Incastri solidi Montessori

Incastri solidi Montessori – Per quel che riguarda gli incastri solidi in commercio, si tratta di quattro blocchi di legno opportunamente forati, ciascuno dei quali contiene 10 cilindri con manopole da inserire ognuno nel foro corrispondente. Come vedremo Maria Montessori parla di tre blocchi soltanto, per la precisione dei blocchi 1, 2 e 4).

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Le misure dei cilindri per gli incastri solidi in commercio sono le stesse dei cilindri colorati, quindi avremo:

– blocco 1: hanno tutti la stessa altezza, e variano in larghezza. Misurano tutti 5cm di altezza, e il diametro varia da 5cm a 1cm, con variazioni di 0,5cm a cilindro (come i cilindri rossi)

-blocco 2: i cilindri variano sia in altezza sia in larghezza in modo direttamente proporzionale: il cilindro più lungo sarà anche il più largo, e il cilindro più corto sarà anche il più sottile. Il cilindro più grande misura 5cm di diametro e 5cm di altezza; il più piccolo misura 1cm di diametro e 1cm di altezza. Ogni cilindro diminuisce sia di diametro sia di altezza di 0,5cm (come i cilindri gialli);

– blocco 3: i cilindri variano sia in altezza sia in larghezza, ma in modo inversamente proporzionale: il cilindro più lungo è il più sottile, e il cilindro più corto è il più largo. Il cilindro più largo misura 5cm di diametro e 1cm di altezza; il più sottile misura 1cm di diametro e 5cm di altezza. Le variazioni di misura procedono di 0,5cm alla volta (come i cilindri verdi)

– blocco 4: i cilindri hanno tutti la stessa larghezza e variano soltanto in altezza. Tutti i cilindri hanno un diametro di 2,5cm e la loro altezza varia da 5cm a 1cm con variazioni di 0,5cm a cilindro (come i cilindri blu)

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Gli incastri solidi vengono presentati dopo i cilindri colorati.

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Insieme alla torre rosa, rappresentano i materiali più apprezzati dai bambini più piccoli, o quelli scelti di preferenza dagli insegnanti per loro.

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Il valore didattico di questi materiali sta tutto nella loro possibilità di correzione autonoma dell’errore.

Così l’insegnante darà una delle serie di incastri solidi al bambino, estrarrà i cilindri mettendoli in disordine sul tavolo, e il bambino, grazie al suo amore istintivo per l’ordine, giocherà a lungo con questi cilindri fino a quando non scoprirà che ogni pezzo deve andare nel suo foro.

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età:
3 anni, 3 anni e mezzo.
Scopo diretto:
discriminazione  visiva delle dimensioni.
Scopo indiretto:
– preparazione alla scrittura;
– coordinazione del movimento delle dita che prepara alla corretta impugnatura della matita;
– affinamento dei movimenti volontari;
– preparazione alla matematica.
Controllo dell’errore:
si trova all’interno del materiale stesso.
Nomenclatura:
Blocco 1: largo e sottile
Blocco 2: grande e piccolo
Blocco 3: nessuno
Blocco 4: alto e basso.
Tutti i blocchi: i gradi positivo, comparativo e superlativo dell’aggettivo.

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Incastri solidi Montessori

Introduzione del materiale senza presentazione

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Materiale necessario: 
– almeno una serie di incastri solidi  (il blocco 1 o il blocco 4)
– un tavolo con seggiolina a misura di bambino o un tappetino per lavorare sul pavimento
– uno scaffale basso per riporre il materiale sensoriale, in modo che il bambino possa scegliere di riutilizzarlo in qualsiasi momento.

Lo scopo fondamentale di questo esercizio non è quello di incastrare tutti i cilindri nel posto giusto quanto più velocemente possibile, quanto piuttosto il fatto stesso che il bambino impari a farlo da sè, attraverso un processo di tentativi ed errori, durante il quale egli lavora direttamente al proprio sviluppo sensoriale affinando le capacità tattili, motorie e visive.  E’ quindi molto importare lasciare il bambino libero di lavorare in modo indipendente, in un clima che gli consenta di essere assorbito totalmente dall’esercizio.

Gli incastri solidi, come già detto, sono di per sé autocorrettivi: se il bambino mette un cilindro nel posto sbagliato, non sarà poi possibile procedere con il secondo pezzo… Questo materiale in particolare, inoltre, è fatto per poter essere interpretato dai bambini senza aver bisogno di istruzioni preliminari sul suo utilizzo.

A scuola, dove i bambini sono in classe con altri compagni, la presentazione di questo materiale è quasi del tutto inutile, perchè i bambini più piccoli imparano semplicemente osservando il lavoro dei compagni più grandi.

Se invece volete presentare questo materiale a casa, potete un giorno prendere un blocco, smontarlo e costruirlo davanti al vostro bambino; vedrete che presto ne sarà incuriosito e desidererà utilizzarlo anche lui. Questo significherà che il vostro bambino è pronto per lavorare in modo indipendente con gli incastri solidi.

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Presentazione degli incastri solidi 

1. L’insegnante chiede al bambino di accompagnarla  allo scaffale perchè ha da mostrargli qualcosa di nuovo, quindi prende un blocco di incastri solidi con entrambe le mani alle due estremità, e lo porta con attenzione al tavolo. Insegnante e bambino si siedono.

2. L’ insegnante inizia ad estrarre i cilindri dai loro fori, prendendoli con pollice contro indice e medio della mano dominante, e li dispone sul tavolo in ordine casuale.

3. Quando tutti i cilindri si trovano sul tavolo, l’insegnante inizia a inserire i cilindri, uno alla volta e seguendo un certo ordine (crescente o decrescente) nei rispettivi fori. Per scegliere i cilindri l’insegnante prende i cilindri sempre dal pomello superiore e li accosta ai fori del blocco per confrontarli, prima di trovare la loro collocazione. La scelta non si basa sul toccare i cilindri, quanto sul confronto visivo tra cilindro e foro.

4. Se, in qualsiasi momento, il bambino dimostra di voler provare lui ad inserire i cilindri nel blocco, l’insegnante dovrebbe ritirarsi e permettergli di svolgere l’attività da solo, mentre lei osserva.

5. Se il bambino nello svolgere l’esercizio tocca i cilindri e i fori, o se lavora troppo rumorosamente, l’insegnante dovrebbe prenderne nota, e durante le lezioni seguenti ripresentare il materiale sottolineando così i suoi gesti:  “Vedi come tengo il cilindro con la manopola, col pollice e le dita così? Sono i miei occhi che capiscono dove devono andare i cilindri! “oppure: “Ascolta attentamente, vedi come i cilindri si possono mettere nel blocco con calma? Quando lo farai anche tu, prova e vedrai che poi farlo anche tu con questa tranquillità!”

Solitamente vengono presentati all’inizio il blocco 1, poi il blocco 2, ad uno, due giorni di distanza.

Il passo successivo dovrebbe essere quello di presentare il blocco 3 sempre da solo, oppure di insegnare al bambino come utilizzare due blocchi alla volta, posizionando i due blocchi a forma di V rovesciata (con l’apice in alto) e mettendo i cilindri dei due blocchi, mescolati tra loro, al centro della V.

Presentati tutti e quattro i blocchi, poi il bambino imparerà ad utilizzarne tre insieme (formando sul tavolo un triangolo) e quattro insieme (formando sul tavolo un quadrato).

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Il senso del tatto nel bambino può essere sviluppato a tal punto da prendere il posto del senso della vista, e il bambino, bendato o con gli occhi chiusi, si fiderà totalmente di esso, ripetendo l’esercizio più e più volte, in base al principio della ripetizione libera.

Le lezioni in tre tempi sono ancora rispettate: il materiale è dato prima in forte contrasto e poi in gradazione sempre più sottile,  fino a quando il bambino impara a nominare il più grande, il più piccolo, il più alto, il più basso, e ad utilizzare tutti i comparativi.

Sempre sono rispettati i principi della non correzione e della libera scelta. Il bambino, non impegnato nello sforzo di obbedire a un comando che non ha ancora la capacità o il desiderio di eseguire, o nello sforzo di dover ricordare qualcosa prima di averne ricevuto un’impressione abbastanza forte, giocherà senza fatica, per un tempo più o meno lungo anche a seconda del suo temperamento e del suo grado di sviluppo mentale, fino a quando, di sua spontanea volontà, non rivolgerà la propria attenzione a qualcosa d’altro, o fino a quando non sarà interessato a qualche attività collettiva invece che al lavoro individuale.

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Gli incastri solidi raccontati da Maria Montessori

Il mio materiale didattico offre al bambino i mezzi per quella che può essere chiamata “educazione sensoriale”. Tra i materiali che maggiormente possono attirare l’attenzione di un bambino dai due anni e mezzo ai tre anni, ci sono gli incastri solidi. Si tratta di tre pezzi di legno, in ognuno dei quali è inserita una fila di dieci piccoli cilindri, o a volte i dischi, tutti corredati da un piccolo perno per la presa.

Nel primo  vi è una fila di cilindri tutti della stessa altezza, ma con un diametro che si riduce progressivamente:

nel secondo i cilindri diminuiscono progressivamente sia in diametro sia in altezza:

nel terzo  i cilindri hanno tutti lo stesso diametro, ma variano in altezza, in modo che i cilindri diventano gradualmente un piccolo disco :

L’ordine che ho dato si riferisce al grado difficoltà.

L’esercizio consiste nel prendere i cilindri, metterli in disordine sul tavolo, e quindi metterli di nuovo ognuno nel foro giusto.

Con questo materiale il bambino esercita le sue mani compiendo l’atto delicato di prendere i cilindri attraverso il piccolo pomello superiore con la punta delle dita, ed eseguendo inoltre piccoli movimenti della mano e del braccio mentre mescola i cilindri, senza farli cadere e senza fare troppo rumore, e li mette di nuovo ognuno nel proprio foro.

Nel presentare l’esercizio l’insegnante può in un primo tempo intervenire semplicemente tirando fuori i cilindri, mescolandoli con cura sul tavolo e poi mostrando al bambino che i cilindri vanno rimessi nei fori giusti, ma senza eseguire lei stessa l’azione. Tale intervento, tuttavia, è quasi sempre considerato inutile dai bambini, che in classe vedono il lavoro dei compagni e sono incoraggiati a imitarli.

A loro piace farlo da soli, quasi in privato, per paura di un aiuto inopportuno. Vedremo il bambino tentare di mettere un cilindro in un foro troppo piccolo per lui per poi trovare il foro giusto… oppure provare tutti i cilindri fino a trovare quello giusto per il foro… magari metterà un cilindro in un foro dove sta troppo largo e poi si ritroverà ad avere un foro vuoto e un cilindro senza posto…

Il bambino sarà perplesso, la sua piccola mente si troverà di fronte ad un problema che lo interessa intensamente: prima ogni cilindro trovava il suo posto, ora ce n’è uno che non si adatta. Il piccolo si fermerà un po’ accigliato, assorto nei suoi pensieri, comincerà a tastare cilindri e fori  e scoprirà che alcuni cilindri hanno troppo spazio. Allora forse capirà che alcuni non sono al loro posto giusto e cercherà di rimediare. Ripeterà il processo ancora e ancora,  e finalmente ci ruscirà, illuminato da un sorriso di trionfo.

Questo genere di esercizio stimola l’intelligenza del bambino, che vorrà ripeterlo fin dall’inizio e, avendo imparato dall’esperienza, farà un altro tentativo: bambini di tre anni e mezzo possono ripetere l’esercizio fino a quaranta volte senza perdere il loro interesse.

Quando poi vengono presentati anche i gli altri due blocchi, di nuovo il cambio di forma colpirà il bambino risvegliando il suo interesse.

Gli incastri solidi servono ad educare l’occhio a distinguere le  differenze di dimensione, e presto il bambino sarà in grado di riconoscere a colpo d’occhio il foro che si adatta perfettamente al cilindro che tiene in mano. Il processo educativo si basa sul fatto che il controllo dell’errore sta nel materiale stesso, e il bambino ha la prova concreta di esso. Il desiderio del bambino di raggiungere un dato risultato, lo porta a correggersi. Non è l’insegnante che gli fa notare il suo errore e gli mostra come correggerlo, ma è un lavoro di intellingenza che compie il bambino stesso a portare a questo risultato.

Lo scopo è interno al materiale, e consiste nel fatto che il bambino si alleni a osservare, che sia portato a fare confronti tra gli oggetti, a formulare giudizi,  ragionare e decidere, ed è nella ripetizione indefinita di questo esercizio di attenzione e di intelligenza che si consegue un reale sviluppo sensoriale e cognitivo.

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Incastri solidi Montessori – Qualche video:

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Disclaimer: “Per redigere questa mia presentazione ho utilizzato i miei album e appunti personali e consultato vari album di altri autori e articoli nel web. Per leggere online o acquistare le copie legali di tali opere consultate segui i link:
– Sensorial primary guide di Infomontessori.com
– Album for ages 3-6 – Sensorial di montessoriteacherscollective (Moteaco)
– Montessori teacher album – Sensorial di Montessorialbum.com
– Sensorial album di wikisori.org
Basic Montessori learning activities for under fives di David Gettman
– The casa 2,5-6 years – sensorial di montessoricommons
– Sensorial development di montessoriworld.org
Module 3: Exercises of sensory development di Montitute.com
– Sensorial teacher manual di khtmontessori.com
Primary class curriculum – second year di mymontessorihouse.com
Sensorial teaching manual – primary ages di montessoriprintshop
– Early childhood curruculum – Montessori sensorial manual di montessoritraining.net
Sensorial Manual Infant and Toddler e Sensorial Manual Early Childhood
di themontessoriparent.com, che ha suggerito l’aggiunta di questo disclaimer in accordo con la sua politica di copyright.
Ho inoltre consultato i testi di riferimento di Maria Montessori per gli esercizi sensoriali:
Il Metodo della Pedagogia Scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini
La scoperta del bambino
Per una bibliografia completa delle opere di Maria Montessori vai qui.

Tutorial: costruire le spolette dei colori Montessori

Tutorial: costruire le spolette dei colori Montessori – Si tratta di tavolette di legno che presentano ai lati due margini più lunghi e grossi. Questi margini permettono al bambino di manipolare le spolette senza toccare la parte colorata. Ogni spoletta misura 8cm x 5cm circa. Costruirle in proprio non è difficile, ed esistono varie possibilità.

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Per conoscere la loro storia, scopo, età consigliata, presentazioni ai bambini ecc… puoi leggere qui: Le spolette dei colori.

Materiale occorrente

– per le cornici bacchette di legno larghe 1cm e alte 0,5cm circa,  o in alternativa quadrati di polistirolo (quelli che si usano per rivestire i controsoffitti)

– per le tavolette un foglio di cartone robusto (in alternativa costosissimo compensato sottile), righello e matita;

– colori coprenti e brillanti (delle buone tempere o acrilici): rosso, giallo, blu, verde, arancio, nero, rosa, viola, marrone e soprattutto bianco; acqua e pennelli;

– taglierino, forbici, seghetto manuale o elettrico, coltello da cucina

– colla a presa rapida

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Per tutti i modelli

Ritagliare da un bel cartoncino robusto i rettangoli 6cm x 4cm.

 

Col cartoncino che avanza potete preparare delle strisce forate, così… in questo modo oltre alle spolette, avrete anche un bellissimo materiale per la caccia ai colori nell’ambiente:

 

http://www.frugalfamilyfunblog.com/

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Cornicette esterne (in legno  o polistirolo)

Per le cornicette esterne di legno, prima incidere lungo l’assicella il canaletto che servirà per l’incastro del cartoncino, quindi tagliare tanti pezzetti lunghi 5 cm:

Per le cornicette in polistirolo, procuratevi quei quadrotti che servono per realizzare i controsoffitti: il materiale si taglia con estrema facilità, ed è comunque di una certa compattezza (oltre a piacere ai gatti):

Prima tagliate le striscioline con un taglierino (circa 1cm x 5 cm), poi praticate le incisioni, anche con un coltello da cucina:

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Prima possibilità: cornici in legno e filo da ricamo

 

 

Incollate il cartoncino alle cornici di legno, quindi semplicemente rivestite il cartoncino con del filo da ricamo, che fermerete con una puntina di colla all’inizio e alla fine, ed è fatta:

Con questa tecnica, non avendo un grande assortimento di filo da ricamo, ho realizzato un piccolo memory a 7 colori, che non corrisponde a un set montessoriano in particolare.

Seconda possibilità: acrilici e cornici in legno

Primo  set Montessori

Si tratta di una scatolina contente 6 spolette nei colori primari: rosso, giallo e blu

 

 

Dopo aver colorato i sei cartoncini, aspettate che il colore asciughi e poi incollate le cornicette di legno…

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Terza possibilità: acrilici e cornici in polistirolo

Secondo set Montessori

Si tratta di 22 spolette in tutto formate da 11 coppie  nei colori verde, blu, viola, giallo, arancione, rosa, rosso, marrone, nero, grigio e bianco


 

Dopo aver colorato i ventidue cartoncini, aspettate che il colore asciughi e poi incollate le cornicette di polistirolo. Se serve potete poi rifilare col taglierino:

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Terzo set Montessori e scatole originali Montessori

Il terzo set è formato da 63 spolette in  7 tonalità per ogni colore; i colori sono rosso, giallo, blu, verde, arancio, viola, marrone, rosa e grigio.

Maria Montessori parla di sue scatole identiche che contengono ognuna 64 colori, cioè 8 tinte diverse, ognuna delle quali ha 8 tonalità attentamente graduate dalla più scura alla più chiara.

Per realizzare questi materiali, indipendentemente dal tipo di cornice scelta, bisogna prima di tutto tagliare i rettangoli di cartone: 63 per il primo set e 128 per le scatole Montessori…

Il “segreto” per ottenere la giusta gradualità di toni, è semplicissimo: iniziate dal tono più scuro, versando in un piatto colore in abbondanza, dipingete i rettangoli che serve dipingere, quindi stabilite una dose uguale di bianco da aggiungere sempre ad ogni passaggio (un cucchiaino, un bastoncino, una siringa, ecc…) e otterrete gli altri toni.

Fidatevi di questo metodo più che dei vostri occhi, perchè il colore bagnato può essere molto diverso da quello asciutto dei cartoncini precedentemente colorati…

Quando il colore è asciutto procedete all’assemblaggio della cornici esterne. Per tutti i set è necessario provvedere anche alla costruzione di scatole, che eventualmente siano anche divise in scomparti.

Verificate che le scatole permettano di estrarre le spolette prendendole sempre dalla cornice, e non dalla parte colorata.

Cilindri colorati Montessori

Cilindri colorati Montessori – Queste sono le quattro serie di cilindri colorati. Come si può notare, essi variano in altezza e / o spessore in maniera sequenziale.

Ci sono 4 scatole di cilindri, ognuna delle quali contiene 10 cilindri di colori diversi:

– i cilindri blu hanno tutti la stessa larghezza e variano in altezza. Tutti i cilindri hanno un diametro di 2,5 cm e la loro altezza varia da 5 cm a 1 cm con variazioni di 0,5 cm a cilindro.

– i cilindri rossi hanno tutti la stessa altezza, e variano in larghezza. Misurano tutti 5 cm di altezza, e il diametro varia da 5 cm a 1 cm, con variazioni di 0,5 cm a cilindro.

– i cilindri gialli variano sia in altezza sia in larghezza in modo direttamente proporzionale: il cilindro più lungo sarà anche il più largo, e il cilindro più corto sarà anche il più sottile. Il cilindro più grande misura 5 cm di diametro e 5 cm di altezza; il più piccolo misura 1 cm di diametro e 1 cm di altezza. Ogni cilindro diminuisce sia di diametro sia di altezza di 0,5 cm.

– i cilindri verdi variano sia in altezza sia in larghezza, ma in modo inversamente proporzionale: il cilindro più lungo è il più sottile, e il cilindro più corto è il più largo. Il cilindro più largo misura 5 cm di diametro e 1 cm di altezza; il più sottile misura 1 cm di diametro e 5 cm di altezza. Le variazioni di misura procedono di 0,5 cm alla volta.

Questi cilindri  sono molto difficili da realizzare in casa, e le carte non fanno sono dei buoni sostituti, non essendo tridimensionali. E ‘meglio avere solo uno o due set, piuttosto che rinunciare del tutto…

photo credit: Gonzaga Arredi 
 
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Scopo
diretto: classificazione di oggetti in base alle dimensioni, osservazione e confronto delle diverse serie tra loro;
indiretto: Ottenere una comprensione più chiara delle diverse dimensioni e della loro interazione; allenare l’occhio a percepire bene le differenze di dimensioni; riconoscere differenze e similitudini (se si utilizza più di un set); coordinazione di movimenti fini.

Età:
dai 3 ai 5 anni

Controllo dell’errore:
se un bambino costruisce una torre commettendo errori importanti, la torre cadrà… oltre a questo fatto ovvio il controllo dell’errore è per tutti gli esercizi previsti legato alla capacità visiva del bambino stesso di discriminare gli oggetti sulla base della loro dimensione.

Nomenclatura:
Set 1 e 2: grande – piccolo; grande, più grande, piccolo, più piccolo
Set 3 e 4: spessore; larghezza; sottile, largo; più largo, largo; più sottile, sottile; alto, più alto, corto, più corto.

Presentazione dei cilindri blu

Materiale necessario:
la serie di cilindri blu (che variano solo per altezza); un tappetino o un tavolino a misura di bambino.

1. invitiamo il bambino a unirsi a noi nell’esercizio
2. il bambino srotola il tappeto, si porta sopra di esso la scatola blu e ci si siede accanto al bambino.
3.  Togliamo il coperchio dalla scatola, estraiamo i cilindri con una presa a tre dita (pollice contro indice e medio) e li disponiamo sul tappeto in ordine casuale.
4. Prendiamo il cilindro più alto, dicendo: “Questo  è il cilindro più alto”, e lo poniamo a sinistra del tappeto
5. Troviamo poi il  cilindro più alto tra quelli rimasti, e lo posizioniamo accanto al primo, alla sua destra, facendo in modo che i cilindri si tocchino tra loro per facilitare il confronto tra le diverse dimensioni.
6. Costruiamo così l’intera riga.
7.Chiediamo al bambino se gli piacerebbe provare ad ordinare i cilindri, quindi disfare la fila, spostando nuovamente i cilindri e disponendoli in ordine casuale.
8. Lasciamo che il bambino lavori autonomamente con i cilindri.
9. al termine portiamo cilindri e tappeto allo scaffale.

Presentazione dei cilindri rossi (costruzione della torre)

1. L’insegnante invita il bambino a seguirla nell’esercizio. Lo accompagna verso la mensola e gli dice che oggi si lavorerà con i cilindri colorati. Poi gli mostra la scatola rossa e insieme la portano al tavolo, posandola sul lato destro del piano di lavoro.
2. L’insegnante apre la scatola e posiziona il coperchio sotto di essa, quindi pone i cilindri sulla parte sinistra del piano del tavolo in ordine casuale, e richiude la scatola
3. L’insegnante prende il cilindro più largo e lo pone a destra del tavolo, come base della torre.
4. La costruzione della torre rossa prosegue scegliendo via via i cilindri in ordine decrescente di diametro.
5. Al termine della costruzione l’insegnante si assicura che i cilindri risultino allineati tutti lungo un asse centrale.
6. A questo punto l’insegnante e il bambino si alzano e girano attorno al tavolo per poter osservare la torre da ogni suo lato. Naturalmente il tavolo deve essere a misura di bambino e deve consentire una visione della torre corretta (la torre deve trovarsi ad altezza naso).
7. Ora si può disfare la torre e il bambino può ripetere da solo l’esercizio.
8. Al termine l’insegnante mostra al bambino come riporre i cilindri nella scatola mettendoli dal più largo al più sottile.

Se lavoriamo con bambini che presentano difficoltà motorie, possiamo pensare di presentare soltanto cinque cilindri invece che dieci; quando il bambino sarà in grado di costruire la torre con questi, gradualmente ne aggiungeremo degli altri fino ad arrivare all’uso del set completo. Naturalmente consideriamo anche che la costruzione di sequenze lineari invece che di torri è più facile per questi bambini.

Nei giorni successivi il bambino, allo stesso modo, potrà lavorare individualmente coi cilindri rossi, verdi, gialli e blu, una scatola alla volta.

Presentazione dei cilindri in combinazione di due scatole per volta (costruzione di torri)

1. L’insegnante porta al tavolo la scatola rossa e la scatola verde.
2. Apre la scatola dei cilindri rossi, estrae i cilindri e forma la torre come illustrato sopra, poi estrae dalla scatola anche i cilindri verdi.
3. Di fronte alla torre rossa costruisce la torre verde.
4. Insegnante e bambino si alzano e girando attorno al tavolo osservano le due torri da tutte le angolazioni.
5. Poi l’insegnante disfa la torre rossa e la ricostruisce in senso inverso davanti alla torre verde, in modo tale che il confronto tra le due torri possa avvenire da un altro punto di vista.
6. Possono essere smontate e entrambe le torri, e se ne può costruire una, sovrapponendo i cilindri dei due colori, sempre tenendo i cilindri più larghi in basso.
7. A questo punto il bambino può sentirsi libero di esplorare ulteriormente il materiale; è importante che dopo ogni costruzione dedichi del tempo all’osservazione, facendo un giro intorno al tavolo.
8. Nei giorni successivi possono essere presentati allo stesso modo i cilindri rossi e gialli insieme, poi i verdi con i gialli,
i rossi con i blu ecc…

Presentazione dei cilindri in combinazione di tre scatole per volta (costruzione di torri)

1. il bambino costruisce le tre torri,
2. poi viene lasciato libero di esplorare tutte le possibili combinanzioni tra i tre set di cilindri

Presentazione contemporanea di tutte e quattro le scatole (costruzione di torri)

Come sopra, prima il bambino costruisce le quattro torri, poi esplora qualità e differenze. Può essere molto interessante posizionare durante questo lavoro il tavolo di fronte ad uno specchio.

Presentazione dei cilindri per costruzioni di sequenze lineari

1. L’insegnante mostra al bambino come costruire con i cilindri una costruzione lineare in ordine sequenziale di la larghezza o di altezza: siede accanto al bambino, con i cilindri sparsi sul tappeto in ordine casuale
2. Li organizza a partire dal più grande, muovendosi con concentrazione e ponendo i cilindri in modo tale che si tocchino l’uno con l’altro.

Cilindri colorati Montessori
Qualche video:

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Disclaimer: “Per redigere questa mia presentazione ho utilizzato i miei album e appunti personali e consultato vari album di altri autori e articoli nel web. Per leggere online o acquistare le copie legali di tali opere consultate segui i link:
– Sensorial primary guide di Infomontessori.com
– Album for ages 3-6 – Sensorial di montessoriteacherscollective (Moteaco)
– Montessori teacher album – Sensorial di Montessorialbum.com
– Sensorial album di wikisori.org
Basic Montessori learning activities for under fives di David Gettman
– The casa 2,5-6 years – sensorial di montessoricommons
– Sensorial development di montessoriworld.org
Module 3: Exercises of sensory development di Montitute.com
– Sensorial teacher manual di khtmontessori.com
Primary class curriculum – second year di mymontessorihouse.com
Sensorial teaching manual – primary ages di montessoriprintshop
– Early childhood curruculum – Montessori sensorial manual di montessoritraining.net
Sensorial Manual Infant and Toddler e Sensorial Manual Early Childhood
di themontessoriparent.com, che ha suggerito l’aggiunta di questo disclaimer in accordo con la sua politica di copyright.
Ho inoltre consultato i testi di riferimento di Maria Montessori per gli esercizi sensoriali:
Il Metodo della Pedagogia Scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini
La scoperta del bambino
Per una bibliografia completa delle opere di Maria Montessori vai qui.

Acquarello steineriano: presentazione

Acquarello steineriano: presentazione – Lo scopo di questi esercizi è quello di far fare ai bambini esperienze guidate del colore, svincolato quanto più possibile dall’elemento della forma.

 

Per questo si utilizzano acquarelli molto diluiti e si lavora sul foglio di carta bagnato.

L’esperienza procede rispettando una data sequenza di azioni, che porta il bambino ad affinare la sua sensibilità di percezione del colore e ad acquisire attraverso la pratica le nozioni di colori primari, complementari e secondari.

Molto importante è non presentare ai bambini lavori già fatti: vi accorgerete così che proprio chiedendo ai bambini di rispettare una certa sequenza, verrà fuori la personalità di ognuno di loro, e non potranno esserci due pitture uguali, o due verdi uguali, o due marroni uguali ecc…

Acquarello steineriano  – Importante

La conclusione della lezione viene rimandata al giorno successivo, quando le pitture sono asciutte e vengono esposte una accanto all’altra per essere osservate insieme.

L’osservazione, parte integrante della lezione di pittura, può inizialmente essere guidata, poi i bambini saranno in grado di cogliere molti più particolari di quanto non sappiamo fare noi.

Si può ad esempio chiedere: “Secondo voi il giallo è più chiaro (più caldo, più freddo, più luminoso, più felice, ecc…) quando è grande o quando è piccolo? Quando è vicino al rosso o quando è vicino al blu?” ecc…

E’ importante non solo che imparino ad osservare, ma anche che imparino a descrivere i colori verbalmente. Via via si possono così introdurre i termini tecnici relativi alla teoria dei colori e la nomenclatura appropriata.

 

E’ un lavoro che può cominciare nella scuola d’infanzia, e proseguire in tutti gli anni successivi. Parallelamente, è chiaro, i bambini sperimenteranno anche tutte le altre tecniche (tempera, acrilici, ecc…), con scopi diversi.

Acquarello steineriano – Materiale occorrente:

– acquarelli di qualsiasi marca in tubetto o flaconcino (non in pastiglia) nei colori: giallo limone, giallo oro, blu oltremare, blu di prussia, rosso vermiglio e rosso carminio. I colori vanno diluiti nei vasetti, in modo che il colore risulti non denso e non carico: diciamo una diluizione abbastanza decisa.

– un pennello a punta piatta largo e con setole di qualsiasi genere, purchè morbide (altrimenti il bambino rischia di graffiare il foglio e noi rischiamo che l’esperienza non venga vissuta come un pieno successo)

– una bacinella e un vasetto d’acqua

– una spugna che servirà per stendere bene il foglio bagnato sul tavolo, e poi per asciugare il pennello (molto meglio degli straccetti o della carta)

– un foglio di carta robusta, meglio se da acquarello (le carte scadenti bagnate possono fare i “pallini”)

 

Acquarello steineriano – Preparazione della lezione

Immergere il foglio nella bacinella, quindi stenderlo con cura sul tavolo con l’aiuto della spugna. Bisogna evitare che si formino bolle d’aria, perchè altrimenti la carta rischia di arricciarsi.

poi si dispone il materiale, se volete così è il modo migliore per evitare incidenti:

e si può iniziare…

Acquarello steineriano – Qualche consiglio aggiuntivo per homeschooler

In testa ai consigli va quello di prepararsi bene prima di presentare un’attività ai vostri bambini. Se non avete esperienza di pittura ad acquarello, la sera prima, di nascosto, fate voi l’esercizio che volete proporre il giorno dopo.

Altro consiglio è di tenere sempre presente che coi bambini più importante di tutto è che al termine di qualsiasi attività loro si devono sentire più ricchi e più abili, che l’esperienza insomma rappresenti per loro un successo. Non perchè noi diciamo “Ma che bello!”, ma perchè loro stessi si possono stupire della bellezza che possono creare.

Infine ricordate lo scopo dell’attività che volete proporre: nella pittura ad acquarello, ad esempio, uscite dalla logica del voler ottenere un bel prodotto finito. Pensate invece che lo scopo è il processo che ha portato, quasi come effetto collaterale, alla sua realizzazione. Per questo, e anche per “non rovinare la sorpresa” è importante non mostrare ai bambini lavori già fatti prima della lezione.

Preparare con cura il materiale significa anche mettere in tavola solo quello che serve, se ad esempio vogliamo fare un esercizio di rosso e giallo, non mettiamo in tavola anche il blu…

Coi bambini più piccoli, come potrete leggere dagli esempi, è bello guidare l’esperienza facendo in modo che il dipingere sia la storia dei colori che, come veri e propri personaggi, agiscono sul foglio. Questo, naturalmente,  se parliamo di bambini piccoli che sanno già seguire lo svolgersi di un racconto.

Se volete invece sperimentare anche prima del raggiungimento di questa tappa evolutiva, vale il principio dell’apprendere per imitazione: si invitano altri bambini a dipingere con lui, oppure ci si siede a dipingere anche noi… parlando pochissimo, e curando tantissimo la preparazione del materiale e la bellezza e precisione dei nostri gesti.

 

Spolette dei colori Montessori: presentazione generale

Spolette dei colori Montessori: presentazione generale – Le spolette dei colori Montessori sono tavolette di legno che presentano ai lati due margini più lunghi e grossi. Questi margini permettono al bambino di manipolare le spolette senza toccare la parte colorata. Ogni spoletta misura 8 cm x 5 cm circa.

Costruirle in proprio non è difficile, ed esistono varie possibilità. In questo tutorial spiego come ho fatto io: Tutorial – costruire le spolette dei colori Montessori . Possono essere facilmente costruite anche utilizzando cartoncino rigido, per i colori si può utilizzare qualche vecchio campionario di vernici (che potete chiedere nei colorifici) oppure potete divertirvi voi con tempere e acrilici.
Le spolette originali erano fatte con matassine di seta colorata da ricamo, quindi se la maglia o il ricamo sono i vostri passatempi, probabilmente avete già in casa tutto quello che serve ed otterrete un risultato in linea con l’originale e anche molto economico…
È inoltre possibile preparare tante tavolette rettangolari di legno 8 x 5, colorarle tutte prima di bianco, poi mantenere un piccolo margine sui due lati corti opposti con del nastro adesivo, e dipingere il centro del colore stabilito.
Le spolette dovrebbero essere conservate bene in ordine in una scatola munita di coperchio.

photo credit: Gonzaga Arredi

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Indicazioni di Maria Montessori

fonte: http://www.gutenberg.org/files/29635/29635-h/29635-h.htm

Dopo la costruzione della scala marrone e della scala con le aste della lunghezza, mentre il bambino è contemporaneamente impegnato con materiali per lui più difficili, come i tre tipi di solidi geometrici e le tavolette liscio-ruvido, si possono introdurre anche le spolette dei colori, un materiale molto attraente per i bambini.
Si tratta di tavolette rivestite con filo di seta lucida in colori sfumati.  Il set è composto da due scatole separate, ciascuna contenente 64 colori, cioè 8 tinte diverse, ognuna delle quali ha 8 tonalità attentamente graduate dalla più scura alla più chiara.

Il primo esercizio da presentare al bambino è quello dell’accoppiamento dei colori: il bambino dovrà scegliere tra un gruppo di spolette che vengono poste di fronte a lui due spolette dello stesso colore, e porle sul tavolo una accanto all’altra.
L’insegnante, naturalmente, non offrirà al bambino tutte le 128 spolette in una volta, ma sceglierà inizialmente soltanto alcuni dei colori più brillanti, ad esempio rosso blu e giallo e preparerà tre o quattro coppie soltanto.
Poi, prendendo una spoletta, ad esempio quella rossa, chiederà al bambino di trovare tra le altre spolette quella uguale.
Fatto questo, l’insegnante porrà la coppia di spolette sul tavolo. Poi prenderà ad esempio il blu, ecc…

Infine il bambino ripeterà da solo l’esercizio, cioè  selezionerà da un gruppo di spolette disposte a caso (tre o quattro coppie di colori) le due spolette rosse, le due azzurre, le due gialle, ecc… e metterà le due spolette di ogni coppia una accanto all’altra.

In seguito, gradualmente, si potranno aumentare le coppie di spolette da accoppiare: i bambini di tre anni possono lavorare autonomamente anche con una dozzina di coppie.

Quando il bambino ha sperimentato a sufficienza ed il suo occhio ha acquisito la capacità di riconoscere i colori accoppiando quelli uguali fra loro, gli verranno offerte 8 alla volta le spolette che rappresentano le sfumature di ogni colore.

Questo esercizio gli permetterà di educare la percezione sottile  delle differenze delle tonalità di ogni colore.

Prendiamo ad esempio la serie blu: l’insegnante porrà le 8 spolette una accanto all’altra, a cominciare dal quella di colore più scuro, con il solo scopo di permettere al bambino di comprendere “cosa si deve fare”.

Poi metterà di nuovo in ordine casuale le spolette e lascerà libero di sperimentare spontaneamente.

Accade spesso che il bambino commetta degli errori: se lui ha capito l’idea e comunque sbaglia nel riordinare le tonalità di colore, questo significa il suo occhio non ha ancora maturato la capacità di percepire le differenze tra le tonalità di un colore.

E’ dunque solo l’esercizio dell’occhio che gli permetterà di distinguere queste sottili differenze, quindi nulla è più importante del lasciarlo in pace a fare tutti i tentativi vuole.

Ci sono due possibili modi per aiutarlo.

Il primo è suggerirgli di fare la sua prima scelta col colore più scuro del gruppo. Questo accorgimento faciliterà moltissimo le scelte successive, dando una direzione da mantenere costante.

Il secondo è di stimolare il bambino ad osservare tutte le volte che se presenta l’occasione, due oggetti vicini dello stesso colore ma di tonalità diverse, o anche di scegliere due sole tra le 8 spolette di un colore, e confrontarle tra loro, indipendentemente dalle altre 6. In questo modo il bambino avrà come punto di riferimento due tavolette in gradazione e non una soltanto, quindi imparerà a stare attento a quale tonalità deve stare vicina ad un’altra.

Dopo un po’ di esercizio, il bambino si divertirà molto a giocare a mescolare le 64 tavolette e poi sistemarle in otto file ordinate per tonalità di colore, e lo farà dimostrando un’abilità davvero sorprendente.

Con questo materiale non solo l’occhio, ma anche la mano del bambino viene educata a compiere movimenti fini e delicati, mentre nella sua mente si arricchisce la capacità di attenzione. Egli infatti non deve prendere in mano le spolette come capita, ma deve sempre evitare di toccare la seta colorata, e prendere le spolette dai pezzi di legno che si trovano in alto e in basso.

Per formare le coppie e le serie di tonalità deve posizionare le spolette una accanto all’altra a formare una linea precisa, in modo che la serie si presenti come un bel nastro in ombra. Questo è un atto che richiede una manualità notevole, che si ottiene solo attraverso molta pratica.

Questi esercizi rivolti al senso cromatico, nel caso di bambini più grandi, possono essere poi utilizzati per lo sviluppo della memoria.

Si invita un bambino a guardare attentamente un colore, poi si toglie la spoletta osservata dalla sua vista, e lo si invita a trovare il colore identico a quello osservato in un mucchietto di spolette, lasciando che sia solo la memoria del colore nell’occhio a guidarlo.

Con questo esercizio, mentre fa la coppia, non confronta più due oggetti della realtà tra loro, ma un oggetto e un’immagine impressa nella sua mente.

Ai bambini in genere questo memory dei colori piace molto, e dimostrano grande entusiasmo mentre, con l’immagine di un colore nella loro mente, ne cercano la realtà corrispondente nell’ambiente. E’ un vero trionfo per loro identificare l’idea con la realtà corrispondente, e tenere tra le mani la prova delle capacità mentali che hanno acquisito.

(fonte: http://www.gutenberg.org/files/29635/29635-h/29635-h.htm)

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Una presentazione generale

photo credit: Gonzaga Arredi

Scopo
diretto:
– percezione e discriminazione dei colori e delle tonalità;
indiretto:
– acquisizione di competenze relative alla motricità fine,
– esercizio delle capacità di attenzione e memoria.

Controllo dell’errore
– capacità del bambino di discriminare colori
– possono essere inseriti simboli sul retro delle spolette per marcare le coppie o le sequenze cromatiche per l’autocontrollo, ma non erano previsti  nel materiale originale. Ad esempio per le scale cromatiche si potrebbe mettere sul retro un punto per il tono più chiaro, due punti per il successivo, ecc…

Età
3 anni – 3 anni e mezzo per le serie 1 e 2
tre anni – quattro anni e mezzo per la serie 3

Nomenclatura
– il nome dei colori;
– chiaro – scuro,
– comparativi e superlativi.

Una raccomandazione
Quando è necessario dare una qualche spiegazione ad un bambino, questo andrebbe fatto brevemente, con il minor numero di parole possibile, e intervallandolo da pause.

La maggior parte dei materiali montessoriani è stato progettato in modo tale per cui il bambino dalla sola osservazione può trarre le modalità per un suo utilizzo corretto.

I telai delle allacciature o gli incastri solidi, ad esempio,  non hanno bisogno di una sola parola di spiegazione, nemmeno per avviare il bambino ad eseguire l’esercizio.

Altri materiali invece, come le aste e i blocchi, sono così tanto simili a normali blocchi da costruzione che, per il loro primo utilizzo devono essere presentati: il bambino ha bisogno che gli venga chiaramente spiegato come devono essere impiegati.

Questa spiegazione può anche essere data in perfetto silenzio: davanti al bambino, con calma e concentrazione, costruiamo la torre rosa, o la scala della lunghezza, o la scala marrone…

Con questi materiali si dovrebbe aver cura di osservare la regola per cui ogni materiale deve essere utilizzato soltanto per il suo proprio scopo, regola che serve ad evitare di generare confusione nella mente del bambino. Il bambino non dovrebbe mai usare, ad esempio,  le spolette dei colori per costruire case.

Nemmeno deve essere però forzato ad eseguire l’esercizio sui colori ad ogni costo, se in quel momento sente invece il desiderio di costruire case.

Allora la cosa migliore è offrirgli un altro materiale adatto alla costruzione di case, come un mazzo di carte, piccole pietre, blocchi da costruzione, che possono essere anch’essi tenuti sempre a portata di mano del bambino, ma mai confusi col materiale strutturato.

Gli esercizi con le spolette dei colori si presentano nelle stesso periodo in cui si presentano anche gli esercizi tattili che rappresentano una prima preparazione alla scrittura, in particolare gli esercizi con tessuti diversi e con le tavolette del liscio e del ruvido.

Quando il bambino ha interiorizzato i primi semplici esercizi tattili e cromatici, via via tenta l’impresa di riconoscere tutte le gradazioni di liscio e di ruvido, e di più chiaro e più scuro.

La capacità dell’occhio di discriminare tra le più piccole differenze di tono viene portata avanti costantemente, attraverso una serie di esercizi che portano ad una sempre maggior precisione della percezione visiva.

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Presentazioni

Spolette dei colori Montessori: prima serie
– Spolette dei colori Montessori: seconda serie
Spolette dei colori Montessori: terza serie
Spolette dei colori Montessori: quarta serie.

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Disclaimer: “Per redigere questa mia presentazione ho utilizzato i miei album e appunti personali e consultato vari album di altri autori e articoli nel web. Per leggere online o acquistare le copie legali di tali opere consultate segui i link:
– Sensorial primary guide di Infomontessori.com
– Album for ages 3-6 – Sensorial di montessoriteacherscollective (Moteaco)
– Montessori teacher album – Sensorial di Montessorialbum.com
– Sensorial album di wikisori.org
Basic Montessori learning activities for under fives di David Gettman
– The casa 2,5-6 years – sensorial di montessoricommons
– Sensorial development di montessoriworld.org
Module 3: Exercises of sensory development di Montitute.com
– Sensorial teacher manual di khtmontessori.com
Primary class curriculum – second year di mymontessorihouse.com
Sensorial teaching manual – primary ages di montessoriprintshop
– Early childhood curruculum – Montessori sensorial manual di montessoritraining.net
Sensorial Manual Infant and Toddler e Sensorial Manual Early Childhood
di themontessoriparent.com, che ha suggerito l’aggiunta di questo disclaimer in accordo con la sua politica di copyright.
Ho inoltre consultato i testi di riferimento di Maria Montessori per gli esercizi sensoriali:
Il Metodo della Pedagogia Scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini
La scoperta del bambino
Per una bibliografia completa delle opere di Maria Montessori vai qui.

Aste della lunghezza Montessori – presentazione ed esercizi

Aste della lunghezza Montessori – presentazione ed esercizi. Si tratta di dieci aste che hanno tutte la stessa sezione quadrata, e lunghezze diverse (da 10cm a 100cm). L’unità di differenza tra ogni asta è di 10 cm.

Se si decide di costruirle in proprio, è importante che le misure siano molto precise, poichè la lunghezza di ogni segmento è parte integrante dell’esercizio.

Per quanto riguarda le misure, la sezione per le aste che si trovano in commercio ed anche in genere nelle Case dei bambini è di 2,5  x 2,5 cm, mentre in origine Maria Montessori ha parlato di una sezione di 4 x 4 cm.

Anche il colore delle aste della lunghezza, che ora è diventato rosso, in origine doveva essere o il verde, o un’alternarsi di segmenti rossi e blu (cioè si potevano usare come aste della lunghezza le aste numeriche).

Le aste andrebbero conservate sulla mensola bassa di uno scaffale, a portata di bambino, allineate lungo il margine sinistro dalla più lunga alla più corta.

photo credit: Gonzaga Arredi 
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Aste della lunghezza Montessori – presentazione ed esercizi

Età: 3 anni e mezzo – 4 anni

Nomenclatura:
lungo e corto;
i gradi dell’aggettivo: positivi, comparativi e superlativi

Scopo

diretto: discriminazione visiva e tattile delle differenze di dimensioni (lunghezze); formazione della memoria muscolare in relazione alla qualità della lunghezza;

indiretto: preparazione per la matematica. E’ consigliabile presentare le aste della lunghezza anche ai bambini che sanno già contare bene, in quanto in realtà non si tratta di un materiale per la matematica, ma di un materiale per lo sviluppo sensoriale che non ha direttamente a che fare col contare, quanto con l’interiorizzazione di più concetti matematici che il bambino affronterà negli anni successivi, e che lo aiuteranno nella comprensione di concetti chiave quali quello dei sistemi decimali.

La torre rosa, la scala marrone e le aste della lunghezza  aiutano inoltre a disciplinare l’attenzione e la memoria, grazie al processo che il bambino pone in essere quando trasporta il materiale dallo scaffale verso il tavolo o il tappeto, e viceversa, e deve ricordare come fare. Rappresentano tutti e tre anche un utile esercizio fisico motorio e di equilibrio: un po’ alla volta i bambini diventano abbastanza abili da riuscire a trasportare, ad esempio, l’intera torre rosa tutta in una volta e senza far cadere nemmeno il pezzo più piccolo.

Controllo dell’errore
Solo quando il bambino è in grado di discriminare le dimensioni può vedere la disarmonia che si crea alla presenza di un errore. Questo è forse il gioco più difficile tra quelli utilizzati per la percezione sensoriale delle dimensioni, ed è normale aspettarsi dai bambini un certo numero di errori. Il materiale delle aste della lunghezza, infatti, non è di per se stesso auto-correttivo, e il bambino impara solo poco a poco a correggere i propri errori grazie alla sua sola capacità di osservazione, e poi a non farli.

Materiale necessario:
– dieci aste della lunghezza
– un tappeto di grandi dimensioni o due tappetini identici da posizionare sul pavimento a forma di L.

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Aste della lunghezza Montessori

Presentazione con indicazioni verbali (trasporto delle aste in orizzontale)

1. L’insegnante  porta le aste sul tappeto, trasportandole  una  alla volta prendendole alle due estremità con le due mani. Il bambino può decidere di aiutarla. Le aste saranno in ordine sparso. Quindi si prepara a scegliere le aste, una ad una, dalla più lunga alla più corta. Ogni volta sceglie un’asta, la tocca leggermente facendo scorrere su di esse la punta delle dita delle due mani. Quando il bambino imiterà questo gesto, gli sarà molto utile per percepire col tatto le lunghezze.

2. L’insegnante prende l’asta più lunga  e la pone sulla parte destra del tappeto, verso il margine più lontano a lei e al bambino, dicendo: “Questa asta è la più lunga”,

3. quindi procede con l’esercizio prendendo l’asta più lunga tra quelle rimaste e posizionandola accanto alla prima, dicendo: “Questa asta è più corta di questa”.

4. il processo si ripete con tutte aste rimanenti. Posizionando ogni asta nella giusta sequenza, la si può descrivere come più corta dell’asta precedente; dell’ultima si potrà dire che è “la più corta di tutte”.

5. Ora l’insegnante disferà il suo lavoro ponendo le aste nuovamente in ordine sparso sul lato sinistro del tappeto, ed inviterà il bambino a ripetere da solo l’esercizio.

6. A lavoro ultimato, si riporranno le aste in ordine sullo scaffale.

Come leggerete più sotto dalle parole stesse di Maria Montessori, se sentite il bisogno di correggere il lavoro del bambino frequentemente o di aiutarlo, il modo migliore per farlo è lasciare la stanza… Non importa infatti il raggiungimento immediato del risultato, quanto che il bambino sia concentrato e provi piacere dal suo agire per tentativi ed errori di fronte al materiale presentato.

Se invece stiamo lavorando con un bambino che presenta problemi di apprendimento e che ha bisogno di interazione e di guida, l’atteggiamento migliore che possiamo tenere è quello di attendere il termine dell’esercizio, e poi, se ci sono delle aste fuori posto, inginocchiarci a fianco del bambino e mostrargli come ogni asta, a partire dalla più piccola, è più lunga di quella che la precede, toccando le aste una ad una.

Quando arriviamo all’asta non posizionata correttamente, avendo ripercorso tutto il processo a ritroso per arrivare all’errore (e non puntando subito ad esso) la differenza  sarà chiara.

Dopo la correzione, è possibile eseguire con la mano un secondo controllo, per verificare nuovamente come ogni asta successiva è più lunga della precedente.

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Aste della lunghezza Montessori
Presentazione in silenzio (trasporto delle aste in verticale)

1. L’insegnante dice al bambino: “Ho qualcosa da farti vedere, ma abbiamo bisogno del tappeto grande (o di due tappeti da srotolare a forma di L)”, quindi si fa accompagnare da lui verso lo scaffale e indica le aste dicendo: “Queste sono le aste della lunghezza”.

2. Poi mostra al bambino come prendere le aste una ad una, per portarle al tappeto. Ogni asta si prenderà facendo scendere la mano dall’alto ed afferrando l’asta al centro, tra pollice e altre dita; quindi la si fa scivolare lungo la mensola e la si porta verso il corpo (circa all’altezza della vita) mettendo sotto alla mano destra anche la sinistra.

3. Quando tutte le aste si trovano sul tappeto in ordine sparso, il bambino si metterà alla sinistra dell’insegnante, entrambi in ginocchio, quindi l’insegnante sceglierà con grande cura e concentrazione l’asta più lunga e la posizionerà orizzontalmente verso il margine più distante del tappeto

4. Posizionata l’asta più lunga, si potrà o proseguire la sequenza, dicendo al bambino: “Sai, ora devo cercare proprio un’asta in particolare da mettere dopo questa”, oppure si può decidere di chiedere al bambino stesso di andare a prendere l’asta più lunga tra quelle che sono rimaste da prendere.
In entrambi i casi l’insegnante posizionerà ogni asta con movimenti puliti e precisi, allineando bene il margine sinistro a filo,  e dopo facendo scorrere con tocco leggero la mano per verificare l’allineamento.

5. Al termine della presentazione l’insegnante smonta la scala a partire dall’asta più piccola, pondendo le aste in ordine sparso a sinistra, ed inviterà il bambino a ripetere da solo l’esercizio. Eventualmente, per aiutarlo ad iniziare, potrà chiedere al bambino con quale asta pensa di iniziare, e se il bambino dimostra di aver capito, potrà proseguire l’esercizio autonomamente.

6. Concluso l’esercizio, l’insegnante aiuta il bambino a riporre le aste sulla mensola dello scaffale, iniziando il trasporto dall’asta più lunga. Ora le aste sono a disposizione della libera scelta del bambino per i giorni seguenti.

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Aste della lunghezza Montessori
Estensione dell’esercizio con le aste della lunghezza

Una volta che il bambino si muove con sicurezza e competenza nella costruzione della scala, si può proporre al bambino un nuovo esercizio.

Si tratta, una volta ultimata la costruzione, di prendere l’asta più lunga, e posizionarla davanti a sè, quindi di prendere tra quelle rimaste la più lunga e la più corta, e di metterle sotto ad essa allineate: il bambino vedrà come le due aste insieme sono lunghe come la prima da sola.

Quindi si prosegue con altre due aste, sempre la più lunga e la più corta tra quelle rimaste, e così via…

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Aste della lunghezza Montessori
L’esercizio spiegato da


fonte: http://www.gutenberg.org/files/29635/29635-h/29635-h.htm

Le aste della lunghezza sono dieci aste, di colore verde, o alternativamente rosse e blu, che hanno tutte la stessa sezione quadrata di quattro centimetri, e lunghezza variabile da dieci centimetri a un metro.

Il bambino disperde le dieci aste su di un grande tappeto e le mescola a caso.  Poi, confrontando asta con asta, le organizza in base al loro ordine di lunghezza, in modo tale che esse assumano una forma simile a quella delle canne d’organo.

L’insegnante, mentre i bambini eseguono i loro esercizi, li osserva sempre senza mai perdere di vista i loro sforzi, ma qualsiasi sua correzione sarà indirizzata solo a prevenire l’uso improprio e disordinato del materiale, e non verso gli eventuali errori che il bambino può fare nel collocare le aste nella giusta sequenza.

La ragione sta nel fatto che l’errore che il bambino compie, è sempre causato da mancanza di esperienza, e la ripetizione dell’esercizio, affinando la sua capacità di osservazione, lo porterà prima o poi a correggersi da solo.

A volte capita che un bambino, lavorando con le aste della lunghezza, commetta gli errori maggiori. Poiché lo scopo dell’esercizio, tuttavia, non è che le aste siano disposte nel loro giusto ordine, quanto piuttosto che il bambino impari a lavorare da solo, non c’è alcun bisogno di intervenire.

Un giorno il bambino sicuramente metterà tutte le aste nel loro giusto ordine, e poi magari, pieno di gioia, sarà lui a chiamare l’insegnante perchè venga ad ammirare il suo lavoro; così lo scopo dell’esercizio sarà  raggiunto.

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Aste della lunghezza Montessori
Qualche video


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Disclaimer: “Per redigere questa mia presentazione ho utilizzato i miei album e appunti personali e consultato vari album di altri autori e articoli nel web. Per leggere online o acquistare le copie legali di tali opere consultate segui i link:
– Sensorial primary guide di Infomontessori.com
– Album for ages 3-6 – Sensorial di montessoriteacherscollective (Moteaco)
– Montessori teacher album – Sensorial di Montessorialbum.com
– Sensorial album di wikisori.org
Basic Montessori learning activities for under fives di David Gettman
– The casa 2,5-6 years – sensorial di montessoricommons
– Sensorial development di montessoriworld.org
Module 3: Exercises of sensory development di Montitute.com
– Sensorial teacher manual di khtmontessori.com
Primary class curriculum – second year di mymontessorihouse.com
Sensorial teaching manual – primary ages di montessoriprintshop
– Early childhood curruculum – Montessori sensorial manual di montessoritraining.net
Sensorial Manual Infant and Toddler e Sensorial Manual Early Childhood
di themontessoriparent.com, che ha suggerito l’aggiunta di questo disclaimer in accordo con la sua politica di copyright.
Ho inoltre consultato i testi di riferimento di Maria Montessori per gli esercizi sensoriali:
Il Metodo della Pedagogia Scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini
La scoperta del bambino
Per una bibliografia completa delle opere di Maria Montessori vai qui.

Poesie e filastrocche: san Giovanni – 24 giugno

Poesie e filastrocche: san Giovanni – 24 giugno. Una raccolta di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

San Giovanni va nei campi nell’ardor del mezzogiorno
quiete immensa tutt’intorno, sopra il cielo tutto blu
il sorriso suo giocondo, benedice la natura
e ogni specie che matura. (L.Schwarz)

(in costruzione)

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

La scala marrone Montessori

La scala marrone Montessori – indicazioni per la costruzione del materiale in proprio, per la presentazione e l’utilizzo coi bambini. Si tratta di una serie di 10 prismi di colore marrone,  della stessa lunghezza (20 cm), ma che differiscono in altezza e larghezza, andando da 10cm x 10cm x 20cm per il più spesso, a 1 cm x 1 cm x 20cm per il più sottile.

Se decidiamo di costruire in proprio il materiale, il bambino può partecipare alle rifiniture passando la carta vetrata e dando il colore o la cera.

La scala marrone fa parte di una serie di materiali progettati da Maria  Montessori  per aiutare i bambini a fare paragoni tra dimensioni diverse.

E’ un set formato da dieci prismi che mostra ai bambini variazioni sequenziali di larghezza, permettendo alle loro mani e ai loro occhi di esplorare queste differenze di qualità.

 
 
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La scala marrone Montessori

Età: 3 anni -3 anni e mezzo

Scopo:

Diretto: discriminazione visiva dello spessore

Indiretto: affinamento del movimento volontario, educazione muscolare della presa di oggetti con la mano, preparazione alla matematica, preparazione ai concetti chiave della geometria piana, alla superficie e al volume.

Controllo dell’ errore:
Il controllo dell’errore rimane affidato alla capacità percettiva del  bambino e alla sua abilità nel discriminare le dimensioni.

Nomenclature:

spesso e sottile
grado dell’aggettivo: positivo, comparativo, superlativo

Materiale necessario:

– Scala marrone
– Un tappeto di colore chiaro e contrastante.

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La scala marrone Montessori
Presentazione individuale dell’esercizio, con istruzioni verbali

Invitiamo il bambino dicendo: “Ho qualcosa da farti vedere”.

“Per questa lezione, avremo bisogno di un tappeto”, quindi il bambino andrà a  prenderne uno e  lo srotolerà sul pavimento.

Adesso possiamo andare con lui allo scaffale dove abbiamo collocato la nostra scala marrone, dicendo: “Questa è la scala marrone”.

Mostriamo al bambino come prendere il blocco più sottile della scala, cioè prendendolo al centro dall’alto, con tutte le dita

facciamo scivolare lentamente il blocco e togliamolo dallo scaffale

teniamo il blocco in verticale, all’altezza della vita

Ora possiamo portare il blocco sul tappeto, e poi possiamo con l’aiuto del bambino andare a prendere tutti gli altri, ponendoli sul lato destro del tappeto in ordine sparso.  Trasportiamo i blocchi uno alla volta, e per quelli più grandi mostriamo al bambino che può aiutarsi mettendo sotto ad esso la manina sinistra.

Una volta che tutti i blocchi sono sul tappeto, il bambino starà al nostro fianco, sul lato sinistro del tappeto.

Con attenzione prendiamo il blocco più grossa  (utilizzando entrambe le mani), e poniamolo sull’angolo sinistro del tappeto, lontano dal bordo inferiore.

Ora possiamo rivolgerci al bambino dicendogli che stiamo cercando un altro blocco in particolare.

Quindi scegliamo il secondo blocco e lo poniamo con cura davanti al primo blocco, prendendolo sempre con due mani.

Con movimenti curati e precisi proseguiamo la costruzione della scala, ogni nuovo blocco sempre più vicino a noi, facendo attenzione ad allineare con precisione ogni blocco. Dopo aver posto ogni nuovo blocco, facciamo scorrere la mano lungo il lato sinistro dei blocchi.

Terminata la scala, controlliamo nuovamente facendo scorrere la mano.

Smontare la scala a partire dal blocco più sottile e porre i blocchi in ordine sparso sul lato destro del tappeto.

Ora possiamo invitare il bambino a costruire lui stesso la scala. Per aiutarlo a iniziare, possiamo chiedergli con quale blocco vuole iniziare. Se ha compreso, è in grado di lavorare da solo.

Una volta terminato l’esercizio il bambino ricomporrà la scala sulla mensola dello scaffale, pronta ad essere riutilizzata nei prossimi giorni tutte le volte che lo desidererà,  poi riavvolgerà e porterà il tappeto al suo posto.

La scala marrone Montessori
Presentazione individuale dell’esercizio, in silenzio

Questo esercizio può essere eseguito su un tavolo e sul tappeto.

Sediamoci a fianco del bambino.

Posizioniamo  i blocchi marroni sul piano del tavolo o sul tappeto. Dovrebbero essere tutti nella stessa direzione in modo che il bambino possa vedere lo stesso lato di ogni blocco, ma naturalmente non devono essere allineati in gradazione di spessore.

Posizioniamo il blocco più spesso sul piano del tavolo o sul tappeto, distante da noi. Prendiamo sempre il blocco in modo che la tua mano lo afferri per la larghezza: questo contribuirà a formare nel bambino un’impressione muscolare dello spessore di ogni blocco, quando prenderà i blocchi nello stesso modo.

Allineiamo uno dopo l’altro i  blocchi, passando dal più alto e largo al più basso e sottile. Facciamo una piccola pausa dopo ogni selezione, in modo che il bambino possa percepire  che valutiamo attentamente ogni nostra scelta, prima di prendere ed allineare ogni blocco. Mostrare anche che controlliamo che ogni blocco sia ben allineato agli altri, a filo.  Mantenere silenzio e concentrazione.

Se il bambino comincia a partecipare o direttamente nella scelta del blocco da prendere, o indirettamente verificando con la sua mano la corretta sequenza della scala, permettiamogli tranquillamente di portare a termine lui stesso l’esercizio completando la scala.

Quando la scala è completa, naturalmente sarà necessario rimettere nuovamente i blocchi in ordine sparso per poter ripetere l’esercizio.

Incoraggiare il bambino a ripetere l’esercizio da solo anche nei giorni successivi.

Può essere che faccia qualche errore le prime volte, ma saranno errori che in gran parte il bambino sarà in grado di auto correggere.

Se i primi tentativi fatti in autonomia dal bambino non portano subito alla realizzazione della scala sequenziale, manteniamo sempre salda la nostra fiducia, e pensiamo sempre che, indipendentemente dal risultato, il bambino sta lavorando nella direzione del suo maggior bene.

Ricordiamo sempre che i punti fondamentali di questo tipo di esercizio stanno nel processo di scelta dei pezzi e nel lavoro di comparazione e confronto tra di essi: e  un giorno, finalmente, il bambino riuscirà senza il nostro intervento a capire come fare per costruire la sua scala secondo la corretta sequenzialità dei pezzi.

Frequentemente capita che i bambini sbaglino più volte nella scelta dello stesso, ma poi accade sempre che un bel giorno si rendono conto dell’errore. E questo è sentito come un grande successo.

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La scala marrone Montessori
L’esercizio come descritto da Maria Montessori

Il bambino pone in ordine sparso i dieci pezzi su un tappeto di colore chiaro, e poi inizio a costruire la scala, a volte partendo dal blocco più spesso, a volte dal più sottile, ma ponendoli sempre nel loro giusto ordine di gradazione.

L’esercizio sembrerebbe più facile, dal punto di vista sensoriale, rispetto a quello degli incastri solidi, ad esempio. È invece un dato di fatto che sia molto più difficile, perchè il materiale non contiene in sè il controllo dell’errore, ed è solo l’occhio  del bambino, da solo, a fungere da controllo.

Qui la differenza tra i vari blocchi deve colpire l’occhio, ed è  per questo motivo che vengono utilizzati oggetti così grandi. Pure, la capacità visiva necessaria per eseguire l’esercizio, presuppone una preparazione precedente, in particolare con l’esercizio con gli incastri solidi.

Oggetti “grandi e piccoli” sono quelli che differiscono solo per dimensioni e non anche per forma, come avviene per i cubi della torre rosa. Quando invece cambia solo la dimensione della sezione, mentre la lunghezza rimane la stessa, gli oggetti sono rispettivamente “spessi e sottili”.

Dopo un periodo di uso spontaneo del materiale, l’insegnante potrà procedere con la lezione in tre tempi all’insegnamento della nomenclatura relativa, come fatto per la torre rosa:

Tempo 1:  Denominazione. L’insegnante dirà “Questo è spesso”, oppure: ” Questo è sottile”.

Tempo 2: Riconoscimento.  L’insegnante chiederà al bambino: “Dammi il blocco spesso.” , oppure: “Dammi il sottile”.

Tempo 3: Pronuncia della parola.  L’insegnante domanderà al bambino: “Che cos’ è questo?”

C’è un modo per aiutare il bambino a riconoscere le differenze di dimensione ed a collocare gli oggetti in gradazione corretta. Dopo la lezione sulla nomenclatura appena descritta, l’insegnante può mettere i dieci pezzi della scala in ordine sparso su di un tappeto, e poi chiedere al bambino: “Mi dai il pezzo più grosso di tutti?”. Quando lui glielo porterà, l’insegnante lo metterà su di un tavolo. Poi di nuovo inviterà il bambino a portarle il pezzo più grosso tra quelli rimasti sul tappeto,  e porrà questo secondo blocco sul tavolo, allineato al primo in sequenza. E via così… In questo modo il bambino si abituerà ad osservare sempre con attenzione scegliendo sempre il pezzo più spesso o il pezzo più sottile tra quelli a disposizione, e questo sarà una guida che lo aiuterà poi  a realizzare  da solo la sua scala.

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La scala marrone Montessori
Qualche video:

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Disclaimer: “Per redigere questa mia presentazione ho utilizzato i miei album e appunti personali e consultato vari album di altri autori e articoli nel web. Per leggere online o acquistare le copie legali di tali opere consultate segui i link:
– Sensorial primary guide di Infomontessori.com
– Album for ages 3-6 – Sensorial di montessoriteacherscollective (Moteaco)
– Montessori teacher album – Sensorial di Montessorialbum.com
– Sensorial album di wikisori.org
Basic Montessori learning activities for under fives di David Gettman
– The casa 2,5-6 years – sensorial di montessoricommons
– Sensorial development di montessoriworld.org
Module 3: Exercises of sensory development di Montitute.com
– Sensorial teacher manual di khtmontessori.com
Primary class curriculum – second year di mymontessorihouse.com
Sensorial teaching manual – primary ages di montessoriprintshop
– Early childhood curruculum – Montessori sensorial manual di montessoritraining.net
Sensorial Manual Infant and Toddler e Sensorial Manual Early Childhood
di themontessoriparent.com, che ha suggerito l’aggiunta di questo disclaimer in accordo con la sua politica di copyright.
Ho inoltre consultato i testi di riferimento di Maria Montessori per gli esercizi sensoriali:
Il Metodo della Pedagogia Scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini
La scoperta del bambino
Per una bibliografia completa delle opere di Maria Montessori vai qui.

La torre rosa Montessori

La torre rosa Montessori – descrizione del materiale, consigli per costruirla in proprio, indicazioni per la presentazione e l’utilizzo coi bambini, con lezioni in tre tempi pronte. L’obiettivo che Maria Montessori mira a raggiungere attraverso l’uso del suo materiale sensoriale è riordinare il bagaglio e l’accumulo percettivo e affinare i sensi attraverso la capacità di cogliere differenze.

Il materiale consente fondamentalmente due tipi di attività:
appaiare: riconoscere gli uguali e disporli a coppie
graduare: riconoscere i simili e disporli in serie.

La funzione del materiale sensoriale dunque non  è quella di presentare al bambino impressioni nuove, ma di portare ordine e sistematicità nella miriade di impressioni che ha ricevuto e continua a ricevere.
Ognuno dei materiali sensoriali, usato in modo corretto, aiuta la mente infantile a mettere a fuoco una particolare qualità e, attraverso una manipolazione attiva, a trasformarla in concetto.
Non si correggono gli eventuali errori, determinati da mancanza di sviluppo, perchè sara appunto la ripetizione dell’esercizio che porterà nel bambino un progresso.
Si deve soltanto impedire che egli faccia un uso disordinato del materiale, cioè che lo usi per scopi diversi da quelli per il quale è stato costruito.


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La torre rosa Montessori

età: dai tre anni

tipo di materiale: materiale sensoriale

nomenclatura: grande e piccolo

scopo diretto: coordinazione oculo-manuale, educazione del senso visivo alle grandezze ed alle proporzioni fra le dimensioni, riconoscimento e denominazione degli opposti

scopo indiretto: memoria muscolare, irrobustimento della mano e delle braccia, preparazione indiretta alla mente matematica e alla scrittura
controllo dell’errore: è affidato all’occhio del bambino, ma può anche essere dato dal movimento di distensione della mano.

La torre rosa è composta da una serie di dieci cubi decrescenti con lo spigolo che diminuisce gradualmente di cm 1. Il cubo più piccolo ha lo spigolo di cm 1, il più grande ha lo spigolo di cm 10.

Si tratta di un set da costruzione che non manca in ogni scuola montessoriana, ma è interessante notare che nonostante ciò viene raramente presentato al bambino nel modo in cui era stato originariamente previsto.

Maria Montessori aveva esposto la sua idea in relazione all’uso della torre (che almeno inizialmente non era rosa, ma di legno non colorato), che prevedeva la costruzione simmetrica, utilizzando i dieci blocchi in sequenza. Ma aveva anche previsto che i bambini avrebbero provato grande gioia nel buttar giù la torre con una bella spinta al termine del lavoro. Secondo la Montessori, il grande contrasto tra attento lavoro di costruzione e successiva distruzione fosse perfetta per questa fascia d’età (i tre anni).

Purtroppo, la presentazione del materiale della torre rosa col tempo è cambiata, ed all’abbattimento della torre è stato sostituito lo smontaggio progressivo. Probabilmente questo è dovuto all’alto costo del materiale, ed al fatto che la vernice rosa dei cubi si può facilmente rovinare e i cubi stessi col tempo si possono ammaccare.

La torre rosa va esposta in aula, montata, su un ripiano basso dello scaffale oppure su uno sgabellino basso, in modo tale che il bambino possa vedere come è formata.

Quando il bambino desidera  lavorare con la torre rosa, porterà sul suo tappeto i pezzi, magari uno alla volta.

Nella presentazione del materiale useremo la presa a tre dita per i pezzi più piccoli, e la presa con due mani per i pezzi più grandi.

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La torre rosa Montessori
Presentazioni

Materiale necessario
torre rosa
tappetino (non morbido)

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La torre rosa Montessori
Presentazione individuale:

1 l’insegnante invita il bambino ad unirsi a lei nell’esercizio

2 il bambino srotola il tappeto sul pavimento, poi insieme a lui va a prendere i cubi e li posano sul tappeto.

3 l’insegnante posiziona il cubo più grande al centro del tappeto, poi mette via via sopra di esso gli altri cubi in ordine decrescente.

4 l’insegnante abbatte la torre con un colpo della mano.

5 Ora lascia che il bambino costruisca la torre. Quando la torre è ultimata, insegnante e bambino si fermano ad osservarla

6 il bambino può abbattere la sua torre.

7 Al termine del lavoro  (i bambini possono aver piacere a ripetere l’esercizio anche più volte), si riassembla la torre sulla mensola o sullo sgabello predisposti

8 quindi il bambino riarrotola il tappeto e lo ripone.

Se si lavora con un bambino molto piccolo, è anche possibile presentare una serie di tre cubi sequenziali alla volta in modo tale da formare prima delle piccole torri.

Se si vuole procedere in questo modo, naturalmente è importante che i cubi non utilizzati siano lontani dalla vista del bambino.

Questa scelta inoltre permette di introdurre il materiale della torre rosa anche con bambini molto piccoli, ed evitando di scegliere i cubi più piccoli si evitano eventuali rischi di soffocamento.

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La torre rosa Montessori
Presentazione di gruppo

I bambini sono seduti in cerchio. Il maestro dice: “Oggi vorrei presentarvi la torre rosa.”

Alcuni bambini rispondono che la conoscono già, ma questo non impedisce loro di rimanere seduti in attesa, perchè di certo pensano: “Voglio proprio vedere come la farà lui”, o qualcosa di simile.

In mezzo al cerchio delle sedie c’è un tappeto rotondo. Il maestro si alza, va allo sgabello su cui si trova la torre, prende il più piccolo dei cubi, lo mette amorevolmente sull’altra mano e lo porta camminando con solennità fino al tappeto.

Così per tutti e dieci i cubi.

Mettendoli nella mano la mimica è così accentuata che i bambini possono verificare solo guardando la differenza di peso. Andando su e giù lentamente e in modo concentrato, si rende chiaro che ogni parte della torre rosa è importante allo stesso modo, sia essa grande o piccola, pesante o leggera.

Poi il maestro osserva con soddisfazione i dieci cubi  sparsi sul tappeto: sembrano un dipinto di Kandinsky.

Va con lo sguardo da un cubo all’altro, poi sceglie il più grande e lo mette al centro del tappeto.

Poi confronta allo stesso modo le parti rimaste per trovare il cubo più grande rimasto e lo mette al centro del cubo precedente.

Continua in questo modo fino a che anche il cubo più piccolo viene messo, con grande precauzione, in cima alla torre.

E’ bello vedere come i bambini seguano lo sguardo del maestro e si sentano sollevati quando prende il cubo giusto per costruire la torre.

Poi il maestro cammina intorno alla torre per ammirare in silenzio l’opera, in tutte le sue parti.

Poi sposta tutti i cubi della torre in modo che siano tutti a filo su uno spigolo e accarezza delicatamente, con due mani, i due lati laterali della torre.

Poi fa scendere il cubo più piccolo su ogni gradino della torre, su un lato verso il basso, e dall’altro lato nuovamente verso l’alto per rimetterlo al suo posto. Nel farlo bisogna sempre cambiare mano.

Con questo gioco delle mani, che cambiano ad ogni cubo, demolisce poi la torre e rimette i singoli cubi in ordine sparso sul tappeto.

La presentazione termina rimettendo tutto a posto sullo scaffale. Si può anche chiedere ai bambini se vogliono aiutare, ed è interessante osservare allora come si organizzino in maniera autonoma e come si mettano d’accordo per rimettere a posto la torre, secondo il giusto ordine di grandezza dei cubi.

Dopo la presentazione è importante che noi adulti ci teniamo semplicemente a disposizione senza intervenire, lasciando i bambini liberi di provare e di esprimersi a modo loro.

Alcuni, preso un cesto o un vassoio, ci mettono tutti i cubi in una sola volta per trasportarli al posto di lavoro. A volte diventa una sorta di sfida spostare l’intera torre o magari metà, da un posto all’altro.

E’ interessante osservare anche i diversi metodi di costruzione della torre rosa: ci sono bambini che lavorano molto per fare una costruzione regolare, altri sono curiosi di cominciare con il cubo più piccolo, come base, mettendo via via tutti gli altri fino al cubo più grande, per sperimentare le leggi della statica.

Particolarmente amata è anche la combinazione torre rosa-scala marrone, o altre più complesse con aste numeriche, incastri solidi, cilindretti colorati e altri materiali sensoriali, per far nascere vere e proprie opere architettoniche.

La torre rosa Montessori
Metodo del gioco spontaneo prima della lezione in tre tempi

L’educazione di ciò che può essere chiamato il piano inferiore, l’educazione cioè che mira a sviluppare le competenze sensoriali e motorie del sistema nervoso come strumento di coscienza, col metodo Montessori inizia quando il bambino molto piccolo è attratto, ad esempio, dalla vista dei grandi cubi rosa che formano la cosiddetta torre, la sceglie, e comincia a giocare.

Non avrà bisogno di alcun aiuto, perchè i blocchi stessi sono una guida sufficiente e fungono di per sè stessi da correttivo per gli eventuali errori.

Quando il bambino, dopo aver giocato un po’ con i cubi rosa che formano la torre, vede che il blocco più grande è certamente la base della torre, l’educazione delle sue capacità di attenzione è cominciata, e mentre la sua manina gestisce i blocchi, imparando a poco a poco metterli uno sopra l’altro nella sequenza corretta, il suo senso muscolare già risvegliato inizia a svilupparsi.

Poi, se l’insegnante gli mostra come passare la mano leggermente dal basso verso l’alto della scala, si allena anche il suo senso del tatto che,  combinato col senso della vista, stimola la capacità di discriminazione.

Il bambino è ora pronto per la cosiddetta lezione in tre tempi di Seguin, che Maria Montessori ha adattato al suo materiale per permettere al bambino di apprenderne l’uso corretto e riceverne esperienze preziose per l’educazione sensoriale e motoria.

Nel primo periodo l’insegnante  prende il blocco più grande della torre con la quale il bambino ha prima giocato spontaneamente, e dice: “Questo è il blocco maggiore, il maggiore…”, e il bambino ripeterà questa parola.

Poi, prendendo il cubo più piccolo che sta all’apice della torre, lo mostrerà al bambino dicendo: “Questo è il minore, il minore…” fino a quando il bambino non ripeterà anche lui questa parola.

I due pezzi,  che sono in così  forte contrasto per grandezza, vengono poi mostrati insieme, mentre l’insegnante dice: “Questo è il maggiore, questo è il minore…”, e il bambino ripeterà indicando i blocchi.

Quando il bambino è pronto per il passo successivo, l’insegnante dice: “Dammi il cubo maggiore” , oppure: “Dammi il cubo minore”.

Se il bambino non riesce a rispondere con l’azione corretta, l’insegnante torna di nuovo al primo periodo,  in considerazione del fatto che il bambino ha dimostrato di non essere pronto pronto per questo passo.

Se invece il bambino risponde correttamente dimostrando  di aver imparato a discriminare le due grandezze in relazione ai concetti di maggiore e minore, è pronto per il terzo passo, che è il più difficile da interiorizzare per il bambino, e quindi non deve essere affrettato né si deve costringere il bambino ad affrontarlo se non è pronto.

L’insegnante prende il blocco più grande e chiede: “Che cubo è questo?”.  Se il bambino è pronto, risponderà: “E’ il maggiore”, ma se questo non avviene è consigliabile tornare nuovamente al primo e al secondo tempo, fino a quando il bambino non sarà in grado di rispondere prontamente e con precisione.

Questo è un buon esempio di lezione in tre tempi, che si basa sull’utilizzo di un materiale  molto semplice per la presentazione ai bambini più piccoli. Lo stesso principio però viene seguito con tutti i materiali montessoriani: l’insegnante  sceglie in un primo momento due elementi in forte contrasto tra loro  e gradualmente arriva a gradazioni sempre più sottili, portando il bambino a sempre più fini e più sottili discriminazioni.

Le lezioni in tre tempi dovrebbero sempre essere precedute da un periodo di uso spontaneo del materiale. Maria Montessori aveva una grande fiducia nella serietà dei bambini verso ciò che chiamiamo il loro gioco.

Sta a noi organizzare i suoi spazi in modo tale per cui il bambino sia portato a vedere che ogni gioco è un problema da risolvere, e che possa sempre attraverso il suo gioco spontaneo trovare la soluzione corretta.

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La torre rosa Montessori
Estensione dell’esercizio

Scopo del gioco con la torre rosa è imparare la differenza tra grande e piccolo, e quando il bambino progredisce abbastanza nell’affinamento del senso della vista, il gioco può essere variato ponendo i blocchi in disordine in un lato della stanza ad una certa distanza dal luogo in cui il bambino costruirà la sua torre.

Il bambino dovrà andare a prendere un cubo alla volta; ,ciò comporta che, quando il bambino lascia la sua torre per andare a prendere il cubo necessario a proseguire la costruzione, dovrà “portare la dimensione nel suo occhio”, e scegliere il cubo che gli serve facendo appello alla sua  memoria visiva.

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La torre rosa Montessori
La descrizione dell’esercizio fatta da Maria Montessori

Con questi cubi il bambino costruisce una torre:  prima pone a terra (su un tappeto), il più cubo più grande, e poi impila i successivi dal più grande al più piccolo. Appena ha costruito la torre, la abbatte con un colpo della mano,  in modo che i cubi si spargano di nuovo sul tappeto, pronti ad essere ricomposti.

Come al solito, l’insegnante, facendo lei stessa l’esercizio per prima, mostrerà al bambino come devono essere organizzati i pezzi della serie, anche se molto più frequentemente nella casa dei bambini accade che i piccoli imparino guardando i compagni. Comunque l’insegnante partecipa sempre con l’osservazione, non perdendo mai di vista gli sforzi dei bambini; qualsiasi correzione sarà indirizzato a prevenire l’uso approssimativo o disordinato del materiale, e non verso eventuali errori che il bambino può compiere nel collocare i cubi in ordine di gradazione.

La ragione di questo comportamento è che gli errori che il bambino fa sono causati dalla sua mancanza di sufficiente esercizio, ed è la ripetizione dell’esercizio che, affinando la sua capacità di osservazione, lo condurrà prima o poi a correggersi da solo.

La torre rosa (insieme alla scala marrone e alle aste della lunghezza) fa sì che il bambino arrivi con competenza a muoversi, a maneggiare, a trasportare oggetti che sono difficili per lui da afferrare con la sua piccola manina.

Ancora una volta, dal loro utilizzo, si aiuta l’educazione dell’occhio al riconoscimento delle differenze di dimensioni tra oggetti simili.

La particolare importanza del senso dell’udito deriva dal fatto che è l’organo di senso direttamente collegato con il linguaggio.

Pertanto, per educare l’attenzione del bambino a seguire i suoni ed i rumori che si producono nell’ambiente, di riconoscerli e di discriminarli tra loro, è bene  preparare la sua capacità di attenzione a seguire  i suoni del linguaggio articolato.

L’insegnante deve avere grande cura nel  pronunciare in modo chiaro e completo i suoni della parola ogni volta che parla con un bambino, deve inoltre parlare a voce bassa, quasi come a dirgli un segreto.

Quando insegna qualcosa, deve pronunciare lentamente le parole, separando i suoni che compongono la parola pronunciata.

Un’opportunità molto speciale per la formazione di un linguaggio chiaro e preciso nel bambino piccolo è data dalle lezioni nelle quali si presenta ai bambini la nomenclatura relativa ai vari esercizi sensoriali.

In ogni esercizio sensoriale, infatti, quando il bambino ha riconosciuto le differenze tra le qualità degli oggetti, l’insegnante sottolinea l’idea di questa qualità con una parola.

Così, quando il bambino ha più volte costruito e ricostruito la torre rosa, al momento opportuno l’insegnante gli si avvicina, e prendendo i due cubi estremi, il più grande e il più piccolo, glieli mostra dicendo: “Questo è grande”,oppure: “Questo è piccolo”. Le due parole, “grande” e “piccolo”, vengono pronunciate più volte di seguito, con grande enfasi e con una pronuncia molto chiara: “Questo è grande, grande, grande …”; dopo di che c’è un momento di pausa.

Poi l’insegnante, per verificare che il bambino abbia compreso, fa le seguenti prove: “Dammi quello grande”, oppure: “Dammi il cubo piccolo”.  Ancora una volta: “Quello grande”. “Ora il piccolo”. “Mi daresti il cubo grande?”. Poi c’è un’altra pausa. Infine, l’insegnante, indicando gli oggetti, chiede: “Che cosa è questo?”. Il bambino, se ha imparato, risponde correttamente: “Grande”.  “Piccolo”.

Oggetti grandi e piccoli sono quelli che differiscono solo per dimensioni e non anche per  forma, sono cioè tutte le serie nelle quali le tre dimensioni (altezza, larghezza e lunghezza) degli oggetti considerati variano in modo proporzionale.

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La torre rosa Montessori
Qualche video

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Disclaimer: “Per redigere questa mia presentazione ho utilizzato i miei album e appunti personali e consultato vari album di altri autori e articoli nel web. Per leggere online o acquistare le copie legali di tali opere consultate segui i link:
– Sensorial primary guide di Infomontessori.com
– Album for ages 3-6 – Sensorial di montessoriteacherscollective (Moteaco)
– Montessori teacher album – Sensorial di Montessorialbum.com
– Sensorial album di wikisori.org
Basic Montessori learning activities for under fives di David Gettman
– The casa 2,5-6 years – sensorial di montessoricommons
– Sensorial development di montessoriworld.org
Module 3: Exercises of sensory development di Montitute.com
– Sensorial teacher manual di khtmontessori.com
Primary class curriculum – second year di mymontessorihouse.com
Sensorial teaching manual – primary ages di montessoriprintshop
– Early childhood curruculum – Montessori sensorial manual di montessoritraining.net
Sensorial Manual Infant and Toddler e Sensorial Manual Early Childhood
di themontessoriparent.com, che ha suggerito l’aggiunta di questo disclaimer in accordo con la sua politica di copyright.
Ho inoltre consultato i testi di riferimento di Maria Montessori per gli esercizi sensoriali:
Il Metodo della Pedagogia Scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini
La scoperta del bambino
Per una bibliografia completa delle opere di Maria Montessori vai qui.

Le bambole e l’antroposofia di Rudolf Steiner seconda parte

La “bambola Waldorf” è molto presente nel web e in molte delle nostre case,  e forse è interessante leggere cosa ne dice l’antroposofia…

Il mio personale parere è brevemente riassunto qui http://www.lapappadolce.net. Trovo però utile la pubblicazione di questi due articoli intanto per chi crede (perchè di credo si tratta, come vedrete) nell’antroposofia, perchè sono articoli  abbastanza rari,  e poi per le persone che magari sono affascinate dall’indubbia bellezza degli ambienti e dei materiali delle scuole steineriane, ma non ne conoscono i presupposti… Conoscere è importante…

Questo genere di bambola non è stato inventato da Rudolf Steiner: sono le bambole dei bambini poveri, che sempre le mamme hanno confezionato per i loro bambini prima dell’avvento della produzione in serie, della plastica, e dell’estetica e dei bisogni indotti dal marketing.

I bambini ricchi avevano la bambola di porcellana, i bambini poveri giocavano con la bambola fatta con le foglie del mais (da cui la famosa bambola annodata), o con figure intagliate approssimativamente nel legno, o con uno straccio annodato, appunto… Oppure le mamme e le nonne facevano le bambole di pezza ai loro bambini. Quello che ha fatto Steiner è stato “canonizzare” il modello e inserirlo all’interno di un complesso impianto filosofico-teologico, cosa che ha fatto praticamente con ogni possibile aspetto della vita (dall’agricoltura all’arredamento all’abbigliamento a tutte le arti e non mi dilungo). Ma così oggi ha senso parlare della bambola di pezza, come della “bambola Waldorf”, e in questo modo un’importantissima tradizione continua a vivere.

Come sempre dico, io credo che la bambola fatta a mano sia un giocattolo bellissimo, qui c’è in mio manuale se può esservi d’aiuto:

qui: ebook bambole Waldorf

bellissimo farla e bellissimo giocarci, ma mi sento libera di non credere a quanto ci si vuole mettere dietro; pure rispetto chi lo crede, se è consapevole e altrettanto rispettoso.

Questi articoli  sono comparsi in Von der Wurde des Kindes intorno agli anni ’70, il primo (Pensieri aforistici sulle bambole) a firma di Anne Schnell, il secondo (Bambole e animali nella stanza dei bambini) di Johanna Veronica Picht. Li ho rimaneggiati  parecchio nel tentativo di renderli il più comprensibili possibile a tutti. Le parti in grassetto sono quelle che più direttamente fanno riferimento alla confezione della bambola…


Bambole e animali nella stanza dei bambini

Secondo Steiner tutto ciò che il bambino vive nel suo ambiente, lascia in lui profonde impressioni, e non solo immagini-ricordo. Il bambino infatti non imita soltanto le persone, ma anche il colori, le forme, e la qualità degli oggetti che lo circondano, e imitando tutto muove in lui sentimenti, e questi sentimenti poi sono gli stessi che si trovano implicati nella costruzione dei suoi organi interni: le impronte lasciate dalle immagini divengono un ricordo indelebile scritto nel corpo del bambino.

In altre parole il corpo trattiene le esperienze dell’infanzia.

Chiediamoci dunque quale significato possono rivestire la prima bambola o il primo animale giocattolo del bambino, visto che si tratta dei due oggetti più frequentemente proposti.

Consideriamo la bambola. Ce ne sono di tutti i tipi: grandi e piccole, dure e morbide, vestite sfarzosamente o avvolte in semplici stoffe, con occhi che di aprono e si chiudono, con un meccanismo parlante; sono fabbricate in serie oppure cucite a mano, avvolte con un panno, annodate, legate o intagliate nel legno.

Eppure nessuna di queste bambole  può competere con ciò che il bambino stesso, con la sua fantasia creatrice, eleva al ruolo di bambola. Spesso è un pezzo di legno a trasformarsi in bambola, oppure un paio di pagliuzze legate fra loro, oppure una borsa dell’acqua calda avvolta in un panno. Con un vecchio pannolino si possono svolgere, la sera a letto, interessanti discussioni; oppure  una palla colorata con la sua coda di strisce colorate, di quelle che si preparano per giocare in estate, può essere portata a passeggio nella carrozzina.

E’ un bisogno primario del bambino quello di possedere una bambola, amarla, curarla e portarla in giro con sè. La bambola dà al bambino la possibilità di trasferire su di lei ciò che lui stesso sperimenta nel suo rapporto con la mamma, di confidare le proprie gioie e le proprie preoccupazioni, come si trattasse di una parte di sè, a volte dandole addirittura il proprio nome.

Il bambino secondo Steiner sta ancora compiendo il suo cammino di incarnazione ed è al tempo stesso molto aperto, con dedizione, al mondo esteriore. In lui interno ed esterno non sono ancora divisi. Così nel gioco il bambino si trova in un elemento creativo di libertà, e che offre possibilità molteplici.

Il bambino piccolo non sperimenta la bellezza esteriore della bambola, ma ciò che egli stesso ha messo della sua interiorità in ciò che per lui assume il ruolo di bambola. Se la bambola è vecchia, sporca e lacera, la mamma deve avere grande sensibilità per cogliere il giusto momento per rinnovarla o ripararla senza ferire il bambino, magari con piccole modifiche graduali.

La separazione da una bambola dovrebbe essere sempre lasciata alla decisione del bambino. Spesso la primissima bambola viene conservata per lunghissimo tempo dai bambini: la farfalla non è ancora volata via da questa bambola… Esiste un’identità di termine, nella lingua tedesca, per indicare la bambola e il bozzolo da cui si libererà poi la farfalla. La parola è Puppe per entrambi, quasi che la bambola contenesse in sè anche una farfalla che attende di volare via, come il bambino che esce dalla sua infanzia.

La bambola è un’accompagnatrice, una confidente, un’amica capace di consolare, un aiuto nel cammino del divenire dell’uomo e un sostegno a trovare se stessi. Come immagine dell’uomo  il bambino esercita con lei le qualità sociali di base.

Come deve essere una bambola, perchè possa rispondere al meglio alla sua funzione?

Intanto la bambola deve lasciare libera la fantasia infantile, quella fantasia infantile che anima la bambola (le dà un’anima): la bambola deve poter piangere o ridere, star sveglia o dormire.  Deve anche poter diventare facilmente un principe o una principessa, un bambino o una bambina. Ma non solo.

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

Le bambole e l’antroposofia di Rudolf Steiner – prima parte

In qualità di adulti o di giovani in cammino di crescita, dovremmo essere in grado di vivere come il bambino vive nei suoi processi di fantasia mentre gioca con la sua bambola. Per poter comprendere questa affermazione però, dobbiamo fare riferimento a quanto esposto da Rudolf Steiner proprio in relazione alla bambola, ed ai nessi esistenti tra la bambola, l’estetica, la spiritualità e la pedagogia.

La “bambola Waldorf” è molto presente nel web e in molte delle nostre case,  e forse è interessante leggere cosa ne dice l’antroposofia… Il mio personale parere è brevemente riassunto qui http://www.lapappadolce.net. Trovo però utile la pubblicazione di questi due articoli intanto per chi crede (perchè di credo si tratta, come vedrete) nell’antroposofia, perchè sono articoli  abbastanza rari,  e poi per le persone che magari sono affascinate dall’indubbia bellezza degli ambienti e dei materiali delle scuole steineriane, ma non ne conoscono i presupposti… Conoscere è importante…

Questo genere di bambola non è stato inventato da Rudolf Steiner: sono le bambole dei bambini poveri, che sempre le mamme hanno confezionato per i loro bambini prima dell’avvento della produzione in serie, della plastica, e dell’estetica e dei bisogni indotti dal marketing. I bambini ricchi avevano la bambola di porcellana, i bambini poveri giocavano con la bambola fatta con le foglie del mais (da cui la famosa bambola annodata), o con figure intagliate approssimativamente nel legno, o con uno straccio annodato, appunto… Oppure le mamme e le nonne facevano le bambole di pezza ai loro bambini. Quello che ha fatto Steiner è stato “canonizzare” il modello e inserirlo all’interno di un complesso impianto filosofico-teologico, cosa che ha fatto praticamente con ogni possibile aspetto della vita (dall’agricoltura all’arredamento all’abbigliamento a tutte le arti e non mi dilungo). Ma così oggi ha senso parlare della bambola di pezza, come della “bambola Waldorf”, e in questo modo un’importantissima tradizione continua a vivere.

Come sempre dico, io credo che la bambola fatta a mano sia un giocattolo bellissimo, qui c’è in mio manuale se può esservi d’aiuto: https://www.teacherspayteachers.com/Product/manuale-per-realizzare-le-bambole-Waldorf-1938893


bellissimo farla e bellissimo giocarci, ma mi sento libera di non credere a quanto ci si vuole mettere dietro; pure rispetto chi lo crede, se è consapevole e altrettanto rispettoso.

Questi articoli  sono comparsi in Von der Wurde des Kindes intorno agli anni ’70, il primo (Pensieri aforistici sulle bambole) a firma di Anne Schnell, il secondo (Bambole e animali nella stanza dei bambini) di Johanna Veronica Picht. Li ho rimaneggiati  parecchio nel tentativo di renderli il più comprensibili possibile a tutti. Le parti in grassetto sono quelle che più direttamente fanno riferimento alla confezione della bambola…


Pensieri aforistici sulle bambole

In qualità di adulti o di giovani in cammino di crescita, dovremmo essere in grado di vivere come il bambino vive nei suoi processi di fantasia mentre gioca con la sua bambola. Per poter comprendere questa affermazione però, dobbiamo fare riferimento a quanto esposto da Rudolf Steiner proprio in relazione alla bambola, ed ai nessi esistenti tra la bambola, l’estetica, la spiritualità e la pedagogia.

Nella delicata relazione che si sviluppa giorno dopo giorno tra adulto e bambino, tutto ciò che si crea attorno a una bambola che la mamma stessa ha realizzato, può diventare una vera scuola di amore umano e amore di vita, e donare al bambino gioia nei rapporti e gioia di vita;  nutre inoltre le sue forze vitali favorendo lo sviluppo sano del suo corpo, della sua anima e del suo Io.

Per meglio esporre il suo pensiero, Steiner porta un  confronto tra la “cosiddetta bella bambola” e una “bambola veramente bella“. La prima, che ai suoi tempi sapeva solo parlare e muovere gli occhi, e che oggi sa  fare molto di più, ha avuto origine dall’idea che ha prodotto anche i robot.

La bambola veramente bella, che ci viene descritta da Steiner, può essere semplicemente costituita da un pezzo di stoffa annodato o legato, in modo tale che nella parte superiore si formi la testa, con occhi naso e bocca, di cui gli ultimi due non sono indispensabili. Se poi si annodano i due angoli superiori e quelli inferiori, questa bambola avrà anche braccia e gambe.

Rudolf Steiner parla in modo esteso ed approfondito della bambola, mettendola in relazione al bambino dai due anni e mezzo fino ai cinque anni, e illustrando ciò che caratterizza questo periodo della vita: una particolare fantasia che si sviluppa proprio in questa età, una fantasia viva e ricca di stimoli, ma anche meravigliosamente delicata in questo suo primo attivarsi.

Secondo l’antroposofia prima della nascita si verificano tutta una serie di eventi sovrasensibili, cioè di carattere spirituale, difficili da cogliere col nostro pensare moderno, ma secondo Steiner da considerarsi come scientifici, seppure nel nostro linguaggio manchino perfino i termini per definirli. E’ secondo lui necessario, quindi, introdurre un altro concetto nella nostra moderna immagine del mondo. E senza credere in questa realtà spirituale, non si può comprendere il concetto di fantasia infantile, nè come questa rappresenti una forza salutare che rappresenterà una risorsa dell’uomo per tutto l’arco della sua vita.

In un breve testo,  “Educazione del bambino e preparazione degli educatori”,  Rudolf Steiner parla della nascita del bambino come costituita in realtà da una sequenza di varie nascite, poichè considera l’uomo formato non solo dal corpo fisico, ma da altri tre corpi: il corpo delle forze vitali o di crescita (che chiama corpo eterico), il corpo delle forze dell’anima (che chiama corpo astrale o senziente) e il corpo dell’Io. Avvengono più nascite, appunto perchè questi corpi non nascono contemporanemente.

L’antroposofia crede fermamente nella reincarnazione e nell’esistenza di una gerarchia molto dettagliatamente classificata di “entità spirituali” (angeli, arcangeli, serafini, cherubini ecc…). Tra queste entità le più alte, in armonia con il cammino che l’individualità umana ha compiuto sulla terra di incarnazione in incarnazione, prima della nascita del bambino  lavorano con l’aiuto della corrente ereditaria alla costruzione del corpo fisico dell’essere che vuole nascere, e questo rispettando anche il destino di tale individualità. Le forze eteriche materne che lo avvolgono, attive nella corrente ereditaria, collaborano a questo lavoro per formare nel nascituro le sue funzioni vitali, e naturalmente anche il padre del bambino collabora in questo lavoro di costruzione.

Via via viene descritta la nascita dei vari corpi.

In particolare si afferma che l’Io del bambino resta inizialmente avvolto nella sua anima, come una meravigliosa immagine. Per questo, in questo periodo della vita che comincia col periodo embrionale e termina circa col terzo anno di età, è possibile leggere nei sentimenti innati di un bambino quale sia il suo destino individuale. Io e corpo dell’anima costruiscono insieme il corpo delle forze vitali, e questo fa crescere il corpo fisico del bambino. Quindi Io, anima e forze vitali insiemi agiscono insieme nel corpo fisico, costruiscono gli organi interni, e sono forze attivissime come detto fino ai tre anni, anche se permangono con intensità minore fino al cambio dei denti.

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Lavoretti per la primavera uccellini – 100 e più progetti

Lavoretti per la primavera uccellini – 100 e più progettiUna collezione di tutorial per realizzare coi bambini del nido, della scuola d’infanzia e primaria vari lavoretti primaverili sul tema uccellini…

… uccellini  origami, pittura, paper cutting, progetti di riciclo di vari materiali,  stampa, collage, mollette da bucato, riciclo, quilling, modellaggio, e anche progetti di cucito per le mamme…

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1

1. uccellini – aquilotto in cartoncino, tutorial e modello pdf di http://www.allkidsnetwork.com/

2

2. uccellini – piume e cartoncino (o un rotolo di carta igienica),  tutorial di http://www.daniellesplace.com/

3

3. uccellini – pettirosso realizzato con l’impronta del piede via http://pinterest.com/ (non si riesce a risalire all’autore del lavoretto)

4

4. uccellini – uccellino realizzato con un sacchetto di carta, tutorial di http://www.education.com/activity

5

5. uccellini – collage tutto realizzato con cuori, tutorial di http://www.momentsofmommyhood.com/

6

6. uccellini – pettirosso, tutorial di  http://happyhooligans.wordpress.com/

7

7. uccellini – con un bottone… tutorial di http://notime2bbored.blogspot.it

8

8. uccellini – piatto di carta e impronta delle mani, di http://ourhomeschoolfun.blogspot.it/

9

9. uccellini – rotoli di carta igienica, di http://happyhooligans.wordpress.com/

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10. uccellini – di sassi… tutorial di http://www.marthastewart.com/

11

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

Lavoretti per la primavera: farfalle, bruchi e libellule – 50 e più progetti

Lavoretti per la primavera: farfalle, bruchi e libellule – 50 e più progetti: una collezione di tutorial per realizzare coi bambini del nido, della scuola d’infanzia e primaria vari lavoretti  sul tema …libellule farfalle bruchi origami, pittura, paper cutting, progetti di riciclo di vari materiali,  stampa, collage, mollette da bucato, quilling, modellaggio, e altro ancora…

 

1

1. farfalle, lucciole e libellule realizzate con materiali riciclati (chiavi, lampadine, mollette da bucato,…) e fil di ferro in vendita su http://www.etsy.com/

2

2. libellula di fil di ferro e perline, tutorial di http://www.cutoutandkeep.net/

3

3. scultura realizzata con carta da acquarello, molletta da bucato, scovolini, fil di ferro e pasta che indurisce (creta, carta pesta, play dough, e…), tutorial di http://www.kid-at-art.com/

 

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4. bruco realizzato con un cartone per uova e scovolini, tutorial di http://www.notimeforflashcards.com

 

5

5. lanterna con farfalle e stelline di carta (per rivestire un bicchiere di vetro), molto semplice da realizzare. Tutorial in vietnamita ma riccamente illustrato di http://kenh14.vn/

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6. bruco in stile  Eric Carle realizzato con le impronte delle mani, di http://www.sinkorswimblog.com

7

7. altro tutorial per realizzare farfalle e libellule con fil di ferro e perline; invece del tubicino di rame si può usare una vecchia penna o un pennarello che non scrive, facili da forare a caldo. Tutorial di http://www.birdsandblooms.com/

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8. farfalla realizzata con scovolini, molletta da bucato e perline, tutorial di http://indietutes.blogspot.it

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9. libellule realizzate con semi di acero, rametti e brillantini, tutorial di twigandtoadstool.blogspot.com

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

Poesie e filastrocche GIUGNO

Poesie e filastrocche GIUGNO – una raccolta di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

 Giugno

Sul bosco già placida cala
la sera,
ma un’invisibil cicala
persiste a sgranare tenace,
nella dolcissima pace,
la sua tiritera.
E, mentre l’ombra s’estende
e qualche stella compare,
s’ostina a voler prolungare
quel ritornello di roche
parole
che mettono ancora nella notte
un poco di sole. (L. Spina)

 

Canzone di giugno

Stormiscono le fronde
nell’aria greve e il sole
ride alle prataiole
ed alle biche bionde,
e rende tutto l’oro
il campo donde arriva
la canzone giuliva
dell’agreste lavoro.
Ecco, è piena la spiga
e la falce è nel pugno;
il buon sole di giugno
rallegra la fatica.
E la canzone sale
dal campo del lavoro
e s’accompagna a un coro
stridulo di cicale;
e sale il canto anelo
da bocche più lontane
lodando in terra il pane
ed il buon padre in cielo. (M. Moretti)

 

Giugno

Vieni giugno tutto d’oro! Che cos’hai nel tuo tesoro?
Pesche, fragole, susine, spighe spighe senza fine
prati verdi, biondi fieni, lampi tuoni arcobaleni
giorni lunghi, notti belle, con le lucciole e le stelle.

 

La canzoncina del mulino

Quando, a giugno, biondeggiare
per i bei campi fiorenti
vedo il gran che lieto ai venti
freme e ondeggia come un mare,
nella mia felicità
dico in cuor: “Se non mi inganno,
grazie al cielo, anche quest’anno
il lavor non mancherà”.
Un timor solo mi punge:
il timor della tempesta.
Ma che gioia, ma che festa
quando il gran vedo che giunge!
Me lo portan di lontano,
dicon tutti: “Buon mulino,
trita, trita, il nostro grano!”
Ed io macino contento,
e la ruota gira e canta:
dalle pale l’acqua infranta
spuma e brilla come argento. (U. Ghiron)

 

La canzone delle ciliegie

Il buon giugno ha maturato,
coi suoi raggi d’oro puro,
tutte rosse le ciliegie
tra il fogliame verde scuro.
Ora occhieggiano invitanti
ragazzini e ragazzine.
Rosse, nere, morettine,
ciliegione e ciliegine.
Con un paio di bei frutti
io vi faccio gli orecchini,
scintillanti, rossi e belli,
come fossero rubini.
Bimbi belli, bimbe care,
dai capelli bruni e biondi:
tutti ornati di ciliegie
siete ancora più giocondi.
Rosse, nere, morettine,
ciliegione, ciliegine. (R. Paccarie)

 

Sole di giugno

Giugno! Un bel sole rotondo
promessa del pane d’oro
splende sul nostro lavoro,
la festa alla gente del mondo.
Colma la casa di tutti,
carità buona e fiorita,
porta sapore ai frutti,
l’ombra di là dalla vita.
Porta letizia ai bambini,
provvidenza alle bicocche,
calabroni ai biancospini,
canti alle cune e alle rocce.
Porta miele agli alveari
incendia l’aureola dei santi,
beve nei fiumi e nei mari
con avide lingue fiammanti.
E muore ogni sera tra i monti,
felice del bene compiuto.
La terra gli scaglia un saluto
dall’arco degli orizzonti. (R. Pezzani)

 

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Bottigliette di sale colorato

Bottigliette di sale colorato tutorial. Un’attività che piace moltissimo, adatta anche ai bambini più piccoli. Il risultato finale è davvero molto bello.


Materiale occorrente:

– bottigliette di vetro (quelle dei succhi di frutta, ad esempio)
– sale fino
– gessetti colorati
– piattini di plastica (non di carta), che di solito hanno il fondo ruvido
– un imbuto
– poca plastilina per fare il “tappo”.

 

E’ una bellissima attività che si può proporre anche ai bambini più piccoli.

Durante la colorazione del sale, lo sfregamento dei gessetti produce un suono molto piacevole, ed è il bambino stesso a decidere l’intensità di colore che più gli piace.

Anche travasare il sale nella bottiglietta è molto interessante per i bambini: il loro sale colorato è molto prezioso, e quindi sono molto concentrati ed attenti a non perderne nemmeno un granello.

Poi guardano con grande soddisfazione il sovrapporsi dei vari strati di colore ed il formarsi di accostamenti e disegni…

Come si fa:

– ogni bambino riceve un piattino, mentre sale e cestino dei gessetti viene messo al centro.

– Un lato del tavolo serve per il travaso: lì allineiamo le bottigliette di ogni bambino, poi predisponiamo un vassoietto (o un altro piattino di plastica) e un imbuto.

– In questo modo i bambini imparano ad essere concentrati nello scegliere la propria bottiglietta, e imparano a rispettare il proprio turno di lavoro. Partecipano inoltre, nell’attesa, allo svolgersi del lavoro dei compagni.

– ogni bambino versa un po’ di sale (quanto vuole, nella presentazione basta spiegare che se si vogliono avere molti colori, è meglio colorare poco sale alla volta),  quindi sceglie un gessetto colorato e comincia a strofinarlo sul sale nel piattino

 

– Quando è soddisfatto del colore ottenuto, versa il sale nella sua bottiglietta

– Quando la bottiglietta è piena fino all’orlo, si tappa col pollice e si dà qualche colpetto sul tavolo, senza esagerare per non rovinare il disegno. In questo modo si fa uscire l’aria e si evita che col tempo la bottiglietta risulti più vuota di quello che i bambini ricordano.

– Si aggiunge il sale colorato che serve per raggiungere nuovamente l’orlo della bottiglietta, e quindi si tappa con della plastilina.

Poesie e filastrocche: il cane

Poesie e filastrocche: il cane. Una raccolta di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Il cane
Noi mentre il mondo va per la sua strada,
noi ci rodiamo, e in cuor doppio è l’affanno,
e perchè vada, e perchè lento vada.
Tal, quando passa il grave carro avanti
del casolare, che il rozzon normanno
stampa il suolo con zoccoli sonanti,
sbuca il can dalla fratta, come il vento;
lo precorre, rincorre; uggiola, abbaia.
Il carro è dilungato lento lento.
Il cane torna sternutando all’aia. (G. Pascoli)

Ah, cane briccone!
Quel grosso cappone
è un grasso boccone
ma è frutto di un furto!
Ah, cane birbone,
ingordo furfante,
leccardo brigante!
Tu scappi e io sbuffo
però se ti acciuffo
ti do una lezione
di santa ragione!

Cane fedele
Neve, freddo intenso.
Immobile, intirizzito,
un cane sta di guardia
davanti alla porta
di una misera casa.
Dice con gli occhi buoni:
“Vigilo la miseria,
sono fedele ed amo il padrone
anche se è molto povero.
(G. Serafini)

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Poesie e filastrocche ASINO MULO CAVALLO

Poesie e filastrocche ASINO MULO CAVALLO – una raccolta di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola materna e primaria.

Il muletto
Lontano lontano lontano
si sente suonare un campano
è un muletto per un sentiero
che si arrampica su su su!
Che tra i faggi piccolo e nero
si vede e non si vede più.
Ma il suo campanaccio si sente
sonare continuamente. (G. Pascoli)

 

L’asino
Asinello trotta trotta
con la soma sulla groppa
quando a casa tornerai
la tua biada tosto avrai.
Ma se accade che ti impunti
prima ancor che siete giunti
tu diventi, o somarello,
come il mulo tuo fratello
e può darsi che il padrone
somministri una lezione. (E. Minoia)

 

L’asino e le cicale
Fermatosi ad ascoltare le cicale
un asino invidioso, dalla strada
ingenuo chiese loro come accada
che avessero tale voce celestiale.
E quelle, conosciuto l’animale:
“Se come noi, anzicchè fieno e biada,
ti nutrissi soltanto di rugiada,
ti verrebbe una voce tale e quale.”
E il ciuco a tali detti, per un pezzo,
non mise mai più biada sotto il dente
sì che le ossa erano fuor del cuoio.
“Quale disdetta!” ragliò, “Or ch’ero avvezzo
a mangiar rugiada solamente,
invece di cantar ecco che muoio!”.

 

I tre asinelli
I tre asinelli
che vanno in Egitto
ah che piacere
oh che tragitto
andare a vedere
la stella polare
che brilla nel cielo
che cade nel mare.

 

Disse un asino
Disse un asino:
“Dal mondo voglio stima e rispetto
ben so come!” e così detto
in gran manto si serrò
oilà oilà oilà
in gran manto si serrò.
Indi ai pascoli comparve
con tal passo maestoso
che all’incognito vistoso
ogni bestia si inchinò.
Oilà oilà oilà
ogni bestia si inchinò.
E dai prati corse al fonte
a specchiarsi si trattenne
ma sventura! Non contenne
il suo giubilo, e ragliò.
Fu scoperto e fino al chiuso
fu dai fischi accompagnato
e il somaro mascherato
in proverbio a noi passò.
Oilà oilà oilà
in proverbio a noi passò.
Tu che base del tuo merito
veste splendida sol fai
taci ognor, se no scoperto
come l’asino sarai.
Oilà oilà oilà
come l’asino sarai.

 

Poesie e filastrocche ASINO MULO CAVALLO – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Poesie e filastrocche IL CORPO UMANO

Poesie e filastrocche IL CORPO UMANO – una raccolta di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Il corpo umano

A un congresso si vuole stabilire
quale parte val più del corpo umano.
Uno dice: “Non posso che asserire
che val di più la mano”.
E, dopo quello,
un altro grida: “Val di più il cervello!”
E un altro: “Gli occhi!”
E un altro: “Il cuore!”.
Il congresso ora è tutto un gran rumore.
“Perdinci! Qui si ignora
che è la mano che agisce e che lavora!”.
“Macchè! Macchè! E’ la mente
che fa dell’uomo un uomo intelligente!”.
“D’accordo! Ma che credi?
E’ per mezzo degli occhi che ci vedi!”.
“Viva il fegato!”, “No, viva il polmone!”.
D’un tratto, in mezzo a quella confusione,
un congressista salta su per dire:
“La volete finire?
Ciascun di voi sostiene
ciò che più vale. Ebbene,
mi sapete ora dir ciò che vale meno?
Lo stomaco? Il duodeno?
C’è qualcuno tra voi che è persuaso
di lasciarmi la lingua, oppure il naso?
O che rinunci anche soltanto a un etto
del proprio cervelletto?”.
Queste parole un gran silenzio accoglie.
E il congresso si scioglie. (A. Novi)

Quello che io ho
Ho una manina bella,
ne ho un’altra, sua sorella;
ho un paio di piedini;
due occhi birichini.
Ho poi due orecchiette
attente e curiosette.
Linguetta ne ho una sola,
ma in bocca lesta vola:
mi sa assai ben servire,
tutto oramai sai dire.
Ho il cuore per amare,
la testa per pensare.
Tutto quello che ho
chissà chi me lo donò. (Renzo Pezzani)

 

 

 

Quel che possiede un bimbo
Due piedi lesti lesti
per prendere e per dare;
due mani sempre in moto
per prendere e per fare;
una bocca chiacchierina
per tutto domandare,
due orecchie sempre all’erta
intente ad ascoltare;
due occhioni spalancati
per tutto investigare
e un cuoricino buono
per molto molto amare. (Lina Schwarz)

 

 

 

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Poesie e filastrocche I CINQUE SENSI

Poesie e filastrocche I CINQUE SENSI una raccolta di poesie e filastrocche sui cinque sensi, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

La torta
Con gli occhietti la guardò.
con le dita la toccò,
col nasino l’annusò.
con la bocca la gustò:
con le orecchie poi sentì
che la mamma lo sgridò. (V. Gaiba)

 

La vecchina
Era una fila di dentini,
e tutti lucidi, bianchi, piccini.
Ne avea la bimba, oh, quanta cura,
se li lavava con l’acqua pura.
Due sul davanti ne perse un giorno
ed un gran pianto suonò d’intorno.
Ci fu che rise: “Buondì, vecchina!
Hai, nella bocca, la porticina.
Che non ti scappi qualche bugia!
Chiudi la porta, vecchina mia!”  (A. Cuman Pertile)

 

La bimba e l’acqua
C’era una bimba che aveva paura
dell’acqua pura.
Quando la mamma sua la lavava
sempre strillava.
Un giorno l’acqua la rispecchiò
e le parlò:
“Vedi sei brutta, sporca così,
lavati qui”.
La bimba allora si vergognò
e si lavò.  (A. Cuman Pertile)

 

 

I cinque sensi

Dice la vista: -Guarda lì Pierino
che magnifica torta inzuccherata!-
Dice l’olfatto: -Mettici il nasino
e sentirai Pierino mio che odore!-
E il gusto: – E’ buona, assaggiane un pochino-.
Pierino assaggia, ma col batticuore…
Infatti alla mamma va l’udito
e dice: -Senti, corri che c’è un gatto,
un gatto ladracchiolo-. Eh! Ha capito
Pierino a scapaccioni cos’è il tatto. (Zietta Liù)

 

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Operazioni in colonna – Cartellini in bianco

Operazioni in colonna – Cartellini in bianco. Ho preparato queste schede in bianco per le operazioni in colonna. Ce ne sono con sole decine e unità, centinaia decine e unità, e migliaia centinaia decine e unità.

I colori sono quelli delle schede dei numeri Montessori.

I bambini le utilizzano liberamente per le loro esercitazioni, e poi le ripongono nel loro schedario individuale.

Operazioni in colonna

Cartellini pronti in formato pdf qui

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Operazioni in colonna

Poesie e filastrocche: topolini e criceti

Poesie e filastrocche: topolini e criceti – una raccolta di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Topino
il codino d’un topino
fuor dal buco un dì spuntò
venne il gatto quatto quatto
e coi denti l’afferrò
proprio in questa, questa è bella
un gran cane capitò
ed il gatto, quatto quatto
impaurito se ne andò
il topino il suo codino
dentro il buco ritirò.

 

Bice, il topolino
Sono Bice, un topolino
con due baffi ed un codino.
Mi piace rosicchiare
squittire e curiosare
giocare a girotondo
col gattone Edmondo
e poi correre in un buchetto
che per lui è troppo stretto
tanta voglia ho di studiare
che anche i libri so mangiare.

 

Il criceto
Caro criceto, hai calcolato bene
se aprire la casetta ti conviene?
Nel suo grembo la buona madre terra
al caldo ed al sicuro ti rinserra
mettendoti vicino nella stanza
ricche provviste e cibo in abbondanza.
Pure fatti coraggio, salta fuori,
e ricomincia ad ammucchiar tesori. (G. Grohmann)

 

Il topino
Il codino di un topino
fuor da un buco un dì spuntò.
Venne il gatto, quatto quatto,
e coi denti l’afferrò.
Proprio in quella, questa è bella,
un gran cane capitò,
ed il gatto, quatto quatto,
impaurito se ne andò.
Il topino il suo codino
dentro il buco ritirò.

 

I topini birichini
Dorme il gatto
quatto quatto
fa un topino
capolino
poi s’avanza
nella stanza.
Zitto e scaltro
n’esce un altro
poi anche un terzo
ma è uno scherzo?
Ad un tratto
miao fa il gatto
e sbadiglia
parapiglia.
In un lampo
vuoto è il campo
e i topini
birichini
han per ore
il batticuore.
Vanno avanti
or son tanti
dieci, venti,
fan commenti
giochi e sfide
burle infide
al micione
dormiglione.

 

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Poesie e filastrocche: lo scoiattolo, il ghiro e la marmotta

Poesie e  filastrocche: lo scoiattolo, il ghiro e la marmotta. Una raccolta di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Scoiattolo
Lieto fra ombre e sole, come il più bel giocattolo
nel bosco lo scoiattolo, ruba ghiande e nocciole
saluta poi dal ramo, il riccio buon vicino
“che dolce tempo abbiamo” “Buondì scoiattolino”
e alla talpa “Signora, come avete dormito?”
“Un sonno saporito, ma dormirei ancora”
Come dev’esser bello, avere un bosco intero
scherzare col ruscello, giocar senza pensiero. Aveva

Lo scoiattolino
Lo scoiattolino non riusciva più a dormire. Nella brezza del mattino che continuava a cullarlo, lassù sul cavo più alto del faggio, si sentiva pungere gli occhi da uno spino d’oro che invano cercava di togliere dalla zampina. Schiuse le palpebre, fece capolino da sotto la gran coda in cui era avvolto, sbirciò da uno spiraglio del tettuccio. Il sole lo guardava. Presto presto si strofinò gli occhietti, una scrollatina al pelliccione, arruffò il letto, afferrò una noce e si pose a sedere. Aveva molta fame, ma era anche ben provvisto: tutto il nido foderato di noci. Ne vuotava una, gettava via il guscio e ne tirava fuori un’altra da sotto il letto.
Così, quando nel pancino non ce ne stettero più, si diede una gran lisciata di baffi e si mise a considerare l’Universo.
(F. Tombari)

Lo scoiattolo
Ed ecco il piccolo corpo fulvo drizzarsi sottile ed elegante, poco più alto della coda, rimasta anche essa ritta e a ventaglio, luminosa contro la luce; ecco le zampine anteriori portar la nocciola alla bocca e farsi mani. Erano due manine aeree, bianche, che non avevano più nulla di ferino e pareva facessero un gioco, districassero una trina delicata. Anche il triturar fine dei denti, lesti lesti, aveva qualche cosa di infantile e di birichino. Le manine hanno lavorato non so per quanti minuti in quell’opera delicata, poi d’un tratto hanno lasciato cadere due pezzi di buccia. Allora il musino è rimasto per un momento assorto e contento, con le due zampette alzate e inoperose.
(F. Tombari)

I ghiri
Nella tana, babbo ghiro
fa: “Ron ron, dunque dormite!”.
E i ghirini, tutti in giro:
“Ron ron ron, sì sì, dormiamo!”.
Sbadigliando, mamma ghira,
fa un sorriso: “Bravi figli!”.
La famiglia si rigira
e ron ron, si riaddormenta.
C’è là fuori la tormenta!
C’è là fuori il freddo inverno!
“Sì, ron ron, che ce ne importa?
Noi dormiamo qui all’interno!”.

 

Il risveglio della marmotta
“Toc toc toc, in piedi marmotta
di alzarti è più che ora
non sai ancora stupidotta
che oggi arriva primavera?”
“Chi osa bussare al mio uscio
e disturbare il mio letargo?
Ma ora che ci penso bene
è meglio che io esca al sole”.
“Sono la donnola amica
senti fischiare il gaio merlo?
Alzati e lavati la faccia
poi vieni con noi a giocare”
“Ah, bondì, che tempo splendido!
Ma già gli alberi sono in fiore
ed è uno spettacolo magico
grazie per avermi chiamata!”

 

 

L’allegro scoiattolo Geraldino
Sembra volare tra i rami di pimo
e sull’abete sia bianco che rosso
saltella e zampetta a più non posso.
Rosicchia pinoli, noci e nocciole,
me fa grandi scorte,
qualcuno ne vuole?
E quando nel bosco scende la neve
che vola a fiocchi candida e lieve
nel morbido nido di muschi e licheni
dorme beato sonni sereni.

 

 

Lo scoiattolo Rossetto
Lo scoiattolo Rossetto,
coda all’aria, naso al vento,
guizza su, salta giù,
sempre vispo e affaccendato:
i suoi baffi gli hanno detto
che il calduccio se n’è andato,
che l’autunno non è eterno,
che l’inverno è già alle viste
e bisogna far provviste.
Già ci pensa, già raccoglie
muschio e foglie
per far calda la casina
e riempir le dispensine
di castagne e noccioline.

 

 

Lo scoiattolo
Lieto, tra ombra e sole,
come il più bel giocattolo,
nel bosco lo scoiattolo
ruba ghiande e nocciole.
Saluta poi dal ramo
il riccio buon vicino
“Che dolce tempo abbiamo!”
“Buondì, scoiattolino!”
E alla talpa: “Signora,
come avete dormito?”
“Oh, un sonno saporito,
ma dormirei ancora!”
Come dev’esser bello
avere un bosco intero!
Scherzare col ruscello,
giocar senza pensiero.

 

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. 

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Poesie e filastrocche INSETTI

Poesie  e filastrocche INSETTI – una collezione di poesie e filastrocche sugli insetti, per la scuola d’infanzia e primaria.

Insetti
… del buon Dio le mille bestioline
ivi si son raccolte: gallinette
di San Giovanni, erranti farfalline,
mantidi inginocchiate sulle erbette
quasi a pregare, magre e silenziose,
e pecchie intorno al tetto laboriose.
E vi sono pur anche le innocenti
cicale che per quanto è lungo il giorno
stridono sotto l’ali tralucenti.
(F. Mistral)

 

La cicala

Acuta tra le foglie degli alberi
la dolce cicala, di sotto le ali,
fitta vibra il suo canto, quando
il sole a picco sgretola la terra. Alceo (poeta greco)

 

Il grillo

Son piccin, cornuto e bruno;
me ne sto fra l’erbe e i fior:
sotto un giunco o sotto un pruno
la mia casa è da signor.
Non è d’oro nè d’argento,
ma rotonda e fonda ell’è:
terra è il tetto e il pavimento
e vi albergo come un re.
Canto all’alba e canto a sera
in quell’atrio o al mio covil;
monacello in veste nera
rodo l’erbe e canto april.
So che il cantico di un grillo
è una gocciola nel mar;
ma son mesto s’io non trillo:
deh, lasciatemi cantar! (G. Prati)

 

Il calabrone

Questo ispido villoso calabrone
l’ho trovato ubriaco fradicio
di polline e di rugiada,
nella campana di un fiore arancione.
Zampettava qua e là, ronzando
per uscire, ma non trovava più la strada.
Lo tirai fuori, ed ora è lì, che vola
in un raggio di sole tutto d’oro,
come un ubriacone che s’alza dal marciapiede
e s’incammina malsicuro, borbottando. (C. Govoni)

 

L’ape, la formica  e il baco

Su un gelso s’incontrò un baco da seta
intento a mangiucchiare
le ghiotte foglie, con la vecchia amica
l’ape, in cerca di miele, e la formica
affaccendata sempre ed irrequieta.
“Quanto, quanto da fare!”
diceva l’ape, “Ho tanto miele e cera
ancora da recare all’alveare
del mio vecchio padrone!
Ma godo sol pensando a quanto ghiotto
miele pei suoi piccini avrò prodotto.”
“Ed io, qui sto facendo indigestione,”
soggiunse il bravo baco,
“Per rendere più liete
le donne, con le mie lucenti sete.
Ma tu, cara formica,
che sempre intorno vai
con sì lunga fatica,
agli uomini che utile tu dai?”
E la formica: “Ciò che offro loro
vale più della sete e del miele;
é meglio di un tesoro:
l’esempio del lavoro”. (Favolello)

 

Poesie e filastrocche INSETTI – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Poesie e filastrocche: orso e panda

Poesie e filastrocche: orso e panda. Una raccolta di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Panda
Il panda è un orsetto curioso,
che ha gli occhi cerchiati di bianco
mi ha detto un compagno di banco,
di averne saputo il perchè
un giorno a una porta laccata,
ci volle il musetto accostare
e pur se era ancora bagnata,
da un buco all’interno spiare
così gli rimase quel segno,
che portano i panda suoi amici
che son nonostante le occhiaie,
dei sani orsacchiotti felici.

 

(in costruzione)

 

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Poesie e filastrocche: bovini

Poesie e filastrocche: bovini. Una raccolta di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Mucchina
Dammi, mucchina
quel tuo latte bello;
ti metterò un bel nastro
e un campanello.
Campanello d’argento
nastro azzurro,
dammi il tuo latte
che vo’ fare il burro. (Camilla Del Soldato)

 

Il bove
Al rio sottile, di tra vaghe brume,
guarda il bove, coi grandi occhi: nel piano
che fugge, a un mare sempre più lontano
migrano l’acque d’un ceruleo fiume;
ingigantisce agli occhi suoi, nel lume
pulverulento, il salice e l’ontano;
svaria su l’erbe un gregge a mano a mano,
e par la mandra dell’antico nume:
ampie ali aprono imagini grifagne
nell’aria; vanno tacite chimere,
simili a nubi, per il ciel profondo;
il sole immenso, dietro le montagne
cala, altissime: crescono già, nere,
l’ombre più grandi d’un più grande mondo. (G. Pascoli)

 

(in costruzione)

 

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Poesie e filastrocche: rane ranocchie e rospi

Poesie e filastrocche: rane ranocchie e rospi. Una raccolta di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Il ranocchio
Da mane a sera è sempre a bagno
dorme e vive nello stagno.
Ha l’aspetto proprio buffo
e sparisce con un tuffo.
Quando gracchia fa il suo verso
nel pantano sporco o terso.
Mangia insetti ed è mangiato
come cibo prelibato.
Nel passato con le streghe
ha condiviso molte beghe,
ma resta sempre un animale
che a un bimbo non fa male.
da Filastroccola…ndo – per le mamme e per i bimbi

 

(in costruzione)

 

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Poesie e filastrocche: il ragno

Poesie e filastrocche: il ragno. Una raccolta di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Ragno (L. Santucci)
Col lucido fil, di bava sottil
un nido d’argento, che oscilla nel vento
si fabbrica il ragno, fra il bosco e lo stagno.
Sussurra il ragnetto “D’impegno mi metto
con questa mia rete, bambini sapete
da sol mi procuro, ne sono sicuro
il letto e la cena: non vale la pena?”.

 

Il ragno
Un ragnetto birichino
stava chiuso in un buchino.
Vide il sole, uscì di lì,
vide un ramo, vi salì.
E pian piano, senza mano,
senza filo, senza ago,
una rete si cucì,
poi tranquillo vi dormì. (C. Bresadola)

 

Il ragno portacroce
Diceva alla libellula
il ragno tessitore:
“Ai tempi miei, da giovane,
ero un contemplatore;
lo sguardo fisso e attonito
al cielo ognor levavo
e di cercarmi i viveri
persin dimenticavo.
Poi giunse crudelissima
la cecità più nera
ed io mi misi a tessere
la tela mia leggera
cercando di ripetere
per chi vive quaggiù
i misteriosi circoli
che un dì vidi lassù”.
Allora la libellula
gli chiese incuriosita:
“E le innocenti vittime
cui suggi sangue e vita?”
Rispose il ragno subdolo:
“Dagli ospiti molesti
io devo pur difendere
i miei cerchi celesti!”. (G. Grohmann)

 

Il ragno e il baco da seta
“Signor baco, per favore,
non mi faccia perder tempo
mentre tesso il fil d’argento.
Guardi quanto ho lavorato
mentre lei si chiude in casa
per non esser disturbato!”
“Signor ragno, non lo sa?
La sua tela è per il vento
la mia casa è tutta seta
io la fo col mio lavoro
e mi faccio prigioniero
per donare un filo d’oro.

 

Ragnatela
Col lucido fil
di bava sottil
un nido d’argento
che oscilla nel vento
si fabbrica il ragno
fra il bosco e lo stagno.
Sussurra il ragnetto:
“D’impegno mi metto.
Con questa mia rete,
bambini, sapete,
da sol mi procuro
(ne sono sicuro)
il letto e la cena:
non vale la pena?” (L. Santucci)

 

Il ragno nel prato
Oh ragno nel prato,
che tessi la tela
con arte sì fina!
Che la rugiada
la ingemma dal cielo
al raggio che tocca
te pure, e ti svela
più brillante
di un velo di regina
a stendere il ponte
del filo sottile
tra stelo e stelo.
Dì tu, come fai,
che ali non hai?
La terra mi è madre
faccio opera umile
il filo a uno stelo sospendo
mi fermo e attendo.
Ed ecco un celeste momento
un alito nuovo di vento
lo lega allo stelo vicino
sul breve mio spazio:
ascendo, lo corro,
e ringrazio. (G. Salvadori)

 

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Poesie e filastrocche: la mosca

Poesie e filastrocche: la mosca. Una raccolta di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

La mosca
Mi ronza d’attorno insistente
curiosa.
Dovunque si posa:
sul bricco del latte, sul forno
lucente,
sul pane, sul terso bicchiere
che accosto alla bocca
per bere.
E vola nell’aria
(non varia
quel sordo ronzio), sul mio
quaderno si ferma, riposa…
che mosca noiosa! (M. Castoldi)

 

Il toro e la mosca
Postasi una mosca
sulla fronte di un toro,
gli disse con sussiego:
-Se peso troppo dimmelo, ti prego,
ed io volerò via-.
-Quanto a me- disse il toro
-vattene o resta come più ti piace.
Se tu, piccina mia,
non mi avessi avvertito,
che tu ci fossi non avrei sentito-. (Ugo Ghiron)

 

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Poesie e filastrocche sulle lucertole

Poesie e filastrocche sulle lucertole – una raccolta di poesie e filastrocche sulle lucertole, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia  e primaria.

 

Lucertolina
Lucertolina
di primavera,
sei ritornata!
La testolina
hai riaffacciata
sotto la spera
del primo sole
tra le viole… (D. Valeri)

 

Lucertolina
Lucertolina, col primo caldo,
ha messo un abito verde smeraldo,
e gode il sole, lieta ed arzilla,
lì sul balcone della sua villa.
Salve, buongiorno, lucertolina!
Alfin ti vedo, questa mattina!
Si può sapere dove sei staaa
nei meri rigidi dell’invernata?
Risponde pronta Lucertolina,
muovendo rapida la sua testina:
“Appena inverno giunge dai monti
e oscura i limpidi, vasti orizzonti
appena il freddo scende sul cuore
e spoglia l’albero, e uccide il fiore,
Lucertolina, per non soffrire
si chiude in casa e va a dormire.
(D. Patrignoni)

 

 

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Poesie e filastrocche LUCCIOLE

Poesie e filastrocche LUCCIOLE – una raccolta di poesie e filastrocche sulle lucciole, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Lucciole
Lucciole, lucciole, dove andate?
Tutte le porte sono serrate
son serrate al chiavistello
con la punta del coltello.
Lucciole, lucciole venite da me,
vi darò il pan del re
il pan del re e della regina
lucciola lucciola pellegrina. (canto popolare)

 

Luccioletta
Lucciolina, luccioletta
che m’illumini il cammino
dove vai così soletta
col tuo verde fanalino?
Se lo appendi su una siepe
pare un lume da presepe. (Luce)

 

Lucciola
O trepida luce che brilli
sull’erba dell’umido prato,
ti culla un concerto di grilli,
t’ammira un bambino incantato.
Dal cielo, milioni di stelle
t’invitan con loro, stasera;
in alto, fra quelle più belle,
ti innalzi felice e leggera.
O timida lucciola, resta
accanto a noi bimbi! Rimani
coi grilli a far festa,
o luce dai fremiti arcani.
E quando la notte che muore
s’accende dorata ad oriente,
avvinta ad un gambo di fiore,
tu spegni il tuo cuore lucente. (Antonio Libertini)

 

Girotondo delle lucciole
Gira in tondo, gira in tondo,
è più chiaro tutto il campo,
risplendente tutto il mondo.
Bimbi, lesti come il lampo:
son le lucciole arrivate
tra le spighe e i fiordalisi,
e vi annuncian che l’estate
porterà frutti e sorrisi.
Oh, danzate, lucciolette!
Ogni spiga in allegria
il buon pane ci promette:
e per tutti ce ne sia! (A. Rebucci)

 

Lucciole
Accendi il lumino, accendi,
presto, accendi, sorella:
la spiga è bionda e bella,
il papavero aspetta.
La formichina ha fretta,
è rimasta per via;
la coccinella
non sa più dove sia
il fiore, sua casetta.
Fa lume: sali, scendi;
la luna s’è celata,
la notte s’è ammantata
di buio, le è caduta
laggiù una stella.
Presto, accendi, sorella,
fa’ lume, aiuta
il grillo amico all’orlo della tana.
E vicina e lontana
di lucciole per l’aria
ondeggia la luminaria. (D. Rebucci)

 

Lucciola
Ondeggiando – la debole luce
si avvicina – con le sue ali leggere,
fragili,
la lucciola vola.
E luccica,
perchè teme
di restare nelle tenebre
sconosciuta da tutti. (Yu Ce-Nan)

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

Poesie e filastrocche – galline, pulcini e galletti

Poesie e filastrocche – galline, pulcini e galletti. Una raccolta di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

La chioccia e la massaia
Mamma chioccia a passettini
porta a spasso i suoi pulcini
ed a tutti a razzolare
presto insegna, ed a beccare.
Co co co, qui c’è un bruchetto
Co co co, lì c’è un insetto.
Veglia il cane in mezzo all’aia
e sorride la massaia
che già sogna altre covate
tutte sempre fortunate.

 

Galletto
Sulla porta del pollaio,
il galletto tutto gaio
col suo bel chicchirichì,
dà il saluto al nuovo dì.

 

Lo sbaglio del gallo
Alla casetta ove posava un gallo
picchiò la luna uscita fuor dal mare.
Vedendo l’aria empirsi di corallo
si scosse il gallo e si buttò a cantare.
Chicchirichì, il sole è qui!
Tanto cantò che udirono le stelle
e risero fra lor del grosso abbaglio
ma un vecchio asino aperse le mascelle
e protestò con un sonante raglio. (L. Schwarz)

 

Coccodè, coccodè
Coccodè, coccodè,
nel pollaio cosa c’è?
Sei pulcini sono nati
neri, bianchi, oppur striati.
Sotto l’ali, la chioccetta
i suoi bimbi chiama e aspetta.
Coccodè, coccodè,
nel pollaio questo c’è. (M. T. Rossi)

 

Nel pollaio
Ecco là: c’è un bel galletto
nel pollaio sopra il tetto
manda allegro al nuovo dì
cinque o sei chicchirichì.
Il pulcino lì vicino
tutto bello birichino
dopo sei chicchirichì
sarà lieto tutto il dì.
Poi ci son le gallinelle
fan le uova belle belle
le depongono per te
mentre cantan coccodè.

 

Galline
Al cader delle foglie, alla massaia
non piange il vecchio cor, come a noi grami:
che d’arguti galletti ha piena l’aia;
e spessi nella pace del mattino
delle utili galline ode i richiami:
zeppo, il granaio; il vin canta nel tino.
Cantano a sera intorno a lei stornelli
le fiorenti ragazze occhi pensosi,
mentre il granoturco sfogliano, e i monelli
ruzzano nei cartocci strepitosi. (G. Pascoli)

 

Pulcini
Tre pulcini vanno al campo
con la chioccia al loro fianco,
batton l’ali, corron lieti,
poi ritornan quieti quieti.

 

Co co co
Co co co, che c’è di nuovo?
La gallina ha fatto l’uovo.
Co co co, finchè potrà
la gallina coverà.
Co co co, che cosa è stato?
La gallina ha già covato.
Tic tic tic, un colpo secco
e lo rompe col suo becco.
Ecco aperto l’usciolino:
oh, buondì, signor pulcino!

 

Il pulcino
Il pulcino piccolino
dentro il guscio se ne sta,
ma ben presto, un bel mattino,
all’aperto uscir vorrà.
Picchia il guscio, tac, col becco
ed il guscio si è spaccato.
Un raspar di zampe, ed ecco,
il pulcino giallo è nato! (M. T. Chiesa)

 

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Poesie e filastrocche: coccinelle

Poesie e filastrocche: coccinelle. Una raccolta di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

La coccinella
Rossa rossa coi puntini,
nere nere le zampette,
con le antenne mini mini
e quattro forme delle alette.
Nel suo infinito desinare…
mangia insetti cattivelli …
non quel che è buono da mangiare…
come lattuga oppur piselli.
Si ferma spesso a impreziosire
quel che trova intorno a sé,
e mentre continua il suo salire
io la osservo e sai perché?
Perche è incantevole ed è bella,
questa rossa coccinella.
da Filastroccola…ndo – per le mamme e per i bimbi

 

(in costruzione)

 

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Poesie e filastrocche: chiocciole

Poesie e filastrocche: chiocciole. Una raccolta di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Chiocciola, chiocciolina
Chiocciola chiocciolina,
porti in spalla la casina.
Lasci invisibile la scia
più sottile che ci sia.
Sei imbronciata e ti spaventi
hai la lingua e tanti denti
microscopici e piccini
che non vedono i bambini.
Le cornette coi tuoi occhi
fai sparire se le tocchi
Le altre antenne per sentire
se nasconderti e sparire.
Se piove attenta …meglio scappare …
perché qualcun ti vuol mangiare
dopo averti catturata
e nella rete conservata
vuole farci un bel sughetto
col prezzemolo al guazzetto.
da Filastroccola…ndo – per le mamme e per i bimbi

(in costruzione)

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Poesie e filastrocche LE API

Poesie e filastrocche LE API – una collezione di poesie e filastrocche sulle api, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Ape (A. Gentili)
C’era un’ape piccolina, dentro il fiore stamattina
che suggeva che suggeva, mentre il sole risplendeva.
Poi l’ho vista via volare, fino al suo bell’alveare
l’ho sentita che ronzava, forse il miele fabbricava
quel buon miele dolce e biondo, che addolcisce tutto il mondo.

 

Felicità
C’è un’ape
che si posa
su un bottone
di rosa;
lo succhia
e se ne va…
Tutto sommato,
la felicità
è una piccola cosa. (Trilussa)

 

Il calabrone
Questo ispido villoso calabrone
l’ho trovato ubriaco fradicio
di polline e di rugiada,
nella campana di un fiore arancione.
Zampettava qua e là, ronzando
per uscire, ma non trovava più la strada.
Lo tirai fuori, ed ora è lì, che vola
in un raggio di sole tutto d’oro,
come un ubriacone che s’alza dal marciapiede
e s’incammina malsicuro,
borbottando. (Corrado Govoni)

 

L’ape
C’era un’ape piccolina
dentro il fiore, stamattina,
che succhiava, che suggeva,
mentre il sole rispendeva.
Poi l’ho vista via volare,
fino al suo bell’alveare.
L’ho sentita che ronzava,
forse il miele fabbricava.
Quel bel miele dolce e biondo
pei bambini di tutto il mondo. (A. Gentili)

 

L’ape e il fiore

Il fiore disse all’ape affaccendata:
“Sei davvero sfacciata!
Il nettare mi rubi e te ne vai
e un dono, in cambio, non mi lasci mai!”
Disse l’ape sincera:
“Sono operaia della primavera
e tutto il giorno faccio miele e cera.
Ai bimbi piace tanto il miele mio
e la cera che arde piace a Dio.
Se quel che abbiamo non lo diam col cuore,
che diremo al Signore?”
“Prendi quello che vuoi” rispose il fiore.
“M’hai insegnato che cos’è l’amore”. (R. Pezzani)

 

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Poesie e filastrocche FAMIGLIA – MAMMA, PAPA’, BIMBI, FRATELLI…

Poesie e filastrocche: la famiglia  – mamma, papà, bimbi, fratelli … una raccolta di poesie e filastrocche a tema, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

 

Chiede il bimbo
Chiede all’albero succoso frutto
a al prato chiede un fiore
la pappina alla mammina
e alla zia qualche allegra poesia…
Che dà in cambio il bimbo al mondo?
Il sorriso suo giocondo. Lina Schwarz

 

E’ nata una creatura
Tranquillo come ogni giorno,
così anche questo mattino
hai aperto gli occhi, bambino,
e sorridendo guardi intorno.
Filtra un vivido sole
attraverso la chiusa finestra
insieme a piane parole
che hanno sapore di festa.
Ascolti un volar tacito
di passi in qualche stanza:
sembra d’angeli una danza
tra un sussurro di soffici baci.
Ecco un tremulo vagito,
quasi un belare umano:
sembra giungere da lontano
dopo un viaggio infinito.
Rapido t’alzi, chiedi,
ansioso, che mai c’è.
La voce ripete: “Uèeee… Uèeee!”
Qualcuno leva dalla bocca un dito;
tu vai in punta di piedi
verso un silenzioso invito
e sorridi a ciò che vedi.
Scesa da chissà quali cieli,
ravvolta in candidi veli,
come tra i petali il cuore
profumato di un fiore,
in una culla vaporosa
s’agita qualcosa:
una creatura novella
la tua piccola sorella.
I suoi occhi color del mare
non sanno ancora guardare;
la sua boccuccia fresca
odora di latte e di pesca;
le sue chiuse manine
paiono in boccio roselline.
Tu la contempli quasi smarrito.
Quand’ella, col suo vagito,
sembra chiedere: “Uèèèè…
la mia mammina, dov’è?”
Domandi anche tu perchè
lì, presso, mamma non c’è.
La mamma è tanto stanca!
Ella passò la notte bianca:
fece un lungo cammino
stringendo al cuore quel cuoricino.
Ora dorme, ma appena
si sveglierà serena,
vicino a sè vorrà
la sua trepida felicità:
tu e quella creatura fresca
che odora di latte e di pesca
e vagisce così
come tu pure un dì. M. Chierighin

 

C’è un neonato
C’è un neonato in casa mia
chi non sa che cosa sia?
Un neonato è un fratellino
tutto nuovo e piccolino,
con due occhioni e una boccuccia
che dì e notte succia succia;
succia il latte e succia il dito
con un fare sbigottito.
Dorme spesso e strilla assai,
ma è carino quanto mai;
già lo dice anche la balia:
“E’ il più bel bimbo
che ci sia in Italia!”. Lina Schwarz

 

Fratelli
Dice la mamma: “Guarda com’è bello!
Amalo tanto tanto: è tuo fratello!”
“Sì, ma se tutti siam figli di Dio,
ogni bambino è un fratellino mio”. Lina Schwarz

 

Casa colonica
In famiglia siamo sette:
due figlioli ed una figlia,
babbo, mamma, nonno, nonna,
ecco tutta la famiglia.
Ma per casa siamo tanti, siamo tanti…
La coniglia e i coniglietti,
la gattina e i suoi micini,
la gallina e la covata,
la capretta e i caprettini:
siamo dieci, siamo venti, siamo trenta…
Nove ochette becco giallo
nel porcile un maialetto.
Fido il cane, Astro il cavallo.
Ed i passeri sul tetto?
Va a finir che tutti insieme siamo cento…
G. Vai Pedotti

 

Sorellina – La partenza per la scuola
Arrivederci! Me ne vado alla scuola
a studiare; lo vedi, ho la cartella!
Che? Ti dispiace ch’io ti lasci sola?
Non vuoi restar senza la tua sorella?
Oh, sul tuo naso c’è una lacrimona;
non pianger, via, ritornerò, sii buona!
La mia bambola, vuoi? La lascio a te,
tienla di conto, sai? (Povera me!). Lina Schwarz

 

Quel che possiede un bimbo
Due piedi lesti lesti
per correre e saltare
due mani sempre in moto
per prendere e per fare
la bocca chiacchierina
per tutto domandare
due orecchi sempre all’erta
intenti ad ascoltare
due occhioni spalancati
per tutto investigare
e un cuoricino buono
per molto molto amare. Lina Schwarz

 

Chi sono io?
Chi sono io? Io sono Gianni
ho compiuto già i cinqu’anni
non distinguo l’I dall’O
ma più tardi imparerò
tanto a leggere che a scrivere…
e per ora imparo a vivere.
Io respiro e i miei polmoni
so gonfiar come palloni.
Senza smorfie mangio e bevo
volentier fo quel che devo.
L’acqua fresca e l’aria pura
non mi fanno mai paura;
tutto il giorno faccio il chiasso
cresco sano, forte e grasso.
Desto appena spunta il giorno
me ne vo girando attorno
osservando i miei tesori
sassi e piante, bestie e fiori;
tutto ancora ho da esplorare
tutto ancora da imparare.
Anche a leggere ed a scrivere
ma per ora imparo a vivere. Lina Schwarz

Un buon compagno
Quel caro Francolone
dovrebbe uscire a far la passeggiata
ma ha tanta compassione
per la sua mamma ch’è a letto malata.
Piglia dunque il balocco suo più bello
il gran cammello
e glielo mette accanto
dicendogli: “Sta qui, cammello, intanto
ch’io vado via
sta qui buonino a farle compagnia.”
Il gran cammello è molto soddisfatto
di tanto onore, e non disturba affatto.
E la mamma quieta
con gli occhi chiusi, pensa tutta lieta
ai suoi cari bambini
che intanto si divertono ai giardini.

 

Due lucide fiammelle
Sul mio visino brillano
due lucide fiammelle
vedono il sol, le stelle
la luce e i bei color.
Vedono i prati
i fiori variopinti
le rose ed i giacinti
la mamma ed il papà.
Ma quando viene sera
si cala una tendina
e fino alla mattina
non ci si vede più. O. C. Levi

 

Quando il bambino
Quando vagisce il bambino
lo sa Iddio quello che dice
solo, sorride ed accenna…
Che pensa? Che dice? Ride. Perchè?
E, come il vento della sera al fiore,
così gli parla la sua mamma
tenera e dolce gli parla
ma non la intende nessuno.
Che dicono tra loro così a lungo
nemmeno al babbo è dato sapere:
linguaggio celeste. Segreto profondo.
Nessuno lo intende, gli angeli solo. G. Geza

 

La famiglia

Eccola, è tutta qua
nella nostra piccola casa
la dolce felicità!
Non la cercare lontano:
volersi bene, darsi
dolcemente la mano,
parlarsi a cuore a cuore,
godere insieme ogni gioia,
è questa la felicità.
Non la cercare lontano:
essa è qui prigioniera
nel nostro nido piccino. (G. Ajmone)

La famigliola
Non son che due stanzette e una cucina
al quarto piano. Tre modesti ambienti
d’una casa tra un prato e un’officina,
voltati al sole che li fa ridenti.
E babbo e mamma, un bimbo e una bambina
in quel guscio ci vivono contenti.
Mamma tien tutto lustro e alla mattina
dà perfino la cera ai pavimenti.
E quando il babbo torna a casa dal cantiere
e s’è lavato, e siede a mensa, e taglia
il pane, e versa il vino nel bicchiere,
macchiando qualche volta la tovaglia,
e i bimbi son lì, davanti al piatto
ad aspettar la mamma che scodelli
la fumante minestra di piselli,
e ad aspettare ci si aggiunge il gatto,
non c’è casa di ricco e di potente
che valga questa di povera gente. (R. Pezzani)

I miei bimbi
Come trovo dipinto il mio bambino
dopo desinare, è uno sgomento!
Ha le patacche addosso a cento a cento
e la bocca color di stufatino;
ha il nasetto, si sa, tinto di vino.
e sulla fronte un po’ di condimento,
e uno spaghetto appiccicato al mento,
che gli spenzola giù dal grembialino.
E sfido! In tutto pesca e tutto tocca,
e si strofina la forchetta in faccia,
e stenta un’ora per trovar la bocca;
e sono tutti i miei strilli inefficaci;
egli, vecchio volpone apre le braccia
ed io gli netto il muso coi miei baci.
Benedetti ragazzi! E’ un gran destino
dover troncare un inno od un bozzetto
per aggiustar le rote d’un carretto,
per incollar la testa a un burattino:
e trovarmi un giorno, in sul mattino,
un bastimento a vela in fondo al letto,
o una villetta svizzera sul petto,
o l’arca di Noè sotto il cuscino!
E sentir per le stanze e per le scale
squillar trombette da mattina a sera
come il dì del giudizio universale!
Ah! un giorno o l’altro li rimando a balia…
eccoli qui, quei musi da galera,
non ce n’è due più belli in tutt’Italia! (E. De Amicis)

Dolce famiglia
Dolce famiglia, qual più bella cosa
di te, che unisci ne’ più santi affetti
una mamma solerte ed amorosa,
un caro babbo e i lieti figlioletti?
Sei un nido d’amore e di speranza,
hai la fiamma che scalda e che consola,
hai la luce che dona l’esultanza;
e dir famiglia è dire la parola
che fa piangere il cuore dell’assente;
egli lavora tanto per tornare
un giorno benedetto al suo ridente,
al suo memore e dolce focolare.
Bussa il dolore e busserà la morte,
ma la famiglia nell’amore
divide la gioiosa e cruda sorte
e sopporta con fede ogni dolore.
Iddio ti guardi, famigliola mia,
Iddio t’aiuti sempre! Così sia. (T. Romei Correggi)

Casa, dolce casa
Casa, dolce casa!
Tra piaceri e palazzi
per quanto si possa vagare
non c’è un posto che possa valere
la nostra sia pur umile casa.
Là un incanto dal cielo
sembra consacrare ogni cosa
e, per quanto si cerchi,
in nessun’altra parte si trova.
Un esule lo splendore
invano abbaglia:
oh, dammi la mia umile casetta
dal tetto di paglia!
Gli uccelli cantando allegramente
venivano al mio richiamo:
dammi queste cose
è la serenità dello spirito,
più cara d’ogni altra!
Casa, dolce casa!
Non c’è altro posto
come la nostra casa! (J. Howard Payne)

Il meglio sii di quello che tu sei
Se non puoi esser pino in vetta al monte
sii prunaia di valle, ma sii sempre
il cespuglio più bello accanto al fonte;
sii cespuglio se non puoi esser albero.
Se non puoi esser pruno sii bell’erba
ed allieta di te la via maestra:
se non puoi esser paris sii ginestra,
la ginestra più bella del deserto.
C’è un comandante, ma ci sono i mozzi,
quaggiù per tutti v’è da lavorare.
A chi compiti piccoli e a chi grossi:
a ognuno quello che sa meglio fare.
Se non sei via, sii viottolo tra il verde;
se non puoi esser sole, sii una stella;
non è per mole che si vince o perde
ma il meglio sii di quello che tu sei. (D. Malloch)

Girotondo di tutto il mondo
Filastrocca per tutti i bambini
per gli italiani e per gli abissini,
per i russi e per gli inglesi,
gli americani ed i francesi,
per quelli neri come il carbone,
per quelli rossi come il mattone,
per quelli gialli che stanno in Cina
dove è sera se qui è mattina,
per quelli che stanno in mezzo ai ghiacci
e dormono dentro un sacco di stracci,
per quelli che stanno nella foresta
dove le scimmie fan sempre festa
per quelli che stanno di qua e di là
in campagna od in città,
per i bambini di tutto il mondo
che fanno un grande girotondo,
con le mani nelle mani,
sui paralleli e sui meridiani. (G. Rodari)

Chi sa?
Chi sa donde mai venga il sonno lieve
che sugli occhi dicende d’un bambino?
Io lo so. Esso viene da un paese
incantato. C’è un bosco pieno d’ombra:
le lucciole vi brillano debolmente,
vi crescon fiori colmi di magia.
Di là quel sonno viene,
a baciar sugli occhietti il mio bambino.
Chi sa donde mai venga il dolce riso
sulle labbra di un bimbo addormentato?
Io lo so. Baciò un tempo un raggio pallido
della giovane luna il bianco viso
di una nube d’autunno, ed un mattino
rugiadoso di sogno, ecco il sorriso.
Quel sorriso che vien
a fiorir sui labbruzzi al mio bambino.
Chi sa donde sbocciò tanta freschezza
che splende sulla guancia d’un bambino?
Io lo so. Da quand’era giovinetta,
lo portava la mamma dentro il cuore,
tacito dono della sua purezza;
nel mister delicato del suo amore.
Di là freschezza viene
ad ingigliar la guancia al mio bambino.
(R. Tagore)

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. 

 

 

Poesie e filastrocche sulla casa

Poesie e filastrocche sulla casa – una raccolta di poesie e filastrocche sulla casa, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Il mio nido
Il mio nido è una casetta:
in quel nido ci ho una fiamma
sempre accesa:
è l’amor della mia mamma
che mi aspetta in dolce attesa. (C. Prosperi)

 

La mia casetta
La mia casetta è piccola,
ma dentro si sta bene.
Di fuori il vento sibila:
lo sento, eccolo, viene.
Ma il vecchio muro mormora:
“O vento, cozzi invano.
Son rozzo, ma son solido…”
E il vento va lontano.
E pioggia e neve e grandine
flagellano le mura
e la casetta impavida:
“Son vecchia, ma sicura…”
Scintilla dolce e tiepida
nel focolar la fiamma
e il sol sempre l’illumina:
quel sole è la mia mamma! (Hedda)

 

La casetta
In un prato, fra l’erbetta
c’è una piccola casetta;
nella casa c’è un lettino
ove dorme un bel bambino.
Presso il bimbo c’è una mamma
che lo ninna e che lo nanna.
E su tutti stende l’ali
per difenderli dai mali,
il buon angelo custode
che sorride e lieto gode. (D. Vignali)

 

Casetta
Una stanza, una cucina,
tre gerani alla finestra,
una mamma e una bambina,
e laggiù la via maestra.
Prati freschi intorno intorno,
gallo, tortore, e un tacchino…
e la fonte, tutto il giorno,
canta e specchia il ciel turchino. (Lamartine)

 

Felicità
Dolci pareti, una fiamma,
sei bimbi, una mamma.
Fuoco e braci nel camino,
passi del più piccino.
Tutto il sole a primavera
e le rondini a schiera.
Sul pane una croce
fuori l’ombra del noce.
Casa mia, felicità;
serenità. (C. Ronchi)

 

Dentro casa
Dolci sere d’inverno dentro casa,
col bricco che sul fuoco sta cantando,
mentre la bora par di furia invasa
e a gran colpi la porta va squassando.
La mamma cuce, il babbo legge un libro,
io, tra di loro, sopra una sedietta,
o gioco o sto a sentir la favoletta,
fino a quando il sonno, piano piano,
non sia venuto a condurmi lontano. (A. Noel)

 

La mia casetta

La mia casetta ha due finestre sole
ma fiorite che sembrano un giardino.
Ci sono tanti garofani e viole
e un po’ di maggiorana e rosmarino.
E dentro, è tutto lindo e tutto bello
e lustro, come sa lustrar la mamma.
Quando crepita allegra nel fornello
gode a specchiarsi anche la fiamma:
Oh, com’è cara questa mia casetta,
dove la mamma tutto il dì lavora;
dove, la sera, ognun di noi s’affretta
e, nell’essere insieme, si ristora! (L. Schwarz)

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

Poesie e filastrocche LE BUONE MANIERE

Poesie e filastrocche LE BUONE MANIERE – una raccolta di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Il silenzio non è d’oro
Tre bambini stanno zitti,
zitti come i coscritti
davanti al caporale.
E la mamma li guarda sospettosa,
gli dice: “Vi sentite male
o state macchinando qualche cosa?”
Come vedete è falso l’oro.
Il silenzi non è d’oro
se volete nascondere qualcosa
io vi consiglio di cantare in coro.
Intonate una piccola fanfara
di piatti e di trombe, la furiosa
ragazzata vi salva, si rischiara
la mamma e vi sorride. (A. Gatto)

La cuoca della bambola
Biancolina è una cuoca famosa;
tutto il giorno sfaccenda in cucina:
sbuccia, taglia, pulisce, infarina,
ogni piatto ella sa preparare.
Fortunata la sua bambolina
che sì buoni pranzetti può far!
Pasticcini stupendi di sabbia
erba trita, insalata di fiori,
sassolini di tutti i colori
le cucina e per pranzo le dà.
Fortunata la sua bambolina
che non certo di fame morrà.
Ma se un giorno la Bianca ha dei dolci,
se li mangia, e alla bambola… niente!
Ah, la bambola è stata imprudente;
ha una gastrica proprio in quel dì:
e la Bianca, mangiando le predica:
“Ai ghiottoni succede così”. (C. Del Soldato)

La signorina Vanità
Un dì, la signorina Vanità,
più del solito volle farsi bella:
mise una trina in fondo alla gonnella,
si strinse il busto senza carità.
Si profumò i capelli, li arricciò,
di un gioiello si ornò non mai veduto,
altera tra la gente se ne andò.
Ma la gente, a vederla scoppiò in riso:
s’era scordata di lavarsi il viso!
L. Schwarz

Marchino
Marchino piange a lavargli la faccia
perchè dice che l’acqua è troppo ghiaccia.
Se gli vien detto: “Lavati le mani”
risponde sempre: “Aspettiamo domani”.
A parlargli soltanto di sapone,
scappa più che a parlargli di veleno.
La sua nonna lo chiama un capo ameno,
e noi lo chiameremo… un sudicione.
R. Fucini

La protesta del maialino
Giovannino fa ritorno
dopo il chiasso d’ogni giorno,
da cambiare, da lavare…
oh, che sudicio bambino!
La sua mamma, che daffare!
“Tu mi sembri un maialino!”
Ma nell’aia spaziosa
tutto lindo, tutto rosa,
con la coda a riccioletto
ha sentito il maialetto.
E protesta: “Io non somiglio
a quel sudicio tuo figlio!”
G. Vai Pedotti

La bimba e l’acqua
C’era una bimba che aveva paura
dell’acqua pura.
Quando la mamma sua la lavava
sempre strillava.
Un giorno l’acqua la rispecchiò
e le parlò:
“Vedi sei brutta, sporca così,
lavati qui”.
La bimba allora si vergognò
e si lavò.
A. Cuman Pertile

Le prime tristezze
Ero un fanciullo, andavo a scuola e un giorno
dissi a me stesso: “Non ci voglio andare”.
E non ci andai. Mi misi a passeggiare
tutto soletto, fino a mezzogiorno.
E così spesso. A scuola non andai
che qualche volta, da quel triste giorno.
Io passeggiavo fino a mezzogiorno,
e l’ore… l’ore non passavan mai!
Il rimorso tenea tutto il mio cuore
in quella triste libertà perduto;
e l’ansia mi prendea d’esser veduto
dal signor Monti, dal signor dottore!
Pensavo alla mia classe, al posto vuoto,
al registro, all’appello (oh! il nome, il nome
mio nel silenzio!) e mi sentivo come
proteso nell’abisso dell’ignoto…
E quante, quante volte domandai
l’ora a un passante frettoloso, ed era
nella richiesta mia tanta preghiera!…
Ma l’ore… l’ore non passavan mai! (M. Moretti)

Siate buoni
Oh, che gorgheggi teneri
nell’aria profumata!
Che canzoni, che giubilo,
per tutta la vallata!
Sui prati verdi e roridi
sbucano le viole,
qualche mite lucertola
striscia sull’erba, al sole.
Tutto fiorito è il mandorlo,
tutt’azzurra è la valle.
A frotte i bimbi corrono
inseguendo farfalle.
E ridono e schiamazzano
come tanti folletti.
Oh, ma perchè tormentano
quei poveri uccelletti?
D’un tratto, dai freschi alberi,
da tutti i fiorellini,
par che una voce palpiti:
siate buoni, bambini!
(M. Matropaolo)

Valentino
Oh! Valentino vestito di nuovo,
come le brocche dei biancospini!
Solo, ai piedini provati dal rovo
porti la pelle de’ tuoi piedini;
porti le scarpe che mamma ti fece,
che non mutasti mai da quel dì,
che non costarono un picciolo: incece
costa il vestito che ti cucì.
Costa; chè mamma già tutto ci spese
quel tintinnante salvadanaio:
ora esso è vuoto; e cantò più d’un mese,
per riempirlo, tutto il pollaio.
Pensa, a gennaio, che il fuoco del ciocco
non ti bastava, tremavi, ahimè!
e le galline cantavano: “Un cocco!
ecco ecco un cocco un cocco per te!”.
Poi, le galline chiocciarono, e venne
marzo, e tu, magro contadinello,
restasti a mezzo, così con le penne,
ma nudi i piedi, come un uccello:
come l’uccello venuto dal mare,
che tra il ciliegio salta, e non sa
ch’oltre il beccare, il cantare, l’amare
ci sia qualch’altra felicità.
(G. Pascoli)

Un bimbo e un poeta
Mondo, mondo d’oro
io sono il tuo piccolo re.
Quanto è bello e buono,
tutto fu fatto per me.
Pur ch’io muova un passo
fiorisce ai miei piedi il terreno.
Prendo in mano un sasso,
ed ecco una gemma diviene.
Mondo, dolce mondo,
io sono il tuo piccolo re.
Giro, giro tondo:
tutta la gioia per me.
Bimbo, bimbo bello,
sono il tuo fratello.
Fammi entrare un poco
nel tuo caro gioco.
So la tua magia:
è la poesia.
(D. Valeri)

Libero
Prima di coricarsi, il bimbo levandosi il kimono
manifesta la sua gioia di essere libero e nudo.
E corre per la casa con rapidità incredibile,
come un uccellino scappato dalla sua gabbia,
o un piccolo re che scatta da una scatola magica.
(M. Senke)

Nasce un mondo nuovo
Non più sguardi d’angoscia
noi saremo fratelli;
non più sguardi d’odio.
E se nel cielo
c’è una luce,
sarà per rischiarare il nostro amore.
E se nelle fronde
c’è una melodia,
sarà per cullare il nostro sonno.
Noi saremo fratelli:
noi saremo uniti.
E gli astri a profusione
puri,
come gli occhi dei sapienti,
saranno tanto brillanti
quanto il nostro destino.
(B. Dadiè – Costa d’Avorio)

L’inno dell’amicizia mondiale
Salutiamo con gioia
tutti i ragazzi che vivono
nel vasto mondo.
A tutti diciamo
di porgerci la mano
per formare insieme
un cerchio completo
che abbracci il mondo intero.
Sia che viviamo in terre vicine
oppure in terre da noi lontane
una sola è la nostra famiglia.
La voce dell’amicizia,
che ora facciamo sentire,
attraversa i continenti
e congiunge tutti i mari.
(Studente anonimo – USA)

Solo
La gioia si è fermata
stamani nella mia casa.
Prima di stringerla al cuore
ho girato tutte le stanze
sempre gridando: -La gioia,
è venuta la gioia a trovarmi!-
Son corso alla finestra
sono uscito fuor della porta
ho cominciato a chiamare:
-Venite tutti, correte:
in casa mia c’è la gioia!-
Nessuno io sentivo arrivare.
Ho detto allora alla gioia:
-Non ho nessuno in casa mia,
ripassa un’altra volta.
(G. Bizzarri)

Obbedienza
Quando passeranno gli elefanti
dentro le crune degli aghi
quando le formiche giganti
accenderanno i lampadari,
quando usciranno dagli armadi
odoranti di pomi cotogni
le principesse dei sogni…
quando i pulcini faranno l’uovo
e le lucertole il nido
sopra la frasca,
e le rondini faranno il covo
sotto la vasca…
allora, gonfio d’orgoglio,
potrai dire: “Io voglio”.
A tutto, nel mondo, che voli,
a tutto, nel mondo, che strisci,
a tutto fu detto: “Obbedisci!”
(F. Pastonchi)

 

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Racconti sull’acqua

Racconti sull’acqua di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Storia di una goccia d’acqua

C’era una volta una goccia d’acqua che, con tante sorelline, se ne stava beata in fondo al mare. Un giorno salì alla superficie. In altro c’era un’immensa volta turchina su cui vagavano certe nuvole bianche, e in mezzo a tutto quell’azzurro, una gran palla d’oro mandava raggi infuocati.

“Com’è bello!” disse la gocciolina. “E come andrei volentieri fin lassù”.

Come se qualcuno l’avesse sentita e avesse potuto esaudire il suo desiderio, la gocciolina si sentì diventare leggera leggera, finchè si accorse che saliva verso il cielo.

“Che cosa succede?” disse spaventata.

“Nulla, sorellina!” rispose una goccia che saliva insieme a lei. “O almeno nulla di speciale. Io lo so perchè ho già fatto questo viaggio. Il sole ci ha scaldato e siamo diventate leggere leggere. Il fatto è” aggiunse “che non siamo più gocce d’acqua”.

“E cosa siamo, allora?” chiese la nostra gocciolina incuriosita.

“Siamo vapore, o meglio vapore acqueo. Una parola difficile, ma io sono una gocciolina istruita”.

“E cosa ci capiterà adesso? Mi piacerebbe saperlo!”.

“Ih, quanta fretta! Aspetta e lo saprai.”

Che viaggio meraviglioso! Dall’alto, la gocciolina, ormai non più gocciolina, poteva vedere i prati verdi, il mare spumeggiante, i ruscelli argentini, i grandi laghi. La gocciolina si divertì moltissimo a vedere tante belle cose, ma poi si guardò intorno e vide che con tante sorelline che erano salite insieme a lei, si era formata una nuvoletta bianca come quella che tante volte aveva visto quando era sperduta nel mare.

Il viaggio fu piuttosto lungo.

Intanto altre gocce, trasformate anch’esse in vapore acqueo, si erano unite a loro e avevano formato un nuvolone bianco che andava, andava, portato dal vento. E il vento lo portò vicino alle montagne che si levavano diritte, con le loro vette rocciose.

Non era più quel venticello scherzoso che aveva portato a spasso la nuvoletta bianca, era un vento gelido che stracciava la nuvola e la portava di qua e di là senza riguardo.

Quelle che erano state goccioline divennero tutte molto tristi e la nuvola prese il colore della loro tristezza e si fece grigia: e poichè chi è triste piange, anche la nuvola cominciò a far cadere sulla terra certi goccioloni grossi che parevano lacrime. Ma non si trattava di tristezza.

Glielo spiegò, alla nostra gocciolina, la goccia istruita che aveva viaggiato con lei. “Siamo diventate troppe” disse ” e poi non senti che freddo? Questo vento non ha proprio nessun riguardo. Io mi sento tutta rabbrividire. E non sono più vapore acqueo, ma sono di nuovo acqua, anzi, di nuovo una goccia d’acqua.”

Anche la nostra gocciolina dovette abbandonare il cielo. E, dopo aver attraversato un nembo tempestoso, si ritrovò sul petalo di un fiore dove brillò come un diamante. La gocciolina era di nuovo felice.

Il sole splendeva ed era proprio il sole che le dava dei colori così belli. Ma era tanto caldo, il fiore ebbe sete e bevve la gocciolina, che si trovò così sotto terra, al buio.

“Il buio non mi piace!” disse la gocciolina. “Se devo essere acqua, voglio tornare al mare!”

“Ci tornerai” disse una voce e la gocciolina si accorse di essere nuovamente accanto alla sorellina istruita “Ma prima dovrai viaggiare un bel po’. Ne so qualcosa io!” aggiunse, dandosi molta importanza.

La gocciolina cominciò a camminare, a infiltrarsi fra le zolle, e durante il suo cammino vide mille boccucce che volevano succhiarla. Erano le radici che avevano sete. Le goccioline erano tante e contentarono un po’ tutti, finchè a forza di camminare, si ritrovarono tutte all’aperto.

Era una bella sorgente di acqua pura e fresca e un uccellino vi volò sopra e bevve. Poi, molto soddisfatto, fece una cantatina e se ne andò.

“E’ finito?” chiese la gocciolina alla goccia istruita “Comincio a essere un po’ stanca”.

“Finito? Si può dire che il nostro viaggio comincia adesso!”

La sorgente si era trasformata in un ruscello che correva correva come sospinto da una forza misteriosa. Lungo il cammino si riunivano altri ruscelli e insieme formarono un bel fiume. Il fiume, scorrendo calmo e placido, faceva lungo il suo corso tante cose.

Muoveva le pale dei mulini, entrava in certi tubi lunghi per mettere in movimento grandi macchine che dovevano dare l’elettricità, alimentò le fontane, si precipitò nei laghi e non c’era pericolo che la nostra gocciolina, sballottata in quel modo, s’annoiasse.

Ma ormai era stanca e il ricordo della sua vita in quella bella distesa azzurra, si faceva sempre più vivo in lei. E arrivò finalmente il giorno in cui il fiume sboccò in mare e la gocciolina rivide di nuovo i suoi amici pesci e li salutò con affetto.

“Sapete” disse loro dandosi grande importanza “non mi chiamo più gocciolina. D’ora in poi mi chiamerete la grande viaggiatrice”. E quelli risero. Si capisce, come sanno ridere i pesci.

M. Menicucci

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

Filastrocche e tiritere per i più piccini

Filastrocche e tiritere per i più piccini: Cecco Velluto, Stellina, Arri arri cavallino, Petruzzo, La rapa e il nonno, e molte altre ancora… possono essere usate anche come testi per il teatrino.

 

Filastrocca
Zucca pelata
dai cento capelli
tutta la notte
ci cantano i grilli,
e ti fanno la serenata
zucca pelata, zucca pelata!

 

Tiritera
Cinque coccole d’alloro
quattro foglie d’insalata
una rosa profumata
sette spighe e un pomodoro.
Nove rondini nel cielo
otto penne di pavone
tre violette e un fior di melo
due formiche e un formicone,
o che numero farà.
Forse dieci , forse cento
un milione, chi lo sa?
Due sbadigli, tre sbadigli
due sospiri e dei bisbigli.
Quando il bimbo dormirà?
E. Morini Fezzati

 

Cecco Velluto
Cecco Velluto
suonami l’imbuto
suonamelo bene
c’è un bambin che viene,
viene da Roma
e porta la corona
d’oro e d’argento
che vale cinquecento,
centocinquanta
la pecorina canta,
canta il gallo
risponde la gallina,
s’affaccia Serafina
con tre corone in testa.
Bianca la sella,
bianca la gonnella,
bianco il parasole,
che arrivi un po’ di sole!
Popolare

 

Arri arri cavallino
Arri arri cavallino
per la strada del mulino
il mulino è rovinato
il mugnaio s’è legato
s’è legato alla catena
la sua moglie la fa la cena
fa la cena pel bambino
arri arri cavallino.
Popolare

 

Stellina
Stellina, mia stellina,
sei bella e sei piccina
la luna è tonda e bianca
cammina e non si stanca
il sole è d’oro fino
il cielo è, su, turchino
il mare, giù, è profondo
la terra gira in tondo
e gira intorno al sole
ci nascono le viole
ci nascono i bambini
ci nascono i pulcini
poi giran tondo tondo
e fanno come il mondo.
F. Castellino

 

Bolli bolli pentolino
Bolli bolli, pentolino,
fa la pappa al mio bambino,
la rimescola la mamma,
mentre il bimbo fa la nannna.
Fa la nanna, gioia mia,
o la pappa scappa via!
L. Schwarz

 

Filastrocca
Cavallino arrò arrò
prendi la biada che ti dò
prendi i ferri che ti metto
per andare a San Francesco
San Francesco è quella via
per andare a casa mia
per andare e per tornare
cavallino non ti stancare.
Popolare

 

Ninna nanna
Ninna nanna, ninna nanna,
non c’è latte senza panna,
non c’è gatta senza micini,
non c’è casa senza bambini,
non c’è canneto se non c’è canna
fa la ninna, fa la nanna,
M. Giusti

 

Filastrocca
Fa le fusa il bel gattino
presso il fuoco del camino
sta il bel cane nel canile
stan le pecore all’ovile
il cavallo è nella stalla
con il mulo e la cavalla
con la mucca ed il vitello
con il bue e con l’asinello
stanno i topi nel solaio
le galline nel pollaio
sta nel nido l’uccellino
nel porcile il maialino
sta la volpe nella tana
nel fossato sta la rana
la comare chiocciolina
porta appresso la casina
e se vien la pioggia o il vento
si ritira in un momento.

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

Lavoretti per bambini – Telaio per tessitura circolare

Lavoretti per bambini – Telaio per tessitura circolare: si prepara una pallina di circa 4cm di diametro utilizzando pasta di sale, cera da modellare, creta o qualsiasi altro materiale modellabile che indurisce una volta asciutto.

Tra i lavoretti per bambini della scuola d’infanzia è uno dei classici, di solito utilizzando al centro una “castagna matta”, cioè il frutto dell’ippocastano. Aiuta a coltivare la capacità di attenzione, e lo sviluppo della motricità fine e della coordinazione occhio-mano in previsione della scrittura.

Finchè la pallina è ancora morbida, si inseriscono degli stecchini in  numero variabile, basta che si tratti di un numero pari.

E’ un’attività molto adatta anche ai bambini piccoli della scuola d’infanzia. Naturalmente, se i bambini sono molto piccoli sarà meglio inserire pochi stecchini…

Per gli stecchini vanno benissimo quelli da spiedino o qualsiasi altro bastoncino di recupero di una lunghezza di circa 20 cm.

Il bambino sceglierà fili di lana del colore che via via preferisce, e comincerà a tessere avvolgendo il filo intorno ad ogni bastoncino, uno alla volta, fino a completare lo schema.

Tessere in questo modo è un’attività semplice, meditativa, e dal risultato di grande effetto: si ottiene una bellissima decorazione per la cameretta. Come tutti i lavori a telaio, come già detto, prepara all’apprendimento della scrittura.

Solitamente la realizzazione del quadretto richiede qualche settimana. Una volta impostato il lavoro, i telai vanno riposti in classe su una mensola bassa, in modo tale che siano i bambini stessi a decidere quando dedicarsi all’attività.

Una variante può essere quella di utilizzare la lana cardata invece di quella filata

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