LE VOLPI dettati ortografici, poesie e letture

LE VOLPI dettati ortografici, poesie e letture per la scuola primaria.

Le volpi
Parla un volpone: “Osservate tutto e notate ogni minima cosa. Non date mai a vedere d’essere delle volpi; se volete manifestarvi ad alta voce, fingetevi cuccioli di cane: abbaiate. A caccia, ricordatevi di essere una selvaggina anche voi, guardatevi d’attorno, accosciatevi spesso, ascoltate ciò che dice la terra. Se ferite, non urlate, mettetevi sottovento dei cani e medicatevi con le radici di rafano. Non temete mai gli scoppi, temete i fruscii, e rifugiatevi di preferenza nel grano. Guardatevi dai funghi velenosi e purgatevi spesso col ricino”-
(F. Tombari)

La volpe
Il suo mantello di peli folti è un’arma di difesa: esso  assume i colori della terra, degli alberi, delle rocce, delle nevi. La volpe è un animale quasi invisibile.
Va a caccia di notte. Assale e divora lepri, conigli, topi e lucertole.  Inoltre dà la caccia agli uccelli, anche a quelli acquatici (oche, anatre, cigni) e devasta i pollai. E’ golosa di pere, susine, uva.
Corre rapida; resiste alla fatica; passa tra le fessure più strette; sa camminare leggera, senza rumore, come se scivolasse; si nasconde nei cespugli.  Nuota bene e si arrampica sugli alberi.
I boscaioli e i contadini le fanno una guerra spietata.
(H. Hvass; da “Mammiferi nel mondo”; ed. Colderini)

(IN COSTRUZIONE)

LE VOLPI dettati ortografici, poesie e letture.  Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. 

La volpe il lupo e l’orso – Favola

La volpe il lupo e l’orso – Favola

In una lontana terra del nord vivevano Mekko il volpone, Pekka il lupo e Osmo l’orso.

Un giorno di sole Mekko propose a Pekka di mettersi in società con lui, e Pekka accettò.

“La prima cosa da fare sarebbe di creare una radura nella foresta per piantarvi dell’orzo”, propose Mekko.

Così andarono nella tenebrosa foresta di abeti e cominciarono ad abbattere alberi. Ma era un lavoro faticoso e ben presto Mekko ne ebbe abbastanza. Così, quando Pekka cominciò ad ammucchiare i ramoscelli sparsi per bruciarli, il volpone sgattaiolò via e andò a stendersi un po’ più in là.

“Ahimè, come sono stanco!”, sbadigliò. “Perchè dovrei continuare a lavorare? Faccia pur tutto quello stupido di Pekka!”

“Mekko, Mekko!”, chiamò il lupo. “Non mi aiuti a bruciare le fascine?”

“Tu accendi il fuoco”, gridò il volpone di rimando, “io starò qui a controllare che non schizzino via scintille: non vogliamo mica mandare a fuoco tutta la foresta!”

Pekka obbediente fece come gli era stato detto, mentre quell’imbroglione di Mekko si concedeva un bel sonnellino. Quando tutta la legna fu bruciata, Pekka disse: “Ora dobbiamo piantare le sementi di orzo in questa ricca cenere di legna; vieni ad aiutarmi, Mekko.”

Ma Mekko rispose: “Tu fa la semina, Pekka. Io starò qui a spaventare gli uccelli, o altrimenti verranno a beccare tutti i semi!”

“Come vuoi, Mekko” accettò Pekka; e seminò l’orzo nella radura. Mekko naturalmente non aveva la minima intenzione di spaventare gli uccelli; si rimise giù e si addormentò.

Passò un anno, e venne il tempo del raccolto. Il campo d’orzo che il lupo aveva creato e seminato era pronto a dare la sua messe. Mekko aiutava Pekka a falciare l’orzo e a portare le spighe nel granaio, dove le tenevano a seccare.

“Ho un’idea!” disse Pekka, “Chiediamo a Osmo l’orso di aiutarci nella trebbiatura; molte braccia alleggeriscono il lavoro”.

“D’accordo”, disse Mekko.

Trovarono l’orso bruno nel cuore della foresta e gli fecero la proposta.

“Vi aiuto volentieri” disse Osmo.

Quando le spighe furono secche, i tre amici cominciarono la trebbiatura.

“Ora dobbiamo dividere il lavoro” disse Pekka.

Subito Mekko si arrampicò sulle travi del granaio: “Io starò qui a sostenere le travi” gridò giù “altrimenti potrebbero cadervi addosso: così starete tranquilli finchè avrete finito di lavorare”.

Gli altri due furono grati al volpone di tanta premura. Osmo cominciò a battere l’orzo col carreggiato e Pekka a separare la pula dai chicchi.

Ogni tanto l’astuto Mekko lasciava cadere giù un pezzo di legno. “Sapeste che fatica sto facendo quassù, a sostenere queste travi!” esclamò, “Grazie al cielo sono abbastanza robusto”.

Bene, l’orso e il lupo continuarono a lavorare tutto il giorno, mentre quel pigraccio del volpone se la prendeva comoda sul tetto. E finalmente la trebbiatura fu finita: sul pavimento del granaio stavano ben divisi un gran fascio di paglia, un cumulo di pula e un  mucchietto di chicchi dorati e mondi.

Allora Mekko saltò giù dal tetto. “Meno male che è finita” dichiarò. “Non ce l’avrei più fatta a sostenere le travi!”

“Come dividiremo l’orzo fra noi?” chiese Pekka.

“Semplicissimo”, rispose Mekko, “Siamo in tre, e il raccolto è già diviso in tre. Il mucchio più grosso andrà naturalmente a Osmo l’orso, che è il più grande; quello medio a te, Pekka, e a me,  che sono il più piccolo, il minore.”

Lo sciocco lupo e lo stupido orso accettarono. Osmo prese il fascio di paglia, Pekka il cumulo di pula, e Mekko si portò via il mucchietto di chicchi dorati e mondi. Tutti assieme si recarono al mulino per macinare la loro parte. Quando la macina passò sull’orzo di Mekko produsse un rumore scrosciante.

“Che strano” disse Osmo, “il tuo orzo ha un suono diverso dal mio e da quello di Pekka!”

“Mescolateci un po’ di sabbia” disse Mekko, “e sentirete che avrà lo stesso rumore”.

Così Osmo e Pekka mescolarono sabbia alla paglia e alla pula e, rimessa in moto la macina, sentirono anch’essi un rumore scrosciante. Soddisfatti se ne tornarono a casa, convinti di avere per il lungo e freddo inverno una provvista d’orzo buona come quella di Mekko.

Il primo giorno d’inverno, ciascuno dei tre amici decise di prepararsi una calda e nutriente zuppa d’orzo.

Osmo mise sul fuoco paglia e sabbia: ma tutto quello che ne ricavò su un miscuglio nerastro dal sapore orribile. “Puah!” disse fra sè, “C’è qualcosa che non funziona!”. E andò alla tana di Mekko per chiedergli consiglio.

Trovò Mekko che mescolava una pentola di bianca e cremosa zuppa d’orzo, che mandava un profumino delizioso.

“Cos’ha la mia zuppa?” chiese Osmo. “La tua è bianca e cremosa, mentre la mia è nera e orribile”.

“Hai lavato l’orzo prima di metterlo in pentola?” s’informò Mekko.

Osmo scosse la testa arruffata. “Avrei dovuto farlo?” chiese.

“Ma certo!” disse Mekko. “Porta l’orzo al fiume e buttalo nell’acqua. Quando vedi che è pulito, tiralo fuori”.

Osmo se ne andò ringraziando Mekko per il consiglio. Raccolta la paglia, la portò al fiume e la fece cadere in acqua. Ma che accadde? Ogni filo di paglia fu trascinato via dalla corrente veloce e sparì lontano. Questa fu la fine del raccolto di Osmo. L’orso se ne tornò a casa lemme lemme sentendosi molto infelice. E quell’inverno ci fu poco da mangiare per lui.

Pekka, il lupo, mise sul fuoco pula e sabbia, ma tutto ciò che ottenne fu un miscuglio grigiastro dal sapore orribile. Così andò anche lui da Mekko per chiedergli consiglio. “Cos’ha la mia zuppa?” chiese al volpone, “La tua è bianca e cremosa, la mia è grigia e nauseante. Spiegami dove ho sbagliato.”.

“Con piacere” rispose Mekko, “ecco, appendi la tua pentola a questa catena, vicino alla mia; io, vedi, prima di mescolare, mi sono arrampicato sulla catena, tenendomi appeso sopra la pentola. Il calore del fuoco ha disciolto il grasso della mia coda, che è gocciolato nella pentola: è il grasso che rende bianca la mia zuppa”.

“Ah, è così!” esclamò Pekka, e subito si arrampicò sulla catena, tenendosi appeso sopra la pentola. Ma non resistette a  lungo: il fuoco lo scottò così forte che egli saltò giù ululando di dolore. Ripresosi, assaggiò di nuovo la sua zuppa, per sentire se era migliorata: ma aveva lo stesso sapore di prima.

“Non sento alcuna differenza” si lamentò; poi soggiunse: “Lasciami provare la tua, per sentire se è uguale”.

Non visto, Mekko aveva intinto il mestolo nella zuppa di Pekka e ne aveva versato un po’ nella propria. Perciò disse: “Serviti, senza complimenti! Prendine in quel punto lì, sembra particolarmente buona”, e indicò il punto dove aveva versato la zuppa di Pekka.

Così il povero lupo assaggiò di nuovo il proprio orribile miscuglio, credendolo la zuppa di Mekko.

“Che strano” disse poi “Non mi piace neanche il sapore della tua zuppa! Sai cosa ti dico? La faccenda è che forse non mi piace proprio la zuppa d’orzo!”

Tristemente se ne andò scuotendo la testa, e quell’inverno fu duro per lui.

Quanto a Mekko il volpone, sogghignava sorbendo la sua bianca e cremosa zuppa di orzo: “Non capisco come a Pekka possa non piacere” disse fra sè, “Io la trovo deliziosa”.

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Animali in lana cardata – volpe

Animali in lana cardata – volpe. Tutorial per realizzare una volpe in lana cardata per il presepe, il gioco o per allestire un teatrino steineriano.

Animali in lana cardata – volpe – Materiale occorrente

lana  cardata marrone rossiccio,
qualche ciuffetto di grigio chiaro,  bianco e marrone scuro per le rifiniture,
forbici,
fil di ferro abbastanza sottile,
aghetto da feltro.

Animali in lana cardata – volpe – Come si fa

preparare una striscia di lana cardata rossiccia, fare un nodo al centro, poi dividere in due falde il ciuffo che avanza ad una delle estremità del nodo, e con queste rivestire il nodo, che sarà la testa della volpe; con poca lana cardata girare intorno al nodo per fermarlo bene:

aggiungere poca lana cardata in alto, e modellarla con l’aghetto da feltro per formare le orecchie, così:

poi inserire l’aghetto da feltro sul davanti del nodo e tirare, per ottenere il musetto a punta, così:

ora, in base alla grandezza della testa, immaginare le dimensioni del corpo, e piegare la falda di lana a misura, poi con dell’altra lana cardata formare un primo abbozzo di corpo, girando attorno:

Poi inserire il fil di ferro per le zampe, mettere la volpe in piedi sul tavolo e deciderne l’altezza, accorciandole ripiegando il fil di ferro su se stesso, e fare delle prove di stabilità, quindi rivestirle avvolgendo la lana intorno al fil di ferro:

Ora modellare il corpo della volpe aggiungendo altra lana cardata e lavorando con l’aghetto da feltro, aggiungere anche della lana rossiccia in più per la coda, se serve, ed alla sua estremità una puntina di bianco:

Dare forma con l’aghetto da feltro, e avvolgere alle estremità delle zampe un po’ di lana marrone scuro. Ora inserire il naso, i baffi e gli occhi, così:

Se cerchi idee per attività in stile steineriano per il periodo dell’avvento, puoi trovarle raccolte qui:

 E qui trovi le istruzioni per realizzare il tradizionale presepe in lana cardata:  

https://shop.lapappadolce.net/prodotto/acquarello-steineriano-esercizi-di-colore-ebook/
https://shop.lapappadolce.net/prodotto/manuale-per-realizzare-le-bambole-waldorf/
https://shop.lapappadolce.net/prodotto/il-presepe-steineriano-in-lana-cardata/
https://shop.lapappadolce.net/prodotto/le-quattro-settimane-dellavvento/

Animals in carded wool – fox. Tutorial to make a fox in carded wool for the Nativity scene, for play or set up a puppet theater.

Animals in carded wool – fox
What do you need?

carded wool reddish brown,
some tuft of gray, white and dark brown for the finish,
scissors,
wire thin enough,
felting needle.

Animals in carded wool – fox
How is it done?

Prepare a strip of reddish carded wool, make a knot at the center, then divide into two flaps the tuft that advances at one end of the knot, and with these coat the knot, which will be the fox head; with little carded wool turn around the knot to stop it well:

add little carded wool at the top, and shape it with the needle to form the ears, in this way:

then insert the needle at the front of the knot and pull, to get the the snout, like this:

Now, depending on the size of the head, imagine the size of the body, and bend the flap of wool to size, then with other carded wool form a first outline of the body, turning the wool around:

Then insert the wire for the paws, put the fox standing on the table and decide their height, shorten them by folding the wire back on itself, and do the stability tests, then coat them wrapping the wool around the wire:

Now shape the body of the fox adding other carded wool and working with the needle, also add more  reddish wool for the tail, if needed, and at its end a pinch of white:

Give shape with the needle, and wrap the ends of the paws a little dark brown wool. Now enter the nose, mustache and eyes, as well:

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