Vita pratica Montessori: riempire, trasportare, svuotare una brocca

Nome dell’esercizio in inglese: filling a jug, carrying a jug, emptying a jug (a pitcher)

Area: esercizi preliminari, presa a C delle dita

Età: dai 2 anni e mezzo

Materiale: una brocca a misura di bambino su di uno scaffale, un lavandino con rubinetto a misura di bambino affiancato ad un piano di lavoro, un panno sul piano di lavoro accanto al lavandino, un tavolo

Presentazione

1. Preparazione diretta

. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come riempire, trasportare e svuotare una brocca”

. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo

. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale

2. Analisi dei movimenti – Trasportare la brocca vuota

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione: “Ti mostro come trasportare una brocca vuota”

 . con due mani su entrambi i lati della brocca sollevarla leggermente

. posarla nuovamente sul piano in modo che sia vicina a noi, con l’impugnatura rivolta verso destra e il beccuccio verso sinistra

. mostrare la presa a C delle dita

. afferrare l’impugnatura con la mano destra utilizzando la presa a C delle dita

. sollevare la brocca

. mettere la mano sinistra sotto alla brocca per sostenerla

. tenere la brocca vicina al corpo e camminare fino al lavandino

. posare la brocca nel lavandino, sotto al rubinetto

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

. ripetere la presentazione una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

. se durante la presentazione il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

2. Analisi dei movimenti – Riempire

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione: “Ti mostro come riempire una brocca”

. assicurarsi che la brocca sia sotto al rubinetto

. tenere ferma la brocca con la mano sinistra e aprire l’acqua con la mano destra

. quando l’acqua ha raggiunto un livello appropriato, cioè la brocca è riempita per circa due terzi, chiudere il rubinetto

. mostrare la presa a C delle dita

. afferrare l’impugnatura con la mano destra utilizzando la presa a C delle dita

. sollevare la brocca

. mettere la mano sinistra sotto alla brocca per sostenerla

. posare la brocca sul panno e asciugare l’acqua sul fondo della brocca

. spostare la brocca con entrambe le mani sul piano di lavoro

. prendere il panno e asciugare i lati della brocca

. posare il panno

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

. ripetere la presentazione una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

. se durante la presentazione il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

2. Analisi dei movimenti – Trasportare la brocca piena

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione: “Ti mostro come trasportare una brocca piena”

. mostrare la presa a C delle dita

. afferrare l’impugnatura con la mano destra utilizzando la presa a C delle dita

. sollevare la brocca

. mettere la mano sinistra sotto alla brocca per sostenerla

. camminando lentamente portare la brocca al tavolo

. posarla sul tavolo

. con due mani su entrambi i lati della brocca sollevala leggermente e portarla verso di sé in modo che l’impugnatura sia rivolta verso destra e il beccuccio verso sinistra

. afferrare l’impugnatura con la mano destra

. sollevare la brocca in modo che la mano sinistra possa sostenere la parte inferiore della brocca

. camminando lentamente riportare la brocca al lavandino

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

. ripetere la presentazione una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

. se durante la presentazione il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

2. Analisi dei movimenti – Svuotare

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione: “Ti mostro come svuotare una brocca”

. tenendo la brocca sul bordo del lavandino, versare lentamente l’acqua

. sollevare la brocca e posizionarla sul panno per raccogliere l’acqua che potrebbe essere scivolata lungo il beccuccio

. asciugare l’esterno della brocca col panno

. prendere la brocca (mano destra sull’impugnatura, mano sinistra a sostenere il fondo della brocca)

. tornare con la brocca allo scaffale

. posare la brocca sullo scaffale

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

. ripetere la presentazione una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

. se durante la presentazione il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

3. Conclusione

. ringraziare il bambino per il suo lavoro

. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

Libertà del bambino

dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per riempire, trasportare e svuotare una brocca

Obiettivi indiretti: destrezza e coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare la capacità di concentrazione coordinazione e controllo motorio, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, soddisfare il bisogno di ordine del bambino, stimolare lo sviluppo della volontà, preparare un ambiente favorevole al lavoro indipendente, favorire l’integrazione del bambino nel gruppo sociale, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri

Nomenclatura: brocca, impugnatura, destra, sinistra, sollevare, lentamente, ecc.

Punti di interesse: l’invito a riempire, trasportare e svuotare una brocca. Il suono dell’acqua che entra nella brocca. Non riempire eccessivamente la brocca

Controllo dell’errore: la brocca cade a terra, si rovescia dell’acqua sul pavimento, si produce rumore posando la brocca   

Note: l’ideale sarebbe dare ogni presentazione separatamente

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Vita pratica Montessori: trasportare un secchio

Nome dell’esercizio in inglese: carrying a bucket

Area: esercizi preliminari, presa a C della mano

Età: dai 2 anni e mezzo

Materiale: un secchio a misura di bambino riempito a metà d’acqua, posto su di un tavolo 

Presentazione

1. Preparazione diretta

. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come trasportare un secchio d’acqua”

. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo

. accompagnare il bambino al tavolo

2. Analisi dei movimenti

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione

. mettersi davanti al secchio

. piegare le ginocchia e, con una mano su ciascun lato del secchio, portarlo lentamente verso di sé

. appoggiare delicatamente il secchio sul pavimento

. mostrare la presa a C della mano

. sollevare il manico del secchio in verticale con due mani

. afferrare il manico con la mano destra utilizzando la presa a C della mano

. raddrizzare le ginocchia e consentire al braccio che trasporta il secchio di pendere verso il basso senza che il secchio tocchi terra

. trasportare il secchio nel luogo scelto

. piegare le ginocchia e posare con cura il secchio sul pavimento

. appoggiare il manico contro il lato del secchio

. ripetere la procedura per riportare il secchio al suo posto

. ripetere la presentazione una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

. se durante la presentazione il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

3. Conclusione

. ringraziare il bambino per il suo lavoro

. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

Libertà del bambino

dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per trasportare un secchio d’acqua

Obiettivi indiretti: sviluppare la capacità di concentrazione coordinazione e controllo motorio, soddisfare il bisogno di ordine del bambino, stimolare lo sviluppo della volontà, preparare un ambiente favorevole al lavoro indipendente, favorire l’integrazione del bambino nel gruppo sociale (scuola, famiglia), eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri

Nomenclatura: secchio, manico, ginocchia, sollevare, ecc.

Punti di interesse: non rovesciare il contenuto del secchio, non fare rumore

Controllo dell’errore: il secchio cade a terra, si rovescia dell’acqua

   

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Vita pratica Montessori: trasportare un vassoio o un cestino

Nome dell’esercizio in inglese: carrying a tray, carrying a basket

Area: esercizi preliminari, pinza a cinque dita, presa a C delle dita

Età: dai 2 anni e mezzo

Materiale: un vassoio o un cestino

Presentazione

1. Preparazione diretta

. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come trasportare un vassoio” oppure “Ti mostro come trasportare un cestino”

. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo

. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale

2. Analisi dei movimenti

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione

. piegarsi verso l’oggetto da trasportare

. prendere in mano l’oggetto:

. se si tratta di un cestino, con una mano ognuna delle impugnature, utilizzando la pinza a cinque dita

. se si tratta di un vassoio con entrambe le mani, una su ciascun lato del vassoio stesso, utilizzando la pinza a cinque dita col pollice in alto e le altre dita distese sotto

. se il vassoio ha i fori per le dita, utilizzando la pinza a cinque dita con le quattro dita piegate infilate nel foro (palmo verso l’alto) e il pollice sul vassoio

. portare con attenzione l’oggetto verso di sé

. sollevare l’oggetto (assicurandosi che non urti gli oggetti intorno, specialmente se si trova su uno scaffale

. portare l’oggetto verso il corpo in modo che le braccia siano piegate con un angolo di 90 gradi e che i gomiti siano vicino al corpo

. camminare tenendo l’oggetto, quindi riportarlo al suo posto

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

. ripetere la presentazione una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

. se durante la presentazione il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

3. Conclusione

. ringraziare il bambino per il suo lavoro

. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

Libertà del bambino

dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per trasportare un vassoio o un cestino in modo autonomo

Obiettivi indiretti: sviluppare la capacità di concentrazione coordinazione e controllo motorio, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, preparare un ambiente favorevole al lavoro indipendente, favorire l’integrazione del bambino nel gruppo sociale (scuola, famiglia), eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri

Nomenclatura: cestino, vassoio, gomiti, scaffale, ecc.

Punti di interesse: il tipo di presa. Mantenere il cestino o il vassoio orizzontali.

Controllo dell’errore: non lasciar cadere il vassoio o il cestino. Non far cadere o rovesciare il contenuto. Non urtare contro qualcosa o qualcuno. Se il vassoio o il cestino non vengono tenuti vicino al corpo, possono inclinarsi e rovesciarsi.

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Sedersi al tavolo e alzarsi

Nome dell’esercizio in inglese: sitting at the table

Area: esercizi preliminari, grazia e cortesia, pinza a cinque dita

Età: dai 2 anni e mezzo

Materiale: una sedia e un tavolo a misura di bambino    

Presentazione

1. Preparazione diretta

. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come sederti al tavolo e alzarti”

. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo

. accompagnare il bambino al tavolo

2. Analisi dei movimenti – sedersi

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione: “Ti mostro come sederti al tavolo”

. mettersi in piedi dietro alla sedia

. mostrare la pinza a cinque dita

. utilizzando tale presa porre le mani ai due lati dello schienale

. sollevare leggermente le gambe posteriori ed estrarre la sedia. Dovrebbero esserci circa 15 cm tra il bordo del tavolo e il bordo della sedia.

. mettersi a un lato sedia

. sedersi lateralmente sulla sedia

. ruotare sul sedere fino a trovarsi di fronte al tavolo, con le gambe sotto di esso

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

. ripetere la presentazione una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

. se durante la presentazione il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

2. Analisi dei movimenti – alzarsi

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione: “Ti mostro come alzarti dal tavolo”

. ruotare sul sedere fino a mettersi seduti lateralmente sulla sedia

. alzarsi dalla sedia

. mettersi dietro alla sedia e afferrare lo schienale della sedia con entrambe le mani, usando la pinza a cinque dita

. sollevare leggermente la sedia, e avvicinarla al tavolo fino a quando lo schienale non si troverà a circa 3 cm dal bordo del tavolo

. appoggiare le gambe posteriori della sedia al pavimento e poi le anteriori, senza fare rumore

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

. ripetere la presentazione una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

. se durante la presentazione il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

3. Conclusione

. ringraziare il bambino per il suo lavoro

. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

Libertà del bambino

dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per sedersi a un tavolo ed alzarsi in modo appropriato, facendo meno rumore possibile

Obiettivi indiretti: sviluppare la capacità di concentrazione coordinazione e controllo motorio, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, stimolare lo sviluppo della volontà, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, preparare un ambiente favorevole al lavoro indipendente, favorire l’integrazione del bambino nel gruppo sociale

Nomenclatura: le parti del corpo interessate e le posizioni

Punti di interesse: mettersi prima seduti lateralmente e poi girarsi verso il tavolo

Controllo dell’errore: rumore della sedia sul pavimento, la sedia cade, la sedia graffia il pavimento 

Note: l’ideale sarebbe dare ogni presentazione separatamente

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Vita pratica Montessori: srotolare, arrotolare e trasportare un tappeto

Nome dell’esercizio in inglese: unrolling a mat, rolling a mat, carrying a mat (a rug)

Area: esercizi preliminari, rotazione del polso, presa a C di entrambe le mani

Età: dai 2 anni e mezzo

Materiale: tappeto, porta-tappeti, spazio libero sul pavimento     

Presentazione

1. Preparazione diretta

. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come trasportare, srotolare e arrotolare un tappeto”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. andare al porta-tappeti

2. Analisi dei movimenti – trasportare

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione: “Ti mostro come trasportare, un tappeto”
. mostrare la presa a C della mano tenute in verticale col pollice verso l’alto
. usando la presa a C mettere una mano verso il fondo e una verso l’estremità superiore del rotolo, assicurandosi di tenere fermo il lembo di apertura
. rimuovere il tappeto dal porta-tappeti sollevandolo verticalmente
. trasportare il tappeto continuando a tenerlo in verticale: se è leggero continuando a tenerlo con le due mani a C, se è pesante avvolgendo la parte superiore nell’incavo del gomito col braccio piegato e l’estremità inferiore tenuta col palmo della mano
. il rotolo deve stare al centro del corpo
. ripetere la presentazione una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se durante la presentazione il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

2. Analisi dei movimenti – srotolare

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione: “Ti mostro come srotolare un tappeto”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. trasportare un tappeto in un luogo non occupato da cose o persone
. appoggiare il tappeto sul pavimento, in verticale di fronte a sé, con il lembo di apertura rivolto verso sinistra
. inginocchiarsi sul pavimento e mettere il rotolo in orizzontale, col lembo di apertura davanti a noi
. appoggiare la mano destra sul rotolo e la mano sinistra sul bordo iniziale del tappeto
. srotolare il tappeto verso destra con la mano destra, mentre la sinistra continua a tenere il bordo
. dopo che il tappeto è completamente steso, camminare attorno al tappeto per assicurarsi che non blocchi un percorso o disturbi gli altri
. ripetere la presentazione una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se durante la presentazione il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

2. Analisi dei movimenti – arrotolare

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione: “Ti mostro come arrotolare un tappeto”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. inginocchiarsi a un’estremità del tappeto
. mostrare la presa a C della mano con le mani in orizzontale e i palmi rivolti verso il basso
. prendere il bordo tra le mani e piegarlo verso il tappeto, con attenzione
. iniziare ad arrotolare, con entrambe le mani, accertandosi che i bordi ai lati del tappeto siano allineati
. alzarsi in piedi
. ripetere la presentazione una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se durante la presentazione il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

3. Conclusione

. riportare il tappeto al porta-tappeto
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

Libertà del bambino

dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per srotolare, arrotolare e trasportare un tappeto

Obiettivi indiretti: preparare un ambiente favorevole al lavoro indipendente sviluppare la capacità di concentrazione coordinazione e controllo motorio, destrezza e coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri

Nomenclatura: arrotolare, srotolare, verticale, orizzontale, bordo, ecc.

Punti di interesse: la rotazione del polso. L’invito a trasportare, srotolare, arrotolare un tappeto. I tappeti e il loro colore. I bordi del tappeto. Estrarre il tappeto dal contenitore con due mani senza che si srotoli

Controllo dell’errore: il tappeto si srotola nel rimetterlo nel porta-tappeti.  Il tappeto è arrotolato in modo disordinato

Variazioni ed estensioni: arrotolare i tovaglioli, arrotolare i calzini, arrotolare le tovagliette

Note

. i tappeti servono per le attività che non possono essere svolte al tavolo
. se qualcosa può essere fatto sul tavolo e c’è spazio, dovrebbe essere fatto lì
. il tappeto deve essere trattato come un tavolo: non camminarci sopra, sedervisi sopra, saltarci sopra ecc.
. l’ideale sarebbe dare ogni presentazione separatamente

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Album di vita pratica Montessori: introduzione

“La mano è quell’organo fine e complicato nella sua struttura, che permette all’intelligenza non solo di manifestarsi, ma di entrare in rapporti sociali con l’ambiente: l’uomo si può dire, prende possesso dell’ambiente con la sua mano e lo trasforma sulla guida dell’intelligenza, compiendo così la sua missione nel gran quadro dell’universo”. (Maria Montessori, Il segreto dell’infanzia)

L’ elenco degli esercizi di vita pratica presenti in questo manuale non può essere considerato completo.  La classificazione degli esercizi è puramente orientativa e uno stesso esercizio può essere considerato come appartenente a più di una categoria.

Ogni esercizio ha le sue caratteristiche distintive e deve essere presentato separatamente.

Gli esercizi possono essere considerati anche come perfezionamento graduale di un dato movimento, attraverso l’utilizzo di materiale diversi. Questo vale, ad esempio, per i diversi tipi di presa della mano.

L’indicazione dell’età adatta per la presentazione non è nulla di più che un suggerimento. Ogni bambino progredisce nel suo sviluppo coi propri tempi, ed è nostra responsabilità osservare le sue abilità ed i suoi bisogni prima di presentare un esercizio. L’obiettivo della pedagogia montessoriana è quello di aiutare il bambino a fare nel modo più perfetto possibile ciò che comunque farebbe seguendo i suoi impulsi naturali, ma non così perfettamente.

Inoltre, uno stesso esercizio ha valenze diverse se presentato a tre o a cinque anni. Ad esempio, a tre anni un bambino non è particolarmente interessato ad avere un tavolo pulito, ma è affascinato dai movimenti e dal processo che portano alla sua pulizia: il bambino più piccolo è chiamato all’attività dal processo e non dal risultato. I bambini più grandi, invece, scelgono di dedicarsi ad un esercizio di vita pratica perché desiderano giungere al risultato finale: sono chiamati dal risultato e non dal processo.

Nel suo libro “La mente del bambino. Mente assorbente” Maria Montessori scrive: “Il periodo più importante della vita è quello tra la nascita ed i sei anni e non quello degli studi universitari. Quindi, questo è il momento in cui il più grande strumento dell’uomo, l’intelligenza, si forma. Non solo la sua intelligenza; ma tutte le sue capacità psichiche … In nessun’altra età un bambino ha più bisogno di un aiuto intelligente, e qualsiasi ostacolo che impedisca il suo lavoro creativo diminuirà le possibilità che ha di raggiungere la perfezione “.

Il vero scopo dell’educazione è coltivare nel bambino il desiderio di imparare.

Anche se le attività di vita pratica possono sembrare semplici e banali, sono in realtà una parte molto importante della didattica Montessori perché aiutano il bambino a perfezionare movimenti e coordinazione, capacità di concentrazione e attenzione.

Quando il bambino è assorbito in un’attività come la pulizia di un tavolo, la sua capacità di concentrazione si rinforza. Gli esercizi di vita pratica lo aiutano gradualmente a prolungare il tempo durante il quale può focalizzare la sua attenzione durante un’attività specifica.

E quando si dedica ad una sequenza di azioni da ripetere, migliora le sue capacità di attenzione. Infine, impara buone abitudini di lavoro portando a termine ogni attività iniziata e riponendo tutti i materiali al termine del suo lavoro.

Le attività di vita pratica hanno lo scopo ultimo di sviluppare l’autonomia e la fiducia in se stessi dei bambini, sia fisicamente che intellettualmente. Attraverso questi esercizi, il bambino acquisisce le abilità che gli permettono di partecipare alle attività degli adulti e raggiungere l’indipendenza. Gli esercizi di vita pratica offrono basi e fondamenta affinché il bambino si muova con successo nel suo ambiente, e rispondono ai bisogni dei bambini di ordine, movimento, esplorazione sensoriale. Attraverso gli esercizi di vita pratica i bambini hanno la libertà e la capacità di esercitare la loro volontà nel loro ambiente. Tutti gli esercizi di vita pratica insegnano ai bambini grazia, cortesia, pazienza e rispetto. Gli esercizi di vita pratica sono quindi mezzi per uno sviluppo umano completo.

Le presentazioni possono apparire eccessivamente dettagliate. Secondo il pensiero di Maria Montessori, più precisamente mostriamo un’attività a un bambino piccolo, più essa diventerà per lui interessante, e più vorrà imitare i nostri movimenti. Il bambino non solo ha un intenso interesse per questi movimenti dettagliati, ma è dotato di una capacità speciale di fissarli, cioè renderli abituali, con una facilità e una spontaneità che non si ripeterà mai più nelle fasi successive della sua vita.

È estremamente importante prepararsi adeguatamente prima di presentare un esercizio ai bambini, studiando con attenzione i movimenti da eseguire ed utilizzando il minor numero di parole possibile.

Quando si presenta un esercizio di vita pratica bisogna accertarsi che le nostre mani siano ben visibili. Per questo se siamo destrimani il bambino si siederà alla nostra sinistra, se siamo mancini alla nostra destra.  

Per semplicità nel manuale si parla di mano sinistra e mano destra, intendendo con questo la mano non dominante e la mano dominante. Adattate le presentazioni al vostro caso specifico.

Ho aggiunto alle presentazioni la denominazione inglese dell’esercizio, per agevolare le ricerche in rete (in questa lingua le risorse a disposizione sono sterminate). Anticipare la denominazione con la parola “Montessori” raffina la ricerca.

Ove possibile ho aggiunto link a video disponibili nel web.

Per quanto riguarda le immagini, cliccare sulla foto per accedere alla fonte originale.

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Album di vita pratica Montessori: tipi di presa della mano

Come spiegato qui, gli esercizi di vita pratica possono essere considerati come perfezionamento graduale di un dato movimento, attraverso l’utilizzo di materiale diversi.

Questo vale, ad esempio, per i diversi tipi di presa della mano:

. presa palmare con tutte le dita opposte al palmo (spugna, pallina, ecc.)

. presa a C della mano col pollice opposto a palmo e quattro dita (bicchiere, siringa per ungere la carne, maniglia della porta, ecc.)

. presa a C delle dita con le quattro dita piegate e il pollice sull’indice (manico di una tazza o di una brocca, ecc.)

. pinza a cinque dita, col pollice opposto alle quattro dita (pinze da insalata, ecc.)

. pinza a tre dita, col pollice opposto a indice e medio (pinzette, contagocce, pomelli ecc.)

. pinza a due dita, col pollice opposto all’indice (capocchie di spilli, oggetti minuti, ecc.)

. presa a tre dita, col pollice opposto all’indice e il medio che fa da appoggio (cucchiaio, strumenti di scrittura, ecc.)

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Album di vita pratica Montessori

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Questo è il contenuto dell’Album:

Sezioni del manuale

  1. Introduzione
  2. Tipi di presa della mano
  3. Elenco degli esercizi e delle attività di vita pratica (scorri la pagina e clicca per leggere i singoli articoli già pubblicati)
  4. Do it yourself: costruire i materiali necessari per le attività di vita pratica (scorri la pagina e clicca per leggere i singoli articoli già pubblicati)
  5. Appendice: la teoria alla base delle attività di vita pratica (scorri la pagina e clicca per leggere i singoli articoli già pubblicati)
  6. Bibliografia (scorri la pagina )

Elenco degli esercizi e delle attività di vita pratica

1. Movimenti elementari ed esercizi preliminari

Arrotolare e srotolare

  • Srotolare, arrotolare e trasportare un tappeto
  • Arrotolare un tovagliolo
  • Tovagliolo e portatovagliolo
  • Tirare l’argilla col mattarello

Muoversi nello spazio

  • Stare in piedi 
  • Camminare intorno a un tappeto         
  • Sedersi e alzarsi dal pavimento                    
  • Sedersi e alzarsi dalla sedia  
  • Sedersi al tavolo e alzarsi              

Trasportare

  • Trasportare una sedia      
  • Trasportare un tavolo             
  • Trasportare un vassoio o un cestino 
  • Trasportare un secchio
  • Riempire, trasportare, svuotare una brocca   
  • Trasportare un bicchiere d’acqua      
  • Trasportare le forbici e altri oggetti appuntiti     
  • Trasportare una pila di panni piegati     
  • Passarsi una campanella di mano in mano     

Maneggiare i libri

  • Prendere un libro dallo scaffale      
  • Mettere un libro sullo scaffale     
  • Aprire e chiudere un libro     
  • Girare le pagine di un libro                 

Al lavandino

  • Riempire un contenitore al lavandino     
  • Vuotare un contenitore nel lavandino     

Trasferire e travasare

  • Trasferimento di oggetti   
  • Trasferimento di uova        
  • Trasferimento di monetine      
  • Mettere le monetine nel salvadanaio
  • Trasferimento di spilli da un puntaspilli ad un altro   
  • Trasferimento di spilli da una ciotola a uno spargizucchero
  • Trasferimento di sostanze secche da brocca a brocca
  • Trasferimento di sostanze secche da brocca a ciotola                
  • Trasferimento di sostanze secche da brocca a caraffa   
  • Trasferimento di sostanze secche con l’imbuto        
  • Trasferimento di sostanze secche col cucchiaio   
  • Trasferimento di oggetti col colino
  • Travasi di liquidi da brocca a brocca    
  • Travasi di liquidi da brocca a bicchiere    
  • Travasi di liquidi da brocca a caraffa    
  • Travasi di liquidi con l’imbuto       
  • Versare liquidi fino al segno      
  • Riempire bicchieri a livelli diversi      
  • Riempire bicchieri identici allo stesso livello    
  • Riempire bicchieri diversi allo stesso livello  
  • Prelevare acqua da un secchio   
  • Riempire piccoli flaconi di plastica      
  • Teiera e tazzina    
  • Travasi con la siringa per ungere la carne
  • Travasi con la siringa        
  • Travasi col contagocce      
  • Trasferimento di acqua su un portasapone a ventose col contagocce      
  • La ruota dei colori      
  • Travasi con la spugna   
  • Travasi con la spugna fino al segno      
  • Strizzare le spugnette con lo spremiaglio
  • Travasi con un panno        

Usare le pinze

  • Mollette da bucato sul bordo di un cestino      
  • Punzonatrice per carta   
  • Pinze e pompon   
  • Pinze e noci        
  • Pinze e biglie      
  • Trasferire semi o perline con la pinzetta per sopracciglia  
  • Raggruppamento di oggetti con le pinze      
  • Usare le pinze per lumache      
  • Bacchette cinesi      
  • Pinza per polpette      
  • Usare la graffettatrice       

Tendere e tirare

  • Arricciare i nastri   
  • Usare un elastico per fermare un foglio arrotolato     
  • Geopiano               
  • Sfilacciare un tessuto    

Piegare

  • Piegare un tovagliolo di carta   
  • Piegare gli asciugamani      
  • Piegare la stoffa
  • Imbustare una lettera        
  • Piegare un grembiule      
  • Piegare un guanto da spolvero       

Aprire e chiudere

  • Aprire una porta
  • Chiudere una porta     
  • Aprire e chiudere una finestra       
  • Aprire e chiudere un cassetto
  • Prelevare e reinserire i cassetti dei cofanetti       
  • Aprire e chiudere bottiglie 
  • Aprire e chiudere bottiglie con tappi di diverso tipo    
  • Aprire e chiudere vasetti con coperchio a vite  
  • Aprire e chiudere scatole diverse 
  • Aprire e chiudere contenitori vari   
  • Usare una pattumiera a pedale      
  • Apriscatole      
  • Montare e smontare una torcia elettrica      

Premere

  • Accendere e spegnere la luce   
  • Gioco dei chiodini      
  • Arance e chiodi di garofano
  • Spezzare gli spaghetti      
  • Punteggiare la carta      
  • Carteggiare      
  • Usare una graffetta      
  • Setacciare la farina   

Battere

  • Mortaio e pestello: macinare gusci d’uovo 
  • Mortaio e pestello: macinare le spezie    
  • Sgusciare le noci col martello      
  • Usare il martello    

Avvitare

  • Girare oggetti con la schiumarola 
  • Spremere le arance      
  • Viti e bulloni ad alette      
  • Viti e bulloni 
  • Blocco per viti e bulloni      
  • Chiavi e lucchetti  
  • Usare lo schiaccianoci a vite      
  • Macinapepe  
  • Usare il cacciavite   
  • Avvitare e svitare con cacciavite diversi      
  • Temperare una matita col temperino

         Accendere e spegnere

  • Spegnere una candela      
  • Accendere un fiammifero    

Tagliare

  • Usare le forbici        
  • Tagliare sulle linee   
  • Tagliare un filo       
  • Tagliare la pasta da modellare      
  • Usare il tagliacarte      

Affettare

  • Affettare frutta e verdura      
  • Affettare le uova sode      

Sgranare e sbucciare

  • Sgranare senza utensili        
  • Sbucciare un mandarino   
  • Sbucciare una banana   
  • Sbucciare le uova sode      
  • Sbucciare le arachidi      
  • Sbucciare col pelapatate      

Grattugiare

  • Sale colorato      
  • Grattugiare il sapone      
  • Grattugiare il pane      
  • Grattugiare le carote      

Ruotare

  • Frusta da cucina
  • Temperare una matita col temperamatite a manovella      
  • Frullino a manovella      
  • Montare gli albumi    
  • Trapano manuale a ingranaggi  
  • Arrotolare e srotolare il filo      

Spalmare

  • Spalmare   
  • Misurazione di sostanze secche   

Incollare e scollare

  • Collage con forme di carta preincollata      
  • Scollare un francobollo      
  • Incollare con la colla stick
  • Incollare con la spugna incollante
  • Incollare con colla e pennello
  • Incollare materiali diversi dalla carta   

Tracciare

  • Usare il righello per tracciare linee      
  • Ricalcare un disegno    

Infilare

  • Ganci da tenda 
  • Spiedini di frutta    
  • Infilare le perle      
  • Braccialetti con scovolini      
  • Braccialetti e collane di perle      
  • Orecchini con perno      
  • Infilare un ago      
  • Tessere   

Intrecciare

  • Fare una cordicella
  • Tavoletta dell’intreccio        

Annodare

  • Fare un nodo      
  • Rilegare un libretto
  • Fare il nodo al filo per cucire      
  • Nodo a bocca di lupo       
  • Fare un fiocco      

Cucire

  • Carte da cucire   
  • Cucire con- ago e filo      
  • Cucire un bottone
  • Telaio da ricamo          

2. Prendersi cura dell’ambiente: al chiuso

Organizzare

  • Il ciclo di lavoro      
  • Dipingere al cavalletto      
  • Cambiare il rotolo di carta igienica        
  • Appaiamento di oggetti   
  • Raggruppamento di oggetti  
  • Suddividere le posate      
  • Apparecchiare la tavola      

Spolverare

  • Spolverare col guanto da polvere  
  • Spolverare col piumino    
  • Spolverare con un panno  
  • Spolverare oggetti col pennello       

Spazzolare

  • Spazzolare un tappeto  
  • Spazzolare le patate  

Spazzare

  • Usare scopino e paletta    
  • Spazzare il pavimento con scopa e paletta  
  • Spazzare la moquette o un grande tappeto con una scopa a spinta
  • Raccogliere i chiodi col magnete 

Lucidare

  • Lucidare il vetro  
  • Pulire i vetri delle finestre o grandi specchi
  • Lucidare il metallo   
  • Lucidare le monetine
  • Lucidare il legno    

Lavare

  • Lavare un pennello      
  • Lavare un sasso   
  • Lavare e lucidare le conchiglie
  • Lavare una bambola 
  • Lavare i piatti   
  • Lavare il pavimento      
  • Asciugare una pozza d’acqua 
  • Lavare una lavagna      
  • Lavare un vassoio      
  • Lavare un tavolo      

Curare le piante

  • Spolverare una pianta
  • Lucidare le foglie      
  • Innaffiare le piante    
  • Cura delle piante d’appartamento 
  • Raccogliere i fiori in giardino
  • Fare composizioni floreali   
  • Cambiare l’acqua ai fiori      

Curare gli animali domestici

  • Dar da mangiare ai pesci  

3. Prendersi cura dell’ambiente: all’aperto

  • Cura delle piante da giardino
  • Spazzare le foglie   
  • Raccogliere rifiuti in giardino   
  • Rastrellare le foglie      
  • Semina in vaso
  • Semina nel terreno       
  • Spalare la neve  
  • Lavare i giocattoli in giardino      

4. Prendersi cura di se stessi

   Igiene       

  • Lavarsi le mani   
  • Lavarsi il viso      
  • Lavarsi i denti     
  • Pettinare e spazzolare i capelli  
  • Starnutire      
  • Tossire      
  • Soffiarsi il naso  

                   Abbigliamento

  • Lavare le scarpe
  • Lucidare le scarpe  
  • Piegare i vestiti   
  • Fare la valigia      
  • Appaiare e arrotolare i calzini 
  • Spazzolare i vestiti   
  • Fare il bucato   
  • Stirare 

                   Vestirsi e spogliarsi

  • Indossare il cappotto      
  • Togliersi il cappotto   
  • Appendere il cappotto  
  • Appendere abiti a una gruccia  
  • Indossare scarpe e stivali da pioggia      
  • Indossare i pantaloni      
  • Telaio delle allacciature: chiusure a strappo (velcro) 
  • Telaio delle allacciature: bottoni automatici    
  • Telaio delle allacciature: bottoni grandi   
  • Telaio delle allacciature: bottoni piccoli    
  • Telaio delle allacciature: cerniera  
  • Telaio delle allacciature: ganci e occhielli   
  • Telaio delle allacciature: cinturini  
  • Telaio delle allacciature: nastri  
  • Telaio delle allacciature: lacci    
  • Telaio delle allacciature: lacci e ganci 
  • Usare una spilla di sicurezza  
  • Telaio delle allacciature: spille di sicurezza    
  • Telaio delle allacciature: bottoni in pelle  

5. Prendersi cura degli altri

  • Servire l’insalata  
  • Servire le uova sode  
  • Popcorn a microonde
  • Preparare una tisana      
  • Preparare e servire uno spuntino      

Do it yourself

  1. Guanto di spugna
  2. Grembiule per bambini
  3. Spolverino per le piante

Appendice

  1. Gli esercizi di vita pratica
  2. La responsabilità dell’adulto
  3. La preparazione dell’ambiente
  4. La presentazione
  5. L’osservazione
  6. I campi di influenza degli esercizi di vita pratica

La ruota dei colori Montessori

Età

dai 3 anni

Materiale

un vassoio contenente:

  • un flacone contagocce riempito con acqua e colorante alimentare rosso,
  • un flacone contagocce riempito con acqua e colorante alimentare blu,
  • un flacone contagocce riempito con acqua e colorante alimentare giallo,
  • la ruota dei colori plastificata,
  • stuzzicadenti o puntine su di un piattino,
  • un piattino vuoto per gli stuzzicadenti o le puntine usati,
  • una spugnetta (circa 5 centimetri),
  • 1 foglio di carta casa priva di decorazioni o carta assorbente bianca,
  • un pennarello per scrivere il proprio nome sulla carta.

Un tavolo e due sedie

Il mio materiale pronto è disponibile per il download e la stampa solo per gli abbonati:

Presentazione

1. Preparazione diretta

  • invitare il bambino in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro la ruota dei colori”

il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo

accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale

trasportare il vassoio e posarlo sul tavolo lungo il margine superiore, al centro

sedersi al tavolo (il bambino siede alla nostra sinistra)

allentare i tappi dei tre flaconi contagocce lasciandoli sui rispettivi flaconi, in modo che siano pronti per l’uso

scrivere il proprio nome sul foglio di carta assorbente e metterlo sul tavolo, a sinistra

mettere davanti a noi la ruota dei colori plastificata scelta, con i quattro punti blu in alto

2. Analisi dei movimenti

ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione

prendere il flacone del blu dal vassoio e posarlo a destra della ruota in alto (per evitare rovesciamenti)

prelevare il liquido col contagocce e mettere una goccia di blu sul primo pallino blu della ruota. La punta del contagocce deve essere tenuta molto vicina alla sagoma, ma senza toccarla

ripetere col secondo pallino

far notare che la mano che tiene il contagocce non tocca mai toccare la ruota, per non danneggiare le gocce colorate già spremute

ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

dopo aver completato il lavoro con i punti blu, riavvitare il tappo al flacone e rimetterlo sul vassoio

prendere il flacone del rosso dal vassoio e posarlo a destra della ruota in alto (per evitare rovesciamenti)

prelevare il liquido col contagocce e mettere una goccia di rosso sul primo pallino rosso della ruota. La punta del contagocce deve essere tenuta molto vicina alla sagoma, ma senza toccarla

ripetere col secondo pallino

far notare che la mano che tiene il contagocce non tocca mai toccare la ruota, per non danneggiare le gocce colorate già spremute

ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

dopo aver completato il lavoro con i punti rossi, riavvitare il tappo al flacone e rimetterlo sul vassoio

prendere il flacone del giallo dal vassoio e posarlo a destra della ruota in alto (per evitare rovesciamenti)

prelevare il liquido col contagocce e mettere una goccia di giallo sul primo pallino giallo della ruota. La punta del contagocce deve essere tenuta molto vicina alla sagoma, ma senza toccarla

ripetere col secondo pallino

far notare che la mano che tiene il contagocce non tocca mai toccare la ruota, per non danneggiare le gocce colorate già spremute

ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

dopo aver completato il lavoro con i punti gialli, riavvitare il tappo al flacone e rimetterlo sul vassoio

dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

prendere dal vassoio il piattino degli stuzzicadenti e il piattino vuoto, e posizionarli a destra della ruota dei colori

prendere il primo stuzzicadenti per un’estremità, tenerlo in verticale e usarlo per mescolare le gocce di colore sui quattro punti blu in alto, per formare un’unica macchia. Non oltrepassare i confini esterni dei quattro punti per non invadere quelli vicini. Non toccare mai la ruota con la mano

mettere lo stuzzicadenti usato sul secondo piattino

ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino, procedendo in senso orario e usando per ogni gruppo uno stuzzicadenti diverso

se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

quando tutti i gruppi di punti sono stati mescolati, rimettere i piattini sul vassoio

prendere il foglio di carta assorbente

posizionare lentamente e con molta cautela il foglio sulla ruota dei colori e premere delicatamente

attendere

quando le macchie di colore sono completamente passate sulla carta assorbente, rimuoverla lentamente

ammirare il proprio lavoro

3. Conclusione

al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino

  • appendere ad asciugare il foglio di carta assorbente
  • con la spugna asciugare eventuali tracce di colore rimaste sulla ruota dei colori e rimetterla sul vassoio
  • andare al lavandino, lavare la spugna e riportarla sul vassoio
  • rifornire il vassoio con un foglio di carta assorbente pulita
  • riportare il vassoio allo scaffale
  • ringraziare il bambino per il suo lavoro
  • congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

Libertà del bambino

dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni

Obiettivi diretti

isolare le abilità necessarie per usare un contagocce facendo cadere una goccia sola alla volta, esplorare i colori primari, secondari e terziari

Obiettivi indiretti

raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, focalizzare l’attenzione del bambino sull’oggetto per stimolare la concentrazione, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, soddisfare il bisogno di ordine del bambino, preparare un ambiente favorevole al lavoro indipendente

Nomenclatura

contagocce, tettarella, stuzzicadenti, il nome dei colori, ecc.

Punti di interesse

l’acqua colorata che viene risucchiata e soffiata fuori dal contagocce una goccia alla volta, i quattro punti blu in alto, non toccare mai la ruota con la mano quando si usa il contagocce o lo stuzzicadenti, attendere che la carta assorba i colori, assistere alla formazione dei colori secondari e terziari

Controllo dell’errore

il bambino non riesce ad utilizzare il contagocce, preme troppo o troppo poco, non cambia stuzzicadenti o puntine ad ogni mescolamento sporcando i colori

Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:

Tutti gli album

Vita pratica Montessori: tagliare sulle linee

Età

dai 3 anni

Preparazione

le strisce di carta possono essere stampate o disegnate a mano su cartoncini colorati. E’ consigliabile usare un colore diverso di cartoncino per ogni motivo. Le linee, nei primi esercizi, devono essere piuttosto spesse, poi si assottigliano man mano che si progredisce.

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Lo schema di progressione è questo:

1. linee rette
. linee rette orizzontali ben distanziate tra loro (strisce molto strette – linee grosse)
. linee rette orizzontali ben distanziate tra loro (strisce strette – linee grosse)
. linee rette orizzontali ben distanziate tra loro (strisce larghe – linee grosse)
. una linea retta verticale (strisce strette – linee grosse)
. una linea retta verticale (strisce strette – linee fini)
. due linee rette verticali (strisce strette – linee fini)
. linee rette orizzontali ravvicinate (strisce molto strette – linee fini)
. linee rette orizzontali ravvicinate (strisce strette – linee fini)
. linee rette orizzontali ravvicinate (strisce larghe – linee fini)

2. linee rette oblique
. linee rette oblique ben distanziate tra loro (strisce molto strette – linee grosse)
. linee rette oblique ben distanziate tra loro (strisce strette – linee grosse)
. linee rette oblique ben distanziate tra loro (strisce larghe – linee grosse)
. linee rette oblique ravvicinate (strisce molto strette – linee fini)
. linee rette oblique ravvicinate (strisce strette – linee fini)
. linee rette oblique ravvicinate (strisce larghe – linee fini)
. linee rette oblique ravvicinate (rettangoli di carta – linee fini)

3. angoli
. linee a V ben distanziate tra loro (strisce strette – linee grosse)
. linee a V ben distanziate tra loro (strisce larghe – linee grosse)
. linee a V ravvicinate (strisce strette – linee fini)
. linee a V ravvicinate (strisce larghe – linee fini)
. una linea a zig-zag verticale (strisce strette – linee grosse)
. una linea a zig-zag verticale (strisce strette – linee fini)

4. linee curve (più difficili perché richiedono che la carta venga spostata continuamente)
. linee curve ben distanziate tra loro (strisce larghe – linee grosse)
. linee curve ben distanziate tra loro (strisce larghe – linee fini)
. linee curve ravvicinate (strisce strette – linee grosse)

5. linee ondulate
. linee ondulate ben distanziate tra loro (strisce strette – linee grosse)
. linee ondulate ben distanziate tra loro (strisce larghe – linee fini)
. una linea ondulata verticale (strisce strette – linee grosse)
. una linea ondulata verticale (strisce larghe – linee fine)
. una linea ondulata verticale (strisce strette – linee fine)

6. merli
. linea a merli (strisce strette, linea fine)  

7. linee miste
. linea mista (strisce strette, linea grossa)
. linea mista (strisce strette, linea fine)  


Questa è un’interessante variante dell’esercizio 7:

8. forme geometriche
. linee grosse
. linee sottili
. forme assortite (strisce strette, linea fine)

9. ritaglio di fogli piegati a metà
. forme geometriche simmetriche
. disegni simmetrici

10. spirali
. triangolari
. quadrate
. rettangolari
. circolari

Successivamente i bambini ritagliano contorni di immagini complesse e immagini da riviste.  

L’assortimento va conservato ordinatamente su di un vassoio o in una scatola divisa in scomparti, o in scatoline sul ripiano di uno scaffale.

Presentazione generale

Con questi esercizi il bambino deve tagliare il cartoncino guidando il percorso delle forbici sulle linee. Ogni striscia e quadrato va presentato al bambino individualmente per evidenziare il procedimento da seguire, soprattutto quando l’esercizio comporta lo spostamento del cartoncino tra le mani.

Materiali

l’assortimento di strisce e quadrati, un vassoio contenente un paio di forbici a misura di bambino (fornire forbici apposite per i bambini mancini), una scatola o ciotola per i ritagli, una busta (se il bambino vuole portare i ritagli a casa) 

Presentazione

invitare il bambino e dare il nome dell’attività “Ti mostro come tagliare lungo le linee”

cercare il consenso del bambino con lo sguardo

accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale

rifornire il vassoio con una delle strisce

trasportare il vassoio e posarlo al centro del tavolo

prendere il cartoncino e metterlo davanti a noi, a destra

con indice e medio uniti, tracciare una delle linee lentamente

invitare il bambino a tracciare una delle linee con le sue dita 

prendere le forbici dal vassoio e impugnarle correttamente per ricordare la lezione preliminare sul taglio della carta

posare nuovamente le forbici sul vassoio

prendere la ciotola dei ritagli e metterla davanti a noi (cioè a sinistra del cartoncino)

prendere nuovamente le forbici, come spiegato, con la mano destra

con la sinistra prendere una striscia di cartoncino e tenerla con pollice e indice a circa quattro centimetri dalla prima linea da tagliare (con il pollice in alto per fermare meglio la striscia durante il taglio). Piegare nel palmo medio indice e mignolo, a pugno, per evitare di tagliare le dita insieme al cartoncino

tenendo le mani sopra alla ciotola, aprire le forbici quanto basta in base alla lunghezza e la forma della linea da tagliare e inserire il cartoncino tra le lame (nella V delle forbici sulla linea da tagliare). Non usare l’intera lunghezza delle lame, ma soltanto la parte dalla punta a quanto occorre per tagliare

non distogliere mai l’occhio dalla linea da tagliare

chiudere le lame per tagliare lungo la linea

quando necessario, in base alla forma della linea sul cartoncino, chiudere le forbici sul cartoncino con delicatezza, in modo tale da non tagliare la carta, ma soltanto trattenerla tra le lame

tenendo la striscia con le lame delle forbici, spostare il cartoncino nella direzione che può permettere di continuare il taglio sulla linea. Spostare sempre il cartoncino in modo che la linea da tagliare si trovi davanti a noi: quando gli occhi si concentrano sulla linea a tagliare, il cervello muove correttamente le mani  

con l’ultimo taglio far cadere il ritaglio nella ciotola

invitare il bambino a ripetere l’esercizio tagliando le linee successiva, fino a tagliare completamente il cartoncino seguendo tutte le linee

se necessario, ricordare al bambino di tenere il gomito del braccio che tiene le forbici accosto al corpo  

al termine il bambino rimette le forbici e la ciotola sul vassoio

il bambino mette i ritagli nella busta (se vuole portarli a casa) 

se lo si ritiene necessario, ricordare insieme al bambino le regole di sicurezza per l’uso delle forbici

riportare il vassoio sullo scaffale

Obiettivi diretti

isolare le abilità necessarie per tagliare e manipolare le forbici seguendo un percorso specifico

Obiettivi indiretti

raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, focalizzare l’attenzione del bambino sull’oggetto per stimolare la concentrazione, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, soddisfare il bisogno di ordine del bambino, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri, stabilire una relazione di fiducia tra bambino e adulto

Nomenclatura

forbici, lame, impugnatura, manici, anelli, punte, alto, basso, gomito, ecc.

Controllo dell’errore

il bambino non riesce a tagliare il cartoncino, il bambino non rispetta le regole di sicurezza previste per l’uso delle forbici

Punti di interesse

il modo corretto di tenere le forbici, spostare indietro le dita che tengono il cartoncino, usare solo la lunghezza della lama che serve, i diversi modelli da ritagliare, il rumore della carta e delle forbici, la precisione di taglio, non distogliere mai gli occhi di modo che il cervello possa dire alla mano dove tagliare

Note

i ritagli possono trovare molti impieghi, ad esempio possono essere raccolti nel vassoio per il collage, essere usati per lavori di smistamento (per colore, per grandezza, per forma, ecc.), essere usati per l’esercizio con scopino e paletta, e anche essere portati a casa in una busta

Varianti ed estensioni

usare carta sempre più sottile, usare gli stessi modelli rimpiccioliti, usare altri materiali per tagliare (tessuto, nastro, ecc.), fare fiocchi di neve, girandole, lanterne cinesi, ecc.
Man mano che i bambini sviluppano la loro destrezza nell’uso delle forbici, sperimentano la soddisfazione di padroneggiare un’importante abilità nella vita di ogni giorno.

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Problemi ed esercizi vari sui poligoni per la classe quarta

Problemi ed esercizi vari sui poligoni per la classe quarta della scuola primaria.

Esercizi (alla lavagna e sul quaderno)
– Misura il lato di alcuni quadrati che hai disegnato e calcolane il perimetro.
– Ci sono quattro aiuole quadrate: la prima ha il lato di m 5,5; la seconda di m 6,3; la terza di m 7 e la quarta di m 8. Calcola i perimetri delle quattro aiuole.
– Disegna un quadrato e un rombo i cui lati misurino cm 5.
– Disegna alcuni rombi, misura il lato di ciascuno e calcolane il perimetro.
– Disegna quattro rombi: il primo con il alto di cm 3.5; il secondo con il lato di cm 5; il terzo con il lato di cm 8; il quarto con il lato di cm 19. Calcola il perimetro di ciascuno.
– Disegna due segmenti, uno di cm 12 e l’altro di cm 8 in modo che si taglino a metà. Ora congiungi le estremità dei segmenti. Quale poligono ottieni? Misura con esattezza 2 lati e calcola il perimetro del poligono ottenuto.
– Disegna alcuni rettangoli; misurane, con la tua riga, la lunghezza e la larghezza e calcola il perimetro di ciascuno.

Disegna quattro rettangoli: il primo con i lati di 8 cm e di 5 cm; il secondo con i lati di cm 11 e cm 7; il terzo con i lati di cm 9,5 e cm 4,7; il quarto con i lati di cm 13 e cm 15. Calcola il perimetro di ciascuno.

Misura i due lati del piano della cattedra e calcola il suo perimetro.

Fra le cose che ti circondano a scuola, trova esempi di rettangoli. Misura due lati e calcola il perimetro.

Quali sono i perimetri del foglio sul quale scrivi, del tuo libro di lettura chiuso e aperto, del piano del banco?

Disegna un parallelogramma; misurane due lati e calcolane il perimetro.

Nomi di genere maschile e femminile: esercizi per la classe quarta

Nomi di genere maschile e femminile: esercizi per la classe quarta, pronti per il download e la stampa in formato pdf.

I nomi di persona, di animale e di cosa possono essere di genere maschile o di genere femminile. Sono di solito maschili i nomi che si riferiscono a persona o animali maschi (bambino, gatto,…). Sono di solito femminili i nomi che si riferiscono a persone e ad animali femmine (bambina, gatta,…). Alcuni nomi di persona si adattano al genere maschile e al genere femminile (nipote, insegnante, custode, ciclista, artista, pianista,…).

Il mio materiale pronto è disponibile per il download e la stampa solo per gli abbonati:

Questo è il contenuto:

Distingui i nomi di genere maschile, di genere femminile, di genere comune per il maschio e la femmina:
lepre, pappagallo, violinista, fiorista, scoiattolo, omicida, erede, scimmia, cantante, colera, eco, dinamo, radio, consorte, falco, sire, rondine, fiume, scorpione, bidente, corvo, parente, zebra, ciclista, pianista, custode, nipote, insegnante, atleta, mosca, pulcino, Enea, lumaca, guardia, Piave, Senna, bagnante, Milano, oca, balena, pettirosso, studente.

Forma il femminile dei seguenti gruppi di nomi:
– commesso, ragazzo, merciaio, asino, mulo, gatto, amico, fanciullo, cameriere, contadino, sarto, cuoco, ortolano, vecchio, ragioniere, impiegato, portinaio, schiavo, infermiere, scolaro, dattilografo
– duca, visconte, elefante, leone, oste, fattore, presidente, gambero, poeta, pavone, barone, professore, dottore, principe, profeta, studente, mercante, generale
– direttore, ispettore, istruttore, educatore, viaggiatore, organizzatore, coltivatore, aviatore, pittore, filatore, peccatore, manovratore, genitore, autore, lettore, scrittore, disegnatore, osservatore
– padre, madre, marito, babbo, fratello, genero, bue, montone, celibe, maiale, dio, daino, eroe, gallo, maschio, frate, cane, farmacista, commerciante, giornalista, alpinista, collega, nipote, parente, martire, cantante, custode, ciclista.

Indica il diverso significato dei seguenti nomi:
– l’arco – l’arca
– il baleno – la balena
– il banco – la banca
– il buco – la buca
– il colpo – la colpa
– il fosso – la fossa
– il lotto – la lotta
– il mento – la menta
– il mostro – la mostra
– il pasto – la pasta
– il pianto – la pianta
– il porto – la porta.

Nomi di genere maschile e femminile: esercizi per la classe quarta

Esercizi vari di geometria per la classe quarta

Esercizi vari di geometria per la classe quarta pronti per il download e la stampa in formato pdf: angoli, linee rette, curve, parallele, perpendicolari, segmenti, figure piane…

Esercizi vari di geometria per la classe quarta – puoi scaricarli qui:

Questo è il contenuto:

Prendi due strisce di cartoncino, collegale ad un estremo mediante un ferma-campione e costruisci:
– un angolo retto
– un angolo acuto
– un angolo ottuso
– un angolo piatto
– un angolo giro.

Prendi due strisce di cartoncino, collegale mediante un ferma-campione in un punto diverso dagli estremi. Quanti angoli ottieni? Come sono tra loro? Quando i quattro angoli sono uguali?

Gli angoli formati dalle lancette di un orologio da polso e dall’orologio di un campanile quando segnano le ore 2 sono uguali? E quando segnano le ore 6? E quando segnano le ore 8?

Quando due angoli sono uguali? L’uguaglianza degli angoli dipende dalla lunghezza dei loro lati?

Disegna tre angoli acuti di diversa ampiezza ed indicali mediante delle lettere.

Disegna un angolo retto, un angolo piatto ed un angolo giro. Qual è l’ampiezza di ciascuno di essi?

A quanti angoli retti corrisponde un angolo giro? Ed un angolo piatto?

Disegna un angolo convesso ed uno concavo.

Rispondi mettendo una crocetta nelle caselline corrispondenti (nel caso che l’angolo non sia né convesso né concavo non metterai alcuna crocetta):

Elenca alcuni esempi di segmenti perpendicolari che noti guardandoti attorno.

Elenca qualche esempio di segmenti paralleli che noti guardandoti attorno.

Quali corpi limitati da superfici curve conosci? E da superfici piane?

Disegna 8 corpi che vedi nella tua casa, che abbiano solo superfici piane.

Disegna 5 corpi che abbiano sia superfici piane sia superfici curve.

Misura le dimensioni del tuo astuccio.

Misura le dimensioni della lavagna della tua classe.

Misura la lunghezza e la larghezza di una pagina del tuo quaderno.

Misura la lunghezza e la larghezza delle carte geografiche appese in classe.

Rispondi mettendo una crocetta nella casellina corrispondente.

Il vassoio del sole Montessori

Il vassoio del sole Montessori per lo studio della storia, della geografia, della biologia e per festeggiare il compleanno dei bambini.

Vassoio del sole

Come primo materiale per lo studio delle stagioni, inserisco il vassoio del sole, che può essere usato in moltissime occasioni: per la celebrazione del compleanno

dei bambini, in associazione al tappeto delle stagioni, per il gioco del sole e tutte le lezioni sull’importanza del sole,  per l’avvio allo studio dei cicli del tempo e della storia, ecc… Può essere realizzato in compensato, cartone o cartoncino, carta plastificata, feltro, gomma Eva. Il sole ha 12 raggi e per ogni raggio può essere incastrato il nome di un mese dell’anno.

Ho preparato questa mia versione di vassoio del sole, che ho realizzato con pannolenci e carta colorata. Per la lanterna al centro ho utilizzato questo tutorial: lanterna a stella.

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Realizzarlo è estremamente semplice: si possono stampare i singoli fogli su carta colorata oppure utilizzare le forme come cartamodelli. Completa il materiale il set di cartellini coi nomi dei mesi, che tornerà utile nell’allestimento del cerchio dell’anno e per la celebrazione dei compleanni.

Presentazione
Con questa presentazione introduciamo il concetto di sole come fonte di energia e mostriamo il vassoio del sole come suo simbolo.

Materiali:
– il vassoio del sole e una candela
– foglie di insalata (ad esempio valeriana)
– un cubo del 1000 e una perla
– eventualmente una lanterna a energia solare  da caricare all’aperto coi bambini qualche giorno prima della presentazione

Creiamo nella stanza una leggera penombra, mettiamo il vassoio del sole su di un tappeto, accendiamo la candela e invitiamo i bambini a partecipare alla lezione:


– diciamo: “Ho preparato per voi questo bel vassoio. Da oggi rappresenterà per noi il sole”

– “Tutti i giorni ci svegliamo ed il sole è lassù nel cielo, che brilla per noi. Anche quando le nuvole lo nascondono, il sole brilla per noi, anche se non lo vediamo. Il sole ci illumina, come questa candela”
– “Il sole è un’enorme sfera di materiali infiammati, come la piccola fiamma di questa candela”

– “Il sole è mille volte più grande del nostro pianeta Terra. Questa perla dell’unità può rappresentare la Terra, e questo cubo delle migliaia può rappresentare il sole”

– “Il sole ci dona luce, ma anche calore. Se ci avviciniamo al fuoco, infatti, sentiamo calore. Avrete anche notato che di notte, quando non di vede il sole, la temperatura è più fresca che di giorno. Anche di notte però, anche se non lo vediamo, il sole ci scalda”

– “Se abbiamo la lanterna a energia solare accendiamola e mostriamola ai bambini. Diciamo: “Ricordate quando siamo usciti in giardino e abbiamo messo questa lanterna al sole? Il pannello solare ha raccolto l’energia del sole e l’ha immagazzinata nella batteria. Ora grazie a questa energia ho potuto accendere la lanterna”

– se non abbiamo la lanterna a energia solare, saltiamo il passaggio e diciamo ai bambini: “Il sole che ci illumina e ci scalda ci dà energia. Le piante sulla terra raccolgono l’energia del sole e la usano per produrre il loro cibo. Le piante assorbono l’energia del sole con le loro foglie e assorbono acqua e minerali dal terreno. Col sole, l’acqua e i minerali producono il loro cibo

– chiediamo ai bambini: noi possiamo fare come le piante? Il nostro corpo può produrre il nostro cibo da solo? No. Gli esseri umani e gli animali non producono il loro cibo da soli. Però noi, e anche gli animali, possiamo mangiare le piante, e ricevere così l’energia del sole

– mangiamo la nostra valeriana e invitiamo i bambini a farlo.  Diciamo: “Stiamo mangiando l’energia del sole!”

– diciamo: “L’energia del sole che ci viene dalle cose che mangiamo ci serve per studiare, correre, giocare… Possiamo mangiare le piante, ma possiamo anche mangiare gli animali che hanno mangiato le piante. E’ anche questo un modo per ricevere l’energia del sole.

Esempi di vassoi del sole:

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Ne parlano:
– http://hapalab.blogspot.it/2012/02/earth-goes-around-sun.html 
– https://it.pinterest.com/pin/251075747951085274/
– https://www.mommymoment.ca/2011/04/the-earth-goes-around-the-sun.html
– https://strawberrymilk.wordpress.com/2009/10/04/3rd-birthday-part-iv/
– https://www.mamashappyhive.com/5-montessori-seasonal-activities/
– http://www.montessorifromtheheart.com/my-blog/2016/10/adrians-3rd-birthday-celebration-montessori-celebration-of-life.html
– http://montessoristory.blogspot.it/2008/09/homemade-montessori-birthday.html
Tree vector created by Lexamer – Freepik.com (alberi nelle quattro stagioni)
– http://inspirations-omnicolores.eklablog.com/la-notion-du-temps-avec-les-differentes-chaines-et-le-tapis-des-saison-a129028212

Il braccialetto del racconto di Natale

Il braccialetto del racconto di Natale rappresenta, attraverso il colore delle sue perle, la storia della natività. Realizzarlo coi bambini è un lavoro molto piacevole che rientra tra le attività di vita pratica dell’infilare perle, stimola la coordinazione occhio-mano, la capacità di memorizzare sequenze, la capacità di attenzione e concentrazione, e la sensibilità verso bellezza e gratitudine particolarmente connessi al Natale.

Oltre al braccialetto della natività, propongo per i più piccoli e per chi preferisce evitare i riferimenti ai Vangeli, il braccialetto dell’omino di panpepato.

I braccialetti natalizi sono anche una fantastica idea regalo che i bambini possono preparare facilmente per parenti ed amici, anche all’ultimo minuto.

Il braccialetto del racconto di Natale

Braccialetto della storia della natività

Materiale:
– perle assortite di vario colore, forma e dimensione
– scovolino o filo per infilare le perle
– racconto della natività da usare durante l’attività
– racconto da aggiungere al braccialetto da dare ad ogni bambino dopo l’attività, o da aggiungere alla confezione regalo.

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Le perle rappresentano:
– perla trasparente luccicante: l’angelo che annuncia a Maria la nascita del bambino
– perla blu: Maria
– perla verde scuro: Giuseppe
– perla rossa piccola: Erode
– perla grigia: l’asinello che porta a Betlemme Maria e Giuseppe
– perla beige: il viaggio attraverso il deserto
– perla marrone grande: la stalla di Betlemme col bue
– perla rosa: Gesù bambino
– due perle bianche (o trasparenti più piccole di quella per il primo angelo): gli angeli che appaiono ai pastori
– tre perle marroni piccole: i pastori
– due perle bianche: le pecorelle
– perla gialla: la stella cometa che guida i Re Magi
– perle viola, rossa, verde: i tre Re Magi
– perla bianca piccola: l’agnellino donato dai pastori
– perla oro: i doni dei Re Magi.

Il racconto

Molto tempo fa, in una piccola città chiamata Nazareth, vivevano Maria e Giuseppe.

Un giorno l’angelo Gabriele ( trasparente luccicante) andò da Maria (blu) e le disse che avrebbe avuto un bambino, un bambino molto speciale.
Maria si meravigliò tantissimo per questo incontro e raccontò  a Giuseppe (verde scuro) tutto ciò che l’angelo le aveva detto.  Le parole dell’angelo si avverarono, e Maria si accorse presto di aspettare un bambino.

Passarono i mesi, e proprio quando la nascita del bambino era vicina, il re Erode (rosso) ordinò a tutti i sudditi di tornare ognuno nel paese in cui era nato per fare un documento.

Maria e Giuseppe erano nati a Betlemme, e così si misero in viaggio con il loro fidato asinello (grigio). Il viaggio fu molto lungo e attraverso il deserto (beige) arrivarono a Betlemme che era notte.

Il paese  era molto affollato perché tutti,  obbedendo alla legge di Erode, si erano messi in viaggio come loro. Maria e Giuseppe cercarono un posto per dormire, ma tutte le locande erano piene di ospiti. Solo un locandiere, molto gentile, offrì loro ospitalità nella stalla del suo bue (marrone), insieme agli altri animali.

Quella notte nacque Gesù bambino (rosa), e per tenerlo al caldo i suoi genitori lo misero nella mangiatoia, accanto agli animali che lo riscaldavano col loro respiro.

I pastori ( marroni piccole) in quel momento si trovavano sulle colline a pascolare il gregge, e improvvisamente furono abbagliati da una luce bellissima. Di cosa si trattava? Era la luce degli angeli (bianche) che erano andati da loro per avvisarli che era nato il bambino, e li invitava ad andare da lui seguendo la stella cometa (gialla)

Anche i tre Re Magi (viola, rossa, verde) videro quella stella, capirono che il bambino era nato e si misero in viaggio per incontrarlo.

Quando giunsero alla capanna, i pastori donarono al bambino un agnellino (bianca) ed i Re Magi oro incenso e mirra (oro).

Tutti erano riuniti intorno al bambino circondati dalle stelle, i canti degli angeli, gli animali, e perfino le piante e i sassi, e tutti sapevano che quello era un momento davvero molto speciale.

Il braccialetto del racconto di Natale

Braccialetto dell’omino di panpepato

A dicembre l’Omino di Panpepato
esce dal forno tutto decorato:
le guance ricoperte di granella colorata
gli occhi, il naso e la bocca di cioccolata…

sul corpo un po’ di zucchero bianco
e tanti canditi in fila su un fianco:
“Così sono proprio un omino speciale
pronto per ornare l’albero di Natale!”
(Giunti scuola)

Materiale:
– perle assortite di vario colore, forma e dimensione
– scovolino o filo per infilare le perle
– racconto da usare durante l’attività
– racconto da aggiungere al braccialetto da dare ad ogni bambino dopo l’attività, o da aggiungere alla confezione regalo.

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Il racconto

Un uomo piccino e una donna piccina vivevano insieme in una casa piccina.
Un giorno la donna piccina impastò e mise in forno un omino di panpepato ma
quando aprì lo sportello del forno, l’omino saltò fuori dalla teglia, fuori dalla porta e via
per i campi.
La donna piccina e l’uomo piccino gli corsero di dietro più in fretta che
potevano, ma l’omino rideva e gridava: “Correte, correte, ma è fiato sprecato, io sono
l’Omino di Panpepato!” E non riuscirono ad acchiapparlo.
Dopo un po’ l’omino sorpassò una mucca che gli gridò: “Fermati, fermati e fatti
mangiare!” “Corri, corri ma è fiato sprecato io sono l’Omino di Panpepato!” gridò l’omino
scappando via. E la mucca non riuscì ad acchiapparlo.
Continuò a correre e sorpassò un cavallo che gli gridò: “Fermati, fermati e fatti
mangiare!” “Corri, corri ma è fiato sprecato io sono l’Omino di Panpepato!” gridò l’omino
scappando via. E il cavallo non riuscì ad acchiapparlo.
In fondo al campo l’omino sorpassò dei contadini che gli gridarono “fermati,
fermati e fatti mangiare”. “Correte, correte ma è fiato sprecato io sono l’Omino di
Panpepato!” gridò l’omino scappando via. E i contadini non riuscirono ad acchiapparlo.
Ormai l’omino credeva di essere il più furbo biscotto mai uscito da una teglia. “Nessuno
potrà mai acchiapparmi” pensava.
Una volpe gli venne incontro correndo. L’omino corse via dicendo: “Corri, corri, ma è fiato
sprecato io sono l’Omino di Panpepato!”.
“Ma io non voglio acchiapparti!” disse la volpe, “anch’io sto fuggendo dai cacciatori, ma
se riusciamo ad attraversare il fiume saremo salvi entrambi. Salta sulla mia coda e
ti porterò dall’altra parte”.
L’omino saltò sulla coda della volpe che s’immerse nell’acqua. Allora la volpe disse:
“Sei troppo pesante per la mia coda, montami sulla schiena, così non ti bagnerai!”. “Sulla
mia schiena sei troppo vicino all’acqua, salta sulla mia spalla”.
Quando furono in mezzo al fiume, la volpe gridò: “Aiuto! Sto affogando! Salta sul mio
naso!”
L’omino saltò sul naso della volpe ed entrambi attraversarono il fiume. Ma appena toccò
terra, la volpe scosse forte la testa, scaraventò in aria l’omino di panpepato e … gnam!”
“Povero me! Un pezzetto l’ha già mangiato!” gridò l’Omino di Panpepato

I braccialetti dei racconti

I braccialetti dei racconti, come questi a tema natalizio, sono molto usati nelle scuole d’infanzia dopo la lettura degli albi illustrati o il racconto delle fiabe.

Il braccialetto del racconto di Natale – Ne parlano anche:
http://mymontessorijourney.typepad.com/my_montessori_journey/2010/12/christmas-story-bracelets.html
http://www.montessorisoul.com/nativity-story-bracelet/
http://www.catholicsupply.com/christmas/12650.html
http://sevenofusalways.blogspot.it/2013/10/christmas-story-bracelets.html?m=1
https://adventuresinmommydom.org/christmas-story-bracelet/
https://web.kidsactivitiesblog.com/30408/how-to-make-a-nativity-bracelet
https://www.artfire.com/ext/
https://firstgradealacarte.blogspot.it/2011/11/what-are-we-reading-wednesday_16.html
https://it.pinterest.com/source/sammycakesfun.com/
http://www.lindamartin.us/1927.html
. https://onesharpbunch.com/2016/11/the-gingerbread-man-retelling-bracele.html
http://www.schooltimesnippets.com/2016/05/three-little-pigs-activity-story-telling-bracelet.html

Il braccialetto del racconto di Natale

Topponcino Montessori

Il topponcino Montessori: cos’è, come e quando si usa, perché usarlo, come realizzarlo in proprio facilmente e con poca spesa.

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La parola “topponcino” deriva da “toppone”, un rivestimento protettivo di più strati di tela sovrapposti e cuciti insieme, di notevole spessore, che si metteva tra il lenzuolo e il materasso nel letto dei bambini o dei malati.

Il topponcino montessoriano, infatti, può essere realizzato alternando strati di ovatta di cotone a strati di mussola, come vedremo nel tutorial. Si tratta di un ausilio usato nel passato dalle madri di molte parti del mondo, e Maria Montessori ha probabilmente avuto modo di osservarne l’uso coi  neonati durante il suo soggiorno in India.

Consigliatissimo nei centri per l’infanzia montessoriani, il topponcino ha oggi una grande diffusione ed è particolarmente amato, ad esempio, dalle neo-mamme giapponesi.

Nei Paesi di lingua inglese è anche chiamato “security pillow” o “security wrap”, nome che enfatizza una delle tante caratteristiche del topponcino. In Italia è anche chiamato “materassino mobile”.

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Cos’è il topponcino Montessori
Il topponcino è un materassino ovale volutamente di piccole dimensioni con un’imbottitura che lo rende morbido e flessibile (non soffice) di spessore da 1 cm a 2,5 cm massimo (l’ideale è 2 cm). I topponcini in commercio misurano 67 cm x 37 cm,  ma molti testi italiani consigliano come dimensione ideale 62 x 40 cm.

Purtroppo molti dei topponcini in commercio hanno uno spessore eccessivo.

Il topponcino è rivestito da una federa in cotone o lino. Come si consiglia per tutti i materiali che entrano a diretto contatto con la pelle del bambino, se si confeziona in casa è preferibile usare, per la federa, tessuti biologici non sbiancati o tessuti “già usati” (ad esempio ricavandoli da un vecchio lenzuolo): questo assicura la massima morbidezza e l’assenza degli additivi con cui spesso sono trattati i tessuti nuovi.

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Età consigliata
Il topponcino è consigliato dalla nascita fino ai 3 mesi circa, o comunque fino a quando il neonato non acquisisce il controllo muscolare che gli permette di sostenere autonomamente la testa.

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Perché usare il topponcino

“Subito dopo la nascita il bambino deve restare il più possibile con la madre, e l’ambiente non deve presentare ostacoli al suo adattamento: tali ostacoli sono soprattutto la differenza di temperatura, in confronto a quella cui era abituato nel periodo prenatale, l’eccesso di luce e l’eccesso di rumore…
…Deve essere mosso e maneggiato con ogni cura, non abbassato di colpo per essere immerso nel bagno, né vestito con gesti rapidi e ruvidi – si ricordi che ogni gesto di chi maneggia un neonato è rozzo, data la sua estrema delicatezza, tanto fisica che psichica. La cosa migliore sarebbe non vestire il neonato, ma tenerlo in una stanza abbastanza calda e senza correnti d’aria, e trasportarlo su un materassino morbido, in modo che resti in una posizione simile a quella prenatale”.
Maria Montessori , da “Educazione per un mondo nuovo

“…un altro problema è quello di muovere e di trasportare il bambino, riducendo al minimo la necessità di toccarlo con le mani. Il bambino dovrebbe essere preso a mezzo di un sostegno leggero e cedevole, come un’amaca di rete delicatamente imbottita, la quale sostenga tutto il corpo del bambino, raccolto in una posizione simile a quella dell’attitudine prenatale. Questi sostegni vanno maneggiati con delicatezza e lentezza, da mani leggere e fatte abili per minuziosa preparazione…
…v’è una tecnica speciale per sollevare il malato e trasportarlo orizzontalmente e lentamente, ed è la tecnica più elementare dell’assistenza. Nessuno solleva 
più un malato verticalmente a braccia: ma lo muove a mezzo di un sostegno cedevole, delicatamente introdotto sotto il corpo: e con questo mezzo lo sposta in modo che la sua posizione orizzontale non venga alterata…
…Ma il neonato non si può neppure confondere con un malato adulto. La necessità sua non è quella di un infermo, ma di chi fa un inconcepibile sforzo di adattamento, accompagnato dalle prime impressioni psichiche, di un essere che viene dal nulla, ma che è sensibile. Il sentimento verso il neonato non è di compassione, ma di venerazione per il mistero della creazione, per il segreto di un infinito che si compone entro limiti a noi sensibili”.
Maria Montessori, Il segreto dell’infanzia

Durante il primo anno di vita si possono distinguere vari periodi che richiedono cure speciali. Il primo periodo, breve, è l’ingresso nel mondo con le sue drammatiche circostanze. Senza entrare in particolari possiamo enunciare alcuni principi. Il bambino dovrebbe rimanere, nei primi giorni dopo la nascita, quanto è più possibile, a contatto di sua madre e in ambiente che non contrasti per differenze troppo forti, per esempio di temperatura, con quello in cui egli si è formato prima della nascita: non troppa luce, non troppo rumore, poiché il bambino giunge da un luogo di tepore, di perfetto silenzio, di oscurità…
…Occorrono anche cure per il modo come il bambino vien maneggiato e spostato… il neonato deve essere toccato il meno possibile e nemmeno dovrebbe essere vestito, ma tenuto in una stanza dalla temperatura sufficiente a mantenere caldo il bambino e libero da correnti di aria fredda. Si è cambiato il modo di trasportare il bambino, usando ora un soffice materassino, simile a un’amaca, su cui viene adagiato; si evita di sollevare e abbassare rapidamente il neonato e si vuole sia maneggiato con le stesse precauzioni con cui vengono rimossi i feriti. 

Maria Montessori, La mente del bambino: Mente assorbente

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Contemplando la delicatezza dei neonati e le loro forti reazioni a qualsiasi movimento brusco, è nato il tapponcino. In tutta la sua semplicità, questo materassino mobile svolge diverse funzioni:

– previene il riflesso di Moro (o riflesso di trasalimento), che si manifesta nel neonato al verificarsi di stimoli come un rumore improvviso o quando si appoggia il neonato supino in modo troppo brusco o rapido. In questi casi il neonato fa un sobbalzo, estende le braccia allargando mani e dita e successivamente le piega, scoppiando in pianto. Grazie al topponcino il neonato non prova questa sensazione di vuoto intorno a sé che tanto può spaventarlo;

– offre una superficie d’appoggio più estesa al corpo del neonato rispetto a quella che possono offrire le braccia;

– rispetta il corpo del neonato come prima della nascita faceva l’utero materno, offrendo un sostegno sicuro senza impedire il movimento del corpo e soprattutto delle mani;

– permette di accogliere il neonato dolcemente cercando di ricreare nel miglior modo possibile un’atmosfera vicina a quella che ha sperimentato nel grembo materno, e così facilita l’adattamento del neonato al nuovo ambiente senza ostacolare la sua esplorazione sensoriale;

– permette all’adulto di tenere in braccio il neonato in tutta sicurezza e con maggiore facilità, soprattutto perché il topponcino offre sostegno alla testa del piccolo. Permette anche al fratellino o al nonno di tenere in braccio il bambino in sicurezza e comodamente: con l’ausilio del topponcino, il neonato è tenuto in una posizione naturale e in modo sicuro da chiunque. Chi tiene il piccolo non prova quella sgradevole sensazione che gli fa pensare di tenere male il bambino o che lui possa scivolare da un momento all’altro dalle sue braccia;

– il neonato può addormentarsi sul tapponcino, fra le nostre braccia, ed essere poi facilmente posato nella sua cesta senza risvegliarsi. Lo stesso può avvenire quando si addormenta nel letto con noi;

quando il neonato si risveglia sul suo topponcino è libero di esercitare il proprio corpo nel modo più naturale;

– il topponcino offre sostegno a tutto il corpo e in particolare alla testa, che il piccolo non è ancora in grado di controllare;

– il tapponcino acquista con l’uso un odore che il neonato riconosce come familiare, e questo odore diventa per lui un punto di riferimento sicuro nell’ambiente che lo circonda, anche quando si trova in un luogo nuovo o tra le braccia di una persona che non conosce;

– il topponcino offre al neonato una superficie a temperatura costante: sotto di lui ci sarà sempre lo stesso calore, indipendentemente da dove si trovi;

–  l’uso del tapponcino non riduce il contatto fisico con il bambino, al contrario favorisce un contatto fisico rispettoso del corpo del neonato;

– per le sue dimensioni il topponcino può essere usato per trasferire il bambino nell’ovetto, nel seggiolone dell’auto, e in tutti gli ausili che si utilizzano per portare il piccolo fuori casa;

– grazie al topponcino ci si può muovere col neonato all’interno dell’ambiente domestico garantendogli sicurezza fisica ed emotiva, ma senza interferire con la sua esplorazione sensoriale. Questo non avviene, ad esempio, utilizzando la fascia o il marsupio;

– sostiene il bambino durante l’allattamento offrendo una posizione comoda al neonato e alla mamma;

– quando si allatta in pubblico protegge mamma e bambino da sguardi indiscreti: basta sollevare un lembo del topponcino;

– quando parenti e amici vengono a far visita al neonato, è quasi inevitabile che ci venga chiesto di poterlo prendere in braccio. Il topponcino, in questi casi, offre al neonato una barriera tra lui e gli abiti degli ospiti, proteggendo in questo modo da possibili batteri e virus;

protegge il neonato non solo da ciò che gli ospiti possono portare dall’esterno, ma anche dalle loro mani fredde, da orologi anelli e bracciali, dalla loro rigidità muscolare;

– offre un supporto che ha sempre lo stesso calore, lo stesso odore, le stesse caratteristiche tattili, indipendentemente da chi lo sta tenendo tra le braccia o da dove si trovi.  Questo è estremamente rassicurante per il piccolo. Quando il bambino nasce, il suo ambiente diventa improvvisamente del tutto sconosciuto per lui,  ad eccezione del suono della voce della madre e del battito del cuore. Il topponcino assorbe il suo odore e l’odore della madre e fornisce un calore costante diventando per il piccolo un punto di riferimento nell’ambiente ed alimentando il suo delicato senso di sicurezza. Lo scopo primario del topponcino è proprio questo: assistere il bambino nella sua transizione dall’utero al suo nuovo mondo.

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Il topponcino è:

rassicurante per il neonato: sostenuto da  un materiale piacevole al tatto, senza variazioni di temperatura sotto di lui e circondato da un odore familiare, il bambino si sente al sicuro;
rispettoso del neonato: il topponcino non limita il contatto col neonato, ma favorisce un contatto rispettoso col suo corpo;
adeguato ai bisogni del neonato: il topponcino non fascia il neonato e quindi gli offre un sostegno che non è di alcun ostacolo alla sua esplorazione sensoriale e al suo movimento, così  aiuta l’adattamento del neonato al suo nuovo ambiente;
sicuro per l’adulto: grazie al topponcino gli adulti inesperti hanno meno paura di tenere male il neonato o di farlo cadere;
igienico: ovunque il neonato si trovi, il topponcino gli offre una superficie d’appoggio pulita, anche perché le federe possono essere facilmente cambiate;
pratico: il topponcino permette di spostare il bambino ovunque, che sia sveglio o addormentato, senza che egli debba soffrire di bruschi cambiamenti degli stimoli sensoriali che riceve (temperatura, odore, consistenza ecc,). Il topponcino  si adatta perfettamente al corpo del bambino sostenendo la testa, e perfettamente si adatta al suo letto, alla sua carrozzina, al suo tappeto, alle braccia di papà…

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Consigli pratici per l’uso del topponcino

– alcuni testi consigliano che la mamma dorma con topponcino accanto per qualche settimana prima del parto, di modo che il materassino possa trattenere il suo odore ed accogliere meglio il neonato

– è importante usare il topponcino regolarmente, ogni giorno, in modo che il bambino possa farne un punto di riferimento nell’ambiente, riconoscendone l’odore e la consistenza;

– anche se l’odore del tapponcino persiste anche al cambio delle federe, non bisognerebbe sostituirle più di quanto non sia realmente necessario, soprattutto nelle prime settimane di vita del bambino

– il materassino può essere in casi estremi lavato, a seconda del tipo di imbottitura, a mano o in lavatrice.  Per eliminare gli acari, eventualmente, non serve lavarlo: basta metterlo in un sacchetto e tenerlo una notte nel freezer. Naturalmente, fatto questo, bisognerà aspettare che raggiunga la temperatura ambiente prima di utilizzarlo;

– il materassino non va mai stirato, mentre possono esserlo le federe;

– si consiglia di predisporre per il bambino un topponcino ed almeno tre federe.

photo credit

Una testimonianza

Due notti fa verso mezzanotte (il piccolo aveva circa 3 settimane), dopo due ore di “latte – ruttino – addormentamento -trasferimento nella culla – sveglia – pianto a ridotto” e via così, mi sono ricordata del topponcino in fondo all’armadio e del suggerimento dei miei amici di usarlo per trasferire il bambino nel suo lettino. Ho preso il topponcino, ho posato su di esso il mio bambino disperato ed esausto e gli ho offerto il seno, guardandolo calmarsi e cedere al sonno. L’ho messo delicatamente sulla sua culla con il topponcino, molto lentamente e delicatamente ho tolto le mie mani da sotto, e ho trattenuto il respiro in previsione di una nuova esplosione di pianto. Non è successo niente. Il bambino ha continuato a dormire. Lui non aveva bisogno di sentire le mie braccia sotto di lui; aveva bisogno di sentire una superficie che non cambiava temperatura, consistenza o odore durante quei fragili momenti del primo sonno.”
Pilar di The full Montessori

Come realizzare il topponcino in proprio e con poca spesa: tutorial

Anche se non si è esperti nel cucito, confezionare un topponcino non richiede più di 3 ore.


Materiale necessario per confezionare un topponcino:
Per l’imbottitura interna possiamo alternare strati di ovatta o di mollettone  a strati di mussola di cotone (preferibilmente biologico),:
Ovatta di cotone biologica oppure mollettone di cotone
Mussola di cotone biologica naturale

Scegliendo questa soluzione si dovranno alternare 4 strati di mussola a 5 strati di mollettone (naturalmente faremo meno strati con l’ovatta, che ha uno spessore maggiore)

photo credit

Per ogni strato occorre tessuto (mussola e  ovatta o mollettone) per 70 x 40 cm. Alcuni topponcini in commercio utilizzano per l’imbottitura altri materiali, quali ad esempio tessuto di cotone trapuntato:

mentre è sconsigliato l’uso di ovatta sintetica, lattice o gommapiuma.

Per confezionare il materassino servono inoltre:
– forbici,
– ago e filo (o macchina da cucire)
– filo robusto da ricamo
– mussola morbida di cotone per il rivestimento 140 x 80 cm, possibilmente biologica e non sbiancata
– cartamodello, spilli, gessetto da sarta.

Il cartamodello:
In realtà non è necessario un cartamodello, in quanto basta realizzare una forma ovale che misuri 67 x 37 cm. Questo si può fare molto facilmente ritagliando un rettangolo 67 x 37 cm ( o se si preferisce 62 x 40) da un foglio di giornale, ed arrotondando gli angoli per dargli una forma ovale.
La soluzione più scientifica è quella di disegnare un rettangolo largo 30 cm ed alto 37 cm, quindi puntare il compasso a metà di uno dei lati e tracciare un semicerchio di raggio 18,5 cm (la metà di 37), ripetendo poi sull’altro lato:

Se può essere utile allego un cartamodello pronto (stampato misura 63 x 33) che può essere usato per il materasso, la fodera del materasso e la federa, aggiungendo lungo il bordo 2 cm per la linea di cucitura, e un altro centimetro per la linea di taglio.

Il materiale pronto per la stampa e il download è a disposizione degli abbonati:

Come confezionare il materassino
(photo credit: cliccare sull’immagine)

Utilizzando il cartamodello, ritagliamo l’imbottitura, senza lasciare margini di cucitura.

I vari strati di ovatta e mussola possono essere rifiniti lungo il bordo utilizzando il punto festone, per rendere l’imbottitura compatta e ridurne lo spessore

Riportiamo il cartamodello sul tessuto che abbiamo scelto di usare per il rivestimento fisso del materassino (due volte o una volta utilizzando tessuto doppio), e aggiungiamo almeno 1 cm di cucitura. Cuciamo lungo i margini, lasciando un’apertura di lato o sul fondo per l’inserimento dell’imbottitura.

Rivoltiamo

e inseriamo l’imbottitura.

Chiudiamo l’apertura che abbiamo usato per inserire l’imbottitura.

Per fissare l’imbottitura al rivestimento, cuciamo da 5 a 7 punti passando dall’alto verso il basso con ago e filo robusto, e prendendo insieme rivestimento superiore, imbottitura e rivestimento inferiore.

Un metodo alternativo, molto più veloce, è quello di preparare gli strati di ovatta e mussola e mettere in cima alla pila le due forme ritagliate per il rivestimento. Cucire quindi tutto insieme, ma lasciando sempre uno spazio aperto. A questo punto separare i due tessuti di rivestimento e ribaltare il lavoro.

Come realizzare la federa

Per la federa si consiglia di utilizzare un tessuto bianco di cotone o di lino. Per una federa occorrono circa 120 x 90 cm di tessuto. Anche la federa si può ricavare dal cartamodello.

Per la parte anteriore della federa usiamo il cartamodello intero; per la parte posteriore dividiamo il modello a circa 3/4 della lunghezza, aggiungendo al pezzo corto un margine per fare l’orlo, e al pezzo lungo almeno 15 centimetri, di cui qualche centimetro per l’orlo ed i restanti perché le due parti possano sormontarsi. Per ottenere una federa perfetta la cosa migliore è usare il materassino come modello. Basterà posare il topponcino sul tessuto e tracciare la forma lasciando un margine di cucitura di almeno 1 cm.

Orliamo le due parti della federa posteriore

Disponiamo sul tavolo la federa anteriore (col dritto sopra), poi copriamola col pezzo corto (col dritto sotto) e poi col pezzo lungo (sempre col dritto sotto)

e cuciamo lungo i margini.

Ribaltiamo la federa

e inseriamo il materassino.

Topponcino – ne parlano nel web:
– http://bymuforu.com/?product=housse-pour-matelas-topponcino-plumetis-blanc
– http://montessorignezdo.si/tag/topponcino/
– http://serv68.wixsite.com/labirintzivljenja/topponcino
– https://montessoriparcimontessoriparla.wordpress.com/2015/07/20/le-topponcino-un-coussin-fin-et-moelleux-imagine-par-maria-montessori/
– http://fafaillestudio.com/tuto-topponcino-matelas-montessori/
– http://bubble-belly.blogspot.it/2012/09/diy-topponcino.html
– http://rideswithchrist.blogspot.it/2012/03/topponcino-diy.html
– https://thefullmontessori.wordpress.com/2012/02/23/topponcino-tutorial/
– http://lacigalesuisse.canalblog.com/archives/2015/03/05/31650533.html
– http://www.lecoinmontessori.com/le-topponcino/
– http://lenidodemeylin.blogspot.it/2015/05/le-topponcino.html
– http://celioetcie.blogspot.it/2015/07/montessori-et-les-bebes_10.html
– http://www.centronascitamontessori.it/centro/proposte-per-i-genitori/la-cesta-montessoriana/
– https://www.eveiletcoton.com/single-post/2017/06/27/Le-matelas-de-portage-Topponcino-de-Montessori
– https://montessorimoms.wordpress.com/2013/11/05/topponcino/
– http://www.wecanmakeanything.net/2017/12/topponcino-diy.html
– http://www.howwemontessori.com/how-we-montessori/2017/06/where-can-i-find-a-montessori-topponcino.html
– https://thefullmontessori.wordpress.com/2012/02/16/topponcino/
– http://www.famille-epanouie.fr/matelas-bebe-topponcino/
– http://midwestmontessori.tumblr.com/post/133216641911/the-montessori-topponcino
– https://everydaybeginsnew.com/2016/06/04/how-we-used-a-topponcino/
– http://www.feedingthesoil.com/2014/05/montessori-topponcino.html
– http://www.queso-suizo.com/2015/11/montessori-baby-essential-topponcino.html
– http://sharmiladabare.blogspot.it/2011/04/i-heart-topponcinosecurity-pillow.html
– https://www.fuwarico.com/topponcino/
– https://www.youtube.com/watch?v=6rAVitUikYM&t=26s
– https://www.youtube.com/watch?v=flniVgaDOyM
– https://www.youtube.com/watch?v=SfEqLjAt0yY

Forme contrastanti di terra e acqua Montessori – Geografia

Forme contrastanti di terra e acqua Montessori: presentazioni, esercizi, istruzioni per il modellaggio con la creta e tutto il materiale stampabile pronto per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

L’istruzione moderna richiede oggi che si dia la visione delle cose e non la loro descrizione, ma non basta vedere, anziché udire: è necessario vedere in un modo speciale. Quindi il problema consiste nell’esaminare come il bambino ha bisogno di vedere e quanto occorre per risvegliare in lui un potere di azione che, una volta avviato, apre nuove vie. Così la scuola sarebbe il luogo ove il bambino acquista qualcosa entro di sé, come un’ispirazione: il bambino vede, si ispira e l’ispirazione è tanto grande che lo porta a fare cose delle quali prima non sarebbe stato capace“. (Maria Montessori, Conferenza alla Summer School di Londra, 1939).

La geografia è parte della cultura umana ed il suo studio aiuta a formare la personalità. Per questo motivo, secondo Mario Montessori, andrebbe designata col termine di psico-geografia, così come si designa la grammatica psico-grammatica, la geometria psico-geometria, ecc.

Nella Casa dei Bambini presentiamo come primo materiale per la geografia il globo smerigliato, che permette al bambino un’esperienza sensoriale legata al ruvido delle terre emerse e al liscio dell’acqua.

Si tratta di soli due elementi: l’acqua e la terra,  ma questi due elementi, incontrandosi tra loro, producono moltissime forme diverse, che possono però essere ricondotte a poche forme di base, che una volta conosciute permetteranno al bambino di operare tutta una serie di classificazioni.
Questo riconoscimento delle forme di base, che può essere considerato una chiave di lettura per tutta la geografia, comincia con le forme contrastanti di terra e acqua.

E’ sempre importante tenere a mente che con questa presentazione non esploriamo la geografia reale, ma viviamo un’esperienza sensoriale (visiva) allo scopo di preparare il bambino allo studio futuro della Geografia fisica, in particolare alla geomorfologia e all’idrologia.

Le tre forme contrastanti di terra e acqua che presentiamo sono tre forme di terra (isola, penisola, istmo) e tre forme di acqua (lago, golfo, stretto), che sono opposte a due a due in questo modo: – isola-lago; penisola-golfo; istmo-stretto.

Esistono in commercio materiali tridimensionali già pronti, ad esempio quelli di Boboto che avevo presentato nel post Forme della terra e dell’acqua. Prima dell’acquisto, però, ci sono delle considerazioni da fare, perchè questo è uno dei pochi casi in cui il “fatto a mano” si prospetta  come migliore rispetto al materiale pronto, soprattutto perchè il materiale pronto, anche quello ben fatto, priva il bambino di un’esperienza manuale e sensoriale importante. C’è da aggiungere inoltre che nel materiale pronto in commercio di riscontrano errori quali l’aspetto tridimensionale (è importante che i contrasti siamo bidimensionali!), e il fatto che presentano più dei tre contrasti previsti da Maria Montessori in base al principio della “limitazione del materiale” (è importante che il materiale non offra più di quello che è necessario!).

Materiali stampabili

Il materiale pronto per la stampa e il download è a disposizione degli abbonati:

Forme contrastanti di terra e acqua
presentazione con creta e acqua

Materiale:
– strisce di carta e penna
– argilla in polvere
– una brocca d’acqua per impastare l’argilla
– un tagliere grande di legno per impastare
– un coltello o uno stecchino di legno (del tipo da spiedino)
– una brocca con acqua colorata di blu (preferibilmente con colorante alimentare)
– una spugna o un cucchiaio
– sei vassoi possibilmente rettangolari, di alluminio o plastica, possibilmente 30 x 20 cm, con un bordo di circa 3 cm di altezza.

Per le immagini che trovate nella presentazione io ho usato contenitori più piccoli di quelli previsti, tagliando il bordo di sei piattini di plastica. Può essere una soluzione economica e pratica per la seconda fase del lavoro, quando a modellare l’argilla saranno i bambini.

L’argilla (comunemente anche detta creta) si può acquistare nei colorifici o anche online. Non viene venduta in polvere, come richiederebbe l’esercizio, ma può essere fatta seccare e poi ridotta in polvere con un martelletto.

Maria Montessori ha espressamente indicato l’argilla in polvere per questa attività, non solo perchè è un prodotto naturale, ma soprattutto perchè è davvero terra, come quella che i bambini conoscono quando giocano all’aperto.  In alternativa potreste scegliere di preparare una pasta da modellare con farina, sale, colorante marrone ed eventualmente colla vinilica. Non avendo a disposizione la creta, e non lavorando coi bambini, per le presentazioni che seguono io ho fatto così.

Presentazione:
– portiamo il materiale su un tavolo, se è possibile all’aperto, e invitiamo un gruppo di bambini alla presentazione
– prendiamo l’argilla in polvere e impastiamola con l’acqua, come si fa con la pasta fatta in casa. Intanto raccontiamo ai bambini cos’è l’argilla: “Questa si chiama argilla. E’ una terra formata da piccolissimi granelli di roccia e da sali. Ora la sto impastando con un po’ d’acqua per formare una specie di fango duro”. Questa, naturalmente, è la presentazione del lavoro, ma è molto importante che in una seconda fase ogni bambino prepari la creta con le sue mani e modelli le forme per “le mani lavorano la creta e la creta lavora le mani del bambino
– quando abbiamo ottenuto un impasto piuttosto compatto, non troppo morbido, dividiamolo in tre parti uguali e stendiamo ogni parte in una vaschetta diversa. Ogni vaschetta deve essere riempita di creta ben livellata, perchè vogliamo rappresentare una forma bidimensionale (e non fare un plastico)
– prendiamo la brocca di acqua blu e riempiamo le rimanenti tre vaschette, ma a un livello leggermente più basso di quello della creta, per evitare che nei passaggi successivi l’acqua trabocchi o sommerga le forme di terra
– mettiamo le vaschette in riga, alternandole (una di terra, una di acqua), poi mettiamo davanti ai bambini una delle tre coppie e indicandole diciamo “Questa è la terra”; “Questa è l’acqua”


(Dal punto di vista religioso-biblico, questa immagine rimanda alla Creazione come descritta nella Genesi:E Dio separò le acque che stavano sotto il firmamento da quelle che stavano sopra il firmamento; e chiamò terra l’asciutto e mare l’ammasso delle acque“.)
– scriviamo sui cartellini di lettura le parole TERRA e ACQUA

– togliamo i cartellini di lettura
– incidiamo fino al fondo della vaschetta la superficie di argilla col coltello o lo stecchino di legno, descrivendo una forma tondeggiante dai contorni non troppo regolari

– estraiamo la forma che abbiamo ritagliato e trasferiamola in una vaschetta d’acqua, posizionandola al centro
– con il cucchiaio o imbevendo la spugna versiamo dell’acqua blu nel foro di creta. Accostiamo i due vassoi e indicandoli diciamo : “Questa è un’isola”; “Questo è un lago”

– scriviamo i due nomi su due strisce di carta (bigliettini di lettura) e mettiamole accanto ad ogni forma creata e ripetiamo: “Isola”, “Lago” come primo tempo della lezione per imparare i nomi
– chiediamo a un bambino :”Mi indichi l’isola?”, “Qual è il lago?”
– infine facciamo in modo che il bambino nomini gli oggetti, ad esempio chiedendo: “Questo cos’è?”
– ripetiamo il procedimento per le altre due coppie di opposti, cioè per la penisola e il golfo,

– e per lo stretto e l’istmo


– come già detto, dopo questa presentazione è molto importante che ogni bambino crei le sue forme della terra e dell’acqua con creta e acqua colorata. E’ molto importante che il bambino lavori con le sue mani, trattandosi di un’attività prettamente sensoriale.

Scopi:
– vivere un’esperienza sensoriale in relazione alla geomorfologia
– riconoscere le principali configurazioni orizzontali della superficie terrestre
– riconoscere che le forme sono contrasti tra loro
– obiettivi indiretti quali lo sviluppo muscolare, la coordinazione e il controllo dei movimenti e la preparazione al lavoro artistico di modellaggio della creta.

Età:
dai 3 anni

Nomenclature:
argilla, creta, acqua, brocca, spugna ecc.,  il nome delle forme contrastanti di terra e acqua.

Nota:
– le forme non vanno adornate da casine, alberelli, barchette ecc. , che finirebbero per distrarre dall’essenziale,  mentre è proprio l’isolare la qualità ad illuminare il concetto.

Forme contrastanti di terra e acqua
ricerca di definizioni

– oltre a redigere i cartellini di lettura, possiamo comporre delle carte delle definizioni con la collaborazione attiva dei bambini; per farlo mettiamo i sei vassoi delle forme contrastanti di terra e acqua davanti ai bambini e discutiamo insieme, ponendo loro varie domande e chiedendo di osservare le forme con attenzione: “Hai mai visto un’isola?”; “Hai mai visto un lago?”; “Com’era l’isola che hai visto?”; “Cosa hai fatto quando hai visto il lago?”
– ogni volta che abbiamo trovato una definizione, scriviamola su un cartoncino e mettiamola accanto alla forma, col cartellino di lettura.

Forme contrastanti di terra e acqua: collage

Materiale:
– forme contrastanti di terra e acqua realizzate con l’argilla
– fogli di carta blu e fogli di carta marrone quadrati, possibilmente nelle misure 14 x 14 cm
– fogli bianchi più grandi per incollare le forme create
– penna o pennarello
– forbici
– colla
– nomenclature in tre parti (immagine+ nome, solo immagine, solo nome), ma per questa presentazione usiamo solo le ultime due
– poster delle forme contrastanti di terra e acqua.

Presentazione:
– mettiamo le forme contrastanti di terra e acqua lungo il margine superiore del piano di lavoro
– sovrapponiamo un foglio blu e un foglio marrone e, senza disegnare e tenendo i due foglietti uniti con la mano sinistra, tagliamo con le forbici la forma dell’isola


– separiamo i due colori in modo da ottenere quattro pezzi; separiamo i due colori e scambiamo tra loro gli “incastri”. Incolliamo ogni contrasto su un foglio,

– scrivendone il nome


– abbiniamo i due collage alle rispettive forme di creta e diciamo: “Abbiamo già rappresentato l’isola e il lago con la creta e con l’acqua, ora lo abbiamo fatto anche con la carta”


– ripetiamo con le altre coppie di contrasti: penisola e golfo

– istmo e stretto:

– aggiungiamo schede con le immagini delle nomenclature delle forme contrastanti di terra e acqua
– distribuiamo i cartelli dei nomi tra i bambini, che li abbineranno alle immagini


– mostriamo il poster


– riordiniamo, mostrando ai bambini dove trovare il materiale nello scaffale della geografia.

In seguito il bambino realizzerà da solo i collage etichettandoli, e scriverà le sue definizioni. Potrà anche realizzare un libretto, o utilizzare carta vetrata al posto del cartoncino marrone per la terra.

Forme contrastanti di terra e acqua
ricerca sul globo smerigliato

Ognuna delle sei forme contrastanti di terra e acqua deve in secondo tempo essere ricercata sul globo smerigliato, identificando le forme e non il nome (penisola, e non Italia; isola, e non Irlanda).

Materiale:
– forme contrastanti di terra e acqua in argilla
– globo smerigliato.

Presentazione:
– mostriamo il globo e una forma e cerchiamola sul globo
– nominiamo la forma
– continuiamo con le altre forme.

In seguito il bambino potrà cercare le forme contrastanti della terra e dell’acqua sul globo colorato, sull’incastro del planisfero e sulle cartine geografiche.

Forme contrastanti di terra e acqua
nomenclature per la scuola d’infanzia

Nella Casa dei Bambini le forme contrastanti di terra e acqua possono rispondere alla “fame di parole nuove” tipica dei bambini a questa età, oltre che essere la risposta per l’interesse naturale per le forme. Nella fascia d’età che va dai 3 ai sei anni, i bambini hanno la capacità innata di assorbire con precisione immagini concrete e, insieme, la terminologia corrispondente, fissando entrambe nella memoria.
Tenendo presenti queste caratteristiche, proponiamo ai bambini le nomenclature composte da schede parlate e schede mute (per la lezione in tre tempi) con biglietti di lettura per l’appaiamento e un poster riassuntivo per il controllo. Questo materiale serve a dare al bambino una forma col suo nome. In seguito, per i bambini che sanno leggere, si proporranno anche le schede delle definizioni.
Le immagini contenute nelle nomenclature per le forme contrastanti di terra e acqua rappresentano per i bambini  la prima vera “carta geografica”, cioè una rappresentazione in due dimensioni della realtà tridimensionale. Per facilitare la comprensione di questo passaggio di dimensione, cioè per capire che le linee delle mappe rappresentano forme della terra e dell’acqua, è utile preparare nomenclature a tre livelli di semplificazione:
– immagini con la terra in marrone e l’acqua in blu


– immagini con la terra in marrone e l’acqua in blu, con la zona di incontro tra terra e acqua evidenziata in rosso


– immagini che presentano solo il contorno rosso delle forme.

Le immagini che inseriamo in queste nomenclature devono rappresentare il concetto, ad esempio, di isola e mostrare le caratteristiche che servono ad identificare qualsiasi isola. Non devono rappresentare un’isola in particolare (anche perchè nella realtà non esiste un dato lago di forma perfettamente corrispondente a una data isola). Bisogna inoltre precisare che le sei forme proposte sono elementi geografici “contrastanti” soltanto da un punto di vista dell’esperienza sensoriale.

Completano il materiale le definizioni, per i bambini che sanno già leggere,  e il poster murale, che appeso in classe serve per il controllo autonomo dell’errore. Allo  stesso scopo possiamo usare una copia del materiale per realizzare un libretto delle forme contrastanti di terra e acqua.

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NOMENCLATURE DELLE FORME CONTRASTANTI DI TERRA E ACQUA scuola d’infanzia 3 contrasti

Prerequisiti:
– modellaggio delle forme con argilla e acqua
– lezioni in tre tempi per il nome delle forme contrastanti di terra e acqua
– ricerca sul globo smerigliato delle forme contrastanti di terra e acqua.

Materiale:
– tavolo a tappeto
– forme contrastanti di terra e acqua in argilla
– nomenclature delle forme contrastanti di terra e acqua.

Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini ad unirsi a noi nell’esercizio e portiamo il materiale sul piano di lavoro
– diciamo ai bambini che faremo un nuovo esercizio con le forme contrastanti di terra e acqua
– mettiamo le forme contrastanti di terra e acqua lungo il margine superiore del tappeto, in ordine casuale
– indichiamo la busta con le nomenclature e diciamo: “Queste sono le nostre nomenclature per le forme contrastanti di terra” e spargiamole in ordine casuale sul piano di lavoro, verso il margine inferiore del piano di lavoro
– chiediamo al bambino di trovare una carta si possa abbinare alla prima forma di argilla e darcela, quindi mettiamola sotto alla forma di argilla.
– continuiamo allo stesso modo fino a completare la prima serie, poi passiamo alla seconda e infine alla terza, formando colonne di carte sotto ogni forma di argilla
– verifichiamo gli abbinamenti con il poster, che potremo poi appendere al muro
– se i bambini sanno leggere, l’esercizio può proseguire abbinando alle forme anche le definizioni
– terminata la presentazione riordiniamo mostrando ai bambini dove potranno trovare tutto il materiale per i loro esercizi individuali o di gruppo.

Nota: per questa presentazione utilizziamo solo le schede immagine+nome di ogni set.

Per i giorni seguenti:
– lavoriamo con le carte delle nomenclature complete (immagine+nome, solo immagine, solo nome), e con i poster e i libretti (per il controllo autonomo dell’errore)
– lavoriamo solo con le carte, senza usare le forme in argilla
– aggiungiamo gradualmente nomenclature per altre forme contrastanti di terra e acqua, presentando i nomi con la lezione in tre tempi (nominare, far identificare l’oggetto, far nominare l’oggetto)
– chiediamo ai bambini di realizzare da soli delle nuove nomenclature
– chiediamo ai bambini di realizzare da soli dei libretti delle forme contrastanti di terra e acqua.

Definizioni per le forme contrastanti di terra e acqua
per la scuola d’infanzia

Il lago è una massa d’acqua completamente circondata dalla terra.
L’isola è un pezzo di terra completamente circondato dall’acqua.

La penisola è un pezzo di terra che si estende nell’acqua e che è quasi del tutto circondato dall’acqua.
Il golfo è una rientranza del mare che si addentra nella terra.

L’istmo è una sottile striscia di terra che congiunge due grandi terre.
Lo stretto è una sottile distesa d’acqua che si trova fra due terre e che congiunge due mari.

Come detto, il materiale originale comprende esclusivamente queste tre coppie contrastanti, ma siccome molto del materiale in commercio aggiunge anche le coppie arcipelago-sistema di laghi e capo-baia ho preparato anche questo materiale. Può essere comunque presentato come estensione della presentazione principale.

L’arcipelago è un gruppo di isole.
Il sistema dei laghi è un gruppo di laghi.

Il capo è una sporgenza della costa che si estende sul mare partendo con uno spazio stretto che poi si allarga sul mare.
La baia è un’insenatura che, a differenza del golfo, ha un’entrata dal mare stretta e poi si allarga via via che penetra nell’entroterra.

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Forme contrastanti di terra e acqua
collezione di cartoline dal mondo

Possiamo preparare carte illustrate con riproduzioni fotografiche delle sei forme contrastanti di terra e acqua, sia nel nostro Paese, sia a livello mondiale, da completare con nome luogo in cui si trova.
Questo materiale può essere anche preparato insieme ai bambini, chiedendo loro di portare cartoline, fotografie di vacanze, ritagli di riviste.

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Forme contrastanti di terra e acqua
Memorizzazione coi planisferi di controllo

Con i bambini da 3 a 6 anni si può iniziare a localizzare su mappe le forme di terra e acqua presentate. Oltre ad imparare a localizzarle, i bambini possono memorizzare il loro nome.
Per questa attività si predispongono sei carte geografiche parlate (planisferi di controllo) e i sei corrispondenti planisferi muti con cartellini a parte (per l’esercizio). Ogni planisfero conterrà i contorni e una forma evidenziata (planisfero delle isole, planisfero dei laghi, ecc.)
Avere una visione d’insieme rende felici, soddisfatti e non affatica perchè il desiderio di conoscere tutti i particolari viene a poco a poco“.

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Forme contrastanti di terra e acqua
Nella scuola primaria (secondo livello)

Plastici

Dopo i 6 anni i bambini, oltre a modellare con l’argilla le configurazioni orizzontali, realizzeranno plastici per le configurazioni verticali: la montagna e le sue parti, la pianura, l’altopiano, il corso del fiume e molti altri.

Ricerca etimologica

Nella scuola primaria i bambini si interessano all’origine delle parole che si usano nello studio della geografia. Per questo nelle nomenclature classificate ho aggiunto l’etimologia delle parole.

Nomenclature classificate per la Geografia

Le nomenclature classificate per la Geografia, nella scuola primaria, sono un materiale vastissimo. Ne fanno parte quelle della configurazione orizzontale delle forme della terra e dell’acqua, poi quelle per la configurazione verticale, poi quelle di tutto ciò che è oggetto di studio della geografia fisica, in particolare della geomorfologia e dell’idrografia.
La nomenclatura classificata completa per la geografia comprende tra l’altro: la struttura della terra, la struttura dell’atmosfera, la terra, la superficie terrestre, le forme della terra e dell’acqua (configurazione orizzontale), le forme della terra e dell’acqua (configurazione verticale), le isole, la costa, la montagna, la pianura, la valle, l’idrosfera, i ghiacciai, le morene, il fiume, le raccolte d’acqua, i laghi, ecc… Comprendono inoltre le forme intermedie (pseudo-penisola, capo, baia, punta…) e le parti delle forme terrestri come le parti della montagna (falde, piede, cima, cresta, valle, collina, pianura…), le parti del fiume (sorgente, rive, letto, foce, profondità, pendenza, portata…) ecc., e i tipi speciali di forme terrestri come isole oceaniche o continentali, arcipelago, vulcani, catena di montagne o massiccio, delta o estuario, ecc.

Qui propongo:
– forme della terra e dell’acqua (configurazione orizzontale)
– forme della terra e dell’acqua (configurazione verticale)
– forme della terra (litosfera)
– forme dell’acqua (idrosfera).

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Qui il post: Nomenclature per le forme della terra per la scuola primaria

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Lavorare con i dati

L’immaginazione del fanciullo è vaga, imprecisa, illimitata. Ma non appena egli entra in contatto col mondo esterno, ha bisogno di esattezza“. (Maria Montessori – Dall’infanzia all’adolescenza).
Per quanto riguarda la Geografia, dopo aver dato la nomenclatura e la localizzazione delle forme di tera e acqua, possiamo unire a queste informazioni i dati numerici (lunghezza dei fiumi, superfici di isole, penisole, ecc., altezza delle montagne…
Maria Montessori ha raccomandato, per i grandi numeri, che “la grandezza non sia solo una parola, ma abbia dimensioni e permetta confronti“.
Grazie a tavole con dati numerici possiamo accompagnare i bambini a scoprire, ad esempio, che l’area della Groenlandia, che è la più grande isola del mondo, corrisponde ad un quadrato che misura 1500 chilometri di lato e che servirebbero nove isole grandi come la Gran Bretagna per formare un’isola grande come lei.

Per lavorare con i dati, nei planisferi di controllo, che possono essere usati a partire dalla scuola d’infanzia, si trovano vari spunti:

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Forme contrastanti di terra e acqua
Ne parlano

– Il quaderno Montessori – primavera 2000. “Forme contrastanti di terra e d’acqua”, Camillo Grazzini.
– Il quaderno Montessori – estate 1997. “Alla scoperta della Terra”, appunti di Adele Costa Gnocchi sulla conferenza di Maria Montessori alla Summer School (Londra) del 1939.
– Il quaderno Montessori – autunno 1995. Armonia educativa nella scuola elementare Montessori, Grazia Honegger Fresco.
– Il quaderno Montessori – estate 2008. “La geografia come risposta alle domande dei bambini” da “Lezioni di Mario Montesano Montessori” di Flaminia Guidi.
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Nomenclature delle forme dell’acqua (idrosfera)

Nomenclature delle forme dell’acqua (idrosfera) per la scuola primaria, pronte per la stampa.

Le nomenclature classificate per la Geografia, nella scuola primaria, sono un materiale vastissimo. Ne fanno parte quelle della configurazione orizzontale delle forme della terra e dell’acqua, poi quelle per la configurazione verticale, poi quelle di tutto ciò che è oggetto di studio della geografia fisica, in particolare della geomorfologia e dell’idrografia.
La nomenclatura classificata completa per la geografia comprende tra l’altro: la struttura della terra, la struttura dell’atmosfera, la terra, la superficie terrestre, le forme della terra e dell’acqua (configurazione orizzontale), le nomenclature delle forme della terra (configurazione verticale), le nomenclature delle forme dell’acqua, le isole, la costa, la montagna, la pianura, la valle, l’idrosfera, i ghiacciai, le morene, il fiume, le raccolte d’acqua, i laghi, ecc… Comprendono inoltre le forme intermedie (pseudo-penisola, capo, baia, punta…) e le parti delle forme terrestri come le parti della montagna (falde, piede, cima, cresta, valle, collina, pianura…), le parti del fiume (sorgente, rive, letto, foce, profondità, pendenza, portata…) ecc., e i tipi speciali di forme terrestri come isole oceaniche o continentali, arcipelago, vulcani, catena di montagne o massiccio, delta o estuario, ecc.

Qui propongo le nomenclature delle forme dell’acqua, con immagine, nome e definizione con etimologia.

Il materiale pronto per la stampa e il download è a disposizione degli abbonati:

Di seguito, se preferisci realizzarle in proprio, trovi i contenuti e i riferimenti per le immagini.

Il lago è una grande massa d’acqua raccolta in una concavità del terreno e completamente circondata da terra.
Etimologia: dal latino lacus (cavità del suolo).

La baia è un’insenatura poco estesa della costa, che presenta un’entrata piuttosto stretta e che poi penetra profondamente nell’entroterra.
Etimologia: dal francese bayer (avere la bocca aperta).

Lo stretto è una via d’acqua stretta che collega due grandi corpi d’acqua.
Etimologia: dal latino strictus (allacciato serrato, stretto).

Una cascata è una discesa perpendicolare o molto ripida di acqua.
Etimologia: dal latino cadescrere (venire dall’alto al basso).

Una laguna è un bacino costiero poco profondo parzialmente separato dal mare o dall’oceano da una barriera di sabbia o corallina. E’ caratterizzata da acqua salmastra e maree.
Etimologia: dal latino lacuna (spazio vuoto).

La ría è un’insenatura che si forma quando una costa alta si abbassata e il mare entra occupando una valle in cui scorre un fiume. Le rías sono tipiche della regione spagnola della Galizia, ma sono diffuse un po’ in tutto il mondo.
Etimologia: è una parola spagnola che deriva dal latino rivum (fiume).

Il fiume è un corso d’acqua perenne che scorre sulla superficie terrestre (o in alcuni casi al di sotto di essa) guidato dalla forza di gravità; può essere alimentato dalle piogge, dallo scioglimento di nevi e ghiacciai o dalle falde acquifere sotterranee.
Etimologia: dal latino flumen (che fluisce).

L’estuario è lo sbocco dei fiumi che giungendo alla foce non creano depositi di sedimenti ma sfociano in un unico canale o ramo.
Etimologia: dal latino aestuarium (bollore, agitazione del mare, marea).

Un delta è un tratto di terra che si forma alla foce per l’accumulo di sedimenti trasportanti del fiume.
Etimologia: nome della quarta lettera dell’alfabeto greco, che ha la forma di un triangolo.

Un affluente (o tributario) è un corso d’acqua che versa le sue acque in un altro corso più grande.  Il luogo dove due o più corsi d’acqua si incontrano unendo le loro acque viene detto confluenza.
Etimologia: dal latino affluere (scorrere verso).

Un ghiacciaio è una grande massa di neve ghiacciata, che si raduna negli avvallamenti delle montagne, e scorrente molto lentamente verso il basso per gravità.
Etimologia: dal latino glacies (ghiaccio).

Un iceberg è una grande massa di ghiaccio che si è staccata da un ghiacciaio o da una piattaforma di ghiacciai e galleggia alla deriva nel mare. La maggior parte di un iceberg è sott’acqua.
Etimologia: dall’olandese ijs (ghiaccio) e berg (montagna).

Gli oceani sono le più vaste distese d’acqua salata presenti sulla superficie terrestre, che separano i continenti. Si distinguono dai mari per le dimensioni molto maggiori.
Etimologia: dal latino oceanus (massa, moltitudine).

Un geyser è un’apertura nel terreno che espelle acqua calda e vapore a causa dell’attività vulcanica.
Etimologia: dall’islandese Geysir, nome di una sorgente di acqua calda.

Un mare mediterraneo è un tipo di  mare interno che bagna continenti o  subcontinenti diversi. Il termine prende origine dal Mare Mediterraneo, che ne è il prototipo ed è l’unico ad essere riportato nelle carte geografiche.
Etimologia: dal latino mediterraneus (che sta in mezzo alle terre).

Un arroyo è il letto asciutto di un ruscello che si riempie solo dopo una forte pioggia, o stagionalmente. Gli arroyo si trovano soprattutto in ambienti montani desertici.
Etimologia: è una parola spagnola.

Un blowhole è un foro di una grotta marina nella quale si crea una forte pressione. Quando questa pressione è abbastanza forte, si creano spruzzi di acqua.
Etimologia: parola inglese composta da hole (buco) e blow (spruzzo).

Il fossato faceva parte del sistema di difesa delle antiche città fortificate. Si tratta di uno scavo attorno al perimetro esterno. Spesso si scavava fino a raggiungere la falda acquifera.
Etimologia: dal latino fossus (scavato).

Una falda acquifera è una zona di rocce permeabili, cioè che assorbono acqua. Questa poi si deposita tra gli strati del terreno.
Etimologia: la parola falda, che deriva dal termine tedesco falte, che vuol dire piega o strato.

Una pseudo-dolina (in inglese kettle)  è un corpo d’acqua poco profondo che si è creato dal distacco di blocchi di ghiaccio da ghiacciaio. La ha un diametro minore di due chilometri.
Etimologia: dal greco pseydes (falso) e dallo sloveno dol (valle).

Una lanca è un meandro fluviale abbandonato dal fiume. Diversi esempi di lanca si trovano nella Pianura Padana, creati dal Po e dal Ticino.
Etimologia: parola pre-latina, simile al lituano lankà (valle).

Un crepaccio è una grande crepa in un ghiacciaio che può essere vista dalla superficie. In genere si tratta di una fenditura profonda e di grandi dimensioni.
Etimologia: accrescitivo di crepa, dal latino crepare (scricchiolare, scoppiare).

Una caverna glaciale è una cavità che si forma all’interno di un ghiacciaio.
Etimologia: dal latino cavus (incavato) e glacies (ghiaccio).

Un golfo è un tratto di mare o di oceano che penetra in modo più o meno accentuato tra la terraferma.
Etimologia: dal greco kolpos (seno).

Un meandro è un’ampia curva di un fiume con una sponda concava e una convessa. Spesso queste curve producono una forma circolare.
Etimologia: il termine proviene dal nome greco Maiandros di un  fiume della Turchia.

Una zona umida è un ambiente naturale (palude, acquitrino, torbiera  ecc.) con acque profonde non più di sei metri.
Etimologia: dal latino zona (recintato) e umidus (essere bagnato).

Un lago di cascata è una depressione profonda alla base di una cascata creata dalla forza dell’acqua.
Etimologia: dal latino lacus (cavità del suolo) e cascare (venire dall’alto in basso).

Una palude è una zona coperta d’acqua con una vegetazione e una fauna particolari, che si sono adattate all’elevata umidità. Molte paludi si formano lungo i grandi fiumi o sulle rive dei grandi laghi. Esistono paludi d’acqua dolce o salata.
Etimologia: dal latino palus (melma).

Insenatura (o seno) è il termine generico per descrivere una massa d’acqua che penetra entro terra. Le dimensioni di un’insenatura possono essere enormi, come nel caso del  golfo del Bengala, o molto piccole, come nel caso delle calette.
Etimologia: la parola è un derivato di seno, dal latino sinus, che era un lembo della toga romana con molte pieghe ondulate.

Un lago glaciale è un lago che si è formato in una cavità scavata da un ghiacciaio.
Etimologia: glacies (ghiaccio) e lacus (cavità del suolo).

La rapida è il tratto di un fiume il cui letto acquista pendenza in modo brusco, producendo onde e turbolenza. E’ una via di mezzo fra una corrente tranquilla ed una cascata.
Etimologia: dal latino rapidus (portare via).

Un lago artificiale è un bacino creato dall’uomo, con la costruzione di una diga, per raccogliere una grande massa d’acqua.
Etimologia: dal latino lacus (cavità del suolo) e artificium (artificio).

La marea è il regolare aumento (alta marea) e diminuzione (bassa marea) del livello degli oceani e delle acque connesse all’oceano.
Etimologia: dal latino mareare (navigare).

Il fiordo è un’antica valle glaciale riempita dal mare. È più stretto e più profondo all’imboccatura, poi si allarga.
Etimologia: dal norvegese fjord (approdo).

Cenote è il nome che si usa in America Centrale per grotte sotterranee parzialmente crollate, quindi aperte alla superficie, che raccolgono al loro interno bacini di acqua dolce.
Etimologia: dal maya antico tz’ono’ot.

Una dolina marina è una grande dolina subacquea che si è formata in tempi preistorici, quando il livello del mare era più basso. Quando i mari si sono innalzati, queste doline sono state invase dell’acqua marina.
Etimologia: dallo sloveno dol (valle).

Una cala è una piccola con entrata stretta che poi si allarga in forma circolare. Spesso le cale si trovano all’interno di una baia più grande. Quelle più piccole si chiamano calette.
Etimologia: dal latino cajare (chiudere, trattenere).

Un fiardo è un ingresso marino in un terreno roccioso ghiacciato a basso rilievo. I fiardi hanno un profilo più corto, più profondo e più ampio del profilo di un fiordo. Anche se i fiardi e fiordi sono simili, i fiordi hanno ripide scogliere di alto rilievo mentre i fiardi sono una depressione con coste più basse. I fiardi inoltre tendono a riempirsi materiali erosi e a trasformarsi in paludi salate.
Etimologia: è una parola norvegese.

Barachois è un termine usato in Canada per descrivere una laguna costiera separata dal mare da una barriera di sabbia o ghiaia. L’acqua salata può entrare nel barachois solo durante l’alta marea .
Etimologia: dal basco barratxoa che significa piccola barriera.

Un lago anchialino è una piccola massa d’acqua senza sbocco collegata all’oceano in maniera sotterranea.
Etimologia: dal greco ankhialos (vicino al mare).

Un bacino idrografico è l’area delle acque che scorrono sulla superficie del suolo e si uniscono a un corpo più grande (fiume, lago o mare interno). Ad esempio abbiamo il “il bacino idrografico del Rio delle Amazzoni”.
Etimologia: dal latino baccinus (recipiente di terracotta per raccogliere liquidi).

Il bayou è un ecosistema tipico della Louisiana. È un corpo di acqua in una zona pianeggiante e bassa, e può essere un fiume molto lento, o un lago paludoso o una zona umida. Molti bayou ospitano i gamberetti e altri molluschi, pesci rossi, rane, rospi, coccodrilli americani, aironi, tartarughe, vongole, serpenti.
Etimologia: dalla parola Choctaw  bayouk, che significa “tortuosità”.

Il ruscello è un piccolo corso d’acqua che origina delle acque piovane o da sorgenti, e che di solito confluisce in un corso d’acqua maggiore. Il ruscello solitamente scorre al centro di una piccola valle pianeggiante, la sua larghezza non è superiore a qualche metro ed è poco profondo.
Etimologia: dal latino rivuscellus (piccolo fiume).

 

La sorgente è un’area più o meno estesa della superficie terrestre dove viene alla luce, in modo del tutto naturale, l’acqua di una falda acquifera.
Etimologia: dal latino surgere (nascere).

Il billabong è una tipica  lanca australiana, che ha origine da un meandro fluviale abbandonato. Si tratta di una pozza d’acqua stagnante. che si riempie d’acqua stagionalmente ed è asciutta per gran parte dell’anno.
Etimologia: La parola è deriva dal Wiradjuri bilaba, che significa “acqua che corre solo dopo la pioggia”.

Un canale artificiale è un  corso d’acqua almeno in parte opera dell’uomo, creato per l’ irrigazione o come via navigabile.
Etimologia: dal latino canalis (canna).

Un canale naturale è un braccio di mare ristretto che collega due oceani o due mari. Spesso viene considerato come sinonimo di “stretto”. Se queste sono di caratteristiche simili (densità, salinità, temperatura) si parla di canale; se invece le caratteristiche sono dissimili si parla di Stretto.
Etimologia: dal latino dal latino canalis (canna) e naturalis (della natura).

Un effluente è un corso d’acqua che si allontana dal fiume principale.  Il termine non va confuso con quello di emissario, con il quale si intende in genere il corso d’acqua che esce da un lago.
Etimologia: dal latino effluere (sgorgare).

Un emissario è un corso d’acqua che esce da un lago.
Etimologia: dal latino emittere (mandar fuori).

Un immissario è un corso d’acqua che da solo o assieme ad altri fa affluire l’acqua in un lago.
Etimologia: dal latino immittere (mandare dentro).

Uno stagno è uno specchio d’acqua ferma di dimensioni ridotte e fondale poco profondo. Differisce dalla palude perché non è prodotto  dall’inondazione fluviale o marina di aree pianeggianti, e per la minor presenza di limo.
Etimologia: dal latino stagnum (stagno).

Una pozzanghera è un piccolo accumulo di acqua.  Si può formare all’interno di piccole depressioni o direttamente sulla superficie piatta, tenuta insieme dalla tensione superficiale.
Etimologia: derivato di pozza.

La rada è un’insenatura naturale o artificiale dove le imbarcazioni possono ancorare e sostare in sicurezza al riparo dai venti e dalle correnti.
Etimologia: dal francese rade (preparare per la partenza).

Il mare è una vasta distesa di acqua salata connessa con un oceano, che bagna isole e continenti.
Etimologia: dal latino mare.

Nomenclature delle forme dell’acqua
Immagini

– fiordo: https://commons.wikimedia.org/wiki/File%3ATrollfjorden_002.jpg
– cenote: By Luis Miguel Bugallo Sánchez – Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/
– dolina marina – By U.S. Geological Survey (USGS) – Source: [1], fetched September 2006. Caption on this USGS web page was, “Blue Hole: Aerial view of the 400-ft-deep oceanic blue hole (Lighthouse Reef Atoll Blue Hole) located east of Belize.”, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1813649
– cala By Brocken Inaglory – Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php
– fjard – By Mourial – Own work, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6352266
– ria – By Mess – Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4327427
– insenatura https://pixabay.com/it/corsica-francia-mare-natura-738743/
– grotta sommersa By Dave Bunnell / Under Earth Images – Transferred from en.wikipedia to Commons., CC BY-SA 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=32802956
– lago anchialanoDi Forest & Kim Starr, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?
– arroyo Di Fev – Opera propria, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?
– lago artificiale – By Rhys Jones  to Flickr as Kariba, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia
– bacino idrografico CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=19926
– baia Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=483180
– bayou Di Jay Carriker (User:JCarriker) – Author, CC BY-SA 2.5, https://commons.wikimedia.org/
– ruscello Di Derek Jensen – Opera propria, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?
– bight By Nachoman-au – A digital photograph myself CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org
-canale –  By Didier Descouens – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/
– effkebte Di F Ceragioli – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?
– emissario – Di Alessandro Vecchi – Opera propria CC BY-SA 3.0 https://commons.wikimedia.org/
– immissario Di F Ceragioli – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/
– delta Di NASA – from NASA World Wind., Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/
– estuario By Mattole Restoration Council – Mattole, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/
– ghiacciaio By Guilhem Vellut from Paris – Glacier, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/
– pseudodolina Di Beeblebrox di Wikipedia in inglese, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/
– laguna By Makemake at the German language Wikipedia, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/
– lago Di Alessandro Vecchi – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/
– mare mediterraneo Di Jonathan Chase – Chase J (2012) CC BY 2.5, https://commons.wikimedia.org/
– fossato By Pbrundel at Dutch Wikipedia(Original text: P. Brundel) – Transferred from nl.wikipedia to Commons. Transfer was stated to be made by User:Multichill.(Original text: Eigen werk), Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3122844
– oceano By Tiago Fioreze – Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/
– lanca http://www.trekearth.com/gallery/Europe/Italy/Lombardia/Pavia/Zelata_di_Bereguardo/
– stagno http://www.carnetdevoyage.it/2016/03/29/
– pozzanghera CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=185765
– fiume Di I, Sailko, CC BY 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3613465
– rada By Frank Vincentz – Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/
– mare Di Joaquín Martínez Rosado – Opera propria, GFDL, https://commons.wikimedia.org/
– sorgente Di Castrocane – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/
– falda acquifera http://www.nove.firenze.it/prato-una-falda-acquifera-sotterranea
– zona umida Di Doronenko – Opera propria, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/
– stretto Di Astronaut photograph ISS008-E-21752 – NASA Earth Observatoryhttp:// earthobservatory. nasa.gov/Newsroom/NewImages/images.php3?, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/
– iceberg Di Andreas Tille – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?
– oceano By Tiago Fioreze – Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?
– geyser By Andreas Tille – Own work – see http://fam-tille.de/sparetime.htmlImage with Information in EnglishBild mit Informationen auf Deutsch, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?
– crepaccio GFDL con disclaimer, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=151673
– golfo By Jeff Schmaltz, MODIS Land Rapid Response Team, NASA GSFC – MODIS Image of the day August 1, 2008, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4519699
– meandro Di Christian Mehlführer, User:Chmehl Opera propria, CC BY 2.5, https://commons.wikimedia.org/
– lago di cascata https://www.flickr.com/photos/ivan1311/14182013118
– palude Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=295081
– lago glaciale By Miguel Barcala – Ibón de Sabocos, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/
– rapide By M. Rehemtulla – http://www.flickr.com/photos/quoimedia/5546340019/ sizes/o/ in/ photostream/, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=14692899
– marea By © Samuel Wantman / Wikimedia Commons, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/
– effluente By Plepo – Own work, CC BY 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1480857
– pozzanghera By Ildar Sagdejev (Specious) – Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/

Nomenclature delle forme della terra (litosfera)

Nomenclature delle forme della terra (litosfera) per la scuola primaria, pronte per la stampa.

Le nomenclature classificate per la Geografia, nella scuola primaria, sono un materiale vastissimo. Ne fanno parte quelle della configurazione orizzontale delle forme della terra e dell’acqua, poi quelle per la configurazione verticale, poi quelle di tutto ciò che è oggetto di studio della geografia fisica, in particolare della geomorfologia e dell’idrografia.
La nomenclatura classificata completa per la geografia comprende tra l’altro: la struttura della terra, la struttura dell’atmosfera, la terra, la superficie terrestre, le forme della terra e dell’acqua (configurazione orizzontale), le nomenclature delle forme della terra (configurazione verticale), le nomenclature delle forme dell’acqua, le isole, la costa, la montagna, la pianura, la valle, l’idrosfera, i ghiacciai, le morene, il fiume, le raccolte d’acqua, i laghi, ecc… Comprendono inoltre le forme intermedie (pseudo-penisola, capo, baia, punta…) e le parti delle forme terrestri come le parti della montagna (falde, piede, cima, cresta, valle, collina, pianura…), le parti del fiume (sorgente, rive, letto, foce, profondità, pendenza, portata…) ecc., e i tipi speciali di forme terrestri come isole oceaniche o continentali, arcipelago, vulcani, catena di montagne o massiccio, delta o estuario, ecc.

Qui propongo le nomenclature delle forme della terra, con immagine, nome e definizione con etimologia.

Il materiale pronto per la stampa e il download è a disposizione degli abbonati:

Di seguito, se preferisci realizzarle in proprio, trovi i contenuti e i riferimenti per le immagini.

L’isola è una porzione di terra completamente circondata da acqua. Etimologia: dal latino insula (nella corrente).

La penisola è una porzione di terra che si estende nell’acqua e che è quasi del tutto circondata da acqua.
Etimologia: dal latino peninsula (quasi isola).

L’istmo è una sottile striscia di terra che congiunge due grandi terre.
Etimologia: dal latino isthmos (passaggio). 

L’arcipelago è un gruppo di isole.
Etimologia: dal greco archè (principale) e lagos (mare), perché la Grecia aveva grande importanza e molte isole. 

Il capo è un tipo di penisola, in particolare è una sporgenza della costa che si estende sul mare.
Etimologia: dal latino caput (parte superiore o estremità).

Il continente è la più grande massa di terra non spezzata dall’oceano. I continenti sono sette e rappresentano la più grande suddivisione del suolo terrestre.
Etimologia: dal latino continens (continuo, non interrotto).

La Piattaforma continentale è la roccia della costa di un continente che continua sotto l’acqua.
Etimologia: dal greco platys (piatto, largo) e il latino forma (aspetto esteriore della materia).

La Montagna è un’area molto elevata della terra.  E’ composta da terra rocciosa. Di solito ha fianchi ripidi e una punta appuntita o arrotondata.
Etimologia: dal latino montania (monte).

La Valle è uno spazio di terreno più o meno vasto, poco elevato, tra le colline o le montagne.
Etimologia: dal latino vallis (luogo coperto, chiuso dai monti).

La pianura è un’ampia distesa di terreno piatta o delicatamente ondulata,  a bassa altitudine.
Etimologia: dal latino pianus (di superficie uguale).

Una grotta è uno spazio vuoto nel terreno o in una montagna o in un’altra formazione rocciosa, con un’apertura per entrare.
Etimologia: dal latino crypta (nascosto, coperto).

Il Vulcano è una spaccatura nella crosta terrestre,  dalla quale fuoriesce lava, zolfo, pomice, cenere, lapilli, gas. La lava solidificata mischiata ad altri materiali forma col tempo una montagna conica anche molto elevata, spesso con un’apertura in cima (il cratere).
Etimologia: dal nome latino del dio Vulcanus, che era il dio del fuoco terrestre.

Un cratere è una cavità con un’apertura circolare, e può essere la bocca di un vulcano o il luogo dove è caduto un grande meteorite.
Etimologia: dal latino crater, che era un vaso molto grande con una bocca molto larga.

Un passo è il punto più alto in una catena montuosa che si può percorrere a piedi.
Etimologia: dal latino passus (aprire, stendere).

L’oasi è un luogo fertile nel deserto dove c’è acqua e vegetazione.
Etimologia: dall’egiziano uahsoi (abitazione, luogo abitato).

Il deserto è una regione della superficie terrestre che riceve poca acqua piovana o non ne riceve del tutto. E’ una terra secca e sterile e senza alberi. Di solito è sabbiosa.
Etimologia: dal latino deserere (vuoto di ogni cosa).

Il reef è una cresta o una barriera di roccia, sabbia o corallo che si trova appena sotto la superficie del mare. Il reef può trovarsi fino a ottanta metri sotto la superficie dell’acqua.
Etimologia: dal norreno antico rif (scogliera).

Un monolito è una grande formazione di roccia isolata che sorge bruscamente da una pianura o da un altopiano. Le sue pareti sono quasi verticali.
Etimologia: dal latino mono (singolo) e lithos (pietra).

Il cono alluvionale è un terreno a forma di ventaglio che si forma a valle di un monte con i detriti trasportati dai torrenti.
Etimologia: dal latino conus (a punta) e alluere (allagare).

La gola è una valle profonda, con pareti ripide.  Spesso ha un fiume che scorre al suo interno. In inglese è detta canyon. La gola si forma di solito perché un fiume corrode la roccia scavando un solco sempre più profondo. La gola più famosa del mondo è il Gran Canyon negli USA.
Etimologia: dal latino gula (parte del corpo che serve a inghiottire).

I camini delle fate (o piramidi di terra) sono alte colonne di roccia morbida (tufo, limo o roccia vulcanica) sormontate da un cono di materiale più compatto, che protegge la colonna.

L’altopiano è un territorio pianeggiante, ma che si trova a un’altitudine di almeno trecento metri sul livello del mare, circondato da zone più basse almeno su un lato.
Etimologia: dal latino altus (cresciuto) e planus (schiacciato), paese piano situato in alto.

La scogliera è un pendio alto e ripido, verticale o quasi verticale, di roccia resistente. Le scogliere si trovano lungo le coste, e possono sovrastare una zona d’acqua o di ghiaccio.
Etimologia: dal latino scopulus (osservatorio, guardare intorno).

Le dune sono colline di sabbia formate dal vento. Sono tipiche dei deserti, ma si possono formare anche nelle coste sabbiose.
Etimologia: dal germanico dun (tumolo, colle).

Il mare di sabbia (in inglese Erg) è un gruppo molto numeroso di dune di sabbia che si trovano di solito in un deserto.
Etimologia: dal latino mare (mare, vastità) e sabula (sabbia).

L’atollo è un’isola di corallo formata da una barriera più o meno circolare che circonda una laguna centrale larga oltre due chilometri.
Etimologia: da una voce delle Maldive che vuol dire “isola-laguna” attraverso l’inglese.

Un arco naturale (o ponte naturale) è una roccia che ha una via di passaggio in basso. Questo foro è provocato da un lungo processo di erosione della roccia.
Etimologia: dal latino arcus (piegato, gomito) e natus (la forza che genera).

La prateria è una vasta area di terreno non coltivata e ricoperta quasi del tutto di erba. Le praterie più importanti sono quelle in America del Nord (Grandi pianure), le Pampas (Argentina, Brasile, Uruguay) e le steppe dell’Eurasia.
Etimologia: dal latino pratum (apparecchiato) nel senso che non serve coltivare per falciare il raccolto.

La spiaggia con cuspidi è formata da piccoli rilievi alternati a distanza regolare a piccole zone concave. La spiaggia con cuspidi ha una linea ondulata. Può essere ghiaiosa o sabbiosa.
Etimologia: dal latino plagia (cosa distesa) e cuspis (punta, cuneo).

La spiaggia è uno spazio più o meno esteso che scende inclinato nell’acqua e non è coperto da essa. Può essere sabbiosa, ciottolosa, argillosa, formata da materiali trasportati o altri sedimenti (ad esempio le spiagge di conchiglie).
Etimologia: dal latino plagia (cosa distesa).

Un arête è una cresta molto sottile di roccia sulla cima della montagna, quasi a lama di coltello. Di solito si forma per lo scioglimento dei ghiacciai.
Etimologia: arête è una parola francese che deriva dal latino arista (spiga).

Un calanco è un terreno sterile formato da rocce morbide e argilla erose dal vento e dall’acqua. Questi materiali formano pendii ripidi con avvallamenti stretti e profondi, con scarsissima (o assente) vegetazione. Etimologia: incerta, probabilmente deriva da una parola preromana.

Un barchan è una duna di sabbia a forma di mezzaluna. Questa forma è causata da un vento costante che soffia in una sola direzione.
Etimologia: è una parola kazaka.

Le isole-barriera sono una catena di isole, di solito nell’oceano, che proteggono la vicina costa dall’erosione. Queste isole sono piatte e sabbiose e la loro forma cambia molto nel corso del tempo. Una catena di isole-barriera può essere lunga più di centro chilometri.
Etimologia: dal latino insula (nella corrente) e dal francese barre (barra).

La costa (o litorale) è la linea di confine tra la terra e l’acqua di un oceano, mare o grande lago.
Etimologia: dal latino costa (fianco).

Una gravina è un’incisione del terreno che può essere profonda più di cento metri ed è molto simile al canyon (o gola). L’incisione è scavata dalle precipitazioni atmosferiche (pioggia, neve, grandine, rugiada, ecc.) nella roccia calcarea.
Etimologia: dal latino gravis (pesante, che va a fondo).

Una fossa tettonica è una linea più bassa del terreno, dovuta ai movimenti della superficie terrestre. Si crea perché due porzioni di crosta terrestre (piastre tettoniche) si allontanano tra di loro.
Etimologia: dal latino fossum (scavato) e tectonicus (l’arte del costruire).

Un’isola fluviale è un’isola in un fiume. Può trovarsi alla foce, nel delta, o anche nel corso intermedio, se il fiume ha una certa larghezza.
Etimologia: dal latino insula (nella corrente) e fluvius (che scorre, fiume).

I terrazzamenti (o coltivazioni a terrazza) sono un prodotto dell’uomo che serve a rendere coltivabili i terreni in pendenza. Si costruiscono rendendo piatte delle strisce di terra, e poi sostenendole con muri verticali, formando così dei gradini.
Etimologia: dal latino terracia-um (rialzo di terra).

Un banco di sabbia è una distesa di sabbia che si accumula per erosione del terreno e si distende appena al di sotto della superficie dell’acqua.
Etimologia: dal germanico bank (panca).

Una dolina è una cavità del terreno, che ha sul fondo un inghiottitoio a forma di imbuto. L’acqua piovana passa dalla dolina alle cavità sotterranee. Le doline si formano nelle regioni carsiche, dove la superficie è formata da rocce che non trattengono l’acqua. Questa si scava dei passaggi e in profondità crea gallerie, fiumi sotterranei, pozzi ecc.
Etimologia: dallo sloveno dol (valle).

La faglia è una frattura nella roccia causata dai movimenti della crosta terrestre. Le rocce vicine a una faglia sono spesso molto frantumate e si parla in questo caso di rocce di faglia. L’energia rilasciata dopo il movimento lungo il piano di faglia è la causa della maggior parte dei terremoti.
Etimologia: dal francese faillir (mancare).

Una cuesta è una collina asimmetrica con un versante che ha un pendio dolce e uno con una pendenza molto ripida.
Etimologia: cuesta è una parola spagnola che deriva dal latino costa (le ossa che formano la gabbia toracica).

Una diga è una parete costruita dall’uomo per sbarrare un flusso d’acqua. Si usa per creare un lago artificiale o per proteggere una costa o un porto.
Etimologia: dall’olandese dijg (argine).

Un vulcano di fango è una piccola collina che erutta argilla morbida insieme a sali, gas e bitume. Etimologia: dal nome latino del dio Vulcano e dal germanico fani (melma).

Un nunatak è la cima di una montagna non coperta da ghiaccio che si trova in un campo di ghiaccio. E’ una specie di isola nel ghiaccio.
Etimologia: è una parola inuit che significa “picco isolato”.

Una scarpata è una brusca rottura del profilo di un terreno. Può essere di origine naturale o artificiale.
Etimologia: parola derivata da scarpa, che proviene dal germanico skarpa (tasca di pelle).

Un tunnel di lava (o tubo di lava) è un tipo di grotta che si trova nelle rocce laviche. Il tunnel di lava è la forma fossile di ciò che fu un’eruzione vulcanica. La lava incandescente scorrendo scava nella roccia e solidificando resta lo spazio vuoto interno simile a un tubo, percorribile dagli speleologi.
Etimologia: parola inglese che deriva dal francese antico tonne (botte) e lave (liquido che scorre).

Una foresta è un grande tratto di terreno ricoperto da alberi e sottobosco che crescono e si diffondono spontaneamente. Quando  l’estensione della foresta è limitata, si parla di bosco.
Etimologia: dal latino foris (fuori), che indicava i boschi fuori dalle mura della città.

Una collina è una parte sollevata della superficie della terra con i lati inclinati, meno alta della montagna. I territori possano essere considerati collinari dai 100 ai 600 metri sul livello del mare.
Etimologia: dal latino collis (colle, tumulo).

Un duomo di lava è una struttura di lava solidificata a forma di cupola, che si crea nel cratere di un vulcano.  I duomi di lava possono essere alti centinaia di metri.
Etimologia: dal latino domus (edificio) e dal francese lave (liquido che scorre).

Un lago di lava è una grande quantità di lava fusa contenuta in un ampio foro della terra.
Etimologia: dal latino lacus (lago, incavo) e dal francese lave (liquido che scorre).

Una catena montuosa è un gruppo di montagne collegate tra loro separato da altre catene montuose o confinante con le pianure.
Etimologia: dal latino catena (uno dopo l’altro).

Una depressione è una zona di terra che si trova ad un livello più basso rispetto ad un’altra. Se ci si riferisce al livello del mare si parla di depressione assoluta, se si parla del livello di altre zone si parla di depressione relativa.
Etimologia: dal latino depressus (a un livello più basso).

Una morena è un accumulo di  detriti rocciosi (chiamati till) che sono stati trasportati da un ghiacciaio. Una morena si può formare a fianco del ghiacciaio, tra due ghiacciai o sul fondo di un ghiacciaio.
Etimologia: dal francese moraine (mucchio di sassi).

La mesa è una superficie rocciosa sopraelevata con la cima piatta e le pareti molto ripide. È tipica degli degli USA e del Messico. Altre mesa si trovano in Venezuela, Spagna, Sardegna, Sud Africa, Arabia,  India e  Australia.
Etimologia: il nome origina dalla forma simile alla superficie di un tavolo (mesa significa “tavolo” in spagnolo e portoghese).

Una spiaggia di conchiglie è una spiaggia composta da un accumulo di conchiglie sia rotte che intere.
Etimologia: dal latino plagia (cosa distesa) e conchiluim (conchiglia, conca, nicchia).

Un porto è una struttura naturale o artificiale che si trova sulla riva di un mare, un lago o un corso d’acqua, e che serve per l’approdo e l’ormeggio delle imbarcazioni. Serve anche al carico e lo scarico di merci e all’imbarco e allo sbarco dei persone.
Etimologia: dal latino portus (che serve da passaggio).

Un faraglione è uno scoglio roccioso che emerge dall’acqua nei pressi della costa in acque poco profonde.
Etimologia: parola derivata da faro, dal latino pharus (che era, appunto, il faro).

Un’isola tidale è un’isola collegata alla terraferma da una banda sabbiosa che viene ricoperta dalle acque durante l’alta marea e riappare durante la bassa marea.
Etimologia: la parola tidale deriva dall’inglese tide, che significa “marea”.

Una grotta sommersa è una grotta allagata dall’acqua, sia in parte che interamente.
Etimologia: dal latino crypta (nascosto, coperto) e submersum (tuffato sotto, cioè messo sott’acqua).

 Nomenclature delle forme della terra – Immagini

– penisola: https://upload.wikimedia.org/wikipedia
– isola: https://www.earthobservatory.nasa.gov/IOTD/view.php?id=2918
– istmo: https://earthobservatory.nasa.gov/IOTD/view.php?id=4073
– arcipelago: https://earthobservatory.nasa.gov/IOTD/view.php?id=2324&eocn=image&eoci
– capo: https://earthobservatory.nasa.gov/IOTD/view.php?id=1037&eocn=image&eoci=related_image
– continente: https://earthobservatory.nasa.gov/GlobalMaps/view.php?d1=MOD17A2_M_PSN
– piattaforma continentale: https://earthobservatory.nasa.gov/IOTD/view.php?id=76318
– montagna: https://pixabay.com/it/alaska-panorama-scenico-montagne-139934/
– valle: https://pixabay.com/it/panorama-montagne-natura-1841558/
– pianura: https://pixabay.com/it/bulgaria-natura-pianura-del-danubio-987553/
– grotta: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:St_mor%C3%A9_cave.jpg#file
– vulcano:  By Jnpet – Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid
– cratere: https://pixabay.com/it/fuso-vulcano-lava-serata-1084181/
 – passo: https://pixabay.com/it/highlands-e-isole-scozia-highlands-1629079/
– oasi: https://pixabay.com/it/deserto-per%C3%B9-oasi-sabbia-alberi-109310/
– deserto: https://pixabay.com/it/deserto-sabbia-paesaggio-sun-790640/
– reef: https://earthobservatory.nasa.gov/IOTD/view.php?id=37061
– fiordo: https://commons.wikimedia.org/wiki/File%3ATrollfjorden_002.jpg
– monolito: Di Ken Thomas – KenThomas.us(personal website of photographer), Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=11553967
– canyon: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/2/26/Aerial_view_of_canyons.jpg
– camini delle fate: https://pixabay.com/it/cappadocia-camini-fate-goreme-277027/
– altopiano: http://iphanba.blogspot.it/2015/05/morro-do-pai-inacio-completa-15-anos-de.html
– cono alluvionale: https://commons.wikimedia.org/wiki/File%3AAlluvial_fan_01.JPG
– dune: https://pixabay.com/it/sterile-deserto-duna-caldo-1838506/
– mare di dune: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/f/ff/Dune_4.jpg
– atollo: By Atafu.jpg: NASA Johnson Space Centerderivative work: Talkstosocks (talk) – Atafu.jpg, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6072971
arco naturale: Di Wilson44691 – Opera propria, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/
prateria: By Wing-Chi Poon, CC BY-SA 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?
– scogliera: By Immanuel Giel – Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/
– spiaggia: Di Gustavo Facci from Argentina – Copacabana, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=18572799
– arete: Di Gary Rogers, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=528168
– calanco: By Paolo da Reggio – Own work, CC BY 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?
– barchan: By Original uploader was Daniel Mayer at en.wikipedia – Transferred from en.wikipedia to Commons., CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=5788384
– isole barriera:  Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6627130
–  spiaggia a cuspidiBy Rhododendrites – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=54871176
– cenote: By Luis Miguel Bugallo Sánchez – Own work, CC BY-SA 3.0, https:commons.wikimedia.org
– costa: By Sekharyeeti – Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?cur
– Gravina: Di L’utente che ha caricato in origine il file è stato Dominique grassigli di Wikipedia in italiano – Trasferito da it.wikipedia su Commons da Sannita utilizzando CommonsHelper., CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=9533937
– fossa tettonica: By Creationlaw (talk) (Uploads) – Own work, CC BY-SA 3.0, https://en.wikipedia.org/
– isola fluviale – https://vs-travel.ru/tourag_description.php?t=3&parent=42&id=1360
– terrazzamenti – By Alexson Scheppa Peisino(AlexSP) – Own work, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1930220
– banco di sabbia Di User:Doron – Opera propria, CC BY-SA 3.0,https://commons.wikimedia.org/w/
– dolina carsica – Di L’utente che ha caricato in origine il file è stato Apazienza di Wikipedia in italiano – Foto personale pubblica, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=25799122
– dolina marina – By U.S. Geological Survey (USGS) – Source: [1], fetched September 2006. Caption on this USGS web page was, “Blue Hole: Aerial view of the 400-ft-deep oceanic blue hole (Lighthouse Reef Atoll Blue Hole) located east of Belize.”, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1813649
– cuesta – http://earthlearningidea.blogspot.it/2011/06/more-mapwork-from-models-cuesta.html
– diga – By Agunther – Own work, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=8401827
– vulcano di fango – By MendoMann – Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/
– nunatak – By Stephen Bannister – Own work, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org
– scarpata – By Rod Waddington from Kergunyah, Australia – Tigray Escarpment, Ethiopia, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=29766153
– faglia – Di USGS – http://pubs.usgs.gov/gip/earthq1/how.html, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=987654
– collina – By Webmaster.vinarice – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/
– foresta – Di Marcuscalabresus – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/
– duomo di lava By Willie Scott, USGS – http://vulcan.wr.usgs.gov/Volcanoes/MSH/ Images/MSH04/ crater_dome_eruption_september_2006.html, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/
– lago di lava – By Hervé Sthioul – Own work, CC BY 2.5, https://commons.wikimedia.org/
– tunnel di lava Di Michael Oswald – own photo, Canon Powershot G3, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=528939
– depressione – Di David Shankbone – David Shankbone, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/
– morena – By Wilson44691 – Own work, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/
– mesa Di Theseus – Opera propria, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/
– catena montuosa- By NASA – http://www.nasa.gov/multimedia/ imagegallery/image _feature _152.htmlOriginal unprocessed image: http://eol.jsc.nasa.gov/ scripts/ sseop/ photo.pl? mission =ISS008 &roll=E&frame=13304, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=63432
– cala By Brocken Inaglory – Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/
– fjard – By Mourial – Own work, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/
– ria – By Mess – Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4327427
– insenatura https://pixabay.com/it/corsica-francia-mare-natura-738743/
– porto CC BY-SA 2.5 it, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1309686
– faraglione Di Elenagm – Opera propria, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/
– isola tidale By Unknown – Original image: Photochrom print (color photo lithograph)Reproduction number: LC-DIG-ppmsc-08234 from Library of Congress, Prints and Photographs Division, Photochrom Prints CollectionThis image is available from the United States Library of Congress’s Prints and Photographs division under the digital ID ppmsc.08234.This tag does not indicate the copyright status of the attached work. A normal copyright tag is still required. See Commons:Licensing for more information.العربية | čeština | Deutsch | English | español | فارسی | suomi | français | עברית | magyar | italiano | македонски | മലയാളം | Nederlands | polski | português | русский | slovenčina | slovenščina | Türkçe | українська | 中文 | 中文(简体)‎ | 中文(繁體)‎ | +/−Reproduction by Photoglob AG, Zürich, Switzerland or Detroit Publishing Company, Detroit, Michigan, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=32136
– spiaggia di conchiglie https://pixabay.com/it/mare-spiaggia-pontile-conchiglie-809731/
– grotta sommersa By Dave Bunnell / Under Earth Images – Transferred from en.wikipedia to Commons., CC BY-SA 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=32802956

Viventi e non viventi col metodo Montessori

Viventi e non viventi col metodo Montessori nell’ambito dello studio della Botanica e della Zoologia, con presentazioni e materiale stampabile pronto.

Per le presentazioni e gli esercizi ho preparato il materiale stampabile, a disposizione degli abbonati:

Viventi e non viventi col metodo Montessori
I viventi
Presentazione

Materiali:
– una scatolina contente un vasetto con tappo vuoto (pieno d’aria), un vasetto con del cibo (biscotti o pane o frutta o verdura), una madre col suo piccolo e tre piattini o dischi di cartoncino con le scritte CIBO, ARIA, RIPRODUZIONE


– una striscia di carta con la scritta VIVENTI
– piantina  in vaso e altri viventi (insetti, lombrichi, lumachine, ragnetti ecc.) in vasetto o riproduzioni di viventi in miniatura
– immagini di esseri viventi in una scatolina o in un cestino
– vassoio
– tavolo o tappeto.

Presentazione
– portiamo il materiale sul tavolo o sul tappeto e invitiamo un gruppo di bambini alla presentazione  dicendo: “Oggi vorrei parlarvi di una cosa molto interessante. Parleremo degli esseri viventi. Tutti gli esseri viventi hanno almeno tre cose in comune”
– prendiamo il vasetto vuoto  e tenendolo in mano diciamo: “Tutti gli esseri viventi respirano”.  Prendiamo il piattino con la scritta ARIA, mettiamolo sul piano di lavoro e posiamoci sopra il vasetto. Diciamo: “Tutti i viventi hanno bisogno di aria”
– facciamo la stessa cosa con gli altri vasetti


– uno alla volta prendiamo i vasetti e  i piattini, nominando di nuovo aria, cibo, riproduzione e rimettiamoli sul vassoio.
– prendiamo uno degli esseri viventi che  abbiamo preparato  sul vassoio, ad esempio una piantina, e mettiamola al centro del piano di lavoro e chiediamo: “Secondo voi questa pianta è un essere vivente?”. I bambini risponderanno di sì, e noi diremo: “Siamo sicuri? Una pianta ha bisogno di aria?”,  “Ha bisogno di nutrirsi?”, “Ha bisogno di riprodursi?”. Ogni volta che i bambini rispondono si sì, mettiamo un piattino accanto alla pianta.


– “La pianta si nutre, respira, e si riproduce. La pianta fa parte dei VIVENTI”. Mettiamo la parola VIVENTI sul tappeto come titolo

– prendiamo la scatolina delle immagini e mettiamola sul tappeto e diciamo: “In questa scatola ho raccolto immagini di esseri viventi. Vediamo se è vero.”

– una alla volta prendiamo le immagini e per ognuna chiediamo se ha bisogno di aria, cibo e se si riproduce; dichiariamola dunque VIVENTE


– raccogliamo il materiale usato e riponiamolo sul vassoio, poi portiamolo allo scaffale della biologia, di modo che i bambini l’abbiano a loro disposizione.

Dopo aver dato questa prima presentazione possiamo esplorare la classe alla ricerca di viventi, e discutere insieme le caratteristiche che possiamo osservare in essi. Oltre al cibo (nutrizione), l’aria (respirazione) e la riproduzione possiamo ad esempio dire che  i viventi usano energia, crescono e si sviluppano, rispondono all’ambiente, si adattano, ecc.

Viventi e non viventi col metodo Montessori
I non viventi
Presentazione

Materiali:
– una striscia di carta con la scritta NON VIVENTI
– una raccolta di oggetti non viventi (sassi, bulloni, attrezzi ecc…) in un cesto ( o riproduzioni in miniatura di non viventi)
– immagini di non viventi in una scatolina o in un cestino
– la scatolina contente un vasetto con tappo vuoto (pieno d’aria), un vasetto con del cibo (biscotti o pane o frutta o verdura), una madre col suo piccolo e tre piattini o dischi di cartoncino con le scritte CIBO, ARIA, RIPRODUZIONE
– tavolo o tappeto.

Presentazione:
– portiamo il materiale sul tavolo o sul tappeto e invitiamo un gruppo di bambini alla presentazione  dicendo: “Oggi vorrei parlarvi di una cosa molto interessante. Parleremo dei NON VIVENTI.”
– col l’aiuto della scatolina ricapitoliamo le caratteristiche dei viventi
– mettiamo sul piano di lavoro il cesto dei non viventi e diciamo: “In questo cesto ho raccolto oggetti NON VIVENTI”. Mettiamo il cartellino NON VIVENTI al centro del piano di lavoro, e aggiungiamo: “Vediamo se è vero”


– prendiamo il primo oggetto, ad esempio il sasso, e chiediamo: “Un sasso è vivente?”. I bambini diranno di no. Chiediamo se ha bisogno di aria, di cibo e se si riproduce. I bambini diranno sempre di no. Diciamo: “Il sasso è un NON VIVENTE” e mettiamolo sotto alla scritta NON VIVENTI
– proseguiamo così con gli altri oggetti

– ora mettiamo sul piano di lavoro il contenitore con le immagini di non viventi e diciamo: “Qui ho raccolto immagini di non viventi. Vediamo se è vero”
– prendiamo la prima immagine e chiediamo ai bambini: “Cos’è?”. I bambini rispondono, ad esempio. “Una palla”. Chiediamo se una palla ha bisogno di cibo, di aria e se si riproduce. La risposta è sempre no. Indicando la scritta NON VIVENTE diciamo: “La palla fa parte dei NON VIVENTI”
– proseguiamo così con le altre immagini

– riponiamo il materiale sul vassoio e mostriamo al bambino dove potranno trovarlo, sullo scaffale della botanica
– nei giorni seguenti i bambini potranno ripetere l’esercizio da soli o in gruppo; per questo possiamo variare con una certa frequenza le immagini del vassoio.

Viventi e non viventi col metodo Montessori
Presentazione 1

Materiale:
– un cestino con oggetti in miniatura che rappresentino viventi e non viventi
– una striscia di carta con la scritta VIVENTI e una con la scritta NON VIVENTI
– la scatolina contente un vasetto vuoto con tappo (pieno d’aria), un vasetto con del cibo (biscotti o pane o frutta o verdura), una madre col suo piccolo e tre piattini o dischi di cartoncino con le scritte CIBO, ARIA, RIPRODUZIONE
– tavolo o tappeto.

Presentazione:
– portiamo il materiale sul tavolo o sul tappeto e invitiamo un gruppo di bambini alla presentazione  dicendo: “Oggi vorrei mostrarvi una nuova attività che ha a che fare coi viventi e i non viventi”
– mettiamo gli oggetti sul piano di lavoro, davanti ai bambini e chiediamo ai bambini: “Cosa sono?”. I bambini nominano o descrivono gli oggetti
– diciamo: “Si tratta di oggetti davvero molto diversi tra loro. Come potremmo raggrupparli? Ad esempio potremmo dividerli per colore, oppure per dimensione… oggi però li suddivideremo in viventi e non viventi”
– se pensiamo che i bambini ne abbiano bisogno mostriamo la scatola per ricordare le caratteristiche principali dei viventi
– scegliamo un vivente, ad esempio la tartaruga e chiediamo: “La tartaruga è un vivente?”. Sì. La tartaruga è un vivente perché si nutre, respira e si riproduce. Mettiamola la tartaruga in alto a destra
– scegliamo un oggetto non vivente, ad esempio la sedia, e diciamo: “Questa è una sedia. La sedia è non vivente perchè non si nutre, non respira, non si riproduce”, e mettiamola in alto a sinistra
– continuiamo allo stesso modo con tutti gli altri oggetti, finchè essi non saranno divisi in due gruppi: i viventi e i non viventi
– diciamo: ” Tutti i viventi si trovano in questo gruppo. Tutti i non viventi si trovano in quest’altro gruppo. “
– chiediamo ai bambini: “Abbiamo riconosciuto i viventi perchè mangiano, respirano e si riproducono. C’è qualcos’altro oltre a questo che serve a riconoscere i viventi?”. Incoraggiamo i bambini a trovare le loro risposte (crescono, bevono, si muovono da soli, muoiono, usano i sensi, ecc…)
– chiediamo: “Abbiamo riconosciuto i non viventi perchè non mangiano, non respirano e non si riproducono. C’è qualcos’altro che i non viventi non sanno fare?”. Incoraggiamo i bambini a rispondere
– poniamo come intestazione per i due gruppi le scritte VIVENTI e NON VIVENTI e leggiamole insieme
– ora raccogliamo gli oggetti e distribuiamoli tra tutti i bambini
– leggiamo nuovamente i due cartellini VIVENTI e NON VIVENTI e chiediamo ai bambini di porre il loro oggetto nel gruppo che gli appartiene
– ricapitoliamo: “Per distinguere un vivente da un non vivente sappiamo che i viventi hanno delle caratteristiche che sono il movimento, la respirazione, l’uso dei sensi, la capacità di crescere, la riproduzione e il cibo”
– per i bambini possiamo preparare vari cestini di questo tipo, di modo che essi possano esercitarsi individualmente nella classificazione di viventi e non viventi.

Viventi e non viventi col metodo Montessori
Presentazione 2

Materiale:
– un vassoio
– immagini di viventi e non viventi, che possono essere codificate sul retro per il controllo autonomo dell’errore
– una striscia di carta con la scritta VIVENTI e una con la scritta NON VIVENTI
– tavolo o tappeto.

Presentazione di gruppo:
– portiamo il materiale sul tavolo o sul tappeto e invitiamo un gruppo di bambini alla presentazione  dicendo: “Oggi vorrei mostrarvi un’altra attività che ha a che fare coi viventi e i non viventi”
– diciamo: “Come abbiamo già fatto con gli oggetti del cestino dei viventi e non viventi, divideremo queste immagini a seconda che rappresentino viventi (mettiamo sul piano di lavoro, in alto a sinistra, il cartellino VIVENTI) o non viventi (mettiamo sul piano di lavoro, in alto a destra, il cartellino NON VIVENTI)
– scegliamo un vivente, ad esempio il cavallo e diciamo: “Questa è un cavallo. Il cavallo è un essere vivente perchè mangia, respira, fa i piccoli” e mettiamo l’immagine del cavallo nella colonna dei viventi
– scegliamo un oggetto non vivente, ad esempio un paio di forbici, e diciamo: “Questo è un paio di forbici. Le forbici non sono un vivente perchè non si muovono da sole, non respirano, non fanno i piccoli”, e mettiamo l’immagine in alto a destra, tra i non viventi
– continuiamo allo stesso modo con tutte le altre illustrazioni, finchè non saranno divise in due gruppi: gli esseri viventi e gli oggetti non viventi o inanimati


– diciamo: ” Tutti i viventi si trovano in questo gruppo. Tutti i non viventi si trovano in quest’altro gruppo
– se abbiamo codificato le carte sul retro (scrivendo vivente o non vivente a seconda dei casi oppure utilizzando cerchietti di colore diverso) mostriamo ai bambini come potranno verificare il loro lavoro dopo averlo svolto da soli, se usiamo le liste mostriamo come usarle


– riponiamo il materiale sul vassoio e mostriamo al bambino dove potranno trovarlo, sullo scaffale della botanica
– nei giorni seguenti i bambini potranno ripetere l’esercizio da soli o in gruppo; per questo possiamo variare con una certa frequenza le immagini del vassoio.

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Viventi e non viventi col metodo Montessori
I non viventi che erano viventi
Presentazione

Materiali:
– una striscia di carta con la scritta ERANO VIVENTI
– una raccolta di oggetti che erano viventi (frutti, fiori secchi, frutti secchi…) in un cesto ( o riproduzioni in miniatura)
– immagini di oggetti che erano viventi in una scatolina o in un cestino
– la scatolina contente un vasetto con tappo vuoto (pieno d’aria), un vasetto con tappo con acqua, un vasetto con del cibo (biscotti o pane o frutta o verdura), una madre col suo piccolo e tre piattini o dischi di cartoncino con le scritte CIBO, ARIA, RIPRODUZIONE
– tavolo o tappeto.

Presentazione:
– portiamo il materiale sul tavolo o sul tappeto e invitiamo un gruppo di bambini alla presentazione  dicendo: “Oggi vorrei parlarvi di una cosa molto interessante. Parleremo dei NON VIVENTI CHE ERANO VIVENTI.”
– col l’aiuto della scatolina ricapitoliamo le caratteristiche dei viventi
– mettiamo sul piano di lavoro il cestino contente gli oggetti che erano viventi e diciamo: “In questo cesto ho raccolto oggetti che ERANO VIVENTI”. Mettiamo il cartellino ERANO VIVENTI al centro del piano di lavoro, e aggiungiamo: “Vediamo se è vero”


– prendiamo il primo oggetto, ad esempio un peperoncino, e chiediamo: “Un peperoncino secco è vivente?”. I bambini dovrebbero rispondere di no, ma potrebbero esserci dubbi. Chiediamo: “Questo peperoncino si nutre?”. No, ma quando era attaccato alla pianta si nutriva. “Questo peperoncino secco ha bisogno di aria?”. No, ma quando era attaccato alla pianta ne aveva bisogno. Infine chiediamo: “Questo peperoncino si può riprodurre?”… Possiamo dire di sì, coi semi che si trovano nel peperoncino secco possiamo ottenere una nuova pianta di peperoncino e quindi altri peperoncini. “Non possiamo dire che il peperoncino è un VIVENTE perchè non ha tutte le caratteristiche dei viventi, però quando era appeso alla pianta le aveva tutte, quindi il peperoncino appartiene al gruppo ERANO VIVENTI”. Mettiamo il peperoncino sotto alla scritta ERANO VIVENTI
– proseguiamo così con gli altri oggetti


– ora mettiamo sul piano di lavoro il contenitore con le immagini di oggetti che erano viventi e diciamo: “Qui ho raccolto immagini del gruppo ERANO VIVENTI. Vediamo se è vero”
– prendiamo la prima immagine e chiediamo ai bambini: “Cos’è?”. I bambini rispondono, ad esempio. “Un fossile di trilobite”. Chiediamo se un fossile ha bisogno di cibo, di aria e se si riproduce. La risposta è sempre no, ma quando il trilobite era vivo, mangiava, respirava e si riproduceva. Indicando la scritta ERANO VIVENTI diciamo: “. Il fossile di trilobite fa parte del gruppo ERANO VIVENTI”
– proseguiamo così con le altre immagini


– riponiamo il materiale sul vassoio e mostriamo al bambino dove potranno trovarlo, sullo scaffale della botanica
– nei giorni seguenti i bambini potranno ripetere l’esercizio da soli o in gruppo; per questo possiamo variare con una certa frequenza le immagini del vassoio.
– al termine raccogliamo il materiale usato e riponiamolo sul vassoio, poi portiamolo allo scaffale della biologia, di modo che i bambini l’abbiano a loro disposizione.

Viventi e non viventi col metodo Montessori
Viventi, non viventi ed erano viventi
Presentazione

Materiale:
– un vassoio
– immagini di viventi , di non viventi e di non viventi che erano viventi , che possono essere codificate sul retro per il controllo autonomo dell’errore
– una striscia di carta con la scritta VIVENTI , una con la scritta NON VIVENTI e una con la scritta ERANO VIVENTI
– tavolo o tappeto.

Presentazione di gruppo:
– portiamo il materiale sul tavolo o sul tappeto e invitiamo un gruppo di bambini alla presentazione  dicendo: “Oggi vorrei mostrarvi un’altra attività che ha a che fare coi viventi e i non viventi”
– diciamo: “Come abbiamo già fatto con gli oggetti del cestino dei viventi e non viventi, e con le immagini, divideremo queste immagini a seconda che rappresentino viventi (mettiamo sul piano di lavoro, in alto a sinistra, il cartellino VIVENTI), non viventi (mettiamo sul piano di lavoro, in alto al centro, il cartellino NON VIVENTI) o oggetti che ERANO VIVENTI (mettiamo sul piano di lavoro, in alto a destra, il cartellino NON VIVENTI)
– scegliamo un vivente, ad esempio l’albero e diciamo: “Questo è un albero. L’albero è un essere vivente perchè mangia, respira, e si riproduce” e mettiamo l’immagine dell’albero nella colonna dei viventi
– scegliamo un oggetto non vivente, ad esempio un vaso e diciamo: “Questo è un vaso. Il vaso non è un vivente perchè non si muove da solo, non respira, non si riproduce”, e mettiamo l’immagine in alto al centro, tra i non viventi
– scegliamo un oggetto che era vivente, ad esempio una foglia secca e diciamo: “Questa è una voglia secca. La foglia secca non è un essere vivente perchè non si nutre, non respira, non si riproduce. Però quando era attaccata alla pianta lo faceva. La foglia secca appartiene al gruppo ERANO VIVENTI. Mettiamo la foglia in altro a destra
– continuiamo allo stesso modo con tutte le altre illustrazioni, finchè non saranno divise in tre gruppi: i viventi, i non viventi e quelli che erano viventi


– diciamo: ” Tutti i viventi si trovano in questo gruppo. Tutti i non viventi si trovano in quest’altro gruppo. Tutti i non viventi che erano viventi si trovano in questo gruppo”


– un’idea interessante per visualizzare la classificazione tra viventi, non viventi, erano viventi è quella di utilizzare due tappetini trasparenti di colori diversi, in questo modo (l’immagine è di The learning ark):


– se abbiamo codificato le carte sul retro (scrivendo vivente o non vivente o era vivente a seconda dei casi oppure utilizzando cerchietti di colore diverso) mostriamo ai bambini come potranno verificare il loro lavoro dopo averlo svolto da soli
– riponiamo il materiale sul vassoio e mostriamo al bambino dove potranno trovarlo, sullo scaffale della botanica
– nei giorni seguenti i bambini potranno ripetere l’esercizio da soli o in gruppo; per questo possiamo variare con una certa frequenza le immagini del vassoio.

VIVENTI : elefante, ape, granchio, giunchiglie, melo, passero, corallo, medusa, pesce,  salamandra,  cane, lombrico, pappagallo, spugna di mare, stella marina,  serpente, delfino, rana, gallina, topo, coccinella, esseri umani, pinguino, quercia da sughero,  ornitorinco, cactus, fungo, albero, orso, soffione, anatra.

NON VIVENTI: mongolfiera, guanti, barca, fuoco, scarpa, spugna, costruzioni, sasso, sole, cd, sedia, pioggia, orologio, latte, violino, frullatore, stalattiti, automobile, forchetta, carrello, palla, anello, casa, ruota, ventilatore, lampadina, martello, bicicletta, nuvole, televisore, vaso, forbici, cristalli.

ERANO VIVENTI: mele disidratate, uvetta, fiori secchi, noce di cocco, fossili di trilobiti, fossile di pesce, peperoni secchi, tronco d’albero abbattuto, foglia secca, dente di squalo piselli in scatola, bracciale di corallo, lavanda secca, minestrone surgelato, tonno in scatola, pistacchi, olive conservate, tappi di sughero, sardine in scatola, prosciutto, scheletro di dinosauro, caviale, alga nori, ortaggi, pepe in grani, salmone affumicato.

Con le carte illustrate, dopo aver lavorato alla classificazione viventi/non viventi/erano viventi possiamo procedere in una prima classificazione dei viventi dividendoli in ANIMALI e PIANTE .

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Viventi e non viventi

Età: dai quattro anni.

Nomenclatura: viventi, non viventi, erano viventi; animati, inanimati; cibo, aria, riproduzione, crescita, movimento, i nomi degli oggetti in miniatura, i nomi degli oggetti rappresentati nelle immagini, ecc.

Scopi:
– riconoscere viventi e non viventi
– sviluppare la capacità di classificare oggetti in base a un criterio stabilito.

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Parlano di viventi e non viventi:
The learning ark
– Kingdom of the Pink Princesses
– Montessori at Home
Gift of curiosity
My Montessori journey
– The homeschool den
One hook wonder 

Offrono materiale su viventi e non viventi (in Inglese):
Montessori 123
Montessori service
Montessori Print Shop
Montessori for everyone
Montessori Alliance
ABCteach 

Introduzione alla Botanica

Introduzione alla Botanica col metodo Montessori, per bambini della scuola d’infanzia e primaria. Presentazioni e il materiale pronto per la stampa.

Il fatto più interessante ed insieme impressionante (…) è che la terra è una creazione della vita. La vita ha creato rocce e suolo, ed è la vita che sostiene l’armonia della terra (…). Gli oceani sono tenuti in equilibrio chimico costante dagli esseri viventi, e sono sempre gli viventi che conservano la purezza dell’aria. Tutte le creature che vivono sulla terra hanno un ruolo cosmico da svolgere. Il mantenimento della vita sulla terra dipende da molte specie, ognuna delle quali ha una funzione particolare e specifica. Gli animali si nutrono, vivono e si riproducono; ognuno ha un ciclo vitale che svolge un ruolo speciale in relazione alla vita di altre specie. Tutti sanno, ad esempio, che la scomparsa di una specie in un certo luogo sconvolge l’equilibrio, perché le vite di tutte le specie sono interrelate. La vita può quindi essere considerata come un’energia che mantiene la vita stessa.
(Maria Montessori – Educazione e Pace, capitolo 9)”

Introduzione alla Botanica col metodo Montessori

I bambini sono intrinsecamente connessi alla natura e affascinati dalle “cose ​​reali e viventi”, ed è meraviglioso seguire il loro interesse naturale verso lo studio delle piante e degli animali.

Il primo modo davvero montessoriano per approcciare la Botanica e la Zoologia consiste semplicemente nel favorire il più possibile la vita all’aperto dei bambini.
Molte ricerche dimostrano che i bambini che interagiscono in modo regolare con la natura ne traggono grandi benefici. Il metodo Montessori sottolinea che l’immersione nella natura è imperativa per uno sviluppo fisico e psichico adeguato.

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Grazie all’accesso regolare all’aperto con molteplici opportunità all’interno della classe per esplorare i materiali naturali, i bambini entrano in connessione con la natura. L’aumento delle interazioni tra i bambini e la natura influenza stili di vita responsabili verso l’ambiente.
I bambini che possono trascorrere del tempo nella natura svolgendo attività all’aperto, traggono innumerevoli benefici: stress ridotto, aumento della curiosità, della creatività e della capacità di risoluzione dei problemi e una migliore salute fisica ed emotiva.
Noi adulti dobbiamo sentire l’obbligo di collegare i bambini alla natura. “La terra è dove sono le nostre radici. Dobbiamo insegnare ai bambini a vivere in armonia con la terra“, dice Maria Montessori.
Per Maria Montessori la natura è fonte di ispirazione per l’apprendimento: il senso di indipendenza, la fiducia in se stessi e la creatività dei bambini può essere notevolmente migliorata semplicemente uscendo dalla classe.
Quando i bambini hanno un contatto regolare con la natura, in modo non strutturato, sono più attenti e creativi. La natura stimola la capacità di osservazione, favorisce la creatività, instilla un senso di pace e di essere uno con il mondo.

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Attraverso il gioco all’aperto, i bambini piccoli possono imparare le abilità dell’interazione sociale e dell’amicizia, la cura delle cose vive e del loro ambiente, essere curiosi e affascinati, sperimentare, meravigliarsi, “perdersi nell’esperienza”.
Gli insegnanti devono aiutare i bambini a diventare naturalisti, incoraggiarli a vedere l’ambiente esterno come luogo autentico per esplorare i viventi come esistono in natura, e a vedere la classe come un luogo dove ricreare piccole parti del mondo esterno per guardarle  più da vicino.
Gli obiettivi di questa esplorazione sono: osservare più attentamente la vita intorno a loro, costruire una comprensione di ciò che è vivente e non vivente, sviluppare le capacità di ricerca scientifica, “sviluppare dispositivi scientifici, tra cui la curiosità, la voglia di scoprire, la mente aperta, il rispetto per la vita e la gioia di essere un giovane naturalista“.

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Gli adulti devono modificare la loro mentalità: il tempo trascorso all’aria aperta non è un’interruzione dell’insegnamento.
È importante consentire ai bambini di disegnare, registrare o documentare le loro esperienze o osservazioni, e più i bambini hanno l’opportunità di uscire regolarmente nella natura, più diventano più pazienti nel fare le loro osservazioni. Spendono più tempo a disegnare e mostrano una maggiore attenzione ai dettagli nei loro disegni. L’aula deve trasmettere l’eccitazione e la meraviglia per l’osservazione e la conoscenza dei viventi. L’ambiente deve trasmettere rispetto per le cose vive, favorire l’indagine, la condivisione di osservazioni e idee, la documentazione e la registrazione, e focalizzarsi su elementi viventi reali.
È l’entusiasmo e l’interesse per la natura dell’adulto, più che le sue conoscenze scientifiche, che avranno il maggior impatto nel suscitare la curiosità e l’impegno dei bambini.

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Molti dei materiali presenti in classe sostengono le scoperte avvenute in natura e aiutano a collegare l’ambiente esterno con l’ambiente interno, soprattutto per quanto riguarda storia naturale, geografia economica, botanica e zoologia. Maria Montessori ha sottolineato che “Quando il bambino esce, è il mondo stesso che si offre a lui. Non esiste una descrizione, un’immagine in qualsiasi libro che sia in grado di sostituire la vista di alberi reali e tutta la vita che si trova intorno a loro, in una foresta vera e propria. Qualcosa emana da quegli alberi che parla all’anima, qualcosa che nessun libro, nessun museo è in grado di dare.

Introduzione alla Botanica col metodo Montessori

Nel periodo della scuola primaria i bambini approfondiscono tutti i gruppi e sottogruppi della botanica (classificazione delle piante, fisiologia, struttura, ecologia, distribuzione geografica, importanza economica ecc. ), mentre nella scuola d’infanzia lo scopo dell’insegnamento è principalmente quello di gettare le basi per lo studio successivo e di portare i bambini ad avere consapevolezza degli esseri viventi che lo circondano.

Dai tre ai sei anni i bambini si devono sempre occupare dell’oggetto reale prima di passare ai materiali (incastri, nomenclature, ecc.). La conoscenza sensoriale delle piante deve sempre precedere la conoscenza della nomenclatura. E’ molto importante fare in modo che i bambini entrino in contatto con una vasta gamma di piante vive diverse, e se non abbiamo a disposizione un giardino, dovremo impegnarci molto per portare la natura in classe.  Il principio dell’Educazione Cosmica dell’interrelazione di tutti i viventi tra loro si può portare incontro ai bambini in modo efficace solo attraverso la cura delle piante. Naturalmente poter coltivare un giardino o un orto insieme è l’ideale, ma è altrettanto importante avere in casa vari esemplari di piante da curare. Quando è il bambino a farlo, egli si sentirà non solo in armonia con la natura, ma anche di aiuto ad essa.

L’esplorazione sensoriale deve comprendere vista, tatto, olfatto, udito, e se la pianta non è velenosa anche il gusto.
Dopo l’esplorazione sensoriale il lavoro prosegue con la nomenclatura: etichettare le parti della pianta, etichettare le forme delle foglie, etichettare le diverse specie di pianta, ecc. Quindi si sperimentano le funzioni della pianta imparando a riconoscere il ruolo delle varie parti della pianta in relazione alla pianta intera, e poi in relazione all’ambiente circostante. Perchè il bambino componga il quadro completo delle informazioni sulla pianta è importante organizzare tutte le presentazioni procedendo dalla radice al seme, cominciando nella stagione invernale per poter seguire l’evoluzione della pianta in natura. Si presenteranno dunque: pianta intera, radice, stelo, foglia, fiore, frutto, seme. Se scegliamo di iniziare in autunno partiremo dal frutto e procederemo in questo modo: pianta intera, frutto, seme, radice, fusto, foglia, fiore.

Affrontando in questo modo la biologia, con la botanica e la  zoologia, i bambini vedono come ogni parte del mondo naturale è interconnesso e importante per la sopravvivenza dell’uomo, e sviluppano un grande rispetto nei confronti della natura.
Di solito cominciamo con la botanica perché è più facile per i bambini occuparsi delle piante. Parallelamente alla botanica si sviluppano poi zoologia ed ecologia, seguendo l’interesse dei bambini.

Come già detto, è importante disporre di un buon assortimento di piante all’interno della classe o in casa, per mostrare una gamma completa di strutture diverse: piante monocotiledoni e dicotiledoni, piante con foglie semplici e composte, piante con steli verticali e rampicati, fiori completi ecc.
I bambini hanno bisogno di osservare un ciclo completo di crescita, e per fare questo si utilizzano in genere piselli o fagioli.
Per gli esperimenti di solito si usano semi di rapida crescita, come piselli, fagioli, semi di senape e crescione. I semi possono essere piantati nel terriccio, nella sabbia, nell’ovatta, nella carta, su vassoi e piattini di varie forme e dimensioni.
Possiamo fornire i bambini di lenti di ingrandimento, microscopio, strumenti per la dissezione (coltelli affilati, forbici, pinzette, taglieri ecc.

Tutte le informazioni sulla biologia fornite al bambino classificano indirettamente ciò che è vivente da ciò che non lo è. L’adulto introduce gli elementi costruiti sulla realtà facendo leva sulla mente assorbente e fornisce le chiavi perchè sia poi il bambino ad esplorare indipendentemente il mondo delle piante e degli animali.

Ma la botanica nella scuola d’infanzia non si svolge solo attraverso lezioni e presentazioni:  lo studio si estende alle attività di vita pratica, agli esercizi sensoriali, alla matematica, al linguaggio, alla musica, all’arte e all’ecologia. La preparazione dei pasti, la preparazione di composizioni floreali, la semina e le altre attività di giardinaggio, la raccolta della frutta e verdura avanzati nel cestino dell’umido, sono tutte lezioni di botanica.

Maria Montessori ha osservato che “quando gli individui si sviluppano normalmente, manifestano amore per tutte le creature viventi“, e l’atmosfera di amore e rispetto per la vita che si respira in classe è la migliore base per lo studio di piante e animali.

Introduzione alla Botanica col metodo Montessori

Questa una breve rassegna di idee:
– le attività di vita pratica sono tutte quelle legate alla cura delle piante: innaffiatura, pulizia delle foglie, potatura, taglio di fiori ecc.
_ le attività d’arte possono riguardare l’uso di cortecce grattugiate, di fiori pressati,  ecc.
– per permettere al bambino di sviluppare consapevolezza verso la flora del luogo in cui vive, è importante organizzare passeggiate nella natura e gite in orti botanici e giardini
– se abbiamo la fortuna di avere un giardino, tutta l’attrezzatura per il giardinaggio dovrebbe essere a misura di bambino e a sua disposizione
– nell’ambiente interno, possiamo etichettare tutte le piante, in modo che il bambino impari a conoscerne i nomi
– un ulteriore elemento che possiamo allestire in classe o in casa è la Tavola della Natura, dove i bambini possono portare cose trovate all’esterno, per condividerle con la classe.  Il tavolo sarà allestito in un angolo pieno di sole e abbastanza basso da poter essere raggiunto anche dai bambini più piccoli. Sulla Tavola della Natura possiamo riporre anche i vassoi degli esperimenti in corso, di modo che possano essere osservati da tutti i bambini; possiamo affiancare agli esperimenti una lente d’ingrandimento per incoraggiare l’osservazione. E’ quindi utile predisporre la Tavola della Natura nell’Angolo della Scienza. Può anche trattarsi di un piccolo scaffale. È importante mantenere questa zona molto pulita, bella e in continua evoluzione. Un piccolo vassoio con una lente d’ingrandimento potrebbe essere tenuto sul tavolo da tavola per osservare più da vicino. E’ anche utile tenere accanto alla tavola della natura un secchiello con un spugna e uno straccetto: per molti bambini è piacevole curare gli oggetti della tavola e non solo guardarli.

http://hurrayic.typepad.com/hurrayic/2011/09/our-new-nature-area.html

http://mercimontessori.blogspot.it/2015/03/printemps-2015-notre-table-de-la-nature.html

– mettiamo a disposizione dei bambini libri sulla botanica. Consigliati, ad esempio:
L’albero di Shel Silverstein,
L’uomo che piantava gli alberi di Jean Giono,
La vita segreta dell’orto di Gerda Muller,
Ravanello cosa fai? Con tante storie per imparare la pazienza di Emanuela Bussolati,
Inventario illustrato dei frutti e degli ortaggi di Emmanuelle Tchoukriel,
Il mondo segreto delle piante di 
Jeanne Failevic,
Vagabonde! Una guida pratica per piccoli esploratori botanici di Marianna Merisi
– per quanto riguarda il linguaggio, come detto accanto alla prima esperienza sensoriale viene aggiunta una semplice spiegazione verbale. Cominciamo quindi con la lingua parlata per poi aggiungere lettura e scrittura: i bambini leggono le nomenclature, scrivono cartellini, registrano esperimenti. Sappiamo che dai tre ai sei anni i bambini si trovano nel periodo sensibile per la lingua
– presentiamo una pianta alla volta
– colleghiamo le discussioni sulle piante al clima, ai tipi di terreno, all’alimentazione e così via, fornendo il corretto vocabolario
– nella casa dei bambini il nostro obiettivo è aumentare la consapevolezza dei fenomeno fisico quotidiani, della successione giorno e notte, luce e oscurità, dei cambiamenti di temperatura, dei cambiamenti della stagione.

Esaminiamo ora in particolare l’organizzazione degli esperimenti scientifici.
Secondo Maria Montessori i bambini dovrebbero utilizzare il loro proprio ambiente per l’esplorazione scientifica e la sperimentazione.

Gli esperimenti scientifici dovrebbero prima dimostrare un dato concetto generale, e le ulteriori sperimentazioni dovrebbero poi entrare nello specifico.
La presentazione di un esperimento ha poche regole: presentare la nomenclatura corretta per attrezzi, strumenti e altri oggetti usati nell’esperimento; presentazione dell’esperimento (metodo e modo di utilizzo degli strumenti); lasciare infine che il bambino lavori in modo indipendente con i materiali.
Nella Casa dei Bambini dovrebbe esserci un Angolo della Scienza dove svolgere gli esperimenti. I vari esperimenti da svolgere possono essere organizzati su vassoi preparati, che varieremo regolarmente per mantenere acceso l’interesse dei bambini.
Per la scelta degli strumenti che mettiamo a disposizione dei bambini per i loro esperimenti, dovremmo considerare queste indicazioni:
– devono essere attraenti, puliti, completi, funzionanti, proporzionati alle mani dei bambini
– i bambini devono poter lavorare in modo sicuro ed efficace, dopo la presentazione, senza la presenza dell’adulto
– dovremmo scegliere strumenti che offrano ulteriori possibilità di esplorazione
– i vassoi dovrebbero stimolare il bambino ad esprimere le conoscenze che ha acquisito con l’esperimento in modo creativo attraverso la scrittura, il disegno, il modellaggio ecc.
– l’esperimento dovrebbe essere breve e specifico.

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Introduzione alla Botanica col metodo Montessori
Presentazione iniziale della Botanica ai bambini

Con questa presentazione introduciamo il nome della materia di studio e  riconosciamo la pianta come essere vivente. Questa presentazione può essere portata a partire dai tre anni.

Materiali:
– una pianta
– un vasetto di vetro con coperchio vuoto (pieno d’aria) su un piattino etichettato con la parola ARIA
– un vasetto di vetro con coperchio contenente della terra, su un piattino etichettato con la parola NUTRIMENTO
– un vasetto di vetro con coperchio contenente dei semi, su un piattino etichettato con la parola RIPRODUZIONE
– un vasetto di vetro con coperchio contenente dell’acqua, su un piattino etichettato con la parola ACQUA
– cartellino-titolo con la scritta ESSERE VIVENTE
– tavolo o tappeto.

Presentazione:
– portiamo il vassoio al tavolo o al tappeto e invitiamo un piccolo gruppo di bambini ad unirsi a noi perchè abbiamo qualcosa di molto speciale da mostrare loro


– mettiamo la pianta sul piano di lavoro, lungo il margine superiore e al centro e diciamo: “La pianta è un essere vivente” , quindi mettiamole accanto il cartellino-titolo


– diciamo: “Tutti gli esseri viventi hanno quattro cose in comune” e contiamo toccandoli i quattro vasetti nel vassoio


– mettiamo sul piano di lavoro  il vasetto di terra e davanti ad esso il piattino etichettato. Indichiamo l’etichetta e diciamo “Nutrimento”, poi indichiamo il vasetto e diciamo: “Nutrimento”. Prendiamo in mano il vasetto e diciamo “Le piante sono vive e tutte le cose vive hanno bisogno di nutrimento”, quindi posiamo nuovamente il vasetto sul piano di lavoro
– mettiamo sul piano di lavoro  il vasetto di acqua e davanti ad esso il piattino etichettato, , formando una riga orizzontale da sinistra a destra man mano che presentiamo gli elementi . Indichiamo l’etichetta e diciamo “Acqua”, poi indichiamo il vasetto e diciamo: “Acqua”. Prendiamo in mano il vasetto e diciamo “Le piante sono vive e tutte le cose vive hanno bisogno di acqua”, quindi posiamo nuovamente il vasetto sul piano di lavoro
– mettiamo sul piano di lavoro  il vasetto di aria e davanti ad esso il piattino etichettato. Indichiamo l’etichetta e diciamo “Aria”, poi indichiamo il vasetto e diciamo: “Aria”. Prendiamo in mano il vasetto e diciamo “Le piante sono vive e tutte le cose vive hanno bisogno di aria”, quindi posiamo nuovamente il vasetto sul piano di lavoro
– mettiamo sul piano di lavoro  il vasetto di semi e davanti ad esso il piattino etichettato. Indichiamo l’etichetta e diciamo “Riproduzione”, poi indichiamo il vasetto e diciamo: “Riproduzione”. Prendiamo in mano il vasetto e diciamo “Le piante sono vive e tutte le cose vive hanno bisogno di nutrimento”, quindi posiamo nuovamente il vasetto sul piano di lavoro


– indichiamo la pianta e diciamo “Questa pianta è un essere vivente: ha bisogno di nutrimento (rimettiamo la terra nel vassoio), di acqua (rimettiamo nel vassoio), di aria (rimettiamo nel vassoio) di riprodursi (rimettiamo nel vassoio)
– riponiamo il materiale.

Dopo aver riconosciuto la pianta come essere vivente, il giorno dopo o in un altro momento della giornata, possiamo offrire al bambino una presentazione per collegare il nome Botanica al concetto di studio della pianta. Questa presentazione può essere portata a partire dai tre anni.

Materiale:
– un cartellino-titolo con la parola BOTANICA
– una pianta e alcune parti della pianta (una foglia, una radice, uno stelo, dei semi ecc.)
– tavolo o tappeto.

Presentazione:
– portiamo il vassoio al tavolo o al tappeto e invitiamo un piccolo gruppo di bambini ad unirsi a noi perchè abbiamo qualcosa di nuovo da mostrare
– diciamo: “Oggi vorrei parlarvi della Botanica.”
– mettiamo il cartellino titolo sul piano di lavoro, al centro,  e ripetiamo “Botanica”
– diciamo: “La botanica è lo studio delle piante. Vi ricordate cosa abbiamo detto delle piante?”, “Sì, le piante sono esseri viventi. Tutti gli esseri viventi hanno in comune nutrimento, acqua, aria e riproduzione”
– prendiamo la pianta, osserviamola tenendola in mano, poi passiamola ai bambini, chiedendo di dire cosa osservano
– mettiamo la pianta nel piano di lavoro e indicando il titolo diciamo: “La botanica è lo studio delle piante”.
– prendiamo in mano la foglia e diciamo “Questa foglia fa parte della pianta”
– osserviamola con attenzione tenendola in mano, poi passiamola ai bambini, chiedendo di dire cosa osservano
– mettiamo la foglia sul piano di lavoro e indicando il titolo diciamo: “La botanica è lo studio delle piante”.
– facciamo la stessa operazione anche con altre parti della pianta

– al termine riponiamo il materiale.

Dopo aver collegato il nome Botanica al concetto di studio della pianta utilizzando materiali reali, il giorno dopo o in un altro momento della giornata, procediamo col rafforzare l’apprendimento utilizzando immagini e cartellini. Anche questa presentazione può essere portata a partire dai tre anni.

Materiali:
– una decina di immagini di piante e parti della pianta (radice, seme, fiore, frutto, stelo, foglia, ecc
– cartellino titolo “Botanica”
– una scatola o un cesto
– tavolo o tappeto.

Il materiale pronto per la stampa e il download è a disposizione degli abbonati:

Presentazione:
– portiamo il materiale al tavolo o al tappeto e invitiamo un piccolo gruppo di bambini ad unirsi a noi perchè abbiamo preparato per loro una nuova attività
– prendiamo il cartellino titolo e mettiamolo lungo il margine superiore del piano di lavoro, al centro. Leggiamo: “Botanica”
– diciamo: “La Botanica studia tutte le cose illustrate in queste immagini”
– una alla volta prendiamo un’immagine, mettiamola in ordine sotto al titolo, formando una riga orizzontale da sinistra a destra, e chiediamo ai bambini: “Cos’è?”. I bambini rispondono, ad esempio, “Fiore” e noi diciamo: “Sì, la Botanica è lo studio del fiore”
– al termine, indichiamo di nuovo il cartellino titolo  e leggiamolo: “Botanica”, quindi indichiamo le immagini e diciamo: “In queste immagini ci sono delle piante. La botanica è lo studio delle piante”
– terminata la presentazione riponiamo il materiale.

COCAI nomenclature pronte di qualità e oggetti di carta ispirati al metodo Montessori

COCAI nomenclature pronte di qualità e oggetti di carta ispirati al metodo Montessori. Sono molto contenta di presentarvi oggi la collaborazione tra Lapappadolce e Cocai design, una nuova realtà che offre nomenclature pronte di qualità e oggetti di carta ispirati al metodo Montessori, a prezzi trasparenti e davvero accessibili a tutti, e finalmente in italiano.
Nei prossimi giorni pubblicherò le presentazioni per il materiale sull’insetto.

Da più di dieci anni lavoro affinché la didattica montessoriana possa arrivare a tutti, lottando col fatto che nella nostra lingua le risorse pronte sono davvero pochissime e ringraziando ogni giorno il fatto che conosco l’inglese.
Per le nomenclature mi sono sempre, come tutti immagino, ingegnata a prepararne di mie, utilizzando fotografie scattate da me o immagini di pubblico dominio presenti nel web. Questo ha certo molti vantaggi: preparando le nomenclature da soli riusciamo a creare sempre materiali che rispondono agli interessi dei nostri bambini, possiamo studiare noi stessi un certo argomento più approfonditamente e quindi predisporre un’unità didattica completa, ecc.
Resta il fatto che un tale lavoro richiede molto tempo. Per alcuni genitori che seguono il mio sito, anche stampare, ritagliare e preparare le cartelline per il materiale che offro per il download può richiedere più del tempo che ha a disposizione una persona che lavora e ha bambini.

Per questo sono davvero felice che comincino a nascere realtà italiane che offrono a tutti noi materiali montessoriani pronti nella nostra lingua, ed è un vero piacere farle conoscere ai miei lettori.

Cocai è il gabbiano in dialetto veneziano.

Il progetto Cocai design è speciale, perchè i suoi prodotti sono davvero bellissimi. Visitando il sito la prima volta mi hanno colpita la cura con cui è fatto, le illustrazioni delle nomenclature che sono davvero incantevoli, le immagini dei prodotti e le descrizioni che sono puntuali e precise anche dal punto di vista montessoriano, i prezzi che sono trasparenti e davvero accessibili, l’attenzione per il prodotto che si estende al fornire tutorial d’uso. Così ho voluto saperne di più, e ho capito…

Le persone che lavorano a Cocai design sono un gruppo di professionisti affermati nel campo dell’educazione montessoriana, dell’illustrazione, dell’informatica, della grafica.

Sara Furlani è l’insegnante di scuola dell’infanzia montessoriana, la formatrice Montessori del gruppo,  e parte fondamentale dello staff anche durante i laboratori con i bambini.
Luca Baroncini è l’esperto di grafica e comunicazione.
L’illustratrice è Valentina Gottardi, laureata in Architettura e Progettazione e produzione di arti  visive. Tra le altre cose ha pubblicato “Il cielo di Mino” (tradotto in varie lingue e successivamente trasformato e trasmesso dalla RAI come cartone animato) e ha illustrato “Le fiabe nei barattoli” di Marco Aime.
Col marito Maciej Michno, laureato in Informatica, lavora anche a Crisi della Prospettiva, affiancando alle tecniche tradizionali grafica e pittura digitali, 3D e animazione. Realizzano insieme siti web, loghi, progetti di packaging e cortometraggi animati.
Tra i progetti realizzati vi consiglio “Avventure sui Monti Pallidi“, ideato per trasmettere a bambini dai 6 ai 10 anni le tematiche legate alla vivibilità del territori e alla tutela e al rispetto del paesaggio, che si compone di un libretto-gioco per bambini da 6 a 8 anni, un libretto-gioco per bambini da 9-10 anni e un gioco digitale on line.

Dietro ai materiali di Cocai design, quindi, c’è davvero tutto un mondo di passione, e sicuramente la capacità di tutti di collaborare ad un progetto mettendo in campo la propria competenza professionale e unendo comunicazione visuale, i migliori strumenti tecnici, e la forza dei principi pedagogici montessoriani.

Le illustrazioni sono straordinariamente chiare e belle, ed i materiali sono pensati per un uso didattico sia nelle scuole, sia in famiglia.
Oltre alle nomenclature Cocai design offre strumenti appositamente studiati per essere ritagliati o forati, costruiti e colorati, allo scopo di dare forma a oggetti didatticamente validi e belli da vedere.

Il set Nomenclatura (attualmente disponibili l’insetto e il fiore) è composto da:
– schede delle nomenclature parlate e schede delle nomenclature mute, con cartellini
– scheda in bianco e nero del soggetto (da fotocopiare e colorare)
– poster che riprende le schede delle nomenclature in un unico supporto
– cartellina per contenere tutti i materiali, che si può riporre come un libretto su uno scaffale.

Il set Cartamondo (attualmente disponibili l’insetto e il fiore) è composto da:
– schede delle nomenclature parlate e schede delle nomenclature mute, con cartellini
– scheda delle nomenclature in bianco e nero del soggetto (da fotocopiare e colorare)
– nomenclature pop-up, che reinterpretano in uno spazio tridimensionale le nomenclature classiche. Le parti che normalmente compongono la nomenclatura possono essere ritagliate e incollate, andando a creare un modellino tridimensionale del soggetto
– leporello da punteggiare: un libretto pieghevole che ripropone le nomenclatura e che, una volta punteggiato dal bambino, offre una visione dell’oggetto sia in prospetto sia in “esploso”
– poster delle nomenclature.

Il libretto leporello da punteggiare è anche disponibile singolarmente, sempre per insetto o fiore. Lo stesso vale per le nomenclature pop up.

Seguendo le news pubblicate sul sito o sulla pagina Facebook possiamo restare aggiornati sui laboratori per i bambini,

che possono essere realizzati su richiesta nelle librerie, nelle scuole o in occasione di eventi quali festival o fiere. Per saperne di più visitate la pagina Workshop di Cocai design.

Matematica Montessori LE TAVOLE DELLA DIVISIONE

Matematica Montessori LE TAVOLE DELLA DIVISIONE scaricabili e stampabili in formato pdf con presentazioni ed esercizi per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Le tavole della divisione servono al bambino per lavorare con le divisioni i cui dividendi danno almeno una volta quozienti senza resto.

Presentazioni per la tavola forata della divisione qui:

Matematica Montessori LE TAVOLE DELLA DIVISIONE

La tavola I è quadrettata e contiene 36 dividendi dall’ 81 all’ 1 nella riga superiore. Le caselle dei numeri primi (7 5 3 2 1) sono colorate perchè si tratta di numeri primi.
I divisori da 9 a 1 si trovano disposti lungo il margine sinistro della tavola.
Nei quadretti interni si trovano i quoti.
La tavola I è essenzialmente una tavola di controllo, e può essere usata per verificare le divisioni esatte eseguite con la tavola forata, o quelle eseguite con la tavola II.

La tavola II è identica alla tavola I, ma i quadretti interni sono vuoti. I quoti infatti sono scritti su cartellini quadrati e si conservano in una scatolina separata per eseguire l’esercizio;

in un’altra scatolina ci saranno le 81 divisioni esatte o complete (cioè quelle senza resto) da eseguire.

Matematica Montessori LE TAVOLE DELLA DIVISIONE

Il materiale pronto per la stampa e il download è a disposizione degli abbonati:

L’uso delle tavole permette ai bambini di ripetere in modo vario le divisioni, facilitando la memorizzazione delle combinazioni. Gli esercizi con le due tavole della divisione, che si propongono ai bambini attorno ai 6 anni, concludono il capitolo sulla memorizzazione delle combinazioni fondamentali.

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Matematica Montessori LE TAVOLE DELLA DIVISIONE

Presentazione 1 – uso della tavola I come tavola di controllo per le divisioni senza resto

Materiale:
– cartellini delle divisioni da svolgere
– tavola I della divisione.

Presentazione:
– invitiamo il bambino a lavorare con noi dicendo: “Oggi vorrei mostrarti la prima tavola della divisione”
– portiamo il materiale al tavolo
– esaminiamo la tavola I della divisione con i bambini, facendo notare i dividendi:

facciamo anche notare i numeri che si trovano nelle caselle colorate, che sono numeri primi.

I divisori scritti in diagonale sul margine sinistro:

I quozienti:

– scegliamo un cartellino di una divisione  da svolgere (senza resto) ed eseguiamola con la tavola forata


– copiamo la divisione sul quaderno, col quoziente che abbiamo trovato
– con l’indice destro troviamo il dividendo nella riga in alto


– con l’indice sinistro troviamo il divisore lungo la diagonale sinistra


– facciamo scorrere l’indice destro verso il basso e l’indice sinistro verso destra finché non si incontreranno nella casella del quoziente


– in questo modo avremo usato la tavola per verificare il risultato trovato con la tavola forata della divisione
– dopo questo primo controllo, controlliamo anche con la tavola di controllo I

– ripetiamo altre due volte, poi invitiamo il bambino a provare ad usare le sue dita per trovare i quozienti, e poi a verificare con la tavola di controllo.

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Matematica Montessori LE TAVOLE DELLA DIVISIONE

Presentazione 2
Uso della tavola I con la tavola II

Materiale:
– tavola della divisione I
– tavola della divisione II completa di cartellini dei quoti e cartellini delle divisioni senza resto da svolgere

Presentazione:
– invitiamo il bambino a lavorare con noi dicendo: “Oggi vorrei mostrarti la seconda tavola della divisione”
– portiamo al tavolo le due tavole, la scatola coi cartellini dei quoti (o tombolini) e la scatola con le divisioni da svolgere
– esaminiamo la tavola II che è uguale alla tavola I, ma le caselle interne sono vuote
– smistiamo i quoti e impiliamoli in 9 gruppi da 1 a 9
– il bambino prende un’operazione dal cestino e la trascrive sul quaderno
– individua sulla tavola I i termini della divisione, ricercandone il risultato
– individua i termini della divisione sulla tavola II e vi colloca il cartellino appropriato.

In un secondo tempo il bambino potrà calcolare il risultato mentalmente, senza cercarlo sulla tavola I, ed usarla invece solo come tavola di controllo.

Maria Montessori ricorda sempre di richiamare l’attenzione del bambino sui dividendi che si trovano nelle caselle colorate delle due tavole, per dare una prima intuizione del concetto di numero primo.

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Matematica Montessori LE TAVOLE DELLA DIVISIONE

Presentazione 3
Uso della tavola I con la tavola II

Materiale:
– tavola della divisione I
– tavola della divisione II completa di cartellini dei quoti e cartellini delle divisioni senza resto da svolgere

Presentazione:
– portiamo al tavolo le due tavole, la scatola coi cartellini dei quoti (o tombolini) e la scatola con le divisioni da svolgere
– smistiamo i quoti e impiliamoli in 9 gruppi di 9 quoti uguali ciascuno


– il bambino prende un’operazione dal cestino e la trascrive sul quaderno
– individua sulla tavola I i termini della divisione, ricercandone il risultato
– individua i termini della divisione sulla tavola II e vi colloca il cartellino appropriato.

In un secondo tempo il bambino potrà calcolare il risultato mentalmente, senza cercarlo sulla tavola I, ed usarla invece solo come tavola di controllo. Questo permetterà di passare dal concetto di divisore di un numero ai numeri primi, preparando indirettamente alla ricerca di massimo comune divisore e minimo comune multiplo.

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Matematica Montessori LE TAVOLE DELLA DIVISIONE

Presentazione 3
Uso della tavola I come tavola di controllo col libretto delle divisioni
(anche per divisioni con resto)

Materiale:
– tavola forata per la divisione
– libretto delle divisioni

Matematica Montessori LE TAVOLE DELLA DIVISIONE

Il materiale pronto per la stampa e il download è a disposizione degli abbonati:

– tavola I della divisione

Presentazione:
– esaminiamo il libretto coi bambini
– scegliamo un dividendo
– stabiliamo il dividendo contando le perle e mettendole nella ciotola

– leggiamo la prima divisione, ad esempio 5:5=. Mettiamo sulla tavola i 5 birilli che rappresentano il divisore  le perle tra i birilli
– sotto a ogni birillo c’è una perla, quindi possiamo registrare il quoziente 1 sul libretto. Nella ciotola non avanzano perle, quindi il resto è 0. Ricordiamo al bambino che sottolineiamo sempre le divisioni senza resto nel nostro libretto
– rimettiamo le perle nella ciotola

– leggiamo la divisione successiva: 5:4=
– togliamo un birillo e distribuiamo le 5 tra i 4 birilli. Ogni birillo riceve una perla e ne avanza una nella ciotola.
– registriam0: 5:4=1 resto:1

– procediamo con le restanti divisioni presenti sulla pagina


– controlliamo sulla tavola della divisione I, dove troveremo i quozienti senza resto

Con questo procedimento il bambino può trovare sulla tavola I i risultato delle divisioni senza resto.

Per le 120 divisioni con “quoziente incompleto” che si trovano nel libretto possiamo usare la tavola I per calcolare quoziente e resto.
Queste combinazioni vanno da 64:9 a 3:2

Poiché la casella che si trova nel punto di incontro del dividendo verticale col divisore orizzontale è una casella vuota, il bambino cercherà il quoziente sulla stessa riga nella prima casella successiva in cui compare un numero: quello sarà il quoziente. Facendo l’esempio della pagina del 5, per cercare il risultato di 5:2 sulla tavola avremo 5:2=2

Per calcolare il resto basterà sottrarre al dividendo della nostra divisione il dividendo che corrisponde alla prima casella occupata che abbiamo usato come quoziente. Nel nostro esempio 5:2=2; resto = (5-4) 1

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Matematica Montessori LE TAVOLE DELLA DIVISIONE

Tavole della divisione

Scopo:
– memorizzare le combinazioni delle divisioni
– acquisire familiarità con i modi in cui i numeri possono essere divisi
– sperimentare a livello sensoriale la relazione inversa tra divisione e moltiplicazione
– preparare il bambino a trovare il massimo comune divisore e il minimo comune multiplo.

Controllo dell’errore:
– la tavola di controllo
– la tavola I della divisione.

Età:
– dai 6 anni.

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Matematica Montessori LE TAVOLE DELLA DIVISIONE

Cubi e catene di perle colorate Montessori presentazioni ed esercizi

Cubi e catene di perle colorate presentazioni ed esercizi. Le catene dello scaffale delle perle colorate si usano per dare ai bambini una rappresentazione concreta delle numerazioni per 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9 e 10 (tabelline), del quadrato e del cubo dei numeri. Nelle presentazioni che seguono il materiale fotografato è di Montessori 3D di Boboto.

Il materiale viene proposto nella Casa dei Bambini (dai 5 anni d’età circa) per dimostrare a livello sensoriale il concetto che sta alla base del conteggio lineare e del procedere della numerazione nel sistema decimale. Questo avviene prima con la catena del 100,

poi con la catena del 1000,  

poi con le catene corte di perle colorate (catene del quadrato)

e infine con le catene lunghe (catene del cubo).


Oltre alla possibilità di esercitarsi con le numerazioni, il materiale delle perle colorate fornisce una rappresentazione concreta di concetti matematici astratti che, anche se i bambini non sono in grado di verbalizzare, sono in grado di rappresentare.

Grazie al materiale dello scaffale delle perle colorate si ha la dimostrazione concreta delle varie numerazioni, del concetto di multiplo di un numero, del concetto di quadrato e cubo di un numero e quindi di potenza.
Questo apprendimento concreto apre la strada per le future scoperte scientifiche che avverranno nella scuola primaria.  Sarà allora che il bambino guarderà a questo materiale con occhi nuovi e dirà: “Ho già lavorato con questo materiale quando ero piccolo, ma adesso ho capito!”. Nella scuola primaria, infatti, il bambino costruirà sulle sue esperienze precedenti la conoscenza delle potenze, dei multipli e delle regole di divisibilità.

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Cubi e catene di perle colorate Montessori presentazioni ed esercizi
Presentazione 1

Materiali:
– catena lunga di un numero
– quadrati del numero
– cubo del numero.

Cubi e catene di perle colorate Montessori presentazioni ed esercizi
Presentazione
:
– portiamo sul tappeto la catena, i quadrati e il cubo
– il bambino piega la catena in modo da formare il primo quadrato e lo affianca ad un quadrato
– prosegue allo stesso modo fino a completare la catena

– al termine raccoglie tutti i quadrati

– li mette uno sull’altro a formare un cubo e lo paragona al cubo del numero

Questa presentazione serve a dimostrare che la catena lunga è la rappresentazione lineare del cubo di un numero.

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Cubi e catene di perle colorate Montessori presentazioni ed esercizi
Presentazione 2

Materiale:
– catena lunga di un numero
– quadrati del numero
– cubo del numero
– frecce per contare le catene
– tappeto.

 frecce per contare le perle colorate Montessori BIANCO E NERO (da stampare su fogli colorati)


frecce per contare le perle colorate Montessori COLORE (per stampanti a colori)

Il materiale pronto per la stampa e il download è a disposizione degli abbonati:

Cubi e catene di perle colorate Montessori presentazioni ed esercizi


Presentazione:
– invitiamo un bambino ad unirsi a noi nell’esercizio e chiediamogli di srotolare un tappeto
– andiamo allo scaffale delle perle colorate e scegliamo la catena lunga di un numero
– stendiamola sul tappeto
– mettiamo in alto il cubo e i quadrati del numero


– ripieghiamo la catena in quadrati


– confrontiamo la catena ripiegata coi quadrati e col cubo


– mettiamo da parte quadrati e cubi e distendiamo nuovamente la catena
– disponiamo le frecce per contare formando delle colonne sul tappeto
– contiamo la catena come abbiamo imparato a fare, utilizzando le frecce. Conteremo una ad una le perle della prima barretta, poi a gruppi mettendo una freccia sull’ultima perla di ogni barretta
– ogni volta che abbiamo raggiunto il quadrato del numero, poniamo sulla barretta anche un quadrato


– sull’ultima barretta mettiamo il cubo
– al termine del conteggio raccogliamo cubo e quadrato per verificare l’equivalenza
– partendo dalla prima, contiamo nuovamente le barrette dalla prima all’ultima e dall’ultima alla prima.

Cubi e catene di perle colorate Montessori presentazioni ed esercizi
Estensioni dell’esercizio
:


– dopo aver contato la catena, raccogliamo le frecce e mettiamole sul tappeto. Poi prendiamo una freccia qualsiasi e chiediamo al bambino di porla sulla perla corrispondente


– togliamo la catena dal tappeto lasciando soltanto le frecce in ordine sparso. Chiediamo al bambino di ordinare le frecce dal minore al maggiore.

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Cubi e catene di perle colorate Montessori presentazioni ed esercizi
Presentazione 3

Materiali:
– catene dei cubi
– cubi dei numeri
– frecce per contare
– quadrati dei numeri.

Cubi e catene di perle colorate Montessori presentazioni ed esercizi
Presentazione
:
– invitiamo un bambino ad unirsi a noi nell’esercizio e chiediamogli di srotolare un tappeto
– andiamo allo scaffale delle perle colorate e scegliamo la catena lunga di un numero. Di solito si scelgono la catena del 5 o del 6 per la prima presentazione del materiale
– prendiamo la catena scelta dallo scaffale sganciando uno ad uno i ripiegamenti  con la mano dominante. Se la lunghezza della catena lo permette prendere l’altro capo della catena con la mano non dominante, altrimenti mettiamo la mano non dominante col palmo verso l’alto e infiliamo i ripiegamenti tra le dita della mano
– trasportiamo la catena con cura e attenzione
– arrivati al tappeto posiamo la catena a zig zag quindi distendiamo la catena verticalmente sul tappeto tirando l’estremità a destra
– portiamo al tavolo anche i quadrati della catena, il cubo e le frecce per contare
– mettiamo i quadrati impilati uno sull’altro in alto, sopra alla catena, poi mettiamo il cubo a destra della pila di quadrati e disponiamo le frecce per contare in colonne per grandezza. Leggiamo le frecce in sequenza


– con movimenti lenti ed accurati ripieghiamo la catena, partendo dalla prima barretta in alto, per formare il primo quadrato


– prendiamo un quadrato e mettiamo sopra a quello formato dalla catena ripiegata
– continuiamo allo stesso modo con le restanti barrette ed i restanti quadrati


– spostiamo i quadrati a destra di quelli formati dalla catena ripiegata. In questo modo formeremo due lunghi rettangoli, uno di barrette e uno di quadrati


– chiediamo: “Quanti quadrati abbiamo?”
– cominciando dall’ultimo quadrato, contiamoli. Mentre li contiamo impiliamoli di nuovo uno sull’altro. Quando con i quadrati avremo formato un cubo, ad esempio del 4, diciamo: “Quattro quadrati sono uguali a un cubo”


– con movimenti lenti e curati distendiamo di nuovo la catena
– mettiamo le frecce in ordine sul tappeto
– contiamo le perle della catena, cominciando dalla prima in alto e mettendo a fianco le frecce corrispondenti
– proseguiamo fino a completare la catena


– ripercorriamo la catena leggendo le frecce in sequenza dalla prima all’ultima
– arrivati all’ultima, rileggiamo dall’ultima alla prima.

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Cubi e catene di perle colorate Montessori presentazioni ed esercizi
Presentazione 4

Materiali:
– tutte le catene lunghe
– frecce per contare.

Cubi e catene di perle colorate Montessori presentazioni ed esercizi
Presentazione
:
– scegliamo la catena del cubo dell’uno. Mettiamola sul tappeto in alto a sinistra e contiamola con la freccia appropriata
– prendiamo la catena del cubo del 2. Disponiamola verticalmente a destra della prima. Contiamola con le frecce appropriate
– continuiamo con tutte le altre catene, fino a quella del cubo del 10
– quando abbiamo completato i conteggi, notiamo la differenza di lunghezza tra le catene dei cubi
– notiamo poi se ci sono numeri che ricorrono in più catene

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Cubi e catene di perle colorate Montessori presentazioni ed esercizi
Presentazione 4
memorizzazione della moltiplicazione

Materiali:
– catene lunghe
– barrette colorate
– catene corte
– cubi dei numeri
– quadrati dei numeri.

Cubi e catene di perle colorate Montessori presentazioni ed esercizi
Presentazione 1

– prendiamo  la barretta del 4, la catena del quadrato del 4, il quadrato del 4, la catena del cubo del 4 e  il cubo del 4
– indichiamo la barretta  e diciamo: “Questo è il numero quattro”
– indichiamo la catena corta e diciamo: “Questa è la catena del quadrato del numero”
–  indichiamo il quadrato e diciamo: “Questo è il quadrato del numero”
– indichiamo la catena lunga e diciamo: “Questa è la catena del cubo del numero”
– indichiamo il cubo e diciamo: “Questo è il cubo del numero”
– col metodo della lezione in tre tempi e la partecipazione dei bambini, se serve, ripetiamo la nomenclatura
– prendiamo ora la catena corta e distendiamola sul tappeto
– mettiamo il quadrato corrispondente in alto


– con movimenti lenti e accurati ripieghiamo la catena per formare un quadrato
– sovrapponiamo il quadrato a quello formato dalla catena ripiegata


– distendiamo nuovamente la catena, e contiamo le perle utilizzando le frecce


– mettiamo il quadrato accanto all’ultima barretta, la cui freccia indica il quadrato del numero
– ripercorriamo la catena contando in sequenza dall’alto verso il basso e poi dal basso verso l’alto
– prendiamo ora la catena del cubo e distendiamola sul tappeto
– mettiamo in alto i quadrati del numero, impilati uno sull’altro


– mettiamo il cubo a destra della pila di quadrati
– con movimenti lenti e curati ripieghiamo la catena per formare il primo quadrato, a partire dalle barrette in alto
– sovrapponiamo un quadrato a quello formato dalla catena ripiegata
– spostiamo il quadrato a destra del quadrato formato dalla catena ripiegata


– chiediamo: “Quanti quadrati di perle abbiamo?”
– cominciando dall’ultimo contiamo i quadrati, e man mano che li contiamo impiliamoli uno sull’altro
– quando avremo formato un cubo diciamo, nel caso della catena del 4: “Quattro quadrati sono uguali a un cubo”


– con movimenti lenti ed accurati distendiamo nuovamente la catena, mettiamo sul tappeto le frecce ed usiamole per contare le perle della catena


– al termine ripercorriamo la catena leggendo le frecce dalla prima all’ultima e poi dall’ultima alla prima
– dopo aver contato la catena corta e la catena lunga, prendiamole e spostiamole su un altro tappeto
– distendiamole parallelamente sul tappeto e contiamole  di nuovo usando le frecce che andremo a prendere dal primo tappeto
– compariamo le due catene fra loro.

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Cubi e catene di perle colorate Montessori presentazioni ed esercizi

Controllo dell’errore:
– insito nel materiale: grazie alle frecce il bambino può vedere chiaramente, al termine dell’esercizio, se ha commesso errori nel contare le barrette.

Cubi e catene di perle colorate Montessori presentazioni ed esercizi – Scopo:
– sperimentare il conteggio lineare dei numeri
– migliorare la capacità di contare. Il contare è un’attività riposante e tende a diventare un’azione meccanica. Attraverso la ripetizione, il bambino assorbe i meccanismi di questi conteggi
– esercitarsi con le numerazioni e quindi prepararsi alla moltiplicazione
– memorizzare le tabelline (contando per 2, 3, 4, 5 ecc.)
– preparazione indiretta al concetto di multiplo di un numero

Età:
– dai 5 anni e mezzo ai 6 anni.

Cubi e catene di perle colorate Montessori presentazioni ed esercizi – Note:


– non occorre mostrare al bambino tutte le catene. Dopo la presentazione di una catena, il bambino può lavorare in modo indipendente con qualsiasi catena
– con questi esercizi il bambino sperimenta la differenza di quantità tra quadrato e cubo di un numero. Anche se non diamo il concetto di potenza e aumento esponenziale dei numeri, il conteggio delle perle permette di dimostrargli a livello sensoriale questa differenza tra cubo e quadrato di un numero, per la diversa lunghezza delle catene;
– il materiale permette anche di fare l’esperienza sensoriale delle differenze di quantità tra i vari quadrati, i vari cubi e le varie catene tra loro.
– se il bambino chiede cosa si intende per 6² o il 6³ basterà prendere il quadrato del sei e indicarli base a altezza del quadrato dicendo “Sei per sei” e poi “Prima, seconda” e poi “Sei per sei o sei alla seconda è il quadrato di 6”; poi prendere il cubo e indicare larghezza, altezza e profondità dicendo “Sei per sei per sei” e poi “Prima, seconda, terza”, e poi “Sei per sei per sei, o sei alla terza è il cubo di 6”.

Cubi e catene di perle colorate Montessori presentazioni ed esercizi

Quadrati e catene di perle colorate Montessori presentazioni ed esercizi

Quadrati e catene di perle colorate Montessori: presentazioni ed esercizi per bambini della scuola d’infanzia e primaria. Le perle fotografate nelle presentazioni sono di Montessori 3D di Boboto.

Tra i materiali presenti in una classe Montessori, lo scaffale delle perle colorate è uno dei più attraenti per i bambini, che ne apprezzano la bellezza, la semplicità e l’eleganza. Tutti i bambini aspirano ad utilizzarlo, ed i più piccoli, che ancora non sono pronti per l’attività, spesso guardano con stupore ed ammirazione i compagni più grandi impegnati negli esercizi con le perle colorate. Le perle organizzate nello scaffale sono bellissime ed i bambini più grandi, d’altra parte, attendono con ansia la loro disponibilità per iniziare a disporre e contare ogni catena.

Mentre l’adulto riconosce facilmente il valore concreto delle attività, conoscendo già i concetti di quadrato e cubo di un numero, per il bambino si tratta di un’esperienza diversa.
Per ogni numero lo scaffale contiene catene corte, quadrati che corrispondono alle catene corte, catene lunghe e cubi che corrispondono alle catene lunghe.

L’uso del materiale permette il raggiungimento di diversi scopo diretti e indiretti; con i bambini più piccoli il primo scopo è quello di imparare a contare e accompagnare verso l’astrazione. La transizione verso l’astratto, cioè il passaggio dagli oggetti tangibili (le perle) ai soli numeri, richiede molta pratica, e lo scaffale delle perle colorate offre la possibilità di fare tantissimi esercizi interessanti.

Lavorando con questo materiale i bambini sono continuamente rassicurati dai loro progressi. Lavorando in modo indipendente, vedono la conferma che i numeri scritti corrispondono al numero di perle che possono contare  fisicamente. Quando saranno pronti per farlo, lasceranno il materiale per risolvere problemi direttamente sulla carta.

Attraverso il loro impegno in questo lavoro che è protratto nel tempo e che richiede una grande quantità di spazio fisico, pazienza, concentrazione e determinazione, i bambini arrivano ad apprezzare il concetto di moltiplicazione ed a capire cosa significa quadrato di un numero e cubo di un numero. E’ un materiale che richiede al bambino abilità manuali, senso dell’ordine e tenacia, e quando arriva a fare l’associazione tra concreto ed astratto si può davvero vedere la gioia della scoperta nei suoi occhi.

Trovi una presentazione generale del materiale qui:

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Quadrati e catene di perle colorate Montessori
Presentazione 1 – scala di perle

Materiali:
– numeri da 1 a 9 scritti su pezzetti di carta
– un contenitore per i numeri
– un contenitore per le perle
– tappeto
– vassoio
– scala di perle. La scala di perle è formata da 9 barrette:
– 1 rossa composta da 1 perla
– 1 verde composta da 2 perle
– 1 rosa composta da 3 perle
– 1 gialla composta da 4 perle
– 1 azzurra composta da 5 perle
– 1 lilla composta da 6 perle
– 1 bianca composta da 7 perle
– 1 marrone composta da 8 perle
– 1 blu composta da 9 perle.
Se intendete realizzare il materiale in proprio, tenete presente che le perle devono essere sferiche e avere un diametro di 7-8 mm.

Questa attività aiuta il bambino ad associare le quantità da uno a 9 con le relative cifre. Introduce inoltre all’uso del materiale contenuto nello scaffale delle perle colorate (catene corte, quadrati, catene lunghe e cubi), ed alle addizioni, sottrazioni e moltiplicazioni con le perle colorate.

Quadrati e catene di perle colorate Montessori
Presentazione
:
– portiamo il materiale sul tavolo o sul tappeto


– spargiamo le barrette sul tappeto:


– cerchiamo la barretta dell’1 e mettiamola lungo il margine inferiore del tappeto


– cerchiamo la barra del 2 e mettiamola sopra a quella dell’uno. Proseguiamo con le altre allo stesso modo



– poniamo i cartellini dei numeri in ordine sparso lungo il margine inferiore del tappeto, accanto al triangolo delle barrette colorate


– prendiamo la barretta dell’uno e mettiamola in alto a sinistra. Indichiamola e diciamo: “Questo è 1”
– prendiamo il cartellino dell’uno e mettiamolo a destra della barretta. Indichiamolo e diciamo: “Questo è 1”


– presentiamo allo stesso modo le altre barrette e gli altri numeri, prendendoli in ordine crescente


Età:
– dai 3 anni e mezzo ai 4 anni.

Prerequisiti:
– il bambino deve saper contare fino a 10
– il bambino deve saper leggere i numeri da 1 a 10.

Controllo dell’errore:
– il triangolo che si forma ponendo correttamente le perle colorate.

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Quadrati e catene di perle colorate Montessori
Presentazione 2

Materiali:
– catene corte
– quadrati dei numeri
– frecce per contare.

Quadrati e catene di perle colorate Montessori
Presentazione:

– invitiamo il bambino ad unirsi a noi nell’esercizio e chiediamogli di stendere un tappeto
– andiamo allo scaffale delle perle colorate e scegliamo una catena. Per la prima presentazione di solito si usano quella del quattro o quella del sei
– portiamo con grande cura la catena sul tappeto, tenendola con due mani per i due estremi, poi portiamo il quadrato e le frecce per contare
– disponiamo la catena sul tappeto e mettiamo il quadrato più in alto


– con movimenti lenti ed accurati, partendo dalla prima barretta in alto, ripieghiamo la catena per formare un quadrato
– sovrapponiamo il quadrato alla catena ripiegata
– rimettiamo il quadrato il alto e distendiamo nuovamente la catena
– mettiamo le frecce in ordine a destra della catena

– contiamo le perle, cominciando dalla prima in alto e mettendo le frecce corrispondenti
– dopo aver posizionato l’ultima freccia, che indica il quadrato della catena, mettiamo il quadrato a destra della barretta corrispondente

– ripercorriamo la catena contando in sequenza dalla prima barretta all’ultima
– arrivati all’ultima contiamo a ritroso per tornare alla prima.

Quadrati e catene di perle colorate Montessori
Estensione dell’esercizio

– dopo aver completato la prima catena, portarne al tappeto una seconda e distenderla accanto alla prima, con il suo quadrato e le sue frecce
– chiedere al bambino di contare anche la seconda catena

– al termine chiedere al bambino di individuare un certo numero in entrambe le catene (ad esempio il 12)
– possiamo aggiungere altre catene allo stesso modo.

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Quadrati e catene di perle colorate Montessori
Presentazione 3 – contare le catene corte (o catene dei quadrati)

Questa attività insegna al bambino a contare per raggruppamenti di numeri, quindi si tratta di un materiale utile a preparare per la moltiplicazione. Indirettamente prepara anche alla comprensione del concetto di quadrato dei numeri.

Materiali:
– catena corta di un numero
– quadrato dello stesso numero
– frecce per contare la catena scelta
– tappeto.

 frecce per contare le perle colorate Montessori BIANCO E NERO

frecce per contare le perle colorate Montessori COLORE

Il materiale pronto per la stampa e il download è a disposizione degli abbonati:

Quadrati e catene di perle colorate Montessori
Presentazione
:
– distendiamo la catena scelta sul tappeto orizzontalmente
– mettiamo il quadrato accanto alla catena, a destra
– mettiamo le frecce per contare a destra del quadrato, ordinate per colonne

– ripieghiamo la catena per formare il quadrato


– compariamo i due quadrati tra loro


– distendiamo nuovamente la catena, contiamo ed etichettiamo le perle con le frecce

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Quadrati e catene di perle colorate Montessori
Presentazione 4 – contare le catene corte (o catene dei quadrati)

Contare le catene di perle Montessori è un’attività molto più strutturata rispetto al classico esercizio di numerazione (per 2, 3, 5, ecc.) che si pratica normalmente nelle nostre scuole, perchè le catene di perle rappresentano esattamente il quadrato e il cubo del numero, dando così una visione complessa dell’insieme che viene prima percepita attraverso la manipolazione, ed evolve poi in concetti matematici astratti.

Materiale:
– catene corte
– frecce per contare le catene corte

Quadrati e catene di perle colorate Montessori
Presentazione
:
– scegliamo la catena del 3 e distendiamola sul tappeto. Mettiamo le frecce relative
– indicando le relative barrette rileggiamo: “Tre, sei, nove”

– ripieghiamo la catena per formare il quadrato e diciamo: “Se ripieghiamo la catena così, otteniamo tre serie di tre, che è come dire 3 x 3 volte, che è come dire 3² cioè tre al quadrato. Sono sempre 9 perline”
– proviamo con un numero maggiore, ad esempio con la catena del 6
– contiamo utilizzando le frecce, e dopo averlo fatto rileggiamo il conteggio: “Sei, dodici, diciotto, ventiquattro, trenta, trentasei”

– ripieghiamo la catena per formare il quadrato e diciamo: “Se ripieghiamo la catena così, otteniamo sei serie di sei, che è come dire 6 x 6 volte, che è come dire 6², cioè sei al quadrato. Sono sempre 36 perline”

– ripetiamo l’esercizio con tutte le catene:

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Quadrati e catene di perle colorate Montessori
Presentazione 5 – contare le catene corte (o catene dei quadrati)

Materiali:
– catene corte
– quadrati
– frecce per contare
– moduli da compilare. Il materiale pronto per la stampa e il download è a disposizione degli abbonati:

Presentazione:
– scegliamo una catena, ad esempio quella del 7, e il relativo quadrato
– distendiamo la catena sul tappeto e mettiamo più in alto il quadrato


– ripieghiamo la catena per formare il suo quadrato


– confrontiamo i due quadrati tra loro
– distendiamo nuovamente la catena
– mettiamo sul tappeto le frecce per contare, ordinate per colonne
– contiamo una ad una le perle della prima barretta e mettiamo le frecce relative


– contiamo le rimanenti barrette sette a sette e mettiamo le frecce relative, spostando di volta in volta il quadrato


– quando la catena è completa ricontiamo le perle a sette e sette da 7 a 49 e da 49 a 7 e prendiamo il modulo da completare

– compiliamo il modulo


– apriamo il modulo per controllare il conteggio.

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Quadrati e catene di perle colorate Montessori
Presentazione 6 – contare le catene corte (o catene dei quadrati)

– il bambino conta tutte le catene dei quadrati contemporaneamente:

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Quadrati e catene di perle colorate Montessori
Presentazione 7 – contare le catene corte (o catene dei quadrati)

– il bambino costruisce la piramide dei quadrati e conta le catene

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Quadrati e catene di perle colorate Montessori
Presentazione 8
forme geometriche  con le catene corte

Materiale:
– catene corte
– tappeto.
Oltre a familiarizzare con le catene corte dello scaffale, il bambino impara che c’è un collegamento tra i numeri e la geometria. Rinforza inoltre la nomenclatura relativa alle forme geometriche.

Quadrati e catene di perle colorate Montessori
Descrizione dell’attività
:
– mettiamo le catene corte sul tappeto
– prendiamo la catena del tre e formiamo il triangolo
– chiediamo al bambino di identificare la forma
– proseguiamo in ordine con le altre catene, componendole in fila sul tappeto; possiamo anche chiedere al bambino di prevedere la forma successiva prima di comporla.

Invece di partire dal triangolo possiamo partire dall’uno (punto), poi il due (angolo) e poi il 3 (triangolo)

Quadrati e catene di perle colorate Montessori – Variante


–  comporre le forme una nell’altra:

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Quadrati e catene di perle colorate Montessori

Età:
– dai 4 anni e mezzo ai 5 anni.

Prerequisiti:
– il bambino deve aver già lavorato con le tavole di Seguin, la tavola del 100, le catene del 100 e del 1000.

Controllo dell’errore:
– insito nel materiale: grazie alle frecce il bambino può vedere chiaramente, al termine dell’esercizio, se ha commesso errori nel contare le barrette.

Quadrati e catene di perle colorate Montessori – Scopo:
– sperimentare il conteggio lineare dei numeri
– migliorare la capacità di contare. Il contare è un’attività riposante e tende a diventare un’azione meccanica. Attraverso la ripetizione, il bambino assorbe i meccanismi di questi conteggi
– esercitarsi con le numerazioni e quindi prepararsi alla moltiplicazione
– memorizzare le tabelline (contando per 2, 3, 4, 5 ecc.)
– preparazione indiretta al concetto di multiplo di un numero.

Quadrati e catene di perle colorate Montessori – Note:
– non occorre mostrare al bambino tutte le catene. Dopo la presentazione di una catena, il bambino può lavorare in modo indipendente con qualsiasi catena
– il materiale permette anche di fare l’esperienza sensoriale delle differenze di quantità tra i vari quadrati e le varie catene tra loro.
– se il bambino chiede cosa si intende per 6² basterà prendere il quadrato del sei e indicarli base a altezza del quadrato dicendo “Sei per sei” e poi “Prima, seconda” e poi “Sei per sei o sei alla seconda è il quadrato di 6”; poi prendere il cubo e indicare larghezza, altezza e profondità dicendo “Sei per sei per sei” e poi “Prima, seconda, terza”, e poi “Sei per sei per sei, o sei alla terza è il cubo di 6”.

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Quadrati e catene di perle colorate Montessori

Lo scaffale delle perle colorate Montessori: presentazione generale

Lo scaffale delle perle colorate Montessori: presentazione generale. In questo materiale troviamo i numeri da 1 a 9. A questi si aggiunge il quadrato del 10, che i bambini hanno già incontrato col materiale del sistema decimale (perle dorate).  Nello scaffale delle perle colorate avremo quindi 1 x 1 – 2 x 2 – 3 x 3 – 4 x 4 – 5 x 5 – 6 x 6 – 7 x 7 – 8 x 8 – 9 x 9 – 10 x 10. 

Nelle presentazioni che seguono il materiale fotografato è di Montessori 3D di Boboto.

Oltre al quadrato, abbiamo anche per ogni numero la sua rappresentazione moltiplicata per tre volte, cioè il suo cubo. Avremo quindi le rappresentazioni di: 1 x 1 x 1 – 2 x 2 x 2 – 3 x 3 x 3 – 4 x 4 x 4 – 5 x 5 x 5 – 6 x 6 x 6 –  7 x 7 x 7 – 8 x 8 x 8 – 9 x 9 x 9 – 10 x 10 x 10.

I bambini hanno già incontrato il quadrato e il cubo del 10 col materiale delle perle dorate, dove hanno imparato a conoscere il quadrato formato da 10 x 10 =  100 e il cubo formato da 100 x 10 = 1000 perle:

Quadrato di un numero è il nome che usiamo per la seconda potenza e cubo quello per la terza potenza. I nomi (quadrato e cubo) e la forma che il materiale permette di mostrare anche a livello sensoriale permettono di considerare i numeri da un punto di vista geometrico.

Con questo materiale possiamo visualizzare ogni numero alla prima potenza:

elevato alla seconda potenza (quadrato):

ed elevato alla terza potenza (cubo):

Ogni numero, dalla prima alla terza potenza, ha lo stesso colore delle barrette di perle che i bambini usano anche per il Serpente per la ricerca del 10

e la numerazione da 11 a 19

Lo scaffale delle perle colorate Montessori

Nello scaffale delle perle per ogni numero, da 1 a 10, abbiamo:
– la barretta che lo rappresenta (prima potenza);
– i quadrati del numero (seconda potenza), ripetuti il numero stesso, di modo che se sovrapposti possano formare il suo cubo
– un cubo unito (terza potenza);
– una catena fatta di tante perle quante sono quelle del quadrato
– una catena corrispondente al cubo.

Questo materiale permette di studiare separatamente i numeri nella loro prima, seconda e terza potenza, e di svolgere numerosi esercizi che portano il bambino a fare comparazioni.

La rappresentazione in forma di quadrato permette la sovrapposizione dei diversi quadrati e tutta una serie di esercizi che rendono evidenti al bambino le relazioni numeriche e geometriche tra i quadrati stessi:

Confrontando i cubi rigidi e le catene lunghe i bambini posso vedere la grandissima differenza che c’è tra quadrato e cubo di un numero, la lunghezza del quadrato e del cubo e la loro progressione passando dalla catena di un numero e quella di un altro.

Confrontando poi quadrati e cubi il bambino fa l’esperienza sensoriale di come, sovrapponendo i quadrati, si sviluppa la terza dimensione.
Per ogni numero abbiamo, come detto, il numero di quadrati che serve per formare il cubo, e questo permette la scomposizione del cubo stesso. Il bambino veder che il numero di perle che costituisce il cubo è uguale a quello del cubo formato sovrapponendo i quadrati dello stesso colore. Con la catena poi vede che il quadrato è formato da tante barrette quante sono quelle presenti nella catena.

Prendiamo ad esempio il numero 5. I tre numeri 5 x 5 x 5 rappresentano il numero delle perle che si possono contare nei tre spigoli uscenti da uno stesso vertice del cubo

La geometria acquista così un substrato numerico rendendo, nello stesso tempo, più chiaro il concetto del valore del cubo.

Se sovrapponiamo i dieci cubi uno all’altro, dal più grande al più piccolo, otteniamo una torre simile alla torre rosa, che i bambini hanno imparato a conoscere già nella Casa dei Bambini
La cosa interessante è che le due torri si possono mettere in relazione tra loro. Questo permette di mettere in relazione un dato geometrico (la torre rosa) con un dato aritmetico (la torre di perle), perchè i cubi della Torre Rosa misurano da 1 cm³  a 10 cm³ e la torre di perle è formata da 1³ a 10³ perle:

E’ quindi possibile calcolare quanti cm² misura la faccia di ogni cubo della torre rosa: 10² = 100 / 9² = 100 / 8² = 100 / 7² = 100 / 6² = 100 / 5² = 100 / 4² = 100 / 3² = 100 / 2² = 100 / 1² = 100

Ed è anche possibile calcolare il volume di ogni cubo della torre rosa:  10³ = 100 / 9³ = 100 / 8³ = 100 / 7³ = 100 / 6³ = 100 / 5³ = 100 / 4³ = 100 / 3³ = 100 / 2³ = 100 / 1³ = 100.

Possiamo anche dire, quindi, che il cubo più grande della torre rosa è formato da 1000 dei cubi più piccoli. Il cubo più piccolo è, nella torre rosa, l’unità del sistema.

Tra le principali attività che i bambini possono svolgere con le catene (lunghe e corte) c’è quella del conteggio lineare, che  consiste nel contare e numerare le perle a una a una o per raggruppamenti (tabelline):

Maria Montessori riporta così la sua esperienza: “Tali catene di perle dai colori così brillanti esercitano sui bambini un fascino straordinario, suscitando in essi un’attività instancabile di conteggio. Sono particolarmente interessati dalla catena del 1000, la più lunga: si vedono i bambini contare le perle a una a una fino alla fine. Siccome tale lavoro è faticoso e i bambini non possono portarlo a termine in una sola giornata, vi ritornano il giorno dopo, continuando l’operazione da dove l’avevano interrotta”.

Lo scaffale delle perle colorate Montessori

Le prime catene che i bambini contano (per 10) per iniziare sono quelle del 100 e del 1000. Infatti contare la catena del 100 e contare per gruppi la catena del 1000, ricorda al bambino le attività svolte con le perle dorate del sistema decimale:

Questo esercizio di conteggio per raggruppamenti di numeri diventa un esercizio di memorizzazione delle tabelline quando si lavora alle altre catene.

Esiste, in relazione alle catene, un materiale di piccole frecce di cartoncino dello stesso colore delle perle.

frecce per contare le perle colorate Montessori per stampante bianco/nero

frecce per contare le perle colorate Montessori (per stampante a colori)

Le frecce in genere si  mettono  accanto a ciascuna perla della prima barretta, e poi accanto alla perla che conclude ogni barretta.

Il fatto che le catene siano snodate, rende possibile ripiegarle in modo da formare un quadrato, o ottenere una serie di tanti quadrati quante sono quelle che occorrono a formare un cubo.

L’aumento di  quantità che il bambino sperimenta contando per raggruppamenti fino al cubo di ogni numero, lo sostiene nella formazione del concetto astratto di “potenza”  e di “multiplo” di un numero.

Lo scaffale delle perle colorate Montessori

La grande importanza di questo materiale sta nel fatto che permette al bambino di comprendere “la costruzione creata artificialmente dall’uomo attorno ai numeri”. I numeri infatti seguono una regola comune: l’obbedienza alla legge del gruppo. Ogni numero è formato da singole unità (il 4 è formato da quattro elementi), e quando gli elementi si organizzano in gruppo, obbediscono alle sue leggi. “In ogni gruppo (la linea rappresentata dalla barretta) è presente, in misura diversa, il cittadino comune che è l’unità, il gradino iniziale necessario alla formazione delle successive classi sociali. E il cittadino comune è l’espressione della potenza zero di ogni numero.
Il secondo rango di nobiltà è dato dal ripetersi del bastoncino tante volte quante sono le unità del gruppo: la seconda potenza del 4 sarà il quadrato del 4.
Il terzo rango risulta formato di 4 volte il secondo rango: otteniamo il cubo del 4, che è possibile con la dignità propria del re.
Ma ci sono differenti nazioni, e quindi differenti re: è evidente che il re di un piccolo Stato è re allo stesso modo di quelli di nazioni più importanti. Infatti, la terza potenza è sempre un cubo. Nel primo caso la nazione è minuscola (l’unità è il re), nell’ultimo caso la nazione è grande (dieci).
A qualsiasi nazione il re appartenga, deve comunque uniformarsi alla legge del paese, che è poi la legge del gruppo.
E’ il primo rango di nobiltà ciò che caratterizza il gruppo e che dà, nel contempo, la legge. Cosicché tutte le potenze zero sono punti (perle sciolte), tutte le prime potenze sono linee (bastoncini), tutte le seconde potenze sono quadrati e infine tutte le terze potenze sono cubi.
Questo ritmo nella successione geometrica è comune a tutti quanti i numeri.”

Un ulteriore collegamento visibile fra aritmetica e geometria si può realizzare costruendo forme geometriche con le catene. Per esempio, con la catena corta del 9 si costruiscono ennagono e triangoli regolari, con quella lunga del 6 si costruiscono sette poligoni regolari (di 36 lati, di 18 lati, dodecagono, ennagono, esagono, quadrato, triangolo). Queste esperienze, a livello più avanzato, si ricollegano allo studio dei multipli.

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Lo scaffale delle perle colorate Montessori

La catena del 1000 Montessori: presentazioni ed esercizi

La catena del 1000 Montessori: presentazioni ed esercizi per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Come spiegato meglio qui

 la catena del 1000 rappresenta la scomposizione lineare del cubo del 1000. Il cubo di 1000 perle può essere scomposto in dieci quadrati e ciascuno di essi in dieci bastoncini, ognuno di dieci perle. Lasciando questi uniti soltanto per le estremità, otterremo una catena lunghissima che ci darà l’impressione della quantità, il migliaio, più esatta di quella che ci viene fornita dal cubo.
La catena del 1000 è formata da 10 catene del 100 legate tra loro attraverso un anello più grande.

Le perle fotografate nelle presentazioni sono di Montessori 3D di Boboto.

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La catena del 1000 Montessori
Presentazione 1

Materiale:
– catena del 1000
– 1 cubo del 1000
– 10 quadrati del 100
– una lunga striscia di tessuto o carta. Quelle in commercio misurano 900 x 23  cm e costano circa 40 euro. Questa è di leaderjoyysa.com:

– un vassoio
– frecce per contare la catena del 1000 contenute in una busta (verdi da 1 a 9, blu da 10 a 990, rosse da 100 a 900, verde per il 1000):


frecce per contare le catene del 100 e del 1000 bianco e nero

frecce per contare le catene del 100 e del 1000 colore

pdf qui:

La catena del 1000 Montessori – Presentazione:
– invitiamo il bambino ad unirsi a noi nell’esercizio e chiediamogli di srotolare il lunghissimo tappeto che avremo predisposto (possiamo anche preparare una lunga striscia di carta se non abbiamo il tappeto apposito)
– andiamo allo scaffale delle perle e indichiamo il materiale dicendo: “Oggi lavoreremo con una catena ancora più lunga della catena del 100”
– mostriamo al bambino come trasportare la catena , tenendola fra le dita di una mano in questo modo, col palmo rivolto verso l’alto. Mentre noi trasportiamo la catena, chiediamo al bambino di portare il vassoio con la busta delle frecce, i quadrati e il cubo

–  posiamo la catena a zig zag sul tappeto e partendo da un estremo cominciamo a ripiegare la catena ogni 10 barrette, in modo da formare 10 quadrati identici dicendo al bambino: “Ora cercheremo di piegare questa lunghissima catena come abbiamo fatto con la catena del 100”
– formiamo un quadrato alla volta, fino a ripiegare tutta la catena. Dopo aver formato il primo chiediamo al bambino: “Cosa abbiamo ottenuto?”. Un quadrato

– se il bambino lo desidera può naturalmente aiutarci a piegare la catena
– compariamo i dieci quadrati che si sono formati con la catena con 10 quadrati del 100

– compariamo col bambino i dieci quadrati con i 10 quadrati che compongono il cubo del 1000
– chiediamo al bambino di distendere la catena, tirandola lentamente per l’estremità più lontana facendo percorrere alla catena tutta la lunghezza del tappeto
– chiediamo al bambino di tornare da noi, apriamo la busta delle frecce e mettiamole in colonna sul vassoio, con la collaborazione del bambino. Mettiamo accanto alla catena, all’inizio del percorso, il vassoio con le frecce per contare


– contiamo le perle che compongono la prima barretta e contrassegniamo ogni perla con una freccia verde, da 1 a 9

– arrivati al 10 mettiamo la freccia blu del 10
– continuiamo a contare a 10 a 10 fino a 90 mettendo la freccia blu corrispondente sull’ultima perla della barretta


– arrivati al 100 usiamo la freccia rossa delle centinaia e mettiamo a lato della catena un quadrato di perle
– proseguiamo così fino a 999. Accanto al 900 mettiamo un quadrato

– Arrivati al 1000 usiamo la freccia verde grande del 1000 e chiudiamo la catena col cubo


– torniamo all’inizio della catena e contiamo nuovamente aiutandoci con le frecce: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 20, 30, 40, 50, 60, 70, 80, 90 , 100, 200, 300, 400, 500, 600, 700, 800, 900, 1000
– possiamo contare così più volte, ed anche dal 1000 all’1: 1000, 900, 800, 700, 600, 500, 400, 300, 200, 100 … 9, 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1.

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La catena del 1000 Montessori
Presentazione 2 (una variante)

Questa attività insegna al bambino a contare per gruppi, in preparazione alla moltiplicazione. Rappresenta inoltre un esercizio di preparazione indiretta allo studio del cubo dei numeri.

La catena del 1000 Montessori – Materiali:
– catena del 1000
– 10 quadrati del 100
– un cubo del 1000
– frecce per contare la catena del 1000
– una lunga striscia di tessuto o di carta
– vassoio.

La catena del 1000 Montessori – Presentazione:
– mostriamo al bambino come trasportare la catena, tenendo i segmenti tra le dita


– mettiamo la catena sul tappeto ordinata per segmenti di 10 barrette

– portiamo accanto al tappeto un cubo del 1000, 10 quadrati del 100 e le frecce per contare la catena del 1000
– chiediamo a un bambino di tenere fermo un capo della catena, prendiamo il capo opposto e facciamo strisciare la catena lungo il tappeto per distenderla completamente in tutta la sua lunghezza
– ripieghiamo nuovamente la catena, ma questa volta formando 10 gruppi di 10 barrette in questo modo:

– compariamo i 10 quadrati che abbiamo formato con la catena con i 10 quadrati del 100 e col cubo del 1000

– distendiamo nuovamente la catena e organizziamo le frecce per contare in colonne per unità, decine, centinaia, migliaia
– contiamo le unità della prima barretta da 1 a 9 con le frecce verdi
– dal 10 al 90 usiamo le frecce blu
– al 100 usiamo la freccia rossa e poniamo accanto alla barretta corrispondente un quadrato del 100


– proseguiamo così dal 110 al 990 usando le frecce blu e rosse


– arrivati al 1000 usiamo la freccia verde e poniamo accanto alla barretta il cubo del 1000

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La catena del 1000 Montessori
Presentazione 3

La catena del 1000 Montessori – Materiali:
– catena del 1000
– un cubo del 1000 e 10 quadrati del 100
– frecce per contare la catena del 1000.

La catena del 1000 Montessori – Presentazione:
– portiamo la catena sul tappeto e distendiamola in tutta la sua lunghezza, enfatizzandola coi bambini
– mettiamo i 10 quadrati del 100 accanto alla catena
– mettiamo il cubo del 1000 a destra dei dieci quadrati
– con movimenti lenti ed accurati raggruppiamo le prime dieci barrette della catena a formare un quadrato
– sovrapponiamo un quadrato del 100 alle barrette raggruppate
– ripetiamo con tutte le barrette che formano la catena del 1000
– mettiamo i quadrati del 100 che abbiamo usato per la comparazione a parte e indicando i quadrati: “Quanti quadrati abbiamo?”
– prendiamo i quadrati uno ad uno e contiamoli sovrapponendoli uno all’altro; arrivati al nono affianchiamoli al cubo del 1000, mettiamo il 10 quadrato e diciamo: “Dieci quadrati sono uguali a un cubo”
– distendiamo la catena del 1000 in tutta la sua lunghezza
– mettiamo le frecce per contare in ordine su un tappetino o un vassoio accanto alla catena del 1000 distesa
– contiamo le perle della prima barretta una ad una, utilizzando le frecce verdi fino al 9
– al 10 usiamo la freccia blu del 10


– proseguiamo dal 10 al 90 con le frecce blu


– al 100 usiamo la freccia rossa del 100 e mettiamo accanto alla barretta un quadrato del 100
– proseguiamo così fino al 990, usando le frecce blu e rosse
– arrivati al 1000 usiamo la freccia verde del 1000 e mettiamo accanto alla barretta il cubo del 1000


– torniamo all’inizio della catena e ripercorriamola contando da 10 a 1000
– arrivati al mille torniamo al punto di partenza contando da 1000 a 10.

Dopo l’esercizio possiamo proseguire in questi modi:
– nominiamo al bambino una data quantità, ad esempio 549 e chiediamo di indicarci la perla del 549 lungo la catena
– puntiamo con l’indice o con una bacchetta una perla lungo la catena e chiediamo al bambino di dirci quale quantità rappresenta.

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La catena del 1000 Montessori
Presentazione 4

Dopo aver lavorato separatamente prima con la catena del 100 e poi con la catena del 1000, possiamo presentare i due materiali insieme.

La catena del 1000 Montessori – Materiali:
– catena del 100 e frecce per contare la catena del 100
– catena del 1000 e frecce per contare la catena del 1000.

Presentazione:
– procediamo a contare le perle della catena del 100 utilizzando le frecce verdi, blu e la freccia rossa del 100
– distendiamo a fianco della catena del 100 quella del 1000, parallelamente,  e utilizzando le frecce verdi, blu, rosse e la freccia verde del 1000 contiamo le perle
– dopo aver completato il conteggio delle perle delle due catene, compariamole tra loro permettendo al bambino di fare le proprie osservazioni.

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La catena del 1000 Montessori

Età: dai 5 anni.

Controllo dell’errore: le frecce per contare.

Punti di interesse:
– la lunghezza della catena
– i diversi colori delle frecce.

Età:
dai 4 anni  e mezzo ai 5 anni.

La catena del 1000 Montessori – Scopo:
– comprendere il valore relativo di 1, 10, 100 e 1000 in forma lineare (prima ha lavorato solo col materiale del sistema decimale)
– esercitarsi nel contare
– imparare a contare per gruppi di numeri e non uno ad uno
– sviluppare le abilità necessarie all’apprendimento della moltiplicazione
– imparare i numeri da 1 a 1000 e da 1000 a 1
– imparare a contare da 1 a 1000 e da 1000 a 1 dieci a dieci, o anche cento a cento
– visualizzare la differenza di quantità tra 100 e 1000, comparando le due catene. Quando le catene del 100 e del 1000 vengono disposte parallele l’una all’altra, si mostra al bambino, a livello sensoriale, l’aumento esponenziale tra 10² e 10³
– contare è un’attività riposante e tende a diventare meccanica. Attraverso la ripetizione, il bambino interiorizza il meccanismo
– preparare indirettamente allo studio delle potenze

La catena del 1000 Montessori – Controllo dell’errore
– poiché le etichette devono essere posizionate alla fine di ciascuna barretta, il bambino percepisce facilmente se ha commesso un errore nel conteggio
– se mentre conta, il bambino ci chiama in aiuto perchè manca una freccia, possiamo rispondergli che possiamo fargliene una nuova, ma prima bisognerà ricontrollare il conteggio. Se si scopre che la freccia mancante è stata messa per errore accanto a una barretta, possiamo dire che siamo contenti di averla ritrovata, perchè per rifare una freccia ci vuole molto lavoro. In questo modo evitiamo di correggere il bambino dicendogli dall’esterno che ha sbagliato.

La catena del 1000 Montessori
Note
:
– è importante permettere al bambino di disporre la catena del 1000 per tutta la sua lunghezza per dare l’impressione di linearità
– in mancanza di spazio o se il bambino desidera ripetere l’esercizio dopo averglielo già presentato in assetto lineare, possiamo scegliere di disporre la catena a spirale:

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La catena del 1000 Montessori

La catena del 100 Montessori: presentazioni ed esercizi

La catena del 100 Montessori: presentazioni ed esercizi per bambini della scuola d’infanzia e primaria. 

Come già spiegato qui  

la catena del 100 mostra ai bambini la scomposizione lineare del quadrato del 10. L’esercizio, che consiste nel contare per gruppi di perle, è una preparazione alla moltiplicazione e allo studio del quadrato dei numeri. 

Le perle usate nelle presentazioni sono di  Montessori 3D di Boboto.

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La catena del 100 Montessori
Presentazione 1

La catena del 100 Montessori
Materiali
:
– catena del 100
– quadrato del 100
– tappeto
– frecce per contare la catena del 100 in una busta
– vassoio.

La catena del 100 Montessori
Presentazione:

– invitiamo il bambino ad unirsi a noi nell’esercizio e chiediamogli di srotolare il tappeto lungo
– andiamo allo scaffale delle perle colorate, indichiamo la catena del 100 e diciamo: “Oggi lavoreremo insieme con la catena del 100”
– portiamo la catena sul tappeto tenendola con due mani per le due estremità
– chiediamo al bambino di portare il vassoio col quadrato del 100 e la busta delle frecce
– posiamo la catena sul tappeto quindi distendiamola in tutta la sua lunghezza
– mettiamo sul tappeto le frecce per contare, con l’aiuto del bambino, raggruppate in unità, decine e centinaia


– lentamente raccogliamo la catena del 100 per formare un quadrato e chiediamo al bambino: “Lo riconosci? Sembra il quadrato del 100
– mettiamo accanto alla catena del 100 piegata il quadrato del 100


– compariamo i due quadrati, di modo che il bambino possa verificare che si tratta dello stesso numero di perle


– distendiamo di nuovo la catena e cominciamo a contare le perle, aggiungendo  le frecce

– per la prima barretta contiamo le perle una ad una mettendo una freccia per ogni perla


– dopo continuiamo a contare a gruppi di 10, mettendo una sola freccia sull’ultima perla della barretta.

– diciamo: “Oggi abbiamo contato fino a 100!”
– togliamo le frecce verdi e leggiamo le frecce da 10 a 100 e da 100 a 10, più volte
– giriamo sul rovescio le frecce blu. Chiediamo al bambino di contare a 10 a 10 e di girare ogni volta che ha nominato un numero la freccia blu
– al termine dell’esercizio riponiamo le frecce nella busta, mettiamo quadrato e busta sul vassoio e riportiamo il materiale allo scaffale; prendiamo la catena del 100 tenendola con due mani per le estremità e riportiamola allo scaffale.

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La catena del 100 Montessori
Presentazione 2

La catena del 100 Montessori
Materiali
:
– catena del 100
– quadrato del 100
– tappeto
– frecce per contare la catena del 100 (verdi piccole per le unità da 1 a 9, blu medie per le decine da 10 a 90 e una rossa grande per il 100). Puoi stamparle (insieme a quelle che servono per la catena del 1000) qui:

frecce per contare le catene del 100 e del 1000 bianco e nero

frecce per contare le catene del 100 e del 1000 colore

pdf qui:

La catena del 100 Montessori
Presentazione
:
– invitiamo il bambino ad unirsi a noi nell’esercizio e chiediamogli di srotolare il tappeto lungo
– andiamo allo scaffale delle perle colorate, indichiamo la catena del 100 e diciamo: “Oggi lavoreremo insieme con la catena del 100”
– portiamo la catena sul tappeto tenendola con due mani per le due estremità
– chiediamo al bambino di portare il vassoio col quadrato del 100 e la busta delle frecce
– posiamo la catena sul tappeto quindi distendiamola in tutta la sua lunghezza
– mettiamo il quadrato del 100 accanto alla catena, a destra


– con movimenti lenti ed accurati componiamo la catena in modo da formare un secondo quadrato


– col bambino confrontiamo i due quadrati tra loro


– indichiamo il quadrato del 100 e chiediamo: “Quante perle ci sono in questo quadrato?”. Cento. “Quante decine ci sono in questo quadrato?”. Dieci.


– indichiamo il quadrato formato dalla catena del 100 ripiegato e chiediamo: “Quante perle ci sono in questa catena?”. Cento. “Quante decine ci sono in questa catena?”. Dieci.


– diciamo: “La catena e il quadrato sono esattamente uguali”
– distendiamo nuovamente la catena
– mettiamo le frecce per contare a sinistra della catena, ordinate in colonna per unità, decine e centinaia


– cominciamo a contare le perle, iniziando dall’alto e mettendo la freccia appropriata accanto alle perle della prima barretta. Fino al 9 le frecce saranno verdi

– al 10 posizioneremo la prima freccia blu


– il conteggio delle perle può procedere contandole una ad una oppure contandole 10 a 10


– dopo aver contato le perle, una ad una o dieci a dieci, mettiamo la freccia rossa del 100 accanto all’ultima perla della catena. Diciamo: ” “Abbiamo appena contato fino a 100.”


– dopo aver contato facciamo scorrere il dito e ripetiamo i numeri dal 10 al 100
– chiediamo al bambino: “Quante perle ci sono in questa catena?”. Il bambino risponderà che ce ne sono 100
– indichiamo il quadrato e diciamo: “Quante perle ci sono in questo quadrato?”. Il bambino risponderà che ce ne sono cento
– diciamo un numero al bambino, ad esempio: “64!” e chiediamogli di indicarcelo lungo la catena


– indichiamo una perla lungo la catena e chiediamo al bambino di dirci a che numero corrisponde.

– per stimolare la curiosità e la capacità di osservazione dei bambini potremmo chiedere, ad esempio: “Se invece di fare una catena di 100 perle avessimo fatto una catena con 100 arance, sarebbe uguale?”. No, sarebbe più lunga perchè le arance occupano più spazio delle perle
–  togliamo tutte le frecce e mettiamole in ordine sparso sul tappeto, poi diamone una al bambino e chiediamogli di contare 10 a 10 per mettere la freccia al suo posto
– togliamo la catena del 100 e chiediamo al bambino di mettere le frecce in ordine dall’1 al 100
– per preparare alla moltiplicazione, con i bambini più grandi, possiamo scrivere coi bambini i cartellini dell’operazione da mettere accanto ad ogni decina (10×1= 20×2= ecc.)

– al termine dell’esercizio riponiamo le frecce nella busta, mettiamo quadrato e busta sul vassoio e riportiamo il materiale allo scaffale; prendiamo la catena del 100 tenendola con due mani per le estremità e riportiamola allo scaffale.

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La catena del 100 Montessori

Scopo:
– avere la visione lineare del centinaio
– imparare i numeri da 1 a 100
– imparare a contare i numeri 10 per 10
– memorizzare la numerazione del 10 da 1 a 100 e da 100 a 1
– consolidare la capacità di contare
– avere una visione lineare della sequenza dei numeri, dopo aver lavorato col sistema decimale
– contare è un’attività riposante e tende a diventare meccanica. Attraverso la ripetizione, il bambino interiorizza il meccanismo del contare.

Controllo di errore
– le frecce per contare.

Età:
– dai 5 anni ai 5 anni e mezzo.

Nota:
– se il bambino non desidera utilizzare le frecce mentre conta la catena, significa che non ne ha bisogno.

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La catena del 100 Montessori

Tavola forata Montessori per la memorizzazione della divisione

Tavola forata Montessori per la memorizzazione della divisione. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria. 

Per le presentazioni che seguono ho fotografato il materiale prodotto da Montessori 3D di Boboto.


Per poter lavorare con la tavola forata della divisione i bambini devono avere una solida conoscenza dei meccanismi dell’addizione, della sottrazione e della moltiplicazione, perchè la divisione è un’operazione che ha in sé tutte le altre. E’ soprattutto importante che il bambino sappia lavorare con sicurezza con la tavola per la memorizzazione della moltiplicazione.

Trovi tutto il materiale stampabile pronto:
– moduli della divisione versione 1
– moduli della divisione versione 2
– cartellini delle divisioni da svolgere
– tabella di controllo I della divisione
qui:

 

Gli esercizi collettivi ed i giochi organizzati con le perle dorate danno al bambino una prima rappresentazione materiale della funzione della divisione. Queste attività introduttive vengono poi sostituite con esercizi paralleli svolti con un altro tipo di materiale. Questo materiale si presta all’attività individuale e prepara all’esecuzione dell’operazione scritta. Si tratta di:
memorizzazione della divisione:
1. attività con la Tavola Forata
2. le tavole della Divisione
divisione di grandi numeri:
1. struttura dell’operazione (tavole di distribuzione, borsa del quoziente)
2. la grande divisione col divisore di una cifra: (analisi della distribuzione e esecuzione col materiale)
la grande divisione col divisore di due o più cifre
la prova della divisione
calcolo e scrittura della divisione.

Nella pratica della scuola, la divisione coi numeri interi viene esaminata a diversi livelli:
sistema decimale: funzione della divisione per partizione: dividendo di più cifre e divisore di una o più cifre (gioco del decurione, ecc…)
gioco dei francobolli: passaggio all’astrazione ed esecuzione dell’operazione, tanto della divisione per partizione quanto della divisione per contenenza; dividendo di più cifre e divisore di una o più cifre; anche divisore con la presenza della cifra zero (203, 230)
memorizzazione: conoscenza delle combinazioni necessarie e sufficienti; massimo dividendo è 81 e massimo divisore è 9
divisione col materiale gerarchico: ulteriore passaggio all’astrazione; dividendo di più cifre e divisore di una cifra (piccola divisione o divisione corta) o di più cifre (grande divisione o divisione lunga).

Le divisioni di piccoli numeri (numeri compresi tra 1 e 81) per una cifra (divisore compreso nel limite delle 9 unità semplici), costituiscono il primo degli esercizi paralleli della divisione, accessibile anche ai bambini piccoli.

Per la prima presentazione si usa una tavola forata simile alla Tavola della Moltiplicazione, ma munita di 81 fori invece di 100 (la massima divisione da memorizzare è 81:9=9). Abbiamo inoltre 81 perle verdi (per il dividendo) e una serie di 9 birillini verdi (per il divisore).

La tavola è accompagnata dai Moduli della Divisione, dei foglietti che portano il titolo “Divisione”, e che sono suddivisi in quattro colonne corrispondenti a dividendo, divisore, quoziente e resto. Orizzontalmente il modulo è suddiviso in nove righe: tante quante il numero massimo di divisioni possibili dove il dividendo è nel limite di 81 e divisore e quoziente non superano il 9.

Tavola forata Montessori per la memorizzazione della divisione

Moduli della Divisione versione 1

Una seconda versione di questi moduli prevede nella seconda colonna l’elenco in ordine decrescente di tutti i divisori possibili (da 9 a 1).

Tavola forata Montessori per la memorizzazione della divisione

Moduli della Divisione versione 2

La differenza tra le due versioni di moduli risiede nel fatto che con la prima il bambino costruisce le divisioni e si arresta su quella il cui quoziente sarà maggiore di 9. Con la seconda il bambino compila le parti mancanti solamene di quelle divisioni il cui quoziente non supera il 9, mentre cancella quelle che non sono utilizzabili per il suo lavoro.

Ogni bambino dispone di 81 moduli, raccolti in una busta o rilegati in forma di libretto.

Si comincia prendendo in considerazione le 81 perle verdi nella loro scatola e i 9 birillini che si dispongono lungo la striscia verde che in alto limita la tavola. Spiegheremo ai bambini che ogni birillo deve ricevere la stessa quantità di perle.

L’operazione inizia assegnando una perla a ciascun birillo e, conclusa una prima distribuzione, si continuerà fino all’esaurimento del dividendo.

Poi si conta il numero delle righe di 9 perle ciascuna che si sono potute organizzare: ce lo indicherà anche il corrispondente numero, scritto sulla colonna a sinistra della tavola.

Il bambino, sul modulo, sotto la parola dividendo scriverà 81, sotto la parola divisore 9, sotto quoziente ancora 9 e sotto resto 0. I termini dell’operazione, ogni volta che ci si imbatte in una divisione esatta, vengono evidenziati sottolineandoli con un colore brillante.

Dopo aver dato al bambino l’indicazione che  nessun quoziente e nessun divisore possono essere maggiori di 9, e che nessun resto può essere maggiore o uguale al divisore. Così, dopo aver completato la tavola, il bambino si accerta che con 81 perle non può organizzare nessun’altra divisione.

Rimuoviamo una perla, riducendo il dividendo a 80, e ripetiamo la distribuzione.

Il bambino calcola che 80:9 è uguale a 8, ma gli rimangono 8 perle. Scrive sul modulo. A questo punto rimuove un birillino, riducendo così a 8 il divisore.

Ripetendo la distribuzione scopre che, nonostante abbia dato 9 perle ad ognuno degli 8 birillini, gliene rimangono ancora 8, che è una quantità di perle uguale al divisore. Per questo non si può, con 80 perle, procedere oltre.

L’esercizio riprende, rimuovendo una perla (ora sono 79), ma ricollocando al suo posto il nono birillino. E così via.

Il procedimento seguito si può così riassumere:
– partendo da un dividendo di 81 perle, suddividerlo successivamente per tutti i divisori possibili da 9 a 1, al fine di ottenere quozienti non superiori a 9
– poi, togliere una perla e suddividere il nuovo dividendo come sopra
– procedere così togliendo sempre una perla e suddividendo tutti i nuovi dividendi per tutti i divisori da 9 a 1.

A conclusione dell’esplorazione, il bambino avrà organizzato moltissime divisioni, delle quali è necessario memorizzare soltanto quelle esatte (che saranno in totale 81).

Ogni volta il bambino scrive sui moduli come già spiegato, ma tenendo presente che per ogni nuovo dividendo si usa un nuovo modulo.

Sempre riguardo ai moduli, usando quelli presentati come seconda versione si hanno tre casi:
– il modulo risulta riempito completamente: col dividendo 9 ed è l’unico caso (da 9:9 a 9:1)
– il modulo risulta riempito soltanto nella parte superiore: cioè là dove i divisori sono alti; per esempio col dividendo 56 (da 56:9 a 56:6)
– il modulo risulta riempito soltanto nella parte inferiore: cioè là dove i divisori sono bassi; per esempio col dividendo 5 (da 5:5 a 5:1)

Usando invece i moduli nella prima versione, il bambino, per ogni dividendo, prende in considerazione soltanto i possibili divisori. E, per questo, è la versione di moduli che si preferisce utilizzare.

Tutti gli altri esercizi che derivano da questa presentazione si sviluppano su punti di coscienza successivi da porre all’attenzione del bambino:
– dalle sole divisioni esatte o complete, alla divisione come operazione inversa della moltiplicazione
– dai divisori possibili di un numero fino al concetto di divisibilità.

L’età per questo genere di attività si situa intorno ai 6 anni.

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Tavola forata Montessori per la memorizzazione della divisione

Presentazione 1 – eseguire divisioni con la tavola forata

Materiali:
– tavola forata per la memorizzazione della divisione
– una ciotola
– cartellini delle divisioni da svolgere (o cartellini bianchi e penna nera) in una scatolina
– tavolo o tappeto.

Tavola forata Montessori per la memorizzazione della divisione
cartellini delle divisioni da svolgere

Presentazione:
– invitiamo il bambino ad unirsi a noi nell’esercizio dicendo: “Oggi ti mostrerò un nuovo modo per fare le divisioni” e chiediamogli di srotolare un tappeto
– andiamo allo scaffale della matematica, indichiamo il materiale e diciamo: “Questa è la tavola forata della divisione”
– portiamo il materiale al tappeto
– mettiamo la tavola al centro del piano di lavoro ed esaminiamola col bambino
– indichiamo i fori lungo il margine superiore che servono per i birilli e che ci indicano il divisore
– indichiamo i fori più piccoli sulla tavola, dove metteremo le perle che indicano il dividendo
– scegliamo una divisione tra i cartellini delle divisioni pronte, oppure scriviamola su un cartellino bianco


– diciamo al bambino che per questo esercizio abbiamo due regole: il risultato non può essere più grande di 9, e il resto non può essere uguale o più grande del divisore
– contiamo le perle verdi che rappresentano il dividendo e mettiamole in una ciotola
– mettiamo i birilli che rappresentano il divisore lungo il margine superiore della tavola


– distribuiamo le perle procedendo sempre da sinistra a destra sotto ai birilli

– poi distribuiamo la seconda fila di perle

– e continuiamo in questo modo finché tutte le perle non saranno distribuite equamente sotto ad ogni birillo


– chiediamo: “Quante perle ha ricevuto ogni birillo?”
– il bambino risponde e registra l’operazione e il risultato sul quaderno

– chiediamo al bambino di prendere una nuova divisione da svolgere e di leggerla a voce alta
– ripetiamo il processo
– al termine chiediamo al bambino se gli piacerebbe fare una divisione da solo, quindi prendiamo una divisione da svolgere e leggiamola a voce alta
– il bambino completa il processo.

Note:
– per i primi esercizi è meglio scegliere divisioni senza resto.

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Tavola forata Montessori per la memorizzazione della divisione

Presentazione 2 – moduli per la divisione

Materiale:
– tavola forata per la divisione
– moduli per la divisione sciolti o rilegati in forma di libretto
– tavolo o tappeto
– una ciotola.

Presentazione:
– esaminiamo col bambino i moduli. Indichiamo l’intestazione, su cui è scritta la parola ‘divisione’ e le intestazioni delle quattro colonne: dividendo, divisore, quoziente, resto
– prendiamo un modulo e scriviamo come intestazione 81
– chiediamo al bambino di contare 81 perle e di metterle nella ciotola
– diciamo al bambino che vogliamo distribuire le 81 perle tra 9 birilli
– ricordiamo le due regole della tavola forata: il risultato non può essere più grande di 9, e il resto non può essere uguale o più grande del divisore
– mettiamo i 9 birilli lungo il margine superiore della tavola
– scriviamo sul modulo la prima divisione, cioè 81 (dividendo) 9 (divisore)
– distribuiamo le 81 perle sulla tavola procedendo sempre da sinistra a destra per completare le file e scendendo poi alla fila successiva
– indichiamo la tavola: distribuendo 81 perle tra 9 birilli, ogni birillo ha ricevuto 9 perle
– scriviamo 9 nella colonna quoziente e rileggiamo per intero l’operazione che abbiamo scritto sul modulo
– la ciotola delle perle è vuota: questo significa che il resto è 0, quindi scriviamo 0 sul modulo
– diciamo al bambino che le divisioni senza resto sono le più importanti di tutte, e che per ricordarle possiamo sottolineare sul modulo

– togliamo le 81 perle dalla tavola e rimettiamole nella ciotola
– diciamo al bambino che ora proveremo a distribuire le 81 perle tra 8 birilli invece che 9, quindi togliamo un birillo dalla tavola
– ricordiamo le due regole della tavola forata: il risultato non può essere più grande di 9, e il resto non può essere uguale o più grande del divisore
– distribuiamo le perle tra gli otto birilli, come abbiamo già fatto nella divisione precedente

– contiamo le perle avanzate nella ciotola: sono 9! Siccome 9 supera il divisore, che è 8, e siccome non abbiamo spazio sulla tavola per queste perle avanzate, non possiamo eseguire questa divisione con la tavola
– rimettiamo le 81 perle nella ciotola e proviamo a dividerle per 7, poi ripetiamo anche dividendole per 6 e se il bambino lo desidera per gli altri numeri inferiori
– osserviamo coi bambini che il resto diventa sempre più grande se il dividendo diventa sempre più piccolo
– per questo motivo sul modulo dell’81 possiamo scrivere soltanto 81:9=9, resto 0
– liberiamo la tavola, prendiamo un nuovo modulo e scriviamo nell’intestazione 80
– contiamo 80 perle e mettiamole nella ciotola
– diciamo al bambino che vogliamo distribuire le 80 perle tra 9 birilli
– ricordiamo le due regole della tavola forata: il risultato non può essere più grande di 9, e il resto non può essere uguale o più grande del divisore
– mettiamo i 9 birilli lungo il margine superiore della tavola
– scriviamo sul modulo la prima divisione, cioè 80 (dividendo) 9 (divisore)
– distribuiamo le 80 perle sulla tavola procedendo sempre da sinistra a destra per completare le file e scendendo poi alla fila successiva
– indichiamo la tavola: distribuendo 80 perle tra 9 birilli, ogni birillo ha ricevuto 8 perle
– scriviamo 8 nella colonna quoziente e rileggiamo per intero l’operazione che abbiamo scritto sul modulo
– la ciotola delle perle ne contiene 8: questo significa che il resto è 8, quindi scriviamo 8 sul modulo
– anche con l’80 non possiamo continuare oltre il 9 perchè il resto supererebbe il 9
– liberiamo la tavola, prendiamo un nuovo modulo e scriviamo nell’intestazione 79
– contiamo 79 perle e mettiamole nella ciotola
– diciamo al bambino che vogliamo distribuire le 79 perle tra 9 birilli
– ricordiamo le due regole della tavola forata: il risultato non può essere più grande di 9, e il resto non può essere uguale o più grande del divisore
– mettiamo i 9 birilli lungo il margine superiore della tavola
– scriviamo sul modulo la prima divisione, cioè 79 (dividendo) 9 (divisore)
– distribuiamo le 79 perle sulla tavola procedendo sempre da sinistra a destra per completare le file e scendendo poi alla fila successiva
– indichiamo la tavola: distribuendo 79 perle tra 9 birilli, ogni birillo ha ricevuto 8 perle
– scriviamo 8 nella colonna quoziente e rileggiamo per intero l’operazione che abbiamo scritto sul modulo
– la ciotola delle perle ne contiene 7: questo significa che il resto è 7, quindi scriviamo 7 sul modulo
– anche col 79  non possiamo continuare oltre il 9 perchè il resto supererebbe il 9


Note:
– dopo aver dato queste indicazioni, il bambino continua a lavorare col materiale e gli altri dividendi, registrando sempre il suo lavoro e sottolineando sempre le divisioni senza resto
– non è necessario che lavori con tutti i dividendi, ciò che importa è che  comprenda il procedimento
– se il bambino non lo ha notato da solo, dopo aver svolto un certo numero di esercizi con i moduli possiamo attirare la sua attenzione sui rapporti tra dividendo, divisore e quoziente, ad esempio:
12 : 4 = 3 e 12 : 3 = 4.

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Tavola forata Montessori per la memorizzazione della divisione
Presentazione 3 – tavola di controllo della divisione

Materiale:
– tavola forata per la divisione
– cartellini delle divisioni da svolgere
– tabella di controllo I della divisione.

Tavola forata Montessori per la memorizzazione della divisione
 tabella di controllo I della divisione

Presentazione:
– scegliamo una divisione,
– copiamo la divisione sul quaderno


– stabiliamo il dividendo contando le perle verdi e mettendole nella ciotola
– stabiliamo il divisore mettendo sulla tavola i birilli verdi corrispondenti


– distribuiamo il dividendo
– registriamo  il numero di perle assegnate a ogni birillo (quoziente)


– controlliamo il risultato sulla tavola di controllo


– togliamo i birilli e le perle
– scegliamo un’altra divisione
– eseguiamola come fatto con la prima
– controlliamo sulla tavola di controllo il risultato.

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Tavola forata Montessori per la memorizzazione della divisione

Esercizi con la tavola forata della divisione

Scopo:
– memorizzare le divisioni
– acquisire familiarità con i modi in cui i numeri possono essere divisi
– dimostrare che ogni numero è divisibile e solo per alcuni numeri
– mostrare la relazione tra moltiplicazione e divisione
– fare esperienze concrete con la divisione utilizzando come divisore massimo il 9
– sperimentare a livello sensoriale la relazione inversa tra divisione e moltiplicazione.

Controllo dell’errore:
– i birilli e i fori per le perle possono fungere da controllo dell’errore
– la tavola di controllo
– la tavola I della divisione.

Età:
– dai 5 e mezzo agli 8 anni.

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Tavola forata Montessori per la memorizzazione della divisione

DIY

Questo è un esempio di tavola stampabile usata con i Lego:

Tavola forata Montessori per la memorizzazione della divisione

Spolette dei colori Montessori QUARTA SERIE

Spolette dei colori Montessori QUARTA SERIE. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola d’infanzia.

Per costruire le spolette dei colori:


Per la presentazione generale: 

La quarta serie di spolette dei colori Montessori è una selezione supplementare di 64 spolette (32 coppie) in 8 colori, conservate in una scatola con coperchio. I colori sono:
– rosso
– giallo
– blu
– verde
– viola
– rosa
– marrone
– grigio.
Per ogni colore ci sono 4 coppie di spolette (due per gradazione). Ogni colore ha 4 gradazioni dalla più scura alla più chiara.
Si tratta di un materiale che unisce l’esercizio della scatola II (formazione di coppie di colori  identici) con quello della scatola III (formazione di gradazioni di colori)

http://www.montessorietc.com/

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Spolette dei colori Montessori QUARTA SERIE
Presentazione

Materiale: 
– scatola delle spolette dei colori IV (o scatola supplementare)
– tappeto o tavolo.

Presentazione:
– invitiamo il bambino (o un gruppo di bambini) a lavorare con noi con la “Scatola degli abbinamenti di tonalità” e chiediamo di srotolare un tappeto
– andiamo allo scaffale del materiale sensoriale, mostriamo al bambino dove si trova la scatola sullo scaffale, indichiamola e diciamo: “Questa è la scatola degli abbinamenti di tonalità”
– se necessario, per memorizzare il nome del materiale usiamo una breve lezione in tre tempi
– mostriamo al bambino come trasportare il materiale: teniamo una mano ad ogni lato della scatola, con i pollici sul coperchio e le altre dita sul fondo
– chiediamo al bambino di portare la scatola sul tappeto
– spostiamo la scatola lungo il margine superiore sinistro del tappeto
– togliamo il coperchio e mettiamolo sotto alla scatola
– togliamo tutte le spolette di un colore scelto prendendole dal bordo, una alla volta, e mettiamole in ordine sparso sul piano di lavoro, formando una riga orizzontale lungo il margine superiore
– scegliamo la prima spoletta e mettiamola sul margine sinistro del piano del lavoro, sotto alla scatola
– scegliamo tra le spolette sparse, la spoletta corrispondente a quella scelta, e mettiamola a destra della prima
– proseguiamo allo stesso modo con le spolette rimanenti, formando una colonna di coppie di spolette a sinistra del piano di lavoro
– quando le 8 spolette sono state accoppiate, scegliamo la coppia più scura e spostiamola a destra sul piano di lavoro
– proseguiamo scegliendo sempre dalla colonna di sinistra la coppia più scura e spostandola nella colonna di destra
– quando la fila è completata, facciamo scorrere un dito dall’alto al basso per far notare la scala di colore
– rimettiamo le spolette una ad una nella scatola, prendendole sempre dal bordo esterno e procedendo sempre da sinistra a destra e dall’alto al basso, cioè dalla coppia di spolette più scure fino a quella di spolette più chiare
– chiudiamo la scatola col coperchio e riponiamola sullo scaffale, trasportandola come illustrato all’inizio
– riavvolgiamo il tappeto e riponiamolo nel suo cesto.

Note:
– nei giorni successivi il bambino metterà in gradazione anche gli altri colori, ma sempre scegliendone uno alla volta.

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Spolette dei colori Montessori QUARTA SERIE
Memory

Materiali:
– spolette dei colori Montessori scatola IV (scatola delle gradazioni di colore)
– due tappeti (o tavoli).

Presentazione:
– stendiamo due tappeti a una certa distanza l’uno dall’altro
– togliamo le spolette di una gradazione di colore a scelta prendendole dal bordo, una alla volta, e mettiamole in ordine sparso sul piano di lavoro, formando una riga orizzontale lungo il margine superiore
– richiudiamo la scatola col coperchio
– scegliamo la prima spoletta e andiamo a metterla sul secondo tappeto
– torniamo al primo tappeto, scegliamo tra le spolette sparse la spoletta corrispondente a quella scelta, e portiamola al secondo tappeto. Mettiamola a destra della prima spoletta
– proseguiamo allo stesso modo con le spolette rimanenti, formando una colonna di coppie di spolette a sinistra del secondo tappeto
– quando le 8 spolette sono state accoppiate, scegliamo la coppia più scura e spostiamola sul primo tappeto
– proseguiamo scegliendo sempre dalla colonna di sinistra la coppia più scura e spostandola sul primo tappeto
– quando la fila è completata, facciamo scorrere un dito dall’alto al basso per far notare la scala di colore
– rimettiamo le spolette una ad una nella scatola, prendendole sempre dal bordo esterno e procedendo sempre da sinistra a destra e dall’alto al basso, cioè dalla coppia di spolette più scure fino a quella di spolette più chiare
– chiudiamo la scatola col coperchio e riponiamola sullo scaffale, trasportandola come illustrato all’inizio.
– quando la fila è completata, facciamo scorrere un dito da sinistra a destra per far notare la scala di colore

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Spolette dei colori Montessori QUARTA SERIE
Ricerca dei colori nella classe

Materiali:
– spolette dei colori Montessori scatola IV (scatola delle gradazioni di colore)
– tavolo o tappeto.

Presentazione:
Dopo aver ordinato per coppie e per tonalità le spolette, diamo al bambino una spoletta e chiediamogli di cercare tra gli oggetti presenti nella stanza un oggetto dello stesso colore, e di portarcelo.
Poniamo l’oggetto accanto alla coppia di spolette.

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Spolette dei colori Montessori QUARTA SERIE
Spolette dei colori scatola IV

 

Età:
– dai 4 anni

Scopo:
– aiutare il bambino ad identificare i colori e discriminare visivamente diverse tonalità dello stesso colore
– sviluppare e affinare il senso della vista, in particolare in relazione ai colori
– coltivare nel bambino il senso artistico.

Nomenclatura usata:
– il nome di tutti i colori
– parole descrittive come chiaro, scuro, più chiaro, più scuro, chiarissimo, scurissimo, meno chiaro, meno scuro, tonalità, gradazione, sfumatura, scala cromatica.

Controllo dell’errore:
– visivo.

Estensioni e lavori paralleli:
– presentiamo ai bambini le carte delle nomenclature in tre parti per i colori (in italiano o anche in inglese)

pdf qui:

pdf qui:

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Spolette dei colori Montessori QUARTA SERIE

Spolette dei colori Montessori TERZA SERIE

Spolette dei colori Montessori TERZA SERIE. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola d’infanzia.

Per costruire le spolette dei colori:  


Per la presentazione generale: 

La terza serie di spolette dei colori Montessori comprende 63 spolette in 7 tonalità per ogni colore. I colori sono:
– rosso
– giallo
– blu
– verde
– viola
– arancio
– rosa
– marrone
– grigio
conservate in una scatola con coperchio.

Spolette dei colori Montessori TERZA SERIE
Presentazione del materiale

Materiali:
– spolette dei colori scatola III
– un tappeto (o tavolo)

Presentazione:
– estraiamo dalla scatola una scala di tonalità (sette spolette dello stesso colore ma di tonalità diverse), e disponiamole sul tavolo in ordine casuale
–  diciamo al bambino: “Vorrei trovare tra queste spolette le due che sono le più diverse tra loro”
– col bambino sempre al nostro fianco, confrontiamo tra loro le spolette fino a trovare la più scura e la più chiara, e poniamole lontane dal gruppo delle altre, in linea ma distanziate tra loro. La spoletta più scura va messa a sinistra
– ora indichiamo la spoletta più scura e diciamo al bambino: “Ora vorrei trovare la spoletta appena un po’ diversa da questa”, la cerchiamo, e poi la posizioniamo direttamente a destra della spoletta più scura
– indichiamo questa ultima spoletta scelta e chiediamo al bambino: “Mi troveresti la spoletta che è solo di poco diversa da questa?”, e continuiamo così finché il bambino non avrà posizionato correttamente tutte le spolette in ordine decrescente di tonalità


– chiediamo al bambino di chiudere gli occhi, mescoliamo le spolette, e chiediamo al bambino di ripetere da solo l’esercizio
– nei giorni successivi l’esercizio verrà ripetuto aggiungendo via via nuovi colori, fino ad utilizzarli tutti e nove.

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Spolette dei colori Montessori TERZA SERIE
Presentazione alternativa

Materiali:
– spolette dei colori Montessori scatola III (scatola delle gradazioni di colore)
– tavolo o tappeto.

Presentazione:
– invitiamo il bambino (o un gruppo di bambini) a lavorare con noi con la “Scatola delle gradazioni di colore”
– chiediamo al bambino di srotolare un tappeto
– andiamo allo scaffale del materiale sensoriale e mostriamo al bambino dove si trova la scatola, indichiamola e diciamo: “Questa è la scatola delle gradazioni di colori”
– mostriamo al bambino come trasportare il materiale: teniamo una mano ad ogni lato della scatola, con i pollici sul coperchio e le altre dita sul fondo
– invitiamo il bambino a portare la scatola sul tappeto
– spostiamo la scatola lungo il margine superiore sinistro del tappeto
– togliamo il coperchio e mettiamolo sotto alla scatola
– togliamo le sette spolette dalla gradazione dei blu prendendole dal bordo, una alla volta, e mettiamole in ordine sparso sul piano di lavoro, formando una riga orizzontale lungo il margine superiore
– scegliamo la spoletta della tonalità più scura dal gruppo sparso e mettiamola sul margine sinistro del piano del lavoro, sotto alla scatola
– scegliamo di nuovo, tra le spolette sparse, la spoletta più scura, e mettiamola a destra della prima. Proseguiamo finché tutte le spolette blu non saranno disposte in fila per gradazione, dalla più scura alla più chiara
– quando la fila è completata, facciamo scorrere un dito da sinistra a destra per far notare la scala di colore
– rimettiamo le spolette una ad una nella scatola, prendendole sempre dal bordo esterno e procedendo sempre da sinistra a destra, cioè dalla spoletta più scura fino a quella più chiara
– chiudiamo la scatola col coperchio e riponiamola sullo scaffale, trasportandola come illustrato all’inizio
– riponiamo il tappeto.

Note:
– se un bambino mostra difficoltà a lavorare con tutte e sette le spolette, possiamo fare la stessa presentazione ma riducendo il numero a tre e scegliendo solo la spoletta più chiara, la più scura e una intermedia. In questo modo la differenza tra le spolette risulterà accentuata.

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Spolette dei colori Montessori TERZA SERIE
Presentazione 3

Materiale:
– spolette dei colori scatola III
– un cestino vuoto
– tappeto o tavolo.

Note:
– per poter lavorare con questo materiale è necessario che il bambino comprenda i concetti di chiaro, scuro, più chiaro, più scuro.

Presentazione:
– scegliamo un set di colori, facendo attenzione a scegliere un colore che abbia un ampio spettro di variazioni, ad esempio il blu, e mettiamole nel cesto
–  chiudiamo la scatola
– una ad una mettiamo le spolette scelte sul piano di lavoro, in ordine sparso
– mettiamo la spoletta più scura a sinistra e la più chiara a destra, ad una distanza che permetta di completare la sequenza
– dal più scuro al più chiaro (cioè da sinistra verso destra) completiamo la sequenza di gradazione di colore con le spolette rimanenti, chiedendo ai bambini ogni volta di scegliere la spoletta che è un po’ più chiara dell’ultima posizionata
– assistere il bambino nella classificazione delle spolette, suggerendogli di scegliere sempre la spoletta che sia “solo un po’ più chiara”
– invitiamo il bambino a rimettere le spolette nella scatola e procedere con un altro colore.

Quando il bambino è pronto porteremo una presentazione come quelle precedenti, ma utilizzando tutti i set contemporaneamente.
I set verranno composti in file orizzontali o verticali, o anche a stella (ruota dei colori), cominciando dalla spoletta più scura al centro. Si consiglia di mettere un piattino bianco al centro per fare da guida.

photo credit: Montessori teacher training
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Spolette dei colori Montessori TERZA SERIE
Memory

Materiali:
– spolette dei colori Montessori scatola III (scatola delle gradazioni di colore)
– due tappeti (o tavoli).

Presentazione:
– stendiamo due tappeti a una certa distanza l’uno dall’altro
– invitiamo il bambino a lavorare con noi con la “Scatola delle gradazioni di colore”
– mostriamo al bambino dove si trova la scatola sullo scaffale
– posiamo la scatola su uno dei due tappeti, lungo il margine superiore sinistro
– togliamo il coperchio e mettiamolo a destra della scatola
– diciamo: “Oggi ordineremo le spolette di colori per tonalità”
– togliamo le spolette di una gradazione di colore a scelta prendendole dal bordo, una alla volta, e mettiamole in ordine sparso sul piano di lavoro, formando una riga orizzontale lungo il margine superiore
– richiudiamo la scatola col coperchio
– scegliamo la spoletta della tonalità più scura dal gruppo sparso e andiamo a metterla sul secondo tappeto
– torniamo al primo tappeto, scegliamo tra le spolette sparse, la spoletta più scura, portiamola al secondo tappeto e mettiamola a destra della prima spoletta. Proseguiamo finché tutte le spolette non saranno disposte in fila per gradazione, dalla più scura alla più chiara
– quando la fila è completata, facciamo scorrere un dito da sinistra a destra per far notare la scala di colore

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Spolette dei colori Montessori TERZA SERIE
Ricerca dei colori nella classe

Materiali:
– spolette dei colori Montessori scatola III (scatola delle gradazioni di colore)
– tavolo o tappeto.

Presentazione:
– invitiamo il bambino a lavorare con noi con la “Scatola delle gradazioni di colore”
– per trasportare il materiale teniamo una mano ad ogni lato della scatola, con i pollici sul coperchio e le altre dita sul fondo
– posiamo la scatola sul piano di lavoro lungo il margine superiore sinistro
– togliamo il coperchio e mettiamolo a destra della scatola
– diciamo: “Oggi ordineremo le spolette di colori per tonalità”
– togliamo le spolette dalla gradazione dei blu prendendole dal bordo, una alla volta, e mettiamole in ordine sparso sul piano di lavoro, formando una riga orizzontale lungo il margine superiore
– richiudiamo la scatola col coperchio
– scegliamo la spoletta della tonalità più scura dal gruppo sparso e diamola a un bambino perchè vada in giro per la stanza a cercare un oggetto che abbia lo stesso colore
– quando il bambino ritorna mettiamo la spoletta sul margine sinistro del piano del lavoro, sotto alla scatola, e alla sua destra mettiamo l’oggetto scelto
– scegliamo di nuovo, tra le spolette sparse, la spoletta più scura, e diamola a un bambino perchè vada a cercare un oggetto dello stesso colore
– quando il bambino ritorna mettiamo la spoletta sotto alla prima e alla sua destra mettiamo l’oggetto scelto
– proseguiamo finché tutte le spolette non saranno disposte in fila per gradazione, dalla più scura alla più chiara

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Spolette dei colori Montessori TERZA SERIE

Età:
– dai 3 anni ai 5 anni

Punti di interesse:
– i colori sono preziosi
– i colori si trovano ovunque attorno a noi.

Scopo:
– aiutare il bambino ad identificare i colori e discriminare visivamente diverse tonalità dello stesso colore
– imparare i nomi dei colori
– sviluppare la capacità di concentrazione, il senso dell’ordine, il senso di indipendenza
– sviluppare e affinare il senso della vista, in particolare in relazione ai colori
– coltivare nel bambino il senso artistico.

Nomenclatura usata:
– il nome di tutti i colori
– parole descrittive come chiaro, scuro, più chiaro, più scuro, chiarissimo, scurissimo, meno chiaro, meno scuro, tonalità, gradazione, sfumatura, scala cromatica.

Controllo dell’errore:
– visivo.

Spolette dei colori Montessori TERZA SERIE

Estensioni e lavori paralleli:
– presentiamo ai bambini le carte delle nomenclature in tre parti per i colori (in italiano o anche in inglese)

pdf qui: nomenclature in tre parti per i colori ITALIANO

pdf qui: nomenclature in tre parti per i colori INGLESE

– presentiamo ai bambini i colori secondari e terziari in arte con gli acquarelli. Tornano utili in questa fase, come per la scatola II,  gli esercizi di colore largamente utilizzati nella Scuola steineriana o Waldorf:

Esercizi di colori steineriani 

Infatti, mescolando un colore secondario con il primario otteniamo un colore terziario, ad esempio:
giallo + verde = verde giallognolo
giallo + arancio = giallo aranciato
rosso + arancio = rosso aranciato
rosso + viola = rosso violaceo
blu + verde = blu verdastro
blu + viola = blu violaceo

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Spolette dei colori Montessori TERZA SERIE

Qui è disponibile una versione delle spolette dei colori scatola III stampabile:

http://www.montessorialbum.com/montessori/index.php?title=Color_Box_3

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Spolette dei colori Montessori TERZA SERIE

Altri giochi

photo credit: Gonzaga Arredi

La stella: su un grande tappeto posizionare al centro un piatto (che può anche essere decorato con spicchi di colore a fare da guida, e i bambini compongono la stella a partire dal più scuro al più chiaro o anche viceversa.

photo credit: Wikipedia

http://www.montessorialbum.com/montessori/index.php?title=Color_Box_3

http://carrotsareorange.com/sensorial-variations-extensions/

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Spolette dei colori Montessori TERZA SERIE

La varietà  di giochi possibili con le spolette dei colori è limitata solo dalla fantasia dell’insegnante: si possono fare piccole cacce al tesoro, mostrando al bambino una o più spolette e chiedendo di trovare le corrispondenti nella stanza o in giardino; si possono abbinare le spolette al colore dei cibi; si possono cercare i colori corrispondenti alle spolette nei libri, nei vestiti e nei giocattoli; si può cercare di riprodurre le sfumature delle spolette con tempere, acquarelli o altro

http://themoveablealphabet.blogspot.it/2009/01/how-to-teach-child-to-paint-shading.html

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E questa può essere considerata un’estensione delle spolette dei colori: se le state preparando, fatene una terza a parte e praticate un forellino, ed è fatta! Si potrebbero anche “inventare i colori” coi bambini dipingendo, e costruire con lui le carte http://www.frugalfamilyfunblog.com/2011/05/outdoor-color-match.html

Naturalmente un gioco molto importante è il memory proposto da Maria Montessori, che consiste nel formare coppie di spolette identiche, ma in due punti diversi della stanza, in modo tale che il bambino debba trattenere il colore nella sua mente.

Spolette dei colori Montessori TERZA SERIE

Un gioco di gruppo

Otto bambini siedono attorno a un tavolo, ed ognuno sceglie il nome di un colore. Sul tavolo si mettono tutte le 64 spolette, in ordine sparso.

Un bambino (il più grande, o quello scelto a sorte) distribuisce una ad una le spolette agli altri bambini, in senso antiorario, su loro richesta. Ad esempio il bambino che ha scelto di chiamarsi rosso chiederà il rosso, il bambino che ha scelto di chiamarsi blu chiederà una spoletta blu ecc…

Se il bambino che distribuisce le spolette commette un errore, il suo compito passa al bambino alla sua destra.

Ultimata la distribuzione delle spolette, tutti i bambini devono metterle in ordine di gradazione di tonalità.

Vince il bambino che ci riuscirà per primo, e sarà lui a distribuire le spolette nella mano successiva.

Spolette dei colori Montessori TERZA SERIE

Spolette dei colori Montessori SECONDA SERIE

Spolette dei colori Montessori SECONDA SERIE. Presentazioni ed esercizi per bambini del nido e della scuola d’infanzia.

Per costruire le spolette dei colori:  


Per la presentazione generale: 

Le spolette dei colori usate per le presentazioni sono prodotte da Montessori 3D di Boboto.

La seconda serie di spolette dei colori Montessori comprende 22 spolette:
– una coppia di rossi
– una coppia di gialli
– una coppia di blu
– una coppia di verde
– una coppia di viola
– una coppia di arancio
– una coppia di rosa
– una coppia di marrone
– una coppia di nero
– una coppia di grigio
– una coppia di bianco
conservate in una scatola con coperchio.

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Spolette dei colori Montessori SECONDA SERIE
Presentazione 1

Materiali:
– spolette dei colori Montessori scatola II
– tavolo o tappeto.

Presentazione:
– invitiamo il bambino (o un gruppo di bambini) a lavorare con noi con la “seconda scatola delle spolette dei colori”
– mostriamo al bambino dove si trova la scatola sullo scaffale, indichiamola e diciamo:”Questa è la seconda scatola delle spolette dei colori”
– mostriamo al bambino come trasportare il materiale: con due mani, con i pollici sul coperchio e le altre dita sul fondo. Invitiamolo a portare la scatola sul tavolo
– chiediamogli di srotolare un tappeto
– posiamo la scatola sul tappeto lungo il margine superiore sinistro
– togliamo il coperchio e mettiamolo sotto alla scatola

– togliamo le spolette dalla scatola prendendole dal bordo e mettiamole in ordine sparso sul piano di lavoro, formando una riga orizzontale lungo il margine superiore. Procediamo sempre seguendo il senso della scrittura (da sinistra a destra, a scendere)

– scegliamo la prima spoletta e mettiamola sotto alla scatola
– scegliamo la spoletta del colore corrispondente  e mettiamola alla sua destra

– continuiamo allo stesso modo con tutte le altre spolette

– rimettiamo le spolette una ad una nella scatola, prendendole sempre dal bordo esterno e procedendo sempre da sinistra a destra a scendere
– chiudiamo la scatola col coperchio e riponiamola sullo scaffale, trasportandola come illustrato all’inizio
– riponiamo il tappeto.

Spolette dei colori Montessori SECONDA SERIE
Nota
: con i bambini più piccoli è meglio scegliere la sequenza in questo modo:
– togliamo le spolette dalla scatola prendendole dal bordo e mettiamole in ordine sparso sul piano di lavoro, formando una riga orizzontale lungo il margine superiore
– scegliamo la spoletta rossa e mettiamola sul tappeto, sotto alla scatola
– scegliamo la seconda spoletta rossa e mettiamola a destra della prima
– continuiamo allo stesso modo con le spolette gialle e blu
– proseguiamo l’esercizio con gli altri colori, facendo attenzione a scegliere in sequenza sempre colori contrastanti tra loro.

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Spolette dei colori Montessori SECONDA SERIE
Presentazione 2

Materiali:
– spolette dei colori scatola II
– un tappeto (o tavolo)

Presentazione:
– estraiamo dalla scatola le coppie di spolette di colore rosso, giallo, blu, verde, arancione e viola e disponiamole sul tavolo in ordine casuale

– prendiamo una delle due spolette rosse e poniamola sul piano di lavoro, isolata rispetto alle altre spolette ancora da scegliere, e chiediamo al bambino: “Mi prendi la spoletta da metterle a fianco?”
– fatto l’abbinamento, chiediamo al bambino di scegliere lui stesso un colore, di metterlo sotto al rosso e di fare il secondo abbinamento. Così fino a formare tutte le coppie. Se serve mostriamo al bambino dove mettere le spolette prima di formare una nuova coppia

– fatti tutti gli abbinamenti chiediamo al bambino di chiudere gli occhi e diciamo: “Ora sto mescolando le spolette”, quindi disponiamole tutte sulla parte destra del tavolo

chiediamo al bambino di aprire gli occhi e ripetere da solo l’esercizio
– al termine del lavoro, mescoliamo nuovamente le spolette, e aggiungiamo ad esse tutti gli altri colori

– il bambino esegue l’esercizio con tutte le 22 spolette.

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Spolette dei colori Montessori SECONDA SERIE
Presentazione 3
imparare i nomi dei colori con lezioni in tre tempi

Materiale:
– scatola II delle spolette dei colori
– tavolo o tappeto.

Presentazione:
1 tempo: scegliamo una spoletta di un colore primario, pronunciano il nome del colore in modo chiaro e ripetendolo almeno quattro volte. Poi aggiungiamo via via gli altri colori primari: giallo, rosso, blu. Fatto questo chiediamo al bambino di chiudere gli occhi e mescoliamo le spolette

2 tempo: chiediamo al bambino di indicarci via via la spoletta corrispondente al nome del colore che pronunciamo, poi chiediamo al bambino di darci la spoletta di un certo colore o anche gli chiediamo di mettere una data spoletta di un dato colore in un certo posto.

3 tempo: chiediamo al bambino: “Che colore è questo?”, e procediamo così per tutti i colori primari.

Allo stesso modo si presenteranno poi i colori secondari.

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Spolette dei colori Montessori SECONDA SERIE
Presentazione 4 – Memory

Materiali:
– spolette dei colori scatola II
– due tappeti (o tavoli).

Presentazione:
– invitiamo il bambino a lavorare con la scatola II
– mostriamo al bambino come trasportare il materiale: una mano su ogni lato della scatola, coi pollici sul coperchio e le altre dita sotto la scatola
– diciamo: “Ora faremo degli abbinamenti con le spolette”
– estraiamo le spolette dalla scatola prendendole dai bordi, e mettiamole sui due tappeti, che si troveranno in due zone distanti della classe, facendo in modo che su ogni tappeto ci sia una copia di ogni colore
– scegliamo la prima spoletta sul primo tappeto
– chiediamo al bambino di andare a prendere la spoletta da abbinare, che si trova sul secondo tappeto, e mettiamola a destra della prima

– scegliamo la seconda spoletta e cominciamo una nuova fila sotto alla prima
– chiediamo al bambino di andare a prendere la spoletta da abbinare e mettiamola a fianco
– continuiamo così con le spolette rimanenti

– al termine dell’esercizio rimettiamo le spolette nella scatola, prendendole sempre dai bordi esterni e cominciando dall’alto e da sinistra verso destra
– riportiamo la scatola sullo scaffale, trasportandola nel modo che abbiamo mostrato all’inizio.

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Spolette dei colori Montessori SECONDA SERIE
Ricerca dei colori in classe

Materiali:
– spolette dei colori scatola II
– tappeto (o tavolo)

Esercizio:
– dopo aver composto tutti gli abbinamenti sul tappeto,  prendiamo una spoletta e andiamo in giro per la classe cercando di abbinarla a un oggetto che abbia lo stesso colore
– quando abbiamo trovato l’oggetto, portiamo l’oggetto sul tappeto e mettiamolo a destra delle due spolette accoppiate.

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Spolette dei colori Montessori SECONDA SERIE
Ricerca a memoria di oggetti nella classe

Materiali:
– spolette dei colori scatola II
– tappeto (o tavolo)

Esercizio:
– dopo aver composto tutti gli abbinamenti sul tappeto,  indichiamo una spoletta e chiediamo a un bambino di ricordare il colore e andare in giro per la classe cercando di abbinarla a un oggetto che abbia lo stesso colore
– quando ha trovato l’oggetto, chiediamogli di portarlo sul tappeto e metterlo a destra delle due spolette accoppiate.

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Spolette dei colori Montessori SECONDA SERIE
Ricerca a memoria di oggetti in classe

Materiali:
– spolette dei colori scatola II
– tappeto (o tavolo)

Esercizio:
– dopo aver composto tutti gli abbinamenti sul tappeto, copriamo le spolette
– nominiamo un colore tra quelli delle spolette
– chiediamo a un bambino di andare in giro per la classe cercando un oggetto di quel colore.

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Spolette dei colori Montessori SECONDA SERIE
Gioco alla cieca

Materiali:
– spolette dei colori scatola II
– tappeto (o tavolo)

Esercizio:
– dopo aver composto tutti gli abbinamenti sul tappeto, copriamo una coppia di spolette
– chiediamo al bambino quale colore abbiamo coperto.

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Spolette dei colori Montessori SECONDA SERIE

Età:
– dai 2 anni e mezzo ai 4 anni

Scopo:
– imparare i nomi dei colori
– sviluppare e affinare il senso della vista, in particolare in relazione ai colori
– coltivare nel bambino apprezzamento per la bellezza dei colori
– coltivare nel bambino il senso artistico.

Nomenclatura usata:
– rosso, giallo, blu, arancio, verde, viola, rosa, marrone, grigio, bianco, nero.

Controllo dell’errore:
– visivo.

Spolette dei colori Montessori SECONDA SERIE

Estensioni e lavori paralleli per la scuola d’infanzia:
– presentiamo ai bambini le carte delle nomenclature in tre parti per i colori (in italiano o anche in inglese)

– nelle lezioni di arte presentiamo ai bambini i colori secondari con esercizi di acquarello:
giallo + rosso = arancione
giallo + blu = verde
rosso + blu = viola.
Tornano utili in questa fase gli esercizi di colore largamente utilizzati nella Scuola steineriana o Waldorf:

Esercizi di colori steineriani 

– nelle lezioni di scienze possiamo sperimentare i colori secondari mescolando in vasi trasparenti acque colorate coi colori primari oppure mescolando tra loro palline di play dough preparate nei colori primari:

ricetta per play dough senza cremortartato 

20 ricette per play dough fatto in casa

Spolette dei colori Montessori PRIMA SERIE

Spolette dei colori Montessori PRIMA SERIE. Presentazioni ed esercizi per bambini del nido e della scuola d’infanzia.

Per costruire le spolette dei colori:  


Per la presentazione generale: 

La prima serie di spolette dei colori Montessori comprende 6 spolette:
– una coppia di rossi
– una coppia di gialli
– una coppia di blu
conservate in una scatola con coperchio.

Se avete intenzione di acquistare il materiale e non invece di produrlo in proprio, ma il vostro budget è limitato, si può  non acquistare comunque questa serie: comprate la seconda, estraete da questa le coppie di rossi gialli e blu, mettendole in una scatola a parte, e conservate il restante materiale fuori dalla portata del bambino, fino a quando non  arriverà il momento di utilizzarlo.

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Spolette dei colori Montessori PRIMA SERIE
Presentazione 1
(senza indicazioni del nome dei colori)

Materiali:
– spolette dei colori scatola I (o scatola dei colori primari)
– un tappeto (o tavolo)

Presentazione:
– invitiamo il bambino (o un gruppo di bambini) a lavorare con la scatola dei lavori primari
– mostriamo al bambino dove si trova la scatola sullo scaffale, indichiamola e diciamo: “Oggi lavoreremo insieme con la scatola dei colori primari”, o “Oggi lavoreremo insieme con prima scatola delle spolette dei colori”
– mostriamo al bambino come trasportare il materiale: con due mani, pollici sul coperchio e le altre dita sotto la scatola. Invitiamo il bambino a portare la scatola sul tavolo
– chiediamo di srotolare un tappeto
– mettiamo la scatola sul tavolo o sul tappeto nell’angolo in alto a sinistra e apriamola, mettendo il coperchio sotto alla scatola
– diciamo: “Ora abbineremo i colori uguali”
– estraiamo le spolette dalla scatola prendendole dai bordi, e mettiamole in ordine sparso formando una linea orizzontale sul piano di lavoro, seguendo il senso della scrittura (da sinistra a destra). Mostriamo in modo chiaro al bambino come prendere le spolette con attenzione e senza mai toccare la superficie colorata

– scegliamo la prima spoletta


– selezioniamo la spoletta da abbinare e mettiamola a destra della prima

– scegliamo la seconda spoletta e cominciamo una nuova fila sotto alla prima
– selezioniamo la spoletta da abbinare e mettiamola a fianco
– continuiamo così con le spolette rimanenti

– al termine dell’esercizio rimettiamo le spolette nella scatola, prendendole sempre dai bordi esterni e possibilmente seguendo il senso della scrittura (da sinistra verso destra, a scendere) e riportiamo la scatola sullo scaffale
– riponiamo il tappeto.

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Spolette dei colori Montessori PRIMA SERIE
Presentazione
(senza indicazioni del nome dei colori)

– invitiamo il bambino dicendogli: “Ho qualcosa da farti vedere”, poi andiamo con lui allo scaffale e diciamo: “Oggi useremo le spolette dei colori”
– mostriamo al bambino come trasportare la scatola, utilizzando le due mani sui lati opposti di essa, con le dita sotto la scatola ed i pollici sul coperchio. Poi mettiamo la scatola sul tavolo o sul tappeto, in alto a destra. Il bambino sta seduto alla nostra sinistra
– togliamo il coperchio utilizzando entrambe le mani e mettiamolo davanti alla scatola, poi poniamo la scatola su di esso, sempre prendendola con due mani
– estraiamo le spolette, una alla volta e rendendo evidente al bambino il fatto che non tocchiamo mai la parte colorata, ma solo i bordi. Disponiamo le spolette sul tavolo in ordine casuale
– prendiamo di nuovo la scatola, con due mani, poniamola dietro al coperchio, prendiamo il coperchio e richiudiamo la scatola
– prendiamo una delle spolette rosse con pollice e indice destro sulla cornice e poniamola nella parte centrale del tavolo, lontana dalle altre spolette


– diciamo al bambino: “Ora voglio cercare la spoletta uguale a questa”
– cerchiamo la spoletta, prendiamola e appoggiamola accanto alla prima, ben allineata
– poi prendiamo una spoletta gialla e poniamola sotto alla prima spoletta rossa, chiedendo al bambino: “Vuoi cercare la spoletta uguale a questa?”.
– l’esercizio prosegue come col rosso anche per il giallo ed il blu.

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Spolette dei colori Montessori PRIMA SERIE
Presentazione 2
(con indicazioni verbali)

Materiale necessario:
– spolette dei colori prima serie
– un tappetino.

 Presentazione
– invitiamo il bambino ad unirsi a noi nell’esercizio
– chiediamo al bambino di srotolare il tappeto sul pavimento
– posiamo la scatola delle spolette sul tappeto, togliamo il coperchio, e mettiamo le spolette sul tappeto in ordine casuale. Quando prendiamo una spoletta, facciamolo sempre dalla cornice e utilizzando la presa a tre dita (pollice contro indice e medio)
– prendiamo una spoletta blu dicendo: “Blu”, e mettiamola ad un lato del tappeto
– troviamo l’altra spoletta blu e mettiamola di fianco alla prima
– ripetiamo  così  fino a quando tutte le spolette sono accoppiate
– terminato il lavoro, rimettiamo le spolette in ordine casuale e il bambino esegue da solo l’esercizio
– quando l’esercizio è concluso, rimettiamo tutte le spolette nella scatola, chiudiamo col coperchio e riponiamo il materiale nello scaffale per i successivi utilizzi.

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Spolette dei colori Montessori PRIMA SERIE
Presentazione 3
Memory

Materiali:
– spolette dei colori scatola I (o scatola dei colori primari)
– due tappeti (o tavoli).

Presentazione:
– invitiamo il bambino a lavorare con la scatola dei lavori primari
– mostriamo al bambino come trasportare il materiale: una mano su ogni lato della scatola, coi pollici sul coperchio e le altre dita sotto la scatola
– diciamo: “Ora faremo degli abbinamenti con le spolette”
– estraiamo le spolette dalla scatola prendendole dai bordi, e mettiamole sui due tappeti, che si troveranno in due zone distanti della classe, facendo in modo che su ogni tappeto ci sia una copia di ogni colore
– scegliamo la prima spoletta sul primo tappeto
– chiediamo al bambino di andare a prendere la spoletta da abbinare, che si trova sul secondo tappeto, e mettiamola a destra della prima

– scegliamo la seconda spoletta e cominciamo una nuova fila sotto alla prima
– chiediamo al bambino di andare a prendere la spoletta da abbinare e mettiamola a fianco
– continuiamo così con le spolette rimanenti

– al termine dell’esercizio rimettiamo le spolette nella scatola, prendendole sempre dai bordi esterni e cominciando dall’alto e da sinistra verso destra
– riportiamo la scatola sullo scaffale, trasportandola nel modo che abbiamo mostrato all’inizio.

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Spolette dei colori Montessori PRIMA SERIE
Ricerca dei colori nella classe

Materiali:
– spolette dei colori scatola I
– tappeto (o tavolo)

Esercizio:
– dopo aver composto tutti gli abbinamenti sul tappeto,  prendiamo una spoletta e andiamo in giro per la classe cercando di abbinarla a un oggetto che abbia lo stesso colore
– quando abbiamo trovato l’oggetto, portiamo l’oggetto sul tappeto e mettiamolo a destra delle due spolette accoppiate.

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Spolette dei colori Montessori PRIMA SERIE
Memory coi colori nella classe

Materiali:
– spolette dei colori scatola I
– tappeto (o tavolo)

Esercizio:
– dopo aver composto tutti gli abbinamenti sul tappeto,  indichiamo una spoletta e chiediamo a un bambino di ricordare il colore e andare in giro per la classe cercando di abbinarla a un oggetto che abbia lo stesso colore
– quando ha trovato l’oggetto, chiediamogli di portarlo sul tappeto e metterlo a destra delle due spolette accoppiate.

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Spolette dei colori Montessori PRIMA SERIE
Abbinamenti alla cieca con i colori presenti in classe

Materiali:
– spolette dei colori scatola I
– tappeto (o tavolo)

Esercizio:
– dopo aver composto tutti gli abbinamenti sul tappeto, copriamo le spolette
– nominiamo un colore tra quelli delle spolette
– chiediamo a un bambino di andare in giro per la classe cercando un oggetto di quel colore.

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Spolette dei colori Montessori PRIMA SERIE
Gioco del colore scomparso

Materiali:
– spolette dei colori scatola I
– tappeto (o tavolo)

Esercizio:
– dopo aver composto tutti gli abbinamenti sul tappeto, copriamo una coppia di spolette
– chiediamo al bambino quale colore abbiamo coperto.

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Spolette dei colori Montessori PRIMA SERIE
Spolette dei colori scatola I

Età:
-dai 2 anni e mezzo ai 3 anni

Scopo:
– conoscere i colori primari
– sviluppare e affinare il senso della vista, in particolare in relazione ai colori
– coltivare nel bambino il senso artistico.

Nomenclatura usata:
– rosso, giallo, blu, spoletta.

Controllo dell’errore:
– visivo.

Spolette dei colori Montessori PRIMA SERIE

Estensioni e lavori paralleli:
– presentiamo ai bambini le carte delle nomenclature in tre parti per i colori (in italiano o anche in inglese)
– presentiamo ai bambini i colori primari in arte con gli acquarelli.

Le spolette dei colori usate nelle presentazioni sono prodotte da Montessori 3D di Boboto.

Tavola forata Montessori per la memorizzazione della moltiplicazione

Tavola forata Montessori per la memorizzazione della moltiplicazione. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria. Lo scopo di questo materiale è la memorizzazione del risultato di tutte le combinazioni ottenute ripetendo i numeri da 1 a 9, da una a 9 volte. L’esercizio è così semplice che si può proporre a bambini fra i 5 anni e mezzo  e i 6 anni.

Si tratta di una tavoletta quadrata con 100 incavi (100 = 10 x 10), in ciascuno dei quali si può collocare una perla. In alto, come intestazione delle colonne verticali di incavi, sono stampati i numeri da 1 a 10. Nella parte sinistra della tavoletta, in posizione mediana, si trova un incavo nel quale è possibile inserire un cartoncino su cui è stampato in rosso uno dei numeri da 1 a 10. Questo cartoncino, che riveste il ruolo di moltiplicando, è intercambiabile. Nell’angolo in alto a sinistra c’è un grande incavo circolare, che serve ad alloggiare un gettone rosso che va collocato sui numeri che rappresentano le volte; questo gettone cambierà continuamente posto, seguendo la tabellina in azione. Completa il materiale una scatolina contenente 100 perle sciolte.

Tutto il materiale stampabile presente in questo articolo:
– moduli della moltiplicazione
– Tavola I della moltiplicazione
– cartellini delle moltiplicazioni da svolgere
– cartellini delle addizioni per la tavola forata della moltiplicazione
– moduli per la ricerca dei fattori
– cartellini dei prodotti 
è disponibile per gli abbonati, pronto per la stampa, qui:

Tavola forata Montessori per la memorizzazione della moltiplicazione

L’esercizio, come descritto da Maria Montessori, è molto semplice: supponiamo di voler moltiplicare il 6 per la serie dei numeri da 1 a 10. Avremo: 6 x 1, 6 x 2, 6 x 3, 6 x 4, 6 x 5, 6 x 6, 6 x 7, 6 x 8, 6 x 9, 6 x 10:
– inseriamo nella casella di sinistra il cartoncino col numero 6
– per moltiplicare 6 per 1, prima di tutto collochiamo il gettone rosso sul numero 1 che contrassegna la prima colonna di incavi
– poi si dispongono 6 perle nei primi 6 incavi verticali della colonna dell’1
– per moltiplicare 6 x 2 spostiamo il gettone al di sopra del 2, prendiamo altre 6 perle e incolonniamole al di sotto del 2
– Per moltiplicare 6 x 3 spostiamo il gettone al di sopra del 3, prendiamo altre 6 perle e incolonniamole al di sotto del 3
– proseguiamo così fino a raggiungere 6 x 10.

Lo spostamento del gettone ha lo scopo di indicare volta per volta il nuovo moltiplicatore, e richiede al bambino un’attenzione sempre attiva e la massima esattezza di esecuzione. Mentre il bambino esegue questo esercizio, scrive i prodotti su apposite schede o “moduli della moltiplicazione”:

Tavola forata Montessori per la memorizzazione della moltiplicazione

moduli della moltiplicazione

Durante l’esercizio con la tavola forata il bambino dovrà scrivere sui moduli soltanto i prodotti che ha ottenuto aggregando le perle a gruppi di 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10.

Maria Montessori consiglia di preparare ogni modulo in dieci copie, di modo che il bambino possa ripetere l’esercizio dieci volte per ogni tabellina. La ripetizione di uno stesso esercizio porterà il bambino a trasformare l’attività pratica in facoltà di ricordare a memoria le combinazioni della moltiplicazione.

Dopo che i bambini hanno riempito per molte volte le serie di moduli, aiutandosi col materiale, si offre loro la Tavola I della moltiplicazione:

Tavola forata Montessori per la memorizzazione della moltiplicazione

Tavola I della moltiplicazione

Si tratta di una tavola di controllo che serve al bambino a verificare se ha commesso qualche errore nel calcolo delle moltiplicazioni. Tabellina dopo tabellina, numero dopo numero, il bambino può verificare con la tavola se ogni prodotto corrisponde a quello presente in una delle 10 colonne. Eseguito con la massima attenzione questo controllo, i bambini sono in possesso di serie numeriche sicuramente prive di errori.

Su di un foglio copiano poi dai moduli le tabelline, una accanto all’altra e nella loro successione. Con questo lavoro, il bambino otterrà una tavola uguale a quella che ha usato per i controlli.

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Tavola forata Montessori per la memorizzazione della moltiplicazione
Presentazione del materiale

Materiale:
– tavola forata per la moltiplicazione.

Presentazione:
– invitiamo il bambino dicendo: “Oggi vorrei mostrarti un nuovo materiale chiamato tavola forata per la moltiplicazione”
– mettiamo il materiale di fronte a noi sul piano di lavoro.  Mettiamo la scatolina a sinistra della tavola, in alto
– apriamo la scatolina, mettiamo il coperchio a sinistra della tavola e sul coperchio mettiamo i tasselli dei numeri

– diciamo, ad esempio: “Ora prenderemo 7 per 6 volte”
– inseriamo il tassello del numero 7 nella tavola

– mettiamo il gettone rosso sul numero 6
– formiamo la prima colonna verticale di 7 perle


– completiamo le altre colonne, fino ad averne sei


– contiamo le perle a voce alta
– scriviamo su un cartellino bianco l’operazione e il risultato


– rimettiamo le perle nella scatola, il gettone rosso nel suo alloggiamento e il tassello sul coperchio della scatola
– invitiamo il bambino a ripetere l’esercizio inventando e scrivendo una moltiplicazione
– mostriamo al bambino dove e come riporre il materiale al termine dell’esercizio.

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Tavola forata Montessori per la memorizzazione della moltiplicazione

Presentazione 

Materiali:
– tavola forata della moltiplicazione
– cartellini bianchi e penna nera.

Nota:
– per presentare il materiale evitiamo di usare la tabellina dell’uno, perchè non rende il concetto di moltiplicazione; scegliamo qualsiasi altra unità.

Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini ad unirsi a noi per l’esercizio
– portiamo il materiale al tavolo o al tappeto
– mostriamo al bambino la tavola forata, mettiamola sul piano di lavoro accanto alla scatolina contente le perle, il gettone e i tasselli dei numeri
– diciamo: “In questo esercizio il numero da moltiplicare è il 3. Lavoreremo col numero tre”
– chiediamo a un bambino di prendere il tassello del numero 3 e  mostriamo come inserirlo nella tavola
– collochiamo il tassello del 3 nel foro della tavola e diciamo: “Questo numero ci ricorderà con quale tabellina stiamo lavorando”


– collochiamo il gettone rosso sulla prima colonna (numero 1) e incolonniamo tre perle sotto al numero 1
– incoraggiamo i bambini ad iniziare a contare le perle a 3 a 3, invece di contare ogni perla singolarmente
– indichiamo la colonna di perle e diciamo “Tre preso una volta, tre”


– spostiamo di volta in volta il gettone e  completiamo le colonne 1, 2, 3, 4 fino ad arrivare a “Tre preso quattro volte, dodici”


– scriviamo il risultato sul cartellino.

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Tavola forata Montessori per la memorizzazione della moltiplicazione

Presentazione 

Materiali:
– tavola forata della moltiplicazione
– moduli della moltiplicazione
– tavola I della moltiplicazione.

Presentazione:
-scegliamo un modulo da compilare, ad esempio quello del 4
– inseriamo il tassello del numero 4 nella tavola e spostiamo il gettone rosso sulla colonna dell’1

– il bambino legge la prima combinazione del modulo indicando il 4 del tassello e il numero segnato dal gettone rosso e dicendo: “Quattro preso una volta”
– riempie la prima colonna, conta le perle e registra il risultato sul modulo


– il bambino sposta il gettone e legge la combinazione successiva “Quattro per due volte”
– riempie la seconda colonna, conte le perle e registra il risultato sul modulo
– proseguiamo così con le altre colonne
– quando arriviamo alla moltiplicazione in cui moltiplicatore e moltiplicando sono uguali (4×4) facciamo notare la forma geometrica che si crea con le perle


– arrivati e 4 x 10, dopo aver registrato l’operazione sul modulo, il bambino confronta il modulo con la tavola I per verificare la correttezza dell’esercizio

Controllo dell’errore:
– la tabella I

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Tavola forata Montessori per la memorizzazione della moltiplicazione

Presentazione

Materiali:
– tavola forata della moltiplicazione
– moduli delle moltiplicazioni (possono essere anche rilegati a formare un libretto)
– tavola I della moltiplicazione.

Presentazione:
– mostriamo ai bambini i moduli: ce ne è uno per ogni moltiplicando dall’1 al 10, e per ogni moltiplicando ci sono i moltiplicatori dall’1 al 10
– scegliamo un modulo, ad esempio quello del 3
– stabiliamo il moltiplicando 3 sulla tavola, inserendo il tassello del 3
– leggiamo la prima moltiplicazione del modulo: 3 x 1 =
– spostiamo il gettone rosso sull’uno e poniamo 3 perle sotto di esso
– registriamo il prodotto sul modulo: 3 x 1 = 3


– leggiamo la seconda moltiplicazione: 3 x 2 =
– spostiamo il gettone rosso sul due e poniamo 3 perle sotto di esso
– registriamo il prodotto sul modulo: 3 x 2 = 6
– proseguiamo così fino a 3 x 10 = 3o


– dopo aver completato il modulo, verifichiamo i risultati confrontandoli con quelli della Tavola I della moltiplicazione.

Nota:
– in ogni sistema si numerazione, il massimo prodotto da memorizzare è dato da (b – 1)². Così, per il sistema decimale, avremo (1o – 1)² = 81. Tuttavia Maria Montessori ha ritenuto opportuno, in questo materiale, estendere la memorizzazione delle combinazioni inserendo quella del 10 (da 10×1 a 10×10) per sottolineare la semplicità del nostro sistema. Quello che differenzia i prodotti della tabellina dell’1 da quelli della tabellina del 10 è unicamente uno zero.

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Tavola forata Montessori per la memorizzazione della moltiplicazione

Presentazione

Materiale:
– tavola forata per la moltiplicazione
– moduli della moltiplicazione.

Presentazione:
– invitiamo il bambino dicendo: “Oggi vorrei mostrarti un esercizio da svolgere con la tavola forata per la moltiplicazione”
– portiamo il materiale sul piano di lavoro (tavolo o tappeto)
– mettiamo la scatola a sinistra della tavola, in alto, e togliamo il coperchio
– diciamo: “Ora faremo la tabellina del 6”
– mostriamo al bambino il modulo per il 6 da compilare
– inseriamo il tassello del 6 nella tavola forata e il gettone rosso nel suo alloggiamento
– leggiamo sul modulo la prima moltiplicazione: “6 x 1”


– spostiamo il gettone rosso sul numero 1
– mettiamo 6 perle sulla tavola formando una colonna sotto al numero 1
– contiamo le perle a voce alta
– registriamo il risultato sul modulo


– spostiamo il gettone rosso sul numero 2
– mettiamo altre 6 perle in colonna
– contiamo a voce alta indicando la prima colonna e dicendo: “6”, poi contiamo: “7, 8, 9, 10, 11, 12”, poi ripetendo: “sei, dodici” indicando le colonne
– registriamo il risultato sul modulo


– proseguiamo così fino a 6 x 10 = 60


– leggiamo il modulo completato a voce alta
– rimettiamo le perle nella scatola e il gettone nel suo alloggiamento
– invitiamo il bambino a completare un’altra tabellina e a leggerla a voce alta ad un altro bambino.

Età:
– dai 7 ai 9 anni.

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Tavola forata Montessori per la memorizzazione della moltiplicazione

Presentazione 

Materiali:
– tavola forata della moltiplicazione
– cartellini delle moltiplicazioni da svolgere
– tavola I della moltiplicazione.

Tavola forata Montessori per la memorizzazione della moltiplicazione

cartellini delle moltiplicazioni da svolgere

Presentazione:
– per facilitare il lavoro del bambino in questo esercizio, disponiamo i tasselli dei numeri in riga o in colonna sul piano di lavoro, mentre terremo i cartellini delle moltiplicazioni da svolgere in un cestino
– il bambino pesca un cartellino e copia l’operazione sul suo quaderno, ad esempio 6×4


– il bambino inserisce il tassello del numero 6 nella tavola forata e sposta il gettone rosso  sul numero 1 della prima colonna, quindi mette nei fori sottostanti le prime 6 perle e conta: “Sei”


– il bambino sposta il gettone sul numero 2 della seconda colonna, mette nei fori sottostanti altre sei perle e conta: “Dodici”
– il bambino sposta il gettone sul numero 3 della terza colonna, mette nei fori sottostanti altre sei perle e conta: “Diciotto”
– il bambino sposta il gettone sul numero 4 della quarta colonna, mette nei fori sottostanti altre sei perle e conta: “Ventiquattro”
– il risultato della moltiplicazione 6 x 4 è 24, e il bambino lo scrive sul quaderno


– il bambino verifica la correttezza dell’esercizio consultando la tavola I della moltiplicazione. Questo non rappresenta solo un lavoro di autocontrollo, ma aiuta anche la memorizzazione


– il bambino rimuove le perle e il tassello dalla tavola forata, rimette il cartellino della moltiplicazione da eseguire nel cesto e ne pesca uno nuovo, per ripetere l’esercizio con altri numeri.

Controllo dell’errore:
– la tavola I della moltiplicazione

Nota:
– perchè memorizzi le tabelline è necessario che il bambino ripeta il numero che si crea dopo aver messo ogni gruppo di perle nella tavola forata. E’ bene quindi che l’insegnante supervisioni, in un primo tempo, l’attività del bambino, per evitare che conti le singole perle dopo aver completato lo schema sulla tavola forata. E’ chiaro che se il bambino contasse le perle una ad una ad esercizio ultimato, non memorizzerebbe mai le tabelline.

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Tavola forata Montessori per la memorizzazione della moltiplicazione

Presentazione

Materiali:
– tavola forata della moltiplicazione
– cartellini delle moltiplicazioni da svolgere.

Presentazione:
– mettiamo la tavola forata al centro del tavolo ed esaminiamola con il bambino
– il numero che si inserisce nella finestra di sinistra è chiamato moltiplicando. Ci dice quante perle formano un gruppo, cioè una colonna
– il gettone rosso, che si trova nel suo alloggiamento in alto a sinistra, serve a indicare il moltiplicatore. Mentre si esegue l’operazione indica per quante volte vogliamo moltiplicare il numero
– peschiamo un cartellino delle moltiplicazioni da svolgere, ad esempio 8 x 3 = …….


– il bambino copia l’operazione sul suo quaderno
– inseriamo la tessera del 8 nella tavola forata, per il moltiplicando
– spostiamo il gettone rosso sul numero 3 della tavola forata per indicare il moltiplicatore


– l’operazione ci chiede di formare 3 gruppi di 8 perle ognuno
– spostiamo il gettone rosso sul numero 1 e sotto di esso formiamo una colonna di 8 perle
– spostiamo il gettone rosso sul numero 2 e sotto formiamo una colonna di 8 perle
– spostiamo il gettone rosso sul numero 3 e sotto formiamo una colonna di 8 perle
– indichiamo moltiplicatore e moltiplicando dicendo: “3 gruppi di 8 perle” e ricontiamo le perle
– registriamo il prodotto sul quaderno


– il bambino può continuare ad esercitarsi autonomamente col materiale.

Note:
– il concetto di moltiplicazione è già stato introdotto con le perle dorate, dove la stessa quantità veniva aggiunta più volte a se stessa. Con la tavola forata vogliamo facilitare la memorizzazione dei prodotti per favorire e velocizzare le capacità di calcolo del bambino.

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Tavola forata Montessori per la memorizzazione della moltiplicazione

Presentazione

Materiali:
– tavola forata della moltiplicazione
– cartellini delle moltiplicazioni da svolgere
– tavola I della moltiplicazione.

Presentazione:
– il bambino pesca un’operazione, ad esempio 7 x 4 e la copia sul suo quaderno
– si stabilisce il moltiplicando inserendo nella tavola forata la tessera del 7
– si stabilisce il moltiplicatore spostando il gettone rosso sul numero 4


– si sposta il gettone rosso sul numero 1 e si incolonnano sotto di esso le prime 7 perle (7×1=7), poi si sposta il gettone sul 2 (7×2=14), sul 3 (7×3=21) e infine sul 4 (7×4=28)
– si contano di nuovo le perle: 7, 14, 21, 28
– si registra il risultato sul quaderno: 7 x 4 = 28
– si controlla il risultato confrontandolo con quello stampato sulla tavola I della moltiplicazione


– rimuoviamo perle e tassello dalla tavola e rimettiamo il gettone rosso nel suo alloggiamento
– il bambino continua ed esercitarsi pescando una nuova moltiplicazione.

Nota:
– lavorando sulla tavola con le perle, il bambino crea figure geometriche: quando i due fattori della moltiplicazione sono uguali si forma un quadrato, quando i due fattori sono diversi si forma un rettangolo.

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Tavola forata Montessori per la memorizzazione della moltiplicazione

Presentazione

Materiali:
– tavola forata della moltiplicazione
– cartellini delle addizioni da svolgere
– tavola I della moltiplicazione.

Tavola forata Montessori per la memorizzazione della moltiplicazione

cartellini delle addizioni per la tavola forata della moltiplicazione

Presentazione:
– peschiamo un’addizione
– procediamo a rappresentare l’operazione sulla tavola con le perle


– scegliamo la tessera da inserire nella tavola (moltiplicando)
– spostiamo il gettone rosso sul moltiplicatore
– trascriviamo l’operazione in forma di moltiplicazione e scriviamo il risultato


– confrontiamo il risultato con i risultati stampati sulla tavola I

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Tavola forata Montessori per la memorizzazione della moltiplicazione

Presentazione

Materiali:
– tavola forata della moltiplicazione
– moduli per la ricerca dei fattori.

Tavola forata Montessori per la memorizzazione della moltiplicazione

moduli per la ricerca dei fattori

Presentazione:
– invitiamo il bambino dicendo: “Oggi vorrei mostrarti un nuovo esercizio da svolgere con la tavola forata della moltiplicazione. Oggi faremo insieme la ricerca dei fattori”
– diciamo: “Il risultato di una moltiplicazione è chiamato prodotto, mentre i due numeri moltiplicati sono detti fattori. Proviamo a trovare tutti i fattori che possono dare come prodotto il 20”
– contiamo 20 perle e mettiamole in una ciotola
– mettiamo le perle, una ad una, sul piano di lavoro, formando una colonna verticale e facciamo notare che abbiamo fatto una colonna di 20 perle
– scriviamo sul modulo: 20 = 20 x 1


– diciamo: “Ora vediamo se possiamo fare due colonne con le nostre 20 perle”
– formiamo due colonne nella tavola forate e diciamo: “20 perle possono essere messe in due colonne di 10 perle”
– scriviamo sul modulo: 20 = 10 x 2


– diciamo: “ora vediamo se possiamo creare tre colonne con le nostre 20 perle”
– spostiamo le perle verso la terza colonna, una ad una, prendendole dal basso e alternando le colonne
– diciamo: “Venti perle non possono formare tre colonne uguali”


– diciamo: “Proviamo con quattro colonne”
– spostiamo le perle verso la quarta colonna
– scriviamo sul modulo: 20 = 4 x 5


– continuiamo fino a quando non avremo sperimentato tutte le colonne fino al 10

– riponiamo il materiale usato
– invitiamo il bambino a cercare i fattori di altri numeri (il 12, il 16, il 18, il 24, ecc.)

Età:
– dai 7 ai 9 anni

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Tavola forata Montessori per la memorizzazione della moltiplicazione

Presentazione

Materiali:
– tavola forata della moltiplicazione
– cartellini dei prodotti
– tavola I della moltiplicazione.

Tavola forata Montessori per la memorizzazione della moltiplicazione

cartellini dei prodotti 

Presentazione:
– il bambino pesca un cartellino dei prodotti
– registra il prodotto sul suo quaderno
– conta le perle nel numero indicato dal prodotto e le mette in una ciotola


– crea una moltiplicazione che soddisfi il prodotto e la rappresenta con le perle sulla tavola forata

– al termine controlla la correttezza dell’esercizio consultando la tavola I della moltiplicazione.

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Tavola forata Montessori per la memorizzazione della moltiplicazione

Scopo:
– fornire un aiuto per la memorizzazione delle tabelline
– comprendere il processo di moltiplicazione
– preparare alla comprensione della divisione
– comprendere la proprietà commutativa della moltiplicazione
– imparare a scrivere le moltiplicazioni
– imparare a registrare i risultati delle operazioni
– comprendere il significato di prodotto, fattori, moltiplicando e moltiplicatore
– comprendere il significato di multiplo e numero primo
– preparare al calcolo del minimo comune multiplo.

Età:
– a partire dai 5 anni, fino ai 9

La tavola forata usata nelle presentazioni è stata prestata da Montessori 3D di Boboto.

Tavola forata Montessori per la memorizzazione della moltiplicazione

ANALISI LOGICA – materiale stampabile e stella logica Montessori

ANALISI LOGICA – materiale stampabile e stella logica Montessori, per conoscere i complementi indiretti e analizzare la frase semplice e complessa.

Scatola C1a per l’analisi logica

Le frecce riportano soltanto le domande che i bambini usano per analizzare la frase. Per comporre la stella logica 1 (su foglio A 3) basta ritagliare gli elementi e incollarli sul foglio seguendo il modello:

Le stelle logiche in commercio per il livello 1 sono così:

simboli muti:

– cerchi rossi con la scritta PREDICATO
– cerchi neri grandi  (per il soggetto)
– cerchi neri medi (per il complemento oggetto o diretto)
– cerchi arancio piccoli (per i complementi indiretti)
– cerchi azzurri piccoli (per il complemento di specificazione)
– triangoli azzurri (per l’attributo e per il complemento predicativo e la parte nominale del predicato quando sono rappresentati da un aggettivo)
– triangoli neri (per l’apposizione e per il complemento predicativo e la parte nominale del predicato quando sono rappresentati da un sostantivo)

frecce nere:

– chi è che?… che cosa è che?… (per il soggetto)
– chi? che cosa? (per il complemento oggetto o diretto)
– con quale caratteristica? (per apposizione  e per il complemento predicativo e il nome del predicato nominale quando sono rappresentati da un sostantivo)

– per i complementi più importanti, frecce arancio con le domande:

– …chi? … che cosa? (per i complementi indiretti in generale)
– a chi? a che cosa? (per il complemento di termine)
– per mezzo di chi? per mezzo di che cosa? (per il complemento di mezzo o strumento)
– come? in che modo? in che maniera? (per il complemento di modo o maniera)
– dove? (per il complemento di luogo)
– quando? (per il complemento di tempo)
– perchè? per quale motivo? per quale causa? (per il complemento di causa)
– con chi? con che cosa? (per il complemento di compagnia e unione)
– da chi? da che cosa? (per il complemento di agente e causa efficiente)
– per quale fine? per quale scopo? (per il complemento di fine o scopo)
– da chi? da che cosa? da dove? (per il complemento di origine o separazione)
– fatto di che cosa? di quale materia? (per il complemento di materia)

– per gli altri complementi indiretti frecce arancio con le domande:

– dove? in quale luogo? (per il complemento di stato in luogo)
– dove? verso dove? (per il complemento di moto a luogo)
– da dove? da quale luogo? (per il complemento di moto da luogo)
– per dove? attraverso quale luogo? (per il complemento di moto per luogo)
– quando? a quando? per quando? in quale periodo? (per il complemento di tempo determinato)
– per quanto tempo? in quanto tempo? da quanto tempo? (per il complemento di tempo continuato)
– di chi? di che cosa? (per il complemento di abbondanza o privazione)
– di chi? di che cosa? a proposito di chi? a proposito di che cosa? (per il complemento di argomento)
– di che cosa? per che cosa? a che cosa? con che cosa? (per il complemento di colpa e pena)
– nonostante chi? nonostante che cosa? (per il complemento concessivo)
– di chi? di che cosa? di quale nome? (per il complemento di denominazione)
– quanto? a che distanza? (per il complemento di distanza)
– ogni quanto? in quale proporzione o distribuzione? (per il complemento distributivo)
– senza chi? senza che cosa? eccetto chi? eccetto che cosa? (per il complemento di esclusione)
– a quanti anni? di quanti anni? (per il complemento d’età)
– per che cosa? limitatamente a che cosa? (per il complemento di limitazione)
– di chi? di che cosa? quanto chi? quanto che cosa? come chi? come che cosa? (per il complemento di paragone)
– tra chi? tra che cosa? (per il complemento partitivo)
– di che qualità? come? (per il complemento di qualità)
– quanto? di quanto? per quanto? (per il complemento di quantità o misura)
– tra chi? tra quali cose? (per il complemento di rapporto o relazione)
– al posto di chi? al posto di cosa? invece di chi? invece di che cosa? (per il complemento di sostituzione o scambio)
– quanto? a quanto? (per il complemento di stima e prezzo)
– per chi? per che cosa? a vantaggio o a danno di chi? a vantaggio o a  danno di che cosa? (per il complemento di vantaggio e svantaggio)

frecce azzurre:

– – di chi? di che cosa? (per il complemento di specificazione)
– con quale caratteristica? (per l’attributo e per il complemento predicativo e la parte nominale del predicato quando sono rappresentati da un aggettivo)

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Scatola C1b per l’analisi logica

E’ anche detta scatola ponte perchè le frecce riportano le domande che i bambini usano per analizzare la frase da un lato e il nome dell’elemento della frase dall’altro. Per comporre la stella logica 2 (su foglio A3) basta ritagliare gli elementi e incollarli sul foglio seguendo il modello:

simboli muti:

– cerchi rossi con la scritta PREDICATO
– cerchi neri grandi  (per il soggetto)
– cerchi neri medi (per il complemento oggetto o diretto)
– cerchi arancio piccoli (per i complementi indiretti)
– cerchi azzurri piccoli (per il complemento di specificazione)
– triangoli azzurri (per l’attributo e per il complemento predicativo e la parte nominale del predicato quando sono rappresentati da un aggettivo)
– triangoli neri (per l’apposizione e per il complemento predicativo e la parte nominale del predicato quando sono rappresentati da un sostantivo)

frecce nere (stampate fronte e retro):

– chi è che?… che cosa è che? /soggetto
– chi? che cosa? / complemento oggetto
– con quale caratteristica?/ apposizione
– con quale caratteristica?/ complemento predicativo (quando è un sostantivo)
– con quale caratteristica?/ nome del predicato (quando è un sostantivo)

– per i complementi più importanti, frecce arancio stampate fronte e retro:

– …chi? … che cosa? /complementi indiretti
– a chi? a che cosa? / complemento di termine
– per mezzo di chi? per mezzo di che cosa? / complemento di mezzo o strumento
– come? in che modo? in che maniera? / complemento di modo o maniera
– dove? / complemento di luogo
– quando? /complemento di tempo
– perchè? per quale motivo? per quale causa? / complemento di causa
– con chi? con che cosa? / complemento di compagnia e unione
– da chi? da che cosa? / complemento di agente e causa efficiente
– per quale fine? per quale scopo? / complemento di fine o scopo
– da chi? da che cosa? da dove? / complemento di origine o separazione
– fatto di che cosa? di quale materia? / complemento di materia

– per gli altri complementi indiretti frecce arancio stampate fronte e retro:

– dove? in quale luogo? / complemento di stato in luogo
– dove? verso dove? / complemento di moto a luogo
– da dove? da quale luogo? / complemento di moto da luogo
– per dove? attraverso quale luogo? / complemento di moto per luogo
– quando? a quando? per quando? in quale periodo? / complemento di tempo determinato
– per quanto tempo? in quanto tempo? da quanto tempo? / complemento di tempo continuato
– di chi? di che cosa? / complemento di abbondanza o privazione
– di chi? di che cosa? a proposito di chi? a proposito di che cosa? / complemento di argomento
– di che cosa? per che cosa? a che cosa? con che cosa? /complemento di colpa e pena
– nonostante chi? nonostante che cosa? / complemento concessivo
– di chi? di che cosa? di quale nome? / complemento di denominazione
– quanto? a che distanza? / complemento di distanza
– ogni quanto? in quale proporzione o distribuzione? / complemento distributivo
– senza chi? senza che cosa? eccetto chi? eccetto che cosa? / complemento di esclusione
– a quanti anni? di quanti anni? / complemento d’età
– per che cosa? limitatamente a che cosa? / complemento di limitazione
– di chi? di che cosa? quanto chi? quanto che cosa? come chi? come che cosa? / complemento di paragone
– tra chi? tra che cosa? / complemento partitivo
– di che qualità? come? / complemento di qualità
– quanto? di quanto? per quanto? / complemento di quantità o misura
– tra chi? tra quali cose? / complemento di rapporto o relazione
– al posto di chi? al posto di cosa? invece di chi? invece di che cosa? / complemento di sostituzione o scambio
– quanto? a quanto? / complemento di stima e prezzo
– per chi? per che cosa? a vantaggio o a danno di chi? a vantaggio o a  danno di che cosa? / complemento di vantaggio e svantaggio

frecce azzurre stampate fronte e retro:

– con quale caratteristica? / attributo
– con quale caratteristica? / complemento predicativo (quando è un aggettivo)
– con quale caratteristica? / parte nominale del predicato (quando è un aggettivo)
– di chi? di che cosa? / per il complemento di specificazione

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Scatola C1c per l’analisi logica col metodo Montessori

Le frecce riportano soltanto i nomi degli elementi della frase. Per comporre la stella logica 3 (su foglio A3) basta ritagliare gli elementi e incollarli sul foglio seguendo il modello:

simboli:

– cerchi rossi con la scritta PREDICATO
– cerchi neri grandi  (per il soggetto)
– cerchi neri medi (per il complemento oggetto o diretto)
– cerchi arancio piccoli (per i complementi indiretti)
– cerchi azzurri piccoli (per il complemento di specificazione)
– triangoli azzurri (per l’attributo e per il complemento predicativo e la parte nominale del predicato quando sono rappresentati da un aggettivo)
– triangoli neri (per l’apposizione e per il complemento predicativo e la parte nominale del predicato quando sono rappresentati da un sostantivo)

frecce nere:

– soggetto
– complemento oggetto
– apposizione
– complemento predicativo (quando è un sostantivo)
– nome del predicato (quando è un sostantivo)

– per i complementi più importanti, frecce arancio:

– complementi indiretti
– complemento di termine
– complemento di mezzo o strumento
– complemento di modo o maniera
– complemento di luogo
– complemento di tempo
– complemento di causa
– complemento di compagnia e unione
– complemento di agente e causa efficiente
– complemento di fine o scopo
– complemento di origine o separazione
– complemento di materia

– per gli altri complementi indiretti frecce arancio:

– complemento di stato in luogo
– complemento di moto a luogo
– complemento di moto da luogo
– complemento di moto per luogo
– complemento di tempo determinato
– complemento di tempo continuato
– complemento di abbondanza o privazione
– complemento di argomento
– complemento di colpa e pena
– complemento concessivo
– complemento di denominazione
– complemento di distanza
– complemento distributivo
– complemento di esclusione
– complemento d’età
– complemento di limitazione
– complemento di paragone
– complemento partitivo
– complemento di qualità
– complemento di quantità o misura
– complemento di rapporto o relazione
– complemento di sostituzione o scambio
– complemento di stima e prezzo
– complemento di vantaggio e svantaggio

frecce azzurre:

– attributo
– complemento di specificazione
– complemento predicativo (quando è un aggettivo)
– parte nominale del predicato (quando è un aggettivo).

Analisi logica Montessori: quarta presentazione dei complementi indiretti

Analisi logica Montessori: quarta presentazione dei complementi indiretti. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.

Analisi logica Montessori: quarta presentazione dei complementi indiretti


Materiale
:
– frasi preparate
– Scatola per l’analisi logica Montessori B1d
un cerchio rosso con la scritta PREDICATO
un cerchio nero grande  (per il soggetto)
un cerchio nero medio (per il complemento oggetto o diretto)
un cerchio arancio piccolo (per i complementi indiretti)
una freccia nera con la scritta: SOGGETTO
una freccia nera con la scritta: COMPLEMENTO OGGETTO O DIRETTO
una freccia arancio con la scritta: COMPLEMENTI INDIRETTI.

Analisi logica Montessori: quarta presentazione dei complementi indiretti
pdf qui:

Analisi logica Montessori: quarta presentazione dei complementi indiretti
Presentazione
:
– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Abbiamo già imparato come si analizza una frase”. Ricapitoliamo insieme quello che abbiamo imparato
– diciamo: “Oggi faremo una nuova attività con le frasi”
– mettiamo sul piano di lavoro il materiale elencato sopra
– scegliamo una frase, ad esempio MARTA INDOSSA LA SCIARPA COL BERRETTO
– chiediamo ai bambini di leggere la frase. Mettiamo la frase al centro del piano di lavoro
– chiediamo: “Qual è il predicato?”. I bambini rispondono: “Indossa”
– chiediamo a un bambino di ritagliare la parola dalla frase
– mettiamo il cerchio rosso al centro del piano di lavoro e mettiamo il verbo INDOSSA sul cerchio rosso

– diciamo: “Chi è che indossa?”. I bambini rispondono: “Marta”. Diciamo: “Marta è il soggetto”
– diciamo: “Ora metteremo la parola MARTA sul simbolo del soggetto, il cerchio nero grande”
– mettiamo il cerchio grande nero a sinistra del cerchio rosso. Mettiamo la freccia nera SOGGETTO tra i due cerchi, in modo che punti verso il cerchio nero

– chiediamo: “Marta indossa cosa?”. I bambini rispondono: “La sciarpa”
– diciamo: “Ora metteremo le parole LA SCIARPA sul simbolo del complemento oggetto o diretto, cioè sul cerchio nero medio”
– mettiamo il cerchio nero medio a destra del cerchio rosso e mettiamo il complemento oggetto LA SCIARPA sul cerchio medio nero
– mettiamo la freccia nera COMPLEMENTO OGGETTO O DIRETTO tra i due cerchi, in modo che punti verso il cerchio medio nero

– chiediamo: “Marta indossa la sciarpa con che cosa?”. I bambini rispondono: “COL BERRETTO”
– diciamo “COL BERRETTO è il complemento indiretto”
– mettiamo le parole COL BERRETTO sul simbolo che rappresenta i complementi indiretti, cioè il cerchio arancio piccolo”
– mettiamo il cerchio arancio piccolo un po’ più in alto rispetto al cerchio rosso e a destra
– mettiamo la freccia arancio COMPLEMENTI INDIRETTI  tra il cerchio rosso e il cerchio arancio piccolo in modo che punti verso il cerchio arancio

– invertiamo l’ordine delle parti della frase in tutte le possibili combinazioni. Solo l’ordine di partenza risulterà quello corretto
– ricostruiamo la frase
– i bambini lavoreranno con il materiale da soli dopo la presentazione
– i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica
– nei giorni seguenti i bambini comporranno loro frasi e le analizzeranno col materiale.

Analisi logica Montessori: quarta presentazione dei complementi indiretti
Scopo
:
– comprendere la relazione che c’è tra il predicato (verbo) e le famiglie del nome del soggetto, del complemento oggetto o diretto e dei complementi indiretti.
– introdurre la nuova freccia con la scritta COMPLEMENTI INDIRETTI.

Età:
– dai 9 ai 12 anni.

Analisi logica Montessori: terza presentazione dei complementi indiretti

Analisi logica Montessori: terza presentazione dei complementi indiretti. Presentazioni ed esercizi per bambini ella scuola primaria.

Analisi logica Montessori: terza presentazione dei complementi indiretti

Materiale:
– frasi preparate
– Scatola per l’analisi logica Montessori B1d:


Dalla scatola ci serviranno:
un cerchio rosso con la scritta PREDICATO
un cerchio nero grande  (per il soggetto)
un cerchio nero medio (per il complemento oggetto o diretto)
un cerchio arancio piccolo (per i complementi indiretti)
una freccia nera con la scritta: “chi è che?… che cosa è che?…” su una facciata e la scritta SOGGETTO sull’altra
una freccia nera con la scritta: “chi? che cosa?” su una facciata e la scritta COMPLEMENTO OGGETTO O DIRETTO sull’altra
una freccia arancio con la scritta: “…chi? …che cosa?” su una facciata e la scritta COMPLEMENTI INDIRETTI sull’altra.

 

Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Abbiamo già imparato come si analizza una frase”. Ricapitoliamo insieme quello che abbiamo imparato
– diciamo: “Oggi faremo una nuova attività con le frasi”
– mettiamo sul piano di lavoro il materiale elencato sopra
– scegliamo una frase, ad esempio ANTONIO HA PREPARATO UNA TORTA PER CARLOTTA

– chiediamo ai bambini di leggere la frase. Mettiamo la frase al centro del piano di lavoro
– chiediamo: “Qual è il predicato?”. I bambini rispondono: “Ha preparato”
– chiediamo a un bambino di ritagliare la parola dalla frase
– mettiamo il cerchio rosso al centro del piano di lavoro e mettiamo il verbo HA PREPARATO sul cerchio rosso

– diciamo: “Chi è che ha preparato?”. I bambini rispondono: “Antonio”
– diciamo: “Ora metteremo la parola ANTONIO sul simbolo del soggetto, il cerchio nero grande”
– mettiamo il cerchio grande nero a sinistra del cerchio rosso. Mettiamo la freccia nera con le domande ‘chi è che?… che cosa è che?…’ tra i due cerchi, in modo che punti verso il cerchio nero e voltiamola dalla parte in cui è scritto SOGGETTO


– chiediamo: “Antonio ha preparato cosa?”. I bambini rispondono: “Una torta”
– diciamo: “Ora metteremo le parole UNA TORTA sul simbolo del complemento oggetto o diretto, cioè sul cerchio nero medio”
– mettiamo il cerchio nero medio a destra del cerchio rosso e mettiamo il complemento oggetto UNA TORTA sul cerchio medio nero
– mettiamo la freccia nera con le domande ‘chi? che cosa?’ tra i due cerchi, in modo che punti verso il cerchio medio nero e voltiamola dalla parte in cui è scritto COMPLEMENTO OGGETTO O DIRETTO


– chiediamo: “Antonio ha preparato una torta per chi?”. I bambini rispondono: “Per Carlotta”
– diciamo “PER CARLOTTA è un complemento indiretto”
– mettiamo le parole PER CARLOTTA sul simbolo che rappresenta i complementi indiretti, cioè il cerchio arancio piccolo”
– mettiamo il cerchio arancio piccolo un po’ più in alto rispetto al cerchio rosso e a destra
– mettiamo la freccia arancio con le domande ‘…chi? …che cosa?’  tra il cerchio rosso e il cerchio arancio piccolo in modo che punti verso il cerchio arancio, poi voltiamo la freccia dal lato che porta la scritta COMPLEMENTO INDIRETTO


– invertiamo l’ordine delle parti della frase in tutte le possibili combinazioni. Solo l’ordine di partenza risulterà quello corretto
– ricostruiamo la frase
– i bambini lavoreranno con il materiale da soli dopo la presentazione
– i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica
– nei giorni seguenti i bambini comporranno loro frasi e le analizzeranno col materiale.

Analisi logica Montessori: terza presentazione dei complementi indiretti
Scopo
:
– comprendere la costruzione della frase
– comprendere la relazione che c’è tra il predicato (verbo) e le famiglie del nome del soggetto, del complemento oggetto o diretto e dei complementi indiretti.
– introdurre la nuova freccia con la scritta COMPLEMENTI INDIRETTI.

Analisi logica Montessori: terza presentazione dei complementi indiretti
Età
:
– dai 9 ai 12 anni.

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Analisi logica Montessori: terza presentazione dei complementi indiretti

Analisi logica Montessori: seconda presentazione dei complementi indiretti

Analisi logica Montessori: seconda presentazione dei complementi indiretti. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.

Materiale:
– frasi preparate
Scatola per l’analisi logica Montessori B1c:

Dalla scatola useremo:


un cerchio rosso con la scritta PREDICATO
un cerchio nero grande  (per il soggetto)
un cerchio nero medio (per il complemento oggetto o diretto)
un cerchio arancio piccolo (per i complementi indiretti)
una freccia nera con la scritta: “chi è che?… che cosa è che?…”
una freccia nera con la scritta: “chi? che cosa?”
una freccia arancio con la scritta: “…chi? …che cosa?”

Analisi logica Montessori: seconda presentazione dei complementi indiretti
Presentazione
:
– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Abbiamo già imparato come si analizza una frase”. Ricapitoliamo insieme quello che abbiamo imparato
– diciamo: “Oggi faremo una nuova attività con le frasi”
– mettiamo sul piano di lavoro il materiale elencato sopra
– scegliamo una frase, ad esempio LA NONNA HA REGALATO UNA PALLA A GAIA


– chiediamo ai bambini di leggere la frase. Mettiamo la frase al centro del piano di lavoro
– chiediamo: “Qual è il predicato?”. I bambini rispondono: “Ha regalato”
– chiediamo a un bambino di ritagliare la parola dalla frase
– mettiamo il cerchio rosso al centro del piano di lavoro e mettiamo il verbo HA REGALATO sul cerchio rosso

– diciamo: “Chi è che ha regalato?”. I bambini rispondono: “La nonna”
– diciamo: “Ora metteremo le parole LA NONNA sul simbolo del nome che rappresenta la persona che esegue l’azione, il cerchio nero grande”
– mettiamo il cerchio grande nero a sinistra del cerchio rosso. Mettiamo la freccia nera con le domande ‘chi è che?… che cosa è che?…’ tra i due cerchi, in modo che punti verso il cerchio nero

– chiediamo: “La nonna ha regalato cosa?”. I bambini rispondono: “Una palla”
– diciamo: “Ora metteremo le parole UNA PALLA sul simbolo del nome che rappresenta la cosa che riceve l’azione, cioè sul cerchio nero medio”
– mettiamo il cerchio nero medio fino a destra del cerchio rosso e mettiamo il complemento oggetto UNA PALLA sul cerchio medio nero
– mettiamo la freccia nera con le domande ‘chi? che cosa?’ tra i due cerchi, in modo che punti verso il cerchio medio nero


– chiediamo: “La nonna ha regalato una palla a chi?”. I bambini rispondono: “A Gaia”
– diciamo: “GAIA è un complemento indiretto. Il complemento oggetto è diretto perchè riceve l’azione direttamente. I complementi indiretti completano la frase in vari modi e non ricevono l’azione direttamente. I complementi indiretti sono spesso preceduti da un complemento oggetto o diretto. La prima parola di un complemento indiretto è spesso una preposizione. Il simbolo per i complementi indiretti è un piccolo cerchio arancio”
– diciamo: “Ora metteremo il cerchio arancio piccolo un po’ più in alto rispetto al cerchio rosso e a destra”
– mettiamo il cerchio arancio piccolo come abbiamo indicato e mettiamo la freccia arancio con le domande ‘…chi? …che cosa?’  tra il cerchio rosso e il cerchio arancio piccolo in modo che punti verso il cerchio arancio


– invertiamo l’ordine delle parti della frase in tutte le possibili combinazioni. Solo l’ordine di partenza risulterà quello corretto
– ricostruiamo la frase
– i bambini lavoreranno con il materiale da soli dopo la presentazione
– i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica
– nei giorni seguenti i bambini comporranno loro frasi e le analizzeranno col materiale.

Analisi logica Montessori: seconda presentazione dei complementi indiretti
Scopo
:
– comprendere la relazione che c’è tra verbo (azione) e le famiglie del nome del soggetto, del complemento oggetto o diretto e dei complementi indiretti.
– introdurre le nuove domande da usare per i complementi indiretti.

Età:
– dai 9 ai 12 anni.

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Analisi logica Montessori: seconda presentazione dei complementi indiretti

Analisi logica Montessori: prima presentazione dei complementi indiretti

Analisi logica Montessori: prima presentazione dei complementi indiretti. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.

Materiale:
– Scatola per l’analisi logica Montessori B1a:

Dalla scatola useremo:
un cerchio rosso con la scritta VERBO
un cerchio nero grande  (per il soggetto)
un cerchio nero medio (per il complemento oggetto o diretto)
un cerchio arancio piccolo (per i complementi indiretti)
due frecce nere mute
una freccia arancio muta
– frasi pronte.

Analisi logica Montessori: prima presentazione dei complementi indiretti
Presentazione
:
– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Abbiamo già imparato come si analizza una frase”. Ricapitoliamo insieme quello che abbiamo imparato
– diciamo: “Oggi faremo una nuova attività con le frasi”
– mettiamo sul piano di lavoro il materiale elencato sopra
– scegliamo una frase, ad esempio ALICE MOSTRA UN DISEGNO A FRANCESCA

– chiediamo ai bambini di leggere la frase. Mettiamo la frase al centro del piano di lavoro
– chiediamo: “Qual è il verbo?”. I bambini rispondono: “Mostra”
– chiediamo a un bambino di ritagliare la parola dalla frase
– facciamo scivolare il cerchio rosso verso il centro del piano di lavoro e mettiamo il verbo MOSTRA sul cerchio rosso

– diciamo: “Chi è che mostra?”. I bambini rispondono: “Alice”
– diciamo: “Ora metteremo la parola ALICE sul simbolo del nome che rappresenta la persona che esegue l’azione, il cerchio nero grande”
– facciamo scivolare il cerchio grande nero fino a posizionarlo a sinistra del cerchio rosso. Mettiamo una freccia nera tra i due cerchi, in modo che punti verso il cerchio nero

– chiediamo: “Alice mostra cosa?”. I bambini rispondono: “Un disegno”
– diciamo: “Ora metteremo le parole UN DISEGNO sul simbolo del nome che rappresenta la cosa che riceve l’azione, cioè sul cerchio nero medio”
– mettiamo il cerchio nero medio a destra del cerchio rosso e mettiamo il complemento oggetto UN DISEGNO sul cerchio medio nero. Mettiamo una freccia nera tra i due cerchi, in modo che punti verso il cerchio medio nero

– chiediamo: “Alice mostra un disegno a chi?”. I bambini rispondono: “A Francesca”
– diciamo: “Il cerchio nero piccolo è il simbolo che rappresenta la persona che riceve l’azione indirettamente. Francesca è un complemento indiretto. Il complemento oggetto è diretto perché riceve l’azione direttamente. I complementi indiretti completano la frase in vari modi e non ricevono l’azione direttamente. I complementi indiretti sono spesso preceduti da un complemento oggetto o diretto. La prima parola di un complemento indiretto è spesso una preposizione. Il simbolo per i complementi indiretti è un piccolo cerchio nero”
– diciamo: “Ora metteremo il cerchio arancio piccolo un po’ più in alto rispetto al cerchio rosso e a destra”
– mettiamo il cerchio arancio piccolo come abbiamo indicato e mettiamo una freccia arancio tra il cerchio rosso e il cerchio arancio piccolo in modo che punti verso il cerchio arancio

– invertiamo l’ordine delle parti della frase in tutte le possibili combinazioni. Solo l’ordine di partenza risulterà quello corretto
– ricostruiamo la frase
– i bambini lavoreranno con il materiale da soli dopo la presentazione
– i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica
– nei giorni seguenti i bambini comporranno loro frasi e le analizzeranno col materiale.

Analisi logica Montessori: prima presentazione dei complementi indiretti – Scopo:
– comprendere la relazione che c’è tra verbo (azione) e le famiglie del nome del soggetto, del complemento oggetto o diretto e dei complementi indiretti.
– introdurre i complementi indiretti.

Età:
– dai 9 ai 12 anni.

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Analisi logica Montessori: prima presentazione dei complementi indiretti

Analisi logica Montessori: tabella A2 per la costruzione di frasi

Analisi logica Montessori: tabella A2 per la costruzione di frasi. Esercizi e presentazioni per bambini della scuola primaria.

Materiali:
– matita
– righello
– strisce di carta bianca
– penna nera
– fogli a righe
– tavola A2
– tabella A2


– dalla scatola per l’analisi logica Montessori A2:

un cerchio rosso con la scritta VERBO su una facciata e la scritta PREDICATO sull’altra

un cerchio grande nero
un cerchio medio nero
una freccia nera con la scritta “chi è che?… che cosa è che?…” su una facciata e la scritta SOGGETTO sull’altra

una freccia nera con la scritta “chi? che cosa?” su una facciata e la scritta COMPLEMENTO OGGETTO O DIRETTO sull’altra

Scatola A2 per l’analisi logica

Analisi logica Montessori: tabella A2 per la costruzione di frasi

Per la TAVOLA A2 possiamo stampare questa su foglio A4:

Tabelle A2 per l’analisi logica

Analisi logica Montessori: tabella A2 per la costruzione di frasi


Presentazione
:
– invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Abbiamo già imparato ad analizzare le frasi”. Ricapitoliamo insieme quello che abbiamo imparato
– diciamo: “Oggi svolgeremo insieme una nuova attività con le frasi”
– mostriamo la Tavola A2. Chiediamo a un bambino di prendere dalla scatola i simboli che si trovano stampati nella Tavola A2
– diciamo: “Oggi  vedremo come possiamo registrare i nostri lavori di analisi logica in un modo diverso”
– diamo ad ogni bambino un foglio a righe. Pieghiamolo in tre parti e con matita e righello disegniamo tre colonne



– diciamo: “Scriviamo la parola DOMANDA in alto, nella prima colonna a sinistra”
– diciamo: “Scriviamo la parola RISPOSTA nella colonna centrale”
diciamo: “Scriviamo ELEMENTO DELLA FRASE nella colonna di destra”


– diciamo: “Useremo la Tavola A2 come aiuto per ricordare le domande”
– scriviamo una frase su una striscia di carta con la penna nera, ad esempio EVA DIPINGE UN ARCOBALENO


– chiediamo: “Qual è la prima domanda?”. I bambini rispondono: “Qual è il verbo?”
– chiediamo ai bambini di scrivere la domanda nella prima colonna della tabella che hanno disegnato sui loro fogli a righe in questo modo: 1. Qual è il verbo?


– chiediamo: “Qual è la risposta alla domanda?” I bambini rispondono: “Dipinge”
– chiediamo ai bambini di scrivere la risposta nella seconda colonna, in questo modo: 1. dipinge
– chiediamo: “Quale parte della frase contiene il verbo?”. I bambini rispondono: “Il predicato”
– chiediamo ai bambini di scrivere la risposta nella terza colonna, in questo modo: 1. predicato


– chiediamo: “Qual è la seconda domanda?”. I bambini rispondono: “Chi è che dipinge?”
– chiediamo ai bambini di scrivere la risposta nella prima colonna, in questo modo: 2. chi è che dipinge?
– chiediamo: “Qual è la risposta alla domanda?”. I bambini rispondono: “Eva”
– chiediamo ai bambini di scrivere questa risposta nella seconda colonna in questo modo: 2. Eva
– chiediamo: “Quale parte della frase contiene la persona, animale, cosa che esegue l’azione?”. I bambini rispondono: “Il soggetto”
– chiediamo ai bambini di scrivere la risposta nella terza colonna in questo modo: 2. soggetto


– chiediamo: “Qual è la terza domanda?”. I bambini rispondono: “Eva dipinge cosa?”
– chiediamo ai bambini di scrivere la domanda nella prima colonna in questo modo: 3. Eva dipinge cosa?
– chiediamo: “Qual è la risposta alla domanda?”. I bambini rispondono: “Un arcobaleno”
– chiediamo ai bambini di scrivere la risposta nella seconda colonna, in questo modo: 3. un arcobaleno
– chiediamo: “Quale parte della frase contiene la persona, cosa, animale che riceve l’azione?”. I bambini rispondono: “Complemento oggetto”
– chiediamo ai bambini di scrivere la risposta nella terza colonna, in questo modo: 3. complemento oggetto


– ripetiamo la procedura con altre frasi
– i bambini registrano l’esercizio sui loro quaderni di grammatica
– nei giorni seguenti i bambini svolgono questa attività in modo indipendente
– dopo la presentazione iniziale, i bambini possono usare la Tabella A2 da sola.

Scopo:
– comprendere la costruzione della frase
– comprendere la relazione tra il predicato (verbo) e le famiglie del nome che rappresentano il soggetto e il complemento oggetto
– introdurre un nuovo metodo per registrare il lavoro di analisi logica: la Tabella A2.

Età:
– dai 7 ai 9 anni.

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Analisi logica Montessori: tabella A2 per la costruzione di frasi

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