La nascita dell’Universo

Introduzione


Maria Montessori ha sottolineato che gli eventi naturali e storici possono essere spiegati ai bambini sotto forma di fiaba o racconto, a patto che questi si basino su fatti reali della natura e della storia. Uno dei migliori esempi di questo genere di racconti o fiabe è proprio quella che tratta dell’origine dell’Universo.
La Montessori parte dal presupposto che le leggi che governano l’universo possano essere presentate al bambino in modo interessante e meraviglioso, e che il bambino grazie a queste narrazioni inizi spontaneamente a chiedersi: “Chi sono? Qual è il compito dell’uomo in questo meraviglioso Universo? Siamo qui solo per noi stessi, o c’è altro da fare? Perchè litighiamo? Cosa è buono e cosa è cattivo?”.
Il bambino non si accontenta più di raccogliere i fatti, cerca le cause, e noi vogliamo che guardi
l’interezza e si renda conto che tutto l’Universo è connesso.
Maria Montessori dice: “vogliamo portare al bambino il mondo intero!”. E visto che non possiamo portargli tutto, dobbiamo fare in modo che il bambino conosca tutto attraverso la sua immaginazione.

E’ una fiaba che Maria e Mario Montessori hanno scritto durante il periodo che trascorsero in India e che hanno intitolato “Iddio che non ha le mani”.
Maria Montessori era cristiana, e nel Cristianesimo il nome Dio è usato per nominare la forza creatrice. Ma esistono tante storie e teorie su come è nato l’Universo, quanti sono i popoli che vivono e sono vissuti sulla Terra, e anche gli scienziati stessi hanno nel tempo formulato molte ipotesi diverse.

Nella versione che segue, quindi, non si fa riferimento a Dio, ma si utilizza il linguaggio della scienza. E’ una scelta che entra a far parte del racconto stesso: all’inizio della narrazione, diciamo ai bambini che la storia che stiamo per raccontare loro è quello che secondo noi può essere successo, ma che altre persone potrebbero raccontarla in modi diversi. Offriamo anche ai bambini libri e immagini o simboli di miti della creazione e religioni del mondo.

La storia originale prevede la presentazione di esperimenti e cartelloni impressionistici da mostrare ai bambini al momento appropriato della storia.
Nella versione che segue, si sceglie di separare la presentazione di esperimenti e cartelloni dalla narrazione. Alcuni insegnanti propongono gli esperimenti giorni prima della narrazione, come preparazione al racconto; altri preferiscono offrirli giorni dopo, come approfondimento. La storia, inoltre , inizia col lo stato di singolarità immediatamente precedente il Big Bang e si conclude con la formazione del nostro Sistema Solare. Il racconto particolareggiato di come la Terra si sia raffreddata e trasformata fino ad essere adatta ad accogliere la vita, viene rimandato a un secondo momento.

Occorre sottolineare che la fiaba dell’origine dell’Universo, come tutte le fiabe cosmiche, non sono da intendere come lezioni, non hanno lo scopo di trasmettere conoscenza ai bambini. Il loro obiettivo è quello di stupire i bambini e risvegliare il loro interesse e il loro entusiasmo verso i fenomeni cosmici.

Questa versione del racconto non viene da Maria Montessori, ma si basa su un’idea di Ursula Muller Riekert, e si sta diffondendo grazie al lavoro di Claus-Dieter Kaul e dei suoi allievi.

E’ una storia che richiede grande preparazione: confezionare e reperire il materiale necessario e predisporre l’ambiente; fare proprie le teorie scientifiche alla base della storia, creare la propria storia ed esercitarsi a sufficienza da poterla narrare a memoria.

Materiali consigliati

. un tappeto nero ritagliato a forma di campana. Se come me avete un budget limitato, si possono usare le tovaglie di carta. Il mio misura 280 cm di lunghezza, inizia con una punta e via via si allarga fino alla misura di 110 cm. Siccome le tovaglie di carta hanno il retro bianco, ho messo il materiale a doppio per avere il nero da entrambe le facce.
Questo tappeto va arrotolato su un bastone (va benissimo un manico di scopa).

. un tappeto circolare giallo, del diametro di 110 cm

. un palloncino nero e uno spillo (facoltativi)

. vari contenitori, se volete coperti da tovaglioli.

Materiali per i contenitori, in ordine di apparizione

  1. sabbia fine nera
  2. farina gialla mescolata a pochi brillantini dorati
  3. sfere gialle grandi
  4. farina gialla mescolata a polvere di brillantini dorati e perline minute
  5. sfere gialle più piccole delle precedenti
  6. farina bianca con brillantini
  7. biglie di vetro
  8. polvere di brillantini argento mescolata a latte in polvere o farina bianca
  9. perle trasparenti o bianche di varie dimensioni
  10. una sfera dorata
  11. polvere di brillantini dorati
  12. piccoli modellini degli otto pianeti del nostro Sistema Solare
  13. globo colorato
sabbia fine nera

Il racconto

(Riporto in corsivo le note per l’adulto)

(Per l’allestimento ci serve preparare tutto prima dell’arrivo dei bambini, possibilmente in una stanza diversa dall’aula. È bello tenere poi la stanza in penombra, far entrare i bambini, quindi accendere la luce).

Oggi voglio raccontarvi la storia di come e’ nato l’universo.

Gli esseri umani, da quando sono comparsi sulla Terra, hanno sempre contemplato il cielo stellato, la luna, il sole, le maestose montagne e gli oceani, e si sono sempre chiesti: “Ma com’è che esiste tutto questo? Come è nato tutto questo? Da dove viene?”
Questa domanda e’ sempre stata una domanda molto importante, in tutti i tempi e in tutti i luoghi della Terra, e per questo esistono tantissime storie su questo argomento, storie nate in tante epoche diverse e in tanti luoghi diversi.
Io oggi sono qui con voi per raccontarvi proprio la storia di come l’universo è venuto in essere. Ma devo dirvi che quella che ascolterete non è l’unica storia che si può raccontare su questo argomento, è la storia che io ho scelto per voi, diciamo che è la mia storia. Per comporla ho studiato a lungo e consultato tanti libri scritti in luoghi e tempi diversi, compresi quelli scritti oggi dagli scienziati che della domanda “Come è nato l’Universo?” hanno fatto la loro professione. Questi scienziati si chiamano Astrofisici.
Preparare la storia che sto per raccontarvi non è stato facile, perchè non solo ci sono tantissime storie che vengono dal passato, ma anche storie diverse, teorie diverse, che vengono scritte anche oggi. Sì, anche gli Astrofisici hanno opinioni diverse, e le loro opinioni possono cambiare man mano che inventano strumenti più sofisticati per osservare il cielo e teorie più precise per spiegare le leggi fisiche e matematiche che regolano l’universo.
Quindi non posso essere certa che tutto ciò che vi racconterò tra poco è esattamente quello che è successo, e non posso nemmeno essere sicura che quello che sembra corretto oggi, continuerà ad essere considerato corretto domani. Magari tra qualche anno proprio uno di voi diventerà un Astrofisico e farà delle nuove scoperte scientifiche su come è nato l’Universo.
Quello di cui però posso essere sicura, è che oggi ho una bella storia da raccontarvi.

E la mia storia comincia cosi’…

Gli scienziati dicono che prima di 14 miliardi di anni fa, un numero con ben nove zeri, il nostro universo ancora non c’era.
Quello che c’era era uno stato di singolarita’.

(Teniamo gli indici delle due mani sulla punta del tappeto nero mentre raccontiamo della singolarità).

Una singolarita’ è uno… uno… non zero e non due…uno.
Una singolarità è così piccola che è impossibile da immaginare. Così piccola che in questa singolarità, non c’era nemmeno lo spazio e nemmeno il tempo.
Eppure, in questa singolarità c’era già tutto quello che esiste.
Tutto quello che esiste, tutto ma proprio tutto, era già contenuto in questa singolarità.
Quindi questa singolarita’ non solo era inimmaginabilmente piccola, ma anche inimmaginabilmente pesante.

(Se le galassie si allontanano, vuol dire che in passato erano più vicine tra loro e, andando a ritroso nel tempo possiamo immaginare che c’è stato un momento in cui tutta la materia e l’energia dell’Universo era concentrata in un unico punto detto singolarità. È l’istante zero del Big Bang, del tutto inaccessibile alla fisica che noi conosciamo. 
L’inizio descrivibile dalla fisica corrisponde al tempo di Planck: 10-43 sec. Da quel momento, circa 13.8 miliardi di anni fa, che è all’origine dello spazio e del tempo, inizia l’espansione della singolarità. Non c’è un’espansione nello spazio, ma dello spazio). 

E 14 miliardi di anni fa questa singolarità improvvisamente è esplosa in esistenza.

Per leggere la fiaba completa e senza pubblicità vai qui

Modello di colonna vertebrale

Modello di colonna vertebrale realizzato con cartoni delle uova, cartoncino colorato e filo di lana.

Per preparare il lavoro abbiamo prima di tutto toccato la nostra colonna vertebrale e quella dei compagni, cercando di seguirne il percorso dal collo fino al coccige.

Abbiamo poi osservato insieme dei disegni anatomici della colonna vertebrale e delle singole vertebre e abbiamo affrontato la nomenclatura osservando il modello che ho preparato io :

  • colonna vertebrale
  • vertebra
  • disco intervertebrale
  • midollo spinale
  • nervo motorio
  • nervo sensoriale

Nel mio modello ho inserito ai lati di ogni vertebra anche due nervi, mentre i bambini hanno realizzato la loro colonna vertebrale omettendo questo particolare.

Le vertebre del corpo umano sono 33 o 34, ed ognuna è separata dall’altra da un disco intervetebrale. Abbiamo quindi ritagliato 33 portauovo:

e 32 dischi:

I portauovo di cartone si forano facilmente con una penna o una matita:

Mentre per forare i dischi servirà un sottomano e un punteruolo.

Preparati tutti gli elementi ogni bambino forma la sua colonna vertebrale con ago e filo di lana, alternando una vertebra e un disco:

Questo è il modello di cervello che abbiamo realizzato giorni fa attingendo al sito https://ellenjmchenry.com/brain-hemisphere-hat/

Le principali funzioni della colonna vertebrale sono:

  • sostegno
  • movimento
  • protezione del midollo spinale.

Con i bambini della scuola dell’infanzia è possibile dare informazioni corrette senza indugiare troppo nei particolari e riportando i fatti alla loro esperienza.

Per la funzione di sostegno è facile tornare alla classificazione tra vertebrati ed invertebrati, e paragonarci al lombrico, ad esempio.

Per la funzione di movimento basterà cercare tutti i movimenti che possono compiere la nostra schiena e il nostro collo.

Per la funzione di protezione del midollo spinale, prima di tutto facciamo sentire ai bambini quanto sia importante e fragile il nostro sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale), e quanto la natura sia meravigliosa: ha fatto in modo di proteggere il nostro cervello con le ossa del cranio, e il nostro midollo spinale con le vertebre, che sono come scatoline resistentissime.

Ma cos’è il midollo spinale?
Diciamo ai bambini che il nostro cervello è come un supercomputer, ma molto più potente di qualsiasi computer che sia stato inventato.

Come i computer, anche il nostro cervello è collegato ad ogni parte del corpo attraverso dei fili.

Pieghiamo ad esempio il nostro pollice e chiediamo: “Come fa il nostro cervello a dire al pollice di piegarsi?”. I bambini faranno le loro ipotesi, molti diranno che succede attraverso gli occhi. Facciamo notare che se guardo il pollice, non si piega. Neanche se dico: “Pollice piegati!”…

Il pollice si piega perchè c’è un filo che dal cervello passa nella nostra colonna vertebrale e arriva al nostro pollice! Tutti i fili che partono dal cervello, scorrono nella colonna vertebrale (midollo spinale), e a un certo punto escono da una vertebra e si collegano ad una parte del nostro corpo (nervi).

Ecco perchè è importante che le vertebre, delle ossa molto dure e resistenti, proteggano il midollo spinale!

Se i bambini sono interessati, possiamo continuare la presentazione facendo una distinzione tra nervi motori e nervi sensitivi.

Diciamo che i nervi che ci fanno muovere il pollice vanno dal cervello al nostro pollice e si chiamano nervi motori, perchè muovono.

Ma non solo il nostro cervello può dire qualcosa al nostro pollice, anche il nostro pollice può dire qualcosa al nostro cervello. Cosa potrebbe dire, secondo voi? Ad esempio può dirgli che un oggetto è molto caldo. I nervi che dal nostro pollice vanno al nostro cervello si chiamano nervi sensitivi, perchè sentono.

Possiamo quindi far capire quanto sia importante sentire caldo, freddo, dolore ecc… dando un accenno ai riflessi involontari: quando tocchiamo qualcosa che è molto caldo cosa succede?

Tintura naturale delle uova

Quest’anno per Pasqua abbiamo sperimentato la tintura naturale delle uova, e questa esperienza ci ha stimolati poi a fare ricerche nel campo dell’estrazione di pigmenti vegetali naturali per realizzare pigmenti in polvere, pastelli a cera ed acquerelli. Ne parleremo nei prossimi giorni…

… ma torniamo alle uova.

La prima cosa da fare è lavare i gusci delle uova con dell’aceto.

Poi prepariamo i pentolini per i bagni di tintura: noi abbiamo bollito bucce di cipolla dorata, succo di mirtillo, foglie d’acero e cavolo viola. Non servono proporzioni e ricette: tutto dipende dall’intensità del colore che si vuole ottenere e dal numero di uova che desideriamo tingere.

Scegliamo foglioline tenere e petali leggeri di fiori da mettere a disposizione dei bambini insieme a delle ciotoline d’acqua: le foglie e i fiori aderiranno semplicemente al guscio con poca acqua

Se i bambini sono piccoli, consiglio di utilizzare uova già sode, per limitare rotture e altri incidenti

Quando i bambini hanno completato il loro lavoro, dovremo avvolgere ogni uovo in un rettangolo ritagliato da una calza di nylon e chiuderlo “a caramella”

Immergiamo delicatamente le uova nel bagno di tintura e facciamo bollire per almeno 10 minuti

Dopo la bollitura togliamo le uova dalla pentola e lasciamole raffreddare.

A questo punto i bambini possono rimuovere il nylon, pulire le uova da foglie e fiori e lucidarle con l’olio di oliva

E questo è il risultato finale:

Per donarle alle famiglie abbiamo confezionato un cestino in cartapesta:

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VITA PRATICA MONTESSORI Lucidare le foglie

Nome dell’esercizio in inglese: polishing leaves

Area: cura dell’ambiente

Età: dai 3 anni

Materiale: un vassoio contenente una ciotola con batuffoli di cotone, una ciotola con cotton-fioc, una ciotola con acqua o uno spruzzino d’acqua, una ciotola per i materiali usati, un panno. Grembiuli. Una piccola pianta da lucidare. Un tavolo e due sedie

Presentazione

1. Preparazione diretta

. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come lucidare le foglie”

. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo

. indossare i grembiuli

. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale

. trasportare il vassoio su di un tavolo

. trasportare la pianta da lucidare al tavolo

. sedersi al tavolo (il bambino siede alla nostra sinistra)

2. Analisi dei movimenti

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione

. tenere la mano sinistra col palmo rivolto verso l’alto sotto ad una foglia

. se usiamo lo spruzzino, spruzzare poca acqua sulla foglia, posare lo spruzzino e prendere un batuffolo di ovatta

. se usiamo la ciotola d’acqua, prendere un batuffolo d’ovatta utilizzando la pinza a tre dita, immergerlo nella ciotola, sollevarlo attendendo che smetta di gocciolare

. passare delicatamente il batuffolo sulla foglia dal picciolo all’apice

. ripetere tutte le volte che è necessario, fino a che la foglia non sarà lucida e pulita

. mettere il batuffolo nella ciotola dei materiali usati e prendere un cotton-fioc

. passarlo delicatamente nei punti difficili da raggiungere con il batuffolo, quindi gettarlo nella ciotola dei materiali usati

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

3. Conclusione

al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino

. riportare la piantina al suo posto

. svuotare la ciotola nel lavandino, sciacquarla e riempirla con acqua pulita (se abbiamo usato la brocca)

. se abbiamo usato lo spruzzino portarlo al lavandino, aprirlo e riempirlo nuovamente d’acqua

. riportare il materiale sul vassoio

. gettare nella pattumiera cotton-fioc e batuffoli usati

. riportare il cestino allo scaffale

. togliersi i grembiuli

. ringraziare il bambino per il suo lavoro

. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

Libertà del bambino

dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per lucidare le foglie di una pianta

Obiettivi indiretti: preparazione allo studio della botanica, raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri, stabilire una relazione di fiducia tra bambino e adulto, sviluppare la capacità di cooperazione, gioia che deriva dalla sensazione di pulito

Nomenclatura: spruzzino, ciotola, batuffoli, cotton-fioc, foglia, picciolo, apice, lucida, impolverata  

Punti di interesse: bagnare la foglia, lavarla delicatamente

Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il bambino non è in grado di eseguire correttamente l’esercizio

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VITA PRATICA MONTESSORI Innaffiare le piante

Nome dell’esercizio in inglese: watering plants

Area: cura dell’ambiente

Età: dai 3 anni e mezzo

Materiale: un vassoio contenente un innaffiatoio, una ciotola con bandierine o stecchi di gelato blu, una ciotola con bandierine o stecchi di gelato rossi, una spugna

Presentazione

Preparazione indiretta

Prima della presentazione mettere i segnalini blu (bandierine o stecchi) nelle piante che hanno bisogno di essere annaffiate e i segnalini nelle piante che non ne hanno bisogno

1. Preparazione diretta

. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come innaffiare le piante”

. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo

. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale

. trasportare il vassoio su di un tavolo

. accompagnare il bambino in giro per la classe alla ricerca di una pianta con il segnalino blu

. portare la pianta scelta al tavolo

2. Analisi dei movimenti

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione

. togliere dalla pianta il segnalino blu e metterlo nella ciotola apposita

. andare al lavandino e riempiere l’innaffiatoio di acqua

. versare lentamente l’acqua nel vaso

. prendere un segnalino rosso e metterlo nella pianta

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

. riportare la pianta al suo posto e prenderne un’altra

. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

3. Conclusione

al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino

. asciugare eventuali gocce d’acqua con la spugna

. mettere l’innaffiatoio vuoto sul vassoio

. riportare il vassoio allo scaffale

. ringraziare il bambino per il suo lavoro

. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

Libertà del bambino

dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per innaffiare le piante

Obiettivi indiretti: preparazione allo studio della botanica, raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri, stabilire una relazione di fiducia tra bambino e adulto, sviluppare la capacità di cooperazione, gioia che deriva dalla sensazione di pulito

Nomenclatura: innaffiatoio, segnalino, stecco, bandierina, pianta, innaffiare, ecc.

Punti di interesse: usare il segnalino rosso quando la pianta è innaffiata, scegliere solo piante col segnalino blu

Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il bambino non è in grado di eseguire correttamente l’esercizio

Video:

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VITA PRATICA MONTESSORI Cura delle piante d’appartamento

Nome dell’esercizio in inglese: plant care

Area: esercizi preliminari, movimenti elementari, rotazione del polso, presa a C delle dita, travasi

Età: dai 4 anni

Materiale: un vassoio contenente un paio di forbici in un cestino, uno spolverino per le piante in un cestino, un innaffiatoio, segnalini rossi e blu, uno spruzzino o una ciotola d’acqua, batuffoli di cotone, cotton-fioc, una ciotola vuota per i batuffoli e i cotton-fioc usati, una ciotola vuota per le foglie secche, una spugna grande come il palmo della mano e una spugnetta piccola (circa 5 centimetri). Grembiuli

Presentazione

1. Preparazione diretta

. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come curare una pianta”

. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo

. indossare i grembiuli

. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale

. trasportare il vassoio e posarlo a sinistra della pianta da curare

2. Analisi dei movimenti

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione

. togliere il segnalino blu dalla pianta e metterlo nella ciotola apposita

. prendere le forbici con la mano destra

. cercare nella pianta le foglie morte da rimuovere

. trovata una foglia morta, aprire leggermente le forbici, metterle sullo stelo della foglia morta, seguire lo stelo fino al ramo e tagliare

. mettere la foglia secca nella ciotola apposita

. se si trova tutto un ramo morto, seguirlo fino al terreno o al ramo principale e tagliare

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

. pulire le forbici con la spugnetta piccola e rimetterle nel loro cestino

. andare a vuotare la ciotola con le foglie morte nella spazzatura e rimettere la ciotola sul vassoio 

. spolverare la pianta con lo spolverino

. lucidare le foglie della pianta    

. innaffiare la pianta    

3. Conclusione

al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino

. asciugare eventuali gocce d’acqua con la spugna

. riportare il vassoio allo scaffale

. ringraziare il bambino per il suo lavoro

. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

Libertà del bambino

dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per curare le piante

Obiettivi indiretti: preparazione allo studio della botanica, raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri, stabilire una relazione di fiducia tra bambino e adulto, sviluppare la capacità di cooperazione, gioia che deriva dalla sensazione di pulito

Nomenclatura: innaffiatoio, segnalino, stecco, bandierina, pianta, innaffiare, foglie morte, ecc.

Punti di interesse: seguire le attaccature delle foglie fino al ramo prima di tagliare, spolverare dal picciolo all’apice delle foglie, lucidare dal picciolo all’apice delle foglie, usare il segnalino rosso quando la pianta è innaffiata, scegliere solo piante col segnalino blu

Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il bambino non è in grado di eseguire correttamente l’esercizio

Note: in classe dovrebbe esserci una grande varietà di piante con esigenze diverse, poste ad altezza di bambino. Di ogni pianta bisognerebbe conoscere il nome, il luogo di provenienza, le cure richieste ecc. nel caso in cui il bambino richieda queste informazioni

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VITA PRATICA MONTESSORI Raccogliere i fiori in giardino

Nome dell’esercizio in inglese: pick flowers

Area: cura dell’ambiente

Età: dai 4 anni

Materiale: un cesto contenente un paio di forbici e guanti da giardinaggio (se si raccolgono fiori con spine)

Presentazione

1. Preparazione diretta

. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come raccogliere i fiori dal giardino”

. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo

. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale

. trasportare il cestino in giardino

2. Analisi dei movimenti

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione

. mostrare al bambino come scegliere un fiore adatto ad essere raccolto. In particolare, non raccogliere i fiori se si trovano sotto il sole diretto

. posare il cestino in terra, a destra del fiore scelto

. mettere la mano sinistra sullo stelo, proprio sotto al fiore

. mettere la mano destra sotto alla sinistra e farla scorrere lungo lo stelo delicatamente fino alla lunghezza desiderata

. portare la mano sinistra sotto alla mano destra

. togliere la mano destra e usarla per prendere le forbici

. tagliare lo stelo

. mettere delicatamente il fiore nel cestino, a sinistra

. alcuni fiori si chiudono dopo essere stati raccolti: farlo notare al bambino, se succede

. posare le forbici nel cestino, a destra  

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino. E’ importante scegliere sempre un fiore alla volta

. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

3. Conclusione

al termine portare il cestino il classe

. ringraziare il bambino per il suo lavoro

. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

Libertà del bambino

dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per raccogliere fiori dal giardino

Obiettivi indiretti: preparazione allo studio della botanica, raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri

Nomenclatura: fiore, stelo, tagliare, recidere, scegliere, ecc.  

Punti di interesse: il colore e il profumo dei fiori, seguire lo stelo con le due mani

Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il bambino non è in grado di eseguire correttamente l’esercizio

Varianti ed estensioni: raccogliere verdure e ortaggi, raccogliere le rose utilizzando guanti protettivi

Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:

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VITA PRATICA MONTESSORI Cambiare l’acqua ai fiori

Nome dell’esercizio in inglese: cut flower care

Area: cura dell’ambiente

Età: dai 4 anni

Materiale: brocche d’acqua pronte a temperatura ambiente (o un dispenser d’acqua a temperatura ambiente) sullo scaffale. Sullo stesso scaffale un vassoio contenente un tappetino impermeabile, un panno, un paio di forbici, una lente d’ingrandimento, una ciotola vuota, una bacinella, un imbuto, una spugna, uno spazzolino per lavare le bottiglie, un asciugamani. Grembiuli. Lavandino. Un tavolo e due sedie

Presentazione

1. Preparazione diretta

. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come cambiare l’acqua ad una composizione floreale”

. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo

. indossare i grembiuli

. mettere una brocca d’acqua a temperatura ambiente sul vassoio

. trasportare il vassoio su di un tavolo

. srotolare il tappetino sul tavolo davanti a noi

. portare al tavolo il vaso di fiori che necessita del cambio dell’acqua, lasciando il centrino al suo posto. Spiegare che i fiori recisi hanno bisogno di questa cura ogni giorno

. sedersi al tavolo (il bambino siede alla nostra sinistra)

. posizionare il vaso di fiori nel centro del tappetino

. mettere la bacinella a destra del vaso

. mettere il panno a destra della bacinella

. mettere la ciotola vuota e le forbici a destra del panno

. mettere la lente d’ingrandimento a destra delle forbici

2. Analisi dei movimenti

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione

. versare due dita l’acqua nella bacinella

. asciugare il beccuccio della brocca e posarla sul vassoio

. prendere uno ad uno i fiori dal vaso, delicatamente, e posarli nella bacinella con gli steli immersi nell’acqua

. alzarsi in piedi, prendere il vaso e portarlo al lavandino con lo spazzolino per bottiglie

. vuotare il vaso nel lavandino

. insaponare lo spazzolino e lavare bene l’interno del vaso

. sciacquare bene con acqua calda

. asciugare il vaso e lo spazzolino e riportarli al tavolo

. mettere lo spazzolino sul vassoio e il vaso al centro del tappetino

. sedersi e mettere l’asciugamani sulle ginocchia

. posizionare l’imbuto sul collo del vaso

. prendere la brocca con la mano destra e tenendo l’imbuto con la sinistra riempire il vaso d’acqua per tre quarti

. asciugare il beccuccio della brocca col panno e metterla sul vassoio

. asciugare l’imbuto col panno e posarlo sul vassoio

. scegliere il primo fiore, sollevandolo leggermente sulla bacinella con la mano sinistra

. se il fiore è appassito o ha perso i petali, metterlo nella ciotola degli scarti

. se il fiore appare fresco, prendere la lente d’ingrandimento con la destra e osservare la parte terminale dello stelo

. posare la lente d’ingrandimento e prendere le forbici

. tenere lo stelo con la mano sinistra, con la parte finale immersa nell’acqua

. tagliare lo stelo facendo un taglio obliquo sotto il livello dell’acqua della bacinella, accorciando lo stelo di un paio di centimetri

. osservare le foglie e se ce ne sono di secche o ingiallite eliminarle una ad una con le forbici

. posare le forbici

. mettere il fiore nel vaso

. asciugarsi le mani con l’asciugamani

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

. portare la composizione floreale al suo posto e posarla con cura al centro del centrino

. fermarsi ad ammirare il proprio lavoro

3. Conclusione

al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino

. trasferire gli scarti dalla bacinella alla ciotola vuota

. svuotare la ciotola nella pattumiera, passarla col panno e rimetterla sul vassoio

. svuotare la bacinella al lavandino, sciacquarla, asciugarla e rimetterla sul vassoio

. pulire le forbici col panno e rimetterle sul vassoio

. rimettere gli altri oggetti sul vassoio

. asciugare la tovaglietta e rimetterla sul vassoio

. portare il panno e l’asciugamani nel cesto dei panni da lavare e metterne di puliti sul vassoio

. riportare il vassoio allo scaffale

. togliersi i grembiuli

. ringraziare il bambino per il suo lavoro

. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

Libertà del bambino

dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per cambiare l’acqua ad una composizione floreale di fiori recisi

Obiettivi indiretti: sviluppare il senso estetico, preparare allo studio della botanica, raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri, stabilire una relazione di fiducia tra bambino e adulto, stimolare il senso di solidarietà

Nomenclatura: stelo, fiore, vaso, livello dell’acqua, composizione floreale, colore e profumo dei fiori, il nome dei fiori usati, ecc.

Punti di interesse: tagliare lo stelo obliquamente per permettere al fiore di assorbire una maggiore quantità di acqua; tagliare lo stelo anche se la lunghezza è adatta al vaso, perché i tessuti che trasportano acqua negli steli dei fiori devono rimanere puliti, sani e privi di batteri; tagliare lo stelo sottacqua per impedire che si richiuda assorbendo aria; usare acqua a temperatura ambiente perché l’acqua fredda è più pesante e difficile da assorbire per le piante; lavare bene il vaso prima di procedere per eliminare tutti i batteri nocivi per i fiori recisi

Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il bambino non è in grado di eseguire correttamente l’esercizio, c’è troppa acqua nel vaso, gli steli sono troppo corti e i fiori toccano l’acqua

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VITA PRATICA MONTESSORI Dar da mangiare ai pesci

Nome dell’esercizio in inglese: feeding pets, feeding fish

Area: cura dell’ambiente

Età: dai 3 anni

Materiale: un cestino contenente mangime per pesci e un tovagliolo. Lavandino

Presentazione

1. Preparazione diretta

. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come dar da mangiare al pesce rosso”

. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo

. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale

. trasportare il cestino accanto alla vasca del pesce

. prendere il tovagliolo e posarlo a sinistra del cestino

. prendere il contenitore del cibo per pesci e posarlo sul tovagliolo

. togliere il coperchio e posarlo dietro al contenitore

2. Analisi dei movimenti

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione

. con indice e pollice prendere un pizzico di cibo per pesci

. spargerlo lentamente sul pelo dell’acqua

3. Conclusione

al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino

. rimettere il coperchio al contenitore

. rimettere il contenitore nel cestino

. rimettere il tovagliolo nel cestino

. riportare il cestino sullo scaffale

. andare al lavandino a lavarsi le mani

. ringraziare il bambino per il suo lavoro

. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

Libertà del bambino

dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per usare in sicurezza

Obiettivi indiretti: preparare allo studio della zoologia, raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, stimolare la capacità di concentrazione e attenzione, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri, stabilire una relazione di fiducia tra bambino e adulto, sviluppare la capacità di cooperazione, stimolare il senso di solidarietà

Nomenclatura: cibo, pesce, boccia, acquario, contenitore, coperchio, tovagliolo, ecc. 

Punti di interesse: dare al pesce solo un pizzico di cibo

Controllo dell’errore: il bambino prende troppo cibo, del cibo cade sulla mensola o sul pavimento

Note: l’ideale sarebbe dare ogni presentazione separatamente

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VITA PRATICA MONTESSORI Cura delle piante da giardino

Nome dell’esercizio in inglese: gardening

Area: cura dell’ambiente, pinza a tre dita

Età: dai 2 anni e mezzo 

Materiale: un cestino e un cuscino per le ginocchia, spazio con piante all’aperto

Presentazione

1. Preparazione diretta

. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come curare le piante del giardino”

. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo

. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale

. trasportare il cestino e il cuscino per le ginocchia in giardino

2. Analisi dei movimenti

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione

. passeggiare per il giardino e scegliere una pianta da curare

. appoggiare il cuscino davanti alla pianta scelta

. posare il cestino a destra del cuscino

. inginocchiarsi davanti alla pianta

. mostrare la pinza a tre dita

. usare la pinza a tre dita per rimuovere dalla pianta una foglia ingiallita

. mettere la foglia ingiallita nel cestino

. usare la pinza a tre dita per rimuovere un fiore appassito

. mettere il fiore appassito nel cestino

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo, lasciandogli il nostro posto sul cuscino. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

. fermarsi ad ammirare il proprio lavoro

3. Conclusione

al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino

. svuotare il cestino nel bidone dei rifiuti organici o nel cumulo del compost

. riportare il cuscino e il cestino in classe

. mettere il materiale sullo scaffale

. ringraziare il bambino per il suo lavoro

. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

Libertà del bambino

dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie prendersi cura delle piante del giardino

Obiettivi indiretti: preparare allo studio della botanica, raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, stimolare la capacità di concentrazione e attenzione, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri, sviluppare la capacità di cooperazione

Nomenclatura: nome, forma, colore e altre qualità della pianta, cuscino, cestino, inginocchiarsi, foglia, fiore, appassito, ingiallito, secco, ecc. 

Punti di interesse: la pinza a tre dita, scegliere la pianta che necessita delle nostre cure, rimuovere fiori appassiti e foglie ingiallite o secche  

Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il bambino non è in grado di eseguire correttamente l’esercizio, si rimuovono fiori o foglie sani

Varianti ed estensioni: prendersi cura dell’orto

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VITA PRATICA MONTESSORI Semina in vaso

Nome dell’esercizio in inglese: pot seedling

Area: cura dell’ambiente

Età: dai 2 anni e mezzo

Materiale: uno scaffale in giardino contenente piccoli contenitori, sacchi di terriccio per semine, buste di semi, spruzzino pieno d’acqua a temperatura ambiente, innaffiatoio pieno d’acqua a temperatura ambiente, stecchi di gelato e pennarello indelebile, fogli di giornale, cucchiai o palette, piattini, vassoi o coperchi di scatole dai bordi bassi, pellicola trasparente (facoltativa). Banco di lavoro

Presentazione

Preparazione indiretta

i contenitori devono essere puliti e asciutti e devono avere un foro sul fondo

1. Preparazione diretta

. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come seminare in vaso”

. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo

. andare in giardino

. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale

. stendere un foglio di giornale sul banco di lavoro

. aprire un sacchetto di terriccio per semine e posarlo sul foglio di giornale. Se è troppo grande, versare del terriccio in una vaschetta e posarla sul foglio di giornale

. disporre sul foglio di giornale una decina di contenitori

2. Analisi dei movimenti

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione

. riempire un contenitore col terriccio, utilizzando un cucchiaio o una palettina, fino a circa due centimetri dal bordo, senza comprimere il terriccio

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

. scegliere una bustina di semi da piantare

. aprire la bustina e versare i semi in un piattino

. se il bambino è in grado di farlo, può leggere le istruzioni di semina sulla bustina; in caso contrario leggiamole noi a voce alta

. teniamo fermo un contenitore con la mano sinistra

. fare tre buchini nel terriccio premendo l’indice della mano destra

. prendere un semino alla volta utilizzando la pinza a due dita e inserirlo in un buco

. ripetere con gli altri due buchi

. utilizzando la pinza a tre dita prendere poco terriccio dal sacchetto e usarlo per coprire i semini

. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

. quando tutti i semini sono stati piantati, trasferirli su di un vassoio (o coperchio di una scatola)

. scrivere su uno stecco di gelato il nome dei semi piantati e la data

. inserire lo stecco in uno dei contenitori

. prendere lo spruzzino e nebulizzare l’acqua nei contenitori

. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

3. Conclusione

. mettere il vassoio in un luogo caldo e soleggiato, ad altezza di bambino (di modo che possa osservare giorno per giorno l’evoluzione della semina)

. se lo riteniamo opportuno, possiamo coprire i vasetti con della pellicola trasparente

. rimettere i materiali sullo scaffale

. gettare il foglio di giornale e la bustina dei semi

. tornare in classe a andare al lavandino a lavarsi le mani

. ringraziare il bambino per il suo lavoro

. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

Libertà del bambino

dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per piantare semi in vaso

Obiettivi indiretti: preparare allo studio della botanica, raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri

Nomenclatura: il nome della pianta seminata, terriccio, semina, spruzzino, ecc.

Punti di interesse: mettere il terriccio nei contenitori, fare tre fori premendo con l’indice, inserire i semini uno ad uno, bagnare con lo spruzzino

Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il bambino non è in grado di eseguire correttamente l’esercizio

Note: nei giorni seguenti i contenitori avranno bisogno di essere spruzzati d’acqua regolarmente, di modo che il terriccio sia sempre umido. Se abbiamo messo la pellicola, dovremo toglierla appena spuntano i germogli. Dopo che sono spuntati i germogli è meglio dare acqua con l’innaffiatoio e non più con lo spruzzino, preferibilmente mettendo l’acqua nel vassoio (per rinforzare le radici). Quando le piantine hanno raggiunto un’altezza di circa 5 centimetri, trapiantarle in vasi più grandi o nel terreno

Varianti ed estensioni:

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Esperimento scientifico: eruzione vulcanica

Per eruzione vulcanica s’intende la fuoriuscita sulla superficie terrestre, in maniera più o meno esplosiva, di magma (una volta eruttato il magma prende il nome di lava) ed altri materiali gassosi provenienti dal mantello o dalla crosta terrestre. In genere un’eruzione vulcanica avviene o dal cratere principale di un vulcano o dai crateri secondari presenti nell’edificio vulcanico. 

Wikipedia

Con questo esperimento scientifico i bambini possono visualizzare l’aumento di pressione che si crea nella “camera magmatica” del vulcano per azione del calore e la conseguente fuoriuscita di gas e bombe vulcaniche.

https://www.lapappadolce.net/wp-content/uploads/2023/02/vulcano%20ok.mp4

Materiale occorrente

  • una beuta da 500 ml
  • una brocca d’acqua (all’acqua potete aggiungere colorante rosso e del detersivo per piatti)
  • un tappo di gomma da provette per la beuta
  • un tappo di gomma da provette per l’imbuto
  • un fornelletto da esterno
  • materiali leggeri come argilla espanza, terriccio da cactus, pezzetti di corteccia ecc.

Preparazione

1. praticare un foro al centro del tappo di gomma grande e inserire l’imbuto

2. riempire la beuta con 500 ml di acqua, quindi inserire sul collo della beuta il tappo con l’imbuto. Premere bene per fissarlo saldamente

3. appoggiare il tappo di gomma piccolo sull’apertura dell’imbuto, senza spingere. NON PREMERLO! (la beuta potrebbe esplodere)

4. riempire l’imbuto di materiali secchi (sempre senza spingere)

Esecuzione dell’esperimento

1. recarsi all’esterno (considerate che l’eruzione raggiunge vari metri di altezza, quindi meglio farlo all’aperto per evitare di colorare il soffitto!)

2. porre la beuta sul fornelletto

3. accendere il fornelletto e attendere a qualche metro di distanza

L’eruzione vulcanica fa parte della serie di esperimenti che vengono proposti durante la prima grande lezione cosmica in relazione alla formazione del pianeta Terra

Naturalmente questo esperimento deve essere eseguito da un adulto, mentre i bambini osservano, ma vale davvero la pena proporlo perchè è una rappresentazione più fedele alla realtà rispetto al vulcano bicarbonato di sodio e aceto. Inoltre l’eruzione è davvero spettacolare.

Se comunque preferisci proporre il secondo, qui trovi la mia proposta: Esperimento scientifico: eruzione vulcanica

Esperimento scientifico: un termometro fatto in casa

Esperimento scientifico: un termometro fatto in casa.

Scopo

Comprendere come funziona un termometro.

Età

Dai 9 anni.

Materiali

Acqua
cannuccia trasparente
plastilina o colla a caldo
colorante alimentare
bottiglia di plastica trasparente col tappo
alcol denaturato
un contagocce
olio
vaso col tappo
imbuto.

Note di sicurezza

Finché usiamo i materiali ragionevolmente questa è un’attività molto sicura.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato ad un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che questo esperimento ci farà comprendere come funziona un termometro

. nel vaso misceliamo una parte di acqua e una parte di alcol denaturato. Aggiungiamo del colorante alimentare. Dovremo preparare una quantità di soluzione che ci permetta di riempire completamente la bottiglia scelta, con un ciotolina di avanzo. Teniamo sempre coperta la soluzione, poiché l’alcol evapora molto facilmente

. versiamo la soluzione nella bottiglia evitando di farla traboccare

. per arrivare a riempirla fino al collo completiamo l’operazione con un contagocce. Teniamo coperta la soluzione col tappo o un bicchiere rovesciato

. inseriamo con delicatezza la cannuccia lasciando che almeno 10 centimetri di cannuccia rimangano fuori dalla bottiglia. La cannuccia non deve toccare il fondo della bottiglia e con la plastilina sigilliamo accuratamente la cannuccia attorno al collo della bottiglia

. se non abbiamo plastilina, possiamo praticare un foro nel tappo, far passare la cannuccia e sigillare tutto con la colla a caldo

. con il contagocce aggiungiamo nella cannuccia la soluzione che abbiamo tenuto da parte, di modo che nella cannuccia al di fuori della bottiglia ci siamo circa 5 centimetri di soluzione

. col contagocce inseriamo nella cannuccia poche gocce d’olio per isolare la soluzione alcolica e impedire che evapori

. possiamo fissare un pezzetto di cartoncino bianco alla cannuccia: questo ci permetterà di visualizzare meglio il liquido nella cannuccia, e ci permetterà di segnare il livello del liquido

. segniamo una tacca sul cartoncino per il termometro a temperatura ambiente

. mettiamo il termometro in una ciotola di acqua e ghiaccio e segniamo la tacca per il livello che il termometro raggiunge nella ciotola

. riportiamo il termometro a temperatura ambente, poi mettiamolo in un pentolino con acqua calda e segniamo la tacca per il livello che il termometro raggiunge nel pentolino

Chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni.

Osservazioni e conclusioni

La piccola colonna d’aria fornita dalla cannuccia consente al liquido di espandersi verso l’alto quando l’ambiente si scalda.
Infatti, avrai notato che il liquido è salito nella cannuccia quando hai immerso il termometro nell’acqua calda. Avrai anche notato che il liquido è sceso nella cannuccia quando hai immerso il termometro nell’acqua col ghiaccio.
Tutta la materia è fatta di particelle e tutte queste particelle sono in costante movimento. L’energia coinvolta in questo movimento è chiamata energia cinetica. Quando la temperatura della materia diminuisce, le sue particelle si muovono più lentamente, si avvicinano tra loro e l’energia cinetica diminuisce.
Quando la temperatura aumenta, le particelle nella soluzione del termometro si muovono più velocemente e si allontanano tra loro quindi la soluzione si espande e sale nelle cannuccia.
Quando usi il termometro, trasferisci la temperatura e l’energia cinetica dell’esterno alla soluzione all’interno del termometro. La soluzione nel termometro cambia per adattarsi alle nuove condizioni della soluzione e i risultati sono visibili e possono essere misurati.
L’alcol è un liquido molto volatile, cioè evapora molto rapidamente. È per questo che mentre costruisci il termometro devi coprire i contenitori. Il termometro inoltre smetterà di funzionare una volta tutto l’alcol sarà evaporato.

Esperimento scientifico: bicchiere su bicchiere

Esperimento scientifico: bicchiere su bicchiere.

Scopo

Far diminuire la pressione interna ad un bicchiere tramite combustione.

Età

Dai 9 anni.

Materiali

Due bicchiere identici
fiammiferi
candela
carta igienica
acqua.

Note di sicurezza

Insegnare ai bambini come utilizzare i fiammiferi in sicurezza. Eseguire l’esperimento lontano da materiali infiammabili e legarsi i capelli.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato ad un piccolo gruppo di bambini o nell’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che questo esperimento dimostra che è possibile far diminuire la pressione interna ad un bicchiere facendo bruciare al suo interno una candela

. impiliamo 4 fogli di carta igienica uno sull’altro per ottenere un quadrato spesso di carta e ritagliamo al centro un foro circolare del diametro di almeno 3 cm

. mettiamo una candela al centro del primo bicchiere, eventualmente fissandola con della cera o un po’ di pasta da modellare

. mettiamo la carta sul bordo del bicchiere

. accendiamo la candela

. bagniamo la carta facendo gocciolare dell’acqua

. immergiamo il bordo del secondo bicchiere in una ciotola d’acqua e posiamolo capovolto sul primo bicchiere

. dopo un po’ di tempo la candela si spegnerà

perché la fiamma avrà consumato tutto l’ossigeno, e si sarà creato un vuoto parziale nei due bicchieri. Grazie a questo vuoto potremo sollevare i due bicchieri uniti tra loro:

Esperimento scientifico: una candela che succhia l’acqua

Esperimento scientifico: una candela che succhia l’acqua.

Scopo

Dimostrare che la combustione consuma ossigeno.

Età

Dai 6 anni.

Materiali

Un piatto o un contenitore di plastica
candeline da compleanno
un vaso di vetro trasparente
pasta da modellare
acqua colorata.

Note di sicurezza

Insegnare ai bambini come utilizzare i fiammiferi in sicurezza. Eseguire l’esperimento lontano da materiali infiammabili e legarsi i capelli.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato ad un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che questo esperimento dimostra che la combustione consuma ossigeno

. per fissare la candelina al piatto possiamo usare un po’ di cera fusa oppure una pallina di pasta da modellare. Mettiamo quindi una candela in verticale in mezzo al piatto

. riempiamo il piattino con acqua e accendiamo la candela

. capovolgiamo un vaso trasparente sulla candela accesa

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni


. i bambini scopriranno che dopo alcuni secondi la candela si spegne, quindi il livello dell’acqua inizia a salire

. ripetiamo l’esperimento, ma questa volta con due candeline accese

. quando si spegneranno avranno risucchiato più acqua

. accendiamo tre candele e ripetiamo:

. proviamo con 5 candeline e un vaso più grande:

. quando si spegneranno avranno risucchiato tantissima acqua. L’effetto sarà velocissimo e davvero sorprendente

Osservazioni e conclusioni

Mentre le candeline bruciano all’interno del vaso, il calore fa espandere l’aria. Il vaso si riempie lentamente con l’aria calda che occupa più spazio rispetto all’aria fredda, quindi parte di essa fuoriesce dal vaso.
Quando le candeline bruciano reagiscono con l’ossigeno presente nell’aria, questo riduce la quantità di ossigeno e aumenta la quantità di anidride carbonica nel vaso.
L’ossigeno costituisce solo il 20% dell’aria e una candela smetterà di bruciare quando il livello di ossigeno scenderà a circa il 15%.
Quando le candeline si spengono nel vaso, l’aria al suo interno si raffredda.
Mentre l’aria si raffredda, la pressione all’interno del vetro diminuisce perché quando i gas si raffreddano si restringono.
L’effetto del raffreddamento dei gas è molto maggiore della semplice perdita di ossigeno. Inoltre, parte dell’anidride carbonica formata dalla fiamma si dissolve nell’acqua, diminuendo ulteriormente la pressione.
L’acqua al di fuori del vaso viene spinta nel vaso dalla pressione più alta dell’esterno rispetto all’interno del vaso.

Esperimento scientifico: aceto e acciaio

Esperimento scientifico: aceto e acciaio.

Scopo

Questo esperimento mostra una reazione da ossidazione e la pressione dell’aria.

Materiali

Pagliette non saponate
aceto
una bottiglia di vetro trasparente
un palloncino.

Età

Dai 6 anni.

Note di sicurezza

Finché usiamo ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato a un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che questo esperimento mostra una reazione di ossidazione

. prendiamo alcuni fili di lana d’acciaio da una paglietta e mettiamoli in una bottiglia di vetro trasparente

. versiamo dell’aceto (o succo di limone) sulla lana d’acciaio

. fissiamo un palloncino sulla bocca della bottiglia e lasciamo riposare

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni.

Osservazioni e conclusioni

L’aceto rimuove il rivestimento dalla lana d’acciaio, quindi l’acciaio, in presenza di ossigeno, inizia ad ossidarsi
Mentre la reazione avviene, il palloncino verrà spinto nella bottiglia, perché la reazione di ossidazione consuma l’ossigeno contenuto nella bottiglia, riducendo la pressione al suo interno. Poiché la pressione all’esterno della bottiglia è maggiore della pressione all’interno della bottiglia, questa spingerà il pallone verso l’interno.

Esperimento scientifico: accendi e spegni

Esperimento scientifico: accendi e spegni.

Scopo

Osservare come un combustibile brucia in presenza di ossigeno, ma non in presenza di anidride carbonica.

Età

Dai 9 anni.

Materiali

Piattini
due bottigliette di vetro
lievito in polvere
bastoncini per spiedini in legno e accendino oppure fiammiferi lunghi
bicarbonato di sodio
aceto o succo di limone
due bicchierini
acqua ossigenata.

Note di sicurezza

Insegnare ai bambini come utilizzare i fiammiferi in sicurezza. Eseguire l’esperimento lontano da materiali infiammabili e legarsi i capelli.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato a un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che questo esperimento dimostra che un combustibile brucia in presenza di ossigeno, ma non in presenza di anidride carbonica

. mettiamo sul tavolo le due bottigliette una accanto all’altra

. riempiamo la prima bottiglietta per circa un terzo con acqua ossigenata e aggiungiamo del lievito

. agitiamo la bottiglietta con delicatezza, copriamola con un bicchiere capovolto, e lasciamo riposare per circa 10 minuti

. versiamo nella seconda bottiglietta 4 cucchiaini di bicarbonato e aceto bianco o succo di limone, versandolo poco alla volta. Copriamo anche questa bottiglietta con un bicchiere capovolto

. accendiamo la punta dello spiedino (o un lungo fiammifero) e aspettiamo che si formi una bella brace prima di spegnere

Togliamo il bicchiere dalla prima bottiglietta e inseriamo lentamente il bastoncino: la fiamma si riaccenderà

. passiamo il bastoncino acceso nella seconda bottiglietta: il fuoco si spegnerà

Possiamo ripetere l’esperimento più volte finché l’ossigeno non si esaurirà completamente nella prima bottiglietta

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni.

Osservazioni e conclusioni

Nella prima bottiglietta il contatto tra acqua ossigenata e lievito produce ossigeno perché l’acqua ossigenata è un veleno per il lievito. Il lievito si difende dall’acqua ossigenata trasformandola in composti innocui, cioè in acqua e ossigeno, per l’azione degli enzimi della perossidasi.
L’ossigeno è un comburente, cioè aiuta la fiamma a bruciare, e per questo il bastoncino si accende.
Nella seconda bottiglietta l’aceto e il bicarbonato di sodio subiscono una reazione chimica che porta alla formazione di anidride carbonica e di sodio acetato, un sale che rimane in soluzione.
L’anidride carbonica ostacola il fuoco soffocando la combustione, ed è per questo che il bastoncino si spegne.

Esperimento scientifico: la fiamma

Esperimento scientifico: la fiamma.

Scopo

Dimostrare che una candela brucia in presenza di ossigeno e si spegne se viene a mancare.

Età

Dai 6 anni.

Materiali

Almeno tre candele
vassoi e ciotole
almeno tre vasetti di vetro o bicchieri di diverse dimensioni.

Note di sicurezza

Insegnare ai bambini come utilizzare i fiammiferi in sicurezza.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato a un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che questo esperimento dimostra che una candela brucia in presenza di ossigeno e si spegne se viene a mancare

. con la cera fissiamo le candele al fondo del supporto scelto

. accendiamo le candele e copriamole ognuna con un barattolo di dimensione diversa. Lasciamo una candela scoperta

. osserviamo le candele, facendo attenzione a quando si spengono

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni.

Osservazioni e conclusioni

La candela ha bisogno di ossigeno per bruciare, e l’ossigeno è nell’aria.
Quando l’ossigeno si esaurisce nel vaso, la candela si spegne.
In un barattolo più piccolo ci sarà meno aria, quindi meno ossigeno, di conseguenza le candele coperte dai vasetti più piccoli si spegneranno prima.

Esperimento scientifico: l’estintore

Esperimento scientifico: l’estintore.

Scopo

Osservare che la candela brucia in presenza di ossigeno, ma non in presenza di anidride carbonica.

Materiali

Candele di compleanno o candele a stelo
aceto o succo di limone
lievito secco in polvere
vaso di vetro pulito
cucchiaio
fiammiferi
piccolo pezzo di pasta da modellare o cera.

Note di sicurezza

Insegnare ai bambini come utilizzare i fiammiferi in sicurezza.

Età

Dai 6 anni.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato a un piccolo gruppo di bambini o nell’intera classe.

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che questo esperimento dimostra che la candela brucia in presenza di ossigeno, ma non in presenza di anidride carbonica

. prendiamo un piccolo pezzetto di pasta da modellare e pressiamolo bene sul fondo del primo barattolo

. incastriamo bene una candelina nella pasta

. versiamo con cura un cucchiaio di lievito dentro il vaso, tutto intorno alla candela, distribuendolo uniformemente

. accendiamo la candela con un fiammifero

. versiamo lentamente e delicatamente una piccola quantità di aceto nel barattolo

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni.

Osservazioni e conclusioni

La candela brucia per un po’ e poi si spegne.
L’atmosfera terrestre è formata da vari gas, tra i quali ossigeno, azoto e anidride carbonica.
L’ossigeno e l’azoto sono leggeri. L’ossigeno ha la proprietà di aiutare il fuoco a bruciare.
L’anidride carbonica è più pesante degli altri gas e non permette alle sostanze di bruciare in sua presenza.
Quando aggiungiamo l’aceto al lievito, le due sostanze reagiscono tra loro. Questa reazione produce anidride carbonica, che è più pesante dell’ossigeno, e per questo riempie la parte più bassa del vaso, spingendo via l’ossigeno. Quando l’anidride carbonica prodotta dalla reazione riempie il vaso, la fiamma della candela si spegne. Il fuoco, infatti, non può ardere in presenza di anidride carbonica.
La fiamma della candela si spegne quando non ha più ossigeno da bruciare.
Lo stesso principio si applica agli estintori, che sono riempiti di anidride carbonica sotto pressione. Gli estintori infatti soffocano gli incendi togliendo l’ossigeno al fuoco.

Esperimento scientifico: pieghiamo la luce

Esperimento scientifico: pieghiamo la luce.

Scopo

Mostrare gli effetti della riflessione della luce.

Età

Dai 10 anni.

Materiali

Una bottiglia di plastica trasparente
punteruolo o forbici
acqua
torcia o puntatore laser
lavandino o bacinella
una stanza facilmente oscurabile.

Note di sicurezza

Finché usiamo ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato a un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che questo esperimento dimostra gli effetti della riflessione della luce

. pratichiamo un foro nella bottiglia di plastica a circa 5 centimetri dal fondo

. copriamo provvisoriamente il foro con del nastro isolante o col dito e riempiamo la bottiglia di acqua

. avvitiamo il tappo alla bottiglia

. oscuriamo la stanza e togliamo il tappo della bottiglia: l’acqua fluirà in un arco

. facciamo brillare la torcia attraverso il flusso d’acqua puntandola sul lato opposto al foro. Se necessario copriamo una parte della torcia con le dita per restringere il raggio

Osservazioni e conclusioni

La luce si piega con l’arco d’acqua e crea un bagliore luminoso dove l’acqua tocca il lavandino. Quando la luce nella corrente d’acqua colpisce il confine tra l’acqua e l’aria, gran parte della luce viene riflessa nel flusso d’acqua.
La luce continua questa riflessione interna lungo tutto l’arco formato dall’acqua che cade.
Lo stesso principio è usato per trasmettere segnali luminosi attraverso fibre ottiche flessibili.

Esperimento scientifico: oggetti ignifughi

Esperimento scientifico: oggetti ignifughi.

Scopo

Dimostrare che l’acqua e i metalli assorbono calore impedendo a oggetti infiammabili di bruciare.

Età

Dai 9 anni.

Materiali

Candela
accendino o fiammiferi
2 Palloncini
una moneta
filo di cotone
2 scatoline di carta
2 sacchetti di plastica
2 bicchieri di plastica
acqua (eventualmente colorata con coloranti alimentari o acquarelli)
mascherina.

Note di sicurezza

Eseguire l’esperimento all’aperto o in una stanza ben aerata. Insegnare ai bambini come utilizzare i fiammiferi in sicurezza. Indossare una mascherina.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato a un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che questo esperimento dimostra che l’acqua e i metalli assorbono calore impedendo a oggetti infiammabili di bruciare

. accendiamo la candela

. mettiamo un pezzetto di filo di cotone sulla fiamma della candela: brucerà

. prendiamo un altro pezzo di filo, leghiamogli una moneta e mettiamolo sulla fiamma: il filo non brucerà

. mettiamo una scatolina sulla fiamma: brucerà

. versiamo dell’acqua in un’altra scatolina e mettiamola sulla fiamma: la scatolina non brucerà

. mettiamo un bicchiere sulla fiamma: brucerà

. mettiamo delle monete in un altro bicchiere e mettiamolo sulla fiamma: il bicchiere non brucerà

. gonfiamo un palloncino e mettiamolo sulla candela: esploderà. Mettiamo un po’ d’acqua in un altro palloncino e gonfiamolo

. avviciniamo lentamente il palloncino alla candela: il palloncino non esploderà

. mettiamo un sacchetto sulla fiamma: brucerà

. mettiamo dell’acqua in un altro sacchetto e mettiamolo sulla fiamma: il sacchetto non brucerà

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni.

Osservazioni e conclusioni

L’acqua assorbe molto bene il calore. Le pareti sottilissime del palloncino consentono al calore di attraversarle senza problemi e riscaldare l’acqua all’interno. L’acqua più vicina alla fiamma si riscalda e inizia a salire, così l’acqua più fredda la sostituisce e assorbe il calore della candela. Il lo scambio di acqua calda e fredda continua a circolare all’interno del palloncino, che per questo motivo non scoppia.
La fuliggine sul fondo del pallone è in realtà carbonio che si è depositato lì dalla combustione dello stoppino: questa fuliggine rende il palloncino più resistente al fuoco.
Usare l’acqua per controllare il calore è un processo molto interessante: il nostro corpo, ad esempio, si raffredda espellendo il sudore.

Esperimento scientifico: barchette a sapone

Esperimento scientifico: barchette a sapone.

Scopo

Indagare l’effetto di diversi liquidi sulla tensione superficiale dell’acqua.

Età

Dai 6 anni.

Materiali

Sapone liquido
vari liquidi domestici, ad esempio: aceto, latte, olio da cucina, balsamo, soia di salsa
vaschetta del ghiaccio o portauova
un cartone del latte
pepe macinato o altra spezia
cotton fioc o bastoncini per spiedini
teglia o ampio contenitore.

Note di sicurezza

Dopo l’esperimento gettare l’acqua saponata per evitare che venga accidentalmente ingerita.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato a un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che questo esperimento indaga l’effetto di diversi liquidi sulla tensione superficiale dell’acqua

. prepariamo un vassoio per cubetti di ghiaccio o un contenitore per uova con una piccola quantità di diversi liquidi domestici in ogni compartimento

. mettiamo un po’d’acqua in un piatto fondo. Cospargiamo la superficie dell’acqua con pepe macinato o altra spezia

. immergiamo un’estremità del cotton fioc in un liquido alla volta e proviamo ad immergerla nell’acqua, osservando il risultato

. da ultimo immergiamo il cotton fioc imbevuto di sapone liquido

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni e scegliamo quale liquido è il migliore

. prendiamo un contenitore vuoto del latte e ritagliamo una barchetta lunga circa 4 cm. Ritagliamo una piccola tacca sul retro della barchetta

. riempiamo una teglia con acqua

. posizioniamo la barchetta sulla superficie dell’acqua

. immergiamo un cotton fioc nel detersivo liquido e usiamolo per toccare l’acqua vicina alla parte posteriore della barca

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni.

Osservazioni e conclusioni

La superficie dell’acqua è un po’ come la superficie di un palloncino gonfio. Nel palloncino ogni molecola della gomma le molecole che le stanno intorno. La superficie dell’acqua è simile perché ogni molecola d’acqua tira le molecole che le stanno intorno.
Se si conficca uno spillo in un palloncino, la gomma si allontana da quel punto. Qualcosa di simile accade quando si mette del sapone sulla superficie dell’acqua.
Quando mettiamo il sapone accanto al retro della barchetta, l’acqua si muove la parte posteriore della barca è spinge la barca in avanti, proprio come i gas caldi che escono dal fondo di un razzo lo spingono verso l’alto.
In natura, quando un uccello sbatte le ali preme verso il basso l’aria, e di conseguenza va verso l’alto. Quando nuotiamo le braccia spingono l’acqua all’indietro e questo è ciò che ci fa muovere in avanti.
Nel caso della barchetta alimentata a sapone, l’acqua viene spinta all’indietro dal sapone, e per questo la barca va avanti.
Senza sapone, l’acqua tira la barca da tutte le direzioni, e di conseguenza il suo movimento è minimo.

Lo stuzzicadenti impazzito

Lo stuzzicadenti impazzito

Scopo

Dimostrare le proprietà della tensione superficiale dell’acqua.

Età

Dai 6 anni.

Materiali

Uno stuzzicadenti
shampoo
una bacinella d’acqua
forbici.

Note di sicurezza

Dopo l’esperimento gettare l’acqua saponata per evitare che venga accidentalmente ingerita.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato a un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che questo esperimento dimostra le proprietà della tensione superficiale dell’acqua

. arrotondiamo una delle punte dello stuzzicadenti con le forbici e usiamola per tamponare un po’ di shampoo

. mettiamo lo stuzzicadenti nella bacinella

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni.

Osservazioni e conclusioni

Lo stuzzicadenti inizierà a muoversi nella direzione della punta appuntita.
Lo shampoo contiene agenti che riducono la tensione superficiale dell’acqua.
Non appena lo shampoo sulla punta dello stuzzicadenti si scioglie, riduce la tensione superficiale dell’acqua attorno, liberando così la presa dell’acqua su quella estremità dello stuzzicadenti.
L’acqua attorno all’altra estremità dello stuzzicadenti ha ancora tensione superficiale, quindi tira lo stuzzicadenti in quella direzione.

Esperimento scientifico: nevicata di talco

Esperimento scientifico: nevicata di talco.

Scopo

Dimostrare le proprietà della tensione superficiale dell’acqua.

Età

Dai 6 anni.

Materiali

Un vaso cilindrico pieno d’acqua
talco
detersivo per i piatti.

Note di sicurezza

Dopo l’esperimento gettare l’acqua saponata per evitare che venga accidentalmente ingerita.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato a un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che questo esperimento dimostra l’azione della tensione superficiale

. riempiamo il vaso di acqua e cospargiamo di talco la superficie dell’acqua

. il talco galleggerà sulla superficie: la tensione superficiale dell’acqua è tale da trattenere le piccole particelle di polvere sulla superficie

. ora mettiamo una goccia di detersivo per piatti nell’acqua

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni.

Osservazioni e conclusioni

Il sapone rompe la tensione superficiale dell’acqua permettendo talco di cadere nell’acqua. È interessante da guardare: la polvere cadrà semplicemente attraverso il foro creato dal sapone: il resto continuerà a rimanere in cima all’acqua, come neve che cade da una nuvola.

Esperimento scientifico: pepe in fuga

Esperimento scientifico: pepe in fuga.

Scopo

Dimostrare la tensione superficiale.

Età

Dai 5 anni.

Materiali

Acqua
un piatto fondo
pepe macinato (o altre spezie in polvere)
detersivo liquido.

Note di sicurezza

Dopo l’esperimento gettare l’acqua saponata per evitare che venga accidentalmente ingerita. Non toccarsi gli occhi e il naso dopo aver maneggiato il pepe.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato a un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che questo esperimento dimostra la tensione superficiale

. versiamo l’acqua nel piatto

. cospargiamo la superficie dell’acqua con pepe macinato

. versiamo una goccia di detersivo per i piatti sulla punta di un dito

. tocchiamo con la punta del dito la superficie dell’acqua, al centro del piatto

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni. Cosa è successo? Perché?

Osservazioni e conclusioni

La maggior parte dei granelli di pepe è sfrecciata ai lati del piatto e alcuni granelli sono caduti sul fondo.
La prima domanda da porsi è: “Perché i fiocchi di pepe galleggiano? Perché non affondano o si dissolvono nell’acqua?”
Il pepe è idrofobo, cioè l’acqua non è attratta dal pepe, e per questo il pepe non può dissolversi in essa.
I granelli di pepe galleggiano perché le molecole d’acqua si attraggono tra di loro e sulla superficie si comportano come un sottile film elastico. Poiché i fiocchi di pepe sono leggeri e idrofobi, la tensione superficiale li fa galleggiare sopra.
La domanda successiva a cui pensare è: “Perché il pepe fugge ai bordi del piatto quando il sapone tocca l’acqua?”
Il sapone riduce la tensione superficiale dell’acqua, riducendo la reciproca attrazione delle molecole d’acqua. Lungo i bordi del piatto, lontani dal sapone, la tensione superficiale dell’acqua non cambia, quindi attrae il pepe.
Il sapone quindi rompe la tensione superficiale e quando la tensione superficiale si rompe, il pepe viene tirato verso i bordi del piatto.
L’acqua da sola non è in grado di eliminare lo sporco da un piatto o un tessuto. I detersivi hanno grandi proprietà: si dissolvono nell’acqua, riducendo la reciproca attrazione delle sue molecole, mentre attirano e legano insieme piccole particelle di sporco.
In questo modo, lo sporco viene staccato dal piatto o dal tessuto e disperso in acqua, e questo consente un lavaggio efficace.

Facciamo la ricotta coi bambini

Facciamo la ricotta coi bambini.

Scopo

Conoscere i processi coinvolti nella produzione della ricotta.

Età

Dai 6 anni.

Materiali

2 parti di kefir
1 parte di latte intero.

Si può utilizzare kefir pronto oppure prepararlo con i granuli di fungo tibetano per kefir

Note di sicurezza

Spiegare ai bambini come evitare i pericoli legati uso dei fornelli e di materiali molto caldi.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato ad un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che questo esperimento ci aiuterà a conoscere i processi coinvolti nella produzione della ricotta

. portiamo il latte a ebollizione, quindi versiamo il kefir e mescoliamo. Il coagulo dovrebbe iniziare ad apparire dopo pochi secondi

. mescoliamo delicatamente tenendo il fuoco basso

. i grumi diventano sempre più grandi e il siero di latte si separa dai grumi

. mettiamo una garza o un panno di lino o un pezzo di collant in un colino e scoliamo il nostro composto

. facciamo gocciolare bene il siero

. quindi mettiamo la ricotta in un piatto

. condiamo con sale e se vogliamo aggiungiamo spezie a piacere e olio

. dopo la produzione di ricotta avremo come avanzo di produzione il siero di latte. Il siero di latte contiene molto calcio e altri sali minerali. Sfortunatamente, non ha un buon sapore. Puoi provarlo a bere, oppure darlo ai tuoi animali domestici (ai miei gatti piace) o usarlo per innaffiare le piante.

Osservazioni e conclusioni

Il latte è costituito da acqua, zuccheri, proteine (tra le quali la caseina), grassi e sali minerali uniti in una miscela chiamata colloide.

Un colloide è una miscela che non si separa col passare del tempo (come l’acqua e la sabbia) e nemmeno può essere separata con un normale filtraggio.

Normalmente le molecole di caseina si respingono a vicenda, ma se il pH del latte diminuisce, le molecole di caseina si attraggono improvvisamente l’una con l’altra. Questo le fa aggregare tra loro a forme una sostanza che non è latte, ma cagliata.

Questo processo è detto coagulazione.

Il liquido che rimane dopo la coagulazione è il serio di latte.

Il pH del latte può essere abbassato in diversi modi. Nella nostra ricetta abbiamo abbassato il pH aggiungendo il kefir, che è acido.

Il kefir avvia il processo di coagulazione e il calore accelera la reazione.

Facciamo lo yogurt coi bambini

Facciamo lo yogurt coi bambini.

Scopo

Comprendere che lo yogurt è il sottoprodotto di batteri che digeriscono il lattosio nel latte.

Materiali

Un litro di latte
4 cucchiai colmi di yogurt con fermenti lattici attivi
bagno di acqua calda o sole estivo
normale attrezzatura da cucina
garza
termometro da cucina (opzionale).

Note di sicurezza

Spiegare ai bambini come evitare i pericoli legati uso dei fornelli e materiali molto caldi.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato in un piccolo gruppo di bambini o nell’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che questo esperimento dimostra che lo yogurt è il sottoprodotto di batteri che digeriscono il lattosio nel latte

. riscaldiamo il latte a fuoco molto basso senza portarlo a ebollizione (dovrebbe essere intorno agli 80° C)

. togliamo il latte dal fuoco e lasciamolo raffreddare (fino a 45 ° C)

. aggiungiamo lo yogurt al latte e mescoliamo bene

. prepariamo una vaschetta di plastica con acqua calda (45°), versiamo il composto in più vasetti di vetro e immergiamoli nell’acqua calda

. in estate mettiamo la vaschetta al sole, in inverno teniamola su di un termosifone per 8-12 ore

. in estate possiamo anche semplicemente versare il composto in un vaso di vetro e metterlo in un luogo caldo e in ombra per 12 ore

. filtriamo con una garza se vogliamo uno yogurt più denso prima di gustare in nostro yogurt, teniamolo un paio d’ore in frigorifero

. mangiamolo al naturale o aggiungendo i nostri frutti preferiti

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni.

Osservazioni e conclusioni

I batteri che “producono” yogurt più conosciuti sono: Lactobacillus acidophilus, Bifido bacterium, Lactobacillus bulgaricus e Lactobacillus casei.
Grazie all’azione di questi batteri il latte cambia la sua composizione e diventa più digeribile. Questi batteri partecipano anche alla produzione di alcune vitamine nel tratto digestivo, formano una barriera protettiva contro i microrganismi patogeni, possono essere mangiati anche da persone allergiche al latte vaccino.
Lo yogurt è il prodotto che deriva dalla fermentazione batterica del latte.
Quando acquisti yogurt che contiene “fermenti lattici attivi”, significa che in quello yogurt sono ancora presenti batteri viventi.
Alimentando questi batteri e mantenendoli alla loro temperatura ottimale, essi mangeranno, si moltiplicheranno e trasformeranno il latte in yogurt.
I batteri utilizzati nella produzione dello yogurt metabolizzano il lattosio, uno zucchero presente nel latte, per produrre energia e creare acido lattico come prodotto di scarto. Questo acido aiuta a dare allo yogurt la tipica consistenza e il sapore che conosciamo.
Quando riscaldiamo il latte le catene che formano le sue proteine si rilasciano.
Raffreddando il intorno ai 45 gradi, arriviamo alla temperatura ottimale affinché i batteri dello yogurt subiscano il metabolismo.
Poichè i batteri producono gradualmente acido lattico, le proteine si trasformano gradualmente in solidi e si coagulano delicatamente in una rete di catene. Questa rete è in grado di intrappolare il liquido all’interno e il prodotto finale è un gel liscio che si rafforza nel tempo.
Tempi di fermentazione più lunghi produrranno uno yogurt più acido e più forte.
Filtrando il prodotto si ottiene uno yogurt più denso perché la filtrazione separa fisicamente la cagliata solida dal siero di latte liquido.
Il grasso del latte non partecipa a questo processo, ma influenza la consistenza e il sapore del prodotto finale.
Se abbiamo accesso a un microscopio a luce composta, possiamo osservare i batteri dello yogurt ad alto ingrandimento.
Per preparare il vetrino usare lo stuzzicadenti per spalmare una piccola quntità di yogurt sul vetrino, aggiungere una goccia d’acqua e fermare col vetrino coprioggetto.
In generale, questi batteri si presentano in due forme principali: a forma di stelo oblungo (Lactobacillus) o a forma di piccola sfera (Streptococco).

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Facciamo il burro coi bambini

Facciamo il burro coi bambini.

Scopo

Conoscere i processi coinvolti nella produzione del burro.

Età

Dai 4 anni.

Facciamo il burro coi bambini
Materiali

. panna (la più grassa che trovi)
. un vaso di vetro o plastica con coperchio a tenuta grande 3 volte almeno la quantità di panna
. una bottiglia di plastica (facoltativa)
. una ciotola
. acqua corrente.

Note di sicurezza

Finché usiamo ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.

Facciamo il burro coi bambini
Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato a un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. almeno cinque ore prima di eseguire l’esperimento tiriamo la panna fuori dal frigo, in modo che al momento di utilizzarla sia a temperatura ambiente

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. versiamo la panna nel barattolo e avvitiamo il coperchio con cura. Per iniziare si può usare una bottiglia di plastica, e poi travasare la panna in un vaso

. iniziamo a scuotere il barattolo (o la bottiglia) avanti e indietro, finché non si forma il burro: questa operazione potrebbe richiedere da 5 a 20 minuti

. scegliendo una colonna sonora per questa fase, e passandosi il barattolo a turno tra più bambini, scuotere il barattolo sarà più divertente

. di tanto in tanto chiediamo ai bambini di guardare all’interno del barattolo

. la panna si ispessisce gradualmente man mano che scuotiamo il barattolo. Ad un certo punto diventerà così densa che si muoverà molto meno mentre scuotiamo: la panna sarà diventata panna montata. In questa fase la panna potrebbe rivestire le pareti del barattolo, e può essere il momento di travasare la panna dalla bottiglia al barattolo

. continuiamo a scuotere il barattolo, finché non sentiremo come uno sciabordio. A questo punto infatti il burro si sarà separato dal siero. Questo cambiamento avviene all’improvviso, in pochi secondi

. il burro sarà di un colore giallo pallido, mentre il liquido sarà chiaro e lattiginoso. Il contenuto del barattolo sarà ben visibile adesso perché agitando il siero laverà le pareti del barattolo mentre il grumo solido di burro sbatterà di qua e di là

. apriamo il barattolo, vuotiamolo del liquido e rimettiamo il coperchio. Scuotiamo nuovamente per separare altro liquido dal burro. Ripetiamo l’operazione più volte

. togliamo il pezzo di burro dal barattolo e mettiamolo in una ciotola di acqua fredda

. laviamoci le mani e impastiamo delicatamente il burro per rimuovere eventuale altro siero presente

. ripetiamo più volte, usando ogni volta acqua fredda pulita. Questa operazione è molto importante, perché se non rimuoviamo accuratamente il liquido dal burro, questo non potrà conservarsi molto a lungo e diventerà presto rancido

. mettiamo il burro in un contenitore e poniamolo una decina di minuti in frigorifero

. spalmiamo un po’ del nostro burro su dei cracker o sul pane, così i bambini potranno assaggiarlo

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni.

Osservazioni e conclusioni

Quando scuotiamo la panna abbastanza a lungo, i piccoli globuli di grasso che contiene si legano tra loro e inglobano le proteine, formando una sostanza solidificata: il burro. Il liquido residuo è il siero.
Il latte di mucca appena munto è composto da panna e latte insieme. La panna è meno densa del latte, quindi galleggia sulla superficie e può essere rimossa. Il latte scremato è il latte rimasto dopo la rimozione della panna.

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Esperimento scientifico: cagliare il latte

Esperimento scientifico: cagliare il latte.

Scopo

Conoscere i processi coinvolti nella produzione di una cagliata di latte.

Materiali

2 tazze di latte fresco intero (non a lunga conservazione)
1/4 di cucchiaino di sale da tavola
2 cucchiai di aceto bianco
carta casa
normale attrezzatura da cucina (pentole, ciotole, misurini, mestoli, ecc.)
scolapasta.

Note di sicurezza

Spiegare ai bambini come evitare i pericoli legati uso dei fornelli e di materiali molto caldi.

Presentazione

Questa attività può essere mostrata a un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe.

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che con questo esperimento faremo una cagliata e scopriremo i processi chimici che la provocano

. versiamo il latte in una pentola

. riscaldiamo a fuoco lento, mescolando

. togliamo dal fuoco appena sembra che il latte stia per iniziare a sobbollire, cioè quando ha una temperatura di 80 gradi centigradi

. aggiungiamo al latte il sale e l’aceto e mescoliamo molto delicatamente per 5 secondi: il latte comincerà a separarsi in granuli bianchi e un liquido leggermente giallastro

. abbiamo ottenuto la cagliata e il siero di latte

. utilizzando un mestolo forato o un setaccio fine, trasferiamo delicatamente la cagliata in uno scolapasta foderato di carta assorbente

. la cagliata è un formaggio molto semplice. Puoi mangiarlo col cucchiaino o spalmarlo sul pane

. si conserva qualche giorno in frigorifero.

Osservazioni e conclusioni

Il latte è costituito da acqua, zuccheri, proteine (tra le quali la caseina), grassi e sali minerali uniti in una miscela chiamata colloide.
Un colloide è una miscela che non si separa col passare del tempo nel tempo (come l’acqua e la sabbia) e nemmeno può essere separata con un normale filtraggio.
Normalmente le molecole di caseina si respingono a vicenda, ma se il pH del latte diminuisce, le molecole di caseina si attraggono improvvisamente l’una con l’altra. Questo le fa aggregare tra loro a forme una sostanza che non è latte, ma cagliata.
Questo processo è detto coagulazione.
Il liquido che rimane dopo la coagulazione è il serio di latte.
Il pH del latte può essere abbassato in diversi modi. Nella nostra ricetta abbiamo abbassato il pH aggiungendo l’aceto, che è un acido.
L’aceto avvia il processo di coagulazione e il calore accelera la reazione.

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Merenda atomica

Merenda atomica, una dolce attività scientifica per conoscere la tavola periodica degli elementi.

 Scopo

Familiarizzare con la tavola periodica e la struttura atomica degli elementi.

Età

Dai 9 anni.

Materiali

– Confetti colorati tipo Smarties o M&M’s. Per chi non apprezza i confetti si possono sostituire con cereali o frutta
– grandi biscotti rotondi (diametro di almeno 10 cm) o pane ritagliato col coppapasta e crema spalmabile del nostro tipo preferito e di colore preferibilmente chiaro (ad esempio formaggio spalmabile con poco zucchero e aroma di vaniglia) ecc.
– in alternativa yogurt o gelato o budino o crema pasticcera in una scodellina tonda, sempre con l’aggiunta di confetti colorati
– tavola periodica stampata o da consultare online (ad esempio qui: https://www.ptable.com/?lang=it ).

Note di sicurezza

Verificare la presenza di eventuali intolleranze alimentari o allergie nei bambini.

Presentazione

. Questa attività può essere presentata a un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che faremo insieme i modelli dei primi sei elementi della tavola periodica: idrogeno, litio, berillio, sodio, magnesio, e potassio. Saranno la nostra merenda!

. stabiliamo in che modo assegnare neutroni elettroni e protoni, ad esempio:
blu = elettrone,
rosso = protone
verde = neutrone
(oppure: elettroni=anellini di cereali, protoni=uvetta, neutroni = lamponi)

. prendiamo la base scelta decisi ad occuparci dell’idrogeno e calcoliamo i confetti (o gli altri ingredienti scelti) che ci servono consultando la tavola periodica

. leggiamo il numero atomico dell’idrogeno (il numero in alto a sinistra): 1

. leggiamo la massa atomica (sotto al simbolo dell’elemento) = 1,008 (arrotondato): 1 La massa atomica si arrotonda per eccesso o per difetto

. ricordiamo:
protoni = numero atomico = 1 confetto rosso
elettroni = protoni = 1 confetto blu
neutroni = (massa atomica – numero atomico) = (1 – 1) = 0 (l’idrogeno 1 non ha neutroni) = nessun confetto giallo)

. mettiamo il confetto rosso al centro (il nucleo è formato da protoni + neutroni)

. mettiamo il confetto blu verso il margine del disco (gli elettroni ruotano attorno al nucleo)

. allo stesso modo prepariamo il litio:

. nucleo: 3 protoni (rosso) + 4 neutroni (gialli)
elettroni: 3 (blu)

. il berillio


. nucleo: 4 protoni (rosso) + 5 neutroni (gialli)
elettroni: 4 (blu)

. il magnesio


. nucleo: 12 protoni (rosso) + 12 neutroni (gialli)
elettroni: 12 (blu)

il potassio


nucleo: 19 protoni (rosso) + 20 neutroni (gialli)
elettroni: 19 (blu)

Una tavola periodica preparata per la prima fiaba cosmica qui:

Esperimento scientifico: patata frizzante

Esperimento scientifico: patata frizzante.

Scopo

Osservare l’azione dell’enzima catalasi.

Età

Dai 10 anni.

Materiali

Perossido d’idrogeno (acqua ossigenata)
una patata cruda
un bicchiere.

Note di sicurezza

L’acqua ossigenata non va ingerita e non deve entrare in contatto con gli occhi.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato a un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che questo esperimento dimostra la presenza dell’enzima catalasi nella patata

. versiamo del perossido di idrogeno nel bicchiere e aggiungiamo una fetta di patata sbucciata

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni, facendo particolare attenzione alla presenza di bolle di gas.

Osservazioni e conclusioni

Nelle patate è presente un particolare enzima detto catalasi.
Gli enzimi si trovano in tutte le cellule viventi. Il loro compito è quello di scomporre le sostanze chimiche alimentari in qualcosa di più semplice e facile da elaborare.
La catalasi nella patata scompone il perossido di idrogeno in acqua e ossigeno.

Esperimento scientifico: legumi in crescita giorno per giorno

Esperimento scientifico: legumi in crescita giorno per giorno.

Scopo

Osservare germinazione e crescita di un fagiolo.

Età

Dai tre anni.

Materiali

Barattoli o vasetti di yogurt
garze, panno-carta, tessuto leggero o collant
elastici
fagioli.

Note di sicurezza

Finché usiamo ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato a un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che con questo esperimento osserveremo germinazione e crescita di un fagiolo

. versiamo l’acqua nel primo vaso

. copriamo il barattolo con una garza e fermiamola con un elastico (oppure utilizziamo carta, filtri per caffè ecc.). Posiamo i fagioli in modo che restino sollevati ma a contatto con l’acqua

. al posto della garza possiamo usare filtri di carta o sacchetti per alimenti e carta assorbente

. possiamo preparare vari contenitori con più fagioli di varietà diverse. Questo aumenterà le probabilità di successo dell’esperimento

. mettiamo una brocca d’acqua o un piccolo annaffiatoio accanto ai barattoli, così i bambini potranno prendersi cura dei fagioli ogni giorno

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni per le tre settimane successive, poi le piantine saranno pronte per il trapianto il vaso.

Osservazioni e conclusioni

. giorno 1: i fagioli cominciano a gonfiarsi

. giorno 5. Iniziano a germogliare

. giorno 7: il germoglio cresce

. giorno 11: spuntano le prime foglie e le radici secondarie

. giorno 12: le foglie si innalzano verso la luce e le radici crescono

. giorno 18: le foglie crescono e ne spuntano di nuove. Anche le radici crescono

. giorno 22: foglie e radici continuano a crescere. Le foglie sono già abbastanza grandi …

. giorno 25. Il nostro seme è diventato una pianta sana e bella 🙂

Variante

Vuoi che il bambino visualizzi tutta la sequenza dal vivo? Pianta ogni giorno un fagiolo in un vasetto diverso. Spettacolare!

Quale forma è la migliore per una foglia?

Quale forma è la migliore per una foglia?

Scopo

Osservare come la forma delle foglie delle piante svolga una funzione di primaria importanza.

Età

Dai 9 anni.

Materiali

Ritagli di carta colorata
forbici
cannucce o spiedini
nastro adesivo
pistola ad acqua, siringa o spruzzino
acqua.

Note di sicurezza

Finché usiamo ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato ad un piccolo gruppo di bambini o nell’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che questo esperimento dimostra che la forma delle foglie delle piante svolge una funzione di primaria importanza

. ritagliamo un rettangolo, un cerchio, una foglia a margini lisci e una foglia a margini seghettati

. attacchiamo ogni forma ad una cannuccia utilizzando il nastro adesivo

. usiamo la pistola ad acqua, lo spruzzino o la siringa per bagnare ogni “foglia” e osserviamo

. come scorre l’acqua su ogni superficie? Quali forme si dimostrano più efficaci nel drenare l’acqua?

. chiediamo agli studenti di registrare le loro osservazioni e conclusioni.

Osservazioni e conclusioni

Le forme naturali delle foglie aiutano a dirigere l’acqua lungo la superficie raccoglierla sulla punta, dove alla fine gocciola via.


In un temporale, questo impedisce che le piante non vengano fatte a pezzi dal peso dell’acqua accumulata sulle foglie.

Esperimento scientifico: il pittore delle piante

Esperimento scientifico: il pittore delle piante

Scopo

Dimostrare il processo di assorbimento e traspirazione che avviene nelle piante.

Materiali

Alcuni garofani bianchi (o cavolo cinese, o gambi di sedano con le foglie, o altri fiori bianchi)
colorante alimentare
acqua di rubinetto
bicchieri o vasetti di vetro trasparente.

Note di sicurezza

Finché usiamo ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato a piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che questo esperimento dimostra il processo di assorbimento e traspirazione che avviene nelle piante

. decidiamo di quale colore ci piacerebbe far diventare il nostro fiore

. riempiamo il contenitore di vetro con acqua di rubinetto

. aggiungiamo il colorante alimentare all’acqua

. mettiamo il fiore scelto nell’acqua colorata

. possiamo eseguire questo esperimento con più fiori e più vasetti, mettendo in ognuno un colore diverso

. se utilizziamo il sedano o il cavolo cinese (o un fiore con un gambo abbastanza grosso,) possiamo provare a colorare lo stesso gambo con colori diversi, tagliando il gambo in due sezioni e immergendo ognuna in un colore diverso

. per osservare i risultati di questo esperimento bisognerà essere pazienti: per alcuni fiori serviranno poche ore, per altri potrebbero essere necessari 1 o 2 giorni

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni.

Osservazioni e conclusioni

L’acqua viaggia verticalmente lungo gli steli e raggiunge foglie e fiori. Lo possiamo appurare con questo esperimento: l’acqua colorata del bicchiere arriva a colorare foglie e fiori.
Nelle piante non sono presenti strutture che spingono l’acqua dal basso verso l’alto, ma processi chimico fisici diversi agiscono insieme per permettere all’acqua di raggiungere fiori e foglie. Questi processi sono: osmosi, capillarità, traspirazione.


L’acqua del terreno passa per osmosi all’interno delle radici attraversando la loro membrana cellulare. All’interno delle radici c’è una concentrazione di sali maggiore di quella del terreno, e per questo la pressione aumenta. la membrana costituita dalle cellule epidermiche: si crea un gradiente di concentrazione tra l’esterno (soluzioni poco concentrate nel terreno) e l’interno della pianta (soluzioni molto concentrate nelle cellule). La pressione che si crea si chiama “pressione radicale”, ed è abbastanza forte da spingere l’acqua fino ad altezze maggiori di quanto permetta la capillarità.


Se consideriamo i minuscoli diametri dei vasi in cui scorrono acqua e sali minerali, è chiaro che la capillarità svolge un ruolo importante nella salita dell’acqua dalla radice alla foglia.
Tuttavia, anche la capillarità e la pressione radicale insieme non basterebbero a far salire l’acqua fino alla cima di un sequoia.


Il terzo elemento che permette all’acqua di salire all’interno della pianta è la pressione negativa che si crea nella pianta per effetto della traspirazione, cioè l’evaporazione dell’acqua dalle foglie. L’evaporazione avviene perché il sole, scaldando le foglie, porta l’acqua dallo stato liquido a quello gassoso (vapore).


Più del 90 per cento dell’acqua assorbita da una pianta viene persa per traspirazione, cioè eliminata attraverso le foglie. Questo processo che potrebbe sembrare uno spreco di energia e di acqua, genera nei vasi una depressione che aspira i liquidi verso l’alto.


La depressione dipende dalla dimensione della chioma e dall’intensità del calore solare, ma si calcola che può raggiungere le 15 atmosfere, cioè permette la risalita dei liquidi fino agli oltre 100 metri delle sequoie.
Proviamo a mettere un vaso in una stanza buia e una in una stanza soleggiata: quali garofani traspirano di più? Saremo in grado di dirlo perché il fiore con il colore più intenso sarà quello che ha traspirato di più.

Esperimento scientifico: insalata di germogli

Esperimento scientifico: insalata di germogli.

Scopo

Osservare la germinazione dei semi ed utilizzare i germogli a scopi alimentari.

Età

Dai 5 anni.

Materiali

Un barattolo di vetro
semi di grano, soia o girasole
acqua calda
collant, garza o tessuto leggero
elastico.

Note di sicurezza

Finché usi ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato ad un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che con questo esperimento faremo germogliare dei semi per poterci preparare una buona insalata

. versiamo dei semi in un barattolo, per un’altezza di due o tre centimetri

. copriamo i semi con acqua calda

. fissiamo sulla bocca del vaso un pezzo di collant (garza o tessuto) con un elastico

. cambiamo l’acqua ogni giorno, finché i semi non saranno germogliati

. per i primi 3 giorni teniamo i semi al buio, poi portiamoli alla luce

. rimuoviamo dal vaso eventuali germogli danneggiati

. quando i germogli saranno pronti, prepariamo insieme una bella insalata

I germogli non utilizzati si conservano bene in frigo per qualche giorno.

Esperimento scientifico: il seme di avocado

Esperimento scientifico: il seme di avocado.

Scopo

Osservare la germinazione del grosso seme dell’avocado.

Età

Dai 3 anni.

Materiali

Stuzzicadenti
un bicchiere o un vasetto
carta casa
coltello
un sacchetto per alimenti
acqua.

Note di sicurezza

Finché usiamo ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato a un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che questo esperimento mostrerà come si sviluppa una pianta di avocado a partire dal seme

. rimuoviamo il seme da un avocado e laviamolo delicatamente in acqua tiepida.
. determiniamo la direzione in cui il nostro seme deve essere posto nell’acqua. Il fondo è più largo e ha una piccola rientranza al centro, ed è da lì che si formeranno le nuove radici

. usiamo gli stuzzicadenti per infilzare la parte superiore del seme di avocado, quindi immergiamolo in un piccolo vasetto d’acqua assicurandoci che il fondo sia rivolto verso il basso

. mettiamo il bicchiere in un luogo caldo lontano dalla luce solare diretta.

Altri modi per far germogliare un seme di avocato sono:

. tagliare mezzo centimetro ad ogni estremità del seme prima di metterlo in acqua

. avvolgere il seme in triplo foglio di carta casa, mettere in sacchetto per alimenti e aggiungere acqua (se gli altri metodi non funzionano, ho sperimentato che questo è infallibile)

. chiediamo ai bambini di osservare il seme nelle due settimane successive.

Osservazioni e conclusioni

. dovremmo vedere che le radici e lo stelo iniziano a germogliare non prima di 8 settimane

. la parte superiore del seme di avocado si ridurrà di volume e formerà una fessura

. la fessura si estenderà fino al fondo del seme

. nella fessura nella parte inferiore, inizierà a emergere un piccolo fittone

. il fittone continuerà a crescere e potrebbe formare delle diramazioni

. un piccolo germoglio sboccherà nella parte superiore del seme

. quando la radice avrà una lunghezza di circa 15 centimetri, tagliamola circa a metà per rinforzarla

. aspettiamo che la radice si ingrossi e il fusto abbia foglie nuove, quindi piantiamolo in vaso lasciando il seme a metà scoperto e annaffiandolo frequentemente

. non dimentichiamo che più luce del sole la pianta riceve, meglio è.

Esperimento scientifico: il dente di leone

Esperimento scientifico: il dente di leone.

Scopo

Usare gli steli del dente di leone per dimostrare l’osmosi e introdurre i concetti di idrofilo e idrofobo.

Materiali

Denti di leone appena colti
una bacinella d’acqua.

Note di sicurezza

Finché usiamo ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato a un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che questo esperimento dimostra l’osmosi

. prendiamo uno stelo di dente di leone e dividiamolo nel senso della lunghezza tirando in direzioni opposte

. poniamo gli steli divisi in contenitore pieno d’acqua e osserviamo i gambi arricciarsi assumendo forme di spirale

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni.

Osservazioni e conclusioni

L’interno dello stelo del dente di leone è idrofilo, cioè assorbe acqua. La parola idrofilo significa “amante dell’acqua”. L’interno dello stelo è infatti la parte che assorbe l’acqua.
Quando mettiamo lo stelo diviso nella bacinella, l’interno dello stelo ha la possibilità di assorbire davvero tanta acqua.
Attraverso il processo di osmosi l’acqua passa dalla bacinella alle cellule dell’interno dello stelo.
L’esterno dello stelo è idrofobo, cioè respinge l’acqua. La parola idrofobo significa “che odia l‘acqua.
Così mentre le cellule idrofile (interne) assorbono acqua e si gonfiano, le cellule idrofobe (esterne) rimangono della stessa dimensione.
La dimensione maggiore delle cellule su un lato del gambo forza lo stelo ad arricciarsi in varie forme.

Esperimento scientifico: l’arcobaleno in una stanza

Esperimento scientifico: l’arcobaleno in una stanza.

Scopo

In questo esperimento rifrangiamo la luce del sole attraverso l’acqua.

Età

Dai 4 anni.

Materiali

Luce del sole
torcia
contenitore trasparente
specchietto
vecchio cd
fogli di carta bianca
acqua.

Note di sicurezza

Finché usiamo ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato ad un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe.

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che questo esperimento dimostra che la luce che percepiamo come bianca è composta dai colori dell’arcobaleno

. in una stanza in penombra illuminiamo un contenitore pieno d’acqua con la torcia

. proviamo varie angolazioni finché non vedremo apparire sul muro un piccolo arcobaleno

. ora usciamo all’aperto o andiamo in una stanza ben illuminata dai raggi del sole e versiamo l’acqua in un contenitore trasparente riempendolo circa a metà

. immergiamo lo specchietto in modo che la parte immersa dello specchietto venga colpita dai raggi del sole

. incliniamo lo specchietto finché non vedremo il nostro arcobaleno, quindi appendiamo in foglio di carta bianca per vederlo meglio

. lasciamo il foglio bianco appeso e proviamo a inclinare un cd in modo che riceva i raggi del sole

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni.

Osservazioni e conclusioni

La luce, quando viene rifratta nel modo giusto, si separa nei colori che la compongono.
Con la parola rifrazione intendiamo il modo in cui la luce si piega quando passa attraverso mezzi diversi, come il vetro o l’acqua.
La luce che di appare bianca è una combinazione di tutti i colori visibili. Quindi, quando la luce si piega, tutti i suoi componenti (rosso, arancione, giallo, verde, blu e indaco) si piegano. Ognuno di questi colori si piega con un’angolazione diversa perché ogni colore viaggia a una velocità diversa all’interno dell’acqua o del vetro.

Un arcobaleno è un’eccellente dimostrazione della rifrazione della luce. Dopo o durante la pioggia, puoi vedere un arcobaleno se la luce del sole colpisce le goccioline d’acqua nell’aria ad una certa angolazione.

L’effetto dei nostri esperimenti non somiglia esattamente all’arcobaleno che vediamo nel cielo dopo la pioggia, ma condivide con esso le stesse caratteristiche generali per quanto riguarda i colori e il loro ordine. I nostri esperimenti e l’arcobaleno che appare nel cielo condividono gli stessi principi: la rifrazione e la riflessione.

Nella prima parte dell’esperimento, rifrangiamo la luce della torcia attraverso l’acqua. Quando facciamo brillare la luce bianca della torcia o del sole nell’acqua, la luce si piega. A seconda del tipo di torcia che abbiamo a disposizione l’effetto sarà più o meno marcato.

Nella seconda parte dell’esperimento i diversi colori della luce solare vengono rifratti da diversi angoli perché hanno lunghezze d’onda diverse. Di conseguenza, quando la luce bianca viene rifratta, viene separata in diversi colori, fenomeno che prende il nome di “dispersione”. Quando riflettiamo la luce fuori dall’acqua usando lo specchio, riflettiamo la stessa luce bianca ma scomposta dalla rifrazione nei colori dell’arcobaleno.

Nella terza parte dell’esperimento la luce non viene rifratta, ma diffranta. Nella rifrazione, come abbiamo visto, la luce subisce una deviazione passando da un mezzo a un altro. Nella diffrazione la luce non cambia mezzo, ma devia il suo percorso perché nel mezzo sono presenti degli ostacoli.

Il cd si comporta come un reticolo di diffrazione, uno strumento ottico usato in laboratorio per separare i colori della luce. In un cd le informazioni sono immagazzinate in una singola traccia a forma di spirale, molto densa, che corre dal centro al bordo del disco. I solchi del cd deviano e diffondono la lucei in modo diverso per le diverse lunghezze d’onda, cioè per i diversi colori: i colori si sparpagliano in modo simile alle onde del mare quando arrivano all’imboccatura di un porto: incontrando l’ostacolo, si irradiano in tutte le direzioni, interferendo non solo fra loro ma anche con quelle in arrivo.

I reticoli di diffrazione sono presenti anche in natura. Per esempio, i colori iridescenti delle piume del pavone, della madreperla, le ali delle farfalle e di altri insetti.

Perché i tramonti sono rosso arancio e il cielo azzurro?

Perché i tramonti sono rosso arancio e il cielo azzurro?

Scopo

Dimostrare che la luce del sole si riflette urtando le molecole sospese nell’aria, il che rende il nostro cielo blu e i nostri tramonti rossi, facendo brillare una torcia attraverso bastoncini di colla a caldo.

Età

Dai 5 anni.

Materiali

Una piccola torcia
bastoncini di colla a caldo
fogli di carta bianca
nastro adesivo trasparente.

Note di sicurezza

Finché usiamo ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato a un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che questo esperimento dimostra la dispersione della luce nell’atmosfera

. mettiamo dei fogli di carta in fila sul tavolo

. mettiamo la torcia e un bastoncino di colla sui fogli bianchi

. teniamo la torcia vicino ad un’estremità di un bastoncino di colla a caldo, di modo che la luce risplenda attraverso la colla

. notiamo che l’estremità del bastoncino più vicina alla luce è di un colore diverso rispetto all’altra estremità: appare più bianca mentre la parte più lontana appare più gialla

. fissiamo insieme due bastoncini di colla e teniamoli insieme con del nastro adesivo trasparente

. ripetiamo la nostra indagine accendendo la torcia e notiamo le differenze di colore lungo i bastoncini

. continuiamo ad aggiungere bastoncini di colla legandoli col nastro adesivo e continuiamo ad i cambiamenti di colore e intensità lungo i bastoncini nella loro lunghezza complessiva. Noteremo che la luce diventa via via più rossa e fioca lungo i bastoncini fissati insieme, man mano che la luce si allontana dalla torcia

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni.

Osservazioni e conclusioni

La torcia emette luce bianca, che è la somma dei colori dello spettro luminoso. Il bastoncino di colla diffonde la luce blu della torcia leggermente più di quanto non diffonda la luce gialla o rossa. Questo fa sì che l’estremità del bastoncino più vicino alla torcia ci appaia di colore bluastro mentre vedremo l’altra estremità gialla-arancione.
Quando aumentiamo la lunghezza aggiungendo altri bastoncini, una maggior quantità di luce blu viene dispersa, e l’estremità lontana dalla torcia assume un colore arancione.
Abbiamo realizzato un modello del fenomeno chiamato scattering (in italiano diffusione ottica o dispersione), grazie al quale vediamo il cielo azzurro e i tramonti rosso-arancio
Il cielo è blu perché la luce blu è più facilmente dispersa nella nostra atmosfera, proprio come la luce blu della nostra torcia è stata più facilmente dispersa nei bastoncini di colla.
Al tramonto il sole è basso, vicino all’orizzonte, e la luce viaggia attraverso un maggiore spessore di atmosfera di quanto non faccia quando il sole è alto nel cielo.
La luce della torcia viaggiando nei bastoncini di colla diventava più rossa man mano si allontanava dalla torcia. Allo stesso modo il tramonto appare rosso quando il percorso della luce solare si allunga.
Il sole produce luce bianca, che è costituita dalla luce di tutti i colori: rosso, arancione, giallo, verde, blu e viola. Anche la nostra torcia produce luce bianca.
La luce è un’onda e ognuno di questi colori corrisponde a una frequenza diversa e quindi a una diversa lunghezza d’onda della luce.
I colori nello spettro luminoso sono disposti in base alle loro frequenze: la luce viola e blu hanno frequenze più alte di quella gialla, arancione e rossa.
Quando la luce bianca del sole splende attraverso l’atmosfera terrestre, si scontra con le molecole di gas. Queste molecole diffondono la luce. Più è corta la lunghezza d’onda della luce, più è dispersa dall’atmosfera. Poiché la sua lunghezza d’onda è molto più breve, la luce blu è sparsa circa dieci volte di più della luce rossa.
La frequenza della luce blu, rispetto alla luce rossa, è più vicina alla frequenza di risonanza degli atomi e delle molecole che compongono l’aria. Cioè, se gli elettroni legati alle molecole nell’aria vengono spinti, oscillano con una frequenza naturale che è persino più alta della frequenza della luce blu.
La luce blu spinge gli elettroni con una frequenza vicina alla loro frequenza di risonanza naturale, che provoca la radiazione della luce blu in tutte le direzioni in un processo chiamato scattering.
La luce rossa che non è dispersa continua nella sua direzione originale.
La luce viola ha una lunghezza d’onda ancora più corta della luce blu. Allora, perché il cielo non è viola? In base al colore che subisce di più il fenomeno dello scattering, il cielo dovrebbe essere viola. Ci appare blu perché la nostra sensibilità ai colori di fa captare il viola in modo molto debole, mentre percepiamo in modo intenso il blu, presente in grande quantità e facilmente percepibile dai nostri fotorecettori specializzati a captare il blu, il verde e il rosso.
Lord John Rayleigh, alla fine del 1800, capì che il colore blu del cielo era il risultato di un fenomeno chiamato scattering: l’atmosfera non assorbe la luce, ma le molecole in sospensione la riflettono, e questa riflessione è più pronunciata per le lunghezze d’onda più corte, cioè il blu e il viola, alla fine dello spettro visibile.
Gli esperimenti di Newton con i prismi avevano dimostrato, duecento anni prima, che la luce bianca è composta dai colori dello spettro visibile: il rosso, l’arancio, il giallo, il verde, il blu e il violetto.
Mentre la luce attraversa l’atmosfera, gli atomi assorbono e riemettono luce. Non cambia l’intensità della luce, ma la direzione: e questo cambio di direzione, che chiamiamo scattering, è 10 volte più intenso per il viola rispetto al rosso.
È quello che chiamiamo scattering selettivo o scattering di Rayleigh (dal nome di chi l’ha studiato per primo).
La luce blu ha una lunghezza d’onda breve e ad alta frequenza, così viene diffusa molto facilmente. Quando guardiamo il cielo, tutta la luce che vediamo è stata diffusa, cioè redirezionata verso i nostri occhi. Siccome vediamo solo questa, ci appare blu.

Perchè i tramonti sono rosso arancio?

Perchè i tramonti sono rosso arancio? Un esperimento scientifico per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Scopo

Dimostrare che i tramonti ci appaiono rosso-arancio a causa delle lunghezze d’onda dei colori dello spettro solare e del movimento della terra intorno al sole.

Età

Dai 5 anni.

Materiali

Un contenitore trasparente
acqua
sostanza lattiginosa (sapone, latte, latte in polvere, yogurt, cera per pavimenti, ecc.)
una torcia elettrica che emetta luce bianca
una stanza buia.

Note di sicurezza

Finché usiamo ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato a un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che questo esperimento dimostra che i tramonti ci appaiono rosso-arancio a causa delle lunghezze d’onda dei colori dello spettro solare, e del movimento della terra intorno al sole

. mettiamo il contenitore dove possa essere osservato da tutti i lati

. riempiamolo per ¾ con acqua. Mettiamo la torcia accesa contro una parete del contenitore così suo raggio passi attraverso l’acqua. Proviamo a individuare il fascio di luce nell’acqua: si potranno vedere particelle di polvere, tuttavia sarà piuttosto difficile individuare esattamente il fascio

. tenendo la torcia in posizione aggiungiamo goccia a goccia la sostanza lattiginosa finché il fascio di luce non diverrà ben visibile

. osserviamo il raggio: nella zona più vicina alla torcia apparirà azzurro, mentre nella zona più lontana apparirà rosso-arancio

. più sostanza lattiginosa aggiungiamo, più saranno visibili l’azzurro all’inizio e l’arancio alla fine. Più sostanza lattiginosa aggiungiamo all’acqua, più il fascio di luce si diffonderà nel liquido

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni.

Osservazioni e conclusioni

La luce solare ci appare bianca perché contiene tutti i colori nello stesso raggio. Ognuno di questi colori si sposta con onde più o meno ampie.

Quando la luce entra nell’atmosfera si scontra coi gas e le altre particelle contenute nell’aria.
I colori con onde più corte, cioè il violetto e l’azzurro, si scontrano con le particelle e vengono deviati e riflessi in tutte le direzioni. Per questo, ovunque si guardi, i raggi che arrivano ai nostri occhi appaiono azzurri.
I colori con onde più lunghe, cioè il rosso e l’arancio, scavalcano le particelle e continuano il loro tragitto.
Per questo, all’alba e al tramonto, quando i raggi arrivano sulla terra lunghi e obliqui, vediamo il cielo rosso-arancio.
Quando il raggio della torcia viaggia attraverso l’aria, non possiamo vedere il fascio di lato perché l’aria è uniforme, e la luce della torcia viaggia in linea retta. Lo stesso vale quando il fascio viaggia attraverso l’acqua, poiché l’acqua è uniforme, e il fascio viaggia in linea retta. Potremo intravedere il fascio di luce solo se nell’aria o nell’acqua sono presenti particelle di polvere.
Quando abbiamo versato la sostanza lattiginosa nell’acqua, abbiamo aggiunto molte piccole particelle di proteine e grassi in sospensione nell’acqua
Che cosa significa questo esperimento e cosa ha a che fare col cielo azzurro e i tramonti arancio?
L’azzurro del cielo è luce solare dispersa dalle particelle di polvere nell’atmosfera. Se non ci fosse alcuna dispersione, e tutta la luce viaggiasse direttamente dal sole alla terra, il cielo apparirebbe nero avviene di notte. La luce viene diffusa dalle particelle di polvere nello stesso modo della luce della torcia dispersa dalle particelle lattiginose in questo esperimento.

Al tramonto o all’alba, la luce del sole effettua un percorso più lungo attraverso l’atmosfera rispetto a quanto avviene durante le ore del giorno e per questo puoi vedere i colori dall’altra parte dello spettro: rossi e arancioni.

Perché l’alba sembra diversa dal tramonto? E’, simmetricamente, lo stesso fenomeno, e se le condizioni atmosferiche fossero identiche nei due passaggi avremmo albe identiche ai tramonti.
La differenza sostanziale sta nella temperatura e nella quantità di polveri sottili sospese nell’aria. All’alba l’aria è più pulita e più fresca, al tramonto invece l’aria è più calda e ricca di particelle, soprattutto a causa delle attività umane.

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