Racconto per il solstizio di inverno – L’elfo dell’albero della cera

Racconto per il solstizio di inverno – L’elfo dell’albero della cera

Conoscete l’albero della cera?

Si tratta di un arbusto originario del Nord America usato, oltre che a scopo ornamentale, anche per la produzione di candele e come pianta medicinale. Le bacche dell’albero della cera (candleberry o bayberry) sono la materia prima delle candele natalizie tradizionali. La cera viene estratta dalle bacche mediante bollitura: la cera in esse contenuta galleggia e viene così estratta dal residuo liquido che di deposita più in basso. La cera ottenuta viene usata per produrre candele con la tecnica dell’immersione o con l’uso di stampi.

Le candele erano una fonte luminosa importantissima nella vita quotidiana del diciottesimo secolo. Le più pregiate nel periodo coloniale in America erano proprio le candele ricavate dalle bacche dell’albero della cera, perchè diffondevano una bella luce chiara e un gradevole profumo simile a quello dell’incenso. Tradizionalmente venivano regalate la vigilia di Natale e la notte di Capodanno, come portafortuna.

 Racconto per il solstizio di inverno – L’elfo dell’albero della cera

Nel cortile di una vecchia casa colonica, tra un bogolaro e un caprifoglio, c’era un piccolo alberello della cera.
Era stato stato piantato anni prima dalla vecchia donna che viveva lì con suo marito, come dono per gli uccelli: a questi animali, infatti, piacciono molto le bacche dell’albero della cera, e alla donna piacevano molto gli uccelli, e sperava così che essi avrebbero visitato numerosi il suo giardino. E così fu.
Tantissimi uccelli venivano a mangiare e bere dal bagolaro e dal caprifoglio, e da tutti gli altri fiori ed arbusti che aveva piantato. Stranamente, però, non mangiavano le bacche dell’albero della cera.

Anno dopo anno le bacche si accumulavano sulla pianta, intatte. E ogni anno, durante una notte di luna piena,  sparivano di colpo, tutte insieme.
La vecchia signora aveva notato questo strano fatto, e si chiedeva quale creatura facesse sparire così, puntualmente ogni anno, tutte le bacche.
Non lo scoprì mai, ma la sparizione delle bacche divenne per lei un segno dello scorrere del tempo: quando le bacche dell’albero della cera scomparivano, significava che l’autunno volgeva al termine e che la notte più lunga dell’anno sarebbe arrivata due settimane dopo.
La vecchia signora e suo marito presero così a festeggiare l’evento, accendendo candele e raccontandosi storie. Raccoglievano rami di abete e di pino, preparavano una grande corona, e la decoravano con molte candele, che dopo il tramonto accendevano per illuminare la notte più lunga e buia dell’anno. Mettevano la corona vicino alla finestra, e la sua luce brillava sul giardino che sembrava addormentato, ma forse non lo era del tutto.

Le piante di certo si erano ritirate nel grembo della terra, gli alberi avevano lasciato cadere le foglie, e i frutti erano stati colti. Ma un’attività incessante si svolgeva segretamente nel giardino e nel bosco vicino: fate, gnomi, folletti ed elfi si affaccendavano senza posa, e tutti questi esseri amano lavorare di notte. Per questo la notte più lunga e buia dell’anno era per loro estremamente importante.

Le fate dei fiori entravano danzando nei sogni dei bambini, gli elfi bisbigliavano storie ai rami spogli dei loro amati alberi, e sottoterra gli gnomi creavano col loro lavoro magico meravigliose pietre colorate. Ogni essere aveva il suo compito da svolgere, e solo uno di loro notò la luce delle candele che la vecchia signora e suo marito accendevano alla finestra di casa: l’elfo dell’albero della cera.
Se ne stava seduto nel suo laboratorio, nascosto tra due grosse radici del suo albero, e guardava la casa. Anno dopo anno prese ad aspettare il momento in cui la coppia avrebbe acceso le candele alla finestra, per poi accendere le sue. Infatti questo era il suo compito: fabbricare le candele con le bacche del suo albero e accenderle nella notte più lunga e buia dell’anno. Tutte le fate, gli gnomi, i folletti e gli altri elfi aspettavano che lui accendesse le candele e ogni anno, e quando questo accadeva, interrompevano i loro innumerevoli lavori (sorvegliare i loro protetti, lavorare le pietre, ballare nei sogni e cavalcare il vento), e si fermavano ad ammirare la luce. Durante questa lunga notte, la notte più buia dell’anno, condividevano qualcosa di speciale: la gratitudine per la luce.

Ma quell’anno avvenne qualcosa di straordinario.
Tutto cominciò come al solito. Gli uccelli e tutti gli altri animali del bosco avevano evitato di mangiare le bacche dell’albero della cera, e l’arbusto, come sempre, era rimasto carico di frutti, anche dopo che le sue foglie erano diventate color ruggine ed erano poi cadute. L’elfo, come sempre, aveva atteso l’ultima notte di luna piena dell’autunno e aveva cominciato il raccolto. L’elfo aveva trasportato tutte le bacche nel suo laboratorio sotterraneo, nascosto tra le radici dell’albero. Lì, le aveva messe nel grande pentolone di ferro, scaldato da magiche fiamme blu. Aveva fatto cuocere bene le bacche, e quando la cera aveva cominciato a galleggiare, aveva spento il fuoco e aveva atteso che la cera si indurisse in superficie, mentre la polpa delle bacche rimaneva in basso. Poi, come al solito, aveva estratto dalla pentola il disco di cera che si era indurito, e con la polpa rimasta aveva preparato una deliziosa marmellata, che aveva messo in tante scodelline e aveva portato fuori per la colazione degli uccelli.
Aveva quindi preparato gli stoppini con le fibre di pioppo, e aveva cominciato ad immergerli nella cera, per fare le candele. Era un lavoro lento, ma lui era un elfo molto paziente. Raramente si concedeva una pausa dal suo lavoro, e continuò ad immergere le candele nella cera, facendole ingrossare strato su strato, finchè non utilizzò ogni goccia di cera a disposizione.
Come al solito, riuscì a terminare il suo lavoro qualche ora prima dell’inizio della notte più lunga dell’anno, e come al solito si mise a guardare alla finestra, aspettando di vedere accendersi le candele della vecchia signora e di suo marito: in quel momento l’elfo avrebbe acceso le sue, e tutti gli esseri magici si sarebbero fermati ad ammirarle, e i loro occhi avrebbero riflesso la luce come tante piccole stelle, in tutto il giardino.
L’elfo se ne stava lì seduto, guardando verso la casa. Vedeva il fumo uscire dal camino. Il sole iniziava a tramontare, il cielo si faceva sempre più buio, e l’elfo pensava che presto le candele si sarebbero accese alla finestra della casa, per dare inizio alla festa delle luci. Attese. Si fece sempre più buio. Attese ancora. Nessuna candela…
In realtà le luci dei normali lampadari erano accese, per cui i due vecchi dovevano essere in casa, ma non si vedeva nessun movimento attraverso le finestre.

Ormai era buio. Gli elfi delle betulle vennero a chiedere se ci fosse qualcosa che non andava con le candele, quell’anno. Le fate del ghiaccio vennero a chiedergli se dovessero oppure no cominciare a gelare il ruscello. L’elfo dell’albero della cera rispondeva che tutto era pronto, che non c’era nulla di cui preoccuparsi, e così cercava di prendere tempo e sperava di vedere accendersi le candele alla finestra della casa degli esseri umani. Niente.
Sospirando, si rassegnò, ma proprio mentre stava per accendere le sue candele, guardò un’altra volta verso la casa, e gli venne un’idea.
Fece un fascio di tutte le candele che aveva fabbricato, senza accenderne nemmeno una, si mise il fascio sulle spalle e si diresse verso la casa. Si arrampicò sui rami del  glicine che cresceva sulla casa fino ad una finestra, e guardò dentro.

In un primo momento non vide nulla, poi notò il letto accanto al caminetto. Le fiamme si agitavano, e vide qualcuno sdraiato nel letto: era il vecchio. Seduta al suo fianco c’era la vecchia, che gli asciugava teneramente la fronte con un panno. Il suo viso sembrava triste e preoccupato.
L’elfo dell’albero della cera capì: l’uomo era malato, e la donna era stata così impegnata a prendersi cura di lui, che aveva dimenticato le candele.
Adesso sapeva cosa fare.
Si intrufolò nella casa attraverso la porticina per il gatto. La stanza era calda e brillava della luce dorata del fuoco nel caminetto. Si sentiva lo scoppiettare della legna e la voce sommessa della donna: non riusciva a capire le sue parole, ma sapeva che erano parole di rassicurazione.
L’elfo mise una candela vicino ad una finestra e la accese, e così continuò, mettendo una candela accesa ad ogni finestra, e tante candele accese intorno ala casa. Poi, facendo il massimo silenzio, fece un cerchi di candele accese anche attorno al letto del vecchio. La vecchia era così concentrata a curarlo che non si accorse di nulla.
Terminato il suo lavoro, l’elfo si arrampicò sul caminetto, scalandolo mattone dopo mattone: voleva mettere una candela accesa anche lì, in modo che anche l’uomo potesse vedere un po’ di luce dal suo letto. Giunto sulla mensola di legno, guardò verso di loro: il vecchio sembrava molto stanco, respirava lentamente. Rimase a guardarli a lungo. Poi sistemò la candela e la accese.
In quel momento sentì un rumore, una specie di strano soffio. Si guardò intorno, e si accorse che era stato il vecchio a fare quel rumore. Era sveglio ora, e stava guardando proprio verso di lui, e rideva. Il rumore era la sua risata, una risata dolce.

Allora anche la vecchia alzò lo sguardo e si accorse della candela accesa sulla mensola del caminetto, ma non vide l’elfo accanto ad essa: sembrava che solo il vecchio fosse in grado di vederlo. La donna prese la candela e la studiò a lungo. Era piccola e bellissima. E che buon odore… sapeva di bosco in inverno, di menta, e aveva anche qualcosa di piccante. La porse a suo marito. Lui fece un respiro profondo, poi tornò a guardare l’elfo. Si guardarono l’un l’altro per un po’, e il vecchio gli fece l’occhiolino. L’elfo sorrise e  scese dal caminetto.
Non appena l’elfo dell’albero della cera fu fuori dalla casa, si rese conto di aver usato tutte le candele: non ce ne era più nemmeno una per la festa delle luci. Cosa avrebbe potuto dire alle fate per scusarsi?
Man mano che si addentrava nel giardino, però, davanti ai suoi occhi si faceva vivido uno spettacolo straordinario. Scie di luce percorrevano il terreno, e una miriade di piccole luci scintillanti brillavano dai rami degli alberi e dagli steli secchi delle piante, come mille e mille piccole candeline accese.

Tutti i suoi amici erano lì: sapevano dove era stato e ciò che aveva fatto. E avevano deciso che per quell’anno sarebbero stati loro ad accendere le luci per lui.
E ancora una volta, esseri umani ed esseri magici insieme, in silenzio, guardarono lo scintillare delle candele provando immensa gratitudine per la luce, e per gli amici che la donano.

Racconto per il solstizio di inverno – L’elfo dell’albero della cera (Adattamento da: http://www.sparklestories.com/)

Teatrino di Natale IL PASTORELLO

Teatrino di Natale IL PASTORELLO con testo ed un esempio di realizzazione con personaggi e scenografia in lana cardata. E’ un racconto molto semplice e particolarmente adatto ai più piccoli.
Questo modo di presentare i racconti è molto utilizzato nelle scuole steineriane: mentre si racconta si muovono i personaggi davanti ai bambini, facendoli via via apparire dalla scenografia stessa. Alcuni punti del racconto possono essere sottolineati dal suono di campanelli, metallofoni, legnetti, bastoni della pioggia, ecc…

Realizzare personaggi ed animaletti in lana cardata è molto più semplice di quello che può sembrare, e per incantare i bambini non è affatto necessaria la perfezione… Se volete, potere trovare vari tutorial che ho preparato negli anni scorsi, cercando qui

Personaggi:

– il pastorello
– la pecorella Biancaneve
– un uccellino
– uno scoiattolo
– una lepre
– un gufo
– un nano

C’era una volta un pastorello che possedeva un’unica pecora. E poichè era bianca come la neve, la chiamò Biancaneve.

Ogni giorno il pastorello andava con Biancaneve al pascolo, dove si potevano trovare erbe succose ed aromatiche.

Per poterla udire anche da lontano,  le appese al collo un campanello d’oro.

Un giorno se ne andarono al pascolo già al levare del sole, e siccome aveva cominciato a fare caldo, erano entrambi assetati. Udirono venire, dal bosco vicino, un lieve sussurrare. Era proprio acqua? Appena si avvicinarono, videro una sorgente zampillare dalla roccia. Il pastorello si chinò, attinse l’acqua chiara con tutte e due le mani, e bevve, bevve a volontà.

Poi anche la pecorella bevve l’acqua che scorreva sui sassi come un ruscello.

Il pastorello però, tutto ad un tratto si sentì così stanco che non volle più proseguire. Si tolse il berretto ed anche la bisaccia. Si sdraiò lì vicino e si  addormentò.

La pecorella, invece, corse via seguendo il ruscello, lontano,

sempre più lontano…

Quando il ragazzo si svegliò, si guardò intorno e cominciò a gridare, chiamando la sua pecora: “Biancaneve! Biancaneve!”, ma nessuno rispose.

Poi si mise a tracolla la sua bisaccia e si mise in cammino per cercare Biancaneve.

Per tutto il giorno continuò a cercare, fino a sera. Mancava poco al tramonto, e il pastorello  si sedette su una pietra e si mise a piangere.

E mentre così piangeva, udì all’improvviso il canto meraviglioso di un uccellino che cantava la sua canzone della sera, e sembrava volesse consolare il suo pianto.

Appena l’uccellino tacque, il pastorello disse: “Ah, mio piccolo uccellino, io cerco Biancaneve, la mia pecorella”. L’uccellino fece cenno col capo e indicò con il becco la direzione del bosco. Di sicuro voleva dire: “E’ andata di là!” e poi se ne volò via.

Il ragazzo si alzò e riprese il cammino a grandi passi attraverso il bosco, sul muschio tenero e sulle pietre dure, ma ad un tratto sentì scricchiolare qualcosa in un cespuglio.

Era forse una volpe? O addirittura un lupo? Ma no, era un piccolo scoiattolo, che stava cercando una nocciola per la cena.

“Buonasera caro scoiattolo, hai forse visto Biancaneve, la mia pecorella?”

Lo scoiattolo scosse il capo e disse: “No, non so dove sia la tua pecora, ma ti voglio accompagnare dalla lepre. Ha le gambe lunghe e sa arrivare lontano”.

Insieme andarono verso la casa della lepre

La lepre si era trovata, per dormire, un buon rifugio tra i rami di un cespuglio. Lo scoiattolo ritornò nel bosco a cercare nocciole.

Il pastorello salutò la lepre e le chiese: Caro leprotto, non sai dove è andata a finire Biancaneve, la mia cara pecora?”

Anche il leprotto non lo sapeva, però gli disse: “Ti accompagnerò dal gufo che ha grandi occhi e vede anche di notte. Forse saprà consigliarti.

Si inoltrarono nel bosco.  “Questo è il gufo” disse la lepre. Il gufo era appollaiato su un albero alto e con i suoi grandi occhi guardava il pastorello là sotto. La lepre ritornò nel suo nascondiglio.

Il pastorello si fece coraggio e gridò: “Buona sera gufo. Hai forse visto Biancaneve, la mia pecora?”

“No” disse il gufo “Non so dov’è la tua pecora, ma laggiù tra le radici abita un nano del bosco, forse lui ti può aiutare”.

Il pastorello si avvicinò e cercò la porticina tra le radici, bussò e gridò:

“Nano nanetto, stammi a sentire, la porticina vieni ad aprire”.  La porticina si aprì e comparve un omino con una lunga barba.

Teneva in mano una piccola lanterna. “Non so dove sia la tua pecora, però ti voglio accompagnare e farti luce”.

Cammina cammina giunsero ad una buca profonda. Si fermarono ed udirono un tintinnio. Era forse il campanellino d’oro di Biancaneve?

“Beeeh… beeeh… ” faceva la pecorella. “Din din din…” faceva il campanellino.

Il nano del bosco fece luce con la sua lanterna: Biancaneve era giù in fondo, nella buca. Era caduta laggiù, e non sapeva più risalire.

“Aspetta, vengo a prenderti!” disse il pastorello, e scese nella buca.

“Beeeh… beeeh… ” faceva la pecorella. “Din din din…” faceva il campanellino.  Che gioia quando il pastorello, arrampicandosi, vide Biancaneve! La prese e la tenne stretta tra le braccia. Tremava tutta.

Il nano del bosco, con la sua lanterna,  si mise davanti a loro e li accompagnò finchè giunsero a casa.

Finalmente erano arrivati al sicuro e al caldo.

Il pastorello ringraziò il nano per l’aiuto ricevuto, ed il nano potè far ritorno nella sua casa tra le radici del bosco.

_______________________________

E terminato il racconto, può cominciare il gioco…

 

Lavoretto per la festa della mamma – fiore di feltro


Lavoretto per la festa della mamma – fiore di feltro. Avevo già descritto la tecnica di produzione dei fiori di feltro

per gli adulti, ma si tratta di  un procedimento troppo impegnativo proposto ai bambini.

La lana cardata che occorre per il lavoretto si può trovare, ad esempio, qui: LANA CARDATA

__________________________

Genitori Channel ospita il mio articolo che mostra come è semplice, con pochi accorgimenti aggiuntivi, far fare questa bella esperienza anche ai bambini più piccoli.

E’ un’attività che consiglio davvero, per esperienza: è molto ricca dal punto di vista sensoriale, avvicina al mondo della natura, porta calma e concentrazione (anche per il massaggio dei polpastrelli che la lana ci ricambia mentre la massaggiamo, ma non solo) e, siccome la bellezza della lana (anche senza essere lavorata) è garanzia di successo, porta tutti i bambini a sentirsi “bravissimi” e in questo caso davvero orgogliosi di poter fare alla mamma un così bel regalo…

… potete leggere l’articolo completo qui: http://www.genitorichannel.it

Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:

Tutti gli album

Lana cardata – Ma dove si compra?

Lana cardata – Ma dove si compra? Per i primi esperimenti con la lana cardata e il feltro, è possibile acquistarne piccoli sacchettini, magari in colori misti, a prezzi piuttosto alti rispetto a quelli della lana a kg, ma non così inaccessibili… considerate che la lana cardata è molto voluminosa, quindi 1 kg è proprio un bel sacchettone della spesa pieno, e si possono fare un’infinità di cose.

Il mio primo lavoro con la lana cardata è stato un mobile per la culla di mia figlia; avevo comprato questo mix online http://www.ipiccolissimi.it/ (c’è ancora!).

La lana cardata si può trovare nelle scuole steineriane, nelle mercerie (qui a Bassano l’ho vista in vendita a gomitoli, al metro; il negozio ha anche un sito web http://www.filodigiada.com/), e nei negozi di hobbistica…

… oppure nel web, ma considerando che ci sono le spese di spedizione, conviene se si fa un ordine anche di altro materiale che ci serve. Offrono lana cardata online, ad esempio:

– la merceria Montepietra http://www.merceriamontepietra.it/  1euro/metro per colore:

merceria Montepietra

oppure in mix (credo sempre per il totale di un metro) a 3,50 euro:

merceria Montepietra

_______________

– http://www.giocabosco-bottegafate.com/categorie-1371/LANA-delle-FIABE-o-LANA-CARDATA.aspx (6euro/etto per colore); oppure un sacchetto da 200g di colori misti a 10 euro:

giocobosco, bottega delle fate

____________________

– http://www.ilvellodoro-aurora.it/lana_in_velo.html ( dai 6euro/etto) per colore, o anche in mix (pronti o con colori a vostra scelta) a 6 euro/etto:

il vello d’oro

Per acquisti a kg io mi rifornisco qui:

Italia

http://www.dhgshop.it/prodotti.asp

Un chilo di lana merinos in venti colori assortiti, a 36 euro/kg:

DHG Shop

oppure si possono scegliere i colori, ed acquistarne ad etti o kg. I prezzi per quella colorata sono circa:

– una media di 4 euro l’etto, acquistandone da 1 a 5 etti per colore

– una media di 3,6 euro l’etto, acquistandone da 5 etti a 1kg

DHG shop

_____________________

Italia

http://www.spinnradl.it/webaktuell/italiano/it-wollkatalog.htm

Acquistandone 1kg per colore costa 23 euro/kg

Su ordini sotto i 500g per colore  viene applicato un aumento del 15%

_____________________

Germania

https://www.wollknoll.eu/shop/

praticamente il paradiso di ogni amante della manualità… il sito è in tedesco e inglese. Oltre alla lana trovate tutto per fare le bambole, per lavorare a maglia, tessere,  fare gioielli, ecc…

1 kg di lana merinos in gomitolo in 35 colori costa 19 euro:

wollknoll

1 kg di lana in vello (per feltro) in 10 colori costa 24,45 euro:

wollknoll

Acquistandone 1 kg per colore costa 19,80 euro/kg la lana pettinata in gomitolo, e 25,90 euro/kg la lana in vello per feltro.

Se avete altri link o indirizzi di fornitori che conoscete, sarò felice di aggiornare la lista…

Tutorial fiori in feltro

Tutorial fiori in feltro – Un tutorial fotografico per imparare a realizzare fiori di feltro con la tecnica dell’infeltrimento con acqua e sapone. Non si tratta di un fiore in particolare, ma di “un’idea di fiore” che si costruisce, come avviene davvero anche in natura, con la luce ed  il calore che insieme portano alla formazione prima del bocciolo, e poi del fiore.

Con questi fiori possiamo realizzare fermacapelli, spille per giacche, collane, braccialetti, segnalibri, ferma tende, cinture, coroncine da principessa per le bimbe ecc… o anche semplicemente fiori sullo stelo per il tavolo delle stagioni.

Anche a prescindere  dal valore che può avere l’oggetto finito, e ci sono veri artisti del feltro,  penso che la manualità creativa che porta a realizzare piccole cose non in serie sia anche per gli adulti  un’importante esperienza sensoriale e meditativa, e per questo il tutorial punta a creare una situazione da risolvere solo nel momento non prevedibile dell’apertura del bocciolo: dipenderà dai colori scelti, dalla grandezza e dalla forma  assunta dalla lana nel bocciolo, dallo spessore, dai bordi regolari o irregolari,  dal vostro modellare e tirare il feltro in un modo o nell’altro, quale fiore avrete creato.

Considerare solo il  tempo che richiede realizzare un fiorellino così, può farci capire quale ne sia il vero valore per chi si è cimentato.

Materiale occorrente:

– lana cardata colorata verde, gialla ed in altri colori a scelta
– sapone di marsiglia meglio se all’olio d’oliva (ma si può usare anche detersivo per piatti) e acqua bollente
– una stuoietta (tipo quelle da sushi, ma si può usare anche un pezzo di arella rotta o simili, o in alternativa anche un pezzo di plastica a bolle) e un asciugamano
– mattarello
– una matita
– eventualmente fil di ferro, elastico per capelli, spilla, ecc..
– ago e filo per assemblare fiori e foglie, e altri eventuali elementi

__________________________

Come si fa:
Mettere sulla stuoia delle nuvolette di lana asciutta nei colori che preferite (io ho scelto verde, rosso, arancione e giallo). La nuvoletta può essere di qualsiasi dimensione, e tenete presente che con l’infeltrimento diventerà molto più piccola; la mia era all’inizio circa 20 cm, ed al termine circa 11cm:

Cominciate a massaggiare coi polpastrelli, con movimenti circolari, bagnando le mani con l’acqua calda ed insaponandole più volte:

Ripete da entrambe le facce, rivoltando la nuvoletta più volte; questo lavoro può richiedere 3 minuti circa:

Ora arriva la fase della follatura, che può richiedere 15 – 20 minuti (tenendo presente che più si lavora, più il feltro sarà di buona qualità.
Alternativamente facciamo le seguenti operazioni, e durante ognuna di questa operazioni spostiamo la nuvoletta in ogni senso (vedrete infatti come la lana “si accorcia” sempre nel senso in cui la arrotoliamo, quindi se variamo i sensi, avremo un feltro omogeneo):

rulliamo la lana nella stuoia, premendo, prima con leggerezza per non spostare i colori, poi via via sempre più forte

premiamo sulla stuoia ruotando il mattarello, sempre prima con leggerezza per non spostare i colori, poi via via sempre più forte

usiamo come mattarello una matita, avvolgiamo la nuvoletta e ruotiamo premendo con forza.

E’ anche importante, di quando in quando, tirare la nuvoletta lungo i bordi, per ottenere un feltro più compatto, prezioso e sottile:

Questo è il mio fiore dopo tutti i maltrattamenti subiti:

Ora possiamo accartocciare la nuvoletta come a formare un germoglio, poi la ruotiamo tra le mani e premendo leggermente, rigirandola molto velocemente (attenzione a non esagerare, altrimenti vi sarà impossibile aprirlo…):

Passiamo alla fase più divertente e creativa; apriamo il germoglio e (il trucco è pensare a un fiore) per prima cosa inseriamo il pollice all’interno e tiriamo i petali; poi osservando attentamente, possiamo decidere come aprire, tirare o arricciare i petali, accentuare il calice (si può inserire la matita e premere) ecc…

Mentre il fiore si asciuga, facciamo utilizzando la stessa tecnica qualche foglia:

Ed ora possiamo decidere cosa fare del nostro fiore…
Per realizzare un fiore sullo stelo, avvolgiamo la lana verde asciutta intorno a del fil di ferro modellato a piacere (avvolgendo fino all’ultimo peletto finale, la lana si blocca da sola). Poi, se volete, passare su tutto lo stelo dell’acqua e sapone, massaggiando leggermente

Montate a vostro gusto, fissando gli elementi con punti invisibili dati con ago e filo:

Per realizzare una semplice decorazione, una spilla, un fermacapelli create la composizione di fiori e foglie, fissate con ago e filo, e aggiungete sul l’eventuale elastico, cerchietto, molletta, spilla scelta:

La composizione può essere puoi cucita su una corda di feltro, che si prepara così:

– predisponete una lunga striscia di lana asciutta, ricordando che tutte le aggiunte in lunghezza possono essere fatte solo finchè la lana è asciutta.

– bagnando ripetutamente le mani con acqua calda e sapone, cominciare a ruotare la lana sulla stuoia, con leggerezza e calma, fino a bagnare tutta la lunghezza. Tornare all’inizio della striscia e ricominciare, e così più volte, aumentando progressivamente la pressione. Ogni tanto appallottolare tra le mani, girare premendo, poi distendere e tirare la striscia con forza… almeno un quarto d’ora di lavoro, per un  buon feltro.


Montando i  fiori sulla corda di feltro, come già detto, potrete realizzare svariati oggetti ed accessori…

https://shop.lapappadolce.net/prodotto/acquarello-steineriano-esercizi-di-colore-ebook/

Tutorial BAMBOLINE IN FELTRO

Tutorial BAMBOLINE IN FELTRO – Riordinando casa oggi abbiamo ritrovato questa bambolina, che ha ormai più di dieci anni… è uno dei miei primi esperimenti col feltro  e le mie ragazze ci hanno giocato davvero tanto:

così ho pensato di cimentarmi di nuovo…

… ed ecco il tutorial.

Materiale occorrente

lana cardata color incarnato e un assortimento di colori a scelta

sapone di marsiglia meglio se all’olio d’oliva (ma si può usare anche detersivo per piatti) e acqua bollente

una stuoietta (tipo quelle da sushi, ma si può usare anche un pezzo di arella rotta o simili, o in alternativa anche un pezzo di plastica a bolle) e un asciugamano

filo da ricamo e aghi da cucito. Gli aghetti da feltro possono essere utili ma non sono indispensabili

forbici o taglierino

un pezzo di cartone di recupero per i modelli. Se usate come ho fatto io un cartone da pizza, avete a disposizione davvero l’ideale perchè è resistente ed abbastanza impermeabile. Se non comprate pizza da asporto potete usare il cartone di una scatola qualsiasi, ma dovrete rivestire il modello con della pellicola da cucina per renderlo più resistente. Se il modello si disfa prima del tempo, infatti, c’è il rischio che la lana infeltrendosi faccia presa all’interno, e non è poi più possibile aprire il lavoro.

__________________________

Come si fa

Scelto il modello che desiderate realizzare, riportatelo sul cartone e ritagliate. Qui potete scaricare e stampare quelli che ho usato io, ma si tratta di forme davvero elementari che possono benissimo essere disegnate ad occhio:

Per la bambolina rosa e quella bianca vi servirà la forma ovale per la culla  e la forma piccola per il corpo della bambola; per la bambolina verde la forma grande, quella piccola e quella per il cappello da gnomo.

Ora impariamo la tecnica base per infeltrire la lana con acqua e sapone. La preparazione a secco della lana è molto importante. L’infeltrimento infatti è un processo irreversibile che porta le fibre della lana prima ad aprirsi (grazie all’azione dell’acqua e del calore, facilitata dal sapone) e poi a richiudersi saldandosi tra loro (grazie all’azione meccanica del “maltrattamento”, cioè del movimento e della pressione). L’unico vero ingrediente “segreto” è il tempo: più tempo si dedica a massaggiare, premere, strapazzare la lana, più la qualità del nostro feltro risulterà buona. Per essere più tecnica, la fase di “maltrattamento” è detta follatura. Per capire meglio, questa è una fibra di lana vista al microscopio:

photo credit: www. edym.com

La tecnica è la stessa che permette di realizzare pantofole, cappelli, borse, ecc… cambia solo il modello. Anche se sembra difficile, ho tenuto corsi di feltro con bambini a partire dai 5 anni, ed hanno realizzato davvero pantofole, borsette e quadri di buona qualità.

Prendiamo il modello, e procediamo con la lana asciutta rivestendolo in questo modo: una volta in senso verticale, una volta orizzontale, un’altra volta verticale ed un’ultima orizzontale:

Io ho preparato così tutti modelli, prima di bagnare il piano di lavoro; questa è una buona pratica da seguire soprattutto se si lavora coi bambini…

Versate poi dell’acqua bollente in una ciotolina e immergete la saponetta. Se usate detersivo liquido versate in una ciotola più grande l’acqua bollente e una ciotolina più piccola il  detersivo.

Insaponate i polpastrelli, poi bagnateli nell’acqua e cominciate a massaggiare la lana con movimenti piccoli, rotatori e leggeri.

La sensazione sulle dita è molto piacevole, e procedete con pazienza senza mai esagerare col bagnare, finchè non vi sarete accorti che siete arrivati a bagnare ed insaponare fino al cartone, da entrambi i lati.

Tenere la stuoietta sopra l’asciugamano è un buon trucco per evitare di bagnare troppo la lana, perchè soprattutto ai bambini piace esagerare con l’acqua, e con la stuoietta l’eccesso viene filtrato lasciando asciutta la superficie di lavoro.

Continuate a massaggiare coi polpastrelli, aggiungendo acqua o sapone solo se sentite che facilita il lavoro di massaggio, e man mano che procedete aumentate gradualmente la pressione.

Ora infatti le scaglie delle fibre si stanno aprendo, ed aumentando la pressione eliminiamo non solo l’eccesso d’acqua, ma anche l’aria tra fibra e fibra. Come ho già detto, più tempo dedicherete all’operazione, migliore sarà il risultato. Tecnicamente al termine di questa operazione avrete ottenuto il “prefeltro”.

Ora si possono proporre due strade. Soprattutto se lavorate coi bambini, a questo punto della lavorazione possono essere stanchi, e molto probabilmente sarà anche finito il tempo a disposizione… ho sperimentato come buona mediazione chiudere ogni pezzo singolo in un sacchetto di  stoffa o uno strofinaccio da cucina, chiudendolo ognuno con un elastico, e mettere il tutto in lavatrice scegliendo un programma a 60 gradi almeno con centrifuga finale (ma non è il sistema più “ortodosso”):

Chiudendo bene la lana nella stoffa la lavatrice non subirà danni, ed inoltre possiamo approfittare per aggiungere al carico tovaglie e altri resistenti…

Il procedimento manuale prevede invece la follatura, che porta ad eliminare aria e acqua tra le scaglie e fare in modo che esse si saldino tra di loro come se fossero tanti uncini.

Per ottenere questo passiamo col mattarello premendo forte su ogni pezzo, sempre alternando le direzioni e le facce, poi arrotoliamo sempre in tutte le direzioni nella stuoietta e rulliamo con energia, infine stropicciamo come una polpetta ruotando tra le mani, poi riapriamo, tiriamo forte in tutte le direzioni, poi ancora mattarello e così via…

Infeltrire richiede fiducia: per un bel po’ di tempo vi sembrerà di affannarvi inutilmente, ma ad un certo punto vi accorgerete che il vostro pezzo si sarà ridotto notevolmente di dimensioni e apparirà molto compatto: si sarà davvero infeltrito!

Quando sarete arrivati a questo punto, stirate il modello bene, tirando un po’ in tutte le direzioni, o anche aiutandovi col mattarello, tagliate dove serve ed estraete quel che resta del modello di cartone (se avete scelto di servirvi della lavatrice, togliete ogni pezzo dalla stoffa, stirate e procedete poi come mostrato da qui in poi. Nella foto a sinistra ci sono i miei modelli appena usciti appunto dalla lavatrice):

Serve altra acqua calda e altro sapone, in entrambi i casi.

Dobbiamo modellare e dare ulteriore stabilità al nostro feltro soprattutto nella parte interna: infiliamo un dito insaponato e bagnato nell’apertura e dall’interno e dall’esterno massaggiamo premendo abbastanza forte, poi rulliamo sulla stuoietta, appallottoliamo il lavoro, ristiriamolo e così via, finchè non siamo soddisfatti:

La fase finale, e l’ultimo “maltrattamento” consiste nel risciacquare per eliminare tutto il sapone. Prima con acqua molto calda, poi strizziamo, poi con acqua molto fredda e strizziamo e così via. Meglio se l’ultimo risciacquo è con acqua fredda. Stiriamo bene tirando e facciamo asciugare.

Confezione e rifiniture:

Testina e manine possono essere realizzate o in feltro (ormai lo sappiamo fare) oppure con la maglina da bambole:

( Testa: fate un nodo in una striscia di lana color incarnato, avvolgete la lana che avanza sul nodo come per fare un gomitolo, bagnate con acqua molto calda e sapone e ruotate tra le mani prima con pressione leggera leggera, poi sempre più forte. Risciacquate come spiegato sopra. Manine: preparate una striscetta di lana sulla stuioia, rullate con le mani bagnate e insaponate come spiegato, stropicciate, sciacquate…)

Bambolina rosa

Per la bambolina rosa ho preparato a parte, sempre con la tecnica dell’infeltrimento, una pezzetta rosa per la cuffietta, e un cordoncino per poter portare la cullina al collo:

poi ho assemblato e decorato così:

Bambolina bianca

La testa e le manine sono in feltro come quelle della bambolina rosa, ma cambiano le decorazioni:

Bambolina verde:

Tutorial: quadro in lana cardata

Tutorial: quadro in lana cardata (E’ un quadretto in lana cardata, un mini tutorial fotografico qui…)

Tutorial: quadro in lana cardata
Materiale occorrente:

lana cardata,
un pezzo di gommapiuma,
ago da feltro

Tutorial: quadro in lana cardata
Come si fa

Con pazienza preparare il fondo, utilizzando ciuffetti leggeri di lana cardata e disponendoli in vari strati:

Abbozzare con la lana bianca i contorni del disegno, fissandoli con l’aghetto:

Procedere con la lana colorata:

Tutorial: quadro in lana cardata

https://shop.lapappadolce.net/prodotto/acquarello-steineriano-esercizi-di-colore-ebook/
https://shop.lapappadolce.net/prodotto/manuale-per-realizzare-le-bambole-waldorf/

Painting in carded wool tutorial

Painting in carded wool tutorial

What do you need?

carded wool,
a piece of foam rubber,
felting needle.

Painting in carded wool tutorial

How is it done?

Patiently prepare the base, using light tufts of carded wool and placing them in different layers:

Sketch with white wool   the contours of the drawing, fixing them with the needle:

Proceed with colored wool:

Geodi di feltro e palline di feltro coi bambini

Geodi di feltro e palline di feltro coi bambini – un classico lavoretto natalizio da fare con gli avanzi di lana cardata, molto adatto per la prima settimana di avvento. La tecnica, una volta imparata, è la stessa che porta alla realizzazione di perle e palline per realizzare orecchini, collane e braccialetti di feltro per ogni occasione.

La lana cardata si può acquistare, ad esempio, qui

Mettiamo sulla tavola un vecchio telo mare o una vecchia coperta, che avanzi abbondantemente ai lati, così i bambini possono asciugarsi le mani quando lo desiderano.

Poi prepariamo al centro un ricco assortimento di avanzi di lana cardata colorata, una brocca di acqua calda e una ciotola con una soluzione di acqua calda e sapone (qualsiasi tipo di sapone va bene, anche quello per i  piatti…).

Chiediamo ad ogni bambino di scegliere il proprio colore preferito; col batuffolo scelto formiamo una pallina a secco (si può roteare tra i palmi, oppure fare un nodo iniziale e lavorare i ciuffi che avanzano come per fare un gomitolo).

Quindi ci  insaponiamo le mani (meglio non far immergere la pallina nella ciotola ai bambini più piccoli, per evitare esagerazioni di schiuma sulle mani…)

e continuiamo a roteare la pallina insaponata tra i palmi, prima con delicatezza ed esercitando via via una pressione maggiore.

La pallina diventerà notevolmente più piccola e molto dura.

A questo punto  chiediamo ai bambini di scegliere un secondo colore, e di nascondere dentro al secondo batuffolo la pallina. Ci insaponiamo di nuovo le mani, e procediamo sempre facendo roteare la pallina tra i palmi.

Continuiamo così per più strati, considerando che più il geode è grande, più è difficile per il bambino da infeltrire.

Quando il bambino è soddisfatto del proprio lavoro, e la pallina si è arricchita di vari strati che via via si sono nascosti, la maestra, che nel frattempo ha scelto un angolino tranquillo e appartato nella classe,  prende in consegna l’opera, e con cautela la apre  davanti a lui (servono forbici ben affilate o un cutter).

Un bambino alla volta, e prestando ad ognuno l’attenzione che merita. Così anche a casa.

Prima di farlo è bene dire al bambino qualcosa del genere: “Ora io taglio il tuo sasso, ma non lo guardo, così lo guarderai tu per primo. Se poi vuoi ce lo potrai mostrare…”

Ogni geode può essere portato a casa il giorno stesso, incartato nella carta velina a caramella, per rinnovare la sorpresa con mamma e papà.

Se cerchi idee per attività in stile steineriano per il periodo dell’avvento, puoi trovarle raccolte qui:

https://shop.lapappadolce.net/prodotto/le-quattro-settimane-dellavvento

E qui trovi le istruzioni per realizzare il tradizionale presepe in lana cardata:

https://shop.lapappadolce.net/prodotto/il-presepe-steineriano-in-lana-cardata

https://shop.lapappadolce.net/prodotto/acquarello-steineriano-esercizi-di-colore-ebook/
https://shop.lapappadolce.net/prodotto/manuale-per-realizzare-le-bambole-waldorf/

Felted geodes tutorial a classic Christmas craft to do with the leftovers of carded wool, very suitable for the first week of Advent. The technique, once learned, is the same that leads to the realization of felted beads and balls to achieve earrings, necklaces and bracelets for any occasion.

Felted geodes tutorial

Preparing the environment for children

Put on the table an old beach towel or an old blanket, that surpluses thoroughly to the sides, so children can dry their hands when they wish.

Then prepare at the center a rich assortment of leftover carded wool colored, a jug of hot water and a bowl with a solution of warm water and soap (any soap is fine, even dishwashing liquid …).

Felted geodes tutorial

How is it done?

Ask each child to choose their favorite color; with the chosen color form a ball dry (you can spin between the palms, or tie a knot and work tufts advancing like to make a ball).

Then lather hands (better not to submerge the ball in the bowl for small children, for avoid exaggeration of foam on the hands …)

and continue to rotate the soapy ball between the palms, first gently and gradually exerting more pressure.

The ball will become considerably smaller and very tough.

At this point we ask the children to choose a second color, and hide in the second color the ball. Lathering hands again, and proceed always turning the ball between the palms.

Continue in this same way for multiple layers, whereas plus the geode is great, more difficult it is for the child felting it.

When the child is satisfied with his work, and the ball has been enriched by various layers that gradually are hidden, the teacher, who has since chosen a quiet and secluded corner in the class, take delivery of the work, and carefully open it in front of the child (need very sharp scissors or a cutter).

One child at a time, and giving everyone the attention it merits. So even at home.

Before doing so it is good to tell the child something like: “Now I cut your stone, but I do not watch it, so you will look to it first. Then if you want, you can show it to us … “

Each geode can be taken home the same day, wrapped in tissue paper, to renew the surprise with mom and dad.

Bamboline in lana cardata

Bamboline in lana cardata – Con questo tutorial di base potete imparare a realizzare figure in lana cardata, senza l’uso di scovolini o fil di ferro, per realizzare in proprio il presepe e qualsiasi altro personaggio per il teatrino, il gioco, la decorazione.

Bamboline in lana cardata

Questa tecnica consente di modellare la lana nella massima libertà tecnica.

Soprattutto per i bambini è importante vedere crescere l’oggetto senza “prendere misure” e lasciare che le proporzioni si sviluppino tra le mani a partire dalla forma e dalla grandezza della testa. Naturalmente è una bellissima esperienza anche per gli adulti.

Lavorare con la lana cardata ha più a che fare col modellaggio e la scultura, che non col taglio e il cucito.

La testa, come per l’angelo, si forma a partire da un nodo. La testa delle figure umane, delle “bambole”, deve avere tre caratteristiche fondamentali:

deve apparire DURA
deve apparire TONDA
deve essere l’apice di una linea VERTICALE.
Il nodo è inoltre un bellissimo simbolo del pensare.

La lana cardata si può acquistare ad esempio qui.

Bamboline in lana cardata
Come si fanno

Prendere una striscia di lana cardata color rosa incarnato e fare un semplice nodo che cada a metà della striscia stessa, stringere il nodo accompagnando bene la lana:

Separare in due metà uno del due ciuffi all’estremità del nodo fatto, ed usarle per rivestire il nodo, quindi con una piccola striscia di lana fissarle formando il collo:

Posare il lavoro sul tavolo, e ai lati del collo prendere due strisce uguali di lana, ricavandola da quella che si trova sotto.

Immaginare, in base alle dimensioni della testa, la lunghezza delle braccia e fare due nodini, che saranno le manine.

La lana che esce dai nodini viene ripiegata all’indietro e si fissano i polsi, come fatto per il collo:


Bamboline in lana cardata

Utilizzando della lana bianca formare le braccia e di seguito il tronco e la tunica della statuina. La lana va aggiunta con pazienza, piccole strisce alla volta, e girata molto strettamente.

Più si riesce a stringere arrotolando, e più la figura diventa poi plasmabile, le braccia possono essere atteggiate come si desidera e così anche la figura nel suo insieme…


Bamboline in lana cardata

Immaginare in base alle proporzioni della testa e delle braccia la lunghezza della statuina, e procedere all’avvolgimento della lana bianca.

Non utilizzando fil di ferro o altro materiale del genere, ogni correzione è possibile: se le braccia non risultano della stessa lunghezza, ad esempio, basterà tirare un po’ il braccio corto, ed è fatta.

Lo stesso se la figura nel suo insieme risultasse troppo tozza e corta:

Fare una prova di stabilità e se la statuina non sta bene in piedi da sola, lavorare con l’aghetto di feltro la base. Se non avete l’aghetto da feltro, si può ricorrere con lo stesso  risultato all’uso di ago e filo tradizionali. Prima dell’arrivo sul mercato di questo “aghi magici” si faceva così, anche per fissare i capelli ed ogni altro particolare dell’abito:


Bamboline in lana cardata

Questa è la tecnica base per realizzare figure umane in lana cardata “senza piedi”.

Si possono anche fare con gambe e piedi, come racconterò poi…


Bamboline in lana cardata

Bamboline in lana cardata

Se cerchi idee per attività in stile steineriano per il periodo dell’avvento, puoi trovarle raccolte qui:

E qui trovi le istruzioni per realizzare il tradizionale presepe in lana cardata:

https://shop.lapappadolce.net/prodotto/acquarello-steineriano-esercizi-di-colore-ebook/
https://shop.lapappadolce.net/prodotto/manuale-per-realizzare-le-bambole-waldorf/
https://shop.lapappadolce.net/prodotto/il-presepe-steineriano-in-lana-cardata/
https://shop.lapappadolce.net/prodotto/le-quattro-settimane-dellavvento/

Dolls in carded wool tutorial. With this basic tutorial you can learn how to make figures in carded wool, without the use of pipe cleaners or wire, to create their own nativity scene and any other character for puppet theater, play, decoration.

This technique allows you to model the wool with complete freedom technique.

Especially for children it is important to see grow the object without “taking measures” and let the proportions develop between the hands from the shape and size of the head. Of course it is a wonderful experience for adults too.

Working with carded wool has more to do with modeling and sculpture, not with the cutting and sewing.

The head, as with the angel, is formed from a knot. The head of the human figures, the “dolls”, must have three basic features: It must appear HARD, it must appear ROUND, it must be the culmination of a line VERTICAL.
The knot is also a beautiful symbol of thinking.

Dolls in carded wool tutorial

What do you need ?

White carded wool
pink incarnate carded wool
felting needle.

Dolls in carded wool tutorial

How is it done?

Take a strip of carded wool pink incarnate, and make a simple knot in the middle of the strip itself, tighten the knot accompanying well the wool:

Separate into two halves one of the two tufts of the end knot, and use it to coat the knot, then with a small strip of wool fix forming the neck:

Lay the work on the table, and to the sides of the neck to take two equal strips of wool, deriving it from the one that is located below.

Imagine, based on the size of the head, the length of the arms and make two knots, which will be hands.

The wool that comes out of the knots is folded backwards.
Fix the wrists, as done for the neck:

Using the white wool form the arms and then the trunk and tunic doll. The wool must be added patiently, small strips at a time, and turn very closely.

The more you can tighten, and more the figure becomes malleable, arms can be atteggiate as you want and so the figure as a whole …

Imagine according to the proportions of the head and arms length of the doll, and proceed, wrapping the white wool.

If we create the doll without wire or other material of this kind, any correction is possible: if the arms are not of the same length, for example, you need only pull a bit on the short arm, and it is done.

The same   if the figure as a whole is too short and squat:

Do a test of stability and if the doll is not comfortable standing alone, work with the felting needle the base. If you have not felting needle, may be used with the same result traditional needle and thread.
Before the arrival on the market of this “magic needle” it it was so, even to fix the hair and every other detail of the apparel:

This is the basic technique to create human figures in carded wool “without feet”.

You can even make them with legs and feet, then tell you how …

San Nicola in lana cardata

San Nicola in lana cardata – Preparate la “bambolina” come spiegato qui,

poi passate alla caratterizzazione del personaggio, se volete prendendo spunto dal tutorial fotografico che segue.

La lana cardata si può acquistare ad esempio qui.

decorate con la lana più scura maniche e fondo della veste, avvolgendo semplicemente. La lana si blocca da sola, ma eventualmente potete aiutarvi con l’aghetto da feltro:

se volete aggiungete qualche filo argentato:

preparate la tunica, fissatela e decoratela a piacere:

barba e capelli:

la mitra:

il bastone:

e infine il mantello:

Ecco San Nicola, pronto per andare ad abitare nel presepe.

Se cerchi idee per attività in stile steineriano per il periodo dell’avvento, puoi trovarle raccolte qui:

E qui trovi le istruzioni per realizzare il tradizionale presepe in lana cardata:

https://shop.lapappadolce.net/prodotto/acquarello-steineriano-esercizi-di-colore-ebook/
https://shop.lapappadolce.net/prodotto/manuale-per-realizzare-le-bambole-waldorf/
https://shop.lapappadolce.net/prodotto/il-presepe-steineriano-in-lana-cardata/
https://shop.lapappadolce.net/prodotto/le-quattro-settimane-dellavvento/

Tutorial: St. Nicholas in carded wool. Prepare the “doll” as explained here, then go to the characterization, if you want by taking inspiration from the tutorial photos below:

decorate with the darker wool sleeves and bottom of the dress, just wrapping. The wool hangs alone, but hopefully you can help with the felting needle:

if you want add some silver thread:

prepare the tunic, tie it and decorate it as you like:

beard and hair:

the miter:

the stick:

and finally the mantle:

 

Mobile in lana cardata per la culla del neonato

Mobile in lana cardata per la culla del neonato, con tutorial fotografico e istruzioni.

 

 

Materiale occorrente:

Lana cardata colorata a scelta

filo dorato

forbici, aghetto da feltro, ago lungo per bambole

filo trasparente o filo di cotone sottile

fil di ferro e nastro adesivo

una pietruzza o un cristallino forato

__________________________

 

Per prima cosa prepariamo un anello col fil di ferro di circa 13cm di diametro, fermiamolo con del nastro adesivo, quindi rivestiamolo con la lana cardata, avvolgendola strettamente attorno al fil di ferro:



Poi col filo sottile si preparano una serie di asole che serviranno a tenere l’anello appeso in equilibrio, e si inserisce su un filo lungo che parte dal centro la pietra o il cristallino:

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

La lana cardata

La lana cardata. La lana è una fibra tessile naturale. Gli animali da cui si ricava sono:
– la pecora merinos: razza definita in Spagna intorno al XII secolo a partire da un lavoro secolare di selezione. Attualmente allevata in modo estensivo in Australia, Sud America e Sudafrica, produce una lana molto fine e pregiata;
– la pecora di razze indigene: hanno pelo più grossolano, usato tradizionalmente per la confezione di materassi e tappeti; la capra d’Angora, allevata in Turchia, Sudafrica, Stati Uniti dalla quale si ottiene la lana mohair;
–  la capra del Cashmere, originaria del Kashmir (Tibet) diffusa anche in India, Cina, Iran, Afghanistan dalla quale si ricava una lana molto pregiata; l’alpaca, un tipo di lama che vive sulle Ande;
– la vicuña o vigogna, altro tipo di lama delle Ande peruviane;
– il cammello, sia quello asiatico sia i dromedari africani;
–  il coniglio d’angora, che produce l’angora.
Esiste inoltre anche la lana refino, di origine britannica, dotata di notevole elasticità, calore e traspirabilità.

La fibra di lana è costituita da una sostanza proteica, la cheratina, ed ha una lunghezza tra i 2 e i 40 cm.
Nell’analisi microscopica si può notare che longitudinalmente si presenta con delle caratteristiche scaglie che ne ricoprono la superficie esterna, mentre la sua sezione è di tipo circolare, e presenta numerose ondulazioni elastiche, origine della caratteristica arricciatura.

Scarsa invece la resistenza alle sollecitazioni meccaniche, caratteristica che viene sfruttata per produrre il feltro.
Infatti, manipolando la lana in presenza di acqua  acida o basica, (la lana presenta un carattere anfotero, cioè si comporta come una base in presenza di acidi, e come un acido in presenza di basi), le scaglie prima si aprono e poi  si saldano fra di loro richiudendosi e producendo un tessuto non tessuto  meno morbido della lana, ma altamente resistente ed impermeabile, e che può essere facilmente modellato.

__________________________

La lana cardata
La materia prima si ottiene attraverso le operazioni di tosatura, ovvero di taglio del pelo, che per le pecore avviene in primavera.
La lana che se ne ottiene viene definita lana vergine. La finezza (o diametro delle fibre) è l’elemento di maggiore rilievo per valutare la qualità di una lana e, come la lunghezza, dipende dalla zona di prelievo del vello (fianchi, ventre, spalle ecc..).
La lana di prima qualità è quella che ricopre il dorso dell’animale, perchè è più morbida e composta da fibre più sottili, resistenti ed elastiche.
L’industria inoltre riutilizza la lana ricavata dagli scarti di produzione; si parla in questo caso di lana rigenerata.
Prima di essere utilizzata la lana appena tosata deve essere lavata, anche per eliminare parzialmente la sostanza untuosa che la riveste, la lanolina.
Si procede quindi all’eventuale tintura, che è il momento più impegnativo e lungo di tutta la lavorazione, ma anche uno dei più creativi, soprattutto se si utilizzano tinture naturali.

Dopo il lavaggio e la tintura, la lana deve essere cardata, cioè pettinata: anticamente la cardatura avveniva  utilizzando proprio i cardi. Lo scopo di questa operazione è quello di pulire la lana dalle impurità rimaste, sciogliere i nodi, districare ed allineare le fibre.

Perchè i laboratori di lana cardata coi bambini

La lana cardata colorata, in tedesco marchenwolle, (lana delle fiabe) ed in inglese magic woll, è un materiale di una straordinaria espressività, che porta davvero ad immergersi in un mondo magico e fiabesco.

La lana cardata colorata o naturale che utilizziamo è di due tipi principali: in vello o in matassa.

La lana cardata conta numerosissime varietà, ma essenzialmente le “grandi famiglie” sono due: la lana in vello e la lana in matassa.

Questa è la lana in matassa, che si presenta con fibre lisce e lunghe, ed è adatta in particolare al modellaggio di angeli, personaggi, per tutti i lavori da realizzare con la tecnica ad avvolgimento, ed è molto bella anche per realizzare quadri, ma si presta poco all’infeltrimento.

Questa è la lana cardata in vello, presenta fibre corte e ricce, ed è particolarmente adatta all’infeltrimento, pur essendo bellissima anche utilizzata per il modellaggio “a secco”.

La  sua manipolazione è un’esperienza sensoriale che coinvolge il tatto e la vista, ma non solo.

__________________________

E’ leggera, soffice, colorata, senza confini, i suoi colori vanno sempre ma proprio sempre d’accordo tra loro e col mondo che sta attorno, permette di esplorare il colore libero dalla forma, dagli intellettualismi, è facile e coinvolge l’anima.

E’ impossibile che possano nascere cose brutte, e soprattutto per i bambini questo ha un altissimo valore pedagogico, ed arricchisce sia quei bambini abituati a guardare “quelli bravi” da lontano, sia “quelli bravi” che possono finalmente anche loro liberarsi della loro etichetta.

Le immagini di seguito si riferiscono ad  attività svolte coi bambini, anche se l’obiettivo del lavoro insieme non è tanto il “prodotto finito”, quanto la qualità del processo e il coinvolgimento del bambino nell’esperienza….Ci si trova, poi si partecipa al racconto di una fiaba, e quindi si passa alla sperimentazione…

Durante questo genere di laboratorio con la lana cardata i bambini possono ad esempio realizzari dei quadri ispirati dal racconto di una fiaba. La settimana successiva riceveranno il loro libro con la copertina in lana cardata fatta da loro e la storia intervallata da pagine bianche per disegnare.

Durante il laboratorio, tutto il materiale è disposto al centro del tavolo, e i bambini collaborano tra loro alla ricerca del “colore giusto” che serve a un compagno…

Preparato l’ambiente, l’intervento degli adulti durante il processo creativo dei bambini è praticamente nullo.

Fare il feltro coi bambini è un’esperienza molto intensa. Qui potete ammirare alcuni dei capolavori dei nostri piccoli grandi artisti, realizzati durante i laboratori…Ecco alcuni esempi di  “lavori finiti”:

 

Pezze di feltro realizzate durante un laboratorio che ha coinvolto bambini di età compresa tra i quattro e i sei anni con la tecnica dell’infeltrimento con acqua e sapone. Il processo è lungo e anche abbastanza faticoso (soprattutto nella fase della follatura), però la soddisfazione finale  è più che proporzionata al lavoro fatto…

__________________________

Al termine di un laboratorio, dove i bambini avevano realizzato delle pezze di feltro, le ho cucite su delle borsette in stoffa, che ora loro usano per la merenda di scuola, per i giochi da portare in auto durante i viaggi lunghi, ecc…

Altri esempi:

E’ molto importante che quello che i bambini realizzano abbia un valore e una possibilità d’uso. Quello che fanno i bambini non è mai un passatempo, ma è sempre un’attività sensata, e noi li vogliamo rispettare.

__________________________

Oggetti in lana cardata per i bambini

Ghirlande in lana cardata
molto poetiche,  con soggetti ispirati alle immagini delle fiabe, al ciclo degli stagioni, agli esseri magici (gnomi, fatine, maghi e streghette, Madre Terra, …)  alle feste dell’anno (Natale, San Martino, Mago Gelo, Pasqua,…), ai lieti eventi (nascite).

__________________________

Si possono anche realizzare inserendo un carillon e prendendo spunto per il soggetto delle fiabe e dei racconti della buonanotte.  Il carillon è nascosto all’interno dell’oggetto e tirando la cordicella si può sentire un suono molto addolcito dalla presenza della lana, che accompagna il bambino tra il bacio della buonanotte e la nanna.

Animali vari:

Mobiles

realizzati in lana cardata colorata, spesso combinata con rami di nocciolo contorto o altri materiali naturali. I soggetti traggono spunto unicamente dalla fantasia o dalle indicazioni dei bambini. I mobiles sono composizioni con figure che si muovono spontaneamente, e in modo lento e imprevedibile, essendo appese su fili trasparenti; i vari elementi che lo compongono riescono così a mostrarsi sempre uguali eppure sempre sottilmente diversi. Si tratta  di immagini molto adatte al modo che i bambini hanno di percepire il mondo: per questi li trovano molto interessanti e se ne lasciano naturalmente affascinare.

__________________________

Gnomi

Questi in particolare sono pensati come decorazioni per la casa, e non come giochi: cosa che li rende un po’ intoccabili e ancora più magici. Hanno varie dimensioni, da quelli più grandi (gli Gnomi della Casa) che di notte nascondono quello che nelle case non si trova più (chissà, forse le forbici della cucina…), a quelli più piccoli, che magari regalano pietre preziose nelle notti di luna piena, se il bambino si ricorda di lasciar loro qualche briciola di pane.

__________________________

 

Bamboline da viaggio, da portare a tracolla:

Quadri per la cameretta:

Il presepe…

Exit mobile version

E' pronto il nuovo sito per abbonati: la versione Lapappadolce che offre tutti i materiali stampabili scaricabili immediatamente e gratuitamente e contenuti esclusivi. Non sei ancora abbonato e vuoi saperne di più? Vai qui!

Abbonati!