Dettati ortografici IL GHIACCIO E LA BRINA

Dettati ortografici IL GHIACCIO E LA BRINA – Una collezione di dettati ortografici sul ghiaccio e la brina, di autori vari, per la scuola primaria: ghiaccio, gelo, brina, …

Il ghiaccio
Il ghiaccio è duro, trasparente come un cristallo. Si è formato sulla superficie delle pozzanghere, nel fossato, intorno alla fontana, nei crepacci. Sembra che non voglia andarsene mai più, che niente riuscirà a scioglierlo. Ma appena un raggio si sole si poserà sulla superficie ghiacciata, prima ne trarrà barbagli luminosi e poco dopo non ci sarà più ghiaccio, ma un rivolo d’acqua corrente.

La brina
Stanotte il gran freddo ha coperto di brina tutta la campagna. Sembra un ricamo di gelo, con i suoi aghi sottili, i suoi merletti e i suoi ricami. Povere piante, sotto la sua stretta gelata! Le vedremo, presto, con le foglie accartocciate, gli steli appassiti, non più piante rigogliose, ma povere erbe bruciate dal gelo!

Il gelo
Quand’è il momento, la notizia vola in casa, di stanza in stanza, tra colpi alle porte e grida di “Il gelo! Il gelo!” ed anche i più pigri gettano via le coltri e corrono alla finestra. Gli incanti del gelo si formano di solito nel silenzio e nel buio della notte. Una pioggerella sottile cade per ore e ore sui rami spogli degli alberi, e gela. In breve, tronchi, rami e ramoscelli sono rivestiti di ghiaccio solido e puro e gli alberi sembrano come di cristallo. Il tempo si rasserena verso l’alba, lasciando un’aria pura e frizzante, un cielo senza traccia di nuvole, e tutto è immobile; non c’è alito di vento… Infine il sole lancia un fascio di raggi fra gli alberi spettrali e li trasforma in uno splendore di brillanti. (M. Twain)

Il gelo
Uno sguardo al termometro: la colonna del mercurio è scesa sotto zero, all’aperto. E’ il tempo di Mago Gelo che si diverte a decorare le siepi stecchite con gocce ghiacciate iridescenti; a mettere alle grondaie frange di ghiaccioli corti e lunghi; a disegnare sui vetri bellissime felci argentee contornate da foglie di cardo e da stelline dalle mille fantastiche forme; a far sbocciare sugli alberi rigidi fiori di ghiaccio.

Brina
Sui rami, sui tronchi scheletriti, sulle piante che non hanno più nè fiori nè foglie, in una sola notte essa depone tutte le sue stelle. E i giunchi e le canne si ammantano di bianchi fiorellini scintillanti, aggruppati gli uni agli altri, graziosissimi. E così ogni piantina, ogni filo di erba. Dovunque una goccia di rugiada che abbia potuto fermarsi, si è trasformata in migliaia di minuti cristalli sfavillanti. Talvolta sono interi campi che per una forte brinata appaiono coperti di una fioritura candida. E non solo sugli alberi o sull’erba essa si diverte a ricamare le sue trine leggere. Spesso una massa di delicati fiori non è altro che la bizzarra guarnizione depositata dalla brina sopra una pietra qualunque. Le betulle sono rivestite di candidi ghiaccioli scintillanti come argento al pallido e prezioso solicello invernale. (M. Rinella)

La brina
La natura ha mutato veste: smesso il verde, smesse le mille tinte, ha indossato una veste candida e lieve. La brina penetra ovunque, riveste con un magico velo. Le piante hanno rimesso, quasi per incanto, la chioma: ma quella chioma è canuta. I fiori e le foglie son di cristallo; ogni fronda è come un vezzo di diamante; ogni erbetta un serto di gemme. (A. Stoppani)

Dettati ortografici IL GHIACCIO E LA BRINA
Paesaggio invernale

Soffiava la tramontana: faceva un freddo del diavolo. Il sole scendeva pallido, scialbo, verso ponente. I ruscelli erano gelati. L’erba alle prode scricchiolava. I salici, con le rame spoglie, rosseggiavano. I pettirossi ed altri uccelli saltellavano, svolazzavano senza paura, da un ramo all’altro. Non si vedeva anima viva pei campi; solo qualche povera donnetta che equilibrava sulla testa il grembiule ripieno di legna secca, o qualche vecchio cencioso che cercava le lumache ai piedi d’una siepe morta. (Mistral)

La brina

La brina è un’artista meravigliosa. Sui rami scheletriti, sulle piante spoglie, sui cespugli inariditi e secchi, in una sola notte sa creare una bianca fioritura mirabile, di una bellezza fantastica e delicata.
I giunchi, le canne, ogni pianticina, ogni filo d’erba, ogni sasso, ogni pietra si vestono di bianchi fiorellini scintillanti, aggruppati gli uni agli altri, graziosissimi. Ovunque una gocciolina di rugiada ha potuto fermarsi, si è trasformata in centinaia di minuti cristalli sfavillanti.

La brina
La notte è stata gelida e serena. La mattina, tutte le piante sono ricamate di bianco. E’ la brina, la fredda sorella della neve; ma, al contrario di questa che giova alle piante e le ripara del gelo, la brina le ferma tutte nel suo gelido abbraccio, le ricama di un merletto ghiacciato, le copre di un sudario di morte.

Dettati ortografici IL GHIACCIO E LA BRINA
Una brinata

Che meravigliosa brinata! Tutto investe, tutto penetra la brina. Le piante hanno, quasi per incanto, rimesso la chioma: ma questa è chioma canuta. I fiori e le foglie sono di cristallo. Ogni fronda è una collana di gemme. Che sono mai quelle filze di cristallini che descrivono una curva così vaga fra i rami e sono tese come brandelli di merletto, dall’uno all’altro ramoscello? (A. Stoppani)

Scherzi del ghiaccio
Un vitello era solito sgambettare nella stalla. Imparò a fare giri e mezzi giri. Un giorno d’inverno, nonostante il ghiaccio, lo lasciarono uscire con il grosso bestiame per andare a bere.
Tutte le mucche si avvicinarono all’abbeveratoio con prudenza. Il vitello invece corse sul ghiaccio: la coda dritta, le orecchie abbassate, e si mise a girare in tondo. Fin dal primo giro gli mancò il piede e la sua testa picchiò sull’abbeveratoio.
“Quanto sono disgraziato! Potevo fare piroette nella paglia che mi arrivava al ginocchio e non cadevo, mentre qui, dove tutto è liscio, sono caduto!”.
Una vecchia mucca gli disse: “Se tu non fossi un vitello sapresti che là dove si galoppa con maggiore facilità è più difficile trattenersi dal cadere”-
(L. Tolstoi)

Dettati ortografici IL GHIACCIO E LA BRINA – Tutte le opere  contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. 

Poesie e filastrocche LA BRINA E IL GELO

Poesie e filastrocche LA BRINA E IL GELO – una raccolta di poesie e filastrocche sulla brina e sul gelo, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Brinata
Non è neve: men candida,
più sfumata fioritura,
esalata nel silenzio,
della magica natura.
Nella notte l’incantesimo
si fermò tra gli alti rami,
stese lento in mezzo agli alberi
le sue trine e i suoi ricami.
Ma la trama ormai dissolvesi,
vinta dal sol che già l’ha tocca;
un gocciar di gravi lacrime,
piove intorno, intorno fiocca. (G. Bertacchi)

Brinata
La terra era squallida e grigia
e grigio e monotono il cielo;
l’inverno riaprì la valigia
e poi disse al gelo:
“Ricama con mano gentile
quest’umida nebbia sottile!”
Il gelo si mise al lavoro:
sui penduli rami tremanti
profuse, con arte, un tesoro
di perle, e diamanti,
e, all’alba del nuovo mattino,
la terra fu tutta un giardino. (R. Calleri)

Il gelo
Dormiva la vallata nella notte serena:
s’affacciò il gelo e disse: “Bene, mi sento in vena!
Quest’ora è tranquilla, nessuno sta a vedere
e si lavora in pace. Mi fa proprio piacere.
Io non somiglio punto a quei furioni
miei parenti, la grandine, il vento, gli acquazzoni.
Quanto fracasso fanno! Par non ci sian che loro
e sciupano ogni cosa. Io sto zitto e lavoro.”
Così borbotta il gelo, ride la luna piena
mentr’ei va silenzioso per la notte serena. (C. Del Soldato)

Nebbia e brina
Nebbia, che cosa hai fatto!
Un velario di seta.
Ogni cosa è segreta
a un tratto.
Che ricamo, che trina,
quanti gioielli intorno!
Li dona al nuovo giorno
la brina. (D. Rebucci)

Brina
Lo squallido rosaio
sotto il freddo rovaio
s’è coperto di brina.
Ogni fronda, ogni spina
porta un fiore, una stella.
Il passero saltella
sui bianchi ciuffi e spera:
“C’è forse primavera?” (O. Visentini)

Brina
La nebbia del mattino
s’impiglia come un velo,
tra i rami del giardino
scintillanti di gelo:
è la brina, la lieve
sorella della neve.
Ella tesse ricami
minuti, di bianche perline,
su tutti i rami
e sulle foglioline;
fa un candido contorno
ad ogni cosa intorno.
Ieri non c’era niente:
in una notte il vago
lavoro diligente
fu fatto, a punta d’ago.
Com’è svelta e felice
questa ricamatrice! (Puck)

Fiori di ghiaccio
Mentr’io dormivo
oh, quanti strani fiori
sulla finestra
ha disegnato il gelo!
Fiori di ghiaccio, i cui steli ricurvi
compongono arabeschi fantasiosi.
Belli davvero!
Ma il fiato li scioglie,
subito.
Di quel magico giardino che resta?
Un par di lacrime sul vetro…

Il gelo
Dormiva la vallata nella notte serena;
s’affacciò il Gelo e disse: “Bene, mi sento in vena!
Quest’è un’ora tranquilla, nessuno sta a vedere
e si lavora in pace. Mi fa proprio piacere.
Io non somiglio punto a tutti quei furioni
miei parenti, la grandine, il vento, gli acquazzoni.
Quanto fracasso fanno! Par non ci sian che loro
e sciupano ogni cosa. Io sto zitto e lavoro”.
Così borbotta il Gelo; ride la luna piena
mentr’ei va silenzioso nella notte serena. (C. Del Soldato)

Il gelo
Dimmi il segreto, candido gelo:
hai imparato forse nel cielo
a far sui vetri i tuoi ricami,
così fantastici di foglie e rami?
Metti alle piante rari merletti,
ghiaccioli a frangia cuci sui tetti;
doni alle siepi mille trafori,
dispensi ai campi gelidi fiori:
fredda bellezza che fa sognare,
mistero eterno che fa pensare. (T. Romei Correggi)

 

Il gelo
Al sole ch’è malao
certo il gelo è molesto,
e si corica presto
poichè s’è tardi alzato.
Con braccia scarne aiuto
chiede il gelso e il cipresso
trema per freddo acuto
nel suo mantello stesso. (V. Bettolini)

L’arrivo di Mago Gelo
Dormiva la vallata nella notte serena.
S’affacciò il  Gelo e disse: -Bene, mi sento in vena.
Questa è un’ora tranquilla: nessuno sta a vedere
e si lavora in pace. Mi far proprio piacere.
Io non somiglio proprio a quei furioni
miei parenti: la grandine, il vento, gli acquazzoni;
quanto fracasso fanno! Par non ci sian che loro,
e sciupano ogni cosa. Io sto zitto e lavoro.-
Così borbotta il Gelo: ride la luna piena
mentre lui va silenzioso nella notte serena;
e viene alle casette della valle silente;
e alle chiuse vetrate soffiando lievemente
va ricamando trine così fini e istoriate
come il meraviglioso mantello delle fate.
E dappertutto dove, alitando si arresta,
al lume della luna d’un tratto ecco una testa
di fiori scintillanti, di candidi alberelli,
di brillanti alucce di farfalle ed uccelletti;
ecco templi d’argento dalle guglie lucenti
e intricate foreste dai rami trasparenti.
Ogni cosa s’adorna di bianco luccichio:
-Eh- dice Mago Gelo -se mi ci metto io!-
(Camilla del Soldato)

Brinata
La terra era squallida e grigia,
e grigio e monotono il cielo;
l’inverno riaprì la valigia
e poi disse al gelo:
“Ricama con mano gentile
quest’ultima nebbia sottile”.
Il gelo si mise al lavoro;
sui penduli rami tremanti
profuse con arte un tesoro
di perle e diamanti;
e all’alba del nuovo mattino
la terra fu tutta un giardino.
Il sole dai monti si affaccia
i candidi fiori a guardare,
la nebbia fumosa discaccia,
li viene a baciare;
e allora si rompe l’incanto.
I fiori si sciolgono in pianto. (R. Calleri)

Brina
Che rovina nell’orto in tre brinate!
Squallido tutto e morto;;
spogliato il susino, rigido il pero;
tre bianche mattinate
orbar di fiori l’orto,
fecero un cimitero.
Ultime, e al cuor per questo più soavi,
rose cadute qua, là fucsie a terra
non più pendule e gravi;
beate le viole nella serra!
Più non sta tra le sue foglie il fico:
trovarne uno grinzoso ed infermiccio
tra quegli stecchi è un caso;
non tiene più un racimolo il viticcio
e l’amorin nel vaso langue. (E. Giardini)

Brinata
Non è neve: men candida,
più sfumata fioritura,
esaltata nel silenzio
della magica natura.
Nella notte l’incantesimo
si fermò tra gli altri rami,
stese lento in mezzo agli alberi
le sue trine e i suoi ricami,
ma la trama ormai dissolversi,
vinta al sol che già l’ha tocca;
un gocciar di gravi lacrime
piove intorno, intorno fiocca. (G. Bertacchi)

Brinata
Ve’, che gli alberelli stamattina
all’improvviso fecero i fiori
belli ed orditi come la trina,
che sanno fare le ricamatrici!
Ieri ogni cimarella avea una spina,
come che fosse una spina d’amore,
oggi una rama porta un grumolo,
tutto bello nel suo candore;
e c’è Mariella dalla balconata,
che lascia l’anima su questi fiorellini,
fatti di niente, fatti di brina,
e riguardando or questi e or quelli,
gode e non s’accorge che in un subito,
dileguano tutti come tante stelle. (V. De Simone)

La brina
Già la brina s’è levata,
la campagna ha ricamata.
Con le perle, col diamante
che scintilla al nuovo sole
ha adornato già le piante,
e sentieri, prode, aiuole.
E salta sopra il tetto
della mia modesta casa
ha disteso il suo merletto
lungo tutta la cimasa.
Come splende la mattina
al passare della brina! (R. Rebucci)

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. 

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