dell’11 novembre, abbiamo visto, era una festa pagana di origine antichissima , già della tradizione celtica, ed entrata a far parte delle feste cristiane grazie a S. Martino.
La leggenda racconta infatti che il Papa volesse a tutti i costi nominare vescovo Martino, il quale invece molto umilmente non desiderava occupare posizioni importanti, poiché voleva dedicare la sua vita alla preghiera, all’evangelizzazione e all’aiuto dei poveri.
Allora Martino si nascose in un convento sperando che nessuno lo potesse scovare. C’erano però delle oche, che si sa sono animali molto chiassosi. Le oche fecero un tale baccano con i loro “qua qua”, che alla fine Martino venne scoperto. E divenne vescovo.
Da allora ogni anno, a ricordare il “tradimento” delle oche, un’oca veniva arrostita.
Nella tradizione contadina, come già detto, l’11 novembre si chiudevano i vecchi contratti agricoli, ma se ne aprivano anche di nuovi. E va detto che l’oca rappresentava, assieme al maiale, la riserva di grassi e proteine durante il periodo invernale del povero contadino, il quale si cibava quasi esclusiamente solo di cereali e di grandi polente.
Nel Medioevo, inoltre, l’oca veniva allevata anche nei conventi e nei monasteri, come aveva decretato Carlo Magno. L’oca divenne perciò una preziosa e fondamentale merce di scambio. I fittavoli ed i mezzadri spesso pagavano la pigione al nobile possidente con un’oca; i contadini portavano alle fiere, che venivano organizzate in tale periodo, le loro oche per barattarle con altre merci, quali ad esempio capi di vestiario.
A tale proposito, famosa è la “Fiera delle oche e degli stivali”, che si svolge a S. Andrea di Portogruaro e che conserva la memoria dei baratti tra contadini e mercanti. Inoltre, considerato che in questo periodo aveva inizio il ciclo invernale, gli uccelli migratori, come le oche selvatiche muovevano verso sud e nelle zone di passo, come appunto la Laguna di Venezia, era più facile cacciarli proprio in questo periodo.
E per finire una ricetta tedesca
Oca di San Martino con mele, castagne e gnocchi di pane (Martinsgans mit Rothkohl und Schmoräpfel)
È un piatto che richiede molto tempo. La cottura dell’oca è di per sé semplice. La preparazione dei contorni richiede però pazienza.
Ingredienti per 6 persone: 1 oca di circa 5 kg, 30 g di ambrosia (favorisce la digestione), 2 cipolle, 2 mele, sale e pepe.
Eliminare la parte più grassa all’oca e porla in una pentola a fuoco basso con un bicchiere di acqua. Eliminare il collo e le ali (serviranno nella preparazione del condimento). Tagliare a tocchetti la cipolla e le mele. Insaporirle con ambrosia, buccia di arancia, sale e pepe. Salare internamente l’oca e riempirla con le mele e la cipolla appena preparate. Salare e pepare poi l’oca esternamente e porla a cuocere sopra una teglia da forno, con un po’ di acqua (leggermente profonda per poter raccogliere tutto il grasso che si scioglierà durante la cottura) in forno preriscaldato a 180° C. Non appena l’oca inizia ad assumere colore diminuire la temperatura a 160° e continuare la cottura in forno per 90 minuti. Ogni 15 minuti irrorare l’oca con il grasso di cottura.
Mele al forno
Ingredienti: 6 piccole mele (Cox Orange), 200 g di marzapane (naturale), 90 g di uvetta sultanina
Eliminare con l’apposito coltellino il torso delle mele. Mischiare l’uvetta sultanina con il marzapane e riempire la parte centrale delle mele svuotate. Porre le mele su una teglia da forno ed infornarle a 160° C sino a quando non si ammorbidiscono.
Cavolo
Ingredienti: 90 g di grasso di oca, 100 g di cipolla tagliata a fettine sottilissime, 1 kg di cavolo rosso tagliato a fettine sottilissime, 50 g di gelatina di mirtilli rossi, 2 piccole mele tagliate a fettine sottilissime, un sacchettino aromatico con: 4 chiodi di garofano, 2 foglie di alloro, 3 bacche di ginepro, 1 dl di aceto di vino rosso, sale, zucchero, 1/2 l di vino rosso
Porre il cavolo con la cipolla a rosolare in una capiente pentola ove si sarà messo a sciogliere un po’ di grasso d’oca. Dopo circa venti minuti aggiungere l’aceto e il vino rosso. A pentola coperta lasciare stufare per ulteriori venti minuti. Aggiungere quindi il sacchetto aromatico e le fettine di mela e continuare la cottura. Poco prima di terminare la cottura aggiungere la gelatina di mirtilli rossi. Riscaldare al momento di servire.
Marroni
Ingredienti: 200 g di zucchero, 1 bicchiere di vino bianco, un po’ di brodo di oca (i cosiddetti “fondi”si trovano in commercio presso i negozi specializzati e sono di ottima qualità), 7 fette di sedano sottilissime, 40 castagne (tipo marroni), 3 stecche di cannella
Incidere la buccia dei marroni e porli in forno preriscaldato a 180° C per circa 15 minuti, indi sbucciarli. In una padella fare caramellare lo zucchero. Aggiungere il vino bianco e il fondo di cottura d’oca per sciogliere il caramello, versate i marroni. Appoggiare le sottili fette di sedano sui marroni, aggiungere le stecche di cannella e continuare la cottura dolcemente sino a quando le castagne saranno morbide ma compatte.
Gnocchi di pane
Ingredienti: 400 g di pane bianco del giorno prima, 100 g di burro, 0,7 L di latte caldo, 4 uova, 60 g di cipolla imbiondita in un po’ di burro, 4 cucchiai di prezzemolo tritato finemente, sale, noce moscata
Tagliare i panini in piccoli pezzi e abbrustolirne 100 g in una padellina con un po’ di burro. Prendere una ciotola e mettervi i pezzettti di pane (anche quelli abbrustoliti) e coprirli con il latte tiepido. Sbattere le uova e aggiungerle, assieme agli altri restanti ingredienti (cipolla rosolata e prezzemolo tritato), alla mollica di pane. Salare e pepare, corregggere con un po’ di noce moscata e lasciare riposare per circa 45 minuti. L’impasto risultante dovrà essere morbido ma compatto. Con tale impasto formare delle piccole “palle” (Knödel) del diametro di circa 5 cm. Per la cottura: riempire una capiente pentola con acqua. Salarla. Portarla ad ebollizione e diminuire immediatamente la fiamma. Gli gnocchi si dovranno infatti cuocere solo attraverso il calore moderato. Non appena vengono in superfice, sono pronti per essere serviti. Questi gnocchi si possono preparare per tempo. Si possono cuocere e, al momento di servire, si posson versare per 1-2 minuti nell’acqua bollente per essere riscaldati
Per il ripieno
Ingredienti: fegato e cuore dell’oca, 60 g di pane a dadini, 70 g di timo e maggiorana freschi tritati, 80 g di patate a dadini, 60 g di cipolla a dadini, 2 uova, buccia grattugiata di un’arancia e di un limone, carta stagnola per avvolgere il ripieno
Tagliare il fegato e il cuore dell’oca a pezzetti. Rosolarli in un po’ di grasso d’oca assieme alla cipolla. Aggiungervi quindi le patate, le erbe aromatiche e il pane. Lasciare insaporire il tutto per circa dieci minuti. Lasciare raffreddare e aggiungere le due uova, la buccia grattugiata dell’arancia e del limone e amalgamare bene il tutto. Lasciare riposare per circa venti minuti. Prender della carta argentata. Ungerla con del grasso d’oca e porvi l’impasto dando una forma allungata. Chiudere il “salamino” avvolgendo su se stessa la carta e appoggiarlo sulla teglia dove cuoce l’oca lasciandolo cuocere per 20 minuti. Quando l’oca sarà cotta, porzionarla, ponendo le porzioni su una teglia da forno, irrorarle col grasso di cottura e coprirle con un foglio di carta argentata. Dieci minuti prima di servire rimettere in forno a 200° C per riscaldare. Le parti restanti della carcassa verranno aggiunte al condimento preparato con il collo e le ali, le verdure, la salsa di pomodoro ed il brodo di volatile (dovrà cuocere per 2 ore). Per addensarlo, utilizzare all’occorrenza un cucchiaio di fecola di patate. Prima di servirlo, filtrarlo con un colino.
Per la salsa: collo, ali e scarti di cottura dell’oca, 150 g di verdure (cipolla, carota, sedano), 30 g di salsa al pomodoro, 1 bicchiere di vino bianco, brodo di pollo o altro volatile
Per servire: riscaldare i piatti. Assicurarsi che tutte le componenti (marroni, mele, verza, oca, ripieno, salsa) siano caldi, quindi, su ogni piatto porre: 1 pezzo d’oca; 2-3 fette di ripieno; al centro la verza; la mela; i marroni; irrorare con abbondante salsa.
Ecco spiegato perchè i Tedeschi prenotano i ristoranti per mangiare l’oca di san Martino anche con molti mesi d’anticipo…
Esperimenti scientifici per bambini – Candele commestibili. Il nostro corpo utilizza l’energia chimica immagazzinata attraverso il cibo che mangiamo. Parte di questa energia viene utilizzata per le funzioni del corpo e il suo lavoro (saltare, correre, giocare, ecc…) e parte si trasforma in calore. Perchè possa esserci combustione occorrono tre cose: energia iniziale (di solito calore), ossigeno e combustibile.
Sia nelle candele di cera classiche, sia nelle candele “commestibili” l’ossigeno è quello presente nell’aria, l’energia iniziale è quella fornita dal fiammifero o dall’accendino, il combustibile nel caso della candela di cera è il gas che si sprigiona dalla cera, in quelle commestibili l’olio d’oliva o l’olio contenuto nella mandorla.
Una candela di cera è fatta di due parti: lo stoppino e la cera. Lo stoppino è fatto di un materiale assorbente, e quando viene acceso, il calore della fiamma scioglie la cera intorno ad esso, lo stoppino la assorbe, e questa per capillarità risale lungo lo stoppino. Quando la cera liquida raggiunge la fiamma, evapora e diventa gas : questo gas è il combustibile che permette alla candela di continuare a bruciare.
Anche la candela commestibile è fatta di due parti: la mandorla (o l’olio d’oliva) e la patata (o la mela, o il filamento centrale del mandarino). Nel caso della mandorla, si tratta di un frutto ricco di proteine, grassi e carboidrati, ma è l’alta percentuale di grasso a fare sì che bruci molto a lungo. La mela o la patata o la buccia del mandarino fungono invece solo da sostegno, ma non forniscono combustibile.
Esperimenti scientifici per bambini Candele commestibili Mandarini
Cosa serve
• almeno 2 mandarini o clementine • olio d’oliva • 1 coltello affilato • accendino o fiammiferi; eventualmente una candela tradizionale per fare coi bambini i confronti tra le due candele
Come fare
La parte difficile è ricavare lo “stoppino” all’interno della seconda metà del mandarino, per cui possono servire molti frutti…
Incidere la pelle del mandarino lungo la circonferenza, quindi rimuovere la metà di buccia superiore (quella senza “stoppino”) avendo cura di non romperla. Per capirsi la parte superiore è quella col picciolo. Avremo adesso una mezza buccia vuota, e una mezza buccia piena di spicchi interi.
Al centro degli spicchi c’è un fascio di filamenti bianchi: lo “stoppino”, appunto. Rimuoviamo gli spicchi senza rompere i filamenti bianchi al centro.
Nella metà senza stoppino ritagliare un foro decorativo, ad esempio a forma di stella.
Riempire la metà con lo stoppino con olio di oliva, in modo che lo stoppino sporga dal livello dell’olio per circa 5mm.
Dare fuoco allo stoppino con fiammiferi o accendino: lo stoppino può contenere dell’umidità e non essere ancora ben intriso d’olio, per cui occorre tenervi la fiamma per alcuni secondi prima che si avvii la combustione. Quando questa si innesca, porre la seconda metà del mandarino sulla nostra candela.
Bellissima e profumatissima attività scientifica e natalizia (o anche per San Martino)…
Esperimenti scientifici per bambini Candele commestibili Patate e mandorle
Cosa serve: Una patata ritagliata a forma di candela (cruda o lessata se si vuole mangiare davvero, per giocare ai maghi) Scaglie di mandorle Accendino o fiammiferi; eventualmente una candela tradizionale per fare coi bambini i confronti tra le due candele.
Cosa fare: Posare la patata a forma di candela su un piattino Inserire nella parte superiore una scaglia di mandorla, come stoppino Dare fuoco alla mandorla. Osservare coi bambini quale parte della candela sta bruciando. Spegnere la candela. Eventualmente lasciar raffreddare e mangiare…
Esperimenti scientifici per bambini Candele commestibili Mela e mandorla
Cosa serve: Una mela Un coltello Una mandorla Fiammiferi o accendino; eventualmente una candela tradizionale per fare coi bambini i confronti tra le due candele.
Cosa fare: Tagliare via la parte superiore e quella inferiore della mela Scegliere una bella scaglia di mandorla oppure sbucciare una mandorla e ritagliarla in modo che si presenti stretta e lunga Inserire la mandorla nella mela Accendere Eventualmente spegnere, raffreddare e mangiare.
Possiamo anche estrarre dalla mela un cilindro a forma di candelina e poi applicare la mandorla, e mi sembra una bellissima idea per una torta di mele di compleanno:
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