Gioco della fattoria Montessori

Gioco della fattoria Montessori: la mia versione stampabile completa di tutti gli elementi (attrezzi, personaggi, animali, elementi architettonici,…) e dei cartellini per gli esercizi coi simboli grammaticali.

Gioco della fattoria Montessori

La fattoria Montessori tradizionale è un materiale piuttosto costoso, ma così versatile ed utile che non bisogna farsi scoraggiare. Naturalmente la versione originale è davvero molto bella, ma ci si può ingegnare in tantissimi modi per allestire una bellissima fattoria. In rete molte mamme blogger si sono cimentate nell’impresa (consiglio la ricerca nel web per “Montessori grammar farm”).

Set di animali della fattoria di plastica o legno si trovano facilmente, a varie fasce di prezzo. Per gli elementi architettonici si trovano delle bellissime soluzioni in cartone, molto economiche, ad esempio:

Non proprio economici, ma si possono collezionare un po’ alla volta, ci sono gli elementi della serie “Vita nella fattoria” Schleich, con vari accessori.

La difficoltà, preparando la fattoria in proprio, è quella di dover preparare il materiale di accompagnamento (cartellini dei nomi e delle altre parti del discorso e frasi per l’analisi logica e grammaticale) in base agli elementi presenti nella nostra fattoria.

Per questo ho preparato una fattoria stampabile, da colorare e allestire praticamente a costo zero, con il materiale di accompagnamento pronto.

Basta stampare gli elementi:

Ritagliare lasciando un margine e una base diritta:

Colorare e poi scegliere se incollarli su mattoncini da costruzione di legno o plastica, oppure aggiungere una linguetta in cartone o cartoncino:

Gioco della fattoria Montessori

Il lavoro con la fattoria si abbina all’uso dei simboli grammaticali, per questo la prima serie di cartellini segue i colori dei simboli grammaticali, e non quelli delle scatole grammaticali:

Gioco della fattoria Montessori

Col metodo Montessori abbiamo a disposizione una vastissima gamma di attività diverse per presentare ai bambini le parti discorso. Alcuni possono essere sorprendenti, e la fattoria è uno di questi.

La fattoria può essere usata nella Casa dei Bambini per il lavoro sull’arricchimento del linguaggio orale, sulla scrittura e la lettura; è utilissima per presentare le parti del discorso sia nella fascia d’età 3-6, sia in quella 6-9 anni; consente di esercitare l’analisi logica e grammaticale.

Userò la fattoria nei prossimi articoli per fare esempi di presentazioni delle parti del discorso, aggiungendo frasi e cartellini per l’analisi logica e grammaticale.

Gioco della fattoria Montessori 

INTERIEZIONI Psicogrammatica Montessori scatola grammaticale VIII (cartellini)

INTERIEZIONI Psicogrammatica Montessori scatola grammaticale VIII (cartellini) con la presentazione del materiale di lavoro e tutti i cartellini di riempimento pronti per il download e la stampa. Con questa scatola i bambini approfondiscono lo studio delle interiezioni.

Il materiale per l’analisi delle parole è costituito da varie serie di cartellini della frase di colore azzurro e da varie serie di cartellini delle parole di diverso colore:
– azzurro per le interiezioni
– giallo per le congiunzioni
– verde per i pronomi
– rosa per gli avverbi
– viola per le preposizioni
– rosso per i verbi
– marrone chiaro per gli  articoli
– nero per i nomi
– marrone scuro per gli aggettivi
che si scelgono a seconda dell’esercizio che si vuole proporre e si collocano nella scatola grammaticale VIII.

Il primo esercizio è anche qui quello della composizione di frasi, analizzate coi cartellini colorati.
La scatola grammaticale ha nove caselle del colore corrispondente alla parte grammaticale. Nella casella più grande (la decima) si collocano i cartellini delle frasi.

Ad ogni parola scritta nei cartellini della frase corrisponde un cartellino della parola, e ad ogni parola scritta, corrisponde un cartellino nel casellario, ad eccezione delle parole ripetute all’interno di ogni cartellino della frase.

Come per le altre scatole grammaticali, i cartellini colorati delle parole non corrispondono esattamente alle parole delle frasi che dovranno ricomporre, perchè le parole comuni nelle frasi di uno stesso biglietto non sono ripetute. E’ solo l’interiezione che, sostituita, cambia la frase.

Le varie serie di cartellini si trovano ognuna in una scatolina azzurra, e i gruppi di frasi relativi ad ogni serie sono separati con degli elastici.

Essendo questa l’ultima parte del discorso rimasta da studiare, i bambini sono giunti a riconoscere tutte le parti del discorso. Non è dunque più necessario comporre artificialmente delle monche frasi che contengono solo le parti del discorso note al bambino. Per questo sono state scelte delle frasi da autori classici (quasi tutte dal Manzoni).

Siccome l’interiezione è un’espressione abbreviata in una sola parola, essa si presta molto all’interpretazione drammatica; i bambini quindi sulle medesime frasi fanno il doppio lavoro di una analisi generale e della « lettura espressiva « o recitazione delle frasi da essi scelte e studiate (in sostituzione dei comandi).

Inoltre sarà presentata una tabella contenente la classificazione completa delle interiezioni; ed i bambini potranno leggerla, dando ad una ad una la interpretazione espressiva della voce e del gesto. Questa sarà la prima tavola di classificazione presentata. In seguito tutte le parti del discorso verranno ripresentate con la definizione e la classificazione.

Questi sono i cartellini pronti, rivisitati sostituendo i vocaboli caduti in disuso e tenendo conto di chi non ha la fortuna di disporre del materiale sensoriale in uso nella Casa dei bambini:

MATERIALI PREVISTI PER LA SCATOLA GRAMMATICALE VIII

(con la codifica che ho utilizzato io per la preparazione dei cartellini)

scatola grammaticale VIII (qui il tutorial per costruirla: Costruire le scatole grammaticali)
3 scatoline di riempimento di colore verde contrassegnate VIIIA, VIIIB, VIIIC.
una scatolina aperta AZZURRA per il libretto degli elenchi e per il libretto delle regole

Questo è il materiale pronto

ISTRUZIONI per confezionare i libretti

(nell’esempio un libretto delle nomenclature)

La mia stampante è in bianco e nero, ma consiglio di stampare a colori. Per il libretto ritagliate le pagine seguendo i tratteggi:

piegate ogni striscia così, per ottenere pagine stampate fronte/retro:

rilegate. Io ho usato la foratrice per spirali:

MATERIALI PER LA SCATOLA GRAMMATICALE VIII

Si tratta di un materiale rivisitato e attualizzato ai mutamenti che la lingua ha subito e ai vocaboli che più appartengono alla realtà dei bambino oggi.
L’organizzazione originale del materiale non cambia, ho aggiunto però dei set che isolano ulteriori aspetti delle regole grammaticali.
Ciascuna parte del discorso ha un suo codice colore, che è diverso da quello dei simboli grammaticali (ad eccezione del nome e del verbo).

I simboli grammaticali possono entrare a far parte degli esercizi con le scatole grammaticali: i bambini possono porre i simboli mobili sulle parole scritte nei cartellini della frase, o anche possono copiare le frasi e disegnare i simboli (anche utilizzando gli stencil).

USO DEL MATERIALE

Avere a disposizione le scatole grammaticali di legno è sicuramente la situazione ideale, ma considerando il costo, non è la situazione alla portata di tutti. Si possono preparare delle bellissime alternative in cartone o anche sostituire alle scatole delle “tovagliette stampate“. Si può anche decidere di non utilizzare nulla, e di mettere semplicemente i cartellini sul tavolo, divisi in base al loro codice colore e ponendo sopra di essi dei cartellini-titolo (per la prima scatola ‘ARTICOLO’ e ‘NOME’).
Lo stesso discorso vale per le scatole di riempimento e per le scatole dei comandi, che possono essere acquistate in legno, o possono essere facilmente realizzate in cartoncino. Si può anche optare per qualsiasi altra soluzione alternativa: buste di carta colorata, sacchetti di plastica trasparente, cestini, ecc.

Le scatole grammaticali servono all’esercizio del bambino, dopo le presentazioni e le lezioni chiave relative alle parti del discorso che vogliamo esercitare.

Con le scatole grammaticali si possono svolgere vari esercizi.

Simboli grammaticali Montessori e definizioni: materiale stampabile per il PRIMO LIVELLO

Simboli grammaticali Montessori: materiale stampabile. Il materiale comprende: stencil dei simboli grammaticali, carte delle nomenclature per i simboli grammaticali, simboli grammaticali stampabili(grandi e piccoli), tabella delle parti del discorso, libro delle parti del discorso e cartellini dei titoli per le parti del discorso.

Per lavorare con i bambini alla psicogrammatica abbiamo bisogno di disporre di alcuni materiali, che possono essere realizzati facilmente anche a casa.

Per i simboli grammaticali abbiamo due livelli:

primo livello: comprende le nove parti del discorso

secondo livello: in aggiunta alle nove parti del discorso, comprende i “simboli avanzati” che precisano il nome (nome comune, proprio, astratto, collettivo) e il verbo (transitivo, intransitivo, copulativo, infinito, gerundio, participio, ausiliare).

Questa è parte del materiale di primo livello che ho preparato:

Simboli grammaticali Montessori e definizioni: materiale stampabile per il PRIMO LIVELLO

Cartellini dei titoli delle parti del discorso con simboli grammaticali:

Sono utili per etichettare le scatole dei materiali e per le presentazioni. Se vuoi utilizzare quelli che ho preparato, li trovi qui:

Simboli grammaticali Montessori e definizioni: materiale stampabile per il PRIMO LIVELLO

Stencil delle parti del discorso in due misure:

da stampare e plastificare. Possono essere realizzati facilmente anche in cartoncino, anche in altre misure. Se vuoi utilizzare quelli che ho preparato io, li puoi scaricare gratuitamente qui:

Simboli grammaticali Montessori e definizioni: materiale stampabile per il PRIMO LIVELLO

Carte delle nomenclature per le nove parti del discorso:

utili per le presentazioni e per l’esercizio individuale. Se vuoi utilizzare quelle che ho preparato io, le puoi scaricare qui, insieme al libretto:

Simboli grammaticali Montessori e definizioni: materiale stampabile per il PRIMO LIVELLO

Simboli grammaticali grandi, utili per le presentazioni e per l’esercizio individuale.

Simboli grammaticali piccoli:

Per conservarli io ho preparato delle scatoline origami molto semplici e veloci: la scatola con una pagina dell’elenco telefonico, e il coperchio in carta colorata. Basta utilizzare per la scatola un foglio di circa 0,5 cm più piccolo rispetto al foglio che usiamo per il coperchio, e l’incastro è perfetto. Il tutorial fotografico per le scatoline lo avevo già pubblicato qui: scatola origami con coperchio tutorial

Aggiungo qui un tutorial video:

I simboli grammaticali ritagliati sono utilissimi nelle presentazioni, per etichettare il materiale, e naturalmente per gli esercizi di analisi dei bambini. Sono facilmente realizzabili, anche in cartoncino colorato.

Simboli grammaticali Montessori e definizioni: materiale stampabile per il PRIMO LIVELLO

Tavola delle parti del discorso: da tenere a disposizione dei bambini o da appendere al muro, in prossimità dello scaffale per i materiali della psicogrammatica:

Se volete utilizzare quella che ho preparato io, la trovate qui stampabile gratuitamente qui:

Simboli grammaticali Montessori e definizioni: materiale stampabile per il PRIMO LIVELLO

Libretto delle parti del discorso: utile da consultare mentre si lavora con le carte delle nomenclature, e durante i lavori di analisi, anche per approfondimenti e per stimolare la ricerca.

Le scatole grammaticali Montessori

Le scatole grammaticali Montessori: nella scuola primaria, dopo la presentazione delle funzioni delle parti del discorso, i bambini iniziano a lavorare con le scatole grammaticali, che Maria Montessori ha pensato come naturale continuazione delle esperienze che i bambini hanno vissuto nella Casa dei bambini, e che vanno incontro alle esigenze peculiari del periodo sensibile per le parole.

Un esercizio di lettura molto praticato nella Casa dei Bambini è quello di porre il cartellino di un nome sul tappeto ed abbinarlo all’oggetto corrispondente. Questo esercizio serve all’apprendimento della lettura, ma allo stesso tempo porta i bambini ad imparare con facilità i nomi degli oggetti.
Per questo Maria Montessori ha pensato che, applicando lo stesso principio, i bambini possono imparare non soltanto i nomi, ma tutte le parti del discorso. Infatti, quando il bambino mette un cartellino accanto ad un oggetto, egli distingue il nome dalle altre parti del discorso: il nome si va a definire in modo intuitivo, e questo rappresenta un passo reale nel mondo dell’analisi grammaticale. Con questi esercizi di lettura il bambino è già entrato, insomma,  nella classificazione delle parole: non ci resta che proseguire questo lavoro con le parti del discorso diverse dal nome.

Sappiamo che l’analisi dei suoni che porta, col metodo Montessori, alla scrittura spontanea, non è adatta a tutte le età: si appassionano ai suoni solo i bambini di circa 4 anni e mezzo. Anche lo studio analitico delle parti del discorso, la capacità di soffermarsi con intenso interesse sulle parole, non è di tutte le età: solo i bambini da cinque a sette – otto anni sono fortemente appassionati alle parole. Magari non possono ancora interpretare chiaramente un discorso, ma comprendono ed amano le parole. Diciamo che il bambino si trova nell’età dell’interesse alle parole, e la grammatica incontra dunque la sua fase di sviluppo.

Il lavoro che i bambini fanno con la grammatica porta il linguaggio ad una maturazione che non  è possibile raggiungere in altri modi: i bambini hanno imparato a parlare e da allora utilizzano il linguaggio in modo intuitivo, ora imparano a focalizzare la loro attenzione, in modo cosciente, sulle parole che lo compongono.

Questa grammatica proposta ai bambini a partire dai cinque anni non si basa certo sull’uso di libri di testo, ma si propone ai bambini permettendo loro di proseguire il lavoro che già hanno iniziato con i nomi, utilizzando cartellini di parole. I nomi che il bambino poneva accanto agli oggetti per imparare a leggere erano scritti su cartellini: allo stesso modo le parole, appartenenti a tutte le altre parti del discorso, sono scritte su cartellini.

Le scatole grammaticali Montessori

Secondo le indicazioni date da Maria Montessori, i cartellini sono cartoncini rettangolari che misurano tutti 5 cm per 3,5 cm, di colori diversi:

  • nero per il nome
  • marrone chiaro per l’articolo
  • marrone per l’aggettivo
  • rosso per il verbo
  • rosa per l’avverbio
  • violetto per la preposizione
  • verde per il pronome
  • giallo per la congiunzione
  • celeste per l’interiezione.

Osserviamo già da questa prima descrizione del materiale, che i colori non corrispondono esattamente a quelli dei simboli grammaticali, che sono invece:

  • nero per il nome (piramide/triangolo equilatero grandi)
  • celeste per l’articolo (piramide/triangolo equilatero piccoli)
  • blu per l’aggettivo (piramide/triangolo equilatero medi)
  • rosso per il verbo (sfera/cerchio grandi)
  • arancione per l’avverbio (sfera/cerchio medi)
  • violetto per il pronome (piramide/triangolo isoscele)
  • verde per la preposizione (mezzaluna)
  • rosa per la congiunzione (parallelepipedo/rettangolo)
  • giallo oro per l’interiezione (serratura).

Troverai un’interpretazione di questa piccola “stranezza” più avanti in questo articolo.

I cartellini per le nove parti del discorso vengono posti in otto scatole appositamente preparate:

Secondo le indicazioni di Maria Montessori ogni scomparto ha una parete più alta dove si può introdurre il nome della relativa parte del discorso, nel colore che lo contraddistingue.

Le scatole grammaticali Montessori – scatola I

Come si può vedere da questa visione d’insieme, la SCATOLA I è divisa in tre scomparti: uno scomparto grande per il sintagma, e due comparti per i cartellini del nome e dell’articolo. Questa è la scatola originale come pubblicata nel manuale americano ed italiano:

Le scatole grammaticali Montessori – scatola II

la SCATOLA II è divisa in 4 scomparti, di cui uno scomparto grande per il sintagma, e tre comparti per i cartellini del nome, dell’articolo e dell’aggettivo:

Le scatole grammaticali Montessori – scatola II

la SCATOLA III è divisa in 5 scomparti, di cui uno scomparto grande per la frase e 4 comparti per i cartellini di nome, articolo, aggettivo, verbo:

Le scatole grammaticali Montessori – scatola IV

la SCATOLA IV è divisa in 6 scomparti, di cui uno scomparto grande per la frase e 5 comparti per i cartellini di nome, articolo, aggettivo, verbo, preposizione:

Le scatole grammaticali Montessori – scatola V

la SCATOLA V è divisa in 7 scomparti, di cui uno scomparto grande per la frase e 6 comparti per i cartellini di nome, articolo, aggettivo, verbo, preposizione, avverbio:

Le scatole grammaticali Montessori – scatola VI

la SCATOLA VI è divisa in 8 scomparti, di cui uno scomparto grande per la frase e 7 comparti per i cartellini di nome, articolo, aggettivo, verbo, preposizione, avverbio, pronome:

Le scatole grammaticali Montessori – scatola VII

la SCATOLA VII è divisa in 9 scomparti, di cui uno scomparto grande per la frase e 8 comparti per i cartellini di nome, articolo, aggettivo, verbo, preposizione, avverbio, pronome, congiunzione:

Le scatole grammaticali Montessori – scatola VIII

la SCATOLA VIII è divisa in 10 scomparti di cui uno scomparto grande per la frase e 9 comparti per i cartellini di tutte le parti del discorso, cioè nome, articolo, aggettivo, verbo, preposizione, avverbio, pronome, congiunzione, interiezione:

(Le immagini del materiale originale provengono da L’autoeducazione nelle scuole elementari – Maria Montessori – 1910; Montessori elementary materials, the advanced Montessori method – 1917)

Le scatole grammaticali Montessori

In generale possiamo dire che i materiali usati nello studio della grammatica nella scuola primaria somigliano ai materiali sensoriali usati nella Casa dei bambini: danno all’intelligenza l’opportunità di ordinare, classificare e organizzare elementi che già fanno parte della vita del bambino.
Al termine di questo lavoro su ognuna delle nove parti del discorso, il bambino può classificare milioni di parole all’interno di nove categorie.

Come si usano le scatole? Innanzitutto l’insegnante dispone, per ogni scatola, di set di cartellini pronti con i quali riempire via via ogni scatola, in modi diversi. Come precisa Maria Montessori, nell’usare il suo metodo per lo studio della grammatica, l’insegnante ha a disposizione un materiale pronto per essere scelto ed usato, che facilita e garantisce il successo del suo lavoro.

Per quanto riguarda la costruzione delle scatole, io le ho con facilità realizzate in cartone, utilizzando come modelli gli esempi che trovate pubblicati in questo articolo. Il miglior tutorial (in Inglese ma semplice da seguire) che ho trovato nel WEB per realizzarle in legno è questo:

http://makingmontessoriours

Il mio tutorial per realizzarle in cartone è qui:

In alternativa alla costruzione di scatole vere e proprie (in cartone o legno) è anche possibile preparare delle “tovagliette” magari plastificate, sulle quali sono riprodotte in forma di disegno le caselle delle scatole grammaticali. Queste sono le mie:

Le scatole grammaticali Montessori

I materiali non sono progettati per insegnare la grammatica, ma per esplorare il linguaggio attraverso azioni concrete, e servono a dare ai bambini delle chiavi che essi possono usare per conoscere la struttura della lingua. Inoltre permettono di isolare ogni parte del discorso dalle altre, rendendo più facile questa esplorazione, ed allo stesso modo isolano all’interno di ognuna delle parti del discorso, le difficoltà e le eccezioni. 

Nello studio della grammatica, Maria Montessori non aveva l’obiettivo di insegnare ai bambini un elenco di regole, ma voleva che i bambini penetrassero la filosofia della loro lingua, che sentissero qual è il ruolo che il linguaggio svolge nella vita dell’uomo, e per questo si parla di psicogrammatica. 

Nell’universo agisce la forza dell’energia da un lato, e la forza della materia dall’altro. Queste forze, nell’ambito della psicogrammatica, sono rappresentate dal nome e dal verbo. La forza della materia è il nome, probabilmente la parte più antica in ogni lingua: perchè le persone potessero comunicare tra loro, è stato necessario in primo luogo chiamare gli oggetti del mondo. Per questo il simbolo del nome è la piramide nera: è stabile, antichissima, pesante. La forza dell’energia è invece il verbo, rappresentato dalla sfera rossa. Le altre parti del discorso sono aspetti che si trovano in relazione, in un modo o nell’altro, con queste due parti principali.

Anche nell’uso delle scatole grammaticali si applica questo principio base: conoscere il sostantivo ed il verbo e le altre parti del discorso in relazione ad essi. Aiutiamo il bambino a riconoscere l’importanza ed il significato del nome e del verbo, e li aiutiamo a comprendere il rapporto che le altre parti del discorso hanno con essi.

Come abbiamo visto nell’articolo precedente, nella scuola primaria diamo ai bambini presentazioni per ognuna delle parti del discorso che ne evidenzino la funzione. In genere queste presentazioni non sono individuali, ma vengono proposte a piccoli gruppi di bambini.

Nelle scatole grammaticali ogni parte del discorso è caratterizzata da un colore: come abbiamo visto, questo colore non sempre corrisponde a quello del relativo simbolo grammaticale. E’ un’incongruenza voluta, infatti Maria Montessori voleva evitare che i bambini, nel loro lavoro di approfondimento, abbinassero i cartellini ai simboli affidandosi al colore invece che al ragionamento. Nelle scatole grammaticali i colori non hanno alcun significato, se non quello di distinguere una parte del discorso dalle altre. Gli unici due colori che restano uguali rispetto a quelli dei simboli grammaticali, sono quelli relativi alle due parti più importanti del discorso: il nome ed il verbo. Per questo le scatole grammaticali in commercio, possono attribuire alle parti del discorso anche colori diversi da quelli tradizionali (sempre ad eccezione di nome e verbo, che restano nero e rosso).
Troverete anche set di scatole e cartellini che utilizzano i colori dei simboli grammaticali anche in questi materiali. Infatti alcuni insegnanti non temono il pericolo che il bambino cada in azioni meccaniche, e credono che i colori che il bambino ha interiorizzato nella Casa dei bambini in relazione alle nove parti del discorso possano essere una ricchezza da sfruttare anche nella scuola primaria.

Prima di acquistare le scatole, quindi, verificate di avere i materiali di riempimento che seguono lo stesso codice colore delle scatole.

Nelle scatole grammaticali l’interno di ogni scomparto è di un colore diverso: uno per ogni parte del discorso. Le scatole sono vuote, ad eccezione dei cartellini che indicano il nome della parte del discorso da dedicare ad ogni scomparto. Come potete vedere, ci sono in commercio anche scatole grammaticali colorate a seconda della parte del discorso che viene introdotta, ma la scelta è naturalmente libera.

photo credit: GonzagaArredi

Le scatole grammaticali Montessori

Tutto il materiale che viene usato con le scatole grammaticali viene riposto all’interno di scatole che seguono il codice colore di ogni parte del discorso. Ogni scatola grammaticale ha un corredo di materiali simili:

– all’interno delle scatole di riempimento  si ripongono i cartellini delle parole ed i cartellini della frase/sintagma. Ogni set di cartellini delle scatole di riempimento serve ad esplorare una caratteristica diversa di una particolare parte del discorso;

– all’interno di scatole aperte si ripongono cartellini dei comandi, grafici e tabelle, scatole per attività aggiuntive;

– è utile tenere insieme al materiali la scatola dei simboli grammaticali.

Le scatole grammaticali sono tenute vuote sulle mensole, accanto ai materiali relativi, e vengono riposte nell’ordine in cui vengono presentate.  

Il materiale di riempimento è contrassegnato dal colore della parte del discorso che si introduce e dai numeri romani da I a VIII (di ogni scatola grammaticale), ed è numerato per set di riempimento, per cui le scatole di riempimento saranno in otto colori diversi, e saranno etichettate, ad esempio I3, IV2, ecc.

Possiamo copiare questi codici anche sul retro di ogni cartellino contenuto in ognuna delle scatole di riempimento, e se vogliamo aggiungere una lettera per ogni ogni cartellino grande (sintagma o frase), da riportare anche sui cartellini che servono a ricomporla (ad esempio VII3b, III4f, ecc.). Se ce n’è l’esigenza, l’insegnante può preparare del materiale aggiuntivo, e sarà semplice continuare a seguire questa codifica anche per esso.

Il primo set è quello che utilizziamo per la presentazione, gli altri sono quelli che i bambini utilizzeranno per i loro esercizi.

photo credit: MATERIALEMONTESSORI.IT

L’idea delle scatole di riempimento così organizzate è esteticamente piacevole, e il codice facilita l’indipendenza del bambino e permette di mantenere tutto il materiale sempre in ordine, ma non rappresenta per i bambini un programma da svolgere rigidamente, come se si trattasse di una sequenza cronologica da eseguire. Ci saranno bambini che utilizzeranno tutte le scatole di riempimento, altri solo alcune, altri anche nessuna, perchè per loro sarà sufficiente la presentazione fatta insieme per passare ad un’altra parte del discorso.

Come abbiamo visto, le funzioni delle varie parti del discorso vengono presentate già nella Casa dei bambini, ma senza che in queste presentazioni vengano date le definizioni ed i nomi: queste vengono date una volta giunti nella scuola primaria, e questo lavoro viene fatto appunto attraverso l’uso delle scatole grammaticali. E’ il metodo che vale per tutte le parti del discorso ad eccezione del nome, che non ha una scatola grammaticale totalmente dedicata (la scatola I è infatti quella dell’articolo).

Il nome di ogni parte del discorso aiuta il bambino della scuola primaria a classificare, ordinare e sistematizzare le esperienze fatte nella Casa dei bambini sulle diverse funzioni delle parole.

Il lavoro che i bambini fanno con le scatole grammaticali è di tipo manipolativo e non è un esercizio scritto. Questo è molto importante, perchè abbinare esercizi scritti a questo materiale è il modo migliore per uccidere il divertimento che i bambini traggono da esso.

Il materiale si usa invece così: il bambino trova nella scatola una serie di cartellini più grandi, che contengono alcuni sintagmi o frasi, e i cartellini delle parole, distribuiti nelle caselle appropriate. Prende un cartellino grande, lo legge, poi utilizza i cartellini delle parole per ricomporre la frase letta.

Insieme ad ognuna delle otto scatole grammaticali, oltre alle sue scatole di riempimento, ci sono le sue scatole dei cartellini dei comandi, di solito conservati in scatole aperte, dello stesso colore di quelle di riempimento.

scatole per i comandi: photo credit

I comandi servono ad ampliare il lavoro che i bambini svolgono su quella determinata parte del discorso, ed anche possono riguardare più parti del discorso insieme, e condurre quindi a lavori di classificazione.
Molti comandi riguardano il far fare ai bambini qualcosa che normalmente non è loro permesso fare in classe: questi comandi sono molto divertenti.
In molti casi è previsto che il bambino non agisca da solo, ma che cerchi l’aiuto e la collaborazione di altri bambini, anche di altre classi (più grandi o più piccoli).
A volte i comandi richiedono che i bambini si rechino alla Casa dei Bambini per prendere dei materiali che non sono presenti in classe, ma che hanno usato quando erano più piccoli. Questo è intenzionale, serve a rafforzare i bambini nel percepire la loro crescita, a vedere il passato e il futuro, e fa bene a tutta la scuola, perchè favorisce la cooperazione tra gli insegnanti. Inoltre è un esercizio di buone maniere, perchè i bambini devono muoversi responsabilmente all’interno della scuola, ed usare i modi ed i tempi corretti nel chiedere aiuto agli altri e nel restituire il materiale.

Infine, per alcune scatole grammaticali, sono previste anche scatole per attività aggiuntive. Ad esempio, per il verbo c’è la scatola dei tempi verbali.

Alcune scatole grammaticali, poi, sono anche abbinate a proprie tabelle riassuntive o grafici, che vengono usati per ulteriori attività manipolative. Ad esempio, dopo che il bambino ha imparato a riconoscere i diversi tipi di nome, può cominciare a classificarli utilizzando questi grafici.

Ecco che possiamo farci un’idea del perchè non usiamo manuali di grammatica: con questo materiale i bambini si impegnano in un lavoro complesso fatto di lettura, apprendimento, capacità di interpretazione, classificazione, memorizzazione, analisi, cooperazione con i compagni, buone maniere, manualità e divertimento.

photo credit: Nienhuis

Le scatole grammaticali Montessori

Ricapitolando:
– introduciamo una parte del discorso con una presentazione della sua funzione in abbinamento al simbolo grammaticale
– il bambino svolge una serie di attività connesse al racconto, simili a quelle che ha svolto nella Casa dei bambini
– presentiamo una scatola grammaticale
– il bambino lavora con la scatola grammaticale e il materiale di riempimento
– il bambino lavora con i cartellini dei comandi e gli altri materiali relativi alla scatola grammaticale presentata
– il bambino lavora all’analisi di frasi, sottolineando le parole o utilizzando i simboli grammaticali.

Al termine di questo grande impegno con il materiale, infatti, si deve arrivare all’astrazione, perchè non possiamo pensare che i bambini si portino le scatole grammaticali con sé tutta la vita per riconoscere le parti del discorso. Il passaggio dalla manipolazione all’astrazione avviene grazie ad una serie di attività di analisi:

  1. sottolineare con i colori dei simboli grammaticali le parole, una ad una, all’interno di frasi scritte da loro. Questa attività costringe il bambino a porre attenzione al contesto in cui ogni parola è inserita, perchè nella nostra lingua (come in Inglese) le stesse parole possono svolgere funzioni diverse. Si tratta di un esercizio fondamentale per i bambini della scuola primaria. Può essere svolto anche aggiungendo in alto i simboli disegnati o di cartoncino.
  2. Prendere una frase, e copiarla su di un foglio, scrivendo ogni parola una sotto l’altra, in colonna. Poi, per ogni parola, scrivere a lato tutto quello che si sa su di essa.
  3. Consultare un manuale di grammatica. Maria Montessori, infatti, non voleva affatto gettare i libri fuori dalla finestra, voleva semplicemente che fossero adatti ai bambini, che per loro fossero comprensibili. Dopo il lavoro con le scatole grammaticali, avere in classe un paio di grammatiche da consultare stimola l’interesse per il linguaggio e aiuta i bambini ad esplorare nuovi aspetti della lingua. Questi testi diventano testi di ricerca, come gli altri che sono presenti in biblioteca per le altre materie di studio. Con questi testi i bambini potranno fare ricerche sulle diverse categorie di aggettivi, scoprire le definizioni date dai grammatici, confrontarle con quelle che conoscono, decidere su quali essere d’accordo.
  4. Consultazione di un dizionario etimologico. Per i bambini è molto interessante scoprire quando una parola è arrivata nella nostra lingua, e da dove. Per presentare questa attività, prepariamo un elenco di quattro o cinque parole che hanno cambiato il loro significato nel corso del tempo.
    Ad esempio, la parola collaudo, che ora significa verifica sperimentale, fino al ‘700 significava complimento o lode (con laude); ministro (da minus, meno) in Latino significava servitore e ministrare significava servire la minestra in tavola, poi divenne aiutante del Re, e poi Ministro; casino, che ora significa confusione o caos, in Latino era un diminutivo della parola casa (che prese il posto della parola domus dopo le invasioni barbariche), nel ‘500 significava villino da caccia, nel ‘600 circolo privato.

Le scatole grammaticali Montessori

Consigli aggiuntivi per l’uso delle scatole grammaticali

L’unico consiglio è quello di iniziare prima possibile, in prima classe. I bambini che hanno fatto esperienze sulla funzione delle parole nella Casa dei bambini sono molto sensibili all’approfondimento di quanto fatto. Considerando che secondo Maria Montessori il periodo sensibile per le parole va dai cinque agli otto anni, il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di completare il lavoro con le scatole grammaticali entro gli otto anni, appunto.
Questo lavoro può essere iniziato anche dai bambini che non leggono ancora benissimo, perchè li può aiutare molto a migliorare. Se il bambino proprio non sa leggere, o fatica molto a leggere una frase intera, può lavorare in coppia con un compagno che legge bene, oppure potete leggere le frasi per lui. Questo è molto importante soprattutto quando in classe ci sono bambini nuovi, che provengono da scuole diverse, perchè li farà sentire parte del gruppo anche se le loro capacità non sono pari a quelle dei nuovi compagni.
In generale potrete notare da voi come la capacità di lettura decolli grazie all’uso delle scatole grammaticali.

Iniziare quanto prima con questo materiale offre una base per il lavoro di analisi, che può essere svolto sfruttando varie occasioni. Quando ad esempio un bambino scrive qualcosa, magari mentre svolge una ricerca, possiamo chiedergli di tanto in tanto di disegnare sulle parole che ha scritto il simbolo grammaticale relativo. Per questo non serve aspettare che li conosca tutti, può cominciare anche solo col triangolo nero del nome. Osservando questo lavoro, l’insegnante può capire il livello di comprensione raggiunto da ogni bambino, e capire dove e come intervenire, o come procedere nelle presentazioni.

Come abbiamo detto, non è consigliabile fare attività di scrittura abbinate direttamente alle scatole grammaticali, perchè questo potrebbe far perdere l’interesse del bambino verso il materiale. Le attività con le scatole grammaticali sono particolarmente adatte a piccoli gruppi (2 o tre bambini insieme), in quanto stimolano la capacità di collaborazione. La scrittura è un’attività individuale.

Detto questo, ricordiamo anche che nessuna attività deve essere svolta in esclusiva, ma che più attività di una stessa area devono svolgersi parallelamente. Così, nell’area del linguaggio, parallelamente al lavoro con le scatole grammaticali, i bambini lavoreranno anche alla storia della lingua, alla composizione scritta, al linguaggio orale, alla lettura, alla letteratura, alle attività di ricerca, all’analisi grammaticale (e poi anche logica e del periodo), ecc…

Le scatole grammaticali Montessori

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali: in questo articolo affrontiamo la presentazione delle funzioni delle parole in abbinamento ai simboli grammaticali. Nella prima parte ci sono esempi di esercizi per la Casa dei bambini, di seguito un esempio di presentazione per la scuola primaria.

Consideriamo le nove parti del discorso:
– famiglia del nome: articolo, aggettivo, nome e pronome;
– famiglia del verbo: avverbio, verbo;
– particelle: preposizioni, congiunzioni, interiezioni .

Nella Casa dei bambini i simboli grammaticali servono a mostrare ai bambini che all’interno della lingua esistono dei modelli, che le parole hanno delle funzioni determinate, e che le parole cambiano, ma i modelli rimangono gli stessi. I simboli vengono utilizzati per rendere concreto ciò che è astratto, al fine di aiutare il bambino a scoprire la funzione delle parole e classificarle. Questa preparazione indiretta fornisce una base forte, a cui si aggiungono ulteriori scoperte, finché poi, nella scuola primaria,  queste conoscenze sfociano nella psicogrammatica.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

La famiglia del nome

Maria Montessori ha associato la famiglia del nome con le piramidi, che sono oggetti fissi, stabili, molto antichi e che rappresentano la materia.
Per il nome si usa una grande piramide nera, per l’aggettivo una piramide media blu, per l’articolo una piccola piramide azzurra e per il pronome una piramide allungata viola. I simboli relativi sono un grande triangolo equilatero nero, un triangolo equilatero medio blu, un triangolo equilatero piccolo azzurro e un triangolo isoscele viola.
La piramide nera ha una base larga, è solida. Ricorda la civiltà dell’antico Egitto, una civiltà antica che ha avuto un ruolo importantissimo nella storia della scrittura e dell’architettura. I nomi costruiscono le frasi. La piramide è nera perchè il nero è il colore del carbone, un combustibile, perchè i nomi sono il combustibile delle frasi. La piramide è pesante, per dare una forte impressione di  solidità.
L’aggettivo è indipendente, come un bambino della scuola primaria, mentre l’articolo dipende dal sostantivo, come un bambino piccolo dipende dalla madre.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

La famiglia del verbo

La sfera rossa rappresenta il sole, che dà vita, luce e calore. I verbi danno energia alla frase e animano la famiglia del nome.
L’avverbio è una sfera arancione più piccola.
I simboli relativi sono un cerchio rosso grande e un cerchio arancione medio.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Le particelle
La congiunzione è un piccolo parallelepipedo rosa, che unisce come un trattino due parole o due parti di una frase. Il simbolo relativo è un rettangolo rosa.
La preposizione è un arco verde, che collega come un ponte due oggetti tra di loro. Il simbolo relativo è una mezzaluna verde.
L’interiezione è una piramide dorata con una sfera posta sull’apice; somiglia ad una serratura, e ricorda la forma del punto esclamativo.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Simboli e carte dei simboli

Per le prime presentazioni utilizziamo i simboli solidi, immagini dall’universo.

I simboli solidi possono essere realizzati facilmente con la pasta di sale:

Sappiamo tutti quanto sia importante fare una prima buona impressione. Nella didattica Montessori ci sono presentazioni che hanno lo scopo di lasciare sui bambini un’impressione profonda e duratura, accendendo la loro immaginazione.
Le storie per presentare le funzioni delle parole possono essere varie; l’importante è che siano brevi, semplici e memorabili. Un primo esempio di racconto per presentare la funzione delle parole è pubblicato qui:  Fiaba per le parti del discorso 

ed è particolarmente indicata coi bambini più piccoli, ma si può considerare tranquillamente di proporla anche nella scuola primaria, in alternativa a quella presentata nella seconda parte dell’articolo. Potete anche scegliere un racconto più complesso, che si deve svolgere nell’arco di più giorni: Il Paese di Grammatica.

Sia nella scuola d’infanzia, sia nella scuola primaria, l’atmosfera che si crea durante il racconto è importantissima, indipendentemente dal racconto che scegliamo: bisognerebbe parlare ai bambini come se si stesse svelando loro un grande segreto.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Presentazione dei simboli grammaticali 

Con i nostri alfabeti creiamo centinaia di parole, ma non sono tutte uguali: ogni parola ha il suo compito. Ci sono nove tipi di compiti che le parole possono svolgere per noi. Questi compiti si chiamano funzioni.
A seconda della loro funzione, tutte le parole possono essere divise in nove famiglie speciali: queste famiglie si chiamano “parti del discorso”.
I nomi di queste parti del discorso sono: nome, articolo, aggettivo, verbo, avverbio, pronome, congiunzione, preposizione e interiezione.
In classe abbiamo un colore speciale ed un simbolo per ognuna di queste famiglie. (Mostrare la scatola dei simboli grammaticali).

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

LA FUNZIONE DELLE PAROLE NELLA CASA DEI BAMBINI 

Nella Casa dei bambini si possono svolgere molti esercizi che servono a comprendere la funzione delle parole. Ne faccio una panoramica che può essere utile anche nella scuola primaria, soprattutto se i bambini non hanno frequentato una scuola d’infanzia montessoriana. Verranno trattati dettagliatamente in articoli specifici.
Si tratta di attività che portano il bambino ad avere un’esperienza sensoriale delle funzioni delle varie parti del discorso, e sono pensati per focalizzare l’attenzione del bambino su una parola alla volta. L’esperienza sensoriale è rafforzata dall’uso dei simboli colorati, che aiutano il bambino anche ad interiorizzare l’ordine delle parole nella frase.
Non di tratta di lezioni di grammatica, ma di esperienze sulla funzione delle parole. Per questo non vengono fornite ai bambini definizioni. Facendo queste esperienza, il bambino apprende comunque i nomi delle varie parti del discorso. Ad esempio, quando lavora col gioco dei triangoli, impara la parola “aggettivo” ed il suo significato.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Normalmente le parti del discorso vengono presentate, nella scuola primaria, in questo ordine: nome, articolo, aggettivo, congiunzione, preposizione, verbo, e l’avverbio. Nella Casa dei bambini il bambino svolge un lavoro di preparazione allo studio della grammatica vero e proprio, che avverrà nella scuola primaria. Generalmente in prima classe (6 – 7 anni) si studiano approfonditamente:
– nome
– articolo
– aggettivo
– pronome
– verbo
e si prosegue in seconda classe (7 – 8 anni) con:
– modi, tempi e forme verbali
– preposizioni
– avverbi
– congiunzioni
– interiezioni.

Facendo molti esercizi sulla funzione delle parole, già nella scuola d’infanzia il bambino vedrà crescere il proprio interesse per la lingua che parla, e si renderà conto che le parole hanno funzioni speciali e che possono essere classificate in base a queste loro funzioni. Il requisito per la presentazione di questi esercizi, è che il bambino sappia leggere la maggior parte delle parole con facilità. D’altra parte questi esercizi rappresenteranno per lui anche un buon esercizio di lettura.

Poiché il bambino si trova nel periodo sensibile del linguaggio, ogni nuova funzione delle parole che gli viene presentata rappresenta per lui un’interessante nuova scoperta. La maggior parte di questi esercizi non sono individuali, ma prevedono il lavoro in piccoli gruppi. Le attività, oltre ad essere interessanti, sono molto divertenti.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

ESEMPI DI ESERCIZI SULLA FUNZIONE DELL’ARTICOLO NELLA CASA DEI BAMBINI

Durante la normale giornata a scuola, inseriamo vari giochi verbali che pongano l’attenzione dei bambini sugli articoli. Ad esempio diciamo loro “Mostrami UNA sedia”, “Indicami GLI spazzolini da denti. Indicami LO spazzolino da denti che usi tu”. Facciamo anche notare, ad esempio, che diciamo IL cavallo e non LO cavallo, e vari altri esempi simili, ogni volta che se ne presenta l’occasione.

Prepariamo una scatola degli oggetti, contenente numerosi oggetti. Alcuni di questi oggetti saranno in un unico esemplare, altri in più esemplari identici (singolare e plurale, determinativi e indeterminativi).
La scelta degli oggetti deve essere accurata: cominceremo con oggetti che cominciano con le consonanti, poi, per introdurre l’uso degli articolo apostrofato, aggiungeremo anche oggetti che cominciano per vocale. Selezioniamo con altrettanta attenzione maschili e femminili.
Per ogni scatola che prepariamo per il bambino, scriviamo anche i cartellini:
–  dei nomi degli oggetti
–  degli articoli da abbinare
– cartellini di controllo (che contengono il giusto abbinamento articolo – nome).

Per presentare l’esercizio ai bambini, mettiamo sul tappeto la scatola degli oggetti e, a un lato del tappeto, formiamo una colonna dei nomi e una colonna degli articoli, in ordine casuale.

Togliamo il primo oggetto (o gruppo di oggetti identici) dalla scatola, e mettiamolo sul tappeto, quindi scegliamo il nome adatto e aggiungiamo davanti ad esso l’articolo.

A seconda degli obiettivi che vogliamo raggiungere con l’esercizio, facciamo gli esempi necessari per dare ai bambini le indicazioni necessarie (ad esempio su singolare e plurale, o su determinativo e indeterminativo).

Quando il bambino è pronto, può proseguire da solo. Al termine del lavoro aggiungerà allo schema i cartellini di controllo.

Il gioco può essere variato. Ad esempio possiamo scrivere dei piccoli comandi al momento, per far indovinare al bambino l’oggetto che vogliamo prendere dalla scatola, oppure possiamo commettere “errori” nell’abbinare articolo e nome, e il bambino dovrà correggerci.

Esercizi con carte illustrate e cartellini possono essere preparati nello stesso modo, sostituendo appunto alla scatola degli oggetti carte illustrate appositamente preparate per i bambini.

Esercizi di compilazione di elenchi. Incoraggiamo i bambini a compilare elenchi (articolo e nome) di oggetti presenti nella classe o nella Fattoria. La Fattoria è un materiale piuttosto costoso, che si presta a molte attività nell’area linguistica. Può essere sostituita da una casa di bambola; io faccio così, in effetti, aggiungendo molti animali di plastica e gruppi di oggetti:

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Questa è una fattoria, completa di cartellini, che ho preparato in versione stampabile:

La fattoria (o la casa di bambole, lo zoo, il negozio, la strada) sono giochi che  incoraggiano lo sviluppo del linguaggio verbale e contribuiscono, accompagnati da cartellini appositamente preparati, a comprendere la grammatica e la sintassi.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

ESEMPI DI ESERCIZI SULLA FUNZIONE DELL’AGGETTIVO NELLA CASA DEI BAMBINI

Durante la normale giornata a scuola, inseriamo vari giochi verbali che pongano l’attenzione dei bambini sugli aggettivi. E’ un lavoro che si fa normalmente utilizzando il materiale sensoriale (spolette dei colori, tavolette tattili ecc…), e durante le attività di vita pratica. Poniamo durante la giornata domande del tipo: è pulita? Di cosa è fatta? Mi descrivi i tuoi vestiti?
Possiamo poi fare dei giochi, tipo comandi, dicendo ai bambini: “Alzino le mani i bambini coi capelli biondi”, “si accuccino sotto il banco tutti i bambini che hanno scarpe scure”,  ecc.

Prepariamo una scatola degli oggetti contenente molti oggetti che in qualche modo sono legati tra loro, con la possibilità di differenziarli con gli aggettivi qualificativi per dimensione, colore, ecc.
Prepariamo una serie di cartellini di frasi che descrivono ciascun oggetto, ad esempio: la poltrona grande azzurra, il cane piccolo marrone, l’uomo alto anziano, ecc.

Prepariamo poi i cartellini delle parole che compongono ciascuna delle frasi che abbiamo preparato, divisi in nomi, articoli, aggettivi. I cartellini possono essere messi in buste o scatoline separate che recano il simbolo appropriato. Si possono anche usare dei casellari, come questi: 

Ogni gruppo di cartellini preparati, deve fare naturalmente riferimento alle frasi e agli oggetti di un determinato set. I bambini devono comporre le frasi prendendo nomi, articoli e aggettivi appropriati, e abbinare ad essi l’oggetto che descrivono.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Esercizi con la fattoria (la casa di bambola, lo zoo, ecc…).

Sediamoci vicino alla fattoria e prendiamo sei oggetti (o sei animali), quindi diciamo ai bambini: “Sto pensando ad una di queste cose. Vi aiuterò a scoprire qual è”.
Scriviamo su un cartellino, in nero, l’articolo e il nome, ad esempio “Il cavallo”.
Il bambino legge il cartellino, prende un cavallo e lo pone accanto al cartellino. Allora diciamo: “Hai preso l’animale della specie giusta, ma io stavo pensando ad un altro cavallo…”
Aggiungiamo quindi un aggettivo al cartellino, scrivendolo in rosso, ad esempio “marrone”.
Il bambino legge il cartellino, quindi prende l’oggetto giusto.
Ripetere il gioco con altri oggetti, anche utilizzando più aggettivi insieme.

Per portare l’attenzione sull’ordine della parole, possiamo fare lo stesso gioco scrivendo prima gli aggettivi, poi nomi e articoli. Quando il bambino ha abbinato l’oggetto corretto, tagliamo il cartellino e rimettiamo le parole nel giusto ordine. Ad esempio scriviamo prima “giallo” “piccolo” e poi “il piatto”

Per rinforzare l’uso dei simboli grammaticali, possiamo chiedere ai bambini: “Qual è la parola che ci dice il nome dell’oggetto che voglio?”. Posizioniamo il triangolo nero sulla parola “piatto”. “Quali sono le parole che ci spiegano meglio quale tipo di piatto?”. Posizioniamo un triangolo blu sulla parola “giallo” e un altro triangolo blu sulla parola “piccolo”. “Qual è la parola che ci dice che sta per arrivare un nome? Che ci dice se c’è un piatto o ce ne sono tanti?”. Posizioniamo un triangolino azzurro sulla parola “il”.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Esercizi scritti e simboli. Incoraggiamo il bambino a scrivere frasi per descrivere vestiti, oggetti preferiti o altro, e poi ad aggiungere alle parole i simboli grammaticali (disegnandoli o usando i simboli di cartoncino pronti), o usando simboli pronti di carta da incollare.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Caccia agli aggettivi. Chiediamo ai bambini di cercare gli aggettivi in un libro di lettura, a sottolinearli oppure ad elencarli su un foglio.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Logico Gioco con l’aggettivo. Prepariamo dei set di cartellini composti da una decina di cartellini neri per i nomi, e una decina di cartellini blu per gli aggettivi. Mettiamo i cartellini in due buste o scatoline separate, che recano ciascuna il proprio simbolo grammaticale.
Il bambino prende i nomi, li legge uno ad uno e li pone in colonna, uno sotto l’altro, sul tappeto. Poi prende gli aggettivi, li legge uno ad uno e li pone in colonna, uno sotto l’altro, a destra della colonna dei nomi. Si formeranno così abbinamenti nome-articolo casuali. I bambini li leggono (di solito si formano abbinamenti divertenti). Poi lascia al loro posto gli aggettivi appropriati, e raccoglie quelli che non lo sono. Rilegge uno alla volta gli aggettivi, e li abbina al nome più adatto.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Esercizi di scrittura di aggettivi. Diamo al bambino un cartellino del nome e una serie di cartellini di aggettivi. Il bambino copia il nome sul quaderno, poi aggiunge ad esso quanti più aggettivi possono essere appropriati.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Il gioco dei triangoli per l’aggettivo. E’ dettagliatamente spiegato qui, con il tutorial per costruirlo e le istruzioni di gioco:

Il gioco dei triangoli

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

ESEMPI DI ESERCIZI SULLA FUNZIONE DELLA CONGIUNZIONE NELLA CASA DEI BAMBINI

Facciamo coi bambini vari giochi verbali che li aiutino a riconoscere la funzione della congiunzione. Ad esempio si può giocare alle associazioni: si dice una parola, e i bambini devono aggiungere una cosa che si abbina ad essa (calze e scarpe, bottiglia e bicchiere, testa e cappello, scopa e paletta, ecc…)

Gioco della congiunzione. Prepariamo sul tappeto un mazzolino di fiori di vari colori tenuti insieme con un nastro rosa, oppure un fascio di pennarelli o di matite. Lasciamo che il bambino identifichi i colori dei fiori (o delle matite o dei pennarelli) e sciogliamo il nastro rosa. Prendiamoli in mano e andiamo col bambino a distribuire i fiori per la classe, poi torniamo al tappeto.


Scriviamo su un cartellino “i fiori rosa”, diamo il cartellino al bambino e chiediamogli di portarci quello che abbiamo scritto.
Mettiamo i fiori rosa sul tappeto, e sotto ad essi poniamo il cartellino.
Consegniamo al bambino un secondo cartellino: “i fiori gialli”.
Il bambino ci porta anche i fiori gialli, e lo poniamo insieme al cartellino sul tappeto, accanto ai fiori rosa.
Consegniamo al bambino un terzo cartellino: “i fiori blu”.
Il bambino ci porta anche i fiori blu, e lo poniamo insieme al cartellino sul tappeto, accanto ai fiori gialli.
Tra i tre gruppi di fiori aggiungiamo due cartellini “e” scritti in rosso, e leggiamo: “I fiori rosa e i fiori gialli e i fiori blu”.


Leghiamo di nuovo tutti i fiori col nastro rosa e mettiamo i simboli sulle congiunzioni.

Esercizi per il raggruppamento di oggetti uniti da congiunzioni possono essere fatti preparando scatole degli oggetti e cartellini, e con la fattoria (la casa di bambola, lo zoo, ecc…).

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

ESEMPI DI ESERCIZI SULLA FUNZIONE DELLA PREPOSIZIONE NELLA CASA DEI BAMBINI

Si possono fare coi bambini vari giochi verbali sulle preposizioni. Ad esempio possiamo dare loro dei semplici comandi: sali sulla sedia, vai in giardino, metti le mani in tasca, cammina da destra a sinistra, ecc… Oppure possiamo giocare con gli oggetti della fattoria facendo provare ai bambini la posizione di un dato personaggio rispetto agli oggetti: metti il gallo sull’albero, sposta l’asino dalla stalla al recinto, ecc…

Prepariamo una scatola degli oggetti (ad esempio un mazzo di fiori nel vaso, alcune matite in un astuccio, e simili) da abbinare a cartellini della frase e cartellini delle parole, sempre suddivisi in buste o scatoline contrassegnate dal simbolo grammaticale.

Esercizi con la fattoria (la casa di bambola, lo zoo, ecc…). Scriviamo una frase che contenga aggettivi, articoli, nomi, preposizioni e congiunzioni, ad esempio: “la teiera rossa sul vassoio grande con la zuccheriera e una tazza sul piattino e un cucchiaino sul tovagliolo”.
Il bambino legge i cartellini e mette insieme gli oggetti. Poi compone la frase usando i cartellini delle parole (sempre divisi per tipo in casellari, buste o scatoline, di colori diversi e contrassegnati dal simbolo grammaticale). Chiediamo al bambino: “Quali sono le parole che vi hanno spiegato dove mettere esattamente gli oggetti? Su ognuna di queste parole, mettete il ponte verde”.  Si può completare l’esercizio mettendo sopra ad ogni parola il simbolo grammaticale corretto.
Possiamo anche preparare dei cartellini di comandi che il bambino legge e usa per ricreare la scena descritta, usando gli oggetti della fattoria, ad esempio: tre maiali sul tetto del fienile, una papera dietro al cane, ecc…

Esercizi scritti: incoraggiamo il bambino a scrivere proprie frasi utilizzando le preposizioni.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

ESEMPI DI ESERCIZI SULLA FUNZIONE DEL VERBO NELLA CASA DEI BAMBINI

Si possono fare vari giochi sul verbo con i bambini, ad esempio dare loro cartellini dei comandi che contengono azioni da eseguire.
Possiamo metterci accanto al tappeto, scrivere su un cartellino un verbo e darlo al bambino. Il bambino legge ed esegue l’azione, ad esempio “ridere”. Chiediamogli: “Puoi portarmi ridere?”. Il bambino ci penserà, e risponderà di no. Chiediamogli: “Puoi farlo?”, e il bambino risponderà di sì.
Facciamo la stessa cosa con altri verbi, di modo che il bambino capisca che l’azione può essere eseguita, ma non manipolata, presa, portata.
Il bambino, attraverso questi esercizi, si rende conto della differenza tra energia e materia.

Esercizi con la fattoria (la casa di bambola, lo zoo, ecc…). Prepariamo sul tappeto una raccolta oggetti, la scatola dei simboli grammaticali e una decina di cartellini rossi dei verbi. Il bambino legge un verbo e inventa una scena utilizzando quel verbo e gli oggetti che ha a disposizione. La frase può essere scritta su una striscia, e su ogni parola si metteranno i simboli grammaticali corretti.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

ESEMPI DI ESERCIZI SULLA FUNZIONE DELL’AVVERBIO NELLA CASA DEI BAMBINI

Vari giochi verbali possono essere fatti coi bambini, chiedendo loro di eseguire azioni in un determinato modo, ad esempio camminare velocemente, parlare piano, cantare tristemente, ecc… Possiamo anche usare cartellini dei comandi da leggere ed eseguire. Gli esercizi sugli avverbi aiutano il bambino a capire il contenuto emotivo della scrittura.

Scriviamo un verbo in nero e un avverbio in rosso, ad esempio: “ridere forte”. Il bambino eseguirà l’azione, come indicata. Ripetiamo con altri esempi: parlare lentamente, muoversi furtivamente, sorridere teneramente, camminare tristemente. Dopo ogni azione eseguita, mettere il cartellino sul tappeto, ed aggiungere i simboli grammaticali, per evidenziare gli avverbi. Chiediamo ai bambini: “Qual è la parola che ti è servita per capire come eseguire l’azione?”.

Gioco logico sugli avverbi: scegliamo una decina di verbi, scritti su cartellini rossi, e una decina di avverbi scritti su cartellini arancioni. Mettiamo i cartellini in due buste o scatoline separate e contrassegnate dai relativi simboli grammaticali.


Il bambino prende i verbi, li legge uno ad uno e con essi forma sul tappeto una colonna. Poi prende gli avverbi, e fa la stessa cosa, formando una seconda colonna a destra di quella dei verbi. Si formeranno così degli abbinamenti verbo-avverbio casuali, alcuni dei quali avranno un senso, mentre altri saranno assurdi.

Lasciare sul tappeto gli avverbi sensati, raccogliere gli altri e cercare di fare con essi abbinamenti corretti. Terminato il lavoro, il bambino può mettere su ogni colonna il simbolo grammaticale corretto.

Esercizi scritti. Possiamo dare ai bambini un cartellino del verbo e chiedergli di copiarlo sul suo quaderno e di aggiungere una lista di avverbi, cioè di indicazioni su come l’azione può essere eseguita. Possiamo fare la stessa cosa anche dandogli un cartellino del verbo ed un certo numero di cartellini degli avverbi (alcuni appropriati ed altri no), ed il bambino comporrà la sua lista sul tappeto.

Caccia di avverbi: il bambino può cercare avverbi su giornali e riviste e sottolineare quelli che trova.

Lettura interpretata: Prepariamo una busta o una scatolina con dei cartellini che contengono frasi o brani tratti da testi letterari, che descrivano in modo dettagliato le azioni dei personaggi o il loro stato emotivo mentre le eseguono. All’inizio proponiamo frasi che contengano una sola azione, poi inseriamo anche frasi più complesse. Il bambino legge ed interpreta i brani. Facendo questo, deve prestare attenzione al significato esatto delle parole, ma anche al significato esatto della frase nel suo complesso, cioè all’ordine delle parole.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

ESEMPI DI ESERCIZI SULLA FUNZIONE DEL VERBO TRANSITIVO E INTRANSITIVO NELLA CASA DEI BAMBINI

Raduniamo un piccolo gruppo di bambini. Ad uno di essi diamo un cartellino con un verbo transitivo, ad esempio “passeggiare per la classe”, e diciamo di leggere l’azione ed eseguirla. Mentre il bambino continua a passeggiare per la classe, diamo ad un altro bambino un cartellino con un verbo transitivo, ad esempio: “srotolare un tappeto”. Il secondo bambino legge il suo cartellino ed esegue l’azione.
Diamo ad un terzo bambino un cartellino con un altro verbo transitivo, ad esempio, “mettere una matita rossa sul tavolo”. Continuare così finché i bambini non notano le differenze tra la prima azione e le altre. I verbi intransitivi non hanno un oggetto e proseguono nel tempo, mentre i verbi transitivi hanno un oggetto e una volta eseguiti si fermano. Non serve dare ai bambini la terminologia, l’importante è che capiscano questa differenza.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

ESEMPI DI ESERCIZI SULLA FUNZIONE DEI TEMPI VERBALI NELLA CASA DEI BAMBINI
Scriviamo una frase su un cartellino, ad esempio “portare un libro”. Un bambino legge il cartellino, mentre noi eseguiamo l’azione dicendo: “Sto portando un libro”.
Chiediamo al bambino di rileggere il cartellino. Senza fare nulla, diciamo: “Ho portato un libro”.
Ripetere con altri esempi, finché il bambino non si rende conte che il presente dura per il tempo necessario al completamento dell’azione, e che una volta che essa è finita, diventa passato.

Scriviamo una frase che contenga un verbo non di movimento, ad esempio: pensare alla mamma. Il bambino legge ed esegue l’azione.  Dopo una pausa, chiediamo al bambino: “Cosa hai fatto?” e lui risponderà: “Ho pensato alla mamma”. Diciamo al bambino: “Adesso stai parlando con me”.
Facciamo altri esempi simili, finché il bambino non si rende conto che alcuni verbi si riferiscono ad azioni visibili, mentre altri verbi sono invisibili.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticale
LA FUNZIONE DELLE PAROLE NELLA SCUOLA PRIMARIA

(trovi altre presentazioni e materiali stampabili pronti negli articoli dedicati ad ogni parte del discorso)

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali – IL NOME

Poniamo il simbolo del nome sul tappeto, mentre i bambini si radunano per ascoltare la storia.

Quando eravate piccoli, avete imparato a parlare. Le prime parole che avete usato erano probabilmente “mamma”, “papà”, oppure “gatto”. Sono tutte parole che servono a denominare le cose. Forse quando i primi uomini sulla terra iniziarono a parlare tra loro, usarono per prime le parole “fuoco”, “cibo”, “bambino”. Anche se questi uomini vissero moltissimo tempo fa, le parole che usarono esistono ancora oggi. Gli esseri umani usano le parole per dare un nome ad ogni cosa. Le parole che usiamo per dare un nome alle cose sono parole molto speciali. Sono solide e stabili. Rappresentano le cose del nostro mondo.
Per questo usiamo questa piramide nera per rappresentare queste parole: la piramide è infatti molto antica e molto stabile, ha una base molto larga. Usiamo il colore nero perchè è il colore del carbonio, l’elemento più antico e diffuso sulla terra.
Queste parole si chiamano NOMI e servono a chiamare le persone, i luoghi e tutte le cose del nostro mondo.

Anche se questo racconto è estremamente semplice, è sufficiente a stimolare i bambini ad etichettare con il relativo nome tutti gli oggetti presenti nell’aula, a fare liste di nomi di cose che vedono per strada, a casa, ecc…, a porre il simbolo del nome in modo appropriato nelle loro frasi scritte.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali – L’ARTICOLO

Poniamo il simbolo del nome e dell’articolo sul tappeto, mentre i bambini si radunano per ascoltare la storia. Mettiamo sul tappeto anche alcuni oggetti, ad esempio un pennarello, una matita e due tubetti di colla.

Cercando i nomi attorno a voi, ed anche nelle frasi e nelle storie, avete notato che ci sono anche altri tipi di parole? Parole che fanno un lavoro diverso dal nome? Ci sono ad esempio un gruppo di parole, molto corte, che fanno un lavoro molto importante…
Chiediamo a un bambino di portarci una matita, posiamola sul tappeto sotto al simbolo del nome e scriviamo il cartellino “la matita”. Poi facciamo portare un pennarello e scriviamo “il pennarello”. Infine facciamoci portare una delle due colle e scriviamo “una colla”.

Sappiamo che queste parole sono nomi (indichiamo i nomi sotto la piramide nera). Queste altre parole non sono nomi (indichiamo gli articoli): il loro compito è quello di segnalare che presto arriverà un nome. Noi chiamiamo queste parole ARTICOLI. Nella nostra lingua ce ne sono nove in tutto. In Inglese ce ne sono soltanto tre. Alcune lingue ne hanno molti di più e alcune lingue non ne hanno affatto.
Per gli articoli usiamo una piccola piramide, perchè l’articolo fa parte della famiglia del nome, e serve sempre ad annunciare che sta arrivando un nome dopo di lui. La parola articolo deriva dal Latino e significa “piccolo membro”. L’articolo è infatti un piccolo membro della famiglia del nome. Ma anche se piccolo, è un membro molto importante.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali – L’AGGETTIVO 

Poniamo il simbolo del nome, dell’aggettivo e dell’articolo sul tappeto, mentre i bambini si radunano per ascoltare la storia.

Abbiamo parlato dei nomi e degli articoli, ed ora è il momento di conoscere un nuovo simbolo.
Chiediamo ad un bambino di portarci una matita. Il bambino ce ne porta una, ma noi diciamo: “Grazie, ma non è quella che voglio”. Chiediamo quindi ad un altro bambino di portarci una matita, e ancora diciamo: “Grazie, ma non è quella che voglio”. Chiediamo allora ad un terzo bambino: “Mi porti una matita gialla?” (o di un altro colore, se una matita gialla era già stata portata).
E’ stato difficile per me avere la matita che volevo, finché non ho aggiunto un’altra parola alle parole “una matita”. Il simbolo di cui parliamo adesso rappresenta le parole che usiamo per descrivere un nome. Queste parole possono dirci il colore del nome, o il numero, oppure molte altre cose: se è freddo, caldo, pesante, leggero, pieno, vuoto, grande, piccolo…
Usiamo una piramide media, di colore blu scuro, perchè questa parola fa parte della famiglia del nome e sta sempre accanto ad esso, di solito nella nostra lingua viene dopo, ma a volte può anche stare prima. In Inglese invece si mette sempre prima.
A volte possono esserci anche due o più di queste parole, ad esempio io posso dire “una matita gialla”, oppure “una piccola matita gialla”, oppure “una matita gialla nuova”.
Questo genere di parole di chiama AGGETTIVI. La parola aggettivo deriva dal Latino e significa “che aggiunge qualcosa a”, e si aggiunge infatti al nome per descriverlo o dirci qualcosa di più su di lui.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali  – IL VERBO

Prepariamo una serie di cartellini di nomi scritti in rosso ed una serie di cartellini di verbi scritti in nero; ad esempio: fazzoletto forbici elastico candela, e saltare sorridere camminare applaudire.
Chiediamo ai bambini di portarci un fazzoletto, le forbici, un elastico, una candela, e via via poniamo il cartellino accanto all’oggetto.
Ora chiediamo ai bambini di portarci saltare. Naturalmente i bambini si metteranno a saltare davanti a noi, allora diremo: “Questa è una buona dimostrazione di come si fa a saltare, ma non possiamo mettere niente accanto al cartellino…”
Chiediamo di portarci sorridere, poi camminare, poi applaudire. I bambini presto si renderanno conto di non poterlo fare: non si può portare alla maestra sorridere, camminare o applaudire.
Indichiamo i nomi e chiediamo: “Vi ricordate che tipo di parole sono queste?” I bambini diranno che si tratta di nomi.
Poi indichiamo i verbi e diciamo: “Queste parole sono diverse. Sono cose che si possono fare, hanno movimento ed energia.
Mettiamo in alto il simbolo del nome e il simbolo del verbo.


Ricordate che il sostantivo è solido e stabile, se gli do una spinta non va molto lontano. Ma guardate cosa succede se do una spinta a questo…Va molto lontano ed ha l’energia di muoversi liberamente, in qualsiasi direzione. Usiamo una sfera rossa per rappresentare queste parole perchè il rosso è il colore del fuoco e la sfera è la forma del sole, che dà energia alla terra.
Queste parole si chiamano VERBI. La parola verbo deriva dal Latino e significa “parola per eccellenza”, cioè la parola più importante di tutte nella frase.”

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali – LA PREPOSIZIONE

Diamo ad ogni bambino una molletta da bucato e diciamo che useremo queste mollette per imparare un nuovo tipo di parole. 
Ora vi darò delle indicazioni, e voi dovrete seguirle e dirmi ogni volta la posizione della molletta.”
“Mettete la molletta sulla vostra testa. Dove si trova?” Si trova sulla testa.
“Mettete la molletta in tasca. Dove si trova?” Si trova in tasca.
“Mettete la molletta insieme a quelle degli altri. Dove si trova?” Si trova con le altre

“Nascondete la molletta tra le mani. Dove si trova?” Si trova nelle mani
“Mettete la molletta sulla schiena. Dove si trova?” Si trova dietro.

Continuare così a piacere. Poi mostriamo ai bambini il simbolo grammaticale e diciamo: “Come simbolo per questo tipo di parole usiamo un ponte verde.  Queste parole ci dicono la nostra posizione. Possiamo essere sul ponte, sotto il ponte, davanti al ponte, accanto al ponte, sopra il ponte… Chiamiamo queste parole PREPOSIZIONI.  La parola preposizione deriva dal Latino e significa “messo davanti” perchè si mette davanti al secondo nome e serve a stabilire una relazione tra due nomi.”

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali – L’AVVERBIO

 Scriviamo dei cartellini con dei verbi (in rosso) e degli avverbi (in arancione) e mettiamoli sul tappeto insieme ai simboli grammaticali del verbo e dell’avverbio.


Ecco un altro simbolo che rappresenta una parola che può muoversi liberamente attorno al verbo come il nostro pianeta di muove attorno al sole. Proviamo.” Facciamo rotolare l’avverbio attorno al verbo.
Leggiamo questo cartellino: camminare. Camminare è un verbo. Ora voglio aggiungere ad essa la parola lentamente”. Continuiamo, ad esempio, con respirare profondamente, cantare dolcemente, parlare allegramente, mangiare poco.
“Queste parole vengono aggiunte al verbo per dirci come eseguire l’azione. Si chiamano AVVERBI, che significa “aggiunti al verbo”. 
Leggendo i cartellini sul tappeto, i bambini possono notare che molti avverbi terminano in -mente. Possiamo anche farlo notare noi, e dire che è vero che molti avverbi terminano così, ma non tutti.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali – IL PRONOME

Prepariamo dei semplicissimi cappellini di carta viola  a forma di cono. Su ogni cono scriviamo un pronome personale: io, tu, lui (egli), lei (ella), esso, noi, voi, loro (essi, esse).

Prepariamo anche serie di frasi scritte su cartellini, facendo riferimento ai nomi dei bambini, ad esempio: Maria dà la matita ad Antonio; Massimo legge un libro alla classe; Alma e Gaia giocano a carte con Giovanni ecc…
Ho preparato questi cappellini per voi, li useremo nella nostra lezione. Ora leggerò questa frase: Maria dà la matita ad Antonio. Antonio e Maria, venite“. Diamo a Maria il cappello col pronome LEI e ad Antonio il cappello col pronome LUI. Ora diciamo: “Lei dà la matita a lui“.
Facciamo altri esempi: “Massimo legge un libro alla classe“. Diamo a Massimo il cappello col pronome LUI (o egli) e mettiamo il cappello NOI al centro della classe. Ora diciamo: “Lui legge un libro a noi“.
Proseguiamo fino a quando non avremo utilizzato tutti i cappelli.
Queste parole svolgono un lavoro molto importante: prendono il posto dei nomi. Si alzano in piedi con fierezza e sono viola”. Mostriamo il simbolo. “Queste parole si chiamano PRONOMI. La parola pronome deriva dal Latino e significa ‘al posto del nome’.”

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali – LA CONGIUNZIONE

Prepariamo dei nastrini rosa e un mazzolino di fiori di due colori diversi.

Diamo ad ogni bambino una coppia di fiori di colori diversi, e chiediamo loro di legarli insieme con un nastrino rosa. Diciamo loro frasi del tipo: “Vuoi il fiore giallo e il fiore arancione?”, “Vuoi legare insieme quello giallo e l’altro?” “Ti do sia il fiore giallo sia il fiore arancione”, “Ti do questo e anche questo”, “Ti do questi fiori affinché li leghi insieme”, ecc…
Mettiamo alcuni cartellini di congiunzioni usate sul tappeto, e diciamo: “Questo parole servono ad unire tra lo delle parole o delle frasi. Si chiamano CONGIUNZIONI. Congiunzione significa ‘unire con’. Usiamo questo rettangolino rosa per ricordare il nastro rosa che abbiamo usato per tenere uniti i nostri fiori. 
Spesso capita che vedendo il simbolo della congiunzione i bambini dicano che somiglia a una gomma da masticare. Se vi succede, potete dire che è un buon modo per ricordarsi la funzione della congiunzione, perchè la gomma da masticare è appiccicosa e quindi può unire tra loro le cose, come il nastro.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali – L’interiezione 

Per l’interiezione possiamo prendere come modello la presentazione del punto esclamativo, utilizzando una clava disegnata o di plastica. Raccontando la storia, ogni volta che pronunciamo un’interiezione, alziamo la clava in verticale, facendola sembrare un punto esclamativo.


Vi racconto una storia accaduta tantissimi anni fa, quando gli uomini vivevano ancora nelle caverne e andavano a caccia per procurarsi il cibo. Una sera un uomo prese la sua clava e uscì dalla caverna per andare a cercare qualcosa da portare alla sua famiglia per cena. Dopo qualche ora l’uomo tornò a casa, stanco e avvilito. La sua famiglia lo stava aspettando. I bambini dissero: “Papà è tornato! Ma dov’è il cibo?”. E il papà rispose: “Oh! Stasera non c’è cibo”.
Il giorno seguente l’uomo uscì di nuovo, e rientrò alla caverna ancora più tardi. Era stanco. La sua famiglia lo stava aspettando e gli chiese: “C’è qualcosa da mangiare?”. E lui rispose: “Ahimè! Stasera niente cibo”.
Il terzo giorno il papà uscì di nuovo. Aveva piovuto. L’uomo era uscito già da molto tempo, e quando rientrò i bambini non gli chiesero nemmeno se aveva trovato qualcosa per cena. Lui mise un bel pezzo di carne sul sasso che nella caverna faceva da tavolo e disse: “Evviva! Stasera si mangia!”.

La famiglia applaudì al papà gridando:”Evviva!”, “Urrà!”. E il papà fu molto felice.
Mettiamo sul tappeto i cartellini delle interiezioni che abbiamo usato durante il racconto. Poi aggiungiamo ad ogni interiezione una breve frase.
“Come vedete le frasi possono stare anche da sole, ma diventano molto più interessanti con l’aggiunta di queste parole. Esse aggiungono il sentimento di chi parla. Questa parole si chiamano INTERIEZIONI. Interiezione deriva dal Latino e significa ‘gettare tra qualcosa’. Noi gettiamo queste parole tra le frasi  per esprimere le nostre emozioni.”
Se questa presentazione non vi piace, potete anche far leva sulla somiglianza del simbolo dell’interiezione ad una serratura, e dire ai bambini che l’interiezione è la chiave delle emozioni, in una frase.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Album Montessori per l’area linguistica 6-9 anni

Nel corso degli anni ho pubblicato nel sito moltissime presentazioni relative all’area linguistica per la fascia d’età 6-9 anni. Le trovi qui:

AREA LINGUISTICA MONTESSORI

Il progetto è quello di realizzare e mettere a disposizione gli album Montessori per l’area linguistica… ci sto lavorando.

La mole di argomenti richiede una suddivisione per aree:

1: LETTURA, SCRITTURA E CALLIGRAFIA
2: STUDIO DELLE PAROLE
3: ANALISI GRAMMATICALE
4: ANALISI LOGICA E DEL PERIODO.

Al momento è pronto l’Album per lo studio delle parole in formato corso online qui:

. STUDIO DELLE PAROLE MONTESSORI

La psicogrammatica Montessori

La psicogrammatica Montessori, ovvero filosofia della grammatica, rappresenta un notevole aiuto per orientarsi nei vari ambiti linguistici.

Nella lingua italiana ci sono nove simboli per le varie parti del discorso, e grazie alla loro forma stabiliscono un legame tra lingua e matematica.

E’ interessante vedere che, come in matematica per l’uno e lo zero, la dualità emerge di nuovo sotto forma di nome e di verbo, colonne portanti del mondo della lingua.

Maria Montessori associò al nome la forma della piramide, da cui è tratto il simbolo: il triangolo nero.

La piramide è solida, stabile: costruzione molto antica, simboleggia anche il fatto che, probabilmente, i sostantivi vennero usati per primi dagli esseri umani, per capirsi fra loro.

Il nero rappresenta la materia e il triangolo la staticità, elemento paragonabile all’unità.

Al verbo si collega l’immagine di una sfera rossa e di qui il simbolo di un cerchio rosso.

Il rosso simboleggia l’energia, e la sfera e quindi il cerchio significano movimento e dinamicità, paragonabili allo zero.

Tra nome e verbo troviamo le altre sette parti del discorso, i cui simboli rendono chiara una relazione ulteriore o con il verbo, o con il sostantivo.

L’intera parentela tra le parti del discorso è legata a questa coppia. Il significato psicologico e filosofico di questo approccio alla grammatica diventa particolarmente chiaro nel racconto che segue, inventato da Maria Montessori e raccontato dal figlio Mario durante un convegno a Francoforte nel 1954, per spiegare ai bambini la funzione delle parole.

La psicogrammatica Montessori
La favola delle parti del discorso

(Narratore) C’era una volta un principe molto potente che governava un paese molto speciale: il paese delle parti del discorso (nome, un triangolo nero).

Il principe era accompagnato quasi sempre da un piccolo inserviente (articolo, triangolino equilatero celeste chiaro).

Se il principe era di buon umore, portava con sè un altro inserviente, più grande del primo. Allora tutta la gente aveva il piacere di vedere che specie di principe fosse (aggettivo, triangolo equilatero blu).

A volte il principe non aveva voglia di farsi vedere. Allora inviava un rappresentante che doveva camminare tutto solo, senza alcun servitore (pronome, triangolo isoscele viola).

 

(Il principe racconta). Quando arrivai nel nuovo paese, non riuscivo a trovare la strada. Improvvisamente vidi al lato della via alcune piccole falci verdi. Erano i segnali stradali che indicavano dove si poteva trovare qualcosa, oppure quale direzione prendere (preposizione, mezzaluna verde).

Il sole rosso rotolava attraverso il cielo e faceva vivere tutti, ma solo in certi periodi (verbo, cerchio rosso).

Il sole, poi, non era sempre solo nel cielo: talvolta arrivava la piccola luna, ad aumentare la sua luminosità. Allora, improvvisamente, si poteva vedere anche quale aspetto avesse il sole, dove stesse in quel momento, o quando sarebbe nuovamente andato via (avverbio, cerchio più piccolo arancione).

(Narratore). Ogni cosa era organizzata nel modo migliore nel paese del principe. Nessuno lì lavorava da solo: si riunivano per parlarsi. Tutte le città erano collegate da linee ferroviarie. In questo modo ci si poteva riunire velocemente: bastava sedersi in treno (congiunzione, una barretta rosa).

In questo bel paese  non sempre tutto era tranquillo. Talvolta la gente esclamava a voce molto alta sillabe o parole, quando era contenta o triste, come: ehi, oh, oppure ahimè (interiezione, punto esclamativo dorato).

 

Ora abbiamo fatto la conoscenza di tutti i rappresentanti del paese del principe.
E’ un paese interessante.
Più a lungo ci si ferma, meglio lo si conosce.

Spesso ci si stupisce perchè succede che una parte del discorso assuma la funzione di un’altra. Ma questi sono segreti che si possono scoprire solo via via, lentamente.

Montessori psycho – grammar, or philosophy of grammar, is a great help for orientation in the different linguistic areas.

There are nine symbols for the various parts of speech, and due to their form they establish a link between language and mathematics.

It is interesting to see that, as in mathematics for one and zero, the duality emerges again in the form of name and verb, pillars of the language.

Maria Montessori associated with the name, the form of the pyramid, that inspired the symbol: the black triangle.

The pyramid is solid, stable building very old, also symbolizes the fact that, probably, the nouns were used first by human beings, to understand each other.

Black represents the matter, and triangle represents the static nature. It is an element comparable to the unit.

The image of a red sphere is connected to the verb, and then the symbol of the verb is a red circle.

The red symbolizes the energy, and the sphere and then the circle signify movement and dynamism, comparable to zero.

Between noun and verb are the seven other parts of speech, whose symbols make clear relationship further or with the verb, or with the noun.

The entire relationship between the parts of speech is linked to this couple. The philosophical and psychological significance of this approach to grammar becomes particularly clear in the story that follows, invented by Maria Montessori. It was narrated by his son Mario during a conference in Frankfurt in 1954, to explain to children the function of words.

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The tale of the parts of speech

photo credit: http://www.montessorica.com/favorite.htm

(Narrator) Once there was a very powerful prince who ruled a country very special: the country of the parts of speech (name, a black triangle).

The prince was almost always accompanied by a small servant (article, equilateral triangle light turquoise).

If the prince was in good spirits, he brought with him another attendant, larger than the first. Then all the people had the pleasure of seeing what sort of prince he was (adjective, equilateral blue triangle).

Sometimes the prince did not want to be seen. Then he sent a representative who had to walk alone, without any servant (pronoun, isosceles triangle purple).

(The prince tells). When I arrived in the new country, I could not find the way. Suddenly I saw to the side of road a few small green scythes. They were the road signs indicating where you could find something, or what direction to take (preposition, green crescent).

The red sun rolled across the sky and it made all live, but only at certain times (verb, red circle).

The sun also was not always alone in the sky: sometimes the small moon came, to increase its luminosity. Then, suddenly, you could also see what aspect had the sun, where he was at that time, or when it would again left (adverb, smaller circle orange).

(Narrator). Everything was organized in the best way in the country of the prince. No one there working alone: they gathered to talk. All cities were connected by rail lines. This way you could gather quickly: it was enough to sit on the train (junction, a pink bar).

In this beautiful country not everything was quiet. Sometimes people cried loudly syllables or words, when he was happy or sad, like: hey, oh, alas, or (interjection, golden exclamation mark).

Now we have made the acquaintance of all the representatives of the country’s prince. It ‘an interesting country. As long as you stop, you know better.

We often wonder because it happens that a part of the discourse takes over the function of another. But these are secrets that can be discovered only gradually, slowly.

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photo credit: http://www.montessoriedutoys.com/10-Symbols–Grammar-Symbols-with-Box-l-24,1351,113.html

IL PAESE DI GRAMMATICA racconto e schede didattiche

IL PAESE DI GRAMMATICA racconto e schede didattiche sulle nove parti  del discorso, per bambini della scuola primaria, con simboli grammaticali Montessori.

Ho elaborato questo materiale prendendo spunto da un classico della letteratura americana per l’infanzia usato per presentare le nove parti del discorso: “Grammar Land” di M. L. Nesbitt 1878, adattandolo alla grammatica italiana e modificando gli elementi un po’ troppo datati per i bambini di oggi.

La storia si svolge nell’aula di tribunale del Paese di Grammatica, davanti al Giudice di Grammatica e ai suoi due assistenti, l’avvocato Analisi e il dottor Sintassi. In caso di necessità interviene la Critica, che è la polizia del luogo.  Poiché gli abitanti del paese non riescono a vivere in armonia, vengono convocati uno ad uno, e alle riunioni partecipano anche i bambini della Contea degli Studenti, che offrono quando occorre il loro aiuto.

Ho scelto di completare il racconto inserendo i simboli grammaticali montessoriani, che avevo già presentato qui La psicogrammatica Montessori,

ma il racconto si presta anche ad essere usato in chiave steineriana, presentandone una puntata alla volta ed accompagnando il racconto a disegni alla lavagna, e disegni riassunti ed esercizi sui quaderni. Avevo già preparato racconti di questo genere, ad esempio la Storia di Misbrigo, Preciso e Giulivo.

In questo blog trovate un esempio di lavoro svolto in questo modo (in inglese) Homeschooling Waldorf.

Per quanto riguarda i simboli grammaticali montessoriani, la psicogrammatica Montessori, o filosofia della grammatica, rappresenta un notevole aiuto che possiamo offrire ai bambini per orientarsi nei vari ambiti del linguaggio.
Nella lingua italiana ci sono nove parti del discorso, e nella didattica montessoriana ognuna è rappresentata da un suo simbolo.

I simboli per le nove parti del discorso non sono certo stati scelti a caso. Maria Montessori associò al nome la forma della piramide. Il simbolo grammaticale per il nome è quindi il triangolo nero. La piramide è solida e stabile ed è una costruzione molto antica. Anche i nomi sono solidi e stabili e molto antichi: probabilmente furono le prime parole usate dagli esseri umani, per capirsi fra loro. Il nero rappresenta la materia e il carbone, altro elemento antichissimo.
Al verbo associò l’immagine di una sfera rossa. Il simbolo grammaticale per il verbo è dunque un cerchio rosso. Il rosso simboleggia l’energia, e la sfera e movimento e dinamicità.
Tra nome e verbo inserì le altre sette parti del discorso, i cui simboli dovevano rendere chiara una data relazione o con il verbo, o con il sostantivo.
L’intera parentela tra le parti del discorso nella psicogrammatica montessoriana è legata alla coppia nome/verbo. Il significato psicologico e filosofico di questo approccio alla grammatica è particolarmente chiaro nel racconto inventato da Maria Montessori e raccontato dal figlio Mario durante un convegno a Francoforte nel 1954, per spiegare ai bambini la funzione delle parole (puoi leggere il racconto qui: )


Tornando a considerare le nove parti del discorso nel loro insieme avremo:
famiglia del nome: articolo, aggettivo, nome e pronome. Per il nome si usa una grande piramide nera, per l’aggettivo una piramide media blu, per l’articolo una piccola piramide azzurra e per il pronome una piramide allungata viola. I simboli relativi sono un grande triangolo equilatero nero, un triangolo equilatero medio blu, un triangolo equilatero piccolo azzurro e un triangolo isoscele viola;
famiglia del verbo: avverbio, verbo. La sfera rossa rappresenta il sole, che dà vita, luce e calore. I verbi danno energia alla frase e animano la famiglia del nome. L’avverbio è una sfera arancione più piccola.
I simboli relativi sono un cerchio rosso grande e un cerchio arancione medio.
particelle: preposizioni, congiunzioni, interiezioni. La congiunzione è un piccolo parallelepipedo rosa, che unisce come un trattino due parole o due parti di una frase. Il simbolo relativo è un rettangolo rosa.
La preposizione è un arco verde, che collega come un ponte due oggetti tra di loro. Il simbolo relativo è una mezzaluna verde. L’interiezione è una piramide dorata con una sfera posta sull’apice; somiglia ad una serratura, e ricorda la forma del punto esclamativo.
Nella Casa dei bambini i simboli grammaticali vengono utilizzati per rendere concreto ciò che è astratto, al fine di aiutare il bambino a scoprire la funzione delle parole e classificarle. Questa preparazione indiretta fornisce una base forte, a cui si aggiungono ulteriori scoperte, finché poi, nella scuola primaria, queste conoscenze sfociano nell’analisi grammaticale vera a propria.
Sappiamo tutti quanto sia importante fare una prima buona impressione, e nella didattica Montessori ci sono presentazioni che hanno lo scopo di lasciare nei bambini un’impressione profonda e duratura, accendendo la loro immaginazione.

Le storie per presentare le funzioni delle parole possono essere varie; l’importante è che siano brevi, semplici e memorabili. La Fiaba per le parti del discorso di Maria Montessori, già citata, è particolarmente indicata per i bambini più piccoli, ma si può considerare tranquillamente di proporla anche nella scuola primaria. Si può anche scegliere un racconto più complesso, che si deve svolgere nell’arco di più giorni: Il Paese di Grammatica.
Sia nella scuola d’infanzia, sia nella scuola primaria, l’atmosfera che si crea durante il racconto è importantissima, indipendentemente dal racconto che scegliamo: bisognerebbe parlare ai bambini come se si stesse svelando loro un grande segreto.

Normalmente le parti del discorso vengono presentate, nella scuola primaria, in questo ordine: nome, articolo, aggettivo, congiunzione, preposizione, verbo, e l’avverbio. Nella Casa dei bambini il bambino svolge un lavoro di preparazione allo studio della grammatica vero e proprio, che avverrà nella scuola primaria. Generalmente in prima classe (6 – 7 anni) si studiano approfonditamente:
– nome
– articolo
– aggettivo
– pronome
– verbo
e si prosegue in seconda classe (7 – 8 anni) con:
– modi, tempi e forme verbali
– preposizioni
– avverbi
– congiunzioni
– interiezioni.
Facendo molti esercizi sulla funzione delle parole, già nella scuola d’infanzia il bambino vedrà crescere il proprio interesse per la lingua che parla, e si renderà conto che le parole hanno funzioni speciali e che possono essere classificate in base a queste loro funzioni. Il requisito per la presentazione di questi esercizi, è che il bambino sappia leggere la maggior parte delle parole con facilità. D’altra parte questi esercizi rappresenteranno per lui anche un buon esercizio di lettura.
Poiché il bambino si trova nel periodo sensibile del linguaggio, ogni nuova funzione delle parole che gli viene presentata rappresenta per lui un’interessante nuova scoperta. La maggior parte di questi esercizi non sono individuali, ma prevedono il lavoro in piccoli gruppi. Le attività, oltre ad essere interessanti, sono molto divertenti.

Il racconto presentato di seguito è diviso in un’Introduzione e 15 capitoli. Al termine di ogni capitolo troverete una scheda didattica che contiene i compiti che via via vengono assegnati ai bambini della Contea degli Studenti dal Giudice di Grammatica. Potete scaricare tutte le schede didattiche pronte qui:

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