Classificazione delle preposizioni – Psicogrammatica Montessori

Classificazione delle preposizioni – Psicogrammatica Montessori.

Al momento opportuno (non c’è una regola per questa presentazione, ma è comunque un lavoro parallelo) si presenta ai bambini la tavola delle preposizioni semplici e degli articoli per la formazione delle preposizioni articolate. Questa tavola rappresenta un punto di arrivo al termine di tutto il lavoro svolto sulle preposizioni con le scatole grammaticali e i comandi.

PDF qui:

In realtà le tavole sono due:
– una muta, corredata da cartellini mobili;
– una parlata, che serve come controllo.

Il principio base è sempre quello di rendere autonomo il bambino nel suo lavoro, dopo avergli data una corretta presentazione del materiale che desidera usare.

In aggiunta alla tabella delle preposizioni semplici e articolate possiamo preparare la tabella della classificazione delle preposizioni che comprende:
– preposizioni semplici
– preposizioni articolate
– preposizioni improprie
– locuzioni preposizionali (o preposizioni composte).

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I lavori paralleli sono molto importanti e permettono al bambino di arrivare facilmente e in modo autonomo a stabilire connessioni e relazioni logiche.
Ad esempio lo studio analitico sulle preposizioni precede e conduce alla scoperta dell’analisi logica. Il segno funzionale della preposizione è ricchissimo di significati che si scoprono a poco a poco: possesso, materia, qualità, compagnia, unione, mezzo, misura, specificazione e apre quindi la strada ai complementi che dipendono, come si sa, quasi tutti dal verbo tramite preposizioni (nella nuova grammatica vengono chiamati espansioni).

Gli esercizi sull’ingranaggio delle parti possono ora essere diretti a far conoscere e ad usare forme grammaticali che lo studio delle singole parole prima non permetteva.
Così si scopre ad esempio che le forme verbali o alcuni pronomi possono essere usati come complemento oggetto o di termine; che una proposizione introduce a un complemento oppure che privata del nome cui si accompagna diventa avverbio.

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 Classificazione delle preposizioni

Scatola grammaticale IV esercizi – Psicogrammatica Montessori

Scatola grammaticale IV esercizi – Psicogrammatica Montessori. Esercizi con la scatola grammaticale e i cartellini per lo studio della preposizione, per bambini della scuola primaria.

Con questa scatola i bambini approfondiscono lo studio della preposizione. La presentazione della scatola grammaticale IV è la stessa di quella fatta per le scatole I, II e III. Anche in questo caso l’esercizio consiste nel comporre delle frasi analizzandole grazie ai cartellini colorati delle parole:
– rossi per i verbi
– marrone chiaro per gli articoli
– neri per i nomi
– marrone scuro per gli aggettivi
– viola per le preposizioni.

La scatola grammaticale IV ha cinque comparti, ognuno contrassegnato dalla relativa parte del discorso che contiene, e un comparto più grande per le frasi.
I cartellini di riempimento classici sono divisi in quattro serie, ciascuna di sei frasi.

Nei cartellini delle frasi si trovano due o tre azioni opposte da eseguire concretamente, ad esempio COLLOCA IL LIBRO SOTTO AL QUADERNO e COLLOCA IL LIBRO SOPRA AL QUADERNO, che vengono ricomposte con i cartellini colorati:

Le preposizioni, avendo creato cambiamenti di relazione tra gli oggetti, assegnano due diversi significati alla frase.  I cartellini permettono di analizzare il valore e il significato delle preposizioni e le caselle della scatola grammaticale con i relativi titoli ribadiscono il nome delle parti del discorso e aiutano il bambino nella ricostruzione delle frasi. Una volta che l’insegnante ha presentato il materiale al bambino, egli potrà esercitarsi da solo.

Questi esercizi sono stati a volte criticati perchè secondo alcuni danno una linea troppo tracciata. In realtà sono solo un’indicazione di partenza: le serie che esplorano le principali possibilità della preposizione sono infatti soltanto quattro. Non hanno nulla di ridondante e non sono mai staccate da un’azione reale. Le quattro serie permettono di esercitarsi con l’analisi grammaticale a livello intuitivo e si riferiscono a:
– relazioni di posizione reciproca nello spazio
– relazioni di appartenenza, di materia, di uso
– relazioni di direzione e di provenienza del moto.

Trovi i cartellini di riempimento pronti per il download e la stampa, e le indicazioni per realizzarli in proprio, se preferisci, qui:

Il tutorial per realizzare le scatole grammaticali è qui:

Qui una presentazione generale delle scatole grammaticali:

Qui infine i simboli grammaticali stampabili:

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Scatola grammaticale IV esercizi – Psicogrammatica Montessori
Presentazione 1

Materiali:
– scatola grammaticale IV
– cartellini di riempimento serie A
– simboli  grammaticali.

Introduzione orale (per bambini che non hanno avuto esperienze precedenti)
– invitiamo i bambini a:
“Andare davanti alla finestra”,
“Mettersi sotto il tavolo”,
“Stare in piedi accanto a un amico”,
“stare in piedi dietro alla lavagna”
e simili, per fare in modo che essi abbiano un’esperienza fisica delle parole che mostrano una relazione tra due cose (in questo caso, tra di loro e qualcosa/qualcun altro).

Introduzione col materiale:
– prendiamo il materiale e con l’aiuto dei bambini mettiamo i cartellini scelti nella scatola grammaticale in modo corretto (i bambini lo sanno già fare avendo lavorato con le scatole grammaticali precedenti)
– invitiamo un bambino a leggere la prima frase e comporla con i cartellini delle parole, quindi chiedergli di eseguire l’azione indicata

– ripetere con la seconda frase e le eventuali altre successive, sostituendo le parole necessarie (cioè le preposizioni)

– per ogni parola facciamo domande ai bambini, per portarli a riconoscere ogni parte del discorso e scegliere il simbolo grammaticale corretto per ognuna, ad esempio:
“Quale parola  ti ha indicato il nome dell’oggetto di cui avevi bisogno?”
“Quale parola ti ha indicato se era un oggetto specifico oppure uno fra tanti?”
“Quale parola ti ha detto cosa fare con l’oggetto nominato?”
“Quale parola ti ha spiegato il rapporto che doveva esserci tra gli oggetti?”

– procedere allo stesso modo con tutti gli altri cartellini presenti nella scatola grammaticale
– dopo aver presentato il materiale in questo modo, nei giorni successivi i bambini potranno esercitarsi con gli altri set in modo indipendente.

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Scatola grammaticale IV esercizi – Psicogrammatica Montessori
Presentazione 2

Materiali:
– scatola grammaticale IV
– cartellini di riempimento serie A
– tabella dei simboli grammaticali di primo livello
– scatola dei simboli grammaticali.

Presentazione del materiale:
– invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto
– ricordiamo quello che abbiamo imparato su nomi, articoli, aggettivi, preposizioni e verbi con l’aiuto della tabella dei simboli grammaticali
– mettiamo sul piano di lavoro la scatola grammaticale e la scatola dei cartellini di riempimento scelta
– chiediamo ai bambini di riempire la scatola grammaticale
– inviamo un bambino a scegliere un cartello delle frasi dalla scatola grammaticale e a leggerlo, ad esempio: POSA LA MATITA DAVANTI AL TEMPERINO, POSA LA MATITA DIETRO AL TEMPERINO, POSA  LA MATITA A LATO DEL TEMPERINO
– chiediamo al bambino di riprodurre le frasi con i cartellini delle parole:

– il bambino esegue le azioni descritte. La sostituzione di una preposizione con un’altra modifica la frase

– togliamo i tre cartellini delle preposizioni e invitiamo i bambini a leggere la frase. La frase non ha senso senza preposizioni
– rimettiamo le preposizioni al loro posto
– proviamo a spostare le famiglie dei nomi nella frase, ad esempio: POSA IL TEMPERINO DAVANTI ALLA MATITA, e notiamo che la frase continua ad avere senso
– proviamo a spostare la preposizione, ad esempio DAVANTI IL TEMPERINO ALLA MATITA. Notiamo che la frase continua ad avere un senso, ma non suona molto bene
– rimettiamo la frase nell’ordine originale, che è il migliore
– consultando la tabella dei simboli grammaticali ricordiamo i simboli usati per articolo, aggettivo, nome, verbo e preposizione e chiediamo al bambino di mettere il simbolo grammaticale su ogni parte del discorso

– invitiamo il bambino a rimettere il materiale usato nella scatola grammaticale. Il bambino facendolo nomina la parte del discorso, ad esempio dicendo: “Posa è un verbo”, “Il è un articolo”, “temperino è un nome”, ecc.
– rimettiamo nella scatola i simboli grammaticali
– al termine della presentazione del materiale i bambini possono registrare l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali su ogni parola, a mano libera o con l’aiuto degli stencil
– ora i bambini possono esercitarsi con la scatola grammaticale IV in modo autonomo.

Scatola grammaticale IV esercizi – Psicogrammatica Montessori
Scopo:

comprendere la funzione della preposizione.

Scatola grammaticale IV esercizi – Psicogrammatica Montessori
Età:

dai 6 agli 8 anni

Scatola grammaticale IV esercizi – Psicogrammatica Montessori
Nota:

in aggiunta a questa presentazione, a partire dagli 8 anni, possiamo introdurre i vari tipi di preposizione, cioè:
– le preposizioni semplici
– le preposizioni articolate
– le preposizioni proprie: semplici o articolate, sono usate per esprimere la relazione con un oggetto
– le preposizioni improprie: sono preposizioni che possono essere anche avverbi o pronomi
– le locuzioni proposizionali: sono formate da più di una parola.

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Scatola grammaticale IV esercizi – Psicogrammatica Montessori
Presentazione 3

Materiali:
– scatola grammaticale IV
– cartellini di riempimento a scelta
– simboli grammaticali.

Presentazione orale della preposizione:
– invitiamo un piccolo gruppo di bambini a partecipare all’esercizio
– diciamo ad ogni bambino di eseguire un’azione, ad esempio: “Vai davanti alla finestra”, “Siedi sul tavolo”, “Nasconditi sotto al tavolo”, “Vai dietro alla tenda” ecc… per permettere loro di fare l’esperienza fisica relativa a queste parole, le preposizioni, che servono a mostrare la relazione tra le cose (in questo caso tra se stessi e qualcosa o qualcun altro).

Presentazione del materiale:
– mostriamo ai bambini la scatola grammaticale IV e chiediamo loro di inserirvi i cartellini che abbiamo scelto, come hanno fatto con le altre scatole
– chiediamo a un bambino di leggere la prima frase del primo cartellino e ricomporla coi cartellini delle parole
– chiediamo al bambino di eseguire l’azione descritta, ad esempio PRENDI LA SCATOLA CON LE MATITE COLORATE
– ripetiamo con la seconda frase sostituendo CON con SENZA e facciamo eseguire l’azione.
– ripetiamo con la terza frase, sostituendo SENZA con INSIEME ALLE
– chiediamo: “Quali parole ti hanno indicato i nomi degli oggetti di cui avevi bisogno?” Il nome. Mettiamo il simbolo sui nomi
_ “Quali parole ti hanno detto indicato che stava per arrivare un nome? Gli articoli. Mettiamo il simbolo sugli articoli.
– “Quale parola ti ha detto cosa fare con la penna e la matita?” Il verbo. Mettiamo il simbolo sul verbo.
– “Quali parole ti hanno detto in quale rapporto erano la penna e la matita?” Le preposizioni. Mostriamo il simbolo della preposizione, se necessario, e mettiamolo sulle preposizioni
– ripetiamo l’esercizio con gli altri cartellini delle frasi
– arrivati all’ultima frase, ricapitolare sempre le parti del discorso e mettere su ogni parola il simbolo grammaticale corrispondente
– al termine della presentazione diciamo: “CON è una preposizione, così come SENZA e INSIEME ALLE. Le preposizioni mostrano il rapporto tra la scatola e le matite colorate”
– dopo la presentazione del materiale i bambini potranno esercitarsi con la scatola grammaticale IV in modo autonomo.

Esercizio autonomo:
– il bambino sceglie un cartellino della frase, lo legge ed esegue l’azione come descritta
– compone la prima frase usando i cartellini colorati delle parole
– compone la seconda ed eventualmente la terza frase (cambiando solo la preposizione) ed esegue le azioni come descritte
– aggiunge i simboli grammaticali sulle parole dell’ultima frase.

Scopo:
– fare pratica con l’uso della preposizione
– comprendere il senso logico della preposizione nella frase.

Controllo dell’errore:
– c’è solo una disposizione che ha senso
– il colore dei cartellini.

Varianti: 
– accordi illogici.

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Scatola grammaticale IV esercizi – Psicogrammatica Montessori
Presentazione 4

Materiale:
– scatola grammaticale IV
– cartellini di riempimento per la scatola grammaticale IV
– un cilindro e un prisma.

Presentazione:
– invitiamo un bambino al tavolo o al tappeto e portiamo il materiale sul piano di lavoro
– diciamo al bambino che lavoreremo insieme con le preposizioni
– con l’aiuto del bambino mettiamo i cartellini nei comparti della scatola grammaticale, come abbiamo fatto per le altre scatole
– prendiamo la prima striscia delle frasi, mettiamola sul piano di lavoro e chiediamo al bambino di leggere a voce alta
– invitiamo il bambino a ricomporre la prima frase utilizzando i cartellini delle parti del discorso, formando ad esempio la scritta IL PRISMA SOTTO IL CILINDRO e chiediamo al bambino di mettere gli oggetti come indicato dai cartellini
– chiediamo al bambino di mettere il corretto simbolo grammaticale su ogni parola
– ripetere utilizzando la secondo frase
– ricordiamo al bambino che le parole SOTTO E SOPRA sono chiamate preposizioni, parole che mostrano il rapporto tra due parole in una frase
– chiediamo al bambino di scrivere due o tre frasi, ciascuna contenente almeno un preposizione, nel suo quaderno di grammatica, disegnando i simboli grammaticali appropriati su ogni parola
– nei giorni successivi il bambino si eserciterà in modo autonomo con la scatola grammaticale e i cartellini di riempimento, come mostrato nella presentazione.

Scopo:
– fare pratica con l’uso delle preposizioni.

Età:
dai 6 anni.

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Scatola grammaticale IV esercizi – Psicogrammatica Montessori

Comandi per le preposizioni – Psicogrammatica Montessori

Comandi per le preposizioni – Psicogrammatica Montessori. Agli esercizi individuali di analisi, eseguiti con l’aiuto delle scatole grammaticali, seguono (o possono essere svolte parallelamente) le lezioni e i comandi sulle preposizioni.

Questi esercizi vengono proposti dall’insegnante a un gruppo di bambini alla volta. Il tema è espresso da due o tre preposizioni scritte su cartellini di colore viola e da un comando scritto. I comandi sono testi che contengono due o tre proposizioni particolarmente espressive.

Prima di distribuire i comandi, l’insegnante può dare piccole lezioni sulla preposizione per spiegarne il significato, scegliendo se possibile due o tre preposizioni ogni volta. Le lezioni dovrebbero sempre essere attive e pratiche e piene di azione. Il bambino capirà così la relazione che si stabilisce grazie a questa o quella preposizione tra gli oggetti (nomi) e le azioni (verbi) che vengono eseguite.

Date queste spiegazioni, l’insegnante distribuisce i comandi ai bambini che li eseguono.

Quando si propongono i comandi, si notano da parte dei bambini grande partecipazione, movimento, desiderio di interpretare la consegna il meglio possibile. Sembra di assistere a una piccola drammatizzazione. Tutto questo accende l’immaginazione al punto che i bambini stessi cominciano a scambiarsi comandi tra loro e a inventarne.

Il materiale è formato da 15 buste, ognuna delle quali contiene una  o più carte del comando e cartellini viola sui quali sono scritte le preposizioni usate nel comando.
Il bambino legge ed esegue il comando.
Alcuni comandi richiedono la cooperazione tra due o più bambini, mentre altri possono eseguiti in modo indipendente.

Qui il mio modello per confezionare le buste:

Comandi per le preposizioni – Psicogrammatica Montessori
Presentazione

Materiale:
– buste dei comandi per la preposizione

Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto
– prendiamo la prima busta dei comandi ed estraiamo il comando e i cartellini delle preposizioni
– leggiamo il comando ed eseguiamo l’azione, enfatizzando i nostri movimenti, ad esempio “Vai a prendere una scatola piena di perle. Vai a prendere un bicchiere di acqua. Tocca un pezzo di velluto.”
– il bambino prende i cartellini delle preposizioni e ripete ogni azione
– al termine della presentazione i bambini possono registrare l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali su ogni parola, a mano libera o utilizzando gli stencil.
– dopo la presentazione i bambini possono lavorare con i comandi in modo autonomo.

Scopo:
– comprendere la funzione della preposizione.

Età: dai 6-7 anni

Comandi per le preposizioni – Psicogrammatica Montessori

Questo è il materiale originale, proposto da Maria Montessori (prima serie di comandi per la preposizione):
Tema 1: vicino, accosto, lontano.
– Uno di voi venga in mezzo alla sala. Gli altri gli vadano pian piano vicino; aspettino un poco e poi gli vadano accosto; ancora un poco e poi fuggano lontano da lui.
Tema 2: in, dentro, fuori.
– Alzatevi, andate nella sala vicina e tornate subito al posto. Poi alzatevi ancora e andate a chiudervi dentro la sala vicina; aspettate alquanto e poi uscite fuori dalla sala in punta di piedi.
Tema 3: di là da, di qua da, oltre.
– Lasciate il posto e formate circolo di là dalla porta che mette nell’altra sala; dopo un poco rientrate e formate circolo di qua dalla porta.
– Tutti i bambini vadano a disporsi in fila oltre la porta che mette nel salone.
Tema 4: tranne, eccetto.
– Tutti i bambini, tranne due, si alzino e girino tra i tavolini in punta di piedi.
– Tutti i bambini, eccetto due, si alzino e girino intorno ai tavolini in punta di piedi.
Tema 5: di fianco, di fronte, avanti.
– Disponetevi l’uno di fronte all’altro.
– Disponetevi l’uno di fianco all’altro.
– Disponetevi l’uno avanti l’altro, col viso rivolto dalla stessa parte.
Tema 6: dirimpetto, dietro.
– Formate due file nella sala grande, l’una dirimpetto all’altra; e dopo l’una si disponga dietro all’altra.
Tema 7: su, secondo, lungo.
– Uscite dal posto, formate una fila e camminate sul filo segnato in terra; tornate indietro camminando secondo il filo.
– Uscite dal posto, formate una fila, e disponetevi lungo la parete.
Tema 8: fra, in mezzo a.
– Girate fra i tavoli; poi raccoglietevi e continuate a girare in mezzo alla sala.
Tema 9: da, a, fino a.
– Alzatevi, uscite dal posto e appressatevi alla finestra; aspettate un momento e poi tutti insieme tornate dalla finestra al posto.
– Disponetevi in fila e poi chinatevi in avanti fino a toccare il pavimento con la punta delle dita.
Tema 10: attorno, intorno.
– Fate un giro attorno alla sala; poi disponetevi intorno al tavolo più grande.
Tema 11: verso, contro.
– Alzatevi e andate con la seggiola verso la parete più libera; sedete alquanto, poi alzatevi di nuovo e mettete la sedia contro la parete.
Tema 12: attraverso, per.
– Uscite per la porta che dà nel corridoio, e rientrate per quella che dà nel salone.
– Formate quattro gruppi uguali, agli angoli del salone; poi i gruppi degli angoli si scambino i posti passando attraverso la sala.
Tema 13: di.
– Scambiatevi i posti in gran silenzio; Luigi prenda il posto di Carlo, Carlo il posto di Gino e così via. Poi tornate ciascuno al vostro posto senza far rumore.
Tema 14: con, senza.
– Fate un giro sul filo con i bicchieri pieni di acqua colorata: e fate un secondo giro senza i bicchieri pieni di acqua colorata.
Tema 15: per.
– Afferrate un oggetto ad occhi chiusi e toccatelo per riconoscerlo.
– Preparatevi per lavorare.

comandi per la preposizioni

PDF QUI:

Comandi per le preposizioni – Psicogrammatica Montessori

Questa è una seconda serie di comandi rivisitati:
Tema 1: di.
Vai a prendere una scatola piena di perle.
Vai a prendere un bicchiere di acqua.
Tocca un pezzo di velluto.
Tema 2: vicino a, accanto, lontano da
– Cammina e mettiti fermo al centro della stanza. Chiama due bambini e chiedi loro di mettersi  vicino a te. Poi chiedi a uno di loro di mettersi accanto a te a destra, e all’altro accanto a te a sinistra. Infine chiedi ai due bambini di andare lontano da te.
Tema 3in, dentro, fuori
Alzati dalla sedia e vai nella stanza accanto. Resta in quella stanza un attimo e poi torna in questa.
Vai in punta di piedi nella stanza vicina. Resta dentro la stanza per un po’. Infine vai fuori dalla stanza e torna in questa.
Tema 4a destra di, a sinistra di, al di là di
Metti una sedia a destra della libreria. Ora sposta la sedia a sinistra della libreria. Infine vai dove vuoi al di là della porta.
Tema 5tranne, eccetto
Tutti i bambini tranne due camminano in punta di piedi intorno alla stanza.
Tutti i bambini eccetto due tornano a sedere ai loro posti.
Tema 6: cona fianco, di fronte a, davanti a
Chiedi a un amico di venire con te. Camminate e poi fermatevi stando uno di fianco all’altro. Camminate e poi fermatevi stando uno di fronte all’altro. Camminate e poi fermatevi davanti alla finestra.
Tema 7davanti a, dietro di
Chiedi a due bambini di camminare e fermarsi davanti a te. Chiedi agli altri bambini di camminare e fermarsi dietro di te.
Tema 8: su, verso, lungo
Metti una matita sul tavolo.
Metti cinque matite lungo il bordo del tavolo. Ora disperdi le matite verso il  centro del tavolo.
Tema 9tra, in mezzo a
Mettiti in piedi tra due tavoli.
Mettiti in piedi in mezzo ai tuoi compagni di classe.
Tema 10da, a, fino a
Alzati e cammina dal tuo posto alla finestra; attendi un momento poi continua fino al muro.
Tema 11: intorno
Cammina intorno al tavolo per due volte. Poi fai un giro intorno alla sedia una volta prima di sederti.
Tema 12: verso, contro
Prendi la tua sedia e spostala di tre passi verso il muro.
Metti tre sedie in fila contro il muro.
Tema 13: attraverso, per
Lancia una gomma per la stanza. Raccoglila da dove è caduta e cerca di lanciarla attraverso la porta in corridoio.
Tema 14con, senza
Cammina per la stanza con la tua sedia in mano. Cammina per la stanza senza la sedia.
Tema 15: per, in modo da, 
Lava le mani per non sporcare il panno. Poi chiudi gli occhi e senti il panno in modo da poterlo riconoscere.

Comandi per le preposizioni – Psicogrammatica Montessori

La posizione della preposizione nella frase PSICOGRAMMATICA MONTESSORI

La posizione della preposizione nella frase PSICOGRAMMATICA MONTESSORI: presentazioni ed esercizi. I miei cartellini disponibili per il download e la stampa, in stampato minuscolo e in corsivo, sono qui:


La posizione della preposizione nella frase PSICOGRAMMATICA MONTESSORI

Gioco 1

Prerequisiti:
– lezione introduttiva sulla preposizione

Materiale:
– cartellini pronti con preposizioni e oggetti delle preposizioni (composti da nome e aggettivo, e articolo se non sono da abbinare a preposizioni articolate)

Presentazione:
– invitiamo un piccolo gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– formiamo una colonna verticale con i cartellini delle preposizioni
– distribuiamo i cartellini degli oggetti tra tutti i bambini
– leggiamo la prima preposizione, ad esempio SOTTO e chiediamo: “Chi ha un cartellino che può andare bene per preposizione SOTTO?”
– un bambino risponde, ad esempio dicendo IL LETTO GIALLO
– mettiamo il cartellino a fianco della preposizione, leggiamo e aggiungiamo i simboli grammaticali
– continuiamo finché non avremo usato tutti i cartellini
– al termine dell’esercizio i bambini potranno registrare l’attività sui loro quaderni di grammatica, disegnando con le matite colorate  i simboli grammaticali, a mano libera o con l’aiuto degli stencil.

Frasi:
sotto il letto giallo
nel secondo cassetto
sopra la sedia rossa
sul tavolino basso
in un barattolo piccolo
lungo il viale alberato
dietro la casetta rossa
sulla mensola larga
nel portamatite giallo
davanti alla stazione ferroviaria.


La posizione della preposizione nella frase PSICOGRAMMATICA MONTESSORI

Gioco 2

Materiale:
– strisce di carta bianca
– pennarello nero e verde
– scatola dei simboli grammaticali.

Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto e diciamo: “Oggi scopriremo più da vicino come le preposizioni sono messe all’interno delle frasi”
– su una striscia scriviamo la solita frase IL FIORE ROSSO NEL VASO TRASPARENTE (scrivendo in nero tutte le parole tranne NEL che scriveremo in verde)
– con le forbici tagliamo la frase in tre parti, in modo tale da isolare la preposizione
– chiediamo a un bambino di spostare i cartellini cercando tutte le combinazioni possibili tra di essi, e chiediamo se la frase mantiene il suo senso:
NEL VASO TRASPARENTE IL FIORE ROSSO
IL FIORE ROSSO VASO TRASPARENTE NEL
VASO TRASPARENTE NEL IL FIORE ROSSO
NEL IL FIORE ROSSO VASO TRASPARENTE
– chiediamo a un altro bambino di rimettere i cartellini nell’ordine originale e di aggiungere ad ogni parola il simbolo grammaticale appropriato
– continuiamo l’attività nello stesso modo con frasi diverse
– discutiamo coi bambini il fatto che anche quando le parole compaiono in ordine diverso, a volte la frase ha senso, mentre altre volte questo non succede. A volte la frase ha senso, ma il suo significato cambia rispetto alla frase originale
– chiediamo ai bambini di copiare le frasi sui loro quaderni di grammatica, disegnando su ogni parola il simbolo grammaticale corrispondente con le matite colorate, a mano libera o con l’aiuto degli stencil.

Scopo: comprendere la posizione delle preposizioni nelle frasi.

Età: dai 6 anni.


La posizione della preposizione nella frase PSICOGRAMMATICA MONTESSORI

Gioco 3

Materiali:
– una palla

Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini a partecipare al gioco
– prendiamo la palla e mettiamola sul tavolo
– chiediamo ai bambini: “Dove si trova la palla?”
– i bambini rispondono: “La palla è sul tavolo”
– chiediamo a un bambino di scrivere la frase e mettiamola sul piano di lavoro
– continuiamo così spostando la palla e componendo nuove frasi, ad esempio: la palla è sotto la sedia, la palla è sulla testa di Antonio, la palla è nell’armadio, la palla è fuori dalla porta, la sedia è tra Gaia e Alma, la palla è davanti alla lavagna, ecc.
– quando tutti i bambini del gruppo hanno avuto la possibilità di comporre una frase possiamo chiedere loro di registrare l’esercizio sui loro quaderni di grammatica.


La posizione della preposizione nella frase PSICOGRAMMATICA MONTESSORI

Gioco 4

Materiale:
– cartellini pronti contenenti la famiglia del nome-soggetto (articolo e nome) e la famiglia del nome-oggetto (preposizione, articolo, nome, aggettivo)
– cartellini in bianco
– penna rossa
– simboli grammaticali.

Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto
– formiamo una colonna con i cartellini- soggetto
– mettiamo i cartellino-oggetto in ordine sparso lungo il margine inferiore del piano di lavoro
– chiediamo a un bambino di leggere il primo cartellino- soggetto e di scegliere un oggetto da abbinare
– leggiamo i due cartellini insieme e chiediamo al bambino di dirci un verbo che può completare la frase
– scriviamo il verbo in rosso su un cartellino bianco e mettiamolo tra i due cartellini, ad esempio formando la frase: IL BAMBINO E’ NASCOSTO SOTTO IL TAVOLO MARRONE
– chiediamo: “Cosa abbiamo costruito?”. Una frase
– mettiamo insieme ai bambini i simboli grammaticali appropriati su ogni parola
– continuiamo con gli altri cartellini

Prerequisiti:
– lezioni di introduzione alla preposizione
– lezioni introduttive alla composizione di frasi con preposizioni.

Scopo:
– esercitarsi con le frasi e le preposizioni
– ricordare che per creare una frase è necessario un verbo
– fare pratica di scrittura, lettura e composizione.

Controllo dell’errore:
– il materiale è preparato in modo che ci sia solo una disposizione che ha senso.

Varianti:
– creare disposizioni illogiche.

Estensioni:
– lavorare con lettere maiuscole e punto fermo.

Frasi:
molti giocatori di tennis – si sfidano – sul campo da gioco
mio padre – giuda – lungo l’autostrada
il giardiniere – lavora – nella serra
la piccola pallina colorata – rotola – sul pavimento
l’insegnante – gioca – con i bambini piccoli
il pagliaccio – recita – per divertire gli invitati
il passeggero – viaggia – in seconda classe
l’acqua – scorre –  attraverso le tubature
molta pioggia fredda – cade – dal cielo grigio
un uomo anziano – cammina – col bastone
gli uccelli migratori – si radunano –  tra le querce maestose
l’aeroplano – vola – tra le nuvole
quattro abili fantini – trottano – sui loro cavalli
i soldati – marciano – verso la vecchia caserma
quaranta noccioline tostate – si trovano – nel barattolo
il mio migliore amico – legge – con i suoi fratelli.


La posizione della preposizione nella frase PSICOGRAMMATICA MONTESSORI

Gioco 5

Materiali:
– cestino con una serie di oggetti preparati
– cartellini di frasi preparate con preposizioni

Esercizio:
– i bambini leggono i cartellini e abbinano i cartellini agli oggetti secondo le indicazioni date nelle frasi.

La posizione della preposizione nella frase PSICOGRAMMATICA MONTESSORI

L’inventario di classe per la preposizione – Psicogrammatica Montessori

L’inventario di classe per la preposizione – Psicogrammatica Montessori

L’inventario di classe per la preposizione
Materiali:

– cartellini in bianco
– pennarello nero e verde
– scatola dei simboli grammaticali.

L’inventario di classe per la preposizione
Presentazione
:
– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Conosciamo già bene gli articoli, i nomi, gli aggettivi e i verbi. Oggi conosceremo meglio le preposizioni con un nuovo gioco”
– diciamo: “Per questo gioco con le preposizioni ora cercheremo due oggetti che abbiamo in classe e che possiamo mettere in relazione tra loro”
– scriviamo su una cartellino, ad esempio, LA PIANTA VERDE SULLO SCAFFALE BASSO
– mettiamo il cartellino sul piano di lavoro e chiediamo ai bambini di leggerlo e di andare a indicare l’oggetto descritto
– chiediamo ai bambini di mettere i simboli grammaticali su ogni parola del cartellino

– invitiamo i bambini a continuare l’esercizio scrivendo i propri cartellini e procedendo come abbiamo mostrato
– al termine del gioco i bambini possono registrare le frasi sui loro quaderni di grammatica, disegnando i simboli grammaticali su ogni parola con le matite colorate
– i bambini possono svolgere questa attività in gruppo quando lo desiderano, senza la partecipazione dell’insegnante.

L’inventario di classe per la preposizione
Scopo:

– comprendere la funzione della preposizione.

L’inventario di classe per la preposizione – Età:
– dai 6 anni.

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L’inventario di classe per la preposizione

Esercizi di approfondimento sulla preposizione ed estensioni – Psicogrammatica Montessori

Esercizi di approfondimento sulla preposizione ed estensioni – Psicogrammatica Montessori.

Esercizi di approfondimento sulla preposizione ed estensioni
1. Esercizi di compilazione degli schemi
Prepariamo per i bambini lunghe strisce di carta con i simboli grammaticali posizionati in un determinato ordine.

I bambini inventano delle frasi seguendo lo schema, o anche brevi racconti.

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Esercizi di approfondimento sulla preposizione ed estensioni
2. Caccia alla preposizione

I bambini cercano le preposizioni all’interno dei loro libri di lettura.

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Esercizi di approfondimento sulla preposizione ed estensioni

Introduzione alla preposizione – Psicogrammatica Montessori da 6 a 9 anni

Introduzione alla preposizione – Psicogrammatica Montessori da 6 a 9 anni. Presentazioni ed esercizi per la scuola primaria.

Preposizioni e congiunzioni sono parti del discorso che servono a collegare, a mettere in rapporto tra loro le altre parole (o gruppi di parole) ed hanno entrambe funzione di collegamento.
All’apparenza insignificanti, possono essere paragonate ai cardini di una porta composta di stipiti e di battenti, la quale però non potrebbe aprirsi né chiudersi se non ci fossero quei piccoli perni che fanno da collegamento e che le permettono appunto di funzionare. Di qui il nome “segni funzionali”, o connettivi, in quanto collegano e mettono in rapporto tra loro elementi del discorso.
Senza le preposizioni e le congiunzioni avremmo soltanto parole slegate: sono loro che assicurano in un testo la connessione, la coesione nelle frasi e tra le frasi, i legami tra le famiglie (i sintagmi nominali e verbali). Queste parole piccole, invariabili, sono perciò molto importanti.

Già nella casa dei bambini, con lezioni di tipo intuitivo date dopo l’avvio della lettura, si aiutano i bambini a cogliere la differenza di valore tra le parole, per arrivare a comprendere la funzione del nome, del verbo, dell’aggettivo, dell’articolo, come pure degli aiutanti.

Giunti nella scuola primaria questi giochi vengono ripresi, lavorando molto intensamente su semplicissimi comandi (o consegne) che si scrivono e si leggono davanti ai bambini, presentando poi i simboli grammaticali.
Sempre con giochi, animati da oggetti interessanti, si presenta il plurale dei nomi e la differenza tra articolo determinativo e indeterminativo.
Si presenta quindi la preposizione, preparando oggetti significativi, come ad esempio un vaso e un mazzo di fiori (magari artificiali, per avere un materiale sempre pronto a disposizione dei bambini). I fiori devono essere diversi tra loro e di vario colore, in modo che ci sia ricchezza di nomi e aggettivi.

Prendiamo dal mazzo un fiore, ad esempio una rosa rossa. Come prima azione viene naturale mettere il fiore nel vaso: IL FIORE ROSSO DENTRO IL VASO TRASPARENTE.
Su strisce di carta già preparate scriviamo le tre parti, ovvero le due famiglie relative ai due oggetti e la preposizione.

Come si vede, ci si muove in senso opposto alle grammatiche tradizionali che iniziano dalle preposizioni semplici e passano poi alle articolate e poi alle improprie, e trattano per ultime le locuzioni propositive.
Qui, dato che si vuole mettere in evidenza la funzione, si danno prima le preposizioni più evidenti, quelle che meglio esprimono la situazione.
Si potrebbe temere di creare confusione nel bambino perché la parola dentro è anche un avverbio. Ma invece, così facendo, si dà al bambino una chiave molto esatta di riconoscimento: la parola prende valore dalla funzione.
Nel nostro caso unisce due parti nominali come un ponte, mentre ha diversa funzione se usata come modificante del verbo (ad esempio in ‘correre dentro’).
Il simbolo, aiuto sensoriale per memorizzare la funzione di collegamento, è costituito da una sorta di parentesi in cartoncino verde che può essere messa così:

– ricorda un ponticello romano, diceva la Montessori

oppure così:

– fa pensare a una barchetta/traghetto tra due sponde.

In seguito si possono provare tutte le diverse posizioni che il fiore può assumere rispetto al vaso: davanti a, dietro, vicino a, accanto a, lontano da, fuori del, sopra, sotto, e così via.

Ogni cambiamento di relazione tra i due oggetti fiore-vaso è sottolineato da un nuovo foglietto con la preposizione scritta in verde ad evidenziarla, mentre le due famiglie non cambiano, né cambia il simbolo.

I bambini adoperano per conto loro questi o altri oggetti: non mancano certo di inventiva per trasferire in altre situazioni il concetto di preposizione.

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Introduzione alla preposizione
Presentazione 2

Prerequisiti: presentazione del nome, dell’articolo, dell’aggettivo e del verbo

Introduzione alla preposizione – Materiali:
– sedia in miniatura
– bambolina
– simboli grammaticali

– cartellini: sedia, bambola (in nero); la (azzurro); sulla, vicino alla, lontano dalla, sotto alla, sopra alla, davanti alla, dietro alla (verde).

Presentazione:
– invitiamo un piccolo gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– mettiamo la sedia sul piano di lavoro e aggiungiamo i cartellini
– mettiamo la bambola sul piano di lavoro e aggiungiamo il cartellino
– mettiamo la bambola sulla sedia e aggiungiamo la preposizione tra i cartellini

– spostiamo la bambola sotto alla sedia e sostituiamo il cartellino della preposizione

– continuiamo così con tutte le altre preposizioni

– diciamo ai bambini che sulla, vicino alla, lontano dalla, sotto alla, sopra alla, davanti alla, dietro alla, sono tutte preposizioni e che ci dicono dove si trovano le cose o le persone
– mostriamo il simbolo della preposizione e diciamo: “Il simbolo della preposizione è un ponte verde che ricorda uno di quei ponti che collegano le due rive di un fiume. Infatti la preposizione si usa per collegare tra loro i nomi”
– mettiamo i simboli grammaticali sui cartellini
– al termine della presentazione i bambini possono registrare lo schema sui loro quaderni di grammatica.

Introduzione alla preposizione – Scopo:
– comprendere la funzione delle preposizione
– conoscere il simbolo della preposizione
– conoscere la posizione della preposizione tra le parole.

Introduzione alla preposizione – Controllo dell’errore:
– la relazione nello spazio tra bambola e sedia
– il codice colore dei cartellini.

Introduzione alla preposizione – Varianti:
– lo stesso esercizio con gli elementi della fattoria Montessori
– aggiungiamo alla bambola un altro personaggio o alla sedia un altro oggetto.

Introduzione alla preposizione – Estensioni:
– mettiamo un oggetto in varie posizione nella classe e chiedere a i bambini di scrivere delle frasi per ogni preposizione usata
– svolgiamo esercizi simili con la fattoria Montessori.

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Introduzione alla preposizione – Psicogrammatica Montessori da 6 a 9 anni
Presentazione 3

Introduzione alla preposizioneMateriali:
– tre o quattro oggetti identici diversi per colore (fiori, o matite, o altro) e un contenitore adatto agli oggetti scelti (vaso, portapenne, o altro)
– simboli grammaticali

– vassoio con strisce bianche di carta e penna nera.

Introduzione alla preposizione – Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto
– mettiamo sul piano di lavoro il vassoio con le strisce e la penna
– scriviamo su delle strisce IL PENNARELLO GIALLO, IL PENNARELLO ROSSO, IL PENNARELLO VERDE
– diamo una striscia a tre bambini diversi; ogni bambino leggerà la sua ed andrà a prendere l’oggetto descritto
– mettiamo ogni pennarello sulle parole corrispondenti
– scriviamo su un’altra striscia di carta: BICCHIERE TRASPARENTE
– diamo la striscia a un altro bambino, che la leggerà e andrà a prendere l’oggetto
– mettiamo la striscia in linea con le prime, lasciando uno spazio, e mettiamo il bicchiere sul suo cartellino:

– scriviamo su una striscia NEL, mettiamolo nello spazio lasciato e chiediamo a un bambino di leggere tutte le parole: IL PENNARELLO GIALLO IL PENNARELLO ROSSO IL PENNARELLO VERDE NEL BICCHIERE TRASPARENTE
– chiediamo ai bambini: “I pennarelli sono nel bicchiere?”. Risponderanno di no
– chiediamo a un bambino di risolvere la situazione:

– scriviamo su una striscia ACCANTO AL, mettiamolo al posto della preposizione precedente e chiediamo a un bambino di leggere tutte le parole: IL PENNARELLO GIALLO IL PENNARELLO ROSSO IL PENNARELLO VERDE ACCANTO AL BICCHIERE TRASPARENTE
– chiediamo ai bambini: “I pennarelli sono accanto al bicchiere?”. Risponderanno di no
– chiediamo a un bambino di risolvere la situazione:

– ripetiamo con altre preposizioni
– chiediamo ai bambini di mettere i simboli grammaticali che conoscono sulle parole chiedendo:
“Quali sono le parole che servono a nominare gli oggetti?”. I nomi. “Qual è il simbolo dei nomi?”. “Il triangolo nero”
“Qual è la parola che ci dice che sta arrivando un nome?”. L’articolo. “Qual è il simbolo degli articoli?”. “Il triangolo piccolo azzurro”
“Qual è la parola che ci dice una qualità del nome?”. L’aggettivo. “Qual è il simbolo degli aggettivi?”. Il triangolo blu medio
– poi chiediamo: “Qual è la parola che ci ha fatto cambiare la posizione dei pennarelli rispetto al bicchiere?”. I bambini la indicano
– diciamo: “Questa parola che ha fatto modificare la posizione dei pennarelli si chiama preposizione. Il suo simbolo è questo piccolo ponte verde”
– mostriamo il simbolo della preposizione e mettiamo sulla parola
– diciamo: “La parola che ci mostra la relazione tra un nome e un altro si chiama preposizione”
– diciamo: “La preposizione è una parola che ci mostra la relazione che le parole hanno tra loro”
Scriviamo il cartello dell’etimologia e diciamo: “La parola preposizione viene dal latino praepositionem, che significa ‘mettere prima’, perchè quando nominiamo una cosa la usiamo prima di qualcos’altro, ad esempio diciamo PENNARELLO e mettiamo la preposizione prima di BICCHIERE”
– mettiamo il cartello dell’etimologia sul piano di lavoro
– diciamo: “Il simbolo della preposizione è il ponte verde, perchè collega le parole come un ponte su un fiume, ad esempio è un ponte tra PENNARELLO e BICCHIERE. E’ il simbolo scelto per indicare la stretta relazione tra questi due oggetti”
– aggiungiamo il simbolo sulla preposizione:

– al termine i bambini possono registrare l’esercizio sui loro quaderni di grammatica.

Scopo:
– comprendere la funzione della preposizione.

Controllo dell’errore: l’insegnante.

Età: dai 5 – 6 anni d’età.

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Introduzione alla preposizione
Presentazione 4

Introduzione alla preposizione – Materiale:
– simboli grammaticali

– una scatolina con qualche perla colorata
– cartellini di comandi con preposizioni.

Introduzione alla preposizione – Introduzione orale:
– prendiamo la scatola e spostiamo le perle  fuori dalla scatola, rimettiamole dentro, mettiamole sopra la scatola, davanti, dietro ecc… e chiediamo ogni volta ai bambini: “Dove sono le perle?”

Introduzione alla preposizione – Presentazione:
– scriviamo su dei cartellini alcuni comandi con le preposizioni, ad esempio: METTI LE PERLE NELLA SCATOLA, METTI LE PERLE DIETRO ALLA SCATOLA, ecc…
– mettiamo un comando sul piano di lavoro, chiediamo a un bambino di leggerlo ed eseguire l’azione
– procediamo allo stesso modo con altri comandi
– mettendo i simboli grammaticali sulle parole, man mano che le nominiamo diciamo: “Finora abbiamo parlato degli articoli, dei nomi, degli aggettivi e dei verbi. Oggi abbiamo usato una nuova parte del discorso molto interessante, che può essere nel, sulla, sotto alla, accanto a ecc…
Questa nuova parte del discorso si chiama preposizione e ci mostra come un nome è in relazione alle altre parti del discorso”
– “Il simbolo per la preposizione è questa mezzaluna verde, che rappresenta un ponte. Infatti le preposizioni sono come un ponte che mette in relazione una parola con le altre”.

Quando dare la lezione:
In genere le preposizioni si presentano dopo il verbo.

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Introduzione alla preposizione

Il gioco della fattoria per la preposizione – Psico grammatica Montessori

Il gioco della fattoria per la preposizione – Psico grammatica Montessori. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.

Le attività con la fattoria Montessori rappresentano un grande aiuto nello studio della grammatica, e piacciono molto ai bambini della scuola primaria.
La fattoria deve essere molto ricca di elementi da muovere: animali, persone, siepi e alberi diversi, casa, stalla, canile, ecc.

Su un tavolino si dispongono tutti questi oggetti in miniatura e si prepara un altro tavolo più grande su cui, a poco a poco, eseguendo semplici comandi scritti, si costruisce l’intera fattoria:
L’ALBERO SECOLARE DAVANTI ALLA CASA COLONICA
IL RECINTO ROSSO DIETRO LA CASA COLONICA
I PULCINI GIALLI DENTRO IL RECINTO ROSSO
IL CAVALLINO MARRONE ACCANTO ALLA SIEPE ALTA
e così via.
I bambini partecipano con grande interesse a questo gioco che abbina lettura, manipolazione di piccoli oggetti gradevoli e maggiore comprensione degli elementi linguistici.

Quando usiamo la fattoria per la preposizione è in genere meglio non usare il verbo, anche se il bambino già lo conosce, per isolare meglio la parte del discorso su cui vogliamo lavorare, che è appunto la preposizione.

Se non abbiamo a disposizione la fattoria, possiamo organizzare giochi simili con altri insiemi di oggetti, ad esempio la casa delle bambole, la nave dei  pirati, il castello, il banco del supermercato. Possiamo anche utilizzare più di un insieme, l’importante è che i bambini se ne servano partendo dalla lettura dei cartellini.

Possono lavorare da soli o , cosa che di solito preferiscono, in due o in tre. Ad esempio un bambino legge la frase relativa a una famiglia, l’altro dispone gli oggetti, il terzo mette i simboli mobili sui vari vocaboli. Individualmente possono inoltre scrivere le parole delle varie strisce su propri fogli o sui loro quaderni di grammatica e disegnare i simboli, avviando così un lungo e importante lavoro di analisi grammaticale molto concreta.

Non bisogna aver timore di aggettivi insoliti. I bambini tendono ad usare un numero limitato di aggettivi: bello, brutto, buono, rosso, mentre questa è un’ottima occasione per aiutarli ad arricchire il proprio lessico, introducendo aggettivi di uso meno comune come variopinto, screziato, fruttifero, secolare, pezzato, tondeggiante.

Questa è già analisi grammaticale, pur senza dare per ora regole che confonderebbero e bloccherebbero i piccoli linguisti. L’importante è aiutarli a memorizzare con aiuti sensoriali, sempre utilissimi in ogni età, dando al tempo stesso chiarezza di classificazione.

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Il gioco della fattoria per la preposizione
Presentazione 1

Materiali:
ambiente in miniatura (fattoria, casa delle bambole, ecc.)
cartellini pronti serie A: cartellini- soggetto e cartellini-oggetto in grigio e preposizioni in verde (trovi i file stampabili in fondo all’articolo)
simboli grammaticali

Esercizio:
– diamo al bambino un cartellino-soggetto. Il bambino legge, prende l’oggetto e inserisce i simboli grammaticali corretti sulle parole
– diamo allo stesso bambino un cartellino-oggetto e il bambino procede come sopra
– infine diamo allo stesso bambino una preposizione. Il bambino mette la preposizione tra i due cartellini e sistema gli oggetti in modo che soddisfino il rapporto determinato dalla preposizione

– a questo punto il bambino copia il lavoro svolto sul suo quaderno di grammatica, disegnando i simboli grammaticali su ogni parola.
– ripetiamo con gli altri bambini e nuovi cartellini

– in seguito i bambini potranno lavorare in modo autonomo con i cartellini pronti, scegliendoli in modo casuale, e gli oggetti in miniatura.

Scopo:
– comprendere che la preposizione ha la funzione di mettere gli oggetti in relazione l’uno con l’altro in un determinato modo.

Età: dai 6 agli 8 anni.

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Il gioco della fattoria per la preposizione
Presentazione 2

Materiali:
ambiente in miniatura
– frasi preparate per l’esercizio serie B (trovi i file in fondo all’articolo)
simboli grammaticali

Esercizio:
– Ogni bambino a turno prende una frase, la legge ed esegue il comando, cioè posiziona gli oggetti in miniatura nel modo indicato dalla frase

– dopo averlo fatto copia la frase sul suo quaderno di grammatica, disegnando su ogni parola il simbolo grammaticale corrispondente

– fatto questo toglie il cartellino e i simboli dall’ambiente in miniatura, lasciando gli oggetti come li aveva posizionati durante l’esercizio.

Anche in questo caso gli oggetti rimangono, ma le etichette vengono rimosse.

Scopo:
– comprendere che la preposizione ha la funzione di mettere gli oggetti in relazione l’uno con l’altro in un determinato modo.

Età: dai 6 agli 8 anni.

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Il gioco della fattoria per la preposizione
Presentazione 3

Materiale:
ambiente in miniatura (fattoria, castello, casa delle bambole o altro)
cartellini con articoli in azzurro, aggettivi in blu e nomi in nero e preposizioni in verde
simboli grammaticali

Presentazione:
– invitiamo un piccolo gruppo di bambini intorno all’ambiente in miniatura
– chiediamo ad ogni bambino di scegliere di scegliere due famiglie del nome e una preposizione
– ogni bambino compone una frase coi cartellini e la riproduce con gli oggetti in miniatura, ad esempio mettendo UN CAVALLO VELOCE DAVANTI AL CANCELLO

– al termine i bambini possono registrare l’esercizio sui loro quaderni di grammatica, disegnando con le matite colorate i simboli grammaticali su ogni parola, a mano libera o con l’aiuto degli stencil

Scopo:
– esercitarsi con le preposizioni
– arricchire il vocabolario
– esercitare la comprensione dei testi scritti.

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Presentazione 4

Materiale:
ambiente in miniatura
– cartellini-soggetto e cartellini-oggetto grigi e cartellini-preposizione in verde (serie A)
simboli grammaticali.

Esercizio:
– incoraggiamo i bambini a lavorare insieme per sistemare gli oggetti nell’ambiente in miniatura
– mettiamo i cartellini in tre mazzetti: uno per i soggetti, uno per gli oggetti e uno per le preposizioni
– chiediamo a un bambino di scegliere un cartellino per tipo
– chiediamo quindi al bambino di comporre i cartellini in modo logico e di sistemare gli oggetti citati come indicato dalla preposizione, ad esempio IL MAIALE ROSA VICINO AL CAVALLO MARRONE, IL SILO GRIGIO DIETRO ALL’ASINO GRIGIO, IL TORO FORZUTO A LATO DELL’ALBERO VERDE, IL BEL CAVALLO VICINO AL FIENILE ROSSO, ecc.

– invitiamo a turno tutti i bambini a svolgere l’esercizio come descritto
– al termine chiediamo ai bambini di registrare l’attività sui loro quaderni di grammatica disegnando il corretto simbolo grammaticale su ogni parola.

Scopo:
– fare pratica con l’uso delle preposizioni.

Età:
– dai 6 anni.

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Il gioco della fattoria per la preposizione
Presentazione 5

Le locuzioni preposizionali sono combinazioni fisse di due o più parole che costituiscono unità con funzioni e significati simili a quelli delle preposizioni. Servono, come le preposizioni, a mettere in relazione altri costituenti della frase, segnalando una serie di possibili rapporti di posizione, di tempo, di causa, di mezzo, di modo, di fine, ecc.

Materiali:
– ambiente in miniatura
– cartellino-titolo LOCUZIONI PREPOSIZIONALI
– cartellini-soggetto (articolo, aggettivo, nome di animale) e cartellini- oggetto (aggettivo, nome di luogo) grigi e cartellini delle preposizioni in verde (serie C)

Presentazione:
–  invitiamo un piccolo gruppo di bambini al tavolo o al tappeto
– diciamo ai bambini che oggi avranno l’opportunità di imparare qualcosa di nuovo sulle preposizioni
– mettiamo gli oggetti della fattoria sul piano di lavoro
– prendiamo due cartellini grigi, ad esempio IL CANE MARRONE e IL FIENILE GIALLO
– mettiamo il cane davanti al fienile e invitiamo un bambino a finire la frase con una preposizione che esprima dove si trova il cane in relazione al fienile, cioè DAVANTI AL

– ora spostiamo il cane davanti al fienile e chiediamo ai bambini: “Adesso dov’è il cane?”. Risponderanno che è DAVANTI AL fienile

– mettiamo la preposizione tra i due cartellini grigi
– chiediamo a un bambini di leggere i cartellini IL CANE MARRONE DAVANTI AL FIENILE GIALLO

– ora spostiamo il cane DI FIANCO AL fienile. Chiediamo ai bambini: “Ora dov’è il cane?”
– spostiamo la prima preposizione in basso per fare spazio alla nuova preposizione

– chiediamo a un bambino di leggere i cartellini
– ripetiamo con altre preposizioni

– diciamo: “Queste preposizioni si chiamano locuzioni preposizionali perchè sono formate da più parole che indicano insieme il rapporto tra un oggetto e un altro”
– invitiamo i bambini a continuare a lavorare da soli utilizzando i cartellini preparati per l’esercizio e l’ambiente in miniatura
– al termine chiediamo ai bambini di registrare 3 o 5 frasi sui loro quaderni di grammatica.

Scopo:
– classificare le preposizioni
– riconoscere e usare le locuzioni preposizionali.

Età: dagli 8 anni.

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Presentazione 6
Per i soli rapporti di posizione nello spazio

Ad un primo livello possiamo scegliere di lavorare alla preposizione soltanto con le preposizioni che indicano una relazione nello spazio. Gradualmente possiamo aggiungere gli altri tipi di relazione, che il bambino conoscerà poi meglio grazie agli esercizi con la scatola grammaticale IV e gli esercizi di classificazione.

Materiali:
ambiente in miniatura
– frasi preparate serie B (soggetto + preposizione + oggetto)
simboli grammaticali.

Presentazione:
– mostriamo ai bambini i cartellini preparati
– mostriamo ai bambini come utilizzarli: si prende una frase, si legge e si mette sul piano di lavoro
– si sistemano gli oggetti nominati come indicato nella frase
– si aggiungono i simboli grammaticali su ogni parola della frase
– al termine del gioco ogni bambino scriverà sul suo quaderno di grammatica il titolo “La preposizione” e copierà tre o cinque frasi usate nell’esercizio, disegnando su ogni parola i simboli grammaticali appropriati.

Per la preparazione di questo esercizio comporremo frasi con le preposizioni: su, in, dentro, in cima a, sopra, contro, lungo, davanti a, avanti, dietro a, sotto, al di là di, di qua da, accanto, oltre a, in mezzo a, vicino a, insieme, all’interno, di fronte a, a fianco di,  lontano da, vicino, fuori, accanto, di fianco a,  con, prima, dopo, presso, verso, oltre, lungo, contro.

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Presentazione 7

Materiali:
ambiente in miniatura
– cartellini serie A della famiglia del nome in grigio, cartellini-preposizione in verde
simboli grammaticali.

Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini attorno all’ambiente in miniatura
– diciamo: “Conosciamo bene gli articoli, gli aggettivi, i nomi e i verbi. Oggi faremo qualcosa di nuovo con le preposizioni”
– invitiamo i bambini a sistemare l’ambiente in miniatura
– distribuiamo i cartellini delle famiglie dei nomi. Invitiamo i bambini a leggere i cartellini e metterli accanto agli oggetti corrispondenti
– distribuiamo i cartellini-preposizione. Invitiamo i bambini a scegliere due famiglie del nome. Il bambino mette la preposizione tra i due oggetti e legge
– il bambino posiziona i due oggetti come indicato dai cartellini, ad esempio IL CAVALLO MARRONE VICINO AL MAIALINO PIGRO e aggiunge sopra ogni parola il simbolo grammaticale corrispondente
– ogni bambino ripete l’esercizio con altri cartellini e altri oggetti
– i bambini possono registrare l’esercizio sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali su ogni parola
– il bambino può eseguire l’esercizio in modo indipendente quando lo desidera nei giorni seguenti

Materiali
Per esercitarsi con l’ambiente in miniatura prepariamo quattro serie di cartellini delle preposizioni:
– semplici
– articolate
– improprie
– locuzioni preposizionali.
Possiamo inoltre preparare frasi pronte con soggetto, preposizione e oggetto che riguardino gli oggetti in miniatura, simili a comandi, ad esempio:
METTI IL CAVALLO MARRONE ACCANTO AL MAIALINO ROSA
METTI IL TORO NEL RECINTO ROSSO
ecc.

Scopo:
– comprendere la funzione della preposizione
– conoscere i tipi di preposizione.

Età: dai 6 anni.

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Il gioco della fattoria per la preposizione
Materiale pronto in formato pdf

– trovi la mia versione di Fattoria Montessori stampabile, completa di cartellini (parole singole per ogni parte del discorso) qui: FATTORIA E CARTELLINI

– le serie A, B e C per la lavorare con la fattoria e la preposizione sono scaricabili qui:

cartellini serie A, B, C corsivo

cartellini serie A, B, C stampato minuscolo

Le preposizioni e l’espressione corretta – Psicogrammatica Montessori

Le preposizioni e l’espressione corretta – Psicogrammatica Montessori. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.

Materiale:
– cartellini preparati
– cartellini dei titoli: ANIMALI e GRUPPO
simboli grammaticali
– pennarello nero e verde
– cartellini in bianco.

Le preposizioni e l’espressione corretta – Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Conosciamo già bene l’articolo, l’aggettivo, il nome e il verbo. Oggi faremo un nuovo esercizio per conoscere meglio la preposizione.  Impareremo anche qualcosa di nuovo sui nomi degli animali quando sono soli e quando sono in gruppo”
– mettiamo lungo il margine superiore del piano di lavoro i due cartellini dei titoli: GRUPPO a sinistra e ANIMALI a destra

– leggiamo il primo nome di animale e mettiamo il cartellino sotto al titolo ANIMALI. Leggiamo il nome del suo gruppo. Mettiamo il cartellino sotto al titolo GRUPPO
– formiamo una colonna verticale con i cartellini degli animali sotto al titolo ANIMALI. Leggiamo tutti i cartellini man mano che li mettiamo sul piano di lavoro

– distribuiamo i cartellini dei gruppi di animali tra tutti i bambini. Ogni bambino legge il suo
– leggiamo il primo nome di animale, ad esempio MAIALINI. Chiediamo: “Chi ha il cartellino col nome del gruppo di questi animali?”. Il bambino che ha il cartellino che si abbina al nome lo legge a voce alta  e lo mette all’interno dello schema sul piano di lavoro, ad esempio UNA FIGLIATA DI
– continuiamo in questo modo con tutti i rimanenti animali e gruppi di animali

– i bambini possono aggiungere altri nomi di animali ed altri gruppi. Per farlo scriviamo i nomi da loro suggeriti su dei cartellini in bianco, usando il pennarello nero
– quando lo schema è completo, i bambini leggono il nome di ogni animale e del suo gruppo
– chiediamo: “Quale preposizione abbiamo usato in queste frasi?”. “La preposizione DI”
– i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali su ogni parola, a mano libera o utilizzando gli stencil
– i bambini possono continuare ad esercitarsi autonomamente con i cartellini pronti
– i bambini possono scrivere nuovi cartellini per esercitarsi.

Le preposizioni e l’espressione corretta – Scopo:
– comprendere la funzione della preposizione.

Le preposizioni e l’espressione corretta – Età: 6 anni.

Esperienze chiave per la preposizione – Psicogrammatica Montessori 6-9 anni

Esperienze chiave per la preposizione – Psicogrammatica Montessori 6-9 anni. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.

Esperienze chiave per la preposizione
Presentazione 1

Esperienze chiave per la preposizione – Materiali:
– penne nere e verdi
– strisce di carta
simboli grammaticali.

Esperienze chiave per la preposizione – Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto
– chiediamo a un bambino di portarci un oggetto presente in classe, ad esempio un asciugamano
– chiediamo al bambino (ad esempio a Giovanni) di fare alcune cose, ad esempio: “Metti l’asciugamano in testa”; “Metti l’asciugamano sotto i piedi”, “Stringi l’asciugamano tra le gambe”, facendo le nostre proposte in modo giocoso
– Chiediamo ai bambini: “Cosa ha fatto Giovanni?”. I bambini rispondono e noi scriviamo la prima frase (tutte le parole in nero eccetto le preposizioni che scriveremo in verde): GIOVANNI HA MESSO L’ASCIUGAMANO IN TESTA

– facciamo la stessa cosa con gli altri bambini, facendo attenzione a che tutti possano partecipare
– per ogni bambino chiediamo agli altri cosa ha fatto e scriviamo una frase, ad esempio:

– leggiamo tutte le parole scritte in verde come un elenco (in, sul dietro, tra, dalla, con, sotto, a…),
– diciamo: “Queste parole ci hanno detto quale relazione c’era tra una cosa e un’altra o tra una persona e un’altra, o tra una persona e una cosa”
– aggiungiamo: “Di solito queste parole si mettono prima del secondo nome, per dirci dove va messo, come va messo, o altro.
– tagliamo le frasi in modo da prendere solo le preposizioni e formiamo con esse una colonna
– diciamo: “Queste parole in verde sono chiamate preposizioni”. Scriviamo il titolo PREPOSIZIONI su un cartellino, in verde, e mettiamo come titolo lungo il margine superiore del piano di lavoro
– diciamo: “Le preposizioni dicono la posizione o mettono i nomi in relazione tra loro”
– scriviamo l’etimologia e leggiamo dicendo: “La parola preposizione deriva dal latino praepositionem, che significa messo prima”

– mostriamo il simbolo grammaticale per il pronome e diciamo: “Questo è il simbolo di un ponte, un ponte verde, molto antico, che collega due sponde di un fiume. Proprio come il ponte che collega due sponde di un fiume, la preposizione collega due famiglie del nome tra loro.

Ad esempio nella frase ENRICO HA MESSO LE SCARPE DIETRO LA PORTA la preposizione collega le scarpe e la porta”

– diciamo: “La frase ENRICO HA MESSO LE SCARPE DIETRO LA PORTA è un po’ povera. Proviamo ad aggiungere un aggettivo per le scarpe e uno per l’asciugamano”. I bambini fanno le loro proposte e noi aggiungiamo gli aggettivi alla frase, ad esempio: ENRICO HA MESSO LE SCARPE ROSSE DIETRO LA PORTA CHIUSA
– mettiamo i simboli grammaticali su ogni parola
– scriviamo su una striscia di carta ESPERIENZA CHIAVE SULLA PREPOSIZIONE e mettiamolo sotto all’etimologia

– i bambini possono registrare lo schema sui loro quaderni di grammatica.

Esperienze chiave per la preposizione – Estensioni:
– scriviamo frasi contenenti preposizioni, un oggetto e un contenitore per l’oggetto (fiori/vaso, moneta/borsellino, matita/astuccio, ecc…) in diverse relazioni tra loro
– scriviamo frasi con più oggetti e che coinvolgano due bambini.

Esperienze chiave per la preposizione
Presentazione 2

Esperienze chiave per la preposizione – Informazioni di base
La preposizione è una parola che indica il rapporto tra due parole in una frase. Esempi di preposizioni sono: su, in, sotto, con, di…
Le preposizioni vengono prima di un sostantivo o un pronome, infatti la parola preposizione deriva dal latino praepositionem che significa ‘messo davanti’.
Il nome o pronome che segue una preposizione è noto come ‘oggetto della preposizione’. Tra sostantivo o pronome e preposizione può esserci un articolo. Nella frase IL GATTO DORME IN CUCINA, la preposizione IN lega GATTO e CUCINA. CUCINA è l’oggetto della preposizione.
Le preposizioni non sono sempre rappresentate da un’unica parola. Una preposizione può infatti essere formata da due e più parole raggruppate, come ad esempio: ACCANTO A, DAVANTI A, DI FIANCO A… Inoltre in italiano molte preposizioni quando incontrano l’articolo determinativo si fondono ad esso, come ad esempio: NELLA, SUL, DALLE
Il simbolo grammaticale per la preposizione è una mezzaluna verde. Esso può essere paragonato ad un ponte perchè collega tra loro le cose.

Esperienze chiave per la preposizione – Materiali:
– pennarello nero e verde
– strisce di carta
– un bicchiere
– un cucchiaio
simboli grammaticali

Esperienze chiave per la preposizione – Presentazione:
– diciamo ai bambini: “Oggi indagheremo insieme un altra parte del discorso molto interessante: la preposizione”
– mettiamo il bicchiere ed il cucchiaio sul tappeto, col cucchiaio a sinistra di modo che i bambini vedano il cucchiaio a sinistra e il bicchiere a destra
– scriviamo in nero su una striscia IL CUCCHIAIO AZZURRO e diamola a un bambino
– invitiamo il bambino a leggere a voce alta e mettere il cartellino accanto all’oggetto corrispondente
– su un’altra striscia scriviamo sempre in nero IL BICCHIERE TRASPARENTE e diamola a un altro bambino
– il bambino legge a voce alta e mette il cartellino accanto all’oggetto corrispondente
– su un cartellino scriviamo in verde NEL e mettiamolo tra le due strisce
– invitiamo un bambino a mettere i simboli grammaticali su ogni parola scritta in nero
– chiediamo a un bambino di leggere e mettere il cucchiaio come indicato:

– ripetiamo la procedura con altre preposizioni, ad esempio DIETRO AL

– DI FIANCO AL

– SUL

mettendoli sopra le preposizioni precedenti. Per ogni nuova preposizione incoraggiamo i bambini a turno a leggere la nuova frase e modificare la posizione del cucchiaio rispetto al bicchiere
– quando tutti i bambini hanno partecipato, visualizziamo le preposizioni in colonna, indichiamole e diciamo ai bambini: “Le preposizioni ci mostrano la relazione tra le parole, e vengono prima dei loro oggetti
– mostriamo il simbolo della preposizione, una mezzaluna verde, e spieghiamo che è il simbolo che usiamo per quelle parole che mostrano una relazione tra due cose. E’ come un ponte tra due sponde di un fiume
– inviamo un bambino a mettere la mezzaluna verde sulla parola corrispondente nella frase, e su tutte le altre preposizioni
– chiediamo ai bambini di registrare le frasi e le preposizioni sui loro quaderni di grammatica, disegnando il simbolo grammaticale appropriato su ogni parola, a mano libera o utilizzando gli stencil

Esperienze chiave per la preposizione – Età consigliata: 6 anni

Esperienze chiave per la preposizione – Scopo: familiarizzare con le preposizioni e capirne la funzione.

Esperienze chiave per la preposizione – Estensioni:
– per fare pratica con le preposizioni possiamo dividere i bambini in coppia. In  ogni coppia un bambino dice all’altro come spostare un certo oggetto rispetto a un certo altro.

Esperienze chiave per la preposizione – Caccia al tesoro per la preposizione: dopo l’esperienza chiave possiamo organizzare in classe una caccia al tesoro:
– nascondiamo un oggetto in classe, avvolgendolo in carta colorata per aumentare l’interesse del bambini
– scriviamo piccoli indizi su strisce di carta, che aiutino a trovare l’oggetto, ad esempio: guarda sotto la sedia (sotto la sedia ci sarà un cartellino con scritto “vicino al banco di Giovanni”) e così via per cinque o dieci indizi prima di trovare l’oggetto.

Esperienze chiave per la preposizione
Presentazione 3

Esperienze chiave per la preposizione – Materiali:
– pennarello nera e rosso
– strisce di carta
– due piccoli oggetti, ad esempio VASO e PENNELLO.

Esperienze chiave per la preposizione – Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– scriviamo un cartellino per il primo oggetto: IL PENNELLO GRANDE,  chiediamo a un bambino di leggerlo e di posizionarlo accanto all’oggetto corrispondente
– scriviamo un cartellino per il secondo oggetto: IL VASO CILINDRICO e chiediamo a un altro bambino di leggerlo e di posizionarlo accanto all’oggetto corrispondente
– scriviamo in rosso la preposizione NEL. Chiediamo a un terzo bambino di leggere il cartellino e di posizionarlo tra i due cartellini precedenti. Leggiamo a voce alta insieme a tutti i bambini : IL PENNELLO GRANDE NEL VASO CILINDRICO
– Chiediamo: “La frase è giusta? Il pennello si trova nel vaso?”. Il bambino che aveva  il cartellino della preposizione mette il pennello nel vaso come indicato

– ora scriviamo DIETRO AL in rosso su un altro cartellino. Sostituiamo NEL con DIETRO AL. Leggiamo tutti insieme i cartellini e chiediamo a un bambino di spostare il pennello come indicato dalla nuova preposizione

– scriviamo un’altra preposizione, ad esempio ACCANTO AL e procediamo come fatto per le altre preposizioni

– indichiamo la preposizione e diciamo: “Questa parola ci dice dove si trova il pennello in relazione al vaso. Le parole che ho scritto in rosso sono chiamate preposizioni, dalla parola latina preapositionem, che significa messa davanti. Le preposizioni mettono gli oggetti in posizione o in relazione a un altro”
– scriviamo PREPOSIZIONE su un cartellino e mettiamolo lungo il margine superiore del piano di lavoro
– chiediamo a un bambino di aggiungere il corretto simbolo grammaticale ai due nomi. Poi mostriamo il simbolo grammaticale per la preposizione e diciamo: “Usiamo questo arco verde per simboleggiare le preposizioni, cioè le parole che ci dicono dove sono gli oggetti in relazione agli altri”

– I bambini possono registrare l’esercizio sui loro quaderno di grammatica scrivendo come titolo LA PREPOSIZIONE e disegnando sulla frase i simboli grammaticali corretti per ogni parola.

Esperienze chiave per la preposizione – Scopo: comprendere la funzione della preposizione

Esperienze chiave per la preposizione – Prerequisiti: il bambino deve saper leggere e scrivere senza difficoltà le parole usate nella presentazione

Esperienze chiave per la preposizione
Presentazione 4 

Esperienze chiave per la preposizione – Materiali:
– pennarello nero e verde
– strisce di carta
– forbici
– un bicchiere e un fiore
– simbolo tridimensionale della preposizione
– simboli grammaticali.

Esperienze chiave per la preposizione – Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Conosciamo già gli articoli, gli aggettivi, i nomi ed i verbi.” Riassumiamo insieme ai bambini quello che sappiamo di queste parti del discorso
– diciamo: “Oggi faremo insieme un esercizio con delle parole nuove”
– mettiamo sul piano di lavoro gli oggetti facendo in modo che i bambini vedano il pennarello alla loro sinistra
– invitiamo i bambini a dettarci una famiglia del nome per il primo e per il secondo oggetto e scriviamo col pennarello nero due cartellini: IL FIORE GIALLO e IL VASO BLU

– mettiamo i cartellini accanto agli oggetti
– invitiamo i bambini a mettere i simboli grammaticali corretti su ogni parola
– col pennarello verde scriviamo la parola NEL su un cartellino. Diciamo: “Ora metto la parola NEL prima della seconda famiglia del nome”
– invitiamo un bambino a leggere la frase e a sistemare il fiore nel modo indicato da essa

– ripetiamo la procedura con altre preposizioni, ad esempio ACCANTO AL, SUL, SOTTO AL, DAVANTI AL. Ogni volta che mettiamo una nuova preposizione tra le due famiglie del nome, togliamo quella precedente e mettiamola a destra, formando una colonna

– diciamo: “questa parola che ho messo prima del secondo nome è chiamata preposizione. La parola preposizione deriva dal latino praepositionem che significa ‘messo davanti’. La preposizione si trova sempre davanti al secondo nome. La preposizione mette in relazione tra loro le parole. La preposizione mette il primo oggetto in relazione con secondo”
– mettiamo lungo il margine superiore del piano di lavoro i due cartelli dei titoli, dopo averli scritti col pennarello nero: ESPERIENZA CHIAVE SULLA PREPOSIZIONE e PRAEPOSITIONEM (latino): MESSO DAVANTI
– diciamo: “Anche la preposizione ha un suo simbolo, come i nomi, gli articoli, gli aggettivi e i verbi”
– mostriamo il simbolo tridimensionale della preposizione tenendo l’arco rivolto verso il basso e diciamo: “Questo è il simbolo di una ponte verde molto antico e dalla forma molto primitiva. Gli antichi facevano ponti come questo intrecciando rami di vite verde per attraversare i fiumi e passare da una riva all’altra. La preposizione, come il ponte, aiuta le persone a continuare a parlare senza intoppi, collegando gli oggetti che nominano”

– i ponti di vite sono stati usati per molto tempo, ma non ce ne sono rimasti perchè non erano molto duraturi. Quando gli antichi Romani cominciarono a costruire i loro ponti scoprirono come costruire l’arco, e i loro ponti durarono nel tempo”
– invertiamo il simbolo della preposizione con l’arco rivolto verso l’alto
– diciamo: “Gli archi romani sono strutture molto solide. Ancora oggi costruiamo ponti ad arco, proprio come facevano gli antichi Romani. Come questo ponte collega le due sponde di un fiume, così la preposizione mette in relazione le parole tra di loro. Le preposizioni agiscono come piccoli ponti nelle frasi”
– mostriamo il simbolo grammaticale e diciamo: “Quando ci esercitiamo con le parole scritte, useremo questo simbolo, che rappresenta una sola faccia del ponte verde”
– mettiamo il simbolo sulla preposizione

– su una striscia di carta bianca scriviamo la frase METTI IL TUO LIBRO SUL TAVOLO VICINO ALLO SCAFFALE
– invitiamo un bambino a leggere la frase e a mettere i simboli grammaticali su ogni parola

– diciamo: “Questa frase ha senso grazie alle preposizioni che ci indicano dove si trovano gli oggetti. In questa frase le preposizioni seguono un ordine logico e si trovano in una posizione logica”
– con le forbici togliamo le preposizioni dalla frase e leggiamo METTI IL TUO LIBRO TAVOLO SCAFFALE

– DICIAMO: “Se togliamo le preposizioni, la frase non ha senso. Il piccolo ponte SUL e VICINO ALLO ci permettono di conoscere la relazione tra gli oggetti”
– i bambini registrano questa attività nei loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali  su ogni parola, a mano libera o utilizzando gli stencil.

Esperienze chiave per la preposizione – Scopo diretto: comprendere la funzione della preposizione

Esperienze chiave per la preposizione – Età: dai 6 ai 9 anni (possibilmente ripetendo ogni anno)

Esperienze chiave per la preposizione

Scatola grammaticale IV: spostamenti – Psicogrammatica Montessori

Scatola grammaticale IV: spostamenti – Psicogrammatica Montessori. Esercizi per comprendere la funzione della preposizione e l’ordine logico delle parole nella frase per bambini della scuola primaria.

Esercitandosi con la scatola grammaticale IV il bambino ha ricostruito molte frasi contenenti preposizioni con i cartellini colorati, e ha riprodotto le altre cambiando semplicemente il cartellino della preposizione. In questo modo ha visto come la posizione degli oggetti rispetto agli altri è determinata interamente e solo dall’uso della preposizione.

La preposizione, perciò, determina la relazione tra le parole, la relazione tra un nome con qualche altra parola, un altro nome o un verbo.

Trovi i cartellini pronti qui:


e qui il tutorial per costruire le scatole grammaticali:

Nella frase PORTA IL TAVOLINO DAVANTI A UNA FINESTRA:

se noi togliamo la preposizione rimane PORTA IL TAVOLINO UNA FINESTRA, e la relazione tra le parole TAVOLINO e FINESTRA è perduta:

Anche la posizione della preposizione nella frase è importante: la preposizione deve sempre precedere il suo complemento, e non ammette parole tra sé e la parola con cui esprime la relazione.
Per far intuire la posizione normale della preposizione, si possono fare delle serie di spostamenti lasciando insieme unite, nella posizione normale, la preposizione e il suo complemento: in tal caso si conserva un senso alla frase. Ad esempio: TENDI UN LACCIO DALLA PORTA ALLA FINESTRA, DALLA PORTA ALLA FINESTRA TENDI UN LACCIO, TENDI DALLA PORTA UN LACCIO ALLA FINESTRA, DALLA PORTA ALLA FINESTRA UN LACCIO TENDI, DALLA PORTA TENDI ALLA FINESTRA UN LACCIO

Facendo tutti questi spostamenti il bambino riconosce a orecchio che la frase giusta è la più chiara e semplice: TENDI UN LACCIO DALLA PORTA ALLA FINESTRA

D’altra parte, se noi separiamo la preposizione dal suo complemento o invertiamo la loro normale posizione, il significato è totalmente perso: TENDI UN LACCIO PORTA DALLA FINESTRA ALLA, TENDI LACCIO DALLA UN PORTA FINESTRA ALLA, LACCIO DALLA TENDI PORTA ALLA UN FINESTRA

 

Scatola grammaticale IV: spostamenti – Psicogrammatica Montessori
Presentazione 1

Scatola grammaticale IV: spostamenti – Materiali:
– cartellini bianchi
– pennarello nero e verde
– un pennarello e un bicchiere
– simboli grammaticali.

Scatola grammaticale IV: spostamenti – Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Conosciamo già gli articoli, gli aggettivi, i nomi e i verbi. Oggi faremo qualcosa di nuovo con le preposizioni”
– mettiamo gli oggetti sul piano di lavoro, facendo in modo che i bambini vedano il pennarello a sinistra
– invitiamo i bambini a dettarci una famiglia del nome per ogni oggetto e scriviamo in nero, ad esempio, IL PENNARELLO ROSSO e IL BICCHIERE TRASPARENTE. Mettiamo i cartellini accanto agli oggetti

– scriviamo in verde la preposizione NEL su un nuovo cartellino e diciamo: “Metterò la parola NEL tra il primo e il secondo gruppo di parole”
– invitiamo i bambini a leggere i cartellini, aggiungere i simboli grammaticali su ogni parola e spostare gli oggetti nel modo indicato

– il primo spostamento consisterà nell’invertire le due famiglie del nome IL BICCHIERE TRASPARENTE NEL PENNARELLO ROSSO.

– chiediamo: “Ha senso?”. No. Diciamo: “Questa frase ha senso solo se il pennarello rosso viene prima”
– chiediamo a un bambino di tagliare le strisce per isolare le parole singole
– con i bambini spostiamo le parole in tutti i modi possibili per vedere che è solo uno l’ordine davvero sensato, ad esempio: IL PENNARELLO ROSSO BICCHIERE TRASPARENTE NEL, NEL PENNARELLO ROSSO IL BICCHIERE TRASPARENTE, IL NEL PENNARELLO ROSSO BICCHIERE TRASPARENTE, ecc.

– diciamo: “Questi spostamenti non hanno senso. L’ordine originale è l’unico ordine logico per questi oggetti. La preposizione si trova tra i due oggetti, ma vicino e fedelmente attaccata al secondo oggetto”
– sostituiamo la preposizione NEL con altre preposizioni, e per ogni preposizione usata invertiamo le due famiglie dei nomi
– primo esempio: IL PENNARELLO ROSSO ACCANTO AL BICCHIERE TRASPARENTE,

e poi IL BICCHIERE TRASPARENTE ACCANTO AL PENNARELLO ROSSO. Notiamo che in questo caso entrambe le frasi hanno senso

– secondo esempio: IL PENNARELLO ROSSO SOPRA AL BICCHIERE TRASPARENTE

e poi IL BICCHIERE TRASPARENTE SOPRA AL PENNARELLO ROSSO. In questo caso entrambe le frasi possono avere senso, ma questo senso è molto diverso da una frase all’altra

– diciamo: “Con alcune preposizioni lo spostamento delle due famiglie dei nomi non cambia il significato della frase. Con altre preposizioni il significato cambia oppure si perde il senso logico”
– presentiamo altre frasi e chiediamo ai bambini di procedere con gli spostamenti, ad esempio:
LA CONIGLIETTA NELLA GABBIA e poi LA GABBIA NELLA CONIGLIETTA (c’è un solo ordine logico);
LA CIOTOLA PICCOLA NELLA CIOTOLA GRANDE e poi LA CIOTOLA GRANDE NELLA CIOTOLA PICCOLA (c’è un solo ordine logico);
L’ACQUA NELLA TAZZA e poi LA TAZZA NELL’ACQUA (entrambe le frasi hanno senso, ma il significato cambia di molto);
– IL RAGAZZO VICINO AL CANE e poi IL CANE VICINO AL BAMBINO (entrambe le frasi hanno senso);
– L’ARIA NELLA PALLA e poi LA PALLA NELL’ARIA (entrambe hanno senso, ma il significato cambia di molto);
– diciamo: “La posizione corretta per queste piccole parole, le preposizioni, è davanti al secondo oggetto. Questa è l’unica posizione che garantisce a chi parla di esprimere esattamente quello che vuole dire”
– i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica, disegnando i simboli grammaticali su ogni parola con le matite colorate, a mano libera o con l’aiuto degli stencil
– nei giorni seguenti il bambino può svolgere l’esercizio da solo.

Scatola grammaticale IV: spostamenti – Scopo:
– comprendere la funzione della preposizione
– comprendere che la preposizione mette in relazione tra loro le famiglie del nome nelle frasi.

Scatola grammaticale IV: spostamenti – Età: dai 6 ai 9 anni


Scatola grammaticale IV: spostamenti – Presentazione 2

Scatola grammaticale IV: spostamenti – Materiale:
– scatola grammaticale IV
– cartellini di riempimento a scelta
– simboli grammaticali

Scatola grammaticale IV: spostamenti – Presentazione:
– mettiamo sul piano di lavoro il materiale
– un bambino sceglie il primo cartello delle frasi, lo legge ed esegue la prima azione come indicata
– il bambino compone la prima frase del cartello coi cartellini colorati delle parole
– il bambino legge ed esegue la seconda frase, poi la compone coi cartellini sostituendo soltanto la preposizione
– se presente ripete l’esercizio anche per la terza frase
– fatto questo chiediamo al bambino di aggiungere all’ultima frase composta i simboli grammaticali, ad esempio POSA LA MATITA A LATO DEL TEMPERINO:

– proviamo a togliere la preposizione e leggiamo, ad esempio POSA LA MATITA TEMPERINO. Non ha senso

– rimettiamo la preposizione e spostiamo i cartellini in tutti i modi possibili. Non escludiamo nessuna possibilità. Gli spostamenti delle parole all’interno della frase mettono in evidenza il senso delle parole e il loro ordine logico. Gli spostamenti possono dar luogo a frasi prive di senso, oppure aggiungere un senso figurato, o poetico, o possono avere un senso molto diverso da quello originario


– al termine rimettiamo i cartellini nell’ordine di partenza


Scatola grammaticale IV: spostamenti – Presentazione 3

Scatola grammaticale IV: spostamenti – Materiali:
– una tazza
– una cannuccia
– una brocca d’acqua
– un bicchiere
– strisce di carta
– pennarelli
– simboli grammaticali.

Scatola grammaticale IV: spostamenti – Presentazione:
– scriviamo i cartellini LA CANNUCCIA e LA TAZZA
– il bambino etichetta gli oggetti e aggiunge i simboli grammaticali
– scriviamo su un altro cartellino NELLA. Il bambino lo legge e lo mette tra i due cartellini precedenti
– leggiamo: LA CANNUCCIA NELLA TAZZA
– diciamo ai bambini: “Dobbiamo mettere la cannuccia nella tazza, come dicono i cartellini. Questa parola NELLA ha fatto cambiare la posizione della cannuccia. Si tratta di una preposizione, e il suo simbolo è questo piccolo ponte verde”. Mettiamo il simbolo sulla preposizione


– ricordiamo l’etimologia: “La parola preposizione deriva dal latino praepositionem che significa messo davanti. Il ponte è stato scelto per indicare che la preposizione mette in relazione tra loro gli oggetti”
– proviamo a invertire i cartellini

e notiamo che non è possibile eseguire questa azione: la frase non ha senso
– ripetiamo con IL LIQUIDO e IL BICCHIERE. Scriviamo i cartellini e etichettiamo la brocca e il bicchiere


– aggiungiamo NEL tra i due cartellini. Un bambino verserà l’acqua nel bicchiere
– aggiungiamo ai cartellini i simboli

– invertiamo i cartellini: IL BICCHIERE NEL LIQUIDO e notiamo che questa volta l’azione è possibile


Scatola grammaticale IV: spostamenti – Presentazione 4

Gli esercizi di spostamento sono particolarmente interessanti con la preposizione, perchè il significato della frase può cambiare notevolmente.

Dopo aver costruito una frase con la scatola grammaticale IV:
– proviamo a rimuovere le preposizioni leggiamo la frase. Come suona?
– proviamo a invertire le preposizioni e vediamo se la frase ha comunque senso. E’ possibile eseguire l’azione?
– lasciamo la frase preposizionale intatta e spostiamola all’interno della frase. In questo caso di solito la frase conserva il suo significato, ma non suona bene. Si formano frasi che possiamo trovare più comunemente in poesia, ma che non usiamo quando parliamo
– ricomponiamo la frase originale, poi permettiamo ai bambini di ricomporla spostando i cartellini in tutti i modi possibili. Chiediamo ogni volta: “Ha senso?”


Scatola grammaticale IV: spostamenti

Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per il verbo

Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per il verbo. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.

MATERIALEMONTESSORI.IT

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Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per il verbo
Presentazione 1

Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per il verbo – Materiale:
fattoria Montessori
– cartellini della fattoria per verbi, articoli, aggettivi e nomi

Presentazione:
– chiediamo ai bambini di allestire la fattoria

– mettiamo sul piano di lavoro i cartellini, formando una colonna per gli articoli, una per i nomi e una per gli aggettivi e chiediamo ai bambini di etichettare gli oggetti corrispondenti

– mettiamo sul piano di lavoro i cartellini dei verbi
– chiediamo ai bambini di leggere i cartellini del primo oggetto e di trovare un’azione appropriata tra i cartellini dei verbi
– mettiamo il verbo a destra della famiglia del nome
– proseguiamo con gli altri cartellini
– al termine leggiamo le frasi formate.


Il gioco della fattoria per il verbo
Presentazione 2

Materiale:
– fattoria Montessori
– cartellini per la fattoria
piramide nera e sfera rossa
simboli grammaticali
– cartellini in bianco
– penna nera e rossa
incastri metallici.

Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per il verbo – Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– chiediamo a ogni bambino di scegliere un animale della fattoria e portarcelo
– posizioniamo tutti gli animali in fila uno accanto all’altro
– diciamo ai bambini che scriveremo per ognuno qualcosa che possono fare
– scriviamo un’azione con la penna rossa, ad esempio corre. Diamolo a un bambino e diciamo di leggerlo ed eseguire l’azione
– quando il bambino ritorna discutiamo coi bambini l’azione, come si è svolta e quanta energia è servita per eseguirla
– ricordiamo ai bambini il simbolo che usiamo per riconoscere le parole che ci dicono cosa fare e mettiamo il simbolo sul cartellino corrispondente
– scriviamo altre azioni e procediamo nello stesso modo
– ora facciamo osservare ai bambini gli animali che si trovano sul piano di lavoro e chiediamo: “Gli animali si sono spostati?”
– i bambini risponderanno di no e diremo: “No, perchè gli oggetti non possono muoversi da soli! Ma allora come hanno fatto ad arrivare al tavolo?” I bambini risponderanno che li hanno portati loro
– diciamo: “Gli oggetti non hanno l’energia per muoversi da soli”.
– scriviamo con la penna nera i cartellini per gli animali della fattoria, comprensivi di nome, articolo e aggettivo
– chiediamo ai bambini di mettere i cartellini accanto agli oggetti corrispondenti
– scriviamo altri cartellini in rosso con alcuni semplici verbi, come corri, mangia, saltella, canta
– i bambini leggono questi cartellini silenziosamente ed eseguono i comandi. Man mano mettiamo i cartellini dei comandi sul piano di lavoro
– osserviamo: gli animali si trovano con i cartellini corrispondenti, mentre i cartellini dei comandi sono da soli. Chiediamo ai bambini: “Gli oggetti sono qui, ma dov’è corri, mangia, saltella, canta?”. Le azioni sono scomparse
– diciamo: “Questi sono verbi. Il verbo è energia”
– facciamo vari esempi di energia in attività, come la combustione del legno o del carbone che sprigiona calore e luce
– diciamo: “L’energia è molto importante per la vita. I verbi mostrano energia”
– prendiamo la piramide nera e ricordiamo coi bambini quello che sappiamo del nome e del suo simbolo. Prendiamo la sfera rossa e ricordiamo ai bambini quello che sappiamo del verbo e del suo simbolo.  Il sostantivo è molto stabile; non può muoversi. Il verbo si muove liberamente. Come il triangolo rappresenta la piramide, così il cerchio rappresenta la sfera
– mostriamo gli incastri metallici per dimostrare la libertà di movimento delle forme: maggiore è il numero di lati, più la forma si muove liberamente.


Il gioco della fattoria per il verbo
Presentazione 3

Materiali:
– fattoria Montessori (fattoria, castello, casa di bambole o altro)
– cartellini per gli oggetti della fattoria
– simboli grammaticali.

Presentazione:
– invitiamo un piccolo gruppo di bambini al tavolo o al tappeto
– chiediamo ai bambini di andare ad allestire l’ambiente in miniatura
– prepariamo sul piano di lavoro le famiglie del nome per gli oggetti che vogliamo utilizzare per l’esercizio e chiediamo ai bambini di portarci gli oggetti corrispondenti
– mettiamo sul piano di lavoro i cartellini dei verbi e chiediamo ai bambini di abbinare l’azione più appropriata ad ogni oggetto
– aggiungiamo ad ogni parola il simbolo grammaticale corretto
– i bambini possono registrare l’esercizio sul loro quaderno di grammatica

Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per il verbo – Scopo:
– fare pratica coi verbi
– arricchire il vocabolario
– comprendere testi scritti.

Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per il verbo – Punti di interesse:
– allestire l’ambiente in miniatura
– etichettare gli oggetti.

Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per il verbo – Variazioni:
– etichettare oggetti presenti in classe
– variare i tipi di ambiente in miniatura.

Estensioni: lavorare con lettere maiuscole e punteggiatura.


Il gioco della fattoria per il verbo
Presentazione 4

Materiali:
– fattoria Montessori
– comandi con verbi scritti in rosso e famiglia del nome scritta in nero
– simboli grammaticali.

Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Conosciamo già molte cose su articoli, nomi, aggettivi e verbi. Oggi faremo un nuovo esercizio coi verbi”
– distribuiamo i comandi tra tutti i bambini, ad esempio TIRA IL CARRETTO VUOTO. Il bambino esegue l’azione con l’oggetto della fattoria
– il bambino aggiunge i simboli grammaticali su ogni parola del suo comando
– i bambini registrano l’esercizio sui loro quaderni di grammatica usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali su ogni parola
– i bambini svolgono nei giorni successivi l’attività in modo autonomo.

Scopo:
– comprendere la funzione del verbo.

Età: dai 6 anni.


Il gioco della fattoria per il verbo

Psicogrammatica Montessori: gioco logico per il verbo

Psicogrammatica Montessori: gioco logico per il verbo. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.


Psicogrammatica Montessori: gioco logico per il verbo
Presentazione 1

Materiali:
– 10 cartellini preparati con verbi scritti in rosso
– 10 cartellini preparati con la famiglia del nome scritta in nero
– cartellino del titolo FAMIGLIA DEL NOME scritto in nero
– cartellino del titolo VERBO scritto in rosso

Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Conosciamo già il nome, l’articolo, l’aggettivo e il verbo. Oggi faremo un nuovo esercizio col verbo”
– mettiamo il titolo VERBO lungo il margine superiore del piano di lavoro, a sinistra, e il titolo FAMIGLIA DEL NOME a destra
– formiamo una colonna verticale con i cartellini delle famiglie del nome sotto al titolo corrispondente. Invitiamo i bambini a leggere i cartellini man mano che li disponiamo
– distribuiamo i dieci cartellini dei verbi tra tutti i bambini. Leggiamo la prima famiglia del nome e chiediamo: “Chi ha un verbo che può muovere questa famiglia del nome?”
– il bambino che risponde mette il verbo appropriato a sinistra della famiglia del nome, formando così una colonna sotto al titolo VERBO
– ripetiamo allo stesso modo con i verbi rimanenti abbinandoli alle famiglie dei nomi
– al termine i bambini leggono le frasi formate
– rivoltiamo tutti i cartellini dei verbi e chiediamo: “Chi ricorda quale verbo muove questa famiglia del nome?”. I bambini rispondono e noi giriamo nuovamente il cartellino in modo che sia leggibile. Ripetiamo con tutti i cartellini
– i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali corretti su ogni parola
– i bambini possono svolgere l’attività in modo autonomo nei giorni seguenti.

Scopo: comprendere la funzione del verbo

Età: dai 6 anni

Materiali:
– lucida le scarpe, disegna un cerchio, accendi una candela, inventa una storia, leggi un libro, lancia un sassolino, mangia una mela, bevi una bibita, lava un bicchiere


Gioco logico per il verbo
Presentazione 2

Materiali:
– 10 cartellini con verbi scritti in rosso
– 10 cartellini con famiglie del nome scritte in nero
– cartellini dei titoli VERBO e FAMIGLIA DEL NOME.

Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Conosciamo già il nome, l’articolo, l’aggettivo e il verbo. Oggi faremo un nuovo esercizio col verbo”
– mettiamo il titolo VERBO lungo il margine superiore del piano di lavoro, a sinistra, e il titolo FAMIGLIA DEL NOME a destra
– formiamo una colonna verticale con i cartellini delle famiglie del nome sotto al titolo corrispondente. Invitiamo i bambini a leggere i cartellini man mano che li disponiamo
– distribuiamo i dieci cartellini dei verbi tra tutti i bambini. Invitiamo i bambini a mettere i cartellini dei verbi accanto ai cartellini delle famiglie dei nomi in modo casuale
– leggiamo le frasi così come si sono formate
– facciamo notare ai bambini che le frasi possono essere molto buffe quando nomi e verbi vengono abbinati senza pensare. Sottolineiamo come ogni verbo abbia bisogno di un oggetto e che questo oggetto deve avere una relazione logica con esso.

Scopo:
– comprendere la funzione del verbo
– comprendere la relazione logica esistente tra verbo e famiglia del nome.

Età: dai 6 anni

Materiali:
– lucida le scarpe, disegna un cerchio, accendi una candela, inventa una storia, leggi un libro, lancia un sassolino, mangia una mela, bevi una bibita, lava un bicchiere.


Psicogrammatica Montessori: gioco logico per il verbo
Presentazione 3

Materiali:
– 10 cartellini con verbi scritti in rosso
– 10 cartellini con famiglie del nome scritte in nero
– cartellini dei titoli VERBO e FAMIGLIA DEL NOME.

Psicogrammatica Montessori: gioco logico per il verbo – Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Conosciamo già il nome, l’articolo, l’aggettivo e il verbo. Oggi faremo un nuovo esercizio col verbo”
– mettiamo il titolo VERBO lungo il margine superiore del piano di lavoro, a sinistra, e il titolo FAMIGLIA DEL NOME a destra
– mettiamo sul piano di lavoro un verbo, ad esempio DISEGNA, sotto al titolo corrispondente
– distribuiamo le 10 famiglie dei nomi tra i bambini. Chiediamo: “Chi ha un nome che può essere mosso da questo verbo?” (ad esempio possiamo dire disegna le scarpe, disegna un cerchio, disegna una candela, disegna un libro, ecc.
– i bambini mettono le famiglie del nome scelte a destra del verbo, sotto al titolo corrispondente
– al termine i bambini leggono le frasi
– i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali corretti su ogni parola
– i bambini possono svolgere l’attività in modo autonomo nei giorni seguenti.

Scopo:
– comprendere la funzione del verbo
– comprendere la relazione logica esistente tra verbo e famiglia del nome
– comprendere che un verbo può muovere molti oggetti.

Età: dai 6 anni

Materiali:
– lucida le scarpe, disegna un cerchio, accendi una candela, inventa una storia, leggi un libro, lancia un sassolino, mangia una mela, bevi una bibita, lava un bicchiere.

Psicogrammatica Montessori: gioco logico per il verbo

Psicogrammatica Montessori: l’energia richiede materia

Psicogrammatica Montessori: l’energia richiede materia. Presentazione ed esercizi per bambini della scuola primaria.

Psicogrammatica Montessori: l’energia richiede materia
Presentazione 1

Materiali:
– cartelli in bianco
– penna nera.

Presentazione:
– invitiamo un piccolo gruppo di bambini
– diciamo: “Ora darò ad ognuno di voi un comando. Voi dovrete leggerlo ed eseguirlo”
– scriviamo sui cartellini in bianco alcune azioni  che non richiedono oggetti (cammina, balla, salta, ecc.). I bambini leggono i cartellini ed eseguono le azioni
– ora scriviamo un’azione che richiede un oggetto (mangia, disegna, sfoglia)
– chiediamo: “Perchè non mangi?”, “Perchè non disegni?”, “Perchè non sfogli?”
– osserviamo che i bambini non possono compiere le azioni del secondo gruppo perchè manca l’oggetto
– diciamo ai bambini che alcune azioni dipendono dagli oggetti mentre altre no.
– ai bambini più grandi diamo la terminologia corretta dicendo che i verbi possono essere intransitivi (se non richiedono un oggetto) oppure transitivi (se richiedono un oggetto).


Psicogrammatica Montessori: l’energia richiede materia
Presentazione 2

Materiali:
– cartellini bianchi
– penna rossa

Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Conosciamo gli articoli, i nomi, gli aggettivi ed i verbi. Oggi faremo una nuova attività con queste parole”
– con la penna rossa scriviamo un comando su un cartellino bianco, ad esempio SALTA
– invitiamo un bambino ad eseguire il comando
– chiediamo: “E’ possibile che esista un’azione senza una persona?”. No
– diciamo: “Il verbo  SALTA, ad esempio, può manifestarsi solo perchè esiste il bambino che esegue l’azione, cioè che salta.”
– “I verbi hanno bisogno dei nomi per poter funzionare. I nomi danno realtà alla grande energia del verbo”
– con la penna rossa scriviamo un altro comando su un cartellino bianco, ad esempio MANGIA
– Invitiamo un bambino ad eseguire il comando, e ad esempio mangia una mela. Diciamo: “La mela è stata mangiata dal bambino. Se la mela e il bambino non fossero presenti, il verbo non potrebbe avere nessun effetto su alcuna cosa. Il verbo ha bisogno del bambino che esegua l’azione del mangiare, e la mela ha bisogno del bambino per essere mangiata. Sia il bambino sia la mela sono oggetti, oggetti speciali di cui il verbo ha bisogno per poter usare la sua grande energia potenziale
– scriviamo degli altri comandi e chiediamo ai bambini di eseguirli. Per ogni comando sottolineiamo che il verbo deve essere collegato ad un oggetto. Il verbo non può cambiare l’essenza di un oggetto, ma il verbo può dare movimento  a quell’oggetto. Se l’oggetto non è a disposizione del verbo, il verbo in effetti non esiste. Il verbo ha bisogno di un oggetto.

Scopo diretto:
– comprendere la funzione del verbo
comprendere la relazione tra verbo e nome.

Età: dai sei anni.


Psicogrammatica Montessori: l’energia richiede materia

Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia

Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.

Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia
Presentazione 1

Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia
Materiali:

– cartellini bianchi
– penna rossa.

Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia
Presentazione:

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– scriviamo alcuni comandi con verbo, articolo, aggettivo e nome, ad esempio SPOSTA LA SEDIA PICCOLA, APRI IL LIBRO ROSSO, TAGLIA UN CARTONCINO COLORATO, PIEGA UN FOGLIO BIANCO
– i bambini leggono ed eseguono i comandi
– in seguito chiediamo: “Dov’è la sedia?” e i bambini la indicano
– “Dov’è muovi?” I bambini diranno che non possono indicare muovi perchè l’azione è finita
– continuiamo allo stesso modo con gli altri comandi chiedendo: “Dov’è il libro?”, “Dov’è apri?”, “Dov’è il cartoncino?”, “Dov’è taglia?”, ecc.
– quando abbiamo lavorato con tutti i comandi, evidenziamo con i bambini come, una volta eseguita l’azione, gli oggetti rimangano mentre le azioni scompaiono, non possono più essere viste
– L’azione contiene l’energia che muove gli oggetti. La materia si muove attraverso l’energia. Nella grammatica, il verbo dà vita alla famiglia del nome


Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia
Gioco

– invitiamo un piccolo gruppo di bambini
– chiediamo ai bambini di stare in piedi perfettamente immobili e rilassati
– diciamo: “Ora darò un comando ad ognuno di voi. Leggete il comando e continuate ad eseguire l’azione indicata finché io non riprenderò il cartellino
– scriviamo alcuni comandi, ad esempio dimenati, salta, balla, cammina, zoppica, ridi
– ogni bambini riceve il suo comando, e lo esegue senza mai smettere
– ad uno ad uno ritirare tutti i comandi: i bambini restituiscono il loro comando e interrompono l’azione
– diciamo: “il verbo è una parola per un’azione che anima la materia, come un burattinaio anima le marionette tirando i fili.


Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia
Presentazione 2

Materiali:
– una marionetta colorata

Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia
Presentazione:

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Conosciamo già l’articolo, il nome, l’aggettivo e il verbo. Oggi faremo una nuova attività con i verbi”
– facciamo danzare la marionetta in aria tirando i fili. Poi lasciamo i fili: la marionetta improvvisamente cade trasformandosi in un mucchio inerte di legno, stoffa e fili
– diciamo: “Ora la marionetta non danza più, non ha vita”
– “Se ora tirassi su di nuovo la marionetta, dicessi salta e muovessi i fili, col mio aiuto la marionetta potrebbe saltare”
– “Se dicessi cammina e muovessi i fili, la marionetta potrebbe camminare grazie a me”
– “Danza, salta, cammina sono le azioni che danno vita alla marionetta”
– “La materia richiede energia”
– ricordiamo ai bambini che quando giocano con le bambole o con la fattoria, ad esempio, prendono i personaggi, li muovono, li fanno parlare tra loro
– diciamo: “Il verbo è una parola potente che dà azione ai gruppi di parole. Gli oggetti hanno bisogno di verbi per muoversi”

Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia
Scopo diretto:

– comprendere la funzione del verbo
– comprendere la relazione tra verbo e nomi

Età: dai 6 anni


Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia

Psicogrammatica Montessori: l’espressione corretta (i versi degli animali)

Psicogrammatica Montessori: l’espressione corretta (i versi degli animali). Esercizi e presentazioni sugli animali e i loro versi per bambini della scuola primaria.

Materiali:

– cartellini preparati con versi  di animali scritti in rosso
– cartellini preparati con nomi di animali scritti in nero
– cartellini di controllo con le frasi composte da articolo, nome e verbo
– cartellini dei titoli: ANIMALE (scritto in nero) e VERSO (scritto in rosso)

Presentazione:

– raduna un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Conosciamo già molte cose sugli articoli, i nomi, gli aggettivi, i nomi e i verbi. Oggi faremo un nuovo esercizio coi verbi”
– mettiamo i due cartellini dei titoli lungo il margine superiore del piano di lavoro  (animali a sinistra e versi a destra)

– formiamo una colonna verticale con i  cartellini dei nomi di animale, invitando i bambini a leggere i cartellini man mano che li mettiamo sul piano di lavoro
– distribuiamo i cartellini dei versi tra tutti i bambini
– rileggiamo il primo cartellino del nome e chiediamo: “Chi di voi ha il verbo del verso che fa questo animale?”
– il bambino che ha il cartellino corretto lo posa accanto al nome dell’animale, formando così la colonna dei versi
– ripetere con tutti gli altri cartellini
– al termine posizionare accanto ad ogni coppia il cartellino di controllo, a destra
– invitiamo i bambini a rileggere i nomi degli animali, i versi e i cartellini di controllo
– i bambini registrano l’esercizio sui loro quaderni di grammatica
– i bambini possono poi svolgere l’attività in modo autonomo.

Psicogrammatica Montessori: l’espressione corretta – Scopo diretto:
– comprendere la funzione del verbo
– comprendere la relazione tra verbo e nome.

Età: dai 6 anni.

Materiali 

Psicogrammatica Montessori: l’espressione corretta

Psicogrammatica Montessori: caccia all’azione

Psicogrammatica Montessori: caccia al verbo. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.

Materiali:

– cartellini in bianco
– penna nera e penna rossa
– scatola dei simboli grammaticali.

Presentazione:

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Conosciamo già molte cose sugli articoli, gli aggettivi, i nomi e i verbi. Oggi faremo un nuovo esercizio coi verbi”
– diciamo: “Ora faremo un gioco coi verbi, il gioco della caccia all’azione. Io cercherò in giro per la classe qualcuno o qualcosa che sta eseguendo un’azione”
– scriviamo su un cartellino, ad esempio, LA GRANDE LAMPADA ILLUMINA usando la penna nera per la famiglia del nome e la penna rossa per il verbo
– mettiamo la frase sul piano di lavoro e invitiamo i bambini a leggerla
– chiediamo ai bambini di mettere su ogni parola il simbolo grammaticale corrispondente
– invitiamo i bambini a cacciare l’azione in giro per la classe.
– scriviamo le azioni che i bambini scoprono su altri cartellini in bianco, come abbiamo fatto per il primo e chiediamo ai bambini di aggiungere i simboli (ad esempio l’insegnante legge, lo specchio riflette, Alma disegna ecc…)

– i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali sulle parole
– i bambini possono continuare a svolgere l’attività autonomamente
– i bambini potranno cacciare le azioni nei loro libri preferiti.

Psicogrammatica Montessori: caccia all’azione – Scopo diretto:
– comprendere la funzione del verbo

Psicogrammatica Montessori: caccia all’azione – Età: dai 6 anni


Psicogrammatica Montessori: caccia all’azione

Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI

Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.

Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI

Presentazione 1

Materiale:

– cartellini in bianco
– penna nera e rossa
– simboli grammaticali di primo e secondo livello

Presentazione:

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo : “Ora scriverò per voi delle cose che dovrete fare”
– scriviamo su un cartellino un verbo intransitivo, ad esempio SALTELLA, diamolo a un bambino e chiediamogli di eseguire l’azione. Quando il bambino si ferma, diciamo che non gli abbiamo chiesto di fermarsi
– scriviamo su un altro cartellino un verbo transitivo e un oggetto, ad esempio APRI LA FINESTRA, diamolo a un altro bambino e chiediamo di eseguire l’azione
– per un altro bambino scriviamo, ad esempio SCRIVI IL TUO NOME
– chiediamo al primo bambino di fermarsi e di tornare da noi. Chiediamogli di leggere il suo comando
– chiediamo anche agli altri bambini di leggere il loro comando
– diciamo: “Nei cartellini c’è scritto solo che azione svolgere, ma non c’è scritto quando tempo deve durare il movimento”
– “Sappiamo solo che l’azione di aprire la finestra finisce quando la finestra è aperta, e l’azione dello scrivere il nome finisce quando il nome è scritto, ma non sappiamo quando finisce il camminare”
– raccogliamo tutti i cartellini e scriviamone di nuovi
– diamo a un bambino un verbo intransitivo, ad esempio CAMMINA, e ad un altro bambino un altro verbo intransitivo, ad esempio ZOPPICA

– diamo a un bambino un verbo transitivo, ma senza oggetto, ad esempio LAVA e diciamo: “Oh, scusa, hai bisogno di più informazioni per eseguire l’azione…”
– scriviamo su un altro cartellino LA MELA e mettiamo il cartellino davanti al verbo: LA MELA LAVA. Chiediamo: “Ha senso?”

– discutiamo l’ordine corretto delle parole coi bambini e risistemiamo la frase: LAVA LA MELA

– diamo ai bambini il tempo di continuare la loro azione per un determinato periodo di tempo, quindi chiamare i bambini e discutere le azioni che hanno eseguito ed il tempo impiegato per svolgerle
– chiediamo ai bambini di mettere sui verbi il simbolo grammaticale del cerchio rosso
– coi bambini più grandi possiamo introdurre i termini transitivo e intransitivo e i simboli grammaticali di secondo livello

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Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI
Presentazione 2


Materiali:
– cartellini in bianco
– penna nera e rossa


Presentazione:

– scriviamo e diamo a un bambino una frase composta da soggetto, predicato e complemento oggetto, ad esempio GAIA MANGIA IL GELATO usando il nero per la famiglia del nome e il rosso per il verbo
– mettiamo i simboli grammaticali su ogni parola per analizzare la frase
– diciamo ai bambini che usiamo un nome speciale per il verbo, quando l’azione si svolge su un oggetto. Nella nostra frase c’è un movimento che attraversa il gelato. Questi verbi che ricadono su un oggetto si chiamano VERBI TRANSITIVI
– scriviamo su un cartellino VERBO e su un altro cartellino TRANSITIVO  e usiamo questi cartellini come titoli della presentazione
– spieghiamo l’etimologia: “Transitivo deriva dal latino TRANSIRE che significa passare, andare verso”. Scriviamo il cartello dell’etimologia ed aggiungiamolo al titolo
– scriviamo una frase senza oggetto, ad esempio ALMA BALLA

– chiediamo ai bambini se l’azione della frase passa su un oggetto
– BALLA non passa su un oggetto.
– scriviamo un altro esempio: GIOVANNI PASSEGGIA
– notiamo coi bambini che questi verbi non sono transitivi, perchè non transitano, cioè non passano dal soggetto all’oggetto. Per questo motivo si chiamano INTRANSITIVI
– scriviamo il  titolo INTRANSITIVO

– i bambini possono a turno dettare delle frasi per decidere insieme se contengono verbi transitivi o intransitivi

Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI
Presentazione 3

Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI – Materiali:
– cartellini in bianco
– penna nera e rossa

Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI – Presentazione:
– scriviamo alcuni comandi, alcuni usando verbi transitivi ed altri intransitivi e distribuiamoli tra i bambini (scrivi una parola, apri la porta, resta fermo, cammina, salta, ecc.)
– chiediamo ai bambini di eseguire i comandi tutti insieme, così si potrà osservare che mentre alcuni termineranno la loro azione, altri continueranno ad eseguirla
– diciamo: “Un’azione senza un oggetto può durare per sempre. Un’azione con un oggetto ha un punto specifico di completamento. Il verbo rappresenta un’azione. Quando l’azione è conclusa, scompare. Un verbo può essere intransitivo o transitivo. E’ intransitivo quando non richiede un oggetto. E’ transitivo quando richiede un oggetto.”

Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI
Presentazione 4

Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI – Materiali:
– cartellini in bianco –
– matita
– simboli grammaticali
– cartellini dei verbi intransitivi e intransitivi (serie IT da 1 a 8)

Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI – Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– scriviamo sui cartellini in bianco alcuni verbi intransitivi (azioni che non richiedono oggetto) ad esempio PASSEGGIA, TOSSISCI, SALTA
– chiediamo ad ogni bambino di leggere il cartellino e fare ciò che viene richiesto
– quando l’azione è completa, chiediamo ai bambini, ad esempio: “Dov’è il salto?”. Il salto non si vede più, è scomparso. “Dove sono i tuoi piedi?”. Sul pavimento.
– scriviamo sui cartellini in bianco alcuni comandi con verbi transitivi, ad esempio PRENDI UN QUADERNO, LANCIA UNA PALLINA, APRI IL LIBRO
– diciamo ai bambini di eseguire le azioni indicate e di tornare quando le hanno completate
– chiediamo: “Dov’è prendi?”. Prendi non si vede più, e così anche lancia e apri

– scriviamo su altri cartellini comandi quali CANTA, RIDI, SALTA, APRI LA PORTA, PORTAMI UN LIBRO, CHIUDI IL VASO, assicurandosi di avere a disposizione sia verbi transitivi sia intransitivi in modo che quando tale da avere bambini che continuano ad eseguire l’azione e bambini che la portano a termine
– mostriamo ai bambini i cartellini pronti ed i simboli grammaticali (livello avanzato) per i verbi transitivi e intransitivi

– usiamo i simboli adatti per ogni verbo usato
– mostriamo ai bambini i cartellini pronti di modo che possano continuare l’esercizio in modo autonomo

Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI
Presentazione 5
verbi intransitivi

– scriviamo un comando senza oggetti, ad esempio CAMMINA su un cartellino; scriviamo su un altro cartellino un comando con un oggetto, ad esempio TEMPERA UNA MATITA
– diamo i cartellini a due diversi bambini e chiediamo loro di eseguire le azioni
– il bambino che deve camminare dovrebbe continuare a camminare; l’altro bambino dovrebbe terminare la sua azione del temperare la matita quando la matita avrà la punta
– diamo a un altro bambino un altro comando, ad esempio PIEGA UN FOGLIO
– diciamo al bambino che cammina di fermarsi. Sottolineiamo che gli altri due comandi sono già stati completati. Alcune azioni hanno una fine, e altri verbi non hanno una fine definita
– ai bambini più grandi possiamo insegnare i termini transitivo e intransitivo. I verbi transitivi hanno una fine e i verbi intransitivi non hanno una fine. I verbi transitivi hanno un oggetto e i verbi intransitivi non hanno un oggetto.

Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI
Verbi intransitivi – esercizio

Materiale:
– cartellini di verbi intransitivi (sorridi, applaudi, salta, piangi, ridi, sbadiglia…)

Esercizio:
– il bambino legge l’azione, la esegue, mette il simbolo grammaticale e infine copia l’esercizio sul suo quaderno di grammatica, disegnando i simboli.

Estensioni:
– il bambino cerca sinonimi o contrari dei verbi usati nell’esercizio nel vocabolario e li registra sul suo quaderno di grammatica.

Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI
Verbi transitivi – esercizio

Materiale:
– cartellini di verbi transitivi e azioni relative(innaffia la pianta, chiudi la porta, saluta un amico, stropiccia un foglio, indica la lavagna…)

Esercizio:
– il bambino legge l’azione, la esegue, mette i simboli grammaticali su ogni parola e infine copia l’esercizio sul suo quaderno di grammatica, disegnando i simboli.

Estensioni:
– il bambino cerca sinonimi o contrari dei verbi usati nell’esercizio nel vocabolario e li registra sul suo quaderno di grammatica.

Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI

Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME

Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.

CONCORDANZA TRA VERBO E NOME
Presentazione 1

Prerequisiti: lezione introduttiva sul verbo

Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME – Materiali:
– cartellini dei verbi scritti in rosso
– cartellini con articoli scritti in azzurro e nomi scritti in nero

Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME – Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto
– disponiamo i cartellini dei verbi sul piano di lavoro

– distribuiamo tra i bambini i cartellini degli articoli e dei nomi
– leggiamo il  primo verbo e chiediamo, ad esempio: “Chi ha un nome che può andare insieme a LEGGI?”
– un bambino risponderà UN LIBRO.
– componiamo sul tappeto la frase LEGGI UN LIBRO
– continuiamo così finchè tutti i cartellini saranno posizionati sul tappeto in modo appropriato
– i bambini possono registrare l’esercizio sui loro quaderni di grammatica.

Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME – Scopo diretto: fare pratica con l’uso dei verbi

Punti di interesse: abbinare le parole perché abbiano senso

Controllo dell’errore: c’è solo una disposizione che ha senso

Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME – Variante:
disposizione illogica: formiamo una colonna con i cartellini dei verbi e chiediamo ai bambini di posizionare i cartellini dei nomi a caso per mostrare come possono apparire le frasi quando nome e verbo non concordano (ad esempio LEGGI UN DIVANO)

Materiale:
leggi un libro, fai un bagno, spazza il pavimento, spolvera la libreria, scrivi una lettera, canta una canzone, saluta un amico, annusa il fiore, lancia la palla;
alza le braccia, chiudi gli occhi, copia un disegno, lancia una pallina, pronuncia una parola, saluta un amico, spegni la luce, apri la porta.


Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME
Presentazione 2

Prerequisiti: lezione introduttiva sui verbi

Materiali:
–  cartellini di verbi scritti all’infinito,
–  cartellini nome-articolo

Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME – Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– scegliamo un verbo e mettiamolo sul piano di lavoro
– spargiamo i cartellini articolo-nome sul piano di lavoro (o distribuiamoli fra tutti i bambini) e chiediamo loro di scegliere quelli che potrebbero avere senso col verbo (dovrebbero esserci varie possibilità per ogni verbo)
– mettiamo i cartellini nome-verbo accanto al cartellino del verbo
– ripetiamo per gli altri verbi
– al termine i bambini possono registrare l’attività nei loro quaderni di grammatica.

Scopo diretto: fare pratica coi verbi

Scopo indiretto: senso logico del posizionamento  del verbo e dell’oggetto nella frase

Punti di interesse: trovare le diverse combinazioni che possono avere senso

Controllo dell’errore: non tutti gli oggetti concordano con ogni verbo

Varianti: concordanze illogiche

Estensioni: scrivere periodi usando le frasi.

Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME

Materiali:
– lucidare: una mela, una scarpa, una pietra, un vetro,
– accendere: la radio, una candela, la luce, l’aspirapolvere, l’interesse
– leggere: un libro, il pensiero, le carte
– gettare: sassi, la spugna, luce, il denaro, le fondamenta
– finire: la minestra, i compiti, il discorso
– grattare: il formaggio, la ruggine
– guadagnare: la stima, la fiducia, lo stipendio, tempo
– guardare: uno spettacolo, le spalle
– imbottire: il cuscino, il panino
– impiegare: il tempo, i lavoratori, le energie, i risparmi
– incassare: un assegno, un armadio,
– inseguire: il ladro, un sogno, un fantasma
– interpretare: un messaggio, un ruolo, una canzone
– lasciare: la presa, gli studi, la famiglia, il segno
– offrire: un aiuto, un’occasione, il pranzo, un cioccolatino, un sacrificio, uno spunto
– passare: un foglietto, il Rubicone, le acque, la voce, il segno, le verdure, le vacanze.


Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME


Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME

Psicogrammatica Montessori: la rubrica

Psicogrammatica Montessori: la rubrica. Dopo le prime attività nel campo della grammatica, diamo ai bambini una rubrica, nella quale potranno scrivere tutte le parole che desiderano collezionare, man mano che imparano a conoscerle. Nella rubrica le parole saranno registrate, naturalmente, in base alla lettera iniziale. I bambini costruiranno così i loro dizionari personali.

Durante le attività proposte per lo studio della grammatica, si possono offrire ai bambini tantissime parole che appartengono al lessico della storia naturale, della fisica, della chimica, ecc. Tutte queste parole possono essere registrati nella rubrica.

Psicogrammatica Montessori: la rubrica

Psicogrammatica Montessori VERBI SINONIMI (sfumature di significato)

Psicogrammatica Montessori VERBI SINONIMI (sfumature di significato). Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.

Dopo aver presentato ai bambini il verbo, e dopo i primi esercizi con le scatole grammaticali e i comandi sui verbi, possiamo introdurre un nuovo materiale: i cartellini dei sinonimi.

Prepariamo una serie di verbi e gruppi di altri verbi che rappresentano una loro sfumatura di significato. Mettiamo i cartellini in una scatola rossa, separati per mezzo di elastici.

Esercitandosi con questo materiale i bambini sviluppano consapevolezza rispetto alle sottili differenze che possono esserci tra parole simili, e arricchiscono il proprio linguaggio.

Il materiale può essere presentato con lezioni individuali o di gruppo.

Presenteremo prima un set alla volta, poi due, poi sempre di più. E’ un lavoro che aiuta molto a costruire un lessico ricco e migliora le capacità espressive sia verbali sia scritte.

Gli esercizi con i sinonimi rappresentano anche un buon momento per introdurre l’uso del dizionario e la costruzione di una rubrica personale di parole nuove.


Materiale


Psicogrammatica Montessori VERBI SINONIMI (sfumature di significato)

Psicogrammatica Montessori VERBI SINONIMI (sfumature di significato)

Psicogrammatica Montessori: introduzione al verbo

Psicogrammatica Montessori: introduzione al verbo. Lezioni e presentazioni per bambini della scuola primaria.

Maria Montessori consiglia di stimolare l’attenzione dei bambini, nel primo approccio all’analisi grammaticale, sulla differenza che esiste tra nomi e verbi. Bisogna distinguere con molta chiarezza il nome (l’oggetto) dal verbo (l’azione, il moto), come distinguiamo la materia dalla forza, e la chimica dalla fisica.
Il verbo esprime lo stato e il moto, come la forza potenziale e attuale.
Come per lo studio del nome il bambino prende degli oggetti, così per lo studio dei verbi esegue azioni. Per eseguire queste azioni avrà bisogno del nostro aiuto iniziale, perchè non sempre sarà capace di interpretare una parola con l’azione che corrisponde precisamente ad essa.


Psicogrammatica Montessori: introduzione al verbo

Presentazione 1

Un verbo è una parola che mostra un’azione o una situazione o uno stato d’essere. Ci dà informazioni su ciò che qualcuno o qualcosa sta facendo.
Un verbo , come la grande sfera rossa infuocata del nostro sole, dà vita ai nomi ed è la sorgente di tutta l’energia.
E’ come una palla rossa brillante nelle mani di un bambino, non sta mai ferma.
Per questo motivo Maria Montessori ha scelto una grande sfera rossa per rappresentare il verbo, e un grande cerchio rosso da usare quando facciamo l’analisi grammaticali su un testo scritto.
Per le prime presentazioni usiamo verbi al modo indicativo che esprimano dichiarazioni di fatto o domande, ad esempio: Io lavo il piatto. Tu cosa fai?
Inoltre, grazie al lavoro coi cartellini dei comandi, i bambini familiarizzano col modo imperativo, ad esempio: Lava il piatto.
Non è necessario che i bambini conoscano i termini “indicativo” e “imperativo”, anche se apprenderanno l’uso del termine “comando”.
I bambini lavoreranno anche coi tempi verbali. Un tempo verbale indica quando l’azione o lo stato si verificano in relazione al tempo. Il tempo presente indica che l’azione si sta realizzando adesso, il passato indica che ha già avuto luogo e il futuro indica che l’azione avrà luogo in un tempo che deve ancora venire. I bambini lavorano in primo tempo soprattutto col presente e col passato.
Lavorando col materiale i bambini scopriranno anche che non tutti i tipi di verbo mostrano un’azione fisica e che non tutte le azioni possono essere viste:
– i verbi che indicano azioni mentali sono verbi che hanno un’energia interna e sono detti verbi psicologici. Ad esempio: pensare, immaginare, contemplare, decidere.
Esempi di frasi: Lei sta pensando al suo gatto. Lui sta pensando di andare al cinema.
In ognuna di queste frasi il verbo indica l’energia interna di ciò che il soggetto sta facendo;
– i verbi che collegano il soggetto al predicato e svolgono la funzione di unire il soggetto della frase a un nome o a un aggettivo sono detti verbi copulativi. Ad esempio: essere, parere, sembrare, stare, rimanere, diventare, riuscire. Esempi di frasi:
Sto bene. Il vetro sembra sporco.
In queste frasi il verbo collega il soggetto con un nome o un aggettivo.

Materiali

simboli grammaticali solidi per il nome e il verbo (la piramide nera e la sfera rossa)

scatola dei simboli grammaticali 

– otto oggetti presenti in classe, ad esempio un pennarello, una gomma, una colla, un paio di forbici, una matita, un elastico, un righello, un temperino

– matita rossa e nera

– strisce di carta bianca

carta della relazione tra famiglia del nome e verbo.

Presentazione

– diciamo ai bambini che oggi impareremo qualcosa di nuovo sul verbo
– mettiamo sul tappeto gli otto oggetti scelti
– invitiamo i bambini a nominare a turno gli oggetti
– ogni volta che un bambino nomina un oggetto, scriviamo con la matita nera il nome  su un cartellino bianco  e invitiamo il bambino ad abbinare i cartellini agli oggetti
– usando la matita rossa scriviamo la parola SALTA su una striscia di carta
– invitiamo un bambino a leggere la parola e ad eseguire l’azione
– mettiamo il cartellino sul tappeto, separato dagli oggetti
– ripetere usando ogni volta verbi differenti (ad esempio BALLA, CORRI, CAMMINA, MANGIA, RIDI)
– chiediamo a un bambino: “Dov’è il righello?”. Il bambino indicherà il righello che si trova sul tappeto
– chiediamo a turno ad altri bambini di trovare un oggetto alla volta ed indicarlo
– chiediamo a un bambino: “Dov’è SALTA?”. Il bambino non potrà indicare “salta” e indicarlo
– chiediamo ai bambini di mostrarci a turno altre azioni (balla, corri, cammina, mangia, ridi). Essi non potranno indicarli perchè le parole d’azione, i verbi, non sono oggetti concreti, cioè non sono nomi
– spieghiamo ai bambini che i nomi possono essere abbinati ad oggetti messi sul tappeto, ma le parole d’azione non possono essere abbinate a nessun oggetto
– spieghiamo che le parole che indicano un’azione, come applaudire, saltare, camminare, sono chiamate VERBI
– facciamo coi bambini molti esempi verbi
– ora chiediamo ai bambini che forma ha il sole: risponderanno che ha la forma di una palla o di una sfera. Poi chiediamo cosa succede al carbone quando quando viene messo sul fuoco: risponderanno che brucia, che diventa rosso e caldo.
– mostriamo ai bambini la piramide nera. Può muoversi facilmente? No, ha un’ampia base ed è molto stabile. Spieghiamo che il nome è proprio come la piramide: non può esprimere movimento, ma solo chiamare persone, luoghi o cose
– mostriamo ai bambini la sfera rossa. Facciamola rotolare per mostrarne la capacità di movimento. Spieghiamo che come il sole che dà vita a tutte le cose e come una palla che si muove naturalmente, i verbi sono parole che danno vita e movimento al nome. I verbi sono rossi per ricordare ciò che avviene al carbone  (il nome) quando entra in contatto col fuoco
– mostriamo ai bambini la carta della relazione tra famiglia del nome e verbo, spiegando come il verbo irradia energia sulla famiglia del nome

– diciamo ai bambini che non abbiamo sufficienti sfere rosse per ogni verbo, e che così nei nostri esercizi useremo i cerchi rossi al posto della sfera. Mostriamo ai bambini i simboli

– invitiamo i bambini ad usare i simboli grammaticali per analizzare ogni parola che si trova sul tappeto

– chiediamo ai bambini di registrare ogni parola col suo simbolo sui loro quaderni di grammatica

Scopo: familiarizzare con la funzione del verbo e i simboli grammaticali

Età: dai 6 anni

Estensioni

– fare una lista di cinque o più verbi che si riferiscano ad un particolare argomento, ad esempio sport (nuotare, correre, saltare, lanciare, pedalare…), aggiungendo i simboli grammaticali;
– cercare nel proprio libro preferito cinque o più frasi che contengano verbi e copiarli sul quaderno di grammatica, aggiungendo i simboli grammaticali.


Psicogrammatica Montessori: introduzione al verbo
Presentazione 2

Lavorando all’analisi grammaticale i bambini si dedicano ad un primo gruppo di attività legate alla famiglia del nome (nomi, articoli, aggettivi) e si esercitano con le scatole grammaticali I e II e con i simboli grammaticali.

Attraverso tutte queste attività interiorizzano le qualità del nome come elemento molto solido e stabile, come una piramide.
Quando parliamo del verbo sottolineiamo quindi come le sue qualità siano del tutto diverse da quelle del nome: il verbo è rappresentato da una sfera rossa ed è in costante movimento.
Da una parte abbiamo la solidità del nome, dall’altra l’energia del verbo.
Il grafico della relazione tra verbo e famiglia del nome mostra ai bambini come il verbo illumini la famiglia del nome dandole energia:

Per Maria Montessori il verbo è l’energia della lingua. Il termine VERBO deriva dal latino  VERBUM, la parola per eccellenza.

Materiale

piramide nera e sfera rossa
simboli grammaticali
scatola grammaticale III
cartellini di riempimento a scelta.

Presentazione

– diciamo ai bambini: “Ricordate che abbiamo detto che la piramide rappresenta parole molto antiche? Queste parole molto antiche sono i nomi, come donna, bambino, tavolo, porta… Le parole di cui parleremo oggi sono invece come questa sfera, sono sempre in movimento”.
– chiediamo: “La piramide può muoversi?” No, non da sola. “Pensate che la palla possa spostare la piramide?” Sì, certo. Spingiamo la piramide con la sfera.
– diciamo: “Oggi osserveremo più da vicino le parole d’azione, come correre, parlare, tirare… parole che muovono i nomi”
– chiediamo ai bambini di mettere i cartellini scelti nella scatola grammaticale

– un bambino leggerà la prima frase, mentre un altro eseguirà l’azione e un altro comporrà la frase coi cartellini delle parole
– poi il bambino leggerà la seconda frase, un bambino eseguirà l’azione e il bambino sostituirà il cartellino del verbo

– mettiamo sulle parole i simboli grammaticali appropriati e diciamo: ” Usiamo questo cerchio rosso al posto della sfera per le parole che descrivono un’azione”.

Dopo la lezione

– i bambini continuano a lavorare con le scatola grammaticale III e i vari set di cartellini di riempimento
– faremo coi bambini gli esercizi di spostamento.


Psicogrammatica Montessori: introduzione al verbo
Presentazione 3

La parola verbo deriva dal latino verbum che significa “la parola”. E’ la parola-capo in una frase, la parola che rende un gruppo di parole una frase.
Maria Montessori  per simboleggiare il verbo ha scelto la sfera rossa, per sottolineare il movimento e l’energia che il verbo porta alla frase.

Prerequisiti

lezioni su nome, articolo e aggettivo

Materiali

piramide nera e sfera rossa su un vassoio,
– tappeto del nome (triangolo nero in feltro o cartone) e tappeto del verbo (tappeto rotondo rosso in feltro o cartone),
– cartellini dei nomi scritti in nero e cartellini dei verbi scritti in rosso.

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini e stendiamo i due tappeti
– mettiamo il vassoio con la sfera e la piramide tra i due tappeti
– teniamo in mano la piramide e ricordiamo perchè Maria Montessori ha scelto questo simbolo per il nome
– distribuiamo tra i bambini i cartellini dei nomi, chiediamo loro di leggerli e di prendere l’oggetto corrispondente e portarlo sul tappeto del nome

– diamo a un bambino il cartellino di un verbo, chiediamogli di leggerlo e di portare quello che è scritto sul cartellino sul tappeto rosso (ad esempio SALTARE)
– quando i bambini capiscono che non possono prendere ‘saltare’ e metterlo sul tappeto, chiediamo al bambino di saltare sul tappeto rosso

– continuiamo allo stesso modo con gli altri cartellini dei verbi, chiamando un bambino alla volta
– diciamo: “Quando lavoriamo con il tappeto dl nome, possiamo portare oggetti al tappeto. Le parole che abbiamo letto adesso invece sono azioni. Le parole che rappresentano energia e movimento sono chiamate verbi”
– prendiamo in mano la sfera rossa e facciamola rotolare avanti e indietro tra le mani
– diciamo “Maria Montessori ha scelto questa forma per il verbo perché rappresenta il sole. Il sole dà energia e movimento. Senza il sole non potrebbe esserci vita, e senza verbo non può esserci una frase”
– i bambini possono registrare l’esercizio sui loro quaderni di grammatica.

Scopo diretto

– introduzione alla funzione del verbo,
– comprensione della differenza tra sostantivi e verbi.

Punti di interesse

– eseguire azioni,
– capire che non si può portare un verbo sul tappeto.

Controllo dell’errore

i nomi sono scritti in nero e i verbi in rosso

Varianti

usare verbi psicologici come pensare, sognare ecc…

 
Psicogrammatica Montessori: introduzione al verbo
Presentazione 4

Scopo

comprendere la funzione del verbo.

Prerequisiti

il bambino deve essere in grado di leggere e scrivere senza difficoltà le parole utilizzate nella presentazione.

Materiali

– due larghi tappeti: uno rosso e uno nero
– un triangolo nero e un cerchio rosso ritagliati nello stesso materiale usato per i tappeti
– matite colorate
– strisce di carta bianca
– cartellino del titolo IL VERBO
piramide nera del nome e sfera rossa del verbo
simboli grammaticali del nome e del verbo
grafico della relazione tra famiglia del nome e verbo.

Presentazione

questa presentazione viene fatta per suscitare nei bambini l’impressione della differenza tra la funzione del nome (materia) e la funzione del verbo (energia)
– stendiamo i due tappeti sul pavimento e mettiamo i due simboli grammaticali in alto

– invitiamo un piccolo gruppo di bambini. Scriviamo su una striscia di carta il nome di un oggetto, ad esempio PIANTA. Il primo bambino legge e porta l’oggetto. Chiediamo al bambino di mettere l’oggetto sul tappeto nero e mettiamo il cartellino sul triangolo nero
– ripetiamo facendo in modo che ogni bambino porti al tappeto uno o due oggetti (ad esempio TAZZA, MATITA, CESTINO, SCATOLA, GOMMA, RIGHELLO, ecc.)
– ora scriviamo un’azione, ad esempio SALTARE. Il primo bambino regge ed esegue l’azione sul tappeto rosso. Chiediamo al bambino di mettere il cartellino sul cerchio rosso
– ripetiamo facendo in modo che ogni bambino esegua una o due azioni (ad esempio APPLAUDIRE, SORRIDERE, SALUTARE, CANTARE, SALTARE, ecc.)
– al termine dell’esercizio richiamiamo i bambini davanti ai due tappeti  e diciamo: “Antonio (il nome del bambino) tu hai portato la pianta e la pianta è ancora lì. Alma, tu hai portato la tazza, ed è ancora lì…” e così via, nominando tutti gli oggetti.

Poi indichiamo il tappeto rosso e diciamo: “Qui non c’è nulla! Dov’è SALTARE? Dov’è APPLAUDIRE? E’ sparito!”. Questo genere di osservazioni coinvolgono moltissimo i bambini, che diranno: “L’ho fatto prima!”
– chiediamo: “Quali parole abbiamo usato per chiamare gli oggetti?”. I bambini risponderanno PIANTA, TAZZA, MATITA, ecc. Chiediamo: “Come chiamiamo queste parole?” I bambini risponderanno che si tratta di nomi
– chiediamo: “Quali parole abbiamo usato per le azioni?”. I bambini risponderanno SALTARE, APPLAUDIRE, SORRIDERE, ecc. Diciamo: “Le parole che usiamo per le azioni si chiamano VERBI, dal latino VERBUM che significa LA PAROLA. Il verbo indica l’azione”
– posizioniamo il cartellino del titolo VERBO sul cerchio rosso sul quale abbiamo messo il cartellini dei verbi
– mostriamo ai bambini la piramide nera e ricordiamo che rappresenta il nome
– mostriamo la sfera rossa e diciamo: “La sfera rossa è il simbolo del verbo. Mentre la piramide è stabile e ferma, la sfera si può muovere liberamente (facciamola rotolare). Il verbo dice o trasmette l’azione. La sfera rossa rappresenta l’azione, l’energia o il movimento del verbo”
– mostriamo i simboli grammaticali. Sovrapponiamo il triangolo nero ad una faccia della piramide nera e mettiamo il cerchio rosso sotto alla sfera rossa. Diciamo: “Per i nostri esercizi scritti useremo il cerchio rosso al posto della sfera”
– chiediamo: “Qual è il simbolo del nome?”. Il triangolo nero. “Qual è il simbolo del verbo?”. Il cerchio rosso
– indichiamo il triangolo nero e chiediamo: “Cosa rappresenta questo simbolo?” Il nome. Indichiamo il cerchio rosso e chiediamo: “Cosa rappresenta questo simbolo?” Il verbo
– mostriamo ai bambini il grafico della relazione tra famiglia del nome e verbo, che mostra il simbolo del verbo che irradia la sua energia sul nome, l’articolo e l’aggettivo:

Psicogrammatica Montessori: introduzione al verbo

Psicogrammatica Montessori: esperienze chiave col verbo

Psicogrammatica Montessori: esperienze chiave col verbo per bambini della scuola primaria.

Esperienze chiave col verbo
Presentazione 1

Materiali

piramidi della famiglia del nome e sfera rossa del verbo 

simboli grammaticali

– una selezione di oggetti (bambino, toro)
– penna nera e rossa
– strisce bianche di carta
– sfera rossa del verbo

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto
– ricordiamo coi bambini i simboli del nome, dell’articolo e dell’aggettivo usando le piramidi e parliamo della famiglia del nome
– mostriamo ai bambini il primo oggetto, ad esempio il toro e scriviamo con la penna nera IL TORO NERO su una striscia. Chiediamo: “Chi vuole darmi i simboli della famiglia del nome?”
– chiediamo: “Che tipo di parola è IL?”. E’ un articolo. “Qual è la funzione dell’articolo?”. Ci dice che sta arrivando un nome. Aggiungiamo il simbolo
– chiediamo: “Che tipo di parola è TORO?”. E’ un nome. “Qual è la funzione del nome?”. Serve a chiamare un oggetto. Aggiungiamo il simbolo
– chiediamo: “Che tipo di parola è NERO?”. E’ un aggettivo. “Qual è la funzione dell’aggettivo?” L’aggettivo ci dà un’informazione in più sul nome. Aggiungiamo il simbolo
– introduciamo un altro oggetto, ad esempio un bambino e scriviamo su una striscia IL BAMBINO SIMPATICO. Proseguiamo come abbiamo fatto col toro
– Scriviamo alcuni verbi su strisce di carta con la penna rossa, ad esempio SORRIDI SALTA CORRI GIOCA MANGIA BEVI ecc. Pieghiamo ogni cartellino su se stesso, in modo tale che i bambini non possano leggerli

– chiediamo a un bambino alla volta di pescare un cartellino ed eseguire l’azione, mentre gli altri cercano di indovinare la parola
– chiediamo: “Potete indicare il toro nero?”. I bambini lo indicano
– chiediamo: “Potete indicare il bambino simpatico?”. I bambini lo indicano
– chiediamo: “Potete indicare sorridi?” (salta, corri, gioca, ecc.)
– diciamo: “Possiamo indicare i nomi, ma non le azioni. Avete eseguito le azioni, ma ora non ci sono più. Un verbo è una parola che serve a indicare un’azione”
– diciamo: “Proviamo ad aggiungere un verbo a IL TORO NERO. Quale azione può compiere un toro?”. I bambini suggeriscono un verbo, e noi lo aggiungiamo alla striscia, ad esempio IL TORO NERO CORRE
– facciamo notare ai bambini che avendo aggiunto l’azione le parole sono diventate una frase vera e propria. Per questo Mettiamo la lettera maiuscola all’inizio e il punto fermo alla fine
– ripetiamo con l’altra frase

– diciamo: “Questa è la nostra esperienza chiave per il verbo” e scriviamo ESPERIENZA CHIAVE PER IL VERBO su una striscia di carta
– diciamo: “la parola VERBO viene dal latino VERBUM che significa LA PAROLA” e scriviamo su un’altra striscia l’etimologia. Poniamo le due strisce come titolo
– chiediamo ai bambini di copiare lo schema sui loro quaderni di grammatica


Presentazione 2

Materiali

piramide nera e sfera rossa
– un libro
simboli grammaticali.

Presentazione

– mostriamo ai bambini la piramide e la sfera. Parliamo di quello che i bambini ricordano della piramide
– mostriamo la sfera rossa e diciamo: “Questa sfera rossa è il nostro simbolo per il verbo perchè rappresenta il sole. Il sole dà energia a tutti i viventi. Senza il sole nulla potrebbe crescere, nulla potrebbe vivere, nulla potrebbe muoversi sulla terra. Come il sole dà energia alla terra, così il verbo dà energia al nome. Senza il verbo, il nome non può compiere nessun movimento. Il verbo è la fonte di energia che dà vita al nome”. Per tutto il tempo in cui diamo ai bambini queste informazioni la piramide resta ferma, mentre manteniamo in continuo movimento la sfera
– mettiamo un libro sul tavolo o sul tappeto e mettiamo la piramide nera sopra al libro

– chiediamo ai bambini: “Cosa succede al nome? Si muove o resta fermo?”
– facciamo cadere la sfera sul libro e lasciamola andare , facendo osservare ai bambini che il verbo ha in sé energia e movimento
– introduciamo i simboli grammaticali dicendo: “Abbiamo visto quando ci esercitiamo con le parole scritte, per i nomi usiamo il triangolo nero al posto della piramide. Questo perchè il triangolo è una faccia della piramide. Allo stesso modo possiamo usare un cerchio rosso al posto della sfera come simbolo per il verbo”
– d’ora in poi per riconoscere un verbo potremo disegnare sopra alla parola un cerchio rosso”.


Presentazione 3

Materiali:

– cartellini in bianco
– penna nera e penna rossa
le tre piramidi per nome, articolo e aggettivo e la sfera rossa per il verbo 

simboli grammaticali per nome, articolo, aggettivo e verbo
oggetti della fattoria Montessori (ad esempio il gallo variopinto, il candido agnellino, il cane fedele)
– un libro

Presentazione:

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Noi conosciamo già gli articoli, i nomi e gli aggettivi. Oggi faremo qualcosa di nuovo con queste parole”
– mettiamo gli oggetti scelti sul tappeto, formando una riga orizzontale
– invitiamo i bambini a posizionare la famiglia del nome sotto ad ogni oggetto. Con la penna nera scriviamo sui cartellini la famiglia del nome per ogni oggetto. Per esempio IL GALLO VARIOPINTO, IL CANDIDO AGNELLINO, IL CANE FEDELE. Mettiamo i cartellini sotto agli oggetti
– con la penna rossa scriviamo la parola CANTA su un cartellino. Invitiamo un bambino a leggere il cartellino e ad eseguire l’azione
– ripetiamo la stessa procedura con le parole SALTELLA e ABBAIA
– chiediamo ai bambini che hanno eseguito le azioni: “Dov’è canta?”, “Dov’è saltella?”, “Dov’è abbaia?”. I bambini diranno che canta è già stato fatto, e così anche saltella e abbaia
– chiediamo: “Dov’è il gallo variopinto?” “Dov’è il candido agnellino”, “Dov’è il cane fedele?” e i bambini indicheranno gli oggetti nominati che si trovano sul piano di lavoro
– sottolineiamo il fatto dicendo: “I cartellini della famiglia del nome rimangono con gli oggetti. I cartellini che contengono le azioni non possono essere abbinati a nessun oggetto concreto
– diciamo a un bambino: “Metti il gallo variopinto vicino al cane”. Il bambino esegue l’azione. Chiediamo: “Dov’è il gallo variopinto?”. Il bambino indica il gallo. Chiediamo:” Dov’è il metti?”. Il bambino nota che “metti” non c’è più
– chiediamo a un bambino: “Sposta l’agnellino lontano dagli altri animali”. Il bambino esegue l’azione. Chiediamo: “Dov’è l’agnellino?”. Il bambino lo indica. Chiediamo: “Dov’è sposta?”. Il bambino dirà che sposta è scomparso
– diciamo: “Le azioni che sono state eseguite, metti e sposta, hanno mosso gli oggetti, ma una volta eseguite le azioni esse sono scomparse. Solo gli oggetti sono rimasti. Gli oggetti sono la materia. Le parole usate per le azioni contengono l’energia per muovere gli oggetti, cioè la materia. Queste parole d’azione che danno energia sono chiamate verbi. La parola verbo viene dal latino verbum che significa la parola. Il verbo è la parola che dà energia alla famiglia del nome.”

– scriviamo  il cartellino del titolo e quello dell’etimologia: ESPERIENZA CHIAVE SUL VERBO, VERBO: DAL LATINO VERBUM = LA PAROLA
– mettiamo le tre piramidi della famiglia del nome in ordine lungo il margine superiore del piano di lavoro e ricordiamo quello che sappiamo del nome, dell’articolo e dell’aggettivo
– diciamo: “Anche il verbo ha un simbolo” e posizioniamo la sfera rossa sul tavolo o sul tappeto. Diciamo: “Questa sfera è rossa come il sole ed ha la sua stessa forma. Il sole è il corpo celeste più importante del sistema solare. Il sole è la fonte di vita e di energia. Il verbo è come il sole”

– facciamo rotolare la sfera intorno alla piramide e diciamo: “Il verbo è la fonte di energia che dà vita al nome, il nome è la materia. Il verbo completa il pensiero avviato dalla famiglia del verbo”

– mettiamo un libro sul tavolo o sul tappeto. Facciamo cadere la piramide del nome sul libro e chiediamo: “Cosa è successo alla piramide?”. La piramide del nome si è fermata quando ha raggiunto il libro

– facciamo cadere la sfera rossa sul libro e chiediamo: “Cosa è successo alla sfera?”. La sfera è rotolata via dal libro. Diciamo: “La sfera ha molta energia”

– con gesti lenti prendiamo il simbolo del nome, appoggiamolo a una facciata della piramide e poi posiamolo sopra alla famiglia del nome. Diciamo: “Ricorderete che il simbolo del nome è il triangolo nero grande. Il nome è l’elemento principale della famiglia del nome”.
– prendiamo il simbolo del verbo e diciamo: “Il simbolo del verbo è un grande cerchio rosso. Il verbo è l’elemento principale della famiglia del verbo”. Mettiamo il simbolo sul verbo

– diciamo: “Il verbo completa il pensiero iniziato dalla famiglia del nome. Quando un pensiero è completo si chiama frase. Chiudiamo una frase con un punto rosso”
– aggiungiamo con la penna rossa un punto alla fine di ognuna delle frasi
– diciamo: “Quando scriviamo una frase scriviamo sempre la prima parola con l’iniziale maiuscola”. Con la penna rossa correggiamo le frasi
– i bambini registreranno l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli sopra ogni parola

Scopo diretto

– comprendere la funzione del verbo
– introdurre l’uso del punto fermo per chiudere una frase
– introdurre l’uso della lettera maiuscola ad inizio frase.

Età

dai 6 ai 9 anni

Psicogrammatica Montessori: esperienze chiave col verbo

Scatola grammaticale III: spostamenti

Scatola grammaticale III: spostamenti dei cartellini, esercizi e presentazione per bambini della scuola primaria.

Nella lingua italiana il verbo precede il complemento oggetto e le parole nelle frasi seguono questo ordine: prima il verbo, poi l’oggetto verso cui l’azione è diretta. Ad esempio diciamo: APRI LA PORTA GRANDE.
Gli esercizi di spostamento consistono nel modificare l’ordine delle parole scritte sui cartellini per rendere i bambini consapevoli dell’importanza dell’ordine delle parole nella frase. Il primo esercizio consisterà nello spostare il verbo in fondo.

Poi possiamo togliere dalla frase il verbo, facendo sparire l’azione.

Infine potremo fare spostamenti generali e dimostrare quante combinazioni insensate può generare il disordine delle parole, mentre solo una combinazione è quella corretta, cioè quella che renda la frase chiara e col suono migliore

Presentazione

Materiali

– cartellini in bianco
– penna nera e rossa
– simboli grammaticali.

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Conosciamo già gli articoli, i nomi, gli aggettivi ed i verbi. Oggi faremo uno nuovo esercizio con articoli, nomi, aggettivi, verbi”
– scriviamo un comando su un cartellino bianco usando la penna nera per la famiglia del nome e la penna rossa per il verbo. Ad esempio APRI LA PORTA
– invitiamo un bambino ad eseguire il comando. Il bambino esegue l’azione e aggiunge i simboli grammaticali corretti sopra ogni parola
– invitiamo il bambino a tagliare la striscia separando ogni parola
– invitiamo il bambino a spostare le parole formando tutte le combinazioni possibili
– facendo ogni spostamento il significato della frase si perde
– il bambino rimette le parole nell’ordine corretto
– togliamo la parola PORTA, lasciando APRI LA e chiediamo: “Puoi eseguire il comando scritto così?”. I bambini risponderanno di no
– diciamo: “In questa frase se non c’è il nome il comando non può essere eseguito perchè il verbo apri richiede un nome”
– rimettiamo il nome e togliamo il verbo, lasciando LA PORTA. Chiediamo: “Puoi eseguire il comando scritto così?”. I bambini risponderanno di no

– diciamo: “Ogni nome ha bisogno di un’azione, e se manca nessun comando può essere eseguito”
– rimettiamo la frase in ordine
– i bambini registreranno l’attività sui loro quaderni di grammatica e potranno aggiungere altri comandi di loro invenzione.

Scopo

comprendere la funzione del verbo
– comprendere l’importanza dell’ordine corretto delle parole nei comandi
– comprendere le relazioni tra verbo e famiglia del nome.

Età

dai 6 agli 8 anni

Esercizi 

Gli spostamenti si eseguono mentre i bambini stanno lavorando con i cartellini della scatola grammaticale III:
tutorial per costruire le scatole grammaticali
cartellini per la scatola grammaticale III
esercizi con la scatola grammaticale III.

Scatola grammaticale III: spostamenti

Psicogrammatica Montessori COMANDI SUI VERBI

Psicogrammatica Montessori COMANDI SUI VERBI per bambini della scuola primaria. Presentazioni ed esercizi e il materiale pronto per il download e la stampa in formato pdf.

Come indicato da Maria Montessori si procede per tappe:

– per la prima attività coi verbi si preparano pacchetti formati da 10 cartellini rossi, legati da un elastico. Il bambino esegue le azioni una dopo l’altra e può infine copiare i cartellini sul proprio quaderno di grammatica. Questi sono i verbi originali:
1. passeggia, canta, salta, balla, inchinati, siedi, dormi, svegliati, prega, sospira
2. scrivi, cancella, piangi, ridi, nasconditi, disegna, leggi, parla, ascolta, corri
3. riordina, pulisci, spolvera, spazzolati, abbottonati, allaccia, annoda, aggancia, specchiati, saluta
4. pettinati, lavati, asciugati, saluta, abbraccia, bacia, sorridi, sdraiati, leggi, sbadiglia.

– successivamente proponiamo ai bambini come tema una serie di verbi sinonimi, mostrando ai bambini il loro significato eseguendo l’azione davanti a loro. Distribuiamo quindi i comandi relativi. I bambini leggono ognuno per sé il cartellino che hanno ricevuto ed eseguono l’azione, ricordando la presentazione fatta.

I cartamodelli per le buste sono qui:

Presentazione 1
Psicogrammatica Montessori COMANDI SUI VERBI

Materiali:
– comandi sui verbi (serie A o B)

Presentazione:
– invitiamo un bambino a leggere un comando in silenzio e ad eseguire le azioni indicate
– chiediamo agli altri bambini: “Secondo voi che comando ha eseguito?”. I bambini rispondono
– invitiamo il bambino a leggere il comando a voce alta
– proseguiamo il gioco con gli altri bambini, uno alla volta. Restiamo a disposizione per aiutare i bambini che lo richiedono a comprendere le parole scritte sui comandi
– discutiamo coi bambini le sfumature di significato dei verbi: ad esempio scagliare significa lanciare con più forza che non gettare, oppure girare è un’azione più lenta di volteggiare.

Presentazione 2
Psicogrammatica Montessori COMANDI SUI VERBI

Lavorando con le scatole grammaticali i bambini ricevono un’impressione precisa della funzione che svolgono le varie parti del discorso. Questa impressione si realizza soprattutto grazie alla manipolazione del materiale, cioè attraverso un’esperienza fisica.
Anche i cartelli dei comandi offrono un’esperienza fisica. Lavorare con le carte dei comandi porterà i bambini ad acquisire maggior precisione nella scrittura e nell’espressione verbale e ad arricchire il proprio vocabolario.

Scopo: esercitarsi coi verbi

Materiali:
scatola grammaticale III 
– carte dei comandi per la scatola grammaticale III
– matite colorate
simboli grammaticali
– stencil dei simboli grammaticali (facoltativo)

Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto e chiediamo a un bambino a disporre il materiale sul piano di lavoro
– riempiamo la scatola grammaticale con le carte dei comandi e i cartellini delle parole singole

– prendiamo il primo comando e mettiamolo sul tappeto
– chiediamo a un bambino di leggere la prima frase del comando a voce alta e di riprodurla usando i cartellini delle parole
– mettiamo su ogni cartellino il simbolo grammaticale corrispondente


– chiediamo al bambino di rileggere a voce alta la frase e di eseguire l’azione, quindi cambiamo l’ordine dei cartellini delle parole e leggiamole. Sottolineiamo che l’ordine delle parole modifica il senso delle frasi
– definiamo e discutiamo il concetto di “comando” e l’uso dei verbi che indicano un comando
– rimettiamo i cartellini nell’ordine originale e invitiamo il bambino a togliere il cartellino del verbo e sostituirlo col verbo della seconda frase
– chiediamo di leggere la seconda frase a voce alta e di eseguire l’azione. Assicurarsi che i simboli grammaticali siano in ordine
– ripetiamo coi bambini che i due verbi sono parole di azione e che sono chiamati verbi
– seguendo l’ordine delle lezioni in tre tempi indichiamo il verbo e diciamo: “Questo è il verbo.”, poi diciamo “Mi indichi in verbo?” e infine chiediamo “Cos’è questo?”
– chiediamo ai bambini di copiare il comando sul quaderno di grammatica e disegnare sulle parole i simboli grammaticali a mano libera o utilizzando gli stencil
– continuiamo con gli altri comandi.

Presentazione 3
il gioco di “Giocondo dice”

– invitiamo un bambino ad essere Giocondo
– Giocondo dovrà dare dei comandi verbali di sua invenzione a voce alta agli altri compagni e loro dovranno eseguirli
– se ad esempio Giocondo dice: GIOCONDO DICE SALTATE tutti i bambini saltano e se qualcuno non lo fa sarà eliminato dal gioco
– se però Simone dice soltanto SALTATE senza dire GIOCONDO DICE i bambini non devono obbedire, cioè non devono saltare e i bambini che salteranno saranno eliminati dal gioco
– il bambino che resisterà più a lungo sarà il nuovo Giocondo.


Presentazione 3
verbi intransitivi

Materiali:
– un set di cartellini della serie A nei quali sono scritte azioni senza oggetto (sorridere, applaudire, saltare, correre, piangere, ridere, accigliarsi, sbadigliare)
simbolo grammaticale del verbo.

Esercizio:
– il bambino legge l’azione e la esegue,
– aggiunge il simbolo del verbo al cartellino
– registra sul suo quaderno l’esercizio, sotto il titolo I VERBI, utilizzando per ogni parola il simbolo grammaticale disegnato a mano libera o con gli stencil.

Presentazione 4
verbi transitivi (un verbo e un oggetto)

Materiali:
– cartellini sui quali sono scritte azioni con un oggetto (innaffia una pianta, chiudi la porta, abbraccia un amico, stropiccia la carta, indica la finestra)
– simboli grammaticali
– stencil dei simboli grammaticali (facoltativi)

Esercizio:
– il bambino legge l’azione e la esegue,
– aggiunge il simbolo del verbo al cartellino
– registra sul suo quaderno l’esercizio, sotto il titolo I VERBI, utilizzando per ogni parola il simbolo grammaticale disegnato a mano libera o con gli stencil.

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Psicogrammatica Montessori COMANDI SUI VERBI
Presentazione 5
due azioni (per due bambini)

Psicogrammatica Montessori COMANDI SUI VERBI – Materiali:
– strisce di carta bianca
– penna nera
simboli grammaticali
– stencil dei simboli grammaticali (facoltativi)
– cartellini pronti dei comandi.

Psicogrammatica Montessori COMANDI SUI VERBI – Esercizio:
– scriviamo per il primo bambino un comando nel quale sia importante l’ordine delle azioni (alzati e cammina, avvicinati e afferra…)


– il bambino legge il comando, lo esegue, e aggiunge il simbolo del cerchio rosso sopra ogni verbo
– con le forbici ritagliamo dalla striscia i verbi e invitiamo il bambino a invertire le due azioni (cammina e alzati, afferra e avvicinati…)
– chiediamo: “Ha senso? Puoi fare questo cose in questo ordine?”
– rimettiamo la frase nell’ordine originale
– scriviamo per il secondo bambino un comando nel quale l’ordine delle azioni non sia importante (salta e saltella, ondeggia e starnutisci, sbadiglia e urla…)
– il bambino legge il comando, lo esegue, e aggiunge il simbolo del cerchio rosso sopra ogni verbo

– con le forbici ritagliamo dalla striscia i verbi e invitiamo il bambino a invertire le due azioni (saltella e salta, starnutisci e ondeggia, urla e sbadiglia…)
– chiediamo: “Ha senso? Puoi fare questo cose in questo ordine?”
– rimettiamo la frase nell’ordine originale
– i bambini noteranno che che alcune azioni possono essere fatte contemporaneamente, ad esempio indicare e urlare, camminare e parlare, applaudire e cantare…)
– presentiamo ai bambini alcuni comandi pronti che i bambini possano leggere ed eseguire autonomamente; in alcuni comandi l’ordine delle azioni sarà importante e in altri no.

Presentazione 6
due azioni e un oggetto (per due bambini)

Materiali:
– strisce di carta bianca
– penna nera
simboli grammaticali
– stencil dei simboli grammaticali (facoltativi)

Esercizio:
– scriviamo per il primo bambino un comando nel quale sia importante l’ordine delle azioni (prendi e usa una matita, apri e leggi un libro, lavati e asciugati le mani…)
– il bambino legge il comando, lo esegue, e aggiunge il simbolo del cerchio rosso sopra ogni verbo

– con le forbici ritagliamo dalla striscia i verbi e invitiamo il bambino a invertire le due azioni (usa e prendi una matita, leggi e apri un libro, asciugati e lavati le mani…)

– chiediamo: “Ha senso? Puoi fare questo cose in questo ordine?”
– rimettiamo la frase nell’ordine originale
– scriviamo per il secondo bambino un comando nel quale l’ordine delle azioni non sia importante (batti e spremi un cuscino, alza e abbassa la testa, gira e sposta la tazza…)
– il bambino legge il comando, lo esegue, e aggiunge il simbolo del cerchio rosso sopra ogni verbo

– con le forbici ritagliamo dalla striscia i verbi e invitiamo il bambino a invertire le due azioni
– chiediamo: “Ha senso? Puoi fare questo cose in questo ordine?”
– rimettiamo la frase nell’ordine originale
– i bambini noteranno che che alcune azioni possono essere fatte contemporaneamente, mentre altre devono essere eseguite secondo una certa sequenza
– presentiamo ai bambini alcuni comandi pronti che i bambini possano leggere ed eseguire autonomamente. I comandi contengono due azioni e un oggetto; alcuni comandi indicano azioni da eseguire in sequenza, altri no.

______________________
Psicogrammatica Montessori COMANDI SUI VERBI
Presentazione 7
due azioni e due oggetti (per due bambini)

Psicogrammatica Montessori COMANDI SUI VERBI – Materiali:
– strisce di carta bianca
– penna nera
simboli grammaticali
– stencil dei simboli grammaticali (facoltativi)

Psicogrammatica Montessori COMANDI SUI VERBI – Esercizio:
– scriviamo per il primo bambino un comando nel quale sia importante l’ordine delle azioni (prendi uno straccio e spolvera lo scaffale, prendi una spugna e pulisci il tavolo, trova della carta e scrivi un’annotazione…)
– il bambino legge il comando, lo esegue, e aggiunge il simbolo del cerchio rosso sopra ogni verbo
– con le forbici ritagliamo dalla striscia i verbi e invitiamo il bambino a invertire le due azioni
– chiediamo: “Ha senso? Puoi fare queste cose in questo ordine?”
– rimettiamo la frase nell’ordine originale
– scriviamo per il secondo bambino un comando nel quale l’ordine delle azioni non sia importante (bussa alla porta e sposta il cestino, apri una scatola e trascina una sedia, sposta un tavolino e vuota un cestino…)
– il bambino legge il comando, lo esegue, e aggiunge il simbolo del cerchio rosso sopra ogni verbo
– con le forbici ritagliamo dalla striscia i verbi e invitiamo il bambino a invertire le due azioni
– chiediamo: “Ha senso? Puoi fare questo cose in questo ordine?”

– rimettiamo la frase nell’ordine originale
– presentiamo ai bambini alcuni comandi pronti che i bambini possano leggere ed eseguire autonomamente. I comandi contengono due azioni e due oggetti; alcuni comandi indicano azioni da eseguire in sequenza, altri no.

Presentazione 8
Psicogrammatica Montessori: comandi sui verbi

Materiali:
– una busta di cartellini dei comandi
– un pennarello

Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– prendiamo il primo comando e i suoi cartellini dei verbi
– leggiamo il comando ad esempio: “prendi un pennarello e posalo sul pavimento. Riprendilo e gettalo nello stesso punto”
– eseguiamo il comando davanti ai bambini
– diamo a un bambino i cartellini del verbi POSALO e GETTALO e chiediamogli di eseguire le azioni
– poniamo i due cartellini sotto al comando

– proseguiamo con gli altri comandi
– al termine i bambini registreranno l’attività sui loro quaderni di grammatica
– i bambini potranno eseguire l’esercizio autonomamente con le altre buste dei comandi.

Scopo: comprendere la funzione del verbo

Età: 6 – 7 anni

Psicogrammatica Montessori COMANDI SUI VERBI
Materiali

Psicogrammatica Montessori COMANDI SUI VERBI

Psicogrammatica Montessori scatola grammaticale III esercizi e presentazioni

Psicogrammatica Montessori scatola grammaticale III esercizi e presentazioni.

Trovi i cartellini di riempimento pronti per il download e la stampa qui: 

e qui il tutorial per realizzare la scatola grammaticale:

Con questa scatola i bambini approfondiscono lo studio del verbo.

La parola verbo deriva dal latino verbum, che significa la parola. È la parola capo in una frase, la parola che rende una insieme di parole una frase. Il simbolo del verbo è la sfera rossa che rappresenta il movimento e l’energia.
Vogliamo che i bambini comprendano che c’è un collegamento tra chi parla e ciò che viene detto.  Esploreremo in seguito gli altri aspetti del verbo, quali tempi verbali, modi, transitivi e intransitivi, regolari e irregolari.

Lo studio della grammatica porta una chiarezza di linguaggio che non è raggiungibile in altri modi, portando l’attenzione cosciente del bambino verso i modi in cui usiamo il linguaggio intuitivo. E’ adatto alla psicologia del bambino della scuola primaria e favorisce lo sviluppo della sua intelligenza.
I materiali usati per lo studio della grammatica possono essere confrontati con i materiali sensoriali, perchè entrambi danno la possibilità di ordinare, classificare e organizzare i pensieri intorno a un qualcosa che è stato già assorbito inconsapevolmente. Grazie al lavoro svolto con le nove parti del discorso il bambino sarà in grado di classificare milioni di parole in sole nove categorie.

I materiali non sono stati progettati per insegnare la grammatica, ma per esplorare il linguaggio in modo concreto, dare ai bambini le chiavi nascoste nel linguaggio, che una volta riconosciute permettono di comprenderlo. L’opportunità di studiare ogni parte del discorso isolata dalle altre rende più facile l’esplorazione, in quanto ogni difficoltà può essere esercitata separatamente.

La SCATOLA GRAMMATICALE III per l’esercizio col verbo ha 4 scompartimenti (articolo,nome, aggettivo e verbo) contrassegnati dai colori nocciola, nero, marrone e rosso. Nella casella più grande ci sono, per ogni esercizio, sei biglietti sui quali sono scritte due o più frasi. Ad ogni parola scritta, corrisponde un cartellino nel casellario, eccetto per le parole ripetute in frasi successive. Nelle serie i verbi sono contrastanti o sinonimi.

Scatola grammaticale III
Presentazione 1

Materiali

– sfera rossa e triangolo nero 

– scatola grammaticale III
– cartellini di riempimento per la scatola grammaticale III 
simboli grammaticali 

Presentazione

– indichiamo la piramide e chiediamo: “Ricordate che abbiamo parlato di questa piramide? Abbiamo detto quanto è antica. Per quale tipo di parole usiamo questo simbolo?”
– indichiamo la sfera rossa e diciamo: “Oggi parleremo di un altro tipo di parole, che rappresentiamo con questa sfera rossa perché sono parole piene di energia e di movimento”

– mostriamo la scatola grammaticale III e diciamo: “Ho anche  una
nuova scatola grammaticale da mostrarvi”
– invitiamo i bambini a riempire la scatola grammaticale, come abbiamo fatto per la scatola I e per la scatola II

– procediamo nel modo che i bambini già conoscono: prendiamo la prima striscia, leggiamo la prima frase e formiamo la frase coi cartellini. I bambini possono eseguire o mimare l’azione indicata nella frase
– leggiamo la seconda frase e componiamola sostituendo il cartellino del verbo
– diciamo: “Nella seconda frase è cambiata una parola”. Eseguiamo o mimiamo l’azione
– aggiungiamo alle parole i simboli grammaticali chiedendo ai bambini: “Quale parola ci dice di che oggetto si parla?”. Il nome. “Quale parola ci dice che sta per arrivare un nome?”. L’articolo.  “Quale parola descrive una qualità del nome?”. L’aggettivo. “Quale parola ci ha detto che azione compiere?”. Il verbo:

– ripetiamo con le altre frasi.

Presentazione 2

Materiali:
– scatola grammaticale III
– cartellini di riempimento per la scatola grammaticale III
– simboli grammaticali

Esercizio:
– il bambino sceglie una carta delle frasi, legge la prima frase ed esegue o mima l’azione
– costruisce la prima frase con i cartellini delle parole

– costruisce la seconda frase cambiando solo il verbo
– aggiunge i simboli grammaticali all’ultima frase

– sposta i cartellini delle parole in tutti i modi possibili. Questi scambi rendono evidente al bambino l’importanza di comporre le frasi usando le parole in ordine corretto, e gli mostrano come spostando alcune parole la frase può essere più chiara, più confusa, incomprensibile, oppure assumere una sfumatura più emotiva o poetica

– ricompone la frase nell’ordine originale
– toglie il cartellino del verbo e legge le parole restanti a voce alta

– l’insegnante gli fa notare che quando togliamo il verbo da una frase l’azione svanisce.

Presentazione 3

Materiali:
– scatola grammaticale III
scatole di riempimento a scelta per la scatola grammaticale III
carta dei simboli grammaticali
simboli grammaticali
– matite colorate
stencil dei simboli grammaticali (facoltativi).

Psicogrammatica Montessori scatola grammaticale III esercizi e presentazioni – Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– riguardiamo insieme ai bambini la carta dei simboli grammaticali per quanto riguarda l’articolo, l’aggettivo, il nome e il verbo

– mettiamo la scatola grammaticale e la scatola di riempimento sul piano di lavoro
– invitiamo un bambino a scegliere una striscia delle frasi e a leggerla, ad esempio APRI IL LIBRO – CHIUDI IL LIBRO
– il bambino esegue o mima le azioni
– invitiamo il bambino a mettere la striscia delle frasi sul piano di lavoro ed a comporre la prima coi cartellini delle parole, selezionandoli tra quelli presenti nei vari scompartimenti della scatola grammaticale. In questo modo il bambino si esercita a riconoscere le parole in base all’analisi grammaticale. Ad esempio APRI è un verbo, IL è un articolo e LIBRO è un nome

– i bambini possono consultare la carta dei simboli grammaticali per ricordare i simboli da usare per articoli, nomi, aggettivi e verbi
– invitiamo il bambino a mettere i simboli grammaticali corretti su ogni cartellino delle parole della prima frase
– il bambino ripete la procedura con la seconda frase CHIUDI IL LIBRO

– i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali sopra ogni parola, a mano libera o utilizzando gli stencil. Il bambino userà la lettera maiuscola per la prima parola della frase e alla fine metterà il punto fermo

– nei giorni seguenti i bambini eseguiranno l’attività autonomamente.

Scopo:
– comprendere la funzione del verbo.

Età: dai 6 agli 8 anni.

Psicogrammatica Montessori scatola grammaticale III esercizi e presentazioni

Psicogrammatica Montessori: giochi logici per la concordanza nome – aggettivo

Psicogrammatica Montessori: giochi logici per la concordanza nome – aggettivo per la scuola primaria col materiale pronto per il download e la stampa in formato pdf.

Presentazione 1
il gioco logico per l’aggettivo 


Materiali

– 10 cartellini neri del nome e 10 cartellini marrone scuro degli aggettivi (set 1)
– simboli grammaticali
– stencil dei simboli grammaticali (facoltativi).


Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Oggi lavoreremo coi nomi e gli aggettivi. Faremo qualcosa di nuovo coi nomi e gli aggettivi”
– invitiamo un bambino a leggere un cartellino del nome
– distribuiamo i cartellini degli aggettivi tra tutti i bambini
– leggiamo il primo cartellino del nome, ad esempio FIORI e chiediamo: “Chi ha un aggettivo che descrive i fiori?”. Un bambino risponderà, ad esempio, PROFUMATI e metterà il cartellino a destra del nome FIORI

– ripetiamo l’esercizio con gli altri cartellini e invitiamo i bambini a mettere su ogni parola il simbolo grammaticale corrispondente

– invitiamo i bambini a rileggere le coppie di parole
– raccogliamo nuovamente i cartellini degli aggettivi e chiediamo ai bambini: “Chi ricorda quale aggettivo descrive i fiori?”. Ripetere la domanda per ogni altro nome
– i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali sopra le parole, a mano libera o utilizzando gli stencil
– in seguito il bambino potrà svolgere l’attività in modo indipendente con nuovi cartellini appositamente preparati.

Scopo diretto

– comprendere la funzione dell’aggettivo.

Età

dai 6 anni.

Presentazione 2
il gioco logico per l’aggettivo 

Il gioco logico per l’aggettivo (anche conosciuto come gioco della concordanza logica nome – aggettivo) si definisce così perché il bambino usa la logica per abbinare i cartellini tra loro.

Presentazione

– formiamo sul piano di lavoro una colonna con i cartellini dei nomi
– senza prestare attenzione alla concordanza col nome, formiamo accanto alla colonna dei nomi quella degli aggettivi
– chiediamo, un bambino alla volta, di leggere le combinazioni a voce alta

– a questo punto ci saranno coppie che funzionano ed altre buffe, ad esempio la matita dolce o il cane verde
– per le coppie che non funzionano chiediamo ai bambini suggerimenti per sistemare al meglio la cosa.


Presentazione 3
il gioco logico per l’aggettivo 

Materiali

– 10 cartellini neri del nome e 10 cartellini marrone scuro degli aggettivi (set 1 o 5)
– simboli grammaticali
– stencil dei simboli grammaticali (facoltativi).

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Oggi lavoreremo con nomi e aggettivi, facendo qualcosa di nuovo”
– invitiamo i bambini a formare una colonna verticale con i cartellini dei nomi
– distribuiamo tutti i cartellini degli aggettivi tra i bambini
– invitiamo i bambini a posizionare gli aggettivi accanto ai nomi in ordine casuale, anche formando coppie insensate come POMPIERE ELETTRONICO

– invitiamo i bambini a leggere le coppie. Notiamo coi bambini quanto gli abbinamenti possono essere buffi se i nomi e gli aggettivi vengono abbinati senza pensare

Scopo:

– comprendere la concordanza logica degli aggettivi coi nomi

Età

dai 6 anni

Presentazione 4
il gioco logico per l’aggettivo 

Materiale

– scatola o cesto contenente 20 cartellini del nome in nero e 20 cartellini dell’aggettivo in marrone scuro (corrispondenti ai nomi e scelti tra il set 2, 3 o 4)
– simboli grammaticali

Presentazione

– prendiamo uno alla volta i cartellini dei nomi e lasciamo che il bambino li legga, formando con essi una o due colonne sul piano di lavoro

– prendiamo un cartellino dell’aggettivo a caso, ad esempio FANGOSA, lasciamo che il bambino lo legga e chiediamo: “Dove possiamo mettere questo aggettivo? Proviamo…”
Leggiamo in ordine, a partire dal primo cartellino, i nomi aggiungendo l’aggettivo pescato “SORELLA FANGOSA”. No. “MANIGLIA FANGOSA”. No. “COMPITO FANGOSA”. No. “MOTORE FANGOSA”. No. “STRADA FANGOSA”. Sì!

– mettiamo l’aggettivo accanto al nome formando la coppia STRADA FANGOSA

– procediamo allo stesso modo con tutti gli altri cartellini
– dopo aver abbinato tutti i cartellini, rileggiamo le coppie. Se qualcosa non suona bene, cerchiamo di fare qualche scambio di cartellini per migliorare la situazione.

Presentazione 5
Il gioco delle qualità 

Materiali

– comandi scritti contenenti articolo nome e aggettivi (ad esempio: il foglio bianco, il foglio rosa, il foglio accartocciato, il foglio strappato, il foglio scritto)
– simboli grammaticali.


Presentazione

– dopo aver preparato i comandi, distribuiamo per la stanza i vari oggetti descritti. Come mostrato nell’esempio, gli oggetti devono differire solo in termini di qualità
– chiediamo a ogni bambino di leggere un comando e di andare alla ricerca dell’oggetto indicato. Quando l’avrà trovato lo metterà sul piano di lavoro
– il bambino mette il comando accanto all’oggetto ed aggiunge sopra ad ogni parola il simbolo grammaticale corretto.


Presentazione 6
Concordanza logica nome – aggettivo
un nome, tanti aggettivi

Materiali

– un cartellino del nome scritto in nero
– 45 cartellini degli aggettivi scritti in marrone chiaro (serie 2, 3 o 4)
– stencil dei simboli grammaticali (facoltativi).

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Oggi lavoreremo coi nomi e gli aggettivi, facendo qualcosa di nuovo”
– invitiamo un bambino a posizionare il cartellino del nome lungo il margine superiore del piano di lavoro
– distribuiamo tutti i cartellini degli aggettivi tra i bambini

– leggiamo il cartellino del nome, ad esempio AMICO. Chiediamo: “Chi ha un aggettivo che può descrivere l’amico?”.

– un bambino risponde ad esempio SIMPATICO. Il bambino posiziona l’aggettivo sotto al cartellino del nome

– ripetere la domanda aggiungendo tutti gli altri aggettivi che possono descrivere l’amico, scartando tutti gli aggettivi non adatti
– invitiamo i bambini a leggere il nome coi suoi aggettivi
– i bambini possono registrare l’attività sui loro quaderni di grammatica usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali a mano libera o utilizzando gli stencil

Estensioni

– i bambini possono ripetere l’esercizio in modo autonomo con nuovi cartellini appositamente selezionati
– i bambini possono ripetere l’esercizio usando 3 nomi e 45 aggettivi
– i bambini possono scrivere delle frasi utilizzando i nomi e gli aggettivi usati durante gli esercizi, disegnando i simboli grammaticali sulle parole
– i bambini possono scrivere una storia utilizzando i nomi e gli aggettivi usati durante gli esercizi.

Scopo

– imparare che alcuni nomi possono avere tanti aggettivi mentre altri nomi hanno meno qualità.

Età

dai 6 anni.

Presentazione 7
Concordanza logica nome – aggettivo

Materiali

– un contenitore contrassegnato dal simbolo aggettivo contenente due serie di 12 cartellini dell’aggettivo in marrone scuro, un set di 12 cartellini dei nomi in nero e un set di 12 cartellini dell’articolo in marrone chiaro divisi con degli elastici. Per ogni nome deve esserci almeno un aggettivo che abbia senso
– simboli grammaticali

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini a partecipare all’esercizio
– chiediamo a un bambino alla volta di leggere un cartellino e metterlo sul piano di lavoro formando tre colonne distinte per i nomi, gli aggettivi e gli articoli

– spieghiamo il significato delle parole che eventualmente il bambino non conosce
– prendiamo  un cartellino del nome, leggiamolo e mettiamolo al centro del  piano di lavoro
– chiediamo al bambino di scegliere un aggettivo e un articolo appropriati per quel nome e mettiamoli a fianco del nome seguendo l’ordine logico delle parole

– fare così tutte le coppie, leggendole di volta in volta, per vedere se le parole messe insieme hanno un senso

– una volta fatto, chiediamo al bambino quali parole ci dicono il nome dell’oggetto e posizioniamo su di esse il simbolo del nome
– poi chiediamo al bambino quali parole di dicono qualcosa di com’è l’oggetto, ricordiamo che queste parole si chiamano aggettivi e posizioniamo su di esse il simbolo dell’aggettivo
– infine chiediamo quali parole accompagnano il nome per dirci che sta arrivando. Ricordiamo che queste parole si chiamano articoli e posizioniamo su di esse il simbolo dell’articolo.

Esercizio

– dopo la presentazione, il bambino può lavorare col materiale in modo autonomo.


Presentazione 8
Concordanza logica nome – aggettivo

Materiali

– cartellini dell’aggettivo in marrone scuro e cartellini dei nomi in nero, divisi con degli elastici. Per ogni nome deve esserci almeno un aggettivo che abbia senso
– simboli grammaticali.

Presentazione

– mettiamo le due pile di cartellini sul piano di lavoro

– chiediamo a un bambino di prendere il primo nome della pila di cartellini dei nomi e di metterlo lungo il margine superiore del piano di lavoro
– chiediamo al bambino di prendere il primo aggettivo della pila dei cartellini degli aggettivi e di metterlo accanto al nome scelto

– chiediamo al bambino di leggere le due carte
– se l’abbinamento ha senso lasciamo la coppia dove si trova, e prendiamo un nuovo nome per formare un nuovo abbinamento
– se l’abbinamento non ha senso, prendiamo l’aggettivo e mettiamolo sul piano di lavoro a sinistra
– prendiamo un altro cartellino dell’aggettivo, mettiamolo accanto al nome e leggiamolo, e continuiamo così finché troviamo un abbinamento sensato

– ripetiamo in questo modo per tutti i cartellini dei nomi

– ricordiamo coi bambini la funzione dei nomi e degli aggettivi, e aggiungiamo in alto, su ogni colonna, il simbolo grammaticale corrispondente.

Esercizio 1

– dopo la presentazione, il bambino può lavorare col materiale in modo autonomo.

Esercizio 2

– il bambino trascrive un nome sul proprio quaderno, e per ogni nome scrive tutti gli aggettivi che possono riguardarlo.

Scopo

– aiutare il bambino a comprendere l’accordo logico tra nome e aggettivo.

Età

dai 6 anni.

Presentazione 9
Concordanza logica nome – aggettivo
un oggetto e una qualità

Materiali

– 20 cartellini del nome in nero e 20 cartellini degli aggettivi scritti in marrone scuro

Presentazione

– distribuiamo i cartellini dei nomi tra tutti i bambini. A turno ogni bambino legge i suoi e li pone davanti a sé sul piano di lavoro
– leggiamo il primo cartellino dell’aggettivo e chiediamo ai bambini: “Chi di voi ha il nome di qualcosa con questa qualità?”
– i bambini rispondono e via via si formano sul piano di lavoro gli abbinamenti nome – aggettivo
– dopo che tutti gli aggettivi sono stati abbinati, possiamo rileggere e poi raccogliere nuovamente tutti i cartellini, formando due pile separate per nomi e aggettivi
– chiediamo a un bambino di mescolare i cartellini e procediamo con abbinamenti nome – aggettivo casuali, leggendoli via via che li formiamo. Per i bambini può essere molto divertente
– fatto questo possiamo notare coi bambini che alcuni aggettivi possono andar bene per più nomi, mentre altri aggettivi descrivono qualità che appartengono a un solo oggetto
– raccogliamo di nuovo i cartellini
– selezioniamo solo tre nomi e mettiamoli sul piano di lavoro formando una fila orizzontale
– mettiamo tutti gli aggettivi sul piano di lavoro in ordine sparso
– i bambini selezioneranno per ogni nome quanti più aggettivi possibili


Psicogrammatica Montessori: giochi logici per la concordanza nome – aggettivo

Psicogrammatica Montessori: la famiglia del verbo

Psicogrammatica Montessori: la famiglia del verbo. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria, col materiale pronto per il download e la stampa in formato pdf.

Questi sono i grafici:

Psicogrammatica Montessori: la famiglia del verbo

Materiali

simboli grammaticali tridimensionali della famiglia del nome e della famiglia del verbo 

simboli grammaticali della famiglia del nome e della famiglia  del verbo

– grafico della relazione tra verbo e famiglia del nome
– primo grafico della famiglia del verbo
– secondo grafico della famiglia del verbo.

Presentazione

– mostriamo ai bambini le piramidi della famiglia del nome e chiediamo: “Vi ricordate la famiglia del nome?”. Ricapitoliamo quello che sappiamo e posizioniamo le piramidi nell’ordine corretto, quindi aggiungiamo i simboli grammaticali corrispondenti

– mostriamo il grafico della relazione tra famiglia del nome e verbo e diciamo: “Vi ricordate questo grafico?”. Ricapitoliamo insieme la lezione precedente ripetendo che il verbo, come il sole, illumina e dà energia alla famiglia del nome e aggiungiamo al grafico la sfera rossa e il cerchio rosso:

– teniamo sul piano di lavoro soltanto le tre piramidi della famiglia del nome e la sfera rossa del verbo

– diciamo: “Il nome ha la sua famiglia, composta da articolo, aggettivo e nome. Ma anche il verbo ha la sua famiglia, composta dal verbo, dall’avverbio e dal pronome. Mettiamo il pronome a sinistra del verbo, vicino alla famiglia del nome, poi il verbo e infine l’avverbio

– diciamo: “Il pronome fa parte della famiglia del verbo perché deve stare sempre vicino a un verbo. Allo stesso tempo il pronome è anche molto vicino alla famiglia del nome, perchè può prendere il posto di un nome. Mettiamo il pronome qui, tra le due famiglie, perchè può essere portato in una famiglia o nell’altra
– aggiungiamo i simboli grammaticali accanto alle forme

– mostriamo il primo grafico della famiglia del verbo:

– diciamo: “Il verbo è l’energia, come per noi il sole.
L’avverbio è come un pianeta che gira attorno al sole, ed ha una relazione di stretta dipendenza col verbo.
Il pronome, come un razzo spaziale, può partire  dalla terra e viaggiare nello spazio. Il pronome fa parte della famiglia del nome, ma ha un forte legame anche con la famiglia del verbo”

– “Il sole con i suoi raggi rappresenta il verbo. L’avverbio ruota attorno al sole e coi sui raggi è legato al verbo come un ingranaggio. Il razzo spaziale non ha raggi, e fa parte della famiglia del verbo ma è grande amico anche della famiglia del nome
– mostriamo il secondo grafico della famiglia del verbo, che mostra i simboli grammaticali nella forma che useremo per i nostri esercizi di grammatica:

Psicogrammatica Montessori: la famiglia del verbo

Psicogrammatica Montessori: aggettivi derivati da nomi propri

Psicogrammatica Montessori: aggettivi derivati da nomi propri. Presentazione ed esercizi per la scuola primaria.

Presentazione 1 – aggettivi di nazionalità

Aggettivi derivati da nomi propri – Prerequisiti:

– lezioni introduttive all’aggettivo,
– lezione sui nomi comuni e nomi propri,
– lezione sui suffissi.

Materiali

– set di cartellini dei nomi propri (carte di controllo);
– set di aggettivi da essi derivati;
– cartellini titolo: nome proprio, aggettivo qualificativo
– simboli grammaticali per nome e aggettivo.

Presentazione

– invitiamo un piccolo gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– ripassiamo insieme quello che sappiamo sui nomi propri
– chiediamo ai bambini: “Come chiamiamo una persona che proviene dall’America? Americano. La parola americano è un aggettivo se si trova accanto a un nome (ad esempio caffè americano). Americano è un aggettivo perché descrive il nome, ci dice un particolare importante sulla cosa o la persona nominata. Gli aggettivi di nazionalità si formano in genere aggiungendo un suffisso al nome proprio della nazione”
– posizioniamo i cartellini dei titoli lungo il margine superiore del piano di lavoro e aggiungiamo il simbolo grammaticale per il nome e l’aggettivo
– formiamo con i cartellini di controllo una colonna, sotto al titolo NOMI PROPRI

– mettiamo i cartellini degli aggettivi in ordine sparso sul piano di lavoro
– leggiamo il primo nome proprio. Chiediamo a un bambino di trovare l’aggettivo corrispondente e poniamolo accanto al nome
– continuiamo allo stesso modo finché tutte le carte sono state abbinate

– i bambini possono registrare l’esercizio sui loro quaderni di grammatica.

Scopo diretto

– capire come si formano gli aggettivi di nazionalità
– sperimentare l’uso dei suffissi
– arricchire il vocabolario.

Controllo dell’errore

il set di controllo.

Varianti

– aggettivi derivati da personaggi famosi;
– aggettivi derivati da toponimi.

Estensioni

– usare gli aggettivi propri nello studio della geografia
– lavorare sulle iniziali maiuscole.

Aggettivi derivati da nomi propri
Presentazione 2 – aggettivi derivati da personaggi famosi

Aggettivi derivati da nomi propri
Presentazione 3 – aggettivi derivati da toponimi

Aggettivi derivati da nomi propri

Psicogrammatica Montessori la famiglia del nome e il verbo

Psicogrammatica Montessori la famiglia del nome e il verbo. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria, col materiale pronto per il download e la stampa in formato pdf.

Presentazione 1
La famiglia del nome e il verbo

Materiali

le tre piramidi per il nome, l’aggettivo e l’articolo e la sfera rossa del verbo

simboli grammaticali 

– penne nere e rosse
– strisce di carta
grafico della famiglia del nome versione 1 o versione 2
– cartellini dei comandi formati da un solo verbo piegati a metà e messi una scatolina o un cestino (salta, saluta, sbadiglia, leggi, cancella, cucina)
grafico della relazione tra verbo e famiglia del nome:

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– ricapitoliamo insieme quello che sappiamo del nome, dell’aggettivo e dell’articolo con le piramidi
– ricordiamo la carta illustrata illustrata della famiglia del nome dicendo:  “Ricordate che abbiamo parlato della famiglia del nome?”. Mostriamo la carta della famiglia del nome
– mostriamo il primo oggetto, ad esempio il TORO
– scriviamo su una striscia di carta IL TORO NERO e posizioniamola sotto al toro

– chiediamo: “Che tipo di parola è IL?” E ‘un articolo. “Qual è la funzione dell’articolo?” L’articolo indica il nome.
“Che tipo di parola è NERO?” Un aggettivo. “Qual è la sua funzione?” L’aggettivo fornisce informazioni sul sostantivo.
“Che tipo di parola è TORO?” Un nome. “Qual è la sua funzione?” Il nome serve a nominare un oggetto.
– aggiungiamo i simboli sopra ogni parola

– introduciamo un altro elemento, il bambino. Scriviamo su una striscia IL BAMBINO SIMPATICO. Favoriamo la discussione e aggiungiamo alle parole i simboli grammaticali corrispondenti

– prendiamo il cestino dei comandi e distribuiamoli a sei bambini. Diciamo ai bambini di leggerli senza farli vedere ai compagni. A turno ogni bambino mima il suo comando, mentre gli altri devono indovinare. Assicurarsi che tutti i bambini partecipino attivamente al gioco

– chiediamo ai bambini: “Potete toccare il toro?”. I bambini rispondono di sì. “Potete toccare il bambino?”. I bambini rispondono di sì.
– chiediamo: “Potete toccare salta? Saluta? Sbadiglia? Leggi?”. I bambini rispondono di no.
– diciamo: “Si possono toccare i nomi ma non i verbi. Abbiamo eseguito le azioni, e ora se ne sono andata. Un verbo è una parola che indica un’azione “
– “Aggiungiamo un verbo alle parole IL TORO NERO. Cosa può fare un toro?” I bambini suggeriscono un verbo, ad esempio CORRE, e noi lo aggiungiamo alla frase:IL TORO NERO CORRE. Facciamo notare che con l’aggiunta del verbo abbiamo una frase completa, quindi modifichiamo l’ortografica con la maiuscola iniziale e il punto fermo finale

– ripetiamo la procedura con l’altra frase

– riprendiamo la carta della famiglia del nome e facciamo notare l’ordine dei simboli riproducendoli con i simboli grammaticali
– mostriamo ai bambini il grafico del sole in relazione alla famiglia del nome

– diciamo ai bambini: “Il verbo splende sulla famiglia del nome come il sole splende su di noi, ed è il verbo che dà energia alla famiglia del nome. È il verbo che produce l’azione, l’energia, il movimento
– mostriamo la sfera rossa per dare un’idea della costante attività del verbo che rappresenta il sole dà la vita, la luce e il calore”
– ripetiamo: “Questa sfera rossa è il nostro simbolo per il verbo perché rappresenta il sole. Questa palla è rotonda e luminosa come il sole (facciamo rotolare la sfera rossa intorno alla famiglia del nome). Il sole dà energia a tutti gli esseri viventi su questa terra. Senza il sole nulla può crescere, nulla può vivere, nulla può muoversi. Proprio come il sole, il verbo dà energia al nome. Senza il verbo, il nome non avrebbe alcun movimento. Il verbo è la fonte di energia che porta la vita alla famiglia del nome”

– aggiungiamo: “Proprio come il triangolo nero è il simbolo del nome perchè è una faccia della piramide, così il cerchio rosso che ricorda la sfera rossa è il simbolo del verbo”
– mettiamo il simbolo del verbo sulla parola CORRE:

Presentazione 2
La famiglia del nome e il verbo

Materiali

– piramidi della famiglia del nome e sfera rossa del verbo

– simboli grammaticali

– grafico della relazione tra verbo e famiglia del nome.

Presentazione

– mostriamo ai bambini le piramidi e diciamo: “I nomi che usiamo per persone, cose, animali, luoghi sono stabili, sono antichissimi e sono arrivati fino a noi. I nomi sono come montagne. La famiglia del nome è formata dall’articolo, che ci dice che un nome sta arrivando, dal nome, e dall’aggettivo che ci dice qualcosa di più sul nome. Ecco le nostre montagne.
– mostriamo la sfera e diciamo: “Altre parole sono azioni e danno energia, proprio come il nostro sole”
– mostriamo i simboli grammaticali e diciamo: “quando ci esercitiamo con la grammatica, per ricordare le piramidi usiamo questi triangoli, e per ricordare la sfera usiamo questo cerchio

– mostriamo il grafico della relazione tra verbo e famiglia del nome e diciamo: “In questa immagine vediamo proprio il sole che illumina e scalda le montagne. Il verbo irradia sulla famiglia del nome. E’ proprio grazie alla presenza di un verbo che abbiamo una frase. Senza verbo le parole non formano una frase”.

Psicogrammatica Montessori la famiglia del nome e il verbo

Psicogrammatica Montessori: aggettivi opposti

Psicogrammatica Montessori: aggettivi opposti. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.

cartellini IIB-1: qualità opposte (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
cartellini IIB-2:  dimensioni opposte (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
cartellini IIB-3:  stati d’animo opposti (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)

 

Materiale

– due set di cartellini contenenti aggettivi opposti

Presentazione

– radunare un piccolo gruppo di bambini e stendere il tappeto
– disporre il set di controllo fuori dal tappeto in una colonna
– disporre le altre carte mescolate sul basso del tappeto
– dire ai bambini che devono cercare gli opposti
– leggere la prima parola nella serie di controllo e chiedere a un bambino di trovare il suo opposto
– continuare fino a che tutti i bambini hanno trovato tutti gli opposti
– i bambini possono registrare la lezione sul loro quaderno di grammatica

Scopo

– abbinare aggettivi opposti
– arricchimento del vocabolario
– stimolare il processo di scrittura e lettura.

Punti di interesse

cercare significati opposti

Controllo dell’errore

il set di controllo

Estensioni

– chiedere ai bambini di scrivere frasi usando aggettivi opposti
– chiedere ai bambini di registrare le parole in una rubrica per usarle in futuro nella scrittura.

Psicogrammatica Montessori: aggettivi opposti

Psicogrammatica Montessori: classificazione degli aggettivi

Psicogrammatica Montessori: classificazione degli aggettivi per bambini della scuola primaria.

Carta della classificazione degli aggettivi
Quando i bambini hanno lavorato con tutti i tipi di aggettivo, possono classificare una selezione dei cartellini usati inserendoli all’interno della tabella per gli aggettivi:

Tipi di aggettivo
– QUALIFICATIVO (descrittivo): proprietà e qualità delle cose e degli esseri viventi (largo, morbido, rosso…)
– QUANTITATIVO DETERMINATIVO (NUMERALE): risponde alla domanda “Quanti?”. Può essere:  CARDINALE (uno, quattro, tre, quattro, ecc.); MOLTIPLICATIVO (doppio, triplo, quadruplo, ecc.); FRAZIONARIO (mezzo); distributivi (nessuno, altri, ogni)
– QUANTITATIVO INDETERMINATIVO: (alcuno, alquanto, tanto, altrettanto, quanto, molto, poco, del, qualche, parecchio, assai, ogni, tutto, nessuno, punto, ciascuno, qualunque, certo, altro, troppo)
– DIMOSTRATIVO: indicano un particolare posizione nello spazio (questo, codesto, quello, tale, cotale, quale, altro, stesso, medesimo)
– ORDINATIVO: indicano posizione reciproca (primo, secondo, terzo, ecc., ultimo, penultimo, ecc.)
– POSSESSIVO: indicano appartenenza (mio, tuo, suo, nostro, vostro, loro, proprio, altrui).

______________________

I set di cartellini per la scatola grammaticale II (articolo, nome, aggettivo) includono i seguenti tipi di aggettivo:
IIA aggettivi qualificativi
IIB aggettivi qualificativi e loro opposti
IIC aggettivi quantitativi
IID aggettivi qualificativi (qualità sensoriali)
IIE gradi dell’aggettivo
IIF accordo logico nome/aggettivo.

_____________________________

Le buste dei comandi per gli aggettivi includono i seguenti tipi di aggettivo:
da 1 a 6: qualificativi
7: quantitativi cardinali
8: quantitativi indeterminativi
9 : quantitativi moltiplicativi e frazionari
da 10 a 12: ordinativi
13 a 16: dimostrativi
da 17 a 20: possessivi.

Esercizio 1
(coi cartellini delle scatole grammaticali)

Materiali

– tabella per la classificazione dell’aggettivo
– cartellini scelti tra quelli presenti nelle scatoline di riempimento per la scatola grammaticale II

Esercizio

– mettiamo i cartellini scelti in un cestino e mescoliamoli
– mostriamo la tabella per la classificazione dell’aggettivo, leggiamo i tipi di aggettivo e spieghiamo che cosa sono
– peschiamo un aggettivo dal cesto, ad esempio GRANDE e chiediamo a un bambino: “Che tipo di aggettivo è?”. Il bambino risponderà che si tratta di una qualità, quindi posizioneremo il cartellino nella colonna corretta
– continuiamo allo stesso modo con gli altri aggettivi presenti nel cestino, ad esempio mettendo nella colonna dei QUALIFICATIVI gli aggettivi GRANDE, LISCIO; nella colonna dei QUANTITATIVI gli aggettivi OTTO (numerale), TANTO (indeterminativo); nella colonna dei DIMOSTRATIVI questo, quello; nella colonna degli ORDINATIVI gli aggettivi ULTIMO, SECONDO, NONO; nella colonna dei POSSESSIVI gli aggettivi NOSTRO, MIO.

Obiettivo:
– classificazione degli aggettivi.

Controllo dell’errore:
– non vi è alcun controllo dell’errore nel materiale.

classificazione degli aggettivi – Estensioni:
– i bambini possono continuare questo tipo di attività con altri cartellini degli aggettivi;
– i bambini possono scrivere liste di aggettivi di vario tipo.

Esercizio 2
(coi cartellini dei comandi)

Materiali

– tabella per la classificazione dell’aggettivo
– cartellini dei comandi per l’aggettivo.

Prerequisiti

– presentazione e uso dei cartellini dei comandi per l’aggettivo.

Esercizio

– invitiamo un piccolo gruppo di bambini al tavolo o al tappeto
– mostriamo le buste dei comandi per l’aggettivo e diciamo: “Abbiamo già letto queste schede, ma  oggi cercheremo  di fare qualcosa di diverso”
– invitiamo un bambino a leggere un comando e ad eseguirlo
– mettiamo la scheda del comando e gli aggettivi sul piano di lavoro e parliamo coi bambini per decidere di che tipo sono gli aggettivi usati
– mostriamo la tabella per la classificazione degli aggettivi, leggiamo insieme i titoli delle colonne e posizioniamo gli aggettivi nella colonna corretta

– continuiamo allo stesso modo con gli altri aggettivi presenti nelle buste dei comandi, ad esempio mettendo nella colonna dei QUALIFICATIVI gli aggettivi MORBIDO, CHIARO; nella colonna dei QUANTITATIVI gli aggettivi CINQUE, TRE (numerale), TANTO (indeterminativo); nella colonna dei DIMOSTRATIVI QUEL, QUESTO; nella colonna degli ORDINATIVI gli aggettivi QUARTO, DECIMO; nella colonna dei POSSESSIVI gli aggettivi SUO, VOSTRI.

Estensioni

– scrivere le proprie liste di aggettivi e classificarli
– creare delle proprie tabelle di aggettivi classificati.

Comandi sui verbi: lezioni accompagnate da esperimenti

Comandi sui verbi: lezioni accompagnate da esperimenti per bambini della scuola primaria, col materiale pronto per il download e la stampa in formato pdf.

Abbiamo visto che per aiutare i bambini a comprendere la funzione del verbo facciamo loro eseguire delle azioni, sia con le frasi della scatola grammaticale III, sia con le buste dei comandi.

Possiamo anche fare in modo che eseguendo determinate azioni, i bambini apprendano concetti scientifici: invece di eseguire semplici movimenti, l’insegnante eseguirà davanti ai bambini degli esperimenti, che poi i bambini potranno ripetere in autonomia nei giorni successivi, seguendo  le indicazioni scritte in comandi specifici

Trovi il materiale pronto per il download e la stampa in fondo all’articolo.


Presentazione 1

Materiali

– comandi degli esperimenti per i verbi
– vassoi preparati coi materiali previsti dai comandi

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini al tavolo
– prendiamo il primo comando ed invitiamo un bambino a leggere il comando
– eseguiamo l’esperimento davanti al bambini
– posizioniamo sotto al comando i cartellini dei verbi corrispondenti
– invitiamo i bambini a registrare l’attività sui propri quaderni di grammatica disegnando sulle parole i simboli grammaticali

Scopo diretto

comprendere la funzione del verbo

Scopo indiretto

– sviluppo del vocabolario
– comprensione dei testi scritti
– capacità di seguire la sequenza di azioni indicate
– comprensione di concetti scientifici

Punti di interesse

eseguire gli esperimenti

Controllo dell’errore

i verbi sono scritti su cartellini

Presentazione 2

Materiali

– comandi per gli esperimenti
– vassoio col materiale indicato sul comando

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– prendiamo la prima carta dei comandi con i relativi cartellini dei verbi
– prendiamo il vassoio col materiale richiesto per l’esperimento
– leggiamo il comando e seguiamo le istruzioni, ad esempio:

Metti un cucchiaino di zucchero nell’acqua e mescola finché lo zucchero si è sciolto del tutto. L’acqua deve restare limpida e lo zucchero deve sparire.
Ora metti molto zucchero in poca acqua e mescola col cucchiaino; se dopo aver mescolato vedi dello zucchero sul fondo del bicchiere vuol dire che l’acqua è saturata.
Infine metti in un bicchiere d’acqua dell’amido e mescola forte col cucchiaino: l’acqua resta bianca perchè l’amido non si scioglie, ma resta sospeso.

– il bambino esegue le tre azioni e posiziona accanto ad ognuno dei tre bicchieri il cartellino del verbo più appropriato
– chiediamo ai bambini di discutere le loro osservazioni
– ripetiamo indicando ognuno dei bicchieri: “Qui lo zucchero è sciolto. Qui l’acqua è satura. Qui l’amido è in sospensione”
– i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali sopra le parole
– i bambini descrivono l’esperimento e registrano i risultati sui loro quaderni
– i bambini eseguiranno in seguito questa attività in modo autonomo.

Scopo diretto

comprendere la funzione del verbo.

Età

dai 7 anni

Comandi sui verbi: lezioni accompagnate da esperimenti
Materiali


Comandi sui verbi: lezioni accompagnate da esperimenti
Per l’insegnante

In natura la materia si trova molto raramente allo stato puro, anzi le sostanze sono quasi sempre miscelate tra loro.
Le miscele sono formate da sostanze diverse mescolate tra loro (ad esempio l’aria, il sangue, l’acqua del mare, le leghe di metalli, un profumo).

I componenti di una miscela possono essere solidi, liquidi o gassosi. Una miscela può essere:
omogenea: se i suoi diversi componenti non possono essere identificati
eterogenea: se i suoi diversi componenti possono essere facilmente identificati (a occhio nudo o col microscopio).

Le miscele omogenee possono essere:
soluzioni (liquido + liquido)
leghe (solido + solido)
miscele gassose (gas + gas)

Le miscele eterogenee possono essere:
dispersioni (diametro delle particelle maggiore di 1 micrometro)
colloidi (diametro delle particelle minore di 1 micrometro).
Un micrometro è un millesimo di millimetro.

Le dispersioni possono essere:
schiume (gas + liquido)
emulsioni (liquido + liquido)
sospensioni (solido + liquido)
nebbie (liquido + gas)
fumi (solido + gas)

Per separare i componenti di una miscela in laboratorio si possono usare varie tecniche:
– filtrazione
– decantazione o sedimentazione
– centrifugazione
– distillazione
– cromatografia
– estrazione con solvente
– setacciatura.

Filtrazione: separazione per mezzo di filtri. Si usa per separare:
– liquidi da solidi
– solidi da liquidi
– solidi da gas.

Decantazione: separazione dei componenti per forza di gravità. Si usa per separare:
– solidi da liquidi
– solidi da gas
– due liquidi immiscibili.

Comandi sui verbi: lezioni accompagnate da esperimenti

Concordanza logica tra nome e aggettivo

Concordanza logica tra nome e aggettivo: presentazione ed esercizi per la scuola primaria. L’esercizio per la concordanza tra nomi e aggettivi consiste nel disporre due gruppi di cinquanta cartellini, venticinque dei quali (gruppo dirigente) sono nomi, e gli altri venticinque aggettivi. Messi in fila i nomi, il bambino cerca tra gli aggettivi, mescolati insieme, quelli che gli sembrano adatti al nome e ve li pone vicino.

A volte la vicinanza di un nome e di un aggettivo in contrasto tra loro desta la più viva ilarità: i bambini provano ad adattare più aggettivi possibili allo stesso nome, e fanno combinazioni che sono molto divertenti.

L’esercizio si può eseguire anche collettivamente: si mettono su una tavola i nomi e su un’altra gli aggettivi. I bambini vanno a scegliere prima un nome e poi un aggettivo. Quando tutti hanno scelto, ciascuno legge forte il suo nome e aggettivo.

Concordanza logica tra nome e aggettivo

Concordanza logica tra nome e aggettivo: esercizio 1

Materiali

– cartellini dei nomi scritti in nero
– un ugual numero di cartellini per l’aggettivo in marrone scuro

Presentazione

– invitare un piccolo gruppo di bambini e srotolare il tappeto
– mettere sul tappeto i cartellini dei nomi

– distribuire i cartellini degli aggettivi ai bambini
– leggere il primo nome, ad esempio ‘torre’. Chiedere ai bambini: “Chi ha un aggettivo che descrive la torre?”

– il bambino che ha l’aggettivo ‘alta’ posiziona il suo cartellino accanto a quello del nome: ‘torre alta’
– continuare in questo modo finché tutti i cartellini saranno posizionati in modo appropriato
– il bambino può registrare il lavoro sul suo quaderno di grammatica.

Scopo

– esercitarsi con gli aggettivi
– comprendere il senso logico della concordanza tra aggettivo e nome.

Punti di interesse

abbinare i cartellini in modo sensato.

Controllo dell’errore

c’è solo una disposizione che ha senso.

Varianti

– gioco della concordanza illogica: mettiamo sul tappeto i cartellini dei nomi e chiediamo ai bambini di posizionare gli aggettivi. Ne risulteranno abbinamenti senza senso, alcuni molto divertenti, che mostreranno al bambino l’importanza della concordanza tra nomi e aggettivi.

Concordanza logica tra nome e aggettivo – esercizio 2

Prerequisiti

lezione sugli aggettivi

Materiali

– 3 cartellini dei nomi scritti in nero: strada, aria, rosa
– 42 cartellini degli aggettivi scritti in marrone: ripida, privata, stretta, pericolosa, ampia, costiera, polverosa, ripida, trafficata, asfaltata, tortuosa, fangosa, statale; fragrante, fresca, soffocante, inquinata, fredda, fresca, stantia, umida, opprimente, calda, marina, afosa, compressa; gialla, sfiorita, rosa, appassita, sbocciata, pressata, rossa, profumata, selvatica, rampicante, spinosa, essiccata, inglese, delicata, gialla, bianca.

Presentazione

– invitare un piccolo gruppo di bambini e stendere il tappeto
– scegliere un cartellino del nome e metterlo sul tappeto
– spargere i cartellini degli aggettivi e chiedere ad ogni bambino di scegliere gli aggettivi che descrivono in modo appropriato il nome
– posizionare tutti gli aggettivi appropriati sotto il nome
– ripetere per gli altri due nomi
– i bambini possono registrare l’esercizio sui loro quaderni di grammatica.

Scopo

– esercitarsi con gli aggettivi
– comprendere il senso logico della concordanza tra aggettivo e nome.

Punti di interesse

abbinare i cartellini in modo sensato.

Controllo dell’errore

c’è solo una disposizione che ha senso.

Varianti

– gioco della concordanza illogica: mettiamo sul tappeto i cartellini dei nomi e chiediamo ai bambini di posizionare gli aggettivi. Ne risulteranno abbinamenti senza senso, alcuni molto divertenti, che mostreranno al bambino l’importanza della concordanza tra nomi e aggettivi.

Concordanza logica tra nome e aggettivo

Psicogrammatica Montessori: la famiglia del nome

La famiglia del nome: presentazione ed esercizi per la scuola primaria, col materiale pronto per il download e la stampa in formato pdf.

famiglia del nome versione 1 (bianco e nero e colori) articolo, nome, aggettivo

Psicogrammatica Montessori: la famiglia del nome
Presentazione 1

Materiali

le tre piramidi dei simboli grammaticali Montessori: una grande piramide nera, una piramide media blu scuro e una piramide piccola azzurra

simboli grammaticali per articolo, nome e aggettivo

– un oggetto (ad esempio un pennarello rosso)
– strisce bianche di carta
– matite colorate
– carta della famiglia del nome (articolo, nome e aggettivo).

Psicogrammatica Montessori: la famiglia del nome – Presentazione:
– prepariamo il materiale e invitiamo un gruppo di bambini. Mettiamo le piramidi sul piano di lavoro in modo che i bambini le possano vedere nell’ordine articolo, nome e aggettivo, da sinistra a destra:

– scriviamo su una striscia di carta IL PENNARELLO ROSSO
– un bambino legge e mette l’oggetto accanto alla striscia:

– ricordiamo ai bambini il significato delle tre piramidi, cominciando dal nome e continuando poi con l’aggettivo e con l’articolo. Possiamo dire:

“Maria Montessori ha inventato questi simboli per farci comprendere la grammatica. La piramide è una forma molto stabile, con una base ampia. I nomi sono parole molto stabili. Sono anche le parole più antiche che gli uomini abbiano mai pronunciato. Le piramidi egizie sono le costruzioni più antiche, e i nomi sono le parole più antiche. Le piramide sono riuscite a resistere agli attacchi del tempo e della natura. Anche i nomi si sono conservati per centinaia e centinaia di anni. Maria Montessori ha scelto di dare al nome il simbolo della piramide di colore nero, perchè il nero è il colore del carbone. Anche il carbone è antichissimo, e si è formato sulla terra milioni di anni fa.
La piramide media blu rappresenta l’aggettivo. Ha la stessa forma del simbolo del nome per mostrare la relazione che esiste tra il nome e l’aggettivo, ma è più piccola. Ricordate che l’aggettivo è una parola che si aggiunge al nome per descriverlo? Questo significa che quando vogliamo dire qualcosa il nome è la parola più importante, e per questo la piramide del nome è la più grande.
La piramide piccola azzurra rappresenta l’articolo. Anch’esso ha la stessa forma del simbolo del nome per mostrare la relazione che esiste tra il nome e l’articolo, ma è molto più piccola. L’articolo ci dice che sta per arrivare un nome e ci dice qualcosa sul numero e sul genere del nome. Ricordate che articolo significa piccolo ramo o piccolo braccio? L’articolo è come un piccolo braccio attaccato al grande nome, così la sua piramide è molto più piccola”:

– Ora presentiamo i simboli grammaticali. Mostriamo come le facce della piramidi siano triangolari. Sovrapponiamo i triangoli alle facce delle piramidi corrispondenti. Spieghiamo che usiamo i simboli per sostituire le piramidi quando lavoriamo con la grammatica:

– Ora mostriamo come aggiungere i simboli grammaticali alla frase IL PENNARELLO ROSSO. Chiediamo: “Qual è il nome?”. I bambini risponderanno PENNARELLO. Mettiamo il triangolo nero sulla parola.
Chiediamo: “Qual è l’aggettivo?”. I bambini risponderanno ROSSO. Mettiamo il simbolo blu sulla parola e diciamo: “L’aggettivo ci dice qualcosa delle qualità del nome”.
Infine chiediamo: “Qual è l’articolo?”. I bambini risponderanno IL. Mettiamo il simbolo azzurro sulla parola e diciamo: “L’articolo ci dice che sta arrivando un nome, se è maschile o femminile e se è singolare o plurale”:

– dopo aver presentato ai bambini i simboli grammaticali, mostriamo loro la carta della famiglia del nome, che mostra da sinistra a destra una bambina piccola (con un vestito azzurro) che tiene per mano la mamma (con un vestito nero) e una ragazza con un vestito blu:

Psicogrammatica Montessori: la famiglia del nome
Presentazione 2

Materiali

le tre piramidi per nome, articolo e aggettivo 

simboli grammaticali

– stencil dei simboli grammaticali (facoltativo)

– matite colorate
– carta della famiglia del nome.

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Oggi lavoreremo con nomi articoli e aggettivi, facendo qualcosa di nuovo”
– mostriamo la carta “Famiglia del nome” ai bambini. La carta mostra una madre, una ragazza e una bambina che si tengono per mano
– invitiamo i bambini a commentare la carta. La madre ha una gonna nera a forma di triangolo. La ragazza ha una gonna blu a forma di triangolo e la bambina una gonna azzurra  a forma di triangolo
– invitiamo i bambini a mettere in relazione l’immagine con i simboli dell’articolo, del nome e dell’aggettivo. Diciamo: “Questi tre simboli rappresentano il nome, l’aggettivo e l’articolo. Il nome, la parola più importante, è come la mamma. Le due figlie sono legate a lei, ed è la mamma che decide la loro posizione. La figlia più grande è “aggiunta” a lei, come l’aggettivo è “aggiunto” al nome. La figlia più piccola non può camminare da sola, dipende da sua madre e da sua sorella. Quindi le due sorelle prendono una data posizione rispetto alla mamma, come aggettivo e articolo prendono una data posizione rispetto al nome”
– invitiamo i bambini a confrontare le gonne dei personaggi della carta con i simboli grammaticali:

– prendiamo i simboli grammaticali e posizioniamoli sul piano di lavoro nello stesso ordine usato nella carta: articolo, nome, aggettivo
– diciamo: “Proprio come le due figlie, l’articolo e l’aggettivo non possono esistere senza la presenza del nome (cioè della madre). Tuttavia l’articolo può esistere anche senza l’aggettivo. L’ordine dei nostri simboli grammaticali, quindi, è molto simile all’ordine di questa famiglia, la famiglia del nome”
– i bambini possono registrare questa attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli sulle parole a mano libera o usando gli stencil.

Scopo:
– comprendere la relazione esistente tra articolo, aggettivo e nome;
– usare i simboli grammaticali per articoli, aggettivi e nomi.

Età: dai 6 anni.

Psicogrammatica Montessori: la famiglia del nome
Presentazione 3

Prerequisiti

lezioni di presentazione su nome articolo e aggettivo

Materiali

– prima carta della famiglia del nome (articolo, nome, aggettivo)
– seconda carta della famiglia del nome (articolo, aggettivo, nome)
simboli grammaticali

– strisce di carta bianca e penna nera
– forbici

Presentazione

– mostriamo la prima carta ai bambini e diciamo: “Questa carta mostra la mamma con una gonna nera, la bambina piccola con la gonna azzurra e la bambina più grande con la gonna blu”
– mostriamo i simboli grammaticali e diciamo: “Questi tre triangoli mostrano il nome, l’articolo e l’aggettivo”:

– continuiamo dicendo: “Il nome è come la mamma, perché è la parola più importante. L’articolo è come la bambina piccola: deve essere portata in braccio dalla mamma perché non sa camminare da sola. L’aggettivo è come la bambina più grande, che sta vicina alla mamma ma può camminare da sola
– diciamo: “Di solito la mamma tiene in braccio la piccola mentre la sorella grande le cammina a fianco”. Posizioniamo sul piano di lavoro i simboli grammaticali nell’ordine seguito sulla carta 1 e diciamo: “L’aggettivo è indipendente, come un bambino della scuola primaria, ma l’articolo dipende dal sostantivo, come un bambino piccolo dipende dalla madre.”
– “Questo è l’ordine delle parole più usato quando parliamo, ad esempio quando diciamo LA CASA GRANDE.”

– scriviamo LA CASA GRANDE su una striscia di carta e mettiamola sotto ai simboli

– Continuiamo dicendo: “Può anche succedere che a volte la bambina grande voglia aiutare la mamma, tenendo lei la sorellina”. Mostriamo ai bambini la seconda carta

– prendiamo altri tre simboli grammaticali e mettiamoli nell’ordine illustrato nella seconda carta. “A volte, quando parliamo, usiamo le parole anche in quest’ordine, come quando diciamo LA PRIMA VOLTA”
– scriviamo su una striscia di carta la frase e mettiamola sotto ai simboli

– diciamo: “Questi sono i modi corretti per ordinare le parole. Se non rispettiamo questo ordine, la frase non ha senso”
– con le forbici dividiamo le parole della prima frase e mostriamo varie combinazioni, spostando anche i simboli

– fare lo stesso con la seconda frase, poi rimettere tutto nell’ordine corretto
– il bambino può disegnare la famiglia del nome sul suo quaderno di grammatica.

Note: dopo il primo lavoro sul nome raccontiamo la storia della piramide nera.

Psicogrammatica Montessori: la famiglia del nome
Presentazione 4 – spostamenti

Materiali

– la carta della famiglia del nome
simboli grammaticali

– cartellini in bianco
– matite o pennarelli colorati (nero, azzurro, blu)
– forbici
– stencil dei simboli grammaticali (facoltativi).

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Oggi lavoreremo coi nomi, gli articoli e gli aggettivi, facendo qualcosa di nuovo”
– mostriamo ai bambini la carta della famiglia del nome
– diciamo: “Questo è l’ordine che di solito usiamo per articoli, nomi e aggettivi”
– su un cartellino in bianco scriviamo IL FIORE GIALLO usando l’azzurro per l’articolo, il nero per il nome e il blu per l’aggettivo
– invitiamo i bambini a leggere la frase e chiediamo: “Secondo voi la frase suona bene?”. I bambini risponderanno di sì. L’orecchio del bambino, guidato dalla sensibilità per il linguaggio, funge da controllo per l’errore
– i bambini posizionano i tre simboli grammaticali sulle parole

– togliamo i simboli grammaticali e tagliamo la striscia per dividere le parole. Chiediamo: “Cosa succede se cambiamo l’ordine delle parole?”
– invitiamo un bambino a spostare i cartellini in tutti i modi possibili e a leggere ogni volta la frase:

– chiediamo: “Quale frase suona bene?”. Solo la frase originale: IL FIORE GIALLO. Il bambino capisce intuitivamente qual è la frase corretta
– invitiamo un bambino a spostare di nuovo l’ordine delle parole spostando anche i simboli grammaticali. Confrontiamo l’ordine dei simboli con quelli presenti sulla carta della famiglia del nome. Diciamo: “La carta della famiglia del nome mostra l’ordine corretto per articolo nome e aggettivo. Se si cambia questo ordine, l’intero senso della frase cambia”
– i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare sulle parole i simboli grammaticali, a mano libera o utilizzando gli stencil.

Scopo:
– comprendere l’ordine logico delle parole nelle frasi per quanto riguarda articoli nomi e aggettivi.

Età: dai 6 anni

Psicogrammatica Montessori: la famiglia del nome
Presentazione 5

Questa presentazione ha lo scopo di connettere le regole grammaticali che guidano il linguaggio a contesti ben conosciuti dai bambini, come la vita familiare.

Facendo leva sulle competenze di ascolto e comprensione dei bambini, possiamo usare una carta illustrata e raccontare la storia della famiglia del nome per far comprendere le relazioni esistenti nella frase tra articolo, nome ed aggettivo.

Psicogrammatica Montessori: la famiglia del nome – Racconto
“Quando usiamo un nome, esso è preceduto quasi sempre da un articolo. L’articolo e il sostantivo stanno insieme, proprio come un bambino piccolo sta con la sua mamma. Quindi possiamo pensare a queste parole come i membri di una famiglia.
Anche l’aggettivo fa parte di questa famiglia, che è la FAMIGLIA DEL NOME. L’aggettivo a volte è presente e a volte no, infatti possiamo dire IL LIBRO. Però possiamo anche dire IL LIBRO ROSSO, usando una parola che descrive il libro o indica una sua qualità. Questa parola è appunto un aggettivo. L’aggettivo non ha bisogno di stare sempre con la mamma: a volte esce coi suoi amici, va a scuola e fa altre cose.
L’articolo, il nome e l’aggettivo sono i membri della FAMIGLIA DEL NOME.

Psicogrammatica Montessori: la famiglia del nome

Psicogrammatica Montessori: flessione dell’aggettivo

Psicogrammatica Montessori: flessione dell’aggettivo per bambini della scuola primaria. Gli esercizi per la flessione portano i bambini a conoscere una notevole quantità di aggettivi. Il materiale comprende due serie di venti aggettivi maschili (20 + 20) e di venti femminili (20 + 20) nei due numeri singolare e plurale (per un totale di 80 cartellini, 40 singolari e 40 plurali).

Una metà dei cartellini, legata a parte, serve a dirigere la collocazione dell’altra metà.

Psicogrammatica Montessori: flessione dell’aggettivo

Psicogrammatica Montessori: flessione dell’aggettivo

Con questi cartellini si fanno esercizi individuali e collettivi.

Ad esempio si distribuiscono tra tutti i bambini le forme plurali degli aggettivi, mentre un bambino legge uno ad uno gli aggettivi singolari, attendendo per ciascuno la risposta del bambino che ha l’aggettivo corrispondente.

Psicogrammatica Montessori: flessione dell’aggettivo

Psicogrammatica Montessori: giochi logici per l’aggettivo

Psicogrammatica Montessori: giochi logici per l’aggettivo per bambini della scuola primaria. Il gioco del detective coi triangoli (indovina l’aggettivo) con tutto il materiale scaricabile e stampabile in formato pdf.

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Psicogrammatica Montessori: giochi logici per l’aggettivo

Presentazione 1
Il gioco del detective coi triangoli

Materiali:
– cartellini in bianco (o cartellini pronti)
– penna nera.
– i 63 triangoli per il gioco del detective e i 63 cartelli dei comandi (puoi scaricarli qui: cartelli per il gioco del detective)

I triangoli hanno:
– tre colori: rosso blu e giallo
– tre dimensioni: grande medio e piccolo
– tre tipi di angolo: rettangolo, acuto e ottuso
– tre tipi di lati: equilatero, isoscele e scaleno.

Questi sono i miei cartellini pronti per il download e la stampa, comprensivi dei 63 cartelli dei comandi, in stampato minuscolo o corsivo:

Presentazione

– mettiamo tutti i triangoli in ordine sparso sul piano di lavoro

– diciamo ai bambini: “Io tra tutti questi voglio solo un triangolo specifico. Riuscirete ad indovinare quale voglio?”

– un primo bambino sceglie un triangolo e ce lo porge. Diciamo: “No, mi dispiace. Il triangolo che voglio io non è di questo colore”.

– grazie all’indizio del colore, il bambino riuscirà a scartare tutti i colori sbagliati, nell’esempio dopo il rosso il blu:

– e a conservare tutti i triangoli del colore corretto. Se ad esempio il colore corretto è GIALLO, scriviamo su un cartellino l’aggettivo GIALLO (oppure usiamo il cartellino pronto)

– a questo punto la caccia va avanti, eliminando via via alcuni triangoli che non presentano gli aggettivi richiesti:

– ogni volta che il bambino individua una qualità corretta, scriviamo un cartellino (oppure usiamo i cartellini pronti) e aggiungiamolo agli altri:

– alla fine, quando rimane soltanto un triangolo, gli aggettivi coprono tutte le sue caratteristiche: IL TRIANGOLO GIALLO ISOSCELE PICCOLO ACUTANGOLO

– chiediamo ai bambini di porre il simbolo grammaticale corretto sopra ogni cartellino:

Nota: ogni volta che viene dato un nuovo indizio i triangoli che non rispondono alla descrizione vengono rimossi dal piano di lavoro. Il bambino può misurare i lati dei triangoli col righello e gli angoli col goniometro.

Scopo:
– comprendere la funzione dell’aggettivo
– comprendere l’uso degli articoli qualificativi.

Età: dai 7 ai 9 anni. Il bambino deve conoscere la classificazione geometrica dei triangoli in base ai lati e agli angoli.


Presentazione 2
Il gioco del detective coi triangoli

Materiali

– i 63 triangoli per il gioco del detective
– cartellini pronti per il gioco del detective)
– 63 carte dei comandi per il gioco del detective
– simboli grammaticali
– strisce bianche di carta e matite colorate
– stencil dei simboli grammaticali (facoltativo)
– una lente di ingrandimento
– righello e goniometro (facoltativi).

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Oggi lavoreremo con gli articoli i nomi e gli aggettivi, facendo qualcosa di nuovo”
– ricordiamo l’ordine delle parole, che di solito è formato da articolo, nome e aggettivo e poniamo in quest’ordine i simboli grammaticali lungo il margine superiore del piano di lavoro
– diamo la lente di ingrandimento a un bambino e diciamo: “Userai la lente di ingrandimento per risolvere il mistero del triangolo perduto. Come un detective, seguirai gli indizi per risolvere il mistero”

– mettiamo sul piano di lavoro tutti i triangoli in ordine sparso. Diciamo: “Da qualche parte in questo mucchio di 63 triangoli si nasconde il triangolo perduto”

– scriviamo il primo indizio, cioè IL TRIANGOLO sulla striscia di carta. Il bambino con la lente di ingrandimento sceglie un triangolo. Diciamo: “Grazie, questo è un triangolo, ma non è il triangolo perduto”

– diamo al bambino un altro indizio aggiungendo l’aggettivo ROSSO

– rimuoviamo dal piano di lavoro tutti i triangoli che non sono rossi, e il bambino sceglierà un triangolo tra questi. Quando ce lo porge diciamo: “Grazie, questo è un triangolo rosso, ma non è il triangolo perduto”
– aggiungiamo un nuovo indizio: IL TRIANGOLO ROSSO GRANDE
– rimuoviamo dal piano di lavoro tutti i triangoli che non sono grandi

– aggiungiamo un nuovo indizio: IL TRIANGOLO ROSSO GRANDE RETTANGOLO
– rimuoviamo tutti i triangoli che non sono rettangoli

– aggiungiamo l’ultimo indizio: IL TRIANGOLO ROSSO GRANDE RETTANGOLO SCALENO. Finalmente avremo trovato il triangolo perduto

– quando il bambino ha individuato il triangolo perduto, come tutti i detective, dovrà scrivere un rapporto. Ogni bambino, quindi, registrerà la descrizione del triangolo perduto sul suo quaderno di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali, a mano libera o utilizzando gli stencil.

Psicogrammatica Montessori: giochi logici per l’aggettivo – Nota: ogni volta che viene dato un nuovo indizio i triangoli che non rispondono alla descrizione vengono rimossi dal piano di lavoro. Il bambino può misurare i lati dei triangoli col righello e gli angoli col goniometro.

Psicogrammatica Montessori: giochi logici per l’aggettivo – Scopo:
– comprendere la funzione dell’aggettivo
– comprendere l’uso degli articoli qualificativi.

Psicogrammatica Montessori: giochi logici per l’aggettivo – Età: dai 7 ai 9 anni. Il bambino deve conoscere la classificazione geometrica dei triangoli in base ai lati e agli angoli.


Esercizio 3
Il gioco del detective coi triangoli – esercizio individuale

Materiali

– i 63 triangoli del gioco del detective
– i comandi per il gioco del detective
– i cartellini preparati per nome, articolo, aggettivo
– simboli grammaticali.

Esercizio

– si mettono i triangoli in ordine sparso sul piano di lavoro
– il bambino sceglie un comando, lo legge e lo pone sul piano di lavoro:

– a questo punto compone la frase con i cartellini, ponendo sotto al comando articolo e nome e in seguito un aggettivo alla volta:

– per ogni aggettivo compie una selezione tra i triangoli, eliminando di volta in volta quelli che non rispondono all’aggettivo scritto sul cartellino:

– al termine il bambino aggiungerà su ogni cartellino il simbolo grammaticale appropriato

– il bambino può registrare l’esercizio sul suo quaderno di grammatica.

Nota

ogni volta che viene dato un nuovo indizio i triangoli che non rispondono alla descrizione vengono rimossi dal piano di lavoro. Il bambino può misurare i lati dei triangoli col righello e gli angoli col goniometro.

Scopo

– comprendere la funzione dell’aggettivo
– comprendere l’uso degli articoli qualificativi.

Età

dai 7 ai 9 anni. Il bambino deve conoscere la classificazione geometrica dei triangoli in base ai lati e agli angoli.

Esercizio 4
Il gioco del detective coi triangoli – esercizio collettivo

Materiali

– i 63 triangoli del gioco del detective
– i 63 comandi per il gioco del detective.

Esercizio

– mettiamo tutti i triangoli in ordine sparso su un ampio piano di lavoro
– distribuiamo tutti i comandi tra tutti i bambini (ogni bambino può avere più di un comando)
– ogni bambino dovrà individuare i propri triangoli e toglierli dal tavolo
– al termine dell’esercizio non dovrebbe rimanere nessun triangolo sul piano di lavoro.

Nota

ogni volta che viene dato un nuovo indizio i triangoli che non rispondono alla descrizione vengono rimossi dal piano di lavoro. Il bambino può misurare i lati dei triangoli col righello e gli angoli col goniometro.

Scopo

– comprendere la funzione dell’aggettivo
– comprendere l’uso degli articoli qualificativi.

Età

dai 7 ai 9 anni. Il bambino deve conoscere la classificazione geometrica dei triangoli in base ai lati e agli angoli.

Psicogrammatica MontesPresentazione 5
Il gioco del detective coi triangoli 

Prerequisiti

– lezioni sull’aggettivo,
– lezioni di geometria sui tipi di triangoli.

Materiali

– 63 cartellini che descrivono ogni triangolo (comandi per il gioco del detective);
– simboli grammaticali;
– la scatola dei triangoli per il gioco del detective.

Presentazione

– invitiamo un piccolo gruppo di bambini e stendiamo il tappeto
– mettiamo i triangoli sul tappeto e spieghiamo ai bambini che dovranno cercare i triangoli perduti
– leggiamo la prima carta, ad esempio TROVA IL TRIANGOLO EQUILATERO BLU PICCOLO
– formiamo un gruppo di tutti i triangoli equilateri eliminando gli altri

– poi facciamo un gruppo di tutti i triangoli equilateri blu eliminando gli altri

– infine teniamo solo quello piccolo
– mettiamo il comando sotto al triangolo
– aggiungiamo su ogni parola il simbolo grammaticale corrispondente
– i bambini possono disegnare il triangolo sui loro quaderni di grammatica, scrivere la didascalia ed aggiungere i simboli grammaticali.

Punti di interesse

– conoscere i vari attributi dei triangoli,
– classificare i triangoli in base agli attributi,
– giocare ad essere un detective.

Controllo dell’errore

ogni triangolo ha una suo cartellino.

Varianti

– il bambino può tracciare e ritagliare dei triangoli aggiuntivi in cartoncino.

Nota

ogni volta che viene dato un nuovo indizio i triangoli che non rispondono alla descrizione vengono rimossi dal piano di lavoro. Il bambino può misurare i lati dei triangoli col righello e gli angoli col goniometro.

Scopo

– comprendere la funzione dell’aggettivo
– comprendere l’uso degli articoli qualificativi
– fare pratica con gli aggettivi
– fare pratica con i concetti geometrici.

Età

dai 7 ai 9 anni. Il bambino deve conoscere la classificazione geometrica dei triangoli in base ai lati e agli angoli.

Presentazione 6
Il gioco del detective coi triangoli 

Materiali

– i 63 triangoli del gioco del detective
– i cartellini dei nomi, degli articoli e degli aggettivi per il gioco del detective

Esercizio

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Oggi lavoreremo con gli articoli, i nomi e gli aggettivi, facendo una nuova attività”
– mettiamo tutti i triangoli e i cartellini sul piano di lavoro
– invitiamo i bambini a classificare i cartellini in sei colonne, come segue:

– invitiamo il bambino a prendere un cartellino da ogni colonna e a formare con questi cartellini una riga

– invitiamo il bambino a cercare il triangolo che corrisponde alle qualità indicate dai cartellini

– il bambino troverà il triangolo giusto come ha fatto col gioco del triangolo perduto fatto nelle presentazioni precedenti: se il triangolo è rosso, eliminerà dal mucchio tutti i triangoli non rossi; se è grande eliminerà tutti i triangoli che non lo sono, ecc.

– al termine il bambino rimetterà i cartellini al loro posto e un altro bambino potrà svolgere lo stesso esercizio, scegliendo i cartellini che preferisce.

Scopo

– comprendere la funzione dell’aggettivo
– comprendere l’uso degli articoli qualificativi
– fare pratica con gli aggettivi
– fare pratica con i concetti geometrici.

Età

dai 7 ai 9 anni. Il bambino deve conoscere la classificazione geometrica dei triangoli in base ai lati e agli angoli.


Presentazione 7
Il gioco del detective coi triangoli 

Materiali

– i 63 triangoli del gioco del detective
– i 63 cartelli dei comandi per il gioco del detective
– matite colorate
– stencil dei simboli grammaticali (facoltativo).

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Oggi lavoreremo con gli articoli, i nomi e gli aggettivi, facendo una nuova attività”
– disponiamo tutti i triangoli in ordine sparso sul piano di lavoro
– distribuiamo i comandi tra i bambini
– invitiamo ogni bambino a leggere il suo comando e a trovare il triangolo indicato
– i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica, disegnando sulle parole i simboli grammaticali a mano libera o usando gli stencil.

Scopo

– comprendere la funzione dell’aggettivo
– comprendere l’uso degli articoli qualificativi
– fare pratica con gli aggettivi
– fare pratica con i concetti geometrici.

Età

dai 7 ai 9 anni. Il bambino deve conoscere la classificazione geometrica dei triangoli in base ai lati e agli angoli.

Psicogrammatica Montessori: giochi logici per l’aggettivo

Psicogrammatica Montessori: i gradi dell’aggettivo

Psicogrammatica Montessori: i gradi dell’aggettivo. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.

Psicogrammatica Montessori: i gradi dell’aggettivo
Presentazione 1

Materiali

– aste della lunghezza o corde di diverse misure

Introduzione orale

– invitiamo un gruppo di bambini ad unirsi a noi per la presentazione
– mettiamo le aste (o le corde) sul piano di lavoro in ordine crescente
– chiediamo a un bambino di darci un’asta (corda) LUNGA e mettiamola al centro del piano di lavoro
– invitiamo un altro bambino a darci un’asta (corda) PIÙ’ LUNGA. Chiediamogli di verificare e rimettiamola a posto
– ripetiamo con altri bambini
– chiediamo a un altro bambino di darci un’asta (corda) PIÙ’ CORTA, verifichiamo e rimettiamola a posto.

Presentazione

– aste della lunghezza o corde di diverse misure 
– cartellini dei titoli per i gradi dell’aggettivo
– cartellini in bianco e matita

– invitiamo un gruppo di bambini ad unirsi a noi per la presentazione
– mettiamo le aste (o le corde) sul piano di lavoro in ordine crescente
– chiediamo a un bambino di darci un’asta (corda) LUNGA e mettiamola sul piano di lavoro. Scriviamo su un cartellino LA CORDA LUNGA
– invitiamo un altro bambino a darci un’asta (corda) PIÙ LUNGA. Chiediamogli di verificare, poniamola accanto alla prima e scriviamo su un cartellino LA CORDA PIÙ’ LUNGA
– mettiamo sul margine superiore del piano di lavoro i due cartellini dei titoli GRADO POSITIVO e GRADO COMPARATIVO.

Psicogrammatica Montessori: i gradi dell’aggettivo
Presentazione 2

Materiali

– aste rosse della lunghezza o tre nastri o corde in tre diverse lunghezze
– strisce di carta e matita

Esperienza chiave

– invitare un gruppo di almeno tre bambini ad unirsi a noi nell’esercizio
– diamo a un bambino la prima corda (o asta) e chiediamo di metterla sul piano di lavoro. Chiediamo a un altro bambino di prendere la corda (o asta) più lunga, e al terzo bambino di prendere  quella lunghissima, mettendole in ordine crescente
– diciamo: “Questa corda (o asta) è lunga, questa è più lunga rispetto a questa. Quando abbiamo due oggetti da confrontare, nel nostro caso le corde (aste) la parola LUNGA che usiamo per la prima corda (asta) si chiama AGGETTIVO POSITIVO. Per la seconda corda (asta) diciamo che è PIÙ’ LUNGA: questo è l’AGGETTIVO COMPARATIVO”
– “la terza corda (asta) è la più lunga di tutte, quindi diciamo che è LUNGHISSIMA. Questa parola si chiama AGGETTIVO SUPERLATIVO”.

Estensioni

cartellini per i gradi dell’aggettivo IIE
– carte dei comandi per l’aggettivo
– scrivere le proprie liste di aggettivi su tre colonne per i tre gradi
– creare elenchi di nomi e aggettivi.

fo – arcistufo. Denso – più denso – densissimo. Generoso – più generoso – generosissimo. Interessante – più interessante – interessantissimo. Piacevole – più piacevole – piacevolissimo.

Grado positivo, comparativo e superlativo
Presentazione 1

Prerequisiti

– lezione introduttiva agli aggettivi,
– studio delle parole sui suffissi,
–  lezione sui suffissi per gli aggettivi.

Materiali

– cartellini degli aggettivi di grado positivo, comparativo e superlativo
– cartellini dei titoli: aggettivo, positivo, comparativo, superlativo
– alfabeti mobili in due colori o cartellini bianchi e penna nera, azzurra e blu
– simboli grammaticali.

Presentazione

– invitare un piccolo gruppo di bambini e stendere il tappeto
– chiedere ai bambini di elencare molti aggettivi. Spiegare che questi aggettivi sono di grado positivo
– dire ai bambini che quando noi compariamo un nome ad un altro generalmente usiamo un aggettivo per fare questo. Quando lo facciamo la forma dell’aggettivo cambia
– fare un esempio dicendo: “Se io voglio comparare Susanna a Gaia in base alla loro età, devo dire che Susanna è più grande di Gaia. Come è cambiato l’aggettivo?”
– scrivere con gli alfabeti mobili SUSANNA E’ PIÙ GRANDE DI GAIA. Dire ai bambini: “Quando compariamo due nomi, di solito usiamo più … di. L’aggettivo diventa di grado comparativo”
– continuare l’esempio per spiegare che se voglio comparare una terza persona con Susanna e Gaia, potremo dire, ad esempio, che Antonio è il più grande.
– scrivere con gli alfabeti mobili ANTONIO E’ IL PIÙ GRANDE. Dire ai bambini: “In questo caso l’aggettivo diventa di grado superlativo”
– disporre i cartellini titolo sul tappeto
– scegliere e abbinare i cartellini degli aggettivi nei tre gradi
– i bambini possono registrare l’esercizio sui loro quaderni di grammatica.

Scopo

– imparare come si usa l’aggettivo per comparare i nomi
– uso dei suffissi per i gradi dell’aggettivo

Controllo dell’errore

ogni aggettivo positivo ha un suo comparativo e superlativo

Varianti

usare la lista di aggettivi che i bambini hanno creato all’inizio della lezione, cambiando ognuno in un comparativo e in un superlativo

Estensioni

chiedere ai bambini di scrivere frasi usando gli aggettivi in ogni grado.

Presentazione 2

Materiali

– tre serie di cartellini per gli aggettivi nei gradi positivo, comparativo e superlativo
– scheda di controllo.

Esercizi preliminari

– ripassare con i bambini i gradi degli aggettivi utilizzando i materiali sensoriali, ad esempio le aste rosse della lunghezza (corta, cortissima, più corta di, meno corta di)

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– poniamo lungo il margine superiore del piano di lavoro i cartellini dei titoli e diciamo ai bambini: “Questi sono i gradi dell’aggettivo”
– posizionare i cartellini sotto ai titoli in modo corretto.

Controllo dell’errore

ogni aggettivo positivo ha un suo comparativo e superlativo.

Scopo

– rendere il bambino consapevole del corretto utilizzo degli aggettivi
– ampliare il vocabolario
– incoraggiare i bambini ad esplorare il linguaggio attraverso lo studio delle parole.

Età al Presentazione

dai sei anni.

Psicogrammatica Montessori: i gradi dell’aggettivo

Psicogrammatica Montessori l’inventario di classe per l’aggettivo

Psicogrammatica Montessori l’inventario di classe per l’aggettivo. Presentazioni ed esercizi per la scuola primaria.

Materiali

– cartellini in bianco
– penna nera, blu, azzurra
simboli grammaticali per nome, articolo e aggettivo.

Esercizio

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Oggi lavoreremo con i nomi, gli articoli e gli aggettivi. Oggi con i nomi, gli articoli e gli aggettivi faremo qualcosa di nuovo.”
– invitiamo i bambini a nominare un oggetto presente in classe e ad usare l’articolo e l’aggettivo più adatti. Chiediamo al bambino di spiegarci perchè ha scelto quell’articolo e quell’aggettivo
– scriviamo su tre cartellini in bianco separati le parole scelte dal bambino, usando l’azzurro per l’articolo, il nero per il nome e il blu per l’aggettivo.
– chiediamo al bambino di mettere i tre cartellini sul piano di lavoro nell’ordine corretto
– invitiamo il bambino a mettere su ogni parola il simbolo grammaticale corrispondente
– invitiamo il bambino a rileggere la frase
– ripetiamo l’esercizio con gli altri bambini
– i bambini possono registrare l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali su ogni parola
– il bambino nei giorni successivi può svolgere l’attività in modo autonomo.

Scopo

comprendere la funzione dell’aggettivo
– comprendere l’ordine logico delle parole nella frase.

Età

dai 6 anni.

Psicogrammatica Montessori l’inventario di classe per l’aggettivo

Psicogrammatica Montessori: esperienze chiave sull’aggettivo

Psicogrammatica Montessori: esperienze chiave sull’aggettivo per bambini della scuola primaria.

Materiali

– tre fiori di tre diversi colori
– cartellini bianchi
– penna nera, azzurra e blu.

Presentazione

– invitiamo un piccolo gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Abbiamo lavorato a lungo con i nomi e gli articoli”
– “Oggi faremo altre attività con i nomi e gli articoli, e con altre parole”
– mettiamo i fiori formando una fila orizzontale sul tavolo o sul tappeto
– scriviamo IL FIORE su un cartellino bianco scrivendo IL in azzurro e FIORE in nero
– invitiamo il bambino a leggere il cartellino. Diciamo a un bambino: “Dammi il fiore”
– quando il bambino ci dà il fiore, diciamo: “Grazie, questo è un fiore bellissimo, ma non è il fiore che volevo…”
– quando il bambino di dà un altro fiore, diciamo ancora: “Grazie. Questo è un altro bellissimo fiore, ma non è ancora il fiore che volevo. Non riesci a darmi il fiore che voglio perchè non mi sto spiegando abbastanza bene. Dovrei aggiungere qualche altra informazione”
– aggiungiamo al cartellino dove abbiamo scritto IL FIORE l’aggettivo per il colore del terzo fiore (quello che il bambino non ci ha dato), ad esempio GIALLO
– invitiamo il bambino a leggere il cartellino e darci il fiore indicato
– diciamo al bambino: “Come hai fatto a capire quale fiore darmi?”. Il bambino risponderà che è successo grazie alla parola che indicava il colore del fiore
– diciamo: “Non potevi sapere quale fiore darmi finché io non ho aggiunto una nuova informazione accanto al nome. Quando ho aggiunto una parola che descriveva meglio il nome, mi hai potuto dare il fiore che volevo.  Le parole che aggiungono informazioni sui nomi o che li descrivono si chiamano aggettivi
– scriviamo i cartellini per gli altri due fiori, comprensivi di articolo nome e aggettivo
– invitiamo i bambini a leggere i cartellini e posizionare il fiore indicato accanto al cartellino
– indichiamo gli aggettivi presenti nei tre cartellini e diciamo: “Queste parole ROSSO, ARANCIO GIALLO aggiungono informazioni ai nomi o li descrivono. Le parole che aggiungono informazioni sui nomi o che descrivono i nomi sono chiamate AGGETTIVI. Le parole ROSSO, ARANCIO, GIALLO sono aggettivi perchè descrivono il nome FIORE”
– aggiungiamo: “La parola AGGETTIVO viene dal latino ADIECTIVUS che significa “aggiunta”. L’aggettivo aggiunge significati, descrizioni o qualità al nome
– posizioniamo i cartellini dei titoli ‘ESPERIENZA CHIAVE PER L’AGGETTIVO’ e ‘AGGETTIVO: dal latino adiectivus = aggiunta’
– i bambini possono registrare l’attività sui loro quaderni di grammatica.

Scopo diretto

– comprendere la funzione degli aggettivi.

Età

dai 6 anni.

Psicogrammatica Montessori: esperienze chiave sull’aggettivo

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