VITA PRATICA MONTESSORI Lucidare le foglie

Nome dell’esercizio in inglese: polishing leaves

Area: cura dell’ambiente

Età: dai 3 anni

Materiale: un vassoio contenente una ciotola con batuffoli di cotone, una ciotola con cotton-fioc, una ciotola con acqua o uno spruzzino d’acqua, una ciotola per i materiali usati, un panno. Grembiuli. Una piccola pianta da lucidare. Un tavolo e due sedie

Presentazione

1. Preparazione diretta

. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come lucidare le foglie”

. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo

. indossare i grembiuli

. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale

. trasportare il vassoio su di un tavolo

. trasportare la pianta da lucidare al tavolo

. sedersi al tavolo (il bambino siede alla nostra sinistra)

2. Analisi dei movimenti

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione

. tenere la mano sinistra col palmo rivolto verso l’alto sotto ad una foglia

. se usiamo lo spruzzino, spruzzare poca acqua sulla foglia, posare lo spruzzino e prendere un batuffolo di ovatta

. se usiamo la ciotola d’acqua, prendere un batuffolo d’ovatta utilizzando la pinza a tre dita, immergerlo nella ciotola, sollevarlo attendendo che smetta di gocciolare

. passare delicatamente il batuffolo sulla foglia dal picciolo all’apice

. ripetere tutte le volte che è necessario, fino a che la foglia non sarà lucida e pulita

. mettere il batuffolo nella ciotola dei materiali usati e prendere un cotton-fioc

. passarlo delicatamente nei punti difficili da raggiungere con il batuffolo, quindi gettarlo nella ciotola dei materiali usati

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

3. Conclusione

al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino

. riportare la piantina al suo posto

. svuotare la ciotola nel lavandino, sciacquarla e riempirla con acqua pulita (se abbiamo usato la brocca)

. se abbiamo usato lo spruzzino portarlo al lavandino, aprirlo e riempirlo nuovamente d’acqua

. riportare il materiale sul vassoio

. gettare nella pattumiera cotton-fioc e batuffoli usati

. riportare il cestino allo scaffale

. togliersi i grembiuli

. ringraziare il bambino per il suo lavoro

. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

Libertà del bambino

dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per lucidare le foglie di una pianta

Obiettivi indiretti: preparazione allo studio della botanica, raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri, stabilire una relazione di fiducia tra bambino e adulto, sviluppare la capacità di cooperazione, gioia che deriva dalla sensazione di pulito

Nomenclatura: spruzzino, ciotola, batuffoli, cotton-fioc, foglia, picciolo, apice, lucida, impolverata  

Punti di interesse: bagnare la foglia, lavarla delicatamente

Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il bambino non è in grado di eseguire correttamente l’esercizio

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VITA PRATICA MONTESSORI Innaffiare le piante

Nome dell’esercizio in inglese: watering plants

Area: cura dell’ambiente

Età: dai 3 anni e mezzo

Materiale: un vassoio contenente un innaffiatoio, una ciotola con bandierine o stecchi di gelato blu, una ciotola con bandierine o stecchi di gelato rossi, una spugna

Presentazione

Preparazione indiretta

Prima della presentazione mettere i segnalini blu (bandierine o stecchi) nelle piante che hanno bisogno di essere annaffiate e i segnalini nelle piante che non ne hanno bisogno

1. Preparazione diretta

. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come innaffiare le piante”

. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo

. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale

. trasportare il vassoio su di un tavolo

. accompagnare il bambino in giro per la classe alla ricerca di una pianta con il segnalino blu

. portare la pianta scelta al tavolo

2. Analisi dei movimenti

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione

. togliere dalla pianta il segnalino blu e metterlo nella ciotola apposita

. andare al lavandino e riempiere l’innaffiatoio di acqua

. versare lentamente l’acqua nel vaso

. prendere un segnalino rosso e metterlo nella pianta

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

. riportare la pianta al suo posto e prenderne un’altra

. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

3. Conclusione

al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino

. asciugare eventuali gocce d’acqua con la spugna

. mettere l’innaffiatoio vuoto sul vassoio

. riportare il vassoio allo scaffale

. ringraziare il bambino per il suo lavoro

. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

Libertà del bambino

dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per innaffiare le piante

Obiettivi indiretti: preparazione allo studio della botanica, raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri, stabilire una relazione di fiducia tra bambino e adulto, sviluppare la capacità di cooperazione, gioia che deriva dalla sensazione di pulito

Nomenclatura: innaffiatoio, segnalino, stecco, bandierina, pianta, innaffiare, ecc.

Punti di interesse: usare il segnalino rosso quando la pianta è innaffiata, scegliere solo piante col segnalino blu

Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il bambino non è in grado di eseguire correttamente l’esercizio

Video:

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VITA PRATICA MONTESSORI Cura delle piante d’appartamento

Nome dell’esercizio in inglese: plant care

Area: esercizi preliminari, movimenti elementari, rotazione del polso, presa a C delle dita, travasi

Età: dai 4 anni

Materiale: un vassoio contenente un paio di forbici in un cestino, uno spolverino per le piante in un cestino, un innaffiatoio, segnalini rossi e blu, uno spruzzino o una ciotola d’acqua, batuffoli di cotone, cotton-fioc, una ciotola vuota per i batuffoli e i cotton-fioc usati, una ciotola vuota per le foglie secche, una spugna grande come il palmo della mano e una spugnetta piccola (circa 5 centimetri). Grembiuli

Presentazione

1. Preparazione diretta

. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come curare una pianta”

. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo

. indossare i grembiuli

. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale

. trasportare il vassoio e posarlo a sinistra della pianta da curare

2. Analisi dei movimenti

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione

. togliere il segnalino blu dalla pianta e metterlo nella ciotola apposita

. prendere le forbici con la mano destra

. cercare nella pianta le foglie morte da rimuovere

. trovata una foglia morta, aprire leggermente le forbici, metterle sullo stelo della foglia morta, seguire lo stelo fino al ramo e tagliare

. mettere la foglia secca nella ciotola apposita

. se si trova tutto un ramo morto, seguirlo fino al terreno o al ramo principale e tagliare

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

. pulire le forbici con la spugnetta piccola e rimetterle nel loro cestino

. andare a vuotare la ciotola con le foglie morte nella spazzatura e rimettere la ciotola sul vassoio 

. spolverare la pianta con lo spolverino

. lucidare le foglie della pianta    

. innaffiare la pianta    

3. Conclusione

al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino

. asciugare eventuali gocce d’acqua con la spugna

. riportare il vassoio allo scaffale

. ringraziare il bambino per il suo lavoro

. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

Libertà del bambino

dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per curare le piante

Obiettivi indiretti: preparazione allo studio della botanica, raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri, stabilire una relazione di fiducia tra bambino e adulto, sviluppare la capacità di cooperazione, gioia che deriva dalla sensazione di pulito

Nomenclatura: innaffiatoio, segnalino, stecco, bandierina, pianta, innaffiare, foglie morte, ecc.

Punti di interesse: seguire le attaccature delle foglie fino al ramo prima di tagliare, spolverare dal picciolo all’apice delle foglie, lucidare dal picciolo all’apice delle foglie, usare il segnalino rosso quando la pianta è innaffiata, scegliere solo piante col segnalino blu

Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il bambino non è in grado di eseguire correttamente l’esercizio

Note: in classe dovrebbe esserci una grande varietà di piante con esigenze diverse, poste ad altezza di bambino. Di ogni pianta bisognerebbe conoscere il nome, il luogo di provenienza, le cure richieste ecc. nel caso in cui il bambino richieda queste informazioni

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VITA PRATICA MONTESSORI Raccogliere i fiori in giardino

Nome dell’esercizio in inglese: pick flowers

Area: cura dell’ambiente

Età: dai 4 anni

Materiale: un cesto contenente un paio di forbici e guanti da giardinaggio (se si raccolgono fiori con spine)

Presentazione

1. Preparazione diretta

. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come raccogliere i fiori dal giardino”

. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo

. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale

. trasportare il cestino in giardino

2. Analisi dei movimenti

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione

. mostrare al bambino come scegliere un fiore adatto ad essere raccolto. In particolare, non raccogliere i fiori se si trovano sotto il sole diretto

. posare il cestino in terra, a destra del fiore scelto

. mettere la mano sinistra sullo stelo, proprio sotto al fiore

. mettere la mano destra sotto alla sinistra e farla scorrere lungo lo stelo delicatamente fino alla lunghezza desiderata

. portare la mano sinistra sotto alla mano destra

. togliere la mano destra e usarla per prendere le forbici

. tagliare lo stelo

. mettere delicatamente il fiore nel cestino, a sinistra

. alcuni fiori si chiudono dopo essere stati raccolti: farlo notare al bambino, se succede

. posare le forbici nel cestino, a destra  

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino. E’ importante scegliere sempre un fiore alla volta

. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

3. Conclusione

al termine portare il cestino il classe

. ringraziare il bambino per il suo lavoro

. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

Libertà del bambino

dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per raccogliere fiori dal giardino

Obiettivi indiretti: preparazione allo studio della botanica, raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri

Nomenclatura: fiore, stelo, tagliare, recidere, scegliere, ecc.  

Punti di interesse: il colore e il profumo dei fiori, seguire lo stelo con le due mani

Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il bambino non è in grado di eseguire correttamente l’esercizio

Varianti ed estensioni: raccogliere verdure e ortaggi, raccogliere le rose utilizzando guanti protettivi

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VITA PRATICA MONTESSORI Fare composizioni floreali

Nome dell’esercizio in inglese: flower arranging

Area: cura dell’ambiente

Età: dai 4 anni

Materiale: Vasi da fiori (preferibilmente di vetro trasparente) di varia forma, centrini di varia forma e brocche d’acqua pronte a temperatura ambiente (o un dispenser d’acqua a temperatura ambiente) sullo scaffale. Sullo stesso scaffale un vassoio contenente un tappetino impermeabile, un panno, un paio di forbici, una ciotola vuota, una bacinella, un imbuto, un cestino di fiori raccolti dal giardino, una spugna, un asciugamani. Grembiuli. Un tavolo e due sedie

Presentazione

1. Preparazione diretta

. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come fare una composizione floreale”

. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo

. indossare i grembiuli

. scegliere un vaso e metterlo sul vassoio

. mettere una brocca d’acqua a temperatura ambiente sul vassoio

. trasportare il vassoio su di un tavolo

. srotolare il tappetino sul tavolo davanti a noi

. sedersi al tavolo (il bambino siede alla nostra sinistra)

. posizionare il vaso scelto nel centro del tappetino

. mettere la bacinella a destra del vaso

. mettere il panno a destra della bacinella

. mettere la ciotola vuota e le forbici a destra del panno

. mettere il cesto con i fiori a sinistra del vaso

. tenere l’asciugamani sulle ginocchia

2. Analisi dei movimenti

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione

. posizionare l’imbuto sul collo del vaso

. prendere la brocca con la mano destra e tenendo l’imbuto con la sinistra riempire il vaso d’acqua per tre quarti

. asciugare il beccuccio della brocca col panno

. versare due dita l’acqua nella bacinella

. asciugare il beccuccio della brocca e posarla sul vassoio

. asciugare l’imbuto col panno e posarlo sul vassoio

. scegliere il fiore che vogliamo usare per primo

. tenere il fiore davanti al vaso, fuori dal bordo del tavolo, per decidere quanto tagliare lo stelo

. anche se lo stelo ha già la lunghezza adatta al vaso, va tagliato di un paio di centimetri

. tenere la mano sinistra nel punto in cui vogliamo tagliare lo stelo e immergerlo nella bacinella

. prendere le forbici con la mano destra e tagliare lo stelo facendo un taglio obliquo sotto il livello dell’acqua della bacinella

. tenendo la zona di taglio dello stelo immersa nell’acqua, con le forbici tagliare tutte le foglie che si andrebbero a trovare immerse in acqua, una volta che il fiore è nel vaso. Le foglie vanno tagliate una alla volta e con delicatezza per non rovinare lo stelo

. posare le forbici

. mettere il fiore nel vaso

. asciugarsi le mani con l’asciugamani

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

. prendere il centrino e cercare nella stanza un luogo dove mettere la nostra composizione floreale. Aiutare il bambino nella scelta evitando luoghi che ricevono il sole diretto, o vicini a fonti di calore. posare il centrino nel luogo scelto

. andare a prendere la composizione floreale e posarla con cura al centro del centrino

. fermarsi ad ammirare il proprio lavoro

3. Conclusione

al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino

. trasferire gli scarti dalla bacinella alla ciotola vuota

. svuotare la ciotola nella pattumiera, passarla col panno e rimetterla sul vassoio

. svuotare la bacinella al lavandino, sciacquarla, asciugarla e rimetterla sul vassoio

. pulire le forbici col panno e rimetterle sul vassoio

. rimettere gli altri oggetti sul vassoio

. asciugare la tovaglietta e rimetterla sul vassoio

. portare il panno e l’asciugamani nel cesto dei panni da lavare e metterne di puliti sul vassoio

. riportare il vassoio allo scaffale

. togliersi i grembiuli

. ringraziare il bambino per il suo lavoro

. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

Libertà del bambino

dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per creare una composizione floreale con fiori recisi

Obiettivi indiretti: sviluppare il senso estetico, preparare allo studio della botanica, raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri, stabilire una relazione di fiducia tra bambino e adulto, stimolare il senso di solidarietà

Nomenclatura: stelo, fiore, vaso, livello dell’acqua, composizione floreale, colore e profumo dei fiori, il nome dei fiori usati, ecc.

Punti di interesse: nessuna composizione è sbagliata; tagliare lo stelo obliquamente per permettere al fiore di assorbire una maggiore quantità di acqua; tagliare lo stelo anche se la lunghezza è adatta al vaso, perché dopo la raccolta la zona di taglio si richiude; tagliare lo stelo sottacqua per impedire che si richiuda assorbendo aria; tagliare una ad una le foglie che andrebbero a trovarsi sottacqua una volta nel vaso, per impedire che marcendo contaminino l’acqua con batteri nocivi

Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il bambino non è in grado di eseguire correttamente l’esercizio, c’è troppa acqua nel vaso, gli steli sono troppo corti e i fiori toccano l’acqua

Varianti ed estensioni:

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VITA PRATICA MONTESSORI Cambiare l’acqua ai fiori

Nome dell’esercizio in inglese: cut flower care

Area: cura dell’ambiente

Età: dai 4 anni

Materiale: brocche d’acqua pronte a temperatura ambiente (o un dispenser d’acqua a temperatura ambiente) sullo scaffale. Sullo stesso scaffale un vassoio contenente un tappetino impermeabile, un panno, un paio di forbici, una lente d’ingrandimento, una ciotola vuota, una bacinella, un imbuto, una spugna, uno spazzolino per lavare le bottiglie, un asciugamani. Grembiuli. Lavandino. Un tavolo e due sedie

Presentazione

1. Preparazione diretta

. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come cambiare l’acqua ad una composizione floreale”

. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo

. indossare i grembiuli

. mettere una brocca d’acqua a temperatura ambiente sul vassoio

. trasportare il vassoio su di un tavolo

. srotolare il tappetino sul tavolo davanti a noi

. portare al tavolo il vaso di fiori che necessita del cambio dell’acqua, lasciando il centrino al suo posto. Spiegare che i fiori recisi hanno bisogno di questa cura ogni giorno

. sedersi al tavolo (il bambino siede alla nostra sinistra)

. posizionare il vaso di fiori nel centro del tappetino

. mettere la bacinella a destra del vaso

. mettere il panno a destra della bacinella

. mettere la ciotola vuota e le forbici a destra del panno

. mettere la lente d’ingrandimento a destra delle forbici

2. Analisi dei movimenti

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione

. versare due dita l’acqua nella bacinella

. asciugare il beccuccio della brocca e posarla sul vassoio

. prendere uno ad uno i fiori dal vaso, delicatamente, e posarli nella bacinella con gli steli immersi nell’acqua

. alzarsi in piedi, prendere il vaso e portarlo al lavandino con lo spazzolino per bottiglie

. vuotare il vaso nel lavandino

. insaponare lo spazzolino e lavare bene l’interno del vaso

. sciacquare bene con acqua calda

. asciugare il vaso e lo spazzolino e riportarli al tavolo

. mettere lo spazzolino sul vassoio e il vaso al centro del tappetino

. sedersi e mettere l’asciugamani sulle ginocchia

. posizionare l’imbuto sul collo del vaso

. prendere la brocca con la mano destra e tenendo l’imbuto con la sinistra riempire il vaso d’acqua per tre quarti

. asciugare il beccuccio della brocca col panno e metterla sul vassoio

. asciugare l’imbuto col panno e posarlo sul vassoio

. scegliere il primo fiore, sollevandolo leggermente sulla bacinella con la mano sinistra

. se il fiore è appassito o ha perso i petali, metterlo nella ciotola degli scarti

. se il fiore appare fresco, prendere la lente d’ingrandimento con la destra e osservare la parte terminale dello stelo

. posare la lente d’ingrandimento e prendere le forbici

. tenere lo stelo con la mano sinistra, con la parte finale immersa nell’acqua

. tagliare lo stelo facendo un taglio obliquo sotto il livello dell’acqua della bacinella, accorciando lo stelo di un paio di centimetri

. osservare le foglie e se ce ne sono di secche o ingiallite eliminarle una ad una con le forbici

. posare le forbici

. mettere il fiore nel vaso

. asciugarsi le mani con l’asciugamani

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

. portare la composizione floreale al suo posto e posarla con cura al centro del centrino

. fermarsi ad ammirare il proprio lavoro

3. Conclusione

al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino

. trasferire gli scarti dalla bacinella alla ciotola vuota

. svuotare la ciotola nella pattumiera, passarla col panno e rimetterla sul vassoio

. svuotare la bacinella al lavandino, sciacquarla, asciugarla e rimetterla sul vassoio

. pulire le forbici col panno e rimetterle sul vassoio

. rimettere gli altri oggetti sul vassoio

. asciugare la tovaglietta e rimetterla sul vassoio

. portare il panno e l’asciugamani nel cesto dei panni da lavare e metterne di puliti sul vassoio

. riportare il vassoio allo scaffale

. togliersi i grembiuli

. ringraziare il bambino per il suo lavoro

. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

Libertà del bambino

dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per cambiare l’acqua ad una composizione floreale di fiori recisi

Obiettivi indiretti: sviluppare il senso estetico, preparare allo studio della botanica, raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri, stabilire una relazione di fiducia tra bambino e adulto, stimolare il senso di solidarietà

Nomenclatura: stelo, fiore, vaso, livello dell’acqua, composizione floreale, colore e profumo dei fiori, il nome dei fiori usati, ecc.

Punti di interesse: tagliare lo stelo obliquamente per permettere al fiore di assorbire una maggiore quantità di acqua; tagliare lo stelo anche se la lunghezza è adatta al vaso, perché i tessuti che trasportano acqua negli steli dei fiori devono rimanere puliti, sani e privi di batteri; tagliare lo stelo sottacqua per impedire che si richiuda assorbendo aria; usare acqua a temperatura ambiente perché l’acqua fredda è più pesante e difficile da assorbire per le piante; lavare bene il vaso prima di procedere per eliminare tutti i batteri nocivi per i fiori recisi

Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il bambino non è in grado di eseguire correttamente l’esercizio, c’è troppa acqua nel vaso, gli steli sono troppo corti e i fiori toccano l’acqua

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VITA PRATICA MONTESSORI Servire l’insalata

Nome dell’esercizio in inglese: using salad tongs

Area: esercizi preliminari, preparazione al taglio con le forbici, prendersi cura degli altri, trasferimenti

Età: dai 2 anni e mezzo

Materiale: un vassoio contenente una ciotola di lattuga scondita (una decina di foglie), una ciotolina, pinze per insalata a misura di bambino, una tovaglietta arrotolata. Un tavolo e due sedie

Presentazione

1. Preparazione diretta

. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come servire l’insalata”

. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo

. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale

. trasportare il vassoio e metterlo sul tavolo, lungo il margine sinistro

. sedersi al tavolo (il bambino siede alla nostra sinistra)

. srotolare la tovaglietta di fronte a noi

. prendere la ciotola della lattuga e metterla sulla tovaglietta, a sinistra

. prendere la ciotolina e metterla a destra della ciotola

. prendere le pinze per insalata e metterle davanti alla ciotolina, con l’impugnatura rivolta a destra

2. Analisi dei movimenti

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione

. impugnare le pinze tenendo il palmo rivolto verso di noi, mettendo il pollice nel foro superiore dell’impugnatura, e indice medio anulare nel foro inferiore

. aprire le pinze allontanando tra loro i due anelli (cioè aprendo la mano)

. raccogliere una foglia di lattuga riavvicinando gli anelli (cioè chiudendo la mano)

. spostare le pinze sulla ciotolina a sinistra e rilasciare la foglia aprendo la mano

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

. quando tutte le foglie di lattuga sono stare trasferite dalla ciotola alla ciotolina, fermarsi ad ammirare il proprio lavoro

. utilizzando la stessa procedura, trasferire le foglie di lattuga dalla ciotolina alla ciotola

. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

3. Conclusione

al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino

. rimettere uno ad uno i materiali sul vassoio

. arrotolare la tovaglietta e rimetterla sul vassoio

. riportare il vassoio sullo scaffale

. ringraziare il bambino per il suo lavoro

. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

Libertà del bambino

dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per usare le pinze da insalata

Obiettivi indiretti: raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, focalizzare l’attenzione del bambino sull’oggetto per stimolare la concentrazione, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, favorire l’integrazione del bambino nel gruppo sociale, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri

Nomenclatura: insalata, lattuga, pinze per insalata, foglie, ecc.

Punti di interesse: usare le pinze diventa sempre più facile

Controllo dell’errore: le foglie di lattuga cadono sul tavolo o sul pavimento. Le pinze per insalata cadono sul tavolo o sul pavimento.

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VITA PRATICA MONTESSORI Servire le uova sode

Nome dell’esercizio in inglese: using boiled egg tongs

Area: esercizi preliminari, preparazione al taglio con le forbici, prendersi cura degli altri, trasferimenti

Età: dai 2 anni e mezzo

Materiale: un vassoio contenente quattro uova sode in un cestino (a sinistra), quattro portauovo disposti a destra del cestino e una pinza per uova. Un tavolo e due sedie

Presentazione

1. Preparazione diretta

. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come servire le uova sode”

. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo

. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale

. trasportare il vassoio e metterlo sul tavolo, davanti a noi

. sedersi al tavolo (il bambino siede alla nostra sinistra)

2. Analisi dei movimenti

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione

. impugnare le pinze per uova con la mano destra, col palmo rivolto verso il basso e opponendo il pollice alle altre dita. Provarne il funzionamento chiudendo la mano (per aprire) e aprendo la mano (per chiudere)

. tenendo le pinze aperte raccogliere un uovo dal cestino, chiudere e spostare la pinza sul primo portauovo

. rilasciare delicatamente l’uovo

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

. ripetere con le altre uova

. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

. ammirare il proprio lavoro

. tenendo le pinze aperte raccogliere l’uovo dal primo portauovo, chiudere e spostare le pinze sul cestino

. rilasciare delicatamente l’uovo

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

. ripetere con le altre uova

. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

. ammirare il proprio lavoro

3. Conclusione

. riportare il vassoio sullo scaffale

. ringraziare il bambino per il suo lavoro

. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

Libertà del bambino

dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per trasferire uova sode con l’apposita pinza

Obiettivi indiretti: raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, focalizzare l’attenzione del bambino sull’oggetto per stimolare la concentrazione, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, favorire l’integrazione del bambino nel gruppo sociale, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri

Nomenclatura: uova, uovo sodo, pinza per uova, portauovo, ecc.

Punti di interesse: il funzionamento delle pinze per uova

Controllo dell’errore: le uova cadono sul tavolo o sul pavimento. Le pinze per uova cadono sul tavolo o sul pavimento. Il bambino usa le mani invece di usare le pinze

Variazioni ed estensioni: utilizzare le uova sode per preparare uno spuntino

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Vita pratica Montessori: preparare una tisana

Nome dell’esercizio in inglese: making tea

Area: prendersi cura degli altri, cucinare, grazia e cortesia

Età: dai 4 anni

Materiale:

. un ripiano dello scaffale dedicato all’attività su cui si trovano tisane o tè deteinato in bustina e una fonte di acqua calda (macchinetta o termos)

. un vassoio contenente una teiera (a destra), una tazza meglio se con piattino (a sinistra), un cucchiaino posato su un piccolo piattino (tra tazza e teiera) una ciotolina di miele o zucchero e un timer da cucina o clessidra impostabile a tre minuti (dietro alla tazzina).

Presentazione

1. Preparazione diretta

. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come preparare una tisana”

. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo

. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale

2. Analisi dei movimenti

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione

. scegliere una bustina di tisana o tè deteinato e metterla sul vassoio

. prendere la teiera per il manico e portarla alla fonte di acqua calda

. togliere il coperchio (svitando fino a portare il perno di fissaggio sull’apposito incavo, e poi tirando)

. riempire la teiera per ¾ di acqua calda e rimettere il coperchio

. rimettere la teiera sul vassoio, tenendola per il manico con la mano destra e per beccuccio con la sinistra (non mettere la sinistra sul fondo perché potrebbe scottare) e trasportare il vassoio su di un tavolo

. togliere il coperchio della teiera e posarlo sul vassoio, dietro alla teiera

. togliere la bustina dalla sua confezione, strappando la carta lungo il margine superiore. Prendere la bustina dal cartoncino all’estremità del filo, sollevarla e inserirla nella teiera

. rimettere il coperchio sulla teiera, lasciando pendere il filo a lato della teiera

. impostare il timer a tre minuti, o girare la clessidra e attendere

. al termine versare il tè o la tisana dalla teiera alla tazzina e posare nuovamente la teiera sul piattino

. col cucchiaino prendere lo zucchero o il miele e metterlo nella tazzina

. mescolare per sciogliere lo zucchero o il miele e raffreddare la tisana, quindi sorseggiare

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

3. Conclusione

al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino

. portare il vassoio al lavandino

. gettare la bustina usata nella pattumiera apposita e fare lo stesso con la confezione di carta

. lavare e asciugare teiera, tazzina, cucchiaino e piattino e rimetterli sul vassoio

. riportare il vassoio sullo scaffale

. ringraziare il bambino per il suo lavoro

. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

Libertà del bambino

dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per preparare una tisana autonomamente

Obiettivi indiretti: raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, focalizzare l’attenzione del bambino sull’oggetto per stimolare la concentrazione, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, favorire l’integrazione del bambino nel gruppo sociale, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri, stabilire una relazione di fiducia tra bambino e adulto

Nomenclatura: teiera, tazzina, piattino, acqua calda, bustina, tè, tisana, ecc.

Punti di interesse: la bellezza del materiale usato, il sapore della bevanda

Controllo dell’errore: il bambino non segue la sequenza corretta di azioni, si rovescia dell’acqua o della tisana sul vassoio o sul tavolo

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Preparare e servire uno spuntino VITA PRATICA MONTESSORI

Nome dell’esercizio in inglese: serving and eating snacks, snack area, snack station

Area: cura di sé, prendersi cura degli altri, grazia e cortesia, cucinare

Età: dai 3 anni

Materiale: un tavolo per la merenda con due o più sedie e una composizione floreale al centro (la qualità di sedie indica quanti bambini possono fare uno spuntino insieme).  Scopa, scopino e paletta. Una pattumiera. Uno scaffale contenente un dispenser d’acqua o una brocca, tovaglioli, panni, tovagliette o vassoi, spugne, posate, ciotole, piatti, bicchieri, tazze con piattino, tagliere e coltello, ingredienti scelti per fare una merenda (contenitori con coperchio per crackers, grissini, gallette, pane, ecc.; ciotola di frutta fresca; una caraffa di latte; una caraffa di succo di frutta; un contenitore chiuso di yogurt; contenitori per muesli, fiocchi di mais, ecc.; preparati da spalmare in vasetti chiusi (formaggio cremoso, marmellata, ecc.); qualsiasi altro cibo riteniamo idoneo per la merenda dei bambini

Presentazione

1. Preparazione diretta

. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come preparare la merenda e condividerla con un amico”

. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo

. accompagnare il bambino all’area merenda

. verificare che il tavolo della merenda non sia già occupato da altri bambini

. se l’area è libera, andare insieme a lavarsi le mani

. tornare allo scaffale della merenda

2. Analisi dei movimenti

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione

. coinvolgendo il bambino in ogni fase della procedura, scegliere quale cibo vogliamo consumare insieme a merenda

. in base a quello che scegliamo sbucciare, affettare, spalmare, mescolare ecc. e mettere con grazia il cibo sui piattini o su piatti da portata

. ripulire l’area di lavoro e gettare gli scarti nella pattumiera

. utilizzando un vassoio a testa, trasportare il cibo preparato e le bevande al tavolo

. sedersi a tavola

. consumare la merenda insieme passandosi e offrendosi a vicenda il cibo e le bevande, e tenendo una piacevole conversazione

3. Conclusione

al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino

. trasportare le stoviglie usate al tavolo per il lavaggio dei piatti

. portare i tovaglioli e i panni usati nel cesto dei panni da lavare

. ripulire dalle briciole il tavolo e il pavimento

. andare a lavare le stoviglie usate, asciugarle e riportarle al loro posto

. verificare che tutto sia pronto per essere utilizzato da altri bambini

. ringraziare il bambino per il suo lavoro

. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

Libertà del bambino

dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per preparare uno spuntino e condividerlo con uno o più amici. In particolare, il bambino sarà in grado di decidere quando fare la merenda, quale cibo consumare e in compagnia di chi, e al termine ripulire in modo che tutto sia pronto per gli altri bambini

Obiettivi indiretti: raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, soddisfare il bisogno di ordine del bambino, stimolare lo sviluppo della volontà, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri, stabilire una relazione di fiducia tra bambino e adulto, sostenere l’acquisizione delle competenze sociali di base, imparare ad agire nel rispetto degli altri, favorire l’integrazione del bambino nel gruppo sociale, sviluppare la capacità di cooperazione, stimolare il senso di solidarietà

Nomenclatura: il nome del cibo e delle bevande a disposizione per la merenda, affettare, sbucciare, servire, porgere, versare, apparecchiare, trasportare, trasferire, ecc.

Punti di interesse: godere della compagnia degli altri in una situazione sociale naturale e rilassata, scegliere quando consumare la merenda, scegliere cosa mangiare, scegliere con chi condividere il momento

Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il bambino non è in grado di eseguire correttamente l’esercizio

Note: prima di poter preparare e condividere uno spuntino il bambino deve essere in grado versare, trasferire, travasare, apparecchiare la tavola, affettare, sbucciare, spazzare un tavolo e il pavimento, lavare i piatti, trasportare un vassoio, lavarsi le mani.

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Teiera e tazzina – Esercizi di vita pratica Montessori

Nome dell’esercizio in inglese: pouring from teapot to cup

Area: esercizi preliminari, movimenti elementari, rotazione del polso, presa a C delle dita, travasi

Età: dai 4 anni

Materiale: un tavolo e due sedie. Un vassoio contenente una teiera, una tazzina sul suo piattino, e una ciotola vuota. La teiera piena d’acqua sta a destra, la tazza sul piattino a sinistra

Presentazione

1. Preparazione diretta

. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come riempire una tazzina con la teiera”


. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo

. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale

. trasportare il vassoio su di un tavolo

. sedersi al tavolo (il bambino siede alla nostra sinistra)

2. Analisi dei movimenti

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione

. mettere indice e medio uniti della mano sinistra sul coperchio della teiera e tenere le due dita premute

. mostrare la presa a presa a C delle dita con la mano destra e usarla per afferrare la teiera

. sollevare la teiera con la mano destra e portarla verso la tazzina, sempre tenendo il coperchio con la sinistra

. inclinare la teiera, col beccuccio verso il centro della tazza, e versare acqua finché il livello non arriva a circa due centimetri del bordo della tazza

. posare la teiera sul vassoio e lasciare il coperchio

. prendere il piattino con la mano destra utilizzando la pinza a cinque dita (pollice sopra, le altre dita sotto) e sollevare piattino e tazza

. porgere al bambino piattino e tazza

. farsi restituire piattino e tazza e rimetterli sul vassoio

. vuotare la tazzina nella ciotola e rimetterla sul piattino

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

. ripetere la presentazione una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

. se durante la presentazione il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

3. Conclusione

al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino

. portare il vassoio al lavandino

. svuotare la tazzina nel lavandino, asciugarla e posarla sul piano di lavoro

. riempire la teiera e posarla sul piano di lavoro

. vuotare la ciotola, asciugarla e posarla sul piano di lavoro

. asciugare il vassoio

. raccogliere uno ad uno i materiali e rimetterli sul vassoio

. riportare il vassoio allo scaffale

. ringraziare il bambino per il suo lavoro

. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

Libertà del bambino

dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per versare del liquido da una teiera in autonomia, isolare le abilità necessarie per porgere una tazzina sul piattino

Obiettivi indiretti: favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, focalizzare l’attenzione del bambino sull’oggetto per stimolare la concentrazione, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, soddisfare il bisogno di ordine del bambino, preparazione per l’uso delle forbici, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri

Nomenclatura: versare, svuotare, trasferire, spugna, caraffa, brocca, linea, segno, ecc.

Punti di interesse: la rotazione del polso, il suono dell’acqua che cade nella tazzina, il coperchio della teiera, tenere la tazzina in equilibrio sul piattino

Controllo dell’errore: c’è dell’acqua sul vassoioo in terra, rumore dei contenitori che sbattono tra loro, la tazzina cade

Variazioni ed estensioni: teiere e tazzine di dimensioni e materiali diversi, liquidi diversi, ecc.

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Vita pratica Montessori: girare le pagine di un libro

Nome dell’esercizio in inglese: turn the pages of a book

Area: esercizi preliminari, cura dell’ambiente, apprendimento della lettura, grazia e cortesia

Età: dai 2 anni e mezzo

Materiale: un tavolo e due sedie, un libro

Presentazione

1. Preparazione diretta

. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come girare le pagine di un libro”

. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo

. sedersi al tavolo (il bambino siede alla nostra sinistra), con un libro chiuso davanti a noi

. aprire la copertina del libro

2. Analisi dei movimenti

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione

. infilare il pollice destro (dalla parte dell’unghia) sotto all’angolo in alto della prima pagina (la mano con le dita rivolte verso l’alto)

. sollevare leggermente la pagina e posizionare il palmo della mano sotto alla pagina

. fai scorrere la mano fino a metà pagina (la punta delle dita rivolta sempre verso l’alto)

. spingere delicatamente la pagina a sinistra fino a voltarla completamente

. far scorrere la mano destra sulla rilegatura centrale del libro premendo delicatamente verso il basso per assicurarsi che la pagina rimanga aperta

. ripetere con qualche altra pagina

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

. ripetere la presentazione una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

. se durante la presentazione il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

3. Conclusione

. chiudere il libro

. riportare il libro allo scaffale

. ringraziare il bambino per il suo lavoro

. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per girare le pagine di un libro senza danneggiarlo

Obiettivi indiretti: imparare a trattare i libri con gentilezza, stimolare l’interesse per la lettura, raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, focalizzare l’attenzione del bambino sull’oggetto per stimolare la concentrazione, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, soddisfare il bisogno di ordine del bambino, stimolare lo sviluppo della volontà, sostenere l’acquisizione delle competenze sociali di base, imparare ad agire nel rispetto degli altri, preparare un ambiente favorevole al lavoro indipendente, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri 

Nomenclatura: libro, copertina, pagina, facciata, ecc.

Punti di interesse: percepire il libro con tutti i nostri sensi

Controllo dell’errore: rumore, le pagine del libro si danneggiano, ecc.  

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Vita pratica Montessori: aprire e chiudere un libro

Nome dell’esercizio in inglese: open a book, close a book

Area: esercizi preliminari, cura dell’ambiente, apprendimento della lettura, grazia e cortesia

Età: dai 2 anni e mezzo

Materiale: un tavolo e due sedie, un libro                 

Presentazione

1. Preparazione diretta

. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come aprire e chiudere un libro”

. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo

. sedersi al tavolo (il bambino siede alla nostra sinistra), con un libro chiuso davanti a noi

2. Analisi dei movimenti – aprire

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione: “Ti mostro come aprire un libro”

. mettere il pollice destro nell’angolo in alto a destra del libro, proprio sotto la copertina del libro

. sollevare leggermente la copertina del libro e posizionare le altre dita sotto la copertina, sollevando il pollice

. far scorrere le dita sotto alla copertina del libro fino a circa metà

. continuare a scorrere la mano portandola in verticale, con la punta delle dita rivolta verso l’alto

. spingere delicatamente la copertina del libro verso sinistra, e quando il libro comincia ad aprirsi mettere la mano sinistra aperta dietro, per evitare che la copertina sbatta sul tavolo

. togliere le mani, e se necessario far scorrere la mano destra sulla rilegatura centrale del libro premendo delicatamente per assicurarti che il libro rimanga aperto

2. Analisi dei movimenti – chiudere

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione: “Ti mostro come chiudere un libro”

. mettere il pollice della mano sinistra sotto alla copertina del libro, nella parte superiore

. sollevare la copertina e girare la mano di modo che il palmo poggi sotto la copertina del libro (le punta delle dita rivolte verso l’alto)

. far scorrere la mano fino a circa metà

. spingere delicatamente la copertina del libro verso destra, e quando il libro comincia a chiudersi mettere la mano destra aperta dietro, per evitare che la copertina sbatta. Togliere le mani

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

. ripetere la presentazione una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

. se durante la presentazione il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

3. Conclusione

. ringraziare il bambino per il suo lavoro

. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

. riportare il libro allo scaffale

Libertà del bambino

dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per aprire e chiudere un libro

Obiettivi indiretti: imparare a trattare i libri con gentilezza, stimolare l’interesse per la lettura, raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, focalizzare l’attenzione del bambino sull’oggetto per stimolare la concentrazione, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, soddisfare il bisogno di ordine del bambino, stimolare lo sviluppo della volontà, sostenere l’acquisizione delle competenze sociali di base, imparare ad agire nel rispetto degli altri, preparare un ambiente favorevole al lavoro indipendente, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri

Nomenclatura: libro, copertina, ecc.

Punti di interesse: i libri sono preziosi

Controllo dell’errore: rumore quando si apre o si chiude il libro  

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Vita pratica Montessori: mettere un libro sullo scaffale

Nome dell’esercizio in inglese: replacing a book on a shelf

Area: esercizi preliminari, cura dell’ambiente, apprendimento della lettura, grazia e cortesia, pinza a cinque dita

Età: dai 2 anni e mezzo

Materiale: libri disposti nello scaffale con la copertina anteriore rivolta verso destra, un tavolo

Presentazione

1. Preparazione diretta

. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come mettere un libro sullo scaffale”

. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo

. mettersi in piedi davanti al libro posato chiuso sul tavolo

2. Analisi dei movimenti

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione

. mettere la mano destra sul margine destro e la sinistra sul margine sinistro del libro (quello della rilegatura) utilizzando la pinza a cinque dita

. sollevare e portare il libro in verticale, avvicinandolo al corpo 

. camminare fino allo scaffale

. mettersi di fronte allo scaffale, alla distanza che serve all’avambraccio per raggiungerlo

. togliere la mano destra e portarla sotto al libro, per sostenerlo e guidarlo

. appoggiare delicatamente il libro sul bordo dello scaffale nel punto in cui va rimesso a posto

. se serve, usare la mano destra per scansare e trattenere i libri a destra e far posto al nostro libro

. far scorrere il libro fino a quando è inserito tra gli altri libri per circa la metà

. togliere le mani

. completare l’inserimento del libro spingendolo lentamente con la mano destra

. se serve, allineare le copertine dei libri mettendo il palmo della destra dietro ai libri (per spingere) e il palmo della mano sinistra davanti ai libri (per trattenere)

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

. ripetere la presentazione una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

. se durante la presentazione il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

3. Conclusione

. ringraziare il bambino per il suo lavoro

. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

Libertà del bambino

dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per mettere un libro sullo scaffale

Obiettivi indiretti: imparare a trattare i libri con gentilezza, stimolare l’interesse per la lettura, raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, focalizzare l’attenzione del bambino sull’oggetto per stimolare la concentrazione, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, soddisfare il bisogno di ordine del bambino, stimolare lo sviluppo della volontà, sostenere l’acquisizione delle competenze sociali di base, imparare ad agire nel rispetto degli altri, preparare un ambiente favorevole al lavoro indipendente, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri

Nomenclatura: libro, dorso, copertina anteriore, scaffale, libreria, ecc.

Punti di interesse: cercare un punto d’appoggio per il libro prima di inserirlo, non fare rumore, la pinza a cinque dita

Controllo dell’errore: il bambino non riesce a rimettere il libro sulla libreria, il libro cade a terra    

Note: questa può essere una presentazione di gruppo

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Vita pratica Montessori: prendere un libro dallo scaffale

Nome dell’esercizio in inglese: removing a book from the shelf

Area: esercizi preliminari, cura dell’ambiente, apprendimento della lettura, grazia e cortesia, pinza a cinque dita

Età: dai 2 anni e mezzo

Materiale: libri disposti nello scaffale con la copertina anteriore rivolta verso destra, un tavolo

Presentazione

1. Preparazione diretta

. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come prendere un libro dallo scaffale”

. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo

. andare allo scaffale dei libri

2. Analisi dei movimenti

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione

. mettersi in piedi di fronte allo scaffale, alla distanza che serve all’avambraccio per raggiungerlo

. indicare il libro che desideriamo prendere dallo scaffale

. indicare il libro a destra del libro che vogliamo prendere

. indicare il libro a sinistra del libro che vogliamo prendere

. spingere indietro di qualche centimetro i libri a destra e sinistra di quello che vogliamo prendere, usando i pollici

. spostare i pollici sul libro che vogliamo prendere, a destra e a sinistra, e usarli per tirare il libro in avanti

. appena è possibile farlo, stendere su entrambi i lati del libro i palmi aperti (la mano destra sulla copertina anteriore, la sinistra sul retro del libro)

. girare il libro in orizzontale, sempre con le due mani in posizione, di modo che il libro poggi sulla mano sinistra, con la destra sulla copertina anteriore

. usando la pinza a cinque dita spostare la mano destra sul margine destro e la sinistra sul margine sinistro del libro (quello della rilegatura) e portare il libro in verticale, avvicinandolo al corpo

. camminare fino al tavolo

. posare il libro sul tavolo senza fare rumore

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

. ripetere la presentazione una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

. se durante la presentazione il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

3. Conclusione

. ringraziare il bambino per il suo lavoro

. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

Libertà del bambino

dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per prendere un libro dallo scaffale

Obiettivi indiretti: imparare a trattare i libri con gentilezza, stimolare l’interesse per la lettura, raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, focalizzare l’attenzione del bambino sull’oggetto per stimolare la concentrazione, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, soddisfare il bisogno di ordine del bambino, stimolare lo sviluppo della volontà, sostenere l’acquisizione delle competenze sociali di base, imparare ad agire nel rispetto degli altri, preparare un ambiente favorevole al lavoro indipendente, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri

Nomenclatura: libro, dorso, copertina anteriore, scaffale, libreria, ecc.

Punti di interesse: far indietreggiare i libri a destra e sinistra, la pinza a cinque dita, posare il libro senza far rumore

Controllo dell’errore: il bambino non riesce a prendere il libro dalla libreria, il libro cade a terra    

Note: questa può essere una presentazione di gruppo

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Vita pratica Montessori: passarsi una campanella di mano in mano

Nome dell’esercizio in inglese: silent bell game

Area: movimenti elementari, pinza a tre dita, grazia e cortesia, silenzio

Età: dai 2 anni e mezzo

Materiale: una campanella su un vassoio       

           

Presentazione collettiva

1. Preparazione diretta

. richiamare l’attenzione dei bambini suonando delicatamente la campanella, che si trova nell’area del cerchio

.  invitare i bambini a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Vi mostro il gioco della campanella silenziosa

. i bambini sono liberi di accettare o rifiutare: cercare il consenso con lo sguardo

. chiedere ai bambini che decidono di partecipare di stare in piedi in cerchio, insieme a noi

. trasportare il vassoio al centro del cerchio

2. Analisi dei movimenti

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione

. prendere la campanella tra le mani

. mostrare la campanella ai bambini, spiegando a voce molto bassa che è un oggetto per noi molto prezioso

. prendere la campanella con la mano sinistra, utilizzando la pinza a tre dita, senza farla suonare

. sempre senza farla suonare, passarla dalla mano sinistra alla mano destra, sempre utilizzando la presa a tre dita

. far notare ai bambini che la campanella non ha emesso alcun suono

. passare la campanella al bambino alla nostra destra

. invitare il bambino a prendere la campanella con la mano destra, senza farla suonare, e passarla all’amico alla sua destra

. chiudiamo gli occhi (i bambini li tengono aperti) per dimostrare la nostra fiducia nei loro confronti, mentre la campanella passa silenziosamente di mano in mano

3. Conclusione

. riportare il vassoio allo scaffale

. congedarsi dal bambino e ringraziarlo, assicurandosi che abbia pensato a ciò che gli piacerebbe fare

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per maneggiare una campanella senza farla suonare

Obiettivi indiretti: raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, focalizzare l’attenzione del bambino sull’oggetto per stimolare la concentrazione, preparare un ambiente favorevole al lavoro indipendente, stimolare lo sviluppo della volontà, stabilire una relazione di fiducia tra bambino e adulto, imparare ad agire nel rispetto degli altri, favorire l’integrazione del bambino nel gruppo sociale, sviluppare la capacità di cooperazione, stimolare il senso di solidarietà

Nomenclatura: campanella, passare, destra, silenzio, ecc. 

Punti di interesse: il silenzio che si crea durante l’esercizio, l’adulto che tiene gli occhi chiusi

Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il bambino non è in grado di eseguire correttamente l’esercizio: la campanella cade o fa rumore

Estensione: passarsi una grande conchiglia, facendo in modo che ogni bambino possa ascoltarla prima di passarla

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Vita pratica Montessori: trasportare un bicchiere d’acqua

Nome dell’esercizio in inglese: carrying a glass of water

Area: esercizi preliminari, presa a C della mano

Età: dai 2 anni e mezzo

Materiale: un bicchiere riempito per due terzi con acqua, eventualmente colorata     

Presentazione

1. Preparazione diretta

. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come trasportare un bicchiere d’acqua”

. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo

. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale

2. Analisi dei movimenti

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione

. mostrare la presa a C della mano

. utilizzando tale presa, con due mani su entrambi i lati del bicchiere sollevarlo leggermente e portarlo verso di sé utilizzando la presa a C

. avvicinare il bicchiere al corpo, in modo che i gomiti formino un angolo di 90 gradi

. camminare lentamente per la stanza, quindi rimettere il bicchiere al suo posto

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

. ripetere la presentazione una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

. se durante la presentazione il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

3. Conclusione

. ringraziare il bambino per il suo lavoro

. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per trasportare il bicchiere di acqua colorata da un luogo a un altro in modo indipendente

Obiettivi indiretti: focalizzare l’attenzione del bambino sul materiale per stimolare la concentrazione, destrezza e coordinazione oculo-manuale, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, preparare un ambiente favorevole al lavoro indipendente, stabilire una relazione di fiducia tra bambino e adulto, favorire l’integrazione del bambino nel gruppo sociale, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri

Nomenclatura: bicchiere, il colore dell’acqua, ecc.

Punti di interesse: l’acqua colorata, la forma del bicchiere, usare due mani, la presa a C

Controllo dell’errore: L’acqua esce dal bicchiere. Il bicchiere cade a terra. Si produce rumore

Varianti: utilizzare un calice (una mano sotto la base e l’altra sullo stelo)

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Vita pratica Montessori: trasportare un tavolo

Nome dell’esercizio in inglese: carrying a table

Area: esercizi preliminari, grazia e cortesia, pinza a cinque dita

Età: dai 2 anni e mezzo

Materiale: un tavolo

Presentazione di gruppo

1. Preparazione diretta

. preparare un tavolo, libero da sedie, in un luogo della stanza che abbia dello spazio per muoversi

. invitare massimo sei bambini a iniziare il ciclo di lavoro, uno ad uno, in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Vi mostro come trasportare un tavolo”

. i bambini sono liberi di accettare o rifiutare: cercare il consenso con lo sguardo

. chiedere ai bambini che decidono di partecipare di sedersi in semicerchio in un luogo adatto da noi indicato

2. Analisi dei movimenti

. invitare un singolo bambino, per nome, collaborare con noi nell’esercizio. Non chiedere: “Chi vuole aiutarmi?”, ma scegliere in base all’entusiasmo e considerando le probabili abilità. Il bambino invitato è libero di rifiutare l’invito

. decidere esattamente dove spostare il tavolo, e verificare che il percorso sia libero da ostacoli

. posizionarsi ai due lati opposti del tavolo

. mostrare la pinza a cinque dita

. appoggiare le mani su ciascun lato del tavolo, con il pollice sulla parte superiore del tavolo e le dita sotto

. guardarsi negli occhi per concordare insieme quando si è pronti

. piegare le ginocchia e contemporaneamente sollevare un bordo del tavolo (insieme prima con le mani sinistre e poi con le destre)

. trasportare il tavolo fino alla destinazione scelta, facendo in modo che le gambe del tavolo restino sempre in verticale

. insieme al bambino, piegare le ginocchia e abbassare il tavolo prima con le mani sinistre e poi con le destre

. ripetere la stessa procedura per riportare il tavolo nella posizione originale

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

. continuare invitando altri due bambini a provare

3. Conclusione

. ringraziare i bambini uno alla volta per il loro lavoro

. congedarli invitandoli a riprendere le proprie attività

Libertà dei bambini

dopo la presentazione i bambini sono liberi di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che è loro necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per trasportare un tavolo (con l’aiuto di qualcun altro)

Obiettivi indiretti: sviluppare la capacità di concentrazione coordinazione e controllo motorio, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, stimolare lo sviluppo della volontà, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, preparare un ambiente favorevole al lavoro indipendente, favorire l’integrazione del bambino nel gruppo sociale, sviluppare la capacità di cooperazione, stimolare il senso di solidarietà

Nomenclatura: istruzioni fornite quando il bambino si alza e inizia a trasportare il tavolo.

Punti di interesse: l’invito a trasportare il tavolo. Decidere dove posizionare il tavolo prima di spostarlo. Appoggiare il tavolo due gambe alla volta. Mantenere le gambe verticali durante il trasporto

Controllo dell’errore: non essere in grado di sollevare correttamente il tavolo. Colpire oggetti lungo il trasporto. Sollevare il tavolo troppo rapidamente o farselo sfuggire di mano.

Note: tutte le sedie devono essere tolte dal tavolo correttamente (vedere la lezione su come trasportare una sedia)

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Vita pratica Montessori: sedersi e alzarsi dal pavimento

Nome dell’esercizio in inglese: sitting down on the floor, standing up from the floor

Area: esercizi preliminari, grazia e cortesia

Età: dai 2 anni e mezzo

Materiale: nessuno

Presentazione

1. Preparazione diretta

. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’attività: “Ti mostro come sederti e alzarti dal pavimento.”

. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo

2. Analisi dei movimenti – sedersi

. ripetere il nome dell’esercizio: “Ti mostro come sederti sul pavimento”

. stando in piedi incrociamo i piedi (facilita la discesa)

. scendiamo fino a raggiungere il pavimento in modo dolce, aiutandoci con le braccia

. teniamo le mani in grembo, la schiena dritta e la testa alta

2. Analisi dei movimenti – alzarsi

. ripetere il nome dell’esercizio: “Ti mostro come alzarti dal pavimento”

. allontanare i piedi incrociati dal corpo

. sollevarsi aiutandosi con le mani e le braccia

. in posizione eretta, mettere i piedi uno accanto all’altro (non più incrociati)

. ripetere la presentazione una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

3. Conclusione

. invitare il bambino a ripetere l’esercizio presentato

. ringraziare il bambino per il suo lavoro

. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

Libertà del bambino

dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per sedersi o alzarsi in piedi con grazia

Obiettivi indiretti: consapevolezza della propria postura, sviluppare la capacità di concentrazione coordinazione e controllo motorio, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, stimolare lo sviluppo della volontà, preparare un ambiente favorevole al lavoro indipendente, favorire l’integrazione del bambino nel gruppo sociale

Nomenclatura: le parti del corpo interessate e le posizioni

Punti di interesse: incrociare i piedi, aiutarsi con le mani

Estensioni: sedersi davanti alla linea, sedersi davanti al tappetino di lavoro

Note: l’ideale sarebbe dare ogni presentazione separatamente

Controllo dell’errore: l’insegnante e gli altri bambini.  

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Vita pratica Montessori: camminare intorno a un tappeto

Nome dell’esercizio in inglese: walking around a rug, walking around a mat

Area: esercizi preliminari, grazia e cortesia

Età: dai 2 anni e mezzo

Materiale: un tappeto

Presentazione

1. Preparazione diretta

. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come camminare intorno a un tappeto”

. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo

. prendere, trasportare e srotolare un tappeto

2. Analisi dei movimenti

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione 

. camminare lentamente intorno al tappeto senza toccare il bordo e gli angoli

. ripetere la presentazione una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

. se durante la presentazione il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

3. Conclusione

. il bambino stesso, quando decide di interrompere l’esercizio, arrotola e ripone il tappeto

. ringraziare il bambino per il suo lavoro

. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

Libertà del bambino

dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per camminare intorno al tappeto, senza toccarlo

Obiettivi indiretti: sviluppare la capacità di concentrazione coordinazione e controllo motorio, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, preparare un ambiente favorevole al lavoro indipendente, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri

Nomenclatura: bordo, camminare, lentamente, ecc.

Punti di interesse: camminare lentamente attorno al tappeto. Il colore del tappeto. L’invito a camminare lentamente attorno al tappeto.

Controllo dell’errore: il bambinocammina sul tappeto o ne pesta gli angoli.

Estensioni: stendere sul pavimento più tappeti.

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Vita pratica Montessori: trasportare una sedia

Nome dell’esercizio in inglese: carrying a chair

Area: esercizi preliminari, grazia e cortesia, pinza a cinque dita

Età: dai 2 anni e mezzo

Materiale: un tavolo e una sedia a misura di bambino   

Presentazione

1. Preparazione diretta

. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come trasportare una sedia”

. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo

. accompagnare il bambino al tavolo

2. Analisi dei movimenti

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione

. mettersi dietro alla sedia, che è nascosta sotto il tavolo

. mostrare la pinza a cinque dita

. utilizzando tale presa, con le mani su entrambi i lati dello schienale, sollevare leggermente la sedia da terra muovendosi con delicatezza

. guardare dietro di sé, quindi fare dei passi indietro, finché la sedia non è libera dal tavolo

. posare la sedia sul pavimento, creando prima un punto di contatto con le gambe posteriori e poi abbassando delicatamente le anteriori

. mettersi accanto alla sedia

. afferrare la sedia con due mani, una sulla parte superiore dello schienale e l’altra sulla parte anteriore del sedile

. sollevare la sedia e tenerla senza toccare il proprio corpo.

. portare la sedia in una posizione specifica

. riportare delicatamente la sedia sul pavimento, senza far rumore, appoggiando prima le gambe posteriori e poi le anteriori

. riportare la sedia al suo posto

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

. ripetere la presentazione una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

. se durante la presentazione il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

3. Conclusione

. ringraziare il bambino per il suo lavoro

. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per trasportare una sedia e riportala al suo posto in autonomia

Obiettivi indiretti: sviluppare la capacità di concentrazione coordinazione e controllo motorio, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, stimolare lo sviluppo della volontà, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, preparare un ambiente favorevole al lavoro indipendente, favorire l’integrazione del bambino nel gruppo sociale

Nomenclatura: le parti del corpo interessate e le posizioni

Punto di interesse: trasportare la sedia senza far rumore

Controllo dell’errore: difficoltà a tenere correttamente la sedia. Urtare oggetti o persone durante il tragitto. Far cadere la sedia.

Nota: se il bambino ne ha bisogno presentare nuovamente l’attività, ad esempio dicendo “Questa volta, ascolta per vedere se faccio rumore!”  

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Vita pratica Montessori: trasportare un vassoio o un cestino

Nome dell’esercizio in inglese: carrying a tray, carrying a basket

Area: esercizi preliminari, pinza a cinque dita, presa a C delle dita

Età: dai 2 anni e mezzo

Materiale: un vassoio o un cestino

Presentazione

1. Preparazione diretta

. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come trasportare un vassoio” oppure “Ti mostro come trasportare un cestino”

. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo

. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale

2. Analisi dei movimenti

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione

. piegarsi verso l’oggetto da trasportare

. prendere in mano l’oggetto:

. se si tratta di un cestino, con una mano ognuna delle impugnature, utilizzando la pinza a cinque dita

. se si tratta di un vassoio con entrambe le mani, una su ciascun lato del vassoio stesso, utilizzando la pinza a cinque dita col pollice in alto e le altre dita distese sotto

. se il vassoio ha i fori per le dita, utilizzando la pinza a cinque dita con le quattro dita piegate infilate nel foro (palmo verso l’alto) e il pollice sul vassoio

. portare con attenzione l’oggetto verso di sé

. sollevare l’oggetto (assicurandosi che non urti gli oggetti intorno, specialmente se si trova su uno scaffale

. portare l’oggetto verso il corpo in modo che le braccia siano piegate con un angolo di 90 gradi e che i gomiti siano vicino al corpo

. camminare tenendo l’oggetto, quindi riportarlo al suo posto

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

. ripetere la presentazione una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

. se durante la presentazione il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

3. Conclusione

. ringraziare il bambino per il suo lavoro

. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

Libertà del bambino

dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per trasportare un vassoio o un cestino in modo autonomo

Obiettivi indiretti: sviluppare la capacità di concentrazione coordinazione e controllo motorio, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, preparare un ambiente favorevole al lavoro indipendente, favorire l’integrazione del bambino nel gruppo sociale (scuola, famiglia), eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri

Nomenclatura: cestino, vassoio, gomiti, scaffale, ecc.

Punti di interesse: il tipo di presa. Mantenere il cestino o il vassoio orizzontali.

Controllo dell’errore: non lasciar cadere il vassoio o il cestino. Non far cadere o rovesciare il contenuto. Non urtare contro qualcosa o qualcuno. Se il vassoio o il cestino non vengono tenuti vicino al corpo, possono inclinarsi e rovesciarsi.

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Sedersi al tavolo e alzarsi

Nome dell’esercizio in inglese: sitting at the table

Area: esercizi preliminari, grazia e cortesia, pinza a cinque dita

Età: dai 2 anni e mezzo

Materiale: una sedia e un tavolo a misura di bambino    

Presentazione

1. Preparazione diretta

. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come sederti al tavolo e alzarti”

. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo

. accompagnare il bambino al tavolo

2. Analisi dei movimenti – sedersi

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione: “Ti mostro come sederti al tavolo”

. mettersi in piedi dietro alla sedia

. mostrare la pinza a cinque dita

. utilizzando tale presa porre le mani ai due lati dello schienale

. sollevare leggermente le gambe posteriori ed estrarre la sedia. Dovrebbero esserci circa 15 cm tra il bordo del tavolo e il bordo della sedia.

. mettersi a un lato sedia

. sedersi lateralmente sulla sedia

. ruotare sul sedere fino a trovarsi di fronte al tavolo, con le gambe sotto di esso

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

. ripetere la presentazione una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

. se durante la presentazione il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

2. Analisi dei movimenti – alzarsi

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione: “Ti mostro come alzarti dal tavolo”

. ruotare sul sedere fino a mettersi seduti lateralmente sulla sedia

. alzarsi dalla sedia

. mettersi dietro alla sedia e afferrare lo schienale della sedia con entrambe le mani, usando la pinza a cinque dita

. sollevare leggermente la sedia, e avvicinarla al tavolo fino a quando lo schienale non si troverà a circa 3 cm dal bordo del tavolo

. appoggiare le gambe posteriori della sedia al pavimento e poi le anteriori, senza fare rumore

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

. ripetere la presentazione una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

. se durante la presentazione il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

3. Conclusione

. ringraziare il bambino per il suo lavoro

. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

Libertà del bambino

dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per sedersi a un tavolo ed alzarsi in modo appropriato, facendo meno rumore possibile

Obiettivi indiretti: sviluppare la capacità di concentrazione coordinazione e controllo motorio, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, stimolare lo sviluppo della volontà, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, preparare un ambiente favorevole al lavoro indipendente, favorire l’integrazione del bambino nel gruppo sociale

Nomenclatura: le parti del corpo interessate e le posizioni

Punti di interesse: mettersi prima seduti lateralmente e poi girarsi verso il tavolo

Controllo dell’errore: rumore della sedia sul pavimento, la sedia cade, la sedia graffia il pavimento 

Note: l’ideale sarebbe dare ogni presentazione separatamente

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Grazia e cortesia: il gioco dei complimenti

Vantaggi del gioco dei complimenti

  • Insegna ai bambini come fare e ricevere complimenti;
  • alimenta l’autostima;
  • insegna ai bambini ad apprezzarsi a vicenda e lavorare insieme;
  • aiuta a riconoscere il bene negli altri
  • alimenta l’empatia e il senso di comunità.

Il gioco dei complimenti non è un passatempo, è una lezione. Purtroppo spesso gli insegnanti cadono nella tentazione di trattare tutti i giochi come esercizi di riscaldamento per l’apprendimento “reale” che dovrebbe avvenire dopo.

Regole del gioco

Il gioco dei complimenti implica alcune regole di base:
. il complimento deve essere sincero e gentile e riguardare le azioni di qualcuno: non può riguardare l’aspetto personale o i vestiti
. devi guardare la persona negli occhi mentre le fai un complimento.

Per chiedere a un bambino di fare un complimento ad un altro possiamo dire: “Gabriele, chi vuoi far sentire bene?”
Dopo che il bambino ha fatto il suo complimento, possiamo dire: “Vedo che Azzurra sta sorridendo, vuol dire che l’hai fatta sentire bene” o anche “Gabriele sei un supereroe! Puoi rendere le persone felici!”

Variante 1

Durante il cerchio del mattino diciamo ai bambini che ci piacerebbe dedicare un momento per i complimenti ogni giorno per il tutto il mese.
Chiediamo ai bambini: “Che cos’è un complimento?”
I bambini più grandi risponderanno, ad esempio “È quando dici qualcosa di bello su qualcuno”.
Diciamo: “Sì, e il miglior complimento è quando fai sapere a qualcuno che ti piace qualcosa che ha fatto. Possiamo fare complimenti sull’aspetto di qualcuno o sui suoi vestiti, ma il miglior è dirgli che ci piace qualcosa del suo comportamento”
“Un’altra cosa che devi sapere sui complimenti è che quando qualcuno ti fa un complimento, devi guardarlo negli occhi e dirgli: “Grazie.”
“Ora farò a ciascuno di voi un complimento camminando nel cerchio e fermandomi davanti a ciascuno di voi”.
“Andrea, mi piace come aiuti i più piccoli ad indossare la giacca”.
“Grazie”
“Mattia, mi piace che sorridi sempre quando mi saluti.”
“Grazie.”
“Emma, mi piace come balli quando facciamo il gioco delle balene.”
“Grazie.”
…e così via, facendo complimenti e ricevendo ringraziamenti in cambio.
“Ora tocca a voi farmi un complimento.”
Si consiglia di iniziare con i bambini più grandi, così i più piccoli avranno molti esempi da seguire su come fare e ricevere un complimento.
Diciamo: “Domani sarà il giorno dei complimenti per Andrea, e ognuno di noi le farà un complimento. Faremo a turno fino a quando tutti avranno avuto la loro giornata di complimenti. ”
Si consiglia di dire sempre il giorno prima chi sarà il bambino che riceverà i complimenti, per dare modo agli altri di pensare a cosa dire.
Fa davvero bene sentire 20 o più persone dire qualcosa di sincero e gentile su di te!
Nel giro di pochi giorni, introducendo il momento dei complimenti, l’atmosfera di classe si ingentilisce. I bambini, nel loro giorno dei complimenti, si sentono speciali e sembrano camminare sollevati da terra e tutti si comportano in modo più paziente l’uno con l’altro.

Variante 2

Prepariamo un piccolo pacchettino confezionato con cura e con un bel fiocco.
Diciamo: “C’è un regalo che possiamo fare ai nostri amici e che non costa soldi: un complimento”.
Chiediamo ad ogni bambino a turno di passare il pacchetto a un altro bambino accampagnandolo ad un complimento.
Chiediamo ai bambini come li ha fatti sentire aver detto qualcosa di carino a qualcuno e di come sia fare sia ricevere un complimento faccia sentire bene.

Variante 3

I bambini formano un grande cerchio e l’insegnante tiene in mano una palla o un anello di corda (tenere la palla o l’anello aiuta i bambini a concentrarsi e gestire meglio l’eventuale nervosismo).
Dai la palla o l’anello a un bambino e chiedigli di entrare nel centro del cerchio. Gli altri, a turno, gli fanno un complimento.
Invita i bambini a tenere il contatto visivo col bambino nel mezzo, dire il proprio nome e fargli un complimento specifico su qualcosa che ha fatto (ad esempio “Mi è piaciuto molto il modo in cui mi hai aiutato ad apparecchiare oggi.”).
Il bambino che riceve i complimenti dovrebbe guardare l’altro negli occhi e ringraziarlo per le sue parole.

Variante 4 (per bambini che sanno leggere)

Ogni bambino (e l’insegnante) scrive il proprio nome su un foglietto di carta e lo mette in un contenitore, si mescolano i cartellini ed ognuno ne pesca uno.
A turno ogni partecipante fa un complimento alla persona indicata nel cartellino che ha pescato.

Variante 5 (per bambini che sanno leggere)

Il gioco consiste nell’abbinare il giusto complimento al giusto destinatario.
Per preparare questo gioco, scriviamo un complimento specifico per ogni bambino su dei pezzetti di carta. Bisogna essere il più specifici possibile per garantire che i giocatori possano abbinare il complimento al destinatario previsto. Le prime volte usiamo solo cinque foglietti alla volta e cinque bambini, più il bambino che deve indovinare.
Chiedi a un bambino di venire da te e dagli i cartellini dei complimenti, poi chiedigli di leggere ogni complimento in silenzio e dare ogni cartellino allo studente per il quale secondo lui il complimento è stato scritto, il più rapidamente possibile.
Dopo che il bambino ha abbinato i cartellini, consenti ai destinatari dei complimenti di leggere i foglietti che hanno ricevuto.
Se i complimenti sono stati tutti distribuiti in modo appropriato, puoi tenere il tempo impiegato dal bambino.
Ripeti il ​​processo con gli altri bambini e se vuoi puoi premiare il bambino che abbina correttamente i complimenti nel più breve tempo possibile con un premio speciale.

Variante 6

In questa variante i bambini fanno complimenti agli altri mentre lanciano un sacchettino di stoffa riempito di fagioli.
I bambini siedono in cerchio.
Dai il sacchettino ad un bambino e digli che deve scegliere un altro bambino, fargli un complimento e poi lanciargli il sacchetto di fagioli.
Continua così, permettendo a tutti i bambini di prendere e lanciare il sacchetto di fagioli mentre danno e ricevono complimenti.

Variante 7

In questa variante del gioco, dopo che un bambino ha fatto un complimento ad un altro, i due bambini si abbracciano.
In effetti i complimenti che si scambiano i bambini possono essere un po’ troppo studiati e superficiali, ma l’abbraccio finale non può che essere autentico.

Il gioco dei complimenti nel web

https://www.iccamozzi.edu.it/

https://www.gentletude.com/onlus/

Dettati ortografici BUONE MANIERE E GENTILEZZA

Dettati ortografici BUONE MANIERE E GENTILEZZA

Dettati ortografici BUONE MANIERE E GENTILEZZA – Una collezione di dettati ortografici su argomenti vari:  gentilezza, buone maniere, amicizia, famiglia, ecc…, per la scuola primaria

La nostra piccola società: siamo veramente uguali?
Scegliamo tre bambini di uguale statura, ad esempio Massimo, Antonio e Carlo, e facciamo loro eseguire una semplice gara di corsa, dal fondo dell’aula alla cattedra. Vince Carlo. E’ giusto che riceva un premio o una lode? Sì, perchè i tre concorrenti erano uguali per capacità,  e uguale era la distanza da percorrere.
Ripetiamo la gara, ma ora disponiamo Carlo in fondo all’aula, Antonio a quattro metri e Massimo a due metri dalla cattedra. Naturalmente vince Massimo. Ma è giusta la sua vittoria?
Disponiamo ancora i tre bambini: uno libero e sciolto, uno con una gamba legata, il terzo con un grosso peso sulle spalle. Chi vincerà? Sarà giusta la sua vittoria?
Chiamiamo ora i bambini a riflettere: anche nella vita accade come in queste gare. Non siamo tutti uguali: ogni uomo è diverso dall’altro per le sue capacità fisiche e intellettuali, per l’educazione che ha ricevuto, per l’ambiente sociale in cui vive, per i mezzi di cui può disporre.
Pensiamo alla piccola società della nostra classe, anche se siete tutti bambini della stessa età alcuni di voi sono alti e robusti, altri piccoli e mingherlini; ci sono tra voi bambini che riescono facilmente nello studio, altri che riescono meno ma volenterosi; ci sono bambini attivi e bambini facili alla pigrizia; bambini loquaci e bambini taciturni.
L’insegnante a volte, nel giudicare uno stesso compito, ad uno stesso risultato assegna voti diversi. Perchè? E’ forse ingiusto il suo comportamento? No, se ha considerato le difficoltà che ogni bambino ha dovuto superare, lo sforzo che ha saputo compiere, e se ha giudicato ciascuno in modo imparziale.
Educhiamo i bambini a giudicare con serenità i successi o gli insuccessi dei compagni; ad essere imparziali nel valutare il proprio lavoro e quello degli altri; esortiamoli ad aiutarsi a vicenda.

Le tre cose difficili 

Ad un sapiente dell’antica Roma fu chiesto quali fossero per un uomo le cose più difficili. Il sapiente pensò un poco, poi disse: “Le cose più difficili sono: tenere un segreto, dimenticare un’offesa, spendere bene il proprio tempo”.

Fratelli

Se vuoi  essere un buon fratello, guardati dall’egoismo; proponiti ogni giorno di mostrarti generoso. Rallegrati delle virtù delle sorelle e dei fratelli tuoi e imitale; rallegrati delle gioie loro, condividi i loro piccoli crucci e fa che essi abbiano a benedire la sorte di averti fratello. (S. Pellico)

Il prossimo

 Vecchi e giovani, ricchi e poveri, disgraziati e felici, tutti sono il nostro prossimo. Noi abbiamo tanti bisogni che non sappiamo soddisfare da soli: ecco che ci aiuta il prossimo nostro. Ama il tuo prossimo: soccorri il bisognoso, sii pietoso con chi soffre, sappi difendere il debole, pratica il bene, proteggi il derelitto, consola chi piange. Queste sono tutte opere d’amore per il prossimo. G. Mazzini

Roba d’altri

Che quiete si godrebbe nel mondo se tutti rispettassero la roba altrui! Non più ladri, non più vandali. L’uomo che non offende nessuno e non teme vendette, starebbe tranquillo; le mura di cinta, i muretti, gli steccati, i cancelli, le siepi vi sarebbero solo per ornamento. I giardini, gli orti, i viali sarebbero aperti al pubblico sempre e senza bisogno di sorveglianza. Verrà quest’ora felice? Speriamolo. P. Pasquali

Attenti ai fiammiferi

In tutte le case esistono dei piccoli oggetti molto pericolosi che si chiamano fiammiferi. Il loro compito è di accendere i fornelli, le candele, i caminetti… Ma quei personaggi, in apparenza così innocenti, sono pronti a dar fuoco a intere case! Essi sono vere armi da fuoco!   A. Rubino

Quel che è di tutti

Dire che una cosa è di tutti, non vuol dire certo  che è di chi se la prende, nè che tutti possono farne quello che vogliono. Vuol dire che tutti possono goderne senza danneggiarla. Così sono di tutti i fiori dei giardini pubblici, ma devono restare di tutti. Nessuno ha diritto di portarsene a casa un mazzo, ma tutti di goderne la bellezza, il profumo. Sono di tutti le panchine dei viali, dei giardini. Chi si siede ha diritto di trovarle pulite; quando se ne va, ha il dovere di lasciarle in modo che altri si possano sedere, senza trovarvi terra, sassolini o sudicerie. Sono di tutti gli alberi che danno ombra e frescura lungo le vie, le siepi, i cespugli, le fontanelle. E’ di tutti la strada. Tutti vi devono poter camminare sicuri. Nessuno ha diritto di disturbare gli altri, di ingombrare il marciapiede, di farvi delle file per traverso, di passarvi a corsa sfrenata. Hanno diritto di camminarvi anche i vecchi, i bambini, i deboli. E per rispetto degli altri non si devono gettare per la strada rifiuti, cartacce, scatolette o peggio; e tanto meno, si deve far piovere questa roba dalle finestre. Dove tutti capiscono queste cose si vive meglio.

Vivere insieme.

Nella città dove migliaia di persone vivono senza mai conoscersi, si sfiorano senza incontrarsi, il quartiere è luogo dove la gente si conosce, si capisce, si riunisce negli stessi luoghi, si  ritrova nei medesimi negozi. E’ il luogo dove i ragazzi frequentano la stessa scuola, i genitori stringono amicizie, e tutti si aiutano scambievolmente. Ma, vivere vicini, specialmente dove lo spazio è limitato, dove i servizi spesso sono in comune e talvolta insufficienti, significa imporre a se stessi delle limitazioni e dei sacrifici, per rispettare il riposo, le attività, lo spazio, le esigenze degli altri; significa sapersi scusare con  garbo, trattare con cortesia, offrire aiuto, giocare senza far chiasso, con moderazione, non insudiciare scale, soglie, marciapiedi, ecc…

Rispettiamo chi soffre.

Se misuri i tuoi passi ed i tuoi gesti in una casa privata, perchè non dovresti fare lo stesso nella strada che è la casa di tutti? Tutte le volte che incontri un vecchio, un povero, un malato, un uomo che sta lavorando, una famiglia vestita a lutto, cedi il passo con rispetto. Noi dobbiamo rispettare la vecchiaia, la miseria, l’infermità, la fatica, il dolore e la morte. (E. De Amicis)

Il prossimo

Vecchi e giovani, ricchi e poveri, disgraziati e felici, tutti sono il nostro prossimo. Noi abbiamo tanti bisogni che non sappiamo soddisfare da soli: ecco che ci aiuta il nostro prossimo.
Il medico, l’operaio, l’insegnante, l’agricoltore, tutti sono il nostro prossimo.
Ama il tuo prossimo: soccorri il bisognoso, dà un pane all’affamato, sii pietoso con chi soffre. (G. Mazzini)

La sincerità

Non vi è miglior dote in un bambino della sincerità.
Hai commesso un fallo? Non nasconderlo, abbi il coraggio di confessarlo, ti sarà perdonato facilmente e la coscienza non ti rimprovererà.
E’ tanto bello lo sguardo franco e sereno del bambino che non conosce la menzogna!
Il bambino che ha il coraggio di confessare le sue mancanze è un bimbo coraggioso che non indietreggia davanti al pericolo. E’ leale e merita per questo di essere perdonato e stimato.

La giornata

Ogni ora è come una moneta da spendere. C’è chi la spende bene, sempre pensando a ciò che fa, sempre pensando, che passata, quell’ora non torna più.
C’è chi butta via le sue monete e alla sera sente di essere povero povero. Poi il sole tramonta, l’aria si fa scura, il mondo silenzioso. E nel silenzio si sente una voce che domanda: “Come hai speso la tua giornata?” (G. Vaj Pedotti)

La verità

La verità è come una scintilla di fuoco nascosta in un cumulo di paglia. Voi credete che sia spenta ed essa brucia. Voi la coprite di bugie. Sperate così di nasconderla e soffocarla. Ma la verità non si spegne. Cova lentamente. Si fa strada a poco a poco. E a un tratto, ecco spunta una linguetta di fuoco. E’ la sorpresa. E’ la verità che si fa luce. Allora il mucchio di bugie messo sopra la verità arde e si consuma. E la bella fiammata della verità crepita e sorride. (G. Capo)

 I giochi

Anche nel gioco si distingue il bambino gentile e bene educato. Il bambino d’animo buono si preoccupa che anche gli altri si divertano come si diverte lui. Non impone la sua volontà, non è arrogante. Non bisticcia per piccole sciocchezze. Si diverte con misura. Non è egoista fino al punto di negare che un compagno più povero giochi con la sua palla. Gioisce anzi della sua gioia. Chiamato dalla mamma, lascia prontamente  il gioco, senza rimpianti.

Comportiamoci bene

Gli uomini non sono amati per la loro ricchezza; non sono amati per la loro sapienza; ma sono amati per la loro bontà. Dobbiamo essere gentili coi nostri superiori, con i genitori, con gli amici, ma anche con quelli più umili di noi. La scuola è una grande famiglia; sii studioso, attento, generoso verso i compagni, per esserne degno.

Dare

Tutti siamo  nati uguali , tutti dobbiamo morire, nulla resta delle ricchezze, della gloria, del potere: tutto è transitorio. Perchè allora la gente si aggrappa tanto disperatamente a questi beni terreni? E perchè coloro che hanno molto di più di quello che ad essi abbisogna, non danno il superfluo ai loro fratelli? Perchè per qualcuno la vita deve essere così dura?
Che soddisfazione pensare che non abbiamo alcun bisogno di aspettare, che tutti possiamo subito cominciare a cercare di cambiare il mondo, un pochino per volta!… che ciascuno di noi, grande o piccolo, può contribuire immediatamente a diffondere un po’ di giustizia.
Date e riceverete: molto di più di quello che possiate immaginare. Nessuno è mai diventato povero per aver dato. Se lo farete, fra qualche generazione nessuno dovrà provar compassione per i bimbi poveri, perchè di gente povera non ce ne sarà più. C’è posto per tutti a questo mondo, c’è denaro per tutti, ricchezza per tutti, cose belle per tutti. Siamo noi che dobbiamo cominciare a dividercelo con giustizia. (Anna Frank)

Dettati ortografici  BUONE MANIERE E GENTILEZZA – Tutte le opere  contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Racconti – Le buone maniere…

Una raccolta di racconti per bambini sul tema buone maniere e gentilezza, di autori vari, per la scuola d’infanzia e primaria.

La strada della cortesia
C’era una volta un principino superbo e maleducato. Non chiedeva ma le cose per piacere.
Un giorno si perse in un bosco. Incontrò una vecchina curva sotto il peso di un sacco e le gridò sgarbatamente: “Vecchia, qual è la strada della reggia?”
La vecchina si strinse nelle spalle, allungò il mento, socchiuse gli occhi e rispose: “Non saprei. Chiedilo al gatto, che sa tutto”.

“Gatto” disse il principino “Voglio tornare alla reggia. Insegnami la strada!”
“Domandalo al cane, che ha girato tanto.”
“Cane, qual è la strada della reggia?”
“Domandalo allo scoiattolo, ce vede tutto”
“Scoiattolo, voglio sapere la strada della reggia”
“Chiedilo allo scricciolo, che ode tutto”
“Scricciolo, insegnami la strada della reggia”
Lo scricciolo volò sulla spalla del principe e gli sussurrò all’orecchio: “Principe, se vuoi ritrovare la reggia, prendi la strada della cortesia e comincia col domandare le cose -per piacere-“.

Il principe capì la lezione e subito disse: “Per piacere, mi potresti insegnare la via?”
Lo scoiattolo scese dall’albero e lo accompagnò fino a una radura dov’era il cane.
“Cane, per piacere mi accompagni verso la reggia?”
Il cane lo guidò fino al bivio dov’era il gatto.

“Gatto, per favore, mi dici dov’è la reggia?”
Il gatto, scodinzolando, lo condusse fino la limite del bosco. Qui era ad aspettarlo la vecchina.
“Nonnina, per gentilezza, mi dite dov’è la reggia?”
La vecchina lo prese per mano e lo condusse fino alla porta del palazzo reale.

“Entrate, per favore” disse il principino cortesemente.
“Grazie, caro. Sono contenta, perchè vedo che hai imparato la strada della gentilezza. D’ora in poi non ti perderai più”.
(P. Bargellini)

La camicia dell’uomo felice
Un re non era affatto contento e un giorno andò da un Mago.
“Io non sono felice” disse. “Sono ricco, potente, ho un regno grande pieno di belle cose. Ma non sono contento. Dimmi cosa devo fare per avere la felicità.”
Il mago guardò dentro una caldaia dove bolliva un liquido nero come la pece, v’introdusse la sua bacchetta magica, l’annusò e disse: “Ho trovato. Ti occorre la camicia dell’uomo felice. Quando la indosserai sarai finalmente contento”.

Il re, allora, mandò i suoi soldati alla ricerca dell’uomo felice, con l’ordine di levargli subito la camicia e portarla a lui. I soldati si misero a girare per città e campagne e quando vedevano un uomo dalla faccia contenta, gli chiedevano: “Sei felice?”
“Niente affatto!” rispondeva quell’uomo. “Mi manca questo, mi manca quest’altro”. E i soldati riprendevano le ricerche.

Dopo un anno, un mese, un giorno, non avevano trovato ancora quello che cercavano e tornarono al castello a mani vuote. Il re si infuriò moltissimo e disse: “Verrò con voi e vedremo se riuscirò a trovare l’uomo felice”. Con i suoi soldati percorse mezzo regno, ma non trovava ciò che voleva, tanto che si era deciso a tornare a casa, sempre più malinconico e adirato. Una mattina sentì il suono di uno zufolo di canna. Era un’arietta allegra che metteva la gioia nel cuore soltanto a sentirla. “Andiamo a vedere chi suona” disse il re.

Trovarono un pastorello che suonava in mezzo alle sue pecorelle.
“Chi sei?” gli chiese il re.
Il pastorello lo guardò, poi si mise a ridere e disse: “Che vi importa il mio nome? Sono un pastorello felice…”
Allora il re dette ordine ai suoi soldati che levassero la camicia all’uomo felice. Ma il pastorello era così povero che non aveva neppure la camicia.
Mimì Menicucci

L’anello incantato
In una piccola casa sperduta nel bosco, vivevano un vecchietto e una vecchietta. Lui era ancor buono a intrecciare panieri, lei raccoglieva, nella buona stagione, bacche e frutti e così vivevano alla meglio, in pace e in tranquillità. E se il lavoro, talvolta, mancava, se la prendevano con pazienza e non si lagnavano mai.
Un giorno, il vecchietto dovette andare a far legna nel bosco. L’inverno era duro e la provvista era finita. Non c’era nemmeno un fuscello per scaldare la minestra. Fuori c’era la neve alta e faceva freddo. “Copriti bene” disse la vecchietta. “Prendi la sciarpa di lana e non ti scordare il fazzoletto da naso”.

Il vecchietto prese l’accetta, si mise il cappelluccio e andò nel bosco. La neve cedeva sotto i suoi piedi ed egli faticava molto a fare il suo fastello. Quando l’ebbe finito tirò un sospiro di soddisfazione. Mentre stava per caricarsi sulle spalle il fascio di legna, vide qualcosa luccicare in mezzo alla neve. Era un anellino di ferro senza nessun valore. “Lo porterò alla mia vecchia” disse. “Gli anelli fanno sempre piacere alle donne”. Se lo infilò al dito per non perderlo ma, appena ebbe fatto questo gesto, sentì una vocina che diceva: “Esprimi il tuo desiderio e qualunque esso sia sarà soddisfatto”.
“Corbezzoli!” esclamò il vecchietto. “E’ un anello incantato”.

Lo guardò, poi lo levò dal dito e lo mise in tasca. “Meglio sentire il consiglio della mia vecchietta”. E si diresse verso casa.
“Vecchietta mia, ho trovato un anello fatato. Sta a sentire”. Lo infilò al dito e subito si sentì la vocina. La vecchietta fece un fischio per la sorpresa. “Questo vuol dire che se chiedessimo un sacco d’oro, potremmo averlo?”
“Certo, ma in fondo, che cosa ne faremmo di un sacco d’oro? Abbiamo così poche necessità”.
“Certo, certo!” Si affrettò a dire la vecchietta. “Dicevo così per dire. Quattrini sono pensieri”.
“Forse, potremmo chiedere un palazzo”.
“Un palazzo?” La vecchietta si guardò attorno sbigottita. “Ho vissuto quarant’anni in questa capanna. In un palazzo non mi ci troverei bene”.

“Senti” disse allora il vecchietto con voce decisa “chiediamogli che non ci manchi mai il lavoro. E’ l’unica cosa che ci porterebbe vantaggio.
“Bravo vecchietto! Hai avuto proprio una bella idea”.
E così chiesero all’anello che non mancasse mai il lavoro.
Da quel giorno una quantità di gente ebbe bisogno di panieri e tutti li volevano dal vecchietto, il quale, tutto allegro, intrecciava vimini dalla mattina alla sera e diceva: “Ma che bel paniere, vecchietta mia, e che anello benedetto!”
Così, non mancando mai il lavoro, in quella capanna entrò una discreta agiatezza e ai due vecchietti non mancò mai nulla.

Un giorno che erano in vena di chiacchierare, raccontarono la storia dell’anello incantato a un vicino che era andato a trovarli.
“Come? Avete un anello così e non ve ne servite per chiedere ricchezze su ricchezze?”
“Noi siamo due vecchietti che hanno bisogno di poco, ma poichè voi, vicino, avete dei desideri, prendetevi pure l’anello e buona fortuna”.
Il vicino quasi non credeva a tanta generosità. Prese l’anello e scappò via per paura che quelli si pentissero.
Arrivato a casa, , salì nel granaio e infilò l’anello al dito. Subito, la solita vocina disse: “Che cosa vuoi?”.
“Monete d’oro. Ma tante come se piovesse”.
E allora, dal soffitto, cominciarono a cadere monete d’oro come se davvero piovesse a dirotto. L’uomo, che le riceveva tutte in testa, cominciò a gridare: “Basta! Basta!”. Ma la pioggia non smise finchè quello non cadde giù tramortito.

Mentre stava lì a smaltire la batosta, senza vedere nè sentire niente, arrivò una gazza. attratta dal luccichio dell’oro. Prese una moneta nel becco e volò via dall’abbaino, e poco dopo, tornò con uno stormo di compagne. Tutte presero una moneta e se ne volarono via. L’ultima, che era arrivata in ritardo, non trovò più monete, ma vide l’anellino e prese quello, tanto per non tornare a becco vuoto.
Così l’uomo che non aveva saputo mettere un limite ai suoi desideri, ebbe soltanto la testa piena di bernoccoli e una gran rabbia in corpo.
Mimì Menicucci

Chi è il più forte?
Il re è forte e potente: nessuno sfugge al suo potere. Forse il ladro? No, perché il re lo fa acchiappare e mettere in prigione. Il ladro però è forte da parte sua: se ruba un pollo, con due sole dita gli torce il collo. Il pollo è abbastanza forte anche lui: se vede un tarlo con un solo colpo di becco ne fa un boccone. Ma il tarlo, il piccolo tarlo, si insinua nel trono del re e comincia a rosicchiare il legno: rosicchia, rosicchia, il trono vacilla, va in polvere e il re si ritrova seduto per terra. Chi è il più forte di tutti?
Il re, il ladro, il pollo o il tarlo?
(Fiaba vietnamita)

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Grazie per i frutti – una canzoncina pentatonica per i pasti

Grazie per i frutti – Canto pentatonico sul tema dei frutti autunnali, semplice anche da suonare col flauto dolce.

E’ un classico nelle scuole d’infanzia steineriane per accompagnare il momento della merenda e del pranzo, seguita dalla recitazione di questa poesia (autore ignoto):

“Terra tu cibo ci hai dato
sole tu l’hai maturato
cara Terra
Sole amato
il nostro cuor vi è tanto grato…
(dandosi tutti la mano)
… e buon appetito a tutti!”

Testo del canto Grazie per i frutti:

Dolci frutti, messi d’or,
son del sole doni;
che coi raggi e col calore
crescon sani e buoni.
Madre Terra in ogni dì
noi la ringraziamo,
poichè i semi custodì
fino a germogliare.

Qui puoi ascoltare la melodia in mp3 e stampare lo spartito qui:

Poesie e filastrocche LE BUONE MANIERE

Poesie e filastrocche LE BUONE MANIERE – una raccolta di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Il silenzio non è d’oro
Tre bambini stanno zitti,
zitti come i coscritti
davanti al caporale.
E la mamma li guarda sospettosa,
gli dice: “Vi sentite male
o state macchinando qualche cosa?”
Come vedete è falso l’oro.
Il silenzi non è d’oro
se volete nascondere qualcosa
io vi consiglio di cantare in coro.
Intonate una piccola fanfara
di piatti e di trombe, la furiosa
ragazzata vi salva, si rischiara
la mamma e vi sorride. (A. Gatto)

La cuoca della bambola
Biancolina è una cuoca famosa;
tutto il giorno sfaccenda in cucina:
sbuccia, taglia, pulisce, infarina,
ogni piatto ella sa preparare.
Fortunata la sua bambolina
che sì buoni pranzetti può far!
Pasticcini stupendi di sabbia
erba trita, insalata di fiori,
sassolini di tutti i colori
le cucina e per pranzo le dà.
Fortunata la sua bambolina
che non certo di fame morrà.
Ma se un giorno la Bianca ha dei dolci,
se li mangia, e alla bambola… niente!
Ah, la bambola è stata imprudente;
ha una gastrica proprio in quel dì:
e la Bianca, mangiando le predica:
“Ai ghiottoni succede così”. (C. Del Soldato)

La signorina Vanità
Un dì, la signorina Vanità,
più del solito volle farsi bella:
mise una trina in fondo alla gonnella,
si strinse il busto senza carità.
Si profumò i capelli, li arricciò,
di un gioiello si ornò non mai veduto,
altera tra la gente se ne andò.
Ma la gente, a vederla scoppiò in riso:
s’era scordata di lavarsi il viso!
L. Schwarz

Marchino
Marchino piange a lavargli la faccia
perchè dice che l’acqua è troppo ghiaccia.
Se gli vien detto: “Lavati le mani”
risponde sempre: “Aspettiamo domani”.
A parlargli soltanto di sapone,
scappa più che a parlargli di veleno.
La sua nonna lo chiama un capo ameno,
e noi lo chiameremo… un sudicione.
R. Fucini

La protesta del maialino
Giovannino fa ritorno
dopo il chiasso d’ogni giorno,
da cambiare, da lavare…
oh, che sudicio bambino!
La sua mamma, che daffare!
“Tu mi sembri un maialino!”
Ma nell’aia spaziosa
tutto lindo, tutto rosa,
con la coda a riccioletto
ha sentito il maialetto.
E protesta: “Io non somiglio
a quel sudicio tuo figlio!”
G. Vai Pedotti

La bimba e l’acqua
C’era una bimba che aveva paura
dell’acqua pura.
Quando la mamma sua la lavava
sempre strillava.
Un giorno l’acqua la rispecchiò
e le parlò:
“Vedi sei brutta, sporca così,
lavati qui”.
La bimba allora si vergognò
e si lavò.
A. Cuman Pertile

Le prime tristezze
Ero un fanciullo, andavo a scuola e un giorno
dissi a me stesso: “Non ci voglio andare”.
E non ci andai. Mi misi a passeggiare
tutto soletto, fino a mezzogiorno.
E così spesso. A scuola non andai
che qualche volta, da quel triste giorno.
Io passeggiavo fino a mezzogiorno,
e l’ore… l’ore non passavan mai!
Il rimorso tenea tutto il mio cuore
in quella triste libertà perduto;
e l’ansia mi prendea d’esser veduto
dal signor Monti, dal signor dottore!
Pensavo alla mia classe, al posto vuoto,
al registro, all’appello (oh! il nome, il nome
mio nel silenzio!) e mi sentivo come
proteso nell’abisso dell’ignoto…
E quante, quante volte domandai
l’ora a un passante frettoloso, ed era
nella richiesta mia tanta preghiera!…
Ma l’ore… l’ore non passavan mai! (M. Moretti)

Siate buoni
Oh, che gorgheggi teneri
nell’aria profumata!
Che canzoni, che giubilo,
per tutta la vallata!
Sui prati verdi e roridi
sbucano le viole,
qualche mite lucertola
striscia sull’erba, al sole.
Tutto fiorito è il mandorlo,
tutt’azzurra è la valle.
A frotte i bimbi corrono
inseguendo farfalle.
E ridono e schiamazzano
come tanti folletti.
Oh, ma perchè tormentano
quei poveri uccelletti?
D’un tratto, dai freschi alberi,
da tutti i fiorellini,
par che una voce palpiti:
siate buoni, bambini!
(M. Matropaolo)

Valentino
Oh! Valentino vestito di nuovo,
come le brocche dei biancospini!
Solo, ai piedini provati dal rovo
porti la pelle de’ tuoi piedini;
porti le scarpe che mamma ti fece,
che non mutasti mai da quel dì,
che non costarono un picciolo: incece
costa il vestito che ti cucì.
Costa; chè mamma già tutto ci spese
quel tintinnante salvadanaio:
ora esso è vuoto; e cantò più d’un mese,
per riempirlo, tutto il pollaio.
Pensa, a gennaio, che il fuoco del ciocco
non ti bastava, tremavi, ahimè!
e le galline cantavano: “Un cocco!
ecco ecco un cocco un cocco per te!”.
Poi, le galline chiocciarono, e venne
marzo, e tu, magro contadinello,
restasti a mezzo, così con le penne,
ma nudi i piedi, come un uccello:
come l’uccello venuto dal mare,
che tra il ciliegio salta, e non sa
ch’oltre il beccare, il cantare, l’amare
ci sia qualch’altra felicità.
(G. Pascoli)

Un bimbo e un poeta
Mondo, mondo d’oro
io sono il tuo piccolo re.
Quanto è bello e buono,
tutto fu fatto per me.
Pur ch’io muova un passo
fiorisce ai miei piedi il terreno.
Prendo in mano un sasso,
ed ecco una gemma diviene.
Mondo, dolce mondo,
io sono il tuo piccolo re.
Giro, giro tondo:
tutta la gioia per me.
Bimbo, bimbo bello,
sono il tuo fratello.
Fammi entrare un poco
nel tuo caro gioco.
So la tua magia:
è la poesia.
(D. Valeri)

Libero
Prima di coricarsi, il bimbo levandosi il kimono
manifesta la sua gioia di essere libero e nudo.
E corre per la casa con rapidità incredibile,
come un uccellino scappato dalla sua gabbia,
o un piccolo re che scatta da una scatola magica.
(M. Senke)

Nasce un mondo nuovo
Non più sguardi d’angoscia
noi saremo fratelli;
non più sguardi d’odio.
E se nel cielo
c’è una luce,
sarà per rischiarare il nostro amore.
E se nelle fronde
c’è una melodia,
sarà per cullare il nostro sonno.
Noi saremo fratelli:
noi saremo uniti.
E gli astri a profusione
puri,
come gli occhi dei sapienti,
saranno tanto brillanti
quanto il nostro destino.
(B. Dadiè – Costa d’Avorio)

L’inno dell’amicizia mondiale
Salutiamo con gioia
tutti i ragazzi che vivono
nel vasto mondo.
A tutti diciamo
di porgerci la mano
per formare insieme
un cerchio completo
che abbracci il mondo intero.
Sia che viviamo in terre vicine
oppure in terre da noi lontane
una sola è la nostra famiglia.
La voce dell’amicizia,
che ora facciamo sentire,
attraversa i continenti
e congiunge tutti i mari.
(Studente anonimo – USA)

Solo
La gioia si è fermata
stamani nella mia casa.
Prima di stringerla al cuore
ho girato tutte le stanze
sempre gridando: -La gioia,
è venuta la gioia a trovarmi!-
Son corso alla finestra
sono uscito fuor della porta
ho cominciato a chiamare:
-Venite tutti, correte:
in casa mia c’è la gioia!-
Nessuno io sentivo arrivare.
Ho detto allora alla gioia:
-Non ho nessuno in casa mia,
ripassa un’altra volta.
(G. Bizzarri)

Obbedienza
Quando passeranno gli elefanti
dentro le crune degli aghi
quando le formiche giganti
accenderanno i lampadari,
quando usciranno dagli armadi
odoranti di pomi cotogni
le principesse dei sogni…
quando i pulcini faranno l’uovo
e le lucertole il nido
sopra la frasca,
e le rondini faranno il covo
sotto la vasca…
allora, gonfio d’orgoglio,
potrai dire: “Io voglio”.
A tutto, nel mondo, che voli,
a tutto, nel mondo, che strisci,
a tutto fu detto: “Obbedisci!”
(F. Pastonchi)

 

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Poesie per i pasti

Poesie per i pasti – una collezione di pensieri, poesie e filastrocche per i pasti, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Terra, tu il cibo ci hai dato,
sole tu l’hai maturato.
Cara terra, sole amato
il nostro cuor vi è tanto grato.

 

Come va (L. Schwarz)
Del cibo che mi mettono nel piatto
sempre ne do una parte al mio gattino
e come va che in lui diventa gatto
mentre dentro di me divien bambino?

 

Chiccolino
Un giorno chiccolino,
giocava a nascondino
nessuno lo cercò,
e allor s’addormentò.
Dormì sotto la neve,
un sonno lungo e greve
infine si svegliò
e pianta diventò.
La pianta era sottile,
flessibile e gentile
la spiga mise fuor,
di un esile color.
Il sole la baciava,
il vento la cullava
di chicchi allor si empì,
per il pane d’ogni dì.

 

 La polenta

Borbotta l’acqua, per due brocche al fuoco.
E il fuoco ride e la sua vampa cresce.
L’acqua borbotta, ma lo fa per gioco.
E ne paiolo ora la mamma mesce
farina d’oro, e i bimbi son d’attorno…
sembra che cuocia il sol di mezzogiorno!
E quando è cotta e messa sul tagliere
la mamma dice: “A tavola, ch’è pronta!”
E prende il filo, e mentre taglia conta
quanti ne vede a tavola sedere.
Nè il cuor guidò giammai mano più attenta
di questa che spartisce una polenta. (R. Pezzani)

 

 

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