Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME

Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.

CONCORDANZA TRA VERBO E NOME
Presentazione 1

Prerequisiti: lezione introduttiva sul verbo

Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME – Materiali:
– cartellini dei verbi scritti in rosso
– cartellini con articoli scritti in azzurro e nomi scritti in nero

Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME – Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto
– disponiamo i cartellini dei verbi sul piano di lavoro

– distribuiamo tra i bambini i cartellini degli articoli e dei nomi
– leggiamo il  primo verbo e chiediamo, ad esempio: “Chi ha un nome che può andare insieme a LEGGI?”
– un bambino risponderà UN LIBRO.
– componiamo sul tappeto la frase LEGGI UN LIBRO
– continuiamo così finchè tutti i cartellini saranno posizionati sul tappeto in modo appropriato
– i bambini possono registrare l’esercizio sui loro quaderni di grammatica.

Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME – Scopo diretto: fare pratica con l’uso dei verbi

Punti di interesse: abbinare le parole perché abbiano senso

Controllo dell’errore: c’è solo una disposizione che ha senso

Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME – Variante:
disposizione illogica: formiamo una colonna con i cartellini dei verbi e chiediamo ai bambini di posizionare i cartellini dei nomi a caso per mostrare come possono apparire le frasi quando nome e verbo non concordano (ad esempio LEGGI UN DIVANO)

Materiale:
leggi un libro, fai un bagno, spazza il pavimento, spolvera la libreria, scrivi una lettera, canta una canzone, saluta un amico, annusa il fiore, lancia la palla;
alza le braccia, chiudi gli occhi, copia un disegno, lancia una pallina, pronuncia una parola, saluta un amico, spegni la luce, apri la porta.


Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME
Presentazione 2

Prerequisiti: lezione introduttiva sui verbi

Materiali:
–  cartellini di verbi scritti all’infinito,
–  cartellini nome-articolo

Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME – Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– scegliamo un verbo e mettiamolo sul piano di lavoro
– spargiamo i cartellini articolo-nome sul piano di lavoro (o distribuiamoli fra tutti i bambini) e chiediamo loro di scegliere quelli che potrebbero avere senso col verbo (dovrebbero esserci varie possibilità per ogni verbo)
– mettiamo i cartellini nome-verbo accanto al cartellino del verbo
– ripetiamo per gli altri verbi
– al termine i bambini possono registrare l’attività nei loro quaderni di grammatica.

Scopo diretto: fare pratica coi verbi

Scopo indiretto: senso logico del posizionamento  del verbo e dell’oggetto nella frase

Punti di interesse: trovare le diverse combinazioni che possono avere senso

Controllo dell’errore: non tutti gli oggetti concordano con ogni verbo

Varianti: concordanze illogiche

Estensioni: scrivere periodi usando le frasi.

Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME

Materiali:
– lucidare: una mela, una scarpa, una pietra, un vetro,
– accendere: la radio, una candela, la luce, l’aspirapolvere, l’interesse
– leggere: un libro, il pensiero, le carte
– gettare: sassi, la spugna, luce, il denaro, le fondamenta
– finire: la minestra, i compiti, il discorso
– grattare: il formaggio, la ruggine
– guadagnare: la stima, la fiducia, lo stipendio, tempo
– guardare: uno spettacolo, le spalle
– imbottire: il cuscino, il panino
– impiegare: il tempo, i lavoratori, le energie, i risparmi
– incassare: un assegno, un armadio,
– inseguire: il ladro, un sogno, un fantasma
– interpretare: un messaggio, un ruolo, una canzone
– lasciare: la presa, gli studi, la famiglia, il segno
– offrire: un aiuto, un’occasione, il pranzo, un cioccolatino, un sacrificio, uno spunto
– passare: un foglietto, il Rubicone, le acque, la voce, il segno, le verdure, le vacanze.


Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME


Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME

Psicogrammatica Montessori la famiglia del nome e il verbo

Psicogrammatica Montessori la famiglia del nome e il verbo. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria, col materiale pronto per il download e la stampa in formato pdf.

Presentazione 1
La famiglia del nome e il verbo

Materiali

le tre piramidi per il nome, l’aggettivo e l’articolo e la sfera rossa del verbo

simboli grammaticali 

– penne nere e rosse
– strisce di carta
grafico della famiglia del nome versione 1 o versione 2
– cartellini dei comandi formati da un solo verbo piegati a metà e messi una scatolina o un cestino (salta, saluta, sbadiglia, leggi, cancella, cucina)
grafico della relazione tra verbo e famiglia del nome:

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– ricapitoliamo insieme quello che sappiamo del nome, dell’aggettivo e dell’articolo con le piramidi
– ricordiamo la carta illustrata illustrata della famiglia del nome dicendo:  “Ricordate che abbiamo parlato della famiglia del nome?”. Mostriamo la carta della famiglia del nome
– mostriamo il primo oggetto, ad esempio il TORO
– scriviamo su una striscia di carta IL TORO NERO e posizioniamola sotto al toro

– chiediamo: “Che tipo di parola è IL?” E ‘un articolo. “Qual è la funzione dell’articolo?” L’articolo indica il nome.
“Che tipo di parola è NERO?” Un aggettivo. “Qual è la sua funzione?” L’aggettivo fornisce informazioni sul sostantivo.
“Che tipo di parola è TORO?” Un nome. “Qual è la sua funzione?” Il nome serve a nominare un oggetto.
– aggiungiamo i simboli sopra ogni parola

– introduciamo un altro elemento, il bambino. Scriviamo su una striscia IL BAMBINO SIMPATICO. Favoriamo la discussione e aggiungiamo alle parole i simboli grammaticali corrispondenti

– prendiamo il cestino dei comandi e distribuiamoli a sei bambini. Diciamo ai bambini di leggerli senza farli vedere ai compagni. A turno ogni bambino mima il suo comando, mentre gli altri devono indovinare. Assicurarsi che tutti i bambini partecipino attivamente al gioco

– chiediamo ai bambini: “Potete toccare il toro?”. I bambini rispondono di sì. “Potete toccare il bambino?”. I bambini rispondono di sì.
– chiediamo: “Potete toccare salta? Saluta? Sbadiglia? Leggi?”. I bambini rispondono di no.
– diciamo: “Si possono toccare i nomi ma non i verbi. Abbiamo eseguito le azioni, e ora se ne sono andata. Un verbo è una parola che indica un’azione “
– “Aggiungiamo un verbo alle parole IL TORO NERO. Cosa può fare un toro?” I bambini suggeriscono un verbo, ad esempio CORRE, e noi lo aggiungiamo alla frase:IL TORO NERO CORRE. Facciamo notare che con l’aggiunta del verbo abbiamo una frase completa, quindi modifichiamo l’ortografica con la maiuscola iniziale e il punto fermo finale

– ripetiamo la procedura con l’altra frase

– riprendiamo la carta della famiglia del nome e facciamo notare l’ordine dei simboli riproducendoli con i simboli grammaticali
– mostriamo ai bambini il grafico del sole in relazione alla famiglia del nome

– diciamo ai bambini: “Il verbo splende sulla famiglia del nome come il sole splende su di noi, ed è il verbo che dà energia alla famiglia del nome. È il verbo che produce l’azione, l’energia, il movimento
– mostriamo la sfera rossa per dare un’idea della costante attività del verbo che rappresenta il sole dà la vita, la luce e il calore”
– ripetiamo: “Questa sfera rossa è il nostro simbolo per il verbo perché rappresenta il sole. Questa palla è rotonda e luminosa come il sole (facciamo rotolare la sfera rossa intorno alla famiglia del nome). Il sole dà energia a tutti gli esseri viventi su questa terra. Senza il sole nulla può crescere, nulla può vivere, nulla può muoversi. Proprio come il sole, il verbo dà energia al nome. Senza il verbo, il nome non avrebbe alcun movimento. Il verbo è la fonte di energia che porta la vita alla famiglia del nome”

– aggiungiamo: “Proprio come il triangolo nero è il simbolo del nome perchè è una faccia della piramide, così il cerchio rosso che ricorda la sfera rossa è il simbolo del verbo”
– mettiamo il simbolo del verbo sulla parola CORRE:

Presentazione 2
La famiglia del nome e il verbo

Materiali

– piramidi della famiglia del nome e sfera rossa del verbo

– simboli grammaticali

– grafico della relazione tra verbo e famiglia del nome.

Presentazione

– mostriamo ai bambini le piramidi e diciamo: “I nomi che usiamo per persone, cose, animali, luoghi sono stabili, sono antichissimi e sono arrivati fino a noi. I nomi sono come montagne. La famiglia del nome è formata dall’articolo, che ci dice che un nome sta arrivando, dal nome, e dall’aggettivo che ci dice qualcosa di più sul nome. Ecco le nostre montagne.
– mostriamo la sfera e diciamo: “Altre parole sono azioni e danno energia, proprio come il nostro sole”
– mostriamo i simboli grammaticali e diciamo: “quando ci esercitiamo con la grammatica, per ricordare le piramidi usiamo questi triangoli, e per ricordare la sfera usiamo questo cerchio

– mostriamo il grafico della relazione tra verbo e famiglia del nome e diciamo: “In questa immagine vediamo proprio il sole che illumina e scalda le montagne. Il verbo irradia sulla famiglia del nome. E’ proprio grazie alla presenza di un verbo che abbiamo una frase. Senza verbo le parole non formano una frase”.

Psicogrammatica Montessori la famiglia del nome e il verbo

Psicogrammatica Montessori: la famiglia del nome

La famiglia del nome: presentazione ed esercizi per la scuola primaria, col materiale pronto per il download e la stampa in formato pdf.

famiglia del nome versione 1 (bianco e nero e colori) articolo, nome, aggettivo

Psicogrammatica Montessori: la famiglia del nome
Presentazione 1

Materiali

le tre piramidi dei simboli grammaticali Montessori: una grande piramide nera, una piramide media blu scuro e una piramide piccola azzurra

simboli grammaticali per articolo, nome e aggettivo

– un oggetto (ad esempio un pennarello rosso)
– strisce bianche di carta
– matite colorate
– carta della famiglia del nome (articolo, nome e aggettivo).

Psicogrammatica Montessori: la famiglia del nome – Presentazione:
– prepariamo il materiale e invitiamo un gruppo di bambini. Mettiamo le piramidi sul piano di lavoro in modo che i bambini le possano vedere nell’ordine articolo, nome e aggettivo, da sinistra a destra:

– scriviamo su una striscia di carta IL PENNARELLO ROSSO
– un bambino legge e mette l’oggetto accanto alla striscia:

– ricordiamo ai bambini il significato delle tre piramidi, cominciando dal nome e continuando poi con l’aggettivo e con l’articolo. Possiamo dire:

“Maria Montessori ha inventato questi simboli per farci comprendere la grammatica. La piramide è una forma molto stabile, con una base ampia. I nomi sono parole molto stabili. Sono anche le parole più antiche che gli uomini abbiano mai pronunciato. Le piramidi egizie sono le costruzioni più antiche, e i nomi sono le parole più antiche. Le piramide sono riuscite a resistere agli attacchi del tempo e della natura. Anche i nomi si sono conservati per centinaia e centinaia di anni. Maria Montessori ha scelto di dare al nome il simbolo della piramide di colore nero, perchè il nero è il colore del carbone. Anche il carbone è antichissimo, e si è formato sulla terra milioni di anni fa.
La piramide media blu rappresenta l’aggettivo. Ha la stessa forma del simbolo del nome per mostrare la relazione che esiste tra il nome e l’aggettivo, ma è più piccola. Ricordate che l’aggettivo è una parola che si aggiunge al nome per descriverlo? Questo significa che quando vogliamo dire qualcosa il nome è la parola più importante, e per questo la piramide del nome è la più grande.
La piramide piccola azzurra rappresenta l’articolo. Anch’esso ha la stessa forma del simbolo del nome per mostrare la relazione che esiste tra il nome e l’articolo, ma è molto più piccola. L’articolo ci dice che sta per arrivare un nome e ci dice qualcosa sul numero e sul genere del nome. Ricordate che articolo significa piccolo ramo o piccolo braccio? L’articolo è come un piccolo braccio attaccato al grande nome, così la sua piramide è molto più piccola”:

– Ora presentiamo i simboli grammaticali. Mostriamo come le facce della piramidi siano triangolari. Sovrapponiamo i triangoli alle facce delle piramidi corrispondenti. Spieghiamo che usiamo i simboli per sostituire le piramidi quando lavoriamo con la grammatica:

– Ora mostriamo come aggiungere i simboli grammaticali alla frase IL PENNARELLO ROSSO. Chiediamo: “Qual è il nome?”. I bambini risponderanno PENNARELLO. Mettiamo il triangolo nero sulla parola.
Chiediamo: “Qual è l’aggettivo?”. I bambini risponderanno ROSSO. Mettiamo il simbolo blu sulla parola e diciamo: “L’aggettivo ci dice qualcosa delle qualità del nome”.
Infine chiediamo: “Qual è l’articolo?”. I bambini risponderanno IL. Mettiamo il simbolo azzurro sulla parola e diciamo: “L’articolo ci dice che sta arrivando un nome, se è maschile o femminile e se è singolare o plurale”:

– dopo aver presentato ai bambini i simboli grammaticali, mostriamo loro la carta della famiglia del nome, che mostra da sinistra a destra una bambina piccola (con un vestito azzurro) che tiene per mano la mamma (con un vestito nero) e una ragazza con un vestito blu:

Psicogrammatica Montessori: la famiglia del nome
Presentazione 2

Materiali

le tre piramidi per nome, articolo e aggettivo 

simboli grammaticali

– stencil dei simboli grammaticali (facoltativo)

– matite colorate
– carta della famiglia del nome.

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Oggi lavoreremo con nomi articoli e aggettivi, facendo qualcosa di nuovo”
– mostriamo la carta “Famiglia del nome” ai bambini. La carta mostra una madre, una ragazza e una bambina che si tengono per mano
– invitiamo i bambini a commentare la carta. La madre ha una gonna nera a forma di triangolo. La ragazza ha una gonna blu a forma di triangolo e la bambina una gonna azzurra  a forma di triangolo
– invitiamo i bambini a mettere in relazione l’immagine con i simboli dell’articolo, del nome e dell’aggettivo. Diciamo: “Questi tre simboli rappresentano il nome, l’aggettivo e l’articolo. Il nome, la parola più importante, è come la mamma. Le due figlie sono legate a lei, ed è la mamma che decide la loro posizione. La figlia più grande è “aggiunta” a lei, come l’aggettivo è “aggiunto” al nome. La figlia più piccola non può camminare da sola, dipende da sua madre e da sua sorella. Quindi le due sorelle prendono una data posizione rispetto alla mamma, come aggettivo e articolo prendono una data posizione rispetto al nome”
– invitiamo i bambini a confrontare le gonne dei personaggi della carta con i simboli grammaticali:

– prendiamo i simboli grammaticali e posizioniamoli sul piano di lavoro nello stesso ordine usato nella carta: articolo, nome, aggettivo
– diciamo: “Proprio come le due figlie, l’articolo e l’aggettivo non possono esistere senza la presenza del nome (cioè della madre). Tuttavia l’articolo può esistere anche senza l’aggettivo. L’ordine dei nostri simboli grammaticali, quindi, è molto simile all’ordine di questa famiglia, la famiglia del nome”
– i bambini possono registrare questa attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli sulle parole a mano libera o usando gli stencil.

Scopo:
– comprendere la relazione esistente tra articolo, aggettivo e nome;
– usare i simboli grammaticali per articoli, aggettivi e nomi.

Età: dai 6 anni.

Psicogrammatica Montessori: la famiglia del nome
Presentazione 3

Prerequisiti

lezioni di presentazione su nome articolo e aggettivo

Materiali

– prima carta della famiglia del nome (articolo, nome, aggettivo)
– seconda carta della famiglia del nome (articolo, aggettivo, nome)
simboli grammaticali

– strisce di carta bianca e penna nera
– forbici

Presentazione

– mostriamo la prima carta ai bambini e diciamo: “Questa carta mostra la mamma con una gonna nera, la bambina piccola con la gonna azzurra e la bambina più grande con la gonna blu”
– mostriamo i simboli grammaticali e diciamo: “Questi tre triangoli mostrano il nome, l’articolo e l’aggettivo”:

– continuiamo dicendo: “Il nome è come la mamma, perché è la parola più importante. L’articolo è come la bambina piccola: deve essere portata in braccio dalla mamma perché non sa camminare da sola. L’aggettivo è come la bambina più grande, che sta vicina alla mamma ma può camminare da sola
– diciamo: “Di solito la mamma tiene in braccio la piccola mentre la sorella grande le cammina a fianco”. Posizioniamo sul piano di lavoro i simboli grammaticali nell’ordine seguito sulla carta 1 e diciamo: “L’aggettivo è indipendente, come un bambino della scuola primaria, ma l’articolo dipende dal sostantivo, come un bambino piccolo dipende dalla madre.”
– “Questo è l’ordine delle parole più usato quando parliamo, ad esempio quando diciamo LA CASA GRANDE.”

– scriviamo LA CASA GRANDE su una striscia di carta e mettiamola sotto ai simboli

– Continuiamo dicendo: “Può anche succedere che a volte la bambina grande voglia aiutare la mamma, tenendo lei la sorellina”. Mostriamo ai bambini la seconda carta

– prendiamo altri tre simboli grammaticali e mettiamoli nell’ordine illustrato nella seconda carta. “A volte, quando parliamo, usiamo le parole anche in quest’ordine, come quando diciamo LA PRIMA VOLTA”
– scriviamo su una striscia di carta la frase e mettiamola sotto ai simboli

– diciamo: “Questi sono i modi corretti per ordinare le parole. Se non rispettiamo questo ordine, la frase non ha senso”
– con le forbici dividiamo le parole della prima frase e mostriamo varie combinazioni, spostando anche i simboli

– fare lo stesso con la seconda frase, poi rimettere tutto nell’ordine corretto
– il bambino può disegnare la famiglia del nome sul suo quaderno di grammatica.

Note: dopo il primo lavoro sul nome raccontiamo la storia della piramide nera.

Psicogrammatica Montessori: la famiglia del nome
Presentazione 4 – spostamenti

Materiali

– la carta della famiglia del nome
simboli grammaticali

– cartellini in bianco
– matite o pennarelli colorati (nero, azzurro, blu)
– forbici
– stencil dei simboli grammaticali (facoltativi).

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Oggi lavoreremo coi nomi, gli articoli e gli aggettivi, facendo qualcosa di nuovo”
– mostriamo ai bambini la carta della famiglia del nome
– diciamo: “Questo è l’ordine che di solito usiamo per articoli, nomi e aggettivi”
– su un cartellino in bianco scriviamo IL FIORE GIALLO usando l’azzurro per l’articolo, il nero per il nome e il blu per l’aggettivo
– invitiamo i bambini a leggere la frase e chiediamo: “Secondo voi la frase suona bene?”. I bambini risponderanno di sì. L’orecchio del bambino, guidato dalla sensibilità per il linguaggio, funge da controllo per l’errore
– i bambini posizionano i tre simboli grammaticali sulle parole

– togliamo i simboli grammaticali e tagliamo la striscia per dividere le parole. Chiediamo: “Cosa succede se cambiamo l’ordine delle parole?”
– invitiamo un bambino a spostare i cartellini in tutti i modi possibili e a leggere ogni volta la frase:

– chiediamo: “Quale frase suona bene?”. Solo la frase originale: IL FIORE GIALLO. Il bambino capisce intuitivamente qual è la frase corretta
– invitiamo un bambino a spostare di nuovo l’ordine delle parole spostando anche i simboli grammaticali. Confrontiamo l’ordine dei simboli con quelli presenti sulla carta della famiglia del nome. Diciamo: “La carta della famiglia del nome mostra l’ordine corretto per articolo nome e aggettivo. Se si cambia questo ordine, l’intero senso della frase cambia”
– i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare sulle parole i simboli grammaticali, a mano libera o utilizzando gli stencil.

Scopo:
– comprendere l’ordine logico delle parole nelle frasi per quanto riguarda articoli nomi e aggettivi.

Età: dai 6 anni

Psicogrammatica Montessori: la famiglia del nome
Presentazione 5

Questa presentazione ha lo scopo di connettere le regole grammaticali che guidano il linguaggio a contesti ben conosciuti dai bambini, come la vita familiare.

Facendo leva sulle competenze di ascolto e comprensione dei bambini, possiamo usare una carta illustrata e raccontare la storia della famiglia del nome per far comprendere le relazioni esistenti nella frase tra articolo, nome ed aggettivo.

Psicogrammatica Montessori: la famiglia del nome – Racconto
“Quando usiamo un nome, esso è preceduto quasi sempre da un articolo. L’articolo e il sostantivo stanno insieme, proprio come un bambino piccolo sta con la sua mamma. Quindi possiamo pensare a queste parole come i membri di una famiglia.
Anche l’aggettivo fa parte di questa famiglia, che è la FAMIGLIA DEL NOME. L’aggettivo a volte è presente e a volte no, infatti possiamo dire IL LIBRO. Però possiamo anche dire IL LIBRO ROSSO, usando una parola che descrive il libro o indica una sua qualità. Questa parola è appunto un aggettivo. L’aggettivo non ha bisogno di stare sempre con la mamma: a volte esce coi suoi amici, va a scuola e fa altre cose.
L’articolo, il nome e l’aggettivo sono i membri della FAMIGLIA DEL NOME.

Psicogrammatica Montessori: la famiglia del nome

Psicogrammatica Montessori: classificazione dei nomi

Psicogrammatica Montessori: classificazione dei nomi.  Presentazione ai bambini, esercizi e i cartellini pronti per il download e la stampa.

Grazie a tutto il lavoro eseguito con le scatole grammaticali, i bambini hanno incontrato e sperimentato un vastissimo repertorio di parole della lingua italiana: tutti gli articoli, le preposizioni, gli avverbi, i pronomi, le congiunzioni e le interiezioni; e molti nomi, aggettivi e verbi.

Può quindi seguire, a questo punto, un lavoro di classificazione di queste parole, che saranno come sempre scritte su cartellini colorati secondo il codice dato per le scatole grammaticali (e che, verbo e nome a parte, sono volutamente di colore diverso rispetto ai simboli grammaticali):
– nome: nero
– verbo: rosso
– articolo: marrone chiaro
– aggettivo: marrone scuro
– pronome: verde
– preposizione: viola
– avverbio: rosa
– congiunzione: giallo
– interiezione: azzurro.

I bambini posizioneranno i cartellini all’interno di tabelle preparate appositamente per la classificazione di ogni parte del discorso.

Psicogrammatica Montessori: classificazione dei nomi

La classificazione segna la preparazione ad uno studio teorico della lingua che si amplierà nel periodo di studi successivo (dopo i 9 anni).

Per quanto riguarda in particolare la classificazione del nome, i bambini sanno che il nome è:
proprio o comune;
concreto o astratto;
collettivo o individuale.

Può inoltre essere:
maschile, femminile, promiscuo
singolare o plurale
primitivo o derivato
alterato
composto.

Per il mio materiale ho preparato una serie di cartellini dei titoli accompagnati dai simboli grammaticali avanzati,

che possono essere utilizzati per creare le tabelle che desideriamo presentare ai bambini (i titoli possono essere incollati su grandi fogli di carta oppure si possono usare degli schemi-esempio che i bambini possono riprodurre sul tappeto o sul tavolo).

Psicogrammatica Montessori: classificazione dei nomi

Per quanto riguarda i cartellini dei nomi, ho preparato una serie di nomi che coprono tutte le voci delle classificazioni, che dovranno essere scelti dall’insegnante e proposti insieme ai titoli scelti ai bambini.

In alternativa possiamo usare, naturalmente, i cartellini già presenti nelle scatole usate per gli esercizi sul nome eseguiti precedentemente.

Classificazione del nome

Dopo che il bambino ha lavorato in vari modi a classificare e categorizzare i nomi per numero, genere e tipo prepariamo un materiale che serva a ricapitolare quanto appreso.

Obiettivo

classificazione dei nomi.

Punti di interesse

organizzare i cartellini secondo uno schema dato.

Quando dare la lezione

almeno al termine del lavoro sul nome, o anche dopo aver lavorato a tutte e otto le scatole grammaticali.

Materiali

– cartellini dei nomi
– cartellini dei titoli organizzati in tabella
– schema per la composizione della tabella.

Presentazione

Ricapitoliamo coi bambini tutto quello che sappiamo dei nomi.

Mostriamo al bambino lo schema per comporre la tabella scelta, e componiamola insieme.

Invitiamo i bambini a mescolare i cartellini dei nomi, quindi a procedere con la classificazione all’interno della tabella.

Un nome può essere inserito in più di  una categoria e sarà necessaria una discussione coi bambini. Il ragionamento che sta sotto la scelta di classificare un nome in un modo piuttosto che in un altro è più importante dell’arrivare ad una risposta “esatta”.

Psicogrammatica Montessori: classificazione dei nomi

Psicogrammatica Montessori: i nomi collettivi

Psicogrammatica Montessori: i nomi collettivi.  Presentazione ai bambini, esercizi e i cartellini pronti per il download e la stampa.

Prerequisiti

– presentazione del nome
– presentazione di nomi concreti e astratti
– presentazione del numero e del genere del nome.

Età

6 anni

Controllo dell’errore

cartellini di controllo.

Scopo diretto

– uso corretto dei nomi collettivi e individuali;
– arricchimento del lessico;
– incoraggiare l’interesse per lo studio delle parole e l’analisi grammaticale.

Presentazione – versione 1

Materiale

– carte illustrate di gruppi e membri relativi (o oggetti in miniatura)
– cartellini dei titoli: nome,  individuale, collettivo
– cartellini di nomi collettivi e individuali pronti; cartellini di controllo.

Invitiamo il bambino ad identificare l’oggetto singolo e ricapitoliamo con lui quello che sappiamo del nome.

Poniamo sotto all’immagine il cartellino del nome individuale.

Introduciamo l’immagine del gruppo formato da più membri del primo elemento.

Poniamo sotto all’immagine il cartellino del nome collettivo.

Diciamo ai bambini che il primo nome è un nome individuale, mentre il secondo è un nome collettivo.

Posizioniamo lungo il margine superiore dell’area di lavoro i cartellini dei titoli e componiamo lo schema con i bambini utilizzando il restante materiale preparato.

Al termine rileggiamo i cartellini, aggiungendo i cartellini di controllo.

Presentazione – versione 2

Materiali

– cartellini preparati
– cartellini in bianco
– cartellini dei titoli: nome, individuale, collettivo
– penna nera

Presentazione

Raccogliamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto.

Diciamo loro: “Nei giorni scorsi abbiamo parlato delle parole che si usano per nominare le cose. Vi ricordate come si chiamano queste parole? Sì, si tratta dei nomi. I nomi sono le parole che servono a nominare le cose che ci circondano”.

Posizioniamo i cartellini dei titoli vicino al margine superiore dell’area di lavoro.

Leggiamo il primo cartellino di un nome. Posizioniamo il cartellino sotto al titolo “nome”. Leggiamo il nome collettivo corrispondente. Posizioniamo il cartellino sotto al titolo “nome collettivo”.

Formiamo una colonna di nomi sotto al titolo “nomi”. Chiediamo ai bambini di leggere i cartellini.

Distribuiamo i cartellini dei nomi collettivi tra i bambini (un cartellino per ogni bambino). Invitiamoli a leggere ognuno il proprio.

Leggiamo il primo nome. Diciamo: “Chi di voi ha il cartellino col nome collettivo che usiamo per un gruppo di questi oggetti?”. Il bambino legge il suo cartellino e lo posiziona correttamente all’interno dello schema che si va componendo nell’area di lavoro.

Continuiamo in questo modo con i cartellini rimanenti, distribuendone uno per bambino.

Al termine dell’esercizio verifichiamo lo schema con i cartellini di controllo.

I bambini possono poi aggiungere altri nomi e nomi collettivi relativi utilizzando i cartellini in bianco.

I bambini leggeranno infine lo schema completo e potranno copiarlo sui propri quaderni di grammatica.

Nei giorni seguenti i bambini potranno ripetere l’esercizio individualmente.

Esercizio di  classificazione dei nomi in individuali e collettivi

Materiali

– cartellini dei nomi individuali e collettivi con cartellini di controllo (vari set)

In una prima fase offriamo un set alla volta, tenendo divisi i nomi individuali dai nomi collettivi. Il bambino formerà prima la colonna dei nomi individuali, quindi li abbinerà ai nomi collettivi. Lo stesso esercizio può essere ampliato lavorando con più set insieme.

In seguito possiamo offrire ai bambini i cartellini dei nomi individuali e collettivi mescolati tra loro.


Psicogrammatica Montessori: i nomi collettivi

Nei giorni seguenti

– incoraggiare il bambino a fare le sue liste di nomi individuali e collettivi;
– incoraggiare il bambino a comporre frasi, racconti e poesie utilizzando le nuove parole imparate;
– incoraggiare i bambini a svolgere ricerche con l’aiuto di libri e dizionari.

Psicogrammatica Montessori: i nomi collettivi

Psicogrammatica Montessori: dove vivono gli animali

Psicogrammatica Montessori: dove vivono gli animali. Presentazione ai bambini, esercizi e i cartellini pronti per il download e la stampa.

Obiettivi diretti

– comprendere la funzione del nome;
– arricchire il vocabolario
– comprendere le relazioni esistenti tra i nomi.

Età

6 anni.

Materiali

– cartellini preparati
– cartellini da compilare
– cartellini dei titoli: animale, dove vive
– cartellini di controllo
– penna nera.

Presentazione

Raccogliamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto.

Diciamo loro: “Nei giorni scorsi abbiamo parlato delle parole che si usano per nominare le cose. Vi ricordate come si chiamano queste parole? Sì, si tratta dei nomi. I nomi sono le parole che servono a nominare le cose che ci circondano”.

Posizioniamo i cartellini dei titoli vicino al margine superiore dell’area di lavoro.

Leggiamo il primo cartellino di un nome di animale. Posizioniamo il cartellino sotto al titolo “animale”. Leggiamo il nome del luogo dove abita. Posizioniamo il cartellino sotto al titolo “dove vive”.

Formiamo una colonna di nomi di animali sotto al titolo “animali”. Chiediamo ai bambini di leggere i cartellini.

Distribuiamo i cartellini dei luoghi dove vivono gli animali tra i bambini (un cartellino per ogni bambino. Invitiamoli a leggere ognuno il proprio.

Leggiamo il primo nome di animale. Diciamo: “Chi di voi ha il cartellino col nome del luogo dove vive questo animale?”. Il bambino legge il suo cartellino e lo posiziona correttamente all’interno dello schema che si va componendo nell’area di lavoro.

Continuiamo in questo modo con i cartellini rimanenti, distribuendone uno per bambino.

Al termine dell’esercizio verifichiamo lo schema con i cartellini di controllo.

I bambini possono poi aggiungere altri nomi di animali e di luoghi utilizzando i cartellini in bianco.

I bambini leggeranno infine lo schema completo e potranno copiarlo sui propri quaderni di grammatica.

Nei giorni seguenti i bambini potranno ripetere l’esercizio individualmente.

Psicogrammatica Montessori: dove vivono gli animali

Psicogrammatica Montessori: nomi di animale

Psicogrammatica Montessori: nomi di animale. Presentazione ai bambini, esercizi e i cartellini pronti per il download e la stampa.

Scopo diretto

– arricchire il vocabolario riguardo ai nomi di animali per genere e numero
– approfondire la conoscenza dei nomi collettivi
– arricchire il vocabolario relativo ai nomi dei cuccioli.

Scopi indiretti

– migliorare le competenze di lettura di semplici parole
– offrire un’ampia scelta di suoni e digrammi, e fonogrammi
– sviluppare la capacità di cercare le parole nel dizionario.

Prerequisiti

– lezioni di presentazione del nome
– lezioni sui nomi collettivi, sul genere del nome e sul numero del nome.

Controllo dell’errore

tavola di controllo

Materiali

– cartellini dei titoli: nomi di animale, maschi, femmine, cuccioli,  gruppi
– cartellini dei nomi preparati (vari set di 10 animali sviluppati nelle cinque categorie, cioè 50 cartellini per set)
– dizionario
– tavola di controllo.

Presentazione

Invitiamo il bambino al tavolo o al tappeto per iniziare insieme una nuova attività.

Mostriamo al bambino la scatola dei cartellini e la tavola di controllo e diciamo:”Questi cartellini contengono i nomi di alcuni animali, che possono essere maschi, femmine, cuccioli e gruppi di animali. Possiamo usare il dizionario per cercare quelli che non conosciamo. Per verificare se abbiamo svolto correttamente l’esercizio, potremo confrontare il nostro lavoro con la tavola di controllo”.

Disponiamo ordinatamente lungo il margine superiore del nostro spazio di lavoro i cinque cartellini dei titoli e facciamoli leggere al bambino.

Offriamo al bambino un cartellino di un nome. Se il bambino lo conosce, lo posiziona sotto al cartellino dei titolo corrispondente. Se il bambino non conosce il nome usiamo il dizionario per cercarne il significato, quindi inseriamo il cartellino nello schema.

Dopo aver posizionato un cartellino lungo una colonna, lasciamo sempre liberi gli spazi in orizzontale per le altre colonne, in modo tale da poter completare lo schema correttamente.

Quando il bambino ha posizionato correttamente i 50 cartellini del set, mostriamogli come utilizzare la tavola di controllo per verificare il suo lavoro.

Estensioni

– al termine dell’esercizio il bambino può copiare lo schema sul suo quaderno di grammatica
– nei giorni seguenti il bambino potrà lavorare col materiale autonomamente, utilizzando anche gli altri set preparati
– il bambino può scrivere frasi e storie utilizzando i nomi di animali presentati nei set, o anche nomi di animali scelti da lui
– l’insegnante o il bambino possono creare parole crociate o altri giochi di parole che utilizzino nomi di animali.

Per l’insegnante

Esistono numerosi termini specifici che si riferiscono a gruppi di animali di particolari tipi. Per esempio:
– un gruppo di uccelli in volo viene in genere chiamato stormo;
– un gruppo di pesci è generalmente detto banco. Il termine branco viene usato per gli animali di grosse dimensioni, domestici o meno. Frequentemente è usato in riferimento a gruppi di carnivori (per esempio un branco di lupi);
– un branco di mammiferi erbivori è detto mandria;
gregge è il termine più usato per indicare gruppi di ovini da allevamento;
– un gruppo stanziale di animali viene spesso detto una colonia;
armento (dal latino armentum) è un branco di grossi animali domestici;
torma indica un insieme disordinato di animali (o persone).

Psicogrammatica Montessori: nomi di animale

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Psicogrammatica Montessori: nomi di animale

Psicogrammatica Montessori: nomi di animale

Psicogrammatica Montessori: nomi di persona, cosa, luogo

Psicogrammatica Montessori: nomi di persona, cosa, luogo. Presentazione ai bambini, esercizi e i cartellini pronti per il download e la stampa.

Prerequisiti

lezioni di presentazione del nome

Scopo diretto

comprendere la funzione del nome; conoscere le classificazione dei nomi in nomi di persona, di luogo e di cosa.

Scopo indiretto

stimolare l’interesse dei bambini sull’analisi grammaticale e sul nome.

Punti di interesse

– classificare il nome
– imparare che ci sono diversi tipi di nome.

Controllo dell’errore

ogni set contiene un numero dato di cartellini.

Età

6 anni.

Materiali

– cartellini dei nomi di persona, di luogo, di cosa
– cartellini dei nomi da compilare
– cartellini dei titoli: nomi, di persona, di luogo, di cosa
– penna nera.

Presentazione

Raccogliamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto.

Diciamo loro: “Ormai conosciamo molte cose sulle parole che servono a chiamare gli oggetti. Queste parole come sono chiamate? Sì, sono i nomi.”

“Oggi diremo qualcosa di nuovo sui nomi”.

Presentiamo ai bambini le categorie di “persona”, “luogo” e “cosa” ai bambini dicendo: “Persone, luoghi e cose sono nomi, perchè servono a nominare qualcosa o qualcuno”.

Mettiamo sul tavolo o sul tappeto  i cartellini dei titoli, in alto.

Invitiamo i bambini a leggere i nomi dei cartellini preparati e posizionarli ognuno sotto il titolo corrispondente, formando tre colonne.

Invitare i bambini a cercare altri nomi di persona, luogo e cosa. Scrivere i nomi sui cartellini in bianco e darli ai bambini, perchè possano classificarli.

Rileggere i nomi presenti in ogni colonna.

I bambini possono registrare gli elenchi dei nomi presentati sul loro quaderno di grammatica.

Nei giorni seguenti i bambini potranno svolgere l’esercizio autonomamente.

Estensioni

– i bambini possono compilare propri elenchi di nomi di cosa, luogo, persona;
– classificare ulteriormente i nomi, ad esempio per i nomi di cosa stilare elenchi di nomi di vestiario, di mobili, di attrezzi ecc.

Psicogrammatica Montessori: nomi di persona, cosa, luogo

Il gioco dell’inventario della classe per il nome

Il gioco dell’inventario della classe per il nome per approfondire lo studio del nome col metodo della psicogrammatica Montessori.

Scopo diretto

comprendere la funzione del nome

Età

6 anni

Materiali

– cartellini bordati di nero da compilare
– penna nera
– cartellini preparati coi nomi degli oggetti presenti in classe.

Presentazione

Raduniamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto.

Diciamo: “Fino ad ora abbiamo imparato molte cose sulle parole che usiamo per chiamare gli oggetti. Come si chiamano le parole che usiamo per nominare gli oggetti? Sì, sono i nomi. I nomi sono parole che servono a nominare.”

“Oggi etichetteremo coi loro nomi gli oggetti che si trovano nella nostra classe”.

Invitiamo un bambino a nominare un oggetto presente in classe. Con la penna nera scriviamo il nome su di un cartellino. Invitiamo il bambino a leggere il cartellino ed a posizionarlo accanto all’oggetto nominato.

Facciamo altri esempi, finché i bambini non saranno in grado di proseguire il lavoro autonomamente.

A quel punto forniamo loro una serie di cartellini preparati coi nomi degli oggetti  presenti in classe: i bambini li useranno per etichettarli.

Al termine dell’esercizio potranno compilare elenchi dei nomi degli oggetti presenti in classe sui loro quaderni di grammatica.

Il gioco dell’inventario della classe per il nome

Il gioco della fattoria Montessori per il nome

Il gioco della fattoria Montessori per il nome, presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria, per sperimentare la funzione del nome nella frase. Per la costruzione della fattoria e stampare i cartellini previsti per il gioco, trovi tutto qui.

Il gioco della fattoria Montessori per il nome
Versione 1

Materiali

gioco della fattoria
cartellini neri dei nomi

Presentazione

Formiamo un piccolo gruppo di bambini.

Invitiamo i bambini ad allestire la fattoria.

Prendiamo un cartellino, leggiamolo e posizioniamolo accanto all’oggetto corrispondente. Queste parole che usiamo per chiamare le cose che ci circondano sono nomi.

Al termine i bambini possono registrare l’esercizio sul loro quaderno di grammatica.

Diciamo ai bambini che tutte le parole scritte sui cartellini che useremo per l’esercizio, servono a nominare gli oggetti della fattoria.

Il gioco della fattoria Montessori per il nome
Versione 2

Mostriamo ai bambini il gioco della fattoria e spieghiamo loro che lo useremo per lavorare sul linguaggio.

Mostriamo i cartellini delle parole che servono a nominare gli oggetti della fattoria, e presentiamo il cartellino del titolo su cui avremo scritto “NOMI”.

Ricordiamo coi bambini le lezioni di presentazione del nome.

I bambini leggeranno i cartellini dei nomi e li abbineranno agli oggetti corrispondenti, portandoli sotto al cartellino del titolo.

Al termine dell’esercizio i bambini scriveranno sui loro quaderni di grammatica il titolo in alto e in seguito l’elenco dei nomi trovati.

Prerequisiti

lezioni sulla funzione del nome.

Età

6 anni

Scopo diretto

fare pratica sulla funzione del nome

Scopo indiretto

sviluppo del lessico; lettura e comprensione.

Punti di interesse

allestire la fattoria; etichettare correttamente gli oggetti.

Controllo dell’errore

i nomi sono scritti tutti su etichette nere.

Estensioni

i bambini possono scrivere nuove etichette di nomi (particolari o sinonimi) per gli oggetti già presenti nel gioco; i bambini possono aggiungere elementi alla fattoria ed etichettarli.

Il gioco della fattoria Montessori per il nome
Versione 3

Raccogliamo un piccolo gruppo di bambini attorno al gioco della fattoria.

Invitiamo i bambini ad allestire la fattoria.

Ogni oggetto della fattoria ha un nome. I nomi sono scritti su questi cartellini. Tutte le parole che usiamo per chiamare le cose sono nomi. Un nome è una parola che serve a nominare le cose.

Invitiamo i bambini a posizionare i cartellini dei nomi accanto agli oggetti corrispondenti. I bambini prendono un cartellino, lo leggono, quindi lo usano per etichettare un oggetto.

Al termine dell’esercizio i bambini copiano l’elenco dei nomi usati sui loro quaderni di grammatica.

Nei giorni seguenti i bambini svolgeranno con cartellini selezionati l’esercizio in modo indipendente.

Prerequisiti

lezioni sulla funzione del nome.

Età

6 anni

Scopo diretto

fare pratica sulla funzione del nome

Scopo indiretto

sviluppo del lessico; lettura e comprensione.

Punti di interesse

allestire la fattoria; etichettare correttamente gli oggetti.

Controllo dell’errore

i nomi sono scritti tutti su etichette nere.

Estensioni

i bambini possono scrivere nuove etichette di nomi (particolari o sinonimi) per gli oggetti già presenti nel gioco; i bambini possono aggiungere elementi alla fattoria ed etichettarli.

Il gioco della fattoria Montessori per il nome

Gioco della fattoria Montessori

Gioco della fattoria Montessori: la mia versione stampabile completa di tutti gli elementi (attrezzi, personaggi, animali, elementi architettonici,…) e dei cartellini per gli esercizi coi simboli grammaticali.

Gioco della fattoria Montessori

La fattoria Montessori tradizionale è un materiale piuttosto costoso, ma così versatile ed utile che non bisogna farsi scoraggiare. Naturalmente la versione originale è davvero molto bella, ma ci si può ingegnare in tantissimi modi per allestire una bellissima fattoria. In rete molte mamme blogger si sono cimentate nell’impresa (consiglio la ricerca nel web per “Montessori grammar farm”).

Set di animali della fattoria di plastica o legno si trovano facilmente, a varie fasce di prezzo. Per gli elementi architettonici si trovano delle bellissime soluzioni in cartone, molto economiche, ad esempio:

Non proprio economici, ma si possono collezionare un po’ alla volta, ci sono gli elementi della serie “Vita nella fattoria” Schleich, con vari accessori.

La difficoltà, preparando la fattoria in proprio, è quella di dover preparare il materiale di accompagnamento (cartellini dei nomi e delle altre parti del discorso e frasi per l’analisi logica e grammaticale) in base agli elementi presenti nella nostra fattoria.

Per questo ho preparato una fattoria stampabile, da colorare e allestire praticamente a costo zero, con il materiale di accompagnamento pronto.

Basta stampare gli elementi:

Ritagliare lasciando un margine e una base diritta:

Colorare e poi scegliere se incollarli su mattoncini da costruzione di legno o plastica, oppure aggiungere una linguetta in cartone o cartoncino:

Gioco della fattoria Montessori

Il lavoro con la fattoria si abbina all’uso dei simboli grammaticali, per questo la prima serie di cartellini segue i colori dei simboli grammaticali, e non quelli delle scatole grammaticali:

Gioco della fattoria Montessori

Col metodo Montessori abbiamo a disposizione una vastissima gamma di attività diverse per presentare ai bambini le parti discorso. Alcuni possono essere sorprendenti, e la fattoria è uno di questi.

La fattoria può essere usata nella Casa dei Bambini per il lavoro sull’arricchimento del linguaggio orale, sulla scrittura e la lettura; è utilissima per presentare le parti del discorso sia nella fascia d’età 3-6, sia in quella 6-9 anni; consente di esercitare l’analisi logica e grammaticale.

Userò la fattoria nei prossimi articoli per fare esempi di presentazioni delle parti del discorso, aggiungendo frasi e cartellini per l’analisi logica e grammaticale.

Gioco della fattoria Montessori 

Psicogrammatica Montessori: nomi astratti e concreti

Psicogrammatica Montessori: nomi astratti e concreti. Presentazioni (varie versioni) ed esercizi per bambini della scuola primaria, coi cartellini pronti per il download e la stampa.

Scopo diretto

comprendere la funzione del nome, comprendere la differenza tra nomi concreti e nomi astratti.

Scopo indiretto

stimolare l’interesse sui vari tipi di nome.

Prerequisiti

lezione di presentazione del nome; lezione di presentazione dei nomi di cosa, persona e luogo.

Punti di interesse

classificare correttamente i cartellini; imparare che ci sono tipi diversi di nomi.

Controllo dell’errore

ogni set contiene un numero determinato di coppie di nomi; si possono preparare dei colori di controllo dietro ai cartellini o predisporre i cartellini in due colori differenti.

Età

dai sei anni

Presentazione – versione 1

Materiali

– cartellini da compilare (dieci coppie)
– cartellini dei titoli: nome concreto, nome astratto
– penna nera.

Presentazione

Raduniamo un gruppo di bambini intorno al tavolo o al tappeto.

Diciamo ai bambini: “Abbiamo detto che tutti gli oggetti vengono nominati utilizzando parole speciali. Vi ricordate come si chiamano le parole che servono ad indicare gli oggetti? Sì, si tratta dei nomi. I nomi sono parole che si usano per nominare le cose che ci circondano”.
“Oggi diremo qualcosa di più di questi nomi”.

Con la penna nera scriviamo su di un cartellino il nome di un oggetto presente in classe, ad esempio “dizionario”. Invitiamo i bambini a leggere il cartellino, quindi chiediamo a un bambino di portarci la cosa nominata e di metterla accanto al cartellino.
Ripetiamo con altri oggetti, ad esempio “righello”, “cubo”, “pennarello”, “libro”.

Scriviamo poi altri nomi, ad esempio: “amicizia”. Invitiamo i bambini a leggere il cartellino, quindi chiediamo a un bambino di portarci la cosa nominata e di metterla accanto al cartellino. Non si può portare “amicizia” sul tavolo. Ripetiamo con altri nomi astratti, ad esempio “gentilezza”, “libertà”, “pace”, “cattiveria”.

Diciamo ai bambini: “Queste parole sono nomi di cose che esistono, non è vero?”. “

“I nomi sono le parole che usiamo per nominare tutto ciò che ci circonda: indicano le cose, i luoghi, gli oggetti, le persone, i pensieri, le idee e le emozioni. Tutti queste parole sono nomi. Possiamo dare un nome anche a cose che non possiamo toccare. Anche le parole che diamo alle cose che non si toccano sono nomi. I nomi che usiamo per nominare le che non si possono toccare si chiamano NOMI ASTRATTI. I nomi che usiamo per nominare le cose che si possono toccare si chiamano NOMI CONCRETI.”

Disponiamo i cartellini in due colonne. Poniamo in alto i due cartellini del titoli: “NOMI CONCRETI” e “NOMI ASTRATTI”.

Chiediamo ai bambini di farci altri esempi di nomi concreti e di nomi astratti e scriviamoli su dei nuovi cartellini.

Rileggiamo i nomi delle due colonne.

Al termine della presentazione i  bambini possono copiare lo schema sui loro quaderni di grammatica. Nei giorni successivi possono lavorare individualmente coi i set di cartellini dei nomi concreti e astratti preparati.

Presentazione – versione 2

Materiali

– cartellini di nomi concreti e astratti
– cartellini dei titoli: nome concreto, nome astratto

Presentazione

Iniziamo a comporre lo schema a due colonne coi cartellini preparati. Dopo i primi abbinamenti, diciamo ai bambini che ci sono nomi che indicano idee, sentimenti, emozioni e tutte le cose esistono ma che non possono essere udite, viste, toccate, assaggiate o annusate. Questi nomi si chiamano NOMI ASTRATTI, mentre i nomi delle cose che possono essere udite, viste, toccate, assaggiate o annusate si chiamano NOMI CONCRETI.

Poniamo in alto i due cartellini dei titoli e continuiamo a comporre lo schema, con l’aiuto dei bambini.

Presentazione – versione 3

Introduzione orale

Invitiamo un piccolo gruppo di cinque bambini.
Chiediamo ad ognuno, uno alla volta, di portarci un determinato oggetto  che possa essere percepito con l’udito, la vista, il tatto, l’olfatto e il gusto.
Ogni volta che un bambino porterà l’oggetto, chiediamogli: “Cosa hai portato?” e mostriamo apprezzamento per ogni oggetto.
Chiediamo poi ai bambini di rimettere gli oggetti presi al loro posto e di tornare da noi.
Ora chiediamo ad ognuno, uno alla volta, di portarci una cosa nominata  da un nome astratto, ad esempio bellezza, paura, bontà, giustizia, felicità.
Probabilmente i bambini rimarranno dove si trovano, quindi possiamo chiedere loro di andare a cercare la cosa nominata in giro per la classe.
Se un bambino ci porta qualcosa, ad esempio un oggetto che gli appare bello per la parola “bellezza”, diciamo: “Ci hai portato un fiore. Questo è un fiore, non è una bellezza!”.
Dopo aver giocato un po’ in questo modo, confrontiamo con  i bambini il primo gruppo di nomi proposti col secondo. Diciamo ai bambini che le cose del primo gruppo potevano essere toccate, viste, udite, annusate o assaggiate. I nomi che usiamo per nominare questo genere di cose si dicono nomi concreti.
Le cose del secondo gruppo non possono essere ascoltate, viste, toccate, annusate o assaggiate, ma sappiamo con certezza che sono cose che esistono. I nomi che usiamo per nominare le cose che non percepiamo coi cinque sensi, ma che sentiamo nel cuore o nella mente, si dicono nomi astratti.

Facciamo quindi vari esempi a voce e chiediamo ai bambini di partecipare.

Presentazione – versione 4

Materiali

– cartellini di nomi concreti e nomi astratti
– cartellini dei titoli: nome concreto, nome astratto

Presentazione

Leggiamo ai bambini i cartellini dei titoli e poniamoli sul tappeto, in alto.

Mescoliamo i cartellini dei nomi concreti e astratti, e cominciamo a comporre lo schema con l’aiuto dei bambini, scegliendo per ogni cartellino la colonna appropriata e favorendo la discussione.

Presentazione – versione 5

Materiali

– cartellini di nomi concreti e astratti
– cartellini dei titoli stampati fronte/retro: cose che posso toccare/nomi concreti; cose che non posso toccare/nomi astratti

Presentazione

Accogliamo intorno a noi un piccolo gruppo di bambini.

Diamo a un bambino il cartellino di un nome concreto. Leggiamo il cartellino e chiediamo al bambino di rileggerlo. Chiediamo al bambino di portarci l’oggetto nominato. Quando il bambino avrà posto l’oggetto sul tappeto (o sul tavolo), posizioniamo il cartellino corrispondente accanto ad esso.

Ripetiamo con gli altri bambini.

Ora proseguiamo nella nostra presentazione proponendo i nomi astratti, chiedendo sempre ai bambini di portarci l’oggetto corrispondente.

Naturalmente i bambini non potranno portarci le cose nominate, quindi chiediamo loro perchè non vi riescono. Ascoltiamo le loro ipotesi, quindi diciamo loro che alcune parole servono a nominare cose che non possono essere toccate, ma che esistono.

Queste parole che nominano cose che esistono anche se non possono essere toccate, sono nomi. Anche le cose che non possono essere toccate hanno un nome, come succede per tutte le cose che possono essere toccate.

Estensione 1
Origine dei nomi astratti

Materiali

– cartellini preparati di nomi astratti di qualità, di stato e d’azione e di aggettivi e verbi corrispondenti
– cartellini dei titoli: nomi astratti; aggettivi; verbi

Questo esercizio serve ad approfondire lo studio e la classificazione dei nomi astratti, e può essere presentato in seconda e terza classe.

Presentiamo l’esercizio coi cartellini nel solito modo. Successivamente i bambini potranno eseguire i loro esercizi individuali col materiale preparato.

Estensione 2
Classificazione dei nomi astratti 

Materiali

– cartellini preparati di nomi astratti di qualità, di stato e d’azione
– cartellini dei titoli: nomi astratti; qualità; stato; azione.

Prerequisiti

dopo aver classificato i nomi concreti (di cosa e  luogo, di persona, di animale). Questo esercizio può essere molto difficile e può essere proposto in seconda o terza classe.

Presentazione

Ricordiamo coi bambini la classificazione dei nomi concreti e diciamo che anche i nomi astratti possono essere classificati.

Introduciamo i cartellini dei titoli e favoriamo la discussione: i nomi astratti che nominano un’azione si riferiscono a un movimento, un aumento, uno sviluppo, una nascita; i nomi astratti che nominano una qualità si riferiscono a una caratteristica posseduta da qualcosa o qualcuno; i nomi astratti che nominano uno stato si riferiscono alla condizione o alla circostanza in cui si trova qualcosa o qualcuno.

Disponiamo in alto i cartellini dei titoli.

Mescoliamo i cartellini dei nomi e invita i bambini a leggerli, uno alla volta, e a decidere in quale colonna posizionarlo.

Psicogrammatica Montessori: nomi astratti e concreti

Nei giorni successivi

– i bambini possono ripetere individualmente l’esercizio coi cartellini preparati;
– possono preparare altri cartellini;
– possono scrivere elenchi sui propri quaderni;
– si possono organizzare dettati di nomi concreti e astratti (con l’insegnante o tra due bambini)
– possiamo chiedere ai bambini di mimare i nomi astratti
– i bambini possono stilare elenchi di nomi astratti.

Psicogrammatica Montessori: nomi astratti e concreti

Psicogrammatica Montessori: nomi astratti e concreti

Psicogrammatica Montessori: nomi comuni e nomi propri

Psicogrammatica Montessori: nomi comuni e nomi propri. Presentazioni (varie versioni) ed esercizi per bambini della scuola primaria, coi cartellini pronti per il download e la stampa.

Scopo diretto

comprendere la funzione del nome, comprendere la differenza tra nomi comuni e nomi propri.

Scopo indiretto

stimolare l’interesse sui vari tipi di nome.

Prerequisiti

lezione di presentazione del nome; lezione di presentazione dei nomi di cosa, persona e luogo.

Punti di interesse

classificare correttamente i cartellini; imparare che ci sono tipi diversi di nomi.

Controllo dell’errore

ogni set contiene lo stesso numero di cartellini.

Presentazione – versione 1

Materiali

– cartellini di nomi propri e comuni
– cartellini bianchi
– cartellini dei titoli: nome comune, nome proprio
– penna nera.

Presentazione

Raduniamo un gruppo di bambini intorno al tavolo o al tappeto.

Diciamo ai bambini: “Abbiamo detto che tutti gli oggetti vengono nominati utilizzando parole speciali. Vi ricordate come si chiamano le parole che servono ad indicare gli oggetti? Sì, si tratta dei nomi. I nomi sono parole che si usano per nominare le cose che ci circondano”.
“Oggi diremo qualcosa di più di questi nomi”.
“Guardate. Ora distribuisco questi nomi in due colonne differenti. Guardate attentamente, e quando pensate di aver capito in base a quale regola metto i cartellini in una colonna o nell’altra, alzate la mano”.

Invitiamo i bambini a leggere i nomi scritti sui cartellini preparati. Posizioniamo ogni cartellino nella colonna corretta.

Quando i bambini avranno compreso che i nomi in una colonna iniziano tutti con la lettera maiuscola, diciamo loro: “Tutti i nomi di questa colonna cominciano con la lettera maiuscola. Questi nomi sono molto specifici e vengono chiamati NOMI PROPRI”. Quindi posizioniamo all’inizio della colonna il cartellino del titolo “nomi propri”.

Poi diciamo: “Questi altri nomi non sono specifici e non iniziano con la lettera maiuscola. Essi sono detti NOMI COMUNI.” Posizioniamo all’inizio della colonna il cartellino del titolo “nomi propri”.

Invitiamo i bambini a dirci altri nomi comuni e nomi propri. Scriviamo i nomi sui cartellini in bianco che abbiamo predisposto per la presentazione e mettiamoli nella colonna corrispondente.

Rileggiamo i nomi delle due colonne.

I bambini possono copiare la presentazione sui loro quaderni di grammatica.

Presentazione – versione 2

Materiali

– cartellini di nomi propri e comuni corrispondenti
– cartellini dei titoli: nome comune, nome proprio

Presentazione

Iniziamo a comporre lo schema a due colonne coi cartellini preparati. Dopo i primi abbinamenti, diciamo ai bambini che ci sono nomi che indicano un gruppo di persone, cose, luoghi, mentre altri nomi indicano persone, cose o luoghi specifici.

Evidenziamo che i nomi propri si scrivono con la lettera maiuscola.

Presentazione – versione 3

Introduzione orale

Andiamo davanti alla finestra e chiamiamo: “Bambine! Venite qui!”. Poi andiamo davanti alla porta e chiamiamo: “Bambini! Venite qui!”.
Infine andiamo in un altro luogo della stanza e chiamiamo per nome uno dei bambini, ad esempio: “Giovanni! Vieni qui!”.

Ora chiediamo a Giovanni: “Quando ho detto ‘bambini’ sei arrivato insieme agli altri. Perchè adesso sei venuto da solo?”
 “Perchè tu hai un nome specifico, e io ho detto quel nome.”
Ripetere il gioco chiamando una bambina.

Spieghiamo quindi che ci sono alcuni nomi che appartengono a molte persone (ad esempio ci sono molte bambine e molti bambini) ma si sono solo un Giovanni e solo una Gaia nella nostra classe.

Oggi stiamo imparando qualcosa di nuovo sui nomi: alcuni nomi indicano persone luoghi o cose molto precisi, altri nomi invece possono indicare molte persone, luoghi e cose insieme. I nomi che indicano precisamente una persona, un luogo o una cosa si chiamano nomi propri; i nomi che indicano luoghi persone o cose più in generale si chiamano nomi comuni.

Facciamo quindi vari esempi a voce e chiediamo ai bambini di partecipare.

Presentazione – versione 4

Materiali

– cartellini di nomi propri e comuni
– cartellini dei titoli: nome comune, nome proprio

Mostriamo ai bambini i cartellini dei titoli, leggiamoli e poniamoli uno accanto all’altro.


Formiamo sotto ai titoli le due colonne di nomi, se necessario discutendone con i bambini.

I bambini dovrebbero notare che tutti i nomi propri iniziano con la lettera maiuscola.

Presentazione – versione 4

Materiali

– cartellini di nomi propri e comuni
– cartellini dei titoli: nome comune, nome proprio

Presentazione

Invitare un piccolo gruppo di bambini. Posizionare le carte titolo sul tappeto. Dire ai bambini che posizioneranno le altre carte dividendole nei due diversi gruppi. Chiedere loro di alzare la mano quando sanno la regola per i due gruppi.

Procedere leggendo ogni cartellino e posizionandolo sotto il titolo appropriato.

Appena i bambini cominciano a capire la regola, spiegare che i nomi comuni posso chiamare ogni persona, luogo o cosa; i nomi propri nominano una persona, luogo o cosa in particolare.

Mescolare le carte e chiedere ai bambini di posizionarle loro stessi sotto i titoli appropriati.

I bambini possono registrare la disposizione dei cartellini sui loro quaderni di grammatica.

Psicogrammatica Montessori: nomi comuni e nomi propri

Nei giorni successivi

– i bambini possono ripetere individualmente l’esercizio coi cartellini preparati;
– possono preparare altri cartellini;
– possono scrivere elenchi sui propri quaderni;
– si possono organizzare dettati di nomi comuni e propri (con l’insegnante o tra due bambini);
– fornire una lista di nomi comuni e chiedere ai bambini di trovare nomi propri da abbinare ai nomi comuni dati;
– sfruttare questo lavoro per spiegare la lettera maiuscola dei nomi propri
– includere negli elenchi nomi propri che contengono più di una parola (ad esempio Signor Rossi)
– cercare le origini dei nomi di ogni bambino della classe;
– investigare le cerimonie e gli usi legati al dare il nome;
– cercare informazioni storicche sul nome di città, paesi, montagne, fiumi e altri toponimi.

Psicogrammatica Montessori: nomi comuni e nomi propri

Psicogrammatica Montessori: nomi comuni e nomi propri

Psicogrammatica Montessori: scatola grammaticale II AGGETTIVI

Psicogrammatica Montessori: scatola grammaticale II AGGETTIVI – presentazione del materiale, e i cartellini di riempimento pronti per il download e la stampa. Con questa scatola i bambini approfondiscono lo studio dell’aggettivo in relazione al nome e all’articolo.

Il materiale per l’analisi delle parole è costituito da varie serie di cartellini della frase di colore marrone scuro e da varie serie di cartellini delle parole di diverso colore:
– marrone chiaro per gli  articoli
– nero per i nomi
– marrone scuro per gli aggettivi
che si scelgono a seconda dell’esercizio che si vuole proporre e si collocano nella scatola grammaticale II.

Secondo le indicazioni di Maria Montessori il bambino legge una frase, prende gli oggetti che vi sono indicati, e poi compone la frase coi cartellini delle parole. Ad esempio, se il cartellino della frase contiene questa indicazione: ‘il colore verde – il colore turchino – il colore rosso’, il bambino prende tre spolette (verde, turchina e rossa) dalla scatola delle spolette dei colori, e le mette sul tavolo. Poi compone la frase la frase ‘il colore verde‘ e pone la spoletta verde accanto alla frase.

Quindi, lasciando sul tavolo i due primi cartellini, cambia solo quello relativo all’aggettivo, e sostituisce ‘verde’ con ‘turchino’, e infine cambia la spoletta verde con quella turchina.

In ultimo ripete la procedura con il colore rosso.

(Nel mio esempio ho utilizzato dei pennarelli al posto delle spolette dei colori. Per realizzarle in proprio trovate il tutorial qui: Costruire le spolette dei colori Montessori).

Le frasi originali proposte da Maria Montessori si riferiscono tutte ai materiali sensoriali che si utilizzano nella Casa dei Bambini.
Nella scatola grammaticale II si pongono un certo numero cartellini della frase alla volta (di solito sei), e i relativi cartellini delle parole, che corrispondono alle necessità dell’esercizio e non alle frasi, nel senso che gli articoli ed i nomi non sono ripetuti).

MATERIALI PREVISTI PER LA SCATOLA GRAMMATICALE II AGGETTIVI
(con la codifica che ho utilizzato io per la preparazione dei cartellini)

scatola grammaticale II (qui il tutorial per costruirla: Costruire le scatole grammaticali)
6 scatoline di riempimento color marrone chiaro contrassegnate IIA, IIB, IIC, IID, IIE, IIF.
una scatolina aperta marrone chiaro per il libretto degli elenchi e per il libretto delle regole

scatola grammaticale II AGGETTIVI – Contenuto delle scatole di riempimento

scatola IIA: scheda della definizione e cartellini (i tre gruppi di cartellini stanno nella scatola IIA separati tra loro per mezzo di elastici)

  • cartellini IIA-1: colori (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
  • cartellini IIA-2: colori (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
  • cartellini IIA-3: colori (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)

scatola IIB: scheda della definizione e cartellini (i tre gruppi di cartellini stanno nella scatola IIB separati tra loro per mezzo di elastici)

  • cartellini IIB-1: qualità opposte (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
  • cartellini IIB-2:  dimensioni opposte (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
  • cartellini IIB-3:  stati d’animo opposti (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)

scatola IIC: scheda della definizione e cartellini scheda della definizione e cartellini  ( i quattro gruppi di cartellini stanno nella scatola IIC separati tra loro per mezzo di elastici)

  • cartellini IIC-1: forma e quantità (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
  • cartellini IIC-2: quantità (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
  • cartellini IIC-3: dimensioni (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
  • cartellini IIC-4: forma (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)

scatola IID: scheda della definizione e cartellini ( i sette gruppi di cartellini stanno nella scatola IID  separati tra loro per mezzo di elastici)

  • cartellini IID-1: qualità sensoriali (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
  • cartellini IID-2: sensazioni tattili (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
  • cartellini IID-3: olfatto e udito (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
  • cartellini IID-4:  olfatto e gusto (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
  • cartellini IID-5: sensazioni uditive (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
  • cartellini IID-6: sensazioni tattili (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
  • cartellini IID-7: udito, olfatto e gusto (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)

scatola IIE: scheda della definizione e cartellini ( i cinque gruppi di cartellini stanno nella scatola IIE  separati tra loro per mezzo di elastici)

  • cartellini IIE-1: gradi dell’aggettivo (cartellini aggettivo positivo, comparativo, superlativo + titoli)
  • cartellini IIE-2: gradi dell’aggettivo (cartellini aggettivo positivo, comparativo, superlativo + titoli)
  • cartellini IIE-3: gradi dell’aggettivo (cartellini aggettivo positivo, comparativo, superlativo + titoli)

scatola IIF: scheda della definizione e cartellini ( i sei gruppi di cartellini stanno nella scatola IIF  separati tra loro per mezzo di elastici)

  • cartellini IIF-1: concordanza nome/aggettivo (cartellini nome e aggettivo + cartellini frase)
  • cartellini IIF-2: concordanza nome/aggettivo (cartellini nome e aggettivo + cartellini frase)
  • cartellini IIF-3: concordanza nome/aggettivo (cartellini nome e aggettivo + cartellini frase)
  • cartellini IIF-4: concordanza nome/aggettivo (cartellini nome e aggettivo + cartellini frase).

scatolina aperta marrone scuro:

  • libretto degli elenchi per l’aggettivo (facoltativo)
  • libretto delle regole per l’aggettivo.

Questo è il materiale pronto:

PDF QUI

scatola grammaticale II AGGETTIVI – ISTRUZIONI per confezionare i libretti
(nell’esempio un libretto delle nomenclature)

La mia stampante è in bianco e nero, ma consiglio di stampare a colori. Per il libretto ritagliate le pagine seguendo i tratteggi:

piegate ogni striscia così, per ottenere pagine stampate fronte/retro:

rilegate. Io ho usato la foratrice per spirali:

scatola grammaticale II AGGETTIVI

MATERIALI PER LA SCATOLA GRAMMATICALE II

Si tratta di un materiale rivisitato e attualizzato ai mutamenti che la lingua ha subito e ai vocaboli che più appartengono alla realtà dei bambino oggi.
L’organizzazione originale del materiale non cambia, ho aggiunto però dei set che isolano ulteriori aspetti delle regole grammaticali.
Ciascuna parte del discorso ha un suo codice colore, che è diverso da quello dei simboli grammaticali (ad eccezione del nome e del verbo).
I simboli grammaticali possono entrare a far parte degli esercizi con le scatole grammaticali: i bambini possono porre i simboli mobili sulle parole scritte nei cartellini della frase, o anche possono copiare le frasi e disegnare i simboli (anche utilizzando gli stencil).

_________________

scatola grammaticale II AGGETTIVI

USO DEL MATERIALE

Avere a disposizione le scatole grammaticali di legno è sicuramente la situazione ideale, ma considerando il costo, non è la situazione alla portata di tutti. Si possono preparare delle bellissime alternative in cartone o anche sostituire alle scatole delle “tovagliette stampate“. Si può anche decidere di non utilizzare nulla, e di mettere semplicemente i cartellini sul tavolo, divisi in base al loro codice colore e ponendo sopra di essi dei cartellini-titolo (per la prima scatola ‘ARTICOLO’ e ‘NOME’).
Lo stesso discorso vale per le scatole di riempimento e per le scatole dei comandi, che possono essere acquistate in legno, o possono essere facilmente realizzate in cartoncino. Si può anche optare per qualsiasi altra soluzione alternativa: buste di carta colorata, sacchetti di plastica trasparente, cestini, ecc.

Le scatole grammaticali servono all’esercizio del bambino, dopo le presentazioni e le lezioni chiave relative alle parti del discorso che vogliamo esercitare.

Comandi sui nomi LE CHIAMATE

Comandi sui nomi LE CHIAMATE. Nell’articolo puoi trovare esempi di presentazione e d’uso, e il materiale pronto per il download e la stampa. Questi cartellini dei comandi sono utilizzati in relazione al lavoro con la scatola grammaticale I (nome e articolo).

Per saperne di più sull’uso dei comandi puoi leggere qui: LE LEZIONI E I COMANDI

Il gioco con i cartellini dei comandi piace molto ai bambini, e possono essere usati sia in ambito grammaticale, come quelli presentati in questo articolo, sia per esercitare la lettura interpretata, come quelli proposti qui: cartellini dei comandi per i primi esercizi di lettura e composizione.

In generale l’esercizio con i cartellini dei comandi si svolge così: in un piccolo gruppo di bambini, a turno, un bambino legge in silenzio un cartellino e poi lo esegue riproducendo le parole e le azioni indicate. Generalmente i comandi richiedono il coinvolgimento dei compagni, quindi si prestano allo svolgersi di piccole recite. Maria Montessori ricorda che a partire dall’età di cinque anni i bambini hanno una spiccatissima tendenza alla recitazione, e provano grande piacere nel pronunciare le parole con tono sentimentale, accompagnandole con dei gesti.
I comandi delle “chiamate” possono dar luogo a piccole commedie. Possono avere un tono imperioso,  di preghiera, gentile o brusco.

Il materiale che ho preparato io segue la stessa codifica delle scatole grammaticali, quindi, poichè questi comandi sono in relazione alla scatola grammaticale I, avremo i cartellini EI-1 ed EI-2.

Questi sono i cartellini dei comandi per il nome, anche detti “chiamate”:

Altri comandi sul nome possono essere fatti chiedendo al bambino di disegnare determinate cose e scriverne i nomi (E1-2):

Comandi sui nomi LE CHIAMATE

Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE I articolo e nome

Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE I articolo e nome – idee per le presentazioni e gli esercizi, e i cartellini di riempimento pronti per il download e la stampa. Con questa scatola i bambini approfondiscono lo studio delle forme dell’articolo, della flessione dei nomi e della concordanza tra articolo e nome.

Gli esercizi principali della grammatica sono:
– le concordanze e gli esercizi di flessione, fatte con l’aiuto di cartellini appositamente preparati (come già si è visto per le concordanze fra articolo e nome)
– i comandi
– le analisi
– gli spostamenti.

Per il lavoro di analisi, si usano le scatole grammaticali.

Gli esercizi con le scatole grammaticali sono attività di concentrazione e di isolamento. Mentre i comandi portano all’intuizione, l’analisi porta a maturazione. Come già spiegato nell’introduzione alle scatole grammaticali, l’esercizio consiste nel leggere una frase e nel ricostruirla parola per parola, utilizzando le parole divise in base alla parte del discorso cui appartengono. Il lavoro è semplicissimo: si chiede al bambino di copiare coi cartellini colorati le frasi stampate sui biglietti. Non deve nemmeno ricordare la frase. Tutta la sua attenzione è diretta alla classificazione delle parole e alle relazioni che intercorrono tra di esse.

Gli spostamenti, poi, rendono gli esercizi con le scatole grammaticali ancora più interessanti. L’insegnante, passando al tavolo di un bambino, sposta in un dato modo i cartellini che il bambino ha composto, e in questo mondo stimola l’intuizione di particolare rigole grammaticali. Gli spostamenti di cartellini dimostrano che il senso del discorso non è dato dalle parole, ma dall’ordine delle parole.

Il compito dell’insegnante è impegnativo e complesso. Maria Montessori ha sempre sottolineato l’importanza di avere a disposizione un materiale pronto e appositamente studiato: l’insegnante deve essere alleviata il più possibile dal lavoro di preparazione dei materiali e dal lavoro di ricerca, per potersi dedicare totalmente al suo compito di osservazione e intervento. “Quando chiediamo a una maestra di corrispondere ai bisogni della vita interiore dell’uomo, le chiediamo una cosa assai grande: essa non potrà mai compierla, se prima non abbiamo pensato a servirla, a porgerle tutto il necessario“.

La SCATOLA GRAMMATICALE I ha due compartimenti piccoli (articolo e nome) e uno più grande per la frase. Tutte le parole  che si usano per lo studio della grammatica sono scritte su cartellini rettangolari. I cartellini si conservano in apposite scatole, raggruppati con degli elastici. Il materiale deve essere esattamente preparato, ed in quantità stabilita.

Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE I articolo e nome

Il primo esercizio con la SCATOLA GRAMMATICALE I indicato da Maria Montessori prevede questo gruppo di 32 parole (oggi l’uso di gli apostrofato è considerato scorretto, ad eccezione di gl’incendi, anche se è comunque preferibile la forma gli incendi):

il fazzoletto, il libro, il vestito, il tavolino, lo specchio, lo zucchero, lo zio, lo stivale, la stoffa, la perla, la piramide, la finestra, i colori, i fiori, i disegni, i compagni, gli zoccoli, gli uomini, gli articoli, gli stracci, le sedie, le scarpe, le addizioni, le piante, l’occhio, l’amico, l’acqua, l’albero, gl’invitati, gl’incastri, gl’italiani, gl’nsetti.

I cartellini non sono disposti nella scatola in quest’ordine, ma sono mescolati: gli articoli tra loro e i nomi tra loro.

Nel primo esercizio diamo ai bambini le scatole dei cartellini mescolati (ma perfettamente preparati per poter formare tutte le combinazioni corrette). Il lavoro del bambino consiste nell’abbinarli tra loro, mettendo davanti ad ogni nome l’articolo esatto.

Quando l’esercizio è terminato, i bambini ripongono i cartellini dei nomi nella casella del nome, e i cartellini degli articoli nella casella dell’articolo. Oltre alle parole ‘articolo’ e ‘nome’, fa da guida il colore delle caselle e dei cartellini: nero per il nome e marrone chiaro per l’articolo.

Grazie a questo esercizio il bambino comincerà a parlare di casella dell’articolo, casella dei nomi, cartellini dell’articolo, cartellini dei nomi, e così via: insomma saprà distinguere queste due parti del discorso.

Maria Montessori fa osservare come questo esercizio sia simile a quello che si fa con gli ALFABETI MOBILI. Il bambino, infatti, combina tra loro articoli e nomi guidato dall’orecchio, come era guidato dall’orecchio quando componeva le parole con gli alfabeti mobili.
Con gli alfabeti mobili sostituisce i suoni del linguaggio comune con oggetti reali (le lettere dell’alfabeto). Con le scatole grammaticali sostituisce le parole del linguaggio comune con oggetti reali (i cartellini).
Grazie a questo esercizio ha la possibilità di vedere in quali relazioni si trovino le parole tra loro, e porta a coscienza quei rapporti tra le parole che ha sempre usato, ma ai quali non aveva mai pensato.

Possiamo dire che articoli e nomi escono dal caos di parole che il bambino ha immagazzinato nella sua mente, ed entrano a far parte di gruppi precisi, distinti da tutte le altre parole.

Per Maria Montessori si tratta di un esercizio necessario, e il piacere che i bambini ne traggono è la prova del fatto che questo esercizio corrisponde a un bisogno interiore soddisfatto.

Procedendo in questo lavoro con tutte le parti del discorso, il bambino farà ordine tra le parole nella sua mente, arricchendo il suo patrimonio di vocaboli. In altre parole continuerà,  grazie alla grammatica, a costruire quell’ordine interiore che ha già iniziato a sviluppare rispetto agli oggetti del mondo esterno con gli esercizi sensoriali, nella Casa dei Bambini.

Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE I articolo e nome

MATERIALI PREVISTI PER LA SCATOLA GRAMMATICALE I
(con la codifica che ho utilizzato io per la preparazione dei cartellini)

scatola grammaticale I
4 scatoline di riempimento color marrone chiaro contrassegnate IA, IB, IC e ID
una scatolina aperta marrone chiaro per il libretto degli elenchi e per il libretto delle regole

Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE I articolo e nome
Contenuto delle scatole di riempimento

scatola IA: scheda della definizione e cartellini (i due gruppi di cartellini stanno nella scatola IA separati tra loro per mezzo di elastici)

  • cartellini IA-1: articoli determinativi e nomi singolari e plurali (56 cartellini+ 28 cartellini frase + titoli)
  • cartellini IA-2: articoli determinativi e nomi singolari e plurali (40 cartellini+ 20 cartellini frase + titoli)

scatola IB: scheda della definizione e cartellini (i due gruppi di cartellini stanno nella scatola IB separati tra loro per mezzo di elastici)

  • cartellini IB-1: articoli determinativi e indeterminativi e nomi singolari(40 cartellini + 20 cartellini frase + titoli)
  • cartellini IB-2: articoli indeterminativi e nomi singolari (40 cartellini + 20 cartellini frase + titoli)

scatola IC: scheda della definizione e cartellini scheda della definizione e cartellini  ( i quattro gruppi di cartellini stanno nella scatola IC separati tra loro per mezzo di elastici)

  • cartellini IC-1: articoli determinativi e nomi in -a -o singolare e plurale  (20 cartellini + 10 cartellini frase + titoli)
  • cartellini IC-2: articoli determinativi e indeterminativi e nomi  in -e singolare e plurale in (20 cartellini + 10 cartellini frase + titoli)
  • cartellini IC-3: articoli determinativi e nomi invariabili singolare e plurale (20 cartellini + 10 cartellini frase + titoli)
  • cartellini IC-4: articoli determinativi e indeterminativi e nomi composti singolare e plurale (20 cartellini + 10 cartellini frase + titoli)

scatola ID: scheda della definizione e cartellini ( i quattro gruppi di cartellini stanno nella scatola ID separati tra loro per mezzo di elastici)

  • cartellini ID-1: articoli determinativi e indeterminativi e nomi (vocale iniziale) singolare e plurale, maschile e femminile (40 cartellini + 20 cartellini frase + titoli)
  • cartellini ID-2: articoli determinativi e indeterminativi e nomi (consonante iniziale) singolare e plurale, maschile e femminile (20 cartellini + 10 cartellini frase + titoli)
  • cartellini ID-3: articoli determinativi e indeterminativi e nomi in -a, -o, -tore, -sore singolare e plurale, maschile e femminile (20 cartellini + 10 cartellini frase + titoli)
  • cartellini ID-4: articoli determinativi e indeterminativi e nomi di genere comune singolare, maschile e femminile (40 cartellini + 20 cartellini frase + titoli)

scatolina aperta marrone chiaro:

  • libretto degli elenchi per l’articolo (facoltativo)
  • libretto delle regole per l’articolo.

Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE I articolo e nome
Questo è il materiale pronto:

Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE I articolo e nome PDF QUI:

Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE I articolo e nome
PDF QUI:

Si tratta di un materiale rivisitato e attualizzato ai mutamenti che la lingua ha subito e ai vocaboli che più appartengono alla realtà dei bambino oggi.
L’organizzazione originale del materiale non cambia, ho aggiunto però dei set che isolano ulteriori aspetti delle regole grammaticali.
Ciascuna parte del discorso ha un suo codice colore, che è diverso da quello dei simboli grammaticali (ad eccezione del nome e del verbo).
I simboli grammaticali possono entrare a far parte degli esercizi con le scatole grammaticali: i bambini possono porre i simboli mobili sulle parole scritte nei cartellini della frase, o anche possono copiare le frasi e disegnare i simboli (anche utilizzando gli stencil).

Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE I articolo e nome
USO DEL MATERIALE

Avere a disposizione le scatole grammaticali di legno è sicuramente la situazione ideale, ma considerando il costo, non è la situazione alla portata di tutti. Si possono preparare delle bellissime alternative in cartone o anche sostituire alle scatole delle “tovagliette stampate“. Si può anche decidere di non utilizzare nulla, e di mettere semplicemente i cartellini sul tavolo, divisi in base al loro codice colore e ponendo sopra di essi dei cartellini-titolo (per la prima scatola ‘ARTICOLO’ e ‘NOME’). 
Lo stesso discorso vale per le scatole di riempimento e per le scatole dei comandi, che possono essere acquistate in legno, o possono essere facilmente realizzate in cartoncino. Si può anche optare per qualsiasi altra soluzione alternativa: buste di carta colorata, sacchetti di plastica trasparente, cestini, ecc.

Le scatole grammaticali servono all’esercizio del bambino, dopo le presentazioni e le lezioni chiave relative alle parti del discorso che vogliamo esercitare.

Con le scatole grammaticali si possono svolgere vari esercizi.

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PRESENTAZIONE DELLA SCATOLA GRAMMATICALE I
(determinativi)
versione 1

Innanzitutto, col la scatola grammaticale I il bambino impara indirettamente le regole grammaticali relative all’uso dell’articolo determinativo e indeterminativo. Aggiungendo la corretta nomenclatura (titoli) il bambino associa ai diversi tipi di articolo il nome di indeterminativo e determinativo.
Come ripetuto molte volte, il periodo sensibile per le parole va dai cinque anni e mezzo agli otto anni circa di età. Per questo si consiglia di cominciare ad usare le scatole grammaticali prima possibile. Il lavoro con le scatole grammaticali implica la lettura di parole e frasi, e di conseguenza stimola le capacità di lettura dei bambini. Possiamo far lavorare i bambini in coppie o in piccoli gruppi, di modo che i bambini più abili nella lettura possano aiutare i più piccoli. Possiamo lavorare parallelamente con le scatole grammaticali, i simboli grammaticali (ponendo i simboli al di sopra dei cartellini delle frasi scritte), le lezioni relative allo studio delle parole e alla punteggiatura, e all’analisi logica.

Materiali:
– SCATOLA GRAMMATICALE I
– simboli grammaticali del nome e dell’articolo
– scatola di riempimento IA (un set alla volta a scelta)
– libretto degli (per autocontrollo)
– libretto delle regole sull’uso dell’articolo (facoltativo)

Introduzione Orale:
Prima di utilizzare praticamente la scatola, aiutiamo i bambini a riflettere sul modo che usiamo per esprimerci. Ad esempio, diciamo ai bambini: “Ora dirò qualcosa, e voi mi direte se secondo voi suona bene”.
Poi chiediamo a un bambino: “Se ti dico: ‘Portami matita!’, ti sembra che suoni bene?”. Il bambino risponderà di no. “E come deve suonare?”. Il bambino risponderà che bisogna aggiungere ‘la’, cioè bisogna dire ‘Portami la matita’.
Fare due o tre esempi di questo genere con ogni bambino, in una sorta di gioco di gruppo che serve a stimolare l’orecchio per il linguaggio rispetto a ciò che è giusto o sbagliato nella nostra lingua.

Presentazione:
“In questa scatolina abbiamo alcuni cartellini che ci serviranno per riempire la nostra scatola grammaticale:

questi cartellini più grandi vanno qui, nella parte posteriore:

e di questi due gruppi di cartellini più piccoli, uno va qui (mescolare i cartellini degli articoli e metterli nel comparto marrone chiaro); e l’altro qui (mescolare i cartellini dei nomi e metterli nel comparto nero):

Chiediamo al bambino di prendere dalla scatola un cartellino grande, leggerlo a voce alta, e posizionarlo sul tappeto, a destra. Chiediamogli quindi di cercare i cartellini piccoli corrispondenti alle parole che ha letto, ponendoli sul tavolo. a sinistra della frase.
Chiediamo al bambino di posizionare i simboli grammaticali sopra ogni parola.

Quando il bambino ha compreso l’esercizio, può continuare da solo.

Riordino:
quando il bambino ha terminato l’esercizio, è importante mostrargli come riordinare il materiale. Per prima cosa si raccolgono i cartellini grandi , si legano con l’elastico e si ripongono nel compartimento posteriore, poi si raccolgono tutti i nomi, si legano con l’elastico e si mettono nella casella del nome, quindi si raccolgono tutti gli articoli, si legano con l’elastico e si mettono nella casella dell’articolo.

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PRESENTAZIONE DELLA SCATOLA GRAMMATICALE I
(determinativi)
versione 2

Materiale:
– SCATOLA GRAMMATICALE I
– scatola di riempimento IA (un set alla volta)
– simboli grammaticali del nome e dell’articolo
– libretto degli (per autocontrollo)
– libretto delle regole sull’uso dell’articolo (facoltativo).

Introduzione orale
Iniziare una conversazione chiedendo ai bambini cos’hanno visto nel tragitto da casa a scuola, o cosa c’è nel giardino della scuola, o nello scaffale del linguaggio. Sottolineare gli articoli, quando vengono pronunciati, quindi dire “Sembra proprio che queste piccole parole vadano sempre insieme ai nomi”.

Presentazione
Mostriamo ai bambini dove trovare in classe la scatola grammaticale e la scatola di riempimento e portiamole sul tappeto o sul tavolino.


Apriamo la scatola di riempimento e diciamo che metteremo il suo contenuto nella scatola grammaticale.

Chiediamo ai bambini di mescolare i cartellini lunghi e di metterli nell’apposito comparto. Fare lo stesso con i cartellini dei nomi e con quelli degli articoli.
Prendiamo un cartellino lungo, leggiamolo e poniamolo su tappeto.
Cerchiamo il cartellino dell’articolo e del nome che corrispondono a quelli del cartellino lungo e poniamoli sul tappeto.
Mettiamoli sotto il cartellino lungo.
Infine aggiungiamo i simboli grammaticali corretti su ogni parola ( o sulle colonne che si sono formate).
Il bambino può proseguire da solo con l’esercizio.

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PRESENTAZIONE DEGLI ARTICOLI DETERMINATIVI
(determinativi)
versione 3 – lezione di gruppo

Materiale:
– scatola grammaticale I
– scatola di riempimento IA (uno o due set, a seconda del numero di bambini)

Raduniamo un gruppo di bambini attorno al tavolo. Ricapitoliamo quello che sappiamo sugli articoli: “Noi conosciamo gli articoli ‘uno uno una’ e gli articoli ‘il lo la i gli le’. Quando usiamo ‘un uno’? Quando vogliamo parlare di un oggetto al maschile fra tanti altri uguali fra loro. E quando usiamo ‘una’? Quando vogliamo parlare di un oggetto al femminile tra tanti uguali fra loro. E cosa succede quando ‘una’ incontra un nome che comincia per vocale? Perde la a finale e diventa ‘un’, però con l’apostrofo. ‘Un’ senza apostrofo ci dice che il nome è maschile, ‘un’ con l’apostrofo ci dice che il nome è femminile. E quando usiamo ‘il lo la’? Quando vogliamo parlare di un oggetto noto, di un oggetto in particolare, che chi parla e chi ascolta conosce. E quando usiamo i gli le? Quando vogliamo parlare di oggetti al plurale.”
“Oggi faremo una cosa nuova con gli articoli ed i nomi”.
Mettiamo sul tavolo la scatola grammaticale I. Dopo aver mescolato i cartellini dei nomi tra loro ed i cartellini degli articoli tra loro, chiediamo ad un bambino di mettere i cartellini, divisi, ognuno nell’apposito comparto della scatola.
Mettiamo sul tavolo i cartellini dei titoli ‘ARTICOLO’, ‘DETERMINATIVO’ e ‘NOME’.

Ora distribuiamo i cartellini dei nomi tra tutti i bambini ed invitiamoli a leggerli, ognuno i propri.
Invitiamoli poi a porre i propri cartellini in colonna, sotto il titolo appropriato.
Distribuiamo tra i bambini tutti i cartellini degli articoli, di modo che possano procedere con gli abbinamenti corretti con i nomi.

Terminato lo schema, i bambini leggono le carte.
Ricordiamo la regola: “Gli articoli determinativi sono il lo la i gli le. Servono per il plurale e quando ci riferiamo ad oggetti noti a chi parla e a chi ascolta”.
Al termine i bambini possono registrare la lezione sui loro quaderni.
Nei giorni seguenti possono lavorare con la scatola grammaticale individualmente.

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PRESENTAZIONE DEGLI ARTICOLI INDETERMINATIVI
(determinativi e indeterminativi)
versione 1

Materiale:
– scatola di riempimento IB, cartellini IB-1 (non serve utilizzare la scatola grammaticale)
– simboli grammaticali

Presentazione:
mettiamo sul tappeto la pila dei cartellini dei nomi e la pila dei cartellini degli articoli. Chiediamo al bambino di prendere un nome, leggerlo a volte alta e dirci di quale parte del discorso si tratta. Fare la stessa cosa con un articolo.
Mescoliamo i cartellini (i nomi tra loro e gli articoli tra loro) , chiediamo al bambino di prendere un nome, leggerlo, e metterlo sul tappeto. Quindi chiediamogli di cercare tra gli articoli quello adatto, e di posizionarlo davanti al nome.

Ripetere finché il bambino non ha chiaro come mettere in colonna correttamente i cartellini, quindi lasciare che prosegua da solo l’esercizio.

Se il bambino commette qualche errore di abbinamento, si accorgerà da solo che è necessario fare qualche scambio tra i cartellini. Si accorgerà anche di come alcuni abbinamenti possono essere cambiati ed altri no.
Quando ha terminato, mostriamo come etichettare le colonne, e come utilizzare i simboli grammaticali, ponendoli sopra alle parole.


“Quali di queste parole sono nomi?”. Mettiamo sopra la colonna dei nomi il titolo.
“Quali di queste parole sono articoli?”. Mettiamo sopra la colonna degli articoli il titolo. Poi diciamo: “Ma guardando bene, questi articoli non sono tutti dello stesso tipo. Qui ci sono due tipi di articolo diversi…”
“Se io ti chiedo, ad esempio: ‘Portami la scatola’, vuol dire che vorrei una scatola specifica. Ma se ti chiedo: ‘Portami una scatola’ vuol dire che mi va bene qualsiasi scatola. ‘La’ è un articolo determinativo, voglio una scatola determinata e solo quella. Una è l’articolo indeterminativo, mi va bene qualsiasi scatola.
A questo punto mostriamo ai bambini come posizionare sotto al titolo “articolo” i titoli “determinativo” e “indeterminativo”, e mostriamogli come incolonnarli correttamente.

Estensioni:
Il bambino può scrivere proprie liste di articoli e nomi, indicando se si tratta di articoli determinativi o indeterminativi sul modello delle colonne usate nell’esercizio coi cartellini.

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PRESENTAZIONE DEGLI ARTICOLI INDETERMINATIVI
(indeterminativi)
versione 2

Materiali:
– scatola di riempimento IB, cartellini IB-2 (in questo esercizio non si usano i cartellini della frase e la scatola grammaticale)
– simboli grammaticali per nome e articolo

Disponiamo i cartellini dei titoli “Articolo” e “Nome” nella parte superiore dell’area di lavoro. Sopra ai titoli mettiamo i relativi simboli grammaticali.
Formiamo con tutti i cartellini dei nomi una colonna verticale sotto il titolo appropriato.


Cerchiamo tra i cartellini degli articoli quello corrispondente ad ogni nomi, e poniamolo a sinistra, formando la colonna degli articoli.


Discutiamo coi bambini le nostre scelte, e chiediamo loro di osservare lo schema e di provare a formulare una regola che spieghi quando usiamo un, uno, una o un’ e perchè.

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PRESENTAZIONE DEGLI ARTICOLI INDETERMINATIVI
(determinativi e indeterminativi)
versione 3

Materiale:
– scatola di riempimento IB (cartellini IB-1)

Introduzione orale
Chiediamo ai bambini, ad esempio:
“Sapete chi è il capo della Chiesa? “E’ il Papa. “E c’è un solo Papa a capo della Chiesa”.
“E sapete chi è il capo degli Stati Uniti? Il Presidente”.
“Quante regine ci sono nel Regno Unito? Una. Allora diciamo ‘la regina’, perchè c’è solo una regina nel Regno Unito”.
“Quanti armadi ci sono in classe? Uno. Allora diciamo ‘l’armadio’ perchè c’è un solo armadio in classe, e non possiamo sbagliare”.
“Quante sedie abbiamo in classe? Ne abbiamo molte, così dobbiamo dire ‘una sedia’ se ne vogliamo una qualunque tra tutte quelle che ci sono”.
“Quanti tavoli abbiamo in classe? Ne abbiamo molti, così dobbiamo dire ‘un tavolo’  se vogliamo un tavolo qualunque tra tutti i tavoli che ci sono”.
“Quando parliamo di una cosa tra tante, diciamo ‘un’ oppure ‘uno’ se la cosa è maschile: un tavolo, uno sgabello. Diciamo ‘una’ se la cosa è femminile: una sedia”.
“Sappiamo già che un, uno, una sono articoli. E anche il, lo, la sono articoli. Stanno davanti ai nomi. Quando usiamo il, lo, la, significa che stiamo parlando di una cosa che non possiamo confondere con altre, cioè una cosa determinata. Il lo la sono articoli determinativi.”
“Quando usiamo un, uno, una, significa che stiamo parlando di una cosa fra tante altre cose uguali a lei, una cosa non determinata. Un, uno, una sono articoli indeterminativi”.

Presentazione
Aprire la scatola di riempimento ed estrarre il set di cartellini. Prendere gli articoli e dire: “In questi cartellini ci sono solo articoli, determinativi e indeterminativi”.
Prendere il cartellino del titolo “articolo” e metterlo in alto, al centro, poi posizionare sotto di esso, affiancati l’uno all’altro, i due cartellini “determinativo” e “indeterminativo”.
Prendere poi i cartellini degli articoli, e dire ai bambini: “Ora dobbiamo decidere uno ad uno, se questi articoli sono determinativi o indeterminativi”.
Leggere i cartellini e formare coi bambini le due colonne sotto i titoli corrispondenti.


A questo punto mettere a destra del titolo “articolo” il titolo “nome” e prendere i cartellini dei nomi appartenenti allo stesso set. Leggiamo un cartellino alla volta e decidiamo coi bambini a quale articolo abbinarlo, formando la colonna dei nomi. Il bambino può scegliere liberamente a quale articolo abbinare un certo nome, ma verso il termine dell’esercizio, poichè il materiale è preparato, potrebbe essere necessario fare degli spostamenti.


Completato lo schema, mettiamo il simbolo del nome sulla colonna del nome, e il simbolo dell’articolo sulla colonna dell’articolo.
Leggiamo ai bambini tutte le coppie che abbiamo formato.

Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE I articolo e nome

PRESENTAZIONE DEGLI ARTICOLI INDETERMINATIVI
(determinativi e indeterminativi)
versione 4

Materiale:
– scatola di riempimento scelta  IC o ID (set che comprenda determinativi e indeterminativi singolari e plurali)
– scheda della definizione dell’articolo
– libretto degli elenchi per l’articolo
– libretto delle regole per l’uso dell’articolo (in questo esercizio non si usano i cartellini della frase e la scatola grammaticale).

Posizionare i titoli ‘Articolo’, ‘Determinativo’, ‘Indeterminativo’ e ‘Nome’ nella parte superiore dell’area di lavoro e aggiungere sopra ad essi i simboli grammaticali appropriati.
Formare la colonna dei nomi sotto il titolo corrispondente.


Creare gli abbinamenti corretti con i cartellini degli articoli, ponendoli sotto il titolo corrispondente, stimolando la partecipazione da parte dei bambini.


Far osservare ai bambini quale tipo di articolo è sempre usato nei plurali. Possiamo chiedere: “Suona bene una nuvole?”, “Un alberi?” “Uno scoiattoli?”.
Fare in modo che i bambini arrivino a formulare la regola per cui gli articoli indeterminativi un, uno e una non hanno il plurale.
Fare in modo che i bambini arrivino a formulare le regole che stanno sotto la scelta di dire ‘un albero’ oppure ‘l’albero’.
A lezione conclusa i bambini possono cercare conferma delle regole trovate nel libro delle regole per l’uso dell’articolo, oppure possono registrare le regole sul quaderno, insieme all’esercizio.

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PRESENTAZIONE DEGLI ARTICOLI INDETERMINATIVI
(classificazione determinativi e indeterminativi)
versione  5 – lezione di gruppo

Materiale:
– scatola di riempimento scelta  IC o ID (set che comprenda determinativi e indeterminativi singolari e plurali) o set IB-1
– scheda della definizione dell’articolo
– libretto degli elenchi per l’articolo.

Raduniamo un gruppo di bambini attorno al tavolo. Ricapitoliamo quello che sappiamo sugli articoli: “Noi conosciamo gli articoli ‘uno uno una’ e gli articoli ‘il lo la i gli le’. Quando usiamo ‘un uno’? Quando vogliamo parlare di un oggetto al maschile fra tanti altri uguali fra loro. E quando usiamo ‘una’? Quando vogliamo parlare di un oggetto al femminile tra tanti uguali fra loro. E cosa succede quando ‘una’ incontra un nome che comincia per vocale? Perde la a finale e diventa ‘un’, però con l’apostrofo. ‘Un’ senza apostrofo ci dice che il nome è maschile, ‘un’ con l’apostrofo ci dice che il nome è femminile. E quando usiamo ‘il lo la’? Quando vogliamo parlare di un oggetto noto, di un oggetto in particolare, che chi parla e chi ascolta conosce. E quando usiamo i gli le? Quando vogliamo parlare di oggetti al plurale.”
“Oggi faremo una cosa nuova con gli articoli ed i nomi”.
Mettiamo sul tavolo la scatola grammaticale I. Dopo aver mescolato i cartellini dei nomi tra loro ed i cartellini degli articoli tra loro, chiediamo ad un bambino di mettere i cartellini, divisi, ognuno nell’apposito comparto della scatola.
Mettiamo sul tavolo i cartellini dei titoli ‘ARTICOLO’, ‘DETERMINATIVO’, ‘INDETERMINATIVO’ e ‘NOME’.
Ora distribuiamo i cartellini degli articoli tra tutti i bambini ed invitiamoli a leggerli, ognuno i propri.
Invitiamoli poi a porre i propri cartellini in colonna, sotto il titolo appropriato.
Ricordiamo la regola: “Un uno e una sono indeterminativi, perchè non limitano la scelta di un oggetto tra tanti uguali a lui. Il lo la i gli le sono determinativi, perchè determinano di quale oggetto tra altri uguali a lui sto parlando, oppure si riferiscono a un nome plurale”.
Terminato lo schema, i bambini leggono le carte.
Distribuiamo tra i bambini tutti i cartellini dei nomi, di modo che possano procedere con gli abbinamenti corretti con gli articoli.
Al termine i bambini possono registrare la lezione sui loro quaderni.
Nei giorni seguenti possono lavorare con la scatola grammaticale individualmente.

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PRESENTAZIONE DEGLI ARTICOLI INDETERMINATIVI
( un e un’)
versione 1- lezione di gruppo

Materiale:
– scatola grammaticale I
– scatola di riempimento IB (cartellini IB-2)

Raduniamo un gruppo di bambini attorno al tavolo e iniziamo una conversazione sul nome, ricapitolando tutte le lezioni svolte: “Noi conosciamo gli articoli ‘uno uno una’ e gli articoli ‘il lo la i gli le’. Quando usiamo ‘un uno’? Quando vogliamo parlare di un oggetto al maschile fra tanti altri uguali fra loro. E quando usiamo ‘una’? Quando vogliamo parlare di un oggetto al femminile tra tanti uguali fra loro. E cosa succede quando ‘una’ incontra un nome che comincia per vocale? Perde la a finale e diventa ‘un’, però con l’apostrofo. ‘Un’ senza apostrofo ci dice che il nome è maschile, ‘un’ con l’apostrofo ci dice che il nome è femminile. E quando usiamo ‘il lo la’? Quando vogliamo parlare di un oggetto noto, di un oggetto in particolare, che chi parla e chi ascolta conosce. E quando usiamo i gli le? Quando vogliamo parlare di oggetti al plurale.”
“Oggi faremo una cosa nuova con gli articoli ed i nomi”.
Mettiamo sul tavolo la scatola grammaticale I. Dopo aver mescolato i cartellini dei nomi tra loro ed i cartellini degli articoli tra loro, chiediamo ad un bambino di mettere i cartellini, divisi, ognuno nell’apposito comparto della scatola.
Chiediamo ad un’altro bambino di formare con tutti i cartellini dei nomi una colonna sul tavolo. Leggiamo insieme tutti questi nomi.
Ora distribuiamo i cartellini degli articoli tra tutti i bambini ed invitiamoli a leggerli, ognuno i propri.
Invitiamoli poi a porre i propri cartellini a destra dei nomi appropriati.
Terminato lo schema, i bambini leggono le carte.
Infine ricapitoliamo le regole che conosciamo sull’uso dell’articolo. Puntualizziamo l’uso degli articoli un e un’: “Usiamo un per i nomi maschili. Usiamo un con l’apostrofo per i nomi femminili, se il nome comincia per vocale”.
I bambini possono registrare la lezione sui propri quaderni. Nei giorni seguenti possono lavorare con la scatola grammaticale individualmente.

Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE I articolo e nome

ESERCIZIO CON LE SCATOLE GRAMMATICALI E I SIMBOLI GRAMMATICALI
(determinativi, indeterminativi, determinativi e indeterminativi)

Materiali:
– SCATOLA GRAMMATICALE I
– scatola di riempimento scelta IA IB IC o ID (uno o più set insieme)
– scheda della definizione dell’articolo
– libretto degli elenchi per l’articolo
– libretto delle regole per l’uso dell’articolo.

Mescolare i cartellini degli articoli e metterli nella casella degli articoli. Fare lo stesso con i nomi.
Leggere la scheda della definizione dell’articolo ed assicurarsi che il bambino abbia compreso la funzione della parte del discorso che vogliamo esercitare.
Il bambino procede a formare gli abbinamenti corretti nome – articolo.
Possiamo inserire nella presentazione dell’esercizio brevi lezioni che servono a precisare aspetti particolari relativi all’uso dell’articolo.
Mentre il bambino si esercita possiamo, quando lo riteniamo opportuno, mostrare al bambino come alcuni spostamenti possono modificare il significato di una frase, o sottolineare che alcuni abbinamenti non hanno alcun significato.
Al termine dell’esercizio mostriamo al bambino come utilizzare i simboli grammaticali, ponendoli al di sopra dei cartellini.
Il bambino può copiare il proprio lavoro sul quaderno di grammatica o su singoli fogli di carta, e disegnare i simboli su ogni parola.

Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE I articolo e nome

Psico-grammatica Montessori: il genere del nome

Per il genere del nome si utilizza un materiale analogo a quello usato per il numero, cioè dei cartellini sui quali è scritto un nome preceduto da articolo.

In questo post trovi istruzioni per le presentazioni e gli esercizi e il materiale pronto per il download e la stampa:
– libretto degli elenchi dei nomi maschili e femminili
– libretto delle regole per il genere dei nomi
– cartellini maschili e femminile: serie 1, serie 2, serie A, B, C, D, E, F
– carte per i titoli per le presentazioni
– carte illustrati per i nomi di animale maschili e femminili.

Tutti questi gruppi di parole nel loro ordine, sono riprodotti in speciali libretti che i bambini possono portare a casa per rileggerli, e che durante l’esercizio servono per l’autocorrezione.

Secondo Maria Montessori, rileggere le parole che i bambini stessi hanno classificato attraverso gli esercizi coi cartellini, richiama e fissa le loro idee e porta ad una maturazione interna. La prima conseguenza di questa maturazione è la scoperta spontanea delle leggi grammaticali sulla flessione.

Questo è invece il libretto delle regole sul genere del nome:

Il primo gruppo di cartellini è composto da 4 serie di 20 cartellini ognuna (10 maschile e 10 femminile), in ordine alfabetico. Completano il materiale i cartellini dei titoli “maschile” e “femminile” (una coppia per ogni serie).

Tutti i miei cartellini per il genere del nome sono contrassegnati dal codice MF (maschile e femminile). I cartellini di questa prima serie avranno il codice MF1. Poiché gli elenchi sono 4, il codice di ogni elenco sarà MF1a, MF1b, MF1c, MF1d:

Ci sono poi tre serie di nomi (MF2) nelle quattro forme: singolare e plurale, maschile e femminile. Ogni gruppo ha ottanta cartellini (nomi e articoli). In ogni serie il gruppo direttivo per l’esercizio è quello dei nomi maschili singolari. I cartellini dei titoli sono sei “singolare” e “plurale”, e per ognuno dei sei cartellini ci sono due cartellini “maschile” e “femminile”.

il genere del nome

Questi sono i miei cartellini MF2a, MF2b, MF2c:

Con le quattro forme del nome maschile e femminile singolare e plurale i bambini possono impegnarsi in esercizi sia individuali sia collettivi. Ad esempio un bambino distribuisce alla classe tutti i nomi plurali, poi legge a voce alta un nome al singolare:  il bambino che ha il plurale corrispondente lo legge a voce alta.

Lo stesso gioco si può fare anche per il maschile ed il femminile, ed infine per le quattro forme insieme.

Il genere del nome

Quando i bambini si sono esercitati a lungo con le prime due serie, si presentano dei nuovi cartellini che illustrano le varie particolarità del genere dei nomi in italiano. Questi cartellini sono divisi in 6 serie indicate dalle lettere A B C D E F:

– Serie A: nomi che cambiano completamente cambiando genere.

– Serie B: nomi nei quali la forma è la stessa nel singolare di ogni genere.

– Serie C: nomi nei quali entrambi i generi hanno una forma comune al singolare e una forma comune al plurale.

– Serie D: nomi che hanno solo una forma per singolare e plurale.

– Serie E: nomi dove la stessa forma appare in entrambi i generi ma con un diverso significato.

– Serie F:  nomi che cambiano genere passando dal singolare al plurale.

Il genere del nome – SERIE A

Il genere del nome  – SERIE B

Il genere del nome – SERIE C

Il genere del nome – SERIE D

Il genere del nome – SERIE E

Il genere del nome – SERIE F

Questi sono i miei cartellini, contrassegnati MF-A, MF-B, MF-C, MF-D, MF-E, MF-F:

Presentazione del genere del nome: attività preliminari

Definire Maschile e Femminile dicendo al bambino: “Alcune parole si riferiscono ai maschi ed alcune parole si riferiscono alle femmine. Le parole che si riferiscono ai maschi sono chiamate ‘maschili’, ad esempio bambino, fratello, zio. Le parole che si riferiscono alle femmine sono chiamate ‘femminili’, ad esempio bambina, sorella, zia.”
Poi facciamo vari giochi orali, ad esempio diciamo un nome e chiediamo ai bambini di dirci se è maschile o femminile, oppure diciamo un nome maschile e chiediamo di dirci il femminile e viceversa. Aggiungiamo anche i plurali maschili e femminili.

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Il genere del nome

Presentazione dei nomi maschili e femminili 

Materiali:
– un set di cartellini di nomi maschili e femminili
– cartellini dei titoli: il genere del nome con etimologia, maschile, femminile
– due cartellini immagine (un maschio e una femmina)
– libretto del maschile e femminile

Invitiamo un gruppo di bambini ad unirsi a noi nella presentazione, e diciamo loro che si tratta di una nuova lezione sul nome. Spieghiamo che alcuni nomi sono maschili, ad esempio ragazzo, ed altri nomi sono femminili, ad esempio ragazza. Diamo altri esempi.

Introduciamo i due cartellini dei titoli ‘maschile’ e ‘femminile’, spieghiamone il significato ai bambini, quindi poniamoli sotto il margine superiore del tappeto. Per stimolare la memoria visiva dei bambini, aggiungiamo le due carte illustrate che abbiamo preparato.

Completiamo lo schema con i cartellini preparati, facendoci aiutare dai bambini, aiutandoli con i nomi che eventualmente non conoscono.

Infine diciamo ai bambini che quando parliamo di maschile e femminile, parliamo di genere del nome. Diciamo che la parola genere deriva dal latino genus = generare, che genera (genitori). Aggiungiamo il cartellino del titolo e dell’etimologia.

I bambini possono registrare la lezione sui loro quaderni.

Il genere del nome

Presentazione del genere maschile e femminile del nome di animale

Prerequisiti: lezione sul nome, lezione sui nomi di persona, luogo e cosa

Materiali:
– carte illustrate di animali maschi e femmine
– cartellini dei nomi corrispondenti ad ogni immagine becco-capra, bue-mucca, cavallo-giumenta, fuco-ape, maiale-scrofa, montone-pecora, toro-vacca, leone-leonessa,
– cartellini dei titoli: genere del nome, maschile, femminile
– libretto del maschile e femminile
– tappeto del nome.

Radunare un piccolo gruppo di bambini e posizionare le i cartellini dei titoli sul tappeto, in alto.

Dire ai bambini che stiamo per mettere sul tappeto tutti i cartellini, divisi in due diversi gruppi. “Che gruppi sono?”. I bambini rispondono quando hanno capito la regola che vogliamo utilizzare, cioè la distinzione tra maschi e femmine.

Spiegare che i nomi di animale di solito hanno una forma diversa per gli animali maschi e gli animali femmine, e che i nomi sono chiamati maschile e femminile.

Posizioniamo le carte insieme ai bambini.

Mostriamo ai bambini come controllare il proprio lavoro sul libretto del maschile e femminile.

I bambini possono registrare la disposizione sui loro quaderni di grammatica.

Estensioni:

Preparare un set di cartellini (illustrati o no) che includano per ogni animale il maschio, la femmina e il cucciolo.

Il genere del nome – Presentazione dei set per il genere dei nomi

Materiale:
– cartellini del set scelto e cartellini dei titoli
– libretto del maschile e femminile

Presentazione

Posizioniamo sotto il margine superiore del tappeto i cartellini dei titoli

Mettiamo il gruppo dei cartellini maschili (tenuti insieme da un elastico e in ordine alfabetico) sotto al cartellino ‘maschile’ e gli altri, in disordine, a destra.

Formiamo la colonna del maschile, poi con i bambini cerchiamo nel secondo gruppo i femminili corrispondenti.

E’ bene chi i bambini leggano a voce alta i cartellini prima di posizionarli, e che poi rileggano la coppia che hanno formato.

Se si utilizzano i set che comprendono maschile singolare, maschile plurale, femminile singolare, femminile plurale, si procederà nello stesso modo, ma lavorando su quattro colonne. Si comincerà sempre dal singolare maschile, con i cartellini in ordine alfabetico tenuti insieme da un elastico.

Il genere del nome – Esercizi con i set per il genere dei nomi

Per ogni set da A a F i bambini potranno fare questi esercizi (da soli o in piccoli gruppi):

– Esercizio 1: il bambino mette sul tappeto i cartellini dei titoli, poi pone in colonna i singolari maschile di un set, quindi procede a completare lo schema. Al termine controlla il lavoro sul libretto dei maschili e femminili.

– Esercizio 2: il bambino mette sul tappeto i cartellini dei titoli, poi mescola tutti i cartellini del set prima di procedere alla composizione dello schema. Al termine controlla il lavoro sul libretto dei maschili e femminili.

– Esercizio 3: usa due o più set insieme per completare un unico grande schema.

Il genere del nome – Gioco di gruppo con tutti i cartellini

Posizionare su un grande tappeto i cartellini dei titoli (singolare, maschile, femminile, plurale, maschile, femminile).
Sotto la colonna del singolare maschile posizionare i primi 10 cartellini e tenere pronte quelli degli altri set.
Mescolare tutti gli altri cartellini e distribuirli in disordine su un secondo tappeto.
Mostrare ai bambini, se necessario, come completare lo schema. Fare alcuni abbinamenti con loro, poi lasciare che continuino da soli il lavoro.
Quando tutti i cartellini sono collocati in ordine sul primo tappeto, verificare lo schema coi bambini utilizzando il libro degli elenchi.

Il genere del nome – Estensioni per tutti gli esercizi sul genere del nome

– I bambini possono lavorare da soli e fare delle proprie liste di parole maschili e femminili.
– Cercare parole maschili e femminili su libri, giornali e riviste.
– Fare esercizi pratici di ortografia, anche attraverso il dettato (un bambino detta le parole ad un altro, che le scrive).
– Scrivere frasi e aggiungere liste al libretto del singolare e plurale.

Numero del nome col metodo Montessori

Numero del nome col metodo Montessori: gli esercizi di flessione dei nomi nel numero e nel genere si fanno senza le scatole grammaticali, ma utilizzando serie di cartellini nei quali compare un nome preceduto dall’articolo.

L’esercizio originale di Maria Montessori prevede 4 gruppi di 10 parole, per un totale di 40 cartellini al singolare e 40 al plurale.   Ogni gruppo di 10 è raccolto in un elastico. A questi cartellini si aggiungono i cartellini dei titoli “singolare” e “plurale”.

Il gruppo dei 10 nomi singolari serve come guida per l’esercizio. Il bambino li mette in colonna sul tappeto, e pone in alto i due cartellini “singolare” e “plurale”.

Poi compone a destra la colonna dei plurali corrispondenti.

Essendoci 4 gruppi di parole, quattro bambini possono fare l’esercizio nello stesso momento, e scambiando il materiale entreranno in contatto con un numero di parole considerevole.

Possiamo preparare i set e organizzarli in gruppi di 10 singolare + 10 plurale in scatoline etichettate “singolare e plurale”, tenendo i 10 singolari in ordine alfabetico legati con un elastico.

Numero del nome col metodo Montessori

Numero del nome col metodo Montessori

Per conservare i cartellini in ordine ed evitare di mischiare i set, i cartellini sono numerati sullo stesso principio delle scatole grammaticali, per gruppi di 20 (10 singolari e 10 plurali) da SP (singolare e plurale) 1 a SP15:

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Numero del nome col metodo Montessori – Prima presentazione

Materiale: una scatola etichettata “Singolare e plurale” (oppure un cestino) contenente due fasci di cartellini neri, e una coppia di cartellini grigi “singolare” e “plurale”. Nel primo fascio si trovano le parole al singolare, in ordine alfabetico; gli altri cartellini sono quelli del plurale. Nella scatola della presentazione mettiamo anche vari esemplari di piccoli oggetti, cui i cartellini si riferiscono. Io ho preparato: cartoline, elastici, fagioli, foglietti, matite, monete, pastelli e pennarelli.

Scopo: comprendere il significato delle parole “singolare” e “plurale”.

Numero del nome col metodo Montessori – Presentazione:

Raduniamo un piccolo gruppo di bambini e poniamo la scatola sul tappeto. Estraiamo il cartellino “singolare” e spieghiamone il significato. Mettiamo il cartellino sotto il margine superiore del tappeto.
Facciamo la stessa cosa col plurale, mettendolo a destra del primo.
Mettiamo il fascio dei cartellini del singolare in basso, sotto la colonna del singolare, e il fascio del plurale sotto la colonna del plurale.


Prendiamo il primo cartellino del singolare e chiediamo a un bambino di leggerlo, ad esempio: la cartolina. Mostriamo al bambino come posizionare il cartellino sul tappeto, poi porgiamogli la scatola e chiediamogli di prendere l’oggetto corrispondente. Mettiamo la cartolina accanto al cartellino.
Ora chiediamo al bambino di cercare tra i cartellini del plurale quello giusto. Quando il bambino trova “le cartoline”, gli mostriamo dove metterlo sul tappeto, quindi prenderà dalla scatola gli oggetti corrispondenti e li metterà accanto al cartellino.


Chiediamo al bambino di rileggere la coppia di cartellini, poi continuiamo con gli altri bambini e gli altri oggetti.


I bambini possono, al termine, registrare la lezione sui loro quaderni.

Numero del nome col metodo Montessori

Questi sono i cartellini in bianco per i NOMI (neri). Possono esservi utili per preparare velocemente, scrivendo a mano, le vostre serie. Potete anche plastificarli, in modo da avere sempre a disposizione cartellini di riempimento per le scatole grammaticali e per le presentazioni cancellabili e riscrivibili coi pennarelli:

Numero del nome col metodo Montessori

Numero del nome col metodo Montessori

Esercizi preliminari per il singolare e il plurale

– Giochi per dimostrare che alcune parole si riferiscono ad un oggetto, mentre altre a  un intero gruppo di oggetti simili. Ad esempio diciamo: “Ho un fiore e ho sei fiori”. Poi chiediamo: “Se avessi due fiori dovrei usare il plurale?”, “Se ne avessi un centinaio dovrei usare il plurale?”.

– Incoraggiare i bambini ad usare le parole “singolare” e “plurale”: “Fiore è singolare, fiori è plurale”.

– Chiediamo ai bambini di cercare in classe oggetti classificabili in singolari e plurali.

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Numero del nome col metodo Montessori

Presentazione avanzata – singolare e plurale

Prerequisiti: lezioni sul nome, presentazione del singolare e del plurale.

Materiali:
– due set di cartellini per il singolare e il plurale relativi a particolari regole e alle eccezioni (i miei cartellini avanzati sono quelli da SP5 a SP15)
– cartellini dei titoli “singolare” e “plurale”
– libretto delle regole per la formazione del plurale.

Numero del nome col metodo Montessori

Numero del nome col metodo Montessori  – Presentazione

Raduniamo un gruppo di bambini  e mettiamo i cartellini dei titoli sul margine superiore del tappeto. Mettiamo i cartellini del singolare in colonna sotto il titolo. Poi mettiamo una ad una le carte del plurale per formare tale colonna, accanto al singolare.
Spieghiamo ai bambini che una parola che indica una persona, un luogo o una cosa è chiamato “nome singolare”. Una parola che nomina più persone, più luoghi o più cose è chiamato “nome plurale”.
Chiediamo ai bambini di completare lo schema, lasciando a loro disposizione il libretto delle regole, se desiderano consultarlo.
I bambini possono registrare la lezione sul loro quaderno di grammatica.

Note: Meglio non presentare questi esercizi troppo presto. Possiamo iniziare con i plurali anche subito, ma introdurre le regole successivamente. I bambini scopriranno da soli le eccezioni. E’ una lezione più difficile rispetto alle altre presentazioni sul nome.

Numero del nome col metodo Montessori

Presentazione del nome LA STORIA DELLA PIRAMIDE NERA

Presentazione del nome LA STORIA DELLA PIRAMIDE NERA. In questo articolo propongo una presentazione del nome da svolgere in due giorni: una ricapitolazione della funzione del nome, e la presentazione del simbolo grammaticale accompagnata dalla storia della piramide nera (in due versioni).

Scopo diretto: introdurre la funzione del nome.
Scopo indiretto: motivare il simbolo del nome.
Punti di interesse: portare gli oggetti sul tappeto, ascoltare la storia del simbolo del nome, imparare la funzione del nome.

Presentazione del nome LA STORIA DELLA PIRAMIDE NERA
primo giorno

Materiali
– un tappeto (se volete, potete preparare un tappeto nero di feltro di forma triangolare, di modo che venga usato dai bambini come “tappeto del nome”)
– simbolo del nome (triangolo nero grande). Potete prepararlo in cartoncino, oppure utilizzare quello del set dei simboli grammaticali (o delle nomenclature, se preferite):

– cartellini contenenti nomi di oggetti presenti nella classe (oppure cartellini da scrivere al momento con la penna nera). Qui i cartellini che ho preparato per le “esperienze chiave sul nome“, che possono tornare utili anche ora:

pdf qui:

questi sono cartellini per il nome da compilare a mano. Può essere una buona idea plastificarli, in modo tale che possono essere preparati o scritti davanti ai bambini col pennarello e, terminata il lavoro, possono essere cancellati e riscritti molte volte:

– cartellini dei titoli per la presentazione del nome. Potete prepararli anche scrivendoli davanti ai bambini, o se preferite utilizzare quelli che ho preparato:

pdf qui:

Presentazione del nome LA STORIA DELLA PIRAMIDE NERA – Ricapitolazione

Invitiamo un gruppo di bambini a partecipare alla lezione, e stendiamo il tappeto scelto sul pavimento.

Ricapitoliamo le esperienze fatte sul nome, poi diciamo: “Ognuno di noi ha un nome: Maria, Francesco, Carlotta, Giovanni, Alma, Gaia, Sofia, Antonio (nominare i bambini presenti).  E attorno a noi ci sono milioni di cose, e ognuna ha un nome che la distingue dalle altre.”

Diamo ad un bambino un cartellino di un nome (oppure scriviamo il cartellino al momento). Chiediamo al bambino di leggerlo e di portarci l’oggetto relativo. Posiamo sul tappeto oggetto e cartellino, uno accanto all’altro. Quando il bambino ci porta la penna, ad esempio, la poniamo sul tappeto e aggiungiamo il cartellino del nome dicendo: “Il nome di questo oggetto è PENNA”.

Continuiamo con questo gioco finché ogni bambino non abbia portato al tappeto un oggetto, poi chiediamo: “Come avete fatto a portarmi la penna, la matita, il temperino, la gomma, le forbici?”, “Sapete che parole avete usato per portarmi gli oggetti che ora sono sul tappeto?”. I bambini ormai sono in grado di dirci con sicurezza che quelle parole sono nomi.

Diciamo: “Sì, tutte queste parole che usiamo per identificare le cose che ci circondano si dicono NOMI.

Poniamo sotto il margine superiore del tappeto i cartellini titolo ed aggiungiamo l’etimologia, raccontandola ai bambini: “Gli antichi romani chiamavano queste parole NOMEN, una parola che derivava da NUMEN e che significava ‘ potenza divina che è in tutte le cose del mondo’.

Anche per noi il nome è la sostanza spirituale degli oggetti materiali, e per simboleggiarlo usiamo un grande triangolo nero. Volete sapere perchè? Lo scopriremo domani. Intanto potete registrare la lezione sul vostro quaderno di grammatica, disegnando tutti gli oggetti, e scrivendo tutti i nomi in nero”.

Variazioni
– preparare cartellini con i nomi degli amici, così il bambino può portare sul tappeto delle persone.

Presentazione del nome LA STORIA DELLA PIRAMIDE NERA
secondo giorno

Materiali
– un tappeto
– piramide nera
– simbolo grammaticale del nome (triangolo grande nero)
– un pezzo di carbone (o un’immagine)
– immagini di piramidi egizie.

Presentazione del nome LA STORIA DELLA PIRAMIDE NERA

Invitiamo i bambini a partecipare alla lezione, e stendiamo il tappeto scelto sul pavimento.

Ricapitoliamo la presentazione fatta il giorno prima, quindi iniziamo a raccontare la ‘Storia della piramide nera‘ (scegliete la versione che preferite). Man mano che il racconto si svolge, poniamo sul tappeto gli oggetti: la piramide, il triangolo, il carbone, le immagini delle piramidi egizie.

Se vi fa piacere, potete utilizzare queste carte illustrate che ho preparato per il racconto:

pdf qui: 

Presentazione del nome LA STORIA DELLA PIRAMIDE NERA – Versione 1
Quando Maria Montessori creò i simboli grammaticali, cominciò col nome, la parola con la funzione più importante di tutte. Il nome è infatti molto ma molto importante, ed è anche molto antico. Se non ci fossero i nomi, le persone non potrebbero comunicare.
Maria Montessori ha collegato il nome alla piramide egizia, che è lì, al suo posto, da migliaia di anni.
Ha collegato il nome anche al carbone, che è nero. Il carbone è uno degli elementi più antichi: risale a milioni di anni fa.
Per questo il nome ha l’aspetto di una grande piramide nera.
E per questo il simbolo del nome è un triangolo nero, che è una faccia della piramide nera).

Presentazione del nome LA STORIA DELLA PIRAMIDE NERA – Versione 2
Questa piramide nera rappresenta il nome, perché proprio come il nome, questa piramide è antica, così antica che sembra esistere da sempre.
Le piramidi sono state costruite in Egitto, e servivano agli esseri umani a proteggere il loro corpo terreno dopo la morte, mentre le loro anime continuavano a vivere per l’eternità.
Come potete vedere questa piramide è molto stabile, non importa quanto provo a spingerla: è difficilissimo abbatterla, capovolgerla. Non pensate anche voi che sia una struttura molto forte? Infatti le piramidi egizie sono state costruite migliaia di anni fa, e sono ancora lì: nessun vento è abbastanza forte da distruggerle, nessuna tempesta abbastanza violenta. Queste piramidi rimangono lì, forti e stabili, poggiando sul deserto. Sono la muta testimonianza del lavoro e dell’ingegno degli uomini che le costruirono, molto tempo fa.
Anche il colore di questa piramide che usiamo come simbolo del nome non è stato scelto a caso, anzi: la nostra piramide è nera per un motivo molto importante. E’ nera perchè il nero è il colore del carbone. E il carbone, proprio come il nome, si è formato milioni di anni fa. Il nome è la parola più antica del linguaggio umano, e il carbone è tra i materiali più antiche della terra: si è formato nel periodo Carbonifero, quando la crosta terrestre cominciò a comprimere, esercitando una pressione fortissima, le gigantesche felci che continuamente crescevano, morivano e si decomponevano sul nostro pianeta ‘neonato’.
Dunque il carbone è molto antico, e così anche il nome. Non potremo mai saperlo con certezza, ma gli studiosi pensano che i nomi siano le parole più più antiche del linguaggio umano.
Il nostro simbolo per il nome  ha la forma più resistente che conosciamo sulla terra, ed ha il colore di uno dei materiali più antichi, che risale alla storia della formazione del nostro pianeta.
Quando scriviamo, disegniamo come simbolo del nome un triangolo nero. Bene, quando disegniamo questo triangolo, disegniamo una faccia della piramide, che come vedete si presenta come un triangolo.
D’ora in poi, quando vorremo analizzare una parola, se si tratterà di un nome useremo il triangolo nero, che è una facciata di questa piramide nera.

Presentazione del nome LA STORIA DELLA PIRAMIDE NERA – Estensioni:
dare ad ogni bambino una striscia di carta, poi chiedere di disegnare il simbolo del nome in alto, e di esplorare la stanza elencando più nomi che può.

Presentazione del nome LA STORIA DELLA PIRAMIDE NERA

Psico-grammatica Montessori ESPERIENZE CHIAVE SUL NOME

Psico-grammatica Montessori ESPERIENZE CHIAVE SUL NOME. Nello studio della funzione delle parole riconosciamo tre stadi o livelli. Per ogni parte del discorso, facciamo in un primo momento presentazioni orali, giochi ed esercizi orali e scritti, anche utilizzando i simboli grammaticali. Poi passiamo ai cartellini dei comandi, che producono giochi di movimento e di recitazione. Infine utilizziamo le scatole grammaticali per attività di appaiamento, analisi grammaticale e sostituzione (anche abbinandoli nuovamente ai simboli grammaticali).

Lo studio della funzione delle parole è anche un esercizio di lettura. Se il bambino desidera analizzare le parti del discorso, avrà bisogno di leggere. Questo è ciò che Maria Montessori chiama lettura totale.
Quando i bambini imparano a leggere, nella Casa dei bambini, assistiamo ad un’inesauribile desiderio di imparare parole nuove. In questa fase non si stancano mai di pescare i cartellini dei nomi, leggerli, abbinarli ad oggetti o immagini. Dobbiamo assecondare questa tendenza offrendogli il materiale ed esercizi adatti.

Quando il bambino impara a parlare, fa un’esperienza simile a quella fatta dai primi esseri umani, quando hanno iniziato ad usare il linguaggio. I bambini sono molto interessati ai nomi delle cose, perchè le vogliono identificare nel loro ambiente, per conoscerlo. Il fascino che i nomi esercitano sul bambino ha per questo qualcosa a che fare con il controllo dell’ambiente, così come avvenne per i primi uomini, che cominciarono a dare un nome alle cose.

ESPERIENZE CHIAVE SUL NOME – Le scatoline

Per preparare i set di esercizi sul nome servono molte scatoline. Io ho preparato queste ad origami (molto semplici e veloci): la scatola vera e propria con una pagina dell’elenco telefonico, e il coperchio in carta colorata. Basta utilizzare per la scatola un foglio di circa 0,5 cm più piccolo rispetto al foglio che usiamo per il coperchio, e l’incastro è perfetto. Il tutorial fotografico per le scatoline lo avevo già pubblicato qui: scatola origami con coperchio tutorial

Aggiungo qui un tutorial video:

ESPERIENZE CHIAVE SUL NOME – Le scatoline degli oggetti

Materiale:
– una collezione di piccoli oggetti appartenenti ad una data categoria (animali, frutta, cibo, abbigliamento, ecc…)
– Cartellini dei nomi scritti su nero (o con bordo nero) con i nomi degli oggetti scelti.
Oggetti e cartellini sono conservati in una scatolina  nera opportunamente etichettata (animali, frutta, cibo, abbigliamento, ecc…).

Esercizio:
il bambino dispone gli oggetti sul tappeto come più gradisce, poi legge un cartellino alla volta e lo pone in corrispondenza dell’oggetto relativo.

ESPERIENZE CHIAVE SUL NOME – I nomi per l’aula

Materiale:
Una scatolina nera contenente vari cartellini neri (o bordati di nero) di nomi di oggetti presenti in classe. La scatola può essere etichettata: la mia classe. A casa possiamo preparare scatoline nere per ogni stanza.

Esercizio: il bambino prende la scatola, legge le parole e le mette accanto ai vari oggetti nella stanza. Quando ha terminato il lavoro, li raccoglie e li rimette nella scatola.

Di seguito alcune serie di cartellini già pronti per il download e la stampa. I cartellini sono già quelli nella misura e nel colore che useremo per le scatole grammaticali:

ESPERIENZE CHIAVE SUL NOME – LA MIA CLASSE

ESPERIENZE CHIAVE SUL NOME – cartellini in bianco

Questi sono i cartellini in bianco per i NOMI (neri). Possono esservi utili per preparare velocemente, scrivendo a mano, le vostre serie. Potete anche plastificarli, in modo da avere sempre a disposizione cartellini di riempimento per le scatole grammaticali cancellabili e riscrivibili coi pennarelli:

Altre serie:

ESPERIENZE CHIAVE SUL NOME – la casa

ESPERIENZE CHIAVE SUL NOME – cucina

ESPERIENZE CHIAVE SUL NOME – cameretta

ESPERIENZE CHIAVE SUL NOME – bagno

Trovi tutti i set:

– la mia classe
– cartellini in bianco
– la mia casa
– la cucina
– la cameretta
– il bagno

ESPERIENZE CHIAVE SUL NOMEAlcuni giochi preparatori allo studio della funzione del nome

ESPERIENZE CHIAVE SUL NOME – Gioco 1
Chiedete ai bambini: “Come ti chiami?”, “E tu come ti chiami?”. Poi chiedere: “Antonio, Sofia, Giovanni, Maria, Gaia, Alma… che cosa sono?”.
Chiedete ai bambini informazioni su vari oggetti nella stanza: “Cos’è questo? E questo?”. Poi chiedere: “Tavolo, sedia, matita, gomma, righello, cesto… che cosa sono?”.
Mettiamoci in piedi in un angolo della stanza e chiamiamo: “Cesare, potresti venire qui, per favore?”. Quando il bambino è arrivato, gli chiediamo: “Perché sei venuto, e gli altri non l’hanno fatto?”. Il bambino risponderà: “Perchè hai chiamato il mio nome!”, e noi diremo: “Allora ognuno di noi ha un nome, non è vero? “.

ESPERIENZE CHIAVE SUL NOME – Gioco 2
Invitiamo i bambini a trovare qualcosa nella stanza che non abbia un nome. Diciamo che possono cercare dappertutto, stando solo attenti a non disturbare i bambini impegnati in altre attività. Quando i bambini, dopo aver cercato a lungo, torneranno a mani vuote, chiediamo loro: “Perchè non hai portato nulla?”. La risposta sarà: “Perchè ogni cosa ha un nome!”.

ESPERIENZE CHIAVE SUL NOME – Gioco 3
Diciamo a un bambino: “Per favore vai e portamene uno”. Il bambino va e torna portando qualcosa. Allora chiediamo: “Che cosa mi hai portato?”. Il bambino risponde, ad esempio: “Un righello”, e allora noi diciamo: “Ma io non ti ho chiesto un righello!”. Possiamo continuare con questo gioco finché il bambino non vorrà affrontare direttamente la questione, e dirà: “Ma tu non mi hai detto cosa portare!” e allora noi diremo: “Ma io ti ho detto di portarmene uno…”, e il bambino dirà: “Sì, ma non hai detto il nome della cosa che vuoi!”.
A questo punto possiamo chiedere ad ogni bambino di portarci un oggetto specifico. Quando ogni bambino avrà portato il suo oggetto, possiamo chiedere ad ognuno: “Cosa hai portato?”, e il bambino risponde. Poi chiediamo: “Come facevi a sapere cosa portare?”.

ESPERIENZE CHIAVE SUL NOMEIdee per i giorni successivi

  • Fare elenchi orali di nomi comuni di cosa, nomi comuni di cosa, nomi comuni di animali, nomi comuni di animali. Fare elenchi di nomi di frutta, di nomi di alberi, di nomi di fiori, di nomi di capi di abbigliamento, di nomi di pezzi di arredamento, ecc…
  • Fare elenchi scritti di nomi comuni nell’ambito di un argomento dato, o a scelta del bambino. Diamo al bambino un foglio e chiediamogli di scrivere come titolo : NOMI COMUNI DI (giocattoli, animali, veicoli, ecc…). Poi, sotto al titolo, i bambini scriveranno tutti i nomi che vengono loro in mente.
  • Fare libretti di nomi comuni. Quando i bambini avranno compilato molte liste di questo genere, possiamo rilegarle formando un libretto di nomi comuni. I bambini prepareranno le copertine ed impareranno semplici rilegature.

ESPERIENZE CHIAVE SUL NOME

Psico-grammatica Montessori introduzione al nome

Psico-grammatica Montessori introduzione al nome nella scuola primaria. Qual è la prima parte del discorso che risulta più interessante ai bambini? Il nome. Fin da quando hanno iniziato a dire le prime parole, i bambini non hanno mai smesso di chiederci i nomi delle cose, per questo il nome è la prima parte del discorso che viene introdotta in prima classe. Come abbiamo già detto, i nomi sono probabilmente le parole più antiche del nostro linguaggio, e questo vale per la storia dell’umanità, ed anche per la nostra storia storia individuale: i nomi sono le prime parole che impariamo da bambini.

Il legame tra il nome che usiamo per chiamare qualcosa e la cosa stessa è un legame profondo ed intimo: la scelta delle parole che usiamo per parlare di qualcosa può trasmettere apprezzamento o disprezzo. I bambini devono poter riflettere sull’uso delle parole, che possono essere parole appropriate o inappropriate. E’ importante utilizzare con i bambini un linguaggio  curato e rispettoso.

Preparandosi allo studio dei nomi, ai bambini piacciono molto le conversazioni sui cognomi. Possiamo parlare di personaggi storici e raccontare brevemente il perchè del nome col quale sono passati alla storia: Guglielmo il Conquistatore, Riccardo Cuor di Leone, Alessandro Magno, ecc…

Possiamo anche raccontare la storia dei cognomi italiani.

Prendiamo un elenco del telefono e leggiamo a caso un po’ di cognomi. Oggi non ricordiamo più da dove vengono queste parole, eppure quando sono nate avevano una funzione precisa, che era quella di raccontare qualcosa di ogni famiglia. I cognomi infatti sono anche detti “nomi di famiglia”. Già nell’antica Roma le persone avevano tre nomi: il nome proprio della persona, il nome della famiglia di appartenenza e un soprannome dato alla persona o a un gruppo di familiari.  Col tempo il nome di famiglia e il soprannome vennero uniti, così le persone cominciarono ad essere chiamate con nome e cognome.  Il cognome era una parola che faceva riferimento a:

  • una caratteristica della persona: Gobbi, Rossi, Mancini, Calvi,
  • alla sua provenienza: Monti, Dal Bosco, Marino, Costa,
  • al mestiere svolto: Ferrari, Fabbri, Sella, Vaccari,
  • al nome del padre: De Filippo, De Gregorio, Di Francesco, Coladonato (figlio di Cola e di Donato).

Tra i cognomi più diffusi in Italia, ad esempio, abbiamo:
– Rossi: persone con i capelli rossi o la pelle rossa (anche De Rossi, Rosso, Rossetto ecc.)
– Ferrari: legati al mestiere del fabbro ferraio (anche Ferraris, Ferro, Ferri, Ferretti, Fabris, ecc…)
– Bianchi: persone con la pelle o i capelli chiari, oppure persone che abitavano in una casa bianca, o che erano persone alte qualità spirituali (il bianco è simbolo di purezza). Anche Bianchini, Bianco, ecc.
– Colombo: persone che allevavano colombi, o che provenivano da Colombano. In alcune regioni veniva dato ai trovatelli, perchè la colomba era simbolo di innocenza.
– Conti: persone al servizio di conti, o persone dai modi raffinati (anche Conte, Contini, Del Conte, Contin, ecc) .
– Esposito: gli esposti alla protezione della Madonna erano i bambini che venivano abbandonati davanti alle chiese o ai monasteri nel medioevo. (anche Espositi, Esposto, Esposti, ecc.)
– Costa: persone che provenivano dalla riva di un fiume o di un lago, del mare o anche dalla fiancata di un monte. (anche Da Costa, Dalla Costa, Della Costa ecc.)
– Ricci: persone con capelli ricci, o persone con un carattere chiuso (dal nome dell’animale)
– Marino: deriva dal cognomen latino Marinus, o dal nome medioevale che significava appartenente al mare (anche Marini, Marinoni, Marinacci, ecc.).
– Monti: persone provenienti da luoghi di montagna (anche Montagna, Montanari, Montani, Montini ecc.).

Attraverso queste attività i bambini si appassionano ai nomi e colgono il fatto che i nomi servono ad identificare le cose  e le persone, e che sono parole molto importanti.

Lo stesso di può fare con i nomi geografici. Osserviamo una cartina e leggiamoi nomi di qualche località: perchè sono stati dati questi nomi? Chi li ha dati? Cosa significano?

Osservando i nomi delle cose, è possibile esplorare la storia, il popolo, la cultura di un luogo, le origini della nostra lingua e molto altro ancora.

Studiando il nome con i bambini, li coinvolgiamo in questo genere di ricerca, richiamando il loro interesse per varietà di storie ed esseri umani che popolano il mondo.

Introduzione orale al nome

Materiale:
– una raccolta di cartellini delle parole che comprendano tutte le parti del discorso (non soltanto nomi),
– il cartellino del titolo per i sostantivi col simbolo
– il set dei simboli grammaticali piccoli
– la piramide nera.

Se volete usare i cartellini che ho preparato io, li potete scaricare qui:

Diciamo ai bambini: “Tu hai un nome, vero? Ti chiami Giovanni. Anche tu hai un nome, ti chiami Sofia. ma non tutto quello che c’è in questa stanza ha un nome. Il bambino in fondo alla classe, lo vedi? Ha un nome? E quella bambina col maglione verde? Sì, anche loro hanno un nome. Se li chiamiamo loro vengono qui da noi. Antonio, per favore, portami una gomma. Martina, portami una matita. Anche questi oggetti hanno un nome. Io ho detto il loro nome, e Martina ed Antonio hanno capito cosa portarmi.

Ricordate la storia che vi ho raccontato sul nome? Con quella storia abbiamo scoperto che tutti gli oggetti hanno un nome, il libro, l’albero, la casa. Abbiamo detto che la piramide rappresenta proprio il nome.
Oggi useremo il triangolo nero per rappresentare il nome: il triangolo è una faccia della piramide, ed è più facile da usare.

Posiamo sul tappeto la piramide nera,  e il cartellino del titolo col simbolo grammaticale.

“Ora metteremo tutte le cose che hanno un nome qui” e posiamo accanto la matita e la gomma.

Poi distribuiamo uno o due cartellini delle parole ad ogni bambino.

I bambini leggono i loro cartellini, li posano uno ad uno sul tappeto, e se si tratta di nomi poniamo sopra ad essi un triangolo nero.

Questo lavoro potrà dare luogo a discussioni, per decidere se le parole sono o non sono nomi.

Psico-grammatica Montessori introduzione al nome

Simboli grammaticali Montessori e definizioni: materiale stampabile per il PRIMO LIVELLO

Simboli grammaticali Montessori: materiale stampabile. Il materiale comprende: stencil dei simboli grammaticali, carte delle nomenclature per i simboli grammaticali, simboli grammaticali stampabili(grandi e piccoli), tabella delle parti del discorso, libro delle parti del discorso e cartellini dei titoli per le parti del discorso.

Per lavorare con i bambini alla psicogrammatica abbiamo bisogno di disporre di alcuni materiali, che possono essere realizzati facilmente anche a casa.

Per i simboli grammaticali abbiamo due livelli:

primo livello: comprende le nove parti del discorso

secondo livello: in aggiunta alle nove parti del discorso, comprende i “simboli avanzati” che precisano il nome (nome comune, proprio, astratto, collettivo) e il verbo (transitivo, intransitivo, copulativo, infinito, gerundio, participio, ausiliare).

Questa è parte del materiale di primo livello che ho preparato:

Simboli grammaticali Montessori e definizioni: materiale stampabile per il PRIMO LIVELLO

Cartellini dei titoli delle parti del discorso con simboli grammaticali:

Sono utili per etichettare le scatole dei materiali e per le presentazioni. Se vuoi utilizzare quelli che ho preparato, li trovi qui:

Simboli grammaticali Montessori e definizioni: materiale stampabile per il PRIMO LIVELLO

Stencil delle parti del discorso in due misure:

da stampare e plastificare. Possono essere realizzati facilmente anche in cartoncino, anche in altre misure. Se vuoi utilizzare quelli che ho preparato io, li puoi scaricare gratuitamente qui:

Simboli grammaticali Montessori e definizioni: materiale stampabile per il PRIMO LIVELLO

Carte delle nomenclature per le nove parti del discorso:

utili per le presentazioni e per l’esercizio individuale. Se vuoi utilizzare quelle che ho preparato io, le puoi scaricare qui, insieme al libretto:

Simboli grammaticali Montessori e definizioni: materiale stampabile per il PRIMO LIVELLO

Simboli grammaticali grandi, utili per le presentazioni e per l’esercizio individuale.

Simboli grammaticali piccoli:

Per conservarli io ho preparato delle scatoline origami molto semplici e veloci: la scatola con una pagina dell’elenco telefonico, e il coperchio in carta colorata. Basta utilizzare per la scatola un foglio di circa 0,5 cm più piccolo rispetto al foglio che usiamo per il coperchio, e l’incastro è perfetto. Il tutorial fotografico per le scatoline lo avevo già pubblicato qui: scatola origami con coperchio tutorial

Aggiungo qui un tutorial video:

I simboli grammaticali ritagliati sono utilissimi nelle presentazioni, per etichettare il materiale, e naturalmente per gli esercizi di analisi dei bambini. Sono facilmente realizzabili, anche in cartoncino colorato.

Simboli grammaticali Montessori e definizioni: materiale stampabile per il PRIMO LIVELLO

Tavola delle parti del discorso: da tenere a disposizione dei bambini o da appendere al muro, in prossimità dello scaffale per i materiali della psicogrammatica:

Se volete utilizzare quella che ho preparato io, la trovate qui stampabile gratuitamente qui:

Simboli grammaticali Montessori e definizioni: materiale stampabile per il PRIMO LIVELLO

Libretto delle parti del discorso: utile da consultare mentre si lavora con le carte delle nomenclature, e durante i lavori di analisi, anche per approfondimenti e per stimolare la ricerca.

Le scatole grammaticali Montessori

Le scatole grammaticali Montessori: nella scuola primaria, dopo la presentazione delle funzioni delle parti del discorso, i bambini iniziano a lavorare con le scatole grammaticali, che Maria Montessori ha pensato come naturale continuazione delle esperienze che i bambini hanno vissuto nella Casa dei bambini, e che vanno incontro alle esigenze peculiari del periodo sensibile per le parole.

Un esercizio di lettura molto praticato nella Casa dei Bambini è quello di porre il cartellino di un nome sul tappeto ed abbinarlo all’oggetto corrispondente. Questo esercizio serve all’apprendimento della lettura, ma allo stesso tempo porta i bambini ad imparare con facilità i nomi degli oggetti.
Per questo Maria Montessori ha pensato che, applicando lo stesso principio, i bambini possono imparare non soltanto i nomi, ma tutte le parti del discorso. Infatti, quando il bambino mette un cartellino accanto ad un oggetto, egli distingue il nome dalle altre parti del discorso: il nome si va a definire in modo intuitivo, e questo rappresenta un passo reale nel mondo dell’analisi grammaticale. Con questi esercizi di lettura il bambino è già entrato, insomma,  nella classificazione delle parole: non ci resta che proseguire questo lavoro con le parti del discorso diverse dal nome.

Sappiamo che l’analisi dei suoni che porta, col metodo Montessori, alla scrittura spontanea, non è adatta a tutte le età: si appassionano ai suoni solo i bambini di circa 4 anni e mezzo. Anche lo studio analitico delle parti del discorso, la capacità di soffermarsi con intenso interesse sulle parole, non è di tutte le età: solo i bambini da cinque a sette – otto anni sono fortemente appassionati alle parole. Magari non possono ancora interpretare chiaramente un discorso, ma comprendono ed amano le parole. Diciamo che il bambino si trova nell’età dell’interesse alle parole, e la grammatica incontra dunque la sua fase di sviluppo.

Il lavoro che i bambini fanno con la grammatica porta il linguaggio ad una maturazione che non  è possibile raggiungere in altri modi: i bambini hanno imparato a parlare e da allora utilizzano il linguaggio in modo intuitivo, ora imparano a focalizzare la loro attenzione, in modo cosciente, sulle parole che lo compongono.

Questa grammatica proposta ai bambini a partire dai cinque anni non si basa certo sull’uso di libri di testo, ma si propone ai bambini permettendo loro di proseguire il lavoro che già hanno iniziato con i nomi, utilizzando cartellini di parole. I nomi che il bambino poneva accanto agli oggetti per imparare a leggere erano scritti su cartellini: allo stesso modo le parole, appartenenti a tutte le altre parti del discorso, sono scritte su cartellini.

Le scatole grammaticali Montessori

Secondo le indicazioni date da Maria Montessori, i cartellini sono cartoncini rettangolari che misurano tutti 5 cm per 3,5 cm, di colori diversi:

  • nero per il nome
  • marrone chiaro per l’articolo
  • marrone per l’aggettivo
  • rosso per il verbo
  • rosa per l’avverbio
  • violetto per la preposizione
  • verde per il pronome
  • giallo per la congiunzione
  • celeste per l’interiezione.

Osserviamo già da questa prima descrizione del materiale, che i colori non corrispondono esattamente a quelli dei simboli grammaticali, che sono invece:

  • nero per il nome (piramide/triangolo equilatero grandi)
  • celeste per l’articolo (piramide/triangolo equilatero piccoli)
  • blu per l’aggettivo (piramide/triangolo equilatero medi)
  • rosso per il verbo (sfera/cerchio grandi)
  • arancione per l’avverbio (sfera/cerchio medi)
  • violetto per il pronome (piramide/triangolo isoscele)
  • verde per la preposizione (mezzaluna)
  • rosa per la congiunzione (parallelepipedo/rettangolo)
  • giallo oro per l’interiezione (serratura).

Troverai un’interpretazione di questa piccola “stranezza” più avanti in questo articolo.

I cartellini per le nove parti del discorso vengono posti in otto scatole appositamente preparate:

Secondo le indicazioni di Maria Montessori ogni scomparto ha una parete più alta dove si può introdurre il nome della relativa parte del discorso, nel colore che lo contraddistingue.

Le scatole grammaticali Montessori – scatola I

Come si può vedere da questa visione d’insieme, la SCATOLA I è divisa in tre scomparti: uno scomparto grande per il sintagma, e due comparti per i cartellini del nome e dell’articolo. Questa è la scatola originale come pubblicata nel manuale americano ed italiano:

Le scatole grammaticali Montessori – scatola II

la SCATOLA II è divisa in 4 scomparti, di cui uno scomparto grande per il sintagma, e tre comparti per i cartellini del nome, dell’articolo e dell’aggettivo:

Le scatole grammaticali Montessori – scatola II

la SCATOLA III è divisa in 5 scomparti, di cui uno scomparto grande per la frase e 4 comparti per i cartellini di nome, articolo, aggettivo, verbo:

Le scatole grammaticali Montessori – scatola IV

la SCATOLA IV è divisa in 6 scomparti, di cui uno scomparto grande per la frase e 5 comparti per i cartellini di nome, articolo, aggettivo, verbo, preposizione:

Le scatole grammaticali Montessori – scatola V

la SCATOLA V è divisa in 7 scomparti, di cui uno scomparto grande per la frase e 6 comparti per i cartellini di nome, articolo, aggettivo, verbo, preposizione, avverbio:

Le scatole grammaticali Montessori – scatola VI

la SCATOLA VI è divisa in 8 scomparti, di cui uno scomparto grande per la frase e 7 comparti per i cartellini di nome, articolo, aggettivo, verbo, preposizione, avverbio, pronome:

Le scatole grammaticali Montessori – scatola VII

la SCATOLA VII è divisa in 9 scomparti, di cui uno scomparto grande per la frase e 8 comparti per i cartellini di nome, articolo, aggettivo, verbo, preposizione, avverbio, pronome, congiunzione:

Le scatole grammaticali Montessori – scatola VIII

la SCATOLA VIII è divisa in 10 scomparti di cui uno scomparto grande per la frase e 9 comparti per i cartellini di tutte le parti del discorso, cioè nome, articolo, aggettivo, verbo, preposizione, avverbio, pronome, congiunzione, interiezione:

(Le immagini del materiale originale provengono da L’autoeducazione nelle scuole elementari – Maria Montessori – 1910; Montessori elementary materials, the advanced Montessori method – 1917)

Le scatole grammaticali Montessori

In generale possiamo dire che i materiali usati nello studio della grammatica nella scuola primaria somigliano ai materiali sensoriali usati nella Casa dei bambini: danno all’intelligenza l’opportunità di ordinare, classificare e organizzare elementi che già fanno parte della vita del bambino.
Al termine di questo lavoro su ognuna delle nove parti del discorso, il bambino può classificare milioni di parole all’interno di nove categorie.

Come si usano le scatole? Innanzitutto l’insegnante dispone, per ogni scatola, di set di cartellini pronti con i quali riempire via via ogni scatola, in modi diversi. Come precisa Maria Montessori, nell’usare il suo metodo per lo studio della grammatica, l’insegnante ha a disposizione un materiale pronto per essere scelto ed usato, che facilita e garantisce il successo del suo lavoro.

Per quanto riguarda la costruzione delle scatole, io le ho con facilità realizzate in cartone, utilizzando come modelli gli esempi che trovate pubblicati in questo articolo. Il miglior tutorial (in Inglese ma semplice da seguire) che ho trovato nel WEB per realizzarle in legno è questo:

http://makingmontessoriours

Il mio tutorial per realizzarle in cartone è qui:

In alternativa alla costruzione di scatole vere e proprie (in cartone o legno) è anche possibile preparare delle “tovagliette” magari plastificate, sulle quali sono riprodotte in forma di disegno le caselle delle scatole grammaticali. Queste sono le mie:

Le scatole grammaticali Montessori

I materiali non sono progettati per insegnare la grammatica, ma per esplorare il linguaggio attraverso azioni concrete, e servono a dare ai bambini delle chiavi che essi possono usare per conoscere la struttura della lingua. Inoltre permettono di isolare ogni parte del discorso dalle altre, rendendo più facile questa esplorazione, ed allo stesso modo isolano all’interno di ognuna delle parti del discorso, le difficoltà e le eccezioni. 

Nello studio della grammatica, Maria Montessori non aveva l’obiettivo di insegnare ai bambini un elenco di regole, ma voleva che i bambini penetrassero la filosofia della loro lingua, che sentissero qual è il ruolo che il linguaggio svolge nella vita dell’uomo, e per questo si parla di psicogrammatica. 

Nell’universo agisce la forza dell’energia da un lato, e la forza della materia dall’altro. Queste forze, nell’ambito della psicogrammatica, sono rappresentate dal nome e dal verbo. La forza della materia è il nome, probabilmente la parte più antica in ogni lingua: perchè le persone potessero comunicare tra loro, è stato necessario in primo luogo chiamare gli oggetti del mondo. Per questo il simbolo del nome è la piramide nera: è stabile, antichissima, pesante. La forza dell’energia è invece il verbo, rappresentato dalla sfera rossa. Le altre parti del discorso sono aspetti che si trovano in relazione, in un modo o nell’altro, con queste due parti principali.

Anche nell’uso delle scatole grammaticali si applica questo principio base: conoscere il sostantivo ed il verbo e le altre parti del discorso in relazione ad essi. Aiutiamo il bambino a riconoscere l’importanza ed il significato del nome e del verbo, e li aiutiamo a comprendere il rapporto che le altre parti del discorso hanno con essi.

Come abbiamo visto nell’articolo precedente, nella scuola primaria diamo ai bambini presentazioni per ognuna delle parti del discorso che ne evidenzino la funzione. In genere queste presentazioni non sono individuali, ma vengono proposte a piccoli gruppi di bambini.

Nelle scatole grammaticali ogni parte del discorso è caratterizzata da un colore: come abbiamo visto, questo colore non sempre corrisponde a quello del relativo simbolo grammaticale. E’ un’incongruenza voluta, infatti Maria Montessori voleva evitare che i bambini, nel loro lavoro di approfondimento, abbinassero i cartellini ai simboli affidandosi al colore invece che al ragionamento. Nelle scatole grammaticali i colori non hanno alcun significato, se non quello di distinguere una parte del discorso dalle altre. Gli unici due colori che restano uguali rispetto a quelli dei simboli grammaticali, sono quelli relativi alle due parti più importanti del discorso: il nome ed il verbo. Per questo le scatole grammaticali in commercio, possono attribuire alle parti del discorso anche colori diversi da quelli tradizionali (sempre ad eccezione di nome e verbo, che restano nero e rosso).
Troverete anche set di scatole e cartellini che utilizzano i colori dei simboli grammaticali anche in questi materiali. Infatti alcuni insegnanti non temono il pericolo che il bambino cada in azioni meccaniche, e credono che i colori che il bambino ha interiorizzato nella Casa dei bambini in relazione alle nove parti del discorso possano essere una ricchezza da sfruttare anche nella scuola primaria.

Prima di acquistare le scatole, quindi, verificate di avere i materiali di riempimento che seguono lo stesso codice colore delle scatole.

Nelle scatole grammaticali l’interno di ogni scomparto è di un colore diverso: uno per ogni parte del discorso. Le scatole sono vuote, ad eccezione dei cartellini che indicano il nome della parte del discorso da dedicare ad ogni scomparto. Come potete vedere, ci sono in commercio anche scatole grammaticali colorate a seconda della parte del discorso che viene introdotta, ma la scelta è naturalmente libera.

photo credit: GonzagaArredi

Le scatole grammaticali Montessori

Tutto il materiale che viene usato con le scatole grammaticali viene riposto all’interno di scatole che seguono il codice colore di ogni parte del discorso. Ogni scatola grammaticale ha un corredo di materiali simili:

– all’interno delle scatole di riempimento  si ripongono i cartellini delle parole ed i cartellini della frase/sintagma. Ogni set di cartellini delle scatole di riempimento serve ad esplorare una caratteristica diversa di una particolare parte del discorso;

– all’interno di scatole aperte si ripongono cartellini dei comandi, grafici e tabelle, scatole per attività aggiuntive;

– è utile tenere insieme al materiali la scatola dei simboli grammaticali.

Le scatole grammaticali sono tenute vuote sulle mensole, accanto ai materiali relativi, e vengono riposte nell’ordine in cui vengono presentate.  

Il materiale di riempimento è contrassegnato dal colore della parte del discorso che si introduce e dai numeri romani da I a VIII (di ogni scatola grammaticale), ed è numerato per set di riempimento, per cui le scatole di riempimento saranno in otto colori diversi, e saranno etichettate, ad esempio I3, IV2, ecc.

Possiamo copiare questi codici anche sul retro di ogni cartellino contenuto in ognuna delle scatole di riempimento, e se vogliamo aggiungere una lettera per ogni ogni cartellino grande (sintagma o frase), da riportare anche sui cartellini che servono a ricomporla (ad esempio VII3b, III4f, ecc.). Se ce n’è l’esigenza, l’insegnante può preparare del materiale aggiuntivo, e sarà semplice continuare a seguire questa codifica anche per esso.

Il primo set è quello che utilizziamo per la presentazione, gli altri sono quelli che i bambini utilizzeranno per i loro esercizi.

photo credit: MATERIALEMONTESSORI.IT

L’idea delle scatole di riempimento così organizzate è esteticamente piacevole, e il codice facilita l’indipendenza del bambino e permette di mantenere tutto il materiale sempre in ordine, ma non rappresenta per i bambini un programma da svolgere rigidamente, come se si trattasse di una sequenza cronologica da eseguire. Ci saranno bambini che utilizzeranno tutte le scatole di riempimento, altri solo alcune, altri anche nessuna, perchè per loro sarà sufficiente la presentazione fatta insieme per passare ad un’altra parte del discorso.

Come abbiamo visto, le funzioni delle varie parti del discorso vengono presentate già nella Casa dei bambini, ma senza che in queste presentazioni vengano date le definizioni ed i nomi: queste vengono date una volta giunti nella scuola primaria, e questo lavoro viene fatto appunto attraverso l’uso delle scatole grammaticali. E’ il metodo che vale per tutte le parti del discorso ad eccezione del nome, che non ha una scatola grammaticale totalmente dedicata (la scatola I è infatti quella dell’articolo).

Il nome di ogni parte del discorso aiuta il bambino della scuola primaria a classificare, ordinare e sistematizzare le esperienze fatte nella Casa dei bambini sulle diverse funzioni delle parole.

Il lavoro che i bambini fanno con le scatole grammaticali è di tipo manipolativo e non è un esercizio scritto. Questo è molto importante, perchè abbinare esercizi scritti a questo materiale è il modo migliore per uccidere il divertimento che i bambini traggono da esso.

Il materiale si usa invece così: il bambino trova nella scatola una serie di cartellini più grandi, che contengono alcuni sintagmi o frasi, e i cartellini delle parole, distribuiti nelle caselle appropriate. Prende un cartellino grande, lo legge, poi utilizza i cartellini delle parole per ricomporre la frase letta.

Insieme ad ognuna delle otto scatole grammaticali, oltre alle sue scatole di riempimento, ci sono le sue scatole dei cartellini dei comandi, di solito conservati in scatole aperte, dello stesso colore di quelle di riempimento.

scatole per i comandi: photo credit

I comandi servono ad ampliare il lavoro che i bambini svolgono su quella determinata parte del discorso, ed anche possono riguardare più parti del discorso insieme, e condurre quindi a lavori di classificazione.
Molti comandi riguardano il far fare ai bambini qualcosa che normalmente non è loro permesso fare in classe: questi comandi sono molto divertenti.
In molti casi è previsto che il bambino non agisca da solo, ma che cerchi l’aiuto e la collaborazione di altri bambini, anche di altre classi (più grandi o più piccoli).
A volte i comandi richiedono che i bambini si rechino alla Casa dei Bambini per prendere dei materiali che non sono presenti in classe, ma che hanno usato quando erano più piccoli. Questo è intenzionale, serve a rafforzare i bambini nel percepire la loro crescita, a vedere il passato e il futuro, e fa bene a tutta la scuola, perchè favorisce la cooperazione tra gli insegnanti. Inoltre è un esercizio di buone maniere, perchè i bambini devono muoversi responsabilmente all’interno della scuola, ed usare i modi ed i tempi corretti nel chiedere aiuto agli altri e nel restituire il materiale.

Infine, per alcune scatole grammaticali, sono previste anche scatole per attività aggiuntive. Ad esempio, per il verbo c’è la scatola dei tempi verbali.

Alcune scatole grammaticali, poi, sono anche abbinate a proprie tabelle riassuntive o grafici, che vengono usati per ulteriori attività manipolative. Ad esempio, dopo che il bambino ha imparato a riconoscere i diversi tipi di nome, può cominciare a classificarli utilizzando questi grafici.

Ecco che possiamo farci un’idea del perchè non usiamo manuali di grammatica: con questo materiale i bambini si impegnano in un lavoro complesso fatto di lettura, apprendimento, capacità di interpretazione, classificazione, memorizzazione, analisi, cooperazione con i compagni, buone maniere, manualità e divertimento.

photo credit: Nienhuis

Le scatole grammaticali Montessori

Ricapitolando:
– introduciamo una parte del discorso con una presentazione della sua funzione in abbinamento al simbolo grammaticale
– il bambino svolge una serie di attività connesse al racconto, simili a quelle che ha svolto nella Casa dei bambini
– presentiamo una scatola grammaticale
– il bambino lavora con la scatola grammaticale e il materiale di riempimento
– il bambino lavora con i cartellini dei comandi e gli altri materiali relativi alla scatola grammaticale presentata
– il bambino lavora all’analisi di frasi, sottolineando le parole o utilizzando i simboli grammaticali.

Al termine di questo grande impegno con il materiale, infatti, si deve arrivare all’astrazione, perchè non possiamo pensare che i bambini si portino le scatole grammaticali con sé tutta la vita per riconoscere le parti del discorso. Il passaggio dalla manipolazione all’astrazione avviene grazie ad una serie di attività di analisi:

  1. sottolineare con i colori dei simboli grammaticali le parole, una ad una, all’interno di frasi scritte da loro. Questa attività costringe il bambino a porre attenzione al contesto in cui ogni parola è inserita, perchè nella nostra lingua (come in Inglese) le stesse parole possono svolgere funzioni diverse. Si tratta di un esercizio fondamentale per i bambini della scuola primaria. Può essere svolto anche aggiungendo in alto i simboli disegnati o di cartoncino.
  2. Prendere una frase, e copiarla su di un foglio, scrivendo ogni parola una sotto l’altra, in colonna. Poi, per ogni parola, scrivere a lato tutto quello che si sa su di essa.
  3. Consultare un manuale di grammatica. Maria Montessori, infatti, non voleva affatto gettare i libri fuori dalla finestra, voleva semplicemente che fossero adatti ai bambini, che per loro fossero comprensibili. Dopo il lavoro con le scatole grammaticali, avere in classe un paio di grammatiche da consultare stimola l’interesse per il linguaggio e aiuta i bambini ad esplorare nuovi aspetti della lingua. Questi testi diventano testi di ricerca, come gli altri che sono presenti in biblioteca per le altre materie di studio. Con questi testi i bambini potranno fare ricerche sulle diverse categorie di aggettivi, scoprire le definizioni date dai grammatici, confrontarle con quelle che conoscono, decidere su quali essere d’accordo.
  4. Consultazione di un dizionario etimologico. Per i bambini è molto interessante scoprire quando una parola è arrivata nella nostra lingua, e da dove. Per presentare questa attività, prepariamo un elenco di quattro o cinque parole che hanno cambiato il loro significato nel corso del tempo.
    Ad esempio, la parola collaudo, che ora significa verifica sperimentale, fino al ‘700 significava complimento o lode (con laude); ministro (da minus, meno) in Latino significava servitore e ministrare significava servire la minestra in tavola, poi divenne aiutante del Re, e poi Ministro; casino, che ora significa confusione o caos, in Latino era un diminutivo della parola casa (che prese il posto della parola domus dopo le invasioni barbariche), nel ‘500 significava villino da caccia, nel ‘600 circolo privato.

Le scatole grammaticali Montessori

Consigli aggiuntivi per l’uso delle scatole grammaticali

L’unico consiglio è quello di iniziare prima possibile, in prima classe. I bambini che hanno fatto esperienze sulla funzione delle parole nella Casa dei bambini sono molto sensibili all’approfondimento di quanto fatto. Considerando che secondo Maria Montessori il periodo sensibile per le parole va dai cinque agli otto anni, il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di completare il lavoro con le scatole grammaticali entro gli otto anni, appunto.
Questo lavoro può essere iniziato anche dai bambini che non leggono ancora benissimo, perchè li può aiutare molto a migliorare. Se il bambino proprio non sa leggere, o fatica molto a leggere una frase intera, può lavorare in coppia con un compagno che legge bene, oppure potete leggere le frasi per lui. Questo è molto importante soprattutto quando in classe ci sono bambini nuovi, che provengono da scuole diverse, perchè li farà sentire parte del gruppo anche se le loro capacità non sono pari a quelle dei nuovi compagni.
In generale potrete notare da voi come la capacità di lettura decolli grazie all’uso delle scatole grammaticali.

Iniziare quanto prima con questo materiale offre una base per il lavoro di analisi, che può essere svolto sfruttando varie occasioni. Quando ad esempio un bambino scrive qualcosa, magari mentre svolge una ricerca, possiamo chiedergli di tanto in tanto di disegnare sulle parole che ha scritto il simbolo grammaticale relativo. Per questo non serve aspettare che li conosca tutti, può cominciare anche solo col triangolo nero del nome. Osservando questo lavoro, l’insegnante può capire il livello di comprensione raggiunto da ogni bambino, e capire dove e come intervenire, o come procedere nelle presentazioni.

Come abbiamo detto, non è consigliabile fare attività di scrittura abbinate direttamente alle scatole grammaticali, perchè questo potrebbe far perdere l’interesse del bambino verso il materiale. Le attività con le scatole grammaticali sono particolarmente adatte a piccoli gruppi (2 o tre bambini insieme), in quanto stimolano la capacità di collaborazione. La scrittura è un’attività individuale.

Detto questo, ricordiamo anche che nessuna attività deve essere svolta in esclusiva, ma che più attività di una stessa area devono svolgersi parallelamente. Così, nell’area del linguaggio, parallelamente al lavoro con le scatole grammaticali, i bambini lavoreranno anche alla storia della lingua, alla composizione scritta, al linguaggio orale, alla lettura, alla letteratura, alle attività di ricerca, all’analisi grammaticale (e poi anche logica e del periodo), ecc…

Le scatole grammaticali Montessori

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali: in questo articolo affrontiamo la presentazione delle funzioni delle parole in abbinamento ai simboli grammaticali. Nella prima parte ci sono esempi di esercizi per la Casa dei bambini, di seguito un esempio di presentazione per la scuola primaria.

Consideriamo le nove parti del discorso:
– famiglia del nome: articolo, aggettivo, nome e pronome;
– famiglia del verbo: avverbio, verbo;
– particelle: preposizioni, congiunzioni, interiezioni .

Nella Casa dei bambini i simboli grammaticali servono a mostrare ai bambini che all’interno della lingua esistono dei modelli, che le parole hanno delle funzioni determinate, e che le parole cambiano, ma i modelli rimangono gli stessi. I simboli vengono utilizzati per rendere concreto ciò che è astratto, al fine di aiutare il bambino a scoprire la funzione delle parole e classificarle. Questa preparazione indiretta fornisce una base forte, a cui si aggiungono ulteriori scoperte, finché poi, nella scuola primaria,  queste conoscenze sfociano nella psicogrammatica.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

La famiglia del nome

Maria Montessori ha associato la famiglia del nome con le piramidi, che sono oggetti fissi, stabili, molto antichi e che rappresentano la materia.
Per il nome si usa una grande piramide nera, per l’aggettivo una piramide media blu, per l’articolo una piccola piramide azzurra e per il pronome una piramide allungata viola. I simboli relativi sono un grande triangolo equilatero nero, un triangolo equilatero medio blu, un triangolo equilatero piccolo azzurro e un triangolo isoscele viola.
La piramide nera ha una base larga, è solida. Ricorda la civiltà dell’antico Egitto, una civiltà antica che ha avuto un ruolo importantissimo nella storia della scrittura e dell’architettura. I nomi costruiscono le frasi. La piramide è nera perchè il nero è il colore del carbone, un combustibile, perchè i nomi sono il combustibile delle frasi. La piramide è pesante, per dare una forte impressione di  solidità.
L’aggettivo è indipendente, come un bambino della scuola primaria, mentre l’articolo dipende dal sostantivo, come un bambino piccolo dipende dalla madre.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

La famiglia del verbo

La sfera rossa rappresenta il sole, che dà vita, luce e calore. I verbi danno energia alla frase e animano la famiglia del nome.
L’avverbio è una sfera arancione più piccola.
I simboli relativi sono un cerchio rosso grande e un cerchio arancione medio.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Le particelle
La congiunzione è un piccolo parallelepipedo rosa, che unisce come un trattino due parole o due parti di una frase. Il simbolo relativo è un rettangolo rosa.
La preposizione è un arco verde, che collega come un ponte due oggetti tra di loro. Il simbolo relativo è una mezzaluna verde.
L’interiezione è una piramide dorata con una sfera posta sull’apice; somiglia ad una serratura, e ricorda la forma del punto esclamativo.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Simboli e carte dei simboli

Per le prime presentazioni utilizziamo i simboli solidi, immagini dall’universo.

I simboli solidi possono essere realizzati facilmente con la pasta di sale:

Sappiamo tutti quanto sia importante fare una prima buona impressione. Nella didattica Montessori ci sono presentazioni che hanno lo scopo di lasciare sui bambini un’impressione profonda e duratura, accendendo la loro immaginazione.
Le storie per presentare le funzioni delle parole possono essere varie; l’importante è che siano brevi, semplici e memorabili. Un primo esempio di racconto per presentare la funzione delle parole è pubblicato qui:  Fiaba per le parti del discorso 

ed è particolarmente indicata coi bambini più piccoli, ma si può considerare tranquillamente di proporla anche nella scuola primaria, in alternativa a quella presentata nella seconda parte dell’articolo. Potete anche scegliere un racconto più complesso, che si deve svolgere nell’arco di più giorni: Il Paese di Grammatica.

Sia nella scuola d’infanzia, sia nella scuola primaria, l’atmosfera che si crea durante il racconto è importantissima, indipendentemente dal racconto che scegliamo: bisognerebbe parlare ai bambini come se si stesse svelando loro un grande segreto.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Presentazione dei simboli grammaticali 

Con i nostri alfabeti creiamo centinaia di parole, ma non sono tutte uguali: ogni parola ha il suo compito. Ci sono nove tipi di compiti che le parole possono svolgere per noi. Questi compiti si chiamano funzioni.
A seconda della loro funzione, tutte le parole possono essere divise in nove famiglie speciali: queste famiglie si chiamano “parti del discorso”.
I nomi di queste parti del discorso sono: nome, articolo, aggettivo, verbo, avverbio, pronome, congiunzione, preposizione e interiezione.
In classe abbiamo un colore speciale ed un simbolo per ognuna di queste famiglie. (Mostrare la scatola dei simboli grammaticali).

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

LA FUNZIONE DELLE PAROLE NELLA CASA DEI BAMBINI 

Nella Casa dei bambini si possono svolgere molti esercizi che servono a comprendere la funzione delle parole. Ne faccio una panoramica che può essere utile anche nella scuola primaria, soprattutto se i bambini non hanno frequentato una scuola d’infanzia montessoriana. Verranno trattati dettagliatamente in articoli specifici.
Si tratta di attività che portano il bambino ad avere un’esperienza sensoriale delle funzioni delle varie parti del discorso, e sono pensati per focalizzare l’attenzione del bambino su una parola alla volta. L’esperienza sensoriale è rafforzata dall’uso dei simboli colorati, che aiutano il bambino anche ad interiorizzare l’ordine delle parole nella frase.
Non di tratta di lezioni di grammatica, ma di esperienze sulla funzione delle parole. Per questo non vengono fornite ai bambini definizioni. Facendo queste esperienza, il bambino apprende comunque i nomi delle varie parti del discorso. Ad esempio, quando lavora col gioco dei triangoli, impara la parola “aggettivo” ed il suo significato.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Normalmente le parti del discorso vengono presentate, nella scuola primaria, in questo ordine: nome, articolo, aggettivo, congiunzione, preposizione, verbo, e l’avverbio. Nella Casa dei bambini il bambino svolge un lavoro di preparazione allo studio della grammatica vero e proprio, che avverrà nella scuola primaria. Generalmente in prima classe (6 – 7 anni) si studiano approfonditamente:
– nome
– articolo
– aggettivo
– pronome
– verbo
e si prosegue in seconda classe (7 – 8 anni) con:
– modi, tempi e forme verbali
– preposizioni
– avverbi
– congiunzioni
– interiezioni.

Facendo molti esercizi sulla funzione delle parole, già nella scuola d’infanzia il bambino vedrà crescere il proprio interesse per la lingua che parla, e si renderà conto che le parole hanno funzioni speciali e che possono essere classificate in base a queste loro funzioni. Il requisito per la presentazione di questi esercizi, è che il bambino sappia leggere la maggior parte delle parole con facilità. D’altra parte questi esercizi rappresenteranno per lui anche un buon esercizio di lettura.

Poiché il bambino si trova nel periodo sensibile del linguaggio, ogni nuova funzione delle parole che gli viene presentata rappresenta per lui un’interessante nuova scoperta. La maggior parte di questi esercizi non sono individuali, ma prevedono il lavoro in piccoli gruppi. Le attività, oltre ad essere interessanti, sono molto divertenti.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

ESEMPI DI ESERCIZI SULLA FUNZIONE DELL’ARTICOLO NELLA CASA DEI BAMBINI

Durante la normale giornata a scuola, inseriamo vari giochi verbali che pongano l’attenzione dei bambini sugli articoli. Ad esempio diciamo loro “Mostrami UNA sedia”, “Indicami GLI spazzolini da denti. Indicami LO spazzolino da denti che usi tu”. Facciamo anche notare, ad esempio, che diciamo IL cavallo e non LO cavallo, e vari altri esempi simili, ogni volta che se ne presenta l’occasione.

Prepariamo una scatola degli oggetti, contenente numerosi oggetti. Alcuni di questi oggetti saranno in un unico esemplare, altri in più esemplari identici (singolare e plurale, determinativi e indeterminativi).
La scelta degli oggetti deve essere accurata: cominceremo con oggetti che cominciano con le consonanti, poi, per introdurre l’uso degli articolo apostrofato, aggiungeremo anche oggetti che cominciano per vocale. Selezioniamo con altrettanta attenzione maschili e femminili.
Per ogni scatola che prepariamo per il bambino, scriviamo anche i cartellini:
–  dei nomi degli oggetti
–  degli articoli da abbinare
– cartellini di controllo (che contengono il giusto abbinamento articolo – nome).

Per presentare l’esercizio ai bambini, mettiamo sul tappeto la scatola degli oggetti e, a un lato del tappeto, formiamo una colonna dei nomi e una colonna degli articoli, in ordine casuale.

Togliamo il primo oggetto (o gruppo di oggetti identici) dalla scatola, e mettiamolo sul tappeto, quindi scegliamo il nome adatto e aggiungiamo davanti ad esso l’articolo.

A seconda degli obiettivi che vogliamo raggiungere con l’esercizio, facciamo gli esempi necessari per dare ai bambini le indicazioni necessarie (ad esempio su singolare e plurale, o su determinativo e indeterminativo).

Quando il bambino è pronto, può proseguire da solo. Al termine del lavoro aggiungerà allo schema i cartellini di controllo.

Il gioco può essere variato. Ad esempio possiamo scrivere dei piccoli comandi al momento, per far indovinare al bambino l’oggetto che vogliamo prendere dalla scatola, oppure possiamo commettere “errori” nell’abbinare articolo e nome, e il bambino dovrà correggerci.

Esercizi con carte illustrate e cartellini possono essere preparati nello stesso modo, sostituendo appunto alla scatola degli oggetti carte illustrate appositamente preparate per i bambini.

Esercizi di compilazione di elenchi. Incoraggiamo i bambini a compilare elenchi (articolo e nome) di oggetti presenti nella classe o nella Fattoria. La Fattoria è un materiale piuttosto costoso, che si presta a molte attività nell’area linguistica. Può essere sostituita da una casa di bambola; io faccio così, in effetti, aggiungendo molti animali di plastica e gruppi di oggetti:

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Questa è una fattoria, completa di cartellini, che ho preparato in versione stampabile:

La fattoria (o la casa di bambole, lo zoo, il negozio, la strada) sono giochi che  incoraggiano lo sviluppo del linguaggio verbale e contribuiscono, accompagnati da cartellini appositamente preparati, a comprendere la grammatica e la sintassi.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

ESEMPI DI ESERCIZI SULLA FUNZIONE DELL’AGGETTIVO NELLA CASA DEI BAMBINI

Durante la normale giornata a scuola, inseriamo vari giochi verbali che pongano l’attenzione dei bambini sugli aggettivi. E’ un lavoro che si fa normalmente utilizzando il materiale sensoriale (spolette dei colori, tavolette tattili ecc…), e durante le attività di vita pratica. Poniamo durante la giornata domande del tipo: è pulita? Di cosa è fatta? Mi descrivi i tuoi vestiti?
Possiamo poi fare dei giochi, tipo comandi, dicendo ai bambini: “Alzino le mani i bambini coi capelli biondi”, “si accuccino sotto il banco tutti i bambini che hanno scarpe scure”,  ecc.

Prepariamo una scatola degli oggetti contenente molti oggetti che in qualche modo sono legati tra loro, con la possibilità di differenziarli con gli aggettivi qualificativi per dimensione, colore, ecc.
Prepariamo una serie di cartellini di frasi che descrivono ciascun oggetto, ad esempio: la poltrona grande azzurra, il cane piccolo marrone, l’uomo alto anziano, ecc.

Prepariamo poi i cartellini delle parole che compongono ciascuna delle frasi che abbiamo preparato, divisi in nomi, articoli, aggettivi. I cartellini possono essere messi in buste o scatoline separate che recano il simbolo appropriato. Si possono anche usare dei casellari, come questi: 

Ogni gruppo di cartellini preparati, deve fare naturalmente riferimento alle frasi e agli oggetti di un determinato set. I bambini devono comporre le frasi prendendo nomi, articoli e aggettivi appropriati, e abbinare ad essi l’oggetto che descrivono.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Esercizi con la fattoria (la casa di bambola, lo zoo, ecc…).

Sediamoci vicino alla fattoria e prendiamo sei oggetti (o sei animali), quindi diciamo ai bambini: “Sto pensando ad una di queste cose. Vi aiuterò a scoprire qual è”.
Scriviamo su un cartellino, in nero, l’articolo e il nome, ad esempio “Il cavallo”.
Il bambino legge il cartellino, prende un cavallo e lo pone accanto al cartellino. Allora diciamo: “Hai preso l’animale della specie giusta, ma io stavo pensando ad un altro cavallo…”
Aggiungiamo quindi un aggettivo al cartellino, scrivendolo in rosso, ad esempio “marrone”.
Il bambino legge il cartellino, quindi prende l’oggetto giusto.
Ripetere il gioco con altri oggetti, anche utilizzando più aggettivi insieme.

Per portare l’attenzione sull’ordine della parole, possiamo fare lo stesso gioco scrivendo prima gli aggettivi, poi nomi e articoli. Quando il bambino ha abbinato l’oggetto corretto, tagliamo il cartellino e rimettiamo le parole nel giusto ordine. Ad esempio scriviamo prima “giallo” “piccolo” e poi “il piatto”

Per rinforzare l’uso dei simboli grammaticali, possiamo chiedere ai bambini: “Qual è la parola che ci dice il nome dell’oggetto che voglio?”. Posizioniamo il triangolo nero sulla parola “piatto”. “Quali sono le parole che ci spiegano meglio quale tipo di piatto?”. Posizioniamo un triangolo blu sulla parola “giallo” e un altro triangolo blu sulla parola “piccolo”. “Qual è la parola che ci dice che sta per arrivare un nome? Che ci dice se c’è un piatto o ce ne sono tanti?”. Posizioniamo un triangolino azzurro sulla parola “il”.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Esercizi scritti e simboli. Incoraggiamo il bambino a scrivere frasi per descrivere vestiti, oggetti preferiti o altro, e poi ad aggiungere alle parole i simboli grammaticali (disegnandoli o usando i simboli di cartoncino pronti), o usando simboli pronti di carta da incollare.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Caccia agli aggettivi. Chiediamo ai bambini di cercare gli aggettivi in un libro di lettura, a sottolinearli oppure ad elencarli su un foglio.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Logico Gioco con l’aggettivo. Prepariamo dei set di cartellini composti da una decina di cartellini neri per i nomi, e una decina di cartellini blu per gli aggettivi. Mettiamo i cartellini in due buste o scatoline separate, che recano ciascuna il proprio simbolo grammaticale.
Il bambino prende i nomi, li legge uno ad uno e li pone in colonna, uno sotto l’altro, sul tappeto. Poi prende gli aggettivi, li legge uno ad uno e li pone in colonna, uno sotto l’altro, a destra della colonna dei nomi. Si formeranno così abbinamenti nome-articolo casuali. I bambini li leggono (di solito si formano abbinamenti divertenti). Poi lascia al loro posto gli aggettivi appropriati, e raccoglie quelli che non lo sono. Rilegge uno alla volta gli aggettivi, e li abbina al nome più adatto.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Esercizi di scrittura di aggettivi. Diamo al bambino un cartellino del nome e una serie di cartellini di aggettivi. Il bambino copia il nome sul quaderno, poi aggiunge ad esso quanti più aggettivi possono essere appropriati.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Il gioco dei triangoli per l’aggettivo. E’ dettagliatamente spiegato qui, con il tutorial per costruirlo e le istruzioni di gioco:

Il gioco dei triangoli

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

ESEMPI DI ESERCIZI SULLA FUNZIONE DELLA CONGIUNZIONE NELLA CASA DEI BAMBINI

Facciamo coi bambini vari giochi verbali che li aiutino a riconoscere la funzione della congiunzione. Ad esempio si può giocare alle associazioni: si dice una parola, e i bambini devono aggiungere una cosa che si abbina ad essa (calze e scarpe, bottiglia e bicchiere, testa e cappello, scopa e paletta, ecc…)

Gioco della congiunzione. Prepariamo sul tappeto un mazzolino di fiori di vari colori tenuti insieme con un nastro rosa, oppure un fascio di pennarelli o di matite. Lasciamo che il bambino identifichi i colori dei fiori (o delle matite o dei pennarelli) e sciogliamo il nastro rosa. Prendiamoli in mano e andiamo col bambino a distribuire i fiori per la classe, poi torniamo al tappeto.


Scriviamo su un cartellino “i fiori rosa”, diamo il cartellino al bambino e chiediamogli di portarci quello che abbiamo scritto.
Mettiamo i fiori rosa sul tappeto, e sotto ad essi poniamo il cartellino.
Consegniamo al bambino un secondo cartellino: “i fiori gialli”.
Il bambino ci porta anche i fiori gialli, e lo poniamo insieme al cartellino sul tappeto, accanto ai fiori rosa.
Consegniamo al bambino un terzo cartellino: “i fiori blu”.
Il bambino ci porta anche i fiori blu, e lo poniamo insieme al cartellino sul tappeto, accanto ai fiori gialli.
Tra i tre gruppi di fiori aggiungiamo due cartellini “e” scritti in rosso, e leggiamo: “I fiori rosa e i fiori gialli e i fiori blu”.


Leghiamo di nuovo tutti i fiori col nastro rosa e mettiamo i simboli sulle congiunzioni.

Esercizi per il raggruppamento di oggetti uniti da congiunzioni possono essere fatti preparando scatole degli oggetti e cartellini, e con la fattoria (la casa di bambola, lo zoo, ecc…).

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

ESEMPI DI ESERCIZI SULLA FUNZIONE DELLA PREPOSIZIONE NELLA CASA DEI BAMBINI

Si possono fare coi bambini vari giochi verbali sulle preposizioni. Ad esempio possiamo dare loro dei semplici comandi: sali sulla sedia, vai in giardino, metti le mani in tasca, cammina da destra a sinistra, ecc… Oppure possiamo giocare con gli oggetti della fattoria facendo provare ai bambini la posizione di un dato personaggio rispetto agli oggetti: metti il gallo sull’albero, sposta l’asino dalla stalla al recinto, ecc…

Prepariamo una scatola degli oggetti (ad esempio un mazzo di fiori nel vaso, alcune matite in un astuccio, e simili) da abbinare a cartellini della frase e cartellini delle parole, sempre suddivisi in buste o scatoline contrassegnate dal simbolo grammaticale.

Esercizi con la fattoria (la casa di bambola, lo zoo, ecc…). Scriviamo una frase che contenga aggettivi, articoli, nomi, preposizioni e congiunzioni, ad esempio: “la teiera rossa sul vassoio grande con la zuccheriera e una tazza sul piattino e un cucchiaino sul tovagliolo”.
Il bambino legge i cartellini e mette insieme gli oggetti. Poi compone la frase usando i cartellini delle parole (sempre divisi per tipo in casellari, buste o scatoline, di colori diversi e contrassegnati dal simbolo grammaticale). Chiediamo al bambino: “Quali sono le parole che vi hanno spiegato dove mettere esattamente gli oggetti? Su ognuna di queste parole, mettete il ponte verde”.  Si può completare l’esercizio mettendo sopra ad ogni parola il simbolo grammaticale corretto.
Possiamo anche preparare dei cartellini di comandi che il bambino legge e usa per ricreare la scena descritta, usando gli oggetti della fattoria, ad esempio: tre maiali sul tetto del fienile, una papera dietro al cane, ecc…

Esercizi scritti: incoraggiamo il bambino a scrivere proprie frasi utilizzando le preposizioni.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

ESEMPI DI ESERCIZI SULLA FUNZIONE DEL VERBO NELLA CASA DEI BAMBINI

Si possono fare vari giochi sul verbo con i bambini, ad esempio dare loro cartellini dei comandi che contengono azioni da eseguire.
Possiamo metterci accanto al tappeto, scrivere su un cartellino un verbo e darlo al bambino. Il bambino legge ed esegue l’azione, ad esempio “ridere”. Chiediamogli: “Puoi portarmi ridere?”. Il bambino ci penserà, e risponderà di no. Chiediamogli: “Puoi farlo?”, e il bambino risponderà di sì.
Facciamo la stessa cosa con altri verbi, di modo che il bambino capisca che l’azione può essere eseguita, ma non manipolata, presa, portata.
Il bambino, attraverso questi esercizi, si rende conto della differenza tra energia e materia.

Esercizi con la fattoria (la casa di bambola, lo zoo, ecc…). Prepariamo sul tappeto una raccolta oggetti, la scatola dei simboli grammaticali e una decina di cartellini rossi dei verbi. Il bambino legge un verbo e inventa una scena utilizzando quel verbo e gli oggetti che ha a disposizione. La frase può essere scritta su una striscia, e su ogni parola si metteranno i simboli grammaticali corretti.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

ESEMPI DI ESERCIZI SULLA FUNZIONE DELL’AVVERBIO NELLA CASA DEI BAMBINI

Vari giochi verbali possono essere fatti coi bambini, chiedendo loro di eseguire azioni in un determinato modo, ad esempio camminare velocemente, parlare piano, cantare tristemente, ecc… Possiamo anche usare cartellini dei comandi da leggere ed eseguire. Gli esercizi sugli avverbi aiutano il bambino a capire il contenuto emotivo della scrittura.

Scriviamo un verbo in nero e un avverbio in rosso, ad esempio: “ridere forte”. Il bambino eseguirà l’azione, come indicata. Ripetiamo con altri esempi: parlare lentamente, muoversi furtivamente, sorridere teneramente, camminare tristemente. Dopo ogni azione eseguita, mettere il cartellino sul tappeto, ed aggiungere i simboli grammaticali, per evidenziare gli avverbi. Chiediamo ai bambini: “Qual è la parola che ti è servita per capire come eseguire l’azione?”.

Gioco logico sugli avverbi: scegliamo una decina di verbi, scritti su cartellini rossi, e una decina di avverbi scritti su cartellini arancioni. Mettiamo i cartellini in due buste o scatoline separate e contrassegnate dai relativi simboli grammaticali.


Il bambino prende i verbi, li legge uno ad uno e con essi forma sul tappeto una colonna. Poi prende gli avverbi, e fa la stessa cosa, formando una seconda colonna a destra di quella dei verbi. Si formeranno così degli abbinamenti verbo-avverbio casuali, alcuni dei quali avranno un senso, mentre altri saranno assurdi.

Lasciare sul tappeto gli avverbi sensati, raccogliere gli altri e cercare di fare con essi abbinamenti corretti. Terminato il lavoro, il bambino può mettere su ogni colonna il simbolo grammaticale corretto.

Esercizi scritti. Possiamo dare ai bambini un cartellino del verbo e chiedergli di copiarlo sul suo quaderno e di aggiungere una lista di avverbi, cioè di indicazioni su come l’azione può essere eseguita. Possiamo fare la stessa cosa anche dandogli un cartellino del verbo ed un certo numero di cartellini degli avverbi (alcuni appropriati ed altri no), ed il bambino comporrà la sua lista sul tappeto.

Caccia di avverbi: il bambino può cercare avverbi su giornali e riviste e sottolineare quelli che trova.

Lettura interpretata: Prepariamo una busta o una scatolina con dei cartellini che contengono frasi o brani tratti da testi letterari, che descrivano in modo dettagliato le azioni dei personaggi o il loro stato emotivo mentre le eseguono. All’inizio proponiamo frasi che contengano una sola azione, poi inseriamo anche frasi più complesse. Il bambino legge ed interpreta i brani. Facendo questo, deve prestare attenzione al significato esatto delle parole, ma anche al significato esatto della frase nel suo complesso, cioè all’ordine delle parole.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

ESEMPI DI ESERCIZI SULLA FUNZIONE DEL VERBO TRANSITIVO E INTRANSITIVO NELLA CASA DEI BAMBINI

Raduniamo un piccolo gruppo di bambini. Ad uno di essi diamo un cartellino con un verbo transitivo, ad esempio “passeggiare per la classe”, e diciamo di leggere l’azione ed eseguirla. Mentre il bambino continua a passeggiare per la classe, diamo ad un altro bambino un cartellino con un verbo transitivo, ad esempio: “srotolare un tappeto”. Il secondo bambino legge il suo cartellino ed esegue l’azione.
Diamo ad un terzo bambino un cartellino con un altro verbo transitivo, ad esempio, “mettere una matita rossa sul tavolo”. Continuare così finché i bambini non notano le differenze tra la prima azione e le altre. I verbi intransitivi non hanno un oggetto e proseguono nel tempo, mentre i verbi transitivi hanno un oggetto e una volta eseguiti si fermano. Non serve dare ai bambini la terminologia, l’importante è che capiscano questa differenza.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

ESEMPI DI ESERCIZI SULLA FUNZIONE DEI TEMPI VERBALI NELLA CASA DEI BAMBINI
Scriviamo una frase su un cartellino, ad esempio “portare un libro”. Un bambino legge il cartellino, mentre noi eseguiamo l’azione dicendo: “Sto portando un libro”.
Chiediamo al bambino di rileggere il cartellino. Senza fare nulla, diciamo: “Ho portato un libro”.
Ripetere con altri esempi, finché il bambino non si rende conte che il presente dura per il tempo necessario al completamento dell’azione, e che una volta che essa è finita, diventa passato.

Scriviamo una frase che contenga un verbo non di movimento, ad esempio: pensare alla mamma. Il bambino legge ed esegue l’azione.  Dopo una pausa, chiediamo al bambino: “Cosa hai fatto?” e lui risponderà: “Ho pensato alla mamma”. Diciamo al bambino: “Adesso stai parlando con me”.
Facciamo altri esempi simili, finché il bambino non si rende conto che alcuni verbi si riferiscono ad azioni visibili, mentre altri verbi sono invisibili.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticale
LA FUNZIONE DELLE PAROLE NELLA SCUOLA PRIMARIA

(trovi altre presentazioni e materiali stampabili pronti negli articoli dedicati ad ogni parte del discorso)

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali – IL NOME

Poniamo il simbolo del nome sul tappeto, mentre i bambini si radunano per ascoltare la storia.

Quando eravate piccoli, avete imparato a parlare. Le prime parole che avete usato erano probabilmente “mamma”, “papà”, oppure “gatto”. Sono tutte parole che servono a denominare le cose. Forse quando i primi uomini sulla terra iniziarono a parlare tra loro, usarono per prime le parole “fuoco”, “cibo”, “bambino”. Anche se questi uomini vissero moltissimo tempo fa, le parole che usarono esistono ancora oggi. Gli esseri umani usano le parole per dare un nome ad ogni cosa. Le parole che usiamo per dare un nome alle cose sono parole molto speciali. Sono solide e stabili. Rappresentano le cose del nostro mondo.
Per questo usiamo questa piramide nera per rappresentare queste parole: la piramide è infatti molto antica e molto stabile, ha una base molto larga. Usiamo il colore nero perchè è il colore del carbonio, l’elemento più antico e diffuso sulla terra.
Queste parole si chiamano NOMI e servono a chiamare le persone, i luoghi e tutte le cose del nostro mondo.

Anche se questo racconto è estremamente semplice, è sufficiente a stimolare i bambini ad etichettare con il relativo nome tutti gli oggetti presenti nell’aula, a fare liste di nomi di cose che vedono per strada, a casa, ecc…, a porre il simbolo del nome in modo appropriato nelle loro frasi scritte.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali – L’ARTICOLO

Poniamo il simbolo del nome e dell’articolo sul tappeto, mentre i bambini si radunano per ascoltare la storia. Mettiamo sul tappeto anche alcuni oggetti, ad esempio un pennarello, una matita e due tubetti di colla.

Cercando i nomi attorno a voi, ed anche nelle frasi e nelle storie, avete notato che ci sono anche altri tipi di parole? Parole che fanno un lavoro diverso dal nome? Ci sono ad esempio un gruppo di parole, molto corte, che fanno un lavoro molto importante…
Chiediamo a un bambino di portarci una matita, posiamola sul tappeto sotto al simbolo del nome e scriviamo il cartellino “la matita”. Poi facciamo portare un pennarello e scriviamo “il pennarello”. Infine facciamoci portare una delle due colle e scriviamo “una colla”.

Sappiamo che queste parole sono nomi (indichiamo i nomi sotto la piramide nera). Queste altre parole non sono nomi (indichiamo gli articoli): il loro compito è quello di segnalare che presto arriverà un nome. Noi chiamiamo queste parole ARTICOLI. Nella nostra lingua ce ne sono nove in tutto. In Inglese ce ne sono soltanto tre. Alcune lingue ne hanno molti di più e alcune lingue non ne hanno affatto.
Per gli articoli usiamo una piccola piramide, perchè l’articolo fa parte della famiglia del nome, e serve sempre ad annunciare che sta arrivando un nome dopo di lui. La parola articolo deriva dal Latino e significa “piccolo membro”. L’articolo è infatti un piccolo membro della famiglia del nome. Ma anche se piccolo, è un membro molto importante.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali – L’AGGETTIVO 

Poniamo il simbolo del nome, dell’aggettivo e dell’articolo sul tappeto, mentre i bambini si radunano per ascoltare la storia.

Abbiamo parlato dei nomi e degli articoli, ed ora è il momento di conoscere un nuovo simbolo.
Chiediamo ad un bambino di portarci una matita. Il bambino ce ne porta una, ma noi diciamo: “Grazie, ma non è quella che voglio”. Chiediamo quindi ad un altro bambino di portarci una matita, e ancora diciamo: “Grazie, ma non è quella che voglio”. Chiediamo allora ad un terzo bambino: “Mi porti una matita gialla?” (o di un altro colore, se una matita gialla era già stata portata).
E’ stato difficile per me avere la matita che volevo, finché non ho aggiunto un’altra parola alle parole “una matita”. Il simbolo di cui parliamo adesso rappresenta le parole che usiamo per descrivere un nome. Queste parole possono dirci il colore del nome, o il numero, oppure molte altre cose: se è freddo, caldo, pesante, leggero, pieno, vuoto, grande, piccolo…
Usiamo una piramide media, di colore blu scuro, perchè questa parola fa parte della famiglia del nome e sta sempre accanto ad esso, di solito nella nostra lingua viene dopo, ma a volte può anche stare prima. In Inglese invece si mette sempre prima.
A volte possono esserci anche due o più di queste parole, ad esempio io posso dire “una matita gialla”, oppure “una piccola matita gialla”, oppure “una matita gialla nuova”.
Questo genere di parole di chiama AGGETTIVI. La parola aggettivo deriva dal Latino e significa “che aggiunge qualcosa a”, e si aggiunge infatti al nome per descriverlo o dirci qualcosa di più su di lui.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali  – IL VERBO

Prepariamo una serie di cartellini di nomi scritti in rosso ed una serie di cartellini di verbi scritti in nero; ad esempio: fazzoletto forbici elastico candela, e saltare sorridere camminare applaudire.
Chiediamo ai bambini di portarci un fazzoletto, le forbici, un elastico, una candela, e via via poniamo il cartellino accanto all’oggetto.
Ora chiediamo ai bambini di portarci saltare. Naturalmente i bambini si metteranno a saltare davanti a noi, allora diremo: “Questa è una buona dimostrazione di come si fa a saltare, ma non possiamo mettere niente accanto al cartellino…”
Chiediamo di portarci sorridere, poi camminare, poi applaudire. I bambini presto si renderanno conto di non poterlo fare: non si può portare alla maestra sorridere, camminare o applaudire.
Indichiamo i nomi e chiediamo: “Vi ricordate che tipo di parole sono queste?” I bambini diranno che si tratta di nomi.
Poi indichiamo i verbi e diciamo: “Queste parole sono diverse. Sono cose che si possono fare, hanno movimento ed energia.
Mettiamo in alto il simbolo del nome e il simbolo del verbo.


Ricordate che il sostantivo è solido e stabile, se gli do una spinta non va molto lontano. Ma guardate cosa succede se do una spinta a questo…Va molto lontano ed ha l’energia di muoversi liberamente, in qualsiasi direzione. Usiamo una sfera rossa per rappresentare queste parole perchè il rosso è il colore del fuoco e la sfera è la forma del sole, che dà energia alla terra.
Queste parole si chiamano VERBI. La parola verbo deriva dal Latino e significa “parola per eccellenza”, cioè la parola più importante di tutte nella frase.”

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali – LA PREPOSIZIONE

Diamo ad ogni bambino una molletta da bucato e diciamo che useremo queste mollette per imparare un nuovo tipo di parole. 
Ora vi darò delle indicazioni, e voi dovrete seguirle e dirmi ogni volta la posizione della molletta.”
“Mettete la molletta sulla vostra testa. Dove si trova?” Si trova sulla testa.
“Mettete la molletta in tasca. Dove si trova?” Si trova in tasca.
“Mettete la molletta insieme a quelle degli altri. Dove si trova?” Si trova con le altre

“Nascondete la molletta tra le mani. Dove si trova?” Si trova nelle mani
“Mettete la molletta sulla schiena. Dove si trova?” Si trova dietro.

Continuare così a piacere. Poi mostriamo ai bambini il simbolo grammaticale e diciamo: “Come simbolo per questo tipo di parole usiamo un ponte verde.  Queste parole ci dicono la nostra posizione. Possiamo essere sul ponte, sotto il ponte, davanti al ponte, accanto al ponte, sopra il ponte… Chiamiamo queste parole PREPOSIZIONI.  La parola preposizione deriva dal Latino e significa “messo davanti” perchè si mette davanti al secondo nome e serve a stabilire una relazione tra due nomi.”

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali – L’AVVERBIO

 Scriviamo dei cartellini con dei verbi (in rosso) e degli avverbi (in arancione) e mettiamoli sul tappeto insieme ai simboli grammaticali del verbo e dell’avverbio.


Ecco un altro simbolo che rappresenta una parola che può muoversi liberamente attorno al verbo come il nostro pianeta di muove attorno al sole. Proviamo.” Facciamo rotolare l’avverbio attorno al verbo.
Leggiamo questo cartellino: camminare. Camminare è un verbo. Ora voglio aggiungere ad essa la parola lentamente”. Continuiamo, ad esempio, con respirare profondamente, cantare dolcemente, parlare allegramente, mangiare poco.
“Queste parole vengono aggiunte al verbo per dirci come eseguire l’azione. Si chiamano AVVERBI, che significa “aggiunti al verbo”. 
Leggendo i cartellini sul tappeto, i bambini possono notare che molti avverbi terminano in -mente. Possiamo anche farlo notare noi, e dire che è vero che molti avverbi terminano così, ma non tutti.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali – IL PRONOME

Prepariamo dei semplicissimi cappellini di carta viola  a forma di cono. Su ogni cono scriviamo un pronome personale: io, tu, lui (egli), lei (ella), esso, noi, voi, loro (essi, esse).

Prepariamo anche serie di frasi scritte su cartellini, facendo riferimento ai nomi dei bambini, ad esempio: Maria dà la matita ad Antonio; Massimo legge un libro alla classe; Alma e Gaia giocano a carte con Giovanni ecc…
Ho preparato questi cappellini per voi, li useremo nella nostra lezione. Ora leggerò questa frase: Maria dà la matita ad Antonio. Antonio e Maria, venite“. Diamo a Maria il cappello col pronome LEI e ad Antonio il cappello col pronome LUI. Ora diciamo: “Lei dà la matita a lui“.
Facciamo altri esempi: “Massimo legge un libro alla classe“. Diamo a Massimo il cappello col pronome LUI (o egli) e mettiamo il cappello NOI al centro della classe. Ora diciamo: “Lui legge un libro a noi“.
Proseguiamo fino a quando non avremo utilizzato tutti i cappelli.
Queste parole svolgono un lavoro molto importante: prendono il posto dei nomi. Si alzano in piedi con fierezza e sono viola”. Mostriamo il simbolo. “Queste parole si chiamano PRONOMI. La parola pronome deriva dal Latino e significa ‘al posto del nome’.”

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali – LA CONGIUNZIONE

Prepariamo dei nastrini rosa e un mazzolino di fiori di due colori diversi.

Diamo ad ogni bambino una coppia di fiori di colori diversi, e chiediamo loro di legarli insieme con un nastrino rosa. Diciamo loro frasi del tipo: “Vuoi il fiore giallo e il fiore arancione?”, “Vuoi legare insieme quello giallo e l’altro?” “Ti do sia il fiore giallo sia il fiore arancione”, “Ti do questo e anche questo”, “Ti do questi fiori affinché li leghi insieme”, ecc…
Mettiamo alcuni cartellini di congiunzioni usate sul tappeto, e diciamo: “Questo parole servono ad unire tra lo delle parole o delle frasi. Si chiamano CONGIUNZIONI. Congiunzione significa ‘unire con’. Usiamo questo rettangolino rosa per ricordare il nastro rosa che abbiamo usato per tenere uniti i nostri fiori. 
Spesso capita che vedendo il simbolo della congiunzione i bambini dicano che somiglia a una gomma da masticare. Se vi succede, potete dire che è un buon modo per ricordarsi la funzione della congiunzione, perchè la gomma da masticare è appiccicosa e quindi può unire tra loro le cose, come il nastro.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali – L’interiezione 

Per l’interiezione possiamo prendere come modello la presentazione del punto esclamativo, utilizzando una clava disegnata o di plastica. Raccontando la storia, ogni volta che pronunciamo un’interiezione, alziamo la clava in verticale, facendola sembrare un punto esclamativo.


Vi racconto una storia accaduta tantissimi anni fa, quando gli uomini vivevano ancora nelle caverne e andavano a caccia per procurarsi il cibo. Una sera un uomo prese la sua clava e uscì dalla caverna per andare a cercare qualcosa da portare alla sua famiglia per cena. Dopo qualche ora l’uomo tornò a casa, stanco e avvilito. La sua famiglia lo stava aspettando. I bambini dissero: “Papà è tornato! Ma dov’è il cibo?”. E il papà rispose: “Oh! Stasera non c’è cibo”.
Il giorno seguente l’uomo uscì di nuovo, e rientrò alla caverna ancora più tardi. Era stanco. La sua famiglia lo stava aspettando e gli chiese: “C’è qualcosa da mangiare?”. E lui rispose: “Ahimè! Stasera niente cibo”.
Il terzo giorno il papà uscì di nuovo. Aveva piovuto. L’uomo era uscito già da molto tempo, e quando rientrò i bambini non gli chiesero nemmeno se aveva trovato qualcosa per cena. Lui mise un bel pezzo di carne sul sasso che nella caverna faceva da tavolo e disse: “Evviva! Stasera si mangia!”.

La famiglia applaudì al papà gridando:”Evviva!”, “Urrà!”. E il papà fu molto felice.
Mettiamo sul tappeto i cartellini delle interiezioni che abbiamo usato durante il racconto. Poi aggiungiamo ad ogni interiezione una breve frase.
“Come vedete le frasi possono stare anche da sole, ma diventano molto più interessanti con l’aggiunta di queste parole. Esse aggiungono il sentimento di chi parla. Questa parole si chiamano INTERIEZIONI. Interiezione deriva dal Latino e significa ‘gettare tra qualcosa’. Noi gettiamo queste parole tra le frasi  per esprimere le nostre emozioni.”
Se questa presentazione non vi piace, potete anche far leva sulla somiglianza del simbolo dell’interiezione ad una serratura, e dire ai bambini che l’interiezione è la chiave delle emozioni, in una frase.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Album Montessori per l’area linguistica 6-9 anni

Nel corso degli anni ho pubblicato nel sito moltissime presentazioni relative all’area linguistica per la fascia d’età 6-9 anni. Le trovi qui:

AREA LINGUISTICA MONTESSORI

Il progetto è quello di realizzare e mettere a disposizione gli album Montessori per l’area linguistica… ci sto lavorando.

La mole di argomenti richiede una suddivisione per aree:

1: LETTURA, SCRITTURA E CALLIGRAFIA
2: STUDIO DELLE PAROLE
3: ANALISI GRAMMATICALE
4: ANALISI LOGICA E DEL PERIODO.

Al momento è pronto l’Album per lo studio delle parole in formato corso online qui:

. STUDIO DELLE PAROLE MONTESSORI

La psicogrammatica Montessori

La psicogrammatica Montessori, ovvero filosofia della grammatica, rappresenta un notevole aiuto per orientarsi nei vari ambiti linguistici.

Nella lingua italiana ci sono nove simboli per le varie parti del discorso, e grazie alla loro forma stabiliscono un legame tra lingua e matematica.

E’ interessante vedere che, come in matematica per l’uno e lo zero, la dualità emerge di nuovo sotto forma di nome e di verbo, colonne portanti del mondo della lingua.

Maria Montessori associò al nome la forma della piramide, da cui è tratto il simbolo: il triangolo nero.

La piramide è solida, stabile: costruzione molto antica, simboleggia anche il fatto che, probabilmente, i sostantivi vennero usati per primi dagli esseri umani, per capirsi fra loro.

Il nero rappresenta la materia e il triangolo la staticità, elemento paragonabile all’unità.

Al verbo si collega l’immagine di una sfera rossa e di qui il simbolo di un cerchio rosso.

Il rosso simboleggia l’energia, e la sfera e quindi il cerchio significano movimento e dinamicità, paragonabili allo zero.

Tra nome e verbo troviamo le altre sette parti del discorso, i cui simboli rendono chiara una relazione ulteriore o con il verbo, o con il sostantivo.

L’intera parentela tra le parti del discorso è legata a questa coppia. Il significato psicologico e filosofico di questo approccio alla grammatica diventa particolarmente chiaro nel racconto che segue, inventato da Maria Montessori e raccontato dal figlio Mario durante un convegno a Francoforte nel 1954, per spiegare ai bambini la funzione delle parole.

La psicogrammatica Montessori
La favola delle parti del discorso

(Narratore) C’era una volta un principe molto potente che governava un paese molto speciale: il paese delle parti del discorso (nome, un triangolo nero).

Il principe era accompagnato quasi sempre da un piccolo inserviente (articolo, triangolino equilatero celeste chiaro).

Se il principe era di buon umore, portava con sè un altro inserviente, più grande del primo. Allora tutta la gente aveva il piacere di vedere che specie di principe fosse (aggettivo, triangolo equilatero blu).

A volte il principe non aveva voglia di farsi vedere. Allora inviava un rappresentante che doveva camminare tutto solo, senza alcun servitore (pronome, triangolo isoscele viola).

 

(Il principe racconta). Quando arrivai nel nuovo paese, non riuscivo a trovare la strada. Improvvisamente vidi al lato della via alcune piccole falci verdi. Erano i segnali stradali che indicavano dove si poteva trovare qualcosa, oppure quale direzione prendere (preposizione, mezzaluna verde).

Il sole rosso rotolava attraverso il cielo e faceva vivere tutti, ma solo in certi periodi (verbo, cerchio rosso).

Il sole, poi, non era sempre solo nel cielo: talvolta arrivava la piccola luna, ad aumentare la sua luminosità. Allora, improvvisamente, si poteva vedere anche quale aspetto avesse il sole, dove stesse in quel momento, o quando sarebbe nuovamente andato via (avverbio, cerchio più piccolo arancione).

(Narratore). Ogni cosa era organizzata nel modo migliore nel paese del principe. Nessuno lì lavorava da solo: si riunivano per parlarsi. Tutte le città erano collegate da linee ferroviarie. In questo modo ci si poteva riunire velocemente: bastava sedersi in treno (congiunzione, una barretta rosa).

In questo bel paese  non sempre tutto era tranquillo. Talvolta la gente esclamava a voce molto alta sillabe o parole, quando era contenta o triste, come: ehi, oh, oppure ahimè (interiezione, punto esclamativo dorato).

 

Ora abbiamo fatto la conoscenza di tutti i rappresentanti del paese del principe.
E’ un paese interessante.
Più a lungo ci si ferma, meglio lo si conosce.

Spesso ci si stupisce perchè succede che una parte del discorso assuma la funzione di un’altra. Ma questi sono segreti che si possono scoprire solo via via, lentamente.

Montessori psycho – grammar, or philosophy of grammar, is a great help for orientation in the different linguistic areas.

There are nine symbols for the various parts of speech, and due to their form they establish a link between language and mathematics.

It is interesting to see that, as in mathematics for one and zero, the duality emerges again in the form of name and verb, pillars of the language.

Maria Montessori associated with the name, the form of the pyramid, that inspired the symbol: the black triangle.

The pyramid is solid, stable building very old, also symbolizes the fact that, probably, the nouns were used first by human beings, to understand each other.

Black represents the matter, and triangle represents the static nature. It is an element comparable to the unit.

The image of a red sphere is connected to the verb, and then the symbol of the verb is a red circle.

The red symbolizes the energy, and the sphere and then the circle signify movement and dynamism, comparable to zero.

Between noun and verb are the seven other parts of speech, whose symbols make clear relationship further or with the verb, or with the noun.

The entire relationship between the parts of speech is linked to this couple. The philosophical and psychological significance of this approach to grammar becomes particularly clear in the story that follows, invented by Maria Montessori. It was narrated by his son Mario during a conference in Frankfurt in 1954, to explain to children the function of words.

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The tale of the parts of speech

photo credit: http://www.montessorica.com/favorite.htm

(Narrator) Once there was a very powerful prince who ruled a country very special: the country of the parts of speech (name, a black triangle).

The prince was almost always accompanied by a small servant (article, equilateral triangle light turquoise).

If the prince was in good spirits, he brought with him another attendant, larger than the first. Then all the people had the pleasure of seeing what sort of prince he was (adjective, equilateral blue triangle).

Sometimes the prince did not want to be seen. Then he sent a representative who had to walk alone, without any servant (pronoun, isosceles triangle purple).

(The prince tells). When I arrived in the new country, I could not find the way. Suddenly I saw to the side of road a few small green scythes. They were the road signs indicating where you could find something, or what direction to take (preposition, green crescent).

The red sun rolled across the sky and it made all live, but only at certain times (verb, red circle).

The sun also was not always alone in the sky: sometimes the small moon came, to increase its luminosity. Then, suddenly, you could also see what aspect had the sun, where he was at that time, or when it would again left (adverb, smaller circle orange).

(Narrator). Everything was organized in the best way in the country of the prince. No one there working alone: they gathered to talk. All cities were connected by rail lines. This way you could gather quickly: it was enough to sit on the train (junction, a pink bar).

In this beautiful country not everything was quiet. Sometimes people cried loudly syllables or words, when he was happy or sad, like: hey, oh, alas, or (interjection, golden exclamation mark).

Now we have made the acquaintance of all the representatives of the country’s prince. It ‘an interesting country. As long as you stop, you know better.

We often wonder because it happens that a part of the discourse takes over the function of another. But these are secrets that can be discovered only gradually, slowly.

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photo credit: http://www.montessoriedutoys.com/10-Symbols–Grammar-Symbols-with-Box-l-24,1351,113.html

IL PAESE DI GRAMMATICA racconto e schede didattiche

IL PAESE DI GRAMMATICA racconto e schede didattiche sulle nove parti  del discorso, per bambini della scuola primaria, con simboli grammaticali Montessori.

Ho elaborato questo materiale prendendo spunto da un classico della letteratura americana per l’infanzia usato per presentare le nove parti del discorso: “Grammar Land” di M. L. Nesbitt 1878, adattandolo alla grammatica italiana e modificando gli elementi un po’ troppo datati per i bambini di oggi.

La storia si svolge nell’aula di tribunale del Paese di Grammatica, davanti al Giudice di Grammatica e ai suoi due assistenti, l’avvocato Analisi e il dottor Sintassi. In caso di necessità interviene la Critica, che è la polizia del luogo.  Poiché gli abitanti del paese non riescono a vivere in armonia, vengono convocati uno ad uno, e alle riunioni partecipano anche i bambini della Contea degli Studenti, che offrono quando occorre il loro aiuto.

Ho scelto di completare il racconto inserendo i simboli grammaticali montessoriani, che avevo già presentato qui La psicogrammatica Montessori,

ma il racconto si presta anche ad essere usato in chiave steineriana, presentandone una puntata alla volta ed accompagnando il racconto a disegni alla lavagna, e disegni riassunti ed esercizi sui quaderni. Avevo già preparato racconti di questo genere, ad esempio la Storia di Misbrigo, Preciso e Giulivo.

In questo blog trovate un esempio di lavoro svolto in questo modo (in inglese) Homeschooling Waldorf.

Per quanto riguarda i simboli grammaticali montessoriani, la psicogrammatica Montessori, o filosofia della grammatica, rappresenta un notevole aiuto che possiamo offrire ai bambini per orientarsi nei vari ambiti del linguaggio.
Nella lingua italiana ci sono nove parti del discorso, e nella didattica montessoriana ognuna è rappresentata da un suo simbolo.

I simboli per le nove parti del discorso non sono certo stati scelti a caso. Maria Montessori associò al nome la forma della piramide. Il simbolo grammaticale per il nome è quindi il triangolo nero. La piramide è solida e stabile ed è una costruzione molto antica. Anche i nomi sono solidi e stabili e molto antichi: probabilmente furono le prime parole usate dagli esseri umani, per capirsi fra loro. Il nero rappresenta la materia e il carbone, altro elemento antichissimo.
Al verbo associò l’immagine di una sfera rossa. Il simbolo grammaticale per il verbo è dunque un cerchio rosso. Il rosso simboleggia l’energia, e la sfera e movimento e dinamicità.
Tra nome e verbo inserì le altre sette parti del discorso, i cui simboli dovevano rendere chiara una data relazione o con il verbo, o con il sostantivo.
L’intera parentela tra le parti del discorso nella psicogrammatica montessoriana è legata alla coppia nome/verbo. Il significato psicologico e filosofico di questo approccio alla grammatica è particolarmente chiaro nel racconto inventato da Maria Montessori e raccontato dal figlio Mario durante un convegno a Francoforte nel 1954, per spiegare ai bambini la funzione delle parole (puoi leggere il racconto qui: )


Tornando a considerare le nove parti del discorso nel loro insieme avremo:
famiglia del nome: articolo, aggettivo, nome e pronome. Per il nome si usa una grande piramide nera, per l’aggettivo una piramide media blu, per l’articolo una piccola piramide azzurra e per il pronome una piramide allungata viola. I simboli relativi sono un grande triangolo equilatero nero, un triangolo equilatero medio blu, un triangolo equilatero piccolo azzurro e un triangolo isoscele viola;
famiglia del verbo: avverbio, verbo. La sfera rossa rappresenta il sole, che dà vita, luce e calore. I verbi danno energia alla frase e animano la famiglia del nome. L’avverbio è una sfera arancione più piccola.
I simboli relativi sono un cerchio rosso grande e un cerchio arancione medio.
particelle: preposizioni, congiunzioni, interiezioni. La congiunzione è un piccolo parallelepipedo rosa, che unisce come un trattino due parole o due parti di una frase. Il simbolo relativo è un rettangolo rosa.
La preposizione è un arco verde, che collega come un ponte due oggetti tra di loro. Il simbolo relativo è una mezzaluna verde. L’interiezione è una piramide dorata con una sfera posta sull’apice; somiglia ad una serratura, e ricorda la forma del punto esclamativo.
Nella Casa dei bambini i simboli grammaticali vengono utilizzati per rendere concreto ciò che è astratto, al fine di aiutare il bambino a scoprire la funzione delle parole e classificarle. Questa preparazione indiretta fornisce una base forte, a cui si aggiungono ulteriori scoperte, finché poi, nella scuola primaria, queste conoscenze sfociano nell’analisi grammaticale vera a propria.
Sappiamo tutti quanto sia importante fare una prima buona impressione, e nella didattica Montessori ci sono presentazioni che hanno lo scopo di lasciare nei bambini un’impressione profonda e duratura, accendendo la loro immaginazione.

Le storie per presentare le funzioni delle parole possono essere varie; l’importante è che siano brevi, semplici e memorabili. La Fiaba per le parti del discorso di Maria Montessori, già citata, è particolarmente indicata per i bambini più piccoli, ma si può considerare tranquillamente di proporla anche nella scuola primaria. Si può anche scegliere un racconto più complesso, che si deve svolgere nell’arco di più giorni: Il Paese di Grammatica.
Sia nella scuola d’infanzia, sia nella scuola primaria, l’atmosfera che si crea durante il racconto è importantissima, indipendentemente dal racconto che scegliamo: bisognerebbe parlare ai bambini come se si stesse svelando loro un grande segreto.

Normalmente le parti del discorso vengono presentate, nella scuola primaria, in questo ordine: nome, articolo, aggettivo, congiunzione, preposizione, verbo, e l’avverbio. Nella Casa dei bambini il bambino svolge un lavoro di preparazione allo studio della grammatica vero e proprio, che avverrà nella scuola primaria. Generalmente in prima classe (6 – 7 anni) si studiano approfonditamente:
– nome
– articolo
– aggettivo
– pronome
– verbo
e si prosegue in seconda classe (7 – 8 anni) con:
– modi, tempi e forme verbali
– preposizioni
– avverbi
– congiunzioni
– interiezioni.
Facendo molti esercizi sulla funzione delle parole, già nella scuola d’infanzia il bambino vedrà crescere il proprio interesse per la lingua che parla, e si renderà conto che le parole hanno funzioni speciali e che possono essere classificate in base a queste loro funzioni. Il requisito per la presentazione di questi esercizi, è che il bambino sappia leggere la maggior parte delle parole con facilità. D’altra parte questi esercizi rappresenteranno per lui anche un buon esercizio di lettura.
Poiché il bambino si trova nel periodo sensibile del linguaggio, ogni nuova funzione delle parole che gli viene presentata rappresenta per lui un’interessante nuova scoperta. La maggior parte di questi esercizi non sono individuali, ma prevedono il lavoro in piccoli gruppi. Le attività, oltre ad essere interessanti, sono molto divertenti.

Il racconto presentato di seguito è diviso in un’Introduzione e 15 capitoli. Al termine di ogni capitolo troverete una scheda didattica che contiene i compiti che via via vengono assegnati ai bambini della Contea degli Studenti dal Giudice di Grammatica. Potete scaricare tutte le schede didattiche pronte qui:

Schede autocorrettive Italiano NOME – Seconda classe

Schede autocorrettive Italiano Nome – Seconda classe (istruzioni: ogni foglio contiene due schede. Ritagliare lungo la metà orizzontale, quindi piegare ognuno dei due foglietti ricavati lungo la metà verticale. In questo modo otterrete delle schede fronte-retro. Il bambino può svolgere l’esercizio sulla scheda, quindi aprirla per correggersi).

Schede autocorrettive Italiano Nome – Seconda classe

Gli esercizi sono quelli comunemente utilizzati in seconda classe, come vedete. Ho sempre però difficoltà a trovare materiali che offrano ai bambini anche la possibilità dell’autocontrollo e dell’autocorrezione (per gli esercizi per i quali si può fare, naturalmente…).

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Schede autocorrettive Italiano Nome – Seconda classe
download qui:

 

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Schede autocorrettive Italiano Nome – Seconda classe

Questi sono gli esercizi contenuti nelle schede autocorrettive.

Trascrivi i nomi comuni di cosa, persona, animale:
farmacista fagioli albero amico colore gatto quaderno lavagna lepre maestra indice aula libro maiale cesto contadino cane.

Sottolinea i nomi di cosa:
quadro, cavallo, pittore, vaso, albero, fabbro, forbici, aria.

Sottolinea i nomi di persona:
mamma, passero, fratello, micio, macchina, scolaro, sarto

Scrivi alcuni nomi di animali erbivori

Scrivi alcuni nomi di animali carnivori:

Scrivi alcuni nomi di animali bipedi:

Scrivi alcuni nomi di animali quadrupedi:

Scrivi alcuni nomi di animali che ronzano:

Scrivi alcuni nomi di animali che volano

Scrivi alcuni nomi di animali che vivono nell’acqua:

Scrivi i nomi degli oggetti contenuti nella cartella:

Scrivi i nomi degli arredi dell’aula:

Se dico: “Venga qua un bambino!” nessuno si muove (oppure si muovono tutti!). Ma se chiamo: “Sebastiano, vieni qui!”, Sebastiano si muove subito dal tavolo. Bambino è un nome comune a tutti, mentre Sebastiano è proprio il nome di quel bambino.

Io mi chiamo
La mamma si chiama
Il papà si chiama
I miei nonni si chiamano

Se avessi un gattino lo chiamerei
Se avessi un cane lo chiamerei
Se avessi un cavallo lo chiamerei
Io abito in via
La mia città si chiama

Ricopia questi nomi facendo due colonnine: una per i maschili e una per i femminili.
mamma, papà, fratello, nonna, bambino, sarta, falegname, spazzino, modista, autista, domestica, frate, sorella, marinaio, operaio, pittrice, professore, medico, signora

Ricopia questi nomi facendo due colonnine: una per i maschili e una per i femminili.
Leone, gatto, volpe, uccello, cane, cagna, passero, mucca, gallina, pecora, agnello, caprone, rondine, topo, talpa, cucciolo, formica, ape, vespa, lupo, gufo, farfalla, mosca, moscone, merluzzo, alice, sogliola.

Ricopia questi nomi facendo due colonnine: una per i maschili e una per i femminili.

Tavolino, cattedra, sedia, casa, armadio, sole, luna, stella, rosa, garofano, pietra, roccia, montagna, fiume, acqua, aria, vento, conchiglia, bottiglia, bottiglione, bicchiere, forchetta, cucchiaio, vino, insalata, bottega, tovaglia.

Fare due colonnine una per il maschile e una per il femminile, dei seguenti nomi propri:
Angelo, Mario, Maria, Alberto, Carlo, Paolo, Andrea, Giovanna, Cristina, Giulio, Alma, Lorenzo, Adele, Gaia, Sebastiano, Massimiliano, Pietro, Oscar, Ilaria.

Completa come vuoi:
la faccia e …
la goccia e …
la treccia e …
la guancia e …
la farmacia e …
la camicia e …
la bugia e …
l’acacia e …
l’uomo e …

Completa come vuoi:
il lago e …
il mago e …
lo spago e …
il lupo e …
il fungo e …
la pioggia e …
la valigia e …
la bilancia e …
la ciliegia e …

Completa come vuoi:
il cieco e …
il fico e …
il medico e …
l’amico e …
il manico e …
la sega e …
la vanga e …
la tartaruga e …
la maga e …

Dal maschile al femminile:
il gatto e la …
il maestro e la …
il bambino e la …
il coniglio e la …
Il ragazzo e la …
Il nipote e la …
Il cantante e la …
Il dottore e la …
Il poeta e la …

Dal maschile al femminile:
il professore e la …
lo scolaro e la …
il canarino e la …
il pastorello e la …
Il cavallo e la …
Lo zio e la …
Il parente e la …
Il ciclista e la …
Il conte e la …

Dal maschile al femminile:
lo studente e la …
il principe e la …
il padrone e la …
il cameriere e la …
Il pittore e la …
Il danzatore e la …
Il viaggiatore e la …
Il fratello e la …
Il marito e la …

Dal maschile al femminile:
il re e la …
il papà e la …
il signore e la …
il saltatore e la …
Il nuotatore e la …
Il suonatore e la …
Il gallo e la …
Il bue e la …
L’uomo e la …

Completa le seguenti frasi con un nome femminile:
…stira la biancheria.
… lava i panni.
… insegna ai bambini.
… assiste i malati.
… fabbrica il miele e la cera

Completa le seguenti frasi con un nome femminile:
…fa l’uovo.
…bruca l’erbetta.
…cuce gli abiti.
…ci dà il latte.
…taglia i capelli.

Completa le seguenti frasi con un nome maschile:
…pulisce le strade.
…lavora il legno.
…cura i malati.
…cura gli animali malati.
…insegna ai bambini.

Completa le seguenti frasi con un nome maschile:
…combatte la guerra.
…guarda le pecore.
…vende le medicine.
…serve a tavola.
…coltiva la terra.

Completa le seguenti frasi con un nome maschile:
…ara il terreno.
…tira il carro.
…ronza sui fiori.
…canta al mattino.
…cuoce il pane.

Completa le seguenti frasi con un nome femminile:
… ronza
… vola
… cigola
… soffia
… riscalda
… nitrisce
… becca
… miagola

Completa le seguenti frasi con un nome femminile:
… ruzzola
… illumina
… scroscia
… punge
… canta
… abbaia
… sfavilla
… bagna

Completa le seguenti frasi con un nome maschile:
… punge
… rode
… pigola
… canta
… miagola
… cinguetta
… becca
… vola

Completa le seguenti frasi con un nome femminile:
… bagna
… ruzzola
… splende
… rischiara
… illumina
… riscalda
… scorre
… scotta

Ricopia i seguenti nomi dividendo i singolari dai plurali:
mamma, sorelle, operaie, babbi, muratori, falegname, scolaro, alunno, bambine, spazzini, operai, maestro, medico, farmacista, madre, scrittore, cameriere, padre.

Ricopia i seguenti nomi dividendo i singolari dai plurali:
mosche, ape, cavallo, pecore, agnello, asini, coniglio, maiali, lupi, volpe, cane, cervi, uccello, rondine, passeri, sogliole, triglia, balena, farfalle, vespe, vespa, mosca, elefante, orso, orsacchiotti, leone, bue, leoni, buoi.

Ricopia i seguenti nomi dividendo i singolari dai plurali:
banchi, cattedra, tavolini, case, libro, nave, matite, fiore, viola, crisantemi, prigioni, nave, lampada, armadi, cancelli, cappello, occhio, orecchie, arance.

Completa come vuoi:
la bambina e le …
la mamma e le …
la bottiglia e le …
la margherita e le …
la mela e le …
la foglia e le …
la ruota e le …
la ragnatela e le …
la pera e le …

Completa come vuoi:
il papà e i …
il gatto e …
il fazzoletto e ….
il cancello e …
il pozzo e …
il maestro e …
il ramo e …
il pastorello e …
il cappello e …

Completa come vuoi:
la formica e …
la cuoca e …
la panca e …
la bocca e …
la mucca e …
la brocca e …
la zucca e …
il cuoco e …
il fuoco e …

Completa come vuoi:
il cane e …
il nipote e …
il mare e …
il cantante e …
la nave e …
la lumaca e le …
la barca e …
l’amica e …
l’oca e …

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