VITA PRATICA MONTESSORI Dar da mangiare ai pesci

Nome dell’esercizio in inglese: feeding pets, feeding fish

Area: cura dell’ambiente

Età: dai 3 anni

Materiale: un cestino contenente mangime per pesci e un tovagliolo. Lavandino

Presentazione

1. Preparazione diretta

. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come dar da mangiare al pesce rosso”

. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo

. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale

. trasportare il cestino accanto alla vasca del pesce

. prendere il tovagliolo e posarlo a sinistra del cestino

. prendere il contenitore del cibo per pesci e posarlo sul tovagliolo

. togliere il coperchio e posarlo dietro al contenitore

2. Analisi dei movimenti

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione

. con indice e pollice prendere un pizzico di cibo per pesci

. spargerlo lentamente sul pelo dell’acqua

3. Conclusione

al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino

. rimettere il coperchio al contenitore

. rimettere il contenitore nel cestino

. rimettere il tovagliolo nel cestino

. riportare il cestino sullo scaffale

. andare al lavandino a lavarsi le mani

. ringraziare il bambino per il suo lavoro

. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

Libertà del bambino

dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per usare in sicurezza

Obiettivi indiretti: preparare allo studio della zoologia, raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, stimolare la capacità di concentrazione e attenzione, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri, stabilire una relazione di fiducia tra bambino e adulto, sviluppare la capacità di cooperazione, stimolare il senso di solidarietà

Nomenclatura: cibo, pesce, boccia, acquario, contenitore, coperchio, tovagliolo, ecc. 

Punti di interesse: dare al pesce solo un pizzico di cibo

Controllo dell’errore: il bambino prende troppo cibo, del cibo cade sulla mensola o sul pavimento

Note: l’ideale sarebbe dare ogni presentazione separatamente

Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:

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I mammiferi: dettati ortografici e letture

I mammiferi: dettati ortografici e letture per bambini della scuola primaria.

Gli animali

Nessuno può conoscere il numero esatto degli animali che vivono sulla terra: molti trovano ricovero nelle sterminate foreste equatoriali, altri popolano le acque dei fiumi, dei laghi e dei mari, altri, infine, hanno scelto a loro dimora le inospitali distese delle zone glaciali o le sabbie infuocate dei deserti.
Il cavallo, il serpente, la zanzara sono tre animali, ma a nessuno sfugge che sono totalmente diversi: per la forma e la struttura del corpo, per le abitudini di vita, per il cibo di cui si nutrono, per gli aiuti o i danni che possono recare all’uomo.
Da alcune caratteristiche fondamentali, comuni a molti animali, l’uomo ha incominciato a dividerli in vertebrati e invertebrati.
Gli animali il cui corpo prende forma e sostegno dallo scheletro si dicono vertebrati.
La parte più importante dello scheletro è la colonna vertebrale o spina dorsale; delle altre ossa, alcune hanno il compito di proteggere gli organi più delicati, quali il cervello, il cuore e i polmoni; molte altre servono al movimento.
Tutti i vertebrati hanno il corpo ricoperto dalla pelle, che può essere nuda come quella delle rane, o ricoperta di piume o penne come negli uccelli, o da peli come nella pecora, nel leone, nella giraffa.
La respirazione nei vertebrati può avvenire mediante i polmoni, come in tutti gli animali terrestri, o mediante le branchie, come nei pesci.
Il tipo dei vertebrati comprende cinque classi: i mammiferi, gli uccelli, i rettili, gli anfibi e i pesci.

L’indole degli animali

Secondo l’indole o l’istinto che dimostrano verso l’uomo e verso i loro simili, gli animali possono essere: domestici, se vivono con l’uomo e sanno rendersi utili; selvatici, se vivono in libertà, ma dimostrano indole pacifica e inoffensiva; feroci, se vivono in libertà divorando gli altri animali e assalendo l’uomo.

Il cibo

Secondo il cibo di cui si nutrono, gli animali sono: erbivori, se si nutrono di erbe e di vegetali in genere; carnivori, quando la carne è il loro alimento preferito; onnivori, se, indifferentemente, si cibano di vegetali, di carne o di altri prodotti fabbricati dall’uomo.

I primi vertebrati che apparvero sulla terra furono i pesci

E’ fuor di dubbio che i primi vertebrati comparsi sulla terra furono i pesci. Voi certo pensate ad una bella trota, guizzante superba attraverso le rapide di un fiume; o a un lucido tonno, che fende le onde con i potenti colpi della grande coda falcata; o al pesce dorato, che si aggira tranquillo in un boccale.
Niente di tutto questo: i primi pesci erano tozze e goffe creature, col corpo racchiuso in una sorta di corazza, fatta di grosse placche articolate; e certo la loro locomozione doveva assomigliare ben poco al nuoto di una bella trota! Però questi animali possedevano un  organo che rappresentava un’importante innovazione, rispetto alle specie precedenti, un organo assile, costituito di molti pezzi cartilaginei e fatto per offrire una possibilità di attacco a quei muscoli robusti che permettono al pesce di guizzare nel liquido elemento. Con i pesci una nuova classe di animali, fondamentalmente diversi da quanti li hanno preceduti, fa la sua comparsa tra gli esseri viventi.
Per essere esatti, dobbiamo però dire che, se i pesci sono indiscutibilmente i primi veri vertebrati, furono preceduti da animali che, pur mancando di colonna vertebrali vere  e proprie, ne possedevano già un abbozzo.
Tornando dunque ai pesci primitivi, cerchiamo di riconoscere in essi lo schema fondamentale del vertebrato. Il vertebrato è un animale dotato di scheletro interno cartilagineo od osseo, coperto di masse muscolari, dalla pelle, e avente come parte fondamentale del suo corpo la colonna vertebrale.

Mammiferi

I mammiferi costituiscono la classe più elevata ed importante dei vertebrati. Essa comprende animali diversissimi, ad esempio un leone, una balena, un pipistrello, fra i quali però esiste sempre un filo conduttore di somiglianza. Vediamo un po’ in cosa consista. Se prendiamo in mano un pesce, ci ritraiamo subito con un senso di ribrezzo per l’impressione di freddo che ne riceviamo, mentre accarezzando un cane od un gatto pervade un piacevole senso di calore. I pesci, infatti, sono detti animali a sangue freddo, con la temperatura del corpo che risente delle influenze esterne, mentre i mammiferi sono detti “a sangue caldo”, con una propria regolazione della temperatura, indipendente da quella esterna.
Questo, è logico, mette gli ultimi in grado si spostarsi con relativa facilità da una località all’altra, ma li obbliga anche a difendersi dal freddo, provvedendosi… di una pelliccia. I mammiferi infatti hanno tutto il corpo ricoperti di peli, più o meno lunghi a seconda di dove vivono, se nelle steppe polari o nel deserto, ma sempre presenti, anche nelle foche e nelle balene.
Per animali come questi, capaci di sopportare notevoli variazioni di clima, ma bisognosi di protezione dal freddo, la prole è un bene prezioso che deve essere difeso con accanimento sia prima sia dopo la nascita.
I mammiferi non mettono al mondo le migliaia di uova dei pesci o degli insetti, ma solo un numero relativamente piccolo di figli che si sviluppano prima nel corpo della madre, che provvede poi a nutrirli col suo latte quand’essi vengono alla luce; spesso entrambi i genitori li curano e li vezzeggiano fino a che non sono in grado di affrontare il mondo con le proprie forze.
Già da questi brevi cenni è facile capire come i mammiferi siano degli animali ad organizzazione del corpo parecchio complessa, con il sistema nervoso altamente perfezionato. Possiamo paragonare il sistema nervoso ad una rete elettrica, in cui la centrale è costituita dal cervello e dal midollo spinale, una sostanza molliccia racchiusa in un sottile canaletto tra le vertebre. Da questi centri nervosi escono i nervi che portano gli ordini ai muscoli e raccolgono le sensazioni trasmesse dagli organi di senso. Un muscolo non si muove se il centro nervoso non gliene ha dato l’ordine attraverso il nervo adatto.
Particolarmente interessante presentano nei mammiferi la respirazione e la circolazione del sangue, due fenomeni strettamente legati tra loro. L’aria che questi animali respirano giunge ai polmoni, due grosse sacche di sostanza spugnosa ed elastica racchiuse nel torace. I polmoni sono tutti un intrico di canali sanguigni, attraverso le cui sottilissime pareti il sangue lascia sfuggire le sostanze gassose nocive che ha raccolto durante il viaggio per il corpo per recare ad ogni cellula la vitale scorta di ossigeno. Dove trovare però la spinta sufficiente per intraprendere un giro così lungo?
Nel cuore, il provvido muscolo che non si ferma mai durante tutta la vita dell’individuo. Il sangue quindi che proviene dai polmoni entra nel cuore, da qui viene spinto lontano nel corpo per portare l’ossigeno e raccogliere i prodotti di rifiuto. Giunge così, estenuato e sporco, di nuovo al cuore, ma alla metà destra, rigorosamente separata dalla sinistra.
Di qui, con un vigoroso moto di contrazione del muscolo, è inviato nei polmoni dove si purifica, pronto a ricominciare il circolo. Questo sistema di circolazione si chiama “circolazione doppia”, perchè il sangue passa due volte dal cuore, e “completa”, perchè le due metà del cuore, destra e sinistra, sono separate tra di loro.

Osserviamo un coniglietto

Il coniglio è un animale che certamente tutti conosciamo e che è facile osservare anche vivo in classe, perchè non cerca di far male a chi gli si avvicina per esaminarlo o per toccarlo: infatti non aggredisce, non graffia, non morde perchè è sfornito di mezzi adatti a questo scopo. Il coniglio non ha i terribili artigli del gatto, o i denti acuminati del cane e per salvarsi da chi voglia fargli del male usa un altro mezzo di difesa: la fuga, veloce e immediata.
Osserviamo il nostro coniglio, lasciato libero in un piccolo recinto. Mentre ci avviciniamo ad esso lo vedremo immediatamente in allarme, che ci osserva preoccupato, con le orecchie tese e vibranti pronte a cogliere il minimo rumore che possa meglio informarlo della natura del pericolo; con piccoli salti nervosi si sposta accostandosi alle pareti del recinto, per avere almeno un lato protetto; è come una molla pronta a scattare se gli sembra che il pericolo che egli sente stia diventando più grave. Per il coniglio, quindi, è utile essere pauroso, perchè nell’essere pauroso sta la sua salvezza.

I carnivori, gli erbivori e gli insettivori

Ragioniamo sulle osservazioni che abbiamo fatto e cerchiamo di vedere se conosciamo altri animali domestici o selvatici, che si comportino come il coniglio; ce ne sono molti senza dubbio e noi ve ne ricorderemo qualcuno: le capre, i cavalli, i topi, gli scoiattoli, le oche, le lucertole, le rane e tanti altri.
Poniamoci adesso un piccolo problema e tentiamo di risolverlo: perchè il cane e il gatto (e come loro il lupo, il leone, la tigre, ecc.) non cercano di salvarsi allo stesso modo e invece aggrediscono chi si accosta loro a distanza troppo breve? Per rispondere a questa domanda vediamo se questi animali abbiano qualche altra caratteristica in comune fra loro, che invece manchi negli animali più timorosi (conigli, topi, capre, cavalli). Infatti mentre i primi sono animali predatori, cioè assalgono una preda per cibarsene e quindi sono carnivori, gli ultimi non sono predatori e si nutrono o di erbe (erbivori) o di varie sostanze senza alcuna preferenza (onnivori).
Il predatore deve naturalmente essere un animale aggressivo se vuol procurarsi il cibo che gli è necessario ed usa appunto questo suo carattere anche per difendersi dai pericoli più immediati: ma ricordatevi che nessun carnivoro assale altri animali se non ha fame e se non si sente in pericolo. Gli erbivori e gli onnivori, invece, non avendo carattere aggressivo, sfuggono ai pericoli generalmente mediante la fuga, come abbiamo già visto.
E le rane, le lucertole? Esse si nutrono preferibilmente di insetti, che catturano abilmente con la lingua e quindi sono dei piccoli predatori che chiameremo insettivori per il loro tipo di alimentazione; essi, di fronte al pericolo, generalmente si comportano come gli erbivori, dato che sono troppo piccoli e sforniti di mezzi di difesa.

Le parti del corpo del coniglio: la testa

Fatta conoscenza con il coniglio e con il suo carattere, vediamo ora di imparare come esso e costituito, cioè di scoprire la sua anatomia, e di capire come funzioni ogni sua parte quando esso è vivo, cioè di ottenere qualche informazione sulla sua fisiologia.
Tutti riconosciamo facilmente nel coniglio  una testa o capo che, mediante il collo, è unita al tronco, il quale è provvisto di una coda.
Nella coda osserviamo la bocca fornita di denti, sopra alla quale si trova il naso che presenta le due narici; una fessura che parte dal centro del naso divide in due il labbro superiore (labbro leporino); ai lati del capo sono situati gli occhi e le orecchie, delle quali noi possiamo vedere soltanto i grandi padiglioni auricolari, molto mobili.

Il tronco

Il tronco presenta quattro arti, detti zampe, ciascuna delle quali termina con dita fornite di artigli (unghie coniche e arcuate: paragonatele con le vostre); il primo paio  di arti o zampe anteriori (situate davanti) è più breve del secondo, termina con cinque dita, ed è usato dal coniglio anche per trattenere vicino alla bocca le foglie di cui si nutre, ma soprattutto per scavare la sua tana nel terreno, mediante i robusti artigli; le zampe posteriori sono invece provviste soltanto di quattro dita, sono più lunghe e più robuste e grazie ad esse il coniglio si sposta velocemente a lunghi balzi; la loro robustezza gli consente di spingere di scatto, in avanti e in alto, tutto il peso del corpo. Il tronco termina posteriormente con una breve coda.

I peli proteggono il coniglio

Tutto il corpo del coniglio è ricoperto di morbidi e fitti peli, che servono a proteggerlo dal caldo e dal freddo. Il colore del pelame nei conigli è molto variabile e sappiamo che ve ne sono di bianchi, neri, grigi, a macchie. Ai lati della bocca ci sono alcuni peli più lunghi e rigidi, detti vibrisse (comunemente ed erroneamente indicati col nome di baffi), che servono all’animale per il tatto: essi sono quindi peli tattili.
Si conoscono diverse razze di conigli, una delle quali ha il pelo molto morbido e lungo: è il coniglio d’Angora.

La temperatura del coniglio è costante

Se teniamo il coniglio in un luogo caldo o un luogo fresco, il suo corpo non si riscalderà né si raffredderà e ciò possiamo constatarlo con le nostre mani o con un termometro. Il coniglio è quindi un animale a temperatura costante; nel linguaggio corrente si usa dire “animale a sangue caldo”, ma questa è un’espressione scorretta e deve essere evitata.

Conclusione

Ragioniamo su quanto abbiamo osservato nel coniglio e cerchiamo di vedere se conoscete altri animali che presentino le stesse caratteristiche riscontrate in questa specie e cioè:
– una testa fornita di padiglioni auricolari e di bocca con denti;
– un tronco con quattro arti;
– il corpo rivestito di peli;
– corpo a temperatura costante.
Certamente ne conoscerete tantissimi: il cane, il gatto, il cavallo, il leone, la pecora, il topo, l’elefante e tanti altri.

I mammiferi

Tutti questi animali e tutti gli altri che presentano i caratteri precedentemente indicati si chiamano mammiferi: il coniglio è quindi un mammifero, l’elefante è un mammifero, e così via. Invece il passerotto, la lucertola, lo scarabeo e infiniti altri animali non sono mammiferi, perchè non hanno il corpo rivestito di peli e non presentano padiglioni auricolari, anche se qualcuno di essi ha pure quattro zampe (lucertola). Ma i mammiferi presentano anche altre due importanti particolarità, che voi ben conoscete:
– le femmine dei mammiferi mettono alla luce i figli già ben conformati e non depongono uova (c’è una sola eccezione che impareremo in seguito); diremo perciò che i mammiferi sono animali vivipari, cioè che partoriscono un organismo già vivente;
– i piccoli appena nati sono allattati dalla madre e per un certo tempo il latte costituisce il loro unico alimento: tutti avremo avuto occasione di osservare una cagna o una gatta allattare i propri piccoli. Anche il coniglio allatta i suoi piccoli. Il latte è prodotto dalle ghiandole mammarie e per tale motivo questi animali si dicono mammiferi.

Nel mondo animale

Nel mondo animale, i deboli, gli ammalati, i fisicamente difettosi sono condannati a morire, sterminati dai più forti e arditi. I più sani e abili sopravvivono e si riproducono: i forti, gli agili sfuggono agli agguati, vincono nella caccia, trovano il cibo anche in condizioni avverse, possono trasferirsi in ambienti più favorevoli.
Perciò anche fra gli animali, i genitori proteggono la prole e la allevano con cure tenerissime, fino a quando essa non sia in grado di provvedere alla propria esistenza.

I bovini

Un gruppo di mammiferi che accompagnano l’uomo per tutto il cammino della civiltà, dai suoi inizi ad oggi è quello dei bovini. Di questi animali esistono ricordi nelle pitture primitive e su essi si esercitò l’abilità dell’uomo nel trasformarli da indomiti e selvaggi abitatori delle foreste in domestici aiuti del lavoro umano. Essi appartengono alla grande famiglia dei ruminanti, così detta per una particolare caratteristica nel modo di alimentarsi. I ruminanti infatti sono tutti vegetariani, hanno una dentatura particolare che permette loro di strappare l’erba coi denti, ed uno stomaco complesso grazie al quale possono ingurgitare rapidamente grandi quantità di foraggio e poi andarsene a mangiarlo tranquillamente al sicuro dai loro tradizionali nemici, i carnivori. Lo stomaco dei ruminanti infatti è diviso in quattro cavità e permette al cibo di rigurgitare in bocca per poi venire rimasticato di nuovo. Il contributo dato dai bovini all’economia una è immenso; basti pensare che da essi noi ricaviamo il latte e tutti i suoi derivati, la carne, la pelle ed un prezioso aiuto nel lavoro umano.

Il bisonte

Si calcola che all’inizio della colonizzazione nelle grandi pianure del Nord America vagassero allo stato libero più di sessanta milioni di bisonti. Questi animali rappresentavano per gli Indiani la più importante fonte di cibo e di pelli, ma essi si limitavamo ad uccidere solo pochi capi che servivano per le necessità immediate, per cui non c’era pericolo che la specie si estinguesse.
Poi vennero gli Europei e incominciò l’ecatombe. Negli anni in cui  si costruirono le grandi ferrovie transcontinentali, queste povere bestie vennero uccise a centinaia di migliaia, senza scopo. Di esse i coloni utilizzavano solo la lingua mentre le ossa erano vendute a tonnellate per pochi dollari alle industrie che producevano concime. Si finì col distruggere tutti i bisonti esistenti nel territorio americano, salvo pochi capi che furono salvati e protetti da leggi speciali, ed ora si sono riprodotti in misura considerevole.
I bisonti americani sono grossi bovini dalla testa massiccia sormontata da due brevi corna ricurve. Un maschio può pesare una tonnellata e raggiungere due metri di altezza all’apice della grossa gobba. Il colore del mantello è generalmente bruno , con lunghi peli in corrispondenza del capo, del collo e della gibbosità sul dorso.

La lepre

Conosci il coniglio? Ebbene la lepre è un animale poco più grosso; ha la stessa forma; il suo pelame è bruno terra e appartiene alla stessa famiglia del coniglio. L’uomo le dà la caccia per la sua carne saporita e per la pelle, con cui si fanno cappelli e pellicce.
E’ mite e paurosa. Vive nei boschi, si trova anche nei campi seminati. E’ di notte che di preferenza gira in cerca di cibo: erbe, semi, grani. Rosica pure la corteccia degli alberi. I denti, che in questa funzione si consumano, le crescono continuamente. Rodere, per tutti i roditori, è una necessità, altrimenti gli incisivi, crescendo sempre, darebbero loro fastidio.
Le zampe posteriori sono più lunghe di quelle anteriori, per questo è animale adatto al salto. Conigli e lepri fuggono infatti a saltelli buffi e rapidissimi. La lepre ha lunghe orecchie che l’avvertono anche da lontano del pericolo, al quale può sottrarsi solo con la fuga.
(M. Viareggi)

Il castoro

Roditore lungo circa un metro, con coda di 30 centimetri e peso superiore ai 30 chili. Il corpo è tozzo con testa tondeggiante, muso ottuso, collo corto; gli arti sono brevi; quelli posteriori hanno dita lunghe, riunite da una membrana interdigitale adatta al nuoto; quelli anteriori sono mobilissimi e servono come mani. La coda, cilindrica alla base, parzialmente pelosa, termina a spatola ed è coperta da squame; essa è usata come timone durante il nuoto.
La pelliccia, più chiara sulla testa e nella parte ventrale, comprende peli lunghi, tra i quali si trova una lanugine fine, serica, abbondante, di color bruno-rossiccio. La dentatura è costituita da 20 denti, di cui gli incisivi, a crescita continua, sono volti all’indietro; i denti molari hanno una superficie dotata di molte pieghe. I padiglioni  auricolari e le narici sono muniti di valvole che li otturano quando l’animale si immerge in acqua.
Il castoro è longevo: vive da 15 a 20 anni; i figli lasciano i genitori verso i due anni di vita.
Il castoro vive nei boschi, presso corsi d’acqua e stagni; esso si nutre di cortecce e di germogli di salici, pioppi, betulle e querce, mai di conifere. Per procurarsi il cibo, abbatte alberi di grandi dimensioni, scavando coi denti nel tronco, presso la base, un solco a forma di clessidra. La pianta, abbattuta e privata di corteccia, è impiegata per far dighe e tane.
I castori hanno sempre destato grande interesse nell’uomo non soltanto per la pregiata pelliccia che essi forniscono, ma anche per la straordinaria ingegnosità di cui hanno prova nella costruzione e nella protezione della loro tana.

Lo scoiattolo

In gran parte dell’Europa e in vaste regioni dell’Asia, fino alla Cina settentrionale, è diffuso lo scoiattolo comune, che annovera diverse sottospecie distinguibili per il mantello, il cui colore, nelle parti superiori, può variare dal rossastro al grigio più o meno scuro.
Questo grazioso mammifero vive nei boschi, si ciba soprattutto di frutti, semi, germogli che cerca quasi soltanto nelle ore diurne, arrampicandosi e saltando agilmente tra gli alberi; esso è lungo 40-45 centimetri,  di cui poco meno della metà riguarda la ricca coda.
Durante l’estate gli scoiattoli accumulano nelle cavità di grossi tronchi le provviste di cibo per i mesi invernali che essi trascorrono in semi-letargo.
La dentatura dello scoiattolo è quella di un roditore: i denti incisivi sono a crescita continua e incurvati ad arco; lo smalto li protegge solo esternamente per cui rosicchiando si forma un margine obliquo taglientissimo; i canini mancano e tra gli incisivi e i premolari c’è uno spazio libero.
Gli scoiattoli, oltre a nutrirsi di semi, bacche, frutti, non disdegnano neppure le uova che vanno a rubare nei nidi tra gli alberi.
Pigne rosicchiate, ghiande e nocciole sgusciate sul terreno avvertiranno facilmente della presenza, nel bosco, di questi simpatici animaletti.
(L. Ferretti)

Lo scoiattolo volante

In America vivono molte specie di scoiattoli, alcuni molti simili ai nostri, altri invece di aspetto e comportamento completamente diversi. Uno dei più curiosi e dei più belli è lo scoiattolo volante, lungo sui venticinque centimetri. La sua coda a fiocco non è morbida e folta come quella del nostro. Questo roditore però è provvisto di speciali duplicature della pelle ai lati del corpo, normalmente nascoste dal pelo. Queste, quando l’animale si lancia dall’alto di un albero, si tendono tra le zampe anteriori e quelle posteriori, formando un’ampia membrana a guisa di paracadute, per cui questo scoiattolo riesce a planare anche molto lontano dal luogo di partenza, con un lungo volo. La coda piuttosto piatta e provvista di lunghi peli sui due lati gli funge da timone.
Lo scoiattolo volante americano ha dimensioni più piccole di quelli asiatici e africani. Accanto ad esso ricordiamo gli scoiattoli a mantello dorato, che abitano  le foreste di pini degli Stati Uniti e del Canada, e i cipmunk dalle belle strisce colorate che s’allungano parallele sul dorso. Vi sono poi molti scoiattoli terragnoli, che sono abili scavatori e vivono nascosti in un complicato sistema di gallerie. Questi ultimi hanno code assai poco vistose.

Un regno sotto terra

Se abitate in campagna, può darsi che, a due passi da casa nostra, sotto terra, ci sia la dimora della talpa, un animale dalla pelliccia straordinariamente morbida, che vive sotto terra, nell’oscurità più completa. Forse vi sarà già capitato di vedere una talpa: avete notato che bella pelliccia possiede? Il belo è corto e fittissimo, simile al velluto, assolutamente inattaccabile dalla polvere e dal terriccio, perchè la talpa, malgrado viva sempre sottoterra, è una creatura incredibilmente pulita. Il suo pelo cortissimo, poi, non disturba affatto l’andirivieni della bestiola nelle gallerie.
Il corpo della talpa è allungato, per favorire appunto la bestiola quando scava le sue gallerie sotterranee; le zampine sono fatte in modo da poter funzionare come piccole spalatrici. Ecco come lavorano: l’animale punta le unghie nella terra, tenendo le palme delle zampe anteriori volte all’infuori. Poi, con un colpo delle zampine, getta all’indietro la terra che vi ha raccolto. Con le zampe posteriori, invece, si spinge in avanti, e poi subito le raccoglie per respingere con queste la terra che è stata staccata dalle zampe anteriori. Per immaginarvi bene il movimento, fate conto che la talpa nuoti sotto terra. La talpa porta la terra in sovrabbondanza alla superficie attraverso una galleria, appositamente costruita.

Non dite appetito da lupo ma appetito da talpa

Ma i compiti delle zampine della talpa non si esauriscono qui: con le zampe anteriori afferra le sue prede e le tiene strette per divorarle; la mandibola lunga, i denti aguzzi sono tipici di un animale insettivoro. Suo cibo naturale sono gli insetti, ma non disdegna le lumache, i lombrichi che le forniscono alimento anche d’inverno quando continua sotto terra la sua opera di scavo, e poi le larve, che mangia solo in mancanza d’altro. E se animaletti o topolini vengono a ficcare il naso nella sua dispensa, la talpa non esita a farli fuori.
Infatti la talpa è dotata di un appetito veramente terribile: a intervalli di se ore circa fa un pasto abbondante. E riesca a mandar giù tanto cibo quanto il doppio del suo peso. E se deve saltare  un pasto,  se sta più di sei ore senza cibo, rischia di morire di fame.
Sempre in relazione alla sua vita sotterranea, la talpa ha una vista debolissima, anzi si può dire che è del tutto cieca, perchè nel suo buio mondo a che le servirebbe vedere? Invece ha acutissimo l’udito, che le permette di percepire anche i più leggeri brusii.

La casa sotterranea della talpa

La casa della talpa è al centro di molte gallerie scavate con infinita pazienza. E’ una specie di cameretta, imbottita di foglie secche, di muschio, di erba. La presenza di queste dimore sotterranee è rivelata in superficie dallo sbocco delle gallerie di sicurezza. I piccoli della talpa nascono, tre o quattro, una volta all’anno, in una camera preparata dalla mamma in un incrocio di gallerie.
Quando per le talpe giunge il tempo di metter su casa, il maschio va alla ricerca della sua femmina, guidato nel buio delle gallerie dal suo finissimo udito, che gliene rivela la presenza. E se strada facendo incontra un rivale, allora il primo maschio chiude la femmina, che ormai considera di sua proprietà, in una galleria, al sicuro, poi non esita ad affrontare l’intruso. Nell’oscurità, ha allora luogo un duello all’ultimo sangue, una lotta di ciechi, alla fine della quale il vincitore arriverà perfino a divorare il vinto!
Con la sposa tanto ferocemente conquistata, il sopravvissuto si accingerà ad occuparsi della propria famiglia, con una tenerezza davvero contrastante con la crudeltà precedente. Padre e madre baderanno alla prole con ogni cura per provvederla di tutto quanto le necessiti.

Campione di corsa, salto e nuoto

Capita che la talpa esca alla luce del sole: trova sempre un gatto o un uccello da preda in attesa di farsi di lei un sol boccone. Ma non crediate che questa bestia abituata alla vita sotterranea, cieca e nata per vivere scavando gallerie, si trovi del tutto indifesa all’aria aperta. La talpa, velocissima nella sua tana, lo è altrettanto quando in superficie sfugge ai nemici. E’ persino difficile seguire ad occhio nudo la sua corsa. E non basta: la talpa è anche un’ottima nuotatrice, e se ha paura di essere catturata fa dei salti di venti centimetri. Sorridete? Ma venti centimetri sono una misura notevole in rapporto al suo piccolo corpo.
Ora che la conoscete meglio vorreste forse vedere una talpa. Se andata in campagna, non disperate: le talpe sono molto diffuse e potrà capitarvi di vederne una. Naturalmente non fatele alcun male: scavando e rivangando la terra per costruire le sue gallerie, e facendo scorpacciate di insetti, la talpa è utilissima ai campi.

Il tasso

Il tasso ha dimensioni modeste (una trentina di centimetri alto, un’ottantina lungo compresa la coda), tronco massiccio, zampe corte, forti, con dita fornite di unghie, atte ai lavori di scavo, testa allungata, muso appuntito. E’ coperto di pelo foltissimo. La colorazione del pelame lo fa riconoscere: è grigiastra sul dorso e ai lati del tronco, nera nelle zampe, sul ventre e sul petto, bianca e solcata da due strisce nere sulla testa.
Abita i boschi, isolato. Scava le gallerie in cui si tiene nascosto. Esce al crepuscolo in cerca di cibo, cauto. Rimuove il terreno, rompe radici, mangia insetti e larve, lombrichi e vermi, lumache e chiocciole, visita alla base dei vecchi alberi i nidi delle api per succhiarne i favi di miele.
I lunghi aculei lo difendono dai pungiglioni delle api operaie. Dà la caccia agli uccelli nel nido, beve le uova, acchiappa e divora rane, lucertole, tipi, bisce. Negli orti si pasce di frutti, uva, cereali. Al mattino presto, a pancia piena, fa ritorno alla sua tana e dorme. In autunno, tondo e grasso, si adagia sull’erba secca e sulle foglie che fanno da tappeto alla galleria-tana, con il musetto tra le zampe e si addormenta.
(G. Menicucci)

Perchè il cane ha il naso freddo

Quando Noè volle far entrare nell’arca degli animali, la maggior parte di essi si mostrò riluttante. Bisognava compatirli, poveretti! Essi non sapevano nulla dell’imminente diluvio e, abituati com’erano a una libertà sconfinata, non avevano nessuna voglia di andare a rinchiudersi in quella grande gabbia di legno. Noè dovette decidersi  a farli spingere dal cane.
Il cane, quindi, fu l’ultimo a entrare nell’arca che, piana zeppa com’era, non offriva più spazio per lui. E così la brava bestia dovette starsene presso l’ingresso.
Lì veniva un tale spiffero d’aria fredda, che il naso del cane cominciò a raffreddarsi. Ma questo poco importava al fedele animale: fiero dell’aiuto dato al gran patriarca, non si muoveva dal suo posto che nelle ore dei pasti. Fin da quei lontanissimi tempi, il cane sapeva di dover custodire la casa del padrone.
Dopo l’infreddatura presa nell’arca di Noè, dice la leggenda, il naso del cane non si scaldò più.
(R. Fumagalli)

Mammiferi che cambiano colore

Chi vive in campagna ed ha familiarità con gli animali domestici anche fra i più comuni, come cavalli, mucche, buoi, sanno che durante la stagione invernale il pelo di questi animali diventa più folto di quello estivo e leggermente diverso di colore. Si direbbe quasi che anch’essi, come gli uomini, amino cambiare guardaroba secondo le stagioni. Mucche e cavalli però devono accontentarsi di cambiamenti minimi nella loro livrea stagionale, mentre esistono animali il cui guardaroba subisce mutamenti notevoli.
Uno degli esempi più famosi in proposito è quello dell’ermellino dalla candida e preziosa pelliccia. La livrea di questo animale però non è sempre così splendida. Durante l’estate, infatti, faremmo fatica a distinguerlo dalla più modesta donnola. In questa stagione anche la pelliccia dell’ermellino, abitatore di regioni settentrionali fredde e nevose, perde il pelo scuro e gli rispunta una splendida pelliccia candida e rilucente che lo rende invisibile in mezzo alla neve.
Pure la donnola cambia colore durante l’inverno e, così protetta può continuare la sua vita indomita e battagliera di ferocissimo predone dei boschi.
La volpe polare, che vive in branchi nelle desolate regioni artiche, d’estate ha il pelo scuro con riflessi azzurri sul ventre, ma d’inverno si riveste tutta di un candido mantello. Anche la pianta dei piedi è rivestita di pelo, per proteggerla dal freddo intensissimo dell’Artico.

L’ornitorinco, un mammifero che depone le uova

L’ornitorinco è un animale ben strano. Esso depone le uova, una o due, non di più, allo stesso modo degli uccelli e dei rettili, ma poi allatta i suo i piccoli, allo stesso modo dei mammiferi.
Le uova dell’ornitorinco sono rotonde e racchiudono, sotto l’involucro esterno, un sottile strato bianco, che circonda un nucleo centrale di colore giallo.
Un altro aspetto assai strano per un mammifero è questo: l’ornitorinco possiede un largo becco simile a quello dell’anatra. Inoltre le sue  corte zampe sono palmate. Per la sua conformazione, l’ornitorinco è adatto anche alla vita acquatica, e infatti vive dentro tane profonde che scava lungo i corsi d’acqua. In una di queste tane,  imbottite di erbe secche, la femmina depone le uova. I piccoli, appena nati, allungano la testa dentro una piega della pelle della madre dove si riversa il latte, il quale sgorga in seguito alla contrazione di appositi muscoli.
Per quanto provvisto di becco, l’ornitorinco giovane possiede alcuni denti di latte che poi scompaiono con l’età.
Il maschio, un po’ più grosso della femmina, nelle zampe posteriori ha uno strano sperone mobile, bucato all’interno da un sottile canale che è in relazione con una ghiandola che secerne veleno.
Non si è ancora riusciti a comprendere bene a che cosa serva questo sperone e quale uso ne faccia esattamente l’animale.

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Viventi e non viventi col metodo Montessori

Viventi e non viventi col metodo Montessori nell’ambito dello studio della Botanica e della Zoologia, con presentazioni e materiale stampabile pronto.

Per le presentazioni e gli esercizi ho preparato il materiale stampabile, a disposizione degli abbonati:

Viventi e non viventi col metodo Montessori
I viventi
Presentazione

Materiali:
– una scatolina contente un vasetto con tappo vuoto (pieno d’aria), un vasetto con del cibo (biscotti o pane o frutta o verdura), una madre col suo piccolo e tre piattini o dischi di cartoncino con le scritte CIBO, ARIA, RIPRODUZIONE


– una striscia di carta con la scritta VIVENTI
– piantina  in vaso e altri viventi (insetti, lombrichi, lumachine, ragnetti ecc.) in vasetto o riproduzioni di viventi in miniatura
– immagini di esseri viventi in una scatolina o in un cestino
– vassoio
– tavolo o tappeto.

Presentazione
– portiamo il materiale sul tavolo o sul tappeto e invitiamo un gruppo di bambini alla presentazione  dicendo: “Oggi vorrei parlarvi di una cosa molto interessante. Parleremo degli esseri viventi. Tutti gli esseri viventi hanno almeno tre cose in comune”
– prendiamo il vasetto vuoto  e tenendolo in mano diciamo: “Tutti gli esseri viventi respirano”.  Prendiamo il piattino con la scritta ARIA, mettiamolo sul piano di lavoro e posiamoci sopra il vasetto. Diciamo: “Tutti i viventi hanno bisogno di aria”
– facciamo la stessa cosa con gli altri vasetti


– uno alla volta prendiamo i vasetti e  i piattini, nominando di nuovo aria, cibo, riproduzione e rimettiamoli sul vassoio.
– prendiamo uno degli esseri viventi che  abbiamo preparato  sul vassoio, ad esempio una piantina, e mettiamola al centro del piano di lavoro e chiediamo: “Secondo voi questa pianta è un essere vivente?”. I bambini risponderanno di sì, e noi diremo: “Siamo sicuri? Una pianta ha bisogno di aria?”,  “Ha bisogno di nutrirsi?”, “Ha bisogno di riprodursi?”. Ogni volta che i bambini rispondono si sì, mettiamo un piattino accanto alla pianta.


– “La pianta si nutre, respira, e si riproduce. La pianta fa parte dei VIVENTI”. Mettiamo la parola VIVENTI sul tappeto come titolo

– prendiamo la scatolina delle immagini e mettiamola sul tappeto e diciamo: “In questa scatola ho raccolto immagini di esseri viventi. Vediamo se è vero.”

– una alla volta prendiamo le immagini e per ognuna chiediamo se ha bisogno di aria, cibo e se si riproduce; dichiariamola dunque VIVENTE


– raccogliamo il materiale usato e riponiamolo sul vassoio, poi portiamolo allo scaffale della biologia, di modo che i bambini l’abbiano a loro disposizione.

Dopo aver dato questa prima presentazione possiamo esplorare la classe alla ricerca di viventi, e discutere insieme le caratteristiche che possiamo osservare in essi. Oltre al cibo (nutrizione), l’aria (respirazione) e la riproduzione possiamo ad esempio dire che  i viventi usano energia, crescono e si sviluppano, rispondono all’ambiente, si adattano, ecc.

Viventi e non viventi col metodo Montessori
I non viventi
Presentazione

Materiali:
– una striscia di carta con la scritta NON VIVENTI
– una raccolta di oggetti non viventi (sassi, bulloni, attrezzi ecc…) in un cesto ( o riproduzioni in miniatura di non viventi)
– immagini di non viventi in una scatolina o in un cestino
– la scatolina contente un vasetto con tappo vuoto (pieno d’aria), un vasetto con del cibo (biscotti o pane o frutta o verdura), una madre col suo piccolo e tre piattini o dischi di cartoncino con le scritte CIBO, ARIA, RIPRODUZIONE
– tavolo o tappeto.

Presentazione:
– portiamo il materiale sul tavolo o sul tappeto e invitiamo un gruppo di bambini alla presentazione  dicendo: “Oggi vorrei parlarvi di una cosa molto interessante. Parleremo dei NON VIVENTI.”
– col l’aiuto della scatolina ricapitoliamo le caratteristiche dei viventi
– mettiamo sul piano di lavoro il cesto dei non viventi e diciamo: “In questo cesto ho raccolto oggetti NON VIVENTI”. Mettiamo il cartellino NON VIVENTI al centro del piano di lavoro, e aggiungiamo: “Vediamo se è vero”


– prendiamo il primo oggetto, ad esempio il sasso, e chiediamo: “Un sasso è vivente?”. I bambini diranno di no. Chiediamo se ha bisogno di aria, di cibo e se si riproduce. I bambini diranno sempre di no. Diciamo: “Il sasso è un NON VIVENTE” e mettiamolo sotto alla scritta NON VIVENTI
– proseguiamo così con gli altri oggetti

– ora mettiamo sul piano di lavoro il contenitore con le immagini di non viventi e diciamo: “Qui ho raccolto immagini di non viventi. Vediamo se è vero”
– prendiamo la prima immagine e chiediamo ai bambini: “Cos’è?”. I bambini rispondono, ad esempio. “Una palla”. Chiediamo se una palla ha bisogno di cibo, di aria e se si riproduce. La risposta è sempre no. Indicando la scritta NON VIVENTE diciamo: “La palla fa parte dei NON VIVENTI”
– proseguiamo così con le altre immagini

– riponiamo il materiale sul vassoio e mostriamo al bambino dove potranno trovarlo, sullo scaffale della botanica
– nei giorni seguenti i bambini potranno ripetere l’esercizio da soli o in gruppo; per questo possiamo variare con una certa frequenza le immagini del vassoio.

Viventi e non viventi col metodo Montessori
Presentazione 1

Materiale:
– un cestino con oggetti in miniatura che rappresentino viventi e non viventi
– una striscia di carta con la scritta VIVENTI e una con la scritta NON VIVENTI
– la scatolina contente un vasetto vuoto con tappo (pieno d’aria), un vasetto con del cibo (biscotti o pane o frutta o verdura), una madre col suo piccolo e tre piattini o dischi di cartoncino con le scritte CIBO, ARIA, RIPRODUZIONE
– tavolo o tappeto.

Presentazione:
– portiamo il materiale sul tavolo o sul tappeto e invitiamo un gruppo di bambini alla presentazione  dicendo: “Oggi vorrei mostrarvi una nuova attività che ha a che fare coi viventi e i non viventi”
– mettiamo gli oggetti sul piano di lavoro, davanti ai bambini e chiediamo ai bambini: “Cosa sono?”. I bambini nominano o descrivono gli oggetti
– diciamo: “Si tratta di oggetti davvero molto diversi tra loro. Come potremmo raggrupparli? Ad esempio potremmo dividerli per colore, oppure per dimensione… oggi però li suddivideremo in viventi e non viventi”
– se pensiamo che i bambini ne abbiano bisogno mostriamo la scatola per ricordare le caratteristiche principali dei viventi
– scegliamo un vivente, ad esempio la tartaruga e chiediamo: “La tartaruga è un vivente?”. Sì. La tartaruga è un vivente perché si nutre, respira e si riproduce. Mettiamola la tartaruga in alto a destra
– scegliamo un oggetto non vivente, ad esempio la sedia, e diciamo: “Questa è una sedia. La sedia è non vivente perchè non si nutre, non respira, non si riproduce”, e mettiamola in alto a sinistra
– continuiamo allo stesso modo con tutti gli altri oggetti, finchè essi non saranno divisi in due gruppi: i viventi e i non viventi
– diciamo: ” Tutti i viventi si trovano in questo gruppo. Tutti i non viventi si trovano in quest’altro gruppo. “
– chiediamo ai bambini: “Abbiamo riconosciuto i viventi perchè mangiano, respirano e si riproducono. C’è qualcos’altro oltre a questo che serve a riconoscere i viventi?”. Incoraggiamo i bambini a trovare le loro risposte (crescono, bevono, si muovono da soli, muoiono, usano i sensi, ecc…)
– chiediamo: “Abbiamo riconosciuto i non viventi perchè non mangiano, non respirano e non si riproducono. C’è qualcos’altro che i non viventi non sanno fare?”. Incoraggiamo i bambini a rispondere
– poniamo come intestazione per i due gruppi le scritte VIVENTI e NON VIVENTI e leggiamole insieme
– ora raccogliamo gli oggetti e distribuiamoli tra tutti i bambini
– leggiamo nuovamente i due cartellini VIVENTI e NON VIVENTI e chiediamo ai bambini di porre il loro oggetto nel gruppo che gli appartiene
– ricapitoliamo: “Per distinguere un vivente da un non vivente sappiamo che i viventi hanno delle caratteristiche che sono il movimento, la respirazione, l’uso dei sensi, la capacità di crescere, la riproduzione e il cibo”
– per i bambini possiamo preparare vari cestini di questo tipo, di modo che essi possano esercitarsi individualmente nella classificazione di viventi e non viventi.

Viventi e non viventi col metodo Montessori
Presentazione 2

Materiale:
– un vassoio
– immagini di viventi e non viventi, che possono essere codificate sul retro per il controllo autonomo dell’errore
– una striscia di carta con la scritta VIVENTI e una con la scritta NON VIVENTI
– tavolo o tappeto.

Presentazione di gruppo:
– portiamo il materiale sul tavolo o sul tappeto e invitiamo un gruppo di bambini alla presentazione  dicendo: “Oggi vorrei mostrarvi un’altra attività che ha a che fare coi viventi e i non viventi”
– diciamo: “Come abbiamo già fatto con gli oggetti del cestino dei viventi e non viventi, divideremo queste immagini a seconda che rappresentino viventi (mettiamo sul piano di lavoro, in alto a sinistra, il cartellino VIVENTI) o non viventi (mettiamo sul piano di lavoro, in alto a destra, il cartellino NON VIVENTI)
– scegliamo un vivente, ad esempio il cavallo e diciamo: “Questa è un cavallo. Il cavallo è un essere vivente perchè mangia, respira, fa i piccoli” e mettiamo l’immagine del cavallo nella colonna dei viventi
– scegliamo un oggetto non vivente, ad esempio un paio di forbici, e diciamo: “Questo è un paio di forbici. Le forbici non sono un vivente perchè non si muovono da sole, non respirano, non fanno i piccoli”, e mettiamo l’immagine in alto a destra, tra i non viventi
– continuiamo allo stesso modo con tutte le altre illustrazioni, finchè non saranno divise in due gruppi: gli esseri viventi e gli oggetti non viventi o inanimati


– diciamo: ” Tutti i viventi si trovano in questo gruppo. Tutti i non viventi si trovano in quest’altro gruppo
– se abbiamo codificato le carte sul retro (scrivendo vivente o non vivente a seconda dei casi oppure utilizzando cerchietti di colore diverso) mostriamo ai bambini come potranno verificare il loro lavoro dopo averlo svolto da soli, se usiamo le liste mostriamo come usarle


– riponiamo il materiale sul vassoio e mostriamo al bambino dove potranno trovarlo, sullo scaffale della botanica
– nei giorni seguenti i bambini potranno ripetere l’esercizio da soli o in gruppo; per questo possiamo variare con una certa frequenza le immagini del vassoio.

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Viventi e non viventi col metodo Montessori
I non viventi che erano viventi
Presentazione

Materiali:
– una striscia di carta con la scritta ERANO VIVENTI
– una raccolta di oggetti che erano viventi (frutti, fiori secchi, frutti secchi…) in un cesto ( o riproduzioni in miniatura)
– immagini di oggetti che erano viventi in una scatolina o in un cestino
– la scatolina contente un vasetto con tappo vuoto (pieno d’aria), un vasetto con tappo con acqua, un vasetto con del cibo (biscotti o pane o frutta o verdura), una madre col suo piccolo e tre piattini o dischi di cartoncino con le scritte CIBO, ARIA, RIPRODUZIONE
– tavolo o tappeto.

Presentazione:
– portiamo il materiale sul tavolo o sul tappeto e invitiamo un gruppo di bambini alla presentazione  dicendo: “Oggi vorrei parlarvi di una cosa molto interessante. Parleremo dei NON VIVENTI CHE ERANO VIVENTI.”
– col l’aiuto della scatolina ricapitoliamo le caratteristiche dei viventi
– mettiamo sul piano di lavoro il cestino contente gli oggetti che erano viventi e diciamo: “In questo cesto ho raccolto oggetti che ERANO VIVENTI”. Mettiamo il cartellino ERANO VIVENTI al centro del piano di lavoro, e aggiungiamo: “Vediamo se è vero”


– prendiamo il primo oggetto, ad esempio un peperoncino, e chiediamo: “Un peperoncino secco è vivente?”. I bambini dovrebbero rispondere di no, ma potrebbero esserci dubbi. Chiediamo: “Questo peperoncino si nutre?”. No, ma quando era attaccato alla pianta si nutriva. “Questo peperoncino secco ha bisogno di aria?”. No, ma quando era attaccato alla pianta ne aveva bisogno. Infine chiediamo: “Questo peperoncino si può riprodurre?”… Possiamo dire di sì, coi semi che si trovano nel peperoncino secco possiamo ottenere una nuova pianta di peperoncino e quindi altri peperoncini. “Non possiamo dire che il peperoncino è un VIVENTE perchè non ha tutte le caratteristiche dei viventi, però quando era appeso alla pianta le aveva tutte, quindi il peperoncino appartiene al gruppo ERANO VIVENTI”. Mettiamo il peperoncino sotto alla scritta ERANO VIVENTI
– proseguiamo così con gli altri oggetti


– ora mettiamo sul piano di lavoro il contenitore con le immagini di oggetti che erano viventi e diciamo: “Qui ho raccolto immagini del gruppo ERANO VIVENTI. Vediamo se è vero”
– prendiamo la prima immagine e chiediamo ai bambini: “Cos’è?”. I bambini rispondono, ad esempio. “Un fossile di trilobite”. Chiediamo se un fossile ha bisogno di cibo, di aria e se si riproduce. La risposta è sempre no, ma quando il trilobite era vivo, mangiava, respirava e si riproduceva. Indicando la scritta ERANO VIVENTI diciamo: “. Il fossile di trilobite fa parte del gruppo ERANO VIVENTI”
– proseguiamo così con le altre immagini


– riponiamo il materiale sul vassoio e mostriamo al bambino dove potranno trovarlo, sullo scaffale della botanica
– nei giorni seguenti i bambini potranno ripetere l’esercizio da soli o in gruppo; per questo possiamo variare con una certa frequenza le immagini del vassoio.
– al termine raccogliamo il materiale usato e riponiamolo sul vassoio, poi portiamolo allo scaffale della biologia, di modo che i bambini l’abbiano a loro disposizione.

Viventi e non viventi col metodo Montessori
Viventi, non viventi ed erano viventi
Presentazione

Materiale:
– un vassoio
– immagini di viventi , di non viventi e di non viventi che erano viventi , che possono essere codificate sul retro per il controllo autonomo dell’errore
– una striscia di carta con la scritta VIVENTI , una con la scritta NON VIVENTI e una con la scritta ERANO VIVENTI
– tavolo o tappeto.

Presentazione di gruppo:
– portiamo il materiale sul tavolo o sul tappeto e invitiamo un gruppo di bambini alla presentazione  dicendo: “Oggi vorrei mostrarvi un’altra attività che ha a che fare coi viventi e i non viventi”
– diciamo: “Come abbiamo già fatto con gli oggetti del cestino dei viventi e non viventi, e con le immagini, divideremo queste immagini a seconda che rappresentino viventi (mettiamo sul piano di lavoro, in alto a sinistra, il cartellino VIVENTI), non viventi (mettiamo sul piano di lavoro, in alto al centro, il cartellino NON VIVENTI) o oggetti che ERANO VIVENTI (mettiamo sul piano di lavoro, in alto a destra, il cartellino NON VIVENTI)
– scegliamo un vivente, ad esempio l’albero e diciamo: “Questo è un albero. L’albero è un essere vivente perchè mangia, respira, e si riproduce” e mettiamo l’immagine dell’albero nella colonna dei viventi
– scegliamo un oggetto non vivente, ad esempio un vaso e diciamo: “Questo è un vaso. Il vaso non è un vivente perchè non si muove da solo, non respira, non si riproduce”, e mettiamo l’immagine in alto al centro, tra i non viventi
– scegliamo un oggetto che era vivente, ad esempio una foglia secca e diciamo: “Questa è una voglia secca. La foglia secca non è un essere vivente perchè non si nutre, non respira, non si riproduce. Però quando era attaccata alla pianta lo faceva. La foglia secca appartiene al gruppo ERANO VIVENTI. Mettiamo la foglia in altro a destra
– continuiamo allo stesso modo con tutte le altre illustrazioni, finchè non saranno divise in tre gruppi: i viventi, i non viventi e quelli che erano viventi


– diciamo: ” Tutti i viventi si trovano in questo gruppo. Tutti i non viventi si trovano in quest’altro gruppo. Tutti i non viventi che erano viventi si trovano in questo gruppo”


– un’idea interessante per visualizzare la classificazione tra viventi, non viventi, erano viventi è quella di utilizzare due tappetini trasparenti di colori diversi, in questo modo (l’immagine è di The learning ark):


– se abbiamo codificato le carte sul retro (scrivendo vivente o non vivente o era vivente a seconda dei casi oppure utilizzando cerchietti di colore diverso) mostriamo ai bambini come potranno verificare il loro lavoro dopo averlo svolto da soli
– riponiamo il materiale sul vassoio e mostriamo al bambino dove potranno trovarlo, sullo scaffale della botanica
– nei giorni seguenti i bambini potranno ripetere l’esercizio da soli o in gruppo; per questo possiamo variare con una certa frequenza le immagini del vassoio.

VIVENTI : elefante, ape, granchio, giunchiglie, melo, passero, corallo, medusa, pesce,  salamandra,  cane, lombrico, pappagallo, spugna di mare, stella marina,  serpente, delfino, rana, gallina, topo, coccinella, esseri umani, pinguino, quercia da sughero,  ornitorinco, cactus, fungo, albero, orso, soffione, anatra.

NON VIVENTI: mongolfiera, guanti, barca, fuoco, scarpa, spugna, costruzioni, sasso, sole, cd, sedia, pioggia, orologio, latte, violino, frullatore, stalattiti, automobile, forchetta, carrello, palla, anello, casa, ruota, ventilatore, lampadina, martello, bicicletta, nuvole, televisore, vaso, forbici, cristalli.

ERANO VIVENTI: mele disidratate, uvetta, fiori secchi, noce di cocco, fossili di trilobiti, fossile di pesce, peperoni secchi, tronco d’albero abbattuto, foglia secca, dente di squalo piselli in scatola, bracciale di corallo, lavanda secca, minestrone surgelato, tonno in scatola, pistacchi, olive conservate, tappi di sughero, sardine in scatola, prosciutto, scheletro di dinosauro, caviale, alga nori, ortaggi, pepe in grani, salmone affumicato.

Con le carte illustrate, dopo aver lavorato alla classificazione viventi/non viventi/erano viventi possiamo procedere in una prima classificazione dei viventi dividendoli in ANIMALI e PIANTE .

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Viventi e non viventi

Età: dai quattro anni.

Nomenclatura: viventi, non viventi, erano viventi; animati, inanimati; cibo, aria, riproduzione, crescita, movimento, i nomi degli oggetti in miniatura, i nomi degli oggetti rappresentati nelle immagini, ecc.

Scopi:
– riconoscere viventi e non viventi
– sviluppare la capacità di classificare oggetti in base a un criterio stabilito.

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Parlano di viventi e non viventi:
The learning ark
– Kingdom of the Pink Princesses
– Montessori at Home
Gift of curiosity
My Montessori journey
– The homeschool den
One hook wonder 

Offrono materiale su viventi e non viventi (in Inglese):
Montessori 123
Montessori service
Montessori Print Shop
Montessori for everyone
Montessori Alliance
ABCteach 

Incastro del cavallo Montessori – presentazioni ed esercizi

Incastro del cavallo Montessori con presentazioni ed esercizi per bambini della scuola d’infanzia.

Il materiale degli incastri degli animali è composto da 5 incastri principali:
– un pesce
– una tartaruga (per la classe dei rettili)
– una rana (per la classe degli anfibi)
– un cavallo (per la classe dei mammiferi)
– un uccello.
Si tratta quindi degli animali tipici di una determinata classe di vertebrati.

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L’incastro del cavallo si può acquistare online. Questo è di Montessori 3D di Boboto:

oppure si può realizzare in proprio utilizzando cartoncino colorato o gomma Eva:

(trovate cartamodello gratuito e istruzioni qui).

Per le presentazioni ho utilizzato l’incastro fai da te e l’incastro di Montessori 3D di Boboto.

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Incastro del cavallo Montessori
Presentazione 1
(presentazione del materiale)

Scopo:
– introdurre i nomi delle parti del corpo caratteristiche degli animali (uno per ogni classe di vertebrati)
– dare informazioni particolari sulle diverse parti del corpo degli animali
– consentire al bambino di confrontare la morfologia degli animali con quella degli esseri umani

Presentazione
– invitiamo un bambino a lavorare con noi all’esercizio
– andiamo allo scaffale della zoologia e, se lo abbiamo a disposizione,  indichiamo il cofanetto per gli incastri degli animali
– diciamo: “Questo è il cofanetto degli incastri degli animali, e questi sono gli incastri degli animali”
– mostriamo al bambino come prendere dal cofanetto l’incastro del cavallo e tenerlo correttamente per portarlo al tavolo o al tappeto
– arrivati al posto diciamo: “Questo è l’incastro del cavallo. Su questo incastro noi possiamo vedere le parti del corpo del cavallo “
–  attiriamo l’attenzione del bambino sugli incastri, e diciamo che si tratta di un materiale molto utile a tutti e che lo maneggeremo  con delicatezza e cura
– mostriamo al bambino come prendere i pezzi in modo corretto utilizzando i pomoli, per rimuoverli dalla tavola

– prendiamo il primo incastro e posiamolo sul tappeto

– chiediamo al bambino di rimuovere i rimanenti incastri e metterli sul tappeto
– dopo aver rimosso tutti i pezzi, prendiamone uno per i pomoli e mostriamo al bambino come riposizionarlo correttamente nell’incastro

– invitiamo il bambino a proseguire l’attività con gli altri incastri
– quando il lavoro è concluso, riponiamo l’incastro dell’uccello nel cofanetto degli incastri degli animali, se lo abbiamo a disposizione, oppure sullo scaffale della zoologia
– incoraggiamo il bambino a prendere dal cofanetto gli incastri degli animali e lavorare con essi ogni volta che lo desidera.

Età: a partire dai 4 anni.

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Incastro del cavallo Montessori
Presentazione 2
(nominare le parti del corpo del cavallo )

Materiale
– incastro del cavallo
– cartellini delle parti del cavallo pronti (oppure cartellini in bianco e penna nera).

Nomenclatura usata: groppa, zampe posteriori, zampe anteriori, zoccoli, fianco, orecchie, occhio, coda, ciuffo, collo, criniera, fronte, narici, bocca, testa, spalla.

Presentazione:
– invitiamo un bambino che ha già lavorato col cofanetto degli animali e chiediamogli di aiutarci a stendere il tappeto e a portare l’incastro del cavallo sul piano di lavoro
– togliamo i primi tre incastri nominandoli, cioè dicendo ad esempio: “ad esempio dicendo: “testa, coda, criniera” oppure “testa, coda, zampe posteriori”

– ripetere i nomi: “testa, coda, criniera”


– chiediamo ai bambini di rimetterli al loro posto, nominandoli, cioè dicendo: “Per favore, rimetteresti a posto la coda?”
– quando tutti gli incastri sono di nuovo al loro posto, chiediamo a un bambino di prendere gli stessi tre pezzi, uno per uno, nominandoli, ad esempio dicendo: “Per favore, toglieresti l’incastro della criniera?”
– fatto questo chiediamo: “Quale parte del corpo del cavallo vorresti rimettere al suo posto?”. Il bambino risponderà col nome di una parte e rimetterà l’incastro corrispondente al suo posto
– ripetiamo questa lezione in tre tempi con le altre parti del corpo del cavallo, finché il bambino conoscerà i nomi di tutti  gli incastri
– se lo riteniamo efficace, mentre introduciamo i nomi delle parti del corpo possiamo darne una breve descrizione, ad esempio dicendo: “Questa è la coda del cavallo. La coda del cavallo ha il compito di scacciare gli insetti e soprattutto le mosche, e di proteggere i genitali dalla sporcizia proveniente dall’esterno. Per questo motivo, la coda del cavallo deve sempre essere pulita e pettinata.”
– se il bambino mostra vivo interesse per questo genere di presentazioni, continuiamo nei giorni seguenti, finché non avrà acquisito familiarità con i nomi delle parti del corpo del cavallo
– per l’esercizio della lettura e della scrittura togliamo un incastro alla volta dalla tavola e componiamo la parola corrispondente con l’alfabeto mobile

– se il bambino è in grado di leggere, scriviamo sui cartellini in bianco i nomi delle parti del corpo ed abbiniamoli agli incastri

– oppure introduciamo i cartellini pronti e i fogli di controllo

I fogli di controllo prevedono un foglio muto con cartellini mobili e un foglio parlato. Naturalmente questo è un materiale che si può realizzare facilmente in proprio, riportando i contorni degli incastri e preparando i cartellini necessari.

Se utilizzate l’incastro fai da te, qui trovate il materiale pronto per la stampa:

pdf qui:

Età: a partire dai 4 anni

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Incastro del cavallo Montessori
Attività che possiamo proporre con l’incastro del cavallo

Le attività legate all’utilizzo dell’incastro del cavallo possono essere di discriminazione visiva, di discriminazione tattile,  di nomenclatura, di preparazione alla scrittura, di lettura; possono coprire varie fasce d’età:
– discriminazione visiva: lavorare con gli incastri; assemblare il corpo del cavallo su un foglio di controllo; gioco del “Cosa manca”
– discriminazione tattile: gioco del “Cosa manca”, borse del mistero, assemblaggio alla cieca
– preparazione alla scrittura: ricreare l’incastro col ritaglio
– sviluppo del linguaggio: gioco del detective, fogli di controllo e cartelli, nomenclature, definizioni.

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Incastro del cavallo Montessori
Lavorare con gli incastri

E’ l’attività più ovvia. Il bambino più piccolo può avere bisogno di procedere per più tentativi ed errori, mentre i più grandi sono in grado di mettere facilmente i pezzi negli incastri.

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Assemblare il corpo del cavallo su un foglio di controllo

Una volta che un bambino sa maneggiare gli incastri con facilità nella cornice, può provare a costruire il corpo del cavallo utilizzando un foglio di controllo.
I fogli di controllo in commercio prevedono un foglio muto con cartellini mobili e un foglio parlato: 

naturalmente questo è un materiale che si può realizzare facilmente in proprio, riportando i contorni degli incastri e preparando i cartellini necessari.

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Incastro del cavallo Montessori
Gioco: “Cosa manca?”

– mettiamo l’incastro del cavallo completo davanti al bambino
– chiediamo al bambino di voltarsi o di chiudere gli occhi (oppure bendiamolo), togliamo un pezzo dalla tavola e nascondiamolo
– chiediamo al bambino di guardare e di dirci il nome della parte mancante
– il gioco può essere reso più difficile, togliendo due pezzi invece di uno; oppure chiedendo di rispondere non a voce, ma scrivendo o disegnando la parte mancante
– si potrebbe anche chiedere di riconoscere al tatto la parte mancante (cioè tenendo la benda sugli occhi).

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Incastro del cavallo Montessori
Incastro alla cieca

Il bambino può ricomporre l’incastro del cavallo con gli occhi bendati. Ricordate che è più semplice, all’inizio, se tutti gli incastri sono posizionati ordinatamente a lato della tavola, prima di bendare il bambino.

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Gioco: “Questo cos’è?”

– scegliamo un pezzo dell’incastro del cavallo e mettiamolo in una piccola borsa del mistero
– il bambino tastando la borsa (oppure bendato) identifica la parte del corpo dell’uccello
– si possono anche inserire nella borsa più pezzi alla volta, o anche tutti.

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Ricreare l’incastro col ritaglio

Tracciare il contorno degli incastri è una valida attività di pre-scrittura, e si può rendere più interessante tracciando con la matita i pezzi e poi ritagliandoli, oppure tracciando i pezzi direttamente col punteruolo.

Materiale:
– incastro del cavallo
– fogli di carta colorata
– foglio di carta bianca
– matita
– punteruolo o forbici
– colla da carta

Scopo:
– approfondire la conoscenza delle parti del corpo del cavallo
– esercitare l’occhio e la mano in preparazione alla scrittura.

Presentazione:
– chiediamo ai bambini di portare al tavolo il materiale
– chiediamo a un bambino di scegliere un incastro e di darcelo
– mettiamo l’incastro scelto dal bambino sul foglio di carta colorato e mostriamo come tracciarne il contorno con il punteruolo. Possiamo scegliere di punteggiare interamente il contorno:

oppure di fare fori distanti tra loro di circa mezzo centimetro, che serviranno come guida per le forbici:

– con l’aiuto dei bambini ritagliamo tutte le parti del cavallo nello stesso modo
– al termine componiamo il cavallo sul foglio di carta
– incoraggiamo il bambino a ripetere l’esercizio da solo
– se il bambino sa già scrivere, può aggiungere al disegno la nomenclatura.

Nomenclatura usata: groppa, zampe posteriori, zampe anteriori, zoccoli, fianco, orecchie, occhio, coda, ciuffo, collo, criniera, fronte, narici, bocca, testa, spalla.

____________________
Ricreare l’incastro col disegno e preparare fogli di controllo da soli

Tracciare il contorno degli incastri è una valida attività di pre-scrittura.  Creare il disegno completo dell’incastro è più impegnativo rispetto al collage, perché richiede che il bambino posizioni correttamente i pezzi sul foglio bianco prima di tracciarli.

Materiale:
– incastro del cavallo
– foglio di carta
– matita e matite colorate.

Scopo:
– approfondire la conoscenza delle parti del corpo del cavallo
– esercitare l’occhio e la mano in preparazione alla scrittura.

Presentazione:
– chiediamo ai bambini di portare al tavolo il materiale
– chiediamo a un bambino di scegliere un incastro e di darcelo
– mettiamo l’incastro scelto dal bambino sul foglio di carta e mostriamo come tracciarne il contorno con la matita

– togliamo l’incastro e coloriamo usando lo stesso colore dell’incastro originale
– prendiamo un altro incastro e posiamolo sul foglio nella stessa posizione in cui si trova nella tavola originale. Tracciamone i contorni e coloriamolo
– continuiamo allo stesso modo finché non avremo disegnato tutto il cavallo
– incoraggiamo il bambino a ripetere l’esercizio da solo
– se il bambino sa già scrivere, può aggiungere al disegno la nomenclatura.

Nomenclatura usata: groppa, zampe posteriori, zampe anteriori, zoccoli, fianco, orecchie, occhio, coda, ciuffo, collo, criniera, fronte, narici, bocca, testa, spalla.

___________________
Caccia al tesoro (o gioco del detective)

Una volta che il bambino conosce il nome di ogni parte del corpo del cavallo, è possibile utilizzare i pezzi per giocare al detective:
– togliamo tutti i pezzi dall’incastro e mettiamoli a lato della tavola
– diciamo: “Sto cercando… sto cercando… un pezzo che inizia con la lettera C”
– se i bambini non indovinano aggiungiamo un suono
– quando hanno indovinato mettiamo il pezzo nell’incastro
– possiamo giocare anche con le lettere finali o centrali.

________________________
Nomenclature in tre parti: immagine, titolo, immagine + titolo  

– i bambini abbinano la scheda immagine + titolo all’immagine singola e al nome singolo
– identificano la parte corrispondente sull’incastro, prendono il pezzo e lo pongono sulle carte corrispondenti.

_______________________
Scrivere i cartellini appropriati

Se il bambino sa scrivere le prime parole, può esercitarsi a scrivere dei propri cartellini per l’incastro del cavallo. In questa fase, naturalmente, non importa se qualche parola non è scritta correttamente.
Se il bambino è nella fase in cui riconosce i suoni, ma non sa gestire praticamente gli strumenti di scrittura, può utilizzare gli alfabeti mobili.

_______________________
Nomenclature in tre parti immagine, titolo, definizione

Materiale
– carte delle nomenclature delle parti dell’uccello (titolo, immagine, definizione)
– incastro del cavallo.

Presentazione:
– mettiamo sul piano di lavoro tutte le carte delle immagini
– distribuiamo tra i bambini (o mettiamo in ordine sparso sul piano di lavoro) i titoli
– chiediamo a un bambino quale parte del corpo del cavallo è evidenziato nella prima immagine. Il bambino abbina all’immagine il titolo, quindi pone su di esso l’incastro corrispondente
– proseguiamo allo stesso modo per tutte le parti del corpo del cavallo
– se i bambini sanno già leggere bene, distribuiamo le carte delle definizioni e chiediamo loro di abbinarle a titoli e immagini
– se i bambini non sanno leggere bene, leggiamo noi una ad una le definizioni e discutiamo coi bambini dove è corretto metterle.

Scopo:
– introdurre il nome e le definizioni delle parti del corpo del cavallo
– aggiungere informazioni particolari relative all’anatomia del cavallo.

_______________________

 

Incastro dell’uccello Montessori – presentazioni ed esercizi

Incastro dell’uccello Montessori con presentazioni ed esercizi per bambini della scuola d’infanzia.

Il materiale degli incastri degli animali è composto da 5 incastri principali:
– un pesce
– una tartaruga (per la classe dei rettili)
– una rana (per la classe degli anfibi)
– un cavallo (per la classe dei mammiferi)
– un uccello.
Si tratta quindi degli animali tipici di una determinata classe di vertebrati.

______________________

L’incastro dell’uccello si può acquistare online. Questo è di Montessori 3D di Boboto:

oppure si può realizzare in proprio utilizzando cartoncino colorato o gomma Eva:

Per le presentazioni ho utilizzato l’incastro fai da te e l’incastro di Montessori 3D di Boboto.

______________________

Incastro dell’uccello Montessori
Presentazione 1
(presentazione del materiale)

Scopo:
– introdurre i nomi delle parti del corpo caratteristiche degli animali (uno per ogni classe di vertebrati)
– dare informazioni particolari sulle diverse parti del corpo degli animali
– consentire al bambino di confrontare la morfologia degli animali con quella degli esseri umani

Presentazione
– invitiamo un bambino a lavorare con noi all’esercizio
– andiamo allo scaffale della zoologia e, se lo abbiamo a disposizione,  indichiamo il cofanetto per gli incastri degli animali
–  diciamo: “Questo è il cofanetto degli incastri degli animali, e questi sono gli incastri degli animali”
– mostriamo al bambino come prendere dal cofanetto l’incastro dell’uccello e tenerlo correttamente per portarlo al tavolo o al tappeto
– arrivati al posto diciamo: “Questo è l’incastro dell’uccello. Su questo incastro noi possiamo vedere le parti del corpo dell’uccello”
–  attiriamo l’attenzione del bambino sugli incastri, e diciamo che si tratta di un materiale molto utile a tutti e che lo maneggeremo  con delicatezza e cura
– mostriamo al bambino come prendere i pezzi in modo corretto utilizzando i pomoli, per rimuoverli dalla tavola

– prendiamo il primo incastro e posiamolo sul tappeto


– chiediamo al bambino di rimuovere i rimanenti incastri e metterli sul tappeto
– dopo aver rimosso tutti i pezzi, prendiamone uno per i pomoli e mostriamo al bambino come riposizionarlo correttamente nell’incastro


– invitiamo il bambino a proseguire l’attività con gli altri incastri
– quando il lavoro è concluso, riponiamo l’incastro dell’uccello nel cofanetto degli incastri degli animali, se lo abbiamo a disposizione, oppure sullo scaffale della zoologia
– incoraggiamo il bambino a prendere dal cofanetto gli incastri degli animali e lavorare con essi ogni volta che lo desidera.

Età: a partire dai 4 anni.

_____________________
Incastro dell’uccello Montessori
Presentazione 2
(nominare le parti del corpo dell’uccello)

Materiale
– incastro dell’uccello
– cartellini delle parti dell’uccello pronti (oppure cartellini in bianco e penna nera).

Nomenclatura usata: coda, artigli, ala, occhio, testa, petto, corpo, zampe, becco.

Presentazione:
– invitiamo un bambino che ha già lavorato col cofanetto degli animali e chiediamogli di aiutarci a stendere il tappeto e a portare l’incastro dell’uccello sul piano di lavoro
– togliamo i primi tre incastri nominandoli, cioè dicendo ad esempio: “ad esempio dicendo: “ala, coda, capo”

– ripetere i nomi: “ala, coda, capo”
– chiediamo ai bambini di rimetterli al loro posto, nominandoli, cioè dicendo: “Per favore, rimetteresti a posto la coda?”
– quando tutti gli incastri sono di nuovo al loro posto, chiediamo a un bambino di prendere gli stessi tre pezzi, uno per uno, nominandoli, ad esempio dicendo: “Per favore, toglieresti l’incastro dell’ala?”
– fatto questo chiediamo: “Quale parte del corpo dell’uccello vorresti rimettere al suo posto?”. Il bambino risponderà col nome di una parte e rimetterà l’incastro corrispondente al suo posto
– ripetiamo questa lezione in tre tempi con le altre parti del corpo dell’uccello, finché il bambino conoscerà i nomi di tutti  gli incastri
– se lo riteniamo efficace, mentre introduciamo i nomi delle parti del corpo possiamo darne una breve descrizione, ad esempio dicendo: “Questa è la coda dell’uccello. La coda degli uccelli è rivestita da piume e penne che servono a dare stabilità e a regolare il volo. La coda funziona come un timone.”
– se il bambino mostra vivo interesse per questo genere di presentazioni, continuiamo nei giorni seguenti, finché non avrà acquisito familiarità con i nomi delle parti del corpo dell’uccello
– per l’esercizio della lettura e della scrittura togliamo un incastro alla volta dalla tavola e componiamo la parola corrispondente con l’alfabeto mobile

– se il bambino è in grado di leggere, scriviamo sui cartellini in bianco i nomi delle parti del corpo ed abbiniamoli agli incastri:

– oppure introduciamo i cartellini pronti e i fogli di controllo:

I fogli di controllo prevedono un foglio muto con cartellini mobili e un foglio parlato. Naturalmente questo è un materiale che si può realizzare facilmente in proprio, riportando i contorni degli incastri e preparando i cartellini necessari.

Se utilizzate l’incastro fai da te, qui trovate il materiale pronto per la stampa:

Età: a partire dai 4 anni

__________________

Incastro dell’uccello Montessori
Attività che possiamo proporre con l’incastro dell’uccello

Le attività legate all’utilizzo dell’incastro dell’uccello possono essere di discriminazione visiva, di discriminazione tattile,  di nomenclatura, di preparazione alla scrittura, di lettura; possono coprire varie fasce d’età:
– discriminazione visiva: lavorare con gli incastri; assemblare il corpo dell’uccello su un foglio di controllo; gioco del “Cosa manca”
– discriminazione tattile: gioco del “Cosa manca”, borse del mistero, assemblaggio alla cieca
– preparazione alla scrittura: ricreare l’incastro col ritaglio
– sviluppo del linguaggio: gioco del detective, fogli di controllo e cartelli, nomenclature, definizioni.

__________________
Incastro dell’uccello Montessori
Lavorare con gli incastri

E’ l’attività più ovvia. Il bambino più piccolo può avere bisogno di procedere per più tentativi ed errori, mentre i più grandi sono in grado di mettere facilmente i pezzi negli incastri.

_______________________
Incastro dell’uccello Montessori
Assemblare il corpo dell’uccello su un foglio di controllo

Una volta che un bambino sa maneggiare gli incastri con facilità nella cornice, può provare a costruire il corpo dell’uccello utilizzando un foglio di controllo.
I fogli di controllo in commercio prevedono un foglio muto con cartellini mobili e un foglio parlato: 

naturalmente questo è un materiale che si può realizzare facilmente in proprio, riportando i contorni degli incastri e preparando i cartellini necessari.

I fogli di controllo che ho preparato io, pronti per il download e la stampa, sono qui:

________________
Incastro dell’uccello Montessori
Gioco: “Cosa manca?”

– mettiamo l’incastro dell’uccello completo davanti al bambino
– chiediamo al bambino di voltarsi o di chiudere gli occhi (oppure bendiamolo), togliamo un pezzo dalla tavola e nascondiamolo
– chiediamo al bambino di guardare e di dirci il nome della parte mancante
– il gioco può essere reso più difficile, togliendo due pezzi invece di uno; oppure chiedendo di rispondere non a voce, ma scrivendo o disegnando la parte mancante
– si potrebbe anche chiedere di riconoscere al tatto la parte mancante (cioè tenendo la benda sugli occhi).

_____________________
Incastro dell’uccello Montessori
Incastro alla cieca

Il bambino può ricomporre l’incastro dell’uccello con gli occhi bendati. Ricordate che è più semplice, all’inizio, se tutti gli incastri sono posizionati ordinatamente a lato della tavola, prima di bendare il bambino.

_______________
Incastro dell’uccello Montessori
Gioco: “Questo cos’è?”

– scegliamo un pezzo dell’incastro dell’uccello e mettiamolo in una piccola borsa del mistero
– il bambino tastando la borsa (oppure bendato) identifica la parte del corpo dell’uccello
– si possono anche inserire nella borsa più pezzi alla volta, o anche tutti.

________________
Incastro dell’uccello Montessori
Ricreare l’incastro col ritaglio

Tracciare il contorno degli incastri è una valida attività di pre-scrittura, e si può rendere più interessante tracciando con la matita i pezzi e poi ritagliandoli, oppure tracciando i pezzi direttamente col punteruolo.

Materiale:
– incastro dell’uccello
– fogli di carta colorata
– foglio di carta bianca
– matita
– punteruolo o forbici
– colla da carta

Scopo:
– approfondire la conoscenza delle parti del corpo dell’uccello
– esercitare l’occhio e la mano in preparazione alla scrittura.

Presentazione:
– chiediamo ai bambini di portare al tavolo il materiale
– chiediamo a un bambino di scegliere un incastro e di darcelo
– mettiamo l’incastro scelto dal bambino sul foglio di carta colorato e mostriamo come tracciarne il contorno con il punteruolo. Possiamo scegliere di punteggiare interamente il contorno:

oppure di fare fori distanti tra loro di circa mezzo centimetro, che serviranno come guida per le forbici:

– con l’aiuto dei bambini ritagliamo tutte le parti dell’uccello nello stesso modo
– al termine componiamo l’uccello sul foglio di carta
– incoraggiamo il bambino a ripetere l’esercizio da solo
– se il bambino sa già scrivere, può aggiungere al disegno la nomenclatura.

Nomenclatura usata: coda, artigli, ala, occhio, testa (o capo), petto, corpo, zampe, becco.

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Incastro dell’uccello Montessori
Ricreare l’incastro col disegno e preparare fogli di controllo da soli

Tracciare il contorno degli incastri è una valida attività di pre-scrittura.  Creare il disegno completo dell’incastro è più impegnativo rispetto al collage, perché richiede che il bambino posizioni correttamente i pezzi sul foglio bianco prima di tracciarli.

Materiale:
– incastro dell’uccello
– foglio di carta
– matita e matite colorate.

Scopo:
– approfondire la conoscenza delle parti del corpo dell’uccello
– esercitare l’occhio e la mano in preparazione alla scrittura.

Presentazione:
– chiediamo ai bambini di portare al tavolo il materiale
– chiediamo a un bambino di scegliere un incastro e di darcelo
– mettiamo l’incastro scelto dal bambino sul foglio di carta e mostriamo come tracciarne il contorno con la matita

– togliamo l’incastro e coloriamo usando lo stesso colore dell’incastro originale
– prendiamo un altro incastro e posiamolo sul foglio nella stessa posizione in cui si trova nella tavola originale. Tracciamone i contorni e coloriamolo
– continuiamo allo stesso modo finché non avremo disegnato tutto l’uccello
– incoraggiamo il bambino a ripetere l’esercizio da solo
– se il bambino sa già scrivere, può aggiungere al disegno la nomenclatura.

Nomenclatura usata: coda, artigli, ala, occhio, testa (o capo), petto, corpo, zampe, becco.

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Incastro dell’uccello Montessori
Caccia al tesoro (o gioco del detective)

Una volta che il bambino conosce il nome di ogni parte del corpo dell’uccello, è possibile utilizzare i pezzi per giocare al detective:
– togliamo tutti i pezzi dall’incastro e mettiamoli a lato della tavola
– diciamo: “Sto cercando… sto cercando… un pezzo che inizia con la lettera A”
– se i bambini non indovinano aggiungiamo un suono
– quando hanno indovinato mettiamo il pezzo nell’incastro
– possiamo giocare anche con le lettere finali o centrali.

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Incastro dell’uccello Montessori
Nomenclature in tre parti immagine, titolo 

– i bambini abbinano la scheda immagine + titolo all’immagine singola e al nome singolo
– identificano la parte corrispondente sull’incastro, prendono il pezzo e lo pongono sulle carte corrispondenti.

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Incastro dell’uccello Montessori
Scrivere i cartellini appropriati

Se il bambino sa scrivere le prime parole, può esercitarsi a scrivere dei propri cartellini per l’incastro dell’uccello. In questa fase, naturalmente, non importa se qualche parola non è scritta correttamente.
Se il bambino è nella fase in cui riconosce i suoni, ma non sa gestire praticamente gli strumenti di scrittura, può utilizzare gli alfabeti mobili.

_______________________
Incastro dell’uccello Montessori
Nomenclature in tre parti immagine, titolo, definizione

Materiale
– carte delle nomenclature delle parti dell’uccello (titolo, immagine, definizione)
– incastro dell’uccello.

Presentazione:
– mettiamo sul piano di lavoro tutte le carte delle immagini
– distribuiamo tra i bambini (o mettiamo in ordine sparso sul piano di lavoro) i titoli
– chiediamo a un bambino quale parte del corpo dell’uccello è evidenziato nella prima immagine. Il bambino abbina all’immagine il titolo, quindi pone su di esso l’incastro corrispondente
– proseguiamo allo stesso modo per tutte le parti del corpo dell’uccello
– se i bambini sanno già leggere bene, distribuiamo le carte delle definizioni e chiediamo loro di abbinarle a titoli e immagini
– se i bambini non sanno leggere bene, leggiamo noi una ad una le definizioni e discutiamo coi bambini dove è corretto metterle.

Scopo:
– introdurre il nome e le definizioni delle parti del corpo dell’uccello
– aggiungere informazioni particolari relative all’anatomia dell’uccello.

Incastro del pesce Montessori – presentazioni ed esercizi

Incastro del pesce Montessori con presentazioni ed esercizi per bambini della scuola d’infanzia.

Il materiale degli incastri degli animali è composto da 5 incastri principali:
– un pesce
– una tartaruga (per la classe dei rettili)
– una rana (per la classe degli anfibi)
– un cavallo (per la classe dei mammiferi)
– un uccello.
Si tratta quindi degli animali tipici di una determinata classe di vertebrati.

______________________

L’incastro del pesce si può acquistare online, ad esempio da Montessori 3D di Boboto:

ma si può anche realizzare in proprio utilizzando cartoncino colorato o gomma Eva:

Per le presentazioni ho utilizzato l’incastro fai da te e l’incastro di Montessori 3D di Boboto.

______________________

Incastro del pesce Montessori
Presentazione 1
(presentazione del materiale)

Scopo:
– introdurre i nomi delle parti del corpo caratteristiche degli animali (uno per ogni classe di vertebrati)
– dare informazioni particolari sulle diverse parti del corpo degli animali
– consentire al bambino di confrontare la morfologia degli animali con quella degli esseri umani

Presentazione
– invitiamo un bambino a lavorare con noi all’esercizio
– andiamo allo scaffale della zoologia e, se lo abbiamo a disposizione,  indichiamo il cofanetto per gli incastri degli animali:

MATERIALIMONTESSORI.IT

– diciamo: “Questo è il cofanetto degli incastri degli animali, e questi sono gli incastri degli animali”
– mostriamo al bambino come prendere dal cofanetto l’incastro del pesce e tenerlo correttamente per portarlo al tavolo o al tappeto
– arrivati al posto diciamo: “Questo è l’incastro del pesce. Su questo incastro noi possiamo vedere le parti del corpo del pesce”
–  attiriamo l’attenzione del bambino sugli incastri, e diciamo che si tratta di un materiale molto utile a tutti e che lo maneggeremo  con delicatezza e cura
– mostriamo al bambino come prendere i pezzi in modo corretto utilizzando i pomoli, per rimuoverli dalla tavola

– prendiamo il primo incastro e posiamolo sul tappeto


– chiediamo al bambino di rimuovere i rimanenti incastri e metterli sul tappeto
– dopo aver rimosso tutti i pezzi, prendiamone uno per i pomoli e mostriamo al bambino come riposizionarlo correttamente nell’incastro


– invitiamo il bambino a proseguire l’attività con gli altri incastri
– quando il lavoro è concluso, riponiamo l’incastro del pesce nel cofanetto degli incastri degli animali, se lo abbiamo a disposizione, oppure sullo scaffale della zoologia
– incoraggiamo il bambino a prendere dal cofanetto gli incastri degli animali e lavorare con essi ogni volta che lo desidera.

Età: a partire dai 4 anni.

_____________________
Incastro del pesce Montessori
Presentazione 2
(nominare le parti del corpo del pesce)

Materiale
– incastro del pesce
– cartellini della parte del pesce pronti (oppure cartellini in bianco e penna nera).

Nomenclatura usata: pinna dorsale, linea laterale, scaglie, corpo, testa, occhio, narici, bocca, branchia, pinna caudale, pinna anale, pinna pettorale, pinna pelvica.

Presentazione:
– invitiamo un bambino che ha già lavorato col cofanetto degli animali e chiediamogli di aiutarci a stendere il tappeto e a portare l’incastro del pesce sul piano di lavoro
– togliamo i primi tre incastri nominandoli, cioè dicendo ad esempio: “ad esempio dicendo: “testa, corpo, pinna caudale”

– ripetiamo i nomi: “testa, corpo, pinna caudale”
– chiediamo ai bambini di rimetterli al loro posto, nominandoli, cioè dicendo: “Per favore, rimetteresti a posto la pinna caudale?”
– quando tutti gli incastri sono di nuovo al loro posto, chiediamo a un bambino di prendere gli stessi tre pezzi, uno per uno, nominandoli, ad esempio dicendo: “Per favore, toglieresti l’incastro della testa?”
– fatto questo chiediamo: “Quale parte del corpo del pesce vorresti rimettere al suo posto?”. Il bambino risponderà col nome di una parte e rimetterà l’incastro corrispondente al suo posto
– ripetiamo questa lezione in tre tempi con le altre parti del corpo del pesce, finché il bambino conoscerà i nomi di tutti e sette gli incastri
– se lo riteniamo efficace, mentre introduciamo i nomi delle parti del corpo possiamo darne una breve descrizione, ad esempio dicendo: “Questa è la testa del pesce. E’ direttamente attaccata al corpo, senza collo. Contiene la bocca, gli occhi e le narici.”
– se il bambino mostra vivo interesse per questo genere di presentazioni, continuiamo nei giorni seguenti, finché non avrà acquisito familiarità con i nomi delle parti del corpo del pesce
– per l’esercizio della lettura e della scrittura togliamo un incastro alla volta dalla tavola e componiamo la parola corrispondente con l’alfabeto mobile

– se il bambino è in grado di leggere, scriviamo sui cartellini in bianco i nomi delle parti del corpo ed abbiniamoli agli incastri, oppure introduciamo i cartellini pronti e i fogli di controllo

I fogli di controllo prevedono un foglio muto con cartellini mobili e un foglio parlato. Naturalmente questo è un materiale che si può realizzare facilmente in proprio, riportando i contorni degli incastri e preparando i cartellini necessari.

Se utilizzate l’incastro fai da te, qui trovate il materiale pronto per la stampa:

Età: a partire dai 4 anni

__________________

Incastro del pesce Montessori
Attività che possiamo proporre con l’incastro del pesce

Le attività legate all’utilizzo dell’incastro del pesce possono essere di discriminazione visiva, di discriminazione tattile,  di nomenclatura, di preparazione alla scrittura, di lettura; possono coprire varie fasce d’età:
– discriminazione visiva: lavorare con gli incastri; assemblare il corpo del pesce su un foglio di controllo; gioco del “Cosa manca”
– discriminazione tattile: gioco del “Cosa manca”, borse del mistero, assemblaggio alla cieca
– preparazione alla scrittura: ricreare l’incastro col ritaglio
– sviluppo del linguaggio: gioco del detective, fogli di controllo e cartelli, nomenclature, definizioni.

__________________
Incastro del pesce Montessori
Lavorare con gli incastri

E’ l’attività più ovvia. Il bambino più piccolo può avere bisogno di procedere per più tentativi ed errori, mentre i più grandi sono in grado di mettere facilmente i pezzi negli incastri.

_______________________
Incastro del pesce Montessori
Assemblare il corpo del pesce su un foglio di controllo

Una volta che un bambino sa maneggiare gli incastri con facilità nella cornice, può provare a costruire il corpo del pesce utilizzando un foglio di controllo.
I fogli di controllo in commercio prevedono un foglio muto con cartellini mobili e un foglio parlato: 

naturalmente questo è un materiale che si può realizzare facilmente in proprio, riportando i contorni degli incastri e preparando i cartellini necessari.

I fogli di controllo che ho preparato io, pronti per il download e la stampa, sono qui:

________________
Incastro del pesce Montessori
Gioco: “Cosa manca?”

– mettiamo l’incastro del pesce completo davanti al bambino
– chiediamo al bambino di voltarsi o di chiudere gli occhi (oppure bendiamolo), togliamo un pezzo dalla tavola e nascondiamolo
– chiediamo al bambino di guardare e di dirci il nome della parte mancante
– il gioco può essere reso più difficile, togliendo due pezzi invece di uno; oppure chiedendo di rispondere non a voce, ma scrivendo o disegnando la parte mancante
– si potrebbe anche chiedere di riconoscere al tatto la parte mancante (cioè tenendo la benda sugli occhi).

_____________________
Incastro del pesce Montessori
Incastro alla cieca

Il bambino può ricomporre l’incastro del pesce con gli occhi bendati. Ricordate che è più semplice, all’inizio, se tutti gli incastri sono posizionati ordinatamente a lato della tavola, prima di bendare il bambino.

_______________
Incastro del pesce Montessori
Gioco: “Questo cos’è?”

– scegliamo un pezzo dell’incastro del pesce e mettiamolo in una piccola borsa del mistero
– il bambino tastando la borsa (oppure bendato) identifica la parte del corpo del pesce
– si possono anche inserire nella borsa più pezzi alla volta, o anche tutti.

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Incastro del pesce Montessori
Ricreare l’incastro col ritaglio

Tracciare il contorno degli incastri è una valida attività di pre-scrittura, e si può rendere più interessante tracciando con la matita i pezzi e poi ritagliandoli, oppure tracciando i pezzi direttamente col punteruolo.

Materiale:
– incastro del pesce
– fogli di carta colorata
– foglio di carta bianca
– matita
– punteruolo o forbici
– colla da carta

Scopo:
– approfondire la conoscenza delle parti del corpo del pesce
– esercitare l’occhio e la mano in preparazione alla scrittura.

Presentazione:
– chiediamo ai bambini di portare al tavolo il materiale
– chiediamo a un bambino di scegliere un incastro e di darcelo
– mettiamo l’incastro scelto dal bambino sul foglio di carta colorato e mostriamo come tracciarne il contorno con il punteruolo. Possiamo scegliere di punteggiare interamente il contorno:

oppure di fare fori distanti tra loro di circa mezzo centimetro, che serviranno come guida per le forbici:

– con l’aiuto dei bambini ritagliamo tutte le parti del pesce nello stesso modo
– al termine componiamo il pesce sul foglio di carta
– incoraggiamo il bambino a ripetere l’esercizio da solo
– se il bambino sa già scrivere, può aggiungere al disegno la nomenclatura.

Nomenclatura usata: pinna dorsale, linea laterale, scaglie, corpo, testa, occhio, narici, bocca, branchia, pinna caudale, pinna anale, pinna pettorale, pinna pelvica.

____________________
Incastro del pesce Montessori
Ricreare l’incastro col disegno e preparare fogli di controllo da soli

Tracciare il contorno degli incastri è una valida attività di pre-scrittura.  Creare il disegno completo dell’incastro è più impegnativo rispetto al collage, perché richiede che il bambino posizioni correttamente i pezzi sul foglio bianco prima di tracciarli.

Materiale:
– incastro del pesce
– foglio di carta
– matita e matite colorate.

Scopo:
– approfondire la conoscenza delle parti del corpo del pesce
– esercitare l’occhio e la mano in preparazione alla scrittura.

Presentazione:
– chiediamo ai bambini di portare al tavolo il materiale
– chiediamo a un bambino di scegliere un incastro e di darcelo
– mettiamo l’incastro scelto dal bambino sul foglio di carta e mostriamo come tracciarne il contorno con la matita

– togliamo l’incastro e coloriamo usando lo stesso colore dell’incastro originale
– prendiamo un altro incastro e posiamolo sul foglio nella stessa posizione in cui si trova nella tavola originale. Tracciamone i contorni e coloriamolo
– continuiamo allo stesso modo finché non avremo disegnato tutto il pesce
– incoraggiamo il bambino a ripetere l’esercizio da solo
– se il bambino sa già scrivere, può aggiungere al disegno la nomenclatura.

Nomenclatura usata: pinna dorsale, linea laterale, scaglie, corpo, testa, occhio, narici, bocca, branchia, pinna caudale, pinna anale, pinna pettorale, pinna pelvica.

___________________
Incastro del pesce Montessori
Caccia al tesoro (o gioco del detective)

Una volta che il bambino conosce il nome di ogni parte del corpo del pesce, è possibile utilizzare i pezzi per giocare al detective:
– togliamo tutti i pezzi dall’incastro e mettiamoli a lato della tavola
– diciamo: “Sto cercando… sto cercando… un pezzo che inizia con la lettera B”
– se i bambini non indovinano aggiungiamo un suono
– quando hanno indovinato mettiamo il pezzo nell’incastro
– possiamo giocare anche con le lettere finali o centrali.

________________________
Incastro del pesce Montessori
Nomenclature in tre parti immagine, titolo, immagine + titolo  

– i bambini abbinano la scheda immagine + titolo all’immagine singola e al nome singolo
– identificano la parte corrispondente sull’incastro, prendono il pezzo e lo pongono sulle carte corrispondenti.

_______________________
Incastro del pesce Montessori
Scrivere i cartellini appropriati

Se il bambino sa scrivere le prime parole, può esercitarsi a scrivere dei propri cartellini per l’incastro del pesce. In questa fase, naturalmente, non importa se qualche parola non è scritta correttamente.
Se il bambino è nella fase in cui riconosce i suoni, ma non sa gestire praticamente gli strumenti di scrittura, può utilizzare gli alfabeti mobili.

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Incastro del pesce Montessori
Nomenclature in tre parti immagine, titolo, definizione

Materiale
– carte delle nomenclature delle parti del pesce (titolo, immagine, definizione)
– incastro del pesce.

Presentazione:
– mettiamo sul piano di lavoro tutte le carte delle immagini
– distribuiamo tra i bambini (o mettiamo in ordine sparso sul piano di lavoro) i titoli
– chiediamo a un bambino quale parte del corpo del pesce è evidenziato nella prima immagine. Il bambino abbina all’immagine il titolo, quindi pone su di esso l’incastro corrispondente
– proseguiamo allo stesso modo per tutte le parti del corpo del pesce
– se i bambini sanno già leggere bene, distribuiamo le carte delle definizioni e chiediamo loro di abbinarle a titoli e immagini

– se i bambini non sanno leggere bene, leggiamo noi una ad una le definizioni e discutiamo coi bambini dove è corretto metterle.

Scopo:
– introdurre il nome e le definizioni delle parti del corpo del pesce
– aggiungere informazioni particolari relative all’anatomia del pesce.

 

Nomenclature Montessori per le parti dell’uccello

Nomenclature Montessori per le parti dell’uccello per bambini della scuola d’infanzia (immagine, nome, immagine e nome) e per la scuola primaria (immagine, nome, definizione) pronte per il download e la stampa in formato pdf.

Per realizzare l’incastro dell’uccello in proprio trovi il tutorial qui:

Presentazioni ed esercizi qui: 

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Nomenclature Montessori per le parti dell’uccello
Set per attività con l’incastro dell’uccello

pdf qui:

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Nomenclature Montessori per le parti dell’uccello
Nomenclature 3-6 anni 

PDF qui:

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Nomenclature Montessori per le parti dell’uccello
Nomenclature 6-9 anni 

PDF qui:


Nomenclature Montessori per le parti dell’uccello

Se preferite realizzare il materiale in proprio, questi sono i testi utilizzati:

Gli uccelli sono una classe di vertebrati caratterizzati da becchi sdentati, corpi ricoperti di piumaggio e ripieni di sacchi d’aria, ali, uova dai gusci duri e ossa cave ma robuste. Ne esistono circa 10.000 specie. Le uova sono solitamente covate e incubate nei nidi. Gli uccelli hanno ali più o meno sviluppate.  I corvidi e i pappagalli sono tra gli animali più intelligenti, capaci d’utilizzare attrezzi e di lasciare in eredità comportamenti non congeniti. Molte specie sono migratorie, traversando distanze notevoli ogni anno. Sono animali socievoli che spesso vivono in colonie, comunicando grazie a segnali di tipo visivo o di tipo uditivo. Spesso partecipano a comportamenti sociali quali caccia e difesa.  Vivono in quasi tutto il mondo, variando in grandezza da 5 cm per il colibrì fino a tre metri per l’uccello elefante.

Le ali consistono di braccia specializzate, e la maggior parte degli uccelli è in grado di volare. Tra gli uccelli non volatori ci sono i pinguini che  sono nuotatori specializzati.  Alcune specie possiedono, sulle ali, particolari penne strutturate in modo tale da permette la produzione di suoni.

Il becco è una speciale struttura cornea che riveste i margini della bocca degli uccelli, è priva di denti ed è usata, oltre che per mangiare, per pulire le penne e le piume, per manipolare oggetti, per uccidere le prede, per ricercare il cibo, per nutrire i piccoli. Ci sono varie tipologie di becco in base alle diverse abitudini alimentari. Sulla superficie del becco si trovano due forellini, le narici, che servono a respirare. Il becco di molti pulcini possiede anche un piccolo osso, detto dente d’uovo, che facilita la rottura dell’uovo durante la schiusa. Il becco cresce costantemente per tutto l’arco della vita dell’animale.

La coda degli uccelli è rivestita da piume e penne che servono a dare stabilità, a regolare il volo e fungono da timone. Per questo le penne della coda degli uccelli hanno precise caratteristiche e sono disposte in punti ben precisi. Il ricambio delle penne di un uccello viene attuato in maniera da non lasciare nuda nessuna parte del corpo e in modo tale da non compromettere il volo. Le penne della coda vengono cambiate a coppie simmetriche proprio per questo motivo.

Il corpo degli uccelli è ricoperto di piume e penne. Le piume fungono da isolante termico come i peli per i mammiferi. In alcune specie (cigni, anatre, oche, etc.) servono anche per rendere impermeabile all’acqua il piumaggio sottostante. La presenza di penne sopra le piume permette un miglior controllo del volo. Le penne, tipiche degli uccelli, si sviluppano solamente in alcuni tratti ben definiti, e servono nel volo, nell’isolamento termico, nell’impermeabilità e nella colorazione, aspetto di grande importanza nella comunicazione dei volatili. Una penna  è composta dal calamo, la parte che permette l’attacco all’epidermide, e dal rachide, la continuazione del calamo. Al rachide sono attaccate le barbe che, a loro volta, presentano ai lati le barbule. Nonostante le piume siano leggere, l’intero piumaggio di un uccello pesa circa tre volte di più del suo scheletro.

L’occhio. Gli uccelli sono dotati di una vista molto sviluppata, la migliore nel mondo animale: la poiana,  ad esempio, ha una visione a distanza 6-8 volte migliore di quella umana, mentre un gufo riesce a vedere perfettamente nel buio più assoluto. Molti uccelli possono anche captare i raggi ultravioletti, che sono invisibili all’occhio umano. Gli occhi occupano una parte del cranio considerevole e sono circondati da un anello osseo, hanno inoltre una palpebra accessoria, la membrana nittitante, per ulteriore protezione.

Il petto  degli uccelli è molto muscoloso. Gli arti anteriori, che negli uccelli si sono trasformati in ali, hanno bisogno di voluminosi e potenti muscoli pettorali per muoversi. Questo permette agli uccelli di librarsi nell’aria o compiere le infinite acrobazie proprie della loro vita di relazione.

La testa manca di un vero e proprio naso (le narici si aprono direttamente sul becco) e di un vero e proprio orecchio (ci sono aperture ai lati del capo adatte a captare i suoni). La zona tra gli occhi ed il becco viene detta lore, ed in qualche caso è senza piume e colorata. Il cervello ha un peso molto elevato rispetto alla massa totale dell’animale e confrontato con quello di tutti gli altri animali. Tutti gli uccelli, ed in particolare quelli migratori, possiedono in alcuni nuclei del cervello sottilissimi aghi di magnetite che permettono l’orientamento col campo magnetico terrestre.  E’ uno strumento così perfetto da funzionare anche per migliaia di chilometri in mare aperto,  luogo privo di punti di riferimento.

Lartiglio è un elemento che si trova all’estremità delle zampe ed è a forma di uncino. Gli artigli possono essere utilizzati per catturare e tener salda una preda, scavare o arrampicarsi. Esistono appendici simili che però non essendo uncinate e taglienti prendono il nome di unghie. Gli uccelli di solito hanno degli artigli alle zampe. Nei rapaci sono gli strumenti di caccia, altri uccelli li utilizzano come difesa.

Gli uccelli sono animali bipedi e le loro zampe poggiano sul suolo con le dita. A seconda dei casi possono essere idonee a camminare, a mantenersi in equilibrio, a nuotare, a prendere il cibo e così via. Ad esempio, lo struzzo, che conduce vita terrestre, ha solo due grandi dita rivolte in avanti che conferiscono all’arto notevole presa e stabilità durante la corsa. Il pappagallo può salire con estrema facilità sugli alberi perché le sue zampe sono dotate di ottima presa in quanto due dita sono volte in avanti e due all’indietro. Il fenicottero ha zampe lunghe e dita palmate, cioè con una membrana di pelle tra le dita, che gli consentono di muoversi agevolmente nell’ambiente di palude in cui vive, senza pericolo di affondare.

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Nomenclature Montessori per le parti dell’uccello

Nomenclature Montessori per le parti del cavallo

Nomenclature Montessori per le parti del cavallo per bambini della scuola d’infanzia (immagine, nome, immagine e nome) e per la scuola primaria (immagine, nome, definizione) pronte per il download e la stampa in formato pdf.

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Set per attività con l’incastro del cavallo

pdf qui:

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Nomenclature Montessori per le parti del cavallo
Nomenclature 3-6 anni

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Nomenclature Montessori per le parti del cavallo
Nomenclature 6-9 anni 

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Nomenclature Montessori per le parti del cavallo

Se preferite realizzare il materiale in proprio, questi sono i testi utilizzati:

Il cavallo è un mammifero di medio-grossa taglia, erbivoro, quadrupede che si muove sulla punta dell’unghia. Il cavallo ha accompagnato e accompagna l’uomo per scopi ricreativi, sportivi, di lavoro e di polizia, bellici, agricoli, ludici e terapeutici. La femmina del cavallo, chiamata giumenta, ha un periodo di gestazione dei puledri di circa undici mesi, al termine dei quali il piccolo, una volta partorito, riesce a stare in piedi e a correre da solo dopo pochissimo tempo. Le oltre trecento razze di cavalli si dividono in base alla corporatura e al temperamento.  Non avendo particolari organi di difesa verso i predatori il suo unico mezzo di difesa è la corsa. Perciò tutta la sua evoluzione è stata orientata verso una specializzazione nella corsa. Tanto è vero che un tempo pentadattile, a seguito dell’evoluzione della specie, ora rimane un unico dito sulla punta del quale il cavallo si sposta.

La groppa è la parte del corpo tra le reni anteriormente e la coda posteriormente.

Le zampe posteriori sono formate dalla coscia, la natica (parte posteriore muscolosa e prominente), la grassella (corrispondente alla rotula), la gamba e il garretto (tra la gamba e lo stinco).  Le ossa degli arti si articolano tra di loro consentendo il movimento dell’animale.

Le zampe anteriori sono formate dalla spalla, il braccio, il cubito (tra il braccio e l’avambraccio), l’avambraccio, il ginocchio (tra l’avambraccio e lo stinco), lo stinco, il nodello (articolazione), il pastorale (fra il nodello e il piede), la corona (tra pastorale e zoccolo), il piede. Il piede è protetto esternamente dallo zoccolo.

Lo zoccolo è una scatola cornea che protegge il piede. E’ formato da una parete laterale (muraglia) e una base (suola e fettone). Il pareggio e la ferratura sono le due pratiche di cura tradizionale dello zoccolo del cavallo, svolte dal maniscalco ad intervalli regolari per riprodurre artificialmente, nel cavallo domestico, il naturale consumo e indurimento dello zoccolo, che nel cavallo selvaggio o nel cavallo in libertà è assicurato dal contatto diretto e continuo fra zoccolo e suolo.

La coda del cavallo, oltre alla sua funzione estetica, ha il compito fondamentale di scacciare gli insetti e soprattutto le mosche, e di proteggere i genitali dalla sporcizia proveniente dall’esterno. Per questo motivo, la coda del cavallo deve sempre essere pulita e pettinata.

La criniera è un ammasso di pelo lungo e folto che serve a proteggere la testa e il muso del cavallo dagli agenti atmosferici e dal freddo, mantiene il collo caldo, fa defluire l’acqua quando l’animale non ha riparo dalla pioggia, protegge il cavallo dagli insetti.

La bocca del cavallo è munita di denti, che sono 40 nel maschio e 36 nella femmina. Sulla lingua i cavalli hanno particolari papille gustative che consentono loro di esaminare e discernere i cibi buoni da quelli nocivi alla loro salute; sono inoltre in grado di riconoscere gli alimenti più ricchi di sale, che è particolarmente importante per il loro benessere.

Le orecchie: L’udito del cavallo è piuttosto sviluppato. L’apparato uditivo è simile a quello umano, ma più sensibile ai suoni di frequenza alta, non percepibili dall’uomo. Oltre che con le orecchie il cavallo percepisce le vibrazioni anche con le vibrisse e con gli zoccoli.

Il ciuffo è un ammasso di crini che scende sulla fronte del cavallo e che serve, con il suo movimento, a proteggere gli occhi dagli insetti.

La fronte del cavallo può essere di colore uniforme o con chiazze di pelo bianco che possono essere classificabili a seconda della forma in stella, fiore, palla di neve, lista, striscia. La fronte si trova tra naso, orecchie e tempie, è lunga, larga, liscia e piana.

Testa accoglie nel suo interno gli organi del sistema nervoso centrale, che rappresentano la stazione di partenza di ogni impulso vitale. Inoltre nella testa hanno sede i principali organi di senso. Da un punto di vista estetico la forma della testa del cavallo è molto importante, perchè serve a caratterizzare la razza.

Gli occhi del cavallo sono tra i più grandi fra i mammiferi della terra. Il cavallo ha una capacità visiva notturna molto sviluppata, come il cane e il gatto. Questo permette al cavallo di sfuggire prontamente ai pericolosi attacchi dei predatori della notte; di giorno, questo animale riesce a vedere, oltre il suo campo visivo, il movimento rapido di un oggetto alle sue spalle, ma ha una limitata percezione dei colori, che si limitano soltanto al blu ed al rosso.

Il collo del cavallo riveste una grande importanza nel movimento perché, agendo da bilanciere, assicura stabilità ed equilibrio al cavallo nelle sue diverse andature.

Le narici del cavallo sono molto sensibili. L’olfatto equino è più sviluppato di quello dell’uomo. I cavalli, all’interno del branco, usano il senso dell’olfatto per corteggiare i loro simili; infatti, tramite l’odore emanato dalla giumenta, lo stallone ne riesce a comprendere la sua disponibilità all’accoppiamento; quando viene al mondo un puledro, la mamma annusa attentamente il corpo del suo piccolo per riconoscerlo al momento dell’allattamento e per educarlo. Infine, tramite l’olfatto, il cavallo percepisce il pericolo di un attacco dei predatori carnivori, a causa dell’odore che essi emanano, permettendogli così di sfuggire alla morte.

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Nomenclature Montessori per le parti del cavallo

Nomenclature Montessori per le parti del pesce

Nomenclature Montessori per le parti del pesce per bambini della scuola d’infanzia (immagine, nome, immagine e nome) e per la scuola primaria (immagine, nome, definizione) pronte per il download e la stampa in formato pdf.

Per realizzare l’incastro della rana in proprio trovi il tutorial qui:

Presentazioni ed esercizi qui: 

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Nomenclature Montessori per le parti del pesce
Set per attività con l’incastro del pesce

pdf qui:

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Nomenclature Montessori per le parti del pesce
Nomenclature 3-6 anni 

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Nomenclature Montessori per le parti del pesce
Nomenclature 6-9 anni 

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Nomenclature Montessori per le parti del pesce

Se preferite realizzare il materiale in proprio, questi sono i testi utilizzati:

I pesci sono animali acquatici a sangue freddo. Vivono in tutto il pianeta negli oceani, nei mari, nei fiumi, nei laghi e negli abissi. Ne esistono più di 30.000 specie. Il loro corpo è idrodinamico, cioè adatto a muoversi in acqua. I pesci sono vertebrati coperti di squame e dotati di pinne, che respirano attraverso le branchie. Le pinne sono gli organi di locomozione dei pesci, cioè gli organi che permettono il movimento. Si tratta di strutture formate da raggi ossei o cartilaginei collegati da una membrana di pelle.

Le pinne dorsali possono essere da 1 a 3 e a volte possono fondersi con l’anale e la caudale, formando un’unica grande pinna. La pinna dorsale si trova lungo la parte superiore del corpo  del pesce e serve a dare stabilità. Può essere dotata di spine, che servono da difesa contro i predatori.

La pinna pelvica, situata sul ventre del pesce, serve da timone quando il pesce vuole cambiare la direzione del suo movimento.

La pinna caudale è responsabile della principale spinta propulsiva del pesce, è disposta verticalmente rispetto al piano del pesce e si muove da destra verso sinistra e viceversa. Questa caratteristica permette di distinguere a prima vista un pesce da un cetaceo, in cui la pinna caudale è disposta orizzontalmente e si muove dal basso verso l’alto. A seconda della sua forma può essere adatta al nuoto per lunghe distanze oppure alla velocità.

La pinna pettorale si trova sotto all’apertura delle branchie, da entrambi i lati, e funziona da timone per accompagnare il movimento e aumentare la stabilità del corpo del pesce in acqua.

La pinna anale si trova non lontano dall’ano e viene usata per stabilizzare il pesce quando nuota. Non tutti i pesci ne sono dotati, ma in pesci particolari la pinna anale riveste una particolare importanza ai fini del movimento sostituendo la pinna caudale: nel pesce luna, ad esempio, la pinna anale accoppiata alla pinna dorsale consente al pesce di muoversi lentamente ondeggiando.

Il corpo dei pesci è idrodinamico, cioè adatto a muoversi in acqua. Le dimensioni dei pesci variano dai 16 m dello squalo balena ai circa 8 mm della Schindleria brevipinguis, considerato il vertebrato più piccolo del mondo.

Le scaglie. Come tutti i vertebrati, i pesci presentano una pelle composta da due strati: l’epidermide (la parte esterna) e il derma (la parte interna), ma sopra l’epidermide i pesci hanno uno strato in più formato da scaglie. Le scaglie sono formate da un materiale simile alla dentina e sono incastrate una con l’altra come le tegole di un tetto; crescono come crescono unghie e peli. La loro funzione è quella di coprire il corpo del pesce rendendolo liscio e idrodinamico.

La maggior parte dei pesci presenta gli occhi ciascuno su un lato: ciò consente loro di avere un campo visivo di quasi 360° e una visione monoculare (ognuno dei due occhi mette a fuoco indipendentemente dall’altro) e grandangolare, non ad alta definizione ma che permette di controllare l’eventuale avvicinarsi di un pericolo. Gli occhi dei pesci non hanno palpebre, sono mobili e piuttosto grandi.

La testa dei pesci è direttamente attaccata al corpo, senza collo. Contiene la bocca, gli occhi e le narici.

La bocca serve ad assumere il cibo e può avere forme diverse: i pesci che vivono in superficie hanno la bocca rivolta verso l’alto, i pesci che vivono a mezza altezza hanno la bocca parallela al corpo e pesci di fondo hanno la bocca orientata verso il basso. I pesci carnivori hanno i denti.

Le narici nei pesci non hanno funzione respiratoria, ma sono un organo dell’olfatto.  Sono delle rientranze ricoperte di rosette olfattive che percepiscono le particelle odorose. L’acqua è convogliata all’interno e poi estromessa.

La branchia è un organo di respirazione: nei pesci l’acqua ricca di ossigeno entra dalla bocca ed esce dalle branchie carica di anidride carbonica.

I pesci presentano un organo di senso non presente in altri vertebrati: la linea laterale. Essa è costituita da una serie di canalicoli che corrono lateralmente nella testa e nel corpo dell’animale, collegati con l’esterno tramite piccoli pori, e ha la funzione di percepire variazioni di bassissima frequenza, flebili campi elettrici, variazioni di pressione e vibrazioni. Dalla linea laterale queste informazioni raggiungono il cervello.

Nomenclature Montessori per le parti del pesce

Tutorial per realizzare gli incastri della zoologia Montessori

Tutorial per realizzare gli incastri della zoologia Montessori con cartamodelli e istruzioni. Gli incastri della zoologia comprendono la rana, il cavallo, l’uccello e il pesce.

Tutorial per realizzare gli incastri della zoologia Montessori

Materiali:
– cartamodelli
– gomma eva
– forbici e taglierino
– pennarelli colorati
– perline di media grandezza
– colla a caldo
– colla vinilica.

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Tutorial per realizzare gli incastri della zoologia Montessori
Incastro del pesce

Stampiamo il cartamodello e riportiamolo sul foglio di gomma con la carta carbone o facendo pressione con una penna o con la punta del taglierino:

decoriamo il pesce senza separarne le parti:

riportiamo i contorni del pesce completo sullo sfondo:

ritagliamo lo sfondo, incolliamo sul retro un cartoncino o un secondo foglio di gomma non ritagliato e inseriamo il pesce. Quindi dividiamo il pesce nelle sue parti:
– testa
– corpo
– pinna caudale
– pinna anale
– pinna pettorale
– pinna dorsale
– pinna pelvica
e incolliamo una perla con la colla a caldo, per permettere la presa a tre dita:

E l’incastro del pesce è  pronto:

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Tutorial per realizzare gli incastri della zoologia Montessori
Incastro del cavallo

Procediamo come già mostrato per l’incastro del pesce:

 

Tutorial per realizzare gli incastri della zoologia Montessori
Le parti in cui dividere il cavallo sono:
– testa
– collo
– criniera
– fianco
– zampe anteriori
– zampe posteriori
– coda.

Questo e’ l’incastro del cavallo completo:

 

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Tutorial per realizzare gli incastri della zoologia Montessori
Incastro dell’uccello

Tutorial per realizzare gli incastri della zoologia Montessori
Le parti dell’uccello sono:
– testa
– corpo
– ala
– coda
– zampe

Questo e’ l’incastro completo:

 

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Tutorial per realizzare gli incastri della zoologia Montessori
Incastro della rana

Tutorial per realizzare gli incastri della zoologia Montessori
Le parti della rana sono:
– testa
– zampa anteriore
– zampa posteriore
– zampa posteriore
– corpo

Questo e’ l’incastro completo:

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 Tutorial per realizzare gli incastri della zoologia Montessori

Incastro della rana Montessori

Incastro della rana Montessori con presentazioni ed esercizi per bambini della scuola d’infanzia.

E’ possibile realizzare l’incastro in proprio con feltro, cartoncino o gomma eva. Questo è il mio tutorial con cartamodelli pronti:

Il materiale degli incastri degli animali è composto da 5 incastri principali:
– un pesce
– una tartaruga (per la classe dei rettili)
– una rana (per la classe degli anfibi)
– un cavallo (per la classe dei mammiferi)
– un uccello.
Si tratta quindi degli animali tipici di una determinata classe di vertebrati.

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Incastro della rana Montessori
Presentazione 1
(presentazione del materiale)

Scopo:
– introdurre i nomi delle parti del corpo caratteristiche degli animali (uno per ogni classe di vertebrati)
– dare informazioni particolari sulle diverse parti del corpo degli animali
– consentire al bambino di confrontare la morfologia degli animali con quella degli esseri umani

Presentazione
– invitiamo un bambino a lavorare con noi all’esercizio
– andiamo allo scaffale della zoologia e, se lo abbiamo a disposizione,  indichiamo il cofanetto per gli incastri degli animali:

MATERIALIMONTESSORI.IT

– diciamo: “Questo è il cofanetto degli incastri degli animali, e questi sono gli incastri degli animali”
– mostriamo al bambino come prendere dal cofanetto l’incastro della rana e tenerlo correttamente per portarlo al tavolo o al tappeto
– arrivati al posto diciamo: “Questo è l’incastro della rana. Su questo incastro noi possiamo vedere le parti del corpo della rana”
–  attiriamo l’attenzione del bambino sugli incastri, e diciamo che si tratta di un materiale molto utile a tutti e che lo maneggeremo  con delicatezza e cura
– mostriamo al bambino come prendere i pezzi in modo corretto utilizzando i pomoli, per rimuoverli dalla tavola


– prendiamo il primo incastro e posiamolo sul tappeto


– chiediamo al bambino di rimuovere i rimanenti incastri e metterli sul tappeto


– dopo aver rimosso tutti i pezzi, prendiamone uno per i pomoli e mostriamo al bambino come riposizionarlo correttamente nell’incastro
– invitiamo il bambino a proseguire l’attività con gli altri incastri
– quando il lavoro è concluso, riponiamo l’incastro della rana nel cofanetto degli incastri degli animali, se lo abbiamo a disposizione, oppure sullo scaffale della zoologia
– incoraggiamo il bambino a prendere dal cofanetto gli incastri degli animali e lavorare con essi ogni volta che lo desidera.

Età: a partire dai 4 anni.

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Incastro della rana Montessori
Presentazione 2
(nominare le parti del corpo della rana)

Materiale
– incastro della rana
– cartellini della parte della rana pronti (oppure cartellini in bianco e penna nera).

Nomenclatura usata: testa, tronco, zampe anteriori, zampe posteriori. In seguito si aggiungono: occhi, narici, orecchie, bocca, collo, dita.

Presentazione:
– invitiamo un bambino che ha già lavorato cofanetto degli animali e chiediamogli di aiutarci a stendere il tappeto e a portare l’incastro della rana sul piano di lavoro
– togliamo i primi tre incastri nominandoli, cioè dicendo ad esempio: “testa, tronco, zampe posteriori”


– ripetere i nomi: “testa, tronco, zampe posteriori”
– chiediamo ai bambini di rimetterli al loro posto, nominandoli, cioè dicendo: “Per favore, rimetteresti a posto il tronco?”
– quando tutti gli incastri sono di nuovo al loro posto, chiediamo a un bambino di prendere gli stessi tre pezzi, uno per uno, nominandoli, ad esempio dicendo: “Per favore, toglieresti l’incastro della testa?”
– fatto questo chiediamo: “Quale parte del corpo della rana vorresti rimettere al suo posto?”. Il bambino risponderà col nome di una parte e rimetterà l’incastro corrispondente al suo posto
– ripetiamo questa lezione in tre tempi con le altre parti del corpo della rana, finché il bambino conoscerà i nomi di tutti e sei gli incastri
– se lo riteniamo efficace, mentre introduciamo i nomi delle parti del corpo possiamo darne una breve descrizione, ad esempio dicendo: ” Queste sono le zampe posteriori. Le zampe posteriori sono molto più grandi e più forti di quelle anteriori. Servono alla rana per fare grandi salti, e in questo modo le rane possono spostarsi per lunghe distanze.”
– oppure: “Questa è la testa della rana. Ha due grandi occhi, un naso e una bocca. All’interno della bocca la rana ha una grande lingua appiccicosa. Per nutrirsi la rana lancia la sua lingua fuori dalla bocca e cattura gli insetti.”
– oppure: “Questo è il tronco o corpo della rana. Nel tronco ci sono organi importanti come come lo stomaco,  il cuore, il fegato.”
– se il bambino mostra vivo interesse per questo genere di presentazioni, continuiamo nei giorni seguenti, finché non avrà acquisito familiarità con i nomi delle parti del corpo della rana
– per l’esercizio della lettura e della scrittura togliamo un incastro alla volta dalla tavola e componiamo la parola corrispondente con l’alfabeto mobile


– se il bambino è in grado di leggere, scriviamo sui cartellini in bianco i nomi delle parti del corpo ed abbiniamoli agli incastri, oppure introduciamo i cartellini pronti e i fogli di controllo

Età: a partire dai 4 anni

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Incastro della rana Montessori
Attività che possiamo proporre con l’incastro della rana

Le attività legate all’utilizzo dell’incastro della rana possono essere di discriminazione visiva, di discriminazione tattile,  di nomenclatura, di preparazione alla scrittura, di lettura; possono coprire varie fasce d’età:
– discriminazione visiva: lavorare con gli incastri; assemblare il corpo della rana su un foglio di controllo; gioco del “Cosa manca”
– discriminazione tattile: gioco del “Cosa manca”, borse del mistero, assemblaggio alla cieca
– preparazione alla scrittura: ricreare l’incastro col ritaglio
– sviluppo del linguaggio: gioco del detective, fogli di controllo e cartelli, nomenclature, definizioni.

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Incastro della rana Montessori
Lavorare con gli incastri

E’ l’attività più ovvia. Il bambino più piccolo può avere bisogno di procedere per più tentativi ed errori, mentre i più grandi sono in grado di mettere facilmente i pezzi negli incastri.

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Incastro della rana Montessori
Assemblare il corpo della rana su un foglio di controllo

Una volta che un bambino sa maneggiare gli incastri con facilità nella cornice, può provare a costruire il corpo della rana utilizzando un foglio di controllo.
I fogli di controllo in commercio prevedono un foglio muto con cartellini mobili e un foglio parlato: 

naturalmente questo è un materiale che si può realizzare facilmente in proprio, riportando i contorni degli incastri e preparando i cartellini necessari.

I fogli di controllo che ho preparato io, pronti per il download e la stampa, sono qui:

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Incastro della rana Montessori
Gioco: “Cosa manca?”

– mettiamo l’incastro della rana completo davanti al bambino
– chiediamo al bambino di voltarsi o di chiudere gli occhi (oppure bendiamolo), togliamo un pezzo dalla tavola e nascondiamolo
– chiediamo al bambino di guardare e di dirci il nome della parte mancante
– il gioco può essere reso più difficile, togliendo due pezzi invece di uno; oppure chiedendo di rispondere non a voce, ma scrivendo o disegnando la parte mancante
– si potrebbe anche chiedere di riconoscere al tatto la parte mancante (cioè tenendo gli occhi chiusi o con la benda sugli occhi).

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Incastro della rana Montessori
Incastro alla cieca

Il bambino può ricomporre l’incastro della rana con gli occhi bendati. Ricordate che è più semplice, all’inizio, se tutti gli incastri sono posizionati ordinatamente a lato della tavola, prima di bendare il bambino.

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Incastro della rana Montessori
Borsa del mistero

– scegliamo un pezzo dell’incastro della rana e mettiamolo in una piccola borsa del mistero
– il bambino tastando la borsa (oppure bendato) identifica la parte del corpo della rana
– si possono anche inserire nella borsa più pezzi alla volta, o anche tutti.

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Incastro della rana Montessori
Ricreare l’incastro col ritaglio

Tracciare il contorno degli incastri è una valida attività di pre-scrittura, e si può rendere più interessante tracciando con la matita i pezzi e poi ritagliandoli, oppure tracciando i pezzi direttamente col punteruolo.

Materiale:
– incastro della rana
– fogli di carta colorata (verdi oppure in vari colori)
– foglio di carta bianca
– matita
– punteruolo o forbici
– colla da carta

Scopo:
– approfondire la conoscenza delle parti del corpo della rana
– esercitare l’occhio e la mano in preparazione alla scrittura.

Presentazione:
– chiediamo ai bambini di portare al tavolo il materiale
– chiediamo a un bambino di scegliere un incastro e di darcelo
– mettiamo l’incastro scelto dal bambino sul foglio di carta colorato e mostriamo come tracciarne il contorno con il punteruolo. Possiamo scegliere di punteggiare interamente il contorno:

oppure di fare fori distanti tra loro di circa mezzo centimetro, che serviranno come guida per le forbici:

– con l’aiuto dei bambini ritagliamo tutte le parti della rana nello stesso modo
– al termine componiamo la rana sul foglio di carta
– incoraggiamo il bambino a ripetere l’esercizio da solo
– se il bambino sa già scrivere, può aggiungere al disegno la nomenclatura.

Nomenclatura usata: testa, tronco, zampe anteriori, zampe posteriori.

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Incastro della rana Montessori
Ricreare l’incastro col disegno e preparare fogli di controllo da soli

Tracciare il contorno degli incastri è una valida attività di pre-scrittura.  Creare il disegno completo dell’incastro è più impegnativo rispetto al collage, perché richiede che il bambino posizioni correttamente i pezzi sul foglio bianco prima di tracciarli.

Materiale:
– incastro della rana
– foglio di carta
– matita e matite colorate.

Scopo:
– approfondire la conoscenza delle parti del corpo della rana
– esercitare l’occhio e la mano in preparazione alla scrittura.

Presentazione:
– chiediamo ai bambini di portare al tavolo il materiale
– chiediamo a un bambino di scegliere un incastro e di darcelo
– mettiamo l’incastro scelto dal bambino sul foglio di carte e mostriamo come tracciarne il contorno con la matita


– togliamo l’incastro e coloriamo usando lo stesso colore dell’incastro originale
– prendiamo un altro incastro e posiamolo sul foglio nella stessa posizione in cui si trova nella tavola originale. Tracciamone i contorni e coloriamolo
– continuiamo allo stesso modo finché non avremo disegnato tutta la rana
– incoraggiamo il bambino a ripetere l’esercizio da solo
– se il bambino sa già scrivere, può aggiungere al disegno la nomenclatura.

Nomenclatura usata: testa, tronco, zampe anteriori, zampe posteriori.

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Incastro della rana Montessori
Caccia al tesoro (o gioco del detective)

Una volta che il bambino conosce il nome di ogni parte del corpo della rana, è possibile utilizzare i pezzi per giocare al detective:
– togliamo tutti i pezzi dall’incastro e mettiamoli a lato della tavola
– diciamo: “Sto cercando… sto cercando… un pezzo che inizia con la lettera C”
– se i bambini non indovinano aggiungiamo un suono
– quando hanno indovinato mettiamo il pezzo nell’incastro
– possiamo giocare anche con le lettere finali o centrali.

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Incastro della rana Montessori
Nomenclature in tre parti immagine, titolo 

– i bambini abbinano la scheda immagine+titolo all’immagine singola e al nome singolo
– identificano la parte corrispondente sull’incastro, prendono il pezzo e lo pongono sulle carte corrispondenti.

Le carte delle nomenclature sono disponibili qui:

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Incastro della rana Montessori
Scrivere i cartellini appropriati

Se il bambino sa scrivere le prime parole, può esercitarsi a scrivere dei propri cartellini per l’incastro della rana. In questa fase, naturalmente, non importa se qualche parola non è scritta correttamente.
Se il bambino è nella fase in cui riconosce i suoni, ma non sa gestire praticamente gli strumenti di scrittura, può utilizzare gli alfabeti mobili.

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Incastro della rana Montessori
Nomenclature in tre parti immagine, titolo, definizione

Materiale
– carte delle nomenclature delle parti della rana (titolo, immagine, definizione)
– incastro della rana.

Presentazione:
– mettiamo sul piano di lavoro tutte le carte delle immagini
– distribuiamo tra i bambini (o mettiamo in ordine sparso sul piano di lavoro) i titoli
– chiediamo a un bambino quale parte del corpo della rana è evidenziato nella prima immagine. Il bambino abbina all’immagine il titolo, quindi pone su di esso l’incastro corrispondente
– proseguiamo allo stesso modo per tutte le parti del corpo della rana
– se i bambini sanno già leggere bene, distribuiamo le carte delle definizioni e chiediamo loro di abbinarle a titoli e immagini


– se i bambini non sanno leggere bene, leggiamo noi una ad una le definizioni e discutiamo coi bambini dove è corretto metterle.

Scopo:
– introdurre il nome e le definizioni delle parti del corpo della rana
– aggiungere informazioni particolari relative all’anatomia della rana.

Le carte delle nomenclature sono disponibili qui:

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Incastro della rana Montessori

 

Nomenclature Montessori per le parti della rana

Nomenclature Montessori per le parti della rana per bambini della scuola d’infanzia (immagine, nome, immagine e nome) e per la scuola primaria (immagine, nome, definizione) pronte per il download e la stampa in formato pdf.

Per realizzare l’incastro della rana in proprio trovi il tutorial qui:

Per le presentazioni dell’incastro ai bambini:

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Nomenclature Montessori per le parti della rana
Set per attività con l’incastro della rana

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Nomenclature Montessori per le parti della rana
Nomenclature 3-6 anni 

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Nomenclature Montessori per le parti della rana
Nomenclature 6-9 anni 


Nomenclature Montessori per le parti della rana

Se preferite realizzare il materiale in proprio, questi sono i testi utilizzati:

La rana è un anfibio. Gli anfibi trascorrono metà della loro vita in acqua come i pesci, e metà sulla terra.
Il suo nome scientifico, usato per rane, rospi e raganelle, è anuria, che significa “senza coda”.
La rana è un carnivoro e si nutre di prede vive: insetti e piccoli invertebrati acquatici o terrestri.
Non sanno masticare, quindi ingoiano le prede intere. I maschi della rana per attirare la femmina gracidano: per emettere questo verso gonfiano dei sacchetti d’aria che si trovano nelle loro guance.

La rana ha grandi occhi sporgenti. Nella rana la palpebra inferiore è più lunga e si alza davanti all’occhio come un velo, mentre la palpebra superiore è sempre immobile. La rana può anche ritirare gli occhi all’interno della testa.
La vista della rana è sensibile al movimento, e si nutrono di prede vive perché non vedono bene le cose che non si muovono.
Gli occhi della rana possono muoversi in tutte le direzioni, anche quando l’animale è sott’acqua.

La rana ha lunghe zampe posteriori molto muscolose che permettono all’animale di spiccare grandi salti e nuotare con agilità.
Le zampe posteriori della rana hanno tre articolazioni, e per questo hanno la forma di una lettera zeta.

Le estremità delle zampe posteriori hanno cinque dita palmate che aiutano nel nuoto e non hanno unghie.
Le specie che si arrampicano sugli alberi, come le raganelle, sotto alle dita hanno dei dischetti adesivi.
Le estremità delle zampe anteriori hanno invece quattro dita soltanto, non palmate.

Il collo della rana è brevissimo e rigido, consentendo movimenti della testa molto limitati.

Le orecchie della rana sono prive di padiglione.
Le due macchie rotonde che si trovano sopra gli angoli della bocca sono le membrane timpaniche. Queste membrane si trovano a fior di pelle.
Attraverso le membrane timpaniche i messaggi uditivi raggiungono il cervello.
La rana può riconoscere il verso delle sue simili.

La bocca della rana è ampia e si estende da un lato all’altro della testa.
La lingua è molto lunga, piuttosto sottile ed appiccicosa e la rana può lanciarla velocemente fuori dalla bocca per catturare le prede vive.
La rana non mastica, ma ingoia le prede intere.

Le zampe anteriori della rana sono piccole e corte e servono principalmente per mantenere il corpo in equilibrio.
L’animale se ne può servire anche per spingere il cibo nella bocca.

La testa della rana è collegata al corpo attraverso un collo molto corto e piuttosto rigido. Presenta una bocca molto larga, due narici, le membrane timpaniche e occhi molto sporgenti.
Contiene il cervello della rana.

Le rane hanno un tronco tozzo e tarchiato.
Tutti gli organi interni della rana si trovano nel tronco: cuore, polmoni, apparato digerente.
La pelle è fine, umida e nuda, cioè senza squame.
Finché l’animale rimane nell’acqua non subisce danni, ma sulla terraferma può disidratarsi. Per questo le rane e tutti gli anfibi in genere si ricoprono di un sottile strato di muco, prodotto da apposite ghiandole della pelle, ed appaiono viscidi.

Le narici della rana si aprono nella cavità orale rendendo possibile all’animale di respirare senza aprire la bocca.
Le narici della rana, inoltre, le permettono di respirare anche sott’acqua.

 Nomenclature Montessori per le parti della rana

 

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