Psicogrammatica Montessori: l’inventario di classe per l’articolo

Psicogrammatica Montessori: l’inventario di classe per l’articolo per bambini della scuola primaria

Materiale

cartellini bianchi
– penne nere e azzurre.

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini intorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Oggi svolgeremo insieme una nuova attività con i nomi e gli articoli. Quali articoli conosciamo?”. I bambini rispondono nominando gli articoli determinativi e indeterminativi. “Cosa ci indicano gli articoli?”. Un uno una ci indicano un oggetto qualunque tra un gruppo di oggetti uguali tra loro. Il lo la un singolo oggetto su cui non si può sbagliare. I gli le ci indicano tutti gli oggetti uguali di un gruppo su cui non si può sbagliare
– invitiamo i bambini a nominare un oggetto presente in classe usando l’articolo appropriato. Ogni volta il bambino ci spiega il perchè della scelta dell’articolo
– scriviamo l’articolo in azzurro e il nome in nero su due cartellini separati, e posizioniamo articolo e nome sul tavolo o sul tappeto
– invitiamo i bambini a leggere i cartellini
– continuiamo l’esercizio nominando altri oggetti
– i bambini proseguono poi in modo indipendente scrivendo da soli i cartellini man mano che scelgono gli oggetti presenti in classe.

Scopo diretto

– comprendere la funzione dell’articolo
– comprendere la funzione degli articoli determinativi e indeterminativi.

Età

dai 6 anni.

Psicogrammatica Montessori: l’inventario di classe per l’articolo

Psicogrammatica Montessori: esperienze chiave sull’articolo

Psicogrammatica Montessori: esperienze chiave sull’articolo per bambini della scuola primaria.

Psicogrammatica Montessori: esperienze chiave sull’articolo
Altre possibilità di presentazione

Materiale

– una selezione di oggetti, alcuni in gruppi identici, altri singoli (ad esempio 3 bottoni, 1 dado, 2 perle, 3 spaghi, 1 matita)
– penna nera e azzurra
– cartellini dei nomi per ogni oggetto e cartellini per gli articoli appropriati per ogni nome
– cartellini dei titoli: “ESPERIENZA CHIAVE SULL’ARTICOLO”, “ETIMOLOGIA: ARTICOLO dal latino ARTICULUS = piccola mano)
– cartellini bianchi.

Presentazione

– invitiamo un piccolo gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Oggi faremo insieme qualche attività con i nomi e altre parole”
– mettiamo gli oggetti a gruppi sul tavolo o sul tappeto: 3 bottoni, 1 tazza, 2 perle, 3 pennarelli, 1 matita
– diciamo: “Ora vi chiederò di darmi esattamente quello che vi chiederò. Ascoltate attentamente”
– Diciamo a un bambino: “Dammi UN bottone”, enfatizzando la parola un. Posizioniamo i cartellini un e bottone a sinistra sul tavolo o sul tappeto. Mettiamo il bottone che ci ha dato il bambino accanto ai cartellini
– chiediamo a un altro bambino: “Dammi UN bottone”, sempre enfatizzando la parola un. Posizioniamo i cartellini a sinistra del tappeto ed accanto il bottone scelto, formando una colonna
– ora chiediamo: “Dammi LA tazza” enfatizzando la parola la. Posizioniamo i cartellini la e tazza in una colonna diversa, a destra dei bottoni e aggiungiamo la tazza
– continuiamo con gli altri oggetti, usando gli articoli singolari determinativi o indeterminativi a seconda del caso
– diciamo ai bambini: “Alzate la mano se sapete dirmi quale regola abbiamo usato per distribuire gli oggetti in queste due colonne”
– “In una colonna abbiamo un uno una, nell’altra il lo la davanti ai nomi”
– chiediamo: “Quanti bottoni ci sono?”. Tre.  “Quale parola abbiamo messo davanti alla parola bottone?”. Un. “Quando c’era più di un oggetto, avete dovuto scegliere quale oggetto darmi. Quando c’è più di un oggetto, c’è da fare una scelta, così usiamo le parole un uno una”
– diciamo: “Quante tazze ci sono?”. Una. “Quante matite?”. Una. “Quale parola abbiamo messo davanti ai nomi?” La. “Quando c’è solo un oggetto, non abbiamo una scelta da fare. Quando c’è solo un oggetto usiamo le parole il lo la”
– invitiamo i bambini a portare altri oggetti sul tavolo o sul tappeto. Chiediamo: “Qual è il nome dell’oggetto? Quanti ce ne sono? Usiamo un uno una o il lo la?”
– scriviamo gli articoli in azzurro e i nomi in nero sui cartellini bianchi. Posizioniamo gli oggetti e i cartellini nelle colonne appropriate
– chiediamo: “Dove mettiamo le parole un uno una il lo la?”. Davanti al nome
– “Le parole un uno una il lo la si chiamano articoli. Li abbiamo scritti in azzurro. La parola articolo deriva dal latino articulus che significa piccola manina o piccolo rametto. L’articolo è come un rametto attaccato al grande albero, che è il nome”
– “Questa è la nostra lezione chiave sull’articolo”
– mostriamo i cartellini dei titoli e posizioniamoli lungo il margine superiore del tavolo o del tappeto
– i bambini leggono i titoli a voce alta
– i bambini registrano il lavoro sui loro quaderni di grammatica.

Scopo diretto

– comprendere la funzione degli articoli
– comprendere la funzione degli articoli indeterminativi e determinativi singolari.

Età

dai 6 ai 9 anni (esperienza da ripetere ogni anno).

Altre esperienze con gli articoli

Durante la normale giornata a scuola, inseriamo vari giochi verbali che pongano l’attenzione dei bambini sugli articoli. Ad esempio diciamo loro “Mostrami UNA sedia”, “Indicami GLI spazzolini da denti. Indicami LO spazzolino da denti che usi tu”. Facciamo anche notare, ad esempio, che diciamo IL cavallo e non LO cavallo, e vari altri esempi simili, ogni volta che se ne presenta l’occasione.

Prepariamo una scatola degli oggetti, contenente numerosi oggetti. Alcuni di questi oggetti saranno in un unico esemplare, altri in più esemplari identici (singolare e plurale, determinativi e indeterminativi).
La scelta degli oggetti deve essere accurata: cominceremo con oggetti che cominciano con le consonanti, poi, per introdurre l’uso degli articolo apostrofato, aggiungeremo anche oggetti che cominciano per vocale. Selezioniamo con altrettanta attenzione maschili e femminili.
Per ogni scatola che prepariamo per il bambino, scriviamo anche i cartellini:
–  dei nomi degli oggetti
–  degli articoli da abbinare
– cartellini di controllo (che contengono il giusto abbinamento articolo – nome).

Per presentare l’esercizio ai bambini, mettiamo sul tappeto la scatola degli oggetti e, a un lato del tappeto, formiamo una colonna dei nomi e una colonna degli articoli, in ordine casuale.

Togliamo il primo oggetto (o gruppo di oggetti identici) dalla scatola, e mettiamolo sul tappeto, quindi scegliamo il nome adatto e aggiungiamo davanti ad esso l’articolo.

A seconda degli obiettivi che vogliamo raggiungere con l’esercizio, facciamo gli esempi necessari per dare ai bambini le indicazioni necessarie (ad esempio su singolare e plurale, o su determinativo e indeterminativo).

Quando il bambino è pronto, può proseguire da solo. Al termine del lavoro aggiungerà allo schema i cartellini di controllo.

Il gioco può essere variato. Ad esempio possiamo scrivere dei piccoli comandi al momento, per far indovinare al bambino l’oggetto che vogliamo prendere dalla scatola, oppure possiamo commettere “errori” nell’abbinare articolo e nome, e il bambino dovrà correggerci.

Esercizi con carte illustrate e cartellini possono essere preparati nello stesso modo, sostituendo appunto alla scatola degli oggetti carte illustrate appositamente preparate per i bambini.

Esercizi di compilazione di elenchi. Incoraggiamo i bambini a compilare elenchi (articolo e nome) di oggetti presenti nella classe o nella Fattoria. La Fattoria è un materiale piuttosto costoso, che si presta a molte attività nell’area linguistica. Può essere sostituita da una casa di bambola; io faccio così, in effetti, aggiungendo molti animali di plastica e gruppi di oggetti:

Questa è una fattoria, completa di cartellini, che ho preparato in versione stampabile:

La fattoria (o la casa di bambole, lo zoo, il negozio, la strada) sono giochi che  incoraggiano lo sviluppo del linguaggio verbale e contribuiscono, accompagnati da cartellini appositamente preparati, a comprendere la grammatica e la sintassi.

Psicogrammatica Montessori: esperienze chiave sull’articolo

Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per l’articolo

Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per l’articolo. Presentazioni ed esercizi per la scuola primaria.

Esercizio 1

Materiale

– cartellini preparati con nomi di oggetti della fattoria
– cartellini degli articoli determinativi e indeterminativi da abbinare ai nomi
– fattoria.

Esercizio

– dopo aver presentato ai bambini l’articolo introdurre il cestino con i cartellini preparati e dire ai bambini che possono leggerli e abbinarli agli oggetti della fattoria
– il cestino include nomi ed articoli determinativi e indeterminativi, e il bambino sceglie l’indeterminativo per oggetti singoli, e il determinativo per gli oggetti multipli. Il cesto contiene anche il cartellino del titolo “Articolo”
– al termine dell’esercizio il bambino può copiare lo schema sul suo quaderno di grammatica.

Prerequisiti

lezione su nomi e articoli

Età

6 anni

Esercizio 2

Materiali

– ambiente in miniatura (fattoria, castello, casa delle bambole o altro)
– cartellini dei nomi scritti in nero e degli articoli scritti in azzurro
– simboli grammaticali.

Presentazione

– invitiamo un piccolo gruppo di bambini a sistemare gli oggetti dell’ambiente in miniatura
– scegliamo un cartellino del nome, leggiamolo e posizioniamolo accanto all’oggetto corrispondente
– scegliamo il corretto cartellino dell’articolo e mettiamolo davanti al nome
– aiutiamo i bambini a leggere e posizionare gli altri cartellini
– i bambini possono registrare la lezione sui loro quaderni di grammatica.

Scopo diretto

esercitarsi coi nomi e gli articoli.

Scopo indiretto

– sviluppo del vocabolario,
– comprensione del significato e della funzione di nomi e articoli.

Punti di interesse

– preparare l’ambiente in miniatura,
– etichettare gli oggetti.

Controllo dell’errore

gli articoli sono scritti in blu e i nomi in nero.

Variazioni

– etichettare gli oggetti della stanza,
– usare altri ambienti in miniatura.

Estensioni

chiedere ai bambini di fare nuovi cartellini in aggiunta a quelli forniti.


Esercizio 3

Materiale

– fattoria Montessori (o casa delle bambole o altro ambiente in miniatura)
– cartellini preparati con i nomi degli oggetti scritti in nero
– cartellini degli articoli corrispondenti ai nomi scelti scritti in azzurro
– penna nera e azzurra
– cartellini in bianco.

Esercizi

– invitiamo un gruppo di bambini intorno alla fattoria
– chiediamo loro di sistemare i cartellini dei nomi accanto agli oggetti corrispondenti
– diciamo ai bambini: “Oggi lavoreremo insieme coi nomi e gli articoli. Quali articoli conosciamo?”. I bambini rispondono. “Un uno una ci dicono che ci sono molti oggetti uguali e che ne vogliamo indicare uno qualunque tra questi. Il lo la ci dicono che siamo certi dell’oggetto che vogliamo indicare, perchè ce ne è solo uno”
– invitiamo i bambini a leggere i cartellini degli articoli e a posizionarli accanto ai nomi in modo corretto
– quando tutti i cartellini sono posizionati, chiediamo ai bambini di leggerli insieme ai nomi, discutendo le scelte fatte.
– diciamo: “Tutte le parole scritte in azzurro sono articoli. Un articolo è una piccola parola, come una manina che indica un nome”
– il bambino registra gli articoli e i nomi sul suo quaderno di grammatica
– il bambino può esercitarsi da solo con altri cartellini ed oggetti della fattoria.

Scopo diretto

– comprendere la funzione dell’articolo
– comprendere la funzione degli articoli determinativi e indeterminativi.

Età

dai 6 anni.

Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per l’articolo

Psicogrammatica Montessori: articoli determinativi e indeterminativi

Psicogrammatica Montessori: articoli determinativi e indeterminativi, presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.

Presentazione 1

Materiali

– una raccolta di oggetti, ad esempio 3 bottoni, 2 mollette, 3 spaghetti, 2 arance
– pennarello nero e azzurro
– strisce di carta bianca.

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini intorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Oggi faremo insieme un esercizio coi nomi e gli articoli. Quali articoli conosciamo?”. (I bambini rispondono; dovrebbero conoscere un, uno, una, il, lo, la, i, gli, le). Continuiamo con la nostra ricapitolazione, coinvolgendo sempre i bambini: “Un, uno e una ci dicono che ci sono molti oggetti uguali e che noi ne vogliamo uno qualsiasi tra questi. Usiamo il, lo, la quando c’è solo un oggetto. Usiamo i gli le quando vogliamo un determinato gruppo di oggetti.”
– Sistemiamo gli oggetti sul tavolo o sul tappeto: 3 bottoni, 2 mollette, 3 spaghetti in tre colonne distinte
– diciamo: “Oggi faremo qualcosa di diverso con questi oggetti. Guardate attentamente e alzate la mano quando avete capito perchè gli oggetti sono ordinati in questo modo”.
– sulle strisce bianche scriviamo ‘un bottone’ tre volte usando l’azzurro per gli articoli e il nero per i nomi. Invitiamo i bambini a leggere i cartellini e posizioniamoli sotto agli oggetti sul tavolo o sul tappeto
– su altre strisce bianche scriviamo le parole ‘una molletta’ due volte usando sempre l’azzurro per gli articoli e il nero per i nomi. Invitiamo i bambini a leggere i cartellini e posizioniamoli sotto agli oggetti sul tavolo o sul tappeto
– ripetiamo la procedura anche con gli spaghetti e poi con le arance
– Quando i bambini hanno intuito la regola diciamo: “Quando il nome è maschile usiamo un e uno. Quando il nome è femminile usiamo una, ma quando il nome comincia per vocale una diventa un’ con l’apostrofo.
– Invitiamo i bambini a dirci altri nomi che richiedono l’articolo un, uno, una, un’. Scriviamoli sulle strisce bianche e posizioniamole nelle colonne corrispondenti.
– Il bambino può copiare lo schema sul suo quaderno di grammatica.

Scopo diretto

– comprendere la funzione dell’articolo
– comprendere la funzione degli articoli un, uno, una, un’

Età

dai 6 anni.

Presentazione 2

Materiali

una raccolta di oggetti, ad esempio: 5 bottoni, 2 spaghetti, 3 perle, 1 righello, 1 tazza, 1 spago
– una penna nera e una azzurra
– strisce di carta bianca
– cartellini dei titoli: articolo determinativo; articolo indeterminativo.

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini intorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Oggi faremo altri esercizi coi nomi e gli articoli. Quali articoli conosciamo?”. (I bambini rispondono; dovrebbero conoscere un, uno, una, il, lo, la, i, gli, le). “Cosa ci dicono gli articoli?”. “Un, uno e una ci dicono che ci sono molti oggetti uguali e che noi ne vogliamo uno qualsiasi tra questi. Usiamo il, lo, la quando c’è solo un oggetto. Usiamo i gli le quando vogliamo un determinato gruppo di oggetti.”
– sistemiamo gli oggetti in gruppi sul tavolo o sul tappeto: 5 bottoni, 2 spaghetti, 3 perle, 1 righello, 1 tazza, 1 spicchio
– invitiamo i bambini a posizionare i cartellini appropriati accanto agli oggetti
– chiediamo ai bambini: “Quando mettiamo il cartellino davanti a un bottone, sappiamo precisamente accanto a quale bottone metterlo?”. I bambini risponderanno di no. “Abbiamo 5 bottoni tra cui scegliere e uno vale l’altro”
– chiediamo ai bambini: “Quando mettiamo il cartellino accanto alla tazza, sappiamo con esattezza quale tazza etichettare?”. I bambini risponderanno di sì, perchè c’è una sola tazza. “Abbiamo una sola tazza, quindi la tazza è un oggetto determinato, sappiamo con certezza di che tazza parliamo”
– “La è un articolo determinativo, come il e lo. L’articolo determinativo si usa quando indichiamo un oggetto preciso, perchè è l’unico. Anche i gli le sono determinativi, e servono a indicare un gruppo di oggetti precisi. Il lo la sono articoli determinativi singolari, i gli le sono articoli determinativi plurali”
– posizioniamo il cartellino ARTICOLI DETERMINATIVI sulla colonna che comprende la tazza, il righello e lo spicchio
– diciamo ai bambini: “Un uno una sono chiamati articoli indeterminativi. Indicano che ci sono molti oggetti uguali e non sappiamo quale vogliamo in particolare”
– posizioniamo il cartellino ARTICOLI INDETERMINATIVI sulla colonna dei bottoni, degli spaghetti, delle perle
– invitiamo i bambini a leggere i cartellini dei titoli e i cartellini che contrassegnano gli oggetti in ogni colonna
– i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando la penna azzurra per gli articoli e la penna nera per i nomi.

Scopo diretto

– comprendere la funzione dell’articolo;
– comprendere la funzione degli articoli determinativi e indeterminativi.

Età

dai 6 ai 9 anni.

Presentazione 3

Materiali

– oggetti in gruppi di uno o più, con nomi che iniziano con vocali e consonanti
– penna nera e azzurra
– strisce di carta.

Presentazione

– mettiamo tutti gli oggetti insieme sul tappeto e diciamo ai bambini: “Guardate quanti oggetti! Proviamo a metterli in ordine”
– chiediamo a un bambino, “Puoi darmi il fiore?”. Chiediamo: “Cosa mi hai portato?” e il bambino risponderà: “Il fiore”
– chiediamo a un altro bambino di darci una mela. Il bambino può scegliere una qualsiasi delle mele. Chiediamo: “Cosa mi hai portato?”. Il bambino risponderà “Una mela”.
– poi chiediamo a un altro bambino di darci un fagiolo, e il bambino può scegliere uno qualsiasi dei fagioli. Chiediamo: “Cosa mi hai portato?”. Il bambino risponderà “Un fagiolo”
– proseguiamo così con tutti gli oggetti, scrivendo su un cartellino per ogni oggetto quello che ci dicono i bambini: il fiore, una mela, un fagiolo, ecc.
– chiediamo: “Vi ricordate come si chiamano queste piccole parole che stanno davanti ai nomi?”. I bambini risponderanno che si tratta di articoli
– diciamo: “Quando mi avete dato il fiore, c’era un fiore solo, e si capiva bene quale fiore volevo. Quando ho chiesto una mela, invece, c’erano molte mele tra cui scegliere, e non potevate essere sicuri di quale mela darmi. Potevate scegliere una mela qualsiasi”
– “Il è un articolo determinativo. Lo usiamo per le cose determinate, come il fiore. Una e un sono articoli indeterminativi, che usiamo per le cose indeterminate, come una mela tra tante o un fagiolo tra tanti”.

Presentazione 4

Materiale

– cartellini di nomi, articoli determinativi e indeterminativi da abbinare
– simboli grammaticali
– cartellini dei titoli (nome, articolo determinativo, articolo indeterminativo).

Presentazione

– mettiamo un cartellino alla volta sul tappeto, chiediamo al bambino di leggere la parola a voce alta e di  identificare la parte del discorso
– invitiamo il bambino ad abbinare un articolo con un nome
-proseguendo nell’esercizio il bambino si accorgerà del fatto che alcuni abbinamenti possono essere fatti in più modi diversi, mentre altri no
– invitiamo il bambino a mettere i simboli grammaticali sui cartellini appropriati
– invitiamo il bambino a usare i cartellini dei titoli appropriati per i determinativi e gli indeterminativi.

Presentazione 5

Materiali

– set di otto oggetti: 4 che cominciano per vocale e 4 che cominciano per consonante
– cartellini degli articoli scritti in azzurro.

Presentazione

invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– mettiamo gli oggetti sul piano di lavoro, invitiamo i bambini a ordinarli e etichettarli coi cartellini dei nomi
– mettiamo davanti a ciascun nome l’articolo appropriato e chiediamo ai bambini di dirci in base a quale regola abbiamo fatto gli abbinamenti
– leggiamo ogni cartellino del nome e dell’articolo e quando i bambini hanno compreso, spieghiamo che quando i nomi femminili iniziano per vocale una diventa un’, ma un maschile è sempre senza apostrofo. Lo e la davanti a vocale diventano l’
– i bambini possono scrivere la regola sul loro quaderno di grammatica, e possono copiare lo schema.
– imparare le regole ortografiche per gli articoli apostrofati

Presentazione 6 . Introduzione orale

Chiediamo ai bambini: “Chi è responsabile del governo?”. Il primo ministro. “Abbiamo solo un primo ministro in carica alla volta, quindi diciamo il primo ministro”.
“Quante regine ci sono in Inghilterra?” Una. “Diciamo la regina, perché c’è una sola regina, non possiamo sbagliare”.
“Quante lavagne abbiamo in classe?” Una. “Allora diciamo la lavagna”.
“Quante sedie abbiamo in classe?”. Molte. “Allora diciamo una sedia se ne vogliamo indicare una qualsiasi tra quelle che abbiamo”.
“E quanti tavoli abbiamo?” Molti. “Allora diciamo un tavolo”.
“Un, uno, una sono chiamati articoli indeterminativi, perchè si usano per qualsiasi oggetto tra un gruppo di oggetti uguali”.
“Il lo la si chiamano articoli determinativi perchè si usano per indicare un oggetto con certezza”.

Psicogrammatica Montessori: articoli determinativi e indeterminativi

Psicogrammatica Montessori: funzione dell’articolo

Psicogrammatica Montessori: funzione dell’articolo, presentazione ed esercizi per la scuola primaria.

Presentazione 1

Materiali

– penna nera e azzurra
– strisce di carta preparate
simboli grammaticali per articolo e nome.

Presentazione

– diciamo ai bambini: ” Se io dico ‘portami righello’, ‘mangia mela’ oppure ‘riordina scaffale’ suona bene?”
– scriviamo queste parole con la penna nera: portami righello, mangia mela, riordina scaffale (lasciando uno spazio per l’articolo)

– i bambini dovrebbero notare da soli che mancano gli articoli, in caso contrario chiediamo se secondo loro manca qualcosa
– diciamo: “Sì, avete ragione. Prima del nome manca una parola per far suonare bene la frase”
– scriviamo su cartellini corti, in azzurro, gli articoli il, la, lo ed aggiungiamoli alle frasi precedentemente scritte.


– leggiamo le frasi: “Portami il righello. Mangia la mela. Riordina lo scaffale.”
– diciamo: “Queste piccole parole che vanno prima del sostantivo sono dette articoli. La parola articolo deriva dal latino articulus che significa piccolo membro, piccolo braccio. In articolo è un po’ come una manina che sta davanti al nome per indicarlo.
– mostriamo ai bambini i simboli grammaticali per il nome e l’articolo. Facciamo notare che l’articolo si riferisce al nome, quindi ha la stessa forma, ma il simbolo è più piccolo e di colore diverso. Usiamo un triangolo nero per il nome e un piccolo triangolo piccolo azzurro per l’articolo.

Presentazione 2

Materiale

– molti oggetti e gruppi di oggetti (ad esempio 3 bottoni, 5 mollette,  1 perla, 1 bicchiere, 1 forchetta, 3 fusilli);


– cartellini per ogni oggetto con l’articolo corretto (i nomi sono scritti in nero e gli articoli in azzurro). Gli oggetti individuali avranno un cartellino con l’articolo determinativo. I gruppi di oggetti avranno un cartellino con l’articolo indeterminativo per ognuno degli oggetti (es. un bottone, un bottone, un bottone);
– carte titolo: articolo determinativo, articolo indeterminativo;
– scatola dei simboli grammaticali.

Presentazione

– Raduniamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– mettiamo gli oggetti sul tappeto
– chiediamo a un bambino di darci un bottone, enfatizzando la parola un. Affianchiamo col cartellino corrispondente. Poi chiediamo anche ad un secondo e ad un terzo bambino di darci un bottone

– continuiamo così per gli altri gruppi di oggetti multipli


– ora chiediamo a un bambino di darci un oggetto singolo, ad esempio il bicchiere. Spieghiamo che in questo caso possiamo chiedere il bicchiere, perché c’è un solo bicchiere. È determinato, cioè è certo,  che questo è il bicchiere che stiamo chiedendo.
– continuiamo chiedendo gli altri oggetti individuali
– possiamo ogni tanto fingere di sbagliare ad usare gli articoli, ad esempio dicendo: “Dammi una forchetta… No, scusami, dovevo dire dammi la forchetta”, sottolineando così il nostro errore.
– spieghiamo che quando abbiamo chiesto un oggetto tra quelli presenti in gruppo, abbiamo usato gli articoli un una uno averne uno qualsiasi tra quelli del gruppo. L’oggetto che abbiamo chiesto era indeterminato: uno o l’altro andava bene, non ne chiedevamo uno specifico. Quando invece c’era un solo oggetto di un certo tipo, abbiamo usato gli articoli il lo la. Anche quando vogliamo un determinato gruppo vogliamo qualcosa di determinato, e possiamo chiedere i bottoni, le mollette, i fusilli.
– spieghiamo ai bambini che le parole scritte in azzurro sono articoli. L’articolo è una parola corta che indica che dopo di lui ci sarà un nome. Il simbolo è un piccolo triangolo azzurro. Ha la stessa forma del simbolo del nome perché non è così importante da avere una forma diversa da lui. La parola articolo viene dal latino articulus che significa piccolo arto.
– aggiungiamo allo schema i cartellini degli articoli e dei nomi


– mettiamo sul margine superiore del tappeto i due cartellini dei titoli e chiediamo ai bambini di spostare i cartellini dei nomi e degli articoli nella colonna corretta


– il bambino può registrare lo schema nel suo quaderno di grammatica.

Scopo diretto: introdurre la funzione dell’articolo.

Scopo indiretto: coltivare l’interesse verso la grammatica, introdurre il simbolo per l’articolo.

Punti di interesse:
– il simbolo dell’articolo,
– imparare quando e perché si usano gli articoli determinativi e quelli indeterminativi.

Estensioni:
– raggruppare oggetti presenti nella stanza e fare cartellini di articoli e nomi per ognuno
– cercare gli articoli in un racconto o in una poesia.

Presentazione 3

Proponiamo ai bambini una lista di nomi scritti alla lavagna. Con l’aiuto dei bambini aggiungiamo davanti ad ogni nome l’articolo, che può essere determinativo o indeterminativo a seconda di quelli che suggeriscono i bambini. Possiamo contrassegnare gli articoli col triangolino azzurro e i nomi col triangolo nero.
Quando la lista è completa e ogni nome è preceduto da un articolo, facciamo notare ai bambini che abbiamo articoli come un, uno e una, e altri articoli come il lo la i gli le.
Possiamo dire ai bambini che usiamo un uno e una quando il nome è uno tra tanti, il lo la quando il nome è uno in particolare, i gli le quando il nome si riferisce a tanti, cioè quando si tratta di un nome plurale.
Cosa fanno gli articoli? Ci dicono che sta per arrivare un nome.

Presentazione 4

Materiali

– matita e strisce di carta bianca (oppure cartellini pronti per nomi, articoli e titoli)
– una selezione di piccoli oggetti, alcuni singoli ed altri multipli

Prerequisiti

il bambino deve saper leggere senza difficoltà i cartellini

Presentazione

– radunare gli oggetti sul tavolo o sul tappeto. Formare con gli oggetti una colonna verticale
– chiamare un piccolo gruppo di bambini al tavolo o al tappeto. Chiedere ai bambini di darci un oggetto singolo, ad esempio dicendo: “Per favore, dammi la tazza”; “Per favore, dammi la scatola”, enfatizzando gli articoli.
– Poi chiedere ai bambini di darci un oggetto tra quelli presenti in quantità multipla, dicendo ad esempio: “Per favore, dammi il pennarello”, ma rapidamente aggiungiamo: “Scusami, ho fatto la domanda sbagliata. Dovevo dire per favore, dammi un pennarello, perchè ce ne è più di uno”.
– Ripetere questo esempio più volte, con altri oggetti.
– Scrivere il nome degli oggetti con i rispettivi articoli sulle strisce di carta. I bambini leggono a turno i cartellini e li posizionano accanto agli oggetti corrispondenti.
– Porre all’attenzione dei bambini gli articoli dicendo: “Queste piccole parole un, uno, una, il, lo, la, i, gli, le sono chiamate articoli. La parola ‘articolo’ deriva dal latino articulus, che significa piccola parte o piccolo membro. L’articolo è una piccola parola che sta sempre vicina ad un nome”. Posizionare il cartellino del titolo “articolo” lungo il margine superiore del tavolo o del tappeto.

Presentazione 5

Materiale

– una scatola o un cesto contenente una selezione di piccoli oggetti della fattoria, alcuni singoli ed altri multipli
– due serie di cartellini preparati, che indicano gli oggetti selezionati per la presentazione: il primo set è formato da cartellini per articolo+nome insieme, il secondo set è formato da articoli e nomi su cartellini separati

Presentazione

– invitiamo un piccolo gruppo di bambini intorno al tavolo o al tappeto e mostriamo gli oggetti nel cestino
– estraiamo un oggetto alla volta (anche in caso di oggetti multipli) e chiediamo ai bambini di nominarli.
– facciamo notare ai bambini che alcuni oggetti sono unici, altri oggetti sono in più esemplari
– distribuiamo tra i bambini i cartellini nome+articolo
– ogni bambino legge il suo cartellino, trova l’oggetto e posiziona il cartellino accanto all’oggetto
– diciamo, ad esempio: “Sì, questo è un cespuglio” (se ci sono più cespugli) oppure “Sì, questo è il cespuglio” se c’è un cespuglio solo.
– quando tutti gli oggetti sono etichettati, mettiamoli in ordine con i cartellini corrispondenti formando due colonne (indeterminativi e determinativi)
– leggiamo coi bambini i cartellini delle due colonne e diciamo che quando parliamo di un elemento singolo usiamo il lo la, quando parliamo di un elemento tra tanti usiamo un uno una.
– ritiriamo i cartellini e distribuiamo tra i bambini i cartellini dei nomi, facendoli posizionare accanto agli oggetti, poi i cartellini degli articoli.
– una volta fatto, i bambini possono leggere di nuovo le colonne
I bambini possono ripetere questa lezione con le etichette preparate.

Psicogrammatica Montessori: funzione dell’articolo

Psicogrammatica Montessori: il plurale degli articoli

Psicogrammatica Montessori: il plurale degli articoli, presentazioni ed esercizi per la scuola primaria.

Per lo studio del singolare e del plurale di nomi e articoli altri esercizi sono:
esercizi con la scatola grammaticale I 
numero del nome col metodo Montessori.

Presentazione 1

Scopo diretto

– comprendere la funzione degli articoli
– comprendere la funzione degli articoli indeterminativi e determinativi singolari e plurali.

Età

dai 6 anni

Materiali

una selezione di oggetti  singoli (1 barile, 1 scatola)
– una selezione di gruppi di oggetti uguali tra loro (4 cespugli, 3 maialini, 2 rane)
– penna nera e blu
– cartellini bianchi.

Io ho usato il materiale della Fattoria Montessori:

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini intorno al tavolo o al tappeto;

– diciamo loro: “Oggi faremo qualche esercizio coi nomi e gli articoli. Quali articoli conosciamo? (i bambini rispondono). Cosa ci dicono gli articoli? Un uno e una ci dicono che ci sono molti oggetti e che ne vogliamo uno tra questo. Il lo la ci dicono che vogliamo un oggetto determinato, o che c’è un solo oggetto. I gli e le ci dicono che vogliamo un insieme di oggetti uguali”;

– sistemare gli oggetti e i gruppi di oggetti sul tavolo o sul tappeto;

– diciamo: “Oggi faremo qualcosa di nuovo con questi oggetti”;

– su un cartellino bianco scriviamo il nome del primo gruppo di oggetti preceduto dall’articolo (un oggetto alla volta):

– diciamo ai bambini: “C’è un modo più semplice per indicare tutti questi cespugli”. Prendiamo un cartellino scritto e correggiamo un cespuglio con i cespugli. Invitiamo i bambini a leggere il nuovo cartellino.

– ripetere con gli altri nomi plurali

– diciamo ai bambini, indicando i plurali: “Cosa abbiamo potuto notare di questi nomi? Sono tutti plurali. Quando il nome è plurale usiamo gli articoli determinativi i gli le. Usiamo invece un uno una per indicare un oggetto qualunque fra tanti. Usiamo il lo la per indicare un oggetto determinato.”

Il bambino può copiare lo schema sul suo quaderno di grammatica.

In seguito può svolgere un’attività simile utilizzando altri elementi della fattoria e i cartellini preparati (nomi e articoli).

Presentazione 2

Prerequisiti

introduzione alla funzione dell’articolo

Materiali

– scatola di oggetti multipli;
– cartellini per ogni oggetto o gruppi di oggetti con l’articolo corretto (nomi scritti in nero e articoli in azzurro)
Gli oggetti individuali hanno l’articolo determinativo, i gruppi di oggetti hanno per ogni singolo oggetto del gruppo l’articolo indeterminativo;
– simboli grammaticali per il nome e l’articolo;
– cartellini di titoli (singolare e plurale).

Presentazione

– chiamiamo un piccolo gruppo di bambini intorno al tappeto;
– invitiamoli a sistemare gli oggetti sul tappeto e a posizionare accanto i nomi e gli articoli corrispondenti, accompagnati dai simboli grammaticali;
– chiediamo a un bambino di leggere ogni cartellino del primo gruppo di oggetti e di darceli (un maialino, un maialino, un maialino);
– diciamo ai bambini che c’è un modo più rapido per chiedere di darci i maialini insieme. Sostituire i tre cartellini col cartellino “i maialini”;

– ripetiamo con altri gruppi di oggetti. Diciamo ai bambini che quando vogliamo nominare un gruppo di oggetti usiamo il plurale dell’articolo determinativo;
– i bambini possono registrare la disposizione sui loro quaderni di grammatica.

Scopo diretto: imparare l’uso dell’articolo determinativo con i nomi plurali
Scopo indiretto: capire il senso della grammatica nel linguaggio orale

Punti di interesse:
– il simbolo per l’articolo;
– imparare quando e perché usare un uno una, il lo la i gli le.

Controllo dell’errore: gli articoli sono scritti in azzurro e i nomi in nero

Presentazione 3

Materiale

– un temperino e un gruppo di cucchiaini
– cartellini dei nomi
– cartellini degli articoli
– simboli grammaticali per il nome e l’articolo;
– cartellini di titoli (singolare e plurale).

Presentazione

– invitiamo un piccolo gruppo di bambini al tavolo o al tappeto

– prendiamo il temperino e chiediamo: “Quanti temperini ci sono?”, Il bambino dirà: “Uno solo”.

– diciamo ai bambini: “Ricordate che abbiamo detto che quando c’è un solo oggetto la parola è singolare”, e mettiamo accanto al temperino i cartellini dell’articolo e del nome (il temperino)

– chiediamo a un bambino: “Quanti cucchiaini ci sono?”. Il bambino risponderà:  “Tre”.

– Mettiamo i cucchiaini sul tappeto e diciamo:  “Ricordate che abbiamo detto che, quando ci sono due o più oggetti la parola è plurale, e il nome e l’articolo si modificano. Mettiamo accanto ai cucchiaini i cartellini corrispondenti.

Presentazione 4

Scopo diretto

– rendere il bambino consapevole del corretto utilizzo di vocaboli comuni;
– contribuire ad ampliare il vocabolario del bambino
– incoraggiare il bambino ad esplorare il suo linguaggio attraverso lo studio delle parole e la grammatica.

Età di presentazione

 sei anni

Materiali

– raccolta di oggetti con un numero variabile di membri per ciascuna voce (da1 a 4)
– cartellini di nomi e articoli
– cartellini dei titoli (singolare, plurale)

Presentazione

– Diciamo ai bambini: “Guardate quante cose diverse! Mi potete aiutare a tirarle fuori? “.

– Iniziamo con un oggetto singolo (cane). Chiediamo “Cane o cani?”

– Ripetiamo con gli altri gruppi di oggetti, formando una colonna per i singolari e una per i plurali. Chiediamo sempre di ogni nome le due forme (singolare e plurale).

– Diciamo: “Quando abbiamo un solo oggetto il nome e l’articolo sono al singolare, quando abbiamo più di un oggetto il nome e l’articolo sono al plurale.”

– Posizioniamo in alto i cartellini dei titoli.

– Chiediamo ai bambini di mettere accanto agli oggetti i cartellini degli articoli e dei nomi.


Presentazione 5

Materiali

un cestino contenente oggetti singoli e gruppi di oggetti uguali
– cartellini di nomi e articoli singolari e plurali corrispondenti
– cartellini dei titoli (singolare e plurale)

Presentazione

– Tiriamo fuori dal cestino gli oggetti, singoli o a gruppi, e per ognuno chiediamo : “Devo dire agnellino o agnellini?”, “Devo dire rastrello o rastrelli?” ecc.

– • Diciamo: “Quando abbiamo un solo oggetto usiamo il singolare, quando abbiamo più oggetti usiamo il plurale.”. Mettiamo in alto i cartellini dei titoli.

– Prendiamo i cartellini dei nomi, mischiamoli, leggiamo il primo e chiediamo: “E’ uno o più di uno?”.

– mettiamo il cartellino sotto il titolo giusto. Poi chiediamo: “Che articolo usiamo?” e affianchiamo l’articolo al nome.

– ripetiamo facendo partecipare all’attività tutti i bambini.

Psicogrammatica Montessori: il plurale degli articoli

Psicogrammatica Montessori: classificazione dei nomi

Psicogrammatica Montessori: classificazione dei nomi.  Presentazione ai bambini, esercizi e i cartellini pronti per il download e la stampa.

Grazie a tutto il lavoro eseguito con le scatole grammaticali, i bambini hanno incontrato e sperimentato un vastissimo repertorio di parole della lingua italiana: tutti gli articoli, le preposizioni, gli avverbi, i pronomi, le congiunzioni e le interiezioni; e molti nomi, aggettivi e verbi.

Può quindi seguire, a questo punto, un lavoro di classificazione di queste parole, che saranno come sempre scritte su cartellini colorati secondo il codice dato per le scatole grammaticali (e che, verbo e nome a parte, sono volutamente di colore diverso rispetto ai simboli grammaticali):
– nome: nero
– verbo: rosso
– articolo: marrone chiaro
– aggettivo: marrone scuro
– pronome: verde
– preposizione: viola
– avverbio: rosa
– congiunzione: giallo
– interiezione: azzurro.

I bambini posizioneranno i cartellini all’interno di tabelle preparate appositamente per la classificazione di ogni parte del discorso.

Psicogrammatica Montessori: classificazione dei nomi

La classificazione segna la preparazione ad uno studio teorico della lingua che si amplierà nel periodo di studi successivo (dopo i 9 anni).

Per quanto riguarda in particolare la classificazione del nome, i bambini sanno che il nome è:
proprio o comune;
concreto o astratto;
collettivo o individuale.

Può inoltre essere:
maschile, femminile, promiscuo
singolare o plurale
primitivo o derivato
alterato
composto.

Per il mio materiale ho preparato una serie di cartellini dei titoli accompagnati dai simboli grammaticali avanzati,

che possono essere utilizzati per creare le tabelle che desideriamo presentare ai bambini (i titoli possono essere incollati su grandi fogli di carta oppure si possono usare degli schemi-esempio che i bambini possono riprodurre sul tappeto o sul tavolo).

Psicogrammatica Montessori: classificazione dei nomi

Per quanto riguarda i cartellini dei nomi, ho preparato una serie di nomi che coprono tutte le voci delle classificazioni, che dovranno essere scelti dall’insegnante e proposti insieme ai titoli scelti ai bambini.

In alternativa possiamo usare, naturalmente, i cartellini già presenti nelle scatole usate per gli esercizi sul nome eseguiti precedentemente.

Classificazione del nome

Dopo che il bambino ha lavorato in vari modi a classificare e categorizzare i nomi per numero, genere e tipo prepariamo un materiale che serva a ricapitolare quanto appreso.

Obiettivo

classificazione dei nomi.

Punti di interesse

organizzare i cartellini secondo uno schema dato.

Quando dare la lezione

almeno al termine del lavoro sul nome, o anche dopo aver lavorato a tutte e otto le scatole grammaticali.

Materiali

– cartellini dei nomi
– cartellini dei titoli organizzati in tabella
– schema per la composizione della tabella.

Presentazione

Ricapitoliamo coi bambini tutto quello che sappiamo dei nomi.

Mostriamo al bambino lo schema per comporre la tabella scelta, e componiamola insieme.

Invitiamo i bambini a mescolare i cartellini dei nomi, quindi a procedere con la classificazione all’interno della tabella.

Un nome può essere inserito in più di  una categoria e sarà necessaria una discussione coi bambini. Il ragionamento che sta sotto la scelta di classificare un nome in un modo piuttosto che in un altro è più importante dell’arrivare ad una risposta “esatta”.

Psicogrammatica Montessori: classificazione dei nomi

Psicogrammatica Montessori: i nomi collettivi

Psicogrammatica Montessori: i nomi collettivi.  Presentazione ai bambini, esercizi e i cartellini pronti per il download e la stampa.

Prerequisiti

– presentazione del nome
– presentazione di nomi concreti e astratti
– presentazione del numero e del genere del nome.

Età

6 anni

Controllo dell’errore

cartellini di controllo.

Scopo diretto

– uso corretto dei nomi collettivi e individuali;
– arricchimento del lessico;
– incoraggiare l’interesse per lo studio delle parole e l’analisi grammaticale.

Presentazione – versione 1

Materiale

– carte illustrate di gruppi e membri relativi (o oggetti in miniatura)
– cartellini dei titoli: nome,  individuale, collettivo
– cartellini di nomi collettivi e individuali pronti; cartellini di controllo.

Invitiamo il bambino ad identificare l’oggetto singolo e ricapitoliamo con lui quello che sappiamo del nome.

Poniamo sotto all’immagine il cartellino del nome individuale.

Introduciamo l’immagine del gruppo formato da più membri del primo elemento.

Poniamo sotto all’immagine il cartellino del nome collettivo.

Diciamo ai bambini che il primo nome è un nome individuale, mentre il secondo è un nome collettivo.

Posizioniamo lungo il margine superiore dell’area di lavoro i cartellini dei titoli e componiamo lo schema con i bambini utilizzando il restante materiale preparato.

Al termine rileggiamo i cartellini, aggiungendo i cartellini di controllo.

Presentazione – versione 2

Materiali

– cartellini preparati
– cartellini in bianco
– cartellini dei titoli: nome, individuale, collettivo
– penna nera

Presentazione

Raccogliamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto.

Diciamo loro: “Nei giorni scorsi abbiamo parlato delle parole che si usano per nominare le cose. Vi ricordate come si chiamano queste parole? Sì, si tratta dei nomi. I nomi sono le parole che servono a nominare le cose che ci circondano”.

Posizioniamo i cartellini dei titoli vicino al margine superiore dell’area di lavoro.

Leggiamo il primo cartellino di un nome. Posizioniamo il cartellino sotto al titolo “nome”. Leggiamo il nome collettivo corrispondente. Posizioniamo il cartellino sotto al titolo “nome collettivo”.

Formiamo una colonna di nomi sotto al titolo “nomi”. Chiediamo ai bambini di leggere i cartellini.

Distribuiamo i cartellini dei nomi collettivi tra i bambini (un cartellino per ogni bambino). Invitiamoli a leggere ognuno il proprio.

Leggiamo il primo nome. Diciamo: “Chi di voi ha il cartellino col nome collettivo che usiamo per un gruppo di questi oggetti?”. Il bambino legge il suo cartellino e lo posiziona correttamente all’interno dello schema che si va componendo nell’area di lavoro.

Continuiamo in questo modo con i cartellini rimanenti, distribuendone uno per bambino.

Al termine dell’esercizio verifichiamo lo schema con i cartellini di controllo.

I bambini possono poi aggiungere altri nomi e nomi collettivi relativi utilizzando i cartellini in bianco.

I bambini leggeranno infine lo schema completo e potranno copiarlo sui propri quaderni di grammatica.

Nei giorni seguenti i bambini potranno ripetere l’esercizio individualmente.

Esercizio di  classificazione dei nomi in individuali e collettivi

Materiali

– cartellini dei nomi individuali e collettivi con cartellini di controllo (vari set)

In una prima fase offriamo un set alla volta, tenendo divisi i nomi individuali dai nomi collettivi. Il bambino formerà prima la colonna dei nomi individuali, quindi li abbinerà ai nomi collettivi. Lo stesso esercizio può essere ampliato lavorando con più set insieme.

In seguito possiamo offrire ai bambini i cartellini dei nomi individuali e collettivi mescolati tra loro.


Psicogrammatica Montessori: i nomi collettivi

Nei giorni seguenti

– incoraggiare il bambino a fare le sue liste di nomi individuali e collettivi;
– incoraggiare il bambino a comporre frasi, racconti e poesie utilizzando le nuove parole imparate;
– incoraggiare i bambini a svolgere ricerche con l’aiuto di libri e dizionari.

Psicogrammatica Montessori: i nomi collettivi

Psicogrammatica Montessori: dove vivono gli animali

Psicogrammatica Montessori: dove vivono gli animali. Presentazione ai bambini, esercizi e i cartellini pronti per il download e la stampa.

Obiettivi diretti

– comprendere la funzione del nome;
– arricchire il vocabolario
– comprendere le relazioni esistenti tra i nomi.

Età

6 anni.

Materiali

– cartellini preparati
– cartellini da compilare
– cartellini dei titoli: animale, dove vive
– cartellini di controllo
– penna nera.

Presentazione

Raccogliamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto.

Diciamo loro: “Nei giorni scorsi abbiamo parlato delle parole che si usano per nominare le cose. Vi ricordate come si chiamano queste parole? Sì, si tratta dei nomi. I nomi sono le parole che servono a nominare le cose che ci circondano”.

Posizioniamo i cartellini dei titoli vicino al margine superiore dell’area di lavoro.

Leggiamo il primo cartellino di un nome di animale. Posizioniamo il cartellino sotto al titolo “animale”. Leggiamo il nome del luogo dove abita. Posizioniamo il cartellino sotto al titolo “dove vive”.

Formiamo una colonna di nomi di animali sotto al titolo “animali”. Chiediamo ai bambini di leggere i cartellini.

Distribuiamo i cartellini dei luoghi dove vivono gli animali tra i bambini (un cartellino per ogni bambino. Invitiamoli a leggere ognuno il proprio.

Leggiamo il primo nome di animale. Diciamo: “Chi di voi ha il cartellino col nome del luogo dove vive questo animale?”. Il bambino legge il suo cartellino e lo posiziona correttamente all’interno dello schema che si va componendo nell’area di lavoro.

Continuiamo in questo modo con i cartellini rimanenti, distribuendone uno per bambino.

Al termine dell’esercizio verifichiamo lo schema con i cartellini di controllo.

I bambini possono poi aggiungere altri nomi di animali e di luoghi utilizzando i cartellini in bianco.

I bambini leggeranno infine lo schema completo e potranno copiarlo sui propri quaderni di grammatica.

Nei giorni seguenti i bambini potranno ripetere l’esercizio individualmente.

Psicogrammatica Montessori: dove vivono gli animali

Psicogrammatica Montessori: nomi di animale

Psicogrammatica Montessori: nomi di animale. Presentazione ai bambini, esercizi e i cartellini pronti per il download e la stampa.

Scopo diretto

– arricchire il vocabolario riguardo ai nomi di animali per genere e numero
– approfondire la conoscenza dei nomi collettivi
– arricchire il vocabolario relativo ai nomi dei cuccioli.

Scopi indiretti

– migliorare le competenze di lettura di semplici parole
– offrire un’ampia scelta di suoni e digrammi, e fonogrammi
– sviluppare la capacità di cercare le parole nel dizionario.

Prerequisiti

– lezioni di presentazione del nome
– lezioni sui nomi collettivi, sul genere del nome e sul numero del nome.

Controllo dell’errore

tavola di controllo

Materiali

– cartellini dei titoli: nomi di animale, maschi, femmine, cuccioli,  gruppi
– cartellini dei nomi preparati (vari set di 10 animali sviluppati nelle cinque categorie, cioè 50 cartellini per set)
– dizionario
– tavola di controllo.

Presentazione

Invitiamo il bambino al tavolo o al tappeto per iniziare insieme una nuova attività.

Mostriamo al bambino la scatola dei cartellini e la tavola di controllo e diciamo:”Questi cartellini contengono i nomi di alcuni animali, che possono essere maschi, femmine, cuccioli e gruppi di animali. Possiamo usare il dizionario per cercare quelli che non conosciamo. Per verificare se abbiamo svolto correttamente l’esercizio, potremo confrontare il nostro lavoro con la tavola di controllo”.

Disponiamo ordinatamente lungo il margine superiore del nostro spazio di lavoro i cinque cartellini dei titoli e facciamoli leggere al bambino.

Offriamo al bambino un cartellino di un nome. Se il bambino lo conosce, lo posiziona sotto al cartellino dei titolo corrispondente. Se il bambino non conosce il nome usiamo il dizionario per cercarne il significato, quindi inseriamo il cartellino nello schema.

Dopo aver posizionato un cartellino lungo una colonna, lasciamo sempre liberi gli spazi in orizzontale per le altre colonne, in modo tale da poter completare lo schema correttamente.

Quando il bambino ha posizionato correttamente i 50 cartellini del set, mostriamogli come utilizzare la tavola di controllo per verificare il suo lavoro.

Estensioni

– al termine dell’esercizio il bambino può copiare lo schema sul suo quaderno di grammatica
– nei giorni seguenti il bambino potrà lavorare col materiale autonomamente, utilizzando anche gli altri set preparati
– il bambino può scrivere frasi e storie utilizzando i nomi di animali presentati nei set, o anche nomi di animali scelti da lui
– l’insegnante o il bambino possono creare parole crociate o altri giochi di parole che utilizzino nomi di animali.

Per l’insegnante

Esistono numerosi termini specifici che si riferiscono a gruppi di animali di particolari tipi. Per esempio:
– un gruppo di uccelli in volo viene in genere chiamato stormo;
– un gruppo di pesci è generalmente detto banco. Il termine branco viene usato per gli animali di grosse dimensioni, domestici o meno. Frequentemente è usato in riferimento a gruppi di carnivori (per esempio un branco di lupi);
– un branco di mammiferi erbivori è detto mandria;
gregge è il termine più usato per indicare gruppi di ovini da allevamento;
– un gruppo stanziale di animali viene spesso detto una colonia;
armento (dal latino armentum) è un branco di grossi animali domestici;
torma indica un insieme disordinato di animali (o persone).

Psicogrammatica Montessori: nomi di animale

PDF qui:

Psicogrammatica Montessori: nomi di animale

Psicogrammatica Montessori: nomi di animale

Psicogrammatica Montessori: nomi di persona, cosa, luogo

Psicogrammatica Montessori: nomi di persona, cosa, luogo. Presentazione ai bambini, esercizi e i cartellini pronti per il download e la stampa.

Prerequisiti

lezioni di presentazione del nome

Scopo diretto

comprendere la funzione del nome; conoscere le classificazione dei nomi in nomi di persona, di luogo e di cosa.

Scopo indiretto

stimolare l’interesse dei bambini sull’analisi grammaticale e sul nome.

Punti di interesse

– classificare il nome
– imparare che ci sono diversi tipi di nome.

Controllo dell’errore

ogni set contiene un numero dato di cartellini.

Età

6 anni.

Materiali

– cartellini dei nomi di persona, di luogo, di cosa
– cartellini dei nomi da compilare
– cartellini dei titoli: nomi, di persona, di luogo, di cosa
– penna nera.

Presentazione

Raccogliamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto.

Diciamo loro: “Ormai conosciamo molte cose sulle parole che servono a chiamare gli oggetti. Queste parole come sono chiamate? Sì, sono i nomi.”

“Oggi diremo qualcosa di nuovo sui nomi”.

Presentiamo ai bambini le categorie di “persona”, “luogo” e “cosa” ai bambini dicendo: “Persone, luoghi e cose sono nomi, perchè servono a nominare qualcosa o qualcuno”.

Mettiamo sul tavolo o sul tappeto  i cartellini dei titoli, in alto.

Invitiamo i bambini a leggere i nomi dei cartellini preparati e posizionarli ognuno sotto il titolo corrispondente, formando tre colonne.

Invitare i bambini a cercare altri nomi di persona, luogo e cosa. Scrivere i nomi sui cartellini in bianco e darli ai bambini, perchè possano classificarli.

Rileggere i nomi presenti in ogni colonna.

I bambini possono registrare gli elenchi dei nomi presentati sul loro quaderno di grammatica.

Nei giorni seguenti i bambini potranno svolgere l’esercizio autonomamente.

Estensioni

– i bambini possono compilare propri elenchi di nomi di cosa, luogo, persona;
– classificare ulteriormente i nomi, ad esempio per i nomi di cosa stilare elenchi di nomi di vestiario, di mobili, di attrezzi ecc.

Psicogrammatica Montessori: nomi di persona, cosa, luogo

Il gioco dell’inventario della classe per il nome

Il gioco dell’inventario della classe per il nome per approfondire lo studio del nome col metodo della psicogrammatica Montessori.

Scopo diretto

comprendere la funzione del nome

Età

6 anni

Materiali

– cartellini bordati di nero da compilare
– penna nera
– cartellini preparati coi nomi degli oggetti presenti in classe.

Presentazione

Raduniamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto.

Diciamo: “Fino ad ora abbiamo imparato molte cose sulle parole che usiamo per chiamare gli oggetti. Come si chiamano le parole che usiamo per nominare gli oggetti? Sì, sono i nomi. I nomi sono parole che servono a nominare.”

“Oggi etichetteremo coi loro nomi gli oggetti che si trovano nella nostra classe”.

Invitiamo un bambino a nominare un oggetto presente in classe. Con la penna nera scriviamo il nome su di un cartellino. Invitiamo il bambino a leggere il cartellino ed a posizionarlo accanto all’oggetto nominato.

Facciamo altri esempi, finché i bambini non saranno in grado di proseguire il lavoro autonomamente.

A quel punto forniamo loro una serie di cartellini preparati coi nomi degli oggetti  presenti in classe: i bambini li useranno per etichettarli.

Al termine dell’esercizio potranno compilare elenchi dei nomi degli oggetti presenti in classe sui loro quaderni di grammatica.

Il gioco dell’inventario della classe per il nome

Il gioco della fattoria Montessori per il nome

Il gioco della fattoria Montessori per il nome, presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria, per sperimentare la funzione del nome nella frase. Per la costruzione della fattoria e stampare i cartellini previsti per il gioco, trovi tutto qui.

Il gioco della fattoria Montessori per il nome
Versione 1

Materiali

gioco della fattoria
cartellini neri dei nomi

Presentazione

Formiamo un piccolo gruppo di bambini.

Invitiamo i bambini ad allestire la fattoria.

Prendiamo un cartellino, leggiamolo e posizioniamolo accanto all’oggetto corrispondente. Queste parole che usiamo per chiamare le cose che ci circondano sono nomi.

Al termine i bambini possono registrare l’esercizio sul loro quaderno di grammatica.

Diciamo ai bambini che tutte le parole scritte sui cartellini che useremo per l’esercizio, servono a nominare gli oggetti della fattoria.

Il gioco della fattoria Montessori per il nome
Versione 2

Mostriamo ai bambini il gioco della fattoria e spieghiamo loro che lo useremo per lavorare sul linguaggio.

Mostriamo i cartellini delle parole che servono a nominare gli oggetti della fattoria, e presentiamo il cartellino del titolo su cui avremo scritto “NOMI”.

Ricordiamo coi bambini le lezioni di presentazione del nome.

I bambini leggeranno i cartellini dei nomi e li abbineranno agli oggetti corrispondenti, portandoli sotto al cartellino del titolo.

Al termine dell’esercizio i bambini scriveranno sui loro quaderni di grammatica il titolo in alto e in seguito l’elenco dei nomi trovati.

Prerequisiti

lezioni sulla funzione del nome.

Età

6 anni

Scopo diretto

fare pratica sulla funzione del nome

Scopo indiretto

sviluppo del lessico; lettura e comprensione.

Punti di interesse

allestire la fattoria; etichettare correttamente gli oggetti.

Controllo dell’errore

i nomi sono scritti tutti su etichette nere.

Estensioni

i bambini possono scrivere nuove etichette di nomi (particolari o sinonimi) per gli oggetti già presenti nel gioco; i bambini possono aggiungere elementi alla fattoria ed etichettarli.

Il gioco della fattoria Montessori per il nome
Versione 3

Raccogliamo un piccolo gruppo di bambini attorno al gioco della fattoria.

Invitiamo i bambini ad allestire la fattoria.

Ogni oggetto della fattoria ha un nome. I nomi sono scritti su questi cartellini. Tutte le parole che usiamo per chiamare le cose sono nomi. Un nome è una parola che serve a nominare le cose.

Invitiamo i bambini a posizionare i cartellini dei nomi accanto agli oggetti corrispondenti. I bambini prendono un cartellino, lo leggono, quindi lo usano per etichettare un oggetto.

Al termine dell’esercizio i bambini copiano l’elenco dei nomi usati sui loro quaderni di grammatica.

Nei giorni seguenti i bambini svolgeranno con cartellini selezionati l’esercizio in modo indipendente.

Prerequisiti

lezioni sulla funzione del nome.

Età

6 anni

Scopo diretto

fare pratica sulla funzione del nome

Scopo indiretto

sviluppo del lessico; lettura e comprensione.

Punti di interesse

allestire la fattoria; etichettare correttamente gli oggetti.

Controllo dell’errore

i nomi sono scritti tutti su etichette nere.

Estensioni

i bambini possono scrivere nuove etichette di nomi (particolari o sinonimi) per gli oggetti già presenti nel gioco; i bambini possono aggiungere elementi alla fattoria ed etichettarli.

Il gioco della fattoria Montessori per il nome

Gioco della fattoria Montessori

Gioco della fattoria Montessori: la mia versione stampabile completa di tutti gli elementi (attrezzi, personaggi, animali, elementi architettonici,…) e dei cartellini per gli esercizi coi simboli grammaticali.

Gioco della fattoria Montessori

La fattoria Montessori tradizionale è un materiale piuttosto costoso, ma così versatile ed utile che non bisogna farsi scoraggiare. Naturalmente la versione originale è davvero molto bella, ma ci si può ingegnare in tantissimi modi per allestire una bellissima fattoria. In rete molte mamme blogger si sono cimentate nell’impresa (consiglio la ricerca nel web per “Montessori grammar farm”).

Set di animali della fattoria di plastica o legno si trovano facilmente, a varie fasce di prezzo. Per gli elementi architettonici si trovano delle bellissime soluzioni in cartone, molto economiche, ad esempio:

Non proprio economici, ma si possono collezionare un po’ alla volta, ci sono gli elementi della serie “Vita nella fattoria” Schleich, con vari accessori.

La difficoltà, preparando la fattoria in proprio, è quella di dover preparare il materiale di accompagnamento (cartellini dei nomi e delle altre parti del discorso e frasi per l’analisi logica e grammaticale) in base agli elementi presenti nella nostra fattoria.

Per questo ho preparato una fattoria stampabile, da colorare e allestire praticamente a costo zero, con il materiale di accompagnamento pronto.

Basta stampare gli elementi:

Ritagliare lasciando un margine e una base diritta:

Colorare e poi scegliere se incollarli su mattoncini da costruzione di legno o plastica, oppure aggiungere una linguetta in cartone o cartoncino:

Gioco della fattoria Montessori

Il lavoro con la fattoria si abbina all’uso dei simboli grammaticali, per questo la prima serie di cartellini segue i colori dei simboli grammaticali, e non quelli delle scatole grammaticali:

Gioco della fattoria Montessori

Col metodo Montessori abbiamo a disposizione una vastissima gamma di attività diverse per presentare ai bambini le parti discorso. Alcuni possono essere sorprendenti, e la fattoria è uno di questi.

La fattoria può essere usata nella Casa dei Bambini per il lavoro sull’arricchimento del linguaggio orale, sulla scrittura e la lettura; è utilissima per presentare le parti del discorso sia nella fascia d’età 3-6, sia in quella 6-9 anni; consente di esercitare l’analisi logica e grammaticale.

Userò la fattoria nei prossimi articoli per fare esempi di presentazioni delle parti del discorso, aggiungendo frasi e cartellini per l’analisi logica e grammaticale.

Gioco della fattoria Montessori 

Psicogrammatica Montessori: nomi astratti e concreti

Psicogrammatica Montessori: nomi astratti e concreti. Presentazioni (varie versioni) ed esercizi per bambini della scuola primaria, coi cartellini pronti per il download e la stampa.

Scopo diretto

comprendere la funzione del nome, comprendere la differenza tra nomi concreti e nomi astratti.

Scopo indiretto

stimolare l’interesse sui vari tipi di nome.

Prerequisiti

lezione di presentazione del nome; lezione di presentazione dei nomi di cosa, persona e luogo.

Punti di interesse

classificare correttamente i cartellini; imparare che ci sono tipi diversi di nomi.

Controllo dell’errore

ogni set contiene un numero determinato di coppie di nomi; si possono preparare dei colori di controllo dietro ai cartellini o predisporre i cartellini in due colori differenti.

Età

dai sei anni

Presentazione – versione 1

Materiali

– cartellini da compilare (dieci coppie)
– cartellini dei titoli: nome concreto, nome astratto
– penna nera.

Presentazione

Raduniamo un gruppo di bambini intorno al tavolo o al tappeto.

Diciamo ai bambini: “Abbiamo detto che tutti gli oggetti vengono nominati utilizzando parole speciali. Vi ricordate come si chiamano le parole che servono ad indicare gli oggetti? Sì, si tratta dei nomi. I nomi sono parole che si usano per nominare le cose che ci circondano”.
“Oggi diremo qualcosa di più di questi nomi”.

Con la penna nera scriviamo su di un cartellino il nome di un oggetto presente in classe, ad esempio “dizionario”. Invitiamo i bambini a leggere il cartellino, quindi chiediamo a un bambino di portarci la cosa nominata e di metterla accanto al cartellino.
Ripetiamo con altri oggetti, ad esempio “righello”, “cubo”, “pennarello”, “libro”.

Scriviamo poi altri nomi, ad esempio: “amicizia”. Invitiamo i bambini a leggere il cartellino, quindi chiediamo a un bambino di portarci la cosa nominata e di metterla accanto al cartellino. Non si può portare “amicizia” sul tavolo. Ripetiamo con altri nomi astratti, ad esempio “gentilezza”, “libertà”, “pace”, “cattiveria”.

Diciamo ai bambini: “Queste parole sono nomi di cose che esistono, non è vero?”. “

“I nomi sono le parole che usiamo per nominare tutto ciò che ci circonda: indicano le cose, i luoghi, gli oggetti, le persone, i pensieri, le idee e le emozioni. Tutti queste parole sono nomi. Possiamo dare un nome anche a cose che non possiamo toccare. Anche le parole che diamo alle cose che non si toccano sono nomi. I nomi che usiamo per nominare le che non si possono toccare si chiamano NOMI ASTRATTI. I nomi che usiamo per nominare le cose che si possono toccare si chiamano NOMI CONCRETI.”

Disponiamo i cartellini in due colonne. Poniamo in alto i due cartellini del titoli: “NOMI CONCRETI” e “NOMI ASTRATTI”.

Chiediamo ai bambini di farci altri esempi di nomi concreti e di nomi astratti e scriviamoli su dei nuovi cartellini.

Rileggiamo i nomi delle due colonne.

Al termine della presentazione i  bambini possono copiare lo schema sui loro quaderni di grammatica. Nei giorni successivi possono lavorare individualmente coi i set di cartellini dei nomi concreti e astratti preparati.

Presentazione – versione 2

Materiali

– cartellini di nomi concreti e astratti
– cartellini dei titoli: nome concreto, nome astratto

Presentazione

Iniziamo a comporre lo schema a due colonne coi cartellini preparati. Dopo i primi abbinamenti, diciamo ai bambini che ci sono nomi che indicano idee, sentimenti, emozioni e tutte le cose esistono ma che non possono essere udite, viste, toccate, assaggiate o annusate. Questi nomi si chiamano NOMI ASTRATTI, mentre i nomi delle cose che possono essere udite, viste, toccate, assaggiate o annusate si chiamano NOMI CONCRETI.

Poniamo in alto i due cartellini dei titoli e continuiamo a comporre lo schema, con l’aiuto dei bambini.

Presentazione – versione 3

Introduzione orale

Invitiamo un piccolo gruppo di cinque bambini.
Chiediamo ad ognuno, uno alla volta, di portarci un determinato oggetto  che possa essere percepito con l’udito, la vista, il tatto, l’olfatto e il gusto.
Ogni volta che un bambino porterà l’oggetto, chiediamogli: “Cosa hai portato?” e mostriamo apprezzamento per ogni oggetto.
Chiediamo poi ai bambini di rimettere gli oggetti presi al loro posto e di tornare da noi.
Ora chiediamo ad ognuno, uno alla volta, di portarci una cosa nominata  da un nome astratto, ad esempio bellezza, paura, bontà, giustizia, felicità.
Probabilmente i bambini rimarranno dove si trovano, quindi possiamo chiedere loro di andare a cercare la cosa nominata in giro per la classe.
Se un bambino ci porta qualcosa, ad esempio un oggetto che gli appare bello per la parola “bellezza”, diciamo: “Ci hai portato un fiore. Questo è un fiore, non è una bellezza!”.
Dopo aver giocato un po’ in questo modo, confrontiamo con  i bambini il primo gruppo di nomi proposti col secondo. Diciamo ai bambini che le cose del primo gruppo potevano essere toccate, viste, udite, annusate o assaggiate. I nomi che usiamo per nominare questo genere di cose si dicono nomi concreti.
Le cose del secondo gruppo non possono essere ascoltate, viste, toccate, annusate o assaggiate, ma sappiamo con certezza che sono cose che esistono. I nomi che usiamo per nominare le cose che non percepiamo coi cinque sensi, ma che sentiamo nel cuore o nella mente, si dicono nomi astratti.

Facciamo quindi vari esempi a voce e chiediamo ai bambini di partecipare.

Presentazione – versione 4

Materiali

– cartellini di nomi concreti e nomi astratti
– cartellini dei titoli: nome concreto, nome astratto

Presentazione

Leggiamo ai bambini i cartellini dei titoli e poniamoli sul tappeto, in alto.

Mescoliamo i cartellini dei nomi concreti e astratti, e cominciamo a comporre lo schema con l’aiuto dei bambini, scegliendo per ogni cartellino la colonna appropriata e favorendo la discussione.

Presentazione – versione 5

Materiali

– cartellini di nomi concreti e astratti
– cartellini dei titoli stampati fronte/retro: cose che posso toccare/nomi concreti; cose che non posso toccare/nomi astratti

Presentazione

Accogliamo intorno a noi un piccolo gruppo di bambini.

Diamo a un bambino il cartellino di un nome concreto. Leggiamo il cartellino e chiediamo al bambino di rileggerlo. Chiediamo al bambino di portarci l’oggetto nominato. Quando il bambino avrà posto l’oggetto sul tappeto (o sul tavolo), posizioniamo il cartellino corrispondente accanto ad esso.

Ripetiamo con gli altri bambini.

Ora proseguiamo nella nostra presentazione proponendo i nomi astratti, chiedendo sempre ai bambini di portarci l’oggetto corrispondente.

Naturalmente i bambini non potranno portarci le cose nominate, quindi chiediamo loro perchè non vi riescono. Ascoltiamo le loro ipotesi, quindi diciamo loro che alcune parole servono a nominare cose che non possono essere toccate, ma che esistono.

Queste parole che nominano cose che esistono anche se non possono essere toccate, sono nomi. Anche le cose che non possono essere toccate hanno un nome, come succede per tutte le cose che possono essere toccate.

Estensione 1
Origine dei nomi astratti

Materiali

– cartellini preparati di nomi astratti di qualità, di stato e d’azione e di aggettivi e verbi corrispondenti
– cartellini dei titoli: nomi astratti; aggettivi; verbi

Questo esercizio serve ad approfondire lo studio e la classificazione dei nomi astratti, e può essere presentato in seconda e terza classe.

Presentiamo l’esercizio coi cartellini nel solito modo. Successivamente i bambini potranno eseguire i loro esercizi individuali col materiale preparato.

Estensione 2
Classificazione dei nomi astratti 

Materiali

– cartellini preparati di nomi astratti di qualità, di stato e d’azione
– cartellini dei titoli: nomi astratti; qualità; stato; azione.

Prerequisiti

dopo aver classificato i nomi concreti (di cosa e  luogo, di persona, di animale). Questo esercizio può essere molto difficile e può essere proposto in seconda o terza classe.

Presentazione

Ricordiamo coi bambini la classificazione dei nomi concreti e diciamo che anche i nomi astratti possono essere classificati.

Introduciamo i cartellini dei titoli e favoriamo la discussione: i nomi astratti che nominano un’azione si riferiscono a un movimento, un aumento, uno sviluppo, una nascita; i nomi astratti che nominano una qualità si riferiscono a una caratteristica posseduta da qualcosa o qualcuno; i nomi astratti che nominano uno stato si riferiscono alla condizione o alla circostanza in cui si trova qualcosa o qualcuno.

Disponiamo in alto i cartellini dei titoli.

Mescoliamo i cartellini dei nomi e invita i bambini a leggerli, uno alla volta, e a decidere in quale colonna posizionarlo.

Psicogrammatica Montessori: nomi astratti e concreti

Nei giorni successivi

– i bambini possono ripetere individualmente l’esercizio coi cartellini preparati;
– possono preparare altri cartellini;
– possono scrivere elenchi sui propri quaderni;
– si possono organizzare dettati di nomi concreti e astratti (con l’insegnante o tra due bambini)
– possiamo chiedere ai bambini di mimare i nomi astratti
– i bambini possono stilare elenchi di nomi astratti.

Psicogrammatica Montessori: nomi astratti e concreti

Psicogrammatica Montessori: nomi astratti e concreti

Psicogrammatica Montessori: nomi comuni e nomi propri

Psicogrammatica Montessori: nomi comuni e nomi propri. Presentazioni (varie versioni) ed esercizi per bambini della scuola primaria, coi cartellini pronti per il download e la stampa.

Scopo diretto

comprendere la funzione del nome, comprendere la differenza tra nomi comuni e nomi propri.

Scopo indiretto

stimolare l’interesse sui vari tipi di nome.

Prerequisiti

lezione di presentazione del nome; lezione di presentazione dei nomi di cosa, persona e luogo.

Punti di interesse

classificare correttamente i cartellini; imparare che ci sono tipi diversi di nomi.

Controllo dell’errore

ogni set contiene lo stesso numero di cartellini.

Presentazione – versione 1

Materiali

– cartellini di nomi propri e comuni
– cartellini bianchi
– cartellini dei titoli: nome comune, nome proprio
– penna nera.

Presentazione

Raduniamo un gruppo di bambini intorno al tavolo o al tappeto.

Diciamo ai bambini: “Abbiamo detto che tutti gli oggetti vengono nominati utilizzando parole speciali. Vi ricordate come si chiamano le parole che servono ad indicare gli oggetti? Sì, si tratta dei nomi. I nomi sono parole che si usano per nominare le cose che ci circondano”.
“Oggi diremo qualcosa di più di questi nomi”.
“Guardate. Ora distribuisco questi nomi in due colonne differenti. Guardate attentamente, e quando pensate di aver capito in base a quale regola metto i cartellini in una colonna o nell’altra, alzate la mano”.

Invitiamo i bambini a leggere i nomi scritti sui cartellini preparati. Posizioniamo ogni cartellino nella colonna corretta.

Quando i bambini avranno compreso che i nomi in una colonna iniziano tutti con la lettera maiuscola, diciamo loro: “Tutti i nomi di questa colonna cominciano con la lettera maiuscola. Questi nomi sono molto specifici e vengono chiamati NOMI PROPRI”. Quindi posizioniamo all’inizio della colonna il cartellino del titolo “nomi propri”.

Poi diciamo: “Questi altri nomi non sono specifici e non iniziano con la lettera maiuscola. Essi sono detti NOMI COMUNI.” Posizioniamo all’inizio della colonna il cartellino del titolo “nomi propri”.

Invitiamo i bambini a dirci altri nomi comuni e nomi propri. Scriviamo i nomi sui cartellini in bianco che abbiamo predisposto per la presentazione e mettiamoli nella colonna corrispondente.

Rileggiamo i nomi delle due colonne.

I bambini possono copiare la presentazione sui loro quaderni di grammatica.

Presentazione – versione 2

Materiali

– cartellini di nomi propri e comuni corrispondenti
– cartellini dei titoli: nome comune, nome proprio

Presentazione

Iniziamo a comporre lo schema a due colonne coi cartellini preparati. Dopo i primi abbinamenti, diciamo ai bambini che ci sono nomi che indicano un gruppo di persone, cose, luoghi, mentre altri nomi indicano persone, cose o luoghi specifici.

Evidenziamo che i nomi propri si scrivono con la lettera maiuscola.

Presentazione – versione 3

Introduzione orale

Andiamo davanti alla finestra e chiamiamo: “Bambine! Venite qui!”. Poi andiamo davanti alla porta e chiamiamo: “Bambini! Venite qui!”.
Infine andiamo in un altro luogo della stanza e chiamiamo per nome uno dei bambini, ad esempio: “Giovanni! Vieni qui!”.

Ora chiediamo a Giovanni: “Quando ho detto ‘bambini’ sei arrivato insieme agli altri. Perchè adesso sei venuto da solo?”
 “Perchè tu hai un nome specifico, e io ho detto quel nome.”
Ripetere il gioco chiamando una bambina.

Spieghiamo quindi che ci sono alcuni nomi che appartengono a molte persone (ad esempio ci sono molte bambine e molti bambini) ma si sono solo un Giovanni e solo una Gaia nella nostra classe.

Oggi stiamo imparando qualcosa di nuovo sui nomi: alcuni nomi indicano persone luoghi o cose molto precisi, altri nomi invece possono indicare molte persone, luoghi e cose insieme. I nomi che indicano precisamente una persona, un luogo o una cosa si chiamano nomi propri; i nomi che indicano luoghi persone o cose più in generale si chiamano nomi comuni.

Facciamo quindi vari esempi a voce e chiediamo ai bambini di partecipare.

Presentazione – versione 4

Materiali

– cartellini di nomi propri e comuni
– cartellini dei titoli: nome comune, nome proprio

Mostriamo ai bambini i cartellini dei titoli, leggiamoli e poniamoli uno accanto all’altro.


Formiamo sotto ai titoli le due colonne di nomi, se necessario discutendone con i bambini.

I bambini dovrebbero notare che tutti i nomi propri iniziano con la lettera maiuscola.

Presentazione – versione 4

Materiali

– cartellini di nomi propri e comuni
– cartellini dei titoli: nome comune, nome proprio

Presentazione

Invitare un piccolo gruppo di bambini. Posizionare le carte titolo sul tappeto. Dire ai bambini che posizioneranno le altre carte dividendole nei due diversi gruppi. Chiedere loro di alzare la mano quando sanno la regola per i due gruppi.

Procedere leggendo ogni cartellino e posizionandolo sotto il titolo appropriato.

Appena i bambini cominciano a capire la regola, spiegare che i nomi comuni posso chiamare ogni persona, luogo o cosa; i nomi propri nominano una persona, luogo o cosa in particolare.

Mescolare le carte e chiedere ai bambini di posizionarle loro stessi sotto i titoli appropriati.

I bambini possono registrare la disposizione dei cartellini sui loro quaderni di grammatica.

Psicogrammatica Montessori: nomi comuni e nomi propri

Nei giorni successivi

– i bambini possono ripetere individualmente l’esercizio coi cartellini preparati;
– possono preparare altri cartellini;
– possono scrivere elenchi sui propri quaderni;
– si possono organizzare dettati di nomi comuni e propri (con l’insegnante o tra due bambini);
– fornire una lista di nomi comuni e chiedere ai bambini di trovare nomi propri da abbinare ai nomi comuni dati;
– sfruttare questo lavoro per spiegare la lettera maiuscola dei nomi propri
– includere negli elenchi nomi propri che contengono più di una parola (ad esempio Signor Rossi)
– cercare le origini dei nomi di ogni bambino della classe;
– investigare le cerimonie e gli usi legati al dare il nome;
– cercare informazioni storicche sul nome di città, paesi, montagne, fiumi e altri toponimi.

Psicogrammatica Montessori: nomi comuni e nomi propri

Psicogrammatica Montessori: nomi comuni e nomi propri

INTERIEZIONI Psicogrammatica Montessori scatola grammaticale VIII (cartellini)

INTERIEZIONI Psicogrammatica Montessori scatola grammaticale VIII (cartellini) con la presentazione del materiale di lavoro e tutti i cartellini di riempimento pronti per il download e la stampa. Con questa scatola i bambini approfondiscono lo studio delle interiezioni.

Il materiale per l’analisi delle parole è costituito da varie serie di cartellini della frase di colore azzurro e da varie serie di cartellini delle parole di diverso colore:
– azzurro per le interiezioni
– giallo per le congiunzioni
– verde per i pronomi
– rosa per gli avverbi
– viola per le preposizioni
– rosso per i verbi
– marrone chiaro per gli  articoli
– nero per i nomi
– marrone scuro per gli aggettivi
che si scelgono a seconda dell’esercizio che si vuole proporre e si collocano nella scatola grammaticale VIII.

Il primo esercizio è anche qui quello della composizione di frasi, analizzate coi cartellini colorati.
La scatola grammaticale ha nove caselle del colore corrispondente alla parte grammaticale. Nella casella più grande (la decima) si collocano i cartellini delle frasi.

Ad ogni parola scritta nei cartellini della frase corrisponde un cartellino della parola, e ad ogni parola scritta, corrisponde un cartellino nel casellario, ad eccezione delle parole ripetute all’interno di ogni cartellino della frase.

Come per le altre scatole grammaticali, i cartellini colorati delle parole non corrispondono esattamente alle parole delle frasi che dovranno ricomporre, perchè le parole comuni nelle frasi di uno stesso biglietto non sono ripetute. E’ solo l’interiezione che, sostituita, cambia la frase.

Le varie serie di cartellini si trovano ognuna in una scatolina azzurra, e i gruppi di frasi relativi ad ogni serie sono separati con degli elastici.

Essendo questa l’ultima parte del discorso rimasta da studiare, i bambini sono giunti a riconoscere tutte le parti del discorso. Non è dunque più necessario comporre artificialmente delle monche frasi che contengono solo le parti del discorso note al bambino. Per questo sono state scelte delle frasi da autori classici (quasi tutte dal Manzoni).

Siccome l’interiezione è un’espressione abbreviata in una sola parola, essa si presta molto all’interpretazione drammatica; i bambini quindi sulle medesime frasi fanno il doppio lavoro di una analisi generale e della « lettura espressiva « o recitazione delle frasi da essi scelte e studiate (in sostituzione dei comandi).

Inoltre sarà presentata una tabella contenente la classificazione completa delle interiezioni; ed i bambini potranno leggerla, dando ad una ad una la interpretazione espressiva della voce e del gesto. Questa sarà la prima tavola di classificazione presentata. In seguito tutte le parti del discorso verranno ripresentate con la definizione e la classificazione.

Questi sono i cartellini pronti, rivisitati sostituendo i vocaboli caduti in disuso e tenendo conto di chi non ha la fortuna di disporre del materiale sensoriale in uso nella Casa dei bambini:

MATERIALI PREVISTI PER LA SCATOLA GRAMMATICALE VIII

(con la codifica che ho utilizzato io per la preparazione dei cartellini)

scatola grammaticale VIII (qui il tutorial per costruirla: Costruire le scatole grammaticali)
3 scatoline di riempimento di colore verde contrassegnate VIIIA, VIIIB, VIIIC.
una scatolina aperta AZZURRA per il libretto degli elenchi e per il libretto delle regole

Questo è il materiale pronto

ISTRUZIONI per confezionare i libretti

(nell’esempio un libretto delle nomenclature)

La mia stampante è in bianco e nero, ma consiglio di stampare a colori. Per il libretto ritagliate le pagine seguendo i tratteggi:

piegate ogni striscia così, per ottenere pagine stampate fronte/retro:

rilegate. Io ho usato la foratrice per spirali:

MATERIALI PER LA SCATOLA GRAMMATICALE VIII

Si tratta di un materiale rivisitato e attualizzato ai mutamenti che la lingua ha subito e ai vocaboli che più appartengono alla realtà dei bambino oggi.
L’organizzazione originale del materiale non cambia, ho aggiunto però dei set che isolano ulteriori aspetti delle regole grammaticali.
Ciascuna parte del discorso ha un suo codice colore, che è diverso da quello dei simboli grammaticali (ad eccezione del nome e del verbo).

I simboli grammaticali possono entrare a far parte degli esercizi con le scatole grammaticali: i bambini possono porre i simboli mobili sulle parole scritte nei cartellini della frase, o anche possono copiare le frasi e disegnare i simboli (anche utilizzando gli stencil).

USO DEL MATERIALE

Avere a disposizione le scatole grammaticali di legno è sicuramente la situazione ideale, ma considerando il costo, non è la situazione alla portata di tutti. Si possono preparare delle bellissime alternative in cartone o anche sostituire alle scatole delle “tovagliette stampate“. Si può anche decidere di non utilizzare nulla, e di mettere semplicemente i cartellini sul tavolo, divisi in base al loro codice colore e ponendo sopra di essi dei cartellini-titolo (per la prima scatola ‘ARTICOLO’ e ‘NOME’).
Lo stesso discorso vale per le scatole di riempimento e per le scatole dei comandi, che possono essere acquistate in legno, o possono essere facilmente realizzate in cartoncino. Si può anche optare per qualsiasi altra soluzione alternativa: buste di carta colorata, sacchetti di plastica trasparente, cestini, ecc.

Le scatole grammaticali servono all’esercizio del bambino, dopo le presentazioni e le lezioni chiave relative alle parti del discorso che vogliamo esercitare.

Con le scatole grammaticali si possono svolgere vari esercizi.

Psicogrammatica Montessori: scatola grammaticale VII (cartellini)

Psicogrammatica Montessori: scatola grammaticale VII con la presentazione del materiale di lavoro e tutti i cartellini di riempimento pronti per il download e la stampa. Con questa scatola i bambini approfondiscono lo studio delle congiunzioni.

Il materiale per l’analisi delle parole è costituito da varie serie di cartellini della frase di colore giallo e da varie serie di cartellini delle parole di diverso colore:
– giallo per le congiunzioni
– verde per i pronomi
– rosa per gli avverbi
– viola per le preposizioni
– rosso per i verbi
– marrone chiaro per gli  articoli
– nero per i nomi
– marrone scuro per gli aggettivi
che si scelgono a seconda dell’esercizio che si vuole proporre e si collocano nella scatola grammaticale VII.

Il primo esercizio è anche qui quello della composizione di frasi, analizzate coi cartellini colorati.
La scatola grammaticale ha otto caselle del colore corrispondente alla parte grammaticale. Nella casella più grande (la nona) si collocano i cartellini delle frasi.

Ad ogni parola scritta nei cartellini della frase corrisponde un cartellino della parola, e ad ogni parola scritta, corrisponde un cartellino nel casellario, ad eccezione delle parole ripetute all’interno di ogni cartellino della frase.

Come per le altre scatole grammaticali, i cartellini colorati delle parole non corrispondono esattamente alle parole delle frasi che dovranno ricomporre, perchè le parole comuni nelle frasi di uno stesso biglietto non sono ripetute. E’ solo la congiunzione, che, sostituita, cambia la frase.

Le varie serie di cartellini si trovano ognuna in una scatolina gialla, e i gruppi di frasi relativi ad ogni serie sono separati con degli elastici.

Questi sono i cartellini pronti, rivisitati sostituendo i vocaboli caduti in disuso e tenendo conto di chi non ha la fortuna di disporre del materiale sensoriale in uso nella Casa dei bambini:

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MATERIALI PREVISTI PER LA SCATOLA GRAMMATICALE VII
(con la codifica che ho utilizzato io per la preparazione dei cartellini)

scatola grammaticale VII (qui il tutorial per costruirla: Costruire le scatole grammaticali)
3 scatoline di riempimento di colore verde contrassegnate VIIA, VIIB, VIIC.
una scatolina aperta GIALLA per il libretto degli elenchi e per il libretto delle regole

Questo è il materiale pronto:

ISTRUZIONI per confezionare i libretti

(nell’esempio un libretto delle nomenclature)

La mia stampante è in bianco e nero, ma consiglio di stampare a colori. Per il libretto ritagliate le pagine seguendo i tratteggi:

piegate ogni striscia così, per ottenere pagine stampate fronte/retro:

rilegate. Io ho usato la foratrice per spirali:

MATERIALI PER LA SCATOLA GRAMMATICALE VII

Si tratta di un materiale rivisitato e attualizzato ai mutamenti che la lingua ha subito e ai vocaboli che più appartengono alla realtà dei bambino oggi.
L’organizzazione originale del materiale non cambia, ho aggiunto però dei set che isolano ulteriori aspetti delle regole grammaticali.
Ciascuna parte del discorso ha un suo codice colore, che è diverso da quello dei simboli grammaticali (ad eccezione del nome e del verbo).

I simboli grammaticali possono entrare a far parte degli esercizi con le scatole grammaticali: i bambini possono porre i simboli mobili sulle parole scritte nei cartellini della frase, o anche possono copiare le frasi e disegnare i simboli (anche utilizzando gli stencil).

USO DEL MATERIALE

Avere a disposizione le scatole grammaticali di legno è sicuramente la situazione ideale, ma considerando il costo, non è la situazione alla portata di tutti. Si possono preparare delle bellissime alternative in cartone o anche sostituire alle scatole delle “tovagliette stampate“. Si può anche decidere di non utilizzare nulla, e di mettere semplicemente i cartellini sul tavolo, divisi in base al loro codice colore e ponendo sopra di essi dei cartellini-titolo (per la prima scatola ‘ARTICOLO’ e ‘NOME’).
Lo stesso discorso vale per le scatole di riempimento e per le scatole dei comandi, che possono essere acquistate in legno, o possono essere facilmente realizzate in cartoncino. Si può anche optare per qualsiasi altra soluzione alternativa: buste di carta colorata, sacchetti di plastica trasparente, cestini, ecc.

Le scatole grammaticali servono all’esercizio del bambino, dopo le presentazioni e le lezioni chiave relative alle parti del discorso che vogliamo esercitare.

Psicogrammatica Montessori: scatola grammaticale VI (cartellini) PRONOMI

Psicogrammatica Montessori: scatola grammaticale VI con la presentazione del materiale di lavoro e tutti i cartellini di riempimento pronti per il download e la stampa. Con questa scatola i bambini approfondiscono lo studio dei pronomi.

Il materiale per l’analisi delle parole è costituito da varie serie di cartellini della frase di colore verde e da varie serie di cartellini delle parole di diverso colore:
– verde per i pronomi
– rosa per gli avverbi
– viola per le preposizioni
– rosso per i verbi
– marrone chiaro per gli  articoli
– nero per i nomi
– marrone scuro per gli aggettivi
che si scelgono a seconda dell’esercizio che si vuole proporre e si collocano nella scatola grammaticale VI.

Il primo esercizio è anche qui quello della composizione di frasi, analizzate coi cartellini colorati.
La scatola grammaticale ha sette caselle del colore corrispondente alla parte grammaticale. Nella casella più grande si collocano i cartellini delle frasi.

Ad ogni parola scritta nei cartellini della frase corrisponde un cartellino della parola, e ad ogni parola scritta, corrisponde un cartellino nel casellario, ad eccezione delle parole ripetute all’interno di ogni cartellino della frase.

Come per le altre scatole grammaticali, i cartellini colorati delle parole non corrispondono esattamente alle parole delle frasi che dovranno ricomporre, perchè le parole comuni nelle frasi di uno stesso biglietto non sono ripetute. E’ solo il pronome, che, sostituito, cambia la frase.

Le varie serie di cartellini si trovano ognuna in una scatolina verde, e i gruppi di frasi relativi ad ogni serie sono separati con degli elastici:

Questi sono i cartellini pronti, rivisitati sostituendo i vocaboli caduti in disuso e tenendo conto di chi non ha la fortuna di disporre del materiale sensoriale in uso nella Casa dei bambini:

MATERIALI PREVISTI PER LA SCATOLA GRAMMATICALE VI – pronomi
(con la codifica che ho utilizzato io per la preparazione dei cartellini)


scatola grammaticale VI (qui il tutorial per costruirla: Costruire le scatole grammaticali)
3 scatoline di riempimento di colore verde contrassegnate VIA, VIB, VIC.
una scatolina aperta rossa per il libretto degli elenchi e per il libretto delle regole

Questo è il materiale pronto

ISTRUZIONI per confezionare i libretti
(nell’esempio un libretto delle nomenclature)

La mia stampante è in bianco e nero, ma consiglio di stampare a colori. Per il libretto ritagliate le pagine seguendo i tratteggi:

piegate ogni striscia così, per ottenere pagine stampate fronte/retro:

rilegate. Io ho usato la foratrice per spirali:

MATERIALI PER LA SCATOLA GRAMMATICALE VI

Si tratta di un materiale rivisitato e attualizzato ai mutamenti che la lingua ha subito e ai vocaboli che più appartengono alla realtà dei bambino oggi.
L’organizzazione originale del materiale non cambia, ho aggiunto però dei set che isolano ulteriori aspetti delle regole grammaticali.
Ciascuna parte del discorso ha un suo codice colore, che è diverso da quello dei simboli grammaticali (ad eccezione del nome e del verbo).

I simboli grammaticali possono entrare a far parte degli esercizi con le scatole grammaticali: i bambini possono porre i simboli mobili sulle parole scritte nei cartellini della frase, o anche possono copiare le frasi e disegnare i simboli (anche utilizzando gli stencil).

USO DEL MATERIALE

Avere a disposizione le scatole grammaticali di legno è sicuramente la situazione ideale, ma considerando il costo, non è la situazione alla portata di tutti. Si possono preparare delle bellissime alternative in cartone o anche sostituire alle scatole delle “tovagliette stampate“. Si può anche decidere di non utilizzare nulla, e di mettere semplicemente i cartellini sul tavolo, divisi in base al loro codice colore e ponendo sopra di essi dei cartellini-titolo (per la prima scatola ‘ARTICOLO’ e ‘NOME’).
Lo stesso discorso vale per le scatole di riempimento e per le scatole dei comandi, che possono essere acquistate in legno, o possono essere facilmente realizzate in cartoncino. Si può anche optare per qualsiasi altra soluzione alternativa: buste di carta colorata, sacchetti di plastica trasparente, cestini, ecc.

Le scatole grammaticali servono all’esercizio del bambino, dopo le presentazioni e le lezioni chiave relative alle parti del discorso che vogliamo esercitare.

Psicogrammatica Montessori: scatola grammaticale V (cartellini)

Psicogrammatica Montessori: scatola grammaticale V  idee per le presentazioni e gli esercizi, e i cartellini di riempimento pronti per il download e la stampa. Con questa scatola i bambini approfondiscono lo studio degli avverbi.

Il materiale per l’analisi delle parole è costituito da varie serie di cartellini della frase di colore rosa e da varie serie di cartellini delle parole di diverso colore:
– rosa per gli avverbi
– viola per le preposizioni
– rosso per i verbi
– marrone chiaro per gli  articoli
– nero per i nomi
– marrone scuro per gli aggettivi
che si scelgono a seconda dell’esercizio che si vuole proporre e si collocano nella scatola grammaticale V.

Il primo esercizio è anche qui quello della composizione di frasi, analizzate coi cartellini colorati.
La scatola grammaticale ha sei caselle del colore corrispondente alla parte grammaticale. Nella casella più grande si collocano sei cartellini delle frasi.

Ad ogni parola scritta nei cartellini della frase corrisponde un cartellino della parola, e ad ogni parola scritta, corrisponde un cartellino nel casellario, ad eccezione delle parole ripetute all’interno di ogni cartellino della frase.

Come per le altre scatole grammaticali, i cartellini colorati delle parole non corrispondono esattamente alle parole delle frasi che dovranno ricomporre, perchè le parole comuni nelle frasi di uno stesso biglietto non sono ripetute. E’ solo l’avverbio, che, sostituito, cambia la frase.

Le varie serie di cartellini si trova ognuna in una scatolina rosa, e i gruppi di frasi relativi ad ogni serie sono separati con degli elastici:

Questi sono i cartellini pronti, rivisitati sostituendo i vocaboli caduti in disuso e tenendo conto di chi non ha la fortuna di disporre del materiale sensoriale in uso nella Casa dei bambini:

MATERIALI PREVISTI PER LA SCATOLA GRAMMATICALE V

(con la codifica che ho utilizzato io per la preparazione dei cartellini)

scatola grammaticale V (qui il tutorial per costruirla: Costruire le scatole grammaticali)
3 scatoline di riempimento di colore rosso contrassegnate IVA, IVB, IVC.
una scatolina aperta rossa per il libretto degli elenchi e per il libretto delle regole

Contenuto delle scatole di riempimento

scatola VA: scheda della definizione e cartellini (i 4 gruppi di cartellini stanno nella scatola VA separati tra loro per mezzo di elastici)

  • cartellini VA-1: (cartellini delle parole + 6 cartellini frase)
  • cartellini VA-2: (cartellini delle parole + 6 cartellini frase)
  • cartellini VA-3: (cartellini delle parole + 6 cartellini frase)
  • cartellini VA-4: (cartellini delle parole + 5 cartellini frase)

scatola VB: scheda della definizione e cartellini (i 4 gruppi di cartellini stanno nella scatola VB separati tra loro per mezzo di elastici)

  • cartellini VB-1: (cartellini delle parole + 6 cartellini frase)
  • cartellini VB-2: (cartellini delle parole + 6 cartellini frase)
  • cartellini VB-3: (cartellini delle parole + 6 cartellini frase)
  • cartellini VB-4: (cartellini delle parole + 6 cartellini frase)

scatola VC: scheda della definizione e cartellini ( i 5 gruppi di cartellini stanno nella scatola IVC separati tra loro per mezzo di elastici)

  • cartellini VC-1: (cartellini delle parole + 7 cartellini frase)
  • cartellini VC-2: (cartellini delle parole + 7 cartellini frase)
  • cartellini VC-3: (cartellini delle parole + 6 cartellini frase)
  • cartellini VC-4: (cartellini delle parole + 6 cartellini frase)
  • cartellini VC-5: (cartellini delle parole + 5 cartellini frase)

scatolina aperta ROSA:

  • libretto degli elenchi per l’avverbio (facoltativo)
  • libretto delle regole grammaticali per l’avverbio.

Questo è il materiale pronto:

ISTRUZIONI per confezionare i libretti
(nell’esempio un libretto delle nomenclature)

La mia stampante è in bianco e nero, ma consiglio di stampare a colori. Per il libretto ritagliate le pagine seguendo i tratteggi:

piegate ogni striscia così, per ottenere pagine stampate fronte/retro:

rilegate. Io ho usato la foratrice per spirali:

MATERIALI PER LA SCATOLA GRAMMATICALE V

Si tratta di un materiale rivisitato e attualizzato ai mutamenti che la lingua ha subito e ai vocaboli che più appartengono alla realtà dei bambino oggi.
L’organizzazione originale del materiale non cambia, ho aggiunto però dei set che isolano ulteriori aspetti delle regole grammaticali.
Ciascuna parte del discorso ha un suo codice colore, che è diverso da quello dei simboli grammaticali (ad eccezione del nome e del verbo).

I simboli grammaticali possono entrare a far parte degli esercizi con le scatole grammaticali: i bambini possono porre i simboli mobili sulle parole scritte nei cartellini della frase, o anche possono copiare le frasi e disegnare i simboli (anche utilizzando gli stencil).

USO DEL MATERIALE

Avere a disposizione le scatole grammaticali di legno è sicuramente la situazione ideale, ma considerando il costo, non è la situazione alla portata di tutti. Si possono preparare delle bellissime alternative in cartone o anche sostituire alle scatole delle “tovagliette stampate“. Si può anche decidere di non utilizzare nulla, e di mettere semplicemente i cartellini sul tavolo, divisi in base al loro codice colore e ponendo sopra di essi dei cartellini-titolo (per la prima scatola ‘ARTICOLO’ e ‘NOME’).
Lo stesso discorso vale per le scatole di riempimento e per le scatole dei comandi, che possono essere acquistate in legno, o possono essere facilmente realizzate in cartoncino. Si può anche optare per qualsiasi altra soluzione alternativa: buste di carta colorata, sacchetti di plastica trasparente, cestini, ecc.

Le scatole grammaticali servono all’esercizio del bambino, dopo le presentazioni e le lezioni chiave relative alle parti del discorso che vogliamo esercitare.


Gli avverbi testuali rientrano nella categoria grammaticale dei connettivi, che sono parole (parti del discorso varie, non solo avverbi) o espressioni che fanno da raccordo tra le varie parti della frase.

Psicogrammatica Montessori: scatola grammaticale V (cartellini)

Psicogrammatica Montessori: scatola grammaticale IV (cartellini) PREPOSIZIONE

Psicogrammatica Montessori: scatola grammaticale IV  – presentazione del materiale, e i cartellini di riempimento pronti per il download e la stampa. Con questa scatola i bambini approfondiscono lo studio della preposizione.

Il materiale per l’analisi delle parole è costituito da varie serie di cartellini della frase di colore viola e da varie serie di cartellini delle parole di diverso colore:
– viola per le preposizioni
– rosso per i verbi
– marrone chiaro per gli  articoli
– nero per i nomi
– marrone scuro per gli aggettivi
che si scelgono a seconda dell’esercizio che si vuole proporre e si collocano nella scatola grammaticale IV.

Il primo esercizio è anche qui quello della composizione di frasi, analizzate coi cartellini colorati.

La scatola grammaticale ha cinque caselle del colore corrispondente alla parte grammaticale. Nella casella più grande si collocano sei cartellini delle frasi.

Ad ogni parola scritta nei cartellini della frase corrisponde un cartellino della parola, e ad ogni parola scritta, corrisponde un cartellino nel casellario, ad eccezione delle parole ripetute all’interno di ogni cartellino della frase.  

Come per le altre scatole grammaticali, i cartellini colorati delle parole non corrispondono esattamente alle parole delle frasi che dovranno ricomporre, perchè le parole comuni nelle frasi di uno stesso biglietto non sono ripetute. E’ solo la preposizione, che, sostituita, cambia la frase.

Le varie serie di cartellini ognuna in una scatolina viola, e il gruppi di frasi relativi ad ogni serie sono separati con degli elastici:

Questi sono i cartellini pronti, rivisitati sostituendo i vocaboli caduti in disuso e tenendo conto di chi non ha la fortuna di disporre del materiale sensoriale in uso nella Casa dei bambini:

MATERIALI PREVISTI PER LA SCATOLA GRAMMATICALE IV PREPOSIZIONE
(con la codifica che ho utilizzato io per la preparazione dei cartellini)

scatola grammaticale IV (qui il tutorial per costruirla: Costruire le scatole grammaticali)

4 scatoline di riempimento di colore rosso contrassegnate IVA, IVB, IVC, IVD.
una scatolina aperta rossa per il libretto degli elenchi e per il libretto delle regole

PREPOSIZIONE

Contenuto delle scatole di riempimento

scatola IVA: scheda della definizione e cartellini (i 4 gruppi di cartellini stanno nella scatola IVA separati tra loro per mezzo di elastici)

  • cartellini IVA-1: (cartellini delle parole + 5 cartellini frase)
  • cartellini IVA-2: (cartellini delle parole + 5 cartellini frase)
  • cartellini IVA-3: (cartellini delle parole + 5 cartellini frase)
  • cartellini IVA-4: (cartellini delle parole + 4 cartellini frase)

scatola IVB: scheda della definizione e cartellini (i 4 gruppi di cartellini stanno nella scatola IVB separati tra loro per mezzo di elastici)

  • cartellini IVB-1: (cartellini delle parole + 5 cartellini frase)
  • cartellini IVB-2: (cartellini delle parole + 5 cartellini frase)
  • cartellini IVB-3: (cartellini delle parole + 5 cartellini frase)
  • cartellini IVB-4: (cartellini delle parole + 4 cartellini frase)

scatola IVC: scheda della definizione e cartellini ( i 3 gruppi di cartellini stanno nella scatola IVC separati tra loro per mezzo di elastici)

  • cartellini IVC-1: (cartellini delle parole + 5 cartellini frase)
  • cartellini IVC-2: (cartellini delle parole + 5 cartellini frase)
  • cartellini IVC-3: (cartellini delle parole + 5 cartellini frase)

scatola IVD: scheda della definizione e cartellini ( i 3 gruppi di cartellini stanno nella scatola IVD  separati tra loro per mezzo di elastici)

  • cartellini IVD-1: (cartellini delle parole + 5 cartellini frase)
  • cartellini IVD-2: (cartellini delle parole + 7 cartellini frase)
  • cartellini IVD-3: (cartellini delle parole + 6 cartellini frase)

scatolina aperta VIOLA:

  • libretto degli elenchi per la preposizione (facoltativo)
  • libretto delle regole grammaticali per la preposizione.

Questo è il materiale pronto:

ISTRUZIONI per confezionare i libretti
(nell’esempio un libretto delle nomenclature)

La mia stampante è in bianco e nero, ma consiglio di stampare a colori. Per il libretto ritagliate le pagine seguendo i tratteggi:

piegate ogni striscia così, per ottenere pagine stampate fronte/retro:

rilegate. Io ho usato la foratrice per spirali:

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MATERIALI PER LA SCATOLA GRAMMATICALE IV

Si tratta di un materiale rivisitato e attualizzato ai mutamenti che la lingua ha subito e ai vocaboli che più appartengono alla realtà dei bambino oggi.
L’organizzazione originale del materiale non cambia, ho aggiunto però dei set che isolano ulteriori aspetti delle regole grammaticali.
Ciascuna parte del discorso ha un suo codice colore, che è diverso da quello dei simboli grammaticali (ad eccezione del nome e del verbo).

I simboli grammaticali possono entrare a far parte degli esercizi con le scatole grammaticali: i bambini possono porre i simboli mobili sulle parole scritte nei cartellini della frase, o anche possono copiare le frasi e disegnare i simboli (anche utilizzando gli stencil).

USO DEL MATERIALE

Avere a disposizione le scatole grammaticali di legno è sicuramente la situazione ideale, ma considerando il costo, non è la situazione alla portata di tutti. Si possono preparare delle bellissime alternative in cartone o anche sostituire alle scatole delle “tovagliette stampate“. Si può anche decidere di non utilizzare nulla, e di mettere semplicemente i cartellini sul tavolo, divisi in base al loro codice colore e ponendo sopra di essi dei cartellini-titolo (per la prima scatola ‘ARTICOLO’ e ‘NOME’).
Lo stesso discorso vale per le scatole di riempimento e per le scatole dei comandi, che possono essere acquistate in legno, o possono essere facilmente realizzate in cartoncino. Si può anche optare per qualsiasi altra soluzione alternativa: buste di carta colorata, sacchetti di plastica trasparente, cestini, ecc.

Le scatole grammaticali servono all’esercizio del bambino, dopo le presentazioni e le lezioni chiave relative alle parti del discorso che vogliamo esercitare.

Con le scatole grammaticali si possono svolgere vari esercizi.

Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE III (cartellini)

Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE III – presentazione del materiale, e i cartellini di riempimento pronti per il download e la stampa. Con questa scatola i bambini approfondiscono lo studio del verbo in relazione al nome, all’articolo e all’aggettivo.

Il materiale per l’analisi delle parole è costituito da varie serie di cartellini della frase di colore rosso e da varie serie di cartellini delle parole di diverso colore:
– rosso per i verbi
– marrone chiaro per gli  articoli
– nero per i nomi
– marrone scuro per gli aggettivi
che si scelgono a seconda dell’esercizio che si vuole proporre e si collocano nella scatola grammaticale III.

Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE III

Maria Montessori racconta che questo materiale è nato durante l’esperienza nella Scuola Ortofrenica. Con i bambini dell’Istituto si era concentrata principalmente sui nomi e sui verbi: il nome era l’oggetto e il verbo l’azione. Queste due parti del discorso venivano distinte con grande chiarezza, come si distingue la materia dalla forza, o la chimica dalla fisica.  Per comprendere il nome in tutti i suoi aspetti di facevano esercizi con gli oggetti. Per comprendere il verbo si facevano eseguire ai bambini delle azioni.

Poiché i bambini devono essere guidati nell’esecuzione delle azioni, perchè non sempre sono in grado di interpretare una parola con un’azione che corrisponda ad essa con precisione, l’insegnante dovrà dare delle lezioni individuali per insegnare loro ad interpretare il verbo.

Presentiamo una scatola con quattro caselle per l’articolo, il nome, l’aggettivo e il verbo, contrassegnate da etichette marrone chiaro, nero, marrone scuro e rosso. Nella casella posteriore stanno per ogni esercizio sei cartellini della frase.

Ad ogni parola scritta nei cartellini della frase corrisponde un cartellino della parola: e ad ogni parola scritta, corrisponde un cartellino nel casellario, ad eccezione delle parole ripetute all’interno di ogni cartellino della frase. Se, ad esempio, nel cartellino della frase di trova scritto: lancia una piccola gomma /getta una piccola gomma; i cartellini saranno lancia, una, piccola, gomma, scaraventa.

Infatti il bambino comporrà la prima frase sul tavolino, eseguirà l’azione, cambierà solo un cartellino (getta invece di lancia) ed eseguirà la seconda azione.

In questo modo vedrà che, avendo sostituito il verbo, le due frasi indicano azioni diverse.

Le varie serie di cartellini ognuna in una scatolina rossa, e il gruppi di frasi relativi ad ogni serie sono separati con degli elastici:

Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE III

Nelle serie originali preparate da Maria Montessori i verbi erano contrastanti o sinonimi.

Questi sono i cartellini pronti, rivisitati sostituendo i vocaboli caduti in disuso e tenendo conto di chi non ha la fortuna di disporre del materiale sensoriale in uso nella Casa dei bambini:

Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE III

MATERIALI PREVISTI PER LA SCATOLA GRAMMATICALE III
(con la codifica che ho utilizzato io per la preparazione dei cartellini)

scatola grammaticale III (qui il tutorial per costruirla: Costruire le scatole grammaticali)
– 5 scatoline di riempimento di colore rosso contrassegnate IIIA, IIIB, IIIC, IIID, IIIE.
una scatolina aperta rossa per il libretto degli elenchi e per il libretto delle regole

Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE III

Contenuto delle scatole di riempimento

scatola IIIA: scheda della definizione e cartellini (i 5 gruppi di cartellini stanno nella scatola IIIA separati tra loro per mezzo di elastici)

  • cartellini IIIA-1: (cartellini verbi, articoli, nomi + 6 cartellini frase)
  • cartellini IIIA-2: (cartellini verbi, articoli, nomi, aggettivi + 6 cartellini frase)
  • cartellini IIIA-3: (cartellini verbi, articoli, nomi, aggettivi + 6 cartellini frase)
  • cartellini IIIA-4: (cartellini verbi, articoli, nomi, aggettivi + 6 cartellini frase)
  • cartellini IIIA-5: (cartellini verbi, articoli, nomi, aggettivi + 6 cartellini frase)

scatola IIIB: scheda della definizione e cartellini (i 5 gruppi di cartellini stanno nella scatola IIIB separati tra loro per mezzo di elastici)

  • cartellini IIIB-1: comandi semplici opposti con oggetto diretto senza aggettivi (cartellini verbi, articoli, nomi, + 6 cartellini frase)
  • cartellini IIIB-2:  comandi semplici con oggetto diretto e aggettivi (cartellini verbi, articoli, nomi, aggettivi + 6 cartellini frase)
  • cartellini IIIB-3:  comandi semplici opposti con oggetto diretto (cartellini verbi, articoli, nomi, + 6 cartellini frase)
  • cartellini IIIB-4:  comandi semplici opposti con oggetto diretto e aggettivi (cartellini verbi, articoli, nomi, aggettivi + 6 cartellini frase)
  • cartellini IIIB-5:  comandi semplici opposti con oggetto diretto e aggettivi (cartellini verbi, articoli, nomi, aggettivi + 6 cartellini frase)

scatola IIIC: scheda della definizione e cartellini ( i due gruppi di cartellini stanno nella scatola IIC separati tra loro per mezzo di elastici)

  • cartellini IIIC-1: comandi semplici con oggetto diretto, aggettivi e azioni consecutive (cartellini verbi, articoli, nomi, aggettivi + 6 cartellini frase)
  • cartellini IIIC-2: comandi semplici con oggetto diretto, aggettivi e azioni consecutive (cartellini verbi, articoli, nomi, aggettivi + 6 cartellini frase)

scatola IIID: scheda della definizione e cartellini ( i 6 gruppi di cartellini stanno nella scatola IIID  separati tra loro per mezzo di elastici)

  • cartellini IIID-1: comandi con verbi sensoriali e un oggetto (cartellini verbi, articoli, nomi + 7 cartellini frase)
  • cartellini IIID-2: comandi con verbi d’azione e un oggetto (cartellini verbi, articoli, nomi + 7 cartellini frase)
  • cartellini IIID-3: comandi con verbi, oggetti d’uso domestico e aggettivi (cartellini verbi, articoli, nomi, aggettivi + 7 cartellini frase)
  • cartellini IIID-4: comandi con verbi, oggetti d’uso scolastico e aggettivi  (cartellini verbi, articoli, nomi, aggettivi + 7 cartellini frase)
  • cartellini IIID-5: concordanza nome-verbo (cartellini verbi, nomi, articoli)
  • cartellini IIID-6: concordanza nome-verbo (cartellini verbi, nomi, articoli)

scatola IIIE: scheda della definizione e cartellini ( i 4 gruppi di cartellini stanno nella scatola IIIE  separati tra loro per mezzo di elastici)

  • cartellini IIE-1: frasi semplici con oggetto diretto e aggettivi (cartellini verbi, articoli, nomi, aggettivi + 6 cartellini frase)
  • cartellini IIIE-2: frasi semplici con oggetto diretto e aggettivi (cartellini verbi, articoli, nomi, aggettivi + 6 cartellini frase)
  • cartellini IIIE-3: frasi semplici con oggetto diretto e aggettivi (cartellini verbi, articoli, nomi, aggettivi + 6 cartellini frase)
  • cartellini IIIE-4: frasi semplici con oggetto diretto e aggettivi (cartellini verbi, articoli, nomi, aggettivi + 6 cartellini frase)

scatolina aperta rossa:

  • libretto degli elenchi per il verbo (facoltativo)
  • libretto delle regole grammaticali per il verbo.

Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE III

Questo è il materiale pronto:

Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE III

Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE III

Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE III
PDF QUI: LIBRO DELLE REGOLE GRAMMATICALI PER L’USO DEL VERBO

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Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE III
ISTRUZIONI per confezionare i libretti
(nell’esempio un libretto delle nomenclature)

La mia stampante è in bianco e nero, ma consiglio di stampare a colori. Per il libretto ritagliate le pagine seguendo i tratteggi:

piegate ogni striscia così, per ottenere pagine stampate fronte/retro:

rilegate. Io ho usato la foratrice per spirali:

Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE III

MATERIALI PER LA SCATOLA GRAMMATICALE II

Si tratta di un materiale rivisitato e attualizzato ai mutamenti che la lingua ha subito e ai vocaboli che più appartengono alla realtà dei bambino oggi.
L’organizzazione originale del materiale non cambia, ho aggiunto però dei set che isolano ulteriori aspetti delle regole grammaticali.
Ciascuna parte del discorso ha un suo codice colore, che è diverso da quello dei simboli grammaticali (ad eccezione del nome e del verbo).


I simboli grammaticali possono entrare a far parte degli esercizi con le scatole grammaticali: i bambini possono porre i simboli mobili sulle parole scritte nei cartellini della frase, o anche possono copiare le frasi e disegnare i simboli (anche utilizzando gli stencil).

Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE III

USO DEL MATERIALE

Avere a disposizione le scatole grammaticali di legno è sicuramente la situazione ideale, ma considerando il costo, non è la situazione alla portata di tutti. Si possono preparare delle bellissime alternative in cartone o anche sostituire alle scatole delle “tovagliette stampate“. Si può anche decidere di non utilizzare nulla, e di mettere semplicemente i cartellini sul tavolo, divisi in base al loro codice colore e ponendo sopra di essi dei cartellini-titolo (per la prima scatola ‘ARTICOLO’ e ‘NOME’).
Lo stesso discorso vale per le scatole di riempimento e per le scatole dei comandi, che possono essere acquistate in legno, o possono essere facilmente realizzate in cartoncino. Si può anche optare per qualsiasi altra soluzione alternativa: buste di carta colorata, sacchetti di plastica trasparente, cestini, ecc.

Le scatole grammaticali servono all’esercizio del bambino, dopo le presentazioni e le lezioni chiave relative alle parti del discorso che vogliamo esercitare.

Psicogrammatica Montessori: scatola grammaticale II AGGETTIVI

Psicogrammatica Montessori: scatola grammaticale II AGGETTIVI – presentazione del materiale, e i cartellini di riempimento pronti per il download e la stampa. Con questa scatola i bambini approfondiscono lo studio dell’aggettivo in relazione al nome e all’articolo.

Il materiale per l’analisi delle parole è costituito da varie serie di cartellini della frase di colore marrone scuro e da varie serie di cartellini delle parole di diverso colore:
– marrone chiaro per gli  articoli
– nero per i nomi
– marrone scuro per gli aggettivi
che si scelgono a seconda dell’esercizio che si vuole proporre e si collocano nella scatola grammaticale II.

Secondo le indicazioni di Maria Montessori il bambino legge una frase, prende gli oggetti che vi sono indicati, e poi compone la frase coi cartellini delle parole. Ad esempio, se il cartellino della frase contiene questa indicazione: ‘il colore verde – il colore turchino – il colore rosso’, il bambino prende tre spolette (verde, turchina e rossa) dalla scatola delle spolette dei colori, e le mette sul tavolo. Poi compone la frase la frase ‘il colore verde‘ e pone la spoletta verde accanto alla frase.

Quindi, lasciando sul tavolo i due primi cartellini, cambia solo quello relativo all’aggettivo, e sostituisce ‘verde’ con ‘turchino’, e infine cambia la spoletta verde con quella turchina.

In ultimo ripete la procedura con il colore rosso.

(Nel mio esempio ho utilizzato dei pennarelli al posto delle spolette dei colori. Per realizzarle in proprio trovate il tutorial qui: Costruire le spolette dei colori Montessori).

Le frasi originali proposte da Maria Montessori si riferiscono tutte ai materiali sensoriali che si utilizzano nella Casa dei Bambini.
Nella scatola grammaticale II si pongono un certo numero cartellini della frase alla volta (di solito sei), e i relativi cartellini delle parole, che corrispondono alle necessità dell’esercizio e non alle frasi, nel senso che gli articoli ed i nomi non sono ripetuti).

MATERIALI PREVISTI PER LA SCATOLA GRAMMATICALE II AGGETTIVI
(con la codifica che ho utilizzato io per la preparazione dei cartellini)

scatola grammaticale II (qui il tutorial per costruirla: Costruire le scatole grammaticali)
6 scatoline di riempimento color marrone chiaro contrassegnate IIA, IIB, IIC, IID, IIE, IIF.
una scatolina aperta marrone chiaro per il libretto degli elenchi e per il libretto delle regole

scatola grammaticale II AGGETTIVI – Contenuto delle scatole di riempimento

scatola IIA: scheda della definizione e cartellini (i tre gruppi di cartellini stanno nella scatola IIA separati tra loro per mezzo di elastici)

  • cartellini IIA-1: colori (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
  • cartellini IIA-2: colori (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
  • cartellini IIA-3: colori (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)

scatola IIB: scheda della definizione e cartellini (i tre gruppi di cartellini stanno nella scatola IIB separati tra loro per mezzo di elastici)

  • cartellini IIB-1: qualità opposte (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
  • cartellini IIB-2:  dimensioni opposte (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
  • cartellini IIB-3:  stati d’animo opposti (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)

scatola IIC: scheda della definizione e cartellini scheda della definizione e cartellini  ( i quattro gruppi di cartellini stanno nella scatola IIC separati tra loro per mezzo di elastici)

  • cartellini IIC-1: forma e quantità (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
  • cartellini IIC-2: quantità (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
  • cartellini IIC-3: dimensioni (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
  • cartellini IIC-4: forma (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)

scatola IID: scheda della definizione e cartellini ( i sette gruppi di cartellini stanno nella scatola IID  separati tra loro per mezzo di elastici)

  • cartellini IID-1: qualità sensoriali (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
  • cartellini IID-2: sensazioni tattili (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
  • cartellini IID-3: olfatto e udito (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
  • cartellini IID-4:  olfatto e gusto (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
  • cartellini IID-5: sensazioni uditive (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
  • cartellini IID-6: sensazioni tattili (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)
  • cartellini IID-7: udito, olfatto e gusto (cartellini articoli, nomi, aggettivi + cartellini frase)

scatola IIE: scheda della definizione e cartellini ( i cinque gruppi di cartellini stanno nella scatola IIE  separati tra loro per mezzo di elastici)

  • cartellini IIE-1: gradi dell’aggettivo (cartellini aggettivo positivo, comparativo, superlativo + titoli)
  • cartellini IIE-2: gradi dell’aggettivo (cartellini aggettivo positivo, comparativo, superlativo + titoli)
  • cartellini IIE-3: gradi dell’aggettivo (cartellini aggettivo positivo, comparativo, superlativo + titoli)

scatola IIF: scheda della definizione e cartellini ( i sei gruppi di cartellini stanno nella scatola IIF  separati tra loro per mezzo di elastici)

  • cartellini IIF-1: concordanza nome/aggettivo (cartellini nome e aggettivo + cartellini frase)
  • cartellini IIF-2: concordanza nome/aggettivo (cartellini nome e aggettivo + cartellini frase)
  • cartellini IIF-3: concordanza nome/aggettivo (cartellini nome e aggettivo + cartellini frase)
  • cartellini IIF-4: concordanza nome/aggettivo (cartellini nome e aggettivo + cartellini frase).

scatolina aperta marrone scuro:

  • libretto degli elenchi per l’aggettivo (facoltativo)
  • libretto delle regole per l’aggettivo.

Questo è il materiale pronto:

PDF QUI

scatola grammaticale II AGGETTIVI – ISTRUZIONI per confezionare i libretti
(nell’esempio un libretto delle nomenclature)

La mia stampante è in bianco e nero, ma consiglio di stampare a colori. Per il libretto ritagliate le pagine seguendo i tratteggi:

piegate ogni striscia così, per ottenere pagine stampate fronte/retro:

rilegate. Io ho usato la foratrice per spirali:

scatola grammaticale II AGGETTIVI

MATERIALI PER LA SCATOLA GRAMMATICALE II

Si tratta di un materiale rivisitato e attualizzato ai mutamenti che la lingua ha subito e ai vocaboli che più appartengono alla realtà dei bambino oggi.
L’organizzazione originale del materiale non cambia, ho aggiunto però dei set che isolano ulteriori aspetti delle regole grammaticali.
Ciascuna parte del discorso ha un suo codice colore, che è diverso da quello dei simboli grammaticali (ad eccezione del nome e del verbo).
I simboli grammaticali possono entrare a far parte degli esercizi con le scatole grammaticali: i bambini possono porre i simboli mobili sulle parole scritte nei cartellini della frase, o anche possono copiare le frasi e disegnare i simboli (anche utilizzando gli stencil).

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scatola grammaticale II AGGETTIVI

USO DEL MATERIALE

Avere a disposizione le scatole grammaticali di legno è sicuramente la situazione ideale, ma considerando il costo, non è la situazione alla portata di tutti. Si possono preparare delle bellissime alternative in cartone o anche sostituire alle scatole delle “tovagliette stampate“. Si può anche decidere di non utilizzare nulla, e di mettere semplicemente i cartellini sul tavolo, divisi in base al loro codice colore e ponendo sopra di essi dei cartellini-titolo (per la prima scatola ‘ARTICOLO’ e ‘NOME’).
Lo stesso discorso vale per le scatole di riempimento e per le scatole dei comandi, che possono essere acquistate in legno, o possono essere facilmente realizzate in cartoncino. Si può anche optare per qualsiasi altra soluzione alternativa: buste di carta colorata, sacchetti di plastica trasparente, cestini, ecc.

Le scatole grammaticali servono all’esercizio del bambino, dopo le presentazioni e le lezioni chiave relative alle parti del discorso che vogliamo esercitare.

Comandi sui nomi LE CHIAMATE

Comandi sui nomi LE CHIAMATE. Nell’articolo puoi trovare esempi di presentazione e d’uso, e il materiale pronto per il download e la stampa. Questi cartellini dei comandi sono utilizzati in relazione al lavoro con la scatola grammaticale I (nome e articolo).

Per saperne di più sull’uso dei comandi puoi leggere qui: LE LEZIONI E I COMANDI

Il gioco con i cartellini dei comandi piace molto ai bambini, e possono essere usati sia in ambito grammaticale, come quelli presentati in questo articolo, sia per esercitare la lettura interpretata, come quelli proposti qui: cartellini dei comandi per i primi esercizi di lettura e composizione.

In generale l’esercizio con i cartellini dei comandi si svolge così: in un piccolo gruppo di bambini, a turno, un bambino legge in silenzio un cartellino e poi lo esegue riproducendo le parole e le azioni indicate. Generalmente i comandi richiedono il coinvolgimento dei compagni, quindi si prestano allo svolgersi di piccole recite. Maria Montessori ricorda che a partire dall’età di cinque anni i bambini hanno una spiccatissima tendenza alla recitazione, e provano grande piacere nel pronunciare le parole con tono sentimentale, accompagnandole con dei gesti.
I comandi delle “chiamate” possono dar luogo a piccole commedie. Possono avere un tono imperioso,  di preghiera, gentile o brusco.

Il materiale che ho preparato io segue la stessa codifica delle scatole grammaticali, quindi, poichè questi comandi sono in relazione alla scatola grammaticale I, avremo i cartellini EI-1 ed EI-2.

Questi sono i cartellini dei comandi per il nome, anche detti “chiamate”:

Altri comandi sul nome possono essere fatti chiedendo al bambino di disegnare determinate cose e scriverne i nomi (E1-2):

Comandi sui nomi LE CHIAMATE

Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE I articolo e nome

Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE I articolo e nome – idee per le presentazioni e gli esercizi, e i cartellini di riempimento pronti per il download e la stampa. Con questa scatola i bambini approfondiscono lo studio delle forme dell’articolo, della flessione dei nomi e della concordanza tra articolo e nome.

Gli esercizi principali della grammatica sono:
– le concordanze e gli esercizi di flessione, fatte con l’aiuto di cartellini appositamente preparati (come già si è visto per le concordanze fra articolo e nome)
– i comandi
– le analisi
– gli spostamenti.

Per il lavoro di analisi, si usano le scatole grammaticali.

Gli esercizi con le scatole grammaticali sono attività di concentrazione e di isolamento. Mentre i comandi portano all’intuizione, l’analisi porta a maturazione. Come già spiegato nell’introduzione alle scatole grammaticali, l’esercizio consiste nel leggere una frase e nel ricostruirla parola per parola, utilizzando le parole divise in base alla parte del discorso cui appartengono. Il lavoro è semplicissimo: si chiede al bambino di copiare coi cartellini colorati le frasi stampate sui biglietti. Non deve nemmeno ricordare la frase. Tutta la sua attenzione è diretta alla classificazione delle parole e alle relazioni che intercorrono tra di esse.

Gli spostamenti, poi, rendono gli esercizi con le scatole grammaticali ancora più interessanti. L’insegnante, passando al tavolo di un bambino, sposta in un dato modo i cartellini che il bambino ha composto, e in questo mondo stimola l’intuizione di particolare rigole grammaticali. Gli spostamenti di cartellini dimostrano che il senso del discorso non è dato dalle parole, ma dall’ordine delle parole.

Il compito dell’insegnante è impegnativo e complesso. Maria Montessori ha sempre sottolineato l’importanza di avere a disposizione un materiale pronto e appositamente studiato: l’insegnante deve essere alleviata il più possibile dal lavoro di preparazione dei materiali e dal lavoro di ricerca, per potersi dedicare totalmente al suo compito di osservazione e intervento. “Quando chiediamo a una maestra di corrispondere ai bisogni della vita interiore dell’uomo, le chiediamo una cosa assai grande: essa non potrà mai compierla, se prima non abbiamo pensato a servirla, a porgerle tutto il necessario“.

La SCATOLA GRAMMATICALE I ha due compartimenti piccoli (articolo e nome) e uno più grande per la frase. Tutte le parole  che si usano per lo studio della grammatica sono scritte su cartellini rettangolari. I cartellini si conservano in apposite scatole, raggruppati con degli elastici. Il materiale deve essere esattamente preparato, ed in quantità stabilita.

Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE I articolo e nome

Il primo esercizio con la SCATOLA GRAMMATICALE I indicato da Maria Montessori prevede questo gruppo di 32 parole (oggi l’uso di gli apostrofato è considerato scorretto, ad eccezione di gl’incendi, anche se è comunque preferibile la forma gli incendi):

il fazzoletto, il libro, il vestito, il tavolino, lo specchio, lo zucchero, lo zio, lo stivale, la stoffa, la perla, la piramide, la finestra, i colori, i fiori, i disegni, i compagni, gli zoccoli, gli uomini, gli articoli, gli stracci, le sedie, le scarpe, le addizioni, le piante, l’occhio, l’amico, l’acqua, l’albero, gl’invitati, gl’incastri, gl’italiani, gl’nsetti.

I cartellini non sono disposti nella scatola in quest’ordine, ma sono mescolati: gli articoli tra loro e i nomi tra loro.

Nel primo esercizio diamo ai bambini le scatole dei cartellini mescolati (ma perfettamente preparati per poter formare tutte le combinazioni corrette). Il lavoro del bambino consiste nell’abbinarli tra loro, mettendo davanti ad ogni nome l’articolo esatto.

Quando l’esercizio è terminato, i bambini ripongono i cartellini dei nomi nella casella del nome, e i cartellini degli articoli nella casella dell’articolo. Oltre alle parole ‘articolo’ e ‘nome’, fa da guida il colore delle caselle e dei cartellini: nero per il nome e marrone chiaro per l’articolo.

Grazie a questo esercizio il bambino comincerà a parlare di casella dell’articolo, casella dei nomi, cartellini dell’articolo, cartellini dei nomi, e così via: insomma saprà distinguere queste due parti del discorso.

Maria Montessori fa osservare come questo esercizio sia simile a quello che si fa con gli ALFABETI MOBILI. Il bambino, infatti, combina tra loro articoli e nomi guidato dall’orecchio, come era guidato dall’orecchio quando componeva le parole con gli alfabeti mobili.
Con gli alfabeti mobili sostituisce i suoni del linguaggio comune con oggetti reali (le lettere dell’alfabeto). Con le scatole grammaticali sostituisce le parole del linguaggio comune con oggetti reali (i cartellini).
Grazie a questo esercizio ha la possibilità di vedere in quali relazioni si trovino le parole tra loro, e porta a coscienza quei rapporti tra le parole che ha sempre usato, ma ai quali non aveva mai pensato.

Possiamo dire che articoli e nomi escono dal caos di parole che il bambino ha immagazzinato nella sua mente, ed entrano a far parte di gruppi precisi, distinti da tutte le altre parole.

Per Maria Montessori si tratta di un esercizio necessario, e il piacere che i bambini ne traggono è la prova del fatto che questo esercizio corrisponde a un bisogno interiore soddisfatto.

Procedendo in questo lavoro con tutte le parti del discorso, il bambino farà ordine tra le parole nella sua mente, arricchendo il suo patrimonio di vocaboli. In altre parole continuerà,  grazie alla grammatica, a costruire quell’ordine interiore che ha già iniziato a sviluppare rispetto agli oggetti del mondo esterno con gli esercizi sensoriali, nella Casa dei Bambini.

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MATERIALI PREVISTI PER LA SCATOLA GRAMMATICALE I
(con la codifica che ho utilizzato io per la preparazione dei cartellini)

scatola grammaticale I
4 scatoline di riempimento color marrone chiaro contrassegnate IA, IB, IC e ID
una scatolina aperta marrone chiaro per il libretto degli elenchi e per il libretto delle regole

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Contenuto delle scatole di riempimento

scatola IA: scheda della definizione e cartellini (i due gruppi di cartellini stanno nella scatola IA separati tra loro per mezzo di elastici)

  • cartellini IA-1: articoli determinativi e nomi singolari e plurali (56 cartellini+ 28 cartellini frase + titoli)
  • cartellini IA-2: articoli determinativi e nomi singolari e plurali (40 cartellini+ 20 cartellini frase + titoli)

scatola IB: scheda della definizione e cartellini (i due gruppi di cartellini stanno nella scatola IB separati tra loro per mezzo di elastici)

  • cartellini IB-1: articoli determinativi e indeterminativi e nomi singolari(40 cartellini + 20 cartellini frase + titoli)
  • cartellini IB-2: articoli indeterminativi e nomi singolari (40 cartellini + 20 cartellini frase + titoli)

scatola IC: scheda della definizione e cartellini scheda della definizione e cartellini  ( i quattro gruppi di cartellini stanno nella scatola IC separati tra loro per mezzo di elastici)

  • cartellini IC-1: articoli determinativi e nomi in -a -o singolare e plurale  (20 cartellini + 10 cartellini frase + titoli)
  • cartellini IC-2: articoli determinativi e indeterminativi e nomi  in -e singolare e plurale in (20 cartellini + 10 cartellini frase + titoli)
  • cartellini IC-3: articoli determinativi e nomi invariabili singolare e plurale (20 cartellini + 10 cartellini frase + titoli)
  • cartellini IC-4: articoli determinativi e indeterminativi e nomi composti singolare e plurale (20 cartellini + 10 cartellini frase + titoli)

scatola ID: scheda della definizione e cartellini ( i quattro gruppi di cartellini stanno nella scatola ID separati tra loro per mezzo di elastici)

  • cartellini ID-1: articoli determinativi e indeterminativi e nomi (vocale iniziale) singolare e plurale, maschile e femminile (40 cartellini + 20 cartellini frase + titoli)
  • cartellini ID-2: articoli determinativi e indeterminativi e nomi (consonante iniziale) singolare e plurale, maschile e femminile (20 cartellini + 10 cartellini frase + titoli)
  • cartellini ID-3: articoli determinativi e indeterminativi e nomi in -a, -o, -tore, -sore singolare e plurale, maschile e femminile (20 cartellini + 10 cartellini frase + titoli)
  • cartellini ID-4: articoli determinativi e indeterminativi e nomi di genere comune singolare, maschile e femminile (40 cartellini + 20 cartellini frase + titoli)

scatolina aperta marrone chiaro:

  • libretto degli elenchi per l’articolo (facoltativo)
  • libretto delle regole per l’articolo.

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Questo è il materiale pronto:

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Si tratta di un materiale rivisitato e attualizzato ai mutamenti che la lingua ha subito e ai vocaboli che più appartengono alla realtà dei bambino oggi.
L’organizzazione originale del materiale non cambia, ho aggiunto però dei set che isolano ulteriori aspetti delle regole grammaticali.
Ciascuna parte del discorso ha un suo codice colore, che è diverso da quello dei simboli grammaticali (ad eccezione del nome e del verbo).
I simboli grammaticali possono entrare a far parte degli esercizi con le scatole grammaticali: i bambini possono porre i simboli mobili sulle parole scritte nei cartellini della frase, o anche possono copiare le frasi e disegnare i simboli (anche utilizzando gli stencil).

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USO DEL MATERIALE

Avere a disposizione le scatole grammaticali di legno è sicuramente la situazione ideale, ma considerando il costo, non è la situazione alla portata di tutti. Si possono preparare delle bellissime alternative in cartone o anche sostituire alle scatole delle “tovagliette stampate“. Si può anche decidere di non utilizzare nulla, e di mettere semplicemente i cartellini sul tavolo, divisi in base al loro codice colore e ponendo sopra di essi dei cartellini-titolo (per la prima scatola ‘ARTICOLO’ e ‘NOME’). 
Lo stesso discorso vale per le scatole di riempimento e per le scatole dei comandi, che possono essere acquistate in legno, o possono essere facilmente realizzate in cartoncino. Si può anche optare per qualsiasi altra soluzione alternativa: buste di carta colorata, sacchetti di plastica trasparente, cestini, ecc.

Le scatole grammaticali servono all’esercizio del bambino, dopo le presentazioni e le lezioni chiave relative alle parti del discorso che vogliamo esercitare.

Con le scatole grammaticali si possono svolgere vari esercizi.

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PRESENTAZIONE DELLA SCATOLA GRAMMATICALE I
(determinativi)
versione 1

Innanzitutto, col la scatola grammaticale I il bambino impara indirettamente le regole grammaticali relative all’uso dell’articolo determinativo e indeterminativo. Aggiungendo la corretta nomenclatura (titoli) il bambino associa ai diversi tipi di articolo il nome di indeterminativo e determinativo.
Come ripetuto molte volte, il periodo sensibile per le parole va dai cinque anni e mezzo agli otto anni circa di età. Per questo si consiglia di cominciare ad usare le scatole grammaticali prima possibile. Il lavoro con le scatole grammaticali implica la lettura di parole e frasi, e di conseguenza stimola le capacità di lettura dei bambini. Possiamo far lavorare i bambini in coppie o in piccoli gruppi, di modo che i bambini più abili nella lettura possano aiutare i più piccoli. Possiamo lavorare parallelamente con le scatole grammaticali, i simboli grammaticali (ponendo i simboli al di sopra dei cartellini delle frasi scritte), le lezioni relative allo studio delle parole e alla punteggiatura, e all’analisi logica.

Materiali:
– SCATOLA GRAMMATICALE I
– simboli grammaticali del nome e dell’articolo
– scatola di riempimento IA (un set alla volta a scelta)
– libretto degli (per autocontrollo)
– libretto delle regole sull’uso dell’articolo (facoltativo)

Introduzione Orale:
Prima di utilizzare praticamente la scatola, aiutiamo i bambini a riflettere sul modo che usiamo per esprimerci. Ad esempio, diciamo ai bambini: “Ora dirò qualcosa, e voi mi direte se secondo voi suona bene”.
Poi chiediamo a un bambino: “Se ti dico: ‘Portami matita!’, ti sembra che suoni bene?”. Il bambino risponderà di no. “E come deve suonare?”. Il bambino risponderà che bisogna aggiungere ‘la’, cioè bisogna dire ‘Portami la matita’.
Fare due o tre esempi di questo genere con ogni bambino, in una sorta di gioco di gruppo che serve a stimolare l’orecchio per il linguaggio rispetto a ciò che è giusto o sbagliato nella nostra lingua.

Presentazione:
“In questa scatolina abbiamo alcuni cartellini che ci serviranno per riempire la nostra scatola grammaticale:

questi cartellini più grandi vanno qui, nella parte posteriore:

e di questi due gruppi di cartellini più piccoli, uno va qui (mescolare i cartellini degli articoli e metterli nel comparto marrone chiaro); e l’altro qui (mescolare i cartellini dei nomi e metterli nel comparto nero):

Chiediamo al bambino di prendere dalla scatola un cartellino grande, leggerlo a voce alta, e posizionarlo sul tappeto, a destra. Chiediamogli quindi di cercare i cartellini piccoli corrispondenti alle parole che ha letto, ponendoli sul tavolo. a sinistra della frase.
Chiediamo al bambino di posizionare i simboli grammaticali sopra ogni parola.

Quando il bambino ha compreso l’esercizio, può continuare da solo.

Riordino:
quando il bambino ha terminato l’esercizio, è importante mostrargli come riordinare il materiale. Per prima cosa si raccolgono i cartellini grandi , si legano con l’elastico e si ripongono nel compartimento posteriore, poi si raccolgono tutti i nomi, si legano con l’elastico e si mettono nella casella del nome, quindi si raccolgono tutti gli articoli, si legano con l’elastico e si mettono nella casella dell’articolo.

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PRESENTAZIONE DELLA SCATOLA GRAMMATICALE I
(determinativi)
versione 2

Materiale:
– SCATOLA GRAMMATICALE I
– scatola di riempimento IA (un set alla volta)
– simboli grammaticali del nome e dell’articolo
– libretto degli (per autocontrollo)
– libretto delle regole sull’uso dell’articolo (facoltativo).

Introduzione orale
Iniziare una conversazione chiedendo ai bambini cos’hanno visto nel tragitto da casa a scuola, o cosa c’è nel giardino della scuola, o nello scaffale del linguaggio. Sottolineare gli articoli, quando vengono pronunciati, quindi dire “Sembra proprio che queste piccole parole vadano sempre insieme ai nomi”.

Presentazione
Mostriamo ai bambini dove trovare in classe la scatola grammaticale e la scatola di riempimento e portiamole sul tappeto o sul tavolino.


Apriamo la scatola di riempimento e diciamo che metteremo il suo contenuto nella scatola grammaticale.

Chiediamo ai bambini di mescolare i cartellini lunghi e di metterli nell’apposito comparto. Fare lo stesso con i cartellini dei nomi e con quelli degli articoli.
Prendiamo un cartellino lungo, leggiamolo e poniamolo su tappeto.
Cerchiamo il cartellino dell’articolo e del nome che corrispondono a quelli del cartellino lungo e poniamoli sul tappeto.
Mettiamoli sotto il cartellino lungo.
Infine aggiungiamo i simboli grammaticali corretti su ogni parola ( o sulle colonne che si sono formate).
Il bambino può proseguire da solo con l’esercizio.

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PRESENTAZIONE DEGLI ARTICOLI DETERMINATIVI
(determinativi)
versione 3 – lezione di gruppo

Materiale:
– scatola grammaticale I
– scatola di riempimento IA (uno o due set, a seconda del numero di bambini)

Raduniamo un gruppo di bambini attorno al tavolo. Ricapitoliamo quello che sappiamo sugli articoli: “Noi conosciamo gli articoli ‘uno uno una’ e gli articoli ‘il lo la i gli le’. Quando usiamo ‘un uno’? Quando vogliamo parlare di un oggetto al maschile fra tanti altri uguali fra loro. E quando usiamo ‘una’? Quando vogliamo parlare di un oggetto al femminile tra tanti uguali fra loro. E cosa succede quando ‘una’ incontra un nome che comincia per vocale? Perde la a finale e diventa ‘un’, però con l’apostrofo. ‘Un’ senza apostrofo ci dice che il nome è maschile, ‘un’ con l’apostrofo ci dice che il nome è femminile. E quando usiamo ‘il lo la’? Quando vogliamo parlare di un oggetto noto, di un oggetto in particolare, che chi parla e chi ascolta conosce. E quando usiamo i gli le? Quando vogliamo parlare di oggetti al plurale.”
“Oggi faremo una cosa nuova con gli articoli ed i nomi”.
Mettiamo sul tavolo la scatola grammaticale I. Dopo aver mescolato i cartellini dei nomi tra loro ed i cartellini degli articoli tra loro, chiediamo ad un bambino di mettere i cartellini, divisi, ognuno nell’apposito comparto della scatola.
Mettiamo sul tavolo i cartellini dei titoli ‘ARTICOLO’, ‘DETERMINATIVO’ e ‘NOME’.

Ora distribuiamo i cartellini dei nomi tra tutti i bambini ed invitiamoli a leggerli, ognuno i propri.
Invitiamoli poi a porre i propri cartellini in colonna, sotto il titolo appropriato.
Distribuiamo tra i bambini tutti i cartellini degli articoli, di modo che possano procedere con gli abbinamenti corretti con i nomi.

Terminato lo schema, i bambini leggono le carte.
Ricordiamo la regola: “Gli articoli determinativi sono il lo la i gli le. Servono per il plurale e quando ci riferiamo ad oggetti noti a chi parla e a chi ascolta”.
Al termine i bambini possono registrare la lezione sui loro quaderni.
Nei giorni seguenti possono lavorare con la scatola grammaticale individualmente.

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PRESENTAZIONE DEGLI ARTICOLI INDETERMINATIVI
(determinativi e indeterminativi)
versione 1

Materiale:
– scatola di riempimento IB, cartellini IB-1 (non serve utilizzare la scatola grammaticale)
– simboli grammaticali

Presentazione:
mettiamo sul tappeto la pila dei cartellini dei nomi e la pila dei cartellini degli articoli. Chiediamo al bambino di prendere un nome, leggerlo a volte alta e dirci di quale parte del discorso si tratta. Fare la stessa cosa con un articolo.
Mescoliamo i cartellini (i nomi tra loro e gli articoli tra loro) , chiediamo al bambino di prendere un nome, leggerlo, e metterlo sul tappeto. Quindi chiediamogli di cercare tra gli articoli quello adatto, e di posizionarlo davanti al nome.

Ripetere finché il bambino non ha chiaro come mettere in colonna correttamente i cartellini, quindi lasciare che prosegua da solo l’esercizio.

Se il bambino commette qualche errore di abbinamento, si accorgerà da solo che è necessario fare qualche scambio tra i cartellini. Si accorgerà anche di come alcuni abbinamenti possono essere cambiati ed altri no.
Quando ha terminato, mostriamo come etichettare le colonne, e come utilizzare i simboli grammaticali, ponendoli sopra alle parole.


“Quali di queste parole sono nomi?”. Mettiamo sopra la colonna dei nomi il titolo.
“Quali di queste parole sono articoli?”. Mettiamo sopra la colonna degli articoli il titolo. Poi diciamo: “Ma guardando bene, questi articoli non sono tutti dello stesso tipo. Qui ci sono due tipi di articolo diversi…”
“Se io ti chiedo, ad esempio: ‘Portami la scatola’, vuol dire che vorrei una scatola specifica. Ma se ti chiedo: ‘Portami una scatola’ vuol dire che mi va bene qualsiasi scatola. ‘La’ è un articolo determinativo, voglio una scatola determinata e solo quella. Una è l’articolo indeterminativo, mi va bene qualsiasi scatola.
A questo punto mostriamo ai bambini come posizionare sotto al titolo “articolo” i titoli “determinativo” e “indeterminativo”, e mostriamogli come incolonnarli correttamente.

Estensioni:
Il bambino può scrivere proprie liste di articoli e nomi, indicando se si tratta di articoli determinativi o indeterminativi sul modello delle colonne usate nell’esercizio coi cartellini.

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PRESENTAZIONE DEGLI ARTICOLI INDETERMINATIVI
(indeterminativi)
versione 2

Materiali:
– scatola di riempimento IB, cartellini IB-2 (in questo esercizio non si usano i cartellini della frase e la scatola grammaticale)
– simboli grammaticali per nome e articolo

Disponiamo i cartellini dei titoli “Articolo” e “Nome” nella parte superiore dell’area di lavoro. Sopra ai titoli mettiamo i relativi simboli grammaticali.
Formiamo con tutti i cartellini dei nomi una colonna verticale sotto il titolo appropriato.


Cerchiamo tra i cartellini degli articoli quello corrispondente ad ogni nomi, e poniamolo a sinistra, formando la colonna degli articoli.


Discutiamo coi bambini le nostre scelte, e chiediamo loro di osservare lo schema e di provare a formulare una regola che spieghi quando usiamo un, uno, una o un’ e perchè.

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PRESENTAZIONE DEGLI ARTICOLI INDETERMINATIVI
(determinativi e indeterminativi)
versione 3

Materiale:
– scatola di riempimento IB (cartellini IB-1)

Introduzione orale
Chiediamo ai bambini, ad esempio:
“Sapete chi è il capo della Chiesa? “E’ il Papa. “E c’è un solo Papa a capo della Chiesa”.
“E sapete chi è il capo degli Stati Uniti? Il Presidente”.
“Quante regine ci sono nel Regno Unito? Una. Allora diciamo ‘la regina’, perchè c’è solo una regina nel Regno Unito”.
“Quanti armadi ci sono in classe? Uno. Allora diciamo ‘l’armadio’ perchè c’è un solo armadio in classe, e non possiamo sbagliare”.
“Quante sedie abbiamo in classe? Ne abbiamo molte, così dobbiamo dire ‘una sedia’ se ne vogliamo una qualunque tra tutte quelle che ci sono”.
“Quanti tavoli abbiamo in classe? Ne abbiamo molti, così dobbiamo dire ‘un tavolo’  se vogliamo un tavolo qualunque tra tutti i tavoli che ci sono”.
“Quando parliamo di una cosa tra tante, diciamo ‘un’ oppure ‘uno’ se la cosa è maschile: un tavolo, uno sgabello. Diciamo ‘una’ se la cosa è femminile: una sedia”.
“Sappiamo già che un, uno, una sono articoli. E anche il, lo, la sono articoli. Stanno davanti ai nomi. Quando usiamo il, lo, la, significa che stiamo parlando di una cosa che non possiamo confondere con altre, cioè una cosa determinata. Il lo la sono articoli determinativi.”
“Quando usiamo un, uno, una, significa che stiamo parlando di una cosa fra tante altre cose uguali a lei, una cosa non determinata. Un, uno, una sono articoli indeterminativi”.

Presentazione
Aprire la scatola di riempimento ed estrarre il set di cartellini. Prendere gli articoli e dire: “In questi cartellini ci sono solo articoli, determinativi e indeterminativi”.
Prendere il cartellino del titolo “articolo” e metterlo in alto, al centro, poi posizionare sotto di esso, affiancati l’uno all’altro, i due cartellini “determinativo” e “indeterminativo”.
Prendere poi i cartellini degli articoli, e dire ai bambini: “Ora dobbiamo decidere uno ad uno, se questi articoli sono determinativi o indeterminativi”.
Leggere i cartellini e formare coi bambini le due colonne sotto i titoli corrispondenti.


A questo punto mettere a destra del titolo “articolo” il titolo “nome” e prendere i cartellini dei nomi appartenenti allo stesso set. Leggiamo un cartellino alla volta e decidiamo coi bambini a quale articolo abbinarlo, formando la colonna dei nomi. Il bambino può scegliere liberamente a quale articolo abbinare un certo nome, ma verso il termine dell’esercizio, poichè il materiale è preparato, potrebbe essere necessario fare degli spostamenti.


Completato lo schema, mettiamo il simbolo del nome sulla colonna del nome, e il simbolo dell’articolo sulla colonna dell’articolo.
Leggiamo ai bambini tutte le coppie che abbiamo formato.

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PRESENTAZIONE DEGLI ARTICOLI INDETERMINATIVI
(determinativi e indeterminativi)
versione 4

Materiale:
– scatola di riempimento scelta  IC o ID (set che comprenda determinativi e indeterminativi singolari e plurali)
– scheda della definizione dell’articolo
– libretto degli elenchi per l’articolo
– libretto delle regole per l’uso dell’articolo (in questo esercizio non si usano i cartellini della frase e la scatola grammaticale).

Posizionare i titoli ‘Articolo’, ‘Determinativo’, ‘Indeterminativo’ e ‘Nome’ nella parte superiore dell’area di lavoro e aggiungere sopra ad essi i simboli grammaticali appropriati.
Formare la colonna dei nomi sotto il titolo corrispondente.


Creare gli abbinamenti corretti con i cartellini degli articoli, ponendoli sotto il titolo corrispondente, stimolando la partecipazione da parte dei bambini.


Far osservare ai bambini quale tipo di articolo è sempre usato nei plurali. Possiamo chiedere: “Suona bene una nuvole?”, “Un alberi?” “Uno scoiattoli?”.
Fare in modo che i bambini arrivino a formulare la regola per cui gli articoli indeterminativi un, uno e una non hanno il plurale.
Fare in modo che i bambini arrivino a formulare le regole che stanno sotto la scelta di dire ‘un albero’ oppure ‘l’albero’.
A lezione conclusa i bambini possono cercare conferma delle regole trovate nel libro delle regole per l’uso dell’articolo, oppure possono registrare le regole sul quaderno, insieme all’esercizio.

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PRESENTAZIONE DEGLI ARTICOLI INDETERMINATIVI
(classificazione determinativi e indeterminativi)
versione  5 – lezione di gruppo

Materiale:
– scatola di riempimento scelta  IC o ID (set che comprenda determinativi e indeterminativi singolari e plurali) o set IB-1
– scheda della definizione dell’articolo
– libretto degli elenchi per l’articolo.

Raduniamo un gruppo di bambini attorno al tavolo. Ricapitoliamo quello che sappiamo sugli articoli: “Noi conosciamo gli articoli ‘uno uno una’ e gli articoli ‘il lo la i gli le’. Quando usiamo ‘un uno’? Quando vogliamo parlare di un oggetto al maschile fra tanti altri uguali fra loro. E quando usiamo ‘una’? Quando vogliamo parlare di un oggetto al femminile tra tanti uguali fra loro. E cosa succede quando ‘una’ incontra un nome che comincia per vocale? Perde la a finale e diventa ‘un’, però con l’apostrofo. ‘Un’ senza apostrofo ci dice che il nome è maschile, ‘un’ con l’apostrofo ci dice che il nome è femminile. E quando usiamo ‘il lo la’? Quando vogliamo parlare di un oggetto noto, di un oggetto in particolare, che chi parla e chi ascolta conosce. E quando usiamo i gli le? Quando vogliamo parlare di oggetti al plurale.”
“Oggi faremo una cosa nuova con gli articoli ed i nomi”.
Mettiamo sul tavolo la scatola grammaticale I. Dopo aver mescolato i cartellini dei nomi tra loro ed i cartellini degli articoli tra loro, chiediamo ad un bambino di mettere i cartellini, divisi, ognuno nell’apposito comparto della scatola.
Mettiamo sul tavolo i cartellini dei titoli ‘ARTICOLO’, ‘DETERMINATIVO’, ‘INDETERMINATIVO’ e ‘NOME’.
Ora distribuiamo i cartellini degli articoli tra tutti i bambini ed invitiamoli a leggerli, ognuno i propri.
Invitiamoli poi a porre i propri cartellini in colonna, sotto il titolo appropriato.
Ricordiamo la regola: “Un uno e una sono indeterminativi, perchè non limitano la scelta di un oggetto tra tanti uguali a lui. Il lo la i gli le sono determinativi, perchè determinano di quale oggetto tra altri uguali a lui sto parlando, oppure si riferiscono a un nome plurale”.
Terminato lo schema, i bambini leggono le carte.
Distribuiamo tra i bambini tutti i cartellini dei nomi, di modo che possano procedere con gli abbinamenti corretti con gli articoli.
Al termine i bambini possono registrare la lezione sui loro quaderni.
Nei giorni seguenti possono lavorare con la scatola grammaticale individualmente.

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PRESENTAZIONE DEGLI ARTICOLI INDETERMINATIVI
( un e un’)
versione 1- lezione di gruppo

Materiale:
– scatola grammaticale I
– scatola di riempimento IB (cartellini IB-2)

Raduniamo un gruppo di bambini attorno al tavolo e iniziamo una conversazione sul nome, ricapitolando tutte le lezioni svolte: “Noi conosciamo gli articoli ‘uno uno una’ e gli articoli ‘il lo la i gli le’. Quando usiamo ‘un uno’? Quando vogliamo parlare di un oggetto al maschile fra tanti altri uguali fra loro. E quando usiamo ‘una’? Quando vogliamo parlare di un oggetto al femminile tra tanti uguali fra loro. E cosa succede quando ‘una’ incontra un nome che comincia per vocale? Perde la a finale e diventa ‘un’, però con l’apostrofo. ‘Un’ senza apostrofo ci dice che il nome è maschile, ‘un’ con l’apostrofo ci dice che il nome è femminile. E quando usiamo ‘il lo la’? Quando vogliamo parlare di un oggetto noto, di un oggetto in particolare, che chi parla e chi ascolta conosce. E quando usiamo i gli le? Quando vogliamo parlare di oggetti al plurale.”
“Oggi faremo una cosa nuova con gli articoli ed i nomi”.
Mettiamo sul tavolo la scatola grammaticale I. Dopo aver mescolato i cartellini dei nomi tra loro ed i cartellini degli articoli tra loro, chiediamo ad un bambino di mettere i cartellini, divisi, ognuno nell’apposito comparto della scatola.
Chiediamo ad un’altro bambino di formare con tutti i cartellini dei nomi una colonna sul tavolo. Leggiamo insieme tutti questi nomi.
Ora distribuiamo i cartellini degli articoli tra tutti i bambini ed invitiamoli a leggerli, ognuno i propri.
Invitiamoli poi a porre i propri cartellini a destra dei nomi appropriati.
Terminato lo schema, i bambini leggono le carte.
Infine ricapitoliamo le regole che conosciamo sull’uso dell’articolo. Puntualizziamo l’uso degli articoli un e un’: “Usiamo un per i nomi maschili. Usiamo un con l’apostrofo per i nomi femminili, se il nome comincia per vocale”.
I bambini possono registrare la lezione sui propri quaderni. Nei giorni seguenti possono lavorare con la scatola grammaticale individualmente.

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ESERCIZIO CON LE SCATOLE GRAMMATICALI E I SIMBOLI GRAMMATICALI
(determinativi, indeterminativi, determinativi e indeterminativi)

Materiali:
– SCATOLA GRAMMATICALE I
– scatola di riempimento scelta IA IB IC o ID (uno o più set insieme)
– scheda della definizione dell’articolo
– libretto degli elenchi per l’articolo
– libretto delle regole per l’uso dell’articolo.

Mescolare i cartellini degli articoli e metterli nella casella degli articoli. Fare lo stesso con i nomi.
Leggere la scheda della definizione dell’articolo ed assicurarsi che il bambino abbia compreso la funzione della parte del discorso che vogliamo esercitare.
Il bambino procede a formare gli abbinamenti corretti nome – articolo.
Possiamo inserire nella presentazione dell’esercizio brevi lezioni che servono a precisare aspetti particolari relativi all’uso dell’articolo.
Mentre il bambino si esercita possiamo, quando lo riteniamo opportuno, mostrare al bambino come alcuni spostamenti possono modificare il significato di una frase, o sottolineare che alcuni abbinamenti non hanno alcun significato.
Al termine dell’esercizio mostriamo al bambino come utilizzare i simboli grammaticali, ponendoli al di sopra dei cartellini.
Il bambino può copiare il proprio lavoro sul quaderno di grammatica o su singoli fogli di carta, e disegnare i simboli su ogni parola.

Psicogrammatica Montessori SCATOLA GRAMMATICALE I articolo e nome

Tutorial per costruire le scatole grammaticali Montessori

Tutorial per costruire le scatole grammaticali Montessori in modo semplice e con pochissima spesa.

Avevo presentato il materiale in questo articolo: LE SCATOLE GRAMMATICALI MONTESSORI, e prima di pubblicare i vari articoli che tratteranno dell’uso di ogni scatola ho preparato qualche versione facilmente riproducibile delle scatole grammaticali e delle scatole per i cartellini dei comandi e per i cartellini di riempimento. C’è anche una versione stampabile.

Tutorial per costruire le scatole grammaticali

Come dicevo nella presentazione dell’articolo, se per qualcuno risultasse troppo complicato realizzare il materiale, c’è la possibilità di far esercitare i bambini, con i cartellini, su “tovagliette” stampabili al posto che con le scatole. Questo è il materiale pronto, da stampare ed eventualmente plastificare:

Tutorial per costruire le scatole grammaticali

COSTRUIRE LE SCATOLE GRAMMATICALI

Materiale occorrente:
– del cartoncino abbastanza robusto, anche di recupero
– carta o cartoncino di medio spessore nei colori: marrone chiaro, nero, marrone scuro, rosso, viola, rosa, verde, giallo ed azzurro
– forbici, taglierino, matita e righello, colla vinilica e colla stick, mollette da bucato
– cartamodelli per i moduli che si ripetono in ogni scatola, tutti delle stesse dimensioni. Ne ho preparati in due versioni, come spiegherò meglio di seguito:

e infine le etichette da incollare nei vari scompartimenti delle scatole grammaticali; a me piacciono quelli in corsivo, ma ne ho preparate tre versioni tra le quali potete scegliere a vostro gusto:

Tutorial per costruire le scatole grammaticali – Pdf di cartamodelli e etichette qui:

Tutorial per costruire le scatole grammaticali

TUTORIAL

La SCATOLA GRAMMATICALE 1 presenta due scomparti piccoli (che ospiteranno i cartellini delle parti del discorso) ed uno scomparto più grande, che ospiterà i cartellini della frase.
La SCATOLA GRAMMATICALE 2 ha due scomparti piccoli (articolo, nome, aggettivo) ed uno scomparto più grande.
I cartellini delle parti del discorso che ho preparato io misurano 5 cm x 2,5 (anche se Maria Montessori indicava una misura 5 x 3,5); per questo i miei scomparti piccoli misurano 7 x 4 cm.

Per offrire varie opzioni nella realizzazione delle scatole grammaticali, ho preparato la prima sul modello delle scatole originali proposte da Maria Montessori, e la seconda con il fondo degli scomparti obliquo, come oggi si trovano in commercio.

Nel cartamodello trovate tutte e due le versioni, potete scegliere quella che preferite ed utilizzarla per realizzare tutte le vostre otto scatole grammaticali.

Tutorial per costruire le scatole grammaticali

COME SI FA

Fatta la prima scatola, le altre si costruiscono nello stesso modo: cambia soltanto il numero di elementi da combinare.

Per prima cosa riportate il modello scelto sul cartone e ritagliate (per la prima scatola 2 elementi identici):

Il trucco per ottenere pieghe perfette del cartone e del cartoncino, è sempre quello di tracciare le linee di piegatura col taglierino, tenuto naturalmente molto leggero:

Dopo aver piegato i due elementi, incollateli tra loro con la colla vinilica e fate asciugare con l’aiuto di una molletta (da carta o anche da bucato). Poi incollate il fondo su una base di cartoncino, ritagliate a filo intorno alle scatoline, e sul retro prevedete un’aggiunta di 4 cm + 2 cm per il bordo, da piegare verso l’alto:

Ritagliate una lunga striscia alta 2 cm ed incollatela come bordo tutto intorno alla vostra scatola:

Quando asciutta, non resterà che ritagliare le etichette ed applicarle con la colla da carta:

Potete lasciare la vostra scatola grammaticale 1 così, oppure rivestire il fondo dei vari scompartimenti con carta o cartoncino del colore corrispondente.

Questa è la scatola grammaticale 1 con il suo materiale di corredo:

Se avete optato per la versione con fondi obliqui, scegliete il modello, riportatelo sul cartoncino e ritagliate.

Tutorial per costruire le scatole grammaticali – SCATOLA GRAMMATICALE 2

Procedete come spiegato per la scatola grammaticale 1, incollando tra loro gli elementi, poi disegnando in fondo su cui incollarli (sempre prevedendo uno spazio di 5 centimetri di larghezza dietro + 2 cm per il bordo. Potete aggiungere altri 2 cm di bordo anche a destra e sinistra, per dare maggiore solidità alle scatole più grandi:

Infine ritagliate una lunga striscia larga 2 cm ed incollatela lungo tutto il perimetro della scatola:

A questo punto potete usare il modello che ho preparato, oppure usare i ritagli di cartone e misurare direttamente sulla scatola i fondi obliqui:

aggiungendo sempre dietro al rettangolo 2 cm di bordo, da ripiegare questa volta verso il basso:

Incollate le etichette, e se volete rivestite il fondo dello scomparto grande del colore dell’aggettivo:

Questa è la scatola 2 con i suoi accessori:

Tutorial per costruire le scatole grammaticali

SCATOLA GRAMMATICALE 3

articolo, nome, aggettivo, verbo

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Tutorial per costruire le scatole grammaticali

SCATOLA GRAMMATICALE 4

articolo, nome, aggettivo, verbo, preposizione

Tutorial per costruire le scatole grammaticali

SCATOLA GRAMMATICALE 5

articolo, nome, aggettivo, verbo, preposizione, avverbio

Tutorial per costruire le scatole grammaticali

SCATOLA GRAMMATICALE 6

articolo, nome, aggettivo, verbo, preposizione, avverbio, pronome

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Tutorial per costruire le scatole grammaticali

SCATOLA GRAMMATICALE 7

articolo, nome, aggettivo, verbo, preposizione, avverbio, pronome, congiunzione

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Tutorial per costruire le scatole grammaticali

SCATOLA GRAMMATICALE 8

articolo, nome, aggettivo, verbo, preposizione, avverbio, pronome, congiunzione, interiezione

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Tutorial per costruire le scatole grammaticali

SCATOLE GRANDE E PICCOLA PER I MATERIALI DI RIEMPIMENTO
(cartellini delle parti del discorso)

Per le scatoline che servono a contenere i cartellini ho preparato il modello in due misure, a vostra scelta.

Tutorial per costruire le scatole grammaticali

Dopo aver riportato il modello sul cartoncino ed averlo ritagliato e piegato, l’assemblaggio è molto semplice:

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Tutorial per costruire le scatole grammaticali

SCATOLINE PER I CARTELLINI DEI COMANDI

Questo è invece il cartamodello che ho preparato per costruire le scatoline aperte per i comandi.

DIY Montessori grammar boxes – tutorial. I made some easily reproducible version of grammar boxes, of the boxes  for the command cards command, anfd for the filling boxes. There is also a printable version of the grammar boxes.

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As I said in the presentation of the post, if is too complicated for you to realize the material, there is the option that children practice, with the cards, on printable “placemats” instead of boxes. This is the material IN ENGLISH ready to be printed and possibly laminate:


MAKE THE GRAMMAR BOXES

Required materials
– sturdy cardboard, also recycled
– paper or cardboard of medium thickness in the colors: brown, black, dark brown, red, purple, pink, green, yellow and blue
– scissors, cutter, pencil and ruler, white glue and glue sticks, clothes pegs
– patterns for forms that are repeated in every box, all of the same size. I have prepared two versions, as I will explain below:

and finally the labels to be glued in the various compartments of the grammar boxes; I like the ones in cursive, but I’ve prepared three different versions, so you can choose what you prefer:

TUTORIAL

(In the pictures of the tutorial labels are in Italian)

The GRAMMAR BOX 1 has two small compartments (which will host the cards of parts of speech) and a larger compartment, which will host the cards of the sentence.
The GRAMMAR BOX 2 has three small compartments (article, noun, adjective) and a larger compartment.
The cards of the parts of the speech that I made measuring 5 cm x 2.5 (although Maria Montessori indicated a measure 5 x 3.5); for this my small compartments measuring 7 x 4 cm.

To offer variations in the construction of the grammar boxes, I made the first on the model of the original boxes proposed by Maria Montessori:

and the second with the bottom of the compartments obliquely, as now found on the market:

photo credit: Montessori outlet

In the pattern you will find both versions, and you can choose the one you like and use it to make all your eight grammar boxes.

HOW TO DO IT

Made the first box, the others are in the same way: it only changes the number of elements to be combined.

First you copy the model chosen on the cardboard and cut out (for the first box 2 identical elements):

The trick to getting perfect pleats of cartonboard and carton, is always to trace the fold lines with a cutter, taking it very light:

After folding the two elements, glued them together using PVA glue and then dry with the aid of a clip (for paper or even Clothespin). Then glue the bottom on a base of cardboard, cut around the boxes, and on the back you expect an addition of 4 cm + 2 cm for the edge, to fold upward:

Cut a long strip 2 cm high and paste it as a border all around your box:

When dry, cut out the labels and apply them with glue:

You can leave your grammar box 1 so, or coat the bottom of the various compartments with paper or cardstock of the corresponding color.

This is the grammar box 1 with its kit:

If you have opted for the version with oblique bottom, choose the model, copy it on the cardboard and cut. This is the material ready for the GRAMMAR BOX 2:

Proceed as explained for the grammar box 1: glue between their elements, then drawing the ground on which you paste them (always providing a space of 5 cm width behind + 2 cm for the edge. You can add another 2 cm board also on the right and left, to give more strength to the larger boxes:

Finally cut a long strip 2 cm wide and glue along the perimeter of the box:

At this point you can use the model that I have prepared, or use cardboard cutouts and measure directly on the box the oblique bottom :

adding always behind the rectangle 2 cm of the edge, this time to fold downwards:

Glue the labels, and if you want coat the bottom of the large compartment with the color of the adjective:

This is the box 2 and its accessories:

GRAMMAR BOX 3

article, noun, adjective, verb

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GRAMMAR BOX 4

article, noun, adjective, verb, preposition

GRAMMAR BOX 5

article, noun, adjective, verb, preposition, adverb

GRAMMAR BOX 6

article, noun, adjective, verb, preposition, adverb, pronoun

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GRAMMAR BOX 7

article, noun, adjective, verb, preposition, adverb, pronoun, conjunction

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GRAMMAR BOX 8

article, noun, adjective, verb, preposition, adverb, pronoun, conjunction, interjection

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BIG AND SMALL BOXES FOR FILLING MATERIALS
(cards of parts of speech)

For boxes that are used to contain the cards I have prepared the model in two sizes, at your choice.

PDF HERE: patterns for the filling boxes

After copying the template on the cardboard, cut and folded it, the assembly is very simple:

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BOXES FOR COMMAND CARDS

This is instead the pattern which I have prepared to make open boxes for commands.

PDF HERE: pattern for the command boxes

Psico-grammatica Montessori: il genere del nome

Per il genere del nome si utilizza un materiale analogo a quello usato per il numero, cioè dei cartellini sui quali è scritto un nome preceduto da articolo.

In questo post trovi istruzioni per le presentazioni e gli esercizi e il materiale pronto per il download e la stampa:
– libretto degli elenchi dei nomi maschili e femminili
– libretto delle regole per il genere dei nomi
– cartellini maschili e femminile: serie 1, serie 2, serie A, B, C, D, E, F
– carte per i titoli per le presentazioni
– carte illustrati per i nomi di animale maschili e femminili.

Tutti questi gruppi di parole nel loro ordine, sono riprodotti in speciali libretti che i bambini possono portare a casa per rileggerli, e che durante l’esercizio servono per l’autocorrezione.

Secondo Maria Montessori, rileggere le parole che i bambini stessi hanno classificato attraverso gli esercizi coi cartellini, richiama e fissa le loro idee e porta ad una maturazione interna. La prima conseguenza di questa maturazione è la scoperta spontanea delle leggi grammaticali sulla flessione.

Questo è invece il libretto delle regole sul genere del nome:

Il primo gruppo di cartellini è composto da 4 serie di 20 cartellini ognuna (10 maschile e 10 femminile), in ordine alfabetico. Completano il materiale i cartellini dei titoli “maschile” e “femminile” (una coppia per ogni serie).

Tutti i miei cartellini per il genere del nome sono contrassegnati dal codice MF (maschile e femminile). I cartellini di questa prima serie avranno il codice MF1. Poiché gli elenchi sono 4, il codice di ogni elenco sarà MF1a, MF1b, MF1c, MF1d:

Ci sono poi tre serie di nomi (MF2) nelle quattro forme: singolare e plurale, maschile e femminile. Ogni gruppo ha ottanta cartellini (nomi e articoli). In ogni serie il gruppo direttivo per l’esercizio è quello dei nomi maschili singolari. I cartellini dei titoli sono sei “singolare” e “plurale”, e per ognuno dei sei cartellini ci sono due cartellini “maschile” e “femminile”.

il genere del nome

Questi sono i miei cartellini MF2a, MF2b, MF2c:

Con le quattro forme del nome maschile e femminile singolare e plurale i bambini possono impegnarsi in esercizi sia individuali sia collettivi. Ad esempio un bambino distribuisce alla classe tutti i nomi plurali, poi legge a voce alta un nome al singolare:  il bambino che ha il plurale corrispondente lo legge a voce alta.

Lo stesso gioco si può fare anche per il maschile ed il femminile, ed infine per le quattro forme insieme.

Il genere del nome

Quando i bambini si sono esercitati a lungo con le prime due serie, si presentano dei nuovi cartellini che illustrano le varie particolarità del genere dei nomi in italiano. Questi cartellini sono divisi in 6 serie indicate dalle lettere A B C D E F:

– Serie A: nomi che cambiano completamente cambiando genere.

– Serie B: nomi nei quali la forma è la stessa nel singolare di ogni genere.

– Serie C: nomi nei quali entrambi i generi hanno una forma comune al singolare e una forma comune al plurale.

– Serie D: nomi che hanno solo una forma per singolare e plurale.

– Serie E: nomi dove la stessa forma appare in entrambi i generi ma con un diverso significato.

– Serie F:  nomi che cambiano genere passando dal singolare al plurale.

Il genere del nome – SERIE A

Il genere del nome  – SERIE B

Il genere del nome – SERIE C

Il genere del nome – SERIE D

Il genere del nome – SERIE E

Il genere del nome – SERIE F

Questi sono i miei cartellini, contrassegnati MF-A, MF-B, MF-C, MF-D, MF-E, MF-F:

Presentazione del genere del nome: attività preliminari

Definire Maschile e Femminile dicendo al bambino: “Alcune parole si riferiscono ai maschi ed alcune parole si riferiscono alle femmine. Le parole che si riferiscono ai maschi sono chiamate ‘maschili’, ad esempio bambino, fratello, zio. Le parole che si riferiscono alle femmine sono chiamate ‘femminili’, ad esempio bambina, sorella, zia.”
Poi facciamo vari giochi orali, ad esempio diciamo un nome e chiediamo ai bambini di dirci se è maschile o femminile, oppure diciamo un nome maschile e chiediamo di dirci il femminile e viceversa. Aggiungiamo anche i plurali maschili e femminili.

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Il genere del nome

Presentazione dei nomi maschili e femminili 

Materiali:
– un set di cartellini di nomi maschili e femminili
– cartellini dei titoli: il genere del nome con etimologia, maschile, femminile
– due cartellini immagine (un maschio e una femmina)
– libretto del maschile e femminile

Invitiamo un gruppo di bambini ad unirsi a noi nella presentazione, e diciamo loro che si tratta di una nuova lezione sul nome. Spieghiamo che alcuni nomi sono maschili, ad esempio ragazzo, ed altri nomi sono femminili, ad esempio ragazza. Diamo altri esempi.

Introduciamo i due cartellini dei titoli ‘maschile’ e ‘femminile’, spieghiamone il significato ai bambini, quindi poniamoli sotto il margine superiore del tappeto. Per stimolare la memoria visiva dei bambini, aggiungiamo le due carte illustrate che abbiamo preparato.

Completiamo lo schema con i cartellini preparati, facendoci aiutare dai bambini, aiutandoli con i nomi che eventualmente non conoscono.

Infine diciamo ai bambini che quando parliamo di maschile e femminile, parliamo di genere del nome. Diciamo che la parola genere deriva dal latino genus = generare, che genera (genitori). Aggiungiamo il cartellino del titolo e dell’etimologia.

I bambini possono registrare la lezione sui loro quaderni.

Il genere del nome

Presentazione del genere maschile e femminile del nome di animale

Prerequisiti: lezione sul nome, lezione sui nomi di persona, luogo e cosa

Materiali:
– carte illustrate di animali maschi e femmine
– cartellini dei nomi corrispondenti ad ogni immagine becco-capra, bue-mucca, cavallo-giumenta, fuco-ape, maiale-scrofa, montone-pecora, toro-vacca, leone-leonessa,
– cartellini dei titoli: genere del nome, maschile, femminile
– libretto del maschile e femminile
– tappeto del nome.

Radunare un piccolo gruppo di bambini e posizionare le i cartellini dei titoli sul tappeto, in alto.

Dire ai bambini che stiamo per mettere sul tappeto tutti i cartellini, divisi in due diversi gruppi. “Che gruppi sono?”. I bambini rispondono quando hanno capito la regola che vogliamo utilizzare, cioè la distinzione tra maschi e femmine.

Spiegare che i nomi di animale di solito hanno una forma diversa per gli animali maschi e gli animali femmine, e che i nomi sono chiamati maschile e femminile.

Posizioniamo le carte insieme ai bambini.

Mostriamo ai bambini come controllare il proprio lavoro sul libretto del maschile e femminile.

I bambini possono registrare la disposizione sui loro quaderni di grammatica.

Estensioni:

Preparare un set di cartellini (illustrati o no) che includano per ogni animale il maschio, la femmina e il cucciolo.

Il genere del nome – Presentazione dei set per il genere dei nomi

Materiale:
– cartellini del set scelto e cartellini dei titoli
– libretto del maschile e femminile

Presentazione

Posizioniamo sotto il margine superiore del tappeto i cartellini dei titoli

Mettiamo il gruppo dei cartellini maschili (tenuti insieme da un elastico e in ordine alfabetico) sotto al cartellino ‘maschile’ e gli altri, in disordine, a destra.

Formiamo la colonna del maschile, poi con i bambini cerchiamo nel secondo gruppo i femminili corrispondenti.

E’ bene chi i bambini leggano a voce alta i cartellini prima di posizionarli, e che poi rileggano la coppia che hanno formato.

Se si utilizzano i set che comprendono maschile singolare, maschile plurale, femminile singolare, femminile plurale, si procederà nello stesso modo, ma lavorando su quattro colonne. Si comincerà sempre dal singolare maschile, con i cartellini in ordine alfabetico tenuti insieme da un elastico.

Il genere del nome – Esercizi con i set per il genere dei nomi

Per ogni set da A a F i bambini potranno fare questi esercizi (da soli o in piccoli gruppi):

– Esercizio 1: il bambino mette sul tappeto i cartellini dei titoli, poi pone in colonna i singolari maschile di un set, quindi procede a completare lo schema. Al termine controlla il lavoro sul libretto dei maschili e femminili.

– Esercizio 2: il bambino mette sul tappeto i cartellini dei titoli, poi mescola tutti i cartellini del set prima di procedere alla composizione dello schema. Al termine controlla il lavoro sul libretto dei maschili e femminili.

– Esercizio 3: usa due o più set insieme per completare un unico grande schema.

Il genere del nome – Gioco di gruppo con tutti i cartellini

Posizionare su un grande tappeto i cartellini dei titoli (singolare, maschile, femminile, plurale, maschile, femminile).
Sotto la colonna del singolare maschile posizionare i primi 10 cartellini e tenere pronte quelli degli altri set.
Mescolare tutti gli altri cartellini e distribuirli in disordine su un secondo tappeto.
Mostrare ai bambini, se necessario, come completare lo schema. Fare alcuni abbinamenti con loro, poi lasciare che continuino da soli il lavoro.
Quando tutti i cartellini sono collocati in ordine sul primo tappeto, verificare lo schema coi bambini utilizzando il libro degli elenchi.

Il genere del nome – Estensioni per tutti gli esercizi sul genere del nome

– I bambini possono lavorare da soli e fare delle proprie liste di parole maschili e femminili.
– Cercare parole maschili e femminili su libri, giornali e riviste.
– Fare esercizi pratici di ortografia, anche attraverso il dettato (un bambino detta le parole ad un altro, che le scrive).
– Scrivere frasi e aggiungere liste al libretto del singolare e plurale.

Numero del nome col metodo Montessori

Numero del nome col metodo Montessori: gli esercizi di flessione dei nomi nel numero e nel genere si fanno senza le scatole grammaticali, ma utilizzando serie di cartellini nei quali compare un nome preceduto dall’articolo.

L’esercizio originale di Maria Montessori prevede 4 gruppi di 10 parole, per un totale di 40 cartellini al singolare e 40 al plurale.   Ogni gruppo di 10 è raccolto in un elastico. A questi cartellini si aggiungono i cartellini dei titoli “singolare” e “plurale”.

Il gruppo dei 10 nomi singolari serve come guida per l’esercizio. Il bambino li mette in colonna sul tappeto, e pone in alto i due cartellini “singolare” e “plurale”.

Poi compone a destra la colonna dei plurali corrispondenti.

Essendoci 4 gruppi di parole, quattro bambini possono fare l’esercizio nello stesso momento, e scambiando il materiale entreranno in contatto con un numero di parole considerevole.

Possiamo preparare i set e organizzarli in gruppi di 10 singolare + 10 plurale in scatoline etichettate “singolare e plurale”, tenendo i 10 singolari in ordine alfabetico legati con un elastico.

Numero del nome col metodo Montessori

Numero del nome col metodo Montessori

Per conservare i cartellini in ordine ed evitare di mischiare i set, i cartellini sono numerati sullo stesso principio delle scatole grammaticali, per gruppi di 20 (10 singolari e 10 plurali) da SP (singolare e plurale) 1 a SP15:

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Numero del nome col metodo Montessori – Prima presentazione

Materiale: una scatola etichettata “Singolare e plurale” (oppure un cestino) contenente due fasci di cartellini neri, e una coppia di cartellini grigi “singolare” e “plurale”. Nel primo fascio si trovano le parole al singolare, in ordine alfabetico; gli altri cartellini sono quelli del plurale. Nella scatola della presentazione mettiamo anche vari esemplari di piccoli oggetti, cui i cartellini si riferiscono. Io ho preparato: cartoline, elastici, fagioli, foglietti, matite, monete, pastelli e pennarelli.

Scopo: comprendere il significato delle parole “singolare” e “plurale”.

Numero del nome col metodo Montessori – Presentazione:

Raduniamo un piccolo gruppo di bambini e poniamo la scatola sul tappeto. Estraiamo il cartellino “singolare” e spieghiamone il significato. Mettiamo il cartellino sotto il margine superiore del tappeto.
Facciamo la stessa cosa col plurale, mettendolo a destra del primo.
Mettiamo il fascio dei cartellini del singolare in basso, sotto la colonna del singolare, e il fascio del plurale sotto la colonna del plurale.


Prendiamo il primo cartellino del singolare e chiediamo a un bambino di leggerlo, ad esempio: la cartolina. Mostriamo al bambino come posizionare il cartellino sul tappeto, poi porgiamogli la scatola e chiediamogli di prendere l’oggetto corrispondente. Mettiamo la cartolina accanto al cartellino.
Ora chiediamo al bambino di cercare tra i cartellini del plurale quello giusto. Quando il bambino trova “le cartoline”, gli mostriamo dove metterlo sul tappeto, quindi prenderà dalla scatola gli oggetti corrispondenti e li metterà accanto al cartellino.


Chiediamo al bambino di rileggere la coppia di cartellini, poi continuiamo con gli altri bambini e gli altri oggetti.


I bambini possono, al termine, registrare la lezione sui loro quaderni.

Numero del nome col metodo Montessori

Questi sono i cartellini in bianco per i NOMI (neri). Possono esservi utili per preparare velocemente, scrivendo a mano, le vostre serie. Potete anche plastificarli, in modo da avere sempre a disposizione cartellini di riempimento per le scatole grammaticali e per le presentazioni cancellabili e riscrivibili coi pennarelli:

Numero del nome col metodo Montessori

Numero del nome col metodo Montessori

Esercizi preliminari per il singolare e il plurale

– Giochi per dimostrare che alcune parole si riferiscono ad un oggetto, mentre altre a  un intero gruppo di oggetti simili. Ad esempio diciamo: “Ho un fiore e ho sei fiori”. Poi chiediamo: “Se avessi due fiori dovrei usare il plurale?”, “Se ne avessi un centinaio dovrei usare il plurale?”.

– Incoraggiare i bambini ad usare le parole “singolare” e “plurale”: “Fiore è singolare, fiori è plurale”.

– Chiediamo ai bambini di cercare in classe oggetti classificabili in singolari e plurali.

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Numero del nome col metodo Montessori

Presentazione avanzata – singolare e plurale

Prerequisiti: lezioni sul nome, presentazione del singolare e del plurale.

Materiali:
– due set di cartellini per il singolare e il plurale relativi a particolari regole e alle eccezioni (i miei cartellini avanzati sono quelli da SP5 a SP15)
– cartellini dei titoli “singolare” e “plurale”
– libretto delle regole per la formazione del plurale.

Numero del nome col metodo Montessori

Numero del nome col metodo Montessori  – Presentazione

Raduniamo un gruppo di bambini  e mettiamo i cartellini dei titoli sul margine superiore del tappeto. Mettiamo i cartellini del singolare in colonna sotto il titolo. Poi mettiamo una ad una le carte del plurale per formare tale colonna, accanto al singolare.
Spieghiamo ai bambini che una parola che indica una persona, un luogo o una cosa è chiamato “nome singolare”. Una parola che nomina più persone, più luoghi o più cose è chiamato “nome plurale”.
Chiediamo ai bambini di completare lo schema, lasciando a loro disposizione il libretto delle regole, se desiderano consultarlo.
I bambini possono registrare la lezione sul loro quaderno di grammatica.

Note: Meglio non presentare questi esercizi troppo presto. Possiamo iniziare con i plurali anche subito, ma introdurre le regole successivamente. I bambini scopriranno da soli le eccezioni. E’ una lezione più difficile rispetto alle altre presentazioni sul nome.

Numero del nome col metodo Montessori

Presentazione del nome LA STORIA DELLA PIRAMIDE NERA

Presentazione del nome LA STORIA DELLA PIRAMIDE NERA. In questo articolo propongo una presentazione del nome da svolgere in due giorni: una ricapitolazione della funzione del nome, e la presentazione del simbolo grammaticale accompagnata dalla storia della piramide nera (in due versioni).

Scopo diretto: introdurre la funzione del nome.
Scopo indiretto: motivare il simbolo del nome.
Punti di interesse: portare gli oggetti sul tappeto, ascoltare la storia del simbolo del nome, imparare la funzione del nome.

Presentazione del nome LA STORIA DELLA PIRAMIDE NERA
primo giorno

Materiali
– un tappeto (se volete, potete preparare un tappeto nero di feltro di forma triangolare, di modo che venga usato dai bambini come “tappeto del nome”)
– simbolo del nome (triangolo nero grande). Potete prepararlo in cartoncino, oppure utilizzare quello del set dei simboli grammaticali (o delle nomenclature, se preferite):

– cartellini contenenti nomi di oggetti presenti nella classe (oppure cartellini da scrivere al momento con la penna nera). Qui i cartellini che ho preparato per le “esperienze chiave sul nome“, che possono tornare utili anche ora:

pdf qui:

questi sono cartellini per il nome da compilare a mano. Può essere una buona idea plastificarli, in modo tale che possono essere preparati o scritti davanti ai bambini col pennarello e, terminata il lavoro, possono essere cancellati e riscritti molte volte:

– cartellini dei titoli per la presentazione del nome. Potete prepararli anche scrivendoli davanti ai bambini, o se preferite utilizzare quelli che ho preparato:

pdf qui:

Presentazione del nome LA STORIA DELLA PIRAMIDE NERA – Ricapitolazione

Invitiamo un gruppo di bambini a partecipare alla lezione, e stendiamo il tappeto scelto sul pavimento.

Ricapitoliamo le esperienze fatte sul nome, poi diciamo: “Ognuno di noi ha un nome: Maria, Francesco, Carlotta, Giovanni, Alma, Gaia, Sofia, Antonio (nominare i bambini presenti).  E attorno a noi ci sono milioni di cose, e ognuna ha un nome che la distingue dalle altre.”

Diamo ad un bambino un cartellino di un nome (oppure scriviamo il cartellino al momento). Chiediamo al bambino di leggerlo e di portarci l’oggetto relativo. Posiamo sul tappeto oggetto e cartellino, uno accanto all’altro. Quando il bambino ci porta la penna, ad esempio, la poniamo sul tappeto e aggiungiamo il cartellino del nome dicendo: “Il nome di questo oggetto è PENNA”.

Continuiamo con questo gioco finché ogni bambino non abbia portato al tappeto un oggetto, poi chiediamo: “Come avete fatto a portarmi la penna, la matita, il temperino, la gomma, le forbici?”, “Sapete che parole avete usato per portarmi gli oggetti che ora sono sul tappeto?”. I bambini ormai sono in grado di dirci con sicurezza che quelle parole sono nomi.

Diciamo: “Sì, tutte queste parole che usiamo per identificare le cose che ci circondano si dicono NOMI.

Poniamo sotto il margine superiore del tappeto i cartellini titolo ed aggiungiamo l’etimologia, raccontandola ai bambini: “Gli antichi romani chiamavano queste parole NOMEN, una parola che derivava da NUMEN e che significava ‘ potenza divina che è in tutte le cose del mondo’.

Anche per noi il nome è la sostanza spirituale degli oggetti materiali, e per simboleggiarlo usiamo un grande triangolo nero. Volete sapere perchè? Lo scopriremo domani. Intanto potete registrare la lezione sul vostro quaderno di grammatica, disegnando tutti gli oggetti, e scrivendo tutti i nomi in nero”.

Variazioni
– preparare cartellini con i nomi degli amici, così il bambino può portare sul tappeto delle persone.

Presentazione del nome LA STORIA DELLA PIRAMIDE NERA
secondo giorno

Materiali
– un tappeto
– piramide nera
– simbolo grammaticale del nome (triangolo grande nero)
– un pezzo di carbone (o un’immagine)
– immagini di piramidi egizie.

Presentazione del nome LA STORIA DELLA PIRAMIDE NERA

Invitiamo i bambini a partecipare alla lezione, e stendiamo il tappeto scelto sul pavimento.

Ricapitoliamo la presentazione fatta il giorno prima, quindi iniziamo a raccontare la ‘Storia della piramide nera‘ (scegliete la versione che preferite). Man mano che il racconto si svolge, poniamo sul tappeto gli oggetti: la piramide, il triangolo, il carbone, le immagini delle piramidi egizie.

Se vi fa piacere, potete utilizzare queste carte illustrate che ho preparato per il racconto:

pdf qui: 

Presentazione del nome LA STORIA DELLA PIRAMIDE NERA – Versione 1
Quando Maria Montessori creò i simboli grammaticali, cominciò col nome, la parola con la funzione più importante di tutte. Il nome è infatti molto ma molto importante, ed è anche molto antico. Se non ci fossero i nomi, le persone non potrebbero comunicare.
Maria Montessori ha collegato il nome alla piramide egizia, che è lì, al suo posto, da migliaia di anni.
Ha collegato il nome anche al carbone, che è nero. Il carbone è uno degli elementi più antichi: risale a milioni di anni fa.
Per questo il nome ha l’aspetto di una grande piramide nera.
E per questo il simbolo del nome è un triangolo nero, che è una faccia della piramide nera).

Presentazione del nome LA STORIA DELLA PIRAMIDE NERA – Versione 2
Questa piramide nera rappresenta il nome, perché proprio come il nome, questa piramide è antica, così antica che sembra esistere da sempre.
Le piramidi sono state costruite in Egitto, e servivano agli esseri umani a proteggere il loro corpo terreno dopo la morte, mentre le loro anime continuavano a vivere per l’eternità.
Come potete vedere questa piramide è molto stabile, non importa quanto provo a spingerla: è difficilissimo abbatterla, capovolgerla. Non pensate anche voi che sia una struttura molto forte? Infatti le piramidi egizie sono state costruite migliaia di anni fa, e sono ancora lì: nessun vento è abbastanza forte da distruggerle, nessuna tempesta abbastanza violenta. Queste piramidi rimangono lì, forti e stabili, poggiando sul deserto. Sono la muta testimonianza del lavoro e dell’ingegno degli uomini che le costruirono, molto tempo fa.
Anche il colore di questa piramide che usiamo come simbolo del nome non è stato scelto a caso, anzi: la nostra piramide è nera per un motivo molto importante. E’ nera perchè il nero è il colore del carbone. E il carbone, proprio come il nome, si è formato milioni di anni fa. Il nome è la parola più antica del linguaggio umano, e il carbone è tra i materiali più antiche della terra: si è formato nel periodo Carbonifero, quando la crosta terrestre cominciò a comprimere, esercitando una pressione fortissima, le gigantesche felci che continuamente crescevano, morivano e si decomponevano sul nostro pianeta ‘neonato’.
Dunque il carbone è molto antico, e così anche il nome. Non potremo mai saperlo con certezza, ma gli studiosi pensano che i nomi siano le parole più più antiche del linguaggio umano.
Il nostro simbolo per il nome  ha la forma più resistente che conosciamo sulla terra, ed ha il colore di uno dei materiali più antichi, che risale alla storia della formazione del nostro pianeta.
Quando scriviamo, disegniamo come simbolo del nome un triangolo nero. Bene, quando disegniamo questo triangolo, disegniamo una faccia della piramide, che come vedete si presenta come un triangolo.
D’ora in poi, quando vorremo analizzare una parola, se si tratterà di un nome useremo il triangolo nero, che è una facciata di questa piramide nera.

Presentazione del nome LA STORIA DELLA PIRAMIDE NERA – Estensioni:
dare ad ogni bambino una striscia di carta, poi chiedere di disegnare il simbolo del nome in alto, e di esplorare la stanza elencando più nomi che può.

Presentazione del nome LA STORIA DELLA PIRAMIDE NERA

Psico-grammatica Montessori ESPERIENZE CHIAVE SUL NOME

Psico-grammatica Montessori ESPERIENZE CHIAVE SUL NOME. Nello studio della funzione delle parole riconosciamo tre stadi o livelli. Per ogni parte del discorso, facciamo in un primo momento presentazioni orali, giochi ed esercizi orali e scritti, anche utilizzando i simboli grammaticali. Poi passiamo ai cartellini dei comandi, che producono giochi di movimento e di recitazione. Infine utilizziamo le scatole grammaticali per attività di appaiamento, analisi grammaticale e sostituzione (anche abbinandoli nuovamente ai simboli grammaticali).

Lo studio della funzione delle parole è anche un esercizio di lettura. Se il bambino desidera analizzare le parti del discorso, avrà bisogno di leggere. Questo è ciò che Maria Montessori chiama lettura totale.
Quando i bambini imparano a leggere, nella Casa dei bambini, assistiamo ad un’inesauribile desiderio di imparare parole nuove. In questa fase non si stancano mai di pescare i cartellini dei nomi, leggerli, abbinarli ad oggetti o immagini. Dobbiamo assecondare questa tendenza offrendogli il materiale ed esercizi adatti.

Quando il bambino impara a parlare, fa un’esperienza simile a quella fatta dai primi esseri umani, quando hanno iniziato ad usare il linguaggio. I bambini sono molto interessati ai nomi delle cose, perchè le vogliono identificare nel loro ambiente, per conoscerlo. Il fascino che i nomi esercitano sul bambino ha per questo qualcosa a che fare con il controllo dell’ambiente, così come avvenne per i primi uomini, che cominciarono a dare un nome alle cose.

ESPERIENZE CHIAVE SUL NOME – Le scatoline

Per preparare i set di esercizi sul nome servono molte scatoline. Io ho preparato queste ad origami (molto semplici e veloci): la scatola vera e propria con una pagina dell’elenco telefonico, e il coperchio in carta colorata. Basta utilizzare per la scatola un foglio di circa 0,5 cm più piccolo rispetto al foglio che usiamo per il coperchio, e l’incastro è perfetto. Il tutorial fotografico per le scatoline lo avevo già pubblicato qui: scatola origami con coperchio tutorial

Aggiungo qui un tutorial video:

ESPERIENZE CHIAVE SUL NOME – Le scatoline degli oggetti

Materiale:
– una collezione di piccoli oggetti appartenenti ad una data categoria (animali, frutta, cibo, abbigliamento, ecc…)
– Cartellini dei nomi scritti su nero (o con bordo nero) con i nomi degli oggetti scelti.
Oggetti e cartellini sono conservati in una scatolina  nera opportunamente etichettata (animali, frutta, cibo, abbigliamento, ecc…).

Esercizio:
il bambino dispone gli oggetti sul tappeto come più gradisce, poi legge un cartellino alla volta e lo pone in corrispondenza dell’oggetto relativo.

ESPERIENZE CHIAVE SUL NOME – I nomi per l’aula

Materiale:
Una scatolina nera contenente vari cartellini neri (o bordati di nero) di nomi di oggetti presenti in classe. La scatola può essere etichettata: la mia classe. A casa possiamo preparare scatoline nere per ogni stanza.

Esercizio: il bambino prende la scatola, legge le parole e le mette accanto ai vari oggetti nella stanza. Quando ha terminato il lavoro, li raccoglie e li rimette nella scatola.

Di seguito alcune serie di cartellini già pronti per il download e la stampa. I cartellini sono già quelli nella misura e nel colore che useremo per le scatole grammaticali:

ESPERIENZE CHIAVE SUL NOME – LA MIA CLASSE

ESPERIENZE CHIAVE SUL NOME – cartellini in bianco

Questi sono i cartellini in bianco per i NOMI (neri). Possono esservi utili per preparare velocemente, scrivendo a mano, le vostre serie. Potete anche plastificarli, in modo da avere sempre a disposizione cartellini di riempimento per le scatole grammaticali cancellabili e riscrivibili coi pennarelli:

Altre serie:

ESPERIENZE CHIAVE SUL NOME – la casa

ESPERIENZE CHIAVE SUL NOME – cucina

ESPERIENZE CHIAVE SUL NOME – cameretta

ESPERIENZE CHIAVE SUL NOME – bagno

Trovi tutti i set:

– la mia classe
– cartellini in bianco
– la mia casa
– la cucina
– la cameretta
– il bagno

ESPERIENZE CHIAVE SUL NOMEAlcuni giochi preparatori allo studio della funzione del nome

ESPERIENZE CHIAVE SUL NOME – Gioco 1
Chiedete ai bambini: “Come ti chiami?”, “E tu come ti chiami?”. Poi chiedere: “Antonio, Sofia, Giovanni, Maria, Gaia, Alma… che cosa sono?”.
Chiedete ai bambini informazioni su vari oggetti nella stanza: “Cos’è questo? E questo?”. Poi chiedere: “Tavolo, sedia, matita, gomma, righello, cesto… che cosa sono?”.
Mettiamoci in piedi in un angolo della stanza e chiamiamo: “Cesare, potresti venire qui, per favore?”. Quando il bambino è arrivato, gli chiediamo: “Perché sei venuto, e gli altri non l’hanno fatto?”. Il bambino risponderà: “Perchè hai chiamato il mio nome!”, e noi diremo: “Allora ognuno di noi ha un nome, non è vero? “.

ESPERIENZE CHIAVE SUL NOME – Gioco 2
Invitiamo i bambini a trovare qualcosa nella stanza che non abbia un nome. Diciamo che possono cercare dappertutto, stando solo attenti a non disturbare i bambini impegnati in altre attività. Quando i bambini, dopo aver cercato a lungo, torneranno a mani vuote, chiediamo loro: “Perchè non hai portato nulla?”. La risposta sarà: “Perchè ogni cosa ha un nome!”.

ESPERIENZE CHIAVE SUL NOME – Gioco 3
Diciamo a un bambino: “Per favore vai e portamene uno”. Il bambino va e torna portando qualcosa. Allora chiediamo: “Che cosa mi hai portato?”. Il bambino risponde, ad esempio: “Un righello”, e allora noi diciamo: “Ma io non ti ho chiesto un righello!”. Possiamo continuare con questo gioco finché il bambino non vorrà affrontare direttamente la questione, e dirà: “Ma tu non mi hai detto cosa portare!” e allora noi diremo: “Ma io ti ho detto di portarmene uno…”, e il bambino dirà: “Sì, ma non hai detto il nome della cosa che vuoi!”.
A questo punto possiamo chiedere ad ogni bambino di portarci un oggetto specifico. Quando ogni bambino avrà portato il suo oggetto, possiamo chiedere ad ognuno: “Cosa hai portato?”, e il bambino risponde. Poi chiediamo: “Come facevi a sapere cosa portare?”.

ESPERIENZE CHIAVE SUL NOMEIdee per i giorni successivi

  • Fare elenchi orali di nomi comuni di cosa, nomi comuni di cosa, nomi comuni di animali, nomi comuni di animali. Fare elenchi di nomi di frutta, di nomi di alberi, di nomi di fiori, di nomi di capi di abbigliamento, di nomi di pezzi di arredamento, ecc…
  • Fare elenchi scritti di nomi comuni nell’ambito di un argomento dato, o a scelta del bambino. Diamo al bambino un foglio e chiediamogli di scrivere come titolo : NOMI COMUNI DI (giocattoli, animali, veicoli, ecc…). Poi, sotto al titolo, i bambini scriveranno tutti i nomi che vengono loro in mente.
  • Fare libretti di nomi comuni. Quando i bambini avranno compilato molte liste di questo genere, possiamo rilegarle formando un libretto di nomi comuni. I bambini prepareranno le copertine ed impareranno semplici rilegature.

ESPERIENZE CHIAVE SUL NOME

Psico-grammatica Montessori introduzione al nome

Psico-grammatica Montessori introduzione al nome nella scuola primaria. Qual è la prima parte del discorso che risulta più interessante ai bambini? Il nome. Fin da quando hanno iniziato a dire le prime parole, i bambini non hanno mai smesso di chiederci i nomi delle cose, per questo il nome è la prima parte del discorso che viene introdotta in prima classe. Come abbiamo già detto, i nomi sono probabilmente le parole più antiche del nostro linguaggio, e questo vale per la storia dell’umanità, ed anche per la nostra storia storia individuale: i nomi sono le prime parole che impariamo da bambini.

Il legame tra il nome che usiamo per chiamare qualcosa e la cosa stessa è un legame profondo ed intimo: la scelta delle parole che usiamo per parlare di qualcosa può trasmettere apprezzamento o disprezzo. I bambini devono poter riflettere sull’uso delle parole, che possono essere parole appropriate o inappropriate. E’ importante utilizzare con i bambini un linguaggio  curato e rispettoso.

Preparandosi allo studio dei nomi, ai bambini piacciono molto le conversazioni sui cognomi. Possiamo parlare di personaggi storici e raccontare brevemente il perchè del nome col quale sono passati alla storia: Guglielmo il Conquistatore, Riccardo Cuor di Leone, Alessandro Magno, ecc…

Possiamo anche raccontare la storia dei cognomi italiani.

Prendiamo un elenco del telefono e leggiamo a caso un po’ di cognomi. Oggi non ricordiamo più da dove vengono queste parole, eppure quando sono nate avevano una funzione precisa, che era quella di raccontare qualcosa di ogni famiglia. I cognomi infatti sono anche detti “nomi di famiglia”. Già nell’antica Roma le persone avevano tre nomi: il nome proprio della persona, il nome della famiglia di appartenenza e un soprannome dato alla persona o a un gruppo di familiari.  Col tempo il nome di famiglia e il soprannome vennero uniti, così le persone cominciarono ad essere chiamate con nome e cognome.  Il cognome era una parola che faceva riferimento a:

  • una caratteristica della persona: Gobbi, Rossi, Mancini, Calvi,
  • alla sua provenienza: Monti, Dal Bosco, Marino, Costa,
  • al mestiere svolto: Ferrari, Fabbri, Sella, Vaccari,
  • al nome del padre: De Filippo, De Gregorio, Di Francesco, Coladonato (figlio di Cola e di Donato).

Tra i cognomi più diffusi in Italia, ad esempio, abbiamo:
– Rossi: persone con i capelli rossi o la pelle rossa (anche De Rossi, Rosso, Rossetto ecc.)
– Ferrari: legati al mestiere del fabbro ferraio (anche Ferraris, Ferro, Ferri, Ferretti, Fabris, ecc…)
– Bianchi: persone con la pelle o i capelli chiari, oppure persone che abitavano in una casa bianca, o che erano persone alte qualità spirituali (il bianco è simbolo di purezza). Anche Bianchini, Bianco, ecc.
– Colombo: persone che allevavano colombi, o che provenivano da Colombano. In alcune regioni veniva dato ai trovatelli, perchè la colomba era simbolo di innocenza.
– Conti: persone al servizio di conti, o persone dai modi raffinati (anche Conte, Contini, Del Conte, Contin, ecc) .
– Esposito: gli esposti alla protezione della Madonna erano i bambini che venivano abbandonati davanti alle chiese o ai monasteri nel medioevo. (anche Espositi, Esposto, Esposti, ecc.)
– Costa: persone che provenivano dalla riva di un fiume o di un lago, del mare o anche dalla fiancata di un monte. (anche Da Costa, Dalla Costa, Della Costa ecc.)
– Ricci: persone con capelli ricci, o persone con un carattere chiuso (dal nome dell’animale)
– Marino: deriva dal cognomen latino Marinus, o dal nome medioevale che significava appartenente al mare (anche Marini, Marinoni, Marinacci, ecc.).
– Monti: persone provenienti da luoghi di montagna (anche Montagna, Montanari, Montani, Montini ecc.).

Attraverso queste attività i bambini si appassionano ai nomi e colgono il fatto che i nomi servono ad identificare le cose  e le persone, e che sono parole molto importanti.

Lo stesso di può fare con i nomi geografici. Osserviamo una cartina e leggiamoi nomi di qualche località: perchè sono stati dati questi nomi? Chi li ha dati? Cosa significano?

Osservando i nomi delle cose, è possibile esplorare la storia, il popolo, la cultura di un luogo, le origini della nostra lingua e molto altro ancora.

Studiando il nome con i bambini, li coinvolgiamo in questo genere di ricerca, richiamando il loro interesse per varietà di storie ed esseri umani che popolano il mondo.

Introduzione orale al nome

Materiale:
– una raccolta di cartellini delle parole che comprendano tutte le parti del discorso (non soltanto nomi),
– il cartellino del titolo per i sostantivi col simbolo
– il set dei simboli grammaticali piccoli
– la piramide nera.

Se volete usare i cartellini che ho preparato io, li potete scaricare qui:

Diciamo ai bambini: “Tu hai un nome, vero? Ti chiami Giovanni. Anche tu hai un nome, ti chiami Sofia. ma non tutto quello che c’è in questa stanza ha un nome. Il bambino in fondo alla classe, lo vedi? Ha un nome? E quella bambina col maglione verde? Sì, anche loro hanno un nome. Se li chiamiamo loro vengono qui da noi. Antonio, per favore, portami una gomma. Martina, portami una matita. Anche questi oggetti hanno un nome. Io ho detto il loro nome, e Martina ed Antonio hanno capito cosa portarmi.

Ricordate la storia che vi ho raccontato sul nome? Con quella storia abbiamo scoperto che tutti gli oggetti hanno un nome, il libro, l’albero, la casa. Abbiamo detto che la piramide rappresenta proprio il nome.
Oggi useremo il triangolo nero per rappresentare il nome: il triangolo è una faccia della piramide, ed è più facile da usare.

Posiamo sul tappeto la piramide nera,  e il cartellino del titolo col simbolo grammaticale.

“Ora metteremo tutte le cose che hanno un nome qui” e posiamo accanto la matita e la gomma.

Poi distribuiamo uno o due cartellini delle parole ad ogni bambino.

I bambini leggono i loro cartellini, li posano uno ad uno sul tappeto, e se si tratta di nomi poniamo sopra ad essi un triangolo nero.

Questo lavoro potrà dare luogo a discussioni, per decidere se le parole sono o non sono nomi.

Psico-grammatica Montessori introduzione al nome

Simboli grammaticali Montessori e definizioni materiale stampabile per il SECONDO LIVELLO

Simboli grammaticali Montessori e definizioni materiale stampabile per il SECONDO LIVELLO. Come già detto nel post “Simboli grammaticali Montessori e definizioni: materiale stampabile per il PRIMO LIVELLO”,

per i simboli grammaticali abbiamo due livelli:
– primo livello: comprende le nove parti del discorso
– secondo livello: in aggiunta alle nove parti del discorso, comprende i “simboli avanzati” che precisano il nome (nome comune, proprio, astratto, collettivo) e il verbo (transitivo, intransitivo, copulativo, infinito, gerundio, participio, ausiliare).

Simboli grammaticali Montessori e definizioni materiale stampabile per il SECONDO LIVELLO

Cartellini dei titoli delle parti del discorso con simboli grammaticali:

Comprendono i simboli del primo e del secondo livello insieme. Sono utili per etichettare le scatole dei materiali e per le presentazioni. Se vuoi utilizzare quelli che ho preparato, li trovi qui:

Simboli grammaticali Montessori e definizioni materiale stampabile per il SECONDO LIVELLO

Carte delle nomenclature per i simboli avanzati, da aggiungere alle nomenclature delle nove parti del discorso:

utili per le presentazioni e per l’esercizio individuale. Se vuoi utilizzare quelle che ho preparato io, le puoi scaricare qui:


Simboli grammaticali Montessori e definizioni materiale stampabile per il SECONDO LIVELLO

Simboli grammaticali grandi (livello II), utili per le presentazioni e per l’esercizio individuale.

Se vuoi utilizzare quelle che ho preparato io, le puoi scaricare qui:

Simboli grammaticali Montessori e definizioni materiale stampabile per il SECONDO LIVELLO

Simboli grammaticali piccoli (livello II):

Per conservarli io ho preparato delle scatoline origami molto semplici e veloci: la scatola con una pagina dell’elenco telefonico, e il coperchio in carta colorata. Basta utilizzare per la scatola un foglio di circa 0,5 cm più piccolo rispetto al foglio che usiamo per il coperchio, e l’incastro è perfetto. Il tutorial fotografico per le scatoline lo avevo già pubblicato qui: 

Aggiungo qui un tutorial video:

I simboli grammaticali ritagliati sono utilissimi nelle presentazioni, per etichettare il materiale, e naturalmente per gli esercizi di analisi dei bambini. Sono facilmente realizzabili, anche in cartoncino colorato.

Simboli grammaticali Montessori e definizioni materiale stampabile per il SECONDO LIVELLO

Tavola delle parti del discorso secondo livello: da tenere a disposizione dei bambini o da appendere al muro, in prossimità dello scaffale per i materiali della psicogrammatica. Comprende le nove parti del discorso, e i simboli avanzati:

Simboli grammaticali Montessori e definizioni materiale stampabile per il SECONDO LIVELLO

Libretto delle parti del discorso secondo livello: utile da consultare mentre si lavora con le carte delle nomenclature, e durante i lavori di analisi, anche per approfondimenti e per stimolare la ricerca. Comprende le nove parti del discorso, ed i simboli avanzati (nome comune, proprio, collettivo, astratto; verbo (transitivo, intransitivo, copulativo, infinito, gerundio, participio, ausiliare):

Simboli grammaticali Montessori e definizioni: materiale stampabile per il PRIMO LIVELLO

Simboli grammaticali Montessori: materiale stampabile. Il materiale comprende: stencil dei simboli grammaticali, carte delle nomenclature per i simboli grammaticali, simboli grammaticali stampabili(grandi e piccoli), tabella delle parti del discorso, libro delle parti del discorso e cartellini dei titoli per le parti del discorso.

Per lavorare con i bambini alla psicogrammatica abbiamo bisogno di disporre di alcuni materiali, che possono essere realizzati facilmente anche a casa.

Per i simboli grammaticali abbiamo due livelli:

primo livello: comprende le nove parti del discorso

secondo livello: in aggiunta alle nove parti del discorso, comprende i “simboli avanzati” che precisano il nome (nome comune, proprio, astratto, collettivo) e il verbo (transitivo, intransitivo, copulativo, infinito, gerundio, participio, ausiliare).

Questa è parte del materiale di primo livello che ho preparato:

Simboli grammaticali Montessori e definizioni: materiale stampabile per il PRIMO LIVELLO

Cartellini dei titoli delle parti del discorso con simboli grammaticali:

Sono utili per etichettare le scatole dei materiali e per le presentazioni. Se vuoi utilizzare quelli che ho preparato, li trovi qui:

Simboli grammaticali Montessori e definizioni: materiale stampabile per il PRIMO LIVELLO

Stencil delle parti del discorso in due misure:

da stampare e plastificare. Possono essere realizzati facilmente anche in cartoncino, anche in altre misure. Se vuoi utilizzare quelli che ho preparato io, li puoi scaricare gratuitamente qui:

Simboli grammaticali Montessori e definizioni: materiale stampabile per il PRIMO LIVELLO

Carte delle nomenclature per le nove parti del discorso:

utili per le presentazioni e per l’esercizio individuale. Se vuoi utilizzare quelle che ho preparato io, le puoi scaricare qui, insieme al libretto:

Simboli grammaticali Montessori e definizioni: materiale stampabile per il PRIMO LIVELLO

Simboli grammaticali grandi, utili per le presentazioni e per l’esercizio individuale.

Simboli grammaticali piccoli:

Per conservarli io ho preparato delle scatoline origami molto semplici e veloci: la scatola con una pagina dell’elenco telefonico, e il coperchio in carta colorata. Basta utilizzare per la scatola un foglio di circa 0,5 cm più piccolo rispetto al foglio che usiamo per il coperchio, e l’incastro è perfetto. Il tutorial fotografico per le scatoline lo avevo già pubblicato qui: scatola origami con coperchio tutorial

Aggiungo qui un tutorial video:

I simboli grammaticali ritagliati sono utilissimi nelle presentazioni, per etichettare il materiale, e naturalmente per gli esercizi di analisi dei bambini. Sono facilmente realizzabili, anche in cartoncino colorato.

Simboli grammaticali Montessori e definizioni: materiale stampabile per il PRIMO LIVELLO

Tavola delle parti del discorso: da tenere a disposizione dei bambini o da appendere al muro, in prossimità dello scaffale per i materiali della psicogrammatica:

Se volete utilizzare quella che ho preparato io, la trovate qui stampabile gratuitamente qui:

Simboli grammaticali Montessori e definizioni: materiale stampabile per il PRIMO LIVELLO

Libretto delle parti del discorso: utile da consultare mentre si lavora con le carte delle nomenclature, e durante i lavori di analisi, anche per approfondimenti e per stimolare la ricerca.

Le scatole grammaticali Montessori

Le scatole grammaticali Montessori: nella scuola primaria, dopo la presentazione delle funzioni delle parti del discorso, i bambini iniziano a lavorare con le scatole grammaticali, che Maria Montessori ha pensato come naturale continuazione delle esperienze che i bambini hanno vissuto nella Casa dei bambini, e che vanno incontro alle esigenze peculiari del periodo sensibile per le parole.

Un esercizio di lettura molto praticato nella Casa dei Bambini è quello di porre il cartellino di un nome sul tappeto ed abbinarlo all’oggetto corrispondente. Questo esercizio serve all’apprendimento della lettura, ma allo stesso tempo porta i bambini ad imparare con facilità i nomi degli oggetti.
Per questo Maria Montessori ha pensato che, applicando lo stesso principio, i bambini possono imparare non soltanto i nomi, ma tutte le parti del discorso. Infatti, quando il bambino mette un cartellino accanto ad un oggetto, egli distingue il nome dalle altre parti del discorso: il nome si va a definire in modo intuitivo, e questo rappresenta un passo reale nel mondo dell’analisi grammaticale. Con questi esercizi di lettura il bambino è già entrato, insomma,  nella classificazione delle parole: non ci resta che proseguire questo lavoro con le parti del discorso diverse dal nome.

Sappiamo che l’analisi dei suoni che porta, col metodo Montessori, alla scrittura spontanea, non è adatta a tutte le età: si appassionano ai suoni solo i bambini di circa 4 anni e mezzo. Anche lo studio analitico delle parti del discorso, la capacità di soffermarsi con intenso interesse sulle parole, non è di tutte le età: solo i bambini da cinque a sette – otto anni sono fortemente appassionati alle parole. Magari non possono ancora interpretare chiaramente un discorso, ma comprendono ed amano le parole. Diciamo che il bambino si trova nell’età dell’interesse alle parole, e la grammatica incontra dunque la sua fase di sviluppo.

Il lavoro che i bambini fanno con la grammatica porta il linguaggio ad una maturazione che non  è possibile raggiungere in altri modi: i bambini hanno imparato a parlare e da allora utilizzano il linguaggio in modo intuitivo, ora imparano a focalizzare la loro attenzione, in modo cosciente, sulle parole che lo compongono.

Questa grammatica proposta ai bambini a partire dai cinque anni non si basa certo sull’uso di libri di testo, ma si propone ai bambini permettendo loro di proseguire il lavoro che già hanno iniziato con i nomi, utilizzando cartellini di parole. I nomi che il bambino poneva accanto agli oggetti per imparare a leggere erano scritti su cartellini: allo stesso modo le parole, appartenenti a tutte le altre parti del discorso, sono scritte su cartellini.

Le scatole grammaticali Montessori

Secondo le indicazioni date da Maria Montessori, i cartellini sono cartoncini rettangolari che misurano tutti 5 cm per 3,5 cm, di colori diversi:

  • nero per il nome
  • marrone chiaro per l’articolo
  • marrone per l’aggettivo
  • rosso per il verbo
  • rosa per l’avverbio
  • violetto per la preposizione
  • verde per il pronome
  • giallo per la congiunzione
  • celeste per l’interiezione.

Osserviamo già da questa prima descrizione del materiale, che i colori non corrispondono esattamente a quelli dei simboli grammaticali, che sono invece:

  • nero per il nome (piramide/triangolo equilatero grandi)
  • celeste per l’articolo (piramide/triangolo equilatero piccoli)
  • blu per l’aggettivo (piramide/triangolo equilatero medi)
  • rosso per il verbo (sfera/cerchio grandi)
  • arancione per l’avverbio (sfera/cerchio medi)
  • violetto per il pronome (piramide/triangolo isoscele)
  • verde per la preposizione (mezzaluna)
  • rosa per la congiunzione (parallelepipedo/rettangolo)
  • giallo oro per l’interiezione (serratura).

Troverai un’interpretazione di questa piccola “stranezza” più avanti in questo articolo.

I cartellini per le nove parti del discorso vengono posti in otto scatole appositamente preparate:

Secondo le indicazioni di Maria Montessori ogni scomparto ha una parete più alta dove si può introdurre il nome della relativa parte del discorso, nel colore che lo contraddistingue.

Le scatole grammaticali Montessori – scatola I

Come si può vedere da questa visione d’insieme, la SCATOLA I è divisa in tre scomparti: uno scomparto grande per il sintagma, e due comparti per i cartellini del nome e dell’articolo. Questa è la scatola originale come pubblicata nel manuale americano ed italiano:

Le scatole grammaticali Montessori – scatola II

la SCATOLA II è divisa in 4 scomparti, di cui uno scomparto grande per il sintagma, e tre comparti per i cartellini del nome, dell’articolo e dell’aggettivo:

Le scatole grammaticali Montessori – scatola II

la SCATOLA III è divisa in 5 scomparti, di cui uno scomparto grande per la frase e 4 comparti per i cartellini di nome, articolo, aggettivo, verbo:

Le scatole grammaticali Montessori – scatola IV

la SCATOLA IV è divisa in 6 scomparti, di cui uno scomparto grande per la frase e 5 comparti per i cartellini di nome, articolo, aggettivo, verbo, preposizione:

Le scatole grammaticali Montessori – scatola V

la SCATOLA V è divisa in 7 scomparti, di cui uno scomparto grande per la frase e 6 comparti per i cartellini di nome, articolo, aggettivo, verbo, preposizione, avverbio:

Le scatole grammaticali Montessori – scatola VI

la SCATOLA VI è divisa in 8 scomparti, di cui uno scomparto grande per la frase e 7 comparti per i cartellini di nome, articolo, aggettivo, verbo, preposizione, avverbio, pronome:

Le scatole grammaticali Montessori – scatola VII

la SCATOLA VII è divisa in 9 scomparti, di cui uno scomparto grande per la frase e 8 comparti per i cartellini di nome, articolo, aggettivo, verbo, preposizione, avverbio, pronome, congiunzione:

Le scatole grammaticali Montessori – scatola VIII

la SCATOLA VIII è divisa in 10 scomparti di cui uno scomparto grande per la frase e 9 comparti per i cartellini di tutte le parti del discorso, cioè nome, articolo, aggettivo, verbo, preposizione, avverbio, pronome, congiunzione, interiezione:

(Le immagini del materiale originale provengono da L’autoeducazione nelle scuole elementari – Maria Montessori – 1910; Montessori elementary materials, the advanced Montessori method – 1917)

Le scatole grammaticali Montessori

In generale possiamo dire che i materiali usati nello studio della grammatica nella scuola primaria somigliano ai materiali sensoriali usati nella Casa dei bambini: danno all’intelligenza l’opportunità di ordinare, classificare e organizzare elementi che già fanno parte della vita del bambino.
Al termine di questo lavoro su ognuna delle nove parti del discorso, il bambino può classificare milioni di parole all’interno di nove categorie.

Come si usano le scatole? Innanzitutto l’insegnante dispone, per ogni scatola, di set di cartellini pronti con i quali riempire via via ogni scatola, in modi diversi. Come precisa Maria Montessori, nell’usare il suo metodo per lo studio della grammatica, l’insegnante ha a disposizione un materiale pronto per essere scelto ed usato, che facilita e garantisce il successo del suo lavoro.

Per quanto riguarda la costruzione delle scatole, io le ho con facilità realizzate in cartone, utilizzando come modelli gli esempi che trovate pubblicati in questo articolo. Il miglior tutorial (in Inglese ma semplice da seguire) che ho trovato nel WEB per realizzarle in legno è questo:

http://makingmontessoriours

Il mio tutorial per realizzarle in cartone è qui:

In alternativa alla costruzione di scatole vere e proprie (in cartone o legno) è anche possibile preparare delle “tovagliette” magari plastificate, sulle quali sono riprodotte in forma di disegno le caselle delle scatole grammaticali. Queste sono le mie:

Le scatole grammaticali Montessori

I materiali non sono progettati per insegnare la grammatica, ma per esplorare il linguaggio attraverso azioni concrete, e servono a dare ai bambini delle chiavi che essi possono usare per conoscere la struttura della lingua. Inoltre permettono di isolare ogni parte del discorso dalle altre, rendendo più facile questa esplorazione, ed allo stesso modo isolano all’interno di ognuna delle parti del discorso, le difficoltà e le eccezioni. 

Nello studio della grammatica, Maria Montessori non aveva l’obiettivo di insegnare ai bambini un elenco di regole, ma voleva che i bambini penetrassero la filosofia della loro lingua, che sentissero qual è il ruolo che il linguaggio svolge nella vita dell’uomo, e per questo si parla di psicogrammatica. 

Nell’universo agisce la forza dell’energia da un lato, e la forza della materia dall’altro. Queste forze, nell’ambito della psicogrammatica, sono rappresentate dal nome e dal verbo. La forza della materia è il nome, probabilmente la parte più antica in ogni lingua: perchè le persone potessero comunicare tra loro, è stato necessario in primo luogo chiamare gli oggetti del mondo. Per questo il simbolo del nome è la piramide nera: è stabile, antichissima, pesante. La forza dell’energia è invece il verbo, rappresentato dalla sfera rossa. Le altre parti del discorso sono aspetti che si trovano in relazione, in un modo o nell’altro, con queste due parti principali.

Anche nell’uso delle scatole grammaticali si applica questo principio base: conoscere il sostantivo ed il verbo e le altre parti del discorso in relazione ad essi. Aiutiamo il bambino a riconoscere l’importanza ed il significato del nome e del verbo, e li aiutiamo a comprendere il rapporto che le altre parti del discorso hanno con essi.

Come abbiamo visto nell’articolo precedente, nella scuola primaria diamo ai bambini presentazioni per ognuna delle parti del discorso che ne evidenzino la funzione. In genere queste presentazioni non sono individuali, ma vengono proposte a piccoli gruppi di bambini.

Nelle scatole grammaticali ogni parte del discorso è caratterizzata da un colore: come abbiamo visto, questo colore non sempre corrisponde a quello del relativo simbolo grammaticale. E’ un’incongruenza voluta, infatti Maria Montessori voleva evitare che i bambini, nel loro lavoro di approfondimento, abbinassero i cartellini ai simboli affidandosi al colore invece che al ragionamento. Nelle scatole grammaticali i colori non hanno alcun significato, se non quello di distinguere una parte del discorso dalle altre. Gli unici due colori che restano uguali rispetto a quelli dei simboli grammaticali, sono quelli relativi alle due parti più importanti del discorso: il nome ed il verbo. Per questo le scatole grammaticali in commercio, possono attribuire alle parti del discorso anche colori diversi da quelli tradizionali (sempre ad eccezione di nome e verbo, che restano nero e rosso).
Troverete anche set di scatole e cartellini che utilizzano i colori dei simboli grammaticali anche in questi materiali. Infatti alcuni insegnanti non temono il pericolo che il bambino cada in azioni meccaniche, e credono che i colori che il bambino ha interiorizzato nella Casa dei bambini in relazione alle nove parti del discorso possano essere una ricchezza da sfruttare anche nella scuola primaria.

Prima di acquistare le scatole, quindi, verificate di avere i materiali di riempimento che seguono lo stesso codice colore delle scatole.

Nelle scatole grammaticali l’interno di ogni scomparto è di un colore diverso: uno per ogni parte del discorso. Le scatole sono vuote, ad eccezione dei cartellini che indicano il nome della parte del discorso da dedicare ad ogni scomparto. Come potete vedere, ci sono in commercio anche scatole grammaticali colorate a seconda della parte del discorso che viene introdotta, ma la scelta è naturalmente libera.

photo credit: GonzagaArredi

Le scatole grammaticali Montessori

Tutto il materiale che viene usato con le scatole grammaticali viene riposto all’interno di scatole che seguono il codice colore di ogni parte del discorso. Ogni scatola grammaticale ha un corredo di materiali simili:

– all’interno delle scatole di riempimento  si ripongono i cartellini delle parole ed i cartellini della frase/sintagma. Ogni set di cartellini delle scatole di riempimento serve ad esplorare una caratteristica diversa di una particolare parte del discorso;

– all’interno di scatole aperte si ripongono cartellini dei comandi, grafici e tabelle, scatole per attività aggiuntive;

– è utile tenere insieme al materiali la scatola dei simboli grammaticali.

Le scatole grammaticali sono tenute vuote sulle mensole, accanto ai materiali relativi, e vengono riposte nell’ordine in cui vengono presentate.  

Il materiale di riempimento è contrassegnato dal colore della parte del discorso che si introduce e dai numeri romani da I a VIII (di ogni scatola grammaticale), ed è numerato per set di riempimento, per cui le scatole di riempimento saranno in otto colori diversi, e saranno etichettate, ad esempio I3, IV2, ecc.

Possiamo copiare questi codici anche sul retro di ogni cartellino contenuto in ognuna delle scatole di riempimento, e se vogliamo aggiungere una lettera per ogni ogni cartellino grande (sintagma o frase), da riportare anche sui cartellini che servono a ricomporla (ad esempio VII3b, III4f, ecc.). Se ce n’è l’esigenza, l’insegnante può preparare del materiale aggiuntivo, e sarà semplice continuare a seguire questa codifica anche per esso.

Il primo set è quello che utilizziamo per la presentazione, gli altri sono quelli che i bambini utilizzeranno per i loro esercizi.

photo credit: MATERIALEMONTESSORI.IT

L’idea delle scatole di riempimento così organizzate è esteticamente piacevole, e il codice facilita l’indipendenza del bambino e permette di mantenere tutto il materiale sempre in ordine, ma non rappresenta per i bambini un programma da svolgere rigidamente, come se si trattasse di una sequenza cronologica da eseguire. Ci saranno bambini che utilizzeranno tutte le scatole di riempimento, altri solo alcune, altri anche nessuna, perchè per loro sarà sufficiente la presentazione fatta insieme per passare ad un’altra parte del discorso.

Come abbiamo visto, le funzioni delle varie parti del discorso vengono presentate già nella Casa dei bambini, ma senza che in queste presentazioni vengano date le definizioni ed i nomi: queste vengono date una volta giunti nella scuola primaria, e questo lavoro viene fatto appunto attraverso l’uso delle scatole grammaticali. E’ il metodo che vale per tutte le parti del discorso ad eccezione del nome, che non ha una scatola grammaticale totalmente dedicata (la scatola I è infatti quella dell’articolo).

Il nome di ogni parte del discorso aiuta il bambino della scuola primaria a classificare, ordinare e sistematizzare le esperienze fatte nella Casa dei bambini sulle diverse funzioni delle parole.

Il lavoro che i bambini fanno con le scatole grammaticali è di tipo manipolativo e non è un esercizio scritto. Questo è molto importante, perchè abbinare esercizi scritti a questo materiale è il modo migliore per uccidere il divertimento che i bambini traggono da esso.

Il materiale si usa invece così: il bambino trova nella scatola una serie di cartellini più grandi, che contengono alcuni sintagmi o frasi, e i cartellini delle parole, distribuiti nelle caselle appropriate. Prende un cartellino grande, lo legge, poi utilizza i cartellini delle parole per ricomporre la frase letta.

Insieme ad ognuna delle otto scatole grammaticali, oltre alle sue scatole di riempimento, ci sono le sue scatole dei cartellini dei comandi, di solito conservati in scatole aperte, dello stesso colore di quelle di riempimento.

scatole per i comandi: photo credit

I comandi servono ad ampliare il lavoro che i bambini svolgono su quella determinata parte del discorso, ed anche possono riguardare più parti del discorso insieme, e condurre quindi a lavori di classificazione.
Molti comandi riguardano il far fare ai bambini qualcosa che normalmente non è loro permesso fare in classe: questi comandi sono molto divertenti.
In molti casi è previsto che il bambino non agisca da solo, ma che cerchi l’aiuto e la collaborazione di altri bambini, anche di altre classi (più grandi o più piccoli).
A volte i comandi richiedono che i bambini si rechino alla Casa dei Bambini per prendere dei materiali che non sono presenti in classe, ma che hanno usato quando erano più piccoli. Questo è intenzionale, serve a rafforzare i bambini nel percepire la loro crescita, a vedere il passato e il futuro, e fa bene a tutta la scuola, perchè favorisce la cooperazione tra gli insegnanti. Inoltre è un esercizio di buone maniere, perchè i bambini devono muoversi responsabilmente all’interno della scuola, ed usare i modi ed i tempi corretti nel chiedere aiuto agli altri e nel restituire il materiale.

Infine, per alcune scatole grammaticali, sono previste anche scatole per attività aggiuntive. Ad esempio, per il verbo c’è la scatola dei tempi verbali.

Alcune scatole grammaticali, poi, sono anche abbinate a proprie tabelle riassuntive o grafici, che vengono usati per ulteriori attività manipolative. Ad esempio, dopo che il bambino ha imparato a riconoscere i diversi tipi di nome, può cominciare a classificarli utilizzando questi grafici.

Ecco che possiamo farci un’idea del perchè non usiamo manuali di grammatica: con questo materiale i bambini si impegnano in un lavoro complesso fatto di lettura, apprendimento, capacità di interpretazione, classificazione, memorizzazione, analisi, cooperazione con i compagni, buone maniere, manualità e divertimento.

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Le scatole grammaticali Montessori

Ricapitolando:
– introduciamo una parte del discorso con una presentazione della sua funzione in abbinamento al simbolo grammaticale
– il bambino svolge una serie di attività connesse al racconto, simili a quelle che ha svolto nella Casa dei bambini
– presentiamo una scatola grammaticale
– il bambino lavora con la scatola grammaticale e il materiale di riempimento
– il bambino lavora con i cartellini dei comandi e gli altri materiali relativi alla scatola grammaticale presentata
– il bambino lavora all’analisi di frasi, sottolineando le parole o utilizzando i simboli grammaticali.

Al termine di questo grande impegno con il materiale, infatti, si deve arrivare all’astrazione, perchè non possiamo pensare che i bambini si portino le scatole grammaticali con sé tutta la vita per riconoscere le parti del discorso. Il passaggio dalla manipolazione all’astrazione avviene grazie ad una serie di attività di analisi:

  1. sottolineare con i colori dei simboli grammaticali le parole, una ad una, all’interno di frasi scritte da loro. Questa attività costringe il bambino a porre attenzione al contesto in cui ogni parola è inserita, perchè nella nostra lingua (come in Inglese) le stesse parole possono svolgere funzioni diverse. Si tratta di un esercizio fondamentale per i bambini della scuola primaria. Può essere svolto anche aggiungendo in alto i simboli disegnati o di cartoncino.
  2. Prendere una frase, e copiarla su di un foglio, scrivendo ogni parola una sotto l’altra, in colonna. Poi, per ogni parola, scrivere a lato tutto quello che si sa su di essa.
  3. Consultare un manuale di grammatica. Maria Montessori, infatti, non voleva affatto gettare i libri fuori dalla finestra, voleva semplicemente che fossero adatti ai bambini, che per loro fossero comprensibili. Dopo il lavoro con le scatole grammaticali, avere in classe un paio di grammatiche da consultare stimola l’interesse per il linguaggio e aiuta i bambini ad esplorare nuovi aspetti della lingua. Questi testi diventano testi di ricerca, come gli altri che sono presenti in biblioteca per le altre materie di studio. Con questi testi i bambini potranno fare ricerche sulle diverse categorie di aggettivi, scoprire le definizioni date dai grammatici, confrontarle con quelle che conoscono, decidere su quali essere d’accordo.
  4. Consultazione di un dizionario etimologico. Per i bambini è molto interessante scoprire quando una parola è arrivata nella nostra lingua, e da dove. Per presentare questa attività, prepariamo un elenco di quattro o cinque parole che hanno cambiato il loro significato nel corso del tempo.
    Ad esempio, la parola collaudo, che ora significa verifica sperimentale, fino al ‘700 significava complimento o lode (con laude); ministro (da minus, meno) in Latino significava servitore e ministrare significava servire la minestra in tavola, poi divenne aiutante del Re, e poi Ministro; casino, che ora significa confusione o caos, in Latino era un diminutivo della parola casa (che prese il posto della parola domus dopo le invasioni barbariche), nel ‘500 significava villino da caccia, nel ‘600 circolo privato.

Le scatole grammaticali Montessori

Consigli aggiuntivi per l’uso delle scatole grammaticali

L’unico consiglio è quello di iniziare prima possibile, in prima classe. I bambini che hanno fatto esperienze sulla funzione delle parole nella Casa dei bambini sono molto sensibili all’approfondimento di quanto fatto. Considerando che secondo Maria Montessori il periodo sensibile per le parole va dai cinque agli otto anni, il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di completare il lavoro con le scatole grammaticali entro gli otto anni, appunto.
Questo lavoro può essere iniziato anche dai bambini che non leggono ancora benissimo, perchè li può aiutare molto a migliorare. Se il bambino proprio non sa leggere, o fatica molto a leggere una frase intera, può lavorare in coppia con un compagno che legge bene, oppure potete leggere le frasi per lui. Questo è molto importante soprattutto quando in classe ci sono bambini nuovi, che provengono da scuole diverse, perchè li farà sentire parte del gruppo anche se le loro capacità non sono pari a quelle dei nuovi compagni.
In generale potrete notare da voi come la capacità di lettura decolli grazie all’uso delle scatole grammaticali.

Iniziare quanto prima con questo materiale offre una base per il lavoro di analisi, che può essere svolto sfruttando varie occasioni. Quando ad esempio un bambino scrive qualcosa, magari mentre svolge una ricerca, possiamo chiedergli di tanto in tanto di disegnare sulle parole che ha scritto il simbolo grammaticale relativo. Per questo non serve aspettare che li conosca tutti, può cominciare anche solo col triangolo nero del nome. Osservando questo lavoro, l’insegnante può capire il livello di comprensione raggiunto da ogni bambino, e capire dove e come intervenire, o come procedere nelle presentazioni.

Come abbiamo detto, non è consigliabile fare attività di scrittura abbinate direttamente alle scatole grammaticali, perchè questo potrebbe far perdere l’interesse del bambino verso il materiale. Le attività con le scatole grammaticali sono particolarmente adatte a piccoli gruppi (2 o tre bambini insieme), in quanto stimolano la capacità di collaborazione. La scrittura è un’attività individuale.

Detto questo, ricordiamo anche che nessuna attività deve essere svolta in esclusiva, ma che più attività di una stessa area devono svolgersi parallelamente. Così, nell’area del linguaggio, parallelamente al lavoro con le scatole grammaticali, i bambini lavoreranno anche alla storia della lingua, alla composizione scritta, al linguaggio orale, alla lettura, alla letteratura, alle attività di ricerca, all’analisi grammaticale (e poi anche logica e del periodo), ecc…

Le scatole grammaticali Montessori

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali: in questo articolo affrontiamo la presentazione delle funzioni delle parole in abbinamento ai simboli grammaticali. Nella prima parte ci sono esempi di esercizi per la Casa dei bambini, di seguito un esempio di presentazione per la scuola primaria.

Consideriamo le nove parti del discorso:
– famiglia del nome: articolo, aggettivo, nome e pronome;
– famiglia del verbo: avverbio, verbo;
– particelle: preposizioni, congiunzioni, interiezioni .

Nella Casa dei bambini i simboli grammaticali servono a mostrare ai bambini che all’interno della lingua esistono dei modelli, che le parole hanno delle funzioni determinate, e che le parole cambiano, ma i modelli rimangono gli stessi. I simboli vengono utilizzati per rendere concreto ciò che è astratto, al fine di aiutare il bambino a scoprire la funzione delle parole e classificarle. Questa preparazione indiretta fornisce una base forte, a cui si aggiungono ulteriori scoperte, finché poi, nella scuola primaria,  queste conoscenze sfociano nella psicogrammatica.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

La famiglia del nome

Maria Montessori ha associato la famiglia del nome con le piramidi, che sono oggetti fissi, stabili, molto antichi e che rappresentano la materia.
Per il nome si usa una grande piramide nera, per l’aggettivo una piramide media blu, per l’articolo una piccola piramide azzurra e per il pronome una piramide allungata viola. I simboli relativi sono un grande triangolo equilatero nero, un triangolo equilatero medio blu, un triangolo equilatero piccolo azzurro e un triangolo isoscele viola.
La piramide nera ha una base larga, è solida. Ricorda la civiltà dell’antico Egitto, una civiltà antica che ha avuto un ruolo importantissimo nella storia della scrittura e dell’architettura. I nomi costruiscono le frasi. La piramide è nera perchè il nero è il colore del carbone, un combustibile, perchè i nomi sono il combustibile delle frasi. La piramide è pesante, per dare una forte impressione di  solidità.
L’aggettivo è indipendente, come un bambino della scuola primaria, mentre l’articolo dipende dal sostantivo, come un bambino piccolo dipende dalla madre.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

La famiglia del verbo

La sfera rossa rappresenta il sole, che dà vita, luce e calore. I verbi danno energia alla frase e animano la famiglia del nome.
L’avverbio è una sfera arancione più piccola.
I simboli relativi sono un cerchio rosso grande e un cerchio arancione medio.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Le particelle
La congiunzione è un piccolo parallelepipedo rosa, che unisce come un trattino due parole o due parti di una frase. Il simbolo relativo è un rettangolo rosa.
La preposizione è un arco verde, che collega come un ponte due oggetti tra di loro. Il simbolo relativo è una mezzaluna verde.
L’interiezione è una piramide dorata con una sfera posta sull’apice; somiglia ad una serratura, e ricorda la forma del punto esclamativo.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Simboli e carte dei simboli

Per le prime presentazioni utilizziamo i simboli solidi, immagini dall’universo.

I simboli solidi possono essere realizzati facilmente con la pasta di sale:

Sappiamo tutti quanto sia importante fare una prima buona impressione. Nella didattica Montessori ci sono presentazioni che hanno lo scopo di lasciare sui bambini un’impressione profonda e duratura, accendendo la loro immaginazione.
Le storie per presentare le funzioni delle parole possono essere varie; l’importante è che siano brevi, semplici e memorabili. Un primo esempio di racconto per presentare la funzione delle parole è pubblicato qui:  Fiaba per le parti del discorso 

ed è particolarmente indicata coi bambini più piccoli, ma si può considerare tranquillamente di proporla anche nella scuola primaria, in alternativa a quella presentata nella seconda parte dell’articolo. Potete anche scegliere un racconto più complesso, che si deve svolgere nell’arco di più giorni: Il Paese di Grammatica.

Sia nella scuola d’infanzia, sia nella scuola primaria, l’atmosfera che si crea durante il racconto è importantissima, indipendentemente dal racconto che scegliamo: bisognerebbe parlare ai bambini come se si stesse svelando loro un grande segreto.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Presentazione dei simboli grammaticali 

Con i nostri alfabeti creiamo centinaia di parole, ma non sono tutte uguali: ogni parola ha il suo compito. Ci sono nove tipi di compiti che le parole possono svolgere per noi. Questi compiti si chiamano funzioni.
A seconda della loro funzione, tutte le parole possono essere divise in nove famiglie speciali: queste famiglie si chiamano “parti del discorso”.
I nomi di queste parti del discorso sono: nome, articolo, aggettivo, verbo, avverbio, pronome, congiunzione, preposizione e interiezione.
In classe abbiamo un colore speciale ed un simbolo per ognuna di queste famiglie. (Mostrare la scatola dei simboli grammaticali).

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

LA FUNZIONE DELLE PAROLE NELLA CASA DEI BAMBINI 

Nella Casa dei bambini si possono svolgere molti esercizi che servono a comprendere la funzione delle parole. Ne faccio una panoramica che può essere utile anche nella scuola primaria, soprattutto se i bambini non hanno frequentato una scuola d’infanzia montessoriana. Verranno trattati dettagliatamente in articoli specifici.
Si tratta di attività che portano il bambino ad avere un’esperienza sensoriale delle funzioni delle varie parti del discorso, e sono pensati per focalizzare l’attenzione del bambino su una parola alla volta. L’esperienza sensoriale è rafforzata dall’uso dei simboli colorati, che aiutano il bambino anche ad interiorizzare l’ordine delle parole nella frase.
Non di tratta di lezioni di grammatica, ma di esperienze sulla funzione delle parole. Per questo non vengono fornite ai bambini definizioni. Facendo queste esperienza, il bambino apprende comunque i nomi delle varie parti del discorso. Ad esempio, quando lavora col gioco dei triangoli, impara la parola “aggettivo” ed il suo significato.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Normalmente le parti del discorso vengono presentate, nella scuola primaria, in questo ordine: nome, articolo, aggettivo, congiunzione, preposizione, verbo, e l’avverbio. Nella Casa dei bambini il bambino svolge un lavoro di preparazione allo studio della grammatica vero e proprio, che avverrà nella scuola primaria. Generalmente in prima classe (6 – 7 anni) si studiano approfonditamente:
– nome
– articolo
– aggettivo
– pronome
– verbo
e si prosegue in seconda classe (7 – 8 anni) con:
– modi, tempi e forme verbali
– preposizioni
– avverbi
– congiunzioni
– interiezioni.

Facendo molti esercizi sulla funzione delle parole, già nella scuola d’infanzia il bambino vedrà crescere il proprio interesse per la lingua che parla, e si renderà conto che le parole hanno funzioni speciali e che possono essere classificate in base a queste loro funzioni. Il requisito per la presentazione di questi esercizi, è che il bambino sappia leggere la maggior parte delle parole con facilità. D’altra parte questi esercizi rappresenteranno per lui anche un buon esercizio di lettura.

Poiché il bambino si trova nel periodo sensibile del linguaggio, ogni nuova funzione delle parole che gli viene presentata rappresenta per lui un’interessante nuova scoperta. La maggior parte di questi esercizi non sono individuali, ma prevedono il lavoro in piccoli gruppi. Le attività, oltre ad essere interessanti, sono molto divertenti.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

ESEMPI DI ESERCIZI SULLA FUNZIONE DELL’ARTICOLO NELLA CASA DEI BAMBINI

Durante la normale giornata a scuola, inseriamo vari giochi verbali che pongano l’attenzione dei bambini sugli articoli. Ad esempio diciamo loro “Mostrami UNA sedia”, “Indicami GLI spazzolini da denti. Indicami LO spazzolino da denti che usi tu”. Facciamo anche notare, ad esempio, che diciamo IL cavallo e non LO cavallo, e vari altri esempi simili, ogni volta che se ne presenta l’occasione.

Prepariamo una scatola degli oggetti, contenente numerosi oggetti. Alcuni di questi oggetti saranno in un unico esemplare, altri in più esemplari identici (singolare e plurale, determinativi e indeterminativi).
La scelta degli oggetti deve essere accurata: cominceremo con oggetti che cominciano con le consonanti, poi, per introdurre l’uso degli articolo apostrofato, aggiungeremo anche oggetti che cominciano per vocale. Selezioniamo con altrettanta attenzione maschili e femminili.
Per ogni scatola che prepariamo per il bambino, scriviamo anche i cartellini:
–  dei nomi degli oggetti
–  degli articoli da abbinare
– cartellini di controllo (che contengono il giusto abbinamento articolo – nome).

Per presentare l’esercizio ai bambini, mettiamo sul tappeto la scatola degli oggetti e, a un lato del tappeto, formiamo una colonna dei nomi e una colonna degli articoli, in ordine casuale.

Togliamo il primo oggetto (o gruppo di oggetti identici) dalla scatola, e mettiamolo sul tappeto, quindi scegliamo il nome adatto e aggiungiamo davanti ad esso l’articolo.

A seconda degli obiettivi che vogliamo raggiungere con l’esercizio, facciamo gli esempi necessari per dare ai bambini le indicazioni necessarie (ad esempio su singolare e plurale, o su determinativo e indeterminativo).

Quando il bambino è pronto, può proseguire da solo. Al termine del lavoro aggiungerà allo schema i cartellini di controllo.

Il gioco può essere variato. Ad esempio possiamo scrivere dei piccoli comandi al momento, per far indovinare al bambino l’oggetto che vogliamo prendere dalla scatola, oppure possiamo commettere “errori” nell’abbinare articolo e nome, e il bambino dovrà correggerci.

Esercizi con carte illustrate e cartellini possono essere preparati nello stesso modo, sostituendo appunto alla scatola degli oggetti carte illustrate appositamente preparate per i bambini.

Esercizi di compilazione di elenchi. Incoraggiamo i bambini a compilare elenchi (articolo e nome) di oggetti presenti nella classe o nella Fattoria. La Fattoria è un materiale piuttosto costoso, che si presta a molte attività nell’area linguistica. Può essere sostituita da una casa di bambola; io faccio così, in effetti, aggiungendo molti animali di plastica e gruppi di oggetti:

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Questa è una fattoria, completa di cartellini, che ho preparato in versione stampabile:

La fattoria (o la casa di bambole, lo zoo, il negozio, la strada) sono giochi che  incoraggiano lo sviluppo del linguaggio verbale e contribuiscono, accompagnati da cartellini appositamente preparati, a comprendere la grammatica e la sintassi.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

ESEMPI DI ESERCIZI SULLA FUNZIONE DELL’AGGETTIVO NELLA CASA DEI BAMBINI

Durante la normale giornata a scuola, inseriamo vari giochi verbali che pongano l’attenzione dei bambini sugli aggettivi. E’ un lavoro che si fa normalmente utilizzando il materiale sensoriale (spolette dei colori, tavolette tattili ecc…), e durante le attività di vita pratica. Poniamo durante la giornata domande del tipo: è pulita? Di cosa è fatta? Mi descrivi i tuoi vestiti?
Possiamo poi fare dei giochi, tipo comandi, dicendo ai bambini: “Alzino le mani i bambini coi capelli biondi”, “si accuccino sotto il banco tutti i bambini che hanno scarpe scure”,  ecc.

Prepariamo una scatola degli oggetti contenente molti oggetti che in qualche modo sono legati tra loro, con la possibilità di differenziarli con gli aggettivi qualificativi per dimensione, colore, ecc.
Prepariamo una serie di cartellini di frasi che descrivono ciascun oggetto, ad esempio: la poltrona grande azzurra, il cane piccolo marrone, l’uomo alto anziano, ecc.

Prepariamo poi i cartellini delle parole che compongono ciascuna delle frasi che abbiamo preparato, divisi in nomi, articoli, aggettivi. I cartellini possono essere messi in buste o scatoline separate che recano il simbolo appropriato. Si possono anche usare dei casellari, come questi: 

Ogni gruppo di cartellini preparati, deve fare naturalmente riferimento alle frasi e agli oggetti di un determinato set. I bambini devono comporre le frasi prendendo nomi, articoli e aggettivi appropriati, e abbinare ad essi l’oggetto che descrivono.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Esercizi con la fattoria (la casa di bambola, lo zoo, ecc…).

Sediamoci vicino alla fattoria e prendiamo sei oggetti (o sei animali), quindi diciamo ai bambini: “Sto pensando ad una di queste cose. Vi aiuterò a scoprire qual è”.
Scriviamo su un cartellino, in nero, l’articolo e il nome, ad esempio “Il cavallo”.
Il bambino legge il cartellino, prende un cavallo e lo pone accanto al cartellino. Allora diciamo: “Hai preso l’animale della specie giusta, ma io stavo pensando ad un altro cavallo…”
Aggiungiamo quindi un aggettivo al cartellino, scrivendolo in rosso, ad esempio “marrone”.
Il bambino legge il cartellino, quindi prende l’oggetto giusto.
Ripetere il gioco con altri oggetti, anche utilizzando più aggettivi insieme.

Per portare l’attenzione sull’ordine della parole, possiamo fare lo stesso gioco scrivendo prima gli aggettivi, poi nomi e articoli. Quando il bambino ha abbinato l’oggetto corretto, tagliamo il cartellino e rimettiamo le parole nel giusto ordine. Ad esempio scriviamo prima “giallo” “piccolo” e poi “il piatto”

Per rinforzare l’uso dei simboli grammaticali, possiamo chiedere ai bambini: “Qual è la parola che ci dice il nome dell’oggetto che voglio?”. Posizioniamo il triangolo nero sulla parola “piatto”. “Quali sono le parole che ci spiegano meglio quale tipo di piatto?”. Posizioniamo un triangolo blu sulla parola “giallo” e un altro triangolo blu sulla parola “piccolo”. “Qual è la parola che ci dice che sta per arrivare un nome? Che ci dice se c’è un piatto o ce ne sono tanti?”. Posizioniamo un triangolino azzurro sulla parola “il”.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Esercizi scritti e simboli. Incoraggiamo il bambino a scrivere frasi per descrivere vestiti, oggetti preferiti o altro, e poi ad aggiungere alle parole i simboli grammaticali (disegnandoli o usando i simboli di cartoncino pronti), o usando simboli pronti di carta da incollare.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Caccia agli aggettivi. Chiediamo ai bambini di cercare gli aggettivi in un libro di lettura, a sottolinearli oppure ad elencarli su un foglio.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Logico Gioco con l’aggettivo. Prepariamo dei set di cartellini composti da una decina di cartellini neri per i nomi, e una decina di cartellini blu per gli aggettivi. Mettiamo i cartellini in due buste o scatoline separate, che recano ciascuna il proprio simbolo grammaticale.
Il bambino prende i nomi, li legge uno ad uno e li pone in colonna, uno sotto l’altro, sul tappeto. Poi prende gli aggettivi, li legge uno ad uno e li pone in colonna, uno sotto l’altro, a destra della colonna dei nomi. Si formeranno così abbinamenti nome-articolo casuali. I bambini li leggono (di solito si formano abbinamenti divertenti). Poi lascia al loro posto gli aggettivi appropriati, e raccoglie quelli che non lo sono. Rilegge uno alla volta gli aggettivi, e li abbina al nome più adatto.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Esercizi di scrittura di aggettivi. Diamo al bambino un cartellino del nome e una serie di cartellini di aggettivi. Il bambino copia il nome sul quaderno, poi aggiunge ad esso quanti più aggettivi possono essere appropriati.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Il gioco dei triangoli per l’aggettivo. E’ dettagliatamente spiegato qui, con il tutorial per costruirlo e le istruzioni di gioco:

Il gioco dei triangoli

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

ESEMPI DI ESERCIZI SULLA FUNZIONE DELLA CONGIUNZIONE NELLA CASA DEI BAMBINI

Facciamo coi bambini vari giochi verbali che li aiutino a riconoscere la funzione della congiunzione. Ad esempio si può giocare alle associazioni: si dice una parola, e i bambini devono aggiungere una cosa che si abbina ad essa (calze e scarpe, bottiglia e bicchiere, testa e cappello, scopa e paletta, ecc…)

Gioco della congiunzione. Prepariamo sul tappeto un mazzolino di fiori di vari colori tenuti insieme con un nastro rosa, oppure un fascio di pennarelli o di matite. Lasciamo che il bambino identifichi i colori dei fiori (o delle matite o dei pennarelli) e sciogliamo il nastro rosa. Prendiamoli in mano e andiamo col bambino a distribuire i fiori per la classe, poi torniamo al tappeto.


Scriviamo su un cartellino “i fiori rosa”, diamo il cartellino al bambino e chiediamogli di portarci quello che abbiamo scritto.
Mettiamo i fiori rosa sul tappeto, e sotto ad essi poniamo il cartellino.
Consegniamo al bambino un secondo cartellino: “i fiori gialli”.
Il bambino ci porta anche i fiori gialli, e lo poniamo insieme al cartellino sul tappeto, accanto ai fiori rosa.
Consegniamo al bambino un terzo cartellino: “i fiori blu”.
Il bambino ci porta anche i fiori blu, e lo poniamo insieme al cartellino sul tappeto, accanto ai fiori gialli.
Tra i tre gruppi di fiori aggiungiamo due cartellini “e” scritti in rosso, e leggiamo: “I fiori rosa e i fiori gialli e i fiori blu”.


Leghiamo di nuovo tutti i fiori col nastro rosa e mettiamo i simboli sulle congiunzioni.

Esercizi per il raggruppamento di oggetti uniti da congiunzioni possono essere fatti preparando scatole degli oggetti e cartellini, e con la fattoria (la casa di bambola, lo zoo, ecc…).

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

ESEMPI DI ESERCIZI SULLA FUNZIONE DELLA PREPOSIZIONE NELLA CASA DEI BAMBINI

Si possono fare coi bambini vari giochi verbali sulle preposizioni. Ad esempio possiamo dare loro dei semplici comandi: sali sulla sedia, vai in giardino, metti le mani in tasca, cammina da destra a sinistra, ecc… Oppure possiamo giocare con gli oggetti della fattoria facendo provare ai bambini la posizione di un dato personaggio rispetto agli oggetti: metti il gallo sull’albero, sposta l’asino dalla stalla al recinto, ecc…

Prepariamo una scatola degli oggetti (ad esempio un mazzo di fiori nel vaso, alcune matite in un astuccio, e simili) da abbinare a cartellini della frase e cartellini delle parole, sempre suddivisi in buste o scatoline contrassegnate dal simbolo grammaticale.

Esercizi con la fattoria (la casa di bambola, lo zoo, ecc…). Scriviamo una frase che contenga aggettivi, articoli, nomi, preposizioni e congiunzioni, ad esempio: “la teiera rossa sul vassoio grande con la zuccheriera e una tazza sul piattino e un cucchiaino sul tovagliolo”.
Il bambino legge i cartellini e mette insieme gli oggetti. Poi compone la frase usando i cartellini delle parole (sempre divisi per tipo in casellari, buste o scatoline, di colori diversi e contrassegnati dal simbolo grammaticale). Chiediamo al bambino: “Quali sono le parole che vi hanno spiegato dove mettere esattamente gli oggetti? Su ognuna di queste parole, mettete il ponte verde”.  Si può completare l’esercizio mettendo sopra ad ogni parola il simbolo grammaticale corretto.
Possiamo anche preparare dei cartellini di comandi che il bambino legge e usa per ricreare la scena descritta, usando gli oggetti della fattoria, ad esempio: tre maiali sul tetto del fienile, una papera dietro al cane, ecc…

Esercizi scritti: incoraggiamo il bambino a scrivere proprie frasi utilizzando le preposizioni.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

ESEMPI DI ESERCIZI SULLA FUNZIONE DEL VERBO NELLA CASA DEI BAMBINI

Si possono fare vari giochi sul verbo con i bambini, ad esempio dare loro cartellini dei comandi che contengono azioni da eseguire.
Possiamo metterci accanto al tappeto, scrivere su un cartellino un verbo e darlo al bambino. Il bambino legge ed esegue l’azione, ad esempio “ridere”. Chiediamogli: “Puoi portarmi ridere?”. Il bambino ci penserà, e risponderà di no. Chiediamogli: “Puoi farlo?”, e il bambino risponderà di sì.
Facciamo la stessa cosa con altri verbi, di modo che il bambino capisca che l’azione può essere eseguita, ma non manipolata, presa, portata.
Il bambino, attraverso questi esercizi, si rende conto della differenza tra energia e materia.

Esercizi con la fattoria (la casa di bambola, lo zoo, ecc…). Prepariamo sul tappeto una raccolta oggetti, la scatola dei simboli grammaticali e una decina di cartellini rossi dei verbi. Il bambino legge un verbo e inventa una scena utilizzando quel verbo e gli oggetti che ha a disposizione. La frase può essere scritta su una striscia, e su ogni parola si metteranno i simboli grammaticali corretti.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

ESEMPI DI ESERCIZI SULLA FUNZIONE DELL’AVVERBIO NELLA CASA DEI BAMBINI

Vari giochi verbali possono essere fatti coi bambini, chiedendo loro di eseguire azioni in un determinato modo, ad esempio camminare velocemente, parlare piano, cantare tristemente, ecc… Possiamo anche usare cartellini dei comandi da leggere ed eseguire. Gli esercizi sugli avverbi aiutano il bambino a capire il contenuto emotivo della scrittura.

Scriviamo un verbo in nero e un avverbio in rosso, ad esempio: “ridere forte”. Il bambino eseguirà l’azione, come indicata. Ripetiamo con altri esempi: parlare lentamente, muoversi furtivamente, sorridere teneramente, camminare tristemente. Dopo ogni azione eseguita, mettere il cartellino sul tappeto, ed aggiungere i simboli grammaticali, per evidenziare gli avverbi. Chiediamo ai bambini: “Qual è la parola che ti è servita per capire come eseguire l’azione?”.

Gioco logico sugli avverbi: scegliamo una decina di verbi, scritti su cartellini rossi, e una decina di avverbi scritti su cartellini arancioni. Mettiamo i cartellini in due buste o scatoline separate e contrassegnate dai relativi simboli grammaticali.


Il bambino prende i verbi, li legge uno ad uno e con essi forma sul tappeto una colonna. Poi prende gli avverbi, e fa la stessa cosa, formando una seconda colonna a destra di quella dei verbi. Si formeranno così degli abbinamenti verbo-avverbio casuali, alcuni dei quali avranno un senso, mentre altri saranno assurdi.

Lasciare sul tappeto gli avverbi sensati, raccogliere gli altri e cercare di fare con essi abbinamenti corretti. Terminato il lavoro, il bambino può mettere su ogni colonna il simbolo grammaticale corretto.

Esercizi scritti. Possiamo dare ai bambini un cartellino del verbo e chiedergli di copiarlo sul suo quaderno e di aggiungere una lista di avverbi, cioè di indicazioni su come l’azione può essere eseguita. Possiamo fare la stessa cosa anche dandogli un cartellino del verbo ed un certo numero di cartellini degli avverbi (alcuni appropriati ed altri no), ed il bambino comporrà la sua lista sul tappeto.

Caccia di avverbi: il bambino può cercare avverbi su giornali e riviste e sottolineare quelli che trova.

Lettura interpretata: Prepariamo una busta o una scatolina con dei cartellini che contengono frasi o brani tratti da testi letterari, che descrivano in modo dettagliato le azioni dei personaggi o il loro stato emotivo mentre le eseguono. All’inizio proponiamo frasi che contengano una sola azione, poi inseriamo anche frasi più complesse. Il bambino legge ed interpreta i brani. Facendo questo, deve prestare attenzione al significato esatto delle parole, ma anche al significato esatto della frase nel suo complesso, cioè all’ordine delle parole.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

ESEMPI DI ESERCIZI SULLA FUNZIONE DEL VERBO TRANSITIVO E INTRANSITIVO NELLA CASA DEI BAMBINI

Raduniamo un piccolo gruppo di bambini. Ad uno di essi diamo un cartellino con un verbo transitivo, ad esempio “passeggiare per la classe”, e diciamo di leggere l’azione ed eseguirla. Mentre il bambino continua a passeggiare per la classe, diamo ad un altro bambino un cartellino con un verbo transitivo, ad esempio: “srotolare un tappeto”. Il secondo bambino legge il suo cartellino ed esegue l’azione.
Diamo ad un terzo bambino un cartellino con un altro verbo transitivo, ad esempio, “mettere una matita rossa sul tavolo”. Continuare così finché i bambini non notano le differenze tra la prima azione e le altre. I verbi intransitivi non hanno un oggetto e proseguono nel tempo, mentre i verbi transitivi hanno un oggetto e una volta eseguiti si fermano. Non serve dare ai bambini la terminologia, l’importante è che capiscano questa differenza.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

ESEMPI DI ESERCIZI SULLA FUNZIONE DEI TEMPI VERBALI NELLA CASA DEI BAMBINI
Scriviamo una frase su un cartellino, ad esempio “portare un libro”. Un bambino legge il cartellino, mentre noi eseguiamo l’azione dicendo: “Sto portando un libro”.
Chiediamo al bambino di rileggere il cartellino. Senza fare nulla, diciamo: “Ho portato un libro”.
Ripetere con altri esempi, finché il bambino non si rende conte che il presente dura per il tempo necessario al completamento dell’azione, e che una volta che essa è finita, diventa passato.

Scriviamo una frase che contenga un verbo non di movimento, ad esempio: pensare alla mamma. Il bambino legge ed esegue l’azione.  Dopo una pausa, chiediamo al bambino: “Cosa hai fatto?” e lui risponderà: “Ho pensato alla mamma”. Diciamo al bambino: “Adesso stai parlando con me”.
Facciamo altri esempi simili, finché il bambino non si rende conto che alcuni verbi si riferiscono ad azioni visibili, mentre altri verbi sono invisibili.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticale
LA FUNZIONE DELLE PAROLE NELLA SCUOLA PRIMARIA

(trovi altre presentazioni e materiali stampabili pronti negli articoli dedicati ad ogni parte del discorso)

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali – IL NOME

Poniamo il simbolo del nome sul tappeto, mentre i bambini si radunano per ascoltare la storia.

Quando eravate piccoli, avete imparato a parlare. Le prime parole che avete usato erano probabilmente “mamma”, “papà”, oppure “gatto”. Sono tutte parole che servono a denominare le cose. Forse quando i primi uomini sulla terra iniziarono a parlare tra loro, usarono per prime le parole “fuoco”, “cibo”, “bambino”. Anche se questi uomini vissero moltissimo tempo fa, le parole che usarono esistono ancora oggi. Gli esseri umani usano le parole per dare un nome ad ogni cosa. Le parole che usiamo per dare un nome alle cose sono parole molto speciali. Sono solide e stabili. Rappresentano le cose del nostro mondo.
Per questo usiamo questa piramide nera per rappresentare queste parole: la piramide è infatti molto antica e molto stabile, ha una base molto larga. Usiamo il colore nero perchè è il colore del carbonio, l’elemento più antico e diffuso sulla terra.
Queste parole si chiamano NOMI e servono a chiamare le persone, i luoghi e tutte le cose del nostro mondo.

Anche se questo racconto è estremamente semplice, è sufficiente a stimolare i bambini ad etichettare con il relativo nome tutti gli oggetti presenti nell’aula, a fare liste di nomi di cose che vedono per strada, a casa, ecc…, a porre il simbolo del nome in modo appropriato nelle loro frasi scritte.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali – L’ARTICOLO

Poniamo il simbolo del nome e dell’articolo sul tappeto, mentre i bambini si radunano per ascoltare la storia. Mettiamo sul tappeto anche alcuni oggetti, ad esempio un pennarello, una matita e due tubetti di colla.

Cercando i nomi attorno a voi, ed anche nelle frasi e nelle storie, avete notato che ci sono anche altri tipi di parole? Parole che fanno un lavoro diverso dal nome? Ci sono ad esempio un gruppo di parole, molto corte, che fanno un lavoro molto importante…
Chiediamo a un bambino di portarci una matita, posiamola sul tappeto sotto al simbolo del nome e scriviamo il cartellino “la matita”. Poi facciamo portare un pennarello e scriviamo “il pennarello”. Infine facciamoci portare una delle due colle e scriviamo “una colla”.

Sappiamo che queste parole sono nomi (indichiamo i nomi sotto la piramide nera). Queste altre parole non sono nomi (indichiamo gli articoli): il loro compito è quello di segnalare che presto arriverà un nome. Noi chiamiamo queste parole ARTICOLI. Nella nostra lingua ce ne sono nove in tutto. In Inglese ce ne sono soltanto tre. Alcune lingue ne hanno molti di più e alcune lingue non ne hanno affatto.
Per gli articoli usiamo una piccola piramide, perchè l’articolo fa parte della famiglia del nome, e serve sempre ad annunciare che sta arrivando un nome dopo di lui. La parola articolo deriva dal Latino e significa “piccolo membro”. L’articolo è infatti un piccolo membro della famiglia del nome. Ma anche se piccolo, è un membro molto importante.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali – L’AGGETTIVO 

Poniamo il simbolo del nome, dell’aggettivo e dell’articolo sul tappeto, mentre i bambini si radunano per ascoltare la storia.

Abbiamo parlato dei nomi e degli articoli, ed ora è il momento di conoscere un nuovo simbolo.
Chiediamo ad un bambino di portarci una matita. Il bambino ce ne porta una, ma noi diciamo: “Grazie, ma non è quella che voglio”. Chiediamo quindi ad un altro bambino di portarci una matita, e ancora diciamo: “Grazie, ma non è quella che voglio”. Chiediamo allora ad un terzo bambino: “Mi porti una matita gialla?” (o di un altro colore, se una matita gialla era già stata portata).
E’ stato difficile per me avere la matita che volevo, finché non ho aggiunto un’altra parola alle parole “una matita”. Il simbolo di cui parliamo adesso rappresenta le parole che usiamo per descrivere un nome. Queste parole possono dirci il colore del nome, o il numero, oppure molte altre cose: se è freddo, caldo, pesante, leggero, pieno, vuoto, grande, piccolo…
Usiamo una piramide media, di colore blu scuro, perchè questa parola fa parte della famiglia del nome e sta sempre accanto ad esso, di solito nella nostra lingua viene dopo, ma a volte può anche stare prima. In Inglese invece si mette sempre prima.
A volte possono esserci anche due o più di queste parole, ad esempio io posso dire “una matita gialla”, oppure “una piccola matita gialla”, oppure “una matita gialla nuova”.
Questo genere di parole di chiama AGGETTIVI. La parola aggettivo deriva dal Latino e significa “che aggiunge qualcosa a”, e si aggiunge infatti al nome per descriverlo o dirci qualcosa di più su di lui.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali  – IL VERBO

Prepariamo una serie di cartellini di nomi scritti in rosso ed una serie di cartellini di verbi scritti in nero; ad esempio: fazzoletto forbici elastico candela, e saltare sorridere camminare applaudire.
Chiediamo ai bambini di portarci un fazzoletto, le forbici, un elastico, una candela, e via via poniamo il cartellino accanto all’oggetto.
Ora chiediamo ai bambini di portarci saltare. Naturalmente i bambini si metteranno a saltare davanti a noi, allora diremo: “Questa è una buona dimostrazione di come si fa a saltare, ma non possiamo mettere niente accanto al cartellino…”
Chiediamo di portarci sorridere, poi camminare, poi applaudire. I bambini presto si renderanno conto di non poterlo fare: non si può portare alla maestra sorridere, camminare o applaudire.
Indichiamo i nomi e chiediamo: “Vi ricordate che tipo di parole sono queste?” I bambini diranno che si tratta di nomi.
Poi indichiamo i verbi e diciamo: “Queste parole sono diverse. Sono cose che si possono fare, hanno movimento ed energia.
Mettiamo in alto il simbolo del nome e il simbolo del verbo.


Ricordate che il sostantivo è solido e stabile, se gli do una spinta non va molto lontano. Ma guardate cosa succede se do una spinta a questo…Va molto lontano ed ha l’energia di muoversi liberamente, in qualsiasi direzione. Usiamo una sfera rossa per rappresentare queste parole perchè il rosso è il colore del fuoco e la sfera è la forma del sole, che dà energia alla terra.
Queste parole si chiamano VERBI. La parola verbo deriva dal Latino e significa “parola per eccellenza”, cioè la parola più importante di tutte nella frase.”

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali – LA PREPOSIZIONE

Diamo ad ogni bambino una molletta da bucato e diciamo che useremo queste mollette per imparare un nuovo tipo di parole. 
Ora vi darò delle indicazioni, e voi dovrete seguirle e dirmi ogni volta la posizione della molletta.”
“Mettete la molletta sulla vostra testa. Dove si trova?” Si trova sulla testa.
“Mettete la molletta in tasca. Dove si trova?” Si trova in tasca.
“Mettete la molletta insieme a quelle degli altri. Dove si trova?” Si trova con le altre

“Nascondete la molletta tra le mani. Dove si trova?” Si trova nelle mani
“Mettete la molletta sulla schiena. Dove si trova?” Si trova dietro.

Continuare così a piacere. Poi mostriamo ai bambini il simbolo grammaticale e diciamo: “Come simbolo per questo tipo di parole usiamo un ponte verde.  Queste parole ci dicono la nostra posizione. Possiamo essere sul ponte, sotto il ponte, davanti al ponte, accanto al ponte, sopra il ponte… Chiamiamo queste parole PREPOSIZIONI.  La parola preposizione deriva dal Latino e significa “messo davanti” perchè si mette davanti al secondo nome e serve a stabilire una relazione tra due nomi.”

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali – L’AVVERBIO

 Scriviamo dei cartellini con dei verbi (in rosso) e degli avverbi (in arancione) e mettiamoli sul tappeto insieme ai simboli grammaticali del verbo e dell’avverbio.


Ecco un altro simbolo che rappresenta una parola che può muoversi liberamente attorno al verbo come il nostro pianeta di muove attorno al sole. Proviamo.” Facciamo rotolare l’avverbio attorno al verbo.
Leggiamo questo cartellino: camminare. Camminare è un verbo. Ora voglio aggiungere ad essa la parola lentamente”. Continuiamo, ad esempio, con respirare profondamente, cantare dolcemente, parlare allegramente, mangiare poco.
“Queste parole vengono aggiunte al verbo per dirci come eseguire l’azione. Si chiamano AVVERBI, che significa “aggiunti al verbo”. 
Leggendo i cartellini sul tappeto, i bambini possono notare che molti avverbi terminano in -mente. Possiamo anche farlo notare noi, e dire che è vero che molti avverbi terminano così, ma non tutti.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali – IL PRONOME

Prepariamo dei semplicissimi cappellini di carta viola  a forma di cono. Su ogni cono scriviamo un pronome personale: io, tu, lui (egli), lei (ella), esso, noi, voi, loro (essi, esse).

Prepariamo anche serie di frasi scritte su cartellini, facendo riferimento ai nomi dei bambini, ad esempio: Maria dà la matita ad Antonio; Massimo legge un libro alla classe; Alma e Gaia giocano a carte con Giovanni ecc…
Ho preparato questi cappellini per voi, li useremo nella nostra lezione. Ora leggerò questa frase: Maria dà la matita ad Antonio. Antonio e Maria, venite“. Diamo a Maria il cappello col pronome LEI e ad Antonio il cappello col pronome LUI. Ora diciamo: “Lei dà la matita a lui“.
Facciamo altri esempi: “Massimo legge un libro alla classe“. Diamo a Massimo il cappello col pronome LUI (o egli) e mettiamo il cappello NOI al centro della classe. Ora diciamo: “Lui legge un libro a noi“.
Proseguiamo fino a quando non avremo utilizzato tutti i cappelli.
Queste parole svolgono un lavoro molto importante: prendono il posto dei nomi. Si alzano in piedi con fierezza e sono viola”. Mostriamo il simbolo. “Queste parole si chiamano PRONOMI. La parola pronome deriva dal Latino e significa ‘al posto del nome’.”

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali – LA CONGIUNZIONE

Prepariamo dei nastrini rosa e un mazzolino di fiori di due colori diversi.

Diamo ad ogni bambino una coppia di fiori di colori diversi, e chiediamo loro di legarli insieme con un nastrino rosa. Diciamo loro frasi del tipo: “Vuoi il fiore giallo e il fiore arancione?”, “Vuoi legare insieme quello giallo e l’altro?” “Ti do sia il fiore giallo sia il fiore arancione”, “Ti do questo e anche questo”, “Ti do questi fiori affinché li leghi insieme”, ecc…
Mettiamo alcuni cartellini di congiunzioni usate sul tappeto, e diciamo: “Questo parole servono ad unire tra lo delle parole o delle frasi. Si chiamano CONGIUNZIONI. Congiunzione significa ‘unire con’. Usiamo questo rettangolino rosa per ricordare il nastro rosa che abbiamo usato per tenere uniti i nostri fiori. 
Spesso capita che vedendo il simbolo della congiunzione i bambini dicano che somiglia a una gomma da masticare. Se vi succede, potete dire che è un buon modo per ricordarsi la funzione della congiunzione, perchè la gomma da masticare è appiccicosa e quindi può unire tra loro le cose, come il nastro.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali – L’interiezione 

Per l’interiezione possiamo prendere come modello la presentazione del punto esclamativo, utilizzando una clava disegnata o di plastica. Raccontando la storia, ogni volta che pronunciamo un’interiezione, alziamo la clava in verticale, facendola sembrare un punto esclamativo.


Vi racconto una storia accaduta tantissimi anni fa, quando gli uomini vivevano ancora nelle caverne e andavano a caccia per procurarsi il cibo. Una sera un uomo prese la sua clava e uscì dalla caverna per andare a cercare qualcosa da portare alla sua famiglia per cena. Dopo qualche ora l’uomo tornò a casa, stanco e avvilito. La sua famiglia lo stava aspettando. I bambini dissero: “Papà è tornato! Ma dov’è il cibo?”. E il papà rispose: “Oh! Stasera non c’è cibo”.
Il giorno seguente l’uomo uscì di nuovo, e rientrò alla caverna ancora più tardi. Era stanco. La sua famiglia lo stava aspettando e gli chiese: “C’è qualcosa da mangiare?”. E lui rispose: “Ahimè! Stasera niente cibo”.
Il terzo giorno il papà uscì di nuovo. Aveva piovuto. L’uomo era uscito già da molto tempo, e quando rientrò i bambini non gli chiesero nemmeno se aveva trovato qualcosa per cena. Lui mise un bel pezzo di carne sul sasso che nella caverna faceva da tavolo e disse: “Evviva! Stasera si mangia!”.

La famiglia applaudì al papà gridando:”Evviva!”, “Urrà!”. E il papà fu molto felice.
Mettiamo sul tappeto i cartellini delle interiezioni che abbiamo usato durante il racconto. Poi aggiungiamo ad ogni interiezione una breve frase.
“Come vedete le frasi possono stare anche da sole, ma diventano molto più interessanti con l’aggiunta di queste parole. Esse aggiungono il sentimento di chi parla. Questa parole si chiamano INTERIEZIONI. Interiezione deriva dal Latino e significa ‘gettare tra qualcosa’. Noi gettiamo queste parole tra le frasi  per esprimere le nostre emozioni.”
Se questa presentazione non vi piace, potete anche far leva sulla somiglianza del simbolo dell’interiezione ad una serratura, e dire ai bambini che l’interiezione è la chiave delle emozioni, in una frase.

Introduzione alle parti del discorso e simboli grammaticali

Psicogrammatica Montessori le lezioni e i comandi

Psicogrammatica Montessori le lezioni e i comandi. Maria Montessori nel 1899 lavorò nella Scuola Magistrale Ortofrenica di Roma, incarico ottenuto in seguito a un suo corso tenuto sempre a Roma per i maestri della scuola pubblica. L’insegnamento della grammatica, allora, non fu completo e profondo come è potuto riuscire coi bambini normali, ma fu un insegnamento brillante: la grammatica era “vissuta”, e i bambini vi prendevano il più vivo interesse. Fu durante questa esperienza che nacquero i “comandi” e le “scatole grammaticali”.

Come racconta Maria Montessori, in questi primi esperimenti di didattica preparò per i bambini serie di parole stampate su cartellini singoli, che insieme potevano comporre frasi o proposizioni.
I primi abbinamenti fatti dai bambini con questi cartellini potevano essere del tipo nome-aggettivo, ad esempio: “lana-rossa”, “confetto-dolce”, “cane-quadrupede”. Poi gli abbinamenti potevano includere articolo e verbo: “la minestra è calda”, “Maria mangia i confetti”.

Per facilitare la scelta dei cartellini, Maria Montessori li dispose all’interno di alcuni casellari separati, un casellario per il nome, uno per l’aggettivo, uno per il verbo, uno per l’articolo, ecc… Ogni casellario era poi suddiviso ulteriormente per tipo. Ad esempio il casellario del nome era diviso in: persone, vestiario, cibi, animali; il casellario dell’aggettivo in: colori, forme,…; il casellario dei verbi in: infinito, presente, passato, futuro.
Grazie a questi casellari i bambini non solo erano in grado di comporre frasi, ma imparavano con la pratica a riporre ogni parola nella giusta scatola, e in questo modo si preparavano all’analisi grammaticale. Dopo un certo numero di esercizi, infatti, Maria Montessori poteva spiegare ai bambini il significato delle parole stampate sui casellari, ad esempio “Nome”, “Verbo”, “Aggettivo”, ecc…

Per spiegare il nome diceva ai bambini, semplicemente: «Col nome chiamo le persone e gli oggetti. Le persone rispondono se le chiamo; gli animali pure; gli oggetti no, perchè non possono, ma se potessero risponderebbero. Per esempio, se dico: «Maria!», Maria risponde. Se dico: « Ceci!», i ceci non rispondono perchè non possono, ma risponderebbero, se potessero. Però è anche vero che quando dico “Ceci!” potete portarmeli voi, anche se non sanno venire da soli, e lo stesso se dico “Quaderno!” oppure “Mele!”. Se non vi dico il nome dell’oggetto, voi invece non potreste capire di cosa parlo, perchè ogni oggetto ha un nome diverso; il nome è la parola che rappresenta l’oggetto. Se io non dico il nome voi non capite di che cosa voglio parlare; per esempio se dico: “portatemi qui… presto, portatemelo qui, lo voglio!”. Voi non potete portarmi niente, perchè non capite di che oggetto parlo, se non dico il suo nome. Per capire se la parola è un nome bisogna chiedersi:”E’ qualche cosa? Risponderebbe se potesse? Lo potrei portare alla maestra? ». 

Dopo questa breve lezione, prendeva dai casellari un po’ di cartellini di nomi, aggettivi e verbi, ad esempio, mischiandoli. Poi li leggeva ai bambini, ad esempio: «Dolce ! Portami dolce! C’è un oggetto che risponde? Mi porti un confetto, ma io non ho detto confetto, ho detto dolce. Mi vuoi dare lo zucchero, io non ho detto zucchero, ho detto dolce. Io volevo l’acqua dolce della bottiglietta dei sapori… Dunque dolce non è un oggetto, perchè se dico dolce, voi non potete indovinare l’oggetto che voglio. Invece se dico: confetti, zucchero, acqua, bottiglia, allora sì che capite cosa voglio, perchè queste parole chiamano degli oggetti, queste parole sono nomi».

Queste prime lezioni che sembravano degli ordini imperfetti, dei comandi a cui mancava la parola e che servivano a presentare una parte del discorso nell’ambito dell’analisi grammaticale, sono state la spinta all’elaborazione delle lezioni di psicogrammatica nella scuola primaria, lezioni che comunemente vengono ancor oggi chiamate “Comandi”.

Con i bambini normodotati questi “Comandi” si sono moltiplicati ed evoluti: non più affidati all’arte drammatica dell’insegnante, i comandi sono diventati cartellini scritti, e sono i bambini stessi a leggerli. Per questo si parla oggi, nella scuola primaria, di “leggere i comandi” o “scrivere i comandi”.

Sempre basandosi sul dato sperimentale, Maria Montessori ha messo a punto per lo studio della grammatica una serie metodica d’esercizi basata su uno specifico materiale preparato.

L’insegnante, nella scuola primaria, ha a disposizione un materiale tutto pronto, non deve pensare a comporre una sola frase, non deve consultare un programma. Gli oggetti che sono a sua disposizione contengono tutto il necessario: basta conoscerne l’esistenza e l’uso. Le lezioni che deve fare sono semplici e richiedono azioni e gesti, più che parole.  All’interno della classe i bambini agiscono di continuo, e agiscono da sé. Una volta presentato il materiale, lo riconoscono, e amano trovare da soli precisamente l’oggetto che vogliono scegliere. Con le sue poche lezioni, è come se l’insegnante mettesse in comunicazione dei fili elettrici: ed ecco che la lampadina si accende.

Psicogrammatica Montessori le lezioni e i comandi

La preparazione dell’insegnante deve essere sia interiore, sia esteriore. La preparazione interiore riguarda il tatto da usare in ogni intervento, e la consapevolezza dell’obiettivo. La preparazione esteriore riguarda la conoscenza del materiale.

Gli esercizi principali della grammatica sono:
– le concordanze;
– le analisi;
– i comandi.

Le concordanze sono fatte con l’aiuto di fasci di cartellini appositamente preparati (concordanze fra articolo e nome, tra articolo nome e aggettivo, tra pronome e verbo, tra pronome e nome);

I comandi sono sia lezioni sia esercizi: alla spiegazione segue subito l’interpretazione e l’esecuzione del comando letto da parte dei bambini. Se è possibile, i comandi si fanno non a tutta la classe, ma ad un gruppo di bambini, possibilmente in una stanza vicina, mentre i compagni lavorano coi materiali in classe.

L’analisi è invece un lavoro di isolamento e concentrazione. Mentre il comando dà l’intuizione, l’analisi produce la maturazione. In questi esercizi si usano le scatole grammaticali (o casellari grammaticali). Nello scomparto più grande ci saranno i cartellini delle frasi, ad esempio “Getta il tuo fazzoletto”. Il bambino prende il cartellino della frase e lo  pone sul tavolino: poi, prendendo dalle caselle i cartellini colorati corrispondenti alle parole della frase li pone uno vicino l’altro, ricomponendo con essi la frase intera, traducendo coi cartellini colorati le frasi stampate sui biglietti.
L’esercizio è semplicissimo, perchè il bambino non deve nemmeno ricordare la frase. E’ eliminato ogni sforzo intellettuale legato alla composizione della frase, e il bambino può concentrare tutta la sua attenzione sui colori, e sui posti dei cartellini nel casellario, (nomi, avverbi, preposizioni, ecc). Il colore e il titolo di ogni casella gli fanno più volte ribadire la conoscenza di una classificazione delle parole secondo il senso grammaticale.
Ciò che rende interessanti tali esercizi di analisi, sono gli spostamenti: la maestra, passando, può spostare i cartellini delle parole (o toglierne alcune), modificando il senso della frase e stimolando nel bambino l’intuizione delle regole grammaticali. Infatti non si capisce mai tanto il funzionamento di una cosa, come quando essa viene a mancare. Inoltre gli spostamenti di cartellini dimostrano che il senso del discorso non è dato dalle parole, ma dall’ordine delle parole.
Col tempo i bambini si interessano sempre più all’ordine delle parole, e cominciano a ricercare spostamenti di parole che, senza distruggere l’espressione di un pensiero, ne attenuano la chiarezza, o fanno suonare male la frase.

Psicogrammatica Montessori le lezioni e i comandi

Album Montessori per l’area linguistica 6-9 anni

Nel corso degli anni ho pubblicato nel sito moltissime presentazioni relative all’area linguistica per la fascia d’età 6-9 anni. Le trovi qui:

AREA LINGUISTICA MONTESSORI

Il progetto è quello di realizzare e mettere a disposizione gli album Montessori per l’area linguistica… ci sto lavorando.

La mole di argomenti richiede una suddivisione per aree:

1: LETTURA, SCRITTURA E CALLIGRAFIA
2: STUDIO DELLE PAROLE
3: ANALISI GRAMMATICALE
4: ANALISI LOGICA E DEL PERIODO.

Al momento è pronto l’Album per lo studio delle parole in formato corso online qui:

. STUDIO DELLE PAROLE MONTESSORI

La psicogrammatica Montessori

La psicogrammatica Montessori, ovvero filosofia della grammatica, rappresenta un notevole aiuto per orientarsi nei vari ambiti linguistici.

Nella lingua italiana ci sono nove simboli per le varie parti del discorso, e grazie alla loro forma stabiliscono un legame tra lingua e matematica.

E’ interessante vedere che, come in matematica per l’uno e lo zero, la dualità emerge di nuovo sotto forma di nome e di verbo, colonne portanti del mondo della lingua.

Maria Montessori associò al nome la forma della piramide, da cui è tratto il simbolo: il triangolo nero.

La piramide è solida, stabile: costruzione molto antica, simboleggia anche il fatto che, probabilmente, i sostantivi vennero usati per primi dagli esseri umani, per capirsi fra loro.

Il nero rappresenta la materia e il triangolo la staticità, elemento paragonabile all’unità.

Al verbo si collega l’immagine di una sfera rossa e di qui il simbolo di un cerchio rosso.

Il rosso simboleggia l’energia, e la sfera e quindi il cerchio significano movimento e dinamicità, paragonabili allo zero.

Tra nome e verbo troviamo le altre sette parti del discorso, i cui simboli rendono chiara una relazione ulteriore o con il verbo, o con il sostantivo.

L’intera parentela tra le parti del discorso è legata a questa coppia. Il significato psicologico e filosofico di questo approccio alla grammatica diventa particolarmente chiaro nel racconto che segue, inventato da Maria Montessori e raccontato dal figlio Mario durante un convegno a Francoforte nel 1954, per spiegare ai bambini la funzione delle parole.

La psicogrammatica Montessori
La favola delle parti del discorso

(Narratore) C’era una volta un principe molto potente che governava un paese molto speciale: il paese delle parti del discorso (nome, un triangolo nero).

Il principe era accompagnato quasi sempre da un piccolo inserviente (articolo, triangolino equilatero celeste chiaro).

Se il principe era di buon umore, portava con sè un altro inserviente, più grande del primo. Allora tutta la gente aveva il piacere di vedere che specie di principe fosse (aggettivo, triangolo equilatero blu).

A volte il principe non aveva voglia di farsi vedere. Allora inviava un rappresentante che doveva camminare tutto solo, senza alcun servitore (pronome, triangolo isoscele viola).

 

(Il principe racconta). Quando arrivai nel nuovo paese, non riuscivo a trovare la strada. Improvvisamente vidi al lato della via alcune piccole falci verdi. Erano i segnali stradali che indicavano dove si poteva trovare qualcosa, oppure quale direzione prendere (preposizione, mezzaluna verde).

Il sole rosso rotolava attraverso il cielo e faceva vivere tutti, ma solo in certi periodi (verbo, cerchio rosso).

Il sole, poi, non era sempre solo nel cielo: talvolta arrivava la piccola luna, ad aumentare la sua luminosità. Allora, improvvisamente, si poteva vedere anche quale aspetto avesse il sole, dove stesse in quel momento, o quando sarebbe nuovamente andato via (avverbio, cerchio più piccolo arancione).

(Narratore). Ogni cosa era organizzata nel modo migliore nel paese del principe. Nessuno lì lavorava da solo: si riunivano per parlarsi. Tutte le città erano collegate da linee ferroviarie. In questo modo ci si poteva riunire velocemente: bastava sedersi in treno (congiunzione, una barretta rosa).

In questo bel paese  non sempre tutto era tranquillo. Talvolta la gente esclamava a voce molto alta sillabe o parole, quando era contenta o triste, come: ehi, oh, oppure ahimè (interiezione, punto esclamativo dorato).

 

Ora abbiamo fatto la conoscenza di tutti i rappresentanti del paese del principe.
E’ un paese interessante.
Più a lungo ci si ferma, meglio lo si conosce.

Spesso ci si stupisce perchè succede che una parte del discorso assuma la funzione di un’altra. Ma questi sono segreti che si possono scoprire solo via via, lentamente.

Montessori psycho – grammar, or philosophy of grammar, is a great help for orientation in the different linguistic areas.

There are nine symbols for the various parts of speech, and due to their form they establish a link between language and mathematics.

It is interesting to see that, as in mathematics for one and zero, the duality emerges again in the form of name and verb, pillars of the language.

Maria Montessori associated with the name, the form of the pyramid, that inspired the symbol: the black triangle.

The pyramid is solid, stable building very old, also symbolizes the fact that, probably, the nouns were used first by human beings, to understand each other.

Black represents the matter, and triangle represents the static nature. It is an element comparable to the unit.

The image of a red sphere is connected to the verb, and then the symbol of the verb is a red circle.

The red symbolizes the energy, and the sphere and then the circle signify movement and dynamism, comparable to zero.

Between noun and verb are the seven other parts of speech, whose symbols make clear relationship further or with the verb, or with the noun.

The entire relationship between the parts of speech is linked to this couple. The philosophical and psychological significance of this approach to grammar becomes particularly clear in the story that follows, invented by Maria Montessori. It was narrated by his son Mario during a conference in Frankfurt in 1954, to explain to children the function of words.

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The tale of the parts of speech

photo credit: http://www.montessorica.com/favorite.htm

(Narrator) Once there was a very powerful prince who ruled a country very special: the country of the parts of speech (name, a black triangle).

The prince was almost always accompanied by a small servant (article, equilateral triangle light turquoise).

If the prince was in good spirits, he brought with him another attendant, larger than the first. Then all the people had the pleasure of seeing what sort of prince he was (adjective, equilateral blue triangle).

Sometimes the prince did not want to be seen. Then he sent a representative who had to walk alone, without any servant (pronoun, isosceles triangle purple).

(The prince tells). When I arrived in the new country, I could not find the way. Suddenly I saw to the side of road a few small green scythes. They were the road signs indicating where you could find something, or what direction to take (preposition, green crescent).

The red sun rolled across the sky and it made all live, but only at certain times (verb, red circle).

The sun also was not always alone in the sky: sometimes the small moon came, to increase its luminosity. Then, suddenly, you could also see what aspect had the sun, where he was at that time, or when it would again left (adverb, smaller circle orange).

(Narrator). Everything was organized in the best way in the country of the prince. No one there working alone: they gathered to talk. All cities were connected by rail lines. This way you could gather quickly: it was enough to sit on the train (junction, a pink bar).

In this beautiful country not everything was quiet. Sometimes people cried loudly syllables or words, when he was happy or sad, like: hey, oh, alas, or (interjection, golden exclamation mark).

Now we have made the acquaintance of all the representatives of the country’s prince. It ‘an interesting country. As long as you stop, you know better.

We often wonder because it happens that a part of the discourse takes over the function of another. But these are secrets that can be discovered only gradually, slowly.

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photo credit: http://www.montessoriedutoys.com/10-Symbols–Grammar-Symbols-with-Box-l-24,1351,113.html

Segni di interpunzione col metodo Montessori IL PUNTO FERMO

Segni di interpunzione col metodo Montessori IL PUNTO FERMO; presentazioni per bambini della scuola primaria, che servono anche a spiegare cos’è la frase.

Segni di interpunzione col metodo Montessori IL PUNTO FERMO
Prima presentazione del punto fermo ai bambini (serve anche a spiegare cos’è la frase).

Materiali
– un pezzo di spago
– una perla rossa
– pennarello rosso e nero
– strisce di carta

Presentazione

Invitiamo un gruppo di bambini ad unirsi a noi e srotoliamo il tappeto.

Su una striscia di carta scriviamo un soggetto, ad esempio: “tutti i pesci”

Leggere a voce alta e poi chiedere ai bambini: “Secondo voi quello che ho scritto è sufficiente a capire quello che voglio dire? Riuscite a capire cosa sto pensando dei pesci?”

Quindi completare la frase aggiungendo, ad esempio: “vivono nell’acqua”

Leggere tutta la frase e dire: “Ora sì che abbiamo un pensiero completo. Un pensiero completo è un gruppo di parole che insieme hanno un senso. Un pensiero completo si chiama frase. “

Con lo spago incorniciare la frase, per sottolinearne la completezza.

Quindi dire ai bambini: “Ogni volta completiamo una frase, la dobbiamo fermare”.  E poniamo la perla rossa al termine della striscia.

Diciamo: “Per fermare la mia frase ho messo questo punto rosso. Tutte le volte che ho terminato una frase devo fare le stessa cosa, mettere un punto. Questo punto si chiama PUNTO FERMO”. Quindi prendiamo di nuovo in mano la perla rossa e facciamo un punto rosso alla fine della frase:

Ora chiediamo ai bambini: “Vi ricordate cosa abbiamo detto delle lettere maiuscole? Quali parole si devono scrivere con la lettere maiuscole? Giusto, la parola che sta all’inizio di una frase”. Col pennarello rosso correggiamo la parola scritta sulla striscia di carta:

Aggiungere il titolo della lezione sul tappeto dicendo: “Questa è la nostra lezione chiave sul PUNTO FERMO”, quindi chiedere ai bambini di registrare la lezione sui loro quaderni, scrivendo in rosso l’iniziale maiuscola e il punto fermo.

Possiamo aggiungere che gli antichi Greci ponevano un cerchio intorno alle frasi, per indicare che lo scrittore con quelle parole era andato intorno a un certo soggetto. Il cerchio poi è diventato un cerchietto piccolo alla fine della frase, ed infine divenne così piccolo da trasformarsi in punto.
La parola punto deriva dal latino “punctum” che significa “ridotto al minimo”.

Segni di interpunzione col metodo Montessori IL PUNTO FERMO

Per l’insegnante

Il testo è formato da frasi, che sono delle unità di senso compiuto inserite in una situazione comunicativa.
Una frase è composta da una o più proposizioni.
La proposizione è un’unità sintattica di base costituita almeno da un soggetto e un predicato. Unendo due o più proposizioni poste sullo stesso piano (coordinate) o ordinate secondo una gerarchia (subordinate) si ottiene una frase complessa o periodo.
Una frase può essere costituita da una sola proposizione, e si ha allora la frase semplice; oppure può essere costituita da più proposizioni, e si ha allora la frase complessa o periodo.

Il punto (o punto fermo) indica una pausa lunga e si mette generalmente alla fine di una frase. Se tra due frasi o tra due gruppi di frasi c’è uno stacco molto netto, dopo il punto si va a capo e si comincia con un nuovo capoverso (al quale si può fare maggiore evidenza lasciando uno spazio bianco all’inizio del rigo).
Viene usato anche nelle abbreviazioni (ecc. = eccetera; v. = vedi; cfr = confronta).
Quando una frase termina con una parola abbreviata, il punto non si scrive perchè  già presente nell’abbreviazione.

Segni di interpunzione col metodo Montessori IL PUNTO FERMO

INIZIALE MAIUSCOLA per i nomi propri col metodo Montessori

INIZIALE MAIUSCOLA per i nomi propri col metodo Montessori, presentazione ed esercizi. E’ un argomento che prepara i bambini allo studio della punteggiatura ed è adatto anche alla prima classe.

Presentazione delle lettere maiuscole e minuscole

Materiali
– cartellini delle lettere maiuscole e cartellini delle lettere minuscole
– carta di controllo delle lettere disposte in ordine alfabetico.

– cartelli dei titoli per l’esercizio

Esercizio

Invitare un gruppo di circa cinque bambini alla lezione e srotolare un tappeto.

Distribuire le lettere minuscole tra i bambini, dicendo : “Vi sto dando le lettere minuscole”

Poi dire loro: “Mettiamo queste lettere in ordine. Quale lettera viene prima? “. Cominciare a mettere le lettere, in ordine alfabetico, sul tappeto, dalla lettera a alla lettera z.

Proseguire l’esercizio dicendo: “Ora abbineremo l’alfabeto maiuscolo all’alfabeto minuscolo.”. Poi distribuire le lettere tra i bambini dicendo: “Queste sono le lettere maiuscole”

Indicare ai bambini la prima lettera sul tappeto dicendo: “Questa è la lettera ‘a’ minuscola. Chi ha la ‘A’ maiuscola? “. Se i bambini hanno bisogno di aiuto, possono consultare la tabella di controllo.

Via via i bambini mettono la lettera maiuscola sotto la minuscola corrispondente.

Dire ai bambini: “Questa è la chiave per conoscere le lettere maiuscole” e posizionare i cartelli dei titoli sul tappeto

Ora possiamo dire di piegare lungo la metà verticale una pagina del loro quaderno, e di scrivere sulla prima metà la lettera minuscola, e nell’altra la maiuscola corrispondente. Sarebbe meglio scrivere le minuscole in nero e le maiuscole in rosso.

Una volta completato il lavoro, può essere lasciato in classe per qualche giorno.

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INIZIALE MAIUSCOLA per i nomi propri col metodo Montessori

Presentazione

Materiali
– cartellini dei comandi per le lettere maiuscole (trovi i cartellini pronti in formato pdf qui di seguito)
– libro delle regole per l’uso della lettera maiuscola – pdf qui:

– strisce di carta bianca
– penne di due colori diversi

INIZIALE MAIUSCOLA per i nomi propri col metodo Montessori

Libretto delle regole:

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INIZIALE MAIUSCOLA per i nomi propri col metodo Montessori

Cartellini dei comandi:

tutti scaricabili qui:

cartellini dei comandi per nomi geografici vie e piazze

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cartellini dei comandi per nomi di enti titoli e marchi

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cartellini dei comandi per epoche, mesi, giorni

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cartellini dei comandi per i nomi propri

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cartellini dei comandi per la maiuscola dopo il punto esclamativo

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cartellini dei comandi per la maiuscola dopo il punto interrogativo

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cartellini dei comandi per nomi propri

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cartellini dei comandi per la maiuscola dopo il punto fermo

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Presentazione:

Riuniamo un piccolo gruppo di bambini e diciamo loro che studieremo le lettere maiuscole. Chiediamo quindi ai bambini: “Cos’è una maiuscola?”

Presentiamo ai bambini il Libro delle regole per l’uso della lettera maiuscola. Diciamo loro che non dovranno sapere tutte le regole. Leggiamo la prima regola: “La lettera maiuscola si usa sempre quando si inizia a scrivere e dopo ogni punto fermo”.

Leggiamo degli esempi che dimostrino questa regola, poi chiediamo ai bambini di scrivere delle frasi di esempio sotto dettatura, utilizzando le strisce di carta bianca predisposte e scrivendo le maiuscole in rosso e le minuscole in nero.

A questo punto mostriamo ai bambini i cartellini dei comandi predisposti per questa regola sull’uso della maiuscola. I bambini si eserciteranno individualmente, utilizzando le strisce di carta, o i loro quaderni.

Presentare allo stesso modo tutte le altre regole, con i cartellini dei comandi relativi.

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