L’uomo e la misura del tempo – materiale didattico

L’uomo e la misura del tempo – materiale didattico per la scuola primaria.

La misura del tempo è indispensabile all’uomo, che senza di essa non saprebbe disporre ordinatamente le sue azioni nella giornata. Ecco perchè egli ha sentito il bisogno, fin dall’antichità, di misurare il tempo, ed è riuscito a farlo… anche senza i nostri modernissimi e perfetti orologi (dal greco orologhion = che dice l’ora). Come? Lo spiegheremo nel modo più preciso e rapido possibile.

Il primo e più perfetto orologio per gli uomini è stato il sole. Esso apparentemente compie un cammino giornaliero, le cui tappe grossolanamente si indicano coi termini di alba, mezzogiorno, pomeriggio, tramonto.

Dapprima l’uomo pensò di stabilire tale cammino, misurando coi passi l’ombra di un obelisco (dal latino obeliscus, diminutivo di obelos = spiedo, poi colonna terminante a punta) in una giornata solare: al mattino l’ombra era più lunga, verso mezzogiorno si accorciava, alla sera si allungava ancora di più. Un po’ semplicistica, certo, questa misurazione e senza dubbio imperfetta, e poi non ovunque c’era un obelisco.

Egitto (Luxor)

L’uomo e la misura del tempo – materiale didattico

Allora l’uomo pensò di ridurre l’obelisco a più modeste proporzioni e costruì il primo vero strumento di misurazione del tempo che si conosca, lo gnomone (dal greco gnomon = indice), un’asta dritta e rigida, munita di appositi segni, eretta verticalmente su un piano orizzontale. La lunghezza della sua ombra permetteva di dividere approssimativamente il giorno in varie parti. Non si sa se l’origine di tale strumento risalga ai Caldei, agli Egizi o ai Cinesi. Comunque il più antico esemplare (1500 aC) che si conosca, è egizio e se ne conserva un frammento nel Museo di Berlino.

L’uomo e la misura del tempo – materiale didattico

Strumento di misura più perfetto dello gnomone, da cui deriva e di cui elimina alcuni inconvenienti, è il quadrante solare, chiamato anche meridiana (dal latino meridies = mezzogiorno) o orologio solare. Esso consiste in un’asta rettilinea, detta stilo, parallela alla linea dei poli, che può essere anche una linea disegnata o fittizia o addirittura essere costituita da un foro. Tale asta ha una base, o piana o sferica o cilindrica o leggermente curva, destinata a ricevere l’ombra e con su tracciate delle linee, dette orarie, che indicano appunto le ore della giornata. La usarono gli Egizi, i Babilonesi, i Greci e i Romani e ne vedono ancora oggi esemplari medioevali sulle facciate di molte chiese e palazzi antichi, con graziosissimi detti latini come “Horas non numero nisi serenas” (segno solo le ore serene), “Sine sole sileo” (senza sole taccio), ecc.

L’uomo e la misura del tempo – materiale didattico

La meridiana aveva, tra gli altri, un grosso inconveniente, denunciato dalle scritte latine riferite sopra: non funzionava quando mancava il sole. Ecco allora l’uomo escogitare un nuovo orologio, capace di misurare il tempo anche senza il sole: la clessidra ad acqua(dal greco klepsydra, da klepto = portar via, e ydor = acqua) detta anche orologio ad acqua, che fu usata prima dai Babilonesi e dagli Egizi, poi dai Greci e dai Romani fino al sorgere dell’orologio meccanico. Essa era sostanzialmente costituita da un recipiente cavo, che si riempiva di acqua e questa attraverso un forellino gocciolava in un serbatoio. La durata del flusso era indicata da diversi segni orari, tracciati ad altezze varie tra la parte superiore ed il fondo del recipiente. Più tardi all’acqua fu sostituita la sabbia e si ebbe così la clessidra a sabbia.

L’uomo e la misura del tempo – materiale didattico

Ma l’uomo non si accontentò più né di quadranti solari né di clessidre, che avevano non lievi inconvenienti e pensò quindi di costruire orologi meccanici. Creò allora un quadrante con su segnate le ore indicate da una lancetta collegata a un rullo, il cui giro era regolato da un peso. Tale orologio fu per la prima volta portato in Europa dai Crociati, che probabilmente lo assunsero dagli Arabi. Gli Europei ne perfezionarono il meccanismo e a partire dal 1300 cominciarono a vedersi nelle chiese e nei palazzi pubblici enormi orologi a pesi con quadrante di squisita fattura. Si pensi al famoso orologio dei Mori in Piazza San Marco a Venezia, a quello astronomico di Strasburgo, che segna il tempo, il calendario e i movimenti degli astri, al Big Ben della torre del palazzo del Parlamento a Londra, che è forse il più grande orologio del mondo, con quattro quadranti, ciascuno del diametro di otto metri.

San Marco – Venezia

L’uomo e la misura del tempo – materiale didattico

Big Ben – Londra

L’uomo e la misura del tempo – materiale didattico

Ma il ritmo della vita rese necessari all’uomo orologi meno ingombranti di quelli a peso, cioè individuali, di dimensioni piccole, più perfezionati e più comodi. Ed ecco nascere (nel 1550) i primi orologi da tasca, il cui inventore fu Peter Henlein di Norimberga, che ne basò il funzionamento du una molla elastica in sostituzione e con le stesse funzioni del peso. Tali orologi furono detti “uova di Norimberga”, ma non avevano affatto la forma delle uova: erano rotondi e più tardi assunsero le più svariate e impensate forme, di croci, cuori, farfalle, gigli, ghiande, libri e perfino… teschi.

L’uomo e la misura del tempo – materiale didattico

Ma al perfezionamento totale degli orologi contribuì il pendolo, la cui scoperta si deve a Galileo Galilei (1639), il quale constatò che la durata delle oscillazioni di un pendolo dipendeva dalla lunghezza del filo a cui era sospeso: più corto era il filo, più breve era la durata dell’oscillazione. Tale principio fu applicato agli orologi dallo scienziato inglese Christian Huygens (1657) e da allora l’orologio cominciò a diventare popolare e alla portata di tutti.

L’uomo e la misura del tempo – materiale didattico

In tempi più recenti all’orologio da tasca fu sostituito l’orologio da polso, anche detto cronometro (dal greco chronos = tempo e metron = misura), quando indica le frazioni di secondo. Il cronometro è utilissimo, ad esempio, nelle gare sportive.

(immagini da https://pixabay.com/it/blog/posts/public-domain-images-what-is-allowed-and-what-is-4/)

L’uomo e la misura del tempo

Orologio – impariamo a leggerlo

Orologio – impariamo a leggerlo: ecco un’idea semplice e che può essere realizzata facilmente a casa per aiutare i bambini ad imparare a leggere l’orologio:

Spiegate ai bambini che gli adesivi servono a leggere la posizione della lancetta lunga (i minuti) e possibilmente realizzate le scritte insieme ai bambini.

Cominciate col far visualizzare i bollini che contano i minuti come la tabellina del cinque, mentre li posizionate e scrivete i numeri.

Poi passate a spiegare che la stessa ora si può leggere in due modi diversi: ad esempio si può dire che sono le tre e  trenta, oppure che sono le tre e mezzo, ecc…

Durante la giornata potete chiedere spesso ai bambini di dirvi l’ora.

Orologio – impariamo a leggerlo

L’orologio – presentazione in prima classe

L’orologio – presentazione in prima classe secondo il metodo globale.

Disegniamo un grande quadrante alla lavagna.

I nostri bambini conoscono i numeri fino a dodici e quindi potremo scrivere le cifre, naturalmente arabe, sul quadrante.

Disegniamo le due lancette; faremo agire all’inizio solo quella delle ore, tenendo quella dei minuti ferma sul 12.

Quando comincia il giorno? Quando si leva il sole.

Quando comincia la notte? Quando il sole tramonta.

Basterà questa concezione sommaria per dare ai nostri bambini l’idea del giorno e della notte, periodo che si divide in 24 ore.

L’orologio ne segna 12, quindi, per segnare le ore del giorno e della notte, le lancette dovranno fare il giro del quadrante… quante volte?

Vediamo dove la lancetta delle ore si troverà quando è l’ora di alzarsi, quando è l’ora di fare colazione, quando è l’ora di andare a scuola, l’ora del pranzo, l’ora del gioco, della cena, del riposo… e compiliamo anche qualche scheda:

Quando i bambini conosceranno bene il movimento delle lancette che segna le ore, passeremo a manovrare quella dei minuti, accontentandoci di farle segnare i quarti d’ora e le mezz’ore.

Quali sono i tipi di orologi che conosciamo; l’orologio da polso, la sveglia, l’orologio del campanile, l’orologio a pendolo…

Non pretendiamo che i bambini ci diano subito il risultato di queste ricerche, che dovranno essere compiute invece nel tempo. Chiederemo infatti: “Chi, per domani, mi saprà dire dova ha visto un orologio e di che tipo era?”.

Nomi per le nostre schede: orologio, orologino, orologiaio, orologeria,… quadrante, lancette, vetro, cassa,…

Com’è l’orologio? D’oro, di plastica, rotto, ecc…

Che cosa fa? Suona, rintocca, ecc…

Altro materiale per imparare a leggere le ore qui:
http://www.lapappadolce.net/category/matematica/orologio/

 

Impariamo a leggere l’orologio

Impariamo a leggere l’orologio. Per imparare a leggere le ore ho trovato molto utili questi orologi formati da due cerchi concentrici: in quello interno le ore, in quello esterno i minuti.

Puoi scaricare o stampare gli orologi  qui: http://www.time-for-time.com/printableclock.htm

L’orologio grande può essere incollato su una tavoletta di legno e con una puntina si possono inserire le lancette delle ore e dei minuti,

mentre con gli orologi piccoli si possono inventare tantissime attività:

 

strisce del tempo, lapbooks, dettati delle ore, giochi a schede…

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

Poesie e filastrocche LE ORE E L’OROLOGIO

Poesie e filastrocche LE ORE E L’OROLOGIO – una collezione di poesie e filastrocche per la scuola d’infanzia e primaria.

Il cucù malato
C’è un gran pendolo lassù,
dove vive quel cucù
che ogni giorno col suo verso
dà la sveglia all’universo.
Ma stamane ha il mal di gola,
ha perduto la parola,
e non può cantar l’ora
a chi dorme, a chi lavora;
sorge il sole rosso e giallo,
ma beato dorme il gallo;
con la sua mandolinata
apre il grillo la giornata;
come scocca mezzogiorno,
nonno gufo imbocca il corno;
quando poi la notte cala,
stride allegra la cicala,
e la luna sonnolenta,
chiude gli occhi e si addormenta. (M. Punter)

Senza orologio
Senza orologio s’indovinan l’ore
da certi segni messi dal Signore.
Se cala il sole, si capisce bene
che tra pochi minuti il babbo viene.
Al primo canto ch’esce dal pollaio
si svegliano il pastore e l’operaio.
Quand’entra il sole dalla mia finestra
m’alzo perchè m’aspetta la maestra.
Quando con la cartella a casa torno
è da poco suonato mezzogiorno;
mangio e, quand’ho finito di studiare
scocca l’ora precisa di giocare.
Sempre così: l’ora che fa piacere
suona quand’uno ha fatto il suo dovere.
(F. Socciarelli)

 

 

L’orologio
Trotto sempre: uguale il passo,
e non porto cavaliere.
Ho due lance a bilanciere:
l’una innalzo, l’altra abbasso,
l’una e l’altra incrocio spesso,
l’una corre e l’altra appresso.
E ne roteo un’altra ancora,
che non sa cos’è dimora.
Tondo è il campo della lotta,
bianco e liscio a perfezione,
neri i segni alla mia botta;
trotto e picchio, e non mi scotta
polso e cuor nella tenzone:
chè non ho lancia di cerro,
e nel petto ho un cuor di ferro.
Trotto e picchio: non ho scorte,
ma al mio passo guardan tutti:
ch’io segno, nel cammino
fatto a regola di danza,
per ognuno il suo destino,
per ognuno la speranza. (V. Bosari)

 

 

Il vecchio pendolo
Vecchio pendolo tarlato
è già un secolo che batti
e conosci tanti fatti
del romantico passato;
la tua nenia che non varia
questa notte s’è arrestata,
e l’ho invan ricaricata;
la tua nenia che non varia
s’è spezzata! Ahimè, si sa
ogni cosa quaggiù muore;
del metallico tuo cuore
il tic tac più non s’udrà. (U. Magnani)

L’orologio
Montavo sopra una sedia, poggiavo il mento sul davanzale della finestra, e guardavo l’orologio. Grande, bianco. Un fantasma in forma di disco. Tutt’in giro strani segni, che cominciavano da una semplice asta, poi raddoppiavano, si moltiplicavano, si complicavano… Due lance, una più corta e tocca, l’altra più lunga sottile e ardita, veramente la lancia di un cavaliere paladino, infisse al centro del disco, si spostavano lungo la periferia tra quei segni. La minore… si spostava con molta lentezza; svogliata, riluttante a seguire lo slancio dell’altra, l’arma bellissima del guerriero, che a scatti e salti inseguiva quei segni e a uno a uno li superava, senza mai inciampare.
(M. Saponaro)

 

Poesie e filastrocche LE ORE E L’OROLOGIO – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

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