Gioco della fattoria Montessori: la mia versione stampabile completa di tutti gli elementi (attrezzi, personaggi, animali, elementi architettonici,…) e dei cartellini per gli esercizi coi simboli grammaticali.
Gioco della fattoria Montessori
La fattoria Montessori tradizionale è un materiale piuttosto costoso, ma così versatile ed utile che non bisogna farsi scoraggiare. Naturalmente la versione originale è davvero molto bella, ma ci si può ingegnare in tantissimi modi per allestire una bellissima fattoria. In rete molte mamme blogger si sono cimentate nell’impresa (consiglio la ricerca nel web per “Montessori grammar farm”).
Set di animali della fattoria di plastica o legno si trovano facilmente, a varie fasce di prezzo. Per gli elementi architettonici si trovano delle bellissime soluzioni in cartone, molto economiche, ad esempio:
Non proprio economici, ma si possono collezionare un po’ alla volta, ci sono gli elementi della serie “Vita nella fattoria” Schleich, con vari accessori.
La difficoltà, preparando la fattoria in proprio, è quella di dover preparare il materiale di accompagnamento (cartellini dei nomi e delle altre parti del discorso e frasi per l’analisi logica e grammaticale) in base agli elementi presenti nella nostra fattoria.
Per questo ho preparato una fattoria stampabile, da colorare e allestire praticamente a costo zero, con il materiale di accompagnamento pronto.
Basta stampare gli elementi:
Ritagliare lasciando un margine e una base diritta:
Colorare e poi scegliere se incollarli su mattoncini da costruzione di legno o plastica, oppure aggiungere una linguetta in cartone o cartoncino:
Gioco della fattoria Montessori
Il lavoro con la fattoria si abbina all’uso dei simboli grammaticali, per questo la prima serie di cartellini segue i colori dei simboli grammaticali, e non quelli delle scatole grammaticali:
Col metodo Montessori abbiamo a disposizione una vastissima gamma di attività diverse per presentare ai bambini le parti discorso. Alcuni possono essere sorprendenti, e la fattoria è uno di questi.
La fattoria può essere usata nella Casa dei Bambini per il lavoro sull’arricchimento del linguaggio orale, sulla scrittura e la lettura; è utilissima per presentare le parti del discorso sia nella fascia d’età 3-6, sia in quella 6-9 anni; consente di esercitare l’analisi logica e grammaticale.
Userò la fattoria nei prossimi articoli per fare esempi di presentazioni delle parti del discorso, aggiungendo frasi e cartellini per l’analisi logica e grammaticale.
Nomenclature Montessori IL CIBO 3-6 anni in CORSIVO, scaricabili e stampabili in formato pdf. Questa è la versione in corsivo dei pacchetti di nomenclature sul cibo (19 schede per le bevande, 26 schede per la carne, 21 cereali e pane, 6 per i legumi, 15 per salse e condimenti, 19 per erbe aromatiche e spezie, 38 per i dolci, 21 per formaggi e latticini, 34 per la frutta fresca, 14 per frutta secca e semi, 31 per gli ortaggi, 21 per la pasta, 22 per pesci e crostacei, 16 per i piatti unici, 17 per i primi piatti e 30 per i secondi). Ho inoltre raggruppato in un unico pacchetto tutte le 350 schede. Se preferisci utilizzare le schede in stampato minuscolo, le trovi qui: NOMENCLATURE CIBO 3-6 ANNI STAMPATO MINUSCOLO
Le carte delle nomenclature in tre parti per la fascia d’età 3-6 sono formate da: – illustrazione con titolo – illustrazione – titolo.
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Nomenclature IL CIBO 3-6 anni in CORSIVO
Le 350 schede comprendono:
19 BEVANDE: bibite gassate, birra, caffè, cappuccino, succo di carota, frappé di frutta, tè in bustina, tè verde, vino, latte, succo di mandarino, camomilla, centrifugati di verdure, spremuta di arance, succhi di frutta 100%, acqua frizzante, frullato di frutta, succo di pomodoro, acqua naturale.
7 PRIMI PIATTI: lasagne al forno, pastasciutta, polenta, path thailandese, koshari, minestrone, brodo, zuppa di latte di cocco, zuppa di fagioli, passato di verdure, pasta al pesto, pasta alla panna, tortino di quinoa, risotto, pasta al ragù, pasta al pomodoro, gazpacho.
Nomenclature Montessori Nomenclature Montessori IL CIBO 6-9 anni, scaricabili e stampabili in formato pdf. Ho raggruppato in un unico pacchetto tutte le 350 schede delle nomenclature sul cibo pubblicate finora.
Le carte delle nomenclature in tre parti per la fascia d’età 6-9 sono formate da: – illustrazione – titolo – testo descrittivo Per saperne di più puoi leggere qui: nomenclature per la scuola primaria.
19 BEVANDE: bibite gassate, birra, caffè, cappuccino, succo di carota, frappé di frutta, tè in bustina, tè verde, vino, latte, succo di mandarino, camomilla, centrifugati di verdure, spremuta di arance, succhi di frutta 100%, acqua frizzante, frullato di frutta, succo di pomodoro, acqua naturale.
26 CARNE: carne bovina, stinco di maiale, bresaola, selvaggina, carni bianche, pollo, costolette, arrosto di manzo, carne suina, wurstel, prosciutto cotto, spezzatino, cotoletta impanata, speck, tacchino, salsicce, salame, roast beef all’inglese, quaglia, carne trita, pancetta, arista di maiale, hamburger, carne di agnello, stufato di coniglio, prosciutto crudo.
21 CEREALI E PANE: mais, frumento, quinoa, riso, fonio, miglio, orzo, sorgo, avena, segale, grano saraceno, triticale, pane in cassetta, chapati, cracker, crostini di pane, pasta di pane, pane arabo, pretzel, grissini, pane azzimo.
17 PRIMI PIATTI: lasagne al forno, pastasciutta, polenta, path thailandese, koshari, minestrone, brodo, zuppa di latte di cocco, zuppa di fagioli, passato di verdure, pasta al pesto, pasta alla panna, tortino di quinoa, risotto, pasta al ragù, pasta al pomodoro, gazpacho.
30 SECONDI PIATTI: cevapcici, escargot, alloco platano fritto, patatine fritte, germogli di soia, carciofi, peperoni arrostiti, insalata russa, parmigiana, manzo Stroganoff, purè di patate, polpette, hamburger vegetale, anelli di totano, sottaceti, patate arrosto, tartara di carne, bobotie, patate lesse, cotoletta alla milanese, seitan, carpaccio, bistecca, caprese, tofu, uovo alla coque, uovo, uovo alla benedettina, omelette, uovo al tegamino.
Nomenclature Montessori Nomenclature Montessori IL CIBO 3-6 anni stampato minuscolo, scaricabili e stampabili in formato pdf. Ho raggruppato in un unico pacchetto tutte le 350 schede delle nomenclature sul cibo pubblicate finora.
Le carte delle nomenclature in tre parti per la fascia d’età 3-6 sono formate da: – illustrazione con titolo – illustrazione – titolo.
Nomenclature Montessori IL CIBO 3-6 anni stampato minuscolo
PDF qui:
Nomenclature Montessori IL CIBO 3-6 anni stampato minuscolo Le 350 schede comprendono:
19 BEVANDE: bibite gassate, birra, caffè, cappuccino, succo di carota, frappé di frutta, tè in bustina, tè verde, vino, latte, succo di mandarino, camomilla, centrifugati di verdure, spremuta di arance, succhi di frutta 100%, acqua frizzante, frullato di frutta, succo di pomodoro, acqua naturale.
26 CARNE: carne bovina, stinco di maiale, bresaola, selvaggina, carni bianche, pollo, costolette, arrosto di manzo, carne suina, wurstel, prosciutto cotto, spezzatino, cotoletta impanata, speck, tacchino, salsicce, salame, roast beef all’inglese, quaglia, carne trita, pancetta, arista di maiale, hamburger, carne di agnello, stufato di coniglio, prosciutto crudo.
21 CEREALI E PANE: mais, frumento, quinoa, riso, fonio, miglio, orzo, sorgo, avena, segale, grano saraceno, triticale, pane in cassetta, chapati, cracker, crostini di pane, pasta di pane, pane arabo, pretzel, grissini, pane azzimo.
17 PRIMI PIATTI: lasagne al forno, pastasciutta, polenta, path thailandese, koshari, minestrone, brodo, zuppa di latte di cocco, zuppa di fagioli, passato di verdure, pasta al pesto, pasta alla panna, tortino di quinoa, risotto, pasta al ragù, pasta al pomodoro, gazpacho.
30 SECONDI PIATTI: cevapcici, escargot, alloco platano fritto, patatine fritte, germogli di soia, carciofi, peperoni arrostiti, insalata russa, parmigiana, manzo Stroganoff, purè di patate, polpette, hamburger vegetale, anelli di totano, sottaceti, patate arrosto, tartara di carne, bobotie, patate lesse, cotoletta alla milanese, seitan, carpaccio, bistecca, caprese, tofu, uovo alla coque, uovo, uovo alla benedettina, omelette, uovo al tegamino.
Nomenclature Montessori IL CIBO 3-6 anni stampato minuscolo
Nomenclature Montessori SECONDI PIATTI disponibili nella versione per bambini dal 3 ai 6 anni, e per bambini dai 6 ai 9, con libretto di accompagnamento, scaricabili e stampabili in formato pdf.
Le carte delle nomenclature in tre parti per la fascia d’età 3-6 sono formate da: – illustrazione con titolo – illustrazione – titolo. Le carte delle nomenclature in tre parti per la fascia d’età 6-9 sono formate da: – illustrazione – titolo – testo descrittivo e sono accompagnate da un libretto con gli stessi contenuti delle carte, che può essere arricchito dal bambino ed essere usato per approfondire attraverso il lavoro di ricerca. Per saperne di più puoi leggere qui:
Per la scelta degli oggetti, ho tenuto conto di quelli che possono essere quelli più conosciuti dai bambini, quelli che possono stimolare ulteriori lavori di ricerca e, per tutte le nomenclature attinenti al cibo, ho anche scelto di inserire prodotti di altre culture. Per i SECONDI PIATTI ho preparato questo elenco:
Nomenclature Montessori SALSE E CONDIMENTI disponibili nella versione per bambini dal 3 ai 6 anni, e per bambini dai 6 ai 9, con libretto di accompagnamento, scaricabili e stampabili in formato pdf.
Le carte delle nomenclature in tre parti per la fascia d’età 3-6 sono formate da: – illustrazione con titolo – illustrazione – titolo. Le carte delle nomenclature in tre parti per la fascia d’età 6-9 sono formate da: – illustrazione – titolo – testo descrittivo e sono accompagnate da un libretto con gli stessi contenuti delle carte, che può essere arricchito dal bambino ed essere usato per approfondire attraverso il lavoro di ricerca. Per saperne di più puoi leggere qui:
Per la scelta degli oggetti, ho tenuto conto di quelli che possono essere quelli più conosciuti dai bambini, quelli che possono stimolare ulteriori lavori di ricerca e, per tutte le nomenclature attinenti al cibo, ho anche scelto di inserire prodotti di altre culture. Per SALSE E CONDIMENTI ho preparato questo elenco:
salse chutney
guacamole
hummus
senape
olio d’oliva
passata di pomodoro
salsa tzatziki
maionese
salsa verde
aceto balsamico
aceto
pesto genovese
ketchup
sale da cucina
salsa di soia
Nomenclature Montessori SALSE E CONDIMENTI
NOMENCLATURE IN TRE PARTI – SALSE E CONDIMENTI – 3-6 anni
NOMENCLATURE IN TRE PARTI e LIBRETTO – SALSE E CONDIMENTI – 6-9 anni
Nomenclature Montessori SALSE E CONDIMENTI
ISTRUZIONI
La mia stampante è in bianco e nero, ma consiglio di stampare a colori. Per il libretto ritagliate le pagine seguendo i tratteggi:
piegate ogni striscia così, per ottenere pagine stampate fronte/retro:
rilegate. Io ho usato la foratrice per spirali:
Nomenclature Montessori SALSE E CONDIMENTI
Se preferite realizzare il materiale in proprio, questo è il contenuto:
SALSE E CONDIMENTI La salsa può essere una preparazione di cucina o di pasticceria, formata da un legante e da un sapore, di consistenza pastosa, cremosa o semiliquida. Serve ad accompagnare carni, pesci, pasta, verdure, e per dare sapore e condire i piatti. Il nome deriva dal latino salsus, che significa salato, perchè il sale è il condimento base di ogni alimento. Un condimento è una qualsiasi sostanza utilizzata in cucina per insaporire gli alimenti. Per la maggior parte i condimenti sono di origine vegetale, ma possono anche essere di origine animale (ad esempio il brodo di carne) o minerale (ad esempio il sale).
SALSE CHUTNEY E’ una famiglia di salse tipiche della cucina sud asiatica, a base di spezie, verdure e frutta. Servono a condire i piatti a base di carne, riso e le verdure. Possono essere fatte, ad esempio, con mango e zenzero; con mango, cipolla e peperoncini; con cocco e zenzero, con menta e yogurt, ecc…
GUACAMOLE E’ una salsa di origine messicana a base di avocado, che risale al tempo degli Aztechi. Si prepara con avocado, succo di lime, sale e pepe. Il suo nome significa ‘avocado molle’.
HUMMUS E’ una salsa a base di pasta di ceci e pasta di semi di sesamo (tahin), olio di semi, aglio e succo di limone. E’ molto usata in tutti i paesi arabi e nella cucina israeliana.
SENAPE E’ una salsa cremosa che si prepara con il semi polverizzati della pianta della senape, e che serve ad insaporire le carni e a condire le insalate. In Francia e Gran Bretagna è chiamata mostarda. In Giappone è chiamata karashi. Ne esistono di dolci e di molto piccanti.
OLIO D’OLIVA Quello che usiamo per cucinare e condire è più propriamente chiamato extra-vergine. E’ composto per il 99% di grassi e contiene molte vitamine e acidi grassi. Si usa per condire a crudo, per friggere, per conservare gli alimenti.
PASSATA DI POMODORO Anche detta salsa o conserva, è una salsa ottenuta dalla cottura dei pomodori che vengono poi passati con uno strumento che schiaccia la polpa eliminando bucce e semi. Si utilizza per preparare tantissimi sughi diversi, usati soprattutto per la pasta, ma non solo.
SALSA TZATZIKI E’ una salsa molto usata nei Paesi slavi e in Grecia. Si prepara con yogurt di pecora o capra, polpa di cetrioli, aglio, sale e olio d’oliva. Salse simili si usano anche in Iraq e Turchia. E’ un condimento equilibrato e non grasso.
MAIONESE E’ una salsa cremosa, di colore bianco o giallo pallido, formata dall’emulsione di acqua, tuorlo d’uovo e olio. Si aromatizza con succo di limone o aceto e sale. E’ tipica della cucina francese. E’ un alimento molto calorico ed è meglio non abusarne. Contiene molti grassi e proteine. Quella industriale inoltre contiene addensanti e conservanti e ingredienti liofilizzati e non freschi.
SALSA VERDE E’ un condimento a base di prezzemolo, capperi, acciughe e olio d’oliva. E’ un condimento tipico della cucina ligure, usato per accompagnare secondi piatti a base di carne (soprattutto il bollito misto) o di pesce.
ACETO BALSAMICO Tipico di Modena e Reggio Emilia, si presta ad essere usato un po’ su tutto: dall’antipasto al dolce. Si ottiene dalla fermentazione del mosto cotto, che viene poi fatto invecchiare all’interno di speciali botti, le acetaie. L’invecchiamento dura dai 12 anni fino ai 50, per questo si tratta di prodotti molto costosi. L’aceto balsamico a basso prezzo, invece, è in genere fatto con normale aceto di vino con l’aggiunta di caramello, conservanti, coloranti e aromi.
ACETO E’ il liquido acido che si produce nelle bevande alcoliche (vino, sidro, idromele), nel riso, nei malti e nella frutta, grazie all’azione di particolari batteri. Questi batteri trasformano l’alcol in acido acetico. Si usa per condire insalate e pesce e per marinare le carni. Nelle pulizie domestiche, è un ottimo sgrassatore.
PESTO GENOVESE E’ un condimento molto energetico, ricco di grassi di buona qualità e proteine, con pochi carboidrati. E’ tipico della Liguria e si prepara con basilico, pinoli, aglio, sale, parmigiano, pecorino sardo e olio extravergine d’oliva. Si usa per condire la pasta, tradizionalmente le trofie e le trenette.
KETCHUP E’ una salsa agrodolce che, anche se ci fa pensare agli USA, è nata in Malesia. Si prepara con pomodoro passato, zucchero, spezie e aceto. E’ una salsa con pochi grassi, facile da fare in casa e poco elaborata.
SALE DA CUCINA Per gli antichi Romani il sale era molto prezioso, e chiamarono salario la paga che davano ai legionari (e ancora oggi chiamiamo salario la paga dei lavoratori). Il sale contiene sodio, che è un minerale essenziale per il nostro organismo, ma non bisogna abusarne, perchè sia la mancanza di sodio sia l’eccesso provocano danni alla salute. Un adulto non dovrebbe assumere più di 6 grammi di sale al giorno.
SALSA DI SOIA Chiamata shoyu in cinese, è una salsa fermentata che si ottiene con soia, grano tostato, acqua, sale e koji (un fungo). E’ ricca di antiossidanti e molto saporita, pur non essendo grassa. Non bisogna però abusarne perchè contiene molto sale.
Nomenclature Montessori PRIMI PIATTI disponibili nella versione per bambini dal 3 ai 6 anni, e per bambini dai 6 ai 9, con libretto di accompagnamento, scaricabili e stampabili in formato pdf.
Le carte delle nomenclature in tre parti per la fascia d’età 3-6 sono formate da: – illustrazione con titolo – illustrazione – titolo. Le carte delle nomenclature in tre parti per la fascia d’età 6-9 sono formate da: – illustrazione – titolo – testo descrittivo e sono accompagnate da un libretto con gli stessi contenuti delle carte, che può essere arricchito dal bambino ed essere usato per approfondire attraverso il lavoro di ricerca. Per saperne di più puoi leggere qui: nomenclature per la scuola primaria.
Nomenclature Montessori PRIMI PIATTI
Per la scelta degli oggetti, ho tenuto conto di quelli che possono essere quelli più conosciuti dai bambini, quelli che possono stimolare ulteriori lavori di ricerca e, per tutte le nomenclature attinenti al cibo, ho anche scelto di inserire prodotti di altre culture. Per i PRIMI PIATTI ho preparato questo elenco:
lasagne al forno
pastasciutta
polenta
path thailandese
koshari
minestrone
brodo
zuppa di latte di cocco
zuppa di fagioli
passato di verdure
pasta al pesto
pasta alla panna
tortino di quinoa
risotto
pasta al ragù
pasta al pomodoro
gazpacho
Nomenclature Montessori PRIMI PIATTI
NOMENCLATURE IN TRE PARTI – PRIMI PIATTI – 3-6 anni
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Nomenclature Montessori PRIMI PIATTI NOMENCLATURE IN TRE PARTI – PRIMI PIATTI – 6-9 anni
LIBRETTO PER LE NOMENCLATURE 6-9 anni PRIMI PIATTI
Nomenclature Montessori PRIMI PIATTI ISTRUZIONI
La mia stampante è in bianco e nero, ma consiglio di stampare a colori. Per il libretto ritagliate le pagine seguendo i tratteggi:
piegate ogni striscia così, per ottenere pagine stampate fronte/retro:
rilegate. Io ho usato la foratrice per spirali:
Nomenclature Montessori PRIMI PIATTI
Se preferite realizzare il materiale in proprio, questo è il contenuto:
ZUPPA DI FAGIOLI E’ una tipica ricetta povera della tradizione italiana, a base di fagioli. Esistono molte varianti regionali: la zuppa di farro e fagioli (Toscana); la zuppa di fagioli con le cotiche (Lazio); ecc. La ricetta è nata come piatto povero contadino, che veniva preparato al mattino e messa a cuocere a fuoco lento, prima di uscire di casa per il lavoro nei campi. Si possono cucinare in zuppa anche tutti gli altri legumi: ceci, piselli, fave, ecc.
LASAGNE AL FORNO Si preparano con una sfoglia di pasta, quasi sempre all’uovo, tagliata in fogli rettangolari, che vengono bolliti e scolati e poi si dispongono in una teglia da forno a strati, alternati ai condimenti. Almeno l’ultimo strato è di solito ricoperto di besciamella. Si preparano con ragù di carne, verdure, formaggi, a seconda del gusto. Il tutto viene cotto in forno e poi si mangia a fette.
GAZPACHO Nella cucina spagnola è una zuppa fredda a base di verdure crude, tipica delle regioni calde del sud come l’Andalusia. Si prepara con peperoni, pomodori, cetrioli, cipolla ed erbe aromatiche. All’ultimo momento può essere aggiunto del ghiaccio tritato o a cubetti.
POLENTA E’ un antichissimo piatto di origine italiana a base di farina di cereali. E’ stato per secoli l’alimento base della popolazione povera in molte regioni italiane, soprattutto al nord. Il cereale più usato è il mais, importato in Europa dalle Americhe nel XV secolo, che le dà il tipico colore giallo. Prima si faceva con farro, segale o grano saraceno ed era scura. Simili alla polenta italiana sono il funchi (Antille), a base di mais e consumato al posto del pane; l’umutsima del Burundi, fatta con farina di manioca; la polenta di miglio del Burkina Faso.
PASTASCIUTTA Il termine pasta è spesso usato come abbreviazione dell’italiano pastasciutta, ed indica un piatto dove la pasta alimentare è l’ingrediente principale, accompagnato da una salsa o un sugo o un altro condimento di qualsiasi tipo. La pasta si cuoce in acqua salata in ebollizione, poi viene scolata e condita. Le ricette italiane di pastasciutta più famose sono: alla carbonara, allo scoglio, al ragù, al pesto, al pomodoro, all’amatriciana.
PHAD THAILANDESI I phad (o phat) sono larghi tagliolini di farina di riso, tipici della cucina thailandese. Dopo la bollitura, si condiscono in padella con uova, salsa di soia, germogli di soia, gamberi, pollo e spezie.
KOSHARI E’ un primo piatto tipico egiziano.Si prepara con riso, pasta, lenticchie, ceci, aglio egiziano, aceto e salsa di pomodoro speziata. Il tutto è guarnito con cipolle fritte.
MINESTRONE E’ una minestra in brodo con molte verdure, e può essere completato con pasta o riso. Tra gli ingredienti più comuni ci sono fagioli, cipolle, carote, sedano, patate e pomodori. L’insieme delle verdure pulite e tagliate per il minestrone, crude e non condite, viene anche venduto come prodotto congelato.
BRODO E’ un preparato liquido ottenuto dalla cottura di carni, verdure o pesce, con l’aggiunta di spezie, sale ed erbe aromatiche. Si usa per preparare minestre, salse e per cuocere il risotto.Per quello di carne di solito si usano manzo o pollame. Per quello di pesce si usano saraghi, gallinelle o scorfani con verdure. Quello vegetale è il più digeribile, e per questo si usa nello svezzamento dei neonati.
ZUPPA DI LATTE DI COCCO E’ un primo piatto tipico thailandese che si prepara con latte di cocco e verdure, o anche con carne di pollo o pesce. Alcune varianti hanno un sapore delicato, altre sono molto piccanti.
TORTINO DI QUINOA La quinoa è un cereale tipico del Sud America, anche se non appartiene alla famiglia delle graminacee. Essendo priva di glutine, è molto apprezzata in tutto il mondo perchè può essere consumata anche dai celiaci. Intera si presta ad essere usata per cucinare tortini o sformati con verdure, carni e formaggi.
PASSATO DI VERDURE E’ una crema preparata con verdure passate o frullate che si può preparare in molti modi. Si può mangiare da solo o accompagnandolo a crostini di pane. Si può preparare con molte verdure miste, come il minestrone, oppure con una sola. Viene anche chiamata vellutata.
RISOTTO E’ un primo piatto tipico della cucina italiana. Il particolare tipo di cottura fa addensare l’amido contenuto nel riso dando al piatto una consistenza cremosa. I più famosi risotti sono: alla parmigiana, agli spinaci, allo zafferano, mantecato, ai frutti di mare, al radicchio, al latte, risi e bisi.
PASTA ALLA PANNA La panna o crema di latte è la parte grassa del latte, che si ottiene lasciando riposare il latte fresco e aspettando il galleggiamento della parte grassa, che è più leggera.La panna da cucina si può usare anche per condire la pastasciutta, da sola o con cubetti di prosciutto cotto.
PASTA AL RAGÙ La parola ragù si riferisce a un sugo a base di carne, cotto per molte ore a fuoco basso e preparato con molti ingredienti. Il termine deriva dal francese ragout, che significa risvegliare l’appetito. Nella cucina italiana i più famosi ragù sono quello alla bolognese e quello napoletano. Per quello alla bolognese si usa carne trita, mentre per quello alla napoletana si usa carne a pezzetti, che viene spesso tolta a cottura ultimata.
PASTA AL POMODORO Il modo più classico di mangiare la pastasciutta è quello di condirla col pomodoro. Si possono usare pomodori freschi oppure la salsa. I pomodori possono essere usati cotti e crudi, conditi con olio d’oliva e profumati con olio d’oliva e basilico, e un po’ di formaggio grana grattugiato.
PASTA AL PESTO E’ una pastasciutta di origine ligure. In Liguria si usano di solito le trenette (anche dette linguine) o le trofie. Le trenette sono simili agli spaghetti, ma sono piatte e non cilindriche. Le trofie somigliano a degli gnocchetti, ma sono sottili e allungate. Il condimento è a base di basilico, olio, formaggio grana e pecorino sardo, pinoli e aglio.
Nomenclature Montessori PIATTO UNICO disponibili nella versione per bambini dal 3 ai 6 anni, e per bambini dai 6 ai 9, con libretto di accompagnamento, scaricabili e stampabili in formato pdf.
Le carte delle nomenclature in tre parti per la fascia d’età 3-6 sono formate da: – illustrazione con titolo – illustrazione – titolo. Le carte delle nomenclature in tre parti per la fascia d’età 6-9 sono formate da: – illustrazione – titolo – testo descrittivo e sono accompagnate da un libretto con gli stessi contenuti delle carte, che può essere arricchito dal bambino ed essere usato per approfondire attraverso il lavoro di ricerca. Per saperne di più puoi leggere qui: nomenclature per la scuola primaria.
Nomenclature Montessori PIATTO UNICO
Per la scelta degli oggetti, ho tenuto conto di quelli che possono essere quelli più conosciuti dai bambini, quelli che possono stimolare ulteriori lavori di ricerca e, per tutte le nomenclature attinenti al cibo, ho anche scelto di inserire prodotti di altre culture. Per la categoria PIATTO UNICO ho preparato questo elenco:
fonduta valdostana
fricase boliviano
cuscus
riso jollof nigeriano
zighinì eritreo
fish burger
prosciutto e melone
paella
pilaf turco
pizza
pulao afghano
insalata di riso
sushi
pollo yassa Senegal
taco messicano
hamburger
Nomenclature Montessori PIATTO UNICO
NOMENCLATURE IN TRE PARTI – PIATTO UNICO – 3-6 anni
Nomenclature e libretto Montessori PIATTO UNICO LIBRETTO e NOMENCLATURE IN TRE PARTI – PIATTO UNICO – 6-9 anni
Nomenclature Montessori PIATTO UNICO ISTRUZIONI
La mia stampante è in bianco e nero, ma consiglio di stampare a colori. Per il libretto ritagliate le pagine seguendo i tratteggi:
piegate ogni striscia così, per ottenere pagine stampate fronte/retro:
Nomenclature Montessori PESCE E CROSTACEI disponibili nella versione per bambini dal 3 ai 6 anni, e per bambini dai 6 ai 9, con libretto di accompagnamento, scaricabili e stampabili in formato pdf.
Le carte delle nomenclature in tre parti per la fascia d’età 3-6 sono formate da: – illustrazione con titolo – illustrazione – titolo. Le carte delle nomenclature in tre parti per la fascia d’età 6-9 sono formate da: – illustrazione – titolo – testo descrittivo e sono accompagnate da un libretto con gli stessi contenuti delle carte, che può essere arricchito dal bambino ed essere usato per approfondire attraverso il lavoro di ricerca. Per saperne di più puoi leggere qui: nomenclature per la scuola primaria.
Nomenclature Montessori PESCE E CROSTACEI
Per la scelta degli oggetti, ho tenuto conto di quelli che possono essere quelli più conosciuti dai bambini, quelli che possono stimolare ulteriori lavori di ricerca e, per tutte le nomenclature attinenti al cibo, ho anche scelto di inserire prodotti di altre culture. Per PESCE E CROSTACEI ho preparato questo elenco:
acciughe
anguilla
aringa
frittura di pesce
caviale
vongole
cozze
triglie
pesce impanato
polpi
seppie
bastoncini di pesce
aragosta
gamberoni
granchio
orata
ostrica
salmone
trota
pesce azzurro
sgombro in scatola
tonno in scatola
Nomenclature Montessori PESCE E CROSTACEI
NOMENCLATURE IN TRE PARTI – PESCE E CROSTACEI – 3-6 anni
Nomenclature Montessori PESCE E CROSTACEI NOMENCLATURE IN TRE PARTI – PESCE E CROSTACEI – 6-9 anni
LIBRETTO PER LE NOMENCLATURE 6-9 anni PESCE E CROSTACEI
Nomenclature Montessori PESCE E CROSTACEI ISTRUZIONI
La mia stampante è in bianco e nero, ma consiglio di stampare a colori. Per il libretto ritagliate le pagine seguendo i tratteggi:
piegate ogni striscia così, per ottenere pagine stampate fronte/retro:
Nomenclature Montessori PASTA disponibili nella versione per bambini dal 3 ai 6 anni, e per bambini dai 6 ai 9, con libretto di accompagnamento, scaricabili e stampabili in formato pdf.
Le carte delle nomenclature in tre parti per la fascia d’età 3-6 sono formate da: – illustrazione con titolo – illustrazione – titolo. Le carte delle nomenclature in tre parti per la fascia d’età 6-9 sono formate da: – illustrazione – titolo – testo descrittivo e sono accompagnate da un libretto con gli stessi contenuti delle carte, che può essere arricchito dal bambino ed essere usato per approfondire attraverso il lavoro di ricerca. Per saperne di più puoi leggere qui: nomenclature per la scuola primaria.
Nomenclature Montessori PASTA
Per la scelta degli oggetti, ho tenuto conto di quelli che possono essere quelli più conosciuti dai bambini, quelli che possono stimolare ulteriori lavori di ricerca e, per tutte le nomenclature attinenti al cibo, ho anche scelto di inserire prodotti di altre culture. Per la PASTA ho preparato questo elenco:
ravioli al vapore
farfalle
gnocchi di patata
timballo
fusilli
mafaldine
cellentani
chifferi rigati
pipe
orecchiette
tagliatelle
ravioli
pasta integrale
penne lisce
soba di grano saraceno
spaghetti di riso
spaetzle
spaghetti
maccheroni
ditalini
tortellini
Nomenclature Montessori PASTA
NOMENCLATURE IN TRE PARTI – PASTA – 3-6 anni
Nomenclature Montessori PASTA NOMENCLATURE IN TRE PARTI e LIBRETTO – PASTA – 6-9 anni
Nomenclature Montessori PASTA ISTRUZIONI
La mia stampante è in bianco e nero, ma consiglio di stampare a colori. Per il libretto ritagliate le pagine seguendo i tratteggi:
piegate ogni striscia così, per ottenere pagine stampate fronte/retro:
Nomenclature Montessori I LEGUMI disponibili nella versione per bambini dal 3 ai 6 anni, e per bambini dai 6 ai 9, con libretto di accompagnamento, scaricabili e stampabili gratuitamente in formato pdf.
Le carte delle nomenclature in tre parti per la fascia d’età 3-6 sono formate da: – illustrazione con titolo – illustrazione – titolo. Le carte delle nomenclature in tre parti per la fascia d’età 6-9 sono formate da: – illustrazione – titolo – testo descrittivo e sono accompagnate da un libretto con gli stessi contenuti delle carte, che può essere arricchito dal bambino ed essere usato per approfondire attraverso il lavoro di ricerca. Per saperne di più puoi leggere qui: nomenclature per la scuola primaria.
Nomenclature Montessori I LEGUMI
Per la scelta degli oggetti, ho tenuto conto di quelli che possono essere quelli più conosciuti dai bambini, quelli che possono stimolare ulteriori lavori di ricerca e, per tutte le nomenclature attinenti al cibo, ho anche scelto di inserire prodotti di altre culture. Per I LEGUMI ho preparato questo elenco:
carruba
ceci
fagioli
lenticchie
piselli
soia
Nomenclature Montessori I LEGUMI
NOMENCLATURE IN TRE PARTI – I LEGUMI – 3-6 anni
NOMENCLATURE IN TRE PARTI e LIBRETTO – I LEGUMI – 6-9 anni
Nomenclature Montessori I LEGUMI ISTRUZIONI
La mia stampante è in bianco e nero, ma consiglio di stampare a colori. Per il libretto ritagliate le pagine seguendo i tratteggi:
piegate ogni striscia così, per ottenere pagine stampate fronte/retro:
Nomenclature Montessori FORMAGGI E LATTICINI disponibili nella versione per bambini dal 3 ai 6 anni, e per bambini dai 6 ai 9, con libretto di accompagnamento, scaricabili e stampabili in formato pdf.
Le carte delle nomenclature in tre parti per la fascia d’età 3-6 sono formate da: – illustrazione con titolo – illustrazione – titolo. Le carte delle nomenclature in tre parti per la fascia d’età 6-9 sono formate da: – illustrazione – titolo – testo descrittivo e sono accompagnate da un libretto con gli stessi contenuti delle carte, che può essere arricchito dal bambino ed essere usato per approfondire attraverso il lavoro di ricerca. Per saperne di più puoi leggere qui: nomenclature per la scuola primaria.
Nomenclature Montessori FORMAGGI E LATTICINI
Per la scelta degli oggetti, ho tenuto conto di quelli che possono essere quelli più conosciuti dai bambini, quelli che possono stimolare ulteriori lavori di ricerca e, per tutte le nomenclature attinenti al cibo, ho anche scelto di inserire prodotti di altre culture. Per FORMAGGI E LATTICINI ho preparato questo elenco:
Bel Paese
stilton
brie
grana padano
yogurt
emmenthal
caprino fresco
feta greca
formaggio stagionato
ricotta
formaggio Piave
gorgonzola
mozzarella
pecorino sardo
provola affumicata
formaggio Asiago
fiocchi di latte
taleggio
tilsit
fontina
stracchino.
Nomenclature Montessori FORMAGGI E LATTICINI
NOMENCLATURE IN TRE PARTI – FORMAGGI E LATTICINI – 3-6 anni stampato minuscolo e corsivo
Nomenclature Montessori FORMAGGI E LATTICINI
NOMENCLATURE IN TRE PARTI e LIBRETTO – FORMAGGI E LATTICINI – 6-9 anni
Nomenclature Montessori FORMAGGI E LATTICINI
ISTRUZIONI
La mia stampante è in bianco e nero, ma consiglio di stampare a colori. Per il libretto ritagliate le pagine seguendo i tratteggi:
piegate ogni striscia così, per ottenere pagine stampate fronte/retro:
Nomenclature Montessori FRUTTA SECCA E SEMI disponibili nella versione per bambini dal 3 ai 6 anni, e per bambini dai 6 ai 9, con libretto di accompagnamento, scaricabili e stampabili in formato pdf.
Le carte delle nomenclature in tre parti per la fascia d’età 3-6 sono formate da: – illustrazione con titolo – illustrazione – titolo. Le carte delle nomenclature in tre parti per la fascia d’età 6-9 sono formate da: – illustrazione – titolo – testo descrittivo e sono accompagnate da un libretto con gli stessi contenuti delle carte, che può essere arricchito dal bambino ed essere usato per approfondire attraverso il lavoro di ricerca. Per saperne di più puoi leggere qui: nomenclature per la scuola primaria.
Nomenclature Montessori FRUTTA SECCA E SEMI
Per la scelta degli oggetti, ho tenuto conto di quelli che possono essere quelli più conosciuti dai bambini, quelli che possono stimolare ulteriori lavori di ricerca e, per tutte le nomenclature attinenti al cibo, ho anche scelto di inserire prodotti di altre culture. Per FRUTTA SECCA E SEMI ho preparato questo elenco:
noci
semi di zucca
pistacchi
pinoli
arachidi
mandorle
nocciole
semi di girasole
datteri
uvetta
frutta secca
caldarroste
castagne
anacardi
Nomenclature Montessori FRUTTA SECCA E SEMI
NOMENCLATURE IN TRE PARTI – FRUTTA SECCA E SEMI – 3-6 anni
Nomenclature Montessori FRUTTA SECCA E SEMI
NOMENCLATURE IN TRE PARTI e LIBRETTO – FRUTTA SECCA E SEMI – 6-9 anni
Nomenclature Montessori FRUTTA SECCA E SEMI
ISTRUZIONI
La mia stampante è in bianco e nero, ma consiglio di stampare a colori. Per il libretto ritagliate le pagine seguendo i tratteggi:
piegate ogni striscia così, per ottenere pagine stampate fronte/retro:
Nomenclature Montessori ERBE AROMATICHE E SPEZIE disponibili nella versione per bambini dal 3 ai 6 anni, e per bambini dai 6 ai 9, con libretto di accompagnamento, scaricabili e stampabili in formato pdf.
Le carte delle nomenclature in tre parti per la fascia d’età 3-6 sono formate da: – illustrazione con titolo – illustrazione – titolo. Le carte delle nomenclature in tre parti per la fascia d’età 6-9 sono formate da: – illustrazione – titolo – testo descrittivo e sono accompagnate da un libretto con gli stessi contenuti delle carte, che può essere arricchito dal bambino ed essere usato per approfondire attraverso il lavoro di ricerca. Per saperne di più puoi leggere qui: nomenclature per la scuola primaria.
Nomenclature Montessori ERBE AROMATICHE E SPEZIE
Per la scelta degli oggetti, ho tenuto conto di quelli che possono essere quelli più conosciuti dai bambini, quelli che possono stimolare ulteriori lavori di ricerca e, per tutte le nomenclature attinenti al cibo, ho anche scelto di inserire prodotti di altre culture. Per ERBE AROMATICHE E SPEZIE ho preparato questo elenco:
basilico
cardamomo
anice stellato
semi di coriandolo
curcuma
erba cipollina
fave di cacao
aglio
prezzemolo
bacche di ginepro
alloro
noce moscata
rosmarino
timo
salvia
pepe
cannella
vaniglia
zenzero
Nomenclature Montessori ERBE AROMATICHE E SPEZIE
NOMENCLATURE IN TRE PARTI – ERBE AROMATICHE E SPEZIE – 3-6 anni stampato minuscolo e corsivo
Nomenclature Montessori ERBE AROMATICHE E SPEZIE
NOMENCLATURE IN TRE PARTI e LIBRETTO – ERBE AROMATICHE E SPEZIE – 6-9 anni
Nomenclature Montessori ERBE AROMATICHE E SPEZIE
ISTRUZIONI
La mia stampante è in bianco e nero, ma consiglio di stampare a colori. Per il libretto ritagliate le pagine seguendo i tratteggi:
piegate ogni striscia così, per ottenere pagine stampate fronte/retro:
Nomenclature Montessori LE BEVANDE disponibili nella versione per bambini dal 3 ai 6 anni, e per bambini dai 6 ai 9, con libretto di accompagnamento, scaricabili e stampabili in formato pdf.
Le carte delle nomenclature in tre parti per la fascia d’età 3-6 sono formate da: – illustrazione con titolo – illustrazione – titolo. Le carte delle nomenclature in tre parti per la fascia d’età 6-9 sono formate da: – illustrazione – titolo – testo descrittivo e sono accompagnate da un libretto con gli stessi contenuti delle carte, che può essere arricchito dal bambino ed essere usato per approfondire attraverso il lavoro di ricerca. Per saperne di più puoi leggere qui: nomenclature per la scuola primaria.
Nomenclature Montessori LE BEVANDE
Per la scelta degli oggetti, ho tenuto conto di quelli che possono essere quelli più conosciuti dai bambini, quelli che possono stimolare ulteriori lavori di ricerca e, per tutte le nomenclature attinenti al cibo, ho anche scelto di inserire prodotti di altre culture. Per le bevande ho preparato questo elenco:
bibite gassate
birra
caffè
cappuccino
succo di carota
frappé di frutta
tè in bustina
tè verde
vino
latte
succo di mandarino
camomilla
centrifugati di verdure
spremuta di arance
succhi di frutta 100%
acqua frizzante
frullato di frutta
succo di pomodoro
acqua naturale
Nomenclature Montessori LE BEVANDE
NOMENCLATURE IN TRE PARTI – BEVANDE – 3-6 anni
Nomenclature Montessori LE BEVANDE
Nomenclature Montessori in tre parti e libretto per le BEVANDE – 6-9 anni
Nomenclature Montessori LE BEVANDE
ISTRUZIONI
La mia stampante è in bianco e nero, ma consiglio di stampare a colori. Per il libretto ritagliate le pagine seguendo i tratteggi:
piegate ogni striscia così, per ottenere pagine stampate fronte/retro:
Nomenclature Montessori I DOLCI disponibili nella versione per bambini dal 3 ai 6 anni, e per bambini dai 6 ai 9, con libretto di accompagnamento, scaricabili e stampabili in formato pdf.
Le carte delle nomenclature in tre parti per la fascia d’età 3-6 sono formate da: – illustrazione con titolo – illustrazione – titolo. Le carte delle nomenclature in tre parti per la fascia d’età 6-9 sono formate da: – illustrazione – titolo – testo descrittivo e sono accompagnate da un libretto con gli stessi contenuti delle carte, che può essere arricchito dal bambino ed essere usato per approfondire attraverso il lavoro di ricerca. Per saperne di più puoi leggere qui: nomenclature per la scuola primaria.
Nomenclature Montessori I DOLCI
Per la scelta degli oggetti, ho tenuto conto di quelli che possono essere quelli più conosciuti dai bambini, quelli che possono stimolare ulteriori lavori di ricerca e, per tutte le nomenclature attinenti al cibo, ho anche scelto di inserire prodotti di altre culture. Per I DOLCI ho preparato questo elenco:
krapfen
caramelle
meringa
moretto
marzapane
cioccolata
bignè fritti
bignè ripieni
croissant
zucchero di canna
torta marmorizzata
torrone
cantuccini
caramelle gommose
tiramisù
crostoli
zucchero raffinato
strudel di mele
rasgulla indiani
puris indiani
burro di arachidi
pancake
crema di nocciole
muffin
marshmallows
macaron
frutta e panna montata
gelatina di frutta
confettura e marmellata
gulab jamun indiani
gelato
ghiacciolo
miele
torta di mele
panna montata
biscotti della fortuna
empanada
crostata
Nomenclature Montessori I DOLCI
NOMENCLATURE IN TRE PARTI – I DOLCI – 3-6 anni
NOMENCLATURE IN TRE PARTI E LIBRETTO – I DOLCI – 6-9 anni
Nomenclature Montessori I DOLCI
ISTRUZIONI
La mia stampante è in bianco e nero, ma consiglio di stampare a colori. Per il libretto ritagliate le pagine seguendo i tratteggi:
piegate ogni striscia così, per ottenere pagine stampate fronte/retro:
Costruire gli alfabeti tattili Montessori (o lettere smerigliate) è davvero semplice. I colori raccomandati sono l’azzurro per le consonanti ed il rosa per le vocali.
Si tratta semplicemente di stampare i caratteri, riportarli sulla carta vetrata, ritagliarli ed incollarli alle schede. Le schede devono essere abbastanza grandi, per rendere agevole la tracciatura del tratto con indice e medio insieme (circa 16x13cm).
Possono essere aggiunte delle freccette per indicare il punto di partenza del percorso da tracciare.
Costruire gli alfabeti smerigliati Montessori per lo stampato minuscolo – Tutorial
Qui trovi le lettere cartamodello che ho preparato ed usato io per costruire l’alfabeto smerigliato:
Stampate, riportate sulla carta vetrata, ritagliate e incollate ai cartoncini: solitamente si incollano le vocali su cartoncino rosa e le consonanti su cartoncino azzurro.
A queste schede ho aggiunto le frecce che indicano la direzione di partenza del movimento di scrittura:
per ulteriori istruzioni sulla costruzione degli alfabeti con le lettere smerigliate vai qui:
Costruire l’alfabeto smerigliato Montessori per il corsivo – tutorial.
Per prima cosa ho preparato le strisce di carta bianca leggera, (normali fogli A4 da stampante o anche carta da quaderno) piegandola in tre per marcare due righe. Così possiamo essere sicuri che le lettere siano proporzionate tra loro e che si possano congiungere, come avviene con la scrittura.
Poi con pennello e tempera rossa ho disegnato le lettere. Ho usato il rosso perchè poi queste sagome non si buttano, ma possono diventare un super economico alfabeto mobile…
Ritagliate le lettere, le ho posizionate a rovescio sul rovescio della carta vetrata, e ho tracciato i contorni.
Quindi ho ritagliato le lettere dalla carta vetrata e le ho incollate su cartoncino rosa per le vocali e azzurro per le consonanti.
Con la matita bianca ho aggiunto le indicazioni del percorso, e per aiutare i bambini a riconoscere le lettere “che salgono” e le lettere che “scendono”, ho anche tracciato a matita la linea di base.
Se preferite usare modelli di lettera stampati invece di scrivere a mano, qui trovate un primo modello, in stampato minuscolo:
e qui l’alfabeto corsivo minuscolo che potete utilizzare sia per l’alfabeto tattile, sia per quello mobile:
Coi modelli di carta avanzati dalla costruzione dell’alfabeto tattile, si può costruire un semplice alfabeto mobile:
Segni di interpunzione col metodo Montessori DUE PUNTI E VIRGOLETTE per introdurre il discorso diretto.
Materiali: – penna nera e rossa, – una striscia di carta bianca – forbici – l’immagine di due orecchie e di due bocche – la frase scelta (nell’esempio Giovanni dice mi piacciono i dinosauri) già scritta in nero, con il due punti, l’iniziale maiuscola e le virgolette acute scritte in rosso.
Segni di interpunzione col metodo Montessori DUE PUNTI E VIRGOLETTE Presentazione:
Invitiamo un gruppo di bambini a partecipare alla lezione e stendiamo un tappeto sul pavimento.
Scriviamo una frase, leggendola mentre scriviamo. Ad esempio: Giovanni dice mi piacciono i dinosauri:
Chiediamo ai bambini: “Quali sono le parole esatte che ha pronunciato Giovanni?”. I bambini risponderanno: “Mi piacciono i dinosauri”.
Tagliamo la frase in queste due parti,
poi diciamo ai bambini: “Ora dobbiamo mettere un segno che ci spieghi che stiamo per ascoltare le parole di Giovanni. Con che cosa ascoltiamo le parole di chi di parla? Sì, con le orecchie”. Poniamo quindi l’immagine di due orecchie poste una sull’altra, sopra il primo segmento di frase:
Chiediamo ora ai bambini: “E che cosa usa, Giovanni, per dirci il suo pensiero? Sì, la bocca. Quindi metteremo una bocca all’inizio di ciò che dice, per indicare l’inizio del suo discorso, così…” “E anche una bocca alla fine del suo discorso, altrimenti non possiamo sapere quando smette di parlarci. Facciamo così:”
“Quando scriviamo, sostituiamo le orecchie con questo segno speciale, che ricorda proprio le orecchie di chi ascolta.” (Aggiungiamo i due punti all’immagine e al primo segmento di frase, con la penna rossa, poi togliamo l’immagine, che metteremo poi accanto al titolo)
“In italiano chiamiamo questo segno ‘due punti’, per indicare la loro forma”. (Mettiamo nella parte superiore del tappeto i cartellini dei titoli per i due punti e l’immagine.)
“Poi sostituiamo la bocca con un altro segno speciale. Quando la persona inizia a parlare, scriviamo così:” (Aggiungiamo con la penna rossa le virgolette alte aperte.)
“E quando la persona termina il suo discorso, scriviamo così:” (Aggiungiamo con la penna rossa le virgolette alte chiuse.)
“Questi segni speciali incorniciano le parole pronunciate da qualcuno, e si chiamano virgolette. Quelle all’inizio sono virgolette aperte e quelle alla fine sono virgolette chiuse”.
Mettiamo nella parte superiore del tappeto i cartellini dei titoli:
“C’è un’altra cosa importante da fare, adesso. Quello che ha detto Giovanni è una frase. Vi ricordate cosa si usa sempre a inizio frase?” I bambini risponderanno che si usa la lettera maiuscola. Correggiamo quindi con la penna rossa, così:
“Questa è la vostra lezione chiave su due punti e virgolette.”
“Le virgolette possono essere scritte come abbiamo fatto noi, oppure anche in questo modo.” (Mettiamo la frase scritta con le virgolette acute sotto la frase costruita durante la lezione.)
“Ora potete registrare la lezione sui vostri quaderni”.
Segni di interpunzione col metodo Montessori DUE PUNTI E VIRGOLETTE Per l’insegnante
In italiano li conosciamo come due punti, per indicare la loro forma, ma il loro uso viene dagli antichi Greci che chiamavano questo segno Kolon (ramo di un albero), perché la parte della frase che li segue è come un ramo che dipende dal tronco dell’albero.
I due punti indicano una pausa di durata uguale a quella del punto e virgola, ed hanno una funzione sintattica ben precisa: segnalare che ciò che segue è un’illustrazione, una spiegazione, una conseguenza di ciò che è stato detto in precedenza. In particolare i due punti si usano: – per introdurre un elenco: nella mia scuola si studiano molte materie: italiano, storia, geografia, matematica, fisica, inglese, educazione fisica. E’ però preferibile che i due punti non separino il verbo dal complemento oggetto o dal soggetto post-verbale, anche se questi sono costituiti da un’enumerazione di cose o persone: nella mia scuola si studiano italiano, storia, geografia, matematica, fisica, inglese, educazione fisica. – per introdurre una spiegazione: ha un progetto molto ambizioso: diventare l’unico proprietario dell’azienda. – in combinazione con le virgolette o i trattini, per introdurre un discorso diretto: gli chiese: “Come ti chiami?” – in alcuni casi, in sostituzione di una congiunzione coordinante o subordinante: sono molto stanco: non esco. Prendi l’ombrello: piove.
I Romani usavano forme curve per rappresentare le labbra. Queste labbra a inizio frase significavano: “sto iniziando”; alla fine significavano: “ho finito”.
Le virgolette delimitano un discorso diretto o una citazione: Mi disse: “Cerca di aiutarlo”. Talvolta vengono usate per dare evidenza a una o più parole, per sottolinearne un particolare significato, per metterne in rilievo la stranezza: il valore “politico” dell’opera d’arte. In questi casi sono più comuni i segni “…”, mentre nei discorsi diretti e nelle citazioni sono più comuni i segni <<…>>; le virgolette semplici ‘…’ vengono invece usate spesso per dare il significato di una parola o di un’espressione: corizza significa ‘raffreddore’.
Segni di interpunzione col metodo Montessori DUE PUNTI E VIRGOLETTE
Segni di interpunzione col metodo Montessori LA VIRGOLA
Materiali – penne nere e rosse – una lunga striscia di carta (fogli da stampante incollati tra loro). E’ importante che la frase possa essere letta dai bambini su un’unica riga orizzontale, senza andare a capo (se è il caso, allineare più tappeti) – forbici – penna nera e rossa.
Segni di interpunzione col metodo Montessori LA VIRGOLA Presentazione
Invitiamo un gruppo di bambini ad unirsi a noi e srotoliamo il tappeto.
Diciamo ai bambini: “Vorrei raccontarvi le cose che mi piacciono” e scriviamo una lunga frase, ripetendo a voce alta mentre scriviamo. Ad esempio “A me piace camminare e leggere e scoprire libri nuovi e ascoltare musica e il gelato al limone e la fotografia e l’acqua frizzante e il mare e bere il tè e i gatti e il cinema.“
Dopo averla scritta, rileggiamo di nuovo la frase e diciamo: “Wow! E’ una frase davvero molto lunga! Chi di voi si ricorda qualcuna delle mie cose preferite?”. (I bambini rispondono)
Ora chiedete loro: “Avete notato qualcosa in questa frase? Qualcosa che continua a ripetersi? “. (I bambini noteranno la ripetizione della congiunzione e).
“Se togliamo tutte le e, possiamo rendere la frase breve. Proviamo.” Quindi iniziamo a tagliare la frase per eliminare tutti le e presenti, tranne l’ultima, dicendo :”Questa ultima e la lasciamo, perchè ci aiuta a capire che siamo alla fine della frase.”
“Adesso, al posto di ogni è che abbiamo tolto, mettiamo un segno speciale. Questo segno si chiama virgola” e segniamo le virgole in rosso.
Leggiamo di nuovo la frase e diciamo ai bambini: “La virgola si usa ogni volta che vogliamo che chi legge faccia una breve pausa. “
La parola virgola deriva dal latino virgula che significa “bastoncino, piccola verga”.
Aggiungere il titolo della lezione sul tappeto dicendo: “Questa è la nostra lezione chiave sulla VIRGOLA”, quindi chiedere ai bambini di registrare la lezione sui loro quaderni, scrivendo in rossole virgole.
Segni di interpunzione col metodo Montessori LA VIRGOLA Per l’insegnante
La virgola indica una pausa breve. I suoi impieghi sono molti e complessi; si usa: – nelle enunciazioni: Maria, Carlo, Giovanni, Gaia, Alma, Sofia, Laura; – negli incisi: Si tratta, lasciamelo dire, di un ottimo lavoro; – prima o dopo i vocativi: Sei sicuro, Antonio, di aver chiuso la finestra? – dopo il vocativo quando si trova in apertura di frase: Antonio, sei sicuro di aver chiuso la finestra? – per separare le proposizioni coordinate introdotte dalle congiunzioni anzi, però, tuttavia: E’ sinceramente pentito, ma non lo vuole ammettere; – tra la proposizione principale e vari tipi di subordinate: Se viene lui, non vengo io. Di norma la virgola non va inserita tra soggetto e predicato e tra predicato e complemento oggetto. Quando però vi sono fenomeni di evidenziazione, che comportano una modifica dell’ordine delle parole, questa norma viene meno e l’inserimento di una virgola serve a segnare la particolare intonazione e la pausa che separa l’elemento evidenziato dal resto della frase: – è davvero bravo, Carlo, a fare le imitazioni (soggetto collocato dopo il predicato); – il treno delle 7 e 50, lo prendo tutte le mattine (dislocazione a sinistra del complemento oggetto); – cerca di dimenticarla, quella brutta esperienza (dislocazione a destra del complemento oggetto).
Segni di interpunzione col metodo Montessori LA VIRGOLA Estensioni
– Dare più frasi che contengono liste come quella presentata nella lezione. I bambini possono lavorare sulla striscia, oppure copiare la frase togliendo tutte le e ad eccezione dell’ultima, e aggiungendo le virgole in rosso.
– Introdurre l’uso della virgola nella data e nella corrispondenza.
– Negli anni successivi si approfondiranno le altre funzioni della virgola, dopo che i bambini avranno avuto varie esperienze con l’analisi logica e del periodo.
Segni di interpunzione col metodo Montessori LA VIRGOLA
Segni di interpunzione col metodo Montessori IL PUNTO ESCLAMATIVO
Materiali – una piccola clava – una perla rossa – penne rosse e nere – strisce di carta bianca
Segni di interpunzione col metodo Montessori IL PUNTO ESCLAMATIVO Presentazione
Invitiamo un gruppo di bambini ad unirsi a noi e srotoliamo il tappeto.
“Nella Preistoria gli uomini vivevano di caccia, e facevano a gara per stabilire chi fosse il più forte, il miglior cacciatore di tutti. Il migliore naturalmente riceveva un premio, ad esempio una bella clava come questa. Allora il vincitore prendeva la sua clava e la alzava verso il cielo, per mostrare di avere un grande potere e anche perchè era felice di avere vinto. E alzando la clava urlava: “Sono il migliore!” oppure “Questa caccia è stata fantastica!”, o magari: “Stasera si fa festa!”.
Scriviamo queste frasi senza punteggiatura e mettiamole sul tappeto:
Chiediamo ai bambini: “Sono frasi?” Leggiamo ad alta voce. Poi chiediamo: “Ci ricordate come si fa a fermare una frase?”, quindi mettiamo una perlina rossa alla fine della prima frase, e segniamo un punto rosso sulle altre due.
Diciamo:”Quando vogliamo mostrare che una frase ha una grande potenza, o grande eccitazione, la fermiamo con un segno che assomiglia a questa clava.”
Mettiamo la clava sopra la perlina rossa della prima frase, e segniamo il punto esclamativo, in rosso, sulle altre due.
Aggiungiamo: “Questo segno rosso che ho fatto si chiama un punto esclamativo. La parola “esclamativo” deriva dalla parola latina “exclamare”, che significa gridare. Quando vogliamo gridare qualcosa usiamo un punto esclamativo. “
“Questa è la nostra lezione chiave sul punto esclamativo. Ora potete registrarla sui vostri quaderni, usando sempre la penna rossa per le maiuscole e per il punto esclamativo.
Il punto esclamativo segue le parole di esclamazione. Anticamente per indicare la sorpresa o la gioia in una frase, si scriveva alla fine di essa la parola latina “IO” che significava “Evviva”. Nel corso del tempo la I si spostò al di sopra della O divenendo così l’asta del punto esclamativo, mentre la O si rimpicciolì trasformandosi in un punto.
Segni di interpunzione col metodo Montessori IL PUNTO ESCLAMATIVO Estensioni
– presentare ai bambini esclamazioni formate da una sola parola (Aiuto! Correte! Evviva! ecc.)
– leggere ai bambini testi che contengano molte esclamazioni prima senza nessuna espressione, poi con grande enfasi.
Segni di interpunzione col metodo Montessori IL PUNTO ESCLAMATIVO Per l’insegnante
Il punto esclamativo indica il tono delle esclamazioni, e in genere delle frasi che esprimono meraviglia, gioia, dolore, ecc. Talvolta per esprimere forte stupore e incredulità, si possono usare insieme il punto interrogativo e il punto esclamativo: Maria e Antonio sono usciti insieme?! Piuttosto raro nello scritto formale e nella prosa letteraria, l’uso combinato o iterato di punti esclamativi e interrogativi è molto frequente nella pubblicità.
Segni di interpunzione col metodo Montessori IL PUNTO ESCLAMATIVO
Segni di interpunzione col metodo Montessori IL PUNTO INTERROGATIVO
Materiali – un amo da pesca (o l’immagine di un amo) – una perlina rossa – penne nere e rosse – strisce di carta bianca.
Segni di interpunzione col metodo Montessori IL PUNTO INTERROGATIVO Presentazione
Invitiamo un gruppo di bambini ad unirsi a noi e srotoliamo il tappeto.
Su una striscia di carta scriviamo una domanda, ad esempio: “Come stai” omettendo il punto.
Diciamo ai bambini: “Vi ricordate la settimana scorsa, quando abbiamo parlato della frase? Come si fa a fermare una frase? » (Con un punto). Aggiungiamo la perla rossa in fondo alla frase:
“Però questo punto, in questa frase, non è del tutto giusto, perchè non si capisce che stiamo facendo una domanda. Fare una domanda è un po’ come pescare: si lancia una domanda e si spera in una risposta, come quando si lancia l’amo e si aspetta il pesce. Allora quando noi diciamo qualcosa e aspettiamo che qualcuno ci risponda, cioè quando facciamo una domanda, usiamo il punto interrogativo, o punto di domanda, che somiglia proprio a un amo da pesca”
Rimuoviamo la perla rossa e scriviamo il punto fermo col pennarello rosso sulla striscia di carta. Poi posizioniamo l’amo sopra al punto, in modo che somigli al punto interrogativo.
Quindi rimuoviamolo e tracciamo il punto interrogativo, sempre in rosso.
Aggiungiamo il cartellino del titolo e dell’etimologia dicendo: “Questa è la nostra lezione chiave sul PUNTO INTERROGATIVO”, quindi chiediamo ai bambini di registrare la lezione sui loro quaderni, scrivendo in rosso il punto interrogativo.
La parola “interrogativo” deriva dal Latino inter (fra) e rogare (domandare). In origine, nei testi latini, le domande erano indicate con la parola QUAESTIO che voleva dire “domanda finale”. Questa parola venne poi abbreviata con QO e per non confondere le due lettere con altre sigle, si cominciò a scrivere la Q sopra la O. Con passare del tempo la O è diventata un punto e la Q venne stilizzata diventando il nostro “?”
Segni di interpunzione col metodo Montessori IL PUNTO INTERROGATIVO Per l’insegnante
Il punto interrogativo indica il tono ascendente dell’interrogazione diretta; si usa perciò alla fine di una domanda.
Segni di interpunzione col metodo Montessori IL PUNTO INTERROGATIVO
Segni di interpunzione col metodo Montessori IL PUNTO FERMO; presentazioni per bambini della scuola primaria, che servono anche a spiegare cos’è la frase.
Segni di interpunzione col metodo Montessori IL PUNTO FERMO Prima presentazione del punto fermo ai bambini (serve anche a spiegare cos’è la frase).
Materiali – un pezzo di spago – una perla rossa – pennarello rosso e nero – strisce di carta
Presentazione
Invitiamo un gruppo di bambini ad unirsi a noi e srotoliamo il tappeto.
Su una striscia di carta scriviamo un soggetto, ad esempio: “tutti i pesci”
Leggere a voce alta e poi chiedere ai bambini: “Secondo voi quello che ho scritto è sufficiente a capire quello che voglio dire? Riuscite a capire cosa sto pensando dei pesci?”
Quindi completare la frase aggiungendo, ad esempio: “vivono nell’acqua”
Leggere tutta la frase e dire: “Ora sì che abbiamo un pensiero completo. Un pensiero completo è un gruppo di parole che insieme hanno un senso. Un pensiero completo si chiama frase. “
Con lo spago incorniciare la frase, per sottolinearne la completezza.
Quindi dire ai bambini: “Ogni volta completiamo una frase, la dobbiamo fermare”. E poniamo la perla rossa al termine della striscia.
Diciamo: “Per fermare la mia frase ho messo questo punto rosso. Tutte le volte che ho terminato una frase devo fare le stessa cosa, mettere un punto. Questo punto si chiama PUNTO FERMO”. Quindi prendiamo di nuovo in mano la perla rossa e facciamo un punto rosso alla fine della frase:
Ora chiediamo ai bambini: “Vi ricordate cosa abbiamo detto delle lettere maiuscole? Quali parole si devono scrivere con la lettere maiuscole? Giusto, la parola che sta all’inizio di una frase”. Col pennarello rosso correggiamo la parola scritta sulla striscia di carta:
Aggiungere il titolo della lezione sul tappeto dicendo: “Questa è la nostra lezione chiave sul PUNTO FERMO”, quindi chiedere ai bambini di registrare la lezione sui loro quaderni, scrivendo in rosso l’iniziale maiuscola e il punto fermo.
Possiamo aggiungere che gli antichi Greci ponevano un cerchio intorno alle frasi, per indicare che lo scrittore con quelle parole era andato intorno a un certo soggetto. Il cerchio poi è diventato un cerchietto piccolo alla fine della frase, ed infine divenne così piccolo da trasformarsi in punto. La parola punto deriva dal latino “punctum” che significa “ridotto al minimo”.
Segni di interpunzione col metodo Montessori IL PUNTO FERMO
Per l’insegnante
Il testo è formato da frasi, che sono delle unità di senso compiuto inserite in una situazione comunicativa. Una frase è composta da una o più proposizioni. La proposizione è un’unità sintattica di base costituita almeno da un soggetto e un predicato. Unendo due o più proposizioni poste sullo stesso piano (coordinate) o ordinate secondo una gerarchia (subordinate) si ottiene una frase complessa o periodo. Una frase può essere costituita da una sola proposizione, e si ha allora la frase semplice; oppure può essere costituita da più proposizioni, e si ha allora la frase complessa o periodo.
Il punto (o punto fermo) indica una pausa lunga e si mette generalmente alla fine di una frase. Se tra due frasi o tra due gruppi di frasi c’è uno stacco molto netto, dopo il punto si va a capo e si comincia con un nuovo capoverso (al quale si può fare maggiore evidenza lasciando uno spazio bianco all’inizio del rigo). Viene usato anche nelle abbreviazioni (ecc. = eccetera; v. = vedi; cfr = confronta). Quando una frase termina con una parola abbreviata, il punto non si scrive perchè già presente nell’abbreviazione.
Segni di interpunzione col metodo Montessori IL PUNTO FERMO
INIZIALE MAIUSCOLA per i nomi propri col metodo Montessori, presentazione ed esercizi. E’ un argomento che prepara i bambini allo studio della punteggiatura ed è adatto anche alla prima classe.
Presentazione delle lettere maiuscole e minuscole
Materiali – cartellini delle lettere maiuscole e cartellini delle lettere minuscole – carta di controllo delle lettere disposte in ordine alfabetico.
– cartelli dei titoli per l’esercizio
Esercizio
Invitare un gruppo di circa cinque bambini alla lezione e srotolare un tappeto.
Distribuire le lettere minuscole tra i bambini, dicendo : “Vi sto dando le lettere minuscole”
Poi dire loro: “Mettiamo queste lettere in ordine. Quale lettera viene prima? “. Cominciare a mettere le lettere, in ordine alfabetico, sul tappeto, dalla lettera a alla lettera z.
Proseguire l’esercizio dicendo: “Ora abbineremo l’alfabeto maiuscolo all’alfabeto minuscolo.”. Poi distribuire le lettere tra i bambini dicendo: “Queste sono le lettere maiuscole”
Indicare ai bambini la prima lettera sul tappeto dicendo: “Questa è la lettera ‘a’ minuscola. Chi ha la ‘A’ maiuscola? “. Se i bambini hanno bisogno di aiuto, possono consultare la tabella di controllo.
Via via i bambini mettono la lettera maiuscola sotto la minuscola corrispondente.
Dire ai bambini: “Questa è la chiave per conoscere le lettere maiuscole” e posizionare i cartelli dei titoli sul tappeto
Ora possiamo dire di piegare lungo la metà verticale una pagina del loro quaderno, e di scrivere sulla prima metà la lettera minuscola, e nell’altra la maiuscola corrispondente. Sarebbe meglio scrivere le minuscole in nero e le maiuscole in rosso.
Una volta completato il lavoro, può essere lasciato in classe per qualche giorno.
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INIZIALE MAIUSCOLA per i nomi propri col metodo Montessori
Presentazione
Materiali – cartellini dei comandi per le lettere maiuscole (trovi i cartellini pronti in formato pdf qui di seguito) – libro delle regole per l’uso della lettera maiuscola – pdf qui:
– strisce di carta bianca – penne di due colori diversi
INIZIALE MAIUSCOLA per i nomi propri col metodo Montessori
Libretto delle regole:
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INIZIALE MAIUSCOLA per i nomi propri col metodo Montessori
Cartellini dei comandi:
tutti scaricabili qui:
cartellini dei comandi per nomi geografici vie e piazze
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cartellini dei comandi per nomi di enti titoli e marchi
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cartellini dei comandi per epoche, mesi, giorni
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cartellini dei comandi per i nomi propri
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cartellini dei comandi per la maiuscola dopo il punto esclamativo
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cartellini dei comandi per la maiuscola dopo il punto interrogativo
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cartellini dei comandi per nomi propri
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cartellini dei comandi per la maiuscola dopo il punto fermo
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Presentazione:
Riuniamo un piccolo gruppo di bambini e diciamo loro che studieremo le lettere maiuscole. Chiediamo quindi ai bambini: “Cos’è una maiuscola?”
Presentiamo ai bambini il Libro delle regole per l’uso della lettera maiuscola. Diciamo loro che non dovranno sapere tutte le regole. Leggiamo la prima regola: “La lettera maiuscola si usa sempre quando si inizia a scrivere e dopo ogni punto fermo”.
Leggiamo degli esempi che dimostrino questa regola, poi chiediamo ai bambini di scrivere delle frasi di esempio sotto dettatura, utilizzando le strisce di carta bianca predisposte e scrivendo le maiuscole in rosso e le minuscole in nero.
A questo punto mostriamo ai bambini i cartellini dei comandi predisposti per questa regola sull’uso della maiuscola. I bambini si eserciteranno individualmente, utilizzando le strisce di carta, o i loro quaderni.
Presentare allo stesso modo tutte le altre regole, con i cartellini dei comandi relativi.
Digrammi e trigrammi col metodo Montessori Qui presento due giochi per lavorare alle difficoltà ortografiche in chiave montessoriana, nell’ambito dello studio delle parole: – I cestini delle difficoltà ortografiche (con cartellini pronti per la stampa in formato pdf) – Le nomenclature per le difficoltà ortografiche (sempre stampabili in pdf).
Digrammi e trigrammi col metodo Montessori
Esercizio 1 I cestini delle difficoltà ortografiche
Materiale occorrente – due alfabeti mobili piccoli in due colori diversi (puoi stamparli da qui) oppure acquistarli
– cestini (o scatoline) contenenti i cartellini delle parole (circa 15 cartellini per cestino al massimo, da variare e riassortire spesso).
Le difficoltà trattate saranno: Cestino 1: CHE CHI Cestino 2: GHE GHI Cestino 3: CIA CIO CIU Cestino 4: GLI Cestino 5: GN Cestino 6: SCE SCI Cestino 7: GLI eccezione (glicerina, glicine, glicemia, anglicano, ganglio, glifo, negligente, negligenza, geroglifico, glissare,…) Cestino 8: CQU QQU
Per ognuna di queste difficoltà ortografiche trovi il materiale pronto da scaricare e stampare gratuitamente in questo articolo.
Presentazione
– Invitiamo i bambini a scegliere uno dei cestini, ad esempio il cestino di gn. Mettiamo il cestino scelto e gli alfabeti mobili sul tappeto.
– Diciamo ai bambini: “Questi cestini contengono parole che hanno suoni speciali. Questi suoni speciali non stanno in una sola lettera, ma in due o in tre. Il cestino che avete scelto, ad esempio, è quello del suono gn. Vi viene in mente una parola che contiene il suono gn?”. Aspettiamo la risposta dei bambini, e se occorre aggiungiamo anche noi qualche parola.
– Chiediamo ad un bambino di prendere i cartellini uno alla volta, e di leggerli a voce alta.
– Decidiamo quale dei due alfabeti mobili vogliamo usare per il suono speciale e scriviamo la combinazione gn in alto al centro del tappeto.
– Ora chiediamo al bambino prendere un cartellino, aprirlo, leggere la parola, richiudere il cartellino e scrivere la parola che ha letto con l’alfabeto mobile.
– Terminata la composizione della parola, invitiamolo a riaprire il cartellino per controllare il suo lavoro.
Estensioni: – Dopo alcuni di questi esercizi il bambino non avrà più bisogno di utilizzare gli alfabeti mobili, e non è un materiale su cui insistere, nella scuola primaria. Presto preferirà scrivere le parole contenute nei cestini su fogli o sul quaderno di grammatica, con penne di due colori.
– Con i cartellini di parole preparati per ogni difficoltà ortografica, possiamo riempire vari cestini con parole diverse, ed i bambini possono anche lavorare in coppia o in piccoli gruppi, aiutandosi a vicenda.
– I bambini possono anche decidere di prepararsi un libretto di difficoltà ortografiche, scrivendo sempre le parole in due colori.
– Incoraggiamo i bambini a scrivere frasi o storie utilizzando le difficoltà ortografiche apprese.
– Lavorando in coppia, i bambini possono dettarsi a vicenda le parole.
Oltre ai cestini ed alle nomenclature per le difficoltà ortografiche, possiamo preparare delle liste di parole che i bambini possono utilizzare per compilare delle rubriche.
Digrammi e trigrammi col metodo Montessori Cartellini pronti per i cestini delle difficoltà ortografiche
Digrammi e trigrammi col metodo Montessori che chi
Digrammi e trigrammi col metodo Montessori sce sci
Digrammi e trigrammi col metodo Montessori ghe ghi
Digrammi e trigrammi col metodo Montessori gli
Digrammi e trigrammi col metodo Montessori gli eccezione
Digrammi e trigrammi col metodo Montessori gn
Digrammi e trigrammi col metodo Montessori cia cio ciu
Digrammi e trigrammi col metodo Montessori cqu qqu
Trovi tutti in file insieme qui:
Digrammi e trigrammi col metodo Montessori Esercizio 2 Le nomenclature per le difficoltà ortografiche
Di seguito trovi tutte le carte delle nomenclature per le difficoltà ortografiche pubblicate finora. Per l’uso di queste carte, trovi tutte le indicazioni utili qui:
Alfabeti mobili Montessori per la scuola primaria pronti per la stampa, in formato pdf.
Nella scuola primaria cominciamo col presentare un alfabeto mobile, con le lettere molto più piccole di quelle usate nella Casa dei bambini, e in corsivo.
In questo alfabeto, tradizionalmente, ci sono 20 esemplari di ogni lettera, mentre prima ce ne erano 4; inoltre ci sono tre alfabeti completi: uno bianco (gesso), uno nero (inchiostro nero), uno rosso (inchiostro rosso). Quindi abbiamo 60 esemplari per ogni lettera dell’alfabeto. Sono inclusi anche tutti i segni di interpunzione: punto, punto e virgola, virgola, accento, apostrofo, punto esclamativo e punto interrogativo. Le lettere sono fatte di cartoncino rigido. Altri esemplari portano invece lettere dell’alfabeto secondo la forma dello stampato, e sono disposte nel casellario secondo l’ordine in cui sono le lettere dell’alfabeto nelle macchine da scrivere.
Gli usi di questo alfabeto nella scuola primaria sono molteplici.
Gli alfabeti mobili usati nella Casa dei bambini sono qui:
Qui di seguito trovi gli alfabeti che ho preparato. Ho scelto i colori nero, rosso e verde (al posto del bianco). Le lettere sono in una copia per alfabeto, di modo che possiate stamparli nelle 20 copie richieste, o nel numero che preferite. Potete scegliere di ritagliare le lettere, oppure di dividerle in caselline. Plastificandole otterrete un materiale più resistente e facile da manipolare.
Imparare a scrivere e leggere dopo i 6 anni col metodo Montessori
Quando i bambini fanno il loro ingresso alla scuola primaria, avviene che alcuni di loro, per varie ragioni, non abbiano acquisito il meccanismo della scrittura e della lettura, o che si trovino ad un livello di sviluppo del linguaggio che richiede interventi di aiuto. Possono esserci, ad esempio, grandi differenze a seconda della scuola d’infanzia di provenienza. Per i bambini che arrivano non pienamente preparati, non si è rivelato efficace cercare di far recuperare loro le esperienze che non hanno avuto presentando tutti i materiali predisposti per la fascia d’età precedente: essi, infatti, hanno superato il periodo in cui l’apprendimento avviene attraverso i canali sensoriali, e trovano questi materiali noiosi. La cosa migliore da fare è tener conto della loro età e fornire gli strumenti di cui necessitano per proseguire nel loro percorso scolastico, il più rapidamente possibile, anche utilizzando i materiali previsti per il periodo 3-6 anni, ma in modo più mirato. Dobbiamo insegnare a questi bambini a leggere e scrivere velocemente.
Spesso questi bambini che arrivano alla scuola primaria senza aver acquisito le competenze necessarie nel campo della lettura e della scrittura, sia perché non sono stati forniti loro gli strumenti, sia perché non sono stati in grado di utilizzarli, soffrono di mancanza di fiducia in se stessi. Questi bambini sono consapevoli del fatto che gli altri bambini possono fare cose importanti che loro non sono ancora in grado di fare. Per questo è necessario mostrare loro in tempi brevi che anche loro sono in grado di leggere e scrivere, e che non c’è nulla che non vada in loro. Gli interventi in questa direzione devono essere immediati, avendo molta cura ad evitare di attirare su di loro l’attenzione della classe. Questi bambini devono prendere parte a tutto ciò che avviene in aula.
Imparare a scrivere e leggere dopo i 6 anni col metodo Montessori
Le grandi lezioni cosmiche, che si svolgono nei primi giorni di scuola, forniscono un grande aiuto, perché tutti insieme possono ascoltare e partecipare alle discussioni ed alle dimostrazioni. Anche se non sanno ancora leggere e scrivere, questi bambini possono consultare i testi lavorando alle immagini ed elaborando i contenuti ricevuti per via orale. Possono, come gli altri, usare la loro immaginazione e le loro capacità di ragionamento.
Come abbiamo già detto, quando un bambino arriva alla scuola primaria senza aver acquisito le competenze di lettura e scrittura previste nel metodo Montessori, il periodo sensibile per la scoperta della lettura e della scrittura è passato. I bambini piccoli, quando imparano a scrivere e leggere, scoprono che i suoni hanno una forma e che si può rendere visibile il linguaggio. I bambini più grandi non si possono collegare al linguaggio scritto attraverso queste scoperte. L’approccio sensoriale che si basa sull’uso dell’alfabeto tattile, ad esempio, funziona a 4 anni, ma non funziona più a 6. L’interesse per le lettere come entità è passato, ed ora le lettere smerigliate e gli alfabeti mobili non hanno nessuna utilità, se cerchiamo di presentarli nello stesso modo che abbiamo utilizzato coi bambini piccoli.
Dobbiamo poi tenere in considerazione che i bambini possono essere arrabbiati e frustrati per il loro non saper leggere, e noi dobbiamo assolutamente stabilire con loro un patto di fiducia e collaborazione, per rendere possibile l’apprendimento in tempi brevi. I bambini devono sentire che noi siamo in grado di aiutarli, che abbiamo degli strumenti specifici e che lavoreremo con lui. Avvicinandoci al bambino con questo atteggiamento, stimoleremo la sua collaborazione, e questa sarà cruciale perché il bambino possa sperimentare un successo pieno in tempi brevi.
Facciamo notare quante cose già sa. Spesso il bambino che non sa leggere pensa: “Ci sono così tante parole, come farò a leggerle tutte?”. Il bambino non deve sentire che il compito è troppo vasto, quindi è buona prassi scomporre il compito in piccoli blocchi.
Il bambino piccolo impara prima a scrivere e poi a leggere, perché quando scriviamo rendiamo visibile il linguaggio, scomponiamo una parola in suoni e rappresentiamo quei suoni con dei simboli. Mettiamo insieme suoni e simboli, ed otteniamo parole e frasi, e così possiamo trasmettere i nostri pensieri agli altri senza parlare. La lettura è tutt’altra cosa: consiste nel conoscere la lingua di qualcun altro, rivela qualcosa che è sconosciuto finché non viene decifrato.
Con i bambini più grandi dobbiamo usare l’approccio opposto, e cioè sviluppare la capacità di lettura prima della capacità di scrittura.
La scrittura richiede l’acquisizione di una serie di abilità: gestire lo strumento di scrittura, padroneggiare il tracciamento delle lettere, coordinare le abilità mentali e manuali. Per questo è più efficace fare in modo che il bambino sia prima in grado di leggere: otterremo risultati in tempi brevi, e poi avremo tutto il tempo di dedicarci alla scrittura e coordinare tra loro le varie abilità.
Imparare a scrivere e leggere dopo i 6 anni col metodo Montessori
Per insegnare la lettura ai bambini, dopo i 6 anni, prenderemo a prestito alcuni materiali usati nella scuola d’infanzia, cioè:
Il lavoro deve essere svolto con lezioni brevi e frequenti: cinque minuti ad inizio mattina, 5 minuti prima del pranzo, 5 minuti dopo il pranzo, 5 minuti prima di andare a casa. Al termine di ognuna di queste brevi lezioni, il bambino dovrà aver ottenuto un piccolo successo. Daremo queste piccole lezioni su un tavolo un po’ appartato, in aula, ad uno o due bambini alla volta. Portiamo sul tavolo gli alfabeti. Nelle prime lezioni l’insegnante dovrà scoprire tutto ciò che i bambini già sanno della lettura e della scrittura, per valorizzarli. Mettendo le lettere di un alfabeto sul tavolo, chiediamo ai bambini di identificare le lettere che conoscono, e diciamo che basterà conoscerne poche altre per saper leggere.
Imparare a scrivere e leggere dopo i 6 anni col metodo Montessori Attività per l’apprendimento della lettura
Queste sono le principali attività legate all’apprendimento della lettura:
Imparare a scrivere e leggere dopo i 6 anni col metodo Montessori Attività 1 con parole di tre e quattro lettere
Scriviamo davanti al bambino, con l’alfabeto mobile o tattile, una parola breve, ad esempio OCA. Tiriamo fuori la O pronunciando il suono, e porla davanti al bambino. Tiriamo fuori la C pronunciando il suono, porla a fianco della O e leggere i due suoni insieme: OC. Tiriamo fuori la A pronunciando il suono, porla accanto ad OC e leggere i tre suoni insieme: OCA. Adesso possiamo giocare con le famiglie di parolesostituendo le consonanti, ad esempio sostituendo al C con la R per trasformare OCA in ORA.
Passare ad altre parole e far notare ai bambini quante parole diverse si possono creare con poche lettere.
Esempi di famiglie di parole: -ASO caso, naso, raso, vaso -ALA cala, gala, pala, sala -ERA cera, nera, pera, sera, vera -TTO atto, etto, otto -ATTO batto, fatto, gatto, matto, patto, ratto, tatto -OTTO botto, cotto, dotto, lotto, motto, sotto, rotto -ETTO detto, getto, letto, netto, petto, retto, tetto -ASSO basso, lasso, masso, passo, sasso, tasso -OSSO dosso, fosso, mosso, posso, rosso -ESA fesa, pesa, resa, tesa (con aggiunta di due lettere iniziali anche chiesa, fresa, presa) -OLO bolo, dolo, molo, nolo, polo, solo, volo (con aggiunta di due lettere iniziali anche ruolo e suolo) -OLLA bolla, colla, folla, molla, zolla ((con aggiunta di due lettere iniziali anche crolla e frolla) -ANA lana, tana, nana, sana, vana (con aggiunta di due lettere iniziali anche liana, Diana, frana, grana, piana, plana) -ENA cena, iena, lena, mena, pena, rena, vena (con aggiunta di due lettere iniziali anche Siena e piena) -INO Dino, fino, Gino, lino, Mino, pino, Nino, tino, vino (con aggiunta di due lettere iniziali anche suino) -ALLO ballo , callo, dallo, fallo, gallo, mallo (con aggiunta di due lettere iniziali anche giallo) -ELLO bello, dello, nello, vello (con aggiunta di due lettere iniziali anche duello e quello) -ENTE dente, gente, lente, mente, sente -AMA dama, fama, lama (con l’aggiunta di due o più lettere anche brama, chiama, squama, trama) -IMA cima, lima, mima, rima (con l’aggiunta di due o più lettere anche clima e prima) -NNO anno, inno, unno (con l’aggiunta di due o più lettere anche cenno, danno, fanno, hanno, nonno, panno, sanno, senno, sonno, tonno, vanno).
Qui trovi le nomenclature per le parole di tre lettere:
Imparare a scrivere e leggere dopo i 6 anni col metodo Montessori Attività 2 con parole di tre e quattro lettere
Scriviamo delle parole, poi giochiamo alle famiglie di parole, ma questa volta sostituendo le vocali.
Imparare a scrivere e leggere dopo i 6 anni col metodo Montessori Attività 3 con parole di tre e quattro lettere
Creiamo una parola alla volta con l’alfabeto mobile. Ogni volta che il bambino legge una parola, trascriviamola su un foglietto rettangolare ed invitiamo il bambino ad illustrare e decorare la scheda.
Attività 4: digrammi e trigrammi Imparare a scrivere e leggere dopo i 6 anni col metodo Montessori
Scrivere le parole con l’alfabeto mobile, utilizzando un colore diverso per i digrammi ed i trigrammi. Pronunciare il fonogramma, poi l’intera parola. Se il bambino non ha già iniziato spontaneamente a copiare le parole sui foglietti, continuiamo a farlo noi per lui. Quando sarà pronto, potrà iniziare a scrivere da solo. Qui trovi elenchi di parole e carte delle nomenclature pronte per alcuni digrammi e trigrammi e difficoltà ortografiche: – cuo quo – qqu cqu – cua qua – gi – ghi – ci – chi – consonanti doppie
Imparare a scrivere e leggere dopo i 6 anni col metodo Montessori Attività 5
Continuiamo con queste piccole lezioni di composizione e lettura, usando via via parole più lunghe.
Imparare a scrivere e leggere dopo i 6 anni col metodo Montessori Attività 6
Scrivere delle parole su cartellini e dividerle a caso con le forbici in modo che il bambino debba ricomporle.
Imparare a scrivere e leggere dopo i 6 anni col metodo Montessori Attività 7
Mescolare sul tavolo una selezione di lettere dell’alfabeto mobile e chiedere al bambino di comporre parole sotto dettatura.
Imparare a scrivere e leggere dopo i 6 anni col metodo Montessori Attività 8
Invitate i bambini a leggere le parole composte.
Imparare a scrivere e leggere dopo i 6 anni col metodo Montessori Attività 9
Mostriamo al bambino un’immagine e chiediamogli di raccontarcela. Scriviamo su di un foglietto una o due frasi, che ci vengono dettate dal bambino. Il bambino avrà sicuramente successo nel rileggerlo, perché ne conosce già il contenuto. Noi continuiamo a costruire le competenze dei bambini proprio su questi piccoli successi.
Imparare a scrivere e leggere dopo i 6 anni col metodo Montessori Attività 10
Prepariamo cartellini di parole e frasi in un cestino, per la lettura. Cambiamo spesso l’assortimento.
Tutti i materiali usati per il recupero delle competenze di lettura e scrittura devono essere considerati temporanei, ed essere rimossi quando i bambini non ne hanno più bisogno. Continuare con le brevi lezioni indicate, finché il bambino non è in grado di leggere e scrivere, ma non forzare la lettura di libri, soprattutto a voce alta, perché per il bambino è molto frustrante non riuscire a leggere più di due o tre parole senza inciampi.
Una volta che i bambini hanno imparato a leggere, e questo avviene con una certa facilità, la vera difficoltà con la quale si dovranno misurare è la pratica della scrittura, la calligrafia. Per questo può essere d’aiuto tracciare le lettere smerigliate con indice e medio, e fare un po’ di questi esercizi mentre si scrivono le prime parole ed i primi pensieri.
Appena possibile i bambini cominceranno a scrivere frasi proprie e poi storie. Questi bambini, mentre ricevono gli aiuti speciali di cui hanno bisogno, partecipano a tutte le attività che si svolgono in classe, in particolare, nei primi giorni di scuola, alle lezioni dell’educazione cosmica.
Imparare a scrivere e leggere dopo i 6 anni col metodo Montessori Attività per l’apprendimento della scrittura
Queste sono le principali attività legate all’apprendimento della scrittura:
Imparare a scrivere e leggere dopo i 6 anni col metodo Montessori Attività 1 Mostriamo ai bambini come utilizzare indice e medio insieme per tracciare le lettere smerigliate. Dopo averle tracciate sulla scheda, tracciarle nell’aria e scriverle alla lavagna o sulla lavagna di sabbia. Per saperne di più leggi qui:
Imparare a scrivere e leggere dopo i 6 anni col metodo Montessori Attività 2 Facendo riferimento alle schede delle lettere smerigliate, i bambini scrivono le lettere su carta liscia (non a righe) nella grandezza che preferiscono. I bambini possono esercitarsi a scrivere le lettere in dimensioni e colori vari.
Imparare a scrivere e leggere dopo i 6 anni col metodo Montessori Attività 3 Continuando a fare riferimento alle lettere smerigliate, cominciare a scrivere su fogli a righe, prima le lettere singole, poi le prime parole.
Imparare a scrivere e leggere dopo i 6 anni col metodo Montessori
Stili letterari e scrittura creativa secondo il metodo Montessori.Quando parliamo di stile di scrittura, dobbiamo sempre tenere presente che il nostro compito di educatori è sviluppare la personalità del bambino, non soltanto il suo linguaggio: la lingua è l’espressione della persona. Per questo è importante, nella scuola primaria, lavorare sulla lingua attraverso un fare sempre nuove scoperte, e non soltanto attraverso la lettura e la scrittura.
Possiamo definire lo stile come il modo che usiamo per rappresentare noi stessi al mondo. La parola stile deriva dal latino stylus, stilo, che era lo strumento utilizzato per scrivere. Lo stile è dunque il modo in cui si esprime il proprio pensiero nel linguaggio scritto e verbale, selezionando ed organizzando le parole in un modo piuttosto che in un altro. Lo stile riguarda tutte le componenti che riguardano la forma, e non il contenuto del pensiero espresso.
Nella scuola primaria lo stile viene preso in considerazione da due punti di vista, cioè la scrittura del bambino e la letteratura: la scrittura del bambino, perché vogliamo che essa sia piacevole all’orecchio, e non soltanto grammaticalmente corretta; la letteratura in quanto è possibile analizzarla ed operare confronti tra autori diversi.
Lo stile di scrittura deve essere legato al contesto, cioè deve adattarsi al tema. Lo stile dovrebbe essere scelto in base al tipo di lavoro che si intende sviluppare: narrativa, saggistica, prosa, racconti, poesie, testi teatrali, discorsi, articoli giornalistici.
La buona scrittura deve essere grammaticalmente corretta, chiara e appropriata al soggetto.
Fino ai sei anni, nella fase di apprendimento del meccanismo, il lavoro del bambino deve essere guardato con fiducia e rispetto, perché le critiche possono interferire con il suo normale sviluppo. Soltanto se il bambino stesso si mostra insoddisfatto dei propri risultati, ed è lui a chiedervi aiuto, ha senso fornirgli consigli e pensare a lavori individualizzati che possano aiutarlo a superare le difficoltà.
Quando il bambino è in possesso dei meccanismi della lettura e della scrittura ed arriva alla scuola primaria, cominciamo a considerare anche l’aspetto dello stile.
Innanzitutto dobbiamo aiutarlo ad esprimersi con il suo proprio stile, uno stile che sia espressione di sé e che sia, contemporaneamente, chiaro e bello.
Un grande aiuto deriva dalle audizioni, cioè dalle letture a voce alta fatte in classe dall’insegnante. Attraverso questo importante strumento, i bambini hanno la possibilità di entrare in contatto con una grande varietà di autori diversi, e diventano consapevoli delle differenze di stile che esistono tra di loro; imparano a sentire che ogni persona ha il proprio modo di esprimersi.
Questo è il primo passo per fare in modo che il bambino sviluppi il proprio stile di scrittura, e che apprezzi gli stili degli altri. Selezionare per i bambini letteratura di qualità è uno dei modi migliori per aiutare i bambini ad apprezzare lo stile. Quando leggiamo ai bambini, dovremmo essere sicuri di aver scelto stili di scrittura differenti, testi provenienti da diversi periodi della letteratura italiana e mondiale.
La scrittura del bambino deve essere grammaticalmente corretta, chiara, ed appropriata al tema.
Nello svolgersi dell’anno scolastico si lavora molto alla grammatica, attraverso il programma di psicogrammatica. Questa materia non è rigidamente separata dalle altre, ed è portata ai bambini come qualcosa di vivente, come vivente è la lingua. La grammatica fluisce attraverso l’espressione, e non è legata alla memorizzazione di elenchi di regole. Un grande aiuto lo ricaviamo dai materiali montessoriani, primi fra tutti i simboli grammaticali, di cui parleremo approfonditamente nei prossimi articoli. Lavorando con questi materiali, i bambini imparano a vedere le strutture, i modelli che stanno nascosti nelle nostre frasi.
La chiarezza di espressione è una qualità che va coltivata. Per prima cosa, se un bambino non ha pensieri chiari, non saranno chiare le sue espressioni. Lavorare con i materiali dell’analisi grammaticale e dell’analisilogica, manipolando frasi composte e complesse, aiuta molto i bambini a conseguire una buona chiarezza espressiva. Per questo motivo non è affatto prematuro introdurre i simboli già da quando i bambini cominciano a scrivere e leggere.
All’interno del programma di psicogrammatica, ci sono delle sezioni che aiutano molto i bambini a sviluppare consapevolezza e sensibilità verso lo stile di scrittura:
analisigrammaticale: oltre ai simboli grammaticali, cui abbiamo già accennato e che servono a rivelare visivamente i modelli linguistici, abbiamo a disposizione le scatole grammaticali, che in particolare lavorando alle permutazioni tra le parti del discorso danno importanti informazioni ai bambini sull’importanza della sintassi. Altro materiale interessante è quello dei cartellini dei comandi per le parti del discorso: quando ad esempio iniziano a lavorare con questi cartellini alle coniugazioni verbali, acquisiscono grandi abilità nelle concordanze soggetto – predicato verbale.
analisi logica: attraverso l’analisi logica i bambini vedono come le frasi variano in lunghezza e complessità di pensiero. Analizzando pensieri e frasi altrui, si accorgono che la chiarezza dipende non soltanto dalla scelta delle parole, ma anche dalla struttura in cui vengono inserite. I bambini vedono come frasi variano in lunghezza e complessità del pensiero. Un approccio organizzato e logico al linguaggio dà gli strumenti per un’efficace auto-espressione.
studio della parola: lo studio della parola contribuisci ad arricchire il vocabolario dei bambini ed a renderlo più specifico, rendendo la scrittura più chiara e precisa.
Oltre ad essere chiaro, lo stile di scrittura deve essere adeguato al contenuto dello scritto. Come già detto, i bambini devono usare uno stile che metta in evidenza il significato che vogliono trasmettere, e deve al tempo stesso riflettere la personalità di chi scrive.
Per sostenerlo in questo aspetto della scrittura, è importante che il bambini legga i propri testi in prosa e in poesia ai compagni, in modo da tenere sempre vivo il confronto.
Per quanto riguarda le letture individuali, è importante che, soprattutto con i primi libri, i bambini sentano la lettura come un piacere, per questo motivo non dobbiamo imporre loro di terminare tutti i libri che iniziano a leggere. Piuttosto impariamo a notare le preferenze di ognuno, per essere in grado di proporre testi che hanno una buona probabilità di incontrare il loro favore. I bambini stessi potranno stilare delle proprie liste di autori preferiti. Letto un libro, i bambini dovrebbero avere occasione, in classe, di parlarne ai compagni, raccontando di cosa parlava, quali parti gli sono piaciute, e che impressioni ne ha tratto.
Per esplorare lo stile di un autore che è piaciuto, possono copiare una frase dal testo e analizzarla coi simboli grammaticali, per avere l’immagine della struttura delle sue frasi e scoprire se, ad esempio, usa molti aggettivi, o preferisce frasi corte, o utilizza invece molti avverbi, ecc… Con la stessa tecnica di analisi si possono confrontare tra loro due brevi frasi di autori diversi, o anche due frasi di uno stesso autore, per vedere se il suo stile è coerente.
Nella scuola primaria si sviluppa un forte collegamento tra letteratura e scrittura dei bambini. Dopo che essi sono entrati in contatto con molti stili letterari diversi, e quando i meccanismi della scrittura sono acquisiti, comincia la sfida della scrittura creativa.
Stili letterari e scrittura creativa secondo il metodo Montessori Regole fondamentali
Esistono moltissimi manuali di scrittura creativa e stile, ma quello che mi sento di consigliare è un piccolo testo (una novantina di pagine), Elementi di stile, di Strunk e White. Si tratta di un classico della letteratura americana, e nella versione per la lingua italiana è stato curato da Mirko Sabatino. Il manuale contiene tutte le regole di stile fondamentali, che possono essere presentate ai bambini che si avvicinano alla scrittura creativa.
Le regole fondamentali, che possiamo qui riassumere, sono:
una frase non deve contenere parole inutili; un paragrafo non deve contenere frasi inutili. Questo per lo stesso motivo per cui un disegno non deve contenere linee inutili, e un’auto non deve contenere componenti inutili. Ogni parola che si scrive deve raccontare qualcosa;
bisogna scrivere su ciò che si sa:
bisogna dire ciò che si vuole dire;
bisogna usare un linguaggio definito, concreto e specifico;
bisogna rimanere centrati sul soggetto del testo;
bisogna che le parole siano legate tra loro, altrimenti la scrittura può diventare ambigua;
bisogna essere concisi;
bisogna evitare i luoghi comuni; chiediamo ai bambini se hanno già sentito quella certa combinazione di parole prima, ed in caso affermativo, consigliare di non usarla:
bisogna utilizzare verbi forti e nomi precisi; sono i sostantivi ed i verbi gli elementi che danno alla prosa colore e forza;
gli aggettivi devono servire a portare maggior chiarezza;
bisogna preferire la forma attiva del verbo; quando lo scrittore vuole che la sua prosa sia diretta e vigorosa, la forma attiva del verbo è indispensabile;
evitare la ripetizione delle stesse parole: le parole abusate perdono la loro efficacia;
bisogna rispettare le concordanze verbali, soprattutto una storia deve svolgersi nel presente, nel passato o nel futuro, per tutta la sua durata;
bisogna organizzare i pensieri in frasi e paragrafi;
le lunghe argomentazioni devono essere organizzate in capitoli e paragrafi.
le dichiarazioni positive sono migliori di quelle negative; ad esempio è preferibile dire “è in ritardo” invece di “non è puntuale “.
Stili letterari e scrittura creativa secondo il metodo Montessori Esercizi di scrittura creativa e stile
L’insegnante ha il compito di portare le regole di stile all’attenzione del bambino, e lavorare con lui al raggiungimento degli obiettivi. Sarà l’interazione insegnante-bambino ed il nostro entusiasmo ad illuminare le loro menti. Se a noi per primi mancano le abilità di scrittura, sarà molto difficile aiutare i bambini a sviluppare il loro stile personale di scrittura.
Qui di seguito trovi una serie di idee ed esercizi utili a favorire lo sviluppo di un buono stile di scrittura, chiaro, corretto e personale, da parte dei bambini della scuola primaria.
I bambini possono esercitarsi a scrivere qualcosa di proprio nello stile di uno dei loro autori preferiti. Si inizia naturalmente con un paragrafo, poi via via il lavoro tenderà ad espandersi a composizioni più grandi, grazie all’entusiasmo che questo genere di attività suscita sempre nei bambini.
Quando, durante la lettura di un romanzo, i bambini sentono un dato personaggio come familiare, possiamo suggerire loro di usare la voce di quel personaggio per scrivere una pagina del suo diario, o una lettera ad un altro personaggio del romanzo stesso.
Possiamo chiedere ai bambini di scrivere sullo stesso argomento utilizzando stili diversi, ad esempio descrivere un tramonto prima nello stile di un dato autore, e poi nello stile di un altro.
Possiamo scrivere la stessa cosa utilizzando stili diversi: ad esempio la descrizione di un temporale come testo descrittivo, saggio, poesia.
Fiabe, favole e racconti popolari sono molto facili da analizzare ed i bambini si divertiranno molto a scriverne.
Favorire la riscrittura da parte dei bambini di biografie, saggi, manuali di istruzioni, lettere, articoli di giornale, documenti storici e poesie.
Lavorare alla scrittura di descrizioni di stati d’animo, racconti d’avventura, racconti d’azione, momenti contemplativi. Parlare ai bambini di ciò che l’autore ha fatto per rendere un certo stato d’animo.
Lavorare alla scrittura umoristica è anche molto interessante.
Lavorare ai testi poetici, in particolare, dà la possibilità di parlare di similitudini, metafore, allitterazioni, assonanze, personificazioni, ecc… che arricchiranno le loro prose.
Esplorare modi di dire, proverbi e indovinelli: i bambini amano i giochi di parole, amano pensare, cercare, e cercare di spiegare espressioni bizzarre, come fare qualcosa a ufo, cadere a fagiolo, ecc…
Tradurre uno scrittore nello stile di un altro.
Tradurre un brano scritto da un bambino nello stile di un certo autore.
Consentire ai bambini di scrivere sia in modo collaborativo, sia individuale.
Scegliamo un’immagine interessante e chiediamo ai bambini di scrivere i propri pensieri su di essa, di getto. Poi riorganizzare insieme il testo, considerando che ciò che ci dà piacere, da lettori, è l’ordine e la simmetria del testo.
Stili letterari e scrittura creativa secondo il metodo Montessori
La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI: lettura meccanica, interpretativa, a voce alta.
Nell’articolo puoi trovare vario materiale pronto per il download e la stampa, in formato pdf. Tra questo materiale:
– primi esercizi di lettura: scatole degli oggetti, scatole delle illustrazioni, schede delle sei immagini, cartellini di parole da abbinare ad oggetti, gioco di lettura di parole con gli oggetti, cartellini di lettura di parole, gioco alla lavagna per la lettura di frasi, cartellini dei comandi per la lettura di frasi (cinque serie)
– esercizi di lettura successivi: la lettura ad alta voce, il primo libro di lettura, comandi per la lettura interpretata (7 serie), comandi per la lettura di poesie, le audizioni.
La lettura comincia, nella scuola d’infanzia, fin da quando i bambini rileggono le prime parole che hanno composto con l’alfabeto mobile, anche se non si tratta di lettura vera e propria, perché manca l’elemento della comprensione: i bambini infatti conoscono già il significato della parola, avendola scritta loro stessi. In questa fase, comunque, l’attenzione del bambino è rivolta alla pronuncia dei suoni della parola scritta, ma questa attenzione lo porterà poi a voler riconoscere le parole scritte da altri.
La buona pronuncia della parola letta ha un grande valore: si può dire che sia lo scopo principale della lettura nella scuola d’infanzia. Tuttavia è difficile raggiunger questo obiettivo, se nel suo sviluppo il bambino ha sviluppato difetti di pronuncia nella lingua orale. Quando l’intelligenza vuole volare, le sue ali devono essere pronte. Immaginate se il pittore, nel momento in cui giunge l’ispirazione, dovesse mettersi a fabbricare i pennelli!
Secondo Maria Montessori nella lettura intervengono due fatti diversi: l’interpretazione del senso, e la pronuncia ad alta voce della parola scritta. L’osservazione dimostra che i bambini interpretano il senso leggendo mentalmente: l’interpretazione richiede raccoglimento, perché è l’intelligenza che legge.
Durante l’apprendimento della lettura nella scuola d’infanzia, bisogna distinguere tra scrittura e lettura, perché o due atti non sono contemporanei e la scrittura precede la lettura: nella scrittura prevale il meccanismo psico-motorio, mentre la lettura è un lavoro puramente intellettuale.
Quando il bambino che sa scrivere si trova davanti ad una parola che deve interpretare leggendo, tace a lungo, e legge i suoni con la stessa lentezza con cui la scriverebbe.
Ma il senso della parola diventa evidente solo quando essa è pronunciata in modo chiaro e con l’accento corretto. Ora, per trovare l’accento corretto, il bambino deve riconoscere la parola, cioè deve riconoscere l’idea che la parola rappresenta.
La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI Primi esercizi di lettura
Scatole degli oggetti
Scatole delle illustrazioni
Schede delle sei immagini
Cartellini di parole da abbinare ad oggetti
Gioco di lettura di parole con gli oggetti
Cartellini di lettura di parole
Gioco alla lavagna per la lettura di frasi
Cartellini dei comandi per la lettura di frasi (cinque serie)
La composizione deve precedere la lettura logica, come la scrittura deve precedere la lettura della parola. Inoltre la lettura, se ha il significato di recepire un‘idea, deve essere mentale e non vocale. Come spiegheremo meglio dopo, la lettura ad alta voce è un compito complesso. Anche una persona adulta che deve leggere un documento in pubblico si prepara per impadronirsi prima del contenuto. Nel bambino che comincia a leggere, la lingua scritta deve essere isolata dall’articolazione dei suoni. La scrittura rappresenta lo strumento per trasmettere il pensiero a distanza, mentre i sensi e il meccanismo muscolare tacciono.
Per la maggior parte dei bambini, la lettura si sviluppa spontaneamente attraverso la pratica nella costruzione delle parole. Ma ogni bambino è diverso. Alcuni hanno bisogno di molti esercizi di composizione di parole, mentre altri abbastanza presto leggono i suoni scritti. Per questa ragione l’insegnante dovrà osservare ogni bambino e giudicare quando è pronto per la presentazione della lettura. Si devono preparare molti materiali in grande varietà, per permettere ai bambini di fare molta pratica tenendo sempre vivo l’interesse con materiale nuovo. Tutti questi materiali possono essere usati in una prima fase per comporre le parole con gli alfabeti mobili, mentre in una seconda fase possono essere usati per la sola lettura.
Non smorzate l’entusiasmo del bambino per l’esercizio correggendo ogni errore. Se un bambino lavora con interesse e capisce quello che sta facendo, è meglio non interferire: migliorerà rapidamente con la pratica. Se invece non capisce quello che sta facendo, ripetere la lezione il giorno successivo, prima che lui abbia il tempo di prendere il materiale da solo. Se sbaglia ripetutamente l’ortografia di una stessa parola, gli può essere mostrata con delicatezza la composizione corretta della parola. Non bisogna chiedere al bambino di leggere le parole che ha composto, anche se sono scritte correttamente, perché quello del leggere è un processo completamente diverso rispetto a quello del comporre le parole.
La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI – Scatole degli oggetti
Si tratta di scatole che contengono oggetti attraenti. Le parole corrispondenti agli oggetti devono essere scritte su cartellini, sempre conservati in scatoline. il cartellino della parola letta viene posto sotto l’oggetto cui corrisponde, e si continua così tutti gli altri cartellini. L’insegnante continua ad aiutare il bambino finché capisce bene l’esercizio, poi lo lascia libero di lavorare da solo. Una volta che ha completato il lavoro con una scatola di oggetti, può scegliere di continuare con un’altra scatola.
La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI – Scatole delle illustrazioni
Sono scatole che contengono schede di illustrazioni, e altre scatole per i nomi corrispondenti, sempre scritti su cartellini.
Il bambino prende una scatola di schede illustrate, legge le parole dei cartellini, e le abbina. Fatto ciò, può scegliere di continuare con un’altra scatola.
La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI – Schede delle sei immagini
Sono schede che contengono una raccolta di sei immagini ciascuna. I nomi corrispondenti sono scritti su foglietti inseriti in una busta. Sotto ogni immagine c’è lo spazio per inserire il cartellino del nome.
Il bambino prende una grande busta contenente sei foto. Poi prende la busta con le parole, le legge e le abbina alle foto. L’insegnante mostra al bambino ogni esercizio dedicandogli tutti il tempo necessario, se occorre dando il suo aiuto. L’obiettivo è quello di dare al bambino una varietà di attività dello stesso tipo, mantenendo vivo il suo interesse. Se un bambino ha difficoltà con la lettura, l’insegnante dà ogni giorno un aiuto supplementare, facendo tutto il possibile per suscitare il suo interesse e dargli la sensazione che lui è in grado di leggere. Dopo che i bambini hanno lavorato per un po’ con un dato materiale, nell’aula viene portato materiale nuovo.
La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI – Cartellini di parole da abbinare ad oggetti
Prepariamo una serie di foglietti realizzati con comune carta da scrivere. Su ciascuno di questi scriviamo in caratteri grandi e chiari alcune parole di uso frequente, che il bambino conosce di certo. Se la parola si riferisce ad un oggetto, poniamolo sul tavolo del bambino facilitare la sua interpretazione della parola. Gli oggetti utilizzati in questi giochi possono essere pezzi dell’arredamento della casa delle bambole, palloni, bambole, alberi, greggi di pecore o altri animali, soldatini, ferrovie, e altre figure semplici.
Cominciamo con la lettura dei nomi di oggetti ben noti e presenti. Non importa distinguere tra parole facili e difficili, perché il bambino sa già leggere qualsiasi parola, cioè sa leggere i suoni che la compongono. Lasciamo quindi che il bambino traduca pure la parola scritta in suoni lentamente, e se l’interpretazione è esatta, limitiamoci a dire, “più veloce”. Di solito Il bambino legge più in fretta la seconda volta, ma spesso ancora senza capire. Ripetiamo: “Più veloce, più veloce.”
Questo è tutto per quanto riguarda l’esercizio di lettura. Quando il bambino ha letto la parola, egli abbina il foglietto all’oggetto corrispondente, e l’esercizio è finito.
La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI – Gioco di lettura di parole con gli oggetti
Su un grande tavolo disponiamo in ordine sparso una grande varietà di giocattoli. Scriviamo i foglietti coi nomi corrispondenti, pieghiamoli a metà e mettiamoli in un cesto. I bambini a turno pescano dal cesto un foglietto, e vanno al proprio tavolo. Quando un bambino legge e comprende il contenuto del suo foglietto, lo consegna alla maestra, e questo diventa la piccola moneta corrente con la quale acquistare il giocattolo nominato.
Quando tutti i bambini partecipanti al gioco hanno conquistato un giocattolo, prepariamo un altro cestino, nel quale invece di oggetti ci saranno i nomi dei compagni che non sanno ancora leggere, e che per questo motivo non hanno ricevuto il giocattolo. I bambini che leggono correttamente il nome, offrono il loro giocattolo all’amico più piccolo.
La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI – Cartellini di lettura di parole
Prepariamo centinaia di foglietti scritti, contenenti i nomi dei bambini, nomi di città, di oggetti, di colori e anche di qualità conosciute attraverso gli esercizi sensoriali, e poniamole in scatole aperte che i bambini possono utilizzare liberamente. Vedremo i bambini rapiti da questi foglietti, e presto stimolati a leggere anche insegne dei negozi, scritte sui calendari, ecc… anche senza che sia stato presentato loro lo stampato minuscolo.
Dopo aver ottenuto coi bambini più piccoli che essi riuscissero a leggere, comprendendoli, cartellini contenenti parole e frasi, Maria Montessori pensò che non rimanesse che proporre ai bambini un libro, ma non ne trovò di adatti al suo metodo. Grazie ai risultati raggiunti nelle sue case dei bambini, le furono regalati molti libri illustrati, che furono dati ai bambini: essi sembravano molto interessati a questi libri, ma la Montessori fece degli esperimenti per comprendere meglio la cosa.
Innanzitutto chiese ad un’insegnante di raccontare una delle storie ai bambini, mentre lei osservava fino a che punto essi erano spontaneamente interessati, e vide che l’attenzione dei bambini calava dopo poche parole. Era evidente che i bambini, che sembravano leggere questi libri con tanto piacere, non traevano piacere dal senso, ma soltanto dall’abilità meccanica che avevano acquisito di tradurre i segni grafici in suoni e quindi di riconoscere le singole parole. Inoltre i bambini non avevano nella lettura dei libri la stessa costanza che avevano dimostrato verso i foglietti scritti, perché nei libri incontravano troppe parole a loro sconosciute. Come seconda prova chiese ai bambini di leggere un libro per lei. Diede un libro a un bambino, si sedette accanto a lui, e il bambino cominciò a leggere. Ad un certo punto chiese: “Hai capito quello che stavi leggendo?”, e il bambino rispose: “No.”, mentre l’espressione del suo viso sembrava chiedere una spiegazione della sua domanda.
In realtà, l’idea che la lettura di una serie di parole possa comunicarci i pensieri di altre persone, era una conquista che ancora non poteva essere raggiunta dai bambini, e che si sarebbe realizzata sicuramente nel futuro. Tra il saper leggere le parole ed il comprendere il senso di un libro, c’è la stessa distanza che esiste tra il saper pronunciare una parola e fare un discorso. Interruppe quindi la lettura di libri ed attese.
Maria Montessori osservò che i bambini, che si sono esercitati ogni giorno a comporre e leggere parole, ad un certo punto arrivano spontaneamente alla composizione di frasi. Quando questo avviene, è il momento per procedere con la lettura di frasi.
La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI – Gioco alla lavagna per la lettura di frasi
La Montessori scrisse alla lavagna: “Mi volete bene?” I bambini stettero in silenzio per un attimo, poi gridarono: “Sì, sì!”. Quindi scrisse: “Allora fate silenzio, e guardatemi. “. I bambini lessero, e fecero silenzio. Iniziò così tra loro una comunicazione per mezzo del linguaggio scritto.
La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI – Cartellini dei comandi per la lettura di frasi
Prepariamo un buon numero di cartellini nei quali scriveremo frasi lunghe che descrivono azioni che i bambini devono svolgere, ad esempio chiudere le tapparelle; aprire la porta d’ingresso; chiedere a otto compagni di lasciare le loro sedie, mettersi in doppia fila al centro della stanza e marciare avanti e indietro in punta di piedi, senza fare rumore; chiedere a tre compagni che cantano bene di andare al centro della stanza, mettersi in fila e cantare con loro una canzone ; ecc…
Per prima cosa stabiliamo un profondo silenzio, poi presentiamo un cesto contenente i vari cartellini piegati a metà. Tutti i bambini che sanno leggere possono prendere un cartellino e leggerlo, poi consegnano il cartellino alla maestra ed eseguono l’azione descritta. Dal momento che molte di queste azioni richiedono l’aiuto degli altri bambini che non sanno leggere, e dal momento che molti richiedono l’uso di oggetti e materiali, si crea un clima di generale attività e di disciplina spontanea.
Il materiale consiste in un set progressivo di carte che invitano il bambino a creare una scena, o che promuovono un’attività osservabile dall’insegnante. Per la presentazione mostriamo ai bambini dove trovare le carte e spieghiamo che possono lavorare in gruppo o da soli. Diciamo ai bambini che dovranno tenere il cartellino in mano mentre eseguono l’azione. Il bambino poi sceglie una carta ed esegue l’azione.
Queste sono le serie dei cartellini dei comandi pronte:
Prima serie
Seconda serie
Terza serie
Quarta serie
Quinta serie
Puoi scaricarle tutte insieme qui:
La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI Esercizi di lettura successivi
– la lettura ad alta voce – il primo libro di lettura – comandi per la lettura interpretata (7 serie) – comandi per la lettura di poesie – le audizioni (letture a voce alta dell’insegnante).
La lettura ad alta voce è una cosa diversa dalla lettura mentale. Mentre la lingua orale è legata alla capacità di udire, la lettura è legata alla scrittura. Nella scrittura, in un certo senso, non ci sono suoni da udire o da pronunciare. E’ la persona, sola con se stessa, che entra in contatto con tutti gli uomini del passato, del presente e del futuro in tutti gli angoli della Terra. Non i suoni, ma la scrittura, è ciò che permette questo tipo di comunicazione. La mente, silenziosamente, riceve i messaggi muti contenuti nei testi scritti.
La lettura ad alta voce, quindi, è una mescolanza di due linguaggi, ed è più complessa sia del solo linguaggio orale, sia della sola scrittura.
Per fare in modo che la lettura ad alta voce sia per lo meno comprensibile, è necessario che la mente e l’occhio facciano rapidamente il lavoro di scorrere l’intera frase, mentre la voce ne riproduce i suoni, dando l’espressione che è necessaria a comprenderne il senso. Quando chiediamo ad un bambino nel primo anno della scuola primaria di raggiungere questo risultato, non è difficile capire perché la lettura sia uno degli scogli più ardui da superare.
Questo schema mostra l’insieme dei fatti che riguardano la lettura:
La vera lettura è solo quella interpretativa. La lettura ad alta voce, invece, è un insieme di lettura ed espressione verbale. La lettura ad alta voce permette ad un gruppo di persone di condividere un’esperienza di lettura, ma non è uguale al lavoro mentale che richiede l’ascoltare la viva voce di una persona che racconta qualcosa in prima persona. Sappiamo tutti quanto sia difficile seguire una lettura fatta da altri, e che il saper leggere è un rarissimo pregio. E’ un’arte. Per insegnare la lettura a voce alta, non è particolarmente utile parlare di tono di voce, pause, gesto: ciò che è davvero importante nell’arte di leggere è l’interpretazione viva ed intensa, che porta ad immedesimarsi nella cosa letta. Il bambino deve, mentre legge a voce alta, comprendere profondamente il testo. Per provarci che hanno capito ciò che hanno letto a voce alta, dovremo chiedere loro di ripeterne il contenuto con parole proprie.
Il bambino che è in grado di esprimere col suo racconto, sia pure imperfetto, quello che ha capito della lettura, si trova in uno stadio più avanzato rispetto a chi non è in grado di farlo. Tuttavia anche questi bambini, ascoltandolo, non si tratterranno dal correggerlo per le sue imprecisioni.
La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI – Il primo libro di lettura
Anche se consideriamo della massima importanza la lettura interpretata, offriamo al bambino anche un libretto di lettura che può leggere da sì a voce bassa e poi, quando lo ha capito, anche a voce alta, pronunciando le parole con espressione e chiarezza.
Il primo libretto ideato da Maria Montessori era estremamente semplice. Le pagine scritte erano solo quelle che si offrivano ad apertura del libro, cioè le facciate si sinistra erano bianche. Le pagine inoltre, venti in tutto, non sempre riempivano la pagina, che sopra e sotto il testo era adornata da cornicette.
Il libretto conteneva frasi di questo tipo:
La mia scuola si chiama “Casa dei Bambini”.
Nella “Casa dei Bambini” ci sono per noi tante seggioline e piccoli tavolini.
Ci sono pure graziose credenzine: ogni bambino ha il suo cassetto.
Piante verdi e mazzolini di fiori sono dappertutto nella nostra bella scuola.
Io mi fermo spesso a guardare i quadri appesi alle pareti.
Noi facciamo tutto: ci laviamo, mettiamo in ordine gli oggetti, puliamo i mobili, studiamo e impariamo le cose.
Sapete come abbiamo imparato a vestirci? Lavorando molto con le nostre dita sui telai per allacciare, slacciare, agganciare, sganciare, abbottonare, sbottonare, annodar, snodare.
I cubi della torretta sono dieci e sono di diversa grandezza: io li spargo prima su un tappeto e poi mi diverto a metterli uno sull’altro, scegliendo sempre il più grande.
La torretta serve anche a fare un bell’esercizio di equilibrio: si porta in giro per la sala senza farla comporre. Ma spesso non ci si riesce!
Anche le aste lunghe mi piacciono: si devono mettere vicino le aste in gradazione, badando a che i pezzi turchini stiano vicini ai pezzi turchini e i pezzi rossi vicini ai rossi. Così si forma una scala a strisce rosse e turchine.
Ma una vera scala io la formo con i prismi marrone. Questi prismi sono di grossezza diversa. Io li metto l’uno accanto all’altro, per ordine di grossezza: ed ecco una bella scala di dieci gradini.
La pratica della lettura secondo il metodo Montessori – Comandi per la lettura interpretata
Le letture interpretate si fanno, come i primi esercizi di lettura, con dei cartellini. Il bambino sceglie un cartellino, lo legge mentalmente, e poi esegue l’azione indicata. Di questi cartellini esistono varie serie, di complessità crescente: frasi con un’azione, frasi con due o più azioni, molte frasi, frasi con una o più subordinate, dialoghi e scene che richiedono la collaborazione di due o più bambini. I testi provengono per la maggior parte da opere letterarie. Insieme ai cartellini dei comandi possiamo offrire un assortimento di semplici travestimenti: mantelli, cappelli, ecc…
Distribuiamo le carte del primo set ad un piccolo gruppo di bambini. Chiediamo a un bambino di leggere in silenzio e poi di eseguire l’azione, come se fosse un attore sul palcoscenico. Quando il bambino ha eseguito l’azione, gli altri bambini provano a indovinare cosa c’era scritto nel cartellino. Il bambino legge il cartellino, e si continua così per tutti gli altri cartellini.
I bambini eseguono le azioni indicate, ma non con freddezza: mettono una cura artistica nell’espressione del sentimento. Interpretano l’azione e la studiano, provando e riprovando, come per una rappresentazione teatrale, e cogliendo tutte le sfumature delle parole. Per esempio la frase ‘stava a capo chino’ non indica ‘piegò il capo’. Se il bambino ha compreso, resterà a capo chino, con un’espressione più o meno viva, a seconda del sentimento che deve esprimere.
Trovi tutte le sette serie qui:
La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI – Comandi per la lettura interpretata – Serie 1
Comandi per la lettura interpretata – Serie 2
In questa serie abbiamo periodi di due proposizioni coordinate: i bambini eseguono due azioni consecutive, invece di una sola.
Comandi per la lettura interpretata – Serie 3
Nella terza serie di letture ci sono periodi con più proposizioni coordinate.
Comandi per la lettura interpretata – Serie 4
le letture consistono in periodi di due proposizioni, una principale ed una subordinata.
Comandi per la lettura interpretata – Serie 5
In questa serie prevalgono periodi di più proposizioni subordinate e coordinate. La lettura contiene delle descrizioni più complesse, e l’interpretazione deve corrisponderle in ogni minimo particolare.
Comandi per la lettura interpretata – Serie 6
in queste letture c’è un’azione drammatica più difficile da interpretare. Spesso occorre pronunciare qualche frase.
Comandi per la lettura interpretata – Serie 7
Letture che richiedono l’interpretazione di due o più persone (scenette, dialoghi,…)
La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI – Comandi per la lettura di poesie
I bambini non si limitano solo a riprodurre le scene, ma in un secondo tempo leggono ad alta voce tutti i brani che hanno rappresentato, con espressione. I bambini tendono a leggere e rileggere moltissime volte i brani, e ne imparano molti a memoria. Per questo possiamo mettere insieme alcune poesie, facendone un libretto. I bambini le leggono mentalmente e ad alta voce, o le imparano a memoria e le recitano. Possiamo anche preparare dei cartellini di poesie.
La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI – Le audizioni
Dopo questo lavoro preparatorio con i cartellini dei comandi per la lettura interpretata, i bambini sono in grado di capire ciò che leggono. Hanno infatti superato tutte le difficoltà di comprensione dei periodi, legate alle loro costruzioni, conoscono il significato di moltissime parole, e nel frattempo hanno iniziato lo studio dell’analisi grammaticale. Questo lavoro si trasforma in una forza che porterà ad un movimento intenso e spontaneo.
Ad un certo punto, infatti, esploderà in classe la passione per la lettura. I bambini sentiranno il desiderio di leggere, leggere, leggere. I libri che riusciremo a raccogliere nella biblioteca di classe sembreranno sempre pochi e sarà necessaria qualche visita alle biblioteche pubbliche.
L’insegnante può dedicare del tempo alla lettura a voce alta per i bambini, ad esempio durante le ore di disegno.
Le letture fatte nella prima scuola Montessori sono state: le favole di Andersen, alcune novelle del Capuana, il Cuore di De Amicis, episodi della vita di Gesù, Fabiola, I promessi sposi, La capanna dello zio Tom, la storia del risorgimento italiano, L’educazione del selvaggio dell’Aveyron di Itard.
Il libro della storia del risorgimento non era di quelli che si credono adatti ai bambini, al contrario: era l’opera di Pasquale De Luca, I liberatori. Ciò che caratterizza questo libro sono i documenti del tempo riportati in fac simile e attestanti l’autenticità dei fatti. Ci sono brani di giornali dell’epoca, sentenze di morte, lettere autografate di Pio IX, di Garibaldi, alcuni documenti riprodotti (nota per la somministrazione di colpi di bastoni, stampe allegoriche affisse nei muri alla vigilia delle sommosse, dispacci telegrafici), e poi medaglie commemorative, inni patriottici dei quali è riportata anche la musica, e ricche illustrazioni.
Questa lettura documentata era così appassionante che i bambini discorrevano animatamente su vari argomenti, giudicando e discutendo; erano indignati di un editto del re di Napoli che ingannava il popolo, fremevano delle ingiustizie e delle persecuzioni, si entusiasmavano degli eroismi, e infine si mettevano d’accordo in tre o quattro e rappresentavano degli episodi con grande drammaticità.
La lettura del libro del De Luca, fu una rivelazione per Maria Montessori, sia per quanto riguarda la lettura, sia per quanto riguarda l’insegnamento della storia. Capì che per insegnare la storia ai bambini, basta dare una verità vivente e documentata.
Un altro libro che fece grande impressione fu la lettura del Selvaggio dell’Aveyron di Itard. Tutti i particolari psicologici dei tentativi educativi, sembravano toccare l’anima dei bambini. Maria Montessori pensò di portare i bambini più grandi in una Casa dei Bambini, e di spiegare loro il metodo pedagogico. Si accorse di come i bambini più grandi erano in grado di seguire lo sviluppo infantile con una sensibilità a prima vista sorprendente. Riflettendo meglio, però, sappiamo che i migliori maestri dei bambini sono i bambini stessi.
Spesso abbiamo dei bambini un’idea fantastica, e li releghiamo ad una specie umana diversa dalla nostra, mentre invece sono i nostri figli, più puri di noi. L’amore, il bello, il vero, li affascina intensamente e rappresentano per loro delle vere necessità della vita.
Queste esperienze dimostrarono a Maria Montessori di aver trovato un metodo per insegnare ai bambini la storia e perfino la pedagogia, attraverso le letture, ma esistono letture di ogni genere, quindi si può insegnare la geografia attraverso i racconti di viaggio, le scienze naturali attraverso racconti sulla vita degli insetti, e così via.
L’insegnante, attraverso le letture che propone ai bambini, può farli entrare in vari campi del sapere. I bambini, così stimolati, potranno poi entrarvi liberamente, dando sfogo alla loro passione per la lettura.
Il bambino ama molto la lettura, e preferisce la lettura di storie vere. Molti studi dimostrano questo fatto.
Schede per i primi esercizi di composizione poetica scaricabili e stampabili gratuitamente in formato pdf. Gli esercizi comprendono: Lettura di poesie, poesia ripetitiva, poesia di elenchi, poesia di bugie, poesia con ritornello, poesia in rima, allitterazioni, Haiku.
Schede per i primi esercizi di composizione poetica
Lettura di poesie
Quando presentiamo una poesia, offriamone una copia ad ogni bambino su fogli singoli. Leggiamo la poesia a voce alta ai bambini. Chiediamo poi ai bambini di unirsi a noi nella recitazione a voce alta: questa esperienza può essere ripetuta per più giorni consecutivi. In seguito facciamo leggere ai bambini la poesia all’unisono. Diamo poi ai bambini la loro copia, da inserire in un quaderno di poesie, copiare in bella grafia, illustrare ecc…
In questo modo possiamo proporre ai bambini diversi tipi di poesia, di modo che i bambini possano averne molti esempi e sviluppare sensibilità verso questo tipo di composizione, partendo dall’aspetto orale.
Schede per i primi esercizi di composizione poetica
Poesia ripetitiva
Materiale occorrente per la presentazione: lavagna cancellabile, gessi o pennarelli.
Riunite un gruppo di bambini, e dite che comporrete una poesia insieme. La poesia sarà ripetitiva: ogni linea dovrà iniziare con le stesse parole.
Ogni bambino contribuisce alla composizione con una linea. Scrivere le linee sulla lavagna in forma poetica.
Chiediamo poi ai bambini di leggere la poesia, facciamo tutti i cambi che desideriamo per creare l’ordine che preferiamo per la nostra composizione.
Quando i bambini sono soddisfatti, copiano la loro poesia sul quaderno delle poesie, o su un foglio in bella grafia. Se lo desiderano la possono illustrare.
In seguito possiamo mettere a disposizione dei bambini delle carte pronte da completare per comporre le loro poesie ripetitive, individualmente o in piccoli gruppi.
Schede per i primi esercizi di composizione poetica Poesia di elenchi
L’esercizio si svolge come il precedente, ma invece di ripetere l’inizio per ogni verso, mettiamo il membro di una data lista, ad esempio nomi di fiori, di alberi, di mammiferi, di pianeti, ecc…
Schede per i primi esercizi di composizione poetica Poesia di bugie
Diciamo ai bambini che il poeta vuole raccontare bugie divertenti, per allietare i suoi lettori, o per enfatizzare la realtà mostrandola rovesciata (ad esempio: la pioggia sale, il cielo è sempre giallo,ecc…)
Schede per i primi esercizi di composizione poetica Poesia con ritornello
Diciamo ai bambini che comporremo una poesia in cui una certa frase si ripete a intervalli regolari. Discutiamo sul significato di ritornello, strofa, verso, ripetizione. Usando lo schema, i bambini si cimentano con le loro composizioni poetiche.
Schede per i primi esercizi di composizione poetica Poesia in rima
Per la composizione di poesie in rima può essere utile mettere a disposizione dei bambini un rimario, ad esempio:
Introduciamo il libro e diciamo ai bambini che l’autore ha compilato liste di parole che terminano tutte con lo stesso suono. Leggiamo loro qualche pagina d’esempio, di modo che possano farsi l’idea di cosa siano le rime. Diciamo poi delle parole e chiediamo ai bambini di dirci delle rime. Quando i bambini hanno capito, possono dedicarsi alle loro composizioni. Possiamo fornire loro schede che suggeriscano dei soggetti, avendo cura di scegliere parole che rimano facilmente.
Schede per i primi esercizi di composizione in poesia Allitterazioni
L’allitterazione è la ripetizione degli stessi suoni all’inizio o all’interno delle parole. Per introdurre l’argomento il testo migliore è l’Alfabetiere di Bruno Munari:
che presenta con allitterazioni le lettere dell’alfabeto una ad una. Introduciamo il libro, e diciamo che l’autore ha scritto allitterazioni per ogni lettera dell’alfabeto. Leggiamo le poesie ai bambini, di modo che si possano fare un’idea di cosa sia un’allitterazione. (Un bel lavoro realizzato dai bambini con questo materiale si trova qui: https://arringo.wordpress.com/
Scriviamo alla lavagna una parola, ad esempio L Lucertola, e chiediamo ai bambini di dirci tutte le parole con L che vengono loro in mente, scriviamole alla lavagna. Sviluppare le parole in una o due frasi, quindi farle copiare ai bambini sui loro quaderni delle poesie, o su fogli da illustrare e decorare.
A questo punto i bambini possono comporre le loro allitterazioni. Possono consultare il dizionario e il dizionario dei sinonimi e dei contrari per cercare parole che iniziano con lo stesso suono.
Schede per i primi esercizi di composizione in poesia Haiku
La poesia Haiku, nata in Giappone, è stata adottata dai poeti di tutto il mondo. L’italiano è particolarmente adatto agli Haiku, perché la quantità di sillabe presente in ogni parola è equivalente al giapponese, così che il volume di informazioni che si può includere in 5-7-5 sillabe è quasi uguale nelle due lingue.
Materiali: un libro di haiku, lavagna cancellabile e pennarelli, copie di un haiku per ogni bambino e matite.
Questa è una raccolta scritta per i bambini, ad esempio Un gatto nero in candeggina finì… 35 haiku per bambini di ogni età di Pino Pace:
Presentazione:
Riuniamo un gruppo di bambini e diciamo loro che leggeremo delle poesie scritte con uno schema che si chiama Haiku. Prima di iniziare a leggere, chiedere ai bambini di stare attenti, per vedere se riescono a capire di quale schema stiamo parlando.
Leggiamo qualche poesia, poi cominciamo a raccogliere le risposte dei bambini (diranno ad esempio che non ci sono rime, che parlano dalla natura o delle stagioni, ecc…)
Ora diamo ai bambini un Haiku e chiediamo loro di leggere la prima riga, battendo le mani per ogni sillaba. Alla fine della riga, chiediamo di scrivere il numero di sillabe contate. Facciamo lo stesso per tutte e tre le righe: le sillabe sono sempre 5 -7 – 5.
Altre caratteristiche dell’Haiku (informazioni per l’insegnante):
Sono ispirati da elementi naturali. Gli haiku contemporanei possono anche non avere per soggetto la natura, ma parlare di ambienti urbani, emozioni, relazioni e argomenti comici.
Un Haiku non ha mai titolo
Gli Haiku dovrebbero sempre contenere due idee sovrapposte. Le due parti sono grammaticalmente indipendenti, e sono di solito immagini separate. L’idea è creare un distacco tra le due parti per creare un paragone interno. Per questo nell’Haiku è obbligatorio l’inserimento di una pausa tra le due parti.
Gli Haiku sono concentrati su dettagli dell’ambiente che si legano alla condizione umana.
I poeti giapponesi usavano tradizionalmente l’haiku per catturare e cogliere l’essenza un’immagine naturale effimera, come una rana che salta in uno stagno, la pioggia che cade sulle foglie, o un fiore che si piega nel vento. Molte persone fanno passeggiate solo per trovare l’ispirazione per le loro poesie, definite in giapponese passeggiate ginkgo.
Un riferimento alla stagione o al passare della stagione, definito in giapponese “kigo”, è un altro elemento fondamentale. Il riferimento può essere diretto (nome della stagione) o indiretto (foglie che cadono, alberi che fioriscono). In Giappone esiste lo Saijiki, o Antologia delle Quattro Stagioni, che è un dizionario specializzato contenente un elenco completo di tutti i riferimenti stagionali.
Gli Haiku sono composti di dettagli osservati dai cinque sensi. Il poeta assiste a un evento e usa le parole per comprimere .Cosa hai notato riguardo al soggetto? Che colori, forme e contrasti hai osservato?Quali erano i suoni del soggetto? Qual era il tono e il volume dell’evento che è appena accaduto? Aveva un sapore o un odore? Come puoi descrivere in modo preciso la sensazione che hai provato?
Metodo (in breve) per comporre Haiku:
Leggi molti Haiku.
Tieni presenti le regole per la composizione di Haiku: 3 versi (5 – 7 – 5 sillabe; un riferimento stagionale, una pausa).
Fissa nella tua mente l’istante che ti ha colpito, la sensazione che hai provato, e descrivila cercando di ricrearlo a livello emotivo in tutti i particolari, senza descrizioni esteriori.
Elimina tutte le parole superflue: ti servono veramente tutti gli aggettivi e gli articoli che hai inserito?
Definisci la stagione in cui vuoi collocare la tua composizione: cioè inserisci il kigo.
Non inserire metafore.
Non inserire rime.
Cerca la tua pausa ed inseriscila.
Invitiamo i bambini a scrivere il loro primo Haiku, immaginando di essere un elemento della natura, ad esempio un pettirosso.
Schede per i primi esercizi di composizione in prosa scaricabili e stampabili gratuitamente in formato pdf. Le schede comprendono:
Gioco di gruppo di scrittura di un paragrafo
Questionario per valutare un testo
Osservo la mia scrittura
Schede per la scrittura di didascalie
Cartellini delle frasi da completare
Cartellini delle similitudini da completare
Schede questionario per la composizione di storie
Cartellini di idee per comporre storie
Scheda per scrivere dialoghi tra due persone
Cartellini di idee per scrivere dialoghi
Schede per i primi esercizi di composizione in prosa
Gioco di gruppo di scrittura di un paragrafo
Riuniamo un gruppo di bambini e spieghiamo loro che scriveremo un paragrafo insieme. Un paragrafo è un gruppo di frasi che sviluppano un’idea principale.
Scegliamo un argomento e scriviamolo nella casella del titolo. Poi chiediamo ai bambini di mettere insieme le loro idee sull’argomento, e riempiamo il primo schema.
A questo punto scegliamo cosa vogliamo usare come frase iniziale, cosa per ognuna delle tre frasi centrali, e cosa come frase finale, e riempiamo il secondo schema.
Infine scriviamo il nostro paragrafo.
Il processo di scrittura di un racconto consta di quattro fasi principali:
Fase preparatoria: si generano le idee. E’ la fase dell’esplorazione delle proprie idee e dei propri sentimenti. Senza abusarne, possiamo preparare per i bambini degli incipit che i bambini devono poi completare.
Composizione: è l’attuazione delle idee. I bambini hanno bisogno di tempo, e molti racconti non vanno oltre questa fase.
Rilettura e correzione: durante questa fase il bambino toglie, aggiunge, cambia e corregge. Questa fase non si attua in genere prima degli 8 anni, e non è bene affrettare il processo.
Pubblicazione: si rende pubblico il racconto. La pubblicazione può avvenire in vari formati: libro, libro illustrato, cartellone, rotolo, presentazione video, ecc…
Si possono organizzare delle riunioni tra l’insegnante e un bambino o un gruppo di bambini, per parlare insieme del loro lavoro. Queste riunioni sono parte integrante del processo di scrittura, se il bambino decide di pubblicare il suo scritto. Queste riunioni possono essere di quattro tipi:
Riunioni sul contenuto: hanno lo scopo di aiutare lo scrittore a fare chiarezza, discutendo su cosa è davvero importante nella storia.
Riunioni sul processo: hanno lo scopo di aiutare il bambino a porsi domande. L’insegnante chiede al bambino di spiegare i perché delle sue scelte; la riunione si conclude con la domanda: “Cosa dovrai fare dopo?”
Riunioni sulla redazione: queste riunioni si fanno quando il contenuto è già pronto e non ha bisogno di modifiche.
Riunioni di valutazione: queste riunioni hanno lo scopo di aiutare il bambino a comprendere cosa rende buono un testo scritto. I bambini imparano gradualmente a scegliere i propri lavori migliori per la pubblicazione.
Per la valutazione di un testo scritto, può essere di grande aiuto usare un questionario, come questo:
Schede per i primi esercizi di composizione in prosa
Osservo la mia scrittura
Questo secondo questionario può essere utile per tutti i tipi di testo, come strumento per l’autocorrezione:
Schede per i primi esercizi di composizione in prosa
Schede per la scrittura di didascalie
I bambini scrivono una didascalia in riferimento all’immagine che trovano sulla scheda. Al termine, chiediamo loro di condividere quello che hanno scritto con gli altri, di modo che tutti possano ascoltare anche ciò che hanno scritto i compagni.
Ho preparato una scheda bianca, su cui potete disegnare o incollare le immagini che vi sembrano più indicate per i vostri bambini, ed una serie si schede complete di immagini, pronte.
Schede per i primi esercizi di composizione in prosa
Cartellini delle frasi da completare
Il bambino sceglie una carta da copiare, e completa la frase. I bambini possono usare il dizionario, o chiedere a un amico di aiutarli con l’ortografia.
Schede per i primi esercizi di composizione in prosa
Cartellini delle similitudini da completare
Questo esercizio è indicato per bambini dopo i 9 anni. Il bambino sceglie un cartellino e completa la similitudine. E’ un esercizio molto utile anche come preparazione alla scrittura di poesie.
Schede per i primi esercizi di composizione in prosa
Schede questionario per la composizione di storie
Due bambini scelgono una scheda della serie, entrambi contribuiscono alla creazione della storia, a solo uno è lo “scriba”.
Schede per i primi esercizi di composizione in prosa
Cartellini di idee per comporre storie
Schede per i primi esercizi di composizione in prosa
Scheda per scrivere dialoghi tra due persone
Schede per i primi esercizi di composizione in prosa
CARTELLINI DEI COMANDI per i primi esercizi di lettura e composizione, scaricabili e stampabili gratuitamente in formato pdf. Le serie comprendono:
Cartellini di comandi per i primi esercizi di lettura
Comandi per la composizione di parole
Comandi per la composizione di frasi
Comandi per la composizione di liste
Comandi per la composizione di una storia
e puoi scaricarli qui:
Troverai invece i cartellini dei comandi per l’analisi grammaticale tra gli esercizi dedicati alla presentazione delle parti del discorso.
Nella scuola d’infanzia, quando il bambino è pronto inizia a leggere spontaneamente ciò che compone con l’alfabeto mobile, ed in questa fase lo aiutiamo a scoprire che ora può conoscere anche il pensiero di altre persone.
L’esercizio dei comandi, che consiste nello scrivere frasi alla lavagna (o su foglietti di carta), davanti ai bambini, senza parlare, è di grande importanza. Se non parliamo, cioè se isoliamo il linguaggio scritto dal linguaggio parlato, il bambino percepisce in modo profondo il valore della scrittura, come vero linguaggio.
Questa esperienza rappresenta il primo avviamento alla scrittura creativa. La scrittura creativa si realizza quando pensiamo in termini di “vi mostro qualcosa che prima non c’era, un pensiero che era nella mia mente e che ora, grazie alla mia scrittura, posso mostrarvi”.
Il nostro compito è aiutare i bambini ad esporre i propri pensieri con chiarezza, ponendo attenzione alla sintassi ed allo stile, per contribuire allo sviluppo completo del bambino, in modo che possa raggiungere il suo massimo potenziale.
Il lavoro di sostegno alle capacità di scrittura dei bambini, nella scuola primaria, è molto articolato.
Lo studio della grammatica e della sintassi riveste grande importanza. Il materiale più interessante per i bambini è rappresentato dalle scatole grammaticali, soprattutto dopo gli 8 anni. Insieme al lavoro con materiali per l’analisi logica, sono strumenti preziosi per valutare le relazioni sintattiche tra le parole, e le sfumature stilistiche. Di grande importanza sono anche le carte dei comandi che introducono le parti del discorso e le loro classificazioni, e che contribuiscono indirettamente alla comprensione del linguaggio da parte del bambino ed al miglioramento della scrittura.
L’esperienza dimostra che, dopo aver presentato ai bambini i primi cartellini dei comandi, si verifica in classe l’esplosione di una nuova attività. I bambini desiderano continuare a scrivere comandi per gli amici, ne inventano e li leggono ai loro compagni, chiedono loro di interpretare i comandi che hanno scritto.
Se la frase non è scritta in modo corretto, l’errore si rileva automaticamente, e il bambino che ha scritto il comando vede eseguire davanti a sé un’azione diversa da quella che aveva in mente. Capisce così di avere espresso il suo pensiero in modo scorretto o inadeguato, e si mette spontaneamente al lavoro per correggere l’errore.
L’uso dei cartellini dei comandi mostra non solo la capacità dei bambini di scrivere in modo spontaneo, ma anche la loro tendenza a scrivere in modo chiaro e comprensibile agli altri. Quando i bambini sono presi da questa passione per l’espressione accurata dei loro pensieri, la chiarezza diventa l’obiettivo dei loro sforzi. Si dedicano con entusiasmo alla ricerca delle parole giuste, e sentono che non ci sono mai troppe parole per costruire con esattezza il proprio pensiero.
Questa è una serie di comandi semplici. I cartellini vanno distribuiti tra i bambini, che vanno al loro banco a leggerli (mentalmente), e li eseguono, mostrando così di averli compresi. Dopo alcuni di questi esercizi, lasciare che i bambini compongano i propri comandi per i compagni. Gli ultimi comandi di questa serie sono quelli inventati nella Casa dei Bambini di Maria Montessori, inventati dai suoi alunni.
Scrittura e composizione nella scuola primaria: introduzione, caratteristiche del bambino che scrive, tipologia di scrittura (creativa, espositiva, ecc…), supporti e formati, strumenti di scrittura, calligrafia, decorazione, ortografia, discorso diretto e indiretto, stesura di ricerche, stili di scrittura, carte dei comandi per la composizione scritta, grammatica e sintassi. Tutti questi argomenti verranno trattati separatamente, in modo più approfondito e corredato da esercizi pratici.
Quando il bambino arriva alla scuola primaria, introduciamo lo studio della lingua con la quarta grandelezione,
Questa lezione tratta della storia delle origini della scrittura, del linguaggio e della lingua italiana.
Con questi racconti si vuole suscitare nel bambino la stessa sensazione di magia che ha provato quando, più piccolo, ha scoperto che i suoni possono diventare visibili. Quando il popolo dei Fenici ha portato i suoi piccoli segni speciali con sé, da un porto all’altro, ha condiviso il dono della comunicazione scritta con gli altri uomini, e questi altri uomini hanno arricchito il dono ricevuto dando il proprio contributo. Uno degli obiettivi del nostro lavoro è quello di aiutare i bambini a sviluppare consapevolezza e apprezzamento per i doni e le conquiste umane.
Scrittura e composizione nella scuola primaria
Quando i bambini hanno conosciuto, nella scuola d’infanzia (Casa dei Bambini), l’alfabeto tattile
sono entrati a far parte di una storia che unisce tra loro gli uomini del passato, del presente e del futuro. La comunicazione scritta è un dono che gli esseri umani fanno agli altri esseri umani.
Nella scuola d’infanzia, i bambini hanno già conosciuto l’alfabeto e si sono già cimentati nella composizione scritta con gli alfabeti mobili ed anche con la scrittura a mano; hanno acquisito una serie di abilità grazie agli esercizi col materiale sensoriale
Dobbiamo sempre ricordare, però, che il bambino dopo i 6 anni ha caratteristiche diverse rispetto al bambino nel periodo che va dai tre ai sei anni, e per questo anche il nostro approccio deve essere diverso. Mentre nella fase precedente il bambino prova il massimo appagamento dall’esplorazione sensoriale, dopo i 6 anni ad affascinarlo è la ricerca dei come e dei perché delle cose, e le grandi lezioni cosmiche cominciano a fornire loro le prime risposte.
Con la quarta lezione conoscono, ad esempio, alcune delle ragioni che stanno dietro alle lettere smerigliate che hanno imparato ad usare alla scuola d’infanzia. I bambini si chiedono perché usiamo tutte queste lettere, se sono sempre state così, chi le ha cambiate, in chi modo le ha cambiate. I nostri racconti e le loro domande aprono la strada all’esplorazione ed alla scoperta.
La quarta lezione cosmica è adatta anche ai bambini che non hanno ancora maturato competenze di lettura e scrittura sicura, perché questo non significa affatto che essi non si pongano domande, o che non siamo pronti ad usare la propria immaginazione per vivere il racconto. Questi racconti, quindi, possono funzionare da stimolo per la scrittura e suscitare in loro il desiderio di creare qualcosa di prezioso mettendo i loro pensieri su carta.
Scrittura e composizione nella scuola primaria
Gli esercizi pratici di scrittura devono trovare la loro radice nella tendenza naturale del bambino alla ripetizione che porta alla perfezione. Devono essere, il più possibile, esercizi spontanei che nascono dal bisogno di scrivere informazioni interessanti che riguardano ogni campo del sapere.
Se i bambini sono davvero interessati a ciò che stanno imparando, sentono il bisogno di registrare le informazioni apprese, sono orgogliosi delle loro produzioni scritte, ed anche i coetanei sono loro riconoscenti per gli sforzi compiuti.
La composizione scritta ha bisogno di aiuti costanti per perfezionarsi, ma non deve essere considerata un argomento di studio a parte, con la lettura si intreccia a tutte le altre materie di insegnamento, e inoltre è legata alla letteratura ed agli studi sulla lingua.
La capacità di composizione comincia quando il bambino esprime per la prima volta se stesso su un pezzo di carta, e continuerà a svilupparsi per uno stimolo interiore, non esterno. Il dovere principale dell’insegnante, quindi, è quello di stare al di fuori dello sviluppo interiore del bambino, offrendo semplicemente il suo aiuto, suggerendo l’uso di strumenti, incoraggiandolo quando ne ha bisogno. Dobbiamo aiutarlo a scrivere con abilità e con uno stile personale, di modo che la sua scrittura sia a tutti gli effetti una forma d’arte.
Quando il bambino arriva alla scuola primaria, oltre alle competenze relative alla scrittura ed alla lettura, ha acquisito una buona capacità di concentrazione, che gli consente di portare a termine le attività a cui si dedica. Ha raggiunto inoltre un certo grado di indipendenza e di spirito di iniziativa, ha idee proprie ed è in grado di condividerle con gli altri. Tutte queste capacità si illuminano della nascente capacità di immaginazione che sboccia dopo i sei anni, e porta naturalmente ad un’esplosione della scrittura.
Il nostro compito è aiutare i bambini ad esporre i propri pensieri con chiarezza, ponendo attenzione alla sintassi ed allo stile, per contribuire allo sviluppo completo del bambino, in modo che possa raggiungere il suo massimo potenziale.
Quintiliano, retore romano, stabilì come regola per la chiarezza del linguaggio, che esso dovrebbe essere espresso in modo tale che ogni fraintendimento risulti impossibile. Cinque secoli prima di Quintiliano, il filosofo cinese Confucio rispose così, a chi gli chiese la regola più importante per governare un popolo: “Parlare correttamente: se il linguaggio non è coretto, ciò che si dice non è ciò che gli uomini capiscono. Se ciò che viene detto non si capisce, non c’è possibilità di azione. Se l’azione è annullata, morale ed arte si deteriorano. Se morale ed arte si deteriorano, la giustizia muore, e le persone si perdono”.
Per aiutare i bambini a raggiungere una modalità di espressione chiara, innanzitutto dobbiamo sempre tenere presente che i pensieri appartengono ai bambini, non a noi. Possiamo informare i bambini dell’esistenza di altre teorie ed opinioni, ma non dobbiamo imporne alcuna, compresa la nostra. Dobbiamo rispettare la sua libertà di pensiero, ed intervenire sulla forma, non sul contenuto.
La correzione degli errori deve essere fatta evitando sempre di scoraggiare o imbarazzare il bambino.
La nostra preoccupazione principale è lo sviluppo del bambino, l’arricchimento delle sue capacità intellettive, e per raggiungere questo scopo non serve sottoporlo ad esercizi di scrittura su tutto ciò che sta imparando. Possiamo stabilire una quantità minima di testi da produrre, considerando che mostrarli a genitori ed altri adulti può rivestire la sua importanza, ma al di là di questo, dobbiamo avere sempre fiducia nei processi interni che si sviluppano nei bambini.
Scrittura e composizione nella scuola primaria
Il lavoro svolto nella scuola d’infanzia ha avuto il duplice scopo di preparare la mano e la mente alla scrittura; questo duplice scopo si continua a perseguire anche nella scuola primaria: se la mente non ha idee, non ci sarà nulla da mettere sulla carta; se la mano non è adeguatamente sviluppata, il bambino non potrà comunicare i suoi pensieri in forma scritta. Per quanto riguarda la mano, nella scuola primaria il bambino dovrebbe scrivere prevalentemente in corsivo. Per quanto riguarda la mente, dovrebbe ricevere costantemente una grande varietà di stimoli intellettivi ed esempi letterari, dovrebbe essere aiutato a sviluppare idee attraverso racconti, dibattiti e discussioni. Lo stimolo alla scrittura è assicurato anche dall’esempio dell’adulto che scrive (ad esempio il piano della giornata, ogni mattina, alla lavagna), mentre l’arricchimento intellettivo è curato attraverso l’ambiente ricco di testi, carte delle nomenclature, e altri materiali strutturati.
Per coltivare al meglio il desiderio dei bambini di scrivere, non è bene introdurre troppo presto i quaderni, perché molti bambini possono esserne intimiditi: se commettono un errore su un quaderno, strappano la pagina e poi si demoralizzano, perché il quaderno diventa sempre più sottile e loro sentono di averlo rovinato. Molto meglio usare bei fogli sciolti, soprattutto coi bambini più piccoli: offrono maggiore flessibilità e stimolano la creatività. Certo i bambini devono essere guidati all’uso responsabile della carta, e ove possibile va sempre favorito il riciclaggio. I fogli sciolti inoltre favoriscono il work in progress, e consentono di riorganizzare i contenuti, quando necessario, o di raggruppare tra loro argomenti simili.
Usare fogli singoli permette ai bambini di scegliere tra diversi tipi di carta, a seconda delle esigenze: colorata, a righe, a quadretti, liscia o ruvida, millimetrata, ecc.
Gradualmente i bambini impareranno vari sistemi di rilegaturaper i loro lavori: tradizionali, a scorrimento, ecc… I fogli possono essere scritti su entrambe le facciate, o su una sola, ad esempio per realizzare cartelloni e linee del tempo. I testi possono assumere insomma forme diverse: le pagine possono essere tenute insieme con varie tecniche di rilegatura, oppure si possono fare dei rotoli, come facevano molti popoli dell’antichità, i fogli possono essere composti su un grande cartellone, ecc…
I bambini devono sempre assumersi la responsabilità del compito che hanno intrapreso. Dobbiamo puntare alla qualità del lavoro del bambino, non alla quantità. Inoltre dobbiamo dare valore al processo più che al risultato. In effetti, in classe si svolge molto più lavoro di quello che appare poi in forma scritta. I genitori devono essere a conoscenza di questo, per comprendere meglio il metodo ed apprezzare il lavoro dei loro bambini.
Ora chiediamoci, analizzando la varietà dei testi scritti che i bambini possono produrre nella scuola primaria, perché i bambini scrivono? Perché sono interessati? Perché scrivere soddisfa la loro curiosità ed il loro spirito creativo? O perché la scrittura è un compito loro affidato?
Una volta che i bambini sono in possesso delle abilità e conoscenze necessarie alla scrittura, cosa scrivono?
I testi possono essere di varia natura. Nella scuola primaria i bambini si dedicano alla scrittura espositiva e a parlare dei propri sentimenti e delle proprie idee sia in prosa, sia in poesia. La prosa può assumere la forma di monologo, di testo descrittivo, o può essere un racconto di fantasia.
In linea di massima la composizione scritta si può dividere in due grandi tipologie:
Creativa (trasmissione su carta di pensieri originali)
Espositiva (registrazione di informazioni).
Scrittura e composizione nella scuola primaria – SCRITTURA CREATIVA
Tutto il linguaggio è creativo, perché è sempre creazione dell’intelletto umano: il linguaggio è un dono che solo gli esseri umani possiedono. Il linguaggio è il veicolo di trasmissione dei pensieri. Nella scuola d’infanzia, la scoperta che il linguaggio può essere reso visibile porta ad un continuo sviluppo sia della lingua scritta, sia della lingua parlata. Questo sviluppo è il fondamento per tutto il lavoro che si svolgerà negli anni della scuola primaria.
Nella scuola d’infanzia, la comunicazione scritta dei propri pensieri agli altri è una componente importante del lavoro dei bambini. Un bambino può cominciare a raccontare qualcosa che è successo la sera prima. L’insegnate allora può dirgli: “Ti piacerebbe raccontarmelo con l’alfabeto mobile?”. Con questo invito ad utilizzare un’altra forma di comunicazione, si stabilisce un legame tra le due forme: il racconto del bambino può essere scritto e diventare visibile.
Quando il bambino è pronto, inizia a leggere spontaneamente ciò che compone con l’alfabeto mobile, ed in questa fase lo aiutiamo a scoprire che ora può conoscere anche il pensiero di altre persone.
L’esercizio dei comandi, che consiste nello scrivere frasi alla lavagna (o su foglietti di carta), davanti ai bambini, senza parlare, è di grande importanza. Se non parliamo, cioè se isoliamo il linguaggio scritto dal linguaggio parlato, il bambino percepisce in modo profondo il valore della scritturacome vero linguaggio.
Questa esperienza rappresenta il primo avviamento alla scrittura creativa. La scrittura creativa si realizza quando pensiamo in termini di “vi mostro qualcosa che prima non c’era, un pensiero che era nella mia mente e che ora, grazie alla mia scrittura, posso mostrarvi”.
Il modo migliore per preparare il bambino alla scrittura creativa è quello di leggergliene esempi ad alta voce, quindi di mettergli a disposizione una selezione di testi di qualità per la lettura autonoma. In questo modo i bambini avranno modelli cui ispirarsi.
Un modo per aiutare i bambini in difficoltà con la scrittura creativa, è quello di formare un gruppo e discutere insieme un argomento di loro interesse. Poi insieme si passa alla stesura di ciò che è stato detto: i bambini a turno suggeriscono una frase, che tutti scrivono sul loro foglio, con una bella calligrafia e dedicandosi poi alle decorazioni. Dopo aver fatto un po’ di pratica, vedrete la maggior parte dei bambini passare spontaneamente al lavoro individuale.
I bambini che presentano ancora incertezze, possono essere ulteriormente aiutati a livello individuale. Ci avviciniamo al bambino, raccontiamo una breve storia o diamo delle informazioni su un argomento che lo interessa, quindi invitiamo il bambino a ripetere a voce. Fatto questo lo invitiamo ad annotare ciò che ha detto.
Nella prima fase di composizione scritta, non bisogna preoccuparsi dell’ortografia: la scrittura del bambino non deve essere disturbata. Come spiegato meglio dopo, se ci sono errori grammaticali e di ortografia, l’insegnante deve tenerne nota per intervenire più tardi, con lezioni mirate. E’ invece importante che il lavoro finito sia il più bello possibile, scritto in una bella calligrafia e decorato.
La scrittura creativa implica delle responsabilità, perché finché un pensiero è solo mio, non può danneggiare gli altri, mente può farlo nel momento in cui si concretizza esprimendosi con parole o azioni.
Nella scuola primaria le esperienze di scrittura devono integrare tra loro due aspetti: la capacità di esprimere i propri pensieri, e la capacità di farlo in forma scritta, su carta.
In relazione alla scrittura creativa, premesso che tutta la scrittura lo è, i testi che i bambini possono produrre saranno dialoghi, testiteatrali, poesie, racconti, lettere. Consideriamo che tutto ciò che i bambini leggono influenza indirettamente il loro modo di scrivere, e quindi se praticheremo con loro la lettura a voce altra di testi letterari, la scrittura creativa sorgerà come conseguenza spontanea di questo lavoro.
La scrittura di storie di fantasia da parte dei bambini, può avvenire solo se i bambini ne hanno ascoltate e lette molte. Si può trattare di allegorie, fiabe, favole, miti e leggende: i bambini dovrebbero averne un patrimonio a disposizione, nella loro memoria. Queste storie di fantasia possono essere illustrate.
Un’altra forma di scrittura creativa riguarda lo scrivere lettere a qualcuno. Per questa forma di scrittura bisognerà insegnare a scrivere intestazioni, data, indirizzo, saluti e firma. Tra i supporti si scrittura presenti in classe, non dovrebbero mancare carta da lettera e buste.
Ci sono poi le descrizioni, che possono avere per oggetto qualsiasi cosa: una scena, un paesaggio, un animale, un oggetto, un quadro.
Quando i bambini iniziano a scrivere i loro racconti, scoprono che i loro personaggi hanno bisogno di parlare tra loro. E’ il momento di mostrare al bambino le regole del discorso diretto e indiretto. Per farlo possiamo usare alfabeti mobili di due colori diversi, oppure inchiostri di colore diverso: uno per il testo, uno per le parole dette dei personaggi. Le virgolette serviranno ad aprire e chiudere le parole riportate. Possiamo fare anche un gioco a coppie. Ogni bambino scrive con un colore diverso, con un alfabeto mobile, su un grande tappeto, una frase sua, in modo che insieme sviluppino un dialogo scritto, alternandosi. Dopo aver messo le virgolette all’inizio e alla fine di ogni frase, intervalliamo il discorso aggiungendo davanti alle frasi Marta ha detto, Giulio ha risposto, egli ha domandato, ecc… Dopo un po’ di esercizio, in coppia e individuale, i bambini possono approfondire questo lavoro inventando dialoghi tra due personaggi storici, oppure tra i personaggi di due romanzi diversi, che si incontrano.
La scrittura di testi teatrali è un altro tipo di scrittura creativa praticabile nella scuola primaria, che può avere per oggetto una festa o un evento storico, per iniziare. Dopo i 9 anni possono evolvere in racconti di fantasia.
Nella selezione dei testi da leggere a voce alta ai bambini, la poesia non dovrebbe mai mancare. Ascoltando molta poesia, i bambini imparano a sentire la varietà degli stili poetici, il metro e il ritmo, e imparano a cogliere le varie figure retoriche. I bambini hanno un senso poetico naturale, e noi possiamo aiutarli a sfruttarlo.
Scrittura e composizione nella scuola primaria – SCRITTURA ESPOSITIVA
Per quanto riguarda il riportare fatti, i loro scritti possono riguardare definizioni, argomenti di storia, matematica, geometria, geografia, biologia, esperimenti scientifici, musica, arte, ed anche linguaggio (grammatica e sintassi, stile, ortografia, ecc…). Stimolare i bambini a scrivere definizioni proprie serve a sviluppare le loro capacità di ragionamento. Dopo l’esperienza e la pratica con un dato concetto, in una data materia, chiediamo ai bambini di scriverne la definizione con parole proprie. Per farlo i bambini possono consultare testi, oppure le carte delle nomenclature.
Oltre alle definizioni, la scrittura che serve a riportare fatti può consistere in istruzioni, rapporti, lettere, articoligiornalistici, elenchi, grafici, interviste, relazioni. Le relazioni possono riguardare un’uscita didattica, oppure il contenuto di un testo. Se la relazione riguarda un testo, non deve essere un lavoro di copiatura. Per questo dovremo insegnare al bambino come prendere appunti, come sintetizzare le informazioni e come sceglierle, di modo che la loro relazione sia personale.
Un lavoro importante e molto utile è la scrittura di un diario giornaliero. Sarà sufficiente predisporre, nell’arco della giornata, un tempo dedicato a questo. All’inizio dieci minuti saranno sufficienti, poi, nel corso dell’anno, possono estendersi a venti o trenta. Per favorire la scrittura del diario bisognerà fornire i bambini di un quaderno apposito per la scrittura del diario; mostrare ai bambini come scrivere la data; suggerire argomenti ai bambini che ne hanno bisogno; incoraggiarli ad essere chiari senza correggere l’ortografia o la sintassi, a meno che non il bambino stesso non li indichi per primo; se necessario; se necessario, chiedere al bambino di scrivere un numero minimo di frasi al giorno; leggere ai bambini brani di giornali e diari di personaggi famosi.
Nella scuola primaria l’aula è prima di tutto un luogo di ricerca. I bambini discutono, registrano per iscritto, fanno relazioni, traggono piacere dalla scrittura. Una tipologia di scrittura espositiva molto praticata nella scuola primaria riguarda le attività di ricerca. Questo tipo di scrittura riguarda la capacità di registrare informazioni, più che l’immaginazione. Per le loro ricerche, i bambini hanno a disposizione enciclopedie, dizionari, nomenclature, internet, saggi, ecc… Le loro ricerche possono portare alla realizzazione di cartelloni, pergamene, fascicoli o libretti. Prima di avviare il lavoro di ricerca, bisogna mostrare ai bambini come trovare le informazioni e come registrarle. I bambini devono imparare a prendere appunti e scrivere le parole chiave che possono guidarli poi nella stesura del testo con parole proprie. Un modo per farlo è quello di dare loro un breve testo, farlo leggere, poi chiedere loro quali erano nel testo le parole importanti.
Bisognerebbe parlare ai bambini del concetto di plagio, e motivarli a non copiare le frasi dai libri, ma ad elaborarle parafrasandole.
Nell’impostare il loro lavoro di ricerca, i bambini devono scegliere il modo in cui vogliono mostrare il loro lavoro agli altri. L’insegnante deve essere sempre disponibile ad aiutare i bambini con i suoi consigli, che possono riguardare la grafica, il taglio, la misura, la titolazione.
Scrittura e composizione nella scuola primaria
Già dai primi racconti sulle origini della scrittura, possiamo suggerire ai bambini argomenti di ricerca, tenendo presente che, quando arrivano alla scuola , provano un forte interesse per i fatti del mondo, ma non sono hanno ancora tutti gli strumenti per esplorarli in modo autonomo, quindi avranno bisogno dei nostri suggerimenti su cosa e dove cercare. Dovremo insegnare ai bambini come condurre le loro ricerche e come registrare le informazioni, come lavorare in collaborazione con gli altri, senza violare il loro desiderio di sapere sempre di più, di sentirsi capaci, di condividere con gli altri ciò che imparano.
Man mano che le abilità dei bambini crescono, le loro ricerche si faranno sempre più sofisticate e complesse.
Gli argomenti di ricerca che si possono aprire man mano che raccontiamo le storie che fanno parte della quarta lezione cosmica, che come abbiamo detto è in genere il primo argomento di ricerca dei bambini nella scuola primaria, possono ad esempio riguardare:
Le pitture rupestri: dove, cosa e quando gli uomini di Lascaux intendevano comunicare
Scrittura cuneiforme: i bambini possono arricchire la ricerca con loro riproduzioni su argilla
Le prime scritture non alfabetiche nel mondo (nativi americani, Isola di Pasqua, ecc…)
Confronto tra i pittogrammi di diverse culture arcaiche
Gli ideogrammi cinesi e giapponesi
I geroglifici egizi
La storia della Stele di Rosetta
Gli alfabeti greco, latino, etrusco
L’invenzione della carta
La storia della stampa
I diversi strumenti di scrittura (cannucce, stili, penne d’oca, ecc…)
I diversi supporti alla scrittura (pietra, argilla, papiro, pergamena, carta).
Questi argomenti sono solo degli esempi, ma non devono essere intesi come un elenco di argomenti da distribuire tra tutti i bambini. Possiamo tenerne conto come suggerimenti da dare a quelli che necessitano di idee, ma più di frequente sono i bambini stessi ad ispirarsi a vicenda.
Inoltre tutti questi argomenti hanno legami con altre materie di insegnamento, e dobbiamo stimolare i bambini ad esplorarli anche in questo senso creando legami tra lingua e storia, lingua e biologia, lingua e geografia, lingua e arte, lingua e matematica, e così via.
Dobbiamo soprattutto fare in modo che l’interesse dei bambini per la scrittura non si affievolisca mai, e che essi desiderino non solo scrivere, ma scrivere bene, e che desiderino continuare a farlo.
Tornando alla quarta grande lezione, altri argomenti interessanti potrebbero essere:
L’araldica, che risulta particolarmente interessante dopo i 9 anni: colori e stemmi delle squadre sportive, gli scudi dei cavalieri, gli stemmi delle famiglie nobili, delle corporazioni, ecc… I bambini amano progettare il proprio simbolo araldico, scegliendo elementi che li rappresentino. Questi simboli sono molto importanti, perché li rappresentano come individui. I bambini più grandi potranno fare ricerche più approfondite sulla simbologia araldica ed approdare a ricerche in campo storico: perché questi simboli erano così importanti? Quante persone sapevano leggere e scrivere a quel tempo? Chiaramente, l’araldica era una forma di comunicazione scritta.
Le rune: originarie della Scandinavia, erano scritte su ramoscelli di alberi, ed esse stesse avevano l’aspetto di ramoscelli. Quando ebbero il loro maggiore sviluppo? Chi le ha utilizzate, in altre versioni?
Un’estensione interessante della quarta grande lezione è la cura della calligrafia. Tutte le storie che raccontiamo ai bambini hanno lo scopo di stimolare il pensiero e sostenere lo sviluppo delle loro capacità intellettive, ma non devono trascurare l’aspetto pratico-manuale. Lavorando alle abilità di scrittura, non possiamo trascurare il fatto che i bambini non devono solo scrivere con piacere, in modo chiaro e senza errori di ortografia e sintassi, ma la scrittura deve essere anche bella e leggibile. Generalmente, quando i bambini piccoli imparano a scrivere a mano, la loro scrittura è molto bella e curata, ma quando diventano più grandi possono perdere interesse nei riguardi dell’aspetto estetico.
La pratica della calligrafia richiede alcune competenze di base, che vanno acquisite col tempo. Ci sono molti modi per rimuovere gli ostacoli che possono opporsi alla bella scrittura.
Il primo consiglio è quello di scegliere con attenzione lo strumento di scrittura, perché lo strumento determina la qualità. E’ bene stabilire coi bambini quali strumenti si utilizzeranno in classe, e quali no. Per coltivare la bella scrittura bisogna evitare le penne a sfera, perché sono progettate per velocizzare, mentre noi abbiamo bisogno di rallentare lo scorrere della mano sul foglio. Sarebbe dunque bene scrivere con la penna stilografica (possibilmente più penne con colori di inchiostro diversi) e con matite morbide.
Come regola generale, i pennarelli non dovrebbero esser usati per scrivere (a meno che non si tratti di preparare didascalie per i cartelloni).
Mentre i bambini imparano le diverse regole di uso della punteggiatura e delle lettere maiuscole, possono usare diversi colori per evidenziare questi elementi, ad esempio scrivendo tutte le maiuscole di un colore, tutti i segni di interpunzione in un altro, ed il testo in un terzo colore. Questi piccoli espedienti aiutano il bambino ad aver cura della loro scrittura ed a trarre piacere dalla bellezza delle loro pagine scritte.
Dobbiamo stimolare la decorazione delle pagine con cornicette e abbellimenti, composizione artistica dei titoli, disegni al termine del testo scritto o che incornicino le pagine. Le cornicette non devono essere scarabocchi, ma devono seguire le righe o i quadretti, e vanno insegnate. Per realizzarle i bambini possono usare le matite colorate, e all’inizio possiamo fornire loro dei modelli da copiare. Al termine dei loro lavori, i bambini avranno qualcosa da mostrare agli altri con orgoglio. Si tratta di un insegnamento importante, che possiamo chiamare “formazione estetica”: diamo ai bambini gli strumenti per rendere il mondo più bello per tutti, a cominciare dal proprio lavoro.
I bambini dovrebbero essere incoraggiati ad utilizzare inchiostri colorati, matite colorate per decorazioni e cornicette, curare la grafica, inserire disegni, grafici e tabelle. Più decorano il loro lavoro, più ne saranno soddisfatti, perché a questa età i bambini hanno una forte tendenza all’auto valutazione e tendono alla perfezione.
Coltiviamo le tecniche di illustrazione. L’illustrazione aiuta i bambini a impegnarsi per rendere il proprio lavoro bello e interessante. Si comincia con i bambini piccoli, quando hanno appena imparato a scrivere. Dopo che hanno composto la loro frase, li incoraggiamo a disegnare un’istantanea di ciò che hanno scritto. Possiamo introdurre poi le tecniche di disegno, ma in primo luogo dovremo incoraggiare la capacità naturale del bambino. Il disegno dovrebbe essere a mano libera, ad eccezione (non sempre) delle mappe relative alla storia ed alla geografia.
Maria Montessori ha detto che dobbiamo coltivare in ogni bambino un occhio che vede ed una mano che obbedisce.
Il disegno può essere usato anche per prendere appunti, soprattutto nel periodo in cui il bambino non ha sviluppato sufficienti abilità di scrittura: ad esempio si può disegnare ciò che si vede durante un esperimento scientifico, una lezione di biologia o di geografia, e in tutte le occasioni che si prestano a schizzi ed illustrazioni scientifiche.
Le illustrazioni possono comprendere una vasta varietà di formati: possono essere a piena pagina, oppure sopra sotto a lato del testo. Possono essere poste ad intervalli lungo il testo, possono essere usate per le copertine e per iniziare e terminare una composizione. Nessun lavoro scritto dovrebbe essere considerato concluso, se non è illustrato.
Un modo per mantenere viva l’attenzione verso la bellezza dei segni è quello di presentare ai bambini nuovi caratteri di scrittura: italico, gotico, da esercitare con inchiostro e pennino.
E’ molto interessante anche la riproduzione e l’invenzione di lettere miniate, sul modello dei manoscritti medioevali. Per i bambini più piccoli può trattarsi semplicemente di decorare con colori vivaci la prima lettera all’inizio di ogni pagina, mentre dopo i 9 anni i bambini possono essere interessati alla storia delle lettere miniate. Questa attività può essere introdotta semplicemente chiedendo ai bambini di disegnare l’iniziale del proprio nome su di un manifesto decorandola con gli oggetti preferiti ed i simboli che descrivono preferenze, gusti, tratti della personalità.
Scrittura e composizione nella scuola primaria – LA CURA DELL’ORTOGRAFIA
Il lavoro di sostegno alle capacità di scrittura dei bambini, nella scuola primaria, è molto articolato.
Lo studio della grammatica e della sintassi riveste grande importanza. Il materiale più interessante per i bambini è rappresentato dalle scatole grammaticali, soprattutto dopo gli 8 anni. Insieme al lavoro con materiali per l’analisi logica, sono strumenti preziosi per valutare le relazioni sintattiche tra le parole, e le sfumature stilistiche. Di grande importanza sono anche le carte dei comandi che introducono le parti del discorso e le loro classificazioni, e che contribuiscono indirettamente alla comprensione del linguaggio da parte del bambino ed al miglioramento della scrittura.
L’esperienza dimostra che, dopo aver presentato ai bambini i primi cartellini dei comandi, si verifica in classe l’esplosione di una nuova attività. I bambini desiderano continuare a scrivere comandi per gli amici, ne inventano e li leggono ai loro compagni, chiedono loro di interpretare i comandi che hanno scritto.
Se la frase non è scritta in modo corretto, l’errore si rileva automaticamente, e il bambino che ha scritto il comando vede eseguire davanti a sé un’azione diversa da quella che aveva in mente. Capisce così di avere espresso il suo pensiero in modo scorretto o inadeguato, e si mette spontaneamente al lavoro per correggere l’errore.
Lo studio della parola può iniziare molto presto e procedere parallelamente all’uso delle scatole grammaticali, con classificazioni e ricerca dell’etimologia delle parole. In questo modo si amplia il vocabolario e si perfeziona l’ortografia, perché spesso lo studio della parola aiuta i bambini a comprendere le regole ortografiche.
Esaminare le frasi attraverso l’analisilogica guida i bambini verso una maggiore comprensione della struttura del linguaggio. L’analisi logica è una palestra di ragionamento, perché porta a capire come parole o gruppi di parole funzionano all’interno della frase. E’ bene incoraggiare i bambini a scrivere da soli le frasi da analizzare, dando così loro la possibilità di conoscere la struttura dei propri scritti. Quando invece analizzano frasi prese dalla letteratura, vedono come gli scrittori hanno scelto di esprimersi, e possono esaminare la semplicità o complessità delle loro frasi.
Dopo i 9 anni è bene aggiungere al materiale a disposizione in classe alcuni buoni testi di grammatica, che i bambini possono consultare per approfondire gli argomenti e fare ricerche. Offrendo una varietà di manuali, possono scoprire differenze e comprendere che nella grammatica, come in tutti gli altri campi del sapere, non sempre gli esperti sono d’accordo tra loro.
Il lavoro sull’ortografia deve tenere presente che non deve interferire con l’espressione personale del bambino, dobbiamo trattare l’ortografia separatamente dai contenuti. Per fare questo bisogna osservare le produzioni scritte del bambino e notare quali errori compie. Dopo l’osservazione possiamo pianificare gli interventi individuali e presentare le lezioni necessarie al superamento dell’ostacolo. Piccoli gruppi di bambini con la stessa difficoltà possono essere uniti in gruppo.
I bambini devono sempre essere consapevoli del fatto che stanno scrivendo per condividere qualcosa o tenere traccia di qualcosa per se stessi e per gli altri, o anche semplicemente per la gioia di scrivere.
Per correggere gli errori ortografici possiamo predisporre vari esercizi. Ad esempio possiamo mostrare al bambino una parola scritta su un cartellino, farla leggere, poi capovolgerla e farla riprodurre con l’alfabeto mobile. Oppure i bambini possono dettarsi delle parole a vicenda, utilizzando carte delle nomenclature predisposte appositamente.
Possiamo anche appendere in aula elenchi di parole e tabelle. Chiediamo ai bambini di andare al muro, leggere una parola, memorizzarla, tornare al loro banco e comporla con l’alfabeto mobile o su un cartellino. Se si dimentica la parola, può tornare a leggerla. Questo non è un semplice lavoro di copiatura, perché allena anche la memoria. Al termine del lavoro il bambino porta l’elenco che ha riprodotto al suo banco, e controlla il suo lavoro.
Anche il materiale per lo studio della parola, ad esempio quello per il singolare e il plurale, può essere molto utile per spiegare le regole ortografiche. Prima presentiamo la regola generale, poi isoliamo ed affrontiamo una ad una le eccezioni.
Un altro strumento utile è quello di predisporre coi bambini dei dizionari ortografici individualizzati, cioè rubriche in cui ogni bambino raccoglie le parole difficili o che trova più interessanti, in ordine alfabetico. Ogni volta che il bambino chiede aiuto all’insegnante circa l’ortografia corretta di una parola, egli gli consiglierà per prima cosa di controllare se la parola non sia già presente nella sua rubrica.
I bambini possono usare le parole presenti nelle loro rubriche anche per lavori di dettatura in coppia. Trovi qui molti dettati ortograficitra i quali scegliere.
I bambini accolgono l’ortografia come una sfida ed hanno piacere nel cimentarsi con parole sempre più difficili. Per alcune delle più comuni difficoltà ortografiche ho preparato queste carte delle nomenclature.
E’ importante insegnare ai bambini anche la divisione in sillabe, per andare a capo correttamente. Trovi qui alcune carte auto correttive per esercitare la divisione in sillabe.
Scrittura e composizione nella scuola primaria – LA CURA DELLA PUNTEGGIATURA
Nella scuola primaria, naturalmente, si affronta anche la punteggiatura. Quando i bambini scrivono le loro prime frasi con gli alfabeti mobili, nella scuola d’infanzia, hanno imparato a porre il punto fermo al termine della frase. Questo punto indica che il pensiero è completo. Nella scuola primaria il lavoro prosegue e si insegna ai bambini a dividere i loro elaborati in periodi. Introduciamo anche tutti gli altri segni di punteggiatura. Questi segni migliorano la chiarezza espositiva, e devono essere introdotti con brevi lezioni date a piccoli gruppi. Mentre i bambini scrivono le loro storie o le loro relazioni, suggeriamo loro di usare matite con colori diversi per ogni tipo di segno di interpunzione che utilizzano.
Portiamo all’attenzione dei bambini anche l’uso delle maiuscole. Anche le maiuscole servono a conferire chiarezza ai testi, e inizialmente possiamo consigliare ai bambini di scriverle con un colore di inchiostro diverso da quello utilizzato per le minuscole.
Il sistema più efficace per rendere i bambini consapevoli del grande contributo che l’uso della punteggiatura offre, consiste nel preparare un breve testo senza segni interpunzioni e maiuscole e provare a leggerlo tutto di un fiato, poi mostrarlo ai bambini. Fatto questo, i bambini proveranno a inserirli.
Scrittura e composizione nella scuola primaria – LA CURA DELLO STILE
Un modo particolarmente efficace di lavorare allo stile di scrittura dei bambini, è la pratica costante della lettura ad alta voce da parte dell’insegnante. Queste letture devono essere frequenti, dedicando tempo anche alla presentazione dell’autore ed alla discussione. I bambini si sentono spesso stimolati a scrivere storie simili a quelle che hanno ascoltato, o ad utilizzare uno stile simile. La lettura aiuta moltissimo i bambini a scrivere correttamente, perché i buoni lettori sono spesso anche scrittori accurati: hanno creato immagini mentali e classificazioni delle parole che hanno visto molte volte. Grazie alla lettura i bambini formano il loro orecchio per la lingua.
Non bisognerebbe sforzarsi di insegnare al bambino a leggere dai libri. Egli dovrebbe semplicemente sentirsi libero di accedere ai libri presenti in aula, e viene incoraggiato a lavorare con i bambini che leggono meglio ed interagire con i bambini che stanno svolgendo delle ricerche. In questo modo, quelli che ancora sono insicuri nella lettura, possono partecipare ad un progetto di ricerca in veste di illustratori.
Uno dei nostri obiettivi più importanti, nella composizione scritta, è che il bambino sviluppi uno stile di scrittura personale. Per stimolare i bambini a notare che ognuno scrive con uno stile proprio, possono essere utili i simboli grammaticali: qualcuno usa molti aggettivi, qualcuno frasi molto lunghe, ecc… Il bambino deve anche sentire che la scrittura è una forma d’arte, che egli può padroneggiare, e deve sapere che il compito dell’arte è quello di mantenere l’uomo in contatto con i suoi sentimenti.
Il programma di insegnamento della lingua nella scuola primaria
Lo studio della lingua nella scuola primaria Montessori comprende: 1. Storia della scrittura e del linguaggio orale (quarta grande lezione) 2. Grammatica e sintassi 3. Composizione scritta 4. Linguaggio parlato 5. Letteratura 6. Attività di ricerca
Il programma di insegnamento della lingua nella scuola primaria
Nella scuola d’infanzia, il bambino è stato coinvolto nei fatti della lingua, che ha potuto esplorare sensorialmente. Ma poiché adesso le caratteristiche psicologiche sono cambiate, non possiamo mantenere lo stesso approccio. Il nostro compito, ora, è quello di aiutare il bambino ad esplorare le cause che stanno dietro ai fatti. Nello studio della lingua, cominciamo con le grandi storie cosmiche, per fare appello alla fantasia del bambino. Egli è già in grado di leggere e scrivere, e noi possiamo usare il linguaggio per l’esplorazione delle origini e dello sviluppo del linguaggio, nonché della vita dell’uomo nel nostro universo. L’arricchimento del vocabolario, la scrittura, la lettura, l’analisi grammaticale e l’analisi logica sono già state presentate, in germe, nel periodo della scuola d’infanzia, ma nella scuola primaria verranno trattate in modo diverso, diventando elementi inseriti nella storia dell’uomo. Quando il bambino entra nella scuola primaria, psicologicamente si distacca dai suoi primi ambienti (casa, scuola d’infanzia) e si rivolge alla società al fuori di essi. E’ lo sviluppo di questa società che ha reso possibile lo sviluppo della lingua. La quarta grande lezione ha per oggetto le origini della scrittura (pitture rupestri, scritture prealfabetiche, alfabetiche, sviluppo dei simboli scritti, calligrafia), le origini del linguaggio, e le origini della lingua italiana, con particolare attenzione all’etimologia delle parole. Grazie alla sua fantasia, il bambino segue con interesse la storia delle origini della lingua, in particolare della sua. Apprezzerà molto anche la storia della scrittura, dei supporti usati nel corso del tempo dai vari popoli, l’evoluzione della scrittura dai pittogrammi al computer, l’invenzione della carta e della stampa.
Il programma di insegnamento della lingua nella scuola primaria
2. Grammatica e sintassi Per parlare e scrivere in modo chiaro, il bambino deve capire le regole della grammatica e della sintassi, ma queste regole non devono essere fornite come un esercizio noioso. Dovrebbero essere date come arte della storia che si è sviluppata nel tempo. In questo modo, le ragioni storiche diventano una risposta alle difficoltà di ortografia, alle parole irregolari, e alle eccezioni alle regole. Il bambino, guidato in questo percorso, si renderà conto di quanto il linguaggio sia interessante, perché noi la applichiamo alla vita e non agli esercizi che stanno in un libro di grammatica.
Gli argomenti di grammatica e sintassi trattati nella scuola primaria sono:
Studio della parola
Studio delle parti del discorso
Analisi logica e del periodo.
Il programma di insegnamento della lingua nella scuola primaria
Nello studio della grammatica nella scuola primaria riconosciamo tre stadi o livelli:
1° stadio: esercizi con i simboli grammaticali;
2° stadio 2: esercizi con i cartellini dei comandi;
Lo studio della lingua è anche esercizio di lettura. Se il bambino desidera analizzare le parti del discorso, infatti, avrà bisogno di leggere. Questo è ciò che Maria Montessori chiama lettura totale. Per tutti i materiali strutturati per lo studio della lingua, facciamo leva sul senso sociale del bambino, stimolando il lavoro in coppie o gruppi, soprattutto con le scatole grammaticali e i cartellini dei comandi. La lingua deve essere presentata con fantasia, se vogliamo interessare il bambino. Egli non deve subire regole di grammatica, sintassi e ortografia, ma piuttosto deve comprendere le ragioni di queste regole particolari, ed acquisire, applicando queste regole, le abilità di scrittura indispensabili a registrare e notificare. Il bambino deve scoprire tutto ciò che si può fare con linguaggio. La proposta di Maria Montessori riconosce al bambino la capacità di cogliere visioni di insieme, sia pure non troppo vaste. Nella Psicogrammatica (grammatica come aiuto allo sviluppo psichico) si comincia con la famiglia del nome (articolo, nome, aggettivo: sintagma nominale), per passare poi alla famiglia del verbo (sintagma verbale) composta da verbo, avverbio, pronome. I legami dinamici tra le due famiglie avvengono grazie ai tre aiutanti (preposizione, congiunzione, interiezione). È evidente in Maria Montessori la scelta consapevole di termini come famiglia o aiutante, direttamente comprensibili al bambino, termini vicini al suo mondo affettivo e tuttavia aderenti alla funzione linguistica esatta. Nella scuola d’infanzia presentiamo i simboli per mostrare che le parole hanno delle funzioni diverse all’interno della frase, mostriamo cioè che le parole cambiano, ma i modelli di funzionamento rimangono gli stessi. Nella scuola primaria, i simboli grammaticali servono a rendere concreto ciò che è astratto, aiutano i bambini a scoprire la funzione delle parole e a classificarle. La scoperta della funzione avviene in modo spontaneo, e questa preparazione indiretta all’analisi grammaticale è una base forte, a cui aggiungiamo gradualmente nuove scoperte, arrivando a gradi superiori di conoscenza della grammatica.
Il programma di insegnamento della lingua nella scuola primaria
3. Composizione scritta Dal momento che una gran parte del lavoro nella scuola primaria consiste nel notificare e registrare, abbiamo bisogno di aiutare il bambino a scrivere in modo chiaro e preciso. Dobbiamo aiutarlo a prendere appunti e a scrivere queste note in modo immaginativo. Se il bambino non è abituato a illustrare il suo lavoro con immagini o disegni, o non è abituato alla decorazione, dovremo mostrargli come svolgere il suo lavoro in modo che sia piacevole dal punto di vista artistico, per far sì che ne sia soddisfatto. In questo modo il lavoro scritto non diventa solo un compito, ma un’opera d’arte.
La composizione scritta riguarda: – libera espressione: immaginativa e fattuale – esercitazioni pratiche: forma e contenuto, segni di interpunzione, divisione in sillabe, scrittura a mano, illustrazione e decorazione – relazioni scritte – scrittura di lettere – poesia – teatro – dialoghi – studio ed esercizi di stile.
Il programma di insegnamento della lingua nella scuola primaria
4, Linguaggio parlato I bambini dovrebbero essere incoraggiati a parlare e conversare tra loro. Bisogna inoltre coltivare l’abilità di parlare in pubblico, riportare le proprie osservazioni, presentare il proprio lavoro agli altri. Le abilità linguistiche si esercitano con: – discorsi – discussioni e dibattiti – rapporti – recitazione – dialoghi – teatro.
Il programma di insegnamento della lingua nella scuola primaria
5. Letteratura Nella scuola d’infanzia i racconti letti ai bambini vertono preferibilmente su storie relative alla vita quotidiana. Nella scuola primaria bisogna invece offrire una grande varietà di racconti, e non soltanto storie vere. I bambini, a questa età, cominciano ad apprezzare miti e storie d’avventura. La biblioteca di classe non deve però essere troppo ricca, perché i bambini deve essere stimolato a ricercare al di fuori della scuola il materiale di lettura. E’ importante che i libri siano letti per il piacere di leggere, e non per essere analizzati. Gli studenti dovrebbero avere la possibilità di leggere molto e di discutere delle loro letture, esprimendo piacere o antipatia. Gli scrittori possono essere inseriti nel loro contesto storico e sociale.
Le attività di lettura riguardano: – libri letti dai bambini (libreria di classe e biblioteca pubblica) – storie e poesie lette dall’insegnante – lettura interpretata – biografie di scrittori – linee del tempo della letteratura – storia della letteratura italiana.
Il programma di insegnamento della lingua nella scuola primaria
6. Attività di ricerca Le attività di ricerca sono una costante nella scuola primaria, e si intensificano verso la fine, dai 9 ai 12 anni.
In questa presentazione schematica del lavoro sulla lingua nella scuola elementare, consideriamo che tutti gli argomenti elencati si sviluppano non uno dopo l’altro, ma in parallelo. Non ci sono età fisse per ogni lavoro. Quando si presenta un argomento nuovo ad un bambino, egli può andare avanti, se vuole, ma non è tenuto a farlo. L’insegnante deve assicurarsi di presentare alcuni argomenti chiave relativi allo studio della lingua, argomenti che forniscono la base per il progredire delle conoscenze. Fatto questo, un gruppo di bambini può seguirne un aspetto, un altro gruppo un altro. L’insegnante deve osservare questo lavoro, ed inserire le presentazioni dei materiali ai quali la classe non sta lavorando. Dopo le presentazioni, dovrebbe dare suggerimenti per sostenere il lavoro dei bambini, fino a quando essi non avranno le idee chiare su cosa fare.
Nella scuola d’infanzia i bambini raggiungono un grado di sviluppo in cui scrivono parole e frasi, e leggono cartellini dove sono descritte azioni che essi interpretano praticamente, mostrando così di averle comprese. Il materiale per l’apprendimento della scrittura e della lettura consiste in due alfabeti mobili: uno più grande, con le vocali e le consonanti di due colori diversi, ed uno più piccolo in un colore unico. Tuttavia il grado di sviluppo non è ancora ben determinato: si potrebbe dire che i bambini hanno fissato i meccanismi della scrittura e della lettura, e si avviano verso uno sviluppo intellettuale di queste conquiste. E’ una via aperta al progresso che si realizzerà nella scuola primaria, quando la mente può servirsi dei meccanismi della lettura e della scrittura.
Il programma di insegnamento della lingua nella scuola primaria
Nella scuola primaria cominciamo col presentare un terzo alfabeto mobile, con le lettere molto più piccole, e in corsivo. In questo alfabeto ci sono 20 esemplari di ogni lettera, mentre prima ce ne erano 4; inoltre ci sono tre alfabeti completi: uno bianco (gesso), uno nero(inchiostro nero), uno rosso(inchiostro rosso). Quindi abbiamo 60 esemplari per ogni lettera dell’alfabeto. Sono inclusi anche tutti i segni di interpunzione: punto, punto e virgola, virgola, accento, apostrofo, punto esclamativo e punto interrogativo. Le lettere sono fatte di cartoncino rigido.
Altri esemplari portano invece lettere dell’alfabeto secondo la forma dello stampato, e sono disposte nel casellario secondo l’ordine in cui sono le lettere dell’alfabeto nelle macchine da scrivere.
Gli usi di questo alfabeto sono molteplici. L’esercizio è noto, perché gli alfabeti mobili sono già stati usati nella Casa dei Bambini. In relazione all’apprendimento dei nomi, usiamo quindi un metodo già usato, il metodo oggettivo, con esercizi pratici. Ma perché dovremmo limitarci al nome? Il nome non è che una delle parti del discorso, come l’aggettivo, il verbo, ecc. Se c’è un metodo che ci permette di imparare in modo semplice cos’è un nome, possiamo utilizzarlo anche per le altre parti del discorso.
Quando poniamo un cartellino con una parola su un oggetto corrispondente, il bambino sa già distinguere il nome da ogni altra parte del discorso. Ha imparato a farlo in modo intuitivo. Il primo passo verso la grammatica è stato fatto.
Il bambino ha costruito tutte le sue parole con l’alfabeto mobile, ed ha inoltre scritto queste parole. Si è così esercitato in due attività preparatore: si è preparato all’analisi dei suoni, e si è preparato all’analisi delle parole nel loro significato (il processo di apprendimento della lettura è spiegato in dettaglio nel libro “Il Metodo Montessori”).
Procedendo alla classificazione delle parole distinguendo il nome da tutte le altre parole, faremo un grande passo verso la comprensione dell’analisi grammaticale, come l’alfabeto tattile è stato il primo passo verso l’analisi della parola. Dobbiamo solo portare il processo un passo avanti, e forse arriveremo al “discorso analizzato per intero”.
E’ una semplice questione di continuità all’interno di un processo unitario. L’impresa può sembrare azzardata. Non importa. Quell’orribile grammatica, quell’orribile spauracchio, non è così terribile se diventa un appassionante esercizio, e se è accompagnata da una guida amorevole che porta il bambino lungo piacevoli sentieri alla scoperta di cose che ha effettivamente svolto.
Quanto diversa sembrerà la grammatica ai nostri piccoli studenti, se invece di essere un crudele assassino che spezza la frase in pezzetti, diventa un’amorevole ed indispensabile aiuto nella costruzione e nel collegamento delle parole tra loro nel discorso.
L’analisi dei suoni, che nel nostro metodo porta alla scrittura spontanea, non è adatto per tutte le età. Si applica quando il bambino ha quattro anni, quattro anni e mezzo. Allo stesso modo lo studio analitico delle parti del discorso, non è adatto a bambini di qualsiasi età. E’ il bambino tra i cinque ed i sette anni che è un amante delle parole, ed a questa età mostra una predisposizione per questo studio.
L’idea che l’analisi deve essere preceduta dalla composizione è un pregiudizio. Solo le cose prodotte dalla natura devono essere analizzate prima di poter essere comprese. La violetta, ad esempio. Si trova perfetta in natura. Noi per studiarla dobbiamo strappare i petali, sezionare il fiore, osservare la sua crescita. Ma volendo creare una violetta artificiale, dobbiamo fare l’opposto. Dobbiamo preparare gli steli uno ad uno, quindi lavorare ai petali, ritagliarli, colorarli e stirarli uno ad uno. E si prova un grande piacere in ognuna di queste singole operazioni, che convergono infine nella creazione di un grazioso fiorellino artificiale. La costruzione di una casa è un processo analitico. La persona che costruisce la casa la conosce nei più piccoli dettagli ed ha un’idea precisa della sua costruzione, idea che non ha chi la demolisce. Questo perchè, prima di tutto, il processo di costruzione richiede molto più tempo della demolizione. Ma, oltre a questo, il costruttore ha un punto di vista diverso del demolitore.
Il periodo sensibile per la lingua si presenta tra i 6 e gli 8 anni di età. In questa fase il bambino è interessato a capire il linguaggio e le sue componenti: le parole, il loro significato, la loro funzione, e le loro relazioni reciproche.
I materiali montessoriani applicano il principio dell’isolare le difficoltà, per esplorare singolarmente gli elementi del linguaggio.
Il programma di insegnamento della lingua nella scuola primaria
Osservazioni sul linguaggio nella scuola d’infanzia
Nella scuola d’infanzia, che in ambito montessoriano è detta “Casa dei bambini”, i bambini si costruiscono un vocabolario piuttosto ricco; compongono in forma scritta, con le lettere smerigliate e con gli alfabeti mobili, i loro pensieri, sentimenti, idee, rendendoli visibili agli altri; scoprono cosa pensano gli altri leggendo le composizioni dei compagni; scrivono sui cartellini le loro prime frasi, imparano a leggere frasi.
Nella scuola primaria, la conoscenza innata del linguaggio diventa consapevole, e gradualmente il bambino impara come funziona la lingua. Un modo concreto per esplorare la lingua è l’analisi grammaticale; questa attività mostra al bambino che la lingua segue delle leggi, è un qualcosa di internamente strutturato ed ordinato.
Il bambino arriva nella Casa di bambini con un linguaggio formato, ed è compito dell’insegnante dargli le chiavi che gli permetteranno di usare questo linguaggio per esplorare il mondo da un punto di vista sensoriale. Basandosi su ciò che il bambino ha acquisito inconsciamente negli anni precedenti, l’insegnante focalizza la sua attenzione su alcuni punti particolari. Fatto questo, il linguaggio del bambino continua a svilupparsi da sé, e diventa sempre più funzionale.
Prima dell’ingresso nella scuola d’infanzia, il linguaggio del bambino si è sviluppato nel periodo della mente assorbente, durante il periodo sensibile per la lingua, in risposta al bisogno di comunicare, esplorare, far parte del gruppo. Questo apprendimento è derivato direttamente dagli stimoli che ha ricevuto dall’ambiente. Il bambino ha la capacità innata di acquisire il linguaggio a cui è esposto, e lo fa coinvolgendo gli organi di senso, il sistema nervoso centrale, la laringe, il diaframma ed i muscoli intercostali, i muscoli della bocca e del viso; tutti questi elementi ha un proprio ruolo, infatti, nella produzione del linguaggio.
Nei destrimani l’emisfero destro governa l’attenzione al linguaggio umano, la pronuncia, la ricerca di associazioni e significati del lessico e della sintassi, mentre l’emisfero sinistro si occupa dell’intonazione e del ritmo. Le aree cerebrali deputate alla produzione linguaggio coordinano il tutto. Ma mentre queste aree esistono fin dalla nascita, i bambini hanno bisogno di essere stimolati dall’ambiente per imparare a renderle funzionali.
Osservazioni sul linguaggio nella scuola d’infanzia
Il bambino molto piccolo acquisisce una grande quantità di elementi linguistici passivamente, attraverso la mente assorbente. Inconsciamente si sforza di imitare il comportamento delle persone che lo circondano. Per questo ha bisogno di sentire attorno a sé un linguaggio ricco e chiaro. Rinforza i muscoli della fonazione producendo i primi suoni.
Le basi dell’acquisizione del linguaggio sono universali e si possono sintetizzare in due fasi:
Fase prelinguistica (da 20 settimane a un anno di età)
Fase linguistica (da 1 a 3 anni di età).
Nella comunicazione orale, il bambino non riceve singole parole, ma parole in relazione tra loro. L’attività del bambino nei primi due anni e mezzo di vita è orientata a formare la lingua orale. Il suo orecchio è attratto dai suoni prodotti dagli esseri umani, che egli è in grado di distinguere da tutti gli altri suoni dell’ambiente. A tre mesi i bambini girano la testa verso le voci che sentono, mentre a sei mesi comincia la produzione di suoni sillabici che preparano i muscoli a parlare la lingua madre. Questa capacità permette al bambino di prendere ciò che gli è necessario per fissare la propria lingua.
In classe si dovrebbe incoraggiare l’espressione spontanea. Si devono creare opportunità per i bambini di parlare con gli altri e portare avanti conversazioni. Ciò non deve avvenire con lezioni di gruppo o presentazioni. Dovrebbe avvenire naturalmente.
Ciò che il bambino dice deve essere ascoltato con attenzione, questo lo incoraggia a parlare e ad esprimersi ed alimenta la sua fiducia nelle proprie capacità. L’adulto è il suo interprete, e gli fornisce le parole che cerca.
I bambini devono essere esposti a un linguaggio chiaro, ricco e preciso. Bisogna rivolgersi ai bambini come ci si rivolge agli adulti, trattandoli come membri paritari del gruppo. Questo stimola la loro tendenza alla comunicazione ed alla socialità.
Per potersi esprimere, il bambino deve sentirsi al sicuro, rispettato e valorizzato.
Nello sviluppo del linguaggio del bambino, l’adulto è uno “strumento di sviluppo”. Il bambino deve sentirsi libero di parlare, e l’adulto deve rispondere adeguatamente alle sue domande e stimolare la comunicazione con i suoi coetanei. Altro compito dell’adulto è collegare il bambino all’ambiente che lo circonda, nominandoli anche durante gli esercizi di vita pratica e l’uso del materiale sensoriale. Questo linguaggio verrà poi utilizzato per le attività di lettura e scrittura.
Gli esercizi sensoriali costituiscono una sorta di autoeducazione che, se ripetuti, portano a un perfezionamento dei processi psicosensoriali del bambino. L’insegnante interviene per portare il bambino dalla sensazione all’idea, dal concreto all’astratto, e all’associazione di idee. Per fare questo userà un metodo che tende ad isolare l’attenzione interiore del bambino e a fissarla sulle percezioni, come nelle prime lezioni la sua attenzione era fissata, attraverso l’isolamento, su singoli stimoli.
L’insegnante, in altre parole, quando dà una lezione deve cercare di limitare la gamma di conoscenze del bambino all’oggetto della lezione, come ad esempio, durante la lezioni di educazione sensoriale isolava il senso che voleva far esercitare al bambino.
Per questo, deve conoscere una speciale tecnica. L’educatore deve, per quanto possibile, limitare il suo intervento, ma non deve per questo permettere al bambino di sottoporsi ad uno sforzo eccessivo di autoeducazione.
Una parte fondamentale del lavoro del maestro è quello di insegnare una nomenclatura esatta. Egli deve pronunciare i nomi e gli aggettivi necessari senza aggiungere altro. Queste parole si dovrebbero pronunciare distintamente, con voce forte e chiara, in modo che i vari suoni che compongono la parola possano essere distinti e chiaramente percepiti dal bambino.
Così, ad esempio, toccando le carte del liscio-ruvido dovrebbe dire: “Questo è liscio. Questo è ruvido.”, ripetendo le parole con diverse modulazioni di voce, sempre lasciando che il tono sia chiaro e l’enunciazione distinta: “Liscio, liscio, ruvido, ruvido”.
Allo stesso modo, quando si trattano le sensazioni di calore-freddo con le scaldine, dirà: “Questo è freddo. Questo è caldo. Questo è ghiacciato. Questo è tiepido.”. Può quindi usare i termini generici ‘caldo’, più caldo, meno caldo, ecc…
La lezione di nomenclatura deve consistere semplicemente nel provocare l’associazione del nome con l’oggetto, o con l’idea astratta che il nome rappresenta. Così l’oggetto e il nome si uniscono e vengono ricevuti insieme dalla mente del bambino, e questo non rende necessario l’aggiunta di altre parole. L’insegnante deve sempre verificare se la sua lezione ha raggiunto il fine che si proponeva nel campo della nomenclatura. La prima prova è quella di verificare che il nome è associato all’oggetto nella mente del bambino. Dopo un certo tempo di silenzio quindi si può chiedere al bambino, pronunciando lentamente e in modo molto chiaro il nome o l’aggettivo insegnato: “Qual è liscio? Qual è ruvido?”. Il bambino indicherà l’oggetto col dito, e l’insegnante saprà se ha fatto l’associazione corretta. Se non l’ha fatta, non lo deve correggere, ma deve sospendere la sua lezione, per riprenderla un altro giorno. Infatti, perché correggerlo? Se il bambino non è riuscito ad associare il nome con l’oggetto, l’unico modo per riuscirci è ripetere un altro giorno l’azione degli stimoli sensoriali associati al nome.
Se il bambino non è riuscito, sappiamo che in quel momento non era pronto per farlo. Se lo correggessimo dicendo “no, hai fatto un errore” tutte queste parole avrebbero più forza delle parole da imparare, ritardando l’apprendimento.
Al contrario, il silenzio che segue l’errore lascia il campo libero per una lezione successiva nella quale egli potrà eseguire correttamente il suo compito. Correggendolo si porterebbe il bambino a fare uno sforzo innaturale di memoria non dovuto, e lo si potrebbe scoraggiare.
Infine, se il bambino non ha commesso alcun errore, l’insegnante come terza parte della lezione provocherà l’attività motoria corrispondente all’idea dell’oggetto, cioè in questo caso la pronuncia del nome. Chiederà: com’è questo? E il bambino risponderà: ruvido. Se la pronuncia presenta difetti, l’insegnante potrà ripetere senza aggiungere nulla, dopo un respiro profondo, la parola, scandendola molto bene.
Per quanto riguarda la generalizzazione delle idee ricevute, cioè l’applicare l’idea all’ambiente, questa non deve avvenire in tempi brevi, e dovrebbe avvenire in modo spontaneo, non attraverso lezioni. Ci saranno bambini che, dopo aver toccato un paio di volte le stoffe o le carte del liscio-ruvido, cominceranno a toccare spontaneamente le varie superfici ripetendo: “liscio… ruvido… questo è velluto…”. Dobbiamo attendere questa indagine spontanea nei bambini, questa esplosione volontaria di attività. Così i bambini sperimentano la gioia della scoperta, e si faranno spontanei esploratori.
L’insegnante deve avere grande cura e capire quando e come il bambino arriva a queste generalizzazioni di idee. Il più grande trionfo del nostro metodo educativo dovrebbe sempre essere questo: osservare lo stato di avanzamento spontaneo del bambino.
Così abbiamo la prova del progresso intellettuale del bambino. Non possiamo creare osservatori dicendo “osserva”, ma dando loro i poteri ed i mezzi per questa osservazione, e questi mezzi provengono dall’educazione dei sensi. Una volta che abbiamo suscitato tale attività, l’autoeducazione è assicurata.
Il nostro scopo educativo coi bambini molto piccoli deve essere quello di favorire lo sviluppo spontaneo della personalità mentale, spirituale e fisica, e non di farne un individuo colto nel senso comune della parola.
Così, dopo aver offerto al bambino un materiale didattico che ha provocato lo sviluppo dei sensi, dobbiamo aspettare che questa attività spontanea di osservazione si sviluppi. Qui sta l’arte dell’educatore: saper misurare i suoi eventuali interventi, limitandoli il più possibile.
Alcuni giochi possono aiutare a rispettare questo principio.
Uno dei giochi di maggior successo è “il gioco del cieco”, che consiste nel manipolare il materiale sensoriale, dopo che è ben noto al bambino, con gli occhi bendati. Ad esempio, una volta che il bambino ha imparato la nomenclatura (velluto, cotone, lino, ecc…), bendiamo il bambino e gli offriamo le storie una ad una.
Si richiama l’attenzione del bambino su tutti gli oggetti, in aula, in giardino, durante le passeggiate. Gli aggettivi arricchiscono il vocabolario del bambino e lo aiutano a fare classificazioni nell’ambiente che lo circonda. Un altro importante lavoro è quello che si svolge con le lezioni di buone maniere e gentilezza, che offrono il codice che si usa nella vita sociale con espressioni come per favore, mi dispiace, scusi, posso, le espressioni di saluto, ecc…
Gli esercizi di nomenclatura sono fondamentali. Possono riguardare:
– Dimensioni: la maestra, dopo che il bambino ha giocato a lungo con gli incastri solidi, estrae tutti i cilindri di uguale altezza e li pone in una posizione orizzontale sul tavolo, uno accanto all’altro. Poi seleziona i due estremi, dicendo : questo è il più grosso, questo è il più sottile. Mette fianco a fianco in modo che il confronto sia più marcato, e poi li confronta richiamando l’attenzione sulla grande differenza che hanno. Poi li pone di nuovo uno accanto all’altro in un ordine di posizionamento verticale per mostrare che sono uguali in altezza, e ripete più volte grosso, sottile. Dopo aver fatto questo chiederà: dammi il più grosso, dammi il più sottile, e alla fine chiederà com’è questo? Le due qualità possono anche essere graduate, ad esempio prendendo un elemento e chiedendo: mi porteresti un pezzo un po’ più sottile di questo, il più grosso di tutti, il più piccolo di tutti, ecc… insegnamenti simili possono essere dati con la scala marrone, la torre rosa e le aste delle lunghezze e numeriche. I prismi marroni sono spessi e sottili e di pari lunghezza. Le aste sono lunghe o corte a parità di spessore, i cubi sono grandi o piccoli…
– forma: si comincia con due forme contrastanti, ad esempio quadrato e cerchio. Non insegniamo tutti i nomi relativi alle figure geometriche, ma solo le forme più familiari. Richiamiamo l’attenzione sul fatto che ci sono rettangoli stretti e lunghi, altri larghi e corti, mentre i quadrati sono uguali da tutti i lati e possono essere grandi o piccoli, come i cerchi. Non facciamo geometria, ma diamo al bambino gli strumenti per riconoscere le forme nell’ambiente, in porte e finestre, e molti oggetti di uso comune. Questo meglio con le figure piane che non con i solidi.
Uno strumento fondamentale per la costruzione del lessico sono poi le carte dellenomenclature classificate. Si mostrano al bambino immagini di oggetti e si abbinano al loro nome. Poi queste carte vengono classificate: ad esempio la casa, il bagno, la camera da letto, le piante, gli animali, gli artisti, i climi, le regioni, ecc…
Tenendo sempre in considerazione l’età e gli interessi del bambino, si leggono ai bambini racconti e poesie.
Si insegnano anche canzoni semplici, con testi che si riferiscono preferibilmente alla vita reale.
Lo sviluppo di buone competenze verbali rende più semplice l’apprendimento della lettura e della scrittura, ma tale sviluppo deve progredire di pari passo con quello delle abilità motorie e di coordinazione.
Questo sviluppo viene coltivato attraverso gli esercizi di vita pratica e l’uso del materiale sensoriale, che insegnano a coordinare i movimenti, discriminare le forme, controllare la leggerezza del tocco, e stimolano la forza di volontà, la capacità di concentrazione, di lavorare in modo indipendente, di prendere decisioni.
L’apprendimento della scrittura comincia con le lettere smerigliate, che gli forniscono la chiave di questo linguaggio: l’alfabeto. Il lavoro con le lettere smerigliate non è né un lavoro di lettura né di scrittura: semplicemente aiuta il bambino a comprendere che il linguaggio che si parla e si ascolta, può anche essere visto. Le lettere smerigliate hanno una duplice funzione: aiutano il bambino a sviluppare la capacità mentale di usare il linguaggio, e aiutano l’abilità manuale richiesta per poterlo scrivere.
La scrittura è il mezzo che consente di registrare i pensieri e di trasmetterli nel tempo e nello spazio. Come il linguaggio verbale, anche la scrittura è un’espressione di sé, e richiede fiducia, desiderio di comunicare, conoscenza dei contenuti.
La lettura si sviluppa contemporaneamente alla scrittura. Quando presentiamo una lettera, il bambino fissa l’immagine della lettera col senso visivo e tattile-muscolare. Ad essa però si associa anche il suono relativo, quindi il bambino quando vede e riconosce sta leggendo, e quando traccia sta scrivendo.
La sua mente riceve gli strumenti necessari per i processi di lettura e scrittura. Insegnando questi due atti fusi tra loro, mettiamo il bambino di fronte ad una nuova forma di linguaggio. Non importa che il bambino impari prima a leggere o prima a scrivere. Le differenze individuali in questo campo sono notevoli.
Quando il bambino arriva alla fase di composizione delle parole, lo fa con i primi alfabeti mobili, dai caratteri grandi, con le vocali rosse e le consonanti blu.
Non appena il bambino conosce alcune vocali e delle consonanti gli mettiamo davanti l’alfabetario e pronunciamo molto chiaramente una parola, ad esempio ‘mamma’ scandendo bene più volte. Il bambino compone la parola prendendo le lettere in base ai suoni che sente.
Ma la lettura della parola che ha composto non è così facile. Anzi, di solito riesce a leggerla solo dopo un certo sforzo. In questo caso aiutiamo il bambino leggendo la parola con lui un paio di volte, pronunciando sempre molto distintamente “mamma”.
Ma una volta che ha compreso il meccanismo del gioco, egli va avanti da solo, e si interessa intensamente a questa attività. Possiamo pronunciare qualsiasi parola, facendo attenzione solo a che il bambino capisca separatamente le lettere di cui si compone. Compone la nuova parola ponendo uno dopo l’altro i segni corrispondenti ai suoni.
Anche se il bambino è in grado di comporre qualsiasi parola, se pronunciata chiaramente, generalmente è meglio dettare solo parole che siano a lui ben note, dato che vogliamo che la sua composizione sia legata ad un’idea. Quando usiamo parole familiari, egli rilegge spontaneamente la parola che ha composto, ripetendo i suoni.
La parola pronunciata è un problema da risolvere, ed egli lo affronterà ricordando i segni, selezionandoli tra gli altri, e disponendoli nell’ordine corretto. Avrà poi la prova della soluzione esatta al problema quando rilegge la parola che ha composto, e che rappresenta per tutti quelli che sanno leggerla, un’idea. Quando il bambino sente un altro che legge la parola che ha composto, è soddisfatto e orgoglioso. È colpito da questa corrispondenza: la lingua scritta rappresenta per lui la massima realizzazione raggiunta dalla sua intelligenza, ed è allo stesso tempo un premio.
Infine, terminato l’esercizio, il bambino rimette ogni lettera al suo posto nella scatola dell’alfabeto, cercando il vano di ognuna.
Presto il bambino sentendo la parola o pensando a una parola che già conosce, la vedrà con gli occhi della mente e riprodurrà questa visione.
Gli atti psicofisici che si uniscono per creare la lettura e la scrittura vengono elaborati separatamente e con attenzione. I movimenti muscolari necessari alla scrittura sono preparati a parte, e lo stesso vale per la manipolazione dello strumento di scrittura. La composizione delle parole, anche, è ridotto ad un meccanismo psichico di associazione tra le immagini sentite e viste. Prima o poi queste abilità meccaniche porteranno ad un’esplosione spontanea della scrittura.
Quando il bambino sta scrivendo, sta lavorando con la propria lingua, la sta rendendo visibile. Quando legge sta lavorando ad una lingua nuova e sconosciuta.
Il bambino scoprirà la lettura solo nel periodo sensibile, che va tra i 3 e i 4 anni e mezzo o 5, se preparato a farlo. Se questo periodo è passato, bisogna invece insegnargli il meccanismo partendo dalla lettura per arrivare alla scrittura.
Insieme al lavoro con le lettere, i bambini utilizzano gli incastri metallici, come ultima preparazione alla scrittura.
Per quanto riguarda la lettura, i bambini possono fare due scoperte. Prima di tutto, scoprono che alcune parole sono semplici da leggere, perché ogni singola lettera rappresenta un suono. In secondo luogo scoprono che altri suoni, invece, hanno bisogno di più due o tre lettere, e non di una sola.
In questa fase di sviluppo della lettura, il bambino ritorna al materiale delle nomenclature che abbiamo usato per l’arricchimento del vocabolario, e questo lo aiuta a leggere intuitivamente il materiale.
Il materiale didattico per le lezioni di lettura consiste in fogli di carta in cui sono scritte in modo chiaro, con caratteri grandi, parole e frasi. In aggiunta abbiamo una grande varietà di oggetti.
Distinguiamo chiaramente tra scrittura e lettura: non sono affatto processi contemporanei. Generalmente si pensa che la scrittura preceda la lettura, ma non possiamo considerare lettura l’operazione che il bambino fa quando verifica la parola che ha scritto, che è solo la traduzione dei segni in suoni, dopo aver tradotto in suoni i segni.
Per lettura invece si intende l’interpretazione di un’idea a partire dai segni scritti.
Il bambino che non ha sentito la parola pronunciata e che riconosce l’idea quando la vede composta in segni sul tavolo: qui il bambino legge. La parola che legge ha lo stesso rapporto con la lingua scritta, che la parola che sente ha col linguaggio verbale. Entrambi servono per ricevere il linguaggio trasmesso a noi dagli altri. Quindi, fino a quando egli non legge una trasmissione di idee attraverso lo scritto, non legge.
Possiamo dire che la scrittura è un fatto in cui prevale il meccanismo psico-motorio, mentre la lettura è un lavoro puramente intellettuale, ma è evidente che il nostro metodo per la scrittura prepara alla lettura.
Il senso della parola diventa evidente solo quando il bambino pronuncia la parola chiaramente e con l’accento fonetico giusto. Per mettere l’accento fonetico giusto è chiaro che il bambino deve aver riconosciuto la parola, cioè l’idea che la parola rappresenta.
Per leggere è necessario un lavoro superiore dell’intelletto.
Maria Montessori ha osservato che i bambini cominciano ad interessarsi alla lettura non in contemporanea con l’esplosione in scrittura, ma qualche tempo dopo. Questo perché il bambino è portato prima ad esprimere i propri pensieri, e solo dopo è interessato anche a decifrare il pensiero degli altri.
La lettura chiede un più alto livello di sviluppo intellettuale.
Per i primi esercizi di lettura prepariamo un certo numero di cartellini. Su ognuno scriviamo in maniera chiara e caratteri grandi una parola che rappresenti un oggetto realmente presente o ben noto. Mettiamo l’oggetto davanti al bambino, in modo da facilitare la sua interpretazione della parola scritta. Per questo gioco possiamo usare gli elementi della casa delle bambole e altri giocattoli e miniature.
Se la scrittura serve a dirigere e perfezionare il meccanismo del linguaggio verbale, la lettura aiuta lo sviluppo delle idee, e aiuta il linguaggio sociale, la comunicazione.
Scegliamo oggetti noti, non per dividere le parole in facili e difficili, ma per creare forti legami tra parola scritta e idea.
Quando il bambino ha letto la parola, pone l’oggetto accanto al cartellino.
Un gioco utile è quello di disporre su un tavolo o su un tappeto una grande varietà di giocattoli. I bambini vengono chiamati in gruppo. Prepariamo cartellini coi nomi di ogni giocattolo, li pieghiamo e li mettiamo in un cestino. Ogni bambino pesca una carta, va al suo banco a leggerla mentalmente, senza dire o mostrare agli altri la sua carta. Uno ad uno pronunciano chiaramente il nome e presentano la carta alla maestra, e la carta diventa la moneta corrente per acquistare il giocattolo chiamato: il bambino riceverà il giocattolo e ci potrà giocare tutto il tempo che vuole.
La sicurezza nella lettura arriva piuttosto lentamente. Nella maggior parte dei casi, il bambino scrive splendidamente mentre legge ancora piuttosto male.
Il libro fa riferimento al linguaggio logico, non al meccanismo della lingua. Prima che il bambino possa capire e godere di un libro, occorre tempo. Tra il saper leggere le parole, e il cogliere il senso di un libro, c’è la stessa differenza che c’è tra il saper pronunciare una parola e fare un discorso.
La lingua scritta non ha bisogno di parole parlate. Può essere compresa in tutta la sua grandezza solo quando è isolata completamente dalla lingua parlata. Il gioco dei comandi è il miglior esercizio di lettura che si possa predisporre per i bambini in questa fase.
Scriviamo su cartellini frasi che descrivano azioni che i bambini devono eseguire, ad esempio:
Chiudere le persiane, poi aprirle a metà, quindi attendere un attimo e rimettere le cose come erano all’inizio.
Chiedi molto gentilmente a otto compagni di lasciare le loro sedie, formare una fila a coppie al centro della stanza, poi marciare in avanti, poi tornare indietro in punta di piedi senza far rumore.
Scegli tre dei tuoi compagni che cantano bene e chiedi di aspettarti al centro della stanza, disponili in una bella fila e canta con loro una canzone che hai scelto.
Distribuiamo i cartellini ai bambini, che li leggono ed eseguono i comandi.
Questo gioco dimostra che la composizione precede la lettura logica, e la scrittura precede la lettura della parola. Dimostra inoltre che la lettura, per coglierne l’idea, deve essere mentale e non ad alta voce.
La lettura ad alta voce implica l’esercizio di due forme di linguaggio diverse: la forma grafica e la forma vocale.
Il bambino che inizia a leggere dovrebbe leggere mentalmente.
La lingua scritta deve isolarsi dal linguaggio verbale.
Osservazioni sul linguaggio nella scuola d’infanzia
Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche CUO QUO. Come già detto per le schede delle nomenclature per parole di tre lettere
una volta che il bambino ha fatto molti esercizi di composizione di parole per dettatura con l’alfabeto mobile, è pronto per gli esercizi di autodettatura, cioè per comporre autonomamente parole che egli stesso ha pensato, senza averle sentite dalla voce di altri.
Nomenclature per le difficoltà ortografiche CUO QUO
Esistono molte possibilità per favorire questo genere di esercizio, una può essere quella di preparare delle schede illustrate, che possono anche fornire un aiuto all’arricchimento del lessico.
Classicamente le schede delle nomenclature, a questo secondo scopo, sono organizzate per aree tematiche (animali domestici, casa, abbigliamento, mezzi di trasporto, ecc…).
Qui propongo una classificazione diversa, in funzione dell’apprendimento delle varie difficoltà ortografiche presenti nella nostra lingua occupandoci ora del suono CUO QUO.
Questa è una selezione di parole italiane che presentano appunto il suono CUO QUO, con diversi gradi di difficoltà; non tutte si prestano ad essere illustrate e le parole presenti nelle schede delle nomenclature sono in grassetto.
parole contenenti CUO QUO di 4 lettere cuor – equo
parole contenenti CUO QUO di 5 letterecuoco cuoia cuoio cuore vacuo – aequo quotaquoto
parolecontenenti CUO QUO di 6 lettere cuoche cuocia cuocio scuoce scuola – iniquo liquor quorum
parole contenenti CUO QUO di 7 lettere cuocere cuoiaio cuoiame innocuo vacuolo – antiquo liquore obliquo quotare quotato sequoia
parole contenenti CUO QUO di 8 lettere cospicuo cuocendo cuocersi cuociano cuociono proficuo scuocere scuoceva scuoiare scuoiato scuotere – aliquota quotando quotista
Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche QQU CQU. Come già detto per le schede delle nomenclature per parole di tre lettere
una volta che il bambino ha fatto molti esercizi di composizione di parole per dettatura con l’alfabeto mobile, è pronto per gli esercizi di autodettatura, cioè per comporre autonomamente parole che egli stesso ha pensato, senza averle sentite dalla voce di altri.
Esistono molte possibilità per favorire questo genere di esercizio, una può essere quella di preparare delle schede illustrate, che possono anche fornire un aiuto all’arricchimento del lessico.
Classicamente le schede delle nomenclature, a questo secondo scopo, sono organizzate per aree tematiche (animali domestici, casa, abbigliamento, mezzi di trasporto, ecc…).
Qui propongo una classificazione diversa, in funzione dell’apprendimento delle varie difficoltà ortografiche presenti nella nostra lingua occupandoci ora del suono QQU CQU.
Questa è una selezione di parole italiane che presentano appunto il suono QQU CQU, con diversi gradi di difficoltà; non tutte si prestano ad essere illustrate e le parole presenti nelle schede delle nomenclature sono in grassetto:
Mentre l’unica parola italiana con QQU è soqquadro, con soqquadrato e soqquadrare, le parole con cqu sono:
una volta che il bambino ha fatto molti esercizi di composizione di parole per dettatura con l’alfabeto mobile, è pronto per gli esercizi di autodettatura, cioè per comporre autonomamente parole che egli stesso ha pensato, senza averle sentite dalla voce di altri.
Esistono molte possibilità per favorire questo genere di esercizio, una può essere quella di preparare delle schede illustrate, che possono anche fornire un aiuto all’arricchimento del lessico.
Classicamente le schede delle nomenclature, a questo secondo scopo, sono organizzate per aree tematiche (animali domestici, casa, abbigliamento, mezzi di trasporto, ecc…).
Qui propongo una classificazione diversa, in funzione dell’apprendimento delle varie difficoltà ortografiche presenti nella nostra lingua occupandoci ora del suono CUA QUA.
Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche CUA QUA
Questa è una selezione di parole italiane che presentano appunto il suono CUA QUA, con diversi gradi di difficoltà; non tutte si prestano ad essere illustrate e le parole presenti nelle schede delle nomenclature sono in grassetto.
parole contenenti CUA QUA di 4 lettere equa equo quai qual
parole contenenti CUA QUA di 5 lettere arquà quale quare quark squaw
parolecontenenti CUA QUA di 6 lettere iniqua Pasqua quadre quadro quando quanto quartoquarzoquasar quassù quatto serqua squalosquame squash
parole contenenti CUA QUA di 7 lettere arcuare arcuato Ecuador innocua lacuale – liquame loquace obliqua quadrio quaggiù quaglia qualche qualcun qualità qualora qualsia quantum quarrie quassio quattro siliqua squadra
Parole contenenti CUA QUA di 15 lettere capisquadriglia caposquadriglia cinquantaduenne cinquantottenne inqualificabile quadrigemellare quadripartitico quantificazione quantomeccanica quarantanovenne quarantaseienne quarantatreenne quarantottesimo quattordicesimo quattordicimila quattrocentesco quattrocentista sconquassamento squalificazione ventiquattrenne
Parole contenenti CUA QUA di 16 lettere cinquantanovenne cinquantaseienne cinquantatreenne dequalificazione duecentoquaranta quadrimensionale quadrisdrucciolo quadruplicazione quarantasettenne quattrocentomila riqualificazione trentaquattrenne ventiquattresima ventiquattresimo
Parole contenenti CUA QUA di 17 lettere cinquantasettenne duecentocinquanta millequattrocento novantaquattrenne ottantaquattrenne quantificazionale quarantacinquenne quattrocentistico trentaquattresima
Parole contenenti CUA QUA di 18 lettere centocinquantamila cinquantacinquenne ottocentocinquanta quadridimensionale quadrimensionalità quarantaquattrenne sessantaquattrenne settantaquattrenne
Parole contenenti CUA QUA di 19 lettere cinquantaquattrenne sessantaquattresimo
Parole contenenti CUA QUA di 20 lettere quadridimensionalità
Parole contenenti CUA QUA di 21 lettere duecentocinquantamila seicentocinquantamila trecentocinquantamila
Parole contenenti CUA QUA di 22 lettere novecentocinquantamila ottocentocinquantamila
Parole contenenti CUA QUA di 23 ettere settecentocinquantamila
Parole contenenti CUA QUA di 24 lettere cinquecentocinquantamila
Parole contenenti CUA QUA di 25 lettere quattrocentocinquantamila
Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GI. Come già detto per le schede delle nomenclature per parole di tre lettere
una volta che il bambino ha fatto molti esercizi di composizione di parole per dettatura con l’alfabeto mobile, è pronto per gli esercizi di autodettatura, cioè per comporre autonomamente parole che egli stesso ha pensato, senza averle sentite dalla voce di altri.
Esistono molte possibilità per favorire questo genere di esercizio, una può essere quella di preparare delle schede illustrate, che possono anche fornire un aiuto all’arricchimento del lessico.
Classicamente le schede delle nomenclature, a questo secondo scopo, sono organizzate per aree tematiche (animali domestici, casa, abbigliamento, mezzi di trasporto, ecc…).
Qui propongo una classificazione diversa, in funzione dell’apprendimento delle varie difficoltà ortografiche presenti nella nostra lingua occupandoci ora del suono GI.
Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GI
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Il materiale comprende tutti i seguenti file:
Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GI Carte mute (solo immagini)
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Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GI Cartellini in stampato maiuscolo
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Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GI Cartellini in stampato minuscolo
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Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GI Cartellini in corsivo
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Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GI Nomenclature in stampato maiuscolo
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Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GI Nomenclature in stampato minuscolo
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Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GI Nomenclature in corsivo
________________________________________ Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GI
Questa è una selezione di parole italiane che presentano appunto il suono GI, con diversi gradi di difficoltà; non tutte si prestano ad essere illustrate e le parole presenti nelle schede delle nomenclature sono in grassetto:
parole contenenti GI di 3 lettere già gin gip giù
parole di 4 lettere agio dogi Gian giga gilè Gina Gino gita oggi
parole contenenti GI di 5 lettere aggio agile agire Angiò bigie brugi bugia bugie egida egira giadaGiano giara Giava gibbo Gilda Gildo gilio giogo gioia Giona Giove gipso girio girlo giuba Giuda giure giurì giuso Igino ingiù leggi Liegi ligio logia login Luigi lungi magia mingi mogio mugic ogiva orgia ragie regio tiggi uggia
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