La nascita dell’Universo

Introduzione


Maria Montessori ha sottolineato che gli eventi naturali e storici possono essere spiegati ai bambini sotto forma di fiaba o racconto, a patto che questi si basino su fatti reali della natura e della storia. Uno dei migliori esempi di questo genere di racconti o fiabe è proprio quella che tratta dell’origine dell’Universo.
La Montessori parte dal presupposto che le leggi che governano l’universo possano essere presentate al bambino in modo interessante e meraviglioso, e che il bambino grazie a queste narrazioni inizi spontaneamente a chiedersi: “Chi sono? Qual è il compito dell’uomo in questo meraviglioso Universo? Siamo qui solo per noi stessi, o c’è altro da fare? Perchè litighiamo? Cosa è buono e cosa è cattivo?”.
Il bambino non si accontenta più di raccogliere i fatti, cerca le cause, e noi vogliamo che guardi
l’interezza e si renda conto che tutto l’Universo è connesso.
Maria Montessori dice: “vogliamo portare al bambino il mondo intero!”. E visto che non possiamo portargli tutto, dobbiamo fare in modo che il bambino conosca tutto attraverso la sua immaginazione.

E’ una fiaba che Maria e Mario Montessori hanno scritto durante il periodo che trascorsero in India e che hanno intitolato “Iddio che non ha le mani”.
Maria Montessori era cristiana, e nel Cristianesimo il nome Dio è usato per nominare la forza creatrice. Ma esistono tante storie e teorie su come è nato l’Universo, quanti sono i popoli che vivono e sono vissuti sulla Terra, e anche gli scienziati stessi hanno nel tempo formulato molte ipotesi diverse.

Nella versione che segue, quindi, non si fa riferimento a Dio, ma si utilizza il linguaggio della scienza. E’ una scelta che entra a far parte del racconto stesso: all’inizio della narrazione, diciamo ai bambini che la storia che stiamo per raccontare loro è quello che secondo noi può essere successo, ma che altre persone potrebbero raccontarla in modi diversi. Offriamo anche ai bambini libri e immagini o simboli di miti della creazione e religioni del mondo.

La storia originale prevede la presentazione di esperimenti e cartelloni impressionistici da mostrare ai bambini al momento appropriato della storia.
Nella versione che segue, si sceglie di separare la presentazione di esperimenti e cartelloni dalla narrazione. Alcuni insegnanti propongono gli esperimenti giorni prima della narrazione, come preparazione al racconto; altri preferiscono offrirli giorni dopo, come approfondimento. La storia, inoltre , inizia col lo stato di singolarità immediatamente precedente il Big Bang e si conclude con la formazione del nostro Sistema Solare. Il racconto particolareggiato di come la Terra si sia raffreddata e trasformata fino ad essere adatta ad accogliere la vita, viene rimandato a un secondo momento.

Occorre sottolineare che la fiaba dell’origine dell’Universo, come tutte le fiabe cosmiche, non sono da intendere come lezioni, non hanno lo scopo di trasmettere conoscenza ai bambini. Il loro obiettivo è quello di stupire i bambini e risvegliare il loro interesse e il loro entusiasmo verso i fenomeni cosmici.

Questa versione del racconto non viene da Maria Montessori, ma si basa su un’idea di Ursula Muller Riekert, e si sta diffondendo grazie al lavoro di Claus-Dieter Kaul e dei suoi allievi.

E’ una storia che richiede grande preparazione: confezionare e reperire il materiale necessario e predisporre l’ambiente; fare proprie le teorie scientifiche alla base della storia, creare la propria storia ed esercitarsi a sufficienza da poterla narrare a memoria.

Materiali consigliati

. un tappeto nero ritagliato a forma di campana. Se come me avete un budget limitato, si possono usare le tovaglie di carta. Il mio misura 280 cm di lunghezza, inizia con una punta e via via si allarga fino alla misura di 110 cm. Siccome le tovaglie di carta hanno il retro bianco, ho messo il materiale a doppio per avere il nero da entrambe le facce.
Questo tappeto va arrotolato su un bastone (va benissimo un manico di scopa).

. un tappeto circolare giallo, del diametro di 110 cm

. un palloncino nero e uno spillo (facoltativi)

. vari contenitori, se volete coperti da tovaglioli.

Materiali per i contenitori, in ordine di apparizione

  1. sabbia fine nera
  2. farina gialla mescolata a pochi brillantini dorati
  3. sfere gialle grandi
  4. farina gialla mescolata a polvere di brillantini dorati e perline minute
  5. sfere gialle più piccole delle precedenti
  6. farina bianca con brillantini
  7. biglie di vetro
  8. polvere di brillantini argento mescolata a latte in polvere o farina bianca
  9. perle trasparenti o bianche di varie dimensioni
  10. una sfera dorata
  11. polvere di brillantini dorati
  12. piccoli modellini degli otto pianeti del nostro Sistema Solare
  13. globo colorato
sabbia fine nera

Il racconto

(Riporto in corsivo le note per l’adulto)

(Per l’allestimento ci serve preparare tutto prima dell’arrivo dei bambini, possibilmente in una stanza diversa dall’aula. È bello tenere poi la stanza in penombra, far entrare i bambini, quindi accendere la luce).

Oggi voglio raccontarvi la storia di come e’ nato l’universo.

Gli esseri umani, da quando sono comparsi sulla Terra, hanno sempre contemplato il cielo stellato, la luna, il sole, le maestose montagne e gli oceani, e si sono sempre chiesti: “Ma com’è che esiste tutto questo? Come è nato tutto questo? Da dove viene?”
Questa domanda e’ sempre stata una domanda molto importante, in tutti i tempi e in tutti i luoghi della Terra, e per questo esistono tantissime storie su questo argomento, storie nate in tante epoche diverse e in tanti luoghi diversi.
Io oggi sono qui con voi per raccontarvi proprio la storia di come l’universo è venuto in essere. Ma devo dirvi che quella che ascolterete non è l’unica storia che si può raccontare su questo argomento, è la storia che io ho scelto per voi, diciamo che è la mia storia. Per comporla ho studiato a lungo e consultato tanti libri scritti in luoghi e tempi diversi, compresi quelli scritti oggi dagli scienziati che della domanda “Come è nato l’Universo?” hanno fatto la loro professione. Questi scienziati si chiamano Astrofisici.
Preparare la storia che sto per raccontarvi non è stato facile, perchè non solo ci sono tantissime storie che vengono dal passato, ma anche storie diverse, teorie diverse, che vengono scritte anche oggi. Sì, anche gli Astrofisici hanno opinioni diverse, e le loro opinioni possono cambiare man mano che inventano strumenti più sofisticati per osservare il cielo e teorie più precise per spiegare le leggi fisiche e matematiche che regolano l’universo.
Quindi non posso essere certa che tutto ciò che vi racconterò tra poco è esattamente quello che è successo, e non posso nemmeno essere sicura che quello che sembra corretto oggi, continuerà ad essere considerato corretto domani. Magari tra qualche anno proprio uno di voi diventerà un Astrofisico e farà delle nuove scoperte scientifiche su come è nato l’Universo.
Quello di cui però posso essere sicura, è che oggi ho una bella storia da raccontarvi.

E la mia storia comincia cosi’…

Gli scienziati dicono che prima di 14 miliardi di anni fa, un numero con ben nove zeri, il nostro universo ancora non c’era.
Quello che c’era era uno stato di singolarita’.

(Teniamo gli indici delle due mani sulla punta del tappeto nero mentre raccontiamo della singolarità).

Una singolarita’ è uno… uno… non zero e non due…uno.
Una singolarità è così piccola che è impossibile da immaginare. Così piccola che in questa singolarità, non c’era nemmeno lo spazio e nemmeno il tempo.
Eppure, in questa singolarità c’era già tutto quello che esiste.
Tutto quello che esiste, tutto ma proprio tutto, era già contenuto in questa singolarità.
Quindi questa singolarita’ non solo era inimmaginabilmente piccola, ma anche inimmaginabilmente pesante.

(Se le galassie si allontanano, vuol dire che in passato erano più vicine tra loro e, andando a ritroso nel tempo possiamo immaginare che c’è stato un momento in cui tutta la materia e l’energia dell’Universo era concentrata in un unico punto detto singolarità. È l’istante zero del Big Bang, del tutto inaccessibile alla fisica che noi conosciamo. 
L’inizio descrivibile dalla fisica corrisponde al tempo di Planck: 10-43 sec. Da quel momento, circa 13.8 miliardi di anni fa, che è all’origine dello spazio e del tempo, inizia l’espansione della singolarità. Non c’è un’espansione nello spazio, ma dello spazio). 

E 14 miliardi di anni fa questa singolarità improvvisamente è esplosa in esistenza.

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