Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per il verbo. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.
MATERIALEMONTESSORI.IT
_____________________ Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per il verbo Presentazione 1
Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per il verbo – Materiale: – fattoria Montessori – cartellini della fattoria per verbi, articoli, aggettivi e nomi
Presentazione: – chiediamo ai bambini di allestire la fattoria
– mettiamo sul piano di lavoro i cartellini, formando una colonna per gli articoli, una per i nomi e una per gli aggettivi e chiediamo ai bambini di etichettare gli oggetti corrispondenti
– mettiamo sul piano di lavoro i cartellini dei verbi – chiediamo ai bambini di leggere i cartellini del primo oggetto e di trovare un’azione appropriata tra i cartellini dei verbi – mettiamo il verbo a destra della famiglia del nome – proseguiamo con gli altri cartellini – al termine leggiamo le frasi formate.
Il gioco della fattoria per il verbo Presentazione 2
Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per il verbo – Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto – chiediamo a ogni bambino di scegliere un animale della fattoria e portarcelo – posizioniamo tutti gli animali in fila uno accanto all’altro – diciamo ai bambini che scriveremo per ognuno qualcosa che possono fare – scriviamo un’azione con la penna rossa, ad esempio corre. Diamolo a un bambino e diciamo di leggerlo ed eseguire l’azione – quando il bambino ritorna discutiamo coi bambini l’azione, come si è svolta e quanta energia è servita per eseguirla – ricordiamo ai bambini il simbolo che usiamo per riconoscere le parole che ci dicono cosa fare e mettiamo il simbolo sul cartellino corrispondente – scriviamo altre azioni e procediamo nello stesso modo – ora facciamo osservare ai bambini gli animali che si trovano sul piano di lavoro e chiediamo: “Gli animali si sono spostati?” – i bambini risponderanno di no e diremo: “No, perchè gli oggetti non possono muoversi da soli! Ma allora come hanno fatto ad arrivare al tavolo?” I bambini risponderanno che li hanno portati loro – diciamo: “Gli oggetti non hanno l’energia per muoversi da soli”. – scriviamo con la penna nera i cartellini per gli animali della fattoria, comprensivi di nome, articolo e aggettivo – chiediamo ai bambini di mettere i cartellini accanto agli oggetti corrispondenti – scriviamo altri cartellini in rosso con alcuni semplici verbi, come corri, mangia, saltella, canta – i bambini leggono questi cartellini silenziosamente ed eseguono i comandi. Man mano mettiamo i cartellini dei comandi sul piano di lavoro – osserviamo: gli animali si trovano con i cartellini corrispondenti, mentre i cartellini dei comandi sono da soli. Chiediamo ai bambini: “Gli oggetti sono qui, ma dov’è corri, mangia, saltella, canta?”. Le azioni sono scomparse – diciamo: “Questi sono verbi. Il verbo è energia” – facciamo vari esempi di energia in attività, come la combustione del legno o del carbone che sprigiona calore e luce – diciamo: “L’energia è molto importante per la vita. I verbi mostrano energia” – prendiamo la piramide nera e ricordiamo coi bambini quello che sappiamo del nome e del suo simbolo. Prendiamo la sfera rossa e ricordiamo ai bambini quello che sappiamo del verbo e del suo simbolo. Il sostantivo è molto stabile; non può muoversi. Il verbo si muove liberamente. Come il triangolo rappresenta la piramide, così il cerchio rappresenta la sfera – mostriamo gli incastri metallici per dimostrare la libertà di movimento delle forme: maggiore è il numero di lati, più la forma si muove liberamente.
Il gioco della fattoria per il verbo Presentazione 3
Materiali: – fattoria Montessori (fattoria, castello, casa di bambole o altro) – cartellini per gli oggetti della fattoria – simboli grammaticali.
Presentazione: – invitiamo un piccolo gruppo di bambini al tavolo o al tappeto – chiediamo ai bambini di andare ad allestire l’ambiente in miniatura – prepariamo sul piano di lavoro le famiglie del nome per gli oggetti che vogliamo utilizzare per l’esercizio e chiediamo ai bambini di portarci gli oggetti corrispondenti – mettiamo sul piano di lavoro i cartellini dei verbi e chiediamo ai bambini di abbinare l’azione più appropriata ad ogni oggetto – aggiungiamo ad ogni parola il simbolo grammaticale corretto – i bambini possono registrare l’esercizio sul loro quaderno di grammatica
Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per il verbo – Scopo: – fare pratica coi verbi – arricchire il vocabolario – comprendere testi scritti.
Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per il verbo – Punti di interesse: – allestire l’ambiente in miniatura – etichettare gli oggetti.
Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per il verbo – Variazioni: – etichettare oggetti presenti in classe – variare i tipi di ambiente in miniatura.
Estensioni: lavorare con lettere maiuscole e punteggiatura.
Il gioco della fattoria per il verbo Presentazione 4
Materiali: – fattoria Montessori – comandi con verbi scritti in rosso e famiglia del nome scritta in nero – simboli grammaticali.
Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto – diciamo: “Conosciamo già molte cose su articoli, nomi, aggettivi e verbi. Oggi faremo un nuovo esercizio coi verbi” – distribuiamo i comandi tra tutti i bambini, ad esempio TIRA IL CARRETTO VUOTO. Il bambino esegue l’azione con l’oggetto della fattoria – il bambino aggiunge i simboli grammaticali su ogni parola del suo comando – i bambini registrano l’esercizio sui loro quaderni di grammatica usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali su ogni parola – i bambini svolgono nei giorni successivi l’attività in modo autonomo.
Psicogrammatica Montessori: gioco logico per il verbo. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.
Psicogrammatica Montessori: gioco logico per il verbo Presentazione 1
Materiali: – 10 cartellini preparati con verbi scritti in rosso – 10 cartellini preparati con la famiglia del nome scritta in nero – cartellino del titolo FAMIGLIA DEL NOME scritto in nero – cartellino del titolo VERBO scritto in rosso
Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto – diciamo: “Conosciamo già il nome, l’articolo, l’aggettivo e il verbo. Oggi faremo un nuovo esercizio col verbo” – mettiamo il titolo VERBO lungo il margine superiore del piano di lavoro, a sinistra, e il titolo FAMIGLIA DEL NOME a destra – formiamo una colonna verticale con i cartellini delle famiglie del nome sotto al titolo corrispondente. Invitiamo i bambini a leggere i cartellini man mano che li disponiamo – distribuiamo i dieci cartellini dei verbi tra tutti i bambini. Leggiamo la prima famiglia del nome e chiediamo: “Chi ha un verbo che può muovere questa famiglia del nome?” – il bambino che risponde mette il verbo appropriato a sinistra della famiglia del nome, formando così una colonna sotto al titolo VERBO – ripetiamo allo stesso modo con i verbi rimanenti abbinandoli alle famiglie dei nomi – al termine i bambini leggono le frasi formate – rivoltiamo tutti i cartellini dei verbi e chiediamo: “Chi ricorda quale verbo muove questa famiglia del nome?”. I bambini rispondono e noi giriamo nuovamente il cartellino in modo che sia leggibile. Ripetiamo con tutti i cartellini – i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali corretti su ogni parola – i bambini possono svolgere l’attività in modo autonomo nei giorni seguenti.
Scopo: comprendere la funzione del verbo
Età: dai 6 anni
Materiali: – lucida le scarpe, disegna un cerchio, accendi una candela, inventa una storia, leggi un libro, lancia un sassolino, mangia una mela, bevi una bibita, lava un bicchiere
Gioco logico per il verbo Presentazione 2
Materiali: – 10 cartellini con verbi scritti in rosso – 10 cartellini con famiglie del nome scritte in nero – cartellini dei titoli VERBO e FAMIGLIA DEL NOME.
Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto – diciamo: “Conosciamo già il nome, l’articolo, l’aggettivo e il verbo. Oggi faremo un nuovo esercizio col verbo” – mettiamo il titolo VERBO lungo il margine superiore del piano di lavoro, a sinistra, e il titolo FAMIGLIA DEL NOME a destra – formiamo una colonna verticale con i cartellini delle famiglie del nome sotto al titolo corrispondente. Invitiamo i bambini a leggere i cartellini man mano che li disponiamo – distribuiamo i dieci cartellini dei verbi tra tutti i bambini. Invitiamo i bambini a mettere i cartellini dei verbi accanto ai cartellini delle famiglie dei nomi in modo casuale – leggiamo le frasi così come si sono formate – facciamo notare ai bambini che le frasi possono essere molto buffe quando nomi e verbi vengono abbinati senza pensare. Sottolineiamo come ogni verbo abbia bisogno di un oggetto e che questo oggetto deve avere una relazione logica con esso.
Scopo: – comprendere la funzione del verbo – comprendere la relazione logica esistente tra verbo e famiglia del nome.
Età: dai 6 anni
Materiali: – lucida le scarpe, disegna un cerchio, accendi una candela, inventa una storia, leggi un libro, lancia un sassolino, mangia una mela, bevi una bibita, lava un bicchiere.
Psicogrammatica Montessori: gioco logico per il verbo Presentazione 3
Materiali: – 10 cartellini con verbi scritti in rosso – 10 cartellini con famiglie del nome scritte in nero – cartellini dei titoli VERBO e FAMIGLIA DEL NOME.
Psicogrammatica Montessori: gioco logico per il verbo – Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto – diciamo: “Conosciamo già il nome, l’articolo, l’aggettivo e il verbo. Oggi faremo un nuovo esercizio col verbo” – mettiamo il titolo VERBO lungo il margine superiore del piano di lavoro, a sinistra, e il titolo FAMIGLIA DEL NOME a destra – mettiamo sul piano di lavoro un verbo, ad esempio DISEGNA, sotto al titolo corrispondente – distribuiamo le 10 famiglie dei nomi tra i bambini. Chiediamo: “Chi ha un nome che può essere mosso da questo verbo?” (ad esempio possiamo dire disegna le scarpe, disegna un cerchio, disegna una candela, disegna un libro, ecc. – i bambini mettono le famiglie del nome scelte a destra del verbo, sotto al titolo corrispondente – al termine i bambini leggono le frasi – i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali corretti su ogni parola – i bambini possono svolgere l’attività in modo autonomo nei giorni seguenti.
Scopo: – comprendere la funzione del verbo – comprendere la relazione logica esistente tra verbo e famiglia del nome – comprendere che un verbo può muovere molti oggetti.
Età: dai 6 anni
Materiali: – lucida le scarpe, disegna un cerchio, accendi una candela, inventa una storia, leggi un libro, lancia un sassolino, mangia una mela, bevi una bibita, lava un bicchiere.
Psicogrammatica Montessori: gioco logico per il verbo
Presentazione: – invitiamo un piccolo gruppo di bambini – diciamo: “Ora darò ad ognuno di voi un comando. Voi dovrete leggerlo ed eseguirlo” – scriviamo sui cartellini in bianco alcune azioni che non richiedono oggetti (cammina, balla, salta, ecc.). I bambini leggono i cartellini ed eseguono le azioni – ora scriviamo un’azione che richiede un oggetto (mangia, disegna, sfoglia) – chiediamo: “Perchè non mangi?”, “Perchè non disegni?”, “Perchè non sfogli?” – osserviamo che i bambini non possono compiere le azioni del secondo gruppo perchè manca l’oggetto – diciamo ai bambini che alcune azioni dipendono dagli oggetti mentre altre no. – ai bambini più grandi diamo la terminologia corretta dicendo che i verbi possono essere intransitivi (se non richiedono un oggetto) oppure transitivi (se richiedono un oggetto).
Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto – diciamo: “Conosciamo gli articoli, i nomi, gli aggettivi ed i verbi. Oggi faremo una nuova attività con queste parole” – con la penna rossa scriviamo un comando su un cartellino bianco, ad esempio SALTA – invitiamo un bambino ad eseguire il comando – chiediamo: “E’ possibile che esista un’azione senza una persona?”. No – diciamo: “Il verbo SALTA, ad esempio, può manifestarsi solo perchè esiste il bambino che esegue l’azione, cioè che salta.” – “I verbi hanno bisogno dei nomi per poter funzionare. I nomi danno realtà alla grande energia del verbo” – con la penna rossa scriviamo un altro comando su un cartellino bianco, ad esempio MANGIA – Invitiamo un bambino ad eseguire il comando, e ad esempio mangia una mela. Diciamo: “La mela è stata mangiata dal bambino. Se la mela e il bambino non fossero presenti, il verbo non potrebbe avere nessun effetto su alcuna cosa. Il verbo ha bisogno del bambino che esegua l’azione del mangiare, e la mela ha bisogno del bambino per essere mangiata. Sia il bambino sia la mela sono oggetti, oggetti speciali di cui il verbo ha bisogno per poter usare la sua grande energia potenziale – scriviamo degli altri comandi e chiediamo ai bambini di eseguirli. Per ogni comando sottolineiamo che il verbo deve essere collegato ad un oggetto. Il verbo non può cambiare l’essenza di un oggetto, ma il verbo può dare movimento a quell’oggetto. Se l’oggetto non è a disposizione del verbo, il verbo in effetti non esiste. Il verbo ha bisogno di un oggetto.
Scopo diretto: – comprendere la funzione del verbo comprendere la relazione tra verbo e nome.
Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.
Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia Presentazione 1
Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia Materiali: – cartellini bianchi – penna rossa.
Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto – scriviamo alcuni comandi con verbo, articolo, aggettivo e nome, ad esempio SPOSTA LA SEDIA PICCOLA, APRI IL LIBRO ROSSO, TAGLIA UN CARTONCINO COLORATO, PIEGA UN FOGLIO BIANCO – i bambini leggono ed eseguono i comandi – in seguito chiediamo: “Dov’è la sedia?” e i bambini la indicano – “Dov’è muovi?” I bambini diranno che non possono indicare muovi perchè l’azione è finita – continuiamo allo stesso modo con gli altri comandi chiedendo: “Dov’è il libro?”, “Dov’è apri?”, “Dov’è il cartoncino?”, “Dov’è taglia?”, ecc. – quando abbiamo lavorato con tutti i comandi, evidenziamo con i bambini come, una volta eseguita l’azione, gli oggetti rimangano mentre le azioni scompaiono, non possono più essere viste – L’azione contiene l’energia che muove gli oggetti. La materia si muove attraverso l’energia. Nella grammatica, il verbo dà vita alla famiglia del nome
Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia Gioco
– invitiamo un piccolo gruppo di bambini – chiediamo ai bambini di stare in piedi perfettamente immobili e rilassati – diciamo: “Ora darò un comando ad ognuno di voi. Leggete il comando e continuate ad eseguire l’azione indicata finché io non riprenderò il cartellino – scriviamo alcuni comandi, ad esempio dimenati, salta, balla, cammina, zoppica, ridi – ogni bambini riceve il suo comando, e lo esegue senza mai smettere – ad uno ad uno ritirare tutti i comandi: i bambini restituiscono il loro comando e interrompono l’azione – diciamo: “il verbo è una parola per un’azione che anima la materia, come un burattinaio anima le marionette tirando i fili.
Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia Presentazione 2
Materiali: – una marionetta colorata
Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto – diciamo: “Conosciamo già l’articolo, il nome, l’aggettivo e il verbo. Oggi faremo una nuova attività con i verbi” – facciamo danzare la marionetta in aria tirando i fili. Poi lasciamo i fili: la marionetta improvvisamente cade trasformandosi in un mucchio inerte di legno, stoffa e fili – diciamo: “Ora la marionetta non danza più, non ha vita” – “Se ora tirassi su di nuovo la marionetta, dicessi salta e muovessi i fili, col mio aiuto la marionetta potrebbe saltare” – “Se dicessi cammina e muovessi i fili, la marionetta potrebbe camminare grazie a me” – “Danza, salta, cammina sono le azioni che danno vita alla marionetta” – “La materia richiede energia” – ricordiamo ai bambini che quando giocano con le bambole o con la fattoria, ad esempio, prendono i personaggi, li muovono, li fanno parlare tra loro – diciamo: “Il verbo è una parola potente che dà azione ai gruppi di parole. Gli oggetti hanno bisogno di verbi per muoversi”
Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia Scopo diretto: – comprendere la funzione del verbo – comprendere la relazione tra verbo e nomi
Età: dai 6 anni
Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia
Psicogrammatica Montessori: l’espressione corretta (i versi degli animali). Esercizi e presentazioni sugli animali e i loro versi per bambini della scuola primaria.
Materiali:
– cartellini preparati con versi di animali scritti in rosso – cartellini preparati con nomi di animali scritti in nero – cartellini di controllo con le frasi composte da articolo, nome e verbo – cartellini dei titoli: ANIMALE (scritto in nero) e VERSO (scritto in rosso)
Presentazione:
– raduna un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto – diciamo: “Conosciamo già molte cose sugli articoli, i nomi, gli aggettivi, i nomi e i verbi. Oggi faremo un nuovo esercizio coi verbi” – mettiamo i due cartellini dei titoli lungo il margine superiore del piano di lavoro (animali a sinistra e versi a destra)
– formiamo una colonna verticale con i cartellini dei nomi di animale, invitando i bambini a leggere i cartellini man mano che li mettiamo sul piano di lavoro – distribuiamo i cartellini dei versi tra tutti i bambini – rileggiamo il primo cartellino del nome e chiediamo: “Chi di voi ha il verbo del verso che fa questo animale?” – il bambino che ha il cartellino corretto lo posa accanto al nome dell’animale, formando così la colonna dei versi – ripetere con tutti gli altri cartellini – al termine posizionare accanto ad ogni coppia il cartellino di controllo, a destra – invitiamo i bambini a rileggere i nomi degli animali, i versi e i cartellini di controllo – i bambini registrano l’esercizio sui loro quaderni di grammatica – i bambini possono poi svolgere l’attività in modo autonomo.
Psicogrammatica Montessori: l’espressione corretta – Scopo diretto: – comprendere la funzione del verbo – comprendere la relazione tra verbo e nome.
Psicogrammatica Montessori: caccia al verbo. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.
Materiali:
– cartellini in bianco – penna nera e penna rossa – scatola dei simboli grammaticali.
Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto – diciamo: “Conosciamo già molte cose sugli articoli, gli aggettivi, i nomi e i verbi. Oggi faremo un nuovo esercizio coi verbi” – diciamo: “Ora faremo un gioco coi verbi, il gioco della caccia all’azione. Io cercherò in giro per la classe qualcuno o qualcosa che sta eseguendo un’azione” – scriviamo su un cartellino, ad esempio, LA GRANDE LAMPADA ILLUMINA usando la penna nera per la famiglia del nome e la penna rossa per il verbo – mettiamo la frase sul piano di lavoro e invitiamo i bambini a leggerla – chiediamo ai bambini di mettere su ogni parola il simbolo grammaticale corrispondente – invitiamo i bambini a cacciare l’azione in giro per la classe. – scriviamo le azioni che i bambini scoprono su altri cartellini in bianco, come abbiamo fatto per il primo e chiediamo ai bambini di aggiungere i simboli (ad esempio l’insegnante legge, lo specchio riflette, Alma disegna ecc…)
– i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali sulle parole – i bambini possono continuare a svolgere l’attività autonomamente – i bambini potranno cacciare le azioni nei loro libri preferiti.
Psicogrammatica Montessori: caccia all’azione – Scopo diretto: – comprendere la funzione del verbo
Psicogrammatica Montessori: caccia all’azione – Età: dai 6 anni
– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto – diciamo : “Ora scriverò per voi delle cose che dovrete fare” – scriviamo su un cartellino un verbo intransitivo, ad esempio SALTELLA, diamolo a un bambino e chiediamogli di eseguire l’azione. Quando il bambino si ferma, diciamo che non gli abbiamo chiesto di fermarsi – scriviamo su un altro cartellino un verbo transitivo e un oggetto, ad esempio APRI LA FINESTRA, diamolo a un altro bambino e chiediamo di eseguire l’azione – per un altro bambino scriviamo, ad esempio SCRIVI IL TUO NOME – chiediamo al primo bambino di fermarsi e di tornare da noi. Chiediamogli di leggere il suo comando – chiediamo anche agli altri bambini di leggere il loro comando – diciamo: “Nei cartellini c’è scritto solo che azione svolgere, ma non c’è scritto quando tempo deve durare il movimento” – “Sappiamo solo che l’azione di aprire la finestra finisce quando la finestra è aperta, e l’azione dello scrivere il nome finisce quando il nome è scritto, ma non sappiamo quando finisce il camminare” – raccogliamo tutti i cartellini e scriviamone di nuovi – diamo a un bambino un verbo intransitivo, ad esempio CAMMINA, e ad un altro bambino un altro verbo intransitivo, ad esempio ZOPPICA
– diamo a un bambino un verbo transitivo, ma senza oggetto, ad esempio LAVA e diciamo: “Oh, scusa, hai bisogno di più informazioni per eseguire l’azione…” – scriviamo su un altro cartellino LA MELA e mettiamo il cartellino davanti al verbo: LA MELA LAVA. Chiediamo: “Ha senso?”
– discutiamo l’ordine corretto delle parole coi bambini e risistemiamo la frase: LAVA LA MELA
– diamo ai bambini il tempo di continuare la loro azione per un determinato periodo di tempo, quindi chiamare i bambini e discutere le azioni che hanno eseguito ed il tempo impiegato per svolgerle – chiediamo ai bambini di mettere sui verbi il simbolo grammaticale del cerchio rosso – coi bambini più grandi possiamo introdurre i termini transitivo e intransitivo e i simboli grammaticali di secondo livello
___________________ Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI Presentazione 2
Materiali: – cartellini in bianco – penna nera e rossa
Presentazione: – scriviamo e diamo a un bambino una frase composta da soggetto, predicato e complemento oggetto, ad esempio GAIA MANGIA IL GELATO usando il nero per la famiglia del nome e il rosso per il verbo – mettiamo i simboli grammaticali su ogni parola per analizzare la frase – diciamo ai bambini che usiamo un nome speciale per il verbo, quando l’azione si svolge su un oggetto. Nella nostra frase c’è un movimento che attraversa il gelato. Questi verbi che ricadono su un oggetto si chiamano VERBI TRANSITIVI – scriviamo su un cartellino VERBO e su un altro cartellino TRANSITIVO e usiamo questi cartellini come titoli della presentazione – spieghiamo l’etimologia: “Transitivo deriva dal latino TRANSIRE che significa passare, andare verso”. Scriviamo il cartello dell’etimologia ed aggiungiamolo al titolo – scriviamo una frase senza oggetto, ad esempio ALMA BALLA
– chiediamo ai bambini se l’azione della frase passa su un oggetto – BALLA non passa su un oggetto. – scriviamo un altro esempio: GIOVANNI PASSEGGIA – notiamo coi bambini che questi verbi non sono transitivi, perchè non transitano, cioè non passano dal soggetto all’oggetto. Per questo motivo si chiamano INTRANSITIVI – scriviamo il titolo INTRANSITIVO
– i bambini possono a turno dettare delle frasi per decidere insieme se contengono verbi transitivi o intransitivi
Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI Presentazione 3
Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI – Materiali: – cartellini in bianco – penna nera e rossa
Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI – Presentazione: – scriviamo alcuni comandi, alcuni usando verbi transitivi ed altri intransitivi e distribuiamoli tra i bambini (scrivi una parola, apri la porta, resta fermo, cammina, salta, ecc.) – chiediamo ai bambini di eseguire i comandi tutti insieme, così si potrà osservare che mentre alcuni termineranno la loro azione, altri continueranno ad eseguirla – diciamo: “Un’azione senza un oggetto può durare per sempre. Un’azione con un oggetto ha un punto specifico di completamento. Il verbo rappresenta un’azione. Quando l’azione è conclusa, scompare. Un verbo può essere intransitivo o transitivo. E’ intransitivo quando non richiede un oggetto. E’ transitivo quando richiede un oggetto.”
Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI Presentazione 4
Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI – Materiali: – cartellini in bianco – – matita – simboli grammaticali – cartellini dei verbi intransitivi e intransitivi (serie IT da 1 a 8)
Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI – Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto – scriviamo sui cartellini in bianco alcuni verbi intransitivi (azioni che non richiedono oggetto) ad esempio PASSEGGIA, TOSSISCI, SALTA – chiediamo ad ogni bambino di leggere il cartellino e fare ciò che viene richiesto – quando l’azione è completa, chiediamo ai bambini, ad esempio: “Dov’è il salto?”. Il salto non si vede più, è scomparso. “Dove sono i tuoi piedi?”. Sul pavimento. – scriviamo sui cartellini in bianco alcuni comandi con verbi transitivi, ad esempio PRENDI UN QUADERNO, LANCIA UNA PALLINA, APRI IL LIBRO – diciamo ai bambini di eseguire le azioni indicate e di tornare quando le hanno completate – chiediamo: “Dov’è prendi?”. Prendi non si vede più, e così anche lancia e apri
– scriviamo su altri cartellini comandi quali CANTA, RIDI, SALTA, APRI LA PORTA, PORTAMI UN LIBRO, CHIUDI IL VASO, assicurandosi di avere a disposizione sia verbi transitivi sia intransitivi in modo che quando tale da avere bambini che continuano ad eseguire l’azione e bambini che la portano a termine – mostriamo ai bambini i cartellini pronti ed i simboli grammaticali (livello avanzato) per i verbi transitivi e intransitivi
– usiamo i simboli adatti per ogni verbo usato – mostriamo ai bambini i cartellini pronti di modo che possano continuare l’esercizio in modo autonomo
Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI Presentazione 5 verbi intransitivi
– scriviamo un comando senza oggetti, ad esempio CAMMINA su un cartellino; scriviamo su un altro cartellino un comando con un oggetto, ad esempio TEMPERA UNA MATITA – diamo i cartellini a due diversi bambini e chiediamo loro di eseguire le azioni – il bambino che deve camminare dovrebbe continuare a camminare; l’altro bambino dovrebbe terminare la sua azione del temperare la matita quando la matita avrà la punta – diamo a un altro bambino un altro comando, ad esempio PIEGA UN FOGLIO – diciamo al bambino che cammina di fermarsi. Sottolineiamo che gli altri due comandi sono già stati completati. Alcune azioni hanno una fine, e altri verbi non hanno una fine definita – ai bambini più grandi possiamo insegnare i termini transitivo e intransitivo. I verbi transitivi hanno una fine e i verbi intransitivi non hanno una fine. I verbi transitivi hanno un oggetto e i verbi intransitivi non hanno un oggetto.
Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI Verbi intransitivi – esercizio
Materiale: – cartellini di verbi intransitivi (sorridi, applaudi, salta, piangi, ridi, sbadiglia…)
Esercizio: – il bambino legge l’azione, la esegue, mette il simbolo grammaticale e infine copia l’esercizio sul suo quaderno di grammatica, disegnando i simboli.
Estensioni: – il bambino cerca sinonimi o contrari dei verbi usati nell’esercizio nel vocabolario e li registra sul suo quaderno di grammatica.
Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI Verbi transitivi – esercizio
Materiale: – cartellini di verbi transitivi e azioni relative(innaffia la pianta, chiudi la porta, saluta un amico, stropiccia un foglio, indica la lavagna…)
Esercizio: – il bambino legge l’azione, la esegue, mette i simboli grammaticali su ogni parola e infine copia l’esercizio sul suo quaderno di grammatica, disegnando i simboli.
Estensioni: – il bambino cerca sinonimi o contrari dei verbi usati nell’esercizio nel vocabolario e li registra sul suo quaderno di grammatica.
Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI
Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.
CONCORDANZA TRA VERBO E NOME Presentazione 1
Prerequisiti: lezione introduttiva sul verbo
Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME – Materiali: – cartellini dei verbi scritti in rosso – cartellini con articoli scritti in azzurro e nomi scritti in nero
Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME – Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto – disponiamo i cartellini dei verbi sul piano di lavoro
– distribuiamo tra i bambini i cartellini degli articoli e dei nomi – leggiamo il primo verbo e chiediamo, ad esempio: “Chi ha un nome che può andare insieme a LEGGI?” – un bambino risponderà UN LIBRO. – componiamo sul tappeto la frase LEGGI UN LIBRO – continuiamo così finchè tutti i cartellini saranno posizionati sul tappeto in modo appropriato – i bambini possono registrare l’esercizio sui loro quaderni di grammatica.
Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME – Scopo diretto: fare pratica con l’uso dei verbi
Punti di interesse: abbinare le parole perché abbiano senso
Controllo dell’errore: c’è solo una disposizione che ha senso
Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME – Variante: – disposizione illogica: formiamo una colonna con i cartellini dei verbi e chiediamo ai bambini di posizionare i cartellini dei nomi a caso per mostrare come possono apparire le frasi quando nome e verbo non concordano (ad esempio LEGGI UN DIVANO)
Materiale: leggi un libro, fai un bagno, spazza il pavimento, spolvera la libreria, scrivi una lettera, canta una canzone, saluta un amico, annusa il fiore, lancia la palla; alza le braccia, chiudi gli occhi, copia un disegno, lancia una pallina, pronuncia una parola, saluta un amico, spegni la luce, apri la porta.
Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME Presentazione 2
Prerequisiti: lezione introduttiva sui verbi
Materiali: – cartellini di verbi scritti all’infinito, – cartellini nome-articolo
Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME – Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto – scegliamo un verbo e mettiamolo sul piano di lavoro – spargiamo i cartellini articolo-nome sul piano di lavoro (o distribuiamoli fra tutti i bambini) e chiediamo loro di scegliere quelli che potrebbero avere senso col verbo (dovrebbero esserci varie possibilità per ogni verbo) – mettiamo i cartellini nome-verbo accanto al cartellino del verbo – ripetiamo per gli altri verbi – al termine i bambini possono registrare l’attività nei loro quaderni di grammatica.
Scopo diretto: fare pratica coi verbi
Scopo indiretto: senso logico del posizionamento del verbo e dell’oggetto nella frase
Punti di interesse: trovare le diverse combinazioni che possono avere senso
Controllo dell’errore: non tutti gli oggetti concordano con ogni verbo
Varianti: concordanze illogiche
Estensioni: scrivere periodi usando le frasi.
Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME
Materiali: – lucidare: una mela, una scarpa, una pietra, un vetro, – accendere: la radio, una candela, la luce, l’aspirapolvere, l’interesse – leggere: un libro, il pensiero, le carte – gettare: sassi, la spugna, luce, il denaro, le fondamenta – finire: la minestra, i compiti, il discorso – grattare: il formaggio, la ruggine – guadagnare: la stima, la fiducia, lo stipendio, tempo – guardare: uno spettacolo, le spalle – imbottire: il cuscino, il panino – impiegare: il tempo, i lavoratori, le energie, i risparmi – incassare: un assegno, un armadio, – inseguire: il ladro, un sogno, un fantasma – interpretare: un messaggio, un ruolo, una canzone – lasciare: la presa, gli studi, la famiglia, il segno – offrire: un aiuto, un’occasione, il pranzo, un cioccolatino, un sacrificio, uno spunto – passare: un foglietto, il Rubicone, le acque, la voce, il segno, le verdure, le vacanze.
Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME
Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME
Psicogrammatica Montessori VERBI SINONIMI (sfumature di significato). Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.
Dopo aver presentato ai bambini il verbo, e dopo i primi esercizi con le scatole grammaticali e i comandi sui verbi, possiamo introdurre un nuovo materiale: i cartellini dei sinonimi.
Prepariamo una serie di verbi e gruppi di altri verbi che rappresentano una loro sfumatura di significato. Mettiamo i cartellini in una scatola rossa, separati per mezzo di elastici.
Esercitandosi con questo materiale i bambini sviluppano consapevolezza rispetto alle sottili differenze che possono esserci tra parole simili, e arricchiscono il proprio linguaggio.
Il materiale può essere presentato con lezioni individuali o di gruppo.
Presenteremo prima un set alla volta, poi due, poi sempre di più. E’ un lavoro che aiuta molto a costruire un lessico ricco e migliora le capacità espressive sia verbali sia scritte.
Gli esercizi con i sinonimi rappresentano anche un buon momento per introdurre l’uso del dizionario e la costruzione di una rubrica personale di parole nuove.
Materiale
Psicogrammatica Montessori VERBI SINONIMI (sfumature di significato)
Psicogrammatica Montessori VERBI SINONIMI (sfumature di significato)
Psicogrammatica Montessori: introduzione al verbo. Lezioni e presentazioni per bambini della scuola primaria.
Maria Montessori consiglia di stimolare l’attenzione dei bambini, nel primo approccio all’analisi grammaticale, sulla differenza che esiste tra nomi e verbi. Bisogna distinguere con molta chiarezza il nome (l’oggetto) dal verbo (l’azione, il moto), come distinguiamo la materia dalla forza, e la chimica dalla fisica. Il verbo esprime lo stato e il moto, come la forza potenziale e attuale. Come per lo studio del nome il bambino prende degli oggetti, così per lo studio dei verbi esegue azioni. Per eseguire queste azioni avrà bisogno del nostro aiuto iniziale, perchè non sempre sarà capace di interpretare una parola con l’azione che corrisponde precisamente ad essa.
Psicogrammatica Montessori: introduzione al verbo
Presentazione 1
Un verbo è una parola che mostra un’azione o una situazione o uno stato d’essere. Ci dà informazioni su ciò che qualcuno o qualcosa sta facendo. Un verbo , come la grande sfera rossa infuocata del nostro sole, dà vita ai nomi ed è la sorgente di tutta l’energia. E’ come una palla rossa brillante nelle mani di un bambino, non sta mai ferma. Per questo motivo Maria Montessori ha scelto una grande sfera rossa per rappresentare il verbo, e un grande cerchio rosso da usare quando facciamo l’analisi grammaticali su un testo scritto. Per le prime presentazioni usiamo verbi al modo indicativo che esprimano dichiarazioni di fatto o domande, ad esempio: Io lavo il piatto. Tu cosa fai? Inoltre, grazie al lavoro coi cartellini dei comandi, i bambini familiarizzano col modo imperativo, ad esempio: Lava il piatto. Non è necessario che i bambini conoscano i termini “indicativo” e “imperativo”, anche se apprenderanno l’uso del termine “comando”. I bambini lavoreranno anche coi tempi verbali. Un tempo verbale indica quando l’azione o lo stato si verificano in relazione al tempo. Il tempo presente indica che l’azione si sta realizzando adesso, il passato indica che ha già avuto luogo e il futuro indica che l’azione avrà luogo in un tempo che deve ancora venire. I bambini lavorano in primo tempo soprattutto col presente e col passato. Lavorando col materiale i bambini scopriranno anche che non tutti i tipi di verbo mostrano un’azione fisica e che non tutte le azioni possono essere viste: – i verbi che indicano azioni mentali sono verbi che hanno un’energia interna e sono detti verbi psicologici. Ad esempio: pensare, immaginare, contemplare, decidere. Esempi di frasi: Lei sta pensando al suo gatto. Lui sta pensando di andare al cinema. In ognuna di queste frasi il verbo indica l’energia interna di ciò che il soggetto sta facendo; – i verbi che collegano il soggetto al predicato e svolgono la funzione di unire il soggetto della frase a un nome o a un aggettivo sono detti verbi copulativi. Ad esempio: essere, parere, sembrare, stare, rimanere, diventare, riuscire. Esempi di frasi: Sto bene. Il vetro sembra sporco. In queste frasi il verbo collega il soggetto con un nome o un aggettivo.
– otto oggetti presenti in classe, ad esempio un pennarello, una gomma, una colla, un paio di forbici, una matita, un elastico, un righello, un temperino
– diciamo ai bambini che oggi impareremo qualcosa di nuovo sul verbo – mettiamo sul tappeto gli otto oggetti scelti – invitiamo i bambini a nominare a turno gli oggetti – ogni volta che un bambino nomina un oggetto, scriviamo con la matita nera il nome su un cartellino bianco e invitiamo il bambino ad abbinare i cartellini agli oggetti – usando la matita rossa scriviamo la parola SALTA su una striscia di carta – invitiamo un bambino a leggere la parola e ad eseguire l’azione – mettiamo il cartellino sul tappeto, separato dagli oggetti – ripetere usando ogni volta verbi differenti (ad esempio BALLA, CORRI, CAMMINA, MANGIA, RIDI) – chiediamo a un bambino: “Dov’è il righello?”. Il bambino indicherà il righello che si trova sul tappeto – chiediamo a turno ad altri bambini di trovare un oggetto alla volta ed indicarlo – chiediamo a un bambino: “Dov’è SALTA?”. Il bambino non potrà indicare “salta” e indicarlo – chiediamo ai bambini di mostrarci a turno altre azioni (balla, corri, cammina, mangia, ridi). Essi non potranno indicarli perchè le parole d’azione, i verbi, non sono oggetti concreti, cioè non sono nomi – spieghiamo ai bambini che i nomi possono essere abbinati ad oggetti messi sul tappeto, ma le parole d’azione non possono essere abbinate a nessun oggetto – spieghiamo che le parole che indicano un’azione, come applaudire, saltare, camminare, sono chiamate VERBI – facciamo coi bambini molti esempi verbi – ora chiediamo ai bambini che forma ha il sole: risponderanno che ha la forma di una palla o di una sfera. Poi chiediamo cosa succede al carbone quando quando viene messo sul fuoco: risponderanno che brucia, che diventa rosso e caldo. – mostriamo ai bambini la piramide nera. Può muoversi facilmente? No, ha un’ampia base ed è molto stabile. Spieghiamo che il nome è proprio come la piramide: non può esprimere movimento, ma solo chiamare persone, luoghi o cose – mostriamo ai bambini la sfera rossa. Facciamola rotolare per mostrarne la capacità di movimento. Spieghiamo che come il sole che dà vita a tutte le cose e come una palla che si muove naturalmente, i verbi sono parole che danno vita e movimento al nome. I verbi sono rossi per ricordare ciò che avviene al carbone (il nome) quando entra in contatto col fuoco – mostriamo ai bambini la carta della relazione tra famiglia del nome e verbo, spiegando come il verbo irradia energia sulla famiglia del nome
– diciamo ai bambini che non abbiamo sufficienti sfere rosse per ogni verbo, e che così nei nostri esercizi useremo i cerchi rossi al posto della sfera. Mostriamo ai bambini i simboli
– invitiamo i bambini ad usare i simboli grammaticali per analizzare ogni parola che si trova sul tappeto
– chiediamo ai bambini di registrare ogni parola col suo simbolo sui loro quaderni di grammatica
Scopo: familiarizzare con la funzione del verbo e i simboli grammaticali
Età: dai 6 anni
Estensioni
– fare una lista di cinque o più verbi che si riferiscano ad un particolare argomento, ad esempio sport (nuotare, correre, saltare, lanciare, pedalare…), aggiungendo i simboli grammaticali; – cercare nel proprio libro preferito cinque o più frasi che contengano verbi e copiarli sul quaderno di grammatica, aggiungendo i simboli grammaticali.
Psicogrammatica Montessori: introduzione al verbo Presentazione 2
Lavorando all’analisi grammaticale i bambini si dedicano ad un primo gruppo di attività legate alla famiglia del nome (nomi, articoli, aggettivi) e si esercitano con le scatole grammaticali I e II e con i simboli grammaticali.
Attraverso tutte queste attività interiorizzano le qualità del nome come elemento molto solido e stabile, come una piramide. Quando parliamo del verbo sottolineiamo quindi come le sue qualità siano del tutto diverse da quelle del nome: il verbo è rappresentato da una sfera rossa ed è in costante movimento. Da una parte abbiamo la solidità del nome, dall’altra l’energia del verbo. Il grafico della relazione tra verbo e famiglia del nome mostra ai bambini come il verbo illumini la famiglia del nome dandole energia:
Per Maria Montessori il verbo è l’energia della lingua. Il termine VERBO deriva dal latino VERBUM, la parola per eccellenza.
– diciamo ai bambini: “Ricordate che abbiamo detto che la piramide rappresenta parole molto antiche? Queste parole molto antiche sono i nomi, come donna, bambino, tavolo, porta… Le parole di cui parleremo oggi sono invece come questa sfera, sono sempre in movimento”. – chiediamo: “La piramide può muoversi?” No, non da sola. “Pensate che la palla possa spostare la piramide?” Sì, certo. Spingiamo la piramide con la sfera. – diciamo: “Oggi osserveremo più da vicino le parole d’azione, come correre, parlare, tirare… parole che muovono i nomi” – chiediamo ai bambini di mettere i cartellini scelti nella scatola grammaticale
– un bambino leggerà la prima frase, mentre un altro eseguirà l’azione e un altro comporrà la frase coi cartellini delle parole – poi il bambino leggerà la seconda frase, un bambino eseguirà l’azione e il bambino sostituirà il cartellino del verbo
– mettiamo sulle parole i simboli grammaticali appropriati e diciamo: ” Usiamo questo cerchio rosso al posto della sfera per le parole che descrivono un’azione”.
Dopo la lezione
– i bambini continuano a lavorare con le scatola grammaticale III e i vari set di cartellini di riempimento – faremo coi bambini gli esercizi di spostamento.
Psicogrammatica Montessori: introduzione al verbo Presentazione 3
La parola verbo deriva dal latino verbum che significa “la parola”. E’ la parola-capo in una frase, la parola che rende un gruppo di parole una frase. Maria Montessori per simboleggiare il verbo ha scelto la sfera rossa, per sottolineare il movimento e l’energia che il verbo porta alla frase.
Prerequisiti
lezioni su nome, articolo e aggettivo
Materiali
– piramide nera e sfera rossa su un vassoio, – tappeto del nome (triangolo nero in feltro o cartone) e tappeto del verbo (tappeto rotondo rosso in feltro o cartone), – cartellini dei nomi scritti in nero e cartellini dei verbi scritti in rosso.
Presentazione
– invitiamo un gruppo di bambini e stendiamo i due tappeti – mettiamo il vassoio con la sfera e la piramide tra i due tappeti – teniamo in mano la piramide e ricordiamo perchè Maria Montessori ha scelto questo simbolo per il nome – distribuiamo tra i bambini i cartellini dei nomi, chiediamo loro di leggerli e di prendere l’oggetto corrispondente e portarlo sul tappeto del nome
– diamo a un bambino il cartellino di un verbo, chiediamogli di leggerlo e di portare quello che è scritto sul cartellino sul tappeto rosso (ad esempio SALTARE) – quando i bambini capiscono che non possono prendere ‘saltare’ e metterlo sul tappeto, chiediamo al bambino di saltare sul tappeto rosso
– continuiamo allo stesso modo con gli altri cartellini dei verbi, chiamando un bambino alla volta – diciamo: “Quando lavoriamo con il tappeto dl nome, possiamo portare oggetti al tappeto. Le parole che abbiamo letto adesso invece sono azioni. Le parole che rappresentano energia e movimento sono chiamate verbi” – prendiamo in mano la sfera rossa e facciamola rotolare avanti e indietro tra le mani – diciamo “Maria Montessori ha scelto questa forma per il verbo perché rappresenta il sole. Il sole dà energia e movimento. Senza il sole non potrebbe esserci vita, e senza verbo non può esserci una frase” – i bambini possono registrare l’esercizio sui loro quaderni di grammatica.
Scopo diretto
– introduzione alla funzione del verbo, – comprensione della differenza tra sostantivi e verbi.
Punti di interesse
– eseguire azioni, – capire che non si può portare un verbo sul tappeto.
Controllo dell’errore
i nomi sono scritti in nero e i verbi in rosso
Varianti
usare verbi psicologici come pensare, sognare ecc…
Psicogrammatica Montessori: introduzione al verbo Presentazione 4
Scopo
comprendere la funzione del verbo.
Prerequisiti
il bambino deve essere in grado di leggere e scrivere senza difficoltà le parole utilizzate nella presentazione.
questa presentazione viene fatta per suscitare nei bambini l’impressione della differenza tra la funzione del nome (materia) e la funzione del verbo (energia) – stendiamo i due tappeti sul pavimento e mettiamo i due simboli grammaticali in alto
– invitiamo un piccolo gruppo di bambini. Scriviamo su una striscia di carta il nome di un oggetto, ad esempio PIANTA. Il primo bambino legge e porta l’oggetto. Chiediamo al bambino di mettere l’oggetto sul tappeto nero e mettiamo il cartellino sul triangolo nero – ripetiamo facendo in modo che ogni bambino porti al tappeto uno o due oggetti (ad esempio TAZZA, MATITA, CESTINO, SCATOLA, GOMMA, RIGHELLO, ecc.) – ora scriviamo un’azione, ad esempio SALTARE. Il primo bambino regge ed esegue l’azione sul tappeto rosso. Chiediamo al bambino di mettere il cartellino sul cerchio rosso – ripetiamo facendo in modo che ogni bambino esegua una o due azioni (ad esempio APPLAUDIRE, SORRIDERE, SALUTARE, CANTARE, SALTARE, ecc.) – al termine dell’esercizio richiamiamo i bambini davanti ai due tappeti e diciamo: “Antonio (il nome del bambino) tu hai portato la pianta e la pianta è ancora lì. Alma, tu hai portato la tazza, ed è ancora lì…” e così via, nominando tutti gli oggetti.
Poi indichiamo il tappeto rosso e diciamo: “Qui non c’è nulla! Dov’è SALTARE? Dov’è APPLAUDIRE? E’ sparito!”. Questo genere di osservazioni coinvolgono moltissimo i bambini, che diranno: “L’ho fatto prima!” – chiediamo: “Quali parole abbiamo usato per chiamare gli oggetti?”. I bambini risponderanno PIANTA, TAZZA, MATITA, ecc. Chiediamo: “Come chiamiamo queste parole?” I bambini risponderanno che si tratta di nomi – chiediamo: “Quali parole abbiamo usato per le azioni?”. I bambini risponderanno SALTARE, APPLAUDIRE, SORRIDERE, ecc. Diciamo: “Le parole che usiamo per le azioni si chiamano VERBI, dal latino VERBUM che significa LA PAROLA. Il verbo indica l’azione” – posizioniamo il cartellino del titolo VERBO sul cerchio rosso sul quale abbiamo messo il cartellini dei verbi – mostriamo ai bambini la piramide nera e ricordiamo che rappresenta il nome – mostriamo la sfera rossa e diciamo: “La sfera rossa è il simbolo del verbo. Mentre la piramide è stabile e ferma, la sfera si può muovere liberamente (facciamola rotolare). Il verbo dice o trasmette l’azione. La sfera rossa rappresenta l’azione, l’energia o il movimento del verbo” – mostriamo i simboli grammaticali. Sovrapponiamo il triangolo nero ad una faccia della piramide nera e mettiamo il cerchio rosso sotto alla sfera rossa. Diciamo: “Per i nostri esercizi scritti useremo il cerchio rosso al posto della sfera” – chiediamo: “Qual è il simbolo del nome?”. Il triangolo nero. “Qual è il simbolo del verbo?”. Il cerchio rosso – indichiamo il triangolo nero e chiediamo: “Cosa rappresenta questo simbolo?” Il nome. Indichiamo il cerchio rosso e chiediamo: “Cosa rappresenta questo simbolo?” Il verbo – mostriamo ai bambini il grafico della relazione tra famiglia del nome e verbo, che mostra il simbolo del verbo che irradia la sua energia sul nome, l’articolo e l’aggettivo:
– una selezione di oggetti (bambino, toro) – penna nera e rossa – strisce bianche di carta – sfera rossa del verbo
Presentazione
– invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto – ricordiamo coi bambini i simboli del nome, dell’articolo e dell’aggettivo usando le piramidi e parliamo della famiglia del nome – mostriamo ai bambini il primo oggetto, ad esempio il toro e scriviamo con la penna nera IL TORO NERO su una striscia. Chiediamo: “Chi vuole darmi i simboli della famiglia del nome?” – chiediamo: “Che tipo di parola è IL?”. E’ un articolo. “Qual è la funzione dell’articolo?”. Ci dice che sta arrivando un nome. Aggiungiamo il simbolo – chiediamo: “Che tipo di parola è TORO?”. E’ un nome. “Qual è la funzione del nome?”. Serve a chiamare un oggetto. Aggiungiamo il simbolo – chiediamo: “Che tipo di parola è NERO?”. E’ un aggettivo. “Qual è la funzione dell’aggettivo?” L’aggettivo ci dà un’informazione in più sul nome. Aggiungiamo il simbolo – introduciamo un altro oggetto, ad esempio un bambino e scriviamo su una striscia IL BAMBINO SIMPATICO. Proseguiamo come abbiamo fatto col toro – Scriviamo alcuni verbi su strisce di carta con la penna rossa, ad esempio SORRIDI SALTA CORRI GIOCA MANGIA BEVI ecc. Pieghiamo ogni cartellino su se stesso, in modo tale che i bambini non possano leggerli
– chiediamo a un bambino alla volta di pescare un cartellino ed eseguire l’azione, mentre gli altri cercano di indovinare la parola – chiediamo: “Potete indicare il toro nero?”. I bambini lo indicano – chiediamo: “Potete indicare il bambino simpatico?”. I bambini lo indicano – chiediamo: “Potete indicare sorridi?” (salta, corri, gioca, ecc.) – diciamo: “Possiamo indicare i nomi, ma non le azioni. Avete eseguito le azioni, ma ora non ci sono più. Un verbo è una parola che serve a indicare un’azione” – diciamo: “Proviamo ad aggiungere un verbo a IL TORO NERO. Quale azione può compiere un toro?”. I bambini suggeriscono un verbo, e noi lo aggiungiamo alla striscia, ad esempio IL TORO NERO CORRE – facciamo notare ai bambini che avendo aggiunto l’azione le parole sono diventate una frase vera e propria. Per questo Mettiamo la lettera maiuscola all’inizio e il punto fermo alla fine – ripetiamo con l’altra frase
– diciamo: “Questa è la nostra esperienza chiave per il verbo” e scriviamo ESPERIENZA CHIAVE PER IL VERBO su una striscia di carta – diciamo: “la parola VERBO viene dal latino VERBUM che significa LA PAROLA” e scriviamo su un’altra striscia l’etimologia. Poniamo le due strisce come titolo – chiediamo ai bambini di copiare lo schema sui loro quaderni di grammatica
– mostriamo ai bambini la piramide e la sfera. Parliamo di quello che i bambini ricordano della piramide – mostriamo la sfera rossa e diciamo: “Questa sfera rossa è il nostro simbolo per il verbo perchè rappresenta il sole. Il sole dà energia a tutti i viventi. Senza il sole nulla potrebbe crescere, nulla potrebbe vivere, nulla potrebbe muoversi sulla terra. Come il sole dà energia alla terra, così il verbo dà energia al nome. Senza il verbo, il nome non può compiere nessun movimento. Il verbo è la fonte di energia che dà vita al nome”. Per tutto il tempo in cui diamo ai bambini queste informazioni la piramide resta ferma, mentre manteniamo in continuo movimento la sfera – mettiamo un libro sul tavolo o sul tappeto e mettiamo la piramide nera sopra al libro
– chiediamo ai bambini: “Cosa succede al nome? Si muove o resta fermo?” – facciamo cadere la sfera sul libro e lasciamola andare , facendo osservare ai bambini che il verbo ha in sé energia e movimento – introduciamo i simboli grammaticali dicendo: “Abbiamo visto quando ci esercitiamo con le parole scritte, per i nomi usiamo il triangolo nero al posto della piramide. Questo perchè il triangolo è una faccia della piramide. Allo stesso modo possiamo usare un cerchio rosso al posto della sfera come simbolo per il verbo” – d’ora in poi per riconoscere un verbo potremo disegnare sopra alla parola un cerchio rosso”.
– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto – diciamo: “Noi conosciamo già gli articoli, i nomi e gli aggettivi. Oggi faremo qualcosa di nuovo con queste parole” – mettiamo gli oggetti scelti sul tappeto, formando una riga orizzontale – invitiamo i bambini a posizionare la famiglia del nome sotto ad ogni oggetto. Con la penna nera scriviamo sui cartellini la famiglia del nome per ogni oggetto. Per esempio IL GALLO VARIOPINTO, IL CANDIDO AGNELLINO, IL CANE FEDELE. Mettiamo i cartellini sotto agli oggetti – con la penna rossa scriviamo la parola CANTA su un cartellino. Invitiamo un bambino a leggere il cartellino e ad eseguire l’azione – ripetiamo la stessa procedura con le parole SALTELLA e ABBAIA – chiediamo ai bambini che hanno eseguito le azioni: “Dov’è canta?”, “Dov’è saltella?”, “Dov’è abbaia?”. I bambini diranno che canta è già stato fatto, e così anche saltella e abbaia – chiediamo: “Dov’è il gallo variopinto?” “Dov’è il candido agnellino”, “Dov’è il cane fedele?” e i bambini indicheranno gli oggetti nominati che si trovano sul piano di lavoro – sottolineiamo il fatto dicendo: “I cartellini della famiglia del nome rimangono con gli oggetti. I cartellini che contengono le azioni non possono essere abbinati a nessun oggetto concreto – diciamo a un bambino: “Metti il gallo variopinto vicino al cane”. Il bambino esegue l’azione. Chiediamo: “Dov’è il gallo variopinto?”. Il bambino indica il gallo. Chiediamo:” Dov’è il metti?”. Il bambino nota che “metti” non c’è più – chiediamo a un bambino: “Sposta l’agnellino lontano dagli altri animali”. Il bambino esegue l’azione. Chiediamo: “Dov’è l’agnellino?”. Il bambino lo indica. Chiediamo: “Dov’è sposta?”. Il bambino dirà che sposta è scomparso – diciamo: “Le azioni che sono state eseguite, metti e sposta, hanno mosso gli oggetti, ma una volta eseguite le azioni esse sono scomparse. Solo gli oggetti sono rimasti. Gli oggetti sono la materia. Le parole usate per le azioni contengono l’energia per muovere gli oggetti, cioè la materia. Queste parole d’azione che danno energia sono chiamate verbi. La parola verbo viene dal latino verbum che significa la parola. Il verbo è la parola che dà energia alla famiglia del nome.”
– scriviamo il cartellino del titolo e quello dell’etimologia: ESPERIENZA CHIAVE SUL VERBO, VERBO: DAL LATINO VERBUM = LA PAROLA – mettiamo le tre piramidi della famiglia del nome in ordine lungo il margine superiore del piano di lavoro e ricordiamo quello che sappiamo del nome, dell’articolo e dell’aggettivo – diciamo: “Anche il verbo ha un simbolo” e posizioniamo la sfera rossa sul tavolo o sul tappeto. Diciamo: “Questa sfera è rossa come il sole ed ha la sua stessa forma. Il sole è il corpo celeste più importante del sistema solare. Il sole è la fonte di vita e di energia. Il verbo è come il sole”
– facciamo rotolare la sfera intorno alla piramide e diciamo: “Il verbo è la fonte di energia che dà vita al nome, il nome è la materia. Il verbo completa il pensiero avviato dalla famiglia del verbo”
– mettiamo un libro sul tavolo o sul tappeto. Facciamo cadere la piramide del nome sul libro e chiediamo: “Cosa è successo alla piramide?”. La piramide del nome si è fermata quando ha raggiunto il libro
– facciamo cadere la sfera rossa sul libro e chiediamo: “Cosa è successo alla sfera?”. La sfera è rotolata via dal libro. Diciamo: “La sfera ha molta energia”
– con gesti lenti prendiamo il simbolo del nome, appoggiamolo a una facciata della piramide e poi posiamolo sopra alla famiglia del nome. Diciamo: “Ricorderete che il simbolo del nome è il triangolo nero grande. Il nome è l’elemento principale della famiglia del nome”. – prendiamo il simbolo del verbo e diciamo: “Il simbolo del verbo è un grande cerchio rosso. Il verbo è l’elemento principale della famiglia del verbo”. Mettiamo il simbolo sul verbo
– diciamo: “Il verbo completa il pensiero iniziato dalla famiglia del nome. Quando un pensiero è completo si chiama frase. Chiudiamo una frase con un punto rosso” – aggiungiamo con la penna rossa un punto alla fine di ognuna delle frasi – diciamo: “Quando scriviamo una frase scriviamo sempre la prima parola con l’iniziale maiuscola”. Con la penna rossa correggiamo le frasi – i bambini registreranno l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli sopra ogni parola
Scopo diretto
– comprendere la funzione del verbo – introdurre l’uso del punto fermo per chiudere una frase – introdurre l’uso della lettera maiuscola ad inizio frase.
Età
dai 6 ai 9 anni
Psicogrammatica Montessori: esperienze chiave col verbo
Scatola grammaticale III: spostamenti dei cartellini, esercizi e presentazione per bambini della scuola primaria.
Nella lingua italiana il verbo precede il complemento oggetto e le parole nelle frasi seguono questo ordine: prima il verbo, poi l’oggetto verso cui l’azione è diretta. Ad esempio diciamo: APRI LA PORTA GRANDE. Gli esercizi di spostamento consistono nel modificare l’ordine delle parole scritte sui cartellini per rendere i bambini consapevoli dell’importanza dell’ordine delle parole nella frase. Il primo esercizio consisterà nello spostare il verbo in fondo.
Poi possiamo togliere dalla frase il verbo, facendo sparire l’azione.
Infine potremo fare spostamenti generali e dimostrare quante combinazioni insensate può generare il disordine delle parole, mentre solo una combinazione è quella corretta, cioè quella che renda la frase chiara e col suono migliore
Presentazione
Materiali
– cartellini in bianco – penna nera e rossa – simboli grammaticali.
Presentazione
– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto – diciamo: “Conosciamo già gli articoli, i nomi, gli aggettivi ed i verbi. Oggi faremo uno nuovo esercizio con articoli, nomi, aggettivi, verbi” – scriviamo un comando su un cartellino bianco usando la penna nera per la famiglia del nome e la penna rossa per il verbo. Ad esempio APRI LA PORTA – invitiamo un bambino ad eseguire il comando. Il bambino esegue l’azione e aggiunge i simboli grammaticali corretti sopra ogni parola – invitiamo il bambino a tagliare la striscia separando ogni parola – invitiamo il bambino a spostare le parole formando tutte le combinazioni possibili – facendo ogni spostamento il significato della frase si perde – il bambino rimette le parole nell’ordine corretto – togliamo la parola PORTA, lasciando APRI LA e chiediamo: “Puoi eseguire il comando scritto così?”. I bambini risponderanno di no – diciamo: “In questa frase se non c’è il nome il comando non può essere eseguito perchè il verbo apri richiede un nome” – rimettiamo il nome e togliamo il verbo, lasciando LA PORTA. Chiediamo: “Puoi eseguire il comando scritto così?”. I bambini risponderanno di no
– diciamo: “Ogni nome ha bisogno di un’azione, e se manca nessun comando può essere eseguito” – rimettiamo la frase in ordine – i bambini registreranno l’attività sui loro quaderni di grammatica e potranno aggiungere altri comandi di loro invenzione.
Scopo
– comprendere la funzione del verbo – comprendere l’importanza dell’ordine corretto delle parole nei comandi – comprendere le relazioni tra verbo e famiglia del nome.
Psicogrammatica Montessori COMANDI SUI VERBI per bambini della scuola primaria. Presentazioni ed esercizi e il materiale pronto per il download e la stampa in formato pdf.
Come indicato da Maria Montessori si procede per tappe:
– per la prima attività coi verbi si preparano pacchetti formati da 10 cartellini rossi, legati da un elastico. Il bambino esegue le azioni una dopo l’altra e può infine copiare i cartellini sul proprio quaderno di grammatica. Questi sono i verbi originali: 1. passeggia, canta, salta, balla, inchinati, siedi, dormi, svegliati, prega, sospira 2. scrivi, cancella, piangi, ridi, nasconditi, disegna, leggi, parla, ascolta, corri 3. riordina, pulisci, spolvera, spazzolati, abbottonati, allaccia, annoda, aggancia, specchiati, saluta 4. pettinati, lavati, asciugati, saluta, abbraccia, bacia, sorridi, sdraiati, leggi, sbadiglia.
– successivamente proponiamo ai bambini come tema una serie di verbi sinonimi, mostrando ai bambini il loro significato eseguendo l’azione davanti a loro. Distribuiamo quindi i comandi relativi. I bambini leggono ognuno per sé il cartellino che hanno ricevuto ed eseguono l’azione, ricordando la presentazione fatta.
I cartamodelli per le buste sono qui:
Presentazione 1 Psicogrammatica Montessori COMANDI SUI VERBI
Materiali: – comandi sui verbi (serie A o B)
Presentazione: – invitiamo un bambino a leggere un comando in silenzio e ad eseguire le azioni indicate – chiediamo agli altri bambini: “Secondo voi che comando ha eseguito?”. I bambini rispondono – invitiamo il bambino a leggere il comando a voce alta – proseguiamo il gioco con gli altri bambini, uno alla volta. Restiamo a disposizione per aiutare i bambini che lo richiedono a comprendere le parole scritte sui comandi – discutiamo coi bambini le sfumature di significato dei verbi: ad esempio scagliare significa lanciare con più forza che non gettare, oppure girare è un’azione più lenta di volteggiare.
Presentazione 2 Psicogrammatica Montessori COMANDI SUI VERBI
Lavorando con le scatole grammaticali i bambini ricevono un’impressione precisa della funzione che svolgono le varie parti del discorso. Questa impressione si realizza soprattutto grazie alla manipolazione del materiale, cioè attraverso un’esperienza fisica. Anche i cartelli dei comandi offrono un’esperienza fisica. Lavorare con le carte dei comandi porterà i bambini ad acquisire maggior precisione nella scrittura e nell’espressione verbale e ad arricchire il proprio vocabolario.
Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto e chiediamo a un bambino a disporre il materiale sul piano di lavoro – riempiamo la scatola grammaticale con le carte dei comandi e i cartellini delle parole singole
– prendiamo il primo comando e mettiamolo sul tappeto – chiediamo a un bambino di leggere la prima frase del comando a voce alta e di riprodurla usando i cartellini delle parole – mettiamo su ogni cartellino il simbolo grammaticale corrispondente
– chiediamo al bambino di rileggere a voce alta la frase e di eseguire l’azione, quindi cambiamo l’ordine dei cartellini delle parole e leggiamole. Sottolineiamo che l’ordine delle parole modifica il senso delle frasi – definiamo e discutiamo il concetto di “comando” e l’uso dei verbi che indicano un comando – rimettiamo i cartellini nell’ordine originale e invitiamo il bambino a togliere il cartellino del verbo e sostituirlo col verbo della seconda frase – chiediamo di leggere la seconda frase a voce alta e di eseguire l’azione. Assicurarsi che i simboli grammaticali siano in ordine – ripetiamo coi bambini che i due verbi sono parole di azione e che sono chiamati verbi – seguendo l’ordine delle lezioni in tre tempi indichiamo il verbo e diciamo: “Questo è il verbo.”, poi diciamo “Mi indichi in verbo?” e infine chiediamo “Cos’è questo?” – chiediamo ai bambini di copiare il comando sul quaderno di grammatica e disegnare sulle parole i simboli grammaticali a mano libera o utilizzando gli stencil – continuiamo con gli altri comandi.
Presentazione 3 il gioco di “Giocondo dice”
– invitiamo un bambino ad essere Giocondo – Giocondo dovrà dare dei comandi verbali di sua invenzione a voce alta agli altri compagni e loro dovranno eseguirli – se ad esempio Giocondo dice: GIOCONDO DICE SALTATE tutti i bambini saltano e se qualcuno non lo fa sarà eliminato dal gioco – se però Simone dice soltanto SALTATE senza dire GIOCONDO DICE i bambini non devono obbedire, cioè non devono saltare e i bambini che salteranno saranno eliminati dal gioco – il bambino che resisterà più a lungo sarà il nuovo Giocondo.
Presentazione 3 verbi intransitivi
Materiali: – un set di cartellini della serie A nei quali sono scritte azioni senza oggetto (sorridere, applaudire, saltare, correre, piangere, ridere, accigliarsi, sbadigliare) – simbolo grammaticale del verbo.
Esercizio: – il bambino legge l’azione e la esegue, – aggiunge il simbolo del verbo al cartellino – registra sul suo quaderno l’esercizio, sotto il titolo I VERBI, utilizzando per ogni parola il simbolo grammaticale disegnato a mano libera o con gli stencil.
Presentazione 4 verbi transitivi (un verbo e un oggetto)
Materiali: – cartellini sui quali sono scritte azioni con un oggetto (innaffia una pianta, chiudi la porta, abbraccia un amico, stropiccia la carta, indica la finestra) – simboli grammaticali – stencil dei simboli grammaticali (facoltativi)
Esercizio: – il bambino legge l’azione e la esegue, – aggiunge il simbolo del verbo al cartellino – registra sul suo quaderno l’esercizio, sotto il titolo I VERBI, utilizzando per ogni parola il simbolo grammaticale disegnato a mano libera o con gli stencil.
______________________ Psicogrammatica Montessori COMANDI SUI VERBI Presentazione 5 due azioni (per due bambini)
Psicogrammatica Montessori COMANDI SUI VERBI – Materiali: – strisce di carta bianca – penna nera – simboli grammaticali – stencil dei simboli grammaticali (facoltativi) – cartellini pronti dei comandi.
Psicogrammatica Montessori COMANDI SUI VERBI – Esercizio: – scriviamo per il primo bambino un comando nel quale sia importante l’ordine delle azioni (alzati e cammina, avvicinati e afferra…)
– il bambino legge il comando, lo esegue, e aggiunge il simbolo del cerchio rosso sopra ogni verbo – con le forbici ritagliamo dalla striscia i verbi e invitiamo il bambino a invertire le due azioni (cammina e alzati, afferra e avvicinati…) – chiediamo: “Ha senso? Puoi fare questo cose in questo ordine?” – rimettiamo la frase nell’ordine originale – scriviamo per il secondo bambino un comando nel quale l’ordine delle azioni non sia importante (salta e saltella, ondeggia e starnutisci, sbadiglia e urla…) – il bambino legge il comando, lo esegue, e aggiunge il simbolo del cerchio rosso sopra ogni verbo
– con le forbici ritagliamo dalla striscia i verbi e invitiamo il bambino a invertire le due azioni (saltella e salta, starnutisci e ondeggia, urla e sbadiglia…) – chiediamo: “Ha senso? Puoi fare questo cose in questo ordine?” – rimettiamo la frase nell’ordine originale – i bambini noteranno che che alcune azioni possono essere fatte contemporaneamente, ad esempio indicare e urlare, camminare e parlare, applaudire e cantare…) – presentiamo ai bambini alcuni comandi pronti che i bambini possano leggere ed eseguire autonomamente; in alcuni comandi l’ordine delle azioni sarà importante e in altri no.
Presentazione 6 due azioni e un oggetto (per due bambini)
Materiali: – strisce di carta bianca – penna nera – simboli grammaticali – stencil dei simboli grammaticali (facoltativi)
Esercizio: – scriviamo per il primo bambino un comando nel quale sia importante l’ordine delle azioni (prendi e usa una matita, apri e leggi un libro, lavati e asciugati le mani…) – il bambino legge il comando, lo esegue, e aggiunge il simbolo del cerchio rosso sopra ogni verbo
– con le forbici ritagliamo dalla striscia i verbi e invitiamo il bambino a invertire le due azioni (usa e prendi una matita, leggi e apri un libro, asciugati e lavati le mani…)
– chiediamo: “Ha senso? Puoi fare questo cose in questo ordine?” – rimettiamo la frase nell’ordine originale – scriviamo per il secondo bambino un comando nel quale l’ordine delle azioni non sia importante (batti e spremi un cuscino, alza e abbassa la testa, gira e sposta la tazza…) – il bambino legge il comando, lo esegue, e aggiunge il simbolo del cerchio rosso sopra ogni verbo
– con le forbici ritagliamo dalla striscia i verbi e invitiamo il bambino a invertire le due azioni – chiediamo: “Ha senso? Puoi fare questo cose in questo ordine?” – rimettiamo la frase nell’ordine originale – i bambini noteranno che che alcune azioni possono essere fatte contemporaneamente, mentre altre devono essere eseguite secondo una certa sequenza – presentiamo ai bambini alcuni comandi pronti che i bambini possano leggere ed eseguire autonomamente. I comandi contengono due azioni e un oggetto; alcuni comandi indicano azioni da eseguire in sequenza, altri no.
______________________ Psicogrammatica Montessori COMANDI SUI VERBI Presentazione 7 due azioni e due oggetti (per due bambini)
Psicogrammatica Montessori COMANDI SUI VERBI – Materiali: – strisce di carta bianca – penna nera – simboli grammaticali – stencil dei simboli grammaticali (facoltativi)
Psicogrammatica Montessori COMANDI SUI VERBI – Esercizio: – scriviamo per il primo bambino un comando nel quale sia importante l’ordine delle azioni (prendi uno straccio e spolvera lo scaffale, prendi una spugna e pulisci il tavolo, trova della carta e scrivi un’annotazione…) – il bambino legge il comando, lo esegue, e aggiunge il simbolo del cerchio rosso sopra ogni verbo – con le forbici ritagliamo dalla striscia i verbi e invitiamo il bambino a invertire le due azioni – chiediamo: “Ha senso? Puoi fare queste cose in questo ordine?” – rimettiamo la frase nell’ordine originale – scriviamo per il secondo bambino un comando nel quale l’ordine delle azioni non sia importante (bussa alla porta e sposta il cestino, apri una scatola e trascina una sedia, sposta un tavolino e vuota un cestino…) – il bambino legge il comando, lo esegue, e aggiunge il simbolo del cerchio rosso sopra ogni verbo – con le forbici ritagliamo dalla striscia i verbi e invitiamo il bambino a invertire le due azioni – chiediamo: “Ha senso? Puoi fare questo cose in questo ordine?”
– rimettiamo la frase nell’ordine originale – presentiamo ai bambini alcuni comandi pronti che i bambini possano leggere ed eseguire autonomamente. I comandi contengono due azioni e due oggetti; alcuni comandi indicano azioni da eseguire in sequenza, altri no.
Presentazione 8 Psicogrammatica Montessori: comandi sui verbi
Materiali: – una busta di cartellini dei comandi – un pennarello
Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto – prendiamo il primo comando e i suoi cartellini dei verbi – leggiamo il comando ad esempio: “prendi un pennarello e posalo sul pavimento. Riprendilo e gettalo nello stesso punto” – eseguiamo il comando davanti ai bambini – diamo a un bambino i cartellini del verbi POSALO e GETTALO e chiediamogli di eseguire le azioni – poniamo i due cartellini sotto al comando
– proseguiamo con gli altri comandi – al termine i bambini registreranno l’attività sui loro quaderni di grammatica – i bambini potranno eseguire l’esercizio autonomamente con le altre buste dei comandi.
Scopo: comprendere la funzione del verbo
Età: 6 – 7 anni
Psicogrammatica Montessori COMANDI SUI VERBI Materiali
Con questa scatola i bambini approfondiscono lo studio del verbo.
La parola verbo deriva dal latino verbum, che significa la parola. È la parola capo in una frase, la parola che rende una insieme di parole una frase. Il simbolo del verbo è la sfera rossa che rappresenta il movimento e l’energia. Vogliamo che i bambini comprendano che c’è un collegamento tra chi parla e ciò che viene detto. Esploreremo in seguito gli altri aspetti del verbo, quali tempi verbali, modi, transitivi e intransitivi, regolari e irregolari.
Lo studio della grammatica porta una chiarezza di linguaggio che non è raggiungibile in altri modi, portando l’attenzione cosciente del bambino verso i modi in cui usiamo il linguaggio intuitivo. E’ adatto alla psicologia del bambino della scuola primaria e favorisce lo sviluppo della sua intelligenza. I materiali usati per lo studio della grammatica possono essere confrontati con i materiali sensoriali, perchè entrambi danno la possibilità di ordinare, classificare e organizzare i pensieri intorno a un qualcosa che è stato già assorbito inconsapevolmente. Grazie al lavoro svolto con le nove parti del discorso il bambino sarà in grado di classificare milioni di parole in sole nove categorie.
I materiali non sono stati progettati per insegnare la grammatica, ma per esplorare il linguaggio in modo concreto, dare ai bambini le chiavi nascoste nel linguaggio, che una volta riconosciute permettono di comprenderlo. L’opportunità di studiare ogni parte del discorso isolata dalle altre rende più facile l’esplorazione, in quanto ogni difficoltà può essere esercitata separatamente.
La SCATOLA GRAMMATICALE III per l’esercizio col verbo ha 4 scompartimenti (articolo,nome, aggettivo e verbo) contrassegnati dai colori nocciola, nero, marrone e rosso. Nella casella più grande ci sono, per ogni esercizio, sei biglietti sui quali sono scritte due o più frasi. Ad ogni parola scritta, corrisponde un cartellino nel casellario, eccetto per le parole ripetute in frasi successive. Nelle serie i verbi sono contrastanti o sinonimi.
– indichiamo la piramide e chiediamo: “Ricordate che abbiamo parlato di questa piramide? Abbiamo detto quanto è antica. Per quale tipo di parole usiamo questo simbolo?” – indichiamo la sfera rossa e diciamo: “Oggi parleremo di un altro tipo di parole, che rappresentiamo con questa sfera rossa perché sono parole piene di energia e di movimento”
– mostriamo la scatola grammaticale III e diciamo: “Ho anche una nuova scatola grammaticale da mostrarvi” – invitiamo i bambini a riempire la scatola grammaticale, come abbiamo fatto per la scatola I e per la scatola II
– procediamo nel modo che i bambini già conoscono: prendiamo la prima striscia, leggiamo la prima frase e formiamo la frase coi cartellini. I bambini possono eseguire o mimare l’azione indicata nella frase – leggiamo la seconda frase e componiamola sostituendo il cartellino del verbo – diciamo: “Nella seconda frase è cambiata una parola”. Eseguiamo o mimiamo l’azione – aggiungiamo alle parole i simboli grammaticali chiedendo ai bambini: “Quale parola ci dice di che oggetto si parla?”. Il nome. “Quale parola ci dice che sta per arrivare un nome?”. L’articolo. “Quale parola descrive una qualità del nome?”. L’aggettivo. “Quale parola ci ha detto che azione compiere?”. Il verbo:
– ripetiamo con le altre frasi.
Presentazione 2
Materiali: – scatola grammaticale III – cartellini di riempimento per la scatola grammaticale III – simboli grammaticali
Esercizio: – il bambino sceglie una carta delle frasi, legge la prima frase ed esegue o mima l’azione – costruisce la prima frase con i cartellini delle parole
– costruisce la seconda frase cambiando solo il verbo – aggiunge i simboli grammaticali all’ultima frase
– sposta i cartellini delle parole in tutti i modi possibili. Questi scambi rendono evidente al bambino l’importanza di comporre le frasi usando le parole in ordine corretto, e gli mostrano come spostando alcune parole la frase può essere più chiara, più confusa, incomprensibile, oppure assumere una sfumatura più emotiva o poetica
– ricompone la frase nell’ordine originale – toglie il cartellino del verbo e legge le parole restanti a voce alta
– l’insegnante gli fa notare che quando togliamo il verbo da una frase l’azione svanisce.
Psicogrammatica Montessori scatola grammaticale III esercizi e presentazioni – Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto – riguardiamo insieme ai bambini la carta dei simboli grammaticali per quanto riguarda l’articolo, l’aggettivo, il nome e il verbo
– mettiamo la scatola grammaticale e la scatola di riempimento sul piano di lavoro – invitiamo un bambino a scegliere una striscia delle frasi e a leggerla, ad esempio APRI IL LIBRO – CHIUDI IL LIBRO – il bambino esegue o mima le azioni – invitiamo il bambino a mettere la striscia delle frasi sul piano di lavoro ed a comporre la prima coi cartellini delle parole, selezionandoli tra quelli presenti nei vari scompartimenti della scatola grammaticale. In questo modo il bambino si esercita a riconoscere le parole in base all’analisi grammaticale. Ad esempio APRI è un verbo, IL è un articolo e LIBRO è un nome
– i bambini possono consultare la carta dei simboli grammaticali per ricordare i simboli da usare per articoli, nomi, aggettivi e verbi – invitiamo il bambino a mettere i simboli grammaticali corretti su ogni cartellino delle parole della prima frase – il bambino ripete la procedura con la seconda frase CHIUDI IL LIBRO
– i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali sopra ogni parola, a mano libera o utilizzando gli stencil. Il bambino userà la lettera maiuscola per la prima parola della frase e alla fine metterà il punto fermo
– nei giorni seguenti i bambini eseguiranno l’attività autonomamente.
Scopo: – comprendere la funzione del verbo.
Età: dai 6 agli 8 anni.
Psicogrammatica Montessori scatola grammaticale III esercizi e presentazioni
Psicogrammatica Montessori: la famiglia del verbo. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria, col materiale pronto per il download e la stampa in formato pdf.
– grafico della relazione tra verbo e famiglia del nome – primo grafico della famiglia del verbo – secondo grafico della famiglia del verbo.
Presentazione
– mostriamo ai bambini le piramidi della famiglia del nome e chiediamo: “Vi ricordate la famiglia del nome?”. Ricapitoliamo quello che sappiamo e posizioniamo le piramidi nell’ordine corretto, quindi aggiungiamo i simboli grammaticali corrispondenti
– mostriamo il grafico della relazione tra famiglia del nome e verbo e diciamo: “Vi ricordate questo grafico?”. Ricapitoliamo insieme la lezione precedente ripetendo che il verbo, come il sole, illumina e dà energia alla famiglia del nome e aggiungiamo al grafico la sfera rossa e il cerchio rosso:
– teniamo sul piano di lavoro soltanto le tre piramidi della famiglia del nome e la sfera rossa del verbo
– diciamo: “Il nome ha la sua famiglia, composta da articolo, aggettivo e nome. Ma anche il verbo ha la sua famiglia, composta dal verbo, dall’avverbio e dal pronome. Mettiamo il pronome a sinistra del verbo, vicino alla famiglia del nome, poi il verbo e infine l’avverbio
– diciamo: “Il pronome fa parte della famiglia del verbo perché deve stare sempre vicino a un verbo. Allo stesso tempo il pronome è anche molto vicino alla famiglia del nome, perchè può prendere il posto di un nome. Mettiamo il pronome qui, tra le due famiglie, perchè può essere portato in una famiglia o nell’altra – aggiungiamo i simboli grammaticali accanto alle forme
– mostriamo il primo grafico della famiglia del verbo:
– diciamo: “Il verbo è l’energia, come per noi il sole. L’avverbio è come un pianeta che gira attorno al sole, ed ha una relazione di stretta dipendenza col verbo. Il pronome, come un razzo spaziale, può partire dalla terra e viaggiare nello spazio. Il pronome fa parte della famiglia del nome, ma ha un forte legame anche con la famiglia del verbo”
– “Il sole con i suoi raggi rappresenta il verbo. L’avverbio ruota attorno al sole e coi sui raggi è legato al verbo come un ingranaggio. Il razzo spaziale non ha raggi, e fa parte della famiglia del verbo ma è grande amico anche della famiglia del nome – mostriamo il secondo grafico della famiglia del verbo, che mostra i simboli grammaticali nella forma che useremo per i nostri esercizi di grammatica:
Psicogrammatica Montessori la famiglia del nome e il verbo. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria, col materiale pronto per il download e la stampa in formato pdf.
– penne nere e rosse – strisce di carta – grafico della famiglia del nome versione 1 o versione 2 – cartellini dei comandi formati da un solo verbo piegati a metà e messi una scatolina o un cestino (salta, saluta, sbadiglia, leggi, cancella, cucina) – grafico della relazione tra verbo e famiglia del nome:
Presentazione
– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto – ricapitoliamo insieme quello che sappiamo del nome, dell’aggettivo e dell’articolo con le piramidi – ricordiamo la carta illustrata illustrata della famiglia del nome dicendo: “Ricordate che abbiamo parlato della famiglia del nome?”. Mostriamo la carta della famiglia del nome – mostriamo il primo oggetto, ad esempio il TORO – scriviamo su una striscia di carta IL TORO NERO e posizioniamola sotto al toro
– chiediamo: “Che tipo di parola è IL?” E ‘un articolo. “Qual è la funzione dell’articolo?” L’articolo indica il nome. “Che tipo di parola è NERO?” Un aggettivo. “Qual è la sua funzione?” L’aggettivo fornisce informazioni sul sostantivo. “Che tipo di parola è TORO?” Un nome. “Qual è la sua funzione?” Il nome serve a nominare un oggetto. – aggiungiamo i simboli sopra ogni parola
– introduciamo un altro elemento, il bambino. Scriviamo su una striscia IL BAMBINO SIMPATICO. Favoriamo la discussione e aggiungiamo alle parole i simboli grammaticali corrispondenti
– prendiamo il cestino dei comandi e distribuiamoli a sei bambini. Diciamo ai bambini di leggerli senza farli vedere ai compagni. A turno ogni bambino mima il suo comando, mentre gli altri devono indovinare. Assicurarsi che tutti i bambini partecipino attivamente al gioco
– chiediamo ai bambini: “Potete toccare il toro?”. I bambini rispondono di sì. “Potete toccare il bambino?”. I bambini rispondono di sì. – chiediamo: “Potete toccare salta? Saluta? Sbadiglia? Leggi?”. I bambini rispondono di no. – diciamo: “Si possono toccare i nomi ma non i verbi. Abbiamo eseguito le azioni, e ora se ne sono andata. Un verbo è una parola che indica un’azione “ – “Aggiungiamo un verbo alle parole IL TORO NERO. Cosa può fare un toro?” I bambini suggeriscono un verbo, ad esempio CORRE, e noi lo aggiungiamo alla frase:IL TORO NERO CORRE. Facciamo notare che con l’aggiunta del verbo abbiamo una frase completa, quindi modifichiamo l’ortografica con la maiuscola iniziale e il punto fermo finale
– ripetiamo la procedura con l’altra frase
– riprendiamo la carta della famiglia del nome e facciamo notare l’ordine dei simboli riproducendoli con i simboli grammaticali – mostriamo ai bambini il grafico del sole in relazione alla famiglia del nome
– diciamo ai bambini: “Il verbo splende sulla famiglia del nome come il sole splende su di noi, ed è il verbo che dà energia alla famiglia del nome. È il verbo che produce l’azione, l’energia, il movimento – mostriamo la sfera rossa per dare un’idea della costante attività del verbo che rappresenta il sole dà la vita, la luce e il calore” – ripetiamo: “Questa sfera rossa è il nostro simbolo per il verbo perché rappresenta il sole. Questa palla è rotonda e luminosa come il sole (facciamo rotolare la sfera rossa intorno alla famiglia del nome). Il sole dà energia a tutti gli esseri viventi su questa terra. Senza il sole nulla può crescere, nulla può vivere, nulla può muoversi. Proprio come il sole, il verbo dà energia al nome. Senza il verbo, il nome non avrebbe alcun movimento. Il verbo è la fonte di energia che porta la vita alla famiglia del nome”
– aggiungiamo: “Proprio come il triangolo nero è il simbolo del nome perchè è una faccia della piramide, così il cerchio rosso che ricorda la sfera rossa è il simbolo del verbo” – mettiamo il simbolo del verbo sulla parola CORRE:
Presentazione 2 La famiglia del nome e il verbo
Materiali
– piramidi della famiglia del nome e sfera rossa del verbo
– simboli grammaticali
– grafico della relazione tra verbo e famiglia del nome.
Presentazione
– mostriamo ai bambini le piramidi e diciamo: “I nomi che usiamo per persone, cose, animali, luoghi sono stabili, sono antichissimi e sono arrivati fino a noi. I nomi sono come montagne. La famiglia del nome è formata dall’articolo, che ci dice che un nome sta arrivando, dal nome, e dall’aggettivo che ci dice qualcosa di più sul nome. Ecco le nostre montagne. – mostriamo la sfera e diciamo: “Altre parole sono azioni e danno energia, proprio come il nostro sole” – mostriamo i simboli grammaticali e diciamo: “quando ci esercitiamo con la grammatica, per ricordare le piramidi usiamo questi triangoli, e per ricordare la sfera usiamo questo cerchio
– mostriamo il grafico della relazione tra verbo e famiglia del nome e diciamo: “In questa immagine vediamo proprio il sole che illumina e scalda le montagne. Il verbo irradia sulla famiglia del nome. E’ proprio grazie alla presenza di un verbo che abbiamo una frase. Senza verbo le parole non formano una frase”.
Psicogrammatica Montessori la famiglia del nome e il verbo
Comandi sui verbi: lezioni accompagnate da esperimenti per bambini della scuola primaria, col materiale pronto per il download e la stampa in formato pdf.
Abbiamo visto che per aiutare i bambini a comprendere la funzione del verbo facciamo loro eseguire delle azioni, sia con le frasi della scatola grammaticale III, sia con le buste dei comandi.
Possiamo anche fare in modo che eseguendo determinate azioni, i bambini apprendano concetti scientifici: invece di eseguire semplici movimenti, l’insegnante eseguirà davanti ai bambini degli esperimenti, che poi i bambini potranno ripetere in autonomia nei giorni successivi, seguendo le indicazioni scritte in comandi specifici
Trovi il materiale pronto per il download e la stampa in fondo all’articolo.
Presentazione 1
Materiali
– comandi degli esperimenti per i verbi – vassoi preparati coi materiali previsti dai comandi
Presentazione
– invitiamo un gruppo di bambini al tavolo – prendiamo il primo comando ed invitiamo un bambino a leggere il comando – eseguiamo l’esperimento davanti al bambini – posizioniamo sotto al comando i cartellini dei verbi corrispondenti – invitiamo i bambini a registrare l’attività sui propri quaderni di grammatica disegnando sulle parole i simboli grammaticali
Scopo diretto
comprendere la funzione del verbo
Scopo indiretto
– sviluppo del vocabolario – comprensione dei testi scritti – capacità di seguire la sequenza di azioni indicate – comprensione di concetti scientifici
Punti di interesse
eseguire gli esperimenti
Controllo dell’errore
i verbi sono scritti su cartellini
Presentazione 2
Materiali
– comandi per gli esperimenti – vassoio col materiale indicato sul comando
Presentazione
– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto – prendiamo la prima carta dei comandi con i relativi cartellini dei verbi – prendiamo il vassoio col materiale richiesto per l’esperimento – leggiamo il comando e seguiamo le istruzioni, ad esempio:
Metti un cucchiaino di zucchero nell’acqua e mescola finché lo zucchero si è sciolto del tutto. L’acqua deve restare limpida e lo zucchero deve sparire. Ora metti molto zucchero in poca acqua e mescola col cucchiaino; se dopo aver mescolato vedi dello zucchero sul fondo del bicchiere vuol dire che l’acqua è saturata. Infine metti in un bicchiere d’acqua dell’amido e mescola forte col cucchiaino: l’acqua resta bianca perchè l’amido non si scioglie, ma resta sospeso.
– il bambino esegue le tre azioni e posiziona accanto ad ognuno dei tre bicchieri il cartellino del verbo più appropriato – chiediamo ai bambini di discutere le loro osservazioni – ripetiamo indicando ognuno dei bicchieri: “Qui lo zucchero è sciolto. Qui l’acqua è satura. Qui l’amido è in sospensione” – i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali sopra le parole – i bambini descrivono l’esperimento e registrano i risultati sui loro quaderni – i bambini eseguiranno in seguito questa attività in modo autonomo.
Scopo diretto
comprendere la funzione del verbo.
Età
dai 7 anni
Comandi sui verbi: lezioni accompagnate da esperimenti Materiali
Comandi sui verbi: lezioni accompagnate da esperimenti Per l’insegnante
In natura la materia si trova molto raramente allo stato puro, anzi le sostanze sono quasi sempre miscelate tra loro. Le miscele sono formate da sostanze diverse mescolate tra loro (ad esempio l’aria, il sangue, l’acqua del mare, le leghe di metalli, un profumo).
I componenti di una miscela possono essere solidi, liquidi o gassosi. Una miscela può essere: – omogenea: se i suoi diversi componenti non possono essere identificati – eterogenea: se i suoi diversi componenti possono essere facilmente identificati (a occhio nudo o col microscopio).
Le miscele eterogenee possono essere: – dispersioni (diametro delle particelle maggiore di 1 micrometro) – colloidi (diametro delle particelle minore di 1 micrometro). Un micrometro è un millesimo di millimetro.
Per separare i componenti di una miscela in laboratorio si possono usare varie tecniche: – filtrazione – decantazione o sedimentazione – centrifugazione – distillazione – cromatografia – estrazione con solvente – setacciatura.
Filtrazione: separazione per mezzo di filtri. Si usa per separare: – liquidi da solidi – solidi da liquidi – solidi da gas.
Decantazione: separazione dei componenti per forza di gravità. Si usa per separare: – solidi da liquidi – solidi da gas – due liquidi immiscibili.
Comandi sui verbi: lezioni accompagnate da esperimenti
Gioco della fattoria Montessori: la mia versione stampabile completa di tutti gli elementi (attrezzi, personaggi, animali, elementi architettonici,…) e dei cartellini per gli esercizi coi simboli grammaticali.
Gioco della fattoria Montessori
La fattoria Montessori tradizionale è un materiale piuttosto costoso, ma così versatile ed utile che non bisogna farsi scoraggiare. Naturalmente la versione originale è davvero molto bella, ma ci si può ingegnare in tantissimi modi per allestire una bellissima fattoria. In rete molte mamme blogger si sono cimentate nell’impresa (consiglio la ricerca nel web per “Montessori grammar farm”).
Set di animali della fattoria di plastica o legno si trovano facilmente, a varie fasce di prezzo. Per gli elementi architettonici si trovano delle bellissime soluzioni in cartone, molto economiche, ad esempio:
Non proprio economici, ma si possono collezionare un po’ alla volta, ci sono gli elementi della serie “Vita nella fattoria” Schleich, con vari accessori.
La difficoltà, preparando la fattoria in proprio, è quella di dover preparare il materiale di accompagnamento (cartellini dei nomi e delle altre parti del discorso e frasi per l’analisi logica e grammaticale) in base agli elementi presenti nella nostra fattoria.
Per questo ho preparato una fattoria stampabile, da colorare e allestire praticamente a costo zero, con il materiale di accompagnamento pronto.
Basta stampare gli elementi:
Ritagliare lasciando un margine e una base diritta:
Colorare e poi scegliere se incollarli su mattoncini da costruzione di legno o plastica, oppure aggiungere una linguetta in cartone o cartoncino:
Gioco della fattoria Montessori
Il lavoro con la fattoria si abbina all’uso dei simboli grammaticali, per questo la prima serie di cartellini segue i colori dei simboli grammaticali, e non quelli delle scatole grammaticali:
Col metodo Montessori abbiamo a disposizione una vastissima gamma di attività diverse per presentare ai bambini le parti discorso. Alcuni possono essere sorprendenti, e la fattoria è uno di questi.
La fattoria può essere usata nella Casa dei Bambini per il lavoro sull’arricchimento del linguaggio orale, sulla scrittura e la lettura; è utilissima per presentare le parti del discorso sia nella fascia d’età 3-6, sia in quella 6-9 anni; consente di esercitare l’analisi logica e grammaticale.
Userò la fattoria nei prossimi articoli per fare esempi di presentazioni delle parti del discorso, aggiungendo frasi e cartellini per l’analisi logica e grammaticale.
Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE III – presentazione del materiale, e i cartellini di riempimento pronti per il download e la stampa. Con questa scatola i bambini approfondiscono lo studio del verbo in relazione al nome, all’articolo e all’aggettivo.
Il materiale per l’analisi delle parole è costituito da varie serie di cartellini della frase di colore rosso e da varie serie di cartellini delle parole di diverso colore: – rosso per i verbi – marrone chiaro per gli articoli – nero per i nomi – marrone scuro per gli aggettivi che si scelgono a seconda dell’esercizio che si vuole proporre e si collocano nella scatola grammaticale III.
Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE III
Maria Montessori racconta che questo materiale è nato durante l’esperienza nella Scuola Ortofrenica. Con i bambini dell’Istituto si era concentrata principalmente sui nomi e sui verbi: il nome era l’oggetto e il verbo l’azione. Queste due parti del discorso venivano distinte con grande chiarezza, come si distingue la materia dalla forza, o la chimica dalla fisica. Per comprendere il nome in tutti i suoi aspetti di facevano esercizi con gli oggetti. Per comprendere il verbo si facevano eseguire ai bambini delle azioni.
Poiché i bambini devono essere guidati nell’esecuzione delle azioni, perchè non sempre sono in grado di interpretare una parola con un’azione che corrisponda ad essa con precisione, l’insegnante dovrà dare delle lezioni individuali per insegnare loro ad interpretare il verbo.
Presentiamo una scatola con quattro caselle per l’articolo, il nome, l’aggettivo e il verbo, contrassegnate da etichette marrone chiaro, nero, marrone scuro e rosso. Nella casella posteriore stanno per ogni esercizio sei cartellini della frase.
Ad ogni parola scritta nei cartellini della frase corrisponde un cartellino della parola: e ad ogni parola scritta, corrisponde un cartellino nel casellario, ad eccezione delle parole ripetute all’interno di ogni cartellino della frase. Se, ad esempio, nel cartellino della frase di trova scritto: lancia una piccola gomma /getta una piccola gomma; i cartellini saranno lancia, una, piccola, gomma, scaraventa.
Infatti il bambino comporrà la prima frase sul tavolino, eseguirà l’azione, cambierà solo un cartellino (getta invece di lancia) ed eseguirà la seconda azione.
In questo modo vedrà che, avendo sostituito il verbo, le due frasi indicano azioni diverse.
Le varie serie di cartellini ognuna in una scatolina rossa, e il gruppi di frasi relativi ad ogni serie sono separati con degli elastici:
Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE III
Nelle serie originali preparate da Maria Montessori i verbi erano contrastanti o sinonimi.
Questi sono i cartellini pronti, rivisitati sostituendo i vocaboli caduti in disuso e tenendo conto di chi non ha la fortuna di disporre del materiale sensoriale in uso nella Casa dei bambini:
Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE III
MATERIALI PREVISTI PER LA SCATOLA GRAMMATICALE III (con la codifica che ho utilizzato io per la preparazione dei cartellini)
– scatola grammaticale III (qui il tutorial per costruirla: Costruire le scatole grammaticali) – 5 scatoline di riempimento di colore rosso contrassegnate IIIA, IIIB, IIIC, IIID, IIIE. – una scatolina aperta rossa per il libretto degli elenchi e per il libretto delle regole
Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE III
Contenuto delle scatole di riempimento
– scatola IIIA: scheda della definizione e cartellini (i 5 gruppi di cartellini stanno nella scatola IIIA separati tra loro per mezzo di elastici)
cartellini IIIA-1: (cartellini verbi, articoli, nomi + 6 cartellini frase)
– scatola IIIE: scheda della definizione e cartellini ( i 4 gruppi di cartellini stanno nella scatola IIIE separati tra loro per mezzo di elastici)
cartellini IIE-1: frasi semplici con oggetto diretto e aggettivi (cartellini verbi, articoli, nomi, aggettivi + 6 cartellini frase)
cartellini IIIE-2: frasi semplici con oggetto diretto e aggettivi (cartellini verbi, articoli, nomi, aggettivi + 6 cartellini frase)
cartellini IIIE-3: frasi semplici con oggetto diretto e aggettivi (cartellini verbi, articoli, nomi, aggettivi + 6 cartellini frase)
cartellini IIIE-4: frasi semplici con oggetto diretto e aggettivi (cartellini verbi, articoli, nomi, aggettivi + 6 cartellini frase)
– scatolina aperta rossa:
libretto degli elenchi per il verbo (facoltativo)
libretto delle regole grammaticali per il verbo.
Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE III
Questo è il materiale pronto:
Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE III
Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE III
Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE III PDF QUI: LIBRO DELLE REGOLE GRAMMATICALI PER L’USO DEL VERBO
___________________
Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE III ISTRUZIONI per confezionare i libretti (nell’esempio un libretto delle nomenclature)
La mia stampante è in bianco e nero, ma consiglio di stampare a colori. Per il libretto ritagliate le pagine seguendo i tratteggi:
piegate ogni striscia così, per ottenere pagine stampate fronte/retro:
rilegate. Io ho usato la foratrice per spirali:
Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE III
MATERIALI PER LA SCATOLA GRAMMATICALE II
Si tratta di un materiale rivisitato e attualizzato ai mutamenti che la lingua ha subito e ai vocaboli che più appartengono alla realtà dei bambino oggi. L’organizzazione originale del materiale non cambia, ho aggiunto però dei set che isolano ulteriori aspetti delle regole grammaticali. Ciascuna parte del discorso ha un suo codice colore, che è diverso da quello dei simboli grammaticali (ad eccezione del nome e del verbo).
I simboli grammaticali possono entrare a far parte degli esercizi con le scatole grammaticali: i bambini possono porre i simboli mobili sulle parole scritte nei cartellini della frase, o anche possono copiare le frasi e disegnare i simboli (anche utilizzando gli stencil).
Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE III
USO DEL MATERIALE
Avere a disposizione le scatole grammaticali di legno è sicuramente la situazione ideale, ma considerando il costo, non è la situazione alla portata di tutti. Si possono preparare delle bellissimealternative in cartoneo anche sostituire alle scatole delle “tovagliette stampate“. Si può anche decidere di non utilizzare nulla, e di mettere semplicemente i cartellini sul tavolo, divisi in base al loro codice colore e ponendo sopra di essi dei cartellini-titolo (per la prima scatola ‘ARTICOLO’ e ‘NOME’). Lo stesso discorso vale per le scatole di riempimento e per le scatole dei comandi, che possono essere acquistate in legno, o possono essere facilmente realizzate in cartoncino. Si può anche optare per qualsiasi altra soluzione alternativa: buste di carta colorata, sacchetti di plastica trasparente, cestini, ecc.
Le scatole grammaticali servono all’esercizio del bambino, dopo le presentazioni e le lezioni chiave relative alle parti del discorso che vogliamo esercitare.
Simboli grammaticali Montessori: materiale stampabile. Il materiale comprende: stencil dei simboli grammaticali, carte delle nomenclature per i simboli grammaticali, simboli grammaticali stampabili(grandi e piccoli), tabella delle parti del discorso, libro delle parti del discorso e cartellini dei titoli per le parti del discorso.
Per lavorare con i bambini alla psicogrammatica abbiamo bisogno di disporre di alcuni materiali, che possono essere realizzati facilmente anche a casa.
Per i simboli grammaticali abbiamo due livelli:
primo livello: comprende le nove parti del discorso
secondo livello: in aggiunta alle nove parti del discorso, comprende i “simboli avanzati” che precisano il nome (nome comune, proprio, astratto, collettivo) e il verbo (transitivo, intransitivo, copulativo, infinito, gerundio, participio, ausiliare).
Questa è parte del materiale di primo livello che ho preparato:
Simboli grammaticali Montessori e definizioni: materiale stampabile per il PRIMO LIVELLO
Cartellini dei titoli delle parti del discorso con simboli grammaticali:
Sono utili per etichettare le scatole dei materiali e per le presentazioni. Se vuoi utilizzare quelli che ho preparato, li trovi qui:
Simboli grammaticali Montessori e definizioni: materiale stampabile per il PRIMO LIVELLO
Stencil delle parti del discorso in due misure:
da stampare e plastificare. Possono essere realizzati facilmente anche in cartoncino, anche in altre misure. Se vuoi utilizzare quelli che ho preparato io, li puoi scaricare gratuitamente qui:
Simboli grammaticali Montessori e definizioni: materiale stampabile per il PRIMO LIVELLO
Carte delle nomenclature per le nove parti del discorso:
utili per le presentazioni e per l’esercizio individuale. Se vuoi utilizzare quelle che ho preparato io, le puoi scaricare qui, insieme al libretto:
Simboli grammaticali Montessori e definizioni: materiale stampabile per il PRIMO LIVELLO
Simboli grammaticali grandi, utili per le presentazioni e per l’esercizio individuale.
Simboli grammaticali piccoli:
Per conservarli io ho preparato delle scatoline origami molto semplici e veloci: la scatola con una pagina dell’elenco telefonico, e il coperchio in carta colorata. Basta utilizzare per la scatola un foglio di circa 0,5 cm più piccolo rispetto al foglio che usiamo per il coperchio, e l’incastro è perfetto. Il tutorial fotografico per le scatoline lo avevo già pubblicato qui: scatola origami con coperchio tutorial
I simboli grammaticali ritagliati sono utilissimi nelle presentazioni, per etichettare il materiale, e naturalmente per gli esercizi di analisi dei bambini. Sono facilmente realizzabili, anche in cartoncino colorato.
Simboli grammaticali Montessori e definizioni: materiale stampabile per il PRIMO LIVELLO
Tavola delle parti del discorso: da tenere a disposizione dei bambini o da appendere al muro, in prossimità dello scaffale per i materiali della psicogrammatica:
Se volete utilizzare quella che ho preparato io, la trovate qui stampabile gratuitamente qui:
Simboli grammaticali Montessori e definizioni: materiale stampabile per il PRIMO LIVELLO
Libretto delle parti del discorso: utile da consultare mentre si lavora con le carte delle nomenclature, e durante i lavori di analisi, anche per approfondimenti e per stimolare la ricerca.
Le scatole grammaticali Montessori: nella scuola primaria, dopo la presentazione delle funzioni delle parti del discorso, i bambini iniziano a lavorare con le scatole grammaticali, che Maria Montessori ha pensato come naturale continuazione delle esperienze che i bambini hanno vissuto nella Casa dei bambini, e che vanno incontro alle esigenze peculiari del periodo sensibile per le parole.
Un esercizio di lettura molto praticato nella Casa dei Bambini è quello di porre il cartellino di un nome sul tappeto ed abbinarlo all’oggetto corrispondente. Questo esercizio serve all’apprendimento della lettura, ma allo stesso tempo porta i bambini ad imparare con facilità i nomi degli oggetti. Per questo Maria Montessori ha pensato che, applicando lo stesso principio, i bambini possono imparare non soltanto i nomi, ma tutte le parti del discorso. Infatti, quando il bambino mette un cartellino accanto ad un oggetto, egli distingue il nome dalle altre parti del discorso: il nome si va a definire in modo intuitivo, e questo rappresenta un passo reale nel mondo dell’analisi grammaticale. Con questi esercizi di lettura il bambino è già entrato, insomma, nella classificazione delle parole: non ci resta che proseguire questo lavoro con le parti del discorso diverse dal nome.
Sappiamo che l’analisi dei suoni che porta, col metodo Montessori, alla scrittura spontanea, non è adatta a tutte le età: si appassionano ai suoni solo i bambini di circa 4 anni e mezzo. Anche lo studio analitico delle parti del discorso, la capacità di soffermarsi con intenso interesse sulle parole, non è di tutte le età: solo i bambini da cinque a sette – otto anni sono fortemente appassionati alle parole. Magari non possono ancora interpretare chiaramente un discorso, ma comprendono ed amano le parole. Diciamo che il bambino si trova nell’età dell’interesse alle parole, e la grammatica incontra dunque la sua fase di sviluppo.
Il lavoro che i bambini fanno con la grammatica porta il linguaggio ad una maturazione che non è possibile raggiungere in altri modi: i bambini hanno imparato a parlare e da allora utilizzano il linguaggio in modo intuitivo, ora imparano a focalizzare la loro attenzione, in modo cosciente, sulle parole che lo compongono.
Questa grammatica proposta ai bambini a partire dai cinque anni non si basa certo sull’uso di libri di testo, ma si propone ai bambini permettendo loro di proseguire il lavoro che già hanno iniziato con i nomi, utilizzando cartellini di parole. I nomi che il bambino poneva accanto agli oggetti per imparare a leggere erano scritti su cartellini: allo stesso modo le parole, appartenenti a tutte le altre parti del discorso, sono scritte su cartellini.
Le scatole grammaticali Montessori
Secondo le indicazioni date da Maria Montessori, i cartellini sono cartoncini rettangolari che misurano tutti 5 cm per 3,5 cm, di colori diversi:
nero per il nome
marrone chiaro per l’articolo
marroneper l’aggettivo
rosso per il verbo
rosa per l’avverbio
violetto per la preposizione
verdeper il pronome
giallo per la congiunzione
celeste per l’interiezione.
Osserviamo già da questa prima descrizione del materiale, che i colori non corrispondono esattamente a quelli dei simboli grammaticali, che sono invece:
nero per il nome (piramide/triangolo equilatero grandi)
celeste per l’articolo (piramide/triangolo equilatero piccoli)
violetto per il pronome (piramide/triangolo isoscele)
verdeper la preposizione (mezzaluna)
rosa per la congiunzione (parallelepipedo/rettangolo)
giallo oro per l’interiezione (serratura).
Troverai un’interpretazione di questa piccola “stranezza” più avanti in questo articolo.
I cartellini per le nove parti del discorso vengono posti in otto scatole appositamente preparate:
Secondo le indicazioni di Maria Montessori ogni scomparto ha una parete più alta dove si può introdurre il nome della relativa parte del discorso, nel colore che lo contraddistingue.
Le scatole grammaticali Montessori – scatola I
Come si può vedere da questa visione d’insieme, la SCATOLA I è divisa in tre scomparti: uno scomparto grande per il sintagma, e due comparti per i cartellini del nome e dell’articolo. Questa è la scatola originale come pubblicata nel manuale americano ed italiano:
Le scatole grammaticali Montessori – scatola II
la SCATOLA II è divisa in 4 scomparti, di cui uno scomparto grande per il sintagma, e tre comparti per i cartellini del nome, dell’articolo e dell’aggettivo:
Le scatole grammaticali Montessori – scatola II
la SCATOLA III è divisa in 5 scomparti, di cui uno scomparto grande per la frase e 4 comparti per i cartellini di nome, articolo, aggettivo, verbo:
Le scatole grammaticali Montessori – scatola IV
la SCATOLA IV è divisa in 6 scomparti, di cui uno scomparto grande per la frase e 5 comparti per i cartellini di nome, articolo, aggettivo, verbo, preposizione:
Le scatole grammaticali Montessori – scatola V
la SCATOLA V è divisa in 7 scomparti, di cui uno scomparto grande per la frase e 6 comparti per i cartellini di nome, articolo, aggettivo, verbo, preposizione, avverbio:
Le scatole grammaticali Montessori – scatola VI
la SCATOLA VI è divisa in 8 scomparti, di cui uno scomparto grande per la frase e 7 comparti per i cartellini di nome, articolo, aggettivo, verbo, preposizione, avverbio, pronome:
Le scatole grammaticali Montessori – scatola VII
la SCATOLA VII è divisa in 9 scomparti, di cui uno scomparto grande per la frase e 8 comparti per i cartellini di nome, articolo, aggettivo, verbo, preposizione, avverbio, pronome, congiunzione:
Le scatole grammaticali Montessori – scatola VIII
la SCATOLA VIII è divisa in 10 scomparti di cui uno scomparto grande per la frase e 9 comparti per i cartellini di tutte le parti del discorso, cioè nome, articolo, aggettivo, verbo, preposizione, avverbio, pronome, congiunzione, interiezione:
(Le immagini del materiale originale provengono da L’autoeducazione nelle scuole elementari – Maria Montessori – 1910; Montessori elementary materials, the advanced Montessori method – 1917)
Le scatole grammaticali Montessori
In generale possiamo dire che i materiali usati nello studio della grammatica nella scuola primaria somigliano ai materiali sensoriali usati nella Casa dei bambini: danno all’intelligenza l’opportunità di ordinare, classificare e organizzare elementi che già fanno parte della vita del bambino. Al termine di questo lavoro su ognuna delle nove parti del discorso, il bambino può classificare milioni di parole all’interno di nove categorie.
Come si usano le scatole? Innanzitutto l’insegnante dispone, per ogni scatola, di set di cartellini pronti con i quali riempire via via ogni scatola, in modi diversi. Come precisa Maria Montessori, nell’usare il suo metodo per lo studio della grammatica, l’insegnante ha a disposizione un materiale pronto per essere scelto ed usato, che facilita e garantisce il successo del suo lavoro.
Per quanto riguarda la costruzione delle scatole, io le ho con facilità realizzate in cartone, utilizzando come modelli gli esempi che trovate pubblicati in questo articolo. Il miglior tutorial (in Inglese ma semplice da seguire) che ho trovato nel WEB per realizzarle in legno è questo:
In alternativa alla costruzione di scatole vere e proprie (in cartone o legno) è anche possibile preparare delle “tovagliette” magari plastificate, sulle quali sono riprodotte in forma di disegno le caselle delle scatole grammaticali. Queste sono le mie:
Le scatole grammaticali Montessori
I materiali non sono progettati per insegnare la grammatica, ma per esplorare il linguaggio attraverso azioni concrete, e servono a dare ai bambini delle chiavi che essi possono usare per conoscere la struttura della lingua. Inoltre permettono di isolare ogni parte del discorso dalle altre, rendendo più facile questa esplorazione, ed allo stesso modo isolano all’interno di ognuna delle parti del discorso, le difficoltà e le eccezioni.
Nello studio della grammatica, Maria Montessori non aveva l’obiettivo di insegnare ai bambini un elenco di regole, ma voleva che i bambini penetrassero la filosofia della loro lingua, che sentissero qual è il ruolo che il linguaggio svolge nella vita dell’uomo, e per questo si parla di psicogrammatica.
Nell’universo agisce la forza dell’energia da un lato, e la forza della materia dall’altro. Queste forze, nell’ambito della psicogrammatica, sono rappresentate dal nome e dal verbo. La forza della materia è il nome, probabilmente la parte più antica in ogni lingua: perchè le persone potessero comunicare tra loro, è stato necessario in primo luogo chiamare gli oggetti del mondo. Per questo il simbolo del nome è la piramide nera: è stabile, antichissima, pesante. La forza dell’energia è invece il verbo, rappresentato dalla sfera rossa. Le altre parti del discorso sono aspetti che si trovano in relazione, in un modo o nell’altro, con queste due parti principali.
Anche nell’uso delle scatole grammaticali si applica questo principio base: conoscere il sostantivo ed il verbo e le altre parti del discorso in relazione ad essi. Aiutiamo il bambino a riconoscere l’importanza ed il significato del nome e del verbo, e li aiutiamo a comprendere il rapporto che le altre parti del discorso hanno con essi.
Come abbiamo visto nell’articolo precedente, nella scuola primaria diamo ai bambini presentazioni per ognuna delle parti del discorso che ne evidenzino la funzione. In genere queste presentazioni non sono individuali, ma vengono proposte a piccoli gruppi di bambini.
Nelle scatole grammaticali ogni parte del discorso è caratterizzata da un colore: come abbiamo visto, questo colore non sempre corrisponde a quello del relativo simbolo grammaticale. E’ un’incongruenza voluta, infatti Maria Montessori voleva evitare che i bambini, nel loro lavoro di approfondimento, abbinassero i cartellini ai simboli affidandosi al colore invece che al ragionamento. Nelle scatole grammaticali i colori non hanno alcun significato, se non quello di distinguere una parte del discorso dalle altre. Gli unici due colori che restano uguali rispetto a quelli dei simboli grammaticali, sono quelli relativi alle due parti più importanti del discorso: il nome ed il verbo. Per questo le scatole grammaticali in commercio, possono attribuire alle parti del discorso anche colori diversi da quelli tradizionali (sempre ad eccezione di nome e verbo, che restano nero e rosso). Troverete anche set di scatole e cartellini che utilizzano i colori dei simboli grammaticali anche in questi materiali. Infatti alcuni insegnanti non temono il pericolo che il bambino cada in azioni meccaniche, e credono che i colori che il bambino ha interiorizzato nella Casa dei bambini in relazione alle nove parti del discorso possano essere una ricchezza da sfruttare anche nella scuola primaria.
Prima di acquistare le scatole, quindi, verificate di avere i materiali di riempimento che seguono lo stesso codice colore delle scatole.
Nelle scatole grammaticali l’interno di ogni scomparto è di un colore diverso: uno per ogni parte del discorso. Le scatole sono vuote, ad eccezione dei cartellini che indicano il nome della parte del discorso da dedicare ad ogni scomparto. Come potete vedere, ci sono in commercio anche scatole grammaticali colorate a seconda della parte del discorso che viene introdotta, ma la scelta è naturalmente libera.
Tutto il materiale che viene usato con le scatole grammaticali viene riposto all’interno di scatole che seguono il codice colore di ogni parte del discorso. Ogni scatola grammaticale ha un corredo di materiali simili:
– all’interno delle scatole di riempimento si ripongono i cartellini delle parole ed i cartellini della frase/sintagma. Ogni set di cartellini delle scatole di riempimento serve ad esplorare una caratteristica diversa di una particolare parte del discorso;
– all’interno di scatole aperte si ripongono cartellini dei comandi, grafici e tabelle, scatole per attività aggiuntive;
– è utile tenere insieme al materiali la scatola dei simboli grammaticali.
Le scatole grammaticali sono tenute vuote sulle mensole, accanto ai materiali relativi, e vengono riposte nell’ordine in cui vengono presentate.
Il materiale di riempimento è contrassegnato dal colore della parte del discorso che si introduce e dai numeri romani da I a VIII (di ogni scatola grammaticale), ed è numerato per set di riempimento, per cui le scatole di riempimento saranno in otto colori diversi, e saranno etichettate, ad esempio I3, IV2, ecc.
Possiamo copiare questi codici anche sul retro di ogni cartellino contenuto in ognuna delle scatole di riempimento, e se vogliamo aggiungere una lettera per ogni ogni cartellino grande (sintagma o frase), da riportare anche sui cartellini che servono a ricomporla (ad esempio VII3b, III4f, ecc.). Se ce n’è l’esigenza, l’insegnante può preparare del materiale aggiuntivo, e sarà semplice continuare a seguire questa codifica anche per esso.
Il primo set è quello che utilizziamo per la presentazione, gli altri sono quelli che i bambini utilizzeranno per i loro esercizi.
photo credit: MATERIALEMONTESSORI.IT
L’idea delle scatole di riempimento così organizzate è esteticamente piacevole, e il codice facilita l’indipendenza del bambino e permette di mantenere tutto il materiale sempre in ordine, ma non rappresenta per i bambini un programma da svolgere rigidamente, come se si trattasse di una sequenza cronologica da eseguire. Ci saranno bambini che utilizzeranno tutte le scatole di riempimento, altri solo alcune, altri anche nessuna, perchè per loro sarà sufficiente la presentazione fatta insieme per passare ad un’altra parte del discorso.
Come abbiamo visto, le funzioni delle varie parti del discorso vengono presentate già nella Casa dei bambini, ma senza che in queste presentazioni vengano date le definizioni ed i nomi: queste vengono date una volta giunti nella scuola primaria, e questo lavoro viene fatto appunto attraverso l’uso delle scatole grammaticali. E’ il metodo che vale per tutte le parti del discorso ad eccezione del nome, che non ha una scatola grammaticale totalmente dedicata (la scatola I è infatti quella dell’articolo).
Il nome di ogni parte del discorso aiuta il bambino della scuola primaria a classificare, ordinare e sistematizzare le esperienze fatte nella Casa dei bambini sulle diverse funzioni delle parole.
Il lavoro che i bambini fanno con le scatole grammaticali è di tipo manipolativo e non è un esercizio scritto. Questo è molto importante, perchè abbinare esercizi scritti a questo materiale è il modo migliore per uccidere il divertimento che i bambini traggono da esso.
Il materiale si usa invece così: il bambino trova nella scatola una serie di cartellini più grandi, che contengono alcuni sintagmi o frasi, e i cartellini delle parole, distribuiti nelle caselle appropriate. Prende un cartellino grande, lo legge, poi utilizza i cartellini delle parole per ricomporre la frase letta.
Insieme ad ognuna delle otto scatole grammaticali, oltre alle sue scatole di riempimento, ci sono le sue scatole dei cartellini dei comandi, di solito conservati in scatole aperte, dello stesso colore di quelle di riempimento.
I comandi servono ad ampliare il lavoro che i bambini svolgono su quella determinata parte del discorso, ed anche possono riguardare più parti del discorso insieme, e condurre quindi a lavori di classificazione. Molti comandi riguardano il far fare ai bambini qualcosa che normalmente non è loro permesso fare in classe: questi comandi sono molto divertenti. In molti casi è previsto che il bambino non agisca da solo, ma che cerchi l’aiuto e la collaborazione di altri bambini, anche di altre classi (più grandi o più piccoli). A volte i comandi richiedono che i bambini si rechino alla Casa dei Bambini per prendere dei materiali che non sono presenti in classe, ma che hanno usato quando erano più piccoli. Questo è intenzionale, serve a rafforzare i bambini nel percepire la loro crescita, a vedere il passato e il futuro, e fa bene a tutta la scuola, perchè favorisce la cooperazione tra gli insegnanti. Inoltre è un esercizio di buone maniere, perchè i bambini devono muoversi responsabilmente all’interno della scuola, ed usare i modi ed i tempi corretti nel chiedere aiuto agli altri e nel restituire il materiale.
Infine, per alcune scatole grammaticali, sono previste anche scatole per attività aggiuntive. Ad esempio, per il verbo c’è la scatola dei tempi verbali.
Alcune scatole grammaticali, poi, sono anche abbinate a proprie tabelle riassuntive o grafici, che vengono usati per ulteriori attività manipolative. Ad esempio, dopo che il bambino ha imparato a riconoscere i diversi tipi di nome, può cominciare a classificarli utilizzando questi grafici.
Ecco che possiamo farci un’idea del perchè non usiamo manuali di grammatica: con questo materiale i bambini si impegnano in un lavoro complesso fatto di lettura, apprendimento, capacità di interpretazione, classificazione, memorizzazione, analisi, cooperazione con i compagni, buone maniere, manualità e divertimento.
Ricapitolando: – introduciamo una parte del discorso con una presentazione della sua funzione in abbinamento al simbolo grammaticale – il bambino svolge una serie di attività connesse al racconto, simili a quelle che ha svolto nella Casa dei bambini – presentiamo una scatola grammaticale – il bambino lavora con la scatola grammaticale e il materiale di riempimento – il bambino lavora con i cartellini dei comandi e gli altri materiali relativi alla scatola grammaticale presentata – il bambino lavora all’analisi di frasi, sottolineando le parole o utilizzando i simboli grammaticali.
Al termine di questo grande impegno con il materiale, infatti, si deve arrivare all’astrazione, perchè non possiamo pensare che i bambini si portino le scatole grammaticali con sé tutta la vita per riconoscere le parti del discorso. Il passaggio dalla manipolazione all’astrazione avviene grazie ad una serie di attività di analisi:
sottolineare con i colori dei simboli grammaticali le parole, una ad una, all’interno di frasi scritte da loro. Questa attività costringe il bambino a porre attenzione al contesto in cui ogni parola è inserita, perchè nella nostra lingua (come in Inglese) le stesse parole possono svolgere funzioni diverse. Si tratta di un esercizio fondamentale per i bambini della scuola primaria. Può essere svolto anche aggiungendo in alto i simboli disegnati o di cartoncino.
Prendere una frase, e copiarla su di un foglio, scrivendo ogni parola una sotto l’altra, in colonna. Poi, per ogni parola, scrivere a lato tutto quello che si sa su di essa.
Consultare un manuale di grammatica. Maria Montessori, infatti, non voleva affatto gettare i libri fuori dalla finestra, voleva semplicemente che fossero adatti ai bambini, che per loro fossero comprensibili. Dopo il lavoro con le scatole grammaticali, avere in classe un paio di grammatiche da consultare stimola l’interesse per il linguaggio e aiuta i bambini ad esplorare nuovi aspetti della lingua. Questi testi diventano testi di ricerca, come gli altri che sono presenti in biblioteca per le altre materie di studio. Con questi testi i bambini potranno fare ricerche sulle diverse categorie di aggettivi, scoprire le definizioni date dai grammatici, confrontarle con quelle che conoscono, decidere su quali essere d’accordo.
Consultazione di un dizionario etimologico. Per i bambini è molto interessante scoprire quando una parola è arrivata nella nostra lingua, e da dove. Per presentare questa attività, prepariamo un elenco di quattro o cinque parole che hanno cambiato il loro significato nel corso del tempo. Ad esempio, la parola collaudo, che ora significa verifica sperimentale, fino al ‘700 significava complimento o lode (con laude); ministro (da minus, meno) in Latino significava servitore e ministrare significava servire la minestra in tavola, poi divenne aiutante del Re, e poi Ministro; casino, che ora significa confusione o caos, in Latino era un diminutivo della parola casa (che prese il posto della parola domus dopo le invasioni barbariche), nel ‘500 significava villino da caccia, nel ‘600 circolo privato.
Le scatole grammaticali Montessori
Consigli aggiuntivi per l’uso delle scatole grammaticali
L’unico consiglio è quello di iniziare prima possibile, in prima classe. I bambini che hanno fatto esperienze sulla funzione delle parole nella Casa dei bambini sono molto sensibili all’approfondimento di quanto fatto. Considerando che secondo Maria Montessori il periodo sensibile per le parole va dai cinque agli otto anni, il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di completare il lavoro con le scatole grammaticali entro gli otto anni, appunto. Questo lavoro può essere iniziato anche dai bambini che non leggono ancora benissimo, perchè li può aiutare molto a migliorare. Se il bambino proprio non sa leggere, o fatica molto a leggere una frase intera, può lavorare in coppia con un compagno che legge bene, oppure potete leggere le frasi per lui. Questo è molto importante soprattutto quando in classe ci sono bambini nuovi, che provengono da scuole diverse, perchè li farà sentire parte del gruppo anche se le loro capacità non sono pari a quelle dei nuovi compagni. In generale potrete notare da voi come la capacità di lettura decolli grazie all’uso delle scatole grammaticali.
Iniziare quanto prima con questo materiale offre una base per il lavoro di analisi, che può essere svolto sfruttando varie occasioni. Quando ad esempio un bambino scrive qualcosa, magari mentre svolge una ricerca, possiamo chiedergli di tanto in tanto di disegnare sulle parole che ha scritto il simbolo grammaticale relativo. Per questo non serve aspettare che li conosca tutti, può cominciare anche solo col triangolo nero del nome. Osservando questo lavoro, l’insegnante può capire il livello di comprensione raggiunto da ogni bambino, e capire dove e come intervenire, o come procedere nelle presentazioni.
Come abbiamo detto, non è consigliabile fare attività di scrittura abbinate direttamente alle scatole grammaticali, perchè questo potrebbe far perdere l’interesse del bambino verso il materiale. Le attività con le scatole grammaticali sono particolarmente adatte a piccoli gruppi (2 o tre bambini insieme), in quanto stimolano la capacità di collaborazione. La scrittura è un’attività individuale.
Detto questo, ricordiamo anche che nessuna attività deve essere svolta in esclusiva, ma che più attività di una stessa area devono svolgersi parallelamente. Così, nell’area del linguaggio, parallelamente al lavoro con le scatole grammaticali, i bambini lavoreranno anche alla storia della lingua, alla composizione scritta, al linguaggio orale, alla lettura, alla letteratura, alle attività di ricerca, all’analisi grammaticale (e poi anche logica e del periodo), ecc…
Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali: in questo articolo affrontiamo la presentazione delle funzioni delle parole in abbinamento ai simboli grammaticali. Nella prima parte ci sono esempi di esercizi per la Casa dei bambini, di seguito un esempio di presentazione per la scuola primaria.
Consideriamo le nove parti del discorso: – famiglia del nome: articolo, aggettivo, nome e pronome; – famiglia del verbo: avverbio, verbo; – particelle: preposizioni, congiunzioni, interiezioni .
Nella Casa dei bambini i simboli grammaticali servono a mostrare ai bambini che all’interno della lingua esistono dei modelli, che le parole hanno delle funzioni determinate, e che le parole cambiano, ma i modelli rimangono gli stessi. I simboli vengono utilizzati per rendere concreto ciò che è astratto, al fine di aiutare il bambino a scoprire la funzione delle parole e classificarle. Questa preparazione indiretta fornisce una base forte, a cui si aggiungono ulteriori scoperte, finché poi, nella scuola primaria, queste conoscenze sfociano nella psicogrammatica.
Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali
La famiglia del nome
Maria Montessori ha associato la famiglia del nome con le piramidi, che sono oggetti fissi, stabili, molto antichi e che rappresentano la materia. Per il nome si usa una grande piramide nera, per l’aggettivo una piramide media blu, per l’articolo una piccola piramide azzurra e per il pronome una piramide allungata viola. I simboli relativi sono un grande triangolo equilatero nero, un triangolo equilatero medio blu, un triangolo equilatero piccolo azzurro e un triangolo isoscele viola. La piramide nera ha una base larga, è solida. Ricorda la civiltà dell’antico Egitto, una civiltà antica che ha avuto un ruolo importantissimo nella storia della scrittura e dell’architettura. I nomi costruiscono le frasi. La piramide è nera perchè il nero è il colore del carbone, un combustibile, perchè i nomi sono il combustibile delle frasi. La piramide è pesante, per dare una forte impressione di solidità. L’aggettivo è indipendente, come un bambino della scuola primaria, mentre l’articolo dipende dal sostantivo, come un bambino piccolo dipende dalla madre.
Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali
La famiglia del verbo
La sfera rossa rappresenta il sole, che dà vita, luce e calore. I verbi danno energia alla frase e animano la famiglia del nome. L’avverbio è una sfera arancione più piccola. I simboli relativi sono un cerchio rosso grande e un cerchio arancione medio.
Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali
Le particelle La congiunzione è un piccolo parallelepipedo rosa, che unisce come un trattino due parole o due parti di una frase. Il simbolo relativo è un rettangolo rosa. La preposizione è un arco verde, che collega come un ponte due oggetti tra di loro. Il simbolo relativo è una mezzaluna verde. L’interiezione è una piramide dorata con una sfera posta sull’apice; somiglia ad una serratura, e ricorda la forma del punto esclamativo.
Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali
Simboli e carte dei simboli
Per le prime presentazioni utilizziamo i simboli solidi, immagini dall’universo.
I simboli solidi possono essere realizzati facilmente con la pasta di sale:
Sappiamo tutti quanto sia importante fare una prima buona impressione. Nella didattica Montessori ci sono presentazioni che hanno lo scopo di lasciare sui bambini un’impressione profonda e duratura, accendendo la loro immaginazione. Le storie per presentare le funzioni delle parole possono essere varie; l’importante è che siano brevi, semplici e memorabili. Un primo esempio di racconto per presentare la funzione delle parole è pubblicato qui: Fiaba per le parti del discorso
ed è particolarmente indicata coi bambini più piccoli, ma si può considerare tranquillamente di proporla anche nella scuola primaria, in alternativa a quella presentata nella seconda parte dell’articolo. Potete anche scegliere un racconto più complesso, che si deve svolgere nell’arco di più giorni: Il Paese di Grammatica.
Sia nella scuola d’infanzia, sia nella scuola primaria, l’atmosfera che si crea durante il racconto è importantissima, indipendentemente dal racconto che scegliamo: bisognerebbe parlare ai bambini come se si stesse svelando loro un grande segreto.
Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali
Presentazione dei simboli grammaticali
Con i nostri alfabeti creiamo centinaia di parole, ma non sono tutte uguali: ogni parola ha il suo compito. Ci sono nove tipi di compiti che le parole possono svolgere per noi. Questi compiti si chiamano funzioni. A seconda della loro funzione, tutte le parole possono essere divise in nove famiglie speciali: queste famiglie si chiamano “parti del discorso”. I nomi di queste parti del discorso sono: nome, articolo, aggettivo, verbo, avverbio, pronome, congiunzione, preposizione e interiezione. In classe abbiamo un colore speciale ed un simbolo per ognuna di queste famiglie. (Mostrare la scatola dei simboli grammaticali).
Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali
LA FUNZIONE DELLE PAROLE NELLA CASA DEI BAMBINI
Nella Casa dei bambini si possono svolgere molti esercizi che servono a comprendere la funzione delle parole. Ne faccio una panoramica che può essere utile anche nella scuola primaria, soprattutto se i bambini non hanno frequentato una scuola d’infanzia montessoriana. Verranno trattati dettagliatamente in articoli specifici. Si tratta di attività che portano il bambino ad avere un’esperienza sensoriale delle funzioni delle varie parti del discorso, e sono pensati per focalizzare l’attenzione del bambino su una parola alla volta. L’esperienza sensoriale è rafforzata dall’uso dei simboli colorati, che aiutano il bambino anche ad interiorizzare l’ordine delle parole nella frase. Non di tratta di lezioni di grammatica, ma di esperienze sulla funzione delle parole. Per questo non vengono fornite ai bambini definizioni. Facendo queste esperienza, il bambino apprende comunque i nomi delle varie parti del discorso. Ad esempio, quando lavora col gioco dei triangoli, impara la parola “aggettivo” ed il suo significato.
Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali
Normalmente le parti del discorso vengono presentate, nella scuola primaria, in questo ordine: nome, articolo, aggettivo, congiunzione, preposizione, verbo, e l’avverbio. Nella Casa dei bambini il bambino svolge un lavoro di preparazione allo studio della grammatica vero e proprio, che avverrà nella scuola primaria. Generalmente in prima classe (6 – 7 anni) si studiano approfonditamente: – nome – articolo – aggettivo – pronome – verbo e si prosegue in seconda classe (7 – 8 anni) con: – modi, tempi e forme verbali – preposizioni – avverbi – congiunzioni – interiezioni.
Facendo molti esercizi sulla funzione delle parole, già nella scuola d’infanzia il bambino vedrà crescere il proprio interesse per la lingua che parla, e si renderà conto che le parole hanno funzioni speciali e che possono essere classificate in base a queste loro funzioni. Il requisito per la presentazione di questi esercizi, è che il bambino sappia leggere la maggior parte delle parole con facilità. D’altra parte questi esercizi rappresenteranno per lui anche un buon esercizio di lettura.
Poiché il bambino si trova nel periodo sensibile del linguaggio, ogni nuova funzione delle parole che gli viene presentata rappresenta per lui un’interessante nuova scoperta. La maggior parte di questi esercizi non sono individuali, ma prevedono il lavoro in piccoli gruppi. Le attività, oltre ad essere interessanti, sono molto divertenti.
Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali
ESEMPI DI ESERCIZI SULLA FUNZIONE DELL’ARTICOLO NELLA CASA DEI BAMBINI
Durante la normale giornata a scuola, inseriamo vari giochi verbali che pongano l’attenzione dei bambini sugli articoli. Ad esempio diciamo loro “Mostrami UNA sedia”, “Indicami GLI spazzolini da denti. Indicami LO spazzolino da denti che usi tu”. Facciamo anche notare, ad esempio, che diciamo IL cavallo e non LO cavallo, e vari altri esempi simili, ogni volta che se ne presenta l’occasione.
Prepariamo una scatola degli oggetti, contenente numerosi oggetti. Alcuni di questi oggetti saranno in un unico esemplare, altri in più esemplari identici (singolare e plurale, determinativi e indeterminativi). La scelta degli oggetti deve essere accurata: cominceremo con oggetti che cominciano con le consonanti, poi, per introdurre l’uso degli articolo apostrofato, aggiungeremo anche oggetti che cominciano per vocale. Selezioniamo con altrettanta attenzione maschili e femminili. Per ogni scatola che prepariamo per il bambino, scriviamo anche i cartellini: – dei nomi degli oggetti – degli articoli da abbinare – cartellini di controllo (che contengono il giusto abbinamento articolo – nome).
Per presentare l’esercizio ai bambini, mettiamo sul tappeto la scatola degli oggetti e, a un lato del tappeto, formiamo una colonna dei nomi e una colonna degli articoli, in ordine casuale.
Togliamo il primo oggetto (o gruppo di oggetti identici) dalla scatola, e mettiamolo sul tappeto, quindi scegliamo il nome adatto e aggiungiamo davanti ad esso l’articolo.
A seconda degli obiettivi che vogliamo raggiungere con l’esercizio, facciamo gli esempi necessari per dare ai bambini le indicazioni necessarie (ad esempio su singolare e plurale, o su determinativo e indeterminativo).
Quando il bambino è pronto, può proseguire da solo. Al termine del lavoro aggiungerà allo schema i cartellini di controllo.
Il gioco può essere variato. Ad esempio possiamo scrivere dei piccoli comandi al momento, per far indovinare al bambino l’oggetto che vogliamo prendere dalla scatola, oppure possiamo commettere “errori” nell’abbinare articolo e nome, e il bambino dovrà correggerci.
Esercizi con carte illustrate e cartellini possono essere preparati nello stesso modo, sostituendo appunto alla scatola degli oggetti carte illustrate appositamente preparate per i bambini.
Esercizi di compilazione di elenchi. Incoraggiamo i bambini a compilare elenchi (articolo e nome) di oggetti presenti nella classe o nella Fattoria. La Fattoria è un materiale piuttosto costoso, che si presta a molte attività nell’area linguistica. Può essere sostituita da una casa di bambola; io faccio così, in effetti, aggiungendo molti animali di plastica e gruppi di oggetti:
Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali
Questa è una fattoria, completa di cartellini, che ho preparato in versione stampabile:
La fattoria (o la casa di bambole, lo zoo, il negozio, la strada) sono giochi che incoraggiano lo sviluppo del linguaggio verbale e contribuiscono, accompagnati da cartellini appositamente preparati, a comprendere la grammatica e la sintassi.
Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali
ESEMPI DI ESERCIZI SULLA FUNZIONE DELL’AGGETTIVO NELLA CASA DEI BAMBINI
Durante la normale giornata a scuola, inseriamo vari giochi verbali che pongano l’attenzione dei bambini sugli aggettivi. E’ un lavoro che si fa normalmente utilizzando il materiale sensoriale (spolette dei colori, tavolette tattili ecc…), e durante le attività di vita pratica. Poniamo durante la giornata domande del tipo: è pulita? Di cosa è fatta? Mi descrivi i tuoi vestiti? Possiamo poi fare dei giochi, tipo comandi, dicendo ai bambini: “Alzino le mani i bambini coi capelli biondi”, “si accuccino sotto il banco tutti i bambini che hanno scarpe scure”, ecc.
Prepariamo una scatola degli oggetti contenente molti oggetti che in qualche modo sono legati tra loro, con la possibilità di differenziarli con gli aggettivi qualificativi per dimensione, colore, ecc. Prepariamo una serie di cartellini di frasi che descrivono ciascun oggetto, ad esempio: la poltrona grande azzurra, il cane piccolo marrone, l’uomo alto anziano, ecc.
Prepariamo poi i cartellini delle parole che compongono ciascuna delle frasi che abbiamo preparato, divisi in nomi, articoli, aggettivi. I cartellini possono essere messi in buste o scatoline separate che recano il simbolo appropriato. Si possono anche usare dei casellari, come questi:
Ogni gruppo di cartellini preparati, deve fare naturalmente riferimento alle frasi e agli oggetti di un determinato set. I bambini devono comporre le frasi prendendo nomi, articoli e aggettivi appropriati, e abbinare ad essi l’oggetto che descrivono.
Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali
Esercizi con la fattoria (la casa di bambola, lo zoo, ecc…).
Sediamoci vicino alla fattoria e prendiamo sei oggetti (o sei animali), quindi diciamo ai bambini: “Sto pensando ad una di queste cose. Vi aiuterò a scoprire qual è”. Scriviamo su un cartellino, in nero, l’articolo e il nome, ad esempio “Il cavallo”. Il bambino legge il cartellino, prende un cavallo e lo pone accanto al cartellino. Allora diciamo: “Hai preso l’animale della specie giusta, ma io stavo pensando ad un altro cavallo…” Aggiungiamo quindi un aggettivo al cartellino, scrivendolo in rosso, ad esempio “marrone”. Il bambino legge il cartellino, quindi prende l’oggetto giusto. Ripetere il gioco con altri oggetti, anche utilizzando più aggettivi insieme.
Per portare l’attenzione sull’ordine della parole, possiamo fare lo stesso gioco scrivendo prima gli aggettivi, poi nomi e articoli. Quando il bambino ha abbinato l’oggetto corretto, tagliamo il cartellino e rimettiamo le parole nel giusto ordine. Ad esempio scriviamo prima “giallo” “piccolo” e poi “il piatto”
Per rinforzare l’uso dei simboli grammaticali, possiamo chiedere ai bambini: “Qual è la parola che ci dice il nome dell’oggetto che voglio?”. Posizioniamo il triangolo nero sulla parola “piatto”. “Quali sono le parole che ci spiegano meglio quale tipo di piatto?”. Posizioniamo un triangolo blu sulla parola “giallo” e un altro triangolo blu sulla parola “piccolo”. “Qual è la parola che ci dice che sta per arrivare un nome? Che ci dice se c’è un piatto o ce ne sono tanti?”. Posizioniamo un triangolino azzurro sulla parola “il”.
Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali
Esercizi scritti e simboli. Incoraggiamo il bambino a scrivere frasi per descrivere vestiti, oggetti preferiti o altro, e poi ad aggiungere alle parole i simboli grammaticali (disegnandoli o usando i simboli di cartoncino pronti), o usando simboli pronti di carta da incollare.
Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali
Caccia agli aggettivi. Chiediamo ai bambini di cercare gli aggettivi in un libro di lettura, a sottolinearli oppure ad elencarli su un foglio.
Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali
Logico Gioco con l’aggettivo. Prepariamo dei set di cartellini composti da una decina di cartellini neri per i nomi, e una decina di cartellini blu per gli aggettivi. Mettiamo i cartellini in due buste o scatoline separate, che recano ciascuna il proprio simbolo grammaticale. Il bambino prende i nomi, li legge uno ad uno e li pone in colonna, uno sotto l’altro, sul tappeto. Poi prende gli aggettivi, li legge uno ad uno e li pone in colonna, uno sotto l’altro, a destra della colonna dei nomi. Si formeranno così abbinamenti nome-articolo casuali. I bambini li leggono (di solito si formano abbinamenti divertenti). Poi lascia al loro posto gli aggettivi appropriati, e raccoglie quelli che non lo sono. Rilegge uno alla volta gli aggettivi, e li abbina al nome più adatto.
Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali
Esercizi di scrittura di aggettivi. Diamo al bambino un cartellino del nome e una serie di cartellini di aggettivi. Il bambino copia il nome sul quaderno, poi aggiunge ad esso quanti più aggettivi possono essere appropriati.
Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali
Il gioco dei triangoli per l’aggettivo. E’ dettagliatamente spiegato qui, con il tutorial per costruirlo e le istruzioni di gioco:
Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali
ESEMPI DI ESERCIZI SULLA FUNZIONE DELLA CONGIUNZIONE NELLA CASA DEI BAMBINI
Facciamo coi bambini vari giochi verbali che li aiutino a riconoscere la funzione della congiunzione. Ad esempio si può giocare alle associazioni: si dice una parola, e i bambini devono aggiungere una cosa che si abbina ad essa (calze e scarpe, bottiglia e bicchiere, testa e cappello, scopa e paletta, ecc…)
Gioco della congiunzione. Prepariamo sul tappeto un mazzolino di fiori di vari colori tenuti insieme con un nastro rosa, oppure un fascio di pennarelli o di matite. Lasciamo che il bambino identifichi i colori dei fiori (o delle matite o dei pennarelli) e sciogliamo il nastro rosa. Prendiamoli in mano e andiamo col bambino a distribuire i fiori per la classe, poi torniamo al tappeto.
Scriviamo su un cartellino “i fiori rosa”, diamo il cartellino al bambino e chiediamogli di portarci quello che abbiamo scritto. Mettiamo i fiori rosa sul tappeto, e sotto ad essi poniamo il cartellino. Consegniamo al bambino un secondo cartellino: “i fiori gialli”. Il bambino ci porta anche i fiori gialli, e lo poniamo insieme al cartellino sul tappeto, accanto ai fiori rosa. Consegniamo al bambino un terzo cartellino: “i fiori blu”. Il bambino ci porta anche i fiori blu, e lo poniamo insieme al cartellino sul tappeto, accanto ai fiori gialli. Tra i tre gruppi di fiori aggiungiamo due cartellini “e” scritti in rosso, e leggiamo: “I fiori rosa e i fiori gialli e i fiori blu”.
Leghiamo di nuovo tutti i fiori col nastro rosa e mettiamo i simboli sulle congiunzioni.
Esercizi per il raggruppamento di oggetti uniti da congiunzioni possono essere fatti preparando scatole degli oggetti e cartellini, e con la fattoria (la casa di bambola, lo zoo, ecc…).
Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali
ESEMPI DI ESERCIZI SULLA FUNZIONE DELLA PREPOSIZIONE NELLA CASA DEI BAMBINI
Si possono fare coi bambini vari giochi verbali sulle preposizioni. Ad esempio possiamo dare loro dei semplici comandi: sali sulla sedia, vai in giardino, metti le mani in tasca, cammina da destra a sinistra, ecc… Oppure possiamo giocare con gli oggetti della fattoria facendo provare ai bambini la posizione di un dato personaggio rispetto agli oggetti: metti il gallo sull’albero, sposta l’asino dalla stalla al recinto, ecc…
Prepariamo una scatola degli oggetti (ad esempio un mazzo di fiori nel vaso, alcune matite in un astuccio, e simili) da abbinare a cartellini della frase e cartellini delle parole, sempre suddivisi in buste o scatoline contrassegnate dal simbolo grammaticale.
Esercizi con la fattoria (la casa di bambola, lo zoo, ecc…). Scriviamo una frase che contenga aggettivi, articoli, nomi, preposizioni e congiunzioni, ad esempio: “la teiera rossa sul vassoio grande con la zuccheriera e una tazza sul piattino e un cucchiaino sul tovagliolo”. Il bambino legge i cartellini e mette insieme gli oggetti. Poi compone la frase usando i cartellini delle parole (sempre divisi per tipo in casellari, buste o scatoline, di colori diversi e contrassegnati dal simbolo grammaticale). Chiediamo al bambino: “Quali sono le parole che vi hanno spiegato dove mettere esattamente gli oggetti? Su ognuna di queste parole, mettete il ponte verde”. Si può completare l’esercizio mettendo sopra ad ogni parola il simbolo grammaticale corretto. Possiamo anche preparare dei cartellini di comandi che il bambino legge e usa per ricreare la scena descritta, usando gli oggetti della fattoria, ad esempio: tre maiali sul tetto del fienile, una papera dietro al cane, ecc…
Esercizi scritti: incoraggiamo il bambino a scrivere proprie frasi utilizzando le preposizioni.
Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali
ESEMPI DI ESERCIZI SULLA FUNZIONE DEL VERBO NELLA CASA DEI BAMBINI
Si possono fare vari giochi sul verbo con i bambini, ad esempio dare loro cartellini dei comandi che contengono azioni da eseguire. Possiamo metterci accanto al tappeto, scrivere su un cartellino un verbo e darlo al bambino. Il bambino legge ed esegue l’azione, ad esempio “ridere”. Chiediamogli: “Puoi portarmi ridere?”. Il bambino ci penserà, e risponderà di no. Chiediamogli: “Puoi farlo?”, e il bambino risponderà di sì. Facciamo la stessa cosa con altri verbi, di modo che il bambino capisca che l’azione può essere eseguita, ma non manipolata, presa, portata. Il bambino, attraverso questi esercizi, si rende conto della differenza tra energia e materia.
Esercizi con la fattoria (la casa di bambola, lo zoo, ecc…). Prepariamo sul tappeto una raccolta oggetti, la scatola dei simboli grammaticali e una decina di cartellini rossi dei verbi. Il bambino legge un verbo e inventa una scena utilizzando quel verbo e gli oggetti che ha a disposizione. La frase può essere scritta su una striscia, e su ogni parola si metteranno i simboli grammaticali corretti.
Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali
ESEMPI DI ESERCIZI SULLA FUNZIONE DELL’AVVERBIO NELLA CASA DEI BAMBINI
Vari giochi verbali possono essere fatti coi bambini, chiedendo loro di eseguire azioni in un determinato modo, ad esempio camminare velocemente, parlare piano, cantare tristemente, ecc… Possiamo anche usare cartellini dei comandi da leggere ed eseguire. Gli esercizi sugli avverbi aiutano il bambino a capire il contenuto emotivo della scrittura.
Scriviamo un verbo in nero e un avverbio in rosso, ad esempio: “ridere forte”. Il bambino eseguirà l’azione, come indicata. Ripetiamo con altri esempi: parlare lentamente, muoversi furtivamente, sorridere teneramente, camminare tristemente. Dopo ogni azione eseguita, mettere il cartellino sul tappeto, ed aggiungere i simboli grammaticali, per evidenziare gli avverbi. Chiediamo ai bambini: “Qual è la parola che ti è servita per capire come eseguire l’azione?”.
Gioco logico sugli avverbi: scegliamo una decina di verbi, scritti su cartellini rossi, e una decina di avverbi scritti su cartellini arancioni. Mettiamo i cartellini in due buste o scatoline separate e contrassegnate dai relativi simboli grammaticali.
Il bambino prende i verbi, li legge uno ad uno e con essi forma sul tappeto una colonna. Poi prende gli avverbi, e fa la stessa cosa, formando una seconda colonna a destra di quella dei verbi. Si formeranno così degli abbinamenti verbo-avverbio casuali, alcuni dei quali avranno un senso, mentre altri saranno assurdi.
Lasciare sul tappeto gli avverbi sensati, raccogliere gli altri e cercare di fare con essi abbinamenti corretti. Terminato il lavoro, il bambino può mettere su ogni colonna il simbolo grammaticale corretto.
Esercizi scritti. Possiamo dare ai bambini un cartellino del verbo e chiedergli di copiarlo sul suo quaderno e di aggiungere una lista di avverbi, cioè di indicazioni su come l’azione può essere eseguita. Possiamo fare la stessa cosa anche dandogli un cartellino del verbo ed un certo numero di cartellini degli avverbi (alcuni appropriati ed altri no), ed il bambino comporrà la sua lista sul tappeto.
Caccia di avverbi: il bambino può cercare avverbi su giornali e riviste e sottolineare quelli che trova.
Lettura interpretata: Prepariamo una busta o una scatolina con dei cartellini che contengono frasi o brani tratti da testi letterari, che descrivano in modo dettagliato le azioni dei personaggi o il loro stato emotivo mentre le eseguono. All’inizio proponiamo frasi che contengano una sola azione, poi inseriamo anche frasi più complesse. Il bambino legge ed interpreta i brani. Facendo questo, deve prestare attenzione al significato esatto delle parole, ma anche al significato esatto della frase nel suo complesso, cioè all’ordine delle parole.
Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali
ESEMPI DI ESERCIZI SULLA FUNZIONE DEL VERBO TRANSITIVO E INTRANSITIVO NELLA CASA DEI BAMBINI
Raduniamo un piccolo gruppo di bambini. Ad uno di essi diamo un cartellino con un verbo transitivo, ad esempio “passeggiare per la classe”, e diciamo di leggere l’azione ed eseguirla. Mentre il bambino continua a passeggiare per la classe, diamo ad un altro bambino un cartellino con un verbo transitivo, ad esempio: “srotolare un tappeto”. Il secondo bambino legge il suo cartellino ed esegue l’azione. Diamo ad un terzo bambino un cartellino con un altro verbo transitivo, ad esempio, “mettere una matita rossa sul tavolo”. Continuare così finché i bambini non notano le differenze tra la prima azione e le altre. I verbi intransitivi non hanno un oggetto e proseguono nel tempo, mentre i verbi transitivi hanno un oggetto e una volta eseguiti si fermano. Non serve dare ai bambini la terminologia, l’importante è che capiscano questa differenza.
Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali
ESEMPI DI ESERCIZI SULLA FUNZIONE DEI TEMPI VERBALI NELLA CASA DEI BAMBINI Scriviamo una frase su un cartellino, ad esempio “portare un libro”. Un bambino legge il cartellino, mentre noi eseguiamo l’azione dicendo: “Sto portando un libro”. Chiediamo al bambino di rileggere il cartellino. Senza fare nulla, diciamo: “Ho portato un libro”. Ripetere con altri esempi, finché il bambino non si rende conte che il presente dura per il tempo necessario al completamento dell’azione, e che una volta che essa è finita, diventa passato.
Scriviamo una frase che contenga un verbo non di movimento, ad esempio: pensare alla mamma. Il bambino legge ed esegue l’azione. Dopo una pausa, chiediamo al bambino: “Cosa hai fatto?” e lui risponderà: “Ho pensato alla mamma”. Diciamo al bambino: “Adesso stai parlando con me”. Facciamo altri esempi simili, finché il bambino non si rende conto che alcuni verbi si riferiscono ad azioni visibili, mentre altri verbi sono invisibili.
Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticale LA FUNZIONE DELLE PAROLE NELLA SCUOLA PRIMARIA
(trovi altre presentazioni e materiali stampabili pronti negli articoli dedicati ad ogni parte del discorso)
Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali – IL NOME
Poniamo il simbolo del nome sul tappeto, mentre i bambini si radunano per ascoltare la storia.
Quando eravate piccoli, avete imparato a parlare. Le prime parole che avete usato erano probabilmente “mamma”, “papà”, oppure “gatto”. Sono tutte parole che servono a denominare le cose. Forse quando i primi uomini sulla terra iniziarono a parlare tra loro, usarono per prime le parole “fuoco”, “cibo”, “bambino”. Anche se questi uomini vissero moltissimo tempo fa, le parole che usarono esistono ancora oggi. Gli esseri umani usano le parole per dare un nome ad ogni cosa. Le parole che usiamo per dare un nome alle cose sono parole molto speciali. Sono solide e stabili. Rappresentano le cose del nostro mondo. Per questo usiamo questa piramide nera per rappresentare queste parole: la piramide è infatti molto antica e molto stabile, ha una base molto larga. Usiamo il colore nero perchè è il colore del carbonio, l’elemento più antico e diffuso sulla terra. Queste parole si chiamano NOMI e servono a chiamare le persone, i luoghi e tutte le cose del nostro mondo. Anche se questo racconto è estremamente semplice, è sufficiente a stimolare i bambini ad etichettare con il relativo nome tutti gli oggetti presenti nell’aula, a fare liste di nomi di cose che vedono per strada, a casa, ecc…, a porre il simbolo del nome in modo appropriato nelle loro frasi scritte.
Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali – L’ARTICOLO
Poniamo il simbolo del nome e dell’articolo sul tappeto, mentre i bambini si radunano per ascoltare la storia. Mettiamo sul tappeto anche alcuni oggetti, ad esempio un pennarello, una matita e due tubetti di colla.
Cercando i nomi attorno a voi, ed anche nelle frasi e nelle storie, avete notato che ci sono anche altri tipi di parole? Parole che fanno un lavoro diverso dal nome? Ci sono ad esempio un gruppo di parole, molto corte, che fanno un lavoro molto importante… Chiediamo a un bambino di portarci una matita, posiamola sul tappeto sotto al simbolo del nome e scriviamo il cartellino “la matita”. Poi facciamo portare un pennarello e scriviamo “il pennarello”. Infine facciamoci portare una delle due colle e scriviamo “una colla”.
Sappiamo che queste parole sono nomi (indichiamo i nomi sotto la piramide nera). Queste altre parole non sono nomi (indichiamo gli articoli): il loro compito è quello di segnalare che presto arriverà un nome. Noi chiamiamo queste parole ARTICOLI. Nella nostra lingua ce ne sono nove in tutto. In Inglese ce ne sono soltanto tre. Alcune lingue ne hanno molti di più e alcune lingue non ne hanno affatto. Per gli articoli usiamo una piccola piramide, perchè l’articolo fa parte della famiglia del nome, e serve sempre ad annunciare che sta arrivando un nome dopo di lui. La parola articolo deriva dal Latino e significa “piccolo membro”. L’articolo è infatti un piccolo membro della famiglia del nome. Ma anche se piccolo, è un membro molto importante.
Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali – L’AGGETTIVO
Poniamo il simbolo del nome, dell’aggettivo e dell’articolo sul tappeto, mentre i bambini si radunano per ascoltare la storia.
Abbiamo parlato dei nomi e degli articoli, ed ora è il momento di conoscere un nuovo simbolo. Chiediamo ad un bambino di portarci una matita. Il bambino ce ne porta una, ma noi diciamo: “Grazie, ma non è quella che voglio”. Chiediamo quindi ad un altro bambino di portarci una matita, e ancora diciamo: “Grazie, ma non è quella che voglio”. Chiediamo allora ad un terzo bambino: “Mi porti una matita gialla?” (o di un altro colore, se una matita gialla era già stata portata). E’ stato difficile per me avere la matita che volevo, finché non ho aggiunto un’altra parola alle parole “una matita”. Il simbolo di cui parliamo adesso rappresenta le parole che usiamo per descrivere un nome. Queste parole possono dirci il colore del nome, o il numero, oppure molte altre cose: se è freddo, caldo, pesante, leggero, pieno, vuoto, grande, piccolo… Usiamo una piramide media, di colore blu scuro, perchè questa parola fa parte della famiglia del nome e sta sempre accanto ad esso, di solito nella nostra lingua viene dopo, ma a volte può anche stare prima. In Inglese invece si mette sempre prima. A volte possono esserci anche due o più di queste parole, ad esempio io posso dire “una matita gialla”, oppure “una piccola matita gialla”, oppure “una matita gialla nuova”. Questo genere di parole di chiama AGGETTIVI. La parola aggettivo deriva dal Latino e significa “che aggiunge qualcosa a”, e si aggiunge infatti al nome per descriverlo o dirci qualcosa di più su di lui.
Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali – IL VERBO
Prepariamo una serie di cartellini di nomi scritti in rosso ed una serie di cartellini di verbi scritti in nero; ad esempio: fazzoletto forbici elastico candela, e saltare sorridere camminare applaudire. Chiediamo ai bambini di portarci un fazzoletto, le forbici, un elastico, una candela, e via via poniamo il cartellino accanto all’oggetto. Ora chiediamo ai bambini di portarci saltare. Naturalmente i bambini si metteranno a saltare davanti a noi, allora diremo: “Questa è una buona dimostrazione di come si fa a saltare, ma non possiamo mettere niente accanto al cartellino…” Chiediamo di portarci sorridere, poi camminare, poi applaudire. I bambini presto si renderanno conto di non poterlo fare: non si può portare alla maestra sorridere, camminare o applaudire. Indichiamo i nomi e chiediamo: “Vi ricordate che tipo di parole sono queste?” I bambini diranno che si tratta di nomi. Poi indichiamo i verbi e diciamo: “Queste parole sono diverse. Sono cose che si possono fare, hanno movimento ed energia.“ Mettiamo in alto il simbolo del nome e il simbolo del verbo.
“Ricordate che il sostantivo è solido e stabile, se gli do una spinta non va molto lontano. Ma guardate cosa succede se do una spinta a questo…Va molto lontano ed ha l’energia di muoversi liberamente, in qualsiasi direzione. Usiamo una sfera rossa per rappresentare queste parole perchè il rosso è il colore del fuoco e la sfera è la forma del sole, che dà energia alla terra. Queste parole si chiamano VERBI. La parola verbo deriva dal Latino e significa “parola per eccellenza”, cioè la parola più importante di tutte nella frase.”
Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali – LA PREPOSIZIONE
Diamo ad ogni bambino una molletta da bucato e diciamo che useremo queste mollette per imparare un nuovo tipo di parole. “Ora vi darò delle indicazioni, e voi dovrete seguirle e dirmi ogni volta la posizione della molletta.” “Mettete la molletta sulla vostra testa. Dove si trova?” Si trova sulla testa. “Mettete la molletta in tasca. Dove si trova?” Si trova in tasca. “Mettete la molletta insieme a quelle degli altri. Dove si trova?” Si trova con le altre “Nascondete la molletta tra le mani. Dove si trova?” Si trova nelle mani “Mettete la molletta sulla schiena. Dove si trova?” Si trova dietro.
Continuare così a piacere. Poi mostriamo ai bambini il simbolo grammaticale e diciamo: “Come simbolo per questo tipo di parole usiamo un ponte verde. Queste parole ci dicono la nostra posizione. Possiamo essere sul ponte, sotto il ponte, davanti al ponte, accanto al ponte, sopra il ponte… Chiamiamo queste parole PREPOSIZIONI. La parola preposizione deriva dal Latino e significa “messo davanti” perchè si mette davanti al secondo nome e serve a stabilire una relazione tra due nomi.”
Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali – L’AVVERBIO
Scriviamo dei cartellini con dei verbi (in rosso) e degli avverbi (in arancione) e mettiamoli sul tappeto insieme ai simboli grammaticali del verbo e dell’avverbio.
“Ecco un altro simbolo che rappresenta una parola che può muoversi liberamente attorno al verbo come il nostro pianeta di muove attorno al sole. Proviamo.” Facciamo rotolare l’avverbio attorno al verbo. Leggiamo questo cartellino: camminare. Camminare è un verbo. Ora voglio aggiungere ad essa la parola lentamente”. Continuiamo, ad esempio, con respirare profondamente, cantare dolcemente, parlare allegramente, mangiare poco. “Queste parole vengono aggiunte al verbo per dirci come eseguire l’azione. Si chiamano AVVERBI, che significa “aggiunti al verbo”. Leggendo i cartellini sul tappeto, i bambini possono notare che molti avverbi terminano in -mente. Possiamo anche farlo notare noi, e dire che è vero che molti avverbi terminano così, ma non tutti.
Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali – IL PRONOME
Prepariamo dei semplicissimi cappellini di carta viola a forma di cono. Su ogni cono scriviamo un pronome personale: io, tu, lui (egli), lei (ella), esso, noi, voi, loro (essi, esse).
Prepariamo anche serie di frasi scritte su cartellini, facendo riferimento ai nomi dei bambini, ad esempio: Maria dà la matita ad Antonio; Massimo legge un libro alla classe; Alma e Gaia giocano a carte con Giovanni ecc… “Ho preparato questi cappellini per voi, li useremo nella nostra lezione. Ora leggerò questa frase: Maria dà la matita ad Antonio. Antonio e Maria, venite“. Diamo a Maria il cappello col pronome LEI e ad Antonio il cappello col pronome LUI. Ora diciamo: “Lei dà la matita a lui“. Facciamo altri esempi: “Massimo legge un libro alla classe“. Diamo a Massimo il cappello col pronome LUI (o egli) e mettiamo il cappello NOI al centro della classe. Ora diciamo: “Lui legge un libro a noi“. Proseguiamo fino a quando non avremo utilizzato tutti i cappelli. Queste parole svolgono un lavoro molto importante: prendono il posto dei nomi. Si alzano in piedi con fierezza e sono viola”. Mostriamo il simbolo. “Queste parole si chiamano PRONOMI. La parola pronome deriva dal Latino e significa ‘al posto del nome’.”
Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali – LA CONGIUNZIONE
Prepariamo dei nastrini rosa e un mazzolino di fiori di due colori diversi.
Diamo ad ogni bambino una coppia di fiori di colori diversi, e chiediamo loro di legarli insieme con un nastrino rosa. Diciamo loro frasi del tipo: “Vuoi il fiore giallo e il fiore arancione?”, “Vuoi legare insieme quello giallo e l’altro?” “Ti do sia il fiore giallo sia il fiore arancione”, “Ti do questo e anche questo”, “Ti do questi fiori affinché li leghi insieme”, ecc… Mettiamo alcuni cartellini di congiunzioni usate sul tappeto, e diciamo: “Questo parole servono ad unire tra lo delle parole o delle frasi. Si chiamano CONGIUNZIONI. Congiunzione significa ‘unire con’. Usiamo questo rettangolino rosa per ricordare il nastro rosa che abbiamo usato per tenere uniti i nostri fiori. Spesso capita che vedendo il simbolo della congiunzione i bambini dicano che somiglia a una gomma da masticare. Se vi succede, potete dire che è un buon modo per ricordarsi la funzione della congiunzione, perchè la gomma da masticare è appiccicosa e quindi può unire tra loro le cose, come il nastro.
Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali – L’interiezione
Per l’interiezione possiamo prendere come modello la presentazione del punto esclamativo, utilizzando una clava disegnata o di plastica. Raccontando la storia, ogni volta che pronunciamo un’interiezione, alziamo la clava in verticale, facendola sembrare un punto esclamativo.
Vi racconto una storia accaduta tantissimi anni fa, quando gli uomini vivevano ancora nelle caverne e andavano a caccia per procurarsi il cibo. Una sera un uomo prese la sua clava e uscì dalla caverna per andare a cercare qualcosa da portare alla sua famiglia per cena. Dopo qualche ora l’uomo tornò a casa, stanco e avvilito. La sua famiglia lo stava aspettando. I bambini dissero: “Papà è tornato! Ma dov’è il cibo?”. E il papà rispose: “Oh! Stasera non c’è cibo”. Il giorno seguente l’uomo uscì di nuovo, e rientrò alla caverna ancora più tardi. Era stanco. La sua famiglia lo stava aspettando e gli chiese: “C’è qualcosa da mangiare?”. E lui rispose: “Ahimè! Stasera niente cibo”. Il terzo giorno il papà uscì di nuovo. Aveva piovuto. L’uomo era uscito già da molto tempo, e quando rientrò i bambini non gli chiesero nemmeno se aveva trovato qualcosa per cena. Lui mise un bel pezzo di carne sul sasso che nella caverna faceva da tavolo e disse: “Evviva! Stasera si mangia!”. La famiglia applaudì al papà gridando:”Evviva!”, “Urrà!”. E il papà fu molto felice. Mettiamo sul tappeto i cartellini delle interiezioni che abbiamo usato durante il racconto. Poi aggiungiamo ad ogni interiezione una breve frase. “Come vedete le frasi possono stare anche da sole, ma diventano molto più interessanti con l’aggiunta di queste parole. Esse aggiungono il sentimento di chi parla. Questa parole si chiamano INTERIEZIONI. Interiezione deriva dal Latino e significa ‘gettare tra qualcosa’. Noi gettiamo queste parole tra le frasi per esprimere le nostre emozioni.” Se questa presentazione non vi piace, potete anche far leva sulla somiglianza del simbolo dell’interiezione ad una serratura, e dire ai bambini che l’interiezione è la chiave delle emozioni, in una frase.
Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali
La psicogrammatica Montessori, ovvero filosofia della grammatica, rappresenta un notevole aiuto per orientarsi nei vari ambiti linguistici.
Nella lingua italiana ci sono nove simboli per le varie parti del discorso, e grazie alla loro forma stabiliscono un legame tra lingua e matematica.
E’ interessante vedere che, come in matematica per l’uno e lo zero, la dualità emerge di nuovo sotto forma di nome e di verbo, colonne portanti del mondo della lingua.
Maria Montessori associò al nome la forma della piramide, da cui è tratto il simbolo: il triangolo nero.
La piramide è solida, stabile: costruzione molto antica, simboleggia anche il fatto che, probabilmente, i sostantivi vennero usati per primi dagli esseri umani, per capirsi fra loro.
Il nero rappresenta la materia e il triangolo la staticità, elemento paragonabile all’unità.
Al verbo si collega l’immagine di una sfera rossa e di qui il simbolo di un cerchio rosso.
Il rosso simboleggia l’energia, e la sfera e quindi il cerchio significano movimento e dinamicità, paragonabili allo zero.
Tra nome e verbo troviamo le altre sette parti del discorso, i cui simboli rendono chiara una relazione ulteriore o con il verbo, o con il sostantivo.
L’intera parentela tra le parti del discorso è legata a questa coppia. Il significato psicologico e filosofico di questo approccio alla grammatica diventa particolarmente chiaro nel racconto che segue, inventato da Maria Montessori e raccontato dal figlio Mario durante un convegno a Francoforte nel 1954, per spiegare ai bambini la funzione delle parole.
La psicogrammatica Montessori La favola delle parti del discorso
(Narratore) C’era una volta un principe molto potente che governava un paese molto speciale: il paese delle parti del discorso (nome, un triangolo nero).
Il principe era accompagnato quasi sempre da un piccolo inserviente (articolo, triangolino equilatero celeste chiaro).
Se il principe era di buon umore, portava con sè un altro inserviente, più grande del primo. Allora tutta la gente aveva il piacere di vedere che specie di principe fosse (aggettivo, triangolo equilatero blu).
A volte il principe non aveva voglia di farsi vedere. Allora inviava un rappresentante che doveva camminare tutto solo, senza alcun servitore (pronome, triangolo isoscele viola).
(Il principe racconta). Quando arrivai nel nuovo paese, non riuscivo a trovare la strada. Improvvisamente vidi al lato della via alcune piccole falci verdi. Erano i segnali stradali che indicavano dove si poteva trovare qualcosa, oppure quale direzione prendere (preposizione, mezzaluna verde).
Il sole rosso rotolava attraverso il cielo e faceva vivere tutti, ma solo in certi periodi (verbo, cerchio rosso).
Il sole, poi, non era sempre solo nel cielo: talvolta arrivava la piccola luna, ad aumentare la sua luminosità. Allora, improvvisamente, si poteva vedere anche quale aspetto avesse il sole, dove stesse in quel momento, o quando sarebbe nuovamente andato via (avverbio, cerchio più piccolo arancione).
(Narratore). Ogni cosa era organizzata nel modo migliore nel paese del principe. Nessuno lì lavorava da solo: si riunivano per parlarsi. Tutte le città erano collegate da linee ferroviarie. In questo modo ci si poteva riunire velocemente: bastava sedersi in treno (congiunzione, una barretta rosa).
In questo bel paese non sempre tutto era tranquillo. Talvolta la gente esclamava a voce molto alta sillabe o parole, quando era contenta o triste, come: ehi, oh, oppure ahimè (interiezione, punto esclamativo dorato).
Ora abbiamo fatto la conoscenza di tutti i rappresentanti del paese del principe. E’ un paese interessante. Più a lungo ci si ferma, meglio lo si conosce.
Spesso ci si stupisce perchè succede che una parte del discorso assuma la funzione di un’altra. Ma questi sono segreti che si possono scoprire solo via via, lentamente.
Montessori psycho – grammar, or philosophy of grammar, is a great help for orientation in the different linguistic areas.
There are nine symbols for the various parts of speech, and due to their form they establish a link between language and mathematics.
It is interesting to see that, as in mathematics for one and zero, the duality emerges again in the form of name and verb, pillars of the language.
Maria Montessori associated with the name, the form of the pyramid, that inspired the symbol: the black triangle.
The pyramid is solid, stable building very old, also symbolizes the fact that, probably, the nouns were used first by human beings, to understand each other.
Black represents the matter, and triangle represents the static nature. It is an element comparable to the unit.
The image of a red sphere is connected to the verb, and then the symbol of the verb is a red circle.
The red symbolizes the energy, and the sphere and then the circle signify movement and dynamism, comparable to zero.
Between noun and verb are the seven other parts of speech, whose symbols make clear relationship further or with the verb, or with the noun.
The entire relationship between the parts of speech is linked to this couple. The philosophical and psychological significance of this approach to grammar becomes particularly clear in the story that follows, invented by Maria Montessori. It was narrated by his son Mario during a conference in Frankfurt in 1954, to explain to children the function of words.
(Narrator) Once there was a very powerful prince who ruled a country very special: the country of the parts of speech (name, a black triangle).
The prince was almost always accompanied by a small servant (article, equilateral triangle light turquoise).
If the prince was in good spirits, he brought with him another attendant, larger than the first. Then all the people had the pleasure of seeing what sort of prince he was (adjective, equilateral blue triangle).
Sometimes the prince did not want to be seen. Then he sent a representative who had to walk alone, without any servant (pronoun, isosceles triangle purple).
(The prince tells). When I arrived in the new country, I could not find the way. Suddenly I saw to the side of road a few small green scythes. They were the road signs indicating where you could find something, or what direction to take (preposition, green crescent).
The red sun rolled across the sky and it made all live, but only at certain times (verb, red circle).
The sun also was not always alone in the sky: sometimes the small moon came, to increase its luminosity. Then, suddenly, you could also see what aspect had the sun, where he was at that time, or when it would again left (adverb, smaller circle orange).
(Narrator). Everything was organized in the best way in the country of the prince. No one there working alone: they gathered to talk. All cities were connected by rail lines. This way you could gather quickly: it was enough to sit on the train (junction, a pink bar).
In this beautiful country not everything was quiet. Sometimes people cried loudly syllables or words, when he was happy or sad, like: hey, oh, alas, or (interjection, golden exclamation mark).
Now we have made the acquaintance of all the representatives of the country’s prince. It ‘an interesting country. As long as you stop, you know better.
We often wonder because it happens that a part of the discourse takes over the function of another. But these are secrets that can be discovered only gradually, slowly.
IL PAESE DI GRAMMATICA racconto e schede didattiche sulle nove parti del discorso, per bambini della scuola primaria, con simboli grammaticali Montessori.
Ho elaborato questo materiale prendendo spunto da un classico della letteratura americana per l’infanzia usato per presentare le nove parti del discorso: “Grammar Land” di M. L. Nesbitt 1878, adattandolo alla grammatica italiana e modificando gli elementi un po’ troppo datati per i bambini di oggi.
La storia si svolge nell’aula di tribunale del Paese di Grammatica, davanti al Giudice di Grammatica e ai suoi due assistenti, l’avvocato Analisi e il dottor Sintassi. In caso di necessità interviene la Critica, che è la polizia del luogo. Poiché gli abitanti del paese non riescono a vivere in armonia, vengono convocati uno ad uno, e alle riunioni partecipano anche i bambini della Contea degli Studenti, che offrono quando occorre il loro aiuto.
Ho scelto di completare il racconto inserendo i simboli grammaticali montessoriani, che avevo già presentato qui La psicogrammatica Montessori,
ma il racconto si presta anche ad essere usato in chiave steineriana, presentandone una puntata alla volta ed accompagnando il racconto a disegni alla lavagna, e disegni riassunti ed esercizi sui quaderni. Avevo già preparato racconti di questo genere, ad esempio la Storia di Misbrigo, Preciso e Giulivo.
In questo blog trovate un esempio di lavoro svolto in questo modo (in inglese) Homeschooling Waldorf.
Per quanto riguarda i simboli grammaticali montessoriani, la psicogrammatica Montessori, o filosofia della grammatica, rappresenta un notevole aiuto che possiamo offrire ai bambini per orientarsi nei vari ambiti del linguaggio. Nella lingua italiana ci sono nove parti del discorso, e nella didattica montessoriana ognuna è rappresentata da un suo simbolo.
I simboli per le nove parti del discorso non sono certo stati scelti a caso. Maria Montessori associò al nome la forma della piramide. Il simbolo grammaticale per il nome è quindi il triangolo nero. La piramide è solida e stabile ed è una costruzione molto antica. Anche i nomi sono solidi e stabili e molto antichi: probabilmente furono le prime parole usate dagli esseri umani, per capirsi fra loro. Il nero rappresenta la materia e il carbone, altro elemento antichissimo. Al verbo associò l’immagine di una sfera rossa. Il simbolo grammaticale per il verbo è dunque un cerchio rosso. Il rosso simboleggia l’energia, e la sfera e movimento e dinamicità. Tra nome e verbo inserì le altre sette parti del discorso, i cui simboli dovevano rendere chiara una data relazione o con il verbo, o con il sostantivo. L’intera parentela tra le parti del discorso nella psicogrammatica montessoriana è legata alla coppia nome/verbo. Il significato psicologico e filosofico di questo approccio alla grammatica è particolarmente chiaro nel racconto inventato da Maria Montessori e raccontato dal figlio Mario durante un convegno a Francoforte nel 1954, per spiegare ai bambini la funzione delle parole (puoi leggere il racconto qui: )
Tornando a considerare le nove parti del discorso nel loro insieme avremo: – famiglia del nome: articolo, aggettivo, nome e pronome. Per il nome si usa una grande piramide nera, per l’aggettivo una piramide media blu, per l’articolo una piccola piramide azzurra e per il pronome una piramide allungata viola. I simboli relativi sono un grande triangolo equilatero nero, un triangolo equilatero medio blu, un triangolo equilatero piccolo azzurro e un triangolo isoscele viola; – famiglia del verbo: avverbio, verbo. La sfera rossa rappresenta il sole, che dà vita, luce e calore. I verbi danno energia alla frase e animano la famiglia del nome. L’avverbio è una sfera arancione più piccola. I simboli relativi sono un cerchio rosso grande e un cerchio arancione medio. – particelle: preposizioni, congiunzioni, interiezioni. La congiunzione è un piccolo parallelepipedo rosa, che unisce come un trattino due parole o due parti di una frase. Il simbolo relativo è un rettangolo rosa. La preposizione è un arco verde, che collega come un ponte due oggetti tra di loro. Il simbolo relativo è una mezzaluna verde. L’interiezione è una piramide dorata con una sfera posta sull’apice; somiglia ad una serratura, e ricorda la forma del punto esclamativo. Nella Casa dei bambini i simboli grammaticali vengono utilizzati per rendere concreto ciò che è astratto, al fine di aiutare il bambino a scoprire la funzione delle parole e classificarle. Questa preparazione indiretta fornisce una base forte, a cui si aggiungono ulteriori scoperte, finché poi, nella scuola primaria, queste conoscenze sfociano nell’analisi grammaticale vera a propria. Sappiamo tutti quanto sia importante fare una prima buona impressione, e nella didattica Montessori ci sono presentazioni che hanno lo scopo di lasciare nei bambini un’impressione profonda e duratura, accendendo la loro immaginazione.
Le storie per presentare le funzioni delle parole possono essere varie; l’importante è che siano brevi, semplici e memorabili. La Fiaba per le parti del discorso di Maria Montessori, già citata, è particolarmente indicata per i bambini più piccoli, ma si può considerare tranquillamente di proporla anche nella scuola primaria. Si può anche scegliere un racconto più complesso, che si deve svolgere nell’arco di più giorni: Il Paese di Grammatica. Sia nella scuola d’infanzia, sia nella scuola primaria, l’atmosfera che si crea durante il racconto è importantissima, indipendentemente dal racconto che scegliamo: bisognerebbe parlare ai bambini come se si stesse svelando loro un grande segreto.
Normalmente le parti del discorso vengono presentate, nella scuola primaria, in questo ordine: nome, articolo, aggettivo, congiunzione, preposizione, verbo, e l’avverbio. Nella Casa dei bambini il bambino svolge un lavoro di preparazione allo studio della grammatica vero e proprio, che avverrà nella scuola primaria. Generalmente in prima classe (6 – 7 anni) si studiano approfonditamente: – nome – articolo – aggettivo – pronome – verbo e si prosegue in seconda classe (7 – 8 anni) con: – modi, tempi e forme verbali – preposizioni – avverbi – congiunzioni – interiezioni. Facendo molti esercizi sulla funzione delle parole, già nella scuola d’infanzia il bambino vedrà crescere il proprio interesse per la lingua che parla, e si renderà conto che le parole hanno funzioni speciali e che possono essere classificate in base a queste loro funzioni. Il requisito per la presentazione di questi esercizi, è che il bambino sappia leggere la maggior parte delle parole con facilità. D’altra parte questi esercizi rappresenteranno per lui anche un buon esercizio di lettura. Poiché il bambino si trova nel periodo sensibile del linguaggio, ogni nuova funzione delle parole che gli viene presentata rappresenta per lui un’interessante nuova scoperta. La maggior parte di questi esercizi non sono individuali, ma prevedono il lavoro in piccoli gruppi. Le attività, oltre ad essere interessanti, sono molto divertenti.
Il racconto presentato di seguito è diviso in un’Introduzione e 15 capitoli. Al termine di ogni capitolo troverete una scheda didattica che contiene i compiti che via via vengono assegnati ai bambini della Contea degli Studenti dal Giudice di Grammatica. Potete scaricare tutte le schede didattiche pronte qui:
VERBI RIFLESSIVI esercizi per la quinta classe della scuola primaria, scaricabili e stampabili in formato pdf.
Il cane del barbiere
Un forestiero, di passaggio da una piccola borgata della Francia, aveva bisogno di farsi radere la barba ed entrò da un barbiere. Sedutosi, un grosso cane gli si mise vicino e si dette a guardarlo con attenzione.
Il forestiero, un po’ allarmato, si rivolse al barbiere e gli disse: “Il vostro cane mi fa paura: guarda come se volesse mangiarmi!”
“Difatti!” fece il barbiere “E’ abituato così: aspetta sempre vicino ai clienti. E’ furbo, sapete, perche se riesco a tagliare un pezzo di orecchio a qualcuno, è proprio lui che lo mangia. Ecco perché aspetta”.
Il forestiero, col viso insaponato, si alzò di scatto e fuggì inorridito. E il barbiere è là che ride ancora.
Farsi, sudutosi, si mise, si dette, si rivolse, si alzò sono verbi di forma riflessiva. Il verbo è di forma riflessiva quando esprime un’azione che ritorna, si riflette sul soggetto stesso che la compie.
Nei verbi in forma riflessiva sono sempre presenti le particelle pronominali mi, ti, si, ci, vi. Esempi: io mi lavo, noi ci laviamo, tu ti lavi, voi vi lavate, egli si lava, essi si lavano.
La coniugazione riflessiva è uguale a quella attiva, con l’aggiunta della particella pronominale adatta.
Schede autocorrettive Italiano VERBI – Seconda classe (istruzioni: ogni foglio contiene due schede. Ritagliare lungo la metà orizzontale, quindi piegare ognuno dei due foglietti ricavati lungo la metà verticale. In questo modo otterrete delle schede fronte-retro. Il bambino può svolgere l’esercizio sulla scheda, quindi aprirla per correggersi).
Schede autocorrettive Italiano VERBI – Seconda classe – Gli esercizi sono quelli comunemente utilizzati in seconda classe, come vedete. Ho sempre però difficoltà a trovare materiali che offrano ai bambini anche la possibilità dell’autocontrollo e dell’autocorrezione (per gli esercizi per i quali si può fare, naturalmente…).
Schede autocorrettive Italiano VERBI – Seconda classe download qui:
E' pronto il nuovo sito per abbonati: la versione Lapappadolce che offre tutti i materiali stampabili scaricabili immediatamente e gratuitamente e contenuti esclusivi. Non sei ancora abbonato e vuoi saperne di più? Vai qui!