Anche se sembra un gioco semplice, il mancala non è un gioco di fortuna, ma piuttosto di pianificazione strategica, stima e calcolo delle quantità. Nelle versioni di mancala più complesse si inserisce anche l’elemento della velocità, dando un vantaggio a chi ha mente e dita abbastanza agili da superare l’avversario.
Mancala in realtà non è un gioco, ma piuttosto una famiglia di giochi che condividono alcune regole di base che possono variare notevolmente per complessità, tanto da poter essere paragonabili al go asiatico o agli scacchi. In questo articolo parlo del mancala giocato con le regole del kalah (o kalaha), il più adatto ai bambini.
Il mancala è uno dei giochi da tavolo per due giocatori più antichi al mondo. Le tavole mancala più antiche sono state trovate in Giordania in un insediamento neolitico e risalgono al 6000 aC circa, epoca in cui gli uomini stavano iniziando a padroneggiare l’agricoltura e l’allevamento. Antichissime tavole mancala sono state rinvenute in tutta l’Africa e in Iran. La rara scoperta di queste tavole dimostra che il mancala è uno dei giochi più antichi, se non il più antico conosciuto dall’umanità, ma non chiarisce dove e quando abbia avuto origine, considerando che può essere giocato semplicemente scavando buche temporanee nel terreno e utilizzando semi deperibili che non lasciano tracce archeologiche.
Qualunque variante si giochi, due giocatori, distribuiscono le “pedine” (sassi, conchiglie, semi o perfino palline di sterco animale) all’interno di file di fori (case o pozzi) disposti parallelamente, e in qualunque cultura si giochi, queste pedine sono chiamate “semi” e il loro movimento da un foro all’altro viene definito “semina”. Questo suggerisce quali potrebbero essere le origini del gioco: piantare semi nel terreno.
Oltre ad essere uno dei giochi più antichi del mondo, è probabilmente anche uno dei più giocati: anche se in Europa è poco conosciuto, è diffusissimo in tutto il continente africano, in Asia e nelle Americhe. In Africa pare ci siano tante varianti di regole di gioco quanti sono i gruppi etnici o addirittura le città.
Il mancala assume in Africa anche significati magici e metaforici. Spesso il tavoliere rappresenta il villaggio, dove ogni buca è una capanna. I semi singoli vengono chiamati donne o vedove, due semi vengono chamati sposi, poi ci possono essere i capi, i bambini, il bestiame, ecc.
Perchè proporre il mancala ai bambini
affina la motricità fine e la coordinazione occhio-mano, impegnando i muscoli di tutta la mano
permette di esercitare le abilità di conteggio in modo divertente, raccogliendo e distribuendo i semi
insegna ad attendere e rispettare i turni
permette di esercitare l’abilità di stima di quantità
aiuta a sviluppare la capacità di fare previsioni, mettere in atto strategie, il ragionamento astratto ipotetico-deduttivo. Giocare a mancala richiede il conteggio mentale e la previsione del movimento dei semi sul tavoliere
stimola le capacità di attenzione e concentrazione
porta all’intuizione delle proprietà della moltiplicazione.
Giochiamo a mancala
Come dicevo, la variante di mancala che propongo ai bambini è quella giocata con le regole del kalah.
Il tavoliere può essere acquistato, o meglio può essere costruito con i bambini. E’ composto da due file di sei buche disposte parallelamente. A destra e a sinistra si trovano due buche più grandi, i granai. Il nostro è fatto con fondi di bicchierini di plastica e ciotoline incollate su un rettangolo di cartone. I semi sono soia.
Preparazione I giocatori siedono uno di fronte all’altro davanti al tavoliere. La fila di buche davanti ad ogni giocatore è la sua, e il suo granaio è quello alla sua destra. In ogni buca si mettono 4 semi, mentre i granai restano vuoti.
Scopo del gioco Vince chi al termine della partita ha collezionato il maggior numero di semi nel suo granaio.
Gioco
Il gioco procede in senso antiorario e si gioca a turno.
Semina
Quando è il suo turno, il giocatore prende in mano tutti i semi di una delle sue buche e li distribuisce in senso antiorario nelle buche successive, uno per buca. Se dopo aver distribuito i semi nelle sue buche e nel suo granaio avanzano semi, può continuare a distribuire i semi nelle buche dell’avversario, uno per buca. Se dopo aver distribuito i semi nelle sue buche, nel suo granaio e nelle buche dell’avversario avanzano semi, il giocatore continua la distribuzione tornando alle sue buche, ma non può mettere semi nel granaio dell’avversario. In altre parole la distribuzione continua finchè i semi non sono terminati, eventualmente saltando il granaio dell’avversario.
Tocca ancora a te
Se il giocatore riesce a depositare l’ultimo seme nel suo granaio, ha diritto ad un altro turno, può quindi prendere in mano tutti i semi di un’altra delle sue buche e distribuirli in senso antiorario nelle buche successive, uno per buca. Così tutte le volte che riuscirà a mettere l’ultimo seme di un mucchietto nel suo granaio.
Cattura
Se il giocatore riesce a mettere l’ultimo seme del suo mucchietto in una buca vuota della sua fila di buche, catturerà tutte le pietre dell’avversario che si trovano nella buca direttamente di fronte. Metterà quindi nel suo granaio i semi dell’avversario e il suo seme, e il turno passerà all’avversario.
Conclusione
Il gioco termina quando tutte le buche di uno dei due giocatori risultano vuote. Se l’altro giocatore ha ancora dei semi nelle sue buche, restano sue: può quindi prenderle e metterle nel suo granaio.
Esperimenti scientifici per bambini – OOBLECK. Un esempio di fluido non-newtoniano davvero economico e semplicissimo da ottenere è l’oobleck, una sospensione di amido di mais e acqua.
Esperimenti scientifici per bambini Oobleck
Scopo
Esplorare le proprietà di un fluido non newtoniano.
Età
Dai 4 anni.
Materiali
2 parti di amido di mais 1 parte di acqua Colorante alimentare (se vuoi) Una teglia di alluminio e un contenitore di plastica Una traccia audio da 40 50 o 63 Hz (cerca su YouTube) Il miglior altoparlante che riesci a trovare.
Note di sicurezza
Finché usiamo ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.
Presentazione
. Questo esperimento può essere presentato ad un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe
. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo
. spieghiamo ai bambini che con questo esperimento esploreremo le proprietà di un fluido non newtoniano
. in una contenitore di plastica uniamo una parte di acqua a due parti di amido di mais. Se lo desideriamo aggiungiamo del colorante alimentare
. mescoliamo con cura
. dopo aver preparato il composto teniamo a portata di mano dell’acqua perché l’oobleck tende ad asciugarsi assumendo l’aspetto del fango secco: per mantenerlo fluido basta aggiungere ogni tanto un po’ d’acqua
. immergiamo una mano e cerchiamo di toglierla più velocemente che possiamo: sentiremo una forte resistenza
. prendiamo in mano un po’ di fluido e schiacciamolo: sembrerà diventare solido, ma diminuita la pressione il composto tornerà fluido
. proviamo a colpire con forza il fluido: la mano rimarrà incastrata
. maneggiamo il nostro fluido liberamente per sentirlo passare da fluido a solido e viceversa
. versiamo il nostro oobleck in una teglia di alluminio
. scarichiamo tracce audio con diversi toni: quelli che funzionano meglio sono 40 HZ, 50 e 63
. mettiamo la teglia sull’altoparlante mentre trasmette la traccia scelta, ed esercitiamo con le dita una certa pressione lungo il bordo della teglia. Il nostro oobleck comincerà a danzare
Osservazioni e conclusioni
L’oobleck è un esempio di fluido non-newtoniano davvero economico e semplicissimo da ottenere. È una sospensione di amido di mais e acqua. Il nome “oobleck” deriva dal libro per bambini Bartholomew and the Oobleck del Dr Seuss (che non è stato tradotto in Italiano).
L’oobleck è davvero sorprendente: si comporta come un liquido se lasciato a riposo, come un solido non appena lo si maneggia, e colpendolo diventa tanto più duro quanta più forza si applica al colpo. Un fluido non–newtoniano è un fluido la cui viscosità varia a seconda della velocità con cui lo si misura. I fluidi non newtoniani si dividono in due classi: 1. fluidi pseudoplastici: la viscosità diminuisce all’aumentare della velocità 2. fluidi dilatanti: la viscosità aumenta all’aumentare della velocità. L’Oobleck fa parte di questa classe: sollecitazioni rapide lo rendono più viscoso rispetto allo stato di riposo. I fluidi non newtoniani oppongono una resistenza maggiore all’aumentare della pressione esercitata. Nel nostro esperimento, la maizena non si scioglie nell’acqua, ma le sue particelle rimangono in sospensione. Quando si esercita una forte pressione, le particelle si ammassano e non fanno penetrare l’oggetto. Se invece l’oggetto viene immerso lentamente, le particelle hanno il tempo di separarsi. Anche il fango e le sabbie mobili sono fluidi non newtoniani: se vi si affonda, bisogna sollevare le gambe molto lentamente, altrimenti si resta sempre più intrappolati perché facendo movimenti veloci si esercita una pressione maggiore e le sabbie mobili si oppongono con maggior resistenza.
Psicoaritmetica Montessori – Perle dorate: formazione dei grandi numeri. Un esercizio che si fa coi bambini utilizzando perle dorate e cartelli dei numeri consiste nella composizione di grandi numeri. Tutte le esperienze sul sistema decimale qui illustrate si possono riferire ad un’età compresa tra i 4 ed i 5 anni. Per le presentazioni ho utilizzato le mie perle auto prodotte (trovi il tutorial qui),
i cartelli stampabili Lapappadolce e i cartelli prodotti da Montessori 3D di Boboto. Trovi altri esercizi e presentazioni relative alla formazione di grandi numeri qui:
Quando vogliamo leggere un numero, ad esempio 32.457.891, lo dividiamo in gruppi formati da tre elementi alla volta (centinaia, decine ed unità) a partire da destra, ed in questo modo leggere il numero diventa molto semplice:
Presentazione coi cartelli dei numeri per formare i numeri da 1 a 9999
Materiale: – il set completo dei cartelli dei numeri.
Presentazione: invitiamo il bambino ad unirsi a noi nell’esercizio – chiediamogli di srotolare un tappeto e andiamo allo scaffale a prendere il vassoio con la scatola dei cartelli dei numeri – mettiamo la scatola dei cartelli sul tappeto in basso, davanti a noi – mettiamo il materiale sul tappeto e disponiamolo secondo le gerarchie: unità a destra dall’1 al 9, decine a sinistra delle unità dall’1 al 9, poi centinaia e infine migliaia. Mentre mettiamo ogni cartello leggiamo il numero in questo modo: “Una unità, uno… 9 unità, nove. Incoraggiamo il bambino a contare con noi – arrivati a 9 chiediamo: “Cosa viene dopo il 9?” Il bambino risponde e cominciamo a comporre la colonna delle decine. Continuiamo a contare col bambino: … 4 decine, quaranta… 7 centinaia, settecento… 9 migliaia, novemila. Chiediamo al bambino: “Quale numero viene dopo?” arrivati a 90 e a 900. Incoraggiamo sempre il bambino a contare con noi
– osserviamo lo schema e leggiamo col bambino i numeri 1, 10, 100 e 1000 facendo notare ai bambini quanti zeri ha ognuno. Possiamo continuare a leggere anche le altre righe, sempre da destra a sinistra – indichiamo un cartello al bambino, leggiamo insieme il numero e notiamo quanti zeri ha – per verificare che il bambino abbia chiaro lo schema possiamo mescolare i cartelli e chiedere al bambino di ricomporli in colonne per unità, decine, centinaia e migliaia – quando lo schema è composto scegliamo due cartelli presi da gerarchie adiacenti (unità e decine, decine e centinaia, centinaia e migliaia) – mettiamo il cartello delle unità sul cartello della decina, allineato a sinistra – facciamo scivolare il cartello dell’unità verso destra, orizzontalmente o meglio mettendo i cartelli in verticale di modo che il più corto scivoli verso il basso, a coprire lo zero delle decine (se preferite in modo che i cartelli siano allineati lungo il bordo destro)
– posiamo il numero sul tappeto e leggiamolo dicendo: “Quattro decine e due unità” – chiediamo al bambino di ripetere con noi – leggiamo nuovamente il numero, ma questa volta dicendo: “Quarantadue” – chiediamo al bambino di rimettere i cartelli nello schema – continuiamo con altri cartelli scelti tra gerarchie adiacenti, poi passiamo a tre, sempre seguendo la stessa procedura
– infine usiamo le quattro gerarchie
– rimettere i cartelli correttamente all’interno dello schema – rimettere i cartelli nella loro scatola – rimettere la scatola sul vassoio – riportare la scatola sullo scaffale.
Scopo: – rinforzare il concetto di gerarchie dei numeri nel sistema decimale – rinforzare ed esercitare la capacità di lettura dei numeri da 1 a 9999, che il bambino sa già comporre per quantità di perle dorate – dare una visione globale dei numeri all’interno del sistema decimale ai bambini – comprendere che è la posizione di un numero a determinarne il valore: i numeri sono soltanto 9 in tutto, ed è lo zero a determinare la loro posizione e quindi il loro valore – comprendere che lo zero all’interno di un grande numero, in qualsiasi posizione, indica semplicemente la mancanza di quantità di quella particolare gerarchia: ad esempio nel numero 5407 mancano le decine.
Età: – dai 4 anni e mezzo.
Controllo dell’errore: l’insegnante. Coi soli cartelli dei numeri non è possibile verificare la correttezza della composizione. Per farlo occorre lavorare coi cartelli dei numeri e le perle dorate insieme.
Varianti: – possiamo eseguire questa presentazione coinvolgendo un gruppo di bambini (3 o 4).
Presentazione con le perle dorate e i cartelli
Per prima cosa poniamo sul tappeto il materiale in questo ordine, formando il “quadro del sistema decimale“:
Non si tratta di contare, ma di portare l’attenzione del bambino sul concetto che in ogni gerarchia esistono unicamente 9 cifre che non possono essere rappresentate semplicemente dai numeri 1 2 3 4 5 6 7 8 9, dal momento che essi indicano soltanto unità semplici; in altre parole possiamo dire che le cifre significative sono sempre e soltanto nove:
Con i bambini proporremo i primi esercizi utilizzando un solo cubo delle migliaia, cioè formando grandi numeri entro il 1999. Potremo così proporre molti esercizi di associazione tra cartelli dei numeri e perle dorate (cioè tra simbolo e quantità).
Naturalmente lavoreremo prima all’associazione di un solo cartello dei numeri, ad esempio 600, 8, ecc…
Quando poi il bambino avrà acquisito familiarità con le categorie separate, possiamo passare a consegnargli contemporaneamente due o più cartelli di differenti gerarchie, ad esempio 1000 400 50 8,
chiedendogli di portare la quantità corrispondente a ciascun cartello.
Poi possiamo mostrargli come avviene la formazione di un grande numero: sul cartello più lungo collochiamo via via quelli più corti, allineandoli prima sulla sinistra
e facendoli scorrere poi verso destra
Alla fine, leggeremo al bambino: mille-quattrocento-cinquant-otto.
Un altro esercizio consiste nel dire un numero, ad esempio ottocentoquarantasette, ed il bambino dovrà scegliere dal quadro del sistema decimale le quantità corrispondenti, cioè 8 quadrati di perle, 4 bastoncini e 7 perle sciolte.
Per quanto riguarda i cartelli dei numeri, la scelta sarà per il bambino ancora più semplice. Se poi si sovrappongono i cartelli 800 40 e 7
si avrà il numero: 847
I bambini, in questo modo, si esercitano nella composizione e scomposizione di grandi numeri, sia per quanto riguarda le quantità, sia per quanto riguarda i loro simboli numerici. I numeri si scompongono separando le migliaia, le centinaia, le decine e le unità: ogni grande numero è una somma di gruppi, ciascuno dei quali è rappresentato dalle cifre che stanno una accanto all’altra.
Questa, ad esempio, la composizione del numero 1235 con il materiale:
e questa con i cartelli dei numeri:
Si può iniziare a giocare coi grandi numeri molto presto: i bambini ne saranno entusiasti. Il fatto di poter comporre e analizzare i numeri muovendo oggetti stimola la ripetizione. Presentato nel suo insieme, il sistema decimale è una specie di trama fondamentale sulla quale si sviluppano un po’ per volta i dettagli che chiariscono e facilitano, ogni volta un po’ di più, il suo studio.
L’esercizio della “visione a volo d’uccello del sistema decimale“, ad esempio, consiste nell’appaiare a ciascuno dei cartelli dei numeri la corrispondente quantità di perle. Questo risponde al principio di globalità, un punto fondamentale della didattica montessoriana che consiste nel cominciare sempre, al ogni livello, dalla presentazione di una situazione generale, precisando poi i dettagli.
Lo studio dei dettagli può essere condotto con più dettagli contemporaneamente. Una sistematizzazione non è necessaria, mentre è necessario studiare “tutti” i dettagli. Gli esercizi coi dettagli che si riferiscono al sistema decimale non hanno necessità di precedenza, essendo già guidati da un insieme prestabilito. La Montessori chiama questi esercizi “esercizi paralleli“, e si tratta di giochi che vanno dalle tavole di Seguin, alle catene di 100 e di 1000, al serpente dell’addizione, ai vari giochi per le operazioni aritmetiche…
Materiale: 1 perla delle unità, 1 barretta delle decine, 1 quadrato delle centinaia, 1 cubo delle migliaia; i cartelli dei numeri 1 10 100 e 1000.
Scopo: – appaiare le quantità di perle ai relativi simboli numerici
Presentazione: Portare la scatola dei cartelli grandi dei numeri sul tappeto, e mettere sul tappeto i cartelli 1 10 100 e 1000. Posizionare i cartelli uno sotto l’altro, facendoli nominare dal bambino.
Portare al tavolo la quantità di perle corrispondente,
quindi comporre il numero 1111.
Presentazione 2 (esercizio di gruppo per due o tre bambini)
Materiale: 9 perle delle unità, 9 barrette delle decine, 9 quadrati delle centinaia, 1 cubo delle migliaia; il set completo dei cartelli grandi dei numeri (senza i cartelli dal 2000 al 9000); un vassoio vuoto per ognuno dei bambini partecipanti e due tappeti
Scopo dell’esercizio: esercitarsi ed acquisire familiarità con le diverse categorie di numeri, soprattutto per quanto riguarda la lettura dei simboli scritti; imparare a leggere correttamente i grandi numeri; preparazione al lavoro con il valore posizionale delle cifre.
Esercizio:
Stendere i due tappeti sul pavimento e disporre con l’aiuto dei bambini in uno i cartelli dei numeri e nell’altro le perle dorate, in questo modo:
contando il materiale via via che viene disposto.
(in questa prima fase sarà sufficiente disporre solo il cartello del 1000, in relazione al solo cubo delle migliaia presente)
Ogni bambino riceve un vassoio con una ciotolina per contenere le unità
mettiamo sul vassoio di ogni bambino un cartello diverso,
e chiediamo loro di identificarlo e di portarci la quantità di perle corrispondente.
Quando il bambino torna, si legge la carta e si contano insieme le perle che ha portato. Quindi si rimettono al loro posto sia le perle, sia il numero.
Dopo un po’ di esercizi con una sola categoria, possiamo passare a mettere due cartelli diversi sui vassoi, relativi a due categorie adiacenti.
Mostriamo sempre al bambino, dopo che ci ha portato il corrispondente quantitativo di perle, come sovrapporre i due cartelli e come leggere il numero formato,
dicendo ad esempio: “quattro decine e sei unità… quarantasei”.
Passeremo poi ad utilizzare tre, ed infine quattro categorie.
Presentazione 3 (esercizio di gruppo)
Materiali: – il set completo delle perle dorate (9 elementi per categoria), – il set completo dei cartelli grandi dei numeri, – un vassoio per ogni bambino partecipante, – tre tappeti e un vassoio
Scopo dell’esercizio: – combinare i simboli scritti con le quantità corrispondenti – familiarizzare con le diverse categorie di numeri, soprattutto per quanto riguarda la lettura dei simboli – esercitare la composizione, scomposizione e la lettura dei grandi numeri – comprendere il valore posizionale delle cifre all’interno di un numero.
Esercizio: Allestiamo i tre tappeti, con l’aiuto dei bambini, in questo modo:
Come nella presentazione precedente, scegliamo un cartello e diamolo al bambino, perchè possa metterlo sul suo vassoio e chiediamogli di andare a prendere la quantità di perle corrispondenti.
Contiamo insieme a lui, mentre trasferisce il materiale scelto dal suo vassoio al tappeto piccolo. Terminato il controllo, chiediamo al bambino di rimettere tutto il materiale a posto, quindi ripetiamo l’esercizio con un altro cartello dei numeri. Ripetiamo questi esercizi almeno un paio di volte.
Quando il bambino esegue con sicurezza l’esercizio, possiamo iniziare a dare al bambino due cartelli dei numeri alla volta, ad esempio 50 e 4.
In fase di controllo, sul tappeto piccolo, chiamiamo sempre il numero formato dai due cartelli: ” 5 decine e 4 unità… Cinquantaquattro”.
Ripetiamo l’esercizio con numeri diversi, poi inseriamo prima anche le centinaia, ed infine anche le migliaia.
Ripetiamo gli esercizi anche invertendoli, cioè dando al bambino una certa quantità di perle, e chiedendogli di portarci i cartelli dei numeri corrispondenti.
Presentazione 4
Materiali: – il set completo delle perle dorate (9 elementi per categoria), – il set completo dei cartelli grandi dei numeri, – un vassoio per ogni bambino partecipante, – tre tappeti e un vassoio.
Scopo dell’esercizio: – combinare i simboli scritti con le quantità corrispondenti; – familiarizzare con le diverse categorie di numeri, soprattutto per quanto riguarda la lettura dei simboli; – esercitare la composizione, scomposizione e la lettura dei grandi numeri; – comprendere il valore posizionale delle cifre all’interno di un numero; – comprendere che, siccome i grandi numeri sono composti da più categorie, lo zero mostra semplicemente un posto vuoto, cioè che mancano elementi di una o più categorie (ad esempio che nel 1304 mancano le decine).
Esercizio: Allestiamo i tre tappeti, con l’aiuto dei bambini, in questo modo:
Prepariamo una cifra coi cartelli dei numeri per ogni bambino, all’inizio utilizzando categorie adiacenti, ad esempio 1436…
Chiediamo ad ogni bambino di portarci le perle corrispondenti alla cifra assegnata, e di trasferire correttamente il materiale sul tappeto, ordinando correttamente sia le perle, sia i cartelli dei numeri.
Mostriamo sempre come posizionare correttamente i cartelli dei numeri.
Per farlo il bambino dovrà sovrapporre i cartelli uno sull’altro sul margine destro
raccogliere le carte, ruotarle in verticale e far scorrere tutti i cartelli sul margine sinistro e poi verso il basso sul lato inferiore
quindi posare il numero composto correttamente sul tappeto.
Leggere sempre il numero: “1 migliaio, 4 centinaia, 2 decine e 6 unità… mille quattrocento venti sei”
Chiedere al bambino di rimettere tutto il materiale al suo posto prima di ripetere l’esercizio anche invertito (cioè preparando un certo quantitativo di perle dorate, e chiedendogli di portarci i cartelli dei numeri corrispondenti e chiedendogli di comporre correttamente la cifra).
Quando i bambini si muovono con sicurezza, passiamo a preparare per loro cifre composte da categorie non adiacenti, chiedendo loro di portarci la quantità di perle corrispondente; ad esempio 2034: lo zero mostra semplicemente un posto vuoto, cioè che mancano elementi di una o più categorie ( in questo caso mancheranno le centinaia).
Ripetiamo gli esercizi invertendo le azioni, cioè preparando una certa quantità di perle dorate (ad esempio 1036) nella quale manchino uno o più categorie, e chiedendo al bambino di portarci i cartelli dei numeri corrispondenti e di comporre correttamente la cifra.
Psicoaritmetica Montessori – Esercizi con le perle dorate e i cartelli dei numeri per bambini della scuola d’infanzia. Dopo aver lavorato col materiale dei cartelli dei numeri
Materiale: – 9 perle delle unità, – 9 barrette delle decine, – 9 quadrati delle centinaia – 9 cubi delle migliaia – il set completo dei cartelli grandi dei numeri – tre tappeti e un vassoio.
Scopo dell’esercizio: – dare una visione generale del sistema decimale; – lavorare al concetto base per cui, arrivati al nove, in qualsiasi gerarchia, si passa all’uno della gerarchia immediatamente superiore.
Esercizio:
Disponiamo su due tappeti separati tutto il materiale delle perle dorate e tutto il materiale dei cartelli grandi dei numeri, in questo modo:
Prepariamo un certo quantitativo di perle sul terzo tappetino, ad esempio 3158
quindi chiediamo al bambino: “Riesci a trovare il numero che indica queste perle?”
Il bambino va al tappeto e compone il numero sul vassoio, quindi ce lo porta.
Controlliamo insieme la corrispondenza tra la cifra e le perle, quindi il bambino riordina i cartelli dei numeri, e noi possiamo preparare un secondo quantitativo di perle
Presentazione 2
Materiale: – 9 perle delle unità – 9 barrette delle decine – 9 quadrati delle centinaia – 9 cubi delle migliaia – il set completo dei cartelli grandi dei numeri – tre tappeti e due vassoi (uno piccolo per i cartelli dei numeri e uno più grande per le perle dorate)
Scopo dell’esercizio: – dare una visione generale del sistema decimale – lavorare al concetto base per cui, arrivati al nove, in qualsiasi gerarchia, si passa all’uno della gerarchia immediatamente superiore.
Esercizio:
Disponiamo su due tappeti separati tutto il materiale delle perle dorate e tutto il materiale dei cartelli grandi dei numeri, in questo modo:
prepariamo sul terzo tappetino una certa cifra utilizzando i cartelli dei numeri, ad esempio 6524
quindi chiediamo al bambino: “Riesci a trovare le perle che corrispondono a questo numero?” Il bambino va al tappeto e raccoglie le perle richieste sul vassoio, quindi le porta sul tappeto.
Controlliamo la quantità insieme al bambino,
quindi mentre il bambino riordina le perle, possiamo preparare per lui una seconda cifra coi cartelli dei numeri.
Presentazione 3
Visione “a volo d’uccello” del sistema decimale
Materiale: 45 perle delle unità, 45 barrette delle decine, 45 quadrati delle centinaia e 45 cubi delle migliaia; il set completo dei cartelli grandi dei numeri; 9 piccoli contenitori per le unità (facoltativi)
Il gioco può essere condotto anche più semplicemente con 45 perle delle unità, 45 barrette delle decine, 45 quadrati delle centinaia e un solo cubo delle migliaia e il set completo dei cartelli dei numeri (togliendo i cartelli da 2000 a 9000)
Scopo dell’esercizio: rafforzamento degli esercizi precedenti con le perle dorate e i cartelli dei numeri; fare pratica nell’organizzare le quantità ed i numeri; offrire al bambino una visione globale del sistema decimale, sia per quantità sia per i rispettivi simboli numerici.
Esercizio:
Disponiamo i nove contenitori per le unità lungo il lato destro del tappeto
e i cartelli dei numeri delle unità in ordine sparso
Apriamo la piccola scatolina che contiene le 45 perle delle unità. Prendiamo dalla scatolina una perla e poniamola nel primo contenitore in alto a destra, contando ad alta voce: “Uno”
e chiediamo al bambino di trovare il cartello del numero corrispondente, che andrà posto a sinistra del contenitore.
Continuare allo stesso modo fino a completare l’intera serie delle unità da 1 a 9.
Arrivati al nove, naturalmente, possiamo ricordare al bambino che se avessimo una perla in più, le perle sarebbero 10, quindi passiamo alla serie delle barrette delle decine,
operando come abbiamo fatto con le unità, fino ad arrivare al 90.
Procediamo allo stesso modo con i quadrati delle centinaia
Psicoaritmetica Montessori – Esercizi coi cartelli dei numeri per bambini della scuola d’infanzia. Per le presentazioni ho utilizzato i cartelli stampabili Lapappadolce e i cartelli prodotti da Montessori 3D di Boboto.
Il materiale a disposizione dei bambini per comprendere il sistema decimale è triplice, essendo costituito di oggetti, numeri e parole. Gli oggetti sono le perle, mentre per i numeri ed i loro nomi abbiamo molti materiali, tra i quali i cartelli dei numeri.
Si tratta di una serie di cartelli, le cui dimensioni sono proporzionali alle gerarchie dei numeri e i cui colori sono i seguenti: – verde per la serie da 1 a 9 e da 1000 a 9000
– blu per la serie da 10 a 90
– rosso per la serie da 100 a 900.
I cartelli per le nove unità sono uguali tra loro, e simili a quelli usati per la prima numerazione con le aste numeriche. I cartelli per le nove decine sono di grandezza doppia, perchè necessitano di spazio per contenere lo zero. I cartelli per le centinaia hanno una lunghezza tripla di quelli delle unità per lasciar spazio per due zeri.
I cartelli per le migliaia, che hanno bisogno di uno spazio per tre zeri, hanno una lunghezza quadrupla di quelli delle unità.
Di seguito trovate qualche esercizio che è possibile fare con i bambini utilizzando i cartelli dei numeri, in preparazione del loro utilizzo con le perle dorate:
Psicoaritmetica Montessori – Esercizi coi cartelli dei numeri Presentazione 1
Materiale: i cartelli grandi dei numeri 1, 10, 100 e 1000
Età: dai quattro ai cinque anni
Psicoaritmetica Montessori – Esercizi coi cartelli dei numeri Lezione in tre tempi
Primo tempo: Poniamo sul tavolo, di lato, i cartelli dei numeri, in questo modo:
Mostriamo al bambino la carta dell’unità ripetendo più volte il nome del numero: “Uno… uno… Questo è il nostro modo di scrivere uno”
Sostituiamo con il numero 10, nominandolo più volte e facendolo ripetere al bambino.
Sostituiamo quindi col cartello del 100
e infine col cartello del 1000. “Questo è il modo in cui scriviamo un centinaio.” Lei poi lo mette al suo fianco e mostra al bambino la carta “1000” e dice: “Questo è il modo in cui scriviamo mille.”
Secondo tempo: disponiamo le carte davanti al bambino in ordine casuale, e chiediamo: “Indicami il cento”, “Qual è il mille?”, Mostrami il dieci”, ecc… Ripetiamo più volte, cambiando di tanto in tanto l’ordine dei cartelli.
Terzo tempo: quando il bambino ha compreso l’esercizio e lo esegue facilmente e senza errori, poniamo i cartelli dei numeri a un lato del tavolo, fuori dalla vista del bambino. Poniamo un numero davanti al bambino e chiediamogli di dircene il nome: “Che numero è questo?”. Il bambino risponde. Rimettiamo a lato il numero, e proponiamogli via via gli altri.
Ricapitolazione: al termine della lezione, mettiamo tutti i cartelli a lato del tavolo. Quindi mettiamo il 1000 davanti al bambino e diciamo: “Oggi abbiamo imparato che questo è modo di scrivere mille”. Poi sostituiamo col cartello del 100 e diciamo “Questo è il modo di scrivere cento”, e continuiamo così con il cartello del dieci e quello dell’uno.
Infine prendiamo uno alla volta i cartelli dei numeri a partire dal 1000, sovrapponendoli e dicendo : “Mille, cento, dieci, uno.”, e sovrapponendoli così:
______________ Psicoaritmetica Montessori – Esercizi coi cartelli dei numeri Presentazione 2
Materiale: il set completo dei cartelli grandi dei numeri
Età: a partire dai quattro anni
Scopo dell’esercizio: comprendere che ogni volta che viene raggiunto il nove, si passa all’uno della gerarchia immediatamente superiore; saper leggere i simboli scritti
Psicoaritmetica Montessori – Esercizi coi cartelli dei numeri Esercizio:
Portiamo il materiale al tavolo del bambino e sediamoci accanto a lui. Prendiamo una alla volta i cartelli delle unità, e chiediamo al bambino di nominarle.
Poniamo sul tavolo l’1 in alto a destra, e le unità successive in una colonna verticale, una sotto l’altra, fino al 9.
Prendiamo quindi i cartelli delle decine, a partire dal 10.
Poniamo il 10 a sinistra dell’1, parallelo ad esso.
Il bambino nomina una ad una le decine, che vengono disposte in ordine sotto al 10. (I nomi venti, trenta, fino a novanta verranno insegnate in una lezione successiva. In questo esercizio diremo semplicemente una decina, due decine, nove decine…)
Prendiamo poi i cartelli delle centinaia. Poniamo il 100 a sinistra del 10, parallelo ad esso. Formiamo la colonna delle centinaia, mentre il bambino nomina i vari cartelli: “100, 200, 900 …”.
Infine prendiamo i cartelli delle migliaia. Poniamo il cartello del 1000 a sinistra del 100 e parallelo ad esso. Disponiamo quindi la colonna delle migliaia successive, mentre il bambino le nomina: “Mille, duemila…novemila…”.
Osserviamo il risultato insieme al bambino. Abbiamo una chiara impressione visiva della successione dei numeri da 1 a 9 per ognuna delle gerarchie. E’ bene ripetere questo esercizio per più giorni successivi. Teniamo quindi il materiale sullo scaffale, a disposizione del bambino.
Psicoaritmetica Montessori – Esercizi coi cartelli dei numeri Presentazione 3 (un gioco di gruppo)
Materiale: il set completo dei cartelli grandi dei numeri, un vassoio
Materiale: il set completo dei cartelli grandi dei numeri, un vassoio
Età: a partire dai 4 anni e mezzo
Scopo dell’esercizio: fare pratica nella composizione e nella lettura dei numeri da 1 a 9999.
Esercizio: si tratta di un esercizio che può essere condotto da un gruppo di 3 – 5 bambini.
Disponiamo con l’aiuto dei bambini tutti i cartelli dei numeri sul tappeto, in questo modo:
I bambini staranno sul lato del tappeto che consente loro di vedere sempre i cartelli dal verso giusto, mentre noi possiamo metterci sul lato opposto.
Mettiamo un cartello sul vassoio, e chiediamo: “Chi sa di che numero si tratta?” I bambini rispondono. Rimettiamo quindi il cartello al suo posto e mettiamone via via altri. In questa prima fase metteremo sul vassoio un solo cartello alla volta.
Nei giorni successivi possiamo anche invertire l’esercizio, e chiedere ai bambini di mettere sul vassoio una certa cifra, dicendo ad esempio: “Chi vuole mettere mettere 300 sul vassoio?” “Chi vuole trovare il 6000?” ecc…
E’ importate fare molti di questi esercizi, per un certo periodo di tempo. Quando i bambini riescono facilmente a riconoscere le cifre, possiamo comporre numeri formati da due, tre, quattro gerarchie differenti, ed i bambini impareranno a leggerli.
Ad esempio potremo preparare sul vassoio il numero 3800.
Se i bambini mostrano qualche difficoltà, all’inizio, possiamo separare i due cartelli ponendoli in colonna uno sotto l’altro,dicendo: “Questo è tremila, e questo è ottocento”
e poi sovrapporli nuovamente, dicendo: “Così li mettiamo insieme per fare il tremilaottocento”.
Ripetiamo l’esercizio nei giorni successivi, aumentando gradualmente la complessità, finchè i bambini non saranno in grado di leggere e comporre qualsiasi numero da 1 a 9999.
_________________________________ Psicoaritmetica Montessori – Esercizi coi cartelli dei numeri
Giochi col ghiaccio – 50+ idee:- una collezione di giochi, attività, esperimenti scientifici col ghiaccio, per bambini della scuola d’infanzia e primaria, molto adatti al periodo estivo…
1. fate tanti cubetti di ghiaccio utilizzando una miscela di poca acqua, bicarbonato di sodio e aceto, colorando con l’aggiunta di coloranti alimentari vari. Mettete nel congelatore, quindi metteteli un una bacinella di plastica, mettendo a disposizione dei bambini vari utensili di cucina, siringhe senza ago o pompette, e ciotoline con vari elementi che possono divertire i bambini: aceto, sale, bicarbonato, sapone liquido, ecc… Di http://fun-a-day.com/
2. per un bel gioco sensoriale utilizzate i palloncini per creare tante palline di ghiaccio colorato, di http://sunnydaytodaymama.
3. questa prima versione di barchetta di ghiaccio è realizzata usato come forma i bicchieri di plastica. Si riempie d’acqua il bicchiere, e si fissa al centro del bicchiere una cannuccia da bibita. Tolto dal congelatore, si fissano alla cannuccia vele e bandiera. Di http://homeschooljournal-bergblog
4. un’idea semplicissima e un po’ magica per la merenda dei bambini. Mettete qualche goccia di colorante alimentare diverso sul fondo di ogni bicchiere. Quando sarà il momento di offrire ai bambini l’acqua (o qualsiasi altra bevanda di colore chiaro) nascondete il colorante con dei cubetti di ghiaccio, e versate. Sorpresa! Ogni bicchiere conterrà una “bibita” di colore diverso. Di http://homeschooljournal-bergblog.blogspot.
5. naturalmente con cubetti di ghiaccio, acqua, giocattoli e altri piccoli elementi si possono inventare tantissime vaschette sensoriali; questa è di http://wemadethat.blogspot.co.uk/
6. e per i più piccoli bastano cubetti di ghiaccio colorati con coloranti alimentari ed acqua. Di http://www.plainvanillamom.com/
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7. vaschetta sensoriale di ghiaccio fluorescente (ottenuto riciclando evidenziatori scarichi) anche per light box, qui
10. altra sensory tub, tutta di ghiaccio colorato, di http://mamaofmanyblessings.com/ (ottima anche per giocare ai travasi corredata da cucchiai o pinze da ghiaccio o da insalata)
11. gioco del bowling con bottiglie di plastica e palle di ghiaccio colorato (si preparano riempendo d’acqua e colori alimentari dei palloncini), si http://alittlelearningfortwo.blogspot.com.au/
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12. ricetta per realizzare gessetti da asfalto di ghiaccio: miscelate amido di mais ed acqua in parti uguali, ed aggiungete coloranti alimentari. Versate negli stampini da ghiaccio e congelate. Aggiungendo polvere di gesso bianca, avrete dei gessetti marmorizzati. Di http://www.readingconfetti.com/
14. diluite i colori a tempera con poca acqua, versate negli stampini da ghiaccio in colori singoli o anche a più strati di colore diverso e ghiacciate. I cubetti ottenuti si usano all’aperto per dipingere su carta o tessuto, di http://www.learnplayimagine.com/
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15. ghiacciando invece i colori ad acquarello diluiti, otterrete un materiale che consente meravigliose esperienze di colore, su carta. Di http://www.learnplayimagine.com/
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16. sculture di ghiaccio e sale. Bellissima attività anche per i più piccoli. Preparate un blocco di ghiaccio abbastanza grande utilizzando un contenitore da cucina o anche un grande palloncino. Ponete il blocco su un vassoio. Il bambino cosparge il blocco di sale grosso, poi utilizzando siringhe, pipette, spruzzini o anche pennelli, colora con acquarelli (o anche con coloranti alimentari) creando effetti spettacolari. Di http://artfulparent.typepad.com/
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17. tunnel colorati nel ghiaccio di http://artandcreativity.blogspot.it/. E’ un’attività artistica adatta anche ai più piccoli, e insieme un divertente esperimento scientifico. Preparate vari blocchi di ghiaccio di varie dimensioni, utilizzando sacchetti di plastica o contenitori da cucina. Quando i blocchi sono pronti, preparate i barattoli di colore ad acquarello (o colorante alimentare) aggiungendo ad ognuno un abbondante cucchiaio di sale fino. Utilizzando una pipetta o una siringa senza ago, versate un colore in un punto del blocco di ghiaccio: vedrete il liquido colorato scavare un tunnel all’interno del blocco. Infatti il sale ha la proprietà di ridurre il punto di congelamento dell’acqua.
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18. bellissimo gioco di caccia al tesoro frizzante di http://fun-a-day.com/. Preparate una soluzione con 3 parti di bicarbonato di sodio, 1 parte di acqua, e colorante alimentare. Mettete sul fondo degli stampini da ghiaccio dei piccoli tesori (monete, perline, ecc…) quindi versate la soluzione e ghiacciate. Quando i cubetti saranno pronti, i bambini potranno divertirsi a trovare i tesori utilizzando aceto e acqua.
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19. Collane e gioielli di ghiaccio: metti alcuni cubetti di ghiaccio in un bicchiere d’acqua. Bagna il filo di cotone, poi posalo sui cubetti che galleggiano nel bicchiere. Cospargi di sale per tutta la lunghezza del filo e aspetta circa 10 secondi. Solleva il filo: avrai tra le mani la tua collana di ghiaccio… ancora più bello utilizzando formine a stella o cuore e coloranti alimentari. Qui: https://www.lapappadolce.net/59-esperimenti-scientifici-una-collana-di-ghiaccio/
22. per creare la nebbia in un vaso possiamo riempire un vaso di vetro con acqua calda, immergervi un fiammifero acceso dopo averlo tenuto qualche secondo all’interno, quindi coprire il vaso con un sacchetto di ghiaccio. Qui https://www.lapappadolce.net/13-esperimenti-scientifici-la-nebbia-in-vaso/
24. tempera ghiacciata per dipingere. Versare la tempera non diluita negli stampini da ghiaccio e mettere in congelatore per circa 20 minuti, quindi inserire i bastoncini in posizione verticale e lasciare congelare completamente. Possono essere usati come pennelli, su carta. Di http://www.momto2poshlildivas.com/
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25. mostriciattoli di ghiaccio e spaghetti colorati con coloranti alimentari, per il gioco sensoriale, di http://www.growingajeweledrose.com/
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26. bellissima idea adatta anche ai più piccoli per imparare a conoscere i colori primari e secondari, di http://thepreschoolexperiment. Preparate tanti cubetti di ghiaccio nei colori primari utilizzando acquarelli o coloranti alimentari. Mettete i cubetti in bicchieri trasparenti per vederli miscelare tra loro sciogliendosi.
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27. architetture di ghiaccio di http://www.pbs.org/. Dopo aver preparato vari blocchi di ghiaccio di varie forme, dimensioni e colori si possono realizzare costruzioni come queste. Per far aderire i blocchi tra loro basta aggiungere un po’ di sale fino, ma questo accorgimento non funziona se l’esterno del ghiaccio non è asciutto. (Il sale porta la superficie del ghiaccio a sciogliersi, poi quando si posiziona il secondo blocco di ghiaccio su di esso, l’acqua che si è formata grazie al sale congela di nuovo.)
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28. congeliamo negli stampini da ghiaccio aceto colorato con coloranti alimentari. Quando è pronto prepariamo una soluzione di acqua e bicarbonato di sodio per giocare. Di http://inspirationlaboratories.com/
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29. dinosauri imprigionati nel ghiaccio di http://happyhooligans.ca/. Preparate un grande blocco di ghiaccio a più strati, inserendo via via dinosauri giocattolo, pietre, conchiglie, ecc… Possono servire più giorni. Quando il blocco è pronto mettere a disposizione dei bambini vari attrezzi e materiali (ciotoline di sale fino colorato con coloranti alimentari, saliera da tavola, siringhe, provette, martelli, bastoncini, acqua calda)
34. cubetti di ghiaccio colorato con coloranti alimentari nella vasca da bagno, per giocare durante il bagnetto, di http://www.ottawavalleymoms.com/
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35. bolle di sapone ghiacciate di http://www.wikihow.com/. Bellissima attività, che richiede una certa pazienza. Per prima cosa rovesciate il vostro liquido per bolle di sapone in un piatto, quindi con una cannuccia cercate di creare una grande bolla alla volta sulla superficie del liquido. Preparate un secondo piatto con una leggera pellicola di liquido per bolle, e cercate di trasferire su di esso la bolla, avvicinando i due piatti e soffiando per spostarla. Mettete la bolla nel congelatore per circa 20 minuti.
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36. ciotoline di ghiaccio, di http://www.wikihow.com/. E’ davvero molto semplice: basta riempire un palloncino di acqua, chiuderlo e metterlo nel congelatore per circa 2 o tre ore, cioè per il tempo necessario a far congelare l’acqua lungo le pareti del palloncino, e a mantenere allo stato liquido l’interno. Togliete il palloncino dal congelatore e scuotetelo per sentire se c’è acqua all’interno, quindi tagliare il bordo del palloncino e staccarlo dalla parete di ghiaccio che si è formata, quindi svuotare l’acqua. Modellate l’apertura della vostra ciotola di ghiaccio col coltello, a vostro gusto. La ciotola può contenere macedonia o altro…
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37. ciotole di ghiaccio decorate con fiori e frutti, di http://www.wikihow.com. Preparate fettine di frutta e fiori commestibili. Scegliere due ciotole possibilmente della stessa forma ma di due misure differenti, in modo tale che possano stare l’una nell’altra creando uno spazio di qualche centimetro tra di loro. Riempite di ghiaccio la ciotola più piccola, in modo che sia pesante, e se serve fissatela anche ai bordi della più grande con del nastro adesivo. Riempite lo spazio con fiori e frutta, e versate l’acqua che serve a riempire tutto lo spazio, quindi mettete a congelare.
40. merenda sana, fresca e scientifica: congelate negli stampi da ghiaccio succhi di frutta di vari gusti e colori: quando si sciolgono nel bicchiere si può osservare la formazione dei colori secondari. Di http://www.science-sparks.com/
43. di http://alittlelearningfortwo.blogspot.it queste uova di ghiaccio con sorprese. Utilizzate del palloncini, inserite i giocattolini e riempite d’acqua. Congelate ma non completamente, in modo che l’interno dell’uovo risulti ancora un po’ liquido.
47. bellissimo gioco “Sciogli il ghiaccio”. Servono un cubetto di ghiaccio per ogni giocatore, una ciotola d’acqua, sale, un dado, una tabella per le istruzioni. Ad ogni valore del dado corrisponde un’azione; ad esempio: 1. tenere il cubetto in mano 10 secondi; 2. infilare il cubetto nella maglietta e farlo scivolare giù; 3. soffiarci sopra per 10 secondi; 4. mettere un cucchiaino di sale sul cubetto; 5. far cadere il cubetto sul tavolo; 6. metterlo a galleggiare nell’acqua per 10 secondi. Vince chi riesce a sciogliere il cubetto di ghiaccio per primo.
Pesca di lettere magnetiche – un gioco semplice semplice, molto adatto al periodo estivo… serve solo un bastone, un filo, una graffetta metallica e le lettere della lavagna magnetica, e un secchio d’acqua.
applicate il filo ad una bacchetta di legno, quindi all’estremità del filo fissate una graffetta metallica. Riempite una bacinella d’acqua e mettete a galleggiare lettere e numeri magnetici, possibilmente con la parte contenente la calamita rivolta verso l’alto
e il gioco è fatto
coi bambini più piccoli si può giocare a pescare i pesciolini per colore; coi più grandi si può giocare a comporre parole con le lettere pescate, oppure numeri, oppure si possono esercitare piccole operazioni…
Giochi coi numeri da 1 a 10: sono giochi che si possono fare con i bambini per allenare la conoscenza delle cifre da 1 a 10 e le quantità corrispondenti. Sono adatti ad essere proposti nel periodo in cui i bambini si dedicano alle aste numeriche,
E’ importante che i bambini si divertano con questi giochi, che provino piacere nel mostrare quello che hanno imparato e che ognuno sperimenti il successo: tutti i bambini devono brillare.
Gioco 1 Si invitano i bambini a dare diverse cose per un certo numero di volte. Ad esempio: “Giovanni, vuoi battere tre volte i piedi?” “Anna, vuoi battere 6 volte le mani?” “Carlo, vuoi battere sul tavolo 4 volte?” “Elisa, vieni a darmi 2 baci?” “Luca, batti le mani zero volte?”
Gioco 2 Si mettono 55 oggetti identici sul tavolo (biglie, conchiglie, pietre, frutta secca,…).
Poi si scrivono i numeri da 0 a 10 su foglietti rettangolari piegati a metà, e si mettono in una scatolina.
Ogni bambino estrae un foglietto dalla scatola, lo apre e legge il suo numero senza dirlo agli altri. Poi passa alla tavola e prende il numero di oggetti corrispondente al numero, infine consegna il foglietto e gli oggetti al maestro.
Gioco 3 Gli oggetti possono anche essere non identici.
Un bambino prende un messaggio segreto e lo pone richiuso sul tavolo. Poi prende il numero di oggetti corrispondente, e lascia che un altro bambino indovini il messaggio segreto.
Gioco 4 Scopo: esercitare la memoria ricordando un numero per un certo periodo di tempo, mostrare che tutti gli oggetti possono essere contati.
Si invitano al gioco 11 bambini.
Ogni bambino, uno alla volta, prende un messaggio segreto, lo guarda attentamente, poi lo pone chiuso sul tappeto verde, va a prendere il numero di oggetti corrispondente e lo pone vicino al messaggio.
Quando tutti i bambini lo hanno fatto, si chiede individualmente ad ogni bambino di identificare il suo numero e di contare i suoi oggetti.
Quando tocca al bambino con lo zero, l’insegnante sottolinea il concetto: “Non ha portato oggetti, deve avere lo zero!”
E’ necessario disporre di una certa quantità di barrette. Il numero rappresentato da ciascuna di esse si conosce contando le perle che la compongono. A poco a poco, però, il colore aiuterà a riconoscere la quantità ed eliminerà l’impegno di dover contare una perla alla volta.
Si comincia l’esercizio disponendo in riga una certa quantità di bastoncini, scegliendoli a caso. Almeno in un primo momento, però, sarà meglio disporre i bastoncini in modo tale che i bastoncini-addendi in gioco (due o più) non diano come somma oltre la decina. Questi bastoncini andranno allineati su un lungo tavolo o sul pavimento. Per fare in modo che non risulti troppo lunga, la linea non è diritta ma sinuosa, e ricorda un serpente.
Si inizia il conteggio e non appena si giunge a 10 unità, si isolano i bastoncini sommati, sostituendoli con un bastoncino dorato della decina. Quindi, a partire dalla decina, si riprende a contare fino a raggruppare altre dieci unità e, ancora, un bastoncino dorato va a sostituire quelli sommati, che si tolgono dal serpente. E così si procede fino ad esaurire il conteggio.
Assistiamo a questa trasformazione: il serpente muta pelle e diventa via via tutto d’oro , e bastoncini di uguale lunghezza vanno via via ad occupare il posto di quelli di lunghezza diversa. Il conteggio è servito a trasformare in decine quantità minori, destinate a fondersi nel dieci, base del sistema decimale.
L’esercizio offre la possibilità di eseguire semplici addizioni nel limite del dieci, dal momento che ogni volta si comincia daccapo, senza tener conto di quei bastoncini delle decine che si vanno allineando lungo il cammino. E’ un’attività sempre uniforme che va ripetendosi e che finisce col rendere facile, rapida e meccanica l’addizione di numeri inferiori al dieci.
In realtà si tratta di un grande lavoro di conteggio delle unità, che costringe a riflettere e ad eseguire un certo numero di sottrazioni contemporaneamente alle addizioni, per calcolare la quantità eccedente la decina, dopo che essa è stata formata.
Su questa particolarità si sviluppa l’esercizio con tutte le sue varietà, risultanti dai possibili accostamenti, nella formazione del serpente, di bastoncini differenti.
Poniamo il caso che il serpente cominci coi numeri 6 e 5:
la loro somma dà 11. Si isolano i due bastoncini, sostituendoli con un altro dorato, ma c’è ancora una perla (l’ultima del bastoncino marrone) che completa la quantità espressa dalla somma 5+6, cioè 5+6 è uguale a 10+1.
Questo uno appartiene al 6 che è stato isolato insieme al bastoncino del 5, infatti 6 = 5+1. Questo 1 che rimane è ancora da contare.
Proseguendo, supponiamo che gli altri bastoncini che seguono siano 8 e 6. L’addizione che si presenta per prima è 1+8=9, quindi si continua a sommare 9+6 = 15 = 10+5. Si isolano perciò i bastoncini 1, 8 e 6, sostituendoli con un bastoncino del 10 e uno del 5. Questo 5 è ciò che è rimasto del 6.
Questi resti di cui abbiamo parlato devono potersi distinguere dai bastoncini colorati che costituiscono il serpente. Questi resti rappresentano la quantità che si è dovuta mettere da parte, poichè il bastoncino colorato conteggiato solo parzialmente non può essere spezzato. Però bisogna ricordarsi di tenerne conto nell’addizione successiva. Per rappresentare questi resti, c’è un materiale complementare che elimina ogni possibile confusione: i bastoncini per i cambi:
1 – un bastoncino di 1 perla nera
2- un bastoncino di 2 perle nere
3 – un bastoncino di 3 perle nere
4 – un bastoncino di 4 perle nere
5 – un bastoncino di 5 perle nere
6 – un bastoncino di 5 perle nere e 1 bianca
7 – un bastoncino di 5 perle nere e 2 bianche
8 – un bastoncino di 5 perle nere e 3 bianche
9 – un bastoncino di 5 perle nere e 4 bianche
L’uso di nero e bianco e la loro particolare disposizione facilitano la scelta dei pezzi, che si riconoscono a prima vista.
Se non avete la possibilità di utilizzare perle vere per il gioco del serpente dell’addizione, ho preparato anche i bastoncini dei cambi in versione stampabile:
Esempi pratici
Facciamo degli esempi pratici. Componiamo questo serpente:
Il bambino comincia a contare le perle, e arrivato a 10 mette un segno a dividere la decina dal “resto”
Stacchiamo le barrette interessate al conteggio, e prendiamo la barretta della decina che abbiamo ottenuto, e la barretta del cambio relativa alla parte restante (in questo caso 1+4+9= 10 e 4):
Mettiamo da una parte la decina, ed attacchiamo al serpente la barretta nera del cambio:
Conserviamo quindi a parte le perle colorate che abbiamo tolto al serpente, e che ci serviranno per la prova:
Continuiamo il gioco addizionando la barretta del cambio al serpente, fino a raggiungere una nuova decina. Nell’esempio dovremo sommare 4 + 2 + 6
Otterremo una seconda barretta della decina, e avremo bisogno di una barretta dei cambi da 2 da attaccare al serpente:
Eliminiamo da ogni conteggio la barretta da 4 del cambio precedente:
quindi attacchiamo il nuovo cambio ottenuto (due) al serpente, e conserviamo da una parte le decine ottenute, a dall’altra le barrette colorate tolte al serpente:
Ora dunque dobbiamo sommare 2 e 9; avremo una nuova decina e un cambio da 1:
Poi avremo 1+2+4+8, ed otterremo una decina e una perla del cambio da 5:
poi 5+ 6; avremo una decina ed un resto di 1:
poi 1+3+7, ed avremo 1 decina e un cambio da 1:
poi 1+5+3+4, ottenendo una decina e un cambio di 3:
la barretta del cambio da 3 si attacca alla parte terminale del serpente, che è 2:
non arriviamo a comporre una decina nuova, quindi l’operazione si conclude conteggiando un avanzo di 5, cioè una barretta dei cambi da 5:
Eliminiamo dal conteggio il vecchio cambio (quello di 3 perle) e poniamo il cambio da 5 insieme alle decine, e la barretta del 2 insieme alle altre barrette colorate tolte via via dal serpente.
cioè 10 10 10 10 10 10 10 10 5. Ma come possiamo sapere se è corretto? Basterà contare tutte le perle colorate che formavano il serpente in origine, sempre raggruppando tra loro le barrette a formare decine colorate. Se ci occorre spezzettare le barrette, potremo sostituirle con un equivalente di perle nere dei cambi. Nel nostro esempio dovremo sostituire la barretta dei due con due barrette da uno:
ed avremo:
9+1=10, 9+1=10, 8+2=10, 7+3=10, 6+4=10, 6+4=10, 5+4+1=10, e 3+2=5; cioè 10 10 10 10 10 10 10 10 5
l’operazione è corretta. Il risultato è 75.
Torniamo ora all’immagine del serpente già presentato più sopra:
L’immagine rappresenta i cambi avvenuti per formare le decine. Le quantità originarie incolonnate a sinistra sono state via via sostituite, dando luogo alla disposizione rappresentata nella linea di perle a destra. Fra le due disposizioni possiamo vedere ciò che rimaneva dei bastoncini che nel corso dell’operazione risultavano eccedere la decina: resti che vennero via via sommati con i bastoncini che li seguivano. Il risultato del serpente è 62, ossia: 10 10 10 10 10 10 2
A volte i bambini costruiscono un serpente molto lungo, che assomma a molte centinaia. A esercizio concluso, si contano i bastoncini delle decine disponendoli uno accanto all’altro, verticalmente: appena riuniti 10 bastoncini, si sostituiscono con un quadrato del centinaio, e così si prosegue coi cambi, fino alla fine. Il totale risalta facilmente, proprio per la differente forma dei risultanti gruppi del sistema decimale ( quadrato per le centinaia, linea per la decina, punto per le unità).
La verifica dell’operazione eseguita si effettua raccogliendo tutti i bastoncini via via usciti dal gioco e riunendoli a due a due (se possibile), in modo che ogni coppia costituisca una decina. Nel caso del serpente 5 6 8 6 2 5 1 4 9 3 4 7 9 si raggrupperanno così:
9+ 1
8+2
7+3
6+4
6+4
5+5
9
e si verificherà che ogni gruppo possa sostituirsi con una decina del risultato. In questo caso c’è perfetta corrispondenza:
L’esercizio del serpente fissa l’attenzione del bambino sulla difficoltà di contare per dieci. Questa difficoltà, ripetendosi costantemente, porta il bambino a procedere in modo esatto, dal momento che non lo preoccupa la serie di decine che via via si lascia indietro.
Nei metodi comuni, quando si addizionano gruppi di unità che formano più decine, questo accumulo gravoso e molesto si trascina, rendendo faticoso l’andare avanti. Invece la difficoltà di calcolo è unica ed è sempre la stessa, per quanto grande sia l’ampiezza dei conti da eseguire, e risiede in quel salto attraverso il 10 che presuppone un’attività mentale, esige cioè piccole addizioni e sottrazioni per arrivare a completare le decine, e il calcolo dei resti che devono essere aggiunti ai gruppi successivi.
Gli esercizi col serpente, ripetuti per lungo tempo, finiscono per rendere meccanico il lavoro della mente intorno al 10: a poco a poco sparisce la lenta attività di ragionamento, e si sostituisce con un meccanismo mentale. Le leggi che regolano le attività razionali affidano al deposito della memoria le conoscenze acquisite, per fare in modo che ci siano sempre energie disponibili da dedicare a lavori successivi. Questo deposito della memoria è un grande tesoro che permette di avanzare.
Si tratta della teoria montessoriana del “valore del subconscio”. Secondo la Montessori il subconscio è deposito e riserva di impressioni assorbite e di conoscenze acquisite. Il subconscio è paragonabile a una grande stanza buia nella quale sono immagazzinate le esperienze attraverso cui l’individuo è passato nel corso della sua vita. La stanza non è arredata: i mobili non vi sono disposti con una funzione, ma sono ammassati come in un magazzino. La mente che cerca una soluzione è simile a una torcia nelle mani di un ladro che sceglie la cosa per lui più preziosa in quel momento. Il fascio di luce si arresta: ha trovato quello che cercava, e questo cercare e trovare è ciò che chiamiamo “portare alla luce della coscienza”.
Le nuove acquisizioni, poi, devono prima essere filtrate dal ragionamento, e non si dirigono mai direttamente alla memoria ed ai suoi meccanismi.
Così, quando il bambino ha raggiunto un certo grado di maturità meccanica nel calcolo relativo ai passaggi attraverso il 10, i gruppi di decine già accumulati e lasciati indietro potranno venir trasportati di volta in volta nel posto che compete loro attraverso la memoria, grazie a passaggi che in sè non presentano ormai nessuna difficoltà.
Nell’esercizio del serpente, i due diversi lavori risultano separati, e questo permette un procedere rapido e senza fatica, consentendo il raggiungimento di risultati apprezzabili. Le decine che si accumulano si contano a parte, in una seconda fase, e i bambini lo fanno con grande piacere, provando la soddisfazione di chi si rende conto della propria ricchezza dopo aver fatto la fatica di “risparmiarla”.
La catena del 100 e la scomposizione lineare del quadrato dei numeri. Contare secondo la serie naturale dei numeri risulta interessante soltanto per una mente che già possiede il principio organizzatore degli ordini della numerazione decimale.
Per questo motivo, con i bambini, è molto importante partire dai punti fondamentali delle gerarchie, considerando le unità che guidano gli ordini del sistema: uno, dieci, cento, mille.
Per l’1 abbiamo una delle perle dorate:
per il 10 un bastoncino di perle:
per il 100 un quadrato costruito con 10 bastoncini di perle:
per il 1000 un cubo costruito con 10 quadrati:
Se invece di tenere le decine unite in forma di quadrato, le “sleghiamo”, mantenendole unite soltanto per le estremità, otterremo una catena di cento perle raggruppate in decine, ossia in bastoncini che si susseguono:
La catena del 100 impressiona per la sua lunghezza, più di quanto non lo faccia il quadrato per la sua superficie. La catena rappresenta il cammino delle unità che, attraverso le decine, vanno a formare il centinaio. Possiamo contare le unità a una a una, effettuando in tal modo la numerazione progressiva: uno, due, tre….nove, dieci, undici… trentotto, trentanove… novantanove, cento.
E’ evidente che, una volta conosciuta la chiave dei “passaggi”, non esiste maggior difficoltà nel contare fra novanta e cento che fra trenta e quaranta.
Questa è la catena del 100 in versione stampabile:
e questa con le perle vere:
Il bambino conta le perle una ad una, ed utilizza le frecce per tenere il conto.
per le catene potete agganciare le barrette tra loro attraverso i ganci terminali, oppure congiungere le barrette tra loro con degli anellini fatti arrotolando il fil di ferro attorno alla pinza.
Trovi il tutorial per realizzare in proprio la catena del 100 e le altre catene dei quadrati dei numeri, e la versione stampabile delle catene qui:
Le catene di perle sono serie di barrette (di perle colorate per i numeri da 1 a 9) e di perle dorate per la decina, che rappresentano in forma lineare il quadrato ed il cubo di ogni numero. Coi bambini più piccoli si prestano ad esercizi legati al contare ed all’esplorazione del numero e del sistema decimale, coi più grandi supporta lo studio delle potenze e dell’algebra.
Qui trovi qualche suggerimento per la costruzione in proprio del materiale, o in alternativa la versione stampabile.
Se desiderate realizzare il materiale con perle vere, dopo aver preparato le 10 barrette da dieci perle, congiungetele tra loro preparando degli anellini di fil di ferro:
Se non avete la possibilità di realizzare il materiale con perle vere, potete considerare l’idea di stampare e comporre sempre con anellini di fil di ferro o graffette queste catene pronte per la stampa:
Sia che usiate perle vere, sia che vogliate ricorrere alla versione stampabile, completano il materiale le frecce per contare (blu per le decine, rosse per le centinaia):
Catene di perle Montessori TUTORIAL E DOWNLOAD
Le altre catene dei quadrati, oltre a quella del 100 (quadrato del 10) si preparano allo stesso modo, utilizzando le barrette di perle colorate
per i numeri da 2 a 9 (il quadrato di 1 è 1), congiungendo attraverso gli anellini di fil di ferro (o le graffette): – 2 barrette del 2 – 3 barrette del 3 – 4 barrette del 4 – 5 barrette del 5 – 6 barrette del 6 – 7 barrette del 7 – 8 barrette dell’8 – 9 barrette del 9
è un materiale che, una volta preparato, si presta poi ad essere utilizzato anche per giochi con le tabelline e successivamente allo studio delle potenze dei numeri.
Questa è, se può essere utile, la versione stampabile:
E anche in questo caso, completano il materiale le frecce per contare.
Ho preparato una versione colorata (nei colori utilizzati per preparare il materiale stampabile) e una versione bianco e nero se utilizzate barrette di colori diversi (da colorare o da stampare su fogli colorati):
Catene di perle Montessori TUTORIAL E DOWNLOAD
La catena del 1000 e le altre catene dei cubi dei numeri
Per la catena del 1000, dopo aver preparato le 10 catene del 100 necessarie, congiungetele tra loro con un ulteriore anellino, in modo tale che la catena presenti un anello a congiungere le decine tra loro, e due anelli a congiungere tra loro le centinaia.
Allo stesso modo potete congiungere tra loro, se preferite, il materiale stampabile proposto più sopra, insieme alla catena del 100.
Sia che usiate perle vere sia che usiate il materiale stampabile, completano il materiale le frecce per contare.
Catene di perle Montessori TUTORIAL E DOWNLOAD
Per i cubi dei numeri da 1 a 9 congiungete tra loro:
– 4 barrette del 2
– 9 barrette del 3
– 16 barrette del 4
– 25 barrette del 5
– 36 barrette del 6
– 49 barrette del 7
– 64 barrette dell’8
– 81 barrette del 9
Questo è il materiale in versione stampabile:
Anche in questo caso, il materiale è completato dalle frecce per contare, compreso nelle frecce per contare le catene delle potenze:
Soprattutto pensando alle insegnanti che sentono quanto la psicoartimetica Montessori potrebbe essere d’aiuto nella scuola, non solo per il sostegno, ho anche preparato del materiale “virtuale” stampabile:
Versione stampabile delle perle dorate Montessori
materiale pronto per download e stampa qui:
Dopo aver stampato, consiglio di plastificare, o almeno di incollare ad un cartoncino per rendere il materiale più resistente e facile da maneggiare.
Potete utilizzare le barrette semplicemente ritagliate, ma sarebbe meglio completarle inserendo alle due estremità di ogni barretta una graffetta:
o un anellino di fil di ferro (basta attorcigliarlo attorno alla pinza e tagliare):
Questo accorgimento vi permetterà poi di utilizzare il materiale anche per altri giochi ed attività interessanti come il serpente dell’addizione e le catene di 100 e di 1000.
Soprattutto pensando alle insegnanti che sentono quanto la psicoaritmetica Montessori potrebbe essere d’aiuto nella scuola, non solo per il sostegno, ho anche preparato del materiale “virtuale” stampabile:
Dopo aver stampato, consiglio di plastificare, o almeno di incollare ad un cartoncino per rendere il materiale più resistente e facile da maneggiare.
Potete utilizzare le barrette semplicemente ritagliate,
ma sarebbe meglio completarle inserendo alle due estremità di ogni barretta una graffetta:
o un anellino di fil di ferro (basta attorcigliarlo attorno alla pinza e tagliare):
Questo accorgimento vi permetterà poi di utilizzare il materiale anche per altri giochi ed attività interessanti come il serpente dell’addizione…
Le perle dorate Montessori e il sistema decimale: il sistema decimale è il fondamento sul quale ci basiamo per ordinare le quantità numeriche. Questo sistema è così sorprendente da permetterci di contare facilmente anche grandi quantità . Il calcolo poi non è che un’ulteriore abbreviazione dell’operazione del contare.
La chiave del sistema è la sua semplicità e la sua chiarezza, e semplicità e chiarezza sono anche le qualità necessarie per presentare ai bambini fatti e contenuti.
Per quanto riguarda l’apprendimento del sistema decimale, come accennato già qui,
il primo passo è aiutare il bambino a costruire il sistema decimale, e non contare o calcolare, perchè queste due abilità verranno acquisite con grande facilità in un secondo momento.
La prima preparazione del bambino all’aritmetica inizia nella Casa dei Bambini attraverso varie attività legate al contare, calcolare e leggere e scrivere i numeri entro la prima decina con le aste numeriche,
Inoltre il bambino ha già avuto modo di sperimentare che i simboli che rappresentano le quantità sono nove, oltre lo zero. Queste due conoscenze sono il fondamento dell’intero sistema decimale. Possiamo dire che la chiave del sistema decimale sta proprio nel gioco conclusivo tra il 9 e il 10.
Infatti, non appena si supera la quantità di 9 unità, non esistono cifre per rappresentare il nuovo gruppo che si forma; bisogna tornare daccapo, utilizzando la cifra 1. Per poter scrivere la cifra corrispondente a una quantità di dieci, bisogna ricorrere a una combinazione di cifre: il 10 non è che un tornare a contare da 1 a 9. Con nove cifre soltanto a nostra disposizione, possiamo organizzare i gruppi di unità in gerarchie successive, che possono ripetersi senza limite: il primo di ogni gerarchia è un 1 di dimensioni sempre più grandi, cioè di maggior valore:
u ______ da _____ h
1 ______ 1 ______ 1
2 ______ 2 ______ 2
3 ______ 3 ______ 3
4 ______ 4 ______ 4
5 ______ 5 ______ 5
6 ______ 6 ______ 6
7 ______ 7 ______ 7
8 ______ 8 ______ 8
9 ______ 9 ______ 9
Le tre file di cifre disposte al di sotto delle lettere u da h, indicano differenti gerarchie di unità: le unità semplici sotto ad u sono rappresentate dalle stesse cifre che ritroviamo anche nelle decine (da) e nelle centinaia (h). L’unica differenza è la posizione.
Prima di tutto, quindi, è necessario situare le gerarchie e rendersi conto del loro valore. La diversa posizione delle cifre si stabilisce aggiungendo uno zero in più per ogni intervallo della gerarchia: 1 10 100 indicano posizioni.
Il materiale che mettiamo a disposizione del bambino per fare in modo che possa comprendere con facilità e chiarezza il sistema decimale è triplice, e consiste di oggetti, numeri e parole. Gli oggetti sono le perle dorate. Tutto il materiale di perle relativo al sistema decimale è color oro, perchè si tratta per il bambino di un qualcosa di prezioso.
Il materiale delle perle dorate consiste di perle sciolte
e di bastoncini con dieci perle infilate e fissate in un filo metallico
vi sono poi quadrati di perle costruiti con dieci bastoncini, uniti in modo tale da formare un solo oggetto che è il “quadrato del cento”
e infine cubi ottenuti collocando uno sull’altro dieci quadrati e fissandoli tra loro in modo da formare un unico oggetto.
Trovi il tutorial per realizzare in proprio tutto il materiale delle perle dorate qui:
per la prima presentazione del materiale al bambino offriremo 1 perla, 1 bastoncino, 1 quadrato e 1 cubo utilizzando la lezione in tre tempi (trovi molti esempi pratici più avanti).
Successivamente potremo aggiungere altri elementi per ogni gerarchia, e chiedere al bambino di portare sul tappeto 6 unità, 3 decine, 6 centinaia, 2 migliaia, ecc…
Unito al materiale delle perle dorate, c’è quello dei cartelli dei numeri. Si tratta di una serie di cartelli, le cui dimensioni sono proporzionali alle gerarchie dei numeri e i cui colori sono tradizionalmente i seguenti:
verde: unità (da 1 a 9)
blu: decine (da 10 a 90)
rosso: centinaia (da 100 a 900)
verde: migliaia (da 1000 a 9000)
Se può esserti utile, li trovi pronti per la stampa qui:
Come abbiamo fatto per le perle dorate, anche per i cartelli dei numeri presenteremo al bambino i simboli di 1, 10, 100, 1000 mediante la lezione in tre tempi, portando ogni volta a coscienza il numero degli zeri propri di ciascun ordine e numerando poi, a voce, da 1 a 9, da 10 a 90, da 100 a 900, da 1000 a 9000.
Il primo esercizio consisterà nel raggruppare in quattro serie distinte i cartelli mescolati: ad esempio possiamo chiedere al bambino il cartello del 5000, del 400, ecc…
Trovi molti esercizi preparatori per l’utilizzo dei cartelli dei numeri qui:
Perle dorate e cartelli dei numeri si prestano a facili e chiare combinazioni, che offrono la possibilità di un ricchissimo numero di esercizi. Ne trovi molti esempi qui:
Per dare al bambino una visione globale del funzionamento del sistema decimale, possiamo ordinare quantità e simboli, in questo modo:
Presentazione ed esercizio consistono nel consegnare al bambino un cartello: lui dovrà collocarlo a fianco della quantità ad esso relativa, o anche viceversa.
Ordinare e riconoscere le quantità è altrettanto facile, sia che si tratti di perle sciolte, sia di bastoncini e quadrati. Così come, se si sa contare fino a 9, è facile ordinare i cartelli e riconoscere i numeri, sia che essi abbiano o non abbiano lo stesso numero di zeri.
I bambini poi riusciranno a contare indistintamente unità, decine, centinaia o migliaia, perchè questa operazione del contare non presenterà difficoltà maggiori più i numeri diventano grandi: tutto si impara in modo simultaneo e uniforme.
Alcune presentazioni del materiale delle perle dorate in dettaglio
(Per le presentazioni in dettaglio dei cartelli dei numeri, vai qui)
– un vassoio contenente (da destra a sinistra) una perla dorata in una ciotolina, una barretta dorata, un quadrato dorato del 100 e un cubo dorato del 100 – tappeto.
Per questa presentazione ho usato il materiale prodotto da Montessori 3D di Boboto.
Tempo 1 – mettiamo il vassoio sul tappeto
– prendiamo la perla e diciamo: “Questa è una unità”.
Invitiamo il bambino a prendere in mano la perla per osservarla e percepire la sua caratteristica di elemento singolo
– mettiamo la perla da parte, e prendiamo la barretta. Diciamo: “Questa è una decina”. Diamo la barretta al bambino e chiediamogli di contare le perle che la compongono
– continuiamo allo stesso modo con il quadrato del 100
– e col cubo del 1000
al termine rimettiamo il materiale in ordine sul vassoio.
Tempo 2 – Chiediamo al bambino: “Mi indichi la decina?”, “Per favore mi dai il migliaio?” ecc.
Tempo 3 – indichiamo ad esempio il quadrato del 100 e chiediamo: “Cos’è questo?”.
Al termine rimettiamo il materiale in ordine sul vassoio.
Scopo: – imparare a riconoscere e nominare unità, decine, centinaia e migliaia – preparare il bambino al lavoro con le perle dorate e il sistema decimale.
Età: 4 anni.
________________ Presentazione 1
Materiale: una perla singola, una barretta della decina, un quadrato del 100, un cubo del 1000, un tappeto (si consiglia il verde scuro) da posare sul tavolo o sul pavimento per delimitare l’area di attenzione del bambino ed evitare che le perle rotolino durante l’esercizio
Scopo: aiutare il bambino a comprendere il valore relativo di unità, decina, centinaia e migliaia all’interno del sistema decimale; insegnare la corretta nomenclatura: unità, decina, centinaia, migliaia; familiarizzare con i nomi delle diverse categorie e conoscere la differenza relativa in termini di dimensioni delle categorie, ad esempio, la differenza tra la quantità di tre unità e tre migliaia.
Età: a partire dai quattro anni di età
Esercizio: Si tratta di un esercizio individuale. Si prepara il materiale su di un vassoio e si porta al tavolo o al tappeto del bambino. Ci sediamo al suo fianco, mettendo il vassoio di lato, in modo tale che l’unità si trovi sempre a destra. Diciamo al bambino: “Queste sono le perle dorate”. Quindi poniamo davanti al bambino la perla singola, chiedendogli che numero rappresenta, e lui risponderà: “Uno”. Indichiamo al bambino il suo nome, dicendo: “Questa è una unità”.
Togliamo la perla, e mettiamo davanti al bambino la barretta della decina, chiedendogli di contare le perle. Lui dirà: “Dieci”, quindi noi potremo dire: “Sì, sono dieci. E’ una decina”; ripetendo la parola decina più volte.
Sostituiamo poi la barretta col quadrato del centinaio, e diciamo al bambino: “Questo è un centinaio. Sono tantissime perle…” E procediamo contando le dieci barrette di cui è composto insieme al bambino, dicendo: “Una decina, due decine, ecc…”, e ripetendo più volte “dieci decine fanno cento” e “Questo è un centinaio”, “dieci decine sono un centinaio di perle”…
Sostituiamo poi il quadrato col cubo del mille, e procediamo nello stesso modo, contando e ripetendo più volte la parola migliaia e contando i dieci quadrati delle centinaia di cui si compone.
Si passa poi al secondo tempo della lezione, mettendo tutto il materiale di fronte al bambino, e chiedendogli di indicarci i valori che nominiamo: “Mi mostri il centinaio?”, “Quale di queste è la decina?”, ecc… Terminiamo il secondo tempo della lezione in modo che tutte le categorie risultino in ordine sul tappeto, cioè (da sinistra a destra) con migliaia, centinaia, decina ed unità.
Il terzo periodo consisterà nel porre davanti al bambino un solo valore, e chiedergli di dircene il nome.
Ricapitolazione: poniamo tutto il materiale di fronte al bambino: migliaia, centinaia, decine ed unità. Il bambino può così riconoscere il valore relativo di ogni elemento e nominarlo. Il materiale resta a disposizione del bambino, sul vassoio, ed egli nei giorni successivi può continuare a nominare gli elementi, organizzarli gerarchicamente, contare le perle di cui si compongono, ecc…
Presentazione 2
Materiale: 9 perle delle unità, 9 barrette delle decine, 9 quadrati delle centinaia, 1 cubo delle migliaia.
Scopo dell’esercizio: familiarizzare con i nomi delle diverse categorie; conoscere la differenza relativa in termini di dimensioni delle categorie, ad esempio, la differenza tra la quantità di tre unità e tre migliaia; familiarizzare con le regole che stanno alla base del sistema decimale.
Esercizio: poniamo il materiale su un vassoio e portiamolo sul tappeto. Prendiamo le unità e contiamole.
Arrivati a nove, diciamo che se ne avessimo un’altra le perle sarebbero dieci, ma che invece di dieci perle singole, possiamo prendere una barretta del dieci.
Contiamo allo stesso modo le barrette
e i quadrati,
ed ogni volta che viene raggiunto il nove, ripetiamo che se avessimo un altro elemento ora sarebbero dieci, per passare alla gerarchia superiore.
Il gioco del 9 che passa
Materiale: 9 perle delle unità, 9 barrette della decina, 9 quadrati delle centinaia, un cubo delle migliaia, un tappeto e un vassoio rivestito di feltro.
Scopo: aiutare il bambino a comprendere il meccanismo interno al sistema decimale, dando l’idea che ogni volta che si oltrepassa il “nove”, qualunque sia l’ordine, si va alla gerarchia superiore.
Esercizio: portiamo i materiali al tavolo del bambino. Prendiamo le unità una ad una e disponiamole in linea verticale davanti al bambino contandole, come se stessimo per costruire una barretta della decina:
Il bambino conta con noi. Quando avremo raggiunto il 9, diremo: “Ora abbiamo 9 perle. Se ne avessimo un’altra ora sarebbero 10, così:”
quindi togliamo le 9 perle e mettiamo davanti al bambino una barretta della decina. Il bambino conterà le perle e dirà “10”.
Passiamo quindi a contare le barrette della decina, disponendole una a fianco all’altra come a formare un quadrato delle centinaia, così: “Una decina, due decine, tre decine, ecc…”.
Quando saremo arrivati a contare 9 decine diremo: “Abbiamo 9 decine, se ne avessimo ancora una, ci sarebbero 10 decine. Dieci decine sono un centinaio”.
Quindi togliamo le barrette delle decine, e prendiamo un quadrato delle centinaia. Il bambino conterà nel quadrato 10 decine, e dirà che dieci decine è un centinaio.
Siamo arrivati ai quadrati delle centinaia, che conteremo disponendoli uno sull’altro come a voler formare un cubo delle migliaia. Conteremo “Un centinaio, due centinaia, tre centinaia, ecc…”.
Arrivati alla nona diremo: “Sono 9 centinaia, se ne avessimo un’altra, ora le centinaia sarebbero 10. Dieci centinaia sono un migliaio”.
Sostituiamo così i quadrati con un cubo delle migliaia, e il bambino potrà contare le dieci centinaia di cui è formato.
Presentazione 3
Materiale: 9 perle delle unità, 9 barrette della decina, 9 quadrati delle centinaia, 9 cubi delle migliaia, un tappeto grande e uno più piccolo
Scopo dell’esercizio: comprendere il funzionamento del sistema decimale; familiarizzare con i nomi delle gerarchie e con le relative dimensioni, per comprendere la differenza tra centinaia e unità, o decine e migliaia, ad esempio.
Portiamo tutto il materiale sul tappeto grande e organizziamolo in questo modo: cubi delle migliaia in alto, poi quadrati delle centinaia, barrette delle decine (in verticale) e perle delle unità
Predisponete sul tappeto più piccolo un vassoio rivestito di panno, con una ciotolina per le unità.
Sedetevi accanto al bambino, davanti al tappeto piccolo. Chiedete al bambino di andare a prendere dal tappeto grande una certa quantità di unità e di portarvela; ad esempio 5 unità.
Il bambino andrà al tappeto grande (di “rifornimento”) con il vassoio e conterà le 5 unità. Quindi le metterà sul vassoio, nella ciotolina, e ve le porterà, presso il tappeto piccolo
Insieme al bambino trasferite le unità che ha portato sul tappeto, verificando che si tratta della quantità esatta che è stata richiesta.
Ripetere chiedendo via via al bambino altri importi, prima composti da sole unità, e poi via via anche da decine, centinaia e migliaia, fino ad esempio a chiedergli di portarvi 5 unità, 4 decine, 7 centinaia e migliaia 5. E’ importante osservare sempre il bambino, e solo quando lo vediamo perfettamente a suo agio con un dato ordine gerarchico, aggiungere l’elemento superiore. E’ anche bene lavorare prima con una sola gerarchia, poi con due, tre e infine quattro.
Dopo qualche tempo, potete variare l’esercizio mettendo voi stessi una data quantità di materiale sul vassoio, chiedendo al bambino di contarla e di dirvi a quanto corrisponde, trasferendola sul tappeto piccolo.
Ripetete questo esercizio fino a quando il bambino non dimostra di averne perfetta padronanza.
Presentazione 4
Materiale: 9 perle delle unità, 9 barrette della decina, 9 quadrati delle centinaia, 9 cubi delle migliaia, un tappeto e un vassoio rivestito di feltro.
Scopo dell’esercizio: dare una visione generale del sistema decimale; rafforzare il concetto base per cui non possono mai esserci più di nove elementi uguali in una qualsiasi delle categorie.
Esercizio:
Preparare due tappeti in questo modo, con l’aiuto del bambino, e mostrando come disporre le perle:
Dare al bambino il vassoio e chiedergli di portarci un certo numero di perle.
Controllare contando insieme al bambino le perle che ci ha portato.
Ripetete questo esercizio fino a quando il bambino non dimostra di averne perfetta padronanza.
Presentazione 5 (esercizio di gruppo)
Un piccolo esercizio di gruppo. Ogni bambino riceve un vassoio vuoto con una ciotolina per le perle delle unità.
Chiediamo ad ogni bambino, individualmente, di andare a prendere una certa quantità di perle e di metterla nel suo vassoio, una quantità diversa per ogni bambino.
Al loro ritorno chiedere ad ogni bambino: “Che quantità mi hai portato?”
Un altro esercizio di gruppo
Materiale: 9 perle delle unità, 9 barrette della decina, 9 quadrati delle centinaia, 9 cubi delle migliaia, 1 vassoio e un tappeto
Scopo dell’esercizio: comprendere il sistema decimale.
Esercizio: si tratta di un esercizio per un gruppo di due o tre bambini.
Si dispone il materiale sul tappeto in questo modo:
Utilizzando solo una gerarchia per volta, fino a quando i bambini sono in grado di eseguire l’esercizio con facilità, mettiamo una certa quantità di perle sul vassoio, ad esempio 5 quadrati delle centinaia:
Poi mostriamo il vassoio al gruppo e chiediamo: “Chi mi può dire quante perle sono?” Uno dei bambini dirà certamente: “Cinquecento” e noi ripeteremo: “Sì, trecento.”
Quindi metteremo il cinquecento al suo posto e prepareremo un altro quantitativo sul vassoio, ad esempio 7 cubi delle migliaia, e chiederemo di nuovo: “Chi mi sa dire quante perle sono?”
L’esercizio si ripete in questo modo per più quantità diverse di ogni singola gerarchia. Se nel gruppo osserviamo che un dato bambino è sempre più lento degli altri a rispondere, facciamo in modo tale da dargli il tempo di cui necessita, dicendo ad esempio al gruppo: “Questa volta voglio preparare un vassoio solo per Luca, e tutti gli altri guardano”…
Nei giorni seguenti possiamo invertire l’esercizio. Allora chiederemo ai bambini di prepararci una data quantità di perle sul vassoio, dicendo: “Che vorrebbe mettere tremila perle sul vassoio?” e poi verificando: Sì, è tremila”.
Quando i bambini dimostrano di saper eseguire l’esercizio con facilità, potremo lavorare a quantità che coinvolgono più di una gerarchia. Ad esempio potremo mettere sul vassoio mette 3 cubi e 4 quadrati sul vassoio. Un bambino dirà: “Sono tremila e quattrocento.” E risponderemo: “Sì, hai ragione. Tremilaquattrocento.”
Dopo molta pratica, i bambini saranno in grado di formare e leggere qualsiasi quantità che comporrete per lui, fino al 9999.
I spy Halloween – si tratta di un gioco sensoriale che stimola la capacità visiva e l’attenzione, adatto anche ai bambini più piccoli, semplice ed economico da realizzare.
I spy Halloween – materiale occorrente per la VERSIONE 1
– cartone (io ho usato un contenitore per pizza)
– pannolenci (o altro tessuto)
– riso
– plastica trasparente (io ho usato un ritaglio di un sacco da spazzatura)
– colla a caldo
– forbici e taglierino
– l’ideale sarebbe avere a disposizione piccoli oggettini tridimensionali, ma in alternativa si possono usare anche delle immagini a tema, come ho fatto io
– carta per preparare le schede da allegare (se volete) al gioco
I spy Halloween – come si fa – VERSIONE 1
Ritagliate due forme identiche nel cartone:
In una delle due incidete l’interno, in modo tale che rimanga soltanto una cornice, e preparate anche delle striscioline:
Incollate vari strati di striscioline intorno alla forma di cartone, per creare un certo spessore:
Foderate l’interno e la cornice col pannolenci, fissandolo sempre con la colla a caldo:
Incollate un pezzo di pannolenci anche alla cornice:
Poi incidete la parte centrale lasciando un margine che, rigirato, possa bastare a rivestire il cartone lungo lo spessore e l’altro lato della cornice:
Sul rovescio della cornice incollate la plastica trasparente:
Riempite di riso il primo cartone preparato, aggiungete gli elementi che il bambino si divertirà poi a cercare e chiudete sovrapponendo il secondo elemento (quello con la plastica), quindi chiudete con la colla a caldo:
Rivestite il retro con altro pannolenci:
Girate sul davanti e rifinite i bordi con la colla a caldo:
O se preferite con ago e filo:
I spy Halloween – materiale occorrente per la VERSIONE 2
– riso
– colla a caldo
– pannolenci
– elementi da inserire a tema Halloween
– una custodia da cd
I spy Halloween – come si fa – VERSIONE 2
Smontate la custodia, eliminate la parte centrale e rimontate (rimangono dei fori e un’apertura a lato, che chiuderemo poi col pannolenci):
Se utilizzate immagini e non elementi tridimensionali, incollateli su del cartoncino da una parte e dall’altra; il mio cartoncino aveva una facciata verde e una rossa:
Mettete nella custodia del cd del riso e gli elementi scelti:
Chiudete con del pannolenci fissato con la colla a caldo lungo i quattro lati:
I spy Halloween – il gioco può essere utilizzato così, soprattutto per i più piccoli, oppure può essere accompagnato da un elenco (illustrato o scritto),
o anche da carte (simili alle carte delle nomenclature Montessori) che possono contenere solo l’immagine,
oppure anche il nome (se il bambino sa già leggere):
Potete anche pensare di utilizzare il gioco per aiutare la memorizzazione dei nomi in Inglese:
Questo è il materiale che ho utilizzato io (immagini, carte scritte in Italiano, carte scritte in Inglese) disponibile per gli abbonati
Quiet books – si tratta di libretti fatti a mano, solitamente realizzati in tessuto (ma anche in carta, cartoncino, fogli di gomma e plastica, …), ricchi di attività interessanti e adatti anche ai bambini più piccoli, che ancora non sanno leggere. Possono contenere attività sensoriali, didattiche (numeri, alfabeto, colori, ecc…), che stimolano le abilità manuali, la memoria, ecc…
Sono semplici da realizzare anche con pochissima spesa e senza dover seguire tutorial o saper cucire, e sono molto belli. Spesso è possibile trovare anche i cartamodelli, in vendita o scaricabili gratuitamente, ma non trovo siano indispensabili quanto le idee…
Qui ho raccolto gli esempi che ho trovato più interessanti, spero possano essere di ispirazione per realizzare libretti e inventare nuove attività per i vostri bambini a scuola e in famiglia.
1
1. – Quiet books – pagine per un libro dei colori (i fiori potrebbero essere preparati con un’asola, così il bambino può giocare ad allacciarli ai bottoni); qui sono anche in vendita i cartamodelli per realizzarlo http://www.etsy.com/
2
2. – in questa pagina il gioco consiste nell’abbinare i palloncini al colore corrispondente, ed applicarlo col bottone a pressione, di http://www.elisaloves.com/
5. QUIET BOOKS – sul tema “mostri” con varie attività, sono proposti qui i cartamodelli pdf in vendita http://www.youcanmakethis.com
6
6. – qui ci sono principesse con capelli da intrecciare; l’intero blog è dedicato ai quiet books, con moltissime idee, e se pensate possano essere utili, i cartamodelli gratuiti: http://quietbook.blogspot.it/
8. – pagine realizzate con un foglio di carta trasparente e tessuto, riempito con riso e oggetti da “scovare”, abbinati a una pagina oggetti, di http://brandyscrafts.blogspot.it/
11. – pagina per imparare a leggere l’orologio. L’esempio è in cartoncino, ma è realizzabile facilmente anche in pannolenci o tessuto, di http://www.workboxsystem.com/
12
12. – libretto per i mesi dell’anno, sempre con varie attività. Questa è la pagina di ottobre sul tema “dolcetto o scherzetto”, trovi tutte le altre pagine qui http://sarahscreativebrain.blogspot.it/
17. – pagina di cerniere, fa parte di un progetto con moltissime pagine interessanti, tutte offerte con modelli pdf gratuiti di http://servingpinklemonade.blogspot.it/
18
18. – questo è un secondo esempio, la bambolina ha canottiera e mutandine in velcro, e tanti vestitini da cambiare, sempre con cartamodelli gratuiti, sempre qui http://servingpinklemonade.blogspot.it/
20. – libretto sul tema “creature marine”, anche con cartamodelli (in vendita) qui http://www.etsy.com/
21
21. – libretto sul tema “insetti”, varie pagine, sempre con cartamodelli pdf in vendita. Li trovate qui http://www.etsy.com/ insieme a moltissimi altri libretti a tema.
22
22. – altro blog ricco di esempi per pagine con proposte di attività varie legate all’apprendimento dei numeri qui http://yourcreativejuices.blogspot.it/
43. QUIET BOOKS – bacchette da estrarre aprendo la cerniera. Le bacchette vanno poi inserite nei passanti, per colore. Sempre da http://www.flickr.com/photos/
45. QUIET BOOKS – qui ci sono dei biscotti da togliere dal forno e da posizionare nella confezione esatta, a seconda del numero di confetti, di http://thecraftingchicks.com/
55. – pagina dei dinosauri: anche qui le uova nascondono i piccoli, ma ci sono tesori anche nascosti nel vulcano, di http://calendria.canalblog.com/
56
56. QUIET BOOKS – il Polo Nord: l’igloo è un puzzle, le onde del mare una tasca per i pesci… ancora da http://calendria.canalblog.com/
57
57. – e sempre di http://calendria.canalblog.com/archives/ l’idea di un libretto di attività, una per ogni giorno della settimana (questa è la pagina per il martedì)
58
58. QUIET BOOKS – nella pagina a sinistra il bruco va a nascondersi, nella pagina a destra dal bozzolo escono le farfalle, di http://schaertalents.blogspot.it/
60. QUIET BOOKS – nella tasca a sinistra ci sono elementi caratteristici di ogni stagione, da posizionare correttamente nei quattro riquadri a destra, ancora di http://www.sewcando.com/
67. QUIET BOOKS – dalla bocca della rana (cerniera) escono i ranocchi, di http://www.etsy.com/
68
68. QUIET BOOKS – dietro ai bottoni c’è del velcro, e si tratta di posizionarli in corrispondenza del campione di colore esatto, di http://abacktobasicslifestyle.blogspot.it/
75. QUIET BOOKS – pagina del tempo atmosferico a tasche, per bambini che sanno leggere, di http://folksy.com/
76
76. QUIET BOOKS – bellissimo libretto in tre parti, da sfogliare per creare ogni volta nuovi personaggi, di http://www.artsyfartsymama.com/ (in vendita il cartamodello)
77
77. QUIET BOOKS – libro dei pirati, cartamodello pdf e istruzioni in vendita qui http://www.etsy.com/
83. QUIET BOOKS – questo blog polacco è strepitoso, sarebbe da segnalare ogni pagina proposta. Questa fa parte di un libretto di attività logiche, ad esempio http://marta-mojepasje.blogspot.it/
90. QUIET BOOKS – un altro bellissimo gioco logico di abbinamento di elementi (tavolozza-pennello, lucchetto-chiave, telefono-cornetta, presa- interruttore ecc…) http://marta-mojepasje.blogspot.it/
96. quiet book di http://craftychiclyric.blogspot.it/ la tasca a sinistra contiene tre tipi diversi di puzzle (stella, cuore, fiore) da comporre nel quadrato marrone a destra.
98. ogni pagina è una busta con una finestrella trasparente, e contiene una diversa attività (memory, pupazzi da dito, telai per allacciature, ecc…). Di http://theprincessandthetot.blogspot.it/
…idee per realizzare delle sensory tubs preistoriche che, seguendo i corretti principi scientifici, riproducono uno scavo archeologico in forma di gioco didattico…
Queste due sensory tubs preistoriche sono nate da un’idea di Enza (vedi qui)…
io mi sono solo prestata a fare il “braccio”, cercando di interpretare nel modo più corretto possibile il suo progetto (le parti in grassetto).
Realizzate le vaschette, Enza ha potuto aggiungere le sue note (le parti in corsivo), che penso potranno davvero essere utili per chi vuole presentare questa attività ai bambini .
Le due proposte si rivolgono, con finalità un po’ diverse:
– ai bambini più piccoli
– ai bambini più grandi, considerando che i programmi scolastici collocano lo studio della Preistoria in terza classe di scuola primaria.
Coi bambini più piccoli, teniamo presenti tutti gli obiettivi del gioco sensoriale.
Inoltre, facendo anche leva sul periodo nel quale più o meno tutti i bimbi amano il mondo dei dinosauri, senza dare particolari informazioni verbali, ma semplicemente presentando il materiale e gli strumenti, possiamo fare una grande cosa che si rivelerà vantaggiosa in seguito: creiamo un’immagine e un ricordo di uno scavo archeologico, che potrà essere la base per un interesse vivo e attivo verso lo studio della Storia.
Naturalmente sta tutto nell’abilità dell’adulto preparare la vaschetta pensando al bambino reale che ne godrà, e dirigere ed osservare l’attività facendo in modo che possa svolgersi in modo piacevole e magico: non essere rigidi, osservare se subentra stanchezza, valutare quanti reperti inserire, quanto nasconderli, ecc… sono alcuni aspetti importanti. Come sempre la preparazione dell’ambiente è tutto.
Considerate anche che l’attività può essere preparata e presentata, ma poi la vaschetta può essere lasciata a disposizione del bambino per più giorni, in modo che possa dedicarsi allo scavo quando è lui a desiderarlo. Se l’esperienza invece di essere stimolante diventa noiosa, non avremo certo fatto un buon lavoro: altro modo per dire “la felicità del bambino è la prova della correttezza dell’agire educativo”.
Sarebbe importante creare un angolo dedicato alla Preistoria, dove mettere a disposizione del bambino, accanto alla vaschetta, dei bei libri illustrati, dinosauri giocattolo, memory e carte tematiche a tema, ecc…
Coi bambini più grandi, e sarà meraviglioso se da piccoli hanno potuto fare esperienze più ludiche di scavo, possiamo creare una situazione che riproduce con un certo grado di esattezza scientifica il lavoro dell’archeologo.
L’elemento della sensorialità (stimolazione visiva, olfattiva, tattile, ecc…) rimane importante e va tutta a beneficio dell’apprendimento, ma possono essere aggiunte informazioni scientifiche in merito alla procedura di scavo, all’analisi degli strati, alla corretta cronologia, ai metodi di archiviazione e classificazione dei reperti, ecc…
L’esperienza, e questo a maggior ragione vale coi bambini più grandi, non esaurisce tutto quello che c’è da dire sul lavoro dell’archeologo e sugli scavi, e iniziando la studio della storia parlando di documentazione e fonti, dopo l’esperienza pratica sarebbe importante organizzare schede, lezioni, carte delle nomenclature, esercitazioni di compilazione di schede reperto, ecc… Per tutto questo Enza ci darà nei prossimi appuntamenti nuovi spunti.
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Sostrato
Una sensory tub preistorica dovrebbe prima di tutto avere due o più livelli, perché’ uno dei principi dello scavo e’ proprio la stratigrafia, la capacita di distinguere i diversi livelli che (generalmente ma non per forza) si susseguono in ordine cronologico: in alto il più recente, in basso, mano a mano che si scava, il più antico. L’ideale è trovare materiali ben distinti, per colore e per consistenza.
Io ho pensato di realizzare entrambe le sensory tubs preistoriche con tre strati: sul fondo argilla espansa, poi terriccio bagnato e in superficie sabbia. Per creare un legame visivo con lo scavare davvero sotto di noi, ho aggiunto una “siepe” di crescione.
I reperti
Enza ci consiglia:
– ciottoli di fiume, di qualche centimetro, di calcare o selce, in tutti e tre gli strati
– per il primo strato (più recente), dei frammenti di ceramica smaltata (basta rompere una tazza della nonna) ed aggiungere frammenti di ceramica, mattoni e mattonelle: sono la costante di qualunque scavo! Si può arricchire con qualche perla (meglio se di vetro soffiato, pasta di vetro o pietre dure) e qualche moneta
– per il secondo strato, postulando che sia preistorico, servono strumenti di selce o altra pietra. La selce si trova lungo le sponde di fiumi e ruscelli, ma una qualunque pietra rotta in modo appuntito, o affilato, può andare bene. Per trovare ispirazione si può fare una ricerca immagini nel web inserendo “flint tools”
– per non schizzinosi l’ideale sarebbe aggiungere ossa, anche solo un paio di cosce di pollo (basta far bollire le ossa per pulirle perfettamente). In alternativa, nei negozi si trovano scheletri di plastica di vario tipo…
– in entrambi gli strati si possono aggiungere conchiglie di terra e di mare
– un terzo strato potrebbe essere quello precedente alla comparsa dell’uomo, e potrebbe contenere ossa e fossili (ma non conchiglie)
Il tutto verrà spiegato meglio in seguito…
Seguendo le indicazioni, questi sono i reperti che sono riuscita a produrre:
– la tazza della nonna, naturalmente, e un po’ di cocci rossi per completare il sostrato superficiale (non avevo mattoni a disposizione):
– sassolini vari e conchiglie
– perle e qualche yen giapponese
– gli strumenti di pietra, che ho realizzato spaccando qualche sasso col martello e rifinendo col Dremel (in modo molto poco preistorico!):
– alcuni “fossili”, che potete realizzare così:
versate un po’ di sabbia in un cartone per uova, bagnate bene, poi premete bene le conchiglie. Se avete a disposizione una sabbia molto fine (o conchiglie più belle), potete rimuovere la conchiglia, io ho dovuto lasciarle:
preparate in un bicchiere un po’ di cemento o di gesso aggiungendo dell’acqua, versate e fate asciugare:
Una volta asciutti, togliete la sabbia con un pennello:
– le ossa: non sono schizzinosa, per cui ho bollito le ossa di pollo:
Se le ossa vengono messe nello strato più profondo insieme ai fossili, potrebbero anche essere ossa di dinosauro; se vengono messe insieme ai sassi scheggiati, possiamo immaginare altri animali preistorici, come il mammut o il rinoceronte lanoso! (vedi il terzo strato per la vaschetta per grandi).
Reperti – variante per i più piccoli
Coi bambini più piccoli, se pensate che le perline siano troppo piccole per loro, o se i frammenti di tazza risultano troppo taglienti, oppure se temete che i vostri utensili di pietra scheggiata preistorica possano passare per “normali sassi”, si può preparare un play dough che una volta asciutto si sbricioli molto facilmente; basterà mescolare 4 cucchiai di farina, 4 di fondi di caffè (o terra), 2 di sale e 3 di acqua; dimezzando la farina risulterà ancora più friabile.
E’ la ricetta classica che tutte le maestre conoscono per preparare il gioco delle “uova di dinosauro”, nelle quali di solito si nascondono dinosauri di plastica che il bambino deve aprire col martello… In questo caso lo useremo con la funzione di “incrostazione di terra” attorno agli oggetti, con il vantaggio per i piccoli di poter usare con tutta tranquillità le mani per cercarli ed estrarli: sabbia e terra sono un richiamo irresistibile per le loro manine.
Per la tazza, le perline e le monete, appartenendo allo strato “più recente” potete lasciare l’oggetto in evidenza:
Per gli oggetti appartenenti agli strati più antichi potete nascondere completamente l’oggetto. Qui ho decorato con conchiglie i “sassi” contenenti gli strumenti di pietra, e con pietre preziose i “sassi” contenti le ossa.
Per rendere lo scavo ancora più interessante, possiamo fotografare i reperti prima di inserirli nel play dough, preparare delle schede tipo memory o bingo, plastificarle, e proporle ai bambini in fase di rottura dei “sassi”. Il bambino metterà sui tabelloni i reperti corrispondenti alle immagini.
Queste sono ad esempio le mie schede:
scheda memory per sensory tub preistoria – pietre scheggiate pdf
scheda memory per sensory tub preistoria – fossili pdf
scheda memory per sensory tub preistoria – ossa pdf
Reperti – variante per i bambini più grandi
Coi bambini più grandi il play dough non serve:
– le perline, proprio perchè molto piccole, si possono raccogliere con la pinzetta, oppure setacciando la terra con lo scolapasta
– per quanto riguarda la tazza, se si raccolgono i reperti all’aperto, questi saranno naturalmente smussati e non ci sarà il rischio di tagliarsi; inoltre si possono semplicemente levigare le parti taglienti oppure spiegare ai bambini che in uno scavo archeologico è importante utilizzare gli strumenti e non le mani.
Per i bambini più grandi Enza ha preparato una scheda modello, da utilizzare in fase di scavo, che potete scaricare e stampare qui:
(i diritti appartengono all’autrice)
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Materiali per scavare e altre cose da archeologi:
1. Per rimuovere la sabbia, si può usare praticamente tutto, anche le mani, però si può rendere la cosa più complicata e divertente usando per esempio una peretta, che gonfiata e sgonfiata soffia via i granelli (vedi qui: http://www.veneziando.it).
Va anche benissimo aggiungere uno spazzolino da denti per far emergere il reperto un po’ più velocemente.
2. Per lo scavo della parte più compatta, si potrebbero usare:
– un bastoncino di legno appuntito del diametro di un dito più o meno, e lungo una ventina di centimetri (vedi qui: http://www.archtools.eu/)
– una pinzetta per le sopracciglia usata
– una paletta da giardinaggio di metallo con manico di legno, in alternativa alla trowel (cazzuola con punta) che usiamo noi
– un kit paletta/scopetta.
3. Per bambini piu’ grandi, si possono aggiungere:
– una macchina fotografica per fotografare i reperti prima di tirarli fuori
– un metro (da sarto o a stecca) per prendere le misure
– una lavagnetta piccola con i gessetti: noi le usiamo per scriverci sopra la data e il nome dello strato quando facciamo le foto.
– un quaderno “Diario di scavo”
– penne, matite, blocchi da disegno, eventualmente puntine da disegno, spago
– 3 schede di scavo, una per ogni strato (vedi sopra)
4. Per tutti gli strati la sensory tub dovrebbe essere corredata da:
– paletta o una bottiglia di plastica tagliata a metà che funga da paletta
– uno scolapasta e un secchiello, e uno o più secchi dove buttare il sostrato setacciato (si possono inserire sacchetti di plastica in un’insalatiera o secchio, così non servono troppi contenitori e il piano di lavoro dei bambini resta più ordinato)
5. Per il recupero dei reperti servono:
– delle bustine di plastica trasparente da frigo, meglio se con chiusura incorporata e possibilmente adatte alle dimensioni dei reperti
– un pennarello ed un rotolo di scotch carta, da usare per etichettare quello che si trova (noi facciamo veramente cosi!). In alternativa si può scrivere direttamente sulla bustina.
Per avere un’idea dei materiali che si usano comunemente durante uno scavo si può consultare questo sito: http://www.archtools.eu/.
Per i più piccoli, se usate il play dough, possono servire (se volete) un piccolo martello e un tagliere, ed eventualmente le schede memory – bingo. Potete anche aggiungere strumenti interessanti per i piccoli, come un rullino da pittura, uno spruzzino d’acqua, ecc…
Come si possono preparare le sensory tubs preistoriche
(per i bambini più piccoli e per quelli più grandi)
Per questa vaschetta sensoriale ho preferito in entrambi i casi la trasparenza della plastica, pensando che fosse importante dare un’impressione visiva degli strati.
Terzo strato – per i piccoli:
Sul fondo ho messo argilla espansa, conchiglie e sassi; come leggerete poi, sarebbe più corretto non mettere in questo strato le conchiglie, ma casomai i fossili. Ho pensato che per i più piccoli, che arrivati a questo strato avranno ormai lavorato tantissimo, potesse essere meglio per loro mettere molte decorazioni colorate e attraenti e pochi reperti…
e ho aggiunto i “sassi” che nascondono le ossa, decorati con pietre preziose…
… in alternativa alle ossa vere, meno scientifico ma con un grande impatto visivo, nei sassi di play dough potrebbero essere inseriti dinosauri di plastica e magari anche ossa finte:
Terzo strato – per i più grandi:
Per i più grandi si può invece preparare un vero “strato dinosauri” con argilla espansa, sassi, ossa (le più grandi) e fossili:
Secondo strato – terra
Terminato lo strato di argilla espansa, ho ricoperto tutto, per entrambe le vaschette, con uno strato di terra (avevo terriccio per cactus), ho bagnato un po’ con lo spruzzino e pressato con la cazzuola.
Secondo strato – per i piccoli
in questo strato ho messo i “sassi” che nascondono gli strumenti di pietra preistorici, ed i fossili. Uno strato che contiene insomma molti reperti, alcuni da aprire, altri già pronti…
Secondo strato – per i grandi
Come accennato sopra, è più corretto da un punto di vista scientifico mettere i fossili con le ossa: i fossili stanno bene nello strato più antico, quello dove non c’e’ l’uomo, per intenderci, e quindi ci sono i dinosauri. Quando noi troviamo conchiglie nei nostri scavi, non sono fossili. Quindi conchiglie fossili di preferenza sotto e conchiglie normali in entrambi gli strati superiori (quello di sabbia, cioè il primo e quello di terra, cioè il secondo).
Le ossa fossili stanno bene coi dinosauri, ma anche negli scavi paleolitici si trovano tantissime ossa, piu o meno fossilizzate (perchè la parte organica si mineralizza col passare del tempo). Volendo quindi si possono mettere delle ossa in entrambi gli strati.
Quindi, ipotizzando una sensory tub per bambini più grandi, il secondo strato potrebbe essere preparato così: pietre scheggiate preistoriche, conchiglie ed ossa (le più piccole)
Primo strato – sabbia
Preparato anche il secondo strato, ho coperto con altro terriccio e pressato con la cazzuola dopo aver bagnato un po’ con lo spruzzino.
Ho poi preparato lo strato di sabbia, e ho posato la tazza rotta, le monete e le perle, e aggiunto cocci di terracotta, pietre e conchiglie.
Primo strato – per i piccoli
Primo strato – per i grandi
Infine, per entrambe le vaschette, ho nascosto tutti i reperti con un altro po’ di sabbia e ho aggiunto il crescione.
Attività con questa sensory tub coi bambini più piccoli
Attività con questa sensory tub coi bambini più grandi
(L’attività di scavo può essere organizzata per gruppi di bambini, o si può anche svolgere in più giorni successivi)
Procedere nello scavo cercando di togliere la terra molto piano e senza fare buchi: si deve togliere uno strato per volta.
Individuare dolcemente il reperto, scoprirlo il più possibile con il pennello o la peretta.
Scrivere la scheda di scavo, fare le eventuali fotografie ed infine toglierlo.
Metterlo su una superficie pulita dove si può liberare della terra rimasta, molto lentamente, usando il bastoncino di legno e le mani. Lo stesso vale per eventuali reperti che possono trovarsi nello scolapasta dopo il setacciamento.
Una volta finito, riporre il reperto nella bustina e segnare cos’e’ e il numero. Se possibile usare due numerazioni: una continua per tutti i reperti, ed una per ogni tipo di reperto. Esempio: trovati due frammenti di tazza, una perla ed un osso. Saranno 1-tazza 1; 2-tazza 2; 3- perla 1; 4- osso 1 eccetera.
Lo scavo archeologico non e’ una caccia al tesoro, ma un’attività scientifica organizzata!
Nei prossimi giorni la generosa attività di divulgazione di Enza ci aiuterà a realizzare:
– vere schede reperto da archeologa
– la ricostruzione della tazza della nonna, che al momento si presenta così:
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Enza Spinapolice e’ un’archeologa del Paleolitico e lavora all’Istituto di Antropologia Evoluzionista Max Planck, di Leipzig. Ha studiato Preistoria a Roma, poi ha conseguito un dottorato Europeo tra Roma e Bordeaux, e da tre anni fa ricerca in Germania. Si interessa in particolare all’origine biologica e culturale della nostra specie, all’estinzione dei neandertaliani ed alle società di cacciatori raccoglitori passate e presenti. Oltre a girare il mondo e studiare il passato, Enza ha una famiglia multiculturale, ed un bimbo di due anni e mezzo, a cui spera di insegnare molto presto la preistoria.
Il play dough è un materiale sensoriale di grande ricchezza. Come vedrete poi, preparandolo in casa è possibile inserire moltissime varianti visive (coloranti diversi, glitter, ecc…), tattili (sabbia, fiocchi, segatura, gelatine, ecc…), olfattive (erbe aromatiche fresche, olio essenziale, alimenti profumati quali caffè, cacao, spezie…).
La manipolazione del play dough sviluppa naturalmente la motricità fine e la creatività, ma è anche un’attività rilassante e che stimola la capacità di attenzione e concentrazione.
Preparando il play dough coi bambini si può fare scienza e matematica, misurando gli ingredienti e osservando come reagiscono tra loro, esplorando i colori, ecc…
Il play dough può trovare impiego anche in campo strettamente didattico: gli esempi più immediati possono essere il modellaggio delle lettere dell’alfabeto e dei numeri, oppure di piccoli elementi (palline ecc…) da contare.
Play dough – Ricetta 1
anartnest.squarespace.com
1 tazza e 1/2 di farina 3/4 di tazza di sale 1 tazza e 1/2 di acqua 1 cucchiaio di olio 1/2 cucchiaio di cremor tartaro coloranti alimentari
Il cremor tartaro (Bitartrato di Potassio o Cremore di Tartaro o cremortartaro) è un sale che viene di solito utilizzato in abbinamento al bicarbonato come polvere lievitante per dolci, lo usava la mia mamma per le frittelle di Carnevale. E’ tornato di uso molto comune per chi frequenta i blog di cucina americani, e per chi pratica uno stile di alimentazione naturale, perchè permette di lievitare i dolci senza usare le bustine classiche (che contengono anche loro cremor tartaro e bicarbonato, ma anche molti altri additivi chimici, alcuni di origine animale). Si trova sicuramente in farmacia venduto a peso, ma ora anche nei supermercati ben forniti e nei negozi di biologico. Controllate che si tratti di solo cremor tartaro, e che non sia invece già miscelato al bicarbonato. Nel web è in vendita ad esempio qui).
Mescolare tutti gli ingredienti in una pentola (i coloranti possono essere aggiunti in questa fase, se si vuole cuocere un colore alla volta, oppure si può preparare un play dough neutro e colorarlo dopo dividendolo in palline).
Mettere sul fuoco e mescolare per circa cinque minuti. Quando il preparato si sarà rappresso, togliere da fuoco e rovesciare su un foglio di carta forno. Appena la temperatura lo permette impastare con le mani, eventualmente aggiungendo i coloranti alimentari, finchè il nostro play dough non avrà assunto una bella consistenza, ed è pronto per il gioco.
Conservare in contenitori col coperchio o sacchettini di plastica.
Un tutorial simile, dettagliatamente illustrato, si trova qui:
skiptomylou.org
prevede questi ingredienti:
1 tazza di farina 1 tazza di acqua calda 2 cucchiaini di cremor tartaro 1 cucchiaino di olio 1/4 di tazza di sale colorante alimentare
Play dough – Ricetta 2
(Play dough 100% naturale, colorato con la frutta o coi fiori)
www.minieco.co.uk
½ tazza di farina ½ tazza di acqua colorata o aromatica ¼ tazza di sale ½ cucchiaio di cremor tartaro ½ cucchiaio di olio
Procedere alla cottura e impastare come spiegato nella prima ricetta.
Per le acque colorate possiamo usare fragole, lamponi, ribes o more, petali di rosa o di altri fiori, barbabietole, mirtilli, spinaci, ecc… Basta mettere in un pentolino due manciate abbondanti del prodotto scelto insieme ad una tazza d’acqua, portare ad ebollizione e far cuocere finchè il liquido non si sarà ridotto a circa la metà, quindi filtrare con un colino e lasciar raffreddare.
Lo stesso principio può essere usato anche per creare acque aromatiche. Useremo curcuma e qualsiasi altra spezia, olio essenziale a piacere, vaniglia o estratto di mandorla, cacao ecc… aggiunti alla fine durante l’impasto dopo la cottura (per non perdere il profumo), oppure possiamo creare acque profumate (e anche colorate) semplicemente preparando tè o tisane a piacere, molto concentrati.
olio da cucina sale farina bianca un pacchetto di Kool Aid (oppure colori alimentari) e acqua bollente
Questa ricetta non necessita di cottura. Basta mettere in una ciotola (per ogni colore che si desidera realizzare) 1 bustina di Kool Aid (o colorante alimentare), 1 tazza di farina bianca, 2 cucchiai di olio, 1/2 tazza di sale e 1 tazza di acqua bollente. Mescolare prima con un cucchiaio di legno, e appena la temperatura lo consente impastare con le mani finchè il colore non sarà uniforme e la pasta liscia.
“Kool Aid” sono polveri solubili in bustina che servono a preparare bevande (tipo i nostri preparati per tè freddo); contengono aromi di frutta, acido citrico, fosfato di calcio, sale, vitamina C, maltodestrine, aspartame o zucchero, conservanti ecc…si può decisamente sostituire con colorante alimentare, oppure sostituire all’acqua bollente una bella tisana molto concentrata.
Mescolare in una ciotola fino ad ottenere un impasto liscio e uniforme. Se troppo duro aggiungere altra acqua.
Questo play dough indurisce all’aria, quindi è adatto ad essere modellato e per realizzare perline e piccoli oggetti. Una volta secco può essere levigato con la carta vetrata, dipinto e decorato.
Per quanto riguarda l’amido liquido si tratta dell’amido liquido che si usa per stirare e si può trovare, con un po’ di fortuna, al supermercato o richiedere in lavanderia.Nei negozi di biologico si trova ad esempio l’ “Amido a spruzzo e appretto” della Sonett. Per chi volesse esagerare ho trovato anche una ricetta per produrre l’amido liquido in casa qui: metti a bollire un litro di acqua. Sciogli da 10 a 30 grammi di amido in un pochino di acqua fredda, poi versa nell’acqua bollente. Cuoci qualche minuto e mescola finche il liquido non risulta trasparente. Aggiungi un pò di pezzi di paraffina e borace.
2 tazze di farina 1 tazza di sale 2 cucchiai di olio 2 cucchiai di cremor tartaro 1 tazza e mezzo di acqua bollente colorante alimentare liquido lilla e fiori di lavanda poche gocce di glicerina
Versare in una ciotola la farina, il sale, l’olio, il cremor tartaro, il colorante alimentare e la glicerina e mescolare energicamente. Aggiungere l’acqua bollente, continuando a mescolare energicamente con un cucchiaio, poi quando l’impasto ha una certa consistenza e la temperatura lo consente, continuare ad impastare con le mani aggiungendo da ultimo i fiori di lavanda. Non necessita di cottura.
Con lo stesso principio, cambiando colore alimentare o anche lasciando la pasta del suo colore naturale, a termine impasto possiamo aggiungere al posto dei fiori di lavanda aghi di rosmarino fresco, foglie tritate di salvia, menta, ecc… Un bel verde naturale si può ottenere preparando acqua colorata con gli spinaci.
1 tazza di sale 2 tazze di farina 1 tazza e mezzo di acqua bollente 2 cucchiai di olio 2 cucchiai di cremor tartaro (o di succo di limone) alcune gocce di glicerina colorante alimentare nero glitter argento
Mescolate in una ciotola sale, farina, olio, cremor tartaro (o succo di limone) e glicerina. Quando iniziano ad amalgamarsi tra loro, versare l’acqua bollente mescolando col cucchiaio. Quando possibile impastare a mano aggiungendo colorante e glitter.
2 tazze di acqua (o di caffè) 1 tazza e 1/2 di farina 1/2 tazza di cacao (o di polvere di caffè) 1 tazza di sale 2 cucchiai di olio 1 cucchiaio e 1/2 di cremor tartaro
Mescolare tutti gli ingredienti in una casseruola, a fuoco basso, fino a quando formerà una specie di palla, poi togliere dal fuoco, aspettare che si raffreddi abbastanza e poi impastare qualche minuto per renderla liscia e uniforme.
4 tazze di sabbia pulita 3 tazze di farina 1 tazza di acqua 1/4 di tazza di olio
Unire tutti gli ingredienti in una ciotola. Impastare fino a formare una palla. Aggiungere più acqua se è troppo la pasta risulta troppo secca, o più farina se troppo appiccicosa.
otterremo un play dough di sabbia friabile, molto interessante dal punto di vista sensoriale per i bambini:
playbasedlearning.com
Play dough – Ricetta 9
(galaxy play dough)
fairydustteaching.blogspot
2 tazze di farina 2 tazze di acqua con colorante alimentare nero e blu 1 cucchiaio di olio 1 cucchiaio di cremor tartaro 1 tazza di sale Si tratta di una ricetta che richiede cottura, quindi mescoleremo in una ciotola tutti gli ingredienti liquidi (acqua, olio e colorante alimentare nero e blu), mentre in un pentolino misceleremo a secco tutti gli ingredienti secchi (farina, cremor tartaro e sale). Uniamo ad essi il liquido, mettiamo sul fuoco mescolando finchè il tutto non si sarà rappreso, quindi appena possibile impasteremo a mano aggiungendo glitter argento, blu e viola per ottenere l’effetto “galaxy”. (ricetta di http://fairydustteaching.blogspot.com)
Play dough – Ricetta 10
(play dough super morbido)
1 tazza di farina 1 tazza di acqua calda 1 cucchiaino di olio 2 cucchiaini di cremor tartaro 1/4 di tazza di sale crema per le mani Colorante alimentare (opzionale) Glitter (opzionale)
Mettere in un pentolino la farina, l’acqua, il sale, l’olio e il cremor tartaro, mescolare e cuocere, sempre mescolando. Quando il composto ha ancora una consistenza liquida, aggiungere il colorante scelto. Continuare a cuocere finchè non apparirà densa e pastosa. Togliere dal fuoco e lasciate raffreddare per qualche istante, poi rovesciare sul tavolo e lavorare con le mani finchè la pasta non diventerà liscia ed omogenea. A questo punto, potete aggiungere il glitter, se lo desiderate, continuando ad impastare finchè non si sarà ben amalgamato alla pasta; infine aggiungere un paio di cucchiaini di crema per le mani e lavorare di nuovo l’impasto.
1 tazza di farina bianca 1/2 tazza di sale 2 cucchiai di cremor tartaro 2 cucchiai di olio 1 pacchetto da 3 grammi di Jello (polvere per gelatine, eventualmente alla frutta) 1 tazza di acqua calda ed eventualmente colorante alimentare
Mescolare tutti gli ingredienti secchi in una ciotola (farina, sale, cremor tartaro, polvere per gelatine), quindi aggiungere l’acqua calda, l’olio e il colorante e mescolare. Versare il composto in un pentolino e cuocere mescolando continuamente: ad un certo punto diventerà una palla grumosa e potrà essere tolto dal fuoco e versato sul tavolo. Attendere che si raffreddi abbastanza da essere manipolato, quindi impastare aggiungendo qualche altra spolverata di farina per aumentarne l’elasticità.
Cuocere la tapioca in perle secondo le indicazioni del produttore, e semplicemente aggiungere il colorante alimentare scelto. Raffreddare e impastare, eventualmente aggiungendo altra acqua o della farina bianca. Riducendo la quantità di acqua assume un aspetto gommoso, mentre con più acqua diventa più vischiosa. La tapioca cotta ha una bellissima consistenza gelatinosa, ed è un materiale interessantissimo per i bambini.
½ tazza di amido di mais (maizena) o di arrowroot ½ tazza di sale 2 cucchiaini di cremor tartaro 1 tazza di acqua 2 cucchi di olio; coloranti alimentari a scelta (al termine, eventualmente dividendo la pasta in panetti diversi)
Versare in un pentolino tutte le farine e il sale e mescolare, quindi aggiungere gli altri ingredienti, mescolare e cuocere a fuoco basso, finchè la pasta non si sarà addensata. Rovesciare sul piano di lavoro, aspettare che si raffreddi un po’ quindi impastare con le mani, eventualmente aggiungendo i coloranti.
L’arrowroot è una polvere bianca, ottimo legante per zuppe, creme, salse e marmellate; si trova in vendita ad esempio qui. Si tratta di un amido dal sapore molto neutro che non sa di crudo come altri tipi di amido. Viene ottenuto dalla maranta (Maranta arundinacea), una pianta originaria della foresta equatoriale del Brasile e della Guyana. Da un punto di vista nutrizionale è facilmente digeribile e ha un indice glicemico leggermente più contenuto rispetto ad altri amidi (contiene molto amilosio). Ottimo per addensare salse, zuppe, sughi, dolci, gelati e composte. In particolare, usato nelle creme che prevedono congelamento, le rende più stabili rispetto ad altri amidi. Per esprimere il suo massimo potenziale addensante è necessario disperderlo nella soluzione (liquido) e scaldarlo fino a quando la preparazione si sia addensata. Successivamente si lascia riposare in frigo fino al completo raffreddamento(durante il quale si addenserà ancora). La percentuale di impiego oscilla tra il 5 e il 12%: tra il 5 e l’7% conferisce una struttura simile ad una maionese, dal 7 al 12% conferisce invece una struttura piuttosto solida, simile ad alla panna cotta. In ogni caso l’eventuale presenza di uova, puree di frutta, farina, fiocchi, crusca ecc. ecc. ne aumenta il potere addensante. (http://www.tibiona.it)
Note:
1. la farina di riso può essere sostituita con farine di legumi;
2. l’amido di mais può essere sostituito con farina di tapioca (non in perle), o fecola di patate;
3. il cremor tartaro può essere sostituito con succo di limone o aceto bianco.
2 tazze di bicarbonato di sodio 1 tazza di amido di mais (maizena) 1 tazza e 1/2 di acqua colori a scelta olio essenziale a scelta.
Aggiungere colore e profumo all’acqua. In una pentola versare il bicarbonato e l’amido di mais, miscelare, aggiungere l’acqua e cuocere il tutto, sempre mescolando, finchè non si sarà formata una palla. Rovesciare sul piano di lavoro, far raffreddare e lavorare con le mani.
3 tazze di zucchero a velo 6 cucchiai di cacao in polvere 3/4 di tazza di latte in polvere mezza tazza di burro o margarina a temperatura ambiente 1/2 di tazza di sciroppo di mais o simili 1 cucchiaino di vaniglia (o altro aroma); farina quanto basta per l’impasto finale.
Mescolare lo zucchero a velo, il cacao in polvere e il latte in polvere in una ciotola a parte. In un’altra ciotola frullare lo sciroppo di mais, il burro e la vaniglia (o altro aroma: arancia, ciliegia, menta, ecc…). Aggiungere alla crema ottenuta il contenuto della prima ciotola e mescolare bene col cucchiaio, quindi infarinare il piano di lavoro, versare la pasta e lavorare a mano. Aggiungere farina finchè il play dough non raggiungerà la consistenza desiderata.
1/3 di tazza di miele liquido 1/2 tazza di burro di arachidi (si trova al supermercato) 1/2 tazza di latte in polvere (più che serve alla fine per impastare)
Porre tutti gli ingredienti in una ciotola e mescolare col cucchiaio. Quando il tutto è abbastanza amalgamato, versare sul piano di lavoro cosparso di altro latte in polvere e lavorare col ne mani. Se serve aggiungere altro latte in polvere fino a raggiungere la consistenza desiderata (si può usare anche della farina).
Ai bambini piacerà molto partecipare alla preparazione grattugiando il polistirolo per ricavarne le palline. Una volta pronte, metterne una quantità a piacere in un sacchetto di plastica, aggiungere il play dough, chiudere e lavorare con le mani finchè le palline non si saranno ben amalgamate.
Sempre con le palline di polistirolo si può produrre il “floam”, una via di mezzo tra slime e play dough:
eisforexplore.blogspot
2 cucchiaini di polvere di borace 1/2 tazza di acqua 1/4 di tazza di colla vinilica 1/4 di tazza di acqua colorante alimentare un sacchetto di plastica trasparente richiudibile circa 3 tazze di palline di polistirolo grattugiato
Sciogliere 2 cucchiaini di polvere di borace in 1/2 tazza di acqua. In una ciotola a parte miscelare 1/4 di tazza di colla vinilica e1/4 di tazza di acqua e aggiungere il colorante. Versare la soluzione di colla nel sacchetto, poi aggiungere 3 cucchiai di soluzione di borace senza mescolare (avanzerà un po’ di questa soluzione nella ciotola). Aggiungere quindi le palline di polistirolo. Sigillare il sacchetto e impastare bene con le mani. Lasciare il sacchetto riposare per 15 minuti, poi aprirlo, prendere la pasta e impastare ancora un po’ sul piano di lavoro.
2 tazze di farina 1 tazza di sale 2 cucchiai di olio 2 cucchiai di cremor tartaro 2 tazze di acqua bollente 1-2 tazze di fiocchi d’avena
Miscelare tutti gli ingredienti secchi e l’olio, poi l’acqua bollente, sempre mescolando finchè l’impasto non raggiunge una certa consistenza. Appena raffreddato, impastare con le mani aggiungendo i fiocchi di avena.
Play dough – Ricetta 19
(play dough con allume)
Con questa ricetta si ottiene una pasta molto simile a quelle commerciali.
2 tazze di farina 1 tazza di sale 1 tazza di acqua bollente 2 cucchiai di allume in polvere 2 cucchiai di olio colorante alimentare
(L’allume in polvere si può trovare nel web ad esempio qui, o richiedere nei negozi di biologico e in farmacia)
Solito procedimento che si usa per le ricette senza cottura (miscelare tutti gli ingredienti e da ultima l’acqua bollente).
Il consiglio di http://howlongisthishall.blogspot.com per un play dough liscio e gommoso è invece di aggiungere, in fase di impasto finale, oltre a tutti gli ingredienti previsti dalla ricetta scelta, dell’olio extra vergine d’oliva. Per la quantità basta procedere a cucchiai e impastare finchè l’olio non si è ben amalgamato, e procedere così finchè la consistenza è quella che desideriamo. Anche per ravvivare la pasta che comincia a seccare, l’olio extra vergine di oliva fa miracoli.
howlongisthishall.blogspot
Un’altra ricetta super gommosa prevede:
2 tazze di bicarbonato di sodio 1 tazza e mezzo di acqua 1 tazza di amido di mais (maizena)
(procedere come per tutte le ricette con cottura)
Play dough – Ricetta 21
(play dough neve o nuvola)
flightsofwhimsy-ece.com
8 tazze di farina
1 tazza di olio per bambini
Miscelare ed è pronto. Versare in un vassoio e mettere a disposizione vari attrezzi e formine.
1 tazza di farina 1/2 tazza di sale 1 cucchiaio di cremor tartaro 1 cucchiaio di olio 1 tazza di acqua
Mettere tutti gli ingredienti in un contenitore per microonde, mescolare e mettere nel forno impostato ad una potenza abbastanza alta per circa 3 minuti. Tirar fuori, mescolare un po’ e rimettere nel microonde per altri due minuti circa. Tirare fuori, versare sul piano di lavoro infarinato e quando la temperatura lo consente impastare a mano, aggiungendo il colorante scelto ed eventualmente altra farina.
Slime silly putty flubber gak sono paste da gioco simili tra loro, che si differenziano essenzialmente per il grado di viscosità.
In quasi tutte le ricette proposte gli ingredienti reagiscono chimicamente tra loro portando alla formazione di polimeri. Queste paste che prendono il nome di slime silly putty flubber gak a seconda della consistenza, sono elastiche e possono essere spezzate, tagliate, allungate, gonfiate, ecc… se lanciate rimbalzano.
Non si conservano molto a lungo, e per farle durare di più si consiglia di riporle in frigo in una bustina di plastica. A questo genere di preparati-gioco possiamo aggiungere l’oobleck.
Chiedere al bambino di lavarsi le mani dopo aver giocato con queste paste. Alcune ricette possono sporcare tappeti ed abiti…
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Slime – prima ricetta
http://www.teachpreschool.org/
– una parte di colla per carta trasparente
– una parte di amido liquido
– coloranti alimentari a scelta.
Mescolare prima con un cucchiaio, poi impastare con le mani gli ingredienti, semplicemente, ed è pronto per l’uso.
Per quanto riguarda gli ingredienti, l’amido liquido cui fa riferimento la ricetta originale si può trovare qui, ma si tratta dell’amido liquido che si usa per stirare e si può trovare, con un po’ di fortuna, al supermercato o richiedere in lavanderia.
La composizione dello Sta-Flo è questa: Water, Corn Starch, Soap (Cyclocarboxypropyloleic Acid,Sodium Hydroxide), Sodium Tetraborate, Tetrasodium Edta, Castor Oil, Sodium Hyroxymethylglycinate, Dimethicone, Sodium Metabisulfate, Fragrance (http://www.staflostarch.com/); mi sembra decisamente simile al nostro “Amido a spruzzo e appretto Sonett (amido vegetale di granoturco, olio di ricino solfatato e sapone derivato dall’olio d’oliva per lubrificare la stiratura, alcol vegetale etanolo, oli essenziali geranio rosa e lavanda, vortex). Per chi volesse esagerare ho trovato anche una ricetta per produrre l’amido liquido in casa qui: metti a bollire un litro di acqua. Sciogli da 10 a 30 grammi di amido in un pochino di acqua fredda, poi versa nell’acqua bollente. Cuoci qualche minuto e mescola finche il liquido non risulta trasparente. Aggiungi un pò di pezzi di paraffina e borace.
1/4 di tazza di colla vinilica bianca 1 tazza di acqua calda e, a parte, un altro quarto di tazza si acqua 1 cucchiaio di polvere di borace colorante alimentare e un sacchetto di plastica (possibilmente a chiusura ermetica)
(La polvere di borace è acquistabile online ad esempio qui; io l’ho trovata anche in farmacia.)
Sciogliere un cucchiaio di polvere di borace in una tazza di acqua calda, mescolando. A parte mescolare 1/4 di tazza di acqua fredda con una parte uguale di colla vinilica.
In un sacchetto di plastica, possibilmente a chiusura ermetica, aggiungere parti uguali di soluzione di borace e di soluzione di colla. (mezza tazza per ognuna), e il colorante alimentare scelto. Sigillare il sacchetto e impastare.
Se il vostro slime risulta troppo appiccicoso aggiungere altra soluzione di borace; se invece è troppo vischioso aggiungere altra soluzione di colla.
una tazza di colla vinilica bianca o trasparente (volete uno slime trasparente oppure opaco?)
poca acqua e coloranti alimentari
Sciogliere la polvere di borace in una tazza d’acqua; a parte versare in un recipiente una tazza di colla, stemperarla aggiungendo qualche cucchiaio d’acqua e il colorante alimentare scelto. Aggiungere la soluzione di borace mescolando prima con un cucchiaio, poi, via via che prende consistenza, con le mani.
Aggiungere allo slime scelto nero di ossido di ferro (si trova nei negozi di belle arti; esempio qui)
Flubber – prima ricetta
Miscela 1: una tazza e mezza di acqua calda, 2 tazze di colla vinilica, colorante alimentare
Miscela 2: 3 cucchiaini di polvere di borace e una tazza di acqua calda
Preparare le due miscele separatamente, quindi unire tra loro; mescolare prima con un cucchiaio, poi impastare con le mani. (ricetta originale di http://frugalfunchallenge)
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Flubber – seconda ricetta
Miscela1: 5 cucchiai di amido liquido e una tazza di acqua calda
Miscela 2: , 2 tazze di colla vinilica e 1 tazza e 1/2 di acqua
coloranti alimentari
Preparare le due miscele separatamente, poi unirle.
(ricetta originale di http://explore-education.blogspot.com)
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Silly putty – prima ricetta
1 cucchiaio di colla vinilica bianca mezzo cucchiaino di sali di Epsom (Magnesio Solfato o Sale Inglese) mezzo cucchiaino di acqua
Mescolare in una piccola tazza mezzo cucchiaino di sali di Epsom e mezzo cucchiaino di acqua. In una tazza a parte versare un cucchiaio di colla vinilica quindi, sempre mescolando, aggiungere la soluzione di sali di Epsom.
1 parte di amido liquido 1 parte di colla vinilica bianca Lavorare con le mani fino a quando diventa liscia ed elastica e tutto il liquido è assorbito. Conservare in un contenitore ermetico in frigorifero.
Mescolare una parte di colla con 1/2 parte di amido liquido con un cucchiaio, poi modellare con le mani ed è pronto. Può essere colorato mantenendo la trasparenza aggiungendo colori ad acquarello.
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Gak – prima ricetta
una tazza di colla vinilica, una tazza di amido liquido, coloranti alimentari.
Mescolare alla colla vinilica il colorante scelto, quindi aggiungere un po’ alla volta l’amido liquido mescolando col cucchiaio. Appena addensato impastare con le mani.
La ceramica è stata inventata circa 10.000 anni fa, nell’epoca Neolitica, e da allora noi uomini non abbiamo mai smesso di usarla! Per questo motivo, questo materiale è uno dei più diffusi negli scavi archeologici, molto spesso sotto forma di frammenti.
Ed eccomi qua, a riprendere l’idea del restauro della tazza della nonna.
Il laboratorio diventa ancora più interessante per i bambini se prepariamo per loro due o più tazze della nonna rotte, i cui frammenti sono mischiati. Supponiamo di averle messe entrambe nella nostra vaschetta sensoriale preistorica,
di averle scavate e numerate, di averle classificate con l’etichetta “ceramica” e messe nei nostri sacchettini da frigo.
Nel nostro esempio abbiamo due tazze di ceramica ed un vaso in terracotta:
Nel caso in cui si avesse solo una tazza da restaurare, si può saltare la fase di divisione dei materiali (vedi più sotto) ed andare direttamente oltre. Un’alternativa è quella di mischiare alla tazza “intera” altri frammenti di ceramica che non sono attinenti, scegliendoli perché hanno colori diversi, o si distinguono in qualche modo dall’altro materiale.
Se non si è fatto lo scavo della vaschetta, si può comunque preparare il tutto rompendo una o due tazze che non ci servono più (è per una buona causa!), scegliendone due abbastanza diverse tra loro. Si imbustano poi i pezzi uno per uno in sacchetti da frigo, e si numerano in ordine progressivo (mischiando le tazze!) con l’etichetta “ceramica 1, 2, 3” eccetera, come abbiamo spiegato qui.
Ricordate che se rompete appositamente delle tazze per questa attività, i bordi possono essere taglienti (mentre è molto raramente cosi nei siti archeologici), quindi sorvegliare il lavoro da vicino. Un’alternativa può essere quella di limare i bordi prima di rendere i frammenti di tazza accessibili ai bambini.
Ed ora si procede con il lavoro sul materiale.
Per prima cosa si tolgono tutti i pezzi di ceramica dalle rispettive bustine, riponendoli sulla bustina stessa…ricordiamoci che sulla busta è indicato il numero che classifica ciascun pezzo!
Fase 1 – lavaggio
Servono una semplice bacinella da bucato ed uno spazzolino da denti.
Si prende ciascun pezzo di ceramica,
lo si immerge nell’acqua
e lo si strofina delicatamente con lo spazzolino.
Lo scopo è di eliminare tutti i residui di terra dello scavo.
Dopo aver lavato ogni pezzo lo si ripone accuratamente sulla sua bustina e si aspetta che tutti i frammenti siano ben asciutti.
Fase 2 – siglatura
La siglatura consiste nello scrivere su ogni pezzo di ceramica il numero che lo identifica, in modo da poter poi eliminare le bustine.
Si scrive direttamente sul pezzo con un pennarello indelebile (noi di solito usiamo i lumocolor) oppure con pennino ed inchiostro.
Ovviamente con i bambini più piccoli si può saltare questa fase, oppure disegnare sui pezzi dei piccoli simboli, come fiori, cuori, sfere o triangoli.
Fase 3 – riordino
Una volta finita la siglatura, si possono eliminare le bustine.
A questo punto, allineando tutti i frammenti, dobbiamo cercare di capire quali appartengono potenzialmente allo stesso vaso. Aiuteremo i bambini a dividerli per colore, consistenza, decorazioni, eccetera.
Immaginiamo di avere, alla fine del lavoro, due o tre mucchietti di ceramiche diverse sul nostro piano da lavoro.
Fase 4 – ricomposizione del vaso
E’ arrivato il momento di cominciare la ricomposizione del vaso!
Si sceglie un mucchietto (il più promettente!) e si allineano tutti i pezzi sul tavolo. Si comincia a questo punto a cercare di ricostruire la tazza, come se fosse un puzzle. Noi archeologi chiamiamo questa fase “trovare gli attacchi”.
Il modo ideale per procedere a questa operazione è di farlo in una bacinella larga e dai bordi bassi riempita di sabbia. A mano a mano che troviamo un attacco, oppure l’orientamento di un pezzo, lo “piantiamo” nella sabbia per tenerlo su.
Per far tenere insieme i pezzi, si può usare uno scotch carta.
Questa è la fase centrale del lavoro, può richiedere un po’ di tempo, ma è anche la parte più creativa!
Ricordatevi che se qualche pezzo manca, si può sempre dare un’occhiata negli altri mucchietti di ceramica, quella “scartata” per vedere se abbiamo dimenticato qualche pezzo!
Fase 5 – incollaggio
Una volta finito, si può eventualmente ripassare il reperto restaurato con la colla. Ricordatevi però che i restauratori giudicano di volta in volta se sia il caso di incollare e quale colla usare!
Per questa attività vi consigliamo di usare la colla UHU, ma attenzione! Questa colla richiede una posa di contatto di circa 15 minuti, durante i quali occorre tenere premuto un coccio contro l’altro, e questo per ogni pezzo.
In alternativa esistono colle per ceramica che richiedono tempi di contatto decisamente minori, quella scelta per realizzare le immagini richiede un tempo di contatto di 10 secondi, e un tempo di asciugatura di 24 ore.
Il restauro e’ un’attività che richiede molta pazienza!
Consiglio di incollare i pezzi due a due e lasciarli asciugare (dopo aver premuto un coccio contro l’altro per i minuti richiesti dalla colla scelta), o almeno fino a quando se si lascia uno dei due pezzi questo non si stacca dall’altro, sostenuti dallo scotch di carta e magari piantati nella vaschetta di sabbia.
L’ideale sarebbe lasciarli asciugare tutta la notte, il giorno dopo rimuovere lo scotch e incollare di nuovo i pezzi così ottenuti due a due e ripetere le operazioni di asciugamento, fino a ricomporre la tazzina.
È un procedimento molto lungo che può durare anche qualche giorno, ma se non si lascia asciugare bene la colla, i pezzi si staccano o il vaso “collassa”.
Fase 6 – documentazione
Quando avete finito ed il vostro vaso è pronto, si può procedere con un bel disegno, ed una descrizione nella scheda apposita:
La scheda è disponibile gratuitamente per gli abbonati
Enza Spinapolice e’ un’archeologa del Paleolitico e lavora all’Istituto di Antropologia Evoluzionista Max Planck, di Leipzig. Ha studiato Preistoria a Roma, poi ha conseguito un dottorato Europeo tra Roma e Bordeaux, e da tre anni fa ricerca in Germania. Si interessa in particolare all’origine biologica e culturale della nostra specie, all’estinzione dei neandertaliani ed alle società di cacciatori raccoglitori passate e presenti. Oltre a girare il mondo e studiare il passato, Enza ha una famiglia multiculturale, ed un bimbo di due anni e mezzo, a cui spera di insegnare molto presto la preistoria.
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Archeology for children: RESTORATION OF CERAMICS (guest post). Ceramics was invented about 10,000 years ago, in the Neolithic period, and since then we humans have never stopped using it! For this reason, this material is one of the most widespread in archaeological excavations, very often in the form of fragments.
And here I am, to take up the idea of the restoration of the grandmother’s cup.
The laboratory becomes even more interesting for children if we prepare for them two or more broken cups, whose fragments are mixed. Suppose we have made both in our prehistoric sensory tub,
have them excavated and numbered, have them classified with the label “ceramic” and have them put in our plastic bags.
In our example we have two ceramic cups and a terracotta vase:
In case you had only a cup to be restored, you can skip step of the division of materials (see below) and go straight over.
An alternative is to mix the cup “entire” with other ceramic fragments that are not related, choosing them because they have different colors, or are distinguished in some way from other material.
If you have not made the excavation of the tub, you can still prepare everything by breaking one or two cups that no longer serve us (it’s for a good cause!), choosing two quite different. Then put the pieces one by one in plastic bags, and number them consecutively (mixing cups!) with the label “ceramics 1, 2, 3” and so on, as we have explained here.
Remember that if you break the cups specifically for this activity, the edges can be sharp (but is rarely so in archaeological sites), then supervise the work closely. An alternative may be to sand the edges before you make the fragments of cup accessible to children.
Archeology for children: RESTORATION OF CERAMICS And now we proceed with work on the material.
First remove all the pieces of ceramics from the respective bags, placing them on the bag itself … remember that on the envelope there is indicated the number that classifies each piece!
Archeology for children: RESTORATION OF CERAMICS Step 1 – Washing
They serve a simple bowl and a toothbrush. Take each piece,
immers it in water:
and rub it gently with a toothbrush.
The aim is to eliminate all traces of earth of the excavation.
After washing each piece, place it carefully on his bag and expects that all the pieces are completely dry.
Archeology for children: RESTORATION OF CERAMICS
Step 2 – labeling
The labeling consists in writing on each piece of ceramics the number that identifies it, so you can then remove the bags.
Write directly on the piece with a permanent marker (we usually use the Lumocolor) or with pen and ink.
Obviously with younger children you can skip this step, or draw on the pieces small symbols such as flowers, hearts, spheres or triangles.
Archeology for children: RESTORATION OF CERAMICS Step 3 – reordering
After finishing the labeling, you can eliminate bags.
At this point, aligning all the fragments, we must try to understand what potentially belong to the same vase. We will help the children to separate them by color, texture, decoration, and so on.
Imagine that you have, at the end of the work, two or three piles of different ceramics on our plan work.
Archeology for children: RESTORATION OF CERAMICS
Step 4 – recomposition of the vase
It ‘s time to begin the reconstruction of the vase!
Choose a pile (the most promising!) and line up all the pieces on the table. Now try to reconstruct the cup, as if it were a puzzle. We archaeologists call this stage “to find the attacks.”
The ideal way to carry out this operation is to do it in a wide and low sides basin filled with sand. As we find an attack, or the orientation of a piece,we “plant” it in the sand to keep it up.
To hold the pieces together, you can use masking tape.
This is the central phase of the work, can take a long time, but it is also the most creative!
Remember that if any piece is missing, you can always take a look in the other piles of ceramics, to see if we have forgotten a piece!
Archeology for children: RESTORATION OF CERAMICS
Step 5 – bonding
Once finished, you can possibly reviewing the finding restored with glue. But remember that the restorers judge from time to time whether it is appropriate and what glue to use to paste!
There are glues for ceramics which require rapid contact times, that chosen for producing the images requires a contact time of 10 seconds and a drying time of 24 hours.
The restoration is an activity that requires a lot of patience!
I recommend to glue the pieces two by two and let them dry (after pressing a piece against the other for the minutes required by the glue choice), or at least until when you leave one of the two pieces that do not come off the other , supported by the masking tape and perhaps planted in the pan of sand.
The ideal is to let them dry overnight, the next day to remove the tape and glue back the pieces obtained two by two, and repeat the operations of drying, until reassemble the cup.
It is a long process that can last a few days, but if you do not let dry the glue, the pieces come off or the vase “collapses”.
Archeology for children: RESTORATION OF CERAMICS
Step 6 – documentation
When you are done and your vessel It is ready, you can proceed with a beautiful drawing, and a description of it in the sheet:
Enza Spinapolice is an archaeologist of the Paleolithic, and works at the Institute of Evolutionist Anthropology Max Planck, Leipzig. She studied Prehistory (Rome), obtained an European PhD (Rome and Bordeaux), and in the last three years working in Germany. She is particularly interested in biological and cultural origin of our species, the extinction of the Neanderthals and the hunter-gatherer societies past and present. In addition to travel the world and study the past, Enza has a multicultural family, and a child of two and a half years, and she hopes to teach him prehistory very soon.
Un gioco con le dita per esercitare il calcolo orale e le tabelline. Ho imparato questo gioco per il calcolo orale e le tabelline anni fa, durante un corso di aggiornamento che trattava dell’ “apprendere la matematica attraverso i sensi”, e vorrei proporlo e consigliarlo perchè presenta numerosi punti di forza:
– come funzioni è abbastanza inspiegabile, per cui ha qualcosa di magico
– richiede memoria e coordinazione: ad ogni dito è assegnato un numero, ma non tutte le dita sono uguali
– permette di esercitare sia le tabelline, sia l’addizione
– si può presentare come metodo “per fare veloce”, mentre in realtà si propone un esercizio abbastanza impegnativo: il bambino lo affronterà con scioltezza percependolo come “trucco più facile”.
Si può proporre a partire dalla terza classe.
Regole
Il gioco serve a moltiplicare tra loro i numeri a partire dal 6
ad ogni dito è assegnato un numero:
– i pollici sono il 6 – gli indici sono il 7 – i medi sono l’8 – gli anulari sono il 9 – i mignoli sono il 10
ogni dito, a partire da quelli che si toccano e tutti quelli sotto ad essi, valgono ognuno 10
le altre dita valgono ognuna un dito: si contano quelle di una mano e si moltiplicano per quelle dell’altra.
Esempi
In realtà è semplice, basta provare. Gli esempi spiegano meglio…
Esempio 1
vogliamo eseguire la moltiplicazione: 6×6
6 (il pollice sinistro) x 6 (il pollice destro) = le dita corrispondenti ai numeri da moltiplicare si toccano, quindi in questo caso pollice contro pollice
Quante dita avanzano? 4 dita a sinistra e 4 a destra. Quindi faremo 4×4 = 16
Quante dita si trovano a partire da quelle che si toccano o più sotto? 2 (i due pollici). Ognuna vale 10, quindi 10+10 = 20
Allora 6×6= (10+10) + (4×4) = 20+16 = 36
Secondo esempio
vogliamo eseguire la moltiplicazione: 6×7
6 (il pollice sinistro) x 7 (l’indice destro) = le dita corrispondenti a numeri da moltiplicare si toccano, quindi in questo caso pollice contro indice
Quante dita avanzano? 4 dita a sinistra e 3 a destra. Quindi faremo 4×3 = 12
Quante dita si trovano a partire da quelle che si toccano o più sotto? 3 (i due pollici e l’indice destro). Ognuna vale 10, quindi 10+10+10= 30
Allora 6×7= 12+30=42
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Terzo esempio
vogliamo moltiplicare 8×7
8 (il medio sinistro) x 7 (l’indice destro) = le dita corrispondenti ai numeri da moltiplicare si toccano, quindi in questo caso medio contro indice.
Quante dita avanzano? 2 dita a sinistra e 3 a destra. Quindi faremo 2×3 = 6
Quante dita si trovano a partire da quelle che si toccano o più sotto? 5 (i due pollici, i due indici e il medio destro). Ognuna vale 10, quindi 50
Allora 6×7= 6+50=56
A finger play for exercise mental math and multiplication tables.
I learned this game years ago, during a course that was of ” learning math through the senses “, and I would like to propose it and recommending it because it has many advantages: – as a functions it is quite inexplicable, so has something magical – It requires memory and coordination: A number is assigned to each finger, but not all fingers are equal – Allows you to exercise both tables, both addition – We can tell the children that is a method “to fast”, when in fact it offers a fairly challenging exercise: the child will face fluently perceiving it as a “trick”.
You can propose starting from the third class.
A finger play for exercise mental math and multiplication tables
Rules
The game is to multiply together the numbers from 6
For each finger is assigned a number:
– Thumbs are 6 – Indexes are 7 – The middles are the 8 – Ring fingers are the 9 – The little fingers are 10
each finger, starting with those that are touching and all those under them, each worth 10
the other fingers hold each one finger: are counted those of a hand and they are multiplied by those of the other.
It’s actually simple, just try it. Examples explain better …
A finger play for exercise mental math and multiplication tables we want to perform the multiplication: 6×6
6 (left thumb) x 6 (right thumb) = fingers corresponding to the numbers 6 and 6 are touching, then in this case the thumb against thumb
How many fingers are advancing? 4 fingers to the left and 4 right. So we will do 4×4 = 16
How many fingers are from those that are touching or below? 2 (two inches). Each worth 10, then 10 + 10 = 20
Then 6×6 = (10 + 10) + (4×4) = 20 + 16 = 36
we want to perform the multiplication: 6×7
6 (left thumb) x 7 (right index finger) = fingers corresponding to numbers 6 and 7 are touching, then in this case the thumb against index
How many fingers are advancing? 4 fingers to the left and 3 to the right. So we will do 4×3 = 12
How many fingers are starting with those that are touching or below? 3 (both thumbs and index finger right). Each worth 10, then 10 + 10 + 10 = 30
Then 6×7 = 12 + 30 = 42
we want to multiply 8×7
8 (middle left) x 7 (right index finger) = fingers corresponding to the numbers 8 and 7 touch, so in this case, the middle finger against index.
How many fingers are advancing? 2 fingers to the left and 3 to the right. So we will do 2×3 = 6
How many fingers are starting with those that are touching or below? 5 (two inches, the two indices and middle right). Each one is worth 10, then 50
Play dough: ricetta senza cremor tartaro. La mia ricetta per realizzare una pasta da modellare (play dough), richiede questi ingredienti base: – tre bicchieri di farina – due bicchieri di bicarbonato – un bicchiere di aceto – un bicchiere di acqua.
Come si fa
versate in una pentola o in una ciotola la farina:
aggiungete il bicarbonato:
e mescolate bene:
versate l’aceto, mescolando:
e infine l’acqua:
mescolate ancora un po’ (non importa se l’impasto è grumoso):
mettete sul fuoco per qualche minuto, mescolando, finchè non sentite l’impasto rapprendersi. Quando comincia a staccarsi dalle pareti della pentola, è pronto per essere versato sulla spianatoia. In alternativa potete anche mettere il tutto per 3 minuti circa nel forno a microonde.
Quando si è raffreddato abbastanza da poter essere manipolato, aggiungete a occhio farina e una sostanza grassa a scelta (funzionano benissimo l’olio di semi o di oliva, l’olio da bagno, le creme per il corpo o per le mani… se avete della crema solare scaduta, è l’ideale per riciclarla invece di buttarla).
Per le dosi procedete un cucchiaio alla volta, finchè impastando non sentite di arrivare alla consistenza voluta.
Quando la pasta è pronta, ci si può davvero sbizzarrire a colorarla in moltissimi modi; questa volta noi abbiamo usato brillantini e colori ad acquarello:
con questo risultato:
dividendo ulteriormente le palline e mescolandole tra loro, utilizzando il colore ad acquarello per colorare la nostra pasta, abbiamo ottenuto tantissime nuove sfumature di colori:
ma naturalmente non è la scelta più indicata per i più piccoli, se si pensa che il bambino possa mettere la pasta in bocca…
La bimba ci ha giocato un po’ così:
poi abbiamo fatto insieme questo quadretto: io ho iniziato a preparare un po’ di cielo, un po’ di prato, poi è nata una storia decidendo insieme cosa aggiungere al disegno, lavorando insieme :
Infine la bimba si è dedicata al suo quadro, tutto da sola:
Vaschetta sensoriale (sensory tub) con meduse fluorescenti e ghiaccio colorato, anche per lightbox. Alcune possibili realizzazioni di sensory tubs e altri giochi sensoriali, che spero presto di proporre ai più piccoli, collaudati da Alma e Gaia. L’attività è completata con dei braccialetti luminosi.
Le meduse di pet si prestano a innumerevoli giochi d’acqua, oltre ad essere semplici da realizzare e molto belle. Se ti serve il tutorial per realizzarle, questo è il link:
Il collaudo si è rivelato anche un ottima situazione per esperimenti fotografici. Tutte le immagini dell’articolo non sono state elaborate, i colori e gli effetti specialissimi sono dovuti a variabili ambientali (lightbox accesa o spenta), flash o non flash, tempi di esposizione, messa a fuoco e impressione su tempi lunghi di movimenti.
Coi ragazzi e i bimbi più grandi, è un’attività che consiglio.
Abbiamo preparato un po’ di ghiacciolini colorati e abbiamo anche aggiunto brillantini;
mentre il tutto era a ghiacciare, abbiamo preparato la lightbox con fogli di velina bianca e colorata:
se bagnate un po’ la carta, lentamente i colori si mescoleranno tra loro creando un effetto fondale molto bello.
Poi abbiamo posizionato sulla lightbox anche una vaschetta d’acqua:
e arricchito il fondale con conchiglie, sassi, ecc…
le ragazze hanno illuminato le meduse con i braccialetti fluorescenti:
con questi risultati (il colore dell’acqua è dato dalle veline colorate preparate sulla lightbox):
Abbiamo poi aggiunto i ghiacciolini colorati:
E sono iniziati i vari esperimenti fotografici:
Penso che queste sensory tubs saranno attività molto interessanti per i più piccoli, ma che con loro sarà meglio togliere il rosso dai colori dei ghiacciolini, perchè tende a coprire tutti gli altri colori, e anche se l’effetto è molto bello (luminescenza su acqua scura) è poco “acquatico”…
Come attrezzature si potranno mettere a disposizione un retino per pescare, contenitori per travasi e secchielli per le meduse eventualmente pescate.
Sensory tub with fluorescent jellyfish and colored ice, even for lightbox. Some possible realizations of sensory tubs and other sensory games, that I hope soon to propose to children, tested by Alma and Gaia. The activity is completed with bright bracelets:
The PET jellyfish have countless possible water games, in addition to being simple to implement and much beautiful. If you need the tutorial to realize, this is the link.
The test proved a good situation for photographic experiments. All images of the post have not been processed, the colors and special effects are due to environmental variables (lightbox on or off), flash or not flash, exposure time, focus and so on. With the boys and older children, it is an activity that I recommend.
We have prepared a little colored ice and we also added glitter;
while everything was to freeze, we have prepared the lightbox with sheets of tissue paper white and colored:
if you wet the paper, slowly the colors will blend together to create a very nice effect backdrop.
Then we placed on the lightbox also a tub of water:
and we have enriched the seabed with shells, stones, etc.
girls lit jellyfish with fluorescent bracelets:
with these results (the color of the water is given by colored tissue paper prepared on the lightbox):
We then added the colored ice:
And they have started various photographic experiments:
I think these sensory tubs will be much interesting activity for children, but it will be better to remove the red colors of the ice, because it tends to cover all other colors, and although the effect is very nice (luminescence on dark water) is not “water” …
As equipment is able to provide a net for fishing, containers for pouring and buckets for jellyfish eventually caught.
Lightbox con le gelatine colorate: la gelatina è un materiale di difficile manipolazione per la sua consistenza viscida, appiccicosa, e per il suo effetto “ventosa” che esercita sulla prima superficie che incontra… richiede la messa a punto di strategie, buone capacità motorie e concentrazione.
Però alla luce della lighbox è meravigliosa, e anche se il risultato “grafico” dell’opera d’arte non risulterà perfetto, le trasparenze, i chiaroscuri e la brillantezza dei colori faranno sentire il bambino capace e competente. Nonostante la difficoltà del materiale, il successo è garantito.
Preparate una gelatina colorata di aspetto gradevole e tono intenso: qui ho aggiunto colore fluorescente ad una gelatina aroma arancia:
Per prepararla seguite le indicazioni riportate sulla confezione, ma raddoppiando la concentrazione (semplicemente dimezzate la quantità di acqua indicata).
Fatela raffreddare e rapprendere su piatti piani, in strati sottili (circa dello spessore del cartone da scatoloni, diciamo).
Quando è pronta, tagliatela in striscioline di almeno 1cm di larghezza (se più sottili si rompono troppo facilmente, nonostante la gommosità). Coi bambini più piccoli preparate strisce anche più larghe.
Avanzate magari un po’ di gelatina senza tagliarla, e tenete a portata di mano anche una formina (io avevo un cuore) come seconda possibilità.
Spiegare semplicemente al bambino che le striscioline sono il “segno di una matita invisibile” e che sta a lui usare questo segno di matita per disegnare, proprio come farebbe con le sue normali matite.
Il bambino potrà disegnare liberamente, oppure può essere dato un tema…
… oppure ancora si può prima disegnare un dato modello su carta con i pastelli, e poi riprodurlo sulla lightbox.
Alle gelatine colorate si abbina benissimo la carta velina strappata; qui un ambiente marino con meduse:
Strappare la carta è un’attività molto importante per i bambini, forse ancor più del tagliare con le forbici, perchè si svolge tutta sui polpastrelli e richiede grande capacità di coordinazione tra occhio e mano (non solo movimento, ma anche senso del tatto).
Lightbox and colored jelly: jelly is a material difficult to handle because of its consistency slimy and sticky, and for its effect “suction” that exerts on the first surface that meets … requires the development of strategies, good motor skills and concentration.
But in light of Lighbox it is wonderful, and though the result “graphic” of the artwork will not be perfect, the transparency, the light and shade and color brilliance make the child feel capable and competent. Despite the difficulty of the material, success is guaranteed.
Prepare a colored jelly-pleasing and intense tone: here I added fluorescent color to a jelly orange flavor:
To prepare it, follow the directions on the package, but doubling the concentration (simply halved the amount of water indicated).
Let cool and solidify on dinner plates in thin layers (about the thickness of the cardboard boxes).
When it is ready, cut into strips of a width of at least 1cm (if more thin they break too easily, despite the gumminess). With younger children prepared strips even wider.
Keep a bit of jelly without cutting it, and keep on hand also a mold (I had a heart) as a second chance.
Simply explain to the child that the strips are the “sign of a pencil invisible” and that’s up to him to use this sign of pencil to draw, just as it would with its normal pencils.
The child can draw freely, or it can be given a theme…
… Or it you can first draw a given model on paper with crayons, and then reproduce it on the lightbox. The colored jelly are combined very well with snatched tissue paper; here a marine environment with jellyfish:
Tear the paper is a very important activity for children, perhaps even more than the cut with scissors, because is done completely on the fingertips and requires great ability and hand-eye co-ordination (not only movement, but also the sense of touch).
Un vasetto di lucciole. Lavoretti per l’estate: un semplice progetto che può essere preparato anche coi bambini più piccoli, economico e veloce, e che si trasforma in un intrattenimento rilassante e un po’ magico, proprio come le lucciole.
Durante la preparazione si può parlare di densità dei liquidi (il colore fluorescente, che è a base d’acqua, è più pesante dell’olio e tende ad andare verso il basso) e di solubilità, miscugli e miscele.
Coi bambini più piccoli mettere il colore a gocce nel vasetto è un esercizio di concentrazione e pazienza, e si può anche giocare a contarle, stabilendo un numero in anticipo: imparare a fermarsi arrivati al numero giusto è un esercizio importantissimo che, tra moltissimi altri, getta le basi per l’apprendimento dei concetti matematici negli anni successivi.
Ai bambini piace molto sapere come sono fatte le cose, e quando vedranno la bocce di neve “comprate” non avranno dubbi sul loro funzionamento… in effetti è lo stesso principio.
Questo genere di legami tra esperienza manuale e oggetti della realtà, meglio ancora se si determinano in modo casuale e spontaneo, aumentano l’autostima e sono quei piccoli gesti che, esperienza dopo esperienza, stimolano la passione per lo studio e l’apprendimento, a partire da quando si è molto piccoli…
Materiale occorrente:
– un vasetto di vetro con coperchio
– bianco di vaselina (è molto economico e si trova nei negozi di hobbistica, reparto imbottigliamento vini), in alternativa si può usare anche olio di semi
– colore fluorescente giallo o verde (si può anche preparare riciclando vecchi evidenziatori, come ho fatto qui)
– acquarello azzurro diluito in acqua tonica (se si vuole esaltare l’effetto fluorescente sotto luce nera, ma non è affatto indispensabile), altrimenti nel latte
– un pennellino
– brillantini argento
– eventualmente colla a caldo per sigillare il coperchio.
Come di fa:
il bambino travasa il bianco di vaselina (o l’olio di semi) nel barattolo, fermandosi a circa un dito dall’orlo:
Col pennellino mette nel vasetto una goccia di colore alla volta:
quindi aggiunge dei brillantini argentati (senza esagerare):
Bisogna poi aggiungere con un cucchiaino altro bianco di vasellina (o olio), un cucchiaino alla volta, fino ad arrivare all’orlo del vasetto, quindi avvitare bene il coperchio ed eventualmente sigillare con la colla a caldo.
Il tappo può essere decorato con un cerchio di stoffa o pannolenci e un bel nastro:
A jar of fireflies. A simple project that can be prepared even with younger children, cheap and fast, and that turns into a relaxing and a little magic entertainment , just like fireflies.
During the preparation one can speak of density of liquids (fluorescent color, which is water-based, is heavier than the oil and tends to go down) and solubility, mixtures and blends.
With younger children put the drops of color in the jar is an exercise in concentration and patience, and you can also play to count them, setting a number in advance: learn to stop arrived at the right number is a very important exercise that, among many others sets the stage for learning mathematical concepts in the following years.
Children love to know how things are made, and when they see the bowls of snow “buy” will have no doubts about how they work … in fact it’s the same principle.
This kind of ties between experience manual and objects of reality, even better if they are determined at random and spontaneous, increase self-esteem and have those little gestures that, experience after experience, stimulate the passion for studying and learning, from when it is very small …
A jar of fireflies
What do you need?
– A glass jar with lid – White Vaseline (is very cheap and is found in hobby shops, bottling department), alternatively you can also use vegetable oil – Fluorescent yellow or green color (you can also prepare recycling old markers, as I did here) – Watercolor blue diluted in tonic water (if you want to enhance the fluorescent effect under black light, but is not essential), otherwise in milk – A brush – Silver glitter – Possibly hot glue to seal the lid.
A jar of fireflies
What to do?
The child pours the white Vaseline (or seed oil) into the jar, stopping at about a finger from the brink:
With brush sets in the jar a drop of color at a time:
then adds silver glitter (no exaggeration):
We must also add with a teaspoon more white vaseline (or oil), a teaspoon at a time, until you get to the edge of the jar, then screw the lid and possibly seal it with hot glue.
The cap can be decorated with a circle of cloth or felt and a pretty ribbon:
Le meduse in vaso. Lavoretti per l’estate: un bel lavoretto estivo per bambini in età di scuola primaria che può essere declinato in tantissimi modi ed essere una decorazione per la cameretta, un modo per conservare le conchiglie raccolte sulla spiaggia, ed anche un gioco… Le meduse sono chemiluminescenti in natura, quindi si possono anche preparare vasi per esperimenti di luce.
Realizzare le meduse di pet è semplicissimo e dà grande soddisfazione; è sicuramente uno dei lavoretti per l’estate più semplice e versatile; trovi il tutorial qui: “Meduse di pet”.
Nota: a seconda della grandezza del vaso scelto, la medusa può comportarsi in modi diversi. Se il vaso è piccolo può succedere che affondi o che si posizioni sempre “a testa in giù”. Se vi succede, inserite un palloncino nella testa e il problema è risolto. Se il vaso è molto alto, può succedere che la medusa galleggi invece troppo: basterà zavorrarla legandola a un sasso. Se dopo qualche settimana la medusa zavorrata dovesse affondare, ricorrete all’aggiunta del palloncino…
Medusa galleggiante per giocare
Il progetto più semplice è un vaso da gioco, che impegnerà il bambino a scuoterlo per vedere la sua medusa e gli altri elementi muoversi al suo interno.
Materiale occorrente:
– una medusa (controllare che sia abbastanza piccola da potersi muovere nel vaso anche posto in orizzontale)
– un vaso con coperchio
– acqua, brillantini e decorazioni a piacere
– un piccolo palloncino (tipo “bomba d’acqua) o un guanto di lattice monouso
– eventualmente colla a caldo per sigillare il coperchio.
Cosa fare:
gonfiate il palloncino e infilatelo nella testa della medusa:
mettete nel vaso gli elementi scelti e i brillantini. Quindi riempite di acqua fino all’orlo e appoggiate la medusa:
Chiudete bene col tappo (se volete sigillandolo con la colla a caldo) ed il vostro vaso è pronto.
Vaso decorativo di meduse e conchiglie
Questo progetto è “solo da guardare”. Fatto in famiglia può essere un bel modo per collezionare insieme alla medusa conchiglie e altri ricordini trovati in spiaggia.
Proposto come attività, ad esempio nel corso dei “Centri estivi” è anche un’idea economica e semplice per valorizzare le meduse e portarle a casa in una confezione scenografica e di grande effetto.
Cosa serve:
– due meduse
– acqua
– brillantini (se volete)
– due sassi più grandi e sassolini piccoli
– conchigliette
– filo trasparente
– un grande vaso di vetro con coperchio è la scelta più “elegante”, ma si può optare invece per quella più economica, soprattutto a scuola, utilizzando una bottiglia da bibite da 2l (e rinunciando al coperchio o ingegnandosi a costruirne uno, naturalmente)
Come si fa:
Tagliate il collo della bottiglia da due litri per ottenere il vaso che vi serve (altrimenti procuratevi un grande vaso di vetro):
Ora bisogna zavorrare le meduse; vi basterà legare il filo trasparente al sasso
e con l’ago infilare l’altro capo del filo e passarlo nella testa della medusa. Prendete la misura per ogni medusa usando come riferimento il vostro vaso, e possibilmente fate in modo che le due meduse possano trovarsi ad altezze diverse:
Mettete le due meduse zavorrate nel vaso (o nella bottiglia):
Aggiungete conchiglie e sassolini per creare un bel fondale e nascondere i sassi, e versate l’acqua ( se volete aggiungete i brillantini):
Il vostro vaso di meduse (bellissimo, ma molto difficile da fotografare, almeno per me), è pronto:
Vaso di meduse fluorescenti
Il modo più semplice di realizzare meduse fluorescenti, è quello di versare nella testa acqua colorata con colore fluorescente e mettere a ghiacciare:
Coi bambini più grandi, se pensate di utilizzare anche la “luce nera”, potete anche ghiacciare in una medusa il colore fluorescente (meglio il giallo) e nell’altra dell’acqua tonica.
Il vaso sarà molto bello anche alla luce naturale; man mano il ghiaccio si scioglierà colorando l’acqua…
Vaso di meduse fluorescenti sotto lampada a “luce nera”
Possiamo sbizzarrirci con tutti gli elementi che sappiamo diventare fluorescenti se illuminati con la lampadina BLB… Ad esempio possiamo riempire un ovetto di plastica con acqua tonica:
oppure con colla a caldo:
E, rimanendo in tema di vasi e meduse, la medusa di pet può funzionare anche come “diavoletto di Cartesio”…
Jellyfish in pots. A nice summer craft for children of primary school age that may be declined in many ways and be a decoration for the bedroom, a way to preserve the shells collected on the beach, and even a game. Jellyfish are chemiluminescent in nature, so you can also prepare jars for experiments with light.
Make the PET jellyfish is simple and gives great satisfaction; It is definitely one of the easiest and versatile little jobs for the summer; you can find the tutorial here: “PET Jellyfish tutorial”.
Note: depending on the size of the jar chosen, the jellyfish can behave in different ways. If the jar is small it is possible that sink or that it is positioned always “upside down”. If there happens, insert a balloon in the head and the problem is solved. If the jar is very high, it is possible that the jellyfish floats too much: just ballast tying it to a pebble.
Jellyfish in pots – Jellyfish floating for playing
The simplest project is a pot for playing, which will involve the child to shake it to see his jellyfish and other elements move inside.
Jellyfish in pots – What do you need?
– A jellyfish (check that it is small enough to be able to move in the jar also placed horizontally) – A jar with lid – Water, glitter and decorations to taste – A small balloon (type “water bomb”) or a disposable latex glove – Possibly hot glue to seal the lid.
Jellyfish in pots – What to do?
inflate the balloon and plug it into the head of the jellyfish:
put in the jar elements chosen and glitter. Then filled with water to the brim and place the jellyfish:
Tightly close with the lid (if you want to sealing it with hot glue) and your jar is ready.
Jellyfish in pots – Decorative jar of jellyfish and shells
This project is “just by watching.” Done in the family can be a great way to collect along with jellyfish shells and other souvenirs found on the beach.
If it is proposed as activity, for example in the course of the “Summer centers” is also an idea economic and simple to enhance the jellyfish and take them home in a package scenic and impressive.
Jellyfish in pots – What do you need?
– Two jellyfish – water – Glitter (if you want) – Two stones larger and small pebbles – little shells – Transparent thread – A large glass jar with lid or a plastic bottle 2l
Jellyfish in pots – What to do?
Cut the neck of the two-liter bottle to get the jar you need (otherwise get yourself a big glass jar):
Now you need ballast jellyfish;Just tie the transparent thread to the stone
and with the needle thread the other end of the thread and pull it into the head of the jellyfish. Take the measurement for each jellyfish using as a reference your vessel, and possibly make sure that the two jellyfish may be at different heights:
Put the two jellyfish ballasted in the jar (or bottle):
Add shells and pebbles to create a beautiful backdrop and hide the stones, and pour the water (if you want to add the glitter):
Your jar of jellyfish (beautiful, but much difficult to photograph, at least for me), is ready:
Jellyfish in pots – Vaso di meduse fluorescenti
The easiest way to achieve fluorescent jellyfish, is to pour colored water in the head with fluorescent color and put to ice:
With older children, even if you plan to use the “black light”, you can even freeze in a jellyfish fluorescent color (preferably yellow) and in the other jellyfish tonic water.
the jar It will be very nice also to natural light; as the ice will melt by coloring the water:
Jellyfish in pots – Jar of fluorescent jellyfish under “black light” lamp
We can use all the elements that we know fluoresce when illuminated with light bulb BLB … For example we can fill a plastic egg with tonic water:
or hot glue:
And staying on the subject of jars and jellyfish, jellyfish pet can also function as “cartesian dive“.
Lightbox e ghiaccio fluorescente colorato: dopo aver giocato a preparare le bottigliette magiche con acqua tonica, colore fluorescente (ricavato da pennarelli evidenziatori),
non adatta ai bambini più piccoli, potete creare la stessa base scenografica (provato) posizionando sulla vostra light box accesa una bacinella contenente acqua colorata con acquarello azzurro, e magari con un’aggiunta di brillantini, perline, stelline, sassolini, ecc.. (poco per non togliere troppa luce alla lightbox).
Se la bacinella ha anche un coperchio trasparente è molto meglio: il bambino potrà lavorare con l’acqua, o su di una superficie illuminata asciutta…
… per preparare l’attività ho riempito di acqua colorata con il colore fluorescente giallo queste formine per ghiaccio (LIDL):
Con questo caldo l’attività dura pochissimo (il ghiaccio si scoglie molto velocemente), ma abbastanza per sperimentare e rinfrescarsi… poi si può continuare a giocare con l’acqua che rimane e altri materiali suggeriti dal momento, fino a stancarsi.
Se avete trovato l’idea interessante, le variabili che si possono inserire sono tantissime: si possono preparare i ghiaccioli in vari colori fluorescenti, innanzitutto, e in questo modo il bambino potrà sperimentare come sciogliendosi formano colori e toni nuovi… più o meno luminosi…
Lightbox and fluorescent ice: after playing to prepare the magical bottles with tonic water, fluorescent color (made from felt pens highlighters), white vaseline, water and various glitter, I was advanced this mixture:
And so I decided to place the tray (with and without lid) on Lighbox lit: lighting from below Lamp lightbox and the violet light diffused by far from the BLB lamp, created a truly nice effect …
Because, as I said, I find the use of the “black light” lamp is not suitable for younger children, you can create the same basis scenic placing on your light box lit a basin containing water colored with watercolor blue, and perhaps with an addition of glitter, beads, stars, pebbles, etc (little, it would take away too much light to lightbox).
If the tray also has a transparent cover is much better: the child will be able to work with the water, or on a dry illuminated surface.
To prepare the activity have filled with water colored with the color fluorescent yellow these molds for ice:
In this heat the activity lasts very little (the ice melts very quickly), but enough to experiment and cool off, then you can continue playing with the remaining water and other materials suggested from the moment, until you grow weary.
If you found the idea interesting, the variables that can be entered are many: you can prepare icicles in various fluorescent colors, first of all, and in this way the child will experience as melting form new colors and tones … more or less bright …
Bottigliette magiche fluorescenti. Queste bottigliette sono il prodotto finale di vari esperimenti che abbiamo fatto in una stanza illuminata con una lampada di Wood (o a “luce nera”),
miscelando vari liquidi e altri materiali tra loro per verificarne la fluorescenza.
foto di gruppo con illuminazione naturale
foto di gruppo su lightbox
foto di gruppo sotto “luce nera”
Abbiamo verificato che il colore fluorescente (ricavato dai pennarelli evidenziatori) diluito con acqua demineralizzata è molto fluorescente sotto la luce BLB (più di quando è concentrato):
e che l’acqua tonica diventa davvero fluorescente (bottiglia nuova, senza nessuna aggiunta); l’effetto è dato dalla presenza in questa bibita di chinino, e ci siamo divertiti a travasarla in vari contenitori trasparenti, per vedere le scie di liquido luminoso scorrere al loro interno:
abbiamo provato ad aggiungere colore ad acquarello (qui blu):
e anche colore fluorescente e bianco di vaselina (l’acqua tonica si miscela al colore fluorescente, mentre il bianco di vaselina galleggia e non è fluorescente):
abbiamo utilizzato poi i vari liquidi ottenuti per travasarli in contenitori più piccoli, realizzando le nostre bottigliette magiche aggiungendo materiali decorativi e sonori. Per chiudere le bottigliette di succo di frutta abbiamo usato tappi di plastica sigillati con la colla a caldo (e così ci siamo accorti che la nostra colla è fluorescente!) e abbiamo decorato i tappi con ritagli di pannolenci e nastrini…
Ecco alcune delle nostre realizzazioni… fotografate con luce naturale e poi con “luce nera”.
Vasetto con colore fluorescente e acqua demineralizzata:
Bottiglietta di plastica con bianco di vaselina, pezzetti di colla a caldo, stelline, perline e glitter argento (i pezzetti di colla a caldo brillano tantissimo e riescono ad illuminare anche il bianco di vaselina, altrimenti non fluorescente):
acqua tonica, bianco di vaselina, e brillantini colorati (i brillantini, scuotendo la bottiglia, tendono a stare nella vaselina e piano piano scendono verso l’acqua tonica. Siccome acqua tonica e vaselina non si miscelano, muovendo la bottiglia in orizzontale si crea un effetto di onde su “cielo stellato”). Inoltre sotto la luce nera si illumina soltanto l’acqua tonica:
Acqua demineralizzata, brillantini argento, pezzetti di colla a caldo (e colla a caldo sulle pareti esterne del vaso):
Acqua tonica, acquarello azzurro, brillantini argento, e conchigliette in una bottiglia di plastica (oltre al gioco di luce, si sente un bel suono di mare):
Bianco di vaselina, brillantini argento, colore fluorescente e sassolini:
Acqua tonica, colore ad acquarello, brillantini e stelline:
Acqua tonica, colore ad acquarello blu, bianco di vaselina, brillantini:
Come vedete, anche se l’effetto dal vivo è decisamente più bello, la lampadina BLB crea un’atmosfera davvero irreale, ma non mi sento di consigliarne l’utilizzo coi bambini più piccoli, anche rispettando tutte le procedure di sicurezza…
Fluorescent magic bottles. These bottles are the end product of several experiments that we’ve done in a room lit with a “black light” lamp, mixing various liquids and other materials together to verify their fluorescence.
Fluorescent magic bottles: group shots with natural lighting
Fluorescent magic bottles: group shots on lightbox
Fluorescent magic bottles: group shots under “black light”
and we enjoyed to pour it in different transparent containers, to see the wakes of bright liquid coursing within them:
We tried adding colored watercolor and also fluorescent color and white Vaseline (the tonic water is mixed with the fluorescent color, while the white Vaseline floats and does not fluoresce) :
we then used the various liquids obtained to pour them into smaller containers, making our magical bottles adding decorative and sound materials.
To close the bottles of juice we used plastic caps sealed with hot glue (and so we realized that our glue is fluorescent!) and we decorated the caps with scraps of felt and ribbons …
Here are some of our works … photographed with natural light and then with “black light”.
Jar with fluorescent color and demineralized water:
Plastic bottle with white Vaseline, pieces of hot glue, stars, beads and silver glitter (the pieces of hot glue sparkle much and are able to also illuminate the white Vaseline, otherwise non-fluorescent):
tonic water, white vaseline, and colored glitter (glitter, shaking the bottle, tend to stay in the Vaseline and slowly descend to tonic water. Because tonic water and Vaseline do not mix, moving the bottle horizontally creating a effect of waves on “starry sky”). Also under the black light it illuminates only tonic water:
Demineralized water, silver glitter, pieces of hot melt adhesive (and hot glue on the outer walls of the vase):
Tonic water, watercolor blue, silver glitter, and little shells in a plastic bottle (in addition to the play of light, you hear a beautiful sound of the sea):
White vaseline, silver glitter, fluorescent color and pebbles:
Tonic water, colored watercolor, glitter and stars:
Tonic water, watercolor blue, white Vaseline, glitter:
As you can see, although the effect live is much nicer, BLB bulb creates an atmosphere truly unreal, but I would not recommend their use with young children, also in compliance with all security procedures …
La lampada a “luce nera” per giocare con la fluorescenza. Le lampade a luce nera di cui parliamo sono in realtà lampadine BLB (Black Light Blue); somigliano alle normali lampadine fluorescenti (quelle a risparmio energetico), ma una volta accese emettono una debole luce blu-viola e rendono fluorescenti abiti bianchi, denti e vari altri elementi.
Queste lampadine a luce nera vengono utilizzate nelle feste (soprattutto Halloween, naturalmente), in locali, concerti, discoteche, parchi di divertimento per creare effetti di luce decorativi e artistici, ma anche per illuminare in modo particolare oggetti presenti nei musei, e nelle vetrine dei negozi. Nel web imperversano meravigliose immagini di attività artistiche e scientifiche realizzate sotto luce BLB, come potete vedere scorrendo l’articolo…
http://playathomemom3.blogspot.it
Funzionano esattamente come le normali lampade a risparmio energetico: generano luce elettrica all’interno di un tubo riempito con gas inerte e una piccola quantità di mercurio; quando eccitati, gli atomi di mercurio emettono energia sotto forma di fotoni di luce.I fotoni emessi sono in parte di luce visibile, ma in parte appartengono alla gamma ultravioletta (UV). Come sappiamo la luce UV è completamente invisibile per l’occhio umano, per questo nelle lampade a risparmio energetico viene convertita in luce visibile grazie ad un rivestimento di fosforo intorno alla parte esterna del tubo. In una normale lampada fluorescente a risparmio energetico, la luce emessa appartiene per la maggior parte alla gamma della luce visibile: il rivestimento di fosforo le fa emettere una luce bianca che possiamo vedere, e una piccolissima parte di luce UV a onda lunga.
http://reggioinspired.ning.com
Le lampadine a luce nera per giocare con la fluorescenza sono a bassa potenza e si basano su questo stesso principio, ma invece del rivestimento di fosforo hanno un rivestimento scuro che blocca la maggior parte della luce visibile, e lascia passare poca luce visibile blu-viola e più luce UV ad onda lunga. La luce UV a onda lunga emessa dalla lampadina a “luce nera” reagisce con vari fosfori presenti nell’ambiente esterno, esattamente come la luce UV all’interno di una lampada fluorescente a risparmio energetico reagisce con il rivestimento di fosforo.
http://www.growingajeweledrose.com
Esistono tantissimi elementi naturali che contengono fosfori: i denti e le unghie, ma anche l’urina (è un trucco usato per individuare dove il gatto di casa ha fatto pipì, ad esempio).Alimenti che contengono fosfori sono la banana e l’acqua tonica (per la presenza di chinino). Altri elementi che contengono fosforo sono: gli stick per la colla a caldo bianchi, alcuni detersivi e sbiancanti, le pagine dei libri e la carta in genere (sempre perchè in genere sbiancata), alcuni tessuti e oggetti in plastica. Molti capi di abbigliamento bianchi sotto la “luce nera” diventano fluorescenti: la maggior parte dei detersivi per bucato, infatti, contengono fosfori che servono a rendere i bianchi più luminosi alla luce del sole (la luce del sole contiene raggi UV), e insomma quello che recitava la pubblicità “più bianco del bianco” è vero :-)Tutti gli oggetti e i prodotti fluorescenti in commercio, primi fra tutti i pennerelli evidenziatori, contengono fosforo.
http://graham-and-parker.blogspot.it
Un po’ di storia e altre lampade a “luce nera” La “lampada di Wood” (dal nome dello scienziato statunitense Robert Williams Wood) o “a luce nera” è una sorgente luminosa che emette radiazioni elettromagnetiche prevalentemente appartenenti alla gamma degli ultravioletti e, in misura trascurabile, al campo della luce visibile. La “lampada di Wood” è anche detta semplicemente “lampada UV”.
La lampada UV o lampada di Wood è largamente usata per le più svariate applicazioni. Esistono lampade UV di diversa potenza e per diversi impieghi; nei laboratori, in campo medico e non solo, sono impiegate anche lampade di Wood a onda corta (che emettono raggi che coinvogono la gamma UVB e UVC), molto pericolose, e che richiedono complesse procedure di sicurezza: gli ultravioletti di tipo B e C sono in grado di modificare il DNA umano.
Lampade UVA di comune impiego sono quelle utilizzate per la ricostruzione delle unghie, per la sterilizzazione in campo medico, o le lampade abbronzanti.
Altre lampade di Wood che sfruttano la capacità di indurre effetti di fluorescenza, oltre alle lampadine BLB, sono quelle impiegate:
– nella lotta alla falsificazione di banconote e francobolli;
– in medicina legale per l’individuazione di macchie di liquidi organici non visibili a occhio nudo;
– in medicina, per evidenziare alcune infezioni da funghi e diverse altre malattie a carico della pelle;
– in paleografia, per identificare simboli o lettere su pergamene o papiri altrimenti illeggibili a occhio nudo;
– in merceologia alimentare, per rilevare la infestazione da funghi di prodotti alimentari;
– nel restauro, per individuare la presenza di vari colori, tra i quali il verderame che, attraverso la lampada, appare diverso dalle ridipinture;
– inoltre: per il rilevamento di alcuni batteri, per effettuare test di riparazione (ispezionare il vetro, trovare perdite da tubazioni), ecc…
stevespanglerscience.com
Sicurezza
Tornando alla nostra lampadina, le fonti consultate sostengono che le lunghezze d’onda UVA emesse sia dalla BLB, sia dalle normali lampade fluorescenti a risparmio energetico sono sostanzialmente innocue, ma come per tutte le sorgenti di luce (sia naturale, sia artificiale) il pericolo non è del tutto zero, e soprattutto coi bambini poche semplici conoscenze portano a mettere in atto le giuste precauzioni.
http://www.growingajeweledrose.com
In rete (come potete vedere) si trovano tantissime proposte di meravigliose attività per i bambini con l’impiego di queste lampade, ma trovare le informazioni relative all’uso in sicurezza non è stato affatto facile: l’innocuità viene praticamente data per scontata.
Per contro si possono trovare anche fonti che richiamano l’attenzione su alcuni possibili rischi legati all’impiego scorretto di queste luci.
http://www.ourbestbites.com
Intanto sul foglietto allegato alla mia lampadina leggo: “Questa lampada è stata progettata per uso domestico. Quando accesa, la lampada emette attorno a sè radiazioni ultraviolette. Durante la sua attività il corpo della lampada diventa molto caldo. L’unità di illuminazione deve essere dotata di protezione antischeggia. “
trainupachildlearnaswego.blogspot.it
Queste sono le informazioni di sicurezza relative alle lampade usate per “divertimenti fluorescenti” trovate:
– intanto i danni derivanti dall’esposizione scorretta ai raggi UV (sole o luci artificiali tutte) vanno dall’ustione della pelle a danni a lungo termine agli occhi, e questo vale soprattutto per i bambini che, secondo le associazioni dei medici oculisti, in estate dovrebbero sempre indossare occhiali da sole, e possibilmente con lenti molto larghe, per giocare all’aperto. Anche l’esposizione dei bambini alla luce artificiale nelle nostre case dovrebbe seguire alcuni accorgimenti:
– nel caso delle lampadine normali a risparmio energetico, ad esempio, le lampade da scrivania dovrebbero essere sempre del tipo “incapsulato” (quelle a forma di lampadina tradizionale e non quelle col tubo visibile) perchè emettono quantità di luce UV decisamente minore. Quelle del tipo “a tubo visibile” dovrebbero essere utilizzate solo da lontano (lampadario): utilizzarle sulla scrivania o per fare qualsiasi tipo di lavoro da “vicino” comporta un’esposizione pari al trovarsi all’aperto durante una giornata di sole estiva, mentre posizionate lontano non comportano nessun pericolo. Quindi anche per illuminare le lightbox sarebbe bene utilizzare lampade del primo tipo. Sarebbe poi sempre bene limitare l’esposizione a monitor di computer e schermi tv.
http://elementaryartfun.blogspot.it
– nel caso di utilizzo di lampade BLB:
1. evitarne un uso continuo e posizionare la lampada sempre ad una distanza di almeno 40 cm dalle persone;
2. schermare sempre la lampada, sia perchè va evitato (sempre!) di guardare direttamente la lampada accesa, sia perchè l’effetto ottico ne risulta anche migliorato insieme alla sicurezza. Vedrete che basta davvero pochissima intensità di luce per creare le fluorescenze, basta che la stanza sia molto buia;
3. la lampada va schermata o comunque mai tenuta a portata di bambino anche perchè diventa veramente molto calda. L’ipotesi che si rompa con piccola esplosione pare sia possibile: tenere la lampada lontana, protetta da un paralume adeguato, o schermata, è una buona pratica;
4. per illuminare soltanto un’area della casa in modo diffuso (la vasca da bagno, piuttosto che una parete o il tavolo dove si vuole giocare con la fluorescenza) posizionate la lampada il più lontano possibile e mai in modo tale che punti direttamente sulle persone (può essere semplicemente puntata verso l’alto o verso un punto della parete che non può investire il bambino direttamente) e anche per le festine effetto discoteca a tema “glow in the dark” non servirà una grande potenza, ma piuttosto che la stanza sia molto buia;
5. ripeto, non guardare mai direttamente la lampadina, e se desiderate utilizzarla in casa per creare qualche effetto artistico o scenografico particolare, puntatela sempre sulla decorazione e in modo che non cada direttamente sulle persone (alcune fonti precisano che è meglio sotto il livello della vita o dietro alle persone)
6. Un insegnante e un allievo che lavorano in una stanza buia per 2 ore sotto una luce BLB posizionata a 1 metro e mezzo di distanza, ricevono una dose di radiazioni ultraviolette pari a circa 48 secondi di sole estivo.
6. considerate, soprattutto per i bambini, l’uso di occhiali da sole con un buon filtro UVA, anche 100%. Non sono affatto costosi ed esistono modelli con elastici che li rendono davvero comodi. E’ un buon modo per familiarizzare con questo accessorio, per sentirsi ancora più “scienziati” e per imparare ad usarli sempre all’aperto, nelle giornate estive.
http://twobigtwolittle.blogspot.it/
Conclusioni
Si tratta sicuramente di esperienze entusiasmanti per i bambini, nelle quali possono esercitare tutte le proprie capacità immaginative, provare stupore e meraviglia, sviluppare il senso per la ricerca di quanta bellezza a volte non è percepita attraverso i sensi comuni, indagare scientificamente fenomeni, mettere in atto strategie decisionali, vedere oggetti comuni trasformati in oggetti del tutto diversi, ecc…I bambini più grandi, poi, possono realizzare video e raccolte fotografiche strabilianti, scoprendo varie proprietà della luce ed utilizzandole per raccontare se stessi ed esprimere i propri sentimenti.
Per contro non si tratta di materiali “naturali” e anche se ormai di uso comune (dalle discoteche alle feste, ecc…) e molto presenti nel web, bisogna sicuramente tenere in considerazioni anche le voci che richiamano ad un uso consapevole, misurato e responsabile di questo genere di offerte, anche se esistono fonti che ne proclamano l’assoluta innocuità.Siamo in estate, e vale anche per il “naturale”: a quanti bambini vedete indossare occhialini da sole o cappelli con visiera anti UV?
Dove si trovano Le lampadine BLB si possono trovare abbastanza facilmente nei negozi di hobbistica, di articoli per la pesca, e soprattutto nei negozi specializzati in feste e musica. Nel web sono offerte da vari siti, oltre che su ebay. Costano circa 10 euro.
The “black light” lamp to play with the fluorescence. The black light lamps of which we speak are actually bulbs BLB (Black Light Blue); resemble normal fluorescent bulbs (energy-saving ones), but once lit emit a faint blue-violet light and make fluorescent white clothes, teeth and various other items.
These black light bulbs are used in parties (especially Halloween, of course), nightclubs, concerts, discos, amusement parks, to create decorative and artistic lighting effects, but also to illuminate in a particular way objects in museums, and in shop windows. Web raging wonderful images of artistic and scientific activities made under BLB light, as you can see by scrolling through the post …
They work exactly like normal energy saving lamps: generate electricity inside a tube filled with inert gas and a small amount of mercury; when excited, the mercury atoms emit energy in the form of photons of light. The emitted photons are in part visible light, but partly belong to the ultraviolet range (UV). As we know the UV light is completely invisible to the human eye, for this in the energy saving lamps it is converted into visible light through a phosphor coating around the outside of the tube. In a normal fluorescent lamp energy saving, the light emitted belongs for the most part to the range of visible light: the phosphor coating makes them emit a white light that we can see, and a very small part of UV light at long wavelengths.
The black light bulbs to play with the fluorescence are low-power and based on this same principle, but instead of the phosphor coating have a dark coating that blocks most visible light, and let little visible light blue-purple and more long-wave UV light. The long wave UV light emitted from the black light bulb reacts with various phosphors present in the external environment, exactly as the UV light inside a fluorescent lamp energy saving reacts with the phosphor coating.
There are many natural elements that contain phosphors: teeth and nails, but also urine (a trick used to identify where the house cat has urinated, for example). Food containing phosphors are the banana and tonic water (for the presence of quinine). Other items that contain phosphorus are: sticks for hot glue white, some detergents and bleaches, the pages of books and paper in general (again because usually bleached), some tissues and plastic objects. Many clothing whites under the “black light” become fluorescent: most laundry detergents, in fact, contain phosphors that serve to make the whites brighter in sunlight (sunlight contains UV). All objects and fluorescent products on the market, first of all the markers highlighters, contain phosphorus.
The “black light” lamp to play with the fluorescence
A bit of history and other “black light” lamps.
The “Wood lamp” (from the name of US scientist Robert Williams Wood) or “black light” is a light source that emits electromagnetic radiation almost belonging to the ultraviolet range and, to a negligible extent, to range of visible light. The “Wood lamp” is also referred to simply as “UV lamp”.
The UV lamp or Wood lamp is widely used for the most varied applications. There are UV lamps of different power and for different uses; in laboratories, in the medical field and not only, they are also used Wood lamps shortwave (emitting rays involving the range UVB and UVC), much dangerous, and that require complex security procedures: ultraviolet type B and C are able to modify the human DNA.
UVA lamps commonly used are those used for the reconstruction of the nails, for the sterilization in the medical field, or the tanning lamps.
Other Wood lamps that exploit the ability to induce fluorescence effects, in addition to the BLB bulbs, are those used:
– In the fight against counterfeiting of banknotes and stamps;
– In forensic medicine for the detection of spots of organic liquids that are not visible to the naked eye;
– In medicine, to highlight some fungal infections and many other diseases of the skin;
– In paleography, to identify symbols or letters on parchment or papyrus otherwise illegible to the naked eye;
– In the food product sector, to detect the infestation by fungi of food products;
– In the restoration, to detect the presence of various colors, such as verdigris that, through the lamp, it looks different from repainting;
– Also for the detection of certain bacteria, to carry out repair test (inspect the glass, find leaks in pipes), etc …
The “black light” lamp to play with the fluorescence
Security
Returning to our bulb, the sources consulted say the wavelength UVA issued either by the BLB, both from normal energy-saving fluorescent lamps are basically harmless, but as with all light sources (both natural and artificial), the danger is not completely zero, and especially with kids a few simple knowledge lead to put in place the right precautions.
On the web (as you can see) are many proposals of wonderful activities for children with the use of these lamps, but finding information about the safe use was not at all easy: the safety is virtually taken for granted.
By contrast you can also find sources that draw your attention to some possible risks linked to the use improper of these lights.
First, on the enclosed leaflet to my bulb I read: “This lamp is designed for domestic use. When lit, the lamp emits ultraviolet radiation around itself. During his activity the lamp body becomes very hot. The lighting unit must be cover with shatter protection. “
This is the information security relating to lamps used for “fluorescent entertainment ” found:
– Damage resulting from exposure incorrect to UV rays (sunlight or artificial light all) go from the skin burns to long-term damage in the eyes, and this is especially true for children who, according to the associations of ophthalmologists, in the summer should always wear sunglasses, and possibly with much large lenses, to play outdoors. Even children’s exposure to artificial light in our homes should follow some precautions:
– In the case of normal energy-saving light bulbs, for example, desk lamps should always be of the type “encapsulated” (those to the form of standard bulb and not those with the tube visible) because they emit amount of UV light much lower. Those of the type “tube visible” should only be used from a distance (chandeliers): use them on your desk or to make any kind of work by “near” entails exposure equal to be outdoors during a sunny day summer while positioned far pose no danger. So also to illuminate the lightbox it would be good to use lamps of the first type. It would then always good to limit exposure to computer monitors and TV screens.
1. avoid continuous use and always place the lamp at a distance of at least 40 cm from all persons;
2. always shield the lamp, and because it should be avoided (always!) to look directly at the lighted lamp, and because the optical effect resulting also improved along with safety. You will see that just really very little intensity of light to create the fluorescence, It serves only that the room is very dark;
3. The lamp goes screen or otherwise never held at child height also because it gets really hot. The hypothesis that breaks with small explosion seems possible: hold the lamp distant, protected by an appropriate lampshade or screen, it is a good practice;
4. to illuminate only an area of the house diffusely (the bathtub, rather than a wall or table where you want to play with the fluorescence) place the lamp as far as possible and never in such a way that points directly on the people (may be simply pointing upward or to a point on the wall that can not invest the child directly) and also for parties effect disco themed “glow in the dark” does not need a great power, but rather that the room is very dark;
5. I repeat, do not look directly into the light bulb, and if you want to use it at home to create some artistic or dramatic special effect, direct it more on decorating and so it does not fall directly on the people (some sources state that it is better under the waist level or behind people)
6. A teacher and a student that work in a dark room for two hours under a light BLB positioned at 1 meter and a half away, they receive a dose of ultraviolet radiation equal to about 48 seconds of summer sun.
7. consider, especially for children, the use of sunglasses with good UV filter, even 100%. They are not at all expensive, and there are models with elastic bands that make them really comfortable. It is a good way to familiarize with this accessory, to feel even more “scientists” and to learn to use them always outdoor, in the summer days.
The “black light” lamp to play with the fluorescence
Conclusions
They are definitely exciting experiences for children, where they can exercise all their imaginative abilities, feel amazement and wonder, develop a sense for finding how much beauty is sometimes not perceived through the senses common, investigate scientific phenomena, implement strategic direction, see everyday objects transformed into objects completely different, etc … The older children, then, can make videos and photo collections astonishing, revealing various properties of light and using them to tell themselves and express their feelings.
On the other hand it is not “natural” materials and although now in common use (from discotheques to parties, etc …) and much present on the web, you need to definitely take into consideration the voices that call for a conscious use, measured and responsible for this kind of offers, although there are sources that claim to be completely safe. We are in the summer, and also applies to the “natural”: how many children wear sunglasses or hats with visor UV protection?
The “black light” lamp to play with the fluorescence
Where can they find?
BLB bulbs can be found quite easily in hobby shops, shops for fishing, and especially in specialty stores in parties and music. On the web are offered by various sites, as well as on ebay. It costs about $ 10.
The “black light” lamp to play with the fluorescence
Gallery of shots “come wrong”
The “black light” lamp to play with the fluorescence
Igiene orale: un gioco matematico col play dough. Ogni bambino realizza il suo modellino di arcata dentale con la pasta da modellare. Poi il tutto diventa un gioco per contare.
Cosa serve: Play dough rosso e bianco (trovi delle ricette per farlo in casa qui) una bacchetta eventualmente un coltello un dado per giocare.
Preparare un ovale con la pasta rossa, poi marcare la metà (senza tagliare) con una bacchetta. Sono tutte attività importanti per i bambini che comportano percezione delle forme geometriche, stima di quantità, simmetria, ecc…
Fare con la punta della bacchetta dodici rientranze per ogni arcata lungo i bordi:
preparare 24 dentini (palline bianche) strappando la pasta da modellare, oppure modellando un serpente e tagliandolo col coltello
Lasciar seccare bene, quindi giocare!
Si può giocare anche in tanti, ognuno col suo modello. Ogni bambino mette i suoi dentini in un piattino, a turno si lancia il dado e si mette sul modello il numero corrispondente di dentini.
Vincono tutti perchè contare è divertente, oppure vince il bambino che riesce per primo a completare la sua bocca.
Oral care: a mathematical game with play dough. The child made his model of a dental arch with play dough. Then everything becomes a game for counting.
Oral care: a mathematical game with play dough
What do you need?
Play dough red and white (you can find the recipe to make it at home here)
a wand
a dice to play.
Oral care: a mathematical game with play dough
How is it done?
Prepare an oval with red paste, then mark the half (without cutting) with a wand. They are all important activities for children involving perception of geometric forms, estimate of quantity, symmetry, etc …
Do with the tip of the wand twelve indentations for each arch along the edges:
prepare 24 teeth (white balls) snatching the play dough or modeling a snake and cutting it with a knife:
Allow to dry well, then play!
You can play in many, each with its own pattern. Each child puts his teeth on a small plate, in turn roll the die and puts on the model the corresponding number of teeth.
Everyone wins because counting is fun, or wins the child who is able to first to complete his mouth.
Tutorial come costruire una lavagna luminosa (lightbox) economica e facilissima – La lavagna luminosa è uno strumento affascinante per il gioco sensoriale dei bambini
anche molto piccoli, ma non smette di esserlo nemmeno per i più grandi (come vedrete…), e non si esaurisce mai: variando dimensioni della superficie, punti luce, colore dello “schermo” , materiali ecc…, la gamma di esperienze possibili è infinita.
La pedagogia “Reggio Children” dà particolare valore all’esplorazione della luce da parte dei bambini, e la lavagna luminosa è soltanto una delle possibilità che possono essere offerte. Dell’uso della lavagna luminosa in particolare questa è una presentazione molto sintetica tratta da qui : “L’incontro tra luce e materia svela contemporaneamente alcune caratteristiche della materia come il colore, l’opacità o trasparenza, la forma, la grana e alcune qualità della luce, in particolare quelle di trasmissione e di riflessione…” Per saperne di più sugli “Atelier Raggio di Luce”, puoi partire da qui: http://www.raggiodiluce.eu/.
Anche Bruno Munari ha esplorato ampiamente l’interazione tra luce e materiali, in particolare realizzando composizioni “fatte con la luce, con materiali vari, trasparenti, semitrasparenti e opachi, violentemente colorati o a colori delicatissimi, con materie plastiche tagliate, strappate, bruciate, graffiate, liquefatte, incise, polverizzate; con tessuti animali e vegetali, con fibre artificiali, con soluzioni chimiche…” ; per approfondire puoi partire da qui: http://www.munart.org/; queste le sue “Proiezioni dirette”:
A casa o a scuola, davvero con pochissima spesa, possiamo realizzare una lavagna di luce per i bambini , che certamente potrà offrire esperienze più modeste, ma nelle loro modestia irrinunciabili.
Materiale occorrente:
– una scatola di legno, plastica o cartone – qualche portalampada di casa (quelli da scrivania o comodino possono andare, e due possono bastare); in alternativa potete anche ricorrere alle lucette dell’albero di Natale, se è possibile metterle in modalità non intermittente… – due piani rigidi trasparenti, possibilmente della stessa misura, che andranno sovrapposti. Vanno bene ad esempio quelli delle cornici a giorno (di plastica è meglio, se occorre tagliarli) o di vetro se sono a misura della scatola scelta. Si trovano anche in vendita nei negozi di fai da te, ma si può anche comprare una cornice a giorno per due e tre euro nei negozi di usato; – carta stagnola – nastro adesivo (mi sono trovata bene col nastro isolante, che è facile da togliere e mettere, ma va bene il nastro che avete)
Io ho fatto così:
Questa è la cassetta di legno che avevo in casa; era alta abbastanza per contenere i portalampada che avevo a disposizione, ma comunque a misura di bambino; aveva poi già il foro laterale che serve per far passare il filo delle lampade:
Ho posizionato le due lampade e poi ho rivestito tutto con la carta stagnola (senza incollare perchè intendo salvare la cassetta per altri utilizzi…):
e ho fissato intorno alla cassetta con un paio di giri di nastro isolante:
Ho posizionato il primo piano trasparente (l’ho tagliato poi facilmente a misura col taglierino), e ho fatto la stessa cosa col secondo piano trasparente. Praticamente la lavagna luminosa è pronta.
Non provvedere a un fissaggio definitivo dei piani trasparenti è molto vantaggioso, perchè consente di inserire facilmente dei fogli di carta o stoffa tra un piano e l’altro per schermare la luce, con effetti diversi, o anche di sfruttare tutta la luminosità non mettendo nulla tra i due (se ad esempio lavoriamo con materiali opachi come la schiuma da barba). Per rendere il piano stabile, una volta preparato, bastano due pezzetti di nastro adesivo o anche un po’ di schiuma da barba o delle palline di plastilina.
Al collaudo hanno provveduto le mie ragazze; prima hanno provato varie schermature, ad esempio con carta oleata gialla:
e con carta velina rosa:
Scelta la gialla, hanno provato la farina (per distribuirla bene può essere utile un colino).
In un attimo hanno liberato il piano dalla farina per provare con la schiuma da barba:
Se il vostro bimbo è piccolo e c’è il pericolo che la schiuma da barba venga assaggiata, può naturalmente essere sostituita con panna spray, panna montata, albume d’uovo montato o anche pappette di riso o di tapioca (calibrando bene la consistenza…)
Inizialmente hanno mantenuto la schermatura gialla:
poi hanno provato a toglierla (e qui torniamo al vantaggio di non fissare il piano):
Nel freezer tengo sempre della gelatina colorata con coloranti alimentari, che uso un po’ alla volta per colorare il play dough e per tinture varie (lana, stoffette, carta…); viene sempre utile, soprattutto nei giochi sensoriali. Le ragazze hanno concluso il collaudo così:
Lavoretti per la primavera – semplice farfalla di carta realizzata con le impronte delle mani. Per dipingere con le impronte serve una bella tavolozza grande, che permetta di mescolare i colori e fare ogni possibile esperimento, e tanta carta… ai bambini piace molto stampare!
Il colore deve essere un po’ denso, tipo tempera non diluita.
Siccome, come ho detto, è difficile fermarsi quando una cosa piace, dopo che i fogli ormai coprivano il pavimento della stanza, abbiamo pensato di dedicarci ad una decorazione floreale per la finestra…
Di solito è un’attività che si conclude quando comincia il fastidio da “manine troppo sporche”, che il bambino avverte quando il colore comincia a seccare… per lavarle un bel gioco con acqua e tappi di bottiglia è l’ideale.
Le impronte fatte sulla carta sono ormai asciutte, e possiamo ritagliare e assemblare la farfalla
Per il corpo ho piegato un foglio A4 quattro volte e ho ritagliato antenne, testina e un abbozzo di collo. Sul corpo ho messo il nastro biadesivo, sulla testa e sulle antenne la colla da carta
Materiali: farina di mais miscelata con farina di grano duro
Materiali accessori a disposizione: sale, schiuma da barba, acqua, coloranti alimentari diluiti in acqua, play dough di qualche giorno prima
Attrezzi: un ricco assortimento di contenitori presi in cucina o di recupero, un’insalatiera grande, un vaso di vetro, tagliere e coltello, tritatutto a manovella, siringa monouso senza ago, spugnetta per piatti, un cucchiaino di legno.
Il play dough l’avevamo preparato qualche giorno prima, ed era venuto niente male, ma dopo averci giocato tanto era un po’ invecchiato…
Per prepararlo abbiamo mescolato circa in pari quantità farina bianca e bicarbonato di sodio, acqua e invece del cremor tartaro abbiamo usato aceto di vino bianco (quantità a occhio, finchè non si vede che la schiuma che si forma per reazione rende la miscela gonfia).
Poi abbiamo cotto l’impasto sui fornelli finchè non è diventata una palla appiccicosa e l’abbiamo rovesciato sul piano di lavoro, ben infarinato. Abbiamo diviso in pezzetti diversi e abbiamo tinto con colorati alimentari in polvere e curcuma per il marrone (io trovo tutto in un supermercato etnico sotto casa, insieme a tantissime altre spezie in confezione grande e ai preparati colorati per gelatine, che sono anch’essi ottimi per colorare le paste da gioco).
Mentre si impasta per distribuire il colore, occorre aggiungere farina per arrivare alla consistenza giusta, e alla fine un ingrediente grasso (olio o crema per le mani, ma meglio olio) per far brillare il colore ed evitare che la pasta secchi troppo rapidamente. Puoi trovare molte altre ricette più dettagliate e precise qui…
Non ho fotografato la prima parte del gioco con questa sensory tub… La piccola aveva a disposizione la sua vaschetta piena di una miscela di farina di mais e farina di grano duro, e attorno i vari altri attrezzi ed elementi. Per un lungo periodo di tempo ha semplicemente giocato a travasare la farina nei vari contenitori, avendo a disposizione un solo cucchiaio di legno.
Poi si è interessata alla brocca d’acqua ed ha bagnato la farina che aveva messo nella ciotola grande. Provando ad impastare era molto appiccicosa, e le ho suggerito di aggiungere del sale. Ha impastato per un po’ e ha visto che il sale funzionava.
Le ho chiesto se potevo mettere un po’ della sua pasta bianca nel tritatutto, e le ho mostrato come usarlo perchè per lei era un attrezzo nuovo: spaghetti per l’orso!
Ha poi mescolato la sua pasta al play dough colorato che aveva sul tavolo, continuando a produrre spaghetti, che distribuiva poi in vari contenitori e anche nella vaschetta della farina.
Altro play dough l’ha invece fatto a pezzetti col coltello.
Non c’era la sensazione di gioco finito, ma la confusione era molta. Ho iniziato a riordinare un po’ mentre lei ha chiesto la spugna per aiutare
Quando il tavolo era abbastanza in ordine, ho spruzzato la schiuma da barba nel vaso d’acqua, con la siringa ho mostrato come prendere il colore dal vasetto e come inserire la siringa nella schiuma per spruzzarlo, così abbiamo potuto osservare l’acqua colorarsi nel vaso con disegni bizzarri.
Naturalmente, dopo aver visto una volta, ha potuto da sola sia prendere il colore tirando lo stantuffo, sia spruzzarlo nella schiuma…
Dopo il primo vaso anche la schiuma era colorata, e l’ha presa col cucchiaio e messa in una ciotola, così abbiamo anche potuto ripetere l’esperimento e avere a disposizione tantissima schiuma colorata…
Vista l’abilità acquisita nell’uso della siringa ha preparato spruzzi di spaghetti di schiuma da mescolare agli spaghetti di pasta da gioco, prima ha voluto farlo nei piattini, per vedere meglio
E poi tutto è tornato nella vaschetta sensoriale: gli avanzi di schiuma, tutti gli spaghetti, i pezzetti di play dough e per condire… un bel po’ d’acqua.
Ha sminuzzato in pezzi più piccoli il play dough e gli ammassi di spaghetti, poi mescolato un po’ col cucchiaio, e questo è il risultato: un’ottima base, studiando che aggiunte fare, per una nuova sensory tub!
Per saperne di più sulle sensory tubs puoi leggere anche qui.
Un pomeriggio la piccola era molto impegnata a giocare a mamma casetta col suo orso, così mi sono messa all’opera vicino a lei per preparare una lavagnetta per elastici, e per non danneggiare il tavolino ho messo sotto alla tavoletta dei quadrati di polistirolo.
Lei per un po’ ha continuato a giocare, poi ha cominciato a mettere elastici nella parte di lavagnetta già pronta ed ha cominciato a toccare il polistirolo, che naturalmente ha cominciato a fare i pallini… allora gliene ho dato un bel pezzo e una grattugia e lei ha preparato varie pietanze prelibate per l’orso.
Dopo un po’ lei era stanca dell’orso ed io della lavagna, così ci siamo dedicate ad un bel gioco artistico, e molto utile dal punto di vista dello sviluppo della motricità fine, come vedrete…
Le ho dato qualche quadrato di polistirolo (uno sull’altro per fare spessore) e puntine da disegno e lei non ha interrotto l’attività finchè le puntine non sono finite. Allora ho disegnato un fiore, l’ho ritagliato e le ho fatto vedere che si potevano usare le puntine per fare il centro dei fiori. Lei disegnava fiori, io li ritagliavo, e lei li fissava sul polistirolo (togliendo e rimettendo una puntina).
Poi tra i fiori è nato un grande fiore verde, e abbiamo pensato che più che un fiore sembrava un albero.
La piccola ha piantato a suo gusto tanti stecchi da spiedino ed abbiamo fatto gli alberi:
Tra fiori ed alberi la bimba si è poi accorta che il polistirolo aveva uno strano buco: la piscina!
E così ha cominciato a colorare l’acqua della piscina, il fiume, la strada e il prato…
Naturalmente nel fiume ci devono essere i pesci, e le puntine erano proprio gli occhi giusti:
Da cosa nasce cosa: una bici sulla strada, i braccioli nella piscina, e tutto un mondo che può continuare a crescere e cambiare…
E’ solo un piccolo esempio, per mostrare come sia facile inventare davvero con poco attività di qualità insieme ai bambini.
Nell’evolversi del processo la bambina ha potuto esplorare materiali, esercitare la motricità fine e la coordinazione occhio-mano, ha messo in atto una serie di processi di tipo decisionale e ha avuto modo di esprimere la sua interiorità attraverso una creazione artistica.
Il fatto che il risultato del suo lavoro fosse un “bel mondo” e l’esperienza di essere capace di utilizzare anche strumenti pericolosi (le puntine possono pungere, poi la grattugia, il martello…) hanno sicuramente alimentato la sua fiducia in sè, e tutto questo, mi ripeto, davvero con poco…
lenticchie indiane verdi e nere, cannella, anice stellato, cardamomo, cappuccetti di ghianda e gusci di noce: una miscela bella da vedere, sonora e profumatissima.
Siccome è un’attività che è piaciuta molto nei giorni precedenti, una spruzzatina di polistirolo grattugiato al momento…
Attrezzi: contenitori in plastica con coperchio, cucchiaini, mestoli e ciotoline di legno, pentolini e satacci coi fori larghi, grattugia da verdure, un piatto fondo pieno d’acqua.
Dopo aver giocato a immergere le mani nel materiale per sentire uscire il profumo più intensamente, la piccola ha chiesto di grattugiare del polistirolo da aggiungere nella vaschetta.
Poi è passata a dividere il materiale in contenitori diversi, mettendo il coperchio, ha provato a separare le lenticchie dal cardamomo perchè stanca dal suo profumo, quindi ha tolto anche la cannella perchè era troppo grossa e ha avuto un ripensamento anche sul polistirolo… l’anice stellato ha resistito fino all’ultimo.
Dopo vari altri travasi e separazioni di materiali, molto sonori, ha riempito i gusci di lenticchie e li ha fatti galleggiare nell’acqua, insieme a qualche stellina.
Al termine del gioco abbiamo insieme rovesciato tutto il materiale che si trovava nei vari contenitori e setacci nuovamente nella vaschetta, e abbiamo messo il tutto in un sacchetto trasparente.
Sul tavolo e sul tappeto c’erano ancora parecchie lenticchie, e con quelle abbiamo fatto una composizione raccogliendole e mettendole su una bella pozzanghera di colla vinilica fatta su un cartoncino (purtroppo mi sono dimenticata di scattare), e così riordinare bene cacciando tutte le lenticchie rimaste su tavolo e tappeto non è stato noioso.
Per saperne di più sulle vaschette sensoriali puoi leggere qui.
Zero tre anni – Cosa sono le vaschette sensoriali o sensory tubs? Una “vasca sensoriale” (sensory tub) è un contenitore di plastica, legno o cartone abbastanza grande e dai bordi non troppo alti, nel quale vengono posti oggetti e materiali vari, in genere di piccole dimensioni, perchè le mani dei bambini possano esplorarli.
L’esperienza sensoriale può riguardare la consistenza, la temperatura, il colore, l’odore, la forma, il peso, ecc… ; possono essere presentate vaschette sensoriali a tema, soprattutto coi bimbi più grandi, ad esempio l’autunno, il mare, i dinosauri, lo stagno, la neve, la fattoria, ecc… In ogni caso è sempre bene preparare le sensory tubs in modo tale che possano coinvolgere più sensi insieme. Il meccanismo del ricordare infatti coinvolge più sensi contemporaneamente: se ad esempio pensiamo alla nostra nonna, ricordiamo insieme l’odore della sua casa, il colore del suo vestito preferito, il sapore del suo tè al limone e la sua sedia in soggiorno. Possiamo quindi comprendere come le esperienze sensoriali offerte ai bambini svolgono un ruolo importantissimo di preparazione all’apprendimento intellettivo.
sensory tub – il colore giallo di http://countingcoconuts.blogspot.it
Le vaschette sensoriali dovrebbero essere molto varie e dovrebbero essere rinnovate spesso con nuovi temi o con nuovi materiali. Poiché i bambini imparano meglio attraverso la sperimentazione diretta dei materiali, soprattutto usando le proprie mani, le esperienze sensoriali sono di vitale importanza per l’apprendimento dei bambini piccoli.
Il gioco sensoriale nelle sensory tubs preparate ad esempio con contenitori di diversa forma e dimensione e un materiale tipo farina di mais o sabbia, sviluppa nel bambino piccolo le abilità matematiche legate alla sperimentazione di concetti quali dimensione, volume, capacità, peso, ecc… ; se sostituiamo la sabbia o la farina con materiali eterogenei (ad esempio bottoni, fagioli, pasta di diversi formati, ecc…) il bambino potrà inoltre lavorare ai concetti di uguale e diverso, quindi di classificazione di elementi e loro ordinamento e, manipolando questi materiali, imparerà via via a comprendere i concetti di più e meno, pieno e vuoto, ecc… Attraverso il gioco con le vaschette sensoriali, poi, il bambino acquisisce anche tutta una serie di concetti scientifici quali legge di causa – effetto, gravità, galleggiamento, comportamento delle miscele e delle emulsioni, ecc… In ogni caso, poi, questo genere di gioco coinvolge il bambino in processi di problem solving, sviluppa la capacità decisionale, perchè è il bambino stesso che decide come utilizzare il materiale per raggiungere lo scopo che si è prefissato. Naturalmente le vaschette sensoriali offrono anche una vasta gamma di esperienze che sviluppano le competenze che serviranno poi per apprendere la scrittura (motricità fine, coordinazione occhio – mano, concentrazione, ecc…), perchè il bambino lavora alla gestione di oggetti piccoli con la mano e può versare, tirare, schiacciare, impastare, misurare, sminuzzare, setacciare, grattugiare, miscelare i materiali.
sensory tub – autunno di http://whatateacher.wordpress.com
Fare esperienze sensoriali significative ha un effetto positivo anche sullo sviluppo del linguaggio perchè, semplicemente, se facciamo cose che ci appagano e ci rendono felici, o se abbiamo fatto una scoperta entusiasmante, abbiamo tutti più voglia di condividere la nostra esperienza con gli altri e di trovare le parole per raccontarla.
Le esperienze sensoriali sono esperienze che portano benessere ai bambini, perchè li rendono sicuri rispetto alle proprie capacità decisionali ed operative. Se più bambini lavorano alla stessa vaschetta, ma anche se partecipa un adulto che sa essere rispettoso e non invadente, si crea una situazione di collaborazione e complicità molto importante dal punto di vista sociale: si impara a considerare il punto di vista dell’altro per arrivare ad un’azione comune.
Il gioco con le vaschette sensoriali è un gioco creativo, e come sempre per i bambini il processo è infinitamente più importante del prodotto finito. Nel processo artistico il bambino rafforza la propria autostima ed ha la possibilità di esprimere i propri sentimenti e di sperimentare armonia, equilibrio, bellezza.
sensory tub – arcobaleno di http://www.littleredfarm.com/
Come preparare le vaschette sensoriali
Scegliete la dimensione della vaschetta in base al numero di bambini che vi si dedicheranno, io direi da uno a quattro; i bordi devono essere a misura di bambino, cioè non devono essere troppo alti per non ostacolare il movimento delle manine e l’occhio. Per preparare sensory tubs con materiale “secco” va benissimo anche adattare uno scatolone di cartone, ma se pensate di aggiungere all’esperienza anche acqua, ghiaccio, olio ecc… occorre una cassettina di legno iimpermeabilizzata all’interno (anche un vecchio cassetto) o di plastica (formato tipo lettiera grande per gatti, oppure i vari contenitori ikea, che spesso hanno anche il vantaggio di avere il coperchio e di essere impilabili). Per assicurarsi una buona rotazione di sensory tubs poi sacchetti trasparenti o secchielli con coperchio sono l’ideale per conservare il materiale che si intende sostituire nella vaschetta, per poi riproporlo a distanza di tempo. Al termine del gioco i bambini possono aiutare a “mettere via”, ed è un’attività di travaso aggiuntiva.
Nella vaschetta poi, in genere, porremo un materiale base nel quale far “nuotare” gli elementi più grandi che abbiamo scelto in base al tema o al tipo di attività che desideriamo stimolare , oppure offriremo questi materiali base in varie combinazioni tra loro. A corredo della sensory tubs predisporremo una serie scelta di materiali accessori e di attrezzi che reputiamo adatti. Se partecipiamo (con le mani o con la semplice osservazione) possiamo porci come aiutanti del bambino e rovistare per casa alla ricerca di ciò che serve in base a come l’esperienza evolve.
sensory tub – neve di http://olivesandpickles.blogspot.it
Esempi di materiali base: acqua sabbia terra orzo o caffè macinati farina (di mais, di grano, di riso, ecc…) e fecola riso, farro, orzo, miglio, amaranto, tapioca, ecc… pasta di vario formato cous cous fiocchi di cereali legumi (lenticchie, soia, fagioli, ceci, ecc…) segatura semi di lino paglia oobleck coriandoli o pezzetti di carta spezie argilla playdough argilla chicchi di mais chicchi di caffè miscele di semi per uccellini frutta secca (arachidi, pistacchi, noccioline) o loro gusci pezzetti di bucce di agrumi silly putty e simili pezzi di spugna ghiaia bottoni batuffoli di cotone o piccoli pom pom da bricolage trucioli di legno perle e perline biglie palline di argilla espansa pellets gelatina foglie secche sminuzzate neve piselli surgelati piume noccioli di ciliegia (anche scaldati) pula di farro (anche scaldata)
Molti di questi materiali (ad esempio il riso e la pasta) possono essere proposti al naturale, o colorati, e possono essere aggiunti olio essenziale, glitter, ecc…
Si possono anche preparare, come base per la nostra sensory tub, delle miscele interessanti. Ad esempio la sabbia può essere proposta secca o bagnata, oppure si può miscelare con dell’olio o con della crema per le mani (diventa un materiale grumoso molto interessante, che può essere modellato)
Esempi di materiali più grandi da aggiungere al materiale base: mobili della casa delle bambole animali in miniatura pigne castagne e ghiande pannocchie da sgranare fiori e petali conchiglie vari elementi stagionali o relativi a una data festività numeri e letterine palline da ping pong carte illustrate macchinine rocchetti di filo bulloni e rondelle giocattolini da bagno cubetti di ghiaccio (anche colorati) sassi miniature varie tappi di plastica, di sughero, a corona scovolini monete …
Esempi di materiali accessori brocca d’acqua colori da dito sale zucchero olio aceto sapone liquido coloranti alimentari bicarbonato di sodio succo di cavolo rosso costruzioni di legno o un assortimento di legnetti vari sassi bulloni e rondelle schiuma da barba panna montata o albume d’uovo montato pezzetti di polistirolo cacao caffè gusci d’uovo …
Esempi di attrezzi contenitori da cucina di varie misure, con coperchio legni e legnetti vari sassi martello brocche tazze e tazzine, ciotole e altri contenitori piattini colini centrifuga per insalata tritatutto a manovella grattugia misurini imbuti cucchiai, cucchiaini, mestoli, fruste e forchette coltello e tagliere tubi idraulici e giunti rotoli di cartone (carta igienica o carta casa) stampini per biscotti pettini calamite cannucce bacchette cinesi siringhe per dolci o siringhe usa e getta senza ago pinze da insalata vasetti e bottigliette di recupero (succhi, yogurt, acqua, ecc…) bottiglie di plastica tagliete in modi vari per essere usate come imbuti, contenitori e colini carta vetrata pipette bilancia spruzzino lente di ingrandimento …
sensory tub di gelatina di http://www.notimeforflashcards.com/
Per ispirarvi e saperne di più, in rete esiste una quantità sterminata di esempi di sensory tubs realizzate da genitori o insegnanti; le mie sono via via raccolte qui.
Tutti gli elementi e gli attrezzi da offrire vanno scelti con cura, ricordano sempre che il troppo è sempre controproducente. Per approfondire il tema del gioco sensoriale puoi leggere qui.
Coi bambini più grandi si può provvedere a preparare delle carte illustrate tipo bingo che contengono gli elementi più grandi contenuti nella vaschetta. Man mano che il bambino li trova, può posizionarli sulla scheda.
Naturalmente questo genere di materiale richiede la presenza di un adulto, soprattutto per la sicurezza del bambino piccolo. Della qualità di questa presenza, indipendentemente dall’elemento sicurezza, abbiamo già parlato…
Lavagna di sabbia Montessori – Apprendimento della scrittura. Si tratta molto semplicemente di un vassoio o di una cassettina (anche il coperchio di una grande scatola) di legno o anche di plastica o cartone. La versione più ortodossa prevede l’utilizzo di sabbia blu, ma io personalmente preferisco la farina da polenta, che è più calda al tatto, più naturale, e si appiccica molto meno alle manine sudate.
Il concetto di orario scolastico e di suddivisione delle materie di insegnamento da svolgere nell’arco della giornata o della settimana, non fa parte del metodo Montessori. Se decidete di introdurre questo tipo di didattica a casa o a scuola, la prima cosa da fare è preparare l’ambiente e raccogliere la maggior parte dei materiali montessoriani di base (acquistandoli o costruendoli in proprio), in modo tale che fin dall’inizio il bambino possa scegliere a quali materie rivolgere il suo interesse. Un giorno vorrà magari dedicarsi esclusivamente alla scrittura e alla lettura, il giorno dopo lo potrete invece vedere totalmente immerso nella scienza o nella matematica. I bambini inoltre, specie quelli più piccoli, attraversano fasi nelle quali amano ripetere all’infinito lo stesso esercizio. A volte, in queste loro ripetizioni, tendono a ripetere degli errori, magari sempre lo stesso… ma se li lasciate sperimentare, vedrete che un bel giorno l’errore scomparirà, e non è descrivibile la soddisfazione che i bambini traggono da questo processo.
Ogni bambino è diverso e cresce in modo diverso, le varie tappe di sviluppo di ognuno non vengono raggiunte affatto negli stessi tempi. Per questo nelle scuole Montessori si sceglie il modello della “pluriclasse” e si crea un clima di collaborazione tra grandi e piccoli che è di grande aiuto per entrambi: i piccoli possono guardare verso materiali ed esercizi più difficili se ne sentono il bisogno, indipendentemente dalla loro “età anagrafica”, i grandi possono tornare a materiali ed esercizi più semplici e che possono risolvere qualche loro incertezza, e in questa scuola davvero non esiste noia.
A casa è certamente possibile ricreare questo ambiente tra fratelli. In caso contrario sarebbe importante creare occasioni di gioco simili con un gruppo di amici che abbiano da uno a tre anni di differenza d’eta una o due volte la settimana. In ogni caso, per salvaguardare il principio anche con un solo bambino, nell’allestire il materiale bisogna sempre tenere a disposizione materiale “più facile” e materiale “più difficile”, senza mai avere fretta di utilizzare il secondo ed aspettando che sia il bambino stesso a sentirsi pronto.
(trovi altre indicazioni generali sul metodo qui; sull’apprendimento della scrittura qui .)
La lavagna di sabbia Montessori è un bellissimo materiale ed è davvero economico. I bambini più piccoli possono inizialmente avere un approccio artistico e utilizzarla per il disegno libero, per creare composizioni e scenari di gioco. E’ uno strumento molto utilizzato ed apprezzato anche in campo terapeutico.
In funzione della prescrittura, possiamo preparare delle tracce su carta, possibilmente della stessa dimensione del vassoio, ed il bambino ripeterà la traccia nella lavagna. Qui alcuni esempi (prepararne uno per foglio):
Questi esercizi possono essere arricchiti aggiungendo uno specchio alla lavagna: il bambino avrà una bellissima esperienza visiva della simmetria:
E’ molto interessante utilizzare la lavagna di sabbia Montessori anche per il disegno di forme, che è invece un’arte molto coltivata nella scuola steineriana.
Dopo aver fatto varie esperienze, un giorno possiamo proporre al bambino qualcosa di nuovo: tracciamo nella lavagna una bella “a”, pronunciando bene il suono. Se il bambino prova interesse, e non ha difficoltà a copiare i segni abbinandoli ai suoni, è il momento di introdurre le lettere smerigliate (o alfabeto tattile) e di utilizzare la nostra lavagna per esercitare la scrittura dello stampato minuscolo.
DIY Montessori sand box. It is quite simply a tray or a box (also the lid of a large box) of wood or even plastic or cardboard. The most orthodox involves the use of blue sand, but I personally prefer the yellow corn flour, which is warmer to the touch, more natural, and sticks less to sweaty hands.
The Montessori sand box is a beautiful material and is really cheap. Younger children may initially have an artistic approach and use it to free drawing, to create compositions and game scenarios. It is an instrument widely used and appreciated in therapy.
As a function of pre-writing, we can prepare the track on paper, possibly the same size of the tray, and the child will repeat the track in the sand box. Here are some examples (prepare one per sheet):
These exercises can be enriched by adding a mirror to the Montessori sand box: the child will have a beautiful visual experience of symmetry:
It is very interesting to use Montessori sand box for the drawing forms, which is rather an art much cultivated in the Waldorf school.
After doing various experiences, one day we can offer the child something new: we draw in the sand box Montessori beautiful “A”, pronouncing good the sound. If the child feels interest, and has no difficulty in copying the signs combining sounds, it’s time to introduce the sandpaper letters (or tactile alphabet) and use our sand box for the writing exercise.
La caccia al tesoro nel ghiaccio è un bel gioco sensoriale, che circola in molti blog, ad esempio qui oppure qui. E’ una bellissima attività estiva…
Ha molte caratteristiche che lo avvicinano alle proposte montessoriane, soprattutto per quanto riguarda la coordinazione occhio-mano e lo sviluppo della motricità fine. Al gioco potrebbero inoltre essere abbinate schede illustrate per l’appaiamento oggetto-colore, oppure tavole per la classificazione grande – medio – piccolo, o leggero-pesante, ecc…
In forma “competitiva” può essere giocato con un blocco più grande da più bambini a turno, e vince chi libera più tesori… ma la competizione non mi piace
Io ho fatto così: per rendere più interessante il blocco ho ghiacciato gli oggetti in più strati successivi, in modo da formare più livelli.
Poi ho preparato il tavolo utilizzando un tagliere con annesso vassoio su un asciugamano, una brocca d’acqua (se il bambino ha troppa difficoltà a rompere il ghiaccio può servire), degli attrezzi veri vari per martellare, incidere e scalpellare e un contenitore vuoto (in alternativa le tabelle di cui sopra):
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