Giochi col ghiaccio – 50+ idee

Giochi col ghiaccio – 50+ idee:- una collezione di giochi, attività, esperimenti scientifici col ghiaccio, per bambini della scuola d’infanzia e primaria, molto adatti al periodo estivo…

1. fate tanti cubetti di ghiaccio utilizzando una miscela di poca acqua, bicarbonato di sodio e aceto, colorando con l’aggiunta di coloranti alimentari vari. Mettete nel congelatore, quindi metteteli un una bacinella di plastica, mettendo a disposizione dei bambini vari utensili di cucina, siringhe senza ago o pompette, e ciotoline con vari elementi che possono divertire i bambini: aceto, sale, bicarbonato, sapone liquido, ecc… Di http://fun-a-day.com/

2. per un bel gioco sensoriale utilizzate i palloncini per creare tante palline di ghiaccio colorato, di http://sunnydaytodaymama.

3. questa prima versione di barchetta di ghiaccio è realizzata usato come forma i bicchieri di plastica. Si riempie d’acqua il bicchiere, e si fissa al centro del bicchiere una cannuccia da bibita. Tolto dal congelatore, si fissano alla cannuccia vele e bandiera. Di http://homeschooljournal-bergblog

4. un’idea semplicissima e un po’ magica per la merenda dei bambini. Mettete qualche goccia di colorante alimentare diverso sul fondo di ogni bicchiere. Quando sarà il momento di offrire ai bambini l’acqua (o qualsiasi altra bevanda di colore chiaro) nascondete il colorante con dei cubetti di ghiaccio, e versate. Sorpresa! Ogni bicchiere conterrà una “bibita” di colore diverso. Di http://homeschooljournal-bergblog.blogspot.

5. naturalmente con cubetti di ghiaccio, acqua, giocattoli e altri piccoli elementi si possono inventare tantissime vaschette sensoriali; questa è di http://wemadethat.blogspot.co.uk/

6. e per i più piccoli bastano cubetti di ghiaccio colorati con coloranti alimentari ed acqua. Di http://www.plainvanillamom.com/

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7. vaschetta sensoriale di ghiaccio fluorescente (ottenuto riciclando evidenziatori scarichi) anche per light box, qui 

8. una vaschetta sensoriale (anche per light box) realizzata con ghiaccio colorato e braccialetti fluorescenti, qui 

9. la mia versione di caccia al tesoro nel ghiaccio, qui 

10. altra sensory tub, tutta di ghiaccio colorato, di http://mamaofmanyblessings.com/ (ottima anche per giocare ai travasi corredata da cucchiai o pinze da ghiaccio o da insalata)

11. gioco del bowling con bottiglie di plastica e palle di ghiaccio colorato (si preparano riempendo d’acqua e colori alimentari dei palloncini), si  http://alittlelearningfortwo.blogspot.com.au/

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12. ricetta per realizzare gessetti da asfalto di ghiaccio: miscelate amido di mais ed acqua in parti uguali, ed aggiungete coloranti alimentari. Versate negli stampini da ghiaccio e congelate. Aggiungendo polvere di gesso bianca, avrete dei gessetti marmorizzati. Di http://www.readingconfetti.com/

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13. altre barchette di ghiaccio, tutorial di http://www.readingconfetti.com/

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14. diluite i colori a tempera con poca acqua, versate negli stampini da ghiaccio in colori singoli o anche a più strati di colore diverso e ghiacciate. I cubetti ottenuti si usano all’aperto per dipingere su carta o tessuto, di http://www.learnplayimagine.com/

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15. ghiacciando invece i colori ad acquarello diluiti, otterrete un materiale che consente meravigliose esperienze di colore, su carta. Di http://www.learnplayimagine.com/

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16. sculture di ghiaccio e sale. Bellissima attività anche per i più piccoli. Preparate un blocco di ghiaccio abbastanza grande utilizzando un contenitore da cucina o anche un grande palloncino. Ponete il blocco su un vassoio. Il bambino cosparge il blocco di sale grosso, poi utilizzando siringhe, pipette, spruzzini o anche pennelli, colora con acquarelli (o anche con coloranti alimentari) creando effetti spettacolari. Di http://artfulparent.typepad.com/

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17. tunnel colorati nel ghiaccio di http://artandcreativity.blogspot.it/. E’ un’attività artistica adatta anche ai più piccoli, e insieme un divertente esperimento scientifico. Preparate vari blocchi di ghiaccio di varie dimensioni, utilizzando sacchetti di plastica o contenitori da cucina. Quando i blocchi sono pronti, preparate i barattoli di colore ad acquarello (o colorante alimentare) aggiungendo ad ognuno un abbondante cucchiaio di sale fino. Utilizzando una pipetta o una siringa senza ago, versate un colore in un punto del blocco di ghiaccio: vedrete il liquido colorato scavare un tunnel all’interno del blocco. Infatti il sale ha la proprietà di ridurre il punto di congelamento dell’acqua.

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18. bellissimo gioco di caccia al tesoro frizzante di http://fun-a-day.com/. Preparate una soluzione con 3 parti di bicarbonato di sodio, 1 parte di acqua, e colorante alimentare. Mettete sul fondo degli stampini da ghiaccio dei piccoli tesori (monete, perline, ecc…) quindi versate la soluzione e ghiacciate. Quando i cubetti saranno pronti, i bambini potranno divertirsi a trovare i tesori utilizzando aceto e acqua.

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19. Collane e gioielli di ghiaccio: metti alcuni cubetti di ghiaccio in un bicchiere d’acqua. Bagna il filo di cotone, poi posalo sui cubetti che galleggiano nel bicchiere. Cospargi di sale per tutta la lunghezza del filo e aspetta circa 10 secondi. Solleva il filo: avrai tra le mani la tua collana di ghiaccio… ancora più bello utilizzando formine a stella o cuore e coloranti alimentari. Qui: https://www.lapappadolce.net/59-esperimenti-scientifici-una-collana-di-ghiaccio/

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20. per creare la pioggia in vaso servono un barattolo di vetro con coperchio metallico, acqua bollente , cubetti di ghiaccio, torcia elettrica… Qui: https://www.lapappadolce.net/30-esperimenti-scientifici-creare-la-pioggia-in-un-vaso/

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21. per ottenere un buonissimo gelato senza gelatiera, inseriamo la busta col composto in una seconda busta di plastica un po’ più grande, riempita per un terzo circa di cubetti di ghiaccio al quale aggiungeremo una tazza abbondante di sale da cucina. Qui https://www.lapappadolce.net/22-esperimenti-scientifici-ghiaccio-e-sale-il-gelato-senza-gelatiera/

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22. per creare la nebbia in un vaso possiamo riempire un vaso di vetro con acqua calda, immergervi un fiammifero acceso dopo averlo tenuto qualche secondo all’interno, quindi coprire il vaso con un sacchetto di ghiaccio. Qui https://www.lapappadolce.net/13-esperimenti-scientifici-la-nebbia-in-vaso/

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23. gioco sensoriale con ghiaccio colorato e schiuma da barba, di http://www.growingajeweledrose.com

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24. tempera ghiacciata per dipingere. Versare la tempera non diluita negli stampini da ghiaccio e mettere in congelatore per circa 20 minuti, quindi inserire i bastoncini in posizione verticale e lasciare congelare completamente. Possono essere usati come pennelli, su carta.  Di http://www.momto2poshlildivas.com/

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25. mostriciattoli di ghiaccio e spaghetti colorati con coloranti alimentari, per il gioco sensoriale, di http://www.growingajeweledrose.com/

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26. bellissima idea adatta anche ai più piccoli per imparare a conoscere i colori primari e secondari, di http://thepreschoolexperiment. Preparate tanti cubetti di ghiaccio nei colori primari utilizzando acquarelli o coloranti alimentari. Mettete i cubetti in bicchieri trasparenti per vederli miscelare tra loro sciogliendosi.

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27. architetture di ghiaccio di http://www.pbs.org/. Dopo aver preparato vari blocchi di ghiaccio di varie forme, dimensioni e colori si possono realizzare costruzioni come queste. Per far aderire i blocchi tra loro basta aggiungere un po’ di sale fino, ma questo accorgimento non funziona se l’esterno del ghiaccio non è asciutto. (Il sale porta la superficie del ghiaccio a sciogliersi, poi quando si posiziona il secondo blocco di ghiaccio su di esso, l’acqua che si è formata grazie al sale congela di nuovo.)

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28. congeliamo negli stampini da ghiaccio aceto colorato con coloranti alimentari. Quando è pronto prepariamo una soluzione di acqua e bicarbonato di sodio per giocare. Di http://inspirationlaboratories.com/

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29. dinosauri imprigionati nel ghiaccio di http://happyhooligans.ca/. Preparate un grande blocco di ghiaccio a più strati, inserendo via via dinosauri giocattolo, pietre, conchiglie, ecc… Possono servire più giorni. Quando il blocco è pronto mettere a disposizione dei bambini vari attrezzi e materiali (ciotoline di sale fino colorato con coloranti alimentari, saliera da tavola, siringhe, provette, martelli, bastoncini, acqua calda)

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30. uova di ghiaccio colorato con sorpresa di http://sassyssanity.blogspot.it/

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31. travasi di ghiaccio, attività montessoriana per i più piccoli, di http://www.toddlerapproved.com/

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32. ghiaccioli alla frutta, di http://www.toddlerapproved.com/

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33. ghiaccio tritato (o in cubetti), coloranti alimentari e light box, di http://www.ottawavalleymoms.com/

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34. cubetti di ghiaccio colorato con coloranti alimentari nella vasca da bagno, per giocare durante il bagnetto, di http://www.ottawavalleymoms.com/

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35. bolle di sapone ghiacciate di http://www.wikihow.com/. Bellissima attività, che richiede una certa pazienza. Per prima cosa rovesciate il vostro liquido per bolle di sapone in un piatto, quindi con una cannuccia cercate di creare una grande bolla alla volta sulla superficie del liquido. Preparate un secondo piatto con una leggera pellicola di liquido per bolle, e cercate di trasferire su di esso la bolla, avvicinando i due piatti e soffiando per spostarla. Mettete la bolla nel congelatore per circa 20 minuti.

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36. ciotoline di ghiaccio, di http://www.wikihow.com/. E’ davvero molto semplice: basta riempire un palloncino di acqua, chiuderlo e metterlo nel congelatore per circa 2 o tre ore, cioè per il tempo necessario a far congelare l’acqua lungo le pareti del palloncino, e a mantenere allo stato liquido l’interno. Togliete il palloncino dal congelatore e scuotetelo per sentire se c’è acqua all’interno, quindi tagliare il bordo del palloncino e staccarlo dalla parete di ghiaccio che si è formata, quindi svuotare l’acqua. Modellate l’apertura della vostra ciotola di ghiaccio col coltello, a vostro gusto. La ciotola può contenere macedonia o altro…

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37. ciotole di ghiaccio decorate con fiori e frutti, di http://www.wikihow.com. Preparate fettine di frutta e fiori commestibili. Scegliere due ciotole possibilmente della stessa forma ma di due misure differenti, in modo tale che possano stare l’una nell’altra creando uno spazio di qualche centimetro tra di loro. Riempite di ghiaccio la ciotola più piccola, in modo che sia pesante, e se serve fissatela anche ai bordi della più grande con del nastro adesivo. Riempite lo spazio con fiori e frutta, e versate l’acqua che serve a riempire tutto lo spazio, quindi mettete a congelare.

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38. mini hockey, di http://www.toddlerapproved.com/

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39. barchette di ghiaccio, versione tutta natura, di http://www.readingconfetti.com/

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40. merenda sana, fresca e scientifica: congelate negli stampi da ghiaccio succhi di frutta di vari gusti e colori: quando si sciolgono nel bicchiere si può osservare la formazione dei colori secondari. Di http://www.science-sparks.com/

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41. gioielli di ghiaccio colorato, di http://www.blogmemom.com/

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42. slittino di ghiaccio per scivolare lungo le discese erbose, di http://www.playathomemomllc.com/

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43. di http://alittlelearningfortwo.blogspot.it queste uova di ghiaccio con sorprese. Utilizzate del palloncini, inserite i giocattolini e riempite d’acqua. Congelate ma non completamente, in modo che l’interno dell’uovo risulti ancora un po’ liquido.

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44. pittura su stoffa con i cubetti di ghiaccio colorati con coloranti alimentari,  di http://www.praisesofawifeandmommy.com

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45. pupazzo di ghiaccio; per far aderire le tre palle tra loro basta un po’ di sale fino; di http://www.momto2poshlildivas

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46. costruzioni di ghiaccio colorato di http://www.creativefamilyfun.net/

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47. bellissimo gioco “Sciogli il ghiaccio”.  Servono un cubetto di ghiaccio per ogni giocatore, una ciotola d’acqua, sale, un dado, una tabella per le istruzioni. Ad ogni valore del dado corrisponde un’azione; ad esempio:
1. tenere il cubetto in mano 10 secondi; 2. infilare il cubetto nella maglietta e farlo scivolare giù; 3. soffiarci sopra per 10 secondi; 4. mettere un cucchiaino di sale sul cubetto; 5. far cadere il cubetto sul tavolo; 6. metterlo a galleggiare nell’acqua per 10 secondi. Vince chi riesce a sciogliere il cubetto di ghiaccio per primo.

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48. tintura di filato con cubetti di ghiaccio colorati con coloranti alimentari, di http://maiyamayhem.tumblr.com/

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49. Ghiaccio colorato messo su un vassoio di olio trasparente; di http://www.growingajeweledrose.

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50. travasi di ghiaccio, di http://www.sugaraunts.com/

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51. pesca di cubetti di ghiaccio con sorpresa (cospargere il blocco con del sale per far aderire il filo). Di http://www.howdoesshe.com

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53. ghiaccio colorato e uno scivolo… di http://www.puttisworld.com/

Guest tutorial preistorico – Idee per una sensory tub

…idee per realizzare delle sensory tubs preistoriche che, seguendo i corretti principi scientifici, riproducono uno scavo archeologico in forma di gioco didattico…

Queste due sensory tubs preistoriche sono nate da un’idea di Enza (vedi qui)…

io mi sono solo prestata a fare il “braccio”, cercando di interpretare nel modo più corretto possibile il suo progetto (le parti in grassetto).

Realizzate le vaschette,  Enza ha potuto aggiungere le sue note (le parti in corsivo), che penso potranno davvero essere utili per chi vuole presentare questa attività ai bambini .

Le due proposte si rivolgono, con finalità un po’ diverse:

– ai bambini più piccoli

– ai bambini più grandi, considerando che i programmi scolastici collocano lo studio della Preistoria in terza classe di scuola primaria.

Coi bambini più piccoli, teniamo presenti tutti gli obiettivi del gioco sensoriale.

Inoltre, facendo anche leva sul periodo nel quale più o meno tutti i bimbi amano il mondo dei dinosauri, senza dare particolari informazioni verbali, ma semplicemente presentando il materiale e gli strumenti, possiamo fare una grande cosa che si rivelerà vantaggiosa in seguito: creiamo un’immagine e un ricordo di uno scavo archeologico, che potrà essere la base per un interesse vivo e attivo verso lo studio della Storia.

Naturalmente sta tutto nell’abilità dell’adulto preparare la vaschetta pensando al bambino reale che ne godrà, e dirigere ed osservare l’attività facendo in modo che possa svolgersi in modo piacevole e magico: non essere rigidi, osservare se subentra stanchezza, valutare quanti reperti inserire, quanto nasconderli, ecc… sono alcuni aspetti importanti. Come sempre la preparazione dell’ambiente è tutto.

Considerate anche che l’attività può essere preparata e presentata, ma poi la vaschetta può essere lasciata a disposizione del bambino per più giorni, in modo che possa dedicarsi allo scavo quando è lui a desiderarlo. Se l’esperienza invece di essere stimolante diventa noiosa, non avremo certo fatto un buon lavoro: altro modo per dire “la felicità del bambino è la prova della correttezza dell’agire educativo”.

Sarebbe importante creare un angolo dedicato alla Preistoria, dove mettere a disposizione del bambino, accanto alla vaschetta, dei bei libri illustrati, dinosauri giocattolo, memory e carte tematiche a tema, ecc…

Coi bambini più grandi, e sarà meraviglioso se da piccoli hanno potuto fare esperienze più ludiche di scavo, possiamo creare una situazione che riproduce con un certo grado di esattezza scientifica il lavoro dell’archeologo.

L’elemento della sensorialità (stimolazione visiva, olfattiva, tattile, ecc…) rimane importante e va tutta a beneficio dell’apprendimento, ma possono essere aggiunte informazioni scientifiche in merito alla procedura di scavo, all’analisi degli strati, alla corretta cronologia, ai metodi di archiviazione e classificazione dei reperti, ecc…

L’esperienza, e questo a maggior ragione vale coi bambini più grandi,  non esaurisce tutto quello che c’è da dire sul lavoro dell’archeologo e sugli scavi, e iniziando la studio della storia parlando di documentazione e fonti, dopo l’esperienza pratica sarebbe importante organizzare schede, lezioni, carte delle nomenclature, esercitazioni di compilazione di schede reperto, ecc… Per tutto questo Enza ci darà nei prossimi appuntamenti nuovi spunti.

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Sostrato

Una sensory tub preistorica dovrebbe prima di tutto avere due o più livelli, perché’ uno dei principi dello scavo e’ proprio la stratigrafia, la capacita di distinguere i diversi livelli che (generalmente ma non per forza) si susseguono in ordine cronologico: in alto il più recente, in basso, mano a mano che si scava, il più antico. L’ideale è trovare materiali ben distinti, per colore e per consistenza.

Io ho pensato di realizzare entrambe le sensory tubs preistoriche con tre strati: sul fondo argilla espansa, poi terriccio bagnato e in superficie sabbia. Per creare un legame visivo con lo scavare davvero sotto di noi, ho  aggiunto una “siepe” di crescione.

I reperti

Enza ci consiglia:

– ciottoli di fiume, di qualche centimetro, di calcare o selce, in tutti e tre gli strati

– per il primo strato (più recente), dei frammenti di ceramica smaltata (basta rompere una  tazza della nonna) ed aggiungere frammenti di ceramica, mattoni e mattonelle: sono la costante di qualunque scavo! Si può arricchire con qualche perla (meglio se di vetro soffiato, pasta di vetro o pietre dure) e qualche moneta

– per il secondo strato, postulando che sia preistorico, servono strumenti di selce o altra pietra. La selce si trova lungo le sponde di fiumi e ruscelli, ma una qualunque pietra rotta in modo appuntito, o affilato, può andare bene.  Per trovare ispirazione si può fare una ricerca immagini nel web inserendo  “flint tools” 

– per non schizzinosi l’ideale sarebbe aggiungere ossa, anche solo un paio di cosce di pollo (basta far bollire le ossa per pulirle perfettamente). In alternativa, nei negozi si trovano scheletri di plastica di vario tipo…

– in entrambi gli strati si possono aggiungere conchiglie di terra e di mare

un terzo strato potrebbe essere quello precedente alla comparsa dell’uomo, e potrebbe contenere ossa e fossili (ma non conchiglie)

Il tutto verrà spiegato meglio in seguito…

Seguendo le indicazioni, questi sono i  reperti che sono riuscita a produrre:

– la tazza della nonna, naturalmente, e un po’ di cocci rossi per completare il sostrato superficiale (non avevo mattoni a disposizione):

– sassolini vari e conchiglie

– perle e qualche yen giapponese

– gli strumenti di pietra, che ho realizzato spaccando qualche sasso col martello e rifinendo col Dremel (in modo molto poco preistorico!):

– alcuni “fossili”, che potete realizzare così:

versate un po’ di sabbia in un cartone per uova, bagnate bene, poi premete bene le conchiglie. Se avete a disposizione una sabbia molto fine (o conchiglie più belle), potete rimuovere la conchiglia, io ho dovuto lasciarle:

preparate in un bicchiere un po’ di cemento o di gesso aggiungendo dell’acqua, versate e fate asciugare:

Una volta asciutti, togliete la sabbia con un pennello:

– le ossa: non sono schizzinosa, per cui ho bollito le ossa di pollo:

Se le ossa vengono messe nello strato più profondo insieme ai fossili, potrebbero anche essere ossa di dinosauro; se vengono messe insieme ai sassi scheggiati, possiamo immaginare altri animali preistorici, come il mammut o il rinoceronte lanoso! (vedi il terzo strato per la vaschetta per grandi).

Reperti – variante per i più piccoli

Coi bambini più piccoli, se pensate che le perline siano troppo piccole per loro, o se i frammenti di tazza risultano troppo taglienti, oppure se temete che i vostri utensili di pietra scheggiata preistorica possano passare per “normali sassi”, si può preparare un play dough  che una volta asciutto si sbricioli molto facilmente; basterà mescolare 4 cucchiai di farina, 4 di fondi di caffè (o terra), 2 di sale e 3 di acqua; dimezzando la farina risulterà ancora più friabile.

E’ la ricetta classica che tutte le maestre conoscono per preparare il gioco delle “uova di dinosauro”, nelle quali di solito si nascondono dinosauri di plastica che il bambino deve aprire col martello… In questo caso lo useremo con la funzione di “incrostazione di terra” attorno agli oggetti, con il vantaggio per i piccoli di poter usare con tutta tranquillità le mani per cercarli ed estrarli: sabbia e terra sono un richiamo irresistibile per le loro manine.

Per la tazza,  le perline e le monete, appartenendo allo strato “più recente” potete lasciare l’oggetto in evidenza:

Per gli oggetti appartenenti agli strati più antichi potete nascondere completamente l’oggetto. Qui ho decorato con conchiglie i “sassi” contenenti gli strumenti di pietra, e con pietre preziose i “sassi” contenti le ossa.

Per rendere lo scavo ancora più interessante, possiamo fotografare i reperti prima di inserirli nel play dough, preparare delle schede tipo memory o bingo, plastificarle, e proporle ai bambini in fase di rottura dei “sassi”. Il bambino metterà sui tabelloni i reperti corrispondenti alle immagini.

Queste sono ad esempio le mie schede:

scheda memory per sensory tub preistoria – pietre scheggiate pdf

scheda memory per sensory tub preistoria – fossili pdf

scheda memory per sensory tub preistoria – ossa pdf

Reperti – variante per i bambini più grandi

Coi bambini più grandi il play dough non serve:

– le perline, proprio perchè molto piccole, si possono raccogliere con la pinzetta, oppure setacciando la terra con lo scolapasta

– per quanto riguarda la tazza, se si raccolgono i reperti all’aperto, questi saranno naturalmente smussati e non ci sarà il rischio di tagliarsi; inoltre si possono semplicemente levigare le parti taglienti oppure spiegare ai bambini che in uno scavo archeologico è importante utilizzare gli strumenti e non le mani.

Per i bambini più grandi Enza ha preparato una scheda modello, da  utilizzare in fase di scavo, che potete scaricare e stampare qui:

(i diritti appartengono all’autrice)

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Materiali per scavare e altre cose da archeologi:

1. Per rimuovere la sabbia, si può usare praticamente tutto, anche le mani, però si può rendere la cosa più complicata e divertente usando per esempio una peretta, che gonfiata e sgonfiata soffia via i granelli (vedi qui: http://www.veneziando.it).

 Va anche benissimo aggiungere uno spazzolino da denti per far emergere il reperto un po’ più velocemente.

2. Per lo scavo della parte più compatta, si potrebbero usare:

– un bastoncino di legno appuntito del diametro di un dito più o meno, e lungo una ventina di centimetri (vedi qui: http://www.archtools.eu/)

–  una pinzetta per le sopracciglia usata 

– una paletta da giardinaggio di metallo con manico di legno, in alternativa alla trowel (cazzuola con punta) che usiamo noi

–  un kit paletta/scopetta.

3. Per bambini piu’ grandi, si possono aggiungere:

– una macchina fotografica  per fotografare i reperti prima di tirarli fuori

– un metro (da sarto o a stecca) per prendere le misure

– una lavagnetta piccola con i gessetti: noi le usiamo per scriverci sopra la data e il nome dello strato quando facciamo le foto.

– un quaderno “Diario di scavo”

– penne, matite, blocchi da disegno, eventualmente puntine da disegno, spago

– 3 schede di scavo, una per ogni strato (vedi sopra)

4. Per tutti gli strati la sensory tub dovrebbe essere corredata da:

– paletta o una bottiglia di plastica tagliata a metà che funga da paletta

– uno scolapasta e  un secchiello, e uno o più secchi dove buttare il sostrato setacciato  (si possono inserire sacchetti di plastica in un’insalatiera o secchio, così non servono troppi contenitori e il piano di lavoro dei bambini resta più ordinato)

5. Per il recupero dei reperti servono:

– delle bustine di plastica trasparente da frigo, meglio se con chiusura incorporata e possibilmente adatte alle dimensioni dei reperti

– un pennarello ed un rotolo di scotch carta, da usare per etichettare quello che si trova (noi facciamo veramente cosi!). In alternativa si può scrivere direttamente sulla bustina.

Per avere un’idea dei materiali che si usano comunemente durante uno scavo si può consultare questo sito: http://www.archtools.eu/.

Per i più piccoli, se usate il play dough, possono servire (se volete) un piccolo martello e un tagliere, ed eventualmente le schede memory – bingo. Potete anche aggiungere strumenti interessanti per i piccoli, come un rullino da pittura, uno spruzzino d’acqua, ecc…

Come si possono preparare le sensory tubs preistoriche

 (per i bambini più piccoli e per quelli più grandi)

Per questa vaschetta sensoriale ho preferito in entrambi i casi la trasparenza della plastica, pensando che fosse importante dare un’impressione visiva degli strati.

Terzo strato – per i piccoli:

Sul fondo ho messo argilla espansa, conchiglie e sassi; come leggerete poi, sarebbe più corretto non mettere in questo strato le conchiglie, ma casomai i fossili. Ho pensato che per i più piccoli, che arrivati a questo strato avranno ormai lavorato tantissimo, potesse essere meglio per loro mettere molte decorazioni colorate e attraenti e pochi reperti…

e ho aggiunto i “sassi” che nascondono le ossa, decorati con pietre preziose…

… in alternativa alle ossa vere, meno scientifico ma con un grande impatto visivo, nei sassi di play dough potrebbero essere inseriti dinosauri di plastica e magari anche ossa finte:

Terzo strato – per i più grandi:

Per i più grandi si può invece preparare un vero “strato dinosauri” con argilla espansa, sassi, ossa (le più grandi) e fossili:

Secondo strato – terra

Terminato lo strato di argilla espansa, ho ricoperto tutto, per entrambe le vaschette, con uno strato di terra (avevo terriccio per cactus), ho bagnato un po’ con lo spruzzino e pressato con la cazzuola.

Secondo strato – per i piccoli

in questo strato ho messo i “sassi” che nascondono gli strumenti di pietra preistorici,  ed i fossili. Uno strato che contiene insomma molti reperti, alcuni da aprire, altri già pronti…

Secondo strato – per i grandi

Come accennato sopra, è più corretto da un punto di vista scientifico mettere  i fossili con le ossa: i fossili stanno bene nello strato più antico, quello dove non c’e’ l’uomo, per intenderci, e quindi ci sono i dinosauri. Quando noi troviamo conchiglie nei nostri scavi, non sono fossili. Quindi conchiglie fossili di preferenza sotto e conchiglie normali  in entrambi gli strati superiori (quello di sabbia, cioè il primo e quello di terra, cioè il secondo). 

Le ossa fossili stanno bene coi dinosauri, ma anche negli scavi paleolitici si trovano tantissime ossa, piu o meno fossilizzate (perchè la parte organica si mineralizza col passare del tempo). Volendo quindi si possono mettere delle ossa in entrambi gli strati. 

Quindi, ipotizzando una sensory tub per bambini più grandi, il secondo strato potrebbe essere preparato così: pietre scheggiate preistoriche, conchiglie ed ossa (le più piccole)

Primo strato – sabbia

Preparato anche il secondo strato, ho coperto con altro terriccio e pressato con la cazzuola dopo aver bagnato un po’ con lo spruzzino.

Ho poi preparato lo strato di sabbia, e ho posato la tazza rotta, le monete e le perle, e aggiunto cocci di terracotta, pietre e conchiglie.

Primo strato – per i piccoli

Primo strato – per i grandi

Infine, per entrambe le vaschette, ho nascosto tutti i reperti con un altro po’ di sabbia e ho aggiunto il crescione.

Attività con questa sensory tub coi bambini più piccoli


Attività con questa sensory tub coi bambini più grandi

(L’attività di scavo può essere organizzata per gruppi di bambini, o si può anche svolgere in più giorni successivi)

Procedere nello scavo cercando di togliere la terra molto piano e senza fare buchi: si deve togliere uno strato per volta.

Individuare dolcemente il reperto, scoprirlo il più possibile con il pennello o la peretta.

Scrivere la scheda di scavo, fare le eventuali fotografie ed infine toglierlo.

Metterlo su una superficie pulita dove si può liberare della terra rimasta, molto lentamente, usando il bastoncino di legno e le mani. Lo stesso vale per eventuali reperti che possono trovarsi nello scolapasta dopo il setacciamento.

Una volta finito, riporre il reperto nella bustina e segnare cos’e’ e il numero. Se possibile usare due numerazioni: una continua per tutti i reperti, ed una per ogni tipo di reperto. Esempio:  trovati due frammenti di tazza, una perla ed un osso.  Saranno 1-tazza 1; 2-tazza 2; 3- perla 1; 4- osso 1 eccetera. 

Lo scavo archeologico non e’ una caccia al tesoro, ma un’attività scientifica organizzata!

Nei prossimi giorni la generosa attività di divulgazione di Enza ci aiuterà a realizzare:

– vere schede reperto da archeologa

– la ricostruzione della tazza della nonna, che al momento si presenta così:

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Enza Spinapolice e’ un’archeologa del Paleolitico e lavora all’Istituto di Antropologia Evoluzionista Max Planck, di Leipzig. Ha studiato Preistoria a Roma, poi ha conseguito un dottorato Europeo tra Roma e Bordeaux, e da tre anni fa ricerca in Germania. Si interessa in particolare all’origine biologica e culturale della nostra specie, all’estinzione dei neandertaliani ed alle società di cacciatori raccoglitori passate e presenti. Oltre a girare il mondo e studiare il passato, Enza ha una famiglia multiculturale, ed un bimbo di due anni e mezzo, a cui spera di insegnare molto presto la preistoria.

Guest post: archeologia per bambini RESTAURO DELLA CERAMICA

Archeologia per bambini: RESTAURO DELLA CERAMICA

La ceramica è stata inventata circa 10.000 anni fa, nell’epoca Neolitica, e da allora noi uomini non abbiamo mai smesso di usarla! Per questo motivo, questo materiale è uno dei più diffusi negli scavi archeologici, molto spesso sotto forma di frammenti.

Ed eccomi qua, a riprendere l’idea del restauro della tazza della nonna.

Il laboratorio diventa ancora più interessante per i bambini se prepariamo per loro due o più tazze della nonna rotte, i cui frammenti sono mischiati. Supponiamo di averle messe entrambe nella nostra vaschetta sensoriale preistorica,

di averle scavate e numerate, di averle classificate con l’etichetta “ceramica” e messe nei nostri sacchettini da frigo.

Nel nostro esempio abbiamo due tazze di ceramica ed un vaso in terracotta:

Nel caso in cui si avesse solo una tazza da restaurare, si può saltare la fase di divisione dei materiali (vedi più sotto) ed andare direttamente oltre. Un’alternativa è quella di mischiare alla tazza “intera” altri frammenti di ceramica che non sono attinenti, scegliendoli perché hanno colori diversi, o si distinguono in qualche modo dall’altro materiale.

Se non si è fatto lo scavo della vaschetta, si può comunque preparare il tutto rompendo una o due tazze che non ci servono più (è per una buona causa!), scegliendone due abbastanza diverse tra loro. Si imbustano poi i pezzi uno per uno in sacchetti da frigo, e si numerano in ordine progressivo (mischiando le tazze!) con l’etichetta “ceramica 1, 2, 3” eccetera, come abbiamo spiegato qui.

Ricordate che se rompete appositamente delle tazze per questa attività, i bordi  possono essere taglienti (mentre è molto raramente cosi nei siti archeologici), quindi sorvegliare il lavoro da vicino. Un’alternativa può essere quella di limare i bordi prima di rendere i frammenti di tazza accessibili ai bambini.

Ed ora si procede con il lavoro sul materiale.

Per prima cosa si tolgono tutti i pezzi di ceramica dalle rispettive bustine, riponendoli sulla bustina stessa…ricordiamoci che sulla busta è indicato il numero che classifica ciascun pezzo!

Fase 1 – lavaggio

Servono una semplice bacinella da bucato ed uno spazzolino da denti.

Si prende ciascun pezzo di ceramica,

lo si immerge nell’acqua

e lo si strofina delicatamente con lo spazzolino.

Lo scopo è di eliminare tutti i residui di terra dello scavo.

Dopo aver lavato ogni pezzo lo si ripone accuratamente sulla sua bustina e si aspetta che tutti i frammenti siano ben asciutti.

Fase 2 – siglatura

La siglatura consiste nello scrivere su ogni pezzo di ceramica il numero che lo identifica, in modo da poter poi eliminare le bustine.

Si scrive direttamente sul pezzo con un pennarello indelebile (noi di solito usiamo i lumocolor) oppure con pennino ed inchiostro.

Ovviamente con i bambini più piccoli si può saltare questa fase, oppure disegnare sui pezzi dei piccoli simboli, come fiori, cuori, sfere o triangoli.

Fase 3 – riordino

Una volta finita la siglatura, si possono eliminare le bustine.

A questo punto, allineando tutti i frammenti, dobbiamo cercare di capire quali appartengono potenzialmente allo stesso vaso. Aiuteremo i bambini a dividerli per colore, consistenza, decorazioni, eccetera.

Immaginiamo di avere, alla fine del lavoro, due o tre mucchietti di ceramiche diverse sul nostro piano da lavoro.

Fase 4 – ricomposizione del vaso

E’ arrivato il momento di cominciare la ricomposizione del vaso!

Si sceglie un mucchietto (il più promettente!) e si allineano tutti i pezzi sul tavolo. Si comincia a questo punto a cercare di ricostruire la tazza, come se fosse un puzzle. Noi archeologi chiamiamo questa fase “trovare gli attacchi”.

Il modo ideale per procedere a questa operazione è di farlo in una bacinella larga e dai bordi bassi riempita di sabbia. A mano a mano che troviamo un attacco, oppure l’orientamento di un pezzo, lo “piantiamo” nella sabbia per tenerlo su.

Per far tenere insieme i pezzi, si può usare uno scotch carta.

Questa è la fase centrale del lavoro, può richiedere un po’ di tempo, ma è anche la parte più creativa!

Ricordatevi che se qualche pezzo manca, si può sempre dare un’occhiata negli altri mucchietti di ceramica, quella “scartata” per vedere se abbiamo dimenticato qualche pezzo!

Fase 5 – incollaggio

Una volta finito, si può eventualmente ripassare il reperto restaurato con la colla. Ricordatevi però che i restauratori giudicano di volta in volta se sia il caso di incollare e quale colla usare!

Per questa attività vi consigliamo di usare la colla UHU, ma attenzione! Questa colla richiede una posa di contatto di circa 15 minuti, durante i quali occorre tenere premuto un coccio contro l’altro, e questo per ogni pezzo.

In alternativa esistono colle per ceramica che richiedono tempi di contatto decisamente minori, quella scelta per realizzare le immagini richiede un tempo di contatto di 10 secondi, e un tempo di asciugatura di 24 ore. 

Il restauro e’ un’attività che richiede molta pazienza!

Consiglio di incollare i pezzi due a due e lasciarli asciugare (dopo aver premuto un coccio contro l’altro per i minuti richiesti dalla colla scelta), o almeno fino a quando se si lascia uno dei due pezzi questo non si stacca dall’altro, sostenuti dallo scotch di carta e magari piantati nella vaschetta di sabbia.

L’ideale sarebbe lasciarli asciugare tutta la notte, il giorno dopo rimuovere lo scotch e incollare di nuovo i pezzi così ottenuti due a due e ripetere le operazioni di asciugamento, fino a ricomporre la tazzina.

È un procedimento molto lungo che può durare anche qualche giorno, ma se non si lascia asciugare bene la colla, i pezzi si staccano o il vaso “collassa”.

Fase 6 – documentazione

Quando avete finito ed il vostro vaso è pronto, si può procedere con un bel disegno, ed una descrizione nella scheda apposita:

La scheda è disponibile gratuitamente per gli abbonati

Enza Spinapolice

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Enza Spinapolice e’ un’archeologa del Paleolitico e lavora all’Istituto di Antropologia Evoluzionista Max Planck, di Leipzig. Ha studiato Preistoria a Roma, poi ha conseguito un dottorato Europeo tra Roma e Bordeaux, e da tre anni fa ricerca in Germania. Si interessa in particolare all’origine biologica e culturale della nostra specie, all’estinzione dei neandertaliani ed alle società di cacciatori raccoglitori passate e presenti. Oltre a girare il mondo e studiare il passato, Enza ha una famiglia multiculturale, ed un bimbo di due anni e mezzo, a cui spera di insegnare molto presto la preistoria.

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Archeology for children: RESTORATION OF CERAMICS (guest post). Ceramics was invented about 10,000 years ago, in the Neolithic period, and since then we humans have never stopped using it! For this reason, this material is one of the most widespread in archaeological excavations, very often in the form of fragments.

And here I am, to take up the idea of the restoration of the grandmother’s cup.

The laboratory becomes even more interesting for children if we prepare for them two or more broken cups, whose fragments are mixed. Suppose we have made both in our prehistoric sensory tub,

 have them excavated and numbered, have them classified with the label “ceramic” and have them put in our plastic bags.

In our example we have two ceramic cups and a terracotta vase:

In case you had only a cup to be restored, you can skip step of the division of materials (see below) and go straight over.

An alternative is to mix the cup “entire” with other ceramic fragments that are not related, choosing them because they have different colors, or are distinguished in some way from other material.

If you have not made the excavation of the tub, you can still prepare everything by breaking one or two cups that no longer serve us (it’s for a good cause!), choosing two quite different. Then put the pieces one by one in plastic bags, and number them consecutively (mixing cups!) with the label “ceramics 1, 2, 3” and so on, as we have explained here.

Remember that if you break the cups specifically for this activity, the edges can be sharp (but is rarely so in archaeological sites), then supervise the work closely. An alternative may be to sand the edges before you make the fragments of cup accessible to children.

Archeology for children: RESTORATION OF CERAMICS
And now we proceed with work on the material.

First remove all the pieces of ceramics from the respective bags, placing them on the bag itself … remember that on the envelope there is indicated the number that classifies each piece!

Archeology for children: RESTORATION OF CERAMICS
Step 1 – Washing

They serve a simple bowl and a toothbrush. Take each piece,

immers it in water:

and rub it gently with a toothbrush.

The aim is to eliminate all traces of earth of the excavation.

After washing each piece, place it carefully on his bag and expects that all the pieces are completely dry.

Archeology for children: RESTORATION OF CERAMICS

Step 2 – labeling

The labeling consists in writing on each piece of ceramics the number that identifies it, so you can then remove the bags.

Write directly on the piece with a permanent marker (we usually use the Lumocolor) or with pen and ink.

Obviously with younger children you can skip this step, or draw on the pieces small symbols such as flowers, hearts, spheres or triangles.

Archeology for children: RESTORATION OF CERAMICS
Step 3 – reordering

After finishing the labeling, you can eliminate bags.

At this point, aligning all the fragments, we must try to understand what potentially belong to the same vase. We will help the children to separate them by color, texture, decoration, and so on.

Imagine that you have, at the end of the work, two or three piles of different ceramics on our plan work.

Archeology for children: RESTORATION OF CERAMICS

Step 4 – recomposition of the vase

It ‘s time to begin the reconstruction of the vase!

Choose a pile (the most promising!) and line up all the pieces on the table. Now try to reconstruct the cup, as if it were a puzzle. We archaeologists call this stage “to find the attacks.”

The ideal way to carry out this operation is to do it in a wide and low sides basin filled with sand.
As we find an attack, or the orientation of a piece,we “plant” it in the sand to keep it up.

To hold the pieces together, you can use masking tape.

This is the central phase of the work, can take a long time, but it is also the most creative!

Remember that if any piece is missing, you can always take a look in the other piles of ceramics, to see if we have forgotten a piece!

Archeology for children: RESTORATION OF CERAMICS

Step 5 – bonding

Once finished, you can possibly reviewing the finding restored with glue. But remember that the restorers judge from time to time whether it is appropriate and what glue to use to paste!

There are glues for ceramics which require rapid contact times, that chosen for producing the images requires a contact time of 10 seconds and a drying time of 24 hours.

The restoration is an activity that requires a lot of patience!

I recommend to glue the pieces two by two and let them dry (after pressing a piece against the other for the minutes required by the glue choice), or at least until when you leave one of the two pieces that do not come off the other , supported by the masking tape and perhaps planted in the pan of sand.

The ideal is to let them dry overnight, the next day to remove the tape and glue back the pieces obtained two by two, and repeat the operations of drying, until reassemble the cup.

It is a long process that can last a few days, but if you do not let dry the glue, the pieces come off or the vase “collapses”.

Archeology for children: RESTORATION OF CERAMICS

Step 6 – documentation

When you are done and your vessel It is ready, you can proceed with a beautiful drawing, and a description of it in the sheet:

https://shop.lapappadolce.net/prodotto/restoration-ceramics-sheet/

(i diritti appartengono all’autrice)

written by Enza Spinapolice

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Enza Spinapolice is an archaeologist of the Paleolithic, and works at the Institute of Evolutionist Anthropology  Max Planck, Leipzig. She studied Prehistory (Rome), obtained an European PhD (Rome and Bordeaux), and in the last three years working in Germany. She is particularly interested in biological and cultural origin of our species, the extinction of the Neanderthals and the hunter-gatherer societies past and present. In addition to travel the world and study the past, Enza has a multicultural family, and a child of two and a half years, and she hopes to teach him prehistory very soon.

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Vaschetta sensoriale con meduse fluorescenti e ghiaccio colorato, anche per lightbox

Vaschetta sensoriale (sensory tub) con meduse fluorescenti e ghiaccio colorato, anche per lightbox. Alcune possibili realizzazioni di sensory tubs e altri giochi sensoriali, che spero presto di proporre ai più piccoli, collaudati da Alma e Gaia. L’attività è completata con dei braccialetti luminosi.

Le meduse di pet si prestano a innumerevoli giochi d’acqua, oltre ad essere semplici da realizzare e molto belle. Se ti serve il tutorial per realizzarle, questo è il link:  

meduse-di-pet

Il collaudo si è rivelato anche un ottima situazione per esperimenti fotografici. Tutte le immagini dell’articolo non sono state elaborate, i colori e gli effetti specialissimi sono dovuti a variabili ambientali (lightbox accesa o spenta), flash o non flash, tempi di esposizione, messa a fuoco e impressione su tempi lunghi di movimenti.

Coi ragazzi e i bimbi più grandi, è un’attività che consiglio.

Abbiamo preparato un po’ di ghiacciolini colorati e abbiamo anche aggiunto brillantini;

mentre il tutto era a ghiacciare, abbiamo preparato la lightbox con fogli di velina bianca e colorata:

se bagnate un po’ la carta, lentamente i colori si mescoleranno tra loro creando un effetto fondale molto bello.

Poi abbiamo posizionato sulla lightbox anche una vaschetta d’acqua:

e arricchito il fondale con conchiglie, sassi, ecc…

le ragazze hanno illuminato le meduse con i braccialetti fluorescenti:

con questi risultati (il colore dell’acqua è dato dalle veline colorate preparate sulla lightbox):

Abbiamo poi aggiunto i ghiacciolini colorati:

E sono iniziati i vari esperimenti fotografici:

Penso che queste sensory tubs saranno attività molto interessanti per i più piccoli, ma che con loro sarà meglio togliere il rosso dai colori dei ghiacciolini, perchè tende a coprire tutti gli altri colori, e anche se l’effetto è molto bello (luminescenza su acqua scura) è poco “acquatico”…

Come attrezzature si potranno mettere a disposizione un retino per pescare, contenitori per travasi e secchielli per le meduse eventualmente pescate.

Sensory tub with fluorescent jellyfish and colored ice, even for lightbox. Some possible realizations of sensory tubs and other sensory games, that I hope soon to propose to children, tested by Alma and Gaia. The activity is completed with bright bracelets:

The PET jellyfish have countless possible water games, in addition to being simple to implement and much beautiful. If you need the tutorial to realize, this is the link.

The test proved a good situation for photographic experiments. All images of the post have not been processed, the colors and special effects are due to environmental variables (lightbox on or off), flash or not flash, exposure time, focus and so on. With the boys and older children, it is an activity that I recommend.

We have prepared a little colored ice and we also added glitter;

while everything was to freeze, we have prepared the lightbox with sheets of tissue paper white and colored:

if you wet the paper, slowly the colors will blend together to create a very nice effect backdrop.

Then we placed on the lightbox also a tub of water:

and we have enriched the seabed with shells, stones, etc.

girls lit jellyfish with fluorescent bracelets:

with these results (the color of the water is given by colored tissue paper prepared on the lightbox):

We then added the colored ice:

 
And they have started various photographic experiments:

 
 

I think these sensory tubs will be much interesting activity for children, but it will be better to remove the red colors of the ice, because it tends to cover all other colors, and although the effect is very nice (luminescence on dark water) is not “water” …

As equipment is able to provide a net for fishing, containers for pouring and buckets for jellyfish eventually caught.

 lightbox e ghiaccio fluorescente

Lightbox e ghiaccio fluorescente colorato: dopo aver giocato a preparare le bottigliette magiche con acqua tonica, colore fluorescente (ricavato da pennarelli evidenziatori),

bianco di vaselina, acqua e brillantini vari, mi era avanzato tutto questo miscuglio:

 che sotto la luce della lampada BLB appariva azzurrognolo:

E così ho pensato di posizionare la bacinella (con e senza coperchio) sulla lighbox accesa: l’illuminazione dal basso della lampada della lightbox

e la luce violetta diffusa da lontano dalla lampada BLB creava davvero un bell’effetto…

Siccome, come già detto, trovo l’uso della lampada “a luce nera”

non adatta ai bambini più piccoli, potete creare la stessa base scenografica (provato) posizionando sulla vostra light box accesa una bacinella contenente acqua colorata con acquarello azzurro, e magari con un’aggiunta di brillantini, perline, stelline, sassolini, ecc.. (poco per non togliere troppa luce alla lightbox).

Se la bacinella ha anche un coperchio trasparente è molto meglio: il bambino potrà lavorare con l’acqua, o su di una superficie illuminata asciutta…

… per preparare l’attività ho riempito di acqua colorata con il colore fluorescente giallo queste formine per ghiaccio (LIDL):

Con questo caldo l’attività dura pochissimo (il ghiaccio si scoglie molto velocemente), ma abbastanza per sperimentare e rinfrescarsi… poi si può continuare a giocare con l’acqua che rimane e altri materiali suggeriti dal momento, fino a stancarsi.


Se avete trovato l’idea interessante, le variabili che si possono inserire sono tantissime: si possono preparare i ghiaccioli in vari colori fluorescenti, innanzitutto, e in questo modo il bambino potrà sperimentare come sciogliendosi formano colori e toni nuovi… più o meno luminosi…

Lightbox and fluorescent ice: after playing to prepare the magical bottles with tonic water, fluorescent color (made from felt pens highlighters), white vaseline, water and various glitter, I was advanced this mixture:

that under the light of the BLB lamp appeared bluish:

And so I decided to place the tray (with and without lid) on Lighbox lit: lighting from below Lamp lightbox and the violet light diffused by far from the BLB lamp, created a truly nice effect …

Because, as I said, I find the use of the “black light” lamp is not suitable for younger children, you can create the same basis scenic placing on your light box lit a basin containing water colored with watercolor blue, and perhaps with an addition of glitter, beads, stars, pebbles, etc (little, it would take away too much light to lightbox).

If the tray also has a transparent cover is much better: the child will be able to work with the water, or on a dry illuminated surface.

To prepare the activity have filled with water colored with the color fluorescent yellow these molds for ice:

In this heat the activity lasts very little (the ice melts very quickly), but enough to experiment and cool off, then you can continue playing with the remaining water and other materials suggested from the moment, until you grow weary.

   

If you found the idea interesting, the variables that can be entered are many: you can prepare icicles in various fluorescent colors, first of all, and in this way the child will experience as melting form new colors and tones … more or less bright …

Lavoretti per la primavera – semplice farfalla di carta realizzata con le impronte delle mani

Lavoretti per la primavera – semplice farfalla di carta realizzata con le impronte delle mani. Per dipingere con le impronte serve una bella tavolozza grande, che permetta di mescolare i colori e fare ogni possibile esperimento, e tanta carta… ai bambini piace molto stampare!

Il colore deve essere un po’ denso, tipo tempera non diluita.

Siccome, come ho detto, è difficile fermarsi quando una cosa piace, dopo che i fogli ormai coprivano il pavimento della stanza, abbiamo pensato di dedicarci ad una decorazione floreale per la finestra…

Di solito è un’attività che si conclude quando comincia il fastidio da “manine troppo sporche”, che il bambino avverte quando il colore comincia a seccare… per lavarle un bel gioco con acqua e tappi di bottiglia è l’ideale.

Le impronte fatte sulla carta sono ormai asciutte, e possiamo ritagliare e assemblare la farfalla

Per il corpo ho piegato un foglio A4 quattro volte e ho ritagliato antenne, testina e un abbozzo di collo. Sul corpo ho messo il nastro biadesivo, sulla testa e sulle antenne la colla da carta

e questo è il risultato finale:

Sensory tub di farine e play dough

Sensory tub di farine e play dough

Materiali: farina di mais miscelata con farina di grano duro

Materiali accessori a disposizione: sale, schiuma da barba, acqua, coloranti alimentari diluiti in acqua, play dough di qualche giorno prima

Attrezzi: un ricco assortimento di contenitori presi in cucina o di recupero, un’insalatiera grande, un vaso di vetro, tagliere e coltello, tritatutto a manovella, siringa monouso senza ago, spugnetta per piatti, un cucchiaino di legno.

Il play dough l’avevamo preparato qualche giorno prima, ed era venuto niente male, ma dopo averci giocato tanto era un po’ invecchiato…

Per prepararlo abbiamo mescolato circa in pari quantità farina bianca e bicarbonato di sodio, acqua e invece del cremor tartaro abbiamo usato aceto di vino bianco (quantità a occhio, finchè non si vede che la schiuma che si forma per reazione rende la miscela gonfia).

Poi abbiamo cotto l’impasto sui fornelli finchè non è diventata una palla appiccicosa e l’abbiamo rovesciato sul piano di lavoro, ben infarinato. Abbiamo diviso in pezzetti diversi e abbiamo tinto con colorati alimentari in polvere e curcuma per il marrone (io trovo tutto in un supermercato etnico sotto casa, insieme a tantissime altre spezie in confezione grande e ai preparati colorati per gelatine, che sono anch’essi ottimi per colorare le paste da gioco).

Mentre si impasta per distribuire il colore, occorre aggiungere farina per arrivare alla consistenza giusta, e alla fine un ingrediente grasso (olio o crema per le mani, ma meglio olio) per far brillare il colore ed evitare che la pasta secchi troppo rapidamente. Puoi trovare molte altre ricette più dettagliate e precise qui

Non ho fotografato la prima parte del gioco con questa sensory tub… La piccola aveva a disposizione la sua vaschetta piena di una miscela di farina di mais e farina di grano duro, e attorno i vari altri attrezzi ed elementi. Per un lungo periodo di tempo ha semplicemente giocato a travasare la farina nei vari contenitori, avendo a disposizione un solo cucchiaio di legno.

Poi si è interessata alla brocca d’acqua  ed ha bagnato la farina che aveva messo nella ciotola grande. Provando ad impastare era molto appiccicosa, e le ho suggerito di aggiungere del sale. Ha impastato per un po’ e ha visto che il sale funzionava.

Le ho chiesto se potevo mettere un po’ della sua pasta bianca nel tritatutto, e le ho mostrato come usarlo perchè per lei era un attrezzo nuovo: spaghetti per l’orso!

Ha poi mescolato la sua pasta al play dough colorato che aveva sul tavolo, continuando a produrre spaghetti, che distribuiva poi in vari contenitori e anche nella vaschetta della farina.

Altro play dough l’ha invece fatto a pezzetti col coltello.

Non c’era la sensazione di gioco finito, ma la confusione era molta. Ho iniziato a riordinare un po’ mentre lei ha chiesto la spugna per aiutare

Quando il tavolo era abbastanza in ordine, ho spruzzato la schiuma da barba nel vaso d’acqua, con la siringa ho mostrato come prendere il colore dal vasetto e come inserire la siringa nella schiuma per spruzzarlo, così abbiamo potuto osservare l’acqua colorarsi nel vaso con disegni bizzarri.

Naturalmente, dopo aver visto una volta, ha potuto da sola sia prendere il colore tirando lo stantuffo, sia spruzzarlo nella schiuma…

Dopo il primo vaso anche la schiuma era colorata, e l’ha presa col cucchiaio e messa in una ciotola, così abbiamo anche potuto ripetere l’esperimento e avere a disposizione tantissima schiuma colorata…

Vista l’abilità acquisita nell’uso della siringa ha preparato spruzzi di spaghetti di schiuma da mescolare agli spaghetti di pasta da gioco, prima ha voluto farlo nei piattini, per vedere meglio

E poi tutto è tornato nella vaschetta sensoriale: gli avanzi di schiuma, tutti gli spaghetti, i pezzetti di play dough e per condire… un bel po’ d’acqua.

Ha sminuzzato in pezzi più piccoli il play dough  e gli ammassi di spaghetti, poi mescolato un po’ col cucchiaio, e questo è il risultato: un’ottima base, studiando che aggiunte fare, per una nuova sensory tub!

Per saperne di più sulle sensory tubs puoi leggere anche qui.

Sensory tub di spezie

Sensory tub di spezie.

Materiali usati:

lenticchie indiane verdi e nere, cannella, anice stellato, cardamomo, cappuccetti di ghianda e gusci di noce: una miscela bella da vedere, sonora e profumatissima.

Siccome è un’attività che è piaciuta molto nei giorni precedenti, una spruzzatina di polistirolo grattugiato al momento…

Attrezzi: contenitori in plastica con coperchio, cucchiaini, mestoli e ciotoline di legno, pentolini e satacci coi fori larghi, grattugia da verdure, un piatto fondo pieno d’acqua.

Dopo aver giocato a immergere le mani nel materiale per sentire uscire il profumo più intensamente, la piccola ha chiesto di grattugiare del polistirolo da aggiungere nella vaschetta.

Poi è passata a dividere il materiale in contenitori diversi, mettendo il coperchio, ha provato a separare le lenticchie dal cardamomo perchè stanca dal suo profumo, quindi ha tolto anche la cannella perchè era troppo grossa e ha avuto un ripensamento anche sul polistirolo… l’anice stellato ha resistito fino all’ultimo.

Dopo vari altri travasi e separazioni di materiali, molto sonori, ha riempito i gusci di lenticchie e li ha fatti galleggiare nell’acqua, insieme a qualche stellina.

Al termine del gioco abbiamo insieme rovesciato tutto il materiale che si trovava nei vari contenitori e setacci nuovamente nella vaschetta, e abbiamo messo il tutto in un sacchetto trasparente.

Sul tavolo e sul tappeto c’erano ancora parecchie lenticchie, e con quelle abbiamo fatto una composizione raccogliendole e mettendole su una bella pozzanghera di colla vinilica fatta su un cartoncino (purtroppo mi sono dimenticata di scattare), e così riordinare bene cacciando tutte le lenticchie rimaste su tavolo e tappeto non è stato noioso.

Per saperne di più sulle vaschette sensoriali puoi leggere qui.

 Sensory tub di spezie

Zero tre anni – Cosa sono le vaschette sensoriali o sensory tubs?

Zero tre anni – Cosa sono le vaschette sensoriali o sensory tubs? Una “vasca sensoriale” (sensory tub) è un contenitore di plastica, legno o cartone abbastanza grande e dai bordi non troppo alti, nel quale vengono posti oggetti e materiali vari, in genere di piccole dimensioni, perchè le mani dei bambini possano esplorarli.

L’esperienza sensoriale può riguardare la consistenza, la temperatura, il colore, l’odore, la forma, il peso, ecc… ; possono essere presentate vaschette sensoriali a tema, soprattutto coi bimbi più grandi, ad esempio l’autunno, il mare, i dinosauri, lo stagno, la neve, la fattoria, ecc… In ogni caso è sempre bene preparare le sensory tubs in modo tale che possano coinvolgere più sensi insieme. Il meccanismo del ricordare infatti coinvolge più sensi contemporaneamente: se ad esempio pensiamo alla nostra nonna, ricordiamo insieme l’odore della sua casa, il colore del suo vestito preferito, il sapore del suo tè al limone e la sua sedia in soggiorno. Possiamo quindi comprendere come le esperienze sensoriali offerte ai bambini svolgono un ruolo importantissimo di preparazione all’apprendimento intellettivo.

sensory tub – il colore giallo di http://countingcoconuts.blogspot.it

Le vaschette sensoriali dovrebbero essere molto varie e dovrebbero essere rinnovate spesso con nuovi temi o con nuovi materiali.  Poiché i bambini imparano meglio attraverso la sperimentazione diretta dei materiali, soprattutto usando le proprie mani, le esperienze sensoriali sono di vitale importanza per l’apprendimento dei bambini piccoli.

Il gioco sensoriale nelle sensory tubs preparate ad esempio con contenitori di diversa forma e dimensione e un materiale tipo farina di mais o sabbia, sviluppa nel bambino piccolo le abilità matematiche legate alla sperimentazione di concetti quali dimensione, volume, capacità, peso, ecc… ; se sostituiamo la sabbia o la farina con materiali eterogenei (ad esempio bottoni, fagioli, pasta di diversi formati, ecc…) il bambino potrà inoltre lavorare ai concetti di uguale e diverso, quindi di classificazione di elementi e loro ordinamento e, manipolando questi materiali, imparerà via via a comprendere i concetti di più e meno, pieno e vuoto, ecc… Attraverso il gioco con le vaschette sensoriali, poi, il bambino acquisisce anche tutta una serie di concetti  scientifici quali legge di causa – effetto, gravità, galleggiamento, comportamento delle miscele e delle emulsioni, ecc…  In ogni caso, poi, questo genere di gioco coinvolge il bambino in processi di problem solving, sviluppa la capacità decisionale, perchè è il bambino stesso che decide come utilizzare il materiale per raggiungere lo scopo che si è prefissato. Naturalmente le vaschette sensoriali offrono anche una vasta gamma di esperienze che sviluppano le competenze che serviranno poi per apprendere  la scrittura (motricità fine, coordinazione occhio – mano, concentrazione, ecc…), perchè il bambino lavora alla gestione di oggetti piccoli con la mano e può versare, tirare, schiacciare, impastare, misurare, sminuzzare, setacciare, grattugiare, miscelare i materiali.

sensory tub  –  autunno    di http://whatateacher.wordpress.com

Fare esperienze sensoriali significative ha un effetto positivo anche sullo sviluppo del linguaggio perchè, semplicemente, se facciamo cose che ci appagano e ci rendono felici, o se abbiamo fatto una scoperta entusiasmante,  abbiamo tutti più voglia di condividere la nostra esperienza con gli altri e di  trovare le parole per raccontarla.

Le esperienze sensoriali sono esperienze che portano benessere ai bambini, perchè li rendono sicuri rispetto alle proprie capacità decisionali ed operative. Se più bambini lavorano alla stessa vaschetta, ma anche se partecipa un adulto che sa essere rispettoso e non invadente, si crea una situazione di collaborazione e complicità molto importante dal punto di vista sociale: si impara a considerare il punto di vista dell’altro per arrivare ad un’azione comune.

Il gioco con le vaschette sensoriali è un gioco creativo, e come sempre per i bambini il processo è infinitamente più importante del prodotto finito. Nel processo artistico il bambino rafforza la propria autostima ed ha la possibilità di esprimere i propri sentimenti e di sperimentare armonia, equilibrio, bellezza.

sensory tub – arcobaleno di http://www.littleredfarm.com/

Come preparare le vaschette sensoriali

Scegliete la dimensione della vaschetta in base al numero di bambini che vi si dedicheranno, io direi da uno a quattro; i bordi devono essere a misura di bambino, cioè non devono essere troppo alti per non ostacolare il movimento delle manine e l’occhio. Per preparare sensory tubs con materiale “secco” va benissimo anche adattare uno scatolone di cartone, ma se pensate di aggiungere all’esperienza anche acqua, ghiaccio, olio ecc… occorre una cassettina di legno iimpermeabilizzata all’interno (anche un vecchio cassetto) o di plastica (formato tipo lettiera grande per gatti, oppure i vari contenitori ikea, che spesso hanno anche il vantaggio di avere il coperchio e di essere impilabili). Per assicurarsi una buona rotazione di sensory tubs poi sacchetti trasparenti o secchielli con coperchio sono l’ideale per conservare il materiale che si intende sostituire nella vaschetta, per poi riproporlo a distanza di tempo. Al termine del gioco i bambini possono aiutare a “mettere via”, ed è un’attività di travaso aggiuntiva.

Nella vaschetta poi, in genere, porremo un materiale base nel quale far “nuotare”  gli elementi più grandi che abbiamo scelto in base al tema o al tipo di attività che desideriamo stimolare , oppure offriremo questi materiali base in varie combinazioni tra loro. A corredo della sensory tubs predisporremo una serie scelta di materiali accessori e di attrezzi che reputiamo adatti. Se partecipiamo (con le mani o con la semplice osservazione) possiamo porci come aiutanti del bambino e rovistare per casa alla ricerca di ciò che serve in base a come l’esperienza evolve.

sensory tub – neve di http://olivesandpickles.blogspot.it

Esempi di materiali base:
acqua
sabbia
terra
orzo o caffè macinati
farina (di mais, di grano, di riso, ecc…) e fecola
riso, farro, orzo, miglio, amaranto, tapioca, ecc…
pasta di vario formato
cous cous
fiocchi di cereali
legumi (lenticchie, soia, fagioli, ceci, ecc…)
segatura
semi di lino
paglia
oobleck
coriandoli o pezzetti di carta
spezie
argilla
playdough
argilla
chicchi di mais
chicchi di caffè
miscele di semi per uccellini
frutta secca (arachidi, pistacchi, noccioline) o loro gusci
pezzetti di bucce di agrumi
silly putty e simili
pezzi di spugna
ghiaia
bottoni
batuffoli di cotone o piccoli pom pom da bricolage
trucioli di legno
perle e perline
biglie
palline di argilla espansa
pellets
gelatina
foglie secche sminuzzate
neve
piselli surgelati
piume
noccioli di ciliegia (anche scaldati)
pula di farro (anche scaldata)

Molti di questi materiali (ad esempio il riso e la pasta) possono essere proposti al naturale, o colorati, e possono essere aggiunti olio essenziale, glitter, ecc…

Si possono anche preparare, come base per la nostra sensory tub, delle miscele interessanti. Ad esempio la sabbia può essere proposta secca o bagnata, oppure si può miscelare con dell’olio o con della crema per le mani (diventa un materiale grumoso molto interessante, che può essere modellato)

Esempi di materiali più grandi da aggiungere al materiale base:
mobili della casa delle bambole
animali in miniatura
pigne
castagne e ghiande
pannocchie da sgranare
fiori e petali
conchiglie
vari elementi stagionali o relativi a una data festività
numeri e letterine
palline da ping pong
carte illustrate
macchinine
rocchetti di filo
bulloni e rondelle
giocattolini da bagno
cubetti di ghiaccio (anche colorati)
sassi
miniature varie
tappi di plastica, di sughero, a corona
scovolini
monete

Esempi di materiali accessori
brocca d’acqua
colori da dito
sale
zucchero
olio
aceto
sapone liquido
coloranti alimentari
bicarbonato di sodio
succo di cavolo rosso
costruzioni di legno o un assortimento di legnetti vari
sassi
bulloni e rondelle
schiuma da barba
panna montata o albume d’uovo montato
pezzetti di polistirolo
cacao
caffè
gusci d’uovo

Esempi di attrezzi
contenitori da cucina di varie misure, con coperchio
legni e legnetti vari
sassi
martello
brocche
tazze e tazzine, ciotole e altri contenitori
piattini
colini
centrifuga per insalata
tritatutto a manovella
grattugia
misurini
imbuti
cucchiai, cucchiaini, mestoli, fruste e forchette
coltello e tagliere
tubi idraulici e giunti
rotoli di cartone (carta igienica o carta casa)
stampini per biscotti
pettini
calamite
cannucce
bacchette cinesi
siringhe per dolci o siringhe usa e getta senza ago
pinze da insalata
vasetti e bottigliette di recupero (succhi, yogurt, acqua, ecc…)
bottiglie di plastica tagliete in modi vari per essere usate come imbuti, contenitori e colini
carta vetrata
pipette
bilancia
spruzzino
lente di ingrandimento

sensory tub di gelatina di http://www.notimeforflashcards.com/

Per ispirarvi e saperne di più, in rete esiste una quantità sterminata di esempi di sensory tubs realizzate da genitori o insegnanti; le mie sono via via raccolte qui.

Tutti gli elementi e gli attrezzi da offrire vanno scelti con cura, ricordano sempre che il troppo è sempre controproducente. Per approfondire il tema del gioco sensoriale puoi leggere qui.

Coi bambini più grandi si può provvedere a preparare delle carte illustrate tipo bingo che contengono gli elementi più grandi contenuti nella vaschetta. Man mano che il bambino li trova, può posizionarli sulla scheda.

Naturalmente questo genere di materiale richiede la presenza di un adulto, soprattutto per la sicurezza del bambino piccolo. Della qualità di questa presenza, indipendentemente dall’elemento sicurezza, abbiamo già parlato…

sensory tub di spezie

Lavagna di sabbia Montessori – Apprendimento della scrittura

Lavagna di sabbia Montessori – Apprendimento della scrittura. Si tratta molto semplicemente di un vassoio o di una cassettina (anche il coperchio di una grande scatola) di legno o anche di plastica o cartone. La versione più ortodossa prevede l’utilizzo di sabbia blu, ma io personalmente preferisco la farina da polenta, che è più calda al tatto, più naturale, e si appiccica molto meno alle manine sudate.

Il concetto di orario scolastico e di suddivisione delle materie di insegnamento da svolgere nell’arco della giornata o della settimana, non fa parte del metodo Montessori. Se decidete di introdurre questo tipo di didattica a casa o a scuola, la prima cosa da fare è preparare l’ambiente e raccogliere la maggior parte dei materiali montessoriani di base (acquistandoli o costruendoli in proprio), in modo tale che fin dall’inizio il bambino possa scegliere a quali materie rivolgere il suo interesse. Un giorno vorrà magari dedicarsi esclusivamente alla scrittura e alla lettura, il giorno dopo lo potrete invece vedere totalmente immerso nella scienza o nella matematica.  I bambini inoltre, specie quelli più piccoli, attraversano fasi nelle quali amano ripetere all’infinito lo stesso esercizio. A volte, in queste loro ripetizioni, tendono a ripetere degli errori, magari sempre lo stesso… ma se li lasciate sperimentare, vedrete che un bel giorno l’errore scomparirà, e non è descrivibile la soddisfazione che i bambini traggono da questo processo.

Ogni bambino è diverso e cresce in modo diverso, le varie tappe di sviluppo di ognuno non vengono raggiunte affatto negli stessi tempi. Per questo nelle scuole Montessori si sceglie il modello della “pluriclasse”  e si crea un clima di collaborazione tra grandi e piccoli che è di grande aiuto per entrambi: i piccoli possono guardare verso materiali ed esercizi più difficili se ne sentono il bisogno, indipendentemente dalla loro “età anagrafica”, i grandi possono tornare a materiali ed esercizi più semplici e che possono risolvere qualche loro incertezza, e in questa scuola davvero non esiste noia.

A casa è certamente possibile ricreare questo ambiente tra fratelli. In caso contrario sarebbe importante creare occasioni di gioco simili con un gruppo di amici che abbiano da uno  a tre anni di differenza d’eta una o due volte la settimana. In ogni caso, per salvaguardare il principio anche con un solo bambino, nell’allestire il materiale bisogna sempre tenere a disposizione materiale “più facile” e materiale “più difficile”, senza mai avere fretta di utilizzare il secondo ed aspettando che sia il bambino stesso a sentirsi pronto.

(trovi altre indicazioni generali sul metodo qui; sull’apprendimento della scrittura qui .)

Lavagna di sabbia Montessori

La lavagna di sabbia Montessori è un bellissimo materiale ed è davvero economico. I bambini più piccoli possono inizialmente avere un approccio artistico e utilizzarla per il disegno libero, per creare composizioni e scenari di gioco. E’ uno strumento molto utilizzato ed apprezzato anche in campo terapeutico.

In funzione della prescrittura, possiamo preparare delle tracce su carta, possibilmente della stessa dimensione del vassoio, ed il bambino ripeterà la traccia nella lavagna. Qui alcuni esempi (prepararne uno per foglio):

Questi esercizi possono essere arricchiti aggiungendo uno specchio alla lavagna: il bambino avrà una bellissima esperienza visiva della simmetria:

E’ molto interessante utilizzare la lavagna di sabbia Montessori anche per il disegno di forme, che è invece un’arte molto coltivata nella scuola steineriana.

Questo un esempio:

Dopo aver fatto varie esperienze, un giorno possiamo proporre al bambino qualcosa di nuovo: tracciamo nella lavagna una bella “a”, pronunciando bene il suono. Se il bambino prova interesse, e non ha difficoltà a copiare i segni abbinandoli ai suoni, è il momento di introdurre le lettere smerigliate (o alfabeto tattile) e di utilizzare la nostra lavagna per esercitare la scrittura dello stampato minuscolo.

Lavagna di sabbia Montessori – Qualche video:


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DIY Montessori sand box. It is quite simply a tray or a box (also the lid of a large box) of wood or even plastic or cardboard. The most orthodox involves the use of blue sand, but I personally prefer the yellow corn flour, which is warmer to the touch, more natural, and sticks less to sweaty hands.

The Montessori sand box is a beautiful material and is really cheap. Younger children may initially have an artistic approach and use it to free drawing, to create compositions and game scenarios. It is an instrument widely used and appreciated in therapy.

As a function of pre-writing, we can prepare the track on paper, possibly the same size of the tray, and the child will repeat the track in the sand box. Here are some examples (prepare one per sheet):

These exercises can be enriched by adding a mirror to the Montessori sand box: the child will have a beautiful visual experience of symmetry:

It is very interesting to use Montessori sand box for the drawing forms, which is rather an art much cultivated in the Waldorf school.

This is an example:

After doing various experiences, one day we can offer the child something new: we draw in the sand box Montessori beautiful “A”, pronouncing good the sound. If the child feels interest, and has no difficulty in copying the signs combining sounds, it’s time to introduce the sandpaper letters (or tactile alphabet) and use our sand box for the writing exercise.
 

 

DIY Montessori sand box – Videos

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