Album di vita pratica Montessori: introduzione

“La mano è quell’organo fine e complicato nella sua struttura, che permette all’intelligenza non solo di manifestarsi, ma di entrare in rapporti sociali con l’ambiente: l’uomo si può dire, prende possesso dell’ambiente con la sua mano e lo trasforma sulla guida dell’intelligenza, compiendo così la sua missione nel gran quadro dell’universo”. (Maria Montessori, Il segreto dell’infanzia)

L’ elenco degli esercizi di vita pratica presenti in questo manuale non può essere considerato completo.  La classificazione degli esercizi è puramente orientativa e uno stesso esercizio può essere considerato come appartenente a più di una categoria.

Ogni esercizio ha le sue caratteristiche distintive e deve essere presentato separatamente.

Gli esercizi possono essere considerati anche come perfezionamento graduale di un dato movimento, attraverso l’utilizzo di materiale diversi. Questo vale, ad esempio, per i diversi tipi di presa della mano.

L’indicazione dell’età adatta per la presentazione non è nulla di più che un suggerimento. Ogni bambino progredisce nel suo sviluppo coi propri tempi, ed è nostra responsabilità osservare le sue abilità ed i suoi bisogni prima di presentare un esercizio. L’obiettivo della pedagogia montessoriana è quello di aiutare il bambino a fare nel modo più perfetto possibile ciò che comunque farebbe seguendo i suoi impulsi naturali, ma non così perfettamente.

Inoltre, uno stesso esercizio ha valenze diverse se presentato a tre o a cinque anni. Ad esempio, a tre anni un bambino non è particolarmente interessato ad avere un tavolo pulito, ma è affascinato dai movimenti e dal processo che portano alla sua pulizia: il bambino più piccolo è chiamato all’attività dal processo e non dal risultato. I bambini più grandi, invece, scelgono di dedicarsi ad un esercizio di vita pratica perché desiderano giungere al risultato finale: sono chiamati dal risultato e non dal processo.

Nel suo libro “La mente del bambino. Mente assorbente” Maria Montessori scrive: “Il periodo più importante della vita è quello tra la nascita ed i sei anni e non quello degli studi universitari. Quindi, questo è il momento in cui il più grande strumento dell’uomo, l’intelligenza, si forma. Non solo la sua intelligenza; ma tutte le sue capacità psichiche … In nessun’altra età un bambino ha più bisogno di un aiuto intelligente, e qualsiasi ostacolo che impedisca il suo lavoro creativo diminuirà le possibilità che ha di raggiungere la perfezione “.

Il vero scopo dell’educazione è coltivare nel bambino il desiderio di imparare.

Anche se le attività di vita pratica possono sembrare semplici e banali, sono in realtà una parte molto importante della didattica Montessori perché aiutano il bambino a perfezionare movimenti e coordinazione, capacità di concentrazione e attenzione.

Quando il bambino è assorbito in un’attività come la pulizia di un tavolo, la sua capacità di concentrazione si rinforza. Gli esercizi di vita pratica lo aiutano gradualmente a prolungare il tempo durante il quale può focalizzare la sua attenzione durante un’attività specifica.

E quando si dedica ad una sequenza di azioni da ripetere, migliora le sue capacità di attenzione. Infine, impara buone abitudini di lavoro portando a termine ogni attività iniziata e riponendo tutti i materiali al termine del suo lavoro.

Le attività di vita pratica hanno lo scopo ultimo di sviluppare l’autonomia e la fiducia in se stessi dei bambini, sia fisicamente che intellettualmente. Attraverso questi esercizi, il bambino acquisisce le abilità che gli permettono di partecipare alle attività degli adulti e raggiungere l’indipendenza. Gli esercizi di vita pratica offrono basi e fondamenta affinché il bambino si muova con successo nel suo ambiente, e rispondono ai bisogni dei bambini di ordine, movimento, esplorazione sensoriale. Attraverso gli esercizi di vita pratica i bambini hanno la libertà e la capacità di esercitare la loro volontà nel loro ambiente. Tutti gli esercizi di vita pratica insegnano ai bambini grazia, cortesia, pazienza e rispetto. Gli esercizi di vita pratica sono quindi mezzi per uno sviluppo umano completo.

Le presentazioni possono apparire eccessivamente dettagliate. Secondo il pensiero di Maria Montessori, più precisamente mostriamo un’attività a un bambino piccolo, più essa diventerà per lui interessante, e più vorrà imitare i nostri movimenti. Il bambino non solo ha un intenso interesse per questi movimenti dettagliati, ma è dotato di una capacità speciale di fissarli, cioè renderli abituali, con una facilità e una spontaneità che non si ripeterà mai più nelle fasi successive della sua vita.

È estremamente importante prepararsi adeguatamente prima di presentare un esercizio ai bambini, studiando con attenzione i movimenti da eseguire ed utilizzando il minor numero di parole possibile.

Quando si presenta un esercizio di vita pratica bisogna accertarsi che le nostre mani siano ben visibili. Per questo se siamo destrimani il bambino si siederà alla nostra sinistra, se siamo mancini alla nostra destra.  

Per semplicità nel manuale si parla di mano sinistra e mano destra, intendendo con questo la mano non dominante e la mano dominante. Adattate le presentazioni al vostro caso specifico.

Ho aggiunto alle presentazioni la denominazione inglese dell’esercizio, per agevolare le ricerche in rete (in questa lingua le risorse a disposizione sono sterminate). Anticipare la denominazione con la parola “Montessori” raffina la ricerca.

Ove possibile ho aggiunto link a video disponibili nel web.

Per quanto riguarda le immagini, cliccare sulla foto per accedere alla fonte originale.

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Album di vita pratica Montessori: tipi di presa della mano

Come spiegato qui, gli esercizi di vita pratica possono essere considerati come perfezionamento graduale di un dato movimento, attraverso l’utilizzo di materiale diversi.

Questo vale, ad esempio, per i diversi tipi di presa della mano:

. presa palmare con tutte le dita opposte al palmo (spugna, pallina, ecc.)

. presa a C della mano col pollice opposto a palmo e quattro dita (bicchiere, siringa per ungere la carne, maniglia della porta, ecc.)

. presa a C delle dita con le quattro dita piegate e il pollice sull’indice (manico di una tazza o di una brocca, ecc.)

. pinza a cinque dita, col pollice opposto alle quattro dita (pinze da insalata, ecc.)

. pinza a tre dita, col pollice opposto a indice e medio (pinzette, contagocce, pomelli ecc.)

. pinza a due dita, col pollice opposto all’indice (capocchie di spilli, oggetti minuti, ecc.)

. presa a tre dita, col pollice opposto all’indice e il medio che fa da appoggio (cucchiaio, strumenti di scrittura, ecc.)

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Album di vita pratica Montessori

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Questo è il contenuto dell’Album:

Sezioni del manuale

  1. Introduzione
  2. Tipi di presa della mano
  3. Elenco degli esercizi e delle attività di vita pratica (scorri la pagina e clicca per leggere i singoli articoli già pubblicati)
  4. Do it yourself: costruire i materiali necessari per le attività di vita pratica (scorri la pagina e clicca per leggere i singoli articoli già pubblicati)
  5. Appendice: la teoria alla base delle attività di vita pratica (scorri la pagina e clicca per leggere i singoli articoli già pubblicati)
  6. Bibliografia (scorri la pagina )

Elenco degli esercizi e delle attività di vita pratica

1. Movimenti elementari ed esercizi preliminari

Arrotolare e srotolare

  • Srotolare, arrotolare e trasportare un tappeto
  • Arrotolare un tovagliolo
  • Tovagliolo e portatovagliolo
  • Tirare l’argilla col mattarello

Muoversi nello spazio

  • Stare in piedi 
  • Camminare intorno a un tappeto         
  • Sedersi e alzarsi dal pavimento                    
  • Sedersi e alzarsi dalla sedia  
  • Sedersi al tavolo e alzarsi              

Trasportare

  • Trasportare una sedia      
  • Trasportare un tavolo             
  • Trasportare un vassoio o un cestino 
  • Trasportare un secchio
  • Riempire, trasportare, svuotare una brocca   
  • Trasportare un bicchiere d’acqua      
  • Trasportare le forbici e altri oggetti appuntiti     
  • Trasportare una pila di panni piegati     
  • Passarsi una campanella di mano in mano     

Maneggiare i libri

  • Prendere un libro dallo scaffale      
  • Mettere un libro sullo scaffale     
  • Aprire e chiudere un libro     
  • Girare le pagine di un libro                 

Al lavandino

  • Riempire un contenitore al lavandino     
  • Vuotare un contenitore nel lavandino     

Trasferire e travasare

  • Trasferimento di oggetti   
  • Trasferimento di uova        
  • Trasferimento di monetine      
  • Mettere le monetine nel salvadanaio
  • Trasferimento di spilli da un puntaspilli ad un altro   
  • Trasferimento di spilli da una ciotola a uno spargizucchero
  • Trasferimento di sostanze secche da brocca a brocca
  • Trasferimento di sostanze secche da brocca a ciotola                
  • Trasferimento di sostanze secche da brocca a caraffa   
  • Trasferimento di sostanze secche con l’imbuto        
  • Trasferimento di sostanze secche col cucchiaio   
  • Trasferimento di oggetti col colino
  • Travasi di liquidi da brocca a brocca    
  • Travasi di liquidi da brocca a bicchiere    
  • Travasi di liquidi da brocca a caraffa    
  • Travasi di liquidi con l’imbuto       
  • Versare liquidi fino al segno      
  • Riempire bicchieri a livelli diversi      
  • Riempire bicchieri identici allo stesso livello    
  • Riempire bicchieri diversi allo stesso livello  
  • Prelevare acqua da un secchio   
  • Riempire piccoli flaconi di plastica      
  • Teiera e tazzina    
  • Travasi con la siringa per ungere la carne
  • Travasi con la siringa        
  • Travasi col contagocce      
  • Trasferimento di acqua su un portasapone a ventose col contagocce      
  • La ruota dei colori      
  • Travasi con la spugna   
  • Travasi con la spugna fino al segno      
  • Strizzare le spugnette con lo spremiaglio
  • Travasi con un panno        

Usare le pinze

  • Mollette da bucato sul bordo di un cestino      
  • Punzonatrice per carta   
  • Pinze e pompon   
  • Pinze e noci        
  • Pinze e biglie      
  • Trasferire semi o perline con la pinzetta per sopracciglia  
  • Raggruppamento di oggetti con le pinze      
  • Usare le pinze per lumache      
  • Bacchette cinesi      
  • Pinza per polpette      
  • Usare la graffettatrice       

Tendere e tirare

  • Arricciare i nastri   
  • Usare un elastico per fermare un foglio arrotolato     
  • Geopiano               
  • Sfilacciare un tessuto    

Piegare

  • Piegare un tovagliolo di carta   
  • Piegare gli asciugamani      
  • Piegare la stoffa
  • Imbustare una lettera        
  • Piegare un grembiule      
  • Piegare un guanto da spolvero       

Aprire e chiudere

  • Aprire una porta
  • Chiudere una porta     
  • Aprire e chiudere una finestra       
  • Aprire e chiudere un cassetto
  • Prelevare e reinserire i cassetti dei cofanetti       
  • Aprire e chiudere bottiglie 
  • Aprire e chiudere bottiglie con tappi di diverso tipo    
  • Aprire e chiudere vasetti con coperchio a vite  
  • Aprire e chiudere scatole diverse 
  • Aprire e chiudere contenitori vari   
  • Usare una pattumiera a pedale      
  • Apriscatole      
  • Montare e smontare una torcia elettrica      

Premere

  • Accendere e spegnere la luce   
  • Gioco dei chiodini      
  • Arance e chiodi di garofano
  • Spezzare gli spaghetti      
  • Punteggiare la carta      
  • Carteggiare      
  • Usare una graffetta      
  • Setacciare la farina   

Battere

  • Mortaio e pestello: macinare gusci d’uovo 
  • Mortaio e pestello: macinare le spezie    
  • Sgusciare le noci col martello      
  • Usare il martello    

Avvitare

  • Girare oggetti con la schiumarola 
  • Spremere le arance      
  • Viti e bulloni ad alette      
  • Viti e bulloni 
  • Blocco per viti e bulloni      
  • Chiavi e lucchetti  
  • Usare lo schiaccianoci a vite      
  • Macinapepe  
  • Usare il cacciavite   
  • Avvitare e svitare con cacciavite diversi      
  • Temperare una matita col temperino

         Accendere e spegnere

  • Spegnere una candela      
  • Accendere un fiammifero    

Tagliare

  • Usare le forbici        
  • Tagliare sulle linee   
  • Tagliare un filo       
  • Tagliare la pasta da modellare      
  • Usare il tagliacarte      

Affettare

  • Affettare frutta e verdura      
  • Affettare le uova sode      

Sgranare e sbucciare

  • Sgranare senza utensili        
  • Sbucciare un mandarino   
  • Sbucciare una banana   
  • Sbucciare le uova sode      
  • Sbucciare le arachidi      
  • Sbucciare col pelapatate      

Grattugiare

  • Sale colorato      
  • Grattugiare il sapone      
  • Grattugiare il pane      
  • Grattugiare le carote      

Ruotare

  • Frusta da cucina
  • Temperare una matita col temperamatite a manovella      
  • Frullino a manovella      
  • Montare gli albumi    
  • Trapano manuale a ingranaggi  
  • Arrotolare e srotolare il filo      

Spalmare

  • Spalmare   
  • Misurazione di sostanze secche   

Incollare e scollare

  • Collage con forme di carta preincollata      
  • Scollare un francobollo      
  • Incollare con la colla stick
  • Incollare con la spugna incollante
  • Incollare con colla e pennello
  • Incollare materiali diversi dalla carta   

Tracciare

  • Usare il righello per tracciare linee      
  • Ricalcare un disegno    

Infilare

  • Ganci da tenda 
  • Spiedini di frutta    
  • Infilare le perle      
  • Braccialetti con scovolini      
  • Braccialetti e collane di perle      
  • Orecchini con perno      
  • Infilare un ago      
  • Tessere   

Intrecciare

  • Fare una cordicella
  • Tavoletta dell’intreccio        

Annodare

  • Fare un nodo      
  • Rilegare un libretto
  • Fare il nodo al filo per cucire      
  • Nodo a bocca di lupo       
  • Fare un fiocco      

Cucire

  • Carte da cucire   
  • Cucire con- ago e filo      
  • Cucire un bottone
  • Telaio da ricamo          

2. Prendersi cura dell’ambiente: al chiuso

Organizzare

  • Il ciclo di lavoro      
  • Dipingere al cavalletto      
  • Cambiare il rotolo di carta igienica        
  • Appaiamento di oggetti   
  • Raggruppamento di oggetti  
  • Suddividere le posate      
  • Apparecchiare la tavola      

Spolverare

  • Spolverare col guanto da polvere  
  • Spolverare col piumino    
  • Spolverare con un panno  
  • Spolverare oggetti col pennello       

Spazzolare

  • Spazzolare un tappeto  
  • Spazzolare le patate  

Spazzare

  • Usare scopino e paletta    
  • Spazzare il pavimento con scopa e paletta  
  • Spazzare la moquette o un grande tappeto con una scopa a spinta
  • Raccogliere i chiodi col magnete 

Lucidare

  • Lucidare il vetro  
  • Pulire i vetri delle finestre o grandi specchi
  • Lucidare il metallo   
  • Lucidare le monetine
  • Lucidare il legno    

Lavare

  • Lavare un pennello      
  • Lavare un sasso   
  • Lavare e lucidare le conchiglie
  • Lavare una bambola 
  • Lavare i piatti   
  • Lavare il pavimento      
  • Asciugare una pozza d’acqua 
  • Lavare una lavagna      
  • Lavare un vassoio      
  • Lavare un tavolo      

Curare le piante

  • Spolverare una pianta
  • Lucidare le foglie      
  • Innaffiare le piante    
  • Cura delle piante d’appartamento 
  • Raccogliere i fiori in giardino
  • Fare composizioni floreali   
  • Cambiare l’acqua ai fiori      

Curare gli animali domestici

  • Dar da mangiare ai pesci  

3. Prendersi cura dell’ambiente: all’aperto

  • Cura delle piante da giardino
  • Spazzare le foglie   
  • Raccogliere rifiuti in giardino   
  • Rastrellare le foglie      
  • Semina in vaso
  • Semina nel terreno       
  • Spalare la neve  
  • Lavare i giocattoli in giardino      

4. Prendersi cura di se stessi

   Igiene       

  • Lavarsi le mani   
  • Lavarsi il viso      
  • Lavarsi i denti     
  • Pettinare e spazzolare i capelli  
  • Starnutire      
  • Tossire      
  • Soffiarsi il naso  

                   Abbigliamento

  • Lavare le scarpe
  • Lucidare le scarpe  
  • Piegare i vestiti   
  • Fare la valigia      
  • Appaiare e arrotolare i calzini 
  • Spazzolare i vestiti   
  • Fare il bucato   
  • Stirare 

                   Vestirsi e spogliarsi

  • Indossare il cappotto      
  • Togliersi il cappotto   
  • Appendere il cappotto  
  • Appendere abiti a una gruccia  
  • Indossare scarpe e stivali da pioggia      
  • Indossare i pantaloni      
  • Telaio delle allacciature: chiusure a strappo (velcro) 
  • Telaio delle allacciature: bottoni automatici    
  • Telaio delle allacciature: bottoni grandi   
  • Telaio delle allacciature: bottoni piccoli    
  • Telaio delle allacciature: cerniera  
  • Telaio delle allacciature: ganci e occhielli   
  • Telaio delle allacciature: cinturini  
  • Telaio delle allacciature: nastri  
  • Telaio delle allacciature: lacci    
  • Telaio delle allacciature: lacci e ganci 
  • Usare una spilla di sicurezza  
  • Telaio delle allacciature: spille di sicurezza    
  • Telaio delle allacciature: bottoni in pelle  

5. Prendersi cura degli altri

  • Servire l’insalata  
  • Servire le uova sode  
  • Popcorn a microonde
  • Preparare una tisana      
  • Preparare e servire uno spuntino      

Do it yourself

  1. Guanto di spugna
  2. Grembiule per bambini
  3. Spolverino per le piante

Appendice

  1. Gli esercizi di vita pratica
  2. La responsabilità dell’adulto
  3. La preparazione dell’ambiente
  4. La presentazione
  5. L’osservazione
  6. I campi di influenza degli esercizi di vita pratica

La ruota dei colori Montessori

Età

dai 3 anni

Materiale

un vassoio contenente:

  • un flacone contagocce riempito con acqua e colorante alimentare rosso,
  • un flacone contagocce riempito con acqua e colorante alimentare blu,
  • un flacone contagocce riempito con acqua e colorante alimentare giallo,
  • la ruota dei colori plastificata,
  • stuzzicadenti o puntine su di un piattino,
  • un piattino vuoto per gli stuzzicadenti o le puntine usati,
  • una spugnetta (circa 5 centimetri),
  • 1 foglio di carta casa priva di decorazioni o carta assorbente bianca,
  • un pennarello per scrivere il proprio nome sulla carta.

Un tavolo e due sedie

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Presentazione

1. Preparazione diretta

  • invitare il bambino in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro la ruota dei colori”

il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo

accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale

trasportare il vassoio e posarlo sul tavolo lungo il margine superiore, al centro

sedersi al tavolo (il bambino siede alla nostra sinistra)

allentare i tappi dei tre flaconi contagocce lasciandoli sui rispettivi flaconi, in modo che siano pronti per l’uso

scrivere il proprio nome sul foglio di carta assorbente e metterlo sul tavolo, a sinistra

mettere davanti a noi la ruota dei colori plastificata scelta, con i quattro punti blu in alto

2. Analisi dei movimenti

ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione

prendere il flacone del blu dal vassoio e posarlo a destra della ruota in alto (per evitare rovesciamenti)

prelevare il liquido col contagocce e mettere una goccia di blu sul primo pallino blu della ruota. La punta del contagocce deve essere tenuta molto vicina alla sagoma, ma senza toccarla

ripetere col secondo pallino

far notare che la mano che tiene il contagocce non tocca mai toccare la ruota, per non danneggiare le gocce colorate già spremute

ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

dopo aver completato il lavoro con i punti blu, riavvitare il tappo al flacone e rimetterlo sul vassoio

prendere il flacone del rosso dal vassoio e posarlo a destra della ruota in alto (per evitare rovesciamenti)

prelevare il liquido col contagocce e mettere una goccia di rosso sul primo pallino rosso della ruota. La punta del contagocce deve essere tenuta molto vicina alla sagoma, ma senza toccarla

ripetere col secondo pallino

far notare che la mano che tiene il contagocce non tocca mai toccare la ruota, per non danneggiare le gocce colorate già spremute

ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

dopo aver completato il lavoro con i punti rossi, riavvitare il tappo al flacone e rimetterlo sul vassoio

prendere il flacone del giallo dal vassoio e posarlo a destra della ruota in alto (per evitare rovesciamenti)

prelevare il liquido col contagocce e mettere una goccia di giallo sul primo pallino giallo della ruota. La punta del contagocce deve essere tenuta molto vicina alla sagoma, ma senza toccarla

ripetere col secondo pallino

far notare che la mano che tiene il contagocce non tocca mai toccare la ruota, per non danneggiare le gocce colorate già spremute

ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino

se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

dopo aver completato il lavoro con i punti gialli, riavvitare il tappo al flacone e rimetterlo sul vassoio

dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore

prendere dal vassoio il piattino degli stuzzicadenti e il piattino vuoto, e posizionarli a destra della ruota dei colori

prendere il primo stuzzicadenti per un’estremità, tenerlo in verticale e usarlo per mescolare le gocce di colore sui quattro punti blu in alto, per formare un’unica macchia. Non oltrepassare i confini esterni dei quattro punti per non invadere quelli vicini. Non toccare mai la ruota con la mano

mettere lo stuzzicadenti usato sul secondo piattino

ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino, procedendo in senso orario e usando per ogni gruppo uno stuzzicadenti diverso

se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione

quando tutti i gruppi di punti sono stati mescolati, rimettere i piattini sul vassoio

prendere il foglio di carta assorbente

posizionare lentamente e con molta cautela il foglio sulla ruota dei colori e premere delicatamente

attendere

quando le macchie di colore sono completamente passate sulla carta assorbente, rimuoverla lentamente

ammirare il proprio lavoro

3. Conclusione

al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino

  • appendere ad asciugare il foglio di carta assorbente
  • con la spugna asciugare eventuali tracce di colore rimaste sulla ruota dei colori e rimetterla sul vassoio
  • andare al lavandino, lavare la spugna e riportarla sul vassoio
  • rifornire il vassoio con un foglio di carta assorbente pulita
  • riportare il vassoio allo scaffale
  • ringraziare il bambino per il suo lavoro
  • congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare

Libertà del bambino

dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni

Obiettivi diretti

isolare le abilità necessarie per usare un contagocce facendo cadere una goccia sola alla volta, esplorare i colori primari, secondari e terziari

Obiettivi indiretti

raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, focalizzare l’attenzione del bambino sull’oggetto per stimolare la concentrazione, stimolare la capacità di memorizzare una sequenza, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, soddisfare il bisogno di ordine del bambino, preparare un ambiente favorevole al lavoro indipendente

Nomenclatura

contagocce, tettarella, stuzzicadenti, il nome dei colori, ecc.

Punti di interesse

l’acqua colorata che viene risucchiata e soffiata fuori dal contagocce una goccia alla volta, i quattro punti blu in alto, non toccare mai la ruota con la mano quando si usa il contagocce o lo stuzzicadenti, attendere che la carta assorba i colori, assistere alla formazione dei colori secondari e terziari

Controllo dell’errore

il bambino non riesce ad utilizzare il contagocce, preme troppo o troppo poco, non cambia stuzzicadenti o puntine ad ogni mescolamento sporcando i colori

Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:

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Vita pratica Montessori: tagliare sulle linee

Età

dai 3 anni

Preparazione

le strisce di carta possono essere stampate o disegnate a mano su cartoncini colorati. E’ consigliabile usare un colore diverso di cartoncino per ogni motivo. Le linee, nei primi esercizi, devono essere piuttosto spesse, poi si assottigliano man mano che si progredisce.

Il mio materiale pronto è disponibile per il download e la stampa solo per gli abbonati:

Lo schema di progressione è questo:

1. linee rette
. linee rette orizzontali ben distanziate tra loro (strisce molto strette – linee grosse)
. linee rette orizzontali ben distanziate tra loro (strisce strette – linee grosse)
. linee rette orizzontali ben distanziate tra loro (strisce larghe – linee grosse)
. una linea retta verticale (strisce strette – linee grosse)
. una linea retta verticale (strisce strette – linee fini)
. due linee rette verticali (strisce strette – linee fini)
. linee rette orizzontali ravvicinate (strisce molto strette – linee fini)
. linee rette orizzontali ravvicinate (strisce strette – linee fini)
. linee rette orizzontali ravvicinate (strisce larghe – linee fini)

2. linee rette oblique
. linee rette oblique ben distanziate tra loro (strisce molto strette – linee grosse)
. linee rette oblique ben distanziate tra loro (strisce strette – linee grosse)
. linee rette oblique ben distanziate tra loro (strisce larghe – linee grosse)
. linee rette oblique ravvicinate (strisce molto strette – linee fini)
. linee rette oblique ravvicinate (strisce strette – linee fini)
. linee rette oblique ravvicinate (strisce larghe – linee fini)
. linee rette oblique ravvicinate (rettangoli di carta – linee fini)

3. angoli
. linee a V ben distanziate tra loro (strisce strette – linee grosse)
. linee a V ben distanziate tra loro (strisce larghe – linee grosse)
. linee a V ravvicinate (strisce strette – linee fini)
. linee a V ravvicinate (strisce larghe – linee fini)
. una linea a zig-zag verticale (strisce strette – linee grosse)
. una linea a zig-zag verticale (strisce strette – linee fini)

4. linee curve (più difficili perché richiedono che la carta venga spostata continuamente)
. linee curve ben distanziate tra loro (strisce larghe – linee grosse)
. linee curve ben distanziate tra loro (strisce larghe – linee fini)
. linee curve ravvicinate (strisce strette – linee grosse)

5. linee ondulate
. linee ondulate ben distanziate tra loro (strisce strette – linee grosse)
. linee ondulate ben distanziate tra loro (strisce larghe – linee fini)
. una linea ondulata verticale (strisce strette – linee grosse)
. una linea ondulata verticale (strisce larghe – linee fine)
. una linea ondulata verticale (strisce strette – linee fine)

6. merli
. linea a merli (strisce strette, linea fine)  

7. linee miste
. linea mista (strisce strette, linea grossa)
. linea mista (strisce strette, linea fine)  


Questa è un’interessante variante dell’esercizio 7:

8. forme geometriche
. linee grosse
. linee sottili
. forme assortite (strisce strette, linea fine)

9. ritaglio di fogli piegati a metà
. forme geometriche simmetriche
. disegni simmetrici

10. spirali
. triangolari
. quadrate
. rettangolari
. circolari

Successivamente i bambini ritagliano contorni di immagini complesse e immagini da riviste.  

L’assortimento va conservato ordinatamente su di un vassoio o in una scatola divisa in scomparti, o in scatoline sul ripiano di uno scaffale.

Presentazione generale

Con questi esercizi il bambino deve tagliare il cartoncino guidando il percorso delle forbici sulle linee. Ogni striscia e quadrato va presentato al bambino individualmente per evidenziare il procedimento da seguire, soprattutto quando l’esercizio comporta lo spostamento del cartoncino tra le mani.

Materiali

l’assortimento di strisce e quadrati, un vassoio contenente un paio di forbici a misura di bambino (fornire forbici apposite per i bambini mancini), una scatola o ciotola per i ritagli, una busta (se il bambino vuole portare i ritagli a casa) 

Presentazione

invitare il bambino e dare il nome dell’attività “Ti mostro come tagliare lungo le linee”

cercare il consenso del bambino con lo sguardo

accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale

rifornire il vassoio con una delle strisce

trasportare il vassoio e posarlo al centro del tavolo

prendere il cartoncino e metterlo davanti a noi, a destra

con indice e medio uniti, tracciare una delle linee lentamente

invitare il bambino a tracciare una delle linee con le sue dita 

prendere le forbici dal vassoio e impugnarle correttamente per ricordare la lezione preliminare sul taglio della carta

posare nuovamente le forbici sul vassoio

prendere la ciotola dei ritagli e metterla davanti a noi (cioè a sinistra del cartoncino)

prendere nuovamente le forbici, come spiegato, con la mano destra

con la sinistra prendere una striscia di cartoncino e tenerla con pollice e indice a circa quattro centimetri dalla prima linea da tagliare (con il pollice in alto per fermare meglio la striscia durante il taglio). Piegare nel palmo medio indice e mignolo, a pugno, per evitare di tagliare le dita insieme al cartoncino

tenendo le mani sopra alla ciotola, aprire le forbici quanto basta in base alla lunghezza e la forma della linea da tagliare e inserire il cartoncino tra le lame (nella V delle forbici sulla linea da tagliare). Non usare l’intera lunghezza delle lame, ma soltanto la parte dalla punta a quanto occorre per tagliare

non distogliere mai l’occhio dalla linea da tagliare

chiudere le lame per tagliare lungo la linea

quando necessario, in base alla forma della linea sul cartoncino, chiudere le forbici sul cartoncino con delicatezza, in modo tale da non tagliare la carta, ma soltanto trattenerla tra le lame

tenendo la striscia con le lame delle forbici, spostare il cartoncino nella direzione che può permettere di continuare il taglio sulla linea. Spostare sempre il cartoncino in modo che la linea da tagliare si trovi davanti a noi: quando gli occhi si concentrano sulla linea a tagliare, il cervello muove correttamente le mani  

con l’ultimo taglio far cadere il ritaglio nella ciotola

invitare il bambino a ripetere l’esercizio tagliando le linee successiva, fino a tagliare completamente il cartoncino seguendo tutte le linee

se necessario, ricordare al bambino di tenere il gomito del braccio che tiene le forbici accosto al corpo  

al termine il bambino rimette le forbici e la ciotola sul vassoio

il bambino mette i ritagli nella busta (se vuole portarli a casa) 

se lo si ritiene necessario, ricordare insieme al bambino le regole di sicurezza per l’uso delle forbici

riportare il vassoio sullo scaffale

Obiettivi diretti

isolare le abilità necessarie per tagliare e manipolare le forbici seguendo un percorso specifico

Obiettivi indiretti

raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, focalizzare l’attenzione del bambino sull’oggetto per stimolare la concentrazione, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, soddisfare il bisogno di ordine del bambino, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri, stabilire una relazione di fiducia tra bambino e adulto

Nomenclatura

forbici, lame, impugnatura, manici, anelli, punte, alto, basso, gomito, ecc.

Controllo dell’errore

il bambino non riesce a tagliare il cartoncino, il bambino non rispetta le regole di sicurezza previste per l’uso delle forbici

Punti di interesse

il modo corretto di tenere le forbici, spostare indietro le dita che tengono il cartoncino, usare solo la lunghezza della lama che serve, i diversi modelli da ritagliare, il rumore della carta e delle forbici, la precisione di taglio, non distogliere mai gli occhi di modo che il cervello possa dire alla mano dove tagliare

Note

i ritagli possono trovare molti impieghi, ad esempio possono essere raccolti nel vassoio per il collage, essere usati per lavori di smistamento (per colore, per grandezza, per forma, ecc.), essere usati per l’esercizio con scopino e paletta, e anche essere portati a casa in una busta

Varianti ed estensioni

usare carta sempre più sottile, usare gli stessi modelli rimpiccioliti, usare altri materiali per tagliare (tessuto, nastro, ecc.), fare fiocchi di neve, girandole, lanterne cinesi, ecc.
Man mano che i bambini sviluppano la loro destrezza nell’uso delle forbici, sperimentano la soddisfazione di padroneggiare un’importante abilità nella vita di ogni giorno.

Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:

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Vita pratica Montessori: usare correttamente le forbici

Età

dai 2 anni e mezzo

Materiale

un vassoio contenente un paio di forbici a misura di bambino (predisporne di apposite per i bambini mancini), strisce di cartoncino colorato (larghe circa 2 cm e lunghe dai 15 ai 20 cm), una ciotola per i ritagli e una busta se il bambino desidera portare a casa alcuni dei suoi ritagli

Presentazione

. invitare il bambino e dare il nome dell’attività “Ti mostro come usare le forbici”

. cercare il consenso del bambino con lo sguardo

. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale

. trasportare il vassoio su di un tavolo

. mostrare al bambino come impugnare correttamente le forbici

. se le forbici hanno anelli grandi infilare il pollice nell’anello superiore, medio anulare e mignolo nell’anello inferiore, e l’indice appoggiato all’esterno dell’impugnatura

. se le forbici hanno anelli piccoli, infilare il pollice nell’anello superiore, il medio nell’anello inferiore, l’indice appoggiato all’esterno dell’impugnatura, e anulare e mignolo chiusi verso il palmo

. se le forbici hanno anelli di misure diverse, l’anello piccolo sta in alto ed è per il pollice

. le forbici stanno in orizzontale con le punte delle lame rivolte all’esterno (non verso di noi)

. il gomito del braccio che tiene le forbici deve stare accosto al corpo: in questo modo sarà la mano del bambino a lavorare e rafforzarsi, senza l’aiuto del busto 

. mostrare al bambino come aprire e chiudere le forbici, allontanando e riavvicinando gli anelli dell’impugnatura

. per ricordare che il pollice sta sopra e le altre dita sotto, possiamo dire che il pollice è l’autista, e sta davanti, mentre le altre dita sono i passeggeri che stanno insieme dietro

. posare le forbici sul vassoio

. invitare il bambino a impugnarle, aprirle e chiuderle, quindi a rimetterle sul vassoio

. prendere la ciotola dei ritagli e metterla davanti a noi

. prendere nuovamente le forbici, come spiegato, con la mano destra

. con la sinistra prendere una striscia di cartoncino e tenerla con pollice e indice a circa quattro centimetri dalla fine (con il pollice in alto per fermare meglio la striscia durante il taglio). Piegare nel palmo medio indice e mignolo, a pugno, per evitare di tagliare le dita insieme al cartoncino

. tenendo le mani sopra alla ciotola, aprire le forbici quanto basta in base alla larghezza della striscia e inserire il cartoncino tra le lame (non usare l’intera lunghezza delle lame, ma soltanto la parte dalla punta a quanto occorre per tagliare)

. chiudere le lame per tagliare un pezzo di cartoncino, facendo cadere il ritaglio nella ciotola

. continuare a tagliare fino a quando le forbici raggiungono le dita che tengono il cartoncino

. a questo punto chiudere le forbici sul cartoncino con delicatezza, in modo tale da non tagliare la carta, ma soltanto trattenerla tra le lame

. tenendo la striscia con le lame delle forbici, spostare le dita indietro, all’estremità finale della striscia

. riprendere il taglio della striscia fino a tagliarla completamente in piccoli pezzetti  

. rimettere le forbici e la ciotola nel vassoio

. invitare il bambino a ripetere l’esercizio

. al termine rimettere tutto il materiale sul vassoio

. parlare delle regole di sicurezza per l’uso delle forbici (ripetere nel corso dell’anno)

. riportare il vassoio sullo scaffale

. invitare il bambino a ripetere l’esercizio tutte le volte che lo desidera

Regole di sicurezza per l’uso delle forbici

. ricordare insieme la lezione sul traporto delle forbici (tenendole con le punte rivolte verso il basso e l’impugnatura verso l’alto, con le mani chiuse sulle lame e vicine al corpo)

. appoggiare sempre le forbici, se non si stanno usando per tagliare

. non sedersi vicino ad altre persone quando si lavora con le forbici

. usare le forbici solo per tagliare

. non correre mentre si tengono le forbici in mano

. per passare le forbici a un’altra persona tenere le forbici per le lame unite e porgerle con l’impugnatura rivolta verso l’altra persona

. ricordare che le forbici sono appuntite e taglienti e possono creare incidenti a se stessi e agli altri

Obiettivi diretti

isolare le abilità necessarie per usare le forbici in sicurezza

Obiettivi indiretti

raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, focalizzare l’attenzione del bambino sull’oggetto per stimolare la concentrazione, sviluppare il senso di indipendenza e di conseguenza dell’autostima, preparare un ambiente favorevole al lavoro indipendente, eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri, stabilire una relazione di fiducia tra bambino e adulto

Nomenclatura

forbici, lame, impugnatura, manici, anelli, punte, alto, basso, gomito, ecc.

Punti di interesse

il modo corretto di tenere le forbici, spostare indietro le dita che tengono il cartoncino, usare solo la lunghezza della lama che serve

Controllo dell’errore

il bambino non riesce a tagliare il cartoncino, il bambino non rispetta le regole di sicurezza previste per l’uso delle forbici

Variazioni ed estensioni

tagliare strisce di carta sempre più sottile, tagliare strisce di carta sempre più larghe, tagliare carta con motivi fantasia

Note

i ritagli possono trovare molti impieghi, ad esempio possono essere raccolti nel vassoio per il collage, essere usati per lavori di smistamento (per colore, per grandezza, per forma, ecc.), essere usati per l’esercizio con scopino e paletta, e anche essere portati a casa in una busta

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Vita pratica Montessori: piegare la stoffa

Materiale

Un vassoio o una scatola quadrata con coperchio contenente 5 tovaglioli di cotone 25 x 25 cm, preparati con delle cuciture a contrasto che guidano le piegature (in genere bianco su rosso o rosso su bianco)

photo credit: Montessori Service

Età

Dai 3 anni

Presentazione

  • invitare il bambino dando il nome dell’attività “Ti mostro come si piega la stoffa”, e accompagnarlo allo scaffale dove è conservato il materiale
  • trasportare il vassoio e metterlo sul tavolo alla nostra sinistra
  • cercare il consenso del bambino con lo sguardo

Prima stoffa

una linea mediana, che divide il tovagliolo in due rettangoli

  • prendere dal vassoio la prima stoffa e porla davanti a noi, con la linea posta in orizzontale
  • lisciarla bene con la mano
  • con indice e medio uniti tracciare lentamente la cucitura da sinistra a destra
  • sollevare i due angoli inferiori e sovrapporli ai due angoli superiori (il bordo piegato rivolto verso di noi)
  • lisciare bene la stoffa piegata e porla a destra del vassoio

Seconda stoffa

due linee mediane, che dividono la stoffa in quattro quadrati

  • prendere dal vassoio la seconda stoffa e porla davanti a noi
  • lisciarla bene con la mano
  • con indice e medio uniti tracciare lentamente la cucitura orizzontale, da sinistra a destra
  • prendere i due angoli superiori e portarli verso il basso. Sovrapporli ai due angoli inferiori
  • stirare bene la piega con la mano destra, facendo combaciare bene i bordi della stoffa
  • lisciare bene la stoffa piegata
  • ruotare la stoffa verticalmente, in modo che il bordo piegato sia rivolto verso destra
  • mettere l’indice della mano sinistra sulla cucitura orizzontale, in corrispondenza del bordo piegato
  • con la mano destra portare gli angoli inferiori sugli angoli superiori
  • con entrambe le mani stirare bene le pieghe, facendo combaciare bene i bordi della stoffa
  • lisciare la stoffa piegata
  • mettere la stoffa piegata a destra della prima

Terza stoffa

una linea diagonale, che divide la stoffa in due triangoli

  • prendere dal vassoio la terza stoffa e porla davanti a noi, con la linea diagonale che scorre dall’angolo in alto a sinistra all’angolo in basso a destra
  • lisciarla bene con la mano
  • con indice e medio uniti tracciare lentamente la cucitura dall’alto verso il basso
  • sollevare l’angolo in alto a destra e sovrapporlo all’angolo in basso a sinistra
  • stirare bene la piega con la mano destra, facendo combaciare bene i bordi della stoffa
  • lisciare con cura la stoffa piegata
  • mettere la stoffa piegata a destra della seconda

Quarta stoffa

due linee diagonali, che dividono la stoffa in quattro triangoli

  • prendere dal vassoio la quarta stoffa e porla davanti a noi, con la linea diagonale che scorre dall’angolo in alto a sinistra all’angolo in basso a destra
  • lisciarla bene con la mano
  • con indice e medio uniti tracciare lentamente la cucitura dall’alto verso il basso
  • sollevare l’angolo in alto a destra e sovrapporlo all’angolo in basso a sinistra
  • stirare bene la piega con la mano destra, facendo combaciare bene i bordi della stoffa
  • lisciare con cura la stoffa piegata
  • con indice e medio uniti tracciare lentamente la seconda cucitura dall’alto verso il basso
  • sollevare l’angolo in alto a sinistra e sovrapporlo all’angolo in basso a destra
  • stirare bene la piega, facendo combaciare bene i bordi della stoffa
  • lisciare con cura
  • mettere la stoffa piegata a destra della terza

Quinta stoffa

senza linee

  • prendere dal vassoio la quinta stoffa e porla davanti a noi
  • lisciarla con cura con la mano
  • scegliere una delle quattro piegature apprese con le stoffe precedenti e riprodurla senza il supporto visivo delle cuciture
  • mettere la quinta stoffa piegata a destra della quarta
  • dopo aver piegato tutte e cinque le stoffe, aprirle una ad una, seguendo il procedimento inverso a quello della piegatura, e prendendo le stoffe da destra a sinistra
  • riporre via via le stoffe nel vassoio o nella scatola
  • riportare il vassoio allo scaffale
  • invitare il bambino a provare

Note: durante le presentazioni è importante non parlare, per mantenere l’attenzione sui gesti.

Obiettivi diretti: imparare a piegare le stoffe

Obiettivi indiretti: coordinazione oculomotoria, raffinamento psicomotorio ,concentrazione, indipendenza, controllo del movimento. Capacità di riprodurre una sequenza. Preparazione indiretta per la geometria (assorbimento inconscio delle linee di divisione)

Nomenclatura: stoffa, cucitura, linea, verticale, orizzontale, diagonale, metà, quarto, bordo, angolo, ecc.

Punti di interesse: le linee cucite a contrasto sulle stoffe, i diversi modi di piegare le stoffe, far combaciare i bordi, le dimensioni e le forme che i quadrati fi stoffa possono assumere, ecc.

Controllo dell’errore: il bambino non segue le linee. Il bambino non sovrappone correttamente gli angoli o i margini della stoffa. Le stoffe sono stropicciate

Variazioni: piegare tovaglioli di carta, piegare stoffe di spessori diversi

Estensioni: piegare i calzini, i guanti, gli asciugamani, gli abiti. Fare una valigia. Lavorare ad un secondo set di stoffe da piegare

Piegare le stoffe: secondo set

Sesta stoffa

Due linee parallele che dividono la stoffa in tre rettangoli

Settima stoffa

Due linee parallele verticali e una mediana orizzontale che dividono la stoffa in sei rettangoli

Ottava stoffa

Due linee oblique che dividono la stoffa in tre triangoli

Nona stoffa

Quattro linee che dividono la stoffa in un quadrato e quattro triangoli

Decima stoffa

senza linee

Per la presentazione ho utilizzato le stoffe in vendita qui:
https://www.etsy.com/it/listing/680049761/passo-1-montessori-4-panni-pieghevoli
https://www.etsy.com/it/listing/768756162/passo-2-montessori-4-panno-pieghevole?ref=sold_out-15&pro=1

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Grazia e cortesia: il gioco dei complimenti

Vantaggi del gioco dei complimenti

  • Insegna ai bambini come fare e ricevere complimenti;
  • alimenta l’autostima;
  • insegna ai bambini ad apprezzarsi a vicenda e lavorare insieme;
  • aiuta a riconoscere il bene negli altri
  • alimenta l’empatia e il senso di comunità.

Il gioco dei complimenti non è un passatempo, è una lezione. Purtroppo spesso gli insegnanti cadono nella tentazione di trattare tutti i giochi come esercizi di riscaldamento per l’apprendimento “reale” che dovrebbe avvenire dopo.

Regole del gioco

Il gioco dei complimenti implica alcune regole di base:
. il complimento deve essere sincero e gentile e riguardare le azioni di qualcuno: non può riguardare l’aspetto personale o i vestiti
. devi guardare la persona negli occhi mentre le fai un complimento.

Per chiedere a un bambino di fare un complimento ad un altro possiamo dire: “Gabriele, chi vuoi far sentire bene?”
Dopo che il bambino ha fatto il suo complimento, possiamo dire: “Vedo che Azzurra sta sorridendo, vuol dire che l’hai fatta sentire bene” o anche “Gabriele sei un supereroe! Puoi rendere le persone felici!”

Variante 1

Durante il cerchio del mattino diciamo ai bambini che ci piacerebbe dedicare un momento per i complimenti ogni giorno per il tutto il mese.
Chiediamo ai bambini: “Che cos’è un complimento?”
I bambini più grandi risponderanno, ad esempio “È quando dici qualcosa di bello su qualcuno”.
Diciamo: “Sì, e il miglior complimento è quando fai sapere a qualcuno che ti piace qualcosa che ha fatto. Possiamo fare complimenti sull’aspetto di qualcuno o sui suoi vestiti, ma il miglior è dirgli che ci piace qualcosa del suo comportamento”
“Un’altra cosa che devi sapere sui complimenti è che quando qualcuno ti fa un complimento, devi guardarlo negli occhi e dirgli: “Grazie.”
“Ora farò a ciascuno di voi un complimento camminando nel cerchio e fermandomi davanti a ciascuno di voi”.
“Andrea, mi piace come aiuti i più piccoli ad indossare la giacca”.
“Grazie”
“Mattia, mi piace che sorridi sempre quando mi saluti.”
“Grazie.”
“Emma, mi piace come balli quando facciamo il gioco delle balene.”
“Grazie.”
…e così via, facendo complimenti e ricevendo ringraziamenti in cambio.
“Ora tocca a voi farmi un complimento.”
Si consiglia di iniziare con i bambini più grandi, così i più piccoli avranno molti esempi da seguire su come fare e ricevere un complimento.
Diciamo: “Domani sarà il giorno dei complimenti per Andrea, e ognuno di noi le farà un complimento. Faremo a turno fino a quando tutti avranno avuto la loro giornata di complimenti. ”
Si consiglia di dire sempre il giorno prima chi sarà il bambino che riceverà i complimenti, per dare modo agli altri di pensare a cosa dire.
Fa davvero bene sentire 20 o più persone dire qualcosa di sincero e gentile su di te!
Nel giro di pochi giorni, introducendo il momento dei complimenti, l’atmosfera di classe si ingentilisce. I bambini, nel loro giorno dei complimenti, si sentono speciali e sembrano camminare sollevati da terra e tutti si comportano in modo più paziente l’uno con l’altro.

Variante 2

Prepariamo un piccolo pacchettino confezionato con cura e con un bel fiocco.
Diciamo: “C’è un regalo che possiamo fare ai nostri amici e che non costa soldi: un complimento”.
Chiediamo ad ogni bambino a turno di passare il pacchetto a un altro bambino accampagnandolo ad un complimento.
Chiediamo ai bambini come li ha fatti sentire aver detto qualcosa di carino a qualcuno e di come sia fare sia ricevere un complimento faccia sentire bene.

Variante 3

I bambini formano un grande cerchio e l’insegnante tiene in mano una palla o un anello di corda (tenere la palla o l’anello aiuta i bambini a concentrarsi e gestire meglio l’eventuale nervosismo).
Dai la palla o l’anello a un bambino e chiedigli di entrare nel centro del cerchio. Gli altri, a turno, gli fanno un complimento.
Invita i bambini a tenere il contatto visivo col bambino nel mezzo, dire il proprio nome e fargli un complimento specifico su qualcosa che ha fatto (ad esempio “Mi è piaciuto molto il modo in cui mi hai aiutato ad apparecchiare oggi.”).
Il bambino che riceve i complimenti dovrebbe guardare l’altro negli occhi e ringraziarlo per le sue parole.

Variante 4 (per bambini che sanno leggere)

Ogni bambino (e l’insegnante) scrive il proprio nome su un foglietto di carta e lo mette in un contenitore, si mescolano i cartellini ed ognuno ne pesca uno.
A turno ogni partecipante fa un complimento alla persona indicata nel cartellino che ha pescato.

Variante 5 (per bambini che sanno leggere)

Il gioco consiste nell’abbinare il giusto complimento al giusto destinatario.
Per preparare questo gioco, scriviamo un complimento specifico per ogni bambino su dei pezzetti di carta. Bisogna essere il più specifici possibile per garantire che i giocatori possano abbinare il complimento al destinatario previsto. Le prime volte usiamo solo cinque foglietti alla volta e cinque bambini, più il bambino che deve indovinare.
Chiedi a un bambino di venire da te e dagli i cartellini dei complimenti, poi chiedigli di leggere ogni complimento in silenzio e dare ogni cartellino allo studente per il quale secondo lui il complimento è stato scritto, il più rapidamente possibile.
Dopo che il bambino ha abbinato i cartellini, consenti ai destinatari dei complimenti di leggere i foglietti che hanno ricevuto.
Se i complimenti sono stati tutti distribuiti in modo appropriato, puoi tenere il tempo impiegato dal bambino.
Ripeti il ​​processo con gli altri bambini e se vuoi puoi premiare il bambino che abbina correttamente i complimenti nel più breve tempo possibile con un premio speciale.

Variante 6

In questa variante i bambini fanno complimenti agli altri mentre lanciano un sacchettino di stoffa riempito di fagioli.
I bambini siedono in cerchio.
Dai il sacchettino ad un bambino e digli che deve scegliere un altro bambino, fargli un complimento e poi lanciargli il sacchetto di fagioli.
Continua così, permettendo a tutti i bambini di prendere e lanciare il sacchetto di fagioli mentre danno e ricevono complimenti.

Variante 7

In questa variante del gioco, dopo che un bambino ha fatto un complimento ad un altro, i due bambini si abbracciano.
In effetti i complimenti che si scambiano i bambini possono essere un po’ troppo studiati e superficiali, ma l’abbraccio finale non può che essere autentico.

Il gioco dei complimenti nel web

https://www.iccamozzi.edu.it/

https://www.gentletude.com/onlus/

Esperimento scientifico: una candela che succhia l’acqua

Esperimento scientifico: una candela che succhia l’acqua.

Scopo

Dimostrare che la combustione consuma ossigeno.

Età

Dai 6 anni.

Materiali

Un piatto o un contenitore di plastica
candeline da compleanno
un vaso di vetro trasparente
pasta da modellare
acqua colorata.

Note di sicurezza

Insegnare ai bambini come utilizzare i fiammiferi in sicurezza. Eseguire l’esperimento lontano da materiali infiammabili e legarsi i capelli.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato ad un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che questo esperimento dimostra che la combustione consuma ossigeno

. per fissare la candelina al piatto possiamo usare un po’ di cera fusa oppure una pallina di pasta da modellare. Mettiamo quindi una candela in verticale in mezzo al piatto

. riempiamo il piattino con acqua e accendiamo la candela

. capovolgiamo un vaso trasparente sulla candela accesa

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni


. i bambini scopriranno che dopo alcuni secondi la candela si spegne, quindi il livello dell’acqua inizia a salire

. ripetiamo l’esperimento, ma questa volta con due candeline accese

. quando si spegneranno avranno risucchiato più acqua

. accendiamo tre candele e ripetiamo:

. proviamo con 5 candeline e un vaso più grande:

. quando si spegneranno avranno risucchiato tantissima acqua. L’effetto sarà velocissimo e davvero sorprendente

Osservazioni e conclusioni

Mentre le candeline bruciano all’interno del vaso, il calore fa espandere l’aria. Il vaso si riempie lentamente con l’aria calda che occupa più spazio rispetto all’aria fredda, quindi parte di essa fuoriesce dal vaso.
Quando le candeline bruciano reagiscono con l’ossigeno presente nell’aria, questo riduce la quantità di ossigeno e aumenta la quantità di anidride carbonica nel vaso.
L’ossigeno costituisce solo il 20% dell’aria e una candela smetterà di bruciare quando il livello di ossigeno scenderà a circa il 15%.
Quando le candeline si spengono nel vaso, l’aria al suo interno si raffredda.
Mentre l’aria si raffredda, la pressione all’interno del vetro diminuisce perché quando i gas si raffreddano si restringono.
L’effetto del raffreddamento dei gas è molto maggiore della semplice perdita di ossigeno. Inoltre, parte dell’anidride carbonica formata dalla fiamma si dissolve nell’acqua, diminuendo ulteriormente la pressione.
L’acqua al di fuori del vaso viene spinta nel vaso dalla pressione più alta dell’esterno rispetto all’interno del vaso.

Esperimento scientifico: aceto e acciaio

Esperimento scientifico: aceto e acciaio.

Scopo

Questo esperimento mostra una reazione da ossidazione e la pressione dell’aria.

Materiali

Pagliette non saponate
aceto
una bottiglia di vetro trasparente
un palloncino.

Età

Dai 6 anni.

Note di sicurezza

Finché usiamo ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato a un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che questo esperimento mostra una reazione di ossidazione

. prendiamo alcuni fili di lana d’acciaio da una paglietta e mettiamoli in una bottiglia di vetro trasparente

. versiamo dell’aceto (o succo di limone) sulla lana d’acciaio

. fissiamo un palloncino sulla bocca della bottiglia e lasciamo riposare

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni.

Osservazioni e conclusioni

L’aceto rimuove il rivestimento dalla lana d’acciaio, quindi l’acciaio, in presenza di ossigeno, inizia ad ossidarsi
Mentre la reazione avviene, il palloncino verrà spinto nella bottiglia, perché la reazione di ossidazione consuma l’ossigeno contenuto nella bottiglia, riducendo la pressione al suo interno. Poiché la pressione all’esterno della bottiglia è maggiore della pressione all’interno della bottiglia, questa spingerà il pallone verso l’interno.

Esperimento scientifico: nevicata di talco

Esperimento scientifico: nevicata di talco.

Scopo

Dimostrare le proprietà della tensione superficiale dell’acqua.

Età

Dai 6 anni.

Materiali

Un vaso cilindrico pieno d’acqua
talco
detersivo per i piatti.

Note di sicurezza

Dopo l’esperimento gettare l’acqua saponata per evitare che venga accidentalmente ingerita.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato a un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che questo esperimento dimostra l’azione della tensione superficiale

. riempiamo il vaso di acqua e cospargiamo di talco la superficie dell’acqua

. il talco galleggerà sulla superficie: la tensione superficiale dell’acqua è tale da trattenere le piccole particelle di polvere sulla superficie

. ora mettiamo una goccia di detersivo per piatti nell’acqua

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni.

Osservazioni e conclusioni

Il sapone rompe la tensione superficiale dell’acqua permettendo talco di cadere nell’acqua. È interessante da guardare: la polvere cadrà semplicemente attraverso il foro creato dal sapone: il resto continuerà a rimanere in cima all’acqua, come neve che cade da una nuvola.

Esperimento scientifico: pepe in fuga

Esperimento scientifico: pepe in fuga.

Scopo

Dimostrare la tensione superficiale.

Età

Dai 5 anni.

Materiali

Acqua
un piatto fondo
pepe macinato (o altre spezie in polvere)
detersivo liquido.

Note di sicurezza

Dopo l’esperimento gettare l’acqua saponata per evitare che venga accidentalmente ingerita. Non toccarsi gli occhi e il naso dopo aver maneggiato il pepe.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato a un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che questo esperimento dimostra la tensione superficiale

. versiamo l’acqua nel piatto

. cospargiamo la superficie dell’acqua con pepe macinato

. versiamo una goccia di detersivo per i piatti sulla punta di un dito

. tocchiamo con la punta del dito la superficie dell’acqua, al centro del piatto

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni. Cosa è successo? Perché?

Osservazioni e conclusioni

La maggior parte dei granelli di pepe è sfrecciata ai lati del piatto e alcuni granelli sono caduti sul fondo.
La prima domanda da porsi è: “Perché i fiocchi di pepe galleggiano? Perché non affondano o si dissolvono nell’acqua?”
Il pepe è idrofobo, cioè l’acqua non è attratta dal pepe, e per questo il pepe non può dissolversi in essa.
I granelli di pepe galleggiano perché le molecole d’acqua si attraggono tra di loro e sulla superficie si comportano come un sottile film elastico. Poiché i fiocchi di pepe sono leggeri e idrofobi, la tensione superficiale li fa galleggiare sopra.
La domanda successiva a cui pensare è: “Perché il pepe fugge ai bordi del piatto quando il sapone tocca l’acqua?”
Il sapone riduce la tensione superficiale dell’acqua, riducendo la reciproca attrazione delle molecole d’acqua. Lungo i bordi del piatto, lontani dal sapone, la tensione superficiale dell’acqua non cambia, quindi attrae il pepe.
Il sapone quindi rompe la tensione superficiale e quando la tensione superficiale si rompe, il pepe viene tirato verso i bordi del piatto.
L’acqua da sola non è in grado di eliminare lo sporco da un piatto o un tessuto. I detersivi hanno grandi proprietà: si dissolvono nell’acqua, riducendo la reciproca attrazione delle sue molecole, mentre attirano e legano insieme piccole particelle di sporco.
In questo modo, lo sporco viene staccato dal piatto o dal tessuto e disperso in acqua, e questo consente un lavaggio efficace.

Facciamo il burro coi bambini

Facciamo il burro coi bambini.

Scopo

Conoscere i processi coinvolti nella produzione del burro.

Età

Dai 4 anni.

Facciamo il burro coi bambini
Materiali

. panna (la più grassa che trovi)
. un vaso di vetro o plastica con coperchio a tenuta grande 3 volte almeno la quantità di panna
. una bottiglia di plastica (facoltativa)
. una ciotola
. acqua corrente.

Note di sicurezza

Finché usiamo ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.

Facciamo il burro coi bambini
Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato a un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. almeno cinque ore prima di eseguire l’esperimento tiriamo la panna fuori dal frigo, in modo che al momento di utilizzarla sia a temperatura ambiente

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. versiamo la panna nel barattolo e avvitiamo il coperchio con cura. Per iniziare si può usare una bottiglia di plastica, e poi travasare la panna in un vaso

. iniziamo a scuotere il barattolo (o la bottiglia) avanti e indietro, finché non si forma il burro: questa operazione potrebbe richiedere da 5 a 20 minuti

. scegliendo una colonna sonora per questa fase, e passandosi il barattolo a turno tra più bambini, scuotere il barattolo sarà più divertente

. di tanto in tanto chiediamo ai bambini di guardare all’interno del barattolo

. la panna si ispessisce gradualmente man mano che scuotiamo il barattolo. Ad un certo punto diventerà così densa che si muoverà molto meno mentre scuotiamo: la panna sarà diventata panna montata. In questa fase la panna potrebbe rivestire le pareti del barattolo, e può essere il momento di travasare la panna dalla bottiglia al barattolo

. continuiamo a scuotere il barattolo, finché non sentiremo come uno sciabordio. A questo punto infatti il burro si sarà separato dal siero. Questo cambiamento avviene all’improvviso, in pochi secondi

. il burro sarà di un colore giallo pallido, mentre il liquido sarà chiaro e lattiginoso. Il contenuto del barattolo sarà ben visibile adesso perché agitando il siero laverà le pareti del barattolo mentre il grumo solido di burro sbatterà di qua e di là

. apriamo il barattolo, vuotiamolo del liquido e rimettiamo il coperchio. Scuotiamo nuovamente per separare altro liquido dal burro. Ripetiamo l’operazione più volte

. togliamo il pezzo di burro dal barattolo e mettiamolo in una ciotola di acqua fredda

. laviamoci le mani e impastiamo delicatamente il burro per rimuovere eventuale altro siero presente

. ripetiamo più volte, usando ogni volta acqua fredda pulita. Questa operazione è molto importante, perché se non rimuoviamo accuratamente il liquido dal burro, questo non potrà conservarsi molto a lungo e diventerà presto rancido

. mettiamo il burro in un contenitore e poniamolo una decina di minuti in frigorifero

. spalmiamo un po’ del nostro burro su dei cracker o sul pane, così i bambini potranno assaggiarlo

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni.

Osservazioni e conclusioni

Quando scuotiamo la panna abbastanza a lungo, i piccoli globuli di grasso che contiene si legano tra loro e inglobano le proteine, formando una sostanza solidificata: il burro. Il liquido residuo è il siero.
Il latte di mucca appena munto è composto da panna e latte insieme. La panna è meno densa del latte, quindi galleggia sulla superficie e può essere rimossa. Il latte scremato è il latte rimasto dopo la rimozione della panna.

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Esperimento scientifico: legumi in crescita giorno per giorno

Esperimento scientifico: legumi in crescita giorno per giorno.

Scopo

Osservare germinazione e crescita di un fagiolo.

Età

Dai tre anni.

Materiali

Barattoli o vasetti di yogurt
garze, panno-carta, tessuto leggero o collant
elastici
fagioli.

Note di sicurezza

Finché usiamo ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato a un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che con questo esperimento osserveremo germinazione e crescita di un fagiolo

. versiamo l’acqua nel primo vaso

. copriamo il barattolo con una garza e fermiamola con un elastico (oppure utilizziamo carta, filtri per caffè ecc.). Posiamo i fagioli in modo che restino sollevati ma a contatto con l’acqua

. al posto della garza possiamo usare filtri di carta o sacchetti per alimenti e carta assorbente

. possiamo preparare vari contenitori con più fagioli di varietà diverse. Questo aumenterà le probabilità di successo dell’esperimento

. mettiamo una brocca d’acqua o un piccolo annaffiatoio accanto ai barattoli, così i bambini potranno prendersi cura dei fagioli ogni giorno

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni per le tre settimane successive, poi le piantine saranno pronte per il trapianto il vaso.

Osservazioni e conclusioni

. giorno 1: i fagioli cominciano a gonfiarsi

. giorno 5. Iniziano a germogliare

. giorno 7: il germoglio cresce

. giorno 11: spuntano le prime foglie e le radici secondarie

. giorno 12: le foglie si innalzano verso la luce e le radici crescono

. giorno 18: le foglie crescono e ne spuntano di nuove. Anche le radici crescono

. giorno 22: foglie e radici continuano a crescere. Le foglie sono già abbastanza grandi …

. giorno 25. Il nostro seme è diventato una pianta sana e bella 🙂

Variante

Vuoi che il bambino visualizzi tutta la sequenza dal vivo? Pianta ogni giorno un fagiolo in un vasetto diverso. Spettacolare!

Esperimento scientifico: insalata di germogli

Esperimento scientifico: insalata di germogli.

Scopo

Osservare la germinazione dei semi ed utilizzare i germogli a scopi alimentari.

Età

Dai 5 anni.

Materiali

Un barattolo di vetro
semi di grano, soia o girasole
acqua calda
collant, garza o tessuto leggero
elastico.

Note di sicurezza

Finché usi ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato ad un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che con questo esperimento faremo germogliare dei semi per poterci preparare una buona insalata

. versiamo dei semi in un barattolo, per un’altezza di due o tre centimetri

. copriamo i semi con acqua calda

. fissiamo sulla bocca del vaso un pezzo di collant (garza o tessuto) con un elastico

. cambiamo l’acqua ogni giorno, finché i semi non saranno germogliati

. per i primi 3 giorni teniamo i semi al buio, poi portiamoli alla luce

. rimuoviamo dal vaso eventuali germogli danneggiati

. quando i germogli saranno pronti, prepariamo insieme una bella insalata

I germogli non utilizzati si conservano bene in frigo per qualche giorno.

Esperimento scientifico: il seme di avocado

Esperimento scientifico: il seme di avocado.

Scopo

Osservare la germinazione del grosso seme dell’avocado.

Età

Dai 3 anni.

Materiali

Stuzzicadenti
un bicchiere o un vasetto
carta casa
coltello
un sacchetto per alimenti
acqua.

Note di sicurezza

Finché usiamo ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato a un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che questo esperimento mostrerà come si sviluppa una pianta di avocado a partire dal seme

. rimuoviamo il seme da un avocado e laviamolo delicatamente in acqua tiepida.
. determiniamo la direzione in cui il nostro seme deve essere posto nell’acqua. Il fondo è più largo e ha una piccola rientranza al centro, ed è da lì che si formeranno le nuove radici

. usiamo gli stuzzicadenti per infilzare la parte superiore del seme di avocado, quindi immergiamolo in un piccolo vasetto d’acqua assicurandoci che il fondo sia rivolto verso il basso

. mettiamo il bicchiere in un luogo caldo lontano dalla luce solare diretta.

Altri modi per far germogliare un seme di avocato sono:

. tagliare mezzo centimetro ad ogni estremità del seme prima di metterlo in acqua

. avvolgere il seme in triplo foglio di carta casa, mettere in sacchetto per alimenti e aggiungere acqua (se gli altri metodi non funzionano, ho sperimentato che questo è infallibile)

. chiediamo ai bambini di osservare il seme nelle due settimane successive.

Osservazioni e conclusioni

. dovremmo vedere che le radici e lo stelo iniziano a germogliare non prima di 8 settimane

. la parte superiore del seme di avocado si ridurrà di volume e formerà una fessura

. la fessura si estenderà fino al fondo del seme

. nella fessura nella parte inferiore, inizierà a emergere un piccolo fittone

. il fittone continuerà a crescere e potrebbe formare delle diramazioni

. un piccolo germoglio sboccherà nella parte superiore del seme

. quando la radice avrà una lunghezza di circa 15 centimetri, tagliamola circa a metà per rinforzarla

. aspettiamo che la radice si ingrossi e il fusto abbia foglie nuove, quindi piantiamolo in vaso lasciando il seme a metà scoperto e annaffiandolo frequentemente

. non dimentichiamo che più luce del sole la pianta riceve, meglio è.

Esperimento scientifico: il dente di leone

Esperimento scientifico: il dente di leone.

Scopo

Usare gli steli del dente di leone per dimostrare l’osmosi e introdurre i concetti di idrofilo e idrofobo.

Materiali

Denti di leone appena colti
una bacinella d’acqua.

Note di sicurezza

Finché usiamo ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato a un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che questo esperimento dimostra l’osmosi

. prendiamo uno stelo di dente di leone e dividiamolo nel senso della lunghezza tirando in direzioni opposte

. poniamo gli steli divisi in contenitore pieno d’acqua e osserviamo i gambi arricciarsi assumendo forme di spirale

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni.

Osservazioni e conclusioni

L’interno dello stelo del dente di leone è idrofilo, cioè assorbe acqua. La parola idrofilo significa “amante dell’acqua”. L’interno dello stelo è infatti la parte che assorbe l’acqua.
Quando mettiamo lo stelo diviso nella bacinella, l’interno dello stelo ha la possibilità di assorbire davvero tanta acqua.
Attraverso il processo di osmosi l’acqua passa dalla bacinella alle cellule dell’interno dello stelo.
L’esterno dello stelo è idrofobo, cioè respinge l’acqua. La parola idrofobo significa “che odia l‘acqua.
Così mentre le cellule idrofile (interne) assorbono acqua e si gonfiano, le cellule idrofobe (esterne) rimangono della stessa dimensione.
La dimensione maggiore delle cellule su un lato del gambo forza lo stelo ad arricciarsi in varie forme.

Esperimento scientifico: l’arcobaleno in una stanza

Esperimento scientifico: l’arcobaleno in una stanza.

Scopo

In questo esperimento rifrangiamo la luce del sole attraverso l’acqua.

Età

Dai 4 anni.

Materiali

Luce del sole
torcia
contenitore trasparente
specchietto
vecchio cd
fogli di carta bianca
acqua.

Note di sicurezza

Finché usiamo ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato ad un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe.

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che questo esperimento dimostra che la luce che percepiamo come bianca è composta dai colori dell’arcobaleno

. in una stanza in penombra illuminiamo un contenitore pieno d’acqua con la torcia

. proviamo varie angolazioni finché non vedremo apparire sul muro un piccolo arcobaleno

. ora usciamo all’aperto o andiamo in una stanza ben illuminata dai raggi del sole e versiamo l’acqua in un contenitore trasparente riempendolo circa a metà

. immergiamo lo specchietto in modo che la parte immersa dello specchietto venga colpita dai raggi del sole

. incliniamo lo specchietto finché non vedremo il nostro arcobaleno, quindi appendiamo in foglio di carta bianca per vederlo meglio

. lasciamo il foglio bianco appeso e proviamo a inclinare un cd in modo che riceva i raggi del sole

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni.

Osservazioni e conclusioni

La luce, quando viene rifratta nel modo giusto, si separa nei colori che la compongono.
Con la parola rifrazione intendiamo il modo in cui la luce si piega quando passa attraverso mezzi diversi, come il vetro o l’acqua.
La luce che di appare bianca è una combinazione di tutti i colori visibili. Quindi, quando la luce si piega, tutti i suoi componenti (rosso, arancione, giallo, verde, blu e indaco) si piegano. Ognuno di questi colori si piega con un’angolazione diversa perché ogni colore viaggia a una velocità diversa all’interno dell’acqua o del vetro.

Un arcobaleno è un’eccellente dimostrazione della rifrazione della luce. Dopo o durante la pioggia, puoi vedere un arcobaleno se la luce del sole colpisce le goccioline d’acqua nell’aria ad una certa angolazione.

L’effetto dei nostri esperimenti non somiglia esattamente all’arcobaleno che vediamo nel cielo dopo la pioggia, ma condivide con esso le stesse caratteristiche generali per quanto riguarda i colori e il loro ordine. I nostri esperimenti e l’arcobaleno che appare nel cielo condividono gli stessi principi: la rifrazione e la riflessione.

Nella prima parte dell’esperimento, rifrangiamo la luce della torcia attraverso l’acqua. Quando facciamo brillare la luce bianca della torcia o del sole nell’acqua, la luce si piega. A seconda del tipo di torcia che abbiamo a disposizione l’effetto sarà più o meno marcato.

Nella seconda parte dell’esperimento i diversi colori della luce solare vengono rifratti da diversi angoli perché hanno lunghezze d’onda diverse. Di conseguenza, quando la luce bianca viene rifratta, viene separata in diversi colori, fenomeno che prende il nome di “dispersione”. Quando riflettiamo la luce fuori dall’acqua usando lo specchio, riflettiamo la stessa luce bianca ma scomposta dalla rifrazione nei colori dell’arcobaleno.

Nella terza parte dell’esperimento la luce non viene rifratta, ma diffranta. Nella rifrazione, come abbiamo visto, la luce subisce una deviazione passando da un mezzo a un altro. Nella diffrazione la luce non cambia mezzo, ma devia il suo percorso perché nel mezzo sono presenti degli ostacoli.

Il cd si comporta come un reticolo di diffrazione, uno strumento ottico usato in laboratorio per separare i colori della luce. In un cd le informazioni sono immagazzinate in una singola traccia a forma di spirale, molto densa, che corre dal centro al bordo del disco. I solchi del cd deviano e diffondono la lucei in modo diverso per le diverse lunghezze d’onda, cioè per i diversi colori: i colori si sparpagliano in modo simile alle onde del mare quando arrivano all’imboccatura di un porto: incontrando l’ostacolo, si irradiano in tutte le direzioni, interferendo non solo fra loro ma anche con quelle in arrivo.

I reticoli di diffrazione sono presenti anche in natura. Per esempio, i colori iridescenti delle piume del pavone, della madreperla, le ali delle farfalle e di altri insetti.

Perché i tramonti sono rosso arancio e il cielo azzurro?

Perché i tramonti sono rosso arancio e il cielo azzurro?

Scopo

Dimostrare che la luce del sole si riflette urtando le molecole sospese nell’aria, il che rende il nostro cielo blu e i nostri tramonti rossi, facendo brillare una torcia attraverso bastoncini di colla a caldo.

Età

Dai 5 anni.

Materiali

Una piccola torcia
bastoncini di colla a caldo
fogli di carta bianca
nastro adesivo trasparente.

Note di sicurezza

Finché usiamo ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato a un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che questo esperimento dimostra la dispersione della luce nell’atmosfera

. mettiamo dei fogli di carta in fila sul tavolo

. mettiamo la torcia e un bastoncino di colla sui fogli bianchi

. teniamo la torcia vicino ad un’estremità di un bastoncino di colla a caldo, di modo che la luce risplenda attraverso la colla

. notiamo che l’estremità del bastoncino più vicina alla luce è di un colore diverso rispetto all’altra estremità: appare più bianca mentre la parte più lontana appare più gialla

. fissiamo insieme due bastoncini di colla e teniamoli insieme con del nastro adesivo trasparente

. ripetiamo la nostra indagine accendendo la torcia e notiamo le differenze di colore lungo i bastoncini

. continuiamo ad aggiungere bastoncini di colla legandoli col nastro adesivo e continuiamo ad i cambiamenti di colore e intensità lungo i bastoncini nella loro lunghezza complessiva. Noteremo che la luce diventa via via più rossa e fioca lungo i bastoncini fissati insieme, man mano che la luce si allontana dalla torcia

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni.

Osservazioni e conclusioni

La torcia emette luce bianca, che è la somma dei colori dello spettro luminoso. Il bastoncino di colla diffonde la luce blu della torcia leggermente più di quanto non diffonda la luce gialla o rossa. Questo fa sì che l’estremità del bastoncino più vicino alla torcia ci appaia di colore bluastro mentre vedremo l’altra estremità gialla-arancione.
Quando aumentiamo la lunghezza aggiungendo altri bastoncini, una maggior quantità di luce blu viene dispersa, e l’estremità lontana dalla torcia assume un colore arancione.
Abbiamo realizzato un modello del fenomeno chiamato scattering (in italiano diffusione ottica o dispersione), grazie al quale vediamo il cielo azzurro e i tramonti rosso-arancio
Il cielo è blu perché la luce blu è più facilmente dispersa nella nostra atmosfera, proprio come la luce blu della nostra torcia è stata più facilmente dispersa nei bastoncini di colla.
Al tramonto il sole è basso, vicino all’orizzonte, e la luce viaggia attraverso un maggiore spessore di atmosfera di quanto non faccia quando il sole è alto nel cielo.
La luce della torcia viaggiando nei bastoncini di colla diventava più rossa man mano si allontanava dalla torcia. Allo stesso modo il tramonto appare rosso quando il percorso della luce solare si allunga.
Il sole produce luce bianca, che è costituita dalla luce di tutti i colori: rosso, arancione, giallo, verde, blu e viola. Anche la nostra torcia produce luce bianca.
La luce è un’onda e ognuno di questi colori corrisponde a una frequenza diversa e quindi a una diversa lunghezza d’onda della luce.
I colori nello spettro luminoso sono disposti in base alle loro frequenze: la luce viola e blu hanno frequenze più alte di quella gialla, arancione e rossa.
Quando la luce bianca del sole splende attraverso l’atmosfera terrestre, si scontra con le molecole di gas. Queste molecole diffondono la luce. Più è corta la lunghezza d’onda della luce, più è dispersa dall’atmosfera. Poiché la sua lunghezza d’onda è molto più breve, la luce blu è sparsa circa dieci volte di più della luce rossa.
La frequenza della luce blu, rispetto alla luce rossa, è più vicina alla frequenza di risonanza degli atomi e delle molecole che compongono l’aria. Cioè, se gli elettroni legati alle molecole nell’aria vengono spinti, oscillano con una frequenza naturale che è persino più alta della frequenza della luce blu.
La luce blu spinge gli elettroni con una frequenza vicina alla loro frequenza di risonanza naturale, che provoca la radiazione della luce blu in tutte le direzioni in un processo chiamato scattering.
La luce rossa che non è dispersa continua nella sua direzione originale.
La luce viola ha una lunghezza d’onda ancora più corta della luce blu. Allora, perché il cielo non è viola? In base al colore che subisce di più il fenomeno dello scattering, il cielo dovrebbe essere viola. Ci appare blu perché la nostra sensibilità ai colori di fa captare il viola in modo molto debole, mentre percepiamo in modo intenso il blu, presente in grande quantità e facilmente percepibile dai nostri fotorecettori specializzati a captare il blu, il verde e il rosso.
Lord John Rayleigh, alla fine del 1800, capì che il colore blu del cielo era il risultato di un fenomeno chiamato scattering: l’atmosfera non assorbe la luce, ma le molecole in sospensione la riflettono, e questa riflessione è più pronunciata per le lunghezze d’onda più corte, cioè il blu e il viola, alla fine dello spettro visibile.
Gli esperimenti di Newton con i prismi avevano dimostrato, duecento anni prima, che la luce bianca è composta dai colori dello spettro visibile: il rosso, l’arancio, il giallo, il verde, il blu e il violetto.
Mentre la luce attraversa l’atmosfera, gli atomi assorbono e riemettono luce. Non cambia l’intensità della luce, ma la direzione: e questo cambio di direzione, che chiamiamo scattering, è 10 volte più intenso per il viola rispetto al rosso.
È quello che chiamiamo scattering selettivo o scattering di Rayleigh (dal nome di chi l’ha studiato per primo).
La luce blu ha una lunghezza d’onda breve e ad alta frequenza, così viene diffusa molto facilmente. Quando guardiamo il cielo, tutta la luce che vediamo è stata diffusa, cioè redirezionata verso i nostri occhi. Siccome vediamo solo questa, ci appare blu.

Perchè i tramonti sono rosso arancio?

Perchè i tramonti sono rosso arancio? Un esperimento scientifico per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Scopo

Dimostrare che i tramonti ci appaiono rosso-arancio a causa delle lunghezze d’onda dei colori dello spettro solare e del movimento della terra intorno al sole.

Età

Dai 5 anni.

Materiali

Un contenitore trasparente
acqua
sostanza lattiginosa (sapone, latte, latte in polvere, yogurt, cera per pavimenti, ecc.)
una torcia elettrica che emetta luce bianca
una stanza buia.

Note di sicurezza

Finché usiamo ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato a un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che questo esperimento dimostra che i tramonti ci appaiono rosso-arancio a causa delle lunghezze d’onda dei colori dello spettro solare, e del movimento della terra intorno al sole

. mettiamo il contenitore dove possa essere osservato da tutti i lati

. riempiamolo per ¾ con acqua. Mettiamo la torcia accesa contro una parete del contenitore così suo raggio passi attraverso l’acqua. Proviamo a individuare il fascio di luce nell’acqua: si potranno vedere particelle di polvere, tuttavia sarà piuttosto difficile individuare esattamente il fascio

. tenendo la torcia in posizione aggiungiamo goccia a goccia la sostanza lattiginosa finché il fascio di luce non diverrà ben visibile

. osserviamo il raggio: nella zona più vicina alla torcia apparirà azzurro, mentre nella zona più lontana apparirà rosso-arancio

. più sostanza lattiginosa aggiungiamo, più saranno visibili l’azzurro all’inizio e l’arancio alla fine. Più sostanza lattiginosa aggiungiamo all’acqua, più il fascio di luce si diffonderà nel liquido

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni.

Osservazioni e conclusioni

La luce solare ci appare bianca perché contiene tutti i colori nello stesso raggio. Ognuno di questi colori si sposta con onde più o meno ampie.

Quando la luce entra nell’atmosfera si scontra coi gas e le altre particelle contenute nell’aria.
I colori con onde più corte, cioè il violetto e l’azzurro, si scontrano con le particelle e vengono deviati e riflessi in tutte le direzioni. Per questo, ovunque si guardi, i raggi che arrivano ai nostri occhi appaiono azzurri.
I colori con onde più lunghe, cioè il rosso e l’arancio, scavalcano le particelle e continuano il loro tragitto.
Per questo, all’alba e al tramonto, quando i raggi arrivano sulla terra lunghi e obliqui, vediamo il cielo rosso-arancio.
Quando il raggio della torcia viaggia attraverso l’aria, non possiamo vedere il fascio di lato perché l’aria è uniforme, e la luce della torcia viaggia in linea retta. Lo stesso vale quando il fascio viaggia attraverso l’acqua, poiché l’acqua è uniforme, e il fascio viaggia in linea retta. Potremo intravedere il fascio di luce solo se nell’aria o nell’acqua sono presenti particelle di polvere.
Quando abbiamo versato la sostanza lattiginosa nell’acqua, abbiamo aggiunto molte piccole particelle di proteine e grassi in sospensione nell’acqua
Che cosa significa questo esperimento e cosa ha a che fare col cielo azzurro e i tramonti arancio?
L’azzurro del cielo è luce solare dispersa dalle particelle di polvere nell’atmosfera. Se non ci fosse alcuna dispersione, e tutta la luce viaggiasse direttamente dal sole alla terra, il cielo apparirebbe nero avviene di notte. La luce viene diffusa dalle particelle di polvere nello stesso modo della luce della torcia dispersa dalle particelle lattiginose in questo esperimento.

Al tramonto o all’alba, la luce del sole effettua un percorso più lungo attraverso l’atmosfera rispetto a quanto avviene durante le ore del giorno e per questo puoi vedere i colori dall’altra parte dello spettro: rossi e arancioni.

Perché l’alba sembra diversa dal tramonto? E’, simmetricamente, lo stesso fenomeno, e se le condizioni atmosferiche fossero identiche nei due passaggi avremmo albe identiche ai tramonti.
La differenza sostanziale sta nella temperatura e nella quantità di polveri sottili sospese nell’aria. All’alba l’aria è più pulita e più fresca, al tramonto invece l’aria è più calda e ricca di particelle, soprattutto a causa delle attività umane.

Esperimento scientifico: eruzione vulcanica

Esperimento scientifico: eruzione vulcanica.

Scopo

Sfruttare la reazione chimica tra bicarbonato di sodio, albume d’uovo e aceto per simulare un’eruzione vulcanica.

Età

Dai 4 anni.

Materiali

Una tortiera
una piastra per forno o una tovaglia di plastica
una bottiglietta di plastica
bicarbonato di sodio
un imbuto
un cucchiaio
aceto bianco
2 uova crude
carta stagnola
colorante alimentare o acquarello.

Note di sicurezza

Finché usiamo ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.

Presentazione

. Questa attività può essere presentata ad un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. versiamo nella bottiglietta un cucchiaio da tavola colmo di bicarbonato di sodio, aiutandoci con un imbuto

. rompiamo due uova crude, separiamo gli albumi dai tuorli e versiamo gli albumi nella bottiglietta

. aggiungiamo del colorante e agitiamo la bottiglietta

. mettiamo la bottiglietta al centro della tortiera. Per preservare il tavolo, mettiamo il tutto su una piastra da forno o usiamo una tovaglia cerata

. avvolgiamo bottiglietta e tortiera nella carta stagnola, quindi foriamo all’altezza della bocca della bottiglietta

. versiamo tutto in una volta mezzo bicchiere di aceto nella bottiglietta

. dopo alcuni secondi, vedremo sgorgare dalla bocca del vulcano una copiosa schiuma colorata

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni.

Osservazioni e conclusioni

L’aceto contiene acido acetico; quando entra in contatto con il bicarbonato di sodio sviluppa una reazione chimica che porta alla formazione di anidride carbonica, un gas.
A contatto con l’albume, l’acido acetico provoca la sua coagulazione, trasformandolo in una schiuma simile a quella che si ottiene quando lo montiamo con la frusta elettrica.
Questa schiuma fuoriesce dalla bocca del vulcano spinta dall’anidride carbonica.

Un’altra eruzione vulcanica qui:

Esperimento scientifico: naso e lingua

Esperimento scientifico: naso e lingua

Scopo

Scoprire la stretta relazione che esiste tra olfatto e gusto.

Età

Dai cinque anni.

Materiali

Batuffoli di cotone
estratto profumato (vaniglia, rosa, ecc.)
mela o altro frutto.

Note di sicurezza

Finché usiamo ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato in un piccolo gruppo di bambini o nell’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che questo esperimento dimostra la relazione esistente tra olfatto e gusto

. diamo al bambino un pezzetto di mela e chiediamogli di notarne il sapore. Nulla di nuovo!

. mettiamo alcune gocce di estratto su un batuffolo di cotone

. chiediamo al bambino di annusare il batuffolo di cotone e mangiare un altro pezzo di mela mentre lo fa.

Osservazioni e conclusioni

Questo esperimento darà al bambino un’idea di quanto odori e sapori siano connessi.
Più di 3/4 di ciò che gustiamo è correlato alla percezione del suo odore.
Pensa a quando hai il raffreddore: il tuo cibo sembra senza sapore.
La nostra lingua può riconoscere molto facilmente solo 4 sapori fondamentali: il salato, l’amaro, il dolce e l’acido. Gli altri sapori sono collegati a ciò che odoriamo.
Prova a mettere in bocca una caramella: all’inizio potresti non essere in grado di dire il sapore specifico della caramella oltre a una sensazione generale di dolcezza o asprezza. Con il passare del tempo, potresti notare che mentre la caramella si dissolve, puoi identificare il gusto specifico. Questo perché alcune molecole di profumo volatilizzano e viaggiano fino al tuo organo olfattivo attraverso una specie di porta sul retro, cioè su un passaggio nella parte posteriore della gola e del naso.
Dal momento che possiamo sentire solo 4 diversi veri sapori, è in realtà l’odore che ci fa sperimentare i sapori complessi e appetitosi che associamo ai nostri cibi preferiti.
Ecco perché nella seconda parte dell’esperimento il gusto della mela ci è sembrato diverso.

Esperimento scientifico: onde sonore

Questa è una semplice dimostrazione che aiuta a chiarire che le onde sonore si propagano nell’aria.

Età

Dai 5 anni.

Materiali

Un contenitore
un foglio di carta sottile o pellicola per alimenti
un elastico
semi di lino o di papavero o sabbia colorata o tè o farina
un mattarello e una pentola metallica.

Note di sicurezza

Finché usiamo ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato ad un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. copriamo il contenitore col materiale scelto e fermiamolo con un elastico, di modo che rimanga ben teso

. versiamo i semi o la sabbia sulla superficie tesa

. avviciniamo la tortiera al contenitore, col fondo all’esterno, e colpiamola col mattarello

. guardiamo i semi rimbalzare e muoversi

. proviamo a girare la tortiera, col fondo verso il contenitore, e proviamo di nuovo a batterla col mattarello: non succederà nulla

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni.

Osservazioni e conclusioni

Le onde sonore emesse dalla tortiera durante l’impatto col mattarello si propagano nell’aria e mettono in moto i semi (o altro materiale scelto).

Esperimenti scientifici: un gong al cucchiaio

Esperimenti scientifici: un gong al cucchiaio .

Scopo

Questa è una semplice dimostrazione che aiuta a chiarire che il suono ha bisogno di qualcosa da attraversare e che l’aria non è un materiale molto efficiente a tale scopo.

Età

Dai 5 anni.

Materiali

Un righello (di legno, plastica o metallo)
due cucchiaini di diverse dimensioni (prova con un cucchiaino e un cucchiaio da portata)
corda o filo di cotone.

Note di sicurezza

Finché usiamo ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato a un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. creiamo un cappio nel mezzo del filo e inseriamo il manico del cucchiaio

. stringiamo il nodo saldamente, in modo che il cucchiaio penda al centro del filo

. prendiamo le due estremità del filo e avvolgiamo ognuna di esse attorno al dito indice su ciascuna mano

. mettiamo gli indici con la cordicella avvolta intorno in ogni orecchio, come per tapparsi le orecchie

. Il cucchiaio dovrebbe pendere appena sotto la vita

. chiediamo a un bambino di colpire il cucchiaio col righello

Osservazioni e conclusioni

Con questo esperimento i bambini scoprono come viaggiano le onde sonore.
Se usiamo un cucchiaio piccolo, il bambino sentirà un suono di campanello, con un cucchiaio più grande il suono somiglierà a un gong. Possiamo provare anche diversi tipi di filo: più la corda è densa, migliore sarà il suono.
Quando il righello colpisce il cucchiaio, crea vibrazioni che generano onde sonore. Queste onde sonore viaggiano lungo il filo invece che nell’aria.
Il filo agisce come un conduttore per le onde sonore. A seconda delle dimensioni del cucchiaio e della lunghezza del filo, il suono apparirà più alto (come una campana) o più profondo (come un gong).
Poiché il filo consente alle onde sonore di continuare a viaggiare, il suono del cucchiaio risuonerà o riverbererà, cioè persisterà abbastanza a lungo dopo aver colpito il cucchiaio.
L’unico che può sentire il suono del campanello o del gong sarà la persona con il filo nelle orecchie: tutti gli altri nella stanza sentiranno solo un debole tintinnio quando il righello colpisce il cucchiaio. Ciò dimostra come la stessa vibrazione suona in modo diverso quando viaggia attraverso materiali diversi.
Quando colpiamo un cucchiaio con un righello, il suono viaggia attraverso l’aria per raggiungere il nostro orecchio, e gran parte di questo suono si perde lungo la strada.
Quando colpiamo il cucchiaio appeso al filo, le vibrazioni sonore viaggiano dal cucchiaio attraverso la corda e le dita al tuo orecchio, e in questo modo molta meno energia sonora si perde nel percorso.
Sebbene la maggior parte dei suoni che sentiamo siano trasmessi attraverso l’aria, l’aria non è l’unica portatrice di onde sonore, né la migliore. Prova a mettere un orologio sul tavolo e avvicinati: sentirai il suo ticchettio attraverso l’aria. Ma prova a mettere l’orecchio sul tavolo: il ticchettio sarà molto più forte.
In alcuni materiali le molecole sono strettamente legate tra loro, in altri materiali, le molecole sono lontane tra loro. La vicinanza delle molecole tra loro in un materiale può influenzare la facilità con cui esse possono urtarsi l’un l’altra e dare inizio ad una vibrazione.
Le molecole del metallo che forma il cucchiaio sono molto vicine tra loro. Quando colpiamo il cucchiaio le molecole del metallo iniziano a vibrare. Le vibrazioni nel metallo viaggiano attraverso la corda e le dita fino al nostro orecchio.
Questa attività rivela alcuni fatti importanti sulla natura del suono e ci dice che il suono viaggia in modo diverso attraverso solidi, liquidi e gas.
La corda è un solido, quindi il suono che sentiamo attraverso di essa è diverso dal suono che sentiamo quando le vibrazioni giungono alle nostre orecchie attraverso l’aria (un gas).

Varianti

. puoi usare un appendiabiti metallico al posto del cucchiaio.

Esperimenti scientifici per bambini – OOBLECK

Esperimenti scientifici per bambini – OOBLECK. Un esempio  di fluido non-newtoniano davvero economico e semplicissimo da ottenere è l’oobleck, una sospensione di amido di mais e acqua.

Esperimenti scientifici per bambini
Oobleck

Scopo

Esplorare le proprietà di un fluido non newtoniano.

Età

Dai 4 anni.

Materiali

2 parti di amido di mais
1 parte di acqua
Colorante alimentare (se vuoi)
Una teglia di alluminio e un contenitore di plastica
Una traccia audio da 40 50 o 63 Hz (cerca su YouTube)
Il miglior altoparlante che riesci a trovare.

Note di sicurezza

Finché usiamo ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato ad un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che con questo esperimento esploreremo le proprietà di un fluido non newtoniano

. in una contenitore di plastica uniamo una parte di acqua a due parti di amido di mais. Se lo desideriamo aggiungiamo del colorante alimentare

. mescoliamo con cura

. dopo aver preparato il composto teniamo a portata di mano dell’acqua perché l’oobleck tende ad asciugarsi assumendo l’aspetto del fango secco: per mantenerlo fluido basta aggiungere ogni tanto un po’ d’acqua

. immergiamo una mano e cerchiamo di toglierla più velocemente che possiamo: sentiremo una forte resistenza

. prendiamo in mano un po’ di fluido e schiacciamolo: sembrerà diventare solido, ma diminuita la pressione il composto tornerà fluido

. proviamo a colpire con forza il fluido: la mano rimarrà incastrata

. maneggiamo il nostro fluido liberamente per sentirlo passare da fluido a solido e viceversa

. versiamo il nostro oobleck in una teglia di alluminio

. scarichiamo tracce audio con diversi toni: quelli che funzionano meglio sono 40 HZ, 50 e 63

. mettiamo la teglia sull’altoparlante mentre trasmette la traccia scelta, ed esercitiamo con le dita una certa pressione lungo il bordo della teglia. Il nostro oobleck comincerà a danzare

Osservazioni e conclusioni

L’oobleck è un esempio di fluido non-newtoniano davvero economico e semplicissimo da ottenere. È una sospensione di amido di mais e acqua.
Il nome “oobleck” deriva dal libro per bambini Bartholomew and the Oobleck del Dr Seuss (che non è stato tradotto in Italiano).

L’oobleck è davvero sorprendente: si comporta come un liquido se lasciato a riposo, come un solido non appena lo si maneggia, e colpendolo diventa tanto più duro quanta più forza si applica al colpo.
Un fluido non–newtoniano è un fluido la cui viscosità varia a seconda della velocità con cui lo si misura.
I fluidi non newtoniani si dividono in due classi:
1. fluidi pseudoplastici: la viscosità diminuisce all’aumentare della velocità
2. fluidi dilatanti: la viscosità aumenta all’aumentare della velocità. L’Oobleck fa parte di questa classe: sollecitazioni rapide lo rendono più viscoso rispetto allo stato di riposo.
I fluidi non newtoniani oppongono una resistenza maggiore all’aumentare della pressione esercitata.
Nel nostro esperimento, la maizena non si scioglie nell’acqua, ma le sue particelle rimangono in sospensione. Quando si esercita una forte pressione, le particelle si ammassano e non fanno penetrare l’oggetto. Se invece l’oggetto viene immerso lentamente, le particelle hanno il tempo di separarsi.
Anche il fango e le sabbie mobili sono fluidi non newtoniani: se vi si affonda, bisogna sollevare le gambe molto lentamente, altrimenti si resta sempre più intrappolati perché facendo movimenti veloci si esercita una pressione maggiore e le sabbie mobili si oppongono con maggior resistenza.

Esperimenti scientifici: raddoppia il capitale

Esperimenti scientifici: raddoppia il capitale.

Scopo

Osservare gli effetti della rifrazione della luce.

Età

Dai 5 anni.

Materiali

Un bicchiere trasparente
acqua
una moneta da 2 centesimi (o qualsiasi altra moneta).

Note di sicurezza

Finché usiamo ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.

Presentazione

. Mettiamo la moneta nel bicchiere vuoto

. mettiamoci in modo da vedere la moneta di lato attraverso il vetro (non dall’alto)
. versiamo lentamente l’acqua nel bicchiere finché non vedremo una seconda moneta apparire sull’altro lato del bicchiere
. muoviamo la testa su e giù e osserviamo come la moneta appare due volte e quando torna ad essere una moneta sola

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni.

Osservazioni e conclusioni

La luce si piega quando passa da un mezzo (acqua) a un altro mezzo di diversa densità (aria). Questo avviene quando passa dall’acqua all’aria, o dal vetro all’acqua
Questa flessione della luce, chiamata rifrazione, fa cambiare la posizione apparente della moneta e te la fa vedere in una posizione meno profonda di quella è la posizione reale.
Quando la luce passa attraverso il vetro del bicchiere, fa apparire la moneta più vicina a chi osserva.
Di conseguenza, si vedranno due immagini della moneta.

Mani fredde – esperimenti scientifici per bambini

Mani fredde – esperimenti scientifici per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Mani fredde
Scopo

Osservare come il senso del tatto e la capacità di presa dalle dita possono essere influenzate dalla temperatura.

Età

Dai 5 anni.

Mani fredde
Materiali

Una ciotola con acqua
cubetti di ghiaccio
un ago.

Note di sicurezza

Se durante l’esperimento il volontario prova fastidio o dolore nell’acqua, deve sapere che può ritirare la mano immediatamente.
Nel preparare la ciotola verificare con attenzione che la temperatura sia adatta all’immersione delle dita.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato in un piccolo gruppo di bambini o nell’intera classe
. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo
. spieghiamo ai bambini che questo esperimento dimostra che il senso del tatto e la capacità di presa dalle dita possono essere influenzate dalla temperatura
. chiediamo a un bambino di prendere l’ago con la sua mano dominante

. il bambino eseguirà l’azione senza problemi

. mettiamo i cubetti di ghiaccio nella ciotola d’acqua

. chiediamo al bambino di immergere la mano dominante nella ciotola per 20-30 secondi

. chiediamo al bambino di togliere la mano e asciugarla rapidamente

. chiediamogli di riprovare a sollevare l’ago

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni.

Osservazioni e conclusioni

Noteremo che prendere l’ago non è così facile come sembrava all’inizio. Le dita si rifiutano di obbedirci! Il freddo riduce la nostra sensibilità tattile e indebolisce le capacità motorie. È difficile utilizzare le dita fredde per eseguire movimenti precisi come sollevare un ago.

Esperimento scientifico: il senso del tatto è affidabile?

Esperimento scientifico: il senso del tatto è affidabile?
Scopo

Osservare come il senso del tatto può ingannarci quando percepisce le temperature.

Materiali

Tre identici contenitori di vetro
acqua a diverse temperature (molto calda, tiepida, molto fredda)
asciugamani

Note di sicurezza

Se durante l’esperimento il volontario prova fastidio o dolore nell’acqua, deve sapere che può ritirare la mano immediatamente.
Nel preparare le tre ciotole verificare con attenzione che le tre temperature siano adatte all’immersione delle dita.

Esperimento scientifico: il senso del tatto è affidabile?
Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato in un piccolo gruppo di bambini o nell’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che questo esperimento dimostra che la nostra percezione della temperatura può essere ingannata

. coi bambini prendiamo la prima ciotola, versiamoci l’acqua fredda (precedentemente raffreddata con del ghiaccio) e in un punto nascosto della ciotola applichiamo un cartellino piegato a metà con la scritta “fredda”

. prepariamo allo stesso modo le altre due ciotole

. disponiamo le ciotole sul tavolo in modo che l’acqua a temperatura ambiente sia al centro e che l’acqua calda e quella fredda siano su entrambi i lati

. immergiamo le dita nell’acqua più calda e contiamo fino a 10

. poi immediatamente spostiamole nell’acqua tiepida. Chiediamo: “Com’è quest’acqua?”

. i bambini diranno che è fredda, ma aprendo il cartellino nascosto leggeranno “tiepida”: i sensi possono ingannarci!

. ora immergiamo la mano destra nell’acqua fredda e la mano sinistra nell’acqua calda

. lasciamo le mani in acqua per circa 20 secondi

. spostiamo contemporaneamente entrambe le mani nel contenitore centrale

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni.

Esperimento scientifico: il senso del tatto è affidabile?
Osservazioni e conclusioni

I bambini sperimenteranno qualcosa di molto particolare, cioè una mancata corrispondenza tra la percezione della temperatura e la temperatura reale dell’acqua.
Si tratta di un fenomeno chiamato “adattamento sensoriale”.
Sulle nostre mani, e in particolare nei nostri polpastrelli, c’è una quantità incredibile di terminazioni nervose sensoriali, e tra questi i termocettori, che
servono a rilevare la temperatura degli oggetti. Alcuni termocettori rilevano condizioni di freddo mentre altri termocettori sono attivati dal calore.
Se la mano è esposta al calore per un lungo periodo, i recettori sensibili al calore, come i muscoli dopo un lungo allenamento, inizieranno a stancarsi e ridurranno la loro attività, cioè diventeranno meno sensibili.
La stessa cosa succede ai recettori del freddo.
Questo processo di adattamento dei termocettori e dei nervi sensoriali spiega il disallineamento di sensazione di temperatura durante l’esperimento.
È la stessa cosa che succede quando appoggiamo una mano su un tavolo: appena appoggiata notiamo la consistenza e la temperatura del tavolo, ma dopo un po’ non sentiremo più nulla. Anche questo fenomeno è dovuto all’adattamento sensoriale.

Esperimento scientifico: il senso del tatto è affidabile?

Perchè il cielo è azzurro

Perchè il cielo è azzurro: un semplice esperimento scientifico per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Scopo dell’esperimento

Dimostrare che il cielo è azzurro perché il colore blu all’interno della luce solare è il più disperso dalle molecole d’aria e viene percepito meglio dai nostri occhi.

Materiali

– un contenitore trasparente (provare vari contenitori)
– acqua
– sostanza lattiginosa (sapone, latte, latte in polvere, yogurt, cera per pavimenti, ecc.)
– una torcia elettrica che emetta luce bianca
– una stanza buia.

Note di sicurezza

Finché usiamo ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.

Età consigliata

A partire dei 5 anni.

Perchè il cielo è azzurro?

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato ad un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. scegliamo una stanza facilmente oscurabile

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che questo esperimento ci spiega come mai vediamo il cielo azzurro, anche se la luce del sole è incolore ai nostri occhi.

. riempiamo il contenitore trasparente con acqua.

. oscuriamo la stanza

. sciogliamo un po’ di sostanza lattiginosa nell’acqua, per ottenere una soluzione torbida

. puntiamo la torcia verso la soluzione torbida, colpendola di lato

. giochiamo con l’angolazione della torcia fino a veder apparire l’azzurro

. se abbiamo difficoltà, proviamo a guardare il contenitore dall’alto

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni.

Perchè il cielo è azzurro? Osservazioni e conclusioni

La luce “incolore” del sole è in realtà luce bianca: è composta infatti da tutti i colori dell’arcobaleno (rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco, viola) mescolati insieme.

La luce si piega quando passa attraverso mezzi diversi, in questo caso acqua e aria. Questa flessione della luce è chiamata rifrazione.

I diversi colori della luce solare vengono rifratti da diversi angoli perché hanno lunghezze d’onda diverse.

L’atmosfera della Terra contiene polvere, gocce d’acqua e altre minuscole molecole che non possiamo normalmente vederle a occhio nudo. In una giornata limpida, dunque. la luce del sole che filtra attraverso l’atmosfera si disperde in contrando le particelle contenute nell’aria.

Questa dispersione non è uguale per tutti i colori dello spettro: è molto più forte per i colori che hanno frequenze più alte e lunghezze d’onda più corte: il blu-viola. Quindi i colori violetto e blu si diffondono nell’aria più dei colori giallo rosso verde. Tra il viola e il blu, però, gli occhi umani sono più sensibili al blu.

Possiamo dire, dunque, che il cielo è blu perché il colore blu all’interno della luce solare è quello che si diffonde meglio nell’aria e che viene percepito meglio dai nostri occhi.

In questa dimostrazione la sostanza lattiginosa imita le particelle presenti nell’aria e, come queste, piega la luce (non del sole, ma della torcia).

Il vassoio del sole Montessori

Il vassoio del sole Montessori per lo studio della storia, della geografia, della biologia e per festeggiare il compleanno dei bambini.

Vassoio del sole

Come primo materiale per lo studio delle stagioni, inserisco il vassoio del sole, che può essere usato in moltissime occasioni: per la celebrazione del compleanno

dei bambini, in associazione al tappeto delle stagioni, per il gioco del sole e tutte le lezioni sull’importanza del sole,  per l’avvio allo studio dei cicli del tempo e della storia, ecc… Può essere realizzato in compensato, cartone o cartoncino, carta plastificata, feltro, gomma Eva. Il sole ha 12 raggi e per ogni raggio può essere incastrato il nome di un mese dell’anno.

Ho preparato questa mia versione di vassoio del sole, che ho realizzato con pannolenci e carta colorata. Per la lanterna al centro ho utilizzato questo tutorial: lanterna a stella.

Il materiale pronto per la stampa e il download è a disposizione degli abbonati:

Realizzarlo è estremamente semplice: si possono stampare i singoli fogli su carta colorata oppure utilizzare le forme come cartamodelli. Completa il materiale il set di cartellini coi nomi dei mesi, che tornerà utile nell’allestimento del cerchio dell’anno e per la celebrazione dei compleanni.

Presentazione
Con questa presentazione introduciamo il concetto di sole come fonte di energia e mostriamo il vassoio del sole come suo simbolo.

Materiali:
– il vassoio del sole e una candela
– foglie di insalata (ad esempio valeriana)
– un cubo del 1000 e una perla
– eventualmente una lanterna a energia solare  da caricare all’aperto coi bambini qualche giorno prima della presentazione

Creiamo nella stanza una leggera penombra, mettiamo il vassoio del sole su di un tappeto, accendiamo la candela e invitiamo i bambini a partecipare alla lezione:


– diciamo: “Ho preparato per voi questo bel vassoio. Da oggi rappresenterà per noi il sole”

– “Tutti i giorni ci svegliamo ed il sole è lassù nel cielo, che brilla per noi. Anche quando le nuvole lo nascondono, il sole brilla per noi, anche se non lo vediamo. Il sole ci illumina, come questa candela”
– “Il sole è un’enorme sfera di materiali infiammati, come la piccola fiamma di questa candela”

– “Il sole è mille volte più grande del nostro pianeta Terra. Questa perla dell’unità può rappresentare la Terra, e questo cubo delle migliaia può rappresentare il sole”

– “Il sole ci dona luce, ma anche calore. Se ci avviciniamo al fuoco, infatti, sentiamo calore. Avrete anche notato che di notte, quando non di vede il sole, la temperatura è più fresca che di giorno. Anche di notte però, anche se non lo vediamo, il sole ci scalda”

– “Se abbiamo la lanterna a energia solare accendiamola e mostriamola ai bambini. Diciamo: “Ricordate quando siamo usciti in giardino e abbiamo messo questa lanterna al sole? Il pannello solare ha raccolto l’energia del sole e l’ha immagazzinata nella batteria. Ora grazie a questa energia ho potuto accendere la lanterna”

– se non abbiamo la lanterna a energia solare, saltiamo il passaggio e diciamo ai bambini: “Il sole che ci illumina e ci scalda ci dà energia. Le piante sulla terra raccolgono l’energia del sole e la usano per produrre il loro cibo. Le piante assorbono l’energia del sole con le loro foglie e assorbono acqua e minerali dal terreno. Col sole, l’acqua e i minerali producono il loro cibo

– chiediamo ai bambini: noi possiamo fare come le piante? Il nostro corpo può produrre il nostro cibo da solo? No. Gli esseri umani e gli animali non producono il loro cibo da soli. Però noi, e anche gli animali, possiamo mangiare le piante, e ricevere così l’energia del sole

– mangiamo la nostra valeriana e invitiamo i bambini a farlo.  Diciamo: “Stiamo mangiando l’energia del sole!”

– diciamo: “L’energia del sole che ci viene dalle cose che mangiamo ci serve per studiare, correre, giocare… Possiamo mangiare le piante, ma possiamo anche mangiare gli animali che hanno mangiato le piante. E’ anche questo un modo per ricevere l’energia del sole.

Esempi di vassoi del sole:

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Ne parlano:
– http://hapalab.blogspot.it/2012/02/earth-goes-around-sun.html 
– https://it.pinterest.com/pin/251075747951085274/
– https://www.mommymoment.ca/2011/04/the-earth-goes-around-the-sun.html
– https://strawberrymilk.wordpress.com/2009/10/04/3rd-birthday-part-iv/
– https://www.mamashappyhive.com/5-montessori-seasonal-activities/
– http://www.montessorifromtheheart.com/my-blog/2016/10/adrians-3rd-birthday-celebration-montessori-celebration-of-life.html
– http://montessoristory.blogspot.it/2008/09/homemade-montessori-birthday.html
Tree vector created by Lexamer – Freepik.com (alberi nelle quattro stagioni)
– http://inspirations-omnicolores.eklablog.com/la-notion-du-temps-avec-les-differentes-chaines-et-le-tapis-des-saison-a129028212

Il braccialetto del racconto di Natale

Il braccialetto del racconto di Natale rappresenta, attraverso il colore delle sue perle, la storia della natività. Realizzarlo coi bambini è un lavoro molto piacevole che rientra tra le attività di vita pratica dell’infilare perle, stimola la coordinazione occhio-mano, la capacità di memorizzare sequenze, la capacità di attenzione e concentrazione, e la sensibilità verso bellezza e gratitudine particolarmente connessi al Natale.

Oltre al braccialetto della natività, propongo per i più piccoli e per chi preferisce evitare i riferimenti ai Vangeli, il braccialetto dell’omino di panpepato.

I braccialetti natalizi sono anche una fantastica idea regalo che i bambini possono preparare facilmente per parenti ed amici, anche all’ultimo minuto.

Il braccialetto del racconto di Natale

Braccialetto della storia della natività

Materiale:
– perle assortite di vario colore, forma e dimensione
– scovolino o filo per infilare le perle
– racconto della natività da usare durante l’attività
– racconto da aggiungere al braccialetto da dare ad ogni bambino dopo l’attività, o da aggiungere alla confezione regalo.

Il materiale pronto per la stampa e il download è a disposizione degli abbonati:


Le perle rappresentano:
– perla trasparente luccicante: l’angelo che annuncia a Maria la nascita del bambino
– perla blu: Maria
– perla verde scuro: Giuseppe
– perla rossa piccola: Erode
– perla grigia: l’asinello che porta a Betlemme Maria e Giuseppe
– perla beige: il viaggio attraverso il deserto
– perla marrone grande: la stalla di Betlemme col bue
– perla rosa: Gesù bambino
– due perle bianche (o trasparenti più piccole di quella per il primo angelo): gli angeli che appaiono ai pastori
– tre perle marroni piccole: i pastori
– due perle bianche: le pecorelle
– perla gialla: la stella cometa che guida i Re Magi
– perle viola, rossa, verde: i tre Re Magi
– perla bianca piccola: l’agnellino donato dai pastori
– perla oro: i doni dei Re Magi.

Il racconto

Molto tempo fa, in una piccola città chiamata Nazareth, vivevano Maria e Giuseppe.

Un giorno l’angelo Gabriele ( trasparente luccicante) andò da Maria (blu) e le disse che avrebbe avuto un bambino, un bambino molto speciale.
Maria si meravigliò tantissimo per questo incontro e raccontò  a Giuseppe (verde scuro) tutto ciò che l’angelo le aveva detto.  Le parole dell’angelo si avverarono, e Maria si accorse presto di aspettare un bambino.

Passarono i mesi, e proprio quando la nascita del bambino era vicina, il re Erode (rosso) ordinò a tutti i sudditi di tornare ognuno nel paese in cui era nato per fare un documento.

Maria e Giuseppe erano nati a Betlemme, e così si misero in viaggio con il loro fidato asinello (grigio). Il viaggio fu molto lungo e attraverso il deserto (beige) arrivarono a Betlemme che era notte.

Il paese  era molto affollato perché tutti,  obbedendo alla legge di Erode, si erano messi in viaggio come loro. Maria e Giuseppe cercarono un posto per dormire, ma tutte le locande erano piene di ospiti. Solo un locandiere, molto gentile, offrì loro ospitalità nella stalla del suo bue (marrone), insieme agli altri animali.

Quella notte nacque Gesù bambino (rosa), e per tenerlo al caldo i suoi genitori lo misero nella mangiatoia, accanto agli animali che lo riscaldavano col loro respiro.

I pastori ( marroni piccole) in quel momento si trovavano sulle colline a pascolare il gregge, e improvvisamente furono abbagliati da una luce bellissima. Di cosa si trattava? Era la luce degli angeli (bianche) che erano andati da loro per avvisarli che era nato il bambino, e li invitava ad andare da lui seguendo la stella cometa (gialla)

Anche i tre Re Magi (viola, rossa, verde) videro quella stella, capirono che il bambino era nato e si misero in viaggio per incontrarlo.

Quando giunsero alla capanna, i pastori donarono al bambino un agnellino (bianca) ed i Re Magi oro incenso e mirra (oro).

Tutti erano riuniti intorno al bambino circondati dalle stelle, i canti degli angeli, gli animali, e perfino le piante e i sassi, e tutti sapevano che quello era un momento davvero molto speciale.

Il braccialetto del racconto di Natale

Braccialetto dell’omino di panpepato

A dicembre l’Omino di Panpepato
esce dal forno tutto decorato:
le guance ricoperte di granella colorata
gli occhi, il naso e la bocca di cioccolata…

sul corpo un po’ di zucchero bianco
e tanti canditi in fila su un fianco:
“Così sono proprio un omino speciale
pronto per ornare l’albero di Natale!”
(Giunti scuola)

Materiale:
– perle assortite di vario colore, forma e dimensione
– scovolino o filo per infilare le perle
– racconto da usare durante l’attività
– racconto da aggiungere al braccialetto da dare ad ogni bambino dopo l’attività, o da aggiungere alla confezione regalo.

Il materiale pronto per la stampa e il download è a disposizione degli abbonati:

Il racconto

Un uomo piccino e una donna piccina vivevano insieme in una casa piccina.
Un giorno la donna piccina impastò e mise in forno un omino di panpepato ma
quando aprì lo sportello del forno, l’omino saltò fuori dalla teglia, fuori dalla porta e via
per i campi.
La donna piccina e l’uomo piccino gli corsero di dietro più in fretta che
potevano, ma l’omino rideva e gridava: “Correte, correte, ma è fiato sprecato, io sono
l’Omino di Panpepato!” E non riuscirono ad acchiapparlo.
Dopo un po’ l’omino sorpassò una mucca che gli gridò: “Fermati, fermati e fatti
mangiare!” “Corri, corri ma è fiato sprecato io sono l’Omino di Panpepato!” gridò l’omino
scappando via. E la mucca non riuscì ad acchiapparlo.
Continuò a correre e sorpassò un cavallo che gli gridò: “Fermati, fermati e fatti
mangiare!” “Corri, corri ma è fiato sprecato io sono l’Omino di Panpepato!” gridò l’omino
scappando via. E il cavallo non riuscì ad acchiapparlo.
In fondo al campo l’omino sorpassò dei contadini che gli gridarono “fermati,
fermati e fatti mangiare”. “Correte, correte ma è fiato sprecato io sono l’Omino di
Panpepato!” gridò l’omino scappando via. E i contadini non riuscirono ad acchiapparlo.
Ormai l’omino credeva di essere il più furbo biscotto mai uscito da una teglia. “Nessuno
potrà mai acchiapparmi” pensava.
Una volpe gli venne incontro correndo. L’omino corse via dicendo: “Corri, corri, ma è fiato
sprecato io sono l’Omino di Panpepato!”.
“Ma io non voglio acchiapparti!” disse la volpe, “anch’io sto fuggendo dai cacciatori, ma
se riusciamo ad attraversare il fiume saremo salvi entrambi. Salta sulla mia coda e
ti porterò dall’altra parte”.
L’omino saltò sulla coda della volpe che s’immerse nell’acqua. Allora la volpe disse:
“Sei troppo pesante per la mia coda, montami sulla schiena, così non ti bagnerai!”. “Sulla
mia schiena sei troppo vicino all’acqua, salta sulla mia spalla”.
Quando furono in mezzo al fiume, la volpe gridò: “Aiuto! Sto affogando! Salta sul mio
naso!”
L’omino saltò sul naso della volpe ed entrambi attraversarono il fiume. Ma appena toccò
terra, la volpe scosse forte la testa, scaraventò in aria l’omino di panpepato e … gnam!”
“Povero me! Un pezzetto l’ha già mangiato!” gridò l’Omino di Panpepato

I braccialetti dei racconti

I braccialetti dei racconti, come questi a tema natalizio, sono molto usati nelle scuole d’infanzia dopo la lettura degli albi illustrati o il racconto delle fiabe.

Il braccialetto del racconto di Natale – Ne parlano anche:
http://mymontessorijourney.typepad.com/my_montessori_journey/2010/12/christmas-story-bracelets.html
http://www.montessorisoul.com/nativity-story-bracelet/
http://www.catholicsupply.com/christmas/12650.html
http://sevenofusalways.blogspot.it/2013/10/christmas-story-bracelets.html?m=1
https://adventuresinmommydom.org/christmas-story-bracelet/
https://web.kidsactivitiesblog.com/30408/how-to-make-a-nativity-bracelet
https://www.artfire.com/ext/
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http://www.schooltimesnippets.com/2016/05/three-little-pigs-activity-story-telling-bracelet.html

Il braccialetto del racconto di Natale

Forme contrastanti di terra e acqua Montessori – Geografia

Forme contrastanti di terra e acqua Montessori: presentazioni, esercizi, istruzioni per il modellaggio con la creta e tutto il materiale stampabile pronto per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

L’istruzione moderna richiede oggi che si dia la visione delle cose e non la loro descrizione, ma non basta vedere, anziché udire: è necessario vedere in un modo speciale. Quindi il problema consiste nell’esaminare come il bambino ha bisogno di vedere e quanto occorre per risvegliare in lui un potere di azione che, una volta avviato, apre nuove vie. Così la scuola sarebbe il luogo ove il bambino acquista qualcosa entro di sé, come un’ispirazione: il bambino vede, si ispira e l’ispirazione è tanto grande che lo porta a fare cose delle quali prima non sarebbe stato capace“. (Maria Montessori, Conferenza alla Summer School di Londra, 1939).

La geografia è parte della cultura umana ed il suo studio aiuta a formare la personalità. Per questo motivo, secondo Mario Montessori, andrebbe designata col termine di psico-geografia, così come si designa la grammatica psico-grammatica, la geometria psico-geometria, ecc.

Nella Casa dei Bambini presentiamo come primo materiale per la geografia il globo smerigliato, che permette al bambino un’esperienza sensoriale legata al ruvido delle terre emerse e al liscio dell’acqua.

Si tratta di soli due elementi: l’acqua e la terra,  ma questi due elementi, incontrandosi tra loro, producono moltissime forme diverse, che possono però essere ricondotte a poche forme di base, che una volta conosciute permetteranno al bambino di operare tutta una serie di classificazioni.
Questo riconoscimento delle forme di base, che può essere considerato una chiave di lettura per tutta la geografia, comincia con le forme contrastanti di terra e acqua.

E’ sempre importante tenere a mente che con questa presentazione non esploriamo la geografia reale, ma viviamo un’esperienza sensoriale (visiva) allo scopo di preparare il bambino allo studio futuro della Geografia fisica, in particolare alla geomorfologia e all’idrologia.

Le tre forme contrastanti di terra e acqua che presentiamo sono tre forme di terra (isola, penisola, istmo) e tre forme di acqua (lago, golfo, stretto), che sono opposte a due a due in questo modo: – isola-lago; penisola-golfo; istmo-stretto.

Esistono in commercio materiali tridimensionali già pronti, ad esempio quelli di Boboto che avevo presentato nel post Forme della terra e dell’acqua. Prima dell’acquisto, però, ci sono delle considerazioni da fare, perchè questo è uno dei pochi casi in cui il “fatto a mano” si prospetta  come migliore rispetto al materiale pronto, soprattutto perchè il materiale pronto, anche quello ben fatto, priva il bambino di un’esperienza manuale e sensoriale importante. C’è da aggiungere inoltre che nel materiale pronto in commercio di riscontrano errori quali l’aspetto tridimensionale (è importante che i contrasti siamo bidimensionali!), e il fatto che presentano più dei tre contrasti previsti da Maria Montessori in base al principio della “limitazione del materiale” (è importante che il materiale non offra più di quello che è necessario!).

Materiali stampabili

Il materiale pronto per la stampa e il download è a disposizione degli abbonati:

Forme contrastanti di terra e acqua
presentazione con creta e acqua

Materiale:
– strisce di carta e penna
– argilla in polvere
– una brocca d’acqua per impastare l’argilla
– un tagliere grande di legno per impastare
– un coltello o uno stecchino di legno (del tipo da spiedino)
– una brocca con acqua colorata di blu (preferibilmente con colorante alimentare)
– una spugna o un cucchiaio
– sei vassoi possibilmente rettangolari, di alluminio o plastica, possibilmente 30 x 20 cm, con un bordo di circa 3 cm di altezza.

Per le immagini che trovate nella presentazione io ho usato contenitori più piccoli di quelli previsti, tagliando il bordo di sei piattini di plastica. Può essere una soluzione economica e pratica per la seconda fase del lavoro, quando a modellare l’argilla saranno i bambini.

L’argilla (comunemente anche detta creta) si può acquistare nei colorifici o anche online. Non viene venduta in polvere, come richiederebbe l’esercizio, ma può essere fatta seccare e poi ridotta in polvere con un martelletto.

Maria Montessori ha espressamente indicato l’argilla in polvere per questa attività, non solo perchè è un prodotto naturale, ma soprattutto perchè è davvero terra, come quella che i bambini conoscono quando giocano all’aperto.  In alternativa potreste scegliere di preparare una pasta da modellare con farina, sale, colorante marrone ed eventualmente colla vinilica. Non avendo a disposizione la creta, e non lavorando coi bambini, per le presentazioni che seguono io ho fatto così.

Presentazione:
– portiamo il materiale su un tavolo, se è possibile all’aperto, e invitiamo un gruppo di bambini alla presentazione
– prendiamo l’argilla in polvere e impastiamola con l’acqua, come si fa con la pasta fatta in casa. Intanto raccontiamo ai bambini cos’è l’argilla: “Questa si chiama argilla. E’ una terra formata da piccolissimi granelli di roccia e da sali. Ora la sto impastando con un po’ d’acqua per formare una specie di fango duro”. Questa, naturalmente, è la presentazione del lavoro, ma è molto importante che in una seconda fase ogni bambino prepari la creta con le sue mani e modelli le forme per “le mani lavorano la creta e la creta lavora le mani del bambino
– quando abbiamo ottenuto un impasto piuttosto compatto, non troppo morbido, dividiamolo in tre parti uguali e stendiamo ogni parte in una vaschetta diversa. Ogni vaschetta deve essere riempita di creta ben livellata, perchè vogliamo rappresentare una forma bidimensionale (e non fare un plastico)
– prendiamo la brocca di acqua blu e riempiamo le rimanenti tre vaschette, ma a un livello leggermente più basso di quello della creta, per evitare che nei passaggi successivi l’acqua trabocchi o sommerga le forme di terra
– mettiamo le vaschette in riga, alternandole (una di terra, una di acqua), poi mettiamo davanti ai bambini una delle tre coppie e indicandole diciamo “Questa è la terra”; “Questa è l’acqua”


(Dal punto di vista religioso-biblico, questa immagine rimanda alla Creazione come descritta nella Genesi:E Dio separò le acque che stavano sotto il firmamento da quelle che stavano sopra il firmamento; e chiamò terra l’asciutto e mare l’ammasso delle acque“.)
– scriviamo sui cartellini di lettura le parole TERRA e ACQUA

– togliamo i cartellini di lettura
– incidiamo fino al fondo della vaschetta la superficie di argilla col coltello o lo stecchino di legno, descrivendo una forma tondeggiante dai contorni non troppo regolari

– estraiamo la forma che abbiamo ritagliato e trasferiamola in una vaschetta d’acqua, posizionandola al centro
– con il cucchiaio o imbevendo la spugna versiamo dell’acqua blu nel foro di creta. Accostiamo i due vassoi e indicandoli diciamo : “Questa è un’isola”; “Questo è un lago”

– scriviamo i due nomi su due strisce di carta (bigliettini di lettura) e mettiamole accanto ad ogni forma creata e ripetiamo: “Isola”, “Lago” come primo tempo della lezione per imparare i nomi
– chiediamo a un bambino :”Mi indichi l’isola?”, “Qual è il lago?”
– infine facciamo in modo che il bambino nomini gli oggetti, ad esempio chiedendo: “Questo cos’è?”
– ripetiamo il procedimento per le altre due coppie di opposti, cioè per la penisola e il golfo,

– e per lo stretto e l’istmo


– come già detto, dopo questa presentazione è molto importante che ogni bambino crei le sue forme della terra e dell’acqua con creta e acqua colorata. E’ molto importante che il bambino lavori con le sue mani, trattandosi di un’attività prettamente sensoriale.

Scopi:
– vivere un’esperienza sensoriale in relazione alla geomorfologia
– riconoscere le principali configurazioni orizzontali della superficie terrestre
– riconoscere che le forme sono contrasti tra loro
– obiettivi indiretti quali lo sviluppo muscolare, la coordinazione e il controllo dei movimenti e la preparazione al lavoro artistico di modellaggio della creta.

Età:
dai 3 anni

Nomenclature:
argilla, creta, acqua, brocca, spugna ecc.,  il nome delle forme contrastanti di terra e acqua.

Nota:
– le forme non vanno adornate da casine, alberelli, barchette ecc. , che finirebbero per distrarre dall’essenziale,  mentre è proprio l’isolare la qualità ad illuminare il concetto.

Forme contrastanti di terra e acqua
ricerca di definizioni

– oltre a redigere i cartellini di lettura, possiamo comporre delle carte delle definizioni con la collaborazione attiva dei bambini; per farlo mettiamo i sei vassoi delle forme contrastanti di terra e acqua davanti ai bambini e discutiamo insieme, ponendo loro varie domande e chiedendo di osservare le forme con attenzione: “Hai mai visto un’isola?”; “Hai mai visto un lago?”; “Com’era l’isola che hai visto?”; “Cosa hai fatto quando hai visto il lago?”
– ogni volta che abbiamo trovato una definizione, scriviamola su un cartoncino e mettiamola accanto alla forma, col cartellino di lettura.

Forme contrastanti di terra e acqua: collage

Materiale:
– forme contrastanti di terra e acqua realizzate con l’argilla
– fogli di carta blu e fogli di carta marrone quadrati, possibilmente nelle misure 14 x 14 cm
– fogli bianchi più grandi per incollare le forme create
– penna o pennarello
– forbici
– colla
– nomenclature in tre parti (immagine+ nome, solo immagine, solo nome), ma per questa presentazione usiamo solo le ultime due
– poster delle forme contrastanti di terra e acqua.

Presentazione:
– mettiamo le forme contrastanti di terra e acqua lungo il margine superiore del piano di lavoro
– sovrapponiamo un foglio blu e un foglio marrone e, senza disegnare e tenendo i due foglietti uniti con la mano sinistra, tagliamo con le forbici la forma dell’isola


– separiamo i due colori in modo da ottenere quattro pezzi; separiamo i due colori e scambiamo tra loro gli “incastri”. Incolliamo ogni contrasto su un foglio,

– scrivendone il nome


– abbiniamo i due collage alle rispettive forme di creta e diciamo: “Abbiamo già rappresentato l’isola e il lago con la creta e con l’acqua, ora lo abbiamo fatto anche con la carta”


– ripetiamo con le altre coppie di contrasti: penisola e golfo

– istmo e stretto:

– aggiungiamo schede con le immagini delle nomenclature delle forme contrastanti di terra e acqua
– distribuiamo i cartelli dei nomi tra i bambini, che li abbineranno alle immagini


– mostriamo il poster


– riordiniamo, mostrando ai bambini dove trovare il materiale nello scaffale della geografia.

In seguito il bambino realizzerà da solo i collage etichettandoli, e scriverà le sue definizioni. Potrà anche realizzare un libretto, o utilizzare carta vetrata al posto del cartoncino marrone per la terra.

Forme contrastanti di terra e acqua
ricerca sul globo smerigliato

Ognuna delle sei forme contrastanti di terra e acqua deve in secondo tempo essere ricercata sul globo smerigliato, identificando le forme e non il nome (penisola, e non Italia; isola, e non Irlanda).

Materiale:
– forme contrastanti di terra e acqua in argilla
– globo smerigliato.

Presentazione:
– mostriamo il globo e una forma e cerchiamola sul globo
– nominiamo la forma
– continuiamo con le altre forme.

In seguito il bambino potrà cercare le forme contrastanti della terra e dell’acqua sul globo colorato, sull’incastro del planisfero e sulle cartine geografiche.

Forme contrastanti di terra e acqua
nomenclature per la scuola d’infanzia

Nella Casa dei Bambini le forme contrastanti di terra e acqua possono rispondere alla “fame di parole nuove” tipica dei bambini a questa età, oltre che essere la risposta per l’interesse naturale per le forme. Nella fascia d’età che va dai 3 ai sei anni, i bambini hanno la capacità innata di assorbire con precisione immagini concrete e, insieme, la terminologia corrispondente, fissando entrambe nella memoria.
Tenendo presenti queste caratteristiche, proponiamo ai bambini le nomenclature composte da schede parlate e schede mute (per la lezione in tre tempi) con biglietti di lettura per l’appaiamento e un poster riassuntivo per il controllo. Questo materiale serve a dare al bambino una forma col suo nome. In seguito, per i bambini che sanno leggere, si proporranno anche le schede delle definizioni.
Le immagini contenute nelle nomenclature per le forme contrastanti di terra e acqua rappresentano per i bambini  la prima vera “carta geografica”, cioè una rappresentazione in due dimensioni della realtà tridimensionale. Per facilitare la comprensione di questo passaggio di dimensione, cioè per capire che le linee delle mappe rappresentano forme della terra e dell’acqua, è utile preparare nomenclature a tre livelli di semplificazione:
– immagini con la terra in marrone e l’acqua in blu


– immagini con la terra in marrone e l’acqua in blu, con la zona di incontro tra terra e acqua evidenziata in rosso


– immagini che presentano solo il contorno rosso delle forme.

Le immagini che inseriamo in queste nomenclature devono rappresentare il concetto, ad esempio, di isola e mostrare le caratteristiche che servono ad identificare qualsiasi isola. Non devono rappresentare un’isola in particolare (anche perchè nella realtà non esiste un dato lago di forma perfettamente corrispondente a una data isola). Bisogna inoltre precisare che le sei forme proposte sono elementi geografici “contrastanti” soltanto da un punto di vista dell’esperienza sensoriale.

Completano il materiale le definizioni, per i bambini che sanno già leggere,  e il poster murale, che appeso in classe serve per il controllo autonomo dell’errore. Allo  stesso scopo possiamo usare una copia del materiale per realizzare un libretto delle forme contrastanti di terra e acqua.

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NOMENCLATURE DELLE FORME CONTRASTANTI DI TERRA E ACQUA scuola d’infanzia 3 contrasti

Prerequisiti:
– modellaggio delle forme con argilla e acqua
– lezioni in tre tempi per il nome delle forme contrastanti di terra e acqua
– ricerca sul globo smerigliato delle forme contrastanti di terra e acqua.

Materiale:
– tavolo a tappeto
– forme contrastanti di terra e acqua in argilla
– nomenclature delle forme contrastanti di terra e acqua.

Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini ad unirsi a noi nell’esercizio e portiamo il materiale sul piano di lavoro
– diciamo ai bambini che faremo un nuovo esercizio con le forme contrastanti di terra e acqua
– mettiamo le forme contrastanti di terra e acqua lungo il margine superiore del tappeto, in ordine casuale
– indichiamo la busta con le nomenclature e diciamo: “Queste sono le nostre nomenclature per le forme contrastanti di terra” e spargiamole in ordine casuale sul piano di lavoro, verso il margine inferiore del piano di lavoro
– chiediamo al bambino di trovare una carta si possa abbinare alla prima forma di argilla e darcela, quindi mettiamola sotto alla forma di argilla.
– continuiamo allo stesso modo fino a completare la prima serie, poi passiamo alla seconda e infine alla terza, formando colonne di carte sotto ogni forma di argilla
– verifichiamo gli abbinamenti con il poster, che potremo poi appendere al muro
– se i bambini sanno leggere, l’esercizio può proseguire abbinando alle forme anche le definizioni
– terminata la presentazione riordiniamo mostrando ai bambini dove potranno trovare tutto il materiale per i loro esercizi individuali o di gruppo.

Nota: per questa presentazione utilizziamo solo le schede immagine+nome di ogni set.

Per i giorni seguenti:
– lavoriamo con le carte delle nomenclature complete (immagine+nome, solo immagine, solo nome), e con i poster e i libretti (per il controllo autonomo dell’errore)
– lavoriamo solo con le carte, senza usare le forme in argilla
– aggiungiamo gradualmente nomenclature per altre forme contrastanti di terra e acqua, presentando i nomi con la lezione in tre tempi (nominare, far identificare l’oggetto, far nominare l’oggetto)
– chiediamo ai bambini di realizzare da soli delle nuove nomenclature
– chiediamo ai bambini di realizzare da soli dei libretti delle forme contrastanti di terra e acqua.

Definizioni per le forme contrastanti di terra e acqua
per la scuola d’infanzia

Il lago è una massa d’acqua completamente circondata dalla terra.
L’isola è un pezzo di terra completamente circondato dall’acqua.

La penisola è un pezzo di terra che si estende nell’acqua e che è quasi del tutto circondato dall’acqua.
Il golfo è una rientranza del mare che si addentra nella terra.

L’istmo è una sottile striscia di terra che congiunge due grandi terre.
Lo stretto è una sottile distesa d’acqua che si trova fra due terre e che congiunge due mari.

Come detto, il materiale originale comprende esclusivamente queste tre coppie contrastanti, ma siccome molto del materiale in commercio aggiunge anche le coppie arcipelago-sistema di laghi e capo-baia ho preparato anche questo materiale. Può essere comunque presentato come estensione della presentazione principale.

L’arcipelago è un gruppo di isole.
Il sistema dei laghi è un gruppo di laghi.

Il capo è una sporgenza della costa che si estende sul mare partendo con uno spazio stretto che poi si allarga sul mare.
La baia è un’insenatura che, a differenza del golfo, ha un’entrata dal mare stretta e poi si allarga via via che penetra nell’entroterra.

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Forme contrastanti di terra e acqua
collezione di cartoline dal mondo

Possiamo preparare carte illustrate con riproduzioni fotografiche delle sei forme contrastanti di terra e acqua, sia nel nostro Paese, sia a livello mondiale, da completare con nome luogo in cui si trova.
Questo materiale può essere anche preparato insieme ai bambini, chiedendo loro di portare cartoline, fotografie di vacanze, ritagli di riviste.

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Forme contrastanti di terra e acqua
Memorizzazione coi planisferi di controllo

Con i bambini da 3 a 6 anni si può iniziare a localizzare su mappe le forme di terra e acqua presentate. Oltre ad imparare a localizzarle, i bambini possono memorizzare il loro nome.
Per questa attività si predispongono sei carte geografiche parlate (planisferi di controllo) e i sei corrispondenti planisferi muti con cartellini a parte (per l’esercizio). Ogni planisfero conterrà i contorni e una forma evidenziata (planisfero delle isole, planisfero dei laghi, ecc.)
Avere una visione d’insieme rende felici, soddisfatti e non affatica perchè il desiderio di conoscere tutti i particolari viene a poco a poco“.

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Forme contrastanti di terra e acqua
Nella scuola primaria (secondo livello)

Plastici

Dopo i 6 anni i bambini, oltre a modellare con l’argilla le configurazioni orizzontali, realizzeranno plastici per le configurazioni verticali: la montagna e le sue parti, la pianura, l’altopiano, il corso del fiume e molti altri.

Ricerca etimologica

Nella scuola primaria i bambini si interessano all’origine delle parole che si usano nello studio della geografia. Per questo nelle nomenclature classificate ho aggiunto l’etimologia delle parole.

Nomenclature classificate per la Geografia

Le nomenclature classificate per la Geografia, nella scuola primaria, sono un materiale vastissimo. Ne fanno parte quelle della configurazione orizzontale delle forme della terra e dell’acqua, poi quelle per la configurazione verticale, poi quelle di tutto ciò che è oggetto di studio della geografia fisica, in particolare della geomorfologia e dell’idrografia.
La nomenclatura classificata completa per la geografia comprende tra l’altro: la struttura della terra, la struttura dell’atmosfera, la terra, la superficie terrestre, le forme della terra e dell’acqua (configurazione orizzontale), le forme della terra e dell’acqua (configurazione verticale), le isole, la costa, la montagna, la pianura, la valle, l’idrosfera, i ghiacciai, le morene, il fiume, le raccolte d’acqua, i laghi, ecc… Comprendono inoltre le forme intermedie (pseudo-penisola, capo, baia, punta…) e le parti delle forme terrestri come le parti della montagna (falde, piede, cima, cresta, valle, collina, pianura…), le parti del fiume (sorgente, rive, letto, foce, profondità, pendenza, portata…) ecc., e i tipi speciali di forme terrestri come isole oceaniche o continentali, arcipelago, vulcani, catena di montagne o massiccio, delta o estuario, ecc.

Qui propongo:
– forme della terra e dell’acqua (configurazione orizzontale)
– forme della terra e dell’acqua (configurazione verticale)
– forme della terra (litosfera)
– forme dell’acqua (idrosfera).

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Qui il post: Nomenclature per le forme della terra per la scuola primaria

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Lavorare con i dati

L’immaginazione del fanciullo è vaga, imprecisa, illimitata. Ma non appena egli entra in contatto col mondo esterno, ha bisogno di esattezza“. (Maria Montessori – Dall’infanzia all’adolescenza).
Per quanto riguarda la Geografia, dopo aver dato la nomenclatura e la localizzazione delle forme di tera e acqua, possiamo unire a queste informazioni i dati numerici (lunghezza dei fiumi, superfici di isole, penisole, ecc., altezza delle montagne…
Maria Montessori ha raccomandato, per i grandi numeri, che “la grandezza non sia solo una parola, ma abbia dimensioni e permetta confronti“.
Grazie a tavole con dati numerici possiamo accompagnare i bambini a scoprire, ad esempio, che l’area della Groenlandia, che è la più grande isola del mondo, corrisponde ad un quadrato che misura 1500 chilometri di lato e che servirebbero nove isole grandi come la Gran Bretagna per formare un’isola grande come lei.

Per lavorare con i dati, nei planisferi di controllo, che possono essere usati a partire dalla scuola d’infanzia, si trovano vari spunti:

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Forme contrastanti di terra e acqua
Ne parlano

– Il quaderno Montessori – primavera 2000. “Forme contrastanti di terra e d’acqua”, Camillo Grazzini.
– Il quaderno Montessori – estate 1997. “Alla scoperta della Terra”, appunti di Adele Costa Gnocchi sulla conferenza di Maria Montessori alla Summer School (Londra) del 1939.
– Il quaderno Montessori – autunno 1995. Armonia educativa nella scuola elementare Montessori, Grazia Honegger Fresco.
– Il quaderno Montessori – estate 2008. “La geografia come risposta alle domande dei bambini” da “Lezioni di Mario Montesano Montessori” di Flaminia Guidi.
http://worldlandforms.com/

Viventi e non viventi col metodo Montessori

Viventi e non viventi col metodo Montessori nell’ambito dello studio della Botanica e della Zoologia, con presentazioni e materiale stampabile pronto.

Per le presentazioni e gli esercizi ho preparato il materiale stampabile, a disposizione degli abbonati:

Viventi e non viventi col metodo Montessori
I viventi
Presentazione

Materiali:
– una scatolina contente un vasetto con tappo vuoto (pieno d’aria), un vasetto con del cibo (biscotti o pane o frutta o verdura), una madre col suo piccolo e tre piattini o dischi di cartoncino con le scritte CIBO, ARIA, RIPRODUZIONE


– una striscia di carta con la scritta VIVENTI
– piantina  in vaso e altri viventi (insetti, lombrichi, lumachine, ragnetti ecc.) in vasetto o riproduzioni di viventi in miniatura
– immagini di esseri viventi in una scatolina o in un cestino
– vassoio
– tavolo o tappeto.

Presentazione
– portiamo il materiale sul tavolo o sul tappeto e invitiamo un gruppo di bambini alla presentazione  dicendo: “Oggi vorrei parlarvi di una cosa molto interessante. Parleremo degli esseri viventi. Tutti gli esseri viventi hanno almeno tre cose in comune”
– prendiamo il vasetto vuoto  e tenendolo in mano diciamo: “Tutti gli esseri viventi respirano”.  Prendiamo il piattino con la scritta ARIA, mettiamolo sul piano di lavoro e posiamoci sopra il vasetto. Diciamo: “Tutti i viventi hanno bisogno di aria”
– facciamo la stessa cosa con gli altri vasetti


– uno alla volta prendiamo i vasetti e  i piattini, nominando di nuovo aria, cibo, riproduzione e rimettiamoli sul vassoio.
– prendiamo uno degli esseri viventi che  abbiamo preparato  sul vassoio, ad esempio una piantina, e mettiamola al centro del piano di lavoro e chiediamo: “Secondo voi questa pianta è un essere vivente?”. I bambini risponderanno di sì, e noi diremo: “Siamo sicuri? Una pianta ha bisogno di aria?”,  “Ha bisogno di nutrirsi?”, “Ha bisogno di riprodursi?”. Ogni volta che i bambini rispondono si sì, mettiamo un piattino accanto alla pianta.


– “La pianta si nutre, respira, e si riproduce. La pianta fa parte dei VIVENTI”. Mettiamo la parola VIVENTI sul tappeto come titolo

– prendiamo la scatolina delle immagini e mettiamola sul tappeto e diciamo: “In questa scatola ho raccolto immagini di esseri viventi. Vediamo se è vero.”

– una alla volta prendiamo le immagini e per ognuna chiediamo se ha bisogno di aria, cibo e se si riproduce; dichiariamola dunque VIVENTE


– raccogliamo il materiale usato e riponiamolo sul vassoio, poi portiamolo allo scaffale della biologia, di modo che i bambini l’abbiano a loro disposizione.

Dopo aver dato questa prima presentazione possiamo esplorare la classe alla ricerca di viventi, e discutere insieme le caratteristiche che possiamo osservare in essi. Oltre al cibo (nutrizione), l’aria (respirazione) e la riproduzione possiamo ad esempio dire che  i viventi usano energia, crescono e si sviluppano, rispondono all’ambiente, si adattano, ecc.

Viventi e non viventi col metodo Montessori
I non viventi
Presentazione

Materiali:
– una striscia di carta con la scritta NON VIVENTI
– una raccolta di oggetti non viventi (sassi, bulloni, attrezzi ecc…) in un cesto ( o riproduzioni in miniatura di non viventi)
– immagini di non viventi in una scatolina o in un cestino
– la scatolina contente un vasetto con tappo vuoto (pieno d’aria), un vasetto con del cibo (biscotti o pane o frutta o verdura), una madre col suo piccolo e tre piattini o dischi di cartoncino con le scritte CIBO, ARIA, RIPRODUZIONE
– tavolo o tappeto.

Presentazione:
– portiamo il materiale sul tavolo o sul tappeto e invitiamo un gruppo di bambini alla presentazione  dicendo: “Oggi vorrei parlarvi di una cosa molto interessante. Parleremo dei NON VIVENTI.”
– col l’aiuto della scatolina ricapitoliamo le caratteristiche dei viventi
– mettiamo sul piano di lavoro il cesto dei non viventi e diciamo: “In questo cesto ho raccolto oggetti NON VIVENTI”. Mettiamo il cartellino NON VIVENTI al centro del piano di lavoro, e aggiungiamo: “Vediamo se è vero”


– prendiamo il primo oggetto, ad esempio il sasso, e chiediamo: “Un sasso è vivente?”. I bambini diranno di no. Chiediamo se ha bisogno di aria, di cibo e se si riproduce. I bambini diranno sempre di no. Diciamo: “Il sasso è un NON VIVENTE” e mettiamolo sotto alla scritta NON VIVENTI
– proseguiamo così con gli altri oggetti

– ora mettiamo sul piano di lavoro il contenitore con le immagini di non viventi e diciamo: “Qui ho raccolto immagini di non viventi. Vediamo se è vero”
– prendiamo la prima immagine e chiediamo ai bambini: “Cos’è?”. I bambini rispondono, ad esempio. “Una palla”. Chiediamo se una palla ha bisogno di cibo, di aria e se si riproduce. La risposta è sempre no. Indicando la scritta NON VIVENTE diciamo: “La palla fa parte dei NON VIVENTI”
– proseguiamo così con le altre immagini

– riponiamo il materiale sul vassoio e mostriamo al bambino dove potranno trovarlo, sullo scaffale della botanica
– nei giorni seguenti i bambini potranno ripetere l’esercizio da soli o in gruppo; per questo possiamo variare con una certa frequenza le immagini del vassoio.

Viventi e non viventi col metodo Montessori
Presentazione 1

Materiale:
– un cestino con oggetti in miniatura che rappresentino viventi e non viventi
– una striscia di carta con la scritta VIVENTI e una con la scritta NON VIVENTI
– la scatolina contente un vasetto vuoto con tappo (pieno d’aria), un vasetto con del cibo (biscotti o pane o frutta o verdura), una madre col suo piccolo e tre piattini o dischi di cartoncino con le scritte CIBO, ARIA, RIPRODUZIONE
– tavolo o tappeto.

Presentazione:
– portiamo il materiale sul tavolo o sul tappeto e invitiamo un gruppo di bambini alla presentazione  dicendo: “Oggi vorrei mostrarvi una nuova attività che ha a che fare coi viventi e i non viventi”
– mettiamo gli oggetti sul piano di lavoro, davanti ai bambini e chiediamo ai bambini: “Cosa sono?”. I bambini nominano o descrivono gli oggetti
– diciamo: “Si tratta di oggetti davvero molto diversi tra loro. Come potremmo raggrupparli? Ad esempio potremmo dividerli per colore, oppure per dimensione… oggi però li suddivideremo in viventi e non viventi”
– se pensiamo che i bambini ne abbiano bisogno mostriamo la scatola per ricordare le caratteristiche principali dei viventi
– scegliamo un vivente, ad esempio la tartaruga e chiediamo: “La tartaruga è un vivente?”. Sì. La tartaruga è un vivente perché si nutre, respira e si riproduce. Mettiamola la tartaruga in alto a destra
– scegliamo un oggetto non vivente, ad esempio la sedia, e diciamo: “Questa è una sedia. La sedia è non vivente perchè non si nutre, non respira, non si riproduce”, e mettiamola in alto a sinistra
– continuiamo allo stesso modo con tutti gli altri oggetti, finchè essi non saranno divisi in due gruppi: i viventi e i non viventi
– diciamo: ” Tutti i viventi si trovano in questo gruppo. Tutti i non viventi si trovano in quest’altro gruppo. “
– chiediamo ai bambini: “Abbiamo riconosciuto i viventi perchè mangiano, respirano e si riproducono. C’è qualcos’altro oltre a questo che serve a riconoscere i viventi?”. Incoraggiamo i bambini a trovare le loro risposte (crescono, bevono, si muovono da soli, muoiono, usano i sensi, ecc…)
– chiediamo: “Abbiamo riconosciuto i non viventi perchè non mangiano, non respirano e non si riproducono. C’è qualcos’altro che i non viventi non sanno fare?”. Incoraggiamo i bambini a rispondere
– poniamo come intestazione per i due gruppi le scritte VIVENTI e NON VIVENTI e leggiamole insieme
– ora raccogliamo gli oggetti e distribuiamoli tra tutti i bambini
– leggiamo nuovamente i due cartellini VIVENTI e NON VIVENTI e chiediamo ai bambini di porre il loro oggetto nel gruppo che gli appartiene
– ricapitoliamo: “Per distinguere un vivente da un non vivente sappiamo che i viventi hanno delle caratteristiche che sono il movimento, la respirazione, l’uso dei sensi, la capacità di crescere, la riproduzione e il cibo”
– per i bambini possiamo preparare vari cestini di questo tipo, di modo che essi possano esercitarsi individualmente nella classificazione di viventi e non viventi.

Viventi e non viventi col metodo Montessori
Presentazione 2

Materiale:
– un vassoio
– immagini di viventi e non viventi, che possono essere codificate sul retro per il controllo autonomo dell’errore
– una striscia di carta con la scritta VIVENTI e una con la scritta NON VIVENTI
– tavolo o tappeto.

Presentazione di gruppo:
– portiamo il materiale sul tavolo o sul tappeto e invitiamo un gruppo di bambini alla presentazione  dicendo: “Oggi vorrei mostrarvi un’altra attività che ha a che fare coi viventi e i non viventi”
– diciamo: “Come abbiamo già fatto con gli oggetti del cestino dei viventi e non viventi, divideremo queste immagini a seconda che rappresentino viventi (mettiamo sul piano di lavoro, in alto a sinistra, il cartellino VIVENTI) o non viventi (mettiamo sul piano di lavoro, in alto a destra, il cartellino NON VIVENTI)
– scegliamo un vivente, ad esempio il cavallo e diciamo: “Questa è un cavallo. Il cavallo è un essere vivente perchè mangia, respira, fa i piccoli” e mettiamo l’immagine del cavallo nella colonna dei viventi
– scegliamo un oggetto non vivente, ad esempio un paio di forbici, e diciamo: “Questo è un paio di forbici. Le forbici non sono un vivente perchè non si muovono da sole, non respirano, non fanno i piccoli”, e mettiamo l’immagine in alto a destra, tra i non viventi
– continuiamo allo stesso modo con tutte le altre illustrazioni, finchè non saranno divise in due gruppi: gli esseri viventi e gli oggetti non viventi o inanimati


– diciamo: ” Tutti i viventi si trovano in questo gruppo. Tutti i non viventi si trovano in quest’altro gruppo
– se abbiamo codificato le carte sul retro (scrivendo vivente o non vivente a seconda dei casi oppure utilizzando cerchietti di colore diverso) mostriamo ai bambini come potranno verificare il loro lavoro dopo averlo svolto da soli, se usiamo le liste mostriamo come usarle


– riponiamo il materiale sul vassoio e mostriamo al bambino dove potranno trovarlo, sullo scaffale della botanica
– nei giorni seguenti i bambini potranno ripetere l’esercizio da soli o in gruppo; per questo possiamo variare con una certa frequenza le immagini del vassoio.

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Viventi e non viventi col metodo Montessori
I non viventi che erano viventi
Presentazione

Materiali:
– una striscia di carta con la scritta ERANO VIVENTI
– una raccolta di oggetti che erano viventi (frutti, fiori secchi, frutti secchi…) in un cesto ( o riproduzioni in miniatura)
– immagini di oggetti che erano viventi in una scatolina o in un cestino
– la scatolina contente un vasetto con tappo vuoto (pieno d’aria), un vasetto con tappo con acqua, un vasetto con del cibo (biscotti o pane o frutta o verdura), una madre col suo piccolo e tre piattini o dischi di cartoncino con le scritte CIBO, ARIA, RIPRODUZIONE
– tavolo o tappeto.

Presentazione:
– portiamo il materiale sul tavolo o sul tappeto e invitiamo un gruppo di bambini alla presentazione  dicendo: “Oggi vorrei parlarvi di una cosa molto interessante. Parleremo dei NON VIVENTI CHE ERANO VIVENTI.”
– col l’aiuto della scatolina ricapitoliamo le caratteristiche dei viventi
– mettiamo sul piano di lavoro il cestino contente gli oggetti che erano viventi e diciamo: “In questo cesto ho raccolto oggetti che ERANO VIVENTI”. Mettiamo il cartellino ERANO VIVENTI al centro del piano di lavoro, e aggiungiamo: “Vediamo se è vero”


– prendiamo il primo oggetto, ad esempio un peperoncino, e chiediamo: “Un peperoncino secco è vivente?”. I bambini dovrebbero rispondere di no, ma potrebbero esserci dubbi. Chiediamo: “Questo peperoncino si nutre?”. No, ma quando era attaccato alla pianta si nutriva. “Questo peperoncino secco ha bisogno di aria?”. No, ma quando era attaccato alla pianta ne aveva bisogno. Infine chiediamo: “Questo peperoncino si può riprodurre?”… Possiamo dire di sì, coi semi che si trovano nel peperoncino secco possiamo ottenere una nuova pianta di peperoncino e quindi altri peperoncini. “Non possiamo dire che il peperoncino è un VIVENTE perchè non ha tutte le caratteristiche dei viventi, però quando era appeso alla pianta le aveva tutte, quindi il peperoncino appartiene al gruppo ERANO VIVENTI”. Mettiamo il peperoncino sotto alla scritta ERANO VIVENTI
– proseguiamo così con gli altri oggetti


– ora mettiamo sul piano di lavoro il contenitore con le immagini di oggetti che erano viventi e diciamo: “Qui ho raccolto immagini del gruppo ERANO VIVENTI. Vediamo se è vero”
– prendiamo la prima immagine e chiediamo ai bambini: “Cos’è?”. I bambini rispondono, ad esempio. “Un fossile di trilobite”. Chiediamo se un fossile ha bisogno di cibo, di aria e se si riproduce. La risposta è sempre no, ma quando il trilobite era vivo, mangiava, respirava e si riproduceva. Indicando la scritta ERANO VIVENTI diciamo: “. Il fossile di trilobite fa parte del gruppo ERANO VIVENTI”
– proseguiamo così con le altre immagini


– riponiamo il materiale sul vassoio e mostriamo al bambino dove potranno trovarlo, sullo scaffale della botanica
– nei giorni seguenti i bambini potranno ripetere l’esercizio da soli o in gruppo; per questo possiamo variare con una certa frequenza le immagini del vassoio.
– al termine raccogliamo il materiale usato e riponiamolo sul vassoio, poi portiamolo allo scaffale della biologia, di modo che i bambini l’abbiano a loro disposizione.

Viventi e non viventi col metodo Montessori
Viventi, non viventi ed erano viventi
Presentazione

Materiale:
– un vassoio
– immagini di viventi , di non viventi e di non viventi che erano viventi , che possono essere codificate sul retro per il controllo autonomo dell’errore
– una striscia di carta con la scritta VIVENTI , una con la scritta NON VIVENTI e una con la scritta ERANO VIVENTI
– tavolo o tappeto.

Presentazione di gruppo:
– portiamo il materiale sul tavolo o sul tappeto e invitiamo un gruppo di bambini alla presentazione  dicendo: “Oggi vorrei mostrarvi un’altra attività che ha a che fare coi viventi e i non viventi”
– diciamo: “Come abbiamo già fatto con gli oggetti del cestino dei viventi e non viventi, e con le immagini, divideremo queste immagini a seconda che rappresentino viventi (mettiamo sul piano di lavoro, in alto a sinistra, il cartellino VIVENTI), non viventi (mettiamo sul piano di lavoro, in alto al centro, il cartellino NON VIVENTI) o oggetti che ERANO VIVENTI (mettiamo sul piano di lavoro, in alto a destra, il cartellino NON VIVENTI)
– scegliamo un vivente, ad esempio l’albero e diciamo: “Questo è un albero. L’albero è un essere vivente perchè mangia, respira, e si riproduce” e mettiamo l’immagine dell’albero nella colonna dei viventi
– scegliamo un oggetto non vivente, ad esempio un vaso e diciamo: “Questo è un vaso. Il vaso non è un vivente perchè non si muove da solo, non respira, non si riproduce”, e mettiamo l’immagine in alto al centro, tra i non viventi
– scegliamo un oggetto che era vivente, ad esempio una foglia secca e diciamo: “Questa è una voglia secca. La foglia secca non è un essere vivente perchè non si nutre, non respira, non si riproduce. Però quando era attaccata alla pianta lo faceva. La foglia secca appartiene al gruppo ERANO VIVENTI. Mettiamo la foglia in altro a destra
– continuiamo allo stesso modo con tutte le altre illustrazioni, finchè non saranno divise in tre gruppi: i viventi, i non viventi e quelli che erano viventi


– diciamo: ” Tutti i viventi si trovano in questo gruppo. Tutti i non viventi si trovano in quest’altro gruppo. Tutti i non viventi che erano viventi si trovano in questo gruppo”


– un’idea interessante per visualizzare la classificazione tra viventi, non viventi, erano viventi è quella di utilizzare due tappetini trasparenti di colori diversi, in questo modo (l’immagine è di The learning ark):


– se abbiamo codificato le carte sul retro (scrivendo vivente o non vivente o era vivente a seconda dei casi oppure utilizzando cerchietti di colore diverso) mostriamo ai bambini come potranno verificare il loro lavoro dopo averlo svolto da soli
– riponiamo il materiale sul vassoio e mostriamo al bambino dove potranno trovarlo, sullo scaffale della botanica
– nei giorni seguenti i bambini potranno ripetere l’esercizio da soli o in gruppo; per questo possiamo variare con una certa frequenza le immagini del vassoio.

VIVENTI : elefante, ape, granchio, giunchiglie, melo, passero, corallo, medusa, pesce,  salamandra,  cane, lombrico, pappagallo, spugna di mare, stella marina,  serpente, delfino, rana, gallina, topo, coccinella, esseri umani, pinguino, quercia da sughero,  ornitorinco, cactus, fungo, albero, orso, soffione, anatra.

NON VIVENTI: mongolfiera, guanti, barca, fuoco, scarpa, spugna, costruzioni, sasso, sole, cd, sedia, pioggia, orologio, latte, violino, frullatore, stalattiti, automobile, forchetta, carrello, palla, anello, casa, ruota, ventilatore, lampadina, martello, bicicletta, nuvole, televisore, vaso, forbici, cristalli.

ERANO VIVENTI: mele disidratate, uvetta, fiori secchi, noce di cocco, fossili di trilobiti, fossile di pesce, peperoni secchi, tronco d’albero abbattuto, foglia secca, dente di squalo piselli in scatola, bracciale di corallo, lavanda secca, minestrone surgelato, tonno in scatola, pistacchi, olive conservate, tappi di sughero, sardine in scatola, prosciutto, scheletro di dinosauro, caviale, alga nori, ortaggi, pepe in grani, salmone affumicato.

Con le carte illustrate, dopo aver lavorato alla classificazione viventi/non viventi/erano viventi possiamo procedere in una prima classificazione dei viventi dividendoli in ANIMALI e PIANTE .

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Viventi e non viventi

Età: dai quattro anni.

Nomenclatura: viventi, non viventi, erano viventi; animati, inanimati; cibo, aria, riproduzione, crescita, movimento, i nomi degli oggetti in miniatura, i nomi degli oggetti rappresentati nelle immagini, ecc.

Scopi:
– riconoscere viventi e non viventi
– sviluppare la capacità di classificare oggetti in base a un criterio stabilito.

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Parlano di viventi e non viventi:
The learning ark
– Kingdom of the Pink Princesses
– Montessori at Home
Gift of curiosity
My Montessori journey
– The homeschool den
One hook wonder 

Offrono materiale su viventi e non viventi (in Inglese):
Montessori 123
Montessori service
Montessori Print Shop
Montessori for everyone
Montessori Alliance
ABCteach 

I bambini e il cibo: strategie pratiche per l’educazione alimentare

I bambini e il cibo è un libro che fa parte della collana “Libri in tasca” di EPC Editore. In questa raccolta vengono pubblicati tascabili e ebook che trattano tematiche quali educazione,  alimentazione, valorizzazione del sé e self help con un taglio operativo, per insegnare a mettere in pratica i consigli degli esperti.

Nel caso di “I bambini e il cibo” l’esperta che ci insegna a mettere in pratica i suoi consigli è la dottoressa Paola Medde, psicologa e psicoterapeuta, ricercatrice presso l’Università La Sapienza  e presidente della Società Professionisti Italiani del Comportamento Alimentare e Peso (SPICAP). La sua attività si concentra sul periodo dell’allattamento e dello svezzamento.

“Da oltre trent’anni, come pediatra di famiglia, incontro quasi ogni giorno bambini obesi o in sovrappeso o che mangiano poco o nulla, o che si rifiutano di mangiare qualunque cibo ad esclusione delle solite poche cose (in genere dolci, pasta in bianco, fritti e salumi). Per questa ragione ho trovato il libro agile e piacevole, e  ciò che più conta, potenzialmente efficace”, scrive la dottoressa Laura Olimpi nella prefazione.

Questo libro è uno strumento prezioso perchè focalizza l’attenzione sui processi di apprendimento in campo alimentare, su come questi avvengono, sul contributo che i genitori possono dare, sugli ostacoli che incontreranno, e aiuta a capire come trasmettere sane abitudini alimentari ai bambini, in modo naturale e senza forzature.

Il testo è suddiviso in due parti; la prima fornisce le basi per comprendere e riflettere, ed è suddivisa nei capitoli:
– Perchè questo libro?
– La Psicologia e il comportamento alimentare
– Come si formano le abitudini e come cambiarle
– Dall’informazione nutrizionale all’educazione alimentare
– Il comportamento educativo efficace.

Le troppe informazioni nutrizionali, l’eccesso di attenzione al cibo, le nuove conoscenze sulle etichette degli alimenti ecc. hanno aumentato la consapevolezza, ma conoscere la qualità dei nutrienti e gli effetti benefici di una sana alimentazione non basta per cambiare il comportamento alimentare, che è un comportamento complesso fatto di influenze sociali, condizionamenti ambientali, processi di apprendimento e abitudini automatiche.
I genitori hanno bisogno di strategie pratiche che li aiutino a fare ciò che gli specialisti dicono che è giusto fare, strategie pratiche per portare a termine con successo l’educazione alimentare dei propri figli.
Nel nostro ruolo di genitori abbiamo un compito difficile: insegnare e trasmettere ai nostri figli dei comportamenti giusti e farli diventare delle abitudini.
Una volta instaurate abitudini scorrette, soprattutto in campo alimentare , capita che, presi dalla fretta e dal timore di sbagliare, si cerchino strategie e soluzioni che promettono di ottenere tutto e subito: non è possibile. Che ci voglia tempo per imparare a fare le cose è abbastanza chiaro a tutti, ma che ci voglia tempo per cambiare è un po’ meno chiaro.
L’abitudine è un comportamento che si stabilisce dopo ripetizioni frequenti di una specifica attività. Per abitudine alimentare non si intende il consumare il pasto a tavola o davanti alla TV, ma si intende una serie di situazione complesse che riguardano le preferenze dei cibi, ciò che siamo abituati a mangiare o rifiutare, i gusti, gli abbinamenti, le quantità, la capacità di regolarci sui segnali di fame/sazietà.
Insegnare ai bambini a mangiare in modo corretto è necessario e richiede consapevolezza e scelta dei modi in cui intervenire.
Ci vuole del tempo per strutturare delle abitudini e, una volta che si sono create abitudini sbagliate, occorre molta pazienza per correggerle: sapere che l’impresa non è impossibile rende il percorso più gradevole.
Costringere i bambini a mangiare pietanze che non vogliono mangiare non li aiuta ad amare di più quegli alimenti. Al contrario, può determinare un’avversione che potrà rimanere per tutta la vita: nessun cibo che siamo stati costretti a mangiare durante l’infanzia troverà mai spazio nei nostri pasti quotidiani.
Ripensando come genitori a tutti i nostri interventi educativi che hanno avuto successo, scopriremo che la naturalezza, la gioia del momento, la pazienza, la ripetizione costante ma soprattutto la leggerezza con la quale abbiamo affrontato quel compito educativo hanno reso tutto più facile e più efficace.


La seconda offre gli strumenti pratici per agire, ed è suddivisa nei capitoli:
– Bambini che mangiano “troppo”
– Bambini che mangiano “poco”
– Bambini che mangiano “pochi” alimenti
– Bambini che non mangiano frutta e verdura
– Bambini che mangiano per fame emotiva.

Ogni capitolo della seconda parte presenta una parte introduttiva, nella quale l’autrice illustra casi affrontati nella sua ventennale esperienza professionale e le strategie adottate per risolvere il problema.
Presenta poi un riassunto per punti intitolato “Ricordare”, per mettere a fuoco il problema che abbiamo col nostro bambino in relazione al cibo:

e una sorta di questionario intitolato “E ora tocca a voi” che ha lo scopo di aiutarci ad indagare le cause del problema e ad apportare le giuste modifiche del nostro comportamento. Infine presenta delle schede di approfondimento:

Il tuo bambino mangia troppo?
Ricordiamo che anche se si tratta di bambini piccoli, dobbiamo sempre incoraggiarli ad esprimere i propri livelli di fame o sazietà. Se il bambino mangia troppo, chiediamoci chi ha dato l’esempio e riduciamo tutti, insieme, le porzioni. Vuole il piatto molto pieno? Passiamo ad un piatto più piccolo! Evitiamo di etichettare il bambino che instaura il meccanismo della “profezia che si auto-avvera”.

Il tuo bambino mangia poco?
Pensare che siamo noi genitori a dover decidere la quantità di cibo necessaria alla crescita dei nostri bambini è un’idea sbagliata. Questo vale per tutti quei bambini in salute, che giocano felicemente, che dormono bene, che sono attivi, ma per i quali il momento del pasto si trasforma in un inferno: osservarli mentre svolgono le loro attività di gioco e studio, ci farà comprendere se il problema del “mangiare poco” è un problema reale. Ricordiamo che i bambini riescono ad autoregolarsi: fidiamoci del loro istinto. Ogni bambino, poi, ha la sua costituzione corporea: esistono anche bambini esili. Non imponiamoci sulla quantità, piuttosto aiutiamo i bambini a sviluppare forme di autocontrollo. L’autrice consiglia inoltre di tenere un diario alimentare del bambino per avere una visione oggettiva della situazione.

Il tuo bambino mangia pochi alimenti?
Soprattutto nella fase dello svezzamento è importante evitare di introdurre troppi gusti simultaneamente. Un nuovo sapore dovrebbe essere proposto almeno dieci volte, una o due volte a settimana. Dovremmo sempre incoraggiare il bambino ad esprimere il proprio gusto chiedendogli: “Ti piace?”, “Perchè non ti piace?”. La nostra alimentazione è influenzata anche da fattori sociali: coi bambini più grandi il meccanismo dell’imitazione di un coetaneo può essere d’aiuto. L’autrice consiglia di invitare, ad esempio, altri bambini a casa per mangiare insieme, oppure facciamo in modo che possa mangiare fuori casa senza di noi.

Il tuo bambino non mangia frutta e verdura?
E’ stato osservato che si può facilitare l’introduzione di frutta e verdura nelle abitudini quotidiane dei figli in modo efficace se l’atteggiamento del genitore è ragionevole e paziente, e se evita comportamenti di costrizione a tavola. Diversamente, maggiori sono le forzature e le ripetute presentazioni del cibo rifiutato e minore è la possibilità che i bambini assaggino il cibo non desiderato. Se diamo il buon esempio e mangiamo regolarmente frutta e verdura, non c’è ragione per dubitare che anche il nostro bambino lo farà. Tra i due anni ed i quindici nessun essere umano preferisce la verdura alla pasta o ai dolci, è naturale, è umano. Se non forziamo i bambini, se non nascondiamo mimetizziamo o camuffiamo i cibi rifiutati, essi faranno scelte alimentari simili alle nostre.

Il tuo bambino mangia per fame emotiva?
Stiamo attenti ai “cibi premio”, che sono quasi sempre cibi poco salutari e portano ad associare il cibo a significati diversi da quelli alimentari o nutritivi. Utilizzandoli insegniamo inconsapevolmente ai nostri bambini che il cibo può essere usato non solo per soddisfare necessità energetiche, ma anche emotive, ad esempio il festeggiamento di un successo scolastico o sportivo.
Per fame emotiva si intende un comportamento che utilizza il cibo (in particolare quello ricco di grassi o zuccheri) in risposta ad emozioni perlopiù negative. Anche la fame emotiva è un comportamento che si apprende, spesso già nella primissima infanzia. Il cibo, che dovrebbe essere offerto per nutrire, viene invece offerto ai bambini per farli felici, coccolarli, farli smettere di piangere.

Il manuale può essere usato andando direttamente al capitolo che ci interessa, oppure leggendo i capitoli in modo progressivo, ed è un aiuto prezioso per tutti gli educatori coinvolti nell’educazione alimentare dei piccoli.

Introduzione alla Botanica

Introduzione alla Botanica col metodo Montessori, per bambini della scuola d’infanzia e primaria. Presentazioni e il materiale pronto per la stampa.

Il fatto più interessante ed insieme impressionante (…) è che la terra è una creazione della vita. La vita ha creato rocce e suolo, ed è la vita che sostiene l’armonia della terra (…). Gli oceani sono tenuti in equilibrio chimico costante dagli esseri viventi, e sono sempre gli viventi che conservano la purezza dell’aria. Tutte le creature che vivono sulla terra hanno un ruolo cosmico da svolgere. Il mantenimento della vita sulla terra dipende da molte specie, ognuna delle quali ha una funzione particolare e specifica. Gli animali si nutrono, vivono e si riproducono; ognuno ha un ciclo vitale che svolge un ruolo speciale in relazione alla vita di altre specie. Tutti sanno, ad esempio, che la scomparsa di una specie in un certo luogo sconvolge l’equilibrio, perché le vite di tutte le specie sono interrelate. La vita può quindi essere considerata come un’energia che mantiene la vita stessa.
(Maria Montessori – Educazione e Pace, capitolo 9)”

Introduzione alla Botanica col metodo Montessori

I bambini sono intrinsecamente connessi alla natura e affascinati dalle “cose ​​reali e viventi”, ed è meraviglioso seguire il loro interesse naturale verso lo studio delle piante e degli animali.

Il primo modo davvero montessoriano per approcciare la Botanica e la Zoologia consiste semplicemente nel favorire il più possibile la vita all’aperto dei bambini.
Molte ricerche dimostrano che i bambini che interagiscono in modo regolare con la natura ne traggono grandi benefici. Il metodo Montessori sottolinea che l’immersione nella natura è imperativa per uno sviluppo fisico e psichico adeguato.

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Grazie all’accesso regolare all’aperto con molteplici opportunità all’interno della classe per esplorare i materiali naturali, i bambini entrano in connessione con la natura. L’aumento delle interazioni tra i bambini e la natura influenza stili di vita responsabili verso l’ambiente.
I bambini che possono trascorrere del tempo nella natura svolgendo attività all’aperto, traggono innumerevoli benefici: stress ridotto, aumento della curiosità, della creatività e della capacità di risoluzione dei problemi e una migliore salute fisica ed emotiva.
Noi adulti dobbiamo sentire l’obbligo di collegare i bambini alla natura. “La terra è dove sono le nostre radici. Dobbiamo insegnare ai bambini a vivere in armonia con la terra“, dice Maria Montessori.
Per Maria Montessori la natura è fonte di ispirazione per l’apprendimento: il senso di indipendenza, la fiducia in se stessi e la creatività dei bambini può essere notevolmente migliorata semplicemente uscendo dalla classe.
Quando i bambini hanno un contatto regolare con la natura, in modo non strutturato, sono più attenti e creativi. La natura stimola la capacità di osservazione, favorisce la creatività, instilla un senso di pace e di essere uno con il mondo.

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Attraverso il gioco all’aperto, i bambini piccoli possono imparare le abilità dell’interazione sociale e dell’amicizia, la cura delle cose vive e del loro ambiente, essere curiosi e affascinati, sperimentare, meravigliarsi, “perdersi nell’esperienza”.
Gli insegnanti devono aiutare i bambini a diventare naturalisti, incoraggiarli a vedere l’ambiente esterno come luogo autentico per esplorare i viventi come esistono in natura, e a vedere la classe come un luogo dove ricreare piccole parti del mondo esterno per guardarle  più da vicino.
Gli obiettivi di questa esplorazione sono: osservare più attentamente la vita intorno a loro, costruire una comprensione di ciò che è vivente e non vivente, sviluppare le capacità di ricerca scientifica, “sviluppare dispositivi scientifici, tra cui la curiosità, la voglia di scoprire, la mente aperta, il rispetto per la vita e la gioia di essere un giovane naturalista“.

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Gli adulti devono modificare la loro mentalità: il tempo trascorso all’aria aperta non è un’interruzione dell’insegnamento.
È importante consentire ai bambini di disegnare, registrare o documentare le loro esperienze o osservazioni, e più i bambini hanno l’opportunità di uscire regolarmente nella natura, più diventano più pazienti nel fare le loro osservazioni. Spendono più tempo a disegnare e mostrano una maggiore attenzione ai dettagli nei loro disegni. L’aula deve trasmettere l’eccitazione e la meraviglia per l’osservazione e la conoscenza dei viventi. L’ambiente deve trasmettere rispetto per le cose vive, favorire l’indagine, la condivisione di osservazioni e idee, la documentazione e la registrazione, e focalizzarsi su elementi viventi reali.
È l’entusiasmo e l’interesse per la natura dell’adulto, più che le sue conoscenze scientifiche, che avranno il maggior impatto nel suscitare la curiosità e l’impegno dei bambini.

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Molti dei materiali presenti in classe sostengono le scoperte avvenute in natura e aiutano a collegare l’ambiente esterno con l’ambiente interno, soprattutto per quanto riguarda storia naturale, geografia economica, botanica e zoologia. Maria Montessori ha sottolineato che “Quando il bambino esce, è il mondo stesso che si offre a lui. Non esiste una descrizione, un’immagine in qualsiasi libro che sia in grado di sostituire la vista di alberi reali e tutta la vita che si trova intorno a loro, in una foresta vera e propria. Qualcosa emana da quegli alberi che parla all’anima, qualcosa che nessun libro, nessun museo è in grado di dare.

Introduzione alla Botanica col metodo Montessori

Nel periodo della scuola primaria i bambini approfondiscono tutti i gruppi e sottogruppi della botanica (classificazione delle piante, fisiologia, struttura, ecologia, distribuzione geografica, importanza economica ecc. ), mentre nella scuola d’infanzia lo scopo dell’insegnamento è principalmente quello di gettare le basi per lo studio successivo e di portare i bambini ad avere consapevolezza degli esseri viventi che lo circondano.

Dai tre ai sei anni i bambini si devono sempre occupare dell’oggetto reale prima di passare ai materiali (incastri, nomenclature, ecc.). La conoscenza sensoriale delle piante deve sempre precedere la conoscenza della nomenclatura. E’ molto importante fare in modo che i bambini entrino in contatto con una vasta gamma di piante vive diverse, e se non abbiamo a disposizione un giardino, dovremo impegnarci molto per portare la natura in classe.  Il principio dell’Educazione Cosmica dell’interrelazione di tutti i viventi tra loro si può portare incontro ai bambini in modo efficace solo attraverso la cura delle piante. Naturalmente poter coltivare un giardino o un orto insieme è l’ideale, ma è altrettanto importante avere in casa vari esemplari di piante da curare. Quando è il bambino a farlo, egli si sentirà non solo in armonia con la natura, ma anche di aiuto ad essa.

L’esplorazione sensoriale deve comprendere vista, tatto, olfatto, udito, e se la pianta non è velenosa anche il gusto.
Dopo l’esplorazione sensoriale il lavoro prosegue con la nomenclatura: etichettare le parti della pianta, etichettare le forme delle foglie, etichettare le diverse specie di pianta, ecc. Quindi si sperimentano le funzioni della pianta imparando a riconoscere il ruolo delle varie parti della pianta in relazione alla pianta intera, e poi in relazione all’ambiente circostante. Perchè il bambino componga il quadro completo delle informazioni sulla pianta è importante organizzare tutte le presentazioni procedendo dalla radice al seme, cominciando nella stagione invernale per poter seguire l’evoluzione della pianta in natura. Si presenteranno dunque: pianta intera, radice, stelo, foglia, fiore, frutto, seme. Se scegliamo di iniziare in autunno partiremo dal frutto e procederemo in questo modo: pianta intera, frutto, seme, radice, fusto, foglia, fiore.

Affrontando in questo modo la biologia, con la botanica e la  zoologia, i bambini vedono come ogni parte del mondo naturale è interconnesso e importante per la sopravvivenza dell’uomo, e sviluppano un grande rispetto nei confronti della natura.
Di solito cominciamo con la botanica perché è più facile per i bambini occuparsi delle piante. Parallelamente alla botanica si sviluppano poi zoologia ed ecologia, seguendo l’interesse dei bambini.

Come già detto, è importante disporre di un buon assortimento di piante all’interno della classe o in casa, per mostrare una gamma completa di strutture diverse: piante monocotiledoni e dicotiledoni, piante con foglie semplici e composte, piante con steli verticali e rampicati, fiori completi ecc.
I bambini hanno bisogno di osservare un ciclo completo di crescita, e per fare questo si utilizzano in genere piselli o fagioli.
Per gli esperimenti di solito si usano semi di rapida crescita, come piselli, fagioli, semi di senape e crescione. I semi possono essere piantati nel terriccio, nella sabbia, nell’ovatta, nella carta, su vassoi e piattini di varie forme e dimensioni.
Possiamo fornire i bambini di lenti di ingrandimento, microscopio, strumenti per la dissezione (coltelli affilati, forbici, pinzette, taglieri ecc.

Tutte le informazioni sulla biologia fornite al bambino classificano indirettamente ciò che è vivente da ciò che non lo è. L’adulto introduce gli elementi costruiti sulla realtà facendo leva sulla mente assorbente e fornisce le chiavi perchè sia poi il bambino ad esplorare indipendentemente il mondo delle piante e degli animali.

Ma la botanica nella scuola d’infanzia non si svolge solo attraverso lezioni e presentazioni:  lo studio si estende alle attività di vita pratica, agli esercizi sensoriali, alla matematica, al linguaggio, alla musica, all’arte e all’ecologia. La preparazione dei pasti, la preparazione di composizioni floreali, la semina e le altre attività di giardinaggio, la raccolta della frutta e verdura avanzati nel cestino dell’umido, sono tutte lezioni di botanica.

Maria Montessori ha osservato che “quando gli individui si sviluppano normalmente, manifestano amore per tutte le creature viventi“, e l’atmosfera di amore e rispetto per la vita che si respira in classe è la migliore base per lo studio di piante e animali.

Introduzione alla Botanica col metodo Montessori

Questa una breve rassegna di idee:
– le attività di vita pratica sono tutte quelle legate alla cura delle piante: innaffiatura, pulizia delle foglie, potatura, taglio di fiori ecc.
_ le attività d’arte possono riguardare l’uso di cortecce grattugiate, di fiori pressati,  ecc.
– per permettere al bambino di sviluppare consapevolezza verso la flora del luogo in cui vive, è importante organizzare passeggiate nella natura e gite in orti botanici e giardini
– se abbiamo la fortuna di avere un giardino, tutta l’attrezzatura per il giardinaggio dovrebbe essere a misura di bambino e a sua disposizione
– nell’ambiente interno, possiamo etichettare tutte le piante, in modo che il bambino impari a conoscerne i nomi
– un ulteriore elemento che possiamo allestire in classe o in casa è la Tavola della Natura, dove i bambini possono portare cose trovate all’esterno, per condividerle con la classe.  Il tavolo sarà allestito in un angolo pieno di sole e abbastanza basso da poter essere raggiunto anche dai bambini più piccoli. Sulla Tavola della Natura possiamo riporre anche i vassoi degli esperimenti in corso, di modo che possano essere osservati da tutti i bambini; possiamo affiancare agli esperimenti una lente d’ingrandimento per incoraggiare l’osservazione. E’ quindi utile predisporre la Tavola della Natura nell’Angolo della Scienza. Può anche trattarsi di un piccolo scaffale. È importante mantenere questa zona molto pulita, bella e in continua evoluzione. Un piccolo vassoio con una lente d’ingrandimento potrebbe essere tenuto sul tavolo da tavola per osservare più da vicino. E’ anche utile tenere accanto alla tavola della natura un secchiello con un spugna e uno straccetto: per molti bambini è piacevole curare gli oggetti della tavola e non solo guardarli.

http://hurrayic.typepad.com/hurrayic/2011/09/our-new-nature-area.html

http://mercimontessori.blogspot.it/2015/03/printemps-2015-notre-table-de-la-nature.html

– mettiamo a disposizione dei bambini libri sulla botanica. Consigliati, ad esempio:
L’albero di Shel Silverstein,
L’uomo che piantava gli alberi di Jean Giono,
La vita segreta dell’orto di Gerda Muller,
Ravanello cosa fai? Con tante storie per imparare la pazienza di Emanuela Bussolati,
Inventario illustrato dei frutti e degli ortaggi di Emmanuelle Tchoukriel,
Il mondo segreto delle piante di 
Jeanne Failevic,
Vagabonde! Una guida pratica per piccoli esploratori botanici di Marianna Merisi
– per quanto riguarda il linguaggio, come detto accanto alla prima esperienza sensoriale viene aggiunta una semplice spiegazione verbale. Cominciamo quindi con la lingua parlata per poi aggiungere lettura e scrittura: i bambini leggono le nomenclature, scrivono cartellini, registrano esperimenti. Sappiamo che dai tre ai sei anni i bambini si trovano nel periodo sensibile per la lingua
– presentiamo una pianta alla volta
– colleghiamo le discussioni sulle piante al clima, ai tipi di terreno, all’alimentazione e così via, fornendo il corretto vocabolario
– nella casa dei bambini il nostro obiettivo è aumentare la consapevolezza dei fenomeno fisico quotidiani, della successione giorno e notte, luce e oscurità, dei cambiamenti di temperatura, dei cambiamenti della stagione.

Esaminiamo ora in particolare l’organizzazione degli esperimenti scientifici.
Secondo Maria Montessori i bambini dovrebbero utilizzare il loro proprio ambiente per l’esplorazione scientifica e la sperimentazione.

Gli esperimenti scientifici dovrebbero prima dimostrare un dato concetto generale, e le ulteriori sperimentazioni dovrebbero poi entrare nello specifico.
La presentazione di un esperimento ha poche regole: presentare la nomenclatura corretta per attrezzi, strumenti e altri oggetti usati nell’esperimento; presentazione dell’esperimento (metodo e modo di utilizzo degli strumenti); lasciare infine che il bambino lavori in modo indipendente con i materiali.
Nella Casa dei Bambini dovrebbe esserci un Angolo della Scienza dove svolgere gli esperimenti. I vari esperimenti da svolgere possono essere organizzati su vassoi preparati, che varieremo regolarmente per mantenere acceso l’interesse dei bambini.
Per la scelta degli strumenti che mettiamo a disposizione dei bambini per i loro esperimenti, dovremmo considerare queste indicazioni:
– devono essere attraenti, puliti, completi, funzionanti, proporzionati alle mani dei bambini
– i bambini devono poter lavorare in modo sicuro ed efficace, dopo la presentazione, senza la presenza dell’adulto
– dovremmo scegliere strumenti che offrano ulteriori possibilità di esplorazione
– i vassoi dovrebbero stimolare il bambino ad esprimere le conoscenze che ha acquisito con l’esperimento in modo creativo attraverso la scrittura, il disegno, il modellaggio ecc.
– l’esperimento dovrebbe essere breve e specifico.

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Introduzione alla Botanica col metodo Montessori
Presentazione iniziale della Botanica ai bambini

Con questa presentazione introduciamo il nome della materia di studio e  riconosciamo la pianta come essere vivente. Questa presentazione può essere portata a partire dai tre anni.

Materiali:
– una pianta
– un vasetto di vetro con coperchio vuoto (pieno d’aria) su un piattino etichettato con la parola ARIA
– un vasetto di vetro con coperchio contenente della terra, su un piattino etichettato con la parola NUTRIMENTO
– un vasetto di vetro con coperchio contenente dei semi, su un piattino etichettato con la parola RIPRODUZIONE
– un vasetto di vetro con coperchio contenente dell’acqua, su un piattino etichettato con la parola ACQUA
– cartellino-titolo con la scritta ESSERE VIVENTE
– tavolo o tappeto.

Presentazione:
– portiamo il vassoio al tavolo o al tappeto e invitiamo un piccolo gruppo di bambini ad unirsi a noi perchè abbiamo qualcosa di molto speciale da mostrare loro


– mettiamo la pianta sul piano di lavoro, lungo il margine superiore e al centro e diciamo: “La pianta è un essere vivente” , quindi mettiamole accanto il cartellino-titolo


– diciamo: “Tutti gli esseri viventi hanno quattro cose in comune” e contiamo toccandoli i quattro vasetti nel vassoio


– mettiamo sul piano di lavoro  il vasetto di terra e davanti ad esso il piattino etichettato. Indichiamo l’etichetta e diciamo “Nutrimento”, poi indichiamo il vasetto e diciamo: “Nutrimento”. Prendiamo in mano il vasetto e diciamo “Le piante sono vive e tutte le cose vive hanno bisogno di nutrimento”, quindi posiamo nuovamente il vasetto sul piano di lavoro
– mettiamo sul piano di lavoro  il vasetto di acqua e davanti ad esso il piattino etichettato, , formando una riga orizzontale da sinistra a destra man mano che presentiamo gli elementi . Indichiamo l’etichetta e diciamo “Acqua”, poi indichiamo il vasetto e diciamo: “Acqua”. Prendiamo in mano il vasetto e diciamo “Le piante sono vive e tutte le cose vive hanno bisogno di acqua”, quindi posiamo nuovamente il vasetto sul piano di lavoro
– mettiamo sul piano di lavoro  il vasetto di aria e davanti ad esso il piattino etichettato. Indichiamo l’etichetta e diciamo “Aria”, poi indichiamo il vasetto e diciamo: “Aria”. Prendiamo in mano il vasetto e diciamo “Le piante sono vive e tutte le cose vive hanno bisogno di aria”, quindi posiamo nuovamente il vasetto sul piano di lavoro
– mettiamo sul piano di lavoro  il vasetto di semi e davanti ad esso il piattino etichettato. Indichiamo l’etichetta e diciamo “Riproduzione”, poi indichiamo il vasetto e diciamo: “Riproduzione”. Prendiamo in mano il vasetto e diciamo “Le piante sono vive e tutte le cose vive hanno bisogno di nutrimento”, quindi posiamo nuovamente il vasetto sul piano di lavoro


– indichiamo la pianta e diciamo “Questa pianta è un essere vivente: ha bisogno di nutrimento (rimettiamo la terra nel vassoio), di acqua (rimettiamo nel vassoio), di aria (rimettiamo nel vassoio) di riprodursi (rimettiamo nel vassoio)
– riponiamo il materiale.

Dopo aver riconosciuto la pianta come essere vivente, il giorno dopo o in un altro momento della giornata, possiamo offrire al bambino una presentazione per collegare il nome Botanica al concetto di studio della pianta. Questa presentazione può essere portata a partire dai tre anni.

Materiale:
– un cartellino-titolo con la parola BOTANICA
– una pianta e alcune parti della pianta (una foglia, una radice, uno stelo, dei semi ecc.)
– tavolo o tappeto.

Presentazione:
– portiamo il vassoio al tavolo o al tappeto e invitiamo un piccolo gruppo di bambini ad unirsi a noi perchè abbiamo qualcosa di nuovo da mostrare
– diciamo: “Oggi vorrei parlarvi della Botanica.”
– mettiamo il cartellino titolo sul piano di lavoro, al centro,  e ripetiamo “Botanica”
– diciamo: “La botanica è lo studio delle piante. Vi ricordate cosa abbiamo detto delle piante?”, “Sì, le piante sono esseri viventi. Tutti gli esseri viventi hanno in comune nutrimento, acqua, aria e riproduzione”
– prendiamo la pianta, osserviamola tenendola in mano, poi passiamola ai bambini, chiedendo di dire cosa osservano
– mettiamo la pianta nel piano di lavoro e indicando il titolo diciamo: “La botanica è lo studio delle piante”.
– prendiamo in mano la foglia e diciamo “Questa foglia fa parte della pianta”
– osserviamola con attenzione tenendola in mano, poi passiamola ai bambini, chiedendo di dire cosa osservano
– mettiamo la foglia sul piano di lavoro e indicando il titolo diciamo: “La botanica è lo studio delle piante”.
– facciamo la stessa operazione anche con altre parti della pianta

– al termine riponiamo il materiale.

Dopo aver collegato il nome Botanica al concetto di studio della pianta utilizzando materiali reali, il giorno dopo o in un altro momento della giornata, procediamo col rafforzare l’apprendimento utilizzando immagini e cartellini. Anche questa presentazione può essere portata a partire dai tre anni.

Materiali:
– una decina di immagini di piante e parti della pianta (radice, seme, fiore, frutto, stelo, foglia, ecc
– cartellino titolo “Botanica”
– una scatola o un cesto
– tavolo o tappeto.

Il materiale pronto per la stampa e il download è a disposizione degli abbonati:

Presentazione:
– portiamo il materiale al tavolo o al tappeto e invitiamo un piccolo gruppo di bambini ad unirsi a noi perchè abbiamo preparato per loro una nuova attività
– prendiamo il cartellino titolo e mettiamolo lungo il margine superiore del piano di lavoro, al centro. Leggiamo: “Botanica”
– diciamo: “La Botanica studia tutte le cose illustrate in queste immagini”
– una alla volta prendiamo un’immagine, mettiamola in ordine sotto al titolo, formando una riga orizzontale da sinistra a destra, e chiediamo ai bambini: “Cos’è?”. I bambini rispondono, ad esempio, “Fiore” e noi diciamo: “Sì, la Botanica è lo studio del fiore”
– al termine, indichiamo di nuovo il cartellino titolo  e leggiamolo: “Botanica”, quindi indichiamo le immagini e diciamo: “In queste immagini ci sono delle piante. La botanica è lo studio delle piante”
– terminata la presentazione riponiamo il materiale.

COCAI nomenclature pronte di qualità e oggetti di carta ispirati al metodo Montessori

COCAI nomenclature pronte di qualità e oggetti di carta ispirati al metodo Montessori. Sono molto contenta di presentarvi oggi la collaborazione tra Lapappadolce e Cocai design, una nuova realtà che offre nomenclature pronte di qualità e oggetti di carta ispirati al metodo Montessori, a prezzi trasparenti e davvero accessibili a tutti, e finalmente in italiano.
Nei prossimi giorni pubblicherò le presentazioni per il materiale sull’insetto.

Da più di dieci anni lavoro affinché la didattica montessoriana possa arrivare a tutti, lottando col fatto che nella nostra lingua le risorse pronte sono davvero pochissime e ringraziando ogni giorno il fatto che conosco l’inglese.
Per le nomenclature mi sono sempre, come tutti immagino, ingegnata a prepararne di mie, utilizzando fotografie scattate da me o immagini di pubblico dominio presenti nel web. Questo ha certo molti vantaggi: preparando le nomenclature da soli riusciamo a creare sempre materiali che rispondono agli interessi dei nostri bambini, possiamo studiare noi stessi un certo argomento più approfonditamente e quindi predisporre un’unità didattica completa, ecc.
Resta il fatto che un tale lavoro richiede molto tempo. Per alcuni genitori che seguono il mio sito, anche stampare, ritagliare e preparare le cartelline per il materiale che offro per il download può richiedere più del tempo che ha a disposizione una persona che lavora e ha bambini.

Per questo sono davvero felice che comincino a nascere realtà italiane che offrono a tutti noi materiali montessoriani pronti nella nostra lingua, ed è un vero piacere farle conoscere ai miei lettori.

Cocai è il gabbiano in dialetto veneziano.

Il progetto Cocai design è speciale, perchè i suoi prodotti sono davvero bellissimi. Visitando il sito la prima volta mi hanno colpita la cura con cui è fatto, le illustrazioni delle nomenclature che sono davvero incantevoli, le immagini dei prodotti e le descrizioni che sono puntuali e precise anche dal punto di vista montessoriano, i prezzi che sono trasparenti e davvero accessibili, l’attenzione per il prodotto che si estende al fornire tutorial d’uso. Così ho voluto saperne di più, e ho capito…

Le persone che lavorano a Cocai design sono un gruppo di professionisti affermati nel campo dell’educazione montessoriana, dell’illustrazione, dell’informatica, della grafica.

Sara Furlani è l’insegnante di scuola dell’infanzia montessoriana, la formatrice Montessori del gruppo,  e parte fondamentale dello staff anche durante i laboratori con i bambini.
Luca Baroncini è l’esperto di grafica e comunicazione.
L’illustratrice è Valentina Gottardi, laureata in Architettura e Progettazione e produzione di arti  visive. Tra le altre cose ha pubblicato “Il cielo di Mino” (tradotto in varie lingue e successivamente trasformato e trasmesso dalla RAI come cartone animato) e ha illustrato “Le fiabe nei barattoli” di Marco Aime.
Col marito Maciej Michno, laureato in Informatica, lavora anche a Crisi della Prospettiva, affiancando alle tecniche tradizionali grafica e pittura digitali, 3D e animazione. Realizzano insieme siti web, loghi, progetti di packaging e cortometraggi animati.
Tra i progetti realizzati vi consiglio “Avventure sui Monti Pallidi“, ideato per trasmettere a bambini dai 6 ai 10 anni le tematiche legate alla vivibilità del territori e alla tutela e al rispetto del paesaggio, che si compone di un libretto-gioco per bambini da 6 a 8 anni, un libretto-gioco per bambini da 9-10 anni e un gioco digitale on line.

Dietro ai materiali di Cocai design, quindi, c’è davvero tutto un mondo di passione, e sicuramente la capacità di tutti di collaborare ad un progetto mettendo in campo la propria competenza professionale e unendo comunicazione visuale, i migliori strumenti tecnici, e la forza dei principi pedagogici montessoriani.

Le illustrazioni sono straordinariamente chiare e belle, ed i materiali sono pensati per un uso didattico sia nelle scuole, sia in famiglia.
Oltre alle nomenclature Cocai design offre strumenti appositamente studiati per essere ritagliati o forati, costruiti e colorati, allo scopo di dare forma a oggetti didatticamente validi e belli da vedere.

Il set Nomenclatura (attualmente disponibili l’insetto e il fiore) è composto da:
– schede delle nomenclature parlate e schede delle nomenclature mute, con cartellini
– scheda in bianco e nero del soggetto (da fotocopiare e colorare)
– poster che riprende le schede delle nomenclature in un unico supporto
– cartellina per contenere tutti i materiali, che si può riporre come un libretto su uno scaffale.

Il set Cartamondo (attualmente disponibili l’insetto e il fiore) è composto da:
– schede delle nomenclature parlate e schede delle nomenclature mute, con cartellini
– scheda delle nomenclature in bianco e nero del soggetto (da fotocopiare e colorare)
– nomenclature pop-up, che reinterpretano in uno spazio tridimensionale le nomenclature classiche. Le parti che normalmente compongono la nomenclatura possono essere ritagliate e incollate, andando a creare un modellino tridimensionale del soggetto
– leporello da punteggiare: un libretto pieghevole che ripropone le nomenclatura e che, una volta punteggiato dal bambino, offre una visione dell’oggetto sia in prospetto sia in “esploso”
– poster delle nomenclature.

Il libretto leporello da punteggiare è anche disponibile singolarmente, sempre per insetto o fiore. Lo stesso vale per le nomenclature pop up.

Seguendo le news pubblicate sul sito o sulla pagina Facebook possiamo restare aggiornati sui laboratori per i bambini,

che possono essere realizzati su richiesta nelle librerie, nelle scuole o in occasione di eventi quali festival o fiere. Per saperne di più visitate la pagina Workshop di Cocai design.

Matematica Montessori LE TAVOLE DELLA DIVISIONE

Matematica Montessori LE TAVOLE DELLA DIVISIONE scaricabili e stampabili in formato pdf con presentazioni ed esercizi per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Le tavole della divisione servono al bambino per lavorare con le divisioni i cui dividendi danno almeno una volta quozienti senza resto.

Presentazioni per la tavola forata della divisione qui:

Matematica Montessori LE TAVOLE DELLA DIVISIONE

La tavola I è quadrettata e contiene 36 dividendi dall’ 81 all’ 1 nella riga superiore. Le caselle dei numeri primi (7 5 3 2 1) sono colorate perchè si tratta di numeri primi.
I divisori da 9 a 1 si trovano disposti lungo il margine sinistro della tavola.
Nei quadretti interni si trovano i quoti.
La tavola I è essenzialmente una tavola di controllo, e può essere usata per verificare le divisioni esatte eseguite con la tavola forata, o quelle eseguite con la tavola II.

La tavola II è identica alla tavola I, ma i quadretti interni sono vuoti. I quoti infatti sono scritti su cartellini quadrati e si conservano in una scatolina separata per eseguire l’esercizio;

in un’altra scatolina ci saranno le 81 divisioni esatte o complete (cioè quelle senza resto) da eseguire.

Matematica Montessori LE TAVOLE DELLA DIVISIONE

Il materiale pronto per la stampa e il download è a disposizione degli abbonati:

L’uso delle tavole permette ai bambini di ripetere in modo vario le divisioni, facilitando la memorizzazione delle combinazioni. Gli esercizi con le due tavole della divisione, che si propongono ai bambini attorno ai 6 anni, concludono il capitolo sulla memorizzazione delle combinazioni fondamentali.

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Matematica Montessori LE TAVOLE DELLA DIVISIONE

Presentazione 1 – uso della tavola I come tavola di controllo per le divisioni senza resto

Materiale:
– cartellini delle divisioni da svolgere
– tavola I della divisione.

Presentazione:
– invitiamo il bambino a lavorare con noi dicendo: “Oggi vorrei mostrarti la prima tavola della divisione”
– portiamo il materiale al tavolo
– esaminiamo la tavola I della divisione con i bambini, facendo notare i dividendi:

facciamo anche notare i numeri che si trovano nelle caselle colorate, che sono numeri primi.

I divisori scritti in diagonale sul margine sinistro:

I quozienti:

– scegliamo un cartellino di una divisione  da svolgere (senza resto) ed eseguiamola con la tavola forata


– copiamo la divisione sul quaderno, col quoziente che abbiamo trovato
– con l’indice destro troviamo il dividendo nella riga in alto


– con l’indice sinistro troviamo il divisore lungo la diagonale sinistra


– facciamo scorrere l’indice destro verso il basso e l’indice sinistro verso destra finché non si incontreranno nella casella del quoziente


– in questo modo avremo usato la tavola per verificare il risultato trovato con la tavola forata della divisione
– dopo questo primo controllo, controlliamo anche con la tavola di controllo I

– ripetiamo altre due volte, poi invitiamo il bambino a provare ad usare le sue dita per trovare i quozienti, e poi a verificare con la tavola di controllo.

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Matematica Montessori LE TAVOLE DELLA DIVISIONE

Presentazione 2
Uso della tavola I con la tavola II

Materiale:
– tavola della divisione I
– tavola della divisione II completa di cartellini dei quoti e cartellini delle divisioni senza resto da svolgere

Presentazione:
– invitiamo il bambino a lavorare con noi dicendo: “Oggi vorrei mostrarti la seconda tavola della divisione”
– portiamo al tavolo le due tavole, la scatola coi cartellini dei quoti (o tombolini) e la scatola con le divisioni da svolgere
– esaminiamo la tavola II che è uguale alla tavola I, ma le caselle interne sono vuote
– smistiamo i quoti e impiliamoli in 9 gruppi da 1 a 9
– il bambino prende un’operazione dal cestino e la trascrive sul quaderno
– individua sulla tavola I i termini della divisione, ricercandone il risultato
– individua i termini della divisione sulla tavola II e vi colloca il cartellino appropriato.

In un secondo tempo il bambino potrà calcolare il risultato mentalmente, senza cercarlo sulla tavola I, ed usarla invece solo come tavola di controllo.

Maria Montessori ricorda sempre di richiamare l’attenzione del bambino sui dividendi che si trovano nelle caselle colorate delle due tavole, per dare una prima intuizione del concetto di numero primo.

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Matematica Montessori LE TAVOLE DELLA DIVISIONE

Presentazione 3
Uso della tavola I con la tavola II

Materiale:
– tavola della divisione I
– tavola della divisione II completa di cartellini dei quoti e cartellini delle divisioni senza resto da svolgere

Presentazione:
– portiamo al tavolo le due tavole, la scatola coi cartellini dei quoti (o tombolini) e la scatola con le divisioni da svolgere
– smistiamo i quoti e impiliamoli in 9 gruppi di 9 quoti uguali ciascuno


– il bambino prende un’operazione dal cestino e la trascrive sul quaderno
– individua sulla tavola I i termini della divisione, ricercandone il risultato
– individua i termini della divisione sulla tavola II e vi colloca il cartellino appropriato.

In un secondo tempo il bambino potrà calcolare il risultato mentalmente, senza cercarlo sulla tavola I, ed usarla invece solo come tavola di controllo. Questo permetterà di passare dal concetto di divisore di un numero ai numeri primi, preparando indirettamente alla ricerca di massimo comune divisore e minimo comune multiplo.

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Matematica Montessori LE TAVOLE DELLA DIVISIONE

Presentazione 3
Uso della tavola I come tavola di controllo col libretto delle divisioni
(anche per divisioni con resto)

Materiale:
– tavola forata per la divisione
– libretto delle divisioni

Matematica Montessori LE TAVOLE DELLA DIVISIONE

Il materiale pronto per la stampa e il download è a disposizione degli abbonati:

– tavola I della divisione

Presentazione:
– esaminiamo il libretto coi bambini
– scegliamo un dividendo
– stabiliamo il dividendo contando le perle e mettendole nella ciotola

– leggiamo la prima divisione, ad esempio 5:5=. Mettiamo sulla tavola i 5 birilli che rappresentano il divisore  le perle tra i birilli
– sotto a ogni birillo c’è una perla, quindi possiamo registrare il quoziente 1 sul libretto. Nella ciotola non avanzano perle, quindi il resto è 0. Ricordiamo al bambino che sottolineiamo sempre le divisioni senza resto nel nostro libretto
– rimettiamo le perle nella ciotola

– leggiamo la divisione successiva: 5:4=
– togliamo un birillo e distribuiamo le 5 tra i 4 birilli. Ogni birillo riceve una perla e ne avanza una nella ciotola.
– registriam0: 5:4=1 resto:1

– procediamo con le restanti divisioni presenti sulla pagina


– controlliamo sulla tavola della divisione I, dove troveremo i quozienti senza resto

Con questo procedimento il bambino può trovare sulla tavola I i risultato delle divisioni senza resto.

Per le 120 divisioni con “quoziente incompleto” che si trovano nel libretto possiamo usare la tavola I per calcolare quoziente e resto.
Queste combinazioni vanno da 64:9 a 3:2

Poiché la casella che si trova nel punto di incontro del dividendo verticale col divisore orizzontale è una casella vuota, il bambino cercherà il quoziente sulla stessa riga nella prima casella successiva in cui compare un numero: quello sarà il quoziente. Facendo l’esempio della pagina del 5, per cercare il risultato di 5:2 sulla tavola avremo 5:2=2

Per calcolare il resto basterà sottrarre al dividendo della nostra divisione il dividendo che corrisponde alla prima casella occupata che abbiamo usato come quoziente. Nel nostro esempio 5:2=2; resto = (5-4) 1

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Matematica Montessori LE TAVOLE DELLA DIVISIONE

Tavole della divisione

Scopo:
– memorizzare le combinazioni delle divisioni
– acquisire familiarità con i modi in cui i numeri possono essere divisi
– sperimentare a livello sensoriale la relazione inversa tra divisione e moltiplicazione
– preparare il bambino a trovare il massimo comune divisore e il minimo comune multiplo.

Controllo dell’errore:
– la tavola di controllo
– la tavola I della divisione.

Età:
– dai 6 anni.

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Matematica Montessori LE TAVOLE DELLA DIVISIONE

Vita pratica Montessori LA TAVOLETTA DELL’APPARECCHIATURA

Vita pratica Montessori LA TAVOLETTA DELL’APPARECCHIATURA. Presentazione per bambini del nido e della scuola d’infanzia. La tavoletta può essere realizzata facilmente a casa, disegnando gli elementi su di una bella tovaglietta plastificata o in tessuto. Se scegliamo la tovaglietta in tessuto, possiamo proporla piegata o arrotolata (come un tappeto per le attività). Per la presentazione io ho usato quella in legno prodotta da Montessori 3D di Boboto. E’ una presentazione anche troppo dettagliata, ricordiamo che l’importante è sempre essere sicuri di avere l’attenzione del bambino ed eseguire sempre gli stessi movimenti, con lentezza e accuratamente. Per questo la cosa migliore è provare la presentazione da soli più volte, prima di proporla al bambino.

Vita pratica Montessori LA TAVOLETTA DELL’APPARECCHIATURA – Materiale:
– tavoletta dell’apparecchiatura o tovaglietta in tessuto o plastificata
– un piatto piano (o piattino)
– un piatto fondo (o  tazza con o senza manico)
– posate a seconda del pasto (nella presentazione una forchetta, un cucchiaio, un coltello e un cucchiaino)
– un bicchiere di vetro
– un tovagliolo piegato e stirato, possibilmente in tessuto e per chi lo desidera un anello portatovagliolo
– un contenitore o un vassoio in cui mettere tutte le stoviglie per il trasporto.

Vita pratica Montessori LA TAVOLETTA DELL’APPARECCHIATURA – Presentazione:
– invitiamo il bambino a venire con noi, dicendogli che abbiamo qualcosa da mostrargli
– chiediamo al bambino di prendere il vassoio col materiale per apparecchiare e portarlo al tavolo tenendolo con due mani
– mettiamo uno sgabello alla sinistra del tavolo e diciamo al bambino di posare il vassoio su di esso (alcuni insegnanti preferiscono porre il vassoio direttamente sul tavolo, mettendolo nell’angolo sinistro)
– se abbiamo a disposizione la tavoletta rigida prendiamola  con due mani e mettiamola lungo il margine inferiore del tavolo, al centro (in corrispondenza del posto a sedere)

– se abbiamo a disposizione una tovaglietta in tessuto ripiegata, prendiamola con pollice ed indice della mano destra (per l’angolo in alto a destra della tovaglietta), solleviamola per aprirla e posiamola sul tavolo. Distendiamo la tovaglietta sul tavolo e lisciamola bene. Se abbiamo a disposizione una tovaglietta in tessuto arrotolata, srotoliamola sul tavolo come i bambini hanno imparato a fare col tappeto
– mettiamo il piatto al centro, nell’area disegnata sulla tavoletta
– prendiamo il piatto fondo ( o la tazza) con due mani, per i bordi oppure mettendo la mano destra sul fondo e la sinistra sul bordo sinistro. Se la tazza è munita di manico, mostriamo al bambino come impugnarla: il pollice sul manico in alto, ed indice e medio infilati nel foro
– mettiamo il piatto fondo (o la tazza) sopra al piatto piano
– prendiamo la forchetta con la mano destra
– indichiamo i rebbi della forchetta con la mano sinistra
– mettiamo la forchetta nell’area disegnata sulla tavoletta, a sinistra dei piatti
– l’impugnatura dovrà trovarsi vicina al margine inferiore della tavoletta
– prendiamo il coltello con la mano destra
– indichiamo la lama del coltello con la mano sinistra
– mettiamo il coltello nell’area disegnata sulla tavoletta a destra dei piatti, col manico verso il basso e il bordo tagliente della lama rivolto verso i piatti
– prendiamo il cucchiaio con la mano destra
– indichiamo il manico del coltello e poi la parte concava del cucchiaio con la mano sinistra
– mettiamo il cucchiaio nell’area disegnata, a destra del coltello
– l’impugnatura dovrà trovarsi vicino al margine inferiore della tavoletta
– prendiamo il tovagliolo con la mano destra
– con la mano sinistra indichiamo i bordi del tovagliolo sul tovagliolo e sulla tavoletta
– con la mano sinistra solleviamo la forchetta e con la destra posizioniamo il tovagliolo nell’area disegnata
– con la mano sinistra mettiamo la forchetta sul tovagliolo
– se scegliamo di utilizzare anche l’anello portatovagliolo, mostriamo al bambino come arrotolare il tovagliolo, in modo simile a come sa già fare col tappeto, e infiliamolo nell’anello, quindi mettiamo la forchetta vicino al piatto e il tovagliolo alla sua sinistra
– prendiamo il cucchiaino con la mano destra
– indichiamo con la mano sinistra il manico e la parte concava
– posizioniamo il cucchiaino nell’area disegnata sulla tavoletta, davanti ai piatti
– prendiamo il bicchiere di vetro con due mani, o se preferiamo con la sinistra destra sulla circonferenza e la sinistra sotto
– mettiamo il bicchiere nell’area disegnata sulla tavoletta
– facciamo insieme al bambino un passo indietro per osservare il lavoro ultimato diciamo: “Così abbiamo apparecchiato la tavola”

– rimettiamo il materiale nel contenitore, prendendolo in ordine da sinistra a destra (dal cucchiaio al tovagliolo) e riponendo le stoviglie sul vassoio nello stesso ordine che avevano sulla tavoletta. In ultimo prendiamo il bicchiere e il cucchiaino. Se abbiamo usato l’anello portatovagliolo, mostriamo come togliere il tovagliolo dall’anello, srotolarlo e porlo ben ripiegato sul vassoio. Mettiamo quindi l’anello sul tovagliolo

– se abbiamo utilizzato una tovaglietta in tessuto, ripieghiamola come i bambini hanno già imparato a fare per ripiegare il panno
– dopo aver ripristinato il vassoio o il contenitore, facciamo insieme al bambino un passo indietro per osservare il lavoro ultimato diciamo: “Così abbiamo sparecchiato la tavola”
– chiediamo al bambino di apparecchiare da solo la tavola. Ricordiamo che in questa fase il bambino ha il diritto a tutta la nostra pazienza e a tutto il nostro rispetto, soprattutto per quanto riguarda i tempi
– quando ha terminato l’esercizio chiediamogli di rimettere il contenitore o il vassoio al suo posto sullo scaffale delle attività di vita pratica.

Vita pratica Montessori LA TAVOLETTA DELL’APPARECCHIATURA – Controllo dell’errore:
– le stoviglie non si trovano nell’area disegnata sulla tavoletta
– si percepisce disordine o disarmonia.

Vita pratica Montessori LA TAVOLETTA DELL’APPARECCHIATURA – Punti di interesse:
– percepire la bellezza di tutto il materiale usato per apparecchiare la tavola
– provare appagamento nel vedere l’ordine e l’armonia che il bambino ha creato con le sue mani apparecchiando la tavola
– ricordare dove e come vanno posizionati i vari elementi che si preparano prima di mangiare, ma naturalmente dopo la presentazione non è fondamentale che il bambino segua l’ordine che abbiamo usato noi per porre gli elementi sulla tovaglietta.

Vita pratica Montessori LA TAVOLETTA DELL’APPARECCHIATURA – Scopi:
– permettere al bambino di far fronte in modo indipendente alla preparazione della tavola prima dei pasti
– favorire l’indipendenza del bambino e di conseguenza alimentare la sua autostima
– stimolare la coordinazione occhio-mano
– favorire le capacità di concentrazione
– stimolare nel bambino l’attenzione e l’interesse per chi lo circonda (coscienza sociale)
– favorire l’integrazione del bambino nel gruppo sociale (scuola, famiglia)
– eseguire movimenti finalizzati al raggiungimento di un risultato che è utile per se stessi e per gli altri.

Vita pratica Montessori LA TAVOLETTA DELL’APPARECCHIATURA – Estensioni:
– usare una tavoletta senza disegni e uno schema per l’apparecchiatura stampato per il controllo
– usare una tovaglietta senza disegno
– apparecchiare la tavola anche ad altre persone che mangiano con lui: i membri della famiglia o i compagni di tavolo a scuola
– dare l’incarico ad un gruppo di bambini che hanno già sperimentato questa presentazione, di apparecchiare la tavola per tutti i bambini
– apparecchiare la tavola per pasti diversi: colazione, pranzo, merenda, giorni di festa, ecc…
– aggiungere elementi, ad esempio un piccolo cestino per il pane da porre in alto a sinistra sulla tovaglietta, sale e olio, un vasetto di fiori, un segnaposto ecc…
– chiedere al bambino di lavare e asciugare il tavolo prima di apparecchiare
– dare al bambino uno schema di apparecchiatura stampato su carta, da colorare, per stimolare la memorizzazione della posizione degli elementi che servono ad apparecchiare la tavola per mangiare.

Vita pratica Montessori LA TAVOLETTA DELL’APPARECCHIATURA
Età consigliata
:
– dai 2 anni e mezzo ai 5 anni.

Vita pratica Montessori LA TAVOLETTA DELL’APPARECCHIATURA 

Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:

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Geografia col metodo Montessori L’INCASTRO DEGLI OCEANI

Geografia col metodo Montessori L’INCASTRO DEGLI OCEANI. Si tratta di un materiale di ispirazione montessoriana ma non tradizionale ideato e realizzato da Montessori3D, che si aggiunge agli incastri della geografia tradizionalmente in uso nelle Casa dei Bambini e nella Scuola Primaria.

L’incastro degli oceani crea un collegamento tra il globo smerigliato e l’incastro del planisfero. Come nel globo smerigliato le terre emerse sono marroni (ad eccezione dell’Antartide, che è in bianco) e gli oceani sono blu. A differenza dell’incastro del planisfero, in questo incastro i continenti sono fissi, e gli oceani sono parti mobili munite di pomoli per la presa a tre dita.

Completa il materiale il planisfero di controllo muto. In entrambe le tavole compare inoltre la linea dell’Equatore.

Per la presentazione possiamo seguire i principi usati per la presentazione dell’incastro del planisfero, utilizzando la lezione in tre tempi per la nomenclatura.

Geografia col metodo Montessori L’INCASTRO DEGLI OCEANI
Presentazione nella scuola d’infanzia

Materiali:

– incastro del planisfero Montessori
– incastro degli oceani
– globo colorato
– tappeto
– un mappamondo gonfiabile o una pallina di creta, plastilina o pasta di sale, possibilmente blu
– planisfero degli oceani di controllo muto.

Geografia col metodo Montessori L’INCASTRO DEGLI OCEANI
Presentazione

– invitiamo i bambini a venire a lavorare con noi e diciamo che per farlo avremo bisogno di un tappeto
– i bambini prendono un tappeto e lo srotolano
– accompagniamo i bambini allo scaffale della geografia e diciamo: “Oggi lavoreremo con la mappa degli oceani”
– mostriamo ai bambini come trasportare l’incastro per gli oceani e posizioniamolo sul tappeto, in basso a destra
– torniamo allo scaffale della geografia e chiediamo al bambino di portare sul tappeto il globo colorato, e di metterlo sul tappeto, a sinistra
– torniamo allo scaffale della geografia e chiediamo al bambino di portare sul tappeto anche l’incastro del planisfero, che mettiamo accanto al globo
– chiediamo ai bambini di mettersi alla nostra sinistra
– indichiamo il globo colorato e ripetiamo insieme i nomi dei continenti. Indichiamo l’incastro dei continenti e ripetiamo i nomi dei continenti. Per farlo possiamo utilizzare delle canzoncine (si possono inventare facilmente, ad esempio, sulla melodia di Fra Martino Campanaro); nei video in fondo all’articolo ci sono degli esempi in inglese.
– indicando il globo diciamo: “Questo è il modo in cui vediamo la terra dal cielo. Questa è la terraferma. Questa è l’acqua”
– “Noi viviamo sulla Terra. La Terra è una sfera. Ma per rappresentarla usiamo anche delle mappe, che invece di essere sfere, sono piatte. Infatti è più facile usare mappe piatte, e non a forma di sfera, ad esempio se stiamo facendo un viaggio”
– “Per fare una mappa praticamente dobbiamo appiattire il globo”
– se abbiamo a disposizione il mappamondo gonfiabile sgonfiamolo dicendo : “Guardate. Questa è la terra. Si tratta di una sfera. Ora la abbiamo appiattita”
– se usiamo creta, plastilina o pasta di sale facciamo una pallina, tagliamola in due metà e appiattiamole. Portiamo l’attenzione del bambino alla somiglianza tra il globo e il planisfero. Diciamo: “Vedete? Adesso il nostro mappamondo è piatto, come una mappa o una cartina geografica”
– indichiamo l’incastro del planisfero e confrontiamolo con mappamondo sgonfio o con i due dischi di creta o pasta
– indicando l’incastro del planisfero chiediamo ai bambini: “Ricordate cosa indica la parte blu del planisfero?”. Sì, la parte blu indica gli oceani
– mostriamo l’incastro degli oceani e chiediamo ai bambini quali differenze notano tra l’incastro del planisfero e questo (i continenti sono marroni, i pomoli si trovano nella zona blu, si vede la linea dell’Equatore, ecc…)
– diciamo: “Con questa nuova tavola ci concentreremo sugli oceani”
– togliamo dal tavolo l’incastro del planisfero e il globo colorato e mettiamo sotto all’incastro degli oceani la mappa di controllo
– con la mano dominante e utilizzando la presa a 3 dita, afferriamo il pomolo e solleviamo il primo incastro
– mettiamo l’incastro sulla mappa di controllo

– ripetiamo con gli altri oceani
– quando tutti gli incastri si trovano sulla mappa di controllo, rimettiamoli nella tavola. Questo primo esercizio serve a conoscere la composizione dell’incastro

– passiamo poi ad insegnare i nomi degli oceani utilizzando la solita lezione in tre tempi. Utilizzando i pomoli, togliamo due incastri e nominandoli, ad esempio dicendo: “Oceano Indiano, Oceano Atlantico”

– ripetiamo i nomi: “Oceano Indiano, Oceano Atlantico” e mettiamo gli incastri sulla mappa di controllo muta

– chiediamo ai bambini di rimetterli al loro posto, nominandoli, cioè dicendo: “Per favore, rimetteresti a posto l’Oceano Indiano?”
– quando tutti gli incastri sono di nuovo al loro posto, chiediamo a un bambino di prendere gli stessi due pezzi, uno per uno, nominandoli, ad esempio dicendo: “Per favore, toglieresti l’incastro dell’Oceano Indiano?”
– quando i due incastri sono fuori chiediamo: “Quale oceano vorresti rimettere al suo posto?”. Il bambino risponderà col nome di un oceano e rimetterà l’incastro corrispondente al suo posto
– ripetiamo questa lezione in tre tempi con gli altri oceani, finché il bambino ne conoscerà i nomi.

Geografia col metodo Montessori L’INCASTRO DEGLI OCEANI
Varianti
:


– gioco del “Quale manca?”. Togliamo un oceano dal planisfero e chiediamo al bambino quale manca. Oppure togliamo tre oceani, mettiamoli sul tappeto, poi chiediamo al bambino di girarsi e togliamone uno

Geografia col metodo Montessori L’INCASTRO DEGLI OCEANI
Nomenclatura utilizzata:

Equatore, i nomi degli oceani, i nomi dei continenti.

Geografia col metodo Montessori L’INCASTRO DEGLI OCEANI
Controllo dell’errore:
– gli incastri (controllo insito nel materiale)
– la cartina muta di controllo.

Età alla presentazione:
dai 3 anni e mezzo, dopo il globo colorato e l’incastro del planisfero.

Geografia col metodo Montessori L’INCASTRO DEGLI OCEANI


Scopo:

– preparare allo studio della geografia attraverso un’attività sensoriale
– stimolare un interesse verso lo studio dei continenti, dei Paesi e degli oceani del mondo
– riconoscere le forme e i nomi dei continenti, degli oceani, degli emisferi e delle relazioni esistenti fra di essi
– utilizzando il planisfero il bambino può vedere e toccare tutta la terra.

 

Geografia col metodo Montessori L’INCASTRO DEGLI OCEANI
Attività con l’incastro degli oceani nella scuola d’infanzia
– cercare gli incastri degli oceani sul globo colorato
– lavorare con gli incastri e il planisfero muto
– tracciare la forma di ogni oceano: è una buonissima attività che sviluppa la motricità fine e aiuta a memorizzare i nomi degli oceani
– ricalcare la cartina muta con l’ausilio di una light box
– dopo aver tracciato ogni oceano, ritagliare le forme
– dopo aver ritagliato le forme, tagliarle a metà per ottenere un puzzle da ricostruire e incollare magari su un foglio bianco
– tracciare da soli una mappa di controllo muta o parlata
– tracciare da soli una mappa di controllo e poi colorarla con acquarelli, matite, pastelli a cera o gessi colorati
– buste per ogni oceano, contenenti immagini relative ad ognuno (animali, coste, paesaggi, imbarcazioni ecc…). Il bambino sceglie una busta, mette le illustrazioni sul tappeto e poi prende l’incastro dell’oceano relativo e lo aggiunge. Fatto questo si osservano e discutono le immagini
– carte delle nomenclature in tre parti degli oceani (immagine e nome, solo immagine, solo nome).

Geografia col metodo Montessori L’INCASTRO DEGLI OCEANI
Attività aggiuntive con l’incastro degli oceani nella scuola primaria (o per bambini che sanno già leggere e scrivere)

– abbinare i cartellini agli oceani e ai continenti sul planisfero
– disegnare i continenti su cartoncini colorati seguendo i contorni degli incastri con la matita e ritagliarli. Mettere i continenti su cerchi di carta disegnati usando il cerchio di cartoncino ed etichettare continenti e oceani
– è importante predisporre sullo scaffale della geografia o nella biblioteca una buona selezione di libri ricchi di illustrazioni ed informazioni sugli oceani ed i continenti. Questi libri devono essere periodicamente rinnovati e sarebbe bene che comprendessero degli atlanti
– nomenclature in tre parti (solo immagine, solo nome, solo descrizione) con informazioni sugli oceani
– questionari o carte (simili ai cartellini dei comandi) con domande sugli oceani, ad esempio: qual è il nome dell’oceano che separa l’America dall’Europa? ecc.
– costruire un libretto degli oceani usando per i disegni gli incastri e ricercando informazioni varie
– aggiungere alle mappe i punti cardinali
– discutere coi bambini del come gli oceani soddisfano i bisogni dell’uomo
– dopo aver presentato le forme della terra e dell’acqua e gli incastri dei continenti e degli oceani, possiamo passare dall’astrazione alla realtà, collegando le forme della terra e dell’acqua alle forme presenti sugli incastri. Così il bambino potrà individuare isole, arcipelaghi, penisole, golfi ecc. e impararne gradualmente i nomi (penisola italiana, golfo del Messico, arcipelago delle Filippine, ecc.).

Montessori da zero a tre anni: avvita/svita

Montessori da zero a tre anni: avvita/svita. Un’attività di vita pratica Montessori che si focalizza sul movimento del polso e la pratica nell’avvitare e svitare viti e bulloni. Ha lo scopo di coltivare la coordinazione motoria e la precisione del movimento e rientra nell’area dei movimenti elementari.

In questa presentazione ho utilizzato il materiale di Montessori 3D di Boboto, che abbina alle viti e ai bulloni un esercizio di appaiamento per grandezza e colore.

Montessori da zero a tre anni: avvita/svita
Presentazione (individuale)

Materiale:
– avvita/svita
– tre cestini
– un vassoio
– tavolo o tappeto (se scegliamo il tavolo è comunque necessaria una tovaglia di panno per evitare che gli elementi rotolino via)

Montessori da zero a tre anni: avvita/svita
Presentazione
:
– invitiamo il bambino ad unirsi a noi nell’esercizio, e se scegliamo di usare il tappeto, chiediamo al bambino di srotolarne uno
– andiamo allo scaffale delle attività di vita pratica e mostriamo l’attività che intendiamo svolgere. Diciamo: “Oggi lavoreremo col blocco delle viti e dei bulloni”
– portiamo il vassoio col materiale al tavolo o al tappeto, tenendolo come sappiamo con due mani
– mettiamo il vassoio in alto
– mettendoci alla destra del bambino o dietro di lui, se pensiamo che abbia bisogno di avere una visione frontale del movimento delle nostre mani (come ad abbracciarlo da dietro)
– prendiamo dal vassoio il materiale e mettiamolo davanti a noi

– facciamo ruotare il materiale su un fianco

– indichiamo gli elementi che compongono il materiale nominandoli: vite, tavoletta, bullone, blocco di legno, verde, blu, giallo, rosso,
– scegliamo una vite col bullone avvitato tra quelle che si trovano nel blocco (meglio la prima a sinistra)
– afferriamo con la mano non dominante la testa della vite utilizzando tre dita (pollice, indice e medio) , e con la mano dominante afferriamo il bullone sempre con le tre dita
– facciamo ruotare il bullone finchè le dita ce lo consentono (circa 180 gradi), poi togliamo le dita, riprendiamo il bullone e continuiamo così fino ad arrivare quasi a toglierlo
– lentamente facciamo il movimento inverso per un breve tratto e diciamo: “Avvito”, poi svitiamo di nuovo e diciamo “Svito”, e ripetiamo qualche volta, infine arriviamo a separare la vite dal bullone (i bulloni si svitano in senso antiorario e si avvitano in senso orario)
– mettiamo il bullone in uno dei tre cestini
– afferriamo la testa della vite con la mano sinistra e con la mano destra sfiliamo la tavoletta e mettiamola in un altro cestino facendo notare che se non teniamo la tavoletta orizzontale sarà molto difficile toglierla
– afferriamo il blocco di legno con la mano sinistra, e con la mano destra utilizzando tre dita (pollice, indice e medio) sfiliamo la vite e mettiamola nel terzo cestino
– ripetiamo la procedura con le altri viti, le altre tavolette e gli altri bulloni

– riprendiamo la nomenclatura estraendo gli elementi dal cestino e mettendoli sul tavolo in questo ordine:

– rimettiamo tutti i bulloni in un cesto, tutte le viti in un altro e tutte le tavolette in un altro
– prendiamo dal cesto la vite verde e inseriamola nel foro più grande, poi prendiamo la tavoletta verde e infiliamola nella vite
– posiamo il blocco sul tavolo
– prendiamo il bullone verde, infiliamo il bullone e facciamolo ruotare come descritto per lo svitamento finchè il bullone non toccherà la tavoletta verde
– ripetiamo la procedura con le altri viti, le altre tavolette e gli altri bulloni

– riponiamo il vassoio nello scaffale.

Montessori da zero a tre anni: avvita/svita
Linguaggio
:
– vite, bullone, tavoletta, blocco di legno, cestino, vassoio, verde, blu, giallo, rosso, più grande, più piccolo, grande, piccolo, primo, secondo, terzo, quarto
– abbinare, svitare, avvitare, mettere, ruotare in senso orario, ruotare in senso antiorario, scegliere, afferrare
– parlare della forma, del colore e delle qualità tattili delle viti e dei bulloni
– dire a cosa servono le viti e i bulloni, andandoli a cercare negli oggetti presenti nella stanza.

Montessori da zero a tre anni: avvita/svita
Controllo dell’errore:
– insito nel materiale:  per dimensione e colore esiste una sola possibilità di abbinamento
– insito nel materiale: se il bambino ha rispettato la sequenza non avanzano pezzi sul tappeto.

Età:
– dai 2 anni e mezzo ai 4 anni.

Montessori da zero a tre anni: avvita/svita
Punti di interesse:
– inserire la tavoletta forata nella vite
– avvitare il bullone alla vite
– svitare il bullone alla vite
– infilare la vite nel blocco di legno
– inserire gli elementi nella giusta sequenza.

Montessori da zero a tre anni: avvita/svita
Scopi
:
– motricità fine, destrezza e coordinazione occhio-mano
– rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura
– sviluppare la capacità di concentrazione e coordinazione
– stimolare la capacità di memorizzare una sequenza
– sviluppo del senso di indipendenza e di conseguenza dell’ autostima
– soddisfare il bisogno di ordine del bambino
– imparare ad avvitare e svitare un bullone su una vite
– abbinamento di oggetti in base alla dimensione
– abbinamento di oggetti in base al colore.

Montessori da zero a tre anni: avvita/svita
Note
:
– coi bambini più piccoli è preferibile usare viti e bulloni senza che essi siano inseriti nel blocco di legno. In questo caso useremo un unico cestino nel quale metteremo 3 viti con bullone delle stesse dimensioni e piuttosto grandi. Quindi metteremo sul tappeto i tre elementi, in colonna o in riga, e procederemo nell’esercizio.
– poi potremo passare a 3 elementi di dimensioni diverse (sempre piuttosto grandi).
– la difficoltà aumenterà usando più viti con bulloni o scegliendo viti con bulloni sempre più piccoli, o inserendo altri elementi come la tavoletta forata che ho mostrato.

Montessori da zero a tre anni: avvita/svita

DIY: realizzare il materiale in proprio non è difficile; se servono tutorial:
– http://mamaguru.com/nuts-and-bolts-board-montessori-diy/
– http://plantingpeas.com/montessori-nuts-and-bolts-activity-2/ (variante in plastica)


Montessori da zero a tre anni: avvita/svita

Parlano dell’argomento:
– Nuts and bolts di Montessorialbum.com
– Opening and closing nuts and bolts di wikisori.org
– Montessori Nuts and Bolts Lesson Activity di MontessoriHelper.com
– Introduction to the exercises of practical life di montessoricommons
– Nuts & bolts di voilamontessori 

Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:

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