Libri illustrati: Il piccolo re dei fiori

Il piccolo re dei fiori ha tutto ciò che gli serve per essere felice: un palazzo, un giardino e tanti tulipani che sbocciano a primavera. Eppure… eppure il suo cuore desidera qualcos’altro. Così, il piccolo re parte per cercare ciò che lo renderà davvero felice. Dentro un tulipano, trova la sua principessa, che ben presto diventerà la piccola regina dei fiori…

IL PICCOLO RE DEI FIORI
Autore: Kveta Pacovská; tradotto da Luigina Battistutta
Collana: Libri illustrati – Nord Sud Edizioni
Pagine: 40
Prezzo: 16,00 €
Età: da 3 anni

“Il piccolo re dei fiori è un libro estremamente innovativo. Il racconto è strettamente legato al succedersi delle immagini, e sarebbe impensabile scindere la parte scritta dalle figure che ne fanno parte.

Al centro della copertina c’è un piccolo “buco” dal quale si vede il protagonista; tutto sembra casuale e invece ci troviamo di fronte a una proposta che suscita infinite curiosità. Cosa ci sarà dentro? Dentro c’è una storia…

Il piccolo Re va alla ricerca della principessa. Da piccolo diventa grande e la sua figura occupa tutta una pagina. Sale sulla colomba/aeroplano, sorvola una città che sembra disegnata da bambini di cinque-sei anni, vola dall’alba al tramonto, con il sole e la pioggia. Incontra la luna, che è mezza e ha un enorme naso, e finalmente in un tulipano (aperto come una piccola finestra) sente una dolce vocina: “Sono qui”. Il Re la porta con sé in un lungo viaggio tra grandissimi fiori. Poi due trombettieri annunciano il loro arrivo: due figure colorate a strisce o a pallini e ironicamente sagomate. Gli evviva si sprecano: non si sa perché una grossa testa sovrasta un piccolissimo palazzo con dentro la principessa. Le immagini impreviste si susseguono con ritmo sorprendente: la figura della piccola principessa occupa tutta una pagina, a cui segue un’altra pagina fitta di piccoli cuori di tutti i colori e dimensioni. Matrimonio felice. Ritroviamo il piccolo buco al centro della pagina che incornicia marito e moglie.”  R. Denti (da LiBeR 74)

http://www.liberweb.it/

Un libro sbilenco… prima di Munari e Depero.

Un libro sbilenco… prima di Munari e Depero. Una carrozzina impazzita, sfuggita alla mano della tata, attraversa la città. Rocamboleschi incontri, più spesso scontri, fanno conoscere al piccolo Bobby chi alla città dà vita: dall’immigrato al poliziotto, dai giocatori di tennis agli operai, dallo strillone alla signora che passeggia. E la carrozzina arriva presto in campagna, giusto in tempo per imbattersi in un morbido pagliaio che mette fine alla sua corsa.

fonte: http://lcweb2.loc.gov/

La carrozzina con a bordo il piccolo Bobby, lanciato a razzo a combinare disastri per le vie della città, ma tutt’altro che spaventato dalla sua folle corsa, è accompagnata da versi in rima tradotti da Marco Graziosi.

Un libro tutto in discesa, dal formato al carattere tipografico disegnato appositamente dallo stesso autore, Peter Newell, uno dei più straordinari artisti americani dei primi del ‘900, che ha anticipato i libri oggetto di Munari e Depero.

 

 

Il libro sbilenco (titolo originale  The Slant Book), pubblicato per la prima volta nel 1910 in America,  fa parte di una serie che Orecchio Acerbo ha dedicato a Peter Newell, insieme a Il libro esplosivo (The rocket book)

e a I pisolini di Polly (The naps of Polly Sleepyhead) .

L’idea de Il libro esplosivo è un razzo che perfora il soffitto, piano dopo piano, delle stanze di un grattacielo, a partire dallo scantinato. I pisolini di Polly è un fumetto.

Peter Newell (1862-1924), artista originario dell’Illinois e illustratore di famose riviste americane, è noto soprattutto per i suoi sei eccezionali libri illustrati per bambini; qui trovi i links ai libri digitalizzati:

Topsys and Turvys
The Hole Book
The Rocket Book
The Slant Book
The 20-Mule-Team Brigade
Jungle-Jangle

I suoi libri sono costruiti inseguendo una certa idea grafica: i buchi nelle pagine di The hole book e The rocket book; la discesa di The slant book o le immagini a testa in giù dei due  Topsys e Turvys . Ciò che oggi rende decisamente poco attraente la sua opera, è  invece il tono razzista di alcune battute…

Fonti:

http://www.idranet.it

http://www.nonsenselit.org/newell/

http://www.orecchioacerbo.com/

Il ciclo dell’acqua La storia di Diamantina

Il ciclo dell’acqua La storia di Diamantina – Questo racconto è utile sia per illustrare il ciclo dell’acqua, sia per introdurre in geografia gli ambienti naturali montagna, collina e pianura. Andrebbe proposto a blocchi, ed ogni blocco illustrato dai bambini con matite, cerette, acquarello, ecc…  (anche copiando dalla lavagna). Questo solo a titolo di esempio:

C’era una volta, molto ma molto tempo fa, un regno immenso fatto di acqua, dove tutto era pace e armonia. Era il regno di Oceano. Custodiva tante e tante meraviglie: negli abissi più profondi e inesplorati, si nascondevano grotte misteriose e montagne di sabbia e roccia rivestite di un  mantello verde evanescente che danzava all’ondeggiare dell’acqua. C’erano giardini incantati, pieni di fiori e coralli dai colori più sgargianti, e piante grandi e piccole, alcune delle quali aprivano e richiudevano le loro chiome per mangiare e riposare.

Piccole e grandi creature si muovevano senza sosta tra quelle meraviglie. La loro pelle era simile al colore delle piante e dei fiori che le circondavano, e  lucente, e piante e creature si confondevano tra loro.

Ogni creatura aveva un nome. C’era ad esempio il polipo, con la sua grande testa allungata dalla quale spuntavano lunghi tentacoli che si muovevano in tutte le direzioni. C’era poi la medusa, leggiadra e trasparente, che si muoveva così leggera e sinuosa da sembrare una ballerina sulle punte, in perfetta sintonia coi movimenti dell’acqua. La conchiglia dell’ostrica sembrava un ventaglio colorato e custodiva al suo interno una magnifica, perfetta perla splendente. La balena era la più grande creatura del regno. Un gigante buono. Quando nuotava, attorno a lei c’erano tanti pesciolini che le tenevano compagnia. Per respirare la balena doveva, di tanto in tanto, uscire dall’acqua, ed in quel momento spruzzava dal suo dorso una gorgogliante fontana che saliva verso il cielo e poi ricadeva su se stessa aprendosi come un fiore. C’era poi il delfino, l’acrobata di quel regno. I delfini nuotavano sempre in gruppo, ed il loro gioco preferito consisteva nel balzare fuori dall’acqua, il più alto possibile, per poi rituffarsi in acqua disegnando  nell’aria archi d’argento e allegri spruzzi d’acqua.

Il colore verdazzurro del regno di Oceano gli donava un’atmosfera di sogno e di pace. In superficie tutto era un luccichio, grazie alla luce del sole:  milioni di piccole stelline sembravano posarsi a danzare sul pelo dell’acqua.

Oceano aveva moltissime figlie: le gocce d’acqua, che vivevano felici nel suo regno. Oceano si occupava amorevolmente di loro e provvedeva a tutti i loro bisogni: le nutriva, le cullava cantando per loro, le proteggeva dai pericoli. Le gocce amavano Oceano, e gli erano grate e riconoscenti per quella vita così felice e spensierata.

Un giorno, mentre tutte le piccole gocce erano impegnate a giocare tra loro, si spinsero fino alla cresta delle onde, pericolosamente troppo vicino alla superficie, e lontane dal palazzo verdazzurro di Oceano. Lì udirono una misteriosissima voce chiamarle: “Goccioline! Fatevi riscaldare dai miei raggi, vi prometto che conoscerete cose fantastiche… vi farò vedere tutte le meraviglie che esistono oltre al vostro regno…”

Le gocce si spaventarono e fuggirono via. Non appena furono di nuovo a palazzo si sentirono al sicuro, ma non riuscivano a smettere di pensare a quello che era successo, e non riuscivano a darsi una spiegazione. Di chi era quella voce? Chi le aveva chiamate? Era il caso di tornare vicine alla superficie e cercare di scoprirlo, o era meglio dimenticare tutto e lasciar perdere?

Una piccola goccia parlò: “Oh, io sono così stanca di tutta questa pace, ogni giorno uguale all’altro, ogni giorno sempre più noioso di quello prima… Questo regno lo conosco ormai fino al più piccolo granello di sabbia che contiene. Basta! Voglio qualcosa di nuovo! Voglio avventura! Voi fate come volete: io salgo!”.

A parlare era Diamantina, la più curiosa e irrequieta goccia che ci fosse mai vista nel vasto oceano. Senza esitazione, dunque, si diresse verso la superficie, e molte delle sue sorelle decisero di seguirla…

… un brivido misterioso percorse le acque, e giunse fin negli abissi più profondi dell’oceano.

Appena giunte in superficie, le piccole avventuriere si sentirono avvolte da un piacevole tepore: un raggio di sole le aveva infatti accarezzate e le stava attirando a sè con forza sempre maggiore. Diamantina e le sue compagne si lasciano andare e, piano piano, con grande gioia, si arrampicarono sul raggio di sole, lasciando sotto di sè il regno di Oceano. Man mano che salivano diventavano sempre più leggere: fluttuavano nell’aria più leggere di trasparenti farfalle, e salivano sempre più in alto, sempre più su… per la prima volta in tutta la sua vita Diamantina, fuori dal regno di Oceano, vide tutti i colori del mondo.

(disegno)

Diamantina e le sue sorelle erano così felici! Ed ecco, videro comparire mago Vento: un gigante buono che se ne stava là nell’aria e  sembrava divertirsi come un matto a gonfiare le sue guance a più non posso. Quando aprì la bocca, ne uscì una bella folata fresca che investì tutte le gocce, allora loro si diedero la mano e si strinsero, per evitare di venire sparpagliate chissà dove.  Così unite , formarono una bella nuvola bianchissima nell’azzurro del cielo, e mago Vento continuò a soffiare, spingendo la nuvola fino alla cima di un’alta montagna rocciosa.

Lassù faceva molto freddo, non si vedevano nè erba nè alberi, ma solo rocce gigantesche, immobili e solenni. Per proteggersi dal gran freddo, ed estasiate dalla bellezza di ciò che vedevano, Diamantina e le altre gocce si strinsero ancoro  più forte le une alle altre: erano nel regno di mago Gelo. Divennero per opera sua sempre più consistenti e solide e bianche, e scesero lievemente sulle montagne, trasformate in meravigliosi cristalli stellati. Si adagiarono con dolcezza al suolo formando un mantello soffice soffice e bianco bianco, e caddero in un piacevolissimo sonno che per lungo tempo le cullò su quelle alte vette.

Finalmente, un mattino, un lieve tepore le svegliò dal loro sonno, e le gocce ad una ad una si accorsero che potevano nuovamente muoversi: era arrivata la primavera.

(disegno)

Scivolarono lungo il pendio della montagna verso la valle, lungo il percorso cantavano e saltellavano e giocavano a rincorrersi, riprendendo  via via la loro trasparenza. Scorrevano sempre più veloci, e ridevano, ridevano… L’eco delle loro risa risuonava tutto intorno, e improvvisamente ebbero come l’impressione di prendere velocità e di volare nel vuoto: l’emozione le fece ridere ancora più forte! E il loro salto aveva formato un’incantevole cascata.

Lungo il percorso capitava che alcune gocce scegliessero altre strade, ma sempre accadeva che un po’ più a valle si ricongiungessero. Ritrovarono perfino le sorelle che avevano scelto per un po’ di scorrere sottoterra, per poi riaffiorare dalla roccia e riunirsi a loro come acqua di sorgente.  Quando furono di nuovo tutte insieme,  i loro mille rigagnoli erano diventati un bel torrente limpido e lastricato di sassi grandi e piccoli.

Diamantina e le altre gocce si scambiarono i loro racconti di viaggio: c’era chi aveva conosciuto la regina Stella Alpina, chi aveva spiato una cordata di coraggiosi alpinisti, chi era passata vicino a paurosissimi burroni… un profumo molto intenso le avvolgeva e felici più che mai contemplavano il verde giovane della primavera.

Diamantina per prima si fece coraggio, e chiese: “Chi siete? Perchè ve ne state lì fermi e non venite con noi?”. “Noi siamo l’erba”, risposero in coro, “non potremmo vivere separati dalla terra, che ci nutre, ci protegge, ha cura di noi. Tappezziamo la montagna formando i pascoli, e la facciamo soffice e morbida… su di noi giocano i bambini, e senza di noi mucche, pecore, caprette, morirebbero di fame”. Diamantina e le sue compagne domandarono perplesse: “Mucche? Pecore? Caprette? E che cosa sono?” . “Sono quegli animali laggiù, vedete? Quelli a quattro zampe!”.

Le gocce conobbero così gli animali, strani esseri che, a differenza dell’erba, possono correre, saltare, galoppare…

“Anche tu ti chiami Erba?”, chiese Diamantina ad un bel fiore. “Beh, non proprio… il mio nome è Calendula, anch’io appartengo alla famiglia dell’Erba, ma a me aria e luce hanno dipinto un bel fiore con i raggi del sole…”. Mentre Calendula parlava, Diamantina si accorse di un piccolo essere simile a un fiore, ma che volteggiava nell’aria. Quando lo vide posarsi su una dolce margherita, urlò: “Attento bel fiore bianco e giallo, quella cosa ti farà male!”. “Mia cara Diamantina,” rispose Margherita, “questa è nostra sorella, la Farfalla. Non vedi come somiglia a noi fiori? Le sue ali sono come i nostri petali, ma sono petali speciali perchè possono prendere la strada del cielo. La farfalla, sai, volando qua e là per il prato, raccoglie tutte le storie che racconta la natura e le passa di fiore in fiore. Ora è a me che vuole raccontare qualcosa…”

Dopo aver salutato tutti i nuovi amici conosciuti nel pascolo montano, Diamantina e le sue compagne ripresero il loro viaggio. Ad un tratto sentirono un brivido di freddo e di paura: videro attorno a loro non più il verde dei pascoli, ma una miriade di giganti maestosi ed immobili che, nascondendo la luce del sole, creavano un’atmosfera cupa e misteriosa.  Le gocce, unite nel torrente, stavano infatti attraversando un fitto bosco di pini, abeti e larici.

La luce tornò e le gocce tirarono un bel sospiro di sollievo. Avevano ripreso il loro corso naturale, quando questa volta fu un grosso sasso a sbarrar loro la strada. Alcune gocce riuscirono ad aggirarlo, passare oltre e proseguire il loro cammino; altre si fermarono a discutere a lungo davanti al masso, presero a litigare, e così divennero ben presto acqua stagnante, e il fango le imprigionò.

(disegno: montagna)

Le altre, passate il grande sasso, decisero di rallentare un po’ la loro corsa per ammirare il meraviglioso paesaggio che andava cambiando. Via via la pendenza si faceva più dolce e cominciavano ad apparire verdeggianti colline, che si susseguivano simili alle onde di un mare incantato, pronto ad offrire nuovi tesori e nuove bellezze: argentei ulivi dal tronco contorto, filari di viti, frutteti, tappeti di terra coltivata, boschetti di castagni e querce, fiori variopinti. Tante casette colorate erano sparse qua e là tra il verde. Le gocce si beavano di tutte queste meraviglie.

Diamantina e le sue compagne di viaggio si guardavano intorno felici, e la loro attenzione presto si concentrò su una specie di prato verde sospeso in alto. “Forse è un prato che vola, una specie di grande farfalla…” disse Diamantina a voce alta.  “Ma che sospeso! Ma che farfalla!” disse un grosso vocione da contrabbasso, “Sono la Quercia. Le mie radici affondano nella terra, e la terra mi ha nutrita e fatta crescere così alta e maestosa perchè desiderava guardare il cielo da vicino. I miei rami servono da riparo per gli uccelli: loro cantano e volano, mentre io sto immobile a custodire la loro casa. Solo mago Vento viene ogni tanto a scuotermi un po’ le fronde: lui è mio grande amico. “

Un canto improvviso distrasse presto Diamantina: nascosto tra i fili d’erba c’era un piccolo cosino nero, ed era lui a cantare. “E tu chi sei?”, chiese Diamantina, “una capretta nana?”. “No, no!”, rispose quello. “Allora sei una mucca piccola!”. “Ma no! Sono un insetto, un grillo canterino, per la precisione, e mentre mi occupo di pulire e riordinare la tana, canto”.

“E quei fili d’erba che saltano, cosa sono?” chiese ancora Diamantina al grillo. “Sono cavallette! Non sono fili d’erba, sono insetti come me. Non stanno mai ferme, saltano, saltano… mi fanno girare la testa!”. Detto questo il grillo riprese le sue faccende e il suo canto.

(disegno: collina)

Le gocce, intanto, cominciavano a sentirsi molto stanche, dopo quel lunghissimo viaggio, ed erano confuse e stordite per la quantità di cose nuove che avevano visto lontane da casa. Rallentarono l’andatura e udirono un ronzio insistente provenire dalla riva, da un bel prato fiorito. Videro tanti piccoli esserini gialli e neri: volavano di fiore in fiore producendo il ronzio che aveva attirato la loro attenzione.

“Quelle non sono certo farfalle” pensò Diamantina, che proprio per colpa delle farfalle aveva già fatto tante brutte figure. Si avvicinò e chiese: “E voi chi siete?”. “Noi siamo le api” risposero loro, “e ci posiamo sui fiori per raccogliere il dolce nettare. Loro ce lo danno molto volentieri, perchè sanno che così noi potremo preparare la pappa reale per la nostra regina e il miele per tutti.”

Diamantina non sapeva proprio cosa fosse il miele, ma era troppo stanca per fare altre domande, così, insieme alle sue compagne, riprese il suo viaggio, muovendosi sempre più lentamente.

Il letto sul quale Diamantina e le altre gocce scorrevano non era più così ripido, ed era anche diventato molto più largo. Le gocce ora non avevano più quella voce sonora e squillante di una volta, non saltellavano, non guizzavano: scivolavano pacatamente e via via perdevano la loro limpidezza di acqua di montagna, per diventare acqua di fiume. Il fiume si allargava sempre più. Diamantina e le sue compagne si sentivano ora pesanti e stanche e provavano una grande nostalgia per il regno verdazzurro di Oceano. Attorno a loro c’erano tante cose meravigliose: le barche, le case, la vasta pianura verdeggiante, i campi dorati di grano, i filari di vite… ma Diamantina aveva perso ogni curiosità.

(disegno: pianura)

Ora le gocce scorrevano così lentamente che il tempo sembrava non passare mai…ma ecco che, in lontananza, scorsero il regno di Oceano, la loro casa. Ma come era possibile?

“Ogni fiume porta al mare, ragazze mie!” diceva Oceano, “Forza, correte, fatevi abbracciare!”

E tornate finalmente nel regno di Oceano, Diamantina potè raccontare a tutti gli abitanti del mare com’è fatta la terra: montagna, collina e pianura.

(adattamento da un racconto in uso nelle scuole steineriane)

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CANTI DI NATALE – Canto dei tre re magi

CANTI DI NATALE Canto dei tre re magi – con testo, spartito stampabile, e traccia mp3 scaricabile gratuitamente.

CANTI DI NATALE – Canto dei tre re magi
Testo

Tre magi vengono dal sol levante
le stelle splendono là sull’infante
lungi è la meta, ma il bel chiaror
della cometa va innanzi a lor.
Incenso e mirra portan con sè
oro pel bimbo ch’ è il re dei re.
A Bethlem trovano Gesù bambin
commossi adorano il piccolin.

CANTI DI NATALE – Canto dei tre re magi
spartito E FILE MP3

CANTI DI NATALE – I Re Magi

CANTI DI NATALE – I Re Magi con testo, spartito stampabile, e traccia mp3 scaricabile gratuitamente.

Testo

Nel deserto senza luna vanno i tre Re Magi
han passato un’altra duna ma non trovano Gesù
Ma d’un tratto in ciel si accende una splendida stella
la cometa che Betlemme guida i Magi a Gesù
Messaggera del Signore che tu sia benedetta
se per te il Redentore noi potremo adorar.

Spartito e traccia mp3

Recite per bambini – La bella Primavera e Primosole

Recite per bambini – La bella Primavera e Primosole. La recita è scritta in rima da Lina Schwarz e racconta lo scorrere delle stagioni; anche il libro illustrato di Sibylle v.Olfers  racconta di Madre Terra, delle stagioni, e dei piccoli semi…

Wurzelkinder, i bimbi radice è diventato un classico della letteratura per l’infanzia in lingua tedesca. Scritto e illustrato da Sibylle von Olfers all’inizio del secolo scorso, non ha mai perso la sua attualità. Con delicatezza e poesia le illustrazioni e il testo ci narrano dei bimbi radice che, come i fiori e le piante del bosco, si svegliano a primavera per sbocciare in estate e tornare a riposare alla fine dell’autunno. Età di lettura: da 3 anni. Io ce l’ho in tedesco, dono di una cara amica, ma ne è uscita l’edizione italiana:

Wurzelkinder, i bimbi radice

Madre Terra
(vecchia, veste un immenso mantello bruno, che copre tutto intorno a lei. Accovacciata in mezzo alla scena. Davanti a lei dorme distesa la bella Primavera)
Di notte e di giorno, di mattina e sera, sempre tu dormi, oh figlia Primavera! La Madre Terra che non si conforta che tu sia morta, ti canta la nanna, come dormissi in braccio alla tua mamma. Di notte e giorno, di mattina e sera, sempre tu dormi, oh figlia Primavera!

Il ricordo dei giorni belli
(vestito d’azzurro con una stella in fronte; entra in punta di piedi e parla sommesso…)
Ti ricordi com’era bella la figlia tua, quando rideva d’aprile, e tutto il mondo brillava di luce e i fiori sbocciavano a gara, e tutta l’aria trillava di canti d’uccelli?

Madre Terra
(singhiozza col capo tra le mani)
Oh, se era bella la figlia mia! Più bella dei fiori e più soave del canto degli uccelli! Più bella della luce stessa. Ed ora è morta, Ohimè! Ohimè!

Ricordo dei giorni belli
Ti ricordi i crepuscoli sereni, quando il cielo era tutt’una fioritura di giacinti, che la piccola falce della luna andava mietendo a poco a poco, affinchè potessero brillare le sue figlie, le stelle?

Madre Terra
(Sollevando il capo)
Ma la figlia mia era più fulgida di tutte le stelle! Ed ora è morta! Ohimè! Ohimè!
(si rimette a singhiozzare)

Ricordo dei giorni belli
Ti ricordi quando Primosole l’amò e la volle sua sposa? Andavano insieme per la foresta e sotto i loro piedi tutto rinverdiva. E la bellezza dell’una faceva sfolgorare lo splendore dell’altro; nel vederli tutto il mondo gridava: “Com’è bella la vita!”. Una cosa più meravigliosa non s’era vista mai.

Madre Terra
Ed ora è morta! Morta!

Ricordo dei giorni tristi
(vestito di grigio, con un velo nero intorno al capo)
Ti ricordi quando giunse l’estate crudele a rapir Primosole alla sua sposa? Severa, imperiosa, gridò: “Perchè indugi così tra i fiori e i sorrisi? Il mondo ha bisogno di te! Vogliono spighe i miei campi! Vogliono frutti i miei alberi! Vogliono grappoli maturi le mie vigne! Al lavoro! Al lavoro!”

Madre Terra
E Primosole partì, fedele al suo dovere

Ricordo dei giorni tristi
E partendo cantò un canto meaviglioso.

Coro
(da dietro le quinte come un eco)
Primavera, dolce amore, da te parte il tuo signore. Primosol dai raggi d’oro ha un divino suo lavoro, che gli toglie amor giocondo per amor di tutto il mondo, tutto il mondo che lo vuole: “Dammi vita, oh sole, oh sole!”

Madre Terra
Ed essa, dolcemente, soavemente, lo lasciò partire. “Va, splendi e matura!” gli disse. Gli mandò il più luminoso dei suoi sorrisi, lo seguì con lo sguardo. E poi… quand’egli dileguò nella lontananza, mi cadde tra le braccia addormentata per sempre

Tempo
(vecchio, curvo, con una lunghissima barba bianca ed una falce in mano)
Il tempo tutto ha visto, il tempo tutto sa, chi dorme si sveglierà.

Vento di tramontana
(prorompe sulla scena con violenza, urlando e sibilando, scompigliando col suo grande mantello svolazzante tutti i fiori e le foglie sparsi per terra. Davanti a lui fuggendo entrano le foglie secche e i semini)
La fine! La fine! Ecco la mia gloria, il mio trionfo! Ecco le mie ultime vittime! Oh morte! Oh gioia! Tutto è devastato! Tutto è distrutto! Non più una foglia sugli alberi. Io solo regno ormai! Io solo padrone del mondo!

Tempo
(in disparte)
Il tempo tutto ha visto, il tempo tutto sa: il male si annienterà.

Le foglie secche
Brillava magnifica la nostra foresta, trillava di giubilo ogni albero in festa. Quand’ecco il gran brivido di morte ci assale, col vento fatale. Quel soffio malefico che tutto distrugge, c’investe strappandoci all’albero e fugge. Rapite dal turbine, lontane dal ramo, disperse moriamo.

Tempo
Il tempo tutto ha visto, il tempo tutto sa: che piange sorriderà.

Madre Terra
(raccogliendo dolcemente le foglie le compone a dormire intorno al giaciglio di bella Primavera)
La madre che piange la figlia sua morta, pietosa le lacrime degli altri conforta; nel seno amorevole qui tutte raccoglie le povere foglie.

I semini
Siamo semini piccini piccini, nati e cresciuti dentro scatolini: bei scatolini fatti dai fiori…oh, come ci si stava da signori! Ed ora? Ohimè, per la ribalderia di quel ventaccio che ci spazza via, eccoci sparsi, poveri semini! Che sarà mai di noi così piccini?

Tempo
Il tempo tutto ha visto, il tempo tutto sa: chi è piccolo crescerà.

Madre Terra
(li raccoglie e li mette a dormire intorno a bella Primavera, poi li copre tutti col suo grande mantello, si accoccola e s’addormenta anche lei)
La madre che piange la figlia sua morta, pietosa le lacrime degli altri conforta; nel seno amorevole raccoglie qui insieme fin l’ultimo seme.

Ricordi tristi e ricordi belli
(insieme)
Morte, morte! Dura sorte! Ogni vita ha l’ore corte. Vien la morte e picchia forte, perchè le aprano le porte. Morte morte, dura sorte!

Tempo
Il tempo tutto ha visto, il tempo tutto sa: chi è morto rinascerà.
(esce con passo lento e misurato)

Neve
(dopo un intervallo di silenzio, entra in punta di piedi, con passo leggero e saltellante, vestita di bianco e scuotendo candidi fiocchi dalle braccia levate)
Lieve lieve, nel sonno greve, cade la neve. Fior senza stelo, bacio di gelo, scende dal cielo. Segnano l’orme sull’uniforme terra che dorme, soavi e buoni sogni e visioni, benedizioni.
(cala il sipario; si riapre con uno squillo di tromba)

Tempo
(entrando)
Il tempo ve l’ha detto, il tempo che tutto sa: chi è morto rinascerà.

Madre Terra
(altro squillo di tromba, Madre Terra comincia a muoversi, agita le braccia con movimenti lenti e misurati, sollevando come a ondate il grande mantello)
Semi! Piccoli semi! Svegliatevi dal sonno! Su, su, piccoli dormiglioni! Il tempo torna, è l’ora, è l’ora!
(Li tocca uno ad uno carezzandoli)

Tempo
Il tempo ve l’ha detto, il tempo che tutto sa: chi dorme si sveglierà.

Semini
(Si sfregano gli occhi e si stiracchiano)
Dal sonno ci svegliamo, semini più non siamo. Guardate, ormai si mette germogli e radichette. Miracolo stupendo! Mentre stavam dormendo, ognun di noi s’apriva; or siamo piante, evviva!
(ora sono adorni di foglie sul capo e di radici ai piedi; agitano le fronde con le mani e si contemplano con meraviglia)

Madre Terra
(Da sotto il mantello escono fiori, altri entrano da fuori scena e insieme formano un semicerchio intorno a bella Primavera)
Bravi! Bravi! Come siete germogliati bene! Bravi semini, ed ora a voi foglioline! A voi fiori! Su tutti, da bravi! Margheritine, violette, primule, campanelline. E voi miosotodi, crochi, ranuncoli, reseda, anemoni, lillà, amorini… Lesti, piccini, pronti a fiorire! Il tempo torna, e Primosole già sento venire!

Primosole
(Inizia a parlare da fuori, finchè arriva dalla bella Primavera e la bacia… lei comincia a muoversi)
Primavera, dolce amore, fa ritorno il tuo signore! Primosole dai raggi d’oro ha compiuto il suo lavoro, e ritorna a lei che l’ama, che nel sonno ancor lo chiama, che da lui baciata vuole ridestarsi al mondo, al sole.

I fiori e i semi
(in girotondo)
Margheritini, violette, primule, campanelline, e voi miosotidi, crochi, ranuncoli, reseda, anemoni, pronti alla festa! Vien Primosole, e bella Primavera si ridesta!

Bella Primavera
(si alza)
Son desta o sogno ancor? Non ero morta! Dolce era il sogno. Accanto ognor gli fui nel lungo viaggio; sempre fui sua scorta, la fida scorta che vegliò su lui.

Primosole
Io ti sentii, soave compagnia, mentre seguivo la mia lunga via. Sentivo il tuo pensiero, o dolce sposa, che mi spronava all’opera gloriosa.

Bella Primavera
Ed io sentivo nel sonno profondo l’anima mia più forte e più sicura, e ti dicevo: aiuta, aiuta il mondo! Dà luce e vita, vai, splendi e matura!

Primosole
Fu la potenza del tuo santo amore, che luce e vita diede al mio calore, fu la dolcezza del tuo cuor profondo, che mi diede la forza di illuminare il mondo.

Primavera e Primosole
(insieme)
Come una madre mi ha di te nutrito, t’ho di me nutrito, sia benedetto il dì che ci ha riunito.

Tempo
(si inginocchia guardandoli con reverenza)
Il tempo che tutto ha visto, il tempo che tutto sa, dinanzi a tal miracolo sente l’eternità.

Fiori e semi
(si inginocchiano in semicerchio guardandoli)
Come risplendono, come sono belli! Spiri di zefiri, voli d’uccelli, sorrisi d’angeli, passano su loro.

Madre Terra
(getta il mantello e appare ringiovanita)
E contemplandovi forme leggiadre, v’intona un cantico la Terra Madre: “Al mondo, amandovi, donate amore!”

Rugiada
(dopo un silenzio, entra con passo leggero)
Su voi la rada gocciola cada della rugiada. E’ il ciel che manda questa sua blanda sacra bevanda. Ogni creatura goda la pura rinfrescatura, che il mondo invita a nuova vita.
(cala il sipario)

Testo: Lina Schwarz
Illustrazioni: Sibylle v.Olfers (Etwas von den Wurzelkindern, edizioni Esslinger)

Della stessa autrice (solo in lingua inglese):

THE STORY OF THE WIND CHILDREN 

MOTHER EARTH AND HER CHILDREN 

THE STORY OF LITTLE BILLY BLUESOCKS

THE STORY OF THE SNOW CHILDREN 

 

THE PRINCESS IN THE FOREST

THE STORY OF THE BUTTERFLY CHILDREN

Acquarello steineriano – Racconto: “I colori”

Acquarello steineriano – Racconto: “I colori”. Un adattamento di una storia  di ispirazione steineriana per presentare i colori…  purtroppo non conosco la fonte originale. La storia si presta ad essere illustrata con l’acquarello, o raccontata utilizzando fazzoletti o fatine colorate o pupette in lana cardata, o fogli di carta colorata trasparente da sovrapporre tra loro…

Foglio Bianco si trovava tutto spiegazzato e abbandonato in fondo ad un cassetto, da tanto tanto tempo. Era per lui una vita molto noiosa e monotona, quella. Ma un giorno, finalmente, si sentì afferrare da due piccole mani, e si ritrovò sopra ad un tavolo.

Foglio pensò: “Mi sembra un bel posto, davvero… però anche qui, mai nessuno che mi faccia compagnia!”

Proprio mentre lo pensava, si sentì cadere addosso delle gocce, e si disse: “Ecco, adesso anche la pioggia!”. Si guardò attorno, e così si accorse che, proprio lì, vicino a lui, c’era un povero triste pennello che stava piangendo… le gocce non erano di pioggia! “Cosa fai?” chiese. E Pennello gli raccontò la sua storia. Anche lui si sentiva solo, ed era davvero molto triste perchè non aveva mai nessuno con cui giocare, da tanto tanto tempo.

“Perchè non giochi c0n me?” disse Foglio a Pennello, ma questi rispose: “Come lo vorrei, ma non mi posso muovere! Sono vittima di un incantesimo. Solo il giorno in cui qualcuno riuscirà a bagnarmi i piedi potrò tornare me stesso, e se non succederà mi toccherà restarmene immobile e secco qui dentro…”

Mentre Foglio e Pennello si raccontavano i loro guai, apparve alla finestra una bellissima farfalla: si trattava della fata Fantasia, che avendo ascoltato tutto, aveva deciso di aiutare i due poveri amici. Fantasia, senza dir nulla, prese il pennello e lo immerse in un vasetto pieno d’acqua.

“Evviva! Evviva!” si mise a gridare Pennello, sul punto di impazzire dalla gioia, “Posso muovermi! Foglio, aspettami qui. Ho un’idea meravigliosa. Corro a chiamare un po’ di amici e poi è fatta… Farfallina, puoi per caso portarmi fino al sole?”

“Sì” rispose la fata Fantasia, “aggrappati alle mie ali e andiamo!”.

Il viaggio cominciò, ma giunto vicino al sole la luce era così accecante che non si potè proprio andare oltre. Allora Pennello, da una certa distanza,  gridò: “Sole! Mandami qualcuno che non posso venirti più vicino di così! Devo aiutare il mio amico Foglio!”

Il sole era ben lieto di poter aiutare i due amici, e mandò su di un carro tutto d’oro un luminosissimo folletto. “Ciao Pennello! Mi chiamo Gialloluce e sono proprio felice di venire con te sulla terra!”, disse.

tutorial:

Sulle ali di Fantasia i due tornarono da Foglio, che aspettava con ansia, e dalla gioia cominciarono a saltellare tutti insieme: Gialloluce si espandeva di qua e di là, e sprizzava felice luce da tutte le parti… nessuno era più solo!

Nella stanza dove si trovavano i tre amici, proprio vicino al tavolo, c’era un caminetto nel quale scoppiettava un bel fuoco. E, come risvegliato dal gioco di Pennello Foglio e Gialloluce, dalle mille scintille del fuoco uscì con un balzo un folletto tutto rosso, molto molto chiassoso, che con salti e capriole si avvicinò all’allegra compagnia dicendo: “Ciao! Finalmente! Io sono Rossobrucio, mi fate giocare con voi?”

 

“Vieni!” gli rispose Gialloluce, “diventeremo amici!”

tutorial:

Come se si conoscessero da sempre, Rossobrucio e Gialloluce cominciarono a cantare e ballare con Foglio e Pennello, ed ora Foglio non aveva proprio più niente dell’aspetto triste e solitario che aveva all’inizio… anzi, ad un certo punto cominciò a sentirsi fin troppo allegro: “Brucio! Scotto!” cominciò a gridare, “Fate qualcosa!”

E improvvisamente apparve una nuova amica. “Ciao Foglio!” disse, “Mi chiamo Fatarancio e compaio ogni volta che Gialloluce e Rossobrucio si incontrano. Non resisto, non c’è niente da fare! Quando li vedo insieme, devo fare anch’io i miei saltelli con loro!”

tutorial:

“Ciao Fatarancio!” dissero tutti gli amici in coro, “Benvenuta!”. E Pennello, un po’ preoccupato per l’amico Foglio che continuava a sentirsi scottare, chiese: “Tu che sei nuova, non sai mica se esiste qualcuno che possa portare un po’ di fresco?”

“Mmh…” rispose Fatarancio, “qui ci sarebbe bisogno di qualche spiritello lunare di mia conoscenza… Gialloluce, mi presteresti il tuo carro?”

E Fatarancio si mise in viaggio. Arrivata sulla luna, cercando di sopportare meglio che si poteva il gran freddo che regnava là intorno, chiese con gentilezza: “Dolce Luna, mi manderesti una delle tue ragazze sulla terra? Rosso e giallo si sono incontrati, e se non dai una mano, un caro amico passerà dei guai…”

 

Alla luna piaceva poter dare una mano, quando si presentava l’occasione, e mandò in missione Fatacielo: una fatina tutta vestita di blu leggero e pietre preziose e cristalli, che portava sempre nella sua borsetta un soffio di gelo.

tutorial:

Arrivate da Foglio, Fatacielo si mise a ballare con gli altri, e mentre ballava aprì la sua borsetta e i veli del suo vestito si gonfiarono a onde facendo mille giochi… piano piano le fiamme si calmarono e come per magia comparve un nuovo amico:  il folletto Violabenedetto! Amicizia e gratitudine erano ovunque.

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Proverbi sui mesi dell’anno

Proverbi sui mesi dell’anno – una raccolta di proverbi e detti popolari sui mesi dell’anno, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Gennaio
Non c’è gallina nè gallinaccia che di gennaio l’uovo non faccia.
Epifania tutte le feste si porta via.
Gennaio asciutto, grano dappertutto.
Gennaio ortolano tutta paglia e niente grano.

Febbraio
Febbraio asciutto, erba da per tutto.
Pioggia di febbraio empie il granaio.
Chi vuol di avena un granaio, la semini in febbraio.
A Carnevale ogni scherzo vale.
A Carnevale, si conosce chi ha la gallina grassa.

Marzo
Marzo asciutto e april bagnato, beato il villan che ha seminato.
La nebbia di marzo non fa male, quella di aprile toglie il vino e il pane.
Di marzo chi non ha scarpe vada scalzo, e chi le ha le porti un po’ più in là.
Per l’Annunziata è finita l’invernata.
Se marzo non marzeggia, aprile non verdeggia.
Se marzo non marzeggia, april mal pensa.

Aprile
Aprile, dolce dormire.
Aprile freddo: molto pane e poco vino.
Aprile temperato non è mai ingrato.
Se tagli un cardo in aprile, ne nascon mille.
Aprile e maggio son la chiave di tutto l’anno.
D’aprile piove per gli uomini e di maggio per le bestie.
D’aprile non ti scoprire, di maggio vai adagio.
Aprile fa il fiore e maggio gli dà il colore.
Aprile dolce dormire, gli uccelli a cantare, gli alberi a fiorire.

Maggio
Maggio asciutto e soleggiato, molto grano a buon mercato.
Se di maggio rasserena ogni spiga sarà piena, ma se invece tira vento nell’estate avrai tormento.

Giugno

Luglio

Agosto

Settembre

Ottobre
Tuono dell’ottobrata, bella e calma l’invernata.
Uomo di vino non vale un quattrino.
Ottobre piovoso, campo prosperoso.
A santa Riparata ogni oliva olivata.

Novembre
A novembre si lasciano campi e orti per dedicarsi più ai nostri morti.
Di novembre quando tuona è segnal d’annata buona.
Novembre bagnato, in aprile fieno al prato.
Per santa Caterina, o acqua o neve o brina.

Dicembre
Dicembre gelato non va dispezzato.
Santa Lucia è il giorno più corto che ci sia.
Fino a Natale, il freddo non fa male, da Natale il là, il freddo se ne va.
Dolce invernata, poca derrata.

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Poesie e filastrocche: Gennaio

Poesie e filastrocche: gennaio. Una raccolta di poesie e filastrocche sul mese di gennaio, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Gennaio
Quello lì che a stento arranca,
tetro, livido, ingrugnato,
striminzito, infagottato
nella sua mantella bianca,
è gennaio, il primogenito
della bella fratellanza;
a ogni passo della danza,
batte i denti e manda un gemito. (D. Valeri)

Gennaio
Vien gennaio
con il saio
con il fianco
tutto bianco.
Viene innanzi il vecchierello,
e via caccia il tempo bello.
Reca seco giorni brevi,
nebbie, venti, ghiacci, nevi. (C. Prosperi)

Gennaio
Io sono il primo di dodici figli,
tutto vestito di candidi fiocchi,
spargo brillanti per campi e per cigli,
porto ai camini la festa dei ciocchi.
Di ghiaccio e neve ricopro le vette
e metto al fuoco le dolci ballate. (O. Coccia)

Gennaio
Pensa a gennaio che il fuoco del ciocco
non ti bastava, tremavi, ahimè!
E le galline cantavano: un cocco
ecco, ecco, un cocco, un cocco per te! (G. Pascoli)

Gennaio
Entra gennaio e dal mantello grave
scuote la neve. Assiso ai focolari
narra le vecchie fiabe ai familiari.
Il vischio splende, appeso all’architrave. (B. Osimo)

Gennaio
Quando nasce
nessun mese è così gaio
come il piccolo gennaio:
lo saluta ancora in fasce,
l’allegria di San Silvestro
piena d’estro.
Del nuov’anno
egli è il primo pargoletto,
il più atteso, il prediletto,
e per questo onor gli fanno
e ciascun se lo propizia
e lo vizia.
Quanto a quello
che crescendo saprà fare,
quello è invece un altro affare:
forse porta, il bricconcello,
raffreddori, sdruccioloni
e geloni.
Strano artista,
egli fa sui vetri e i rami
candidissimi ricami
ed appende, in gaia vista,
sulle gronde e sui poggioli
i ghiaccioli.
Con la gerla
dei regali l’accompagna
la Befana, una cuccagna!
Ma lo segue poi la Merla,
che la neve reca e geli
più crudeli…
Ma si deve
confessar, siamo sinceri,
che anche il gelo ha gran piaceri:
ha battaglie con la neve,
slitte, pattini; oggidì
fin gli sci.
Dunque sia
benvenuto, sor gennaio:
non ci punga col rovaio,
ed il buon esempio dia
ai suoi undici fratelli
ridarelli! (F. Bianchi)

Gennaio
Cerchi il fuoco e porti indosso
umor nero, vento e gelo;
col tuo sguardo incanti il fosso,
col tuo fiato appanni il cielo.
Tardi il mondo in te raggiorna,
ma la sera assidua cala
silenziosa come un’ala
sulla terra disadorna.
Per il freddo che tu porti
prati e boschi sembran morti,
ma di sotto la tua neve
vita nuova il grano beve. (R. Pezzani)

Gennaio
Eccomi qua, bambini, io son gennaio
il primo di una lunga compagnia
triste, imbronciato, qualche volta gaio
voi m’incontrate spesso per la via.
Voglio aprirvi un pochino il mio fardello
nascosto sotto il candido mantello:
ghiaccio, neve contiene,
ma in fondo in fondo,
c’è come a maggio
il raggio più giocondo.

Gennaio
Nevica: l’aria brulica di bianco;
la terra è bianca, neve sopra neve;
gemono gli olmi a un lungo mugghio stanco,
cade del bianco con un tonfo lieve.
E le ventate soffiano di schianto
e per le vie mulina la bufera;
passano bimbi; un balbettio di pianto;
massa una madre; passa una preghiera! (Giovanni Pascoli)

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Poesie e filastrocche I MESI DELL’ANNO

Poesie e filastrocche I MESI DELL’ANNO – una raccolta di poesie e filastrocche a tema, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Mesi
Gennaio porta il ghiaccio sul mantello
febbraio è corto e porta freddo e neve
marzo ha con sè il tempo poco bello
aprile vien con fiori ed aria leve
maggio ha i fiori e il tempo mite
giugno fa biondeggiar le messi d’oro
luglio porta i bagni e lunghe gite
agosto al contadin porta lavoro
settembre mette il vino nelle botti
ottobre getta il seme nella terra
novembre porta le lunghe notti
dicembre abbraccia l’anno e lo sotterra.

L’anno, i mesi e i giorni
Io so, bimbo, d’un albero
che cresce in tutti i siti,
i sami suoi son dodici,
di foglie rivestiti.
Ad ogni ramo pendule
stan trenta foglioline,
addentellate al margine
da ventiquattro spine.
Trapunte d’or, di porpora,
sa un verso scintillanti,
son nell’opposta pagina
oscure e scoloranti.
Ed ogni notte staccasi
dall’albero una foglia
infin ch’ei nudo all’aria
rimane di sua spoglia.
Ma in quell’istante spuntano
le gemme a cento a cento
e i rami si ricoprono
di nuovo vestimento.
Così per anni e secoli
quella vicenda dura;
e l’albero fatidico
del tempo è la misura. (E. Berni)

I dodici fratelli
Gennaio vien tremando
col cappotto e lo scaldino
vien febbraio schiamazzando
in costume d’Arlecchino
marzo porta vento a iosa,
una rondine e due viole
porta aprile un pesco rosa
che ti desta al nuovo sole
maggio canta e da lontano,
tre usignoli fanno coro
giugno tiene nella mano
una spiga tutta d’oro
luglio porta ceste piene
di susine e pesche bionde
porta agosto due sirene
che si specchiano nell’onde
se settembre si fa bello
con tre pampini di vite
reca ottobre un gran fardello
di castagne abbrustolite
poi novembre viene stanco
per la nebbia che l’assale
vien dicembre tutto bianco
con l’abete di Natale.
Sono dodici fratelli
che si tengono per mano
tutti buoni tutti belli,
anno nuovo ti aspettiamo. (G. Noseda)

I mesi dell’anno
Gennaio porta pasqua epifania,
febbraio sciala in maschera per via,
marzo per mano tien la primavera,
aprile d’ogni verde s’imbandiera.
Maggio i giardini sogna delle fate,
giugno dispensa l’oro dell’estate,
luglio ed agosto nella gran calura
godon beati la villeggiatura.
Settembre s’affaccenda per il vino,
ottobre rompe ricci di castagne,
novembre fa canute le montagne,
dicembre esulta davanti al Bambino. (I. Drago)

I mesi dell’anno
Gennaio mette ai monti la parrucca,
febbraio grandi e piccoli imbacucca;
marzo libera il sol di prigionia.
April di bei color gli orna la via;
maggio vive tra musiche d’uccelli,
giugno ama i frutti appesi ai ramoscelli;
luglio falcia le messi al solleone,
agosto, avaro, ansando le ripone;
settembre i dolci grappoli arrubina,
ottobre di vendemmia empie la tina;
novembre ammucchia aride foglie in terra,
dicembre ammazza l’anno e lo sotterra. (A. S. Novaro)

I mesi dell’anno
Gennaio porta gelo e nevicate,
febbraio grandi balli e mascherate,
marzo arriva col vento e le viole,
aprile ha l’erba per le capriole.
Maggio ci dà le rose profumate,
giugno le spighe dal bel sol dorate,
luglio ha le trebbie e sempre gran lavoro,
agosto buone frutta rosse e d’oro.
Settembre mette l’uva giù nel tino,
ottobre cambia il mosto in un buon vino,
novembre butta giù tutte le foglie,
dicembre per il fuoco le raccoglie. (O. Turchetti)

I mesi
Aprendo la sua porta
gennaio tira tira.
Febbraio gamba corta,
lo segue e gira gira.
Va marzo pazzerello
col vento nel cestello.
E sparge i fiori aprile,
sì gaio e sì gentile.
Il maggio par che voli
fra rondin e usignoli.
Poi giugno va beato
di spighe inghirlandato.
E luglio porta il sacco
di candida farina.
Agosto ha la sua sporta
di frutta sopraffina.
S’aggirano settembre
e ottobre dentro il tino.
E mesto va novembre
coi fiori e il lumicino.
Dicembre chiude l’anno
in una stanza oscura.
Ma, furbo, capodanno,
vi scopre una fessura.
Gennaio fa passare
per poi ricominciare
il giro giro tondo
che dura quanto il mondo. (F. Manisco)

Girotondo di dodici fratelli
Girotondo, girotondo!
Quanti sono? Una dozzina.
La farandola mulina
senza posa intorno al mondo.
Quello lì che a stento arranca,
tetro, livido, ingrugnato,
striminzito, infagottato
nella sua mantella bianca,
è gennaio, il primogenito
della bella fratellanza;
a ogni passo della danza,
batte i denti e manda un gemito.
Tien per mano il più piccino
della schiera e il più furbetto;
febbrarin carnevaletto,
detto pure il ventottino.
Lo vedete quant’è buffo
nel vestito d’Arlecchino,
lo vedete il birichino
come ride sotto il ciuffo?
Un sentore di viole…
ecco marzo pazzerello,
piedi nudi e giubberello
ricci al vento e viso al sole.
E’ una gioia rivederlo;
e, se a tratti si fa mesto,
pur si rasserena presto,
e fischietta come un merlo.
Si trascina appresso un bimbo
dolce, pallido, gentile.
Pratolino, ovvero aprile,
che di foglie al capo ha un nimbo.
Bello e caro quel biondino.
Ma più bello e più lucente,
ma più caro e più ridente,
questo qui che gli è vicino.
Maggio, eterno amor del mondo,
per guardarti, per goderti,
si vorrebbe trattenerti
arrestando il girotondo.
Lascia almeno che odoriamo
le tue rose inebrianti;
benedici tutti quanti
con quel tuo fiorito ramo!
Sei già andato! Ecco al tuo posto
sopraggiungere i fratelli
tuoi più simili, i gemelli
buoni: giugno, luglio, agosto.
Nudi sono come l’aria,
ma ciascun porta un suo fregio:
l’uno un ramo di ciliegio
che di frutti ondeggia e svaria,
il secondo ghirlandette
di papaveri fiammanti;
spighe, il terzo, barbaglianti,
in manipolo costrette.
Bravi e validi figlioli,
rosolati al solleone;
saltan come in un trescone
di gagliardi campagnoli.
Ma quest’altro, avviluppato
dentro un nuvolo di veli
azzurrini come i cieli,
è un fanciullo delicato.
E’ settembre, occhi di sogno,
cuore di malinconia:
spande intorno una malia,
ch’ha il profumo del cotogno…
Malinconica non pare
quella faccia rubiconda
che vien dopo, ed è gioconda
la canzon ch’odo cantare:
“Sangue chiaro e sangue fosco
dà la vigna, e noi beviamo
l’uno e l’altro, e salvi siamo!”
Matto ottobre, ti conosco.
Ahi, quei due che vengon ora,
musi lunghi, brutta cera
da ammalati, veste nera
ci predicon la malora!
Tien novembre un ramo secco
all’occhiello del gabbano,
e dicembre nella mano
più non porta che uno stecco.
Nei tasconi del loro saio
racan freddo e amare pene…
Ma vedete, ora chi viene?
Di bel nuovo è qui gennaio…
Girotondo, girotondo,
sono dodici ragazzi,
buoni e tristi, savi e pazzi:
e nel mezzo è il vecchio mondo. (D. Valeri)

I mesi dell’anno
Gennaio porta il ceppo e la Befana
febbraio carnevale e tramontana;
marzo le pratoline e le viole;
le rondinelle aprile e il dolce sole;
salutan maggio gli uccellini in coro;
giugno ha tra il fieno lucciolette d’oro;
luglio è biondo di grano al solleone;
agosto porta frutte dolci e buone;
settembre ha l’uva d’oro e di rubino,
ottobre poi la pigia dentro il tino;
novembre porta i fiori al camposanto,
dicembre culla i semi sotto il manto. (E. Bossi)

I mesi dell’anno
Vien gennaio freddoloso
con la barba di ghiaccioli
sotto il ciel cupo e nevoso.
I suoi undici fratelli
son febbraio, marzo, aprile,
maggio, giugno, luglio, agosto,
poi settembre il più gentile
ed ottobre col suo mosto
ed infin novembre brullo
e dicembre ultimo nato
che riporta nel cuore di ognuno
il bambino tanto sognato.
Che simpatica famiglia
reca sotto il suo mantello!
Nessun mese si somiglia
e a suo modo ognuno è bello.

I mesi dell’anno
Gennaio infreddolito
chiamò febbraio intirizzito
marzo, il burlone
svegliò aprile dormiglione.
Maggio aprì i suoi fiori
giugno uscì coi suoi colori,
luglio portò calura,
agosto recò l’arsura,
settembre andò al mare
e non aiutò ottobre a vendemmiare.
Vicino al camino novembre
aspettava l’ultimo, dicembre.

I mesi dell’anno
Va a sciare il buon gennaio
veste in maschera febbraio
marzo ha tante rondinelle
d’april piove a catinelle
con le rose giunge maggio
con le spighe giugno il saggio
ci fa luglio soffocare
si riposa agosto al mare
a settembre piace il mosto
ha già ottobre a scuola un posto
con le nebbie vien novembre
gioia e feste canta dicembre.

I mesi dell’anno
Dice gennaio: chiudete l’uscio
dice febbraio: io sto nel mio guscio
marzo apre gli occhi e inventa i colori
aprile copre ogni prato di fiori
maggio ti porge la rosa più bella
giugno ha nel pugno una spiga e una stella
luglio si beve il ruscello d’un fiato
sonnecchia agosto all’ombra sdraiato
settembre morde le uve violette
più saggio ottobre nel tino le mette
novembre fa di ogni sterpo fascina
verso il presepe dicembre cammina.

I mesi dell’anno
I bimbi lo sanno
che i mesi dell’anno
tra grandi e piccini
son dodici in tutto.
Se ognuno ha il suo fiore
se ognuno ha il suo frutto
nessuno è tra loro
più bello o più brutto.
Son tutti fratelli
ognuno ha un mestiere
chi cura i piselli
chi porta un paniere
chi pota, chi innesta,
chi ara, chi miete,
chi porta una brocca
di acqua a chi ha sete;
chi versa uno scroscio
di pioggia lucente.
Nessuno sta in ozio
guardando la gente.
Più bella famiglia
nessun vedrà mai.
Son dodici mesi,
e tutti operai. (R. Pezzani)

Girotondo dei dodici mesi
Girotondo sul nevaio
con gennaio e con febbraio
e per marzo pazzerello
girotondo con l’ombrello.
Girotondo al campanile
con la Pasqua dell’aprile
e per maggio ciliegino
girotondo col cestino.
Giugno ai campi, luglio al mare
girotondo da sudare.
Fugge ai monti agosto in fretta
girotondo sulla vetta.
Con settembre ottobre vola
girotondo per la scuola
e novembre, ecco, è già qui
girotondo con gli sci.
Poi, vestito di Natale,
fa dicembre il gran finale
e saluta capodanno
girotondo tutto l’anno.

I mesi
Cari amici il tempo vola
vanno i mesi a malincuore
presto giugno mietitore
verrà a chiudere la scuola
a trovare sotto il sole
fra boschetti, prati, aiuole,
ecco luglio un po’ monello
con agosto suo fratello.
Porteranno tanti doni
profumati, freschi, buoni!
Poi settembre canterino
farà festa nel vigneto
ed ottobre ancor più lieto
pigerà l’uva nel tino.
Oh, davvero il tempo vola
bimbi miei, si torna a scuola!
Di novembre poverello
parleranno le castagne
poi dicembre vecchiarello
stenderà sulle montagne
un gran manto di candore
darà gioia ad ogni cuore
e in un canto di bontà
anche l’anno finirà.

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Poesie e filastrocche: Capodanno

Poesie e filastrocche: Capodanno. Una collezione di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Capodanno
Filastrocca di Capodanno
fanno gli auguri per tutto l’anno:
voglio un gennaio col sole d’aprile,
un luglio fresco, un marzo gentile,
voglio un giorno senza sera,
voglio un mare senza bufera,
voglio un pane sempre fresco,
sul cipresso il fiore di pesco,
che siano amici il gatto e il cane,
che diano latte le fontane.
Se voglio troppo non darmi niente,
dammi una faccia allegra solamente. (G. Rodari)

L’anno nuovo
Indovinami, indovino
tu che leggi nel destino:
l’anno nuovo come sarà?
Bello, brutto, o metà e metà?
“Trovo stampato nei miei libroni
che avrà certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un carnevale e un ferragosto,
e il giorno dopo del lunedì
sarà sempre un martedì.
Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell’anno nuovo:
per il resto anche quest’anno
sarà come gli uomini lo faranno”. (Gianni Rodari)

L’anno nuovo
Con il tren di mezzanotte
puntualissimo, in orario,
ecco il nuovo calendario.
E’ arrivato un treno merci
con un solo passeggero
piccolissimo, ma fiero.
Tra gli evviva dei ragazzi
l’anno nuovo mostra, gaio,
il duo grande bagagliaio,
pien di gioia e di dolori,
di successi, ed amarezze.
Su, ragazzi, son per voi,
queste merci, e si vedrà
chi ben scegliere saprà. (E. Zedda)

Calendario nuovo
Nel chiudo tuo blocco trecento
sessanta più cinque foglietti:
un libro che sfogliasi lento
nel volger di un anno.
Puoi dire che cosa ci aspetti
nei dì che verranno?
Ignoro se belli o se brutti
ma so che dipende dall’uomo
di far che ogni giorno sia buono. (A. Fucili)

Anno nuovo
Anno nuovo! Ed ogni anno una promessa
una promessa che per via si perde,
e che ogni anno, purtroppo, è ancor la stessa.
Si promette, si tenta… Ed io non so,
non so capir perchè crescan le gambe
ed il giudizio dei bambino no!
Ma questa volta, per quest’anno nuovo
quello che si promette si farà:
a cominciar da oggi mi ci provo,
mamma, e il tuo bimbo ci riuscirà. (Zietta Liù)

Anno nuovo
Anno nuovo anno nuovo,
qui alla porta già ti trovo
rechi forse nel cestello
un impulso buono e bello?
Porti agli uomini l’amore,
che riscaldi a tutti il cuore?
Anno nuovo non scordare
la salute nel tuo andare
e la pace porta teco
che nel mondo abbia un’eco
veglia sempre sui miei cari,
serba loro doni rari
ed a me concedi, senti,
di poter farli contenti
Se benigno il volto avrai,
benedetto tu sarai.

Buon Capodanno!
Buon Capodanno! S’alza il sipario…
via il primo foglio del calendario!
Sui suoi foglietti scritto che hai,
anno che sorgi? Letizia e guai,
giornate bianche, giornate nere?
No, i tuoi segreti non vo’ sapere;
sopra ogni pagina che Iddio mi dona
io voglio scrivere: “Giornata buona”. (L.Schwarz)

Auguri per il nuovo anno
O mamma e papà,
vi porti il nuov’anno
salute e tesori
senz’ombra d’affanno;
vi porti le gioie
più pure e serene!
Centuplichi il bene
che fate per me! (G. Soli)

Capodanno
Mezzanotte suonò sopra il villaggio
nella placida piazza solitaria:
le ore sobbalzarono nell’aria
per la tacita notte senza raggio;
recava da lontano intanto il vento
come un tintinno garrulo d’argento,
e pel villaggio solitario errare
un trotto di cavalli si sentì.
La diligenza a dodici cavalli
arrivava con dodici signori,
e tutti, presto presto, venner fuori
con valige, con scatole, con scialli:
e il primo, un vecchio tremulo e bonario:
“Benissimo!” esclamò “siamo in orario!” (Andersen)

Lunario
Cos’è mai un anno? Un mazzolino
di giorni: qualche fiore e qualche spino,
fiori di campo, spini della siepe;
è il viaggio da un presepe ad un presepe;
un volgere di lune in grembo a Dio;
un dolce ritrovarsi e dirsi addio;
una nube che passa, il sol che torna;
pan seminato e pane che si sforna;
dodici mesi tra bagnati e asciutti;
quattro stagioni cariche di frutti.
Su ogni giorno stende il suo sorriso
un santo che vien giù dal Paradiso.
Così è fatto, mutevole, il lunario
e l’anno nuovo l’ha per sillabario
e si legge ogni dì fra stella e stella
che per chi ama, la vita è bella. (R. Pezzani)

Anno nuovo
Salutiamo riverenti il vecchio anno
che se ne va col greve suo fardello
e fidando muoviamo incontro al nuovo
uscente dal mistero tutto bello.
Porta al mondo, che tiepido t’aspetta,
doni d’amore, di pace, di armonia.
E così sia. (E. Minoia)

Felice nuovo anno
Nella notte di magia
l’anno vecchio scappa via
non sei neppure addormentato
che uno nuovo è già arrivato
bello, ricco di giornate,
sia d’inverno, che d’estate.
Anno allegro e fortunato
sia quest’anno appena nato!

Anno nuovo
Ho incontrato per la via
un vecchietto tutto bianco
camminava curvo e stanco
pieno di malinconia.
Tristemente ha mormorato
“Sono l’anno che è passato”.
Saltellando poi veniva
un allegro fanciullino
e rideva birichino
dietro l’anno che finiva;
pien di gioia mi ha cantato
“Sono l’anno appena nato”.

Anno vecchio ed anno nuovo
Tin tin l’orologio rintocca
tin tin quanti colpi ha suonato?
Tin tin qual è l’ora che scocca?
Tin tin qualcheduno ha bussato!
Anno vecchio, tin tin, ti saluto!
Anno nuovo, tin tin, benvenuto!

Sole d’inverno
Capo d’anno: sì mite, e quanto sole!
Io già respiro il marzo, in questa luce
d’oro che so breve e bugiarda. E rido
alla menzogna, ma ne godo e ad essa
mi scaldo, come fan pruno e castagno
cui rispunta a capriccio qualche gemma
nella certezza che morrà domani
prima d’aprirsi. Gemme senza fiore
sui rami e nel mio cuore,
gioia d’un giorno, conscia d’esser viva
sol per un giorno!
Non importa. E’ gioia. (A. Negri)

Il futuro
Il futuro, credetemi,
è un gran simpaticone,
regala sogni facili
a tutte le persone.
“Sarai certo promosso”
giura allo scolaretto.
“Avrai voti lodevoli,
vedrai, te lo prometto”.
Che gli costa promettere?
“Oh, caro ragioniere,
di cuore mi congratulo:
lei sarà cavaliere!”.
“Lei che viaggia in filobus,
e suda e si dispera:
guiderà un’automobile
entro domani sera”.
“Lei sogna di far tredici?
Ma lo farà sicuro!
Compili il suo pronostico:
ci penserà il futuro!”
Sogni, promesse volano…
Ma poi cosa accadrà?
Che ognuno avrà il futuro
che si conquisterà. (G. Rodari)

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. 

Racconti per l’inverno

Racconti per l’inverno – una raccolta di racconti, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

La signorina formica Bruna

La signorina formica Bruna è stanca di starsene a dormire tutto il giorno al caldo e al buio sotto terra. “Forse è già primavera… forse c’è già un bel sole tiepido…” ha detto alla vicina formica Rossa, svegliatasi per caso, fra un sonnellino e l’altro. “Ma no!” ha replicato quest’ultima. “Non senti che si bene ancora a dormire sotto terra? La piccola radice piantata proprio nel corridoio d’uscita non ha ancora messo i primi germogli; guarda anche il chicco verde del pisello; proprio ieri è piombato su di noi ed è lì, tutto infreddolito, raggrinzito: quando scoppierà e getterà fuori il suo germoglio, allora sarà tempo di uscire anche per noi.” Ma la signorina formica Bruna non se la sente: scrolla con disprezzo le piccole antenne frementi e si incammina con passo ancora indeciso. “Porta un po’ di sole anche a me!” ha sghignazzato formica Rossa, fra uno sbadiglio e l’altro. C’è freddo, oltre la tana, nella terra nera. Formica Bruna passa sul dorso, morbido come un tappeto, di un talpa in letargo sgattaiola fra un chicco e l’altro, e saluta il pisello raggrinzito; poi si inerpica lungo lo stelo verde di una pianta di grano. Ma man mano che sale sente più freddo. Formica Bruna batte le sei zampette per riscaldarsi, agita le antenne e seguita a salire. Alla fine sbuca fuori. Di sole nemmeno un filo; il cielo è grigio e, miracolo, la terra è tutta bianca e fredda. Bianchi sono i rami nudi degli alberi, e il tetto della casa vicina, e i monti lontani. Tutto questo, veramente, formica Bruna non lo vede, perchè per quanto abbia migliaia di occhi piantati sul capo, è molto miope e non vede che da vicino; ma glielo dice un passero affamato che saltella sul tappeto bianco e che, per amicizia, rinuncia a mangiarsela. Che sospirone di conforto tira fuori la signorina Bruna! Saluta il passero, poi scivola lesta lesta lungo lo stelo verde del grano, non guarda neanche il pisello grinzoso, ripassa a precipizio sul dorso della talpa, s’imbuca nella terra calda, e piano piano, si corica fra le sorelline che dormono buone buone; sbircia la formica Rossa, sbadiglia due volte, poi s’addormenta di colpo.

Nerina Oddi Azzanesi

L’albero addormentato

Un albero si addormentò. Tutti gli alberi s’addormentano quando perdono le foglie e il freddo viene. Ma in genere non sognano mai. Dormono per tutto l’inverno, e a primavera si svegliano. Invece quell’albero, sognò. Gli pareva che nel cielo volassero, lenti, tanti angeli e dalle ali di quegli angeli cadevano le penne. Erano penne bianche e leggere che si posavano sui rami, sulla terra, e sulle siepi. Era un sogno così bello che l’albero si svegliò. Si guardò intorno stupito e vide tutto bianco. Il sogno non era un sogno. Dal cielo continuavano a cadere le penne degli angeli. L’albero rabbrividì di gioia e di freddo. Poi, di colpo, si riaddormentò. A primavera, quando si destò, raccontò il suo sogno a un merlo col becco giallo. Il merlo si mise a ridere. “Sei un vecchio albero, ma sei anche sciocco. Quelle non erano le penne degli angeli, era la neve, una cosa fredda che cade dal cielo!” “Non è vero!” gridò l’albero. Ma poi, quando anche una lucertola gli disse la stessa cosa, dovette crederci. “Va bene” disse al merlo dal becco giallo “Non erano le penne degli angeli, ma tu puoi trovarti un altro albero per fare il nido. Io non ti ci voglio più”. E quell’anno ospitò una coppia di cardellini.

Mimì Menicucci

C’era una volta un omino di neve

C’era una volta un omino di neve. Era venuto su panciuto e candido con un taralluccio per naso, due bottoni per occhi e una pipa in bocca. Quando poi gli misero un cappello tutto sbertucciato in testa, il pupazzo si guardò intorno con arroganza come se fosse il padrone del quartiere. I ragazzi ci giocarono intorno fino a sera e questo lo insuperbì ancora di più, tanto che quando se ne furono andati via, si rivolse al monumento di marmo che sorgeva in mezzo alla piazza e gli disse: “Non crederai mica di essere più bello di me. Io ho perfino la pipa!” La statua, che era quella di un grand’uomo, rise silenziosamente senza provare nemmeno a discutere le sciocchezze che l’omino di neve diceva; ma un passero che, si sa, è un uccellino impertinente, andò a posarsi proprio sul cappello dell’omino e gli pizzicò il naso. “Non mancarmi di rispetto!” strillò il pupazzo “e vattene subito di qui!” Ma il passero non l’ascoltò neppure e invece si accomodò meglio sul cappello dove aveva deciso di passare la notte che si annunciava fredda e rigida. Intanto si era levata la luna e l’omino, per consolarsi, le rivolse la parola dicendo: “Non pare anche a te che io sia una persona importante?” La luna rise col suo faccione largo e splendente e l’omino, imbronciato, decise di non parlare più con nessuno. La notte passò gelida e silenziosa, e poichè la neve a quel freddo rassodava, la superbia dell’omino cresceva. Ma venne la mattina, e con la mattina il bel sole tiepido che usciva fuori dopo tante giornate di cattivo tempo, e voleva rifarsi delle ore perdute. Avvolse il pupazzo di neve con la sua luce d’oro e gli fece scintillare i bottoni degli occhi. In principio, l’omino ebbe quasi piacere di sentirsi invadere da quel bel calore, ma poi si accorse che si indeboliva sempre più: grossi rigagnoli gli corsero per tutto il corpo e capì che si sarebbe infine sciolto. L’ultimo sguardo fu per il monumento che se ne stava immobile in mezzo alla piazza, illuminato dal sole che con lui non ce la faceva. Quando i ragazzi tornarono, non trovarono più l’omino di neve. Della sua superbia era rimasta soltanto una pozza d’acqua sporca nella quale galleggiava una vecchia pipa.

Mimì Menicucci

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. 

Poesie e filastrocche LA BRINA E IL GELO

Poesie e filastrocche LA BRINA E IL GELO – una raccolta di poesie e filastrocche sulla brina e sul gelo, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Brinata
Non è neve: men candida,
più sfumata fioritura,
esalata nel silenzio,
della magica natura.
Nella notte l’incantesimo
si fermò tra gli alti rami,
stese lento in mezzo agli alberi
le sue trine e i suoi ricami.
Ma la trama ormai dissolvesi,
vinta dal sol che già l’ha tocca;
un gocciar di gravi lacrime,
piove intorno, intorno fiocca. (G. Bertacchi)

Brinata
La terra era squallida e grigia
e grigio e monotono il cielo;
l’inverno riaprì la valigia
e poi disse al gelo:
“Ricama con mano gentile
quest’umida nebbia sottile!”
Il gelo si mise al lavoro:
sui penduli rami tremanti
profuse, con arte, un tesoro
di perle, e diamanti,
e, all’alba del nuovo mattino,
la terra fu tutta un giardino. (R. Calleri)

Il gelo
Dormiva la vallata nella notte serena:
s’affacciò il gelo e disse: “Bene, mi sento in vena!
Quest’ora è tranquilla, nessuno sta a vedere
e si lavora in pace. Mi fa proprio piacere.
Io non somiglio punto a quei furioni
miei parenti, la grandine, il vento, gli acquazzoni.
Quanto fracasso fanno! Par non ci sian che loro
e sciupano ogni cosa. Io sto zitto e lavoro.”
Così borbotta il gelo, ride la luna piena
mentr’ei va silenzioso per la notte serena. (C. Del Soldato)

Nebbia e brina
Nebbia, che cosa hai fatto!
Un velario di seta.
Ogni cosa è segreta
a un tratto.
Che ricamo, che trina,
quanti gioielli intorno!
Li dona al nuovo giorno
la brina. (D. Rebucci)

Brina
Lo squallido rosaio
sotto il freddo rovaio
s’è coperto di brina.
Ogni fronda, ogni spina
porta un fiore, una stella.
Il passero saltella
sui bianchi ciuffi e spera:
“C’è forse primavera?” (O. Visentini)

Brina
La nebbia del mattino
s’impiglia come un velo,
tra i rami del giardino
scintillanti di gelo:
è la brina, la lieve
sorella della neve.
Ella tesse ricami
minuti, di bianche perline,
su tutti i rami
e sulle foglioline;
fa un candido contorno
ad ogni cosa intorno.
Ieri non c’era niente:
in una notte il vago
lavoro diligente
fu fatto, a punta d’ago.
Com’è svelta e felice
questa ricamatrice! (Puck)

Fiori di ghiaccio
Mentr’io dormivo
oh, quanti strani fiori
sulla finestra
ha disegnato il gelo!
Fiori di ghiaccio, i cui steli ricurvi
compongono arabeschi fantasiosi.
Belli davvero!
Ma il fiato li scioglie,
subito.
Di quel magico giardino che resta?
Un par di lacrime sul vetro…

Il gelo
Dormiva la vallata nella notte serena;
s’affacciò il Gelo e disse: “Bene, mi sento in vena!
Quest’è un’ora tranquilla, nessuno sta a vedere
e si lavora in pace. Mi fa proprio piacere.
Io non somiglio punto a tutti quei furioni
miei parenti, la grandine, il vento, gli acquazzoni.
Quanto fracasso fanno! Par non ci sian che loro
e sciupano ogni cosa. Io sto zitto e lavoro”.
Così borbotta il Gelo; ride la luna piena
mentr’ei va silenzioso nella notte serena. (C. Del Soldato)

Il gelo
Dimmi il segreto, candido gelo:
hai imparato forse nel cielo
a far sui vetri i tuoi ricami,
così fantastici di foglie e rami?
Metti alle piante rari merletti,
ghiaccioli a frangia cuci sui tetti;
doni alle siepi mille trafori,
dispensi ai campi gelidi fiori:
fredda bellezza che fa sognare,
mistero eterno che fa pensare. (T. Romei Correggi)

 

Il gelo
Al sole ch’è malao
certo il gelo è molesto,
e si corica presto
poichè s’è tardi alzato.
Con braccia scarne aiuto
chiede il gelso e il cipresso
trema per freddo acuto
nel suo mantello stesso. (V. Bettolini)

L’arrivo di Mago Gelo
Dormiva la vallata nella notte serena.
S’affacciò il  Gelo e disse: -Bene, mi sento in vena.
Questa è un’ora tranquilla: nessuno sta a vedere
e si lavora in pace. Mi far proprio piacere.
Io non somiglio proprio a quei furioni
miei parenti: la grandine, il vento, gli acquazzoni;
quanto fracasso fanno! Par non ci sian che loro,
e sciupano ogni cosa. Io sto zitto e lavoro.-
Così borbotta il Gelo: ride la luna piena
mentre lui va silenzioso nella notte serena;
e viene alle casette della valle silente;
e alle chiuse vetrate soffiando lievemente
va ricamando trine così fini e istoriate
come il meraviglioso mantello delle fate.
E dappertutto dove, alitando si arresta,
al lume della luna d’un tratto ecco una testa
di fiori scintillanti, di candidi alberelli,
di brillanti alucce di farfalle ed uccelletti;
ecco templi d’argento dalle guglie lucenti
e intricate foreste dai rami trasparenti.
Ogni cosa s’adorna di bianco luccichio:
-Eh- dice Mago Gelo -se mi ci metto io!-
(Camilla del Soldato)

Brinata
La terra era squallida e grigia,
e grigio e monotono il cielo;
l’inverno riaprì la valigia
e poi disse al gelo:
“Ricama con mano gentile
quest’ultima nebbia sottile”.
Il gelo si mise al lavoro;
sui penduli rami tremanti
profuse con arte un tesoro
di perle e diamanti;
e all’alba del nuovo mattino
la terra fu tutta un giardino.
Il sole dai monti si affaccia
i candidi fiori a guardare,
la nebbia fumosa discaccia,
li viene a baciare;
e allora si rompe l’incanto.
I fiori si sciolgono in pianto. (R. Calleri)

Brina
Che rovina nell’orto in tre brinate!
Squallido tutto e morto;;
spogliato il susino, rigido il pero;
tre bianche mattinate
orbar di fiori l’orto,
fecero un cimitero.
Ultime, e al cuor per questo più soavi,
rose cadute qua, là fucsie a terra
non più pendule e gravi;
beate le viole nella serra!
Più non sta tra le sue foglie il fico:
trovarne uno grinzoso ed infermiccio
tra quegli stecchi è un caso;
non tiene più un racimolo il viticcio
e l’amorin nel vaso langue. (E. Giardini)

Brinata
Non è neve: men candida,
più sfumata fioritura,
esaltata nel silenzio
della magica natura.
Nella notte l’incantesimo
si fermò tra gli altri rami,
stese lento in mezzo agli alberi
le sue trine e i suoi ricami,
ma la trama ormai dissolversi,
vinta al sol che già l’ha tocca;
un gocciar di gravi lacrime
piove intorno, intorno fiocca. (G. Bertacchi)

Brinata
Ve’, che gli alberelli stamattina
all’improvviso fecero i fiori
belli ed orditi come la trina,
che sanno fare le ricamatrici!
Ieri ogni cimarella avea una spina,
come che fosse una spina d’amore,
oggi una rama porta un grumolo,
tutto bello nel suo candore;
e c’è Mariella dalla balconata,
che lascia l’anima su questi fiorellini,
fatti di niente, fatti di brina,
e riguardando or questi e or quelli,
gode e non s’accorge che in un subito,
dileguano tutti come tante stelle. (V. De Simone)

La brina
Già la brina s’è levata,
la campagna ha ricamata.
Con le perle, col diamante
che scintilla al nuovo sole
ha adornato già le piante,
e sentieri, prode, aiuole.
E salta sopra il tetto
della mia modesta casa
ha disteso il suo merletto
lungo tutta la cimasa.
Come splende la mattina
al passare della brina! (R. Rebucci)

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. 

Poesie e filastrocche sulla neve

Poesie e filastrocche sulla neve – una raccolta di poesie e filastrocche sulla neve, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

La neve
Neve bella,
fatta a stella,
bianca neve,
lieve lieve
vienmi in mano,
piano piano
Sei per poco
dolce gioco,
dolce gioco
in mille fiocchi
che mi frullan
sotto gli occhi. (Ada Negri)

Scenetta bianca
Da un bel boschetto a far la serenata
la luna tutta bianca s’è affacciata:
sono i monti, le valli, le colline
tutti sparsi di pecore piccine.
La luna ride un poco: un faggio stanco
dorme sognando un gran cappuccio bianco.
Sola sul monte una chiesetta in pace
con la pupilla d’oro guarda e tace. (Luisa Nason)

Nevica
Sopra i tetti, sulle strade
piano piano, lieve lieve
cade giù la bianca neve.
Danza, scherza, su nell’aria,
si rincorre, si riprende
e poi lenta lenta scende.
Come candida farfalla
che è già stanca del suo volo
si riposa sopra il suolo
ed in breve lo ricopre
d’un uguale bianco manto:
sembra tutto un dolce incanto. (P. Guarnieri)

C’è una bimba
C’è una bimba che spazza davanti alla sua porta!
La bimba è piccola e la granata è corta;
la neve è tanta tanta che copre la città:
a spazzarla via tutta chi mai ci arriverà?
Ci arriveremo tutti, se ognuno spazza un po’…
la bimba è piccolina, ma fa quello che può. (L. Schwarz)

Il gelo
Dormiva la vallata nella notte serena:
s’affacciò il gelo e disse: “Bene, mi sento in vena!
Quest’è un’ora tranquilla, nessuno sta a vedere
e si lavora in pace. Mi fa proprio piacere.
Io non somiglio punto a quei furioni
miei parenti, la grandine, il vento, gli acquazzoni.
Quanto fracasso fanno! Par che ci sian che loro
e sciupano ogni cosa. Io sto zitto e lavoro.”
Così borbotta il gelo, ride la luna piena
mentr’ei va silenzioso per la notte serena. (Camilla Del Soldato)

Neve
Cade la neve a falde larghe e piane,
da ore e ore, senza mutamento.
Non una voce; non un fil di vento;
non echi alle casupole lontane.
Nei boschi e nelle immense Alpi lontane
ogni soffio di vita sembra spento.
Sotto quel bianco ammanto è un sognar lento
di piante, d’erbe e di speranze umane. (Ada Negri)

Paese nuovo
Il bimbo guarda alla finestra i fiocchi
taciti, ch’empion turbinando l’aria;
guarda la strada bianca e solitaria,
che non ha che un ombrello e due marmocchi.
E guarda la casina dirimpetto,
ch’è agghiacciata dal vento e dalla bruma.
ma che pur nel silenzio algido fuma
con la pipa del suo comignoletto.
Sorride il bimbo nel suo caldo covo,
ed è stupito perché i fiocchi, a un tratto,
d’un paesello nero e vecchio han fatto
un paesello tutto bianco e nuovo. (Marino Moretti)

La neve e la culla
Lenta la neve fiocca, fiocca, fiocca.
Senti: una zana dondola pian piano.
Un bimbo piange, il piccol dito in bocca,
canta una vecchia, il mento sulla mano,
la vecchia canta: “Intorno al tuo lettino
c’è rose e giglio, tutto un bel giardino:”
Nel bel giardino il bimbo s’addormenta.
La neve fiocca lenta, lenta, lenta… (G. Pascoli)

Nevicata
C’è la mostra del bianco. Ecco, ogni cosa
lentamente si veste di candore.
Lieve cade la neve senza posa…
Quanto biancore!
Son di bambagia i tetti diventati,
di lattemiele sembrano i camini;
le gronde e i cornicioni sono ornati
di trine fini.
Tra le farfalle bianche della neve
spaurito vola, nero, un uccellino.
Nell’aria si disperde il fumo lieve
d’alto camino.
All’improvviso appare un po’ di rosa,
lassù, nel cielo, fra la neve bianca;
ma vince ancor la neve silenziosa,
e il rosa imbianca. (A. Castoldi)

Fiocchetti bianchi
Candida, lieve,
morbida, fina,
questa mattina
scende la neve.
I fiocchi bianchi
mi sembran ali:
sui davanzali
si posan stanchi.
Dal grigio cielo,
su prati e fonti,
su chiese e ponti,
stendono un velo.
Vestono i rami
d’alberi spogli;
i sassi grami
sembrano scogli.
In girotondo
copron la siepe;
adesso il mondo
pare un presepe. (C. Ronchi)

Nevicata
Nevica; l’aria brulica di bianco;
la terra è bianca; neve sopra neve;
gemono gli olmi a un lungo mugghio stanco:
cade del bianco con un tonfo lieve.
E le ventate soffiano di schianto
e per le vie mulina la bufera;
passano bimbi: un balbettio di pianto;
passa una madre: passa una preghiera. (G. Pascoli)

Canzoncina della neve
Dal cielo tutti gli angeli
videro i campi brulli
senza fronde né fiori,
e lessero nel cuore dei fanciulli
che amano le cose bianche.
Scossero le ali stanche
di volare.
E allora scese
lieve lieve
la fiorita di neve. (O. Visentini)

La neve
Ieri sull’alto colle,
oggi nel piano arato,
la neve è sulle zolle,
e copre il seminato.
“Buon raccolto di grano!”
fa il provvido bifolco;
ma un passerotto invano
cerca l’amico solco.
E saltella leggero,
e pare quasi stanco,
piccolo punto nero
sopra l’immenso bianco. (Rubber)

La neve
Danzi nel cielo, candida e lieve,
o bella neve.
Poi silenziosa, distendi al suolo
il tuo lenzuolo.
“Uh com’è freddo questo mantello!”
geme l’uccello.
E i poverelli dicon sgomenti:
“Ah quanti stenti
e quanto freddo patir si deve
con questa neve!”.
Dicono i bimbi: “Andremo a sciare
e a scivolare,
a fare palle e un fantoccione
tutto burlone:
la pipa in bocca, i baffi neri,
gli occhi severi…”.
Dice contento il campagnolo:
Non gela il suolo
sotto la neve: e il chiccolino
sta ben caldino!”. (T. Romei Correggi)

La neve
Sui campi e sulle strade,
silenziosa e lieve,
volteggiando, la neve cade.
Danza la falda bianca,
nell’ampio ciel, scherzosa,
poi sul terren si posa stanca.
In mille immote forme,
sui ceppi e nei giardini dorme.
Tutto dintorno è pace:
chiuso in oblio profondo,
indifferente , il mondo tace. (Ada Negri)

Nevicata
Nevica: l’aria brulica di bianco;
la terra è bianca; neve sopra neve:
gemono gli olmi a un lungo mugghio stanco:
cade del bianco con un tonfo lieve. (G. Pascoli)

Povero pettirosso!
Eccolo lì, povero pettirosso!
Con la neve, per lui c’è carestia;
e chi sa mai quanta malinconia
si sente addosso…
Nè bacche, nè granelli, eh, poverino!
e le belle giornate son lontane…
Li vuoi questi minuzzoli di pane,
pettirossino? (C. Del Soldato)

Neve bella
Neve bella, fatta a stella,
bianca bianca, lieve lieve,
vienmi in mano, piano piano,
sei, per poco, dolce gioco;
dolce gioco in mille fiocchi
che mi frullan sotto gli occhi.

Allegria sulla neve
Sulla neve è ritornata
l’allegria dei ragazzi:
c’è chi ride, c’è chi canta,
chi bersaglia i bei pupazzi.
Tutti bianchi, incappucciati,
van correndo qua e là;
sono allegri, spensierati,
pien di gran serenità. (V. Battù)

Nevicata
Le casette
stupefatte
sono bianche
come il latte.
Tutto è bianco,
monte e valle…
è un diluvio di farfalle.
Lungo i tetti
sopra i rami,
che merletti
che ricami!
Che stupore
per gli uccelli!
Che cappucci
sugli ombrelli! (P. Ruocco)

Ballatella della neve
In una casetta
dell’Alpe lontana
dimora una vecchia
fra biche di lana:
di soffice lana
di sue pecorelle
da essa tosate
a un lume di stelle;
ed ora la dona
al vento che in breve
la muta in fiocchetti
di candida neve.
Mulina, mulina
nell’aria gelata
la morbida lana
così trasformata!
Che gioia vederla!
Per tutta la valle
è come una danza
di lievi farfalle:
un piover giocondo
di piume d’argento
che cambia, oh portento
la scena del mondo.
Intanto, dal cavo
d’un buio crepaccio
or esce un vegliardo
con barba di ghiaccio.
Che torbido sguardo,
che cera stizzosa!
Al freddo suo fiato
s’ammala ogni cosa…
Ei spegne le foglie
sugli alberi foschi,
discaccia gli uccelli
lontano dai boschi,
trasmuta le fonti
in lastre di vetro
e brontola brontola
un monito tetro.
Ma sotto la neve
e bulbi e radici
riposano in pace
sicuri, felici.
E sognan l’aprile
e il sole giocondo
che ancor farà verde
la scena del mondo. (G. Striuli)

Fata bianchina
La sai tu la storia di Fata Bianchina
che soffice, cheta, dal cielo calò?
Tranquilla discese, una grigia mattina
e il candido manto su tutto gettò-
I bimbi, felici, batteron le mani,
i passerottini gemeron “Ci ci”.
Guardò il contadino sui campi lontani
e disse contento: “Va bene così”.
Ma il sole col vivido disco di fuoco
nel cielo schiarito a un tratto brillò
e Fata Bianchina dovè, a poco a poco
disfarsi nel pianto. Così se ne andò. (P. Bianchi)

Neve
Dal cielo tutti gli angeli
videro i campi brulli
senza fronde nè fiori,
e lessero nel cuore dei fanciulli
che aman le cose bianche.
Scossero le ali stanche di volare
ed allora discese lieve lieve,
la fiorita neve. (U. Saba)

Neve
Giù dal cielo grigio grigio
zitta zitta, lieve lieve
lenta lenta, bianca bianca
sulla terra vien la neve.
Mille bianche farfalline
fanno il manto alle colline
mille candide farfalle
tintinnando
fanno ai campi un bianco scialle
mille fiocchi immacolati
danno ai monti, ai boschi, ai prati
alle strade, ai tetti, al suolo
un bellissimo lenzuolo
i bambini guardan fuori
e non apron più la bocca
e la neve lenta lenta
scende scende, fiocca fiocca. (Ruocco)

Neve
Le casette stupefatte,
sono bianche come latte
tutto è bianco, monte e valle,
è un diluvio di farfalle
lungo i tetti, sopra i rami,
che merletti, che ricami.

La nevicata
Sulla campagna squallida e pensosa
scende la neve, a larghi fiocchi e lenti,
e sui morbidi strati rilucenti
immacolata e tacita si posa.
Scende d’un fitto vel, copre ogni cosa;
copre casette, ponti, acque dormienti;
e colma fossi, imbianca bastimenti
e scende senza fine e senza posa. (E. De Amicis)

Neve
Cadono i fiocchi
ma non si posano subito.
Restano un poco in alto
esitano sospesi,
come cercassero
un posto pulito
per riposare e raccogliersi. (G. Serafini)

Sgocciola la tettoia
Dalle nuvole rotte
il sole ad intervalli
in berretta da notte
mette fuori la faccia stralunata
sbadigliando di noia.
E frattanto, di neve disgelata
sgocciola la tettoia
come il nasuccio d’uno scolaretto
che smarrì il fazzoletto.
Al margine del fosso
squittisce un pettirosso. (A. Ghislanzoni)

Fiori di neve
Petali bianchi
nell’aria greve.
Fiori di neve
sui rami stanchi.
Sul verde tenero
del nuovo grano
s’adagian piano
gigli e asfodeli:
fiorita lieve
che ignora stelo…
Gemme del cielo
fiori di neve. (M. Castoldi)

Tracce sulla neve
Chi è passato di qui?
Un bruno cervo timido.
Chi è passato di là?
Un coniglietto trepido,
un orso vecchio e placido.
Chi è passato di qui?
Un topo velocissimo
che corre al suo cunicolo
tiepido e comodissimo. (K. Jackson)

La neve
Giù dal cielo
grigio grigio,
zitta zitta,
lieve lieve
lenta lenta
bianca bianca
sulla terra
vien la neve.
Mille bianche
farfalline
fanno il manto
alle colline,
mille candide
farfalle
tintinnando,
fanno ai campi
un bianco scialle.
Mille fiocchi immacolati
danno ai monti,
ai boschi, ai prati,
alle strade,
ai tetti, al suolo
un bellissimo lenzuolo.
I bambini guardan fuori
e non aprono
più bocca
e la neve
lenta lenta
scende, scende,
fiocca, fiocca. (Ruocco)

Nevica
Le casette stupefatte
sono bianche come latte.
Tutto è bianco, monte e valle…
E’ un diluvio di farfalle.
Lungo i tetti, sopra i rami,
che merletti! Che ricami!
Che stupore per gli uccelli!
Che cappucci per gli ombrelli!

Ballatella della neve
In una casetta dell’alpe lontana
dimora un vecchia fra sacchi di lana;
di soffice lana di sue pecorelle
da essa tosate a lume di stelle;
ed ora la dona al vento che in breve
la muta in fiocchetti di candida neve.
Mulina, mulina, nell’aria gelata
la morbida lana così trasformata!
Che gioia vederla, per tutta la valle
è come una danza di lievi farfalle:
un piover giocondo di piume d’argento
che cambia, oh portento!
la scena del mondo.
Ma sotto la neve e bulbi e radici
riposano in pace sicuri e felici,
e sognan l’aprile e il sole giocondo
che ancor farà verde la scena del mondo.

Inverno
Ma cosa accade?
Guardati intorno!
Alberi spogli
e breve il giorno.
Oh quanto freddo
lungo le strade
forse tra poco
la neve cade.
Con questo freddo
dentro restiamo
e un ritornello
insiem cantiamo.

Inverno
Il ghiaccio e la neve
copron la terra
Il rigido gelo
gli alberi afferra.
I rami si piegano
al fischio del vento.
S’ode nel bosco
un triste lamento.
Ma sotto la terra
umida e scura
il seme prepara
la vita futura.

Nella siepe
Nella siepe tutta spini
son rimasti gli uccellini
perchè il rovo e il biancospino
il sambuco e l’agazzino
hanno bacche colorite
nutrienti e saporite.
Ma lombrichi e chioccioline
ricci, serpi, e formichine
la lucertola curiosa
e il ramarro che riposa
stan nascosti a sonnecchiare
finchè il sol potrà tornare.
Stan nascosti giorno e sera
aspettando primavera.

Neve
Scendono le stelline
dal cielo a mille a mille
avvolte in bianco velo
la terra desolata
copron silenti e pure
d’una coltre gemmata.
Benedice la madre
quel prezioso mantello
ed il cielo saluta
col sorriso più bello. (G. Noseda)

La neve
Sui campi, sulle strade,
silenziosa, bella, lieve,
volteggiando già la neve, cade.
Danzan fiocchi bianchi
contro il cielo rosa
poi a terra posan, stanchi.
Su mille immote forme
sui tetti e sui camini
sui cippi e sui giardini, dorme.
Tutto intorno è pace
chiuso in oblio profondo
indifferente il mondo, tace. (Ada Negri)

La neve
Bianca neve silenziosa
scendi lieve senza posa.
Eri pioggia su nel cielo
t’ha gelato il crude gelo
ogni goccia fu stellina
bianca neve piccolina.
Ora scendi bianca e bella
ogni fiocco è una stella
così bianca resterai
finchè al sol ti scioglierai.
Bianca neve silenziosa
scendi scendi senza posa.

La canzone della neve
Sotto il morbido mantello
della neve immacolata
dorme l’erba scolorata
dorme nudo l’alberello.
Dorme il ghiro, dorme il tasso
la lucertola si stira
lo scoiattolo sospira
con un suon di contrabbasso.
Ma nel solco che lo serra
veglia il seme di frumento
lo vedremo al sole, al vento,
rinverdir tutta la terra.
Lo vedremo al tempo bello
d’oro il campo rivestire
finge intanto di dormire
sotto il candido mantello.

Cade lenta, silenziosa,
bianca, soffice, la neve,
è una danza misteriosa
di farfalle, lieve, lieve.
Senza fretta, piano piano,
si distende il bianco manto,
si ricopre il monte, il piano,
la natura è un dolce incanto.

Sotto la neve pane
Cadde la neve, ma non fu tormenta
sì cadde come fa quando rimane
un bianco sfarfallio nell’aria spenta
un morbido calar di bianche lane.
E da prima infiorò le rame, i fusti,
le nude siepi, tutti i secchi arbusti.
Poi disegnò come di netto smalto
i margini, le prode, ogni rialto.
Poi s’allargò, s’alzò a mano a mano
stese una coltre là dal monte al piano.
Sii benvenuta, neve. La sementa
non crescerà precoce in spighe vane
chè la fredda tua coltre l’addormenta.
Io sento dir: “Sotto la neve, pane!”. (P. Mastri)

Giorno di neve
Scende scende lieve e bianca
sulla terra così stanca
scende lenta lenta lenta
e la valle si addormenta.
Notte serena.
Dorme, sogna, mentre il cielo
torna azzurro, senza velo,
e sorride una stellina,
alla valle piccolina.

La prima neve
Questa mattina
quando apersi gli occhi
guardai dalla finestra
vidi la neve
che cadeva a fiocchi
sulla strada maestra.
Tutto era bianco:
il tetto ed il cortile
e avea un cappello bianco
il campanile.

La neve
Dorme la neve, dorme
in mille strane forme
sui sentieri, sulle strade,
sui fossati, sulle case,
sui tetti, su campagne,
su poggi, su montagne,
su quel tappeto bianco
dorme l’inverno stanco.

La neve
Fiocca fiocca, neve bianca,
fiocca fiocca, non si stanca.
Posa qua, posa là,
alla terra un manto fa.

Nevicata
Nevica: l’aria brulica di bianco;
la terra è bianca; neve sopra neve;
gemono gli olmi a un lungo mugghio stanco;
cade del bianco con un tonfo lieve.
E le ventate soffiano di schianto
e per le vie mulina la bufera:
passano i bimbi: un balbettio di pianto;
passa una madre; passa una preghiera. (G. Pascoli)

La danza della neve
Neve, neve, scendi lieve
sopra i campi e le contrade;
neve, copri col tuo manto
boschi e case, tutto quanto;
neve, scuoti, bianca e bella,
il tuo vel di reginella.
Sulla terra che rinserra
il tesor del contadino
mille chicchi, mille semi,
scenda in fiocchi il tuo mantello,
bianco bianco… fino fino,
e niun chicco al freddo tremi!
Verrà il sol di primavera
dispiegando una bandiera
di roselle e gigli e viole:
da ogni chicco il fusticino
s’alzerà lieto nel sole,
verde verde, fino fino.
Scendi, scendi, o reginella,
tutta bianca pura e bella,
scendi piano piano piano…
Benedice il contadino
il tuo manto fino fino,
chè la neve è madre al grano. (Hedda)

Ballatella della neve
In una casetta
dell’Alpe lontana
dimora una vecchia
fra biche di lana:
di soffice lana
di sue pecorelle
da essa tosata
a un lume di stelle;
ed ora la dona
al vento che in breve
la muta in fiocchetti
di candida neve.
Mulina, mulina,
nell’aria gelata
la morbida lana
così trasformata!
Che gioia vederla!
Per tutta la valle
è come una danza
di lieve farfalle:
un piover giocondo
di piume d’argento
che cambia
oh portento
la scena del mondo.
Ma sotto la neve
e bulbi e radici
riposano in pace
sicuri e felici,
e sognan l’aprile
e il sole giocondo
che ancor farà verde
la scena del mondo.
Ma sotto la neve
e bulbi e radici
riposano in pace
sicuri, felici,
e sognan l’aprile
e il sole giocondo
che ancor farà verde
la scena del mondo.
Intanto, dal cavo
d’un buio crepaccio
or esce un vegliardo
con barba di ghiaccio.
Che torbido sguardo,
che cera stizzosa!
Al freddo uso fiato
s’ammala ogni cosa…
Ei spegne le foglie
sugli alberi foschi,
discaccia gli uccelli
lontano. (G. Striuli)

Orfano
Lenta la neve fiocca, fiocca, fiocca.
Senti: una zana dondola pian piano.
Un bimbo piange, il piccol dito in bocca;
canta una vecchia, il mento sulla mano.
La vecchia canta: “Intorno al tuo lettino
c’è rose e gigli, tutto un bel giardino.”
Nel bel giardino il bimbo s’addormenta.
La neve fiocca lenta, lenta, lenta… (G. Pascoli)

Neve
Candida, lieve,
quasi danzando
scende la neve
infiocchettando
l’albero spoglio
che dorme e spera
qualche germoglio
per primavera.
La neve cade
cade silente
copre le strade
morbidamente,
mette il mantello
alla montagna,
uno più bello
alla campagna
che si riposa;
imbianca i tetti
veste ogni cosa,
di bei fiocchetti,
semina un velo
immacolato
tessuto in cielo
e sbriciolato
sopra la terra
ch’è vecchia e stanca,
vi si rinserra,
diventa bianca,
e serba in cuore
gelosamente,
sotto il candore
tanta semente. (M. Voltolini)

Neve

Dal cielo tutti gli angeli
videro i campi brulli,
senza fronde nè fiori
e lessero nel cuore dei fanciulli
che aman le cose bianche.
Scossero le ali stanche di volare
ed allora discese lieve lieve
la fiorita neve.
(U. Saba)

L’uomo di neve
Bella è la neve per l’uomo di neve,
che ha vita allegra anche se breve
e in cortile fa il bravaccio
vestito solo d’un cappellaccio.
A lui non vengono i geloni,
i reumatismi, le costipazioni…
Conosco un paese, in verità,
dove lui solo fame non ha.
La neve è bianca, la fame è nera.
E qui finisce la tiritera. (Gianni Rodari)

Neve
Poveretto chi non sa
sciare nè pattinare.
Di tanta neve, che ne fa?
Tutto quel ghiaccio non gli serve a nulla.
Di tanta gioia lui non può godere:
al massimo si farà
una granita in un bicchiere. (Gianni Rodari)

Neve
Una danza di pazze farfalle,
questa notte ha tramato un tappeto
che si stende dal monte alla valle.
Or non s’ode il più lieve sussurro;
tutto il mondo è coperto d’argento,
tutto il cielo asfaltato d’azzurro… (T. Colsalvatico)

Neve
Cade la neve a falde larghe e piane,
da ore e ore senza mutamento.
Non una voce; non un fil di vento;
non echi alle casupole lontane.
Nei boschi e nelle immense Alpi lontane
ogni soffio di vita sembra spento.
Sotto quel bianco ammanto è un sognar lento
di piante, d’erbe e di speranze umane. (A. Negri)

Nevicata
Dalle profondità dei cieli tetri
scende la bella neve sonnolenta,
tutte le cose ammanta come spettri;
scende, risale, impetuosa, lenta,
di su, di giù, di qua, di là, s’accenta
alle finestre, tamburella i vetri…
Turbina densa in fiocchi di bambagia,
imbianca i tetti ed i selciati lordi,
piomba, dai rami curvi, in blocchi sordi…
Nel caminetto crepita la bragia… (G. Gozzano)

Ricami di neve
Il gelo appende calici
di vetro dalle gronde,
il fiato stende impronte
di fiori sui cristalli.
L’alba cuce vivagni
di seta gialla e rosa
lungo la luminosa
curva delle montagne.
Sul manto della neve
ci sono orme di stelle:
le han lasciate gli uccelli,
tante, col piede lieve.
Ci sono orme in fila
di chiodi a croce, ad arco,
che hanno segnato un varco
profondo sulla via:
di qua e di là le siepi
sono sparse di trine
fragili, senza fine,
soffici come sete;
e i rami scheletriti
per i campi ed i prati
si sono ritrovati
a un tratto rifioriti.
Il passo vagabondo
d’un felice bimbetto
va segnando un merletto
sul candore del mondo. (G. Porto)

Come petali
Nella bigia aria sciamano
i fiocchi della neve,
come petali che cadono
da invisibili rame.
C’è un silenzio, che pare
stia per compiersi un miracolo.
I bimbi lascian di giocare e guardano
con uno stupore che li fa docili.
Si metton le fantasie
in chi sa quale viaggio
per chi sa quale reame.
I poveri vecchi si fan coraggio
sospirando avemarie. (I. Drago)

Neve
Nevica: l’aria brulica di pianto;
la terra è bianca; neve sopra neve:
gemono gli olmi a un lungo mugghio stanco:
cade nel bianco con un tonfo lieve.
E le ventate soffiano di schianto
e per le vie mulina la bufera. (G. Pascoli)

Nevicata
Su in cielo, un immenso fatato giardino,
v’è certo di mandorli in fiore!
Stamane di sopra il grigiore
qualcuno li ha scossi giocondo,
e i fiori, sfacendosi piano,
cadere han lasciato man mano
sul torpido mondo
con timidi frulli,
con fremiti d’ale
i piccoli petali lievi… (A. Carlini Venturino)

Quadretto invernale
Il bimbo guarda alla finestra i fiocchi
taciti, ch’empion turbinando l’aria;
guarda la strada bianca e solitaria,
che non ha che un ombrello e due marmocchi.
E guarda la casina dirimpetto,
che è agghiacciata dal vento e dalla bruma,
ma che pur nel silenzio algido fuma
con la pipa del suo comignoletto.
Sorride il bimbo nel suo caldo covo,
ed è stupito perchè i fiocchi, a un tratto
d’un paesello nero e vecchio han fatto
un paesello tutto bianco e nuovo. (M. Moretti)

Primo inverno
Il cielo ha spiegato un sudario
candido sopra il mondo.
Distende a croce le braccia
l’albero solitario.
La terra pare che giaccia
in sonno tanto profondo
che somiglia a una morta
con quel sudario addosso,
con quella pianta storta
che tende i suoi rami d’osso.
E ci vien da pensare
che forse ne sole ne grida
la possano richiamare
un’altra volta alla vita. (G. Porto)

Neve
Fischia un grecale gelido, che rade:
copre un tendone i monti solitari:
a notte il vento rugge, urla: poi cade.
E tutto  è bianco e tacito al mattino
nuovo: e dai bianchi e nudi casolari
il fumo sbalza qua e là turchino. (G. Pascoli)

Nella neve
Sull’alba, intatta al suolo,
è la gran nevicata
che fioccò tutta notte.
Poi sul bianco lenzuolo
appar qualche perdata:
piè grandi e scarpe rotte.
Soffre la vita o dorme.
Coi bambini il verno è crudo
e con l’età cadente.
Veggo, tra l’altre, l’orme
d’un piccol piede ignudo,
che m’attrista la mente…
Ahi! Ahi! chi vi ristora,
o tremanti piedini
di fanciullo errabondo?
Dunque vi sono ancora
dei poveri bambini,
che van, scalzi, pel mondo? (E. Panzacchi)

Regina bianca
Regina bianca, gioia dei fanciulli,
tu vesti come petti di colobi,
le rupi sui declivi,
le punte dei cipressi e gli alti pini.
Rendi la guancia soffice alle strade,
e fai turgidi  i tetti delle case
raccolte nel tepore delle stufe.
I campi, che sconfinano col cielo
hanno il tuo volto candido da sposa. (M. Mazzeo)

Giochi d’inverno
Nebbia, che cosa hai fatto!
Un velario di seta.
Ogni cosa è segreta
a un tratto.
Che ricamo, che trina,
quanti gioielli intorno:
li dona al nuovo giorno
la brina.
Ma zitti… bianca, lieve
tutto copre e nasconde,
viali, casette e fronde,
la neve… (D. Rebucci)

La neve
Tutta bianca nella notte bruna
la neve cade lenta volteggiando.
O pratoline, ad una ad una,
tutte bianche nella notte bruna!
Chi dunque lassù spiuma la luna?
O fresca peluria, o fiocchi fluttuanti!
Tutta bianca nella notte bruna,
la neve cade lenta volteggiando. (G. Richepin)

Neve
Eri candida foglia volando
e sul ramo fioristi senza sole
e vita più lieve del fiore del mandorlo,
non soffia uno sguardo di rosa
e subito cadi e t’infanghi. (C. Govoni)

Il biglietto del passero
Stamane, dopo la nevicata,
il davanzale
del mio balcone, candido, eguale,
sembra una pagina immacolata.
Ma, se la guardo con maggior cura
un po’ dappresso
vedo  sovr’esso
non so che segni, quale scrittura…
Chi avrà scavato dentro la neve
quei fiorellini
tutti a tre petali, stellucce fini,
allineati con grazia lieve?
Son le zampine d’un passerotto
meschino: ed ecco
i bucherelli fatti col becco,
che qualche briciola cercava sotto.
Ahimè! Stamane quel poveretto
restò a digiuno,
e d’avvertirmi trovò opportuno,
forse, lasciandomi… il suo biglietto. (Puck)

Mattino di neve
Il risveglio fu lento: dalle pievi
un suono giunse, timido e smorzato;
indi gli spalatori, a colpi brevi,
urtarono le pietre del selciato.
S’udirono di sotto al porticato
gli schiaffi sordi di stivali grevi.
Uno in istrada disse: “E’ nevicato.
Chi dorme o indugia a letto non si levi”.
E fu d’imposte un secco sbatacchiare
ed un cantilenar di voci breve,
e qualche dialoghetto di comare;
indi l’alba si alzò, pallida e lieve,
e ognuno vide la città posare
nella luce d’argento della neve. (Anna Maria Beccanulli)

La neve
Viveva in una nuvola
come una gatta in soffitta:
stanotte, zitta zitta
la neve è caduta giù.
Cosa diranno i bambini
a vederla, già morta
sui gradini della porta,
come un povero caduto lì?
Aveva freddo e nessuno gli aprì. (R. Pezzani)

Cade la neve
Cade la neve, la neve.
Alle bianche stelline nella tempesta
si protendono i fiori di gennaio
dal telaio della finestra…
Cade la neve, la neve.
Non come cadessero fiocchi,
ma come se sopra un rappezzato mantello
scendesse a terra la volta del cielo…
Cade la neve, la neve,
la neve, e ogni cosa è smarrita,
il pedone imbiancato
le piante stupite… (Boris Pasternak)

La neve
Dal cielo tutti gli angeli
videro i campi brulli
senza fronde nè fiori,
e lessero nel cuore dei fanciulli
che ama le cose bianche.
Scossero le ali stanche di volare.
Ed allora scese
lieve lieve
la fiorita di neve. (O. Visentini)

La nevicata
Sulla campagna squallida e pensosa
scende la neve, a larghi fiocchi e lenta,
e sui morbidi strati rilucenti
immacolata e tacita si posa.
Scende, d’un fitto vel copre ogni cosa;
copre casette, ponti, acque dormenti;
e colma fossi, imbianca bastimenti
e scende senza fine e senza posa. (E. De Amicis)

Nevicata
Sui campi e sulle strade
silenziosa e lieve
volteggiando, la neve cade.
Danza la falda bianca
nell’ampio ciel scherzosa,
poi sul terren si posa stanca.
In mille immote forme
sui tetti e sui camini,
sui cippi e sui giardini dorme.
Tutto d’intorno è pace;
chiuso in oblio profondo
indifferente il mondo tace. (A. Negri)

La pioggia di stelle
Chi ha detto alle neve: “Vieni?”
Ed ecco la neve è venuta,
obbediente, muta.
L’hanno chiamata i fanciulli,
forse, a vestire di bianca allegria
i campi brulli,
la deserta via?
O sono stati i granelli
sepolti nei freddi terreni,
rabbrividenti
a tutti i venti,
che han detto alla neve: “Vieni?”
O fu l’ordine di Dio?
Si muove dal cielo di stelle
un minuto scintillio:
misterioso s’affretta
verso la terra che aspetta.
Sulla terra i sapienti
studiosi,
curiosi,
con delicati strumenti,
scrutano il bianco mistero,
e dicono: “E’ vero:
la neve è una pioggia di belle,
di minime stelle!”
Le minime stelle all’aurora
un poco scintillano ancora. (Gina Vaj Pedotti)

Gli esquimesi
Strana gente, gli esquimesi:
sono di ghiaccio i loro paesi;
di ghiaccio piazze, strade e stradette,
sono di ghiaccio le casette;
il soffitto e il pavimento
sono di ghiaccio, non di cemento.
Perfino il letto è di buon ghiaccio,
tagliato e squadrato col coltellaccio.
Ed è di ghiaccio, almeno pare,
anche la pietra del focolare.
Di non – ghiaccio c’è una cosa,
la più segreta, la più preziosa:
il cuore degli uomini che basta da solo
a scaldare persino il polo. (G. Rodari)

La neve
E’ scesa la neve, divina creatura,
a visitare la valle.
E’ scesa la neve, sposa della stella,
guardiamola cadere.
Dolce! Giunge senza rumore come gli esseri soavi
che temono di far male.
Così scende la luna, così scendono i sogni…
Pura! Guarda la valle tua, come sta ricamandola
di gelsomino soffice.
Ha così dolci dita, così lievi e sottili,
che sfiorano senza toccare.
Bella! Non ti sembra che sia il dono mirabile
d’un alto donatore?
Chissà che agli uomini non rechi un messaggio
da parte del Signore. (G. Mistral)

Nevicata
Dalle profondità dei cieli tetri
scende la bella neve sonnolenta,
tutte le cose ammanta come spettri:
scende, risale, impetuosa, lenta.
Di su, di giù, di qua, di là s’avventa
alle finestre, tamburella i vetri…
Turbina densa in fiocchi di bambagia,
imbianca i tetti ed i selciati lordi,
piomba, dai rami curvi, in blocchi sordi…
Nel caminetto crepita la bragia… (G. Gozzano)

I passeri
Fischia un grecale gelido che rade:
copre un tendone i monti solitari:
a notte il vento rugge, urla: poi cade.
E tutto è bianco e tacito al mattino:
nuovo; e dai bianchi e muti casolari
il fumo balza, qua e là turchino.
La neve! Allora, poi che il cibo manca,
alla città dai mille campanili
scendono, alla città fumida e bianca:
a mendicare. Dalla lor grondaia
spiano nelle chostre e nei cortili
la granata o il grembiul della massaia.
Scende. Scende.
Il cielo tutto a terra cade
col bianco polverio d’una rovina.
Non un’orma. Svanite anche le strade.
La terra è tutto un solo mare a onde
bianche, di zolle ov’erano le biade.
Resta il mio casolare unico, donde
esploro invano. Non c’è più nessuno.
E solo a me chiamo, ecco risponde
il pigolio d’un passero digiuno. (G. Pascoli)

Il borgo sotto la neve
Nel borgo, una breve piazzetta,
una fontanina in un canto
che fa cioc cioc ogni tanto,
tre alberi, una chiesetta
col campanile sottile
come un dito che accenni lassù,
dieci case, non una di più,
un ponticello, un fienile…
Un borgo, capite, assai breve
che basta a coprirlo un grembiule
inamidato ed uguale,
un grembiuletto di neve…
Lui dorme, lì sotto,
imbacuccato di lana…
(Aldo Gabrielli)

Nevicata
La bella neve!
Scendete, scendete,
leggiadri fiocchi
danzanti nei cieli:
come perlucce coprite,
pingete i tetti,
i tronchi, la mota,
gli steli…
(Emilio Praga)

Un po’ d’amore
Quando la neve coprì la mia casa,
un passero volò dalla cimasa.
– O passerotto, non volar lontano,
troverai neve e gelo in tutto il piano –
gli dissi. – Resta e non sarai mai solo –
M’intese? Un frullo e si posò nel brolo.
Di là ritorna spesso al davanzale,
mi chiama con un trillo e un batter d’ale.
Gli offro briciole e chicchi di gran cuore.
Quanto bene può fare un po’ d’amore!
(Dina Rebucci)

Nella neve
Sull’alba, è intatta al suolo
la grande nevicata
che fioccò tutta notte.
Poi sul bianco lenzuolo
appar qualche pedata:
piè grandi e scarpe rotte.
Soffre la vita o dorme.
Ai bimbi il verno è crudo
come all’età cadente.
Veggo, tra l’altro, l’orma
d’un picciol piede ignudo
che  m’attrista la mente…
Ahi, ahi, chi  vi ristora,
o tremanti piedini
di fanciullo errabondo?
E vi son dunque ancora
dei poveri bambini
che van, scalzi, per ‘l mondo?
(E- Panzacchi)

La neve
Viveva in una nuvola
come una gatta in soffitta:
stanotte, zitta zitta
la neve è caduta giù.
Cosa diranno i bambini
a vederla, già morta
sui gradini della porta,
come un povero caduto lì?
Aveva freddo e nessuno gli apri?
(R. Pezzani)

Cade la neve, la neve
Cade la neve, la neve.
Alle bianche stelline nella tempesta
si protendono i fiori a gennaio
dal telaio della finestra…
Cade la neve, la neve.
Non come cadessero fiocchi,
ma come se sopra un rappezzato mantello
scendesse a terra la volta del cielo…
Cade la neve, la neve,
la neve, e ogni cosa è smarrita,
il pedone imbiancato
le piante stupite…
(B. Pasternak)

La neve
Tutta bianca nella notte bruna
la neve cade lenta, volteggiando.
O pratoline, ad una ad una,
tutte bianche nella notte bruna!
Chi dunque lassù sprimaccia la luna?
O fresca peluria, o fiocchi fluttuanti!
Tutta bianca nella notte bruna,
la neve cade lenta, volteggiando.
(G. Richepin)

Uccelli nella neve
Nel pomeriggio diafano di neve
parlottano i merli affamati,
note varie, in gorgheggi pacati.
Ho messo un po’ di riso
in uno spiazzo
nero nel gran biancore,
fin da stamane all’alba.
Dolce mi è pensare alla lor festa.
“C’è del riso, c’è del riso!”
“Attenzione alle trappole!”
(il più vecchio)
“No, no è quel pittore
lo conosco da un pezzo.
O, le lor voci
dal mio letto in penombra
contro il muro
miele canoro che scorre!
M’affaccio pian piano
alla grande finestra socchiusa.
Un volo lento sul muretto
con la sua coltre di neve
nel cielo che appena s’arrossa.
(F. De Pisis)

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. 

Acquarello steineriano – l’albero in inverno

Acquarello steineriano – L’albero in inverno . In inverno la luce e il calore non appaiono come elementi esteriori, soprattutto se osserviamo un albero spoglio. Eppure sappiamo che sono contenuti nella terra.

Colori utilizzati:
blu oltremare,
blu di Prussia,
giallo oro
rosso carminio.

Per questo prepariamo l’ambiente lavorando col blu oltremare e il blu di prussia, così:

facendo giungere il colore sul foglio dall’esterno verso l’interno, a ricordare sia la luce fredda, sia la nebbia e l’umidità della terra.

Poi concentriamo il blu di prussia in un punto in basso, da lì diamo un abbozzo di radici e poi spingiamo il colore verso l’alto, a formare il tronco e poi i rami. Il tronco si sviluppa sempre prendendo colore dalla radice, i rami prendendo colore dal tronco e dai rami più grandi.

In nessun caso, possiamo dire ai bambini, i rami piovono dal cielo già fatti e si appiccicano a un albero. Nascono sempre dall’albero stesso e si dirigono  verso l’esterno.

ora abbiamo un’immagine di un albero completamente privo di vita, un albero di ghiaccio, ma non è così.

Dalla terra su verso l’alto facciamo scorrere nell’albero la sua vita nascosta, il giallo oro e il rosso carminio.

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Waldorf watercolor tutorial: tree in winter. In winter, the light and the heat does not appear as external elements, especially if we see a bare tree. Yet we know that are contained in the ground.

Waldorf watercolor tutorial: tree in winter

Colours used

ultramarine blue,
Prussian blue,
golden yellow
carmine red.

The colors should be diluted in jars. In the Waldorf school we use Stockmar watercolor, which are beautiful, but it is not essential:

Waldorf watercolor tutorial: tree in winter

Procedure

Prepare the environment by working with ultramarine and Prussian blue, like this:

by getting the color on the sheet from the outside   towards the inside, remembering the cold light, mist and moisture of the earth.

Then concentrate the Prussian blue, in a point at the bottom, from there to make a sketch of roots and then push the color upwards, to form the trunk and then the branches.
The trunk grows increasingly taking color from the root, the branches taking color from the trunk and larger branches.

In any case, we can say to the children, the branches fall from the sky already made and cling to a tree. Always come from the tree itself and go towards the outside .

Now we have a picture of a tree completely devoid of life, a tree of ice, but it is not.

From the land upward flow in the tree his hidden life, the golden yellow and the carmine red.

Poesie e filastrocche INVERNO

Poesie e filastrocche INVERNO – una collezione di poesie e filastrocche sull’inverno, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Inverno
Silenzioso vieni e silenzioso vai,
o mesto inverno, che nessuno invoca.
Quando già freddo il vento della corsa
trova ancora una voce tra le piante,
e piangono lacere le foglie,
ancora non ci sei
se pur t’appressi.
E quando il primo sole un bel mattino
rischiara il cielo,
e svaniscono i cristalli della brina,
più non ci sei
se pur da poco andato.
Vieni e vai nessuno ti saluta.
Addio, autunno! Ben torni, primavera!
Sono le voci che odi al tuo passare. (G. G. Moroni)

Inverno lungo
Per un raggio di sole non è
lo sgelo.
Ancora l’intrico pallido
delle ombre
è l’unico ornamento della terra
sotto gli alberi nudi.
In Norvegia, ora, sul ghiaccio
danzano i bimbi, vestiti
di panno rosso;
con le lame dei pattini disegnano
fiori d’argento
su quella che fu
acqua oscura. (A. Pozzi)

Un dolce pomeriggio d’inverno
Un dolce pomeriggio d’inverno, dolce
perchè la luce non era più che una cosa
immutabile, non alba né tramonto,
i miei pensieri svanirono come molte
farfalle, nei giardini pieni di rose
che vivono di là fuori del mondo.
Come povere farfalle, come quelle
semplici di primavera che sugli orti
volano, innumerevoli, gialle e bianche,
ecco se ne andavan via leggere e belle
ecco inseguivano i miei occhi assorti,
sempre più in alto volavano mai stanche.
Tutte le forme diventavan farfalle
intanto, non c’era più una cosa ferma
intorno a me, una tremolante luce
d’un altro mondo invadeva quella valle
dove io fuggivo, e con la sua voce eterna
cantava l’angelo che a te mi conduce. (C. Betocchi)

L’inverno e il poeta
Neppure il più pallido segno
ci resta dei mesi di sole!
La terra è uno squallido regno
che pesa sul cuore, che duole.
In ogni collina c’è un serto
di brume diffuse, stagnanti;
il cielo è un immenso deserto:
né voli, né trilli, né canti.
Eppure nella morsa del gelo
qualcosa sorride al poeta:
è un esile, povero stelo
di grano su zolla di creta.
Guardando quel tenero verde
L’artista ritorna contento
e già quel gran mare si perde
di messi cullate dal vento… (E. Ottaviani)

Inverno
Dei purziteri
ne le vetrine
xe verdoline
le ulive za;
ghe xe le renghe
bele de arzento
e sufia un vento
indiavolà:
cattivo inverno
ecote qua!
Dei salumieri
nelle vetrine
son verdoline
le olive già;
ci son le aringhe
belle d’argento
e soffia un vento
indiavolato:
cattivo inverno
eccoti qua! (V. Giotti)

Così viene l’inverno
Il cielo è grigio e freddo,
il passerotto pigola sul tetto.
Dalle sue piume scuote un che di lieve,
un batuffolo bianco, presagio della neve.
Oltre i vetri su cui si appanna il fiato,
il giardino si è tutto addormentato.
I rami sono spogli, nude sono le aiuole,
cui più non giunge il caldo raggio del sole.
Così viene l’inverno silenzioso
come un lupo che scende giù dai monti.
Ulula, a notte, ed empie gli orizzonti
(mentre la terra dorme muta e stanca)
d’un grigio sfarfallio che tutto imbianca. (F. Penna)

Sole d’inverno
Che dolce tepore! Che lieve carezza!
Lo sento che un poco di questa dolcezza
mi scende nell’animo, tutto m’invade.
E vedo nel sole un bel sogno di strade
aperte sui campi già verdi, già nuovi,
un cheto occhieggiare di gemme tra i rovi…
E il cuor si rallegra. Fra poco il susino,
il pesco, il ciliegio, fra poco, al turchino
del cielo alzeranno le rame odorose?
Io credo che presto verranno le rose
di macchia e le primule, e tutte le aiuole
saranno fiorite. Che gioia di sole!
Ma presto, freddissimo, un brivido passa
nel cielo già spento, e una nuvola bassa
nasconde l’azzurro, già tetra, già greve…
Ed ecco, nell’aria, è un presagio di neve. (A. Novi)

Inverno
Terra nera, nubi oscure
cielo freddo, pioggia, brina
già l’inverno s’avvicina
bacche rosse sulle siepi
passerotti infreddoliti
i bei giorni son finiti!
Sotto il tetto un nido vuoto
rondinella pellegrina
sei partita stamattina
guardo e aspetto. Quando torni
rondinella bianca e nera
tornerà la primavera.

Il gatto inverno
Ai vetri della scuola, stamattina,
l’inverno strofina
la sua schiena nuvolosa
come un vecchio gatto grigio:
con la nebbia fa i giochi di prestigio,
le case fa sparire
e ricomparire;
con le zampe di neve, imbianca il suolo
e per la coda ha un ghiacciolo…
Sì, signora maestra,
mi sono un po’ distratto:
ma per forza, con quel gatto,
con l’inverno alla finestra
che mi ruba i pensieri
e se li porta in slitta
per allegri sentieri.
Invano io li richiamo:
si saranno impigliati in qualche ramo spoglio;
o per dolce imbroglio, chiotti, chiotti,
fingono d’esser merli e passerotti. (G. Rodari)

L’inverno è qui
… e già biancheggia il capo alle montagne,
cadon le foglie, l’aria è fredda e bruna…
Il triste inverno sarà qui tra poco:
chiudi ben l’uscio e fatti accanto al fuoco. (P. Fornari)

L’inverno
L’inverno ritorna ad ogni giro di anno
e ha la sua ghirlanda di ghiaccioli e
di neve, la sua corona di stellette e
di leggende, le sue poesie e le sue
canzoni, il suo fascino e la sua bellezza. (N. Salvaneschi)

Mattino d’inverno
Nasce il giorno e non trova
che pagliuzze nell’orto,
e fogli secche e gialle,
e un vecchio albero morto.
Che tristezza, che squallore!
Non più voli di farfalle
tra gli albicocchi in fiore;
e sulla quercia enorme,
non più nidi, non più foglie…
Nasce il giorno, e non trova
che poche rame spoglie
e la terra che dorme (M. Castoldi)

Che cosa c’è nell’inverno
Oltre la pioggia irosa
con il suo gioco alterno
del batti e ribatti,
nel cuor dell’inverno
c’è un’altra cosa.
Oltre la neve che posa
coi fiocchi gelati
sui monti e le valli,
sugli alberi e i prati,
c’è un’altra cosa.
…C’è quella dolce cosa
che si chiama speranza,
e al di là della nera
nuvolaglia che avanza,
vede la primavera
color di rosa. (M. Mundula)

Com’è dolce
Com’è dolce, com’è dolce ascoltare delle storie
delle storie dei tempi passati
quando i rami degli alberi son neri
quando la neve è fitta e pesa sul suolo gelato. (A. De Vigny)

Inverno
Avanza, il vecchio inverno,
con passo lento e stanco,
coperto fino ai piedi
da un manto tutto bianco.
E porta freddo e gelo,
un cielo bianco e greve,
per l’aria fa danzare
la fredda e bianca neve.
Ghiaccioli di cristallo
ci dona a profusione
fa i passeri volare
sull’aia e sul verone.
Fa stare la nonnetta
accanto al caminetto
e, mentre lei sferruzza,
le fusa fa il micetto.
E i bimbi birichini?
Sul ghiaccio lieti vanno,
oppure con la neve
fantocci o palle fanno. (D. Vignali)

In casa d’inverno
Fra poco la pioggia ed il vento
faranno più caldo il tuo nido.
E’ dolce restare là dentro,
allora che il tempo è malfido.
La lampada sopra la mensa
diffonde soave la luce;
e mentre si studia e si pensa,
vicina è la mamma che cuce.
La stufa di terracotta,
nell’angolo del tinello,
scoppietta, scintilla, borbotta
dall’occhio del rosso fornello.
Il pendolo suona le ore;
anch’esso ti fa compagnia,
col tac tic tac del suo cuore,
mentre la sera s’avvia.
Oh, quanto d’amore è pervasa,
d’inverno, la voce di casa! (V. Seganti Pagani)

Inverno
L’inverno tessitore
appende ai rami trine
finissime, le brine
di fil d’argento.
L’inverno è uno scultore:
la neve fa, sul tetto,
un monumento.
Ed è anche musicista,
e, sulla tramontana,
ci fischia la più strana
sua sinfonia.
Sportivo, fa una pista
d’ogni campo di neve
per lo slittino
e per chi scia.
Ci offre, da cuoco esperto,
le caldarroste d’oro,
fragranti nella loro
corteccia nera.
Doni preziosi, certo,
e molto anch’io t’ammiro…
ma nel mio cuor, sospiro
la primavera. (Puck)

Lo scricciolo
Uno è rimasto, il più piccino,
di tanti uccelli volati via,
un batuffolo di piume
che non sa malinconia;
un batuffolo irrequieto
tra i rametti della siepe,
così piccolo che pare
un uccello del presepe.
Vispi occhietti, alucce lievi,
un codino impertinente,
così gaio e spensierato
che può vivere di niente.
(Graziella Ajmone)

Stornelli d’inverno
Fior di collina,
son cadute le foglie ad una ad una,
e l’erba è inargentata dalla brina.
Fior di tristezza,
i rami son stecchiti e l’erba vizza;
par fuggita dal mondo ogni bellezza.
Fior freddolino,
potessimo vedere un ciel sereno
e un raggio d’oro splender nel turchino!
Fior di speranza
sotto la neve c’è la provvidenza
che lavora per noi; c’è l’abbondanza. (D. Valeri)

Gratitudine
Fiocca la neve: ed ecco un uccellino
cade leggero sul deserto manto:
è tutto intirizzito, poverino,
e com’è triste il tenero suo canto!
Ho tanta fame. Invano, pigolando
cerca del cibo, e spera di trovare
qualcosa che lo possa riscaldare,
e sulla neve stanco va cercando.
Al mesto cinguettio, un ragazzetto
sbriciola il pane sopra l’impiantito.
Ora saltella e canta l’uccelletto
ringraziando così chi l’ha nutrito.
(Adalgisa Manenti)

Invernale
Sui monti la neve
le case e la pieve,
le strade ed i prati
ha già trasformati.
Or tutto è diverso;
io vago disperso;
è dolce l’incanto,
se dura quel bianco.
Son curve le piante:
la neve è pesante…
pesante che casca
qua e là da una frasca.
Non s’ode rumore.
Un grido vi smuore.
Un cenno di fumo…
due orme. Nessuno. (G. Consolaro)

Inverno
Muta il cielo,
muta il vento.
Che gran brivido!
S’increspa
verde – argento
tutta l’acqua.
Sono tutti un sol tremore
gli alberelli
miserelli.
Dalla grande nube oscura
ora vien la tramontana…
C’è per tutta la campagna
il silenzio e lo squallore.
Gli insettucci, ad uno ad uno,
son spariti sotto terra.
Le formiche hanno sbarrato
il portone ai formicai.
Fin la talpa s’è rinchiusa
nel salone delle feste,
disturbata un pochettino
dal buon tasso, suo vicino,
suo compagno di ritiro,
che, in pelliccia giallo scura
tondo tondo
grasso grasso
russa e russa
come un ghiro. (L. Galli)

Nonno inverno
Chi ti ha insegnato a ricamare
di bianche trine gli alberi spogli,
a disegnare giori di gelo,
a far cadere fiocchi dal cielo?
Hai un mantello ch’è senza pari,
proprio tessuto dalle tue mani,
soffice, lieve, immacolato;
in esso celi le case e il prato,
i colli e i monti, poi me lo presti
ed io vi affondo in allegria.
Oh nonno inverno, chi t’ha racchiuso
nel vecchio cuore tanta poesia? (G. Aimone)

Mago gelo
In silenzio, tutto solo,
sotto un cielo di stellato,
questo notte Mago Gelo
dappertutto ha lavorato.
Ha disteso sulla gronda
un merletto inargentato;
lungo il rivo, sul laghetto,
un cristallo smerigliato.
Ha bloccato, in un istante,
la graziosa cascatella
e le ha tolto all’improvviso
il suo canto ed il suo riso.
Ha ghiacciato gli zampilli
della vasca del giardino
in un modo così vario
da formarne un lampadario.
Ha donato alle fontane
frange e pizzi senza uguale
e candele come quelle
che ci sono in cattedrale. (L. Zoi)

Mattino d’inverno
Nasce il giorno e non trova
che pagliuzze nell’orto,
e foglie secche e gialle,
e un vecchio albero morto.
Che tristezza, che squallore!
Non più voli di farfalle
tra gli albicocchi in fiore;
e sulla quercia enorme,
non più nidi, non più foglie…
Nasce il giorno, e non trova
che poche rame spoglie
e la terra che dorme.
(M. Castoldi)

Pomeriggio d’inverno
Alza la nota sua, timida e breve,
lo scricciolo di mezzo alla prunaia:
a tratti di lontano un cane abbaia
e qualche falda in aria ondeggia lieve…
Qualche labile falda, in preda al vento,
discende in un suo molle ondeggiamento…
qualche labile falda… uggiola il cane;
sale il pianto negli occhi e vi rimane.
(N. Neri)

Inverno
Silenzioso vieni e silenzioso vai,
o mesto inverno che nessuno invoca.
Quando, già freddo, il vento nella corsa
trova ancora una voce tra le piante,
e piangono lacere le foglie,
ancora non ci sei
se pur t’appressi.
E quando il primo sole un bel mattino
rischiara il cielo,
e svaniscono i cristalli della brina,
più non ci sei,
se pur da poco andato.
Vieni e vai e nessuno ti saluta.
Addio autunno! Ben tornata primavera!
Sono le voci che odi al tuo passare.
(G. G. Moroni)

Inverno
Autunno, ancora ti cercai stamane
senza trovarti: te n’eri partito
coi piedi rossi di mosto,
rigato di pioggia sottile,
senza un canto o un grido.
L’ora del giorno t’inseguì per poco
dal campanile del convento dove
le sorelle pregavano per tutte
le stagioni d’Iddio: ma non volgesti
neppure il capo. E dopo,
l’acqua cadde a rovesci, a schianti, a rombi
e fu inverno…
(F. M. Martini)

L’inverno nel villaggio
Scende dal bosco il vecchio campagnolo
col suo fascio di legna sulle spalle.
Candido è il monte, candida è la valle,
tutto di bianco s’è coperto il suolo.
C’è qualche traccia sulla neve intatta:
gente che è andata, gente che è venuta,
è fioca la campana e l’aria è muta;
gemono gli uccellini nella fratta.
Dalle finestre della casa, in fondo
al borgo, i bimbi, col nasino al vetro,
guardano il vecchio e le sue tracce dietro…
unico segno di lavoro al mondo.
Ma appena un poco il cielo si dirada
e ride il sole su tutto quel bianco,
appaiono i fanciulli in lieto branco
e far guerra di palle sulla strada.
E, mentre stan giocando allegri e fieri,
c’è un babbo silenzioso presso il fuoco:
le bestie al chiuso… si lavora poco…
e tutto questo gli dà gran pensieri.
(F. Socciarelli)

I passeri
E allorchè la notte cala
tanto fredda e tanto oscura
e la tramontana fischia
così forte che impaura,
al capino sotto l’ala
giunge solo il lamentio
degli alberi gementi:
sotto i tegoli, sgomenti,
se ne stanno i passerotti:
se ne stan rabbrividendo
col capino sopra il core
che ora batte e trema forte
di paura, di dolore.
Ma che importa
tutto questo
se doman risplende il sole?
Torneran nel nuovo giorno,
torneranno a saltellare
a giocare
folleggiare
e così
finchè una notte
verrà il gelo e nel sopore
fermerà con le sue dita
pur quel piccolo tremore. (L. Galli)

Inverno
O nonno inverno, sei già arrivato?
Anche quest’anno, triste e pensoso,
nel bianco letto sei ritornato,
nonno, dal greve manto nevoso?
Poveri nidi senza nidiate,
povere piante nude di foglie,
nel ciel di piombo stanno levate,
le braccia vostre, di rami spoglie!
Ma la gran fiamma guizza e saltella
nell’ampia cappa del focolare…
Dice la nonna la sua novella
lunga, assai lunga da raccontare.
“C’era una volta…” Ma le bruciate
sgricciano liete dentro nel guscio…
“C’erano mille candide fate…”
“Ma è freddo nonna, rinserra l’uscio!”.
Alta è la neve. “C’era una volta
tra quelle fate una regina
pallida e bionda”. Un bimbo ascolta,
ma l’altro ciondola la testolina.
E nonno inverno fuor dalla casa,
il suo gran sacco di neve stende,
l’ampia nottata n’è tutta invasa.
Sui bimbi in estasi il sonno scende (D. Maria)

Dialogo d’inverno
“Dicembre, sulla terra perchè tanto squallore?”
“Ma guarda su nel cielo, la stella dell’amore!”
“Gennaio, sul tuo bianco mantello che rimane?”
“Ma sotto dorme il dolce tesoro del tuo pane!”
“Febbraio, perchè giochi col gelo e la bufera?”
“Ma poi, morendo, lascio a te la primavera.” (A. Barocchi)

Inverno
Non c’è fiore, non c’è una foglia,
negli squallidi giardini;
tranne i gravi, antichi pini,
la campagna è muta, spoglia.
Fra gli spini ardui contorti,
non un passero che trilli:
gli uccelletti, i bruchi, i grilli
son partiti o sono morti.
Ma nel freddo raggelante
c’è qualcosa di gentile
sognan già l’amico aprile
gli occhi chiusi delle piante. (M. Carrera)

Poveri passeri!
Il vento soffia,
la neve cade,
son bianchi i tetti,
bianche le strade.
Tutte le erbe
sono gelate,
poveri passeri,
voi, come fate?
Il cielo è bigio,
la neve è bianca;
son spogli gli alberi,
la terra è stanca.
Lungo è l’inverno,
breve è l’estate;
poveri passeri,
voi, come fate? (Bruno Vaccari)

Speranza
C’è un grande albero spoglio
in mezzo all’orto; pare
che soffra e non si possa
coprire e riscaldare.
Vola sui nudi rami
un passero sperduto
e cinguetta più forte
in segno di saluto.
Geme l’albero: “Un tempo
fui giovane e fui bello,
candidi fiorellini
erano il mio mantello”.
Il passero cinguetta:
“Vecchio albero, spera,
si sciolgono le nevi,
verrà la primavera!” (M. Dandolo)

Inverno
Ho pensato: che meraviglia
ha fatto Dio con l’inverno
spogliando gli alberi
e lasciandoci ammirare
forme e profili.
Quanta libertà
al cielo in tempesta.

Nonnino Inverno
Nonnino Inverno, che mi racconti
una fiaba tutta candore
chi t’ha messo nel vecchio cuore
tanti sogni, tanta poesia?
Chi t’ha insegnato a ricamare
di bianche trine gli alberi spogli
a disegnare fiori di gelo
a far cadere fiocchi dal cielo?
Hai un mantello ch’è senza pari
proprio tessuto dalle tue mani
soffice, lieve, immacolato
in esso celi le cose e il prato,
i colli e i monti, poi me lo presti
e io vi affondo in allegria.
Oh nonno Inverno, chi t’ha racchiuso
nel vecchio cuore tanta poesia? (G. Ajmone)

Inverno
Quando piove lento lento
e fa freddo, e tira il vento
nella casa sta il bambino
nel suo nido l’uccellino
nella cuccia il cagnolino
presso il fuoco il bel gattino
il ranocchio, senza ombrello
sotto un fungo sta bel bello.

Inverno
Scura è or la terra
e il buio ci pervade
ma nel mio cuor si serba
una luce che non cade.
Accesa la terrò
forte, buona e bella
e tranquillo aspetterò
che nel cielo sia una stella.

Inverno
L’albero brullo
dice al fanciullo
ora son brutto
non ho più frutto,
ma il duro inverno
non dura eterno.
Rinverdirò,
rifiorirò.

Ecco l’inverno
Freddoloso, imbacuccato
ecco l’inverno che è arrivato.
Sulle spalle egli ha un saccone
Che ci porti, buon vecchione?
Porti feste? Allegria?
Una lieta compagnia?”
Della stanza nel tepore
ben di cuore
vorrei darti il benvenuto;
ma se penso ai poveretti
il mio labbro resta muto.
Folleggianti in danza lieve
son nell’aria tanti fiocchi;
quanti fiocchi! Quanta neve!
Questo bianco abbaglia gli occhi
lietamente non si lagna
la campagna
chè il buon chicco, chicco d’oro,
che racchiude il gran tesoro
sottoterra è riparato
e lì giace addormentato.
Dorme e sogna.
“Oh, verrà la stagion buona
verso il cielo
drizzerò il mio verde stelo
e poi, grato,
verso quei che han lavorato
pel domani
darò tanti biondi pani. (C. Fontana)

Inverno
Le papere mettono i pattini
per andare sulle lastre ghiacciate,
Ma dove li han presi quei pattini,
se ricche non sono mai state?
Li ha fatti per loro un esperto
e poi glieli ha regalati
in cambio di un loro concerto.

Inverno
Io ringrazio con tutto il mio cuore
per le cose che danno calore
per i fuochi ardenti e i guanti di lana
che scaldano nella fredda tramontana
per gli abiti invernali, i giochi da giocare
quando si può sulla neve scivolare
e ringrazio per il mio letto amato
quando il gelido giorno se n’è andato.

Cantilena invernale
Un legno non fa fuoco
e due ne fanno poco;
con tre fai un fuocherello,
con quattro l’hai più bello.
Che, se poi tu ci metti
del bosco due ciocchetti,
che vivida fiammata,
oh, che bella vampata!
Che soave calore
che ti consola il cuore!
E salgon le faville
al cielo a mille a mille
a cercar le stelline,
lontane sorelline. (E. Graziani Camillucci)

Inverno
Bianco inverno, che ci porti?
Sulla terra ogni mattina,
nebbia o neve, ghiaccio o brina.
Ma per voi bambini buoni,
guanti, scarpe, calzettoni,
bei mantelli coi cappicci
caldi e morbidi lettucci;
e regali sul guanciale
per la notte di Natale. (R. Rompato)

Inverno
Oh, che gioconda fiamma
guizza nel caminetto!
Ride il babbo, la mamma
vi bacia e stringe al petto;
e bambole e balocchi
fan tutti un’allegria. (G. Mazzoni)

Dietro i vetri
Che freddo questa mattina!
I vetri coperti di brina
invitano ai ghirigori;
“Facciamo una bella cortina
con stelle, casupole e fiori!”
I prati son tutti gelati,
ma, dietro i vetri appannati,
non temon del freddo i rigori
e stanno, con gli occhi incantati,
estatici tre spettatori.
Tre bimbi che stanno a guardare
il vecchio inverno arrivare. (V. Seganti Pagani)

I doni dell’inverno
E l’inverno vien tremando,
vien tremando alla tua porta.
Sai tu dirmi che ti porta?
“Un fastel d’aridi ciocchi,
un fringuello irrigidito;
e poi neve, neve a fiocchi,
e ghiaccioli grossi un dito”. (A. S. Novaro)

L’inverno
Signori miei, son qua!
Sono il solito inverno
che ripiglia il governo
finchè la primavera tornerà.
Non porto novità:
con la solita neve
comincerò tra breve
a decorare paesi e città.
In rosso tingerò
ogni punta di naso;
non fate proprio caso
se qualche volta vi pizzicherò! (L. Schwarz)

Buon vecchione
Freddoloso,
imbacuccato
ecco Inverno ch’è arrivato.
Sulle spalle egli ha un saccone..
“Che ci porti, buon vecchione?
Porti feste ed allegria
nella lieta compagnia?
Della stanza nel tepore
ben di cuore
vorrei darti il benvenuto;
ma se penso ai poveretti
il mio labbro resta muto”.
Folleggianti in danza lieve
son nell’aria tanti fiocchi:
quanti fiocchi, quanta neve!
Quanto bianco abbaglia gli occhi! (C. Fontana)

La fredda stagione
Non mi piaci, o freddo inverno,
che ci tieni qua in prigione,
dove il giorno sembra eterno:
fuggi, perfida stagione!
Senza i fiori e la verdura
sembra morta la natura.
Più non canta il vago uccello,
trema e soffre il poverello.
Ma la mamma sa le fole
e ci chiama attorno a sè
con le magiche parole:
“Una volta c’era un re…”
Poi ritornano il Natale,
la Befana, il Carnevale;
ognuno d’essi reca un dono:
freddo inverno, ti perdono! (A. Cuman Pertile)

Lo scricciolo
Uno è rimasto, il più piccino,
di tanti uccelli volati via;
un batuffolo di piume
che non conosce malinconia;
un batuffolo irrequieto
tra i rametti della siepe,
così piccolo che pare
un uccello da presepe.
Vispi occhietti, alucce lievi,
un codino impertinente,
così gaio e spensierato
che può vivere di niente.
Nella campagna tacita, bianca,
che il gelo tiene prigioniera,
pare la nota dimenticata
d’una canzone di primavera.
Sempre gaio, sempre lieto,
senza timore del domani,
pare un bimbo poverello
che tiene la gioia nelle sue mani. (G. Ajmone)

Inverno
Il cielo ha spiegato un sudario
candido sopra il mondo.
Distende a croce le braccia
l’albero solitario.
La terra pare che giaccia
in sonno tanto profondo
che somiglia a una morta
con quel sudario addosso,
con quella pianta storta
che tende i suoi rami d’osso.
E ci vien da pensare
che forse né sole né grida
la possano richiamare
un’altra volta alla vita.
(Giuseppe Porto)

In montagna
Triste quella casetta
dimenticata in vetta
a quel monte lontano,
spogliato d’ogni erbetta,
d’ogni segnale umano.
(da Note di Samisen)

L’inverno
Inerte e silenziosa
dorme la terra avvolta in bianco velo,
ed il ruscello riposa
muto tra i sassi, prigionier del gelo.
Il gelido rovaio
soffia dai monti e nei camini è greve;
non più vezzoso e gaio
svolazza l’uccellin dentro la siepe.
Pendon dai brulli rami
innumeri ghiaccioli, mentre le brine
disegnano ricami,
frange, nastri, gale e trine.
E tutto è calma e oblio,
non più canti nei campi o in vigna sento;
non più sono presenti
sui colli e i prati a pascolar gli armenti.
Ma più ringiovanita
la terra sorgerà dai suoi torpori;
un dì novella vita
avrà con nuovi frutti e nuovi fiori.
(A. Rossini)

L’inverno
Di notte
nell’ultima notte,
è sceso il sipario
sulla festa di autunno.
Solo una traccia
di foglie rosse
fradice e morte
nel fango
rimane
dell’orgia pagana
piena di colori
e di luci
piena di voluttuosi profumi
di bagliori ardenti
e talvolta
nell’estasi romantica
dell’alba
e nel tramonto,
anche
piena di brividi.
Incantevole sempre
nell’opulenza
della sua sfatta bellezza.
Ora un pallido dole
avvolge
la religiosa maestà
dell’inverno.
Gli alberi nubi
tremano
nell’aria cristallina.
Solo i pioppi
svettano ancora nel cielo
con le chiome d’oro,
d’oro fino,
trasparente.
Mossi dal vento
piovono sulla terra
scudi d’oro
che nella terra
si dissolvono
per rivivere
al primo soffio
di primavera.
(M. Battigelli)

L’inverno viene
Com’è triste il pianto dell’autunno
dell’autunno che muore!
Spento ormai è il canto
sulle labbra del pastore…
Or la nebbia stanca
si distende sulla terra
e la neve imbianca
le alte cime della sierra.
Solitario fiore
vuoi tu dirmi le tue pene?
Muto è il tuo dolore,
ben lo so: l’inverno viene.
(antico motivo asturiano)

L’inverno
Viene a gran passi l’inverno
col suo lungo barbone di neve
E, camminando, la barba gli cade
spargendosi in candidi fiocchi.
E il suo fiato affannoso di vecchio
di muta in vento che soffia gelato.
Ogni capello che pergde per via
gli si raggruma in gocce di brina
o in filamenti sottili di pioggia.
Eppure il vecchio conduce con sé
un alberello bello di Natale
che porta un po’ di gioia nelle case;
e non importa se fuori fa freddo!
(G\. Serafini)

Paesaggio invernale
Respirano lievi gli altissimi abeti
racchiusi nel manto di neve.
Più morbido e folto quel bianco splendore
riveste ogni ramo via via.
Le candide strade si fanno più zitte:
le stanza raccolte, più intente.
Rintoccano l’ore. Ne vibra
percosso ogni bimbo, tremando.
Di sopra gli alari, lo schianto d’un ciocco
che in lampi e faville rovina.
In niveo brillar di lustrini
il candido giorno l fuori s’accresce,
divien sempiterno infinito.
(R. Maria Rilke)

Inverno lungo
Per un raggio si sole non è
lo sgelo.
ancora l’intrico pallido
delle ombre
è l’unico ornamento della terra
sotto gli alberi nudi.
In Norvegia, ora, sul ghiaccio
danzano i bimbi vestiti
di panno rosso;
con le lame dei pattini disegnano
fiori d’argento
su quella che fu
acqua oscura.
(A. Pozzi)

Gli uccelli aspettano, d’inverno, davanti alla finestra
Io sono il passerotto.
Bimbi, il mio tempo muore.
E sempre vi ho chiamati nell’anno che è passato
quando tornava il corvo tra i cespi d’insalata.
Una piccola offerta, per favore.
Passero, vieni vicino.
Passero, un chicco per te.
E tante grazie per il tuo lavoro!
Io sono il picchio.
Bimbi, il mio tempo muore.
Picchio tutta l’estate e dove arrivo
col becco, spare ogni insetto nocivo.
Una piccola offerta, per favore.
Picchio, vieni vicino,
Picchio, un bruco per te.
E tante grazie per il tuo lavoro!
Io sono il merlo.
Bimbi, il mio tempo muore.
Ed ero io a cantare nel grigio dei mattini
quanto durò l’estate, dall’orto dei vicini.
Una piccola offerta,  per favore.
Merlo, vieni vicino.
Merlo, un chicco per te.
E tante grazie per il tuo lavoro!
(B. Brecht)

Contentarsi di poco
Dal gelido fogliame
spicca il volo il pettirosso:
ha tanto freddo addosso,
e tanta fame…
E vola, vola
fino al ruscello
ove un solicello
fioco fioco
lo scalda, un poco,
e lo consola.
Ora si mette a cercare
qualcosa da mangiare:
ecco, laggiù,
un seme di frumento!
Non chiede di più,
e tutto contento
si mette a cantare.
(E. Ottaviani)

Alberi spogli
Dal muro alto sporgono
alberi spogli
forche, braccia, grucce.
La conifera scura resiste al gelo,
il platano più alto
(belle macchie sul tronco glorioso),
ha ancora qualche foglia d’oro
e l’evonimo puntato, rosse bacche.
Melanconici come vecchi in riposo
in attesa della dolce fioritura.
Nel grigio fine un’ala appena,
fa musica.
(F. De Pisis)

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere.

Natale: 60 e più piccoli regali e lavoretti natalizi da preparare coi bambini

Una raccolta di tutorial e idee per fare piccoli regali e lavoretti natalizi coi bambini: decorazioni, biglietti d’auguri, scatole, fiocchi, nastri, giocattoli, quadretti, candele e molto altro…

1. Lavoretti natalizi: tutorial con video per realizzare i sacchettini scandinavi a forma di cuore (possono essere fatti in feltro o anche in carta), di http://radmegan.blogspot.com

2.  Lavoretti natalizi: fiocchi di neve ricamati su cartoncino, anche per costruire biglietti di auguri, di http://www.flickr.com/

3

3.  Lavoretti natalizi: tutorial per ottenere un cubo trasparente da una bottiglia di plastica di http://veroicono.blogspot.com/

4.  Lavoretti natalizi: tutorial per ottenere una scatolina trasparente apribile da una bottiglia di plastica, di http://veroicono.blogspot.com/

5.  Lavoretti natalizi: alberelli realizzati con stecchi da gelato, di http://ahomeschooljourney.blogspot.com

6.  Lavoretti natalizi: ricetta per la pasta di bicarbonato, di http://www.busybeekidscrafts.com

7. pallina – fiocco di neve realizzata con scovolini e perline, di http://adventurekerrs.blogspot.com

9. biglietto d’auguri, di http://www.twopeasinabucket.com

10.  Lavoretti natalizi: fiocco di strisce di feltro di http://www.twigandthistle.com

11. piccoli oggetti realizzati coi bottoni, di http://www.marthastewart.com

12.  Lavoretti natalizi: dieci lavoretti da realizzare con gli stecchi da gelato, di http://www.squidoo.com

13. fiocchi di neve con gli scovolini, di http://www.marthastewart.com

14.  Lavoretti natalizi: decorazione in pannolenci, di http://bugsandfishes.blogspot.com

15. semplici pupazzetti da dito in pannolenci, di http://www.theidearoom.net/

16.  Lavoretti natalizi: decorazione e segnalibro, stampabili gratuitamente qui http://wildolive.blogspot.com/

17. renne di Babbo Natale coi tappi di sughero, via http://sittingatourkitchentable.blogspot.com

18.  Lavoretti natalizi: fiocchi di carta riciclata, tutorial di http://linesacrossmyface.blogspot.com

19. decorazione dai rotoli di carta igienica, di http://www.michelemademe.com

20.   Lavoretti natalizi: fiocco di neve di bottoni, tutorial di http://www.shanty-2-chic.com

21. renna di cartoncino realizzata con l’impronta della mano dei bambini, di http://kidsstuffworld.com/

22.  Lavoretti natalizi: dischetti di legno forati da far ricamare ai bambini, di http://www.curbly.com

23. dischetti di cartone ricamate o tessute, di http://www.thecraftycrow.net

24.  Lavoretti natalizi: biglietto d’auguri di http://www.curbly.com

25. quadretto realizzato con rotolini di carta e bottoni, tutorial di http://www.alittletipsy.com

26. Lavoretti natalizi: palline realizzate con sagoma di cartoncino, carta trasparente e pezzetti di carta velina colorata, di http://123learnonline.blogspot.com

27. noce preparata per contenere una piccola sorpresa, tutorial di http://www.mamaroots.com

28.  Lavoretti natalizi: quadretto o biglietto d’auguri realizzato con una linea ricamata e una stellina di panno, tutorial di http://www.amyalamode.com

29. albero realizzato con strisce di cartoncino colorato, via http://www.bedifferentactnormal.com/

30.  Lavoretti natalizi: la casa di Babbo Natale realizzata in uno scatolone, di http://etadventures.blogspot.com

31. albero di pagine di libro, tutorial di http://creativetryals.blogspot.com

32. dolcetto renna, di http://lisastorms.typepad.com/

33.  Lavoretti natalizi: biglietti d’auguri semplici semplici, di http://www.warrenleecohen.com

34. palle “di neve” che nascondono regalini e sorprese, di http://speckled-egg.blogspot.com

35.  Lavoretti natalizi:  “bocce di neve” realizzate riciclando i coperchi dello yogurt e delle patatine in tubo, di http://www.artful-adventures.co.uk

36. “boccia di neve” in vaso, immagini di http://myblackbook.free.fr , videotutorial qui http://www.youtube.com/

37.  Lavoretti natalizi:  mostriciattoli nelle scatoline da fiammiferi, di http://mollymoo.ie

38. fiocchi di neve stampati con rametti di abete, di http://familyfun.go.com

39. piantine nei rotoli di carta igienica, di http://savingslifestyle.com

40.  Lavoretti natalizi: mollette Babbo Natale e mollette pupazzo di neve, di http://factorydirectcraft.com

41. pupazzi da dito, di http://urbancomfort.typepad.com

42.  Lavoretti natalizi: personaggi “natalizi” coi rotoli di carta igienica, di http://familyfun.go.com

43. tappi di bottiglia, di http://urbancomfort.typepad.com

44.  Lavoretti natalizi: fiocchi di neve realizzati coi cristalli di borace (la polvere di borace si acquista in farmacia), di http://deliacreates.blogspot.com

45. pupazzo di neve coi tappi di bottiglia, di http://www.whatilivefor.net

46. candela profumatissima nella buccia dell’arancia, di http://mimpimurni.blogspot.com

47. libretti a fisarmonica di http://www.twopeasinabucket.com

48. casetta da viaggio per gli gnomi, via http://pinterest.com

49. casette di pan pepato, di http://www.houseography.net/

50. pittura in rilievo “effetto neve” ottenuta miscelando in parti uguali schiuma da barba e colla vinilica bianca, di http://www.momendeavors.com

51. altra renna, molto simpatica, da un rotolo di carta igienica di http://www.crafty-crafted.com

52. pantofole da elfo fatte riciclando un vecchio maglione infeltrito, tutorial e modello di http://mayamade.blogspot.com

53. barrette di cioccolata natalizie, di http://www.marthastewart.com

54. biglietto d’auguri o quadretto realizzato con un semplice nastro rosso, via http://pinterest.com

55. biglietto d’auguri con palline di carta ritagliata e bottoni, di http://mailebelles.blogspot.com

56. biscotti d’auguri, via http://www.greenweddingplannerblog.com

57. folletto e albero di Natale realizzati coi cartoni delle uova, di http://landcare.blogspot.com

58. coroncina da renna in cartoncino, tutorial e modello di http://www.freekidscrafts.com

59. Gesù bambino nella mangiatoria, di http://www.craftymamablog.com

60. dolcetto con albero di Natale, di http://www.ohdeedoh.com/

61. renne di cartoncino, pdf in vendita qui http://www.etsy.com/

62. albero di Natale realizzato con le impronte dei piedi di tutta la famiglia, di http://www.myfamilylovesit.com/

63. un alberello di Natale per contare, di http://kidsmatter1.blogspot.com/

64. renna realizzata con rotoli di  carta igienica e cartoni di uova, di http://www.busybeekidscrafts.com/

65. un faro di pan pepato, via http://www.zimbio.com/

66. gnometti realizzati con le pigne, di http://www.etsy.com/

67. scatolina, portacandele, candele e fiammiferi, di http://selekkt.com/

68. semplice alberello realizzato tagliando un cerchio di carta a spirale, di http://www.parents.com

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60 and more Christmas gifts and crafts made with kids. A collection of tutorials and ideas to make small gifts and other crafts with kids for Christmas: decorations, greeting cards, boxes, bows, ribbons, toys, pictures, candles and much more …

tutorial and video here: http://radmegan.blogspot.com

2. http://www.flickr.com/

3

3.  tutorial here:  http://veroicono.blogspot.com/

4. tutorial here:  http://veroicono.blogspot.com/

5.   http://ahomeschooljourney.blogspot.com

6. tutorial and recipe here:  http://www.busybeekidscrafts.com

7. tutorial here:  http://adventurekerrs.blogspot.com

9. http://www.twopeasinabucket.com

10.  http://www.twigandthistle.com

11.  http://www.marthastewart.com

12.  http://www.squidoo.com

13. http://www.marthastewart.com

14.  http://bugsandfishes.blogspot.com

15. http://www.theidearoom.net/

16. tutorial and free patterns here: tutorial here:  http://wildolive.blogspot.com/

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22.   http://www.curbly.com

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30. the home of Santa Claus made in a box, by http://etadventures.blogspot.com

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50. relief painting “snow effect” obtained by mixing equal parts of shaving foam and white glue, by http://www.momendeavors.com

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60 and more Christmas gifts and crafts made with kids 

The collection continues here:

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Decorazioni natalizie fai da te: 50 idee per decorare la casa e l’albero di Natale

Decorazioni natalizie fai da te: 50 idee per decorare la casa e l’albero di Natale. Una raccolta di tutorial e immagini di decorazioni per la casa, e addobbi per l’albero di Natale: festoni, lucette, lanterne, palline, ecc… in carta, materiale riciclato, panno, tessuto, lana cardata, maglia, uncinetto e molto altro.

1

1. Decorazioni natalizie fai da te:  facili facili da “copiare” per chi ha la macchina da cucire, di http://www.marieclaireidees.com/ (non c’è tutorial)

2

2. “palline” bellissime di carta piegata, tutorial di http://www.creativejewishmom.com

3

3. Decorazioni natalizie fai da te: Rudolph in cartone e altro materiale riciclato, con modello stampabile gratuitamente di http://www.goodhousekeeping.com

4

4. semplici e bellissime, tutorial di http://www.designsponge.com/

5

5. Decorazioni natalizie fai da te: palline di spago, realizzate con spago, colla vinilica e un palloncino, tutorial di http://crafted-love.blogspot.com/

6

6. palline realizzate con strisce di pagine di vecchi libri o di vecchie scatole riciclate, tutorial di http://thecheesethief.blogspot.com/

7

7. Decorazioni natalizie fai da te: palline tradizionali, ma personalizzate con l’impronta delle mani dei bambini, idea di http://megduerksen.typepad.com

8

8. tutorial per realizzare una semplice ma molto bella pallina di carta colorata di http://funsizecreations.blogspot.com

9

9.  Decorazioni natalizie fai da te: decorazioni realizzate a maglia, il tutorial è a pagamento qui http://www.etsy.com

10

10. vischio da baci, tutorial di http://www.stayathomeartist.com

11

11. Decorazioni natalizie fai da te: palline di feltro, facili facili, via http://www.bystephanielynn.com/

12

12. uccellino realizzato con pagine di vecchi libri, tutorial di http://www.bystephanielynn.com

13

13. Decorazioni natalizie fai da te: palla di vischio di feltro, di http://www.ohdeedoh.com

14

14. palla rivestita con una vecchia cartina stradale, tutorial di http://www.maryjanesandgaloshes.com

15

15. Decorazioni natalizie fai da te: pallina di caramelle, tutorial di http://myblessedlife.net/

16

16. tutorial con modello stampabile gratuitamente di http://www.scandinaviandeko.com

17

17. palline di carta colorata, possono essere usate anche per decorare le lucette dell’albero, tutorial di http://thecreativeplace.blogspot.com

18

18. Decorazioni natalizie fai da te: pallina di carta lavorata a nido d’ape, videotutorial di http://www.amazingpapergrace.com

19

19. alberelli a uncinetto, non c’è tutorial ma sono molto semplici da realizzare, di http://www.crochetme.com

20

20. Decorazioni natalizie fai da te: bellissima renna di cartone, purtroppo non c’è tutorial, via http://www.liveinternet.ru/

21

21. alberello di nastro, tutorial di http://www.wikihow.com

22

22. Decorazioni natalizie fai da te: varie decorazioni da realizzare in pannolenci, di http://inchmark.squarespace.com

23

23. alberelli di legnetti, tutorial di http://www.michelemademe.com

24

24. Decorazioni natalizie fai da te: cuoricini di carta di giornale, tutorial di http://fleamarketstylemag.blogspot.com

25

25. cuore di fil di ferro e decorazioni bianche, non c’è tutorial, via http://www.79ideas.org/

26

26. Decorazioni natalizie fai da te: semplicissime e molto belle, decorazioni con strisce di carta colorata, tutorial di http://dekomir.blogspot.com

27

27. idea bellissima! Gusci d’uovo per le lucette di Natale, di http://indyakaleidoscope.com

28

28. Decorazioni natalizie fai da te: renna di cartoncino, con modelli stampabili gratuitamente, di http://www.squidoo.com

29

29. decorazioni realizzate coi rotoli di carta igienica, di http://stringoffaith.blogspot.com

30

30. Decorazioni natalizie fai da te: decorazioni origami, tutorial di http://www.minieco.co.uk

31

31. decorazione con bacchette di zucchero, di http://blog.athomearkansas.com

32

32. Decorazioni natalizie fai da te: arachide – pupazzo di neve, di http://www.etsy.com/

33

33. arachide – renna di Natale, di http://www.etsy.com

34

34. Decorazioni natalizie fai da te:  tutorial molto dettagliato per realizzare una decorazione per le lucette di Natale in lana infeltrita con acqua e sapone, di http://artmind-etcetera.blogspot.com

35

35. festone realizzato con pagine di libro, tutorial di http://www.projectwedding.com

36

36. villaggi di cartone per le lucette, tutorial di http://evencleveland.blogspot.com

37

37. coprilampada realizzato con casette di pagine di libro, di http://hutchstudio.blogspot.com

38

38. decorazione con rotoli di carta igienica, tutorial di http://whiffofjoy.blogspot.com

39

39. festone in feltro, tutorial di http://www.purlbee.com

40

40. addobbi in pannolenci: i vestiti di Babbo Natale, tutorial e modelli di http://www.womansday.com/

41

41. decorazioni in carta da  pacco portadolcetti, tutorial di http://hercreativespirit.blogspot.com

42

42. decorazione a uncinetto, con istruzioni, di http://whiskersandwool.blogspot.com/

43

43. renna con tutorial e modelli gratuiti, di http://www.chroniclebooks.com/

44

44. cuoricini tridimensionali di carta, tutorial di http://thecraftingchicks.com/

45. bamboline di lana, non c’è tutorial ma sono davvero facili da fare, di http://www.swedishop.eu/

46

46. casetta con cuore centrale di carta, tutorial di http://www.michelemademe.com/

47

47. gnometti di pannolenci, tutorial di http://blog.revoluzzza.com

48

48. cavallino di panno e lana cardata, tutorial di http://gingerbreadsnowflakes.com/

49

49. modelli per realizzare festoni di carta ritagliata di http://meggiecat.blogspot.com/

50

50. lanternine di carta bianca, tutorial e modelli gratuiti di http://www.allaboutyou.com

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La collezione continua qui:

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https://shop.lapappadolce.net/prodotto/acquarello-steineriano-esercizi-di-colore-ebook/
https://shop.lapappadolce.net/prodotto/manuale-per-realizzare-le-bambole-waldorf/

Christmas ornaments: 50 ideas for decorate home and Christmas tree. A collection of tutorials and images of home decorations, and decorations for the Christmas tree: garlands, little lights, lanterns, balls, etc, made in paper, recycled materials, cloth, fabric, carded wool, knit, crochet and much more.

1

1. http://www.marieclaireidees.com/ (there is no tutorial)

2

2.  tutorial here: http://www.creativejewishmom.com

3

3.  tutorial and free pattern here:  http://www.goodhousekeeping.com

4

4.  tutorial here:  http://www.designsponge.com/

5

5.  tutorial here:  http://crafted-love.blogspot.com/

6

6.  tutorial here:  http://thecheesethief.blogspot.com/

7

7.  http://megduerksen.typepad.com

8

8.  tutorial here:  http://funsizecreations.blogspot.com

9

9.  tutorial (for sale) here:  http://www.etsy.com

10

10.  tutorial here:  http://www.stayathomeartist.com

11

11.  via http://www.bystephanielynn.com/

12

12.  tutorial here:  http://www.bystephanielynn.com

13

13.  tutorial here:  http://www.ohdeedoh.com

14

14.  tutorial here:  http://www.maryjanesandgaloshes.com

15

15.  tutorial here:  http://myblessedlife.net/

16

16. tutorial and free pattern here:  http://www.scandinaviandeko.com

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17.  tutorial here: http://thecreativeplace.blogspot.com

18

18. video tutorial here: http://www.amazingpapergrace.com

19

19. http://www.crochetme.com

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20.  http://www.liveinternet.ru/

21

21.  tutorial here:   http://www.wikihow.com

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22.  http://inchmark.squarespace.com

23

23.  tutorial here:  http://www.michelemademe.com

24

24.  tutorial here: http://fleamarketstylemag.blogspot.com

25

25. via http://www.79ideas.org/

26

26.  tutorial here:  http://dekomir.blogspot.com

27

27. http://indyakaleidoscope.com

28

28.  tutorial and free pattern here:  http://www.squidoo.com

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29.  http://stringoffaith.blogspot.com

30

30. origami,  tutorial here:  http://www.minieco.co.uk

31

31.  http://blog.athomearkansas.com

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32. http://www.etsy.com/

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33.  http://www.etsy.com

34

34.  tutorial here:  http://artmind-etcetera.blogspot.com

35

35. tutorial here:  http://www.projectwedding.com

36

36.  tutorial here:  http://evencleveland.blogspot.com

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37.  http://hutchstudio.blogspot.com

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38.  tutorial here:  http://whiffofjoy.blogspot.com

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39.  tutorial here:  http://www.purlbee.com

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40.  tutorial and patterns here:  http://www.womansday.com/

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41.  tutorial here:  http://hercreativespirit.blogspot.com

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42.  tutorial here:  http://whiskersandwool.blogspot.com/

43

43.  tutorial and pattern here: http://www.chroniclebooks.com/

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44.  tutorial here:  http://thecraftingchicks.com/

45.  http://www.swedishop.eu/

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46.  tutorial here:  http://www.michelemademe.com/

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47.  tutorial here:  http://blog.revoluzzza.com

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48.  tutorial here:  http://gingerbreadsnowflakes.com/

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49. free patterns here: http://meggiecat.blogspot.com/

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50.  tutorial and free patterns here:  http://www.allaboutyou.com

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Christmas ornaments: 50 ideas for home and decorated Christmas tree

The collection continues here:

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Natale: 30 e più progetti creativi e idee per realizzare angeli

Natale: 30 e più progetti creativi e idee per realizzare angeli. Una raccolta di tutorial e immagini da cui trarre ispirazione per realizzare angeli di carta, di legno, di lana, di feltro, utilizzando materiale riciclato (piatti di carta, lattine, tappi…). Angeli da appendere all’albero, da regalare, angeli per decorare la tavola, angeli per giocare coi bambini, …

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1. tutorial per realizzare un angelo con un piatto di carta, con modello stampabile gratuitamente, di http://www.marthastewart.com/

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2. angioletti di legno e feltro, di http://webloomhere.blogspot.com/

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3. angelo tridimensionale di cartoncino, modello stampabile gratuito e tutorial di http://www.bhg.com/

4

4. angeli di legno e ritagli di tessuto grezzo, di http://sweettidings.blogspot.com/

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5. coloratissimi angeli realizzati con coni di cartone, palline di legno, filati vari e tessuto, di http://gingerbreadsnowflakes.com/

6

6. angeli da fare coi bambini coi piatti di carta, di http://jennwa.blogspot.com/

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7. angeli realizzati coi centrini di carta da torta, palline di legno e scovolini, di http://www.artfullycaroline.com/

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8. angeli di carta decorata, tutorial di http://www.canadianliving.com/

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9. mobile realizzabile in cartoncino o pasta di bicarbonato, di http://www.etsy.com/

10

10. angeli in latta riciclata, di http://mydragonflydesign.blogspot.com/

11

11. angeli in lana cardata infeltrita, di http://www.crateandbarrel.com/

12

12. angeli di cartoncino, di http://kirstyneale.typepad.com/

13

13. angelo di lana cardata, di http://heirloomseasons.blogspot.com/

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14. angeli di pan pepato, ricetta di http://www.epicurious.com/

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15. angeli di panno, di http://www.etsy.com/

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16. ali d’angelo in cartone rivestito con carta di giornale, via http://pinterest.com/

17

17. angeli di fil di ferro e perline rosse, di http://w.globalgoodspartners.org/

18

18. angioletto in pannolenci e maglina da bambole, di http://www.flickr.com/

19

19. festone di angioletti in coppia, modello gratuito qui http://hobbyhoekje.teamgoo.net/

20

20. angelo tridimensionale da realizzare in legno o cartone, di http://www.accessorizeyourhome.nl/

21

21. un dettagliatissimo tutorial per realizzare angeli coi centrini di carta da torta e poco altro, di http://artmind-etcetera.blogspot.com

22

22. tutorial per realizzare questo angelo con perla di legno, piume e stampino di carta per dolcetti di carta, di http://dengodefeen.blogspot.com/

23

23. A di Angelo, tutorial di http://totallytots.blogspot.com/

24

24. angelo di pannolenci ricamato, via http://woofnanny.blogspot.com/

25

25. vari tutorials riccamente illustrati per realizzare angeli con rotolini di strisce di carta colorata, di http://stranamasterov.ru

26

26. angelo ritagliato nella carta colorata, di http://www.emilykingart.com/

27

27. cartamodelli per realizzare angeli con le perline di plastica ikea (quelle che si fissano col ferro da stiro), di http://www.angel-guide.com/

28

28. angelo di cartoncino colorato, di http://bethrush-bethspapercuts.blogspot.com/

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29. angelo di rotolini di carta colorata di http://www.handmade-craft-ideas.com/

30

30. angelo da stampare gratuitamente, montaggio con tutorial, di http://allsorts.typepad.com/

31

31. angelo di legno, tutorial molto dettagliato di http://www.freecraftz.com/

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32. altro angelo realizzato con piatti di carta, tutorial di http://nurturestore.co.uk/

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33. angelo realizzato con l’impronta delle mani, di http://www.familiesonlinemagazine.com

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La collezione continua qui:

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https://shop.lapappadolce.net/prodotto/acquarello-steineriano-esercizi-di-colore-ebook/
https://shop.lapappadolce.net/prodotto/manuale-per-realizzare-le-bambole-waldorf/

Christmas: 30 and more creative projects and ideas to make angels. A collection of tutorials and images for inspiration to create angels made of paper, wood, wool, felt, using recycled material (paper plates, cans, caps …). Angels to hang, as gifts, angels to decorate the table, angels to play with children…

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1. angel made with a paper plate, tutorial and free pattern here:  http://www.marthastewart.com/

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2. wood and felt http://webloomhere.blogspot.com/

3

3. tutorial and free pattern here: http://www.bhg.com/

4

4. http://sweettidings.blogspot.com/

5

5. http://gingerbreadsnowflakes.com/

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6.  http://jennwa.blogspot.com/

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7. http://www.artfullycaroline.com/

8

8. tutorial here: http://www.canadianliving.com/

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9. http://www.etsy.com/

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10. angels made from recycled tin http://mydragonflydesign.blogspot.com/

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11. felted wool http://www.crateandbarrel.com/

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12. cardboard http://kirstyneale.typepad.com/

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13. carded wool http://heirloomseasons.blogspot.com/

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14. gingerbread, with recipe http://www.epicurious.com/

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15. http://www.etsy.com/

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16. via http://pinterest.com/

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17.  http://w.globalgoodspartners.org/

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18.  http://www.flickr.com/

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19. garland, free template here: http://hobbyhoekje.teamgoo.net/

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20.  http://www.accessorizeyourhome.nl/

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21. tutorial here: http://artmind-etcetera.blogspot.com

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22. tutorial here:  http://dengodefeen.blogspot.com/

23

23. A is for Angel, tutorial here: http://totallytots.blogspot.com/

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24. via http://woofnanny.blogspot.com/

25

25. quilling tutorials here http://stranamasterov.ru

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26. http://www.emilykingart.com/

27

27. pattern here:  http://www.angel-guide.com/

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28.  http://bethrush-bethspapercuts.blogspot.com/

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29.  http://www.handmade-craft-ideas.com/

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30. tutorial and free download here: http://allsorts.typepad.com/

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31.  tutorial here: http://www.freecraftz.com/

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32. tutorial by http://nurturestore.co.uk/

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33. http://www.familiesonlinemagazine.com

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Christmas: 30 and more creative projects and ideas to make angels 

The collection continues here:

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Natale: 50 idee per fare il presepe

Natale: Natale: 50 e più idee per fare il presepe… con gli stecchi del gelato, in carta, da stampare e ritagliare, in stoffa, pannolenci, feltro, lana cardata, con marionette da dito, in cartone, a maglia,  con mollette da bucato,  di pan pepato, ecc…

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1. Idee per fare il presepe: presepe da realizzare coi bambini con gli stecchi di legno dei gelati, con modelli stampabili gratuitamente, di http://likeaprettypetunia.blogspot.com

2

2. presepe in legno e feltro, in vendita qui http://www.ideesalon.de/

3

3.  Idee per fare il presepe: presepe puzzle in legno, tutorial di http://www.ldscraftproject.com/

4

4. presepe realizzato su pittura ad acquarello con sagome nere, il modello è stampabile gratuitamente, tutorial di http://www.thatartistwoman.org/

5

5.  Idee per fare il presepe: bellissimo presepe da stampare e ritagliare, in vendita qui http://www.fler.cz/

6

6. presepe da stampare e ritagliare, bianco e nero,  qui: http://printpattern.blogspot.com/

7

7.  Idee per fare il presepe: presepe realizzato con palline di legno, ghiande e ritagli di lino, tutorial di http://sweettidings.blogspot.com/

8

8. sagoma stampabile gratuitamente, qui http://papercutting.blogspot.com/

9

9.  Idee per fare il presepe: marionette da dito di carta, da colorare, stampa gratuita qui http://www.craftaholicsanonymous.net/

10

10. presepe da realizzare in legno o cartone, modelli stampabili gratuitamente di http://undermypolkadotumbrella.blogspot.com/

11

11.  Idee per fare il presepe: altro tutorial per realizzare un presepe puzzle, di http://lapazfarm.homeschooljournal.net/

12

12. mini presepe realizzato con perle di legno, spolette e ritagli di tessuto, tutorial di http://holesinmyshinyveneer.blogspot.com/

13

13.  Idee per fare il presepe: sagome stampabili gratuitamente e tutorial di http://youseriouslymadethat.blogspot.com/

14

14. stampabili gratuitamente, personaggi e scenografie per realizzare un teatrino natalizio, di http://preparednotscared.blogspot

15

15.  Idee per fare il presepe:presepe realizzato a maglia, di http://www.jeangreenhowe.com/

16

16. presepe il legno di http://www.charlieswoodshop.com/

17

17. presepe teatrino realizzato con cartoncino, gomma e mollette da bucato, di http://alljoinin.blogspot.com/

18

18.  Idee per fare il presepe:presepe di ovetti di feltro, via http://thisnewlife2009.blogspot.com/

19

19. presepe minimalista, di http://buysebastianbergne.com/

20

20. mini presepe di carta ritagliata, da mettere intorno a una candelina scaldavivande, qui http://www.thisnext.com/

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21.  Idee per fare il presepe: presepe astratto, via http://boingboing.net/

22

22. presepe in legno e pannolenci ricamato, di http://saintsandspinners.blogspot.com/

23

23. pannello in feltro che è sia calendario dell’avvento sia presepe, di http://somethingkindadifferent.com/

24

24.  Idee per fare il presepe: semplicissimo, e bellissimo… di http://www.etsy.com/

25

25. presepe in legno naturale, di http://www.atwestend.com/

26

26. presepe in feltro, in vendita qui http://www.wisteria.com/

27

27.  Idee per fare il presepe: presepe da dito in panno di http://www.etsy.com/

28

28. presepe di pan pepato e marzapane, di http://www.maiksdesign.com/

29

29. Presepe di lana cotta in una sfera, di http://woolfoodmama.typepad.com/

30.  Idee per fare il presepe: presepe teatrino in pannolenci, di http://www.etsy.com/

31

31. presepe ad arco, tradizionale tedesco, di http://www.mara-thoene.de/

32

32. presepe magnetico, di http://www.cutoutandkeep.net/ . L’idea è riproducibile con le immagini che più si preferiscono e oltre che per la stampa al computer, la carta magnetica può essere utilizzata per il disegno a mano.

33

33. presepe di biscotti e caramelle, di http://www.aokcorral.com/

34

34. Idee per fare il presepe:  presepe realizzato coi rotoli di carta igienica, di http://nurturestore.co.uk/

35

35. presepe realizzato con fili di lana, di http://familyfun.go.com/

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36. modelli stampabili gratuitamente e rotoli di carta igienica, tutorial di http://dollarstorecrafts.com/2009/12/nativity-recyclables/

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37. Idee per fare il presepe:  vasetti di terracotta e palline di legno, presepe di http://www.confessionsofahomeschooler.com/

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38. presepe realizzato applicando le sagome di carta nera a dei blocchi di legno di varia misura, via http://pinterest.com/

39. presepe coi cubi di legno da costruzione, via http://tatertotsandjello.com/

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40. presepe a uncinetto, di http://www.e-patternscentral.com/

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41. minipresepe, tutorial di http://designdazzle.blogspot.com/

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42. presepe di cartone, con scatola, via http://pinterest.com/

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43. presepe lanterna, di http://www.flickr.com/photos/

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44. presepe realizzato con gli stecchini da gelato, di http://www.whattoexpect.com/

45

45. presepe trasparente, di http://www.orthodoxchristiancraftsupply.com/

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46. presepe realizzato applicando decorazioni di pannolenci ai blocchi di legno da costruzione, di http://thepioneerwoman.com/

47

47. presepe di spezie e frutta secca, di http://caminar-aflordepiel.blogspot.com/

48

48. presepe di carta stampabile gratuitamente, di http://marloesdevee.blogspot.com/

49

49. di http://learning-to-b-me.blogspot.com/ , bellissimo…

50. presepe in lana cardata, molto bello, di http://www.etsy.com/

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La collezione continua qui:

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Christmas: 50 ideas for making the nativity scene with the ice cream sticks, paper, to print and cut, with fabric, felt, carded wool, with finger puppets, cardboard, knitted, with clothes pegs, made of gingerbread, etc …

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Nativity scene to do with the children with wooden ice cream sticks with printable templates for free  http://likeaprettypetunia.blogspot.com

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2. wooden crib and felt, for sale here http://www.ideesalon.de/

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3.  tutorial by http://www.ldscraftproject.com/

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4. tutorial by http://www.thatartistwoman.org/

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5. beautiful nativity scene to print and cut, for sale here http://www.fler.cz/

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6. nativity scene to print and cut, here: http://printpattern.blogspot.com/

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7.  tutorial by http://sweettidings.blogspot.com/

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8. free pattern here: http://papercutting.blogspot.com/

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9.  free download here:  http://www.craftaholicsanonymous.net/

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10. free patterns here: http://undermypolkadotumbrella.blogspot.com/

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11.  tutorial here: http://lapazfarm.homeschooljournal.net/

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12. tutorial by http://holesinmyshinyveneer.blogspot.com/

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13.  free download here:  http://youseriouslymadethat.blogspot.com/

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14. free download here:  http://preparednotscared.blogspot

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15.  http://www.jeangreenhowe.com/

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16. http://www.charlieswoodshop.com/

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17.  http://alljoinin.blogspot.com/

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18. via http://thisnewlife2009.blogspot.com/

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19.  http://buysebastianbergne.com/

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21.  via http://boingboing.net/

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32. Magnetic nativity scene, http://www.cutoutandkeep.net/ .

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34. nativity scene made of rolls of toilet paper http://nurturestore.co.uk/

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36. free download here: http://dollarstorecrafts.com/2009/12/nativity-recyclables/

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37.  http://www.confessionsofahomeschooler.com/

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38. via http://pinterest.com/

39. via http://tatertotsandjello.com/

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40.  http://www.e-patternscentral.com/

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41. tutorial by http://designdazzle.blogspot.com/

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42. via http://pinterest.com/

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43. http://www.flickr.com/photos/

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44.  http://www.whattoexpect.com/

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45.  http://www.orthodoxchristiancraftsupply.com/

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46.  http://thepioneerwoman.com/

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47. nativity scene made with spices and dried fruit, http://caminar-aflordepiel.blogspot.com/

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48. free download here: http://marloesdevee.blogspot.com/

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49. http://learning-to-b-me.blogspot.com/

50. nativity scene in carde wool here:  http://www.etsy.com/

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Christmas: 50 ideas for making the nativity scene

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Gnomi di pannolenci

Gnomi di pannolenci – materiale occorrente

Servono dei ritagli di feltro o pannolenci (ma va bene anche qualsiasi altro tessuto se abbastanza consistente), della lana bianca (oppure ovatta), e filo da ricamo.

Puoi scaricare il cartamodello qui:

Gnomi di pannolenci – come si fanno

Per prima cosa ritaglia il tessuto, tenuto a doppio, seguendo il cartamodello:

Poi cuci il cappuccio a doppio, così:

Per spiegare ai bambini il punto festone, mostra che l’ago fa infilato da dietro verso il davanti:

poi bisogna tirare il filo ma non completamente, in modo che resti un piccolo cappio:

poi, sempre da dietro verso il davanti si infila l’ago nel cappio:

e si tira, così:

Dopo aver cucito il cappuccio, si passa a fare un’arricciatura come mostrato nelle foto  (ai bambini si può tracciare il percorso con del gesso):

Ora prendiamo una falda di lana e facciamo un nodo al centro:

Dividiamo in due una delle estremità e rivoltiamole sul nodo, in modo da rivestirlo, quindi stringiamo con un po’ di lana intorno al “collo”, e inseriamo la testina nel cappuccio:

Utilizzando il filo rimasto libero arricciamo e facciamo un bel fiocchetto, quindi tagliamo la lana eccedente:

Se vogliamo che il nostro gnomo abbia la barba, basta sollevare un ciuffetto di lana lasciandola fuori dall’arricciatura, così:

Con questi gnometti di panno si può decorare l’albero, si possono preparare dei mobiles o dei festoni colorati, e naturalmente giocare…

Qui ho trovato anche una bella idea per un regalo da fare a mano:

http://www.atelierpippilotta.nl/

Si preparano due tappetini neri con dei cerchietti colorati: i colori corrispondono a quelli segnati dal dado e naturalmente per ogni colore ci saranno due gnometti. I bambini lanciano il dado e posizionano  lo gnomo del colore indicato sul loro tappetino, a turno. Se esce il colore di uno gnomo che era già uscito, il dado passa all’altro bambino e vince chi per primo riesce a completare il tappetino.

Candeline galleggianti nella noce

Candeline galleggianti nella noce – Il giorno di Santa Lucia è tradizione dedicarsi alla produzione di candele. Quest’anno, con le mie ragazze, dopo aver visto qui abbiamo fatto delle candeline galleggianti utilizzando cera d’api, filo di cotone, e gusci di noce e di ghianda.

Candeline galleggianti nella noce – come si fanno

Per prima cosa si scalda la cera, poi si preparano gli stoppini, così:

poi con un cucchiaino si versa la cera nei gusci (potete tenerli in mano sulla pentola…),

si aspetta qualche secondo e si posiziona al centro lo stoppino.

Per far rapprendere la cera man mano che riempite le candeline potete metterle a galleggiare in una ciotola d’acqua.

Quando la cera si è rappresa può essere necessario aggiungerne dell’altra per riempire bene.

Le candeline galleggianti nella noce o nei gusci di ghianda sono molto suggestive. Pensiamo di regalarle a Natale agli amici, confezionandole in una bella ciotola trasparente con qualche stecca di cannella e un po’ di anice stellato…

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Floating candles in walnut – The day of Saint Lucy it is tradition make candles. This year, with my girls, after seeing here we made some floating candles using beeswax, cotton thread, and nut and acorn shells.

 Floating candles in walnut

How is it done?

First heats the wax, then prepare the wicks, in this way:

then with a spoon pour the wax in the shells (you can hold it in your hand on the pot …)

wait a few seconds and then place at the center the wick.

To coagulate the wax, as you fill the candles you can make them float in a bowl of water.

When the wax has solidified it may be necessary to add more wax to fill well.

Floating candles in walnut or acorn shells are very suggestive. We plan to give them to friends at Christmas, putting them in a nice transparent bowl with some cinnamon stick and a bit of star anise.

Santa Lucia

Santa Lucia – il 13 dicembre, giorno di Santa Lucia, nelle scuole steineriane c’è la bellissima tradizione di fare coi bambini le candele di cera d’api.

tutorial qui

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tutorial qui

Anche in famiglia si possono svolgere varie attività che ricordino la luce nel buio dell’inverno, e l’avvicinarsi della grande festa del Natale. Si possono fare o decorare le candele, preparare un centrotavola speciale, confezionare corone di Santa Lucia…

In Svezia, all’alba del 13 dicembre, migliaia di bambine con una veste bianca, una candela accesa in mano e una coroncina di candele elettriche in testa, illuminano il buio inverno svedese.

Le processioni sono guidate da una bambina che impersona Lucia seguita da damigelle e paggetti che indossano vesti bianche e cappelli con stelle dorate. Il corteo è chiuso da bambini vestiti come folletti. I bambini cantano canzoni tradizionali natalizie e Lucia e le sue damigelle donano brioche allo zafferano e biscotti allo zenzero agli spettatori.

Questa tradizione del Settecento si ripete in chiese, scuole, ospedali e luoghi di lavoro in tutto il Paese e  segna il passaggio alle ultime due settimane di Avvento. Come la conosciamo ora, la festa originò nel Novecento, quando un quotidiano di Stoccolma nel 1927 lanciò il primo concorso tra i lettori per votare la Lucia più bella.

Ogni anno viene incoronata una Lucia in ogni cittá. Le candidate sono giovani residenti e vengono pubblicizzate dai quotidiani e TV locali. La Lucia, che viene scelta dal pubblico, e le altre candidate che diventano le sue damigelle, devono saper cantare per poter poi esibirsi nelle piazze della cittá, negli ospedali, nei centri per gli anziani, nei centri commerciali e nelle fabbriche.

Fonte: http://www.visitsweden.com/

Santa Lucia è originaria di Siracusa ed esistono diverse versioni in merito a come questa tradizione sia arrivata in Svezia. Sappiamo che l’aristocrazia svedese settecentesca introdusse questa tradizione che prevedeva che la figlia maggiore vestisse i panni di Lucia e servisse la colazione a letto ai genitori la mattina del 13 dicembre.

Per Santa Lucia
L’acqua, la scarpetta, la farina,
fuori della finestra ho preparato.
Allo spuntar del sole, domattina,
vedrò i regali che m’avrai portato.
Mi raccomando a te, Santa Lucia,
dolce speranza dell’anima mia.
Talvolta è vero, son monello assai:
m’alzo tardi, non studio la lezione,
del gioco sol non m’accontento mai,
e spesso sbaglio, ma per distrazione.
Ma mi correggerò, Santa Lucia,
dolce speranza dell’anima mia.
(E. Berni)

Come potete leggere in questo bel post http://twigandtoadstool.blogspot.com/ arricchito da bellissimi ricordi personali, in molte case ancora oggi Santa Lucia si festeggia proprio così: la figlia maggiore, accompagnata da fratellini e sorelline, serve la colazione ai genitori, in particolare i tipici lussekatter. I bambini vestono di bianco con una cintura rossa alla vita, portano nelle mani delle candele accese e corone in testa…


Qui un libro illustrato, in Inglese, che racconta la tradizione:

http://www.conciliarpress.com/products/Lucia%2C-Saint-of-Light.html

Qui una Lucia da ritagliare e colorare:

http://www.makinglearningfun.com/themepages/StLuciaScissorPractice.htm

E qui la bambolina di carta da ritagliare e vestire:

http://tpettit.best.vwh.net/dolls/pd_scans/xmas_morning/index.html

Lucia in lana cardata:

http://www.flickr.com/photos/wichtelzwerg/4181718453/in/faves-8946269@N02/

Una corona di cartoncino:

http://nestfullofeggs.blogspot.com/2010/12/st-lucia-program.html

I lussekatter (gatti di Lucia), panini allo zafferano che simboleggiano anch’essi la luce, e che per tradizione si mangiano il 13 dicembre (con ricetta):

http://huset-shop.com/designblog/lucia-godess-of-light/

Una corona di tessuto:

http://ascozyasspring.typepad.com/as_cozy_as_spring/2007/08/st-lucys-crown.html

Un tutorial per realizzare queste bamboline:

http://rosylittlethings.typepad.com/posie_gets_cozy/2006/12/santa_lucia_dol.html

La corona con le lampadine, che oggi si usano in sostituzione di quelle di candele:

http://www.scandinavian-south.com/lucia.htm

una processione:

http://vitavillavila.blogspot.com/2009/12/lucia-ar-har.html

Secondo la tradizione cristiana 
I cristiani in Sicilia subirono gravi. Vittima della persecuzione dell’Imperatore Diocleziano fu Lucia di Siracusa. Nata da ricca e nobile famiglia, ancora giovinetta, rimase orfana del padre. Sotto la guida amorosa della madre Euticha crebbe cristianamente, amando soprattutto la virtù e dedicandosi alle opere buone e alle preghiere.
Un giorno la madre si ammalò gravemente e Lucia la condusse a Catania sul sepolcro di Sant’Agata a pregare e a impetrare la guarigione: la Santa la esaudì. Solo allora Lucia confessò alla madre che l’aveva promessa in sposa a un giovane pagano, di aver fatto voto della sua vita al Signore ed ottenne da lei il consenso all’adempimento del sacro impegno assunto. Ma il fidanzato la denunciò al Governatore romano come cristiana e Lucia venne arrestata e cacciata in prigione assieme a comuni delinquenti.
La giovane, per non vedere gli atti osceni compiuti dai tristi compagni di carcere, si cavò gli occhi, che Dio, però, le rese più splendenti di prima e, gettata nel fuoco, fu, per volontà del Signore, risparmiata anche dalle fiamme.
Allora il Governatore romano, visti vani tutti i mezzi per indurre Lucia ad abbandonare la sua fede e a sacrificare agli dei, la fece uccidere a colpi di spada il 13 dicembre dell’anno 304 dC.
Il suo corpo, sepolto dapprima a Siracusa, fu poi trasportato a Costantinopoli e quindi a Venezia.
In molte parti d’Italia è Santa Lucia che nella notte dal 12 al 13 dicembre, porta i doni ai bambini: per questo c’è chi mette alla finestra una scodella col cibo e la bevanda per l’asinello che porta la Santa, chi invece mette alla finestra una scarpa ben lucidata,  perché venga riempita di doni.
Santa Lucia è venerata in tutta Italia come la Santa protettrice della vista.

Puoi trovare  altro materiale che ho raccolto sull’argomento qui: http://pinterest.com/

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San Nicola – CANTI DI NATALE

San Nicola – CANTI DI NATALE con testo, spartito stampabile e traccia mp3 scaricabile gratuitamente.

San Nicola – CANTI DI NATALE
testo

San Nicola, tu che i doni porti ai bimbi che son buoni,
guarda a noi che t’invochiamo, ed il canto a te leviamo.
Vaglia il nostro piccol cuore, se ricolmo è d’amore,
se del bene noi facciamo con le azioni che compiamo.
La tua scopa non portare, che il tuo sacco hai da vuotare,
esso è pieno di dolci buoni, che del cielo sono doni.

San Nicola – CANTI DI NATALE
spartito  stampabile e traccia mp3 qui:


CANTI DI NATALE – San Nicola 

Bulbi di giacinto – fioritura invernale

Bulbi di giacinto – fioritura invernale – I giacinti si possono piantare verso ottobre – novembre, quando comincia a fare freddo. All’aperto fioriscono da fine inverno ad inizio primavera.

Occuparsi dei bulbi è una bellissima attività per la seconda settimana dell’avvento, dedicata alle piante.

Possono essere piantati sia in vaso sia in idrocoltura, che sono due modi efficaci per ottenere fioriture precoci dei bulbi.

 In vaso

Per interrare i bulbi occorrono vasetti di terracotta bassi, da riempire con circa 4 cm di terriccio.  I bulbi non devono essere completamente interrati, ed è meglio evitare di pressare il terriccio. Annaffiare e aspettare…dopo qualche settimana spuntano i germogli.

Per aiutare la pianta nel suo sviluppo, il giacinto ha bisogno di un luogo fresco (intorno ai 6 -10 gradi), e di penombra. I vasetti possono essere messi quindi in un ripostiglio non riscaldato o una cantina, mantenendo il terriccio umido.

Quando i germogli avranno raggiunto un’altezza di circa 10 cm, i vasetti possono essere trasferiti in casa, al caldo e alla luce. Dopo qualche settimana fioriranno.

Altro modo per ottenere la fioritura invernale del giacinto è l’idrocoltura. Occorrono delle brocche con una strozzatura che permetta al bulbo di restare sollevato dal pelo dell’acqua. Non avendo brocche, sono andata in cerca di vasetti…

E’ importante che il bulbo non entri mai in contatto diretto con l’acqua, perchè rischierebbe di marcire, però deve essergli molto vicino, perchè questa vicinanza stimola il processo di sviluppo delle radici.

In idrocoltura

Si consiglia di usare acqua piovana o demineralizzata, ma io mi sono avventurata (piena di speranza) con quella di rubinetto.

I vasetti vanno poi portati in un luogo fresco e in penombra (si torna alla cantina o al ripostiglio di cui sopra)… e si aspetta.

Quando il vaso si sarà riempito di radici, e tra le foglie che saranno spuntate  sarà possibile vedere il colore del fiore che deve nascere, si può trasferire il vaso in casa, al caldo e alla luce, e in poco tempo avremo una bella fioritura.

 

Poesie e filastrocche per dicembre

Poesie e filastrocche per dicembre – una raccolta di poesie e filastrocche sul mese di dicembre, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Vecchio dicembre
E’ tanto vecchio, povero dicembre,
che cammina appoggiandosi a un bastone;
del sole non è amico, a quanto sembra,
perchè d’accordo va con il nebbione.
Nel fango affonda sino alle calcagna,
spruzza di neve l’albero e la siepe,
di prima neve imbianca la montagna
mentre nasce Gesù, là nel presepe. (G. Marzetti Noventa)

Dicembre
Dicembre…
La neve sui monti, la fiamma nel focolare,
volti cari attorno a una lampada,
una campana che chiama per la novena di Natale.
Dicembre…
Un ramo d’abete e il presepe
fatto di bambagia leggera
col Bambino che s’addormenta fra le candeline di cera. (A. T. Bordoni)

Dicembre
La neve sui monti, la fiamma nel focolare,
volti cari attorno a una lampada,
una campana che chiama per la novena di Natale.
Un ramo d’abete e il presepe
fatto di bambagia leggera
col bambino che s’addormenta tra le candeline di cera.

Dicembre
Il vento soffia,
la neve cade,
son bianchi i tetti,
bianche le strade.
Il cielo è grigio
la neve è bianca,
son spogli gli alberi,
la terra è stanca. (B. Vaccari)

Dicembre
Va novembre,
vien dicembre.
Ciel nebbioso,
suol fangoso…
Sopra i campi brulli e tetri,
soffia il vento e batte ai vetrim
mentre il passero sul tetto,
trema al freddo, poveretto! (C. Prosperi)

Dicembre
Dai campi desolati,
sui viali deserti di bambini,
dagli orti abbandonati,
levano al cielo di piombo
le braccia ferme, nude,
gli alberi disperati.
Nell’aria non c’è un volo,
nell’aria non c’è un grido;
sotto l’antico ponte, con un rombo
freddo, il torrente… (V. Bosari)

Dicembre
Or è bello novellare;
fuori piove e mugghia il vento;
nel camino c’è un lamento,
ch’empie i bimbi di spavento,
mentre stanno al focolare.
E’ dicembre, un buon vecchietto,
canta loro una novella
dove c’è una mamma bella
un bambino ed una stella
ed un bove ed un ciuchetto. (D. Dini)

Dicembre
Chi la ricorda ancora
la bella primavera,
che sorridendo infiora
il monte e la riviera?
Chi ricorda l’estate
coi suoi fulgidi soli
con l’aure profumate
piene di trilli e voli?
E l’autunno che infonde
gioia e tristezza insieme
che ingiallisce le fronde
e i bei grappoli spreme?
Un’uggia, un sopor greve
pei campi, per le strade;
e il silenzio… e la neve
che cade, cade, cade. (A. Tona)

Dicembre
Dicembre ha un suo ricamo,
sospeso ad ogni ramo;
l’ha fatto con la nebbia
l’ha fatto con la brina:
è nuovo ogni mattina.
Dicembre ha un suo sorriso,
diffuso in ogni viso:
lo porta in ogni casa,
dove la gente aspetta
la notte benedetta. (M. C.)

Il mese poverello
Bigio il ciel, la terra brulla:
questo mese poverello
nella sporta non ha nulla,
ma tien vivo un focherello.
Senza gregge e campanello
solo va, pastor del vento.
Con la neve nel cappello
fischia all’uscio il suo lamento.
Breve il dì, lunga la notte,
cerca il sole con affanno.
Ha le tasche vuote e rotte,
ma nasconde il pan d’un anno. (R. Pezzani)

Ecco dicembre
Ecco dicembre, vien bel bello.
E’ vero, porta ventaccio e neve
ma quanti doni sotto il mantello!
Sì, raffreddori, qualche malanno;
ma ci riporta tanta dolcezza
con la più cara festa dell’anno.
Ed ogni bimbo, pel suo presepe,
già si prepara stelle e pastori,
casette bianche, bianca la siepe.
E già si sente, nel cuoricino
più buono, forse, perchè, tra poco,
nasce a Betlemme Gesù bambino. (Zietta Liù)

Dicembre
Ecco dicembre! Dicembre,
sì vecchio e canuto,
col suo pesante fardello.
E sembra un buon poverello,
così, senza un fiore nè un frutto.
Viene sul mondo deserto,
dormiente sotto la neve…
La terra è arida e nera…
i rami stecchiti…
E come ulula il vento!
Che tristi lamenti!
Son forse bambini gementi,
i pini piangenti,
smarriti nelle tormente?
E viene, viene dicembre,
carico di doni.
Ne ha colmi il pesante fardello,
e le tremule mani
oscillano nell’alberello.
E viene il bianco Natale
col capo pieno di neve
e la gran stella lucente.
Stormiscon gli abeti leggeri,
fioriscon le siepi di brina…
e viene viene dicembre:
è carico di doni,
… viene per consolare.
Spoglia, è sì triste la terra
nel plumbeo abbraccio del mare! (L. Galli)

Dicembre
Il falcetto secco taglia;
fondo addenta, mai non sbaglia;
sopra è il cielo decembrino,
con fumate di camino.
Le ramaglie ammonticchiate
che cantarono l’estate
son la foglia moritura
hanno adesso sepoltura.
Tra la siepe senza frasca
già di sonno l’orto casca…
C’è chi prova una zampogna
e il presepe il bimbo sogna. (L. Carpanini)

Dicembre
Vien Dicembre e non trova
che pagliuzze nell’orto,
e foglie secche e gialle,
e un vecchio albero morto.
Che tristezza, che squallore!
Non più voli di farfalle
tra gli albicocchi in fiore;
e sulla quercia enorme
non più nidi, non più foglie…
Vien dicembre, e non trova
che poche rame spoglie
e la terra che dorme. (M. Castoldi)

Dicembre
Dalla profondità dei cieli tetri
scende la bella neve sonnolenta,
tutte le case ammanta come spettri;
di su, di giù, di qua, di là, s’avventa,
scende, risale, impetuosa, lenta,
alle finestre tamburella i vetri…
Turbina densa in fiocchi  di bambagia,
imbianca i tetti ed i selciati lordi,
piomba dai rami curvi, in blocchi sordi…
Nel caminetto crepita la bragia…
(G. Gozzano)

Dicembre
Va dicembre, in mezzo al gelo,
col suo sacco sulle spalle,
mentre scendono dal cielo
bianchi sciammi di farfalle.
Ecco il mese che raccoglie
tutti al fuoco dei camini
e che va, di soglia in soglia,
festeggiato dai bambini.
Che letizia si diffonde
nei palazzi e i casolari
con le tenere e gioconde
melodie dei pifferai!
Tutti corrono festanti,
sotto il turbine dei fiocchi,
fra i negozi scintillanti
di dolciumi e di balocchi.
E dicembre, allegro in viso
nel vedere facce liete,
nel tinello, d’improvviso,
fa sbocciare un verde abete;
e l’abete, tutto adorno
di lustrini, chicche e doni,
vi sussurra in questo giorno:
“O fanciulli, siate buoni!
Non sentite cosa dice
questa nenia di campane?
Ogni cuore sia felice,
ogni desco abbia il suo pane!
Date un dono all’orfanello
che giocattoli non ha:
e il Natale assai più bello,
bimbi miei, per voi sarà”.
(P. Ruocco)

Rose di dicembre
Vedere ancor due roselline, oggi, a mezzo
dicembre, mi pare un inganno
degli occhi, un prodigio, trovar queste povere
due roselline.
Con voce di foglie già morte, il rosaio
risponde alle scosse del vento;
si tien dritto al muro, a sentir se l’intonaco
tiepido è ancora.
Sì; forse un po’ tiepido; e basta ai due bocci
che s’aprono lenti, in silenzio;
e pare un celato sorridere, un muoversi
vago di labbra.
(F. Chiesa)

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere.

Recite per bambini – La nascita dei colori

Recite per bambini – La nascita dei colori. Entra il narratore, e si dispone a lato. Mentre parla fanno il loro ingresso Luce e Tenebra (bianco e nero) e simulano di combattere con le loro spade. Restano sempre da una parte del palcoscenico, mentre nell’altra avviene la danza dei colori. Le due parti vengono illuminate a seconda del momento.

Narratore
In principio era la notte, nera buia scura e fredda, poi le tenebre son rotte, da una luce che vi aleggia. Una lotta è cominciata, tra due arditi cavalieri, dura aspra e anche spietata, perchè entrambi forti e fieri.

Luce
Io sono il cavaliere bianco, una spada di luce porto al mio fianco, come il cristallo son limpido e puro, nel cuore mio ardito mai non spauro.

Tenebre
Ed io sono il cavaliere oscuro, avvolto in un manto buio e cupo, temprata han le tenebre l’arma mia nera, combatto con forza ardita e sincera.

Narratore
Luce e buio, chiaro e scuro, insieme lottano con cuore puro, e al cozzare di lor spade di scintille in terra cade, una pioggia di colori e tutto tinge coi suoi doni. Ora il mondo è colorato, e il nostro cuore è assai grato.

(mentre Luce e Tenebra stanno da una parte del palcoscenico, entrano i colori e si dispongono sparsi, mentre il sole comincia a parlare muovendosi tra loro).

Giallo
Splende il sole tondo e giallo, al suo levare canta il gallo, e tutto illumina sua luce di colori ora riluce.

Rosso
Rossa la rosa dona a ciascuno la sua bellezza e il suo profumo.

Viola
Sotto le foglie di un bel violetto, di piccoli fiori si cela un merletto.

Verde
Verde di tenera erbetta è il prato, ma tutti quei fiori lo fan colorato.

Arancione
L’arancia del sole racchiude il calore, ed arancione è il suo colore.

Blu
Blu è l’abbraccio del cielo stellato, manto di zaffiro d’or ricamato.

Narratore
Ma continua lo scontro sempre più duro, ognuno combatte con cuore sicuro, e quasi le spade fosser pennelli, nascono in terra i colori più belli.

(Incomincia la danza dei colori, che si avvicinano e si allontanano seguendo il testo).

Colori
Sono al mondo tre colori per per bellezza lor splendori, tutto tingon con le dita; rosso accende di sua vita, giallo illumina ed irraggia, blu silente tutto abbraccia. Se poi danzano insieme di creare nessun teme nuovi accordi e nuovi toni: giallo e rosso or arancioni, blu e giallo danno il verde, e nel violetto chi si perde? Son alcuni poi fratelli, stando insieme son sì belli, che si cercan con piacere: viola il giallo vuol vedere, mentre arancio cerca il blu, chi ama il rosso dillo tu!

Luce
Anch’io al mondo voglio donarmi, per un momento poso le armi, sì che d’un latteo candido manto, tutto si tinga come d’incanto.

Tenebra
Ed io non voglio esser da meno, porto nel cuore uno scrigno pieno di un nero più nero del nero inchiostro, sul mondo lo spiego e i suoi doni mostro.

Luce
Se tu di tenebre vuoi tutto oscurare, brilli la luna il buio a rischiarare.

Bianco
Bianca nel cielo brilla la luna, cala la notte e tutto s’oscura.

Nero
Così nel buio nero e profondo, si può sognare di un altro mondo.

Narratore
Ancor due colori strani portano doni a piene mani: pura luce c’è nel bianco, alle tenebre sta al fianco, per brillare nel cristallo chiede al nero di abbracciarlo.

Tenebra
Ancora insieme, sempre uniti, fosse possiamo chiamarci amici?

Luce
Allora un modo dobbiamo trovare, per confrontarci senza lottare.

Tenebra
Creiamo un ponte dall’uno all’altro, unisca gli opposti con il suo arco.

Luce
Lo chiameremo arcobaleno, e nascerà dal bianco e dal nero: dove la luce la tenebra incontra, ora le spade più non si scontran.

Tenebra
Anzi si tendan benevolmente le loro mani sopra l’abisso, che da ponente fino ad oriente sia il divario sempre sconfitto

Narratore
Ed ecco apparire la scala armoniosa, tra le mani tese dei due cavalieri, e lungo il suo arco gli sguardi sorpresi, da tenebra a luce van senza posa.

(I colori si allineano nell’ordine dell’arcobaleno tra Luce e Tenebra, davanti ai quali si pongono Bianco e Nero).

Colori
Sette sono i colori, che dal porpora al violetto, sanno calmare col loro balletto, i due arditi opposti cuori. E a goderne è proprio l’uomo, a cui donato è sempre a nuovo, un mondo allegro e variegato, ogni volta appena nato.

Tutti
A mostrare come la pace tra gli opposti sia capace, di creare un universo dal principio assai diverso.

(Autore ignoto)

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Calendari dell’Avvento fai da te – 70 e più idee – PAGINA 2

Calendari dell’avvento fai da te : una raccolta di 70 e più idee creative per calendari dell’Avvento fai da te  da stampare, in tessuto, con le mollette da bucato, con buste di carta, a forma di orologio, di stivaletto di Babbo Natale, di abaco, di spirale, di stella cometa,  coi rotoli di carta igienica, in carta o cartone, origami, lana cardata, pannolenci, coi contenitori dello yogurt, e molto altro ancora…

…ho diviso  la raccolta in due pagine: questa è la seconda pagina; trovi i  primi 30 calendari qui:

  tutorial con cartamodello stampabile gratuitamente per realizzare questo albero in legno (o anche in cartoncino pesante) di http://www.skiptomylou.org/

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albero del tè per aspettare Natale di http://brightandblithe.wordpress.com/

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Calendari dell’avvento fai da te :semplice e bellissimo, con tutorial, di http://lilla-a-design.blogspot.com/

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Calendari dell’avvento fai da te : calendario dell’avvento realizzato su un ombrellino, di http://emmelines.blogspot.com/

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 calendario dell’avvento realizzato appendendo scatoline origami numerate a un albero di Natale stilizzato, di http://www.craftynest.com/

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albero di leccalecca, via http://www.bedifferentactnormal.com/

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bellissimo il calendario dell’avvento-abaco, di http://www.garnethill.com/

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Calendari dell’avvento fai da te : albero calendario dell’avvento, con video tutorial e modelli stampabili gratuitamente, di http://blog.paigerussell.com/

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altro tutorial per realizzare un albero-calendario, di http://hisugarplum.blogspot.com/

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Calendari dell’avvento fai da te : rotoli di carta igienica e carta velina colorata, tutorial di http://www.instructables.com/id/

 vari calendari dell’avvento stampabili gratuitamente, di http://freeprintablefun.org/

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calendario su gruccia appendiabiti, di http://jennifersjostens.blogg.se/

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Calendari dell’avvento fai da te: bello anzi bellissimo questo semplice calendario dell’avvento realizzato con un ramo d’albero e un braccialetto di perline di legno, di http://design-shimmer.blogspot.com/

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 un calendario dell’avvento online, che giorno dopo giorno propone (in lingua inglese) attività a tema, qui http://www.activityvillage.co.uk/

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 in ogni anello di tessuto, numerato, è contenuta l’indicazione per una diversa attività natalizia, di http://www.stitchcraftcreations.com/

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  per le più creative, tante casette per uccellini in feltro, di http://www.gardeners.com/

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centrotavola realizzato in pasta di sale, via http://www.flickriver.com/search/advent+spiral/

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 altro calendario dell’avvento realizzato coi rotoli di carta igienica, di http://xtremeteamduty.blogspot.com/

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per cambiare, una stella cometa, di http://www.flickr.com/

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 calendario realizzabile con rotoli di carta igienica, vasetti di yogurt o lattine, di https://roomenvy.wordpress.com/

51

Calendari dell’avvento fai da te:   questa idea mi piace davvero moltissimo: semplicemente un biscotto al giorno, di http://www.savonsanomat.fi/

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fil di ferro, pacchetti e decorazioni, di http://www.houzz.com/

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Calendari dell’avvento fai da te: il camioncino di Babbo Natale, di http://www.livingathome.de/

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mollette da bucato, e tutto bianco e rosso, il calendario dell’avvento di http://sundayinbed.tumblr.com/

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 sacchettini semplici appesi a un ramo, di http://www.flickr.com/

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 scatoline numerate di forme e colori diverse, numerate, incollate a una cornice, di http://buzzingsofaqueenbee.blogspot.com/

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di http://davidandcarolineparker.blogspot.com questo calendario formato da 24 secchielli neri numerati

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alberello realizzato con legnetti del bosco e gusci di noce, di http://svatava.blogspot.com/

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 semplice e originale, di http://laclassedellamaestravalentina.blogspot.com/

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 ancora mollette da bucato numerate, di http://www.impressionen.de/shop/

Calendari dell’avvento fai da te: alberelli di carta numerati, di http://athome.kimvallee.com/

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Calendari dell’avvento fai da te: da preparare insieme ai bambini, tutorial di http://artfulparent.typepad.com/

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Calendari dell’avvento fai da te: una serie di vasi smaltati e numerati, dello stesso colore e di forma e dimensione diversa, di http://www.brigitte.de/

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Calendari dell’avvento fai da te: serie di alberelli di Natale di carta, tutorial di http://pinksuedeshoe.com/

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Calendari dell’avvento fai da te: calendario dell’avvento davvero ecologico, di http://littleecofootprints.typepad.com/ . Sul retro della foglia si possono scrivere istruzioni per una caccia al tesoro.

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Calendari dell’avvento fai da te: qui un bel calendario coi bicchieri di carta, di http://www.brigitte.de/

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Calendari dell’avvento fai da te: rotoli di carta igienica e pannolenci, di http://www.canadianliving.com/

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Calendari dell’avvento fai da te: se avete 24 guantini, l’idea è bellissima: http://www.ravelry.com/patterns/

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Calendari dell’avvento fai da te: tutorial per realizzare questo calendario dell’avvento a finestrelle di ispirazione steineriana, di http://www.ourbigearth.com/

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Calendari dell’avvento fai da te: tutorial per realizzare queste belle scatoline a forma di stella con cartoncino riciclato, di http://greylustergirl.blogspot.com/

Calendari dell’avvento fai da te: bellissime casette di carta (e moltissime altre fantastiche idee), di http://thedesignfiles.net/

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Calendari dell’avvento fai da te: mollette da bucato travestite da folletto, da numerare per un calendario dell’avvento semplice e simpatico, di http://factorydirectcraft.com/

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Calendari dell’avvento fai da te: sagome realizzate con la carta da pacchi, tutorial di http://iammommahearmeroar.blogspot.com/

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la collezione continua qui: http://pinterest.com/melassa/01-advent-calendar/

https://shop.lapappadolce.net/prodotto/acquarello-steineriano-esercizi-di-colore-ebook/
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Advent calendars DIY: 70 and more ideas – second part. DIY Advent calendars to be printed, textile, made with clothespins, with paper bags, shaped as a clock, as Santa’s boot, abacus, spiral, star of Bethlehem, made with rolls of toilet paper, paper or cardboard, origami, carded wool, felt, with yogurt cups, and more. I have divided the collection into two pages: after these first 30 advent calendars, you can find others here

Tutorial with printable free pattern to make this tree wood (or even heavy card stock) by http://www.skiptomylou.org/

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Tea tree to wait for Christmas http://brightandblithe.wordpress.com/

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 http://lilla-a-design.blogspot.com/

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Advent Calendar made of an umbrella, by http://emmelines.blogspot.com/

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origami numbered boxes in a stylized Christmas tree, by http://www.craftynest.com/

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 http://www.bedifferentactnormal.com/

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Advent abacus by http://www.garnethill.com/

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video tutorial and printable templates for free, by http://blog.paigerussell.com/

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http://hisugarplum.blogspot.com/

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http://www.instructables.com/id/

Many advent calendars printable for free by http://freeprintablefun.org/

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 http://jennifersjostens.blogg.se/

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http://design-shimmer.blogspot.com/

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online advent calendar, that day after day offers (in English) themed activities, here http://www.activityvillage.co.uk/

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In each ring of tissue, numbered, it is contained an indication for a different Christmas activities, by http://www.stitchcraftcreations.com/

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http://www.gardeners.com/

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 http://www.flickriver.com/search/advent+spiral/

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 http://xtremeteamduty.blogspot.com/

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http://www.flickr.com/

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https://roomenvy.wordpress.com/

a biscuit a day, http://www.savonsanomat.fi/

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 http://www.houzz.com/

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 http://www.livingathome.de/

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http://sundayinbed.tumblr.com/

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 http://www.flickr.com/

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 http://buzzingsofaqueenbee.blogspot.com/

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http://davidandcarolineparker.blogspot.com

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 http://svatava.blogspot.com/

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 http://laclassedellamaestravalentina.blogspot.com/

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http://www.impressionen.de/shop/

 http://athome.kimvallee.com/

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Tutorial by http://artfulparent.typepad.com/

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 http://www.brigitte.de/

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Tutorial by http://pinksuedeshoe.com/

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 http://littleecofootprints.typepad.com/ . On the back of the leaf can be written instructions for a scavenger hunt.

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 http://www.brigitte.de/

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http://www.canadianliving.com/

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If you have 24 gloves, the idea is beautiful http://www.ravelry.com/patterns/

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Waldorf style, by http://www.ourbigearth.com/

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 http://greylustergirl.blogspot.com/

 http://thedesignfiles.net/

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 http://factorydirectcraft.com/

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http://iammommahearmeroar.blogspot.com/

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The collection continues here: http://pinterest.com/melassa/01-advent-calendar/

Natale: Calendari dell’Avvento fai da te – 70 e più idee – PAGINA 1

Calendari dell’avvento fai da te: una raccolta di 70 e più idee creative per calendari dell’Avvento fai da te  da stampare, in tessuto, con le mollette da bucato, con buste di carta, a forma di orologio, di stivaletto di Babbo Natale, di abaco, di spirale, di stella cometa,  coi rotoli di carta igienica, in carta o cartone, origami, lana cardata, pannolenci, coi contenitori dello yogurt, e molto altro ancora…

…ho diviso  la raccolta in due pagine, (trovi il link in fondo): dopo questi primi 30 calendari dell’avvento fai da te, trovi gli altri qui:

Calendari dell’avvento fai da te: ventiquattro illustrazioni dell’artista Thereza Rowe per realizzare un calendario dell’avvento di carta o rinnovare il calendario dell’anno scorso, http://winterdrawings.blogspot.com/

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Calendari dell’avvento fai da te: calendario d’avvento a forma di pupazzo di neve. E’ realizzato rivestendo due palle di polistirolo con panno bianco, in vendita qui: http://www.potterybarnkids.com/

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Calendari dell’avvento fai da te: delizioso calendario realizzato cucendo delle pantofoline con ritagli di stoffe natalizie, applicando il numero, e appendendo le 24 pantofoline a un bel filo con le mollette di bucato, di http://www.flickr.com/

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bellissima idea: cucite 24 anelli da tenda su un pannello di feltro, quindi con le mollette da bucato appendete i pacchettini numerati, di http://kjerstislykke.blogspot.com/

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Calendari dell’avvento fai da te: dopo aver rivestito un anello con della lana verde, si preparano 24 buste numerate. Ogni busta conterrà l’indicazione per un’attività in tema natalizio, ad esempio: Preparati una cioccolata calda e inizia a leggere il tuo libro di Natale preferito; prepara i biscotti di panpepato; fai una collana di popcorn; prepara l’albero di Natale; prepara i biglietti di auguri da spedire agli amici lontani, ecc… di http://www.dandee-designs.com/

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Calendari dell’avvento fai da te: qui le buste numerate sono usate per contenere piccoli regalini, di http://www.bhg.com/

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Calendari dell’avvento fai da te: LEGO-City-Advent-Calendar, conosco più di un bambino che sicuramente apprezzerebbe… qui http://shop.lego.com/

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Calendari dell’avvento fai da te: gli stivaletti di Babbo Natale sono realizzati con la carta da pacchi; disponibile il modello scaricabile gratuitamente qui: http://www.canadianliving.com/

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Calendari dell’avvento fai da te: questo calendario dell’avvento-orologio si realizza decorando un grande disco di cartone e aggiungendo le 24 scatoline per i regalini lungo il bordo esterno. Mi piace molto. Di http://www.michelemademe.com/

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Calendari dell’avvento fai da te: si possono realizzare 24 scatoline a forma di piramide: utilizzando carta verde con decorazioni dorate appariranno come alberelli di Natale stilizzati. Il download è offerto a pagamento qui http://www.etsy.com/

Calendari dell’avvento fai da te: di http://mylittlemochi.typepad.com/ l’idea di truccare un pacchetto di gomme da masticare o di caramelle in blister: una al giorno fino a Natale!

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Calendari dell’avvento fai da te: non poteva mancare un progetto che ricicla i rotoli di carta igienica; questo è di http://mayamade.blogspot.com/

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Calendari dell’avvento fai da te: bella e semplicissima anche l’idea dei coni di carta (senza fondo) di http://eighteen25.blogspot.com/

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Calendari dell’avvento fai da te: cartoline vintage e i sacchetti di carta per alimenti, di http://leah-theinsidestory.blogspot.com/

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Calendari dell’avvento fai da te: tutorial semplice e illustratissimo per realizzare questi cubi colorati, che possono essere numerati e contenere un bigliettino o un regalino, di http://www.origamimommy.org/

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Calendari dell’avvento fai da te: avete uno scaffale Expedit a casa? Questo calendario dell’avvento gigante è un’idea di http://www.ikeahackers.net/

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Calendari dell’avvento fai da te: altre scatoline origami numerate, realizzate riciclando i sacchetti di carta del pane, con un video tutorial molto chiaro da seguire, qui http://www.whateverdeedeewants.com/

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Calendari dell’avvento fai da te: calendario dell’avvento a fogli mobili per il “conto alla rovescia”, di http://eighteen25.blogspot.com/

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Calendari dell’avvento fai da te: tutorial con modello stampabile gratuitamente per realizzare buste per il calendario dell’avvento riciclando vecchia carta da regalo natalizia o pitture e disegni dei bambini, tutorial di http://myhomespunthreads.blogspot.com/

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Calendari dell’avvento fai da te: parecchio laborioso attaccare perfettamente tutti i tondini, e fare i fori nel cartoncino, ma questo tutorial è veramente ben fatto e il risultato mi piace molto; di http://paperplateandplane.wordpress.com/

Calendari dell’avvento fai da te: coni rivestiti di stoffa natalizia, di http://www.casaecose.com/

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Calendari dell’avvento fai da te: scatoline tonde di misura via via crescente formano insieme un bell’albero di Natale e un calendario dell’avvento che fa aspettare ogni giorno un regalo più grande, idea di http://www.landjugend.at/

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Calendari dell’avvento fai da te: di gran moda il riscatto per uso didattico delle mollette da bucato, e non poteva mancare il calendario dell’avvento. Qui il tutorial e i numeri stampabili gratuitamente: http://limegreenbogiegirl.blogspot.com/

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Calendari dell’avvento fai da te: nella versione “una tisana al giorno”, qui http://thehappyhousewife.com/

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Calendari dell’avvento fai da te: coni più lussuosi e musicali qui http://afieldjournal.blogspot.com/

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Calendari dell’avvento fai da te: calendario dell’avvento realizzato decorando i vasetti di vetro dello yogurt (gli omogeneizzati non li usate, vero?), di http://naptimecrafters.blogspot.com/

Calendari dell’avvento fai da te: questo è il calendario realizzato da Jessica di Mammagiochiamo

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Calendari dell’avvento fai da te: rotoli di carta igienica e qualche ritaglio di pannolenci per realizzare i folletti di Babbo Natale, numerati per il calendario dell’avvento, di http://www.flickr.com/

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Calendari dell’avvento fai da te: tutorial con cartamodello gratuito per realizzare queste semplici scatoline, di http://www.aspoonfulofsugardesigns.com/

Calendari dell’avvento fai da te: di http://maymomvt.blogspot.com/ il tutorial per realizzare questo calendario dell’avvento con lana cardata e ago da feltro, di ispirazione steineriana. Si accende la candela al centro e ogni giorno la mela fa un passo verso il centro, andando di stella in stella. La stessa idea può essere riprodotta in altri materiali, ad esempio con carta blu e dorata, o utilizzando le stelline adesive.

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Calendari dell’avvento fai da te:  semplice, tutto riciclato, si realizza usando come fondo un sacchetto di carta grande, e per le tasche sacchettini più piccoli, di http://craftastica.blogspot.com/

https://shop.lapappadolce.net/prodotto/acquarello-steineriano-esercizi-di-colore-ebook/
https://shop.lapappadolce.net/prodotto/manuale-per-realizzare-le-bambole-waldorf/

Advent calendars DIY: 70 and more ideas – first part. DIY Advent calendars to be printed, textile, made with clothespins, with paper bags, shaped as a clock, as Santa’s boot, abacus, spiral, star of Bethlehem, made with rolls of toilet paper, paper or cardboard, origami, carded wool, felt, with yogurt cups, and more. I have divided the collection into two pages: after these first 30 advent calendars, you can find others here

 

Twenty-four illustrations of the Thereza Rowe to make an advent calendar card or renew the calendar of last year, http://winterdrawings.blogspot.com/

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Advent calendars DIY: Advent Calendar shaped snowman. It is made by coating two balls of polystyrene with a white cloth, for sale here: http://www.potterybarnkids.com/

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Delicious calendar made with 24 slippers, by http://www.flickr.com/

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 http://kjerstislykke.blogspot.com/

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Having played a ring with green wool, prepare 24 numbered envelopes. Each envelope will contain the indication for an activity in the Christmas theme, for example: Prepare a hot chocolate and start reading your favorite book of Christmas; preparing gingerbread cookies; make a necklace of popcorn; preparing the Christmas tree; prepares greeting cards to send to distant friends, etc http://www.dandee-designs.com/

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 here the numbered envelopes are used to store small gifts, http://www.bhg.com/

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LEGO-City-Advent-Calendar,  http://shop.lego.com/

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Santa’s boots made with wrapping paper; pattern for free download here: http://www.canadianliving.com/

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This advent calendar-clock is accomplished by decorating a large cardboard disc and adding 24 boxes for the gifts along the outer edge. I really like it.  http://www.michelemademe.com/

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You can realize 24 boxes in the shape of a pyramid: using green card with golden decorations appear as stylized Christmas trees. The download is available fee required here http://www.etsy.com/

By  http://mylittlemochi.typepad.com/ the idea to make up a packet of chewing gum or candy in blisters: one a day until Christmas!

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Could not miss a project that recycles toilet rolls; this is by http://mayamade.blogspot.com/

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 http://eighteen25.blogspot.com/

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Vintage postcards and paper bags for food, by http://leah-theinsidestory.blogspot.com/

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Simple and highly illustrated tutorial to make these colorful cubes, which may be numbered and contain a note or a small gift, by http://www.origamimommy.org/

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Do you have an Expedit shelf at home? This giant advent calendar is an idea of http://www.ikeahackers.net/

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origami numbered boxes, made by recycling paper bags, with a video tutorial very clear to follow here http://www.whateverdeedeewants.com/

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 http://eighteen25.blogspot.com/

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tutorial with free printable template for creating bags for the advent calendar by recycling old Christmas wrapping paper or paintings and drawings of children, http://myhomespunthreads.blogspot.com/

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 http://paperplateandplane.wordpress.com/

 http://www.casaecose.com/

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 http://www.landjugend.at/

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 http://limegreenbogiegirl.blogspot.com/

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“an herbal tea a day,” here http://thehappyhousewife.com/

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http://afieldjournal.blogspot.com/

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advent calendar made decorating glass jars of yogurt, http://naptimecrafters.blogspot.com/

 Mammagiochiamo

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http://www.flickr.com/

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tutorial with free pattern by http://www.aspoonfulofsugardesigns.com/

By http://maymomvt.blogspot.com/ the tutorial to make this Advent calendar with carded wool and needle felt, inspired Steiner. It will light the candle at the center and each day the apple takes a step toward the center, going from star to star. The same idea can be reproduced in other materials

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http://craftastica.blogspot.com/

Pomander – Arance coi chiodi di garofano

Pomander – Arance coi chiodi di garofano. L’aspetto educativo di questa  attività  sta nell’esercizio di movimento delle mani che porta ad un affinamento della motricità fine, soprattutto per la  gestione dei chiodi di garofano. E’ inoltre un’interessante attività sensoriale che lascia sulle manine un delizioso profumo di Natale.

I chiodi di garofano hanno, oltre alla funzione decorativa, la proprietà di conservare la frutta nel tempo.

Nome dell’esercizio in inglese: pomander

 Area: movimenti elementari, pinza a tre dita

Età: dai 3 anni

Materiale: un vassoio contenente una matita appuntita o uno stuzzicadenti, una ciotola di chiodi di garofano, un’arancia su di un piattino e un tappetino arrotolato, eventualmente fermato da un portatovagliolo. Un tavolo e due sedie

Presentazione

1. Preparazione diretta

. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come decorare l’arancia coi chiodi di garofano”

. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo

. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale

. trasportare il vassoio su di un tavolo

. sedersi al tavolo (il bambino siede alla nostra sinistra)

. srotolare il tappetino sul tavolo davanti a noi

. prendere l’arancia e posarla sul tappetino

. prendere la matita o lo stuzzicadenti e metterlo a destra dell’arancia

. prendere la ciotola dei chiodi di garofano e metterla a destra della matita o dello stuzzicadenti

2. Analisi dei movimenti

. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione

. tenere l’arancia con la mano sinistra

. prendere la matita o lo stuzzicadenti con la mano destra e usarla per fare un foro nell’arancia

. posare la matita

. utilizzando la pinza a tre dita prendere un chiodo di garofano per la testa e inserirlo nel foro praticato sulla buccia dell’arancia

. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore. Far notare i profumi sprigionati dall’arancia e dal chiodo di garofano

. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

3. Conclusione

al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino

. portare l’arancia nel luogo dove teniamo i lavori ultimati da portare a casa

. rimettere sul vassoio la ciotola dei chiodi di garofano

. rimettere sul vassoio la matita o lo stuzzicadenti

.  arrotolare il tappetino e metterlo sul vassoio

. riportare il vassoio allo scaffale

. ringraziare il bambino per il suo lavoro

. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

Libertà del bambino

dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni

Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per inserire i chiodi di garofano nella buccia dell’arancia

Obiettivi indiretti: raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, focalizzare l’attenzione del bambino sull’oggetto per stimolare la concentrazione, la percezione sensoriale delle qualità degli oggetti utilizzati

Nomenclatura: arancia, buccia, chiodi di garofano, forare, inserire, ecc.

Punti di interesse: forare la buccia dell’arancia prima di inserire il chiodo di garofano, la pinza a tre dita, i profumi

Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il bambino non è in grado di eseguire correttamente l’esercizio

Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:

Tutti gli album

Geodi di feltro e palline di feltro coi bambini

Geodi di feltro e palline di feltro coi bambini – un classico lavoretto natalizio da fare con gli avanzi di lana cardata, molto adatto per la prima settimana di avvento. La tecnica, una volta imparata, è la stessa che porta alla realizzazione di perle e palline per realizzare orecchini, collane e braccialetti di feltro per ogni occasione.

La lana cardata si può acquistare, ad esempio, qui

Mettiamo sulla tavola un vecchio telo mare o una vecchia coperta, che avanzi abbondantemente ai lati, così i bambini possono asciugarsi le mani quando lo desiderano.

Poi prepariamo al centro un ricco assortimento di avanzi di lana cardata colorata, una brocca di acqua calda e una ciotola con una soluzione di acqua calda e sapone (qualsiasi tipo di sapone va bene, anche quello per i  piatti…).

Chiediamo ad ogni bambino di scegliere il proprio colore preferito; col batuffolo scelto formiamo una pallina a secco (si può roteare tra i palmi, oppure fare un nodo iniziale e lavorare i ciuffi che avanzano come per fare un gomitolo).

Quindi ci  insaponiamo le mani (meglio non far immergere la pallina nella ciotola ai bambini più piccoli, per evitare esagerazioni di schiuma sulle mani…)

e continuiamo a roteare la pallina insaponata tra i palmi, prima con delicatezza ed esercitando via via una pressione maggiore.

La pallina diventerà notevolmente più piccola e molto dura.

A questo punto  chiediamo ai bambini di scegliere un secondo colore, e di nascondere dentro al secondo batuffolo la pallina. Ci insaponiamo di nuovo le mani, e procediamo sempre facendo roteare la pallina tra i palmi.

Continuiamo così per più strati, considerando che più il geode è grande, più è difficile per il bambino da infeltrire.

Quando il bambino è soddisfatto del proprio lavoro, e la pallina si è arricchita di vari strati che via via si sono nascosti, la maestra, che nel frattempo ha scelto un angolino tranquillo e appartato nella classe,  prende in consegna l’opera, e con cautela la apre  davanti a lui (servono forbici ben affilate o un cutter).

Un bambino alla volta, e prestando ad ognuno l’attenzione che merita. Così anche a casa.

Prima di farlo è bene dire al bambino qualcosa del genere: “Ora io taglio il tuo sasso, ma non lo guardo, così lo guarderai tu per primo. Se poi vuoi ce lo potrai mostrare…”

Ogni geode può essere portato a casa il giorno stesso, incartato nella carta velina a caramella, per rinnovare la sorpresa con mamma e papà.

Se cerchi idee per attività in stile steineriano per il periodo dell’avvento, puoi trovarle raccolte qui:

https://shop.lapappadolce.net/prodotto/le-quattro-settimane-dellavvento

E qui trovi le istruzioni per realizzare il tradizionale presepe in lana cardata:

https://shop.lapappadolce.net/prodotto/il-presepe-steineriano-in-lana-cardata

https://shop.lapappadolce.net/prodotto/acquarello-steineriano-esercizi-di-colore-ebook/
https://shop.lapappadolce.net/prodotto/manuale-per-realizzare-le-bambole-waldorf/

Felted geodes tutorial a classic Christmas craft to do with the leftovers of carded wool, very suitable for the first week of Advent. The technique, once learned, is the same that leads to the realization of felted beads and balls to achieve earrings, necklaces and bracelets for any occasion.

Felted geodes tutorial

Preparing the environment for children

Put on the table an old beach towel or an old blanket, that surpluses thoroughly to the sides, so children can dry their hands when they wish.

Then prepare at the center a rich assortment of leftover carded wool colored, a jug of hot water and a bowl with a solution of warm water and soap (any soap is fine, even dishwashing liquid …).

Felted geodes tutorial

How is it done?

Ask each child to choose their favorite color; with the chosen color form a ball dry (you can spin between the palms, or tie a knot and work tufts advancing like to make a ball).

Then lather hands (better not to submerge the ball in the bowl for small children, for avoid exaggeration of foam on the hands …)

and continue to rotate the soapy ball between the palms, first gently and gradually exerting more pressure.

The ball will become considerably smaller and very tough.

At this point we ask the children to choose a second color, and hide in the second color the ball. Lathering hands again, and proceed always turning the ball between the palms.

Continue in this same way for multiple layers, whereas plus the geode is great, more difficult it is for the child felting it.

When the child is satisfied with his work, and the ball has been enriched by various layers that gradually are hidden, the teacher, who has since chosen a quiet and secluded corner in the class, take delivery of the work, and carefully open it in front of the child (need very sharp scissors or a cutter).

One child at a time, and giving everyone the attention it merits. So even at home.

Before doing so it is good to tell the child something like: “Now I cut your stone, but I do not watch it, so you will look to it first. Then if you want, you can show it to us … “

Each geode can be taken home the same day, wrapped in tissue paper, to renew the surprise with mom and dad.

La spirale dell’avvento

La spirale dell’avvento – Il primo giorno di scuola del mese di dicembre, o se possibile la prima domenica di avvento, si può preparare in casa, a scuola o  anche all’aperto una grande spirale con rami di abete.

Cantando insieme i canti natalizi, ogni bambino percorre la spirale dell’avvento con una candela spenta tra le mani, la accende alla candela grande posta al centro, e nel percorso inverso depone la candelina accesa tra i rami. Poi esce dal percorso dando spazio ad un  altro bambino.

Se i bambini sono troppo piccoli per percorrerla da soli, l’adulto può accompagnarli stando dietro a loro. Sulla spirale possono essere poste a distanza regolare delle stelline di carta, per segnare i posti dove i bambini metteranno le loro candeline accese. La candela grande al centro, che rappresenta la luce di Natale, può essere decorata con dei cristalli.

La mela può divenire in questa festa il miglior portacandela. Nelle mele rosse precedentemente lucidate, viene scavato un foro perfettamente perpendicolare e non troppo fondo col cavatorsoli (2cm circa). Le candele, mentre vengono inserite nella mela, possono essere circondate da punte di abete molto corte o da una rosellina di carta dorata.

Su di un tavolino posto all’ingresso della spirale di preparano tutte le mele con le candeline, e si mettono in un bel cesto.
Dopo aver fatto tutti i preparativi, per ogni evenienza poniamo un secchio d’acqua con uno straccio in un luogo nascosto ma facilmente accessibile.

Quando tutti i bambini hanno portato nella spirale dell’avvento la loro luce, è bello restare ad ammirarla qualche istante. Poi ci sono due possibilità di conclusione, entrambe molto belle.

Si può, dopo un momento di ammirazione, fare che ogni bambino ripercorra la spirale e ne porti fuori una candelina ancora accesa, che terrà tra le mani, sedendo su delle sedie poste precedentemente in cerchio attorno alla spirale.

Quindi la maestra passa con una campanella a spegnere le candeline ad una ad una, perchè possano essere portate a casa ed essere riaccese dalla mamma e dal papà.

Oppure si può decidere di lasciare come ultima  impressione visiva nei bambini quella della spirale illuminata, e condurli fuori dal salone mentre ancora tutte le candele sono accese.

Poi, di nascosto, si spegneranno le candele e in un altro momento della giornata si consegneranno le mele ai bambini perchè possano essere portate ed usate a casa.

Se cerchi idee per attività in stile steineriano per il periodo dell’avvento, puoi trovarle raccolte qui:

https://shop.lapappadolce.net/prodotto/le-quattro-settimane-dellavvento/

E qui trovi le istruzioni per realizzare il tradizionale presepe in lana cardata:

https://shop.lapappadolce.net/prodotto/il-presepe-steineriano-in-lana-cardata/

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Racconto su San Nicola – 6 dicembre

Racconto su San Nicola – 6 dicembre. Questa festa si ricollega alla figura storica di Nicola, che visse nel VI secolo.

Anche se è spesso vestito di rosso, San Nicola nella tradizione indossa una tunica bianca e blu e ha un mantello azzurro stellato.

Sappiamo tutti che Babbo Natale è diventato rosso perchè ha bevuto la Cocacola, e a maggior ragione immaginare San Nicola azzurro aiuta i bambini a distinguere tra i due personaggi.

In testa porta la mitra, ha solidi stivali perchè deve camminare molto, e in una mano tiene un bel bastone da vescovo (la pastorale con la spirale avvolta), nell’altra dovrebbe tenere un grande libro d’oro, dove sono scritte tutte le azioni degli uomini, ma coi bambini tralascio sempre questi aspetti troppo moraleggianti e un po’ da “partita doppia” (aspetti in alcune tradizioni addirittura caricati dalla presenza accanto a Nicola di un antagonista malvagio, il Krampus…)

photo credit http://www.ripleys.com/

Siccome San Nicola deve camminare molto, indossa grossi stivali, e come richiamo al suo tanto camminare, è tradizione che al suo passaggio gli stivali e le pantofole dei bambini si riempiano di cose buone da mangiare, soprattutto mele, noci, pane bianco (o farina bianca,  o dolcetti al miele).

Altri doni ne falsificano un po’ l’immagine e fanno di San Nicola un Babbo Natale fuori tempo.

photo credit http://www.sensationalcolor.com

E’ inoltre preferibile non far venire San Nicola a scuola o a casa, ma far trovare i doni ai bambini al mattino presto o al ritorno da una breve passeggiata.

Magari il giorno prima si puliscono per bene le pantofole insieme ai bambini, con una spazzolina e un panno morbido, e si sistemano insieme a loro con gran cura prima di lasciare la scuola.

A casa questo si può fare la sera prima di andare a dormire, oppure al mattino presto, prima di uscire…

Racconto su San Nicola – 6 dicembre

Ecco un piccolo racconto che si può leggere ai bambini, anche il giorno prima:

“Nel lontano oriente viveva un uomo molto buono, il vescovo Nicola. Un giorno sentì dire che lontano lontano, in occidente, c’era una grande città dove tutti gli uomini pativano la fame, perfino i bambini piccoli.

Chiamò allora tutti gli abitanti della città e chiese loro di portargli  i migliori frutti dei loro orti e dei loro campi. Questi tornarono poco dopo con grossi cesti pieni di mele e di noci, sacchi di grano dorato per fare la farina, pane bianco e dolcetti al miele.

Il vescovo Nicola fece caricare tutto su una nave. Era una nave imponente e maestosa, blu come il cielo, ed aveva una grande vela bianchissima che splendeva sotto i raggi del sole.

Iniziarono il viaggio verso occidente, e il vento si mise subito ad aiutarli, soffiando sempre nella direzione giusta. Ci impiegarono sette giorni e sette notti, e quando giunsero alle porte della città stava calando la sera. Per le strade non si vedeva anima viva, ma qua e là brillava qualche lucetta alle finestre.

Il vescovo Nicola bussò ad una di esse. In quella povera casetta viveva una mamma coi suoi cinque bambini. La donna, sentendo bussare, disse ai figlioletti di andare ad aprire la porta, pensando si trattasse di qualche poverello bisognoso di ospitalità. I bambini obbedirono, ma non trovarono nessuno; anche la mamma venne a controllare, e poi tornarono tutti insieme a casa.

Vicino alla stufa a legna la mamma aveva messo le scarpine dei suoi bimbi ad asciugare, perchè nel pomeriggio erano andati a far legna nel bosco.

Rientrando in casa, sentirono tutti un delizioso profumino provenire proprio dalla stufa, si avvicinarono e trovarono le loro scarpe traboccanti di noci, mele rosse, mandarini, pane e dolcetti al miele. E lì vicino c’era anche un grande sacco pieno di chicchi di grano. Tutti poterono finalmente mangiare, ed i bimbi crebbero sani e vivaci.

Così San Nicola ogni anno, nel giorno del suo compleanno, si mette in viaggio per venire da noi. Monta sul suo cavallo bianco e cavalca di stella in stella, e porta ogni anno i suoi doni per ricordare ai bambini che presto sarà Natale”.

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https://shop.lapappadolce.net/prodotto/manuale-per-realizzare-le-bambole-waldorf/
https://shop.lapappadolce.net/prodotto/il-presepe-steineriano-in-lana-cardata/

San Nicola in lana cardata

San Nicola in lana cardata – Preparate la “bambolina” come spiegato qui,

poi passate alla caratterizzazione del personaggio, se volete prendendo spunto dal tutorial fotografico che segue.

La lana cardata si può acquistare ad esempio qui.

decorate con la lana più scura maniche e fondo della veste, avvolgendo semplicemente. La lana si blocca da sola, ma eventualmente potete aiutarvi con l’aghetto da feltro:

se volete aggiungete qualche filo argentato:

preparate la tunica, fissatela e decoratela a piacere:

barba e capelli:

la mitra:

il bastone:

e infine il mantello:

Ecco San Nicola, pronto per andare ad abitare nel presepe.

Se cerchi idee per attività in stile steineriano per il periodo dell’avvento, puoi trovarle raccolte qui:

E qui trovi le istruzioni per realizzare il tradizionale presepe in lana cardata:

https://shop.lapappadolce.net/prodotto/acquarello-steineriano-esercizi-di-colore-ebook/
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Tutorial: St. Nicholas in carded wool. Prepare the “doll” as explained here, then go to the characterization, if you want by taking inspiration from the tutorial photos below:

decorate with the darker wool sleeves and bottom of the dress, just wrapping. The wool hangs alone, but hopefully you can help with the felting needle:

if you want add some silver thread:

prepare the tunic, tie it and decorate it as you like:

beard and hair:

the miter:

the stick:

and finally the mantle:

 

La quarta settimana di avvento

La quarta settimana di avvento nella scuola steineriana è dedicata all’uomo.

L’angelo viola

La quarta settimana di avvento si può raccontare ai bambini che sulla terra discende un grande e bellissimo angelo dal manto violetto, molto tenero e caldo.  Tiene nelle sue mani una grande arpa e con questa suona una dolce melodia, cantando con la sua voce soave. Il suo è il canto della pace. Lo accompagnano molti piccoli angeli, ed anche loro cantano allegri. Così tutti i semi che dormivano nascosti nella terra si risvegliano e anche la terra esulta. Il canto dice che l’inverno finirà e tornerà la primavera.

Nella corona dell’avvento, a partire da questa domenica, si accendono tutte e quattro le candele: quella blu, quella rossa, quella bianca e quella viola.

Mentre si accendono le quattro candele si può leggere o recitare una piccola poesia natalizia, ad esempio:

Nel cuor dell’inverno, fra neve e fra gelo
discende il bambino dall’alto del cielo
riporta alla terra la luce e il calore
e dona ad ognuno speranza ed amore. 

Il presepe

La quarta settimana di avvento accanto ai sassi e alle pietre preziose, i geodi di feltro e i rami di santa Barbara, il muschio, i bulbi di giacinto, le pigne, gli alberelli e i cespugli e tutti gli animali,  compaiono finalmente Giuseppe, Maria e i  pastori.

Solo Gesù bambino, naturalmente, aspetterà il giorno di Natale.  La sua apparizione può essere curata di nascosto dai bambini, come per tutti gli altri personaggi, oppure si può seguire un’antica tradizione italiana, che vuole che sia il bambino più piccolo della famiglia ad adagiarlo nella mangiatoia del presepe. Allora possiamo mettere il piccolo Gesù sullo zerbino fuori dalla porta, o sul davanzale di una finestra, o in un altro posto magico e speciale della casa, e il bambino può prenderlo e portarlo nella sua culla. Si può anche appendere il fagottino al cielo del presepe, e poi farlo prendere dal bambino.

Anche i Re Magi possono poi fare la loro apparizione, magari col cammello. Si possono far partire da lontano (un angolo della stanza dove si trova il presepe, oppure già nel presepe, ma distanti dalla capanna) e giorno dopo giorno di possono far avvicinare fino a quando, il 6 gennaio, raggiungeranno anche loro la capanna.

Sullo sfondo possiamo aggiungere agli angeli azzurro, rosso e bianco, anche quello viola; le stelle nel cielo possono aumentare; si possono aggiungere tanti angioletti più piccoli intorno alla capanna.

Se cerchi idee per attività in stile steineriano per il periodo dell’avvento, puoi trovarle raccolte qui:

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La terza settimana di avvento

La terza settimana di avvento nella scuola steineriana è dedicata al regno animale…

La terza settimana di avvento – L’angelo bianco

La terza settimana di avvento si può raccontare ai bambini che sulla terra discende un angelo bianco ( o giallo)  luminosissimo. Tiene nella mano un raggio di sole che, toccando gli uomini buoni, li fa diventare bellissimi.

Nella corona dell’avvento, a partire da questa domenica, si accendono tre candele: quella blu, quella rossa e quella bianca.

La terza settimana di avvento – Il presepe

La terza settimana di avvento accanto ai sassi e alle pietre preziose, i geodi di feltro e i rami di santa Barbara, il muschio, i bulbi di giacinto, le pigne, gli alberelli e i cespugli,  compaiono finalmente gli animali.

Il bue e l’asinello, naturalmente, ma anche tante pecorelle e gli animaletti domestici e del bosco, che ai bambini piacciono moltissimo. Aggiungetene pochi al giorno, così sarà un bel gioco per loro andare a scovare dove si trovano quelli piccoli…

Sullo sfondo possiamo aggiungere all’angelo azzurro ed a quello rosso, anche l’angelo bianco, e le stelle nel cielo possono aumentare.

La terza settimana di avvento


Durante la terza settimana di avvento , il 13 dicembre, cade anche il giorno di Santa Lucia. La leggenda della santa martire siracusana è un po’ troppo forte per i bambini.

Il suo  culto è legato alle celebrazioni contadine del solstizio d’inverno, poichè in origine veniva festeggiata il 21 dicembre (Santa Lucia è il giorno più corto che ci sia). E’ tradizione del 13 dicembre fare le candele coi bambini: trovi il tutorial qui …

e molte altre idee scorrendo i links in fondo alla pagina, i tag e le categorie.

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E qui trovi le istruzioni per realizzare il tradizionale presepe in lana cardata:

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Angelo colorato in lana cardata

Angelo colorato in lana cardata tutorial fotografico passo passo per imparare a realizzarlo con e per i bambini.

Angelo colorato in lana cardata – Materiale occorrente

lana cardata per angeli (quella a fibra lunga e liscia), bianca, rosa incarnato e colorata

un ciuffo di lana cardata gialla per i capelli (se si vuole),

filo dorato per le rifiniture,

ago da feltro (oppure ago e filo).

Preparare la base come illustrato per l’angelo bianco, così:

Con la lana bianca ricavare due strisce: una di circa 60cm e l’altra di circa 25cm (per le ali)

Prendere la striscia lunga e fare un semplice nodo che cada a metà della striscia di lana stessa:

poi dividere in due ciuffi uguali una delle due estremità e procedere alla formazione della testa dell’angelo, come mostrato nelle foto seguenti:

poi rivestire con della lana color rosa incarnato la testina, come mostrato nelle foto:

Dividere in due metà la lana che forma la veste dell’angelo, e inserire ali e braccia, come illustrato nelle foto. Le manine si fanno con la lana rosa, poi si vestono le braccia con la lana bianca:

Sulla lana bianca delle ali mettere un velo di lana colorata:

Procedere al montaggio ed alle rifiniture, come per l’angelo bianco:

Preparare la tunica colorata come mostrato nelle foto:

Fermare la tunica in vita e procedere con le rifiniture come mostrato per l’angelo bianco (capelli, filo dorato, aureola ecc…):

Angelo colorato in lana cardata : una variante

Questa è un’idea in più, se volete un angelo tutto rosso, ad esempio, e non bianco con delle sfumature di colore.

Per formare la testa e la veste, annodare una striscia di lana colorata

Poi rivestire il nodo con della lana color rosa incarnato, come già spiegato:

Quindi seguire la procedura spiegata nel tutorial precedente, sostituendo sempre alla lana bianca quella colorata:

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 E qui trovi le istruzioni per realizzare il tradizionale presepe in lana cardata:

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Tutorial: colored angel in carded wool. Photo tutorial step by step to learn how to make an angel with and for children.

Tutorial: colored angel in carded wool
What do you need?

carded wool for angels (the one long and smooth fiber), white, pink and incarnate colored
a tuft of yellow carded wool for hair (if you want)
golden thread to the finish,
felting needle (or a needle and thread).

Tutorial: colored angel in carded wool
How is it done?

Prepare the base as shown for the white angel, like this: with the white wool to obtain two strips: one of about 60cm and the other of about 25cm (for wings)

Take the long strip and make a simple knot in the middle:

then divide into two equal tufts one end and proceed with the formation of the angel’s head, as shown in the following photos:

then cover with incarnate-colored wool the head, as shown in the photos:

Divide into two halves the wool that form the angel’s robe, and put wings and arms, as shown in the photos. The hands are made from the wool pink, then dress arms with white wool:

On white wool of the wings put a veil of colored wool:

Proceed with the assembly and finishing touches, as with the white angel:

Prepare the colored tunic as shown in the photos:

Stop tunic on the chest and proceed with the final touches as shown for the white angel (hair, golden thread, aureole etc …):

Angel in colored carded wool carded:  a variant

To form the head and the robe, tie a knot on a strip of colored wool:

Then coat the knot with pink incarnate wool as already explained:

Then follow the procedure explained in the previous tutorial, replacing more the white wool with the colored:

Angelo di lana cardata bianco – versione semplice

Angelo di lana cardata bianco – versione semplice. Fare angeli è sempre fonte di grande soddisfazione per i bambini, che in poco tempo vedono realizzato il loro capolavoro… inoltre sono molto stimolati ad aggiungere decorazioni e particolari e creare oltre all’angelo un’infinità di altri personaggi per il gioco e il teatrino (come vedremo nelle prossime puntate…).

L’unica difficoltà per quanto riguarda la proposta, è che i bambini devono essere in grado di fare i nodi. Se si vogliono far partecipare i piccoli del gruppo, si può sempre fare il nodo, e chiedere al bambino di stringerlo lui.

Angelo di lana cardata bianco – versione semplice – Materiale occorrente

lana cardata per angeli (quella a fibra lunga e liscia),

un ciuffo di lana cardata gialla per i capelli (se si vuole),

filo dorato per le rifiniture,

ago da feltro (oppure ago e filo per cucire i capelli).

Angelo di lana cardata bianco – versione semplice – Come si fa

Con la lana bianca ricavare due strisce: una di circa 60cm e l’altra di circa 25cm (per braccia ed ali)

Prendere la striscia lunga e fare un semplice nodo che cada a metà della striscia di lana stessa:

poi dividere in due ciuffi uguali una delle due estremità e procedere alla formazione della testa dell’angelo, come mostrato nelle foto seguenti:

Appoggiare sul tavolo il lavoro, e prendere la striscia corta di lana. Dalla striscia corta prendere una piccola quantità di lana e formare i nodi per le manine dell’angelo come mostrato nelle foto seguenti:

Ora inseriamo le ali e le braccia come mostrato nelle foto seguenti:

Col filo dorato fermare la lana cardata formando un bell’incrocio sul tronco e una cintura per la vita. Se si desidera, si possono mettere i capelli, aiutandosi con un aghetto da feltro (o con ago e filo):

Infine col filo dorato formare intorno alla testa una bella aureola e modellare le ali e la veste a piacere, a mano o anche aiutandosi con l’aghetto da feltro: ecco fatto!

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Tutorial angel of carded wool white – simple version.

Making angels is always a source of great satisfaction for the children, which soon see their masterpiece completed … they are also very excited to add decorations and details and create over the angel a multitude of other characters for the game and the theater (as we shall see in the next episodes …).

The only difficulty with regard to the proposal, is that children should be able to tie knots.
If we want participating even younger children of the group, you can always make the knot, and ask the child to tighten it.

Tutorial angel of carded wool white – simple version
What do you need?

carded wool for angels (the long fiber and smooth)
a tuft of yellow carded wool for hair (if you want)
golden thread to the finish,
felting needle (or a needle and thread to sew the hair).

Tutorial angel of carded wool white – simple version
How is it done?

With the white wool to obtain two strips: one of about 60cm and the other of about 25cm (for arms and wings)

Take the long strip and make a simple knot in half of the wool strip itself:

then divide into two equal tufts one end and proceed with the formation of the angel’s head, as shown in the photos below:

Lay on the table the work, and take the short strip of wool.
From strip short take a small amount of wool and form nodes for the very little hands of the angel as shown in the following photos:

Now insert the wings and the arms as shown in the following photos:

With golden thread stop carded wool forming a cross on the trunk and a belt to the waist. If you want, you can put your hair, using a felting needle (or with needle and thread):

Finally with gold thread forming a beautiful aureole around the head and model wings and dress as you like, by hand or with the help of the felting needle: here is done!

CANTI DI NATALE Lulajże Jezuniu (Dormi, bambin Gesù)

CANTI DI NATALE Lulajże Jezuniu (Dormi, bambin Gesù) – con testo in versione italiana e inglese, spartito stampabile, e traccia mp3 scaricabile gratuitamente.

CANTI DI NATALE Lulajże Jezuniu (Dormi, bambin Gesù)
testo

Dormi, bambin Gesù
Dormi, Bambin Gesù,
amor mio santo. Dormi,
Bambin Gesù,
sono qui accanto.
La ninna nanna
ti canta la mamma,
asciuga il ciglio,
dolce mio figlio.
La ninna nanna
ti canta la mamma,
asciuga il ciglio,
dolce mio figlio.

Sleep little Jesus
Sleep, little Jesus, my little pearl!
While Mama Comforts you, tender, caressing!
Lullaby, little one, in loving arms lying,
Guarding my darling and stilling Thy crying!
When Thou awakenest, Jesus, my treasure,
Raisins and almonds I have for Thy pleasure.
Lullaby, little one, in loving arms lying,
Guarding my darling and stilling Thy crying!
High in the heavens a lovely star sees us,
But like the shining sun, is my little Jesus.
Lullaby, little one, in loving arms lying,
Guarding my darling and stilling Thy crying!

CANTI DI NATALE Lulajże Jezuniu (Dormi, bambin Gesù)
spartito e file mp3
qui:

I rami di Santa Barbara – 4 dicembre

I rami di Santa Barbara – 4 dicembre – la tradizione dei rami di Santa Barbara non è connessa ad alcuna leggenda relativa alla santa, ma si lega invece alle più antiche tradizioni contadine. Il 4 dicembre di tagliano dei rami di alberi da frutto (ciliegio, melo, susino, mandorlo) o anche gelsomino o ippocastano.

Poi si stendono in acqua tiepida, per una notte, ed il giorno successivo si dispongono in un vaso con acqua a temperatura normale, accanto al presepe.

L’acqua va cambiata ogni 3 giorni, ed ogni tanto sarebbe anche bene inumidire i rami con uno spruzzino.

Il giorno di Natale questi rami saranno coperti di bei germogli, e potremo osservare la loro “miracolosa” fioritura.

Come si dice, provare per credere…

Am 4. Dezember
Geh in den Garten
am Barbaratag.
Geh zum kahlen
Kirschbaum und sag:
Kurz ist der Tag,
grau ist die Zeit.
Der Winter beginnt,
der Frühling ist weit.
Doch in drei Wochen
da wird es geschehn:
Wir feiern ein Fest,
wie der Frühling so schön.
Baum, einen Zweig
gib du mir von dir.
Ist er auch kahl,
ich nehm ihn mit mir.
Und er wird blühen
in seliger Pracht
mitten im Winter
in der heiligen Nacht.

Josef Guggenmos

Santa Barbara è invocata contro la morte improvvisa per fuoco, perciò gli esplosivi ed i luoghi dove vengono conservati sono spesso chiamati “santabarbara” in suo onore.

È patrona dei minatori, degli addetti alla preparazione e custodia degli esplosivi, degli armaioli e più in generale, di chiunque rischi di morire di morte violenta e improvvisa.

Molto invocata dai militari, è anche la protettrice della Marina Militare Italiana, dei Vigili del fuoco, delle armi di Artiglieria e Genio. È anche la protettrice dei geologi, dei montanari, dei lavoratori nelle attività minerarie e petrolifere, degli architetti, degli stradini, dei cantonieri, degli artisti sommersi e dei campanari, nonché di torri e fortezze.

I Paesi germanici, in particolare, hanno una grande devozione per santa Barbara. Il folklore originale voleva che, per Barbarazweig (festa del ramo di santa Barbara), le ragazze non sposate tagliassero i rami di ciliegio, e se il ramoscello fosse fiorito per Natale, la ragazza si sarebbe sposata entro l’anno successivo.

In Francia e Ucraina, invece del ramo di ciliegio, si piantano al caldo due o più chicchi di grano, e se essi crescono per la vigilia di Natale, il raccolto di quell’anno sarà abbondante.

La variazione provenzale di questa usanza prevede che la famiglia faccia germogliare dei chicchi di grano su una base di cotone bagnato, in tre piattini separati, mantenendoli umidi durante tutto l’Avvento. Quando le piantine di grano nei tre piattini sono belle verdi, si utilizzano per decorare il presepe il giorno di Natale. Il detto francese recita_ “Quand le blé va bien, tout va bien” (Quando la pianta viene bene, tutto va bene).

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