I bambini e il cibo: strategie pratiche per l’educazione alimentare

I bambini e il cibo è un libro che fa parte della collana “Libri in tasca” di EPC Editore. In questa raccolta vengono pubblicati tascabili e ebook che trattano tematiche quali educazione,  alimentazione, valorizzazione del sé e self help con un taglio operativo, per insegnare a mettere in pratica i consigli degli esperti.

Nel caso di “I bambini e il cibo” l’esperta che ci insegna a mettere in pratica i suoi consigli è la dottoressa Paola Medde, psicologa e psicoterapeuta, ricercatrice presso l’Università La Sapienza  e presidente della Società Professionisti Italiani del Comportamento Alimentare e Peso (SPICAP). La sua attività si concentra sul periodo dell’allattamento e dello svezzamento.

“Da oltre trent’anni, come pediatra di famiglia, incontro quasi ogni giorno bambini obesi o in sovrappeso o che mangiano poco o nulla, o che si rifiutano di mangiare qualunque cibo ad esclusione delle solite poche cose (in genere dolci, pasta in bianco, fritti e salumi). Per questa ragione ho trovato il libro agile e piacevole, e  ciò che più conta, potenzialmente efficace”, scrive la dottoressa Laura Olimpi nella prefazione.

Questo libro è uno strumento prezioso perchè focalizza l’attenzione sui processi di apprendimento in campo alimentare, su come questi avvengono, sul contributo che i genitori possono dare, sugli ostacoli che incontreranno, e aiuta a capire come trasmettere sane abitudini alimentari ai bambini, in modo naturale e senza forzature.

Il testo è suddiviso in due parti; la prima fornisce le basi per comprendere e riflettere, ed è suddivisa nei capitoli:
– Perchè questo libro?
– La Psicologia e il comportamento alimentare
– Come si formano le abitudini e come cambiarle
– Dall’informazione nutrizionale all’educazione alimentare
– Il comportamento educativo efficace.

Le troppe informazioni nutrizionali, l’eccesso di attenzione al cibo, le nuove conoscenze sulle etichette degli alimenti ecc. hanno aumentato la consapevolezza, ma conoscere la qualità dei nutrienti e gli effetti benefici di una sana alimentazione non basta per cambiare il comportamento alimentare, che è un comportamento complesso fatto di influenze sociali, condizionamenti ambientali, processi di apprendimento e abitudini automatiche.
I genitori hanno bisogno di strategie pratiche che li aiutino a fare ciò che gli specialisti dicono che è giusto fare, strategie pratiche per portare a termine con successo l’educazione alimentare dei propri figli.
Nel nostro ruolo di genitori abbiamo un compito difficile: insegnare e trasmettere ai nostri figli dei comportamenti giusti e farli diventare delle abitudini.
Una volta instaurate abitudini scorrette, soprattutto in campo alimentare , capita che, presi dalla fretta e dal timore di sbagliare, si cerchino strategie e soluzioni che promettono di ottenere tutto e subito: non è possibile. Che ci voglia tempo per imparare a fare le cose è abbastanza chiaro a tutti, ma che ci voglia tempo per cambiare è un po’ meno chiaro.
L’abitudine è un comportamento che si stabilisce dopo ripetizioni frequenti di una specifica attività. Per abitudine alimentare non si intende il consumare il pasto a tavola o davanti alla TV, ma si intende una serie di situazione complesse che riguardano le preferenze dei cibi, ciò che siamo abituati a mangiare o rifiutare, i gusti, gli abbinamenti, le quantità, la capacità di regolarci sui segnali di fame/sazietà.
Insegnare ai bambini a mangiare in modo corretto è necessario e richiede consapevolezza e scelta dei modi in cui intervenire.
Ci vuole del tempo per strutturare delle abitudini e, una volta che si sono create abitudini sbagliate, occorre molta pazienza per correggerle: sapere che l’impresa non è impossibile rende il percorso più gradevole.
Costringere i bambini a mangiare pietanze che non vogliono mangiare non li aiuta ad amare di più quegli alimenti. Al contrario, può determinare un’avversione che potrà rimanere per tutta la vita: nessun cibo che siamo stati costretti a mangiare durante l’infanzia troverà mai spazio nei nostri pasti quotidiani.
Ripensando come genitori a tutti i nostri interventi educativi che hanno avuto successo, scopriremo che la naturalezza, la gioia del momento, la pazienza, la ripetizione costante ma soprattutto la leggerezza con la quale abbiamo affrontato quel compito educativo hanno reso tutto più facile e più efficace.


La seconda offre gli strumenti pratici per agire, ed è suddivisa nei capitoli:
– Bambini che mangiano “troppo”
– Bambini che mangiano “poco”
– Bambini che mangiano “pochi” alimenti
– Bambini che non mangiano frutta e verdura
– Bambini che mangiano per fame emotiva.

Ogni capitolo della seconda parte presenta una parte introduttiva, nella quale l’autrice illustra casi affrontati nella sua ventennale esperienza professionale e le strategie adottate per risolvere il problema.
Presenta poi un riassunto per punti intitolato “Ricordare”, per mettere a fuoco il problema che abbiamo col nostro bambino in relazione al cibo:

e una sorta di questionario intitolato “E ora tocca a voi” che ha lo scopo di aiutarci ad indagare le cause del problema e ad apportare le giuste modifiche del nostro comportamento. Infine presenta delle schede di approfondimento:

Il tuo bambino mangia troppo?
Ricordiamo che anche se si tratta di bambini piccoli, dobbiamo sempre incoraggiarli ad esprimere i propri livelli di fame o sazietà. Se il bambino mangia troppo, chiediamoci chi ha dato l’esempio e riduciamo tutti, insieme, le porzioni. Vuole il piatto molto pieno? Passiamo ad un piatto più piccolo! Evitiamo di etichettare il bambino che instaura il meccanismo della “profezia che si auto-avvera”.

Il tuo bambino mangia poco?
Pensare che siamo noi genitori a dover decidere la quantità di cibo necessaria alla crescita dei nostri bambini è un’idea sbagliata. Questo vale per tutti quei bambini in salute, che giocano felicemente, che dormono bene, che sono attivi, ma per i quali il momento del pasto si trasforma in un inferno: osservarli mentre svolgono le loro attività di gioco e studio, ci farà comprendere se il problema del “mangiare poco” è un problema reale. Ricordiamo che i bambini riescono ad autoregolarsi: fidiamoci del loro istinto. Ogni bambino, poi, ha la sua costituzione corporea: esistono anche bambini esili. Non imponiamoci sulla quantità, piuttosto aiutiamo i bambini a sviluppare forme di autocontrollo. L’autrice consiglia inoltre di tenere un diario alimentare del bambino per avere una visione oggettiva della situazione.

Il tuo bambino mangia pochi alimenti?
Soprattutto nella fase dello svezzamento è importante evitare di introdurre troppi gusti simultaneamente. Un nuovo sapore dovrebbe essere proposto almeno dieci volte, una o due volte a settimana. Dovremmo sempre incoraggiare il bambino ad esprimere il proprio gusto chiedendogli: “Ti piace?”, “Perchè non ti piace?”. La nostra alimentazione è influenzata anche da fattori sociali: coi bambini più grandi il meccanismo dell’imitazione di un coetaneo può essere d’aiuto. L’autrice consiglia di invitare, ad esempio, altri bambini a casa per mangiare insieme, oppure facciamo in modo che possa mangiare fuori casa senza di noi.

Il tuo bambino non mangia frutta e verdura?
E’ stato osservato che si può facilitare l’introduzione di frutta e verdura nelle abitudini quotidiane dei figli in modo efficace se l’atteggiamento del genitore è ragionevole e paziente, e se evita comportamenti di costrizione a tavola. Diversamente, maggiori sono le forzature e le ripetute presentazioni del cibo rifiutato e minore è la possibilità che i bambini assaggino il cibo non desiderato. Se diamo il buon esempio e mangiamo regolarmente frutta e verdura, non c’è ragione per dubitare che anche il nostro bambino lo farà. Tra i due anni ed i quindici nessun essere umano preferisce la verdura alla pasta o ai dolci, è naturale, è umano. Se non forziamo i bambini, se non nascondiamo mimetizziamo o camuffiamo i cibi rifiutati, essi faranno scelte alimentari simili alle nostre.

Il tuo bambino mangia per fame emotiva?
Stiamo attenti ai “cibi premio”, che sono quasi sempre cibi poco salutari e portano ad associare il cibo a significati diversi da quelli alimentari o nutritivi. Utilizzandoli insegniamo inconsapevolmente ai nostri bambini che il cibo può essere usato non solo per soddisfare necessità energetiche, ma anche emotive, ad esempio il festeggiamento di un successo scolastico o sportivo.
Per fame emotiva si intende un comportamento che utilizza il cibo (in particolare quello ricco di grassi o zuccheri) in risposta ad emozioni perlopiù negative. Anche la fame emotiva è un comportamento che si apprende, spesso già nella primissima infanzia. Il cibo, che dovrebbe essere offerto per nutrire, viene invece offerto ai bambini per farli felici, coccolarli, farli smettere di piangere.

Il manuale può essere usato andando direttamente al capitolo che ci interessa, oppure leggendo i capitoli in modo progressivo, ed è un aiuto prezioso per tutti gli educatori coinvolti nell’educazione alimentare dei piccoli.

Montessori per i genitori: proposte pratiche per applicare il metodo a casa

“Montessori per i genitori: proposte pratiche per applicare il metodo a casa – Bambini da 0 a 3 anni” è un libro che fa parte della collana “Libri in tasca” di EPC Editore. In questa raccolta vengono pubblicati tascabili e ebook che trattano tematiche quali educazione,  alimentazione, valorizzazione del sé e self help con un taglio operativo, per insegnare a mettere in pratica i consigli degli esperti.

Nel caso di “Montessori per i genitori” le esperte che ci insegnano a mettere in pratica i loro consigli sono Nicoletta Cola e Antonella Di Marco. Nicoletta Cola è insegnante di nido montessoriana e formatrice nei corsi organizzati dall’Opera Nazionale Montessori e nel corso universitario Montessori 0-3 anni  attivato dall’Università LUMSA di Roma.
Antonella Di Marco, recentemente venuta a mancare,  è stata Psicologa della relazione educativa, coordinatrice didattica e docente formatrice nei Corsi per la prima infanzia dell’Opera Nazionale Montessori.

La grandezza di questo piccolo libro sta nel fatto che le due autrici riescono ad essere concise ma esaustive e precise, pratiche ma senza svilire la profondità delle motivazioni, capaci di mettere a fuoco i veri bisogni dei genitori di bambini piccoli, fornire chiavi di comprensione e suggerire veri atti pratici, ma senza pontificare.
Non posso non notare che concisione, chiarezza e precisione sono proprio la norma della “lezione” montessoriana, come l’identificazione dei veri bisogni cui l’educazione deve rispondere è la chiave di tutta la didattica montessoriana.
E’ inoltre un testo piacevole e di facile lettura, e può essere un valido aiuto nella gestione quotidiana dei propri bambini, soprattutto perchè porta a riflettere sul nostro rapporto con loro, anche senza conoscere nulla della pedagogia montessoriana.

Il testo è suddiviso in cinque capitoli:
– La felicità del bambino
– L’ambiente del bambino
– Come affrontare al meglio il periodo sensitivo legato al divezzamento
– Il bambino si muove verso il mondo
– La libertà del bambino,
ma non è necessario leggerlo tutto di seguito: i numerosi esempi pratici, accompagnati da numerose immagini di vita reale, lo rendono una valida giuda da consultare quando se ne presenta il bisogno.

Ogni capitolo è strutturato in modo da suggerirci una domanda iniziale, a cui le autrici rispondono dandoci spunti di riflessione che riguardano la loro esperienza professionale e personale, nella quale ogni genitore può immedesimarsi. Questi spunti di riflessione sono rafforzati da puntuali citazioni dai testi di Maria Montessori, e in questo modo il libro è davvero leggibile anche da chi entra in contatto la prima volta con questa pedagogia.

Nel primo capitolo, dopo aver dato spunti di riflessione su ciò che si può intendere come “felicità del bambino”, si propongono attività-esempio (mobile per i neonati, cestino dei tesori, oggetti da trasportare, gioco euristico, attività di vita pratica) e a conclusione si offrono delle schede di approfondimento sul cestino dei tesori e sul gioco euristico.

Nel secondo capitolo riflettiamo sull’influenza dell’ambiente naturale, biologico e umano: intrauterino, extrauterino e supernaturale (la casa, la cameretta, ecc.), per comprendere come preparare un ambiente adeguato ad accogliere il bambino e come rispondere al suo bisogno di ordine.

Nel terzo capitolo troviamo una guida pratica attenta e precisa per gestire il periodo del divezzamento e una chiave di comprensione che può essere sintetizzata in questa semplice frase “la bocca è un organo di confine con il mondo esterno e niente deve entrarvi senza la piena volontà del bambino”. I consigli riguardano la scelta di consumare il pasto sempre nello stesso posto; il predisporre tavolo e seggiolina adatti; la scelta migliore per tovaglia, vasellame, posate e bavaglino tenendo presente il fatto che tutto ciò che viene scelto può diventare oggetto di attività per il bambino; l’atteggiamento che l’adulto tiene verso il bambino in fase di divezzamento.

Nel quarto capitolo viene trattato lo sviluppo del movimento del bambino, innanzitutto sfatando il falso mito secondo cui il bambino comincia a camminare perchè è l’adulto, ad un certo punto, ad insegnarglielo: impariamo a riconoscere e ad ammirare il grande lavoro del bambino, che si muove da subito, anche dentro il grembo materno, e col tempo e l’esercizio spontaneo rende i suoi movimenti sempre più volontari.  L’unica cosa che può fare l’adulto quindi, è favorire il movimento che il bambino stesso ha conquistato.  Seguono attività-esempio per favorire il movimento in posizione supina,  sul fianco, prona, seduta, eretta. Allenatore o genitore? Genitore che comprende l’esigenza del bambino ad essere aiutato a fare da sé.

Il quinto capitolo tratta infine il tema che è forse il più difficile per ogni genitore: la libertà del bambino e il dare limiti. Viene citata Maria Montessori “Un vigoroso e fermo richiamo è solo è vero atto di bontà… non temete di distruggere il male: soltanto il bene dobbiamo temere di distruggere“, e posta la domanda cruciale: quanti sanno essere vigorosi e fermi, senza diventare aggressivi?
Per rispondere a questa domanda le autrici analizzano alcuni degli errori comunicativi più comuni che gli adulti commettono rivolgendosi ai bambini piccoli, accompagnandoci a porci delle domande e fornendoci preziosi consigli: sussurro o  strillo? Parlo facile o difficile? Sono sicuro di quello che sto dicendo? Uso poche ma sentite parole? Da dove ti parlo?
Infine si danno consigli e spunti di riflessione per arrivare alla giusta via di mezzo senza cadere nei due opposti che sono tirannia e lassismo. La prima è magnificamente descritta da Maria Montessori “Il peccato mortale che ci domina e ci impedisce di comprendere il bambino è l’ira… all’ira si associa l’orgoglio che presta all’ira una maschera seducente, la toga della dignità, che arriva perfino a esigere rispetto facendo assumere all’ira la forma della tirannia. Una tirannia spacciata per il bene del bambino“. Il secondo si manifesta con l’incapacità dell’adulto a dire no ed è legata ad una serie di paure (del conflitto, del giudizio, del distacco, ecc.). Tra questi due opposti si possono realizzare diversi stili educativi: qual è il tuo?
Conclude il capitolo una serie di consigli che riguardano il dare regole con successo, e il modo di affrontare il rifiuto dei limiti da parte dei bambini, quello che conosciamo come “capriccio”.

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Sono davvero felice di notare che oggi finalmente anche i genitori italiani comincino ad avere a disposizione testi divulgativi sul metodo Montessori, oltre che materiali sempre più vari, a prezzi sempre più accessibili e nella nostra lingua.
Quando le mie figlie erano piccole il panorama era totalmente diverso, e l’unica via praticabile per trovare strumenti utili per applicare la pedagogia montessoriana in casa era rivolgersi alle risorse in lingua inglese.
Penso che qualsiasi nuova iniziativa di carattere divulgativo sul metodo Montessori è da accogliere come il segno, finalmente, di un mutamento culturale nel nostro Paese, mutamento che vede rinnovata curiosità verso il lavoro di Maria Montessori per qualcuno, ma scoperta ancora per molti. E sono abbastanza certa del fatto che il web abbia avuto un ruolo non da poco in questo mutamento.
Mi sembra di poter dire che questa visione del bambino e quindi dell’uomo, che è la pedagogia montessoriana, stia uscendo dalla sua “nicchia” proprio grazie al fiorire di iniziative editoriali e imprenditoriali in cui soprattutto i genitori (come autori, blogger, imprenditori, semplici cittadini) sono i soggetti attivi.
La qualità di queste produzioni può essere notevole, oppure può trattarsi di puro interesse per “cavalcare l’onda”, ma resta il fatto che è un bene che stia succedendo anche da noi.
Si è creata un’offerta che comprende cose belle, cose pessime e cose così e così, e questo dà a noi genitori la libertà e la responsabilità di scegliere.
Detto questo, quando incontro un testo chiaro, profondo e pratico come “Montessori per i genitori: proposte pratiche per applicare il metodo a casa – Bambini da 0 a 3 anni”, sento davvero di poterlo consigliare a tutte le persone che hanno la fortuna di condividere la propria vita con dei bambini.

COCAI nomenclature pronte di qualità e oggetti di carta ispirati al metodo Montessori

COCAI nomenclature pronte di qualità e oggetti di carta ispirati al metodo Montessori. Sono molto contenta di presentarvi oggi la collaborazione tra Lapappadolce e Cocai design, una nuova realtà che offre nomenclature pronte di qualità e oggetti di carta ispirati al metodo Montessori, a prezzi trasparenti e davvero accessibili a tutti, e finalmente in italiano.
Nei prossimi giorni pubblicherò le presentazioni per il materiale sull’insetto.

Da più di dieci anni lavoro affinché la didattica montessoriana possa arrivare a tutti, lottando col fatto che nella nostra lingua le risorse pronte sono davvero pochissime e ringraziando ogni giorno il fatto che conosco l’inglese.
Per le nomenclature mi sono sempre, come tutti immagino, ingegnata a prepararne di mie, utilizzando fotografie scattate da me o immagini di pubblico dominio presenti nel web. Questo ha certo molti vantaggi: preparando le nomenclature da soli riusciamo a creare sempre materiali che rispondono agli interessi dei nostri bambini, possiamo studiare noi stessi un certo argomento più approfonditamente e quindi predisporre un’unità didattica completa, ecc.
Resta il fatto che un tale lavoro richiede molto tempo. Per alcuni genitori che seguono il mio sito, anche stampare, ritagliare e preparare le cartelline per il materiale che offro per il download può richiedere più del tempo che ha a disposizione una persona che lavora e ha bambini.

Per questo sono davvero felice che comincino a nascere realtà italiane che offrono a tutti noi materiali montessoriani pronti nella nostra lingua, ed è un vero piacere farle conoscere ai miei lettori.

Cocai è il gabbiano in dialetto veneziano.

Il progetto Cocai design è speciale, perchè i suoi prodotti sono davvero bellissimi. Visitando il sito la prima volta mi hanno colpita la cura con cui è fatto, le illustrazioni delle nomenclature che sono davvero incantevoli, le immagini dei prodotti e le descrizioni che sono puntuali e precise anche dal punto di vista montessoriano, i prezzi che sono trasparenti e davvero accessibili, l’attenzione per il prodotto che si estende al fornire tutorial d’uso. Così ho voluto saperne di più, e ho capito…

Le persone che lavorano a Cocai design sono un gruppo di professionisti affermati nel campo dell’educazione montessoriana, dell’illustrazione, dell’informatica, della grafica.

Sara Furlani è l’insegnante di scuola dell’infanzia montessoriana, la formatrice Montessori del gruppo,  e parte fondamentale dello staff anche durante i laboratori con i bambini.
Luca Baroncini è l’esperto di grafica e comunicazione.
L’illustratrice è Valentina Gottardi, laureata in Architettura e Progettazione e produzione di arti  visive. Tra le altre cose ha pubblicato “Il cielo di Mino” (tradotto in varie lingue e successivamente trasformato e trasmesso dalla RAI come cartone animato) e ha illustrato “Le fiabe nei barattoli” di Marco Aime.
Col marito Maciej Michno, laureato in Informatica, lavora anche a Crisi della Prospettiva, affiancando alle tecniche tradizionali grafica e pittura digitali, 3D e animazione. Realizzano insieme siti web, loghi, progetti di packaging e cortometraggi animati.
Tra i progetti realizzati vi consiglio “Avventure sui Monti Pallidi“, ideato per trasmettere a bambini dai 6 ai 10 anni le tematiche legate alla vivibilità del territori e alla tutela e al rispetto del paesaggio, che si compone di un libretto-gioco per bambini da 6 a 8 anni, un libretto-gioco per bambini da 9-10 anni e un gioco digitale on line.

Dietro ai materiali di Cocai design, quindi, c’è davvero tutto un mondo di passione, e sicuramente la capacità di tutti di collaborare ad un progetto mettendo in campo la propria competenza professionale e unendo comunicazione visuale, i migliori strumenti tecnici, e la forza dei principi pedagogici montessoriani.

Le illustrazioni sono straordinariamente chiare e belle, ed i materiali sono pensati per un uso didattico sia nelle scuole, sia in famiglia.
Oltre alle nomenclature Cocai design offre strumenti appositamente studiati per essere ritagliati o forati, costruiti e colorati, allo scopo di dare forma a oggetti didatticamente validi e belli da vedere.

Il set Nomenclatura (attualmente disponibili l’insetto e il fiore) è composto da:
– schede delle nomenclature parlate e schede delle nomenclature mute, con cartellini
– scheda in bianco e nero del soggetto (da fotocopiare e colorare)
– poster che riprende le schede delle nomenclature in un unico supporto
– cartellina per contenere tutti i materiali, che si può riporre come un libretto su uno scaffale.

Il set Cartamondo (attualmente disponibili l’insetto e il fiore) è composto da:
– schede delle nomenclature parlate e schede delle nomenclature mute, con cartellini
– scheda delle nomenclature in bianco e nero del soggetto (da fotocopiare e colorare)
– nomenclature pop-up, che reinterpretano in uno spazio tridimensionale le nomenclature classiche. Le parti che normalmente compongono la nomenclatura possono essere ritagliate e incollate, andando a creare un modellino tridimensionale del soggetto
– leporello da punteggiare: un libretto pieghevole che ripropone le nomenclatura e che, una volta punteggiato dal bambino, offre una visione dell’oggetto sia in prospetto sia in “esploso”
– poster delle nomenclature.

Il libretto leporello da punteggiare è anche disponibile singolarmente, sempre per insetto o fiore. Lo stesso vale per le nomenclature pop up.

Seguendo le news pubblicate sul sito o sulla pagina Facebook possiamo restare aggiornati sui laboratori per i bambini,

che possono essere realizzati su richiesta nelle librerie, nelle scuole o in occasione di eventi quali festival o fiere. Per saperne di più visitate la pagina Workshop di Cocai design.

Botanica Montessori: l’incastro del fiore

Botanica Montessori: l’incastro del fiore. Presentazione ed esercizi per bambini a partire dai 3 ai 5 anni.

L’incastro utilizzato per la presentazioni è offerto da :


Botanica Montessori: l’incastro del fiore

Materiale:
– incastro del fiore

Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Presentazione 1
(presentazione del materiale)

Presentazione:
– invitiamo un bambino a lavorare con noi all’esercizio
– andiamo allo scaffale della botanica e, se lo abbiamo a disposizione,  indichiamo il cofanetto per gli incastri della botanica
– diciamo: “Questo è il cofanetto degli incastri della botanica, e questi sono gli incastri della botanica”
– mostriamo al bambino come prendere dal cofanetto l’incastro del fiore e tenerlo correttamente per portarlo al tavolo o al tappeto
– arrivati al posto diciamo: “Questo è l’incastro del fiore. Su questo incastro noi possiamo vedere le parti del fiore”
–  attiriamo l’attenzione del bambino sugli incastri, e diciamo che si tratta di un materiale molto utile a tutti e che lo maneggeremo  con delicatezza e cura
– mostriamo al bambino come prendere i pezzi in modo corretto utilizzando i pomoli, per rimuoverli dalla tavola
– prendiamo il primo incastro e posiamolo sul tappeto
– chiediamo al bambino di rimuovere i rimanenti incastri e metterli sul tappeto

– dopo aver rimosso tutti i pezzi, prendiamone uno per i pomoli e mostriamo al bambino come riposizionarlo correttamente nell’incastro

– invitiamo il bambino a proseguire l’attività con gli altri incastri
– quando il lavoro è concluso, riponiamo l’incastro del fiore nel cofanetto degli incastri della botanica, se lo abbiamo a disposizione, oppure sullo scaffale della botanica
– incoraggiamo il bambino a prendere dal cofanetto gli incastri dei vegetali e lavorare con essi ogni volta che lo desidera.

Scopo:
– introdurre i nomi delle parti del fiore
– dare informazioni particolari sulle diverse parti del fiore
– consentire al bambino di confrontare la morfologia del fiore con quella degli esseri umani
– sviluppare interesse e rispetto verso le piante.

Controllo dell’errore:
– visivo e tattile
– interconnessione degli incastri tra loro

Età consigliata: dai 4 anni

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Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Presentazione 2
(nominare le parti del fiore)

Materiali:
– incastro del fiore
– alfabeto mobile (facoltativo)

Presentazione:
– invitiamo un bambino che ha già lavorato col cofanetto della botanica e chiediamogli di aiutarci a stendere il tappeto e a portare l’incastro del fiore sul piano di lavoro
– togliamo i primi tre incastri nominandoli, cioè dicendo ad esempio: “corolla, calice, stelo”
– ripetere i nomi: “corolla, calice, stelo”
– chiediamo ai bambini di rimetterli al loro posto, nominandoli, cioè dicendo: “Per favore, rimetteresti a posto il calice?”
– quando tutti gli incastri sono di nuovo al loro posto, chiediamo a un bambino di prendere gli stessi tre pezzi, uno per uno, nominandoli, ad esempio dicendo: “Per favore, toglieresti l’incastro della corolla?”
– fatto questo chiediamo: “Quale parte del fiore vorresti rimettere al suo posto?”. Il bambino risponderà col nome di una parte e rimetterà l’incastro corrispondente al suo posto
– ripetiamo questa lezione in tre tempi con le altre parti del fiore, finché il bambino conoscerà i nomi di tutti gli incastri
– se lo riteniamo efficace, mentre introduciamo i nomi delle parti possiamo darne una breve descrizione
– se il bambino mostra vivo interesse per questo genere di presentazioni, continuiamo nei giorni seguenti, finché non avrà acquisito familiarità con i nomi delle parti del fiore
– per l’esercizio della lettura e della scrittura togliamo un incastro alla volta dalla tavola e componiamo la parola corrispondente con l’alfabeto mobile

(vedi anche la presentazione seguente)

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Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Presentazione 3
(scrivere i nomi delle parti del fiore)

Materiali:
– incastro del fiore
– alfabeto mobile.

Presentazione:
– invitiamo un bambino a lavorare con noi all’esercizio
– andiamo allo scaffale della botanica e, se lo abbiamo a disposizione,  indichiamo il cofanetto per gli incastri della botanica
– mostriamo al bambino come prendere dal cofanetto l’incastro del fiore e tenerlo correttamente per portarlo al tavolo o al tappeto, quindi chiediamogli di portarci anche l’alfabeto mobile
– mettiamo l’alfabeto mobile lungo il margine superiore del tappeto
– mettiamo l’incastro del fiore accanto all’alfabeto mobile
– rimuoviamo il primo pezzo e mettiamolo sul tappeto
– nominiamo la parte del fiore corrispondente
– con l’alfabeto mobile componiamo la parola a destra del pezzo

– continuiamo così con ogni altro pezzo dell’incastro del fiore
– rimettiamo le parti nell’incastro
– rimettiamo le lettere nella scatola dell’alfabeto mobile
– riponiamo il materiale nello scaffale.

Nomenclatura utilizzata (in grassetto):


1 – Fiore maturo
2 – Stimma
3 – Stilo
4 – Filamento
5 – Asse fiorale
6 – Articolazione
7 – Peduncolo o stelo
8 – Nettario
9 – Stame
10 – Ovario
11 – Ovuli
12 – Connettivo
13 – Microsporangio
14 – Antera
15 – Perianzio
16 – Corolla
17 – Calice.

Scopo:
– nominare le parti del fiore
– scrivere il nome delle parti del fiore.

Controllo dell’errore:
– interconnessione degli incastri tra loro

Età consigliata: dai 4 anni

Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Presentazione 4

Materiale:
– un fiore
– incastro del fiore
– set per le attività con gli incastri del fiore.

Se il bambino è in grado di leggere, scriviamo sui cartellini in bianco i nomi delle parti della pianta ed abbiniamoli agli incastri, oppure introduciamo i cartellini pronti e i fogli di controllo.

I set per le attività con gli incastri della botanica sono molto interessanti perché isolano le singole parti dell’albero, della foglia e del fiore riportando il nome di ogni parte.

Si possono realizzare facilmente anche in proprio riportando i margini dell’incastro in nero su foglio bianco e preparando i cartellini da abbinare. Fogli e cartellini possono essere plastificati.

Per l’incastro del fiore ho preparato:
– foglio di lavoro senza nomi
– foglio di lavoro con nomi
– cartellini dei nomi.

PDF qui:

Presentazione a (foglio di lavoro con nomi):
– distribuiamo un fiore per ogni bambino e teniamone uno per noi
– chiediamo ai bambini di toccarlo, seguirne i margini, annusarlo, guardarlo
– mettiamo sul piano di lavoro l’incastro del fiore
– toccando le parti nominate, ricordiamo insieme i nomi delle parti del fiore che conosciamo e indichiamole sugli incastri
– mettiamo accanto all’incastro del fiore il foglio di lavoro con i nomi

– togliamo un pezzo dell’incastro e poniamolo sul foglio di lavoro
– chiediamo a un bambino di leggere il nome corrispondente sul foglio di lavoro

– procediamo allo stesso modo con tutti i pezzi dell’incastro

– dopo la presentazione i bambini potranno svolgere l’attività in modo indipendente

Presentazione b (foglio di lavoro senza nomi)
– mettiamo sul piano di lavoro l’incastro del fiore
– mettiamo accanto all’incastro del fiore il foglio di lavoro senza nomi

– distribuiamo i cartellini tra i bambini (oppure mettiamoli in ordine sparso sul piano di lavoro)
– togliamo un pezzo dell’incastro e poniamolo sul foglio di lavoro
– chiediamo ai bambini chi pensa di avere il cartellino da abbinare (oppure chiediamo a un bambino di cercarlo tra quelli sul piano di lavoro)

– posizioniamo il cartellino sul foglio di lavoro
– procediamo allo stesso modo con tutti i pezzi dell’incastro

– dopo la presentazione i bambini potranno svolgere l’attività in modo indipendente.

Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Attività che possiamo proporre con l’incastro del fiore

Le attività legate all’utilizzo dell’incastro del fiore possono essere di discriminazione visiva, di discriminazione tattile,  di nomenclatura, di preparazione alla scrittura, di lettura; possono coprire varie fasce d’età:
– discriminazione visiva: lavorare con gli incastri; assemblare il corpo del fiore su un foglio di controllo; gioco del “Cosa manca”
– discriminazione tattile: gioco del “Cosa manca”, borse del mistero, assemblaggio alla cieca
– preparazione alla scrittura: ricreare l’incastro col ritaglio
– sviluppo del linguaggio: gioco del detective, fogli di controllo e cartelli, nomenclature, definizioni.

Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Lavorare con gli incastri

E’ l’attività più ovvia. Il bambino più piccolo può avere bisogno di procedere per più tentativi ed errori, mentre i più grandi sono in grado di mettere facilmente i pezzi negli incastri.


Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Assemblare il fiore su un foglio di controllo

Una volta che un bambino sa maneggiare gli incastri con facilità nella cornice, può provare a costruire il fiore utilizzando un foglio di controllo.


Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Gioco: “Cosa manca?”

– mettiamo l’incastro  completo davanti al bambino
– chiediamo al bambino di voltarsi o di chiudere gli occhi (oppure bendiamolo), togliamo un pezzo dalla tavola e nascondiamolo
– chiediamo al bambino di guardare e di dirci il nome della parte mancante
– il gioco può essere reso più difficile, togliendo due pezzi invece di uno; oppure chiedendo di rispondere non a voce, ma scrivendo o disegnando la parte mancante
– si potrebbe anche chiedere di riconoscere al tatto la parte mancante (cioè tenendo gli occhi chiusi o con la benda sugli occhi).


Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Incastro alla cieca

Il bambino può ricomporre l’incastro  con gli occhi bendati. Ricordate che è più semplice, all’inizio, se tutti gli incastri sono posizionati ordinatamente a lato della tavola, prima di bendare il bambino.


Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Borsa del mistero

– scegliamo un pezzo dell’incastro e mettiamolo in una piccola borsa del mistero
– il bambino tastando la borsa (oppure bendato) identifica la parte
– si possono anche inserire nella borsa più pezzi alla volta, o anche tutti.


Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Ricreare l’incastro col ritaglio

Tracciare il contorno degli incastri è una valida attività di pre-scrittura, e si può rendere più interessante tracciando con la matita i  – e poi ritagliandoli, oppure tracciando i pezzi direttamente col punteruolo.

Botanica Montessori: l’incastro del fiore – Materiale:
– incastro del fiore
– fogli di carta colorata
– foglio di carta bianca
– matita
– punteruolo o forbici
– colla da carta

Botanica Montessori: l’incastro del fiore – Presentazione:
– chiediamo ai bambini di portare al tavolo il materiale
– chiediamo a un bambino di scegliere un incastro e di darcelo
– mettiamo l’incastro scelto dal bambino sul foglio di carta colorato e mostriamo come tracciarne il contorno con il punteruolo. Possiamo scegliere di punteggiare interamente il contorno, oppure di fare fori distanti tra loro di circa mezzo centimetro, che serviranno come guida per le forbici
– con l’aiuto dei bambini ritagliamo tutte le parti del fiore nello stesso modo
– al termine componiamo il fiore sul foglio di carta
– incoraggiamo il bambino a ripetere l’esercizio da solo
– se il bambino sa già scrivere, può aggiungere al disegno la nomenclatura.


Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Ricreare l’incastro col disegno e preparare i fogli di controllo

Tracciare il contorno degli incastri è una valida attività di pre-scrittura.  Creare il disegno completo dell’incastro è più impegnativo rispetto al collage, perché richiede che il bambino posizioni correttamente i pezzi sul foglio bianco prima di tracciarli.

Materiale:
– incastro della pianta
– foglio di carta
– matita e matite colorate.

Presentazione:
– chiediamo ai bambini di portare al tavolo il materiale
– chiediamo a un bambino di scegliere un incastro e di darcelo
– mettiamo l’incastro scelto dal bambino sul foglio di carta e mostriamo come tracciarne il contorno con la matita
– togliamo l’incastro e coloriamo usando lo stesso colore dell’incastro originale
– prendiamo un altro incastro e posiamolo sul foglio nella stessa posizione in cui si trova nella tavola originale. Tracciamone i contorni e coloriamolo
– continuiamo allo stesso modo finché non avremo disegnato tutto il fiore
– incoraggiamo il bambino a ripetere l’esercizio da solo
– se il bambino sa già scrivere, può aggiungere al disegno la nomenclatura.


Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Caccia al tesoro (o gioco del detective)

Una volta che il bambino conosce il nome di ogni parte del fiore, è possibile utilizzare i pezzi per giocare al detective:
– togliamo tutti i pezzi dall’incastro e mettiamoli a lato della tavola
– diciamo: “Sto cercando… sto cercando… un pezzo che inizia con la lettera P”
– se i bambini non indovinano aggiungiamo un suono
– quando hanno indovinato mettiamo il pezzo nell’incastro
– possiamo giocare anche con le lettere finali o centrali.


Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Nomenclature in tre parti immagine, titolo 

– i bambini abbinano la scheda immagine+titolo all’immagine singola e al nome singolo
– identificano la parte corrispondente sull’incastro, prendono il pezzo e lo pongono sulle carte corrispondenti.


Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Scrivere i cartellini appropriati

Se il bambino sa scrivere le prime parole, può esercitarsi a scrivere dei propri cartellini per l’incastro. In questa fase, naturalmente, non importa se qualche parola non è scritta correttamente.
Se il bambino è nella fase in cui riconosce i suoni, ma non sa gestire praticamente gli strumenti di scrittura, può utilizzare gli alfabeti mobili.


Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Nomenclature in tre parti immagine, titolo, definizione

Materiale
– carte delle nomenclature delle parti del fiore (titolo, immagine, definizione)
– incastro del fiore.

Presentazione:
– mettiamo sul piano di lavoro tutte le carte delle immagini
– distribuiamo tra i bambini (o mettiamo in ordine sparso sul piano di lavoro) i titoli
– chiediamo a un bambino quale parte del fiore è evidenziato nella prima immagine. Il bambino abbina all’immagine il titolo, quindi pone su di esso l’incastro corrispondente
– proseguiamo allo stesso modo per tutte le parti del fiore
– se i bambini sanno già leggere bene, distribuiamo le carte delle definizioni e chiediamo loro di abbinarle a titoli e immagini
– se i bambini non sanno leggere bene, leggiamo noi una ad una le definizioni e discutiamo coi bambini dove è corretto metterle.

BOBOTO: materiali Montessori più accessibili e inclusivi grazie alla stampa 3D

BOBOTO: materiali Montessori più accessibili e inclusivi grazie alla stampa 3D. 

Boboto mi piace perchè unisce Maria Montessori, Nelson Mandela, nuove tecnologie, artigianato e imprenditoria italiana (giovanile e del sud) e molto altro ancora, e perchè si basa sulla stessa idea di condivisione che ha fatto nascere Lapappadolce: l’idea di rendere i metodi didattici “alternativi” più  accessibili ed inclusivi, a scuola e a casa.
Per tutti questi motivi sono onorata della collaborazione che, grazie a Iliana, si sta realizzando tra Boboto e Lapappadolce.

BOBOTO promuove attività orientate al mondo dell’educazione, dell’inclusività e dell’innovazione sociale. La sua missione è quella di promuovere l’educazione come processo continuo di apprendimento.

L’obiettivo dei progetti è quello di guidare i bambini e le bambine al pieno sviluppo delle loro potenzialità, e di guidare gli adulti alla comprensione che ogni bambino e bambina racchiudono in sé una ricchezza che va custodita ed alimentata, al fine di formare dei cittadini attivi, felici e responsabili.
Il progetto MONTESSORI 3D è un progetto BOBOTO di diffusione del metodo Montessori nato da un’idea di Iliana Morelli in  collaborazione col laboratorio dei “makers” (artigiani digitali) FABLAB di Lecce,  è autofinanziato, ed ha il patrocinio della Fondazione Montessori Italia. Iliana ci mette le competenze per la realizzazione dei materiali, il FABLAB le macchine.

Iliana ha conseguito una laurea in Scienze della Comunicazione presso l’Università di Perugia ed un Master in Organizzazione di Eventi presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma. Nel 2014 si è specializzata nel coordinamento dei Servizi Educativi dell’Infanzia con focus montessoriano presso l’Università Roma Tre, ha completato un corso sulle Intelligenze Multiple organizzato dal Centro Studi Erickson, ed è oggi referente di Fondazione Montessori Italia per il territorio di Lecce.

L’idea è dunque semplice: mettere insieme il metodo Montessori e le nuove tecnologia e portarlo nelle scuole e nelle famiglie italiane. L’idea è venuta molto naturalmente, perché la stampa 3D e il taglio laser permettono di realizzare oggetti a costi ridotti.

 BOBOTO si occupa in particolare (ma non solo) di

  • progettazione e produzione di materiali montessoriani e ad ispirazione montessoriana con stampanti 3D e taglio laser
  • vendita di materiali montessoriani pronti
  • offerta dei file open source per la stampa e il taglio in proprio
  • ricerca, sviluppo, divulgazione attorno ai materiali montessoriani
  • elaborazione dei feedback e creazione di un network nazionale.


Progettazione e produzione di materiali montessoriani con stampanti 3D e taglio laser


Vendita di materiali montessoriani pronti

E’ possibile già da ora acquistare i materiali pronti. Qui il catalogo provvisorio 2016:

Il catalogo sarà sempre in aggiornamento ogni mese. I materiali offerti sono e saranno sempre rispondenti alle caratteristiche di professionalità e low-cost e completamente Made in Italy. L’alta qualità professionale del materiale è confermata dalla scelta di aver avviato il test nazionale all’interno delle scuole, del quale presto saranno resi pubblici i risultati.


La vendita dei materiali pronti a prezzi accessibili si rivolge però non solo alle scuole, ma anche ai genitori: “Ci sono tantissime persone che vorrebbero introdurre i propri figli al metodo Montessori, ma non se lo possono permettere. Speriamo che con noi ci riusciranno”.
Per quanto riguarda la qualità dei prodotti usati, la colla è priva di sostanze nocive e senza solventi. Gli impregnanti e le vernici sono all’acqua. La cera utilizzata per il trattamento dei materiali garantisce una finitura di pregio contribuendo ad aumentare la resistenza del legno. Il legno utilizzato è betulla, abete e pioppo. La plastica è Pla, Polipropilene e Plexiglass.

Al momento non è disponibile un negozio online, ma potete consultare il catalogo e contattare per l’acquisto Boboto all’indirizzo email ordini@boboto.it


Ricerca, sviluppo, divulgazione attorno ai materiali montessoriani

Montessori 3D di Boboto è un progetto di ricerca e sviluppo che vuole superare le barriere che ostacolano o limitano la diffusione del metodo Montessori nella scuola pubblica italiana. Attraverso la ricerca, inoltre, il progetto mira ad applicare i principi della pedagogia scientifica allo sviluppo di nuovi materiali che possano arricchire la gamma dei materiali tradizionali. Insegnanti e bambini, attraverso i loro feedback, sono parte fondamentale del processo di miglioramento ed evoluzione.


Offerta dei file open source per la stampa in proprio

Il progetto mira a rendere tutti i files di progettazione dei materiali completamente “open source” per dare a chiunque lo desideri l’opportunità di produrli in proprio. Attualmente sono disponibili i file per i seguenti materiali:

 

Test dei materiali offerti gratuitamente a scuole pubbliche selezionate

A Febbraio 2016 ha avuto inizio il testing nazionale dei materiali. Ogni scuola selezionata (una per regione) ha ricevuto del materiale gratuito e il catalogo provvisorio.
In questo modo si è creata una vantaggiosa collaborazione tra Boboto e i bambini e gli insegnanti delle scuole selezionate,  che provano il materiale, esprimono il proprio parere e forniscono una documentazione fotografica sull’utilizzo dei materiali nelle classi.
Grazie a questa collaborazione il materiale prodotto da Boboto sarà in continua evoluzione, pronto a rispondere alle esigenze di tradizione ma anche di innovazione e sperimentazione nell’ambito della didattica montessoriana a scuola e a casa.

Come già accennato, anche Lapappadolce ha l’opportunità di provare i materiali Boboto, per realizzare presentazioni e tutorial che troverete via via nel sito. In prima persona ho finora avuto modo di utilizzare coi bambini alcuni materiali Boboto:
il casellario dei fuselli
le tavole tattili
l’incastro per la foglia,
che, se desiderate acquistare, trovate già nel catalogo provvisorio.
Finora ho trovato i materiali belli sia per quanto riguarda la qualità del colore, sia per le qualità tattili e le rifiniture. Dal punto di vista funzionale risultano solidi e ben fatti e l’utilizzo da parte dei bambini è ottimo anche per peso, qualità degli incastri, facilità di presa, ecc.

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Elaborazione dei feedback e creazione di un network nazionale

Gli istituti selezionati sono a partire da ora vere e proprie piattaforme per raccogliere feedback sull’utilizzo dei materiali, per migliorarli e per creare un network su rete nazionale.
Vi consiglio di seguire gli sviluppi di questo notevole lavoro dal sito BOBOTO o iscrivendovi alla loro newsletter.

Se v’è per l’umanità una speranza di salvezza e di aiuto, questo aiuto non potrà venire che dal bambino. Perchè in lui si costruisce l’uomo” (Maria Montessori)

Crescere senza punizioni né minacce

Crescere senza punizioni né minacce è un libro di Catherine Dumonteil-Kremer, madre di tre figlie, educatrice Montessori, consulente familiare, formatrice in tecniche di comunicazione interpersonale. Ha fondato l’associazione ‘La Maison de l’Enfant’ e il forum di sostegno alla genitorialità ‘Parents Conscients’ (in lingua francese). E’ anche membro fondatore dell’OVEO (Osservatorio sulla Violenza Educativa Ordinaria). Il libro è edito in Italia dalla casa editrice Natura e Cultura.

In Italia è possibile partecipare ai laboratori “Vivere e crescere insieme” di Catherine Dumonteil Kremer tenuti dalla Dott.ssa Myriam Nordemann.
Su sua iniziativa è anche nata la “Giornata della non violenza educativa in Italia”

La Dott.ssa Myriam Nordemann ha anche tradotto in italiano il testo illustrato di Catherine Dumonteil Kremer “Senza sculacciate come fare” scaricabile gratuitamente in formato pdf dal suo sito:

http://www.myriam-nordemann.com/


Crescere senza punizioni né minacce

Liberi dalla violenza educativa di ieri e di oggi
I tantissimi temi che affronta l’autrice ruotano attorno al problema del porre limiti ai bambini e ci porta a riflettere, tutti, sul nostro modo di intendere il nostro ruolo di genitori, e sul nostro ricorrere, spesso inconsapevolmente, a quella che può essere definita “violenza educativa ordinaria“. L’autrice riesce a parlarci con più voci: c’è quella della professionista, quella della studiosa, e poi c’è la sua voce di madre, riconoscibilissima, ad esempio, nell’importanza che assegna al ridere insieme…

Tra le risorse in lingua italiana  ho trovato in rete questo articolo di Marylène Patou-Mathis, storica della preistoria: “… ci sono due categorie di violenza sui bambini: entrambe vengono trasmesse tra le generazioni e rappresentano il collegamento tra singole violazioni e danni sociali. L’abuso è tipico di chi in precedenza ha subito maltrattamenti. La violenza educativa ordinaria è commessa, praticamente da tutti e più o meno a propria insaputa, credendo di fare bene, con l’idea che il bambino ne abbia bisogno per diventare una persona perbene. La violenza educativa ordinaria sembra benigna, addirittura benefica, mentre è il terreno di coltura della violenza, in quanto mina la capacità di empatia del bambino. Ma rimuovendo qualsiasi forma di violenza soft dall’arsenale educativo non rischiamo di creare dei piccoli tiranni? Permetteremo forse al bambino di fare qualsiasi cosa? Certo che no. Il bambino ha bisogno di avere dei limiti. “Siamo violenti, è la natura umana”… questa asserzione è basata sul nulla. Gli studiosi sostengono che la violenza educativa sia comparsa nella storia dell’umanità sulla scia della sedentarizzazione. Aumentando il numero delle nascite rispetto alle società di cacciatori-raccoglitori, i figli maggiori dovevano essere svezzati in modo che i nuovi nati potessero essere allattati. Questo deve aver creato aggressività nei fratelli maggiori, che hanno iniziato a picchiare i cadetti. La madre, che gli ormoni legati all’allattamento rendono iper-aggressiva se le si tocca il piccolo, deve aver a quel punto iniziato a picchiare il maggiore. È un’ipotesi plausibile per spiegare la comparsa del ciclo della violenza nel cerchio familiare”. http://www.pressenza.com/

Crescere senza punizioni né minacce – Essere genitori
La premessa di Catherine Dumonteil-Kremer al suo lavoro è di leggerlo come una comunicazione tra pari, perchè il confronto tra genitori sulle esperienze vissute è più importante di qualsiasi libro sull’educazione di un qualsiasi teorico.
Essere genitori non è un lavoro e non è una carriera: è una passione, perchè chi vede la propria attività come passione non è motivato né dai soldi né dal potere, ma dalla soddisfazione personale. Chi svolge un’attività per passione è più felice, aumenta il benessere delle persone che lo circondano, e cambia la società. Quando l’attività che svolgiamo ha un significato, si sentiamo pienamente realizzati. Accompagnare un bambino è un vero e proprio privilegio, una sfida avvincente che coinvolge il meglio di noi stessi e ci porta a riacquistare vitalità e gioia di vivere. Essere genitori ci rende più efficienti e produttivi sotto tutti i punti di vista. I nostri figli ci insegnano anche l’arte di accudire. Accompagnandoli, scopriamo e mettiamo in pratica l’attenzione, l’accoglienza, la comprensione, la delicatezza, impariamo a rallentare e a prenderci cura di chi ci circonda.

Crescere senza punizioni né minacce – Bisogni e limiti
Prima di diventare genitori, immaginiamo che il nostro ruolo consisterà nel porre dei limiti, e che questi limiti porteranno i nostri figli a fare le cose che ‘si devono fare‘ e a non fare le cose che ‘non si fanno‘. Poi il bambino arriva, e nulla va come avevamo previsto. Cosa succede?
Succede che, per imparare, è necessario sentirsi bene. E che gli esseri viventi si sentono bene solo se i loro bisogni fondamentali sono soddisfatti. L’autrice parla di ‘serbatoio affettivo’: quando è pieno, funzioniamo in maniera ottimale, quando è vuoto no. Un serbatoio può svuotarsi, ma può anche riempirsi, e il funzionamento dei nostri figli è uguale al nostro: anche i loro piccoli serbatoi affettivi possono svuotarsi, per molte ragioni. Quando il serbatoio affettivo si è svuotato, dovremo imparare tutti i modi che ci permettono di riempirlo. A volte può anche succedere che il serbatoio si danneggi, ed in questo caso bisognerà cercare di ripararlo.
Il punto di partenza per porre dei limiti è osservare e capire cosa c’è all’origine di alcuni comportamenti che saremmo tentati di reprimere. Alcune situazioni, naturalmente, non consentono questa riflessione e richiedono l’uso della forza senza violenza. Ma le situazioni in cui si presenta un reale pericolo di vita per il bambino non sono così frequenti, e l’uso della forza senza violenza rimane un’eccezione.
L’adattamento di un adulto al ritmo di un lattante richiede una fatica enorme, complicata dal pregiudizio diffusissimo che i neonati abbiano la capacità di ‘manipolare’ chi li circonda.  Questo pregiudizio influenza l’idea che ci facciamo del nostro ruolo e favorisce l’insorgere di rapporti di forza, mentre in realtà ‘Sì’ è l’unica risposta da dare a un neonato: tutte le sue richieste riflettono le sue necessità impellenti.

Crescere senza punizioni né minacce – I bisogni fondamentali dei bambini
Tra i bisogni fondamentali dei bambini, l’autrice cita:
il bisogno di presenza e di attenzione;
il bisogno di contatto fisico e delicatezza: per tenerezza intendiamo contatto fisico affettuoso, dolcezza, rispetto e calore che generano il piacere di stare insieme;
il bisogno di essere ascoltato: durante i primi anni di vita, i bambini ci permettono di ascoltare le loro emozioni non appena si manifestano;l’ascolto è uno strumento fondamentale quando bisogna porre dei limiti;
il bisogno di essere accolto: accogliamo le sue crisi di rabbia, perchè il nostro bambino avrà accumulato tensioni e delusioni che forse non riusciamo a comprendere, e lo scoppio di rabbia, che dura in media una quindicina di minuti, farà ritrovare al bambino il proprio equilibrio; poi tornerà ad essere felice e vitale; accogliamo anche i suoi pianti e ricordiamo che il bambino è totalmente ancorato al presente e fa ciò di cui ha bisogno per ritrovare il proprio equilibrio, per cui è lui a sapere cos’è importante ai suoi occhi;
il bisogno di fare insieme: giocare, cucinare, fare la spesa, guardare la televisione;
il bisogno di nutrirsi: più un bambino si sente sicuro, più fa esperienze, mentre se si sente forzato anche solo ad assaggiare, si instaurerà in lui un sentimento di paura legato al cibo. Se desiderate che vostro figlio assaggi quello che cucinate, coinvolgetelo nella preparazione dei pasti; se avete un orto lasciategli assaggiare i frutti e le verdure crude raccolte; quando presentate un nuovo alimento, proponetegli allo stesso tempo dei cibi che già ama; assaggiate sempre un boccone prima di lui perchè l’80% dei bambini accettano un alimento sconosciuto se viene prima assaggiato dalla madre; cercate di non essere troppo convenzionali col cibo e fidatevi delle loro percezioni, provando ad accettare le loro decisioni in merito a quantità ed orari, per quanto strane possano sembrare;
il bisogno di dormire: i bambini non riescono ad addormentarsi se non si sentono sicuri e non hanno sonno, e sono rari i neonati che si sentono così sicuri da dormire da soli. Un neonato inoltre non può rassicurarsi da solo: lasciarlo piangere lo getta nella disperazione, poi nello sconforto, e alla fine smette sì di piangere, ma non bisogna confondere un neonato calmo e felice con un neonato che reprime le proprie esigenze;
il bisogno di muoversi;
il bisogno di scoprire, esplorare e apprendere: questo bisogno non viene mai messo in relazione alla tematica del porre dei limiti. A. Gopnik descrive i bambini come ‘il reparto ricerca e sviluppo della specie umana‘, ma pensiamo a quanto spesso la passione dei nostri piccoli ricercatori viene ostacolata da una ‘protezione’ inadeguata. Organizzando un ambiente eccessivamente sicuro intorno al bambino, gli impediamo di fare le esperienze di cui ha bisogno per diventare competente nel nostro mondo e aggiungervi il proprio contributo.

Crescere senza punizioni né minacce
Cosa succede quando i bisogni fondamentali dei bambini non vengono soddisfatti?

Il loro serbatoio affettivo si svuota. Il livello di maturità del cervello del bambino non gli consente, quando il suo serbatoio affettivo è vuoto, di differire lo sfogo e chiedere con calma aiuto, ma passa immediatamente a una modalità ‘crisi di tristezza o di rabbia’.
Fare un breve bilancio della vita di nostro figlio, qualunque sia la sua età, può aiutarci a scoprire le cause delle sue reazioni e a riparare il riparabile. Chiediamoci: cosa sta provando? Ha fame, sete, sonno? Cosa gli manca? Può soddisfare il suo bisogno di scoperta? Può dedicarsi ad attività scelte da lui? Ha bisogno di essere coccolato? Come si è svolta la sua giornata all’asilo o a scuola? Quanto tempo ha trascorso con noi? E andando indietro nel tempo, chiediamoci: mangia in funzione del proprio appetito? Com’è il suo sonno? Come vivete le giornate con vostro figlio? Quali tensioni interferiscono? Come è andata la gravidanza? Qual era la vostra situazione familiare? Vostro figlio è stato desiderato? Volevate un figlio dell’altro sesso?
Oggi la volontà di togliere ai genitori il senso di colpa è molto evidente. Ma perchè non proviamo a considerare il senso di colpa come un segnale? Invece di diventare un sentimento negativo, potrebbe rivelarsi utile per indicarci che qualcosa non ha funzionato come avremmo voluto.

Crescere senza punizioni né minacce
Cosa succede ai genitori, quando i loro bisogni fondamentali di bambini non sono stati soddisfatti?

Molti di noi, da bambini, abbiamo cercato di esistere accanto ad adulti che non ci comprendevano appieno. E abbiamo avuto fretta di crescere per acquisire del potere sulle nostre vite.
Tutti i bisogni non soddisfatti delle nostra infanzia continuano a manifestarsi in età adulta, e diventano ‘bisogni congelati‘.
Quel breve bilancio che facciamo per nostro figlio, proviamo a farlo per noi stessi. Poniamoci le stesse domande. Può essere molto doloroso aprire gli occhi sulla propria storia, rendersi conto che i nostri genitori non hanno soddisfatto le esigenze da noi espresse. Questo percorso è però fondamentale se desideriamo accompagnare i nostri figli consapevolmente, e non ripetere quel che abbiamo subito.
Ricordiamo che i nostri bisogni congelati sono in competizione con quelli dei nostri figli. Però i bisogni dei bambini sono assolutamente legittimi, mentre i nostri bisogni di neonati e di bambini non lo sono più.
Cercare di dare quel che non abbiamo ricevuto richiede una gran quantità di energia, ma è anche la nostra via di guarigione.

Crescere senza punizioni né minacce
La riparazione

Secondo le neuroscienze, qualsiasi trauma manda il cervello ‘in panne’: in questa fase, l’unica parte attiva del cervello è l’amigdala, e il trauma viene immagazzinato lì. Ogni volta che abbiamo subito violenza, umiliazioni, punizioni, non abbiamo imparato nulla perchè eravamo in stato di shock. Il problema dell’amigdala è che si riattiva ogni volta che incontra un elemento che le ricorda la situazione traumatizzante vissuta. Nelle nostre percezioni, la nostra memoria è la facoltà più importante: il 99% di quello che pensiamo di vedere si trova già in essa, soltanto l’1% viene ad aggiungersi attraverso gli organi di senso. Che margine di manovra pensiamo quindi di avere quando ci ritroviamo di fronte a nostro figlio, ed è il nostro inconscio a tenere le fila della situazione?
Ciò che ci permette di migliorare è il fatto che, detto questo, il cervello ha un’importante caratteristica: è plastico, cioè è in grado di rimodellarsi per tutta la vita. E che cambiare è possibile.
Quando nostro figlio di sette anni ci chiede con insistenza di vestirlo al mattino, abbiamo l’opportunità di donargli l’attenzione e il contatto che indirettamente ci sta chiedendo perchè ha ancora bisogno di essere accompagnato come un bambino di tre anni. Prendiamoci tutto il tempo necessario per farlo con tenerezza: presto si trasformerà in un gioco, e quando il bambino si sentirà pronto, tornerà ad essere indipendente, perlomeno in relazione a quella particolare richiesta.
Non tenete in considerazione l’età dei vostri figli quando si tratta di porre rimedio ad un bisogno non soddisfatto.

Crescere senza punizioni né minacce
Limiti e apprendimento

Ognuno ha in sé la propria bussola che lo attira verso quel che gli serve. Tutti gli asini vanno ai cardi, tutti i cuccioli alla mammella. E gli uomini vanno al sapere. Il loro destino è di scoprire, di sbocciare sempre più ampiamente, di tirar fuori senza fine lo spirito, la coscienza“. (H. Gougaud)
Noi e i nostri figli siamo sulla stessa barca: cerchiamo di imparare e di ampliare la nostra coscienza. Ma poichè loro hanno meno esperienza, con i nostri limiti li possiamo aiutare ad entrare in contatto col mondo.
Al nostro fianco i bambini imparano a proteggere la propria integrità fisica; a partecipare alla vita familiare; ad apprendere i codici sociali; ad acquisire abitudini e gesti quotidiani; e sperimentare principi di fisica, chimica, psicologia, biologia, ecc.
L’apprendimento si svolge in modo ottimale quando il bambino è motivato a lanciarsi in questo apprendimento; impara in un ambiente stimolante; la difficoltà è alla sua portata; non è sottomesso a un sistema punizione/ricompensa; il gioco ed il riso sono utilizzati il più spesso possibile.
Numerose ricerche sul sistema punizione/ricompensa dimostrano che annulla la motivazione intrinseca, diminuisce le prestazioni, ostacola la creatività, genera assuefazione ed ostacola i ragionamenti a lungo termine. Inoltre la ricompensa può ossessionarci al punto da essere pronti a rinnegare i nostri valori pur di ottenerla.

Crescere senza punizioni né minacce
Aiuti per svolgere al meglio il nostro compito di genitori

Imparare a porre dei limiti senza minacciare, senza operare dei ricatti affettivi, far sentire in colpa, punire/premiare, necessita di molto tempo e molta energia.
In materia di limiti, il fine è importante quanto i mezzi. Per tutta la sua vita, vostro figlio sarà ispirato dal vostro modo di risolvere i problemi con lui.
E’ un compito molto difficile il nostro, e, secondo l’autrice, può essere di grande aiuto formare una tribù, scegliere una meta, fare il punto sulle nostre regole e i nostri valori, considerare il nostro punto di vista quando guardiamo i nostri figli, coltivare la gioia di vivere:
formare una tribù: avere degli amici, persone che magari non condividono tutte le nostre opinioni, ma che ci vogliono bene e sono pronte ad ascoltarci, aumenta il nostro senso di benessere. Internet è uno strumento eccezionale per migliorare la vita dei genitori, ed è anche un modo per incontrarsi e per formare una vera e propria rete di sostegno;
scegliere una meta significa porsi delle semplici domande: che tipo di genitore voglio essere? Che rapporto voglio avere con i miei figli oggi e quando saranno adulti? Che genere di adulto vorrei che mio figlio diventasse? Come immagino la società di domani? Che genere di persone vorrei avere accanto durante la vecchiaia, quando forse sarò io ad aver bisogno che qualcuno si prenda cura di me?
fare il punto sulle nostre regole e i nostri valori: dividiamo le nostre aspettative in due gruppi: quello che vorremmo che nostro figlio facesse, e quello che desideriamo impedirgli di fare. Delle regole che ne usciranno ci saranno regole negoziabili e regole non negoziabili.  Le regole non negoziabili non si discutono: all’azione o richiesta del bambino si oppone un “no”. Le regole negoziabili sono la maggior parte: più passa il tempo più il nostro bambino conosce il mondo, e più le regole diventano negoziabili;
consideriamo il punto di vista con cui guardiamo nostro figlio: guardiamoli pensando che i bambini nascono buoni e che cercano di diventare se stessi soddisfacendo i propri bisogni. Non dobbiamo farli diventare accettabili, simpatici o intelligenti: loro sono già molto meglio di così! Ricordiamo che le nostre emozioni sono contagiose e il linguaggio del nostro corpo comunica molte cose, in silenzio. I nostri avvertimenti posso diventare profezie che si auto-avverano. Diciamo: “Se fai così, cadi!”, e spesso alla frase fa seguito un bel: “Lo sapevo! Te l’avevo detto!”. In un certo senso, quando il genitore dice queste cose, ottiene il risultato che si aspetta. Perchè allora non sostituire le nostre aspettative negative con delle aspettative positive? Proviamo ad avere dei preconcetti positivi nei confronti di tutte le azioni dei bambini.
coltivare la gioia di vivere: le nostre emozioni positive sono contagiose e accrescono le nostre competenze intellettuali, fisiche e sociali. Noi contagiamo gli altri con il nostro umore: le secrezioni di adrenalina sono molto contagiose e, da una corteccia cerebrale all’altra, circolano più veloci del vento! Ad esempio, migliorano l’umore la musica, il ballo, il film comici e le parole affettuose… ma anche ringraziare ci rende felici. La gratitudine non è una ricompensa, ma comunica all’altro che siamo contenti della sua presenza nel nostro quotidiano. Quando pretendiamo che nostro figlio dica ‘grazie’ anche se non prova gratitudine, in un certo senso lo costringiamo a mentire. La gratitudine invece deve diventare uno stato d’animo. Le persone che provano gratitudine godono di migliore salute, hanno una visione più ottimista del futuro e dormono meglio.

Crescere senza punizioni né minacce
Porre limiti: metodi

Nella pratica quotidiana, ci ritroviamo a porre ai nostri figli dei limiti. Per farlo possiamo utilizzare alcuni metodi che possono aiutarci a comprendere le situazioni e ad agire:
lavoriamo su noi stessi: chiariamoci sempre le nostre intenzioni prima di agire, perchè fin dall’inizio della propria vita, i bambini le percepiscono;
adattiamo le nostre richieste allo stadio di sviluppo del bambino: modifichiamo le nostre regole man mano che cresce, ma sempre cercando di mettere il mondo alla sua portata.
cerchiamo di modificare in noi quel che vorremmo migliorare in lui: nostro figlio ci imita, e questo può innervosirci, quando ritroviamo in lui dei tratti che non amiamo di noi stessi;
cerchiamo di prevenire le situazioni di crisi: raccontiamo al bambino, ad esempio, come si svolgerà la sua giornata, in modo che lui non si ritrovi poi a vivere una situazione inattesa;
facciamo attenzione alle fasi di transizione: i bambini hanno difficoltà ad abbandonare un’attività per un’altra, perchè sono molto più coinvolti nell’istante presente di noi adulti e perchè spesso quello che li attende è una costrizione. Se il bambino si oppone, non sta prendendo una decisione contro di noi, ma a favore di se stesso, per prolungare il benessere che sta provando, e questo è sicuramente un atteggiamento sano.
mettiamoci al suo posto;
– comprendiamo le sue ragioni: quando il suo comportamento non corrisponde ai nostri criteri, ricordiamo sempre che il bambino ha delle buone ragioni per comportarsi in quel modo. Non sta agendo contro di noi, ma sta crescendo. Spieghiamogli perchè non siamo d’accordo (anche senza aspettarsi che lui tenga la cosa in considerazione), e cerchiamo attività alternative che possano soddisfare il bisogno che ha espresso col suo comportamento;
instauriamo una comunicazione autentica e vivace: esprimere le emozioni è un processo fisiologico di guarigione, a tutte le età. Rispetto noi, però, i nostri figli hanno il vantaggio di non sottostare a convenzioni sociali. Capita a tutti i bambini di avere delle crisi di rabbia , in particolare intorno ai due anni, quando sa già camminare, ma non è ancora in grado di realizzare tutti i propri progetti.  A casa è più facile accogliere queste crisi, in altri casi è possibile rimandare una crisi: possiamo scegliere di cedere, ed esempio, se ci troviamo a casa di amici o al supermercato, e consentirgli un comportamento che dovremmo invece limitare. Quando decidiamo di rimandare, aspettiamoci però sempre un’esplosione a fine giornata o nei giorni successivi;
ascoltiamo i sentimenti dei bambini: gli studi sull’ascolto si devono a Carl Rogers, che ha avuto come allievi Marshall Rosenberg (fondatore della Comunicazione Non Violenta), Thomas Gordon, padre del metodo che porta il suo nome, e molti altri autori. L’ascolto produce il sentimento di comprensione di cui abbiamo bisogno per crescere, ci fa sentire sicuri e ci permette di essere davvero noi stessi. Se sapremo ascoltarlo, nostro figlio potrà smettere di urlare per farsi sentire;
affermiamoci: affermare se stessi significa parlare di sé senza presupporre un’altra persona. Questo permette di farsi conoscere dall’altro, che così imparerà cosa ci stanca, cosa ci sfinisce, cosa di dà ai nervi o ci fa ridere. Dire a nostro figlio come ci sentiamo in vari momenti della giornata, non solo gli fa scoprire il modo in cui noi funzioniamo, ma gli consente anche di aumentare il proprio vocabolario dei sentimenti, e di fare lo stesso percorso;
interrompiamo verbalmente un’azione con cui non siamo d’accordo: conosciamo poco i no pronunciati con dolcezza, tuttavia nulla ci impedisce, di fronte ad un’azione che non approviamo, di esprimere il nostro disaccordo con sensibilità e senza asprezza;
– lasciamo che il bambino conosca le conseguenze delle proprie azioni: tra il fare in modo che i bambini si assumano la responsabilità di tutte le loro azioni, e quella di lasciar correre tutto, esiste una terza alternativa. Quando il bambino fa una scelta, cerchiamo di aiutarlo ad assumersene la responsabilità, e accettiamo che cambi opinione. E’ così che funziona il mondo: le sofferenze possono arrivare, gli errori si possono commettere, ma si può anche cambiare idea, riflettere, scegliere altre opzioni, esplorare altre conseguenze.
siamo di buon esempio;
diamo ai bambini la possibilità di scegliere: insegniamo a fare delle scelte, a scegliere con la propria testa, a scegliere in base a quel che si prova…
osiamo discussioni filosofiche: tutte le discussioni coi bambini possono diventare discussioni filosofiche. L’arte di porsi delle domande è una capacità che aiuterà i nostri figli a coltivare in qualsiasi momento la propria umanità e che li abituerà a negoziare.
ridiamo coi nostri bambini: tutto quello che fa ridere il nostro bambino, lo aiuta a sentirsi meglio. Più ridiamo insieme a lui, più il nostro rapporto con lui migliora, il legame si rafforza e la fiducia reciproca aumenta.
concentriamoci sul rapporto e non sul problema.

Il testo è di piacevole lettura, ricco di riferimenti bibliografici, di esempi pratici, di consigli, e di testimonianze dirette di genitori.

Crescere senza punizioni né minacce
Per approfondire, in lingua italiana, abbiamo a disposizione i seguenti testi consigliati

Ingeborg Bosch Bonomo: In armonia con le emozioni. Curare le ferite del passato per vivere il presente con serenità.


Lawrence Cohen: Gioca con me. L’educazione giocosa: un nuovo, entusiasmante modo di essere genitori.


Mihaly Scikszentmihalyi: Una relazione educativa insolita: Lóczy (Ricerche).


Norman Doidge: Il cervello infinito: Alle frontiere della neuroscienza: storie di persone che hanno cambiato il proprio cervello (Ponte alle Grazie Storie).


Katherine Ellison: Il cervello delle mamme: Come la maternità ti rende più brillante (Saggi).


Isabelle Fillozat: Le emozioni dei bambini.


Daniel Goleman: Intelligenza emotiva.


Allison Gopnik, Andrew Metzoff e Patricia Kuhl: Tuo figlio è un genio. Le straordinarie scoperte sulla mente infantile.


Thomas Gordon: Genitori efficaci. Educare figli responsabili.


Arthur Janov: Il potere dell’amore. L’azione dell’affetto materno sullo sviluppo psicofisico del bambino.


Willi Maurer: La prima ferita. L’influenza dell’imprinting sul nostro comportamento umano.


Alice Miller: La persecuzione del bambino. Le radici della violenza.


Ashley Montagu: Il linguaggio della pelle. Il senso del tatto nello sviluppo fisico e comportamentale del bambino.


Emmi Pikler: Per una crescita libera. L’importanza di non interferire nella libertà di movimento dei bambini fin dal primo anno di vita.


Daniel H. Pink: Drive. La sorprendente verità su ciò che ci motiva nel lavoro e nella vita.


Jordi Quoidbach: Felice mente. Perché le persone felici vivono più a lungo?


Carl Ransom Rogers: Terapia Centrata Sul Cliente.


Robert Rosenthal e Jacobson Leonore: Pigmalione in classe. L’immagine che chi insegna si fa di chi apprende sotto la sua guida… (momentaneamente non disponibile)


Aletha Solter: Lacrime e capricci. Cosa fare quando neonati e bambini piangono.


Margot Sunderland: Il tuo bambino. Come educarlo e capirlo.

Crescere senza punizioni né minacce

Castello dei mostri per Halloween

Castello dei mostri per Halloween – Un tutorial passo passo per creare il castello di mostri.

Mentre i bambini più grandi possono cimentarsi anche nel ritaglio dei dettagli, i più piccoli si divertiranno tantissimo a ritagliare i contorni, ricalcare, incollare, e soprattutto ad inventare i mostruosi abitanti del castello.

Materiale occorrente

un cartoncino nero per il castello, carta e cartoncino colorati a scelta per sfondo e decorazioni

forbici e taglierino

colla da carta

un pastello a cera e un foglio di carta bianca da stampante, se si vuole ricalcare la sagoma dal monitor del computer, oppure potete stampare la sagoma che ho preparato in formato pdf

pennarelli o pastelli a scelta per disegnare i mostri

Come si fa

Per prima cosa bisogna preparare la sagoma del castello, disegnandola da sé, oppure utilizzando un modello (in rete se ne trovano davvero tantissimi) stampandolo o ricalcandolo con un pastello a cera dal monitor del computer:

se volete utilizzare il mio, è questo:

Riportiamo poi la sagoma sul cartoncino nero. Anche i bambini più piccoli possono riuscirci calcando le linee con una penna a sfera sulla sagoma, in modo tale che i segni restino impressi sul cartoncino nero:

Ora passiamo al ritaglio della sagoma: i contorni esterni con le forbici, per le finestrelle occorrerà usare il taglierino, quindi può essere necessario l’aiuto di un adulto

Ora passiamo al ritaglio della sagoma: i contorni esterni con le forbici, per le finestrelle occorrerà usare il taglierino, quindi può essere necessario l’aiuto di un adulto

Potete incollare direttamente il vostro castello su un fondo colorato, così:

Oppure potete preparare il castello incollando sul rovescio delle toppe di carta di colori diversi in corrispondenza di porta e finestre:

E poi incollarlo su un fondo colorato, con questo risultato:

Ora non resta che popolare il castello delle sue strane creature.

Insegnare l’igiene orale – una raccolta di 40 e più idee ed attività sul tema

Insegnare l’igiene orale – una raccolta di 40 e più idee ed attività sul tema: pittura, modellaggio, collage, esperimenti scientifici e molto altro ancora.

Questa è una serie di attività ed idee legate all’insegnamento dell’igiene orale, già pubblicate sul sito, o provenienti dal web:

1. presentazione delle attività legate all’insegnamento dell’igiene orale ai bambini, in chiave montessoriana, qui: 

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2. modello della struttura del dente in cartoncino, con cartellini delle nomenclature, qui: 

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3. un esperimento scientifico per imparare a distinguere tra cibi sani e cibi che possono creare problemi ai denti, qui: 

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4. carte delle nomenclature montessoriane in tre parti sulla struttura del dente, qui: 

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5. una clessidra da costruire coi bambini e tenere in bagno per ricordarsi di lavare sempre i denti almeno al mattino e la sera prima di andare a dormire, e che tiene il conto dei tre minuti di spazzolamento consigliati per una corretta igiene orale

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6. attività adatta anche ai bambini piccoli, che consiste nel dipingere di bianco il dente giallo, utilizzando uno spazzolino da denti; se usate uno spazzolino elettrico è anche più divertente… qui: 

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7. lavare una sagoma plastificata di dente, sporcato con colori a tempera o acquarelli, utilizzando acqua, spazzolino e dentifricio, qui: 

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8. rimuovere il cibo dagli spazi con il filo interdentale, dopo aver costruito il modello in cartoncino e cartoni delle uova, qui: 

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9. il semplicissimo, ma sempre d’effetto, esperimento della mela cariata, qui: 

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10. un libro – spazzolino che riassume tutti i punti fondamentali relativi alla corretta igiene orale, qui: 

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11. lavare un dentone costruito con un fondo di bottiglia di plastica, qui: 

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12. lavare un modello di dentatura realizzata coi bicchierini di plastica, qui: 

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13. modellare un esempio di struttura del dente con il play dough, qui: 

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14. costruire e lavare correttamente un modello di dentatura con apparecchio ortodontico, qui: 

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15. un gioco di dadi per contare i dentini, realizzato col play dough, qui: 

16. il dente triste (giallo) e il dente felice (bianco) con collage rispettivamente di cibi che danneggiano  i denti, e di cibi sani, di http://mamabeefromthehive.blogspot.it/2011/03/dental-health.html

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17. rimuovere il cibo (play dough) dagli spazi interdentali (spazi tra gli incasti dei mattoncini da costruzione) utilizzando il filo interdentale (un filo di lana), di http://mamabeefromthehive.blogspot.it/2011/03/dental-health.html

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18. attività artistica: collage di sorrisi, di http://familythemedays.ca/Themes/Teeth.htm

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19. vario materiale stampabile gratuitamente, anche se in Inglese facilmente utilizzabile, di http://www.colgate.com/app/

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20. una notevole raccolta di giochi interattivi online sul tema dell’igiene orale, di http://www.colgate.com/app/Kids-World/US/Games-And-Activities.cvsp (in Inglese)

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21. Altra versione della pittura bianca su denti gialli, di http://thepreschoolexperiment.blogspot.ca/2012/02/tot-school-dental-health.html

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22. vario materiale stampabile gratuitamente sul tema igiene orale, per semplici attività matematiche, di http://www.makinglearningfun.com/themepages/DentalMathIdeas.htm

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23. gioco stampabile gratuitamente per contare i denti ed abbinarli allo spazzolino giusto, di http://bitsycreations.blogspot.it/2012/01/free-preschool-tooth-counting-game.html

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24. spazzolino di carta. Il manico è dipinto utilizzando uno spazzolino da denti, e la preparazione delle setole è una buona attività con le forbici da proporre anche ai più piccoli, di http://www.preschoolplaybook.com/search/label/dental%20health

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http://thenatureofgrace.blogspot.it/2012/05/homeschool-theme-of-week-dentist-and.html

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26. simpatici personaggi da realizzare con cartoncino colorato, di http://acupcakefortheteacher.blogspot.it/2012/02/sweet-tooth-dental-health.html

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27. materiale stampabile gratuitamente sul tema, di http://printables.atozteacherstuff.com/1385/teeth-printables-for-lets-talk-teeth-unit/

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28. un bel gioco da fare a scuola, meglio se con tanti bambini. Si fotografa il sorriso di ognuno, poi si ritaglia e si applica sulla sagoma di un dente. I bambini devono indovinare a chi appartiene. Di http://www.prekfun.com/THEMES/PREKthemes/A-F/Dental_Hygiene/Dental_Hygiene__Games.htm

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29. labirinti sul tema dell’igiene orale ed altri giochi stampabili gratuitamente di http://www.kidssoup.com/dental_health/dentalhealth_activities.html#freedentalactivities

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30. la bocca dell’ippopotamo, di http://pattiesclassroom.blogspot.it/search/label/Dental%20Health

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31. disegni da colorare sul tema, stampabili gratuitamente, di http://www.apples4theteacher.com/coloring-pages/dental-health/

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32. gioco della fatina dei denti per contare da 1 a 20, stampabile gratuitamente, di http://candokinders.blogspot.it/2012/02/im-back-with-freebie.html

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33. altra versione del dente sano e del dente felice, stampa gratuita dei modelli, via http://storytimewithmissmollie.blogspot.it/2011/04/flannel-friday-teeth.html

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34. simpatico dentino con spazzolino, di http://creativeteaching-kimberly.blogspot.it/2012/01/dental-health-fun.html

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35. gli attrezzi del dentista realizzabili facilmente con scovolini, pannolenci o feltro e un tappo a corona, di http://luckykitty.typepad.com/lucky_kitty/2011/06/junior-hygienist-tool-kit.html

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36. un simpatico dentista, di http://www.flickr.com/photos/pil_mupa/4865291546/in/pool-fingers

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37. attività dentro fuori attorno alla sagoma di un dentino, di http://thekidsplacehomedaycareandpreschool.blogspot.it/2012/03/learning-activity-boxes-last-week-in.html

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38. bocca con denti di marshmallows, di http://www.themotherhuddle.com/marshmallow-teeth/

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39. gioco del tris a forma di dente, di http://mrswilliamsonskinders.blogspot.it/2011/02/toothy-tic-tac-toe.html

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40. altro spazzolino di cartoncino con varie decorazioni, e proposte di canzoncine in Inglese sul tema dell’igiene orale, di http://kiboomukidscrafts.com/dental-health-toothbrush-craft/

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41. dente “colorato” coi batuffoli di cotone bianco, di http://kiboomukidscrafts.com/dental-health-tooth-craft-and-song/

Insegnare l’igiene orale – Esperimento con le uova sode

Insegnare l’igiene orale – Esperimento con le uova sode

sostenuto da:

Salute dei denti e alimentazione

Insegnare l’igiene orale – Esperimento con le uova sode: la crescita di denti sani dipende molto dalla dieta. I denti da latte del vostro bambino si sono formati durante le gravidanza, influenzati dalla vostra dieta. Dopo la nascita, molto si può fare per garantire ai denti permanenti di svilupparsi e crescere sani e forti.

Assicuratevi che il vostro bambino riceva con la dieta un sufficiente apporto di calcio e vitamina D. Dopo lo svezzamento il bambino assume il latte in quantità decisamente minore, quindi è importante inserire nella sua alimentazione yogurt  e formaggio. 

L’alimentazione poi, influenza la salute dei denti anche in modo più diretto, per questo fate il possibile per evitare di sviluppare nel bambino comportamenti che ledono i denti creando nel cavo orale un ambiente favorevole allo sviluppo dei batteri ed all’insorgere di placca, tartaro e carie.

Non abituate i bambini a consumare succhi di frutta zuccherati, snack e bibite tra un pasto e l’altro. In ogni caso preferite sempre offrirgliele in bicchiere e non nel pacchetto con la cannuccia, perchè questo piccolo accorgimento può ridurre di molto il tempo di esposizione allo zucchero.

L’ideale sarebbe che il bambino non sapesse nemmeno cosa sono caramelle e cioccolata prima dei due anni, ma i condizionamenti posso essere molti. Non c’è dubbio che i dolci facciano male ai denti del vostro bambino, ma un atteggiamento ansioso e rigido non è comunque salutare per lui: dosati con cura, dolci e caramelle possono non essere un problema.

Alte concentrazioni di zucchero raffinato distruggono l’equilibrio acido nella bocca del bambino e compromettono la salute dello smalto dei denti. Ogni volta che si mangia dello zucchero, i denti sono in pericolo, e più a lungo lo zucchero rimane in bocca, tanto più è probabile che si formino carie, ma questo vale per lo zucchero raffinato in generale, e non in particolare per le caramelle: il sorseggiare continuo o il succhiare dalle cannucce dei succhi di frutta o di altre bevande, può essere più dannoso delle caramelle o della fetta di torta più dolce che ci sia.  

Per questo è più ragionevole controllare tutti gli alimenti dolci, anziché vietare le caramelle, e preferire sempre dolci che si consumano in fretta, perchè l’acido prodotto dalla loro presenza potrà scomparire senza avere il tempo di  aderire alla smalto dei denti . Ad esempio una fetta di torta o un pezzetto di cioccolata sono meno pericolosi per i denti di un lecca lecca che il bambino può succhiare per ore.

Anche la consistenza dei dolci fa la differenza: quelli che possono incollarsi ai denti masticando, magari restando là fino al prossimo spazzolamento, sono i peggiori: questo vale per i biscotti secchi e anche per alcuni prodotti naturali che a volte offriamo perchè più salutari rispetto alle caramelle: ad esempio l’uvetta.

Tutti i bambini attraversano fasi in cui sono particolarmente golosi di dolci: scegliamo quelli che si dissolvono più rapidamente in bocca, come cioccolato e caramelle morbide, e diamo da bere dell’acqua. 

Insegniamo ai bambini a riconoscere gli alimenti che fanno bene ai denti, e quelli che possono danneggiarli. Si può cominciare anche quando sono piccoli, anche senza dare particolari informazioni tecniche, ma permettendo loro di fare esperienze dirette.

L’esempio classico è l’esperimento con le uova sode. E’ vero che l’affinità tra guscio dell’uovo e smalto dei denti è assolutamente discutibile, ma come vedrete l’impatto visivo è formidabile e i bambini fanno spontaneamente l’associazione tra uovo e dente.  In questo caso l’immaginazione è davvero più potente della fredda analisi nel trasmettere l’informazione corretta…

Insegnare l’igiene orale – Esperimento con le uova sode – Per l’esperimento servono:

– due barattoli trasparenti
– due uova sode (se le trovate bianche è meglio, ma non è indispensabile)
– un assortimento di cibi sani (frutta, formaggi, verdura, pane,…), acqua e latte
– un assortimento di cibi dannosi (miele, zucchero, cioccolata, marmellata, panna montata, caramelle, gelato,…),e cola
– spazzolino da denti e dentifricio
– una bacinella d’acqua
– vassoio e piattini
– può essere utile anche un timer o una clessidra, se vogliamo rinforzare nel bambino la percezione di quanto siano lunghi i tre minuti che gli chiediamo di impiegare per spazzolarsi i denti.

Insegnare l’igiene orale – Esperimento con le uova sode – Cosa fare:

Prima di intraprendere l’esperimento sarebbe importante avviare coi bambini una discussione sul tema dei denti,  e ad esempio portarli ad immaginare cosa potremmo mangiare se non avessero i denti. Possiamo invitare i bambini a toccarsi i denti e poi a dirci come sono, quindi a toccare le uova sode che abbiamo preparato. Emergerà che i denti sono duri e bianchi proprio come le uova.

Ora prepariamo in un vassoio tutti i cibi dannosi per i denti, mettiamo nel primo barattolo un uovo sodo,

aggiungiamo gli alimenti

e versiamo la cola (per rendere l’esperimento ancora più impressionante si può aggiungere succo d’arancia e aceto: in questo modo, oltre a sporcarsi tantissimo, l’uovo assumerà un odore disgustoso e diventerà molliccio).

In un altro vassoio prepariamo tutti di cibi sani,

mettiamo l’altro uovo sodo nel secondo barattolo, aggiungiamo gli alimenti e versiamo latte ed acqua.

Ora andiamo a dormire senza lavarci i denti…

Nel versare i vari alimenti nei barattoli, possiamo chiedere ai bambini cosa sono e se secondo loro sono buoni. Sicuramente in molti diranno che la cola è buona, ad esempio. Ma proviamo a chiedere se fa bene ai denti, e molti bambini non sapranno cosa rispondere. Per fortuna abbiamo il nostro dente – uovo ad aiutarci!

Possiamo anche dire che, ad esempio, nella cola c’è molto zucchero, e che lo zucchero nella nostra bocca diventa acido come l’aceto, e che questo piace molto ai batteri che bucano i dentini con le carie.

E se non ci lavassimo i denti, cosa succederebbe?

Il  giorno successivo, tiriamo fuori dai barattoli i nostri denti – uova: il confronto è incredibilmente forte!

Laviamo il povero dente… prepariamo su un vassoio dentifricio, spazzolino, l’uovo da lavare in un piattino e a parte una bacinella d’acqua. Grazie a questa attività il bambino si eserciterà a svitare e riavvitare il tappo, stendere il dentifricio, spazzolare…

Se il bambino lo desidera, può dedicarsi anche alla pulizia dell’altro dente, ma ai fini dell’esperimento è servito essenzialmente per il confronto iniziale…

Lavarsi i denti, insomma, anche se ogni tanto mangiamo un po’ di zucchero, mantiene i denti puliti e bianchi, proprio come il guscio d’uovo! Però mangiare sano è proprio meglio…

Insegnare l’igiene orale – Esperimento con le uova sode

Riferimenti all’argomento nel web:

– thechocolatemuffintree.com

– mamabeefromthehive.blogspot.com

– fitkidsclub.blogspot.com

– science-mattersblog.blogspot.com

– luvprek.blogspot.com

– imaginationstationtoledo.org

– thepreschoolexperiment.blogspot.com

Oral care – Experiment with hard-boiled eggs: the growth of healthy teeth is very dependent on diet. The milk teeth of your child have been formed during the pregnancy, affected by your diet. After birth, much can be done to ensure the permanent teeth to develop and grow healthy and strong.

Make sure your child receives a diet with sufficient calcium and vitamin D. After weaning, the child takes the milk in amounts much lower, so it is important to include in his diet yogurt and cheese.

The nutrition then, affects the health of teeth even more directly, so do everything you can to avoid developing in the child behaviors which harm teeth creating a favorable environment in the oral cavity to the development of bacteria and the onset of plaque, tartar and cavities.

Not accustomed children to consume sugary juices, snacks and drinks between meals and the other. In any case always prefer to offer them in glass and not in the package with drinking straw, because this little trick can greatly reduce the time of exposure to sugar.

Ideally, the child does not even know What are candies and chocolate before two years, but the conditioning can be many. There is no doubt that the sweets to hurt your child’s teeth, but an anxious and rigid approach however, it is not healthy for him dosed carefully, cakes and sweets can not be a problem.

High concentrations of refined sugar destroy the acid balance in your child’s mouth and endanger the health of the tooth enamel. Every time you eat sugar, the teeth are in danger, and the longer the sugar remains in the mouth, the more it is likely to be formed caries, but this applies to the refined sugar in general, and in particular not for candies : the continuous sipping from straws fruit juices or other drinks, can be more damaging of candies or cake sweeter there is.

Therefore it is more reasonable to check all sweet foods, rather than banning the sweets, and always prefer sweets that you consume in a hurry, because the acid produced by their presence will disappear without having time to adhere to tooth enamel. For example, a slice of cake or a piece of chocolate are less hazardous to the teeth of a lollipop that the baby can suck for hours.

Even the consistency of the sweets makes the difference: those who can stick to teeth by chewing, maybe staying there until the next toothbrushing, are the worst: that goes for dry biscuits and even for some natural products that sometimes we offer because most healthful compared to candies: such as raisins.

All children go through stages where they are particularly sweet tooth: choose those that dissolve quickly in the mouth, such as chocolate and soft candy, and we give him water to drink.

We teach children to recognize foods that are good for teeth, and those that can damage them. You can begin when they are small, without giving any further technical information, but allowing them to make direct experiences.

The classic example is the experiment with the boiled eggs. It is true that the affinity between eggshell and tooth enamel is absolutely questionable, but as you will see the visual impact is tremendous and the children spontaneously make the association between egg and tooth. In this case the imagination is truly mightier than the cold analysis in conveying the correct information …

Oral care – Experiment with hard-boiled eggs

What do you need?

– Two transparent jars
– Two boiled eggs (if you find white is better, but is not essential)
– An assortment of healthy foods (fruit, cheese, vegetables, bread, …), water and milk
– An assortment of harmful foods (honey, sugar, chocolate, jam, whipped cream, candy, ice cream, …), and cola
– Toothbrush and toothpaste
– A bowl of water
– Tray and dishes
– It can also be useful a timer or an hourglass, if we want to strengthen the child’s perception of how long are the three minutes that we ask him to employ for brushing teeth.

Oral care – Experiment with hard-boiled eggs

What to do?

Before embarking on the experiment it would be important to start a discussion with kids on the theme of the teeth, and for example take them to imagine what we could eat if we did not have their teeth. We invite children to touch their teeth and then tell us how they arethen to touch the boiled eggs that we have prepared. It emerges that the teeth are hard and white just like the eggs.

Now we prepare on a tray all the foods damaging to their teeth, and we put in the first jar a boiled egg,

add foods:

and pour the cola (to make the experiment more impressive you can add orange juice and vinegar: in this way, as well as dirty a lot, the egg will take a disgusting smell and become mushy):

In another tray we prepare all of healthy foods,

We put another hard-boiled egg in the second pot, add the food and pour milk and water.

Now we go to bed without brushing our teeth …

While we pour the various foods in jars, we can ask the children what they are and if they think they are good. Surely many will say that the cola is good, for example. But we try to ask if it is good for teeth, and many children do not know what to say. Luckily we have our teeth – egg to help us!

We can also say that, for example, in the cola there is a lot of sugar, and that sugar in our mouth becomes acid such as vinegar, and that it really like to the bacteria, which pierce the teeth with caries.

And if we do not brush teeth, what would happen?

The next day, we pull out of the jars our teeth – eggs: the comparison is incredibly strong!

We wash the poor tooth … prepare a tray of toothpaste, toothbrush, the egg to be washed in a dish and part a basin of water. Thanks to this activity the child will practice to unscrew and screw the cap, apply toothpaste, brushing …

If the child wants, he can dedicate himself to cleaning the other tooth, but the purpose of the experiment is served primarily by the initial confrontation …

Brush your teeth, in short, even if sometimes we eat a bit of sugar, keeps teeth clean and white, just like the eggshell! But eating healthy is your best…

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Oral care – Experiment with hard-boiled eggs

Other links

– thechocolatemuffintree.com

– mamabeefromthehive.blogspot.com

– fitkidsclub.blogspot.com

– science-mattersblog.blogspot.com

– luvprek.blogspot.com

– imaginationstationtoledo.org

– thepreschoolexperiment.blogspot.com

Lavoretto per la festa della mamma – fiore di feltro


Lavoretto per la festa della mamma – fiore di feltro. Avevo già descritto la tecnica di produzione dei fiori di feltro

per gli adulti, ma si tratta di  un procedimento troppo impegnativo proposto ai bambini.

La lana cardata che occorre per il lavoretto si può trovare, ad esempio, qui: LANA CARDATA

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Genitori Channel ospita il mio articolo che mostra come è semplice, con pochi accorgimenti aggiuntivi, far fare questa bella esperienza anche ai bambini più piccoli.

E’ un’attività che consiglio davvero, per esperienza: è molto ricca dal punto di vista sensoriale, avvicina al mondo della natura, porta calma e concentrazione (anche per il massaggio dei polpastrelli che la lana ci ricambia mentre la massaggiamo, ma non solo) e, siccome la bellezza della lana (anche senza essere lavorata) è garanzia di successo, porta tutti i bambini a sentirsi “bravissimi” e in questo caso davvero orgogliosi di poter fare alla mamma un così bel regalo…

… potete leggere l’articolo completo qui: http://www.genitorichannel.it

Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:

Tutti gli album

Festa della mamma – ebook – Libretto d’auguri illustrato con tisane, tè, sale grosso e collage…

Festa della mamma – ebook – Libretto d’auguri illustrato con tisane, tè, sale grosso e collage… In realtà è quasi un libro tattile e non ha molto senso come ebook, ma lo condivido volentieri sperando possa essere di ispirazione per inventare lavoretti simili coi vostri bambini.

Festa della mamma – ebook – Libretto d’auguri illustrato con tisane, tè, sale grosso e collage…

Si tratta della poesia “Alla mamma” di Luisa Nason, illustrata con tecniche varie:

Alla mamma
Mamma, per la tua festa
io ti offro
una cesta di baci
e un cestino di stelle.
Ti offro un cuscino di fiori
su cui posare la testa
quando sei stanca;
una fontana di perle lucenti
color della luna,
una ghirlanda di rose
e una montagna
di cose gentili
un cuore tanto piccino
e un amore grande così:
mamma per questo dì. ( L. Nason)

file pdf del libretto:

Festa della mamma – ebook – Libretto d’auguri illustrato con tisane, tè, sale grosso e collage…

Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:

Tutti gli album

La politica per la felicità: un manifesto

La politica per la felicità: un manifesto. Si tratta di un piccolo testo del WWF Finlandia, che potete trovare in lingua inglese qui The politics of happiness – A manifesto,  e che presto sarà disponibile in italiano grazie ad un bel progetto di traduzione condivisa a cui mi ha proprio fatto piacere (nel mio piccolissimo) partecipare.

Come racconta V1MB: “…abbiamo contattato Demos Helsinki (gli autori del testo) per chiedere di poter condividere il documento tradotto online per facilitare l’accesso ai lettori italiani, e loro hanno rilanciato, proponendo una vera e propria pubblicazione di un’edizione italiana, corredata da un’introduzione che sottolinei le peculiarità del nostro paese rispetto all’esigenza di una (nuova) politica della felicità.

E anche se tutto è cominciato senza essere nè traduttori né esperti di sociologia o sostenibilità (sempre citando), presto la versione italiana sarà disponibile in versione ufficiale, col coinvolgimento (anche) di esperti per quanto riguarderà l’introduzione, e tradotto coi fiocchi grazie a Elle che ha deciso di regalarci la sua professionalità.

Ora la traduzione del testo è ultimata e approvata, e per chi lo desidera si può leggere in “anteprima specialissima” contattando via email  Vogliounamelablu o lasciando un commento qui , oppure ancora con un messaggio sulla pagina Facebook de “La politica della felicità”. Con un bel “mi piace” sarete sempre aggiornati sulle novità del progetto, ma soprattutto potremo condividere le nostre riflessioni, e scrivere insieme parte dell’introduzione al testo definitivo.
Una piccola cosa significativa da fare insieme.

Leggere le parole “politica” e “felicità” vicine, suona sicuramente insolito, ed è già un buon motivo, secondo me, per dedicarsi a questa breve lettura. Non deve piacere tutto, qualcosa nel tono può dare un vaghissimo senso di “evabbè”, ma gli spunti di riflessione sono davvero tanti, per tutti, e forse anche un po’ di più per gli educatori.

Pensando alla politica come allo strumento che si occupa di valori condivisi da un gruppo (un popolo?), suona meno strano accostare tra loro le parole “politica” e “felicità”. Ricordarsi che la felicità non è solo la condizione o l’aspirazione di un individuo, ma che può essere lo scopo di un gruppo, ecco, io penso sia da fare, almeno ricordarselo, soprattutto quando ci si occupa di bambini. Come ricordarsi che la nostra felicità è il loro esempio, il punto di partenza per la loro.

Ma torniamo al testo; questi sono i paragrafi:
.Il momento di una politica per la felicità è ora
1. Per un tempo libero migliore
2. Trasformare gli spazi in luoghi significativi
3. Attività costruttive e collettive
4. La cultura del benessere
5. Amici, vicini e familiari

E di seguito qualche estratto:

“Tutti desideriamo una vita più felice, ma disponiamo di strumenti scarsi e di utilità limitata per valutare cosa veramente sarebbe in grado di renderci più felici. Le ricerche in materia, sperimentali e pratiche, ci offrono un quadro più chiaro su cosa sia la felicità. Dagli studi emergono due osservazioni fondamentali sulla natura umana: 
prima: siamo creature sociali, che trovano significato nel confronto con gli altri;
seconda: siamo in grado di adattarci ai cambiamenti in modo estremamente rapido.

In qualità di membri attivi di una comunità significativa, potremo essere malati, divorziati, senza figli e poveri, e comunque felici. Analogamente, potrà essere infelice qualsiasi membro sano di una ricca famiglia nucleare. Le politiche per la felicità possono influenzare le nostre opportunità di partecipazione ad attività costruttive.”

“La politica non può essere direttamente responsabile della nostra felicità, ma è in grado di renderne possibile la ricerca, o di facilitarla. Al momento, la società è una specie di corsa a ostacoli sulla strada per la felicità, abbastanza complessa da far perdere la rotta anche ai cercatori più capaci. 

1. Politica per la felicità significa politica per il pianeta. Stiamo utilizzando le risorse naturali in modo eccessivo, e sappiamo che questo non può continuare.
2. Politica per la felicità significa un approccio intergenerazionale. Si differenzia nettamente dalla politica attuale, concentrata sulla lotta per un benessere a breve termine ottenuto attraverso la crescita economica.
3. Tempo, comunità e significato sono risorse vitali. La politica per la felicità mette in discussione l’idea che la crescita economica debba rappresentare l’obiettivo finale della nostra società.
4. La felicità sostenibile si basa sulla condivisione delle esperienze. La responsabilità nei confronti della società passa attraverso le esperienze comuni; la condivisione delle responsabilità è l’obiettivo della politica.
5. La politica per la felicità si basa su dati scientifici, e può contribuire a colmare il divario tra risultati della ricerca e politica.”

“La politica per la felicità mette in discussione il nostro concetto di tempo, spostandolo dalla valorizzazione e dal sostegno al lavoro alla valorizzazione dell’attività “pubblica”. Così, il diritto e il dovere di agire sul mondo esterno, a partire dalla nostra dimensione domestica, diventano importanti quanto il tradizionale diritto/dovere al lavoro.
Il cambiamento inizia da un nuovo approccio nei confronti del tempo. Se il tempo che abbiamo è limitato, le nostre decisioni in merito a casa, cibo, abbigliamento… e alla felicità tendono a essere poco valide.
Dobbiamo stimolarci l’un l’altro a svolgere attività costruttive, anziché concentrarci solo e sempre sul lavoro.

“Nella politica per la felicità, lo spazio pubblico promuove la formazione di gruppi di pari. Oltre alle attività ricreative e agli interessi condivisi, i gruppi di pari offrono una base per lo sviluppo di rapporti umani e rappresentano un prerequisito per attività condivise in un contesto aperto. Senza attività condivise non esiste felicità, e i luoghi esperienziali offrono i migliori presupposti per il loro svolgimento: si tratta di luoghi che differiscono notevolmente dagli spazi pubblici attualmente esistenti. Abbiamo bisogno di un rinascimento degli spazi pubblici. Adattare l’ambiente in cui viviamo è un diritto e contribuisce alla nostra felicità.”

“Rimuovere le strutture alla base della solitudine è una sfida chiave per la politica per la felicità, in modo molto simile alla rimozione delle barriere tra le classi nel XX secolo.
I rapporti di coppia e la famiglia non possono essere l’unica forma di relazione umana intima. Senza altri rapporti umani, la rete di sicurezza del singolo risulta debole. Costruire e mantenere amicizie è di vitale importanza.

La capacità di fidarsi degli altri si sviluppa ampiamente nella prima infanzia, quando è importante esporre il bambino a contatti diversificati con gli adulti. La chiave è imparare a fare insieme. Il bambino, crescendo, diventa parte delle comunità in cui è coinvolto in termini di hobby, volontariato, attività ricreative. Supportare le pratiche che contribuiscono alla capacità di collaborare e allo sviluppo dell’autostima è una buona politica, dal punto di vista della felicità.”

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