Il programma di insegnamento della lingua nella scuola primaria

Il programma di insegnamento della lingua nella scuola primaria

Lo studio della lingua nella scuola primaria Montessori comprende:
1. Storia della scrittura e del linguaggio orale (quarta grande lezione)
2. Grammatica e sintassi
3. Composizione scritta
4. Linguaggio parlato
5. Letteratura
6. Attività di ricerca

Il programma di insegnamento della lingua nella scuola primaria

1. Storia della scrittura e del linguaggio orale (quarta grande lezione)

Nella scuola d’infanzia, il bambino è stato coinvolto nei fatti della lingua, che ha potuto esplorare sensorialmente. Ma poiché adesso le caratteristiche psicologiche sono cambiate, non possiamo mantenere lo stesso approccio. Il nostro compito, ora, è quello di aiutare il bambino ad esplorare le cause che stanno dietro ai fatti.
Nello studio della lingua, cominciamo con le grandi storie cosmiche, per fare appello alla fantasia del bambino. Egli è già in grado di leggere e scrivere, e noi possiamo usare il linguaggio per l’esplorazione delle origini e dello sviluppo del linguaggio, nonché della vita dell’uomo nel nostro universo.
L’arricchimento del vocabolario, la scrittura, la lettura, l’analisi grammaticale e l’analisi logica sono già state presentate, in germe, nel periodo della scuola d’infanzia, ma nella scuola primaria verranno trattate in modo diverso, diventando elementi inseriti nella storia dell’uomo.
Quando il bambino entra nella scuola primaria, psicologicamente si distacca dai suoi primi ambienti (casa, scuola d’infanzia) e si rivolge alla società al fuori di essi. E’ lo sviluppo di questa società che ha reso possibile lo sviluppo della lingua.
La quarta grande lezione ha per oggetto le origini della scrittura (pitture rupestri, scritture prealfabetiche, alfabetiche, sviluppo dei simboli scritti, calligrafia), le origini del linguaggio, e le origini della lingua italiana, con particolare attenzione all’etimologia delle parole.
Grazie alla sua fantasia, il bambino segue con interesse la storia delle origini della lingua, in particolare della sua. Apprezzerà molto anche la storia della scrittura, dei supporti usati nel corso del tempo dai vari popoli, l’evoluzione della scrittura dai pittogrammi al computer, l’invenzione della carta e della stampa.

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2. Grammatica e sintassi
Per parlare e scrivere in modo chiaro, il bambino deve capire le regole della grammatica e della sintassi, ma queste regole non devono essere fornite come un esercizio noioso. Dovrebbero essere date come arte della storia che si è sviluppata nel tempo. In questo modo, le ragioni storiche diventano una risposta alle difficoltà di ortografia, alle parole irregolari, e alle eccezioni alle regole. Il bambino, guidato in questo percorso, si renderà conto di quanto il linguaggio sia interessante, perché noi la applichiamo alla vita e non agli esercizi che stanno in un libro di grammatica.

Gli argomenti di grammatica e sintassi trattati nella scuola primaria sono:

  • Studio della parola
  • Studio delle parti del discorso
  • Analisi logica e del periodo.

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Nello studio della grammatica nella scuola primaria riconosciamo tre stadi o livelli:

  • 1° stadio: esercizi con i simboli grammaticali;
  • 2° stadio 2: esercizi con i cartellini dei comandi;
  • 3° stadio: esercizi con le scatole grammaticali

Lo studio della lingua è anche esercizio di lettura. Se il bambino desidera analizzare le parti del discorso, infatti, avrà bisogno di leggere. Questo è ciò che Maria Montessori chiama lettura totale.
Per tutti i materiali strutturati per lo studio della lingua, facciamo leva sul senso sociale del bambino, stimolando il lavoro in coppie o gruppi, soprattutto con le scatole grammaticali e i cartellini dei comandi. La lingua deve essere presentata con fantasia, se vogliamo interessare il bambino. Egli non deve subire regole di grammatica, sintassi e ortografia, ma piuttosto deve comprendere le ragioni di queste regole particolari, ed acquisire, applicando queste regole, le abilità di scrittura indispensabili a registrare e notificare. Il bambino deve scoprire tutto ciò che si può fare con linguaggio.
La proposta di Maria Montessori riconosce al bambino la capacità di cogliere visioni di insieme, sia pure non troppo vaste. Nella Psicogrammatica (grammatica come aiuto allo sviluppo psichico) si comincia con la famiglia del nome (articolo, nome, aggettivo: sintagma nominale), per passare poi alla famiglia del verbo (sintagma verbale) composta da verbo, avverbio, pronome. I legami dinamici tra le due famiglie avvengono grazie ai tre aiutanti (preposizione, congiunzione, interiezione).
È evidente in Maria Montessori la scelta consapevole di termini come famiglia o aiutante, direttamente comprensibili al bambino, termini vicini al suo mondo affettivo e tuttavia aderenti alla funzione linguistica esatta.
Nella scuola d’infanzia presentiamo i simboli per mostrare che le parole hanno delle funzioni diverse all’interno della frase, mostriamo cioè che le parole cambiano, ma i modelli di funzionamento rimangono gli stessi.
Nella scuola primaria, i simboli grammaticali servono a rendere concreto ciò che è astratto, aiutano i bambini a scoprire la funzione delle parole e a classificarle. La scoperta della funzione avviene in modo spontaneo, e questa preparazione indiretta all’analisi grammaticale è una base forte, a cui aggiungiamo gradualmente nuove scoperte, arrivando a gradi superiori di conoscenza della grammatica.

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3. Composizione scritta
Dal momento che una gran parte del lavoro nella scuola primaria consiste nel notificare e registrare, abbiamo bisogno di aiutare il bambino a scrivere in modo chiaro e preciso.
Dobbiamo aiutarlo a prendere appunti e a scrivere queste note in modo immaginativo. Se il bambino non è abituato a illustrare il suo lavoro con immagini o disegni, o non è abituato alla decorazione, dovremo mostrargli come svolgere il suo lavoro in modo che sia piacevole dal punto di vista artistico, per far sì che ne sia soddisfatto. In questo modo il lavoro scritto non diventa solo un compito, ma un’opera d’arte.

La composizione scritta riguarda:
– libera espressione: immaginativa e fattuale
– esercitazioni pratiche: forma e contenuto, segni di interpunzione, divisione in sillabe, scrittura a mano, illustrazione e decorazione
– relazioni scritte
– scrittura di lettere
– poesia
– teatro
– dialoghi
– studio ed esercizi di stile.

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4, Linguaggio parlato
I bambini dovrebbero essere incoraggiati a parlare e conversare tra loro. Bisogna inoltre coltivare l’abilità di parlare in pubblico, riportare le proprie osservazioni, presentare il proprio lavoro agli altri.  Le abilità linguistiche si esercitano con:
– discorsi
– discussioni e dibattiti
– rapporti
– recitazione
– dialoghi
– teatro.

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5. Letteratura
Nella scuola d’infanzia i racconti letti ai bambini vertono preferibilmente su storie relative alla vita quotidiana. Nella scuola primaria bisogna invece offrire una grande varietà di racconti, e non soltanto storie vere. I bambini, a questa età, cominciano ad apprezzare miti e storie d’avventura.
La biblioteca di classe non deve però essere troppo ricca, perché i bambini deve essere stimolato a ricercare al di fuori della scuola il materiale di lettura. E’ importante che i libri siano letti per il piacere di leggere, e non per essere analizzati.
Gli studenti dovrebbero avere la possibilità di leggere molto e di discutere delle loro letture, esprimendo piacere o antipatia. Gli scrittori possono essere inseriti nel loro contesto storico e sociale.

Le attività di lettura riguardano:
– libri letti dai bambini (libreria di classe e biblioteca pubblica)
– storie e poesie lette dall’insegnante
– lettura interpretata
– biografie di scrittori
– linee del tempo della letteratura
– storia della letteratura italiana.

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6. Attività di ricerca
Le attività di ricerca sono una costante nella scuola primaria, e si intensificano verso la fine, dai 9 ai 12 anni.

In questa presentazione schematica del lavoro sulla lingua nella scuola elementare, consideriamo che tutti gli argomenti elencati si sviluppano non uno dopo l’altro, ma in parallelo.
Non ci sono età fisse per ogni lavoro.
Quando si presenta un argomento nuovo ad un bambino, egli può andare avanti, se vuole, ma non è tenuto a farlo.
L’insegnante deve assicurarsi di presentare alcuni argomenti chiave relativi allo studio della lingua, argomenti che forniscono la base per il progredire delle conoscenze. Fatto questo, un gruppo di bambini può seguirne un aspetto, un altro gruppo un altro. L’insegnante deve osservare questo lavoro, ed inserire le presentazioni dei materiali ai quali la classe non sta lavorando.  Dopo le presentazioni, dovrebbe dare suggerimenti per sostenere il lavoro dei bambini, fino a quando essi non avranno le idee chiare su cosa fare.

Nella scuola d’infanzia i bambini raggiungono un grado di sviluppo in cui scrivono parole e frasi, e leggono cartellini dove sono descritte azioni che essi interpretano praticamente, mostrando così di averle comprese.
Il materiale per l’apprendimento della scrittura e della lettura consiste in due alfabeti mobili: uno più grande, con le vocali e le consonanti di due colori diversi, ed uno più piccolo in un colore unico.
Tuttavia il grado di sviluppo non è ancora ben determinato: si potrebbe dire che i bambini hanno fissato i meccanismi della scrittura e della lettura, e si avviano verso uno sviluppo intellettuale di queste conquiste. E’ una via aperta al progresso che si realizzerà nella scuola primaria, quando la mente può servirsi dei meccanismi della lettura e della scrittura.

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Nella scuola primaria cominciamo col presentare un terzo alfabeto mobile, con le lettere molto più piccole, e in corsivo. In questo alfabeto ci sono 20 esemplari di ogni lettera, mentre prima ce ne erano 4; inoltre ci sono tre alfabeti completi: uno bianco (gesso), uno nero(inchiostro nero), uno rosso(inchiostro rosso). Quindi abbiamo 60 esemplari per ogni lettera dell’alfabeto. Sono inclusi anche tutti i segni di interpunzione: punto, punto e virgola, virgola, accento, apostrofo, punto esclamativo e punto interrogativo. Le lettere sono fatte di cartoncino rigido.

Altri esemplari portano invece lettere dell’alfabeto secondo la forma dello stampato, e sono disposte nel casellario secondo l’ordine in cui sono le lettere dell’alfabeto nelle macchine da scrivere.

Gli usi di questo alfabeto sono molteplici. L’esercizio è noto, perché gli alfabeti mobili sono già stati usati nella Casa dei Bambini. In relazione all’apprendimento dei nomi, usiamo quindi un metodo già usato, il metodo oggettivo, con esercizi pratici. Ma perché dovremmo limitarci al nome? Il nome non è che una delle parti del discorso, come l’aggettivo, il verbo, ecc. Se c’è un metodo che ci permette di imparare in modo semplice cos’è un nome, possiamo utilizzarlo anche per le altre parti del discorso.

Quando poniamo un cartellino con una parola su un oggetto corrispondente, il bambino sa già distinguere il nome da ogni altra parte del discorso.  Ha imparato a farlo in modo intuitivo. Il primo passo verso la grammatica è stato fatto.

Il bambino ha costruito tutte le sue parole con l’alfabeto mobile, ed ha inoltre scritto queste parole. Si è così esercitato in due attività preparatore: si è preparato all’analisi dei suoni, e si è preparato all’analisi delle parole nel loro significato  (il processo di apprendimento della lettura è spiegato in dettaglio nel libro “Il Metodo Montessori”).

Procedendo alla classificazione delle parole distinguendo il nome da tutte le altre parole, faremo un grande passo verso la comprensione dell’analisi grammaticale, come l’alfabeto tattile è stato il primo passo verso l’analisi della parola. Dobbiamo solo portare il processo un passo avanti, e forse arriveremo al “discorso analizzato per intero”.

E’ una semplice questione di continuità all’interno di un processo unitario. L’impresa può sembrare azzardata. Non importa. Quell’orribile grammatica, quell’orribile spauracchio, non è così terribile se diventa un appassionante esercizio, e se è accompagnata da una guida amorevole che porta il bambino lungo piacevoli sentieri alla scoperta di cose che ha effettivamente svolto.

Quanto diversa sembrerà la grammatica ai nostri piccoli studenti, se invece di essere un crudele assassino che spezza la frase in pezzetti, diventa un’amorevole ed indispensabile aiuto nella costruzione e nel collegamento delle parole tra loro nel discorso.

L’analisi dei suoni, che nel nostro metodo porta alla scrittura spontanea, non è adatto per tutte le età. Si applica quando il bambino ha quattro anni, quattro anni e mezzo. Allo stesso modo lo studio analitico delle parti del discorso, non è adatto a bambini di qualsiasi età. E’ il bambino tra i cinque ed i sette anni che è un amante delle parole, ed a questa età mostra una predisposizione per questo studio.

L’idea che l’analisi deve essere preceduta dalla composizione è un pregiudizio. Solo le cose prodotte dalla natura devono essere analizzate prima di poter essere comprese.
La violetta, ad esempio. Si trova perfetta in natura. Noi per studiarla dobbiamo strappare i petali, sezionare il fiore, osservare la sua crescita. Ma volendo creare una violetta artificiale, dobbiamo fare l’opposto. Dobbiamo preparare gli steli uno ad uno, quindi lavorare ai petali, ritagliarli, colorarli e stirarli uno ad uno. E si prova un grande piacere in ognuna di queste singole operazioni, che convergono infine nella creazione di un grazioso fiorellino artificiale.
La costruzione di una casa è un processo analitico. La persona che costruisce la casa la conosce nei più piccoli dettagli ed ha un’idea precisa della sua costruzione, idea che non ha chi la demolisce. Questo perchè, prima di tutto, il processo di costruzione richiede molto più tempo della demolizione. Ma, oltre a questo, il costruttore ha un punto di vista diverso del demolitore.

Il periodo sensibile per la lingua si presenta tra i 6 e gli 8 anni di età. In questa fase il bambino è interessato a capire il linguaggio e le sue componenti: le parole, il loro significato, la loro funzione, e le loro relazioni reciproche.

I materiali montessoriani applicano il principio dell’isolare le difficoltà, per esplorare singolarmente gli elementi del linguaggio.

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Perchè si insegna la grammatica?

Perché si insegna la grammatica?

L’obiettivo dello studio della grammatica, nella scuola primaria, è quello di arricchire il linguaggio del bambino, sviluppare l’arte della comunicazione e stimolare il suo interesse verso la lingua, per soddisfare il suo bisogno di inserirsi in modo sempre più pieno nella società. Lo studio della grammatica lo aiuta a prendere coscienza degli aspetti della lingua che già conosce, in particolare l’ordine, la struttura e la composizione .

La grammatica montessoriana mira a presentare la struttura del linguaggio in modo semplice e coerente, senza regole rigide. Si offrono al bambino esperienze molto variegate, che si espandono come una spirale toccando e approfondendo via via i vari argomenti, in modo che egli possa fare esperienze pratiche su argomenti selezionati ed isolati. Questo porta a gettare le basi esperienziali che poi affluiranno allo studio della grammatica svolto sui libri di testo, ad un’età successiva.

La grammatica dovrebbe sempre essere presentata attraverso metodi che sono la risposta ad un bisogno del bambino e che tengono conto delle sue abilità reali. Questo è il significato della parola Psicogrammatica: grammatica che si accorda ai bisogni di crescita del bambino.

Il bambino, prima di arrivare alla scuola primaria, ha già sviluppato il proprio linguaggio grazie alla sua mente assorbente, interagendo con l’ambiente. Ha già iniziato, anche, ad utilizzare la grammatica e la sintassi, anche se nessuno gliene ha mai parlato, ma come elemento che fa parte della sua lingua.

Quando arriva alla scuola primaria, noi abbiamo il compito di aiutare questo suo linguaggio a crescere e perfezionarsi.

All’età di circa 4 anni, 4 anni e mezzo, il bambino è uno studioso di suoni: impara a pronunciare con molta abilità moltissime parole, ed è capace di riconoscerne moltissime, nei discorsi che sente intorno a sé. Prova gioia nel seguire con le dita l’andamento delle lettere dell’alfabeto tattile, e poi scrive parole da sé sulla carta o con l’alfabeto mobile. In questa fase non è detto che scriva correttamente: si esercita a rappresentare i suoni delle parole, senza che questo rappresenti un rispetto di regole ortografiche.

Dopo i cinque anni si avvia allo studio delle parole: l’impressione che ne riceve, cioè l’idea che esistono diversi tipi di parole, lo apre allo studio della grammatica e della sintassi.

Il bambino, in questo stadio del suo sviluppo, non è un creatore prolifico di idee complesse, e può non trarre piacere dallo studio di concetti grammaticali. E’ quando comincia ad usare il linguaggio per rappresentare le sue proprie idee, che Maria Montessori pensa che sia pronto per il programma della scuola primaria.

Nella scuola d’infanzia, le lezioni hanno lo scopo di aiutare i bambini ad apprezzare la lingua che stanno cominciando a dominare attraverso la lettura e la scrittura, e il piano di lavoro per la scuola primaria è la naturale continuazione di questo lavoro.

Tutto il lavoro svolto nella scuola d’infanzia con le carte delle nomenclature, i simboli grammaticali e delle parti della frase, in realtà serve principalmente allo sviluppo delle abilità di lettura.  Con l’analisi logica e grammaticale, nella scuola d’infanzia, vogliamo dare ai bambini una prima impressione, che serve solo come introduzione per tutto il lavoro che verrà sviluppato nella scuola primaria. Nella scuola primaria, l’approccio allo studio del linguaggio è diverso, perché non facciamo più appello alle percezioni sensoriali, ma alle capacità di pensiero ed all’immaginazione dei bambini.

Dopo i 6 anni, infatti, ci impegneremo a cercare le ragioni che ci portano ad usare le parole, ed a scoprire i come ed i perché del linguaggio che utilizziamo. I simboli grammaticali, che vengono presentati già nella scuola d’infanzia, aiutano i bambini a classificare le parole. Già in questa fase, dunque, lavoriamo alla grammatica, ma lo scopo di questo lavoro è il perfezionamento della lettura.

Perchè si insegna la grammatica?

Abbiamo già detto che presentiamo la grammatica solo quando il bambino può esprimere qualcosa che si crea nella sua mente, perchè la costruzione (la sintesi) deve precedere l’analisi.

Il lavoro sulla lingua, nella scuola primaria, comincia con la Quarta grande lezione, seguita da una serie di storie sull’alfabeto, il linguaggio e le origini della sua lingua. Segue il lavoro sulla grammatica, che si compone di tre parti: lo studio della parola, l’analisi grammatica, e l’analisi logica.

Questo non significa affatto che il bambino debba completare lo studio della parola, prima di iniziare l’analisi grammaticale. Il nostro scopo è quello di guidare il bambino all’interno di un processo, non di forzarlo per rispettare un piano di studi.

Con lo studio della parola, esaminiamo le singole parole e le loro possibili modificazioni per mezzo di suffissi o prefissi. Lavoriamo con nomi maschili e femminili, singolari e plurali, nomi alterati, composti, collettivi, ecc…

L’analisi grammaticale consiste nella presentazione delle nove parti del discorso, cioè sull’analisi delle parole in base alla loro funzione. I bambini imparano così che ogni parola ha un suo ruolo nella frase e deve essere collocata in un certo ordine, se vogliamo che le nostre frasi abbiamo senso. Sentono dunque che il linguaggio ha una struttura invisibile lo regge. Nella scuola primaria, utilizziamo ancora i simboli grammaticali, e sarà molto utile farlo perché creerà un collegamento importante col lavoro svolto nella scuola d’infanzia, ma soprattutto faremo uso delle scatole grammaticali. Le scatole grammaticali hanno prima di tutto lo scopo di rendere comprensibile ai bambini la grammatica della loro lingua, e solo secondariamente servono ad insegnare le specifiche regole grammaticali. Servono a stimolare l’interesse dei bambini verso la grammatica, prima di tutto. Questo interesse potrà condurli poi ad utilizzare testi di grammatica veri e propri, per ricavarne maggiori informazioni. Le scatole grammaticali sono uno strumento che serve ad isolare e sottolineare le diverse parti del discorso.

L’uso delle scatole grammaticali ha radici nel lavoro svolto nella scuola d’infanzia. Quando il bambino stava imparando a leggere, posizionava una parola scritta su un cartellino accanto all’oggetto corrispondente. Già mentre svolgeva questo lavoro, finalizzato all’apprendimento della lettura, il bambino stava distinguendo i nomi da tutte le altre parti del discorso. Anche senza esserne del tutto cosciente, dunque, stava imparando la funzione del sostantivo.

Nella scuola primaria si usa molto materiale già stampato, e non scritto al momento dall’insegnante o dai bambini, come avviene nella scuola d’infanzia. Ci sono i cartellini delle parole e delle frasi per le scatole grammaticali, e ci sono le carte dei comandi.  Le carte dei comandi richiedono un lavoro collaborativo: due o tre bambini devono lavorare insieme per realizzare in pratica ciò che la carta richiede loro.

Un altro materiale di cui si fa uso nella scuola primaria sono le tabelle ed i grafici, che si usano per le classificazioni, ad esempio per quanto riguarda le coniugazioni verbali.

La terza parte del lavoro sulla grammatica nella scuola primaria riguarda l’analisi logica e del periodo. Parliamo in questo caso anche di analisi della lettura. Naturalmente cominciamo con la frase semplice, per affrontare poi complessità maggiori. Anche per l’analisi logica utilizziamo i materiali che sono stati già presentati nella scuola d’infanzia, approfondendo gradualmente le conoscenze.

Il lavoro sul linguaggio corre parallelo al lavoro sulla grammatica. Il linguaggio è collegato al pensiero, è lo strumento dell’intelligenza. I bambini hanno bisogno di un linguaggio sempre più preciso, man mano che aumentano i loro bisogni comunicativi. Durante gli anni della scuola primaria, essi vengono in contatto con diversi ambiti della conoscenza e della cultura, e questo li porta a voler migliorare ed approfondire il proprio vocabolario, per il bisogno di termini utili a descrivere ciò che sanno agli altri.

Un aspetto caratteristico della didattica Montessori è il passaggio dal concreto all’astratto, la progressione dall’esperienza manipolativa (sensoriale) all’interpretazione o astrazione (mentale). Lo studio della grammatica non fa eccezione, infatti, abbiamo detto che il bambino incontra i simboli delle parti del discorso nella scuola d’infanzia, a livello sensoriale, e li riaffronta nella scuola primaria, a livello analitico.

Anche per quanto riguarda l’analisi logica, il bambino comincia a farne esperienza già mentre sta imparando a padroneggiare la lettura, nella scuola d’infanzia. In questa fase gioca a trovare l’azione, a trovare chi sta ricevendo l’azione, ecc… Nella scuola primaria il bambino, seguendo i modelli di frase, le analizza: è il momento dell’analisi logica vera e propria. Il bambino impara che le parti del discorso si influenzano a vicenda, a seconda dei rapporti che legano le una alle altre nella frase.

Perchè si insegna la grammatica?

IL PAESE DI GRAMMATICA racconto e schede didattiche

IL PAESE DI GRAMMATICA racconto e schede didattiche sulle nove parti  del discorso, per bambini della scuola primaria, con simboli grammaticali Montessori.

Ho elaborato questo materiale prendendo spunto da un classico della letteratura americana per l’infanzia usato per presentare le nove parti del discorso: “Grammar Land” di M. L. Nesbitt 1878, adattandolo alla grammatica italiana e modificando gli elementi un po’ troppo datati per i bambini di oggi.

La storia si svolge nell’aula di tribunale del Paese di Grammatica, davanti al Giudice di Grammatica e ai suoi due assistenti, l’avvocato Analisi e il dottor Sintassi. In caso di necessità interviene la Critica, che è la polizia del luogo.  Poiché gli abitanti del paese non riescono a vivere in armonia, vengono convocati uno ad uno, e alle riunioni partecipano anche i bambini della Contea degli Studenti, che offrono quando occorre il loro aiuto.

Ho scelto di completare il racconto inserendo i simboli grammaticali montessoriani, che avevo già presentato qui La psicogrammatica Montessori,

ma il racconto si presta anche ad essere usato in chiave steineriana, presentandone una puntata alla volta ed accompagnando il racconto a disegni alla lavagna, e disegni riassunti ed esercizi sui quaderni. Avevo già preparato racconti di questo genere, ad esempio la Storia di Misbrigo, Preciso e Giulivo.

In questo blog trovate un esempio di lavoro svolto in questo modo (in inglese) Homeschooling Waldorf.

Per quanto riguarda i simboli grammaticali montessoriani, la psicogrammatica Montessori, o filosofia della grammatica, rappresenta un notevole aiuto che possiamo offrire ai bambini per orientarsi nei vari ambiti del linguaggio.
Nella lingua italiana ci sono nove parti del discorso, e nella didattica montessoriana ognuna è rappresentata da un suo simbolo.

I simboli per le nove parti del discorso non sono certo stati scelti a caso. Maria Montessori associò al nome la forma della piramide. Il simbolo grammaticale per il nome è quindi il triangolo nero. La piramide è solida e stabile ed è una costruzione molto antica. Anche i nomi sono solidi e stabili e molto antichi: probabilmente furono le prime parole usate dagli esseri umani, per capirsi fra loro. Il nero rappresenta la materia e il carbone, altro elemento antichissimo.
Al verbo associò l’immagine di una sfera rossa. Il simbolo grammaticale per il verbo è dunque un cerchio rosso. Il rosso simboleggia l’energia, e la sfera e movimento e dinamicità.
Tra nome e verbo inserì le altre sette parti del discorso, i cui simboli dovevano rendere chiara una data relazione o con il verbo, o con il sostantivo.
L’intera parentela tra le parti del discorso nella psicogrammatica montessoriana è legata alla coppia nome/verbo. Il significato psicologico e filosofico di questo approccio alla grammatica è particolarmente chiaro nel racconto inventato da Maria Montessori e raccontato dal figlio Mario durante un convegno a Francoforte nel 1954, per spiegare ai bambini la funzione delle parole (puoi leggere il racconto qui: )


Tornando a considerare le nove parti del discorso nel loro insieme avremo:
famiglia del nome: articolo, aggettivo, nome e pronome. Per il nome si usa una grande piramide nera, per l’aggettivo una piramide media blu, per l’articolo una piccola piramide azzurra e per il pronome una piramide allungata viola. I simboli relativi sono un grande triangolo equilatero nero, un triangolo equilatero medio blu, un triangolo equilatero piccolo azzurro e un triangolo isoscele viola;
famiglia del verbo: avverbio, verbo. La sfera rossa rappresenta il sole, che dà vita, luce e calore. I verbi danno energia alla frase e animano la famiglia del nome. L’avverbio è una sfera arancione più piccola.
I simboli relativi sono un cerchio rosso grande e un cerchio arancione medio.
particelle: preposizioni, congiunzioni, interiezioni. La congiunzione è un piccolo parallelepipedo rosa, che unisce come un trattino due parole o due parti di una frase. Il simbolo relativo è un rettangolo rosa.
La preposizione è un arco verde, che collega come un ponte due oggetti tra di loro. Il simbolo relativo è una mezzaluna verde. L’interiezione è una piramide dorata con una sfera posta sull’apice; somiglia ad una serratura, e ricorda la forma del punto esclamativo.
Nella Casa dei bambini i simboli grammaticali vengono utilizzati per rendere concreto ciò che è astratto, al fine di aiutare il bambino a scoprire la funzione delle parole e classificarle. Questa preparazione indiretta fornisce una base forte, a cui si aggiungono ulteriori scoperte, finché poi, nella scuola primaria, queste conoscenze sfociano nell’analisi grammaticale vera a propria.
Sappiamo tutti quanto sia importante fare una prima buona impressione, e nella didattica Montessori ci sono presentazioni che hanno lo scopo di lasciare nei bambini un’impressione profonda e duratura, accendendo la loro immaginazione.

Le storie per presentare le funzioni delle parole possono essere varie; l’importante è che siano brevi, semplici e memorabili. La Fiaba per le parti del discorso di Maria Montessori, già citata, è particolarmente indicata per i bambini più piccoli, ma si può considerare tranquillamente di proporla anche nella scuola primaria. Si può anche scegliere un racconto più complesso, che si deve svolgere nell’arco di più giorni: Il Paese di Grammatica.
Sia nella scuola d’infanzia, sia nella scuola primaria, l’atmosfera che si crea durante il racconto è importantissima, indipendentemente dal racconto che scegliamo: bisognerebbe parlare ai bambini come se si stesse svelando loro un grande segreto.

Normalmente le parti del discorso vengono presentate, nella scuola primaria, in questo ordine: nome, articolo, aggettivo, congiunzione, preposizione, verbo, e l’avverbio. Nella Casa dei bambini il bambino svolge un lavoro di preparazione allo studio della grammatica vero e proprio, che avverrà nella scuola primaria. Generalmente in prima classe (6 – 7 anni) si studiano approfonditamente:
– nome
– articolo
– aggettivo
– pronome
– verbo
e si prosegue in seconda classe (7 – 8 anni) con:
– modi, tempi e forme verbali
– preposizioni
– avverbi
– congiunzioni
– interiezioni.
Facendo molti esercizi sulla funzione delle parole, già nella scuola d’infanzia il bambino vedrà crescere il proprio interesse per la lingua che parla, e si renderà conto che le parole hanno funzioni speciali e che possono essere classificate in base a queste loro funzioni. Il requisito per la presentazione di questi esercizi, è che il bambino sappia leggere la maggior parte delle parole con facilità. D’altra parte questi esercizi rappresenteranno per lui anche un buon esercizio di lettura.
Poiché il bambino si trova nel periodo sensibile del linguaggio, ogni nuova funzione delle parole che gli viene presentata rappresenta per lui un’interessante nuova scoperta. La maggior parte di questi esercizi non sono individuali, ma prevedono il lavoro in piccoli gruppi. Le attività, oltre ad essere interessanti, sono molto divertenti.

Il racconto presentato di seguito è diviso in un’Introduzione e 15 capitoli. Al termine di ogni capitolo troverete una scheda didattica che contiene i compiti che via via vengono assegnati ai bambini della Contea degli Studenti dal Giudice di Grammatica. Potete scaricare tutte le schede didattiche pronte qui:

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