LA FASCIA NERA DELLA MANO MONTESSORI (Hand Time Line)

LA FASCIA NERA DELLA MANO MONTESSORI (Hand Time Line) è un materiale ideato per dare ai bambini un’immagine globale della storia umana, divisa in Preistoria e Storia. Al centro c’è l’importanza della scoperta della scrittura. Viene presentata dopo il racconto della terza fiaba cosmica,

che narra della comparsa degli esseri umani sulla Terra, e prepara al lavoro sulla storia del linguaggio scritto e verbale (quarta lezione cosmica) e quindi al lavoro con la lingua (psicogrammatica, letteratura, lettura e scrittura, composizione). Qui trovi quattro versioni possibili del racconto, la descrizione del materiale e note utili per preparare la lezione.

LA FASCIA NERA DELLA MANO MONTESSORI (Hand Time Line)
Descrizione del materiale

Si tratta di una fascia nera (in panno o altro tessuto, o anche carta) di dimensioni variabili. La lunghezza della fascia indica il periodo di tempo dalla comparsa degli esseri umani sulla Terra ad oggi, cioè i 7 milioni di anni dell’evoluzione umana. Al centro della fascia c’è l’immagine di una mano che stringe uno strumento di pietra, che rappresenta l’importanza della mano (del lavoro) per gli esseri umani. Al termine della fascia nera c’è una strettissima banda rossa che rappresenta la storia umana dopo l’avvento dell’espressione simbolica, cioè la Storia, che comincia appunto con la nascita della scrittura. La parte nera rappresenta invece la Preistoria, cioè la storia della quale non abbiamo testimonianza scritta.

Le dimensioni delle fasce in uso sono in genere queste:
– 3 metri di lunghezza per 30 cm di larghezza (la banda rossa è larga 1 cm)
– 10 metri di lunghezza per 12 cm di larghezza (la banda rossa è larga 5 cm)
Alcune fasce presentano delle tacche bianche regolari sul bordo superiore (a distanza di 15 cm l’una dall’altra) per indicare meglio lo scorrere del tempo, ma si tratta di un’aggiunta facoltativa.

La fascia viene avvolta come una bobina attorno ad un bastone, in modo che la banda rossa finale e soprattutto la mano disegnata al centro risultino completamente nascoste ai bambini.

LA FASCIA NERA DELLA MANO MONTESSORI (Hand Time Line)
Preparazione alla lezione

Tutta la storia dell’uomo è legata alla sua capacità di lavorare, capacità che gli ha permesso di sopravvivere. Il messaggio che risuona attraverso questo racconto è che dobbiamo essere grati a quegli uomini delle generazioni precedenti che hanno svolto il loro lavoro nel mondo, con fedeltà, amore e sapienza, perché è grazie a tutti loro che noi oggi abbiamo la vita e godiamo delle loro scoperte e della loro conoscenza.

La fascia nera della mano presenta innanzitutto l’uomo preistorico. E’ un materiale pensato per mostrare ai bambini che la maggior parte della storia del’uomo non è registrata, non ci sono di essa documenti scritti.
Questo fa assumere alla conquista della scrittura un tono di splendore, ed i bambini comprendono che tutto ciò che possiamo sapere dell’uomo preistorico deriva da quello che si è lasciato alle spalle, cioè dagli oggetti che ha costruito con la pietra, i metalli, la ceramica. Di questo tempo in cui l’uomo non scriveva, possiamo solo fare ipotesi su ciò che è successo, ma non possiamo saperlo con certezza. Dicendo questo, i bambini usano la propria immaginazione per ricostruire la vita dei primi uomini e capire come abbiano realizzato i loro strumenti, come hanno imparato a farlo, come si procuravano ciò di cui avevano bisogno.

Alcuni bambini iniziano a chiedersi questi uomini facevano tutti le stesse cose, e se le facevano tutti nello stesso modo. Alcuni penseranno allo scambio e al baratto. Oggi abbiamo molti mezzi per accedere alle informazioni, siamo in grado di sapere in ogni momento cosa sta avvenendo in qualsiasi parte del mondo. La vita dei primi uomini, invece, era molto diversa, e le conoscenze erano probabilmente condivise tra cerchie molto ristrette, cioè solo tra gli uomini che vivevano a stretto contatto tra loro. Spesso i bambini sono molto incuriositi dalla nascita della scrittura. Non ne conosciamo il primo autore, non c’è il nome di un inventore, sappiamo soltanto che si è trattato di una grandissima conquista, di un grandissimo dono per tutta l’umanità.

Durante il nostro racconto, teniamo sempre presenti questi punti fondamentali:
– I doni speciali degli esseri umani (vedi terza lezione)
– La capacità di usare questi doni per soddisfare i bisogni fondamentali.

Poiché la lezione punta sull’immaginazione del bambino, non serve accompagnare il racconto da immagini delle invenzioni e realizzazioni umane lungo una linea temporale. E’ bene invece introdurla facendo un breve collegamento iniziale con le fiabe cosmiche precedenti, per dare ai bambini l’occasione di partecipare e sentire la storia della Terra come un racconto unitario. Questo non deve essere un esame per valutare ciò che ricordano.

Attraverso il racconto si introduce la storia delle culture, raccontando idee, costumi, valori, invenzioni di una particolare civiltà, società o gruppo sociale, dandone una visione d’insieme e non troppo particolareggiata.
Si racconta quale posto speciale occupino gli esseri umani sulla Terra, quali sono i loro specialissimi doni, quali sforzi hanno compiuto per sopravvivere e migliorare le proprie condizioni di vita.

Questo racconto fatto di progressi acquisiti col lavoro, alimenta la fiducia dei bambini in loro stessi, nella loro intelligenza e nel loro futuro. Rende i bambini consapevoli di quelli che sono i bisogni universali degli esseri umani, e di alcune delle strategie che gli uomini hanno usato per soddisfarli.
Ciò che i bambini devono percepire è che la mano è uno strumento della mente e del cuore dell’uomo.

LA FASCIA NERA DELLA MANO MONTESSORI (Hand Time Line)
Presentazione

La fascia nera della mano viene srotolata sul pavimento durante il racconto della storia, di modo che l’immagine della fascia nera e le parole coinvolgano al meglio i bambini.

Dopo la presentazione della fascia nera i bambini sono lasciati liberi di riflettere e di porre domande. In questo modo si preparano le basi per la costruzione di una linea del tempo dell’evoluzione umana, che sarà uno dei tanti lavori successivi, sempre nell’ambito della terza grande lezione cosmica, mentre di pari passo si potrà procedere con la quarta lezione e con l’avvio degli studi nell’area linguistica.

 LA FASCIA NERA DELLA MANO MONTESSORI (Hand Time Line)
Prima versione

Abbiamo già ascoltato la storia di come la vita è apparsa sulla Terra. I primi esseri viventi si trovavano tutti nell’oceano. Poi si è sviluppata una grande varietà di vita vegetale ed animale, che si spostò anche sulla terraferma: pesci, anfibi, grandi rettili, uccelli e mammiferi. Alla fine della linea del tempo, c’era una piccola immagine di un essere diverso da tutti gli altri: l’uomo. Abbiamo detto che l’essere umano è arrivato dopo un lungo periodo di preparazione, cioè è apparso solo quando la Terra aveva da offrirgli tutto ciò di cui aveva bisogno per la sopravvivenza. Dopo questo racconto abbiamo srotolato la lunga fascia nera, e abbiamo visto che la Terra ha impiegato davvero tanto, tantissimo tempo per questa preparazione alla venuta dell’uomo. Al termine della lunga fascia nera l’era una sottile striscia rossa, che misurava l’intera storia degli esseri umani, dalla loro comparsa fino a noi. Poi abbiamo nuovamente parlato degli esseri umani, e abbiamo visto quali sono i suoi doni speciali.

Anche se la Terra era ricca di tesori, gli esseri umani hanno dovuto lavorare per trovare il cibo e costruire i propri rifugi. Hanno dovuto imparare a cacciare gli animali, a riconoscere i frutti e le bacche e le piante commestibili. Hanno dovuto imparare a costruire i propri rifugi e a trovare quello che poteva servire per coprirsi.

Per la storia che ascoltiamo oggi useremo un’altra fascia nera. Questa fascia però non rappresenta tutta la storia della Terra, ma soltanto quella degli esseri umani (indicare la fascia arrotolata sul bastone).

Comincia con la storia dei primi esseri umani, e prosegue con tutti quelli che sono seguiti (iniziare a srotolare).

Per quello che riguarda i primi esseri umani, non sappiamo esattamente ciò che fecero momento per momento.  Sappiamo sicuramente che si prendevano cura di se stessi e degli altri, sappiamo che si amavano.

Possiamo usare la nostra mente per immaginare quale fosse la loro vita. Anche loro usavano la propria mente per pensare, lavorare, soddisfare i propri bisogni di cibo, riparo, abbigliamento: avevano gli stessi bisogni che abbiamo anche noi oggi.

Col passare del tempo gli esseri umani hanno continuato a migliorare il loro ambiente, ad esplorarlo per conoscerlo sempre meglio, a trovare modi sempre nuovi di soddisfare i propri bisogni (a questo punto del racconto siamo arrivati al disegno della mano che tiene lo strumento di pietra).

Questa mano che impugna una pietra rappresenta il lavoro degli esseri umani. La pietra rappresenta uno strumento che l’uomo ha realizzato per riuscire a soddisfare meglio i propri bisogni. E’ una pietra che l’uomo ha lavorato perché potesse soddisfare una particolare necessità.

Sappiamo così poco di questi primi esseri umani. Ciò che sappiamo si basa su quello che gli archeologi hanno trovato, cioè molte pietre simili a questa, ceramiche, resti di fuochi (continuare a srotolare la fascia).

Ma gli uomini hanno continuato a vivere, lavorare e pensare, e quando poterono soddisfare i loro bisogni in modo più efficiente, i loro pensieri furono più liberi, ed essi cominciarono a chiedersi più cose sul mondo che li circondava, cominciarono ad interrogarsi sul futuro, pensarono a quelli che sarebbero venuti dopo di loro, e cominciarono a decorare ed abbellire se stessi e il loro ambiente (continuare a srotolare la fascia).

Sappiamo che non hanno mai smesso di prendersi cura gli uni degli altri: ogni essere umano ha una mente per pensare, un cuore per amare le mani per lavorare. Così gli uomini hanno continuato a lavorare per soddisfare i propri bisogni ed aiutare le persone amate.

Qui, dopo questo lungo periodo di tempo (indicare la fascia nera srotolata), gli esseri umani hanno cominciato ad usare le loro mani anche per qualcos’altro (indicare la banda rossa finale).

Si tratta di una cosa così speciale, che la indichiamo col rosso. L’essere umano qui ha iniziato ad usare le proprie mani per la scrittura. Da questo momento in poi, sappiamo quello che facevano e ciò che pensavano, perché lo possiamo leggere, scritto direttamente da loro. Gli uomini hanno cominciato a scrivere le loro storie, a raccontare eventi, a scrivere i loro pensieri.

Prima dell’uso della scrittura (indicare la fascia nera che rappresenta la Preistoria), ci sono state tantissime generazioni di esseri umani che hanno vissuto e sono morte, che hanno pensato, amato, lavorato, ma noi sappiamo pochissimo di tutto questo, perché di tutto questo tempo non c’è nulla di scritto.

Quando gli esseri umani hanno iniziato a utilizzare il linguaggio scritto per esprimere il loro spirito e raccontare la loro vita, è cominciata quella che chiamiamo Storia (indicare la banda rossa finale). Tutto ciò che è venuto prima, è invece Preistoria.

Nella Preistoria l’uomo utilizzava le mani, guidate dalla mente, per la sopravvivenza. Ma gettate le basi per garantire la sopravvivenza in modo più semplice per tutti, le mani si sono liberate, e sono servite per un altro scopo: registrare la Storia.

LA FASCIA NERA DELLA MANO MONTESSORI (Hand Time Line)
Seconda versione

Ricordate di quando abbiamo parlato esseri umani, e abbiamo detto che possono pensare, amare e usare le mani? Ripensiamo ai primi esseri umani apparsi sulla Terra.

All’inizio di questa fascia nera abbiamo la comparsa degli esseri umani sulla Terra, questi esseri capaci di pensare, amare e lavorare con le mani. La Terra offriva loro animali e piante per mangiare, pietre per rifugiarsi, il sole che scaldava, l’acqua da bere: tutto ciò di cui l’uomo aveva bisogno, era disponibile.

Proprio qui, all’inizio, gli esseri umani già vivevano sulla Terra (dal momento che la fascia nera è totalmente vuota, priva di immagini o didascalie, i bambini sono molto incuriositi dal fatto che ne indichiamo dei punti, a nessuno in genere interrompe il racconto, anzi spesso continuano a guardare la fascia come fingendo di vedere le immagini).

Cosa facevano?

Erano alla ricerca di cibo. Pescavano. Cantavano ai loro bambini. Giocavano (iniziare a srotolare la fascia).

Trascorrevano il loro tempo sulla Terra cercando e utilizzando le cose di cui avevano bisogno per sopravvivere. Cercavano cibo, riparo, protezione dei pericoli. Amavano i loro figli e se ne prendevano cura (scoprire il disegno della mano).

Guardate! Vi ricordate quando abbiamo detto che l’uomo ha tre doni speciali? Ecco una mano, per ricordarci uno di questi doni speciali.

I primi uomini, fin dall’inizio, usavano le mani per pescare, raccogliere frutti, cullare i bambini. Non solo da questo momento, ma fin dall’inizio. Cosa c’è di nuovo, qui? La mano tiene una pietra. Uno strumento. Qui dunque gli esseri umani hanno scoperto come utilizzare gli strumenti, e questo ha cambiato la loro vita.

Potevano confezionare vestiti per ripararsi dal freddo durante l’Era Glaciale. Potevano fabbricare coperte, tagliare gli alberi, costruire rifugi coperti di pelli.

Cominciarono a guardarsi intorno con più curiosità, si resero conto che altri posti della Terra attendevano di essere esplorati, e cominciarono a viaggiare. Presto iniziarono a fondare delle città.

Ora guardate. Cos’è questa banda rossa? E’ la Storia.

Sì, perché ora gli esseri umani hanno voluto condividere ciò che vedevano del mondo, registrare quello che facevano, che pensavano, che avevano imparato. Ma questa storia la racconteremo un altro giorno.

LA FASCIA NERA DELLA MANO MONTESSORI (Hand Time Line)
Terza versione

Ti ricordi di come gli esseri umani siano apparsi sulla Terra solo quando tutto era pronto per accoglierli? Di cosa avevano bisogno per vivere? Sì, di aria, cibo, acqua, materiali da usare per coprirsi e per rifugiarsi.

E quando sono apparsi, cosa li rendeva già così diversi da tutti gli altri viventi? Sì, avevano tre doni: il cuore per amare, la mente per pensare ed immaginare, le mani per lavorare.

Secondo te, cosa facevano gli uomini, appena iniziarono a vivere sulla Terra? Sì, cercavano o si costruivano un riparo, cercavano cibo, protezione dei pericoli, comunicavano tra loro, cacciavano, raccoglievano piante e frutti…

E cosa li aiutava a fare tutte queste cose? Su questa fascia c’è un indizio, continuate a guardare.

Oh! Ma qui c’è una mano che sta stringendo qualcosa. Cosa potrebbe essere? Sì, è una pietra speciale, una punta di lancia, uno strumento che è stato utilizzato da tutti gli uomini, in tutto il mondo.

Secondo te, cosa potevano fare con questo strumento? Sì, potevano usarla per tagliare, rompere, aprire…

E quali altri lavori si possono fare con le mani? Sì, cucire, creare gioielli, raccogliere la frutta, costruire capanne, raccogliere la legna, stringere le mani degli altri, dipingere nelle grotte, suonare un flauto o un tamburo…

Questi uomini facevano tante cose, e tra queste si raccontavano storie tra loro, dicevano agli altri quello che era successo nella loro vita, quello che avevano visto e che avevano imparato. Cercavano di trovare le cause delle cose che succedevano, e si scambiavano le loro idee. Ad un certo punto gli esseri umani trovarono il modo di scrivere tutte queste cose, in modo da registrarle, così nulla poteva essere dimenticato.

LA FASCIA NERA DELLA MANO MONTESSORI (Hand Time Line)
Quarta versione

Ricordate la linea del tempo della vita? Qual era l’ultimo essere che vi compariva? Sì, l’essere umano. L’uomo è l’essere che arrivò sulla Terra per ultimo.

La Terra ha impiegato molto tempo per prepararsi ad accoglierlo. L’essere umano per vivere aveva bisogno di aria da respirare, di animali e piante da mangiare. Di alberi e roccia per costruirsi i rifugi. Solo quando ci furono tutte queste cose, la Terra fu pronta ad accoglierlo.

Ecco una linea del tempo degli esseri umani sulla Terra (iniziare lentamente a srotolare la fascia).

Questa fascia rappresenta tutto il tempo in cui l’uomo è esistito, dalle sue origini a noi.

I primi esseri umani avevano bisogno di cibo, come noi. Avevano bisogno di un posto dove vivere. Avevano bisogno di vestiti da indossare. Non sappiamo quali fossero i loro nomi. Non sappiamo esattamente cosa facessero tutto il giorno. Ma sappiamo che erano qui (srotolare fino al disegno della mano).

E questa cos’è? E’ una mano!

Noi esseri umani siamo esseri speciali perché usiamo le nostre mani per fare le cose. Le usiamo per raccogliere il cibo. Le usiamo per confezionare vestiti. Le usiamo per costruire case. Le usiamo per disegnare e per scrivere. Questo ci rende unici, e diversi dalle piante e dagli altri animali.

Non sappiamo esattamente cosa facessero i primi uomini tutto il giorno, ma sappiamo che qualunque cosa stessero facendo, stavano usando le loro mani (continuare a srotolare la fascia).

Alcune delle cose fatte da questi uomini con le loro mani, in un tempo così lontano, sono arrivate fino a noi. Gli archeologi, infatti, hanno trovato vari oggetti costruiti da loro e sepolti nel terreno. Ad esempio hanno trovato molti strumenti. Questi oggetti ci raccontano alcune delle cose che facevano questi primi uomini, ma non ci dicono tutto. Non sappiamo esattamente chi ha fatto queste cose, sappiamo soltanto che sono opera umana.

Fino a questo momento (indicare la banda rossa al termine della fascia).

All’interno di questo piccolo periodo di tempo, sappiamo esattamente quello che gli esseri umani facevano, perché questo è il periodo in cui l’uomo ha imparato ad utilizzare la scrittura. Qui gli uomini hanno scritto ciò che hanno fatto, e noi possiamo leggerlo e saperlo con certezza. E anche noi, oggi, scriviamo quello che facciamo, e gli uomini che verranno dopo di noi lo leggeranno e lo sapranno.

LA FASCIA NERA DELLA MANO MONTESSORI (Hand Time Line)

LA FASCIA NERA DEL TEMPO MONTESSORI (long black strip)

LA FASCIA NERA DEL TEMPO MONTESSORI (long black strip) si presenta tradizionalmente dopo la seconda fiaba cosmica, e per preparare la terza. Se non avete a disposizione i mezzi per procurarvi o costruire questo materiale, potete utilizzare una delle linee del tempo della vita preparate dopo la seconda grande lezione, enfatizzando coi bambini quanto sia immenso il tempo della Terra prima della comparsa dell’essere umano, e quanto sia minuto rispetto ad esso il tempo che va dalle nostre origini a noi, che viviamo sulla Terra oggi.

Si tratta di una lezione molto emozionante per i bambini, e quando viene presentata bene, usando meno parole possibili e facendo pause significative, fa davvero una grande impressione. Viene spessa citata da adulti e bambini come una delle lezioni preferite. Maria Montessori, come vedremo meglio poi, la chiamò in origine “lezione di umiltà”.

E’ stata elaborata da Maria Montessori in India, e rappresenta la durata dell’evoluzione terrestre. L’idea base è quella di far appello all’immaginazione dei bambini per trasmettere loro una visione generale della storia della Terra. Infatti, secondo Maria Montessori, è importante che l’interesse dei bambini si attivi dal generale al particolare: bisogna comprendere prima le correlazioni tra le cose, e poi indagare le cose stesse separatamente.

LA FASCIA NERA DEL TEMPO MONTESSORI (long black strip)

LA FASCIA NERA DEL TEMPO MONTESSORI (long black strip)
La storia di questo materiale: una lezione di umiltà

Possiamo immaginare che la cosa sia andata così…
Era il 1939. In un caldo pomeriggio, nella città di Madras in India, Maria Montessori parlava con un gruppo di bambini, all’ombra di un grande e vecchio albero di Banyan. Un bambino di circa dieci anni la interrompe, proclamando con orgoglio la superiorità della civiltà indiana, che è una delle più antiche del mondo. Dice che non sa cosa avrebbe mai da imparare da lei e dalla sua cultura, che è meno antica della sua, e che l’India non ha nulla da imparare dall’Occidente.
Sì, in effetti la civiltà indiana risale a 10.000 anni fa, mentre quella egiziana soltanto a 3.500 anni, e l’assiro-babilonese a 5.000 anni. Ma non dice altro.
Poi, forse sorseggiando il tè del pomeriggio, ripensa alle parole del bambino, e si chiede quale sia il modo migliore di rispondere. Gli operai della compagnia telefonica, stanno distendendo sulla strada lunghi cavi, che poi fissano ai pali. Li osserva e continua a bere il suo tè. Lei e suo figlio Mario, in India, lavoravano al piano di studi per i bambini delle elementari, ed avevano appena preparato le grandi lezioni cosmiche. Così le venne l’idea.
Con l’aiuto di una sarta locale, prepara una lunghissima striscia di stoffa nera, lunga 300 metri e larga 50 centimetri. Solo l’ultimo centimetro della striscia aveva un colore diverso: rosso. La striscia è arrotolata come una bobina attorno ad un bastone.
Aiutata da due insegnanti della scuola, mostra la striscia ai bambini.
Senza dire una parola, le due insegnanti cominciano a srotolare la striscia nera di stoffa lungo la strada, allontanandosi lentamente e tenendo in bastone tra di loro, in bicicletta. Maria Montessori e i bambini, incuriositi, le seguono. Anche i bambini del vicinato si aggiungono alla processione. Tutti chiedono: “Cos’è? A cosa serve?”, ma Maria Montessori, con molta tranquillità, risponde soltanto: “Aspettate, e vedrete”.  Forse non dice nient’altro, fino alla fine della lunga striscia, quando appare la sorpresa: la sottile strisciolina rossa.
Poi dice: “Questa piccola strisciolina rossa rappresenta tutto il tempo che è trascorso dalla comparsa del primo essere umano sulla Terra. Tutta la parte nera è l’età della Terra”.
I bambini guardano indietro, vedono la lunga fascia scomparire in lontananza, e poi guardano di nuovo la piccola striscia rossa. Maria Montessori tiene tra le mani la piccola parte rossa, e forse sorride al bambino che le ha ispirato questa lezione.
In realtà non sappiamo cosa abbia detto, ma potrebbe proprio essere andata così.

LA FASCIA NERA DEL TEMPO MONTESSORI (long black strip)
Descrizione del materiale
La fascia ideata da Maria Montessori, come già detto, era lunga 300 metri e larga 50 cm. Solo l’ultimo centimetro della striscia aveva un colore diverso: rosso.
Oggi si utilizzato fasce lunghe 30, 50 o 100 metri, larghe dai 30 ai 40 cm. La strisciolina rossa occupa  1 o 2 cm. Nella fascia lunga 30 metri i primi 10 m mostrano la formazione della Terra, i successivi 15 m la comparsa degli organismi unicellulari, gli ultimi 5 m lo sviluppo di tutte le forme di vita e la striscia rossa finale la comparsa dell’uomo.

LA FASCIA NERA DEL TEMPO MONTESSORI (long black strip)

Presentazione ai bambini – prima versione

LA FASCIA NERA DEL TEMPO MONTESSORI (long black strip)
Preparazione
Nel piano di studi della scuola primaria Montessori è inserita una serie di importanti lezioni che hanno lo scopo di suscitare meraviglia, stupore e gratitudine. Quando presentiamo questa lezione la cosa più importante è resistere alla tentazione di parlare troppo.
Questa lezione non vuole essere una ripetizione dell’Orologio delle Ere o della prima grande lezione cosmica. Maria Montessori non disse ai bambini quasi nulla, mentre la lunga striscia nera venne srotolata lungo la strada.
Anche se si dispone di spazio sufficiente per srotolare la lunga fascia all’interno, si consiglia comunque di farlo all’esterno, perché è molto più scenografico. Dopo la lezione potete, se lo ritenete opportuno, raccontare la storia del come e del perché Maria Montessori ha inventato questo materiale. Quando i bambini sentono che la fascia originale era lunga dieci volte di più quella che abbiamo usato noi, sono molto impressionati e di solito si chiedono quanto lontano dalla loro scuola sarebbe arrivata.
Avvolgere la fascia nera intorno a un bastone, iniziando dalla striscia rossa (in modo che la sezione rossa sia l’ultima ad apparire ai bambini), assicurandosi che risulti ben nascosta.

LA FASCIA NERA DEL TEMPO MONTESSORI (long black strip)
Presentazione
Invitare i bambini a seguirvi, perché ci sarà una lezione molto speciale all’aperto. Se ci sono bambini più grandi, che hanno già assistito alla lezione negli anni precedenti, spiegate loro l’importanza di non rivelare agli altri la sorpresa: potete ad esempio dare loro il compito di essere i vostri assistenti e di aiutarvi a srotolare la fascia. Posare a terra la bobina e cominciare a srotolarla, iniziando a raccontare.

LA FASCIA NERA DEL TEMPO MONTESSORI (long black strip)
Racconto
(esempio)
Questa fascia nera rappresenta l’età della Terra, dalla sua origine (fermarsi; circa 30 secondi di silenzio).
All’inizio la Terra era una sfera incandescente (srotolare un’altra parte di fascia in silenzio).
E fu così per molto, molto tempo (srotolare un’altra parte di fascia in silenzio).
Poi la Terra si presentò coperta di vulcani, e così fu per molto, molto tempo  (srotolare un’altra parte di fascia in silenzio).
Poi arrivarono le piogge, che sono durate molto, molto tempo (srotolare un’altra parte di fascia in silenzio).
Pioveva e pioveva. E questo è durato molto, molto tempo ancora. (srotolare un’altra parte di fascia in silenzio).

Infine Terra ha cominciato a raffreddarsi, e ci volle molto, molto tempo(srotolare un’altra parte di fascia in silenzio).
Sulla Terra ora c’erano solo rocce, oceani e vulcani, ma nessuna forma di vita. E questo per molto, molto tempo. (srotolare un’altra parte di fascia in silenzio).
Solo rocce, acqua e fuoco. Niente di verde. Per molto, molto tempo (srotolare un’altra parte di fascia in silenzio).
La Terra era già molto vecchia. Guardate quanto è lunga la fascia dietro di noi (srotolare un’altra parte di fascia in silenzio).

Ci stiamo avvicinando alla fine della fascia, e qui la vita ha cominciato a svilupparsi sulla Terra, impiegando molto, molto tempo (srotolare un’altra parte di fascia in silenzio).
Guarda,  qualcosa di diverso sta per accadere! (Rallentare in prossimità della fine  della fascia e fermarsi quando appare la striscia rossa).
Gli esseri umani appaiono sulla Terra per la prima volta. Questo piccolo lembo rosso rappresenta tutto il tempo che è passato da quando  i primi esseri umani sono giunti sulla Terra. (Pausa)

Ecco, sto tenendo in mano tutta l’umanità di tutto il mondo, da quando è apparsa: dai primi esseri umani che vivevano in Africa, agli abitanti delle caverne, e poi gli Aborigeni, gli Egizi, i Greci, i nativi americani, i Maya e tutti gli uomini che sono sulla Terra oggi. Qui si può tenere tutta l’umanità in una mano.

LA FASCIA NERA DEL TEMPO MONTESSORI (long black strip)

Presentazione ai bambini – seconda versione

(Posare a terra la bobina e cominciare a srotolarla, iniziando a raccontare).
Ti ricordi? Molto, molto tempo fa non c’era assolutamente niente, semplicemente immenso caos e oscurità. E’ stato così per un tempo molto lungo, e poi è successo qualcosa.
(Srotolare una parte di fascia in silenzio).
In questo vuoto incommensurabile di freddo e l’oscurità, apparve una grande nuvola ardente che comprendeva in sè tutte le stelle.

(Guardare indietro la fascia già srotolata, poi srotolarne un’altra parte, in silenzio).
L’intero universo era in quella nuvola, e tra le piccole gocce c’era il nostro Sistema Solare.
(Guardare indietro la fascia già srotolata, poi srotolarne un’altra parte, in silenzio).
Poi le stelle si sono distribuite nello spazio, in modo che ora sono a milioni di chilometri di distanza, e la luce delle stelle che vediamo la notte ha impiegato anni luce per arrivare a noi.
(Guardare indietro la fascia già srotolata, poi srotolarne un’altra parte, in silenzio).
Si formò la crosta terrestre, ma la Terra era ancora molto calda e circondata dal freddo e buio spazio.  Ti ricordi che abbiamo detto che tutte le particelle dell’Universo hanno leggi speciali alle quali obbediscono? (Guardare indietro la fascia già srotolata, poi srotolarne un’altra parte, in silenzio).

Ci fu la Danza degli Elementi, il calore saliva verso il freddo, e il freddo scendeva verso il calore.
(Guardare indietro la fascia già srotolata, poi srotolarne un’altra parte, in silenzio).
La Terra lentamente si è raffreddata, i vulcani si sono fermati ed il Sole ha cominciato a spendere  felicemente.
(Guardare indietro la fascia già srotolata, poi srotolarne un’altra parte, in silenzio).
Poi ci fu un problema: pioveva e pioveva e pioveva, l’acqua consumò le rocce, che si gettarono nel mare, avvelenandolo. Vi ricordate cosa ha risolto il problema? Sì, sono apparsi i batteri e poi altri organismi, come le amebe. E che cosa ha fatto? Hanno seguito le leggi date loro:mangiare, cresciuto e riprodursi.
(Guardare indietro la fascia già srotolata, poi srotolarne un’altra parte, in silenzio).

Questi organismi avevano una sola cellula, e dovevano fare tutto il lavoro da sole. Così si sono stancati, e hanno deciso di unirsi, dividersi i compiti e rendere il lavoro più efficiente.
(Guardare indietro la fascia già srotolata, poi srotolarne un’altra parte, in silenzio).
Così sono apparsi i trilobiti, i cefalopodi con i piedi in testa,  e i crinoidi che assomigliano a delle piante, ma sono animali che vivono in torri di pietra.
(Guardare indietro la fascia già srotolata, poi srotolarne un’altra parte, in silenzio).
E poi cosa è successo? Sì, la vita continuava a cambiare e provare cose nuove: apparvero alghe e coralli, che purificavano l’acqua e formavano bellissime isole e scogli.

(Guardare indietro la fascia già srotolata, poi srotolarne un’altra parte, in silenzio).
Poi alcune creature hanno deciso di provare a vivere sulla terraferma, hanno costruito una sacca all’interno del corpo per respirare, e arti al posto delle pinne, per muoversi fuori dall’acqua. Sono stati chiamati anfibi, e la loro fu la prima voce che si udì sulla Terra. Poi arrivarono i rettili, che cambiarono pelle e comiciarono a fare uova con i gusci duri. Ebbero molto successo, e crebbero fino a raggiungere dimensioni gigantesche. Immaginate un combattimento tra dinosauri: doveva essere terrificante.
(Guardare indietro la fascia già srotolata, poi srotolarne un’altra parte, in silenzio).

Intanto le creature più piccole si sono mosse verso le zone più fredde, si sono trasformate in animali a sangue caldo, hanno ricoperto il loro corpo di peli e hanno cominciato a prendersi cura dei propri piccoli dopo la nascita. Erano gli uccelli e i mammiferi. Mentre gli uccelli deponevano le uova fuori dal corpo, i mammiferi le tennero all’interno, e quando i piccoli nascevano li nutrivano con il proprio latte. I mammiferi ebbero molto successo, e si diffusero su tutta la Terra.
(Guardare indietro la fascia già srotolata, poi srotolarne un’altra parte, in silenzio).
Poi è stata la volta di una creatura molto speciale: l’essere umano. Questa parte rossa è tutto il tempo passato dalla comparsa del primo uomo, e ci siamo anche noi. Guardate il tempo che ha impiegato la Terra per essere pronta a far vivere gli esseri umani!

 LA FASCIA NERA DEL TEMPO MONTESSORI (long black strip)

Note

Questa lezione chiave è particolarmente adatta ai bambini più piccoli, di prima classe. I più grandi possono partecipare come aiutanti, e sarà molto utile per loro, perché li stimolerà ad approfondire aspetti particolari presentati nella lezione.

Dopo la lezione si può lasciare la fascia nera a disposizione dei bambini, che potranno usarla per le loro ricerche, insieme alle linee del tempo. Alcuni bambini vorranno riguardarla anche dopo il racconto della terza fiaba cosmica, che tratta della comparsa dell’uomo sulla Terra.

I bambini più grandi possono usare la fascia nera anche come base per posizionare su di essa le carte delle nomenclature delle varie linee del tempo, fossili e altri materiali, fare misurazioni e aggiungere cartellini e materiali trovati nei testi di ricerca, come per le linee del tempo:

LA FASCIA NERA DEL TEMPO MONTESSORI (long black strip)

LA SECONDA GRANDE LEZIONE MONTESSORI

LA SECONDA GRANDE LEZIONE MONTESSORI riguarda la storia della comparsa dei viventi sulla Terra, esclusa la storia dell’evoluzione umana, che viene trattata nella terza lezione. Qui trovi tre diverse versioni della fiaba cosmica relativa, linee del tempo e carte scaricabili e stampabili in formato pdf, idee e materiali vari per i giorni successivi.

Il primo giorno di scuola, i bambini ascoltano la PRIMA GRANDE LEZIONE che è la base della grande lezione sulle origini dell’Universo. Come già anticipato qui, il complesso svolgersi della grande lezione prosegue con dimostrazioni, ricerche, esperimenti, attività artistiche e manuali, toccando nel corso degli anni varie materie ed argomenti di studio: Astronomia, Meteorologia, Chimica, Fisica, Geologia, Geografia. Tutto il piano è inquadrato nella grande cornice dell’Educazione Cosmica.

La seconda grande lezione tratta dell’origine della vita. La lezione porta alla costruzione della Linea del tempo della vita: un lungo cartellone con immagini e didascalie su microorganismi, piante ed animali che sono vissuti e vivono sulla terra. Si enfatizza la grande diversità delle forme viventi, e l’importanza del contributo di ognuna per il mantenimento della vita del pianeta. Questa lezione coinvolge nel tempo queste materie:

  • Biologia: cellule, organismi pluricellulari, regni della natura, campioni, dissezioni, osservazioni, uso del microscopio
  • Botanica: studio delle piante, classificazioni, funzione, parti delle piante (seme, fiore, frutto, foglie, tronco, radice), tipi di piante
  • Ambienti naturali: localizzazione, caratteristiche, catena alimentare, simbiosi, adattamento all’ambiente, ecosistemi, conservazione
  • Vita antica: ere geologiche, evoluzione della specie, estinzione, fossili, scavi archeologici
  • Animali: classificazioni, bisogni, similitudini e differenze, nutrizione, igiene,
  • Regni delle monere, dei protisti e dei funghi: cosa sono, classificazione, osservazione

LA SECONDA GRANDE LEZIONE MONTESSORI – carte illustrate

Presentazione e materiali (per tutte le versioni della seconda fiaba cosmica Montessori):

– TABELLE DELLA COMPARSA DEI VIVENTI: servono innanzitutto per costruire le linee del tempo, e sono un materiale molto utile da consultare in tutto il periodo successivo, sia ai bambini, sia agli insegnanti. Trovi quelle che ho preparato qui, scaricabili e stampabili in formato pdf: 

– LINEE DEL TEMPO: potete chiamare i bambini in cerchio ad ascoltare la storia, mostrando via via illustrazioni (o oggetti). E’ la modalità più semplice, e facilmente praticabile anche se insegnate in una scuola non montessoriana. In alternativa potete utilizzare una del tempo. Qui trovi linee del tempo semplici, da realizzare in proprio o coi bambini:

– LINEE DEL TEMPO: pronte da scaricare e stampare in formato pdf (anche da utilizzare durante il racconto). Qui: 

– OROLOGIO DELLE ERE GEOLOGICHE: è un classico materiale per visualizzare la linea del tempo della comparsa dei viventi nelle scuole Montessoriane, dopo aver presentato la seconda lezione. Trovi la mia versione qui: 

 

LA SECONDA GRANDE LEZIONE MONTESSORI

FIABA COSMICA ‘LA COMPARSA DELLA VITA’

 prima versione

Materiale:

  • Una linea del tempo (facoltativa) e le carte illustrate per la prima versione del racconto.

carte seconda lezione versione 1
Elenco delle carte illustrate e delle dimostrazioni (se preferite prepararle voi):

  1. Immagini di batteri. Mostrando le foto, sottolinea che i batteri reali sono milioni di volte più piccoli rispetto alla foto.
  2. Mostra ai bambini come posizionare le mani sul torace per sentire come si espande nell’inspirazione e si ritira nell’espirazione.
  3. Immagini, modelli o campioni di spugne, alghe, anemoni, meduse…
  4. Immagini di trilobiti.
  5. Preparare su un vassoio una pallina di pasta di sale e un oggetto (ad esempio una foglia o un modellino di insetto di plastica). Premere l’oggetto saldamente nella pasta, spiegando che è la stessa cosa che avvenne quando si sono formati i trilobiti fossili: gli strati di terra premevano su di essi. Estrarre con cautela l’oggetto e invitare gli studenti a guardare l’impronta.
  6. Immagine, modello, o campione di un pesce. Chiedere ai bambini di identificare le parti del corpo del pesce (pinne, coda, scaglie, occhi, branchie).
  7. Chiedere ai bambini di mettersi a coppie e di sentire a turno le vertebre della spina dorsale con le mani.
  8. Immagine della prima vita sulla terra: piante.
  9. Immagini, modelli, o campioni di insetti. Invitare i bambini a identificare le parti del corpo dell’insetto (testa, occhi, esoscheletro, torace, addome, antenne, zampe).
  10. Immagine o modello di un anfibio (rana, rospo, o salamandra). Invitare i bambini a identificare le parti del corpo degli anfibi (testa, corpo, zampe, branchie, pelle, spina dorsale).
  11. Immagine di una felce, felce in vaso e fotografia di una felce fossile.
  12. Immagini o modelli di rettili. Chiedere ai bambini di identificare le parti del corpo del rettile (pelle, testa, narici, occhi, collo, corpo, zampe, coda).
  13. Immagine o modello di un dinosauro.
  14. Immagini di conifere, o una piccola conifera in vaso e un paio di rami e pigne di diverse conifere. Schiacciare una foglia di conifera e invitare i bambini a sentirne l’odore.
  15. Immagini di piante da fiore, o pianta fiorita in vaso.
  16. Immagine o modello di un uccello primitivo.
  17. Immagini o modelli di mammiferi primitivi e moderni.
  18. Tre mappe: Pangea; Laurasia e Gondwana; continenti attuali. Descrivere le masse mutevoli dei continenti, e spiegare come i continenti di oggi si sono stati formati dalla Pangea. Far notare come le forme dei continenti sembrano incastrarsi come un puzzle.

LA SECONDA GRANDE LEZIONE MONTESSORI

La comparsa della vita sulla Terra

Appena la Terra si fu formata, insieme agli altri pianeti e alle stelle del nostro sistema solare, non era che una palla incandescente di gas. Nel corso di milioni di anni la palla di gas si raffreddò, e si formarono diversi strati di materia. Raffreddandosi, molti dei gas passarono allo stato liquido, così la terra attraversò una fase in cui era rivestita di liquidi e roccia fusa. Meteoriti si schiantavano sella terra, vulcani vomitavano gas e lava incandescente. Il cielo terrestre conteneva molti gas e non era blu, come oggi, ma rossastro come oggi possiamo vederlo al tramonto.

A quel tempo la Terra era ancora troppo calda per consentire la vita di piante o animali, e dovettero passare altri milioni di anni perché la superficie terrestre si raffreddasse ulteriormente, portando alla formazione di una crosta rugosa e screpolata. L’acqua al di sotto di questa crosta usciva in superficie attraverso le fessure della crosta solida, così sopra la Terra si formò il vapore acqueo ed apparvero le prime nuvole. Quando dalle nubi iniziò a cadere la pioggia, la Terra era ancora così caldo che le gocce evaporavamo immediatamente, ma quando infine la Terra fu sufficientemente fredda, la pioggia caduta cominciò a rimanere superficie del pianeta, formando un gigantesco oceano.

Tutta questa massa d’acqua era mescolata a particelle di roccia. Gli scienziati ritengono che queste particelle davano all’oceano un colore verdastro, simile a quello delle olive. Questo gigantesco oceano copriva quasi completamente la Terra, mentre una minima porzione era costituita da roccia: gli scienziati ritengono che questa roccia fosse di color rosso ruggine.

Quanto ci apparirebbe strana questa Terra primordiale! Non c’erano alberi, erba o fiori. Nessun animale viveva su di essa: non c’erano rane, cani, ragni, serpenti, elefanti. Non c’erano esseri umani. E se non c’erano esseri umani, non c’erano case ed edifici, automobili, e tutte le altre invenzioni dell’uomo. Immaginate il mondo senza persone o animali di qualsiasi tipo! La Terra formata da roccia rossa e oceano verde, doveva essere un posto davvero molto strano…

…eppure, non visto, nel profondo del gigantesco oceano che la copriva, qualcosa di nuovo e meraviglioso stava accadendo.

In qualche modo, e anche gli scienziati più intelligenti di oggi non sanno esattamente come, una piccola parte di materia ha preso vita. Questa prima materia vivente era molto più piccola di un granello di sabbia, così piccola da essere invisibile ad occhio nudo. Per poterla vedere, ci sarebbe voluto un potente microscopio, ma naturalmente, a quel tempo, non c’erano microscopi e non c’erano persone che potessero usarli! Il piccolo pezzo di materia vivente nell’oceano si sviluppò molto tempo prima della prima vita forma di vita sulla terraferma. Era una forma di vita piccola e semplice, senza gambe, senza occhi e senza bocca; non aveva stelo o tronco; era simile ad una gelatina, ma era viva. Al giorno d’oggi, ci sono milioni e milioni di queste minuscole forme di vita sulla Terra: le chiamiamo ‘batteri’. I primi batteri apparsi sulla Terra erano tuttavia molto speciali, perché trovarono miracolosamente il modo per vivere e moltiplicarsi nell’oceano, anche se quel primo oceano era pieno di minerali e gas che oggi avvelenerebbero qualsiasi forma di vita. (Dimostrazione 1)

Per milioni di anni, non ci fu sulla Terra che questa prima semplicissima forma di vita.   Dopo molto tempo, un particolare gruppo di questi batteri, i batteri blu-verdi chiamati ‘alghe blu-verdi’ ha cominciato a svilupparsi nelle zone meno profonde dell’oceano, dove la luce del sole riusciva a riscaldare l’acqua. In queste acque calde e poco profonde, le alghe blu-verdi hanno trovato il modo di produrre del cibo per se stesse, utilizzando le tre cose di cui erano circondate: l’energia dalla luce del sole, l’acqua dall’oceano, e l’anidride carbonica dall’aria. Oggi questo processo è chiamato ‘fotosintesi’, ed è utilizzato dalle piante. Non appena le alghe blu-verdi hanno cominciato a produrre questo alimento per se stesse, hanno anche iniziato a produrre un nuovo gas. Questo nuovo gas in parte si riversava nell’oceano, ma per la maggior parte saliva verso il cielo, con l’evaporazione dell’acqua: fu l’inizio di quello che ora chiamiamo ‘atmosfera terrestre’, cioè di quella coltre d’aria che circonda la superficie della (Terra. Il nuovo gas prodotto dalle alghe fu importante e specialissimo, perché è il gas che tutti gli animali della Terra, in futuro, avrebbero usato per respirare. (LA SECONDA GRANDE LEZIONE MONTESSORI Dimostrazione 2) .

Il suo nome è ossigeno. Nell’epoca di cui stiamo parlando, tutta la vita presente sul nostro pianeta si trovava nell’oceano. Dopo i batteri, si sono lentamente sviluppate molte altre forme di vita, molte specie di piante e creature marine:  alghe, spugne, anemoni di mare, meduse, vermi, ed altro. Questi essere furono per lunghissimo tempo gli unici abitanti del pianeta, e si trovavano tutti in acqua. (LA SECONDA GRANDE LEZIONE MONTESSORI Dimostrazione 3)

Poi, un giorno, una nuova ed affascinante creatura apparve nell’oceano: era diversa da qualsiasi altra forma di vita venuta prima di lei, perché aveva una testa, un corpo, una coda, delle zampe. Non aveva le ossa, ma invece aveva un duro guscio esterno, simile ad una corazza. Questo guscio è chiamato ‘esoscheletro’, che significa che la parte più dura del corpo della creatura si trova all’esterno invece che all’interno. La nuova ed affascinante creatura cresceva velocemente, e presto ce ne furono migliaia di tipi diversi: alcuni avevano occhi e nuotato nell’acqua; alcuni non avevano occhi e strisciavano sui fondali dell’oceano; alcuni non erano più grandi di una capocchia di uno spillo; alcuni erano grandi come un lavello della cucina. Se la creatura era in pericolo, si arrotolava su se stessa formando una palla. Erano i ‘trilobiti’, creature diverse da qualsiasi altra cosa al mondo. Per questo i trilobiti sono diventati tanto famosi, così famosi che l’epoca di cui stiamo parlando è chiamata dagli studiosi ‘Età della Trilobiti’ (LA SECONDA GRANDE LEZIONE MONTESSORI Dimostrazione 4).

I trilobiti vissero nell’oceano per un periodo molto lungo, poi, a poco a poco, morirono tutti, per ragioni che nessuno oggi capisce veramente. Quando tutti i membri di una data specie muoiono, gli scienziati dicono la specie è estinta: i trilobiti si estinsero. Ma, se si sono estinti, come è possibile che noi oggi possiamo parlare di loro? Perché i trilobiti hanno lasciato segni della loro esistenza. Quando morirono, i corpi dei trilobiti si coprirono di strati di sabbia e roccia. Nel corso del tempo, questi strati di sabbia e roccia sono diventati così pesanti che il corpo dei trilobiti si è impresso nella roccia. Le impronte di piante o animali impresse nella antichissime rocce sono chiamate fossili, e da sempre le persone hanno trovato molto affascinante la scoperta e lo studio di questi reperti, che mostrano com’erano le piante e gli animali del passato.  (LA SECONDA GRANDE LEZIONE MONTESSORI Dimostrazione 5).

Pensate che, prima dell’estinzione, i trilobiti presenti nell’oceano erano la forma di vita più numerosa di qualsiasi altra. Poi arrivò un nuovo tipo di animale: aveva un corpo lungo, ma era privo di zampe. La sua pelle era dura e squamosa. Questi nuovi animali nuotavano facilmente nell’oceano, perché avevano dei lembi che fuoriuscivano dal loro corpo e li aiutavano a seguire la loro direzione o fermarsi: le pinne.  Essi riuscivano a respirare sott’acqua attraverso una serie di alette, le branchie. Questi animali furono i primi pesci della Terra. Nel corso del tempi i pesci divennero molto abbondanti, tanto che l’epoca di cui stiamo parlando si chiama Età dei pesci. Come sappiamo, i pesci esistono ancora oggi ne nostri oceani, mari, laghi e fiumi, e alcuni di essi sono ancora molto simili ai pesci dell’antichità (LA SECONDA GRANDE LEZIONE MONTESSORI Dimostrazione 6).

I primi pesci comparsi sul nostro pianeta sono da considerarsi molto importanti, perché si trattò dei primi animali che avessero le ossa, la parte più dura del corpo, all’interno e non all’esterno, come era per i trilobiti. L’insieme delle ossa di un essere vivente è chiamato scheletro. Uno scheletro è una sorta  di telaio attorno al quale è costruito il corpo. Ma c’è un altro motivo che ci deve far considerare i primi pesci esseri molto speciali: essi sono stati i primi ad avere un osso lungo che percorreva la loro schiena. Noi oggi chiamiamo quest’osso ‘spina dorsale’, e tutti gli animali che lo possiedono sono chiamati vertebrati (LA SECONDA GRANDE LEZIONE MONTESSORI Dimostrazione 7).

Mentre il primo oceano terrestre si popolava con un numero sempre maggiore di pesci, qualcosa di nuovo ed eccitante stava per accadere anche sulla terraferma: alcune delle alghe, che vivevano nelle zone poco profonde dell’oceano, cominciano a crescere sul terreno fuori dall’acqua. Forse avvenne che il livello dell’acqua si abbassò ulteriormente, lasciando alcune alghe nella sabbia umida, esse vi si attaccarono , e nel tempo si trasformarono in piante capaci di vivere fuori dall’acqua. Sulla terraferma, queste piante raccoglievano il nutrimento necessario dalla luce del sole e dall’umidità dalla sabbia: fu la prima forma di vita sulla superficie della Terra! (LA SECONDA GRANDE LEZIONE MONTESSORI Dimostrazione 8).

Presto si svilupparono molti tipi di piante, di forme e dimensioni diverse. Anche oggi, ci sono piante così piccole da essere invisibili, e piante enormi, come gli alberi. Dopo la comparsa delle piante, iniziò sul nostro pianeta un periodo molto intenso ed emozionante: nuove forme di vita sorsero ovunque sulla Terra. Dopo la diffusione delle piante, comparve il primo animale. Esso era molto piccolo, e produceva uova. Aveva un esoscheletro come i trilobiti, una testa, una parte centrale chiamata torace, una parte posteriore chiamata addome, e tre coppie di zampe. Sulla esta aveva grandi occhi sporgenti, e due piccole parti filiformi che spuntavano all’esterno. L’animale utilizzava queste due piccole parti filiformi per percepire le cose: noi oggi le chiamiamo ‘antenne’. Poiché non aveva spina dorsale, era un invertebrato. Comparvero col tempo innumerevoli varietà di questo animale: alcuni strisciavano, altri avevano due paia di ali che consentivano loro di volare. Questi animali stupefacenti, che sono apparsi sulla Terra subito dopo la comparsa delle piante terrestri, sono chiamati insetti. Oggi gli insetti sono la forma di vita più numerosa del pianeta. (LA SECONDA GRANDE LEZIONE MONTESSORI Dimostrazione 9)

Nel periodo in cui apparvero gli insetti, si sviluppò un altro tipo di animale, un essere davvero molto strano, che si spostò a vivere dall’acqua alla terraferma. Nell’oceano, infatti, viveva un pesce che aveva sviluppato enormi pinne. Col tempo queste pinne si trasformarono in corte zampette, che l’animale usò per muoversi,  trasferendosi dall’acqua alla terraferma. Arrivati qui, questi pesci con le zampe trovarono cibo delizioso in grande quantità: gli insetti! Da allora condussero una doppia vita: potevano vivere nell’oceano come i pesci, e talvolta uscire dall’acqua e vivere in superficie come gli animali.  Anche oggi esistono animali con queste caratteristiche, e li chiamiamo ‘anfibi’. Nel corso del tempo si svilupparono molte varietà di anfibi, di forma e dimensione varia; alcuni di essi erano grandi circa come un bambino di sei anni! Gli anfibi avevano la pelle liscia ed umida, e attraverso questa pelle erano in grado di respirare, mentre quando nuotavano sott’acqua respiravano con le branchie.  Gli anfibi sono molto importanti, perché furono i primi animali terrestri dotati di spina dorsale, cioè i primi vertebrati. Rospi, rane e salamandre sono anfibi. (LA SECONDA GRANDE LEZIONE MONTESSORI Dimostrazione 10).

Nel periodo in cui comparvero gli insetti e gli anfibi, si verificarono altri eventi molto importanti. Il grande blocco di terra che emergeva dall’oceano si ruppe in due giganteschi pezzi, chiamati continenti. Questi continenti, galleggiando molto lentamente, andarono via via alla deriva nel gigantesco oceano, finchè un giorno non urtarono uno contro l’atro. La forza dello scontro fu tale che rimasero bloccati insieme, formando un supercontinente chiamato dagli studiosi Pangea. Dove i due continenti si sono uniti, la terra si è accartocciata ed ha creato una lunga fila di montagne: una catena montuosa. Questa prima catena montuosa esiste ancora nel mondo di oggi e si trova in Russia. Anche in questa lontana epoca, crescevano sulla superficie della Terra molti tipi di piante. In particolare, enormi felci sono cresciute nelle zone ombreggiate ed umide che noi oggi chiamiamo paludi. Le felci producono un particolare tipo di seme, la spora, ed ogni spora può far crescere una nuova pianta; così le felci divennero così numerose che enormi foreste di felci si distribuirono su tutta la superficie terrestre. Le felci esistono ancora oggi: crescono nei boschi e nelle foreste, e vengono anche coltivate in vaso come piante da appartamento. (LA SECONDA GRANDE LEZIONE MONTESSORI Dimostrazione 11).

Queste foreste di felci hanno avuto grandissima importanza per la storia della Terra: quando una foresta di felci invecchiava e moriva, un’altra cresceva sui suoi resti.  Nel corso del tempo si accumularono strati su strati di materia organica che si trasformavano in un ricco suolo. Senza questo contributo delle piante, la superficie terrestre sarebbe rimasta di sola nuda roccia. Nel corso di un periodo di tempo lunghissimo, inoltre, gli strati più profondi di felci morte si trasformarono in un nuovo tipo di minerale, di colore nero, che oggi chiamiamo carbone.   Nello stesso periodo in cui si diffusero le felci, sulla Terra comparve un’altra splendida creatura: un animale anfibio che, progressivamente, aveva smesso del tutto di vivere nell’acqua. Forse gli piaceva stare asciutto, più di quanto non gli piacesse essere bagnato! Nel corso del tempo, la creatura perse le branchie, e quindi non poteva più respirare sott’acqua. Si trattava di un vertebrato che deponeva uova, e vivendo sulla superficie terrestre sviluppò una pelle spessa, secca e ruvida. Amava stare a scaldarsi al sole. Oggi chiamiamo queste creature ‘rettili’(LA SECONDA GRANDE LEZIONE MONTESSORI Dimostrazione 12).

I rettili prosperarono, e presto ce ne furono di diversi tipi: c’erano così tanti rettili che oggi chiamiamo questo periodo Età dei rettili. Avvenne poi una cosa molto strana: alcuni di questi rettili hanno cominciato a crescere, crescere e crescere, fino a diventare giganteschi. Alcuni crebbero alti quanto un palazzo di cinque piani e lunghi quanto tre autobus in fila! Questi giganteschi rettili erano così pesanti che la terra tremava quando camminavano o correvano. Avevano lunghe e potenti code, che li aiutava a bilanciare l’immenso peso. Se attaccati da altri animali, questi giganteschi rettili utilizzavano le code anche come arma di difesa. Avevano un collo molto lungo, che serviva loro per raggiungere le foglie sulle cime degli alberi, delle quali si nutrivano. Questi giganteschi rettili erano i dinosauri. Alcuni di essi camminavano su quattro zampe, alcuni su due gambe; alcuni avevano le ali e potevano volare. Alcuni dinosauri erano erbivori, cioè si nutrivano di piante, mentre altri erano carnivori, cioè mangiavano anfibi e rettili più piccoli. Nel corso del tempo si svilupparono centinaia di diversi tipi di dinosauri. Ossa di dinosauro, scheletri, denti e fossili sono stati trovati in tutto il mondo, e oggi possiamo ammirarli nei musei. (LA SECONDA GRANDE LEZIONE MONTESSORI Dimostrazione 13).

I dinosauri dominarono la superficie della Terra per milioni di anni, ma poi scomparvero per sempre. Gli scienziati hanno formulato varie ipotesi sulla loro estinzione. Alcuni ritengono che un meteorite gigantesco, una roccia proveniente dallo spazio, cadde sulla Terra. L’enorme schianto del meteorite avrebbe creato un grande quantità di polvere nell’atmosfera terrestre, e questa polvere avrebbe modificato il clima del pianeta, impedendo alla luce solare di raggiungere la Terra. Questo avrebbe provocato la morte di molte piante, e di conseguenza di molti animali erbivori. Diminuendo gli erbivori, anche i carnivori si sarebbero trovati senza cibo. Questi scienziati ritengono che sopravvissero solo gli animali che si nutrivano di piante in decomposizione, così la vita continuò: alcuni animali ed alcune piante sopravvissero, e ne apparvero di nuovi.  Una nuova pianta che iniziò a crescere in questa epoca fu un albero con foglie ad ago e semi contenuti in un cono. Questi alberi sono oggi chiamati ‘conifere’, ed esistono ancora oggi in tutto il mondo (LA SECONDA GRANDE LEZIONE MONTESSORI Dimostrazione 14) .

Un’altra nuova pianta che apparve nella stessa epoca, era particolarmente bella, perché aveva delle parti molto colorate: i fiori. I fiori attiravano gli insetti, soprattutto dei nuovi insetti alati, che noi oggi chiamiamo farfalle. Le farfalle e altri insetti trasportavano il polline, la polvere prodotta dai fiori, facendolo viaggiare da un fiore all’altro. A volte il vento li aiutava in questo lavoro. Le piante che ricevevano il polline di altre piante, potevano generare una pianta nuova, e così ci furono presto molte varietà di piante da fiore. Oggi le piante da fiore sono le più numerose sulla Terra, rendono il nostro mondo bello, e molte di esse producono alimenti, come frutta e noci.  (LA SECONDA GRANDE LEZIONE MONTESSORI Dimostrazione 15).

Dopo che i dinosauri si furono estinti, apparve un nuovo tipo di animale, capace di volare. C’erano già molti insetti volanti a quel tempo, ma questo animale era molto più grande di un insetto: in verità alcuni esemplari erano grandi come un uomo. Aveva ali, piume, e una bocca molto buffa: lunga, dura e a punta. Era un vertebrato e deponeva le uova. Questo nuovo animale era il primo uccello apparso sulla Terra. Oggi molti scienziati ritengono che questo primo uccello si sia sviluppato dai grandi rettili volanti. (LA SECONDA GRANDE LEZIONE MONTESSORI Dimostrazione 16).

Un altro nuovo tipo di animale che apparve dopo l’estinzione dei dinosauri era un vertebrato con un cervello più grande di tutti gli altri animali apparsi prima sulla Terra. Aveva un rivestimento peloso per mantenere caldo il corpo, e produceva latte per nutrire i suoi piccoli. Di questo nuovo animale si svilupparono presto molte varietà: alcuni piccoli come un dito, altri grandi come una casa. La maggior parte di essi stava a quattro zampe, mentre alcuni sono andati a vivere nell’oceano, e uno ha addirittura scelto di volare come un uccello. Alcuni si nutrivano di piante, ed altri si animali. Noi oggi chiamiamo questi animali ‘mammiferi’. Il topo, il rinoceronte, l’elefante, il cavallo, il canguro, il gatto, il pipistrello, il cane, la balena, il cammello e la scimmia sono tutti mammiferi. Questi animali prosperarono sulla Terra e divennero presto molto numerosi, così numerosi che quest’epoca della Terra è conosciuta come Età dei mammiferi.  (LA SECONDA GRANDE LEZIONE MONTESSORI Dimostrazione 17)

Nel frattempo, il grande supercontinente che abbiamo chiamato Pangea, si diviso in due grandi masse separate, che galleggiavano sulla vastità dell’oceano.  Questi due supercontinenti sono oggi chiamati Laurasia e Gondwana. A poco a poco, anche questi due supercontinenti hanno cominciato a rompersi e ad andare alla deriva sull’oceano. Lentamente, nel corso di milioni di anni, si formarono sette nuovi continenti, che sono quelli che esistono oggi.  Le piante e gli animali vivevano sui due supercontinenti si separarono, e  alcuni scienziati ritengono che questa separazione potrebbe essere uno dei motivi per cui oggi, alcuni animali e alcune piante si trovano solo su alcuni continenti (Dimostrazione 18).

La Terra era ormai ricca di vita: piante di tutte le forme, colori e dimensioni vivevano sulla terraferma e nell’acqua; pesci, delfini e altre creature marine nuotavano negli oceani; anfibi come rane e salamandre vivevano in parte in acqua e in parte in superficie; alcuni insetti, come gli scarafaggi, si stabilivano sulla terra, mentre altri, come le farfalle, volavano in aria; rettili, come tartarughe e serpenti, strisciavano; uccelli, come gabbiani e uccelli canori, volavano nei cieli; mammiferi, come le scimmie e le enormi creature chiamate mammut lanosi, che somigliavano agli elefanti di oggi, vagavano per la terra. Prima che si sviluppasse la vita, la Terra era un pianeta roccioso, con un cielo rossastro e un oceano verde oliva. Dopo la comparsa della vita, ha cominciato a cambiare colore: le piogge cambiarono il colore dell’oceano da verde a blu, e non appena l’ossigeno aumentò nell’atmosfera, il cielo diventò azzurro.  Anche la superficie terrestre cominciò a cambiare: si raffreddò e si copri di ricco terriccio, piante verdi, fiori colorati, frutti, e molti tipi di animali. Piante ed animali vivevano sul nostro pianeta in armonia, ed in un modo o nell’altro si aiutavano a vicenda a prosperare. Gli insetti aiutavano le piante trasportando il polline; le piante rilasciavano ossigeno nell’atmosfera per permettere la vita degli animali; gli animali producevano anidride carbonica per permettere la vita delle piante; le piante morte e in decomposizione fornivano terreno fertile per favorire la crescita di nuove piante, che poi avrebbero nutrito gli animali; alcuni di questi animali erano il cibo di altri.

Ci sono stati molti cambiamenti nel clima terrestre, nel corso di milioni di anni. Ogni volta che il tempo è cambiato, molti animali e piante sono morti, perché il loro ambiente era diventato a troppo caldo, troppo freddo, troppo umido o troppo secco, ed essi non potevano cambiare abbastanza in fretta da adattarsi al cambiamento. Ma molte piante e animali sono sopravvissuti a questi cambiamenti della Terra. E un altro animale, un mammifero molto speciale, non era ancora apparso sulla Terra. Questo mammifero avrebbe camminato su due gambe, sarebbe stato molto, molto intelligente ed avrebbe inventato moltissime cose. Noi oggi chiamiamo questo mammifero ‘uomo’, ma il racconto di come gli esseri umani vennero sulla Terra è tutta un’altra storia.

LA SECONDA GRANDE LEZIONE MONTESSORI

FIABA COSMICA ‘LA COMPARSA DELLA VITA’

 seconda versione

Materiali:

  • Linea del tempo (facoltativa)
  • Immagini per la linea del tempo versione 2

carte seconda lezione versione 2

In alternativa ho preparato la linea del tempo pronta per la stampa in formato pdf (illustrata e muta con immagini da aggiungere durante il racconto:

LA SECONDA GRANDE LEZIONE MONTESSORI 

Ricordate la storia di come si è formata la Terra? Oggi ascolteremo la storia della Terra che prende vita con le piante e gli animali. Ripensiamo a quando nacque la Terra: da una goccia di luce e calore senza regole. Poi, ogni particella ha cominciato ad obbedire alle sue leggi, la Terra si è raffreddata e stabilizzata in base a queste leggi, e si sono formate l’acqua, l’aria e la roccia. La Terra divenne una perla illuminata dal sole, e il sole non riusciva a smettere di ammirarla. Un giorno, mentre la guardava, si accorse che c’era qualcosa di diverso in quell’ordine meraviglioso che si era stabilito: stava per accadere qualcosa, forse stavano per arrivare dei problemi… infatti, stava piovendo da lunghissimo tempo sulla Terra, e l’acqua piovana, attraversando l’aria si mischiava con diversi gas (anidride carbonica, anidride solforosa, protossido d’azoto), e questo la trasformava in una pioggia acida, che travolgeva le rocce e la lava gettandone grandi parti nell’oceano. Si scatenavano così terribili tempeste e parti di roccia corrosa dalla pioggia si gettavano nell’oceano: il mare si stava riempendo di sali minerali, mentre la superficie solida della Terra sembrava destinato a scomparire. L’ordine che era stato creato sembrava davvero in pericolo! Quale poteva essere la causa? Chi era il colpevole? Il sole si rivolse all’acqua e disse: “E’ colpa tua, che sciogli la roccia e la getti nell’oceano!”

Ma l’acqua rispose: “Sono innocente! Io non sto facendo altro che obbedire alle leggi: quando mi scaldo divento vapore e salgo, ma quando ho freddo ritorno liquida e cado. Siccome sono un liquido, io posso spingere solo verso il basso e di lato, ma non verso l’alto, e ogni volta che incontro un vuoto lo occupo. Cosa posso fare? Non ho scelta! E’ colpa della mia sorella aria, casomai, che mi porta in giro di qua e di là e mi fa cadere sulla rocca. E’ colpa sua, parla con lei!”

Allora il sole si rivolse all’aria, ma l’aria disse: “A me è stato dato il compito di fare da coperta alla Terra, in modo che non abbia mai freddo, e devo coprirla sempre. Mi piace il mio compito, ma la Terra ha una grande pancia, e cosa succede alla testa e ai piedi? Che rimangono sempre fuori! Per questo sono sempre in movimento: quando vado sull’acqua, la coperta scopre la schiena; corro a coprire la schiena, e si scoprono i piedi. Quando incontro le zone piatte è anche facile, ma quando mi imbatto in una montagna è diverso: è difficile scalare le montagne, e sono così stanca che per farcela mi devo alleggerire, e così lascio un po’ dell’acqua che porto con me. Non ho mai tempo da perdere, ho un lavoro importante da compiere. E’ colpa di quelle rocce! Perché la pelle deve per forza avere una superficie così rugosa? Le rocce non hanno considerazione per nessuno. Non si spostano per lasciarmi passare, a volte sono così calde che quando mi avvicino sono costretta a salire al cielo per non bruciare. Quando sono troppo alte, poi, mi fanno congelare.”.

Il sole andò dalle rocce, e le rocce risposero: “Perché dai la colpa a noi? Noi non facciamo nulla, ce ne stiamo solo sedute al nostro posto. Quando il sole splende su di noi ci scaldiamo, ma non siamo noi a volere questo calore. Siamo fatte così. Tu, sole, vuoi dare la colpa a noi, ma la verità è che è tutta colpa tua!”.

Così il sole andò via. Non voleva essere incolpato, ma così il problema non fece che peggiorare. Perché, vedete, era colpa di tutti. Tutti si stavano comportando come dovevano, seguendo ognuno le proprie leggi, ma l’ordine generale era minacciato, e presto la Terra non sarebbe più stata una magnifica perla nello spazio. Bisognava fare qualcosa… ma cosa?

Fortunatamente successe una cosa davvero meravigliosa: apparve qualcosa di nuovo sulla Terra, qualcosa di così piccolo da essere invisibile. Erano piccole particelle che avevano ricevuto un dono speciale, un potere in grado di salvare la Terra. Questo dono era la vita. Anche loro dovevano obbedire alle loro leggi, ma erano leggi diverse da quelle delle particelle precedenti: esse dovevano mangiare e crescere, ma non tutte lo stesso cibo. Inoltre dovevano riprodursi, cioè creare esseri simili a se stesse.

Le prime microscopiche particelle viventi si svilupparono nell’oceano. Mangiavano continuamente, e così facendo riuscirono a ripulire l’acqua dai sali minerali che vi erano disciolti. Con questi sali alcuni esseri costruivano attorno al loro corpo una conchiglia, e quando morivano questi gusci cadevano sul fondo del mare, tenendo i sali intrappolati con loro. Il tempo passava, e si accumularono strati su strati di queste conchiglie. Questi strati erano come le pagine di un libro: alcune queste pagine si sono scritte prima che noi uomini apparissimo sulla Terra, e ci sono state lasciate perché noi possiamo leggerle e sapere cosa è successo nei tempi più remoti.

Le prime creature viventi erano formate da una sola cellula, che da sola faceva tutto ciò che c’era da fare: mangiare, respirare, crescere, liberarsi degli scarti. Questi esseri microscopici, vagando nell’oceano, pulirono le acque, impiegando moltissimo tempo. Poi sembra che alcune di queste creature abbiano pensato: “Potremmo fare molto meglio di così! Uniamoci tra di noi, e formiamo insieme un’unica creatura più grande!”. Così si organizzarono e apparvero nell’oceano esseri formati da molte cellule, che continuavano ad alimentarsi, crescere e moltiplicarsi, come facevano le loro antenate.

Passò dell’altro tempo, e queste creature pensarono: “Perché, invece di fare tutte la stessa cosa, non ci dividiamo i compiti? Alcune di noi potrebbero occuparsi solo del cibo, alcune solo della respirazione, altre solo del movimento, e così via”. Così fecero, e nelle acque del nostro pianeta apparvero creature nuove, dotate di zampe, bocca, cuore, polmoni: creature con organi specializzati. Quando apriamo il grande libro della Terra alla prima pagina, vi troviamo tutte queste creature: esseri unicellulari, esseri pluricellulari, ed esseri muniti di organi (Aprire la linea del tempo dei viventi al Periodo Cambriano).

Ecco l’ameba, una creatura unicellulare senza guscio (indichiamo l’ameba disegnata sulla linea del tempo, o sovrapponiamo ad essa la carta dell’immagine dell’ameba).

Ed eccone un altro, chiamato flagellato, con due piccole fruste che gli servivano per muoversi. (indichiamo il flagellato disegnato sulla linea del tempo, o sovrapponiamo ad esso la carta dell’immagine).

Questa creatura è costituita da un gruppo di cellule. (indichiamo la spugna disegnata sulla linea del tempo, o sovrapponiamo ad essa la carta dell’immagine).

Anemoni di mare simili a questa (indichiamo l’anemone disegnata sulla linea del tempo, o sovrapponiamo ad essa la carta dell’immagine)vivevano ferme in un luogo. Per procurarsi il cibo, muovevano nell’acqua queste parti lunghe e sottili del loro corpo, e le piccole creature che vagavano nell’acqua lì attorno venivano trascinate nelle loro bocche.

C’erano poi delle creature molto particolari, che in questo antico oceano si trovavano in grandissima quantità (indichiamo i trilobiti disegnati sulla linea del tempo, o sovrapponiamo ad essi la carta dell’immagine), e che oggi chiamiamo trilobiti. Erano creature molto avanzate per il loro temo, e ne crebbero di diverse forme e dimensioni. Oggi sono estinti, ma vissero per un lunghissimo periodo di tempo negli oceani che ricoprivano il nostro pianeta.

(Apriamo ora la linea del tempo sul Periodo Ordoviciano)

Col passare del tempo, apparvero sulla Terra creature sempre più varie e si verificò ogni sorta di trasformazione negli esseri viventi. Guardate qui! Questa creatura è detta cefalopode (indichiamo il cefalopode sulla linea del tempo, o sovrapponiamo ad esso la carta dell’immagine), ed aveva le zampe attaccate alla testa.

(Apriamo la linea del tempo della vita sul Periodo Siluriano)

Passò dell’altro tempo, ed ecco apparire altri strani esseri: questi, ad esempio, sembrano fiori su uno stelo (indichiamo i crinoidi disegnati sulla linea del tempo, o sovrapponiamo ad essi la carta dell’immagine), e sono chiamati crinoidi, o gigli di mare, anche se si tratta di animali e non di piante. Essi stavano fermi in un luogo, come gli anemoni di mare, ed erano composti da un corpo molle e gelatinoso racchiuso in una serie di anelli duri, formati da sali minerali. Mentre lo stelo stava ancorato al fondale dell’oceano, le sue braccia fluttuavano nell’acqua per raccogliere il cibo, cioè per intrappolare le minuscole creature che nuotavano lì attorno. Quando i crinoidi morivano, il loro gambo crollava e cadeva sul fondo. Le acque era colme di vita, in questo periodo…

(Aprire la linea del tempo della vita al periodo Siluriano e Devoniano)

Arrivarono poi esseri viventi che, invece di mangiare altre creature, erano in grado di produrre il proprio nutrimento attraverso la luce del sole ed i sali minerali contenuti nell’acqua. Forse, alcune delle creature che vivevano nell’oceano, ad un certo punto avranno pensato: “Chissà come sarà la vita fuori dall’acqua!”, e così si spostarono verso le rive dell’oceano, e le onde e le maree le trasportarono sulla terraferma. Rimasero lì un po’, finchè di nuovo l’oceano le attirò a sé con le sue onde, ma venne il giorno in cui una di loro disse: “Oh, come è bello stare qui, invece che nell’acqua!” e decise di rimanere per sempre in superficie. Lì trovò molto sole e molta aria, e l’aria conteneva tutta l’anidride carbonica di cui aveva bisogno per produrre il proprio cibo e nutrirsi, così si attaccò al suolo, da cui traeva anche sali minerali ed acqua. (indichiamo le piante palustri disegnate sulla linea del tempo, o sovrapponiamo ad esse la carta dell’immagine)

E così, per la prima volta, una pianta apparve sulla Terra! E quando le piante morivano, lasciavano i loro corpi lì, preparando il terreno per altre le forme di vita a venire.

(Aprire la linea del tempo della vita sul Periodo Devoniano)

La vita a questo punto della storia si stava spostando sulla terraferma. E mentre le piante si diffondevano, apparvero nostro pianeta due nuovi tipi di esseri viventi: uno era il polipo del corallo che, nell’oceano, ha contribuito alla costruzione della superficie terrestre mangiando e trasformando i sali minerali disciolti nell’acqua; l’altro era un animale che aveva nel suo corpo una sorta di canna rigida. Fino ad allora, la parte più dura del corpo degli animali si trovava al di fuori del corpo, questo animale è stato il primo dotato di spina dorsale, cioè il primo vertebrato. Si trattava di un pesce, ma molto diverso dai pesci che conosciamo noi: era enorme ed aveva placche durissimo che lo rivestivano come una corazza (indichiamo i pesci corazzati senza mascelle disegnati sulla linea del tempo, o sovrapponiamo ad essi la carta dell’immagine)

Alcuni di questi pesci corazzati vivevano nelle profondità dell’oceano senza muoversi, aspettando con le bocche aperte che arrivasse del cibo da inghiottire; altri invece presero a nuotare e presto svilupparono pinne mobili che li aiutava nel movimento.

(Aprire la linea del tempo della vita sul periodo Carbonifero)

Nell’era successiva la superficie terrestre prese a salire, e luoghi che prima erano occupati dall’oceano, ora cominciarono a prosciugarsi. Poi la terra ha cominciato a salire. I pesci che vivevano in queste aree si trovarono fuori dall’acqua. Immaginate di essere una di queste creature: avete bisogno di acqua, ma l’acqua sta sparendo! Questi pesci, che ne avevano bisogno, cominciarono a pensare a cosa fare, ora che si trovavano sulla terraferma: si trattava di cambiare o morire. Così decisero di costruire un sacco all’interno del loro corpo, che contenesse una scorta d’acqua, in modo che, quando l’acqua mancava, essi erano comunque in grado di respirare. Così si svelò agli esseri viventi il segreto della respirazione, e sulla terra comparvero gli anfibi (indichiamo gli anfibi disegnati sulla linea del tempo, o sovrapponiamo ad essi la carta dell’immagine), animali che vivono in parte in acqua e in parte in superficie. Le pinne, una volta avvenuto il passaggio sulla terraferma, non erano di alcuna utilità, così si trasformarono diventando zampe.

Qualcosa di meraviglioso accadde con la nascita degli anfibi: si udì il suono della prima voce sul nostro pianeta. Una voce sulla Terra! Prima che arrivassero gli anfibi, il silenzio sul nostro pianeta era interrotto solo dal rumore della pioggia sulle rocce, o dal rombo del tuono. Immaginate che emozione sarebbe stata, aver potuto sentire il primo suono sulla Terra!

E nel frattempo anche alcune piante avevano lasciato l’oceano, e si erano sviluppate sulla superficie terrestre in una grande varietà di forme e dimensioni, producendo il cibo loro necessario attraverso l’aria e la luce del sole (indichiamo muschi e felci arboree disegnati sulla linea del tempo, o sovrapponiamo ad essi la carta dell’immagine).

C’erano anche numerosi insetti, che rappresentavano una fonte abbondante di cibo per gli anfibi (indichiamo gli insetti disegnati sulla linea del tempo, o sovrapponiamo ad essi la carta dell’immagine), che grazie a questo avevano una vita felice sulla terraferma, se solo non ci fosse stato un piccolo problema: la loro pelle li costringeva a vivere in prossimità dell’acqua, mentre loro cominciavano a desiderare la libertà. Volevano viaggiare, essere indipendenti! Volevano mangiare anche le piante e gli insetti che crescevano lontani dell’acqua… ma come fare?

(Aprire la linea del tempo della vita sul Periodo Permiano)

Lentamente sono riusciti a sviluppare un tipo nuovo di pelle, che non si asciugava, e per le proprie uova hanno inventato il guscio. Ora non c’era più alcun problema! E sulla superficie terrestre comparvero i rettili, animali con una pelle in grado di sopportare il calore del sole, e un guscio duro per le proprie uova, per impedire loro di asciugarsi (indichiamo i rettili disegnati sulla linea del tempo, o sovrapponiamo ad essi la carta dell’immagine). Ora questi animali poteva muoversi liberamente, e spostasi sulla Terra ovunque volessero.

E poi cosa successe? Poiché sulla superficie terrestre c’erano grandi quantità di anfibi e di piante, i rettili poterono prosperare, aumentando di numero, ma anche di dimensioni. Nulla poteva fermare queste creature, ed essi diventarono signori e padroni della Terra, prendendo possesso dell’oceano, della terraferma e perfino dell’aria.

 (Aprire la linea del tempo della vita sul Periodo Mesozoico)

Ecco l’immagine di una di queste creature: (indichiamo l’Apatosauro disegnato sulla linea del tempo, o sovrapponiamo ad esso la carta dell’immagine).

Sapete quanto era grande questa creatura? Era lunga venti metri! La sua testa era grande come il corpo di un uomo. E c’era qualcosa di molto singolare in questo gigante: aveva un cervello nella testa, e un cervello alla base della coda, in modo che i messaggi provenienti dalla coda non avessero bisogno di viaggiare fino alla testa. Potete immaginare come la Terra venisse scossa da queste enormi creature che si muovevano sulla sua superficie. Per quanto riguardava il cibo, poi, questi animali avevano a disposizione tutto ciò di cui avevano bisogno.

Poiché gli animali più piccoli non avevano nessuna possibilità di competere con questi giganti, essi si rifugiarono nelle zone più fredde della superficie terrestre, cioè dove l’ambiente era sfavorevole per la vita dei rettili. Col passare del tempo, per proteggersi meglio dal freddo, essi svilupparono un rivestimento sulla loro pelle, fatta di piume o peli, che serviva a mantenere il sangue caldo: nacquero i primi uccelli ed i primi mammiferi (indichiamo l’Archaeopteryx e il canguro preistorico disegnati sulla linea del tempo, o sovrapponiamo ad essi la carta dell’immagine).

Che cosa dire delle loro uova? Essi non potevano lasciarle fuori al freddo, così impararono lentamente a trattenerle nel proprio corpo. Solo gli uccelli non poterono farlo, perché per loro era impossibile portare nel loro corpo il peso delle uova e volare, così essi hanno imparato a costruire i nidi ed a covarle, alimentando i cuccioli finchè essi non sono in grado di procurarsi il cibo da soli.

(Aprire la linea del tempo della vita sul Periodo Cenozoico)

I mammiferi (indichiamo i mammiferi del Cenozoico disegnati sulla linea del tempo, o sovrapponiamo ad essi la carta dell’immagine), come abbiamo detto, impararono a tenere le uova all’interno del proprio corpo ma, cosa ancor più straordinaria, presero a nutrire i cuccioli con il proprio latte! Questo fu un fatto assolutamente nuovo: nessuna specie animale l’aveva fatto prima! Tutti gli altri animali, dopo aver deposto le uova le abbandonano, e quando nascono i piccoli, provvedono da subito a se stessi. Invece i piccoli degli uccelli e dei mammiferi rimangono coi genitori per un periodo più o meno lungo, fino a che non diventano autonomi.

Passò del tempo, e il clima della Terra subì un cambiamento: cominciò a fare sempre più freddo. I dinosauri cominciarono a scomparire dalla faccia del pianeta, anche se nessuno sa davvero come questo sia avvenuto, ed i mammiferi presero il sopravvento. Sono cresciuti e si sono moltiplicati, occupando tutta la terraferma; erano animali giganti: ippopotami giganti, elefanti giganti, maiali giganti… (indichiamo il grande erbivoro dell’Oligocene disegnato sulla linea del tempo, o sovrapponiamo ad esso la carta dell’immagine).

Anche se faceva davvero molto freddo, ed enormi lastre di ghiaccio ricoprivano la superficie terrestre, i grandi mammiferi riuscirono a prosperare a lungo, spostandosi continuamente in cerca di cibo e di un clima più mite, ma alla fine anch’essi si estinsero.

Al termine di questo periodo di glaciazione, poi, accadde qualcosa di molto interessante: comparve un nuovo tipo di creatura. Non aveva denti affilati per sbranare le prede, né enormi artigli per combattere, né una folta pelliccia per proteggersi, ma aveva qualcosa che nessun altro animale possedeva: un cervello più grande e luminoso, che aveva in sé il potere di pensare ed immaginare. Ed insieme al cervello, questa creatura portava dentro di sé anche una quantità enorme d’amore.  Questa nuova creatura è l’essere umano. (indichiamo l’uomo alla fine della linea del tempo della vita).

L’essere umano è una creatura diversa dagli altri animali, perché può andare oltre l’amore per la propria prole ed amare tutto ciò che la circonda, ed estendere questo amore anche a tutto ciò che non vede.

Vedete, era come se tutto quello che è successo (muovete la mano facendola scorre lungo tutta la linea del tempo di vita) doveva accadere per permettere la comparsa dell’uomo sulla Terra.

Gli esseri umani non avrebbero avuto nessuna possibilità di sopravvivere se fossero arrivati qui (indica il Periodo Cambriano), o qui (indicate il periodo Siluriano). Alla fine, però, tutto era pronto.

Se la Terra avesse una voce, avrebbe detto ai primi uomini: “Ho disteso tappeti di erba per i vostri piedi, in modo che voi possiate camminare su un terreno morbido. Ho messo fiori tra i miei capelli e mi sono ricoperta di gioielli per il vostro piacere. Ho riempito la credenza di latte, carni, frutta e verdura, per farvi mangiare. Giù in cantina ho accumulato il carbone e il ferro. Ora è tutto pronto, ed è tempo per voi, esseri umani, di venire da me. “.

Ed eccoci qui: tutto questo (muovete la mano facendola scorre lungo tutta la linea del tempo di vita) è stato preparato per noi, ed ora siamo parte della storia.

LA SECONDA GRANDE LEZIONE MONTESSORI

FIABA COSMICA ‘LA COMPARSA DELLA VITA’

terza versione

Presentazione

Se decidiamo di usarne una, posiamo la linea del tempo, ancora chiusa, sul pavimento, e raccogliamo i bambini attorno ad essa. Apriamola solo quel tanto che basta a mostrare i batteri. Se qualche bambino si lamenta perché non vede bene, ricordiamo che il cartellone verrà appeso ad una parete, e ci resterà per tutto l’anno scolastico. Se i bambini nel corso della narrazione pongono molte domande, si può dividere il racconto in più giorni, e magari ricapitolarla per intero alla fine.

carte seconda lezione versione 3

LA SECONDA GRANDE LEZIONE MONTESSORI  – Materiale:

  1. linea del tempo (facoltativa)
  2. una bottiglia di ammoniaca
  3. Immagine della Rodinia
  4. Immagine di batteri
  5. Immagine di cianobatteri
  6. Immagine di Ediacarani
  7. Aprire la linea del tempo sul Paleozoico
  8. Indicare il periodo Cambriano
  9. Immagine di alghe
  10. Immagine di amebe
  11. Immagine di organismi unicellulari
  12. Immagine di radiolari e foramiferi
  13. Immagine delle spugne
  14. Immagine di idre
  15. Immagine di platelminti
  16. Immagine di trilobiti
  17. Immagine di molluschi
  18. Immagine di echinodermi
  19. Immagine di anellidi
  20. Immagine del Pikaia
  21. Indicare il periodo Ordoviciano
  22. Immagine di cistoidi
  23. Immagine di coralli
  24. Immagine del NautIloide
  25. Immagine del Gondwana
  26. Indicare il periodo Siluriano
  27. Immagine di pesci corazzati
  28. Immagine di scorpioni di mare
  29. Immagine di trilobiti
  30. Immagine dei primi vegetali terrestri
  31. Indicare il periodo Denoviano
  32. Immagine di felci e funghi
  33. Immagine di insetti
  34. Immagine di anfibi
  35. Immagine della Laurasia
  36. Indicare il periodo Carbonifero
  37. Immagine di foreste di felci
  38. Immagine di libellule fossili
  39. Immagine di rettili
  40. Indicare il periodo Permiano
  41. Immagine di Terapsidi
  42. Immagine della Pangea
  43. Indicare il periodo Mesozoico
  44. Immagine di Pterosauri
  45. Indicare il periodo Giurassico
  46. Immagine di conifere
  47. Immagine di uccelli preistorici
  48. Immagine di Sauropodi
  49. Immagine della Laurasia e del Gondwana
  50. Indicare il periodo Cretaceo
  51. Immagine di piante da fiori
  52. Immagine di Adrosauridi
  53. Immagine di Stegosauri
  54. Immagine di Anchilosauri
  55. Immagine di Triceratopo
  56. Immagine di Tirannosauro
  57. Indicare il periodo Cenozoico
  58. Frammentazione della Pangea
  59. Immagini di mammiferi primitivi

In alternativa ho preparato una linea del tempo pronta per la stampa, in formato pdf, illustrata o muta con immagini  da inserire durante il racconto:

LA SECONDA GRANDE LEZIONE MONTESSORI 

Vi ricordate com’era la Terra al termine della nostra prima storia? La terra è nata nell’eone dell’ADEANO, circa 4,5 miliardi di anni fa. All’inizio era solo una massa vorticosa di polvere e particelle, ma ben presto si sono creati gli elementi e la forza di gravità, e si è formata la crosta terrestre. La Terra si è poi raffreddata, l’acqua è evaporata ed è ricaduta in forma di pioggia, e questa pioggia ha riempito tutte le cavità che incontrava, mentre molti vulcani continuavano con le loro eruzioni spaventose. Il cielo era del tutto diverso da quello che ammiriamo oggi: era di colore arancione e non offriva nessuna protezione dai raggi del sole; inoltre l’aria era composta da metano, idrogeno, ammoniaca, anidride carbonica, azoto e zolfo, tutte sostanze estremamente puzzolenti. Questo (aprire una bottiglia di ammoniaca) vi darà una vaga idea di come poteva puzzare, ma immaginate di aggiungervi odore di uovo marcio e di zolfo… Tutte queste sostanze che si trovavano nell’aria, rendevano la pioggia molto acida, e in grado di sciogliere i minerali presenti nelle rocce. A noi la pioggia non sembra un fenomeno tanto potente, a meno che non viviamo nelle zone del mondo in cui ancora si verificano grandi inondazioni, ma in realtà è potentissima, ed i sali di cui era composta la roccia si riversarono nell’oceano. L’acqua sulla superficie terrestre si mescolò agli elementi presenti nell’aria ed ai sali, mentre tempeste gigantesche infuriavano su tutto il pianeta. Gli scienziati pensano che, quando una tempesta elettrica colpì quest’acqua densa e scura, si verificò l’evento più incredibile che sia mai avvenuto, e proprio nell’oceano si svilippò un semplice alimento, una specie di brodo, anche se non c’era proprio nessuno che potesse nutrirsene.  Poi apparve la vita.

Siamo nel Proterozoico. Durante il Proterozoico le superfici rocciose della Terra si erano mosse ed incontrate tra loro, formando un supercontinente chiamato Rodinia, che galleggiava in un unico immenso oceano chiamato Panthalassa.  La vita in questo eone era microscopica e molto semplice, ma da subito seguì le leggi dei viventi, che tutti avrebbero seguito dopo di lei, per sempre: mangiare, crescere, riprodursi. Questa microscopica forma di vita restò tutta sola sulla Terra per più di un miliardo di anni, ma in questo tempo riempì l’oceano e, nutrendosi delle sostanze disciolte nell’acqua, la ripulì progressivamente. Chiamiamo questi primi viventi Procarioti o Monere. Non importa che siano passati 4000 milioni di anni dalla loro prima comparsa: questi minuscoli organismi vivono ancora oggi. L’evento più importante del Proterozoico fu che l’atmosfera si caricò di ossigeno, grazie ai procarioti, soprattutto cianobatteri, e per le numerose glaciazioni. Cosa sono i Cianobatteri? I batteri sono organismi molto resistenti, i più antichi viventi della Terra. Alcuni di essi, col tempo, cambiarono abitudini, preferendo alimento diverso da quello offerto dal denso oceano: la luce solare. Questi organismi sono unicellulari e a volte vivono in colonie. I Cianobatteri sono organismi unicellulari che si riproducono dividendosi in due, e che producono ossigeno, e sono anche chiamati alghe azzurre. Lentamente crearono una nuova atmosfera così ricca di ossigeno, che non piaceva ai primi Procarioti, anzi per loro era proprio tossica, così essi si nascosero sotto i Cianobatteri, che crescevano in forma di enormi tappeti galleggianti sulla superficie dell’oceano. Possiamo dire che i Cianobatteri hanno protetto i loro fratelli. Infine questi tappeti galleggianti si sono induriti formando grandi Stromatoliti che si allinearono lungo i bordi dei nuovi continenti: si trattava delle prime barriere coralline. Gli Stromatoliti hanno riempito gli oceani della Terra fino a circa 600 milioni di anni fa, poi sono lentamente scomparsi. Quale può essere stata la causa? Nello stesso periodo in cui si sono evoluti i Cianobatteri, è apparsa nell’oceano una nuova forma di vita, più complicata: gli Eucarioti, organismi che oggi appartengono a più regni (Protisti, Piante, Funghi e Animali), ma che in un primo momento erano solo grandi organismi unicellulari del regno dei Protisti. Gli organismi Eucarioti erano in grado di mangiare organismi viventi più piccoli, ma in realtà questi organismi più piccoli continuavano a vivere all’interno degli organismi più grandi, quindi non si trattava proprio di mangiare. Gli organismi più piccoli, dall’interno, li aiutavano.

E questo miscuglio di due organismi insieme ha prodotto numerosi cambiamenti. Alcuni di questi organismi hanno cominciato a vivere insieme, prima formando colonie, poi unendo le loro cellule e dividensosi i compiti: alcune si occupavano del cibo, altre della respirazione, altre del movimento. Gli scienziati hanno chiamato queste forme di vita più complesse Ediacarani. Gli scienziati ritengono che potessero gonfiarsi fino a raggiungere dimensioni enormi: quindi potrebbero aver assorbito ossigeno e sostanze nutritive direttamente dall’acqua, oppure ancora, può darsi che si nutrissero di Stomatoliti. Può essere che siano stati loro i responsabili della scomparsa degli Stomatoliti.

Siamo ora nell’Era del Paleozoico. Paleozoico (aprire la linea del tempo sul Paleozoico) significa ‘vita antica’, infatti, la maggior parte delle forme di vita della Terra si sono sviluppate durante questa era geologica, che si suddivide in sei periodi: Cambriano, Ordoviciano, Siluriano, Denoviano, Carbonifero e Permiano. L’era del Paleozoico comincia 542 milioni di anni fa, poco dopo la prima divisione del supercontinente Rodinia in supercontinenti più piccoli, alla fine di un’era glaciale. Molte forme di vita, tra cui gli Edicariani, si estinsero. In questa era, apparvero i primi fossili.

Il periodo Cambriano (indicare il Cambriano) è noto come il tempo dell’esplosione della vita: gli scienziati hanno calcolato in questo periodo l’apparizione di oltre 900 specie di viventi. Il loro lavoro è ora molto facilitato, perché i nuovi animali apparsi sulla Terra avevano sviluppato delle corazze (o conchiglie) che ricadendo sul fondo dell’oceano si trasformavano in fossili, e questo ha permesso uno studio più accurato. Quasi tutte queste forme di  vita erano invertebrati, cioè non avevano una spina dorsale interna, e vivevano tutti nell’oceano, anche se alcuni batteri probabilmente si erano già avventurati sulla terraferma. Molti di questi animali, tutti eucarioti, ci sarebbero stati familiari, al giorno d’oggi. All’inizio di questo periodo, le forme di vita presenti nell’oceano erano batteri, alghe e spugne. Si svilupparono le Alghe unicellulari che si comportano come le piante, cioè si nutrono dei raggi solari e rilasciano come scarto l’ossigeno. C’erano le Amebe che per nutrirsi circondano e inglobano il cibo. C’erano i cianobatteri, che si moltiplicarono molto velocemente, e rilasciarono nell’oceano grandi quantità di ossigeno. C’era l’Euglena, anche lei un protista essendo un po’ animale e un po’ pianta, perché si nutre sia con la fotosintesi con le particelle organiche. C’erano poi il Paramecium, un organismo microscopico unicellulare con migliaia di piccoli peli sul corpo; i radiolari e i foramiferi, di cui possiamo studiare i fossili, perché rivestiti da una conchiglia. Le Alghe rosse sono tra gli organismi eucarioti più antichi della Terra. Le spugne (o poriferi) furono probabilmente tra i primi animali che visseso nel periodo Cambriano. Si tratta di molti minuscoli organismi che lavorano insieme come se fossero un organismo unico. Infatti, se prendiamo una spugna viva e la facciamo passare attraverso un colino, vedremo che essa si divide, ma una volta passata attraverso le maglie, tenderà a ricongiungersi finchè ad un certo punto tutti gli organismi che la compongono torneranno di nuovo uniti formando una spugna sola. Ovunque nell’oceano le cellule cooperavano tra loro.  I celenterati (o cnidari) furono probabilmente i primi animali in grado di muoversi. Appartengono ai celenterati le odierne meduse, i coralli, le idre e gli anemoni di mare. Hanno due strati di cellule diverse, nervi e muscoli, che lavorano insieme per permettere il movimento. Essi non si muovono con uno scopo, però, ma solo per fluttuare nell’acqua, in qualsiasi direzione capiti. Essi hanno anche cellule specializzate all’interno dei loro tentacoli, che possono pungere una preda, però non sono dei cacciatori veri e propri: stanno semplicemente ad aspettare sul fondo marino finchè non è la preda stessa ad arrivare. Le Idre erano l’organismo più evoluto di questo periodo: erano carnivori che usavano i tentacoli per catturare la preda e spingerla nella bocca. I vermi piatti (o platelminti) furono probabilmente i primi cacciatori attivi: avevano tre strati di cellule, un cervello molto semplice, e un cordone nervoso che attraversa il loro corpo nel senso della lunghezza. Hanno simmetria bilaterale come noi, una testa e una coda. Non hanno occhi, ma hanno le cellule sensibili alla luce, chiamati ocelli, e sono in grado di muoversi e cercare attivamente il cibo. I crostacei (o artropodi marini) furono, nel Cambriano, gli animali marini di maggior successo. Sono crostacei gli odierni granchi, i gamberi, le aragoste. Artropodi significa ‘dal piede snodato’, che indica il fatto che questi animali possono piegare le loro zampe. Tutti gli artropodi hanno corpi divisi in segmenti, e sono rivestiti da un’armatura protettiva chiamata esoscheletro. Quando crescono, devono uscire dal guscio, costruirne uno più grande ed entrarvi. Hanno sviluppato un’incredibile varietà di cellule specializzate: antenne, artigli, ali, corazze, bocca. I Trilobiti furono gli artropodi che riempirono i mari durante il Paleozoico. Il loro corpo era formato da tre segmenti, e ne esistevano di moltissime varietà diverse. Nel Cambriano la maggior parte di essi viveva sul fondo dell’oceano, e non nuotavano. Probabilmente si trattava di predatori che si nutrivano di animali più piccoli, forse erano spazzini, cioè mangiavano animali morti. Alcuni di essi avevano occhi simili agli insetti e ai crostacei odierni. I molluschi furono gli animali capaci si sviluppare la miglior difesa contro tutti questi nuovi predatori: hanno costruito una conchiglia intorno ai loro corpi molli. Sono molluschi di oggi le vongole, le lumache, lumache, i calamari e i polpi. Le loro conchiglie sono gusci dotati di camere riempite con acqua e aria, che possono essere regolate per farli scendere o salire in acqua. Gli echinodermi sono le odierne stelle marine, i gigli di mare, i ricci di mare, i cetrioli di mare. Questi animali si sono sviluppati assumendo una forma molto particolare, costituita da cinque parti radiali che si dipartono da un centro, e non hanno cervello. Le loro cinque zampe sono ricoperte da piedi tubolari, che usano per muoversi e per fare leva quando devono aprire i loro molluschi preferiti. I loro corpi dono rivestiti da placche fisse, spesso spinose e ricoperte da una pelle sottile. La maggior parte di questi animali hanno un potere molto speciale: la rigenerazione. Significa che sono in grado di riprodurre un arto, una volta che l’hanno perso. Gli anellidi sono, ad esempio, i lombrichi.  Possiamo pensare che si tratti di animali umili, ma in realtà sono incredibilmente potenti ed utili, in quanto smomovo il terreno ripulendolo delle scorie, e svolgendo questo lavoro rilasciano anidride carbonica, elemento prezioso per la crescita delle piante. Il corpo degli anellidi è composto da bande a forma di anello, chiamati segmenti. Hanno un sistema per la circolazione del sangue e dell’ossigeno, una bocca e un ano. Gli anellidi si muovono strisciando, ed i fondali del periodo Cambriano erano pieni di questi piccoli animali scavatori. I cordati furono altri animali marini molto importanti del periodo Cambriano. Erano simili all’odierna anguilla, e la loro importanza sta nel fatto che si trattava di animali che possedevano una canna rigida che percorreva nel senso della lunghezza il loro corpo, all’interno, per proteggere il nervo principale che discendeva dal cervello verso la periferia. Il cordato più importante del Cambriano fu il Pikaia, che gli scienziati considerano nostro antenato, e che è vissuto 500 milioni di anni fa. Dopo il periodo Cambriano, ogni epoca successiva ha portato qualche nuovo cambiamento, che ha permesso ad alcune specie di sopravvivere, mentre ha portato altre all’estinzione.

Nell’Ordoviciano (indicare il periodo Ordoviciano), iniziato 500 milioni di anni fa, i Cistoidi cominciarono a governare le acque terrestri. Vivevano verso le rive, in acque poco profonde, e si tenevano strettamente ancorati alle rocce. Avevano gusci duri intorno al corpo, ed hanno contribuito alla formazione delle spiagge sulle rive dei mari. Apparvero anche numerosi Coralli in quest’epoca, che costruirono enormi barriere coralline. Apparvero poi nuovi e feroci predatori, i Cefalopodi, che devono questo nome al fatto che avevano le braccia sulla testa. Alcune conchiglie cefalopodi erano molto simili alle conchiglie odierne, e dovevano essere splendidamente colorate. Uno di loro, il Nautiloide, crebbe fino a raggiungere i 9 metri di lunghezza: aveva tentacoli muniti di ventose appiccicose, e un becco durissimo che usava per rompere i gusci delle prede. Durante l’Ordoviciano i continenti a sud si erano uniti in un supercontinente chiamato Gondwana e ci fu un’altra grande glaciazione. Alla fine del periodo Ordoviciano ci furono estinzioni di massa che portarono alla scomparsa della metà degli organismi multicellulari che vivevano nel mare.

Durante il periodo Siluriano (indicare il periodo Siluriano) la Gondwana continuò a spostarsi a sud, mentre intorno all’Equatore si formò un supercontinente chiamato Euramerica, attraverso lo scontro dell’Europa con il Nord America. La forza dell’urto portò alla formazione delle lunghe catene montuose che vanno dalla costa orientale degli USA alla Norvegia. Dopo le estinzioni di massa dell’Ordoviciano la vita riprese. Il clima caldo e umido favorì la vita marina. Nell’oceano apparvero i primi pesci, che non avevano mascelle ed aspiravano il cibo dai fondali. Questi primi pesci erano coperti di placche ossee di protezione. Alla fine del periodo Siluriano sviluppano mascelle e pinne e si ricoprirono di piccole squame sovrapposte, come i pesci odierni. I predatori più feroci erano artropodi chiamati scorpioni di mare. Il più grande misurava fino a 6 metri di lunghezza ed aveva pinze molto taglienti, zampe sulla testa, davanti alla bocca, e per muoversi utilizzava la coda e delle braccia laterali. Aveva occhi molto grandi. In risposta, i trilobiti, che riempivano ancora l’oceano a quel tempo, svilupparono corazze ancora più dure e probabilmente impararono ad appallottolasi per proteggersi. Al termine del Periodo Siluriano la Terra era ancora un luogo molto ostile: i vulcani erano ancora in eruzione, e sulla superficie terrestre imperversavano forti venti, mentre i raggi solari erano fortissimi. La terraferma era costituita da sola roccia. Si verificò allora un altro grande evento che avrebbe cambiato per sempre la Terra: alghe marroni, rosse e verdi prosperavano nelle acque poco profonde lungo le coste, formando enormi letti che a volte le onde portavano a riva, dove morivano. Col tempo alcune delle alghe verdi hanno sviluppato un sistema per proteggersi dalla disidratazione, creandosi un rivestimento ceroso chiamata cuticola, che aveva delle piccole apertura che permettevano di assorbire comunque anidride carbonica ed espellere ossigeno. In seguito hanno sviluppato radici che servivano a tenerle ancorate al suolo ed a trarre da esso sali minerali ed acqua. Questi primi vegetali terrestri non erano molto alti, anzi erano simili agli odierni muschi, eppure hanno iniziato a trasformare molto lentamente la superficie terrestre.

Nel periodo Devoniano (indicare il periodo Denoviano) le piante si erano già molto evolute, sviluppando steli rigidi che permettevano loro di elevarsi dal suolo, radici e foglie. C’erano enormi foreste di felci, e comparvero anche i funghi. Le piante hanno cominciato a lavorare la roccia con le proprie radici, e quando morivano i loro resti si mescolavano a funghi e batteri formando strati su strati di materiale terroso, che lentamente ricoprì la superficie terrestre. I piccoli artropodi presto cominciarono ad uscire dall’oceano per approfittare di tutto questo nuovo cibo che si era creato sulla terraferma e si svilupparono i primi insetti.

I pesci intanto avevano continuato ad evolversi, ed avevano popolato tutto l’oceano. C’erano pesci dotati di armatura ossea, pesci con la pelle squamosa, pesci con o senza mascelle, pesci con cartilagine o con ossatura interna. Alcune specie svilupparono delle pinne dotate di muscoli, chiamate pinne lobate, a differnza delle pinne della maggior parte dei pesci che sono invece ossee. Questi pesci particolari avevano anche una vescica natatoria che li aiutava a salire e scendere nell’acqua. Questi pesci, trovandosi in superficie, trasformarono le loro pinne carnose in zampe, e le vesciche natatorie in polmoni, e così nacquero gli anfibi, animali in grado di vivere sia sulla terraferma sia nell’acqua. Anche gli anfibi si sono evoluti in forme diverse: alcuni erano enormi e vivevano la maggior parte della loro vita in acqua, mentre i più piccoli vivevano principalmente in superficie, ma sempre vicino all’acqua, nutrendosi di insetti. Nel Denoviano, mentre il Gondwana continua a dominare l’emisfero sud, dall’unione di Euramerica e Siberia si formò la Laurasia. Si formarono i monti Appalachi in America e le catene montuose in Gran Bretagna e Scandinavia.

Il periodo Carbonifero (indicare il periodo Carbonifero) è così chiamato proprio perché è stata l’epoca in cui nel sottosuolo si è creato il carbone. In superficie si erano sviluppate foreste di felci alte anche 150 metri, e gli insetti sciamavano ovunque: c’erano ragni, scarafaggi, cavallette, coleotteri e millepiedi. Alcuni insetti svilupparono le ali, e ronzavano tra le piante per sfuggire ai predatori. Le libellule potevano raggiungere i 70 centimetri. Presto arrivarono anche farfalle e falene. Però in quell’epoca non c’erano ancora animali sufficienti ad abbattere la grande quantità di materia vegetale morta che si accumulava ai piedi delle foreste, così tutta questa materia cominciò ad accumularsi in strati che lentamente si trasformarono in carbone. Avvenne poi che alcuni anfibi si stancarono di vivere vicino all’acqua: volevano andare più lontano per cacciare gli insetti e trovare piante da mangiare. Così questi animali svilupparono una pelle che non si asciugava sotto i raggi cocenti del sole, e iniziarono a rivestire le loro uova con un guscio duro: nacquero così i rettili. Al termine del Carbonifero apparvero le prime piante che si riproducevano attraverso semi, e non spore. I semi, trasportati dal vento, erano in grado di viaggiare molto lontano, e così anche le zone più aride dei continenti si rivestirono di una folta vegetazione.

Il periodo Permiano (indicare il periodo Permiano) inizia dunque con la diffusione dei rettili. I primi avevano zampe laterali ed erano piccoli mangiatori di insetti, però erano già in grado di vivere lontano dall’acqua. Al termine di questo periodo, enormi rettili vagavano sulla Terra: alcuni avevano sviluppato enormi vele sulla schiena, ed alcuni erano ferocissimi carnivori, mentre altri erano tornati al mare ed avevano sviluppato nuovamente le pinne. I Terapsidi furono i primi ad avere zampe che crescevano sotto al corpo, e non lateralmente. Questo permetteva loro di muoversi più velocemente. Tenendo il torace alto e libero di espandersi, non avevano bisogno di fermarsi per respirare. Alcuni divennero animali a sangue caldo, cioè erano in grado di regolare la loro temperatura corporea senza l’aiuto del sole: questo significava che potevano essere attivi per periodi di tempo più lunghi. Avevano una dentatura simile a quella dei mammiferi odierni, ed avevano inoltre sviluppato la capacità di respirare anche durante la masticazione, così non dovevano più ingoiare il cibo intero. Alcuni erano dotati di pelliccia. Ormai gli esseri viventi aveno popolato ogni angolo della Terra. Ogni animale svolgeva un suo particolare compito. I predatori perfezionavano le loro tecniche di caccia, le prede le loro strategia di difesa. Poi avvenne qualcosa sul nostro pianeta, che cambiò tutto. Gli scienziati non sanno ancora esattamente cosa sia successo, ma le ipotesi sono molte: forse enormi eruzioni vulcaniche hanno avvelenato l’atmosfera; forse si è schiantato sulla Terra un enorme meteorite che ha causato un brusco cambiamento climatico; forse gli animali non sono stati in grado di adattarsi alle grandi montagne che si sono create in questo periodo. Non si sa. Ad ogni modo, ci fu una grande estinzione, la più grande che sia mai avvenuta sulla Terra. Questa estinzione di massa ha coinvolto sia gli ambienti terrestri, sia gli ambienti marini, facendo scomparire i trilobiti, tutti i grandi anfibi e alcune specie dei piccoli. Sparirono anche molte piante acquatiche. Durante il Permiano tutte le terre emerse si erano riuniti una grande massa continentale chiamata Pangea.

L’era successiva è nota col nome di Mesozoico (indicare il periodo Mesozoico), che significa vita media. Il Mesozoico si suddivide in Triassico, Giurassico e Cretaceo.

La fine del Permiano aveva lasciato molte zone della Terra disabitate, e gli esseri sopravvissuti all’estinzione di massa si sono evoluti molto rapidamente: comparvero i dinosauri. Già nel Permiano alcuni rettili avevano sviluppato delle membrane di pelle che utilizzavano per planare tra gli alberi, ma ora comparvero i primi animali muniti di ali vere e proprie, e in grado di volare: gli Pterosauri.

Nel Giurassico (indicare il periodo Giurassico) il clima tornò ad essere più piovoso, e si formarono enormi foreste di conifere e felci, come nel Carbonifero.  Sulla superficie terrestre si erano formati laghi e fiumi, ed agli oceani che dividevano i continenti si erano aggiunti mari meno profondi. Sorsero grandi barriere coralline, popolate di polpi e calamari. Gli insetti si erano evoluti molto rapidamente, ed erano apparse api, mosche, formiche, vespe. Gli Pterosauri volavano ancora nei cieli, ma verso la fine di questo periodo apparvero gli uccelli veri e propri, col becco senza denti, e ricoperti di piume. I rettili dominavano ancora la Terra. Nei mari e negli oceani enormi rettili marini vivevano a fianco di squali e pesci. Sulla terraferma i dinosauri più comuni erano i Sauropodi: enormi animali dal collo lungo, che trascorrevano le loro giornate sgranocchiando le foglie che trovavano sugli alberi ad alto fusto.  Apparvero tartarughe e coccodrilli, ma anche nuovi giganti carnivori, dinosauri che camminavano sulle due zampe posteriori, mentre quelle anteriori erano munite di potenti artigli. Nel Giurassico il supercontinente della Pangea si divise in un supercontinente del nord, la Laurasia, e uno a sud, la Gondwana.

Nel Cretaceo (indicare il periodo Cretaceo) comparvero negli oceani aragoste, granchi e gamberi. Sulla terraferma comparvero i serpenti e nei cieli uccelli marini che si nutrivano di pesce. Nel regno vegetale fecero la loro apparizione i fiori, che gli insetti aiutarono a diffondere in ogni luogo della terra, trasportando il loro polline: oggi esistono circa 250.000 specie di piante da fiore, mentre le altre sono in tutto 50.000, e questo dimostra il successo di questo tipo di pianta rispetto alle altre. Gli Adrosauridi erano i dinosauri più diffusi. Vivevano in branchi. C’erano poi gli Stegosauri e gli Anchilosauri, tutti animali che avevano corpi dalle forme molto elaborate, con punte e strane corni sporgenti, e molto diversi dai dinosauri del Giurassico. Verso la fine del Cretaceo comparve anche il Triceratopo. Il predatore più temibile era il Tirannosauro. Poi successe nuovamente qualcosa che per noi rimane avvolto nel mistero, e tutti i dinosauri si estinsero, insieme a molte altre specie di piante ed animali, mentre quelle che sopravvissero cambiarono per adeguarsi al nuovo ambiente. Ricordate ad esempio i rettili che erano diventati a sangue caldo? Ebbene, questi animali divennero marsupiali in grado di produrre il latte per nutrire i piccoli.

Il Cenozoico (indicare il periodo Cenozoico), nome che significa ‘nuova vita’ è diviso in due periodi: Terziario e Quaternario. In questa era si completò la frammentazione della Pangea: Nord America e Groenlandia si separarono dall’Eurasia. L’Australia e l’India cominciarono a spostarsi verso Nord-Est. L’Antartide si separò dall’Australia. L’India entrò in collisione con l’Asia portando alla formazione della catena dell’Himalaya. In questo periodo pesci e squali furono i più grandi carnivori marini. Sulla terraferma i mammiferi cominciarono a colmare le lacune lasciate dall’estinzione dei dinosauri. La maggior parte dei primi mammiferi erano mangiatori di piccoli insetti, per lo più notturni, perché al tempo dei dinosauri era il modo più sicuro per vivere. Ora che i dinosauri erano scomparsi, poterono proliferare e ne comparvero di tipi molto diversi: alcuni vivevano sugli alberi, come gli scoiattoli odierni; alcuni avevano zanne e corna; alcuni tornaro a vivere nell’oceano prendendo il posto dei dinosauri marini. Divennero uccelli comuni sulla Terra pinguini, anatre, gabbiani, aironi, pellicani, e successivamente pappagalli, piccioni, picchi, corvi e falchi. Un altro gruppo di mammiferi assunse enorme importanza: i mammiferi placentati. Il loro successo è dovuto al fatto che la loro prole ha una maggiore percentuale di sopravvivenza degli altri, e per questo si diffusero in tutte le zone della Terra. Oggi esistono più di 4000 specie di mammiferi placentati, che si sono adattati a tutte le zone climatiche: dalle più secche alle più umide, dalle più fredde alle più calde, dall’aria all’acqua.  In questo periodo apparvero sulla Terra talpe, serpenti velenosi, conigli, cammelli, topi, ratti, cavie, istrici e avicole, e alla fine di questo periodo anche gatti, cani ed orsi. Tra i mammiferi terrestri più grandi c’era il lupo gigantesco (Megistoterio): la sua testa era due volte più grande come un orso grizzly. Il Diatryma era invece un uccello carnivoro, incapace di volare, alto fino a due metri. Quando il primo elefante apparve, somigliava più che altro ad un grande maiale dal naso lungo, ed il primo cavallo era circa delle dimensioni di una volpe.

Infine, comparve sulla terra un nuovo essere, che camminava su due gambe ed era diverso da tutte le forme di vita comparse prima di lui, dando inizio ad una nuova storia: la nostra. Ma quello lo racconteremo un altro giorno. E sai una cosa? Ci sono degli scienziati che affermano che viviamo ancora nell’era dei batteri, la prima forma di vita che abbiamo incontrato nella linea del tempo dei viventi, perché sulla Terra ci sono più batteri che qualsiasi altra forma di vita. È un peccato che non ne riconosciamo l’importanza: nessuna vita sarebbe comparsa sulla Terra, e nulla sarebbe esistito, senza di loro.

LA SECONDA GRANDE LEZIONE MONTESSORI 

LA SECONDA GRANDE LEZIONE MONTESSORI  – Lezioni chiave

  • I regni della natura.
  • Classificazioni per regno, tipo, classe e ordine dei viventi.
  • Rocce sedimentarie.
  • Biomes
  • I Continenti (cartografia)
  • Le cellule
  • Le grandi estinzioni
  • Il tempo geologico (eoni, ere, periodi, epoche)

LA SECONDA GRANDE LEZIONE MONTESSORI Idee per i giorni seguenti:

  • Far comporre ai bambini la linea del tempo dei viventi.
  • Presentare l’orologio delle ere geologiche.
  • Presentare il calendario della Terra.

LA SECONDA GRANDE LEZIONE MONTESSORI Carte per il linguaggio

LA SECONDA GRANDE LEZIONE MONTESSORI Carte operative (comandi)

  • Esperimenti scientifici
  • Attività artistiche e manuali
  • Questionari in scheda per le ricerche (un esempio, relativo ai dinosauri, qui:

LA SECONDA GRANDE LEZIONE MONTESSORI

 

LINEE DEL TEMPO PER LA COMPARSA DEI VIVENTI

LINEE DEL TEMPO PER LA COMPARSA DEI VIVENTI Ho preparato una serie di tutorial per preparare delle linee del tempo che possono essere utili per la presentazione della seconda lezione cosmica montessoriana,

sia per gli esercizi dei bambini nel periodo successivo.

Come sempre ho ricercato le soluzioni più pratiche ed economiche, in modo che il lavoro possa essere facilmente presentato a casa o nelle scuole che non dispongono di tutte le risorse necessarie per accedere ai materiali Montessori ‘firmati’.

Una linea del tempo della vita, molto economica, può essere facilmente realizzata con una corda (acquistabile in tutti i negozi di ferramenta e di fai da te a meno di 50 centesimi al metro). Prese le dovute misurazioni, la corda viene separata da mollette da bucato per distinguere le ere geologiche. La corda, che misura nel tutorial che ho preparato 4,6 metri, avrà così funzione di guida nello svolgersi del racconto, e potrà essere usata dai bambini per lo studio nei giorni successivi:

tutorial qui:

Anche un rotolino di carta o di nastro scrivibile graduato da srotolare, può assolvere magnificamente a questa funzione di guida, se preferite:

tutorial e pdf qui:

La corda o il nastro possono essere distesi direttamente sul pavimento, oppure su un lungo foglio di carta bianca. Possiamo anche preparare una lunga striscia di tessuto nero, o un lungo ‘tappeto’ formato da pezze di colore diverso a seconda dell’era geologica che rappresenta.

Si può poi optare per la preparazione di un lungo cartellone, che terremo disteso sul pavimento per narrare la storia e posizionare le illustrazioni, e che poi potremo appendere ad una parete: sarà molto utile ai bambini per il loro lavoro di studio e ricerca dei giorni seguenti:

tutorial e pdf qui:

Il materiale consiste di una linea del tempo disegnata (completa) ed una seconda linea del tempo muta. La linea del tempo completa potrà essere utilizzata per la narrazione della storia, e poi servirà da controllo per il lavoro dei bambini sulla linea del tempo muta: possiamo stenderle entrambe sul pavimento, oppure appendere la linea illustrata ad una parete, per la consultazione.

Ognuna di queste linee del tempo della vita, dalla corda ai cartelloni, saranno accompagnate da vario materiale che tratta una specifica era geologica, e un set di immagini da posizionare correttamente lungo la linea:

Trovi molto di questo materiale qui: https://www.lapappadolce.net/category/guida-didattica-montessori/educazione-cosmica/.

LINEE DEL TEMPO PER LA COMPARSA DEI VIVENTI

Le linee del tempo possono essere realizzate utilizzando diverse scale. Possono anche essere costruite dai bambini, individualmente o in gruppo. In ogni tutorial troverete la scala utilizzata e i dati necessari, se volete realizzarle in classe.

Una linea del tempo davvero economica e che farà grande impressione nella mente dei bambini, è questa linea del tempo, lunga più di 200 strappi, da realizzare con la carta igienica, seguendo le tabelle scaricabili nel tutorial:

Con le linee del tempo è possibile fare numerosi esercizi interessanti…

LINEE DEL TEMPO PER LA COMPARSA DEI VIVENTI

Linee del tempo per la comparsa dei viventi stampabili

Linee del tempo per la comparsa dei viventi stampabili in formato pdf. Questo materiale può essere utile durante la presentazione della seconda grande lezione Montessori,

e può essere poi  appeso come cartellone nella stanza.

Ho preparato due linee, ed ognuna comprende:
– la linea del tempo completa di immagini e didascalie
– una linea del tempo muta, da far completare ai bambini
– i cartellini delle immagini con le didascalie da inserire nella linea del tempo muta.

Linee del tempo per la comparsa dei viventi
PRIMA LINEA DEL TEMPO

Linee del tempo per la comparsa dei viventi

– linea del tempo con immagini
– linea del tempo bianca
– immagini per la linea del tempo.

Linee del tempo per la comparsa dei viventi
SECONDA LINEA DEL TEMPO

Linee del tempo per la comparsa dei viventi

– linea del tempo 2 con immagini
– linea del tempo 2 muta
– linea del tempo 2 immagini.

Linee del tempo per la comparsa dei viventi

Corda del tempo per la comparsa dei viventi

Corda del tempo per la comparsa dei viventi lunga 4,6 metri: tutorial. Una linea del tempo della vita, molto economica, può essere facilmente realizzata con una corda (acquistabile in tutti i negozi di ferramenta e di fai da te a meno di 50 centesimi al metro). Prese le dovute misurazioni, la corda viene separata da mollette da bucato per distinguere le ere geologiche. La corda avrà così funzione di guida nello svolgersi del racconto della seconda fiaba cosmica Montessori,

e potrà essere usata dai bambini per lo studio nei giorni successivi, nell’ambito della seconda grande lezione:

Materiali utili per accompagnare le linee del tempo:

– modelli di pianeti del sistema solare: il tutorial per realizzare i modelli dei pianeti in scala, con la pasta di sale, è qui:

– cartellini coi nomi delle ere geologiche: puoi scaricarli e stamparli in formato pdf qui:

– carte illustrate delle nomenclature per le ere geologiche ed i viventi apparsi in ognuna: 

(trovi altre carte illustrate, meno dettagliate, anche nel post sulla seconda grande lezione cosmica Montessori).

Corda del tempo per la comparsa dei viventi

Corda del tempo per la comparsa dei viventi – Materiale occorrente:
– una corda lunga circa 5 m (le ere geologiche occupano in tutto 4,6 m)
– mollette da bucato
– righello e metro da sarto
– tabella con le indicazioni dei nomi delle ere geologiche e dei centimetri che ogni era occupa lungo la corda:

Corda del tempo per la comparsa dei viventi – Come si fa:

Semplicemente mettere una molletta ad un capo della corda (inizio del Precambriano), e da lì, seguendo la tabella e misurando col metro o col righello, procedere a posizionare la seconda molletta a 4.057 cm dalla prima per l’inizio del Paleozoico, da questa molletta la prossima a 296 cm, e via così fino al Cenozoico.

Stesa la corda sul pavimento, o meglio su di un tappeto, posizionare i cartellini:

e tutto il materiale didattico scelto.

Corda del tempo per la comparsa dei viventi

Linea del tempo di carta igienica per la comparsa dei viventi

Linea del tempo di carta igienica per la comparsa dei viventi, impressionante per la sua lunghezza, ma estremamente economica e semplice da realizzare, anche coi bambini. Può stimolare il lavoro di approfondimento e ricerca dopo la seconda grande lezione Montessori.

Linea del tempo di carta igienica per la comparsa dei viventi – Scopo del lavoro :
dare una dimostrazione grafica dell’enorme estensione del tempo geologico rispetto ai tempi recenti.

Linea del tempo di carta igienica per la comparsa dei viventi – Materiale occorrente:
– un rotolo di carta igienica (231 strappi o più)
– penne a gel (a differenza dei pennarelli non spandono e restano leggibili)
– nastro adesivo trasparente per le eventuali riparazioni riparazioni
– un righello (solo per tracciare le linee, non per misurare)
– tabelle 1 e 2. Le tabelle stampabili in formato pdf sono qui:

Linea del tempo di carta igienica per la comparsa dei viventi – TABELLE

Linea del tempo di carta igienica per la comparsa dei viventi – Direttive generali

Prima di iniziare, fare delle prove sul primo strappo del rotolo con la penna gel, per assicurarsi che il tratto risulti ben leggibile.
Il lavoro consisterà nell’utilizzare le perforazioni tra gli strappi come un righello, segnando le date e i nomi  elencati nelle tabelle che seguono.
Se la carta si strappa, riparare con nastro adesivo.

Linea del tempo di carta igienica per la comparsa dei viventi – Come si fa
Mettere il rotolo a destra e iniziare a srotolarlo. Segnare il primo strappo (OGGI) e consultando la tabella 1 proseguire contando gli strappi e segnando le informazioni presenti nella tabella (da oggi all’Adeano). Numerare gli strappi, per facilitare la seconda fase del lavoro.

Arrivati all’Adeano, riavvolgere la carta dal Neogene (oggi) all’Adeano e posizionare il rotolo alla nostra sinistra.

Utilizzando la TABELLA ” segnare all’interno delle varie ere geologiche le informazioni richieste:

Se volete potete via via riavvolgere la carta attorno a un secondo rotolo, da tenere alla vostra destra:

Srotolando sul pavimento di un lungo corridoio la nostra linea del tempo, l’impressione è davvero notevole:

E’ un lavoro davvero economico e semplice, e mi permetto di consigliarlo, sia nell’ambito della seconda lezione cosmica, sia per stimolare lo studio della Preistoria e della Storia della Terra e dell’uomo…

Linea del tempo di carta igienica per la comparsa dei viventi

OROLOGIO DELLE ERE GEOLOGICHE MONTESSORI

OROLOGIO DELLE ERE GEOLOGICHE MONTESSORI L’orologio delle ere geologiche si inserisce nel contesto della seconda grande lezione.

Il bordo nero dell’orologio rappresenta la linea del tempo, che l’orologio mostra semplicemente in un modo diverso.

OROLOGIO DELLE ERE GEOLOGICHE MONTESSORI Descrizione del materiale
Si tratta di un quadrante d’orologio diviso in dodici. Ogni frazione è di un colore particolare. I colori classici sono:
– Nero: assenza di vita (Adeano)
– Giallo: comparsa della vita (Archeano)
– Blu: la vita negli oceani (Proterozoico)
– Marrone: la terra e i rettili (Paleozoico)
– Verde: la vegetazione e la vita (Mesozoico)
– Rosso: il giungere di qualcosa di nuovo (Cenozoico)

OROLOGIO DELLE ERE GEOLOGICHE MONTESSORI

Orologi delle ere pronti

Ho preparato due versioni leggermente diverse tra loro:

Orologio delle ere classico, dove si considera l’età della Terra di 3.000 milioni di anni. Un’ora equivale a 250 milioni di anni, un minuto equivale a circa 4 milioni di anni e un secondo a circa 70.000 anni. Non è il più accurato, ma è quello che permette ai bambini di calcolare facilmente la durata delle ere sull’orologio:

anche considerando, più correttamente, che l’età della Terra è di circa 4.600 milioni di anni, otteniamo lo stesso identico orologio. In questo caso un’ora equivale a 375 milioni di anni. E’ l’orologio che ho preparato, pronto per il download e la stampa:

Orologio delle ere doppio: è composto da due quadranti (0-12 e 12-24). Il primo è per il Precambriano (dalle 0 alle 12), il secondo per tutte le ere successive (dalle 12 alle 24). Troverete anche questo materiale, pronto per il download e la stampa, dopo le indicazioni per la presentazione:

Può essere molto utile aggiungere al materiale degli OROLOGI DELLE ERE GEOLOGICHE le TABELLE DELLE ERE GEOLOGICHE. Queste tabelle stimolano la ricerca e spesso i bambini desiderano usarle per creare dei propri orologi delle ere, facendo calcoli e utilizzando compasso e goniometro. Potete scaricarle qui: 

OROLOGIO DELLE ERE GEOLOGICHE MONTESSORI

Presentazione dell’OROLOGIO DELLE ERE GEOLOGICHE ai bambini:

Quando presentiamo l’orologio delle ere geologiche per la prima volta, possiamo metterlo su un cavalletto, in modo che sia all’altezza degli occhi dei bambini. Le proporzioni presenti sulla linea del tempo sono le stesse presenti sull’orologio.

Ti ricordi quanti anni ha la Terra? Circa 4 miliardi e 600 milioni di anni. Lo abbiamo visto sulla nostra linea del tempo. Ora vogliamo rappresentare di nuovo tutto questo tempo, ma utilizzando questo orologio speciale. Prima di tutto vediamo se questo è davvero come il quadrante di un orologio. (Mostrare un orologio)

Sul quadrante dell’orologio si vedono dodici ore. Però questo è un orologio molto speciale, perché rappresenta l’età della Terra, e la Terra non ha dodici ore di vita, ma 4.600.000.000 anni.

Con l’orologio normale contiamo le ore del giorno, con questo orologio contiamo tutta la vita della Terra divisa in dodici  (come le ore) e in sessanta (come i minuti). Così nell’orologio speciale un’ora è lunga 375 milioni di anni, e  un minuto è lungo 6.250.000 di anni.  Per  facilitare i conti, siccome 375 è quasi 400, possiamo contiamo le ore della Terra, ma invece di contare 1, 2, 3 ecc… contiamo 400 milioni, 800 milioni, 1 miliardo e 200 milioni…

Questo orologio rappresenta l’età della Terra. È la durata della Terra. Il nostro pianeta ha vissuto varie fasi. Torniamo a quando nacque (indichiamo l’Adeano sull’orologio). Qui è quando la Terra era un piccolo globo di luce e calore che girava nello spazio e lentamente si raffreddava (tracciare col dito l’arco nero).

Quando si è raffreddata abbastanza, si è formata la crosta terrestre: la Terra aveva allora già un miliardo di anni, e si preparava ad entrare in una nuova fase. Ti ricordi? Ci furono grandi piogge, e si formarono gli oceani, le rocce e i vulcani. Si formarono i fiumi e i mari. Via via si accumularono strati di materiali rocciosi, e questo è durato per lunghissimo tempo. Poi, a un certo punto, apparve la vita. Non sappiamo dove esattamente, ma sappiamo che in questo grande arco di tempo giallo (l’Adeano) apparve la vita. I fiumi e i vulcani continuarono a trasportare strati su strati di roccia, e si formarono anche le montagne. (tracciare col dito tutto l’arco giallo). Quando le prime forme di vita si manifestarono, la Terra aveva già più di 3 miliardi di anni: comparvero i cianobatteri, che riempirono di ossigeno l’aria e l’acqua (tracciare col dito l’arco giallo).

Nel periodo che segue, questo spicchio azzurro, appaiono tantissime forme di vita nuove: alghe e molti invertebrati marini, tra cui vermi e meduse. Siamo arrivati a 300 milioni di anni fa, e sull’orologio siamo già oltre le 10.00 (tracciare col dito l’arco azzurro).

Arrivati qui siamo nel Paleozoico, e appaiono nei mari brachiopodi, coralli, spugne, molti artropodi tra cui i trilobiti, e molti cefalopodi con conchiglia; in seguito arrivano i pesci. Sulla terraferma appaiono le prime piante simili a licheni, poi le prime piante vascolari e infine i grandi alberi. Arrivano gli insetti, poi gli anfibi e infine i primi rettili. L’orologio ha superato le 11.00

Arrivati qui siamo nel Mesozoico, quando i dinosauri dominavano la Terra, c’era una vegetazione ricchissima con pini e cipressi, ma compaiono anche le piante da fiore. A questo punto siamo arrivati a 65 milioni di anni fa, e quando il Mesozoico termina il nostro orologio segna già le 11.45.

Entriamo nel Cenozoico, dove a dominare non sono più i rettili, ma i mammiferi. Abbondano uccelli e piante da fiore, ed ora l’orologio indica le 11.59 e 45 secondi. Mancano solo 15 secondi per arrivare ad oggi! Si tratta di un periodo piccolissimo, che non possiamo indicare precisamente sull’orologio, (contiamo i 15 secondi a voce alta) ma è qui che troviamo una nuova creatura: l’essere umano. Si formano ripetutamente enormi lastre di ghiaccio che coprono la Terra, si sciolgono, coprono di nuovo la Terra, e di nuovo si sciolgono. Ma in quanto tempo? Tutto in questi 15 secondi!

E nell’ultimo decimo di secondo dell’orologio della Terra, c’è tutto il progresso fatto dagli esseri umani, che hanno iniziato a studiare la Terra, l’Universo, se stessi; che attraversano oceani e continenti; che volano nei cieli con gli aeroplani.

L’orologio segna le 12 e non conosciamo il resto, perché il resto è il futuro.

OROLOGIO DELLE ERE GEOLOGICHE MONTESSORI

Note sulla lezione

I bambini non devono obbligatoriamente conoscere tutti i nomi delle ere geologiche, possono anche soltanto farsi l’immagine di periodi in cui non c’era vita, e periodi in cui la vita è comparsa sulla Terra, però noi non ignoriamo che questi nomi esistano, e li usiamo nel modo più naturale possibile.

Infine mostriamo ai bambini il materiale che accompagna l’orologio delle ere geologiche:

  • le tabelle, che mostrano le ere geologiche in ore e le ere geologiche in minuti e secondi.
  • l’orologio mobile, composto da un quadrante vuoto, gli spicchi (da comporre al suo interno), e le relative etichette.
  • i bambini, poi, possono confrontare l’orologio delle ere con la linea del tempo della comparsa dei viventi.

OROLOGIO DELLE ERE GEOLOGICHE MONTESSORI

OROLOGIO DELLE ERE GEOLOGICHE – prima versione

Per la presentazione e la consultazione:
– orologio delle ere geologiche
– legenda
– cartellini delle ere


– frecce descrittive con triangoli colorati

OROLOGIO DELLE ERE GEOLOGICHE MONTESSORI
Materiale per l’esercizio individuale (orologio delle ere mobile):
– orologio bianco su cui comporre gli elementi
– spicchi colorati da ritagliare

– (i cartellini sono gli stessi)
– frecce descrittive con triangoli bianchi
– triangoli colorati da aggiungere alle frecce descrittive.

puoi scaricare tutto questo materiale qui:

OROLOGIO DELLE ERE GEOLOGICHE MONTESSORI

OROLOGIO DELLE ERE GEOLOGICHE – seconda versione

Primo quadrante:
– orologio delle ere
– legenda
– cartellini
– frecce descrittive con triangoli colorati

Secondo quadrante:
– orologio delle ere
– legenda
– cartellini
– frecce descrittive con triangoli colorati

Primo quadrante, materiale per l’esercizio individuale (orologio delle ere mobile):
– orologio bianco su cui comporre gli elementi
– spicchi colorati da ritagliare
– (i cartellini sono gli stessi)
– frecce descrittive con triangoli bianchi
– triangoli colorati da aggiungere alle frecce descrittive.

Secondo quadrante, materiale per l’esercizio individuale (orologio delle ere mobile):
– orologio bianco su cui comporre gli elementi
– spicchi colorati da ritagliare
– (i cartellini sono gli stessi)
– frecce descrittive con triangoli bianchi
– triangoli colorati da aggiungere alle frecce descrittive.

puoi scaricare tutto questo materiale qui:

OROLOGIO DELLE ERE GEOLOGICHE MONTESSORI

Intuizione del passato

Intuizione del passato per la preparazione allo studio della Storia per bambini della scuola primaria, secondo il metodo globale.

Per avere una prima intuizione, seppur sommaria, del passato, si invitano i bambini a tornare indietro nel tempo a partire dai propri genitori, per poi passare ai nonni, ai bisnonni, ecc…

Quanto tempo fa sono vissute queste persone? Venti anni fa, cinquanta anni fa, cento anni fa… Voi non eravate ancora nati, la vostra mamma era piccola come voi adesso, la vostra nonna era una bambina, …

Queste persone saranno vissuto nelle stesse condizioni in cui viviamo adesso?

Non c’era il telefono, il tram andava a cavalli, non c’erano le automobili, le case non avevano le comodità di oggi. Andiamo a vedere qualche casa antica del rione e del paese.

Parliamo della diversità delle case antiche e moderne. Ma andiamo ancora più indietro. Un tempo non c’erano affatto case in muratura. L’uomo non aveva ancora imparato a impastare la calce e a fare i mattoni. Come costruiva le sue abitazioni? Con tronchi d’albero che ricopriva poi di rami.

Forse, in campagna, c’è ancora qualche capanna costruita in questo modo che serve da rifugio ai pastori o ai cacciatori o ai guardiani, e in fondo il modo di costruirla è rimasto quasi lo stesso.

Ma le capanne costruite in questo modo, e in aperta campagna, erano poco sicure. Le belve potevano entrarvi, e così gli animali selvatici. L’uomo allora pensò di costruire la sua abitazione sopra solidi pali infissi nell’acqua o nel terreno. Era più facile difendere queste costruzioni.

Andiamo ancora a ritroso. L’uomo non sapeva lavorare, non conosceva i metalli… si rifugiava nelle caverne, nelle grotte, nelle tane abbandonate dagli animali. Come sarà vissuto in queste abitazioni? Andava a caccia, uccideva gli animali, li portava nella grotta e li mangiava crudi. Perchè? Non aveva ancora scoperto il modo di procurarsi il fuoco.

La nostra lezione, più che esposta, sarà illustrata. Non ci mancherà modo di avere delle illustrazioni che ritaglieremo ed incolleremo su schede. Ecco l’uomo primitivo a caccia con la mazza… ecco la sua abitazione, una grotta naturale… ecco le prime capanne… le prime casette in muratura… Potremo aggiungere questo materiale a quello che presentato quando abbiamo parlato della casa. Disponiamo le schede in ordine cronologico.

Ricostruiamo la vita dell’uomo delle caverne. Abita in una grotta naturale, va a caccia con la mazza, con la fionda, uccide un animale, lo scuoia, si avvolge con la sua pelle, porta la preda alla famiglia che lo aspetta nella grotta al sicuro. Un giorno scopre il modo di procurarsi il fuoco.

Strofinando energicamente due pezzi di legno, forse per levigare un tronco, fa sprizzare una scintilla. La scintilla cade su un mucchio di foglie secche: è la fiamma, la luce, il calore. La grotta prende un nuovo aspetto: è chiara, riscaldata. L’uomo gusta per la prima volta il cibo cotto…

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