Merenda atomica, una dolce attività scientifica per conoscere la tavola periodica degli elementi.
Scopo
Familiarizzare con la tavola periodica e la struttura atomica degli elementi.
Età
Dai 9 anni.
Materiali
– Confetti colorati tipo Smarties o M&M’s. Per chi non apprezza i confetti si possono sostituire con cereali o frutta – grandi biscotti rotondi (diametro di almeno 10 cm) o pane ritagliato col coppapasta e crema spalmabile del nostro tipo preferito e di colore preferibilmente chiaro (ad esempio formaggio spalmabile con poco zucchero e aroma di vaniglia) ecc. – in alternativa yogurt o gelato o budino o crema pasticcera in una scodellina tonda, sempre con l’aggiunta di confetti colorati – tavola periodica stampata o da consultare online (ad esempio qui: https://www.ptable.com/?lang=it ).
Note di sicurezza
Verificare la presenza di eventuali intolleranze alimentari o allergie nei bambini.
Presentazione
. Questa attività può essere presentata a un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe
. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo
. spieghiamo ai bambini che faremo insieme i modelli dei primi sei elementi della tavola periodica: idrogeno, litio, berillio, sodio, magnesio, e potassio. Saranno la nostra merenda!
. stabiliamo in che modo assegnare neutroni elettroni e protoni, ad esempio: blu = elettrone, rosso = protone verde = neutrone (oppure: elettroni=anellini di cereali, protoni=uvetta, neutroni = lamponi)
. prendiamo la base scelta decisi ad occuparci dell’idrogeno e calcoliamo i confetti (o gli altri ingredienti scelti) che ci servono consultando la tavola periodica
. leggiamo il numero atomico dell’idrogeno (il numero in alto a sinistra): 1
. leggiamo la massa atomica (sotto al simbolo dell’elemento) = 1,008 (arrotondato): 1 La massa atomica si arrotonda per eccesso o per difetto
. ricordiamo: protoni = numero atomico = 1 confetto rosso elettroni = protoni = 1 confetto blu neutroni = (massa atomica – numero atomico) = (1 – 1) = 0 (l’idrogeno 1 non ha neutroni) = nessun confetto giallo)
. mettiamo il confetto rosso al centro (il nucleo è formato da protoni + neutroni)
. mettiamo il confetto blu verso il margine del disco (gli elettroni ruotano attorno al nucleo)
I MINERALI con nomenclature Montessori pronte per la stampa. Le nomenclature comprendono 145 minerali. Tutto l’argomento rientra nell’ambito della Prima grande lezione Montessori
vediamo più da vicino i tre tipi di rocce, cominciando dalle rocce sedimentarie. Tutto l’argomento rientra nell’ambito della Prima grande lezione Montessoriper quanto riguarda le rocce,
Il ciclo delle rocce con nomenclature Montessori pronte per il download e la stampa, materiale che può essere presentato nell’ambito della prima grande lezione.
Il ciclo delle rocce con nomenclature Montessori – Le rocce
Le rocce che ci circondano sono sempre in movimento, come se viaggiassero al rallentatore sulle montagne russe. Le forze geologiche, infatti, le spingono verso l’alto formando le montagne, le fondono e le lanciano in aria, le spaccano in piccoli pezzi, le fanno sprofondare. Questo viaggio dà origine a tre tipi di rocce: 1. le rocce ignee (o magmatiche) che si formano quando il materiale fuso di raffredda; 2. le rocce sedimentarie, che si formano quando i frammenti creati dall’azione delle onde, del ghiaccio o dello dello scontro con altre rocce, si depositano in strati 3. le rocce metamorfiche, che provengono dalla trasformazione delle rocce all’interno della Terra, schiacciate da pressioni fortissime e cotte da temperature elevatissime.
Le rocce si formano, vengono distrutte e si riformano nuovamente, in un ciclo delle rocce senza fine: – le rocce vengono frantumate dagli agenti atmosferici e spazzate via dall’erosione; – le rocce, il fango e la sabbia si depositano nei delta dei fiumi e sui fondali oceanici; – i depositi fluviali e marini danno origine a strati di rocce sedimentarie – i movimenti delle placche trascinano i sedimenti nel sottosuolo – il calore e la pressione del sottosuolo danno origine alle rocce metamorfiche – la roccia fusa si raffredda e si indurisce formando le rocce ignee – i sedimenti che vengono spinti nelle zone di subduzione fondono e diventano lava, che fuoriesce dai vulcani completando il ciclo.
Il ciclo delle rocce con nomenclature Montessori Le rocce ignee
Le rocce ignee o magmatiche derivano da magma raffreddato. Quando il materiale fuso si raffredda, si formano piccoli cristalli, che poi si ingrandiscono. Maggiore è il tempo di raffreddamento, più grandi sono i cristalli. Nella lava che fuoriesce sulla superficie terrestre e si raffredda velocemente velocemente, i cristalli sono invece molto piccoli. Le rocce ignee possono essere molto dure e vengono spesso utilizzate per costruire strade ed edifici.
I tappi di lava e i dicchi sono colonne di rocce igee che un tempo facevano parte di un vulcano:
durante l’eruzione vulcanica il magma risale in superficie attraverso il camino attivo principale del vulcano, e formando il cono vulcanico, una montagna dai fianchi ripidi, fatta di strati di cenere e lava.
Quando il vulcano si estingue, cioè non è più attivo, il magma si raffredda all’interno del camino, trasformandosi in roccia ignea solida.
Gli agenti atmosferici erodono i fianchi del vulcano estinto, scoprendo le formazioni di lava indurita, che diventano tappi e dicchi vulcanici.
Il ciclo delle rocce con nomenclature Montessori Le rocce sedimentarie
Le rocce sedimentarie sono formate da granuli di rocce più antiche, frantumate dagli agenti atmosferici e dall’erosione. Questo materiale libero costituisce i sedimenti, che vengono trascinati trascinati dall’acqua, dal vento e dal ghiaccio acquistando forme arrotondate. Alla fine i sedimenti si depositano in strati sul fondo dei laghi, dei mari e degli oceani. Con il tempo, tutto questo materiale viene cementato o compresso, formando una roccia solida.
L’attività tettonica solleva la superficie oltre il livello del mare, e i fiumi acquistano una notevole energia, riuscendo a scavare le rocce:
Il fiume scava negli strati di rocce sedimentarie formando un canyon stretto e profondo, con versanti ripidi:
Gli strati di roccia più deboli vengono erosi alla base, allargando il canyon e facendo crollare gli strati più al ti di roccia dura:
Il ciclo delle rocce con nomenclature Montessori Le rocce metamorfiche
Sotto la superficie terrestre, le rocce si trasformano continuamente, come in una gigantesca pentola a pressione. Non fondono, restano solide, ma si trasformano lentamente in un processo chiamato metamorfismo. All’interno delle rocce i cristalli si uniscono tra di loro e si ingrandiscono. A temperature e pressioni molto alte si formano anche nuovi minerali.
Il metamorfismo delle rocce può avvenire in due modi: – in seguito a una forte pressione, come se le rocce venissero strette in una gigantesca morsa; – in seguito a un intenso riscaldamento, come se venissero cotte da una fiamma ossidrica.
Pressione:
In alcuni casi le rocce si modificano quando vengono spinte verso l’alto con la formazione delle montagne. Qui abbiamo tre strati di roccia sedimentaria, cioè argillite (arancio), arenaria (giallo) e calcare (blu):
La forte compressione fa ripiegare gli strati e si formano le rocce metamorfiche, cioè scisto (arancio), gneiss (beige) e marmo (blu):
Calore:
Il magma (la macchia rossa in angolo) risale in superficie e cuoce le rocce circostanti. Qui abbiamo tre strati di roccia sedimentaria, cioè argillite (arancio), arenaria (giallo) e calcare (blu):
Il magma continua a risalire attraverso le rocce sedimentarie e le trasforma in hornfels (marrone) quarzite (verde) e marmo (blu):
MODELLI DI SISTEMA SOLARE possono essere realizzati dai bambini in modo semplice e abbastanza preciso. L’attività può essere proposta dopo la prima fiaba cosmica montessoriana,
o per avviare lo studio dell’Astonomia. Possiamo considerare separatamente: – la dimensione dei pianeti – la distanza tra i pianeti.
In seguito possiamo unire in un unico modello la corretta dimensione di ogni pianeta e la corretta distanza tra ognuno di essi, sperimentando che questo lavoro richiede davvero grandi spazi, anche riducendo al minimo possibile la grandezza dei corpi celesti.
MODELLI DI SISTEMA SOLARE
Dimensione dei pianeti
Per prima cosa stabiliamo la scala. Io, considerando che non desideravo il pianeta più piccolo (Plutone) di misure inferiori ai millimetri, ho scelto questa:
Per il Sole, che ha un diametro di 140 cm, ho ritagliato e appeso alla parete un cerchio giallo. Per i pianeti ho preparato la pasta di sale, miscelando due parti di farina bianca con una parte di sale fino, ed aggiungendo all’impasto colla vinilica e acqua:
Per i pianeti più grandi ho preparato una pallina di carta:
rivestita poi di carta stagnola:
controlliamo che il diametro della palla sia inferiore di qualche centimetro rispetto alla misura che vogliamo ottenere:
e rivestiamo con la pasta di sale:
MODELLI DI SISTEMA SOLARE
Nota: utilizzando questa scala i bambini sperimentano praticamente le relazioni di grandezza che intercorrono tra i pianeti del sistema solare ed il sole, ma se poi volessimo posizionare correttamente nello spazio i nostri pianeti, ci occorrerà organizzare una passeggiata di circa 6 km (perchè dopo aver posizionato il sole come punto di partenza, il pianeta più distante da esso, Plutone, si troverà a 5900 metri. Se vogliamo considerare anche Eris, arriviamo invece a 10 km):
Io trovo che una passeggiata di 6 km sia del tutto fattibile coi bambini più grandi, e che possa lasciare una forte impressione in loro sulle grandezze dell’Universo, e su quanto sia piccola la Terra. Troverete in seguito, comunque, un progetto che prevede un percorso dal Sole a Plutone della lunghezza di poco meno di un chilometro, utilizzando “pianeti” più piccoli.
MODELLI DI SISTEMA SOLARE
Distanza tra i pianeti
Consideriamo di voler sperimentare con i bambini le distanze che intercorrono tra i pianeti del sistema solare, senza riprodurre in scala le rispettive dimensioni, ma rappresentandoli come punti.
Per farlo ci servirà: – righello e metro – una striscia di carta lunga 4 metri formata incollando tra loro vari fogli A4 tagliati a metà nel senso della lunghezza – pennarello nero e rosso.
Utilizziamo questa scala, ottenuta moltiplicando per 10 le unità astronomiche:
E procediamo indicando per prima cosa il Sole, disegnando un punto rosso. Indichiamo poi il punto con una freccia verticale e scriviamo il nome del pianeta, e proseguiamo così fino a Plutone.
MODELLI DI SISTEMA SOLARE
Dimensione e distanza tra i pianeti
Come i bambini avranno appurato con gli esercizi precedenti, è molto difficile creare un modello di piccole dimensioni che rappresenti tutti i pianeti, anche i più lontani, rispettando sia le dimensioni di ogni pianeta, sia la loro distanza dal Sole. Il modo migliore di farlo è quello di uscire all’aperto per un esercizio – passeggiata. Per i pianeti in scala possiamo usare: SOLE: una palla (diametro 22 cm) MERCURIO: una capocchia di spillo (diametro o,8 mm) VENERE: un granello di pepe (diametro 1,9 mm) TERRA: un granello di pepe (diametro 2 mm) MARTE: una capocchia di spillo (diametro 1,1 mm) GIOVE: una castagna o una noce (diametro 2,3 cm) SATURNO: una nocciola o una ghianda (diametro 1,9 cm) URANO: un chicco di caffè (diametro 8,1 mm) NETTUNO: un chicco di caffè (diametro 7,8 mm) PLUTONE una capocchia di spillo (diametro 0,4 mm o meno, perchè è il pianeta più piccolo).
Mettendo ogni oggetto su un pezzo di carta colorata, sarà più semplice visualizzarli e non perderli. Si può anche pensare di etichettare ognuno col nome del pianeta corrispondente.
Mettiamo tutti i “Pianeti” su di un tavolo, e ricordiamo coi bambini i loro nomi nell’ordine: Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno, Plutone. Spesso le immagini del Sistema Solare mostrano i pianeti più o meno equidistanti tra loro, come sono ora sul tavolo, ma in realtà gli intervalli sono molto diseguali. Possiamo osservare che le distanze aumentano sempre di più, ma non seguendo una progressione aritmetica. I primi tre pianeti non sono abbastanza vicini tra loro, poi le distanze si fanno sempre più importanti.
Dopo aver definito gli oggetti chiediamo ai bambini: “Secondo voi quanto spazio ci serve per posizionare i pianeti rispettando le giuste distanze dal Sole?”. I più piccoli potranno pensare che sia sufficiente il tavolo, i più grandi forse diranno che occorrerà occupare tutta la stanza, oppure il corridoio. Per arrivare alla risposta, dobbiamo introdurre il concetto di scala. Indichiamo la Terra: “Questo granello di pepe è il pianeta su cui viviamo, che misura in realtà quasi 13.000 chilometri, mentre il granello di pepe misura soltanto 2 millimetri. Nel nostro modello un cm rappresenta circa 6.000 chilometri. Questo significa che un metro equivale a 6 milioni di chilometri.
MODELLI DI SISTEMA SOLARE
Consideriamo di camminare, e di fare un passo: ogni passo è un lunghissimo viaggio spaziale. Ogni metro contiene tre passi, ed è uguale a un viaggio spaziale di 6 milioni di chilometri. La distanza dal Sole alla Terra è di circa 1.400.000 chilometri, che nel modello significa 24 metri, cioè 72 passi. Proviamo.
In questo modo i bambini si renderanno conto che la stanza non è sufficiente, e che occorre uscire all’aperto.
MODELLI DI SISTEMA SOLARE
Distribuiamo i pianeti tra i bambini, ed affidiamo ad ognuno una tabella dei passi da percorrere tra un pianeta e l’altro, e usciamo. Anche se la cosa migliore sarebbe poter seguire un percorso rettilineo, non è indispensabile, e per facilitare il rientro possiamo anche pensare di riavvicinarci alla partenza, magari non proprio ritornando sui nostri passi, invertendo la direzione a circa metà percorso (dopo essere arrivati ad Urano).
Dopo aver contato insieme i passi che separano i primi pianeti, possiamo nominare degli “astronauti” incaricati a rotazione di contare i passi, così gli altri sono liberi di chiacchierare tra loro durante la passeggiata e di osservare ciò che si incontra (alberi, paesaggio, oppure strade, palazzi, ecc…). I bambini più grandi possono anche prendere appunti per realizzare poi una mappa, oppure disegnarla al momento.
Arrivati a Plutone, se abbiamo seguito un percorso più o meno rettilineo, possiamo pensare di ricontare alla rovescia per tornare al punto di partenza, e avviare una piccola “caccia al tesoro” per ritrovare uno ad uno i nostri pianeti. Se vogliamo farlo, consideriamo che sarà necessario mettere dei segnali sui piccoli oggetti, altrimenti sarà molto difficile ritrovare gli spilli! C’è poi la possibilità che tornando alla palla, qualche passante se ne sia già appropriato prima di noi…
La nostra passeggiata scientifica, di circa un chilometro, darà ai bambini l’idea di vuoto, perchè i pianeti sono molto distanti tra loro, e stimolerà lo studio dell’Astronomia per tutto il periodo successivo.
Il bordo nero dell’orologio rappresenta la linea del tempo, che l’orologio mostra semplicemente in un modo diverso.
OROLOGIO DELLE ERE GEOLOGICHE MONTESSORI Descrizione del materiale Si tratta di un quadrante d’orologio diviso in dodici. Ogni frazione è di un colore particolare. I colori classici sono: – Nero: assenza di vita (Adeano) – Giallo: comparsa della vita (Archeano) – Blu: la vita negli oceani (Proterozoico) – Marrone: la terra e i rettili (Paleozoico) – Verde: la vegetazione e la vita (Mesozoico) – Rosso: il giungere di qualcosa di nuovo (Cenozoico)
OROLOGIO DELLE ERE GEOLOGICHE MONTESSORI
Orologi delle ere pronti
Ho preparato due versioni leggermente diverse tra loro:
– Orologio delle ere classico, dove si considera l’età della Terra di 3.000 milioni di anni. Un’ora equivale a 250 milioni di anni, un minuto equivale a circa 4 milioni di anni e un secondo a circa 70.000 anni. Non è il più accurato, ma è quello che permette ai bambini di calcolare facilmente la durata delle ere sull’orologio:
anche considerando, più correttamente, che l’età della Terra è di circa 4.600 milioni di anni, otteniamo lo stesso identico orologio. In questo caso un’ora equivale a 375 milioni di anni. E’ l’orologio che ho preparato, pronto per il download e la stampa:
– Orologio delle ere doppio: è composto da due quadranti (0-12 e 12-24). Il primo è per il Precambriano (dalle 0 alle 12), il secondo per tutte le ere successive (dalle 12 alle 24). Troverete anche questo materiale, pronto per il download e la stampa, dopo le indicazioni per la presentazione:
Può essere molto utile aggiungere al materiale degli OROLOGI DELLE ERE GEOLOGICHE le TABELLE DELLE ERE GEOLOGICHE. Queste tabelle stimolano la ricerca e spesso i bambini desiderano usarle per creare dei propri orologi delle ere, facendo calcoli e utilizzando compasso e goniometro. Potete scaricarle qui:
Presentazione dell’OROLOGIO DELLE ERE GEOLOGICHE ai bambini:
Quando presentiamo l’orologio delle ere geologiche per la prima volta, possiamo metterlo su un cavalletto, in modo che sia all’altezza degli occhi dei bambini. Le proporzioni presenti sulla linea del tempo sono le stesse presenti sull’orologio.
Ti ricordi quanti anni ha la Terra? Circa 4 miliardi e 600 milioni di anni. Lo abbiamo visto sulla nostra linea del tempo. Ora vogliamo rappresentare di nuovo tutto questo tempo, ma utilizzando questo orologio speciale. Prima di tutto vediamo se questo è davvero come il quadrante di un orologio. (Mostrare un orologio)
Sul quadrante dell’orologio si vedono dodici ore. Però questo è un orologio molto speciale, perché rappresenta l’età della Terra, e la Terra non ha dodici ore di vita, ma 4.600.000.000 anni.
Con l’orologio normale contiamo le ore del giorno, con questo orologio contiamo tutta la vita della Terra divisa in dodici (come le ore) e in sessanta (come i minuti). Così nell’orologio speciale un’ora è lunga 375 milioni di anni, e un minuto è lungo 6.250.000 di anni. Per facilitare i conti, siccome 375 è quasi 400, possiamo contiamo le ore della Terra, ma invece di contare 1, 2, 3 ecc… contiamo 400 milioni, 800 milioni, 1 miliardo e 200 milioni…
Questo orologio rappresenta l’età della Terra. È la durata della Terra. Il nostro pianeta ha vissuto varie fasi. Torniamo a quando nacque (indichiamo l’Adeano sull’orologio). Qui è quando la Terra era un piccolo globo di luce e calore che girava nello spazio e lentamente si raffreddava (tracciare col dito l’arco nero).
Quando si è raffreddata abbastanza, si è formata la crosta terrestre: la Terra aveva allora già un miliardo di anni, e si preparava ad entrare in una nuova fase. Ti ricordi? Ci furono grandi piogge, e si formarono gli oceani, le rocce e i vulcani. Si formarono i fiumi e i mari. Via via si accumularono strati di materiali rocciosi, e questo è durato per lunghissimo tempo. Poi, a un certo punto, apparve la vita. Non sappiamo dove esattamente, ma sappiamo che in questo grande arco di tempo giallo (l’Adeano) apparve la vita. I fiumi e i vulcani continuarono a trasportare strati su strati di roccia, e si formarono anche le montagne. (tracciare col dito tutto l’arco giallo). Quando le prime forme di vita si manifestarono, la Terra aveva già più di 3 miliardi di anni: comparvero i cianobatteri, che riempirono di ossigeno l’aria e l’acqua (tracciare col dito l’arco giallo).
Nel periodo che segue, questo spicchio azzurro, appaiono tantissime forme di vita nuove: alghe e molti invertebrati marini, tra cui vermi e meduse. Siamo arrivati a 300 milioni di anni fa, e sull’orologio siamo già oltre le 10.00 (tracciare col dito l’arco azzurro).
Arrivati qui siamo nel Paleozoico, e appaiono nei mari brachiopodi, coralli, spugne, molti artropodi tra cui i trilobiti, e molti cefalopodi con conchiglia; in seguito arrivano i pesci. Sulla terraferma appaiono le prime piante simili a licheni, poi le prime piante vascolari e infine i grandi alberi. Arrivano gli insetti, poi gli anfibi e infine i primi rettili. L’orologio ha superato le 11.00
Arrivati qui siamo nel Mesozoico, quando i dinosauri dominavano la Terra, c’era una vegetazione ricchissima con pini e cipressi, ma compaiono anche le piante da fiore. A questo punto siamo arrivati a 65 milioni di anni fa, e quando il Mesozoico termina il nostro orologio segna già le 11.45.
Entriamo nel Cenozoico, dove a dominare non sono più i rettili, ma i mammiferi. Abbondano uccelli e piante da fiore, ed ora l’orologio indica le 11.59 e 45 secondi. Mancano solo 15 secondi per arrivare ad oggi! Si tratta di un periodo piccolissimo, che non possiamo indicare precisamente sull’orologio, (contiamo i 15 secondi a voce alta) ma è qui che troviamo una nuova creatura: l’essere umano. Si formano ripetutamente enormi lastre di ghiaccio che coprono la Terra, si sciolgono, coprono di nuovo la Terra, e di nuovo si sciolgono. Ma in quanto tempo? Tutto in questi 15 secondi!
E nell’ultimo decimo di secondo dell’orologio della Terra, c’è tutto il progresso fatto dagli esseri umani, che hanno iniziato a studiare la Terra, l’Universo, se stessi; che attraversano oceani e continenti; che volano nei cieli con gli aeroplani.
L’orologio segna le 12 e non conosciamo il resto, perché il resto è il futuro.
OROLOGIO DELLE ERE GEOLOGICHE MONTESSORI
Note sulla lezione
I bambini non devono obbligatoriamente conoscere tutti i nomi delle ere geologiche, possono anche soltanto farsi l’immagine di periodi in cui non c’era vita, e periodi in cui la vita è comparsa sulla Terra, però noi non ignoriamo che questi nomi esistano, e li usiamo nel modo più naturale possibile.
Infine mostriamo ai bambini il materiale che accompagna l’orologio delle ere geologiche:
le tabelle, che mostrano le ere geologiche in ore e le ere geologiche in minuti e secondi.
l’orologio mobile, composto da un quadrante vuoto, gli spicchi (da comporre al suo interno), e le relative etichette.
i bambini, poi, possono confrontare l’orologio delle ere con la linea del tempo della comparsa dei viventi.
OROLOGIO DELLE ERE GEOLOGICHE MONTESSORI
OROLOGIO DELLE ERE GEOLOGICHE – prima versione
Per la presentazione e la consultazione: – orologio delle ere geologiche – legenda – cartellini delle ere
–
– frecce descrittive con triangoli colorati
OROLOGIO DELLE ERE GEOLOGICHE MONTESSORI Materiale per l’esercizio individuale (orologio delle ere mobile): – orologio bianco su cui comporre gli elementi – spicchi colorati da ritagliare
– (i cartellini sono gli stessi) – frecce descrittive con triangoli bianchi – triangoli colorati da aggiungere alle frecce descrittive.
puoi scaricare tutto questo materiale qui:
OROLOGIO DELLE ERE GEOLOGICHE MONTESSORI
OROLOGIO DELLE ERE GEOLOGICHE – seconda versione
Primo quadrante: – orologio delle ere – legenda – cartellini – frecce descrittive con triangoli colorati
Secondo quadrante: – orologio delle ere – legenda – cartellini – frecce descrittive con triangoli colorati
Primo quadrante, materiale per l’esercizio individuale (orologio delle ere mobile): – orologio bianco su cui comporre gli elementi – spicchi colorati da ritagliare – (i cartellini sono gli stessi) – frecce descrittive con triangoli bianchi – triangoli colorati da aggiungere alle frecce descrittive.
Secondo quadrante, materiale per l’esercizio individuale (orologio delle ere mobile): – orologio bianco su cui comporre gli elementi – spicchi colorati da ritagliare – (i cartellini sono gli stessi) – frecce descrittive con triangoli bianchi – triangoli colorati da aggiungere alle frecce descrittive.
Il primo giorno di scuola, i bambini ascoltano la fiaba cosmica che è la base della grande lezione sulle origini dell’Universo. Come già anticipato qui,
il complesso svolgersi della grande lezione prosegue con dimostrazioni, ricerche, esperimenti, attività artistiche e manuali, toccando nel corso degli anni varie materie ed argomenti di studio: Astronomia, Meteorologia, Chimica, Fisica, Geologia, Geografia. Tutto il piano è inquadrato nella grande cornice dell’Educazione Cosmica.
Questo articolo contiene:
– narrazione breve della prima fiaba cosmica; – prima versione della grande lezione Montessori: questa versione si basa sul testo originale rielaborato in chiave laica, con l’aggiunta di indicazioni per la presentazione, le carte delle immagini (scaricabili in pdf) e le indicazioni per le dimostrazioni scientifiche che accompagnano la narrazione; – Il Dio senza mani: testo della fiaba cosmica originale di Maria Montessori; – terza versione della grande lezione Montessori: questa versione è più estesa e contiene dimostrazioni, esperimenti scientifici e riferimenti alla chimica ed alla fisica. Include la tavola periodica degli elementi (in versione illustrata e semplificata) e numerose immagini dell’Universo; – testo per recita sulla nascita dell’Universo, con indicazioni per vari lavori artistici e manuali di accompagnamento;
La prima grande lezione Montessori – Spunti di lavoro per i giorni seguenti: – ricerca: lezione esempio per avviare il lavoro di ricerca e set di carte questionario per le ricerche; – lezioni chiave: materiali pronti e links per ogni argomento (20 argomenti) – carte tematiche: – 11 set di carte tematiche in tre parti per il linguaggio; – vari set di carte guida per esperimenti scientifici legati alla prima grande lezione; – vari set di carte guida per lavori artistici e manuali legati alla prima grande lezione;
LA PRIMA GRANDE LEZIONE MONTESSORI
La nascita dell’Universo
NARRAZIONE BREVE DELLA PRIMA FIABA COSMICA
All’inizio della storia dell’Universo, nella notte dei secoli, c’era solo il nulla, il buio cosmico totale. Un buio immenso e assoluto, senza possibilità di luce. In questo immenso buio apparve un puntino. Era un puntino di luce, pieno di energia e di calore. Il calore si manifestò così potente, che le sostanze che noi ora conosciamo come oro, ferro, roccia, acqua, ecc… erano inconsistenti come l’aria, erano gas.
In questo calore, in questa luce, c’era tutto e c’era niente: era una nube di luce e calore e intorno c’era lo spazio vuoto e freddo, il freddo cosmico inconcepibile. Questa nube di luce e calore cominciò a muoversi nello spazio, espandendosi, e nell’espandersi lasciava cadere piccole gocce di luce. Quelle gocce formarono le stelle. Le gocce, vagando nello spazio in forma ordinata e compatta, crearono una spirale che era in movimento perpetuo e in espansione. C’era, e c’è ancora, la lotta tra la forza d’attrazione e la forza d’espansione, che ha creato l’equilibrio perfetto. Una delle tante gocce di luce sparse nell’Universo è il nostro sole. I corpi celesti che ruotano incessantemente intorno al sole, sono tenuti insieme dalla forza di attrazione gravitazionale. La Terra, il nostro pianeta, fa parte del sistema solare, ed era anch’essa una goccia di luce piccolissima, migliaia di volte più piccola del sole. La Terra ruota intorno al sole e muovendosi gira su se stessa ad una velocità sempre uguale.
LA PRIMA GRANDE LEZIONE MONTESSORI
La nascita dell’Universo
Prima versione
Questa è una versione modificata della fiaba originale di Maria Montessori “Il Dio senza mani”, la prima grande storia raccontata ai bambini della sua scuola elementare. Conserva il linguaggio originale, ma adattando i termini ed i riferimenti alla religione cattolica con altre di respiro più ampio, dando al racconto un tono laico.
La prima grande lezione Montessori – Materiale:
– Disponete su un tappeto i seguenti oggetti, in questo ordine:
un vassoio per la DIMOSTRAZIONE 1 (forza di attrazione) contenente: una ciotolina di pezzetti di carta o coriandoli, una brocca piena d’acqua e una ciotola che presenti una superficie ampia
un vassoio per la DIMOSTRAZIONE 2 (modello di liquidi) contenente: un vaso trasparente e una ciotola di perle o biglie
un vassoio per la DIMOSTRAZIONE 3 (stati della materia e calore) contenente: 3 piatti di metallo, una fonte di calore, ghiaccio, filo di stagno per saldature, un oggetto di ferro (ad esempio un chiodo)
un vassoio per la DIMOSTRAZIONE 4 (il peso dei liquidi) contenente: un bicchiere trasparente riempito con acqua colorata di blu, una ciotola di miele e una d’olio e una brocca o un bicchiere più grande per mescolarli
un vulcano, coperto molto bene con un panno nero, già riempito con bicarbonato di sodio e colorante in polvere rosso, e una brocca piena di aceto mescolato ad un po’ di sapone per piatti. (vedi tutorial qui: vulcano in eruzione)
– Carte illustrate da tenere a portata di mano su di un vassoio, o da inserire secondo lo schema della narrazione tra gli oggetti messi sul tappeto, voltate, da mostrare durante la narrazione.
Immagine che mostra la differenza di dimensioni tra Sole e Terra
Immagine della danza degli elementi
Immagine della Terra formata da vulcani e nubi
Immagine della Terra formata da vulcani ed acqua
La prima grande lezione Montessori – il set completo qui:
La prima grande lezione Montessori – Istruzioni per le dimostrazioni
DIMOSTRAZIONE 1 (forza di attrazione): riempire la ciotola con l’acqua, attendere che si fermi, quindi sparpagliare i pezzetti di carta sulla superficie dell’acqua ed osservare
DIMOSTRAZIONE 2 (Modello di liquido): versare le biglie nel vaso e scuoterlo per far scivolare le sfere le une sulle altre e osservare
DIMOSTRAZIONE 3 (Stati della materia e calore): 3 piatti di metallo, una fonte di calore, ghiaccio, filo di stagno per saldature, un oggetto di ferro (ad esempio un chiodo)
DIMOSTRAZIONE 4 (il peso dei liquidi): ho qui 3 liquidi di peso diverso. Verso l’acqua colorata, poi il miele e vedo come scende sul fondo. Verso l’olio e lo vedo galleggiare. Questa è la forza fisica che esercita il peso. Posso agitare questa miscela, e prima della fine della giornata si sarà sistemata di nuovo con la più pesante in basso e il più leggero in alto. I liquidi si distribuiscono a strati in base al loro peso.
La prima grande lezione Montessori La nascita dell’Universo
Molto prima che i nostri antenati abbiano potuto guardare il cielo per la prima volta, prima che l’uomo stesso sia esistito sulla terra, prima che sia esistita la terra, prima che sia esistito il sole, prima che sia esistita la luna, e molto prima che tutte le stelle luminose siano arrivate a brillare nel cielo, ci fu un grande nulla, il vuoto. C’era solo il caos, e le tenebre coprivano questo abisso: un’immensità di spazio, senza inizio e senza fine, indescrivibilmente buio e freddo. Chi può immaginare tutta questa immensità, tutta questa oscurità, tutto questo freddo? Quando noi pensiamo al buio, pensiamo alla notte, ma la nostra notte è luminosa come il sole di mezzogiorno, confrontata a quella prima oscurità. Quando pensiamo al freddo, pensiamo al ghiaccio. Ma il ghiaccio è caldo, se lo confrontiamo col freddo dello spazio che ci separa dalle stelle…
All’improvviso, in questo vuoto incommensurabile di freddo e oscurità, apparve per la prima volta la luce: fu qualcosa di simile a una grandissima nube di fuoco, che comprendeva in sé tutte le stelle che sono in cielo. L’intero universo era in quella nuvola, e tra le stelle più piccole, c’era anche il nostro mondo. A dire la verità non si trattava ancora di stelle: nel tempo di cui stiamo parlando esistevano soltanto la luce e il calore. E questo calore era così intenso, che tutte le sostanze che conosciamo – il ferro, l’oro, la terra, le pietre, l’acqua – esistevano come gas ed erano inconsistenti come l’aria. Tutte queste sostanze, tutti i materiali di cui sono composti la terra, e le stelle, e perfino voi ed io, erano fusi insieme in un vasto e fiammeggiante ammasso che aveva una luce ed un calore così intensi, che al confronto il nostro sole sembra un pezzo di ghiaccio.
Questa nube gassosa ardeva nel gelido nulla, troppo grande da immaginare, ma infinitamente più vasto della nube. La massa di fuoco era poco più grande di una goccia d’acqua nell’oceano dello spazio, ma questa goccia conteneva in sé la terra e tutte le stelle. Poiché la nube ardente si muoveva nello spazio, piccole gocce cominciarono a staccarsi da essa, come quando teniamo in mano un bicchiere d’acqua e lo facciamo oscillare, e vediamo che dall’acqua si staccano delle gocce e volano via.
Le innumerevoli schiere di stelle che vediamo brillare nel cielo notturno, sono come queste piccole gocce, ma mentre le gocce d’acqua che si staccano dal bicchiere cadono, le stelle sono in continuo movimento nello spazio e non si incontrano mai. Esse sono a milioni di chilometri l’una dall’altra. Alcune stelle sono così lontane da noi, che la loro luce impiega milioni di anni per raggiungerci.
Sapete quanto velocemente viaggia la luce? (Dare ai bambini il tempo di fare le loro ipotesi.) 100 chilometri all’ora? 200? 1000? No, è molto più veloce. La luce viaggia alla velocità di 300.000 chilometri, ma non all’ora… al secondo! Immaginate quanto è veloce! Viaggiare a 300.000 chilometri al secondo, significa che in un secondo potremmo fare sette volte il giro intorno al mondo. E sapete quanto è grande il mondo? 40.000 chilometri. Se dovessimo guidare a 100 chilometri all’ora, tutto il giorno e tutta la notte, senza mai fermarci, impiegheremmo più di dieci giorni per coprire quella distanza. Eppure la luce la copre sette volte in un secondo. Schiocchi le dita, e la luce ha già fatto sette volte il giro del mondo.
Ora, riuscite ad immaginare quanto lontane possono essere le stelle, se la loro luce impiega un milione di anni per raggiungerci? E pensate che ci sono così tante stelle in cielo, che gli scienziati hanno calcolato che se ognuna fosse un granello di sabbia, e se le mettessimo tutte insieme, il loro numero sarebbe superiore al numero di granelli di sabbia di tutte le spiagge del nostro pianeta messe insieme.
Una di queste stelle, uno di questi granelli di sabbia tra quelle migliaia di miliardi di granelli di sabbia, è il nostro Sole, e una milionesima parte di questo granello è la nostra Terra. Un granello invisibile del nulla.
Ora voi potreste pensare che il sole non è poi così grande, ma considerate che è lontanissimo da noi. La luce del sole impiega circa 8 minuti per raggiungere la terra, e se dovessimo percorrere la distanza dalla terra al sole a 100 chilometri all’ora impiegheremmo circa 106 anni. Così il sole, essendo tanto lontano da noi può apparirci piccolo, mentre in realtà è un milione di volte più grande della terra: è così grande che una delle sue fiamme potrebbe contenere 22 volte la terra. (Mostrare ai bambini la carta 1: differenza di dimensioni tra Sole e Terra).
Quando quella prima forza di calore e di luce si è manifestata, ogni particella contenuta nella nube era troppo piccola per poter diventare materia. Queste piccole particelle erano come il fumo, come il vapore, così l’universo cominciò a dettare le sue leggi. Per la prima legge quando le particelle si raffreddano si devono avvicinare le une alle altre, così da occupare meno spazio.
Le particelle, allora come oggi, obbediscono alle leggi dell’universo, così molto lentamente, un pezzetto alla volta, la nube ardente cominciò a raffreddarsi ed a muoversi più lentamente nello spazio. Le particelle continuarono ad avvicinarsi e ad aggregarsi tra di loro, occupando sempre meno spazio, e pian piano assunsero diversi stati, che l’uomo ha chiamato gassoso, liquido e solido. Tutti sappiamo cosa vuol dire solido, o liquido, o gas: questa differenza dipendeva da quanto le particelle erano riuscite a raffreddarsi e ad avvicinarsi tra loro.
Ma c’erano altre leggi alle quali le particelle obbedivano, e così anche oggi: ognuna di loro provava un amore particolare per alcune particelle, e una fortissima antipatia per alcune altre. Così capitò che alcune si attraevano ed altre si respingevano, proprio come avviene agli esseri umani. Fu così che le particelle formarono gruppi diversi. (DIMOSTRAZIONE 1 sulla forza di attrazione).
Osservate come alcuni pezzi di carta si attraggono, mentre altri si allontanano l’uno dall’altro. E’ proprio in questo modo che le particelle si combinarono tra loro in modo diverso, formando elementi diversi.
Allo stato solido, le particelle si aggrappano così strettamente le une alle altre, che separarle è quasi impossibile. Esse formano un corpo che non modifica la sua forma, a meno che non applichiamo una forza su di esso. Se rompiamo una sostanza solida, i vari pezzi che otteniamo contengono le particelle aggrappate tra loro allo stesso modo in cui lo erano prima. Se ad esempio stacchiamo un frammento da una roccia, sia la roccia sia il frammento saranno di roccia. E questa è la legge che vale per i solidi.
Per i liquidi, l’universo stabilì leggi diverse, che dicono alle loro particelle: “Nei liquidi dovete stare unite, ma non troppo vicine le une alle altre, così sarete libere di muovervi e scorrere, e insieme non avrete una forma fissa. Insieme fluirete e vi diffonderete, riempiendo ogni vuoto, ogni fessura che incontrate nel vostro percorso. E avrete la forza di spingere verso il basso e verso i lati, ma non verso l’alto”. Ecco perché ancora oggi noi possiamo mettere le mani nell’acqua, ma non possiamo metterle nella roccia. (DIMOSTRAZIONE 2: modello di un liquido).
E per i gas, la legge fu questa: “Le vostre particelle non saranno del tutto aggrappate tra loro e potranno sempre muoversi liberamente in tutte le direzioni”.
Le particelle non diventarono sostanze solide liquide o gassose tutte nello stesso momento. A seconda della temperatura, alcuni gruppi di particelle si aggregavano, mentre altre stavano ad aspettare una temperatura più bassa per farlo. (DIMOSTRAZIONE 3: stati della materia e calore)
“Vieni è meraviglioso!” dicevano le particelle le une alle altre. “Se diventiamo calde ci allarghiamo, e ci allarghiamo ancora, diventiamo leggere e voliamo verso l’alto. Se ci raffreddiamo, diventiamo compatte e ci tuffiamo di nuovo giù!” E così facevano: quando si scaldavano salivano verso l’alto come le bollicine nell’acqua minerale, e quando si raffreddavano cadevano come granelli di sabbia che affondano nello stagno, rispondendo alle leggi dell’universo. (Mostrare ai bambini la carta 2: la danza degli elementi)
E grazie alla loro obbedienza, la Terra gradualmente si trasformò da una palla di fuoco, al pianeta che abitiamo. Queste particelle, che sono così piccole che è impossibile vederle o anche solo immaginarle, erano così numerose ed hanno lavorato così bene insieme, che hanno prodotto il mondo. La loro danza è proseguita per centinaia, migliaia, milioni di anni. Infine, le particelle si stabilizzarono, e una dopo l’altra presero riposo. Alcuni gruppi di fermarono allo stato liquido, altri allo stato solido. Quelli che provavano attrazione reciproca si univano a formare nuove sostanze. Le sostanze più pesanti si andarono a depositare vicino al cuore della Terra, e quelle più leggere si misero a galleggiare sopra di esse, come l’olio che galleggia sull’acqua. (DIMOSTRAZIONE 4: il peso dei liquidi)
Sulla loro superficie si formò una sottile pellicola, simile a quella che si forma facendo bollire il latte e lasciandolo poi raffreddare. La Terra, con questa nuova pelle, aveva assunto una forma, però gli elementi che si trovavano al di sotto di essa erano ancora molto caldi, e si sentivano intrappolati. Volevano Uscire. E d’altra parte, cosa altro potevano desiderare? In fondo stavano solo obbedendo, come sempre, alla legge dell’Universo, che aveva stabilito per loro: “Quando vi scalderete, vi espanderete”. Ma sotto la pelle che avvolgeva la Terra, mancava lo spazio per espandersi, e cominciarono a premere e premere, finchè si fecero varco tra eslosioni di immensa potenza, bucando la pellicola esterna. (Vulcano)
L’acqua che si era formata sulla superficie della Terra si trasformò in vapore e cominciò a salire verso l’alto. La massa incandescente che premeva sotto la pellicola superficiale esplose dal centro della terra, trasportando con sé immense nuvole di cenere. Un velo di gas, cenere e minerali avvolse completamente la Terra. Sembrava quasi che il nostro pianeta volesse impedire al Sole di vedere quello che stava combinando. (Mostrare ai bambini la carta 3: vulcani e nubi)
Quando le esplosioni cessarono, tutti gli elementi ripresero pian piano a raffreddarsi. Così i gas divennero liquidi, e i liquidi divennero solidi. La Terra, nel raffreddarsi, era diventata molto più piccola e si era fatta rugosa come una vecchia mela lasciata nella credenza: le pieghe erano le montagne, e i solchi gli oceani. Infatti le rocce, raffreddandosi, precipitarono per prime dalla nube che avvolgeva la terra, mentre l’acqua arrivò dopo, cadendo e riempiendo ogni spazio vuoto che trovava sul suo cammino. Piovve e piovve per lunghissimo tempo, ed è così che si formarono gli Oceani. Sopra all’acqua ed alle rocce rimase sospesa l’aria. La nube scura era scomparsa. (Mostrare ai bambini la carta 4: vulcani e acqua).
Quando la nube scura si dileguò, il sole fu di nuovo in gradi di sorridere alla sua bella figlia, la Terra, e vide rocce, acqua ed aria.
I solidi, i liquidi ed i gas, oggi, come ieri, come milioni di anni fa, obbediscono alle leggi dell’Universo, nello stesso modo. La Terra gira intorno su se stessa e danza intorno al Sole. E oggi, come milioni di anni fa, la Terra e tutti gli elementi ed i composti che la formano, assolvono i loro compiti. Anche se ogni elemento è unico e diverso dall’altro, sono tutti collegati l’uno all’altro, e noi siamo collegati a loro.
Gli elementi, le rocce, gli alberi, l’acqua, l’aria e noi, esseri umani, siamo tutti fatti di stelle, costruiti con quel materiale che si staccò dalla prima grande nube di luce e calore che cominciò a vagare nel gelido vuoto.
Il cosmo è dentro di noi, di noi che eravamo Uno all’alba dell’Universo. E anche noi, come tutto, obbediamo alle sue leggi e svolgiamo in nostro compito, che è quello di essere il mezzo che l’Universo ha di conoscere se stesso.
Guardiamo con umiltà al fiume ed alle nuvole, alle montagne e agli alberi. Guardiamo con gratitudine al cielo, e diciamo: “Grazie. Siamo tutti unici e tutti figli allo stesso modo della terra e del cielo. Siamo tutti simili, tutti rari e preziosi. Grazie”.
LA PRIMA GRANDE LEZIONE MONTESSORI
La nascita dell’Universo
Il Dio senza mani – Versione originale
Così come è scritta, la versione originale presenta una netta prospettiva giudaico-cristiana. Se non è la vostra prospettiva, come già detto, o se nel vostro gruppo di bambini convivono studenti provenienti da famiglie atee o Hindu, Shinto, Testimoni di Geova, Musulmane, o di qualsiasi altra fede, a mio parere, si può utilizzare la versione data sopra, o sostituire la parola ‘Dio’ con la parola ‘vita’ o ‘ forza della Vita’, o ‘Legge dell’Universo’, senza nulla togliere alla lezione. Ribadito questo, per noi adulti, può valere la pena conoscere anche questa versione per il suo valore di documento storico. Mario Montessori ha condiviso questa storia, pubblicata nella rivista dell’AMI del dicembre 1958, presentandola come racconto da fare ai bambini, in una sola seduta, entro la prima settimana di arrivo degli studenti nelle classi elementari.
Fin dall’inizio, gli esseri umani erano a conoscenza del’esistenza di Dio. Potevano sentirlo, ma non potevano vederlo, e da sempre si sono chiesti, nelle loro diverse lingue, chi fosse e dove si trovava. Domandavano ai loro saggi: “Chi è Dio?”. E i saggi rispondevano: “E’ il più perfetto degli esseri”. “Ma che aspetto ha? Ha un corpo come noi?”. “No, non ha un corpo. Non ha occhi per vedere, non ha mani per lavorare, non ha piedi per camminare, ma vede e sa tutto, anche i nostri pensieri più segreti”. “E dove sta?” “Sta in cielo e sulla Terra. Egli è ovunque”. “E cosa può fare?” “Ciò che vuole” “Ma cosa ha fatto, effettivamente?”
“Ciò che ha fatto, è tutto ciò che è accaduto. Egli è il Creatore e il Maestro che ha fatto tutto, e tutto ciò che ha fatto obbedisce alla sua volontà. Egli si prende cura di tutti e a tutti provvede, e mantiene la sua creazione in ordine ed armonia. In principio c’era solo Dio. E dal momento che completamente perfetto e completamente felice, non c’era nulla di cui avesse bisogno. Eppure, per sua bontà, decise di creare e di porre in essere tutto ciò che è visibile e tutto ciò che è invisibile. Uno dopo l’altro fece la luce, le stelle, il cielo e la terra, con le sue piante ed i suoi animali. Per ultimo fece l’uomo. L’uomo, come gli animali, è stato fatto con sostanze della terra, ma Dio lo ha reso diverso dagli animali e simile a se stesso, perché gli respirò dentro un’anima immortale”.
A questa risposta, molti pensarono che questo racconto fosse solo una fantasia dei saggi. “Come potrebbe, qualcuno che non ha occhi e non ha mani, fare le cose? Se è uno spiroto che non può essere visto, o toccato, o sentito, come può aver fatto le stelle che brillano in cielo, il mare che è sempre in moto, il sole, le montagne e il vento? Come può uno spirito creare gli uccelli e i pesci e gli alberi, i fiori e il profumo che diffondono intorno a loro? Forse sarebbe stato in grado di fare le cose invisibili, questo si, ma come può aver creato il mondo visibile? Certo, è una bella storia, ma come fanno i saggi a dire che è ovunque e vede dentro di noi? Dicono che è il Maestro a cui tutto e tutti obbediscono, ma perché dovremmo crederci? Se noi che abbiamo le mani non siamo in grado di fare queste cose, come potrebbe esserci riuscito qualcuno che non le ha? E come possiamo credere che gli animali, le piante o i sassi obbediscono a Dio? Gli animali selvatici non fanno quello che si chiede loro, come possono essere obbedienti a Dio? E come possono i venti, il mare, le montagne? Possiamo gridare e urlare e agitare le braccia verso di loro, ma loro non ci possono sentire, non sono vivi e non possono obbedirgli. Dio c’è e basta.” Sembra davvero che Dio ci sia e basta. A noi che abbiamo le mani, ma non possiamo fare le cose che fa lui, può sembrare che ci sia e basta. Ma come vedrete, tutte le cose che esistono, che abbiano vita o meno, e anche se non fanno nulla a parte esserci, obbediscono alla volontà di Dio. Le Creature di Dio non sanno che stanno obbedendo. Alle cose inanimate basta esistere. Ai viventi basta sopravvivere. Eppure ogni volta che un venticello fresco vi accarezza la guancia, se potessimo sentire, sentiremmo la sua voce dire: “Obbedisco al Signore”. Quando il sole sorge al mattino e sparge i suoi colori sul mare cristallino, il sole ed i suoi raggi stanno sussurrando: “Mio Signore, obbedisco”. E quando vediamo un uccello in volo, o la frutta che cade da un albero, o una farfalla in equilibrio su un fiore, gli uccelli e il loro volo, l’albero e il frutto e il suo cadere a terra, la farfalla e il fiore e il suo profumo, tutti ripetono le stesse parole: “Ti sento, mio Signore, e ti obbedisco”.
All’inizio c’era il caos e l’oscurità regnava sull’abisso. Dio disse: “Sia la luce”, e la luce fu. Prima di allora c’era solo uno spazio immenso e profondo, senza inizio e senza fine, indescrivibilmente buio e freddo. Chi può immaginare tutta questa immensità, tutta questa oscurità, tutto questo freddo? Quando noi pensiamo al buio, pensiamo alla notte, ma la nostra notte è luminosa come il sole di mezzogiorno, confrontata a quella prima oscurità. Quando pensiamo al freddo, pensiamo al ghiaccio. Ma il ghiaccio è caldo, se lo confrontiamo col freddo dello spazio che ci separa dalle stelle…
In questo vuoto incommensurabile e oscuro è stata creata la luce. Era qualcosa di simile a una grandissima nube di fuoco, che comprendeva in sé tutte le stelle che sono in cielo.
L’intero universo era in quella nuvola, e tra le stelle più piccole, c’era anche il nostro mondo. A dire la verità non si trattava ancora di stelle: nel tempo di cui stiamo parlando esistevano soltanto la luce e il calore. E questo calore era così intenso, che tutte le sostanze che conosciamo – il ferro, l’oro, la terra, le pietre, l’acqua – esistevano come gas ed erano inconsistenti come l’aria. Tutte queste sostanze, tutti i materiali di cui sono composti la terra, e le stelle, e perfino voi ed io, erano fusi insieme in un vasto e fiammeggiante ammasso che aveva una luce ed un calore così intensi, che al confronto il nostro sole sembra un pezzo di ghiaccio.
Questa nube gassosa ardeva nel gelido nulla, troppo grande da immaginare, ma infinitamente più vasto della nube. La massa di fuoco era poco più grande di una goccia d’acqua nell’oceano dello spazio, ma questa goccia conteneva in sé la terra e tutte le stelle. Poiché la nube ardente si muoveva nello spazio, piccole gocce cominciarono a staccarsi da essa, come quando teniamo in mano un bicchiere d’acqua e lo facciamo oscillare, e vediamo che dall’acqua si staccano delle gocce e volano via.
Le innumerevoli schiere di stelle che vediamo brillare nel cielo notturno, sono come queste piccole gocce, ma mentre le gocce d’acqua che si staccano dal bicchiere cadono, le stelle sono in continuo movimento nello spazio e non si incontrano mai. Esse sono a milioni di chilometri l’una dall’altra. Solo. Alcune stelle sono così lontane da noi, che la loro luce impiega milioni di anni per raggiungerci.
Sapete quanto velocemente viaggia la luce? (dare ai bambini il tempo di fare le loro ipotesi.) 100 chilometri all’ora? 200? 1000? No, molto più veloce. La luce viaggia alla velocità di 300.000 chilometri, ma non all’ora… al secondo! Immaginate quanto è veloce! Viaggiare a 300.000 chilometri al secondo, significa che in un secondo potremmo fare sette volte il giro intorno al mondo. E sapete quanto è grande il mondo? 40.000 chilometri. Se dovessimo guidare a 100 chilometri all’ora, tutto il giorno e tutta la notte, senza mai fermarci, impiegheremmo più di dieci giorni per coprire quella distanza. Eppure la luce la copre sette volte in un secondo. Schiocchi le dita, e la luce ha già fatto sette volte il giro del mondo.
Ora, riuscite ad immaginare quanto lontane possono essere le stelle, se la loro luce impiega un milione di anni per raggiungerci? E pensate che ci sono così tante stelle in cielo, che gli scienziati hanno calcolato che se ognuna fosse un granello di sabbia, e se le mettessimo tutte insieme, il loro numero sarebbe superiore al numero di granelli di sabbia di tutte le spiagge del nostro pianeta messe insieme.
Una di queste stelle, uno di questi granelli di sabbia tra quelle migliaia di miliardi di granelli di sabbia, è il nostro sole, e una milionesima parte di questo granello è la nostra terra. Un granello invisibile del nulla.
Ora voi potreste pensare che il sole non è poi così grande, ma considerate che è lontanissimo da noi. La luce del sole impiega circa 8 minuti per raggiungere la terra, e se dovessimo percorrere la distanza dalla terra al sole a 100 chilometri all’ora impiegheremmo circa 106 anni. Così il sole, essendo tanto lontano da noi può apparirci piccolo, mentre in realtà è un milione di volte più grande della terra: è così grande che una delle sue fiamme potrebbe contenere 22 volte la terra.
Quando la volontà di Dio mise in essere le stelle, non c’era nessun particolare che non avesse già previsto. Ad ogni pezzo di universo, ad ogni granello che potremmo credere troppo piccolo per la materia, è stata data una serie di regole da seguire. Alle piccole particelle che erano come il fumo, come il vapore, che possono essere distinte solo come luce e calore e si muovono a una velocità fantastica, ha detto: “Quando sarete fredde vi avvicinerete tra di voi diventando più piccole”. E così esse, mentre si raffreddavano, si spostavano sempre più lentamente, aggrappandosi le une alle altre in modo sempre più ravvicinato e occupando meno spazio. Le particelle hanno assunto diversi stati che l’uomo ha chiamato stato solido, stato liquido e stato gassoso. Se una cosa fosse un gas o un liquido o un solido, in quel momento dipendeva da quanto caldo o freddo esso fosse.
Poi Dio diede altre istruzioni. Ogni particella provava un amore particolare per alcune particelle, e una fortissima antipatia per alcune altre. Così capitò che alcune si attraevano ed altre si respingevano, proprio come avviene agli esseri umani. Fu così che le particelle formarono gruppi diversi.
In questo modo, dunque, le particelle si combinarono tra loro e si formarono diverse sostanze. Allo stato solido, Dio ha previsto che le particelle si aggrappino così strettamente le une alle altre, che separarle è quasi impossibile. Esse formano un corpo che non modifica la sua forma, a meno che non applichiamo una forza su di esso. Se rompiamo una sostanza solida, i vari pezzi che otteniamo contengono le particelle aggrappate tra loro allo stesso modo in cui lo erano prima. Se ad esempio stacchiamo un frammento da una roccia, sia la roccia sia il frammento saranno di roccia. Invece, ai liquidi Dio disse: “ Voi dovrete stare uniti, ma non troppo vicini, in modo tale che non avrete una forma vostra, ma potrete rotolare una particella sull’altra”.
Per i liquidi, l’universo stabilì leggi diverse, che dicono alle loro particelle: “Nei liquidi dovete stare unite, ma non troppo vicine le une alle altre, così sarete libere di muovervi e scorrere, e insieme non avrete una forma fissa. Insieme fluirete e vi diffonderete, riempiendo ogni vuoto, ogni fessura che incontrate nel vostro percorso. E avrete la forza di spingere verso il basso e verso i lati, ma non verso l’alto”. Ecco perché ancora oggi noi possiamo mettere le mani nell’acqua, ma non possiamo metterle nella roccia. E ai gas Egli disse: “Le vostre particelle non saranno del tutto aggrappate tra loro e potranno sempre muoversi liberamente in tutte le direzioni”.
Ma poiché le particelle erano individui molto diversi tra loro, non diventarono sostanze solide liquide o gassose tutte nello stesso momento. A seconda della temperatura, alcuni gruppi di particelle si aggregavano, mentre altre stavano ad aspettare una temperatura più bassa per farlo.
Mentre le particelle si aggregavano obbedendo alle leggi di Dio, una di quelle gocce che si era staccata dalla nube ardente, e che sarebbe diventata il nostro mondo, cominciò a girare su se stessa e intorno al Sole, nel gelido spazio. Col passare del tempo, sulla superficie esterna di questa massa iniziò una danza, che chiameremo la danza degli elementi: le particelle dello strato più esterno si raffreddavano per prime e diventavano più piccole. Stringendosi insieme si schiacciavano contro lo strato inferiore, che era rimasto molto più caldo, si scaldavano di nuovo, e tornavano ad espandersi verso l’esterno. Come angioletti, portavano fuori dalla terra un secchio di caldo, e tornavano alla terra con un secchio di freddo.
“Vieni è meraviglioso!” dicevano le particelle le une alle altre. “Se diventiamo calde ci allarghiamo, e ci allarghiamo ancora, diventiamo leggere e voliamo verso l’alto. Se ci raffreddiamo, diventiamo compatte e ci tuffiamo di nuovo giù!” E così facevano: quando si scaldavano salivano verso l’alto come le bollicine nell’acqua minerale, e quando si raffreddavano cadevano come granelli di sabbia che affondano nello stagno, rispondendo alle leggi di Dio. E grazie alla loro obbedienza, la Terra gradualmente si trasformò da una palla di fuoco, al pianeta che abitiamo. Queste particelle, che sono così piccole che è impossibile vederle o anche solo immaginarle, erano così numerose ed hanno lavorato così bene insieme, che hanno prodotto il mondo. La loro danza è proseguita per centinaia, migliaia, milioni di anni. Infine, le particelle si stabilizzarono, e una dopo l’altra presero riposo. Alcuni gruppi si fermarono allo stato liquido, altri allo stato solido. Quelli che provavano attrazione reciproca si univano a formare nuove sostanze. Le sostanze più pesanti si andarono a depositare vicino al cuore della Terra, e quelle più leggere si misero a galleggiare sopra di esse, come l’olio che galleggia sull’acqua.
Sulla loro superficie si formò una sottile pellicola, simile a quella che si forma facendo bollire il latte e lasciandolo poi raffreddare. La Terra, con questa nuova pelle, aveva assunto una forma, però gli elementi che si trovavano al di sotto di essa erano ancora molto caldi, e si sentivano intrappolati. Volevano Uscire. E d’altra parte, cosa altro potevano desiderare? In fondo stavano solo obbedendo, come sempre, alla legge divina, che aveva stabilito per loro: “Quando vi scalderete, vi espanderete”. Ma sotto la pelle che avvolgeva la Terra, mancava lo spazio per espandersi, e cominciarono a premere e premere, finchè si fecero varco tra esplosioni di immensa potenza e grandi combattimenti e lotte, bucando la pellicola.
L’acqua che si era formata sulla superficie della Terra si trasformò in vapore e cominciò a salire verso l’alto. La massa incandescente che premeva sotto la pellicola superficiale esplose dal centro della terra, trasportando con sé immense nuvole di cenere.
Un velo di gas, ceneri e minerali avvolse completamente la Terra, in modo che nessuno potesse vedere quali tremende lotte stessero avvenendo al suo interno. Il sole si vergognava di loro!
Alla fine, i combattimenti cessarono. Appena si furono tutti raffreddati, sempre più gas diventarono liquidi e sempre più liquidi diventarono solidi. La Terra, nel raffreddarsi, era diventata molto più piccola e si era fatta rugosa come una vecchia mela lasciata nella credenza: le pieghe erano le montagne, e i solchi gli oceani. Infatti le rocce, raffreddandosi, precipitarono per prime dalla nube che avvolgeva la terra, mentre l’acqua arrivò dopo, cadendo e riempiendo ogni spazio vuoto che trovava sul suo cammino. Piovve e piovve per lunghissimo tempo, ed è così che si formarono gli Oceani. Sopra all’acqua ed alle rocce rimase sospesa l’aria. La nube scura era scomparsa.
Quando la nube scura si dileguò, il sole fu di nuovo in grado di sorridere alla sua bella figlia, la Terra, e vide rocce, acqua ed aria.
I solidi, i liquidi ed i gas, oggi, come ieri, come milioni di anni fa, obbediscono alle leggi di Dio, nello stesso modo. La Terra gira intorno su se stessa e intorno al Sole. E oggi, come milioni di anni fa, la Terra e tutti gli elementi ed i composti che la formano, assolvono i loro compiti e sussurrano con una sola voce: ‘Signore, sia fatta la tua volontà; noi ti obbediamo”.
LA PRIMA GRANDE LEZIONE MONTESSORI
La nascita dell’Universo
terza versione
La prima grande lezione Montessori Materiale:
– Disponete su un lungo tappeto i seguenti oggetti, in questo ordine:
un palloncino nero gonfiato e riempito con brillantini o coriandoli, e uno spillo
del ghiaccio su un vassoio
una bella grande candela, e i fiammiferi
un vassoio per la DIMOSTRAZIONE 1 contenente: pezzi di carta in un contenitore (si possono anche raccogliere i coriandoli del palloncino, dopo che è stato scoppiato, come alternativa), una brocca piena d’acqua e una ciotola possibilmente lunga e rettangolare
una ciotola con della sabbia
un mappamondo
un metro
un vassoio per la DIMOSTRAZIONE 2 contenente: un bicchere trasparente riempito con acqua colorata di blu, una ciotola di miele e una d’olio e una brocca o un bicchiere più grande per mescolarli
un vassoio contenente i frammenti grandi e piccoli di un sasso rotto
un vassoio per la DIMOSTRAZIONE 3 contenente: una brocca d’acqua e una ciotola di perle o biglie
uno spray (profumo o deodorante)
un vulcano, coperto molto bene con un panno nero, già riempito con bicarbonato di sodio e colorante in polvere rosso, e una brocca piena di aceto mescolato ad un po’ di sapone per piatti:
– La prima grande lezione Montessori – Carte illustrate da tenere a portata di mano su di un vassoio, o da inserire secondo lo schema della narrazione tra gli oggetti messi sul tappeto, voltate, da mostrare durante la narrazione.
Immagine di un Universo Primordiale 1
Immagine di un Universo Primordiale 2
Immagine di galassie con stelle scintillanti
Tavola periodica degli elementi
Immagine di una Supernova
Immagine della materia che fuoriesce da una Supernova
Immagine del Sole
Immagine che mostra la differenza di dimensioni tra Sole e Terra
Immagine di Protopianeti
Immagine di Pianeti
Immagine del Sole
Immagine del Sistema Solare
Immagine di un vulcano
Immagine della Terra formata da vulcani ed acqua
Una bella immagine della Terra.
La prima grande lezione Montessori il set completo qui:
La prima grande lezione Montessori – Istruzioni per le dimostrazioni
La prima grande lezione Montessori – DIMOSTRAZIONE 1 (forza di attrazione): riempire la ciotola con l’acqua, attendere che si fermi, quindi sparpagliare i pezzetti di carta sulla superficie dell’acqua ed osservare.
La prima grande lezione Montessori – DIMOSTRAZIONE 2 (il peso dei liquidi): ho qui 3 liquidi di peso diverso. Verso l’acqua colorata, poi il miele e vedo come scende sul fondo. Verso l’olio e lo vedo galleggiare. Questa è la forza fisica che esercita il peso. Posso agitare questa miscela, e prima della fine della giornata si sarà sistemata di nuovo con la più pesante in basso e il più leggero in alto. I liquidi si distribuiscono a strati in base al loro peso.
DIMOSTRAZIONE 3 (Modello di liquido): versare le biglie nel vaso e scuoterlo per far scivolare le sfere le une sulle altre e osservare
La prima grande lezione Montessori – Preparazione della stanza
Se ne avete la possibilità, chiedete un aiuto per portare i bambini a fare una passeggiata di una ventina di minuti all’aperto (non gioco libero in giardino), mentre voi vi dedicate alla preparazione del materiale sul tappeto. Potete, per aumentare il senso di stupore e mistero, tenere la stanza in leggera penombra e scegliere una musica di sottofondo (ad esempio concerti per arpa). Per facilitare l’esperienza del buio, quando serve, potete chiudere le tapparelle della stanza e tenere accesa una lampada, da spegnere e riaccendere con comodità.
La prima grande lezione Montessori – La nascita dell’Universo
C’era solo grande spazio che non ha avuto inizio e senza fine. Tutto era buio; così buio che la nostra notte più buia sembrerebbe come il sole brillante. Era così freddo che il ghiaccio sembra calda.
Che cosa avete visto durante la vostra passeggiata? (I bambini risponderanno: alberi, la luce del sole, l’erba, gli uccelli, ecc… lasciate che partecipino il più possibile). E di notte invece cosa si vede? (le stelle, la luna, il buio, ecc…)
Questa è la storia di come tutto è venuto ad essere. (Prendo tra le mani il palloncino nero e lo muovo lentamente avanti e indietro mentre parlo). Ebbene, in principio non c’era nulla. Non c’erano persone, non c’erano città, né animali, né uccelli, né insetti; la Terra stessa non esisteva. Non c’era niente. Non c’erano le acque a riempire i mari, gli alberi a riempire le foreste, l’aria a riempire il cielo. Non c’era la Terra, non c’era il Sole, non c’erano le stelle e non c’era la Via Lattea. (poso il palloncino). C’era solo un grande spazio che non aveva inizio né fine. Tutto era buio, così buio che la nostra notte più buia apparirebbe al confronto un sole brillante. Ed era freddo, così freddo che al confronto il ghiaccio sembrava il fuoco di un caminetto. (Per dar vita a questa immagine di buio e freddo assoluti possiamo far buio nella stanza, e far toccare in silenzio un pezzo di ghiaccio). (Senza riaccendere la luce)Pensate che gran freddo doveva esserci, in questo buio nulla, se il ghiaccio misura – 40°m mentre quel freddo si aggirava sui -273°… Ma forse qualcosa c’era: un respiro sospeso di attesa, come quando aspettiamo che un racconto cominci, o come quando prepariamo una sorpresa per qualcuno, e non vediamo l’ora di farla. C’era la sensazione che qualcosa stesse per accadere… questa era la cosa singolare. (Accendere la candela) Aprite gli occhi… così è nato il nostro Universo. Prima non c’era niente ed era molto freddo, poi c’era tutto ed era molto caldo. C’era la luce, per la prima volta.
Improvvisamente, in un attimo di grande energia, una forza ha portato in essere l’intero Universo. In questo momento sono apparse le particelle di luce e materia. (prendere tra le mani il palloncino e forarlo con un gesto improvviso con lo spillo).
Infatti questa candela rappresenta la prima luce che proveniva da particelle di materia (protoni, neutroni, elettroni e antiparticelle) che scontrandosi tra loro generavano particelle di luce (fotoni).(accendere la luce)
La nostra storia iniziò proprio allora. Con questo Universo molto piccolo e molto caldo. (mostrare ai bambini la carta 1- universo primordiale 1)
In questo universo primordiale le particelle si muovevano nel caos all’impazzata, urtandosi l’una con l’altra. Erano libere e selvagge e non obbedivano ad alcuna legge. Quando si scontravano, si annientavano a vicenda con uno scoppio di energia chiamato luce. Questa l’immagine di ciò che probabilmente doveva essere l’Universo primordiale: nuvole di materia, attraversata da lampi di luce. (mostrare ai bambini la carta 2- universo primordiale 2)
Il nostro Universo rischiava di sparire più rapidamente di come era apparso, se nel frattempo non si fosse raffreddato a contatto col gelido vuoto. Appena cominciò a raffreddarsi, le particelle iniziarono a rispondere alle leggi della materia. Una forza cominciò ad unire le particelle tra loro, e protoni, neutroni ed elettroni , unendosi , formarono atomi di idrogeno e di elio. Questi elementi avrebbero presto trasformato il primo caotico universo. Infatti, le particelle unite in atomi smisero di scontrarsi tra di loro e non generarono più i fotoni. L’Universo divenne buio e calmo. Erano passati cinque miliardi di anni. (spegnere la candela)
Nei 5 miliardi di anni successivi, alcune particelle hanno continuato a unirsi, mentre altre hanno sviluppato la capacità di resistere alla forza. (Esperimento della carta nell’acqua: versare l’acqua nella ciotola rettangolare, aggiungere i pezzi tagliati di carta lentamente e guardare come, senza muovere la ciotola o soffiare, alcuni pezzetti si incontrano rispondendo alla forza di attrazione, mentre altri si respingono per forza contraria).
Tutto si rimise in movimento. Quando l’Universo si generò, non era un qualcosa di liscio come un pallone; era piuttosto simile ad come la coperta o ad un lenzuolo sul letto spiegazzato. Le particelle di materia cominciarono a farsi attirare da queste varie rughe, e in corrispondenza di esse di formarono delle nubi, da cui si sono generate le prime galassie. Nelle galassie, c’erano zone che catturavano tantissime particelle, e queste particelle, una volta catturate, cominciavano a girare una intorno all’altra. Così la temperatura tornò a salire, finchè non ci fu una nuova grandissima esplosione di luce, proprio come avvenne la prima volta, e così nacquero le prime stelle. (Riaccendere la candela). L’Universo ha cominciato a brillare in tutto se stesso, e cento miliardi di galassie hanno riempito il suo spazio. Erano trascorsi un miliardo di anni. (Mostrare ai bambini la carta 3: galassie con stelle scintillanti)
Le prime galassie, le galassie ellittiche, sono la più antiche dell’Universo. Vennero poi le galassie a spirale. Queste nubi di gas hanno stelle che continuano a nascere anche oggi, e sono molto speciali. Ci sono oltre un miliardo di galassie nell’universo, e solo un centinaio di milioni di queste sono a spirale.
Una galassia molto particolare è poi la Via Lattea. Quando guardiamo il cielo vediamo milioni di stelle, ma tutte appartengono soltanto alla nosta galassia, la Via Lattea appunto. Però anche le stelle della nostra Galassia non sono vicine, anzi, sono così distanti che la luce di alcune di esse impiega milioni di anni per raggiungerci. E ci sono così tante stelle nella nostra galassia che gli scienziati hanno calcolato che se ogni stella fosse un granello di sabbia, e se le mettessimo tutte insieme, il loro numero sarebbe superiore al numero di granelli di sabbia di tutte le spiagge del nostro pianeta messe insieme. (mettiamo un po ‘di sabbia su un dito e cerchiamo di contare quante stelle sarebbero).
Quando la nostra galassia si formò, conteneva una stella molto speciale. Era un’enorme stella che si preparava a trasformarsi.
Una stella è come una fabbrica che lavora per trasformare tutto l’idrogeno che contiene in elio: la luce che vediamo è formata dai fotoni di luce che si sprigionano all’interno della stella a causa di questo lavoro. Quando tutto l’idrogeno è trasformato in elio, la stella si espande verso l’esterno. Questa espansione produce molto calore e dà alla stella l’energia che serve per trasformare l’elio in carbonio, e durante questo lavoro la stella brilla di una luce ancora più intensa. Quando poi tutto l’elio si è trasformato in carbonio, la stella si espande un’altra volta, e acquista l’energia che le serve per permettere al carbonio di formare l’ossigeno. E così via, seguendo lo stesso processo si formeranno tutti gli altri elementi, fino al neon, al sodio, al magnesio, all’alluminio, al silicio e al ferro. (mostrare ai bambini la carta 4: Tavola periodica degli elementi).
Questo è un grafico che mostra tutti gli elementi presenti ora sulla Terra. Ogni elemento ha avuto origine nelle stelle, ed per questo che gli scienziati dicono che tutto è fatto di polvere di stelle.
Quando, al termine di questo lavoro di costruzione degli elementi, una stella ha consumato tutta la sua energia, si espande per un’ultima volta diventando una Gigante Rossa, e poi esplode: la stella diventa una Supernova. (mostrare ai bambini la carta 5: una Supernova)
Questa è una foto di una supernova. Tutti gli elementi all’interno della stella vengono sparati nello spazio insieme a grandi quantità di polveri e gas. (mostrare ai bambini la carta 6: La materia che fuoriesce da una supernova).
Tutti questi materiali che provengono da una supernova prendono il nome di materia interstellare. In seguito la galassia raccoglie di nuovo questa materia interstellare che si unisce fino a far nascere una nuova stella. Ed è proprio così che, quattro miliardi di anni fa, si è formato il nostro Sole. (mostrare ai bambini la carta 7: il Sole).
Il Sole è solo una stella di media grandezza, eppure è un milione di volte più grande della Terra. (Mostrare ai bambini il mappamondo).
Ma se è così grande, come mai a noi che lo guardiamo sembra piccolo? (Attendere le risposte dei bambini) Perché è lontanissimo da noi, così lontano che la sua luce impiega 8 minuti per raggiungerci sulla Terra. E pensate che la luce viaggia velocissima: 300.000 chilometri al secondo. Immaginate di che velocità parliamo! La luce viaggia così veloce che può fare 7 volte il giro del mondo in un secondo. Se noi potessimo fare tutto il giro del mondo in automobile, viaggiando a 100 chilometri all’ora, senza mai fermarci a riposare, impiegheremmo 11 giorni e 11 notti per compiere il giro sette volte. E la luce può fare tutto questo in un secondo! (Cerco di muovere la mano in tutto il mondo come gli studenti scattano un secondo.) Potete schioccare le dita e la luce ha già fatto il giro della terra sette volte. (mostro ai bambini il metro).
Ecco perché il sole non ci appare poi così grande: è così lontano che la sua luce impiega 8 minuti per raggiungere noi, e se noi volessimo raggiungere lui, viaggiando al 100 chilometri all’ora, impiegheremmo circa 106 anni. Così il sole, che essendo tanto lontano da noi può apparirci piccolo, in realtà è un milione di volte più grande della Terra: è così grande che una fiamma proveniente dal sole potrebbe contenere 22 Terre. (mostrare ai bambini la carta 8: immagine che mostra la differenza di dimensioni tra Sole e Terra).
Inoltre pensate: se la luce impiega 8 minuti per raggiungerci, questo significa che ogni volta che guardiamo il Sole, stiamo guardando 8 minuti indietro nel passato.
Questo è il motivo per cui il telescopio Hubble può vedere il passato: perché è così potente che le immagini che riceve provengono da un passato lontanissimo. E così possiamo vedere le immagini dei proto pianeti e dei pianeti si sono generati da essi. (mostrare ai bambini la carta 9: protopianeti e la carta 10: pianeti).
Il nostro sole si è generato 5 miliardi di anni fa, e continuerà a brillare per almeno altri 5 miliardi di anni prima che la sua energia si esaurisca.
Cinquanta milioni di anni fa, come abbiamo visto, a seguito dell’esplosione di una Supernova, nella nostra galassia si è dispersa un’enorme quantità di materiale interstellare, che poi si è concentrato in grumi che si sono via via ingigantiti. Uno di questi grumi sarebbe diventato il nostro Sole. (mostrare ai bambini la carta 11: il Sole).
Quando nacque, questa nube di fuoco era un milione di volte più grande di quello che è oggi, ma non così grande da diventare una Gigante Blu ed esplodere. La sua dimensione era abbastanza grande da garantirgli energia a disposizione per lunghissimo tempo. Intorno al sole, altri grumi più piccoli si erano formati, ed il sole cominciò ad esercitare su di loro la sua forza di attrazione. Tutti questi grumi formati da particelle di materia hanno cominciato a seguire le leggi dello spazio, e hanno cominciato a girare ed a muoversi lungo un percorso fisso. Così sono nati i pianeti del nostro sistema solare, e così anche la perla blu, che doveva diventare la Terra, iniziò il suo viaggio. (mostrare ai bambini la carta 12: il Sistema Solare).
In principio, tutti i pianeti erano gassosi. Gli elementi prima si stringevano l’uno all’altro, raggiungevano temperature elevatissime, e poi si espandevano nello spazio per raffreddarsi. Una volta raffreddati tornavano a contrarsi strigendosi di nuovo verso il centro. E tutto ricominciava daccapo. Questo processio di espansione e contrazione continuò per milioni di anni, fino alla nascita dei pianeti. (mostrare nuovamente ai bambini la carta 9: protopianeti e la carta 10: pianeti).
Mano a mano, gli elementi più freddi e pesanti affondavano verso il centro, mentre gli elementi più caldi e leggeri vi galleggiavano sopra.
Ma guardiamo un po’ più da vicino la nostra Terra. Quando ha iniziato a formarsi, non si trattava che di gas vorticosi. Appena cominciò il suo moto su se stessa e intorno al Sole, nel gelido spazio, cominciò a raffreddarsi e a diventare più piccola. Le particelle del bordo esterno si freddavano e occupavano meno spazio, e stringendosi si avvicinavano al centro incandescente della Tera. In questo modo tornavano a scaldarsi, a diventare più leggere e ad occupare più spazio, dirigendosi di nuovo verso il bordo esterno, a contatto con lo spazio gelido. Questa danza è continuata per centinaia di milioni di anni. Infine, le particelle furono abbastanza fredde da stabilizzarsi. Quelle più pesanti affondarono e formarono il nucleo, quelle un po’ più leggere formarono il mantello, e quelle più leggere di tutte rimasero all’esterno, e lentamente formano una crosta.
La prima grande lezione Montessori – DIMOSTRAZIONE 2:
Le leggi fisiche sono molto potenti e tutte le particelle vi obbediscono. Le particelle che formavano la Terra nel corso del suo processo di formazione, avevano assunto tre diversi stati: solido, liquido e gassoso. Così è anche oggi: ogni particella che esiste sulla Terra o è un solido, o un liquido o un gas. Allo stato solido, le particelle si aggrappano così strettamente le une alle altre, che separarle è quasi impossibile. Esse formano un corpo che non modifica la sua forma, a meno che non applichiamo una forza su di esso. Se rompiamo una sostanza solida, i vari pezzi che otteniamo contengono le particelle aggrappate tra loro allo stesso modo in cui lo erano prima. Se ad esempio stacchiamo un frammento da una roccia, sia la roccia sia il frammento saranno di roccia. (Mostrare ai bambini il sasso spaccato). E questa è la legge che vale per i solidi.
Nello stato liquido, le particelle si tengono insieme, ma non così strettamente. Non hanno forma propria, ma riempiono ogni vuoto che trovano. Esse spingono lateralmente, e verso il basso, ma non verso l’alto. Questo è il motivo per cui siamo in grado di mettere la nostra mano nell’acqua, ma non all’interno di una roccia. (DIMOSTRAZIONE: modello di un liquido con biglie o perle)
Le particelle dei gas non sono del tutto aggrappate le une alle altre e possono sempre muoversi liberamente in tutte le direzioni. (spruzzare ildeodorante). Tutte le particelle nello spazio obbediscono a queste leggi. (Aspettiamo che tutti gli odori del gas svaniscano).
La Terra, ora composta da nucleo, mantello e crosta, aveva assunto una forma propria, però i metalli liquidi e incandescenti che si trovavano nel nucleo erano sottoposti a una pressione fortissima. Questa roccia fusa voleva espandersi, ma la crosta bloccava la sua strada. Così scoppiò! (Versare l’aceto nel vulcano)
Vulcani esplosero su tutta la Terra, e una grande nuvola avvolse tutto il pianeta. (Mostrare ai bambini la carta 13: vulcano).
Questa nube nascose il Sole, e così la Terra potè di nuovo raffreddarsi. Man mano che questo avveniva, dalla nube gli elementi presero a scendere in forma di pioggia. Quando l’acqua cadeva sulla terra assumeva la forma di vapore, formando sulla Terra le nuvole. Intanto nel pianeta sempre più gas diventavano liquidi, e sempre più liquidi diventavano solidi, così si riformò una crosta rocciosa, che la pioggia incessante potè raggiungere. La Terra, nel raffreddarsi, era diventata molto più piccola e si era fatta rugosa come una vecchia mela lasciata nella credenza: le pieghe erano le montagne, e i solchi gli oceani. Si formarono piscine di acqua, poi stagni, poi laghi, poi immensi oceani. Pioveva e pioveva e pioveva: tempeste immense infuriavano sulla terra, e l’acqua riempì tutte le cavità che incontrava. A volte, però, gli elementi fusi presenti nel nucleo, sotto la crosta terrestre, continuavano a esplodere in superficie. (mostrare ai bambini la carta 14: la Terra formata da vulcani ed acqua).
Quando la nube scura si dileguò, il Sole fu di nuovo in grado di irraggiare la Terra, e vide rocce, acqua ed aria. Tutto era bello e il pianeta era pronto ad accogliere la vita, ma di questo parleremo un altro giorno. (mostrare ai bambini la carta 15: una bella immagine della Terra).
(Lasciare i vassoi per gli esperimenti a disposizione dei bambini, per tutto il tempo in cui vediamo che suscitano il loro interesse).
LA PRIMA GRANDE LEZIONE MONTESSORI
La nascita dell’Universo: testo per recita
(adattamento dalla poesia “La storia della Terra” di Vera Edelstadl)
Costumi e oggetti di scena:
– sfere di gas: piatti di carta con le fiamme di carta crespa arricciata o nastri. Su questi piatti scriviamo in alto in alcuni “granito” e in alcuni “ferro”, in modo che quando i bambini si inginocchiano le parole siano visibili. – Vulcani: si possono fare con coni dai quali spuntano le stelle filanti sollevando una bacchetta. – Sole: una torcia inserita in un sole di cartoncino. – Vapore: ghiaccio secco o una pentolino termico di acqua bollente. (Il bambino prima si siede e poi lo apre). – Meteore: palline di carta stropicciata. – Luna: un’immagine della luna. – Pioggia: un foglio di carta trasparente o una tovaglia di carta tagliata a listarelle, tenuta da un bambino, o da due bambini che prima entrano e poi la dispiegano insieme dai due lati. – Nube scura: i bambini si coprono con dei teli scuri, tenendoli davanti a sé con le mani in alto. – Fulmini: fulmini di cartone. – Tuono: si può fare coi piatti. – Primo sfondo: la Terra allo stadio di pianeta gassoso. – Secondo sfondo: la Terra prima della comparsa della vita. – Per il finale serve inoltre la linea del tempo della vita o un poster.
Scena 1
Primo bambino: Circa cinque miliardi di anni fa, la Terra e tutti i gli altri pianeti si sono formati. Vorticose sfere di gas incandescente (entrano i bambini muovendosi e girando sul palco) iniziarono a girare follemente nello spazio (entrano le sfere di gas muovendosi vorticosamente tutto intorno).
Secondo bambino: Vortici di metallo e roccia fusa formarono una palla incandescente (le sfere di gas girando si portano al centro della scena e formano una sfera) Che prese a girare insieme ai gas (le sfere di gas girano in cerchio) poi si stabilono nella loro forma definitiva (le sfere di gas si inginocchiano formando una linea e tenendo la testa bassa)
Terzo bambino: Il granito galleggiò in lato, il ferro sprofondò nel nucleo (i bambini granito si alzano, i bambini ferro rimangono inginocchiati) Infine, il granito si raffreddò fino a formare una solida crosta di pietra.
Scena 2
Primo bambino (entrano i vulcani): I vulcani eruttaroro, lanciando pugnali fiammeggianti; (i vulcani zampillano) Il Sole gettò i suoi raggi cocenti (entra il sole) La Terra bruciava con ardente calore; l’acqua evaporò tornando ad essere un gas (entra il vapore)
Secondo bambino: Le meteore cominciarono a piovere dal cielo; privo di atmosfera (le meteore vengono gettate contro lo sfondo) Una delle più grandi può aver contribuito a formare la Luna che circonda la Terra oggi (entra un bambino con l’immagine della Luna)
Scena 3
Primo bambino: La Terra si era raffreddata abbastanza da permettere alla pioggia di cadere. (entra la pioggia) Nubi nere avvolsero la Terra, che sprofondò nelle tenebre (entrano i bambini coi panni scuri e coprono lo sfondo) I fulmini aprivano fessure frastagliate squarciando la nube (si lanciano i fulmini e si fa il rumore dei tuoni) (si fa calare il secondo sfondo) Non c’era nessuna vita sulla Terra: solo acqua e nuda crosta, e nient’altro. (i bambini indicano lo sfondo) Poi un giorno le piogge si fermarono (i bambini nube escono) La nube scura scomparve e la luce potè di nuovo splendere. (entra il Sole, brilla, poi se ne va)
Scena 4
Primo bambino: Ancora non c’era vita sulla Terra; solo la crosta rocciosa e oceani inquieti Ma negli oceani, le condizioni per accoglierla era pronte, e l’Adeano stava per finire. Ma questa è un’altra storia… (due bambini distendono il poster della comparsa della vita)
Secondo bambino: Grazie per essere venuti. Speriamo che il nostro spettacolo vi sia piaciuto.
La prima grande lezione Montessori
SPUNTI DI LAVORO PER I GIORNI SEGUENTI
Con brevi lezioni chiave, aperte, diamo una certa quantità di informazioni sugli argomenti toccati e su altri ad essi connessi. Per acquisire il vocabolario tecnico specifico e sperimentare i concetti presentiamo i materiali e i set di carte tematiche.
Quando i bambini hanno acquisito le conoscenze di base, possiamo chiamarli in cerchio, mettere sul tappeto davanti a loro una grande quantità di libri e materiali, e parlare loro della ricerca. Spieghiamo che una delle attività più emozionanti della scuola elementare è la ricerca. “Ricerca” significa che un bambino sceglie un argomento, legge un libro o due su di esso, e prende appunti su quello che secondo lui è importante. Dopo che il bambino ha scoperto tutto quello che può me lo dice. Anche le ricerche al computer sono un ottimo lavoro.
Prendiamo poi un libro e ne leggiamo un paragrafo. Lo chiudiamo e chiediamo ai bambini cos’era importante in quello che abbiamo letto. Il libro non dovrebbe essere ne troppo semplice ne troppo difficile da riassumere. Scriviamo un semplice riassunto insieme, quindi chiediamo ai bambini più grandi di scegliere un argomento per il giorno, mentre per i più piccoli predisponiamo noi un argomento, che i bambini svolgeranno in gruppo col nostro aiuto.
Il primo argomento di ricerca per i più grandi può ad esempio essere il Sistema Solare, che è abbastanza ampio da risultare vario e stimolante per tutti. Le ricerche possono comprendere anche materiale stampato dal web, che spesso i bambini portano da casa. In queste occasioni, soprattutto se le pagine sono molte, diciamo ai bambini di sottolineare le parti più interessanti con un evidenziatore, invece di prendere appunti. Possiamo anche fornire ai bambini una scheda o un piccolo libretto che contiene delle domande guida.
Al termine di ogni ricerca, quando tutti hanno più o meno finito di copiare o riassumere le informazioni trovate, ci sediamo in cerchio. Leggiamo le domande ad alta voce, e chiediamo se ci sono dei volontari, così i bambini leggono quello che hanno scritto. Poi parliamo di ciò che ognuno di loro ha trovato. Possiamo chiedere se qualcuno ha trovato qualcosa di particolarmente eccitante (di solito i bambini hanno con sé i libri scelti). Questa è un’occasione per parlare di quello che hanno scoperto, di ciò che attira il loro interesse, e ci aiuta ad espandere il loro studio in quella direzione.
LA PRIMA GRANDE LEZIONE MONTESSORI
La nascita dell’Universo
Lezioni chiave, da presentare per avviare i lavori di ricerca
Le rocce (possiamo anche scegliere di parlare solo delle rocce ignee, rimandando la trattazione delle rocce sedimentarie alla seconda grande lezione, aggiungendo le roccia metamorfiche e il ciclo delle rocce)
La composizione della Terra
Formazione degli Oceani
Formazione delle montagne
La luna
La composizione degli altri pianeti
Linea del tempo della nascita dell’Universo
Mitologie della creazione, letture e riassunti in classe
I viaggi spaziali
Mappe dei vulcani esistenti (anello di fuoco)
Come i continenti si sono spostati nel tempo
Lettura di racconti su Pompei (o altre storie di eruzioni), che porti alla composizione di racconti da leggere alla classe
Mitologia relativa ai vulcani da leggere in classe (Pele, i miti delle Hawaii, ecc…)
Corda del sistema solare
Le orbite
Dimensioni dei Pianeti e distanza dal Sole
Preparare un grafico per ogni pianeta e uno complessivo: rotazione del pianeta su se stesso, dimensioni, numero di lune, tempo di rotazione intorno al sole, distanza dal sole, peso
Educazione cosmica Montessori – Le cinque grandi lezioni che stanno alla base dell’educazione cosmica montessoriana vengono tradizionalmente presentate nella scuola primaria, dalla prima alla terza classe.
Diversamente da quanto avveniva nella scuola materna, quando si presentava al bambino una piccola idea che gradualmente evolveva nella costruzione di un grande concetto, ora partiamo dal più grande dei concetti per mostrare come tutte le idee si inseriscono in un gigantesco disegno.
Queste cinque lezioni sono:
Prima grande lezione: nascita dell’Universo e della Terra
Seconda grande lezione: la comparsa degli esseri viventi
Terza grande lezione: la comparsa degli esseri umani
Quarta grande lezione: la storia della scrittura
Quinta grande lezione: la storia dei numeri
Educazione cosmica Montessori Prima grande lezione: nascita dell’Universo e della Terra
Il primo giorno di scuola i bambini ascoltano la prima fiaba cosmica sulle origini dell’Universo. Poi il complesso svolgersi della grande lezione prosegue con dimostrazioni, ricerche, esperienti, attività artistiche e manuali, toccando nel corso dell’anno varie materie ed argomenti:
Astronomia: sistema solare, stelle, galassie, comete, costellazioni
Metereologia: vento, correnti, tempo atmosferico, erosione, ciclo dell’acqua,
Chimica: stati della materia, miscele e composti, reazioni, elementi, atomi, tavola periodica, molecole, formule chimiche, equazioni, laboratori,
Geologia: tipi di roccia, minerali, ambienti terrestri, vulcani, terremoti, placche tettoniche, ere glaciali, ere geologiche
Geografia:mappe, globo terrestre, latitudine e longitudine, clima, terre emerse e oceani, continenti e Paesi.
La fiaba cosmica originale di Maria Montessori includeva elementi religiosi, e per questo oggi se ne elaborano delle varianti più adatte ai gruppi multiculturali che vivono la scuola.
un lungo cartellone con immagini e didascalie su microorganismi, piante ed animali che sono vissuti e vivono sulla terra. Si enfatizza la grande diversità delle forme viventi, e l’importanza del contributo di ognuna per il mantenimento della vita del pianeta. Questa lezione coinvolge nel tempo queste materie:
Biologia: cellule, organismi pluricellulari, regni della natura, campioni, dissezioni, osservazioni, uso del microscopio
Botanica: studio delle piante, classificazioni, funzione, parti delle piante (seme, fiore, frutto, foglie, tronco, radice), tipi di piante
Questa lezione porta alla costruzione di una linea del tempo che evidenzia le tre grandi caratteristiche che rendono la nostra specie così importante: una mente immaginativa, una mano che sa compiere un lavoro, un cuore che sa amare.
Questa lezione evolve nello studio di queste materie:
Storia: linee del tempo, preistoria, civiltà antiche, storia mondiale, storia di Continenti e Paesi specifici
Cultura: arte, artisti, musica, compositori, danza, teatro, architettura, design, filosofia, religioni, buone maniere e gentilezza.
Studi sociali: attualità, politica, economia, commercio, volontariato
Invenzioni e scoperte scientifiche: scienziati, inventori, metodo scientifico, invenzioni, macchine semplici.
Educazione cosmica Montessori Quarta grande lezione: la storia della scrittura
E’ anche chiamata la storia della comunicazione attraverso i segni. La lezione tratta dello sviluppo delle scritture nel mondo: pittogrammi, simboli, geroglifici, alfabeti antichi, invenzione della stampa, ecc…
La lezione porta allo studio di queste materie:
Lettura: letteratura, poesia, saggistica, mitologia e fiabe popolari, autori, comprensione dei testi, analisi logica e del periodo, analisi del testo letterario
Scrittura: stile, funzione, voce, composizione, scrivere lettere, scrivere ricerche, abilità di studio
Linguaggio: origine delle lingue, lingue straniere, storia delle lingue, conferenze, recite
Strutture linguistiche: alfabeti, costruzione di libri, grammatica, punteggiatura, analisi della frase semplice e complessa, studio della parola, figure retoriche.
Educazione cosmica Montessori Quinta grande lezione: la storia dei numeri
E’ anche chiamata storia della matematica. La lezione comincia con le civiltà antiche, che spesso avevano solo uno, due, e più di due e questo rappresentava tutto il loro sistema numerico. Si prosegue con una visione dei diversi sistemi di numerazione attraverso i secoli, che culminarono nello sviluppo del sistema decimale che usiamo anche oggi.
Questa lezione porta allo studio di queste materie
Queste cinque storie introducono una quantità enorme di informazioni. Dopo ogni storia si aprono gli studi di molte materie ed argomenti. Le storie possono essere ricordate più volte durante l’anno, quando si introduce un nuovo argomento, per dare unità e coesione alla grande varietà di argomenti trattati.
L’educazione cosmica Montessori rappresenta la risposta al “periodo sensitivo della cultura” proprio del bambino della scuola elementare e gli permette di assistere al grandioso spettacolo dell’evoluzione naturale e umana.
Questo insegnamento sviluppa nei bambini il sentimento cosmico di unità e interdipendenza, e struttura il carattere di una personalità allargata, decentrata, responsabile, pacifica, morale.
Con l’educazione cosmica i saperi e le discipline sono al servizio della conoscenza del tutto e la scuola diventa officina di conoscenza cosmica.
Educazione cosmica Montessori
Nella visione di Maria Montessori ogni essere umano attraversa varie fasi di sviluppo (piani di crescita) dalla nascita all’età adulta. I piani di crescita sono così suddivisi:
1°piano di crescita: fase I: o – 2 anni fase II: 3 – 5 anni fase III: 6 -7 anni
2° piano di crescita: 8 – 12 anni
3° piano di crescita: 13 – 18 anni.
Maria Montessori elaborò la sua Teoria Cosmica come risposta agli interessi dei bambini che entrano nella scuola elementare (secondo piano di crescita). In questo periodo, infatti, il bambino sente il bisogno di allargare il proprio campo d’azione, diventa via via insofferente verso l’ambiente chiuso della famiglia e ha bisogno di rapporti sociali più ampi. Ha costruito il linguaggio ed esaurito il tempo della scoperta sensoriale e motoria, anche se l’azione inconscia domina ancora fino ai 7 anni. Esprime curiosità e domande del tutto nuove: “Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?”. Entrato lentamente nella realtà, ha acquisito una maggiore capacità di astrazione ed è in grado di mettere in relazione cause ed effetti. Si pone problemi etici e morali, esige giustizia nei rapporti con gli altri, vuole capire i fenomeni naturali: i perché del sole e della luna, dei terremoti e dei vulcani, delle piante e degli animali, del mare e dei fiumi…
Poiché Maria Montessori aveva una solida preparazione matematica e biologica, questo le permise di trovare modi di aprire ai bambini entrambi questi settori della conoscenza umana, non in modo nozionistico mnemonico, ma proponendo “astrazioni materializzate” in una cornice di ampio respiro, più tardi definita come Teoria Cosmica.
Via via mise a fuoco la complessa visione dei rapporti tra sole, viventi e atmosfera, tra clima e eventi terrestri, tra correnti marine e vulcani attivi e molto altro ancora, tutti fenomeni che mantengono sul pianeta un’armonica rete di equilibri in cui ogni specie svolge, attraverso ogni suo individuo, un proprio “compito”.
È questa la prospettiva che volle offrire ai bambini: tradurre in termini per loro leggibili le meraviglie dell’universo e del nostro pianeta, per aiutarli ad immaginare perché è qui che si svolge la loro vita ed è l’universo che può fornire risposte alle loro domande più profonde.
Educazione cosmica Montessori
L’educazione cosmica Montessori non è una disciplina o un insieme di nozioni, ma rappresenta il filo teorico e operativo che attraversa e coordina i vari materiali in una struttura unitaria. Non è un nuovo approccio alle materie scolastiche, ma un piano di sviluppo per ogni fase di crescita. È un modo di rapportarsi del bambino verso l’universo e verso l’umanità che gli permetterà di fatto di creare connessioni e sviluppare le sue potenzialità. Creare connessioni significa utilizzare più di un canale sensoriale. Non bisogna dare solo il concetto astratto, ma farlo arrivare attraverso le mani, i colori, l’ambiente, le emozioni. Queste vie creeranno agganci sensoriali ed emotivi che aiuteranno ad apprendere nuove idee, nuovi concetti… Connettere non vuol dire uniformare: ogni disciplina ha il suo linguaggio e i suoi modi di procedere, nelle scuole Montessori i materiali messi a disposizione dei bambini li unificano sia perché costituiscono un sistema coerente con precisi richiami sensoriali, sia perché organizzati entro la cornice concettuale del Piano Cosmico.
Maria Montessori parla di questi temi principalmente in due testi: Dall’Infanzia all’Adolescenza e Come educare il potenziale umano. Già nel primo aveva preso in esame, oltre ai nuovi comportamenti che emergono a questa età, il suo strumento più potente: l’immaginazione. Base stessa dello spirito, ha però bisogno di essere costruita e organizzata. Nel secondo testo riparte dalla metamorfosi dell’essere umano dalla prima alla seconda infanzia e torna sul tema dell’immaginazione. Prospetta di dare ai bambini una descrizione della Terra con i suoi tre involucri solido, liquido e gassoso e il suo quarto involucro , cioè la vita che occupa tutta l’atmosfera esterna e penetra i tre involucri stessi. Qualche volta viene chiamata “biosfera” o sfera della vita, ed è parte integrante della Terra come la pelliccia lo è di un animale.
Il termine biosfera (sfera dei viventi che avvolge la “geosfera) fu coniato nel 1885 dal geologo austriaco Eduard Suess. Quella che Maria Montessori chiamò educazione cosmica è, nella sua proposta concreta, l’incontro tra realtà della biosfera e le osservazioni di Darwin sull’evoluzione delle specie. È questo che propone ai bambini dopo i sette anni tramite i tanti fenomeni evolutivi che, a partire dal cosmo (formazione del sistema solare), arrivano alla storia dei viventi.
In concreto c’è un doppio binario: il bambino parte dalla storia personale o dalla vicenda di una pianta o di un piccolo animale realizzate su una striscia che indica il trascorrere dei mesi o degli anni, secondo una data unità di misura e riporta con scritti e disegni eventi di quella stessa vita. In parallelo, facendo leva sull’immaginazione, esplora la “striscia della vita”. Questa tocca, in senso darwiniano, le specie esistite dai trilobiti ai dinosauri fino alla specie umana. In tempi a seguire ci sono altre strisce che mettono in luce gli eventi della preistoria e successivamente la storia vera e propria dall’Homo abilis all’epoca presente, con scoperte e invenzioni, adattamenti ambientali della casa, degli abiti, dei mezzi di trasporto, fino al desiderio di ornare e ornarsi, i tentativi di comprendere il vivere e il morire, ma anche la lotta per il potere sempre presente nei secoli contro la libertà di pensiero e regole giuste e condivise.
Dunque ampie conoscenze da un lato e dall’altro indipendenza di pensiero e di azione in un clima di buone relazioni tra adulti e ragazzi, capacità critica e allenamento a dire sempre che cosa si pensa, non avendo sviluppato il timore del giudizio altrui. Potremmo definirla una via laica di pace.
La biosfera offre un panorama straordinario con la varietà degli habitate delle specie. Un miracolo la vita, potente e fragile al tempo stesso, che va offerto ai bambini come un libro aperto, da esplorare e da rispettare in tutte le sue relazioni. Partiamo dall’osservazione diretta dei fenomeni naturali, del clima come dello sviluppo di germogli; andare in esterno a scoprire come ovunque ci siano tracce di viventi. I ragazzini dovrebbero il più possibile uscire dalla scuola e andare alla scoperta della vita verde che hanno intorno a loro e che non vedono. Così possiamo dire che l’educazione cosmica comincia dalla prima infanzia. Nella seconda infanzia l’interesse per catalogare può portare alla classificazione dei viventi e insieme alla individuazione delle singole piante. La diversità delle specie non è tanto espressione di folgorante bellezza, di cui peraltro usufruiscono solo gli umani grazie al loro prodigioso sistema nervoso, quanto strumento di salute globale del pianeta.
Educazione cosmica Montessori
Gli esperimenti possono riguardare anche fenomeni più ampi: constatare che l’acqua scende sempre dall’alto verso il basso, che il ghiaccio galleggia sciogliendosi più velocemente se fa caldo e che può anche diventare vapore; il miracolo dei cristalli di neve di cui è impossibile trovare due identici, esattamente come non si trovano due foglie uguali in uno stesso albero… in molti modi, semplici e a costo zero, si possono sperimentare la forza di gravità, i movimenti di Terra, Sole e Luna, la formazione dei cristalli, il depositarsi del carbonato di calcio, la funzione della clorofilla e così la salita di un liquido in una sottilissima provetta/capillare per immaginare come possa nutrirsi anche l’ultima fogliolina in cima a una quercia o a una sequoia. È fantastico osservare come l’immaginazione dei bambini si metta in azione e li spinga in connessioni molto personali tra un fatto visto e un fenomeno avvenuto anche a migliaia di chilometri di distanza.
Quanto agli animali, sempre mal tollerati all’interno delle scuole, possiamo dire che suscitano invece il massimo degli interessi. Possiamo avere in classe una gabbia sempre aperta da cui una coppia di canarini possa uscire ed entrare, una vaschetta per accogliere una coppia di tartarughine d’acqua che i ragazzini a turno porteranno a casa nei giorni di vacanza. In esterno si può avere un piccolo pollaio per il piacere di nutrire e di raccogliere le uova o una conigliera se ci sono nelle vicinanze campi per raccogliere erba fresca. Occuparsi di un animale o di una pianta alimenta la vita interiore e insegna molte cose in fatto di attenzione.
Contro lo studio separato delle varie scienze, presentiamo ai bambini il piano cosmico non in modo ideologico salvifico e ancor meno in stile new age, ma con tutta l’apertura mentale che la biologia stessa esige. Un altro errore è quello di intenderla come una sorta di colpevolizzante ecologia: non è sul senso di morte che può crescere l’amore alla vita. Il bambino ha bisogno di cose vere, non virtuali , ricche di fascino e soprattutto positive. Più riusciamo a focalizzare la nostra attenzione sulle meraviglie e sulla realtà dell’universo, tanto meno avremo gusto nel distruggerle.
Noi non possiamo comprendere un sasso senza capire almeno qualcosa del grande sole, perciò facciamo vedere al bambino come tutto è interconnesso nell’Universo e sulla nostra Terra: storia, evoluzione e cultura. Gli insegniamo che c’è un’interdipendenza fra noi e il mondo naturale che ci circonda, e a guardarsi attorno con un senso di meraviglia.
Si può anche dire che il Piano Cosmico riflette la struttura e il funzionamento della nostra mente. È per questo motivo che Maria Montessori insiste nel ricordarci come la conoscenza sia soprattutto relazione. Non si può dare tutto il sapere all’allievo, perchè la conoscenza umana è sterminata. Bisogna dare al bambino il massimo dei germi d’interesse, l’amore per la conoscenza e la curiosità. Poi, sarà lui che saprà cercare i fatti e i dettagli al momento opportuno.
La cornice concettuale offerta dall’educazione cosmica Montessori rende possibile un apprendimento non lineare, che si muove per piani, in cui il bambino allarga la sua conoscenza attorno a un tema o a un argomento che ha stimolato il suo interesse. Il bambino impara a porsi domande e a fare ricerca ed a creare connessioni. I collegamenti non solo intellettuali, ma innanzitutto umani, che nascono dal collaborare sullo stesso lavoro, per esempio.
Una nozione, un avvenimento, un’idea devono essere ancorati, cioè collegati e connessi, all’ambiente che sta loro attorno affinché acquisiscano consistenza. Il contesto può addirittura cambiare quello che percepisco e apprendo di un fatto. E poi c’è il contesto creato dall’ambiente preparato delle scuole Montessori. Per esempio, vi siete mai chiesti perché i lavori vengono svolti su di un tappetino? Non solo per comodità e cura dei materiali, ma soprattutto perché lo spazio limitato fornisce un contesto ben preciso in cui utilizzare il materiale scelto. E c’è il contesto dell’attenzione: pensate a quanto costa cambiare contesto mentale a un bambino quando a scuola “finisce l’ora” e ne inizia un’altra.
L’interdipendenza è oggi universalmente riconosciuta come la legge fondamentale che regola l’universo e la vita sulla terra. Occorre offrire al bambino le chiavi di lettura per interpretare le interdipendenze tra gli esseri della natura, per soddisfare la sua naturale sete di conoscenza. Il bambino è il “costruttore dell’uomo” e l’uomo è il costruttore della Supernatura, intesa come protezione e sviluppo della natura. Quindi il bambino costruttore dell’uomo è anche il bambino costruttore del cosmo, perché il cosmo è l’ambiente nel quale l’uomo assolve la sua missione.
Educazione cosmica Montessori
Il rapporto cosmo-bambino comincia dalla nascita. Il bambino piccolo che lancia gli oggetti per terra e si diverte perché fanno rumore, è il bambino che si sta mettendo in contatto con le leggi cosmiche. Giocando con la palla, ad esempio, egli realizza, come li definisce Maria Montessori, piccoli «punti di coscienza»: scopre che rotola, che rimbalza, che cade, che vola e poi cade. Questi punti di coscienza rendono il bambino consapevole che intorno a lui ci sono delle leggi. Il bambino si trova, giorno dopo giorno, di fronte a numerose difficoltà che deve superare. Anche l’uomo ha dovuto vincere queste difficoltà. Infatti, quando l’uomo ha conquistato la stazione eretta si sono liberate le sue mani ed egli ha potuto lavorare. Il bambino realizza questo stesso processo in pochissimo tempo. Questo è il bambino cosmico, perché è il bambino che nasce dalla natura biologica, ma che è al servizio di una natura superiore.
Maria Montessori afferma che il lavoro è la vocazione dell’uomo e questo l’aveva scoperto osservando i bambini. Nel lavoro, invece di trovare la stanchezza, essi trovano riposo e gioia. Il bambino lavora alla costruzione dell’uomo e l’uomo deve aiutare la costruzione del bambino. Maria Maria Montessori afferma che il bambino e l’uomo sono due esseri diversi: il bambino non è ancora l’uomo, l’uomo non è più il bambino, ma l’uno è il costruttore dell’altro. Sono due esseri diversi che hanno funzioni diverse, ma entrambe cosmiche.
L’educazione cosmica Montessori non consiste nel trasmettere la cultura al bambino. E’ molto di più: è far sentire il bambino inserito nel cosmo come essere umano, creatore della Supernatura, cosciente, libero. Tutte le altre creature, al contrario, non sono libere perché vivono seguendo leggi cosmiche, alle quali non possono disobbedire. L’uomo è libero, anche di sbagliare. L’errore è espressione di libero arbitrio, perciò la Dottoressa Montessori ha inserito nella sua metodologia l’errore come uno strumento di progresso. Il bambino può sbagliare, ma l’importante è che si autocorregga.
Maria Montessori afferma che, offrendo al bambino la storia dell’universo, egli può ricostruire con la fantasia qualcosa che è mille volte più stimolante e misterioso di qualsiasi fiaba. Due sono gli elementi sicuramente in grado di affascinarlo: uno è la grandiosità, l’altro è il mistero. Il bambino di questa età è attratto dalle dimensioni e Maria Montessori suggerisce di dare al bambino la grandiosità della vita sul globo, utilizzando i numeri.
Per quanto riguarda il mistero, sarà di aiuto la narrazione dei miti e delle favole cosmiche. Esse servono al bambino, perfettamente cosciente che quello che gli viene narrato non è realtà, per visualizzare e precisare alcuni fenomeni. Nelle favole cosmiche sull’origine dell’universo, del sole e della terra (Il dio senza mani, La danza cosmica, La storia della goccia d’acqua), uno dei primi accorgimenti è quello di far visualizzare, attraverso l’immaginazione, la primordiale assenza di luce. Per dar vita a questo buio assoluto si chiudono le finestre, rimanendo al buio in silenzio. In questo modo il bambino si sente il protagonista della situazione. Poi si fa luce e trova espressione il concetto di principio vitale. In questo buio, ad un certo punto, si percepisce un’incandescente fiammella, capace di contenere il sistema solare (sole, terra, pianeti) e l’universo intero. È necessario, inoltre, che i bambini avvertano un’altra sensazione: il grande freddo, la primordiale glacialità dalla quale era avvolto il globo terrestre. Pertanto, si fa toccare un pezzo di ghiaccio (-40°), e si dice: «Pensate che gran freddo doveva esserci, se la temperatura di allora si aggirava sui –273°!»
Fare educazione cosmica vuol dire mettere in comunicazione i bambini in un contesto di solidarietà spaziale e temporale, che non li farà sentire soli nell’universo, ma parte di un tutto che procede verso un fine, che collabora ad una missione comune.
Ogni forma di vita assolve inconsciamente alla sua funzione e obbedisce alle precise leggi della natura. L’uomo, invece, affida la sua obbedienza alla sua libertà, è cosciente di ciò che fa e pertanto può anche non farlo, perché in lui è presente una natura superiore, lo Spirito. Egli non è legato ad istinti fissi, ma a bisogni di vita spirituale, che lo guidano verso l’elevazione di se stesso, nella e con la natura. Questo progresso si concretizza nella Supernatura. Nel momento in cui essa si costruisce, si compie anche l’evoluzione dell’umanità. Per cui: l’educazione è uno scambio tra la natura umana e la Supernatura. In questo scambio il bambino incontra natura e supernatura, scienze e storia e si rende conto che questo interscambio è il segreto dell’evoluzione cosmica.
Maria Montessori afferma che anche se gli uomini lottano tra di loro, o hanno lottato; anche se hanno fatto delle guerre e si sono schierati in parti opposte le une alle altre, hanno pur sempre tutti lavorato a costruire un mondo che sarà quello della pace. Gli uomini sono migliori di quello che appaiono. Chi lavora non lo fa in rapporto ai propri bisogni, ma in rapporto ai bisogni degli altri. Questa carità cosmica è universale. Essa richiede la dedizione della vita di ciascuno per l’umanità intera; eleva il mondo verso la civiltà, mentre provvede all’esistenza di tutti indistintamente. Qualcuno potrebbe pensare che gli uomini facciano tutto ciò solo per guadagnarsi la vita, ma inconsciamente obbediscono ad un comando inconscio che guida gli avvenimenti e conserva l’esistenza universale. Se l’uomo elevasse a più alto livello la propria coscienza, potrebbe sentire la bontà e il sacrificio dei propri simili. Questa è la parte emotiva dell’«educazione cosmica».
Occorre rivolgersi al bambino per realizzare la pace. Il bambino è un essere umano nel quale la pace vive in potenza. Maria Montessori afferma che la pace non è un’opera razionale degli uomini, ma un’opera della creazione: le forze che creano il mondo sono le stesse che devono creare la pace. Quando una nuova morale ispirerà alle generazioni future il sentimento dell’amore non più soltanto per la patria, ma per l’umanità intera, la base della fratellanza e della pace sarà costruita.
Quando si coglie l’unità sostanziale del genere umano, al di là delle apparenti diversità, e si comprende il significato del compito cosmico che lega ogni essere vivente a ogni altro, non si può non sentirsi membri di una stessa grande famiglia e cittadini del mondo.
Il vulcano è davvero un classico tra le attività scientifiche proposte ai bambini della scuola d’infanzia e primaria. Nelle vacanze estive è anche un ottimo gioco da fare all’aperto, o in cucina…
Vulcano in eruzione: Versione 1
Materiale occorrente:
carta di recupero
una bottiglia di plastica
un tubo di plastica
colla a caldo
una pasta di sale fatta al momento e lasciata molto morbida
sassi e muschio
aceto, bicarbonato e ketchup
un imbuto per il cratere e uno per il tubo
Preparazione:
1. forare un lato della bottiglia, in basso, inserire il tubo e sigillare con la colla a caldo
2. modellare il vulcano con palle di carta di recupero e pasta di sale
3. colorare il vulcano e decorare con sassi e muschio
4. in una brocca miscelare aceto e ketchup (nella proporzione che volete)
Attività:
1. i bambini, a turno, versano del bicarbonato nella bocca del vulcano
2. i bambini, a turno, versano nel tubo la miscela di ketchup ed aceto
Vulcano in eruzione: Versione 2
… per realizzare il vulcano basta nascondere una bottiglia di plastica all’interno di una montagna che può essere fatta con sabbia, terra, pasta da modellare, carta pesta… noi l’abbiamo preparato così:
materiale occorrente:
– un contenitore poco profondo di legno, plastica, o cartone
– una o due bottiglie di plastica
– cartoni da pizza da asporto
– vecchi quotidiani
– carta da cucina
– colori a tempera
– carta verde (velina, oleata, cartoncino)
– una colla artigianale preparata con farina bianca, acqua e aceto balsamico
– stecchini da spiedino
– sabbia, terra, sassolini (o farina gialla)
– nastro adesivo
Procedimento
Preparata la colla artigianale, noi abbiamo incollato le due bottiglie tra loro con la colla a caldo, per poter eventualmente caricare il vulcano dal basso, e anche per lo svuotamento, ma non è indispensabile. Potete tranquillamente usare una bottiglia sola.
poi abbiamo iniziato a modellare la montagna attorno alla bottiglia coi cartoni da pizza, fissandoli col nastro adesivo:
e con la nostra colla artigianale data col pennello, versata con un bicchierino, o anche preparando delle pezze di carta da cucina imbevute della nostra colla e poi appoggiate al cartone (così si fa anche pulizia senza sprecare nulla):
continuiamo a modellare, aggiungendo anche fogli di giornale:
rivestiamo con abbondante colla artigianale, quindi mettiamo ad asciugare.
Quando è asciutto, possiamo modellare il cratere tagliando un po’ la bottiglia, e quindi passiamo alla decorazione:
Per la scenografia noi abbiamo usato ghiaia e farina gialla, poi abbiamo strappato la carta verde (strappare la carta è un’attività molto interessante per i bambini più piccoli, ed un ottimo esercizio di motricità fine):
Il nostro vulcano ha anche una bella grotta, dove può abitare ad esempio, una famiglia di orsi… ma potrebbero essere uomini preistorici, o altri personaggi.
Veniamo all’eruzione; noi giochiamo spesso con le pozioni magiche, questi sono alcuni nostri esperimenti con succo di cavolo rosso, bicarbonato ed aceto, e può essere una prima buona idea per il nostro vulcano. La reazione funziona sempre, non servono dosi e i bambini si divertono molto a sperimentare le variabili di consistenza e colore:
Al posto del succo di cavolo rosso, possiamo invece usare del colorante alimentare rosso, e sempre bicarbonato ed aceto (caricando il vulcano dall’alto o dal basso, come volete):
Ecco l’eruzione:
Un’altra possibilità è utilizzare la ricetta del “dentifricio degli elefanti”, che crea una schiuma molto densa e di grande effetto; servono:
10 cucchiai di acqua ossigenata a 20 volumi (si compra dal parrucchiere)
una o due bustine di lievito per dolci
un cucchiaio di detersivo per piatti
colorante alimentare
tre cucchiai di acqua calda per sciogliere il lievito.
Mettete nel vulcano l’acqua ossigenata, il detersivo e il colorante. A parte sciogliete il lievito e versatelo velocemente nel vulcano.
per ravvivare la reazione potete aggiungere poi aceto bianco:
La terza possibilità è versare nel vulcano della diet coke, e aggiungere alcune caramelle mentos (si crea un getto alto di schiuma marrone che non ho fatto in tempo a fotografare, poi continua per qualche secondo la fuoriuscita di schiuma)…
Esperimenti scientifici per bambini – Uvetta ballerina – Cosa serve: acqua, bicarbonato di sodio, aceto bianco, cinque o sei uvette, un vaso di vetro dai bordi alti. Questo esperimento può essere molto interessante da proporre durante la narrazione della prima fiaba cosmica Montessori, per illustrare la danza degli elementi.
Esperimenti scientifici per bambini
Uvetta ballerina
Cosa fare
Versare nel vaso una tazza di acqua, aggiungere un cucchiaio da cucina di bicarbonato e mescolare con cura.
Aggiungere l’uvetta.
Infine versare, lentamente, mezzo cucchiaio da cucina di aceto bianco.
L’uvetta dovrebbe cominciare a danzare nel vaso.
Se questo non avviene, aggiungere dell’altro aceto.
E' pronto il nuovo sito per abbonati: la versione Lapappadolce che offre tutti i materiali stampabili scaricabili immediatamente e gratuitamente e contenuti esclusivi. Non sei ancora abbonato e vuoi saperne di più? Vai qui!