Psicogrammatica Montessori: la rubrica

Psicogrammatica Montessori: la rubrica. Dopo le prime attività nel campo della grammatica, diamo ai bambini una rubrica, nella quale potranno scrivere tutte le parole che desiderano collezionare, man mano che imparano a conoscerle. Nella rubrica le parole saranno registrate, naturalmente, in base alla lettera iniziale. I bambini costruiranno così i loro dizionari personali.

Durante le attività proposte per lo studio della grammatica, si possono offrire ai bambini tantissime parole che appartengono al lessico della storia naturale, della fisica, della chimica, ecc. Tutte queste parole possono essere registrati nella rubrica.

Psicogrammatica Montessori: la rubrica

Psicogrammatica Montessori VERBI SINONIMI (sfumature di significato)

Psicogrammatica Montessori VERBI SINONIMI (sfumature di significato). Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.

Dopo aver presentato ai bambini il verbo, e dopo i primi esercizi con le scatole grammaticali e i comandi sui verbi, possiamo introdurre un nuovo materiale: i cartellini dei sinonimi.

Prepariamo una serie di verbi e gruppi di altri verbi che rappresentano una loro sfumatura di significato. Mettiamo i cartellini in una scatola rossa, separati per mezzo di elastici.

Esercitandosi con questo materiale i bambini sviluppano consapevolezza rispetto alle sottili differenze che possono esserci tra parole simili, e arricchiscono il proprio linguaggio.

Il materiale può essere presentato con lezioni individuali o di gruppo.

Presenteremo prima un set alla volta, poi due, poi sempre di più. E’ un lavoro che aiuta molto a costruire un lessico ricco e migliora le capacità espressive sia verbali sia scritte.

Gli esercizi con i sinonimi rappresentano anche un buon momento per introdurre l’uso del dizionario e la costruzione di una rubrica personale di parole nuove.


Materiale


Psicogrammatica Montessori VERBI SINONIMI (sfumature di significato)

Psicogrammatica Montessori VERBI SINONIMI (sfumature di significato)

Psicogrammatica Montessori: introduzione al verbo

Psicogrammatica Montessori: introduzione al verbo. Lezioni e presentazioni per bambini della scuola primaria.

Maria Montessori consiglia di stimolare l’attenzione dei bambini, nel primo approccio all’analisi grammaticale, sulla differenza che esiste tra nomi e verbi. Bisogna distinguere con molta chiarezza il nome (l’oggetto) dal verbo (l’azione, il moto), come distinguiamo la materia dalla forza, e la chimica dalla fisica.
Il verbo esprime lo stato e il moto, come la forza potenziale e attuale.
Come per lo studio del nome il bambino prende degli oggetti, così per lo studio dei verbi esegue azioni. Per eseguire queste azioni avrà bisogno del nostro aiuto iniziale, perchè non sempre sarà capace di interpretare una parola con l’azione che corrisponde precisamente ad essa.


Psicogrammatica Montessori: introduzione al verbo

Presentazione 1

Un verbo è una parola che mostra un’azione o una situazione o uno stato d’essere. Ci dà informazioni su ciò che qualcuno o qualcosa sta facendo.
Un verbo , come la grande sfera rossa infuocata del nostro sole, dà vita ai nomi ed è la sorgente di tutta l’energia.
E’ come una palla rossa brillante nelle mani di un bambino, non sta mai ferma.
Per questo motivo Maria Montessori ha scelto una grande sfera rossa per rappresentare il verbo, e un grande cerchio rosso da usare quando facciamo l’analisi grammaticali su un testo scritto.
Per le prime presentazioni usiamo verbi al modo indicativo che esprimano dichiarazioni di fatto o domande, ad esempio: Io lavo il piatto. Tu cosa fai?
Inoltre, grazie al lavoro coi cartellini dei comandi, i bambini familiarizzano col modo imperativo, ad esempio: Lava il piatto.
Non è necessario che i bambini conoscano i termini “indicativo” e “imperativo”, anche se apprenderanno l’uso del termine “comando”.
I bambini lavoreranno anche coi tempi verbali. Un tempo verbale indica quando l’azione o lo stato si verificano in relazione al tempo. Il tempo presente indica che l’azione si sta realizzando adesso, il passato indica che ha già avuto luogo e il futuro indica che l’azione avrà luogo in un tempo che deve ancora venire. I bambini lavorano in primo tempo soprattutto col presente e col passato.
Lavorando col materiale i bambini scopriranno anche che non tutti i tipi di verbo mostrano un’azione fisica e che non tutte le azioni possono essere viste:
– i verbi che indicano azioni mentali sono verbi che hanno un’energia interna e sono detti verbi psicologici. Ad esempio: pensare, immaginare, contemplare, decidere.
Esempi di frasi: Lei sta pensando al suo gatto. Lui sta pensando di andare al cinema.
In ognuna di queste frasi il verbo indica l’energia interna di ciò che il soggetto sta facendo;
– i verbi che collegano il soggetto al predicato e svolgono la funzione di unire il soggetto della frase a un nome o a un aggettivo sono detti verbi copulativi. Ad esempio: essere, parere, sembrare, stare, rimanere, diventare, riuscire. Esempi di frasi:
Sto bene. Il vetro sembra sporco.
In queste frasi il verbo collega il soggetto con un nome o un aggettivo.

Materiali

simboli grammaticali solidi per il nome e il verbo (la piramide nera e la sfera rossa)

scatola dei simboli grammaticali 

– otto oggetti presenti in classe, ad esempio un pennarello, una gomma, una colla, un paio di forbici, una matita, un elastico, un righello, un temperino

– matita rossa e nera

– strisce di carta bianca

carta della relazione tra famiglia del nome e verbo.

Presentazione

– diciamo ai bambini che oggi impareremo qualcosa di nuovo sul verbo
– mettiamo sul tappeto gli otto oggetti scelti
– invitiamo i bambini a nominare a turno gli oggetti
– ogni volta che un bambino nomina un oggetto, scriviamo con la matita nera il nome  su un cartellino bianco  e invitiamo il bambino ad abbinare i cartellini agli oggetti
– usando la matita rossa scriviamo la parola SALTA su una striscia di carta
– invitiamo un bambino a leggere la parola e ad eseguire l’azione
– mettiamo il cartellino sul tappeto, separato dagli oggetti
– ripetere usando ogni volta verbi differenti (ad esempio BALLA, CORRI, CAMMINA, MANGIA, RIDI)
– chiediamo a un bambino: “Dov’è il righello?”. Il bambino indicherà il righello che si trova sul tappeto
– chiediamo a turno ad altri bambini di trovare un oggetto alla volta ed indicarlo
– chiediamo a un bambino: “Dov’è SALTA?”. Il bambino non potrà indicare “salta” e indicarlo
– chiediamo ai bambini di mostrarci a turno altre azioni (balla, corri, cammina, mangia, ridi). Essi non potranno indicarli perchè le parole d’azione, i verbi, non sono oggetti concreti, cioè non sono nomi
– spieghiamo ai bambini che i nomi possono essere abbinati ad oggetti messi sul tappeto, ma le parole d’azione non possono essere abbinate a nessun oggetto
– spieghiamo che le parole che indicano un’azione, come applaudire, saltare, camminare, sono chiamate VERBI
– facciamo coi bambini molti esempi verbi
– ora chiediamo ai bambini che forma ha il sole: risponderanno che ha la forma di una palla o di una sfera. Poi chiediamo cosa succede al carbone quando quando viene messo sul fuoco: risponderanno che brucia, che diventa rosso e caldo.
– mostriamo ai bambini la piramide nera. Può muoversi facilmente? No, ha un’ampia base ed è molto stabile. Spieghiamo che il nome è proprio come la piramide: non può esprimere movimento, ma solo chiamare persone, luoghi o cose
– mostriamo ai bambini la sfera rossa. Facciamola rotolare per mostrarne la capacità di movimento. Spieghiamo che come il sole che dà vita a tutte le cose e come una palla che si muove naturalmente, i verbi sono parole che danno vita e movimento al nome. I verbi sono rossi per ricordare ciò che avviene al carbone  (il nome) quando entra in contatto col fuoco
– mostriamo ai bambini la carta della relazione tra famiglia del nome e verbo, spiegando come il verbo irradia energia sulla famiglia del nome

– diciamo ai bambini che non abbiamo sufficienti sfere rosse per ogni verbo, e che così nei nostri esercizi useremo i cerchi rossi al posto della sfera. Mostriamo ai bambini i simboli

– invitiamo i bambini ad usare i simboli grammaticali per analizzare ogni parola che si trova sul tappeto

– chiediamo ai bambini di registrare ogni parola col suo simbolo sui loro quaderni di grammatica

Scopo: familiarizzare con la funzione del verbo e i simboli grammaticali

Età: dai 6 anni

Estensioni

– fare una lista di cinque o più verbi che si riferiscano ad un particolare argomento, ad esempio sport (nuotare, correre, saltare, lanciare, pedalare…), aggiungendo i simboli grammaticali;
– cercare nel proprio libro preferito cinque o più frasi che contengano verbi e copiarli sul quaderno di grammatica, aggiungendo i simboli grammaticali.


Psicogrammatica Montessori: introduzione al verbo
Presentazione 2

Lavorando all’analisi grammaticale i bambini si dedicano ad un primo gruppo di attività legate alla famiglia del nome (nomi, articoli, aggettivi) e si esercitano con le scatole grammaticali I e II e con i simboli grammaticali.

Attraverso tutte queste attività interiorizzano le qualità del nome come elemento molto solido e stabile, come una piramide.
Quando parliamo del verbo sottolineiamo quindi come le sue qualità siano del tutto diverse da quelle del nome: il verbo è rappresentato da una sfera rossa ed è in costante movimento.
Da una parte abbiamo la solidità del nome, dall’altra l’energia del verbo.
Il grafico della relazione tra verbo e famiglia del nome mostra ai bambini come il verbo illumini la famiglia del nome dandole energia:

Per Maria Montessori il verbo è l’energia della lingua. Il termine VERBO deriva dal latino  VERBUM, la parola per eccellenza.

Materiale

piramide nera e sfera rossa
simboli grammaticali
scatola grammaticale III
cartellini di riempimento a scelta.

Presentazione

– diciamo ai bambini: “Ricordate che abbiamo detto che la piramide rappresenta parole molto antiche? Queste parole molto antiche sono i nomi, come donna, bambino, tavolo, porta… Le parole di cui parleremo oggi sono invece come questa sfera, sono sempre in movimento”.
– chiediamo: “La piramide può muoversi?” No, non da sola. “Pensate che la palla possa spostare la piramide?” Sì, certo. Spingiamo la piramide con la sfera.
– diciamo: “Oggi osserveremo più da vicino le parole d’azione, come correre, parlare, tirare… parole che muovono i nomi”
– chiediamo ai bambini di mettere i cartellini scelti nella scatola grammaticale

– un bambino leggerà la prima frase, mentre un altro eseguirà l’azione e un altro comporrà la frase coi cartellini delle parole
– poi il bambino leggerà la seconda frase, un bambino eseguirà l’azione e il bambino sostituirà il cartellino del verbo

– mettiamo sulle parole i simboli grammaticali appropriati e diciamo: ” Usiamo questo cerchio rosso al posto della sfera per le parole che descrivono un’azione”.

Dopo la lezione

– i bambini continuano a lavorare con le scatola grammaticale III e i vari set di cartellini di riempimento
– faremo coi bambini gli esercizi di spostamento.


Psicogrammatica Montessori: introduzione al verbo
Presentazione 3

La parola verbo deriva dal latino verbum che significa “la parola”. E’ la parola-capo in una frase, la parola che rende un gruppo di parole una frase.
Maria Montessori  per simboleggiare il verbo ha scelto la sfera rossa, per sottolineare il movimento e l’energia che il verbo porta alla frase.

Prerequisiti

lezioni su nome, articolo e aggettivo

Materiali

piramide nera e sfera rossa su un vassoio,
– tappeto del nome (triangolo nero in feltro o cartone) e tappeto del verbo (tappeto rotondo rosso in feltro o cartone),
– cartellini dei nomi scritti in nero e cartellini dei verbi scritti in rosso.

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini e stendiamo i due tappeti
– mettiamo il vassoio con la sfera e la piramide tra i due tappeti
– teniamo in mano la piramide e ricordiamo perchè Maria Montessori ha scelto questo simbolo per il nome
– distribuiamo tra i bambini i cartellini dei nomi, chiediamo loro di leggerli e di prendere l’oggetto corrispondente e portarlo sul tappeto del nome

– diamo a un bambino il cartellino di un verbo, chiediamogli di leggerlo e di portare quello che è scritto sul cartellino sul tappeto rosso (ad esempio SALTARE)
– quando i bambini capiscono che non possono prendere ‘saltare’ e metterlo sul tappeto, chiediamo al bambino di saltare sul tappeto rosso

– continuiamo allo stesso modo con gli altri cartellini dei verbi, chiamando un bambino alla volta
– diciamo: “Quando lavoriamo con il tappeto dl nome, possiamo portare oggetti al tappeto. Le parole che abbiamo letto adesso invece sono azioni. Le parole che rappresentano energia e movimento sono chiamate verbi”
– prendiamo in mano la sfera rossa e facciamola rotolare avanti e indietro tra le mani
– diciamo “Maria Montessori ha scelto questa forma per il verbo perché rappresenta il sole. Il sole dà energia e movimento. Senza il sole non potrebbe esserci vita, e senza verbo non può esserci una frase”
– i bambini possono registrare l’esercizio sui loro quaderni di grammatica.

Scopo diretto

– introduzione alla funzione del verbo,
– comprensione della differenza tra sostantivi e verbi.

Punti di interesse

– eseguire azioni,
– capire che non si può portare un verbo sul tappeto.

Controllo dell’errore

i nomi sono scritti in nero e i verbi in rosso

Varianti

usare verbi psicologici come pensare, sognare ecc…

 
Psicogrammatica Montessori: introduzione al verbo
Presentazione 4

Scopo

comprendere la funzione del verbo.

Prerequisiti

il bambino deve essere in grado di leggere e scrivere senza difficoltà le parole utilizzate nella presentazione.

Materiali

– due larghi tappeti: uno rosso e uno nero
– un triangolo nero e un cerchio rosso ritagliati nello stesso materiale usato per i tappeti
– matite colorate
– strisce di carta bianca
– cartellino del titolo IL VERBO
piramide nera del nome e sfera rossa del verbo
simboli grammaticali del nome e del verbo
grafico della relazione tra famiglia del nome e verbo.

Presentazione

questa presentazione viene fatta per suscitare nei bambini l’impressione della differenza tra la funzione del nome (materia) e la funzione del verbo (energia)
– stendiamo i due tappeti sul pavimento e mettiamo i due simboli grammaticali in alto

– invitiamo un piccolo gruppo di bambini. Scriviamo su una striscia di carta il nome di un oggetto, ad esempio PIANTA. Il primo bambino legge e porta l’oggetto. Chiediamo al bambino di mettere l’oggetto sul tappeto nero e mettiamo il cartellino sul triangolo nero
– ripetiamo facendo in modo che ogni bambino porti al tappeto uno o due oggetti (ad esempio TAZZA, MATITA, CESTINO, SCATOLA, GOMMA, RIGHELLO, ecc.)
– ora scriviamo un’azione, ad esempio SALTARE. Il primo bambino regge ed esegue l’azione sul tappeto rosso. Chiediamo al bambino di mettere il cartellino sul cerchio rosso
– ripetiamo facendo in modo che ogni bambino esegua una o due azioni (ad esempio APPLAUDIRE, SORRIDERE, SALUTARE, CANTARE, SALTARE, ecc.)
– al termine dell’esercizio richiamiamo i bambini davanti ai due tappeti  e diciamo: “Antonio (il nome del bambino) tu hai portato la pianta e la pianta è ancora lì. Alma, tu hai portato la tazza, ed è ancora lì…” e così via, nominando tutti gli oggetti.

Poi indichiamo il tappeto rosso e diciamo: “Qui non c’è nulla! Dov’è SALTARE? Dov’è APPLAUDIRE? E’ sparito!”. Questo genere di osservazioni coinvolgono moltissimo i bambini, che diranno: “L’ho fatto prima!”
– chiediamo: “Quali parole abbiamo usato per chiamare gli oggetti?”. I bambini risponderanno PIANTA, TAZZA, MATITA, ecc. Chiediamo: “Come chiamiamo queste parole?” I bambini risponderanno che si tratta di nomi
– chiediamo: “Quali parole abbiamo usato per le azioni?”. I bambini risponderanno SALTARE, APPLAUDIRE, SORRIDERE, ecc. Diciamo: “Le parole che usiamo per le azioni si chiamano VERBI, dal latino VERBUM che significa LA PAROLA. Il verbo indica l’azione”
– posizioniamo il cartellino del titolo VERBO sul cerchio rosso sul quale abbiamo messo il cartellini dei verbi
– mostriamo ai bambini la piramide nera e ricordiamo che rappresenta il nome
– mostriamo la sfera rossa e diciamo: “La sfera rossa è il simbolo del verbo. Mentre la piramide è stabile e ferma, la sfera si può muovere liberamente (facciamola rotolare). Il verbo dice o trasmette l’azione. La sfera rossa rappresenta l’azione, l’energia o il movimento del verbo”
– mostriamo i simboli grammaticali. Sovrapponiamo il triangolo nero ad una faccia della piramide nera e mettiamo il cerchio rosso sotto alla sfera rossa. Diciamo: “Per i nostri esercizi scritti useremo il cerchio rosso al posto della sfera”
– chiediamo: “Qual è il simbolo del nome?”. Il triangolo nero. “Qual è il simbolo del verbo?”. Il cerchio rosso
– indichiamo il triangolo nero e chiediamo: “Cosa rappresenta questo simbolo?” Il nome. Indichiamo il cerchio rosso e chiediamo: “Cosa rappresenta questo simbolo?” Il verbo
– mostriamo ai bambini il grafico della relazione tra famiglia del nome e verbo, che mostra il simbolo del verbo che irradia la sua energia sul nome, l’articolo e l’aggettivo:

Psicogrammatica Montessori: introduzione al verbo

Psicogrammatica Montessori: esperienze chiave col verbo

Psicogrammatica Montessori: esperienze chiave col verbo per bambini della scuola primaria.

Esperienze chiave col verbo
Presentazione 1

Materiali

piramidi della famiglia del nome e sfera rossa del verbo 

simboli grammaticali

– una selezione di oggetti (bambino, toro)
– penna nera e rossa
– strisce bianche di carta
– sfera rossa del verbo

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto
– ricordiamo coi bambini i simboli del nome, dell’articolo e dell’aggettivo usando le piramidi e parliamo della famiglia del nome
– mostriamo ai bambini il primo oggetto, ad esempio il toro e scriviamo con la penna nera IL TORO NERO su una striscia. Chiediamo: “Chi vuole darmi i simboli della famiglia del nome?”
– chiediamo: “Che tipo di parola è IL?”. E’ un articolo. “Qual è la funzione dell’articolo?”. Ci dice che sta arrivando un nome. Aggiungiamo il simbolo
– chiediamo: “Che tipo di parola è TORO?”. E’ un nome. “Qual è la funzione del nome?”. Serve a chiamare un oggetto. Aggiungiamo il simbolo
– chiediamo: “Che tipo di parola è NERO?”. E’ un aggettivo. “Qual è la funzione dell’aggettivo?” L’aggettivo ci dà un’informazione in più sul nome. Aggiungiamo il simbolo
– introduciamo un altro oggetto, ad esempio un bambino e scriviamo su una striscia IL BAMBINO SIMPATICO. Proseguiamo come abbiamo fatto col toro
– Scriviamo alcuni verbi su strisce di carta con la penna rossa, ad esempio SORRIDI SALTA CORRI GIOCA MANGIA BEVI ecc. Pieghiamo ogni cartellino su se stesso, in modo tale che i bambini non possano leggerli

– chiediamo a un bambino alla volta di pescare un cartellino ed eseguire l’azione, mentre gli altri cercano di indovinare la parola
– chiediamo: “Potete indicare il toro nero?”. I bambini lo indicano
– chiediamo: “Potete indicare il bambino simpatico?”. I bambini lo indicano
– chiediamo: “Potete indicare sorridi?” (salta, corri, gioca, ecc.)
– diciamo: “Possiamo indicare i nomi, ma non le azioni. Avete eseguito le azioni, ma ora non ci sono più. Un verbo è una parola che serve a indicare un’azione”
– diciamo: “Proviamo ad aggiungere un verbo a IL TORO NERO. Quale azione può compiere un toro?”. I bambini suggeriscono un verbo, e noi lo aggiungiamo alla striscia, ad esempio IL TORO NERO CORRE
– facciamo notare ai bambini che avendo aggiunto l’azione le parole sono diventate una frase vera e propria. Per questo Mettiamo la lettera maiuscola all’inizio e il punto fermo alla fine
– ripetiamo con l’altra frase

– diciamo: “Questa è la nostra esperienza chiave per il verbo” e scriviamo ESPERIENZA CHIAVE PER IL VERBO su una striscia di carta
– diciamo: “la parola VERBO viene dal latino VERBUM che significa LA PAROLA” e scriviamo su un’altra striscia l’etimologia. Poniamo le due strisce come titolo
– chiediamo ai bambini di copiare lo schema sui loro quaderni di grammatica


Presentazione 2

Materiali

piramide nera e sfera rossa
– un libro
simboli grammaticali.

Presentazione

– mostriamo ai bambini la piramide e la sfera. Parliamo di quello che i bambini ricordano della piramide
– mostriamo la sfera rossa e diciamo: “Questa sfera rossa è il nostro simbolo per il verbo perchè rappresenta il sole. Il sole dà energia a tutti i viventi. Senza il sole nulla potrebbe crescere, nulla potrebbe vivere, nulla potrebbe muoversi sulla terra. Come il sole dà energia alla terra, così il verbo dà energia al nome. Senza il verbo, il nome non può compiere nessun movimento. Il verbo è la fonte di energia che dà vita al nome”. Per tutto il tempo in cui diamo ai bambini queste informazioni la piramide resta ferma, mentre manteniamo in continuo movimento la sfera
– mettiamo un libro sul tavolo o sul tappeto e mettiamo la piramide nera sopra al libro

– chiediamo ai bambini: “Cosa succede al nome? Si muove o resta fermo?”
– facciamo cadere la sfera sul libro e lasciamola andare , facendo osservare ai bambini che il verbo ha in sé energia e movimento
– introduciamo i simboli grammaticali dicendo: “Abbiamo visto quando ci esercitiamo con le parole scritte, per i nomi usiamo il triangolo nero al posto della piramide. Questo perchè il triangolo è una faccia della piramide. Allo stesso modo possiamo usare un cerchio rosso al posto della sfera come simbolo per il verbo”
– d’ora in poi per riconoscere un verbo potremo disegnare sopra alla parola un cerchio rosso”.


Presentazione 3

Materiali:

– cartellini in bianco
– penna nera e penna rossa
le tre piramidi per nome, articolo e aggettivo e la sfera rossa per il verbo 

simboli grammaticali per nome, articolo, aggettivo e verbo
oggetti della fattoria Montessori (ad esempio il gallo variopinto, il candido agnellino, il cane fedele)
– un libro

Presentazione:

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Noi conosciamo già gli articoli, i nomi e gli aggettivi. Oggi faremo qualcosa di nuovo con queste parole”
– mettiamo gli oggetti scelti sul tappeto, formando una riga orizzontale
– invitiamo i bambini a posizionare la famiglia del nome sotto ad ogni oggetto. Con la penna nera scriviamo sui cartellini la famiglia del nome per ogni oggetto. Per esempio IL GALLO VARIOPINTO, IL CANDIDO AGNELLINO, IL CANE FEDELE. Mettiamo i cartellini sotto agli oggetti
– con la penna rossa scriviamo la parola CANTA su un cartellino. Invitiamo un bambino a leggere il cartellino e ad eseguire l’azione
– ripetiamo la stessa procedura con le parole SALTELLA e ABBAIA
– chiediamo ai bambini che hanno eseguito le azioni: “Dov’è canta?”, “Dov’è saltella?”, “Dov’è abbaia?”. I bambini diranno che canta è già stato fatto, e così anche saltella e abbaia
– chiediamo: “Dov’è il gallo variopinto?” “Dov’è il candido agnellino”, “Dov’è il cane fedele?” e i bambini indicheranno gli oggetti nominati che si trovano sul piano di lavoro
– sottolineiamo il fatto dicendo: “I cartellini della famiglia del nome rimangono con gli oggetti. I cartellini che contengono le azioni non possono essere abbinati a nessun oggetto concreto
– diciamo a un bambino: “Metti il gallo variopinto vicino al cane”. Il bambino esegue l’azione. Chiediamo: “Dov’è il gallo variopinto?”. Il bambino indica il gallo. Chiediamo:” Dov’è il metti?”. Il bambino nota che “metti” non c’è più
– chiediamo a un bambino: “Sposta l’agnellino lontano dagli altri animali”. Il bambino esegue l’azione. Chiediamo: “Dov’è l’agnellino?”. Il bambino lo indica. Chiediamo: “Dov’è sposta?”. Il bambino dirà che sposta è scomparso
– diciamo: “Le azioni che sono state eseguite, metti e sposta, hanno mosso gli oggetti, ma una volta eseguite le azioni esse sono scomparse. Solo gli oggetti sono rimasti. Gli oggetti sono la materia. Le parole usate per le azioni contengono l’energia per muovere gli oggetti, cioè la materia. Queste parole d’azione che danno energia sono chiamate verbi. La parola verbo viene dal latino verbum che significa la parola. Il verbo è la parola che dà energia alla famiglia del nome.”

– scriviamo  il cartellino del titolo e quello dell’etimologia: ESPERIENZA CHIAVE SUL VERBO, VERBO: DAL LATINO VERBUM = LA PAROLA
– mettiamo le tre piramidi della famiglia del nome in ordine lungo il margine superiore del piano di lavoro e ricordiamo quello che sappiamo del nome, dell’articolo e dell’aggettivo
– diciamo: “Anche il verbo ha un simbolo” e posizioniamo la sfera rossa sul tavolo o sul tappeto. Diciamo: “Questa sfera è rossa come il sole ed ha la sua stessa forma. Il sole è il corpo celeste più importante del sistema solare. Il sole è la fonte di vita e di energia. Il verbo è come il sole”

– facciamo rotolare la sfera intorno alla piramide e diciamo: “Il verbo è la fonte di energia che dà vita al nome, il nome è la materia. Il verbo completa il pensiero avviato dalla famiglia del verbo”

– mettiamo un libro sul tavolo o sul tappeto. Facciamo cadere la piramide del nome sul libro e chiediamo: “Cosa è successo alla piramide?”. La piramide del nome si è fermata quando ha raggiunto il libro

– facciamo cadere la sfera rossa sul libro e chiediamo: “Cosa è successo alla sfera?”. La sfera è rotolata via dal libro. Diciamo: “La sfera ha molta energia”

– con gesti lenti prendiamo il simbolo del nome, appoggiamolo a una facciata della piramide e poi posiamolo sopra alla famiglia del nome. Diciamo: “Ricorderete che il simbolo del nome è il triangolo nero grande. Il nome è l’elemento principale della famiglia del nome”.
– prendiamo il simbolo del verbo e diciamo: “Il simbolo del verbo è un grande cerchio rosso. Il verbo è l’elemento principale della famiglia del verbo”. Mettiamo il simbolo sul verbo

– diciamo: “Il verbo completa il pensiero iniziato dalla famiglia del nome. Quando un pensiero è completo si chiama frase. Chiudiamo una frase con un punto rosso”
– aggiungiamo con la penna rossa un punto alla fine di ognuna delle frasi
– diciamo: “Quando scriviamo una frase scriviamo sempre la prima parola con l’iniziale maiuscola”. Con la penna rossa correggiamo le frasi
– i bambini registreranno l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli sopra ogni parola

Scopo diretto

– comprendere la funzione del verbo
– introdurre l’uso del punto fermo per chiudere una frase
– introdurre l’uso della lettera maiuscola ad inizio frase.

Età

dai 6 ai 9 anni

Psicogrammatica Montessori: esperienze chiave col verbo

Scatola grammaticale III: spostamenti

Scatola grammaticale III: spostamenti dei cartellini, esercizi e presentazione per bambini della scuola primaria.

Nella lingua italiana il verbo precede il complemento oggetto e le parole nelle frasi seguono questo ordine: prima il verbo, poi l’oggetto verso cui l’azione è diretta. Ad esempio diciamo: APRI LA PORTA GRANDE.
Gli esercizi di spostamento consistono nel modificare l’ordine delle parole scritte sui cartellini per rendere i bambini consapevoli dell’importanza dell’ordine delle parole nella frase. Il primo esercizio consisterà nello spostare il verbo in fondo.

Poi possiamo togliere dalla frase il verbo, facendo sparire l’azione.

Infine potremo fare spostamenti generali e dimostrare quante combinazioni insensate può generare il disordine delle parole, mentre solo una combinazione è quella corretta, cioè quella che renda la frase chiara e col suono migliore

Presentazione

Materiali

– cartellini in bianco
– penna nera e rossa
– simboli grammaticali.

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Conosciamo già gli articoli, i nomi, gli aggettivi ed i verbi. Oggi faremo uno nuovo esercizio con articoli, nomi, aggettivi, verbi”
– scriviamo un comando su un cartellino bianco usando la penna nera per la famiglia del nome e la penna rossa per il verbo. Ad esempio APRI LA PORTA
– invitiamo un bambino ad eseguire il comando. Il bambino esegue l’azione e aggiunge i simboli grammaticali corretti sopra ogni parola
– invitiamo il bambino a tagliare la striscia separando ogni parola
– invitiamo il bambino a spostare le parole formando tutte le combinazioni possibili
– facendo ogni spostamento il significato della frase si perde
– il bambino rimette le parole nell’ordine corretto
– togliamo la parola PORTA, lasciando APRI LA e chiediamo: “Puoi eseguire il comando scritto così?”. I bambini risponderanno di no
– diciamo: “In questa frase se non c’è il nome il comando non può essere eseguito perchè il verbo apri richiede un nome”
– rimettiamo il nome e togliamo il verbo, lasciando LA PORTA. Chiediamo: “Puoi eseguire il comando scritto così?”. I bambini risponderanno di no

– diciamo: “Ogni nome ha bisogno di un’azione, e se manca nessun comando può essere eseguito”
– rimettiamo la frase in ordine
– i bambini registreranno l’attività sui loro quaderni di grammatica e potranno aggiungere altri comandi di loro invenzione.

Scopo

comprendere la funzione del verbo
– comprendere l’importanza dell’ordine corretto delle parole nei comandi
– comprendere le relazioni tra verbo e famiglia del nome.

Età

dai 6 agli 8 anni

Esercizi 

Gli spostamenti si eseguono mentre i bambini stanno lavorando con i cartellini della scatola grammaticale III:
tutorial per costruire le scatole grammaticali
cartellini per la scatola grammaticale III
esercizi con la scatola grammaticale III.

Scatola grammaticale III: spostamenti

Psicogrammatica Montessori COMANDI SUI VERBI

Psicogrammatica Montessori COMANDI SUI VERBI per bambini della scuola primaria. Presentazioni ed esercizi e il materiale pronto per il download e la stampa in formato pdf.

Come indicato da Maria Montessori si procede per tappe:

– per la prima attività coi verbi si preparano pacchetti formati da 10 cartellini rossi, legati da un elastico. Il bambino esegue le azioni una dopo l’altra e può infine copiare i cartellini sul proprio quaderno di grammatica. Questi sono i verbi originali:
1. passeggia, canta, salta, balla, inchinati, siedi, dormi, svegliati, prega, sospira
2. scrivi, cancella, piangi, ridi, nasconditi, disegna, leggi, parla, ascolta, corri
3. riordina, pulisci, spolvera, spazzolati, abbottonati, allaccia, annoda, aggancia, specchiati, saluta
4. pettinati, lavati, asciugati, saluta, abbraccia, bacia, sorridi, sdraiati, leggi, sbadiglia.

– successivamente proponiamo ai bambini come tema una serie di verbi sinonimi, mostrando ai bambini il loro significato eseguendo l’azione davanti a loro. Distribuiamo quindi i comandi relativi. I bambini leggono ognuno per sé il cartellino che hanno ricevuto ed eseguono l’azione, ricordando la presentazione fatta.

I cartamodelli per le buste sono qui:

Presentazione 1
Psicogrammatica Montessori COMANDI SUI VERBI

Materiali:
– comandi sui verbi (serie A o B)

Presentazione:
– invitiamo un bambino a leggere un comando in silenzio e ad eseguire le azioni indicate
– chiediamo agli altri bambini: “Secondo voi che comando ha eseguito?”. I bambini rispondono
– invitiamo il bambino a leggere il comando a voce alta
– proseguiamo il gioco con gli altri bambini, uno alla volta. Restiamo a disposizione per aiutare i bambini che lo richiedono a comprendere le parole scritte sui comandi
– discutiamo coi bambini le sfumature di significato dei verbi: ad esempio scagliare significa lanciare con più forza che non gettare, oppure girare è un’azione più lenta di volteggiare.

Presentazione 2
Psicogrammatica Montessori COMANDI SUI VERBI

Lavorando con le scatole grammaticali i bambini ricevono un’impressione precisa della funzione che svolgono le varie parti del discorso. Questa impressione si realizza soprattutto grazie alla manipolazione del materiale, cioè attraverso un’esperienza fisica.
Anche i cartelli dei comandi offrono un’esperienza fisica. Lavorare con le carte dei comandi porterà i bambini ad acquisire maggior precisione nella scrittura e nell’espressione verbale e ad arricchire il proprio vocabolario.

Scopo: esercitarsi coi verbi

Materiali:
scatola grammaticale III 
– carte dei comandi per la scatola grammaticale III
– matite colorate
simboli grammaticali
– stencil dei simboli grammaticali (facoltativo)

Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto e chiediamo a un bambino a disporre il materiale sul piano di lavoro
– riempiamo la scatola grammaticale con le carte dei comandi e i cartellini delle parole singole

– prendiamo il primo comando e mettiamolo sul tappeto
– chiediamo a un bambino di leggere la prima frase del comando a voce alta e di riprodurla usando i cartellini delle parole
– mettiamo su ogni cartellino il simbolo grammaticale corrispondente


– chiediamo al bambino di rileggere a voce alta la frase e di eseguire l’azione, quindi cambiamo l’ordine dei cartellini delle parole e leggiamole. Sottolineiamo che l’ordine delle parole modifica il senso delle frasi
– definiamo e discutiamo il concetto di “comando” e l’uso dei verbi che indicano un comando
– rimettiamo i cartellini nell’ordine originale e invitiamo il bambino a togliere il cartellino del verbo e sostituirlo col verbo della seconda frase
– chiediamo di leggere la seconda frase a voce alta e di eseguire l’azione. Assicurarsi che i simboli grammaticali siano in ordine
– ripetiamo coi bambini che i due verbi sono parole di azione e che sono chiamati verbi
– seguendo l’ordine delle lezioni in tre tempi indichiamo il verbo e diciamo: “Questo è il verbo.”, poi diciamo “Mi indichi in verbo?” e infine chiediamo “Cos’è questo?”
– chiediamo ai bambini di copiare il comando sul quaderno di grammatica e disegnare sulle parole i simboli grammaticali a mano libera o utilizzando gli stencil
– continuiamo con gli altri comandi.

Presentazione 3
il gioco di “Giocondo dice”

– invitiamo un bambino ad essere Giocondo
– Giocondo dovrà dare dei comandi verbali di sua invenzione a voce alta agli altri compagni e loro dovranno eseguirli
– se ad esempio Giocondo dice: GIOCONDO DICE SALTATE tutti i bambini saltano e se qualcuno non lo fa sarà eliminato dal gioco
– se però Simone dice soltanto SALTATE senza dire GIOCONDO DICE i bambini non devono obbedire, cioè non devono saltare e i bambini che salteranno saranno eliminati dal gioco
– il bambino che resisterà più a lungo sarà il nuovo Giocondo.


Presentazione 3
verbi intransitivi

Materiali:
– un set di cartellini della serie A nei quali sono scritte azioni senza oggetto (sorridere, applaudire, saltare, correre, piangere, ridere, accigliarsi, sbadigliare)
simbolo grammaticale del verbo.

Esercizio:
– il bambino legge l’azione e la esegue,
– aggiunge il simbolo del verbo al cartellino
– registra sul suo quaderno l’esercizio, sotto il titolo I VERBI, utilizzando per ogni parola il simbolo grammaticale disegnato a mano libera o con gli stencil.

Presentazione 4
verbi transitivi (un verbo e un oggetto)

Materiali:
– cartellini sui quali sono scritte azioni con un oggetto (innaffia una pianta, chiudi la porta, abbraccia un amico, stropiccia la carta, indica la finestra)
– simboli grammaticali
– stencil dei simboli grammaticali (facoltativi)

Esercizio:
– il bambino legge l’azione e la esegue,
– aggiunge il simbolo del verbo al cartellino
– registra sul suo quaderno l’esercizio, sotto il titolo I VERBI, utilizzando per ogni parola il simbolo grammaticale disegnato a mano libera o con gli stencil.

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Psicogrammatica Montessori COMANDI SUI VERBI
Presentazione 5
due azioni (per due bambini)

Psicogrammatica Montessori COMANDI SUI VERBI – Materiali:
– strisce di carta bianca
– penna nera
simboli grammaticali
– stencil dei simboli grammaticali (facoltativi)
– cartellini pronti dei comandi.

Psicogrammatica Montessori COMANDI SUI VERBI – Esercizio:
– scriviamo per il primo bambino un comando nel quale sia importante l’ordine delle azioni (alzati e cammina, avvicinati e afferra…)


– il bambino legge il comando, lo esegue, e aggiunge il simbolo del cerchio rosso sopra ogni verbo
– con le forbici ritagliamo dalla striscia i verbi e invitiamo il bambino a invertire le due azioni (cammina e alzati, afferra e avvicinati…)
– chiediamo: “Ha senso? Puoi fare questo cose in questo ordine?”
– rimettiamo la frase nell’ordine originale
– scriviamo per il secondo bambino un comando nel quale l’ordine delle azioni non sia importante (salta e saltella, ondeggia e starnutisci, sbadiglia e urla…)
– il bambino legge il comando, lo esegue, e aggiunge il simbolo del cerchio rosso sopra ogni verbo

– con le forbici ritagliamo dalla striscia i verbi e invitiamo il bambino a invertire le due azioni (saltella e salta, starnutisci e ondeggia, urla e sbadiglia…)
– chiediamo: “Ha senso? Puoi fare questo cose in questo ordine?”
– rimettiamo la frase nell’ordine originale
– i bambini noteranno che che alcune azioni possono essere fatte contemporaneamente, ad esempio indicare e urlare, camminare e parlare, applaudire e cantare…)
– presentiamo ai bambini alcuni comandi pronti che i bambini possano leggere ed eseguire autonomamente; in alcuni comandi l’ordine delle azioni sarà importante e in altri no.

Presentazione 6
due azioni e un oggetto (per due bambini)

Materiali:
– strisce di carta bianca
– penna nera
simboli grammaticali
– stencil dei simboli grammaticali (facoltativi)

Esercizio:
– scriviamo per il primo bambino un comando nel quale sia importante l’ordine delle azioni (prendi e usa una matita, apri e leggi un libro, lavati e asciugati le mani…)
– il bambino legge il comando, lo esegue, e aggiunge il simbolo del cerchio rosso sopra ogni verbo

– con le forbici ritagliamo dalla striscia i verbi e invitiamo il bambino a invertire le due azioni (usa e prendi una matita, leggi e apri un libro, asciugati e lavati le mani…)

– chiediamo: “Ha senso? Puoi fare questo cose in questo ordine?”
– rimettiamo la frase nell’ordine originale
– scriviamo per il secondo bambino un comando nel quale l’ordine delle azioni non sia importante (batti e spremi un cuscino, alza e abbassa la testa, gira e sposta la tazza…)
– il bambino legge il comando, lo esegue, e aggiunge il simbolo del cerchio rosso sopra ogni verbo

– con le forbici ritagliamo dalla striscia i verbi e invitiamo il bambino a invertire le due azioni
– chiediamo: “Ha senso? Puoi fare questo cose in questo ordine?”
– rimettiamo la frase nell’ordine originale
– i bambini noteranno che che alcune azioni possono essere fatte contemporaneamente, mentre altre devono essere eseguite secondo una certa sequenza
– presentiamo ai bambini alcuni comandi pronti che i bambini possano leggere ed eseguire autonomamente. I comandi contengono due azioni e un oggetto; alcuni comandi indicano azioni da eseguire in sequenza, altri no.

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Psicogrammatica Montessori COMANDI SUI VERBI
Presentazione 7
due azioni e due oggetti (per due bambini)

Psicogrammatica Montessori COMANDI SUI VERBI – Materiali:
– strisce di carta bianca
– penna nera
simboli grammaticali
– stencil dei simboli grammaticali (facoltativi)

Psicogrammatica Montessori COMANDI SUI VERBI – Esercizio:
– scriviamo per il primo bambino un comando nel quale sia importante l’ordine delle azioni (prendi uno straccio e spolvera lo scaffale, prendi una spugna e pulisci il tavolo, trova della carta e scrivi un’annotazione…)
– il bambino legge il comando, lo esegue, e aggiunge il simbolo del cerchio rosso sopra ogni verbo
– con le forbici ritagliamo dalla striscia i verbi e invitiamo il bambino a invertire le due azioni
– chiediamo: “Ha senso? Puoi fare queste cose in questo ordine?”
– rimettiamo la frase nell’ordine originale
– scriviamo per il secondo bambino un comando nel quale l’ordine delle azioni non sia importante (bussa alla porta e sposta il cestino, apri una scatola e trascina una sedia, sposta un tavolino e vuota un cestino…)
– il bambino legge il comando, lo esegue, e aggiunge il simbolo del cerchio rosso sopra ogni verbo
– con le forbici ritagliamo dalla striscia i verbi e invitiamo il bambino a invertire le due azioni
– chiediamo: “Ha senso? Puoi fare questo cose in questo ordine?”

– rimettiamo la frase nell’ordine originale
– presentiamo ai bambini alcuni comandi pronti che i bambini possano leggere ed eseguire autonomamente. I comandi contengono due azioni e due oggetti; alcuni comandi indicano azioni da eseguire in sequenza, altri no.

Presentazione 8
Psicogrammatica Montessori: comandi sui verbi

Materiali:
– una busta di cartellini dei comandi
– un pennarello

Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– prendiamo il primo comando e i suoi cartellini dei verbi
– leggiamo il comando ad esempio: “prendi un pennarello e posalo sul pavimento. Riprendilo e gettalo nello stesso punto”
– eseguiamo il comando davanti ai bambini
– diamo a un bambino i cartellini del verbi POSALO e GETTALO e chiediamogli di eseguire le azioni
– poniamo i due cartellini sotto al comando

– proseguiamo con gli altri comandi
– al termine i bambini registreranno l’attività sui loro quaderni di grammatica
– i bambini potranno eseguire l’esercizio autonomamente con le altre buste dei comandi.

Scopo: comprendere la funzione del verbo

Età: 6 – 7 anni

Psicogrammatica Montessori COMANDI SUI VERBI
Materiali

Psicogrammatica Montessori COMANDI SUI VERBI

Psicogrammatica Montessori scatola grammaticale III esercizi e presentazioni

Psicogrammatica Montessori scatola grammaticale III esercizi e presentazioni.

Trovi i cartellini di riempimento pronti per il download e la stampa qui: 

e qui il tutorial per realizzare la scatola grammaticale:

Con questa scatola i bambini approfondiscono lo studio del verbo.

La parola verbo deriva dal latino verbum, che significa la parola. È la parola capo in una frase, la parola che rende una insieme di parole una frase. Il simbolo del verbo è la sfera rossa che rappresenta il movimento e l’energia.
Vogliamo che i bambini comprendano che c’è un collegamento tra chi parla e ciò che viene detto.  Esploreremo in seguito gli altri aspetti del verbo, quali tempi verbali, modi, transitivi e intransitivi, regolari e irregolari.

Lo studio della grammatica porta una chiarezza di linguaggio che non è raggiungibile in altri modi, portando l’attenzione cosciente del bambino verso i modi in cui usiamo il linguaggio intuitivo. E’ adatto alla psicologia del bambino della scuola primaria e favorisce lo sviluppo della sua intelligenza.
I materiali usati per lo studio della grammatica possono essere confrontati con i materiali sensoriali, perchè entrambi danno la possibilità di ordinare, classificare e organizzare i pensieri intorno a un qualcosa che è stato già assorbito inconsapevolmente. Grazie al lavoro svolto con le nove parti del discorso il bambino sarà in grado di classificare milioni di parole in sole nove categorie.

I materiali non sono stati progettati per insegnare la grammatica, ma per esplorare il linguaggio in modo concreto, dare ai bambini le chiavi nascoste nel linguaggio, che una volta riconosciute permettono di comprenderlo. L’opportunità di studiare ogni parte del discorso isolata dalle altre rende più facile l’esplorazione, in quanto ogni difficoltà può essere esercitata separatamente.

La SCATOLA GRAMMATICALE III per l’esercizio col verbo ha 4 scompartimenti (articolo,nome, aggettivo e verbo) contrassegnati dai colori nocciola, nero, marrone e rosso. Nella casella più grande ci sono, per ogni esercizio, sei biglietti sui quali sono scritte due o più frasi. Ad ogni parola scritta, corrisponde un cartellino nel casellario, eccetto per le parole ripetute in frasi successive. Nelle serie i verbi sono contrastanti o sinonimi.

Scatola grammaticale III
Presentazione 1

Materiali

– sfera rossa e triangolo nero 

– scatola grammaticale III
– cartellini di riempimento per la scatola grammaticale III 
simboli grammaticali 

Presentazione

– indichiamo la piramide e chiediamo: “Ricordate che abbiamo parlato di questa piramide? Abbiamo detto quanto è antica. Per quale tipo di parole usiamo questo simbolo?”
– indichiamo la sfera rossa e diciamo: “Oggi parleremo di un altro tipo di parole, che rappresentiamo con questa sfera rossa perché sono parole piene di energia e di movimento”

– mostriamo la scatola grammaticale III e diciamo: “Ho anche  una
nuova scatola grammaticale da mostrarvi”
– invitiamo i bambini a riempire la scatola grammaticale, come abbiamo fatto per la scatola I e per la scatola II

– procediamo nel modo che i bambini già conoscono: prendiamo la prima striscia, leggiamo la prima frase e formiamo la frase coi cartellini. I bambini possono eseguire o mimare l’azione indicata nella frase
– leggiamo la seconda frase e componiamola sostituendo il cartellino del verbo
– diciamo: “Nella seconda frase è cambiata una parola”. Eseguiamo o mimiamo l’azione
– aggiungiamo alle parole i simboli grammaticali chiedendo ai bambini: “Quale parola ci dice di che oggetto si parla?”. Il nome. “Quale parola ci dice che sta per arrivare un nome?”. L’articolo.  “Quale parola descrive una qualità del nome?”. L’aggettivo. “Quale parola ci ha detto che azione compiere?”. Il verbo:

– ripetiamo con le altre frasi.

Presentazione 2

Materiali:
– scatola grammaticale III
– cartellini di riempimento per la scatola grammaticale III
– simboli grammaticali

Esercizio:
– il bambino sceglie una carta delle frasi, legge la prima frase ed esegue o mima l’azione
– costruisce la prima frase con i cartellini delle parole

– costruisce la seconda frase cambiando solo il verbo
– aggiunge i simboli grammaticali all’ultima frase

– sposta i cartellini delle parole in tutti i modi possibili. Questi scambi rendono evidente al bambino l’importanza di comporre le frasi usando le parole in ordine corretto, e gli mostrano come spostando alcune parole la frase può essere più chiara, più confusa, incomprensibile, oppure assumere una sfumatura più emotiva o poetica

– ricompone la frase nell’ordine originale
– toglie il cartellino del verbo e legge le parole restanti a voce alta

– l’insegnante gli fa notare che quando togliamo il verbo da una frase l’azione svanisce.

Presentazione 3

Materiali:
– scatola grammaticale III
scatole di riempimento a scelta per la scatola grammaticale III
carta dei simboli grammaticali
simboli grammaticali
– matite colorate
stencil dei simboli grammaticali (facoltativi).

Psicogrammatica Montessori scatola grammaticale III esercizi e presentazioni – Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– riguardiamo insieme ai bambini la carta dei simboli grammaticali per quanto riguarda l’articolo, l’aggettivo, il nome e il verbo

– mettiamo la scatola grammaticale e la scatola di riempimento sul piano di lavoro
– invitiamo un bambino a scegliere una striscia delle frasi e a leggerla, ad esempio APRI IL LIBRO – CHIUDI IL LIBRO
– il bambino esegue o mima le azioni
– invitiamo il bambino a mettere la striscia delle frasi sul piano di lavoro ed a comporre la prima coi cartellini delle parole, selezionandoli tra quelli presenti nei vari scompartimenti della scatola grammaticale. In questo modo il bambino si esercita a riconoscere le parole in base all’analisi grammaticale. Ad esempio APRI è un verbo, IL è un articolo e LIBRO è un nome

– i bambini possono consultare la carta dei simboli grammaticali per ricordare i simboli da usare per articoli, nomi, aggettivi e verbi
– invitiamo il bambino a mettere i simboli grammaticali corretti su ogni cartellino delle parole della prima frase
– il bambino ripete la procedura con la seconda frase CHIUDI IL LIBRO

– i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali sopra ogni parola, a mano libera o utilizzando gli stencil. Il bambino userà la lettera maiuscola per la prima parola della frase e alla fine metterà il punto fermo

– nei giorni seguenti i bambini eseguiranno l’attività autonomamente.

Scopo:
– comprendere la funzione del verbo.

Età: dai 6 agli 8 anni.

Psicogrammatica Montessori scatola grammaticale III esercizi e presentazioni

Psicogrammatica Montessori: giochi logici per la concordanza nome – aggettivo

Psicogrammatica Montessori: giochi logici per la concordanza nome – aggettivo per la scuola primaria col materiale pronto per il download e la stampa in formato pdf.

Presentazione 1
il gioco logico per l’aggettivo 


Materiali

– 10 cartellini neri del nome e 10 cartellini marrone scuro degli aggettivi (set 1)
– simboli grammaticali
– stencil dei simboli grammaticali (facoltativi).


Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Oggi lavoreremo coi nomi e gli aggettivi. Faremo qualcosa di nuovo coi nomi e gli aggettivi”
– invitiamo un bambino a leggere un cartellino del nome
– distribuiamo i cartellini degli aggettivi tra tutti i bambini
– leggiamo il primo cartellino del nome, ad esempio FIORI e chiediamo: “Chi ha un aggettivo che descrive i fiori?”. Un bambino risponderà, ad esempio, PROFUMATI e metterà il cartellino a destra del nome FIORI

– ripetiamo l’esercizio con gli altri cartellini e invitiamo i bambini a mettere su ogni parola il simbolo grammaticale corrispondente

– invitiamo i bambini a rileggere le coppie di parole
– raccogliamo nuovamente i cartellini degli aggettivi e chiediamo ai bambini: “Chi ricorda quale aggettivo descrive i fiori?”. Ripetere la domanda per ogni altro nome
– i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali sopra le parole, a mano libera o utilizzando gli stencil
– in seguito il bambino potrà svolgere l’attività in modo indipendente con nuovi cartellini appositamente preparati.

Scopo diretto

– comprendere la funzione dell’aggettivo.

Età

dai 6 anni.

Presentazione 2
il gioco logico per l’aggettivo 

Il gioco logico per l’aggettivo (anche conosciuto come gioco della concordanza logica nome – aggettivo) si definisce così perché il bambino usa la logica per abbinare i cartellini tra loro.

Presentazione

– formiamo sul piano di lavoro una colonna con i cartellini dei nomi
– senza prestare attenzione alla concordanza col nome, formiamo accanto alla colonna dei nomi quella degli aggettivi
– chiediamo, un bambino alla volta, di leggere le combinazioni a voce alta

– a questo punto ci saranno coppie che funzionano ed altre buffe, ad esempio la matita dolce o il cane verde
– per le coppie che non funzionano chiediamo ai bambini suggerimenti per sistemare al meglio la cosa.


Presentazione 3
il gioco logico per l’aggettivo 

Materiali

– 10 cartellini neri del nome e 10 cartellini marrone scuro degli aggettivi (set 1 o 5)
– simboli grammaticali
– stencil dei simboli grammaticali (facoltativi).

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Oggi lavoreremo con nomi e aggettivi, facendo qualcosa di nuovo”
– invitiamo i bambini a formare una colonna verticale con i cartellini dei nomi
– distribuiamo tutti i cartellini degli aggettivi tra i bambini
– invitiamo i bambini a posizionare gli aggettivi accanto ai nomi in ordine casuale, anche formando coppie insensate come POMPIERE ELETTRONICO

– invitiamo i bambini a leggere le coppie. Notiamo coi bambini quanto gli abbinamenti possono essere buffi se i nomi e gli aggettivi vengono abbinati senza pensare

Scopo:

– comprendere la concordanza logica degli aggettivi coi nomi

Età

dai 6 anni

Presentazione 4
il gioco logico per l’aggettivo 

Materiale

– scatola o cesto contenente 20 cartellini del nome in nero e 20 cartellini dell’aggettivo in marrone scuro (corrispondenti ai nomi e scelti tra il set 2, 3 o 4)
– simboli grammaticali

Presentazione

– prendiamo uno alla volta i cartellini dei nomi e lasciamo che il bambino li legga, formando con essi una o due colonne sul piano di lavoro

– prendiamo un cartellino dell’aggettivo a caso, ad esempio FANGOSA, lasciamo che il bambino lo legga e chiediamo: “Dove possiamo mettere questo aggettivo? Proviamo…”
Leggiamo in ordine, a partire dal primo cartellino, i nomi aggiungendo l’aggettivo pescato “SORELLA FANGOSA”. No. “MANIGLIA FANGOSA”. No. “COMPITO FANGOSA”. No. “MOTORE FANGOSA”. No. “STRADA FANGOSA”. Sì!

– mettiamo l’aggettivo accanto al nome formando la coppia STRADA FANGOSA

– procediamo allo stesso modo con tutti gli altri cartellini
– dopo aver abbinato tutti i cartellini, rileggiamo le coppie. Se qualcosa non suona bene, cerchiamo di fare qualche scambio di cartellini per migliorare la situazione.

Presentazione 5
Il gioco delle qualità 

Materiali

– comandi scritti contenenti articolo nome e aggettivi (ad esempio: il foglio bianco, il foglio rosa, il foglio accartocciato, il foglio strappato, il foglio scritto)
– simboli grammaticali.


Presentazione

– dopo aver preparato i comandi, distribuiamo per la stanza i vari oggetti descritti. Come mostrato nell’esempio, gli oggetti devono differire solo in termini di qualità
– chiediamo a ogni bambino di leggere un comando e di andare alla ricerca dell’oggetto indicato. Quando l’avrà trovato lo metterà sul piano di lavoro
– il bambino mette il comando accanto all’oggetto ed aggiunge sopra ad ogni parola il simbolo grammaticale corretto.


Presentazione 6
Concordanza logica nome – aggettivo
un nome, tanti aggettivi

Materiali

– un cartellino del nome scritto in nero
– 45 cartellini degli aggettivi scritti in marrone chiaro (serie 2, 3 o 4)
– stencil dei simboli grammaticali (facoltativi).

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Oggi lavoreremo coi nomi e gli aggettivi, facendo qualcosa di nuovo”
– invitiamo un bambino a posizionare il cartellino del nome lungo il margine superiore del piano di lavoro
– distribuiamo tutti i cartellini degli aggettivi tra i bambini

– leggiamo il cartellino del nome, ad esempio AMICO. Chiediamo: “Chi ha un aggettivo che può descrivere l’amico?”.

– un bambino risponde ad esempio SIMPATICO. Il bambino posiziona l’aggettivo sotto al cartellino del nome

– ripetere la domanda aggiungendo tutti gli altri aggettivi che possono descrivere l’amico, scartando tutti gli aggettivi non adatti
– invitiamo i bambini a leggere il nome coi suoi aggettivi
– i bambini possono registrare l’attività sui loro quaderni di grammatica usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali a mano libera o utilizzando gli stencil

Estensioni

– i bambini possono ripetere l’esercizio in modo autonomo con nuovi cartellini appositamente selezionati
– i bambini possono ripetere l’esercizio usando 3 nomi e 45 aggettivi
– i bambini possono scrivere delle frasi utilizzando i nomi e gli aggettivi usati durante gli esercizi, disegnando i simboli grammaticali sulle parole
– i bambini possono scrivere una storia utilizzando i nomi e gli aggettivi usati durante gli esercizi.

Scopo

– imparare che alcuni nomi possono avere tanti aggettivi mentre altri nomi hanno meno qualità.

Età

dai 6 anni.

Presentazione 7
Concordanza logica nome – aggettivo

Materiali

– un contenitore contrassegnato dal simbolo aggettivo contenente due serie di 12 cartellini dell’aggettivo in marrone scuro, un set di 12 cartellini dei nomi in nero e un set di 12 cartellini dell’articolo in marrone chiaro divisi con degli elastici. Per ogni nome deve esserci almeno un aggettivo che abbia senso
– simboli grammaticali

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini a partecipare all’esercizio
– chiediamo a un bambino alla volta di leggere un cartellino e metterlo sul piano di lavoro formando tre colonne distinte per i nomi, gli aggettivi e gli articoli

– spieghiamo il significato delle parole che eventualmente il bambino non conosce
– prendiamo  un cartellino del nome, leggiamolo e mettiamolo al centro del  piano di lavoro
– chiediamo al bambino di scegliere un aggettivo e un articolo appropriati per quel nome e mettiamoli a fianco del nome seguendo l’ordine logico delle parole

– fare così tutte le coppie, leggendole di volta in volta, per vedere se le parole messe insieme hanno un senso

– una volta fatto, chiediamo al bambino quali parole ci dicono il nome dell’oggetto e posizioniamo su di esse il simbolo del nome
– poi chiediamo al bambino quali parole di dicono qualcosa di com’è l’oggetto, ricordiamo che queste parole si chiamano aggettivi e posizioniamo su di esse il simbolo dell’aggettivo
– infine chiediamo quali parole accompagnano il nome per dirci che sta arrivando. Ricordiamo che queste parole si chiamano articoli e posizioniamo su di esse il simbolo dell’articolo.

Esercizio

– dopo la presentazione, il bambino può lavorare col materiale in modo autonomo.


Presentazione 8
Concordanza logica nome – aggettivo

Materiali

– cartellini dell’aggettivo in marrone scuro e cartellini dei nomi in nero, divisi con degli elastici. Per ogni nome deve esserci almeno un aggettivo che abbia senso
– simboli grammaticali.

Presentazione

– mettiamo le due pile di cartellini sul piano di lavoro

– chiediamo a un bambino di prendere il primo nome della pila di cartellini dei nomi e di metterlo lungo il margine superiore del piano di lavoro
– chiediamo al bambino di prendere il primo aggettivo della pila dei cartellini degli aggettivi e di metterlo accanto al nome scelto

– chiediamo al bambino di leggere le due carte
– se l’abbinamento ha senso lasciamo la coppia dove si trova, e prendiamo un nuovo nome per formare un nuovo abbinamento
– se l’abbinamento non ha senso, prendiamo l’aggettivo e mettiamolo sul piano di lavoro a sinistra
– prendiamo un altro cartellino dell’aggettivo, mettiamolo accanto al nome e leggiamolo, e continuiamo così finché troviamo un abbinamento sensato

– ripetiamo in questo modo per tutti i cartellini dei nomi

– ricordiamo coi bambini la funzione dei nomi e degli aggettivi, e aggiungiamo in alto, su ogni colonna, il simbolo grammaticale corrispondente.

Esercizio 1

– dopo la presentazione, il bambino può lavorare col materiale in modo autonomo.

Esercizio 2

– il bambino trascrive un nome sul proprio quaderno, e per ogni nome scrive tutti gli aggettivi che possono riguardarlo.

Scopo

– aiutare il bambino a comprendere l’accordo logico tra nome e aggettivo.

Età

dai 6 anni.

Presentazione 9
Concordanza logica nome – aggettivo
un oggetto e una qualità

Materiali

– 20 cartellini del nome in nero e 20 cartellini degli aggettivi scritti in marrone scuro

Presentazione

– distribuiamo i cartellini dei nomi tra tutti i bambini. A turno ogni bambino legge i suoi e li pone davanti a sé sul piano di lavoro
– leggiamo il primo cartellino dell’aggettivo e chiediamo ai bambini: “Chi di voi ha il nome di qualcosa con questa qualità?”
– i bambini rispondono e via via si formano sul piano di lavoro gli abbinamenti nome – aggettivo
– dopo che tutti gli aggettivi sono stati abbinati, possiamo rileggere e poi raccogliere nuovamente tutti i cartellini, formando due pile separate per nomi e aggettivi
– chiediamo a un bambino di mescolare i cartellini e procediamo con abbinamenti nome – aggettivo casuali, leggendoli via via che li formiamo. Per i bambini può essere molto divertente
– fatto questo possiamo notare coi bambini che alcuni aggettivi possono andar bene per più nomi, mentre altri aggettivi descrivono qualità che appartengono a un solo oggetto
– raccogliamo di nuovo i cartellini
– selezioniamo solo tre nomi e mettiamoli sul piano di lavoro formando una fila orizzontale
– mettiamo tutti gli aggettivi sul piano di lavoro in ordine sparso
– i bambini selezioneranno per ogni nome quanti più aggettivi possibili


Psicogrammatica Montessori: giochi logici per la concordanza nome – aggettivo

Psicogrammatica Montessori: la famiglia del verbo

Psicogrammatica Montessori: la famiglia del verbo. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria, col materiale pronto per il download e la stampa in formato pdf.

Questi sono i grafici:

Psicogrammatica Montessori: la famiglia del verbo

Materiali

simboli grammaticali tridimensionali della famiglia del nome e della famiglia del verbo 

simboli grammaticali della famiglia del nome e della famiglia  del verbo

– grafico della relazione tra verbo e famiglia del nome
– primo grafico della famiglia del verbo
– secondo grafico della famiglia del verbo.

Presentazione

– mostriamo ai bambini le piramidi della famiglia del nome e chiediamo: “Vi ricordate la famiglia del nome?”. Ricapitoliamo quello che sappiamo e posizioniamo le piramidi nell’ordine corretto, quindi aggiungiamo i simboli grammaticali corrispondenti

– mostriamo il grafico della relazione tra famiglia del nome e verbo e diciamo: “Vi ricordate questo grafico?”. Ricapitoliamo insieme la lezione precedente ripetendo che il verbo, come il sole, illumina e dà energia alla famiglia del nome e aggiungiamo al grafico la sfera rossa e il cerchio rosso:

– teniamo sul piano di lavoro soltanto le tre piramidi della famiglia del nome e la sfera rossa del verbo

– diciamo: “Il nome ha la sua famiglia, composta da articolo, aggettivo e nome. Ma anche il verbo ha la sua famiglia, composta dal verbo, dall’avverbio e dal pronome. Mettiamo il pronome a sinistra del verbo, vicino alla famiglia del nome, poi il verbo e infine l’avverbio

– diciamo: “Il pronome fa parte della famiglia del verbo perché deve stare sempre vicino a un verbo. Allo stesso tempo il pronome è anche molto vicino alla famiglia del nome, perchè può prendere il posto di un nome. Mettiamo il pronome qui, tra le due famiglie, perchè può essere portato in una famiglia o nell’altra
– aggiungiamo i simboli grammaticali accanto alle forme

– mostriamo il primo grafico della famiglia del verbo:

– diciamo: “Il verbo è l’energia, come per noi il sole.
L’avverbio è come un pianeta che gira attorno al sole, ed ha una relazione di stretta dipendenza col verbo.
Il pronome, come un razzo spaziale, può partire  dalla terra e viaggiare nello spazio. Il pronome fa parte della famiglia del nome, ma ha un forte legame anche con la famiglia del verbo”

– “Il sole con i suoi raggi rappresenta il verbo. L’avverbio ruota attorno al sole e coi sui raggi è legato al verbo come un ingranaggio. Il razzo spaziale non ha raggi, e fa parte della famiglia del verbo ma è grande amico anche della famiglia del nome
– mostriamo il secondo grafico della famiglia del verbo, che mostra i simboli grammaticali nella forma che useremo per i nostri esercizi di grammatica:

Psicogrammatica Montessori: la famiglia del verbo

Psicogrammatica Montessori: aggettivi derivati da nomi propri

Psicogrammatica Montessori: aggettivi derivati da nomi propri. Presentazione ed esercizi per la scuola primaria.

Presentazione 1 – aggettivi di nazionalità

Aggettivi derivati da nomi propri – Prerequisiti:

– lezioni introduttive all’aggettivo,
– lezione sui nomi comuni e nomi propri,
– lezione sui suffissi.

Materiali

– set di cartellini dei nomi propri (carte di controllo);
– set di aggettivi da essi derivati;
– cartellini titolo: nome proprio, aggettivo qualificativo
– simboli grammaticali per nome e aggettivo.

Presentazione

– invitiamo un piccolo gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– ripassiamo insieme quello che sappiamo sui nomi propri
– chiediamo ai bambini: “Come chiamiamo una persona che proviene dall’America? Americano. La parola americano è un aggettivo se si trova accanto a un nome (ad esempio caffè americano). Americano è un aggettivo perché descrive il nome, ci dice un particolare importante sulla cosa o la persona nominata. Gli aggettivi di nazionalità si formano in genere aggiungendo un suffisso al nome proprio della nazione”
– posizioniamo i cartellini dei titoli lungo il margine superiore del piano di lavoro e aggiungiamo il simbolo grammaticale per il nome e l’aggettivo
– formiamo con i cartellini di controllo una colonna, sotto al titolo NOMI PROPRI

– mettiamo i cartellini degli aggettivi in ordine sparso sul piano di lavoro
– leggiamo il primo nome proprio. Chiediamo a un bambino di trovare l’aggettivo corrispondente e poniamolo accanto al nome
– continuiamo allo stesso modo finché tutte le carte sono state abbinate

– i bambini possono registrare l’esercizio sui loro quaderni di grammatica.

Scopo diretto

– capire come si formano gli aggettivi di nazionalità
– sperimentare l’uso dei suffissi
– arricchire il vocabolario.

Controllo dell’errore

il set di controllo.

Varianti

– aggettivi derivati da personaggi famosi;
– aggettivi derivati da toponimi.

Estensioni

– usare gli aggettivi propri nello studio della geografia
– lavorare sulle iniziali maiuscole.

Aggettivi derivati da nomi propri
Presentazione 2 – aggettivi derivati da personaggi famosi

Aggettivi derivati da nomi propri
Presentazione 3 – aggettivi derivati da toponimi

Aggettivi derivati da nomi propri

Psicogrammatica Montessori la famiglia del nome e il verbo

Psicogrammatica Montessori la famiglia del nome e il verbo. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria, col materiale pronto per il download e la stampa in formato pdf.

Presentazione 1
La famiglia del nome e il verbo

Materiali

le tre piramidi per il nome, l’aggettivo e l’articolo e la sfera rossa del verbo

simboli grammaticali 

– penne nere e rosse
– strisce di carta
grafico della famiglia del nome versione 1 o versione 2
– cartellini dei comandi formati da un solo verbo piegati a metà e messi una scatolina o un cestino (salta, saluta, sbadiglia, leggi, cancella, cucina)
grafico della relazione tra verbo e famiglia del nome:

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– ricapitoliamo insieme quello che sappiamo del nome, dell’aggettivo e dell’articolo con le piramidi
– ricordiamo la carta illustrata illustrata della famiglia del nome dicendo:  “Ricordate che abbiamo parlato della famiglia del nome?”. Mostriamo la carta della famiglia del nome
– mostriamo il primo oggetto, ad esempio il TORO
– scriviamo su una striscia di carta IL TORO NERO e posizioniamola sotto al toro

– chiediamo: “Che tipo di parola è IL?” E ‘un articolo. “Qual è la funzione dell’articolo?” L’articolo indica il nome.
“Che tipo di parola è NERO?” Un aggettivo. “Qual è la sua funzione?” L’aggettivo fornisce informazioni sul sostantivo.
“Che tipo di parola è TORO?” Un nome. “Qual è la sua funzione?” Il nome serve a nominare un oggetto.
– aggiungiamo i simboli sopra ogni parola

– introduciamo un altro elemento, il bambino. Scriviamo su una striscia IL BAMBINO SIMPATICO. Favoriamo la discussione e aggiungiamo alle parole i simboli grammaticali corrispondenti

– prendiamo il cestino dei comandi e distribuiamoli a sei bambini. Diciamo ai bambini di leggerli senza farli vedere ai compagni. A turno ogni bambino mima il suo comando, mentre gli altri devono indovinare. Assicurarsi che tutti i bambini partecipino attivamente al gioco

– chiediamo ai bambini: “Potete toccare il toro?”. I bambini rispondono di sì. “Potete toccare il bambino?”. I bambini rispondono di sì.
– chiediamo: “Potete toccare salta? Saluta? Sbadiglia? Leggi?”. I bambini rispondono di no.
– diciamo: “Si possono toccare i nomi ma non i verbi. Abbiamo eseguito le azioni, e ora se ne sono andata. Un verbo è una parola che indica un’azione “
– “Aggiungiamo un verbo alle parole IL TORO NERO. Cosa può fare un toro?” I bambini suggeriscono un verbo, ad esempio CORRE, e noi lo aggiungiamo alla frase:IL TORO NERO CORRE. Facciamo notare che con l’aggiunta del verbo abbiamo una frase completa, quindi modifichiamo l’ortografica con la maiuscola iniziale e il punto fermo finale

– ripetiamo la procedura con l’altra frase

– riprendiamo la carta della famiglia del nome e facciamo notare l’ordine dei simboli riproducendoli con i simboli grammaticali
– mostriamo ai bambini il grafico del sole in relazione alla famiglia del nome

– diciamo ai bambini: “Il verbo splende sulla famiglia del nome come il sole splende su di noi, ed è il verbo che dà energia alla famiglia del nome. È il verbo che produce l’azione, l’energia, il movimento
– mostriamo la sfera rossa per dare un’idea della costante attività del verbo che rappresenta il sole dà la vita, la luce e il calore”
– ripetiamo: “Questa sfera rossa è il nostro simbolo per il verbo perché rappresenta il sole. Questa palla è rotonda e luminosa come il sole (facciamo rotolare la sfera rossa intorno alla famiglia del nome). Il sole dà energia a tutti gli esseri viventi su questa terra. Senza il sole nulla può crescere, nulla può vivere, nulla può muoversi. Proprio come il sole, il verbo dà energia al nome. Senza il verbo, il nome non avrebbe alcun movimento. Il verbo è la fonte di energia che porta la vita alla famiglia del nome”

– aggiungiamo: “Proprio come il triangolo nero è il simbolo del nome perchè è una faccia della piramide, così il cerchio rosso che ricorda la sfera rossa è il simbolo del verbo”
– mettiamo il simbolo del verbo sulla parola CORRE:

Presentazione 2
La famiglia del nome e il verbo

Materiali

– piramidi della famiglia del nome e sfera rossa del verbo

– simboli grammaticali

– grafico della relazione tra verbo e famiglia del nome.

Presentazione

– mostriamo ai bambini le piramidi e diciamo: “I nomi che usiamo per persone, cose, animali, luoghi sono stabili, sono antichissimi e sono arrivati fino a noi. I nomi sono come montagne. La famiglia del nome è formata dall’articolo, che ci dice che un nome sta arrivando, dal nome, e dall’aggettivo che ci dice qualcosa di più sul nome. Ecco le nostre montagne.
– mostriamo la sfera e diciamo: “Altre parole sono azioni e danno energia, proprio come il nostro sole”
– mostriamo i simboli grammaticali e diciamo: “quando ci esercitiamo con la grammatica, per ricordare le piramidi usiamo questi triangoli, e per ricordare la sfera usiamo questo cerchio

– mostriamo il grafico della relazione tra verbo e famiglia del nome e diciamo: “In questa immagine vediamo proprio il sole che illumina e scalda le montagne. Il verbo irradia sulla famiglia del nome. E’ proprio grazie alla presenza di un verbo che abbiamo una frase. Senza verbo le parole non formano una frase”.

Psicogrammatica Montessori la famiglia del nome e il verbo

Psicogrammatica Montessori: aggettivi opposti

Psicogrammatica Montessori: aggettivi opposti. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.

cartellini IIB-1: qualità opposte (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
cartellini IIB-2:  dimensioni opposte (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
cartellini IIB-3:  stati d’animo opposti (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)

 

Materiale

– due set di cartellini contenenti aggettivi opposti

Presentazione

– radunare un piccolo gruppo di bambini e stendere il tappeto
– disporre il set di controllo fuori dal tappeto in una colonna
– disporre le altre carte mescolate sul basso del tappeto
– dire ai bambini che devono cercare gli opposti
– leggere la prima parola nella serie di controllo e chiedere a un bambino di trovare il suo opposto
– continuare fino a che tutti i bambini hanno trovato tutti gli opposti
– i bambini possono registrare la lezione sul loro quaderno di grammatica

Scopo

– abbinare aggettivi opposti
– arricchimento del vocabolario
– stimolare il processo di scrittura e lettura.

Punti di interesse

cercare significati opposti

Controllo dell’errore

il set di controllo

Estensioni

– chiedere ai bambini di scrivere frasi usando aggettivi opposti
– chiedere ai bambini di registrare le parole in una rubrica per usarle in futuro nella scrittura.

Psicogrammatica Montessori: aggettivi opposti

Psicogrammatica Montessori: classificazione degli aggettivi

Psicogrammatica Montessori: classificazione degli aggettivi per bambini della scuola primaria.

Carta della classificazione degli aggettivi
Quando i bambini hanno lavorato con tutti i tipi di aggettivo, possono classificare una selezione dei cartellini usati inserendoli all’interno della tabella per gli aggettivi:

Tipi di aggettivo
– QUALIFICATIVO (descrittivo): proprietà e qualità delle cose e degli esseri viventi (largo, morbido, rosso…)
– QUANTITATIVO DETERMINATIVO (NUMERALE): risponde alla domanda “Quanti?”. Può essere:  CARDINALE (uno, quattro, tre, quattro, ecc.); MOLTIPLICATIVO (doppio, triplo, quadruplo, ecc.); FRAZIONARIO (mezzo); distributivi (nessuno, altri, ogni)
– QUANTITATIVO INDETERMINATIVO: (alcuno, alquanto, tanto, altrettanto, quanto, molto, poco, del, qualche, parecchio, assai, ogni, tutto, nessuno, punto, ciascuno, qualunque, certo, altro, troppo)
– DIMOSTRATIVO: indicano un particolare posizione nello spazio (questo, codesto, quello, tale, cotale, quale, altro, stesso, medesimo)
– ORDINATIVO: indicano posizione reciproca (primo, secondo, terzo, ecc., ultimo, penultimo, ecc.)
– POSSESSIVO: indicano appartenenza (mio, tuo, suo, nostro, vostro, loro, proprio, altrui).

______________________

I set di cartellini per la scatola grammaticale II (articolo, nome, aggettivo) includono i seguenti tipi di aggettivo:
IIA aggettivi qualificativi
IIB aggettivi qualificativi e loro opposti
IIC aggettivi quantitativi
IID aggettivi qualificativi (qualità sensoriali)
IIE gradi dell’aggettivo
IIF accordo logico nome/aggettivo.

_____________________________

Le buste dei comandi per gli aggettivi includono i seguenti tipi di aggettivo:
da 1 a 6: qualificativi
7: quantitativi cardinali
8: quantitativi indeterminativi
9 : quantitativi moltiplicativi e frazionari
da 10 a 12: ordinativi
13 a 16: dimostrativi
da 17 a 20: possessivi.

Esercizio 1
(coi cartellini delle scatole grammaticali)

Materiali

– tabella per la classificazione dell’aggettivo
– cartellini scelti tra quelli presenti nelle scatoline di riempimento per la scatola grammaticale II

Esercizio

– mettiamo i cartellini scelti in un cestino e mescoliamoli
– mostriamo la tabella per la classificazione dell’aggettivo, leggiamo i tipi di aggettivo e spieghiamo che cosa sono
– peschiamo un aggettivo dal cesto, ad esempio GRANDE e chiediamo a un bambino: “Che tipo di aggettivo è?”. Il bambino risponderà che si tratta di una qualità, quindi posizioneremo il cartellino nella colonna corretta
– continuiamo allo stesso modo con gli altri aggettivi presenti nel cestino, ad esempio mettendo nella colonna dei QUALIFICATIVI gli aggettivi GRANDE, LISCIO; nella colonna dei QUANTITATIVI gli aggettivi OTTO (numerale), TANTO (indeterminativo); nella colonna dei DIMOSTRATIVI questo, quello; nella colonna degli ORDINATIVI gli aggettivi ULTIMO, SECONDO, NONO; nella colonna dei POSSESSIVI gli aggettivi NOSTRO, MIO.

Obiettivo:
– classificazione degli aggettivi.

Controllo dell’errore:
– non vi è alcun controllo dell’errore nel materiale.

classificazione degli aggettivi – Estensioni:
– i bambini possono continuare questo tipo di attività con altri cartellini degli aggettivi;
– i bambini possono scrivere liste di aggettivi di vario tipo.

Esercizio 2
(coi cartellini dei comandi)

Materiali

– tabella per la classificazione dell’aggettivo
– cartellini dei comandi per l’aggettivo.

Prerequisiti

– presentazione e uso dei cartellini dei comandi per l’aggettivo.

Esercizio

– invitiamo un piccolo gruppo di bambini al tavolo o al tappeto
– mostriamo le buste dei comandi per l’aggettivo e diciamo: “Abbiamo già letto queste schede, ma  oggi cercheremo  di fare qualcosa di diverso”
– invitiamo un bambino a leggere un comando e ad eseguirlo
– mettiamo la scheda del comando e gli aggettivi sul piano di lavoro e parliamo coi bambini per decidere di che tipo sono gli aggettivi usati
– mostriamo la tabella per la classificazione degli aggettivi, leggiamo insieme i titoli delle colonne e posizioniamo gli aggettivi nella colonna corretta

– continuiamo allo stesso modo con gli altri aggettivi presenti nelle buste dei comandi, ad esempio mettendo nella colonna dei QUALIFICATIVI gli aggettivi MORBIDO, CHIARO; nella colonna dei QUANTITATIVI gli aggettivi CINQUE, TRE (numerale), TANTO (indeterminativo); nella colonna dei DIMOSTRATIVI QUEL, QUESTO; nella colonna degli ORDINATIVI gli aggettivi QUARTO, DECIMO; nella colonna dei POSSESSIVI gli aggettivi SUO, VOSTRI.

Estensioni

– scrivere le proprie liste di aggettivi e classificarli
– creare delle proprie tabelle di aggettivi classificati.

Comandi sui verbi: lezioni accompagnate da esperimenti

Comandi sui verbi: lezioni accompagnate da esperimenti per bambini della scuola primaria, col materiale pronto per il download e la stampa in formato pdf.

Abbiamo visto che per aiutare i bambini a comprendere la funzione del verbo facciamo loro eseguire delle azioni, sia con le frasi della scatola grammaticale III, sia con le buste dei comandi.

Possiamo anche fare in modo che eseguendo determinate azioni, i bambini apprendano concetti scientifici: invece di eseguire semplici movimenti, l’insegnante eseguirà davanti ai bambini degli esperimenti, che poi i bambini potranno ripetere in autonomia nei giorni successivi, seguendo  le indicazioni scritte in comandi specifici

Trovi il materiale pronto per il download e la stampa in fondo all’articolo.


Presentazione 1

Materiali

– comandi degli esperimenti per i verbi
– vassoi preparati coi materiali previsti dai comandi

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini al tavolo
– prendiamo il primo comando ed invitiamo un bambino a leggere il comando
– eseguiamo l’esperimento davanti al bambini
– posizioniamo sotto al comando i cartellini dei verbi corrispondenti
– invitiamo i bambini a registrare l’attività sui propri quaderni di grammatica disegnando sulle parole i simboli grammaticali

Scopo diretto

comprendere la funzione del verbo

Scopo indiretto

– sviluppo del vocabolario
– comprensione dei testi scritti
– capacità di seguire la sequenza di azioni indicate
– comprensione di concetti scientifici

Punti di interesse

eseguire gli esperimenti

Controllo dell’errore

i verbi sono scritti su cartellini

Presentazione 2

Materiali

– comandi per gli esperimenti
– vassoio col materiale indicato sul comando

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– prendiamo la prima carta dei comandi con i relativi cartellini dei verbi
– prendiamo il vassoio col materiale richiesto per l’esperimento
– leggiamo il comando e seguiamo le istruzioni, ad esempio:

Metti un cucchiaino di zucchero nell’acqua e mescola finché lo zucchero si è sciolto del tutto. L’acqua deve restare limpida e lo zucchero deve sparire.
Ora metti molto zucchero in poca acqua e mescola col cucchiaino; se dopo aver mescolato vedi dello zucchero sul fondo del bicchiere vuol dire che l’acqua è saturata.
Infine metti in un bicchiere d’acqua dell’amido e mescola forte col cucchiaino: l’acqua resta bianca perchè l’amido non si scioglie, ma resta sospeso.

– il bambino esegue le tre azioni e posiziona accanto ad ognuno dei tre bicchieri il cartellino del verbo più appropriato
– chiediamo ai bambini di discutere le loro osservazioni
– ripetiamo indicando ognuno dei bicchieri: “Qui lo zucchero è sciolto. Qui l’acqua è satura. Qui l’amido è in sospensione”
– i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali sopra le parole
– i bambini descrivono l’esperimento e registrano i risultati sui loro quaderni
– i bambini eseguiranno in seguito questa attività in modo autonomo.

Scopo diretto

comprendere la funzione del verbo.

Età

dai 7 anni

Comandi sui verbi: lezioni accompagnate da esperimenti
Materiali


Comandi sui verbi: lezioni accompagnate da esperimenti
Per l’insegnante

In natura la materia si trova molto raramente allo stato puro, anzi le sostanze sono quasi sempre miscelate tra loro.
Le miscele sono formate da sostanze diverse mescolate tra loro (ad esempio l’aria, il sangue, l’acqua del mare, le leghe di metalli, un profumo).

I componenti di una miscela possono essere solidi, liquidi o gassosi. Una miscela può essere:
omogenea: se i suoi diversi componenti non possono essere identificati
eterogenea: se i suoi diversi componenti possono essere facilmente identificati (a occhio nudo o col microscopio).

Le miscele omogenee possono essere:
soluzioni (liquido + liquido)
leghe (solido + solido)
miscele gassose (gas + gas)

Le miscele eterogenee possono essere:
dispersioni (diametro delle particelle maggiore di 1 micrometro)
colloidi (diametro delle particelle minore di 1 micrometro).
Un micrometro è un millesimo di millimetro.

Le dispersioni possono essere:
schiume (gas + liquido)
emulsioni (liquido + liquido)
sospensioni (solido + liquido)
nebbie (liquido + gas)
fumi (solido + gas)

Per separare i componenti di una miscela in laboratorio si possono usare varie tecniche:
– filtrazione
– decantazione o sedimentazione
– centrifugazione
– distillazione
– cromatografia
– estrazione con solvente
– setacciatura.

Filtrazione: separazione per mezzo di filtri. Si usa per separare:
– liquidi da solidi
– solidi da liquidi
– solidi da gas.

Decantazione: separazione dei componenti per forza di gravità. Si usa per separare:
– solidi da liquidi
– solidi da gas
– due liquidi immiscibili.

Comandi sui verbi: lezioni accompagnate da esperimenti

Concordanza logica tra nome e aggettivo

Concordanza logica tra nome e aggettivo: presentazione ed esercizi per la scuola primaria. L’esercizio per la concordanza tra nomi e aggettivi consiste nel disporre due gruppi di cinquanta cartellini, venticinque dei quali (gruppo dirigente) sono nomi, e gli altri venticinque aggettivi. Messi in fila i nomi, il bambino cerca tra gli aggettivi, mescolati insieme, quelli che gli sembrano adatti al nome e ve li pone vicino.

A volte la vicinanza di un nome e di un aggettivo in contrasto tra loro desta la più viva ilarità: i bambini provano ad adattare più aggettivi possibili allo stesso nome, e fanno combinazioni che sono molto divertenti.

L’esercizio si può eseguire anche collettivamente: si mettono su una tavola i nomi e su un’altra gli aggettivi. I bambini vanno a scegliere prima un nome e poi un aggettivo. Quando tutti hanno scelto, ciascuno legge forte il suo nome e aggettivo.

Concordanza logica tra nome e aggettivo

Concordanza logica tra nome e aggettivo: esercizio 1

Materiali

– cartellini dei nomi scritti in nero
– un ugual numero di cartellini per l’aggettivo in marrone scuro

Presentazione

– invitare un piccolo gruppo di bambini e srotolare il tappeto
– mettere sul tappeto i cartellini dei nomi

– distribuire i cartellini degli aggettivi ai bambini
– leggere il primo nome, ad esempio ‘torre’. Chiedere ai bambini: “Chi ha un aggettivo che descrive la torre?”

– il bambino che ha l’aggettivo ‘alta’ posiziona il suo cartellino accanto a quello del nome: ‘torre alta’
– continuare in questo modo finché tutti i cartellini saranno posizionati in modo appropriato
– il bambino può registrare il lavoro sul suo quaderno di grammatica.

Scopo

– esercitarsi con gli aggettivi
– comprendere il senso logico della concordanza tra aggettivo e nome.

Punti di interesse

abbinare i cartellini in modo sensato.

Controllo dell’errore

c’è solo una disposizione che ha senso.

Varianti

– gioco della concordanza illogica: mettiamo sul tappeto i cartellini dei nomi e chiediamo ai bambini di posizionare gli aggettivi. Ne risulteranno abbinamenti senza senso, alcuni molto divertenti, che mostreranno al bambino l’importanza della concordanza tra nomi e aggettivi.

Concordanza logica tra nome e aggettivo – esercizio 2

Prerequisiti

lezione sugli aggettivi

Materiali

– 3 cartellini dei nomi scritti in nero: strada, aria, rosa
– 42 cartellini degli aggettivi scritti in marrone: ripida, privata, stretta, pericolosa, ampia, costiera, polverosa, ripida, trafficata, asfaltata, tortuosa, fangosa, statale; fragrante, fresca, soffocante, inquinata, fredda, fresca, stantia, umida, opprimente, calda, marina, afosa, compressa; gialla, sfiorita, rosa, appassita, sbocciata, pressata, rossa, profumata, selvatica, rampicante, spinosa, essiccata, inglese, delicata, gialla, bianca.

Presentazione

– invitare un piccolo gruppo di bambini e stendere il tappeto
– scegliere un cartellino del nome e metterlo sul tappeto
– spargere i cartellini degli aggettivi e chiedere ad ogni bambino di scegliere gli aggettivi che descrivono in modo appropriato il nome
– posizionare tutti gli aggettivi appropriati sotto il nome
– ripetere per gli altri due nomi
– i bambini possono registrare l’esercizio sui loro quaderni di grammatica.

Scopo

– esercitarsi con gli aggettivi
– comprendere il senso logico della concordanza tra aggettivo e nome.

Punti di interesse

abbinare i cartellini in modo sensato.

Controllo dell’errore

c’è solo una disposizione che ha senso.

Varianti

– gioco della concordanza illogica: mettiamo sul tappeto i cartellini dei nomi e chiediamo ai bambini di posizionare gli aggettivi. Ne risulteranno abbinamenti senza senso, alcuni molto divertenti, che mostreranno al bambino l’importanza della concordanza tra nomi e aggettivi.

Concordanza logica tra nome e aggettivo

Psicogrammatica Montessori: la famiglia del nome

La famiglia del nome: presentazione ed esercizi per la scuola primaria, col materiale pronto per il download e la stampa in formato pdf.

famiglia del nome versione 1 (bianco e nero e colori) articolo, nome, aggettivo

Psicogrammatica Montessori: la famiglia del nome
Presentazione 1

Materiali

le tre piramidi dei simboli grammaticali Montessori: una grande piramide nera, una piramide media blu scuro e una piramide piccola azzurra

simboli grammaticali per articolo, nome e aggettivo

– un oggetto (ad esempio un pennarello rosso)
– strisce bianche di carta
– matite colorate
– carta della famiglia del nome (articolo, nome e aggettivo).

Psicogrammatica Montessori: la famiglia del nome – Presentazione:
– prepariamo il materiale e invitiamo un gruppo di bambini. Mettiamo le piramidi sul piano di lavoro in modo che i bambini le possano vedere nell’ordine articolo, nome e aggettivo, da sinistra a destra:

– scriviamo su una striscia di carta IL PENNARELLO ROSSO
– un bambino legge e mette l’oggetto accanto alla striscia:

– ricordiamo ai bambini il significato delle tre piramidi, cominciando dal nome e continuando poi con l’aggettivo e con l’articolo. Possiamo dire:

“Maria Montessori ha inventato questi simboli per farci comprendere la grammatica. La piramide è una forma molto stabile, con una base ampia. I nomi sono parole molto stabili. Sono anche le parole più antiche che gli uomini abbiano mai pronunciato. Le piramidi egizie sono le costruzioni più antiche, e i nomi sono le parole più antiche. Le piramide sono riuscite a resistere agli attacchi del tempo e della natura. Anche i nomi si sono conservati per centinaia e centinaia di anni. Maria Montessori ha scelto di dare al nome il simbolo della piramide di colore nero, perchè il nero è il colore del carbone. Anche il carbone è antichissimo, e si è formato sulla terra milioni di anni fa.
La piramide media blu rappresenta l’aggettivo. Ha la stessa forma del simbolo del nome per mostrare la relazione che esiste tra il nome e l’aggettivo, ma è più piccola. Ricordate che l’aggettivo è una parola che si aggiunge al nome per descriverlo? Questo significa che quando vogliamo dire qualcosa il nome è la parola più importante, e per questo la piramide del nome è la più grande.
La piramide piccola azzurra rappresenta l’articolo. Anch’esso ha la stessa forma del simbolo del nome per mostrare la relazione che esiste tra il nome e l’articolo, ma è molto più piccola. L’articolo ci dice che sta per arrivare un nome e ci dice qualcosa sul numero e sul genere del nome. Ricordate che articolo significa piccolo ramo o piccolo braccio? L’articolo è come un piccolo braccio attaccato al grande nome, così la sua piramide è molto più piccola”:

– Ora presentiamo i simboli grammaticali. Mostriamo come le facce della piramidi siano triangolari. Sovrapponiamo i triangoli alle facce delle piramidi corrispondenti. Spieghiamo che usiamo i simboli per sostituire le piramidi quando lavoriamo con la grammatica:

– Ora mostriamo come aggiungere i simboli grammaticali alla frase IL PENNARELLO ROSSO. Chiediamo: “Qual è il nome?”. I bambini risponderanno PENNARELLO. Mettiamo il triangolo nero sulla parola.
Chiediamo: “Qual è l’aggettivo?”. I bambini risponderanno ROSSO. Mettiamo il simbolo blu sulla parola e diciamo: “L’aggettivo ci dice qualcosa delle qualità del nome”.
Infine chiediamo: “Qual è l’articolo?”. I bambini risponderanno IL. Mettiamo il simbolo azzurro sulla parola e diciamo: “L’articolo ci dice che sta arrivando un nome, se è maschile o femminile e se è singolare o plurale”:

– dopo aver presentato ai bambini i simboli grammaticali, mostriamo loro la carta della famiglia del nome, che mostra da sinistra a destra una bambina piccola (con un vestito azzurro) che tiene per mano la mamma (con un vestito nero) e una ragazza con un vestito blu:

Psicogrammatica Montessori: la famiglia del nome
Presentazione 2

Materiali

le tre piramidi per nome, articolo e aggettivo 

simboli grammaticali

– stencil dei simboli grammaticali (facoltativo)

– matite colorate
– carta della famiglia del nome.

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Oggi lavoreremo con nomi articoli e aggettivi, facendo qualcosa di nuovo”
– mostriamo la carta “Famiglia del nome” ai bambini. La carta mostra una madre, una ragazza e una bambina che si tengono per mano
– invitiamo i bambini a commentare la carta. La madre ha una gonna nera a forma di triangolo. La ragazza ha una gonna blu a forma di triangolo e la bambina una gonna azzurra  a forma di triangolo
– invitiamo i bambini a mettere in relazione l’immagine con i simboli dell’articolo, del nome e dell’aggettivo. Diciamo: “Questi tre simboli rappresentano il nome, l’aggettivo e l’articolo. Il nome, la parola più importante, è come la mamma. Le due figlie sono legate a lei, ed è la mamma che decide la loro posizione. La figlia più grande è “aggiunta” a lei, come l’aggettivo è “aggiunto” al nome. La figlia più piccola non può camminare da sola, dipende da sua madre e da sua sorella. Quindi le due sorelle prendono una data posizione rispetto alla mamma, come aggettivo e articolo prendono una data posizione rispetto al nome”
– invitiamo i bambini a confrontare le gonne dei personaggi della carta con i simboli grammaticali:

– prendiamo i simboli grammaticali e posizioniamoli sul piano di lavoro nello stesso ordine usato nella carta: articolo, nome, aggettivo
– diciamo: “Proprio come le due figlie, l’articolo e l’aggettivo non possono esistere senza la presenza del nome (cioè della madre). Tuttavia l’articolo può esistere anche senza l’aggettivo. L’ordine dei nostri simboli grammaticali, quindi, è molto simile all’ordine di questa famiglia, la famiglia del nome”
– i bambini possono registrare questa attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli sulle parole a mano libera o usando gli stencil.

Scopo:
– comprendere la relazione esistente tra articolo, aggettivo e nome;
– usare i simboli grammaticali per articoli, aggettivi e nomi.

Età: dai 6 anni.

Psicogrammatica Montessori: la famiglia del nome
Presentazione 3

Prerequisiti

lezioni di presentazione su nome articolo e aggettivo

Materiali

– prima carta della famiglia del nome (articolo, nome, aggettivo)
– seconda carta della famiglia del nome (articolo, aggettivo, nome)
simboli grammaticali

– strisce di carta bianca e penna nera
– forbici

Presentazione

– mostriamo la prima carta ai bambini e diciamo: “Questa carta mostra la mamma con una gonna nera, la bambina piccola con la gonna azzurra e la bambina più grande con la gonna blu”
– mostriamo i simboli grammaticali e diciamo: “Questi tre triangoli mostrano il nome, l’articolo e l’aggettivo”:

– continuiamo dicendo: “Il nome è come la mamma, perché è la parola più importante. L’articolo è come la bambina piccola: deve essere portata in braccio dalla mamma perché non sa camminare da sola. L’aggettivo è come la bambina più grande, che sta vicina alla mamma ma può camminare da sola
– diciamo: “Di solito la mamma tiene in braccio la piccola mentre la sorella grande le cammina a fianco”. Posizioniamo sul piano di lavoro i simboli grammaticali nell’ordine seguito sulla carta 1 e diciamo: “L’aggettivo è indipendente, come un bambino della scuola primaria, ma l’articolo dipende dal sostantivo, come un bambino piccolo dipende dalla madre.”
– “Questo è l’ordine delle parole più usato quando parliamo, ad esempio quando diciamo LA CASA GRANDE.”

– scriviamo LA CASA GRANDE su una striscia di carta e mettiamola sotto ai simboli

– Continuiamo dicendo: “Può anche succedere che a volte la bambina grande voglia aiutare la mamma, tenendo lei la sorellina”. Mostriamo ai bambini la seconda carta

– prendiamo altri tre simboli grammaticali e mettiamoli nell’ordine illustrato nella seconda carta. “A volte, quando parliamo, usiamo le parole anche in quest’ordine, come quando diciamo LA PRIMA VOLTA”
– scriviamo su una striscia di carta la frase e mettiamola sotto ai simboli

– diciamo: “Questi sono i modi corretti per ordinare le parole. Se non rispettiamo questo ordine, la frase non ha senso”
– con le forbici dividiamo le parole della prima frase e mostriamo varie combinazioni, spostando anche i simboli

– fare lo stesso con la seconda frase, poi rimettere tutto nell’ordine corretto
– il bambino può disegnare la famiglia del nome sul suo quaderno di grammatica.

Note: dopo il primo lavoro sul nome raccontiamo la storia della piramide nera.

Psicogrammatica Montessori: la famiglia del nome
Presentazione 4 – spostamenti

Materiali

– la carta della famiglia del nome
simboli grammaticali

– cartellini in bianco
– matite o pennarelli colorati (nero, azzurro, blu)
– forbici
– stencil dei simboli grammaticali (facoltativi).

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Oggi lavoreremo coi nomi, gli articoli e gli aggettivi, facendo qualcosa di nuovo”
– mostriamo ai bambini la carta della famiglia del nome
– diciamo: “Questo è l’ordine che di solito usiamo per articoli, nomi e aggettivi”
– su un cartellino in bianco scriviamo IL FIORE GIALLO usando l’azzurro per l’articolo, il nero per il nome e il blu per l’aggettivo
– invitiamo i bambini a leggere la frase e chiediamo: “Secondo voi la frase suona bene?”. I bambini risponderanno di sì. L’orecchio del bambino, guidato dalla sensibilità per il linguaggio, funge da controllo per l’errore
– i bambini posizionano i tre simboli grammaticali sulle parole

– togliamo i simboli grammaticali e tagliamo la striscia per dividere le parole. Chiediamo: “Cosa succede se cambiamo l’ordine delle parole?”
– invitiamo un bambino a spostare i cartellini in tutti i modi possibili e a leggere ogni volta la frase:

– chiediamo: “Quale frase suona bene?”. Solo la frase originale: IL FIORE GIALLO. Il bambino capisce intuitivamente qual è la frase corretta
– invitiamo un bambino a spostare di nuovo l’ordine delle parole spostando anche i simboli grammaticali. Confrontiamo l’ordine dei simboli con quelli presenti sulla carta della famiglia del nome. Diciamo: “La carta della famiglia del nome mostra l’ordine corretto per articolo nome e aggettivo. Se si cambia questo ordine, l’intero senso della frase cambia”
– i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare sulle parole i simboli grammaticali, a mano libera o utilizzando gli stencil.

Scopo:
– comprendere l’ordine logico delle parole nelle frasi per quanto riguarda articoli nomi e aggettivi.

Età: dai 6 anni

Psicogrammatica Montessori: la famiglia del nome
Presentazione 5

Questa presentazione ha lo scopo di connettere le regole grammaticali che guidano il linguaggio a contesti ben conosciuti dai bambini, come la vita familiare.

Facendo leva sulle competenze di ascolto e comprensione dei bambini, possiamo usare una carta illustrata e raccontare la storia della famiglia del nome per far comprendere le relazioni esistenti nella frase tra articolo, nome ed aggettivo.

Psicogrammatica Montessori: la famiglia del nome – Racconto
“Quando usiamo un nome, esso è preceduto quasi sempre da un articolo. L’articolo e il sostantivo stanno insieme, proprio come un bambino piccolo sta con la sua mamma. Quindi possiamo pensare a queste parole come i membri di una famiglia.
Anche l’aggettivo fa parte di questa famiglia, che è la FAMIGLIA DEL NOME. L’aggettivo a volte è presente e a volte no, infatti possiamo dire IL LIBRO. Però possiamo anche dire IL LIBRO ROSSO, usando una parola che descrive il libro o indica una sua qualità. Questa parola è appunto un aggettivo. L’aggettivo non ha bisogno di stare sempre con la mamma: a volte esce coi suoi amici, va a scuola e fa altre cose.
L’articolo, il nome e l’aggettivo sono i membri della FAMIGLIA DEL NOME.

Psicogrammatica Montessori: la famiglia del nome

Psicogrammatica Montessori: flessione dell’aggettivo

Psicogrammatica Montessori: flessione dell’aggettivo per bambini della scuola primaria. Gli esercizi per la flessione portano i bambini a conoscere una notevole quantità di aggettivi. Il materiale comprende due serie di venti aggettivi maschili (20 + 20) e di venti femminili (20 + 20) nei due numeri singolare e plurale (per un totale di 80 cartellini, 40 singolari e 40 plurali).

Una metà dei cartellini, legata a parte, serve a dirigere la collocazione dell’altra metà.

Psicogrammatica Montessori: flessione dell’aggettivo

Psicogrammatica Montessori: flessione dell’aggettivo

Con questi cartellini si fanno esercizi individuali e collettivi.

Ad esempio si distribuiscono tra tutti i bambini le forme plurali degli aggettivi, mentre un bambino legge uno ad uno gli aggettivi singolari, attendendo per ciascuno la risposta del bambino che ha l’aggettivo corrispondente.

Psicogrammatica Montessori: flessione dell’aggettivo

Psicogrammatica Montessori: giochi logici per l’aggettivo

Psicogrammatica Montessori: giochi logici per l’aggettivo per bambini della scuola primaria. Il gioco del detective coi triangoli (indovina l’aggettivo) con tutto il materiale scaricabile e stampabile in formato pdf.

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Psicogrammatica Montessori: giochi logici per l’aggettivo

Presentazione 1
Il gioco del detective coi triangoli

Materiali:
– cartellini in bianco (o cartellini pronti)
– penna nera.
– i 63 triangoli per il gioco del detective e i 63 cartelli dei comandi (puoi scaricarli qui: cartelli per il gioco del detective)

I triangoli hanno:
– tre colori: rosso blu e giallo
– tre dimensioni: grande medio e piccolo
– tre tipi di angolo: rettangolo, acuto e ottuso
– tre tipi di lati: equilatero, isoscele e scaleno.

Questi sono i miei cartellini pronti per il download e la stampa, comprensivi dei 63 cartelli dei comandi, in stampato minuscolo o corsivo:

Presentazione

– mettiamo tutti i triangoli in ordine sparso sul piano di lavoro

– diciamo ai bambini: “Io tra tutti questi voglio solo un triangolo specifico. Riuscirete ad indovinare quale voglio?”

– un primo bambino sceglie un triangolo e ce lo porge. Diciamo: “No, mi dispiace. Il triangolo che voglio io non è di questo colore”.

– grazie all’indizio del colore, il bambino riuscirà a scartare tutti i colori sbagliati, nell’esempio dopo il rosso il blu:

– e a conservare tutti i triangoli del colore corretto. Se ad esempio il colore corretto è GIALLO, scriviamo su un cartellino l’aggettivo GIALLO (oppure usiamo il cartellino pronto)

– a questo punto la caccia va avanti, eliminando via via alcuni triangoli che non presentano gli aggettivi richiesti:

– ogni volta che il bambino individua una qualità corretta, scriviamo un cartellino (oppure usiamo i cartellini pronti) e aggiungiamolo agli altri:

– alla fine, quando rimane soltanto un triangolo, gli aggettivi coprono tutte le sue caratteristiche: IL TRIANGOLO GIALLO ISOSCELE PICCOLO ACUTANGOLO

– chiediamo ai bambini di porre il simbolo grammaticale corretto sopra ogni cartellino:

Nota: ogni volta che viene dato un nuovo indizio i triangoli che non rispondono alla descrizione vengono rimossi dal piano di lavoro. Il bambino può misurare i lati dei triangoli col righello e gli angoli col goniometro.

Scopo:
– comprendere la funzione dell’aggettivo
– comprendere l’uso degli articoli qualificativi.

Età: dai 7 ai 9 anni. Il bambino deve conoscere la classificazione geometrica dei triangoli in base ai lati e agli angoli.


Presentazione 2
Il gioco del detective coi triangoli

Materiali

– i 63 triangoli per il gioco del detective
– cartellini pronti per il gioco del detective)
– 63 carte dei comandi per il gioco del detective
– simboli grammaticali
– strisce bianche di carta e matite colorate
– stencil dei simboli grammaticali (facoltativo)
– una lente di ingrandimento
– righello e goniometro (facoltativi).

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Oggi lavoreremo con gli articoli i nomi e gli aggettivi, facendo qualcosa di nuovo”
– ricordiamo l’ordine delle parole, che di solito è formato da articolo, nome e aggettivo e poniamo in quest’ordine i simboli grammaticali lungo il margine superiore del piano di lavoro
– diamo la lente di ingrandimento a un bambino e diciamo: “Userai la lente di ingrandimento per risolvere il mistero del triangolo perduto. Come un detective, seguirai gli indizi per risolvere il mistero”

– mettiamo sul piano di lavoro tutti i triangoli in ordine sparso. Diciamo: “Da qualche parte in questo mucchio di 63 triangoli si nasconde il triangolo perduto”

– scriviamo il primo indizio, cioè IL TRIANGOLO sulla striscia di carta. Il bambino con la lente di ingrandimento sceglie un triangolo. Diciamo: “Grazie, questo è un triangolo, ma non è il triangolo perduto”

– diamo al bambino un altro indizio aggiungendo l’aggettivo ROSSO

– rimuoviamo dal piano di lavoro tutti i triangoli che non sono rossi, e il bambino sceglierà un triangolo tra questi. Quando ce lo porge diciamo: “Grazie, questo è un triangolo rosso, ma non è il triangolo perduto”
– aggiungiamo un nuovo indizio: IL TRIANGOLO ROSSO GRANDE
– rimuoviamo dal piano di lavoro tutti i triangoli che non sono grandi

– aggiungiamo un nuovo indizio: IL TRIANGOLO ROSSO GRANDE RETTANGOLO
– rimuoviamo tutti i triangoli che non sono rettangoli

– aggiungiamo l’ultimo indizio: IL TRIANGOLO ROSSO GRANDE RETTANGOLO SCALENO. Finalmente avremo trovato il triangolo perduto

– quando il bambino ha individuato il triangolo perduto, come tutti i detective, dovrà scrivere un rapporto. Ogni bambino, quindi, registrerà la descrizione del triangolo perduto sul suo quaderno di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali, a mano libera o utilizzando gli stencil.

Psicogrammatica Montessori: giochi logici per l’aggettivo – Nota: ogni volta che viene dato un nuovo indizio i triangoli che non rispondono alla descrizione vengono rimossi dal piano di lavoro. Il bambino può misurare i lati dei triangoli col righello e gli angoli col goniometro.

Psicogrammatica Montessori: giochi logici per l’aggettivo – Scopo:
– comprendere la funzione dell’aggettivo
– comprendere l’uso degli articoli qualificativi.

Psicogrammatica Montessori: giochi logici per l’aggettivo – Età: dai 7 ai 9 anni. Il bambino deve conoscere la classificazione geometrica dei triangoli in base ai lati e agli angoli.


Esercizio 3
Il gioco del detective coi triangoli – esercizio individuale

Materiali

– i 63 triangoli del gioco del detective
– i comandi per il gioco del detective
– i cartellini preparati per nome, articolo, aggettivo
– simboli grammaticali.

Esercizio

– si mettono i triangoli in ordine sparso sul piano di lavoro
– il bambino sceglie un comando, lo legge e lo pone sul piano di lavoro:

– a questo punto compone la frase con i cartellini, ponendo sotto al comando articolo e nome e in seguito un aggettivo alla volta:

– per ogni aggettivo compie una selezione tra i triangoli, eliminando di volta in volta quelli che non rispondono all’aggettivo scritto sul cartellino:

– al termine il bambino aggiungerà su ogni cartellino il simbolo grammaticale appropriato

– il bambino può registrare l’esercizio sul suo quaderno di grammatica.

Nota

ogni volta che viene dato un nuovo indizio i triangoli che non rispondono alla descrizione vengono rimossi dal piano di lavoro. Il bambino può misurare i lati dei triangoli col righello e gli angoli col goniometro.

Scopo

– comprendere la funzione dell’aggettivo
– comprendere l’uso degli articoli qualificativi.

Età

dai 7 ai 9 anni. Il bambino deve conoscere la classificazione geometrica dei triangoli in base ai lati e agli angoli.

Esercizio 4
Il gioco del detective coi triangoli – esercizio collettivo

Materiali

– i 63 triangoli del gioco del detective
– i 63 comandi per il gioco del detective.

Esercizio

– mettiamo tutti i triangoli in ordine sparso su un ampio piano di lavoro
– distribuiamo tutti i comandi tra tutti i bambini (ogni bambino può avere più di un comando)
– ogni bambino dovrà individuare i propri triangoli e toglierli dal tavolo
– al termine dell’esercizio non dovrebbe rimanere nessun triangolo sul piano di lavoro.

Nota

ogni volta che viene dato un nuovo indizio i triangoli che non rispondono alla descrizione vengono rimossi dal piano di lavoro. Il bambino può misurare i lati dei triangoli col righello e gli angoli col goniometro.

Scopo

– comprendere la funzione dell’aggettivo
– comprendere l’uso degli articoli qualificativi.

Età

dai 7 ai 9 anni. Il bambino deve conoscere la classificazione geometrica dei triangoli in base ai lati e agli angoli.

Psicogrammatica MontesPresentazione 5
Il gioco del detective coi triangoli 

Prerequisiti

– lezioni sull’aggettivo,
– lezioni di geometria sui tipi di triangoli.

Materiali

– 63 cartellini che descrivono ogni triangolo (comandi per il gioco del detective);
– simboli grammaticali;
– la scatola dei triangoli per il gioco del detective.

Presentazione

– invitiamo un piccolo gruppo di bambini e stendiamo il tappeto
– mettiamo i triangoli sul tappeto e spieghiamo ai bambini che dovranno cercare i triangoli perduti
– leggiamo la prima carta, ad esempio TROVA IL TRIANGOLO EQUILATERO BLU PICCOLO
– formiamo un gruppo di tutti i triangoli equilateri eliminando gli altri

– poi facciamo un gruppo di tutti i triangoli equilateri blu eliminando gli altri

– infine teniamo solo quello piccolo
– mettiamo il comando sotto al triangolo
– aggiungiamo su ogni parola il simbolo grammaticale corrispondente
– i bambini possono disegnare il triangolo sui loro quaderni di grammatica, scrivere la didascalia ed aggiungere i simboli grammaticali.

Punti di interesse

– conoscere i vari attributi dei triangoli,
– classificare i triangoli in base agli attributi,
– giocare ad essere un detective.

Controllo dell’errore

ogni triangolo ha una suo cartellino.

Varianti

– il bambino può tracciare e ritagliare dei triangoli aggiuntivi in cartoncino.

Nota

ogni volta che viene dato un nuovo indizio i triangoli che non rispondono alla descrizione vengono rimossi dal piano di lavoro. Il bambino può misurare i lati dei triangoli col righello e gli angoli col goniometro.

Scopo

– comprendere la funzione dell’aggettivo
– comprendere l’uso degli articoli qualificativi
– fare pratica con gli aggettivi
– fare pratica con i concetti geometrici.

Età

dai 7 ai 9 anni. Il bambino deve conoscere la classificazione geometrica dei triangoli in base ai lati e agli angoli.

Presentazione 6
Il gioco del detective coi triangoli 

Materiali

– i 63 triangoli del gioco del detective
– i cartellini dei nomi, degli articoli e degli aggettivi per il gioco del detective

Esercizio

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Oggi lavoreremo con gli articoli, i nomi e gli aggettivi, facendo una nuova attività”
– mettiamo tutti i triangoli e i cartellini sul piano di lavoro
– invitiamo i bambini a classificare i cartellini in sei colonne, come segue:

– invitiamo il bambino a prendere un cartellino da ogni colonna e a formare con questi cartellini una riga

– invitiamo il bambino a cercare il triangolo che corrisponde alle qualità indicate dai cartellini

– il bambino troverà il triangolo giusto come ha fatto col gioco del triangolo perduto fatto nelle presentazioni precedenti: se il triangolo è rosso, eliminerà dal mucchio tutti i triangoli non rossi; se è grande eliminerà tutti i triangoli che non lo sono, ecc.

– al termine il bambino rimetterà i cartellini al loro posto e un altro bambino potrà svolgere lo stesso esercizio, scegliendo i cartellini che preferisce.

Scopo

– comprendere la funzione dell’aggettivo
– comprendere l’uso degli articoli qualificativi
– fare pratica con gli aggettivi
– fare pratica con i concetti geometrici.

Età

dai 7 ai 9 anni. Il bambino deve conoscere la classificazione geometrica dei triangoli in base ai lati e agli angoli.


Presentazione 7
Il gioco del detective coi triangoli 

Materiali

– i 63 triangoli del gioco del detective
– i 63 cartelli dei comandi per il gioco del detective
– matite colorate
– stencil dei simboli grammaticali (facoltativo).

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Oggi lavoreremo con gli articoli, i nomi e gli aggettivi, facendo una nuova attività”
– disponiamo tutti i triangoli in ordine sparso sul piano di lavoro
– distribuiamo i comandi tra i bambini
– invitiamo ogni bambino a leggere il suo comando e a trovare il triangolo indicato
– i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica, disegnando sulle parole i simboli grammaticali a mano libera o usando gli stencil.

Scopo

– comprendere la funzione dell’aggettivo
– comprendere l’uso degli articoli qualificativi
– fare pratica con gli aggettivi
– fare pratica con i concetti geometrici.

Età

dai 7 ai 9 anni. Il bambino deve conoscere la classificazione geometrica dei triangoli in base ai lati e agli angoli.

Psicogrammatica Montessori: giochi logici per l’aggettivo

Psicogrammatica Montessori: i gradi dell’aggettivo

Psicogrammatica Montessori: i gradi dell’aggettivo. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.

Psicogrammatica Montessori: i gradi dell’aggettivo
Presentazione 1

Materiali

– aste della lunghezza o corde di diverse misure

Introduzione orale

– invitiamo un gruppo di bambini ad unirsi a noi per la presentazione
– mettiamo le aste (o le corde) sul piano di lavoro in ordine crescente
– chiediamo a un bambino di darci un’asta (corda) LUNGA e mettiamola al centro del piano di lavoro
– invitiamo un altro bambino a darci un’asta (corda) PIÙ’ LUNGA. Chiediamogli di verificare e rimettiamola a posto
– ripetiamo con altri bambini
– chiediamo a un altro bambino di darci un’asta (corda) PIÙ’ CORTA, verifichiamo e rimettiamola a posto.

Presentazione

– aste della lunghezza o corde di diverse misure 
– cartellini dei titoli per i gradi dell’aggettivo
– cartellini in bianco e matita

– invitiamo un gruppo di bambini ad unirsi a noi per la presentazione
– mettiamo le aste (o le corde) sul piano di lavoro in ordine crescente
– chiediamo a un bambino di darci un’asta (corda) LUNGA e mettiamola sul piano di lavoro. Scriviamo su un cartellino LA CORDA LUNGA
– invitiamo un altro bambino a darci un’asta (corda) PIÙ LUNGA. Chiediamogli di verificare, poniamola accanto alla prima e scriviamo su un cartellino LA CORDA PIÙ’ LUNGA
– mettiamo sul margine superiore del piano di lavoro i due cartellini dei titoli GRADO POSITIVO e GRADO COMPARATIVO.

Psicogrammatica Montessori: i gradi dell’aggettivo
Presentazione 2

Materiali

– aste rosse della lunghezza o tre nastri o corde in tre diverse lunghezze
– strisce di carta e matita

Esperienza chiave

– invitare un gruppo di almeno tre bambini ad unirsi a noi nell’esercizio
– diamo a un bambino la prima corda (o asta) e chiediamo di metterla sul piano di lavoro. Chiediamo a un altro bambino di prendere la corda (o asta) più lunga, e al terzo bambino di prendere  quella lunghissima, mettendole in ordine crescente
– diciamo: “Questa corda (o asta) è lunga, questa è più lunga rispetto a questa. Quando abbiamo due oggetti da confrontare, nel nostro caso le corde (aste) la parola LUNGA che usiamo per la prima corda (asta) si chiama AGGETTIVO POSITIVO. Per la seconda corda (asta) diciamo che è PIÙ’ LUNGA: questo è l’AGGETTIVO COMPARATIVO”
– “la terza corda (asta) è la più lunga di tutte, quindi diciamo che è LUNGHISSIMA. Questa parola si chiama AGGETTIVO SUPERLATIVO”.

Estensioni

cartellini per i gradi dell’aggettivo IIE
– carte dei comandi per l’aggettivo
– scrivere le proprie liste di aggettivi su tre colonne per i tre gradi
– creare elenchi di nomi e aggettivi.

fo – arcistufo. Denso – più denso – densissimo. Generoso – più generoso – generosissimo. Interessante – più interessante – interessantissimo. Piacevole – più piacevole – piacevolissimo.

Grado positivo, comparativo e superlativo
Presentazione 1

Prerequisiti

– lezione introduttiva agli aggettivi,
– studio delle parole sui suffissi,
–  lezione sui suffissi per gli aggettivi.

Materiali

– cartellini degli aggettivi di grado positivo, comparativo e superlativo
– cartellini dei titoli: aggettivo, positivo, comparativo, superlativo
– alfabeti mobili in due colori o cartellini bianchi e penna nera, azzurra e blu
– simboli grammaticali.

Presentazione

– invitare un piccolo gruppo di bambini e stendere il tappeto
– chiedere ai bambini di elencare molti aggettivi. Spiegare che questi aggettivi sono di grado positivo
– dire ai bambini che quando noi compariamo un nome ad un altro generalmente usiamo un aggettivo per fare questo. Quando lo facciamo la forma dell’aggettivo cambia
– fare un esempio dicendo: “Se io voglio comparare Susanna a Gaia in base alla loro età, devo dire che Susanna è più grande di Gaia. Come è cambiato l’aggettivo?”
– scrivere con gli alfabeti mobili SUSANNA E’ PIÙ GRANDE DI GAIA. Dire ai bambini: “Quando compariamo due nomi, di solito usiamo più … di. L’aggettivo diventa di grado comparativo”
– continuare l’esempio per spiegare che se voglio comparare una terza persona con Susanna e Gaia, potremo dire, ad esempio, che Antonio è il più grande.
– scrivere con gli alfabeti mobili ANTONIO E’ IL PIÙ GRANDE. Dire ai bambini: “In questo caso l’aggettivo diventa di grado superlativo”
– disporre i cartellini titolo sul tappeto
– scegliere e abbinare i cartellini degli aggettivi nei tre gradi
– i bambini possono registrare l’esercizio sui loro quaderni di grammatica.

Scopo

– imparare come si usa l’aggettivo per comparare i nomi
– uso dei suffissi per i gradi dell’aggettivo

Controllo dell’errore

ogni aggettivo positivo ha un suo comparativo e superlativo

Varianti

usare la lista di aggettivi che i bambini hanno creato all’inizio della lezione, cambiando ognuno in un comparativo e in un superlativo

Estensioni

chiedere ai bambini di scrivere frasi usando gli aggettivi in ogni grado.

Presentazione 2

Materiali

– tre serie di cartellini per gli aggettivi nei gradi positivo, comparativo e superlativo
– scheda di controllo.

Esercizi preliminari

– ripassare con i bambini i gradi degli aggettivi utilizzando i materiali sensoriali, ad esempio le aste rosse della lunghezza (corta, cortissima, più corta di, meno corta di)

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– poniamo lungo il margine superiore del piano di lavoro i cartellini dei titoli e diciamo ai bambini: “Questi sono i gradi dell’aggettivo”
– posizionare i cartellini sotto ai titoli in modo corretto.

Controllo dell’errore

ogni aggettivo positivo ha un suo comparativo e superlativo.

Scopo

– rendere il bambino consapevole del corretto utilizzo degli aggettivi
– ampliare il vocabolario
– incoraggiare i bambini ad esplorare il linguaggio attraverso lo studio delle parole.

Età al Presentazione

dai sei anni.

Psicogrammatica Montessori: i gradi dell’aggettivo

Psicogrammatica Montessori l’inventario di classe per l’aggettivo

Psicogrammatica Montessori l’inventario di classe per l’aggettivo. Presentazioni ed esercizi per la scuola primaria.

Materiali

– cartellini in bianco
– penna nera, blu, azzurra
simboli grammaticali per nome, articolo e aggettivo.

Esercizio

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Oggi lavoreremo con i nomi, gli articoli e gli aggettivi. Oggi con i nomi, gli articoli e gli aggettivi faremo qualcosa di nuovo.”
– invitiamo i bambini a nominare un oggetto presente in classe e ad usare l’articolo e l’aggettivo più adatti. Chiediamo al bambino di spiegarci perchè ha scelto quell’articolo e quell’aggettivo
– scriviamo su tre cartellini in bianco separati le parole scelte dal bambino, usando l’azzurro per l’articolo, il nero per il nome e il blu per l’aggettivo.
– chiediamo al bambino di mettere i tre cartellini sul piano di lavoro nell’ordine corretto
– invitiamo il bambino a mettere su ogni parola il simbolo grammaticale corrispondente
– invitiamo il bambino a rileggere la frase
– ripetiamo l’esercizio con gli altri bambini
– i bambini possono registrare l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali su ogni parola
– il bambino nei giorni successivi può svolgere l’attività in modo autonomo.

Scopo

comprendere la funzione dell’aggettivo
– comprendere l’ordine logico delle parole nella frase.

Età

dai 6 anni.

Psicogrammatica Montessori l’inventario di classe per l’aggettivo

Psicogrammatica Montessori: esperienze chiave sull’aggettivo

Psicogrammatica Montessori: esperienze chiave sull’aggettivo per bambini della scuola primaria.

Materiali

– tre fiori di tre diversi colori
– cartellini bianchi
– penna nera, azzurra e blu.

Presentazione

– invitiamo un piccolo gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Abbiamo lavorato a lungo con i nomi e gli articoli”
– “Oggi faremo altre attività con i nomi e gli articoli, e con altre parole”
– mettiamo i fiori formando una fila orizzontale sul tavolo o sul tappeto
– scriviamo IL FIORE su un cartellino bianco scrivendo IL in azzurro e FIORE in nero
– invitiamo il bambino a leggere il cartellino. Diciamo a un bambino: “Dammi il fiore”
– quando il bambino ci dà il fiore, diciamo: “Grazie, questo è un fiore bellissimo, ma non è il fiore che volevo…”
– quando il bambino di dà un altro fiore, diciamo ancora: “Grazie. Questo è un altro bellissimo fiore, ma non è ancora il fiore che volevo. Non riesci a darmi il fiore che voglio perchè non mi sto spiegando abbastanza bene. Dovrei aggiungere qualche altra informazione”
– aggiungiamo al cartellino dove abbiamo scritto IL FIORE l’aggettivo per il colore del terzo fiore (quello che il bambino non ci ha dato), ad esempio GIALLO
– invitiamo il bambino a leggere il cartellino e darci il fiore indicato
– diciamo al bambino: “Come hai fatto a capire quale fiore darmi?”. Il bambino risponderà che è successo grazie alla parola che indicava il colore del fiore
– diciamo: “Non potevi sapere quale fiore darmi finché io non ho aggiunto una nuova informazione accanto al nome. Quando ho aggiunto una parola che descriveva meglio il nome, mi hai potuto dare il fiore che volevo.  Le parole che aggiungono informazioni sui nomi o che li descrivono si chiamano aggettivi
– scriviamo i cartellini per gli altri due fiori, comprensivi di articolo nome e aggettivo
– invitiamo i bambini a leggere i cartellini e posizionare il fiore indicato accanto al cartellino
– indichiamo gli aggettivi presenti nei tre cartellini e diciamo: “Queste parole ROSSO, ARANCIO GIALLO aggiungono informazioni ai nomi o li descrivono. Le parole che aggiungono informazioni sui nomi o che descrivono i nomi sono chiamate AGGETTIVI. Le parole ROSSO, ARANCIO, GIALLO sono aggettivi perchè descrivono il nome FIORE”
– aggiungiamo: “La parola AGGETTIVO viene dal latino ADIECTIVUS che significa “aggiunta”. L’aggettivo aggiunge significati, descrizioni o qualità al nome
– posizioniamo i cartellini dei titoli ‘ESPERIENZA CHIAVE PER L’AGGETTIVO’ e ‘AGGETTIVO: dal latino adiectivus = aggiunta’
– i bambini possono registrare l’attività sui loro quaderni di grammatica.

Scopo diretto

– comprendere la funzione degli aggettivi.

Età

dai 6 anni.

Psicogrammatica Montessori: esperienze chiave sull’aggettivo

Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per l’aggettivo

Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per l’aggettivo. Esercizi per la scuola primaria.

Materiale

– fattoria Montessori (o altro allestimento in miniatura come casa delle bambole, castello, ecc.)

set di cartellini per i nomi, gli articoli determinativi e indeterminativi e gli aggettivi

– simboli grammaticali.

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini e chiediamo loro di allestire la fattoria

– mostriamo le scatole dei simboli grammaticali e mettiamole aperte sul piano di lavoro

– formiamo sotto ad ogni scatola una colonna di cartellini che intendiamo usare con gli oggetti della fattoria, corrispondenti alle parti del discorso indicate dai simboli grammaticali

– chiediamo ai bambini di scegliere un cartellino del nome e di posizionarlo accanto all’oggetto corrispondente

– scegliamo il cartellino dell’articolo corretto da abbinare al nome e posizioniamolo accanto al nome

– scegliamo il cartellino l’aggettivo più adatto ed aggiungiamolo al nome

– quando si tratterà di scegliere l’aggettivo, tra i bambini potranno sorgere disaccordi, e spesso entrambi i bambini avranno ragione. Ad esempio un bambino sceglie “un uomo forte”, mentre un altro preferisce “un uomo alto”. In questi casi metteremo accanto all’uomo i cartellini “il forte alto uomo”.

Scopo

esercitarsi nell’uso degli aggettivi
– arricchimento del vocabolario
– esercitarsi con la lettura.

Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per l’aggettivo

Scatola grammaticale II – spostamenti

Scatola grammaticale II – spostamenti. Mentre il bambino si esercita con la scatola grammaticale II utilizzando articoli, nomi e aggettivi, l’insegnante può richiamare le regole grammaticali per la posizione degli aggettivi, effettuando alcuni spostamenti dei cartellini.

Di solito l’aggettivo segue il nome. Se è posto prima del nome, è meno appariscente; se è posto dopo, assume più importanza e ha una forza differente.

Mettiamo che il bambino abbia composto la seguente frase con i suoi cartellini:

L’insegnante può scambiare le parole così:

Allo stesso modo, per le altre frasi:

Il senso del linguaggio e l’abitudine fanno scegliere al bambino la posizione corretta dell’aggettivo.

In frasi come queste:
– il leggero rumore
– il dolce sapore
l’aggettivo messo prima del nome rende il significato vago, figurato, emotivo o generico.

Mettendo invece l’aggettivo dopo il nome, il senso della frase diventa chiaro descrittivo e preciso:
– il sapore dolce
– il rumore leggero.

Scatola grammaticale II – spostamenti

Psicogrammatica Montessori: aggettivi quantitativi

Psicogrammatica Montessori: aggettivi quantitativi. Presentazioni ed esercizi per la scuola primaria, con i cartellini pronti per il download e la stampa.

L’AGGETTIVO QUANTITATIVO può essere:
DETERMINATIVO (NUMERALE): risponde alla domanda “Quanti?”. Può essere:
1.  CARDINALE (uno, quattro, tre, quattro, ecc.);
2. MOLTIPLICATIVO (doppio, triplo, quadruplo, ecc.);
3. FRAZIONARIO (mezzo);
ORDINATIVO: indicano posizione reciproca (primo, secondo, terzo, ecc., ultimo, penultimo, ecc.)
– INDETERMINATIVO: (alcuno, alquanto, tanto, altrettanto, quanto, molto, poco, del, qualche, parecchio, assai, ogni, tutto, nessuno, punto, ciascuno, qualunque, certo, altro, troppo).

Trovi tutti i cartellini pronti qui:

Esercizio 1
Cartellini degli aggettivi numerali cardinali e ordinativi

Materiale

– cartellini degli aggettivi numerali cardinali ed ordinativi.

Esercizio

– selezioniamo i cartellini che intendiamo usare coi bambini e separiamoli per mezzo di elastici, dividendo i cartellini degli aggettivi numerali cardinali dagli aggettivi ordinativi

–  formiamo sul piano di lavoro una colonna per gli aggettivi numerali cardinali
– mettiamo i cartellini degli aggettivi ordinativi in ordine sparso

– invitiamo i bambini a fare gli abbinamenti corretti.

Esercizio 2
Comandi degli aggettivi numerali cardinali e ordinativi 

Materiale

schede dei comandi buste da 7 a 12.

Esercizio 3
Cartellini degli aggettivi numerali cardinali e dei numeri romani

Materiale

– cartellini degli aggettivi numerali cardinali e dei numeri romani

Esercizio

– selezioniamo i cartellini che intendiamo usare coi bambini e separiamoli per mezzo di elastici, dividendo i cartellini degli aggettivi numerali cardinali dai numeri romani
–  formiamo sul piano di lavoro una colonna per gli aggettivi numerali cardinali
– mettiamo i cartellini dei numeri romani in ordine sparso
– invitiamo i bambini a fare gli abbinamenti corretti.

Esercizio 4
Cartellini degli aggettivi ordinativi e dei numeri romani

Materiale

– cartellini degli aggettivi ordinativi e dei numeri romani

Esercizio

– selezioniamo i cartellini che intendiamo usare coi bambini e separiamoli per mezzo di elastici, dividendo i cartellini degli aggettivi ordinativi dai numeri romani
–  formiamo sul piano di lavoro una colonna per gli aggettivi ordinativi
– mettiamo i cartellini dei numeri romani in ordine sparso
– invitiamo i bambini a fare gli abbinamenti corretti.

Psicogrammatica Montessori: aggettivi quantitativi

Psicogrammatica Montessori: aggettivi possessivi

Psicogrammatica Montessori: aggettivi possessivi. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.

Per gli aggettivi possessivi si consigliano lezioni collettive. Si presentano in modo semplice gli aggettivi mio, tuo, suo, nostro, vostro, loro, mia, miei, mie, ecc.

Poi si fanno esercizi orali indicando gli oggetti e facendoli indicare ai bambini, usando in modo corretto gli aggettivi possessivi.

Infine si presentano ai bambini i cartelli per i comandi che contengono gli aggettivi possessivi (busta 17, 18, 19, 20) :

Prerequisiti

– lezione sugli aggettivi possessivi
– presentazione del materiale.

Materiali

– comandi sugli aggettivi possessivi (busta 17, 18, 19, 20)
– simboli grammaticali.

Esercizio

– invitare un piccolo gruppo di bambini e chiedere a un bambino di leggere un comando ed eseguirlo (o farlo eseguire da un compagno)
– posizionare i cartellini degli aggettivi corrispondenti sul tavolo
– posizionare i simboli grammaticali sugli aggettivi
– il bambino può registrare gli aggettivi ed i simboli sul proprio quaderno di grammatica.

Scopo

– esercitarsi con gli aggettivi possessivi
– sviluppare il vocabolario
– comprendere i testi scritti ed seguire i comandi.

Varianti

i bambini posso scrivere dei loro comandi da far eseguire agli altri bambini.

Psicogrammatica Montessori: aggettivi possessivi

Psicogrammatica Montessori: aggettivi dimostrativi

Psicogrammatica Montessori: aggettivi dimostrativi. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.

Per gli aggettivi dimostrativi si consigliano lezioni collettive. Si presentano in modo semplice gli aggettivi questo questa questi queste (vicino a noi), codesto codesta codeste e codesti (vicino a voi), quello  quella quegli quei quelle (lontano da voi).

Poi si fanno esercizi orali indicando gli oggetti e facendoli indicare ai bambini, usando in modo corretto gli aggettivi dimostrativi.

Infine si presentano ai bambini i cartelli per i comandi che contengono gli aggettivi dimostrativi (busta 13, 14, 15, 16) :

Prerequisiti

– lezione sugli aggettivi dimostrativi
– presentazione del materiale.

Materiali

– comandi sugli aggettivi dimostrativi (busta 13, 14, 15, 16)
– simboli grammaticali.

Esercizio

– invitare un piccolo gruppo di bambini e chiedere a un bambino di leggere un comando ed eseguirlo (o farlo eseguire da un compagno)
– posizionare i cartellini degli aggettivi corrispondenti sul tavolo
– posizionare i simboli grammaticali sugli aggettivi
– il bambino può registrare gli aggettivi ed i simboli sul proprio quaderno di grammatica.

Scopo

– esercitarsi con gli aggettivi dimostrativi
– sviluppare il vocabolario
– comprendere i testi scritti ed seguire i comandi.

Varianti

i bambini posso scrivere dei loro comandi da far eseguire agli altri bambini.

Psicogrammatica Montessori: aggettivi dimostrativi

Psicogrammatica Montessori: aggettivi ed esperimenti

Psicogrammatica Montessori: aggettivi ed esperimenti per bambini della scuola primaria.

Maria Montessori indicò lo studio degli aggettivi come un’opportunità per presentare ai bambini alcune proprietà fisiche dei corpi. I bambini leggono i comandi, eseguono dei semplici esperimenti, e scrivono le loro osservazioni. Come per le buste dei comandi, le schede degli esperimenti sono accompagnate da cartellini marroni sui quali sono scritti gli aggettivi  usati nella scheda.
I materiali necessari per gli esperimenti devono essere preparati in anticipo dall’insegnante.

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Psicogrammatica Montessori: aggettivi ed esperimenti

Busta 1
Riempire una brocca graduata con acqua fino al limite. Riempire di acqua una seconda brocca, ma non fino al limite. Osservare la forma che assume la superficie dell’acqua nelle due brocche e mettere l’aggettivo più appropriato scelto tra: concavo, convesso.

Busta 2
Prendere un filtro di carta, un pezzo di tessuto, una spugna e vedere se l’acqua può passare attraverso di essi. Scegliere l’aggettivo appropriato per ogni oggetto tra questi: permeabile, impermeabile, poroso.

Busta 3
Prendere un pezzo di vetro trasparente, un foglio di carta nera, un foglio di carta oleata; guardare la luce che passa attraverso di essi e scegliere per ognuno l’aggettivo più appropriato tra questi: trasparente, opaco, traslucido.

Busta 4
Confronta il peso dell’acqua col peso dell’alcool colorato; poi confronta il peso dell’acqua e dell’olio; dell’acqua e del sughero; dell’acqua e del piombo. Dire per ogni caso qual è l’elemento più pesante e quello più leggero.

Psicogrammatica Montessori: aggettivi ed esperimenti

Il bambino come risposta deve produrre un piccolo lavoro scritto, ad esempio: “L’acqua è più pesante dell’olio”.

I bambini eseguiranno i piccoli esperimenti indicati nei comandi ed impareranno a maneggiare brocche, filtri, imbuti, ecc; a versare delicatamente le ultime gocce d’acqua per la preparazione della superficie concava e convessa; a versare delicatamente l’alcol colorato o l’olio sull’acqua, ecc.

In questo modo fanno un primo passo pratico nello studio delle scienze.

Psicogrammatica Montessori: aggettivi ed esperimenti

Psicogrammatica Montessori COMANDI PER GLI AGGETTIVI

Psicogrammatica Montessori COMANDI PER GLI AGGETTIVI per la scuola primaria.

Il materiale dei comandi per gli aggettivi è formato da 20 buste, ognuna delle quali contiene una scheda per i comandi e cartellini marroni per gli aggettivi contenuti nella scheda.

Il bambino legge ed esegue il comando.

Questo gioco può essere fatto in gruppo, con un bambino che legge a voce alta e un altro che esegue l’azione descritta. I comandi si riferiscono ai materiali sensoriali ed a quelli per la matematica, ma se non si hanno a disposizione possiamo riscriverne altri che implichino l’uso degli oggetti che abbiamo a disposizione.

Psicogrammatica Montessori COMANDI PER GLI AGGETTIVI

Esempio di busta:

Psicogrammatica Montessori COMANDI PER GLI AGGETTIVI
Materiale pronto

Questi sono i cartellini pronti.

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini al tavolo
– mostriamo le buste dei comandi per l’aggettivo. Spieghiamo che si tratta di 20 buste chiamate “Comandi per l’aggettivo”, numerate da 1 a 20″.

– apriamo la prima busta, mostriamo la scheda del comando e facciamola leggere a un bambino
– poniamo la scheda sul tavolo
– mostriamo i cartellini degli aggettivi e diciamo che questi cartellini servono a ricordare gli aggettivi contenuti nella scheda. Diciamo: “Queste parole, gli aggettivi, ci dicono come sono gli oggetti, il loro colore, la trama, la dimensione, la quantità o l’appartenenza”
– poniamo i cartellini accanto alla scheda

– chiediamo a un bambino di leggere ed eseguire il comando
– discutiamo ciò che il bambino ha fatto e poniamo l’attenzione sui cartellini degli aggettivi
– mostriamo al bambino come rimettere le carte nella busta
– invitiamo i bambini a ripetere da soli l’esercizio con un’altra busta, restando a disposizione per eventuali parole sconosciute.

Prerequisiti:

– lezione sugli aggettivi
– presentazione del materiale.

Materiali

– comandi sugli aggettivi
– simboli grammaticali.

Esercizio

– invitare un piccolo gruppo di bambini e chiedere a un bambino di leggere un comando ed eseguirlo (o farlo eseguire da un compagno)
– posizionare i cartellini degli aggettivi corrispondenti sul tavolo
– posizionare i simboli grammaticali sugli aggettivi
– il bambino può registrare gli aggettivi ed i simboli sul proprio quaderno di grammatica.

Scopo

– esercitarsi con gli aggettivi
– sviluppare il vocabolario
– comprendere i testi scritti ed seguire i comandi

Varianti

i bambini posso scrivere dei loro comandi da far eseguire agli altri bambini.

vostri posti e voi andrete ai loro posti. Nel frattempo loro si alzeranno e poi verranno qui a prendere i nostri posti.

Psicogrammatica Montessori COMANDI PER GLI AGGETTIVI

Psicogrammatica Montessori: scatola grammaticale II esercizi

Psicogrammatica Montessori: scatola grammaticale II esercizi per la scuola primaria per l’uso dell’aggettivo in relazione al nome e all’articolo.

Il materiale della SCATOLA GRAMMATICALE II comprende varie serie di cartellini della frase di colore marrone scuro e varie serie di cartellini delle parole di diverso colore:
– marrone chiaro per gli  articoli
– nero per i nomi
– marrone scuro per gli aggettivi
che si scelgono a seconda dell’esercizio che si vuole proporre e si collocano nella scatola grammaticale II:

Ciascuna parte del discorso ha un suo codice colore, che è diverso da quello dei simboli grammaticali (ad eccezione del nome e del verbo).
I simboli grammaticali possono entrare a far parte degli esercizi con le scatole grammaticali: i bambini possono porre i simboli mobili sulle parole scritte nei cartellini della frase, o anche possono copiare le frasi e disegnare i simboli (anche utilizzando gli stencil).

Avere a disposizione le scatole grammaticali di legno è sicuramente la situazione ideale, ma considerando il costo, non è la soluzione alla portata di tutti. Si possono preparare delle bellissime alternative in cartone o anche sostituire alle scatole delle “tovagliette stampate“. Si può anche decidere di non utilizzare nulla, e di mettere semplicemente i cartellini sul tavolo, divisi in base al loro codice colore e ponendo sopra di essi dei cartellini-titolo (ARTICOLO, NOME, AGGETTIVO).
Lo stesso discorso vale per le scatole di riempimento e per le scatole dei comandi, che possono essere acquistate in legno, o possono essere facilmente realizzate in cartoncino. Si può anche optare per qualsiasi altra soluzione alternativa: buste di carta colorata, sacchetti di plastica trasparente, cestini, ecc.

Le scatole grammaticali servono all’esercizio del bambino, dopo le presentazioni e le lezioni chiave relative alle parti del discorso che vogliamo esercitare.

I materiali previsti per la scatola grammaticale II sono:

– scatola grammaticale II (qui il tutorial per costruirla: Costruire le scatole grammaticali)
– una scatolina aperta marrone chiaro per il libretto degli elenchi e per il libretto delle regole
– 6 scatoline di riempimento color marrone chiaro contrassegnate IIA, IIB, IIC, IID, IIE, IIF. Si tratta di set di cartellini preparati per parole, frasi, titoli (colori, qualità opposte, dimensioni opposte, stati d’animo opposti, forma, quantità, qualità sensoriali, gradi dell’aggettivo, concordanza nome-aggettivo,…)

Tutto il materiale pronto per il download e la stampa si trova qui:

Esercizi con la scatola grammaticale II

Secondo le indicazioni di Maria Montessori il bambino legge una frase, prende gli oggetti che vi sono indicati, e poi compone la frase coi cartellini delle parole. Ad esempio, se il cartellino della frase contiene questa indicazione: ‘il colore verde – il colore turchino – il colore rosso’, il bambino prende tre spolette (verde, turchina e rossa) dalla scatola delle spolette dei colori, e le mette sul tavolo. Poi compone la frase la frase ‘il colore verde‘ e pone la spoletta verde accanto alla frase.

Quindi, lasciando sul tavolo i due primi cartellini, cambia solo quello relativo all’aggettivo, e sostituisce ‘verde’ con ‘turchino’, e infine cambia la spoletta verde con quella turchina.

In ultimo ripete la procedura con il colore rosso.

(Nel mio esempio ho utilizzato dei pennarelli al posto delle spolette dei colori. Per realizzarle in proprio trovate il tutorial qui: Costruire le spolette dei colori Montessori).

Esercizio 2

Materiale

scatola grammaticale II
– scatola di riempimento scelta
– simboli grammaticali

Esercizio

– invitare un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– mettere i cartellini scelti nelle varie caselle della scatola grammaticale in modo corretto


– leggere la scheda della definizione per l’articolo e assicurarsi che il bambino capisca la funzione della nuova parte del discorso
– leggere un cartellino delle frasi e posizionarlo lungo il margine superiore del piano di lavoro
– leggere e ricreare la prima frase con i cartellini delle parole

– leggere e ricreare la seconda frase con i cartellini delle parole. Per comporre la seconda frase sarà necessario rimuovere l’aggettivo nella prima frase e sostituirlo

– mostrare ai bambini come mettere i simboli grammaticali sulle parole
– ripetere questa procedura coi rimanenti cartellini delle frasi
– quando i bambini hanno compreso l’esercizio possono esercitarsi individualmente con altri set di cartellini

Esercizio 3

Materiale

scatola grammaticale II
– scatola di riempimento scelta
– simboli grammaticali

Esercizio

– invitare un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– chiedere a un bambino di mettere i cartellini scelti nelle varie caselle della scatola grammaticale in modo corretto

– chiedere a un bambino di prendere un cartellino delle frasi, di leggerlo e di metterlo sul piano di lavoro
– chiedere di cercare i cartellini delle parole che formano la prima frase e di posizionarli accanto alla frase
– leggere la prima frase, ad esempio “lo specchio pulito”
– leggere la seconda frase, ad esempio “lo specchio sporco”.
– sostituire il cartellino “pulito” col cartellino “sporco”
– chiediamo ai bambini: “Quale parola ci dice com’è lo specchio di cui si parla?”
– mostriamo il simbolo per aggettivo, il triangolo medio blu, e ricapitoliamo insieme ai bambini tutto quello che sappiamo degli aggettivi. Mettiamo il simbolo sull’aggettivo
– chiediamo ai bambini quale simbolo dobbiamo usare per il nome e quale per l’articolo.

Esercizio 4

Materiali

– scatola grammatica II
– set di cartellini per la scatola grammaticale II
– simboli grammaticali.

Introduzione Orale

– invitiamo un gruppo di bambini a partecipare all’esercizio
– chiediamo ad ogni bambino di portarci un oggetto, utilizzando solo articolo e nome
– ogni volta che un bambino torna da noi con un oggetto, diciamo: “Mi dispiace, ma non è quello che voglio. Io voglio un … (ripetendo il nome dell’oggetto che ci ha portato)
– ripetiamo finché il bambino sta al gioco, quindi riproponiamo la domanda aggiungendo un aggettivo: “Portami un … rosso”
– quando il bambino ci porta l’oggetto, diciamo: “Questo è proprio quello che volevo. Come hai fatto a capirlo?”. Il bambino ci risponderà che l’ha capito perchè gli abbiamo detto il … rosso.

Esercizio

– mostriamo ai bambini la scatola grammaticale II e la scatola dei cartellini preparati
– invitiamo un bambino a riempire correttamente la scatola con i cartellini delle parole e delle frasi
– scegliamo un primo cartellino delle frasi e mettiamolo sul tavolo
– invitiamo il bambino a leggere la prima frase e comporla coi cartellini
– invitiamo il bambino a portare al tavolo l’oggetto indicato dalla frase
– invitiamo il bambino a leggere la seconda frase e chiediamogli: “L’oggetto che hai portato va bene per questa frase?”
– prendiamo il cartellino dell’aggettivo che nella seconda frase è diverso dalla prima e poniamolo sotto al primo
– il bambino andrà a prendere l’oggetto adatto al secondo aggettivo e lo metterà accanto al cartellino
– discutiamo il lavoro fatto: “Quale parola ci ha fatto capire quale oggetto portare?” Il nome. Mettiamo il simbolo del nome sul cartellino corrispondente. “Quale parola ci ha fatto capire se l’oggetto era uno specifico o uno tra tanti?”. L’articolo. Mettiamo il simbolo dell’articolo sul cartellino corrispondente. “Quale parola ci ha spiegato come era fatto più precisamente l’oggetto?”. L’aggettivo. Mettiamo il simbolo dell’aggettivo sul cartellino corrispondente.
– ripetiamo l’esercizio con altri cartellini ed altri oggetti.

Psicogrammatica Montessori: scatola grammaticale II esercizi

Psicogrammatica Montessori: funzione dell’aggettivo

Psicogrammatica Montessori: funzione dell’aggettivo. Presentazioni ed esercizi per la scuola primaria.

Presentazione 1

Materiale

– tre fiori dello stesso tipo ma di colori diversi
– cartellini con articolo in azzurro, aggettivi in blu e nomi in nero: “il fiore rosso”, “il fiore giallo”, “il fiore arancio”
– scatola dei simboli grammaticali.

Presentazione:

– invitiamo un piccolo gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– disponiamo i fiori fuori dal piano di lavoro e chiediamo a un bambino: “Per favore mi porti il fiore?”
– quando il bambino ce lo porta diciamo: “Mi dispiace, questo fiore è molto bello ma non è quello che voglio. Io desidero il fiore rosso”
– il bambino ci dà il fiore rosso, lo mettiamo sul piano di lavoro e lo affianchiamo con il cartellino “il fiore rosso”
– facciamo la stessa cosa per il fiore giallo e per il fiore arancio
– ogni volta chiediamo al bambino che ci porta un fiore di dirci come ha fatto a capire che quello era proprio il fiore giusto.
– diciamo: “Per ricevere proprio il fiore che volevo ho avuto bisogno di descriverlo, di spiegare quale era tra gli altri fiori. Le parole che spiegano come sono le cose, cioè che le descrivono, si chiamano aggettivi”
– mostriamo il triangolo medio blu e diciamo ai bambini che è il simbolo dell’aggettivo
– aggiungiamo i simboli grammaticali sopra ad ogni parola
– i bambini possono registrare la presentazione sui loro quaderni di grammatica.

Scopo

– imparare la funzione dell’aggettivo
– stimolare l’interesse dei bambini verso la grammatica
– introdurre il simbolo per l’aggettivo.

Punti di interesse

– riconoscere diversi aggettivi per i fiori
– imparare nuovi simboli grammaticali.

Controllo dell’errore

le parole sono scritte nei colori che corrispondono ai simboli.

Altre attività con gli aggettivi

Durante la normale giornata a scuola, inseriamo vari giochi verbali che pongano l’attenzione dei bambini sugli aggettivi. E’ un lavoro che si fa normalmente utilizzando il materiale sensoriale (spolette dei colori, tavolette tattili ecc…), e durante le attività di vita pratica. Poniamo durante la giornata domande del tipo: è pulita? Di cosa è fatta? Mi descrivi i tuoi vestiti?
Possiamo poi fare dei giochi, tipo comandi, dicendo ai bambini: “Alzino le mani i bambini coi capelli biondi”, “si accuccino sotto il banco tutti i bambini che hanno scarpe scure”,  ecc.

Prepariamo una scatola degli oggetti contenente molti oggetti che in qualche modo sono legati tra loro, con la possibilità di differenziarli con gli aggettivi qualificativi per dimensione, colore, ecc.
Prepariamo una serie di cartellini di frasi che descrivono ciascun oggetto, ad esempio: la poltrona grande azzurra, il cane piccolo marrone, l’uomo alto anziano, ecc.

Prepariamo poi i cartellini delle parole che compongono ciascuna delle frasi che abbiamo preparato, divisi in nomi, articoli, aggettivi. I cartellini possono essere messi in buste o scatoline separate che recano il simbolo appropriato.

Ogni gruppo di cartellini preparati, deve fare naturalmente riferimento alle frasi e agli oggetti di un determinato set. I bambini devono comporre le frasi prendendo nomi, articoli e aggettivi appropriati, e abbinare ad essi l’oggetto che descrivono.

Per rinforzare l’uso dei simboli grammaticali, possiamo chiedere ai bambini: “Qual è la parola che ci dice il nome dell’oggetto che voglio?”. Posizioniamo il triangolo nero sulla parola “piatto”. “Quali sono le parole che ci spiegano meglio quale tipo di piatto?”. Posizioniamo un triangolo blu sulla parola “giallo” e un altro triangolo blu sulla parola “piccolo”. “Qual è la parola che ci dice che sta per arrivare un nome? Che ci dice se c’è un piatto o ce ne sono tanti?”. Posizioniamo un triangolino azzurro sulla parola “il”.

Esercizi scritti e simboli. Incoraggiamo il bambino a scrivere frasi per descrivere vestiti, oggetti preferiti o altro, e poi ad aggiungere alle parole i simboli grammaticali (disegnandoli o usando i simboli di cartoncino pronti), o usando simboli pronti di carta da incollare.

Caccia agli aggettivi. Chiediamo ai bambini di cercare gli aggettivi in un libro di lettura, a sottolinearli oppure ad elencarli su un foglio.

Logico Gioco con l’aggettivo. Prepariamo dei set di cartellini composti da una decina di cartellini neri per i nomi, e una decina di cartellini blu per gli aggettivi. Mettiamo i cartellini in due buste o scatoline separate, che recano ciascuna il proprio simbolo grammaticale.
Il bambino prende i nomi, li legge uno ad uno e li pone in colonna, uno sotto l’altro, sul tappeto. Poi prende gli aggettivi, li legge uno ad uno e li pone in colonna, uno sotto l’altro, a destra della colonna dei nomi. Si formeranno così abbinamenti nome-articolo casuali. I bambini li leggono (di solito si formano abbinamenti divertenti). Poi lascia al loro posto gli aggettivi appropriati, e raccoglie quelli che non lo sono. Rilegge uno alla volta gli aggettivi, e li abbina al nome più adatto.

Esercizi di scrittura di aggettivi. Diamo al bambino un cartellino del nome e una serie di cartellini di aggettivi. Il bambino copia il nome sul quaderno, poi aggiunge ad esso quanti più aggettivi possono essere appropriati.

Psicogrammatica Montessori: funzione dell’aggettivo
Presentazione 2

Materiali

– un set di oggetti (ad esempio bottoni di varie forme, dimensioni e colori)
– cartellini con gli articoli in azzurro, gli aggettivi in blu e i nomi in nero
– simboli grammaticali.

Presentazione

– raduniamo un piccolo gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto e sistemiamo gli oggetti sul piano di lavoro
– leggiamo un cartellino e mettiamolo accanto all’oggetto corrispondente
– invitiamo i bambini a leggere gli altri cartellini ed a posizionarli accanto agli oggetti corrispondenti
– aggiungiamo ai cartellini i simboli grammaticali relativi ad ogni parola contenuta
– i bambini possono registrare lo schema sul loro quaderno di grammatica.

Scopo

– fare pratica con l’uso degli aggettivi
– arricchire il vocabolario
– fare pratica con la lettura e la comprensione dei testi scritti

Punti di interesse

descrizione di oggetti differenti

Controllo dell’errore

le parole sono scritte nel colore che corrisponde al simbolo grammaticale

Estensioni

– chiedere ai bambini di prendere collezioni di oggetti da descrivere ed etichettare
– chiedere ai bambini di scrivere liste di aggettivi relativi a un dato soggetto: gli altri devono indovinare di cosa si tratta come se si trattasse di un indovinello.

Psicogrammatica Montessori: funzione dell’aggettivo
Presentazione 3

Materiale

– fattoria Montessori
– simboli grammaticali
– cartellini bianchi e penna nera

Presentazione

– mostriamo ai bambini la fattoria allestita, portando alla loro attenzione le caratteristiche di ogni animale o oggetto e utilizzando il maggior numero possibile di aggettivi
– mostriamo ai bambini il vassoio dei simboli grammaticali e sediamoci intorno al tavolo o al tappeto
– scriviamo il nome di un animale della fattoria su un foglietto di carta, accompagnato dall’articolo, scegliendone uno presente in più esemplari (ad esempio “il cavallo”)
– chiediamo a un bambino di leggere il cartellino e di andare a prendere l’animale
– Il bambino ci porta un cavallo di sua scelta, ad esempio quello nero, allora diciamo: “Questo cavallo è molto bello, ma non è quello a cui stavo pensando… non ti ho dato informazioni sufficienti”
– scriviamo su un altro cartellino un aggettivo riferito al cavallo, ad esempio “marrone”. Ora il bambino saprà di dover portare il cavallo marrone
– quando il bambino ci consegna il cavallo marrone diciamo: “Sì, è proprio il cavallo che volevo”
– mettiamo i cartellini “marrone” e “il cavallo” sul piano di lavoro e affianchiamoli con l’oggetto corrispondente

– chiediamo a un bambino di leggere i cartellini: “Marrone il cavallo” e chiediamo: “Suona bene? No… infatti noi non diciamo “marrone il cavallo”, ma diciamo “il cavallo marrone”

– sistemiamo i cartellini e controlliamo che suoni bene
– mostriamo i simboli grammaticali e diciamo ai bambini che li useremo per contrassegnare le parole
– mostriamo il triangolo grande nero del nome, e diciamo che lo useremo per la parola che serve a nominare l’oggetto. Mettiamo quindi il simbolo sulla parola “cavallo”
– mostriamo poi il triangolo medio blu scuro dell’aggettivo e diciamo che serve per la parola che ci dice com’è l’oggetto: Posizioniamo il simbolo sulla parola “marrone”
– mostriamo il triangolo piccolo azzurro dell’articolo e diciamo che serve ad avvisarci che sta arrivando un nome. Posizioniamo il simbolo sulla parola “il”

– ripetiamo l’esercizio con altri elementi della fattoria.

Presentazione 4

Materiale

– fattoria Montessori
– simboli grammaticali
– strisce preparate contenenti nomi di oggetti della fattoria con articoli e aggettivi.

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diamo a un bambino la prima striscia, chiediamogli di leggerla e di andare a prendere dalla fattoria allestita l’oggetto indicato
– chiediamo al bambino di mettere sul piano di lavoro la striscia e l’oggetto, e di porre su ogni parola (articolo, nome, aggettivo) il simbolo grammaticale corretto
– fare altri esempi, e quando i bambini hanno compreso l’esercizio, permettere loro di eseguirlo autonomamente, in gruppo o da soli.

Variante

– i bambini possono scrivere su cartellini in bianchi altre strisce e quindi svolgere l’esercizio come fatto con le strisce pronte.

Scopo diretto

– rendere il bambino consapevole delle singole parole lette
– comprendere la funzione dell’aggettivo
– comprendere la posizione dell’aggettivo nella frase.

Controllo di errore

il controllo dell’errore è affidato all’adulto.

Età

dai 6 anni.

Presentazione 5

Materiale

– fattoria o altro ambiente in miniatura (castello, casa delle bambole, o altro);
– cartellini dei nomi scritti in nero; cartellini degli articoli scritti in azzurro; cartellini dell’aggettivo scritti in blu;
– simboli grammaticali

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini ad allestire l’ambiente in miniatura
– scegliere un cartellino del nome, leggerlo e posizionarlo accanto all’oggetto corrispondente
– scegliere l’articolo corretto e metterlo davanti al nome
– scegliere l’aggettivo corretto e metterlo dopo il nome
– aiutare i bambini a leggere e posizionare gli altri cartellini
– al termine i bambini possono registrare la lezione sui loro quaderni di grammatica.

Scopo

– fare pratica con l’uso degli aggettivi
– arricchire il vocabolario
– fare pratica di lettura e migliorare la comprensione dei testi scritti.

Punti di interesse

– allestire l’ambiente in miniatura,
– etichettare correttamente gli oggetti.

Controllo dell’errore

le parole sono nei colori che corrispondono ai simboli.

Variazioni

– etichettare oggetti presenti in classe,
– usare altri ambienti in miniatura.

Estensioni

– chiedere ai bambini di fare nuove etichette in aggiunta a quelle fornite
– scrivere un nome di un oggetto in miniatura  su un foglio, come titolo, e poi scrivere sotto quanti più aggettivi si trovano per quel nome.

Psicogrammatica Montessori: funzione dell’aggettivo

Psicogrammatica Montessori: l’inventario di classe per l’articolo

Psicogrammatica Montessori: l’inventario di classe per l’articolo per bambini della scuola primaria

Materiale

cartellini bianchi
– penne nere e azzurre.

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini intorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Oggi svolgeremo insieme una nuova attività con i nomi e gli articoli. Quali articoli conosciamo?”. I bambini rispondono nominando gli articoli determinativi e indeterminativi. “Cosa ci indicano gli articoli?”. Un uno una ci indicano un oggetto qualunque tra un gruppo di oggetti uguali tra loro. Il lo la un singolo oggetto su cui non si può sbagliare. I gli le ci indicano tutti gli oggetti uguali di un gruppo su cui non si può sbagliare
– invitiamo i bambini a nominare un oggetto presente in classe usando l’articolo appropriato. Ogni volta il bambino ci spiega il perchè della scelta dell’articolo
– scriviamo l’articolo in azzurro e il nome in nero su due cartellini separati, e posizioniamo articolo e nome sul tavolo o sul tappeto
– invitiamo i bambini a leggere i cartellini
– continuiamo l’esercizio nominando altri oggetti
– i bambini proseguono poi in modo indipendente scrivendo da soli i cartellini man mano che scelgono gli oggetti presenti in classe.

Scopo diretto

– comprendere la funzione dell’articolo
– comprendere la funzione degli articoli determinativi e indeterminativi.

Età

dai 6 anni.

Psicogrammatica Montessori: l’inventario di classe per l’articolo

Psicogrammatica Montessori: esperienze chiave sull’articolo

Psicogrammatica Montessori: esperienze chiave sull’articolo per bambini della scuola primaria.

Psicogrammatica Montessori: esperienze chiave sull’articolo
Altre possibilità di presentazione

Materiale

– una selezione di oggetti, alcuni in gruppi identici, altri singoli (ad esempio 3 bottoni, 1 dado, 2 perle, 3 spaghi, 1 matita)
– penna nera e azzurra
– cartellini dei nomi per ogni oggetto e cartellini per gli articoli appropriati per ogni nome
– cartellini dei titoli: “ESPERIENZA CHIAVE SULL’ARTICOLO”, “ETIMOLOGIA: ARTICOLO dal latino ARTICULUS = piccola mano)
– cartellini bianchi.

Presentazione

– invitiamo un piccolo gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Oggi faremo insieme qualche attività con i nomi e altre parole”
– mettiamo gli oggetti a gruppi sul tavolo o sul tappeto: 3 bottoni, 1 tazza, 2 perle, 3 pennarelli, 1 matita
– diciamo: “Ora vi chiederò di darmi esattamente quello che vi chiederò. Ascoltate attentamente”
– Diciamo a un bambino: “Dammi UN bottone”, enfatizzando la parola un. Posizioniamo i cartellini un e bottone a sinistra sul tavolo o sul tappeto. Mettiamo il bottone che ci ha dato il bambino accanto ai cartellini
– chiediamo a un altro bambino: “Dammi UN bottone”, sempre enfatizzando la parola un. Posizioniamo i cartellini a sinistra del tappeto ed accanto il bottone scelto, formando una colonna
– ora chiediamo: “Dammi LA tazza” enfatizzando la parola la. Posizioniamo i cartellini la e tazza in una colonna diversa, a destra dei bottoni e aggiungiamo la tazza
– continuiamo con gli altri oggetti, usando gli articoli singolari determinativi o indeterminativi a seconda del caso
– diciamo ai bambini: “Alzate la mano se sapete dirmi quale regola abbiamo usato per distribuire gli oggetti in queste due colonne”
– “In una colonna abbiamo un uno una, nell’altra il lo la davanti ai nomi”
– chiediamo: “Quanti bottoni ci sono?”. Tre.  “Quale parola abbiamo messo davanti alla parola bottone?”. Un. “Quando c’era più di un oggetto, avete dovuto scegliere quale oggetto darmi. Quando c’è più di un oggetto, c’è da fare una scelta, così usiamo le parole un uno una”
– diciamo: “Quante tazze ci sono?”. Una. “Quante matite?”. Una. “Quale parola abbiamo messo davanti ai nomi?” La. “Quando c’è solo un oggetto, non abbiamo una scelta da fare. Quando c’è solo un oggetto usiamo le parole il lo la”
– invitiamo i bambini a portare altri oggetti sul tavolo o sul tappeto. Chiediamo: “Qual è il nome dell’oggetto? Quanti ce ne sono? Usiamo un uno una o il lo la?”
– scriviamo gli articoli in azzurro e i nomi in nero sui cartellini bianchi. Posizioniamo gli oggetti e i cartellini nelle colonne appropriate
– chiediamo: “Dove mettiamo le parole un uno una il lo la?”. Davanti al nome
– “Le parole un uno una il lo la si chiamano articoli. Li abbiamo scritti in azzurro. La parola articolo deriva dal latino articulus che significa piccola manina o piccolo rametto. L’articolo è come un rametto attaccato al grande albero, che è il nome”
– “Questa è la nostra lezione chiave sull’articolo”
– mostriamo i cartellini dei titoli e posizioniamoli lungo il margine superiore del tavolo o del tappeto
– i bambini leggono i titoli a voce alta
– i bambini registrano il lavoro sui loro quaderni di grammatica.

Scopo diretto

– comprendere la funzione degli articoli
– comprendere la funzione degli articoli indeterminativi e determinativi singolari.

Età

dai 6 ai 9 anni (esperienza da ripetere ogni anno).

Altre esperienze con gli articoli

Durante la normale giornata a scuola, inseriamo vari giochi verbali che pongano l’attenzione dei bambini sugli articoli. Ad esempio diciamo loro “Mostrami UNA sedia”, “Indicami GLI spazzolini da denti. Indicami LO spazzolino da denti che usi tu”. Facciamo anche notare, ad esempio, che diciamo IL cavallo e non LO cavallo, e vari altri esempi simili, ogni volta che se ne presenta l’occasione.

Prepariamo una scatola degli oggetti, contenente numerosi oggetti. Alcuni di questi oggetti saranno in un unico esemplare, altri in più esemplari identici (singolare e plurale, determinativi e indeterminativi).
La scelta degli oggetti deve essere accurata: cominceremo con oggetti che cominciano con le consonanti, poi, per introdurre l’uso degli articolo apostrofato, aggiungeremo anche oggetti che cominciano per vocale. Selezioniamo con altrettanta attenzione maschili e femminili.
Per ogni scatola che prepariamo per il bambino, scriviamo anche i cartellini:
–  dei nomi degli oggetti
–  degli articoli da abbinare
– cartellini di controllo (che contengono il giusto abbinamento articolo – nome).

Per presentare l’esercizio ai bambini, mettiamo sul tappeto la scatola degli oggetti e, a un lato del tappeto, formiamo una colonna dei nomi e una colonna degli articoli, in ordine casuale.

Togliamo il primo oggetto (o gruppo di oggetti identici) dalla scatola, e mettiamolo sul tappeto, quindi scegliamo il nome adatto e aggiungiamo davanti ad esso l’articolo.

A seconda degli obiettivi che vogliamo raggiungere con l’esercizio, facciamo gli esempi necessari per dare ai bambini le indicazioni necessarie (ad esempio su singolare e plurale, o su determinativo e indeterminativo).

Quando il bambino è pronto, può proseguire da solo. Al termine del lavoro aggiungerà allo schema i cartellini di controllo.

Il gioco può essere variato. Ad esempio possiamo scrivere dei piccoli comandi al momento, per far indovinare al bambino l’oggetto che vogliamo prendere dalla scatola, oppure possiamo commettere “errori” nell’abbinare articolo e nome, e il bambino dovrà correggerci.

Esercizi con carte illustrate e cartellini possono essere preparati nello stesso modo, sostituendo appunto alla scatola degli oggetti carte illustrate appositamente preparate per i bambini.

Esercizi di compilazione di elenchi. Incoraggiamo i bambini a compilare elenchi (articolo e nome) di oggetti presenti nella classe o nella Fattoria. La Fattoria è un materiale piuttosto costoso, che si presta a molte attività nell’area linguistica. Può essere sostituita da una casa di bambola; io faccio così, in effetti, aggiungendo molti animali di plastica e gruppi di oggetti:

Questa è una fattoria, completa di cartellini, che ho preparato in versione stampabile:

La fattoria (o la casa di bambole, lo zoo, il negozio, la strada) sono giochi che  incoraggiano lo sviluppo del linguaggio verbale e contribuiscono, accompagnati da cartellini appositamente preparati, a comprendere la grammatica e la sintassi.

Psicogrammatica Montessori: esperienze chiave sull’articolo

Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per l’articolo

Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per l’articolo. Presentazioni ed esercizi per la scuola primaria.

Esercizio 1

Materiale

– cartellini preparati con nomi di oggetti della fattoria
– cartellini degli articoli determinativi e indeterminativi da abbinare ai nomi
– fattoria.

Esercizio

– dopo aver presentato ai bambini l’articolo introdurre il cestino con i cartellini preparati e dire ai bambini che possono leggerli e abbinarli agli oggetti della fattoria
– il cestino include nomi ed articoli determinativi e indeterminativi, e il bambino sceglie l’indeterminativo per oggetti singoli, e il determinativo per gli oggetti multipli. Il cesto contiene anche il cartellino del titolo “Articolo”
– al termine dell’esercizio il bambino può copiare lo schema sul suo quaderno di grammatica.

Prerequisiti

lezione su nomi e articoli

Età

6 anni

Esercizio 2

Materiali

– ambiente in miniatura (fattoria, castello, casa delle bambole o altro)
– cartellini dei nomi scritti in nero e degli articoli scritti in azzurro
– simboli grammaticali.

Presentazione

– invitiamo un piccolo gruppo di bambini a sistemare gli oggetti dell’ambiente in miniatura
– scegliamo un cartellino del nome, leggiamolo e posizioniamolo accanto all’oggetto corrispondente
– scegliamo il corretto cartellino dell’articolo e mettiamolo davanti al nome
– aiutiamo i bambini a leggere e posizionare gli altri cartellini
– i bambini possono registrare la lezione sui loro quaderni di grammatica.

Scopo diretto

esercitarsi coi nomi e gli articoli.

Scopo indiretto

– sviluppo del vocabolario,
– comprensione del significato e della funzione di nomi e articoli.

Punti di interesse

– preparare l’ambiente in miniatura,
– etichettare gli oggetti.

Controllo dell’errore

gli articoli sono scritti in blu e i nomi in nero.

Variazioni

– etichettare gli oggetti della stanza,
– usare altri ambienti in miniatura.

Estensioni

chiedere ai bambini di fare nuovi cartellini in aggiunta a quelli forniti.


Esercizio 3

Materiale

– fattoria Montessori (o casa delle bambole o altro ambiente in miniatura)
– cartellini preparati con i nomi degli oggetti scritti in nero
– cartellini degli articoli corrispondenti ai nomi scelti scritti in azzurro
– penna nera e azzurra
– cartellini in bianco.

Esercizi

– invitiamo un gruppo di bambini intorno alla fattoria
– chiediamo loro di sistemare i cartellini dei nomi accanto agli oggetti corrispondenti
– diciamo ai bambini: “Oggi lavoreremo insieme coi nomi e gli articoli. Quali articoli conosciamo?”. I bambini rispondono. “Un uno una ci dicono che ci sono molti oggetti uguali e che ne vogliamo indicare uno qualunque tra questi. Il lo la ci dicono che siamo certi dell’oggetto che vogliamo indicare, perchè ce ne è solo uno”
– invitiamo i bambini a leggere i cartellini degli articoli e a posizionarli accanto ai nomi in modo corretto
– quando tutti i cartellini sono posizionati, chiediamo ai bambini di leggerli insieme ai nomi, discutendo le scelte fatte.
– diciamo: “Tutte le parole scritte in azzurro sono articoli. Un articolo è una piccola parola, come una manina che indica un nome”
– il bambino registra gli articoli e i nomi sul suo quaderno di grammatica
– il bambino può esercitarsi da solo con altri cartellini ed oggetti della fattoria.

Scopo diretto

– comprendere la funzione dell’articolo
– comprendere la funzione degli articoli determinativi e indeterminativi.

Età

dai 6 anni.

Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per l’articolo

Psicogrammatica Montessori: articoli determinativi e indeterminativi

Psicogrammatica Montessori: articoli determinativi e indeterminativi, presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.

Presentazione 1

Materiali

– una raccolta di oggetti, ad esempio 3 bottoni, 2 mollette, 3 spaghetti, 2 arance
– pennarello nero e azzurro
– strisce di carta bianca.

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini intorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Oggi faremo insieme un esercizio coi nomi e gli articoli. Quali articoli conosciamo?”. (I bambini rispondono; dovrebbero conoscere un, uno, una, il, lo, la, i, gli, le). Continuiamo con la nostra ricapitolazione, coinvolgendo sempre i bambini: “Un, uno e una ci dicono che ci sono molti oggetti uguali e che noi ne vogliamo uno qualsiasi tra questi. Usiamo il, lo, la quando c’è solo un oggetto. Usiamo i gli le quando vogliamo un determinato gruppo di oggetti.”
– Sistemiamo gli oggetti sul tavolo o sul tappeto: 3 bottoni, 2 mollette, 3 spaghetti in tre colonne distinte
– diciamo: “Oggi faremo qualcosa di diverso con questi oggetti. Guardate attentamente e alzate la mano quando avete capito perchè gli oggetti sono ordinati in questo modo”.
– sulle strisce bianche scriviamo ‘un bottone’ tre volte usando l’azzurro per gli articoli e il nero per i nomi. Invitiamo i bambini a leggere i cartellini e posizioniamoli sotto agli oggetti sul tavolo o sul tappeto
– su altre strisce bianche scriviamo le parole ‘una molletta’ due volte usando sempre l’azzurro per gli articoli e il nero per i nomi. Invitiamo i bambini a leggere i cartellini e posizioniamoli sotto agli oggetti sul tavolo o sul tappeto
– ripetiamo la procedura anche con gli spaghetti e poi con le arance
– Quando i bambini hanno intuito la regola diciamo: “Quando il nome è maschile usiamo un e uno. Quando il nome è femminile usiamo una, ma quando il nome comincia per vocale una diventa un’ con l’apostrofo.
– Invitiamo i bambini a dirci altri nomi che richiedono l’articolo un, uno, una, un’. Scriviamoli sulle strisce bianche e posizioniamole nelle colonne corrispondenti.
– Il bambino può copiare lo schema sul suo quaderno di grammatica.

Scopo diretto

– comprendere la funzione dell’articolo
– comprendere la funzione degli articoli un, uno, una, un’

Età

dai 6 anni.

Presentazione 2

Materiali

una raccolta di oggetti, ad esempio: 5 bottoni, 2 spaghetti, 3 perle, 1 righello, 1 tazza, 1 spago
– una penna nera e una azzurra
– strisce di carta bianca
– cartellini dei titoli: articolo determinativo; articolo indeterminativo.

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini intorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Oggi faremo altri esercizi coi nomi e gli articoli. Quali articoli conosciamo?”. (I bambini rispondono; dovrebbero conoscere un, uno, una, il, lo, la, i, gli, le). “Cosa ci dicono gli articoli?”. “Un, uno e una ci dicono che ci sono molti oggetti uguali e che noi ne vogliamo uno qualsiasi tra questi. Usiamo il, lo, la quando c’è solo un oggetto. Usiamo i gli le quando vogliamo un determinato gruppo di oggetti.”
– sistemiamo gli oggetti in gruppi sul tavolo o sul tappeto: 5 bottoni, 2 spaghetti, 3 perle, 1 righello, 1 tazza, 1 spicchio
– invitiamo i bambini a posizionare i cartellini appropriati accanto agli oggetti
– chiediamo ai bambini: “Quando mettiamo il cartellino davanti a un bottone, sappiamo precisamente accanto a quale bottone metterlo?”. I bambini risponderanno di no. “Abbiamo 5 bottoni tra cui scegliere e uno vale l’altro”
– chiediamo ai bambini: “Quando mettiamo il cartellino accanto alla tazza, sappiamo con esattezza quale tazza etichettare?”. I bambini risponderanno di sì, perchè c’è una sola tazza. “Abbiamo una sola tazza, quindi la tazza è un oggetto determinato, sappiamo con certezza di che tazza parliamo”
– “La è un articolo determinativo, come il e lo. L’articolo determinativo si usa quando indichiamo un oggetto preciso, perchè è l’unico. Anche i gli le sono determinativi, e servono a indicare un gruppo di oggetti precisi. Il lo la sono articoli determinativi singolari, i gli le sono articoli determinativi plurali”
– posizioniamo il cartellino ARTICOLI DETERMINATIVI sulla colonna che comprende la tazza, il righello e lo spicchio
– diciamo ai bambini: “Un uno una sono chiamati articoli indeterminativi. Indicano che ci sono molti oggetti uguali e non sappiamo quale vogliamo in particolare”
– posizioniamo il cartellino ARTICOLI INDETERMINATIVI sulla colonna dei bottoni, degli spaghetti, delle perle
– invitiamo i bambini a leggere i cartellini dei titoli e i cartellini che contrassegnano gli oggetti in ogni colonna
– i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando la penna azzurra per gli articoli e la penna nera per i nomi.

Scopo diretto

– comprendere la funzione dell’articolo;
– comprendere la funzione degli articoli determinativi e indeterminativi.

Età

dai 6 ai 9 anni.

Presentazione 3

Materiali

– oggetti in gruppi di uno o più, con nomi che iniziano con vocali e consonanti
– penna nera e azzurra
– strisce di carta.

Presentazione

– mettiamo tutti gli oggetti insieme sul tappeto e diciamo ai bambini: “Guardate quanti oggetti! Proviamo a metterli in ordine”
– chiediamo a un bambino, “Puoi darmi il fiore?”. Chiediamo: “Cosa mi hai portato?” e il bambino risponderà: “Il fiore”
– chiediamo a un altro bambino di darci una mela. Il bambino può scegliere una qualsiasi delle mele. Chiediamo: “Cosa mi hai portato?”. Il bambino risponderà “Una mela”.
– poi chiediamo a un altro bambino di darci un fagiolo, e il bambino può scegliere uno qualsiasi dei fagioli. Chiediamo: “Cosa mi hai portato?”. Il bambino risponderà “Un fagiolo”
– proseguiamo così con tutti gli oggetti, scrivendo su un cartellino per ogni oggetto quello che ci dicono i bambini: il fiore, una mela, un fagiolo, ecc.
– chiediamo: “Vi ricordate come si chiamano queste piccole parole che stanno davanti ai nomi?”. I bambini risponderanno che si tratta di articoli
– diciamo: “Quando mi avete dato il fiore, c’era un fiore solo, e si capiva bene quale fiore volevo. Quando ho chiesto una mela, invece, c’erano molte mele tra cui scegliere, e non potevate essere sicuri di quale mela darmi. Potevate scegliere una mela qualsiasi”
– “Il è un articolo determinativo. Lo usiamo per le cose determinate, come il fiore. Una e un sono articoli indeterminativi, che usiamo per le cose indeterminate, come una mela tra tante o un fagiolo tra tanti”.

Presentazione 4

Materiale

– cartellini di nomi, articoli determinativi e indeterminativi da abbinare
– simboli grammaticali
– cartellini dei titoli (nome, articolo determinativo, articolo indeterminativo).

Presentazione

– mettiamo un cartellino alla volta sul tappeto, chiediamo al bambino di leggere la parola a voce alta e di  identificare la parte del discorso
– invitiamo il bambino ad abbinare un articolo con un nome
-proseguendo nell’esercizio il bambino si accorgerà del fatto che alcuni abbinamenti possono essere fatti in più modi diversi, mentre altri no
– invitiamo il bambino a mettere i simboli grammaticali sui cartellini appropriati
– invitiamo il bambino a usare i cartellini dei titoli appropriati per i determinativi e gli indeterminativi.

Presentazione 5

Materiali

– set di otto oggetti: 4 che cominciano per vocale e 4 che cominciano per consonante
– cartellini degli articoli scritti in azzurro.

Presentazione

invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– mettiamo gli oggetti sul piano di lavoro, invitiamo i bambini a ordinarli e etichettarli coi cartellini dei nomi
– mettiamo davanti a ciascun nome l’articolo appropriato e chiediamo ai bambini di dirci in base a quale regola abbiamo fatto gli abbinamenti
– leggiamo ogni cartellino del nome e dell’articolo e quando i bambini hanno compreso, spieghiamo che quando i nomi femminili iniziano per vocale una diventa un’, ma un maschile è sempre senza apostrofo. Lo e la davanti a vocale diventano l’
– i bambini possono scrivere la regola sul loro quaderno di grammatica, e possono copiare lo schema.
– imparare le regole ortografiche per gli articoli apostrofati

Presentazione 6 . Introduzione orale

Chiediamo ai bambini: “Chi è responsabile del governo?”. Il primo ministro. “Abbiamo solo un primo ministro in carica alla volta, quindi diciamo il primo ministro”.
“Quante regine ci sono in Inghilterra?” Una. “Diciamo la regina, perché c’è una sola regina, non possiamo sbagliare”.
“Quante lavagne abbiamo in classe?” Una. “Allora diciamo la lavagna”.
“Quante sedie abbiamo in classe?”. Molte. “Allora diciamo una sedia se ne vogliamo indicare una qualsiasi tra quelle che abbiamo”.
“E quanti tavoli abbiamo?” Molti. “Allora diciamo un tavolo”.
“Un, uno, una sono chiamati articoli indeterminativi, perchè si usano per qualsiasi oggetto tra un gruppo di oggetti uguali”.
“Il lo la si chiamano articoli determinativi perchè si usano per indicare un oggetto con certezza”.

Psicogrammatica Montessori: articoli determinativi e indeterminativi

Psicogrammatica Montessori: funzione dell’articolo

Psicogrammatica Montessori: funzione dell’articolo, presentazione ed esercizi per la scuola primaria.

Presentazione 1

Materiali

– penna nera e azzurra
– strisce di carta preparate
simboli grammaticali per articolo e nome.

Presentazione

– diciamo ai bambini: ” Se io dico ‘portami righello’, ‘mangia mela’ oppure ‘riordina scaffale’ suona bene?”
– scriviamo queste parole con la penna nera: portami righello, mangia mela, riordina scaffale (lasciando uno spazio per l’articolo)

– i bambini dovrebbero notare da soli che mancano gli articoli, in caso contrario chiediamo se secondo loro manca qualcosa
– diciamo: “Sì, avete ragione. Prima del nome manca una parola per far suonare bene la frase”
– scriviamo su cartellini corti, in azzurro, gli articoli il, la, lo ed aggiungiamoli alle frasi precedentemente scritte.


– leggiamo le frasi: “Portami il righello. Mangia la mela. Riordina lo scaffale.”
– diciamo: “Queste piccole parole che vanno prima del sostantivo sono dette articoli. La parola articolo deriva dal latino articulus che significa piccolo membro, piccolo braccio. In articolo è un po’ come una manina che sta davanti al nome per indicarlo.
– mostriamo ai bambini i simboli grammaticali per il nome e l’articolo. Facciamo notare che l’articolo si riferisce al nome, quindi ha la stessa forma, ma il simbolo è più piccolo e di colore diverso. Usiamo un triangolo nero per il nome e un piccolo triangolo piccolo azzurro per l’articolo.

Presentazione 2

Materiale

– molti oggetti e gruppi di oggetti (ad esempio 3 bottoni, 5 mollette,  1 perla, 1 bicchiere, 1 forchetta, 3 fusilli);


– cartellini per ogni oggetto con l’articolo corretto (i nomi sono scritti in nero e gli articoli in azzurro). Gli oggetti individuali avranno un cartellino con l’articolo determinativo. I gruppi di oggetti avranno un cartellino con l’articolo indeterminativo per ognuno degli oggetti (es. un bottone, un bottone, un bottone);
– carte titolo: articolo determinativo, articolo indeterminativo;
– scatola dei simboli grammaticali.

Presentazione

– Raduniamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– mettiamo gli oggetti sul tappeto
– chiediamo a un bambino di darci un bottone, enfatizzando la parola un. Affianchiamo col cartellino corrispondente. Poi chiediamo anche ad un secondo e ad un terzo bambino di darci un bottone

– continuiamo così per gli altri gruppi di oggetti multipli


– ora chiediamo a un bambino di darci un oggetto singolo, ad esempio il bicchiere. Spieghiamo che in questo caso possiamo chiedere il bicchiere, perché c’è un solo bicchiere. È determinato, cioè è certo,  che questo è il bicchiere che stiamo chiedendo.
– continuiamo chiedendo gli altri oggetti individuali
– possiamo ogni tanto fingere di sbagliare ad usare gli articoli, ad esempio dicendo: “Dammi una forchetta… No, scusami, dovevo dire dammi la forchetta”, sottolineando così il nostro errore.
– spieghiamo che quando abbiamo chiesto un oggetto tra quelli presenti in gruppo, abbiamo usato gli articoli un una uno averne uno qualsiasi tra quelli del gruppo. L’oggetto che abbiamo chiesto era indeterminato: uno o l’altro andava bene, non ne chiedevamo uno specifico. Quando invece c’era un solo oggetto di un certo tipo, abbiamo usato gli articoli il lo la. Anche quando vogliamo un determinato gruppo vogliamo qualcosa di determinato, e possiamo chiedere i bottoni, le mollette, i fusilli.
– spieghiamo ai bambini che le parole scritte in azzurro sono articoli. L’articolo è una parola corta che indica che dopo di lui ci sarà un nome. Il simbolo è un piccolo triangolo azzurro. Ha la stessa forma del simbolo del nome perché non è così importante da avere una forma diversa da lui. La parola articolo viene dal latino articulus che significa piccolo arto.
– aggiungiamo allo schema i cartellini degli articoli e dei nomi


– mettiamo sul margine superiore del tappeto i due cartellini dei titoli e chiediamo ai bambini di spostare i cartellini dei nomi e degli articoli nella colonna corretta


– il bambino può registrare lo schema nel suo quaderno di grammatica.

Scopo diretto: introdurre la funzione dell’articolo.

Scopo indiretto: coltivare l’interesse verso la grammatica, introdurre il simbolo per l’articolo.

Punti di interesse:
– il simbolo dell’articolo,
– imparare quando e perché si usano gli articoli determinativi e quelli indeterminativi.

Estensioni:
– raggruppare oggetti presenti nella stanza e fare cartellini di articoli e nomi per ognuno
– cercare gli articoli in un racconto o in una poesia.

Presentazione 3

Proponiamo ai bambini una lista di nomi scritti alla lavagna. Con l’aiuto dei bambini aggiungiamo davanti ad ogni nome l’articolo, che può essere determinativo o indeterminativo a seconda di quelli che suggeriscono i bambini. Possiamo contrassegnare gli articoli col triangolino azzurro e i nomi col triangolo nero.
Quando la lista è completa e ogni nome è preceduto da un articolo, facciamo notare ai bambini che abbiamo articoli come un, uno e una, e altri articoli come il lo la i gli le.
Possiamo dire ai bambini che usiamo un uno e una quando il nome è uno tra tanti, il lo la quando il nome è uno in particolare, i gli le quando il nome si riferisce a tanti, cioè quando si tratta di un nome plurale.
Cosa fanno gli articoli? Ci dicono che sta per arrivare un nome.

Presentazione 4

Materiali

– matita e strisce di carta bianca (oppure cartellini pronti per nomi, articoli e titoli)
– una selezione di piccoli oggetti, alcuni singoli ed altri multipli

Prerequisiti

il bambino deve saper leggere senza difficoltà i cartellini

Presentazione

– radunare gli oggetti sul tavolo o sul tappeto. Formare con gli oggetti una colonna verticale
– chiamare un piccolo gruppo di bambini al tavolo o al tappeto. Chiedere ai bambini di darci un oggetto singolo, ad esempio dicendo: “Per favore, dammi la tazza”; “Per favore, dammi la scatola”, enfatizzando gli articoli.
– Poi chiedere ai bambini di darci un oggetto tra quelli presenti in quantità multipla, dicendo ad esempio: “Per favore, dammi il pennarello”, ma rapidamente aggiungiamo: “Scusami, ho fatto la domanda sbagliata. Dovevo dire per favore, dammi un pennarello, perchè ce ne è più di uno”.
– Ripetere questo esempio più volte, con altri oggetti.
– Scrivere il nome degli oggetti con i rispettivi articoli sulle strisce di carta. I bambini leggono a turno i cartellini e li posizionano accanto agli oggetti corrispondenti.
– Porre all’attenzione dei bambini gli articoli dicendo: “Queste piccole parole un, uno, una, il, lo, la, i, gli, le sono chiamate articoli. La parola ‘articolo’ deriva dal latino articulus, che significa piccola parte o piccolo membro. L’articolo è una piccola parola che sta sempre vicina ad un nome”. Posizionare il cartellino del titolo “articolo” lungo il margine superiore del tavolo o del tappeto.

Presentazione 5

Materiale

– una scatola o un cesto contenente una selezione di piccoli oggetti della fattoria, alcuni singoli ed altri multipli
– due serie di cartellini preparati, che indicano gli oggetti selezionati per la presentazione: il primo set è formato da cartellini per articolo+nome insieme, il secondo set è formato da articoli e nomi su cartellini separati

Presentazione

– invitiamo un piccolo gruppo di bambini intorno al tavolo o al tappeto e mostriamo gli oggetti nel cestino
– estraiamo un oggetto alla volta (anche in caso di oggetti multipli) e chiediamo ai bambini di nominarli.
– facciamo notare ai bambini che alcuni oggetti sono unici, altri oggetti sono in più esemplari
– distribuiamo tra i bambini i cartellini nome+articolo
– ogni bambino legge il suo cartellino, trova l’oggetto e posiziona il cartellino accanto all’oggetto
– diciamo, ad esempio: “Sì, questo è un cespuglio” (se ci sono più cespugli) oppure “Sì, questo è il cespuglio” se c’è un cespuglio solo.
– quando tutti gli oggetti sono etichettati, mettiamoli in ordine con i cartellini corrispondenti formando due colonne (indeterminativi e determinativi)
– leggiamo coi bambini i cartellini delle due colonne e diciamo che quando parliamo di un elemento singolo usiamo il lo la, quando parliamo di un elemento tra tanti usiamo un uno una.
– ritiriamo i cartellini e distribuiamo tra i bambini i cartellini dei nomi, facendoli posizionare accanto agli oggetti, poi i cartellini degli articoli.
– una volta fatto, i bambini possono leggere di nuovo le colonne
I bambini possono ripetere questa lezione con le etichette preparate.

Psicogrammatica Montessori: funzione dell’articolo

Psicogrammatica Montessori: il plurale degli articoli

Psicogrammatica Montessori: il plurale degli articoli, presentazioni ed esercizi per la scuola primaria.

Per lo studio del singolare e del plurale di nomi e articoli altri esercizi sono:
esercizi con la scatola grammaticale I 
numero del nome col metodo Montessori.

Presentazione 1

Scopo diretto

– comprendere la funzione degli articoli
– comprendere la funzione degli articoli indeterminativi e determinativi singolari e plurali.

Età

dai 6 anni

Materiali

una selezione di oggetti  singoli (1 barile, 1 scatola)
– una selezione di gruppi di oggetti uguali tra loro (4 cespugli, 3 maialini, 2 rane)
– penna nera e blu
– cartellini bianchi.

Io ho usato il materiale della Fattoria Montessori:

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini intorno al tavolo o al tappeto;

– diciamo loro: “Oggi faremo qualche esercizio coi nomi e gli articoli. Quali articoli conosciamo? (i bambini rispondono). Cosa ci dicono gli articoli? Un uno e una ci dicono che ci sono molti oggetti e che ne vogliamo uno tra questo. Il lo la ci dicono che vogliamo un oggetto determinato, o che c’è un solo oggetto. I gli e le ci dicono che vogliamo un insieme di oggetti uguali”;

– sistemare gli oggetti e i gruppi di oggetti sul tavolo o sul tappeto;

– diciamo: “Oggi faremo qualcosa di nuovo con questi oggetti”;

– su un cartellino bianco scriviamo il nome del primo gruppo di oggetti preceduto dall’articolo (un oggetto alla volta):

– diciamo ai bambini: “C’è un modo più semplice per indicare tutti questi cespugli”. Prendiamo un cartellino scritto e correggiamo un cespuglio con i cespugli. Invitiamo i bambini a leggere il nuovo cartellino.

– ripetere con gli altri nomi plurali

– diciamo ai bambini, indicando i plurali: “Cosa abbiamo potuto notare di questi nomi? Sono tutti plurali. Quando il nome è plurale usiamo gli articoli determinativi i gli le. Usiamo invece un uno una per indicare un oggetto qualunque fra tanti. Usiamo il lo la per indicare un oggetto determinato.”

Il bambino può copiare lo schema sul suo quaderno di grammatica.

In seguito può svolgere un’attività simile utilizzando altri elementi della fattoria e i cartellini preparati (nomi e articoli).

Presentazione 2

Prerequisiti

introduzione alla funzione dell’articolo

Materiali

– scatola di oggetti multipli;
– cartellini per ogni oggetto o gruppi di oggetti con l’articolo corretto (nomi scritti in nero e articoli in azzurro)
Gli oggetti individuali hanno l’articolo determinativo, i gruppi di oggetti hanno per ogni singolo oggetto del gruppo l’articolo indeterminativo;
– simboli grammaticali per il nome e l’articolo;
– cartellini di titoli (singolare e plurale).

Presentazione

– chiamiamo un piccolo gruppo di bambini intorno al tappeto;
– invitiamoli a sistemare gli oggetti sul tappeto e a posizionare accanto i nomi e gli articoli corrispondenti, accompagnati dai simboli grammaticali;
– chiediamo a un bambino di leggere ogni cartellino del primo gruppo di oggetti e di darceli (un maialino, un maialino, un maialino);
– diciamo ai bambini che c’è un modo più rapido per chiedere di darci i maialini insieme. Sostituire i tre cartellini col cartellino “i maialini”;

– ripetiamo con altri gruppi di oggetti. Diciamo ai bambini che quando vogliamo nominare un gruppo di oggetti usiamo il plurale dell’articolo determinativo;
– i bambini possono registrare la disposizione sui loro quaderni di grammatica.

Scopo diretto: imparare l’uso dell’articolo determinativo con i nomi plurali
Scopo indiretto: capire il senso della grammatica nel linguaggio orale

Punti di interesse:
– il simbolo per l’articolo;
– imparare quando e perché usare un uno una, il lo la i gli le.

Controllo dell’errore: gli articoli sono scritti in azzurro e i nomi in nero

Presentazione 3

Materiale

– un temperino e un gruppo di cucchiaini
– cartellini dei nomi
– cartellini degli articoli
– simboli grammaticali per il nome e l’articolo;
– cartellini di titoli (singolare e plurale).

Presentazione

– invitiamo un piccolo gruppo di bambini al tavolo o al tappeto

– prendiamo il temperino e chiediamo: “Quanti temperini ci sono?”, Il bambino dirà: “Uno solo”.

– diciamo ai bambini: “Ricordate che abbiamo detto che quando c’è un solo oggetto la parola è singolare”, e mettiamo accanto al temperino i cartellini dell’articolo e del nome (il temperino)

– chiediamo a un bambino: “Quanti cucchiaini ci sono?”. Il bambino risponderà:  “Tre”.

– Mettiamo i cucchiaini sul tappeto e diciamo:  “Ricordate che abbiamo detto che, quando ci sono due o più oggetti la parola è plurale, e il nome e l’articolo si modificano. Mettiamo accanto ai cucchiaini i cartellini corrispondenti.

Presentazione 4

Scopo diretto

– rendere il bambino consapevole del corretto utilizzo di vocaboli comuni;
– contribuire ad ampliare il vocabolario del bambino
– incoraggiare il bambino ad esplorare il suo linguaggio attraverso lo studio delle parole e la grammatica.

Età di presentazione

 sei anni

Materiali

– raccolta di oggetti con un numero variabile di membri per ciascuna voce (da1 a 4)
– cartellini di nomi e articoli
– cartellini dei titoli (singolare, plurale)

Presentazione

– Diciamo ai bambini: “Guardate quante cose diverse! Mi potete aiutare a tirarle fuori? “.

– Iniziamo con un oggetto singolo (cane). Chiediamo “Cane o cani?”

– Ripetiamo con gli altri gruppi di oggetti, formando una colonna per i singolari e una per i plurali. Chiediamo sempre di ogni nome le due forme (singolare e plurale).

– Diciamo: “Quando abbiamo un solo oggetto il nome e l’articolo sono al singolare, quando abbiamo più di un oggetto il nome e l’articolo sono al plurale.”

– Posizioniamo in alto i cartellini dei titoli.

– Chiediamo ai bambini di mettere accanto agli oggetti i cartellini degli articoli e dei nomi.


Presentazione 5

Materiali

un cestino contenente oggetti singoli e gruppi di oggetti uguali
– cartellini di nomi e articoli singolari e plurali corrispondenti
– cartellini dei titoli (singolare e plurale)

Presentazione

– Tiriamo fuori dal cestino gli oggetti, singoli o a gruppi, e per ognuno chiediamo : “Devo dire agnellino o agnellini?”, “Devo dire rastrello o rastrelli?” ecc.

– • Diciamo: “Quando abbiamo un solo oggetto usiamo il singolare, quando abbiamo più oggetti usiamo il plurale.”. Mettiamo in alto i cartellini dei titoli.

– Prendiamo i cartellini dei nomi, mischiamoli, leggiamo il primo e chiediamo: “E’ uno o più di uno?”.

– mettiamo il cartellino sotto il titolo giusto. Poi chiediamo: “Che articolo usiamo?” e affianchiamo l’articolo al nome.

– ripetiamo facendo partecipare all’attività tutti i bambini.

Psicogrammatica Montessori: il plurale degli articoli

Acquisto online di materiali Montessori economici e belli

Un grande ostacolo alla pratica della didattica montessoriana è il costo dei materiali.

Lapappadolce è nata anche per fornire idee e strumenti per aggirare questo ostacolo e rendere questa didattica accessibile anche ai bambini che non frequentano una scuola Montessori per motivi geografici o di reddito familiare.

Nel corso del tempo ho offerto tutorial per realizzare molti dei materiali con pochissima spesa, presentazioni e lezioni pronte, e molti file stampabili nell’area riservata del sito.

Alcuni lettori, soprattutto insegnanti, mi hanno fatto notare che il lavoro proposto è utilissimo, ma richiede tempo per la sua realizzazione, e che per molti c’è l’esigenza di avere a disposizione una certa quantità di materiale pronto, in modo tale da potersi concentrare sul suo uso coi bambini.

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Recite per bambini: Lo sposalizio del mare

Recite per bambini: Lo sposalizio del mare. Il giorno dell’Ascensione, la Repubblica di Venezia celebrava “lo sposalizio del mare”, rito che risaliva al tempo in cui il doge Orseolo II aveva conquistato la Dalmazia.

Recite per bambini: Lo sposalizio del mare – Personaggi:
– il papà
– il figlio
– la folla veneziana.

Recite per bambini: Lo sposalizio del mare – Testo

Figlio: Padre mio, in mezzo a tanta folla sono quasi soffocato; e poi, non vedo nulla.

Papà: Come vuoi che faccia? Tutto il popolo veneziano è qui, lungo il suo mare. Tutti vogliono vedere. Solo i malati sono rimasti nelle proprie case. La giornata di maggio è bellissima è Venezia esulta di colori e di gioia.

Figlio: Anch’io sono Veneziano. Ho il diritto anch’io di vedere qualcosa di così bella festa.

Papà: Giusta risposta, piccolo uomo. Fai un altro sforzo; e se riuscirai a forare questa ressa, saliremo su una scalinata di marmo, da cui anche tu vedrai lo spettacolo sul mare… Per piacere, fate largo al piccolo veneziano… Grazie, signori. Molto gentili… Eccoci sulla scalinata.

Figlio: Oh, padre mio! Che spettacolo stupendo! Quante gondole! E quante navi!

Papà: La vita di Venezia sono le sue navi. Per esse Venezia è la regina dell’Adriatico.

Figlio: Ma cosa vedo! Oh, meraviglia! Una nave d’oro che si avvicina alla riva. E i rematori, non li ha?

Folla: Viva la Serenissima! Viva San Marco!

Papà: La nave che vedi è il Bucintoro, un naviglio splendido, scintillante d’oro e di porpora, che rappresenta la potenza di Venezia sul mare e che esce solo in occasione di solenni cerimonie. I remi escono da sottocoperta, proprio perchè non si vedano i rematori. Sembra che si muova, agile e solenne, da sé.

Figlio: E quei vecchi dall’aspetto dignitoso e serio che siedono sui seggi lungo il lati della nave, chi sono?

Papà: Sono i Senatori della Repubblica. E ora osserva bene: il Bucintoro sta mettendosi di fianco a noi. Ecco il Patriarca, sotto lo stendardo col leone alato, che leva alto il braccio per benedire l’Adriatico. E’ il giorno dell’Ascensione, o figliolo: tutta Venezia prega, insieme col suo Patriarca, affinché sul mare le navi di San Marco rechino la prosperità alla nostra Repubblica… Ma ora, ecco, sì… è lui. Sì, si vede bene!

Figlio: Chi?

Papà: Il doge! E’ seduto a poppa del Bucintoro, sul trono.

Figlio: Il doge! Che fortuna! Non avrei mai creduto di vederlo!

Folla: Il doge! Il doge! Viva San Marco!

Papà: Ascolta. Squillano le trombe. Ora il doge si alza. Osserva quel che fa.

Figlio: Ha gettato qualcosa nel mare.

Papà: Sì: un anello. E’ il rito con cui Venezia sposa il mare; e significa questo: il destino della Repubblica è legato al mare, solo al mare. Il doge ha detto: “Noi ti sposiamo, o mare nostro, in segno di vero e perpetuo amore”.

Figlio: E’ bello tutto ciò. Anch’io voglio bene al mare. Anch’io un giorno voglio navigare.

Papà: Figliolo, a un genitore veneziano non potresti esprimere un desiderio più bello.

(da Recitiamo la scuola, R, Botticelli)

Recite per bambini: Lo sposalizio del mare – Tutte le opere  contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Recite per bambini: Lo sposalizio del mare

Psicogrammatica Montessori: classificazione dei nomi

Psicogrammatica Montessori: classificazione dei nomi.  Presentazione ai bambini, esercizi e i cartellini pronti per il download e la stampa.

Grazie a tutto il lavoro eseguito con le scatole grammaticali, i bambini hanno incontrato e sperimentato un vastissimo repertorio di parole della lingua italiana: tutti gli articoli, le preposizioni, gli avverbi, i pronomi, le congiunzioni e le interiezioni; e molti nomi, aggettivi e verbi.

Può quindi seguire, a questo punto, un lavoro di classificazione di queste parole, che saranno come sempre scritte su cartellini colorati secondo il codice dato per le scatole grammaticali (e che, verbo e nome a parte, sono volutamente di colore diverso rispetto ai simboli grammaticali):
– nome: nero
– verbo: rosso
– articolo: marrone chiaro
– aggettivo: marrone scuro
– pronome: verde
– preposizione: viola
– avverbio: rosa
– congiunzione: giallo
– interiezione: azzurro.

I bambini posizioneranno i cartellini all’interno di tabelle preparate appositamente per la classificazione di ogni parte del discorso.

Psicogrammatica Montessori: classificazione dei nomi

La classificazione segna la preparazione ad uno studio teorico della lingua che si amplierà nel periodo di studi successivo (dopo i 9 anni).

Per quanto riguarda in particolare la classificazione del nome, i bambini sanno che il nome è:
proprio o comune;
concreto o astratto;
collettivo o individuale.

Può inoltre essere:
maschile, femminile, promiscuo
singolare o plurale
primitivo o derivato
alterato
composto.

Per il mio materiale ho preparato una serie di cartellini dei titoli accompagnati dai simboli grammaticali avanzati,

che possono essere utilizzati per creare le tabelle che desideriamo presentare ai bambini (i titoli possono essere incollati su grandi fogli di carta oppure si possono usare degli schemi-esempio che i bambini possono riprodurre sul tappeto o sul tavolo).

Psicogrammatica Montessori: classificazione dei nomi

Per quanto riguarda i cartellini dei nomi, ho preparato una serie di nomi che coprono tutte le voci delle classificazioni, che dovranno essere scelti dall’insegnante e proposti insieme ai titoli scelti ai bambini.

In alternativa possiamo usare, naturalmente, i cartellini già presenti nelle scatole usate per gli esercizi sul nome eseguiti precedentemente.

Classificazione del nome

Dopo che il bambino ha lavorato in vari modi a classificare e categorizzare i nomi per numero, genere e tipo prepariamo un materiale che serva a ricapitolare quanto appreso.

Obiettivo

classificazione dei nomi.

Punti di interesse

organizzare i cartellini secondo uno schema dato.

Quando dare la lezione

almeno al termine del lavoro sul nome, o anche dopo aver lavorato a tutte e otto le scatole grammaticali.

Materiali

– cartellini dei nomi
– cartellini dei titoli organizzati in tabella
– schema per la composizione della tabella.

Presentazione

Ricapitoliamo coi bambini tutto quello che sappiamo dei nomi.

Mostriamo al bambino lo schema per comporre la tabella scelta, e componiamola insieme.

Invitiamo i bambini a mescolare i cartellini dei nomi, quindi a procedere con la classificazione all’interno della tabella.

Un nome può essere inserito in più di  una categoria e sarà necessaria una discussione coi bambini. Il ragionamento che sta sotto la scelta di classificare un nome in un modo piuttosto che in un altro è più importante dell’arrivare ad una risposta “esatta”.

Psicogrammatica Montessori: classificazione dei nomi

La vera storia di Valentino: racconto dell’Emilia Romagna

La vera storia di Valentino: racconto dell’Emilia Romagna per la scuola primaria.

Questa è la storia di Valentino.

Chi non lo conosce, Valentino? E’ l’ultimo dei figli di Giovanni Arrighi, detto il Mére.

Il Mére era il colono del Carrara, e la Chiara era sua moglie.

Vivevano da poveri, si sa, ma a Castelvecchio e a Barga li conoscevan tutti per quel che erano: gente alla buona, onesta, senza chiacchiere.

Un giorno, dunque, il Mére disse alla moglie: “Oh Chiara, non ti sembra che quel moccioso abbia bisogno di essere rivestito?”

“Eh, lo so anch’io, purtroppo!” rispose, un po’ seccata la buona donna. “Qualcosa gli ci vuole, ma…” e continuò a rimestare nel paiolo la semola da dare alla Bianchina.

“Ma qualcosa gli ci vuole!…” ripeté il Mére tentennando il capo. Ma, lì per lì, non seppe neppure lui come risolverla.

Palanche non ne aveva. Bisogni, in casa, ce n’erano tanti da cavare gli occhi. E tre figlioli da tirar su: Tonino, Carolina, Valentino.

Qualche tempo prima il padrone gli aveva detto: “Ho deciso di vendere tutto, Mére: campi e casa. C’è il professor Pascoli che sarebbe disposto a comperare. Tu, intanto, se ha bisogno di qualcosa, dagliela pure: latte, formaggio, uova. Dopo, semmai, ci rifaremo. Hai inteso?”

E il Mére: “Ho inteso”.

“Tanto ci rifaremo, Chiara: hai inteso?”

“Sì, ho inteso, ho inteso. Ma intanto non abbiamo una palanca per far cantare un cieco. Fra un mese e mezzo è Pasqua. Ed io come glieli compro una giacchetta ed un paietto di calzoni al Valentino?”.

Poi ci ripensò meglio; si sa, il bisogno spinge.

Ed ecco che una bella mattina, quando il Mére era già nei campi a legar viti, la Chiara spazientita spacca il salvadanaio, conta gli spiccioli, si aggiusta alla vita il pannello delle feste e, via, se ne va a Barga, dal Carrara che gestiva un negozio di pannine.

“Sor padrone, ho bisogno di qualcosa”.

“Sono contento di servirvi, Chiara. Di che cosa avete bisogno?”

“Due cencetti per Pasqua. Da spendere poco, vè! Che le panche, da casa nostra, se ne son ite!”

“Ma non vi preoccupate, scegliete pure!”

La Chiara scelse e pagò fino all’ultimo centesimo.  Poi andò dalla Filomena, che cuciva anche donne e per ragazzi.

“Zitta, non lo dire, veh! E’ una sorpresa” e tirò fuori la stoffa acquistata dal Carrara. “Vorrei che tu ci facessi un vestitino al mio Valentino. Due zoccoletti, prima di Pasqua, glieli comprerò. Ho due galline: se non mi coveranno tanto presto…” (Voleva dire: faranno delle uova, le venderò, ci comprerò gli zoccoli).

Invece tutti sappiamo come andò a finire. Le galline chiocciarono, la Chiara non potè più vendere un uovo…

e tu, magro contadinello,
restasti a mezzo, così, con le penne,
ma nudi i piedi come un uccello.

Venne il giorno di Pasqua. Sole meraviglioso, voli, trilli di rondini.

Valentino uscì di casa, scese le scale, arrivò sulla piazzetta un po’ impacciato nei movimenti a causa del vestito nuovo.

“Oh, Valentino, vestito di nuovo!” si udì esclamare.

Si arrestò di colpo. Voltò gli occhi a destra, a sinistra, in alto. Guardò verso la casa del professore: il poeta affacciato alla finestra sorrideva. Il ragazzo abbassò il capo, diventò rosso rosso. Poi, via, di corsa a rifugiarsi in casa.

Il Pascoli invece, rimase a lungo a guardare dalla finestra, muto.

Lungo i borri dell’Orso, tra le siepi dei biancospini fioriti penduli sull’acqua trasparente, le allodole, le cince, i pettirossi cinguettavano lieti alla primavera. Proprio come il bimbo del Mére e della Chiara, proprio come Valentino: lui pure saltava, correva, ignaro se al mondo potesse esistere una felicità più grande della sua.

Così nacque una delle più delicate poesie del Pascoli.

Oggi, dei protagonisti di questa storia è rimasto soltanto Valentino Arrighi, ma è emigrato in America: a Cincinnati (Ohio), dove ha famiglia e dove… viaggia in automobile.

(G. Mirola)

La vera storia di Valentino: racconto dell’Emilia Romagna – Tutte le opere  contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

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