Maria Montessori ha sottolineato che gli eventi naturali e storici possono essere spiegati ai bambini sotto forma di fiaba o racconto, a patto che questi si basino su fatti reali della natura e della storia. Uno dei migliori esempi di questo genere di racconti o fiabe è proprio quella che tratta dell’origine dell’Universo. La Montessori parte dal presupposto che le leggi che governano l’universo possano essere presentate al bambino in modo interessante e meraviglioso, e che il bambino grazie a queste narrazioni inizi spontaneamente a chiedersi: “Chi sono? Qual è il compito dell’uomo in questo meraviglioso Universo? Siamo qui solo per noi stessi, o c’è altro da fare? Perchè litighiamo? Cosa è buono e cosa è cattivo?”. Il bambino non si accontenta più di raccogliere i fatti, cerca le cause, e noi vogliamo che guardi l’interezza e si renda conto che tutto l’Universo è connesso. Maria Montessori dice: “vogliamo portare al bambino il mondo intero!”. E visto che non possiamo portargli tutto, dobbiamo fare in modo che il bambino conosca tutto attraverso la sua immaginazione.
E’ una fiaba che Maria e Mario Montessori hanno scritto durante il periodo che trascorsero in India e che hanno intitolato “Iddio che non ha le mani”. Maria Montessori era cristiana, e nel Cristianesimo il nome Dio è usato per nominare la forza creatrice. Ma esistono tante storie e teorie su come è nato l’Universo, quanti sono i popoli che vivono e sono vissuti sulla Terra, e anche gli scienziati stessi hanno nel tempo formulato molte ipotesi diverse.
Nella versione che segue, quindi, non si fa riferimento a Dio, ma si utilizza il linguaggio della scienza. E’ una scelta che entra a far parte del racconto stesso: all’inizio della narrazione, diciamo ai bambini che la storia che stiamo per raccontare loro è quello che secondo noi può essere successo, ma che altre persone potrebbero raccontarla in modi diversi. Offriamo anche ai bambini libri e immagini o simboli di miti della creazione e religioni del mondo.
La storia originale prevede la presentazione di esperimenti e cartelloni impressionistici da mostrare ai bambini al momento appropriato della storia. Nella versione che segue, si sceglie di separare la presentazione di esperimenti e cartelloni dalla narrazione. Alcuni insegnanti propongono gli esperimenti giorni prima della narrazione, come preparazione al racconto; altri preferiscono offrirli giorni dopo, come approfondimento. La storia, inoltre , inizia col lo stato di singolarità immediatamente precedente il Big Bang e si conclude con la formazione del nostro Sistema Solare. Il racconto particolareggiato di come la Terra si sia raffreddata e trasformata fino ad essere adatta ad accogliere la vita, viene rimandato a un secondo momento.
Occorre sottolineare che la fiaba dell’origine dell’Universo, come tutte le fiabe cosmiche, non sono da intendere come lezioni, non hanno lo scopo di trasmettere conoscenza ai bambini. Il loro obiettivo è quello di stupire i bambini e risvegliare il loro interesse e il loro entusiasmo verso i fenomeni cosmici.
Questa versione del racconto non viene da Maria Montessori, ma si basa su un’idea di Ursula Muller Riekert, e si sta diffondendo grazie al lavoro di Claus-Dieter Kaul e dei suoi allievi.
E’ una storia che richiede grande preparazione: confezionare e reperire il materiale necessario e predisporre l’ambiente; fare proprie le teorie scientifiche alla base della storia, creare la propria storia ed esercitarsi a sufficienza da poterla narrare a memoria.
Materiali consigliati
. un tappeto nero ritagliato a forma di campana. Se come me avete un budget limitato, si possono usare le tovaglie di carta. Il mio misura 280 cm di lunghezza, inizia con una punta e via via si allarga fino alla misura di 110 cm. Siccome le tovaglie di carta hanno il retro bianco, ho messo il materiale a doppio per avere il nero da entrambe le facce. Questo tappeto va arrotolato su un bastone (va benissimo un manico di scopa).
. un tappeto circolare giallo, del diametro di 110 cm
. un palloncino nero e uno spillo (facoltativi)
. vari contenitori, se volete coperti da tovaglioli.
Materiali per i contenitori, in ordine di apparizione
sabbia fine nera
farina gialla mescolata a pochi brillantini dorati
sfere gialle grandi
farina gialla mescolata a polvere di brillantini dorati e perline minute
sfere gialle più piccole delle precedenti
farina bianca con brillantini
biglie di vetro
polvere di brillantini argento mescolata a latte in polvere o farina bianca
perle trasparenti o bianche di varie dimensioni
una sfera dorata
polvere di brillantini dorati
piccoli modellini degli otto pianeti del nostro Sistema Solare
globo colorato
sabbia fine nera
Il racconto
(Riporto in corsivo le note per l’adulto)
(Per l’allestimento ci serve preparare tutto prima dell’arrivo dei bambini, possibilmente in una stanza diversa dall’aula. È bello tenere poi la stanza in penombra, far entrare i bambini, quindi accendere la luce).
Oggi voglio raccontarvi la storia di come e’ nato l’universo.
Gli esseri umani, da quando sono comparsi sulla Terra, hanno sempre contemplato il cielo stellato, la luna, il sole, le maestose montagne e gli oceani, e si sono sempre chiesti: “Ma com’è che esiste tutto questo? Come è nato tutto questo? Da dove viene?” Questa domanda e’ sempre stata una domanda molto importante, in tutti i tempi e in tutti i luoghi della Terra, e per questo esistono tantissime storie su questo argomento, storie nate in tante epoche diverse e in tanti luoghi diversi. Io oggi sono qui con voi per raccontarvi proprio la storia di come l’universo è venuto in essere. Ma devo dirvi che quella che ascolterete non è l’unica storia che si può raccontare su questo argomento, è la storia che io ho scelto per voi, diciamo che è la mia storia. Per comporla ho studiato a lungo e consultato tanti libri scritti in luoghi e tempi diversi, compresi quelli scritti oggi dagli scienziati che della domanda “Come è nato l’Universo?” hanno fatto la loro professione. Questi scienziati si chiamano Astrofisici. Preparare la storia che sto per raccontarvi non è stato facile, perchè non solo ci sono tantissime storie che vengono dal passato, ma anche storie diverse, teorie diverse, che vengono scritte anche oggi. Sì, anche gli Astrofisici hanno opinioni diverse, e le loro opinioni possono cambiare man mano che inventano strumenti più sofisticati per osservare il cielo e teorie più precise per spiegare le leggi fisiche e matematiche che regolano l’universo. Quindi non posso essere certa che tutto ciò che vi racconterò tra poco è esattamente quello che è successo, e non posso nemmeno essere sicura che quello che sembra corretto oggi, continuerà ad essere considerato corretto domani. Magari tra qualche anno proprio uno di voi diventerà un Astrofisico e farà delle nuove scoperte scientifiche su come è nato l’Universo. Quello di cui però posso essere sicura, è che oggi ho una bella storia da raccontarvi.
E la mia storia comincia cosi’…
Gli scienziati dicono che prima di 14 miliardi di anni fa, un numero con ben nove zeri, il nostro universo ancora non c’era. Quello che c’era era uno stato di singolarita’.
(Teniamo gli indici delle due mani sulla punta del tappeto nero mentre raccontiamo della singolarità).
Una singolarita’ è uno… uno… non zero e non due…uno. Una singolarità è così piccola che è impossibile da immaginare. Così piccola che in questa singolarità, non c’era nemmeno lo spazio e nemmeno il tempo. Eppure, in questa singolarità c’era già tutto quello che esiste. Tutto quello che esiste, tutto ma proprio tutto, era già contenuto in questa singolarità. Quindi questa singolarita’ non solo era inimmaginabilmente piccola, ma anche inimmaginabilmente pesante.
(Se le galassie si allontanano, vuol dire che in passato erano più vicine tra loro e, andando a ritroso nel tempo possiamo immaginare che c’è stato un momento in cui tutta la materia e l’energia dell’Universo era concentrata in un unico punto detto singolarità. È l’istante zero del Big Bang, del tutto inaccessibile alla fisica che noi conosciamo. L’inizio descrivibile dalla fisica corrisponde al tempo di Planck: 10-43 sec. Da quel momento, circa 13.8 miliardi di anni fa, che è all’origine dello spazio e del tempo, inizia l’espansione della singolarità. Non c’è un’espansione nello spazio, ma dello spazio).
E 14 miliardi di anni fa questa singolarità improvvisamente è esplosa in esistenza.
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Introduzione
Questa storia è legata a due materiali Montessori molto specifici: il Cubo del Trinomio e il Cubo del Trinomio Gerarchico. Si tratta di materiali piuttosto complessi, ma la cui natura pratica li rende facili da usare, anche per i bambini in età prescolare. Il primo cubo, il Cubo del Trinomio, è utilizzato dai bambini a partire dalla Casa dei Bambini, e viene generalmente utilizzato come puzzle tridimensionale. Il secondo cubo, il Cubo del Trinomio Gerarchico, è uguale al primo, ma presenta colori diversi. Entrambi i cubi presentano ventisette pezzi ed esprimono lo sviluppo del trinomio:
Ovviamente, si tratta di idee complesse, quindi una storia piacevole è l’ideale come introduzione. Questa storia immagina che i tre piccoli pezzi a forma di cubo siano dei re. Ognuno di loro conduce il proprio seguito a fare una passeggiata. Durante la passeggiata, si trasformano tutti, i loro colori cambiano e, in alcuni casi, cambiano anche le loro alleanze. Questo porta i bambini a passare dal cubo del trinomio al cubo del trinomio gerarchico, per poi tornare indietro. La procedura inizia con il Cubo del Trinomio.
I suoi tre cubi, che rappresentano i tre re, guideranno il loro seguito dei restanti ventiquattro prismi verso un ponte immaginario che conduce alla Terra dei Numeri. Si fermeranno lì, a riflettere, poi, un re alla volta, guideranno i loro seguaci attraverso il ponte. Mentre i re conducono i loro seguaci attraverso il ponte, l’insegnante scambia i blocchi del primo set con quelli corrispondenti del set gerarchico.
(Questo è il contenuto del cubo del trinomio gerarchico. L’immagine mostra tutti i pezzi del Cubo del Trinomio Gerarchico smontato).
Cubo del Trinomio
Ecco come sono distribuiti i ventisette pezzi del Cubo del Trinomio:
. 1 cubo rosso 4 x 4 x 4 cm, chiamato il “Primo Re Rosso”; . 6 prismi con le facce quadrate dipinte di rosso. Sono chiamati i “Servitori del Re Rosso” e sono divisi in due gruppi: 3 di loro misurano 4 x 4 x 3 cm; gli altri 3 misurano 4 x 4 x 2 cm;
. 1 cubo blu 3 x 3 x 3 cm chiamato il “Primo Re Blu”; . 6 prismi con le facce quadrate dipinte di blu. Sono chiamati i “Servitori del Re Blu” e sono divisi in due gruppi: 3 di loro misurano 3 x 3 x 4 cm; gli altri 3 misurano 3 x 3 x 2 cm
. 1 cubo giallo 2 x 2 x 2 cm chiamato il “Re Giallo”; . 6 prismi con le facce quadrate dipinte di giallo. Sono chiamati i “Servitori del Re Giallo” e sono divisi in due gruppi: 3 di loro misurano 2 x 2 x 4 cm; gli altri 3 misurano 2 x 2 x 3 cm;
. 6 prismi neri 4 x 3 x 2 cm. Sono chiamati le “Guardie del Corpo”.
Cubo del Trinomio Gerarchico
Ecco come sono distribuiti i ventisette pezzi del Cubo del Trinomio Gerarchico:
. 1 cubo blu 4 x 4 x 4 cm, chiamato il “Nuovo Re Blu” . 3 prismi verdi 4 x 4 x 3 cm che diventano i “Primi Servitori del Nuovo Re Blu” . 6 prismi marroni che diventano anch’essi “Servitori del Nuovo Re Blu” e sono divisi in due gruppi: 3 misurano 4 x 4 x 2 cm; 3 misurano 3 x 3 x 4 cm
. 1 cubo rosso 3 x 3 x 3 cm, chiamato il “Nuovo Re Rosso” . 6 prismi rossi 4 x 3 x 2 cm, che diventano le “Guardie del Corpo del Nuovo Re Rosso”
. 6 prismi arancioni che diventano i “Servitori del Re Bianco” e sono divisi in due gruppi: 3 misurano 3 x 3 x 2 cm; 3 misurano 2 x 2 x 4 cm . 3 prismi gialli 2 x 2 x 3 cm. Sono anche loro “Servitori del Re Bianco” . 1 cubo bianco 2 x 2 x 2 chiamato il Re Bianco.
Il racconto: versione 1
Molto tempo fa, in un luogo al di là del mare, c’era un regno immenso. Nel regno c’era una foresta, al centro di quella foresta c’era una città, e al centro di quella città c’era uno splendido palazzo. E nello splendido palazzo vivevano tre Re.
Il palazzo in cui vivevano aveva una forma davvero insolita: era un cubo perfetto.
(Mostriamo ai bambini il cubo assemblato nella sua scatola).
Si racconta che ognuno dei tre Re fosse a sua volta un cubo, e che questi tre Re a forma di cubo fossero alleati e amici. Lavoravano insieme e si aiutavano a vicenda, tuttavia, erano separati e ognuno aveva la propria personalità.
Il primo di questi Re era un grande e bel cubo rosso. Il secondo Re era un bellissimo cubo blu medio. Il terzo Re era un grazioso cubo giallo, piccolo e di bell’aspetto.
Questi tre Re governavano insieme il loro territorio cubico. Erano a capo di un vasto dominio. L’importanza di ciascuno dei tre Re era diversa, ed era determinata dalla sua dimensione.
(Indichiamo ogni Re nominandone la dimensione, il colore e le caratteristiche).
Il Re più grande, il Re rosso, era il più importante. E il Re rosso era anche il più avventuroso. (Indichiamo il Re rosso). Dopo il Re rosso, veniva il Re blu, il secondo in ordine di importanza. Il Re blu amava la sicurezza e la protezione; amava essere circondato dagli altri, quindi era felice di essere proprio al centro, con tutti gli altri intorno a lui. (Indichiamo il Re blu). Infine, c’era il Re giallo. Al Re giallo non gli piaceva mettersi troppo in mostra: gli piaceva arrivare per ultimo, perché era un po’ timido. (Indichiamo il Re giallo).
Capitava che, di tanto in tanto, i tre Re lasciassero il loro palazzo: magari andavano a un ballo, magari andavano in guerra, magari andavano a esplorare nuovi territori, o forse semplicemente andavano a fare una passeggiata.
Una delle regole dei tre Re era che dovevano sempre marciare con il loro seguito in un certo modo, secondo un certo schema, seguendo sempre lo stesso ordine: prima doveva venire il Re Rosso col suo seguito, poi il Re Blu col suo seguito e infine il Re Giallo col suo seguito.
II Re Rosso doveva sempre camminare davanti a tutti, subito dietro di lui aveva sei servitori che indossavano giacche abbinate ai colori del lore Re, e due guardie del corpo, che stavano sempre dietro ai servitori.
Dopo il Re Rosso, veniva sempre il Re Bu. Il Re Blu era il secondo in ordine di importanza. Il Re Blu amava la sicurezza e la protezione, e per questo preferiva camminare circondato dal suo seguito: non voleva che i suoi servitori lo seguissero, ma preferiva che gli camminassero tre daventi e tre dietro, mentre le due Guardie del Corpo dovevano sempre stargli a destra e a sinistra. Amava essere circondandolo da ogni lato ed era felice di trovarsi proprio al centro
Infine, veniva il Re Giallo. Il re giallo era timido e non gli piaceva mettersi in mostra: per questo si sentiva a suo agio camminando in coda al suo seguito; davanti a lui stavano le sue Guardie del Corpo, e davanti alle Guardie stavano i sei servitori.
Un giorno, il Re Rosso disse agli altri due Re: “Oggi esploreremo nuove terre. Andremo in altri luoghi alla ricerca di nuovi territori”.
Poiché era il capo, gli altri Re fecero come voleva.
Si schierarono: prima il Re Rosso col suo seguito:
poi il Re Blu col suo seguito:
e infine il Re Giallo col suo seguito:
Il Re Rosso si voltò indietro per assicurarsi che tutto fosse secondo la regola e chiese: “Siete tutti pronti?”. Il Re Blu disse che il suo gruppo era pronto, e anche il Re Giallo fece lo stesso, così iniziarono a marciare.
Marciarono su per le colline e giù per le valli, e finalmente arrivarono ai confini di un nuovo territorio, un luogo che non avevano mai visto prima.
Il confine era segnato da un fiume e per entrare nel nuovo territorio era necessario attraversare un ponte.
Il corteo si fermò ad osservare.
Sembrava che al di là del ponte il territorio fosse ricco di segni e simboli, forse numeri: una cosa molto insolita per i tre re, che di numeri non sapevano nulla.
Tutti guardarono di nuovo il ponte e si chiesero se attraversarlo o lasciar perdere.
Il Re Rosso avrebbe dovuto procedere per primo e, come sappiamo, era un tipo molto audace, forte ed eroico, e non ebbe un attimo di esitazione: voleva assolutamente entrare nella nuova terra. Gli altri due re, anche se erano più riluttanti, dovettero obbedire alla sua volontà.
Così il corteo si mosse, con il Re Rosso in testa.
Non appena il Re Rosso ebbe attraversato il ponte, accadde qualcosa di incredibile: nell’istante stesso in cui entrò nel nuovo territorio, il Re Rosso cambiò colore e diventò blu! (Mentre parliamo, sostituiamo il Re Rosso del cubo del trinomio con il cubo blu congruente del cubo gerarchico).
Questo è il Nuovo Re Blu.
Erano tutti senza parole. Nessuno sapeva cosa pensare. Perché il Re Rosso ora era blu? Cosa era successo? Cosa poteva averlo reso blu? Stava bene?
Nessuno lo sapeva, ma tutti potevano vedere che era diventato blu.
I suoi tre servitori più grandi si avvicinarono al Nuovo Re Blu per cercare di aiutarlo, per fare qualcosa per salvarlo, se ne avesse avuto bisogno.
Ma non appena attraversarono il ponte, diventarono verdi. Oh, mio Dio! Erano verdi! Non avevano nemmeno più giacche intonate al loro re, ora che erano diventate verdi! (Mentre parliamo, sostituiamo i tre prismi del cubo del trinomio con i prismi verdi congruenti del cubo gerarchico).
I tre servitori più piccoli iniziarono ad attraversare il ponte, ed erano molto nervosi e preoccupati. Pensavano: “E adesso?Cosa ci succederà adesso?”.
Beh, non ci potrete credere, ma attraversando il ponte uno alla volta, diventarono marroni! (Mentre parliamo, sostituiamo i tre prismi del cubo del trinomio con i prismi marroni congruenti del cubo gerarchico).
Il loro nuovo colore non si accordava più a quello del loro re, e nemmeno a quello dei tre servitori più grandi!
Arrivati a quel punto, le due Guardie del Corpo erano così spaventate che decisero di indietreggiare e non attraversare il ponte. Sì, dovremmo aspettarci più spirito di azione e coraggio da loro, invece non fu così. Le due Guardie del Corpo non attraversarono il ponte e rimasero semplicemente indietro a vedere cosa sarebbe successo.
Così arrivò il turno del Re Blu, che mandò avanti i suoi primi tre servitori.
Dritti per tutta la loro altezza, i tre servitori attraversarono il ponte, e non appena toccarono terra diventarono marroni.
Non appena diventarono marroni, si guardarono e si resero conto che la loro fedeltà non era più rivolta al vecchio Re Blu: si erano uniti al Nuovo Re Blu, il grande Nuovo Re Blu, il re che prima era rosso.
Il Nuovo Re Blu ora aveva nove servitori.
A questo punto, il primo re blu non aveva più nessuno davanti a sé, e dato che la strada era libera, pensò di attraversare il ponte.
Non appena lo fece, cambiò colore e divenne un re rosso. Si trasformò completamente in rosso. Era diventato il Nuovo Re Rosso.
(Mentre parliamo, sostituiamo il cubo blu del cubo del trinomio con cubo rosso congruente del cubo gerarchico).
Alla fine, le due Guardie del Corpo che erano rimaste indietro decisero che era il momento di andare a vedere cosa stava succedendo. Le altre quattro Guardie del Corpo si unirono a loro.
Attraversarono il ponte e, improvvisamente, divennero tutti e sei rossi.
Ora c’erano sei Guardie del Corpo rosse. E sapendo che il vecchio Re Blu, che ora era il Nuovo Re Rosso, amava la sicurezza e la protezione, si disposero intorno a lui in modo da circondarlo completamente.
Ciò rese molto felice il Nuovo Re Rosso, perché, a differenza del Nuovo Re Blu che non aveva servitori del suo stesso colore, lui aveva servitori rossi proprio identici a lui.
Naturalmente, il Re Giallo continuava a restare al suo posto, in attesa, perché gli piaceva arrivare sempre per ultimo: era un re timido e un po’ ansioso. Sapeva che prima o poi avrebbe dovuto anche lui attraversare il ponte, ma fece di tutto per rimandare quel momento.
Si guardò intorno e si rese conto che il vecchio Re Blu aveva lasciato indietro tre dei suoi servitori. I poverini non sapevano proprio cosa fare.
Così il Re Giallo disse: “Dovete attraversare il ponte, lo ordino io! Voglio portare la mia gente nel nuovo territorio e non posso farlo finché voi non avrete attraversato il ponte”.
I tre servitori blu obbedirono e al termine del ponte si trasformarono tutti e tre in arancioni.
Non si sa perché fossero diventati proprio arancioni, ma loro non se ne preoccuparono più di tanto, perché in fondo quel colore aveva un po’ di rosso e anche un po’ di giallo: erano una via di mezzo, e questo li faceva sentire a proprio agio.
A questo punto il Re Giallo si rivolse al suo seguito e disse: “Miei fedeli servitori, è il vostro momento. Potete procedere”.
I suoi primi tre servitori, quelli alti, andarono avanti e, con loro grande sorpresa, anche loro diventarono arancioni.
Venne quindi il turno degli ultimi tre servitori, quelli più piccoli. Erano molto spaventati. Era sicuro attraversare attraversare il ponte? E di che colore sarebbero diventati? Erano abituati a essere gialli, e non sapevano cosa sarebbe successo se fossero anche loro cambiati.
Con grande timore, iniziarono ad attraversare il ponte, e non appena la marcia fu conclusa, il loro colore divenne giallo uniforme. Erano ancora gialli, che gioia! Ma ora, invece di avere solo alcune facce gialle, erano gialli dappertutto! Che meraviglia!
Tutto questo rese molto felice il piccolo Re Giallo: capì che poteva continuare a essere giallo e che, una volta attraversato il ponte, si sarebbe riunito al suo seguito giallo e non ci sarebbero stati problemi.
Così, finalmente, si decise ad attraversare il ponte.
Ma indovinate un po’? Quando finalmente lo attraversò, perse il suo colore giallo e diventò tutto bianco!
Ora tutto il corteo al completo aveva varcato il ponte.
I tre re si guardarono intorno e videro che ora c’erano un Re Blu, un Re Rosso e un Re Bianco.
I tre re, esausti dopo la lunga marcia verso il nuovo territorio, decisero di tornare a casa. Si apprestarono a riattraversare il ponte, e fu così che scoprirono che i colori che avevano assunto nel nuovo territorio non andavano via: erano cambiati per sempre.
Si avviarono verso il loro palazzo cubico, e tornare ognuno alle proprie stanze. Ma che sorpresa! Persino il palazzo aveva cambiato colore!
Il primo a entrare, secondo la regola, fu il Nuovo Re Blu.
I suoi tre servitori verdi lo seguirono di corsa per proteggerlo, coprendolo completamente. Ora, nessuno poteva vederlo.
Subito si unirono a loro i servitori marroni attendenti marroni, per assicurarsi a loro volta che il posto fosse sicuro. Si disposero in modo tale da coprire tutti i servitori verdi.
Quando tutti i servitori marroni ebbero finalmente trovato il loro posto, il Nuovo Re Rosso notò che era stato preparato per lui un trono alto, un posto speciale dove avrebbe potuto sedersi. Evviva! Così, andò immediatamente a sedersi su quel trono, che era solo per lui.
Le sue Guardie del Corpo, tutte e sei rosse, accorsero immediatamente a proteggerlo e lo circondarono da ogni lato. Il Nuovo Re Rosso si sentiva importante e imponente perché era proprio nel mezzo, proprio al centro, proprio come piaceva a lui.
Il Re Bianco e tutto il suo seguito osservarono il palazzo. Il Re Bianco sperava davvero che ci fosse un trono tutto suo, ma dovette constatare che non ce n’era. A quanto pareva, essendo l’ultimo, non era abbastanza potente per averne uno… così, con profonda tristezza, ordinò ai suoi sei servitori arancioni di entrare a palazzo e prendere posto dove volevano.
I servitori arancioni entrarono nel palazzo e trovarono subito un posto dove sentirsi a casa, disponendosi attorno al Nuovo Re Rosso.
Poi, il Re Bianco diede ordine anche ai suoi servitori gialli, gli ultimi tre, di entrare a palazzo e trovarsi un posto dove stare. I servitori gialli erano i preferiti del Re Bianco perchè erano di un giallo brillante proprio come il suo prima della trasformazione.
Dunque entarono e si disposero in modo da poter accogliere al meglio il loro re. In effetti, i tre servitori gialli avevano creato un trono alto e bellissimo, perfetto per il Re Bianco.
Il re bianco ne fu così entusiasta che si unì immediatamente alla compagnia altri e completò la dimora cubica.
E per quanto ne sappiamo, i tre re con il loro seguito vivono ancora lì.
(Chiudiamo la scatola).
Ma qualcosa era cambiato per sempre, e non parlo solo dei colori: ora il re bianco era diventato audace e forte, al punto che adesso era sempre lui il primo ad uscire dal palazzo, e non più l’ultimo.
Fu così che il Cubo del Trinomio cambiò colore e si trasformò in Cubo Gerarchico, e i tre re con il loro seguito passarono dalla terra delle lettere a quella dei numeri.
Ma volete sapere una cosa interessante? Tutta questa storia si svolse in un solo pomeriggio!
Il racconto: versione 2
Molto tempo fa c’erano Tre Re. Ognuno di questi Re viveva separatamente nel proprio Regno, ma questi Regni erano così strettamente collegati che, insieme, formavano un unico grande Impero.
Ogni Re aveva un certo aspetto, una certa dimensione e un suo colore distintivo.
Il Re del Regno Rosso era completamente vestito di rosso,
il Re del Regno Blu era completamente vestito di blu
e il Re del Regno Giallo era completamente vestito di giallo.
Ogni re aveva i propri attendenti, che erano strettamente imparentati con gli attendenti degli altri re.
Nelle occasioni speciali, i re si riunivano e sfilavano in parata con il loro seguito.
Il Re del Regno Rosso era il più grande. Avanzava maestosamente in testa alla parata. I suoi sei attendenti lo seguivano; erano vestiti dello stesso colore del loro Re, sia davanti che dietro, e indossavano mantelli neri.
Poi arrivava il Re del Regno Blu, seguito dai suoi sei attendenti. Erano vestiti di blu davanti e dietro, e i loro mantelli erano neri.
Infine, arrivava il Re del Regno Giallo. Era seguito anche dai suoi sei attendenti. Davanti e dietro erano vestiti di giallo e indossavano mantelli neri.
C’erano anche sei guardie del corpo. Erano vestite di nero e ogni Re ne aveva due, che camminavano al loro fianco
Era davvero una sfilata bellissima, e ogni volta che uscivano, marciavano sempre allo stesso modo. L’ordine e l’armonia che mostravano era davvero uno spettacolo meraviglioso.
Un giorno, tuttavia, il Re del Regno Blu si stancò di questo particolare ordine. Non era più soddisfatto di stare sempre in mezzo alla parata. A suo avviso, meritava un posto migliore: voleva essere in prima fila.
Il Re Blu e il Re Giallo erano molto diversi tra loro. Pur adempiendo a tutti i suoi obblighi, il Re Giallo era molto modesto e riservato.
In questo giorno, il Re Blu diede inizio a una rivolta.
Ordinò a tre dei suoi attendenti di arrestare gli attendenti del Re Rosso.
Questa ribellione durò solo per un breve periodo, perché le guardie del corpo intervennero immediatamente per ripristinare l’ordine e circondarono il Re Blu.
Tre attendenti del Re Giallo si ritirarono e catturarono i tre attendenti rimasti del Re Blu. Anche gli altri tre attendenti del Re Giallo avanzarono per supportare gli altri. Il Re Giallo finì in fondo alla parata, e in questo modo la ribellione ebbe fine.
Il Re Rosso, che era in testa alla parata, quasi non si accorse di ciò che era successo, perché tutto avvenne molto velocemente. Anche il Re Blu continuò il suo cammino, ora sorvegliato da sei guardie del corpo. Il Re Giallo era molto contento di camminare in fondo al corteo. Non gli era mai piaciuto lo spettacolo.
Tuttavia, qualcosa era cambiato: i tre Regni erano diventati un Regno Unico. I Re, i servitori e le guardie del corpo avrebbero presto indossato i colori dei loro Regni, secondo il valore posizionale del sistema decimale.
Il Re Rosso era diventato il cubo del milione nel Regno del Sistema Decimale, il Re Blu il cubo del mille e il Re Giallo il cubo dell’uno. Gli attendenti derivano il loro valore dai loro Re e dai Re con cui erano imparentati. Infine, le guardie del corpo derivano il loro valore da tutti e tre i Re.
Qual era il loro valore? E quali erano i loro nuovi colori? Scopriamolo!
Perché è successo tutto questo? Qual è stata la causa del cambiamento nella sequenza?
Senza che i Re lo sapessero, avevano rinunciato ai loro regni e ora formavano il Regno Unico del Sistema Decimale.
Il racconto: versione 3
C’erano una volta, in una terra molto lontana, tre re davvero speciali.
Ogni re governava il proprio regno, ma tutti e tre i regni erano strettamente alleati tra loro e formavano un unico grande impero.
Sebbene ogni re avesse un ruolo importante e contribuisse in modo significativo alla pacifica esistenza dell’impero, le loro dimensioni variavano a seconda della loro importanza.
Ogni re aveva un proprio colore distintivo e indossava sempre le sue vesti regali, e anche tutti i suoi servitori e consiglieri indossavano abiti che richiamavano il colore del loro Re.
Ogni volta che c’era una grande occasione, i tre Re marciavano formando un grande corteo, accompagnati ciascuno dai propri attendenti, consiglieri e guardie reali.
Il Re Rosso, essendo il più grande, guidava fiero il corteo, insieme al suo seguito. Ogni consigliere indossava i colori del Re Rosso sul davanti e sul retro, per mostrare a chi apparteneva e che era un consigliere leale al proprio re. Tre dei consiglieri del Re Rosso fungevano anche da ambasciatori del Re Giallo. Tre dei consiglieri del Re Rosso fungevano anche da ambasciatori del Re Blu.
Il Re Blu col suo seguito, essendo il secondo re in ordine di grandezza, seguiva il Re Rosso. Ogni consigliere indossava i colori del Re Blu sul davanti e sul retro, per dimostrare a chi apparteneva e che era un consigliere leale al proprio re. Tre dei consiglieri del Re Blu fungevano anche da ambasciatori del Re Giallo. Tre dei consiglieri del Re Blu fungevano anche da ambasciatori del Re Rosso.
Il Re Giallo, essendo il re più piccolo, chiudeva la processione, seguito da sei fedeli consiglieri. Ogni consigliere indossava i colori del Re Giallo sul davanti e sul retro, per mostrare a chi apparteneva e che era un consigliere leale al proprio re. Tre dei consiglieri del Re Giallo fungevano anche da ambasciatori del Re Blu. Tre dei consiglieri del Re Giallo fungevano anche da ambasciatori presso il Re Rosso.
Oltre a tutti i consiglieri del re, c’erano anche sei guardie reali, tutte vestite di nero. Queste guardie erano fedeli non a un singolo re, ma a tutti e tre, e avevano ricevuto l’incarico per decreto reale di proteggere la pace e la sicurezza di tutti. Le sei guardie reali erano assegnate equamente ai tre re e si univano alla processione in modo di stare in due al fianco di ciascun re.
Ora, sebbene queste sei guardie reali avessero il compito di garantire protezione e mantenere l’armonia, per rispetto verso i re si assicuravano anche di non essere mai più alte del re che stavano proteggendo.
In tutto il paese regnavano l’armonia e l’ordine.
Un giorno, durante una delle tante parate che si svolgevano in una città, accadde qualcosa.
La processione procedeva da diversi minuti quando, all’improvviso, il Re Blu decise che ne aveva abbastanza. Iniziò a brontolare tra sé e sé, e più brontolava più si arrabbiava, finchè cominciò ad urlare: “Devo sempre marciare in mezzo al corteo! Non mi è mai permesso di marciare in prima fila! Perché c’è sempre il Re Rosso in prima fila, ogni giorno? Di sicuro non ci sarebbe niente di male a cambiare un po’ le cose!”
Il Re Blu era fermamente convinto di meritare di meglio che essere costantemente messo al centro, così diede il via a una ribellione.
Con una mossa sconsiderata, mandò rapidamente tre dei suoi consiglieri in avanti, nel tentativo di catturare tre consiglieri del Re Rosso.
Che confusione! All’inizio, nessuno riusciva a capire cosa stesse succedendo. Per un popolo così armonioso e pacifico, era una cosa inaudita e del tutto inaspettata.
Non appena ciò accadde, tutte le guardie del corpo reali circondarono il Re Blu.
Re Giallo osservava tutto ciò ed era veramente sotto shock. Era il più piccolo e molto modesto, e detestava fare scenate. Per riportare la pace nella processione, Re Giallo ordinò a tre dei suoi consiglieri di avanzare e bloccare i consiglieri del Re Blu.
Avendo ancora bisogno di ulteriore supporto, il Re Giallo mandò avanti i suoi tre consiglieri rimasti per creare una zona cuscinetto per sé, data la sua piccola statura. Questo fece sì che Re Giallo si trovò in fondo alla processione. A lui la cosa non dispiaceva affatto. Si posizionò con orgoglio in fondo alla fila, senza fare storie, chiudendo la fila in silenzio e con modestia.
Perché è successo tutto questo?
Perché il corteo ora si trovava in nuovo regno: il regno del sistema decimale!
I loro valori erano cambiati per sempre!
Il corteo si diresse nella direzione opposta e indovinate chi era in testa… Il Re delle Unità, il più piccolo di tutti! Ora lui marciava fiero in testa, guidando ordinatamente gli altri re attraverso lungo il cammino.
C’erano una volta tre fratelli. Il destino era stato molto generoso con loro: ognuno aveva il proprio regno e ci viveva da re. Ovviamente tra i tre re c’erano molte differenze, come fra tutti i popoli della terra. E per questo meritano di essere presentati uno alla volta.
Il Re Unità viveva in un regno che non era potente e ricco e indossava un abito verde, il colore della terra. I suoi sudditi erano tipi molto solitari e si chiamavano Zero, Uno, Due, Tre, Quattro, Cinque, Sei, Sette, Otto e Nove.
Le cose erano un po’ diverse per il Re Decina. Questo re era più ricco e indossava un abito blu, ma anche i suoi sudditi si chiamavano Zero, Uno, Due, Tre, Quattro, Cinque, Sei, Sette, Otto e Nove.
Quando i due Re si incontravano, tutti davano per scontato che i sudditi blu dovevano mettersi davanti ai sudditi verdi, e che i sudditi verdi avrebbero sempre seguito i blu.
Il terzo fratello, il Re Centinaia, era il più ricco. Il suo abito era rosso, il colore del potere e della ricchezza, e siccome mangiava più dei sui fratelli, aveva un gran pancione. Ma la sua maggior ricchezza non cambiava il fatto che anche i suoi sudditi si chiamassero Zero, Uno, Due, Tre, Quattro, Cinque, Sei, Sette, Otto e Nove.
Quando i tre Re si incontravano, i sudditi rossi stavano naturalmente in prima fila, seguiti dai sudditi blu che stavano al centro, mentre i sudditi verdi occupavano l’ultima posizione.
Sebbene sembrassero tutti molto simili, la loro posizione nella fila determinava il potere e il valore di ciascuno. E affinchè lo si vedesse subito, anche i colori prevedevano una chiara distinzione: rosso per il Re Centinaia, blu per il Re Decina e verde per il Re Unità.
E’ interessante notare che non ci fu mai uno scontro tra i tre piccoli Re perchè tutti erano felici e contenti della loro posizione e del loro valore.
Questa situazione di pace e armonia rendeva molto felice il padre dei tre Re. La soddisfazione dei suoi figli gli dava la certezza che alla sua morte tutto l’impero avrebbe continuato ad essere prospero e pacifico. Perchè ovviamente era anche lui un Re e possedeva un regno più grande e potente di tutti i regni dei suoi tre figli messi insieme, e per questo era chiamato “Re Mille”. E come avrai già capito, anche i suoi sudditi si chiamavano Zero, Uno, Due, Tre, Quattro, Cinque, Sei, Sette, Otto e Nove.
Note
Materiale utile per la presentazione: . i quattro Re del sistema decimale . tappeto gerarchico . cartelli dei numeri.
Indicazioni generali Per questa narrazione è bello usare pupazzi che rappresentano unità, decine, centinaia e migliaia, anche se non ci sono dialoghi, ma è piuttosto il narratore che ne dà una descrizione. La storia si basa sull’idea di Maria Montessori di creare un parallelo tra valore posizionale dei numeri e gerarchia sociale. Il posto, la posizione di un numero nel sistema decimale corrisponde al suo valore. “…bisognerebbe studiare solo la posizione del numero, la posizione che corrisponde al luogo e non al numero. Ad esempio, nella società c’è un re, un ministro, un governatore, un cittadino comune. Sono tutti uguali come esseri umani; è la posizione sociale che li distingue nel loro valore amministrativo. Così è per ciascuno dei nove numeri, che possono rappresentare numeri modesti o rappresentare milioni: il posto che occupano rivela il loro valore a seconda della loro posizione“. (Maria Montessori, Psicoaritmetica).
La storia dei Re del sistema decimale rientra nella grande cornice della quinta grande lezione, la “Storia dei numeri”.
Il giorno più lungo dell’anno (o se preferite la notte più corta), cioè il giorno del solstizio d’estate che quest’anno si è verificato il 21 giugno, è da sempre considerato un giorno magico.
Il Sole è il corpo celeste che più di ogni altro ha influenzato la vita dell’uomo e le sue abitudini. In particolare, fin dall’antichità. in corrispondenza del solstizio d’estate si organizzavano feste e cerimonie per celebrare questo avvenimento che coincide con l’inizio dell’estate.
Il solstizio d’estate corrisponde al momento in cui il Sole raggiunge la massima declinazione positiva nel nostro emisfero, e in questa posizione i suoi raggi, a mezzogiorno, sono allo Zenith del Tropico del Cancro e il Sole si trova nel punto più alto della volta celeste.
Il termine solstizio deriva dal latino solstitium, che significa “il fermarsi del sole”. Gli antichi infatti erano convinti che in questo giorno il sole si fermasse, e il 24 giugno cambiasse direzione per tornare indietro.
Le tradizioni e i rituali precristiani legati al solstizio d’estate sono moltissimi, e tutti sono stati assorbiti dal Cristianesimo nella sua liturgia, associandoli a un santo e a un particolare giorno dell’anno.
Secondo un’antica leggenda pagana, nel giorno del solstizio il Sole si ferma per sposarsi con la Luna, così è facile comprendere come l’acqua ed il fuoco sono da sempre i simboli del solstizio e perchè acqua e fuoco entrino in gioco in tutti i rituali dedicati a questo giorno.
I più importanti tra questi rituali sono l’acqua di fiori che deve essere bagnata dalla rugiada e dalla luce della luna, i falò, il salto del fuoco, l’albume nell’acqua, la preparazione dell’olio di iperico e del nocino.
San Giovanni, che cade il 24 giugno, è il giorno più vicino al solstizio e nella maggior parte delle regioni italiane tutti questi riti sono “di San Giovanni”.
Amo festeggiare questo giorno con i bambini, perchè trovo sia un’occasione importante per creare una connessione con i fenomeni astronomici, col nostro pianeta, con le trasformazioni della natura e con la vita dei nostri antenati. Sono anche momenti di condivisione tra i bambini a scuola, e tra i bambini e le loro famiglie. Maria Montessori parla di questo intrecciarsi di saperi come di educazione cosmica.
Quest’anno il giorno di san Giovanni è caduto di sabato, quindi per fare in modo di viverlo comunque anche a scuola ho modificato un po’ le regole che detta la tradizione.
Così siamo riusciti a preparare la nostra acqua di San Giovanni, la nostra barca di San Giovanni, il nostro olio di San Giovanni… e abbiamo inventato anche una nuova tradizione tutta nostra: l’acquerello botanico coi fiori dell’erba di San Giovanni, l’iperico.
L’acqua di san Giovanni
La tradizione vuole che si raccolgano fiori ed erbe il 23 giugno, dopo il tramonto, facendoli galleggiare in un contenitore pieno d’acqua. Il contenitore va poi esposto all’aperto perchè possa accogliere la rugiada della notte e la luce della luna. Al mattino la famiglia si raccoglie attorno a questa acqua profumata per bagnarsi il viso e le mani. Si tratta di un antichissimo rituale propiziatorio che prometteva ai nostri antenati di ottenere salute, serenità e fortuna.
Nella tradizione cristiana assume anche un significato di rinascita e purificazione, in quanto ricorda il battesimo del santo.
Poichè la notte tra il 23 e il 24 è nella tradizione anche la “notte delle streghe”, che proprio in questa notte si mettevano in viaggio per il loro raduno sotto il grande noce di Benevento, esiste anche un’altra tradizione legata alla raccolta delle erbe: farne mazzetti legati con una cordicella a sette nodi, da appendere sulla porta di casa per difendersi dagli incantesimi delle streghe di passaggio.
Non esiste una “ricetta” per la scelta delle erbe e dei fiori da usare per preparare l’acqua di San Giovanni, ma solitamente non possono mancare l’iperico, l’artemisia, la salvia e il rosmarino.
Come dicevo, noi abbiamo un po’ modificato le regole da seguire per la preparazione, e abbiamo iniziato a raccogliere i fiori e le erbe qualche giorno prima, nei prati e nel nostro giardino, anche per imparare a riconoscerle.
La mattina del 23 abbiamo allestito un tavolo per classificarle insieme
Non abbiamo trovato l’iperico, ma ne ho una pianta nel mio orto tintorio, e visto che è anche chiamato “erba di San Giovanni” gli abbiamo dedicato più attenzione, arricchendo anche la nostra collezione di storie delle piante con la sua scheda
Abbiamo poi iniziato a mettere i fiori e le erbe nella nostra bacinella, con delicatezza, come per realizzare un quadro galleggiante. Dal giardino abbiamo preso anche rose, rosmarino, salvia, viole e gelsomino
Prima di andare a casa, per riuscire a condividere coi bambini anche il momento della profumazione, ci siamo seduti in cerchio e abbiamo parlato di nuovo di solstizi ed equinozi, delle antiche usanze di San Giovanni, delle piante e dei fiori e dei loro nomi così affascinanti, e abbiamo deciso di fare una “prova generale” del rito che ognuno avrebbe poi ripetuto in famiglia, la mattina di sabato, con la vera acqua di San Giovanni bagnata dalla rugiada e dalla luna.
Per donarsi fortuna e coccole, prima i bambini si sono bagnati mani e viso (ma anche gambe, piedini, braccia, ecc.)
poi si sono fatti dono di coccole e fortuna anche tra di loro, pregustando il momento in cui avrebbero potuto farlo a genitori e fratelli
Infine abbiamo diviso l’acqua in vaschette, da portare a casa
L’olio di San Giovanni
All’iperico sono attribuite numerose proprietà terapeutiche. L’olio di iperico è da sempre utilizzato come cicatrizzante per curare scottature, punture di insetto e ferite, ma anche come cosmetico. Già nel Medioevo veniva usato per curare le ferite da spada. Questa pianta viene utilizzata anche per uso interno perchè contiene principi attivi espettoranti, utili nella cura dell’asma e perfino della depressione e del diabete, ma per questo è meglio rivolgersi a un medico, un farmacista, un erborista.
Noi abbiamo preparato il nostro vasetto di olio di san Giovanni per avere a scuola un rimedio miracoloso rilasciatore di endorfine in caso di piccoli incidenti: è fatto da noi, carico di ricordi e legato ad un giorno speciale, ma anche impreziosito da una lunga attesa durante la quale i bambini osservano l’olio diventare da giallo a rosso.
E’ un oleolito, cioè un infuso macerato di fiori in olio vegetale. La preparazione è semplicissima.
Servono fiori e foglie di iperico appena colti, olio di oliva o di girasole, un vasetto di vetro con coperchio, il sole dell’estate e 30 giorni. L’ingrediente segreto è sempre la partecipazione di simpatiche affascinate/affascinanti menti assorbenti.
Avrete già capito: riempite il vasetto con fiori e foglie di iperico, coprite con olio, chiudete il vasetto ed esponetelo al sole per 30 giorni. Avrete catturato per almeno un anno un momento speciale! Ed avrete per almeno un anno un alleato salvacrisi!
Nell’attesa, si può sempre fare un assaggio
Altro fatto importante: l’iperico fiorisce da giugno ad agosto, non è necessario prepararlo proprio il giorno di San Giovanni… anche se prepararlo il 24 è un po’ più magico, se non l’avete già fatto, siete sempre in tempo!
Questo è un esempio di olio al giusto grado di macerazione:
Per l’evoluzione del nostro olio, seguici sui nostri canali social o vieni a trovarci!
Questo è il nostro olio dopo tre giorni:
La barca di San Giovanni
Si tratta, come dicevo, di uno dei molti rituali di origine pagana legati al solstizio d’estate. In alcune regioni italiane si prepara la notte tra il 23 e il 24 (San Giovanni), in altre la notte tra il 28 e il 29 (San Pietro). Se non l’avete ancora fatta, scegliete san Pietro e siete ancora in tempo!
Servono solo un contenitore di vetro trasparente (bottiglia, vaso, caraffa), acqua del rubinetto e un albume d’uovo.
Semplicemente, dopo cena, riempi il contenitore scelto con acqua e fai cadere nell’acqua un albume, senza mescolare.
Prima di andare a dormire, metti il contenitore in giardino, meglio se appoggiato a terra. Se non disponi di un giardino, può funzionare anche il balcone o il davanzale della finestra.
La mattina seguente, il giorno di San Giovanni (o di San Pietro) osserva coi tuoi bambini la magia!
Secondo la tradizione contadina cristiana San Giovanni (o San Pietro) hanno soffiato nell’acqua per dar forma alla struttura e parlarci. Infatti, interpretando queste forme, i nostri antenati traevano previsioni sulla loro sorte, sul raccolto, e in alcune regioni italiane anche sulla riuscita dei matrimoni.
Cosa può dirne la scienza?
In questo periodo dell’anno le variazioni termiche tra il giorno e la notte sono particolarmente accentuate.
Il freddo-umido della notte fa aumentare la densità dell’albume e lo fa cadere sul fondo del contenitore.
Il fondo, a sua volta, a contatto con il calore del suolo, fa risalire le molecole dell’albume con dei piccoli moti convettivi, creando le vele.
Poi, al mattino, l’albume si riscalda nuovamente e sale verso l’alto, facendo aprire le vele.
Acquerello botanico ai fiori di iperico
Il procedimento è molto semplice. In un mortaio formiamo una pasta con fiori di iperico e acqua distillata o acqua piovana
Filtriamo
e il nostro acquerello è pronto. Non si conserva a lungo, per cui è bene tenerlo in un contenitore di vetro con coperchio ermetico, in frigorifero o in luogo fresco con l’aggiunta di chiodi di garofano o di una punta di miele.
Per lavorare con questi acquerelli botanici con i bambini preparo per loro un vassoio da tenere nell’area di vita pratica, con tutto l’occorrente per sperimentare le variazioni di colore modificando il pH. Questo è quello che ho preparato per lavorare con l’acquerello al mallo di noce:
E questo è il quaderno dove conservo le sperimentazioni. Ogni bambino ha il suo:
Pigmento lacca in polvere di fiori di iperico
Per conservare a lungo i colori botanici, un metodo che può dare grandi soddisfazioni è quello di estrarre il pigmento per ricavarne una polvere
Per farlo versiamo l’acquerello in un pentolino, quindi aggiungiamo della polvere di allume
e scaldiamo per farlo sciogliere bene. Versiamo il liquido caldo in un recipiente
e aggiungiamo polvere di carbonato di calcio (o guscio d’uovo polverizzato)
Se tutto funziona, nel recipiente si genera un’intensa effervescenza
lasciamo riposare, quindi filtriamo
sempre se tutto funziona nel filtro rimarrà il nostro pigmento in polvere, mentre nel vaso colerà acqua pulita.
Non resta che lavare il pigmento ottenuto con acqua distillata e far asciugare bene. Questa polvere non è idrosolubile, quindi per poterla utilizzare come acquerello è necessario lavorarla con gomma arabica, aggiungendo glicerina vegetale e miele, che funziona da conservante
Il tutto va lavorato con spatole e muller di vetro, possibilmente su un tagliere di vetro
io conservo i colori nei gusci di vongola, e una volta pronti li uso come normali acquerelli solidi.
Le fiabe cosmiche Montessori sulla formazione della Terra e la comparsa dei viventi ci hanno accompagnati in questi anni, portandoci ad avere familiarità con i concetti di attività vulcanica, ere geologiche, placche tettoniche e formazione dei Continenti, ciclo delle rocce, evoluzione dei viventi… e la nostra giornata a Bolca è stata una splendida conclusione per questo percorso.
Per prepararci alla visita, oltre a rivivere insieme le fiabe cosmiche, abbiamo scaricato dal sito del Museo l’opuscolo “A caccia di fossili con Angelo, il pesce paleontologo”
Il pesce Angelo (Eoplatax papilio) è una specie tropicale che popolava l’antico mare della Tetide 50 milioni di anni fa, nell’Eocene, ed è la star di Bolca.
E’ davvero bellissimo e i bambini, appena arrivati al Museo, lo hanno immediatamente riconosciuto
Ma cosa dire di questo piccolo tesorino?
Gli scienziati hanno vagliato nel corso del tempo varie ipotesi sul perchè i fossili di Bolca siano così numerosi, così vari e così perfettamente conservati. Le guide ci hanno spiegato che attualmente si pensa ad una condizione combinata di assenza di ossigeno, alte concentrazioni di sali ed alte temperature dell’acqua dovuta all’attività vulcanica sottomarina. Ci hanno fatto notare, ad esempio in questo pesciolino, la bocca aperta: la fossilizzazione ha fissato l’animale nell’istante della sua morte.
Tornando alla preparazione all’uscita, per comprendere il processo della fossilizzazione in generale (non del tipo di processo che ha coinvolto Bolca in particolare) abbiamo guardato questo video:
e poi abbiamo simulato il processo per fissare le fasi più importanti attraverso un’esperienza sensoriale e manuale.
Abbiamo usato delle vaschette di plastica trasparente per ricreare il mare con sabbia (con aggiunta di polvere di gesso) ed acqua salata. Depositato sul fondale il nostro pesce, abbiamo poi creato stratificazioni con materiali di colori diversi (polvere di gesso, colla, sale, fondi di caffè, farina, ecc.). Il giorno seguente i bambini hanno trovato i loro “sassi” solidificati ed hanno potuto separare gli strati fino a rinvenire il loro pesce.
Raccontando ai bambini che a Bolca avrebbero potuto fare la stessa cosa, ma con pietre e fossili veri, e che avrebbero potuto addirittura portare a casa i propri ritrovamenti, la prima domanda è naturalmente stata: “Ma potremmo trovare anche un dinosauro?”
A questa domanda ha risposto la nostra striscia della comparsa dei viventi:
Nell’Eocene i dinosauri erano già estinti!
Ed eccoci finalmente a Bolca:
Bolca è un piccolo paese molto accogliente, immerso in una natura di colline verdi e ampie vedute delle valli.
Da oltre 200 anni, di generazione in generazione, si occupa dei giacimenti di fossili la famiglia Cerato, e ciò che si respira è proprio l’essere invitati ed accolti a condividere, insieme alla storia del mondo, una storia personale e famigliare importante, il tramandarsi di un mestiere che è anche un’arte, e una grande generosità nel coinvolgere i bambini in questa narrazione.
Nel Museo si ammirano fossili animali e vegetali non solo di grande interesse scientifico, ma anche di una bellezza incredibile. Qui, insieme al pesce luna, c’è l’impronta in positivo e negativo di un vermetto:
Dopo aver visitato le varie sale del Museo, accompagnati all’osservazione dei vari fossili dalla giuda,
ci siamo spostati alla Pesciara. Pranzo al sacco in una verdissima area picnic, e poi finalmente è cominciata la caccia ai tesori! In tre grandi vasche di sabbia, i bambini (e anche gli adulti!) hanno usato palette e setacci alla ricerca di denti di squalo e minerali:
Ma l’attività più interessante in assoluto è stata la ricerca dei fossili. Le guide ci hanno spiegato come riconoscere gli strati nei blocchetti di pietra e come usare il martello per aprirli alla ricerca di resti fossili
Le cose più interessanti che abbiamo trovato sono state un’impronta di conchiglia, tracce di alghe e una bellissima fogliolina con la punta ripiegata su se stessa:
Anche se sembra un gioco semplice, il mancala non è un gioco di fortuna, ma piuttosto di pianificazione strategica, stima e calcolo delle quantità. Nelle versioni di mancala più complesse si inserisce anche l’elemento della velocità, dando un vantaggio a chi ha mente e dita abbastanza agili da superare l’avversario.
Mancala in realtà non è un gioco, ma piuttosto una famiglia di giochi che condividono alcune regole di base che possono variare notevolmente per complessità, tanto da poter essere paragonabili al go asiatico o agli scacchi. In questo articolo parlo del mancala giocato con le regole del kalah (o kalaha), il più adatto ai bambini.
Il mancala è uno dei giochi da tavolo per due giocatori più antichi al mondo. Le tavole mancala più antiche sono state trovate in Giordania in un insediamento neolitico e risalgono al 6000 aC circa, epoca in cui gli uomini stavano iniziando a padroneggiare l’agricoltura e l’allevamento. Antichissime tavole mancala sono state rinvenute in tutta l’Africa e in Iran. La rara scoperta di queste tavole dimostra che il mancala è uno dei giochi più antichi, se non il più antico conosciuto dall’umanità, ma non chiarisce dove e quando abbia avuto origine, considerando che può essere giocato semplicemente scavando buche temporanee nel terreno e utilizzando semi deperibili che non lasciano tracce archeologiche.
Qualunque variante si giochi, due giocatori, distribuiscono le “pedine” (sassi, conchiglie, semi o perfino palline di sterco animale) all’interno di file di fori (case o pozzi) disposti parallelamente, e in qualunque cultura si giochi, queste pedine sono chiamate “semi” e il loro movimento da un foro all’altro viene definito “semina”. Questo suggerisce quali potrebbero essere le origini del gioco: piantare semi nel terreno.
Oltre ad essere uno dei giochi più antichi del mondo, è probabilmente anche uno dei più giocati: anche se in Europa è poco conosciuto, è diffusissimo in tutto il continente africano, in Asia e nelle Americhe. In Africa pare ci siano tante varianti di regole di gioco quanti sono i gruppi etnici o addirittura le città.
Il mancala assume in Africa anche significati magici e metaforici. Spesso il tavoliere rappresenta il villaggio, dove ogni buca è una capanna. I semi singoli vengono chiamati donne o vedove, due semi vengono chamati sposi, poi ci possono essere i capi, i bambini, il bestiame, ecc.
Perchè proporre il mancala ai bambini
affina la motricità fine e la coordinazione occhio-mano, impegnando i muscoli di tutta la mano
permette di esercitare le abilità di conteggio in modo divertente, raccogliendo e distribuendo i semi
insegna ad attendere e rispettare i turni
permette di esercitare l’abilità di stima di quantità
aiuta a sviluppare la capacità di fare previsioni, mettere in atto strategie, il ragionamento astratto ipotetico-deduttivo. Giocare a mancala richiede il conteggio mentale e la previsione del movimento dei semi sul tavoliere
stimola le capacità di attenzione e concentrazione
porta all’intuizione delle proprietà della moltiplicazione.
Giochiamo a mancala
Come dicevo, la variante di mancala che propongo ai bambini è quella giocata con le regole del kalah.
Il tavoliere può essere acquistato, o meglio può essere costruito con i bambini. E’ composto da due file di sei buche disposte parallelamente. A destra e a sinistra si trovano due buche più grandi, i granai. Il nostro è fatto con fondi di bicchierini di plastica e ciotoline incollate su un rettangolo di cartone. I semi sono soia.
Preparazione I giocatori siedono uno di fronte all’altro davanti al tavoliere. La fila di buche davanti ad ogni giocatore è la sua, e il suo granaio è quello alla sua destra. In ogni buca si mettono 4 semi, mentre i granai restano vuoti.
Scopo del gioco Vince chi al termine della partita ha collezionato il maggior numero di semi nel suo granaio.
Gioco
Il gioco procede in senso antiorario e si gioca a turno.
Semina
Quando è il suo turno, il giocatore prende in mano tutti i semi di una delle sue buche e li distribuisce in senso antiorario nelle buche successive, uno per buca. Se dopo aver distribuito i semi nelle sue buche e nel suo granaio avanzano semi, può continuare a distribuire i semi nelle buche dell’avversario, uno per buca. Se dopo aver distribuito i semi nelle sue buche, nel suo granaio e nelle buche dell’avversario avanzano semi, il giocatore continua la distribuzione tornando alle sue buche, ma non può mettere semi nel granaio dell’avversario. In altre parole la distribuzione continua finchè i semi non sono terminati, eventualmente saltando il granaio dell’avversario.
Tocca ancora a te
Se il giocatore riesce a depositare l’ultimo seme nel suo granaio, ha diritto ad un altro turno, può quindi prendere in mano tutti i semi di un’altra delle sue buche e distribuirli in senso antiorario nelle buche successive, uno per buca. Così tutte le volte che riuscirà a mettere l’ultimo seme di un mucchietto nel suo granaio.
Cattura
Se il giocatore riesce a mettere l’ultimo seme del suo mucchietto in una buca vuota della sua fila di buche, catturerà tutte le pietre dell’avversario che si trovano nella buca direttamente di fronte. Metterà quindi nel suo granaio i semi dell’avversario e il suo seme, e il turno passerà all’avversario.
Conclusione
Il gioco termina quando tutte le buche di uno dei due giocatori risultano vuote. Se l’altro giocatore ha ancora dei semi nelle sue buche, restano sue: può quindi prenderle e metterle nel suo granaio.
Modello di colonna vertebrale realizzato con cartoni delle uova, cartoncino colorato e filo di lana.
Per preparare il lavoro abbiamo prima di tutto toccato la nostra colonna vertebrale e quella dei compagni, cercando di seguirne il percorso dal collo fino al coccige.
Abbiamo poi osservato insieme dei disegni anatomici della colonna vertebrale e delle singole vertebre e abbiamo affrontato la nomenclatura osservando il modello che ho preparato io :
colonna vertebrale
vertebra
disco intervertebrale
midollo spinale
nervo motorio
nervo sensoriale
Nel mio modello ho inserito ai lati di ogni vertebra anche due nervi, mentre i bambini hanno realizzato la loro colonna vertebrale omettendo questo particolare.
Le vertebre del corpo umano sono 33 o 34, ed ognuna è separata dall’altra da un disco intervetebrale. Abbiamo quindi ritagliato 33 portauovo:
e 32 dischi:
I portauovo di cartone si forano facilmente con una penna o una matita:
Mentre per forare i dischi servirà un sottomano e un punteruolo.
Preparati tutti gli elementi ogni bambino forma la sua colonna vertebrale con ago e filo di lana, alternando una vertebra e un disco:
Le principali funzioni della colonna vertebrale sono:
sostegno
movimento
protezione del midollo spinale.
Con i bambini della scuola dell’infanzia è possibile dare informazioni corrette senza indugiare troppo nei particolari e riportando i fatti alla loro esperienza.
Per la funzione di sostegno è facile tornare alla classificazione tra vertebrati ed invertebrati, e paragonarci al lombrico, ad esempio.
Per la funzione di movimento basterà cercare tutti i movimenti che possono compiere la nostra schiena e il nostro collo.
Per la funzione di protezione del midollo spinale, prima di tutto facciamo sentire ai bambini quanto sia importante e fragile il nostro sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale), e quanto la natura sia meravigliosa: ha fatto in modo di proteggere il nostro cervello con le ossa del cranio, e il nostro midollo spinale con le vertebre, che sono come scatoline resistentissime.
Ma cos’è il midollo spinale? Diciamo ai bambini che il nostro cervello è come un supercomputer, ma molto più potente di qualsiasi computer che sia stato inventato.
Come i computer, anche il nostro cervello è collegato ad ogni parte del corpo attraverso dei fili.
Pieghiamo ad esempio il nostro pollice e chiediamo: “Come fa il nostro cervello a dire al pollice di piegarsi?”. I bambini faranno le loro ipotesi, molti diranno che succede attraverso gli occhi. Facciamo notare che se guardo il pollice, non si piega. Neanche se dico: “Pollice piegati!”…
Il pollice si piega perchè c’è un filo che dal cervello passa nella nostra colonna vertebrale e arriva al nostro pollice! Tutti i fili che partono dal cervello, scorrono nella colonna vertebrale (midollo spinale), e a un certo punto escono da una vertebra e si collegano ad una parte del nostro corpo (nervi).
Ecco perchè è importante che le vertebre, delle ossa molto dure e resistenti, proteggano il midollo spinale!
Se i bambini sono interessati, possiamo continuare la presentazione facendo una distinzione tra nervi motori e nervi sensitivi.
Diciamo che i nervi che ci fanno muovere il pollice vanno dal cervello al nostro pollice e si chiamano nervi motori, perchè muovono.
Ma non solo il nostro cervello può dire qualcosa al nostro pollice, anche il nostro pollice può dire qualcosa al nostro cervello. Cosa potrebbe dire, secondo voi? Ad esempio può dirgli che un oggetto è molto caldo. I nervi che dal nostro pollice vanno al nostro cervello si chiamano nervi sensitivi, perchè sentono.
Possiamo quindi far capire quanto sia importante sentire caldo, freddo, dolore ecc… dando un accenno ai riflessi involontari: quando tocchiamo qualcosa che è molto caldo cosa succede?
Con i bambini spezzettiamo grossolanamente della carta di scarto (cartone e carta da imballaggio, cartoni delle uova, ecc.) e aggiungiamo della carta igienica. Mettiamo il tutto in una ciotola con dell’acqua. Per rendere l’impasto più duro si può aggiungere all’acqua della colla vinilica
Dopo aver lasciato macerare il composto per un giorno, frulliamo ed eliminiamo l’acqua in eccesso
Aggiungiamo alla pasta ottenuta fiorellini e foglie
Ora i bambini possono utilizzare la pasta di carta per rivestire delle ciotole:
Dopo averle fatte asciugare le nostre ciotole sono pronte!
Quest’anno per Pasqua abbiamo sperimentato la tintura naturale delle uova, e questa esperienza ci ha stimolati poi a fare ricerche nel campo dell’estrazione di pigmenti vegetali naturali per realizzare pigmenti in polvere, pastelli a cera ed acquerelli. Ne parleremo nei prossimi giorni…
… ma torniamo alle uova.
La prima cosa da fare è lavare i gusci delle uova con dell’aceto.
Poi prepariamo i pentolini per i bagni di tintura: noi abbiamo bollito bucce di cipolla dorata, succo di mirtillo, foglie d’acero e cavolo viola. Non servono proporzioni e ricette: tutto dipende dall’intensità del colore che si vuole ottenere e dal numero di uova che desideriamo tingere.
Scegliamo foglioline tenere e petali leggeri di fiori da mettere a disposizione dei bambini insieme a delle ciotoline d’acqua: le foglie e i fiori aderiranno semplicemente al guscio con poca acqua
Se i bambini sono piccoli, consiglio di utilizzare uova già sode, per limitare rotture e altri incidenti
Quando i bambini hanno completato il loro lavoro, dovremo avvolgere ogni uovo in un rettangolo ritagliato da una calza di nylon e chiuderlo “a caramella”
Immergiamo delicatamente le uova nel bagno di tintura e facciamo bollire per almeno 10 minuti
Dopo la bollitura togliamo le uova dalla pentola e lasciamole raffreddare.
A questo punto i bambini possono rimuovere il nylon, pulire le uova da foglie e fiori e lucidarle con l’olio di oliva
Nome dell’esercizio in inglese: sewing on a button
Area: movimenti elementari, cura di sé, cura dell’ambiente
Prima presentazione
Età: dai 3 anni
Materiale: un vassoio contenente un grande bottone di legno a quattro fori, un cordoncino con un nodo ad una delle estremità, un ago grande, schede sequenza (facoltative). Un tavolo e due sedie
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come cucire un bottone”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale
. trasportare il vassoio su di un tavolo
. sedersi al tavolo (il bambino siede alla nostra sinistra)
2. Analisi dei movimenti
. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione
. infilare il cordoncino nella cruna dell’ago e posarlo alla nostra destra
. tenere il bottone con la mano sinistra
. infilare l’ago nel foro in basso a destra del bottone, dal basso verso l’alto, e dire: “Punta in su”
. lasciare l’ago e riprenderlo da sopra
. tirare verso l’alto
. infilare l’ago dall’alto verso il basso nel foro del bottone in alto a sinistra e dire: “Punta in giù”
. lasciare la mano e prendere l’ago sotto il bottone
. tirare verso il basso
. far notare il punto obliquo che abbiano realizzato
. infilare l’ago dal basso verso l’alto nel foro in basso a sinistra del bottone, e dire: “Punta in su”
. lasciare la mano e prendere l’ago sopra al bottone
. tirare verso l’alto
. infilare l’ago dall’alto verso il basso nel foro in alto a destra, e dire: “Punta in giù”
. lasciare la mano e prendere l’ago sotto il bottone
. tirare verso il basso
. sfilare l’ago dal cordoncino e ammirare il proprio lavoro
. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore
. pizzicando i punti uno ad uno sfilare il cordoncino dal bottone
. infilare l’ago e ripetere la procedura una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
3. Conclusione
. riportare il vassoio allo scaffale
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Libertà del bambino
dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni
Seconda presentazione
Età: dai 3 anni e mezzo
Materiale: un vassoio contenente un grande bottone a quattro fori, un pezzo di tessuto a trama larga inamidato o montato su un telaietto da ricamo, un rocchetto di filo da ricamo colorato, forbici, un ago a cruna larga su un puntaspilli, schede sequenza (facoltative), un ditale a misura di bambino, un infila aghi, una ciotolina per gli scarti di filo. Un tavolo e due sedie
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come cucire un bottone sul tessuto”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale
. trasportare il vassoio su di un tavolo
. sedersi al tavolo (il bambino siede alla nostra sinistra)
. infilare il ditale nel dito indice della mano sinistra
2. analisi dei movimenti
. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione
. prendere il rocchetto e le forbici e tagliare una misura di filo (la misura di solito è la larghezza del tavolo
. distendere il filo tagliato in linea orizzontale sul tavolo
. rimettere forbici e rocchetto sul vassoio
. infilare l’ago
. fare il nodo al filo
. tenere il tessuto o il telaio con la mano sinistra
. con la mano destra infilare l’ago al centro del tessuto, dal basso verso l’alto, e dire: “Punta in su”
. trattenere l’ago col ditale sotto il tessuto, portare la mano destra sul davanti del tessuto, prendere l’ago
. tirare il filo verso l’alto fino a sentire il nodo che fa resistenza
. posare il tessuto sul tavolo, prendere il bottone con la mano sinistra
. infilare l’ago nel foro in basso a destra del bottone, dal basso verso l’alto, e dire: “Punta in su”
. trattenere l’ago col ditale sotto il bottone, portare la mano destra sul davanti del bottone, prendere l’ago
. con la mano sinistra accompagnare il bottone fino a che non tocca il tessuto
. tenere il bottone e il tessuto insieme con la mano sinistra (il pollice sul bottone, l’indice col ditale sotto il tessuto
. infilare l’ago dall’alto verso il basso nel foro del bottone in alto a sinistra e attraverso il tessuto, e dire: “Punta in giù”
. lasciare la mano e prendere l’ago sotto il tessuto
. tirare verso il basso
. far notare il punto obliquo che abbiano realizzato
. infilare l’ago dal basso verso l’alto, attraverso il tessuto, nel foro in basso a sinistra del bottone, e dire: “Punta in su”
. trattenere l’ago col ditale sotto il tessuto, portare la mano destra sul davanti del bottone, prendere l’ago
. tirare verso l’alto
. infilare l’ago dall’alto verso il basso nel foro del bottone in alto a destra e attraverso il tessuto, e dire: “Punta in giù”
. lasciare la mano e prendere l’ago sotto il tessuto
. tirare verso il basso
. posare il tessuto e l’ago sul tavolo e ammirare il proprio lavoro
. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore
. prendere le forbici e tagliare il filo a una decina di centimetri dall’ago
. posare le forbici sul vassoio, sfilare il filo che si trova nella cruna dell’ago
. puntare l’ago nel puntaspilli e mettere l’avanzo di filo nella ciotola apposita
. pizzicando i punti uno ad uno sfilare il filo dal bottone e dal tessuto
. mettere il filo nella ciotola apposita
. ripetere la procedura una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
3. Conclusione
. gettare i fili scartati nella pattumiera
. riportare il vassoio allo scaffale
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Libertà del bambino
dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni
Terza presentazione
Età: dai 4 anni
Materiale: un vassoio contenente un assortimento di bottoni colorati a quattro fori in una scatolina, un assortimento di tessuti, rocchetti di filo di cotone colorato, forbici, un ago e uno spillo con capocchia di spillo su un puntaspilli, un infila aghi, schede sequenza (facoltative), un ditale a misura di bambino, una ciotolina per gli scarti di filo. Un tavolo e due sedie
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come cucire i bottoni sul tessuto”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale
. trasportare il vassoio su di un tavolo
. sedersi al tavolo (il bambino siede alla nostra sinistra)
. infilare il ditale nel dito indice della mano sinistra
2. Analisi dei movimenti
. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione
. scegliere un tessuto e metterlo di fronte a noi
. scegliere un bottone e un rocchetto di filo da abbinare
. tagliare una misura di filo
. infilare l’ago
. fare il nodo al filo
. decidere dove vogliamo cucire il bottone
. prendere uno spillo e sostituire il bottone con lo spillo, facendolo passare attraverso il tessuto da sopra a sotto e da sotto a sopra
. cucire il bottone come nelle precedenti presentazioni
. ripetere tre volte
. con l’ultimo punto avremo l’ago sotto al tessuto
. infilare l’ago dal basso verso l’alto attraverso il tessuto, ma non attraverso il foro del bottone
. togliere lo spillo e appuntarlo nel puntaspilli
. avvolgere il filo cinque volte tra il bottone e il tessuto
. infilare l’ago dall’alto verso il basso attraverso il tessuto
. capovolgere il tessuto e tirare il filo verso l’alto
. passare l’ago in linea orizzontale sul tessuto dietro al bottone e tirare
. ripetere altre due volte
. fare un ultimo punto, senza tirare completamente il filo
. infilare l’ago nell’asola che si è creata col filo e tirare
. tagliare con le forbici il filo che avanza
. posare le forbici sul vassoio, sfilare il filo che si trova nella cruna dell’ago
. puntare l’ago nel puntaspilli e mettere l’avanzo di filo nella ciotola apposita
. ripetere la procedura una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
3. Conclusione
. gettare i fili scartati nella pattumiera
. mettere il tessuto con i bottoni cuciti nella cartellina dei lavori completati
. riportare il vassoio allo scaffale
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Libertà del bambino
dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni
Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per cucire un bottone
Obiettivi indiretti: raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, focalizzare l’attenzione del bambino sull’oggetto per stimolare la concentrazione, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, stimolare la capacità di concentrazione e attenzione, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri, stabilire una relazione di fiducia tra bambino e adulto
Nomenclatura: ago, cruna, punta, filo, tessuto, nodo, punto, spillo, ecc.
Punti di interesse: le direzioni alternate dell’ago, la crocetta di filo che si forma tra i quattro fori del bottone, l’uso dello spillo per evitare di cucire il bottone troppo aderente al tessuto, l’uso del ditale per spingere l’ago
Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il bambino non è in grado di eseguire correttamente l’esercizio
Varianti ed estensioni:
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
Area: movimenti elementari, cura dell’ambiente, cura di sé
Età: dai 4 anni
Materiale: un vassoio contenente un pezzo di tessuto, un telaio da ricamo, rocchetti di filo colorato (lana o filo da ricamo), forbici, ago sul puntaspilli, infila ago, ditale. Un tavolo e due sedie
Presentazione
Preparazione indiretta
Mettere a disposizione dei bambini su uno scaffale: pezzi di tessuto assortito (iuta, lino, cotone, ecc.) senza disegni; pezzi di tessuto assortito con delle sagome da ricamare disegnate col pennarello; telai da ricamo; rocchetti di filo colorato; aghi; infilaaghi; forbici; ditali
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come usare il telaio da ricamo”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale
. selezionare l’occorrente e metterlo sul vassoio
. trasportare il vassoio su di un tavolo
. sedersi al tavolo (il bambino siede alla nostra sinistra)
2. Analisi dei movimenti
. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione
. aprire il telaio svitando la vite apposita
. estrarre la cornice mobile
. posare il tessuto sulla cornice fissa
. incastrarlo tra la cornice fissa e quella mobile
. riavvitare
. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore
. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
. tagliare una misura di filo
. infilare l’ago
. fare il nodo al filo
. tenere il telaio con la mano sinistra e l’ago con la mano destra
. cucire dei punti
. prima di tagliare il filo girare il telaio sul rovescio, prendere con l’ago alcune fibre di tessuto con l’ago e passare l’ago senza tirare del tutto il filo
. passare l’ago nell’asola di filo creata e tirare
. tagliare il filo in eccesso
. cambiare colore di filo
. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore
. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
3. Conclusione
al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino
. riportare il vassoio allo scaffale
. scrivere il nome sul lavoro ultimato e metterlo nella cartellina dei lavori completati
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Libertà del bambino
dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni
Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per usare il telaio da ricamo
Obiettivi indiretti: raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, focalizzare l’attenzione del bambino sull’oggetto per stimolare la concentrazione, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri
Materiale: tavolo o tappeto, materiale scelto dal bambino
Presentazione
. invitare il bambino e dare il nome dell’attività “Ti mostro il ciclo di lavoro”
. cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. scegliere un tavolo e distendervi la tovaglietta di feltro apposita. Scegliere un materiale con cui lavorare, trasportarlo e posarlo sulla tovaglietta
. lavorare col materiale scelto
. riportare i materiali al proprio posto sullo scaffale in modo che altri possano lavorarci
. piegare o arrotolare la tovaglietta e riporta al suo posto
. “il ciclo di lavoro è tutto quello che facciamo dall’inizio alla fine di un’attività: scegliere, lavorare, riordinare”
. invitare il bambino a provare.
Obiettivi diretti: condurre un ciclo di lavoro correttamente e in autonomia
Obiettivi indiretti: sviluppare la capacità di concentrazione, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, soddisfare il bisogno di ordine del bambino, stimolare lo sviluppo della volontà, preparare un ambiente favorevole al lavoro indipendente
Nomenclatura: ciclo di lavoro, i materiali usati nella presentazione
Punti di interesse: scegliere un’attività, portarla a termine, riporre il materiale
Controllo dell’errore: l’insegnante e gli altri bambini
Note: questa può essere una presentazione di gruppo
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
Nome dell’esercizio in inglese: paint on the easel
Area: esercizi preliminari, cura dell’ambiente
Età: dai 3 anni
Materiale: un cavalletto, un foglio di carta da pittura, colori, pennelli, una spugna, un secchio d’acqua, un luogo dover far asciugare la pittura finita, un vassoio per la pittura finita, un grembiule.
Presentazione
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come dipingere al cavalletto”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. indossare il grembiule
. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale
2. Analisi dei movimenti
. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione
. prendere un foglio di carta da pittura
. scrivere il nome e la data sul foglio
. agganciare la carta al cavalletto
. mettere un pennello in ognuno dei vasetti di colore
. impugnare il pennello del colore scelto utilizzando la presa a tre dita
. dipingere
. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore
. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
3. Conclusione
riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino
. togliere il foglio dal cavalletto e portarlo ad asciugare
. pulire il cavalletto con l’acqua utilizzando la spugna
. portare il secchio al lavandino, svuotare il secchio nel lavandino, lavare la spugna e cambiare l’acqua
. riportare secchio e spugna al cavalletto
. togliersi il grembiule
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per usare il cavalletto da pittura
Obiettivi indiretti: raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, focalizzare l’attenzione del bambino sull’oggetto per stimolare la concentrazione, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, soddisfare il bisogno di ordine del bambino, preparare un ambiente favorevole al lavoro indipendente
Nomenclatura: colore, dipingere, cavalletto, pennelli, ecc.
Punti di interesse: il cavalletto, fissare il foglio, usare un pennello per ogni colore, lavare la postazione
Controllo dell’errore: la postazione è sporca o in disordine
Note: questa può essere una presentazione di gruppo
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
Materiale: un vassoio contenente un rotolo di carta igienica nuovo fermato con un giro di nastro adesivo, un portarotolo montato su una tavoletta di legno, un rotolo vuoto. Un tavolo e due sedie
Presentazione
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come cambiare il rotolo della carta igienica”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale
. trasportare il vassoio su di un tavolo e metterlo di fronte a noi
. sedersi al tavolo (il bambino siede alla nostra sinistra)
2. Analisi dei movimenti
. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione
. mostrare al bambino come tirare contro uno dei lati del portarotolo il rullo, per accorciarlo
. inclinare il rullo e sfilarlo
. togliere dal rullo il rotolo vuoto e posarlo sul tavolo
. mostrare al bambino come incastrare il rullo vuoto nel portarotolo: con la mano dominante inserire il perno del rullo nel foro del portarotolo, spingere contro il lato per accorciarlo, incastrare il perno dell’estremità opposta nel foro del portarotolo opposto
. estrarre nuovamente il rullo, infilare nel rullo il rotolo nuovo e infilarlo nel portarotolo
. far rotolare un po’ per dimostrare che è inserito correttamente
. sostituire nuovamente col rotolo vuoto
. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore
. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
3. Conclusione
al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino
. riportare il vassoio allo scaffale
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Libertà del bambino
dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni
Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per sostituire il rotolo della carta igienica da soli
Obiettivi indiretti: sostenere l’acquisizione delle competenze sociali di base, imparare ad agire nel rispetto degli altri, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri
Nomenclatura: portarotolo, perno, foro, rullo, carta igienica, rotolo, ecc.
Punti di interesse: il meccanismo di fissaggio del rullo
Controllo dell’errore: il rullo non resta in posizione se i perni non sono fissati correttamente nei fori.
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
Materiale: un cestino o una borsa in tessuto contenente 4 coppie di oggetti (12 in tutto). Un tavolo e due sedie
Presentazione
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro l’appaiamento di oggetti”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. trasportare il cestino su di un tavolo, mettendolo alla nostra sinistra
. sedersi al tavolo (il bambino siede alla nostra sinistra)
2. Analisi dei movimenti
. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione
. lavorare nella direzione della scrittura (da sinistra a destra)
. pescare il primo oggetto e metterlo sul tavolo, a destra del cestino
. pescare il secondo oggetto e confrontarlo col primo
. se è uguale, metterlo sotto al primo
. se è diverso, metterlo a destra del primo
. proseguire allo stesso modo con tutti gli oggetti, finché non avremo formato tutte le quattro coppie
. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
. fermarsi ad ammirare il proprio lavoro
3. Conclusione
al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino
. rimettere uno ad uno gli oggetti nel cestino, raccogliendoli da sinistra a destra
. riportare il cestino allo scaffale
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Libertà del bambino
dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni
Obiettivi diretti: riconoscere corrispondenze uno a uno tra oggetti
Obiettivi indiretti: capacità di raggruppare oggetti, preparazione per la matematica e per la scrittura, classificazione scientifica, insiemi, corrispondenza uno ad uno, raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, focalizzare l’attenzione del bambino sull’oggetto per stimolare la concentrazione, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, soddisfare il bisogno di ordine del bambino, preparare un ambiente favorevole al lavoro indipendente
Nomenclatura: il nome degli oggetti, coppia, appaiare, paio, accoppiare, ecc.
Punti di interesse: esaminare un oggetto con attenzione, formare delle coppie
Controllo dell’errore: i raggruppamenti non sono corretti, un oggetto rimane spaiato
Varianti ed estensioni: appaiare scarpe o calzini. Appaiare oggetti per colore, forma, dimensione, materiale, lavorare ad occhi bendati, aumentare il numero di coppie, appaiare oggetti alle rispettive immagini, ecc.
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
Materiale: un vassoio sul quale si trovano un cestino contenente 4 gruppi di 5 oggetti identici (20 in tutto) e quattro scodelline. Un tavolo e due sedie
Presentazione
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro il raggruppamento di oggetti”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. trasportare il vassoio su di un tavolo, mettendolo lungo il bordo superiore (quello più distante)
. sedersi al tavolo (il bambino siede alla nostra sinistra)
2. Analisi dei movimenti
. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione
. lavorare nella direzione della scrittura (da sinistra a destra)
. prendere il cestino e metterlo alla nostra sinistra
. prendere le ciotoline e disporle in fila orizzontale a destra del cestino
. pescare il primo oggetto e metterlo nella prima ciotola a destra del cestino
. pescare il secondo oggetto e confrontarlo col primo
. se è uguale, metterlo nella stessa ciotola
. se è diverso, metterlo nella prima ciotola vuota procedendo da sinistra a destra
. proseguire allo stesso modo con tutti gli oggetti, finché non avremo vuotato tutto il cestino
. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore
. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
3. Conclusione
. fermarsi ad ammirare il proprio lavoro
. riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino
. rimettere uno ad uno gli oggetti nel cestino, vuotando le ciotole da sinistra a destra
. riportare il vassoio allo scaffale
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Libertà del bambino
dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni
Obiettivi diretti: formare gruppi di oggetti identici
Obiettivi indiretti: capacità di raggruppare oggetti, preparazione per la matematica e per la scrittura, classificazione scientifica, insiemi, raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, focalizzare l’attenzione del bambino sull’oggetto per stimolare la concentrazione, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, soddisfare il bisogno di ordine del bambino, preparare un ambiente favorevole al lavoro indipendente
Nomenclatura: il nome degli oggetti, gruppo, raggruppare, uguale, diverso, ecc.
Punti di interesse: esaminare un oggetto con attenzione, più oggetti sono identici tra loro
Controllo dell’errore: i raggruppamenti non sono corretti
Varianti ed estensioni: raggruppare oggetti per colore, forma, dimensione, materiale, lavorare ad occhi bendati, aumentare il numero di raggruppamenti, ecc.
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
Area: esercizi preliminari, movimenti elementari, rotazione del polso, presa a C delle dita, travasi
Età: dai 3 anni
Materiale: un grande vassoio contenente un portaposate ed un cesto con forchette, coltelli, cucchiai e cucchiaini. Un tavolo e due sedie
Presentazione
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come suddividere le posate”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale
. trasportare il vassoio su di un tavolo
. sedersi al tavolo (il bambino siede alla nostra sinistra)
2. Analisi dei movimenti
. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione
. prendere dal cesto una forchetta, per il manico
. metterla nel primo scompartimento a sinistra nel portaposate, facendo meno rumore possibile
. prendere dal cesto un cucchiaio, per il manico
. metterlo nello scompartimento centrale del portaposate, facendo meno rumore possibile
. prendere dal cesto un coltello, per il manico
. metterlo nello scompartimento a destra nel portaposate, facendo meno rumore possibile
. prendere dal cesto cucchiaino, per il manico
. metterlo nel piccolo scompartimento trasversale, facendo meno rumore possibile
. rimuovere allo stesso modo tutte le altre posate una ad una prendendole
. prendere le posate dal cestello in modo casuale, e metterle nel portaposate nel giusto scompartimento
. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
. una volta che il cestino è vuoto, togliere tutte le posate dal portaposate e rimetterle nel cestino
3. Conclusione
. riportare il vassoio allo scaffale
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Libertà del bambino
dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni
Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per riporre le posate ordinatamente
Obiettivi indiretti: raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, focalizzare l’attenzione del bambino sull’oggetto per stimolare la concentrazione, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, soddisfare il bisogno di ordine del bambino, preparare un ambiente favorevole al lavoro indipendente, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri
Nomenclatura: portaposate, posate, manico, coltello, forchetta, cucchiaio, cucchiaino, ecc.
Punti di interesse: fare il minor rumore possibile
Controllo dell’errore: le posate non sono riposte in ordine
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
Materiale: guanti da spolvero in un cestino nello scaffale dedicato alla cura dell’ambiente, uno scaffale impolverato, un tappeto
Presentazione
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come spolverare col guanto da polvere”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. andare a prendere un tappeto e srotolarlo davanti allo scaffale che dobbiamo spolverare
. accompagnare il bambino allo scaffale dov’è conservato il materiale e mostrare dove si trovano i guanti da spolvero
. mettere due guanti in un cestino e portarli davanti allo scaffale, sul tappeto
. dire al bambino: “Questo è lo scaffale da spolverare”
. rimuovere insieme al bambino tutti gli oggetti che si trovano sul ripiano più alto e posarli uno ad uno sul tappeto, da sinistra a destra
. indossare i guanti da spolvero e passarli sul ripiano
. girare la mano con col palmo rivolto verso l’alto per osservare la polvere sul guanto
. mettere i guanti usati
. raccogliere uno ad uno gli oggetti dal tappeto nello stesso ordine in cui li abbiamo tolti dallo scaffale e rimetterli al loro posto
3. Conclusione
. prendere il cestino, mettere i guanti nel cesto dei panni da lavare e rimettere il cestino nello scaffale
. arrotolare il tappeto e riportarlo al suo posto
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Libertà del bambino
dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni
Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per spolverare il ripiano di uno scaffale con un guanto da polvere
Obiettivi indiretti: raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, soddisfare il bisogno di ordine del bambino
stimolare la capacità di concentrazione e attenzione, stimolare lo sviluppo della volontà, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri, sviluppare la capacità di cooperazione, stimolare il senso di solidarietà, cura e rispetto dell’ambiente,
Nomenclatura: guanto, spolverare, polvere, ripiano, scaffale, il nome degli oggetti che si trovano sullo scaffale
Punti di interesse: gioia che deriva dalla sensazione di pulito, mettere gli oggetti sul tappeto da sinistra a destra, infilare il guanto, osservare la polvere sul guanto
Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il bambino non è in grado di eseguire correttamente l’esercizio, c’è ancora polvere sul ripiano, non c’è polvere sul guanto, gli oggetti non vengono rimessi sul ripiano in ordine corretto
Varianti ed estensioni: spolverare tutti i ripiani dello scaffale (dal più alto al più basso), spolverare un tavolo, spolverare oggetti
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
Nome dell’esercizio in inglese: using a feather duster
Area: esercizi preliminari, rotazione del polso, cura dell’ambiente
Età: dai 2 anni e mezzo
Materiale: piumini da spolvero, cestino, un ripiano di uno scaffale con degli oggetti impolverati
Presentazione
Presentazione
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come spolverare oggetti col piumino”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale
. mettere due piumini nel cestino
. trasportare il cestino su di un tavolo accanto allo scaffale da spolverare
2. Analisi dei movimenti
. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione
. dire: “Spolveriamo questi oggetti impolverati”
. passare il piumino lentamente e con tocco leggero su tutte le superfici degli oggetti da spolverare, senza spostare gli oggetti
. rimettere i piumini nel cestino
. ammirare il proprio lavoro
3. Conclusione
. portare i piumini alla finestra
. aprire la finestra
. scuotere i piumini fuori dalla finestra per eliminare la polvere
. rimettere i piumini nel cestino
. rimettere piumini e cestino al loro posto
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Libertà del bambino
dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni
Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per spolverare oggetti col piumino
Obiettivi indiretti: raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, soddisfare il bisogno di ordine del bambino
stimolare la capacità di concentrazione e attenzione, stimolare lo sviluppo della volontà, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri, sviluppare la capacità di cooperazione, stimolare il senso di solidarietà, cura e rispetto dell’ambiente,
Nomenclatura: piumino, polvere, piume, il nome degli oggetti spolverati, scuotere, ecc.
Punti di interesse: gioia che deriva dalla sensazione di pulito, muovere con leggerezza il piumino, scuotere il piumino alla finestra
Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il bambino non è in grado di eseguire correttamente l’esercizio, c’è ancora polvere sugli oggetti, non c’è polvere sul piumino, gli oggetti cadono dallo scaffale mentre si spolvera
Variazioni ed estensioni: spolverare un singolo oggetto
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
Nome dell’esercizio in inglese: dusting with a dust cloth
Area: cura dell’ambiente
Età: dai 3 anni
Prima presentazione
Materiale: quadrati di tessuto 15 x 15 centimetri in un cestino, uno scaffale da spolverare
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come spolverare uno scaffale con il panno”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. andare a prendere un tappeto e srotolarlo davanti allo scaffale che dobbiamo spolverare
. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale
. mettere dei panni nel cestino (in numero uguale ai ripiani da spolverare)
. trasportare il cestino e posarlo sul tappeto
2. Analisi dei movimenti
. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione
. rimuovere insieme al bambino tutti gli oggetti che si trovano sul ripiano più alto e posarli uno ad uno sul tappeto, da sinistra a destra
. stendere il panno sul tappeto davanti a noi
. piegarlo in quattro (a metà, poi di nuovo a metà)
. spolverare il ripiano tenendo il panno piegato nella mano destra, con movimenti rotatori
. mostrare la polvere raccolta sul panno
. disfare l’ultima piega fatta (avremo il panno piegato a metà) e ripiegarlo in quattro nell’altro senso
. mostrare la parte pulita del panno
. ripetere cambiando sempre le pieghe finché controllando il panno non risulterà privo di polvere
. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore
. raccogliere uno ad uno gli oggetti dal tappeto nello stesso ordine in cui li abbiamo tolti dallo scaffale e rimetterli al loro posto
. ripetere con i ripiani successivi, usando per ogni ripiano un nuovo panno
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
3. Conclusione
. prendere il cestino, mettere i panni nel cesto dei panni da lavare e rimettere il cestino nello scaffale
. arrotolare il tappeto e riportarlo al suo posto
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Libertà del bambino
dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni
Seconda presentazione
Materiale: quadrati di tessuto 15 x 15 centimetri con una crocetta ricamata a contrasto al centro, un cestino, un tavolo da spolverare, uno sgabellino
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come spolverare un tavolo con il panno”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. portare uno sgabellino accanto al tavolo da spolverare
. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale
. mettere un panno nel cestino
. trasportare il cestino e posarlo sullo sgabellino
2. Analisi dei movimenti
. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione
. osservare la polvere sul tavolo
. stendere il panno sul tavolo
. mettere l’indice della mano sinistra sulla crocetta al centro del panno
. con la mano destra, usando la pinza a tre dita, portare ogni angolo del panno verso il centro
. togliere l’indice della mano sinistra
. con la mano destra pizzicare il panno piegato al centro, prendendo insieme gli angoli e il tessuto sottostante
. cominciando dal margine sinistro più lontano da noi, passare con leggerezza il panno in linea orizzontale, da sinistra a destra
. arrivati al margine destro sollevare il panno e girarlo (palmo in su)
. riportare la mano sul margine sinistro, una “linea” sotto a quella seguita, girare nuovamente la mano (palmo in giù) e ripetere
. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore
. continuare così fino a spolverare tutto il tavolo
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
3. Conclusione
. ammirare il tavolo privo di polvere
. osservare la polvere raccolta nel panno
. mettere il panno nel cestino
. prendere il cestino e mettere il panno nel cesto dei panni da lavare
. riportare il cestino allo scaffale
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Libertà del bambino
dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni
Terza presentazione
Materiale: quadrati di tessuto 15 x 15 centimetri, un cestino, un tavolo da spolverare, uno sgabellino
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come spolverare un tavolo con il panno”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. portare uno sgabellino accanto al tavolo da spolverare
. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale
. mettere un panno nel cestino
. trasportare il cestino e posarlo sullo sgabellino
2. Analisi dei movimenti
. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione
. osservare la polvere sul tavolo
. stendere il panno sul tavolo
. fare il guanto piegando il panno
. cominciando dal margine sinistro più lontano da noi, passare il guanto in linea orizzontale, da sinistra a destra
. arrivati al margine destro sollevare il guanto e girarlo (palmo in su)
. riportare la mano sul margine sinistro, una “linea” sotto a quella seguita, girare nuovamente la mano (palmo in giù) e ripetere
. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore
. continuare così fino a spolverare tutto il tavolo
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
3. Conclusione
. ammirare il tavolo privo di polvere
. osservare la polvere raccolta nel panno
. mettere il panno nel cestino
. prendere il cestino e mettere il panno nel cesto dei panni da lavare
. riportare il cestino allo scaffale
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Libertà del bambino
dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni
Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per spolverare delle superfici con un panno da polvere
Obiettivi indiretti: raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, soddisfare il bisogno di ordine del bambino, stimolare la capacità di concentrazione e attenzione, stimolare lo sviluppo della volontà, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri, sviluppare la capacità di cooperazione, stimolare il senso di solidarietà, cura e rispetto dell’ambiente,
Nomenclatura: panno, spolverare, polvere, ripiano, scaffale, tavolo, piegare, il nome degli oggetti che si trovano sullo scaffale
Punti di interesse: gioia che deriva dalla sensazione di pulito, lavorare da sinistra a destra, infilare il guanto, osservare la polvere sul guanto, piegare il panno,
Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il bambino non è in grado di eseguire correttamente l’esercizio, c’è ancora polvere sulla superficie, non c’è polvere sul panno, gli oggetti non vengono rimessi sul ripiano in ordine corretto
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
Nome dell’esercizio in inglese: dusting objects, using a dusting brush
Area: cura dell’ambiente
Età: dai 3 anni
Materiale: panni da spolvero 10 x 10 centimetri, un vassoio di colore scuro contenente un pennello a setole morbide, un pennello a setole dure, un cestino. Oggetti impolverati in legno, vetro, metallo ecc. che presentino decorazioni e scanalature. Un tavolo e due sedie. Una pattumiera
Presentazione
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come spolverare oggetti col pennello”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale
. rifornire il vassoio con due o tre panni da spolvero (in numero pari al numero di oggetti da spolverare)
. trasportare il vassoio su di un tavolo
. prendere il cestino e andare per la stanza a cercare due o tre oggetti impolverati
. mettere gli oggetti nel cestino e portarli al tavolo
. sedersi al tavolo (il bambino siede alla nostra sinistra)
. tenere il cestino con gli oggetti alla nostra sinistra
. tenere il vassoio vuoto davanti a noi
. posare i pennelli e i panni da spolvero a destra del vassoio
2. Analisi dei movimenti
. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione
. prendere il primo oggetto con la mano sinistra e osservare la polvere
. tenendo l’oggetto sul vassoio con la mano sinistra, iniziare a rimuovere la polvere col pennello a setole dure, rigirando l’oggetto nella mano e rimuovendo la polvere da tutte da tutte le scanalature e le decorazioni, all’interno e all’esterno. Procedere sempre dal centro verso la periferia e dall’alto verso il basso
. osservare la polvere che cade sul vassoio
. posare il pennello duro sul tavolo e prendere il pennello morbido
. ripetere il procedimento col pennello morbido
. posare il pennello morbido sul tavolo
. prendere il panno e fare un guanto intorno ad indice e medio della mano destra
. ripassare tutte le superfici dell’oggetto
. ammirare il proprio lavoro
. osservare la polvere accumulata sul vassoio
. posare l’oggetto spolverato sul tavolo, lungo il margine distante da noi
. aprire il panno usato e usarlo per pulire il pennello a setole dure, tenendolo sospeso sul vassoio
. prendere il pennello a setole morbide e il vassoio, andare alla pattumiera
. tenendo il vassoio inclinato, usare il pennello per rimuovere la polvere raccolta
. tornare al tavolo
. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore
. ripetere il procedimento con gli altri oggetti impolverati, usando ogni volta un panno pulito
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
3. Conclusione
al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino
. riportare gli oggetti al loro posto
. riportare i materiali allo scaffale
. mettere i panni usato nella cesta dei panni da lavare
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Libertà del bambino
dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni
Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per spolverare oggetti col pennello
Obiettivi indiretti: raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, soddisfare il bisogno di ordine del bambino
stimolare la capacità di concentrazione e attenzione, stimolare lo sviluppo della volontà, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri, sviluppare la capacità di cooperazione, stimolare il senso di solidarietà, cura e rispetto dell’ambiente,
Nomenclatura: panno, spolverare, pennello, setole morbide, setole dure, scanalature, decorazioni, polvere, il nome degli oggetti spolverati
Punti di interesse: gioia che deriva dalla sensazione di pulito, lavorare dal centro alla periferia e dal basso verso l’alto, l’oggetto pulito, la polvere che si accumula sul vassoio, piegare il panno su due dita
Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il bambino non è in grado di eseguire correttamente l’esercizio, c’è ancora polvere sull’oggetto, non c’è polvere sul vassoio, gli oggetti non vengono rimessi al loro posto
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
Nome dell’esercizio in inglese: brushing a mat (a rug)
Area: cura dell’ambiente
Età: dai 3 anni
Materiale: un cestino contenente una spazzola dura e scopino e paletta. Un tappeto che necessita di spazzolatura. Grembiuli. Pattumiera
Presentazione
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come spazzolare un tappeto”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. indossare i grembiuli
. prendere il tappeto che necessita di spazzolatura e srotolarlo sul pavimento in un’area libera, in linea orizzontale
. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale
. portare il cestino al tappeto e metterlo sul pavimento alla sua sinistra
2. Analisi dei movimenti
. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione
. inginocchiarsi di fronte al tappeto; il bambino si inginocchia alla nostra sinistra
. partendo dall’alto verso il basso tracciare una linea verticale immaginaria che divide il tappeto in due metà
. prendere la spazzola dura nella mano destra
. posarla sulla linea della metà del tappeto, sotto il margine superiore del tappeto
. con spazzolate corte e rapide spazzolare il tappeto dalla metà verso il margine destro del tappeto, trascinando lo sporco sempre davanti alla spazzola
. arrivati al bordo destro dare un ultimo colpo di spazzola per far cadere lo sporco sul pavimento
. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore
. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
. dopo aver spazzolato tutta la metà destra del tappeto, fare altrettanto con la metà sinistra, sempre partendo dal margine superiore, ma spazzolando dal centro del tappeto verso il margine sinistro
. dopo aver spazzolato tutto il tappeto, passare la spazzola nella mano sinistra e con la destra rimuovere eventuali residui intrappolati tra le setole, posandoli a sinistra del tappeto sul pavimento
. rimettere la spazzola nel cestino
. prendere scopino e paletta e inginocchiarsi a destra del tappeto
. spazzare il pavimento lungo il lato del tappeto, raccogliendo lo sporco nella paletta
. alzarsi e andare a vuotare la paletta nella pattumiera
. ripetere al lato sinistro del tappeto
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
. ammirare il proprio lavoro
e la loro successione
3. Conclusione
al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino
. riportare il cestino allo scaffale
. arrotolare il tappeto e riportarlo al suo posto
. togliersi i grembiuli
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Libertà del bambino
dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni
Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per spazzolare un tappeto
Obiettivi indiretti: favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, soddisfare il bisogno di ordine del bambino,
preparare un ambiente favorevole al lavoro indipendente, stimolare la capacità di concentrazione e attenzione, stimolare lo sviluppo della volontà, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri, imparare ad agire nel rispetto degli altri, sviluppare la capacità di cooperazione, stimolare il senso di solidarietà, cura e rispetto dell’ambiente, gioia che deriva dalla sensazione di pulito
Nomenclatura: spazzola, scopino, paletta, orizzontale, verticale, sporco, polvere, lanugine, ecc.
Punti di interesse: la linea immaginaria della metà, lavorare dall’alto verso il basso, dal centro a destra, dal centro a sinistra, spazzolare lo sporco fuori dal tappeto, spazzare il pavimento con lo scopino e raccogliere lo sporco nella paletta
Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il bambino non è in grado di eseguire correttamente l’esercizio
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
Nome dell’esercizio in inglese: scrubbing potatoes
Area: cura dell’ambiente, preparazione del cibo
Età: dai 2 anni e mezzo
Materiale: un vassoio contenente uno spazzolino su un piattino, una ciotola contenente due o tre patate, una ciotola vuota, un panno o un guanto di spugna, un asciugamani. Grembiuli. Un tavolo e due sedie
Presentazione
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come spazzolare le patate”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. indossare i grembiuli
. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale
. trasportare il vassoio su di un tavolo, e posarlo davanti a noi
. mettere la ciotola vuota sul tavolo, dietro al vassoio
. portare la ciotola con le patate al lavandino e riempirla a metà con acqua tiepida
. riportare la ciotola al tavolo e metterla al centro del vassoio
. sedersi al tavolo (il bambino siede alla nostra sinistra)
. aprire l’asciugamani e posarlo sulle nostre gambe
2. Analisi dei movimenti
. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione
. prendere una patata e tenerla sollevata sulla ciotola con la mano sinistra
. prendere lo spazzolino con la mano destra
. immergere la punta dello spazzolino nell’acqua e iniziare a spazzolare la patata per eliminare la terra presente sulla buccia
. seguire la forma della patata con movimenti orizzontali o circolari a seconda del caso
. immergere lo spazzolino nell’acqua tutte le volte che serve
. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore
. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
. quando tutta la patata è spazzolata, posarla nella ciotola vuota
. asciugarsi le mani nell’asciugamani
. prendere un’altra patata
3. Conclusione
al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino
. asciugarsi le mani e mettere l’asciugamani piegato sul tavolo
. svuotare la ciotola nel lavandino, lavarla, asciugarla e rimetterla sul tavolo
. portare la ciotola con le patate spazzolate sullo scaffale delle cose da portare in cucina
. asciugare il vassoio col panno o il guanto
. rimettere tutti gli oggetti sul vassoio
. riportare il vassoio allo scaffale
. mettere asciugamani e panno (o guanto) nel cesto dei panni da lavare
. ripristinare il vassoio con patate, panno (o guanto) e asciugamani
. togliersi i grembiuli
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Libertà del bambino
dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni
Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per spazzolare le patate o altre radici
Obiettivi indiretti: raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, soddisfare il bisogno di ordine del bambino, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri, sviluppare la capacità di cooperazione, stimolare il senso di solidarietà
Nomenclatura: patata, terra, spazzolino, tiepido, ecc.
Punti di interesse: immergere solo la punta dello spazzolino, seguire la forma della patata
Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il bambino non è in grado di eseguire correttamente l’esercizio, c’è acqua sul tavolo o sul pavimento
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
Nome dell’esercizio in inglese: using brush and dustpan
Area: cura dell’ambiente
Età: dai 3 anni
Prima presentazione
Materiale: un vassoio contenente scopino e paletta, una scatolina con coperchio riempita di fagioli (in quantità adatta a stare nella paletta), un gessetto in una ciotolina, una spugna asciutta. Un tappeto.
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come usare scopino e paletta”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. selezionare un tappeto e srotolarlo sul pavimento in un’area libera, in linea orizzontale
. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale
. trasportare il vassoio e posarlo a destra del tappeto
. inginocchiarsi davanti al tappeto (il bambino starà alla nostra sinistra)
2. Analisi dei movimenti
. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione
. prendere il contenitore dei fagioli, aprirlo e posare il coperchio sul vassoio
. spargere i fagioli sul lato destro del tappeto
. rimettere il contenitore sul suo coperchio, sul vassoio
. prendere il gessetto con la mano destra e disegnare un cerchio sul tappeto, in qualsiasi punto a sinistra dei fagioli
. rimettere il gessetto nella ciotola
. prendere lo scopino con la mano destra e con movimenti lenti e delicati, spazzare i fagioli un mucchietto alla volta, portandoli all’interno del cerchio
. quando tutti i fagioli si trovano all’interno del cerchio prendere la paletta con la mano sinistra, posarla sul tappeto a sinistra dei fagioli e spazzare lentamente i fagioli all’interno della paletta
. sollevare lentamente la paletta tenendola leggermente inclinata verso l’alto e verso sinistra per impedire ai fagioli di cadere
. posare lo scopino sul tavolo
. prendere il contenitore, posarlo sul tappeto e versare delicatamente i fagioli dalla paletta al contenitore
. chiudere il contenitore col suo coperchio e rimetterlo sul vassoio
. rimettere scopino e paletta sul vassoio
. prendere la spugna con la mano destra e usarla per cancellare il cerchio di gesso sul tappeto
. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore
. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
3. Conclusione
. riportare il vassoio allo scaffale
. arrotolare il tappeto e riportarlo al suo posto
. togliersi i grembiuli
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Libertà del bambino
dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni
Seconda presentazione
Materiale: un vassoio contenente scopino e paletta, una ciotolina riempita di petali di fiori o pompon o trucioli di legno. Grembiuli. Un tavolo e uno sgabello
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come usare scopino e paletta”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale
. trasportare il vassoio e posarlo sullo sgabello
2. Analisi dei movimenti
. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione
. spargere il materiale sul tavolo
. tenere lo scopino con la mano destra
. con la mano sinistra tenere la paletta sotto il bordo del tavolo
. spazzare lentamente il materiale nella paletta, spostandosi di volta in volta intorno al tavolo
. quando necessario vuotare la paletta nella ciotola
. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
3. Conclusione
. riportare il vassoio allo scaffale
. togliersi i grembiuli
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Libertà del bambino
dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni
Terza presentazione
Materiale: un vassoio contenente scopino e paletta per briciole, una ciotolina riempita di briciole di pane. Grembiuli. Un tavolo e uno sgabello
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come usare scopino e paletta per raccogliere le briciole”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale
. trasportare il vassoio e posarlo sullo sgabello
2. Analisi dei movimenti
. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione
. spargere le briciole sul tavolo
. tenere lo scopino con la mano destra
. con la mano sinistra tenere la paletta sul tavolo
. spazzare lentamente il materiale nella paletta
. quando necessario vuotare la paletta nella ciotola
. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore
. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. spostandosi di volta in volta intorno al tavolo
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
3. Conclusione
. riportare il vassoio allo scaffale
. togliersi i grembiuli
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Libertà del bambino
dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni
Quarta presentazione
Materiale: un grande vassoio, di colore scuro, contenente scopino e paletta, una ciotolina riempita di pezzetti di carta o altro materiale. Un tavolo e due sedie
Preparazione indiretta
Con del nastro isolante colorato marcare sul vassoio un rettangolo
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come usare scopino e paletta sul vassoio”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale
. trasportare il vassoio e posarlo sul tavolo davanti a noi
. sedersi al tavolo (il bambino siede alla nostra sinistra)
2. Analisi dei movimenti
. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione
. togliere tutti gli oggetti dal vassoio, uno ad uno, e posarli sul tavolo dietro al vassoio
. versare il contenuto della ciotola sul vassoio
. tenere lo scopino con la mano destra
. spazzare lentamente e delicatamente il materiale per portarlo all’interno del rettangolo
. con la mano sinistra prendere la paletta e tenerla sul vassoio
. spazzare lentamente del materiale nella paletta
. vuotare la paletta nella ciotola
. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore
. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
3. Conclusione
. riportare il vassoio allo scaffale
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Libertà del bambino
dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni
Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per usare scopino e paletta
Obiettivi indiretti: favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, focalizzare l’attenzione del bambino sull’oggetto per stimolare la concentrazione, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, soddisfare il bisogno di ordine del bambino, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri
Nomenclatura: scopino, paletta, gesso, cerchio, spazzare, fagioli, petali, trucioli, pompon, bordo del tavolo, briciole, coriandoli, rettangolo, nastro adesivo, ecc.
Punti di interesse: disegnare il cerchio col gesso, rovesciare e raccogliere i fagioli, cancellare il cerchio, tenere la paletta sotto il bordo del tavolo
Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il bambino non è in grado di eseguire correttamente l’esercizio
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
Nome dell’esercizio in inglese: sweeping with broom and dustpan
Area: cura dell’ambiente, presa a C della mano
Età: dai 2 anni e mezzo
Prima presentazione
Materiale: una scopa a misura di bambino (con un giro di nastro adesivo colorato a segnalare la metà della lunghezza del bastone) in un luogo fisso, un vassoio o una vaschetta contenenti paletta con scopino, una ciotola di materiale da raccogliere, una guida per spazzare (nella vaschetta)
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come spazzare il pavimento”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. accompagnare il bambino al luogo dove è conservato il materiale
. trasportare il materiale nel luogo dove intendiamo svolgere l’attività
2. Analisi dei movimenti
. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione
. versare il contenuto della ciotola sul pavimento
. posizionare la guida a massimo un metro di distanza dal materiale versato
. mostrare al bambino come impugnare la scopa
. tenere la scopa in verticale con la mano destra, impugnando l’estremità del bastone (pollice rivolto verso l’esterno, le altre dita rivolte verso di noi
. chiudere la mano sinistra sul segno della metà del bastone (pollice rivolto verso di noi, le altre dita rivolte all’esterno
. tenendo la scopa inclinata iniziare a spazzare il materiale, con movimenti lenti e brevi, per avvicinare il materiale alla guida
. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
. quando tutto il materiale si trova all’interno della guida, posare la scopa
. rimuovere la guida dal pavimento e rimetterla nella vaschetta
. prendere scopino e paletta e raccogliere il materiale
. versare il materiale nella ciotola ogni volta che è piena
. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore
. ammirare il proprio lavoro
3. Conclusione
. riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Libertà del bambino
dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni
Seconda presentazione
Materiale: una scopa a misura di bambino in un luogo fisso, un vassoio o una vaschetta contenenti paletta con scopino e una ciotola di materiale da raccogliere. Un’area del pavimento delimitata con nastro adesivo colorato
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come spazzare il pavimento”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. accompagnare il bambino al luogo dove è conservato il materiale
. trasportare il materiale nel luogo dove intendiamo svolgere l’attività
2. Analisi dei movimenti
. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione
. versare il contenuto della ciotola sul pavimento a massimo un metro di distanza dall’area delimitata col nastro isolante
. mostrare al bambino come impugnare la scopa
. tenere la scopa in verticale con la mano destra, impugnando l’estremità del bastone (pollice rivolto verso l’esterno, le altre dita rivolte verso di noi
. chiudere la mano sinistra sul segno della metà del bastone (pollice rivolto verso di noi, le altre dita rivolte all’esterno
. tenendo la scopa inclinata iniziare a spazzare il materiale, con movimenti lenti e brevi, per avvicinare il materiale all’area delimitata col nastro isolante
. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
. quando tutto il materiale si trova all’interno dell’area delimitata col nastro isolante, posare la scopa
. prendere scopino e paletta e raccogliere il materiale
. versare il materiale nella ciotola ogni volta che è piena
. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore
. ammirare il proprio lavoro
3. Conclusione
. riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Libertà del bambino
dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni
Terza presentazione
Nota: dare questa presentazione solo quando se ne verifica l’occasione (si rovesciano sul pavimento briciole, ritagli di carta, materiali secchi usati per i travasi, ecc.)
Materiale: una scopa a misura di bambino e una paletta con scopino in un luogo fisso. Una pattumiera. Lavandino per lavarsi le mani
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Si è rovesciato il contenitore dei ritagli di carta (ad esempio). Ti mostro come spazzarli”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. accompagnare il bambino al luogo dove è avvenuto l’incidente
. accompagnare il bambino al luogo dove è conservato il materiale
. trasportare il materiale nel luogo dell’incidente
2. Analisi dei movimenti
. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione
. prendere un pezzetto della carta che si è rovesciata e posarla a sinistra del rovesciamento
. mostrare al bambino come impugnare la scopa
. tenere la scopa in verticale con la mano destra, impugnando l’estremità del bastone (pollice rivolto verso l’esterno, le altre dita rivolte verso di noi
. chiudere la mano sinistra sul segno della metà del bastone (pollice rivolto verso di noi, le altre dita rivolte all’esterno
. tenendo la scopa inclinata iniziare a spazzare il materiale, con movimenti lenti e brevi, per avvicinare il materiale al pezzetto che abbiamo messo a destra del rovesciamento
. raggiunto il pezzetto “guida” sollevare la scopa e rimuovere con mani eventuali pezzetti di carta rimasti intrappolati tra le setole
. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
. quando il mucchietto è formato, posare scopa
. prendere paletta e scopino e iniziare a raccogliere i pezzetti
. ogni volta che la paletta è piena, sollevarla tenendola inclinata per evitare fuoriuscite e andare a gettare il materiale nella pattumiera
. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore
. ammirare il proprio lavoro
3. Conclusione
. riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. andare al lavandino a lavarsi le mani
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Libertà del bambino
dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni
Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per spazzare il pavimento
Obiettivi indiretti: raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, soddisfare il bisogno di ordine del bambino, preparare un ambiente favorevole al lavoro indipendente, stimolare la capacità di concentrazione e attenzione, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri, stabilire una relazione di fiducia tra bambino e adulto, imparare ad agire nel rispetto degli altri, sviluppare la capacità di cooperazione, stimolare il senso di solidarietà, gioia che deriva dalla sensazione di pulito
Nomenclatura: il nome del materiale da spazzare, scopa, paletta, scopino, guida, area delimitata, spazzare, raccogliere, ecc.
Punti di interesse: raccogliere tutto il materiale rovesciato sul pavimento, portare tutto il materiale verso un unico punto, raccogliere con scopino e paletta, verificare che non ci sia materiale impigliato tra le setole della scopa o dello scopino, il modo corretto di tenere la scopa
Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il bambino non è in grado di eseguire correttamente l’esercizio, del materiale rimane sul pavimento, la scopa cade, la scopa urta qualcosa o qualcuno
Varianti ed estensioni:
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
Nome dell’esercizio in inglese: using a push broom
Area: cura dell’ambiente
Età: dai 2 anni e mezzo
Materiale: una scopa a spinta in un luogo fisso, una ciotola di piccoli pezzetti di carta o coriandoli. Una pattumiera. Lavandino per lavarsi le mani
Presentazione
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come usare la scopa a spinta per spazzare il tappeto grande (la moquette)”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale
. portare il materiale al luogo dove intendiamo svolgere l’esercizio
. mostrare al bambino come impugnare la scopa
. tenere la scopa in verticale con la mano destra, impugnando l’estremità del bastone (pollice rivolto verso l’esterno, le altre dita rivolte verso di noi
. chiudere la mano sinistra sul segno della metà del bastone (pollice rivolto verso di noi, le altre dita rivolte all’esterno
. tenendo la scopa inclinata iniziare muoverla sul tappeto, spingendo in avanti e verso il basso, descrivendo una linea retta
. sollevare la scopa e tornare alla linea di partenza, spostarsi di un passo e ripetere descrivendo una linea parallela alla precedente
. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore
. ammirare il proprio lavoro
3. Conclusione
. trasportando la scopa sollevata sul pavimento e in verticale, andare alla pattumiera
. girare la scopa sulla pattumiera, estrarre lo sportello apposito e gettare il materiale spazzato nella pattumiera
. rimettere il cestello al suo posto
. se ci sono pezzetti di carta intrappolati tra le setole prenderli usando la pinza a tre dita e gettarli nella pattumiera
. riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. andare al lavandino a lavarsi le mani
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Libertà del bambino
dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni
Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per spazzare un tappeto o la moquette usando la scopa a spinta
Obiettivi indiretti: raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, soddisfare il bisogno di ordine del bambino,
preparare un ambiente favorevole al lavoro indipendente, stimolare la capacità di concentrazione e attenzione, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri, stabilire una relazione di fiducia tra bambino e adulto, imparare ad agire nel rispetto degli altri, sviluppare la capacità di cooperazione, stimolare il senso di solidarietà, gioia che deriva dalla sensazione di pulito
Nomenclatura: il nome del materiale da spazzare, scopa a spinta, cestello, pattumiera, ecc.
Punti di interesse: raccogliere tutto il materiale rovesciato sul tappeto, vuotare il cestello nella pattumiera, descrivere linee parallele, sollevare la scopa per tornare indietro, verificare che non ci sia materiale impigliato tra le setole della scopa, il modo corretto di tenere la scopa
Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il bambino non è in grado di eseguire correttamente l’esercizio, del materiale rimane sul tappeto, la scopa cade, la scopa urta qualcosa o qualcuno
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
Nome dell’esercizio in inglese: pick up nails with a magnet
Area: cura dell’ambiente
Età: dai 2 anni e mezzo
Materiale: un vassoio contenente un magnete a ferro di cavallo e chiodi in un contenitore. In un angolo della stanza un’area di pavimento delimitata con nastro isolante colorato (circa 50 x 50 cm)
Presentazione
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come raccogliere i chiodi col magnete”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale
. trasportare il vassoio verso l’area dedicata all’attività e posarlo sul pavimento
. sedersi in ginocchio davanti all’area delimitata dal nastro isolante
2. Analisi dei movimenti
. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione
. prendere il contenitore dei chiodi e spargerli con cura all’interno dell’interno dell’area, quindi mettere il contenitore vuoto davanti a noi
. prendere il magnete a ferro di cavallo tenendolo al centro dell’arco, con le due estremità rivolte verso il basso
. avvicinare il magnete al pavimento per attirare alcuni chiodi
. portare il magnete sopra il contenitore e, utilizzando la presa a tre dita, togliere uno ad uno i chiodi dal magnete e metterli nel contenitore
. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore
. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
. raccogliere tutti i chiodi
3. Conclusione
al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino
. rimettere il materiale sul vassoio
. riportare il vassoio allo scaffale
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Libertà del bambino
dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni
Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per usare il magnete in sicurezza e raccogliere i chiodi
Obiettivi indiretti: favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, focalizzare l’attenzione del bambino sull’oggetto per stimolare la concentrazione, la percezione sensoriale delle qualità degli oggetti utilizzati, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, soddisfare il bisogno di ordine del bambino, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri, stabilire una relazione di fiducia tra bambino e adulto, imparare ad agire nel rispetto degli altri
Nomenclatura: forma, colore e altre qualità dei materiali usati
Punti di interesse: percepire la forza di attrazione del magnete, rimuovere i chiodi dal magnete, raccogliere tutti i chiodi
Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il magnete cade a terra, ci sono chiodi sul pavimento
Variazioni ed estensioni: utilizzare magneti diversi, utilizzare articoli da ferramenta diversi (viti, dadi, bulloni, rondelle, ecc.)
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
Nome dell’esercizio in inglese: polishing a mirror, glass polishing
Area: cura dell’ambiente
Età: dai 3 anni
Materiale: un cestino blu contenente l’oggetto da lucidare (specchio, lente di ingrandimento, soprammobile di cristallo, vaso da fiori, occhiali, ecc.), un flacone contagocce contenente detergente per vetri o una soluzione di acqua e aceto, batuffoli di cotone o cotton-fioc, un piattino, un panno per vetri (massimo 15×15 centimetri), una spugna delle dimensioni del palmo della mano del bambino. Una tovaglietta impermeabile blu. Grembiuli. Un tavolo e due sedie. Un luogo dove esporre gli oggetti lucidati. Lavandino per lavarsi le mani
Presentazione
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come lucidare il vetro”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. indossare i grembiuli
. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale
. trasportare il cesto e posarlo al centro del tavolo
. trasportare il tappetino e metterlo davanti a noi
. sedersi al tavolo (il bambino siede alla nostra sinistra)
. prendere l’oggetto da lucidare e metterlo al centro del tappetino
. prendere uno ad uno altri gli oggetti dal cesto e metterli sul tappetino, lungo il margine distante da noi, in ordine di utilizzo da sinistra a destra: detergente, cotton-fioc, piattino, panno, spugna
2. Analisi dei movimenti
. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione
. prendere il flacone, aprirlo e mettere alcune gocce di detergente sull’oggetto da lucidare
. richiudere e rimettere al suo posto il flacone
. prendere il cotton-fioc e usarlo per distribuire il detergente su una piccola area della superficie dell’oggetto
. posare il cotton-fioc usato sul piattino
. prendere il panno e fare un guanto intorno alle quattro dita della mano
. lucidare l’area su cui abbiamo distribuito il detergente, con movimenti circolari, finché non la vedremo brillare
. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore
. ripetere una o due volte, lucidando piccole aree alla volta, a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
3. Conclusione
al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino
. esporre l’oggetto lucidato nel luogo predisposto
. gettare i cotton-fioc usati nella pattumiera
. portare il panno usato nel cesto dei panni da lavare
. rifornire il cestino con materiali puliti
. rimettere gli oggetti nel cestino, uno ad uno
. asciugare il tappetino con la spugna e riportarlo allo scaffale
. rimettere gli oggetti nel cestino, uno ad uno
. riportare il vassoio allo scaffale
. togliersi i grembiuli
. andare al rubinetto a lavarsi le mani
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Libertà del bambino
dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni
Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per lucidare il vetro
Obiettivi indiretti: raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, focalizzare l’attenzione del bambino sull’oggetto per stimolare la concentrazione, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, soddisfare il bisogno di ordine del bambino, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri, sviluppare la capacità di cooperazione, stimolare il senso di solidarietà, gioia che deriva dalla sensazione di pulito
Nomenclatura: detergente per vetri, cotton-fioc, guanto, movimenti circolari, lucidare, lucido, ecc.
Punti di interesse: usare poche gocce di detergente, distribuirlo col cotton-fioc, lucidare una piccola area alla volta
Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il bambino non è in grado di eseguire correttamente l’esercizio
Varianti ed estensioni:
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
Materiale: un cestino blu contenente una bottiglietta spray di detergente per vetri atossica (o una soluzione di acqua e aceto in parti uguali), un lavavetri a misura di bambino, panni di cotone, una spugna, un piccolo secchio. Una tovaglietta plastificata blu. Una finestra o grande specchio ad altezza di bambino. Grembiuli. Un lavandino per lavarsi le mani
Presentazione
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come pulire le finestre”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. indossare i grembiuli
. prendere la tovaglietta e accompagnare il bambino alla finestra che deve essere pulita
. posare la tovaglietta sul pavimento
. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale
. trasportare il cestino davanti alla finestra, posandolo sulla tovaglietta
. prendere il secchio e metterlo a destra del cestino
. mettere la spugna nel secchio
2. Analisi dei movimenti
. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione
. prendere la bottiglietta spray e spuzzare del detergente sul vetro della finestra, in un’area delimitata
. posare lo spray sulla tovaglietta
. prendere il lavavetri con la mano destra e tenere un panno nella mano sinistra
. posarlo con la parte gommata sul vetro, poco sopra l’area spruzzata
. spingere contro la finestra dolcemente e tirare verso il basso
. asciugare col panno
. ripetere
. posare il panno sulla tovaglietta, e il lavavetri sopra di esso
. prendere la spugna e asciugare eventuale liquido gocciolato sulla cornice in basso della finestra
. rimettere la spugna nel secchiello
. prendere un panno pulito e lucidare l’area trattata con movimenti circolari
. posare il panno sulla tovaglietta
. prendere lo spray e ripetere, sempre lavorando su piccole aree alla volta
. strizzare la spugna nel secchiello prima di usarla
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
3. Conclusione
al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino
. svuotare il secchio nel lavandino, asciugarlo e rimetterlo nel cestino
. asciugare e rimettere nel cestino tutti gli oggetti, uno ad uno
. portare i panni usati nel cesto dei panni da lavare
. riportare il cestino allo scaffale
. riportare la tovaglietta al suo posto
. togliersi i grembiuli
. lavarsi le mani
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Libertà del bambino
dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni
Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per lavare una finestra o un grande specchio
Obiettivi indiretti: raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, soddisfare il bisogno di ordine del bambino, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri, sviluppare la capacità di cooperazione, stimolare il senso di solidarietà, gioia che deriva dalla sensazione di pulito
Punti di interesse: passare il lavavetri dall’alto verso il basso, lucidare col panno con movimenti circolari, asciugare la cornice della finestra con la spugna
Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il bambino non è in grado di eseguire correttamente l’esercizio
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
lucidare il metallo (rosso), lucidare il vetro (blu), lucidare il legno (giallo)
Nome dell’esercizio in inglese: polishing metal, (silver, brass, copper, pewter) polishing
Area: cura dell’ambiente
Età: dai 3 anni e mezzo
Materiale: un cestino rosso contenente l’oggetto da lucidare, un vasetto di pasta atossica per lucidare i metalli, un piattino, uno spazzolino da denti, un bastoncino di legno da manicure per spingere le cuticole, un pezzo di carta assorbente o mezzo foglio di giornale, quadratini di flanella 12 x 12 centimetri, una ciotolina vuota, una spugna delle dimensioni del palmo della mano del bambino. Una tovaglietta impermeabile rossa. Grembiuli. Un tavolo e due sedie. Un luogo dove esporre gli oggetti lucidati. Lavandino per lavarsi le mani
Presentazione
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come lucidare il metallo”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. indossare i grembiuli
. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale
. trasportare il cesto e posarlo al centro del tavolo
. trasportare il tappetino e metterlo davanti a noi
. sedersi al tavolo (il bambino siede alla nostra sinistra)
. prendere il foglio di giornale o la carta assorbente e posarla al centro del tappetino
. prendere l’oggetto da lucidare e metterlo sulla carta assorbente o di giornale
. prendere uno ad uno altri gli oggetti dal cesto e metterli sul tappetino, lungo il margine distante da noi, in ordine di utilizzo da sinistra a destra: detergente, spazzolino, bastoncino, piattino, panni di flanella, ciotolina, spugna
. mettere da parte il cestino
2. Analisi dei movimenti
. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione
. aprire il vasetto del detergente
. prelevare poca pasta con lo spazzolino da denti e richiudere il vasetto
. distribuire la pasta su una piccola area della superficie dell’oggetto, spazzolando per farla penetrare nelle decorazioni
. continuare a spazzolare con movimenti circolari. Le setole dello spazzolino si anneriranno
. posare lo spazzolino sul piattino e attendere finché la pasta non si secca (di solito diventa una polvere bianca)
. prendere un quadrato di flanella e piegarlo per fare un guanto
. con movimento lenti ma vigorosi strofinare l’area per rimuovere la pasta secca
. se della pasta secca si è depositata in qualche scanalatura, coprire la punta di un bastoncino con il panno di flanella e rimuoverla
. mettere il panno di flanella usato nella ciotolina
. ammirare la lucentezza dell’area lavorata
. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore
. ripetere una o due volte, lucidando piccole aree alla volta, a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
3. Conclusione
al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino
. esporre l’oggetto lucidato nel luogo predisposto
. portare il panni usati nel cesto dei panni da lavare
. portare al lavandino lo spazzolino sul piattino, lavarli, asciugarli e rimetterli nel cesto
. gettare nella pattumiera la carta assorbente o di giornale
. rifornire il cestino con carta pulita
. rimettere gli oggetti nel cestino, uno ad uno
. asciugare il tappetino con la spugna e riportarlo allo scaffale
. rimettere gli oggetti nel cestino, uno ad uno
. riportare il vassoio allo scaffale
. togliersi i grembiuli
. andare al rubinetto a lavarsi le mani
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Libertà del bambino
dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni
Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per lucidare il metallo
Obiettivi indiretti: raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, focalizzare l’attenzione del bambino sull’oggetto per stimolare la concentrazione, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, soddisfare il bisogno di ordine del bambino, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri, sviluppare la capacità di cooperazione, stimolare il senso di solidarietà, gioia che deriva dalla sensazione di pulito
Nomenclatura: pasta per lucidare il metallo, bastoncino per cuticole, flanella, guanto, movimenti circolari, lucidare, lucido, opaco, annerito, ecc.
Punti di interesse: usare poca pasta alla volta, distribuirla con lo spazzolino, strofinare, lucidare una piccola area alla volta, attendere che la pasta si asciughi prima di rimuoverla
Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il bambino non è in grado di eseguire correttamente l’esercizio, l’oggetto non brilla, ci sono residui di pasta sull’oggetto
Varianti ed estensioni:
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
Nome dell’esercizio in inglese: penny polishing activity
Area: movimenti elementari, pinza a tre dita, cura dell’ambiente
Età: dai 3 anni
Materiale: un vassoio preferibilmente rosso contenente una ciotola di sale da cucina con cucchiaino, una brocca di aceto bianco, una ciotola vuota non metallica, un cucchiaio, un piattino, una ciotola d’acqua, una manciata di monetine da 1, 2 e 5 centesimi sporche, una spugna, piccoli panni di flanella. Una tovaglietta plastificata preferibilmente rossa. Grembiuli. Un tavolo e due sedie
Presentazione
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come lucidare le monetine”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. indossare i grembiuli
. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale
. trasportare il vassoio su di un tavolo, al centro
. trasportare la tovaglietta e stenderla davanti a noi
. sedersi al tavolo (il bambino siede alla nostra sinistra)
2. Analisi dei movimenti
. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione
. mettere la ciotola vuota davanti a noi
. mettere alla sua destra la ciotola d’acqua
. posare davanti alla ciotola vuota il cucchiaio per mescolare
. mettere dietro alla ciotola vuota la ciotola del sale e la brocca dell’aceto
. mettere metà dei panni di flanella a destra della ciotola vuota, e l’altra metà a destra della ciotola d’acqua
. versare nella ciotola un cucchiaino di sale da cucina
. coprire il sale con un dito di aceto bianco
. mescolare col cucchiaio
. prendere una moneta da lucidare e posarla davanti a noi
. immergere la punta di un panno nella soluzione e iniziare a strofinare la monetina con movimenti rotatori
. ogni volta che si asciuga, immergerlo nuovamente
. girare la moneta per lucidare entrambe le facce
. quando la moneta brilla, mettere il panno usato nella ciotola vuota sul vassoio
. prendere la monetina usando la pinza a tre dita, immergerla nella ciotola d’acqua e asciugarla con un panno pulito
. mettere la moneta lucidata sul piattino che si trova sul vassoio
. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore
. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
3. Conclusione
al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino
. portare i panni usati nel cesto dei panni da lavare
. lavare e asciugare la ciotola e rimetterla sul vassoio
. rimettere tutti gli altri oggetti sul vassoio, uno alla volta
. togliersi i grembiuli
. andare al lavandino a lavarsi le mani
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Libertà del bambino
dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni
Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per lucidare le monetine
Obiettivi indiretti: raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, stimolare la capacità di concentrazione e attenzione, gioia che deriva dalla sensazione di pulito
Nomenclatura: monetine, centesimi, sporchi (ossidati), puliti, lucidi, brillanti, aceto, sale, strofinare, ecc.
Punti di interesse: mescolare aceto e sale, strofinare con movimenti circolari, sciacquare, asciugare, la brillantezza delle monetine dopo il trattamento
Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il bambino non è in grado di eseguire correttamente l’esercizio
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
lucidare il metallo (rosso), lucidare il vetro (blu), lucidare il legno (giallo)
Nome dell’esercizio in inglese: wood polishing
Area: cura dell’ambiente
Età: dai 3 anni
Materiale: un cestino giallo contenente un oggetto in legno da lucidare, un vasetto di cera naturale atossica, un foglio di carta assorbente o di giornale, un panno di cotone, un panno di iuta e un panno di flanella. Una tovaglietta plastificata gialla. Grembiuli. Un tavolo e due sedie. Un lavandino per lavarsi le mani. Un luogo dove esporre gli oggetti lucidati
Presentazione
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come lucidare il legno”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. indossare i grembiuli
. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale
. trasportare il cestino e posarlo al centro del tavolo
. trasportare la tovaglietta e posarla davanti a noi
. sedersi al tavolo (il bambino siede alla nostra sinistra)
. stendere la carta assorbente o di giornale al centro del tappetino
. posare l’oggetto da lucidare sulla carta
. posizionare gli oggetti sul tappetino in ordine di utilizzo da sinistra a destra: vasetto di cera, panno di cotone, panno di iuta, panno di flanella
. mettere da parte il cestino
2. Analisi dei movimenti
. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione
. aprire il vasetto di cera e tenerlo alla nostra destra
. prendere il panno di cotone e piegarlo a guanto intorno alle quattro dita della mano destra
. prelevare col guanto una piccola quantità di cera dal vasetto
. iniziare a lucidare una piccola area della superficie dell’oggetto con movimenti circolari
. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
. quando tutto l’oggetto è stato trattato col panno di cotone e la cera, posare il guanto sul tappetino
. chiudere il vasetto della cera e rimetterlo sul vassoio
. prendere il panno di iuta, piegarlo più volte per ottenere un tampone quadrato
. con momenti brevi e lineari tirare la cera sull’oggetto, una piccola area alla volta
. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
. quando tutto l’oggetto è stato trattato col panno di iuta, posare il panno piegato sul tavolo
. prendere il panno di flanella
. piegarlo come di fa col panno da spolvero (mettere l’indice della mano sinistra al centro del panno, con la mano destra portare i quattro angoli del panno verso il centro, togliere l’indice sinistro e pizzicare il panno al centro con tutte le dita della mano destra)
. sfregare il panno flanella sull’oggetto con movimenti circolari, una piccola area alla volta
. fermarsi ogni volta ad ammirare la lucentezza del legno
. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
3. Conclusione
al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino
. esporre l’oggetto lucidato nel luogo dedicato
. gettare la carta usata nella pattumiera e rifornire il cesto con della carta pulita
. portare i panni usati nel cesto dei panni da lavare e rifornire il cesto con panni puliti
. riportare il cestino allo scaffale
. togliersi i grembiuli
. andare al lavandino a lavarsi le mani
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Libertà del bambino
dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni
Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per lucidare il legno
Obiettivi indiretti: raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, soddisfare il bisogno di ordine del bambino, stimolare la capacità di concentrazione e attenzione, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri
Nomenclatura: forma, colore e altre qualità dei materiali usati
Punti di interesse: l’oggetto lucidato una un buon odore, materiali diversi richiedono cure diverse, usare tre panni diversi in una data sequenza, piegare i panni in tre modi diversi
Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il bambino non è in grado di eseguire correttamente l’esercizio
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
Nome dell’esercizio in inglese: wash a painting brush
Area: esercizi preliminari, cura dell’ambiente
Età: dai 2 anni e mezzo
Materiale: un vassoio contenente pennelli usati per incollare o dipingere messi con le setole rivolte verso l’alto in un vasetto, una saponetta su di un piattino. Un secchio riempito per metà di acqua con una spugna immersa nell’acqua e un panno posato sul lato
Presentazione
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come lavare un pennello”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale
. trasportare il vassoio su di un tavolo
. trasportare il secchio e posarlo sul pavimento, accanto al tavolo
2. Analisi dei movimenti
. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione
. tenere la saponetta nel palmo aperto della mano sinistra e prendere il pennello con la destra
. immergere il pennello nell’acqua, muovendolo un po’, quindi sollevarlo sopra il secchio e attendere che smetta di gocciolare
. strofinare delicatamente il pennello sulla saponetta; se il pennello è stato usato per dipingere, la schiuma sarà colorata
. posare la saponetta sul piattino e passare il pennello nella mano sinistra
. con la mano destra, usando la punta delle dita, massaggiare delicatamente le setole insaponate
. tenere il pennello anche in verticale (setole in su) e massaggiare il sapone anche all’attaccatura delle setole, dove di solito si deposita molto colore (o colla)
. immergere il pennello nel secchio per risciacquarlo
. prendere la spugna, strizzarla e usarla per asciugare le setole: se la spugna si sporca, significa che il pennello non è ancora pulito, quindi ripetere la procedura tutte le volte che serve
. una volta pulito mettere il pennello nel secchio
. pulire la saponetta con la spugna e rimetterla sul piattino
. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore
. ripetere una o due volte, lavando altri pennelli, a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
3. Conclusione
al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino
. con i pennelli, la spugna e il vasetto nel secchio, e il panno posato sul bordo andare al lavandino
. risciacquare con acqua corrente il vasetto e asciugarlo col panno
. risciacquare con acqua corrente i pennelli e metterli nel vasetto con le setole rivolte verso l’alto
. risciacquare il secchio e la spugna e rimetterli al loro posto
. riportare i pennelli nel vasetto al tavolo e metterli sul vassoio
. riportare il vassoio sullo scaffale e portare i pennelli puliti al loro posto
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Libertà del bambino
dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni
Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per pulire un pennello sporco di colore o colla
Obiettivi indiretti: favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, soddisfare il bisogno di ordine del bambino, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri
Nomenclatura: pennello, sporco, pulito, schiuma, ecc.
Punti di interesse: mettere i pennelli sempre con le setole rivolte verso l’alto
Controllo dell’errore: il pennello non è pulito o non è ben risciacquato
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
Materiale: un tavolino dedicato all’attività su cui si trovano una tovaglietta impermeabile con al centro una bacinella contenente il sasso da lavare, un asciugamani e una brocca vuota, uno spazzolino su un piattino, una saponetta su un piattino, una spugna su un piattino e un panno. Un vassoio contenente un cestino per i panni usati e un cestino di panni asciutti. Una seconda tovaglietta impermeabile posata a destra del tavolo, sul pavimento, su cui è posato un secchio vuoto. Grembiuli
Presentazione
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come lavare questo sasso”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. indossare i grembiuli
. accompagnare il bambino al tavolo
. andare al lavandino a riempire la brocca
. trasportare la brocca al tavolo
. sedersi al tavolo (il bambino siede alla nostra sinistra)
2. Analisi dei movimenti
. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione
. tenendo la brocca con la mano destra, versare dell’acqua nella bacinella
. bagnare lo spazzolino nella bacinella e strofinarlo sulla saponetta
. strofinare una piccola area della superficie del sasso con movimenti circolari dello spazzolino
. risciacquare lo spazzolino e rimetterlo sul piattino
. prendere la spugna e usarla per prelevare acqua dalla bacinella e sciacquare l’area insaponata
. posare la spugna e prendere il panno
. strofinare l’area col panno per asciugarla e osservare se è pulita
. posare il panno a destra della bacinella
. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore
. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se il panno è troppo bagnato o sporco metterlo nel cesto vuoto e prenderne un altro
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
. quando tutto il sasso è stato lavato, aiutare il bambino (se il sasso è troppo pesante) a trasferirlo sul tavolo, su un panno pulito
. ammirare il proprio lavoro
3. Conclusione
al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino
. svotare la bacinella nel secchio che si trova sul pavimento
. pulire la bacinella con la spugna, asciugarla e posarla sul tavolo
. svuotare il secchio nel lavandino, lavarlo e asciugarlo
. riportare il secchio sulla tovaglietta sul pavimento
. se serve asciugare la tovaglietta
. se serve asciugare il tappetino sul tavolo e posare la brocca sul tappetino asciutto
. portare i panni usati nel cesto dei panni da lavare
. togliersi i grembiuli
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Libertà del bambino
dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni
Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per lavare grandi sassi
Obiettivi indiretti: raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, stimolare la capacità di concentrazione e attenzione, gioia che deriva dalla sensazione di pulito
Punti di interesse: forma, colore e altre qualità del sasso, sfregare con lo spazzolino con movimenti circolari, sciacquare con la spugna, strofinare e asciugare col panno
Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il bambino non è in grado di eseguire correttamente l’esercizio. C’è acqua sul tavolo o sul pavimento
Varianti ed estensioni: lavare una grande zucca o altri tipi di rocce
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
Materiale: un vassoio contenente una grande conchiglia in una bacinella, una brocca, una spugna, uno spazzolino, un piccolo asciugamano, una tovaglietta plastificata e un flacone di sapone liquido diluito (o acqua e aceto), un flacone di olio per mobili e un panno di flanella. Grembiuli. Un luogo dove esporre la conchiglia lucidata
Presentazione
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come lavare e lucidare le conchiglie”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. indossare i grembiuli
. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale
. sedersi al tavolo (il bambino siede alla nostra sinistra)
. stendere la tovaglietta sul tavolo davanti a noi
. mettere la bacinella al centro della tovaglietta
. mettere tutti gli altri oggetti dietro alla brocca, uno ad uno, in ordine di utilizzo
2. Analisi dei movimenti
. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione
. con la brocca versare dell’acqua nella bacinella
. aggiungere all’acqua poco detergente
. prendere lo spazzolino per strofinare la conchiglia con movimenti circolari
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
. quando tutta la conchiglia è strofinata, sciacquarla prendendo l’acqua dalla bacinella con la spugna
. prendere il panno e posarlo piegato in quattro davanti a noi
. posare la conchiglia sul panno e asciugarla bene
. prendere il flacone di olio e versarne qualche goccia sul panno di flanella
. strofinare sulla conchiglia per lucidarla, una piccola area alla volta
. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore
. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
. ammirare il proprio lavoro
3. Conclusione
al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino
. portare la conchiglia nel luogo prestabilito
. svuotare la bacinella nel lavandino, lavarla, asciugarla e riportarla al tavolo
. portare i panni usati nel cesto dei panni da lavare
. ripristinare il vassoio con materiali puliti
. rimettere gli altri oggetti sul vassoio, uno alla volta
. riportare il vassoio allo scaffale
. togliersi i grembiuli
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Libertà del bambino
dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni
Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per lavare e lucidare una conchiglia
Obiettivi indiretti: raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, stimolare la capacità di concentrazione e attenzione, stimolare lo sviluppo della volontà, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri, gioia che deriva dalla sensazione di pulito
Nomenclatura: forma, colore e altre qualità della conchiglia, strofinare, movimenti circolare, spazzolino, olio, panno, lucidare, asciugare, ecc.
Punti di interesse: lavare la conchiglia con lo spazzolino, sciacquare con la spugna, asciugare col panno, lucidare col panno di flanella
Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il bambino non è in grado di eseguire correttamente l’esercizio, c’è acqua sul tavolo o sul pavimento, c’è troppo olio sulla conchiglia
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
Materiale: una bacinella (con un segno per il livello dell’acqua) contenente un flacone di detergente liquido e una ciotola (o una saponetta su un piattino), una brocca, una spugna da bagno, un panno, un asciugamani per la bambola, un secondo asciugamani, una tovaglietta impermeabile. Un secchio vuoto. Una bambola. Grembiuli. Un tavolo (lavorare in piedi)
Presentazione
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come lavare una bambola”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. indossare i grembiuli
. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale
. trasportare la bacinella su di un tavolo, posarla al centro del tavolo
. mettere il secchio sul pavimento, a destra del tavolo
. stendere la tovaglietta davanti a noi
. prendere uno ad uno gli oggetti e disporli in linea orizzontale lungo il margine più distante da noi
. mettere la bacinella al centro della tovaglietta
. stendere l’asciugamani per la bambola a destra della bacinella
. andare a prendere una bambola e sdraiarla sull’asciugamani
. andare al lavandino e riempire la brocca
. trasportare la brocca al tavolo, a destra della bacinella
. versare l’acqua nella bacinella fino a raggiungere il segno del livello
. se serve fare più viaggi, e se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
. versare del detergente nella ciotolina
. spogliare la bambola e mettere i vestitini a destra dell’asciugamani
. immergere la bambola nella bacinella, sostenendole la testa con la mano sinistra sotto il collo
. bagnare bene la bambola usando la spugna da bagno
. spremere la spugna sulla bacinella e immergerne una punta nel detergente
. iniziare a massaggiare la bambola a partire dalla testa fino ad arrivare ai piedini
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
. risciacquare la bambola immergendo il panno e strizzando l’acqua sulla bambola
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
. quando tutta la schiuma è stata rimossa, adagiare la bambola sull’asciugamano
. avvolgerla nell’asciugamani e asciugarla bene
. rivestire la bambola
se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
. ammirare il proprio lavoro, quindi riportare la bambola al suo posto
3. Conclusione
al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino
. svuotare la bacinella nel secchio e asciugarla col secondo asciugamani
. svuotare il secchio nel lavandino, asciugarlo e riportarlo al suo posto
. rimettere tutti gli altri oggetti nella bacinella
. in ultimo asciugare la tovaglietta e rimetterla nella bacinella
. portare panni e asciugamani usati nella cesta dei panni da lavare
. riportare la bacinella allo scaffale
. togliersi i grembiuli
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Libertà del bambino
dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni
Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per lavare con grazia una bambola
Obiettivi indiretti: favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, stimolare la capacità di concentrazione e attenzione, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri, gioia che deriva dalla sensazione di pulito
Nomenclatura: bambola, testa, collo, asciugamani, avvolgere, il nome dei vestiti, vestire, spogliare, ecc.
Punti di interesse: sostenere la testa della bambola, svestire e vestire la bambola, insaponare, sciacquare, asciugare, trasportare la brocca, versarel’acqua nel secchio
Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il bambino non è in grado di eseguire correttamente l’esercizio. La bambola cade, c’è acqua sul tavolo o sul pavimento
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
Materiale: la stazione di lavaggio dei piatti oppure il seguente materiale su un tavolo: una spazzola per piatti, una spugna per piatti su un piattino, un flacone di detersivo per i piatti, due bacinelle con un segno per il livello dell’acqua, una brocca, uno scolapiatti, un portaposate, un secchio vuoto, un secchio pieno di acqua pulita, asciugamani, strofinacci. Tre piatti da lavare (o un piatto, un bicchiere e un cucchiaio). Grembiuli
Presentazione
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come lavare i piatti”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. indossare i grembiuli
. accompagnare il bambino al tavolo dei piatti da lavare
. se non usiamo la stazione per il lavaggio disponiamo il materiale in questo modo, da sinistra a destra: piatti da lavare, le due bacinelle, scolapiatti, strofinacci, asciugamani davanti a noi; brocca, detersivo, spugna, spazzolino dietro alle bacinelle
2. Analisi dei movimenti
. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione
. riempire la bacinella di sinistra con la brocca fino al segno, prelevando l’acqua dal secchio
. ripetere con la seconda bacinella
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
. mettere due gocce di detersivo nella vaschetta a sinistra
. agitare l’acqua con la mano destra per formare una bella schiuma
. prendere il primo piatto e immergerlo nell’acqua saponata
. mettere nella bacinella anche la spugna e lo spazzolino
. prendere il piatto con la mano sinistra e lo spazzolino nella destra e spazzolare il piatto sul davanti e sul retro
. rimettere lo spazzolino nell’acqua e prendere la spugna
. passare la spugna sul piatto davanti e dietro
. rimettere la spugna nell’acqua
. tenere sollevato il piatto finché non smette di gocciolare, quindi passarlo nella bacinella di destra
. sciacquare il piatto
. tenere sollevato il piatto finché non smette di gocciolare
. mettere il piatti nello scolapiatti
. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore
. ripetere con gli altri piatti a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
3. Conclusione
al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino
. svuotare la bacinella di sinistra nel secchio
. svuotare il secchio nel lavandino
. sciacquare la spugna e lo spazzolino nella bacinella di destra e rimetterli al loro posto
. svuotare la bacinella di destra nel secchio
. svuotare il secchio nel lavandino
. ripristinare il livello dell’acqua nel secchio andando a prendere l’acqua al lavandino con la brocca
. se serve fare più viaggi
. togliersi i grembiuli
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Libertà del bambino
dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni
Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per lavare i piatti
Obiettivi indiretti: raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, focalizzare l’attenzione del bambino sull’oggetto per stimolare la concentrazione, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, soddisfare il bisogno di ordine del bambino, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri, stabilire una relazione di fiducia tra bambino e adulto, sostenere l’acquisizione delle competenze sociali di base, imparare ad agire nel rispetto degli altri, favorire l’integrazione del bambino nel gruppo sociale, sviluppare la capacità di cooperazione, stimolare il senso di solidarietà, gioia che deriva dalla sensazione di pulito
Punti di interesse: riempire d’acqua le bacinelle, usare poco sapone, risciacquare, mettere nello scolapiatti, attendere che gli oggetti smettano di gocciolare prima di spostarli
Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il bambino non è in grado di eseguire correttamente l’esercizio
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
Materiale: un mop a misura di bambino con un giro di nastro isolante colorato a metà del bastone e un secchio con strizzatore; un cestino contenente una brocca, detergente per pavimenti, una spugna e un tappetino impermeabile. Grembiuli
Presentazione
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come pulire il pavimento col mop”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. indossare i grembiuli
. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale
. indicare l’area del pavimento che deve essere lavata
. portare mop e secchio
. portare il cestino e posarlo sul pavimento a destra del secchio
. stendere il tappetino sul pavimento e posare sopra ad esso tutti gli oggetti da sinistra a destra in quest’ordine: brocca, secchio, detergente, mop, spugna
2. Analisi dei movimenti
. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione
. andare al lavandino e riempire la brocca
. versare l’acqua dalla brocca al secchio
. aprire il flacone del detergente per pavimenti e versarne alcune gocce nell’acqua del secchio
. chiudere e rimettere il flacone sul tappetino
. impugnare il mop con la mano sinistra chiusa intorno al segno della metà del manico e la destra attorno all’estremità superiore
. immergere il pop nell’acqua col detergente, alzandolo e abbassandolo tre volte
. sollevare il mop e posarlo nello strizzatore
. strizzare il mop premendolo e ruotandolo nella direzione che si preferisce
. sollevare il mop e posarlo sul pavimento, nell’area che necessita di essere lavata
. strofinare il mop avanti e indietro cinque volte
. immergere nuovamente il mop nel secchio
. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore
. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
. quando il pavimento è pulito, fermarsi ad ammirare il proprio lavoro
3. Conclusione
al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino
. immergere un’ultima volta il mop nel secchio, strizzare molto bene e riportare il mop al suo posto
. svuotare il secchio nel lavandino, sciacquarlo e rimetterlo al suo posto
. rimettere uno ad uno gli oggetti usati nel cestino
. in ultimo asciugare eventuali gocce d’acqua sul tappetino con la spugna e rimettere il tutto nel cestino
. riportare il cestino allo scaffale
. togliersi i grembiuli
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Libertà del bambino
dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni
Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per lavare il pavimento col mop
Obiettivi indiretti: favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, soddisfare il bisogno di ordine del bambino, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri, stabilire una relazione di fiducia tra bambino e adulto, sviluppare la capacità di cooperazione, stimolare il senso di solidarietà, gioia che deriva dalla sensazione di pulito
Nomenclatura: mop, strizzare, detergente, pavimento, secchio, manico, impugnatura, ecc.
Punti di interesse: immergere il mop tre volte, strizzarlo premendo e ruotandolo, strofinare avanti e indietro cinque volte
Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il bambino non è in grado di eseguire correttamente l’esercizio, il pavimento è ancora sporco, il pavimento è troppo bagnato
Varianti ed estensioni:
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
Presentazione 1 – Acqua caduta accidentalmente sul pavimento
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Dell’acqua si è rovesciata sul pavimento. Ti mostrerò come asciugarlo, così saprai come farlo da solo quando succederà di nuovo.”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. andare insieme al bambino nel punto della stanza in cui teniamo il materiale per asciugare il pavimento
. trasportare il secchio nel punto in cui si è rovesciata l’acqua
2. Analisi dei movimenti
. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione
. prendere la spugna dal secchio e adagiarla sulla pozza d’acqua
. attendere che l’acqua venga assorbita dalla spugna
. sollevare la spugna e attendere eventuali gocciolamenti
. strizzare la spugna nel secchio
. continuare finché il pavimento non è asciutto
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
. mettere la spugna nel secchio e ammirare il proprio lavoro
3. Conclusione
al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino
. svuotare il secchio nel lavandino
. riempirlo a metà con acqua pulita
. mettere la spugna nell’acqua e risciacquarla strizzandola tre volte
. svuotare
. riportare secchio e spugna al loro posto
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Presentazione 2 – Liquidi caduti accidentalmente sul pavimento (pittura, succo di frutta, ecc.)
Materiale: un secchio a misura di bambino all’interno del quale abbiamo messo una spugna, un panno appoggiato al bordo del secchio. Grembiuli
Presentazione
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Del succo si è rovesciato sul pavimento. Ti mostrerò come asciugarlo, così saprai come farlo da solo quando succederà di nuovo.”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. indossare i grembiuli
. andare insieme al bambino nel punto della stanza in cui teniamo il materiale
. portare il materiale al lavandino, posare spugna e panno sul ripiano e mettere il secchio nel lavandino
. versare circa tre dita d’acqua nel secchio
. rimettere la spugna nel secchio, mettere il panno sul bordo e portare il materiale al luogo dove si è rovesciato il succo
2. Analisi dei movimenti
. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione
. mettere il panno sul pavimento. Lasciare la spugna nel secchio
. sollevare la spugna, spremerla e posizionarla sul succo versato
. premere e rilasciare la spugna sul succo per aiutare l’assorbimento
. prendere la spugna, portarla sul secchio, spremerla
. risciacquare la spugna nel secchio, strizzarla
. ripetere finché non abbiamo raccolto tutto il succo versato
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
. mettere la spugna nel secchio
. prendere il panno e terminare l’asciugatura
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
. mettere il panno usato nel secchio e fermarsi ad ammirare il proprio lavoro
3. Conclusione
riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino
. portare il secchio al lavandino e posarlo sul piano di lavoro
. aprire il rubinetto (con panno apposito se le mani sono bagnate), risciacquare la spugna e il panno e appoggiarli sul bancone
. chiudere il rubinetto con panno apposito
. mettere il secchio nel lavandino, risciacquare l’interno, quindi asciugarlo col panno
. rimettere la spugna nel secchio, e mettere un panno pulito appeso sul bordo
. mettere quello usato nel cesto della biancheria da lavare
. rimettere il materiale al suo posto
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per asciugare il pavimento dopo che si è rovesciata dell’acqua o altro liquido
Obiettivi indiretti: prendersi cura dell’ambiente, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, stimolare la capacità di concentrazione e attenzione, soddisfare il bisogno di ordine del bambino, stimolare lo sviluppo della volontà, preparare un ambiente favorevole al lavoro indipendente, stabilire una relazione di fiducia tra bambino e adulto, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sostenere l’acquisizione delle competenze sociali di base, imparare ad agire nel rispetto degli altri, stabilire una relazione di fiducia tra bambino e adulto, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri
Nomenclatura: spremere, assorbire, asciugare, ecc.
Punti di interesse: immergere la spugna nel secchio e strizzare prima di assorbire il liquido
Controllo dell’errore: del liquido rimane sul pavimento
Variazioni ed estensioni: spugne e secchi diversi, liquidi diversi
Note: se la fuoriuscita è appiccicosa, andare al lavandino a cambiare l’acqua tutte le volte che serve
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
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