La pagina dei perché

La pagina dei perché: perché la pioggia cade a gocce? Perché il sale fa venire sete? Perchè il pane vecchio diventa duro? Perché prima si vede il lampo e poi si sente il tuono? Una collezione di perché risolti per bambini della scuola primaria. Ho preparato una versione in schede, che possono essere utili per stimolare la lettura.

La pagina dei perché

Costruire l’alfabeto smerigliato Montessori per il corsivo – tutorial

Costruire l’alfabeto smerigliato Montessori per il corsivo – tutorial.  

Per prima cosa ho  preparato le strisce di carta bianca leggera, (normali fogli A4 da stampante o anche carta da quaderno) piegandola in tre per marcare due righe. Così possiamo essere sicuri che le lettere siano proporzionate tra loro e che si possano congiungere,  come avviene con la scrittura.

Poi con pennello e tempera rossa ho disegnato le lettere. Ho usato il rosso perchè poi queste sagome non si buttano, ma possono diventare un super economico alfabeto mobile…

Ritagliate le lettere, le ho posizionate a rovescio sul rovescio della carta vetrata, e ho tracciato i contorni.

Quindi ho ritagliato le lettere dalla carta vetrata e le ho  incollate su cartoncino rosa per le vocali e azzurro per le consonanti.

Con la matita bianca ho aggiunto le indicazioni del percorso, e per aiutare i bambini a riconoscere le lettere “che salgono” e le lettere che “scendono”, ho anche tracciato a matita la linea di base.

Se preferite usare modelli di lettera stampati invece di scrivere a mano, qui trovate un primo modello, in stampato minuscolo:

e qui l’alfabeto corsivo minuscolo che potete utilizzare sia per l’alfabeto tattile, sia per quello mobile:

Coi modelli di carta avanzati dalla costruzione dell’alfabeto tattile, si può costruire un semplice alfabeto mobile:

La divisione in sillabe col metodo Montessori

La divisione in sillabe col metodo Montessori : ho raccolto qui qualche idea pratica per affrontare l’argomento coi bambini, con materiale pronto per la stampa in formato pdf. Questo è il contenuto dell’articolo:
– Andare a capo: presentazione ai bambini (prima versione)
– Andare a capo: presentazione ai bambini (seconda versione)
– Esercizio 1
– Esercizio 2
– Esercizio 3 (schede autocorrettive per la divisione in sillabe)
– Schede delle regole della divisione in sillabe.
Tutto il materiale stampabile si trova raggruppato qui:

La divisione in sillabe col metodo Montessori
Presentazione ai bambini
(prima versione)

Materiale occorrente:
Foglio a righe con margini
Penna rossa
Matita e gomma
Cartellino titolo: ANDARE A CAPO

La divisione in sillabe col metodo Montessori 1

Presentazione:
– Invitiamo un gruppo di bambini alla presentazione e srotoliamo un tappeto.

– Scriviamo davanti ai bambini un paragrafo a matita, copiandolo o facendoselo dettare da un bambino.

– Quando lo spazio della riga si esaurisce, cioè si arriva al margine, diciamo: -Oh! Non c’è spazio. Forse dovrei scrivere più in piccolo…-.

– Cancelliamo l’ultima parola e tentiamo di far stare la parola entro il margine. Diciamo: -Non mi sembra che vada bene, così…-.

– Cancelliamo di nuovo e invitiamo i bambini a battere le mani per ogni sillaba della parola; nel mio esempio: LUN (battere le mani) GA, TER (battere le mani) RA. Scriviamo quindi LUNe disegnano i trattini in rosso per poi andare a capo con GA.

– Scriviamo il resto della frase.

– Terminato il lavoro diciamo ai bambini: -Quando arrivo al margine del foglio e la parola non può starci intera, ne scrivo una parte, e il resto lo scrivo nella riga sottostante. Per spiegare che ho diviso la parola aggiungo vicino al margine due trattini. Questa operazione si chiama ANDARE A CAPO.-.

Se volete, potete aggiungere che nei testi stampati e se scriviamo al computer, per andare a capo si usa un trattino corto. I programmi di videoscrittura però usano sistemi automatici per adeguare le righe ai margini, e non richiedono quasi più l’uso della divisione in sillabe.

La divisione in sillabe col metodo Montessori – Estensioni:
Nei giorni seguenti fare coi bambini molti esercizi battendo le mani, presentando man mano che si presentano le varie regole della divisione in sillabe.
Creare nei giorni seguenti occasioni pratiche per l’esercizio scritto.

La divisione in sillabe col metodo Montessori
Presentazione ai bambini
(seconda versione)

Materiale:
strisce bianche di carta, penna, forbici, cartellini del titolo (1a sillaba, 2a sillaba, 3a sillaba, 4a sillaba, 5a sillaba), cartellino dell’etimologia della parola sillaba.

 La divisione in sillabe col metodo Montessori 2

Presentazione:
– Raccogliamo un piccolo gruppo di bambini interessati e diciamo loro che parleremo di come si possono dividere le parole.

– Mettiamoci in cerchio e chiediamo ai bambini di scandire lentamente i propri nomi, battendo le mani quando serve. Questa sarà la prima dimostrazione.

– Poi diciamo: – Ascoltate attentamente questa parola: casa. Battete le mani quando sentite che nella parola può esserci uno stacco.-. Diciamo poi che la parola casa è formata da due parti.

– Scriviamo la parola casa su una striscia di carta, e tagliamola dove abbiamo sentito che c’è uno stacco nel suono.

– Spieghiamo ai bambini che le parti di una parola si chiamano sillabe, poniamo sul tappeto (al centro, sul margine superiore) il cartellino dell’etimologia e diciamo che la parola “sillaba” deriva dal Greco syl (insieme) e lamb (prendo).

– Mettiamo i primi due cartellini sotto al cartellino, leggendoli.

– Poi poniamo sotto di essi le due parti della parola.

– Continuiamo con altre parole di due sillabe, poi passare a parole più lunghe, aggiungendo altri cartellini dei titoli.

La divisione in sillabe col metodo Montessori
Esercizio 1

Materiale:
cartellini di parole preparati con parole di 1, 2, 3, 4, 5 sillabe; stuzzicadenti. Puoi prepararli a mano, secondo le esigenze dei bambini; se preferisci, ne trovi alcuni già pronti qui (con tabella autocorrettiva):

La divisione in sillabe col metodo Montessori 3

La divisione in sillabe col metodo Montessori 3 tabella autocorrettiva

Presentazione:
– Raccogliamo un piccolo gruppo di bambini, e cominciamo leggendo loro una parola di due sillabe. Chiediamo quante sillabe contiene.

– Mettiamo il cartellino della parola sul tappeto e poniamo uno stuzzicadenti tra le due sillabe.

– Continuiamo allo stesso modo con altre parole, di due, tre, quattro, cinque sillabe.

– I bambini possono registrare l’esercizio sul quaderno.

La divisione in sillabe col metodo Montessori
Esercizio 2
Cartellini auto correttivi delle parole

Materiali:
molti cartellini di parole di 1,2,3,4,5 sillabe scritti fronte e retro (da un lato la parola intera, dall’altro la parola divisa in sillabe, per l’autocorrezione). Puoi prepararli a mano, secondo le esigenze dei bambini; se preferisci, ne trovi alcuni già pronti qui (ritagliare e piegare lungo la metà ogni cartellino, per ottenere il fronte-retro):

La divisione in sillabe col metodo Montessori 4

cartellini dei titoli (1 sillaba, 2 sillabe, 3 sillabe, 4 sillabe, 5 sillabe):

titoli per le sillabe

alfabeti mobili di colori diversi:

Presentazione:
– Disporre i cartellini dei titoli sul tappeto (sul margine superiore) e distribuire i cartellini delle parole tra i bambini.

– I bambini posizionano le loro parole sotto il titolo corretto.

– Ogni bambino sceglie una parola e la trascrive con gli alfabeti mobili, alternando i colori tra le sillabe, poi volta il cartellino per verificare se ha diviso la parola correttamente.


La divisione in sillabe col metodo Montessori
Esercizio 3
Schede auto correttive per la divisione in sillabe

Avevo preparato tempo fa queste schede, che contengono parole di difficoltà diversa, e sono pronte in formato pdf per il download e la stampa gratuiti. Le ho sempre trovate molto utili.

La divisione in sillabe col metodo Montessori
Schede delle regole della divisione in sillabe

Le regole per la divisione in sillabe, che tutto sommato non sono molte, possono essere scritte su cartellini di colori diversi. I bambini possono usarle per studiare le parole, per risolvere dubbi, o possono copiarle, se lo desiderano, sui loro quaderni.

Stili letterari e scrittura creativa secondo il metodo Montessori

Stili letterari e scrittura creativa secondo il metodo Montessori.Quando parliamo di stile di scrittura, dobbiamo sempre tenere presente che il nostro compito di educatori è sviluppare la personalità del bambino, non soltanto il suo linguaggio: la lingua è l’espressione della persona. Per questo è importante, nella scuola primaria, lavorare sulla lingua attraverso un fare sempre nuove scoperte, e non soltanto attraverso la lettura e la scrittura.

Possiamo definire lo stile come il modo che usiamo per rappresentare noi stessi al mondo. La parola stile deriva dal latino stylus, stilo, che era lo strumento utilizzato per scrivere. Lo stile è dunque il modo in cui si esprime il proprio pensiero nel linguaggio scritto e verbale, selezionando ed organizzando le parole in un modo piuttosto che in un altro. Lo stile riguarda tutte le componenti che riguardano la forma, e non il contenuto del pensiero espresso.

Nella scuola primaria lo stile viene preso in considerazione da due punti di vista, cioè la scrittura del bambino e la letteratura: la scrittura del bambino, perché vogliamo che essa sia piacevole all’orecchio, e non soltanto grammaticalmente corretta; la letteratura in quanto è possibile analizzarla ed operare confronti tra autori diversi.

Lo stile di scrittura deve essere legato al contesto, cioè deve adattarsi al tema. Lo stile dovrebbe essere scelto in base al tipo di lavoro che si intende sviluppare: narrativa, saggistica, prosa, racconti, poesie, testi teatrali, discorsi, articoli giornalistici.

La buona scrittura deve essere grammaticalmente corretta, chiara e appropriata al soggetto.

Fino ai sei anni, nella fase di apprendimento del meccanismo, il lavoro del bambino deve essere guardato con fiducia e rispetto, perché le critiche possono interferire con il suo normale sviluppo. Soltanto se il bambino stesso si mostra insoddisfatto dei propri risultati, ed è lui a chiedervi aiuto, ha senso fornirgli consigli e pensare a lavori individualizzati che possano aiutarlo a superare le difficoltà.

Quando il bambino è in possesso dei meccanismi della lettura e della scrittura ed arriva alla scuola primaria, cominciamo a considerare anche l’aspetto dello stile.

Innanzitutto dobbiamo aiutarlo ad esprimersi con il suo proprio stile, uno stile che sia espressione di sé e che sia, contemporaneamente, chiaro e bello.

Un grande aiuto deriva dalle audizioni, cioè dalle letture a voce alta fatte in classe dall’insegnante. Attraverso questo importante strumento, i bambini hanno la possibilità di entrare in contatto con una grande varietà di autori diversi, e diventano consapevoli delle differenze di stile che esistono tra di loro; imparano a sentire che ogni persona ha il proprio modo di esprimersi.

Questo è il primo passo per fare in modo che il bambino sviluppi il proprio stile di scrittura, e che apprezzi gli stili degli altri. Selezionare per i bambini letteratura di qualità è uno dei modi migliori per aiutare i bambini ad apprezzare lo stile. Quando leggiamo ai bambini, dovremmo essere sicuri di aver scelto stili di scrittura differenti, testi provenienti da diversi periodi della letteratura italiana e mondiale.

La scrittura del bambino deve essere grammaticalmente corretta, chiara, ed appropriata al tema.

Nello svolgersi dell’anno scolastico si lavora molto alla grammatica, attraverso il programma di psicogrammatica. Questa materia non è rigidamente separata dalle altre, ed è portata ai bambini come qualcosa di vivente, come vivente è la lingua. La grammatica fluisce attraverso l’espressione, e non è legata alla memorizzazione di elenchi di regole. Un grande aiuto lo ricaviamo dai materiali montessoriani, primi fra tutti i simboli grammaticali, di cui parleremo approfonditamente nei prossimi articoli. Lavorando con questi materiali, i bambini imparano a vedere le strutture, i modelli che stanno nascosti nelle nostre frasi.

La chiarezza di espressione è una qualità che va coltivata. Per prima cosa, se un bambino non ha pensieri chiari, non saranno chiare le sue espressioni. Lavorare con i materiali dell’analisi grammaticale e dell’analisi logica, manipolando frasi composte e complesse, aiuta molto i bambini a conseguire una buona chiarezza espressiva. Per questo motivo non è affatto prematuro introdurre i simboli già da quando i bambini cominciano a scrivere e leggere.

All’interno del programma di psicogrammatica, ci sono delle sezioni che aiutano molto i bambini a sviluppare consapevolezza e sensibilità verso lo stile di scrittura:

  • analisi grammaticale: oltre ai simboli grammaticali, cui abbiamo già accennato e che servono a rivelare visivamente i modelli linguistici, abbiamo a disposizione le scatole grammaticali, che in particolare lavorando alle permutazioni tra le parti del discorso danno importanti informazioni ai bambini sull’importanza della sintassi. Altro materiale interessante è quello dei cartellini dei comandi per le parti del discorso: quando ad esempio iniziano a lavorare con questi cartellini alle coniugazioni verbali, acquisiscono grandi abilità nelle concordanze soggetto – predicato verbale.

  • analisi logica: attraverso l’analisi logica i bambini vedono come le frasi variano in lunghezza e complessità di pensiero. Analizzando pensieri e frasi altrui, si accorgono che la chiarezza dipende non soltanto dalla scelta delle parole, ma anche dalla struttura in cui vengono inserite. I bambini vedono come frasi variano in lunghezza e complessità del pensiero. Un approccio organizzato e logico al linguaggio dà gli strumenti per un’efficace auto-espressione.
  • studio della parola: lo studio della parola contribuisci ad arricchire il vocabolario dei bambini ed a renderlo più specifico, rendendo la scrittura più chiara e precisa.

Oltre ad essere chiaro, lo stile di scrittura deve essere adeguato al contenuto dello scritto. Come già detto, i bambini devono usare uno stile che metta in evidenza il significato che vogliono trasmettere, e deve al tempo stesso riflettere la personalità di chi scrive.

Per sostenerlo in questo aspetto della scrittura, è importante che il bambini legga i propri testi in prosa e in poesia ai compagni, in modo da tenere sempre vivo il confronto.

Per quanto riguarda le letture individuali, è importante che, soprattutto con i primi libri, i bambini sentano la lettura come un piacere, per questo motivo non dobbiamo imporre loro di terminare tutti i libri che iniziano a leggere. Piuttosto impariamo a notare le preferenze di ognuno, per essere in grado di proporre testi che hanno una buona probabilità di incontrare il loro favore. I bambini stessi potranno stilare delle proprie liste di autori preferiti. Letto un libro, i bambini dovrebbero avere occasione, in classe, di parlarne ai compagni, raccontando di cosa parlava, quali parti gli sono piaciute, e che impressioni ne ha tratto.

Per esplorare lo stile di un autore che è piaciuto, possono copiare una frase dal testo e analizzarla coi simboli grammaticali, per avere l’immagine della struttura delle sue frasi e scoprire se, ad esempio, usa molti aggettivi, o preferisce frasi corte, o utilizza invece molti avverbi, ecc… Con la stessa tecnica di analisi si possono confrontare tra loro due brevi frasi di autori diversi, o anche due frasi di uno stesso autore, per vedere se il suo stile è coerente.

Nella scuola primaria si sviluppa un forte collegamento tra letteratura e scrittura dei bambini. Dopo che essi sono entrati in contatto con molti stili letterari diversi, e quando i meccanismi della scrittura sono acquisiti, comincia la sfida della scrittura creativa.

Stili letterari e scrittura creativa secondo il metodo Montessori
Regole fondamentali

Esistono moltissimi manuali di scrittura creativa e stile, ma quello che mi sento di consigliare è un piccolo testo (una novantina di pagine), Elementi di stile, di Strunk e White. Si tratta di un classico della letteratura americana, e nella versione per la lingua italiana è stato curato da Mirko Sabatino. Il manuale contiene tutte le regole di stile fondamentali, che possono essere presentate ai bambini che si avvicinano alla scrittura creativa.

Le regole fondamentali, che possiamo qui riassumere, sono:

  • una frase non deve contenere parole inutili; un paragrafo non deve contenere frasi inutili. Questo per lo stesso motivo per cui un disegno non deve contenere linee inutili, e un’auto non deve contenere componenti inutili. Ogni parola che si scrive deve raccontare qualcosa;
  • bisogna scrivere su ciò che si sa:
  • bisogna dire ciò che si vuole dire;
  • bisogna usare un linguaggio definito, concreto e specifico;
  • bisogna rimanere centrati sul soggetto del testo;
  • bisogna che le parole siano legate tra loro, altrimenti la scrittura può diventare ambigua;
  • bisogna essere concisi;
  • bisogna evitare i luoghi comuni; chiediamo ai bambini se hanno già sentito quella certa combinazione di parole prima, ed in caso affermativo, consigliare di non usarla:
  • bisogna utilizzare verbi forti e nomi precisi; sono i sostantivi ed i verbi gli elementi che danno alla prosa colore e forza;
  • gli aggettivi devono servire a portare maggior chiarezza;
  • bisogna preferire la forma attiva del verbo; quando lo scrittore vuole che la sua prosa sia diretta e vigorosa, la forma attiva del verbo è indispensabile;
  • evitare la ripetizione delle stesse parole: le parole abusate perdono la loro efficacia;
  • bisogna rispettare le concordanze verbali, soprattutto una storia deve svolgersi nel presente, nel passato o nel futuro, per tutta la sua durata;
  • bisogna organizzare i pensieri in frasi e paragrafi;
  • le lunghe argomentazioni devono essere organizzate in capitoli e paragrafi.
  • le dichiarazioni positive sono migliori di quelle negative; ad esempio è preferibile dire “è in ritardo” invece di “non è puntuale “.

Stili letterari e scrittura creativa secondo il metodo Montessori
Esercizi di scrittura creativa e stile

L’insegnante ha il compito di portare le regole di stile all’attenzione del bambino, e lavorare con lui al raggiungimento degli obiettivi. Sarà l’interazione insegnante-bambino ed il nostro entusiasmo ad illuminare le loro menti. Se a noi per primi mancano le abilità di scrittura, sarà molto difficile aiutare i bambini a sviluppare il loro stile personale di scrittura.

Qui di seguito trovi una serie di idee ed esercizi utili a favorire lo sviluppo di un buono stile di scrittura, chiaro, corretto e personale, da parte dei bambini della scuola primaria.

  1. I bambini possono esercitarsi a scrivere qualcosa di proprio nello stile di uno dei loro autori preferiti. Si inizia naturalmente con un paragrafo, poi via via il lavoro tenderà ad espandersi a composizioni più grandi, grazie all’entusiasmo che questo genere di attività suscita sempre nei bambini.
  2. Quando, durante la lettura di un romanzo, i bambini sentono un dato personaggio come familiare, possiamo suggerire loro di usare la voce di quel personaggio per scrivere una pagina del suo diario, o una lettera ad un altro personaggio del romanzo stesso.
  3. Possiamo chiedere ai bambini di scrivere sullo stesso argomento utilizzando stili diversi, ad esempio descrivere un tramonto prima nello stile di un dato autore, e poi nello stile di un altro.
  4. Possiamo scrivere la stessa cosa utilizzando stili diversi: ad esempio la descrizione di un temporale come testo descrittivo, saggio, poesia.
  5. Fiabe, favole e racconti popolari sono molto facili da analizzare ed i bambini si divertiranno molto a scriverne.
  6. Favorire la riscrittura da parte dei bambini di biografie, saggi, manuali di istruzioni, lettere, articoli di giornale, documenti storici e poesie.
  7. Lavorare alla scrittura di descrizioni di stati d’animo, racconti d’avventura, racconti d’azione, momenti contemplativi. Parlare ai bambini di ciò che l’autore ha fatto per rendere un certo stato d’animo.
  8. Lavorare alla scrittura umoristica è anche molto interessante.
  9. Lavorare ai testi poetici, in particolare, dà la possibilità di parlare di similitudini, metafore, allitterazioni, assonanze, personificazioni, ecc… che arricchiranno le loro prose.
  10. Esplorare modi di dire, proverbi e indovinelli: i bambini amano i giochi di parole, amano pensare, cercare, e cercare di spiegare espressioni bizzarre, come fare qualcosa a ufo, cadere a fagiolo, ecc…
  11. Tradurre uno scrittore nello stile di un altro.
  12. Tradurre un brano scritto da un bambino nello stile di un certo autore.
  13. Consentire ai bambini di scrivere sia in modo collaborativo, sia individuale.
  14. Scegliamo un’immagine interessante e chiediamo ai bambini di scrivere i propri pensieri su di essa, di getto. Poi riorganizzare insieme il testo, considerando che ciò che ci dà piacere, da lettori, è l’ordine e la simmetria del testo.

Stili letterari e scrittura creativa secondo il metodo Montessori

La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI

La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI: lettura meccanica, interpretativa, a voce alta.

Nell’articolo puoi trovare vario materiale pronto per il download e la stampa, in formato pdf. Tra questo materiale:

primi esercizi di lettura: scatole degli oggetti, scatole delle illustrazioni, schede delle sei immagini, cartellini di parole da abbinare ad oggetti, gioco di lettura di parole con gli oggetti, cartellini di lettura di parole, gioco alla lavagna per la lettura di frasi, cartellini dei comandi per la lettura di frasi (cinque serie)

esercizi di lettura successivi: la lettura ad alta voce, il primo libro di lettura, comandi per la lettura interpretata (7 serie), comandi per la lettura di poesie, le audizioni.

La lettura comincia, nella scuola d’infanzia, fin da quando i bambini rileggono le prime parole che hanno composto con l’alfabeto mobile, anche se non si tratta di lettura vera e propria, perché manca l’elemento della comprensione: i bambini infatti conoscono già il significato della parola, avendola scritta loro stessi. In questa fase, comunque, l’attenzione del bambino è rivolta alla pronuncia dei suoni della parola scritta, ma questa attenzione lo porterà poi a voler riconoscere le parole scritte da altri.

La buona pronuncia della parola letta ha un grande valore: si può dire che sia lo scopo principale della lettura nella scuola d’infanzia. Tuttavia è difficile raggiunger questo obiettivo, se nel suo sviluppo il bambino ha sviluppato difetti di pronuncia nella lingua orale.  Quando l’intelligenza vuole volare, le sue ali devono essere pronte. Immaginate se il pittore, nel momento in cui giunge l’ispirazione, dovesse mettersi a fabbricare i pennelli!

Secondo Maria Montessori nella lettura intervengono due fatti diversi: l’interpretazione del senso, e la pronuncia ad alta voce della parola scritta. L’osservazione dimostra che i bambini interpretano il senso leggendo mentalmente: l’interpretazione richiede raccoglimento, perché è l’intelligenza che legge.

Durante l’apprendimento della lettura nella scuola d’infanzia, bisogna distinguere tra scrittura e lettura, perché o due atti non sono contemporanei e la scrittura precede la lettura: nella scrittura prevale il meccanismo psico-motorio, mentre la lettura è un lavoro puramente intellettuale.

Quando il bambino che sa scrivere si trova davanti ad una parola che deve interpretare leggendo, tace a lungo, e legge i suoni con la stessa lentezza con cui la scriverebbe.

Ma il senso della parola diventa evidente solo quando essa è pronunciata in modo chiaro e con l’accento corretto. Ora, per trovare l’accento corretto, il bambino deve riconoscere la parola, cioè deve riconoscere l’idea che la parola rappresenta.

La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI
Primi esercizi di lettura
 

  • Scatole degli oggetti
  • Scatole delle illustrazioni
  • Schede delle sei immagini
  • Cartellini di parole da abbinare ad oggetti
  • Gioco di lettura di parole con gli oggetti
  • Cartellini di lettura di parole
  • Gioco alla lavagna per la lettura di frasi
  • Cartellini dei comandi per la lettura di frasi (cinque serie)

La composizione deve precedere la lettura logica, come la scrittura deve precedere la lettura della parola. Inoltre la lettura, se ha il significato di recepire un‘idea, deve essere mentale e non vocale. Come spiegheremo meglio dopo, la lettura ad alta voce è un compito complesso. Anche una persona adulta che deve leggere un documento in pubblico si prepara per impadronirsi prima del contenuto. Nel bambino che comincia a leggere, la lingua scritta deve essere isolata dall’articolazione dei suoni. La scrittura rappresenta lo strumento per trasmettere il pensiero a distanza, mentre i sensi e il meccanismo muscolare tacciono.

Per la maggior parte dei bambini, la lettura si sviluppa spontaneamente attraverso la pratica nella costruzione delle parole. Ma ogni bambino è diverso. Alcuni hanno bisogno di molti esercizi di composizione di parole, mentre altri abbastanza presto leggono i suoni scritti. Per questa ragione l’insegnante dovrà osservare ogni bambino e giudicare quando è pronto per la presentazione della lettura. Si devono preparare molti materiali in grande varietà, per permettere ai bambini di fare molta pratica tenendo sempre vivo l’interesse con materiale nuovo. Tutti questi materiali possono essere usati in una prima fase per comporre le parole con gli alfabeti mobili, mentre in una seconda fase possono essere usati per la sola lettura.

Non smorzate l’entusiasmo del bambino per l’esercizio correggendo ogni errore. Se un bambino lavora con interesse e capisce quello che sta facendo, è meglio non interferire: migliorerà rapidamente con la pratica. Se invece non capisce quello che sta facendo, ripetere la lezione il giorno successivo, prima che lui abbia il tempo di prendere il materiale da solo. Se sbaglia ripetutamente l’ortografia di una stessa parola, gli può essere mostrata con delicatezza la composizione corretta della parola. Non bisogna chiedere al bambino di leggere le parole che ha composto, anche se sono scritte correttamente, perché quello del leggere è un processo completamente diverso rispetto a quello del comporre le parole.

La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI – Scatole degli oggetti

Si tratta di scatole che contengono oggetti attraenti. Le parole corrispondenti agli oggetti devono essere scritte su cartellini, sempre conservati in scatoline.
il cartellino della parola letta viene posto sotto l’oggetto cui corrisponde, e si continua così tutti gli altri cartellini. L’insegnante continua ad aiutare il bambino finché capisce bene l’esercizio, poi lo lascia libero di lavorare da solo. Una volta che ha completato il lavoro con una scatola di oggetti, può scegliere di continuare con un’altra scatola.

La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI – Scatole delle illustrazioni

Sono scatole che contengono schede di illustrazioni, e altre scatole per i nomi corrispondenti, sempre scritti su cartellini.

Il bambino prende una scatola di schede illustrate, legge le parole dei cartellini, e le abbina. Fatto ciò, può scegliere di continuare con un’altra scatola.

La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI – Schede delle sei immagini

Sono schede che contengono una raccolta di sei immagini ciascuna. I nomi corrispondenti sono scritti su foglietti inseriti in una busta. Sotto ogni immagine c’è lo spazio per inserire il cartellino del nome.

Il bambino prende una grande busta contenente sei foto. Poi prende la busta con le parole, le legge e le abbina alle foto.
L’insegnante mostra al bambino ogni esercizio dedicandogli tutti il tempo necessario, se occorre dando il suo aiuto. L’obiettivo è quello di dare al bambino una varietà di attività dello stesso tipo, mantenendo vivo il suo interesse. Se un bambino ha difficoltà con la lettura, l’insegnante dà ogni giorno un aiuto supplementare, facendo tutto il possibile per suscitare il suo interesse e dargli la sensazione che lui è in grado di leggere. Dopo che i bambini hanno lavorato per un po’ con un dato materiale, nell’aula viene portato materiale nuovo.

La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI – Cartellini di parole da abbinare ad oggetti

Prepariamo una serie di foglietti realizzati con comune carta da scrivere. Su ciascuno di questi scriviamo in caratteri grandi e chiari alcune parole di uso frequente, che il bambino conosce di certo. Se la parola si riferisce ad un oggetto, poniamolo sul tavolo del bambino facilitare la sua interpretazione della parola.
Gli oggetti utilizzati in questi giochi possono essere pezzi dell’arredamento della casa delle bambole, palloni, bambole, alberi, greggi di pecore o altri animali, soldatini, ferrovie, e altre figure semplici.

Cominciamo con la lettura dei nomi di oggetti ben noti e presenti. Non importa distinguere tra parole facili e difficili, perché il bambino sa già leggere qualsiasi parola, cioè sa leggere i suoni che la compongono. Lasciamo quindi che il bambino traduca pure la parola scritta in suoni lentamente, e se l’interpretazione è esatta, limitiamoci a dire, “più veloce”.  Di solito Il bambino legge più in fretta la seconda volta, ma spesso ancora senza capire. Ripetiamo: “Più veloce, più veloce.”

Questo è tutto per quanto riguarda l’esercizio di lettura.
Quando il bambino ha letto la parola, egli abbina il foglietto all’oggetto corrispondente, e l’esercizio è finito.

La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI – Gioco di lettura di parole con gli oggetti

Su un grande tavolo disponiamo in ordine sparso una grande varietà di giocattoli. Scriviamo i foglietti coi nomi corrispondenti, pieghiamoli a metà e mettiamoli in un cesto. I bambini a turno pescano dal cesto un foglietto, e vanno al proprio tavolo. Quando un bambino legge e comprende il contenuto del suo foglietto, lo consegna alla maestra, e questo diventa la piccola moneta corrente con la quale acquistare il giocattolo nominato.

Quando tutti i bambini partecipanti al gioco hanno conquistato un giocattolo, prepariamo un altro cestino, nel quale invece di oggetti ci saranno i nomi dei compagni che non sanno ancora leggere, e che per questo motivo non hanno ricevuto il giocattolo. I bambini che leggono correttamente il nome, offrono il loro giocattolo all’amico più piccolo.

La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI – Cartellini di lettura di parole

Prepariamo centinaia di foglietti scritti, contenenti i nomi dei bambini, nomi di città, di oggetti, di colori e anche di qualità conosciute attraverso gli esercizi sensoriali, e poniamole in scatole aperte che i bambini possono utilizzare liberamente. Vedremo i bambini rapiti da questi foglietti, e presto stimolati a leggere anche insegne dei negozi, scritte sui calendari, ecc… anche senza che sia stato presentato loro lo stampato minuscolo.

Dopo aver ottenuto coi bambini più piccoli che essi riuscissero a leggere, comprendendoli, cartellini contenenti parole e frasi, Maria Montessori pensò che non rimanesse che proporre ai bambini un libro, ma non ne trovò di adatti al suo metodo. Grazie ai risultati raggiunti nelle sue case dei bambini, le furono regalati molti libri illustrati, che furono dati ai bambini: essi sembravano molto interessati a questi libri, ma la Montessori fece degli esperimenti per comprendere meglio la cosa.

Innanzitutto chiese ad un’insegnante di raccontare una delle storie ai bambini, mentre lei osservava fino a che punto essi erano spontaneamente interessati, e vide che l’attenzione dei bambini calava dopo poche parole. Era evidente che i bambini, che sembravano leggere questi libri con tanto piacere, non traevano piacere dal senso, ma soltanto dall’abilità meccanica che avevano acquisito di tradurre i segni grafici in suoni e quindi di riconoscere le singole parole. Inoltre i bambini non avevano nella lettura dei libri la stessa costanza che avevano dimostrato verso i foglietti scritti, perché nei libri incontravano troppe parole a loro sconosciute. Come seconda prova chiese ai bambini di leggere un libro per lei. Diede un libro a un bambino, si sedette accanto a lui, e il bambino cominciò a leggere. Ad un certo punto chiese: “Hai capito quello che stavi leggendo?”, e il bambino rispose: “No.”, mentre l’espressione del suo viso sembrava chiedere una spiegazione della sua domanda.

In realtà, l’idea che la lettura di una serie di parole possa comunicarci i pensieri di altre persone, era una conquista che ancora non poteva essere raggiunta dai bambini, e che si sarebbe realizzata sicuramente nel futuro.
Tra il saper leggere le parole ed il comprendere il senso di un libro, c’è la stessa distanza che esiste tra il saper pronunciare una parola e fare un discorso. Interruppe quindi la lettura di libri ed attese.

Maria Montessori osservò che i bambini, che si sono esercitati ogni giorno a comporre e leggere parole, ad un certo punto arrivano spontaneamente alla composizione di frasi.
Quando questo avviene, è il momento per procedere con la lettura di frasi.

La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI – Gioco alla lavagna per la lettura di frasi

La Montessori scrisse alla lavagna: “Mi volete bene?” I bambini stettero in silenzio per un attimo, poi gridarono: “Sì, sì!”. Quindi scrisse: “Allora fate silenzio, e guardatemi. “. I bambini lessero, e fecero silenzio.
Iniziò così tra loro una comunicazione per mezzo del linguaggio scritto.

La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI – Cartellini dei comandi per la lettura di frasi

Prepariamo un buon numero di cartellini nei quali scriveremo frasi lunghe che descrivono azioni che i bambini devono svolgere, ad esempio chiudere le tapparelle; aprire la porta d’ingresso; chiedere a otto compagni di lasciare le loro sedie, mettersi in doppia fila al centro della stanza e marciare avanti e indietro in punta di piedi, senza fare rumore; chiedere a tre compagni che cantano bene di andare al centro della stanza, mettersi in fila e cantare con loro una canzone ; ecc…

Per prima cosa stabiliamo un profondo silenzio, poi presentiamo un cesto contenente i vari cartellini piegati a metà. Tutti i bambini che sanno leggere possono prendere un cartellino e leggerlo, poi consegnano il cartellino alla maestra ed eseguono l’azione descritta. Dal momento che molte di queste azioni richiedono l’aiuto degli altri bambini che non sanno leggere, e dal momento che molti richiedono l’uso di oggetti e materiali, si crea un clima di generale attività e di disciplina spontanea.

Il materiale consiste in un set progressivo di carte che invitano il bambino a creare una scena, o che promuovono un’attività osservabile dall’insegnante.
Per la presentazione mostriamo ai bambini dove trovare le carte e spieghiamo che possono lavorare in gruppo o da soli. Diciamo ai bambini che dovranno tenere il cartellino in mano mentre eseguono l’azione.
Il bambino poi sceglie una carta ed esegue l’azione.

Queste sono le serie dei cartellini dei comandi pronte:

  • Prima serie
  • Seconda serie
  • Terza serie
  • Quarta serie
  • Quinta serie

Puoi scaricarle tutte insieme qui:

La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI
Esercizi di lettura successivi

 – la lettura ad alta voce
– il primo libro di lettura
– comandi per la lettura interpretata (7 serie)
– comandi per la lettura di poesie
– le audizioni (letture a voce alta dell’insegnante).

La lettura ad alta voce è una cosa diversa dalla lettura mentale. Mentre la lingua orale è legata alla capacità di udire, la lettura è legata alla scrittura. Nella scrittura, in un certo senso, non ci sono suoni da udire o da pronunciare. E’ la persona, sola con se stessa, che entra in contatto con tutti gli uomini del passato, del presente e del futuro in tutti gli angoli della Terra. Non i suoni, ma la scrittura, è ciò che permette questo tipo di comunicazione. La mente, silenziosamente, riceve i messaggi muti contenuti nei testi scritti.

La lettura ad alta voce, quindi, è una mescolanza di due linguaggi, ed è più complessa sia del solo linguaggio orale, sia della sola scrittura.

Per fare in modo che la lettura ad alta voce sia per lo meno comprensibile, è necessario che la mente e l’occhio facciano rapidamente il lavoro di scorrere l’intera frase, mentre la voce ne riproduce i suoni, dando l’espressione che è necessaria a comprenderne il senso. Quando chiediamo ad un bambino nel primo anno della scuola primaria di raggiungere questo risultato, non è difficile capire perché la lettura sia uno degli scogli più ardui da superare.

Questo schema mostra l’insieme dei fatti che riguardano la lettura:

La vera lettura è solo quella interpretativa. La lettura ad alta voce, invece, è un insieme di lettura ed espressione verbale. La lettura ad alta voce permette ad un gruppo di persone di condividere un’esperienza di lettura, ma non è uguale al lavoro mentale che richiede l’ascoltare la viva voce di una persona che racconta qualcosa in prima persona. Sappiamo tutti quanto sia difficile seguire una lettura fatta da altri, e che il saper leggere è un rarissimo pregio. E’ un’arte. Per insegnare la lettura a voce alta, non è particolarmente utile parlare di tono di voce, pause, gesto: ciò che è davvero importante nell’arte di leggere è l’interpretazione viva ed intensa, che porta ad immedesimarsi nella cosa letta. Il bambino deve, mentre legge a voce alta, comprendere profondamente il testo. Per provarci che hanno capito ciò che hanno letto a voce alta, dovremo chiedere loro di ripeterne il contenuto con parole proprie.

Il bambino che è in grado di esprimere col suo racconto, sia pure imperfetto, quello che ha capito della lettura, si trova in uno stadio più avanzato rispetto a chi non è in grado di farlo. Tuttavia anche questi bambini, ascoltandolo, non si tratterranno dal correggerlo per le sue imprecisioni.

La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI – Il primo libro di lettura

Anche se consideriamo della massima importanza la lettura interpretata, offriamo al bambino anche un libretto di lettura che può leggere da sì a voce bassa e poi, quando lo ha capito, anche a voce alta, pronunciando le parole con espressione e chiarezza.

Il primo libretto ideato da Maria Montessori era estremamente semplice. Le pagine scritte erano solo quelle che si offrivano ad apertura del libro, cioè le facciate si sinistra erano bianche. Le pagine inoltre, venti in tutto, non sempre riempivano la pagina, che sopra e sotto il testo era adornata da cornicette.

Il libretto conteneva frasi di questo tipo:

  • La mia scuola si chiama “Casa dei Bambini”.
  • Nella “Casa dei Bambini” ci sono per noi tante seggioline e piccoli tavolini.
  • Ci sono pure graziose credenzine: ogni bambino ha il suo cassetto.
  • Piante verdi e mazzolini di fiori sono dappertutto nella nostra bella scuola.
  • Io mi fermo spesso a guardare i quadri appesi alle pareti.
  • Noi facciamo tutto: ci laviamo, mettiamo in ordine gli oggetti, puliamo i mobili, studiamo e impariamo le cose.
  • Sapete come abbiamo imparato a vestirci? Lavorando molto con le nostre dita sui telai per allacciare, slacciare, agganciare, sganciare, abbottonare, sbottonare, annodar, snodare.
  • I cubi della torretta sono dieci e sono di diversa grandezza: io li spargo prima su un tappeto e poi mi diverto a metterli uno sull’altro, scegliendo sempre il più grande.
  • La torretta serve anche a fare un bell’esercizio di equilibrio: si porta in giro per la sala senza farla comporre. Ma spesso non ci si riesce!
  • Anche le aste lunghe mi piacciono: si devono mettere vicino le aste in gradazione, badando a che i pezzi turchini stiano vicini ai pezzi turchini e i pezzi rossi vicini ai rossi. Così si forma una scala a strisce rosse e turchine.
  • Ma una vera scala io la formo con i prismi marrone. Questi prismi sono di grossezza diversa. Io li metto l’uno accanto all’altro, per ordine di grossezza: ed ecco una bella scala di dieci gradini.

La pratica della lettura secondo il metodo Montessori – Comandi per la lettura interpretata

Le letture interpretate si fanno, come i primi esercizi di lettura, con dei cartellini. Il bambino sceglie un cartellino, lo legge mentalmente, e poi esegue l’azione indicata.
Di questi cartellini esistono varie serie, di complessità crescente: frasi con un’azione, frasi con due o più azioni, molte frasi, frasi con una o più subordinate, dialoghi e scene che richiedono la collaborazione di due o più bambini. I testi provengono per la maggior parte da opere letterarie.
Insieme ai cartellini dei comandi possiamo offrire un assortimento di semplici travestimenti: mantelli, cappelli, ecc…

Distribuiamo le carte del primo set ad un piccolo gruppo di bambini. Chiediamo a un bambino di leggere in silenzio e poi di eseguire l’azione, come se fosse un attore sul palcoscenico. Quando il bambino ha eseguito l’azione, gli altri bambini provano a indovinare cosa c’era scritto nel cartellino. Il bambino legge il cartellino, e si continua così per tutti gli altri cartellini.

I bambini eseguono le azioni indicate, ma non con freddezza: mettono una cura artistica nell’espressione del sentimento. Interpretano l’azione e la studiano, provando e riprovando, come per una rappresentazione teatrale, e cogliendo tutte le sfumature delle parole. Per esempio la frase ‘stava a capo chino’ non indica ‘piegò il capo’. Se il bambino ha compreso, resterà a capo chino, con un’espressione più o meno viva, a seconda del sentimento che deve esprimere.

Trovi tutte le sette serie qui:

La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI – Comandi per la lettura interpretata – Serie 1

Comandi per la lettura interpretata – Serie 2

In questa serie abbiamo periodi di due proposizioni coordinate: i bambini eseguono due azioni consecutive, invece di una sola.

Comandi per la lettura interpretata – Serie 3

Nella terza serie di letture ci sono periodi con più proposizioni coordinate.

Comandi per la lettura interpretata – Serie 4

le letture consistono in periodi  di due proposizioni, una principale ed una subordinata.

Comandi per la lettura interpretata – Serie 5

In questa serie prevalgono periodi di più proposizioni subordinate e coordinate. La lettura contiene delle descrizioni più complesse, e l’interpretazione deve corrisponderle in ogni minimo particolare.

Comandi per la lettura interpretata – Serie 6

in queste letture c’è un’azione drammatica più difficile da interpretare. Spesso occorre pronunciare qualche frase.

Comandi per la lettura interpretata – Serie 7

Letture che richiedono l’interpretazione di due o più persone (scenette, dialoghi,…)

La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI – Comandi per la lettura di poesie

I bambini non si limitano solo a riprodurre le scene, ma in un secondo tempo leggono ad alta voce tutti i brani che hanno rappresentato, con espressione. I bambini tendono a leggere e rileggere moltissime volte i brani, e ne imparano molti a memoria. Per questo possiamo mettere insieme alcune poesie, facendone un libretto. I bambini le leggono mentalmente e ad alta voce, o le imparano a memoria e le recitano.
Possiamo anche preparare dei cartellini di poesie.

La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI – Le audizioni

Dopo questo lavoro preparatorio con i cartellini dei comandi per la lettura interpretata, i bambini sono in grado di capire ciò che leggono. Hanno infatti superato tutte le difficoltà di comprensione dei periodi, legate alle loro costruzioni, conoscono il significato di moltissime parole, e nel frattempo hanno iniziato lo studio dell’analisi grammaticale. Questo lavoro si trasforma in una forza che porterà ad un movimento intenso e spontaneo.

Ad un certo punto, infatti, esploderà in classe la passione per la lettura. I bambini sentiranno il desiderio di leggere, leggere, leggere. I libri che riusciremo a raccogliere nella biblioteca di classe sembreranno sempre pochi e sarà necessaria qualche visita alle biblioteche pubbliche.

L’insegnante può dedicare del tempo alla lettura a voce alta per i bambini, ad esempio durante le ore di disegno.

Le letture fatte nella prima scuola Montessori sono state: le favole di Andersen, alcune novelle del Capuana, il Cuore di De Amicis, episodi della vita di Gesù, Fabiola, I promessi sposi, La capanna dello zio Tom, la storia del risorgimento italiano, L’educazione del selvaggio dell’Aveyron di Itard.

Il libro della storia del risorgimento non era di quelli che si credono adatti ai bambini, al contrario: era l’opera di Pasquale De Luca, I liberatori. Ciò che caratterizza questo libro sono i documenti del tempo riportati in fac simile e attestanti l’autenticità dei fatti. Ci sono brani di giornali dell’epoca, sentenze di morte, lettere autografate di Pio IX, di Garibaldi, alcuni documenti riprodotti (nota per la somministrazione di colpi di bastoni, stampe allegoriche affisse nei muri alla vigilia delle sommosse, dispacci telegrafici),  e poi medaglie commemorative, inni patriottici dei quali è riportata anche la musica, e ricche illustrazioni.

Questa lettura documentata era così appassionante che i bambini discorrevano animatamente su vari argomenti, giudicando e discutendo; erano indignati di un editto del re di Napoli che ingannava il popolo, fremevano delle ingiustizie e delle persecuzioni, si entusiasmavano degli eroismi, e infine si mettevano d’accordo in tre o quattro e rappresentavano degli episodi con grande drammaticità.

La lettura del libro del De Luca, fu una rivelazione per Maria Montessori, sia per quanto riguarda la lettura, sia per quanto riguarda l’insegnamento della storia. Capì che per insegnare la storia ai bambini, basta dare una verità vivente e documentata.

Un altro libro che fece grande impressione fu la lettura del Selvaggio dell’Aveyron di Itard. Tutti i particolari psicologici dei tentativi educativi, sembravano toccare l’anima dei bambini. Maria Montessori pensò di portare i bambini più grandi in una Casa dei Bambini, e di spiegare loro il metodo pedagogico. Si accorse di come i bambini più grandi erano in grado di seguire lo sviluppo infantile con una sensibilità a prima vista sorprendente. Riflettendo meglio, però, sappiamo che i migliori maestri dei bambini sono i bambini stessi.

Spesso abbiamo dei bambini un’idea fantastica, e li releghiamo ad una specie umana diversa dalla nostra, mentre invece sono i nostri figli, più puri di noi. L’amore, il bello, il vero, li affascina intensamente e rappresentano per loro delle vere necessità della vita.

Queste esperienze dimostrarono a Maria Montessori di aver trovato un metodo per insegnare ai bambini la storia e perfino la pedagogia, attraverso le letture, ma esistono letture di ogni genere, quindi si può insegnare la geografia attraverso i racconti di viaggio, le scienze naturali attraverso racconti sulla vita degli insetti, e così via.

L’insegnante, attraverso le letture che propone ai bambini, può farli entrare in vari campi del sapere. I bambini, così stimolati, potranno poi entrarvi liberamente, dando sfogo alla loro passione per la lettura.

Il bambino ama molto la lettura, e preferisce la lettura di storie vere. Molti studi dimostrano questo fatto.

Consigli per favorire la composizione scritta in quarta classe

Consigli per favorire la composizione scritta in quarta classe – idee, riflessioni e materiali.

“Le idee non vengono da sè allo spirito del bambino; bisogna aiutarlo a trovarle. E ancora meno prenderanno l’ordine e la forma che devono rivestire; bisogna insegnar loro a comporre”  O. Crèard

Col metodo globale, e quindi col metodo attivo che può considerarsi il metodo globale proiettato in tutte le classi, si può parlare di espressione fin da quando il bambino traccia il suo primo geroglifico sotto l’illustrazione della scheda che gli è posta tra le mani.
I bambini hanno un ricchissimo e incantevole mondo interiore che è patrimonio anche di quelli che, all’apparenza, sembrano meno dotati. Compito dell’insegnante sarà quello di rimuovere gli ostacoli che si frappongono fra questo mondo interiore e la sua possibilità di espressione e di favorirne la manifestazione nella forma migliore.
Comporre, parola comunemente usata nelle nostre scuole, significa mettere insieme qualcosa; ma per mettere insieme qualcosa, ci vuole qualcosa da mettere insieme. L’insegnante dovrà aiutare il bambino nella ricerca di questo qualcosa e a metterlo insieme. Dovrà insegnargli a comporre.
Ma come? Con tutto lo sbandieramento della spontaneità, adesso parliamo di insegnare a comporre? Noi pretendiamo, nelle nostre scuole, di insegnare la storia, la geografia, l’aritmetica; ma, per quel che riguarda l’espressione, pretendiamo che il bambino, come dicono a Napoli, nasca imparato.
Si può insegnare a nuotare in due modi: o gettando l’inesperto nell’acqua e lasciarlo annaspare e magari bere un po’ finchè  non riuscirà a stare a galla, oppure insegnandogli quei movimenti regolari che faranno di lui un nuotatore di stile. Col primo modo difficilmente lo diverrà.
Per quel che riguarda il comporre, noi ci regoliamo come nel primo caso: lasciamo che il bambino trovi faticosamente da sè il suo modo di esprimersi e che si arrangi come può. Ora, questo non è giusto e nemmeno onesto, e il risultato, nella maggior parte dei casi, lo vediamo in quei bambini che, come si dice, non riescono a comporre. E quando questo diventa un giudizio, quando il bambino si sarà messo in testa, per colpa nostra, di non essere capace a comporre, ecco che fra il mondo interiore di quel bambino e la sua espressione si sarà formato un muro che, col passare del tempo, diverrà sempre più massiccio e insuperabile. Bisogna evitare che questo muro sorga, bisogna evitare che nel bambino si formi il complesso di non avere idee e di non saperle esprimere.
A tale scopo l’insegnante dovrà adoperarsi, in tutti i modi, per rimuovere non solo gli ostacoli che si frappongono fra il ricchissimo mondo interiore del bambino e la sua possibilità di espressione, ma anche per facilitargli il cammino che dovrà percorrere e infine per insegnargli l’uso di quei mezzi di cui la natura l’ha dotato.
Uno degli ostacoli che non soltanto non rimuoviamo, ma che nella maggior parte dei casi siamo stati proprio noi a creare, è la brutta copia. La brutta copia è un elemento negativo che deve essere rimosso. Parleremo poi degli elementi positivi, tra i quali annoveriamo:
1. l’arricchimento del linguaggio
2. l’uso consapevole dei sensi
3. l’espressione del mondo interiore
4. la tecnica di questa espressione
5. la forma dell’espressione.

Consigli per favorire la composizione scritta in quarta classe – La brutta copia

Il bambino, nel quale noi avremo cura di non creare inibizioni di sorta, deve sapersi esprimere con naturalezza, sia a voce sia per iscritto e, come non usa la brutta copia quando parla, così non la dovrà usare quando scrive. Ma, ci si dirà, in questo caso i suoi elaborati si presenteranno pieni di cancellature, di ripensamenti, e che cosa si mostrerà al dirigente scolastico, abituato a quei bei quaderni dove sono stati ricopiati i componimenti precedentemente revisionati dall’insegnante?
Il fatto è che noi non li vogliamo questi famosi quaderni di bella copia, perchè non pretendiamo di dare a bere che il bambino “nasca imparato”. Vogliamo, invece, che  egli sia sincero in tutte le sue manifestazioni e quindi, anche nei suoi errori, nelle sue incertezze, nei suoi ripensamenti.
I nostri alunni imparano fin dalla prima classe a fare a meno del quaderno di bella copia. Intanto, l’uso delle schede esclude a priori la bella copia. Anche la scheda di classe, che pure è il risultato di una rielaborazione, non avrà il carattere di una bella copia, anche se bella e anche se copia.
I bambini, compilando le schede, dovranno per forza abituarsi all’ordine, alla concisione, all’esattezza e scriveranno soltanto dopo aver pensato ed elaborato l’espressione giusta. Non ci sarà bella copia in quanto non ci sarà brutta copia. Non dovrà esistere nulla di sciatto, niente di disordinato, niente di improvvisato nel lavoro dei  nostri bambini.
Le cancellature, gli errori, i ripensamenti, anche se vi saranno, e saranno sempre in numero molto limitato, son anch’essi l’espressione di un fatto interiore, sono la dimostrazione sincera degli sforzi, dei tentativi, delle esperienze dei bambini.
Abolendo la brutta copia si potrà ottenere, fin dalla prima classe, che i bambini scrivano frasi sia pur previ, ma corrette, senza cancellature, senza periodi da rifare e questi bambini, nelle classi superiori, arriveranno a scrivere pagine e pagine senza nulla di sciatto nè di disordinato. Provare non costa nulla, anche se bisognerebbe aver cominciato dalla prima classe, anzi, fin dal primo giorno di scuola. Ma anche nelle classi successive, qualora l’insegnante non l’abbia ancora fatto, si potrà ottenere che i bambini, sapendo che la brutta copia non ci sarà, cerchino di scrivere meglio, di pensare prima di scrivere, di non fare errori, di non buttare giù frasi disordinate che dopo sarà difficile correggere, di elaborare la frase prima di scriverla.
Infatti sarà più facile al bambino evitare un errore piuttosto che correggerlo; gli sarà più facile usare l’espressione giusta piuttosto che modificare quella sbagliata; più facile scrivere addirittura in bella scrittura piuttosto che farlo dopo essersi abituato a una scrittura sciatta, appannaggio della cosiddetta brutta copia.

Consigli per favorire la composizione scritta in quarta classe – Arricchimento del linguaggio

Per lavorare bene, occorrono strumenti adatti: per esprimersi bene occorre padronanza di una lingua ricca.
Questo è lo scopo delle numerosissime esercitazioni di arricchimento del linguaggio che sempre suggeriamo. Se il bambino ha un linguaggio povero, si esprimerà poveramente. Bisogna fargli conquistare un linguaggio ricco, variato, che sarà uno strumento efficace ed efficiente per l’espressione del suo pensiero. Ogni parola nuova è suscitatrice di un pensiero nuovo.
Un esempio: prediamo la parola “foglia”. Se, invece che foglia, diciamo “fogliolina”, l’idea che questa seconda parola richiama è diversa da quella di “foglia”. Facciamo una prova. A un bambino facciamo scrivere una frase con la parola “foglia”, a un altro con la parola “fogliolina”. La frase del secondo bambino sarà più particolare, mentre quella del primo, sarà ovvia e banale. Il primo potrà scrivere “La foglia è verde”, oppure “Gli alberi hanno le foglie”. Ma il secondo dovrà considerare il significato di “fogliolina” ed allora potrà scrivere “A primavera gli alberi mettono le foglioline”, oppure “Dalla gemma è spuntata la fogliolina”. C’è differenza. E se diciamo “fogliaccia”, ecco che questa parola susciterà il concetto di una foglia grande, spiegazzata, inutile, ingombrante. E la frase scritta rifletterà questo concetto.
Diciamo per esempio “fogliame”. Alla mente si presenterà l’immagine di una chioma fronzuta e fitta, di un pergolato coperto di verde. Perciò suggeriamo, parlando della compilazione delle schede, di non trascurare questa importantissima parte fatta di nomenclatura, di espressioni, di modi di dire, di famiglie di parole, di alterati, di derivati, di azioni e cose che possano riferirsi all’argomento trattato.
La ricchezza del linguaggio contribuisce notevolmente alla ricchezza delle idee.
Ipotizziamo che l’argomento da trattare sia l’albero. Nella scuola tradizionale l’insegnante seduto alla sua cattedra fa la sua bella lezione sull’albero, mostra magari alcune illustrazioni, nomina le varie parti, le varie caratteristiche, i vari tipi di alberi e gli alunni, buoni buoni ad ascoltare e l’insegnate giù a rovesciare sulle loro teste tutto lo scibile di cui è venuto in possesso. E poi il dettatino, il componimentino… dopo di che l’argomento è esaurito: l’albero è dimenticato e quando il bambino ne potrà osservare uno, non si ricorderà nemmeno che a scuola ci ha passato intorno magari due mattinate.
Nella scuola attiva la cosa è ben diversa.  Consideriamo qui che, al fine del comporre, le esercitazioni che i bambini faranno sull’argomento albero saranno molteplici. Esempi:

Albero: alberino, alberuccio, alberello, alberaccio, alberone. Alberata, albereto, alberare, inalberare.

L’albero è (può essere): grande, alto, fronzuto, chiomato, spoglio, fiorito, stento, robusto, stecchito, carico (di foglie, di fiori, di frutti), frondoso, ombroso, ramificato, abbattuto, stroncato, scortecciato,…

L’albero: stormisce, svetta, fruscia, germoglia, fiorisce, fruttifica, si riveste, si spoglia, tende le nude braccia al cielo, protegge i nidi, …

Azioni e cose relative ad un albero: chioma, tronco, rami, foglie, fronde, fiori, frutti, radici, ceppo, ceppaia, gemma, ciocca, corteccia, scorza.
Scortecciare, stroncare, troncare, svellere, spiantare, diradare, abbattere, ramificare, fruttificare, sradicare, estirpare…
Bosco, boscaglia, boscoso, boschivo, boschereccio, bosco ceduo, imboschire, imboscare, rimboschire, diboscare, guardaboschi, boscaiolo,…
Foresta, forestale, selva, selvatico, selvoso, inselvarsi, inselvatichirsi, macchia, scoperto, radura, …

Modi di dire: dal frutto di conosce l’albero; uccel di bosco; …

Come possono i bambini sapere tutte queste parole e tutte queste espressioni? Molte potranno essere trovate o nel linguaggio già noto, oppure in appositi brani che l’insegnante potrà avere scelto e predisposto. Inoltre, i bambini imparano presto l’uso del vocabolario. In alcuni vocabolari ci sono delle tavole di nomenclatura su un argomento specifico. I bambini potranno consultarle efficacemente e facilmente. In caso contrario, l’insegnante potrà dettare parole ed espressioni e invitare i bambini a ricercarne il significato sul vocabolario. Per ribadire i concetti, e come esercitazione linguistica, i bambini potranno costruire delle frasi sulle parole e sulle espressioni date.
Ma ecco un ulteriore gruppo di esercitazioni, sempre sull’argomento albero, che saranno anche oggetto e frutto di ricerche:

Completa il seguente brano con i seguenti verbi opportunamente coniugati: abbattere, schiantare, sradicare, frusciare, germogliare, maturare.
I buoni giganti della foresta hanno__________. Si sono coperti di una verde chioma fronzuta ed ora __________ i loro frutti. Il vento leggero li fa __________ dolcemente, ma se il vento si farà violento, allora potrebbe _________ e _______________. Non è raro vedere, dopo l’uragano, qualche bell’albero _________ dal vento, giacere a terra, senza più vita.

Aggiungere gli aggettivi appropriati per completare le seguenti frasi:
Il __________ alberello è sostenuto da un palo che gli impedirà di crescere storto. Il ______ albero della foresta non ha più bisogno di sostegno. Il suo ________ tronco resiste alla tempesta, la sua chioma ____________ è un valido ostacolo alla furia del vento.

Fin qui gli esercizi relativi all’arricchimento del linguaggio, passeremo poi alle ricerche ed ai compiti di osservazione.

Consigli per favorire la composizione scritta in quarta classe – L’uso consapevole dei sensi

I sensi mettono l’essere animato in contatto col mondo esterno. Quelli dell’uomo non sono limitati ai cinque che tutti i ragazzi hanno imparato. Tuttavia, limitandoci ed essi, proviamo a chiederci se sappiamo farne uso nella piena consapevolezza delle umane possibilità.
Ci rendiamo conto di vedere, sentire, odorare, gustare, toccare? Non ce ne rendiamo conto più di quanto non avvenga di quel tesoro della nostra salute fisica, finchè non l’abbiamo perduta, o della funzione di un organo interno, finchè questo non si ammala.
Naturalmente non è così per tutti: poeti, scrittori, pittori, musicisti sono dotati di una forte sensibilità che permette loro di trasfigurare la realtà che percepiscono per mezzo dei sensi, in bellissime immagini,  meravigliosi concetti, stupende architetture musicali.
Ma senza pretendere nei nostri ragazzi  le eccezionali facoltà che possiedono pochi esseri privilegiati, cerchiamo di utilizzare ai fini dell’insegnamento questi sensi dei quali non sappiamo perfettamente servirci e ce ne serviamo male.
Se non esistesse diversità di attitudine nell’uso dei sensi non sapremmo spiegarci perchè taluni vedono nel cielo uno spettacolo vario e suggestivo, mentre altri vedono solo la pioggia o il sereno; perchè questi godono della bellezza di un albero carico di frutti, quelli vedono soltanto se i frutti sono maturi e buoni da mangiare.
E’ necessario che i ragazzi imparino a guardare, udire, toccare, gustare, odorare; è necessario che imparino a rendersi conto della funzione di questi sensi perchè, per mezzo di essi, possano sentire, comprendere, descrivere gli esseri che li circondano. E ciò che impareranno a sentire avrà dentro di loro una rispondenza che non li farà essere sordi e ciechi al meraviglioso spettacolo della natura.
In quarta classe, come nelle classi precedenti, si sforzeremo perchè i bambini si rendano conto dei meravigliosi mezzi si cui sono dotati.
Facciamo un esempio. Mettiamo in mano a un bambino una rosa e diciamo: “Chiudi gli occhi e toccala. Poi dirai che cosa sentono le tue dita”. Egli eseguirà e potrà dire che la rosa ha petali vellutati, morbidi, serici, …; che il gambo è spinoso, le foglie sono dentellate, lisce, fresche… Ha esercitato il senso del tatto, isolandolo dagli altri, facendo convergere in esso tutta la sua attenzione e ottenendo una più completa percezione.
Ora facciamo la stessa cosa con l’odorato. Il ragazzo sentirà il profumo della rosa, e questo profumo sarà soave, o acuto, o forte, o delicato…
Quando proveremo ad esercitare il tal modo la vista,  potrà descriverci l’aspetto della rosa, il colore, la forma, il numero dei petali, ecc… E se ne compiacerà, indugiando nella descrizione come non avrebbe fatto se avesse dovuto parlare della rosa, usando contemporaneamente tutte le facoltà sensoriali.
Sullo stesso oggetto non potremo esercitare il senso del gusto e dell’udito.
Ci varremo, per questo, di un frutto che, all’esame del senso gustativo, sarà saporito, succoso, agro, acerbo, ecc…; di un oggetto di metallo che, percosso, darà un suono squillante, argentino, sordo, sonoro, ecc…
Non limiteremo l’esperienza a un singolo oggetto. Quando i ragazzi si saranno familiarizzati all’esercizio dei loro sensi, proporremo una scena da esaminare analiticamente, con l’aiuto dei cinque sensi, usati uno per volta.
Supponiamo che il tema sia “La strada”. Che cosa potrà distinguere l’alunno nei rumori della strada, quando avrà imparato a isolare l’udito dagli altri sensi e a isolare l’una dall’altra le stesse percezioni uditive? Stridio di tram sulle rotaie, rotolare di carri, squillo di clacson, voci di venditori ambulanti, grida di ragazzi… L’odorato stesso percepirà  l’odore di benzina degli automezzi, o l’odore d’erba e di fieno di una strada di campagna, della polvere di una vecchia strada non asfaltata.
Diamo qui alcuni spunti di esercitazioni  riservandoci di riprendere ed approfondire l’esperienza in quinta classe:

Esercizi per l’uso consapevole della vista

– In questo prato (servirsi di un’illustrazione o meglio della realtà) vedo…( l’erba verde, i fiori sbocciati, una casetta col tetto rosso, un albero frondoso, un uccellino che vola, ecc…)

– Ho osservato un albero e ho visto…. (il tronco ruvido, i rami pieni di foglie, la chioma frondosa,  le radici poderose, un nido nell’incavo di due rami, ecc…)

_ Altri soggetti: il muro, il cielo, la siepe, una casa, la strada, una zolla di terra, un fiore, un insetto, una farfalla, un bruco, ecc…

– I colori. Trovare tutto ciò che è di un bel rosso acceso, ciò che è candido, che è azzurro intenso, nero, giallo, verde. (Un colore per volta)

– Aggiungere, ad ogni colore, l’aggettivo o gli aggettivi che a esso si possono riferire: rosso acceso, verde tenero, bianco immacolato, nero cupo, ecc…

– Trovare ciò che è candido, bianco, biancastro… Nero, nerissimo, cupo…  Giallo, giallino, giallastro, gialliccio… Turchino, turchiniccio, celeste, celestino, azzurro, azzurrino, azzurrognolo, azzurro intenso… Grigio, grigiastro, bigio, grigiognolo… Verde, verdino, verdastro, verdone, verdolino…

– Trovare che cosa è argenteo, dorato, purpureo, vermiglio, incolore, trasparente, variopinto, iridescente, opaco, smagliante, cangiante, iridato.

– Trovare ciò che biancheggia, rosseggia, verdeggia, nereggia.

– Ricopiare le seguenti espressioni in due colonne, una per quello che è chiaro, una per quello che è scuro: il fondo del pozzo, il muro soleggiato, la sabbia ardente, l’entrata della grotta, la foresta, l’ombra dell’albero, la strada non asfaltata, il cielo di primavera, il vetro pulito.

Dire cos’è che risplende, che abbarbaglia, che acceca, che scintilla. Dire che cos’è che rischiara, che illumina, che fa brillare. (Scrivere una frase per ciascuna espressione).

– Trovare che cos’è che produce un’ombra fitta, il buio, un’ombra leggera. Che cos’è che si vede brillare alla luce del sole, al lume di luna, al lume di una lampada.

Con gli occhi vedo queste cose belle… Queste cose brutte…

– Fare due colonnine con le seguenti espressioni, una per le cose piacevoli a vedersi, una per le cose spiacevoli: il cielo sereno, un vestito sudicio, un viso roseo, un viso giallognolo, un viso corrucciato, un viso ridente, una farfalla, un rospo, un fiore sbocciato, un fiore appassito, un colore brillante, un serpente, un colore smorto, un gioiello, un cielo grigio.

Completare: Io vedo il _____________ di una lampada. Il vedo il _____________  di un lampo. Io vedo _____________ dell’alba. Io vedo _____________  del tramonto. Io vedo _____________ del fuoco. Io vedo _____________ del sole. Io vedo _____________ del gioiello.

– Comporre delle frasi usando le seguenti espressioni: aguzzare lo sguardo, fare l’occhiolino, strizzare l’occhio, puntare gli occhi, perdere la vista, riacquistare la vista, schiarire la vista, leggere negli occhi, a colpo d’occhio, un colpo d’occhio, dar la polvere negli occhi, crescere a vista d’occhio, sognare a occhi aperti, andare a occhi chiusi, parlarsi a quattr’occhi.

Esercizi per l’uso consapevole dell’udito

– Dalla strada si levano questi rumori… Dal prato… Dalla casa… Dal bosco… Dall’officina… Da una scuola… Dalle vicinanze di un corso d’acqua… Dalla riva del mare… Dalla piazza del mercato…

– Completare: io sento __________ delle ruote del tram. __________delle ruote dell’automobile. __________del passaggio del treno. __________ della tromba. __________ del tuono. __________ del campanello. __________ delle campane. __________ del pulcino. __________ del bue. __________ del gatto. __________ del fulmine. __________ delle mani. __________ delle labbra. __________ dei passi.

– Che cos’è che sferraglia? Che squilla? Che rimbomba? Che schiocca? Che risuona? Che rintrona? Che esplode? Che scoppia? che brontola? Che fruscia? Che cigola? Che geme? Che urla? Che stride? Che rulla? Che suona?

– Qual è l’animale che gorgheggia? Miagola? Cinguetta? Raglia? Pispiglia? Pigola? Geme? Gracchia? Ulula? Stride? Canta? Gracida? Frinisce? Parla?  Mugola? Guaisce? Grugnisce? Ringhia? Sibila? Squittisce? Ronza?

– Chi è che ha una vocina, una vociona, una viciaccia, una vocetta. 

– Scrivi una frase per ognuna di queste espressioni: voce aspra, chioccia, roca, argentina, metallica, armoniosa, sgarbata, dolce, debole, forte, acuta, stizzosa, sdegnosa, alterata, fiacca, profonda, sommessa, pietosa, lamentosa, sonora, ferma, femminile, maschia, sottile, cavernosa, accorata.

– Questi sono rumori piacevoli.

– Questi sono rumori spiacevoli.

– Copia le seguenti parole in due colonnine, una per i rumori (o suoni) deboli, una per i rumori (o suoni) forti: ronzio, scoppio, rimbombo, cigolio, stridio, sferragliamento, scampanellio, brontolio, mormorio, fruscio, esplosione, chiacchiericcio, pigolio, ululato. Poi componi per ognuna di queste parole una frase appropriata.

– Completa con un verbo che si riferisca al senso dell’udito: la ruota della carrucola __________. Il campanello della porta__________. La campana della chiesa__________. La porta che non è unta__________. I freni dell’autocarro__________. I denti della sega__________. I tasti del pianoforte__________. Le corde della chitarra__________. Il cane che si è fatto male__________. La cicala in agosto__________. La rana nel fossato__________. Il pianoforte scordato__________.

Per l’uso consapevole dell’odorato

– Compilare delle frasi includendovi le seguenti parole: naso, nasuccio, nasone, nasino, annusare, nasale, nasata.

– Queste sono cose che hanno un buon odore. Queste sono cose che hanno un cattivo odore. Queste sono cose che hanno un odore acuto. Queste sono cose che hanno un odore soave. Queste sono cose che hanno un odore  leggero. Queste sono cose che hanno un odore gradevole. Queste sono cose che hanno un odore sgradevole. Queste sono cose che hanno un odore nauseante. Queste sono cose che hanno un odore piccante. Queste sono cose che hanno un odore aromatico.

– Nel prato possiamo sentire questi odori. In cucina possiamo sentire questi odori. Per la strada possiamo sentire questi odori. Al mercato possiamo sentire questi odori. 

– Completare: l’odore acuto del ______________. L’odore soave del ______________. L’odore leggero del ______________.  L’odore amarognolo del ______________.  L’odore cattivo del ______________. L’odore appetitoso del ______________. L’odore nauseante del ______________. 

– Completa le seguenti frasi con le parole: nauseante, appetitoso, acuto, dolce, piccante, soave. L’odore della rosa è ______________.  L’odore del pepe è ______________.  L’odore del garofano è ______________.  L’odore della violetta è ______________.  L’odore dell’uovo guasto è ______________.  L’odore della carne arrosto è ______________. 

Per l’uso consapevole del gusto

– Compilare delle frasi con le seguenti parole: lingua, linguina, linguona, linguaccia, linguetta.  Linguacciuto, linguaggio, linguata, scilinguagnolo.

– Chi è che ha la lingua lunga? Corta? Bifida? Puntuta? Morbida? Rasposa? Sudicia? Patinosa?

– Che cos’è che ha un sapore buono? Cattivo? Amaro? Dolce? Salato? Agro? Acido? Gustoso? Disgustoso? Piccante? Aromatico? Dolciastro? Amarognolo? Salmastro? Rancido? Insipido?

Per l’uso consapevole del tatto

– Con le dita posso sentire la __________ del velluto; __________ del metallo; __________  del marmo; __________ del ghiaccio__________ ; __________ della palla ; __________ della corteccia dell’albero.

– Trovare il nome di alcune cose che hanno una superficie liscia; ruvida; morbida; fredda; calda; levigata; rotonda; piana; soffice; tiepida; rugosa;

– Scegliere fra le seguenti parole: caldo, umido, soffice, morbido, freddo, scabroso, liscio, ruvido, spinoso, rugoso, la risposta alle seguenti domande: com’è il velluto? Il tronco dell’albero? La pelle dei vecchi? Il vetro? La mano dell’operaio? Lo stelo della rosa? Il petalo del fiore? Il bucato messo ad asciugare? Il ghiaccio? La sabbia sotto il sole?

– Delle seguenti parole fare due colonnine, una per quelle che esprimono una cosa piacevole a toccarsi, l’altra per le cose spiacevoli: grinzoso, liscio, levigato, scabroso, bruciante, gelato, soffice, cedevole, morbido, duro, spinoso, vellutato, fresco.

– Completare le seguenti frasi scegliendo fra le parole: tocca, stringe, preme, accarezza, sfiora, tasta. La mano __________ un’altra mano. __________ la guancia. __________ il campanello. __________  una stoffa. __________  la tastiera. __________ i capelli.

– per quel che si riferisce al tatto, un fiore può essere __________ . La neve __________. La pietra__________ . La sabbia__________ . La pelle__________ . La stoffa__________ . La pelliccia__________ . Una superficie__________ .

Consigli per favorire la composizione scritta in quarta classe – Il giornale di classe e il giornale murale

In quarta può accadere che alcuni ragazzi, anche se abituati fin dalle prime classi ad esprimersi a voce e per iscritto in assoluta libertà, o per pigrizia o perchè presi da altri interessi, sentano meno il bisogno di raccontare per iscritto le loro esperienze individuali, spontaneamente e frequentemente, come avveniva quando erano più piccoli.
Occorre perciò offrir loro delle motivazioni nuove e valide allo scrivere. Lo svolgimento del “tema” attraverso la ricerca e l’organizzazione delle notizie o l’esplorazione di un determinato ambiente può accrescere l’interesse per la composizione. Un altro mezzo di grande efficacia è la realizzazione di un giornalino stampato o manoscritto (o di un giornale parlato, o di un giornale murale). Un giornalino permette di ricondurre il linguaggio alla sua funzione naturale ed essenziale che è quella di comunicare agli altri; esso è in stretto rapporto di continuità con il testo libero e offre ai ragazzi una validissima motivazione: si scrive non più solo perchè il maestro legga e per ricevere un buon o cattivo voto, ma si scrive per il giornale; lo scritto di ognuno potrà essere letto da tutti i compagni della classe, dagli amici delle classi vicine, dalle famiglie; il pensiero e l’esperienza individuale quindi acquisteranno significato proprio per il fatto di divenire sociali.
Il giornale murale è un giornale rudimentale la cui realizzazione può essere molto semplice e rapida: un grande foglio di carta da pacchi farà da sfondo ai vari pezzi che potranno essere testi liberi, composizioni, cronache, relazioni di contenuto vario; o potranno gravitare tutti intorno a un unico centro di interesse, ad un argomento di studio e di ricerca.
Si potranno stabilire rubriche fisse; la pagina sportiva, la pagina degli esperimenti scientifici, l’angolo della biblioteca, il cantuccio degli indovinelli, ecc…
Il giornale sarà abbellito e completato da disegni, fotografie, grafici, decorazioni varie. Cerchiamo di far collaborare tutti gli alunni alla stesura periodica del giornale, suddividendo e alternando i compiti secondo le preferenze e le capacità di ciascun bambino; soprattutto cerchiamo di evitare che il nostro giornale sia costruito solo di temi belli accuratamente scelti, corretti e ricuciti da noi per l’applauso di genitori e colleghi; esso dovrebbe essere al contrario lo specchio delle capacità vere dei ragazzi, del loro lavoro, del loro sforzo comune.

La redazione del giornalino di classe implica un insieme di attività che sono per i bambini causa ed effetto della maturazione: esige la capacità di assumere iniziative personali, di sottostare ad un giudizio; di impostare un lavoro in collaborazione e di suddividerlo in parti senza operare ingiuste esclusioni; di assumersi la responsabilità di scegliere e di migliorare le capacità di scelta; di valutare con serenità e con intelligenza, di migliorare il proprio gusto; di saper correggere ed autocorreggersi; di prevedere modi e tempi di esecuzione, di risolvere problemi pratici di procedimento.

Come si compone il giornale di classe stampato o murale
– comitato di redazione: un gruppo di bambini che ha l’incarico di scegliere le composizioni (prose e poesie), le relazioni, le cronache, i disegni;
– gli illustratori: provvederanno ai disegni
– gli impaginatori: dovranno stabilire l’impaginazione del materiale, disponendolo in modo logico secondo le rubriche preventivate, e in modo armonico distribuendo con equilibrio e senso delle proporzioni i testi scritti e le illustrazioni;
– il materiale: composizioni, relazioni, cronache, resoconti sulla vita della scuola, della famiglia, della città, sugli avvenimenti di attualità che hanno destato interesse, sui problemi della piccola comunità. Anche la corrispondenza scolastica può fornire materiale interessante

Scrivere per il giornale non è un esercizio meramente scolastico. La classe cessa di essere un ambiente artificiale e diviene una comunità nella quale tutti collaborano con gioia per lo stesso scopo, attuando così il primo tirocinio concreto della libertà. Bisogna però guardarsi dal trasformare il giornale in una vetrina nella quale fanno bella mostra di sè soltanto i primi della classe.

Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GI

Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GI.  Come già detto per le schede delle nomenclature per parole di tre lettere 

e per le schede delle nomeclature per parole di quattro lettere, 

una volta che il bambino ha fatto molti esercizi di composizione di parole per dettatura con l’alfabeto mobile, è pronto per gli esercizi di autodettatura, cioè per comporre autonomamente parole che egli stesso ha pensato, senza averle sentite dalla voce di altri.

Esistono molte possibilità per favorire questo genere di esercizio, una può essere quella di preparare delle schede illustrate, che possono anche fornire un aiuto all’arricchimento del lessico.

Classicamente le schede delle nomenclature, a questo secondo scopo, sono organizzate per aree tematiche (animali domestici, casa, abbigliamento, mezzi di trasporto, ecc…).

Qui propongo una classificazione diversa, in funzione dell’apprendimento delle varie difficoltà ortografiche presenti nella nostra lingua occupandoci ora del suono GI.

Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GI

pdf qui:

Il materiale comprende tutti i seguenti file:

Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GI
Carte mute (solo immagini)

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Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GI
Cartellini in stampato maiuscolo

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Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GI
Cartellini in stampato minuscolo

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Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GI
Cartellini in corsivo

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Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GI
Nomenclature in stampato maiuscolo

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Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GI
Nomenclature in stampato minuscolo

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Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GI
Nomenclature in corsivo

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Qui alcuni dettati ortografici: 

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Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GI

Questa è una selezione di parole italiane che presentano appunto il suono GI, con diversi gradi di difficoltà; non tutte si prestano ad essere illustrate e le parole presenti nelle schede delle nomenclature sono in grassetto:

parole contenenti GI di 3 lettere già gin gip giù

parole di 4 lettere agio dogi Gian giga gilè Gina Gino gita oggi

parole contenenti GI di 5 lettere aggio  agile agire Angiò bigie brugi bugia bugie egida egira giada Giano  giara  Giava gibbo  Gilda  Gildo gilio giogo gioia Giona Giove gipso girio girlo giuba Giuda giure giurì giuso Igino ingiù leggi Liegi ligio logia login  Luigi lungi magia mingi mogio mugic ogiva orgia ragie regio tiggi uggia

parole contenenti GI di 6 lettere acagiù afagia agiata agiato agisca agisce agisco algida algido angina argine argirò argiva argivo augite bagigi bangio Belgio Biagio bigini bolgia bragia cengia cugino Egidio egioca egioco Egisto Egitto egizia egizio elegia Eligio faggio figini Fiuggi frigio frogia gaggia giacca giachi Giaffa giaina gialda giallo giambo giampa Gianna Gianni giarra Gibuti gigaro giglio gigolò ginkgo Giobbe Gioele gioggi gioire gioito giorno Giosuè Giotto Giovan girare girato girino girone Gisela gitano giubba giudeo giugno Giulia Giulio giunco giunse giunte giuria giusto gorgia grigio igiene laggiù leggii leggio loggia logico Luigia maggio magico moggio muggia oggidì paggio pagina Parigi peggio plegia pugile ragion reggia reggio regime regina regino rigido roggia rogito saragi seggio Sergio smungi stigio sugita tagico tagiko Tamigi vagile vagina vagire vagito vigile virgie

parole contenenti GI di 7 lettere
agibile  agilità agitare agitato agogica alaggio albagia angioma argilla argiope argiria balogio barbigi bigiare bigiato biturgi Brigida cagione cinigia Digione digiune Dionigi effigie egregia egregio energia epigino  esigila esigilo esigine esigito esofago faggina fagiano fagioli figiano frangia fragile frigido fuegino fuggire fuggito fulgido fungino gengiva Georgia giacché giaccia giaccio giacere Giacomo giacose giacque giammai giapeto Giasone giaurro gibbone gibboso giberna gigante gigiona Giliola gimcana gimnoto gincana gineceo ginepro Ginevra ginnare  ginnato ginnico ginseng giocare giocato giocoso gioendo giogaia gioioso gioirne gioisca gioisce gioisco Giorgia Giorgio giornea giostra giovane giovare giovato giovedì giovine gipaeto gippone giraffa Giraldo girando girardi girelle giretto gironda girossi girotta Gisella gitante gittare gittato giudice giugolo giugulo giulivo giungla Giunone giurare giurato giurese grangia greggia greggio iapigia iapigio ipogino jogging leggina legione legista limongi litigio liturgi Luigina Luigino maggior magiaro magione mangime margine mialgia minugia muggine muggire ogivale oologia orgiaca orgiaco origine otalgia patagio peggior Perugia pigiama pigiare pigiato pigione pioggia presagi profagi quaggiù ragione reagire reagito reggino regione regista Remigio ruggine ruggire rugiada saggina segugio sizigia sorgivo spongia stagira sugiura tagicco teurgia tragico treggia turgido uggiosa uggioso uligine uvaggio vagisca vagisce vagisco valigia vangile vergine vigilia

parole contenenti GI di 8 lettere adagiare adagiato Adalgisa Adalgiso aggeggio aggirare aggirato aggiunse aggiunta agiologa agiologo agiscano agiscono agitando agitante albugine alleggio allergia Ambrogio anagogia analogia anginosa anginoso angioina angioino apologia arginale arginare arginato argirite argirosi arrogino autogiro baggiano baggiolo bambagia baraggia barbogio bastagio battigia  bigiando biologia buaggine bugiardo caggiano caligine calugine Cambogia cangiare cangiato capogiro Chioggia ciliegio cogitare cogitato collegio congiure coniugio coraggio demiurgi digitale digitare digitato Dimaggio diplegia disaggio disergia disfagia dosaggio ecologia egiziana egiziano elargire elegiaca elegiaco elogiare elogiato elogista energica energico enologia erbaggio etologia faggiola fastigio fiuggino Flogisto foggiani foggiare foggiato forgiare forgiato fregiare fregiato fuggirsi gargiulo geofagia geologia georgico giacchio giaccone giacendo giacenza Giacinta giacinto giaciuto Giacobbe giaguaro giaietto gialappa giallino giallore giallume Giamaica giambico giananti giandana Gianduia gianella gianetti Gianluca Giannina giannini Giannino giannosa Giappone giardina giardino giargone giavelli gigliato Gilberto ginandro ginestra ginnando ginnasio ginnasta ginnetto Gioberti giocando Giocasta giochini giocondo giogione gioiello Giolitti Giordana Giordano Giorgina giornale giornata giovando Giovanna giovenco gioventù giovesco gioviale gioviano girabile giracapo giradito girasole giratina giratubi giravite girellio girevole Girgento Girolamo girovita gittando gittansi giubbone giubetto giubileo giudaico Giudecca giudicio Giuditta giudizio giugurta giulebbe Giuliana Giuliano giullare giumella giumento giuncata giungere giunsero giuntare giuntato giuntomi giuntura giurando giurista Giuseppa Giuseppe Giustino gonalgia gorgiera grigiore igienica igienico illogica illogico immagine indagine ingiunse ingiunto ingiurie ingiusta ingiusto innologi ipoergia lanugine lavaggio leggiamo leggiate letargia levogiro liturgia loggiato loggione loggista logicità maggiore malvagio managing mangiare mangiato mangiona mialgico mingiamo  mingiate miologia miraggio misogino neologia Norvegia nuragico ocaggine odologia oligisto omofagia omologia orgiasmo orologio ortaggio ostaggio otalgica otalgico paginone paraggio parigino pedaggio peggiore pelagico pertugio Perugino pigiando plagiare plagiato poggiare poggiato poggiolo pregiare pregiato preleggi presagio prigione prodigio pterigio pubalgia pugilato puleggia raggiare raggiato raggiera randagia randagio reagisca reagisce reagisco reggiano regicida regimare  regimato  retaggio  rigaggio  rigidità  rigirare  rigirato rinalgia  rodaggio  rodiggio  rodigino  rogitare  rogitato  ruggirsi  saggiare  saggiato  saggista  seggiola  servigio  sfuggire  sfuggio  showgirl  silaggio  silofagi  sinergia  sparagio  spinaggi  spongina  stagione  sugimoto  tabagico  talalgia  taleggio  teggiano  telaggio  tenalgia  teofagia  teologia  tesaggio teurgico tiraggio  trigilio trilogia  trisagio  tubaggio  turingia  ufologia  uggiolii  uggiolio  ungitura  unigiana  urologia  uropigio  vaginale  vaginite  vagivade  valgismo vergineo  vestigia  vestigio  vigilare  vigilato  vigilaza  viraggio  viragine Virgilia Virgilio virgineo Virginia Virginio  voragine zoofagia zoologia

Parole contenenti GI di 9 lettere adagiando adagiante aduggiare aduggiato aerofagia aerologia aggiogare aggiogato aggirando aggirante agiatezza agibilità agiografa agiografo agiologia agitabile agitatore agrologia aleggiare aleggiato alesaggio algologia allergica allergico alpigiana alpigiano alterigia Ambrogino anagogica anagogico analogica analogico androgina androgino Angiolina Angiolino angiologa  angiologo angiporto antalgica antalgico antologia aplologia aquilegia argillosa argilloso arginando arginante arginnide argiopidi argiriasi argirismo artigiana artigiano artralgia asburgica asburgico asparagio astigiana astigiano astrologi atabagica atabagico autofagia bacologia baliaggio baluginii baluginio bambagino bancogiro bandeggio bargiglio barraggia bendaggio bevigione biologica biologico biscugino bombaggio borragine bottaggio bridgista Brigidino briologia brogiotto brumeggio cablaggio cacologia cagionare cagionato Carolingi carruggio Cartagine cecaggine cetologia chirurgia ciliegina citologia clivaggio cogitando colangite compagine congiunse congiunto contagiri correggia criologia cuginanza cuginetto cupidigia damigiana debugging demagogia demologia diallagio dialogico digitando digiunare digiunato dirigismo dirigista disagiare disagiato disgiunse disgiunsi disgiunto dragaggio drenaggio drogaggio ecologica ecologico effigiare effigiato elargirsi elogiando elogiante emangioma emiplegia emorragia energismo enologica enologico epagogico epatalgia ergologia erigibile esagitata esagitato esigibile esofagite etiologia etnologia etologica etologico eucologia eucologio Eustorgio eziologia fagianaia fagiolaro fagiolata fagiolini fagiolone falangina faringite farragine fenologia ferrugine fetologia filiologi filologia fingitore fissaggio fitologia foggiando fonologia forgiando formaggio fragilità frangiare frangiato fregiando frenaggio frigidità frugifero frugivoro fuggiasco fuggitivo fuliggine fungibile fungicida fusaggine gangitano garagista gengivale gengivite geologico georgiano geragogia giacciamo giacciano giacciono giaciglio giacitura giacobino giacoboni giacolone Giacomina Giacomino giacquero giaggiolo giainismo gialletto giallista gialloblu gialluria Giampaolo Giampiero Giancarla Giancarlo Gianicolo Gianluigi Gianmarco Gianmaria Gianmario Giannetta Gianpaolo Gianpiero Giansalvo giapetici giapetico giarrusso giavanese giazzista gibbosità gibigiana gibutiano gigliaceo gigolette ginepraio ginevrino ginnatura ginocchia ginocchio  ginolatra  Gioachino giocabile giocatore giochetto giochismi giocolare giocosità giocoteca giogatici giogatico giogatura gioiosità gioiscano gioiscono Giordania giornante giostraio giostrare giostrato giottesco giovanile giovanneo Giovenale giovevole gipsoteca giramento giramondo giratario giratorio giravolta girazione girellare girellato girellona girifalco girocollo giroconto Girometta girondino girotondo girovaghe giubbetto giubbotto giubilare giubilari giubilato giubiloso giudaismo giudicare giudicato giuggiolo giugulare Giulietta giuncacea giuncheto giungendo giungersi giunonico giuntando giunzione giuridico giustezza giustiano giustizie grandigia grattugia gufaggine ideologia idnologia idrologia ierologia igienista inagibile indologia indugiare indugiato ingrigire innologia iperergia ipnologia ipofrigia ipofrigio ippologia isagogica isagogico istologia laringite leggiadro leggibile legittime legnaggio letargico libagione lignaggio lisergico litigioso litologia liturgico lodigiano logicismo logicista logistico lombalgia longitipo loraringi lunigiano macrofagi magistero malagiato malvagità mangiando mangianza mangiaufo marginare marginato mastalgia mellifagi meningite mesologia messaggio metraggio metralgia micologia microfagi misoginia misologia missaggio mitologia monofagia monoginia montaggio morfologi mungitoio mungitore mungitura naufragio nefralgia neologico nevralgia nibelungi ninfaggio nosologia nostalgia oclologia ofiologia omaggiare omaggiato omologica omologico oncologia ontologia originale originare originato orologino orsaggine otorragia paesaggio paginetta palilogia pangiallo panlogici panlogico paralogia passaggio patologia pedagogia pedologia pelagiana pelasgico pescaggio pestaggio Pierluigi pigiatoio pigiatore pigiatura  pigionale piumaggio plagiando plagiario podologia poggiando polifagia poliginia pomologia pompaggio pontaggio ponteggio porgitore posologia postagiro pregiando prelogico presagire prestigio prigionia protogino prurigine pungitoio pungitopo raggiando raggirare raggirato raggiunse raggiunto ragionare ragionato reagibile reggibile reggipalo reggiseno reggitore regicidio regimando reginense reginetta regionale registico religione religioso rifuggire rifuggito rifugiare rifugiato rigidezza rigiocare rigiocato rigirando rimuggire rimuggito rinologia risorgivo rocaggine rogitando rugginoso rugiadoso rullaggio runologia sacralgia saggiando sagginale sagittale sagittato salagione sarcofagi scaggiale scoreggia seaborgio seggiovia seigiorni selvaggia selvaggio senologia serologia serpigine serraggio servaggio settaggio sfoggiare sfoggiato sfregiare sfregiato sfuggirsi sgoggiolo sigillare sigillato silologia sinergico sinologia sitologia sizigiale sloggiare sloggiato smangiare smangiato smungiamo smungiate soggiunse soggiunto sondaggio sorgitore spaginare spaginato spagirico spergiure sporangio spregiare spregiato staggiare staggiato stagirita stalloggi stambugio stiraggio stivaggio stragismo stragista strategia suffragio tabagismo tabagista tangibile tarsalgia tatuaggio tendaggio teologico tibialgia timologia tingitura tipologia tocologia topologia tragicità tramoggia treggiata trenaggio triagista triggiani turgidità ufologica ufologico uggiolare uggiolato uggiolina uggiosità urologico vagiscano vagiscono valigiaio vantaggio venagione verginale verginità vertigine viaggiare viaggiato Viareggio vigilando vigilanza villaggio virginale virologia visagismo visagista voltaggio xilologia zimologia zoologico

Parole contenenti GI di 10 lettere acirologia acquaragia acquigiana acquigiano aduggiando aduggiante aggiogando aggiogante aggiornare aggiornato aggirabile aggiratore aggiungasi aggiungere aggiunsero aggiuntare aggiuntato aggiuntevi aggiuntisi aggiuntiva aggiuntivo aggiuntovi aggiustare aggiustato agiografia agiologica agiologico agitamento agitatorio agitatrice agitazione albeggiare albeggiato aleggiando aleggiante alloggiare alloggiato allunaggio alpeggiare alpeggiato ammaraggio amperaggio ancoraggio andrologia angiocarpo angioedema angioletta angioletto angiologia antologica antologico aplologica aplologico apologista appoggiala appoggiare appoggiato archibugio areligiosa areligioso areopagita argillacea argillaceo arginatura argironeta arieggiare arieggiato armeggiare armeggiato armeggiona arpeggiare arpeggiato arpeggione arrangiare arrangiato artrologia asinaggine asparagina aspergillo assaggiala assaggiare assaggiato assiologia asteggiare asteggiato astrologia atteggiare atteggiato audiologia bacologico baggianata baluginare baluginato bambagiato bambagiona bambagioso baronaggio betonaggio beveraggio bigiarella bigiognolo bioenergia blindaggio bloccaggio bolsaggine bugiardino bugiardona buongiorno cabotaggio cagionando caliginoso cambogiano candeggina cangiabile capeggiare capeggiato capipagina capopagina caprimulgi capruggine Caravaggio cardialgia carenaggio carnagione carolingia carolingio carotaggio carpigiano carpologia carriaggio caseggiato centraggio chirologia chirurgico ciliegiona citologico cogitativo collegiale collegiato colligiano congiurare congiurato contagiare contagiato contagioso coprofagia coraggioso coreggiato cortigiano cosmologia crocifiggi crogiolare crogiolato cronologia decapaggio demagogico demiurgico destrogiro dialogismo dialogista dietologia digitalina digiunando dileggiare dileggiato dirigibile dirugginio diteggiare diteggiato doppiaggio ebetaggine echeggiare echeggiato ecologismo ecologista effigiando egittologa egittologo elargitore eleggibile elogiabile elogiativa elogiativo elogiatore emarginare emarginato ematologia emiplegica emiplegico emorragica emorragico enteralgia entomofagi eortologia epatologia eridologia escogitare escogitato esofagismo etimologia etiologico etnologica etnologico eucologico eziologica eziologico fagianella falangismo falangista faringismo fenologico fessaggine fienagione fileggiare fileggiato filmologia filologico filtraggio fingimento fiocaggine fisiologia flogistico florilegio flottaggio foggiatura fonologico foraggiare foraggiato foraggiero forgiabile forgiatore forgiatura formaggino franchigia frangiando frangibile frangiluce frangimare frangionde frangipani frangisole frangitore frangitura fregagione frenologia frettaggio friggibile friggitore frigidaire frigidario frigidezza fuggifuggi fulgidezza fungiforme fuorigioco gametangio gareggiare gareggiato gastralgia gemmologia genealogia gengivario georgianne giacchetto giacimento giaconetta giacopuzzi giaggiuolo giallastro gialliccia gialliccio giallorosa giamaicano giambelego Giampietro Gianandrea Gianfelice Gianfranca Gianfranco Gianluigia Gianpietro giapponese giardinaio giarratano Gibilterra gigantesco gigantessa gigantismo gigantista gigionesco gigionismo gigliuccio gincanista ginecologa ginecologo gingillare gingillato ginnasiale ginnastico ginnatrice Gioacchino giocatrice giocattolo giocoforza giocoliere giocondità giogionata giornalaio giornalino giornalume giostrando giovamento giovanetto giovanezza Giovannino giovannita giovanotto giovialità giovialone giovinazzo giovinetto giovinezza giovinotto giradischi giraffista giranastri girarrosto girellando girellismo girellotto girgentino girigogolo girigolare girolamino  giromanica giropilota giroscopio girovagare girovagato giubilando giudicando giudicessa giudiziale giudizioso giulebbare giulebbato giuramento giurassico giuristico Giuseppina Giuseppino giusquiamo gnomologia gnomologio goffaggine goffraggio grafologia grassaggio grigiastro grippaggio guarigione iconologia ideologica ideologico idrargirio idrologica idrologico illogicità immaginare immaginato immaginosa immaginoso impaginare impaginato impetigine impilaggio indugiando indugiante ingaggiare ingaggiato ingiallire ingiuncare ingiuncato ingiungere ingiunsero ingiuntiva ingiuntivo ingiuriare ingiuriato ingiuriosa ingiurioso ingordigia inneggiare inneggiato innologici innologico insilaggio interagire interagito invaginare invaginato invigilare invigilato ipnagogica ipnagogico irraggiare irraggiato irrigidire ischialgia istologica istologico ittiofagia ittiologia lanuginoso leggiadria legiferare legiferato legionario lentiggine leveraggio limnologia linciaggio linfangite linfologia linguaggio litargirio litologico liturgista logoplegia lombaggine longilineo lotaringia lotaringio lumeggiare lumeggiato lungaggine maggiolino maggiorana maggiorare maggiorato maggiorità magistrale magistrato maneggiare maneggiato maneggiona mangiabile mangiafumo mangiapane mangiarino mangiasego mangiatina mangiatoia mangiatore manutergio mareggiare mareggiato marginalia marginando mariologia meningioma meningismo meriggiare meriggiato merovingio messaggino metalogico metrologia micologico minutaggio mitologico monetaggio monoginico monoplegia morfologia mungitrice museologia necrofagia necrologio nefrologia neologismo nereggiare nereggiato neurologia nevralgico nipiologia nodeggiare nodeggiato noleggiare noleggiato nosologico nostalgico nubifragio nullaggine odinofagia odontalgia oggigiorno oleaginosa oleaginoso omaggiando omaggiante oncologica oncologico ondeggiare ondeggiato onicofagia onirologia ontologica ontologico opitergina opitergino oppiofagia orchialgia orgiastica orgiastico originando originante originaria originario ormeggiare ormeggiato orologiaia orologiaio orologiere orologiero osteggiare osteggiato osteologia osteriggio ovarialgia paginatura paleggiare paleggiato panegirici panegirico panlogismo paraplegia pareggiare pareggiato parmigiano partigiano passeggino patologico patrologia pedagogico pedologico peggiorare peggiorato pescagione Piergiulio pigiatrice pigionante pilotaggio pioviggine placcaggio plagiatore podologico poggiacapo poggiamano poliginico pomeriggio pomologico porcaggine porgitrice portagioie pregiabile prelogismo proctalgia prodigioso propaggine prueggiare prueggiato psicologia pugilatore rachialgia radiologia raggirando ragionando ragioneria ragioniera randagismo raveggiolo reagiscano reagiscono reggicalze reggilibro reggimento reggipetto reggitesta reggitrice regimental registrare registrato remeggiare remeggiato retroagire riadagiare riadagiato ridigitare ridigitato rieleggimo rifuggirsi rifulgiamo rifulgiate rigiocando rigiuocare rigiuocato rimangiare rimangiato rimuginare rimuginato rinorragia risommergi ritmologia romitaggio sabotaggio sacrilegio saggiatore saggiatura saggistico sagittaria sagittario salpingite sangiovese scagionare scagionato scatologia scheggiare scheggiato sciatalgia seggiolaio seggiolata seggiolino seggiolone selvaggina semiologia senologico sfagiolare sfagiolato sfoggiando sfrangiare sfrangiato sfregiando sgargiante siderurgia sierologia sigillando sigillaria Sigismondo sillogismo silologico simbologia sinergismo sinergista sinologico sismologia sloggiando smangiando smargiasso smarginare smarginato smontaggio sociologia soggiaccia soggiaccio soggiacere soggiacque soggiogare soggiogato soleggiare soleggiato someggiare someggiato sordaggine sortilegio spaginando spargipepe spargisale spargitore spiaggiare spiaggiato spicilegio spigionare spigionato spingitubo spionaggio sporologia spregiando sragionare sragionato srugginire srugginito staggiando stagionare stagionato stallaggio stampaggio stellaggio stoccaggio strategico subregione suffumigio svaligiare svaligiato svantaggio sverginare sverginato svolgitore tachifagia Tagikistan taumaturgi tautologia tecnologia teggianese teleologia teologismo termologia testologia testuggine tetraggine tetraginia tetralogia tiflologia tipologico tiptologia tisiologia topologico trafuggire tragittare tragittato  trevigiano tribologia tricologia trivigiana trivigiano trofologia tropologia turcologia turgidezza turingiano tuttologia uggiolando uggiolante vagheggini vaginalite valligiano vaneggiare vaneggiato veleggiare veleggiato verginella vestigiale viaggiando viareggino viceregina videogioco vigilantes vigilatore virgiliano virologico vitiligine voraginoso vuotaggine xilologico zoologista zoppaggine

Parole contenenti GI di 11 lettere  abbordaggio adrenergica adrenergico aggiornando aggiornante aggiotaggio aggiotatore aggiramento aggiratrice aggiudicare aggiudicato aggiungendo aggiungente aggiungersi aggiuntando aggiunzione aggiustando aggiustante agiografica agiografico albeggiando albeggiante alchechengi alloggiando alloggiante alpeggiando alpeggiante amareggiare amareggiato amoreggiare amoreggiato anallergica anallergico ancheggiare ancheggiato anfibologia angiocolite angiografia angiogramma antigienica antigienico  antiruggine antivigilia appannaggio appigionare appigionato appoggiando appoggiante appontaggio arbitraggio archeggiare archeggiato archeologia arginamento arieggiando arieggiante armeggiando armeggiante arpeggiando arrangiando arrangiante arrembaggio arrugginire arrugginito artigianale artigianato asineggiare asineggiato asparagiaia assaggiando assaggiante assiologica assiologico asteggiando asteggiante astrologica astrologico atteggiando atteggiante atterraggio attingibile attingitoio attinologia audiologica audiologico avvolgibile avvolgitore Azerbaigian azzurraggio baluginando barbagianni bargigliato bargiglione bargigliuto baronaggine beffeggiare beffeggiato beghinaggio berteggiare berteggiato bibliologia bigiotteria biseggiovia blenorragia bordeggiare bordeggiato borseggiare borseggiato brachialgia brachilogia braveggiare braveggiato brokeraggio bromatologi broncologia bugiarderia bugigattolo cacciagione cafonaggine cagionevole caldeggiare caldeggiato campeggiare campeggiato campeggista candeggiare candeggiato candelaggio cangiamento canottaggio capeggiando caponaggine cardiologia carreggiare carreggiato cartaginese carteggiare carteggiato cartilagine cartonaggio casermaggio climatologi cogitabondo cogitazione colinergico comparaggio congiungere congiuntivo congiuntura congiurando contagiando conteggiare conteggiato contrargine coprigiunto correggiato corseggiare corseggiato corteggiare corteggiato cortinaggio cosmologico costeggiare costeggiato craniologia cristologia crogiolando cronologico crumiraggio danneggiare danneggiato decollaggio demonologia dendrologia deontologia depistaggio dietrologia digitazione digitigrado digitossina digiunatore dileggiando dirigistico disgiungere disgiunsero disgiuntivo dispregiare dispregiato diteggiando docimologia dongiovanni echeggiando echeggiante egittologia elargitrice elargizione elogiatrice emarginando ematologico embriologia energizzare energizzato engineering entomologia enzimologia epatorragia eremitaggio eresiologia Ermenegildo erpetologia escatologia escogitando escogitante esigibilità esobiologia estetologia etimologica etimologico farraginoso ferruginoso festeggiare festeggiato fileggiando filmologico filologismo finissaggio fisiologico folleggiare folleggiato fonovaligia foraggiando forgiatrice formaggiaio formaggiera frangiatura frangivento frangizolle fraseggiare fraseggiato fraseologia frenologico friggitoria friggitrice fuligginoso fungibilità galleggiare galleggiato gareggiando gastralgici gastralgico gastrologia gatteggiare gatteggiato gemellaggio genealogico geobiologia giallognolo giallorosso Giangaspero Giangiacomo giannizzero giansenismo giansenista giardinetto giavellotto giazzistico gimnosperma ginecologia gingillando ginocchiato ginocchiera ginocchione gioachimita giogionesco giogionismo gioielleria gioielliera giolittismo giornaletto giornaliero giornalismo giornalista giornatante giostratore giovannetto giovinastro giovincello girafiliera giramaschio girandolare girandolato girandolina girandolona girobussola gironzolare gironzolato giroscopico girostatico girovagando giudaizzare giudaizzato giudicabile giudicativa giudicatore giudicatura giudiziario giuggiolona giulebbando giullaresco giunchiglia giuntatrice giunzionale giuridicità giustacuore giustappone giustifiche Giustiniano giustiziare giustiziato giustiziere glaciologia glottologia gnoseologia gonfiaggine gonfiagione grafologico grangiporro grattugiare grattugiato grigioverde grullaggine guarentigia guarnigione guidrigildo iamatologia ibridologia iconologica iconologico ideologismo ideologista  idoleggiare idoleggiato idrargirosi illeggibile illegittima illegittimo imballaggio immaginando immaginante immaginaria immaginario immaginetta immergibile immunologia impaccaggio impaginando impaginante impennaggio inagibilità incannaggio incollaggio inesigibile infrigidire infungibile ingaggiando ingaggiante ingiallente ingiallirsi ingigantire ingiovanire ingiudicata ingiudicato ingiuncando ingiungendo ingiungente ingiunzione ingiuriando ingiuriante ingiustizia ingranaggio ingurgitare ingurgitato inneggiando inneggiante insellaggio intangibile interagisca interagisce interagisco inturgidire invaginando invaginante invigilando ipofalangia ironeggiare ironeggiato irraggiando irraggiante irreligione irreligiosa irreligioso irrigidendo irrigidente irrigidirsi irrugginire ischialgica ischialgico isterologia ittiologica ittiologico lampeggiare lampeggiato lattiginoso leggibilità legiferando legislativo legislatore legislatura legittimara legittimare legittimato legittimità linfangioma linforragia litigiosità loggionista longitudine lumeggiando maggiorando maggioranza maggiorasco maggiordomo maggiorenne maggiorente magiostrina malacologia maneggiando mangiagatti mangiamento mangiapelli mangiapreti mangiaragni mangiasoldi mangiatoria mangiatrice mangiatutto marchigiano mareggiando marginalità marginatore marginatura mariologico massaggiare massaggiato meningitico merceologia meriggiando metallurgia metodologia metrologico metrorragia mezzogiorno micetologia micrologico mineralogia mirmecofagi misoginismo missiologia mitologista molleggiare molleggiato monadologia morfologica morfologico motteggiare motteggiato mucillagine musicologia necrologico nefrologico nefrorragia neoecologia nereggiando neurologico nibelungico nipiologico nodeggiando noleggiando nostalgismo numerologia odontalgica odontalgico odontologia oltraggiare oltraggiato oltraggiosa oltraggioso ombreggiare ombreggiato ondeggiando ondeggiante onomaturgia ontologismo ontologista organologia originalità ormeggiando ormeggiante ornitologia osteggiando osteggiante ostellaggio oziosaggine padrinaggio paesaggista paleggiando palinologia palleggiare palleggiato palpeggiare palpeggiato panegirista panneggiare panneggiato pantragismo papirologia pappagorgia paralogismo parapioggia paraplegico pareggiando parteggiare parteggiato passeggiare passeggiato pasteggiare pasteggiato patteggiare patteggiato pattinaggio peciloginia pecoraggine pedagogismo pedagogista peggiorando perdigiorno personaggio piaggiatore pianeggiare pianeggiato piantaggine piantagione piergiorgio Piergiuglio pirargirite plagiatrice platinaggio pneumologia poggiaferro poggiapiedi poggiatesta polemologia politologia pompeggiare pompeggiato portapagine posteggiare posteggiato potamologia prealpeggio pregiudizio prelavaggio prestigioso prigioniero primeggiare primeggiato proctologia proterogino provvigione prueggiando pruriginoso psicagogico psicoigiene psicologico psicoplegia pugilistico pungiglione punteggiare punteggiato radiologico raggiratore raggiungere raggiunsero raggiuntare raggiuntato raggiustare raggiustato ragionativo ragionatore ragionevole randeggiare randeggiato reagibilità reggipancia reggiposata reggispinta reggistaffe reggistanga regimazione registrando religiosità remeggiando retrologico rettorragia riadagiando riciclaggio ricongiunse ridigitando rigiuocando rigurgitare rigurgitato rimangiando rimarginare rimarginato rimessaggio rimettaggio rimontaggio rimpaginare rimpaginato rimuginando ringiallire ripescaggio rocchigiano rosseggiare rosseggiato rottamaggio saggiamente saggiatrice salmeggiare salmeggiato salvataggio sangiaccato santoreggia sbugiardare sbugiardato scagionando scarafaggio scatologico scaturigine sceneggiare sceneggiato scheggiando schermaggio scongiurare scongiurato scoraggiare scoraggiato selenologia selgiuchidi seminagione semiologico serpeggiare serpeggiato serpiginoso sessuologia sfagiolando sfragistica sfrangiando sfregiatore siderurgico sierologico sigillatura sinteraggio sismologico smarginando sociologico soggiacendo soggiacenza soggiaciono soggiaciuto soggiogando soggiornare soggiornato soggiungere soggiunsero soggiuntivo soleggiando solfeggiare solfeggiato somaraggine somatologia someggiando sommergiamo sorseggiare sorseggiato sorteggiare sorteggiato sotterfugio sovvaggiolo spareggiare spareggiato spargimento spargitrice speleologia spergiurare spergiurato spiaggiando spingidisco spongiforme spregiativo spregiatore sprigionare sprigionato spumeggiare spumeggiato sragionando srugginendo srugginisce staggiatura stagionando steatopigia stringitore stringitura suffragismo suffragista sumerologia sunteggiare sunteggiato svaligiando sverginando svolgimento svolgitrice talassologi tallonaggio tanatologia tangibilità tassinaggio tasteggiare tasteggiato taumaturgia tautologico tecnologico teleologico telferaggio teratologia termologico testuggineo tetraplegia tiflologico tinteggiare tinteggiato tondeggiare tondeggiato tonneggiare tonneggiato torneggiare torneggiato torreggiare torreggiato traccheggii tragicomico tragittando tramoggiaio trangugiare trangugiato treggiatore tricologico trismegisto troneggiare troneggiato tropologico turbinaggio turcologico vagheggiare vagheggiato vaneggiando vantaggioso veleggiando verdeggiare verdeggiato verdegiallo verseggiare verseggiato vertiginoso vezzeggiare vezzeggiato viaggiatore vigilatrice villeggiare villeggiato volteggiare volteggiato zoticaggine

Parole contenenti GI di 12 lettere abbeveraggio accorgimento acquerugiola aggiogamento aggiornabile aggiotatrice aggiudicando aggiudicante aggiuntatore aggiuntatura aggiustabile aggiustaggio aggiustatina aggiustatore aggiustatura agrobiologia allergologia allobiologia alloccaggine amareggiando amareggiante amoreggiando amoreggiante ancheggiando ancheggiante anfibologica anfibologico angiografica angiografico angiosarcoma antropofagia antropologia apologistica apologistico apologizzare apologizzato appigionando appigionante appoggiacapo appoggiamano appoggiatela appoggiatoio appoggiatura archeggiando archeggiante archeologica archeologico archibugiera areopagitica areopagitico armeggiatore arrangiatore arrugginendo arrugginente arrugginirsi arrugginisca arrugginisce arrugginisco arteriologia artigianello asineggiando asineggiante aspergillosi assaggiamola assaggiatela assaggiatore assaggiatura assemblaggio assiriologia asteggiatura astrusaggine attingimento attraccaggio attrezzaggio autolavaggio autonoleggio avvolgimento avvolgitrice azerbaigiana azerbaigiano baccheggiare baccheggiato bagarinaggio ballottaggio balordaggine bambinaggine banchinaggio barcheggiare barcheggiato bastingaggio batipelagico batteriefagi batteriofagi beccheggiare beccheggiato beffeggiando berteggiando bietolaggine biondeggiare biondeggiato biotipologia birbonaggine blenorragico boccheggiare boccheggiato boicottaggio bordeggiando borraginacea borseggiando bracconaggio brachilogico brandeggiare brandeggiato braveggiando brigantaggio bromatologia broncorragia buffonaggine calafataggio caldeggiando campeggiando cancerologia candeggiando capeggiatore cardiologica carreggiando carteggiando cartilagineo chiantigiano cinegiornale Cisgiordania climatologia collegialità congiungendo congiungersi congiunzione contagiosità conteggiando correggibile corregionale corseggiando corteggiando cosmetologia costeggiando criminologia criobiologia cronologista curiosaggine dabbenaggine danneggiando dappocaggine degrassaggio deontologico dermatologia destreggiare destreggiato dietrologico digiunatrice dileggiatore disgiungendo disgiungersi disgiunzione dissigillare dissigillato diteggiatura drammaturgia drappeggiare drappeggiato ecologistica ecologistico eleggibilità elettrologia elmintologia embriologica embriologico emopatologia energizzando enterorragia entomologica entomologico epiontologia equipaggiare equipaggiato esagitazione escatologica escatologico estesiologia etimologista etruscologia extravergine facchinaggio farmacologia favoleggiare favoleggiato favoreggiare favoreggiato festeggiando fiammeggiare fiammeggiato fitobiologia fitogeologia folleggiando foraggiatore forgiabilità fotoallergia fotobiologia fotogeologia fotogiornale frangibilità frangiflutti fraseggiando fraseologico fronteggiare fronteggiato fungicoltore fungicoltura furoreggiare furoreggiato galleggiando gangheggiare gastrorragia gatteggiando genealogista gerontologia giacchettone giacobinismo giaculatoria gialleggiare gialleggiato Giambattista giamburrasca Gianbattista Giandomenico Giannantonio giardinaggio giarrettiera ginecologico ginocchiello ginocchietto gioachimismo gioachiniani giocacchiare giocacchiato giocattolaio giovanilismo giovanottata giovenalesco girabacchino girandolando gironzolando giubilazione giudaizzando giudicatorio giudicatrice giugulazione giurisperito giustapporre giustapposto giustificare giustificato giustinianea giustinianeo giustiziando glossoplegia gnoseologico gorgheggiare gorgheggiato grandeggiare grandeggiato grattugiando guerreggiare guerreggiato ibridologica ibridologico iconologismo iconologista idealeggiare idealeggiato idoleggiando idoleggiante idrargirismo   idrobiologia idrogeologia imbandigione imbiellaggio immaginabile immaginativa immaginativo immaginatore immaginifica immaginifico immangiabile immunologica immunologico impaginatore impaginatura impetiginosa impetiginoso impiccagione imprigionare imprigionato incantagione incoraggiare incoraggiato ineleggibile infrangibile infrigidendo ingaggiatore ingigantendo ingigantente ingigantirsi ingioiellare ingioiellato ingiovanendo ingiuriatore ingrassaggio ingurgitando ingurgitante insulsaggine intertrigine inturgidendo inturgidente invaginabile iperdosaggio iperfalangia ironeggiando ironeggiante irrugginendo irrugginente lampeggiante largheggiare largheggiato laringologia latineggiare latineggiato leggicchiare leggicchiato legislatrice legislazione legittimando legittimaria legittimario legittimismo legittimista lentigginoso lessicologia leziosaggine lichenologia lungimirante lungimiranza magistralità magistratura malariologia malgiudicare malgiudicato maneggiabile maneggiatore mangiadischi mangianastri mangiapatate mangimificio mangimistico marginalista martirologio massaggiando melensaggine merceologico metallofagia metallurgico meteorologia metodologica metodologico metricologia mineralogico minialloggio mirmecologia molleggiando monitoraggio moraleggiare moraleggiato morfologista morfonologia motteggiando musicologico necrologista neoecologico neonatologia neuroplegico nictaginacea noleggiatore occhieggiare occhieggiato odontologica odontologico oftalmologia oltraggiando oltraggiante ombreggiando ombreggiante onfalorragia organologica organologico originarietà ormeggiatore ornitologica ornitologico otomeningite paleocologia paletnologia palleggiando palpeggiando panneggiando papirologico parallogismo parcheggiare parcheggiato pareggiabile pareggiatore paremiologia paridigitato parteggiando passeggiando pasteggiando patteggiando pavoneggiare pavoneggiato peggiorativo pelagianismo perissologia piaggiatrice pianeggiando Piergiuseppe pignolaggine piovigginare piovigginato piovigginoso pirateggiare pirateggiato plagioclasio planetologia pleurorragia pneumorragia polemologico politologico pompeggiando posteggiando  pregiudicare pregiudicato primatologia primeggiando privilegiare privilegiato proctologico proctorragia propagginare propagginato proteroginia psicologismo psicologista psicoplegico punteggiando quadriplegia raggiramento raggiratrice raggiungendo raggiungersi raggiuntando raggiustando ragionamento ragionatrice randeggiando reggimentale regionalismo regionalista registrabile registratore reingaggiare reingaggiato religioseria reumatologia riaggiustare riaggiustato  riecheggiare riecheggiato rieleggibile rifrangibile rifugiandosi rigurgitando rimaneggiare rimaneggiato rimarginando rimpaginando ringiallendo ringiovanire ringiovanito rinverginare rinverginato risorgimento rivaleggiare rivaleggiato rivolgimento rosseggiando rumoreggiare rumoreggiato saccheggiare saccheggiato salmeggiando satireggiare satireggiato sbadataggine sbeffeggiare sbeffeggiato sbugiardando scapataggine scarseggiare scarseggiato scempiaggine sceneggiando scheggiabile scheggiatura scipitaggine scompaginare scompaginato scongiurando scoraggiando seigiornista selenologico semasiologia serpeggiando sessuologico sfregiatrice sillogistico sillogizzare sillogizzato simoneggiare simoneggiato sinergistico sinistrogiro smargiassata sociologismo soggiacciamo soggiacciano soggiacciono soggiacquero soggiornando soggiungendo soggiungersi solfeggiando somatologico someggiabile sommergibile sopraggiunse sopraggiunsi sopraggiunto sorseggiando sorteggiando soteriologia sovietologia spalleggiare spalleggiato spareggiando spargifiamma spazieggiare spazieggiato speakeraggio speleologico spergiurando spregiatrice sprigionando spumeggiando stagionalità stagionatore stagionatura stolidaggine stomatologia strafilaggio strapoggiare strapoggiato stringimento stronzaggine struggicuore struggigrano struggilegno struggimento stupidaggine sunteggiando supergigante svaligiatore svantaggiare svantaggiato svantaggioso taccheggiare taccheggiato tagliapoggio taglieggiare taglieggiato talassologia tanatologico tappetologia tasteggiando taumaturgico telegiornale teleologismo tenoreggiare tenoreggiato teologizzare teologizzato teratologico tergilunotto tergiversare tergiversato terminologia tesoreggiare tesoreggiato tetraplegico  tinteggiando tonneggiando tonnellaggio torneggiando torreggiando tossicologia trangugiando transigibile tratteggiare tratteggiato troneggiando turcheggiare turcheggiato uccellagione vagheggiando vassallaggio veleggiatore venereologia verdeggiando verseggiando vezzeggiando viaggiatrice vigilantismo villeggiando virginalista volteggiando vulcanologia zuccheraggio zucconaggine

Parole contenenti GI di 13 lettere accattonaggio aggiornamento aggiudicativa aggiudicativo aggiungiamovi aggiuntatrice aggiustamento aggiustatrice allobiologica allobiologico alloggiamento angioplastica antiallergica antiallergico antigiuridica antigiuridico antireligiosa antireligioso antropologica antropologico apologizzando apologizzante appoggiatesta archeggiatura archiginnasio argilloscisto arieggiamento armeggiamento arpeggiamento arpeggiatrice arrangiamento arrangiatrice artigianalità assaggiatrice astrobiologia atteggiamento attinopterigi attinotterigi autocampeggio avvantaggiare avvantaggiato baccheggiando baluginamento bambineggiare bambineggiato bamboleggiare bamboleggiato barbareggiare barbareggiato barcheggiando bastardaggine batteriologia battispiaggia beccheggiando beffeggiatore biancheggiare biancheggiato bigiornaliero biondeggiando biosociologia biotecnologia birbantaggine birboneggiare birboneggiato boccheggiando borseggiatore braccheggiare braccheggiato brandeggiando bricconaggine bromatologico buffoneggiare buffoneggiato bugiardaggine calendimaggio campeggiatore cannoneggiare cannoneggiato capeggiatrice capovolgibile carreggiabile cartilaginoso castronaggine cavalleggiero citrullaggine climatologico cocciutaggine concubinaggio congiungibile congiuntivite congiunturale conteggiabile controgirello corteggiatore cortigianelli cortigianeria cortigianesco cosmetologico crocifiggiamo crocifiggiate cronobiologia danneggiabile danneggiatore decatissaggio delegittimare delegittimato dermatologico destreggiando dialettologia digitalizzare digitalizzato dileggiatrice dirigibilista dispregiativo dispregiatore dissigillando distruggibile dottoreggiare dottoreggiato drappeggiando ecclesiologia emarginazione epidemiologia episillogismo epistemologia equipaggiando equipaggiante escatologismo escogitazione eudemonologia fannullaggine farmacologico farraginosità favoleggiando fenomenologia fiammeggiando fiancheggiare fiancheggiato fitopatologia fonomontaggio foraggiamento foraggiatrice fosforeggiare fosforeggiato fotobiologico fotomontaggio frascheggiare frascheggiato fraseggiatore frivoleggiare frivoleggiato fronteggiando fungicoltrice furoreggiando galanteggiare galanteggiato galleggiabile galvanostegia gareggiamento garzoneggiare geocronologia geomorfologia gerontologico Gianfrancesco giansenistico giapponeseria gibilterriano giganteggiare giganteggiato gigantografia gigantomachia gigantopiteco gioachimitico giocacchiando giocherellare giocherellato giocherellona giochicchiare giochicchiato giornalistese giornalistico giornalmastro giratutensili giromagnetica giureconsulto giurisdizione giuseppinismo giustificando gorgheggiando grammatologia grandeggiando guardasigilli guerreggiando idealeggiando ideologizzare ideologizzato idrobiologica idrobiologico idrogeologica idrogeologico idromassaggio illeggiadrire illeggibilità illegittimità immaginatrice immaginazione immaginereste impaginatrice impaginazione implantologia imprigionando imprigionante incoraggiando incoraggiante inesigibilità infungibilità ingaggiamento ingaggiatrice ingiallimento inginocchiare inginocchiato ingioiellando ingioiellante ingiunzionale ingiuriatrice ingiustissima intangibilità intellegibile intelligibile interagiscano interagiscono interdigitale invaginazione irraggiamento irraggieranno irragionevole irreligiosità irrigidimento istopatologia lampeggiatore largheggiando latineggiando leggicchiando leggiucchiare leggiucchiato legittimabile lessicologico libertinaggio logismografia longitudinale lussureggiare lussureggiato magazzinaggio maggiorascato maggiorazione maggioritario magistratuale malagiustizia malgiudicando maneggiamento maneggiatrice mangiabambini mangiafagioli mangiaformica mangiapolenta mangiucchiare mangiucchiato marginalmente massaggiatore messaggistica metagiuridico metallurgista metatarsalgia meteoecologia meteorologico microbiologia mineralogista moraleggiando motteggiatore mucillaginoso nettarostegio neurobiologia noleggiatrice occhieggiando occhieggiante oftalmoplegia oltraggiabile oltraggiatore ombreggiatura ondeggiamento onomasiologia ormeggiatrice ortopedagogia osteggiamento padroneggiare padroneggiato paesaggistico paganeggiante paleocologico paleontologia paleozoologia paletnologico palleggiatore panegiristico papirologista paraliturgico paralogistico parapsicologi parcheggiando pareggiamento pareggiatrice paremiologico paretimologia parteggiatore partigianeria partigianesco pasteggiabile pavoneggiando pedagogizzare pedagogizzato pedanteggiare pedanteggiato peggioramento perinatologia picchettaggio piovigginando pirateggiando plagiocefalia planetologico pneumatologia politologismo poltronaggine ponteggiatore portagioielli portaimmagini posteggiatore pregiudicando pregiudiziale prestigiatore primatologico privilegiando promagistrato propagginando prosillogismo protistologia psicobiologia punteggiatura quadriplegico radiobiologia radioecologia raggiungibile ravvolgimento reggipiccozza reggisfestone registratrice registrazione reingaggiando respingimento reumatologico riaggiustando riappigionare riappigionato ricompaginare ricompaginato ricongiungere ricongiunsero ridicolaggine riecheggiando rigalleggiare rigalleggiato rimaneggiando rimpaginatura rincoraggiare rincoraggiato ringiovanendo ringiovanirsi ringiovanisca ringiovanisce ringiovanisco rinofaringite rinolaringite rinverginando ripatteggiare ripatteggiato risommergiate ristringitura rivaleggiando rumoreggiando saccheggiando salsomaggiore satireggiando sbeffeggiando scarseggiamdo scarseggiando sceneggiatore sceneggiatura schifosaggine sciacallaggio scompaginando scoraggimento semasiologico sgarbataggine sguaiataggine signoreggiare signoreggiato sillogizzando simboleggiare simboleggiato simoneggiando sociobiologia soggiogamento soleggiamento sopraggittare sopraggittato sorteggiabile soteriologico spalleggiando spazieggiando spigionandosi splancnologia spregiudicato srugginiscono stacchinaggio stagionatrice  stoccheggiare stoccheggiato stomatologico storditaggine strapoggiando strillonaggio strozzinaggio svaligiamento svaligiatrice svantaggiando sverginamento taccheggiando taglieggiando tambureggiare tambureggiato telemessaggio telemetraggio temporeggiare temporeggiato tenoreggiando teologizzando tergiversando terminologico tesoreggiando testardaggine tinteggiatura tiranneggiare tiranneggiato tortoreggiare tortoreggiato toscaneggiare toscaneggiato tossicologico traccheggiare traccheggiato tragicommedia trangugiatore trascuraggine trascutaggine tratteggiando traumatologia travolgimento turcheggiando uniformologia vagabondaggio vagheggiatore vampireggiare vampireggiato vaneggiamento vanvereggiare vanvereggiato vaporissaggio veleggiamento veleggiatrice verseggiatore verseggiatura vessillologia vezzeggiativo videogiornale villeggiatura vitaminalogia vitaminologia volantinaggio volteggiatore vulcanologico vulvovaginale vulvovaginite

Parole contenenti GI di 14 lettere aggiudicataria aggiudicatario aggiudicazione amareggiamento amoreggiamento ancheggiamento anestesiologia angioneurotico antibloccaggio antiemorragica antiemorragico antiflogistica antiflogistico antinevralgica antinevralgico antropologismo appigionamento archeggiamento arrugginiscano arrugginiscono aspargicoltura astrobiologica astrobiologico autoparcheggio avvantaggiando avvantaggiante bambineggiando bamboleggiando barbareggiando baritoneggiare baritoneggiato batteriologico beffeggiamento beffeggiatorio beffeggiatrice biancheggiando biotecnologico birboneggiando bordeggiamento borseggiatrice braccheggiando brandeggiabile briganteggiare briganteggiato buffoneggiando campeggiatrice cannoneggiando capovolgimento caratterologia carreggiamento chilometraggio coinvolgimento conchiliologia congiungimento controimmagine corteggiamento corteggiatrice cortometraggio cronometraggio danneggiamento danneggiatrice delegittimando demodossologia demopsicologia digitalizzando disgiungimento dispregiatrice dongiovannesco dottoreggiando endocrinologia epidemiologica epidemiologico epistemologico etimologizzare etimologizzato eudemonologico fanciullaggine favoleggiatore favoreggiatore fenomenologico festeggiamento fiancheggiando filosofeggiare filosofeggiato fiosopatologia fisiopatologia fosforeggiando frangivalanghe frascheggiando fraseggiamento fraseggiatrice frivoleggiando gaglioffaggine galanteggiando galleggiamento gatteggiamento geoglaciologia geomorfologico Giambartolomei Giancristofaro giavellottista giganteggiando gigantografico giocherellando giochicchiando Giovanbattista giovanilistico giurisprudenza giustapponendo giustappongono giustificabile giustificativo giustificatore giustizialismo giustizialista gorgheggiatore grammatologico ideologizzando ideologizzante ignorantaggine illeggiadrisce imbecillaggine impareggiabile imparidigitata imparidigitato impregiudicata impregiudicato incappellaggio incoraggiatore incorreggibile indietreggiare indietreggiato ineleggibilità inginocchiando inginocchiante ingiustificata ingiustificato inimmaginabile insensataggine insommergibile interregionale inturgidimento iperboleggiare iperboleggiato irreggimentare irreggimentato irruggineranno italianeggiare italianeggiato lampeggiamento leggiucchiando legittimamente legittimazione legittimistico lungisaettante lungometraggio lussureggiando macrosporangio maggiociondolo malandrinaggio maneggiabilità mangiacassette mangiucchiando marginalizzare marginalizzato massaggiatrice mercanteggiare mercanteggiato metaforeggiare metaforeggiato metalinguaggio microbiologico microchirurgia microsporangio mielomeningite minchionaggine molleggiamento mostreggiatura motteggiamento motteggiatrice nanotecnologia neurobiologico neurochirurgia neuropatologia oltraggiatrice ombreggiamento onomasiologica onomasiologico originalissima ortopedagogica ortopedagogico padroneggiando paleoetnologia paleontologico paleopatologia paleozoologico palleggiamento palleggiatrice palpeggiamento panneggiamento panreligiosità paraetimologia parallogistico parallogizzare parallogizzato parapsicologia parassitologia parcheggiatore paretimologico parodontologia parteggiamento passeggiatrice patteggiamento pedagogizzando pedanteggiando pellegrinaggio pennelleggiare pennelleggiato plagiotropismo polisillogismo poltroneggiare poltroneggiato ponteggiatrice posteggiatrice pregiudicabile pressaforaggio prestigiatrice pretecnologico psicochirurgia psicopatologia psicopedagogia punteggiamento radicaleggiare radicaleggiato radiochirurgia radioecologico radiomessaggio radiomontaggio radiosondaggio raggiungimento raggiuntamento raggiustamento ragionevolezza regionalistico regionalizzare regionalizzato restringimento retropassaggio riappigionando riavvolgimento ricompaginando ricongiungendo ricongiungersi ricongiunzione ridicoleggiare ridicoleggiato rieleggibilità rifrangibilità rigalleggiando rimpaginazione rincoraggiando ripatteggiando risorgimentale rotondeggiante saccheggiatore sbeffeggiatore sbruffonaggine scaldaseggiole sceneggiatrice schiaffeggiare schiaffeggiato scimunitaggine scompaginatore scompaginatura scontrosaggine sconvolgimento scoraggiamento sdottoreggiare sdottoreggiato sedimentologia serpeggiamento sfacciataggine sgraziataggine simboleggiando sintomatologia smangiucchiare smangiucchiato smemorataggine sociobiologico sopraggittando sopraggiungere sopraggiunsero sopraggiuntane sopraggiuntone sottopassaggio spadroneggiare spadroneggiato spazieggiatura speleobiologia speleozoologia spiritosaggine sprigionamento stagionalmente stoccheggiando stragiudiziale stravolgimento svillaneggiare svillaneggiato svogliataggine taccheggiatore taglieggiatore tambureggiando tecnologizzare tecnologizzato tedescheggiare tedescheggiato teleologistica telepilotaggio temporeggiando tergicristallo tergiversatore termofissaggio termogiunzione terotecnologia tiranneggiando tortoreggiando toscaneggiando traccheggiando trangugiamento trangugiatrice trapiantologia tratteggiabile tratteggiatura traumatologico trinciaforaggi tromboangioite vagabondaggine vagheggiamento vagheggiatrice vampireggiando vanvereggiando verseggiatrice vetrioleggiare vetrioleggiato vezzeggiamento vibromassaggio videogiocatore volteggiatrice

Parole contenenti GI di 15 lettere anestesiologica anestesiologico antigiuridicità approvvigionare approvvigionato asparagicoltore autolegittimare autolegittimato baritoneggiando bioclimatologia biometeorologia bizantineggiare bizantineggiato boccheggiamento braccheggiatora briganteggiando caporalmaggiore caratterologico cardiochirurgia correligionario doppiogiochista elettrobiologia equipaggiamento etimologizzando etnomusicologia extragiudiziale fantasticaggine favoleggiatrice favoreggiamento favoreggiatrice fiancheggiatore filosofeggiando fisiopatologico galleggiabilità galvanostegista  giogioneggiando girodirezionale giudeocristiano giurisdizionale giuscibernetica giusnaturalismo giustificatorio giustificatrice giustificazione gorgheggiatrice guardareggitori idrometallurgia immagazzinaggio imprigionamento impuntigileremo incoraggiamento incoraggiatrice indietreggiando indietreggiante infingardaggine inginocchiatoio inginocchiatura inginocchimento inintelligibile intelligibilità interpsicologia iperboleggiando iperboleggiante irraggiungibile irreggimentando irreggimentante irrestringibile italianeggiando italianeggiante liberaleggiante macrolinguaggio macrosociologia madrigaleggiare madrigaleggiato marginalizzando mercanteggiando metaforeggiando meteorobiologia meticolosaggine microfisiologia microsociologia misticheggiante nanotecnologico neurochirurgico neurofisiologia neuropsicologia ortopedagogista paraetimologico parallogizzando parapsicologico parassitologico parodontologico pennelleggiando petrarcheggiare petrarcheggiato poltroneggiando popolareggiante pregiudizialità pregiudizievole preistoriologia promagistratura propagginazione psicofisiologia psicopatologico psicopedagogico psicosociologia radicaleggiando radiocronologia raggiungibilità ragionieristico regionalizzando ridicoleggiando riecheggiamento rimaneggiamento ringiovanimento ringiovaniscano ringiovaniscono rinverginamento risorgimentista rumoreggiamento saccheggiatrice sbalorditaggine sbeffeggiamento sbeffeggiatrice scellerataggine schiaffeggiando sciagurataggine scioperataggine scompaginatrice scompaginazione sdottoreggiando sedimentologico simboleggiabile sintomatologico smangiucchiando sommergibilista sopraggiungendo sopraggiungerne sottolinguaggio sottotitolaggio sovrappassaggio spadroneggiando spalleggiamento sregionalizzare sregionalizzato supermaggiorata svillaneggiando taccheggiatrice taglieggiamento taglieggiatrice talassobiologia tecnologizzando tedescheggiando telegiornalismo telegiornalista temporeggiatore tergiversatrice tergiversazione terotecnologico tesoreggiamento torremaggiorese trascurataggine tritaimballaggi videogiocatrice videotecnologia

Parole contenenti GI di 16 lettere antisommergibile approvvigionando approvvigionante asparagicoltrice autolegittimando autonoleggiatore autoregistratore avvantaggiamento bamboleggiamento bizantineggiando braccheggiatrice cannoneggiamento carbosiderurgico classicheggiante controspionaggio delegittimazione dendrocronologia dermatopatologia digitalizzazione farmacovigilanza fiancheggiamento fiancheggiatrice fibrocartilagine fonoregistratore ghibellineggiare ghibellineggiato giustapposizione glottocronologia ideologizzazione illeggiadriscono impareggiabilità impregiudicabile incorreggibilità ingiustificabile inimmaginabilità insommergibilità intransigibilità irragionevolezza madrigaleggiando massaggiagengive meteoropatologia michelangiolesco neurofisiologico neuropsicologico neuroradiologico orientaleggiante petrarcheggiando prestidigitatore psicofisiologico psicopedagogista psicosessuologia psicosociologico ricongiungimento ripatteggiamento scapestrataggine spensierataggine spregiudicatezza sregionalizzando tambureggiamento temporeggiamento temporeggiatrice tergilavalunotto tortoreggiamento

Parole contenenti GI di 17 lettere anticongiunturale antroposociologia approvvigionatore autonoleggiatrice elettrofisiologia fibrocartilagineo fitopaleontologia fonoregistrazione gastroenterologia ghibellineggiando giurisprudenziale giusnaturalistica glottocronologico idrometeorologica idrometeorologico inintelligibilità irraggiungibilità irreggimentazione marginalizzazione microclimatologia micrometeorologia microregistratore neurofarmacologia paleoantropologia particolareggiare particolareggiato pigiadiraspatrice prestidigitatrice prestidigitazione pseudoetimologico psicofarmacologia radarmeteorologia radioimmunologico radiometeorologia radioregistratore regionalizzazione svillaneggiamento teleregistrazione videoditeggiatura videoimpaginatore videonoleggiatore videoregistratore

Parole contenenti GI di 18 lettere  approvvigionamento approvvigionatrice cacciasommergibili dendroclimatologia elettrometallurgia girostabilizzatore giurisdizionalismo giurisdizionalista giustificazionismo giustificazionista grattugiaformaggio micropaleontologia neurofarmacologico odontostomatologia particolareggiando postrisorgimentale psicofarmacologico radarmeteorologico speleopaletnologia tergilavacristallo vibromassaggiatore videoimpaginazione videonoleggiatrice videoregistrazione

Parole contenenti GI di 19 lettere gastrodigiunostomia neuroendocrinologia speleopaleontologia tergilavaproiettore

Parole contenenti GI di 20 lettere giurisdizionalistico

Parole contenenti GI  di 24 lettere psiconeuroendocrinologia

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Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GI

Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GHI

Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GHI. Come già detto per le schede delle nomenclature per parole di tre lettere

 e per le schede delle nomeclature per parole di quattro lettere, 

una volta che il bambino ha fatto molti esercizi di composizione di parole per dettatura con l’alfabeto mobile, è pronto per gli esercizi di autodettatura, cioè per comporre autonomamente parole che egli stesso ha pensato, senza averle sentite dalla voce di altri. 

Esistono molte possibilità per favorire questo genere di esercizio, una può essere quella di preparare delle schede illustrate, che possono anche fornire un aiuto all’arricchimento del lessico.

Classicamente le schede delle nomenclature, a questo secondo scopo, sono organizzate per aree tematiche (animali domestici, casa, abbigliamento, mezzi di trasporto, ecc…).

Qui propongo una classificazione diversa, in funzione dell’apprendimento delle varie difficoltà ortografiche presenti nella nostra lingua occupandoci ora del suono GHI.

Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GHI

Questa è una selezione di parole italiane che presentano appunto il suono “ghi”, con diversi gradi di difficoltà; non tutte si prestano ad essere illustrate e le parole presenti nelle schede delle nomenclature sono in grassetto:

Parole di 5 lettere: ghiro, ghisa.

Parole di 6 lettere: draghi, fanghi, funghi, ghiado, ghiaia, ghibli, ghiera, ghigne, ghinea, ghirba, sorghi, terghi, unghia, volghi.

Parole di 7 lettere: aurighi, beghino, cinghia, cinghio, ghiacce, ghianda, ghiotto, ghiozzo, righine, rugghio .

Parole di 8 lettere: barzaghi, braghini, fanghino, ghiaccio, ghiaiare, ghiaiato, ghiaieto, ghiaione, ghiaioso, ghierato, ghignare, ghignata, ghignato, ghindare, ghindato, ghiretto, ghironda, inghippo, kirghiso, larghino, leghista, liturghi,  Respighi, unghiata, unghiato, unghiolo, unghione, unghiuto.

Parole di 9 lettere: aghiforme, Alighieri, braghiere, brughiera, cinghiale, cinghiata, draghista, droghiere, ganghista, ghiandaia, ghiandola, ghiandona, ghignando, ghimbarda, ghimberga, ghindando, ghingheri, ghiottone, ghirigoro, ghirlanda, inghiramo,  invaghire, Meneghino, mugghiare, mugghiato, pomologhi, portaaghi, preghiera, ringhiare, ringhiato, ringhiera, ringhioso, stregghia, unghiella, unghiello.

Parole di 10 lettere: acciughina, adunghiare, adunghiato, agghiaiare, agghiaiato, agghindare, agghindato, aghifoglia, alberghino, botteghino, fanghiccio, fanghiglia, funghicolo, ghiacciaia, ghiacciaio, ghiacciare, ghiacciato, ghiacciolo, ghibellino,  ghiribizzo, inghiaiare, inghiaiato, invaghirsi, mugghiando, neghittoso, ringhiando, singhiozzo, transfughi, unghiatura, vaghissimo.

Parole di 11 lettere: adunghiando, adunghiante, agghiaiando, agghiaiante, agghindando, agghindante, alberghiera, alberghiero, avvinghiare, avvinghiato, beghinaggio, cinghiatura, disimpieghi, ghiacciando, ghianchetto, ghiandatico, ghiandolare, ghiandoloso, ghirlandaio, ghirlandare, ghirlandato, inghiaiando, inghiaiare, Inghilterra, inghiottire, inghiottito, lettighiere lusinghiero, rimugghiare, rimugghiato, sghiacciare, schiacciato, sghimbescio, sghiribizzo, singhiozzii, singhiozzio, sogghignare, sogghignato.

Parole di 12 lettere: agghiacciare, agghiacciato, antighiaccio, avvinghiando, avvinghiante, cataloghista, ghigliottina, ghiottoneria, ghiribizzoso, ghirlandetta, inghiaiatura, inghiottendo, inghiottente, inghiottirsi, inghiottisca, inghiottisce, inghiottisco, invaghimento, Kirghizistan, monologhista, neghittosità, ranghinatore, rimugghiando, ringhiottire, ringhiottito, sghiacciando, sghignazzare, sghignazzato, singhiozzare, singhiozzato, sogghignando, tagliaunghie, tendicinghia.

Parole di 13 lettere: agghiacciando, agghiacciante, agghindamento, funghicoltore, funghicoltura, funghicultore, funghicultura, ghiacciamento, ghiandatifero, ghibellinismo, inghiottitoio, inghiottitore, inghiottonire, inghiottonito, inghirlandare, inghirlandato, invaghitosene, menefreghismo, neoghibellino, ringhiottendo, rompighiaccio, sghignazzando, singhiozzando, tranghiottire, tritaghiaccio.

Parole di 14 lettere: funghicoltrice, funghicultrice, ghigliottinare, ghigliottinato, inghiottimento, inghiottiscano, inghiottiscici, inghiottiscilo, inghiottiscimi, inghiottiscine, inghiottisciti, inghiottiscono, inghiottitrice, inghiottonendo, inghiottonirsi, inghiottonisce, inghirlandando, inghirlandante, linfoghiandola, sbattighiaccio.

Parole di 15 lettere: agghiacciamento, ghigliottinando, inghiottiscili, sghignazzamento.

Parole di 16 lettere: ghibelineggiare, ghibellineggiato, inghiottiscicelo, inghiottiscimelo, inghiottiscitelo, inghiottiscitene, inghiottiscono, linfoghiandolare, neoghibellinismo.

Parole di 17 lettere: ghibellineggiando.

Parole di 18 lettere: inghiottisciglielo, inghiottiscigliene.

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Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GHI

E queste sono le schede a colori, pronte per il download e la stampa:

Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GHI
Carte mute (solo immagini)

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Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GHI
Cartellini in stampato maiuscolo

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Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GHI
Cartellini in stampato minuscolo

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Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GHI
Cartellini in corsivo

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Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GHI
Nomenclature in stampato maiuscolo

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Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GHI
Nomenclature in stampato minuscolo

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Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GHI
Nomenclature in corsivo

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Qui alcuni dettati ortografici: 

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Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GHI

Gioco di lettura – Il tesoro dello gnomo Ghioffo

Può essere un ottimo stimolo alla lettura per bambini poco motivati, ma si rivela un gioco divertente anche come racconto per i più piccoli, che ancora non sanno leggere,  e come gioco di “caccia al numero”.

Avevo ricevuto tempo fa un bellissimo racconto di pirati preparato in questo modo, da Sybille di Buntmond; qui propongo un racconto di Gnomi ed altri esseri magici, sempre alla ricerca di un tesoro.

Ho preparato le carte in varie versioni. Per le versioni con disegni da colorare ho utilizzato il materiale offerto dal sito: http://www.midisegni.it/disegni.html

Il materiale comprende:
– corsivo con disegni
– corsivo senza disegni
– stampato maiuscolo  con disegni
– stampato maiuscolo senza disegni.

Il tesoro dello Gnomo Ghioffo – stampato maiuscolo con disegni





ABC: 40 e più attività legate all’alfabeto

Durante il periodo di presentazione delle lettere dell’alfabeto (mentre si propone l’alfabeto tattile montessoriano, ad esempio, oppure durante il lungo racconto che accompagna le lettere dell’alfabeto nella pedagogia steineriana), ci sono davvero tantissime attività artistiche e ludiche che possono essere proposte ai bambini. Di seguito ne trovate molti esempi.

1. Iniziamo con due semplici “trucchi” che possono aiutare a correggere eventuali problemi di impugnatura della matita. Questo consiste nel legare un oggetto tipo gommina da cancellare alla matita, di http://therapyfunzone.com

 

2. Il secondo si avvale di una piccola pallina di feltro, di http://jensotforkids.blogspot.com/

3. alfabeto realizzato con capi di vestiario: si possono creare delle carte illustrate, oppure si può riprodurre un proprio alfabeto di vestiti coi bambini, di http://www.behance.net/

 

4. alfabeto realizzato con una sedia e dei grandi fogli bianchi di cartone, può essere riprodotto in forma di gioco coi bambini, di http://www.designformankind.com/

 

5. bellissime illustrazioni: il riconoscimento delle lettere può non essere immediato per i bambini, quindi potrebbe essere un bel gioco trovarle all’interno dei disegni… Si potrebbe anche creare una storia. Via http://www.apartmenttherapy.com/

 

6. alfabeto da mangiare, di http://www.kitchencorners.com/

 

7. alfabeto di libri, di http://www.amandinealessandra.com/

8. alfabeto di dita, di http://neumannbelieve.deviantart.com/

9. questo in realtà è un progetto d’arte un po’ difficile: si tratta di dividere il foglio in 25 parti e disegnare le finestre con un pennarello. Poi con acquarelli liquidi si deve colorare ogni finestra con un colore diverso, evitando troppe sbavature da una finestra all’altra. Coi bambini più piccoli si potrebbe fare come pittura “sociale” usando un foglio molto grande, già suddiviso dall’insegnante, e far dipingere ai bambini insieme. Quando asciutto si disegnano le lettere . Di http://www.artprojectsforkids.org/

 

10. memory realizzato coi coperchi dei vasetti di vetro, di http://www.notimeforflashcards.com/

 

11. alfabeto mobile realizzato con le perle di vetro decorative, di http://www.bubblynaturecreations.com/

 

12. alfabeto mobile realizzato coi sassi. Scegliendo sassi piatti si può scrivere la mauscola da un lato, e la minuscola dall’altro: in questo modo i bambini posso scrivere correttamente il loro nome. Di http://www.growinginprek.com/

 

13. Gioco per la corrispondenza maiuscole – minuscole. Le maiuscole si scrivono sulle mollette, mentre le minuscole su una tabella. Di http://www.growinginprek.com/

 

14. Alfabeto realizzato dai bambini, di http://www.notimeforflashcards.com/ (via http://theattachedmama.blogspot.com). L’alfabeto è quello inglese, quindi non tutte le lettere trovano la giusta corrispondenza con la parola in italiano, ma l’idea è facilmente modificabile (ad esempio A apple può diventare A amarena…)

 

15. di http://www.confessionsofahomeschooler.com/ questo bel gioco per imparare la corrispondenza tra maiuscole e minuscole. Si preparano le strisce contenenti le lettere dell’alfabeto illustrate e con le maiuscole in nero e le minuscole in rosso. poi si prendono i cucchiaini di plastica bianca e si scrivono in nero le maiuscole, e quelli di plastica trasparente scrivendo le minuscole in rosso.

 

16. alfabeto mobile coi cappuccetti delle ghiande. Può essere usato sia per comporre parole, sia come memory, di  http://hsbapost.com/

 

17. Gioco per imparare a riconoscere il suono iniziale delle parole. Si ritagliano delle immagini circolari e si prepara una tabella dell’alfabeto (lettere inserite in caselle circolari). Il bambino deve distribuire correttamente le immagini sulla tabella in base al suono iniziale. Per il controllo autonomo dell’errore si può scrivere la lettera sul retro dell’immagine. Di http://theadventuresofbear.blogspot.com/

 

18. gioco di corrispondenza maiuscole – maiuscole. Si scrivono le lettere su una tabella, e si preparano i tappi di plastica segnando su ognuno una lettera. Di http://crayonfreckles.blogspot.com. Il gioco può essere anche fatto con minuscole – minuscole o con minuscole – maiuscole.

 

19. Gioco del messaggio segreto, di http://www.flaxandtwine.com/. Si tratta di preparare un bel sacchettino che contiene le lettere che serviranno al bambino a formare le parole mancanti nel messaggio. E’ una bellissima attività e anche un’idea regalo… Una scheda contiene le istruzioni da una parte, e il messaggio dall’altra. Le istruzioni diranno: “C’è un messaggio speciale per te, riuscirai a risolvere il rompicapo? Istruzioni: 1.ordina per colore; 2. trova la parola nascosta per colore; 3. leggi il messaggio.” Se il bambino non riesce ancora a leggere da solo, un adulto potrà aiutarlo lasciando al bambino il divertimento di dividere le lettere per colore e di comporre le parole.
Se il messaggio è “Cara Giulia, c’è una sorpresa per te in cucina nel forno”, scriveremo:
“Cara …………………..(verde), c’è una …………………(blu) per te in ………………..(marrone) nel …………… (giallo)”

 

20. Imparare l’ordine alfabetico, di http://www.childcareland.com/. Si preparano le strisce di carta, ognuna con una lettera dell’alfabeto, si mescolano, e il bambino deve comporre il festone dalla A alla Z.

 

21. Imparare l’ordine alfabetico col gioco delle frittelle, di http://swampfrogfirstgraders Servono una padella, un piatto, dei dischi di cartone e una paletta da cucina. Sui dischi scriveremo A___C, D___F, G___I, L___N, O___Q, R___T, U___Z, e li metteremo nella padella. Nel piatto disegneremo 7 cerchi, e in ognuno scriveremo le lettere mancanti, cioè B, E, H, M, P, S, V. Il bambino dovrà mettere le frittelle nel piatto, dove c’è la lettera che manca. Naturalmente si possono far mancare altre lettere, preparando le frittelle anche con B___D ecc… Sul retro delle frittelle può essere scritta la sequenza esatta per il controllo autonomo dell’errore.

 

22. Composizione delle prime parole utilizzando i mattoncini da costruzione, di  http://tonsoffunpreschoolactivities. Si scrivono le parole (ad esempio oca, bue, ago, ala, ape, tre, due, uno, sei, bue, blu, gru, oro, uva, via per le parole di tre lettere se si usa un blocco da tre) sul blocco grande. Sul retro si può mettere l’immagine del nome scelto, così il bambino può comporre per autodettatura guardando l’immagine e poi controllare, oppure comporre copiando. Sui blocchi da uno si scrivono le lettere singole che servono a comporre i nomi scelti.

 

23. Composizione di parole con le mollette da bucato, di http://creatingandteaching. Si preparano le schede con illustrazione e parola corrispondente, e le mollette con le lettere singole che compongono ogni parola scelta. Oltre ad essere un esercizio di scrittura e lettura, la gestione delle mollette prepara la mano all’impugnatura corretta della matita.

 

24. Gioco delle macchinine per il riconoscimento delle lettere dell’alfabeto, di http://learningandteachingwithpreschoolers. Ottimo per l’abbinamento maiuscole – minuscole, ma anche per aiutare i bambini con difficoltà ad esercitarsi a riconoscere le lettere a specchio come b-d, q-p o le lettere simili come t-l s-r ecc… Si prepara un dado scegliendo chiaramente sei lettere (ad esempio R T A r t a, oppure b d q p r s) e si prepara una pista contenente caselle che contengano queste lettere. Si lancia il dado per andare avanti (se c’è la lettera più avanti) oppure indietro, fino a che qualcuno o tutti arrivano al via.

 

25. Altra attività con le mollette, di http://1plus1plus1equals1. Si tratta di preparare delle carte che hanno all’inizio una lettera maiuscola, se volete l’immagine di una cosa il cui nome comincia con quella lettera, e di seguito quattro lettere minuscole a scelta, di cui una sola è quella corrispondente alla maiuscola.

 

26. una versione stampabile dell’alfabeto mobile montessoriano con attività di composizione delle parole, di montessoriprintshop

 

27. Il cerchio dell’alfabeto, di http://totallytots.blogspot.com. Si tratta di un cerchio fatto col nastro adesivo, che si presta a molti giochi diversi per il riconoscimento delle lettere e l’abbinamento grafema – fonema. Si possono dare al bambino delle lettere (in forma di scheda, sacchetto di fagioli, cubo ecc…) ed il bambino deve girare alla ricerca della lettera corrispondente, oppure un oggetto e chiedergli di posizionarla in corrispondenza della lettera iniziale (o di una lettera che è contenuta nel nome della cosa in qualsiasi posizione), ecc…

 

28. Altra attività di riconoscimento uguale – diverso, di http://tonsoffunpreschoolactivities, disponibile anche il download. Si preparano due serie di cartellini contenti ognuno una coppia di lettere: una serie con lettere uguali fra loro (rr pp ff…) e una serie con coppie diverse (pd qd qb as…), e due contenitori. Si mescolano le serie e il bambino deve dividere i cartellini nei due contenitori: in uno i cartellini con lettere uguali, nell’altro i cartellini con lettere diverse. Ottimo per bambini con difficoltà.

 

29. in vendita qui http://www.lakeshorelearning.com strisce elastiche e lettere con retro in feltro. Composta la parola sulla striscia, il bambino può tirarla ed essendo elastica le lettere si distanzieranno tra loro facilitando il riconoscimento dei suoni singoli.

 

30. Gioco dei messaggi segreti. Si preparano dei cartellini di carta bianca, e con un pastello a cera o ad olio bianco si scrive una lettera segreta, o una parola segreta, o un messaggio segreto. Il bambino dipingerà i cartellini con acquarelli e vedrà comparire la lettera – parola – frase segreta da leggere. Di http://strongstart.blogspot.com

 

31. altro gioco per l’abbinamento immagine – maiuscola – minuscola, di http://growingkinders.blogspot.com.

 

32. Il bambino compone il suo nome, di http://funinecse.blogspot.com

 

33. L’idea originale prevede di preparare due dischi di cartoncino (anche disponibili per la stampa gratuita) che contengono come mostra l’immagine ognuno una coppia difficile: d – b e p – q. Sotto i foglietti flap colorati ci sono immagini di cose che hanno quell’iniziale (però c’è dog per cane ecc…). Di http://www.icanteachmychild.com. Io ho  preparato, a partire da questa idea, due tabelle separate, una per db e una per pq, perchè credo che metterle tutte insieme generi più confusione. Poi ho usato dei vecchi cd e dei post it alcuni con immagini ed altri con parole scritte.

 

34. L’alfabeto mobile de “Il corvo”. E’ una bella attività collezionare lettere dell’alfabeto ritagliandole da confezioni e giornali, e poi è bellissimo comporre parole… di http://playtalklearn.com/

 

35. ABC yoga, per mamme ispirate, ma in inglese… di http://www.abcyogaforkids.com/

 

36. La collezione di lettere ritagliate da riviste e confezioni può essere usata per questa attività di abbinamento di lettere stampate e lettere ritagliate di http://delightfullearning.

 

37. L’insegnante scrive le lettere alla lavagna col gesso, il bambino “ripassa” con un pennello bagnato, di http://homeschoolmama3.

 

38. altro gioco di “caccia alla lettera” con alfabetieri artistici d’autore o autoprodotti, di http://familyfun.go.com/

 

39. pesca di lettere con tappi metallici e canna da pesca con “amo” calamita, di http://familyfun.go.com/

 

40. Letterology: un blog intero di alfabeti di ogni genere curato da un professore di design, http://letterology.blogspot.com. Potete sbizzarrirvi per la creazione delle vostre collezioni di caccia alla lettera.

 

41. Una caccia alla lettera già pronta… ABC d’arte. Lettere nascoste nei quadri. Un libro che  è anche un divertente nascondino con le lettere dell’alfabeto da cercare all’interno di 26 opere da Giotto a Piero della Francesca, da Picasso a Mirò. A volte ben nascoste altre più evidenti, le lettere interagiscono con il lettore e questo libro diventa un’opportunità di gioco per conoscere l’arte e l’alfabeto attraverso l’incontro di una lettera e un quadro. Alla fine del libro ci sono le soluzioni accompagnate da un breve testo che svela curiosità sul quadro e l’artista.

 

42. sacchetti per raccolte tematiche di oggetti, immagini, carte ecc… di http://inchmark.squarespace.com

 

43. “Lavagna” realizzata fissando mollette da bucato a dei bastoni, ed appendendo i bastoni al muro. Alle mollette i bambini possono appendere lettere dell’alfabeto per comporre parole, di http://sistersguild.blogspot.com/

 

44. Altra caccia alla lettera, ma all’interno di fotografie naturalistiche d’autore, http://joerossiphotography.com

 

45. alfabeto mobile realizzato con gli scovolini, di http://aestheticoutburst.blogspot.com

 

46. Classificatore di oggetti in base alla lettera iniziale del nome, utile anche per l’autodettatura di parole. Di http://pinkandgreenmama.blogspot.com

 

47. Alfabeto puzzle (download gratis qui http://www.scribd.com/) di http://tiredneedsleep.blogspot.com (immagine di http://www.activity-mom.com)

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La collezione continua qui:

http://pinterest.com/melassa/14-abc-123-activities/

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Famiglie di parole – Primi esercizi di lettura

Famiglie di parole – Primi esercizi di lettura. Per famiglie di parole si intendono parole che finiscono nello stesso modo, variano tra loro solo per il suono iniziale.

Di seguito una breve lista di parole italiane di questo genere. Ho scelto, trattandosi di primi esercizi di lettura, solo parole bisillabe.

Famiglie di parole

-ASO caso, naso, raso, vaso

-ALA cala, gala, pala, sala

-ERA cera, nera, pera, sera, vera

-TTO atto, etto, otto

-ATTO batto, fatto, gatto, matto, patto, ratto, tatto

-OTTO botto, cotto, dotto, lotto, motto, sotto, rotto

-ETTO detto, getto, letto, netto, petto, retto, tetto

-ASSO basso, lasso, masso, passo, sasso, tasso

-OSSO dosso, fosso, mosso, posso, rosso

-ESA fesa, pesa, resa, tesa (con aggiunta di due lettere iniziali anche chiesa, fresa, presa)

-OLO bolo, dolo, molo, nolo, polo, solo, volo (con aggiunta di due lettere iniziali anche ruolo e suolo)

-OLLA bolla, colla, folla, molla, zolla ((con aggiunta di due lettere iniziali anche crolla e frolla)

-ANA lana, tana, nana, sana, vana (con aggiunta di due lettere iniziali anche liana, Diana, frana, grana, piana, plana)

-ENA cena, iena, lena, mena, pena, rena, vena (con aggiunta di due lettere iniziali anche Siena e piena)

-INO Dino, fino, Gino, lino, Mino, pino, Nino, tino, vino (con aggiunta di due lettere iniziali anche suino)

-ALLO ballo , callo, dallo, fallo, gallo, mallo (con aggiunta di due lettere iniziali anche giallo)

-ELLO bello, dello, nello, vello (con aggiunta di due lettere iniziali anche duello e quello)

-ENTE dente, gente, lente, mente, sente

-AMA dama, fama, lama (con l’aggiunta di due o più lettere anche brama, chiama, squama, trama)

-IMA cima, lima, mima, rima (con l’aggiunta di due o più lettere anche clima e prima)

-NNO anno, inno, unno (con l’aggiunta di due o più lettere anche cenno, danno, fanno, hanno, nonno, panno, sanno, senno, sonno, tonno, vanno)

Capito il principio, se ne possono trovare tantissime altre…

Con le famiglie di parole possiamo preparare questi giochi didattici:

Famiglie di parole – Primi esercizi di lettura – Progetto uno

Scrivete il finale di parola sul foglietto fisso, e le varie iniziali sui foglietti sfogliabili a libro (qui avremo c, n, r, v).

Famiglie di parole – Primi esercizi di lettura – Progetto due

Materiale occorrente: rotoli di carta igienica, carta colorata, cartoncino, colla.

Appiattite il rotolo di carta igienica piegatelo a metà e tagliate in due:

Usate una bella carta colorata sia per rivestire il rotolo, sia per chiuderlo nel senso della lunghezza e da uno dei suoi lati corti:

Preparate una striscia di cartone robusto, tagliatela in modo che sporga all’esterno e che scorra facilmente nel tubo, e fissate gli “Stop” con della carta colorata: servirà al bambino a capire quando è arrivato alla fine della proposta di lettura.

Preparate due pezzi di cartoncino nei quali scrivere il finale di parola scelto in stampato maiuscolo e stampato minuscolo, ed incollateli sul tubo (uno su un lato, uno su quello opposto).

Inserite la striscia di cartone nel tubo, scrivendo le iniziali scelte, da un lato in maiuscolo, dall’altro in minuscolo.

Si può insegnare al bambino come coprire con la mano le lettere già lette per evitare che faccia confusione…

Lavagna di sabbia Montessori – Apprendimento della scrittura

Lavagna di sabbia Montessori – Apprendimento della scrittura. Si tratta molto semplicemente di un vassoio o di una cassettina (anche il coperchio di una grande scatola) di legno o anche di plastica o cartone. La versione più ortodossa prevede l’utilizzo di sabbia blu, ma io personalmente preferisco la farina da polenta, che è più calda al tatto, più naturale, e si appiccica molto meno alle manine sudate.

Il concetto di orario scolastico e di suddivisione delle materie di insegnamento da svolgere nell’arco della giornata o della settimana, non fa parte del metodo Montessori. Se decidete di introdurre questo tipo di didattica a casa o a scuola, la prima cosa da fare è preparare l’ambiente e raccogliere la maggior parte dei materiali montessoriani di base (acquistandoli o costruendoli in proprio), in modo tale che fin dall’inizio il bambino possa scegliere a quali materie rivolgere il suo interesse. Un giorno vorrà magari dedicarsi esclusivamente alla scrittura e alla lettura, il giorno dopo lo potrete invece vedere totalmente immerso nella scienza o nella matematica.  I bambini inoltre, specie quelli più piccoli, attraversano fasi nelle quali amano ripetere all’infinito lo stesso esercizio. A volte, in queste loro ripetizioni, tendono a ripetere degli errori, magari sempre lo stesso… ma se li lasciate sperimentare, vedrete che un bel giorno l’errore scomparirà, e non è descrivibile la soddisfazione che i bambini traggono da questo processo.

Ogni bambino è diverso e cresce in modo diverso, le varie tappe di sviluppo di ognuno non vengono raggiunte affatto negli stessi tempi. Per questo nelle scuole Montessori si sceglie il modello della “pluriclasse”  e si crea un clima di collaborazione tra grandi e piccoli che è di grande aiuto per entrambi: i piccoli possono guardare verso materiali ed esercizi più difficili se ne sentono il bisogno, indipendentemente dalla loro “età anagrafica”, i grandi possono tornare a materiali ed esercizi più semplici e che possono risolvere qualche loro incertezza, e in questa scuola davvero non esiste noia.

A casa è certamente possibile ricreare questo ambiente tra fratelli. In caso contrario sarebbe importante creare occasioni di gioco simili con un gruppo di amici che abbiano da uno  a tre anni di differenza d’eta una o due volte la settimana. In ogni caso, per salvaguardare il principio anche con un solo bambino, nell’allestire il materiale bisogna sempre tenere a disposizione materiale “più facile” e materiale “più difficile”, senza mai avere fretta di utilizzare il secondo ed aspettando che sia il bambino stesso a sentirsi pronto.

(trovi altre indicazioni generali sul metodo qui; sull’apprendimento della scrittura qui .)

Lavagna di sabbia Montessori

La lavagna di sabbia Montessori è un bellissimo materiale ed è davvero economico. I bambini più piccoli possono inizialmente avere un approccio artistico e utilizzarla per il disegno libero, per creare composizioni e scenari di gioco. E’ uno strumento molto utilizzato ed apprezzato anche in campo terapeutico.

In funzione della prescrittura, possiamo preparare delle tracce su carta, possibilmente della stessa dimensione del vassoio, ed il bambino ripeterà la traccia nella lavagna. Qui alcuni esempi (prepararne uno per foglio):

Questi esercizi possono essere arricchiti aggiungendo uno specchio alla lavagna: il bambino avrà una bellissima esperienza visiva della simmetria:

E’ molto interessante utilizzare la lavagna di sabbia Montessori anche per il disegno di forme, che è invece un’arte molto coltivata nella scuola steineriana.

Questo un esempio:

Dopo aver fatto varie esperienze, un giorno possiamo proporre al bambino qualcosa di nuovo: tracciamo nella lavagna una bella “a”, pronunciando bene il suono. Se il bambino prova interesse, e non ha difficoltà a copiare i segni abbinandoli ai suoni, è il momento di introdurre le lettere smerigliate (o alfabeto tattile) e di utilizzare la nostra lavagna per esercitare la scrittura dello stampato minuscolo.

Lavagna di sabbia Montessori – Qualche video:


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DIY Montessori sand box. It is quite simply a tray or a box (also the lid of a large box) of wood or even plastic or cardboard. The most orthodox involves the use of blue sand, but I personally prefer the yellow corn flour, which is warmer to the touch, more natural, and sticks less to sweaty hands.

The Montessori sand box is a beautiful material and is really cheap. Younger children may initially have an artistic approach and use it to free drawing, to create compositions and game scenarios. It is an instrument widely used and appreciated in therapy.

As a function of pre-writing, we can prepare the track on paper, possibly the same size of the tray, and the child will repeat the track in the sand box. Here are some examples (prepare one per sheet):

These exercises can be enriched by adding a mirror to the Montessori sand box: the child will have a beautiful visual experience of symmetry:

It is very interesting to use Montessori sand box for the drawing forms, which is rather an art much cultivated in the Waldorf school.

This is an example:

After doing various experiences, one day we can offer the child something new: we draw in the sand box Montessori beautiful “A”, pronouncing good the sound. If the child feels interest, and has no difficulty in copying the signs combining sounds, it’s time to introduce the sandpaper letters (or tactile alphabet) and use our sand box for the writing exercise.
 

 

DIY Montessori sand box – Videos

Giochi di parole: dov’è l’errore?

Giochi di parole: dov’è l’errore? Ti piace giocare a fare il maestro? Leggi le frasi qui di seguito: ognuna contiene, in qualsiasi forma, un errore. Trovalo, sottolinealo e scrivi di che errore si tratta, poi controlla le risposte in fondo alla pagina.

1. Da un racconto di caccia: “Era l’epoca delle migrazioni degli uccelli: nei cieli dell’Africa passavano, volando alti, stormi di cicogne e di passeri”.
Dov’è l’errore?
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2. Da un giornale sportivo: “La partita di pallacanestro era cominciata appena da dieci minuti, quando il portiere Zambelli fu ferito in uno scontro e portato fuori dal campo”.
Dov’è l’errore?
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3. Da una storia di viaggi: “Sorvegliato dalla madre, il piccolo canguro saltellava allegramente sulle sabbie del Sahara.
Dov’è l’errore?
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4. Da un compito in classe: “L’estate mi piace molto, però, quando il calore non è molto forte. Se non avrebbe fatto così caldo, mi sarei divertito di più”.
Dov’è l’errore?
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5. “Papà” domanda Giovanni, “Come si chiamava quel tale che combatteva contro i mulini a vento?” “Tarantino di Tarascona” risponde il babbo, distratto. “Ma no,” dice Pierino “si chiamava Sancio Pancia”.
Dov’è l’errore?
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6. “Dimmi i monumenti più caratteristici di alcune città” dice il maestro a Francesco. E Francesco risponde: “Il Duomo di Milano, il Vesuvio di Napoli, la torre pendente di Pisa, San Marco a Venezia”
Dov’è l’errore?
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7. Fra bambini. “Domenica scorsa sono andato a fare una gita in campagna. Avessi visto che bello! In un laghetto c’erano le rane che pigolavano, sugli alberi gli uccellini saltellavano. Mi sarebbe piaciuto restare ancora una settimana”.
Dov’è l’errore?
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8. Fra bambini: “Se tu avresti venti euro tutti tuoi” domanda Carlo a Giorgio “che cosa ne faresti?”. “Ne metterei un quarto nel salvadanaio” risponde Giorgio, “comprerei cinque euro di caramelle e con i rimanenti dieci me ne andrei al cinema”.
Dov’è l’errore?
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9. Da un racconto di viaggi: “Dopo due giorni di vagabondaggio nel Sahara, l’esploratore raggiunse finalmente un’oasi. Si dissetò al laghetto e subito si stese a riposare all’ombra di un platano”.
Dov’è l’errore?
………………………………………………………………………………

10. Dialogo tra bambini. Luca dice: “Io ho uno zio che è più giovane di me”. “Questo è niente” dice Giovanni, “io ho un fratello che è più vecchio dei miei genitori.”
Dov’è l’errore?
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11. Da un racconto storico: “L’imperatore Carlo Magno accolse freddamente l’inviato dei Sassoni. Quando lo vide, alzò appena gli occhi dal giornale che stava leggendo”.
Dov’è l’errore?
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12. Dialogo tra bambini. “Non vado mai al circo perchè non mi piace”, dice Lisa. “Non ci credo”, risponde Carlo, “non ci vai perchè la tua mamma non vuole”. “E invece no.” ribatte Lisa, “Se mi piacerebbe ci andrei. Anzi, la mamma voleva portarmici, ma ho rifiutato”.
Dov’è l’errore?
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13. Fra bambini. “Io leggo volentieri le poesie di Gianni Rodari”, dice Giovanni. “Io invece preferisco quelle di Alessandro Volta”, ribatte Michele.
Dov’è l’errore?
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14. Da un racconto di avventura. “Era una notte buia e senza luna. Il cacciatore strisciava sull’erba della prateria. Ad un tratto gli parve che qualcuno lo seguisse. Si voltò: era soltanto la sua ombra”.
Dov’è l’errore?
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15. Da un compito in classe. “Fra l’Italia e la Francia il confine è segnato dalle Alpi. Anche tra l’Italia e la Germania il confine è segnato dalle Alpi.”
Dov’è l’errore?
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16. Piero racconta: “Al giardino zoologico ho visto una pantera nera, un orso bruno, un giaguaro grigio e un cigno bianco.
Dov’è l’errore?
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17. Da un compito di storia. “La nave ammiraglia della flotta cartaginese ad un certo punto non potè più manovrare perchè l’elica si era spezzata.
Dov’è l’errore?
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Soluzioni:
1. I passeri non sono uccelli migratori.
2. Nel gioco della pallacanestro non c’è il portiere.
3. Nel Sahara non ci sono canguri; sono in Australia.
4. Non si dice “se non avrebbe”, ma “se non avesse”.
5. L’uomo che lottava contro i mulini a vento si chiamava Don Chisciotte.
6. Il Vesuvio non è un monumento.
7. Le rane non pigolano, gracidano.
8. Non si dice “se tu avresti”, ma “se tu avessi”.
9. Nelle oasi del deserto non crescono platani.
10. Luca può avere uno zio più giovane di lui, ma è impossibile che il fratello di Giovanni sia più vecchio dei suoi genitori.
11. All’epoca di Carlo Magno non c’erano i giornali.
12. Non si dice “se mi piacerebbe”, ma “se mi piacesse”.
13. Alessandro Volta non è un poeta, ma uno scienziato.
14. In una notte buia senza luna, i corpi non fanno ombra.
15. L’Italia e la Germania non confinano tra loro.
16. Non esistono i giaguari grigi.
17. Le navi cartaginesi non avevano eliche.

(adattamento da “Piccolo quiz”, Ermanno Libenzi, Mursia 1962)

Giochi di parole: Sulla punta della lingua

Giochi di parole: Sulla punta della lingua. Di seguito trovate il gioco; se vi piace potete scaricarlo e stamparlo cliccando sul link in fondo alla pagina.

Quando non ci ricordiamo una parola diciamo: “Ce l’ho sulla punta della lingua!” Qui trovate una serie di definizioni, per ognuna provate a trovare la parola adatta. Per aiutare un po’, diamo l’iniziale della parola da trovare.

1. Come si chiama la chioma del leone? C…………………

2. Come si chiama l’involucro della noce? G…………………

3. Come si chiamano i chicchi dell’uva? A………………..

4. Come si chiama l’oggetto che serve a disegnare i cerchi? C………………………

5. Il materiale più usato dai calzolai si chiama C……………………

6. Come si chiamano quegli oggetti sui quali girano porte e finestre? C………………

7. Il piccolo congegno per spegnere e accendere la luce elettrica si chiama I…………………..

8. Come si chiama il buchino che c’è all’estremità dell’ago? C………………..

9. Come si chiama quella specie di porta di lamiera ondulata che chiude i negozi? S…………………

10. Come si chiama un insieme di musicisti? O………………….

11. Come si chiamano le famose barche di Venezia? G……………..

12. Come si chiama la bicicletta a due posti? T…………………….

13. Come si chiamano i lacci delle scarpe? S……………….

14. Come si chiama il luogo dove si possono vedere le corse di cavalli? I………………………

15. L’uomo che cammina sul filo si chiama E………………….

1. criniera, 2. guscio, 3. acini, 4.compasso, 5. cuoio, 6. cardini, 7. interruttore, 8. cruna, 9. saracinesca, 10.orchestra, 11. gondole, 12. tandem, 13. stringhe, 14. ippodromo, 15. equilibrista

(adattamento da “Piccolo quiz”, Ermanno Libenzi, Mursia 1962)

Puoi scaricare l’esercizio qui:

Giochi con le parole: E’ arrivato un bastimento carico carico di…

Giochi con le parole: E’ arrivato un bastimento carico carico di… Per giocare bisogna leggere attentamente ogni frase: in ognuna viene descritta una certa cosa, una cosa qualsiasi che può essere la luna, o un fiammifero, o una bambola… e può essere anche una cosa viva. Però questa cosa non viene mai nominata. Dovrete indovinare voi di cosa si tratta.

1. Ha un bel nome. E’ alto e robusto. Si trova in campagna e raramente in qualche giardino di città. Non si mangiano nè le radici nè le foglie, nè i frutti, ma soltanto i semi. I suoi petali sono simili a quelli di un’enorme margherita. Il fusto sta fermo, piantato in terra, le foglie stanno ferme, ma la sua testa si muove e il suo nome deriva appunto da questo movimento.
Che cos’è?

2. Può essere grossa come la tua testa e anche di più. A molti animali non piace. In primavera non c’è. D’inverno nemmmeno. Non si cuoce. La buccia si getta via. E’ prodotto da una pianta, però cresce al suolo, perchè il fusto non potrebbe reggerne il peso. E’ verde, bianco e rosso, e i suoi semi sono quasi sempre neri. Quando la mangi, si dice che “mangi, bevi e ti lavi la faccia”.
Che cos’è?

3. Ce ne sono in ogni casa, in ogni strada. Ce ne sono di forti e di deboli, di grosse e di piccole. Possono essere di ogni colore. Non si mangiano. Ce le hanno le automobili, gli autobus e le biciclette. Anche i treni. Se cadono a terra si rompono, tante volte si guastano da sole. Si usano soprattutto di sera e di notte.
Che cosa sono?

4. Vanno a due a due, ma sono una cosa sola. Non si mangiano, di solito li portano le persone anziane. Qualche volta li portano anche i bambini. D’estate ne fanno uso quasi tutti, giovani e vecchi, uomini e donne. Sono piuttosto fragili, possono essere colorati. Quando non si usano si mettono in tasca. Quando si usano non si tengono in mano.
Che cosa sono?

5. E’ molto grossa e di solito è tonda, ma può essere anche piccola oppure di forma allungata come un serpente o anche simile a un grosso uovo. Si mangia, ma cotta. Cruda mai. Anche i suoi semi bianchi si mangiano. Cresce al suolo perchè è troppo pesante. Con la sua polpa si possono fare piatti squisiti e ottime minestre. Si mangia anche cotta al forno. Talvolta, se si vuole offendere qualcuno, si dice che la sua non è una testa, ma una…
Che cos’è?

6. Ce ne sono in ogni casa. Non si mangiano. Possono essere grandi o piccoli, quadrati, rotondi, ovali o di altra forma. Sono lisci, lucidi e fragili. Alcuni tipi più piccoli si portano in tasca o nella borsetta. Il papà ne fa uso per farsi la barba, la mamma per truccarsi. Raddoppiano quello che vedono.
Che cosa sono?

7. Hanno le gambe ma non camminano. Hanno la schiena ma non hanno la testa. Qualche volta zoppican. Non si mangiano. Possono essere di legno o di metallo. Possono essere povere o di lusso. Piacciono ai gatti e ai cani, ma gli altri animali non sanno che cosa farsene. Ce ne sono in ogni casa. Quando è ora di pranzo stanno intorno alla tavola, ma non mangiano.
Che cosa sono?

8. E’ un liquido utilissimo, di cui tutti fanno uso, ma che si beve soltanto di rado. Dove tocca lascia la macchia. Si ricava dai frutti di una pianta che cresce nei climi caldi. In certe regioni d’Italia se ne produce moltissimo. In altre niente. E’ quasi sempre dello stesso colore, salvo quando fa molto freddo. Allora questo liquido gela e cambia colore. Quando fa molto caldo, invece, può diventare rancido.
Che cos’è?

9. Tutti lo usano. Serve qualche volta anche per gli animali. Ha i denti ma non morde. Può essere di diversi materiali, anche di metallo. Ve ne sono anche di legno. Non è fragile, ma spesso si rompe. Spesso i bambini non lo vogliono usare. E’ nemico dei nodi.
Che cos’è?

10. Sono grandi come biglie. Sono rosse oppure rosa. Si mangiano. I gatti non ne vogliono. I bambini ne fanno perfino indigestione. Crescono su un albero. Molti bambini per gioco se le appendono alle orecchie.
Che cosa sono?

11. Ha quattro gambe, ma non è un tavolino. Ha le orecchie lunghe, ma non è un asino. Ha paura di tutti, ma non è un coniglio. Corre veloce, ma non è un ciclista. Mangia l’erba, ma non è una mucca. Vive nelle tane, ma non è un orso. I cacciatori la cercano spesso. I cuochi la cucinano in salmì, ma lei non vorrebbe…
Che cos’è?

12. Di solito sono lunghe e strette. Qualche volta però sono anche corte corte. Hanno l’anima nera, ma possono averla anche rosso o blu o di altro colore. Le adoperano tutti, anche tu. Qualcuno, quando è distratto, le mette in bocca, ma non dovrebbe farlo perchè non sono cose che si mangiano. Gli animali non sanno che farsene. Si usano dappertutto, anche a scuola. Le vende il cartolaio.
Che cosa sono?

13. Possono essere grandi o piccole, belle o brutte. Hanno gambe, ma non camminano. Hanno mani, ma non afferrano. Hanno occhi, ma non vedono. Hanno capelli, ma non sanno pettinarsi.
Che cosa sono?

14. Ce ne sono di tutte le misure, e un po’ di tutti i colori. Ognuno ne possiede. Non si mangiano. Agli animali non servono. Camminano a due a due, ma soltanto se qualcuno le accompagna. Si trovano sempre in basso. Non devono essere nè larghe nè strette, nè lunghe nè corte.
Che cosa sono?

15. Volano, ma non sono aeroplani. Hanno le ali, ma non sono uccelli. Pungono, ma non sono spilli. Hanno la regina, ma non il re. Fanno colazione in un fiore. Sono molto utili, ma non conviene stuzzicarle.
Che cosa sono?

16. Sono tanti fratelli che hanno la testa, ma non sanno pensare. Stanno tutti insieme in una scatolina ed escono ad uno ad uno. Non si mangiano. I bambini non dovebbero toccarli. La mamma li usa in cucina, però si possono usare anche fuori, anche per la via; a scuola di solito no. Sono piuttosto piccoli, possono esser di legno o di altra sostanza. Si irritano facilmente, e allora guai.
Che cosa sono?

17. Sono rotonde e paffute. Sono rosse oppure verdi, o anche gialle. I gatti non le vogliono, i bambini sì. Si mangiano crude o cotte. Si conservano a lungo e si mettono anche in scatola. In Italia ce ne sono molte e diverse qualità. Una cadde in testa a Newton.
Che cosa sono?

18. Ha una grande bocca, ma non ha occhi. Divora pane, torte, dolci e altri cibi, ma poi li restituisce e in buono stato. Quando è freddo non serve a niente.
Che cos’è?

19. Possono essere gialli, rossi, turchini, bianchi o di un altro colore. Possono essere profumati, o anche no. Qualcuno si può addirittura mangiare. Si possono mettere dappertutto. Bevono, ma non mangiano. Piacciono a tutti.
Che cosa sono?

20. Sono due, ma sono una cosa sola. Non sono mai di legno. Non di mangiano. Tutti le usano. Hanno due anelli, ma non hanno le dita. Ce ne sono di dritte e di curve, di grandi e di piccole.
Che cosa sono?

21. Di solito sono bianche, ma possono essere anche di altro colore. Ce ne sono di vere e di finte. Uno solo è maschile, due o più sono femminili. Si mangiano e si bevono. Si rompono sempre, ma qualche volte rompendole sono guai. Se non sono fresche non sono buone.
Che cosa sono?

22. Ce n’è di tutti i colori. E’ infiammabile. E’ utilissima. Si usa in mille modi. Non si mangia. Si mette in tasca, sui muri, nella cartella, sul banco. Ce n’è di robusta e di sottile. Non è fragile, ma si rompe facilmente. Ce l’hai sotto gli occhi.
Che cos’è?

Giochi con le parole: E’ arrivato un bastimento carico carico di…
Soluzioni

1.  girasole
2.  anguria
3.  lampadine
4.  occhiali
5.  zucca
6.  specchio
7.  sedie
8.  olio
9.  pettine
10.ciliegia
11. lepre
12. penna biro
13. bambola
14. scarpe
15. api
16. fiammiferi
17. mele
18. forno
19. fiori
20. forbici
21. uova
22. carta

(adattamento da “Piccolo quiz”, Ermanno Libenzi, Mursia 1962)

Giochi con le parole: Il pescatore di perle

Giochi con le parole: Il pescatore di perle. Tu sei il pescatore, e le perle sono parole che, per un errore di stampa, acquistano un significato tutto diverso da quello che si intendeva esprimere, ad esempio “tonto” invece di “tondo”. Leggi attentamente, e in ogni frase sottilinea la perla, e scrivi la parola giusta sulla riga di puntini.

 1. Pierino ha un brutto vizio: scrivendo si balocca, guarda volar le mosche, mette la panna in bocca.

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 2. Diede un pugno a Carletto il barbaro Gasone, Carletto glielo rese: la legge del maglione.

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 3. E’ entusiasta di Verdi, il giovane Luigini, da quando ha visto un’opera: La forza del cestino.

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 4. “Un quattro in aritmetica!”, grida lo zio Tommaso. “Francesco, questa goccia fa traboccare il naso!”

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 5. Il discolo Carletto con un martello in mano, batteva a più non posso tutti i basti del piano.

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 6. Il capitan Burrasca esclama: “Qui fra breve bisogna gettar l’ancora e fermare la neve!”

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 7. “A me piace il formaggio”, dice la zia Carlotta, “Ma più di tutto adoro mangiare la ridotta.”

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 8. “Non voglio andare a scuola!” piagnucola Graziella. “Ho paura dei voti che avrò sulla padella”.

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 9. Il cacciatore Massimo dice: “Che cosa strana! Ho visto sette volpi uscire da una rana”

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10. Per non studiare musica, il discolo Pierino, tagliava con le forbici sorde del violino.

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11. Il giovane Albertino è buono ma distratto; ieri, nel camminare, pestò la coda a un matto.

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12. L’esploratore Ignazio esclama: “E’ molto bello attraversare l’Africa a dorso di carrello!”

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13. Nella burrasca grida il capitan Simone: “Presto, mollate l’ancora! S’è spezzato il limone!”

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14. “Oggi è assai bello il mare!”, dice la zia Carmela. “Vorrei fare una gita sopra una barba a vela”.

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15. Ha vinto in bicicletta il corridor Siviero. E della sua vittoria si sente tutto Piero.

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16. Il prode Sigisberto dice: “Non c’è rimedio, a quel vecchio mastello bisogna dar l’assedio!”

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17. Ha fatto indigestione, mangiando troppo lesso, l’ingordo Giovannino…Salterà i tasti adesso.

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18. “Ho caldo, sudo, scoppio”, dice Gigi al compagno, “Se vuoi venir con me, andiamo a farci un ragno”

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19. A letto senza cena va il povero Leone, che ha rotto la vetrata giocando col tallone.

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20. Il cacciatore Asdrubale esclama: “Che balordo! Ho tirato ad un merlo, e invece ho preso un sordo!”

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21. “Ho trovato due perle, vieni a vedere” dice Gigi alla mamma, “Guarda, saranno pere?”

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22. Per tutta la lezione, il professor Micragna, con un pezzo di lesso scrive sulla lavagna.

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23. L’ortolano Archimede strilla: “Per tutti i diavoli! Ho seminato rape, e invece spuntan tavoli!”

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24. Tutta contenta Gaia, poichè è giorno di festa, mette il vestito nuovo ed il carrello in testa.

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25. “Per il mio compleanno”, dice Giulietta a Piera, “Ho fatto una scorpacciata. Pensa: una porta intera!”

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26. Nei lavori di casa Margherita e Carletto aiutano la mamma: le fanno sempre il tetto.

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27. Per poco con un calcio, non vola in aria Arturo. “E’ imprudente, ragazzo, tirar la corda al muro!”

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28. Seduto su un muretto Camillo, bimbo saggio, faceva la merenda con rane e con formaggio.

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29. “Durante le vacanze” dice Carlo al professore, “Ho letto un grosso libro di un fumoso scrittore”.

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30. Correndo come un matto , giunse in casa Isidoro, e grida: “Guarda mamma, il gatto ha preso un toro!”

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31. Dice il babbo a Giorgetto: “Oggi non sono in vena. Non mangi la finestra? A letto senza cena!”

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32. Diceva al giornalaio, Pippo ragazzo lesto: “Le ho dato quattro euro, e adesso voglio il pesto!”

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33. Un otto in aritmetica s’è meritato Ernesto. Mormora ancora incredulo: “Ma sogno oppur son pesto?”

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34. Col suo vestito nuovo, allegro, anzi raggiante, affermava Cirillo: “Sono proprio elefante!”

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Giochi con le parole: Il pescatore di perle
Soluzioni

1. penna-panna
2. taglione-maglione
3. destino-cestino
4. vaso-naso
5. tasti-basti
6. nave-neve
7. ricotta-ridotta
8. pagella-padella
9. tana-rana
10. corde-sorde
11. gatto-matto
12. cammello-carrello
13. timone-limone
14. barca-barba
15. fiero-Piero
16. castello-mastello
17. pasti-tasti
18. bagno-ragno
19. pallone-tallone
20. tordo-sordo
21. vere-pere
22. gesso-lesso
23. cavoli-tavoli
24. cappello-carrello
25. torta-porta
26. letto-tetto
27. mulo-muro
28. pane-rane
29. famoso-fumoso
30. topo-toro
31. minestra-finestra
32. resto-pesto
33. desto-pesto
34. elegante-elefante.

(adattamento da “Piccolo quiz”, Ermanno Libenzi, Mursia 1962)

Puoi scaricare l’esercizio in formato pdf qui:

Giochi con le parole: Il pescatore di perle

Prescrittura Montessori – come si usano gli incastri metallici

[wpmoneyclick id=88742 /]Prescrittura Montessori – come si usano gli incastri metallici. Gli incastri metallici originali sono costituiti da due tavole di legno in pendenza, su ciascuna delle quali sono collocati cinque telai in metallo quadrato, di colore rosa.

In ognuno dei telai è inserita una figura geometrica blu.

Le figure sono simili a quelle degli inserti geometrici, e dotate anch’esse di un piccolo perno per la presa a tre dita.

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Le indicazioni di Maria Montessori parlano di un utilizzo di questo materiale abbinato ad una scatola di dieci matite colorate e un libretto da lei preparato, contenente 87 disegni già svolti, raccolti in cinque anni di lavoro di osservazione dei bambini.

photo credit: Gonzaga arredi
 
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Al bambino viene dato un foglio di carta bianca e la scatola di dieci matite colorate, quindi sceglierà uno dei dieci inserti e l’insegnante gli proporrà l’esercizio.

Io ho preparato il materiale così: le dieci cornici sono in esposizione su uno scaffale una accanto all’altra, di modo che il bambino possa averne una visione completa.

Le cornici sono ognuna su un piatto quadrato, che contiene anche un assortimento di foglietti già tagliati alla stessa dimensione delle cornici.

Il bambino sceglie la cornice che desidera e la pone sul vassoio (grazie coop) insieme alle matite.

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Prescrittura Montessori
Primo esercizio con gli incastri metallici

Il primo esercizio consisterà nel posizionare la cornice scelta (senza incastro della forma) sul foglio di carta, e nel tracciare il contorno interno con la matita, quindi nel rimuovere la cornice per visualizzare il disegno ottenuto.

Questo esercizio non è del tutto nuovo per il bambino, che già si è esercitato a seguire le sagome degli incastri geometrici, la novità è che con questo esercizio si lascia un disegno, una traccia del proprio movimento.

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Prescrittura Montessori
Secondo esercizio con gli incastri metallici

In seguito l’insegnante proporrà un secondo esercizio. Si prende una cornice, il suo incastro, un quadrato di carta colorata e due matite di colori contrastanti e si  portano al tavolo del bambino.

Il bambino disegna la forma come al solito, togliendo l’incastro.

Poi l’insegnante rimette l’incastro e toglie solo la cornice, mostrando al bambino come essa copre perfettamente il disegno.

Poi prende una seconda matita e disegna il contorno dell’incastro, quindi lo toglie.

La seconda figura appare sul foglio, appena fuori dal contorno della prima, e ai bambini piace vedere come la cornice vuota e l’inserto danno lo stesso risultato sul foglio.

Quando lo alza, se il disegno è ben fatto, egli trova sulla carta una figura geometrica contenuta da due linee di colori, e, se i colori sono stati scelti bene, il risultato è molto interessante anche da un punto di vista cromatico.

Questi dettagli possono sembrare inutili, ma sono invece di grande importanza pedagogica. I due contorni colorati suscitano nel bambino il desiderio di sperimentare un’altra combinazione di colori e di ripetere l’esperienza con altri colori ed altre forme.

La varietà degli oggetti ed i colori sono  un incentivo al lavoro e rappresentano a tutti gli effetti uno strumento utile a garantire il successo dell’esperienza di apprendimento dei bambini.

Attraverso la ripetizione di questi esercizi in tutte le possibili varianti, il bambino lavora all’organizzazione del movimento fine necessario alla scrittura, evitando esercizi noiosi e faticosi. E l’educazione del senso cromatico diventa, in questa fase di sviluppo dei bambini,  la leva che permette di arrivare ad una calligrafia chiara e bella.

Gli incastri si prestano a limitare , in modi diversi, la lunghezza dei tratti delle matite, e in questo modo la mano si abitua non solo ad eseguire l’azione del tracciare in generale, ma anche a limitare il movimento all’interno di varie tipologie di limiti.

Il numero di disegni realizzabili con gli incastri metallici  è praticamente illimitato.

Questi esercizi preparano dunque la mano alla scrittura, ma sono esercizi ottimi anche per i bambini più grandi che hanno una brutta calligrafia. Inoltre aiutano la comprensione del disegno geometrico, delle simmetrie e della Matematica, e sviluppano il senso per il colore e l’armonia.

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Prescrittura Montessori
Altre proposte di esercizi  con gli incastri metallici

L’insegnante prende una cornice, un foglio di carta colorata e due diverse matite e le porta al tavolo del bambino sedendosi accanto a lui.

Pone la cornice esattamente sul quadrato di carta, mostrando al bambino come il foglio è completamente nascosto. Poi prende una matita e disegna la sagoma della forma interna alla cornice, toglie la cornice e lascia che il bambino osservi il disegno.

Prende un’altra matita e riempie una piccola parte del disegno con una serie di linee rette parallele, molto vicine le une alle altre, che vanno esattamente da un lato all’altro della forma.

Poi dà la matita al bambino e lo invita a provare. Si assicura che il bambino tengo la matita in modo corretto.

Quando il bambino ha capito cosa deve fare, l’insegnante lo lascia lavorare da solo. Il bambino potrà scegliere la carta, i colori delle matite, e le forme che più gli piacciono.

Quando il bambino svolge abbastanza bene il lavoro, l’insegnante può mostrargli come realizzare disegni geometrici.

Prende una cornice, un pezzo di carta e le matite colorate e va alla tavola del bambino.

Copre accuratamente il foglio con la cornice e disegna la forma centrale.

Poi sposta la cornice di 180° e ripete il disegno con la matita della forma centrale. Toglie la cornice e lascia che il bambino osservi il disegno.

Il disegno può essere completato le combinazioni di colore che sceglie il bambino, l’unica regola è che non si può usare lo stesso colore per due sezioni adiacenti.

Dopo un po’ di pratica, l’insegnante può introdurre nuove varianti all’esercizio, come quelle mostrate di seguito.


L’insegnante mostra al bambino come fare disegni utilizzando più di una forma (nella figura il quadrifoglio e il triangolo)

Si può mostrare ai bambini come ottenere disegni che riempiono tutto il foglio, sempre utilizzando le cornici delle forme.


Si può inoltre mostrare al bambino la simmetria, indicando come realizzare un disegno in cui una metà del disegno sia speculare all’altra metà. La simmetria si può costruire anche lungo la diagonale.

Tutorial per realizzare gli incastri in proprio qui: Tutorial incastri di metallo.

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Prescrittura Montessori –  Qualche video sulla presentazione e l’uso degli incastri metallici:

Montessori Explained: Metal Insets from Sunrise Montessori of Round Rock on Vimeo.

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Disclaimer: “Per redigere questa mia presentazione ho utilizzato i miei album e appunti personali e consultato vari album di altri autori e articoli nel web. Per leggere online o acquistare le copie legali di tali opere consultate segui i link:
– Language primary guide di Infomontessori.com
– Album for ages 3-6 – Language di montessoriteacherscollective (Moteaco)
– Montessori teacher album – Language di Montessorialbum.com
– Language album di wikisori.org
– Language and grammar di montessoricommons
– Elementary language notes di albanesimontessorinotes
Module 4: language manual A e Module 6: language manual B di Montitute.com
– Language teacher manual di khtmontessori.com
Primary class curriculum – second year (Language and reading) di mymontessorihouse.com
– Montessori Language arts 6-9 album e Montessori Language album 3-6 di Montessori tube
– The complete Montessori language arts teacher’s manual di Open Door Press
– Early childhood Montessori language album di Sue Clark
– Lower elementary curruculum – Language arts di montessoritraining.net
– Language album di freemontessori.org
– Elementary Montessori language album di keysoftheuniverse.com
– Montessori Matters: A language manual di shop.heutink-usa.com
Language arts Infant and Toddler e Language arts elementary vol 1, vol 2, vol 5
di themontessoriparent.com, che ha suggerito l’aggiunta di questo disclaimer in accordo con la sua politica di copyright.
Ho inoltre consultato i testi di riferimento di Maria Montessori per il linguaggio:
Il Metodo della Pedagogia Scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini
L’autoeducazione nelle scuole elementari
Per una bibliografia completa delle opere di Maria Montessori vai qui. Leggi anche la bibliografia di seguito

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PSICOGRAMMATICA MONTESSORI

BIBLIOGRAFIA E LINK UTILI

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M. Dardano – La nuova grammatica della lingua italiana, Zanichelli


Maria Montessori L’autoeducazione: Nelle scuole elementari (Garzanti Saggi)


Maria Montessori Educazione e pace


Maria Montessori La mente del bambino. Mente assorbente

Maria Montessori Il metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini. Edizione critica.

Maria Montessori Educare alla libertà

Maria Montessori La scoperta del bambino

Grammatica moderna nella scuola elementare Montessori, Il quaderno Montessori inverno 1993-94 – E. M. Orizio
Dr. Jean Miller Visit – ottobre 2001 – Seminario sul Linguaggio curato da Joel Rioux) pubblicato da Montessori Australia

La divisione in sillabe

La divisione in sillabe: per pronunciare la parola pera emettiamo la voce in due riprese: pe -ra. E così per la parola mora e così per la parola oche. Queste riprese si chiamano sillabe, e secondo queste sillabe le parole si dividono a fine riga.

Senza dare regole, passeremo subito all’uso pratico mediante numerosi esercizi.

Il primo e il più divertente è quello ci scomporre una parola in sillabe e scrivere ogni sillaba su un pezzetto di carta.

Consegnati i pezzetti ai bambini, dovranno ricomporre la parola e poi copiarla per iscritto mantenendo la divisione in sillabe.

In un primo tempo saranno parole bisillabe con sillabe semplici, in seguito l’esercizio diverrà più complesso.

All’inizio una parola per volta, in seguito potranno essere distribuiti cartellini delle sillabe di due o più parole. I bambini prima comporranno le parole, poi le copieranno per iscritto.

Ecco alcuni elenchi di parole, raggruppati secondo un criterio di gradualità:

Rosa, mele, pera, mora, pepe, nido, topo, luna, cane, lupo, pila, gufo, mano, fico, neve, naso, sole, oca, luna, sale, rana.

Sapone, casina, cenere, lumaca, micino, Natale, nuvola, asino, pecora, Rosina, goloso, corona, tavolo, povero, Befana, limone.

Tavolino, garofano, focolare, telefono, pomodoro, girasole, poverino, nevicata.

Cuoco, fiore, suora, fuoco, uovo, sedia, ruota, paura, ciuco, piano, baule, cuore, aria, bacio.

Bimbo, bambola, bomba, rombo, tempo, tromba, ambo, bambina, gamba, lampo, pompa, zampe.

Scala, scopa, scatola, scopare, spada, spera, sposa, scolaro, scuola, spino.

Cesto, mosca, festa, lista, lesta, posta, tasto, vista, mosto, busta, mesto, pasta, costo, pista, basta, fusto, misto, pasto, tasca.

Gallo, letto, gatto, matto, rotto, mucca, pazzo, pezzo, pizzo, pozzo, zolla, collo, lotto, pelle, molla, pacco, bocca, molla, sacco, carro, sonno.

Maggio, peggio, paggio, saggio, gabbia, rabbia, sabbia, nebbia, laccio, caccia, coccio, faccia, riccio, addio, faggio, loggia, pioggia, viaggio, roccia.

Arma, orso, elmo, orto, erto, irto, onda, asta, arso, fungo, fango, barca, monte, ponte, salto, fante, porta, vento, mensa, nervi, pulce, cinta, cervo, corvo, certo, corto, carta, corno, forte, forma, forno, morsa, porto, porco, sorte, sarto, santo, servo, senso, tanto, tinto, testa, tonto, torto, torso, vasto, veste, vista, vinto.

Prato, prete, lepre, treno, drago, croce, madre, padre, trave, metro, trina, crema, capra, pruno, bravo, libro, prova, credo, crudo, freno, grano, prima, trono, cruna.

Strada, nastro, strame, destra, sprone, aspro, vespro.

China, chilo, oche, chiesa, chiuso, chiodo, chiaro, chiave, chioma, poche, fuochi, cuochi.

Rughe, seghe, maghi, ghiro, paghe, pieghe, aghi, draghi, laghi,  spaghi, daghe.

Gmono, Agnese, pigna, bagno, legno, segno, cigno, pegno, lagno, regno, ragno, vigna, lagno.

Maglia, giglio, teglia, foglia, paglia, moglie, veglia, ciglio, figlio, teglia, voglia, vaglia.

Pesce, fascio, uscio, fascia, sciare, biscia, coscia, liscio, moscio.

Mucchio, vecchio, sacchi, secchi, occhio, macchia, picchio, cocchio, secchio.

Qui puoi trovare le regole per la corretta divisione in sillabe, e delle schede pronte per il download:

http://www.lapappadolce.net/schede-per-la-divisione-in-sillabe/

Uso del verbo essere e del verbo avere; c’è c’era, ci sono e c’erano

Uso del verbo essere e del verbo avere; c’è c’era, ci sono e c’erano; cos’hai, cos’ha, cos’hanno. Primi esercizi ed idee di insegnamento per la prima classe della scuola primaria, secondo il metodo globale.

Uso del verbo essere

Per l’uso del verbo essere possiamo servirci delle solite domande: “Com’è?”, “Come sono?”, ad esempio la stella: la stella … luminosa; le stelle… luminose.

Spunti per realizzare le schede d’esercizio

Com’è?

La farfalla…
Il coniglio…
Il fiore…

Come sono?
Le farfalle…
I conigli…
I fiori…

Lo stesso per i nomi: albero, foglia, asino, uccello, ape, cavallo, lucertola, zanzara, lampada, topo, gatto, bue, mano, studente, leone, frutto, lampo, ecc…

Sulla scheda potrà esserci il nome al singolare, e i bambini dovranno completare prima la frase e poi volgerla al plurale.

 

C’è, c’era, ci sono, c’erano

Per apprendere la grafia della voce c’è potremo far copiare e imparare a memoria una di queste poesie o tutte e due:

Ninna nanna
Ninna nanna, ninna nanna:
non c’è latte senza panna,
non c’è gatta senza micini,
non c’è casa senza bambini,
non c’è canneto se non c’è canna:
fa la nanna, fa la nanna. (M. Giusti)

C’è
Per la barca c’è la sponda,
per la rondine la gronda;
c’è l’ovile per l’agnello,
e c’è il nido per l’uccello;
per la mucca, la cavalla
ed il bove c’è la stalla,
per il mio caro bambino
c’è il suo morbido lettino. (Pizzigoni)

Quando i bambini avranno acquisito con sicurezza la grafia ed il significato della voce c’è, potremo passare ad esercitazioni sistematiche per questa e le altre voci del verbo essere.

Mettiamo alcuni oggetti in una scatola e invitiamo i bambini, a turno, a pescarne uno. Tutti dovranno poi scrivere la frase: Nella scatola c’è… mettendo il nome dell’oggetto pescato dal compagno: c’è un bottone, c’è una figurina, ecc…

Il giorno dopo, i bambini dovranno ricordare quello che c’era nella scatola e scrivere, di conseguenza: Nella scatola c’era un bottone, c’era una figurina, ecc… per autodettatura, o come esercizio individuale.

Quando si vorrà passare alla forma plurale metteremo nella scatola parecchi oggetti per tipo, ad esempio quattro bottoni, tre fiori, cinque figurine, ecc…  Un bambino a turno pescherà tutti gli oggetti della stessa specie, e gli altri scriveranno: Nella scatola ci sono quattro fiori, ci sono cinque figurine, ecc…

Esempi per realizzare le schede per il lavoro individuale:

C’è
Sull’albero _________ il frutto
nel mare _________ il pesce
nell’alveare _________ l’ape
nel cespuglio ________ la rosa
nel formicaio ________ la formica
nella gabbia ________ l’uccellino
nel cielo _________ il sole.

nella casa _________
nel nido _________
nel mare _________
nel prato ________
nell’ovile ________
nel pollaio  ________
nella scuola _________

Non c’è
Nel cielo sereno _________ la nuvola
nel mare calmo _________ l’onda
nella gabbia vuota _________ l’uccellino
nell’albero secco ________ il frutto
nel nido vuoto ________ la rondine
sul ramo spoglio ________ il fiore
nella matita rotta _________ la punta.

nel piatto vuoto _________
nel torrente asciutto_________
nella casa chiusa _________
nel cielo coperto ________
nel covo vuoto ________
nel sull’albero secco________
nella tana abbondonata _________
nel prato coperto di neve _________

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

L’autodettatura e la composizione

L’autodettatura e la composizione in prima classe, secondo il metodo globale: indicazioni pedagogiche, idee per l’insegnamento, esercitazioni ed esercizi e molto altro ancora.

L’autodettatura è un esercizio molto importante, soprattutto in prima classe, perchè implica, da parte del bambino, oltre all’attenzione per scrivere bene la parola, anche lo sforzo per trovarla. Inoltre questo esercizio va fatto in silenzio e ciò stimola l’attenzione e il rispetto reciproco.

L’autodettatura può essere fatta in più modi. Nei primi tempi, quando i bambini non sono ancora molto sicuri di sè e le parole che riescono a scrivere sono molto semplici, si potrà ricorrere alle illustrazioni con le quali è possibile graduare l’esercizio.

L’insegnante mostra un cartoncino rappresentante ad esempio il sole. I bambini guardano e, in silenzio, senza pronunciare il nome, scrivono la parola sole. Un cartoncino con l’illustrazione del mare. I bambini, in silenzio, scrivono mare.

Quando i bambini saranno più sicuri, si può ricorrere alla dettatura muta con vari oggetti. L’insegnante tira fuori dal cassetto un oggetto per volta: una penna, una bambolina, un giocattolo, un fiore… Può darsi che qualche bambino scriva “una bambola” o anche “una bambola bionda”. Se queste anticipazioni non portano inconvenienti, si lascia fare, ma se si vede che il bambino scrive ad esempio le parole attaccate, piuttosto che correggerlo è meglio semplicemente ricordare che la regola del gioco è scrivere soltanto il nome della cosa mostrata.

Nell’autodettatura si segue una certa gradualità. Questa gradualità non è relativa alla conoscenza delle consonanti che, col metodo globale sono presentate tutte insieme, ma dalla complessità della parola.
I primi esercizi saranno costituiti da parole bisillabe: pane, mano, casa, mela, topo,…
Successivamente passeremo ai dittonghi: fiore, uovo, sedia, ruota,…
In seguito le parole trisillabe: gelato, geranio, tavolo, barile, camino,…
Quando poi vorremo esercitare i bambini in una speciale difficoltà e attirare su questa la loro attenzione, ecco che i nomi conterranno quella particolare difficoltà:
per le doppie: letto, gatto, mucca, carro, sacco,….
per la q: aquilone, quadro, quaderno,…
E così di seguito: braccio, prato, treno, grano; scimmia, scialle, sciabola, prosciutto; agnello, gnomo, ragno, stagno; giglio, coniglio, pagliaio, maglia,…
Naturalmente bisogna avere un bel corredo di illustrazioni.

L’esercizio può anche essere variato: l’insegnante tiene in mano un’illustrazione, ma non la fa vedere ai bambini. Si limita a descrivere il soggetto: “E’ bianco, coperto di pelo, placido, ha le corna, tirava l’aratro,…” e i bambini dovranno scrivere in silenzio la parola bue. Quando tutti i bambini avranno scritto, l’insegnante mostrerà l’illustrazione e i bambini potranno controllare il loro lavoro. Questo gioco può essere anche condotto dai bambini stessi.

L’autodettatura può essere fatta anche come esercizio individuale. Distribuiamo alcuni cartellini, almeno cinque o sei per bambino. In questi cartellini ci saranno soltanto le illustrazioni. I bambini dovranno scrivere il relativo nome sul loro foglietto.

Il vantaggio dell’autodettatura è evidente: l’attenzione del bambino deve essere rivolta anche a cercare il nome che dovrà scrivere.

Possiamo poi dare al bambino una sola illustrazione, ad esempio di una casa, e lui dovrà scrivere tutti i nomi che derivano da casa: casina, casetta, casone, casupola, …

Oppure, e allora l’esercitazione è volta a un altro scopo, diamo un’illustrazione che rappresenta ad esempio il bue, e il bambino dovrà scrivere il nome degli animali che appartengono alla famiglia del bue: mucca, manzo, vitello, toro,…

Per questi esercizi di autodettatura si possono anche compilare delle schede che conterranno un’illustrazione rappresentante gli oggetti o gli animali di cui il bambino dovrà scrivere il nome: ad esempio una scheda con un’illustrazione di una stalla con tutti gli animali che vi abitano. Il bambino dovrà scrivere il nome di questi animali. Oppure una scheda con un’illustrazione che rappresenta un mazzo di fiori. Oppure una scenetta, e il bambino scriverà tutti i nomi degli oggetti, animali, persone rappresentati nella scenetta. Qualsiasi illustrazione può essere utile per questi esercizi.

Oltre all’autodettatura dei nomi, si potrà fare anche l’autodettatura degli aggettivi e dei verbi.

I bambini, imparando a leggere e scrivere col  metodo globale, compongono fin dalla prima parola che scrivono, perchè per loro nulla è meccanico, ma tutto viene da un lavoro di pensiero che è già composizione, o meglio espressione. Infatti, sopo aver passato i primi tempi a riprodurre e poi a scrivere spontaneamente il nome sulle schede e sui foglietti, saranno portati a scrivere le prime brevissime frasi, in principio magari limitate al solo nome e articolo…

La frase in disordine

Uno degli errori più comuni ai bambini, e non soltanto in prima classe, è quello di scrivere le parole attaccate. Si può cercare di ovviare a questo problema col gioco della frase in disordine.

Scriviamo le parole che compongono una frase in tanti pezzetti di carta, una per ogni pezzetto. Ad esempio: Il – sole – splende – nel – cielo.

I cartellini sono in disordine… chi sa ricomporre la frase?

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

Il metodo naturale nell’insegnamento della lettura e della scrittura

Il metodo naturale nell’insegnamento della lettura e della scrittura viene, come dice la parola, dalla natura: segue cioè le tendenze naturali di ogni bambino, le sue possibilità e le sue capacità; ha, come base, l’esplorazione dell’ambiente e lo studio della natura, e permette al bambino di esplicare liberamente la sua attività.

E’ un metodo che consente il recupero del bambino in difficoltà e che non lo mortifica anche quando non riesce a stare al pari con gli altri, che rispetta la personalità, che dà modo a ciascun bambino di rivelarsi interamente, di esprimersi liberamente, di chiarire a se stesso e all’insegnante le sue possibilità.

E’ un metodo che esige la partecipazione attiva del bambino e che quindi elimina la noia, il peso di un insegnamento non sempre adeguato alla capacità dell’individuo; che riesce a conseguire ottimi risultati fin da principio, che permette ai bambini di impadronirsi facilmente e piacevolmente dell’alfabeto, in modo che a gennaio essi riescono a leggere e a scrivere. Ma questo metodo non è il metodo per far presto: anche se questo è un vantaggio, è un vantaggio del tutto secondario.

Abituato all’attività individuale, alla libertà di acquisizione, alla ricerca, il bambino non solo impara a leggere e a scrivere senza sforzo, ma soprattutto impara a conquistarsi il sapere usando le sue forze, di cui con l’esercizio diverrà sempre più padrone. Vedremo così il bambino usare il metodo attivo, insito nel metodo naturale, non soltanto nell’apprendimento della lettura e della scrittura, ma via via, nella composizione, nell’aritmetica e in quello studio dell’ambiente che è alla base dell’attivismo; perchè questo non è un metodo specifico da applicarsi soltanto per imparare l’alfabeto, ma è un sistema di studio.

Il materiale

– Il materiale consta innanzitutto di un alfabetiere murale: un grande cartellone murale, diviso in tanti riquadri. In ogni riquadro c’è una figura. Il nome dell’oggetto rappresentato ha, per iniziale, una diversa lettera dell’alfabeto: ala per a, bue per b, ecc… Sotto ogni illustrazione c’è scritto il nome a caratteri grandi, facilmente visibili anche da lontano. L’iniziale del nome è di colore diverso. In alto, sopra ogni figura, ci sarà la stessa iniziale, sempre di colore diverso, nei caratteri minuscolo e maiuscolo, stampato e corsivo.
Il suono duro e quello dolce della c vogliono un’illustrazione ciascuno, in quanto il bambino imparerà a conoscere questi suoni come se si trattasse di due consonanti diverse. Così per la g. I suoni sc, gn e gl saranno presentati globalmente, cioè i primi due come suoni iniziali di una parola, nel corpo della parola l’altro (scimmia per sc, gnomo per gn, giglio per gl).

– A portata dei bambini saranno messi numerosi cartoncini che avranno semplicissime illustrazioni e sotto scritto il nome della cosa rappresentata.

– Per i caratteri mobili si consiglia di ostruire o acquistare un intero alfabeto per ciascun bambino fatto di caratteri di almeno cinque centimetri, in cartone solido. Questi serviranno soprattutto nei primi tempi quando le mani dei bambini non sono ancora abbastanza esercitate.

– Il libro di testo è insieme poco e molto importante. Col metodo naturale, i bambini imparano prestissimo a leggere tutte le lettere nelle varie combinazioni, quindi non sarebbe necessario un libro di testo con letture graduate. Qualsiasi libro, stampato in caratteri piuttosto grandi, potrebbe in definitiva essere adatto. Però il libro di testo, oltre a servire per la lettura vera e propria, ha un’altra specifica funzione: quella di servire anch’esso da materiale. Innanzitutto dovrà essere corredato da un alfabetiere identico a quello murale, una riduzione in piccolo dei riquadri delle illustrazioni e i nomi relativi.
Il metodo naturale si giova moltissimo delle illustrazioni, quindi anche quelle del testo avranno una grandissima importanza in quanto serviranno da ausilio alla lettura. Infatti, nelle prime pagine, ad ogni figura corrisponderà il nome relativo e la parola sarà sempre, in principio, associata alla figura.

Uso del materiale

Esercizi preparatori
Prima di procedere all’apprendimento delle lettere dell’alfabeto, il bambino dovrà essere esercitato a parlare, cioè a pronunciare parole e frasi dietro invito e dietro riflessione. L’esercizio che deve accompagnare l’apprendimento dell’alfabeto è quello volto all’arricchimento del linguaggio. Il bambino possiede un numero limitatissimo di vocaboli e un numero ancor più limitato di espressioni esatte. Compito dell’insegnante sarà quello di far pronunciare, come primo esercizio, il nome esatto delle figure dell’alfabetiere, degli arredi scolastici, degli oggetti che i bambini portano a scuola per le loro raccolte. L’insegnante domanda sempre: “Che nome ha?” e corregge eventualmente le dizioni inesatte.

Per quel che riguarda l’alfabetiere, in un primo tempo si lascerà il bambino libero di osservare le figure, di parlarne con l’insegnante e coi compagni. In seguito l’insegnante farà pronunciare correttamente il nome di ciascuna figura.

L’esercizio potrà avere molte variazioni: “Chi sa trovare l’oggetto che serve per travasare l’acqua?”; “Chi sa cercare l’animale che graffia?”.

Oppure: “E’ azzurro, si muove sempre, ci vanno sopra le barche”…

Intanto l’insegnante avrà messo sugli arredi scolastici e sugli oggetti alcuni grandi lettere in carta ritagliata: la b sul banco, la f sulla finestra, la n sulla noce, la f sulla foglia, e così i bambini potranno constatare che la f è tanto sulla finestra che sulla foglia, ecc… Sarà il principio di quell’analisi della parola che verrà in seguito.

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

L’uso delle schede

L’uso delle schede secondo il metodo globale e della scuola attiva: schede di ricerca, schede di esercizio e schede di recupero.

 

La scheda è un cartoncino formato cartolina sul quale è incollata un’illustrazione o enunciato un esercizio, ad esempio.

La scheda non va assegnata come compito da svolgere in un momento prestabilito. Il lavoro sulle schede segue sempre l’attività quotidiana, la affianca, secondo il principio di insegnamento individualizzato a cui la scuola si ispira.

Possiamo fare una sommaria distinzione fra:
schede di ricerca
schede di esercizio
schede di recupero.

La scheda di ricerca, viene compilata in seguito a ricerche personali del bambino o a ricerche di gruppo. Col sistema delle schede, i bambini non non personaggi passivi, seduti ordinatamente sui banchi, in supino ascolto di ciò che l’insegnante dice.

Non sono il “vaso da riempire”. Sono individui operanti che si avviano a quel lavoro di ricerca personale che darà ottimi frutti non soltanto nel lavoro scolastico, ma nella formazione spirituale e intellettuale del bambino.

Facciamo un esempio.
Un argomento di ricerca potrà scaturire da un avvenimento o dall’esplorazione dell’ambiente. Posto l’argomento, gli alunni sono invitati a fare ricerche personali, le quali però, saranno predisposte nel senso che ogni bambino o ogni gruppo ha un lavoro specifico da compiere.

Prendiamo ad esempio che l’argomento scelto sia “il bue”. Un gruppo sarà incaricato di riferirne osservando l’animale: il bue è un quadrupede, erbivoro, ruminante, ha uno zoccolo fatto così e così, ecc… Un altro gruppo può avere l’incarico di trovare tutti i nomi che possono riferirsi al bue: mucca, vitello, manzo, toro, bove, giovenca, vacca…stalla, stalliere, fieno, paglia, pungolo, giogo,…aratro, erpice, carro,… Altri bambini dovranno riferire le qualità del bue: placido, mansueto, lavoratore, erbivoro,… Altri ancora rispondere alla domanda: “cosa fa il bue?” (ara, mugge, trascina l’aratro, rumina,…)

Naturalmente i bambini, specie quelli di prima classe, dovranno essere seguiti e sostenuti in questo lavoro, per sviluppare in loro la capacità di dedicarsi alla ricerca autonoma che darà i suoi frutti negli anni successivi. Mettiamo che un bambino abbia fatto questa osservazione: “il bue mangia l’erba”. L’insegnante lo avvierà alla ricerca di altri animali erbivori, consiglierà di osservare bene il bue quando mangia, ed ecco che salterà fuori l’espressione: “il bue è ruminante”. E quindi la ricerca di altri ruminanti.

Quello che importa non è soltanto il risultato pratico del lavoro, ma quell’abitudine all’osservazione e alla ricerca personale che è il fondamento stesso dell’acquisizione intelligente del sapere.

Ma perchè questo lavoro non si può fare meglio sul quaderno, specie se l’esercizio è lungo e in una scheda non ci può entrare? Perchè la scheda invita all’ordine nella ricerca, per prima cosa; poi, trovando posto in uno schedario, permette non soltanto la consultazione, ma soprattutto l’arricchimento delle notizie in seguito ad ulteriori ricerche.

L’esercizio compiuto sul quaderno, vi resta così come è stato fatto in principio, ormai definito, completato (anche se incompleto), e soprattutto superato. Le ulteriori ricerche potranno costituire materia di un’altra esercitazione, staccata, avulsa dalla prima, e mancheranno così quel coordinamento, quell’ordine, quella sistematicità che soltanto la scheda, in quanto parte di uno schedario, potrà avere.

Schede di esercizio

Le schede di esercizio sono schede su cui è indicato un esercizio di applicazione sulle conoscenze già acquisite o da acquisire. Questo esercizio, soprattutto per quel che riguarda la prima classe, sarà corredato da illustrazioni.

L’efficacia delle schede di esercizio è anche nel fatto che ogni bambino ha un esercizio diverso dagli altri o lo può eseguire nei momenti di lavoro libero, in quanto non si tratta di un’occupazione collettiva.

Questo lo sprona, lo sollecita a compilare la scheda nel miglior modo possibile.

Per il bambino non esiste il facile e il difficile. Esiste quello che può fare e quello che non può fare; ma oltretutto, preferisce ciò che lo interessa.

Schede di recupero.

Differiscono dalle schede di esercizio soltanto perchè sono schede impiantate appositamente dall’insegnante allo scopo di farle compilare da quel dato bambino.

Non sarà il bambino a doversi adattare a un esercizio che potrebbe essere inadeguato alle sue possibilità, ma sarà l’esercizio che si adatterà a lui.

Non tutti i bambini sono allo stesso livello.

Mettiamo che ce ne sia uno che abbia difficoltà ad usare il chi e che. Se questa difficoltà non si riscontra più nel resto della classe, sarà inutile fare tutta una serie di esercitazioni collettive che finirebbe per annoiare ed ottenere scarsi risultati.

Vi sono però delle schede di esercizio appositamente preparate dall’insegnante per quel singolo bambino, ed ecco che, piano piano, questi potrà superare la difficoltà che lo inceppa. Il bambino sarà “recuperato” e potrà essere in breve alla pari con gli altri.

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

DIVISIONE IN SILLABE – schede

DIVISIONE IN SILLABE – schede: i bambini hanno a disposizione in classe una scatola-schedario di esercizi vari per ogni materia, da scegliere liberamente, che è uno per tutti: abbiamo per cominciare uno schedario per la Matematica, uno per l’Italiano, uno per la Musica e uno per l’Inglese.

Ogni bambino ha poi una scatola-schedario individuale, col suo nome, dove conserva i cartellini che ha usato per i suoi esercizi. E’ assurdo incollare fotocopie su fotocopie sui quaderni! Questa modalità favorisce il lavoro individuale e individualizzato, ma anche l’aiuto reciproco e la collaborazione: se un bambino ha già provato un dato esercizio, può dare una mano al compagno che lo sta facendo; poi ci sono anche schede per lavorare in coppia, ad esempio quelle dei dettati che prevedono che un bambino legga al bambino che scrive.

E’ naturalmente sempre il bambino a scegliere; se lo desidera può portare anche il lavoro a casa: vi sembrerà assurdo, ma a me che non uso dare compiti, i bambini li chiedono…

A differenza degli eserciziari “a libro”, lo schedario mi permette di aggiornare l’offerta di esercizi in base agli interessi dei bambini, o alle difficoltà che mostrano, e inoltre si integra benissimo coi materiali montessoriani già a disposizione.

Cominciamo con le schede per esercitare la divisione in sillabe.

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DIVISIONE IN SILLABE – REGOLE

Le regole della nostra lingua non sono affatto semplici, ricordiamole:

– una vocale a inizio parola, seguita da una sola consonante, fa sillaba a sè: a-nima, i-sola, o-livo

– le consonanti semplici fanno sillaba con la vocale che segue: li-mo-na-ta, se-re-ni-tà

– le consonanti doppie di dividono in due sillabe: pez-zet-ti-no, am-mat-ti-re; rientrano tra le doppie le parole con cqu: ac-qua, ac-quisto, nac-que

– due o tre consonanti diverse tra loro (non doppie) fanno sillaba con la vocale seguente, se esistono come gruppo anche all’inizio delle parole: a-bra-sivo ( perchè br esiste come inizio di parole, ad esempio in brina), ca-tra-me (treno), pu- le -dro (dritto),

– la esse impura (s seguita da consonanti) si attacca alla sillaba: e-scludo, ma-stino

– quando il gruppo di consonanti non esiste come inizio di parole, la prima consonante si stacca dalla sillaba: arit- metica (tme), pal-ma (lm), bam-bino (mbi),

– dittonghi e trittonghi non si possono dividere (au, ia, …), a meno che non si tratti di uno iato (ma meglio prendere la regola come generale, per non sbagliare, perchè ad esempio pi-o-lo è giusto, ma non si può fare pi-o-ve; allora meglio pio-lo pio-ve)

– digrammi e trigrammi non di dividono mai (sc, gl, gn,…)

– l’apostrofo in fin di riga è ammesso.

I bambini piccoli naturalmente imparano molto meglio a ricoscere la sillaba e quindi a dividere correttamente, seguendo la musicalità dei suoni e facendo esercizio. Ad esempio quando devono andare a capo insegniamo loro a dire la parola a voce alta battendo forte le mani ad ogni interruzione di sillaba: non sbagliano quasi mai!

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DIVISIONE IN SILLABE – Ecco le schede, se possono esservi utili:

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Questo è il contenuto delle schede:

Dividi in sillabe: 

rosa vaso rame casa nove mare lama tino pipa rana rapa seme
Ro-sa Va-so Ra-me Ca-sa No-ve Ma-re La-ma Ti-no Pi-pa Ra-na Ra-pa Se-me

pino tara caro sodo pila meno tana rupe palo pera sale luna vino
Pi-no Ta-ra Ca-ro So-do Pi-la Me-no Ta-na Ru-pe Pa-lo Pe-ra Sa-le Lu-na Vi–no

naso zero foglia vite libro uva pietra pane treno mosto campo orto fiori
Na–so Ze–ro Fo–glia vi-te li-bro u–va pie–tra pa–ne tre–no mo–sto cam–po or–to fio–ri

mamma palla masso tazza asse mazza pollo prezzo pazzo nonno pezza colla razzo
Mam–ma pal–la mas–so taz–za as–se maz–za pol–lo prez–zo paz–zo non–no pez–za col–la raz-zo

pozzo carro nonna cavallo carrozza fazzoletto mezza notte pallottola gallina mazzetto collina caramella
Poz-zo Car-ro Non-na Ca–val-lo Car–roz-za Faz–zo–let-to Mez-za Not-te Pal–lot–to-la Gal–li-na Maz–zet-to Col-li-na Ca–ra–mel-la

ciclismo cieco ladro mascella mondo ospedale orso placca prosciutto qualcuno romanzo simpatia spingere
Ci–cli-smo cie-co la-dro ma–scel- la mon-do o-spe-da-le or-so plac-ca pro-sciut-to qual–cu-no ro-man-zo sim-pa-ti-a spin–ge-re

idea adagio bordo balbettare badia balestra balsamo bambola balneare batticuore bavaglino beato biglia biforcuto biliardo bimbo bilancia
i–de-a a–da-gio bor-do bal-bet-ta-re ba-di-a ba-le-stra bal–sa-mo bam- bo-la bal–ne–a-re bat–ti–cuo-re ba–va–gli-no be–a-to bi–glia bi-for-cu-to bi-liar-do bim-bo bi-lan-cia

idrante archetto arachide arbitrio aprile arte attraente attrezzo avaro avverbio avventura avvoltoio azione azzuffarsi bagaglio bagnare baia
i–dran-te ar–chet-to a-ra-chi-de ar–bi-trio a-pri-le ar-te at–tra–en-te at–trez-zo a–va-ro av–ver-bio av–ven-tu-ra av–vol–to-io a–zio–ne az–zuf–far-si ba–ga-glio ba–gna-re ba-ia

appunto bitorzolo bisonte birichino blindato bivio boato boccaglio bomba bolgia borghese borsa bottiglia branzino briciola briglia brodo
ap–pun-to bi–tor–zo-lo bi–son-te bi-ri-ch-no blin-da-to bi-vio bo–a-to boc–ca-glio bom-ba bol-gia bor-ghe-se bor-sa bot-ti–glia bran–zi-no bri-cio-la bri-glia bro-do

bisbetica buono buongustaio buonora buonsenso burla calcagno calce calendario calligrafia calzamaglia
bi-sbe-ti-ca buo-no buon-gu–sta-io buo–no-ra buon-sen-so bur-la cal–ca-gno cal-ce ca–len–da-rio cal–li–gra-fia cal-za–ma-glia

cambio calzetta camoscio camicia campanel la campagna candeggi na canguro canto canzone bacio
cam-bio cal–zet-ta ca–mo-scio ca–mi-cia cam–pa-nel-la cam–pa-gna can-deg-gi-na can-gu-ro can-to can–zo-ne ba-cio

capretto capsula carbone carnivoro cartella casalinga catechismo catasto catrame cattedra brutto
ca–pret-to cap–su-la car-bo-ne car-ni-vo-ro car–tel-la ca-sa–lin-ga ca–te-chi-smo ca–ta-sto ca-tra-me cat–te-dra brut-to

cattiveria cattedrale catenaccio causa cauzione cavalcare cavalletto caviglia cavia cavolfiore celeste celebre cencio cemento
Cat-ti-ve-ria cat-te–dra-le ca–te–nac-cio cau-sa cau–zio-ne ca-val–ca-re ca–val–let-to ca–vi-glia ca-via ca–vol–fio-re ce–le-ste ce–le-bre cen-cio ce–men-to

centro centesimo cento cerimonia ceramista cervello certificato chiara chiamare cestino chiave chicco chiedere chiesa
Cen-tro Cen–te–si-mo Cen-to Ce-ri–mo-nia Ce–ra–mi- sta Cer–vel-lo Cer–ti–fi–ca-to Chia-ra Chia–ma-re Ce-sti-no Chia-ve chic-co chie-de-re chie-sa

chilometro chissà chiocciola chiosco chirurgo chitarra chiuso ciao cialda ciambella cigno ciclismo cicogna ciecamente
Chi-lo–me-tro chis-sà chioc-cio-la chio-sco chi–rur-go chi-tar-ra chiu-so cia-o cial-da ciam-bel-la ci-gno ci–cli-smo ci–co-gna cie–ca–men te

cicogna cifra cielo ciclone cilindro ciliegia ciminie ra cinghia cinquanta cipresso cintura circolare civiltà cisterna classe clessidra cliente
ci-co-gna ci-fra cie-lo ci–clo-ne ci–lin-dro ci–lie-gia ci–mi–nie-ra cin-ghia cin–quan-ta ci–pres-so cin-tu-ra   cir–co–la-re   ci–vil-tà ci-ster-na clas-se cles–si-dra cli–en-te

cobra coccinella cognome colbacco collaudo collegio colmo coltivare combattimento commedia commessa compagnia compagno compatto compito composto condividere
co-bra coc-ci-nel-la co–gno-me col–bac-co col–lau-do col–le-gio col-mo col-ti–va-re com–bat–ti–men-to com–me-dia com–mes-sa com-pa-gnia com-pa-gno com-pat-to com-pi-to com–po-sto con-di-vi-de-re

confettura confine congelare coniglio conoscenza consiglio conquista consegna consenso conserva contato contento conto convento coppa coprire cooperativa
Con–fet–tu-ra Con–fi-ne Con–ge–la-re Co–ni-glio co–no–scen-za con-si-glio con-qui-sta con-se-gna con–sen-so con–ser-va con–ta-to con-ten-to con-to con-ven-to cop-pa co-pri-re co–o–pe-ra-ti-va

coordinarecoperta copia coprifuoco copriletto coraggio corda cordialità coriandolo cornacchia cornetto cornuto corpo correggere corrente corridoio cortesia
Co – or – di – na – reCo – per – taco – pia co – pri – fuo – co co – pri – let  – to co – rag – gio cor- da cor – dia – li- tà co – rian – do – lo cor- nac  – chia cor – net – to cor – nu –  to cor – po cor – reg – ge – re cor – ren – te cor – ri – do – io cor –te – sia

coscienza coscia costo cosmetico costare crampo costume cratere crauti cranio creato creare creatività crescita cristallo crimine critica
Co–scien-za co-scia co-sto cos–me-ti-co co–sta-re cram-po co–stu-me cra-te-re crau-ti cra-nio cre-a-to cre-a-re crea-ti-vi-tà cre–sci-ta cri–stal-lo cri-mi-ne cri–ti-ca

criticone crostata crudo culmine culto cuore acquarello curiosità dalmata cuscinetto dentista danzare dardo dattero davanti degradabile decenza
cri-ti–co-ne cro–sta-ta cru-do cul-mi-ne cul-to cuo-re ac–qua–rel-lo cu-rio-si-tà dal–ma-ta cu–sci–net-to den–ti-sta dan-za-re dar-do dat-te-ro da–van-ti de–gra–da-bi-le de-cen-za

dente deserto desiderio diabolico deviazione diamante dicembre dettaglio diabete dialogare diplomazia discesa discorso distanza domanda
Den-te de–ser-to de-si-de-rio dia–bo–li-co de-via–zio-ne dia–man-te di-cem-bre det-ta-glio dia-be-te dia–lo–ga-re di–plo–ma-zia di-sce-sa di-scor-so di-stan-za do–man-da

fango fauna febbraio fat toria ferragosto fiamma fiaba filastrocca firmamento fiocco finta fosforescente foschia fraterno francobollo
fan-go fau-na feb–bra-io fat-to-ri-a fer–ra–go-sto fiam-ma fia-ba fi-la–stroc-ca fir–ma–men-to fioc-co fin-ta fo-sfo-re-scen-te fo–schi-a fra-ter-no fran-co–bol-lo

frangia frullino frusta fronte frutta galassia gaiezza geranio genio gente gioire gioioso gioco giocattolo gonnellina
Fran-gia Frul-li-no Fru-sta Fron-te  frut-ta ga–las-sia ga–iez-za ge–ra-nio ge-nio gen-te gio-i-re gio-io-so gio-co gio–cat–to-lo gon–nel-li-na

grattugia granello guardaroba guscio guida guinzaglio illustrazione imballa re imburrato i mitare impegno incantesimo infarinare insetto insegnare
grat-tu-gia gra–nel-lo guar–da–ro-ba gu-scio gui-da guin–za-glio il–lu–stra–zio-ne im–bal–la-re im-bur-ra-to i-mi-ta-re im–pe-gno in-can-te–si-mo in–fa-ri–na-re in-set-to in–se–gna-re

lastra levante lezione lineamenti lingua lungo maestra maestà magnetico magro maiuscolo maltempo marea margine marmellata
la-stra le–van-te le–zio-ne li–nea–men-ti lin-gua lun-go ma–e-stra mae-stà ma-gne-ti-co ma-gro ma–iu–sco-lo mal–tem-po ma–re-a mar-gi-ne mar–mel–la-ta

marinaio maschera mastello materia meglio metropolitana microfono migliaio miscela miseria moderno molla monte montante movimento mungere
Ma-ri–na-io Ma–sche-ra ma–stel-lo ma–te-ria me-glio me–tro-po-li-ta-na mi–cro–fo-no mi–glia-io mi-sce-la mi-se-ria mo-der-no mol-la mon-te mon-tan-te mo-vi–men-to mun-ge-re

nascere nastrino nascondino neolitico neonato nervoso nucleo obliquo oculista olivo ombelico ombrellone opposto opuscolo oriente organo
na-sce-re na-stri-no na–scon-di-no neo-li-ti-co neo-na-to ner-vo-so nu-cleo o-bli-quo o–cu-li-sta o-li-vo om–be-li-co om-brel-lo-ne op-po-sto o-pu-sco-lo o-rien-te or-ga-no

pannocchia pappagallo parte percussione pestifero piano placca polmonite portafortuna pozzanghera prefisso privato proibito promessa proprio
Pan-noc-chia pap-pa–gal-lo par-te per–cus-sio-ne pe-sti-fe-ro pia-no plac-ca pol-mo-ni-te por-ta-for-tu-na poz-zan–ghe-ra pre-fis-so pri–va-to proi-bi-to pro-mes-sa pro-prio

pugno pulpito pulizia qualifica quantità questione quiete raccolta raddoppiare rampicante reagire realista richiamo rischio risposta ruota
pu-gno pul-pi-to pu-li-zia qua-li-fi-ca quan-ti-tà que–stio-ne qui–e-te rac–col-ta rad-dop-pia-re ram-pi–can-te rea-gi-re rea-li-sta ri-chia-mo ri-schio ri-spo-sta ruo-ta

saldare scegliere scarto sciacquare segmento società sospirare stringa tecnologia terzo tombino trofeo ultimo unghia urlo utile
sal–da-re sce-glie-re scar-to sciac-qua-re seg–men-to so-cie-tà so–spi-ra-re strin-ga tec-no-lo-gia ter-zo tom–bi-no tro-fe-o ul-ti-mo un-ghia ur-lo u-ti-le

vario verso vetro vigneto volante zaino zucchero zoppicare zenzero zampone zafferano vuoto vulcano vostro versare vaglia
va-rio ver-so ve-tro  vi-gne-to vo–lan-te zai-no zuc-che-ro  zop-pi-ca-re zen-ze-ro zam-po-ne zaf–fe-ra-no vuo-to vul-ca-no vo-stro ver-sa-re va-glia

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Sul retro, dove ci sono le soluzioni per la correzione e l’autocorrezione, pinzo un foglietto, così prima di riporre la scheda il bambino può mettere la sua firma. E poi fa un po’ da “tenda del mistero”…

Il passaggio dal maiuscolo al minuscolo come trasformazione della forma. Una storia tutta da disegnare.

Il passaggio dal maiuscolo al minuscolo come trasformazione della forma. Una storia tutta da disegnare, in uso nelle scuole Waldorf, per presentare lo stampato minuscolo.

Il passaggio dal maiuscolo al minuscolo

Dopo essere state maltrattate per un anno intero, chiuse nei quaderni dei bambini della prima classe, le povere letterine tornarono a casa lamentandosi: la povera A aveva le gambe tutte larghe, la S non ne parliamo visto che ogni tanto i bambini la mettevano addirittura a testa in giù, poi c’era la D con la gobba, la T col tetto cadente, la R con una gamba rotta, la H zoppa, la P con la pancia che pendeva, la I col mal di schiena, la O piena di bitorzoli, la V che prendeva il volo… insomma non vedevano proprio l’ora di tornare a casa a riposare.

Ma non appena varcarono la soglia, quale sorpresa trovarono! Mentre loro erano state coi bambini di prima, le loro sorelline ne avevano approfittato per mettere tutta la casa sottosopra.
Le sorelle maiuscole, stanche e tutte ammaccate, non riuscivano proprio a riposare con tutta quella confusione, e per di più le minuscole facevano un sacco di capricci, e dicevano che anche loro volevano andare a scuola e conoscere i bambini della classe.

Dopo aver passato la notte in bianco, il mattino seguente le poverette stavano peggio di prima, e così decisero di andare tutte dal dottore. Visto che erano gravi, il dottore decise di ricoverarle tutte in ospedale. Ognuna venne curata, medicata, incerottata, ingessata e massaggiata, e dopo due settimane poterono tutte insieme lasciare l’ospedale. Erano tornate come nuove e si sentivano davvero bene, ma il dottore si raccomandò di non interrompere le cure, e consigliò loro di trascorrere un periodo di convalescenza in montagna. Nonostante le cure, infatti, erano ancora piuttosto deboli, e c’era il pericolo di ricadute. Così il dottore si fece promettere che sarebbero andate in montagna da sole, senza le sorelline minuscole.

E le maiuscole uscirono dall’ospedale in fila indiana, ed erano proprio belle: A B C D E F G H I L M N O P Q R S T U V Z.

Andarono a casa per preparare le valige e salutare le sorelline minuscole, ma quelle cominciarono a strillare e a far dispetti, e testarde e capricciose com’erano, non volevano sentir ragioni. Anche loro volevano andare in vacanza in montagna! Le povere sorelle maiuscole cercarono in ogni modo di convincerle, si spiegar loro che era stato il dottore a prescrivere il riposo assoluto, e che finchè non fossero completamente guarite, non avevano proprio le forze per occuparsi di loro in vacanza.

Ma non c’era niente da fare… Promisero allora che, non appena si fossero sentite un po’ meglio, le avrebbero chiamate, e così anche loro avrebbero fatto un po’ di vacanze in montagna, ma anche questa promessa non servì a nulla, se non a far aumentare le lagne e i capricci.

Allora si accordarono in segreto di far finta davanti alle piccole di aver cambiato idea e di aver rinunciato a partire, e si diedero appuntamento a mezzanotte nella stanza di A. Cenarono come se niente fosse, si lavarono, diedero il bacio della buonanotte alle sorelline e andarono a letto facendo finta di dormire. A mezzanotte, sicure che le piccole monelle fossero cadute nel tranello, si radunarono senza far nessun rumore e si prepararono alla fuga. Ma non si accorsero che due occhietti brillavano sotto il letto, e che una delle sorelline le aveva spiate ed era pronta a spifferare tutto alle altre.

Così, mentre le sorelle maiuscole preparavano i bagagli nella camera di A ed aspettavano l’alba per iniziare il loro viaggio, la sorellina piccola aveva già dato l’allarme alle altre, ed un’altra riunione segreta si stava tenendo al piano di sotto, in cucina…

Alle prime luci del mattino, le maiuscole uscirono in punta di piedi, coi loro zaini e le loro valige, e intrapresero il cammino verso la montagna… pensavano proprio di essere riuscite a farla franca. E non sospettarono mai di nulla, finchè non giunsero ad un’altura che dominava tutto il paesaggio sottostante: l’ampia vallata era disseminata di piccoli e graziosi paesini, ciascuno con la sua chiesetta e il suo alto campanile, c’era un magnifico laghetto che specchiava l’azzurro del cielo e il verde delle montagne, c’erano prati e covoni di fieno… e un po’ più in basso, dietro di loro, c’erano ahimè le sorelline minuscole…

-Aspettateci!-, gridavano quelle sciocchine, troppo piccole per avventurarsi da sole per quei ripidi sentieri -Vogliamo venire con voi!-

Le sorelle maiuscole erano più spaventate che meravigliate, e temendo ormai il peggio gridarono: -Tornate indietro! Potreste cadere da un momento all’altro! Non vedete? Per voi è troppo pericoloso salire fin quassù!-
E mentre le maggiori pensavano di averle finalmente convinte a si fermarono a fare un picnic prima di proseguire per la ripida salita, le piccole fecero finta di tornare indietro, ma approfittando della distrazione delle sorelle, si nascosero dietro ai sassi, agli alberi ed ai cespugli, e ripresero l’inseguimento.

Quando le grandi ripresero il cammino, le piccole fecero altrettanto… arrancavano a gran fatica, cercando di non farsi scoprire, in fila indiana, per mano una dietro l’altra, ma quella salita era davvero troppo per le loro piccole gambette. E successe l’irreparabile: la prima della fila perse l’equilibrio e gridando: -Aiutooooo!- cominciò a rotolare a valle lungo il pendio della montagna, trascinando con sè nella rovinosa caduta tutte le altre.

Di scatto le sorelle maggiori, giunte quasi in vetta, si voltarono e videro le piccole monelle rotolare come una valanga verso il basso, e sparire nell’ampia vallata sottostante. Non restava altro da fare che dire addio alla vacanza, e scendere a cercarle a valle, sperando per il meglio.

Con le orecchie ben aperte ridiscesero il sentiero, e stavano ormai disperando dopo ore ed ore di inutili ricerche.
Giunte a valle, sempre più preoccupate, decisero di dividersi per cercare meglio, ed ognuna prese una direzione diversa.

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

Una storia per presentare le vocali in prima classe

Una storia per presentare le vocali in prima classe – un racconto in uso nella scuola Waldorf per presentare ai bambini vocali dell’alfabeto maiuscolo.

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Una storia per presentare le vocali in prima classe

“La storia di Lauretta”

 

Molto, molto tempo fa, in un paese ai confini del mondo,viveva una bambina che si chiamava Lauretta. Quel paese era come un giardino, era un mare d’erba senza confini, i fiori erano i pesci, di mille colori e di mille specie. Se ne occupava un giardiniere, che conosceva tutti i segreti della vita, così quei fiori non appassivano mai, anzi diventavano sempre più belli, luminosi, profumati. Lauretta viveva proprio in quel giardino come un fiore tra i fiori. Ma proprio davanti alla sua casetta di fiori non ce n’erano. Anche lì l’erba era tenera e delicata, l’aria luminosa e tiepida come una carezza, ma non un fiore. E questa sua aiuola davanti casa le metteva malinconia.

Un giorno arrivarono nel paese un uomo e una donna: camminavano lentamente, con la schiena curva, sembravano molto stanchi. Andarono dal giardiniere e gli consegnarono due sacchettini. Poi si stesero sull’erba a riposare, e mentre dormivano il giardiniere aprì i due sacchetti e sparse i semi che contenevano nel prato. Magicamente apparvero nuovi meravigliosi fiori. Lauretta, che aveva osservato la scena da lontano, corse allora dal giardiniere per chiedergli una manciata di quei semi da spargere sulla sua aiuola senza fiori. Ma il giardiniere le disse che lui altri semi non li aveva, e che non ne esistevano nemmeno altri in tutto il loro paese: per procurarseli bisognava essere disposti a partire per un lungo viaggio.

 

Lauretta provava un desiderio fortissimo, che la spinse ai margini del giardino e senza che quasi se ne rendesse conto, si trovò a percorrere il sentiero del bosco, un sentiero che diventava sempre più ripido, stretto e buio. Lauretta aveva paura, ma proprio quando pensò di tornare indietro ricordò il giardiniere e il suo volto rassicurante e sereno, e si fece coraggio. Rialzando lo sguardo, vide sorgere davanti a sè, in fondo al sentiero, un grande arco luminoso. Lo oltrepassò, e si trovò in un’ampia sala circolare, al centro della quale splendeva una creatura incantevole. La sua veste era candida come neve, i suoi capelli una cascata d’argento fine, il suo volto pallido e luminoso come luna d’estate. La splendida creatura sedeva su un cuscino di seta finissima, e teneva fra le dita delicate un sottilissimo filo di luce, che avvolgeva lentamente, in silenzio, formando un gomitolo sempre più grande. Non guardò Lauretta, sembrò proprio non accorgersi nemmeno di lei, continuando ad avvolgere il gomitolo. Lauretta la guardava trasognata e col cuore in attesa.

 

La creatura finalmente si alzò, e fissandola negli occhi, le porse il gomitolo di luce. Lauretta se lo portò al cuore, chiuse gli occhi per un istante poi, raccogliendo tutto il suo coraggio, lo lanciò dietro di sè. Subito si sentì venir meno le forze, e cadde addormentata, mentre il filo magico, srotolandosi, disegnò un sentiero tortuoso, che si perdeva in lontananza, tra il verde. Lauretta si svegliò nell’ora magica dell’aurora, quando tutto è avvolto da pallida luce azzurra. Tutto era silenzio. La natura era immersa nel sonno. Dormivano gli uccelli nel nido con la testina sotto l’ala, dormivano gli scoiattoli raggomitolati nelle loro tane, dormivano le api nelle loro cellette, dormiva la coccinella dentro il calice del fiore bianco, dormiva la lucertola sotto il sasso, dormiva la lumaca sotto la foglia, perfino le mosche dormivano, e le zanzare, e le libellule e le farfalle. I fiori non mostravano i petali, perchè dormivano anche loro. Lauretta si sentiva smarrita, non ricordava nulla di ciò che le era accaduto fino a quel momento, ma lo spettacolo che le si presentò era così straordinario che la fece commuovere: il sole stava sorgendo lentamente all’orizzonte, e intorno a lui si spandeva una calda luce rosata. Le labbra di Lauretta si schiusero senza che se ne rendesse conto, e tutta la sua ammirazione e la sua devozione risuonarono come una lunga A. Dopo qualche istante il sole comparve rosso in tutta la sua maestosità, ed Lauretta fu quasi accecata da tanto splendore.

 

Così cominciò a percorrere il lungo sentiero che il gomitolo di luce aveva tracciato per lei. Il mondo era magnifico, Lauretta non sapeva da che parte voltarsi per ammirare tutto quello che aveva intorno. Era un mondo da scoprire e gustare: colori, suoni, e profumi ovunque. I fiori si erano svegliati e stiracchiavano al primo sole i loro petali, mentre l’erba sembrava un tappeto tessuto con tutte le sfumature di verde. L’aria vibrava del canto degli uccelli. Lauretta corse sui prati, si rotolò tra l’erba, ammirò i cespugli fioriti, vide alberi di ogni forma e grandezza e tra le frode vide fervere la vita: uccelli che costruivano il nido, scoiattoli che si rincorrevano saltando da un ramo all’altro, insetti che ronzavano leggeri nell’aria.”Chi sei?” chiese Lauretta a una creaturina col vestito giallo e nero, che volava di fiore in fiore. “Sono l’ape operosa, faccio visita agli amici fiori che mi danno il dolce nettare da portare nella mia casetta. Con quel succo farò il miele, che piace tanto agli uomini”. Ma ora cosa stava succendendo? Un fiorellino bianco si era messo a volare? Ma no, era una farfalla. “Non devi toccarmi, sulle mie ali c’è la polverina magica che mi fa volare, e se me la sciupi non potrò più visitare i fiori, che mi sono fratelli. Sai, loro hanno le radici e non possono volare, sono io che racconto loro i segreti del cielo, dell’aria e della luce.” La farfalla si posò tra i capelli di Lauretta, e subito altre se ne aggiunsero, a formare una corona. “Ma guardate, farfalline! Lì la terra si sta muovendo, chesuccede?” Un buffo musetto comparve davanti a lei, appuntito, con gli occhi chiusi. “E tu chi sei?”

“Sono la talpa, scavo gallerie sotterranee. Le mie zampette sono anche meglio delle pale che usano gli uomini nel loro lavoro. Piacere di averti conosciuta Lauretta, ma ora è meglio tornare a casa per me, questa luce mi dà fastidio e ho molto lavoro da sbrigare”.

Mentre la talpa ne ne andava, Lauretta sentì solletico a un piede e vide un cosino piccolo e nero camminare veloce veloce “Sono la formica, non farmi perdere tempo bimba. Devo raccogliere il chicco che ho perduto e correre dalle mie sorelle che mi stanno aspettando.””Posso vedere la tua casa?””Sì, ma promettimi di non toccarla, potresti rovinare il lavoro di ore solo muovendo un dito. Se hai pazienza e mi aspetti, ti indicherò la strada.”

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Presentazione dello stampato maiuscolo e dei numeri in prima classe

Presentazione dello stampato maiuscolo e dei numeri in prima classe – un racconto in uso nella scuola Waldorf per presentare ai bambini le lettere dell’alfabeto ed i numeri.

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Presentazione dello stampato maiuscolo e dei numeri in prima classe

Tonino il pastorello

In un paese lontano lontano, ai piedi dei monti, c’era una volta un pastorello di nome Tonino. Viveva da solo in una casetta ai margini del bosco con il suo piccolo gregge di pecorelle. Era molto povero e possedeva soltanto un carrettino che gli serviva per raccogliere la legna per il fuoco e un flauto dal quale sapeva tirar fuori splendide melodie. Non sapeva leggere nè scrivere perchè non mai potuto frequentare la scuola, ma era molto saggio e aveva imparato a leggere nel grande libro della natura, che gli aveva rivelato molti segreti; conosceva i tesori racchiusi in ogni fronda, sapeva distinguere le varietà di minerali nascosti nella roccia, sapeva interpretare il linguaggio del vento, il formarsi delle nuvole, il suono della pioggia. Nel vicino villaggio tutti gli volevano bene perchè era buono e generoso e pur amando la vita solitaria era sempre pronto a rendersi utile, e quando c’era bisogno di lui non negava mai il suo aiuto a nessuno.

Durante l’estate lo si vedeva poco al villaggio, perchè portava le pecore al pascolo sugli alti monti e non tornava che di tanto in tanto. Trascorreva in quei luoghi dei lunghi periodi vivendo sempre all’aperto, parlando solo con le sue pecorelle a cui era molto affezionato, e che conosceva tutte per nome: Bianchina, Batuffolo, Berta, Gippetta… Loro amavano il loro padroncino e mentre brucavano ascoltavano liete il suono del flauto di Tonino che si diffondeva tra i monti, i boschi e le ampie vallate.Di notte il pastorello dormiva sotto le stelle accoccolato accanto al gregge, il buio non gli faceva paura: si sentiva protetto dalla volta stellata che lo avvolgeva come un magico manto.

 

Al sopraggiungere dell’inverno teneva le pecorelle al riparo nell’ovile, e trascorreva le sue giornate occupato in mille lavori che sapeva svolgere con bravura e precisione. Con le sue mani costruiva gli oggetti più svariati: dai cestini di vimini intrecciati che regalava al fornaio in cambio di qualche pagnotta, ai giocattoli per i bambini del villaggio che sapeva intagliare nel legno, dagli arnesi da lavoro per il contadino Virgilio, agli utensili più svariati che gli venivano richiesti. Era davvero bravo e pensava a tutti.

Un giorno, sul finire dell’estate, accadde un fatto molto strano. Il pastorello aveva portato le sue pecorelle a pascolare su un’altura dove l’erba era tenera e fresca. Stava ammirando lo splendido panorama quando, guardando verso il basso, vide un bambino e una bambina che giocavano. Come si divertivano! Il pastorello, dall’alto, poteva sentire le loro grida festose e dalle loro voci li riconobbe: erano Bianca e Berto, i figli del taglialegna; vide che Bianca teneva in braccio proprio quella bambolina che teneva tra le mani anche quando, tempo prima, era andata da lui per chiedergli se poteva farle una culletta di legno. Ma ecco, i bimbi prima gioiosi e tranquilli, cominciarono improvvisamente a litigare.

Tonino cercò di chiamarli, ma erano troppo lontani e non lo potevano sentire, impegnati com’erano a scambiarsi parole cattive. Il litigio si fece sempre più acceso, e i due bimbi finirono per picchiarsi. La bambolina era abbandonata lì, sull’erba. Mentre Tonino pensava al da farsi, vide spuntare dal folto del bosco un esserino con un buffo cappuccetto e un sacchettino sulle spalle. Si guardò intorno con aria furtiva, afferrò la bambolina dimenticata, e quella si rimpicciolì, tanto da poter entrare nel suo minuscolo sacchettino. Poi con la rapidità di un fulmine, sparì tra i cespugli. Per la prima volta il pastorello lasciò incustodite le sue pecorelle, e si precipitò lungo il pendio per inseguire il ladro. Ma le sue ricerche furono vane, sembrava proprio che fosse sparito nel nulla. Sconcertato di fronte a questo mistero, non riusciva a darsi pace, e il giorno dopo si recò a casa di Bianca per capirne qualcosa di più. La trovò molto triste. “Sai cos’è successo? Ho perduto la mia bambolina, proprio quella che mi aveva fatto la mamma. Adesso la cullina che mi avevi fatto per lei è vuota”. Tonino cercò di consolarla, poi la salutò senza dire nulla di ciò che aveva visto, convinto che nessuno gli avrebbe creduto.

Si incamminò verso casa, immerso nei suoi pensieri, quando passando accanto all’abitazione del contadino Virgilio, udì una gran confusione: tutta la famiglia era in agitazione e ognuno si affannava alla ricerca di qualcosa che era misteriosamente scomparso. Il pastorello si avvicinò a Virgilio, e gli chiese cosa stesse succedendo. “Stavo falciando l’erba del campo, quando ho sentito un caldo afoso e insopportabile, così sono entrato un momento in casa a bere e quando sono ritornato fuori la falce era sparita. Mentre andavano insieme a cercarla, in cuor suo Tonino temeva che la falce avesse fatto la stessa fine della bambola di Bianca. Iniziarono a cercare, e mentre Virgilio ispezionava una siepe, sentì dietro di sé una risatina. Si girò con aria minacciosa verso il povero Tonino “Cos’hai da ridere? Mi stai prendendo in giro? Tira subito fuori la mia falce. Adesso sono sicuro che me l’hai presa tu!”. Il pastorello cercò di spiegargli che non era colpevole e che anche lui aveva sentito quella risatina, ma siccome Virgilio invece di credergli si arrabbiava sempre più, non gli restò che andarsene via dispiaciuto, senza dir niente.

Arrivò a casa avvilito e sconsolato, e come se ancora non bastasse lo aspettava un’altra brutta sorpresa: era sparito il suo tavolino nuovo. L’aveva da poco finito di costruire e quella mattina, prima di andare da Bianca, gli aveva dato gli ultimi ritocchi, l’aveva levigato e, dopo averlo verniciato, l’aveva messo fuori perchè si asciugasse. E ora era sparito. Ma cosa stava succedendo? Per non farsi prendere dallo scoramento, decise di impegnare il tempo in qualcosa di utile. Aveva promesso a Bianca un lettino per la nuova bambola che la nonna le stava preparando. Così prese un pezzo di legno di abete e si mise all’opera. Ci mise tanta passione che dimenticò perfino di mangiare. Ma quale soddisfazione a lavoro finito… chissà come sarebbe stata contenta Bianca.

Proprio in quel momento bussarono alla porta, era Bianca che in lacrime diceva “Sei stato cattivo, perchè mi hai portato via la culla? Ho cercato dappertutto in casa, l’hai presa tu. E anche il nonno è arrabbiato e dice che gli ho nascosto la sua pipa, ma io non sono stata”.

Tonino cercò di calmare Bianca come poteva. “Non piangere, lo so che non hai nascosto tu la pipa. Succedono fatti inspiegabili in questi giorni, c’è sotto un mistero, credimi. Anche il mio tavolino è scomparso nel nulla. Ma guarda, ho un regalo per te…” e le mostrò il lettino per la bambola nuova. Bianca tornò a casa col lettino, e fece anche pace col nonno, ma non sapeva che presto anche il lettino sarebbe scomparso.

Nei giorni seguenti nel villaggio continuarono a verificarsi strane sparizioni, che provocarono litigi tra gli abitanti: mogli e mariti si incolpavano a vicenda di trascuratezza e distrazione, i genitori sgridavano i bambini pensando che si divertissero in brutti scherzi, i bimbi litigavano tra loro perchè perdevano i giocattoli… insomma in breve tempo quel paese era diventato il regno del discordia. Una sera gli abitanti decisero di riunirsi nella piazza per cercare insieme una spiegazione. Discussero animatamente per ore. Erano forse tutti vittime di qualche sconosciuta malattia che li aveva colpiti rendendoli disordinati e maldestri? C’era forse tra di loro un ladruncolo, che si divertiva alle loro spalle? Ma chi poteva essere, se tutti si conoscevano così bene e ciascuno godeva della piena fiducia di tutti?Il problema sembrava non aver soluzione, e alla fine ognuno tornò alla propria casa più triste e preoccupato di prima.

Anche Tonino non si dava pace, e una sera, all’imbrunire, mentre come al solito si trovava nel bosco col suo carrettino per raccogliere la legna per il fuoco, accadde un fatto nuovo e inaspettato. Il carrettino procedeva lungo il sentiero sassoso e accidentato, quando all’improvviso una ruota si staccò e cominciò a rotolare lungo il pendio, sempre più veloce. Tonino si mise a correre per cercare di recuperarla, mentre quella si allontanava sempre più lungo i sentieri scoscesi, passando tra cespugli e anfratti di rocce, inoltrandosi nel folto del bosco. Esausto per la lunga corsa, la vide infine fermarsi davanti a una grotta, e quando si avvicinò rimase sbalordito: chi l’aveva fermata? La ruota non poggiava su nessun ostacolo e appariva come trattenuta da una forza invisibile. Con molta cautela, e mantenendosi prudentemente a una certa distanza, scrutò all’interno della grotta e gli parve di distinguere, al debole chiarore di una lanterna, le sagome di alcuni degli oggetti che erano scomparsi nel villaggio. Si fece coraggio e si apprestò ad entrare nella grotta, ma una forza misteriosa lo respingeva, impedendogli di procedere.

Cercò allora di riprendersi almeno la ruota, ma fu inutile. Sembrava incollata al suolo. Tonino era molto spaventato, ma alla fine la curiosità vinse sulla paura e si avvicinò all’ingresso della grotta per cercare nuovamente di entrare. In quel momento sentì dal suo interno un rumore sordo e tonante che lo spaventò come non mai: qualcuno stava russando lì dentro. Terrorizzato Tonino fuggì via correndo come un matto. Percorse di volata la difficile salita e giunse in un’ampia radura erbosa. Si fermò a riprendere fiato, ma le ore erano passate, il sole stava tramontando e c’era solo la luce pallida della luna a illuminare il sentiero. Come trovare la via del ritorno?

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Presentazione delle lettere dell’alfabeto maiuscolo in prima classe

Presentazione delle lettere dell’alfabeto maiuscolo in prima classe – un racconto in uso nella scuola Waldorf per presentare ai bambini le lettere dell’alfabeto.

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Presentazione delle lettere dell’alfabeto maiuscolo in prima classe

 “In una ridente vallata ai confini del mondo…”

 

In una ridente vallata ai confini del mondo, c’era una volta un piccolo villaggio. Le case erano poche, soltanto undici, e c’era una sola stalla, sufficiente ad ospitare tutti gli animali del piccolo paese.

Gli abitanti della ridente vallata erano persone tranquille e felici. Ognuno di essi lavorava e svolgeva il proprio compito in modo da mantenere l’ordine e la prosperità del villaggio.

Le piccole, accoglienti case, erano tutte costruite col legno ricavato dai numerosi pini del bosco. Su ciascuna porta era intagliato il simbolo del mestiere svolto dal capofamiglia. Ciò era necessario in quanto le persone del paese non sapevano ne leggere ne scrivere.

Come dicevamo, ognuno lavorava sodo dalla mattina alla sera. Il contadino Virgilio, ad esempio, dissodava la terra, seminava il grano e gli ortaggi, curava gli alberi da frutto, e faceva tutto questo con tanto amore che i risultati erano sempre più che soddisfacenti. Nella stagione calda il grano era alto e dorato, gli ortaggi di un bel verde splendente e gli alberi davano frutti grossi e succosi. Virgilio contadino aveva il viso rugoso, cotto dal sole, ma sempre ridente, con le sue forti braccia e con l’unica falce esistente in paese manteneva l’erba sempre ben rasata, tanto da farla sembrare un soffice tappeto. Con l’erba tagliata formava dei bei covoni, e i suoi figli si divertivano a saltarci sopra, inventando sempre nuovi giochi, finchè il papà li richiamava all’ordine. Poi, quando il sole aveva asciugato  ben bene l’erba, facendola diventare fieno, i bambini avevano il compito di riporla nel fienile.

Vicino alla casa del contadino Virgilio abitava l’apicoltore, il signor Orazio. Orazio aveva costruito con le sue mani tante piccole casette affinchè le api potessero porvi il nettare che succhiavano dai fiori, dopo averlo trasformato in miele.

Orazio era amico delle api, enon aveva alcun timore di  avvicinarsi alle casette per raccogliere il miele, che distribuiva poi a tutti gli abitanti del villaggio.

Viveva da solo, non aveva ne moglie ne figli, e le sue uniche compagne erano le api. Queste gli raccontavano tante storie sulla vita dei fiori e degli esseri dell’aria.

Un altro abitante del villaggio era Bastiano, il pastore, che oltre alla sua casa aveva una grande stalla dove ogni sera riportava il bestiame al ritorno dal pascolo.

Il suo compito era piuttosto faticoso: partiva all’alba con pecore e le mucche, e anche qualche capretta, saliva per il monti e camminava e camminava, finchè trovava un bel prato verde dove gli animali avrebbero brucato della buona erba.

Bastiano aveva un cane di nome Fido, che lo aiutava nel suo lavoro. Era un cane da pastore, forte, coraggioso e fedele. Bastiano trascorreva molte ore a contatto con la natura, e così era diventato amico degli gnomi e delle ondine che vivevano lassù e cantavano e scherzavano con lui.

Il suo nanetto preferito era Dondolo, il più piccole e il più vivace di tutti. Poi, quando il sole tramontava e scendeva la sera, il pastore riportava il bestiame nella stalla.

Subito iniziava a mungere le mucche e le capre. Il buon latte serviva per fare il burro e il formaggio, oltre che essere bevuto al mattino con la polenta calda. Poi nella stagione giusta, tosava le pecore e portava la lana alle tre filatrici che abitavano nella casa accanto alla sua.

Le tre filatrici erano piuttosto vecchie. Si chiamavano Berta, Nena e Pia e brontolavano in continuazione perchè la lana o era troppo sporca, o troppo corta o troppo riccia, insomma Bastiano non riusciva mai ad accontentarle. Berta aveva un grosso labbrone a forza di leccare il filo di lana,  Nena aveva un pollicione a forza di torcere il filo, e Pia aveva un grosso piedone a forza di calcare il pedale della rocca.

Comunque le tre filatrici facevano bene il loro lavoro: tessevano la lana, la coloravano, poi confezionavano abiti, coperte ed altre cose utili per gli abitanti del villaggio.Nel paese naturalmente c’era anche bisogno di legna da ardere nei camini, o di qualche mobile ed utensile per la casa.

A tutto questo pensava Tobia, che era il boscaiolo. Si recava nel bosco tutti i giorni. Sempre allegro, cantando, con la sua grande scure e le sue forti braccia, abbatteva i pini, ne segava i tronchi, e li preparava per poterli trasportare a valle, nella sua casa. Qui poteva lavorare con gli arnesi adatti e costruiva ciò di cui c’era bisogno. Il suo vicino di casa era Martino, il fabbro.

Dalle sue finestre usciva sempre un gran rumore: infatti egli ferrava i cavalli, batteva sull’incudine e forgiava il ferro caldo per fare utensili per le massaie. I bambini del villaggio amavano molto la casa di Martino: restavano per ore affascinati ad osservarlo mentre svolgeva il suo lavoro.

Ciò che attirava soprattutto i bimbi era il gran fuoco che ardeva in continuazione e nel quale essi riuscivano a vedere gli spiritelli danzare.Il villaggio era attraversato da un torrente che scendeva gorgogliando dalla montagna; l’acqua era pura e cristallina.Sulle rive del torrente si affacciavano la casa del vasaio e il mulino del mugnaio.

Il vasaio si chiamava Domenico ed era abilissimo nel lavorare la creta. La impastava con l’acqua, e dalle sue mani uscivano le più belle ciotole ed i più bei vasi.

Il suo vicino, il mugnaio Giovanni, aveva invece un gran lavorare per preparare la farina. La ruota del mulino girava senza sosta, mossa dall’acqua del torrente, ed il grano posto all’interno del mulino, sulla pietra che la ruota faceva girare, si frantumava fino a diventare impalpabile farina.

Domenico viveva nel mulino che aveva costruito con l’aiuto del boscaiolo, e anche se non era una casa vera e propria, ci stava come un re.

Quando i bambini lo incontravano, si prendevano sempre gioco di lui perchè il suo aspetto era davvero buffo, tutto coperto di polvere bianca dalla testa ai piedi com’era. Giovanni non amava molto lavarsi e più di qualche volta i suoi amici erano costretti con la forza e con gran divertimento, ad immergerlo nel torrente per vederlo pulito.

Pietro era il calzolaio ed preparava e riparava le scarpe per tutti gli abitanti del villaggio. Lavorava molto: i piedi erano tanti! Inoltre doveva conciare le pelli degli animali, renderle morbide e colorarle.

Tutto il paese attendeva con gioia l’autunno: la stagione dell’uva matura e della vendemmia. Vi partecipava in allegria tutto il villaggio, cantando e ballando fino al calar della sera. C’era un gran viavai di gente dai vigneti alla casa di Giacomo il vinaio, che aveva il compito di preparare il vino e conservarlo nelle botti, al buio della sua cantina.

Quando il sole splendeva e dorava i prati, tutti potevano vedere Alchemio, il dottore del paese, che con la schiena ricurva dera e raccoglieva con pazienza erbe, piante e radici per preparare buoni sciroppi e medicamenti per gli ammalati.

Alchemio era molto vecchio e saggio; se qualcuno aveva un problema da risolvere, si consigliava con lui, che sapeva tante cose.

Nelle ora più calde del pomeriggio, i bambini si raccoglievano attorno al vecchio dottore e seduti all’ombra di una grande quercia, ascoltavano rapiti storie e leggende che il saggio conosceva, ma nessuno sapeva come.

Ed ecco, un giorno avvenne qualcosa di molto misterioso, che turbò la serenità del piccolo villaggio…

In una notte di luna piena, comparve nel paese uno strano vecchio tutto vestito di nero. Si guardò intorno con aria furtiva, poi si diresse senza esitare verso la prima casa: quella di Virgilio il contadino.

Bussò alla porta con insistenza. “Chi è a quest’ora di notte?” chiese Virgilio. “Sono un vecchio viandante, devo mangiare qualcosa, e riposare, fatemi entrare…”. Virgilio aprì la porta, un po’ titubante, e fece entrare lo strano vecchio. Lo fece sedere a tavola, e mentre gli preparava il piatto si accorse che la fiamma del camino si spegneva. Come poteva sapere che dove il vecchio passava, ogni fonte di calore si esauriva?

Il povero contadino ne fu molto imbarazzato; avrebbe voluto chiedere spiegazione per ciò che era successo, ma gliene mancò il coraggio. Il vecchio finì di mangiare in silenzio, come se non si fosse accorto di nulla, quindi si alzò, si riavvolse ben bene nel suo grande mantello nero, come per nascondere il suo vero essere, e chiese a Virgilio con tono di comando: “Dov’è lo stanzino degli attrezzi da lavoro?”.

Il contadino, sempre più impaurito, lo accompagnò, e non appena la porta si aprì, il vecchio prese a fissare la falce con i suoi occhi di ghiaccio, lanciando nell’aria il suono “Fffffffff!”. All’istante la bella lucente falce si trasformò in un rigido segno scolpito nell’aria.

Tutto avvenne così rapidamente che Virgilio, sbigottito più che mai, non si accorse neppure che il vecchio se ne era andato.

Poco dopo nell’umile cucina il fuoco riprese ad ardere e tutto tornò come prima. Il povero contadino però, quella notte non potè dormire ripensando all’accaduto, e rischiò più volte di svegliare la moglie che dormiva tranquilla e non si era accorta di nulla.

Ma nel piccolo villaggio c’era qualcun altro che non poteva dormire… era Pietro il calzolaio, che doveva finire di cucire gli stivaletti rossi per i nanetti del bosco, che dovevano essere pronti assolutamente per giorno dopo.

Dovete infatti sapere che Pietro aveva una figlia, unica consolazione della sua vita. Aveva cercato di farla crescere dandole tutto l’amore e le cure possibili perchè non sentisse troppo la mancanza della sua mamma. Ma la bimba si era ammalata gravemente e deperiva ogni giorno di più.

Invano il vecchio saggio dottor Alchemio aveva tentato di guarirla con le sue medicine, così il padre, disperato, un giorno l’aveva presa in braccio e, dopo averla avvolta in una bella coperta di lana, l’aveva portata nel bosco nella speranza che l’aria balsamica della pineta potesse giovarle.

La bimba si lamentava debolmente mentre Pietro piangendo, pregava il buon Dio di aiutarla. Fu così che gli gnomi del bosco, che udirono tutto, uscirono dalle loro case mossi a compassione, si riunirono, parlottarono tra loro, poi svelti svelti cominciarono a raccogliere radici, bacche e succhi della terra.

Si rivolsero quindi a Pietro dicendogli: “Non disperare buon uomo, la tua bimba guarirà se tu per sette giorni la nutrirai con questi prodotti speciali. In cambio però vogliamo qualcosa.”. “Dite pure, sono pronto a qualsiasi sacrificio”.

“Bene, entro sette giorni dovrai confezionare per noi sette paia di stivaletti rossi”. Pietro promise che avrebbe eseguito di certo il lavoro, e se ne tornò sereno a casa con la sua piccina. Fece tutto quello che le creature del bosco gli avevano ordinato e la piccola, un po’ alla volta, cominciò a stare meglio.

Riprese un bel colorito e presto smise di lamentarsi. Sicuramente sarebbe presto ritornata allegra e felice a correre e saltare per casa. Quella notte dunque, Pietro stava lavorando di buona lena per gli gnomi, quando senza farsi sentire anche in casa sua entrò il vecchio dal nero mantello. Il calzolaio sentì solo un brivido di freddo, e non si accorse d’altro.

Il vecchio intanto s’era avvicinato alla sedia dove stava posata la bambola della bimba, e dopo averla fissata coi suoi occhi di ghiaccio, aveva preso a lanciare nell’aria il suono “Bbbbbbb!”. All’istante al posto della bambola rimase nell’aria uno strano segno, ed il vecchio sparì, in silenzio così come era entrato.

Da qualche tempo nel villaggio fervevano i preparativi perchè si stava avvicinando il giorno delle nozze tra il pastore Bastiano e la figlia di Tobia il boscaiolo.

Il padre della sposa doveva procurarsi il legname per fare i mobili che servivano ad arredare la camera da letto degli sposi. Il pastore Bastiano infatti non aveva un letto a casa sua, perchè dormiva da sempre in un giaciglio, e spesso anche nella stalla, dove faceva più caldo, e dove gli animali gli tenevano compagnia.

Una mattina all’alba, il boscaiolo Tobia si avviò nel bosco per abbattere gli alberi che servivano a preparare il legno necessario per la costruzione del letto. Per fortuna era di buon umore, perchè proprio quel giorno i folletti, i nanetti e le altre creature del bosco erano in vena di scherzi, anche più del solito.

Tobia li conosceva bene, e quindi non si stupì quando vide il primo tronco abbattuto muoversi da solo. Quando poi era pronto ad abbattere un secondo albero, la sua scure era sparita, e solo dopo lunghe ricerche la trovò nascosta tra i rami di un pino.

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

Alfabeto illustrato steineriano

Alfabeto illustrato steineriano: ogni lettera illustrata con un oggetto che inizia con la lettera scelta, ma che anche richiama la forma della lettera nella sua forma stessa.

 

A angelo
B bambola
C culla
D drago
E elicottero
F falce
G grotta (gnomo)
H è muta
I io
L letto
M montagne
N nano
O orologio
P pipa
Q quadro(quattro)
R ruota
S serpente
T tavolo
U uva
V valle
Z zaino

Come vedete, lo sforzo è quello di cercare  un elemento che richiami nella forma e nel suono iniziale del suo nome, la forma della lettera…

Per la lettera A usiamo l’angelo. Ricordo però che generalmente le vocali sono presentate a parte, evocando il sentimento e richiamando alla forma del suono nell’euritmia, e non solo la forma della lettera:

 

Alfabeto illustrato steineriano – LETTERA B: BAMBOLA

Alfabeto illustrato steineriano – LETTERA C: CARROZZINA (O CULLA)

 

Alfabeto illustrato steineriano – LETTERA D: DRAGO

 

LETTERA E: ELICOTTERO

LETTERA F: FALCE

 

LETTERA G: GROTTA

LETTERA H

 

 

LETTERA I: IO

 

LETTERA L: LETTO

 

LETTERA M: MONTAGNA

Alfabeto illustrato steineriano LETTERA N: NANO

 

LETTERA O: OROLOGIO

 

LETTERA P: PIPA

 

LETTERA Q: QUADRO

 

LETTERA R: RUOTA

 

LETTERA S: SERPENTE

LETTERA T: TAVOLO

 

LETTERA U: UVA

LETTERA V: VALLE

LETTERA Z: ZAINO

 

 

 

Uso delle lettere smerigliate Montessori (o alfabeto tattile)

Uso delle lettere smerigliate Montessori (o alfabeto tattile). La presentazione ai bambini dell’alfabeto tattile, nel metodo Montessori, rappresenta la prima tappa dell’apprendimento della scrittura e della lettura.

Capita a volte che bambini anche molto piccoli (due o tre anni) comincino a chiedere agli adulti cosa significa una certa scritta, oppure che desiderino scrivere una certa parola e chiedano aiuto, ma sarebbe bene non spingere i bambini alla scrittura così presto. Al di sotto dei tre anni essi stanno ancora lavorando allo sviluppo delle loro capacità di linguaggio, sensoriali e motorie, stanno cioè costruendo le solide basi per tutti gli apprendimenti successivi.
Dall’altro versante, se a qualunque età il bambino si mostra più interessato a mordicchiare le lettere o a vedere quanto sono belle mentre le lancia in aria, è chiaro che vi state muovendo in anticipo rispetto al suo stadio di sviluppo, ed è quindi consigliato, con tutta la dovuta delicatezza, riporre il materiale e attendere del tempo prima di riproporlo.

photocredit: http://www.alisonsmontessori.com/

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Se possibile il consiglio è di cominciare con lo stampato minuscolo, iniziando a lavorare al solo riconoscimento delle singole lettere, abbinando correttamente fonema e grafema. In un secondo momento, quando il bambino sarà davvero pronto, potrà dedicarsi a collegare le lettere fra loro per formare le parole, utilizzando l’alfabeto mobile.

Nell’approccio montessoriano i suoni delle lettere vengono insegnati prima dei nomi delle lettere. Le ricerche hanno dimostrato che è meglio imparare una cosa alla volta.

Se si insegna al bambino parola e suono delle lettere, il bambino è confuso e fatica a riconoscere il suono delle singole lettere, dovendole trovare all’interno di una parola, e per lui è difficile ricordare la lettera che rappresenta un dato suono nella parola stessa.

Perciò per prima cosa si insegna il suono di ogni lettera, mentre la formazione delle parole e i nomi delle lettere stesse vengono insegnati più tardi. E siccome alcune lettere possono rappresentare più di un suono, si comincia con l’attribuire alla lettera il suono che si incontra più di frequente, e solo più tardi si aggiungono gli altri. Il bambino all’inizio deve imparare così: un suono per ogni lettera.

E’ un errore pensare che per i bambini sia più facile identificare la lettera iniziale delle parole. Ma è un errore ancor più grave confondere i bambini pensando che essi debbano ascoltare solo il primo suono di una parola. I bambini hanno bisogno di sentire i suoni in tutte le parti della parola. Secondo l’approccio montessoriano, i bambini vengono perciò guidati a sentire come i suoni che loro stanno imparando si trovano in parti diverse delle parole. Con questo esercizio cominciano presto a rendersi conto della sequenza di suoni nelle parole.

L’apprendimento dei suoni e delle lettere avviene attraverso un lavoro multisensoriale.
Il bambino sente il suono, ne vede la sua rappresentazione nella forma della lettera, sente il modo in cui è scritta attraverso il tatto, con le sue dita.

Siccome ogni schema motorio deve essere imparato correttamente da subito, è molto importante che il bambino sia seguito con grande attenzione mentre traccia le lettere con le dita. Questo lo aiuterà a sviluppare una calligrafia chiara e pulita.

Il primo alfabeto proposto al bambino, dunque, dovrebbe essere lo stampato minuscolo, che è una forma base del corsivo.

Questo perchè, quando il bambino passerà dallo scrivere le lettere staccate ad uno stile corsivo e collegato, non dovrà cambiare il suo schema motorio, ma soltanto estendere il modello connettendo tra loro le lettere. Questo non avverrebbe cominciando l’apprendimento dell’alfabeto con lo stampato maiuscolo.

L’unica differenza per il bambino tra la lettera stampata e la sua scrittura corsiva, sarà dunque la connessione, il non staccare la penna dal foglio. La tracciatura delle lettere sulle schede tattili seguirà dunque questo modello di movimento:

La scelta di cominciare con lo stampato minuscolo, però, non è condivisa da tutti gli insegnanti che usano questo metodo, e in molte scuole Montessori si sceglie di cominciare da subito con il corsivo, proponendo l’alfabeto tattile in corsivo, gli alfabeti mobili, le schede delle nomenclature e tutto il materiale di lettura e scrittura, tutto in corsivo.

Questa scelta è sostenuta dal fatto che la scrittura del corsivo, col suo scorrere continuo, è più dolce per il bambino e rappresenta un esercizio motorio migliore rispetto allo stampato che prevede continue interruzioni del tratto. Inoltre si sostiene che il corsivo permette meglio di visualizzare le singole parole, che risultano staccate in modo più netto le une dalle altre.

Tuttavia va considerato che i bambini con problemi di dislessia e disgrafia incontrano maggiori problemi nella lettura e nella scrittura del corsivo: infatti nella scrittura del corsivo il bambino, mentre scrive una lettera è costretto a pensare a quale lettera sarà la successiva che deve essere connessa a quella che sta scrivendo.

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Uso delle lettere smerigliate Montessori (o alfabeto tattile) – Presentazione ai bambini: panoramica generale

Lo scopo della presentazione dell’alfabeto tattile  è  imparare il suono e la forma delle lettere dell’alfabeto ed acquisire una memoria corporea manuale della forma delle lettere come preparazione alla scrittura.

Prima di iniziare a lavorare con l’alfabeto si può raccontare una breve storia della scrittura su questa traccia: “Quando l’uomo scoprì la possibilità di rappresentare ognuno dei suoni di una lingua con un simbolo, fu una grande scoperta, perchè significò che tutte le parole potevano essere scritte usando pochi simboli. Prima di ciò ogni parola aveva un simbolo suo proprio, e imparare a scrivere richiedeva uno sforzo mnemonico monumentale. E poi era un problema trovare simboli per le parole nuove. Oggi invece chiunque può scrivere il suono  di qualsiasi parola.”

Si consiglia di cominciare offrendo al bambino una selezione di tre lettere, pronunciando il suono di ogni lettera mentre se ne segue il percorso con indice e medio uniti.

E ‘importante pronunciare il suono e non il nome della lettera (“P” e non “PI”).

Lasciare poi che il bambino tracci la lettera più volte, sempre pronunciandone il suono. Solo dopo molte ripetizioni offrire la seconda lettera, e quindi la terza. Al termine presentare le tre lettere insieme davanti al bambino per verificare se è in grado di abbinare correttamente grafema e fonema.

Naturalmente è consigliabile che tra le prime lettere presentate ci siano delle vocali, perchè questo aiuta tantissimo il bambino a intuire la formazione delle sillabe e delle parole.

Durante il periodo in cui si presenta l’alfabeto tattile, è importante che il bambino abbia a disposizione vari materiali coi quali esercitarsi a riprodurre le lettere: la lavagna di sabbia, naturalmente,

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ma anche pasta da modellare, chicchi e semi, pennelli e colori, ecc…

Osservando con attenzione le attività che svolge il bambino, possiamo accorgerci che è molto sicuro nel riconoscimento di alcune lettere, mentre non lo è per altre: in questi casi è importante riproporre la presentazione.

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Uso delle lettere smerigliate Montessori (o alfabeto tattile) – Lezione in tre tempi per presentare l’alfabeto tattile: prima versione

Primo tempo
1. Il bambino si lava le mani con l’acqua calda, così che esse siano calde e sensibili. L’insegnante prende due lettere che si contrappongono per suono e forma, ad esempio t ed a, poi siede accanto al bambino.
2. Mette una lettera di fronte al bambino, gli chiede di guardare e traccia leggermente molte volte la lettera, nella direzione corretta, con indice  e medio uniti della mano dominante, ripetendo il suono della lettera mentre la traccia
3. Affida la lettera al bambino e gli chiede di tracciarla con le sue dita, e mentre lo fa l’insegnante continua a ripeterne il suono; non chiede al bambino pronunciarlo già da solo,  ma se il bambino la copia, è positivo.
4. Si ripete lo stesso processo anche per la seconda lettera.

Secondo tempo
L’insegnante controlla che il bambino abbia associato correttamente ogni suono alla lettera corrispondente ponendo entrambe le lettere di fronte al bambino e chiedendogli: “Indicami t e tracciala con le dita”. Se il bambino sceglie la lettera giusta, l’insegnate lo invita a tracciarla di nuovo più volte, mentre lei ripete il suono. Questo esercizio viene ripetuto per ogni lettera molte volte.

Terzo tempo
L’insegnante ora verifica che il bambino sia capace di pronunciare correttamente i suoni proponendogli una lettere alla volta e chiedendogli di tracciarla e di pronunciare lui stesso il suono. Anche questo esercizio va ripetuto più volte.

Ricapitolazione

L’insegnante propone al bambino di ascoltare delle parole che contengono i suoni imparati. Ad esempio gli mostra la lettera t e gli dice: “Ascolta. Senti se ci sono delle t mentre dico queste parole: tavolo, vite, gatto, caduto?”. E’ importante scegliere parole nelle quali il bambino possa sentire il suono della lettera in esame  in posizioni diverse, e non solo all’inizio.
Poi si può chiedere al bambino di pensare a parole che contengano i suoni che ha imparato nella lezione, ad esempio dicendo: “Se ti vengono in mente parole con t o con a, vieni a dirmele”.

Uso delle lettere smerigliate Montessori (o alfabeto tattile) – Variante di presentazione

Parte uno: scegliete tre lettere, ad esempio a, t, s. Usando indice e medio insieme, seguite il contorno della prima lettera rispettando la direzione nella quale viene normalmente scritta, e pronunciandone il suono mentre lo fate. Mettete poi la lettera davanti al bambino e invitatelo a seguirne il contorno come avete fatto voi pronunciando anche lui il suono corrispondente. Presentate allo stesso modo anche le altre due lettere,  ma senza formare sillabe o parole, per il momento.

Parte due: chiedete al bambino di mostrarvi la t (pronunciando il suono e non il nome della lettera, cioè dicendo t, e non “ti”). Ripetere per le altre due lettere scelte. Se il bambino indica le lettere corrispondenti ai suoni in modo corretto, rinforzarlo dicendo ad esempio “Sì, questa è la t”.

Parte tre: indicate una lettera e chiedete al bambino: “Questa che è lettera è?”. Se il bambino pronuncia il suono corretto, ripetere “Sì, questa è la t”, quindi passare allo stesso modo alle altre lettere presentate.

Potete interrompere la lezione in qualsiasi momento, se vedete che il bambino è stanco. La cosa più importante è che il bambino ascolti bene i suoni, guardi con attenzione, e tracci le lettere pronunciando correttamente i suoni corrispondenti. Tracciare le lettere è parte integrante dell’esercizio, per questo le lettere smerigliate non sono sostituibili con lettere stampate che non permettono la stessa esperienza tattile.

Può succedere che un bambino abbia già imparato i nomi delle lettere prima che voi gli proponiate questo metodo; in questo caso sarà importante spiegargli che ogni lettera ha un nome ma ha anche un suono, e che siccome lui conosce già i nomi, ora ne conoscerà i suoni. Si dovrà durante la lezione fare attenzione a che il bambino usi sempre il suono della lettera presentata e non il nome…

Uso delle lettere smerigliate Montessori (o alfabeto tattile) – Qualche video:




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Metodo Montessori per l’apprendimento della scrittura e della lettura

Metodo Montessori per l’apprendimento della scrittura e della lettura – Maria Montessori, fin dall’inizio del suo lavoro nel 1900, notò che imparare a scrivere  è un problema dell’adulto, convinto che l’apprendimento dell’alfabeto debba costare grande fatica. Scoprì invece che per i bambini è un divertimento occuparsi delle lettere, se solo avviene al momento giusto.

Osservò che l’interesse per la lettura e la scrittura non comincia con l’inizio della scuola. Fin dall’età di due o tre anni il bambino si rende conto che per gli adulti scrivere è di grande importanza e così cerca di imitarli scarabocchiando sulla carta e leggendo poi a voce altra quello che crede di aver scritto.

Dopo un poco il bambino scopre che non basta semplicemente scarabocchiare, ma che bisogna tracciare determinati segni, allineati uno vicino all’altro, che poi possono essere letti.

Per giungere a questo si mettono a disposizione del bambino le lettere tattili. Soprattutto i piccoli si divertono molto nel sentire un suono e insieme vedere e toccare il misterioso segno che gli corrisponde.

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Questo modo di prepararsi a scrivere, fatto di movimento e di esperienza sensoriale, è particolarmente interessante per il bambino piccolo mentre a sei anni la scrittura delle lettere non segue lo stesso processo spontaneo.
In prima elementare può essere utile una tabella delle lettere da mettere a disposizione di ogni bambino.

 
photo credit: http://crisblogmeumundo.blogspot.com/2008/11/alfabeto-e-silabrio-simples.html

Il secondo alfabeto figurato è fatto a tasche in modo che, grazie a una vasta offerta di lettere e di materiale illustrativo, il bambino possa inserire figure la cui iniziale corrisponda a quella della tasca.
In questo modo impara molto presto a memorizzare le lettere.

Inoltre compone parole con l’alfabeto mobile, usa i timbri, scrive alla lavagna con il gesso, o con le matite su di un grande foglio di carta.

In principio scriverà la parola come la sente pronunciare, ad esempio mama, papa, nona, nono. Altri scrivono addirittura interi messaggi: cometiciami (come ti chiami) o simili.

A questo stadio il comportamento dell’adulto è di enorme importanza. Spesso non si riesce a resistere quando i bambini, nei loro tentativi grafici, seguono percorsi personali o addirittura fanno deviazioni e procedono in maniera del tutto diversa gli uni dagli altri.

Molti adulti tendono ad intervenire con impazienza per dire al bambino che ha fatto qualcosa di sbagliato; gli propongono percorsi “migliori”, più precisi e veloci.

Il bambino però aveva manifestato la sua conoscenza dei suoni e dei segni acquisita con fatica, e ne era fiero.
In questo modo comincia a dubitare dei propri processi di apprendimento e di percezione e forse smette anche di scrivere.
Nella fase della scrittura spontanea dovremmo partecipare con gioia alla gioia del bambino, e non bloccarla per paura che commetta errori.

Dal momento che i bambini spesso chiedono che si legga a voce alta quello che hanno scritto, è doveroso farlo con esattezza, poichè questo offre un aiuto alla comprensione sia per il bambino sia per noi adulti. Se con tono allegro leggiamo “mama”, è facile che il bambino dica: “Ma io volevo scrivere mamma!”. Allora si aggiunge un’altra lettera emme.

In questa fase è importante preservare la fiducia del bambino. Per costruirla è sufficiente ricordare quanto abbiamo gioito delle prime parole e delle prime frasette del bambino dette nel primo anno di vita: a nessuno verrebbe in mente di proibire o di correggere le parole sbagliate a un piccino che comincia a parlare.

Gli adulti dovrebbero piuttosto prender nota delle parole inventate dai bambini, poichè vi si scopre un’ingegnosità che spesso noi adulti abbiamo perduto.
Le divergenze fra la lingua infantile e quella degli adulti non sono da considerarsi scorrette, ma solo tappe verso la lingua “normale”.

Allo stesso modo, nella conquista della lingua scritta, gli adulti dovrebbero riconoscere nel cometiciami una vera prestazione del bambino in una determinata fase di sviluppo, e non considerarlo un errore rispetto alla “scrittura normale”.

D’altra parte c’è da stare tranquilli: i bambini infatti abbandonano ben presto lo stadio della trascrizione fonetica, poichè fanno nuove esperienze e imparano nuove regole dello scrivere. E’ necessario però fare loro offerte adeguate.

Noi non dobbiamo occuparci se il bambino, nello svolgimento del processo, imparerà prima a leggere o a scrivere e se gli sarà più facile l’una o l’altra cosa; questo noi lo dobbiamo attendere dall’esperienza senza alcun preconcetto, anzi aspettandoci probabili differenze individuali nello svolgimento prevalente dell’uno o dell’altro atto.
Ciò permette uno studio di psicologia individuale assai interessante e la continuazione dell’indirizzo pratico del nostro metodo, che si fonda sulla libera espansione dell’individualità“. Maria Montessori, La scoperta del bambino.

Il linguaggio

Il linguaggio è un elemento fondamentale per la società umana e gli individui. Le persone non possono vivere senza comunicare, e la civiltà umana non può sopravvivere se l’uomo non usa il linguaggio per tramandare il pensiero collettivo. Le persone usano la lingua per esprimere sentimenti, pensieri, idee e desideri, e per ricevere informazioni da altri. Attraverso la lingua possiamo creare amore, odio e tutte le sfumature che stanno in mezzo. Il linguaggio è molto  più del leggere e dello scrivere.

Maria Montessori definì il linguaggio come “espressione di accordo fra un gruppo di uomini, che può essere capito solo da quelli che sono d’accordo col fatto che determinati suoni rappresentano determinate idee. E’ lo strumento del pensare insieme”.

Il linguaggio è l’essenza dello sviluppo del bambino, perchè lo rende capace di comunicare con gli altri, e perchè è un’espressione dello spirito umano.

Quando un bambino è in grado di parlare, ascoltare, scrivere e leggere, è pronto per accedere alla conoscenza ed esplorare la civiltà umana da solo!

Ma prima che lui possa farlo indipendentemente, ha bisogno di una guida che lo aiuti ad esplorare il linguaggio.
Maria Montessori osservò che il bambino è interessato prima di tutto alla voce umana, ed emette prima delle sillabe, poi parole di più sillabe, poi afferra la sintassi e la grammatica, applicando al linguaggio genere e numero, tempo verbale e tono sentimentale.

Maria Montessori osservò che il periodo sensibile del linguaggio dura dalla nascita ai 6 anni:
nascita – 1 anno: il bambino è sensibile ai suoni, guarda ed ascolta
1 – 2 anni: il bambino è sensibile alle parole, e comincia ad usare parole semplici
2 – 3 anni: il vocabolario del bambino aumenta in modo impressionante (circa da 300 a 1000 parole)
4 anni: è il periodo sensibile per l’apprendimento della scrittura
4 – 5 anni e mezzo: il bambino impara a classificare le parole e leggere
5 – 6 anni: il bambino è sensibile allo studio delle parti del discorso ed all’uso delle parole.

In ognuno di questi periodi il bambino ha dei compiti da realizzare dettati dal potere interno che lo guida all’apprendimento del linguaggio verso il raggiungimento della perfezione. L’insegnante deve saper osservare i bisogni del bambino e seguire le sue necessità offrendogli l’aiuto di cui ha bisogno, utilizzando un approccio indiretto.

Deve preparare il bambino a raggiungere le sue mete di apprendimento con un atteggiamento positivo, sicuro di sé e delle proprie capacità, tenendo vivo l’interesse ad imparare che poi lo accompagnerà per tutta la vita.
Il linguaggio nella scuola non viene curato come materia a sè, ma tutte le attività vanno ad alimentare naturalmente lo sviluppo delle abilità richieste per imparare la lingua, scrivere e leggere.

Con le attività di vita pratica il bambino sviluppa il controllo del movimento e la coordinazione occhio-mano (pulire la tavola, abbottonarsi, levigando oggetti, ecc…).

Con le attività sensoriali si sviluppano le capacità di percezione, discriminazione uditiva e visuale, abilità di comparare e classificare, il movimento fine, la leggerezza del tocco, ecc.. Tutte queste abilità sono fondamentali per la preparazione alla lettura ed alla scrittura.

Lo sviluppo del linguaggio continua con i libri, le attività di gruppo (canto, teatrini, giochi cantati), la conversazione di gruppo, l’arricchimento del vocabolario (materiali di nomenclatura, schede illustrate, ecc).

Quando l’insegnante è sicuro che il bambino è consapevole dei suoni presenti nelle parole, presenta l’alfabeto tattile. I sensi della vista e del tatto del bambino sono molto sensibili verso i 3 anni e mezzo di età, ed il bambino è in grado senza fatica di sviluppare una memoria muscolare in relazione ad ogni lettera. In questa fase non si incoraggia la scrittura, si tratta solo di un’esplorazione del suono e della forma.

Quando il bambino conosce circa 10 lettere, è pronto per l’alfabeto mobile.
Il bambino comincia a voler scrivere anche senza alfabeto mobile, e scriverà come parla, per cui non sillaberà correttamente, perchè sta utilizzando il suo proprio modo di analizzare le parole, sta esprimendo il suo modo personale di percepirle. Non va corretto, mai in questa fase. Il processo è più importante del prodotto finito.

Contemporaneamente si possono presentare al bambino i materiali per la lettura (scatola dei segreti, ecc…), in accordo con quelli che sono i suoi desideri.

Facendo fare al bambino molte esperienze di lettura e scrittura, egli capirà che scrivere significa codificare i pensieri. Il suo vocabolario orale è ora il suo vocabolario di lettura.

Poi si presenta al bambino la funzione delle parole e durante questa fase il bambino legge da solo.

Più tardi si dà avvio alla grammatica, alla lettura avanzata ed alla scrittura creativa.

L’apprendimento del linguaggio è un processo che dura per tutta la vita, ma i primi anni sono la formazione di base.

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