Esperimento scientifico: sai cos’è un geyser?

Esperimento scientifico: sai cos’è un geyser?

Scopo

Creare uno sbuffo di vapore che ricordi un geyser.

Età

Dai 9 anni.

Materiali

Una pentola d’acqua
un imbuto
carta stagnola.

Note di sicurezza

I bambini osserveranno l’esperimento alla giusta distanza di sicurezza dal vapore.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato a un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che proveremo a creare uno sbuffo di vapore che ricordi un geyser. Poi parleremo di cosa lo distingue da un geyser vero

. inseriamo l’imbuto nella pentola e copriamo la pentola con la carta stagnola lasciando un foro per il beccuccio dell’imbuto

. accendiamo il fuoco sotto alla pentola

. non appena l’acqua comincerà a bollire, il vapore uscirà dall’imbuto

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni.

Osservazioni e conclusioni

Un geyser è una sorgente d’acqua calda sotterranea dalla quale fuoriesce, in determinate condizioni, una colonna di vapore e acqua. Questa è la differenza più importante rispetto al nostro “geyser”.
La seconda grande differenza è che i geyser si caricano e scaricano ciclicamente e non eruttano in modo continuo. Ci sono tre fasi principali del ciclo di un geyser: riscaldamento, eruzione e rabbocco.
Un’emissione di solo vapore acqueo (mescolato ad acido borico, metano e altri gas) è il soffione boracifero. Larderello, in Toscana, è famosa per i suoi soffioni boraciferi.
I geyser sono rari sul nostro pianeta perché richiedono la presenza di condizioni molto particolari. Affinché un geyser possa esistere, infatti, servono:
– una camera magmatica, che irradia calore
– un ampio terreno ricco d’acqua
– un serbatoio a sifone (cioè a forma di U) nel sottosuolo
– una fessura che permetta di riempire il serbatoio con l’acqua di superficie.
La struttura sotterranea a sifone deve comunicare con l’esterno e deve essere formata da rocce permeabili, nelle quali circola l’acqua, circondate da rocce impermeabili.
I geyser si trovano in prossimità di vulcani o nei luoghi ove la crosta terrestre è meno spessa. La maggior parte dei geyser si trovano negli USA, seguiti da Islanda, Russia, Cile e Nuova Zelanda. In Italia non ci sono geyser, mentre sono presenti i soffioni boraciferi.
La parola “geyser” deriva dall’islandese geysir che significa “sgorgare”.
Per capire come funziona un geyser, è necessario comprendere la relazione tra acqua e vapore. Il vapore è uno stato gassoso dell’acqua.
Quando l’acqua si trasforma in vapore, subisce un’enorme espansione perché il vapore occupa 1600 volte più spazio di quanto non occupi il volume dell’acqua.
Quando l’acqua fredda di superficie filtra giù nella terra e si avvicina alla fonte di calore (la camera magmatica), viene riscaldata sempre più, ma quando arriva al punto di ebollizione non si converte in vapore, perché le sue molecole sono trattenute dalle rocce.
Questa acqua più che bollente continua il suo viaggio in forma liquida verso la superficie. Man mano che risale, però, la pressione intorno a lei diminuisce finché, giunta in prossimità del livello del suolo, è nuovamente libera di trasformarsi in vapore.
A quel punto, acqua e vapore si avviano velocemente verso l’uscita del geyser, da dove zampillano, con più o meno forza, creando fontane di acqua bollente e vapore.

Perchè il cielo è azzurro

Perchè il cielo è azzurro: un semplice esperimento scientifico per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Scopo dell’esperimento

Dimostrare che il cielo è azzurro perché il colore blu all’interno della luce solare è il più disperso dalle molecole d’aria e viene percepito meglio dai nostri occhi.

Materiali

– un contenitore trasparente (provare vari contenitori)
– acqua
– sostanza lattiginosa (sapone, latte, latte in polvere, yogurt, cera per pavimenti, ecc.)
– una torcia elettrica che emetta luce bianca
– una stanza buia.

Note di sicurezza

Finché usiamo ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.

Età consigliata

A partire dei 5 anni.

Perchè il cielo è azzurro?

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato ad un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. scegliamo una stanza facilmente oscurabile

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che questo esperimento ci spiega come mai vediamo il cielo azzurro, anche se la luce del sole è incolore ai nostri occhi.

. riempiamo il contenitore trasparente con acqua.

. oscuriamo la stanza

. sciogliamo un po’ di sostanza lattiginosa nell’acqua, per ottenere una soluzione torbida

. puntiamo la torcia verso la soluzione torbida, colpendola di lato

. giochiamo con l’angolazione della torcia fino a veder apparire l’azzurro

. se abbiamo difficoltà, proviamo a guardare il contenitore dall’alto

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni.

Perchè il cielo è azzurro? Osservazioni e conclusioni

La luce “incolore” del sole è in realtà luce bianca: è composta infatti da tutti i colori dell’arcobaleno (rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco, viola) mescolati insieme.

La luce si piega quando passa attraverso mezzi diversi, in questo caso acqua e aria. Questa flessione della luce è chiamata rifrazione.

I diversi colori della luce solare vengono rifratti da diversi angoli perché hanno lunghezze d’onda diverse.

L’atmosfera della Terra contiene polvere, gocce d’acqua e altre minuscole molecole che non possiamo normalmente vederle a occhio nudo. In una giornata limpida, dunque. la luce del sole che filtra attraverso l’atmosfera si disperde in contrando le particelle contenute nell’aria.

Questa dispersione non è uguale per tutti i colori dello spettro: è molto più forte per i colori che hanno frequenze più alte e lunghezze d’onda più corte: il blu-viola. Quindi i colori violetto e blu si diffondono nell’aria più dei colori giallo rosso verde. Tra il viola e il blu, però, gli occhi umani sono più sensibili al blu.

Possiamo dire, dunque, che il cielo è blu perché il colore blu all’interno della luce solare è quello che si diffonde meglio nell’aria e che viene percepito meglio dai nostri occhi.

In questa dimostrazione la sostanza lattiginosa imita le particelle presenti nell’aria e, come queste, piega la luce (non del sole, ma della torcia).

Forme della terra e dell’acqua per i contrasti geografici Montessori

Forme della terra e dell’acqua per i contrasti geografici Montessori: presentazioni fatte utilizzando le cornici pronte offerte da Boboto: 

Il materiale pronto per questo genere di presentazioni è composto di solito da 3 coppie di forme contrastanti: lago-isola, golfo – penisola, stretto-istmo. Esistono anche set che prevedono 4 coppie, con l’aggiunta delle forme contrastanti baia-capo; oppure 5 coppie, con l’aggiunta ulteriore della coppia arcipelago-rete di laghi.

Come vedremo nei prossimi articoli, questo materiale è ampiamente utilizzato nel primo approccio alla geografia fisica sia nella scuola d’infanzia sia nella scuola primaria, ma esistono alternative didattiche che non ne prevedono l’uso con buone motivazioni.

Forme della terra e dell’acqua per i contrasti geografici Montessori
Presentazione 1


Materiali:
– forme dei contrasti terra-acqua: lago-isola, golfo – penisola, stretto-istmo, baia-capo,  arcipelago-rete di laghi
– un vassoio con una piccola brocca d’acqua (se volete colorata di blu), una ciotola vuota, un contenitore per la terra, una spugnetta.

Presentazione:
– mostriamo al bambino come trovare e portare le forme al tavolo o al tappeto
– mettiamo le forme scelte sul piano di lavoro, distanti dal bambino
– avviciniamo la prima forma e versiamo l’acqua e la terra al suo interno

– con delicatezza rimettiamo la forma riempita accanto alle altre
– proseguiamo così con le altre forme
– quando tutte le forme sono state riempite, mostriamo ai bambini la parte della forma occupata dalla terra e diciamo: “Questa è terra”. Poi indichiamo la parte occupata dall’acqua e diciamo: “Questa è acqua”. Infine indichiamole insieme e diciamo: “Questa è terra, questa è acqua”
– prendiamo il globo smerigliato e mettiamolo sul piano di lavoro. Mostriamo ai bambini le terre sul globo. Diciamo: “Questa è terra”. Indichiamo la terra nelle forme e diciamo: “Anche questa è terra”. Facciamo lo stesso con l’acqua


– prendiamo il globo colorato, e indichiamo anche su questo la terra e l’acqua; confrontiamole con le forme della terra e dell’acqua


– prendiamo l’incastro del planisfero e indichiamo la terra e l’acqua; confrontiamole con le forme della terra e dell’acqua.

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Forme della terra e dell’acqua per i contrasti geografici Montessori
Presentazione 2

Materiale:
– forme pronte per i contrasti geografici
– materiale di riempimento per la terra (riso venere, terriccio, sabbia)
– acqua limpida o colorata di blu

Presentazione:
– diciamo ai bambini: “Abbiamo parlato di altipiani, montagne, torrenti, fiumi, laghi e stagni. Anche i continenti sono forme che si creano tra terra e acqua”
– mostriamo le forme lago-isola e diciamo: “Un lago è uno specchio d’acqua circondato da terra. Un’isola è una terra circondata da acqua”
– “possiamo osservare queste due forme della terra e dell’acqua versando dell’acqua e della terra in questi stampi”
– versiamo l’acqua al centro dello stampo e la terra intorno, e avremo il lago
– versiamo nel secondo stampo la terra al centro e l’acqua intorno, e avremo l’isola

– indichiamo il lago e diciamo: “Il lago è una massa d’acqua circondata da terra”
– indichiamo l’isola e diciamo: “L’isola è una massa di terra circondata da acqua”
– ripetiamo con la coppia contrastante golfo-penisola:

e infine con la coppia stretto-istmo:

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Forme della terra e dell’acqua per i contrasti geografici Montessori
Presentazione 3

I materiali per la geografia che vengono in genere presentati prima di questo materiale sono:
– il globo smerigliato (terra e acqua)
– il globo a due colori (continenti e oceani)
– il globo colorato (nomi di continenti e oceani)
– l’incastro del planisfero (nomi dei continenti e degli oceani)
– incastro dell’Europa, cioè del continente in cui vivono i bambini (nomi dei Paesi Europei, dei mari e degli oceani).

Presentazione:
– mostriamo ai bambini il globo smerigliato e ricordiamo insieme ciò che abbiamo imparato. Chiediamo ai bambini di mostrarci i continenti e gli oceani, osserviamo le penisole, le isole, gli stretti e gli istmi, gli arcipelaghi… Discutiamo le definizione coi bambini

– mostriamo ai bambini le figure delle forme terra e acqua:

penisola: è la terra che si protende verso l’oceano.
stretto: un corpo sottile di acqua che collega due corpi più grandi di acqua.
capo: una terra che è in parte circondata dal mare
golfo: una zona d’acqua che penetra nella terra.
baia: una zona d’acqua in parte circondata da terra.
istmo : una stretta lingua di terra che collega due corpi più grandi di terra.
sistema di laghi: un gruppo di laghi vicini tra loro.
arcipelago: un gruppo di isole vicine tra loro.

– presentiamo le forme a due a due, per opposti, e diamone una breve definizione. Per iniziare presentiamo le tre coppie lago-isola, golfo-penisola, stretto-istmo
– mostriamo ai bambini gli stampi per i contrasti terra-acqua di questi tre primi opposti e riempiamoli insieme di terra e acqua

– abbiniamo le figure alle forme riempite e lasciamo i bambini liberi di toccare ed esplorare.

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Forme della terra e dell’acqua per i contrasti geografici Montessori
Presentazione 4

Materiali:
– forme della terra e dell’acqua: lago, isola, baia, penisola, istmo e stretto
– una brocca con acqua leggermente colorata di blu
– una ciotola di terra o sabbia o riso venere
– un panno e una spugna per pulire e asciugare
– un piccolo contenitore con oggetti in miniatura (pesci, barche, persone e animali).

Presentazione
– invitiamo un piccolo gruppo di bambini attorno a un tavolo, dove avremo già messo i materiali
– indichiamo ai bambini  le forme
– attiriamo la loro attenzione su una coppia di contrasti alla volta
– invitiamo un bambino a versare l’acqua blu nella prima forma e un altro bambino a versarla nella forma contrastante
– invitiamo un bambino a versare la terra nella prima forma e un altro bambino a versarla nella forma contrastante
– diciamo, ad esempio: “Questo è lo stretto”, e “Questo è l’istmo”.
– prendiamo gli oggetti in miniatura, uno alla volta, e chiediamo ai bambini se appartengono all’ambiente terrestre o all’ambiente acquatico, e mettiamoli nelle forme

– al termine mostriamo ai bambini come riordinare il materiale.

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Presentazione 5

Materiali:
– modelli per isola e lago, penisola e del golfo, istmo e stretto
– una ciotola vuota
– un contenitore per la terra
– una brocca d’acqua colorata di blu
– uno strofinaccio
– un cucchiaio
– una spugna.

Presentazione:
– portiamo due modelli di forme contrastanti sul tavolo
– versiamo l’acqua nel primo stampo e discutiamo la forma
– versiamo l’acqua nel secondo e discutiamo la forma
– fare lo stesso con la terra
– diamo la nomenclatura e la definizione
– quando il bambino è pronto passiamo ad una nuova coppia di opposti.

Scopo:
– aumentare la consapevolezza del bambino rispetto alle forme che assumono la terra e l’acqua sul pianeta

Età: dai 3 anni e mezzo

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Presentazione 6

I materiali per la geografia Montessori forniscono ai bambini  un modo pratico per esplorare il mondo. Il globo smerigliato:

presenta i continenti formati da una texture ruvida, in contrasto con gli oceani blu e lisci. I bambini imparano così a distinguere terra e acqua.

Il concetto può essere rafforzato con l’utilizzo delle forme contrastanti della terra e dell’acqua, che sono la rappresentazione tridimensionale del concetto:

Il bambino sperimenta e impara i nomi e le definizioni per le forme contrastanti di isola, lago, istmo, stretto, ecc.

Le figure delle forme terra e acqua sono invece la rappresentazione bidimensionale dello stesso concetto:

Infine vengono presentate le carte delle nomenclature.

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Presentazione 7

Materiale:
– cinque coppie contrastanti delle forme della terra e dell’acqua
– una brocca d’acqua
– un contenitore per la terra
– una piccola spugna
– un asciugamano
– una ciotola vuota
– una raccolta di piccoli oggetti

Presentazione 
– invitiamo un piccolo gruppo di bambini
– mostriamo lo scaffale dove si trovano le forme della terra e dell’acqua e prendiamo la prima coppia contrastante, ad esempio stretto ed istmo
– chiediamo a un bambino di portarle al tavolo, mentre un altro bambino porta una brocca d’acqua e se il materiale lo richiede la ciotola per la terra e il cucchiaio
– diciamo: “Ora verseremo l’acqua negli stampi per vedere diverse forme che può assumere in relazione alla terra” e versiamo l’acqua per rendere visibile appunto la zona occupata dalle acque
– facciamo lo stesso con le zone occupate dalla terra
– indichiamo il primo stampo e diciamo: “Questo è un…” i bambini completano la frase
– indichiamo lo stampo contrastante e diciamo: “Questo è un…”
– diamo una breve definizione e cerchiamo esempi reali nel globo o nel planisfero
– mostriamo altre coppie contrastanti
– al termine mostriamo come pulire ed asciugare il materiale utilizzato.

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Presentazione 8

Materiali:
– quattro coppie di modelli (strutture opposte): isola-lago, istmo-stretto, capo-baia, golfo-penisola
– acqua
– terra
– brocca
– spugna
– colorante blu (facoltativo)
– carte delle nomenclature (immagine, titolo, definizione)
– secchio.

Presentazione:
– mettiamo il vassoio sul tavolo e chiediamo a un bambino di versare l’acqua colorata e la terra nei modelli
– nominiamo ogni forma e diamo la definizione
– chiediamo a un bambino di formare le coppie di forme opposte chiedendo: “Cosa rende queste due forme l’una l’opposta dell’altra?”
– dopo la lezione, versiamo con attenzione l’acqua nel secchio e asciughiamo il modello con la spugna che si trova sul vassoio.

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Presentazione delle forme della terra e dell’acqua

Scopo:
– sperimentare concretamente in forma tridimensionale molte delle forme assunte dalla terra e dell’acqua sul pianeta,
– imparare le definizioni delle varie morfologie
– dare un’impressione sensoriale delle forme che assumono la terra e l’acqua sul pianeta
– arricchire il vocabolario relativo allo studio della geografia
– osservare le forme della terra e dell’acqua come esistono nella realtà.

Età: dai 3 ai 6 anni circa.

Estensioni:
– i bambini possono realizzare i loro modelli con plastilina, playdoug o pasta di sale, mettendo a loro disposizione un vassoio preparato con tutto il materiale necessario.

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Forme della terra e dell’acqua per i contrasti geografici Montessori

 

62. Erosione del suolo – Esperimenti scientifici – L’importanza del verde

Erosione del suolo – Esperimenti scientifici – L’importanza del verde

Erosione del suolo – Questo esperimento sull’erosione del suolo, che ha un impatto visivo formidabile anche per la sua semplicità, serve a dimostrare la relazione esistente tra precipitazioni, erosione del suolo, tutela dei corsi d’acqua e vegetazione.

Un esperimento estremamente semplice che sottolinea quanto sia importante la copertura vegetale del terreno.

Si può proporre in tre varianti:
– predisponendo la semina di piantine
– utilizzando piante pronte da  trapiantare
– utilizzando campioni di suolo.

Erosione del suolo – Esperimento – Prima variante

Prepariamo tre bottiglie di plastica uguali, ritagliamole come mostrato nelle foto e posizioniamole su una superficie piana (io le ho incollate con la colla a caldo su una tavoletta di compensato):

l’imboccatura delle tre bottiglie deve sporgere un po’ fuori dal piano d’appoggio. In ogni bottiglia distribuiamo la stessa terra, in pari quantità, premendola bene per compattarla quanto più possibile. La terra deve essere al di sotto del livello dell’apertura della bottiglia:

Tagliamo il fondo di altre tre bottiglie di plastica trasparente, e pratichiamo due fori per inserire la cordicella. Queste coppette hanno la funzione di raccogliere, durante l’esperimento vero e proprio, l’acqua in eccesso delle innaffiature che riproduce l’acqua piovana:

Poi rimettiamo il tappo alla prima bottiglia, dove semineremo:

e mettiamo nella seconda bottiglia un letto di residui vegetali morti (rametti, cortecce, foglie secche, radici morte).

Nella terza bottiglia lasceremo solo la terra.

Spargiamo i semi nella prima bottiglia (io ho scelto crescione, basilico ed erba cipollina), copriamo con un velo di terra e premiamo un po’, poi innaffiamo.

Possiamo utilizzare la parte di bottiglia tagliata per creare una serra che aiuterà i semi a germogliare più velocemente:

Esponiamo alla luce del sole, e prendiamoci cura della nostra semina finchè le pantine non si saranno ben sviluppate. L’esperimento vero e proprio si potrà fare solo allora…

Questa variante  è particolarmente adatta ad essere proposta ai bambini più piccoli, perchè genera curiosità ed aspettative, invita a prendersi cura nel tempo del terreno di semina e stimola l’osservazione del processo di sviluppo della pianta a partire dal seme.

Un processo completo come questo, insegna ai bambini piccoli tantissimi concetti che possono apparire “troppo complicati”, e crea un legame col mondo reale: la pianta viene dal seme (e non dal supermercato o dal fiorista). Quando poi, dopo tanta attesa e tante cure, avremo le piantine nella prima bottiglia, e dopo che chissà quante volte i bambini avranno guardato le altre due e quelle strane coppette facendosi tutte le loro domande, sarà indimenticabile quello che vedranno…

Senza dover dare particolari “spiegazioni” verbali (i piccoli possono apprendere concetti astratti attraverso la loro esperienza e non dalle nostre parole astratte), anche se forse solo i più grandi potranno arrivare all’idea di erosione del suolo, sicuramente tutti avranno chiaro il legame verde=pulito.

Facendo invece l’esperimento con bambini della scuola primaria, che già hanno affrontato i temi dell’ecologia, dell’impoverimento del suolo, della franabilità del terreno legata al diboscamento, della tutela dei corsi d’acqua, tutti questi concetti si chiariranno davvero “in un colpo d’occhio”.

Una volta che le nostre piantine si saranno sviluppate, potremo osservare acqua limpida uscire dalla prima bottiglia, ed acqua progressivamente più sporca dalla seconda e dalla terza; ecco le immagini scattate un paio di settimane dopo la semina:

Erosione del suolo – Esperimento – Variante due

Acceleriamo il processo sostituendo alla semina il trapianto di piantine già sviluppate (io avevo dei gerani):

e naturalmente in questo caso togliamo il tappo anche dalla prima bottiglia:

Ora versiamo la stessa quantità di acqua in ogni bottiglia. Perchè la cosa sia più chiara possibile,  e ogni concetto passi attraverso l’esperienza diretta, possiamo fare un segno all’interno dell’innaffiatoio :

Versiamo dunque l’acqua in tutte e tre le bottiglie, in tutte e tre nello stesso punto (l’estremità opposta all’apertura)

e osserviamo:

Le immagini sono scattate in sequenza.

Utilizzando piantine da trapianto, come vedete, l’acqua del primo contenitore al termine non è perfettamente limpida (inevitabilmente attorno all’apparato radicale ci sarà del terriccio aggiunto di fresco che sporca un po’ l’esperimento), ma l’acqua nella ciotola risulta comunque pulita rispetto a quella contenuta nelle altre due.

Erosione del suolo – Esperimento – Terza variante

Questa variante è adatta a bambini della scuola primaria e oltre: aggiunge infatti all’esperimento la scientificità e la serietà del “prelevare campioni di suolo”, cosa che per i bambini piccoli, invece, può generare un’impressione non proprio positiva.

E con questo arriviamo a poter citare gli ispiratori dell’esperimento:

Come vedete, qui sono state utilizzate bottiglie più grandi per i campioni, e per l’innaffiatura si è utilizzato un tubo con tre rubinetti (per questo è evidente il foro nel terzo campione).

Si tratta di andare all’aperto e prelevare tre zolle differenti di terreno: una di erba viva, una di terra coperta di residui vegetali morti, una priva di qualsiasi altro elemento.

Si aprono i rubinetti, ma pochissimo, in modo che l’acqua goccioli lentamente in ognuna delle bottiglie, si attende e si osserva. Si può anche versare l’acqua senza usare rubinetti, purchè ogni bottiglia ne riceva, come già detto, la stessa quantità.

Visitando il blog (anche se in portoghese) potrete trovare altri interessanti esperimenti e molto materiale sul tema dell’erosione.

Science experiment on soil erosion – This experiment, which has a tremendous visual impact due to its simplicity, it will demonstrate the relationship between precipitation, soil erosion, protection of watercourses and vegetation.

A very simple experiment that stresses the importance of the vegetation cover of the soil. You can propose in three versions: – Preparing the planting of seedlings – Using plants ready to be transplanted – Using soil samples.

Science experiment on soil erosion – First version

Prepare three identical plastic bottles, cut as shown in the pictures and put them on a flat surface (I’ve stuck with the hot glue on a tablet of plywood):

the opening of the three bottles should protrude a little out of the surface. Put in each bottle the same amount of ground and press hard to pack as much as possible. The ground must be below the level of the opening of the bottle:

Cut the bottom of other three bottles of transparent plastic, and make two holes for the string. These cups will serve to collect, during the experiment, the water in excess, which reproduces the rainwater:

Then put the cap on the first bottle in which to plant the seeds:

put inside the second bottle some dead vegetal wastes (twigs, bark, leaves, dead roots). In the third bottle just leave ground.

Spread the seeds in the first bottle (I chose watercress, basil and chives), cover with a layer of ground and press a little, then watering; you can use the piece of plastic cut from the bottle to cover the soil seed like a greenhouse, which will help the seeds to germinate faster:

Expose to sunlight, and take care of planting until the plants are well developed. The actual experiment can be done only then …

This version is particularly suitable to be offered to younger children, because it generates curiosity and expectations, invites you to take care of sowing and stimulates the observation of the process of development of the plant from seed.

A process as complete teaches children many concepts that may appear “too complicated”, and creates a link with the real world: the plant is from seed (and not from the supermarket or florist). When, after a long wait and a lot of care, we have the plants in the first bottle, and after the children have watched day after day the other two bottles and cups, making all their questions, what they see will be unforgettable …

Without having to give specific verbal explanations (little ones can learn abstract concepts through their experience and not by our words), though perhaps only the older children come to the idea of soil erosion, surely everyone will clear the link green = clean .

If you do this experiment with primary school children, who have already studied about ecology, land degradation, landslides, deforestation, protection of watercourses, etc … all of these concepts will become experience.

When the plants will be developed, we can see clear water out of the first bottle, and water progressively dirtier out of the second and third.
Here are the pictures taken two weeks after sowing:


Science experiment on soil erosion – Second Version

Speed up the process and replace the sowing with the transfer of plants already developed (I had geraniums):

of course, in this case, remove the cap also from the first bottle:

Pour the same amount of water in each bottle. To make it as clear as possible, and to learn each concept through direct experience, make a mark inside the watering can:


Pour the water into all three bottles, in all three at the same point (the end opposite the opening) and observe:


The images are taken in sequence.

Using plants already developed, as you can see, the water from the first container at the end of the experiment, it is not perfectly clear (inevitably, there will be some fresh soil around the root), but the water in the first bowl will always be clean compared to the water contained in the other two bowls.

Science experiment on soil erosion – Third version

This version of the experiment on soil erosion is suitable for children of primary school and beyond: it adds the seriousness of “taking samples of the soil.” With younger children, however, take samples of soil (especially living plants) can generate a negative impression. And so I can quote the inspirers of this experiment:

Solo na escola – ESALQ solonaescola.blogspot.it

As you see, here were used larger bottles for the samples, and it is used for watering a tube with three taps (for this reason it is so evident the hole in the third sample).
It is to go outside and take three different clods of soil: a patch of grass alive, a ground covered with dead plant residues, a clod without any other element.
Open taps, but very little, so that the water drips slowly in each of the bottles, wait and observe.
It can also pour water without using taps, provided that each bottle receives, as already said, the same amount of water.

Visiting the blog (although in Portuguese) you can find other very interesting experiments and educational materials on the topic of soil erosion.

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