Dettati e materiale didattico sulle piante

Dettati e materiale didattico sulle piante per bambini della scuola primaria.

Il soffione

Se noi soffiamo sul palloncino del soffione che cresce nei prati, ai margini delle strade o tra le pietre, lo vediamo scomporsi in tanti piccoli elementi, i quali se ne vanno lontani, veloci e leggeri. Prendiamo uno di quegli elementi. E’ formato da un corpicino sul quale è impiantato un filamento terminante in una raggiera di peluzzi.
Possiamo paragonarli all’ombrello del paracadute, e il fruttino ovale al passeggero. Il vento lo afferra, lo trascina in alto, lo sospinge in basso e va a capitare, proprio come era il desiderio della pianta madre, in un luogo umido dove può svilupparsi a meraviglia.
(G. Scortecci)

Per il lavoro di ricerca

Come è fatto un fiore?
A che cosa servono gli ovuli e i granelli di polline?
Che cos’è l’impollinazione?
Come avviene e per mezzo di chi?
Come si forma il frutto?
Quali frutti conosci?
Quali sono i frutti carnosi e quali i frutti secchi?

A che cosa servono gli ovuli e i granelli di polline?

Gli ovuli sono gli organi destinati a trasformarsi in semi. Perchè questa trasformazione avvenga occorre, però, che gli ovuli si incontrino con un granello di polline.
Il polline viene prodotto dalle antere. Esso dovrà perciò essere trasportato fin sulla punta del pistillo: da qui potrà scendere fin nell’ovario dove incontrerà gli ovuli. Allora si formeranno i semi, ed il fiore avrà adempiuto il suo compito; infatti a questo punto il fiore appassisce e cade.
Bisogna ricordare una importante legge che regola l’impollinazione dei fiori: in genere il fiore, perchè dai suoi semi possa nascere una pianta sana e vigorosa, deve essere fecondato con polline prodotto da un altro fiore.
Ma chi provvede a portare il polline dall’uno all’altro fiore?
Ogni famiglia di piante ha scelto un suo modo per provvedere a questo trasporto: c’è chi si serve del vento, chi dell’acqua e chi dell’opera di diversi animaletti, generalmente insetti, ma in qualche caso anche uccelli e molluschi.

L’impollinazione

Tutte le piante superiori si riproducono per mezzo di semi, i quali si sviluppano dal fiore solo quando questo viene fecondato. Voi sapete già come è fatto un fiore e quali sono i suoi organi principali. Conoscete quindi gli stami e le antere, che producono il polline, la minuta polverina gialla che rimane attaccata alle dita quando tocchiamo l’interno di un fiore maturo.

Quei minuscoli granuli gialli, prodotti in tanta abbondanza dai fiori, sono uno dei più preziosi elementi esistenti in natura, poichè racchiudono il segreto della vita delle piante. Sono proprio i granuli di polline che provocano la fecondazione degli ovuli, una volta giunti sul pistillo che sovrasta l’ovario.

Se esaminate il polline al microscopio noterete che i granuli hanno forme diverse, che variano da pianta a pianta. Ce ne sono di ovali, di cilindrici, di rotondi. Alcuni terminano con delle piccole punte, altri sono leggermente uncinati, altri ancora sono a forma di mezzaluna. Se provengono da piante che si fanno impollinare dal vento, sono più piccoli ed hanno forme più appiattite, per poter volare più facilmente. Se invece sono destinati ad essere trasportati lontano dagli insetti, sono di maggiori dimensioni e risultano appiccicosi.

Se un granulo di polline raggiunge il pistillo, l’ovulo viene fecondato. Ma raramente succede che il polline prodotto da un fiore vada a fecondare l’ovario dello stesso fiore.

Le piante fanno di tutto per ottenere che il polline arrivi al pistillo di un altro fiore o da un’altra pianta. Ciò permette la produzione di frutti e di semi migliori, più adatti alla germinazione; questo processo si chiama fecondazione incrociata e la sua estrema utilità fu dimostrata da Darwin già nel 1859.

Per questo motivo vi sono fiori nei quali il polline matura quando ancora il pistillo non è completamente sviluppato, e altri in cui si verifica il caso inverso. Vi sono poi fiori il cui pistillo si sviluppa molto in altezza, al di sopra delle antere, sempre per impedire che il polline sottostante possa raggiungere l’apertura (stigma). Altre piante infine producono fiori con solo stami che danno il polline (fiori maschili) e fiori col solo pistillo terminante nell’ovario (fiori femminili). Di questo gruppo sono le piante che si fanno impollinare dal vento, come le conifere. Esse non producono fiori con corolle vistose, perchè non devono attirare gli insetti. Producono invece quantità incredibile di polline, perchè dei milioni e milioni di granelli che volano nell’aria solo qualcuno giunge sul fiore adatto.

Alcune piante affidano il polline al vento, altre si servono dell’acqua, altre ancora si impollinano da sole, ma nella maggior parte questa importantissima operazione viene affidata agli animali, e in particolare agli insetti. Per essi le piante producono fiori profumati, fiori provvisti di dolce nettare, fiori dai petali vistosamente colorati.
La stessa forma delle corolle ha il preciso scopo di lasciar passare l’insetto adatto all’impollinazione e di impedire chi si entrino altri animaletti meno graditi. Basta osservare ciò che avviene in un fiore di salvia, per restare stupiti dal meraviglioso meccanismo posto in atto per favorire l’impollinazione incrociata.

Quando un’ape, attirata dal profumo o dal nettare, si appoggia sul petalo più basso per entrare nel fiore, preme su una speciale levetta che fa abbassare lo stame. Questo, che è già incurvato dal peso dell’antera matura, va a toccare il dorso peloso dell’insetto e lo cosparge di polline. L’ape poi vola su un altro fiore e l’operazione si ripete. Ma la salvia è una di quelle piante che fanno maturare prima le antere e poi il pistillo. Così quando l’insetto giunge su un fiore con le antere avvizzite vi trova un pistillo maturo, che incurvandosi con lo stesso meccanismo va a raccogliere il polline di altri fiori sul dorso dell’ape, fecondandosi.

I frutti

Quando il polline, al momento della fioritura, viene portato sulla stimma per opera, o degli insetti, o del vento, o di altri agenti, si ha la fecondazione degli ovuli. Avvenuta questa, gli ovuli  si trasformano in semi mentre le parti dell’ovario si gonfiano, si fanno carnose, tonde, colorite, oppure, a seconda dei casi, solide, fibrose: sta formandosi il frutto. Per noi i frutti sono il piacevole completamento dei pasti, ma per la pianta rappresentano un momento importantissimo e delicato della sua vita. Il frutto protegge il seme e serve a disseminarlo nel terreno.
Per il botanico i frutti si dividono in due categorie: carnosi e secchi. I primi sono pieni di polpa carnosa, turgida, ricca di succo e ci richiamano subito alla mente le ciliegie, le pesche, le mele, le pere.
I frutti secchi non hanno una parete così succosa come i loro parenti carnosi. Ne esistono molte varietà di cui le principali sono: la noce, il legume, la cariosside. Oltre a i veri frutti, esistono anche i falsi frutti alla cui formazione concorrono, oltre all’ovario, altre parti del fiore.
Per esempio il vero frutto della fragola è formato da quei granellini neri che ne costellano la polpa e che vengono generalmente ritenuti semi. Altri falsi frutti sono il fico e il pomo.

I fuoriclasse della botanica

Ecco alcuni semi, fiori, frutti, piante ed alberi che sono veri e propri campioni mondiali di  qualche specialità che ti indicherò.
Il seme più grosso: cocco.
Il fiore più grande: bolo.
Il frutto più voluminoso: turien.
L’albero più alto: sequoia.
L’albero più grosso: baobab.
Il legno più leggero: balsa.
Il legno più pregiato: ebano.
La pianta più delicata: sensitiva.
La pianta più ricca di olio: sesamo.
La pianta che piange di più: vite.
L’albero europeo più longevo: tiglio.

Le sequoie

Le sequoie sono famose per le dimensioni gigantesche e per la longevità. Gli esemplari più alti e più vecchi hanno addirittura un nome proprio e sono severamente protetti. Vi sono due specie di sequoie: la gigante e la sempreverde (ma anche la prima conserva le foglie verdi d’inverno). Attualmente la sequoia gigante di maggiori dimensioni è la General Sherman, che ha quasi 4.000 anni ed è altra 88 metri. Il suo diametro alla base è di circa nove metri. Le sequoie sempreverdi sono meno longeve, ma raggiungono le altezze maggiori. La Founder’s Tree, che si trova in California, è alta ben 110 metri. Il suo tronco però è meno massiccio ed ha alla base un diametro di quattro metri e mezzo.  Il principale carattere che distingue le due specie è dato dalla forma e dalla disposizione delle foglie Nella sequoia sempreverde sono lineari e coriacee, lunghe un centimetro, lisce e aghiformi, con l’estremità appuntita; nella sequoia gigante sono molto più piccole, a forma d brattee appuntite, e disposte sui rametti come tante embrici. Entrambe le specie producono pigne, più semplici e piccole nella sequoia sempreverde. I tronchi hanno corteccia rossastra molto screpolata e legno leggero e resistente, rossiccio, poco pregiato.

Le piante che danno le spezie

Queste piante devono la loro speciale natura ad oli essenziali che esse contengono, e mentre di alcune mangiamo il frutto, come il pepe comune, la noce moscata e la vaniglia, di altre, quali il cinnamomo e la cassia, usiamo la corteccia e, nel caso dello zenzero, la radice.
La spezia più usata è il pepe, del quale si riconoscono diverse varietà. Quella più comune, conosciuta in commercio come pepe nero, è la bacca macinata di una pianta che cresce in India e che viene coltivata anche in altri paesi, compresi Giava e Sumatra.
Si tratta di una pianta rampicante o strisciante, una liana, con lo stelo di colore scuro, i cui rami, che si curvano verso terra, portano spighe di fiori verdi, dai quali si formano poi bacche d’un rosso chiaro, della grossezza di un pisello. Queste bacche, una volta seccate, costituiscono il pepe in grani del commercio. Una buona pianta di pepe produce da due a tre chilogrammi di frutti.
Nelle piantagioni, il pepe è sempre sostenuto da pali o da alberi piantati appositamente. Anzi, questi ultimi sono preferiti perchè la pianta prospera meglio dove può godere un po’ d’ombra. Le bacche vengono raccolte quando il loro colore si tramuta dal verde al rosso, periodo nel quale sono più piccanti, e vengono poi stese su stuoie, a seccare al sole. Seccando, diventano nere e grinzose, ed in questo stato sono dette pepe nero.

Palma da cocco

La palma da cocco è definita “il re dei vegetali” per la quantità di prodotti che da essa si ricavano. E’ un bell’albero dal fusto  robusto, alto fino a trenta metri e terminante con un bel ciuffo di foglie pennate, ciascuna delle quali è lunga da quattro a cinque metri. All’ascella delle foglie si sviluppano i fiori maschili e femminili, raggruppati in piccole inflorescenze. I frutti che ne derivano sono le ben note drupe ovali, pesanti fino a due chili. Sull’albero però le noci di cocco non hanno l’aspetto bruno scuro che conoscete.  Esse sono rivestite da uno spesso strato fibroso, di colore verde, che viene asportato prima di mettere il frutto in commercio. Con quelle fibre si fabbricano stuoie e cordami. Una palma più produrre anche una decina di mazzi di noci, ciascuno composto di dieci o dodici frutti. Sotto il bruno strato legnoso, che viene a volte utilizzato per fare bottoni, la noce di cocco presenta il seme, cioè quella polpa bianca mangereccia, ricca di zuccheri grassi e proteine, che viene venduta a spicchi anche da noi. Questa polpa, disseccata, rappresenta la copra da cui si ricava l’olio di cocco, usato per la fabbricazione di cosmetici, profumi, margarina e saponi. Con i residui opportunamente triturati si ottiene un buon foraggio.

Il segreto degli alberi

Il mondo è davvero meraviglioso in tutti i suoi esseri e in tutti i suoi aspetti particolari. Prendiamo, ad esempio, gli alberi: che cosa c’è di apparentemente più semplice? Ma proviamo ad osservare e a studiare come si nutre la pianta, come respira e traspira, quali delicate e vitali funzioni assolvono le radici e le foglie. Ci troveremo davanti a segreti meravigliosi, che ci lasceranno stupiti e incantati. E’ appunto ciò che capita a Mario, il protagonista di questo racconto. Durante una passeggiata in montagna, conversando col suo papà, il bambino viene a conoscenza dei più delicati segreti degli alberi, fa perfino conoscenza con una fatina che ha nome Clorofilla. Volete conoscerla anche voi?

A mezza costa i prati cessavano, limitati da una siepe spinosa, e aveva inizio il bosco. Un bosco fitto, folto, ombroso, tutto tremolante d’occhi di sole, in una penombra azzurrina dove gli insetti ronzavano infaticabile nel misterioso silenzio del mattino.
“Com’è fresca l’aria sotto gli alberi!”, esclamò Mario respirando a pieni polmoni, appena il sentiero si fu inoltrato nel mezzo del bosco.
Il babbo si fermò, prese il fazzoletto e si asciugò il sudore sulla fronte.
“Si sta bene qui sotto”, disse. “L’aria è fresca, ma è anche pura, frizzante, sottile: sembra di sentire l’ossigeno sotto il naso…”, e respirò a sua volta a pieni polmoni.
“Sapresti dirmi”, riprese il babbo, “perchè l’ombra, sotto gli alberi, è così fresca?”
“Perchè le foglie riparano dal sole”, rispose Mario. Ma il babbo scosse la testa.
“Questo è vero solo in parte. Anche una tenda può riparare dai raggi del sole, e forse meglio delle foglie che, come vedi, lasciano giungere degli spiragli luminosi fin sul sentiero. Eppure sotto una tenda l’aria diventerà presto asciutta e calda. Mentre nel bosco questo non succede mai. Ci deve essere un’altra ragione…”
Mario rimase pensieroso. Non sapeva che dire. E certo, anche molti di voi non avrebbero saputo che cosa rispondere. Allora il babbo riprese a parlare.
“Non hai mai sentito dire che gli alberi respirano, proprio come gli uomini? Guarda questa foglia. A occhio nudo non si vede che ha una superficie ruvida, percorsa da sottili nervature. Ma osservata al microscopio essa è tutta punteggiata di minuscole boccucce, dette stomi. L’apertura di queste boccucce è sottilissima, di 0,00005 millimetri, in modo che non vi entrano né polvere né liquidi; solo i gas possono passare, ed entrano ed escono secondo un ordine meraviglioso”.
“Ma a che servono queste boccucce, se sono così piccole?”
“A che servono? Intanto, devi sapere che, se queste boccucce sono piccole, sono però numerosissime. Pensa che, per ogni millimetro quadrato ce ne sono in media 200, e che una quercia, tutto sommato, ne ha parecchi miliardi. E ora vediamo un po’ a che cosa servono. Ma permettimi prima una domanda: come si nutrono le piante?”
“Attraverso le radici!” rispose Mario, che l’aveva sentito tante volte.
Il babbo rimase un istante in silenzio, poi riprese: “In un certo modo sì, ma non è del tutto esatto. Vedi, le radici assorbono dal terreno sostanza minerali inorganiche e cioè alcuni sali che si trovano disciolti nell’acqua che imbeve la terra. Le radici li assorbono e li spingono su su lungo il tronco. Ma questi sali non sono ancora un cibo pronto per essere assimilato dalla pianta. Sono ancora, come dicono gli studiosi, linfa grezza. Questa linfa grezza deve subire una trasformazione che la muti da sostanza inorganica in sostanza organica. E’ a questo punto che entrano in funzione le foglie e quella specie di fatina verde che si chiama Clorofilla. Questa fatina, che non  è altro che una sostanza speciale, ha la proprietà di saper prendere l’anidride carbonica che è nell’atmosfera e che attraverso gli stomi, quelle famose boccucce, è entrata nella foglia. Sotto l’azione della luce, la clorofilla scinde l’anidride carbonica nei suoi elementi: carbonio e ossigeno. Trattiene il carbonio e manda fuori l’ossigeno, sempre attraverso quelle famose boccucce…”
“Ecco perchè l’aria è limpida e pura sotto gli alberi! I nostri polmoni hanno bisogno di ossigeno e queste boccucce delle foglie ce lo restituiscono puro e semplice”.
“E perchè?”
“Ricordi quella linfa grezza che, assorbita dal terreno, sta salendo lungo il fusto? E’ composta di sostanze inorganiche. Ora questa magica trasformazione avviene proprio con l’intervento del carbonio che, combinandosi con le materie prime portate su dalla linfa, le muta in amidi e in zuccheri che scorrono poi in tutta la pianta, dal più alto ramo giù giù fino alle radici, nutrendo tutte le cellule. Ora capisci perchè non è esatto dire che la pianta si nutre attraverso le radici. Le radici offrono il materiale alla nutrizione, la linfa grezza; ma è nelle foglie che la linfa grezza si trasforma in cibo, in amidi e in zuccheri… Le foglie sono dei veri e propri laboratori chimici. Con l’intervento della clorofilla, sotto l’azione della luce, scompongono l’anidride carbonica in ossigeno e carbonio. Rigettano l’ossigeno e trattengono il carbonio. E col carbonio, attraverso una serie di reazioni chimiche, trasformano i sali minerali assorbiti dalle radici in sostanze organiche, ne fanno un cibo perfetto, pronto a entrare in circolazione attraverso tutto l’albero. Questa trasformazione, che avviene nelle foglie, si chiama fotosintesi clorofilliana…”.
Mario era rimasto a bocca aperta e ora guardava le foglie con sguardo quasi religioso.
“E’ davvero una meraviglia…”, disse sottovoce.
“E ora”, riprese il babbo, “se ti domandassi perchè l’aria è così fresca e così pura sotto gli alberi, che cosa mi risponderesti?”
“Risponderei che tutti dipende dal fatto che la foglia assorbe l’anidride carbonica, la scompone, trattiene il carbonio e manda fuori l’ossigeno…”
“Giusto, ma questo spiega soltanto perchè l’aria sia pura… Non spiega ancora perchè è sempre così fresca e umida. Guarda questo muschio, è tutto bagnato, umido di rugiada… Perchè? Nella fotosintesi clorofilliana, non tutta l’acqua che trasporta su, verso le foglie, le sostanze minerali assorbite dal terreno, viene utilizzata. L’acqua superflua viene eliminata attraverso gli stomi, assieme all’ossigeno che la pianta non utilizza. E quelle famose boccucce la cacciano fuori sotto forma di vapore acqueo. Pensa che una quercia media, nei cinque mesi a cavallo tra la primavera e l’estate, traspira ben centoundici tonnellate d’acqua… Le pompa su dalle radici, se ne serve, e poi la getta fuori, come facciamo noi quando sudiamo, in un continuo ricambio”.
“Allora anche le piante, oltre a nutrirsi e a respirare, sudano…”
“Proprio così; e questo fenomeno, che si chiama traspirazione, rende l’aria attorno sempre fresca, sempre umida… Ma tu hai detto una cosa a cui io ho accennato solo di sfuggita. Hai detto che le piante respirano. Ma quando? Come?”
“Quando assimilano il carbonio e mandano fuori l’ossigeno”.
“E questo quando avviene?”.
“Di giorno”.
“E perchè proprio di giorno? Non potrebbe avvenire anche di notte?”.
“No”, rispose Mario dopo un attimo di perplessità. “Non può avvenire, perchè la clorofilla, per scindere l’anidride carbonica in carbonio e in ossigeno, ha bisogno della luce. L’hai detto tu. E di notte la luce non c’è”.
Il babbo lo guardò sorridendo. Era contento. Mario aveva proprio ragione. Ma c’erano molte cose da precisare e il babbo riprese con calma: “Vedi, quella che tu chiami respirazione, e cioè l’eliminazione dell’ossigeno, è più propriamente una operazione della fotosintesi clorofilliana. E hai ragione di dire che la luce vi è necessaria e che pertanto avviene solo di giorno. Ma la respirazione è una cosa del tutto diversa, è proprio il contrario della fotosintesi, e perciò avviene di notte, quando non c’è la luce. In questo caso, la pianta trattiene l’ossigeno e espelle l’anidride carbonica. Per questo è pericoloso dormire di notte sotto gli alberi. Quanto l’aria è ricca di ossigeno durante il giorno, altrettanto è ricca di anidride carbonica durante la notte. E quindi è dannosa per l’uomo”.
Intanto, camminando passo passo, erano giunti a una radura erbosa. Il bosco si apriva all’improvviso, lasciava irrompere la luce in tutto il suo fulgore e, oltre gli speroni del monte, apriva un vasto orizzonte con la linea azzurra del mare.
Il vento, tra le foglie, faceva un rumore alto e lontano.
Com’era bello guardare da lassù, come affacciati ad un balcone proteso sul mare, e ascoltare il bosco, coi suoi ronzii impercettibili, con la sua musica aerea di rami e di foglie.
Mario guardava meravigliato, ma pensava ancora alle piante, ai loro strani e meravigliosi segreti.
(L. Ardenzi)

Osserva un seme

Potrai facilmente procurarti fagioli, ceci, lenticchie, piselli e fave (secchi), o chicchi di grano, di orzo o di granoturco. Essi rappresentano i semi delle piante cui appartengono: da essi, in opportune condizioni ambientali, germoglieranno le nuove piante. Fagioli, ceci, fave, piselli sono semi di leguminose; i chicchi di grano, di orzo, di granoturco sono semi di graminacee.
Osserva la forma di un seme di leguminosa: esso è fornito di un tegumento esterno, facilmente asportabile; tale tegumento serve per la protezione del seme stesso. Asportando il tegumento, il seme si divide facilmente in due parti: i due cotiledoni del seme. Tra i due cotiledoni, verso uno dei due poli del seme, potrai notare l’embrione, che non sempre può essere osservato  con facilità ad occhio nudo: esso tuttavia può essere notato facilmente, perchè può essere staccato dal resto del seme.
L’embrione è la parte più importante di tutto il seme, perchè da esso inizierà lo sviluppo della nuova pianta. Nell’embrione, anche se non sempre l’osservazione è facile, esistono una radichetta, un fusticino ed una piumetta.  Dalla radichetta avrà origine la radice della nuova pianta, dal fusticino si svilupperà il nuovo fusto e dalla piumetta avranno origine le prime foglioline della nuova pianta. A queste parti bisogna aggiungere i cotiledoni, riserva di nutrimento. Altra riserva di nutrimento è l’albume che accompagna le parti del seme che abbiamo già citato.
Sia l’albume che i cotiledoni rappresentano riserve di nutrimento: in alcuni semi i cotiledoni sono molto sviluppati e l’albume è inesistente o quasi come nel caso dei semi di leguminose, mentre in altri semi i cotiledoni sono poco sviluppati e il seme è ricco di albume.
I semi di graminacee sono ricchi, ad esempio, di albume farinoso, che costituisce gran parte del seme. Osservando un seme di graminacea non riuscirai facilmente a staccare il tegumento esterno del seme stesso, che non risulta diviso in due parti: il seme di una graminacea ha un solo cotiledone, e sarà più difficile l’osservazione dell’embrione.
Se il seme di una pianta ha due cotiledoni, la pianta è detta dicotiledone; se il seme, invece, ha un solo cotiledone, la pianta è una monocotiledone.

La germinazione del seme

Il seme, se posto nelle opportune condizioni ambientali, germoglia. Il principale fattore della germinazione è l’umidità.
Poni alcuni semi di leguminose o di graminacee su uno strato di ovatta, che avrai cura di tenere sempre umido. Noterai che i semi si gonfieranno fino a rompere il loro tegumento, e che si vedrà spuntare l’estremità appuntita della radichetta. Se osservi in questo particolare momento il seme, aprendolo con attenzione, puoi facilmente notare le tre parti essenziali dell’embrione: radichetta, fusticino, piumetta.
Poni alcuni semi sul fondo di un vaso di vetro, alto e dall’imboccatura larga, e tienili umidi poggiandoli, come nella precedente esperienza, su uno strato di ovatta. Chiudi il vaso e lascia passare un po’ di tempo, tenendo il vaso al buio. Se scopri il vaso lentamente e vi introduci un fiammifero acceso, questo si spegne. I semi hanno consumato l’ossigeno presente, sviluppando anidride carbonica. Se lasci il vaso chiuso la germinazione si arresta. I semi, durante la germinazione, respirano.
Poni alcuni semi nelle stesse condizioni della precedente esperienza,  introducendo tra i semi un termometro e lasciando il vaso scoperto. Noterai che il termometro segnerà, dopo un certo tempo, una temperatura maggiore  di quella segnata all’inizio. I semi, durante la germinazione, generano calore.
Poni alcuni semi lungo le pareti di un vaso di vetro, piuttosto in alto, e poni dietro ad essi un foglio di carta assorbente o da filtro che ricopra le pareti del vaso. Nell’interno del vaso introdurrai del terriccio, che avrai cura di mantenere umido. Potrai anche riempire il bicchiere con muschio o cotone idrofilo, sempre umidi. Potrai così osservare la germinazione del seme ed il primo sviluppo della pianta. Noterai che il seme si gonfia fino a rompere il tegumento esterno; spunta poi la radice che, indipendentemente dalla posizione del seme, si rivolge verso il basso; successivamente spunterà la piumetta che si rivolgerà verso l’alto, fino a fuoriuscire dal vaso. I cotiledoni forniscono il nutrimento necessario alla pianta in questo primo stadio della loro vita. Essi possono restare sottoterra (e si diranno ipogei) o venir fuori con la pianta (e si diranno epigei). In quest’ultimo caso i cotiledoni assumono il colore verde tipico delle foglie.
Prepara più vasi con terriccio e affonda in essi alcuni semi. Poni questi vasi nelle più diverse condizioni di luce: in piena luce, in penombra, al buio completo. Ciò ci servirà per le future esperienze.
In uno dei vasi che hai posto in piena luce, potrai seguire, quando la pianta sarà germogliata, le varie fasi del suo accrescimento, accrescimento che potrai misurare ad intervalli regolari. Noterai che esso è più rapido agli inizi della vita della pianta, più lento successivamente; ma la pianta comincia a presentare gemme, da cui si svilupperanno altre foglie. Potrai anche notare che lo sviluppo della pianta in terriccio non solo è più rapido di quello della pianta su letto umido di ovatta, ma è completo. Ciò è dovuto al fatto che la pianta sul letto umido di ovatta può avere nutrimento soltanto dalle sostanze contenute nei cotiledoni, mentre la pianta in terriccio, una volta sviluppata, è in grado di assorbire sostanze nutritive dal terriccio stesso.
(U. Sardi – “Osservazioni ed elementi di Scienze”)

Dimostriamo che un seme germina solo in presenza di aria

Un seme è, come sapete, una cosa viva. Come tale dunque respira, si nutre e risente dei fattori ambientali (aria, umidità, temperatura e luce), che possono favorire o ostacolare la nascita di una pianta, cioè la germinazione del suo seme.

Materiale: 2 vasetti da fiori, terra soffice mista a sabbia, una manciata di semi (fagioli o fave o ceci o frumento), acqua naturale, acqua bollita a lungo.
Procedimento: seminare in ciascun vasetto (contrassegnandolo con un cartellino numerato) un ugual numero di semi della stessa qualità. Innaffiare il vasetto 1 con acqua naturale e quello 2 con acqua bollita a lungo e fatta raffreddare (quest’acqua, bollendo, avrà perso tutta l’aria che conteneva). Coprire i vasetti con lastre di vetro perchè l’umidità non si disperda. Disponete i due vasi in ambienti caldo (20-22 gradi). Lasciare tutto così per qualche giorno, poi, in base a quanto avete notato, scrivete le vostre osservazioni, che costituiranno il vostro “Giornale delle scienze”. I semi del vasetto 1, innaffiato con acqua naturale, sono germinati normalmente in giorni  …. ; quelli del vasetto 2, bagnati con acqua priva d’aria, non sono germinati. Dunque un seme per germinare ha bisogno di aria, cioè di ossigeno per respirare.

Materiale: 3 vasetti da fiori, semi, terra soffice.
Procedimento: mettere una stessa quantità di terra nei tre vasetti (contrassegnandoli coi numeri 1, 2 e 3). Assicuratevi che la terra del primo vasetto sia ben asciutta (potreste introdurla per qualche minuto nel forno, perchè perda tutta l’umidità). Seminate nei tre vasetti un ugual numero di semi, tutti dello stesso tipo, e innaffiate soltanto i vasi 2 e 3, lasciando asciutto il primo. Innaffiate una volta al giorno il vaso 2, due volte al giorno e abbondantemente il vaso 3; continuate a non innaffiare il vaso 1. Il foro di scollo del vasetto 3 dovrebbe essere chiuso con un tappo, perchè l’acqua non esca dal vaso. Redigete il vostro “Giornale delle scienze”. Ora sappiano che nel vasetto con terra completamente asciutta la germinazione ….; in quello bagnato normalmente ….; in quello bagnato troppo ….. Dunque un seme per poter germogliare, oltre all’…. e al …. ha bisogno anche di ….; ma questa, se in quantità eccessiva, …

Materiali: 2 vasetti da fiori, i soliti semi, terra soffice.
Procedimento: seminate in ogni vasetto uno stesso numero di semi e copriteli con due o tre centimetri di terra umida. Collocatene uno in piena luce, l’altro in un luogo buio (in cantina o coperto da un panno nero). Redigete il “Giornale delle scienze”. Ora sappiamo che la germinazione nel vasetto 1 è avvenuta … e dopo giorni … nel vasetto 2 collocato in … è avvenuta dopo … giorni. Dunque un seme per germogliare ha bisogno di …

Le foglie

Non occorre essere grandi osservatori per sapere che le foglie hanno forme svariate e diversissime. Tutti voi avete visto esemplari di foglie semplici, composte, palmate o pennate. Su un fatto però difficilmente avrete fermato l’attenzione, e cioè sulla loro continua freschezza. Pensate: se durante le ore del solleone, in piena estate, mettete dei fogli di carta o dei frammenti di qualsiasi materiale al sole, dopo qualche ora li troverete molto caldi. Se si tratterà di metallo, scotteranno addirittura. Le foglie degli alberi, invece, rimangono esposte al sole tutto il giorno, ma se le toccate sono sempre fresche come se non fossero state colpite dai suoi caldi raggi. Questa è una delle meraviglie di fronte alle quali ci troviamo, quando osserviamo quegli importantissimi organi della pianta che sono le foglie. La loro continua freschezza è dovuta al fatto che esse evaporano incessantemente una incredibile quantità di acqua, residuo delle complicate trasformazioni chimiche che avvengono nelle loro parti interne. Una pianta di granoturco durante l’estate può trasudare ben duecento litri d’acqua. Una betulla nello stesso periodo ne traspira ben settemila litri. Questo vi dice anche quanto servano le piante al ricambio dell’ossigeno nell’atmosfera.

Le foglie che si mangiano

Avete mai calcolato quanti sono i tipi di foglie che si consumano nell’alimentazione umana? Il prezzemolo, il basilico, la salvia, il rosmarino,… Se poi pensiamo a quelle che servono per l’alimentazione animale, il numero si allarga a dismisura. Si può anzi affermare che non c’è tipo di foglia che non abbia il suo amatore, sia esso bruco o roditore o erbivoro, il quale la preferisce ad altre specie.
E’ esatto quindi affermare che le foglie nutrono non solo la pianta che le ha generate, ma tutto il mondo vivente. Il loro scopo primo, però, è quello di nutrire la pianta; questo è evidente.
Utilizzando l’acqua, l’aria e qualche sostanza minerale succhiata dal suolo esse sono capaci di produrre lo zucchero e gli amidi, che sono alla base di ogni sostanza organica. A rendere possibile questa trasformazione è la clorofilla, l’elemento verde della foglia, che capta l’energia del sole e se ne serve per dissociare gli atomi di ossigeno, di idrogeno e di carbonio che compongono aria e acqua per unirli in modo diverso e produrre così la materia organica. Si tratta di un’operazione a tal punto delicata e complicata, che finora nessun laboratorio umano è riuscito a riprodurla artificialmente.

Foglie strane

Per adattarsi all’ambiente, al clima, alle particolari esigenze della pianta le foglie talora assumono forme assai strane, di cui vi diamo qualche esempio.
La foglia di Victoria regia, pur essendo molto pesante date le sue dimensioni (oltre un metro di diametro) può galleggiare sull’acqua grazie alla sua forma di vassoio a bordi rialzati e alla presenza nei suoi tessuti di numerose piccole camere d’aria.
Le foglie di Aloe spinosa, costrette a immagazzinare grandi quantità d’acqua per i periodi di siccità, diventano turgide  e carnose. In altre piante esse si trasformano in spine, in altre ancora diventano trappole per catturare gli insetti, di cui poi la pianta carnivora si nutre.
Nella vite alcune foglie si trasformano in quegli organi di attacco che si chiamano viticci. Occorre ricordare inoltre che i fiori sono particolari trasformazioni delle foglie. Come vedete, si tratta di organi complicati e mutevoli.

Dettati e materiale didattico sulle piante: Trovi altro materiale sulla pianta, il fiore e l’impollinazione qui: https://www.lapappadolce.net/materiale-didattico-sul-fiore/

Dettati e materiale didattico sulle piante. Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo sito non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Botanica Montessori: l’incastro del fiore

Botanica Montessori: l’incastro del fiore. Presentazione ed esercizi per bambini a partire dai 3 ai 5 anni.

L’incastro utilizzato per la presentazioni è offerto da :


Botanica Montessori: l’incastro del fiore

Materiale:
– incastro del fiore

Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Presentazione 1
(presentazione del materiale)

Presentazione:
– invitiamo un bambino a lavorare con noi all’esercizio
– andiamo allo scaffale della botanica e, se lo abbiamo a disposizione,  indichiamo il cofanetto per gli incastri della botanica
– diciamo: “Questo è il cofanetto degli incastri della botanica, e questi sono gli incastri della botanica”
– mostriamo al bambino come prendere dal cofanetto l’incastro del fiore e tenerlo correttamente per portarlo al tavolo o al tappeto
– arrivati al posto diciamo: “Questo è l’incastro del fiore. Su questo incastro noi possiamo vedere le parti del fiore”
–  attiriamo l’attenzione del bambino sugli incastri, e diciamo che si tratta di un materiale molto utile a tutti e che lo maneggeremo  con delicatezza e cura
– mostriamo al bambino come prendere i pezzi in modo corretto utilizzando i pomoli, per rimuoverli dalla tavola
– prendiamo il primo incastro e posiamolo sul tappeto
– chiediamo al bambino di rimuovere i rimanenti incastri e metterli sul tappeto

– dopo aver rimosso tutti i pezzi, prendiamone uno per i pomoli e mostriamo al bambino come riposizionarlo correttamente nell’incastro

– invitiamo il bambino a proseguire l’attività con gli altri incastri
– quando il lavoro è concluso, riponiamo l’incastro del fiore nel cofanetto degli incastri della botanica, se lo abbiamo a disposizione, oppure sullo scaffale della botanica
– incoraggiamo il bambino a prendere dal cofanetto gli incastri dei vegetali e lavorare con essi ogni volta che lo desidera.

Scopo:
– introdurre i nomi delle parti del fiore
– dare informazioni particolari sulle diverse parti del fiore
– consentire al bambino di confrontare la morfologia del fiore con quella degli esseri umani
– sviluppare interesse e rispetto verso le piante.

Controllo dell’errore:
– visivo e tattile
– interconnessione degli incastri tra loro

Età consigliata: dai 4 anni

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Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Presentazione 2
(nominare le parti del fiore)

Materiali:
– incastro del fiore
– alfabeto mobile (facoltativo)

Presentazione:
– invitiamo un bambino che ha già lavorato col cofanetto della botanica e chiediamogli di aiutarci a stendere il tappeto e a portare l’incastro del fiore sul piano di lavoro
– togliamo i primi tre incastri nominandoli, cioè dicendo ad esempio: “corolla, calice, stelo”
– ripetere i nomi: “corolla, calice, stelo”
– chiediamo ai bambini di rimetterli al loro posto, nominandoli, cioè dicendo: “Per favore, rimetteresti a posto il calice?”
– quando tutti gli incastri sono di nuovo al loro posto, chiediamo a un bambino di prendere gli stessi tre pezzi, uno per uno, nominandoli, ad esempio dicendo: “Per favore, toglieresti l’incastro della corolla?”
– fatto questo chiediamo: “Quale parte del fiore vorresti rimettere al suo posto?”. Il bambino risponderà col nome di una parte e rimetterà l’incastro corrispondente al suo posto
– ripetiamo questa lezione in tre tempi con le altre parti del fiore, finché il bambino conoscerà i nomi di tutti gli incastri
– se lo riteniamo efficace, mentre introduciamo i nomi delle parti possiamo darne una breve descrizione
– se il bambino mostra vivo interesse per questo genere di presentazioni, continuiamo nei giorni seguenti, finché non avrà acquisito familiarità con i nomi delle parti del fiore
– per l’esercizio della lettura e della scrittura togliamo un incastro alla volta dalla tavola e componiamo la parola corrispondente con l’alfabeto mobile

(vedi anche la presentazione seguente)

__________________

Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Presentazione 3
(scrivere i nomi delle parti del fiore)

Materiali:
– incastro del fiore
– alfabeto mobile.

Presentazione:
– invitiamo un bambino a lavorare con noi all’esercizio
– andiamo allo scaffale della botanica e, se lo abbiamo a disposizione,  indichiamo il cofanetto per gli incastri della botanica
– mostriamo al bambino come prendere dal cofanetto l’incastro del fiore e tenerlo correttamente per portarlo al tavolo o al tappeto, quindi chiediamogli di portarci anche l’alfabeto mobile
– mettiamo l’alfabeto mobile lungo il margine superiore del tappeto
– mettiamo l’incastro del fiore accanto all’alfabeto mobile
– rimuoviamo il primo pezzo e mettiamolo sul tappeto
– nominiamo la parte del fiore corrispondente
– con l’alfabeto mobile componiamo la parola a destra del pezzo

– continuiamo così con ogni altro pezzo dell’incastro del fiore
– rimettiamo le parti nell’incastro
– rimettiamo le lettere nella scatola dell’alfabeto mobile
– riponiamo il materiale nello scaffale.

Nomenclatura utilizzata (in grassetto):


1 – Fiore maturo
2 – Stimma
3 – Stilo
4 – Filamento
5 – Asse fiorale
6 – Articolazione
7 – Peduncolo o stelo
8 – Nettario
9 – Stame
10 – Ovario
11 – Ovuli
12 – Connettivo
13 – Microsporangio
14 – Antera
15 – Perianzio
16 – Corolla
17 – Calice.

Scopo:
– nominare le parti del fiore
– scrivere il nome delle parti del fiore.

Controllo dell’errore:
– interconnessione degli incastri tra loro

Età consigliata: dai 4 anni

Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Presentazione 4

Materiale:
– un fiore
– incastro del fiore
– set per le attività con gli incastri del fiore.

Se il bambino è in grado di leggere, scriviamo sui cartellini in bianco i nomi delle parti della pianta ed abbiniamoli agli incastri, oppure introduciamo i cartellini pronti e i fogli di controllo.

I set per le attività con gli incastri della botanica sono molto interessanti perché isolano le singole parti dell’albero, della foglia e del fiore riportando il nome di ogni parte.

Si possono realizzare facilmente anche in proprio riportando i margini dell’incastro in nero su foglio bianco e preparando i cartellini da abbinare. Fogli e cartellini possono essere plastificati.

Per l’incastro del fiore ho preparato:
– foglio di lavoro senza nomi
– foglio di lavoro con nomi
– cartellini dei nomi.

PDF qui:

Presentazione a (foglio di lavoro con nomi):
– distribuiamo un fiore per ogni bambino e teniamone uno per noi
– chiediamo ai bambini di toccarlo, seguirne i margini, annusarlo, guardarlo
– mettiamo sul piano di lavoro l’incastro del fiore
– toccando le parti nominate, ricordiamo insieme i nomi delle parti del fiore che conosciamo e indichiamole sugli incastri
– mettiamo accanto all’incastro del fiore il foglio di lavoro con i nomi

– togliamo un pezzo dell’incastro e poniamolo sul foglio di lavoro
– chiediamo a un bambino di leggere il nome corrispondente sul foglio di lavoro

– procediamo allo stesso modo con tutti i pezzi dell’incastro

– dopo la presentazione i bambini potranno svolgere l’attività in modo indipendente

Presentazione b (foglio di lavoro senza nomi)
– mettiamo sul piano di lavoro l’incastro del fiore
– mettiamo accanto all’incastro del fiore il foglio di lavoro senza nomi

– distribuiamo i cartellini tra i bambini (oppure mettiamoli in ordine sparso sul piano di lavoro)
– togliamo un pezzo dell’incastro e poniamolo sul foglio di lavoro
– chiediamo ai bambini chi pensa di avere il cartellino da abbinare (oppure chiediamo a un bambino di cercarlo tra quelli sul piano di lavoro)

– posizioniamo il cartellino sul foglio di lavoro
– procediamo allo stesso modo con tutti i pezzi dell’incastro

– dopo la presentazione i bambini potranno svolgere l’attività in modo indipendente.

Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Attività che possiamo proporre con l’incastro del fiore

Le attività legate all’utilizzo dell’incastro del fiore possono essere di discriminazione visiva, di discriminazione tattile,  di nomenclatura, di preparazione alla scrittura, di lettura; possono coprire varie fasce d’età:
– discriminazione visiva: lavorare con gli incastri; assemblare il corpo del fiore su un foglio di controllo; gioco del “Cosa manca”
– discriminazione tattile: gioco del “Cosa manca”, borse del mistero, assemblaggio alla cieca
– preparazione alla scrittura: ricreare l’incastro col ritaglio
– sviluppo del linguaggio: gioco del detective, fogli di controllo e cartelli, nomenclature, definizioni.

Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Lavorare con gli incastri

E’ l’attività più ovvia. Il bambino più piccolo può avere bisogno di procedere per più tentativi ed errori, mentre i più grandi sono in grado di mettere facilmente i pezzi negli incastri.


Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Assemblare il fiore su un foglio di controllo

Una volta che un bambino sa maneggiare gli incastri con facilità nella cornice, può provare a costruire il fiore utilizzando un foglio di controllo.


Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Gioco: “Cosa manca?”

– mettiamo l’incastro  completo davanti al bambino
– chiediamo al bambino di voltarsi o di chiudere gli occhi (oppure bendiamolo), togliamo un pezzo dalla tavola e nascondiamolo
– chiediamo al bambino di guardare e di dirci il nome della parte mancante
– il gioco può essere reso più difficile, togliendo due pezzi invece di uno; oppure chiedendo di rispondere non a voce, ma scrivendo o disegnando la parte mancante
– si potrebbe anche chiedere di riconoscere al tatto la parte mancante (cioè tenendo gli occhi chiusi o con la benda sugli occhi).


Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Incastro alla cieca

Il bambino può ricomporre l’incastro  con gli occhi bendati. Ricordate che è più semplice, all’inizio, se tutti gli incastri sono posizionati ordinatamente a lato della tavola, prima di bendare il bambino.


Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Borsa del mistero

– scegliamo un pezzo dell’incastro e mettiamolo in una piccola borsa del mistero
– il bambino tastando la borsa (oppure bendato) identifica la parte
– si possono anche inserire nella borsa più pezzi alla volta, o anche tutti.


Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Ricreare l’incastro col ritaglio

Tracciare il contorno degli incastri è una valida attività di pre-scrittura, e si può rendere più interessante tracciando con la matita i  – e poi ritagliandoli, oppure tracciando i pezzi direttamente col punteruolo.

Botanica Montessori: l’incastro del fiore – Materiale:
– incastro del fiore
– fogli di carta colorata
– foglio di carta bianca
– matita
– punteruolo o forbici
– colla da carta

Botanica Montessori: l’incastro del fiore – Presentazione:
– chiediamo ai bambini di portare al tavolo il materiale
– chiediamo a un bambino di scegliere un incastro e di darcelo
– mettiamo l’incastro scelto dal bambino sul foglio di carta colorato e mostriamo come tracciarne il contorno con il punteruolo. Possiamo scegliere di punteggiare interamente il contorno, oppure di fare fori distanti tra loro di circa mezzo centimetro, che serviranno come guida per le forbici
– con l’aiuto dei bambini ritagliamo tutte le parti del fiore nello stesso modo
– al termine componiamo il fiore sul foglio di carta
– incoraggiamo il bambino a ripetere l’esercizio da solo
– se il bambino sa già scrivere, può aggiungere al disegno la nomenclatura.


Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Ricreare l’incastro col disegno e preparare i fogli di controllo

Tracciare il contorno degli incastri è una valida attività di pre-scrittura.  Creare il disegno completo dell’incastro è più impegnativo rispetto al collage, perché richiede che il bambino posizioni correttamente i pezzi sul foglio bianco prima di tracciarli.

Materiale:
– incastro della pianta
– foglio di carta
– matita e matite colorate.

Presentazione:
– chiediamo ai bambini di portare al tavolo il materiale
– chiediamo a un bambino di scegliere un incastro e di darcelo
– mettiamo l’incastro scelto dal bambino sul foglio di carta e mostriamo come tracciarne il contorno con la matita
– togliamo l’incastro e coloriamo usando lo stesso colore dell’incastro originale
– prendiamo un altro incastro e posiamolo sul foglio nella stessa posizione in cui si trova nella tavola originale. Tracciamone i contorni e coloriamolo
– continuiamo allo stesso modo finché non avremo disegnato tutto il fiore
– incoraggiamo il bambino a ripetere l’esercizio da solo
– se il bambino sa già scrivere, può aggiungere al disegno la nomenclatura.


Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Caccia al tesoro (o gioco del detective)

Una volta che il bambino conosce il nome di ogni parte del fiore, è possibile utilizzare i pezzi per giocare al detective:
– togliamo tutti i pezzi dall’incastro e mettiamoli a lato della tavola
– diciamo: “Sto cercando… sto cercando… un pezzo che inizia con la lettera P”
– se i bambini non indovinano aggiungiamo un suono
– quando hanno indovinato mettiamo il pezzo nell’incastro
– possiamo giocare anche con le lettere finali o centrali.


Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Nomenclature in tre parti immagine, titolo 

– i bambini abbinano la scheda immagine+titolo all’immagine singola e al nome singolo
– identificano la parte corrispondente sull’incastro, prendono il pezzo e lo pongono sulle carte corrispondenti.


Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Scrivere i cartellini appropriati

Se il bambino sa scrivere le prime parole, può esercitarsi a scrivere dei propri cartellini per l’incastro. In questa fase, naturalmente, non importa se qualche parola non è scritta correttamente.
Se il bambino è nella fase in cui riconosce i suoni, ma non sa gestire praticamente gli strumenti di scrittura, può utilizzare gli alfabeti mobili.


Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Nomenclature in tre parti immagine, titolo, definizione

Materiale
– carte delle nomenclature delle parti del fiore (titolo, immagine, definizione)
– incastro del fiore.

Presentazione:
– mettiamo sul piano di lavoro tutte le carte delle immagini
– distribuiamo tra i bambini (o mettiamo in ordine sparso sul piano di lavoro) i titoli
– chiediamo a un bambino quale parte del fiore è evidenziato nella prima immagine. Il bambino abbina all’immagine il titolo, quindi pone su di esso l’incastro corrispondente
– proseguiamo allo stesso modo per tutte le parti del fiore
– se i bambini sanno già leggere bene, distribuiamo le carte delle definizioni e chiediamo loro di abbinarle a titoli e immagini
– se i bambini non sanno leggere bene, leggiamo noi una ad una le definizioni e discutiamo coi bambini dove è corretto metterle.

Lavoretti per la festa della mamma: altre 30 e più idee creative

Lavoretti per la festa della mamma: altre 30 e più idee creative. Una collezione di tutorial per realizzare coi bambini della scuola d’infanzia e primaria vari lavoretti e biglietti d’auguri per festeggiare la mamma…

…lavoretti per la festa della mamma realizzati con origami, pittura, paper cutting, progetti di riciclo di vari materiali, pop up, stampa, collage, mollette da bucato e altro ancora…

1

1. biglietto d’auguri pop up con modello pronto per la stampa gratuita e istruzioni di montaggio dettagliatamente illustrate (basta cliccare sull’immagine). Per i più piccoli si può pensare di far colorare le parti e poi montarle, per i medi colorare e ritagliare. Molto bello, di http://www.freekidscrafts.com

2

2. libretto a cuore, può essere usato per scrivere una bella poesia, di http://familyfun.go.com/

3

3. 70 e più progetti creativi per la festa della mamma sul tema “fiori”, qui LAPAPPADOLCE

4. E qui LAPAPPADOLCE 60 e più progetti creativi per realizzare cuori

5

5. biglietto d’auguri a forma di tulipano di http://crafts.kaboose.com. Molto semplice da realizzare stampando il modello gratuito (clicca su “pattern”)

6

6. busta a forma di vaso con biglietto fiorito, di http://www.scrapbooksetc.com/

7

7. coppa realizzata con cartone di recupero, pasta secca, spray dorato e applicazioni varie, nell’immagine in versione papà, di http://elementaryartfun.blogspot.it/

8

8. biglietti d’auguri a stampa. Si crea col nastro adesivo la cornice su una tavoletta plastificata, quindi si passa all’interno il colore a tempera. Il bambino disegna il motivo che desidera eliminando la tempera con un cotton fioc e quindi si stampa appoggiando un foglietto della stessa misura della cornice di nastro adesivo, pressandolo sulla tavoletta. Di http://lets-explore.net/

9

9. biglietti d’auguri con modelli stampabili gratuitamente ed istruzioni, di http://mmmcrafts.blogspot.it

10

10. biglietto d’auguri o quadretto realizzato con cartoncino colorato, cartone ondulato e fili di lana colorata, di http://www.yourspecialtee.com/

11

11. vaso portafiori decorato con l’impronta delle manine, di http://christinasadventures.com/

12

12. biglietto d’auguri a forma di cuore con interno di fiorellini pop up. E’ disponibile il modello stampabile gratuitamente, ed è possibile quindi modificare il testo una volta che si riporta il modello su cartoncino, di http://www.michaels.com/

13

13. le sagome delle manine formano un cuore, biglietto d’auguri. Di http://krokotak.com/

14

14. Ancora da http://krokotak.com, quattro cuoricini per un biglietto d’auguri pop up da decorare e completare a piacere

15

15. busta che si apre diventando un cuore, tutorial esempi e modelli gratuiti di http://www.marthastewart.com

16

16. fiori e farfalle pop up, nonostante l’apparenza è un lavoretto molto semplice da realizzare coi bambini, seguendo il tutorial fotografico molto ben fatto, di http://krokotak.com/

17

17. la mano della mamma e la mano del bimbo, di http://www.millybee.com/

18

18. Quadretto “Mamma sei il mio sole” realizzato con le impronte delle manine, via http://waarliefdewoont.blogspot.it/

19

19. portafiori o portacandela realizzato con una scatola ad esempio di tonno e mollette da bucato, tutorial di http://www.shelterness.com/

20

20. simmetria molto simpatica, non traducibile ma perchè non festeggiare la mamma in inglese? Di http://easypreschoolcraft.blogspot.it/

21

21. album di ricordi realizzato con una scatola di cereali e cartoncini colorati, tutorial di http://www.crafttestdummies.com/

22

22. borsa della spesa in cotone decorata con le impronte delle manine, di http://paintcutpaste.com/

23

23. coccarde con cuore, possono essere realizzate con i porta biscotti di carta, decorandoli coi bambini, ed essere donate così oppure per realizzare biglietti d’auguri. Di http://charlottesfancy.com/

24

24. le pittura dei più piccole possono diventare un bellissimo biglietto d’auguri per la mamma, di http://www.smallfriendly.com

25

25. idea regalo per mamme creative, di http://emmalinebride.com/

26

26. idea regalo per mamme che amano il tè, di http://www.curbly.com/

27

27. fiori di fili di lana e colla vinilica; la sagoma può essere realizzata in cartone rivestito di carta stagnola. Di http://mykidsmake.com/

28

28. “Mamma ti voglio tanto bene… tanto tanto tanto così”, di http://www.freekidscrafts.com

29

29. quadretto floreale con le impronte delle manine, di http://thetrendytreehouse.blogspot.it/

30

30. “Mamma, il mio amore per te cresce e cresce e cresce”, di http://whytewater.blogspot.it/

La collezione continua qui:

Recita per bambini STAGIONE FIORITA

Recita per bambini STAGIONE FIORITA una breve recita adatta a bambini della scuola d’infanzia e primaria sull’arrivo della primavera.

Personaggi:
– tre primule (bambini con abitino giallo a petali, in carta crespa)
– tre violette (abito viola)
– tre margherite (abito bianco)
– vento (in un mantello svolazzante)
– neve (mantello bianco e coriandoli bianchi in un sacchetto)
– primavera (bambina vestita d’azzurro con una coroncina di fiori tra i capelli)

La scena è vuota; dagli angoli però si vedono  spuntare a gruppi le testoline dei bambini che rappresentano i fiori.  Le tre primule, un po’ esitanti, in punta di piedi, avanzano verso il centro della scena.

Prima primula: Sarà questa l’ora?

Seconda primula: Credo di sì: mi è sembrato che qualcuno ci chiamasse…

Terza primula: Brrr… fa ancora freddino, però…

Seconda primula: Non pensarci: verrà un bel raggio di sole…

Prima primula: E noi sentiremo subito un dolce tepore!

Vento: (entra con furia, sibilando) Ma che fate? Siete pazze? Non sapete che siamo solo ai primi giorni di marzo? Via di qua! Non voglio vedermi attorno fiori delicati che poi si mettono a piagnucolare perchè si vedono sciupare i petali o sentono freddo. Voglio essere libero di correre come mi pare e piace. Intesi?

Tre primule: Oh, signor vento! Scusi, scusi tanto…
(Si ritirano intimidite, tenendosi abbracciate e ritornano nell’angolo da cui sono venute)

Vento: Ah, meno male! Quelle pettegole…
(Se ne va di corsa fischiettando)

Avanzano le tre violette, timide timide, tenendosi per mano.

Prima violetta: Tentiamo! Facciamoci coraggio!

Seconda violetta: Com’è bello uscire all’aria aperta e poter diffondere il profumino che abbiamo chiuso in cuore!

Terza violetta: (guardandosi attorno) Ma non c’è ancora nessun fiore…

Prima violetta (guardando a sua volta) E’ vero! Noi siamo state coraggiose!

Terza violetta: Però io ho paura…

Seconda violetta: Anche io ne ho un pochino…

Prima violetta: Paura di che cosa?

Seconda e Terza violetta: Non so…

Neve: (entra, correndo e lanciando manciate di fiocchi) Ma che fate, pazzerelle? Non sapete che io posso arrivare inaspettata e seppellirvi?

Le tre violette: (arretrando) Oh…

Neve: Già, oggi sono ancora io la regina, perchè marzo è appena iniziato. Mi spiace per voi, ma i fiori con me non vanno d’accordo. Ritiratevi in fretta e addormentatevi!

Le violette si ritirano nel loro angolino.

Neve: (lanciando fiocchi) Sembrano un volo di farfalle, sembrano petali di fiori… Sono belli i miei fiocchi, così bianchi! Ninna nanna! Ninna nanna!

La neve lentamente intanto si ritira. Dopo qualche istante avanzano le tre margherite.

Prima margherita: Oh, non ne potevo proprio più di starmene ferma e al buio!

Le tre violette: (senza muoversi dal loro angolino) No, no, tornate indietro!

Prima primula: Verrà il vento…

Prima violetta: Verrà la neve…

Seconda margherita: Che facciamo?

Terza margherita: Tentiamo! Basta un po’ di coraggio.

Prima margherita: So io che cosa dobbiamo fare.

Seconda e Terza margherita: Che cosa?

Prima margherita: Si prova a chiamare la primavera. In qualche angolo ci deve essere.

Seconda margherita: Forse dietro quella nuvola?

Terza margherita: O laggiù all’orizzonte?

Seconda margherita: O tra quelle fronde?

Prima margherita: Chissà… Proviamo a chiamare: Primavera!

Seconda e Terza margherita: Primavera!

Prima margherita: (volgendosi agli altri fiori nascosti nel loro angolino). Anche voi, violette! Anche voi, primule! Fate come noi!

Tutte le margherite: Primavera!

Margherite, primule e violette: Primavera!

Tutte: Verrà?

Primavera: (giunge, tutta ridente) Chi mi ha chiamata?

Tre margherite: Noi!

Tre violette: (avanzando verso la primavera) Noi!

Tre primule (avanzando verso la primavera) Noi!

Primavera: Ed io sono venuta.

Prima margherita: Ci hai dunque sentito! Dov’eri?

Seconda margherita: Dietro una nuvola? Tra le fronde di un albero?

Terza margherita: Laggiù all’orizzonte?

Primavera: Ero… lontano lontano, vicino vicino…

Tre violette: Come sei bella!

Tre margherite: Hai negli occhi il cielo!

Tre primule: E nei capelli il sole!

Primavera: (sorride e arretra di un passo) Arriverderci a domani!

Tre margherite: Come? Te ne vai?

Primavera: siamo solo ai primi di marzo e non mi fido…

Tre violette: Oh, non andartene…

Tre primule: Oggi, resta con noi!

Violette e margherite: Sì! Sì! Resta!

I fiori circondano la primavera e la fanno prigioniera nel loro girotondo.

Prima primula: Non ti lasciamo più fuggire, sai?

Prima margherita: E’ così bello il mondo quando ci sei tu!

Prima violetta: E a noi piace tanto fiorire…

Primavera: Avete ragione; quando fiorite, mi siete care come sorelline, e oggi voglio vedervi felici..

Allarga le braccia e con voce squillante continua:

Sole , manda i tuoi raggi tiepidi! Cielo, mostra il tuo viso sereno! Aria, fatti dolce dolce…

Tutti i fiori sciolgono il girotondo e sollevano le braccia verso il sole e il cielo.

Primule: Che bel sole!

Violette: Che cielo azzurro!

Margherite: Che aria dolce!

Prima Margherita: Ti abbiamo chiamata, primavera, e sei davvero con noi!

Tutti i fiori: Primavera, sei tanto bella!

(G. Ajmone)

Recita per bambini – Gli alberi fioriti

Recita per bambini – Gli alberi fioriti : una piccola recita adatta a bambini della scuola d’infanzia e primaria sulla primavera.

Mandorlo: Che lungo sonno ho fatto!

Pesco: Anch’io ho dormito a lungo…

Melo: Ho sognato freddo e gelo. Mi pareva di dover morire…

Pesco: Non era un sogno. Nel dormiveglia ho udito il vento sibilare e la pioggia scrosciare.

Mandorlo: Un giorno, ho socchiuso un occhio e ho visto tutto bianco. Mi sembrava di essere fiorito.

Melo: Era la neve.

Mandorlo: Amici, non sentite questo verso?

Cuculo: Cu cu, cu cu, cu cu!

Melo: E’ il cuculo! Se è arrivato lui, è arrivata la primavera!

Pesco: Sentite che tepore?

Mandorlo: Vedete il sole com’è chiaro? Sembra lavato da poco.

Melo: Anche la pioggia è tiepida. Fa piacere riceverla.

Mandorlo: Io direi che è giunto il momento di fiorire…

Melo: E se poi tornasse qualche giornataccia di freddo?

Pesco: E se facesse ancora la brina?

Mandorlo: Come siete paurosi!

Pesco: Non siamo paurosi. Siamo prudenti.

Melo: Se la brina uccide i nostri fiori, addio frutti… addio mele!

Pesco: Addio pesche!

Cuculo: Cu cu, cu cu, cu cu!

Mandorlo: Lo so bene che è un pericolo, ma non udite il cuculo? Pare che ci inviti a fiorire!

Pesco: E’ vero. Anch’io sento il desiderio di salutare il sole con i miei fiori rosa.

Melo: Se fiorite voi, fiorirò anch’io.

Cuculo: Cu cu, cu cu, cu cu!

Mandorlo: Coraggio, fratelli. Le mie gemme si schiudono.  Aprite anche voi le corolle alla luce: uno, due, tre!

Pesco: Come sei bello, fratello mandorlo, tutto bianco! Voglio fiorire anch’io! Uno, due, tre!

Melo: Come sei bello, fratello pesco, tutto rosa! Voglio fiorire anch’io! Uno, due, tre!

Un bambino: Gli alberi sono fioriti! Sembrano nuvole leggere e profumate. Che bellezza!

(Batte le mani di felicità)

Materiale didattico sul FIORE

Materiale didattico sul FIORE per bambini della scuola primaria.

I fiori

Il gambo dei fiori si chiama peduncolo.

sezione di un fiore

La parte più bella ed appariscente è la corolla, composta da foglioline variamente colorate che si chiamano petali.

petalo

Al di sotto della corolla vi è il calice, le cui foglioline verdi, dette sepali, sono più piccole dei petali. Il calice serve a proteggere il fiore quando è ancora in boccio.

sepali

Nell’interno della corolla vi sono gli stami, filamenti sottili che terminano in un rigonfiamento pieno di polline, una polverina di colore giallo.

stami

Ancora nell’interno della corolla si possono notare uno o due pistilli (simili a bottigliette), la parte più larga dei quali è l’ovario.

pistillo

Aprendo delicatamente l’ovario troviamo gli ovuli (simili a piccole uova), che daranno vita ai semi.
Quando il polline entra nell’ovario, i petali e gli stami cadono, l’ovario si ingrossa ed a poco a poco si trasforma in frutto.

Com’è fatto un fiore

Per il lavoro di ricerca

– Quali parti puoi distinguere nel fiore? Tali parti esistono sempre in ogni fiore?
– Che cos’è il polline e a che cosa serve?
– Che cosa contiene l’ovario?
– A che cosa servono gli ovuli?
– Che cos’è l’impollinazione e come può avvenire?
– Quando è avvenuta l’impollinazione che cosa accade?
– Che cos’è il seme e a che cosa serve?
– Perchè i fiori sono tanto diversi l’uno dall’altro?
– Tutte le piante fioriscono?
– Come si chiamano le piante che hanno fiori e frutti e che quindi si riproducono per mezzo di semi?
– Come provvedono a riprodursi le piante che non hanno fiori? Quali sono le principali di esse?
– Quali sono i più comuni fiori dei nostri prati e dei nostri giardini?
– Generalmente i fiori si dischiudono di giorno; ve ne sono alcuni però che di giorno, quando c’è troppa luce, si chiudono. Ne hai già sentito parlare?
– Altri fiori si chiudono appena toccati accartocciando i petali, come per proteggersi. Ne conosci qualcuno?
– Che cosa sono le serre?

A che cosa servono gli ovuli e i granelli di polline?

Gli ovuli sono gli organi destinati a trasformarsi in semi. Perchè questa trasformazione avvenga occorre, però, che gli ovuli si incontrino con un granello di polline.

tipi di granuli di polline ingranditi

Il polline viene prodotto dalle antere. Esso dovrà perciò venir trasportato fin sulla punta del pistillo: da qui potrà scendere fin nell’ovario dove incontrerà gli ovuli. Allora si formeranno i semi, ed il fiore avrà adempiuto il suo compito; infatti a questo punto il fiore appassisce e cade.

sezione schematica di un fiore

Bisogna ricordare una importante legge che regola l’impollinazione dei fiori: in genere il fiore, perchè dai suoi semi possa nascere una pianta sana e vigorosa, deve essere fecondato con polline prodotto da un altro fiore.
Ma chi provvede a portare il polline dall’uno all’altro fiore?

Ciascuna famiglia di piante ha scelto il suo modo per provvedere a questo trasporto: c’è chi si serve del vento, chi dell’acqua e chi dell’opera di diversi animaletti, generalmente insetti, ma in qualche caso anche uccelli e molluschi.

Impollinazione

Perchè possa aver luogo una impollinazione è necessario che il polline di un fiore venga portato sul pistillo di un altro fiore della stessa specie.

Impollinazione per mezzo di insetti

Molti fiori nel punto più profondo della loro corolla secernono il nettare, un succo sciropposo, dolce e profumato, che è un ottimo cibo per gli insetti. L’insetto, per nutrirsi, vola sul fiore e si intrufola fra i petali; nel raggiungere le goccioline di nettare sfiora le antere e impolvera di granelli di polline il suo corpicino peloso.

Quando ha succhiato tutto il nettare di un fiore l’insetto si leva a volo e va in cerca di un altro fiore della medesima specie per trovare altro nettare dello stesso sapore. Anche qui, intrufolandosi nella corolla, urta gli organi del fiore e finisce col depositare sulla punta appiccicosa del pistillo qualche granello del polline che reca addosso. Il polline può venire così a contatto con gli ovuli contenuti nell’ovario e fecondarli.

Gli insetti sono dunque dei diligenti corrieri di trasporto di polline; compiendo questo servizio essi compensano i fiori del nettare che viene offerto loro ad ogni sosta.

Impollinazione per mezzo del vento

Altre piante producono fiori piccoli, privi di corolle, di odore, di nettare. Esse si affidano per la fecondazione al vento.
Un esempio tipico è la quercia: preleviamo in aprile – maggio, quando le foglie stanno formandosi, un rametto; noteremo dei lunghi filamenti. Se osservati con la lente, noteremo in essi dei ciuffetti di stami con le loro antere.

Piogge di polline

I pini e le conifere in genere sono fecondati dal vento. Essi, quando è l’epoca di maturazione dei loro fiori maschili, lasciano cadere il polline in quantità così grande che nelle pinete si assiste ad una vera e propria pioggia di polline.

La varietà dei fiori

La varietà dei fiori è veramente grande.
Ci sono fiori con petali nettamente distinti (rosa, garofano); altri con petali tutti saldati insieme, come nelle campanule e nelle primule; fiori con petali diversi l’uno dall’altro e disposti in modo del tutto particolare; altri con petali e sepali dello stesso colore (tulipano).

Spesso i fiori sono irriconoscibili: assumono l’aspetto di animali, di foglie; alcuni sono snelli e armoniosissimi, atri tozzi e pesanti; sono piatti o cilindrici o allungatissimi, hanno forma di bottiglia, di tubo, di croce, di mano aperta, di pantofola, e altro ancora.

Naturalmente, viene subito spontanea una domanda: perchè la natura ha creato fiori tanti diversi, a volte tanto strani? Una spiegazione completa non si può dare, ma una risposta abbastanza sensata è questa: per necessità.
In natura, tutto quello che chiamiamo bellezza, stranezza, non è che necessità. Le forme strane, i colori fantastici, gli odori repellenti o soavissimi non sono stati creati per nostra meraviglia e diletto, ma rispondono a bisogni ben precisi della vita vegetale. La natura non fa nulla di inutile.
Quali sono queste esigenze, queste necessità? Evidentemente quelle connesse con la vita e la funzione del fiore.
Il fiore è un organo della pianta a cui è affidato un compito importante e delicato: quello di produrre il seme perchè la pianta possa riprodursi.

Quindi le corolle sgargianti, le forme strane, le bizzarrie (o meglio, quelle che a noi sembrano forme strane o bizzarre), i profumi intensi servono a favorire in tutti i modi quella importantissima funzione.
Servono quindi ad attirare gli insetti; a costringerli a penetrare nell’interno e magari ad agitarsi, a dibattersi per caricarsi ben bene di polline; servono per respingere gli animali non graditi; per riparare il preziosissimo polline dalla pioggia e dalla polvere, e per altri motivi ancora.

Le fanerogame

Fiori e frutti, per quanto strano possa sembrare, non sono altro che foglie trasformate. E trasformate per la più importante delle funzioni, quella di riprodursi. Non tutte le piante possiedono fiori; non ne hanno le alghe, ad esempio, nè i funghi: anch’essi provvedono naturalmente a perpetuarsi, ma lo fanno in modo diverso, mediante delle piccolissime spore.

alghe
fungo

La massima parte delle piante che cadono sotto i nostri occhi si riproducono mediante i fiori  e prendono perciò il nome di fanerogame  (piante a nozze visibili).

Curiosità: il linguaggio dei fiori

Per chi volesse esprimere con i fiori un proprio sentimento, ecco il significato attribuito ad alcuni di essi:
gelsomino – amabilità
violetta – modestia e bellezza d’animo
magnolia – simpatia
viola del pensiero – ricordo
geranio rosso – stupidaggine
miosotis – non ti scordar di me
narciso – egoismo
bocca di leone – non ti fidare
papavero rosso – indifferenza
margherita – ci penserò.

La serra

La primavera è la stagione in cui i semi che i contadini hanno seminato nei campi crescono, perchè oltre alla terra, che dà nutrimento, trovano tutte le cose di cui hanno bisogno: acqua, perchè piove molto; luce, perchè i giorni di allungano; caldo, perchè il sole riscalda più che in inverno.

Si possono far crescere le piante anche in inverno, se riusciamo a dare alle piante tutto ciò di cui hanno bisogno, cioè nutrimento, acqua, caldo, luce, se cioè facciamo in casa nostra una primavera artificiale.

Dove fa freddo, le piante si possono far crescere nelle serre. Una serra è una grande costruzione con le pareti ed il soffitto di vetro. Attraverso il vetro entra la luce del sole, che serve alle piante; ma il freddo non riesce ad entrare, inoltre ci sono stufe per scaldare le piante. Il calore della stufa non esce fuori, perchè il vetro lascia entrare la luce, ma non lascia uscire il caldo.

I  fiori guardano il sole

Un rapporto misterioso lega le piante alla luce e al calore. La loro attività, si sa, è in funzione delle stagioni e delle variazioni della temperatura. Alcune sembrano conformarsi al cammino apparente del sole e seguirlo nel suo percorso in cielo: tale è il caso del papavero e del girasole, la cui grossa testa d’oro presenta sempre la sua ampia faccia all’astro del giorno. Molte, infine, variano le posizioni di veglia e di sonno in relazione con l’alternanza del giorno e della notte: ciò è rilevabile particolarmente in alcune piante delle leguminose, come il trifoglio, l’erba medica, l’acacia, il fagiolo e soprattutto la sensitiva.

All’avvicinarsi della notte, il trifoglio e l’erba medica inclinano le foglioline, portando le loro pagine superiori in contatto le une con le altre. Nel fagiolo, nell’acetosella, nel lupino, nella robinia e in alcune altre piante di questo genere, le foglioline, invece, si abbassano e accostano le loro pagine inferiori.

Nella sensitiva (Mimosa pudica), i movimenti di veglia e di sonno sono molto più complicati. Questa pianta, come abbiamo visto, ha le foglie composte di foglioline pinnate, situate lungo quattro piccioli secondari retti a loro volta da un picciolo principale. Venuta la sera, le foglioline si ripiegano verso l’alto, abbracciandosi a due a due con le loro pagine superiori e ripiegandosi sul picciolo secondario. Nello stesso tempo, il picciolo principale si abbassa e si inclina lungo lo stelo, trascinando così il resto della foglia; verso le otto della sera, il movimento di discesa è terminato. Il riposo è breve perchè, a partire dalle dieci della sera, il picciolo principale comincia a rialzarsi e prima dell’alba ha superato la linea orizzontale, i piccioli secondari divergono, le foglioline si piegano e la foglia intera riprende la posizione di veglia, che conserve poi durante tutta la giornata. Fatto curioso: se si sopprimono artificialmente i periodi alternati del giorno e della notte, cioè di luce e di oscurità, sottomettendo le sensitive a una luce continua, le fasi di attività e di riposo, di veglia e di sonno, persistono ancora per un certo periodo. Abbiamo qui un sorprendente fenomeno di memoria organica, una specie di abitudine acquisita della pianta, che essa può perdere solo gradatamente.

Anche lo sbocciare dei fiori è legato, il più delle volte, all’alternanza del giorno e della notte e, in generale, alle vicissitudini luminose o termiche.

L’orologio dei fiori

Flora, la dea della primavera, che è stata spesso rappresentata nella pittura romana come una giovane donna adorna di fiori, ha dato il suo nome al complesso delle piante spontanee e coltivate di una certa regione. Questo gentile… dono, se così possiamo chiamarlo, è opera di un famoso naturalista svedese del XVIII secolo, Carlo Linneo, il quale usò per primo con questo significato il nome di Flora in una sua opera.

Linneo ha fatto anche qualcosa d’alto, ha donato a Flora… un orologio. Egli cioè ha stabilito una specie di orologio, secondo le ore in cui si schiudono o si chiudono numerosi fiori, dai più mattinieri, che si aprono prima dell’alba, ai più tardivi, che spiegano le loro corolle all’arrivo della notte. Tra  i fiori indicati da Linneo ne abbiamo scelti alcuni e abbiamo ricostruito un orologio, non completo, ma sufficientemente indicativo:
convolvolo delle siepi – si apre tra le 3 e le 4
cicoria – si apre tra le 4 e le 5
lino – si apre tra le 5 e le 6
calendula officinalis – si apre tra le 6 e le 7
anagallide – si apre tra le 7 e le 8
malva – si apre tra le 9 e le 10
ornitolago – si apre tra le 10 e le 11
portulaca – si apre tra le 12 e le 13
malva – si chiude tra le 13 e le 14
polmonoria – si chiude tra le 14 e le 15
bella di giorno – si chiude tra le 15 e le 17
enotera – si apre tra le 17 e le 18
bella di notte – si apre tra le 18 e le 19
geranio – diffonde il suo profumo verso le 20.

Curiosità sui fiori

Si trovano, in natura, fiori piccolissimi, lunghi soltanto alcuni decimi di millimetro. Altri, invece, raggiungono dimensioni straordinarie, probabilmente allo scopo di rendersi visibili agli insetti, anche da lontano e tra la folta vegetazione tropicale. I due più grandi fiori esistenti vivono nelle foreste tropicali dell’arcipelago malese: la Rafflesia Arnoldii che ha il diametro di un metro e pesa circa undici chili; e lo Amorphophallus titanum che raggiunge un’altezza di due metri e mezzo!

Una strana orchidea, il selenipedio, ha petali lunghissimi, simili a un nastro, talvolta lunghi oltre 70 cm.
La passiflora è anche chiamata “fiore della passione” perchè la forma degli stami e dei pistilli ricorda i simboli della passione di Gesù.

Sorprendente è la fioritura del bambù: queste piante fioriscono in età molto avanzata (alcuni a 120 anni!) e una sola volta nella loro vita. Infatti, appena fiorite, muoiono. Ma il fatto davvero curioso è che le piante di bambù di una stessa specie fioriscono contemporaneamente in ogni parte del mondo, indipendentemente dai fattori climatici.

Impollinazione e fecondazione del fiore

Spesso i fiori attirano e cedono il polline solo a un certo tipo di insetti, per evitare di disperderlo su fiori non della stessa specie. Cioè, un fiore che attira e carica di polline un calabrone, può darsi che non faccia altrettanto nei confronti di un’ape o di una farfalla. Una prova di ciò è da questo fatto curioso. Quando il trifoglio rosso fu introdotto in Australia, esso prosperò ma non si riprodusse: mancava l’insetto impollinatore adatto. Fu indispensabile acclimatare nel nuovo continente anche l’imenottero (bombo), che era l’insetto pronubo del trifoglio.

Per meglio regolare la distribuzione del polline, i fiori si aprono e chiudono a ore fisse, quasi semafori nell’intenso traffico degli insetti.
Vi sono piante che emanano un odore disgustoso per l’uomo, simile a quello della carne marcia o del concime. Pronubi di questo tipo di fiore sono moscerini e mosche che amano questi odori.
Quando un’ape ha visitato un’orchidea, esce a ritroso dal piccolo spazio contenente il nettare. Il fiore, allora, le configge nella nuca una freccia che porta due sacchi pollinici. L’ape vola su un altro fiore che a sua volta le toglierà questa sua curiosa acconciatura.

La natura ha pensato proprio a tutto: nei paesi tropicali dove vivono fiori dalla corolla molto lunga, si trovano farfalle che hanno la spiritromba (apparato succhiatore della farfalla) che può raggiungere anche la lunghezza di 25 cm.
Esiste un fiore, il gichero, che tiene prigionieri nel calice gli insetti che vengono a succhiare il suo nettare. Questa… dolce prigionia può prolungarsi anche per diversi giorni, fintanto cioè che gli stami, maturando, non lasciano cadere il polline su di loro.

Disegni da colorare FIORI con scheda didattica e nomenclature Montessori

Disegni da colorare FIORI con scheda didattica e nomenclature Montessori per bambini della scuola primaria, anche stampabili in formato pdf.

Le carte delle nomenclature sono queste:

I fiori più comuni dei nostri prati e dei nostri giardini

viola del pensiero

Per mettersi bene in vista questo fiore ha colorato i suoi petali di colori diversi l’uno dall’altro. Le striature che convergono verso il centro indicano agli insetti la strada da seguire per raggiungere il nettare e, naturalmente, gli stami e i pistilli.

ranuncolo

I ranuncoli levano la loro corolla su uno stelo eretto, ornato di foglie palmate come le dita di una mano; sono detti anche “botton d’oro” perchè sembra abbiano racchiuso, nei loro cinque petali, tutto il colore del prezioso metallo.

ciclamino

I ciclamini hanno radice grossa, rotonda, carnosa; foglie leggermente ovali e graziosamente screziate di un verde più chiaro; fiori rosei, profumati, se cresciuti in località di alta montagna. Nell’Italia centrale e meridionale, i ciclamini hanno foglie e fiori più grandi; ma i fiori sono più pallidi e senza profumo.

petunia

La petunia è una pianta vivace che vive parecchi anni. Ha foglie pelose e fitte, fiori a forma di campana di vari colori: bianchi, rossi, violacei o azzurri.

zinnia

La zinnia proviene dal Messico ed è un fiore molto diffuso. I suoi fiori doppi o semplici, di svariatissime tinte, sbocciano solitari sulla cima di ogni ramoscello. Questo fiore adorna tutti i giardini, anche i più poveri, per la sua grande facilità di crescita e di coltivazione.

serenella o lillà

La serenella (o lillà) è molto diffusa nei giardini perchè si adatta ad ogni terreno e ad ogni posizione. Fiorisce in pannocchie all’estremità dei rami ed emette un soave profumo. I fiori bianchi o lilla sono semplici o doppi.

ortensia

L’ortensia è originaria dell’Asia. E’ un arboscello di piccole dimensioni, con foglie verdi, lucenti. Sulla cima di ogni ramo porta grandissimi fiori, disposti a corimbo, vivacissimi.

bocca di leone

Le bocche di leone sono così chiamati per la loro forma e per la caratteristica di aprirsi come una bocca se premuti leggermente ai lati; sono fiori riuniti all’estremità di steli rigidi; i colori vanno dal bianco al giallo, all’arancione, al rosa salmone, al rosa vivo, al cremisi intenso. Spesso in un unico fiore sono riuniti più colori, con un effetto curioso e piacevole.

peonia

Le peonie sono assai decorative e disposte in gran quantità nei giardini per la varietà dei colori e per la facilità di coltura. E’ un fiore di lunga durata e spesso di delicato profumo.

garofano

I garofani hanno steli diritti, fiori con corolle dei colori più vari: rosa, porporino, rosso, carneo, bianco. I fiori sono talora semplici, talora doppi, o di un solo colore o striati o punteggiati. Molte specie di questo fiore sono state introdotte dalla Cina e dal Giappone. Da questo fiore si ottengono prodotti di profumeria.

begonia

Le begonie hanno eleganza e bellezza di fogliame, magnificenza e durata di fioritura, estrema facilità di coltura. Le specie sono circa ottocento; provengono principalmente dall’America meridionale e dall’Asia.

fucsia

Graziosissima, coi rami rossicci, la fucsia può prendere forma di alberello, di piramide o di ombrello. Le foglie sono verdi nella parte superiore, sono rosseggianti al di sotto. I fiori pendono come ciondoli da un gambo leggero, che si china al loro peso. Le tinte dei fiori sono bellissime; fra esse spicca sempre un rosso vivo, che contrasta con un violetto splendido.

margherita

La margherita bianca o semplice è preferita alla doppia ed alla gialla. In terra e nei vasi forma un alberello regolare con foglie belle, tagliuzzate, d’un verde chiaro. I suoi fiori hanno i petali candidi, lunghi, distesi regolarmente attorno al centro giallo del fiore; sembrano stelle raggianti e stanno bene nei vasi sui balconi.

mughetto

Il mughetto è anche detto “giglio delle valli” ed ha belle foglie lucenti. Dal cespo verdissimo e compatto delle foglie sorgono gli steli dei fiori, graziosi e diritti, carichi di candide campanelle. Questi fiori emanano tutto attorno un soavissimo profumo.

erica

Le foglie sempreverdi dell’erica porporina spuntano a tre a tre dallo stelo; sono sottili, accartocciate per il lungo, così che sembrano aghi; i fiori color carminio, disposti ad intervalli sulla parte superiore dello stelo, pendono un poco l’uno sull’altro; hanno quattro sepali distinti; ma i petali, riuniti, formano una specie di campanellina rossa, ovale, la cui apertura ha quattro lobi. Il pistillo  è così lungo che sporge dalla bocca del fiore; intorno al pistillo, ma ben dentro al fiore, stanno otto stami.

ginestra

La ginestra cresce in cespugli fitti e con i suoi bei fiori giallo lucente mette allegria; bisogna osservarla da vicino per trovare qualche foglia su questa pianta, perchè tanto le foglie quanto i ramoscelli si sono tutti tramutati in punte acute. I fiori sono simili a quelli del pisello, di cui le ginestre sono parenti. Esiste una ginestra nana che cresce appena a fior di terra, e per le caviglie è tutt’altro che piacevole. Le ginestre contengono i semi entro piccoli baccelli bruni che, quando sono maturi, si spaccano per il lungo come quelli dei piselli; essi sono granellini duri, verde – bruni.

orchidea delle farfalle

L’orchidea delle farfalle ha due grandi foglie oblunghe vicine al terreno, uno stelo altro da 30 a 40 cm, intorno a cui sembrano raggruppate in quantità farfalline bianchicce e piumose. Se la osserviamo nell’ora del crepuscolo, la somiglianza tra i suoi fiori e le farfalle è anche maggiore; ed è molto probabile che le farfalle vere vengano più facilmente intorno a questa pianta, ingannate appunto dal suo aspetto.

pervinca

La pervinca ha un gambo strisciante con stoloni. I fiori sono a cinque petali, di colore blu chiaro. Cresce nei boschi radi e nelle siepi.

 Se possono esservi utili, qui i disegni da colorare stampabili gratuitamente in formato pdf:

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La leggenda della mammola

La leggenda della mammola

C’era stato un inverno rigido e triste. La gente era stanca di soffrire il freddo, desiderava la primavera. Ma era soltanto febbraio! Però il Signore voleva consolare gli uomini con una lieta sorpresa. Adunò tutti i fiori del giardino celeste.

Domandò: “Chi di voi vuole scendere sulla terra a portarvi un po’ di conforto? E’ ancora freddo, ma la vista di un fiore fa bene al cuore”.

Tutti i fiori tentennavano le corolle, incerti di poter sfidare i rigori di febbraio.

“Andrò io” disse la brava mammola.

E la mammola scese sulla terra mentre ancora durava la stagione invernale; il Signore per aiutarla la collocò nelle siepi, fra l’erba appassita e le foglie secche, al riparo dal vento.

Si stentava a vederla da quanto era nascosta!

Però il suo profumo si spandeva intorno nei campi; il vento lo portava perfino in città.

E gli uomini dicevano: “Sia ringraziato Dio! Profumo di mammole: promessa di sole, di tepore, di primavera vicina!”

E. Graziani Camillucci

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Lavoretti per bambini FIORI – 70 e più progetti

…lavoretti per bambini FIORI: una collezione di tutorial per realizzare coi bambini della scuola d’infanzia e primaria fiori per festeggiare la primavera e la festa della mamma…

…rose, margherite, ciclamini, gerbere, giacinti, fiori fantastici: lavoretti per bambini fiori di ogni genere realizzati riciclando materiali poveri quali lattine, bottiglie di plastica o cartoni delle uova, e sperimentando varie tecniche: fiori collage, fiori dipinti con le impronte digitali, fiori con la pittura a dito, fiori di carta, tessitura, uncinetto, quilling, carta crespa, ecc…

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1. gerbera realizzata con i cartoni delle uova, tutorial illustrato di http://www.duitang.com

2

2. narciso – girandola, realizzato con cartoncino colorato e cartoni per le uova, tutorial di http://nurturestore.co.uk

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3. narcisi realizzati ancora coi cartoni delle uova, tutorial di http://www.intimateweddings.com

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4. tutorial fotografici per realizzare vari fiori di carta: garofano, margherita, rosa, narciso, di http://grosgrainfabulous.blogspot.it

5

5. fiori realizzati con le impronte delle manine, di http://www.teachpreschool.org

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6. ciclamini, sempre realizzati coi cartoni delle uova, tutorial fotografico di http://www.liveinternet.ru

 

7

7. ancora narcisi, ancora coi cartoni delle uova, in versione quadretto, tutorial fotografico di http://www.liveinternet.ru

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8. collage ispirato a Picasso. I bambini tracciano l’impronta della loro mano, la ritagliano, aggiungono strisce di carta verde e quindi per i fiori avvolgono pezzi quadrati di carta velina colorata intorno matita…  di http://artrageousafternoon.blogspot.com.au

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9. corona di narcisi, bellissima idea anche per festeggiare i compleanni primaverili, tutorial di http://www.sunhatsandwellieboots.com

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10. mazzolino di pratoline realizzato con la tecnica del quilling, cioè arrotolando le striscioline di carta. Tutorial fotografico di http://www.duitang.com

11

11. fiori di lana realizzati con uno specialissimo telaio, semplice da costruire con legno e chiodini o anche cartone spesso e puntine, tutorial fotografico di http://www.knitting-and.com

Trovate altre informazioni su questa tecnica qui http://www.liveinternet.ru

 

12

12. versione più elaborata, realizzata in rafia, da http://www.knitting-and.com

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13. da http://www.marthastewart.com l’idea di realizzare fiori primaverili utilizzando i porta biscotti di carta

14

14. fiori di carta realizzati piegando e incastrando tra loro le parti ritagliate dal modello. Trovate le varie proposte qui: https://docs.google.com , https://docs.google.comhttps://docs.google.com, e qui https://docs.google.com

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15. battendo ripetutamente col martello su fiori e foglie appoggiate ad un pezzo di tessuto o ad un foglio di carta spessa, otterrete una sorta di stampa botanica molto bella. Si può fare anche con le foglie autunnali… Immagine da http://kindlingplayandtraining.blogspot.it/

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16. fiori realizzati con le graffette colorate, in vendita qui http://www.modcloth.com (non c’è tutorial)

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17. rose di carta crespa, tutorial fotografico di http://greenweddingshoes.com

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18. giacinti di carta colorata, tutorial fotografico di http://krokotak.com

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19. collage; i fiori sono realizzati con pezzetti di carta piegata. Tutorial di http://www.jeknutseleikwijt.nl

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20. rami fioriti di ciliegio, tutorial per realizzare i fiori in carta velina di http://sarahndipities.blogspot.it/

 

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21. pesco in fiore realizzato coi pop corn, via http://olhaoquevinoeducanaweb.blogspot.it/

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22. decorazione trasparente per finestre, idea di http://www.sillyeaglebooks.com (non c’è tutorial)

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23. ciliegio in fiore realizzando stampando la tempera rosa col fondo di una bottiglia di plastica, di http://alphamom.com/

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24. fiori nei gusci d’uovo. L’idea originale, di http://www.tuinadvies.nl/vrolijk_pasen.htm, utilizza fiori veri per realizzare una composizione da usare come centrotavola, ma può essere realizzata anche una variante con fiori di carta…

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25. delicati fiori di carta, video tutorial di http://www.craftstylish.com/

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26. deliziosa coroncina da principessa dei fiori in panno, tutorial di http://thatlittleworld.blogspot.it

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27. rose origami, vari modelli e link ai tutorial, qui http://www.bloomize.com/

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28. semplici fiorellini di panno, qui proposti come applicazioni per cuscini, di http://www.marthastewart.com

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29. ghirlanda “fiorita” di stricioline di tessuto multicolore, di http://www.lindamade.com

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30. la classica collana di fiori e cannucce da infilare, di http://thecraftingchicks.com

 

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31. narcisi di carta velina, tutorial fotografico di http://www.momsandkids.co.uk/

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32. tulipani in cartoncino, si possono utilizzare i rotoli di carta igienica, tutorial di http://www.easy-child-crafts.com

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33. fiore per collage, modello gratuito di http://whimsycoutureboutique.blogspot.it/

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34. fiori di carta piegata, semplici da realizzare. Tutorial di http://whimsicalworldoflaurabird.blogspot.it

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35. decorazioni floreali ottenute fissando i fiorellini di carta ad una palla di  polistirolo, con degli spilli con la capocchia colorate, tutorial di http://www.fancypantsweddings.com

36

36. fiori pom pom, idea e  tutorial di http://www.domestifluff.com

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37. fiori realizzati incollando a una forma sferica ritagli tondi di tessuto, tutorial di http://www.oncewed.com/

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38. fiore di carta crespa. Questa e molte altre proposte per realizzare fiori di carta qui http://www.lollychops.com/

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39. i bellissimi fiori kusudama giapponesi, tutorial dettagliatissimo in quattro parti a partire da qui http://foldingtrees.com/

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40. fiori realizzati coi sacchetti di carta, tutorial di http://www.aplaceforusblog.com

 

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41. bellissima rosa di carta, tutorial di http://www.ellinee.com/. Semplice da realizzare grazie al modello stampabile gratuitamente.

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42. calla in carta e pasta da modellare, tutorial di http://craftinomicon.blogspot.it

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43. quadro realizzato con pastelli a cera colati col phon e fiori, tutorial di http://www.aroundbeads.blogspot.

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44. tutorial per realizzare questo fiore con foglia, completo di modello, di http://increations.blogspot.it/

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45. rami di ciliegio fiorito, tutorial di http://bkids.typepad.com/

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46. fiori realizzati coi rotoli di carta igienica, tutorial di http://www.thecraftycrow.net

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47. tutorial per realizzare questi bei fiori in carta crespa di http://howaboutorange.blogspot.it

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48. mollette e cerchietti per capelli floreali, tutorial di http://kittycatsandairplanes.blogspot.it

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49. fiore di carta tipo papavero, tutorial di http://alittlehut.blogspot.it/

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50. fiore di carta finito a matita, tutorial di http://whipup.net/

 

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51. lillà origami, tutorial di http://www.origami-instructions.com via http://www.handyhausfrau.com

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52. questi fiori, in vendita qui http://www.etsy.com/ sono realizzati tagliando lattine da bibita. Coi bambini l’idea può essere utile sostituendo alle lattine i bicchieri di carta o di plastica.

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53. ghirlanda floreale realizzate con pagine di vecchie riviste tagliate a cuore, di http://flowerpatchfarmgirl.blogspot.it

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54. tulipani realizzati con fogli di carta colorata tagliati e piegati secondo il tutorial fotografico e cannucce da bibita, di http://skapligtenkelt.blogspot.

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55. girasole con semi veri, di http://www.rockabyebutterfly. I semi, invece di essere incollati, possono essere posati sul cerchio di carta e poi fissati con un coperchio trasparente dello yogurt. In questo modo possono essere piantati. Si possono usare, oltre ai semi di girasole, altri semi e anche fare fiori diversi.

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56. fiori ritagliati nelle pagine di vecchie riviste, idea di http://splishsplashsplatterart.blogspot.it

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57. fiori di ciliegio kirigami, tutorial di http://omiyageblogs.blogspot.it

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58. fiori di carta di http://madebyjoel.com, tutorial

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59. fiore coi rotoli di carta igienica, questo e molti altri esempi in http://www.michelemademe.com/

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60. tutorial per realizzare bellissimi fiori coi cartoni delle uova, vari modelli, di http://www.intimateweddings.com/

 

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61. facciamo germogliare i fiori per il giardino nei gusci d’uovo, idea di http://themagnifyingglass.typepad.com/

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62. un piatto di carta diventa un telaio circolare e un fiore, tutorial di http://familyfun.go.com

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63. tutorial fotografico molto dettagliato per realizzare queste rose di carta riciclata di http://papernstitchblog.com

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64. corona di papaveri, tutorial di http://wishingelephant.blogspot.it

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65. quadretto di fiori di cartone, tutorial di http://www.craftstylish.com

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66. rose, tutorial di http://heart-of-light.blogspot.it

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67. fiori realizzati con le bottiglie di plastica, non c’è tutorial ma l’idea è molto semplice, di http://artprojectgirl.blogspot.it/

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68. collage floreale realizzato coi porta biscotti di carta, di http://www.kiboomu.com

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69. fiori stampati con le gomme delle matite, di http://creativitymypassion.blogspot.co.uk

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70. rosa realizzata con cucchiai di plastica, tutorial fotografico di http://www.duitang.com/

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71. rosa a uncinetto, tutorial di http://www.pompomemporium.com

Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:

Tutti gli album

Lavoretto per la festa della mamma – fiore di feltro


Lavoretto per la festa della mamma – fiore di feltro. Avevo già descritto la tecnica di produzione dei fiori di feltro

per gli adulti, ma si tratta di  un procedimento troppo impegnativo proposto ai bambini.

La lana cardata che occorre per il lavoretto si può trovare, ad esempio, qui: LANA CARDATA

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Genitori Channel ospita il mio articolo che mostra come è semplice, con pochi accorgimenti aggiuntivi, far fare questa bella esperienza anche ai bambini più piccoli.

E’ un’attività che consiglio davvero, per esperienza: è molto ricca dal punto di vista sensoriale, avvicina al mondo della natura, porta calma e concentrazione (anche per il massaggio dei polpastrelli che la lana ci ricambia mentre la massaggiamo, ma non solo) e, siccome la bellezza della lana (anche senza essere lavorata) è garanzia di successo, porta tutti i bambini a sentirsi “bravissimi” e in questo caso davvero orgogliosi di poter fare alla mamma un così bel regalo…

… potete leggere l’articolo completo qui: http://www.genitorichannel.it

Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:

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Tutorial fiori in feltro

Tutorial fiori in feltro – Un tutorial fotografico per imparare a realizzare fiori di feltro con la tecnica dell’infeltrimento con acqua e sapone. Non si tratta di un fiore in particolare, ma di “un’idea di fiore” che si costruisce, come avviene davvero anche in natura, con la luce ed  il calore che insieme portano alla formazione prima del bocciolo, e poi del fiore.

Con questi fiori possiamo realizzare fermacapelli, spille per giacche, collane, braccialetti, segnalibri, ferma tende, cinture, coroncine da principessa per le bimbe ecc… o anche semplicemente fiori sullo stelo per il tavolo delle stagioni.

Anche a prescindere  dal valore che può avere l’oggetto finito, e ci sono veri artisti del feltro,  penso che la manualità creativa che porta a realizzare piccole cose non in serie sia anche per gli adulti  un’importante esperienza sensoriale e meditativa, e per questo il tutorial punta a creare una situazione da risolvere solo nel momento non prevedibile dell’apertura del bocciolo: dipenderà dai colori scelti, dalla grandezza e dalla forma  assunta dalla lana nel bocciolo, dallo spessore, dai bordi regolari o irregolari,  dal vostro modellare e tirare il feltro in un modo o nell’altro, quale fiore avrete creato.

Considerare solo il  tempo che richiede realizzare un fiorellino così, può farci capire quale ne sia il vero valore per chi si è cimentato.

Materiale occorrente:

– lana cardata colorata verde, gialla ed in altri colori a scelta
– sapone di marsiglia meglio se all’olio d’oliva (ma si può usare anche detersivo per piatti) e acqua bollente
– una stuoietta (tipo quelle da sushi, ma si può usare anche un pezzo di arella rotta o simili, o in alternativa anche un pezzo di plastica a bolle) e un asciugamano
– mattarello
– una matita
– eventualmente fil di ferro, elastico per capelli, spilla, ecc..
– ago e filo per assemblare fiori e foglie, e altri eventuali elementi

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Come si fa:
Mettere sulla stuoia delle nuvolette di lana asciutta nei colori che preferite (io ho scelto verde, rosso, arancione e giallo). La nuvoletta può essere di qualsiasi dimensione, e tenete presente che con l’infeltrimento diventerà molto più piccola; la mia era all’inizio circa 20 cm, ed al termine circa 11cm:

Cominciate a massaggiare coi polpastrelli, con movimenti circolari, bagnando le mani con l’acqua calda ed insaponandole più volte:

Ripete da entrambe le facce, rivoltando la nuvoletta più volte; questo lavoro può richiedere 3 minuti circa:

Ora arriva la fase della follatura, che può richiedere 15 – 20 minuti (tenendo presente che più si lavora, più il feltro sarà di buona qualità.
Alternativamente facciamo le seguenti operazioni, e durante ognuna di questa operazioni spostiamo la nuvoletta in ogni senso (vedrete infatti come la lana “si accorcia” sempre nel senso in cui la arrotoliamo, quindi se variamo i sensi, avremo un feltro omogeneo):

rulliamo la lana nella stuoia, premendo, prima con leggerezza per non spostare i colori, poi via via sempre più forte

premiamo sulla stuoia ruotando il mattarello, sempre prima con leggerezza per non spostare i colori, poi via via sempre più forte

usiamo come mattarello una matita, avvolgiamo la nuvoletta e ruotiamo premendo con forza.

E’ anche importante, di quando in quando, tirare la nuvoletta lungo i bordi, per ottenere un feltro più compatto, prezioso e sottile:

Questo è il mio fiore dopo tutti i maltrattamenti subiti:

Ora possiamo accartocciare la nuvoletta come a formare un germoglio, poi la ruotiamo tra le mani e premendo leggermente, rigirandola molto velocemente (attenzione a non esagerare, altrimenti vi sarà impossibile aprirlo…):

Passiamo alla fase più divertente e creativa; apriamo il germoglio e (il trucco è pensare a un fiore) per prima cosa inseriamo il pollice all’interno e tiriamo i petali; poi osservando attentamente, possiamo decidere come aprire, tirare o arricciare i petali, accentuare il calice (si può inserire la matita e premere) ecc…

Mentre il fiore si asciuga, facciamo utilizzando la stessa tecnica qualche foglia:

Ed ora possiamo decidere cosa fare del nostro fiore…
Per realizzare un fiore sullo stelo, avvolgiamo la lana verde asciutta intorno a del fil di ferro modellato a piacere (avvolgendo fino all’ultimo peletto finale, la lana si blocca da sola). Poi, se volete, passare su tutto lo stelo dell’acqua e sapone, massaggiando leggermente

Montate a vostro gusto, fissando gli elementi con punti invisibili dati con ago e filo:

Per realizzare una semplice decorazione, una spilla, un fermacapelli create la composizione di fiori e foglie, fissate con ago e filo, e aggiungete sul l’eventuale elastico, cerchietto, molletta, spilla scelta:

La composizione può essere puoi cucita su una corda di feltro, che si prepara così:

– predisponete una lunga striscia di lana asciutta, ricordando che tutte le aggiunte in lunghezza possono essere fatte solo finchè la lana è asciutta.

– bagnando ripetutamente le mani con acqua calda e sapone, cominciare a ruotare la lana sulla stuoia, con leggerezza e calma, fino a bagnare tutta la lunghezza. Tornare all’inizio della striscia e ricominciare, e così più volte, aumentando progressivamente la pressione. Ogni tanto appallottolare tra le mani, girare premendo, poi distendere e tirare la striscia con forza… almeno un quarto d’ora di lavoro, per un  buon feltro.


Montando i  fiori sulla corda di feltro, come già detto, potrete realizzare svariati oggetti ed accessori…

https://shop.lapappadolce.net/prodotto/acquarello-steineriano-esercizi-di-colore-ebook/

Poesie e filastrocche sui FIORI

Poesie e filastrocche sui fiori: una collezione di poesie e filastrocche sui fiori, di autori vari, per bambini della scuola materna e primaria.

Fiore

Portatemi pure l’anello del re
ma questo fioretto lo tengo per me.
C’è forse nel mondo qualcuno che vide
un fior di geranio che scotta, che ride,
macchiare d’un sangue più rosso e cocente
di questo, una casa di povera gente?
C’è forse più fresco, più vago giardino
di questo vasetto che vale un soldino;
che guarda la nuvola, aspetta l’uccello,
nè siepe ha di spino, nè chiuso cancello?
In quale camino c’è dunque una brace
più viva, più pronta a scaldare la pace?
C’è forse nel mondo, più ricco uno scrigno
di questo vasetto di coccio rossigno;
un salvadanaio di tanti tesori
che dà, come questo, a chi vuole, i suoi ori?
C’é forse altra grazia più vera e segreta
che accenda pensieri, che ispiri il poeta?
Se spicco quel fuoco e lo metto all’occhiello,
il mondo mi guarda, diventa il più bello.
Portatemi pure lo scettro del re
ma questo fioretto lo tengo per me. (R. Pezzani)

Fiori
Sono i fiori
una sublime lezione
d’altruismo:
a tutti, per niente,
dispensan profumi e colori:
sanno
di render meno triste la terra.
Degli uomini nessuno può guardarli
senza diletto,
a meno che in suo petto
dell’egoismo non racchiuda i tarli. (R. Penaglia)

Primule
Sbocciano al tenue sole
di marzo ed al tepor de’ primi venti,
folte, a mazzi, più larghe e più ridenti
de le viole.
Pei campi e su le rive,
a piè de’ tronchi, ovunque, aprono a bere
aria e luce anelando di piacere,
le bocche vive.
E son tutti esultanza
per esse i colli; ed io le colgo a piene
mani, mentre mi cantan per le vene
sangue e speranza. (Ada Negri)

Il biancospino
Di marzo, per la via delle fontane,
la siepe s’è svegliata tutta bianca:
ma non è neve, quella: è biancospino
tremulo ai primi soffi del mattino.
Si destano lontano le campane
e l’acqua di cantar non è mai stanca. (Angelo Orvieto)

Camomilla
Oh Camomilla, tenero fiore
togli la bua, togli il dolore,
alla mia bimba disperata,
che piange tutta sconsolata.
Con la corona dai raggi bianchi,
fai ristorar gli occhietti stanchi.
Con il giallo del capolino,
togli la bua dal suo pancino.
Con il profumo dolce e grazioso
concedi a lungo un buon riposo.
(di C. Folcando – Edita)

Margherite
Sopra l’erba novella
fiorite a cento a cento,
fremon le margherite
nel brivido del vento.
Testolina dorata,
collaretto d’argento,
stelo breve e diritto
grazioso portamento.
Coglierla? Ma vi pare?
Pel gusto di un momento
stroncar tanta esistenza?
Triste divertimento.
Vedete come godono
la carezza del vento?
E come si compiacciono
d’essere a cento a cento? (C Del Soldato)

La pratolina
“Oh, graziosa pratolina
che sorridi fra l’erbetta
tinta ancor di bianca brina,
perchè mai cotanta fretta?
Bigio e tetro è ancora il cielo,
fredda è l’aria e gelo in terra;
stende ancor la neve un velo,
sono i vasi ancora in serra.”
“Non m’importa della brina
non m’arresta un po’ di neve;
primavera è qua vicina
col suo passo lieve lieve.
Fra non molto spunteranno
sulle prode le viole;
dalle nubi eromperanno
caldi i raggi del bel sole. (Domizio Vignali)

Fiorita
Ecco i peri, i peschi, il melo
in fiorita prodigiosa;
ci fu mai più bella cosa
di quei ciuffi bianchi e rosa
contro il cielo? (Puch)

Il biancospino
Il biancospino è in fiore.
Della neve ha il colore.
Le brocche son gremite
di corolle infinite,
leggiadra nevicata
che non dilegua al sole,
ma cede a una ventata…
Per te ridon le aiuole
più chiare nel mattino
lucente biancospino. (M. Castoldi)

Bucaneve
Scricchiolando lieve lieve
l’ultima crosta di neve
s’è infranta. Chi la rompeva?
E dalla neve il bucaneve è nato.
Così, di dentro al suo guscio,
anche il pulcino apre un uscio
per farsi avanti nel mondo… (F. M. Bongioanni)

La canzone delle viole
Piccine, azzurrine,
baciate dal sole
noi siamo le dolci,
le prime viole.
Superbe non siamo,
non siamo curiose
le foglie tenere
ci tengono ascose.
Col mite profumo,
con voce sommessa,
cantiamo del marzo
la dolce promessa. (Ida Alliaud)

La prima margherita
Si risvegliò la prima margherita
tra l’erbe nuove sopra il breve stelo;
ancora tutta chiusa e infreddolita
levò la testa per guardare il cielo.
Vide venir la primavera e allora
gridò: “Fiorite, o sorelline, è l’ora!”
(Lina Schwarz)

La pratolina
Sulle rive del ruscello
tinte ancor di bianca brina,
è sbocciata, timidetta,
una bella pratolina.
Allo zefiro si culla
e sorride al sol, felice;
al bambin che la saluta
in segreto parla e dice:
“La stagione fredda e tetra
finalmente è per finire,
guarda il mandorlo ed il pesco,
sono lì per rifiorire! (Domiziano Vignali)

Il fiore
Ferma sopra la zolla
guardava con stupore
una bambina un fiore
dalla strana corolla.
“Oh corolla stupenda
che tremi in mezzo al prato,
per lo stelo dorato
aspetta che ti prenda!”
E corsero i piedini
sul prato di rugiada
trapunta di rubini.
Tese la mano. E la gialla
corolla stese al vento
l’ala di un volo lento.
Era un gran farfalla. (Giuseppe Porto)

Frutto e fiore
Non lo toccare il fiorellin del melo:
esso ci annuncia ch’è passato il gelo.
Rispetta il fiore se del frutto hai voglia;
rispetta il fiore e non toccar la foglia. (F. Dall’Ongaro)

Prato
Guarda giù nell’erba folta:
forse un angelo è passato;
mai si videro nel prato
tanti fiori in una volta.
Tanti e tutti così belli
che farfalle e farfallini
stupefatti fanno inchini
ora a questi ed ora a quelli.
E se poi deve passare
svolazzando qua e là,
sai la brezza cosa fa?
Chiude l’ali e sta a guardare. (D. Rebucci)

Pratolina
Pratolina appena nata,
chi di frangia ti ha vestita
chi ti ha d’oro incoronata?
Ti dischiudi sul mattino
e saluti di lontano
le farfalle e l’uccellino.
Ti raccogli verso sera
come un cuor che si prepara
al silenzio e alla preghiera. (D. Rebucci)

A nascondino
C’era una piccola
margheritina
nata da poco,
vispa e carina.
Diceva: “Mamma,
voglio giocare,
ma sono sola,
che posso fare?”
“Gioca col sole,
piccina mia,
fa’ a nascondino
con allegria!”.
La piccolina
col sole giocò:
ed lui, sì grande,
non rifiutò.
Sotto una foglia
lei si celava,
chiamava: “Cu cu!”
Lui la cercava.
Ed anche l’aria
si divertiva,
passava cauta
e il fiore scopriva. (A. Cuman Pertile)

 La violetta e la pervinca

La violetta mammola è sbocciata
in mezzo all’erba tenerella e bassa;
ma subito in gran fretta s’è chinata
per potersi nascondere a chi passa.
Ma l’azzurra pervinca a lei vicina
guarda in alto col grande occhio contento
tutta si mostra e dice: “O sorellina,
esci tu pure, e godi il sole e il vento.”
La violetta mammola risponde:
“Dio concesse una grazia ad ogni fiore:
da me un profumo lieve si diffonde,
a te fu dato invece un bel colore”. (M. Dandolo)

La violetta

Troppo presto sei nata,
mite viola del pensiero!
Forse il cielo ti ha ingannata,
ieri azzurro ed oggi nero?
Fredda e cupa vien la sera
con la notte torna il gelo.
Trema e muore sullo stelo
la gentile mammoletta
che voleva, troppo in fretta,
annunciar la primavera. (E. Ottaviani)

La prima viola
La neve è stata tanta e sulla via
anche quel cespo triste di viole
sembrò morir, ma guarda che magia!
da quanto è ritornato il biondo sole
apparve qualche foglia e, meraviglia!
un profumo mi tocca, mi commuove
come una voce che nel cuor consiglia
e sveglia in fondo al cuore voci nuove.
Quel profumo mi fece un po’ curiosa
e, cercando, una timida viola
scopersi come fata misteriosa
tra l’erba verde così sola sola… (L. Nason)

Nel prato

Nel mare verde del prato
tutto fili d’erba novella,
il bimbo si tuffa beato
e grida, ride, saltella
come uccello spensierato.
Meraviglie di coccinelle.
di farfalle, di bruchi, insetti,
variopinte campanelle,
scarabei in corsaletti;
e poi gocciole di brillanti,
gocciole di rugiada,
sui fili d’erba tremanti
verdi come la giada.
Papaveri tinti di rosso,
lucertole nel canneto,
raganelle lungo il fosso,
scopre il bimbo ogni segreto,
nel mare verde del prato.
Come lieve passan l’ore,
che meraviglia il creato
e le opere del Signore! (V. Seganti Pagani)

Il fiore di prato

Guarda com’è vestito,
neppur l’imperatore
ebbe un simile manto.
Che seta! Che splendore!
Lo lava la rugiada,
lo distende l’aurora,
col suo pennello vivo
il sole lo colora.
Che mirabile cosa
ogni fiore di prato!
La margherita ha un nitido
colletto inamidato:
il ranuncolo giallo
un abito tessuto
con i raggi del sole:
la viola è di velluto,
la mammola nei petali
ha il velo della sera,
e il miosotide è cielo,
cielo di primavera.
Che seta, che spendore
ogni fiore di prato.
Nessuno l’ha vestito,
nessun l’ha seminato.
Soltanto tu, Signore. (L. Nason)

Il gelsomino notturno

E s’aprono i fiori notturni,
nell’ora che penso ai miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni
le farfalle crepuscolari.
Da un pezzo si tacquero i gridi:
là sola una casa bisbiglia.
Sotto l’ali dormono i nidi
come gli occhi sotto le ciglia.
Dai calici aperti si esala
l’odore di fragole rosse.
Un’ape tardiva sussurra
trovando già prese le celle.
La chioccetta per l’aia azzurra
va col suo pigolio di stelle…

Il fiore azzurro (il lino)

Disse un bel fiore azzurro:
“Il vento mi carezza
con un lieve sussurro;
l’aurora mi regala
brillanti di rugiada,
che il calore del sole poi dirada.
Non profumo gli altari
né mi recano in dono,
in giorni lieti e cari,
i bimbi e le fanciulle;
sullo stelo fiorisco,
specchio l’azzurro cielo e poi finisco.
E mi tramuto in tela
candidissima e molle,
per l’altare e la vela,
per bendare le ferite
e fasciare il bambino
nudo, nella sua culla:
io sono il lino!” (E. Pesce Gorini)

Alla primula 
Nel nome hai la modesta
tua grazia e col timido colore,
o primula, sei lesta
più di qual si sia fiore
ad inseguir la neve spaventata.
Tu credi a primavera dubitosa. (R. Bacchieri)

La violetta mammola 
La violetta mammola è sbocciata
in mezzo all’erba tenerella e bassa;
ma subito in gran fretta s’è chinata
per potersi nascondere a chi passa.
(M. Dandolo)

Le violette
Le violette? Le scorsi a piè d’un muro:
facevano una chiazza di viola,
come di sangue, sul tappeto scuro
dell’ortica e dell’erba vetriola.
Erano lì: fiorivano ignorate
in quel luogo selvaggio, tra un sentiero
perduto e un muro cieco; inebriate
d’ombra e silenzio; dietro al cimitero.
(D. Valeri)

Il pesco e la viola
Ancora è freddo, ancora
luccica sulle vette
la neve, e il pesco mette
le sue gemme e s’infiora.
E’ tutto brullo intorno
l’orto, ma il pesco pare
voglia un po’ consolare
questo pallido giorno.
E dice a una viola,
che ora gli è sorta ai piedi:
-Primavera, non vedi?
torna, ma è troppo sola.
(M. Moretti)

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Dettati ortografici FIORI

Dettati ortografici FIORI Una collezione di dettati ortografici sui fiori, di autori vari,  per la scuola primaria: fiori di campo, violette, primule, margherite, rose, ecc…

Fiori di campo

Sbocciano in piena libertà, all’aria aperta della campagna. Danno un aspetto vago all’erba, inghirlandano a festa le colline, riempiono di profumo le gole dei burroni e il silenzio delle ombrose valli. Li trovate dappertutto, lungo la strada, lungo i viottoli, lungo i fossi, le prode, su per i greppi, nelle aiuole degli orti e dei giardini.  Si direbbe che questi piccoli e graziosi amici stanno a far capolino tra l’erba per sorridervi mentre passate e per rallegrarvi la strada. Entrate nel bosco ed ecco venirvi incontro il mughetto con le sue campanelline d’argento e la violetta dal profumo delicato; fra quel ciuffo d’erba verde biancheggia l’elegante margheritina, e in mezzo a campi di grano spicca il rosso fiammante del rosolaccio e la tinta azzurra del fiordaliso. (Collodi)

Fiori 
Quanti fiori, nei giardini, a primavera! Nell’erba, nascoste, sono le violette profumate; sulla siepe fiorisce il biancospino. Ogni pianta ha il suo fiore. Anche le piantine che nessuno sa come si chiamano, hanno messo il loro bocciolino.

La pratolina
La pratolina è composta da molti fiori piccoli: tanti fiori gialli al centro, tanti fiori bianchi alla corona, riuniti in un solo capolino, così da sembrare un unico fiore che spicca sul verde del prato.
Perchè?
In questo modo gli insetti possono vederla anche da lontano; vi accorrono in volo; vi si posano a succhiare il nettare e trasportano il buon polline ad altre pratoline.
Solo così potranno nascere nuove piantine.

Dettati ortografici FIORI
Le primule

Sono sbocciate le primule. Sono a mucchietti, piccole e gialle. Ciascun cespo sembra una famiglia con tante sorelline.
Sbocciano di qua e di là, da tutte le parti. Si chiamano a fiorire insieme.
Le foglie escono, dal cespo, ruvide e rugose.
Questa pianta non ha rami, ma soltanto le foglie che rimangono rasente terra. I suoi fiori si alzano un poco sopra il cespo con i loro piccoli gambi sottili e con il calice verde che mette meglio in risalto il giallo della corolla.
Gli insetti si posano sui fiori, li fanno un po’ dondolare, ma il loro gambo non si spezza.
“Io so perchè gli insetti volanti si posano su questi fiori; perchè in fondo al calice trovano una gocciolina dolce come il miele, che si chiama nettare, e se lo succhiano”.
“Anch’io ho succhiato questi fiori e mi hanno lasciato in bocca un buon sapore dolce e profumato”, dice Giovanni alla sorellina.
(Pierina Boranga)

Fiori 
Perchè alcune piante fanno dei fiori così belli, variopinti, profumati? Forse per far piacere agli uomini? No, la pianta non si cura degli uomini, ma mette in opera tutta la sua bellezza, tutto il suo profumo, tutto il suo colore e soprattutto nasconde nel suo calice una gocciolina di dolcissimo nettare, per attirare gli insetti. E perchè questo sviscerato amore per le alate creature? Perchè saranno proprio gli insetti, almeno per numerosissime specie, a favorire la trasformazione del fiore in frutto nell’interno del quale, poi, matureranno i semi. Per ottenere questo, le piante mettono in opera infiniti accorgimenti. Qualcuna schiude i suoi fiori di notte, perchè sa che soltanto insetti notturni andranno a trovarla; altre fabbricano trappole astutissime per trattenerli il tempo necessario all’impresa; altre ancora foggiano petali e calice in modo da costruire passaggi obbligati, affinchè gli insetti arrivino al polline fecondatore. Tutto per il fine ultimo che la pianta si propone, quello di produrre il seme che darà vita ad altre piante.

Fiori 
Il piccolo fiore di prato non si sente mai solo; l’erba verde lo circonda, l’aria lo culla e lo accarezza dolcemente, l’ape si posa sulla sua corolla per succhiarne il  nettare, gli insetti ronzano introno. La sua vita è semplice e bella. Egli saluta l’alba spalancando la corolla alla luce, accoglie l’ora del tramonto chiudendo i suoi petali o reclinando la testina. Quando la falce dell’uomo taglia il suo stelo, giace fra le erbe e spande ancora intorno un sottile aroma: è l’odore fresco del fieno. (M. Cera)

Fiori 
Nel prato fioriscono i miosotis. Dalle umili foglioline emergono i fiori: sono frammenti di cielo azzurro ed in mezzo ad ognuno splende un grano d’oro, come il riflesso d’un sottile raggio solare. Vi fioriscono le primule. Dal cesto verde, tondo, aderente alla terra, si alzano le delicate corolle gialle, pallide e trasparenti, come se dentro brillasse un tenue lume. Si stendono in file bianche e rosate le pratoline. Le guardano, appena reclinandosi, le nobili genziane dalla veste mirabilmente turchina. Dove l’erba è più alta emergono i giallo-lucidi bottoni d’oro, penduli in ogni soffio d’aria, e le più gravi margherite, dal tondo occhio stupito in mezzo alla candida raggera. Al vento, le mente, dai fiorucci azzurro-bigi, affidano il  loro profumo. Per quel vento si aprono talvolta dei solchi e si scoprono laggiù erbe minute che pure hanno i loro fiori, spruzzi gialli, rossi, turchini. (G. Fanciulli)

Fiori 
Le siepi di pruni aprivano tra le spine miriadi di occhietti bianchi per guardare il frumento tenero che brillava rabbrividendo allo scherzo gentile del vento; e gli alberi gemmavano: le foglioline lucide accendevano a mille a mille le loro fiammette verdi lungo i rami, intorno ai fremiti dei nidi; tremolavano attraverso i campi i filari argentei dei pioppi e dei salici. Qualche nuvoletta bianca era nel cielo: nei prati brillavano i bottoni d’oro dei ranuncoli; intorno ad essi gli ombrellini lievi delle pastinache vi facevano una nebbiolina rosea e bianca, e tra il verde si fondevano i mille azzurri, i viola, i gialli, i rossi di tutti i fiori campestri. (Virgilio Brocchi)

Fiori 
A primavera, dopo che le ultime nevi sono scomparse, le erbe germinano in fretta e si fanno alte. Tutte eguali sembrano le erbe al piede che le calpesta, ma non agli occhi che le guardano con amore, nè alle mani che a dita aperte vi affondano una carezza. Quale innumerevole famiglia! Steli, foglie, fiori, che sembrano messi lì a far folla, hanno ciascuno un disegno, un’armonia di colore, un carattere individuale rivelato in minutissimi particolari. (G. Fanciulli)

Fiori 
Tutto il mio affetto va ai poveri fiori di campo e di monte, che pochi guardano e nessuno coltiva. Alle pratoline dai petali macchiati di vino, al papavero che insanguina i grani, al fiore azzurro del radicchio, al fragile ed effimero farfallio del biancospino, al cardo selvatico che mostra al primo sole le sue corolle crudeli e pungenti, fra il celeste e il turchino, al ciclamino che timido si affaccia tra l’erba tenera e commovente. Sono i fiori dei bambini e dei poeti; di coloro cioè che sono al tempo stesso più poveri dei mendicanti e più ricchi dei re. (G. Papini)

Fiori 
Uscite dai dedali della città e inoltratevi per i campi. Quale sia il fiore che per primo vi si mostrerà, voi, nel vederlo non divelto dalla pianta e vibrante con le cose circostanti, risentirete pieno il suo fascino. Riempitevi di questa armonia. Alla svolta di quel sentiero, all’ombra di un masso, una pianticina erbacea fa sforzi per offrire alla luce il suo fiorire di corolle fitte e azzurre, così grandi a paragone dell’umiltà della pianta che noi non possiamo trattenerci dal domandarci come abbia fatto ad effondere tanta ricchezza. (A. Anile)

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Fiori 

Non v’è lembo di prato spontaneamente formatosi che non ci si riveli una gara di richiami, che è gara di colori: dal bianco niveo al roseo, dal giallo al purpureo, dall’azzurro al violetto cupo. Se una specie ha fiori bianchi, il colore cioè che agisce a maggiore distanza ed un’altra ha fiori gialli, questa cerca di vincere il vantaggio di quella sollevandosi alquanto più da terra. Colori vari e gradazioni indefinibili di colori, che restano tuttavia insufficienti al numero delle specie dei fiori, che vogliono un loro segno. Da ciò la necessità del comporsi di varie tinte sopra il medesimo fiore, quante combinazioni di turchino e di giallo su fondo grigio, di violetto e di lilla su bianco, di rosso trapassante in purpureo ed in amaranto; e quante sfumature e screziature che non si possono esprimere con le parole. Una struttura particolare delle cellule di rivestimento del petalo ed una speciale incidenza di luce possono dare nuovi riflessi a un medesimo colore: paragonate il viola della mammola a quello di una corolla di petunia. Vi sono corolle dove ciascun petalo cambia colore in gradazioni non determinabili. (A. Anile)

Fiori 
Alla svolta di un sentiero, all’ombra di un masso, una pianticina erbacea fa sforzi per offrire alla luce il suo fiorire in corimbi fitti e azzurri, e così grandi in paragone all’umiltà della pianta, che noi non possiamo trattenerci dal domandarci come abbia fatto ad effondere tanta ricchezza; un poco più oltre, lungo il margine di un ruscello, un ciuffo fiorito si piega nel vento a riflettersi nell’acqua: se indugiate ad osservare il colore di questi fiori, vi accorgerete che è anch’esso sfuggente. Strisce d’asfodeli, che si dilungano sul fosso aspro di quel colle, sembra che traccino sentieri per il passaggio degli angeli. Dove si formano promontori in un tumulto di rocce, la più strapiombante sul mare si colora di una ghirlanda di fiori, la cui pensosa bellezza muore immediatamente se tolta da lassù. Allo stesso modo da fianchi rupestri di montagne emergono piante che amano rendere ondeggianti sull’abisso grappoli floreali che nessuna mano toccherà. (A. Anile)

Il fiore
Non c’è cosa più bella del fiore: piace all’occhio e anche all’odorato. Noi ci fermiamo talvolta a osservarlo e ci domandiamo da quale mano può essere fabbricata tanta beltà e tanta gentilezza. I fiori si donano alle persone che si amano. Si danno proprio perchè sono cosa bella e gentile. (F. Socciarelli)

I fiori

I fiori vivono e parlano. Il profumo è il loro respiro e il colore la loro voce. I fiori somigliano ai bambini. Quando la rugiada del mattino li bacia, tutti sollevano la corolla come tante testoline bianche e brune di bimbi appena nati. E come alle prime ombre della sera i fiori chiudono le loro corolle, così i bimbi piegano le testoline allorchè cadono dal sonno. (N. Salvaneschi)

Fiori 
Mille gentilissime forme, infinite sfumature di colori, un variare delizioso di profumi, e l’acuto piacere che danno al tatto i petali vellutati; ecco in folla venire a noi i fiori d’ogni stagione, a stimolare i nostri sensi, perchè facciano giungere all’anima l’immagine di tanta bellezza. (F. Monelli)

Fiori 
Le mammole riaprono dal lungo sonno i begli occhi azzurri. Il pesco si è tutto magnificamente coperto di fiori, che brillano al nuovo sole come gemme cristalline e fragranti. Le margherite silenziose e tranquille, tremolano al tiepido vento. Persino nelle lande più pietrose e deserte qualche fiore solitario apre all’aura nuova le sue tre o quattro foglioline soffuse di un pallido rosa, o venate di tenere righe violacee. In ogni albero canta un nido, in ogni cuore rinasce la speranza. (E. Nencioni)

Fiori 
La primavera tornò, la campagna si coprì del verde vellutato dei frumenti, interrotto a quando a quando dai gialli tappeti delle rape in fiore; i mandorli esalavano amare fragranze dalle loro bianche ghirlande; la viola mammola, ametista odorosa, fiorì celatamente fra l’erba. Sulle vette dei freschi platani e delle querce severe, tra i longevi cipressi e le gracili acacie, i fringuelli cantarono; da ogni lato si alzavano al cielo profumi e armonie; profumi e armonie primaverili. (F. Martini)

Fiori 
Le primule sono dappertutto: ho visto sulla collina un gran pendio tutto biondo che pareva l’immagine della via lattea. I cornioli in fiore sembravano sciami di api d’oro sospesi qua e là sullo smeraldo e sull’ametista delle campagne. Nel mio orto, giacinti e narcisi sono balzati su col vigore delle giovani punte, senza aspettare che io rimuovessi loro  la coperta invernale di letame e di fogliame. Laggiù nell’angolo, la vecchia mimosa, ridotta a quei due o tre rami inaccessibili, si è accesa del suo giallo fuoco di gioia. Rami inaccessibili, perduti in alto, che ogni primavera io guardo con un’ammirazione mista di dispetto. (F. Chiesa)

Fiori 
Appena la natura ripalpita ai primi soffi della primavera, ecco i fiori. Fiori dappertutto: nei campi e nei prati, sulle rive dei ruscelli, nelle siepi, nei boschi, nei giardini, nei negozi e nelle piazze. Ovunque è una profusione di piccole rose, dal profumo appena sensibile, ma vivide e fresche; di lillà bianchi e celesti, di violette sorgenti nel folto delle siepi: odorano con uguale grazia i vasi di cristallo e i pentolini sbocconcellati, i salotti dei ricchi e le modeste case  degli operai. Ed ecco nei prati le vivaci margherite dal cuore d’oro e dai petali sfumati in rosso. Fiori, fiori dappertutto. La natura che si risveglia dopo il riposo invernale è ricca di promesse. (M. Savini)

Fiori 
A tutti i fiori splendenti e superbi preferisco quelli modesti: la selvaggia rosa di macchia che un raggio di sole appassisce, il caprifoglio che si arrampica sulle querce, la viola del pensiero dagli occhi vellutati, la margheritina dei campi, il ranuncolo d’oro, l’erica rosa, il mughetto d’argento, il biancospino intorno a cui ronzano le api. (F. Dumonteil)

Fiori 
I fiori sono il più bel dono che sia stato fatto agli uomini. Osservate un giardino in fiore, una terrazza, un balcone, adorni di fiori  dai colori vivaci, dai profumi inebrianti e soavi. Osservate la vetrina di un fioraio: quale festa di colori, di forme armoniose! I fiori hanno una sola colpa: quella di durare troppo poco. Anche circondato dalle maggiori cure, il fiore finisce sempre per appassire, perdendo profumo, colore, freschezza e morbidezza. Ma questo danno è solo apparente; in sostanza, il fiore appassisce, ma in esso si forma il germe di una nuova pianta. (P. Addoli)

Fiori 
Al mattino, appena il cielo biancheggia ad oriente e spegne a uno a uno i suoi lumi, appena le nuvole cominciano a colorarsi di tinte d’argento, d’oro, di porpora, i colori dei fiori cominciano a distinguersi fra le erbe sempre meno scure, e prima i bianchi e i gialli, più tardi i rosei, i celesti, i blu. Presto presto, se il cielo non è nuvoloso o piovoso, le pratoline sciolgono le cuffiette, i vilucchi calano i cappucci, si aprono le campanelle e i gialli soffioni e le cicorie somiglianti a fiordalisi. (P. Lioy)

Fiori 
Addio, giorni brevi e tristi; cieli grigi, fredde e tenebrose piogge monotone, nebbie e ghiaccio crudele… Un alito nuovo spira tiepido dalle umide colline, velate di vapori argentei e leggeri. Bianche e soffici nuvole aleggiano per l’immacolato turchino del cielo. I neri e grossi alberi, dalle braccia muscolose e rudi, paiono spruzzati da una brina di smeraldi e di perle. Sotto il muschio delle vecchie pietre grigie, nel bosco, le mammole riaprono dal lungo sonno i begli occhi azzurri. (E. Nencioni)

Fiori 
La primavera è proprio dappertutto, anche dove non c’è bisogno. Anche tra i sassi del muro franato l’erba è voluta crescere; per i sentieri più scoscesi, tra i tronchi degli alberi che furono abbattuti con l’ascia. Le margheritine bianche, quelle dei prati, fanno di tutto per dare nell’occhio; e gli stessi prati si sono lisciati con la rugiada e il fresco che pare perfino bizzarria e voglia di divertirsi. Anche l’azzurro rimane lì per lì un poco rintontito, quasi non sapesse che fare e forse, vergognoso di odorare nemmeno quanto una violetta. (F. Tozzi)

Fiori 
La terra si era addormentata. Una lunga pioggia leggera è scesa a cullare la fine del suo sonno. Lei sentiva, ma ancora non si svegliava. Dolce dormire. Sorrideva, dietro le palpebre chiuse, a sentire frugare fra l’erba, a sentirsi toccare le violette nascoste. Picchiettandola con le minute dita leggere, la pioggia le faceva il solletico e le diceva pian piano: svegliati; e mormorava: svegliati; e poi: su, su, è l’ora, vestiti. E la terra fingeva ancora di dormire, perchè nulla era più dolce di quella carezza leggera e di quel dormiveglia. Alla fine ha aperto gli occhi delle margheritine ed è rimasto un odore di terra bagnata nei giardini. (A. Campanile)

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Fiori 

Noi chiamiamo frutti solo la pesca, la ciliegia, la pera, la noce, l’arancia e l’uva. Ma tutte le piante producono frutti, dalla rosa alla fava, dalla violetta alla quercia, perchè il frutto non è altro che l’ovario trasformato dopo la fecondazione degli ovuli. Per effetto di questo prodigioso fenomeno, il magico fiore della rosa è trasformato in una piccola sfera rossa che pochi conoscono, perchè le rose sono colte e appassiscono prima del tempo. Il fiore alato della fava e dei fagioli diventa un grosso legume e l’amabile fiore del ciliegio, la rossa bacca carnosa. (E. Baldacci)

Fiori 
A primavera, quando i fiori si schiudono ai primi tepori, quando i petali variopinti mostrano i loro splendidi colori ed esalano i profumi più soavi, una moltitudine di insetti vola freneticamente dall’uno all’altro fiore per succhiare quella gocciolina di nettare che ognuno di essi nasconde in fondo al suo calice. E, così facendo, aiutano la natura nel miracolo della fecondazione. Per opera degli insetti, il polline di un fiore viene trasportato su un fiore della stessa specie, ed ecco che il miracolo si compie: il fiore si trasforma in frutto.

Fiori 
Le piante che ricorrono all’opera degli insetti per trasformare i loro fiori in frutti, prendono gli aspetti più appariscenti per attirarli. Innanzitutto il colore, così gli insetti possono subito avvistarli fra il verde e visitarli. Poi, il profumo. Non è necessario che siano odori soavi e delicati. Qualche fiore emana perfino un odore nauseabondo che attira gli insetti che lo preferiscono, ma tutti hanno, in fondo al calice, una gocciolina di dolcissimo nettare. Per succhiare questo cibo squisito, gli insetti visitano diligentemente tutti i fiori, impolverandosi così di polline che trasportano da un fiore all’altro.

Fiori 
I leggeri venti mattutini che soffiano per la valle appena il sole si alza, le calde correnti che salgono nell’aria, verso il mezzogiorno, le brezze marino che spirano sulle coste, raccolgono il polline dalle capsule floreali mature e lo portano in volo con movimenti ondeggianti, diluendolo nell’aria. I filamenti piumosi, viscidi, pelosi dell’ovario si sporgono dai calici, e come ragnatele pronte a far prigioniero ogni minuscolo insetto che incautamente vi cada, raccolgono quanto il vento ha portato. Dagli abeti e dai pini, dai ginepri e dai cipressi, si libera una nuvola gialla al primo alitare di vento: una pioggia di zolfo, come la chiamano i contadini. Il polline scorre sulle correnti atmosferiche e si deposita sui fiori femminili. sbocciati all’estremità dei rami. (E. Baldacci)

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Fiori 

Il mandorlo, il pesco, l’oleandro, il lampone e la fragola producono nettare prelibato attorno al loro ovario. Il nettare non è che un impasto di amido, di zuccheri, di grassi e di altre sostanze, ma il suo sapore è dolcissimo come quello del miele delle api. I fiori producono il nettare sulle loro foglie colorate o in ricettacoli e ciascuno non può cederlo che a insetti particolarmente confermati. I coleotteri muniti di brevi succhiatoi lo raccolgono dai tessuti carnosi del calice, su cui il nettare si spande come una densa pennellata di vernice lucente. Le farfalle, munite di lunghe proboscidi, visitano i fiori che nascondano il loro nettare in recipienti profondi. Così che i visitatori di questi fiori non possono raggiungere fiori diversi da quelli su cui questo nettare è stato prodotto. (E. Baldacci)

Fiori 
Gli insetti aiutano il fiore: mosche, vespe, calabroni, api, scarabei, farfalle, tutti fanno a gara in suo aiuto per trasportare il polline dagli stami sui pistilli. S’immergono nel fiore ingolositi da una goccia di miele espressamente preparata in fondo alla corolla e nei loro sforzi per raggiungerla, scuotono gli stami e s’impasticciano di polline che trasportano da un fiore all’altro. Chi non ha visto le api e i calabroni  uscire infarinati dal seno dei fiori? Il loro corpo villoso, polveroso di polline, non ha che da toccare, passando, un pistillo per comunicargli la vita. (J. H. Fabre)

La prima viola
E’ spuntata sull’orlo della strada, sotto la siepe, piccola, scura, profumata. E’ venuta a dire che è primavera, che tra poco torneranno le rondini a rifare il nido, che tutti gli alberi, uno dopo l’altro, si ricopriranno di fiori, di foglie, di frutti. E’ venuto a dire al contadino che i lavori dei campi l’aspettano. E’ venuta a promettere ai poveri che non farà più freddo. Tra poco il sole tiepido scalderà la terra coi suoi raggi e la terra tornerà rigogliosa, con l’aiuto di Dio e col lavoro dell’uomo. (L. Steiner)

E’ spuntata sul bordo della strada. Manda un delizioso profumo. E’ venuta a dire che la primavera è finalmente arrivata.

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La pratolina

La pratolina cresceva a vista d’occhio, finchè una mattina si trovò in piena fioritura, con tutte le foglioline bianche e lucenti spiegate come raggi intorno al piccolo sole giallo del centro. A lei nemmeno passava per la mente di essere un povero fiorellino disprezzato che nessuno avrebbe degnato di uno sguardo, là, in mezzo all’erba; oh, no:  era tutta contenta, si volgeva dalla parte del sole, guardava su ed ascoltava l’allodola che cantava, nell’alto. Se ne stava composta, sul suo piccolo stelo verde e imparava dal sole caldo e da tutto quanto la circondava quanto è bello il mondo; e godeva che l’allodoletta cantasse così bene e così chiaro. (H. C. Andersen)

Gli anemoni
Intorno a certe rocce, si alzano, in belle famigliole, gli anemoni. Tutti hanno simili foglie, a ventaglietto, minutamente tagliuzzate come per gioco, e grossi gambi rosso-bruni, un po’ contorti per lo sforzo del trovare la via tra la terra secca e i sassi. Ma le corolle dei petali riuniti, soffuse di opaca lanuggine, mostrano i colori più diversi: alcune rosse di fiamma, altre violacee, e altre quasi bianche. Nei fiori, che aprono i petali a stella di sei punte, si scorge il nero cercine dei piccoli stami affollati. (G. Fanciulli)

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La mammola

Erba, cara erba, sempre vista e sempre nuova, quando mai mi era apparsa così verde? E dove mai se ne stavano nascoste tutte queste mammole? Proprio come le stelle che, fino a una certa ora della sera, non ci si pensa: poi ad un tratto, se levi lo sguardo, il cielo ti trafigge gli occhi con miriadi di spilli. Dappertutto mammole: nella prateria dietro la casa, lungo i cigli dei viali, formando siepe, sulle rive del laghetto, all’ombra dei pini e dei pioppi. Non c’è tronco che non abbia alla radice, tra i fili d’erba e i ciuffi dell’edera, la sua corona di mammole. Brune, di un bruno intenso, di ciglia abbassate, timide e pur d’un rilievo schietto tra le foglioline a cuore; e d’una fragranza così penetrante nella sua leggerezza, che le narici le sentono prima che l’occhio le scopra. (A. Negri)

Ciliegio in fiore
L’albero era fino a ieri nudo; nudo nel tronco, nei rami qua e là contorti dall’aspro battere del vento. Cosa sia accaduto perchè stamattina ricalcando il sentiero solitario, io abbia visto, invece dell’albero, una nube bianca tutta di fiori stretti così fittamente gli uni agli altri da formare una cosa sola, impalpabile, quasi aerea attraverso la quale non mi riesce più di distinguere nè rami nè tronco… L’aria attorno alla nube non è più chiara e vibra come uno strumento musicale con melodie di suoni che son diventate melodie di profumi e di cui la mia anima si riempie. Guardo in alto, e mi sembra che il cielo si sia più incurvato per richiamare a sè questa nube venuta da sottoterra. (A. Anile)

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Glicine

Si arrampica sui muri, ammantandoli con la sua veste violacea fatta di grappoli fitti fitti visitati golosamente dagli insetti. Il glicine è il trionfatore dell’aprile. Si arrampica su su, e ogni vecchio muro diventa leggiadro, ogni cancello ha una veste fiorita, ogni inferriata sembra piena di primavera.

I grappoli del glicine coprono tutto il muro come un manto violaceo, senza neppure un filo di verde perchè le foglie non sono ancora spuntate. Pare che abbia fretta, il glicine, e sboccia subito ai primi tepori, e sale su, impetuoso, fino alla sommità del muro, e tabocca ancora di là, come se non gli bastasse mai.

Dopo l’impeto della prima fioritura, i grappoli del glicine impallidiscono piano piano, i calici cadono come una pioggia di viole e, allora, sono le foglie che crescono, si arrampicano, ricoprono il muro di verde, e lo fanno tutto bello, fresco, nuovo, mentre ancora qualche grappolino fiorisce qua e là, ma di malavoglia, come se gli dispiacesse di finire troppo presto, quando la stagione è ancora tanto tiepida e dolce.

Durante la notte cadde una pioggerella benefica e il mattino si alzò limpido e luminoso. Gli steli acuminati del grano giovane erano cresciuti di un dito e nell’orto i piselli avevano germogliato. La canna da zucchero era tutta aghi del colore del pistacchio contro la terra color cioccolata. I gelsi erano carichi di more verdi; la spalliera del glicine era tutta in fiore: una trama delicata come un merletto. Le api ne avevano scoperto la fragranza e in ogni corolla ce n’era una, a capofitto intenta a succhiare. (M. Rawlings)

I papaveri
I papaveri hanno invaso il campo di grano. Sono un esercito. I soldatini indossano la camicia rossa e non fanno male a nessuno: la loro spada è la spiga. Il vento li agita.I soldatini sembrano correre per il campo conquistato. Quando poi il vento tace, ogni papavero si attarda col fiordaliso, suo compaesano, che indossa la tuta azzurra dell’operaio. (Renard)

Ninfee
Le rive dello stagno erano ricoperte di ninfee. La barca ne fendeva la superficie spessa con un secco fruscio. Tra le foglie, l’acqua traspariva come la polpa di un’anguria nel triangolo dell’incisione. Le piante s’intrecciavano fra loro accorciandosi, i fiori bianchi con lo stelo chiaro, scomparivano sott’acqua e riemergevano grondanti. (B. Pasternak)

Il giglio
Osservate il giglio: lascia a terra la rosetta delle sue foglie e si eleva tutto in uno stelo che porta al sommo le candide corolle. Non sembra un fiore: è piuttosto una purezza di offerta all’alto, sì che non c’è stato pittore che non l’abbia fatto portare dalla mano di un angelo.  (A. Anile)

I fiori

I fiori sono sempre belli: belli quando timidi ed umili ornano le zolle dei campi e occhieggiano dal fitto delle siepi; belli quando sbocciano sul ramo quasi nudo degli alberi da frutto cui donano un vestito nuovo e vaporoso; belli nelle aiuole curate dei giardini quando vengono a premiare la fatica del giardiniere. Ma diventano belli soprattutto quando, raccolti in un mazzolino, diventano un omaggio ed un dono.

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I fiori e le stelle

Quanti fiori rallegrano la terra! Papaveri rossi, fiordalisi azzurri, margheritine bianche e ranuncoli d’oro spiccano in mezzo al giallo dei campi e al verde dei prati, mentre garofani screziati e rose di ogni colore ornano le aiuole dei giardini.
Quando, poi, i fiori si piegano sullo stelo per dormire, e i loro colori scompaiono nell’oscurità della notte, in cielo, ad una ad una, si accendono le stelle.
E anche le stelle sembrano fiori.

La natura e i fiori

Di fiori è piena la natura: prati, campi, siepi, declivi, monti, boschi, selve, tutto è un immenso, molteplice, perenne rifiorire.
I fiori sono la poesia del mondo. Dove si trova mai un tessuto che possa eguagliare il petalo di un fiore? I fiori sono per noi simbolo di gentilezza, di purezza, di grazia, di bellezza, di amore, di gioia, di speranza, di augurio, di ricordo.
Chi ama i fiori non può essere un’anima volgare: coltivare un fiore significa ingentilirsi, pensare al bello, al buono. (O. Stampatti)

Il fiore

Il fiore ha allungato il gambo. Nel bocciolo, piccolo laboratorio, è ormai tutto pronto: il polline, le antere, gli stami, il pistillo, i petali tutti uguali. Si aspetta il segnale perchè l’apertura si compia.
Ma nessuno deve vedere questo miracolo, e perciò i boccioli si schiudono sempre di notte. Al mattino il fiore è aperto; e il sole gli dà gli ultimi ritocchi di colore… Le farfalle, appena si svegliano, corrono tutte a vedere, e, al suono del campanellino dei grilli, danzano sui petali immacolati la lieta danza della primavera. (C. Pretelli)

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Quanti bei fiori

Quanti bei fiori rallegrano il nostro paese! Tutti i colori: il rosso dei papaveri, l’azzurro dei fiordalisi, il bianco delle margherite, spiccano in mezzo al verde dei campi dei prati. Nei giardini si aprono i fiori d’arancio, le rose, i garofani, le dalie, i crisantemi.
Quando viene la sera, quando l’ombra copre la campagna ed i giardini, i vivi colori dei fiori svaniscono nell’oscurità. Molti fiori piegano sugli steli le corolle stanche, come se volessero dormire. Allora appaiono ad una ad una le stelle, che sembrano fiori luminosi nel limpido cielo. (M. Savi Lopez)

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Un fiore che ha fretta

Il ranuncolo è una pianta frettolosa; appena finito il vero freddo, allarga le sue foglie lucenti spesso macchiettate di rosso bruno o di bianco. Dal centro di questa rosetta di foglie si alza il fiore giallo dorato che invita i primi insetti della stagione a fargli visita.
Ha da tre a cinque sepali e i petali variano da cinque a dodici. Se staccate un petalo vedete, alla sua base, una piccola squama che sporge come l’apertura di una tasca. Per gli insetti è davvero una tasca piena di leccornie: è il serbatoio del nettare. E’ una pianta così rasente alla terra che bisogna s’affretti a far provvista di luce e d’aria prima che le altre piante più alte le si affollino intorno. Infatti, quando ha fiorito allarga più che può le foglie, per assorbire dall’aria il maggior nutrimento possibile, e mandarlo alle radici che ingrossano; poi le foglie appassiscono e spariscono. Ma il tesoro è già messo in serbo per la primavera ventura, quando, allo sciogliersi delle nevi, sul terreno ancor tutto spoglio, appariranno le foglie verdi del ranuncolo.

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Il fiore sconosciuto

Quando giunge la fine di febbraio, esco tutti i giorni per frugare con lo sguardo nei campi e lungo i margini delle strade; cerco i primi fiori che annunciano la primavera. Il primo che vedo è sempre un fiore giallo, dai petali che luccicano al sole come tanti specchietti, che dove nasce spande attorno un senso di gioia e di festosità.
Prima di coglierlo, mi fermo a guardarlo, e mi viene voglia di inginocchiarmi tanto mi sembra bello.
Tutti i fiori che porta la primavera non hanno la bellezza e lo splendore di questo umile fiore giallo, di cui non conosco neppure il nome.
E non cerco di saperlo, perchè mi pare che non ci possa essere nome tanto bello, per un fiore così grazioso.
(C. Pretelli)

Dettati ortografici FIORI Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

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