Recite di Natale – Il dono dei nani

Recite di Natale – Il dono dei nani. 

C’era una volta una povera famiglia di contadini. Babbo e mamma lavoravano i campi e i figlioli badavano alle bestie. Bruno conduceva al pascolo le pecore, e Bianca guidava le oche. Il babbo aveva promesso che, al momento di vendere la lana e le piume, avrebbe portato del mercato un bel regalo per i due bambini. Bruno e Bianca aspettavano con impazienza quel regalo, e intanto facevano coscienziosamente il loro lavoro, ma un giorno…

Bruno: Oggi le pecorelle erano inquiete, forse avevano caldo, forse sete… E’ molto tempo ormai che camminiamo, e quasi non capisco dove siamo. Dei grandi abeti, un limpido ruscello, un ammasso di rocce, un ponticello: per riposarmi qui starò da re, anche per voi va bene?

Pecorelle: Beh! Beh! Beh!

Bruno: L’erba è tenera e fresca. L’acqua c’è. Vi piace questo posto?

Pecorelle: Beh! Beh! Beh!

Le pecorelle si misero a brucare, e Bruno si accomodò ai piedi di un abete per riposare. Senza accorgersene si addormentò, ma ben presto alcune voci lo destarono…

Nani: Pim pum. Pim pam! Noi del bosco i nani siamo, proteggiamo le sementi, raccogliam gemme lucenti. Pim pum. Pim pam! Tutto il giorno lavoriam.

Nano: Guardate, un gregge qui nel nostro prato!

Nano: E da che parte sarò mai sbucato?

Nano: Son pecore venute da lontano…

Nano: Non facciamo rumore, parla piano.

Nano: Hanno proprio una splendida pelliccia.

Nano: E’ tutta lana pura, bianca e riccia.

Nano: Io, se potessi averne un bel sacchetto, farei un materasso pel mio letto.

Nano: Io dormo sulla paglia che è pungente.

Nano: Ed io sul fieno dormo malamente.

Nano: Ma di lana, purtroppo, non ne abbiamo

Nano: Si sveglia il pastorello… via, scappiamo!

Bruno: Ho visto i nani, proprio intorno a me. Ho dormito? Ho sognato?

Pecorelle: Beh! Beh! Beh!

Appena a casa, Bruno raccontò in gran segreto la sua avventura alla sua sorellina, ma Bianca gli disse che doveva proprio aver sognato. Però, qualche giorno dopo…

Bianca: Oggi le mie ochette hanno voluto uscire dal sentiero conosciuto. E’ molto tempo ormai che camminiamo, e quasi non capisco dove siamo. Uno stagno dall’acqua trasparente, un ponticello, un salice piangente. Per riposare ci fermiamo qua, anche per voi va bene?

Oche: Qua qua qua!

Bianca: C’è l’erba fresca ed acqua in quantità. Vi piace questo posto?

Oche: Qua qua qua!

Le ochette si misero a sguazzare nello stagno, e Bianca si accomodò ai piedi del salice per riposare. Senza accorgersene si addormentò, ma ben presto alcune voci la svegliarono…

Nani: Pim pum, pim pam! Le radici difendiam, custodiamo oro e argento, siamo sempre in movimento. Pim pum, pim pam! Noi del bosco i nani siam!

Nano: Guardate quante belle oche bianche!

Nano: Da dove son venute? Sembran stanche…

Nano: Sono certo arrivate da lontano.

Nano: Non facciamo rumore, parla piano.

Nano: Come dev’esser morbida la piuma!

Nano: Se almeno ne prendessimo qualcuna… Le prenderei per farmi un cuscinetto.

Nano: Io non ce l’ho davvero nel mio letto.

Nano:  Io ho provato con la segatura, e non si dorme bene perchè è dura.

Nano: Ma di piume purtroppo non ne abbiamo…

Nano: Si sveglia la bambina, via, scappiamo!

Bianca: Ho visto i nani, erano proprio là. Ho dormito? Ho sognato?

Oche: Qua qua qua!

Appena a casa, Bianca raccontò in gran segreto la sua avventura al fratellino, e insieme si convinsero che avevano veramente visto i nani. Ma per quanto li cercassero ancora nel bosco e tornassero spesso dove li avevano incontrati, quelli non si lasciarono più far vedere. I due bambini, però, non riuscivano a dimenticarli…

Passò del tempo, le pecore furono tosate e le oche spiumate. Un giorno il babbo disse che andava al mercato a vendere lana e piume, e che avrebbe portato a casa il regalo promesso. Che cosa desideravano? Bruno  e Bianca risposero che che non volevano niente dal mercato, e che desideravano solo tenere per sè un sacco di lana e un sacco di piume. Il babbo si meravigliò, ma fece come i bambini chiedevano. Così Bruno e Bianca presero i loro sacchi sulle spalle, e se ne andarono nel bosco.

Bruno: Io stavo zitto zitto sotto al pino, e i nani mi passavano vicino…

Bianca: sotto il salice quieta me ne stavo, e i nani eran vicini, e li ascoltavo…

Bruno: Però non voglion essere osservati, e appena mi hanno visto son scappati.

Bianca: Nel prato i nostri doni ora lasciamo, chiamiamo i nani, e lesti ce ne andiamo.

I bambini chiamano, poi si nascondono. Sbucano i nani…

Nano: Perchè quei due bambini ci han chiamati?

Nano: Son stati qui un momento e son scappati!

Nano: Han posato qui due sacchi, che sarà?

Nano: Io non resisto dalla curiosità!

Nano: Io mi avvicino a dare una sbirciatina…

Nano: Questo è pieno di piuma bianca e fina!

Nano: Questo è pieno di lana, che bellezza!

Nano: Sarà proprio per noi questa ricchezza?

Bianca e Bruno in coro: I nani del bosco i doni troveranno, e più contenti questa notte dormiranno…

Nano: Ma certo che è per noi, non hai sentito?

Nano: Questo regalo è certo il più gradito.

Nano: Quei due bambini sono molto buoni…

Nano: Torniamo a casa con i nostri doni!

Passano dei mesi, e venne il tempo del Natale. Bruno e Bianca aspettavano con gioia quel giorno. L’unica cosa che li rattristava, era che non avrebbero avuto l’albero di Natale come l’avevano visto in casa dei bambini più ricchi di loro. La mamma diceva che u abete ne bosco sarebbe stato presto trovato, ma che erano troppo poveri per potersi comprare tutti gli ornamenti necessari: palline d’argento, stelle d’oro, ciondoli variopinti… I bambini capivano che la mamma aveva ragione, ma spesso, quando erano soli, sospiravano pensando all’alberello desiderato. Alla vigilia di Natale, vi fu trambusto in famiglia per gli ultimi preparativi, e tutti poi si coricarono presto. Ma un po’ prima di mezzanotte, piano piano, l’uscio di casa si aprì…

Nano: Venite avanti piano, zitti zitti…

Nano: Se qualcuno ci vede siamo fritti!

Nano: Abbiam fatto fatica nella neve.

Nano: Non credevo che fosse così greve.

Nano: Io dico che è una bella improvvisata…

Nano: qui due bimbi l’han proprio meritata!

Nano: Chissà che festa, chissà che battimani!

Nano: Capiranno che è il dono di noi nani?

E posano nel salotto di casa un albero di Natale carico di luci e meravigliose decorazioni…

(Autore ignoto)

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Recite di Natale – L’asino e il bue

Recite di Natale – L’asino e il bue. Una recita natalizia che si rifà alla tradizione per la quale nella notte di Natale gli animali per una breve ora possono parlare con voce umana. I bambini ne sono incantati. (Potete inserire a vostro piacere canti natalizi per i cambi di scena, l’introduzione e il finale). Purtroppo non conosco la fonte.

Narratore: Quando nella stalla di Betlemme nacque Gesù, Dio fece un dono a tutti gli animali: che nella notte di Natale potessero salutare il Bambino con voce umana.

Narratore: Dall’alta rastrelliera, pian pianino, il bue strappò del fieno profumato, si avvicinò alla greppia del bambino, e disse:

Per coprirti l’ho portato. Presso i piedini poi mi fermerò, e col mio fiato li riscalderò.

Narratore: L’asinello pazzerello saltò un po’ per allegria, e poi disse:

Amico bello, guardà là, guarda Maria, che sorride dolcemente, non starò senza far niente. Fammi un po’ di posto, su, voglio anch’io scaldar Gesù.

Narratore: Lassù, nel vano di una finestrella, un ragno stava intento al suo lavoro. Disse:

perchè la tela sia più bella, dal sole prenderò tre fili d’oro, e tre fili d’argento dalla luna. Dalle stelle, una perla per ciascuna.

Narratore: Da un angolino un topo sussurrò:

sono il topino, nel mio buco sto. Ma quando tutti saranno andati via, verrò a tenerti un po’ di compagnia. E ti porterò il mio piccolo tesoro: un bel chicco di grano tutto d’oro.

Narratore: lasciata la tranquilla prateria, le pecore si misero in cammino, in cerca di Giuseppe e di Maria, della capanna e di Gesù bambino. Dissero:

una bella stella ci conduce, là dove splende la divina luce

Narratore: il cane abbaiava e correva intorno alle sue pecorelle

Avanti, venite! La notte è splendente di stelle. Non fatemi tanto aspettare, c’è un bimbo che debbo vegliare.

Narratore: anche in Betlemme tutti gli animali apriron gli occhi sventolando l’ali, e allungando le orecchie, ed il galletto diede la sveglia ritto in cima al tetto:

Amici, amici, in questa notte bella s’è accesa in terra una divina stella. In una mangiatoia un bimbo c’è. Povero e nudo, eppure Re dei Re. Gli angeli in cielo van cantando osanna. Venite amici, andiamo alla capanna!

Narratore: la mucca mormorò:

tiepido e bianco, io porto il latte sotto l’ampio fianco. Maria ne mungerà un secchiellino, che l’aiuti a nutrire il suo bambino.

Narratore: l’oca il collo allungò di qua e  di là chiamando la massaia:

qua qua qua. Eccomi pronta a dare il mio piumino, per fare un letto morbido al bambino.

Narratore: venne nitrendo il cavallino:

cosa darò a Gesù bambino? So solo galoppare, che potrò mai regalare? Il mio cuore e niente più, posso offrirti o buon Gesù

Narratore: dietro al fieno stava un riccio bruno. Disse:

Sto qui nascosto, chè nessuno mi veda, però ci sono anch’io a salutar Gesù, figlio di Dio. Tengo bassi gli aculei miei pungenti, chè il bambino di me non si spaventi.

Narratore: da una fessura usciron le farfalle, movendo l’ali con palpiti di gioia:

un giardino è nato in questa stalla, e il più bel fiore è nella mangiatoia. Intorno a quel bel fiore voleremo e un diadema di voli gli faremo

Narratore: nel bosco nero un orso si destò. Scosse la testa, e cupo brontolò:

mi sembra di sentire che un bambino si disceso dal cielo, qui vicino

Narratore: l’orsa fiutò nell’aria

è un bimbo biondo come il miele, e profuma tutto il mondo

Narratore: dissero in coro gli orsacchiotti

è buono il miele, e noi ne siamo ghiotti. Andiamo dunque a far le capriole intorno al bimbo biondo come il sole

Narratore: lo scoiattolo allegro e saltellante, scese di ramo in ramo fra le piante

porto una pigna di quel grosso pino e la depongo ai piedi del bambino

Narratore: la lepre aveva udito da lontano con le sue lunghe orecchie la notizia. Venne correndo per il bosco e il piano, col cuoricino pieno di letizia.

E’ Natale, e non ho più paura, presso al bambino posso star sicura

Narratore: nella boscaglia i lupi eran nascosti, e stavan quieti e buoni, e ben composti.

le zampe vogliamo un po’ incrociare, per mostrare che anche noi sappiam pregare

Narratore: la volpe di mostrarsi non osava, era fuori dall’uscio e mormorava

là dentro c’è una luce che mi abbaglia, eppure è solo un bimbo nella paglia

Narratore: il capriolo levò al cielo i suoi occhi, e vide mille stelle scintillare

con umiltà piego i ginocchi, perchè è nato un bimbo da adorare

Narratore: gli uccelli tutti in coro si misero a cantare

c’è una cometa d’oro, c’è un bimbo da cullare. Cantiamo in lieto stuolo, seguendo l’usignolo

Narratore: l’usignolo mandò due note chiare poi disse

Vedo il bosco verdeggiare, sento odore di rose nella serra, come se tornasse primavera. Ogni ramo di pianta porta un fiore: è nato in terra il nostro salvatore. Ogni uccello gli canti il suo saluto. Figlio di Dio, sìì nostro benvenuto

Narratore: e da quel momento, ogni volta che torna la notte di Natale, gli animali possono parlare per un’ora con voce umana.

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