VETROFANIA NATALIZIA I re magi

VETROFANIA NATALIZIA I re magi che viaggiano verso Betlemme, con tutorial e cartamodello scaricabile e stampabile in formato pdf.

VETROFANIA NATALIZIA I re magi
Materiale occorrente:

cartoncino scuro per la sagoma
carta velina colorata
forbici e taglierino
colla da carta
cartamodello

VETROFANIA NATALIZIA I re magi
Cartamodello:

VETROFANIA NATALIZIA I re magi

Come si fa:

ritagliate la sagoma nel cartoncino, seguendo il cartamodello:

quindi, sempre seguendo il cartamodello e se volete l’immagine del lavoro finito, incollare sul retro della sagoma le varie veline colorate, così:

io ho preparato prima il cielo, e poi il deserto:

dopo aver ritagliato le stelle nel cielo, ho incollato sul retro un foglio di velina bianca:

Con questo risultato:

Befana? The flight of the old woman who was tossed up in a basket

Questo libro illustrato, da leggere dal basso verso l’alto, narra di una vecchietta che viene lanciata verso il cielo all’interno di un cesto, ma non senza scopa… Si tratta di “The flight of the old woman who was tossed up in a basket“,  di Aliquis. Le illustrazioni sono accompagnate da un breve testo che raccoglie le didascalie delle avventure della vecchietta mentre sale, sale, sale, in alto fino ad arrivare a spazzare le ragnatele del tetto del cielo…

Se ora andate in fondo al post e risalite, potete farvi un’idea….

The flight of the old woman who was tossed up in a basket. Potete trovare il tutto, digitalizzato, qui http://www.nonsenselit.org/oldwoman/ , con molte altre informazioni, e links, e tantissimo altro ancora…

The flight of the old woman who was tossed up in a basket

EPIFANIA E LA BEFANA dettati ortografici

Epifania e la befana – dettati ortografici sull’Epifania, la Befana e i Re Magi, di autori vari, per la scuola primaria.

L’Epifania

L’Epifania è il giorno dell “manifestazione”, poichè la stella apparve ai Magi il 6 gennaio e indicò loro la strada per raggiungere la capanna. Fu stabilita come festa nell’813, perchè a quel tempo il Natale si festeggiava per dodici giorni di seguito, e il dodicesimo era l’anniversario dell’apparizione che guidò i tre re Magi.

Nel Medioevo questo evento si rappresentava alle corti di Spagna e di Inghilterra dai sovrani stessi. In Francia si sceglieva tra i preti un re spartendo  una grande focaccia con dentro una fava: chi riceveva la fetta con la fava veniva proclamato re: “Re della Fava”. Altrove si rappresentano drammi di circostanza, come “la festa della stella”.

In Italia, da Epifania è venuta la parola Befana, che indicava un fantoccio di stracci che le donne e i ragazzi usavano mettere per scherzo alle finestre. E ancora oggi la Befana viene giù la notte della vigilia per la cappa del camino. I bambini appendono scarpette, calze e cestini che la vecchia riempie di doni.

Che grida di gioia, quando, al mattino, la casa si sveglia e i bimbi vuotano le calze e i cesti! Ma i doni che la Befana ha portato nottetempo, e che ricordano quelli dei Re Magi, riservano a volte sgradite sorprese: carbone, cenere, agli e cipolle…

La notte dell’Epifania ha, nella fantasia popolare, tinte di leggenda. Si dice che, nelle stalle, gli animali parlano e predicono il destino degli uomini.

6 gennaio: Epifania

Con questo nome, che significa apparizione della divinità, la chiesa cattolica ricorda l’arrivo alla capanna di Gesù dei Rei Magi che, guidati da una stella luminosa apparsa nel cielo, si erano messi in cammino dai lontani paesi d’Oriente. Avevano nomi strani: Melchiorre, Gaspare, Baldassarre, e portarono in dono al bambino oro, incenso e mirra.

L’oro è il metallo più prezioso. L’incenso ha il profumo soave della virtù. La mirra, che è una sostanza data da un arbusto del deserto, ha un sapore amaro ed è il segno dell’umanità.

La parola Befana, con cui si denomina spesso l’Epifania, ha un significato che di religioso non ha nulla: indica una specie di fata, vecchia e brutta, ma benefica, che, la notte del 6 gennaio, scendendo per la cappa del camino, porta i doni ai bambini che vi hanno appeso la calza.

L’Epifania in alcune regioni d’Italia

In Romagna una leggenda dice che nella notte dell’Epifania le mura diventino di ricotta; nelle Marche, nell’Abruzzo e in altre regioni si dice che gli animali acquistino la favella, ma chi osasse ascoltare e riferire morirebbe il giorno stesso.

A Palermo è nota la leggenda che i Re Magi attraversarono l’isola e fecero fiorire per incanto gli aranceti brulli per una nevicata.

In Calabria le ragazze, prima di addormentarsi la vigilia, cantano una canzoncina augurale; se sogneranno una chiesa parata a festa o un giardino fiorito, sarà per loro un anno fortunato.

In Toscana i contadini infilano il capo sotto la cappa del camino; se riescono a scorgere le stelle, stappano il vino buono perchè è segno d’annata buona; altri pronostici traggono da altri segni.

L’Epifania segna anche l’inizio del Carnevale: in Sicilia corre il proverbio “Per i tre re, tutti olè”. Ma soprattutto a Roma, in piazza Navona, la Befana presenta le più caratteristiche espressioni del folklore, anche di carattere carnevalesco.

In Austria

Nel periodo tra il primo dell’anno e l’Epifania, in molte regioni sembra di rivivere un’ingenua e delicata favola. Nelle strade, verso sera, brilla una luce lontana che, avvicinandosi, prende la forma di una stella. La portano tre uomini vestiti di bianco, che raffigurano i Re Magi; colui che impersona il re dei Mori ha il viso annerito di fuliggine. I “cantori della stella”, rischiarati dal suo calore, vanno nella notte.  Vanno di casa in casa e cantano le loro semplici canzoni popolari; poi, rifocillati e ristorati di cibo e bevande, riprendono il loro girovagare. Entrano nei cascinali, visitano cortili e stalle, mentre i contadini, col gesso, scrivono sulle porte le iniziali dei Re Magi: G M B, e invocano la benedizione divina per l’anno appena iniziato.

In Inghilterra

In Inghilterra la festa del Capodanno è simile a quella che si svolge in tutta Europa; più originale è la festa dell’Epifania. Tra le cerimonie più suggestive ricordiamo la funzione religiosa che si svolge a Londra nella cappella reale di San Giacomo: in memoria dei doni dei Re Magi, il Lord Ciambellano, in rappresentanza della Regina, presenta tre borse di denaro all’offertorio. Le borse sono per i poveri della parrocchia.

I tre Magi

Alcuni giorni dopo, tre Magi giungevano dalla Caldea. Una nuova stella, simile alla cometa che riappare ogni tanto nel cielo per annuciare la nascita di un profeta o la morte di un Cesare, li aveva guidati fino alla Giudea. Erano venuti per adorare un Re e trovano un poppante mal fasciato, nascosto dentro una stalla. I Magi non erano re, ma erano, in Media e in Persia, padroni dei re. I re comandavano i popoli, ma i Magi guidavano i re. Sacrificatori, interpreti di sogni, profeti e ministri, potevano comunicare con la divinità: conoscevano il futuro e il destino, possedevano i segreti della terra e quelli del cielo. In mezzo  a un popolo che viveva per la materia, rappresentavano la parte dello spirito. Inginocchiati, dentro ai sontuosi mantelli reali ed ecclesiastici, sulla paglia dello strame, essi, i potenti, i dotti, gli indovini, offrono anche se stessi come pegno dell’obbedienza del mondo. (C. Papini)

Re Magi

Sono i Re più dolci che siano mai esistiti. Li trovi davanti a un bambino, inginocchio e adoranti. Tre: un maestoso raduno da lasciar sgomenti. Ma re in ginocchio non fanno paura. L’abito del pellegrino ha forse sostituito il mantello di porpora? E il bordone ha sostituito lo scettro? No. Sono giunti a Betlemme con scettro e lumeggiamento di vesti, han portato le loro corone stellanti: non appena per provare a chiunque la loro identità, ma per umiliare ogni loro grandezza ai piedi del bambino. Dopo l’omaggio della semplicità, pastori e pecore, sta bene questo omaggio della regalità, cammelli e popoli. (C. Angelini)

I Re Magi

Chi erano i Re Magi? Re o principi di piccoli e lontani Stati nel cuore dell’Asia misteriosa, o filosofi che sapevano di scienza e di astronomia, o sacerdoti di un mistico culto del sole e degli astri? E venivano  dall’Arabia deserta, o dalla Mesopotamia, o dalla Persia, paesi tutti che anticamente venivano genericamente indicati tutti col nome di Oriente?

Portavano alla capanna le loro offerte, secondo la consuetudine dei Persiani, dei Caldei e si tutti i popoli orientali in genere, la quale non voleva che si comparisse davanti ai re se non con qualche dono. E le loro offerte si prestavano facilmente al simbolo: oro per sollevare dalla povertà, incenso contro l’odore della stalla, mirra per consolidare le tenere membra del bambino; mistici rimedi alla miseria, al peccato, alla debolezza.

Dettati ortografici EPIFANIA E LA BEFANA – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Racconto La Befana torna indietro

Racconto La Befana torna indietro – Ai tempi antichi la Befana fabbricava da sè i giocattoli, che erano fatti di legno e di maglia. Ma i bambini nuovi vedevano solamente il legno e torcevano la bocca. Perciò la Befana comprava i giocattoli di lusso nelle grandi fabbriche e i suoi rimanevano sempre in fondo al sacco, perchè non piacevano a nessuno…

La Befana, stanca stanca, tornava verso la sua casa, che è lontana, tanto lontana che, fra andare e tornare, ci vuole un anno.

Ai tempi antichi la Befana fabbricava da sè i giocattoli, che erano fatti di legno e di maglia. Ma i bambini nuovi vedevano solamente il legno e torcevano la bocca. Perciò la Befana comprava i giocattoli di lusso nelle grandi fabbriche e i suoi rimanevano sempre in fondo al sacco, perchè non piacevano a nessuno.

La Befana camminava in silenzio nel lume di luna. Ad un tratto inciampò e si fermò. Che cos’era? Un filo di pianto teso fin lassù.

“Un bambino che piange? A quest’ora?” borbottò. E riprese a camminare.

Quel filo però la tirava e non si spezzava. Allora la Befana tornò indietro. Arrivò ad un comignolo alto: due voci si distinguevano legate a quel filo di pianto. Una diceva: “Nemmeno oggi me l’hai portato il giocattolo!”. E quell’altra rispondeva: “Come potevo fare, amore mio, se non m’avanzava nemmeno un soldo!”.

La Befana, appoggiata al camino, aveva già aperto il sacco e frugava nel fondo. Tirò su due manciate di quei giocattoli che faceva lei e che ora nessuno voleva più, poi avvicinò la bocca del sacco a quella del camino e adagio adagio vuotò ogni cosa.

Allora il filo di pianto si spezzò e la sua voce si tramutò in una risatina lunga lunga che, arrivata fuori del camino, si sparpagliò nel cielo come una fioritura di stelle piccine.

La Befana, stanca stanca, riprese a camminare, ma quelle stelline sbocciate dalle risa del bambino la inseguivano come lucciole. Finchè ne prese una manciata  e le mise nel sacco.

“Farò gli occhi alle bamboline per quest’altro anno!”.

Ed era contenta.

(G. Fanciulli)

Racconto Scaramacai e la Befana

Racconto Scaramacai e la Befana  –  avevo attaccato la mia calza sotto la finestra perchè il camino nella mia capanna non c’è e tutta la notte ero stato sveglio, sperando che arrivasse la Befana. Invece, niente. Quando mi accorsi che fra poco sarebbe spuntato il giorno, pensai di farmi la Befana da solo. In un cassetto avevo quattro palline di vetro che mi erano state regalate da un bambino al quale avevo raccontato una barzelletta…

Avevo attaccato la mia calza sotto la finestra perchè il camino nella mia capanna non c’è e tutta la notte ero stato sveglio, sperando che arrivasse la Befana. Invece, niente. Quando mi accorsi che fra poco sarebbe spuntato il giorno, pensai di farmi la Befana da solo. In un cassetto avevo quattro palline di vetro che mi erano state regalate da un bambino al quale avevo raccontato una barzelletta.

Erano quattro palline con centro dei fili colorati, molto preziose. Le presi e le infilai nella calza, senza ricordarmi che nella calza c’era un buco, e così tin tin tin, le quattro palline caddero sul pavimento. Mi ero appena messo carponi per cercarle, quando la porta si aprì e, oh meraviglia delle più meravigliose meraviglie, entrò la Befana.

La riconobbi subito per il sacco che portava sulle spalle stanche, per il gran naso che le si incurvava sulla bocca, per la neve che aveva sui capelli e per gli occhi, due occhi strani e dolci che invece di sembrare da vecchia erano da bimba: ecco, due occhi di bimba in mezzo a mille rughe di vecchia.

Io ero rimasto lì, come un tonto, senza riuscire a parlare, ma lei non ci fece caso e disse: “Scaramacai, per favore aiutami…”

“In che cosa posso servirla, signora Befana?”, chiesi educatamente senza far vedere che avevo il cuore che correva come un cavallo matto perchè pensavo che lei avesse bisogno del mio aiuto per levare dal sacco un regalo grossissimo e tutto per me.

Invece la Befana disse: “Manca poco, ormai, all’alba e devo ancora fare due consegne, aiutami, sennò, da sola non ce la faccio…”

“Ma io non ho la bicicletta!” osservai senza far vedere che ero molto deluso.

“Macchè bicicletta!”, si spazientì la Befana,  “Fuori ho la scopa, avanti, sali!”

“Per far che?”, chiesi.

“Ma per volare sulle case! Su, muoviti!”

Sentii una gran tremarella scuotermi le gambe, ma come si fa a dire no alla Befana? Così, salii a cavalcioni sulla scopa, dietro di lei, chiusi gli occhi, la abbracciai forte forte, e via!

Mi sentii sollevare da terra, come una foglia secca portata dal vento, e quando riaprii gli occhi, li richiusi subito perchè vidi sotto di me la città che girava come una giostra.

Ma la Befana mi riscosse (forse aveva sentito che io mi ero stretto più forte a lei) e mi chiese: “Riesci a vedere su che strada siamo?”

Dovetti per forza riaprire gli occhi e mi accorsi che ora volavamo basso, rasente ai comignoli. Lessi chiaramente la targa della via: via della Gallina Rossa e lo dissi alla Befana.

“Bene” commentò lei, “quando passiamo sul comignolo del numero 7, sgancia il sacchetto di carbone, che c’è nel sacco…”

“Per chi è, se è lecito?” , chiesi.

“E’ per Luigino, un bimbo capriccioso”, rispose la Befana.

“Non  si potrebbe perdonargli?”

“Fa come ti dico! Conosco il mio mestiere!”

Mogio mogio, allungai la mano per prendere il carbone dal sacco, ma invece, forse per sbaglio, forse no, trovai un trenino… Lo lasciai cadere in fretta e lo vidi infilare prodigiosamente il comignolo, come guidato da un filo.

Un attimo dopo, una finestra si illuminò, si aprì, un bimbo, proprio Luigino in camicia da notte, si affacciò e lo sentimmo gridare: “Grazie Befanina!”

“Che strano…” commentò la Befana, mentre faceva compiere alla scopa una larga virata, “mi ringrazia del carbone…”

Io stavo per confessare la verità, ma lei non me ne lasciò il tempo, dicendo: “Controlla se siamo su corso Pomponio. Queste nuove targhe stradali io,  quando viene l’alba, non riesco più a leggerle…”

“Sì, ci siamo” , risposi.

“Allora, sul numero 21 sgancia un trenino elettrico…”

“E’ per un bimbo buono?”

“No, è per un vecchietto buono”

“Un trenino a un vecchietto?”

“Fa come ti dico, impertinente!”

Allungai la mano per prendere il trenino dal sacco ma, invece, forse per sbaglio, forse no, trovai il sacchetto di carbone… Con un lieve sibilo il sacchetto cadde e si infilò nel comignolo del vecchietto.

Un attimo dopo, una finestra si illuminò, si aprì, un vecchietto con la papalina in testa si affacciò, e lo sentimmo gridare: “Grazie, Befana! Avevo tanto freddo!”

“Che c’entra il freddo col treno?” borbottò la Befana, “Ma, deve essere un po’ matto…”

Non potevo più tacere: “Ecco, veramente…” mormorai, “mi sono sbagliato”

“Cos’hai fatto?” chiese la Befana con un tono di voce che non vi auguro mai di sentire.

Risposi in fretta: “Senza volere apposta, ho dato il trenino a Luigino, che sono sicuro che diventa buono, e il carbone al vecchietto che tanto lui non sa cosa farsene, invece del carbone sì, perchè i vecchi hanno sempre freddo…”

Mi aspettavo che la Befana si mettesse a urlare con la voce della tempesta, invece non disse niente.

“Peggio” pensai, “è tanto arrabbiata che adesso mi butta di sotto… addio Scaramacai…”

Invece dopo un po’ disse (ma con una voce dolce, un po’ roca): “In fondo, Scaramacai, sei un bravo pagliaccio… E io sto diventando vecchia…”

Il cielo era ormai color del latte annacquato. Si volava rapidi e in silenzio: sentivo il vento frusciare vicino alle orecchie…

“Ecco, sei arrivato” disse a un tratto la Befana e dolcemente mi atterrò davanti alla mia capanna, “Ciao, Scaramacai, scendi adesso”.

“Aspetti, signora Befana” dissi scendendo dalla scopa.

Macchè, quella era già ripartita e ormai era diventata piccola piccola e nera nera sullo sfondo del cielo biancastro.

Spinsi l’uscio della capanna. Ero un po’ triste. Che cosa ci avevo guadagnato dall’avere aiutato la Befana? Un certo indolenzimento alle gambe (é scomodo cavalcare una scopa) e forse un bel raffreddore. Entrai a capo chino e le mie orecchie furono colpite da un rumore quasi di cascata, ma non di acqua tenera, di roba dura…

Alzai il capo e guardai. Oh, che prodigio di dolcezza! Dal buco della mia calza appesa, usciva uno  zampillo colorato di caramelle, cioccolatini, torroncini, fichi secchi, castagne, confetti… Il pavimento ne era già tutto pieno, e il meraviglioso zampillo continuava, continuava, continuava…

(da “Il Corriere dei Piccoli”)

Poesie e filastrocche: Epifania

Poesie per bambini e filastrocche sul tema epifania, befana e re magi; una collezione di autori vari, adatta a bambini della scuola d’infanzia e primaria.

La Befana spaziale
Su quel pianeta la Befana
viaggia a cavallo di un razzo
a diciassette stadi,
e in ogni stadio c’è un bell’armadio
zeppo di doni
e un robot elettronico
con gli indirizzi dei bambini buoni.
Anzi con gli indirizzi
di tutti i bambini, perchè
ormai s’è capito
che di proprio cattivi non ce n’è.
(G. Rodari)

La befana
La befana vien pianino
cala giù per il camino,
porta ai bimbi che son buoni
tante chicche, tanti doni.
Ma se buoni non sarete,
nella calza troverete,
come chicchi, come doni,
aglio, cenere e carboni.
(M. Maltoni)

I Re Magi
Tre Re Magi da lontano
son venuti piano piano
per veder Gesù bambino.
Una stella fra il turchino
li ha guidati col suo raggio,
li ha guidati col suo lume.
Gesù dorme e non ha piume,
non ha fuoco, non ha fiamma,
ha soltanto la sua mamma…
(L. Nason)

I Re Magi
La notte è tiepida e serena.
I Magi d’Oriente vanno, vanno
sui lor cammelli, e ancor non sanno
dove sia nato al mondo il Re dei Re.
Dice il moro:
“Io gli porto l’oro”.
L’altro gli fa eco:
“L’incenso io reco”.
Dice il terzo prono:
“La mirra gli dono”.
(M. Ronzoni)

I Re Magi
Lontano, tra il fischiare
del vento per le forre
i biondi angeli in coro:
ed ecco Baldassarre,
e Gaspare e Melchiorre
con mirra, incenso ed oro.
(G. D’Annunzio)

Epifania
I Re Magi dall’Oriente
si son messi già in cammino,
per trovar Gesù bambino,
il figliolo di Maria.
Buon Natale!
Epifania! (Anonimo)

I tre santi re
I tre santi Re Magi d’Oriente
chiedevano sostando a ogni città:
“Oh bimbe, oh donne, ci sapreste dire
la strada per Betlemme dove va?”
Né giovani né vecchi lo sapevano
ed essi riprendevano il cammino
ma una cometa dalla chioma d’oro
or li guidava come un lumicino.
La stella sulla casa di Giuseppe
ristette e i santi tre Re Magi entrar;
muggiva il bove, gridava il bambino,
ed i Re Magi presero a cantar.
(E. Heine)

La Befana
Discesi dal lettino
son là presso il camino,
grandi occhi estasiati,
i bimbi affaccendati
a metter la calzetta
che invita la vecchietta
a portar chicche e doni
per tutti i bimbi buoni.
Ognun chiudendo gli occhi,
sogna dolci e balocchi;
e Luca, il più piccino,
accosta il suo visino
alla grande vetrata
per veder la sfilata
dei Magi, su nel cielo,
nella notte di gelo.
Quelli passano intanto
nel lor gemmato manto,
e li guida una stella
nel cielo, la più bella.
Che visione incantata,
nella notte stellata!
E la vedon i bimbi
come vedono i nimbi
degli angeli festanti
ne’ lor candidi ammanti.
(G. Gozzano)

La Befana
Vien da lontano, per le vie nevose,
lascia giù, al cancello del giardino,
il somarello, e tra le sue calzette
una ne sceglie per ciascun bambino
e gliela porta: e sal dritta e sicura
per ogni stanza, sia pur chiusa e scura.
In ogni stanza di bambini buoni
entra pian piano, e il loro sonno spia:
e ai piedi del lettino lascia i suoi doni.
(P. Calamandrei)

La Befana
Quando è l’ora, la Befana
alla scopa salta in groppa
l’alza su la tramontana,
fra le nuvole galoppa.
Ogni bimbo nel suo letto,
fa l’esame di coscienza:
maledice il capriccetto,
benedice l’obbedienza.
La mattina, al primo raggio,
si precipita al camino:
un regalo ha il bimbo saggio,
il monello… ha un carboncino!
(C. Rosselli)

I Re Magi
Una luce vermiglia
risplende nella pia
notte e si spande via
per miglia e miglia e miglia.
“Oh, nuova meraviglia!
Oh fiore di Maria!”
Passa la melodia
e la terra s’ingiglia.
Cantano tra il fischiare
del vento per le forre
i biondi angeli in coro;
ed ecco Baldassarre,
Gaspare e Melchiorre,
con mirra, incenso e oro.
(Gabriele d’Annunzio)

La Befana
Con la diaccia tramontana
è arrivata la Befana
e gironzola in calzini
tra comignoli e camini
che l’aspettano impalati,
sorridenti e affumicati.
“Qui” un comignolo l’avverte
“c’è un piccin che si diverte
tutto il giorno: un fannullone!”
“Ecco, cenere e carbone!”
“Qui c’è un bimbo giudizioso?
Ecco un dono generoso,
ma al fratello negligente
lascio subito un bel niente.
C’è una bimba vanerella?
Ecco qua la paperella,
ma il giocattolo più bello
lo regalo a un orfanello:
per un attimo il sorriso
tornerà sul mesto viso.
(E. Zedda)

La Befana
Senti? Suona mezzanotte.
Dormi! Viene la Befana
con le scarpe tutte rotte
dalla casa sua lontana…
Entra: il dito sulla bocca,
con quel sacco che le pesa…
Tutto vede e nulla tocca,
vuol silenzio come in chiesa.
Vuota il sacco mano mano,
posa tante cose belle…
Torna a casa piano piano,
alla casa tra le stelle.
(Zietta Liù)

La Befana
Viene viene la Befana
vien dai monti a notte fonda.
Com’è stanca! La circonda
neve, gelo e tramontana.
Viene viene la Befana
e la neve è il suo mantello.
Ha le mani al petto in croce
ed il gelo è il suo pennello
ed è il vento la sua voce.
Ha le mani al petto in croce.
E s’accosta piano piano
alla villa, al casolare,
a guardare, ad ascoltare,
or più spesso, or più lontano.
Piano, piano, piano, piano…
(G. Pascoli)

La burla della Befana
Presso la nera cappa del camino,
una calzina in grande attesa sta.
Con il suo sacco ed il suo lumicino
a notte la Befana scenderà.
Ma un tormento sta in cuore a Tino e a Tina:
“Ci vorrebbe la calza di una donna,
la nostra è troppo corta e piccolina!”
“Appendiamoci quella della nonna!”.
Vanno al mattino i piccoli bricconi
alla scoperta dei sognati doni.
Ma che c’è nella calza lunga e nera?
Un paio d’occhiali e una dentiera…
(G. Vaj Pedotti)

I re magi
Nei paesi lontani di Uno Due e Tre
vivevano tre re
chiamati da una stella
si misero in cammino
per andare a trovare Gesù bambino.
“Stella, siamo lontani?”
“Stella, siamo arrivati?”
dicevano i re magi affaticati.
“Il nostro viaggio sarà lungo ancora?”
La stella rispondeva: “Ancora… ancora…”
E finalmente la stella si fermò
e sopra una capanna si posò
e svanì la fatica del cammino
in un sorriso di Gesù bambino.

La stella dei re magi
Era una cometina
che neanche si vedeva
ma capitò che un giorno
altissima volò
“Tu giungi qui a proposito”
le dissero lassù
e una gran coda lucida
di dietro si trovò.
E corri, e corri, e corri,
tornò a volar quaggiù
la videro i re magi
e giunsero a Gesù.

I re magi
Tre re magi, da lontano
son venuti piano piano
per veder Gesù bambino.
Una stella ha il turchino
li ha guidati nel viaggio
dolcemente col suo raggio
li ha guidati col suo lume.
Gesù dorme e non ha piume
non ha fuoco, non ha fiamma,
ha soltanto la sua mamma.

Oh magi d’oriente
Oh magi d’oriente, che siete sì belli
nello splendore dei vostri mantelli
chi vi ha insegnato la via di Betlemme?
Ce l’ha insegnata una stella splendente
nata improvvisa nel cielo d’oriente.
Vedi? La stella che ancora, lassù,
guida la gente al cuor di Gesù.

I balocchi di Titina
Sui balocchi di Titina
è discesa la sventura:
già la palla Saltellina
mostra un’ampia spaccatura.
Già il cavallo Vincilvento
alla morte è condannato
e si regge in piedi a stento
tentennante e spelacchiato.
L’automobile di latta
è ridotta una frittata
ed invano s’arrabatta
malinconica e malata.
Al pagliaccio (poverino!)
distaccata s’è la testa;
guarda questa il burattino
con un’aria afflitta e mesta.
Il bel libro adorno tutto
di bellissime figure
ora è un cencio, brutto brutto,
tutto sgorbi e spaccature,
e Titì, tutta piangente
della strage ora si pente,
nel pensar quanto lontana
sia la prossima Befana.
(Antonio Rubino)

I Re Magi
Questa notte dai lucidi paesi
dove il sol nasce sono giunti i Magi…
Han cavalcato a lungo i Re cortesi
per le notturne ambagi.
Come ai begli anni vecchio cuore, udisti
a notte il trotto dei bruni cavalli?
Sbocciarono fiori ed astri non mai visti
per i cieli e per le valli
mentre passan i vegliardi buoni!
Ed essi lungo l’aspettato viaggio
nelle scarpette, rosse, sui veroni
come rose di maggio,
han messo per voi, felici bimbi,
mani di giglio e boccucce di rosa,
i giocattoli strani, i fiori, i nimbi…
ogni più dolce cosa.
Ma ai bimbi che li udirono, da una brulla
tana, passare fra il tinnir dell’arpe,
i buoni Magi non ha dato nulla…
Quei bimbi non han scarpe!
(S. Satta)

Sempre lei
“Nonna, ai tuoi tempi c’era la Befana?”
E la nonna sorride e dice: “Sì.
Se mi ricordo! L’alba era lontana,
era ancor notte, non spuntava il dì:
ma presto andavo accanto al focolare
dov’era la mia calza ad aspettare…”
“Mamma, ai tuoi temi la Befana c’era?”
E la mamma sorride e dice: “Sì.
Era d’inverno, ma come primavera,
Mi pareva che fosse quel bel dì…
Mi alzavo quasi all’alba, in tutta fretta
e correvo a cercar la mia scarpetta…”
E passa il tempo, e il mondo avanti va:
e la Befana antica è ancora qui;
Per monti valli e isole e città
ritorna come un tempo, in questo dì;
è sempre lei, non può mutare più
perchè c’è sempre al mondo gioventù.
(A. Galante Garrone)

I Re Magi
Nella notte che odora di gelsomino e acacie,
tre re, mirando il cielo, vedono una gran brace
di stella. Il dolce lume al grande arco confitto
è un divino presagio che nei libri è già scritto.
Svegliano dal sonno un servo e gli dicono: “Presto,
metti un basto al cammello più robusto e più lesto”.
E cercando con mano felice nel tesoro
ricolmano tre scrigni di mirra, incenso e oro.
E notte e giorno vanno, alti sopra i cammelli.
Tintinna il loro passo di sonagli e gioielli.
Si piegano talora, a domandar la via.
Vanno a Gerusalemme per cercare il Messia.
Vanno per pianure dove non è casa né pianta,
né vi odora un cespuglio, né un ruscello vi canta.
Vedon fuochi di stoppie, vedon occhi di brace
accessi in mezzo ai campi come falò di pace.
Cantano insieme un inno tolto alla Scrittura
e la stella li guarda come una creatura.
Ma d’un tratto declina, così lustra che abbaglia
su una povera casa con il tetto di paglia,
e rimane sospesa come un frutto sul ramo
come a dire ai tre re: “Pellegrini, ci siamo!”
Sono giunti. Han lasciato pascolare i cammelli
e davanti alla porta han buttato i mantelli.
S’inginocchiano insieme e con gli occhi rotondi
adorano il bambino Gesù dai riccioli biondi.
poi, aprendo gli scrigni che ognun porta con sé,
fanno vedere i doni degni del Re dei Re.
(Renzo Pezzani)

Dopo Natale
Son passati i bei giorni di Natale.
Suon di zampogna, non ci culli più.
Forse tornasti ai placidi tuoi monti
insieme ai verdi abeti rilucenti?
Ma un angelo passò, lieve, e v’ha spenti.
Solo, in un canto d’una stanza buia,
un piccolo presepe ancor rimane;
ma che abbandono, che malinconia:
è secco il muschio, pendono le case,
stanchi  i pastori cadono per via.
Stanchi, sì, è vero; stanchi di portare
sopra l’esili spalle i molti doni.
Vorrebbero posarli per un poco,
vorrebbero sedersi sopra un masso
ed accendere almeno un po’ di fuoco.
Così, in tutto il minuscolo paese,
c’è malcontento e una stanchezza estrema.
Solo Gesù, nel fieno, ancor sorride,
guarda e perdona, senza nulla dire:
e non si stanca, Lui, di benedire!
(Mario Pucci)

I Re Magi
La notte è tiepida e serena.
I Magi d’Oriente vanno, vanno
sui loro cammelli e ancor non sanno
dove sia nato al mondo il re dei re.
Dice il re moro: “Io gli porto l’oro!”
L’altro gli fa eco: “L’incenso io reco!”
Dice il terzo prono: “La mirra gli dono!”.
(Maria Ronzoni)

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CANTI DI NATALE – Canto dei tre re magi

CANTI DI NATALE Canto dei tre re magi – con testo, spartito stampabile, e traccia mp3 scaricabile gratuitamente.

CANTI DI NATALE – Canto dei tre re magi
Testo

Tre magi vengono dal sol levante
le stelle splendono là sull’infante
lungi è la meta, ma il bel chiaror
della cometa va innanzi a lor.
Incenso e mirra portan con sè
oro pel bimbo ch’ è il re dei re.
A Bethlem trovano Gesù bambin
commossi adorano il piccolin.

CANTI DI NATALE – Canto dei tre re magi
spartito E FILE MP3

CANTI DI NATALE – I Re Magi

CANTI DI NATALE – I Re Magi con testo, spartito stampabile, e traccia mp3 scaricabile gratuitamente.

Testo

Nel deserto senza luna vanno i tre Re Magi
han passato un’altra duna ma non trovano Gesù
Ma d’un tratto in ciel si accende una splendida stella
la cometa che Betlemme guida i Magi a Gesù
Messaggera del Signore che tu sia benedetta
se per te il Redentore noi potremo adorar.

Spartito e traccia mp3

Presepe in lana cardata tutorial – Maria, Giuseppe, Gesù bambino, i pastori e i Re Magi

Presepe in lana cardata tutorial – Maria, Giuseppe, Gesù bambino, i pastori e i Re Magi: eccoci al capitolo finale dei tutorial per realizzare il presepe in lana cardata.

La base per realizzare le statuine si trova qui: bamboline lana cardata

Consiglio di preparare prima un certo numero di statuine, poi di osservarle e decidere in base alle proporzioni tra loro ed alla riuscita, che personaggio assegnare ad ognuna.

Per caratterizzare i personaggi serve un assortimento di lana cardata e non in vari colori, qualche pezzetto di fil di ferro, aghetto da feltro, qualche filo dorato, e se volete infeltrire i mantelli acqua e sapone.

Le statuine che trovate qui sono piuttosto piccole, e per questo mi sarebbe stato molto difficile ricamare occhi e bocca, per cui ho rinunciato in favore di un effetto scenografico d’insieme. A scuola l’unico posto disponibile per il presepe era un piccolissimo caminetto. Se siete abbastanza abili, completate i visi con ago e filo da ricamo, e saranno molto più belli.

La lana cardata si trova, ad esempio, qui:

Presepe in lana cardata tutorial – Maria

Per la veste avvolgere la lana colorata prima sulle maniche, poi sul busto e infine intorno alla figura. Aiutarsi con l’aghetto da feltro. Se si desidera avere un aspetto più compatto, si può poi massaggiare la figura con movimenti circolari dei polpastrelli con acqua e sapone.

Con l’aghetto da feltro aggiungere i capelli e acconciarli. I capelli servono anche a disegnare i contorni del volto.

Per il mantello preparate a parte una falda di lana colorata, se volete fate in modo che da un lato di sia un tono di colore più chiaro, e dall’altro più scuro.

Poi se vi piace che la figura abbia un aspetto più soffice e fiabesco, usate la lana così com’è, se invece vi piace un aspetto più consistente, massaggiate anche il mantello con acqua e sapone prima di fissarlo alla figura:

Decorate con qualche filo dorato:

Presepe in lana cardata tutorial –  Giuseppe

Come per Maria, per prima cosa la veste, avvolgendo con cura la lana così:

Poi capelli e barba:

Rivestendo del fil di ferro con la lana marrone realizzare il bastone:

Poi, come abbiamo visto per Maria, preparare il mantello e applicarlo drappeggiando. Decorare con qualche filo dorato.

Presepe in lana cardata tutorial – Gesù bambino

Per la mangiatoia ho prima avvolto della lana cardata intorno al fil di ferro, come ho fatto per la capanna, poi l’ho modellato e decorato con altra lana cardata e qualche filo dorato. Il bambino si realizza come le statuine, ma invece della veste si abbozzano le fasce.

Presepe in lana cardata tutorial – Pastori e pastorelle

Per i pastori e le pastorelle c’è solo da seguire il proprio gusto e la propria fantasia. Qui di seguito trovate qualche esempio:

Presepe in lana cardata tutorial – Re Magi

Se cerchi idee per attività in stile steineriano per il periodo dell’avvento, puoi trovarle raccolte qui:

E qui trovi le istruzioni per realizzare il tradizionale presepe in lana cardata:

https://shop.lapappadolce.net/prodotto/acquarello-steineriano-esercizi-di-colore-ebook/
https://shop.lapappadolce.net/prodotto/manuale-per-realizzare-le-bambole-waldorf/
https://shop.lapappadolce.net/prodotto/il-presepe-steineriano-in-lana-cardata/
https://shop.lapappadolce.net/prodotto/le-quattro-settimane-dellavvento/

Nativity scene in carded wool tutorial – Mary, Joseph, baby Jesus, the shepherds and the Wise Men: here we are at final chapter of tutorials to make the Nativity scene in carded wool.

The basis for achieving the dolls are here: dolls in carded wool

I would recommend to prepare before a certain number of dolls, then observe them and decide based the proportions between them and the aspect that, that character assign to each.

To characterize the dolls serves a range of carded wool and not in various colors, a few pieces of wire, needle felting, some golden thread, and if you want the felting capes, also soap and water.

The statues you find here are quite small, and for this I would have been very difficult to embroider eyes and mouth, so I gave up in favor of a dramatic effect overall. At school the only place available for the Nativity scene was a very small fireplace. If you are skilled enough, fill the faces with a needle and embroidery thread, and will be much more beautiful.

Nativity scene in carded wool tutorial – Mary, Joseph, baby Jesus, the shepherds and the Wise Men

Mary

For the robe wrap colored wool first on the sleeves, then on the chest and finally around the figure. Help ourself with the needle. If you want to give a more compact appearance, you can then massage the figure with circular motions of the finger pads with soap and water.

With the needle add the hair and make styling. The hair also serve to draw the contours of the face.

For the mantle separately preparing a layer of colored wool, if you want make it from one side of a tone lighter in color, and the other darker.

Then if you like that figure has appearance softer and fabulous, used wool as it is, but if you like appearance   more consistent, massaged mantle also with soap and water before fixing it to the figure:

Decorate with gold thread:

Nativity scene in carded wool tutorial – Mary, Joseph, baby Jesus, the shepherds and the Wise Men

Joseph

Hair and beard:

Covering the wire with the brown wool realize the stick:

Then, as we have seen for Mary, prepare and apply mantle draping it. Decorate with golden thread.

Nativity scene in carded wool tutorial – Mary, Joseph, baby Jesus, the shepherds and the Wise Men

baby Jesus

For the manger before I wrapped of carded wool around the wire, as I did for the hut, then I modeled and decorated with other carded wool and some golden thread. The baby is realized as the dolls, but rather the robe
I have done the bend.

Nativity scene in carded wool tutorial – Mary, Joseph, baby Jesus, the shepherds and the Wise Men

the shepherds

For shepherds just follow your own taste and your own imagination. Below are some examples:

Nativity scene in carded wool tutorial – Mary, Joseph, baby Jesus, the shepherds and the Wise Men

Wise Men

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