Nomenclature Montessori per le parti dell’uccello per bambini della scuola d’infanzia (immagine, nome, immagine e nome) e per la scuola primaria (immagine, nome, definizione) pronte per il download e la stampa in formato pdf.
Per realizzare l’incastro dell’uccello in proprio trovi il tutorial qui:
Nomenclature Montessori per le parti dell’uccello Set per attività con l’incastro dell’uccello
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Nomenclature Montessori per le parti dell’uccello Nomenclature 3-6 anni
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Nomenclature Montessori per le parti dell’uccello Nomenclature 6-9 anni
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Nomenclature Montessori per le parti dell’uccello
Se preferite realizzare il materiale in proprio, questi sono i testi utilizzati:
Gli uccelli sono una classe di vertebrati caratterizzati da becchi sdentati, corpi ricoperti di piumaggio e ripieni di sacchi d’aria, ali, uova dai gusci duri e ossa cave ma robuste. Ne esistono circa 10.000 specie. Le uova sono solitamente covate e incubate nei nidi. Gli uccelli hanno ali più o meno sviluppate. I corvidi e i pappagalli sono tra gli animali più intelligenti, capaci d’utilizzare attrezzi e di lasciare in eredità comportamenti non congeniti. Molte specie sono migratorie, traversando distanze notevoli ogni anno. Sono animali socievoli che spesso vivono in colonie, comunicando grazie a segnali di tipo visivo o di tipo uditivo. Spesso partecipano a comportamenti sociali quali caccia e difesa. Vivono in quasi tutto il mondo, variando in grandezza da 5 cm per il colibrì fino a tre metri per l’uccello elefante.
Le ali consistono di braccia specializzate, e la maggior parte degli uccelli è in grado di volare. Tra gli uccelli non volatori ci sono i pinguini che sono nuotatori specializzati. Alcune specie possiedono, sulle ali, particolari penne strutturate in modo tale da permette la produzione di suoni.
Il becco è una speciale struttura cornea che riveste i margini della bocca degli uccelli, è priva di denti ed è usata, oltre che per mangiare, per pulire le penne e le piume, per manipolare oggetti, per uccidere le prede, per ricercare il cibo, per nutrire i piccoli. Ci sono varie tipologie di becco in base alle diverse abitudini alimentari. Sulla superficie del becco si trovano due forellini, le narici, che servono a respirare. Il becco di molti pulcini possiede anche un piccolo osso, detto dente d’uovo, che facilita la rottura dell’uovo durante la schiusa. Il becco cresce costantemente per tutto l’arco della vita dell’animale.
La coda degli uccelli è rivestita da piume e penne che servono a dare stabilità, a regolare il volo e fungono da timone. Per questo le penne della coda degli uccelli hanno precise caratteristiche e sono disposte in punti ben precisi. Il ricambio delle penne di un uccello viene attuato in maniera da non lasciare nuda nessuna parte del corpo e in modo tale da non compromettere il volo. Le penne della coda vengono cambiate a coppie simmetriche proprio per questo motivo.
Il corpo degli uccelli è ricoperto di piume e penne. Le piume fungono da isolante termico come i peli per i mammiferi. In alcune specie (cigni, anatre, oche, etc.) servono anche per rendere impermeabile all’acqua il piumaggio sottostante. La presenza di penne sopra le piume permette un miglior controllo del volo. Le penne, tipiche degli uccelli, si sviluppano solamente in alcuni tratti ben definiti, e servono nel volo, nell’isolamento termico, nell’impermeabilità e nella colorazione, aspetto di grande importanza nella comunicazione dei volatili. Una penna è composta dal calamo, la parte che permette l’attacco all’epidermide, e dal rachide, la continuazione del calamo. Al rachide sono attaccate le barbe che, a loro volta, presentano ai lati le barbule. Nonostante le piume siano leggere, l’intero piumaggio di un uccello pesa circa tre volte di più del suo scheletro.
L’occhio. Gli uccelli sono dotati di una vista molto sviluppata, la migliore nel mondo animale: la poiana, ad esempio, ha una visione a distanza 6-8 volte migliore di quella umana, mentre un gufo riesce a vedere perfettamente nel buio più assoluto. Molti uccelli possono anche captare i raggi ultravioletti, che sono invisibili all’occhio umano. Gli occhi occupano una parte del cranio considerevole e sono circondati da un anello osseo, hanno inoltre una palpebra accessoria, la membrana nittitante, per ulteriore protezione.
Il petto degli uccelli è molto muscoloso. Gli arti anteriori, che negli uccelli si sono trasformati in ali, hanno bisogno di voluminosi e potenti muscoli pettorali per muoversi. Questo permette agli uccelli di librarsi nell’aria o compiere le infinite acrobazie proprie della loro vita di relazione.
La testa mancadi un vero e proprio naso (le narici si aprono direttamente sul becco) e di un vero e proprio orecchio (ci sono aperture ai lati del capo adatte a captare i suoni). La zona tra gli occhi ed il becco viene detta lore, ed in qualche caso è senza piume e colorata. Il cervello ha un peso molto elevato rispetto alla massa totale dell’animale e confrontato con quello di tutti gli altri animali. Tutti gli uccelli, ed in particolare quelli migratori, possiedono in alcuni nuclei del cervello sottilissimi aghi di magnetite che permettono l’orientamento col campo magnetico terrestre. E’ uno strumento così perfetto da funzionare anche per migliaia di chilometri in mare aperto, luogo privo di punti di riferimento.
L‘artiglio è un elemento che si trova all’estremità delle zampe ed è a forma di uncino. Gli artigli possono essere utilizzati per catturare e tener salda una preda, scavare o arrampicarsi. Esistono appendici simili che però non essendo uncinate e taglienti prendono il nome di unghie. Gli uccelli di solito hanno degli artigli alle zampe. Nei rapaci sono gli strumenti di caccia, altri uccelli li utilizzano come difesa.
Gli uccelli sono animali bipedi e le loro zampe poggiano sul suolo con le dita. A seconda dei casi possono essere idonee a camminare, a mantenersi in equilibrio, a nuotare, a prendere il cibo e così via. Ad esempio, lo struzzo, che conduce vita terrestre, ha solo due grandi dita rivolte in avanti che conferiscono all’arto notevole presa e stabilità durante la corsa. Il pappagallo può salire con estrema facilità sugli alberi perché le sue zampe sono dotate di ottima presa in quanto due dita sono volte in avanti e due all’indietro. Il fenicottero ha zampe lunghe e dita palmate, cioè con una membrana di pelle tra le dita, che gli consentono di muoversi agevolmente nell’ambiente di palude in cui vive, senza pericolo di affondare.
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Nomenclature Montessori per le parti del cavallo per bambini della scuola d’infanzia (immagine, nome, immagine e nome) e per la scuola primaria (immagine, nome, definizione) pronte per il download e la stampa in formato pdf.
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Set per attività con l’incastro del cavallo
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Nomenclature Montessori per le parti del cavallo Nomenclature 3-6 anni
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Nomenclature Montessori per le parti del cavallo Nomenclature 6-9 anni
_______________________ Nomenclature Montessori per le parti del cavallo
Se preferite realizzare il materiale in proprio, questi sono i testi utilizzati:
Ilcavallo è un mammifero di medio-grossa taglia, erbivoro, quadrupede che si muove sulla punta dell’unghia. Il cavallo ha accompagnato e accompagna l’uomo per scopi ricreativi, sportivi, di lavoro e di polizia, bellici, agricoli, ludici e terapeutici. La femmina del cavallo, chiamata giumenta, ha un periodo di gestazione dei puledri di circa undici mesi, al termine dei quali il piccolo, una volta partorito, riesce a stare in piedi e a correre da solo dopo pochissimo tempo. Le oltre trecento razze di cavalli si dividono in base alla corporatura e al temperamento. Non avendo particolari organi di difesa verso i predatori il suo unico mezzo di difesa è la corsa. Perciò tutta la sua evoluzione è stata orientata verso una specializzazione nella corsa. Tanto è vero che un tempo pentadattile, a seguito dell’evoluzione della specie, ora rimane un unico dito sulla punta del quale il cavallo si sposta.
La groppa è la parte del corpo tra le reni anteriormente e la coda posteriormente.
Le zampe posteriori sono formate dalla coscia, la natica (parte posteriore muscolosa e prominente), la grassella (corrispondente alla rotula), la gamba e il garretto (tra la gamba e lo stinco). Le ossa degli arti si articolano tra di loro consentendo il movimento dell’animale.
Le zampe anteriori sono formate dalla spalla, il braccio, il cubito (tra il braccio e l’avambraccio), l’avambraccio, il ginocchio (tra l’avambraccio e lo stinco), lo stinco, il nodello (articolazione), il pastorale (fra il nodello e il piede), la corona (tra pastorale e zoccolo), il piede. Il piede è protetto esternamente dallo zoccolo.
Lo zoccolo è una scatola cornea che protegge il piede. E’ formato da una parete laterale (muraglia) e una base (suola e fettone). Il pareggio e la ferratura sono le due pratiche di cura tradizionale dello zoccolo del cavallo, svolte dal maniscalco ad intervalli regolari per riprodurre artificialmente, nel cavallo domestico, il naturale consumo e indurimento dello zoccolo, che nel cavallo selvaggio o nel cavallo in libertà è assicurato dal contatto diretto e continuo fra zoccolo e suolo.
La coda del cavallo, oltre alla sua funzione estetica, ha il compito fondamentale di scacciare gli insetti e soprattutto le mosche, e di proteggere i genitali dalla sporcizia proveniente dall’esterno. Per questo motivo, la coda del cavallo deve sempre essere pulita e pettinata.
La criniera è un ammasso di pelo lungo e folto che serve a proteggere la testa e il muso del cavallo dagli agenti atmosferici e dal freddo, mantiene il collo caldo, fa defluire l’acqua quando l’animale non ha riparo dalla pioggia, protegge il cavallo dagli insetti.
La bocca del cavallo è munita di denti, che sono 40 nel maschio e 36 nella femmina. Sulla lingua i cavalli hanno particolari papille gustative che consentono loro di esaminare e discernere i cibi buoni da quelli nocivi alla loro salute; sono inoltre in grado di riconoscere gli alimenti più ricchi di sale, che è particolarmente importante per il loro benessere.
Le orecchie: L’udito del cavallo è piuttosto sviluppato. L’apparato uditivo è simile a quello umano, ma più sensibile ai suoni di frequenza alta, non percepibili dall’uomo. Oltre che con le orecchie il cavallo percepisce le vibrazioni anche con le vibrisse e con gli zoccoli.
Il ciuffo è un ammasso di crini che scende sulla fronte del cavallo e che serve, con il suo movimento, a proteggere gli occhi dagli insetti.
La fronte del cavallo può essere di colore uniforme o con chiazze di pelo bianco che possono essere classificabili a seconda della forma in stella, fiore, palla di neve, lista, striscia. La fronte si trova tra naso, orecchie e tempie, è lunga, larga, liscia e piana.
Testa accoglie nel suo interno gli organi del sistema nervoso centrale, che rappresentano la stazione di partenza di ogni impulso vitale. Inoltre nella testa hanno sede i principali organi di senso. Da un punto di vista estetico la forma della testa del cavallo è molto importante, perchè serve a caratterizzare la razza.
Gli occhi del cavallo sono tra i più grandi fra i mammiferi della terra. Il cavallo ha una capacità visiva notturna molto sviluppata, come il cane e il gatto. Questo permette al cavallo di sfuggire prontamente ai pericolosi attacchi dei predatori della notte; di giorno, questo animale riesce a vedere, oltre il suo campo visivo, il movimento rapido di un oggetto alle sue spalle, ma ha una limitata percezione dei colori, che si limitano soltanto al blu ed al rosso.
Il collo del cavallo riveste una grande importanza nel movimento perché, agendo da bilanciere, assicura stabilità ed equilibrio al cavallo nelle sue diverse andature.
Le narici del cavallo sono molto sensibili.L’olfatto equino è più sviluppato di quello dell’uomo. I cavalli, all’interno del branco, usano il senso dell’olfatto per corteggiare i loro simili; infatti, tramite l’odore emanato dalla giumenta, lo stallone ne riesce a comprendere la sua disponibilità all’accoppiamento; quando viene al mondo un puledro, la mamma annusa attentamente il corpo del suo piccolo per riconoscerlo al momento dell’allattamento e per educarlo. Infine, tramite l’olfatto, il cavallo percepisce il pericolo di un attacco dei predatori carnivori, a causa dell’odore che essi emanano, permettendogli così di sfuggire alla morte.
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Nomenclature Montessori per le parti del pesce per bambini della scuola d’infanzia (immagine, nome, immagine e nome) e per la scuola primaria (immagine, nome, definizione) pronte per il download e la stampa in formato pdf.
Per realizzare l’incastro della rana in proprio trovi il tutorial qui:
Nomenclature Montessori per le parti del pesce Set per attività con l’incastro del pesce
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Nomenclature Montessori per le parti del pesce Nomenclature 6-9 anni
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Nomenclature Montessori per le parti del pesce
Se preferite realizzare il materiale in proprio, questi sono i testi utilizzati:
I pesci sono animali acquatici a sangue freddo. Vivono in tutto il pianeta negli oceani, nei mari, nei fiumi, nei laghi e negli abissi. Ne esistono più di 30.000 specie. Il loro corpo è idrodinamico, cioè adatto a muoversi in acqua. I pesci sono vertebrati coperti di squame e dotati di pinne, che respirano attraverso le branchie. Le pinne sono gli organi di locomozione dei pesci, cioè gli organi che permettono il movimento. Si tratta di strutture formate da raggi ossei o cartilaginei collegati da una membrana di pelle.
Le pinne dorsali possono essere da 1 a 3 e a volte possono fondersi con l’anale e la caudale, formando un’unica grande pinna. La pinna dorsale si trova lungo la parte superiore del corpo del pesce e serve a dare stabilità. Può essere dotata di spine, che servono da difesa contro i predatori.
La pinna pelvica, situata sul ventre del pesce, serve da timone quando il pesce vuole cambiare la direzione del suo movimento.
La pinna caudale è responsabile della principale spinta propulsiva del pesce, è disposta verticalmente rispetto al piano del pesce e si muove da destra verso sinistra e viceversa. Questa caratteristica permette di distinguere a prima vista un pesce da un cetaceo, in cui la pinna caudale è disposta orizzontalmente e si muove dal basso verso l’alto. A seconda della sua forma può essere adatta al nuoto per lunghe distanze oppure alla velocità.
La pinna pettorale si trova sotto all’apertura delle branchie, da entrambi i lati, e funziona da timone per accompagnare il movimento e aumentare la stabilità del corpo del pesce in acqua.
La pinna anale si trova non lontano dall’ano e viene usata per stabilizzare il pesce quando nuota. Non tutti i pesci ne sono dotati, ma in pesci particolari la pinna anale riveste una particolare importanza ai fini del movimento sostituendo la pinna caudale: nel pesce luna, ad esempio, la pinna anale accoppiata alla pinna dorsale consente al pesce di muoversi lentamente ondeggiando.
Il corpo dei pesci è idrodinamico, cioè adatto a muoversi in acqua. Le dimensioni dei pesci variano dai 16 m dello squalo balena ai circa 8 mm della Schindleria brevipinguis, considerato il vertebrato più piccolo del mondo.
Le scaglie. Come tutti i vertebrati, i pesci presentano una pelle composta da due strati: l’epidermide (la parte esterna) e il derma (la parte interna), ma sopra l’epidermide i pesci hanno uno strato in più formato da scaglie. Le scaglie sono formate da un materiale simile alla dentina e sono incastrate una con l’altra come le tegole di un tetto; crescono come crescono unghie e peli. La loro funzione è quella di coprire il corpo del pesce rendendolo liscio e idrodinamico.
La maggior parte dei pesci presenta gli occhi ciascuno su un lato: ciò consente loro di avere un campo visivo di quasi 360° e una visione monoculare (ognuno dei due occhi mette a fuoco indipendentemente dall’altro) e grandangolare, non ad alta definizione ma che permette di controllare l’eventuale avvicinarsi di un pericolo. Gli occhi dei pesci non hanno palpebre, sono mobili e piuttosto grandi.
La testa dei pesci è direttamente attaccata al corpo, senza collo. Contiene la bocca, gli occhi e le narici.
La bocca serve ad assumere il cibo e può avere forme diverse: i pesci che vivono in superficie hanno la bocca rivolta verso l’alto, i pesci che vivono a mezza altezza hanno la bocca parallela al corpo e pesci di fondo hanno la bocca orientata verso il basso. I pesci carnivori hanno i denti.
Le narici nei pesci non hanno funzione respiratoria, ma sono un organo dell’olfatto. Sono delle rientranze ricoperte di rosette olfattive che percepiscono le particelle odorose. L’acqua è convogliata all’interno e poi estromessa.
La branchia è un organo di respirazione: nei pesci l’acqua ricca di ossigeno entra dalla bocca ed esce dalle branchie carica di anidride carbonica.
I pesci presentano un organo di senso non presente in altri vertebrati: la linea laterale. Essa è costituita da una serie di canalicoli che corrono lateralmente nella testa e nel corpo dell’animale, collegati con l’esterno tramite piccoli pori, e ha la funzione di percepire variazioni di bassissima frequenza, flebili campi elettrici, variazioni di pressione e vibrazioni. Dalla linea laterale queste informazioni raggiungono il cervello.
Procedimento: – tagliamo due fili lunghi almeno 5 metri, infiliamo in ognuno una cannuccia e fissiamoli paralleli tra due pareti della stanza, volendo in salita – gonfiamo un palloncino con aria e tenendolo chiuso con le dita (senza fare il nodo) attacchiamolo ad una delle cannucce
– gonfiamo un palloncino con l’elio
– e sempre tenendolo chiuso con le dita (senza fare il nodo) attacchiamolo all’altra cannuccia
– chiediamo: “Quale dei due razzi sarà il più potente?”
– lasciamo andare i due palloncini e osserviamo. Questi sono i nostri palloncini a termine corsa (quello verde era gonfiato con elio, quello arancio con aria):
Esperimenti scientifici per bambini: perchè dopo un po’ i palloncini a elio si sgonfiano? Probabilmente avrete notato che nel corso di un breve periodo di tempo, i palloncini gonfiati con elio cominciano a perdere la loro capacità di sollevarsi in aria e si sgonfiano.
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Esperimenti scientifici per bambini: perchè dopo un po’ i palloncini a elio si sgonfiano? Primo esperimento
Con questo esperimento vogliamo misurare quanto i palloncini a elio cambiano nel corso del tempo.
Introduzione Sappiamo che i palloncini contenenti elio volano perché l’elio è più leggero dell’aria circostante. In altre parole, il peso dell’aria spostata dal pallone è maggiore del peso del palloncino e il gas all’interno, quindi il palloncino sale verso l’alto. Questa forza, detta forza di Archimede o forza idrostatica, è esattamente data dalla differenza di peso del pallone e del suo contenuto (più eventualmente il peso dello spago legato ad esso), rispetto al peso del volume dell’aria spostata. Il lattice di cui sono fatti i palloncini è una membrana permeabile, cioè ha molto piccoli fori che permettono gli atomi di elio di sfuggire. L’elio fuoriesce dai palloncini in lattice più velocemente di quanto non avvenga con i palloncini gonfiati con aria, a causa delle piccole dimensioni degli atomi di elio. Poiché l’elio intrappolato all’interno di un palloncino in lattice sfugge lentamente, il palloncino inizia a scendere. Arriverà poi ad un punto in cui la forza di gravità e la forza idrostatica saranno uguali, ed a questo punto il palloncino si fermerà a mezz’aria, senza salire né scendere: questa situazione è detta “assetto neutro”.
Materiali: – cucchiaio di metallo – bilancia digitale con una precisione di almeno 1 g – metro da sarto – 1 palloncino in lattice – bombola di elio – spago e forbici – quaderno.
Esecuzione dell’esperimento – pesiamo il cucchiaio e registriamo i valori sul quaderno
– gonfiamo il palloncino utilizzando la bombola di elio
– fissiamo il palloncino al cucchiaio per mezzo dello spago, per zavorrarlo – pesiamo ora il cucchiaio con il palloncino attaccato ad esso e registriamo i valori sul quaderno
– col metro misuriamo il diametro del palloncino – ripetiamo le misurazioni ogni 2 ore, registrando i dati – analizziamo i dati – possiamo anche realizzare un grafico mettendo in relazione tempo e peso e tempo e diametro per vedere se il tasso è costante oppure no.
_______________________ Esperimenti scientifici per bambini: perchè dopo un po’ i palloncini a elio si sgonfiano? Secondo esperimento
Ipotesi Abbassare la pressione dell’aria circostante causerà una fuoriuscita di elio dal palloncino a maggiore velocità.
Introduzione La diffusione è il passaggio di molecole da una zona ad alta densità verso un’area a densità minore. In questo esperimento le molecole di elio all’interno del palloncino (che sono ad alta densità molecolare) si spostano all’esterno nello spazio aereo intorno al palloncino. La pressione dell’aria della stanza in cui è condotto l’esperimento, può essere variata ripetendo l’esperimento in stanze che si trovano a piani diversi in un edificio alto.
Materiale: – 60 palloncini – bombola di elio – metro da sarto – 60 chiodi per tenere abbassati i palloni – spago per legare i palloncini – un edificio alto (almeno 60 piani) possibilmente con stanze climatizzate.
Esperimenti scientifici per bambini: perchè dopo un po’ i palloncini a elio si sgonfiano?
Procedura Per questo esperimento, la variabile indipendente è la pressione dell’aria ambientale. Per misurare il diametro esterno del palloncino si utilizzano un righello e due tavole di legno. Le costanti (variabili di controllo) possono essere la temperatura nella stanza, il livello di umidità e il tipo di gas utilizzato per gonfiare i palloncini. L’esperimento viene condotto in una stanza climatizzata per mantenere una temperatura e umidità costanti. Essa viene eseguita al piano terra, al 30° e al 60° piano di un edificio, al fine di fornire dati provenienti da ambienti con diversa pressione dell’aria in cui sono immersi i palloncini gonfiati con elio. L’esperimento inizia al piano terra. Si gonfiano con l’elio 20 palloncini. Tutti i palloncini devono avere lo stesso diametro (ad esempio 300 mm). Si legano a un pezzo di spago e si zavorrano con un chiodo. Il diametro dei palloncini viene misurato una volta ogni 2 ore ed i risultati sono riportati in una tabella. Lo stesso procedimento viene ripetuto in una stanza al 30° piano ed in una al 60° piano.
Osservazione Si osserverà che i palloncini al 60 ° piano si riducono in termini di dimensioni e diametro ad un ritmo più veloce rispetto ai palloncini al piano terra. In altre parole, l’elio fuoriesce più rapidamente dai palloncini situati al piano più alto.
Esperimenti scientifici per bambini: perchè dopo un po’ i palloncini a elio si sgonfiano?
Conclusione L’ipotesi si dimostra vera. I piani più alti di un edificio hanno una pressione atmosferica inferiore rispetto a quelli più bassi e quindi una minore densità dell’aria. Questo fa sì che l’elio, che all’interno del palloncino ha una densità maggiore, fugga più rapidamente a causa della diffusione, perchè l’elio è in grado di uscire attraverso i fori microscopici che esistono naturalmente nelle pareti dei palloncini di lattice. Questi piccoli fori sono più grandi degli atomi di elio. È a causa di diffusione che i palloncini si riducono di dimensione nel tempo.
Incastro dell’Italia Montessori – presentazioni ed esercizi per la scuola d’infanzia e primaria. L’incastro utilizzato per le presentazioni è prodotto da Montessori 3D di Boboto.
Dai 3 ai 6 anni facciamo leva sulle caratteristiche della mente per stimolare l’interesse del bambino verso la geografia, gettando le basi per la costruzione di un linguaggio tecnico connesso alla materia di studio. In questo periodo i bambini interiorizzano molte informazioni sulla geografia facilmente e in modo gioioso, ad esempio i termini per indicare le zone di terraferma e quelle d’acqua, i nomi dei continenti, dei paesi, ecc. Così, quando il bambino avrà bisogno di utilizzare questi termini per i suoi studi, nella scuola primaria, avrà già grande familiarità con essi. Questi termini saranno inoltre legati ad esperienze di successo e verranno visti dal bambino con simpatia e non con ostilità. Sarà sufficiente un breve riassunto perchè il bambino recuperi ciò che ha imparato quando era più piccolo. Possiamo dire che mentre nella scuola d’infanzia il bambino entra in contatto con i fatti, nella scuola primaria esplora le ragioni che stanno dietro i fatti e le relazioni tra i fatti.
Nella scuola d’infanzia l’apprendimento quindi si realizza attraverso esercizi pratici, ad esempio con le forme della terra e dell’acqua:
dei singoli continenti, primi fra tutti l’incastro dell’Europa:
e dei singoli paesi, primi fra tutti l’incastro dell’Italia:
La geografia col metodo Montessori viene presentata, come tutte le altre materie d’insegnamento, in risposta a un bisogno del bambino: in questo caso si tratta del bisogno di comprendere la propria posizione nel mondo in relazione alle proprie storie personali e di viaggio.
Partendo dall’incastro del planisfero e progredendo attraverso gli incastri dei vari continenti e poi dei paesi, gli incastri della geografia hanno anche uno scopo secondario, che è quello di perfezionare il controllo motorio in previsione dell’utilizzo degli strumenti di scrittura, la motricità fine e la coordinazione occhio-mano.
Materiali: – incastro del planisfero Montessori – globo smerigliato, o globo colorato o mappamondo – incastro dell’Europa o cartina dell’Europa – tappeto – incastro dell’Italia – carta di controllo muta dell’Italia: si realizza facilmente riportando il contorno degli incastri su un cartoncino bianco.
Presentazione iniziale:
– mostriamo al bambino come prendere l’incastro dal mobiletto e portarlo sul tappeto o sul tavolo. Il piano di lavoro scelto dovrebbe essere parallelo alla parete nord della stanza. Mettiamo l’incastro nell’angolo in altro a destra del piano di lavoro – con movimenti lenti e curati togliamo gli incastri e mettiamoli in ordine lungo il margine inferiore della tavola – quando tutti gli incastri sono stati rimossi, rimettiamoli al loro posto con altrettanta lentezza e cura – invitiamo il bambino a ripetere l’esercizio – togliamo nuovamente tutti gli incastri e mescoliamoli. Chiediamo al bambino di riposizionarli
– possiamo mostrare al bambino come seguire i contorni dell’incastro tra le mani
e poi quello dello spazio vuoto sulla tavola:
Il pezzo va tenuto con la mano non dominante e i contorni vanno tracciati con la mano dominante.
Presentazione dell’esercizio: – inviamo i bambini a partecipare alla presentazione e portiamo il materiale sul tappeto – mostriamo ai bambini il globo e ripetiamo insieme i nomi dei continenti – mostriamo l’incastro del planisfero, mettendolo sul tappeto accanto al globo colorato – indicando il globo diciamo: “Questo è il modo in cui vediamo la terra dal cielo. Questa è la terraferma. Questa è l’acqua” – “Noi viviamo sulla Terra. La Terra è una sfera. Ma per rappresentarla usiamo anche delle mappe, che invece di essere sfere, sono piatte. Infatti è più facile usare mappe piatte, e non a forma di sfera, ad esempio se stiamo facendo un viaggio”. Vi ricordate il planisfero? Ne abbiamo già parlato – indichiamo l’incastro del planisfero e chiediamo: “Noi in quale continente viviamo?”. Sì, in Europa – indichiamo l’Europa – mostriamo l’incastro dell’Europa – l’Europa è suddivisa in tanti territori più piccoli, gli Stati. Vogliamo nominarli insieme? – Chiediamo: e noi in quale Stato viviamo? Sì, in Italia – indichiamo la posizione dell’Italia nell’incastro dell’Europa, nel planisfero e nel globo, poi presentiamo ai bambini l’incastro dell’Italia e la cartina muta – questa è l’Italia. Anche l’Italia è divisa in tanti territori più piccoli, che chiamiamo regioni. Noi in quale regione viviamo? Lo sapete? Noi viviamo in Calabria – mostriamo ai bambini la Calabria sull’incastro e sulla cartina di controllo muta – lentamente, utilizzando i pomoli, togliamo quattro incastri, cioè quattro regioni diverse, senza nominarli – mettiamo gli incastri a fianco della tavola, sulla cartina muta di controllo – reinseriamoli al loro posto, uno ad uno – togliamo altri 4 incastri, sempre senza nominarli, mettiamoli a fianco della tavola e chiediamo a un bambino alla volta di reinserirli in modo corretto – ripetiamo togliendo 8 incastri – ripetiamo togliendo tutti gli incastri senza nominarli – rimettiamo tutti gli incastri nella tavola – ora togliamo di nuovo 4 incastri e nominiamoli, ad esempi dicendo: “Valle d’Aosta, Toscana, Abruzzo, Calabria”
– ripetere i nomi: “Valle d’Aosta, Toscana, Abruzzo, Calabria” – chiediamo ai bambini di rimetterli al loro posto, nominandoli, cioè dicendo: “Per favore, rimetteresti a posto la Toscana?” – quando tutti gli incastri sono di nuovo al loro posto, chiediamo a un bambino di prendere gli stessi 4 pezzi, uno per uno, nominandoli, ad esempio dicendo: “Per favore, toglieresti l’incastro della Valle d’Aosta?” – quando i 4 incastri sono fuori chiediamo: “Quale regione vorresti rimettere al suo posto?”. Il bambino risponderà col nome di una regione e rimetterà l’incastro corrispondente al suo posto – ripetiamo questa lezione in tre tempi con le altre regioni, finché il bambino ne conoscerà tutti i nomi.
Incastro dell’Italia Montessori Nomenclatura utilizzata in questa presentazione: – i nomi delle regioni italiane
Incastro dell’Italia Montessori Nomenclature che possono essere presentate successivamente: – i nomi dei capoluoghi di regione (i pomoli dell’incastro sono fissati proprio in corrispondenza del capoluogo di regione) – i nomi dei mari italiani.
Incastro dell’Italia Montessori Controllo dell’errore: – gli incastri e la tavola di controllo.
Incastro dell’Italia Montessori Scopo: – preparare allo studio della geografia – riconoscere visivamente le forme delle regioni italiane – nomenclatura – approfondire il concetto di rappresentazione piana del nostro mondo – condurre il bambino verso l’astrazione – rafforzare la mano in preparazione della scrittura.
Età: – dai 5 anni, dopo l’incastro dell’Europa
Incastro dell’Italia Montessori Estensioni per la scuola d’infanzia: – il bambino può costruire la cartina politica dell’Italia all’esterno del bordo della tavola, senza utilizzare la cartina muta di controllo – mettiamo le regioni dell’incastro dell’Italia in un sacchetto del mistero: il bambino cercherà di identificarle al tatto.
Incastro dell’Italia Montessori Estensioni per la scuola primaria: – abbinare i cartellini dei nomi alle regioni corrispondenti – abbinare i cartellini dei nomi ai mari corrispondenti – abbinare i cartellini dei nomi ai capoluoghi di regione corrispondenti – disegnare le regioni italiane su cartoncini colorati seguendo i contorni degli incastri con la matita e ritagliarli. Comporre la cartina dell’Italia su un cartoncino ed etichettare regioni, capoluoghi di regione, mari italiani – punteggiare i contorni degli incastri delle regioni su cartoncini colorati – siccome ritagliare le regioni con le forbici può essere difficile per alcuni bambini, perchè i contorni sono molto irregolari, scegliere di punteggiarli può essere una soluzione migliore. Si può anche optare per una tecnica mista, punteggiando cioè i contorni con punti distanziati di circa 0,5 cm e poi usare i fori come guida per le forbici – costruire un libretto delle regioni e dei mari italiani usando per i disegni gli incastri e ricercando informazioni varie – costruire da soli una cartina politica dell’Italia su carta utilizzando per i contorni gli incastri, colorare le regioni con matite colorate, tempera o acquarello, gessi colorati – tracciare i contorni degli incastri con una matita bianca su un cartoncino di colore scuro. Punteggiare i contorni. Mettere il lavoro sul vetro di una finestra per fare in modo che la luce passi attraverso la punteggiatura – le cartine realizzate dai bambini possono essere etichettate con cartellini prestampati, cartellini preparati dai bambini, oppure i nomi possono essere scritti direttamente sulla cartina – attività con le nomenclature e i libretti – questionario sull’Italia – questionari sulle regioni italiane (uno per ogni regione).
Materiali stampabili per l’incastro dell’Italia Montessori in formato pdf, che comprendono: cartellini delle regioni, cartellini dei capoluoghi di regione, cartellini dei mari, nomenclature in tre parti delle regioni italiane, nomenclature dei mari italiani in tre parti, questionario sull’Italia e questionari sulle regioni italiane (una per regione).
Realizzare l’incastro in proprio con cartoncino o gomma crepla (anche chiamata gomma eva, fommy o moosgummy) non è semplice ed i risultati rischiano di essere scadenti, per via dei numerosi incastri e dei contorni piuttosto complessi (anche stilizzando molto).
Per questo motivo ho scelto di non offrire un cartamodello da ritagliare, ed i colori che ho utilizzato per i materiali stampabili sono quelli dell’Incastro dell’Italia di Montessori Material
Se pensate comunque di poter ottenere un buon materiale col ritaglio, basterà copiare i contorni di una cartina politica dell’Italia.
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Le lezioni pronte con le presentazioni del materiale ai bambini e gli esercizi si trovano qui:
___________________ Materiali stampabili per l’incastro dell’Italia Montessori Cartellini delle regioni italiane colorati con immagine della regione:
______________ Cartellini dei capoluoghi di regione colorati con immagine della regione:
_______________ Cartellini dei mari e dei punti cardinali colorati:
________________ Nomenclature in 3 parti delle regioni italiane colorate (immagine, titolo, definizione):
Nomenclature in 3 parti delle regioni italiane in bianco e nero (immagine, titolo, definizione):
Materiali stampabili per l’incastro dell’Italia Montessori
Questo è il contenuto delle schede, se preferite realizzarle da soli:
Valle d’Aosta. E’ la regione più piccola d’Italia ed è l’unica a non essere suddivisa in province. Il capoluogo di regione è Aosta. Ha due lingue ufficiali: l’italiano e il francese. E’ la regione con la minore densità di popolazione. In questa regione si trovano le montagne più alte d’Italia. Ha un clima alpino. Per la bellezza dei suoi paesaggi il turismo è una voce molto importante della sua economia. Piemonte. Il suo nome significa “al piede dei monti”, infatti è circondata dalle Alpi e da un tratto dell’Appennino ligure. Le Langhe e il Monferrato sono importanti zone collinari. In questa regione nasce il fiume Po. Il capoluogo di regione è Torino. E’ la seconda regione per superficie dopo la Sicilia. Il suo clima è continentale. Sono molto sviluppate l’agricoltura, il terziario e l’industria. Lombardia. Il suo nome viene dal popolo dei Longobardi. Il capoluogo di regione è Milano. E’ la regione col maggior numero di abitanti, anche se è la quarta per estensione. Nella regione si trovano le Alpi e le Prealpi e il tratto centrale della Pianura Padana. E’ molto ricca di fiumi e laghi. Il clima è continentale. L’industria è molto fiorente, ma anche agricoltura e allevamento sono importantissimi. Trentino Alto Adige. Il capoluogo di regione è Trento. Il territorio è montuoso e costituito dalle Alpi e dalle Dolomiti. Numerosi i laghi ed i fiumi. Il clima è piuttosto rigido. L’economia si basa su turismo, alberi da frutto, vite, legname, allevamento. In questa regione troviamo abitazioni particolari: maso e malga. Nella regione si parlano italiano, tedesco, ladino, cimbro e mocheno. Veneto. In questa regione troviamo le Alpi e le Dolomiti, le Prealpi, la fascia collinare e la Pianura Veneta. Il capoluogo è Venezia. E’ la regione più pianeggiante d’Italia. Bagnata dal Mar Adriatico, la costa è bassa e sabbiosa con lidi e lagune. E’ ricca di fiumi e laghi. Si pratica l’agricoltura, l’allevamento, la pesca; l’artigianato, la piccola industria, il turismo nelle città d’arte e nelle località montane e marittime. Friuli Venezia Giulia. E’ una delle regioni meno estese. Il capoluogo è Trieste. Oltre all’italiano si parla sloveno, tedesco e ladino. A nord si trovano Alpi e Prealpi. A ridosso della costa troviamo l’altopiano del Carso, coperto di doline. La pianura si affaccia sul Mar Adriatico e presenta zone lagunari. Nella regione soffia la Bora. L’economia si basa su agricoltura e allevamento, industria soprattutto alimentare e navale e turismo balneare. Liguria. E’ la terza più piccola regione, dopo Valle d’Aosta e Molise. Il capoluogo è Genova. La regione è formata da una stretta fascia di montagne poco elevate che formano un arco intorno al Golfo di Genova. Il clima è mite. I fiumi sono di modesta importanza e a regime torrentizio. I terreni sono coltivabili grazie ai terrazzamenti. L’economia si basa su terziario, turismo, industria metallurgica e raffinerie, agricoltura. Emilia Romagna. Il suo capoluogo è Bologna. Circa la metà del territorio è occupato dalla Pianura Padana ed è bagnata dal Mar Adriatico. A sud si trova l’Appennino con monti poco elevati dalla forma arrotondata. E’ attraversata dal fiume Po che sfocia in mare formando le Valli di Comacchio a sud del delta. L’economia si basa su agricoltura e allevamento, industria alimentare, vino, pesca, turismo. Toscana. Quinta per estensione, il suo capoluogo è Firenze. E’ bagnata dal mar Ligure e dal Mar Tirreno. E’ in prevalenza collinare, e le pianure si trovano solo lungo le coste o vicino ai fiumi. Comprende le isole dell’Arcipelago Toscano. L’economia si basa sulla produzione di vino, allevamento di ovini, industria estrattiva e turismo nelle città d’arte e nelle località balneari. Marche. Il suo capoluogo è Ancona. E’ bagnata dal Mare Adriatico ed è in prevalenza collinare. Le coste sono basse e sabbiose. Nella regione scorrono molti fiumi, dal corso breve e torrentizio. L’economia si basa su agricoltura, allevamento, pesca, industria alimentare e artigianato specializzato, turismo nelle città d’arte e nelle località balneari. Umbria. E’ una delle regioni più piccole. Il capoluogo è Perugia. Non è bagnata dal mare ed è interamente formata da montagne (Appennino) e colline. E’ ricca di fiumi.. In questa regione si trova il lago Trasimeno. Si producono vino e olio, insaccati, tartufo nero. L’industria sfrutta le Cascate delle Marmore per la produzione di energia elettrica. Altra risorsa è il turismo religioso e nelle città d’arte. Abruzzo. E’ la regione del centro-sud più montuosa e comprende le cime più alte dell’Appennino. Il capoluogo è L’Aquila. Bagnata dal Mar Adriatico, le coste sono sabbiose e argillose. E’ la regione con la maggior superficie di ambienti naturali protetti. Il clima è continentale all’interno e mite sulla costa. L’economia si basa su turismo balneare e sport invernali, allevamento e agricoltura, piccola e media industria. Lazio. Il capoluogo è Roma, che è anche capitale d’Italia. All’interno della regione si trova Città del Vaticano, il più piccolo stato del mondo. Tra l’Appennino e la costa pianeggiante si trova l’Antiappennino e gruppi di colline vulcaniche. E’ bagnata dal Mare Tirreno. L’economia di basa sul terziario per la centralità politica di Roma. Altre attività importanti sono agricoltura, allevamento, turismo. Molise. Seconda regione più piccola d’Italia, dopo la Valle d’Aosta, il suo capoluogo è Campobasso. E’ in prevalenza montuosa e occupata dall’Appennino. Le coste sono bordate da pianure poco estese. E’ bagnata dal Mare Adriatico. Il clima è continentale all’interno, mite sulla costa. L’economia si basa su agricoltura e allevamento, artigianato e piccola industria. Puglia. E’ bagnata dal Mar Adriatico e dal Mar Ionio. Il capoluogo è Bari. Verso il mare si estende l’altopiano carsico delle Murge. La pianura più vasta è il Tavoliere delle Puglie. Comprende le Isole Tremiti. E’ una regione povera di acque ed è la meno piovosa d’Italia. L’economia si basa su agricoltura, pesca, industria siderurgica e alimentare, turismo balneare. Famosi i trulli di Alberobello. Campania. E’ la regione più densamente popolata d’Italia. Il capoluogo è Napoli. A est è occupata dall’Appennino. A ovest, dove è bagnata dal Mar Tirreno, si trovano le pianure costiere. I vulcani della regione sono attivi. La costa forma quattro golfi e comprende le isole dell’Arcipelago Campano. Il clima è mite anche nelle zone montuose. L’economia si basa su allevamento, agricoltura, turismo, piccola industria e artigianato. Basilicata. Il capoluogo di regione è Potenza. E’ per la maggior parte montuosa e collinare, tranne lungo la costa ionica. E’ bagnata dal mar Ionio e dal Mar Tirreno.. La costa ionica è bassa, quella tirrenica alta e rocciosa. Il clima è mediterraneo sulla costa, continentale all’interno. L’economia si basa su allevamento, piccola industria, artigianato e turismo. A Matera si trovano antiche abitazioni dette “sassi”. Calabria. Il capoluogo di regione è Catanzaro. La regione è una penisola per la maggior parte montuosa e collinare e bagnata dal mar Ionio e dal Mar Tirreno. Lo stretto di Messina la separa dalla Sicilia. Il clima è rigido nelle zone montane più interne, mite nelle zone vicine alla costa. Si praticano agricoltura e allevamento, l’industria è poco sviluppata, mentre è diffuso il turismo balneare. Sicilia. E’ l’isola più grande d’Italia e di tutto il Mediterraneo, ed è la più grande regione italiana. Il capoluogo è Palermo. E’ bagnata dal Mar Tirreno, Ionio e di Sicilia. L’Etna è uno dei maggiori vulcani attivi del mondo. Comprende vari arcipelaghi e isole minori. Il clima è molto mite. Produce agrumi, mandorle e vino. Si pratica la pesca, l’artigianato, il turismo. Sardegna. E’ la seconda isola italiana e del Mediterraneo, dopo la Sicilia. Il capoluogo è Cagliari. A Nord le Bocche di Bonifacio la separano dalla Corsica. Il territorio è per lo più collinare e montuoso, con altopiani e vallate. I fiumi sono torrentizi e i laghi per lo più artificiali. L’economia si basa su allevamento, industria estrattiva, artigianato e turismo balneare. Vi si trovano antiche costruzioni: i nuraghi.
_________________ Nomenclature in tre parti delle regioni italiane colorate (immagine della regione, immagine dell’Italia e titolo):
__________________ Nomenclature in tre parti dei mari italiani colorate (cartina dell’Italia, titolo e definizione):
Questo è il contenuto delle schede:
Mar Mediterraneo. Il suo nome significa “in mezzo alle terre”. E’ un mare quasi chiuso, per questo ha acque calme e poco interessate da tempeste violente e forti correnti: La temperatura delle acque è piuttosto alta.. Comunica con l’Oceano Atlantico (Stretto di Gibilterra), col Mar Nero (Stretto dei Dardanelli) e col mar Rosso (Canale di Suez). L’Italia divide il Mediterraneo in Orientale e Occidentale. Mare Adriatico. Si estende a est della penisola italiana e comunica solo col mar Ionio attraverso il Canale d’Otranto. Ha forma allungata. E’ poco profondo e per questo è il mare più pescoso del Mediterraneo. Le sue coste sono in prevalenza basse e sabbiose. Mar Ionio. Bagna da un lato le coste est della Sicilia, della Calabria e la Puglia fino al canale d’Otranto; dall’altro la Grecia. E’ il mare più profondo del Mediterraneo. Le coste possono essere basse e sabbiose oppure alte e rocciose. Mare di Sicilia. Bagna la costa ovest dell’Italia a partire dal Promontorio di Piombino, la parte est della Corsica, la parte nord della Sicilia e la parte est della Sardegna.Ha la forma di un triangolo rettangolo. Le coste sono caratterizzate da golfi e insenature. In questo mare si trovano la maggior parte delle isole italiane. Mar Tirreno. Bagna la costa ovest dell’Italia a partire dal Promontorio di Piombino, la parte est della Corsica, la parte nord della Sicilia e la parte est della Sardegna. Ha la forma di un triangolo rettangolo. Le coste sono caratterizzate da golfi e insenature. In questo mare si trovano la maggior parte delle isole italiane. Mar di Sardegna. Bagna le coste ovest della Sardegna e della Corsica e si estende fino alle isole Baleari (Spagna). E’ un mare molto profondo. Le sue coste possono essere a volte alte e a volte basse. Le principali isole sono l’Isola di San Pietro e l’Isola di Sant’Antioco. Mare Ligure. Bagna la costa della Liguria, la costa della Toscana fino al Promontorio di Piombino, e la costa del Nizzardo. E’ limitato dal Mar di Sardegna, dalla Corsica e dal Mar Tirreno. E’ un mare poco esteso e abbastanza profondo. Le sue coste sono alte e rocciose.
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Indicazioni per realizzare in proprio le mappe di controllo (parlate, mute, bianco e nero e colorate):
– mappa di controllo I: una mappa con le regioni colorate e della stessa dimensione dell’incastro dell’Italia – mappa di controllo II: negli stessi colori e delle stesse dimensioni della prima mappa, ed ha in più i nomi delle regioni e dei mari italiani. Completa la mappa un set di cartellini (colorati o in bianco e nero) da usare per etichettare l’incastro dell’Italia – mappa di controllo III: una mappa in bianco e nero. Le regioni italiane sono della stessa dimensione dell’incastro dell’Italia – mappa di controllo IV: uguale alla mappa III ma con l’aggiunta dei nomi. Completa la mappa un set di cartellini da usare con l’incastro dell’Italia. Le mappe di controllo vengono presentate al bisogno. In seguito possiamo preparare mappe simili ma di dimensioni ridotte da usare per colorare ed etichettare. Per preparare queste mappe basterà, come già detto, copiare su grandi fogli di carta bianca i contorni del vostro incastro dell’Italia Montessori.
____________________ Cartellini per lo studio dell’Italia
Livello I In quale continente si trova l’Italia? In quale emisfero si trova l’Italia? Con quali stati e mari confina l’Italia? Qual è la capitale italiana? Nomina alcune città italiane importanti che conosci. Disegna e colora la bandiera italiana. Ricerca il significato dei colori della bandiera italiana. Disegna una cartina dell’Italia. Segna la capitale e alcune città importanti che conosci. Disegna alcuni simboli dell’Italia conosciuti in tutto il mondo. Disegna una cartina dell’Italia includendo la scala chilometrica. Etichetta gli stati e le acque che confinano con l’Italia.
Livello II Qual è la regione italiana più grande? Quale regione italiana è una penisola? Quale regione italiana è un’isola? In quale regione italiana vivi? Quante sono le regioni italiane? Quali regioni si trovano a est della Lombardia? Quali regioni si trovano a ovest dell’Abruzzo? Quali regioni si trovano a nord dell’Emilia Romagna? Quali regioni italiane non sono bagnate dal mare? Quali mari bagnano l’Italia a est? Qual è l’unica regione che confina con la Valle d’Aosta? Quali mari bagnano l’Italia a ovest? Quali regioni si trovano a est delle Marche?
Livello III Quali lingue si parlano in Italia? Quale moneta si usa in Italia? Raccogli alcuni francobolli italiani. Quali sono le religioni più praticate in Italia? Quale forma di governo c’è in Italia? Quali sono le principali industrie italiane?
__________________ Cartellini per lo studio delle regioni (un set per ogni regione)
Livello I Qual è il nome della regione? In quale stato si trova? In quale continente si trova? In quale emisfero si trova? Da quali mari è bagnata? Se non è bagnata dal mare, a quanti chilometri di distanza si trova dal mare? Qual è il suo clima? Disegna una cartina della regione includendo la scala chilometrica. Etichetta gli stati, le regioni e le acque che confinano con la regione.
Livello II Usando la scala chilometrica, trova quanto misura la regione nel suo punto più largo e nel suo punto più stretto. Quanto è popolata la regione? Quanto misura la sua superficie in chilometri quadrati? Qual è il capoluogo di regione? Quante province ha la regione? Elenca tutte le province della regione. Elenca almeno altre tre città importanti della regione. Quali sono le sue catene montuose e le montagne principali? A quanti metri sul livello del mare si trova il suo punto più alto? Elenca i principali fiumi e laghi della regione. Su una cartina della regione da te disegnata, localizza tutti gli elementi che hai nominato nel questionario.
Livello III Come si chiamano gli abitanti della regione? Quale lingue e dialetti si parlano nella regione? Trova alcune parole in queste lingue o dialetti. Quali tipi di vegetazione puoi incontrare nella regione? Quali animali puoi incontrare nella regione? Fai un disegno del paesaggio tipico della regione. Disegna o ricerca immagini degli animali tipici della regione.
Livello IV Quali sono i principali prodotti agricoli della regione? Quali sono le industrie più importanti? Quali sono le attività lavorative più importanti nella regione? Quali prodotti esporta la regione? Quali sono i piatti tipici?
____________________________ Materiali stampabili per l’incastro dell’Italia Montessori
Trovi tutto il materiale pronto in formato pdf qui:
Esperimenti scientifici per bambini: palloncini a confronto.
Materiali – bombola di elio – 4 palloncini – una bottiglia di plastica vuota senza tappo – un sacchetto di plastica e un elastico (o un sacchetto con chiusura zip) – una bottiglia di plastica vuota col tappo – bicarbonato – aceto – spago – forbici – graffette metalliche – una bacinella d’acqua (o la vasca da bagno) – una bilancia.
Perchè alcuni palloncini possono restare sospesi in aria e altri no? Cos’è che li fa sollevare da terra?
Esperimenti scientifici per bambini: palloncini a confronto
Esperimento – prendiamo il sacchetto di plastica, immergiamolo nell’acqua in modo che si riempia almeno per metà, quindi spremiamo fuori l’aria e chiudiamolo – chiediamo a un bambino di sollevare il sacchetto fuori dall’acqua e chiediamo: “Come lo senti? Pesante?”
– chiediamo di immergere di nuovo il sacchetto tenendolo immerso ma senza che tocchi il fondo e chiediamo “Adesso come lo senti? Più pesante o più leggero?”
– sentiamo il sacchetto più leggero quando è immerso in acqua perchè l’acqua della bacinella che si trova sotto al sacchetto sostiene un po’ del suo peso – se lasciamo andare il sacchetto, l’acqua della bacinella non basta a tenerlo sollevato, ed esso affonda per la forza di gravità che attira gli oggetti verso il basso. L’acqua della bacinella non sostiene l’acqua del sacchetto.
– prendiamo un palloncino e gonfiamolo d’aria. Il palloncino gonfiato d’aria è circondato da aria, come il sacchetto pieno d’acqua è circondato d’acqua. Anche il palloncino non può essere sostenuto e quindi non può restare sollevato
– l’acqua però, come abbiamo visto sentendo il sacchetto più leggero quando immerso, può esercitare una forza dal basso verso l’alto che può portare il peso degli oggetti, e può anche tenerli sollevati. Anche l’aria può farlo, come l’acqua. – facciamo un’altra prova. Prendiamo la bottiglia vuota chiusa col tappo. E’ molto leggera perchè contiene soltanto aria, ma naturalmente l’aria non tiene sospesa la bottiglia – mettiamo la bottiglia nella bacinella. Cosa succede? Galleggia sulla superficie, perchè l’acqua da sola è in grado di sostenere il suo peso, con la sua forza dal basso verso l’alto che vince sulla forza di gravità. L’aria contenuta nella bottiglia è più leggera dell’acqua della bacinella, quindi l’acqua può sostenerla – per sentire questa forza proviamo a tenere immersa la bottiglia con le mani: è molto difficile! La forza dell’acqua spinge la bottiglia verso l’alto e noi dobbiamo spingere un bel po’ verso il basso per vincerla
– prendiamo un palloncino, gonfiamolo con l’elio, chiudiamolo con un nodo e lasciamolo andare – al palloncino succede la stessa cosa che succede alla bottiglia piena d’aria immersa nell’acqua. L’aria è più pesante e l’elio è più leggero, quindi l’aria solleva l’elio, come l’acqua sostiene l’aria
– se liberassimo il palloncino con elio, il gas al suo interno è così leggero che salirebbe fino a sparire dalla nostra vista. Fin quando salirebbe? Fino ad allontanarsi tanto dalla terra da incontrare dell’aria leggera quanto lui. A questo punto si fermerebbe, senza salire né scendere. Si troverebbe in una condizione di equilibrio – possiamo provare a trovare anche noi questo punto di equilibrio aggiungendo dei pesi al nostro palloncino, fino a trovare il punto in cui non sale né scende – aggiungiamo al palloncino un pezzetto di spago, che avremo prima pesato, poi fissiamo allo spago una graffetta alla volta – ad un certo punto o saremo così fortunati da trovare il punto di equilibrio, o dovremo togliere del peso accorciando lo spago
– ora proviamo a trovare altri modi per rendere un palloncino più leggero dell’aria, e cerchiamo il loro punto di equilibrio – prendiamo una bottiglia vuota e versiamo in essa del bicarbonato
– aggiungiamo molto velocemente dell’aceto e fissiamo al collo della bottiglia un palloncino – il palloncino si riempie di gas e si gonfia sotto i nostri occhi. Di quale gas si tratta? Di anidride carbonica.
Facciamolo gonfiare finché non raggiunge le stesse dimensioni del palloncino gonfiato con l’elio, quindi chiudiamolo con un nodo e aggiungiamo un pezzo di spago – vedremo che anche questo palloncino si solleverà in aria, e potremo confrontare la velocità in cui lo fa con quella del palloncino pieno di elio. Inoltre potremo trovare il suo punto di equilibrio, come abbiamo fatto col primo palloncino – possiamo dire che l’anidride carbonica è più leggera dell’aria, ma è più pesante dell’elio.
Esperimenti scientifici per bambini: volare coi palloncini a elio Materiali: – palloncino – bombola di elio – spago – forbici – graffette metalliche – bilancia
Esperimenti scientifici per bambini: volare coi palloncini a elio Esperimento: – gonfiamo il palloncino con la bombola di elio, chiudiamolo e chiudiamolo con un nodo – pesiamo un pezzo di spago e leghiamolo al palloncino (il mio spago pesa 1 g) – lasciamo andare il palloncino – pesiamo una graffetta metallica (la mia pesa 2 g) – aggiungiamo una ad una le graffette allo spago fino a trovare il punto in cui il palloncino può iniziare a sollevarsi
– ora possiamo sapere quanti grammi possono essere sollevati da un palloncino – consideriamo il peso di un bambino, ad esempio di 30 Kg, e chiediamo: “Quanti palloncini servirebbero per sollevarlo da terra?”
Esperimenti scientifici per bambini: volare coi palloncini a elio Le mongolfiere possono volare e anche trasportare delle persone per lo stesso principio che fa volare i nostri palloncini: perchè l’aria calda del loro pallone è più leggera dell’aria circostante. Anche i dirigibili volano proprio come il nostro palloncino, e possono trasportare delle persone, e nel loro pallone contengono proprio elio. La forza che spinge il nostro palloncino, le mongolfiere e i dirigibili è la forza di Archimede o forza idrostatica. Il volo con questi mezzi è detto volo aerostatico.
Con i bambini più piccoli possiamo invertire l’esperimento e trovare insieme quanti palloncini occorrano per sollevare da terra un pupazzetto.
Esperimenti scientifici per bambini: volare coi palloncini a elio Materiali: – un pupazzetto – bilancia – bombola di elio – palloncini – spago e forbici
Esperimenti scientifici per bambini: volare coi palloncini a elio Esperimento: – chiediamo ai bambini: “Secondo voi quanti palloncini serviranno a far volare questo orsetto?”. I bambini faranno le loro previsioni – cominciamo a gonfiare i palloncini e leghiamoli al pupazzetto fino a raggiungere il nostro scopo.
Tavole di Seguin PRESENTAZIONI ED ESERCIZI per imparare a conoscere i numeri da 11 a 19, da 10 a 90 e da 11 a 99. Le presentazioni prevedono l’utilizzo, insieme alle tavole, di perle colorate, perle dorate e aste numeriche.
Tutto il materiale pubblicato sulle tavole di Seguin (download, presentazioni, tutorial, ecc.) si trova qui: LE TAVOLE DI SEGUIN.
Per le presentazioni ho utilizzato il mio materiale auto prodotto e le tavole di Seguin realizzate da Montessori 3D di Bobobo.
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Tavole di Seguin PRESENTAZIONI ED ESERCIZI La prima tavola di Séguin – numerazione da 11 a 19.
Il materiale è costituito da una serie di nove 10 scritti l’uno sotto l’altro e disposti in una cornice.
Sotto l’ultimo c’è uno spazio vuoto. Allegata a questa tavola c’è una serie di tavolette di grandezza sufficiente per coprire lo zero del 10, che si possono collocare nella cornice, introducendole dal lato destro fornito di apposita scanalatura.
L’esercizio consiste nel collocare la tavoletta dell’1 sopra lo zero del primo 10,
quella del 2 sullo zero del secondo 10 e così via,
fino a che il bambino non arriva a coprire col 9 l’ultimo zero. A partire da questo punto non si può fare altro, se non passare ad una seconda decina.
All’esercizio precedente bisogna associare la conoscenza dei termini. La difficoltà maggiore nella terminologia sta nel passaggio dal 10 al 20. Infatti, la struttura delle parole che si riferisce alla decina ed alle unità nasconde gli elementi che le compongono. Questi elementi, fondendosi, formano parole nuove.
Perciò, questa parte deve essere imparata a memoria mediante esercizi di composizione di parole costruite con cartellini.
La parola dici sarà sempre scritta in rosso, mentre l’altra parte della parola, che indica il gruppo di unità associate alla decina, sarà scritta in nero. Così fino al numero 16 l’unità precede la decina, negli altri (e poi in tutte le decine successive) l’unità segue la decina. In tal modo avremo:
un———–dici do———–dici tre———–dici quattor—–dici quin———dici se————dici —————dici—— a —– s-sette —————dici—————- otto —————dici—— a —–n-nove venti.
Conclude la serie la parola “venti”, termine che si differenzia completamente da quelli che la precedono nella numerazione. Raggiunto il nove, poi, perfino le parole dimostrano che si è concluso il passaggio graduale, per entrare in un nuovo gruppo.
E’ ora necessario unire le conoscenze dei numeri da 11 a 19, fin qui considerati separatamente prima come quantità e poi come simboli. L’appaiamento quantità – simboli si conduce presentando contemporaneamente le perle colorate e i cartelli, per ciascuno dei numeri da 11 a 19. Nelle immagini vediamo il numero 15 con le perle colorate, e con le “perle colorate” stampabili:
Altro esercizio consisterà poi nel lasciare fissa la stessa decina, e sostituendo via via accanto ad essa i gruppi successivi di unità. Questo esercizio può essere eseguito sia con le perle colorate, sia con le aste numeriche:
Ogni volta che si forma una nuova quantità, c’è la relativa composizione del numero. Si pone così il bastoncino da 1 perla vicino a un bastoncino della decina, mentre nel cartello del 10 lo zero viene coperto dal simbolo dell’1. Si prosegue così, sostituendo e unendo fra loro quantità e simboli, lasciando fissa la decina.
Arrivati al 9, non si può continuare con lo stesso procedimento, perchè il bastoncino (o l’asta numerica) che segue il 9 non può che essere una nuova decina. Collochiamo quindi la nuova decina accanto alla prima.
Per quanto riguarda i cartelli dei numeri, bisogna invece accantonare quelli usati prima e utilizzare il cartello del 20.
Tutti questi esercizi rafforzano il concetto chiave del sistema decimale, che si impernia sul passaggio da una decina all’altra, cioè dal 9 al 10. Dopo il 9, il ponte è stato superato: ha inizio una nuova decina.
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Tavole di Seguin PRESENTAZIONI ED ESERCIZI Esercizio 1 – Prima tavola di Séguin
tempo 1: si dispongono le tavolette di Séguin sul tappeto. L’insegnante tiene le tessere dei numeri da 1 a 9 e comincia inserendo quella dell’1 sul primo 10 dicendo: “10 e 1 si chiama undici. Questo è il nostro modo di scrivere 11. Undici.! “
Ripete più volte il nome. Poi mette sul secondo 10 la tessera del 2 dicendo: “10 e 2 si chiama dodici, Questo è il nostro modo di scrivere 12. Dodici.” L’insegnante continua allo stesso modo con tutti gli altri numeri fino al 19.
tempo 2: l’insegnante chiede ai bambini di indicarle le cifre che lei nomina, dicendo ad esempio “Mostrami il 18″ ecc…
tempo 3: l’insegnante indica le cifre non in ordine e il bambino le dice i nomi. Alla fine glieli chiede in ordine da 11 a 19.
Il materiale viene riposto in un luogo accessibile al bambino, in modo che lui possa usarlo ogni volta che lo desidera. Nei giorni successivi possiamo chiedere al bambino di comporre numeri non seguendo l’ordine:
_______________________________ Tavole di Seguin PRESENTAZIONI ED ESERCIZI Esercizio 2 – prima tavola di Séguin collegare le cifre da 10 a 19 alle quantità
Materiale: tavolette di Séguin dei 10, 9 barrette di perle del 10, un set di barrette di perle colorate da 1 a 9 Scopo: collegare le cifre da 10 a 19 alle quantità
Esercizio: si sistemano le tavole di Seguin sul tappeto. L’insegnante mette una barretta del 10 e una dell’1 a sinistra del primo 10 della tavoletta dicendo: “10 e 1 è undici”, e chiede al bambino di contare le perle.
Poi prende la tessera mobile dell’1 e la fa scivolare sul primo 10 della tavoletta dicendo “10 e 1 è 11. Questo è il nostro modo di scrivere 11″.
Quindi il bambino mette le barrette a destra del numero 11.
Poi chiede al bambino di mettere una barretta del 10 e una del 2 a destra del secondo dieci, quindi di comporre sulla tavoletta di Seguin il 12. Il bambino conta le perline delle barrette.
Questo esercizio prosegue fino al 19. Come sempre si ripone il materiale in un luogo accessibile al bambino, in modo che lui possa servirsene ogni volta che lo desidera.
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Tavole di Seguin – presentazioni ed esercizi Seconda tavola di Séguin – numerazione da 11 a 99.
Scopo di questa seconda tavola è quello di verificare, per altra via, lo stesso fenomeno. E’ costituita da due tavole uguali:
la suddivisione in due tavole ha solo lo scopo di rendere più maneggevole il materiale. Sulla prima tavola sono presenti i numeri corrispondenti alle prime 5 decine: 10 20 30 40 50; nell’altra le quattro decine successive 50 60 70 80 90. Il materiale è completato da una serie di nove tavolette con le unità, che si possono inserire nelle tavole per coprire gli zeri.
Ci sono poi, per eseguire l’esercizio, le perle dorate del sistema decimale: 9 decine e 10 unità sciolte.
Per la numerazione da 11 a 99 si procede contemporaneamente con quantità e simboli. Per esempio, per il passaggio dalla seconda alla terza decina, si aggiunge ai due bastoncini dorati una perla e contemporaneamente si copre lo zero del 20 con la tavoletta dell’1, per ottenere il numero 21. Poi, si aggiungerà una seconda perla, sostituendo l’uno col la tavoletta del 2 per ottenere il numero 22.
Arrivati al 29, nel momento stesso in cui si aggiunge la decima perla, si sostituiscono le perle sciolte con una nuova decina: quelle tre decine che, spostandosi in basso, corrispondono al numero 30.
Inserendo e sostituendo, sopra lo zero del 10, una dopo l’altra, le nove cifre delle unità secondo la serie naturale dei numeri, si formano successivamente i numeri 11 12 13 14 15 16 17 18 19.
Giunti a questo punto, bisogna passare al 20, ripercorrendo il procedimento per comporre via via i numeri 21 22 23 24 25 26 27 28 29… e così via, fino ad arrivare al 99.
Giunti al 99 non è più possibile continuare con questo materiale: i riquadri sono insufficienti a contenere il numero 100, che è formato da tre cifre. L’unità che manca, e che non possiamo aggiungere, è una chiave più importante di quella che prima ci permetteva il passaggio da una decina all’altra. Si tratta anche qui di un “semplice uno”, ma questa unità è diversa da quella che ci ha permesso di percorrere una ad una le decine: porta con sè una nuova gerarchia, che richiede per esprimersi di uno spazio maggiore. E’ il passaggio dalle decine alle centinaia.
Le decine che si susseguono l’una all’altra sono le guide. Lo dimostrano le parole stesse, tutte differenti tra loro: dieci, venti, trenta, quaranta, cinquanta, sessanta, settanta, ottanta, novanta. Al contrario, i punti di passaggio da una decina alla successiva, ad eccezione di quelli tra le prime due decine che ha richiesto uno studio a parte, si distinguono con parole uniformi che corrispondono all’unione successiva delle nove unità con ciascuna decina: vent-uno venti-due venti-tre venti-quattro venti-cinque venti-sei venti-sette vent-otto venti-nove.
Questo si ripete via via per ogni nuova decina, allo stesso modo che per la sostituzione delle tavolette: è un’autentica addizione di parole.
Questi esercizi chiariscono e facilitano non solo la comprensione del sistema decimale, ma anche il meccanismo del contare che deve svolgersi sulla base del grande quadro del sistema decimale.
Tavole di Seguin – presentazioni ed esercizi Esercizio 1 – seconda tavola di Seguin
Imparare i nomi dei numeri da 10 a 90 in relazione alle quantità
Materiale: 45 barrette di perle del dieci, Scopo: imparare i nomi dei numeri da 10 a 90 in associazione alle quantità.
Esercizio: si procede usando il metodo della lezione in tre tempi. L’insegnante porta sei barrette del 10 al tavolo del bambino e si siede accanto a lui.
Tempo 1: l’insegnante mette una barretta di fronte al bambino. Il bambino le dirà che è il 10.
Allora lei toglie la barretta dal tavolo ed al suo posto mette due barrette dicendo: “Questi sono due 10. Noi chiamiamo due 10 venti”, ripetendo venti più volte.
Poi toglie le due barrette, e al loro posto ne mette tre davanti al bambino “Questi sono tre 10. Noi chiamiamo tre 10 trenta” ripetendo trenta più volte.
Tempo 2: l’insegnante mette i tre gruppi di fronte al bambino e gli chiede di mostrarle quelli che via via indica, in ordine sparso:
“Poi mostrarmi il 30?” “Mi indichi il 20?” “Qual è il 10?” “Se io li rimescolo, poi me li ridici?” L’insegnante cambia l’ordine delle barrette più volte, e il bambino ripete i nomi correttamente.
Tempo 3: l’insegnante mette davanti al bambino una quantità alla volta e gli chiede di dirle il numero cui corrisponde. Alla fine della lezione l’insegnante dispone le quantità in colonna in ordine crescente e insieme al bambino ne dice i nomi: “Dieci, venti, trenta”.
Nei giorni seguenti ai numeri imparati vengono via via aggiunti tutti gli altri, fino al 90.
Si vanno via via a formare rettangoli sempre più larghi sul modello 10=10×1; 20=10×2; 30=10×3; ecc… Questo concetto non viene verbalizzato, si lascia che il bambino abbia un’impressione visiva della geometria del numero.
Esercizio 2 – seconda tavola di Seguin
collegare le cifre da 10 a 90
Materiale: tavolette di Séguin dal 10 al 90 45 barrette di perline colorate del 10.
Scopo: collegare le cifre da 10 a 90 alle quantità, contare da 10 a 90 con quantità e cifre
Esercizio: le tavolette di Seguin vengono disposte verticalmente sul tappeto, e l’insegnante mostra al bambino come mettere correttamente le barrette di perline alla sinistra delle cifre, cominciando dal 10.
Appena il bambino capisce l’esercizio, può lavorare autonomamente, infatti siccome le barrette di perline sono contate, lui può accorgersi da solo di eventuali errori ed autocorreggersi.
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Esercizio 3 – seconda tavola di Seguin
Identificare i numeri a 10 a 90 con le tavolette di Séguin
Materiale: tavolette di Séguin numerate dal 10 al 90
Scopo: identificare i numeri da 10 a 90
Esercizio: dopo che il bambino ha imparato i nomi dei numeri in relazione alle quantità, può associarli al segno grafico. Si utilizza il metodo della lezione in tre tempi:
tempo 1: l’insegnante indica i numeri uno alla volta in sequenza ripetendone il nome tempo 2: l’insegnante chiede al bambino di indicarle i numeri che lei nomina in ordine sparso tempo 3: l’insegnante indica i numeri in ordine sparso, e il bambino le dice il nome.
Al termine della lezione insegnante e bambino insieme, ripetono i nomi dei numeri in sequenza.
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Esercizio 4 – seconda tavola di Seguin
Contare da 10 a 99 con le tavolette di Séguin e le perle colorate Montessori
Materiale: tavolette di Séguin dal 10 al 90 e cifre mobili dall’1 al 9; 9 barrette di perline colorate del 10 un set di barrette di perline colorate dall’1 al 9.
Scopo: costruire quantità e numeri in sequenza da 10 a 99. Questa è la tappa finale di tutto il lavoro svolto per imparare a contare.
Esercizio: si prepara il materiale sul tappeto. Poi l’insegnante chiede al bambino di mettere una barretta di perline del 10 a sinistra del numero 10.
Poi gli mostra come costruire l’11 mettendo una perlina delle unità a sinistra del numero 10, quindi fa scivolare il numero mobile dell’uno sullo zero dicendo: “10 e 1 è 11, e noi lo scriviamo così, dieci e uno”.
L’insegnante mostra al bambino che per fare il 12 bisogna aggiungere un’altra unità, quindi toglie la tessera dell’1 e mette al suo posto quella del 2.
Insegnante e bambino continuano così a costruire i numeri e le quantità cui corrispondono fino a 19. I numeri mobili non usati si tengono da parte, girati sul rovescio:
“10 e 9 sono 19. Abbiamo una decina e 9 unità”.
Se noi avessimo un’unità in più (mette una perlina in più) avremmo 10 unità, quindi sarebbero 2 decine”.
Quindi sostituisce le dieci perline con una barretta di perline del 10: “Ora dobbiamo mettere questa decina con le altre, così di barrette ne abbiamo due adesso, quindi siamo a 20, il nostro prossimo numero”.
Si procede così, rispettando i tempi di apprendimento del bambino, fino al 99.
Quando il bambino ha capito l’esercizio, può svolgerlo anche da solo.
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Inserendo e sostituendo, sopra lo zero del 10, una dopo l’altra, le nove cifre delle tavolette secondo la serie naturale dei numeri, si formano successivamente i numeri
11 – 12 – 13 – 14 – 15 – 16 – 17 – 18 – 19
giunti a questo punto, bisogna passare al 20, ripercorrendo il procedimento per comporre via via i numeri:
21 – 22 – 23 – 24 – 25 – 26 – 27 – 28 – 29
e così via fino alla fine, il 99. Sono sempre le stesse tavolette che servono da ponte fra il 10 e il 20, così come fra il 20 e il 30, fra l’80 e il 90. Giunti al 99 non è più possibile continuare con questo materiale: i riquadri sono del tutto insufficienti a contenere il numero successivo, il 100, essendo costituito da tre cifre. Quell’unità che manca e che non possiamo aggiungere è una chiave più importante di quella che prima ci permetteva il passaggio da una decina all’altra. Si tratta di un semplice uno, ma questa unità non è quella che ci permette di percorrere una ad una le decine: porta invece con sé una nuova gerarchia che richiede per esprimersi uno spazio maggiore. E’ il passaggio dalle decine alle centinaia. Le decine che si susseguono l’una all’altra sono le guide. Lo dimostrano le parole stesse, tutte differenti fra loro: dieci, venti, trenta, quaranta, cinquanta, sessanta, settanta, ottanta, novanta. Al contrario, i punti di passaggio da una decina alla successiva, ad eccezione di quelli tra le prime due decine che hanno richiesto uno studio a parte, si distinguono con parole uniformi che corrispondono all’unione successiva delle nove unità con ciascuna decina: vent-uno, venti-due, venti-tre, ecc. Questo si ripete per ogni decina: quaranta-cinque, quaranta-sei, ottanta-tre, ottanta-quattro, ecc. E’ un’autentica addizione di parole. Gli esercizi descritti chiariscono e facilitano non solo la comprensione del sistema decimale, ma anche il meccanismo del contare che deve svolgersi sulla base del gran quadro del sistema decimale mostrato in principio. I passaggi non sono che dettagli, ponti sempre uguali che collegano un gruppo all’altro. E’ la serie dall’uno al nove che opera e, una volta appreso in meccanismo, non c’è che da ripeterlo. Gli ordini gerarchici che rappresentano il fondamento e la guida della numerazione devono venir studiati prima dell’attività di numerare e in se stessi. Poi il contare diverrà un’operazione semplice, con la quale non ci si può confondere.
Esperimenti scientifici per bambini – effetti della temperatura sui gas. Con questo esperimento vogliamo dimostrare che la temperatura influisce sulla densità, e che questo può influenzare il comportamento dei gas.
Domande: – Cos’è la densità? – Cosa dice il principio di Archimede? – Come la temperatura influenza la densità di un gas? – Come la densità di un gas influenza il suo comportamento?
Materiali: – bombola di elio – due palloncini – frigorifero o congelatore
Esperimenti scientifici per bambini – effetti della temperatura sui gas
Concetti base: – l’elio è meno denso dell’aria. La densità di una sostanza è la sua massa per il suo volume e si misura in chili per metri quadri. Quando diciamo che l’elio è meno denso dell’aria, intendiamo dire che un certo volume di elio pesa meno dello stesso volume di aria. – la forza di Archimede (o forza idrostatica) che spinge un pallone gonfiato con elio verso l’alto può essere influenzata dalla temperatura, perchè la temperatura di un gas ne modifica la densità.
Procedimento: – gonfiamo i due palloncini con l’elio, cercando di farli il più possibile della stessa grandezza e fermiamoli con un nodo
– mettiamo uno dei due palloncini in frigorifero o nel congelatore, e lasciamo l’altro a temperatura ambiente
– dopo 20 minuti prendiamo il pallone dal frigorifero, fotografiamo velocemente i due palloni, e liberiamoli possibilmente all’aperto – osserviamo attentamente: quale dei due palloncini si alza più velocemente? – Perchè c’è una differenza nel comportamento dei due palloncini?
Il cofanetto delle figure geometriche piane come preparazione alla psicogeometria. Secondo Maria Montessori ogni materia di insegnamento non dovrebbe procedere da sola, in modo lineare e separatamente dalle altre. Al contrario ognuna dovrebbe essere vista come un piccolo rivolo d’acqua che sgorga da una sorgente, si ingrossa, scompare per qualche tempo nascosto sotto le pietre, poi torna fuori più lontano, si unisce con altri rivoletti, si isola ancora e infine diventa un fiume con sponde proprie.
Questo vale anche per la geometria, che si avvia nella Casa dei Bambini (dai 4 ai 6 anni) quando il bambino si trova nel periodo di sviluppo dei sensi, delle coordinazioni motorie e del linguaggio. In questo periodo non interessano le analisi e le definizioni: il bambino assorbe il mondo esterno attraverso le sensazioni e la continua attività motoria che esercita sugli oggetti circostanti. Tenendo presente questa caratteristica peculiare della mente infantile, intorno ai 4 anni si presenta il primo materiale sistematico di forme geometriche piane, che serve a dare la prima rappresentazione sensoriale di esse: gli incastri geometrici piani. Il vassoio di presentazione bianco e rosso delle immagini è prodotto da Montessori 3D di Boboto.
Per la prima presentazione si utilizzano le forme più regolari e contrastanti tra loro: un triangolo equilatero, un cerchio e un quadrato. Si tratta del vassoio di presentazione.
Dopo aver lavorato col vassoio di presentazione vengono gradualmente aggiunte le altre figure, fino a lavorare con più figure differenti insieme: triangolo, rettangolo, pentagono, rombo, trapezio, cerchio.
Infine si danno i vassoi contenenti sei figure che rappresentano varietà e gradazioni della stessa forma:
il quadrato e cinque rettangoli che hanno un lato costante (10 cm) e l’altro degradante di 1 cm fino al rettangolo che ha il lato minore di 5 cm
sei poligoni dal pentagono al decagono, tutti costruiti in modo che siano iscritti in un cerchio che ha 10 cm di diametro
sei cerchi di cui il maggiore ha diametro di 10 cm e il minore di 5 e gli altri il diametro successivamente degradante di 1 cm dal primo all’ultimo
figure varie a contorni curvi: triangolo equilatero, ellisse, ovale, due fiori costruiti sullo stesso quadrato, uno sul lato e uno sull’angolo
Si tratta di incastri che si possono inserire perfettamente in una cornice quadrata, muniti di una manopola per la presa a tre dita. Ogni incastro può essere collocato esattamente solo nella propria cornice. L’esercizio dunque porta a una comparazione continua tra le forme, e a un controllo materiale su identità e differenze.
Che cosa c’è di identico tra la cornice e l’incastro? La linea di contorno. I due oggetti, incastro e cornice, in se stessi sono molto diversi, e in certo modo opposti: la cornice ha dal lato esterno sempre la stessa forma (un quadrato), invece gli incastri hanno contorni esterni diversissimi (triangolo, rettangolo, cerchio, pentagono, ecc.). Il quadrato delle cornici ha però incavi di contorno diversissimi, corrispondenti a quelli degli incastri: ha un vuoto, una mancanza di materia.
Col materiale degli incastri geometrici piani il bambino si dedica a comparazioni tra le figure geometriche ed al loro studio intuitivo, grazie ad esperienze attive fatte di spostamenti, ricerche e tentativi. L’attività del bambino con questo materiale è un’attività complessa: la mano sposta, l’occhio riconosce, la mente giudica.
Per richiamare l’attenzione del bambino sul contorno, facciamo eseguire un esercizio speciale: il bambino deve toccare tutto il contorno dell’incastro e poi il contorno dell’incavo che sta nella cornice.
I movimenti della mano seguono il contorno e questo movimento eseguito lentamente, attentamente e con precisione, dice Maria Montessori, dà un’idea motrice. Il bambino può riconoscere anche grazie al movimento la forma del contorno, e mettere in rapporto la forma rilevata come identica nell’incastro e nella cornice.
Gli esercizi proseguono a occhi bendati: il bambino mette una serie di incastri nelle cornici, toccandone attentamente i contorni e senza l’aiuto della vista.
Il cofanetto delle figure geometriche piane come preparazione alla psicogeometria
In tutti i vassoi previsti nel cofanetto, le figure sono costruite in modo da avere un riferimento alla medesima dimensione lineare: 10 cm. Il triangolo equilatero ha il lato di 10 cm e il cerchio il diametro di 10 cm. Così il triangolo, non essendo inscritto nel cerchio, non può entrarvi, né a maggior ragione il cerchio nel triangolo. Questa impossibilità pratica di sbagliare è il controllo dell’errore insito nel materiale stesso. Grazie a questo principio il bambino, una volta conosciuto l’uso degli oggetti, può procedere senza insegnante.
L’importanza di avere una cornice di incastro non è solo quella di garantire il controllo dell’errore: la cornice richiama anche l’attenzione sulle particolarità che differenziano le varie forme, quando il bambino cerca per tentativi cerca per tentativi la cornice giusta per la piastrella che ha in mano, o prova a incastrarla in diversi sensi.
Il quadrato, ad esempio, si può spostare nei quattro lati ed entra sempre. Il rettangolo, se non si appoggia in modo che i lati maggiori e minori corrispondano, rimane fuori dalla cornice. Il quadrato, tuttavia, non si può rigirare nella cornice tante volte come un poligono e questo, dal pentagono al decagono, fa passi sempre più piccoli nel suo giro. Il cerchio, infine, può girare tutto intorno senza interruzioni.
Il materiale degli incastri geometrici può insomma insegnare la differenza tra le figure senza intervento da parte dell’insegnante, che interviene solo per presentare gli esercizi e per dare i nomi delle forme geometriche attraverso la lezione in tre tempi che si utilizza per tutti i tipi di nomenclatura.
Col materiale degli incastri geometrici nella mente del bambino, grazie all’apprendimento dei concetti della geometria, si sviluppa il senso geometrico. Gli occhi del bambino sono stimolati a sentire l’aspetto geometrico dell’ambiente che li circonda: il piano del tavolo rettangolare, gli esagoni delle mattonelle del pavimento, i cerchi dei piatti, i quadretti dei fazzoletti, le ellissi delle cornici dei quadri … porte, finestre, decorazioni assumono un significato nuovo.
Questa nuova attitudine della mente, questa osservazione spontanea che si manifesta grazie allo sviluppo di una particolare sensibilità interiore, è qualcosa di molto diverso da ciò che consideriamo “apprendimento logico”.
Aggiungere alcune nozioni di una data disciplina, in questo caso della geometria, durante i periodi sensitivi prepara nella personalità attitudini che predispongono la mente a comprendere, depositano germi permanenti di interesse nell’intelligenza.
Il cofanetto delle figure geometriche piane come preparazione alla psicogeometria
Le figure geometriche rappresentate negli incastri vengono ripetute come semplici disegni su tre serie di cartoncini quadrati, che hanno la stessa dimensione delle cornici. Su di esse le figure riproducono:
serie 1: gli incastri colorati nella stessa dimensione e colore
serie 2: il contorno con una striscia colorata
serie 3: una linea sottile.
La linea di contorno, già tante volte percepita dal movimento della mano, viene dunque isolata e resa visibile.
Il cofanetto delle figure geometriche piane come preparazione alla psicogeometria
Le tre serie di cartoncini possono essere realizzate facilmente utilizzando come modello gli incastri.
Gli esercizi con gli incastri geometrici sono primissime esperienze che mettono in rapporto il bambino piccolo, dai tre o quattro anni di età, con le forme geometriche. Le sue conoscenze sono intuizioni d’insieme, che egli riceve attraverso la sua esperienza attiva.
Esperimenti scientifici per bambini: portiamo un palloncino a elio in automobile.
La prima legge della dinamica di Newton, detta anche principio d’inerzia o legge di Galileo afferma che “un corpo mantiene il proprio stato di quiete o di moto rettilineo uniforme, finché una forza non agisce su di esso”.
Pensiamo a quando viaggiamo in automobile: quando l’auto accelera ci sentiamo spinti all’indietro, mentre una frenata improvvisa ci farebbe volare in avanti, se non avessimo le cinture di sicurezza allacciate.
Questo esperimento dimostra il diverso comportamento che può avere un pendolo o un pallone gonfiato con aria, e un pallone gonfiato ad elio all’interno di un’automobile che accelera e rallenta.
Vedremo che il pendolo o il pallone gonfiato ad aria si comportano in modo del tutto prevedibile, cioè oscillano all’indietro quando si accelera e in avanti quando si rallenta. Il palloncino ad elio, invece, non risponde alla legge di Newton sul moto, ma risponde invece al principio di Archimede, essendo l’elio più leggero dell’aria.
Materiale:
– un pendolo o un palloncino
– corda, forbici, nastro adesivo
– automobile
– palloncini
– bombola di elio
Esperimenti scientifici per bambini: portiamo un palloncino a elio in automobile
Esperimento:
– fissiamo un palloncino gonfiato con aria (o un pendolo) al tettuccio dell’automobile. Osserviamo che quando l’auto è ferma l’oggetto pende verso il basso
– quando l’auto accelera in avanti, l’oggetto oscilla all’indietro:
– quando l’auto rallenta, l’oggetto oscilla in avanti
– ora gonfiamo un palloncino con la bombola di elio:
– fissiamo sul fondo dell’auto il palloncino e osserviamo che va verso l’alto:
– quando l’auto accelera in avanti, il palloncino a elio oscilla in avanti:
– quando l’auto rallenta, il palloncino ad elio oscilla all’indietro:
Come afferma il principio di Newton, tutti i corpi tendono a rimanere fermi se sono fermi o in movimento se sono in movimento, se una forza non agisce su di loro in modo diverso. Quando l’automobile parte, l’aria contenuta nell’auto, che era ferma, tende a restare ferma, finché la forza data dal movimento dell’auto non agisce su di essa. Quando l’auto accelera in avanti, la densità dell’aria aumenta verso la parte posteriore dell’automobile, quindi la pressione nella parte posteriore dell’auto aumenta. Il pallone a elio, quindi, galleggia sull’aria più densa e si sposta in avanti.
Esperimenti scientifici per bambini: portiamo un palloncino a elio in automobile
Quello che succede al palloncino gonfiato con elio è simile a quello che avviene ad una bolla d’aria all’interno di un barattolo pieno d’acqua. Infatti l’elio è più leggero dell’aria, e l’aria è più leggera dell’acqua.
Se teniamo il barattolo in orizzon
tale, la bolla d’aria sale verso l’alto (come il palloncino d’elio), se noi incliniamo il barattolo l’acqua si sposta e spostandosi sposta la bolla d’aria. Questo avviene nel barattolo tenuto in orizzontale in automobile:
Quando si accelera il palloncino va in avanti perchè l’aria contenuta nell’auto si sposta all’indietro. Quando si rallenta il palloncino va indietro perchè l’aria contenuta nell’auto va in avanti.
Allo stesso modo il palloncino va a sinistra se l’auto curva a sinistra, e va a destra se l’auto curva a destra:
Qui il video completo (anche con sottotitoli in italiano): Youtube.
Esperimenti scientifici per bambini – palloncini a elio e legge di Archimede.
Il principio di Archimede afferma che “ogni corpo immerso parzialmente o completamente in un fluido (liquido o gas) riceve una spinta verticale dal basso verso l’alto, uguale per intensità al peso del volume del fluido spostato”.
L’esclamazione “Eureka!” che usiamo per dire che abbiamo avuto una buona idea, è tradizionalmente attribuita ad Archimede. Si narra infatti che egli abbia proprio gridato “Eureka!” quando, entrando in una vasca da bagno e notando che il livello dell’acqua era salito, capì che il volume di acqua spostata doveva essere uguale al volume della parte del suo corpo immersa. Con questo “Eureka!” che in greco antico significa “Ho trovato!”, Archimede intendeva dire che aveva trovato la soluzione al problema che gli aveva posto il principe di Siracusa Gerone II.
Gerone aveva commissionato a un orefice una corona, e gli aveva consegnato l’oro necessario per realizzarla. Ricevuta la corona finita, però, gli venne il sospetto che l’orefice lo avesse imbrogliato: la corona pesava esattamente quanto l’oro fornito, è vero, ma Gerone pensava che l’artigiano avesse sostituito parte dell’oro con un uguale peso di un metallo meno prezioso. Chiese così ad Archimede se esistesse un metodo per valutare la purezza di un oggetto d’oro.
Basandosi sull’intuizione avuta nella vasca da bagno, Archimede cominciò a ragionare: due materiali diversi, ad esempio un chilo di ferro e un chilo di legno, hanno lo stesso peso ma occupano volumi diversi. Se hanno volumi diversi, questo significa che ricevono spinte diverse se immersi nell’acqua, e queste spinte dipenderanno esclusivamente dal volume del materiale e non dal suo peso. In particolare, siccome l’oro è molto più pesante dei metalli meno nobili, una corona d’oro puro avrà un volume minore di una che contiene anche altri metalli.
Cosa fece dunque Archimede? Appese la corona ad un braccio della bilancia, e all’altro un lingotto d’oro puro con peso pari a quello della corona, e la bilancia risultò ovviamente in equilibrio. La bilancia venne poi immersa in acqua. La corona, che in effetti era in parte composta da metallo più vile (di uguale peso ma maggior volume) aveva un volume maggiore del lingotto d’oro puro, per questo riceveva una spinta verso l’alto maggiore e la bilancia si spostò dalla parte dell’oro denunciando la frode.
La legge di Archimede non riguarda solo il caso di un corpo immerso in un liquido (oro e acqua), ma anche il caso di un corpo immerso in un gas.
Come sappiamo il metodo scientifico richiede: – osservazione – ipotesi – sperimentazione e raccolta dei dati – conclusione.
Useremo il metodo scientifico per una serie di casi che riguardano il principio di Archimede applicato ai gas.
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Esperimenti scientifici per bambini – palloncini a elio e legge di Archimede Primo esperimento
Materiali: – bombola di elio – due palloncini della stessa dimensione – due pezzi di filo
Esperimento: – gonfiamo un palloncino con elio e uno con aria
– chiudiamo entrambi con un nodo e leghiamo ad ognuno un filo – lasciamo i palloncini contemporaneamente, tenendo il filo per l’estremità.
Esperimenti scientifici per bambini – palloncini a elio e legge di Archimede Osservazioni: – il palloncino gonfiato con elio si solleva verso l’alto, e deve essere tenuto per il filo se non si vuole vederlo continuare a salire – il palloncino gonfiato con sola aria rimane a terra.
Esperimenti scientifici per bambini – palloncini a elio e legge di Archimede Conclusioni: – il palloncino gonfiato con aria sposta l’aria circostante senza che si crei nessuna forza di spinta verso l’alto, perchè l’aria interna e la massa del palloncino hanno una forza verso il basso che è maggiore della forza di Archimede; – il movimento verso l’alto del palloncino gonfiato ad aria continuerà per lungo tempo. Fino a quando? Comincerà a rallentare soltanto al altezze notevoli, quando cioè incontrerà strati d’aria più leggera. Quando lasciamo un palloncino gonfiato con elio libero di volare, lo vediamo salire e salire, finché diventa un piccolo punto colorato e poi sparisce alla nostra vista. Sale così in alto nell’atmosfera da diventare non visibile. Man mano che il palloncino sale incontra aria sempre meno densa. Anche se non possiamo vedere quello che succede, sulla base della fisica sappiamo che il pallone ad un certo punto comincerà a rallentare la velocità della sua salita e poi smetterà di salire. A questo punto le forze discendenti saranno uguali alle forze ascendenti e il palloncino non salirà né cadrà verso il basso. Se potessimo registrare l’altitudine e la velocità di salita del palloncino gonfiato con elio, potremmo calcolare, tenendo conto del volume del palloncino, la densità dell’aria e la quantità di aria spostata. Possiamo quindi dire che: – il palloncino riempito con elio continuerà a salire finché la forza dell’aria spostata dal palloncino verso l’alto è superiore alla massa totale del palloncino – il palloncino cessa di salire quando raggiunge un’altezza in cui la forza di spinta verso l’alto (cioè lo spostamento d’aria causato dal palloncino) è pari alle forze discendenti del palloncino (massa x gravità = peso).
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Esperimenti scientifici per bambini – palloncini a elio e legge di Archimede Secondo esperimento
Materiali: – bombola di elio – due palloncini della stessa dimensione – due pezzi di filo – un phon.
Osservazione: – se c’è un colpo di vento, l’energia cinetica fa sollevare il palloncino gonfiato con aria, ma quando il vento cessa il palloncino torna a scendere.
Conclusioni: – il palloncino riempito con aria si solleva perchè la forza del vento preme contro il palloncino e supera la forza del suo peso.
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Esperimenti scientifici per bambini – palloncini a elio e legge di Archimede Terzo esperimento
Materiali: – bombola di elio – due palloncini della stessa dimensione – due pezzi di filo – un phon.
Se un palloncino viene riempito con aria calda, salirà verso l’alto.
Il palloncino riempito con aria riscaldata sale perchè l’aria calda ha un volume maggiore dell’aria fredda, quindi il palloncino risulterà essere più leggero dell’aria più fredda circostante. Questo è il principio che fa volare le mongolfiere.
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Esperimenti scientifici per bambini – palloncini a elio e legge di Archimede Quarto esperimento
Materiali: – bombola di elio – un palloncino – una bacinella colma d’acqua fino all’orlo inserita in una bacinella vuota più grande – una bilancia.
Con questo esperimento vogliamo misurare il volume del palloncino gonfiato con elio.
Procedimento: – spingiamo delicatamente il palloncino fino ad immergerlo completamente nell’acqua
– l’acqua che traboccherà si verserà nella seconda bacinella: si tratta dell’acqua che è stata sostituita dal palloncino – prendiamo l’acqua che si è raccolta nella seconda bacinella e pesiamola
– sapendo che 1 litro d’acqua pesa 1 chilo, possiamo sapere il volume occupato dal palloncino in litri.
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Esperimenti scientifici per bambini – palloncini a elio e legge di Archimede Quinto esperimento
Con questo esperimento possiamo determinare la potenza di sollevamento di un palloncino gonfiato con elio e dimostrare il principio di Archimede.
Materiali: – bombola di elio – un palloncino – spago e forbici – carta e penna per registrare i dati – bilancia – graffette metalliche
Esperimento: – tagliamo un pezzo di spago e pesiamolo: ricordiamo ai bambini che anche lo spago ha un peso e che questo peso lo tira verso il basso a causa della forza di gravità
– pesiamo una graffetta metallica
– leghiamo lo spago al palloncino e lasciamolo andare fino al soffitto
– fissiamo allo spago una graffetta e osserviamo se il pallone comincia a scendere. Registriamo le nostre osservazioni – continuiamo ad aggiungere una graffetta alla volta finché il palloncino non comincerà a scendere o non avrà toccato terra. Continuiamo a registrare
– cominciamo a tagliare, se occorre, piccoli pezzi di spago finché non avremo trovato il punto di equilibrio, cioè il punto in cui il palloncino non potrà salire né scendere.
Conclusioni: – un palloncino gonfiato con elio si solleva perchè sposta l’aria – il peso del palloncino e di tutti gli elementi che abbiamo attaccato ad esso (spago e graffette) esercitano una forza verso il basso, ma questa forza può essere superata dall’elio, che è più leggero dell’aria; in questa condizione il palloncino continua a salire – il palloncino comincia a scendere quando il suo peso con le aggiunte supera la forza di sollevamento
Esperimenti scientifici per bambini – palloncini a elio e legge di Archimede Curiosità: – ci sono atleti che praticano una particolare attività che consiste nel sollevarsi in aria legati a dei palloni gonfiati con elio, come possiamo vedere qui: http://www.clusterballoon.org/ – mentre la mongolfiera si solleva da terra per riscaldamento dell’aria all’interno del pallone, il dirigibile si solleva proprio come i nostri palloncini perchè contiene gas più leggeri dell’aria, tra i quali proprio l’elio
Per il principio di Archimede, ogni corpo immerso in un fluido riceve una spinta verso l’alto pari al peso del volume di fluido spostato. Il dirigibile, volando immerso nell’aria che avvolge la Terra, ha una spinta ascensionale (P) pari al peso dell’aria che occupa il suo volume (V) meno il peso della sua struttura (Q) e del gas che lo riempie. Siccome l’aria al livello del mare pesa poco più di 1 kg per metro cubo, occorrono grandi volumi di gas leggeri per sollevare anche solo pesi modesti.
Chiamando A il peso specifico del gas interno e B il peso specifico dell’aria, avremo:
Classificazione delle preposizioni – Psicogrammatica Montessori.
Al momento opportuno (non c’è una regola per questa presentazione, ma è comunque un lavoro parallelo) si presenta ai bambini la tavola delle preposizioni semplici e degli articoli per la formazione delle preposizioni articolate. Questa tavola rappresenta un punto di arrivo al termine di tutto il lavoro svolto sulle preposizioni con le scatole grammaticali e i comandi.
PDF qui:
In realtà le tavole sono due: – una muta, corredata da cartellini mobili; – una parlata, che serve come controllo.
Il principio base è sempre quello di rendere autonomo il bambino nel suo lavoro, dopo avergli data una corretta presentazione del materiale che desidera usare.
In aggiunta alla tabella delle preposizioni semplici e articolate possiamo preparare la tabella della classificazione delle preposizioni che comprende: – preposizioni semplici – preposizioni articolate – preposizioni improprie – locuzioni preposizionali (o preposizioni composte).
PDF qui:
I lavori paralleli sono molto importanti e permettono al bambino di arrivare facilmente e in modo autonomo a stabilire connessioni e relazioni logiche. Ad esempio lo studio analitico sulle preposizioni precede e conduce alla scoperta dell’analisi logica. Il segno funzionale della preposizione è ricchissimo di significati che si scoprono a poco a poco: possesso, materia, qualità, compagnia, unione, mezzo, misura, specificazione e apre quindi la strada ai complementi che dipendono, come si sa, quasi tutti dal verbo tramite preposizioni (nella nuova grammatica vengono chiamati espansioni).
Gli esercizi sull’ingranaggio delle parti possono ora essere diretti a far conoscere e ad usare forme grammaticali che lo studio delle singole parole prima non permetteva. Così si scopre ad esempio che le forme verbali o alcuni pronomi possono essere usati come complemento oggetto o di termine; che una proposizione introduce a un complemento oppure che privata del nome cui si accompagna diventa avverbio.
Scatola grammaticale IV esercizi – Psicogrammatica Montessori. Esercizi con la scatola grammaticale e i cartellini per lo studio della preposizione, per bambini della scuola primaria.
Con questa scatola i bambini approfondiscono lo studio della preposizione. La presentazione della scatola grammaticale IV è la stessa di quella fatta per le scatole I, II e III. Anche in questo caso l’esercizio consiste nel comporre delle frasi analizzandole grazie ai cartellini colorati delle parole: – rossi per i verbi – marrone chiaro per gli articoli – neri per i nomi – marrone scuro per gli aggettivi – viola per le preposizioni.
La scatola grammaticale IV ha cinque comparti, ognuno contrassegnato dalla relativa parte del discorso che contiene, e un comparto più grande per le frasi. I cartellini di riempimento classici sono divisi in quattro serie, ciascuna di sei frasi.
Nei cartellini delle frasi si trovano due o tre azioni opposte da eseguire concretamente, ad esempio COLLOCA IL LIBRO SOTTO AL QUADERNO e COLLOCA IL LIBRO SOPRA AL QUADERNO, che vengono ricomposte con i cartellini colorati:
Le preposizioni, avendo creato cambiamenti di relazione tra gli oggetti, assegnano due diversi significati alla frase. I cartellini permettono di analizzare il valore e il significato delle preposizioni e le caselle della scatola grammaticale con i relativi titoli ribadiscono il nome delle parti del discorso e aiutano il bambino nella ricostruzione delle frasi. Una volta che l’insegnante ha presentato il materiale al bambino, egli potrà esercitarsi da solo.
Questi esercizi sono stati a volte criticati perchè secondo alcuni danno una linea troppo tracciata. In realtà sono solo un’indicazione di partenza: le serie che esplorano le principali possibilità della preposizione sono infatti soltanto quattro. Non hanno nulla di ridondante e non sono mai staccate da un’azione reale. Le quattro serie permettono di esercitarsi con l’analisi grammaticale a livello intuitivo e si riferiscono a: – relazioni di posizione reciproca nello spazio – relazioni di appartenenza, di materia, di uso – relazioni di direzione e di provenienza del moto.
Trovi i cartellini di riempimento pronti per il download e la stampa, e le indicazioni per realizzarli in proprio, se preferisci, qui:
_________________________ Scatola grammaticale IV esercizi – Psicogrammatica Montessori Presentazione 1
Materiali: – scatola grammaticale IV – cartellini di riempimento serie A – simboli grammaticali.
Introduzione orale (per bambini che non hanno avuto esperienze precedenti) – invitiamo i bambini a: “Andare davanti alla finestra”, “Mettersi sotto il tavolo”, “Stare in piedi accanto a un amico”, “stare in piedi dietro alla lavagna” e simili, per fare in modo che essi abbiano un’esperienza fisica delle parole che mostrano una relazione tra due cose (in questo caso, tra di loro e qualcosa/qualcun altro).
Introduzione col materiale: – prendiamo il materiale e con l’aiuto dei bambini mettiamo i cartellini scelti nella scatola grammaticale in modo corretto (i bambini lo sanno già fare avendo lavorato con le scatole grammaticali precedenti) – invitiamo un bambino a leggere la prima frase e comporla con i cartellini delle parole, quindi chiedergli di eseguire l’azione indicata
– ripetere con la seconda frase e le eventuali altre successive, sostituendo le parole necessarie (cioè le preposizioni)
– per ogni parola facciamo domande ai bambini, per portarli a riconoscere ogni parte del discorso e scegliere il simbolo grammaticale corretto per ognuna, ad esempio: “Quale parola ti ha indicato il nome dell’oggetto di cui avevi bisogno?” “Quale parola ti ha indicato se era un oggetto specifico oppure uno fra tanti?” “Quale parola ti ha detto cosa fare con l’oggetto nominato?” “Quale parola ti ha spiegato il rapporto che doveva esserci tra gli oggetti?”
– procedere allo stesso modo con tutti gli altri cartellini presenti nella scatola grammaticale – dopo aver presentato il materiale in questo modo, nei giorni successivi i bambini potranno esercitarsi con gli altri set in modo indipendente.
____________________ Scatola grammaticale IV esercizi – Psicogrammatica Montessori Presentazione 2
Materiali: – scatola grammaticale IV – cartellini di riempimento serie A – tabella dei simboli grammaticali di primo livello – scatola dei simboli grammaticali.
Presentazione del materiale: – invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto – ricordiamo quello che abbiamo imparato su nomi, articoli, aggettivi, preposizioni e verbi con l’aiuto della tabella dei simboli grammaticali – mettiamo sul piano di lavoro la scatola grammaticale e la scatola dei cartellini di riempimento scelta – chiediamo ai bambini di riempire la scatola grammaticale – inviamo un bambino a scegliere un cartello delle frasi dalla scatola grammaticale e a leggerlo, ad esempio: POSA LA MATITA DAVANTI AL TEMPERINO, POSA LA MATITA DIETRO AL TEMPERINO, POSA LA MATITA A LATO DEL TEMPERINO – chiediamo al bambino di riprodurre le frasi con i cartellini delle parole:
– il bambino esegue le azioni descritte. La sostituzione di una preposizione con un’altra modifica la frase
– togliamo i tre cartellini delle preposizioni e invitiamo i bambini a leggere la frase. La frase non ha senso senza preposizioni – rimettiamo le preposizioni al loro posto – proviamo a spostare le famiglie dei nomi nella frase, ad esempio: POSA IL TEMPERINO DAVANTI ALLA MATITA, e notiamo che la frase continua ad avere senso – proviamo a spostare la preposizione, ad esempio DAVANTI IL TEMPERINO ALLA MATITA. Notiamo che la frase continua ad avere un senso, ma non suona molto bene – rimettiamo la frase nell’ordine originale, che è il migliore – consultando la tabella dei simboli grammaticali ricordiamo i simboli usati per articolo, aggettivo, nome, verbo e preposizione e chiediamo al bambino di mettere il simbolo grammaticale su ogni parte del discorso
– invitiamo il bambino a rimettere il materiale usato nella scatola grammaticale. Il bambino facendolo nomina la parte del discorso, ad esempio dicendo: “Posa è un verbo”, “Il è un articolo”, “temperino è un nome”, ecc. – rimettiamo nella scatola i simboli grammaticali – al termine della presentazione del materiale i bambini possono registrare l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali su ogni parola, a mano libera o con l’aiuto degli stencil – ora i bambini possono esercitarsi con la scatola grammaticale IV in modo autonomo.
Scatola grammaticale IV esercizi – Psicogrammatica Montessori Scopo: comprendere la funzione della preposizione.
Scatola grammaticale IV esercizi – Psicogrammatica Montessori Età: dai 6 agli 8 anni
Scatola grammaticale IV esercizi – Psicogrammatica Montessori Nota: in aggiunta a questa presentazione, a partire dagli 8 anni, possiamo introdurre i vari tipi di preposizione, cioè: – le preposizioni semplici – le preposizioni articolate – le preposizioni proprie: semplici o articolate, sono usate per esprimere la relazione con un oggetto – le preposizioni improprie: sono preposizioni che possono essere anche avverbi o pronomi – le locuzioni proposizionali: sono formate da più di una parola.
____________________ Scatola grammaticale IV esercizi – Psicogrammatica Montessori Presentazione 3
Materiali: – scatola grammaticale IV – cartellini di riempimento a scelta – simboli grammaticali.
Presentazione orale della preposizione: – invitiamo un piccolo gruppo di bambini a partecipare all’esercizio – diciamo ad ogni bambino di eseguire un’azione, ad esempio: “Vai davanti alla finestra”, “Siedi sul tavolo”, “Nasconditi sotto al tavolo”, “Vai dietro alla tenda” ecc… per permettere loro di fare l’esperienza fisica relativa a queste parole, le preposizioni, che servono a mostrare la relazione tra le cose (in questo caso tra se stessi e qualcosa o qualcun altro).
Presentazione del materiale: – mostriamo ai bambini la scatola grammaticale IV e chiediamo loro di inserirvi i cartellini che abbiamo scelto, come hanno fatto con le altre scatole – chiediamo a un bambino di leggere la prima frase del primo cartellino e ricomporla coi cartellini delle parole – chiediamo al bambino di eseguire l’azione descritta, ad esempio PRENDI LA SCATOLA CON LE MATITE COLORATE – ripetiamo con la seconda frase sostituendo CON con SENZA e facciamo eseguire l’azione. – ripetiamo con la terza frase, sostituendo SENZA con INSIEME ALLE – chiediamo: “Quali parole ti hanno indicato i nomi degli oggetti di cui avevi bisogno?” Il nome. Mettiamo il simbolo sui nomi _ “Quali parole ti hanno detto indicato che stava per arrivare un nome? Gli articoli. Mettiamo il simbolo sugli articoli. – “Quale parola ti ha detto cosa fare con la penna e la matita?” Il verbo. Mettiamo il simbolo sul verbo. – “Quali parole ti hanno detto in quale rapporto erano la penna e la matita?” Le preposizioni. Mostriamo il simbolo della preposizione, se necessario, e mettiamolo sulle preposizioni – ripetiamo l’esercizio con gli altri cartellini delle frasi – arrivati all’ultima frase, ricapitolare sempre le parti del discorso e mettere su ogni parola il simbolo grammaticale corrispondente – al termine della presentazione diciamo: “CON è una preposizione, così come SENZA e INSIEME ALLE. Le preposizioni mostrano il rapporto tra la scatola e le matite colorate” – dopo la presentazione del materiale i bambini potranno esercitarsi con la scatola grammaticale IV in modo autonomo.
Esercizio autonomo: – il bambino sceglie un cartellino della frase, lo legge ed esegue l’azione come descritta – compone la prima frase usando i cartellini colorati delle parole – compone la seconda ed eventualmente la terza frase (cambiando solo la preposizione) ed esegue le azioni come descritte – aggiunge i simboli grammaticali sulle parole dell’ultima frase.
Scopo: – fare pratica con l’uso della preposizione – comprendere il senso logico della preposizione nella frase.
Controllo dell’errore: – c’è solo una disposizione che ha senso – il colore dei cartellini.
Varianti: – accordi illogici.
______________________ Scatola grammaticale IV esercizi – Psicogrammatica Montessori Presentazione 4
Materiale: – scatola grammaticale IV – cartellini di riempimento per la scatola grammaticale IV – un cilindro e un prisma.
Presentazione: – invitiamo un bambino al tavolo o al tappeto e portiamo il materiale sul piano di lavoro – diciamo al bambino che lavoreremo insieme con le preposizioni – con l’aiuto del bambino mettiamo i cartellini nei comparti della scatola grammaticale, come abbiamo fatto per le altre scatole – prendiamo la prima striscia delle frasi, mettiamola sul piano di lavoro e chiediamo al bambino di leggere a voce alta – invitiamo il bambino a ricomporre la prima frase utilizzando i cartellini delle parti del discorso, formando ad esempio la scritta IL PRISMA SOTTO IL CILINDRO e chiediamo al bambino di mettere gli oggetti come indicato dai cartellini – chiediamo al bambino di mettere il corretto simbolo grammaticale su ogni parola – ripetere utilizzando la secondo frase – ricordiamo al bambino che le parole SOTTO E SOPRA sono chiamate preposizioni, parole che mostrano il rapporto tra due parole in una frase – chiediamo al bambino di scrivere due o tre frasi, ciascuna contenente almeno un preposizione, nel suo quaderno di grammatica, disegnando i simboli grammaticali appropriati su ogni parola – nei giorni successivi il bambino si eserciterà in modo autonomo con la scatola grammaticale e i cartellini di riempimento, come mostrato nella presentazione.
Scopo: – fare pratica con l’uso delle preposizioni.
Età: dai 6 anni.
________________________________________ Scatola grammaticale IV esercizi – Psicogrammatica Montessori
Comandi per le preposizioni – Psicogrammatica Montessori. Agli esercizi individuali di analisi, eseguiti con l’aiuto delle scatole grammaticali, seguono (o possono essere svolte parallelamente) le lezioni e i comandi sulle preposizioni.
Questi esercizi vengono proposti dall’insegnante a un gruppo di bambini alla volta. Il tema è espresso da due o tre preposizioni scritte su cartellini di colore viola e da un comando scritto. I comandi sono testi che contengono due o tre proposizioni particolarmente espressive.
Prima di distribuire i comandi, l’insegnante può dare piccole lezioni sulla preposizione per spiegarne il significato, scegliendo se possibile due o tre preposizioni ogni volta. Le lezioni dovrebbero sempre essere attive e pratiche e piene di azione. Il bambino capirà così la relazione che si stabilisce grazie a questa o quella preposizione tra gli oggetti (nomi) e le azioni (verbi) che vengono eseguite.
Date queste spiegazioni, l’insegnante distribuisce i comandi ai bambini che li eseguono.
Quando si propongono i comandi, si notano da parte dei bambini grande partecipazione, movimento, desiderio di interpretare la consegna il meglio possibile. Sembra di assistere a una piccola drammatizzazione. Tutto questo accende l’immaginazione al punto che i bambini stessi cominciano a scambiarsi comandi tra loro e a inventarne.
Il materiale è formato da 15 buste, ognuna delle quali contiene una o più carte del comando e cartellini viola sui quali sono scritte le preposizioni usate nel comando. Il bambino legge ed esegue il comando. Alcuni comandi richiedono la cooperazione tra due o più bambini, mentre altri possono eseguiti in modo indipendente.
Qui il mio modello per confezionare le buste:
Comandi per le preposizioni – Psicogrammatica Montessori Presentazione
Materiale: – buste dei comandi per la preposizione
Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto – prendiamo la prima busta dei comandi ed estraiamo il comando e i cartellini delle preposizioni – leggiamo il comando ed eseguiamo l’azione, enfatizzando i nostri movimenti, ad esempio “Vai a prendere una scatola piena di perle. Vai a prendere un bicchiere di acqua. Tocca un pezzo di velluto.” – il bambino prende i cartellini delle preposizioni e ripete ogni azione – al termine della presentazione i bambini possono registrare l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali su ogni parola, a mano libera o utilizzando gli stencil. – dopo la presentazione i bambini possono lavorare con i comandi in modo autonomo.
Scopo: – comprendere la funzione della preposizione.
Età: dai 6-7 anni
Comandi per le preposizioni – Psicogrammatica Montessori
Questo è il materiale originale, proposto da Maria Montessori (prima serie di comandi per la preposizione): Tema 1: vicino, accosto, lontano. – Uno di voi venga in mezzo alla sala. Gli altri gli vadano pian piano vicino;aspettino un poco e poi gli vadano accosto; ancora un poco e poi fuggano lontano dalui. Tema 2: in, dentro, fuori. – Alzatevi, andate nella sala vicina e tornate subito al posto. Poi alzatevi ancora e andate a chiudervi dentro lasala vicina; aspettate alquanto e poi uscite fuori dalla sala in punta di piedi. Tema 3: di là da, di qua da, oltre. – Lasciate il posto e formate circolo di là dalla porta che mette nell’altra sala; dopo un poco rientrate e formate circolo di qua dalla porta. – Tutti i bambini vadano a disporsi in fila oltre la porta che mette nel salone. Tema 4: tranne, eccetto. – Tutti i bambini, tranne due, si alzino e girino tra i tavolini in punta di piedi. – Tutti i bambini, eccetto due, si alzino e girino intorno ai tavolini in punta di piedi. Tema 5: di fianco, di fronte, avanti. – Disponetevi l’uno di fronte all’altro. – Disponetevi l’uno di fianco all’altro. – Disponetevi l’uno avanti l’altro, col viso rivolto dalla stessa parte. Tema 6: dirimpetto, dietro. – Formate due file nella sala grande, l’una dirimpetto all’altra; e dopo l’una si disponga dietro all’altra. Tema 7: su, secondo, lungo. – Uscite dal posto, formate una fila e camminate sul filo segnato in terra; tornate indietro camminando secondo il filo. – Uscite dal posto, formate una fila, e disponetevi lungo la parete. Tema 8: fra,in mezzo a. – Girate fra i tavoli; poi raccoglietevi e continuate a girare in mezzo alla sala. Tema 9: da,a, fino a. – Alzatevi, uscite dal posto e appressatevi alla finestra; aspettate un momento e poi tutti insieme tornate dalla finestra al posto. – Disponetevi in fila e poi chinatevi in avanti fino a toccare il pavimento con la punta delle dita. Tema 10: attorno, intorno. – Fate un giro attorno alla sala; poi disponetevi intorno al tavolo più grande. Tema 11: verso, contro. – Alzatevi e andate con la seggiola verso la parete più libera; sedete alquanto, poi alzatevi di nuovo e mettete la sedia contro la parete. Tema 12: attraverso, per. – Uscite per la porta che dà nel corridoio, e rientrate per quella che dà nel salone. – Formate quattro gruppi uguali, agli angoli del salone; poi i gruppi degli angoli si scambino i posti passando attraverso la sala. Tema 13: di. – Scambiatevi i posti in gran silenzio; Luigi prenda il posto di Carlo, Carlo il posto di Gino e così via. Poi tornate ciascuno al vostro posto senza far rumore. Tema 14: con, senza. – Fate un giro sul filo con i bicchieri pieni di acqua colorata: e fate un secondo giro senza i bicchieri pieni di acqua colorata. Tema 15: per. – Afferrate un oggetto ad occhi chiusi e toccatelo per riconoscerlo. – Preparatevi per lavorare.
comandi per la preposizioni
PDF QUI:
Comandi per le preposizioni – Psicogrammatica Montessori
Questa è una seconda serie di comandi rivisitati: Tema 1:di. Vai a prendere una scatola piena di perle. Vai a prendere un bicchiere di acqua. Tocca un pezzo di velluto. Tema 2: vicino a, accanto, lontano da – Cammina e mettiti fermo al centro della stanza. Chiama due bambini e chiedi loro di mettersi vicino a te. Poi chiedi a uno di loro di mettersi accanto a te a destra, e all’altro accanto a te a sinistra. Infine chiedi ai due bambini di andare lontano da te. Tema 3: in, dentro, fuori Alzati dalla sedia e vai nella stanza accanto. Resta in quella stanza un attimo e poi torna in questa. Vai in punta di piedi nellastanza vicina. Resta dentro la stanza per un po’. Infine vai fuori dalla stanza e torna in questa. Tema 4: a destra di, a sinistra di, al di là di Metti una sedia a destra della libreria. Ora sposta la sedia a sinistra della libreria. Infine vai dove vuoi al di là della porta. Tema 5: tranne, eccetto Tutti i bambinitranne due camminano in punta di piedi intorno alla stanza. Tutti i bambini eccettodue tornano a sedere ai loro posti. Tema 6: con, a fianco, di fronte a, davanti a Chiedi a un amico di venire con te. Camminate e poi fermatevi stando uno di fianco all’altro. Camminate e poi fermatevi stando uno di fronte all’altro. Camminate e poi fermatevi davantialla finestra. Tema 7: davanti a, dietro di Chiedi a due bambini di camminare e fermarsi davanti a te. Chiedi agli altri bambini di camminare e fermarsi dietro di te. Tema 8: su, verso, lungo Metti una matita sul tavolo. Metti cinque matite lungo il bordo del tavolo. Ora disperdi le matite verso il centro del tavolo. Tema 9: tra, in mezzo a Mettiti in piedi tra due tavoli. Mettiti in piedi in mezzo ai tuoi compagni di classe. Tema 10: da, a, fino a Alzati e cammina dal tuo posto alla finestra; attendi un momento poi continua fino al muro. Tema 11: intorno Cammina intornoal tavolo per due volte. Poi fai un giro intorno alla sedia una volta prima di sederti. Tema 12: verso, contro Prendi la tua sedia e spostala di tre passi verso il muro. Metti tre sedie in fila contro il muro. Tema 13: attraverso, per Lancia una gomma per la stanza. Raccoglila da dove è caduta e cerca di lanciarla attraverso la porta in corridoio. Tema 14: con, senza Cammina per la stanza con la tua sedia in mano. Cammina per la stanza senza la sedia. Tema 15: per, in modo da, Lava le mani per non sporcare il panno. Poi chiudi gli occhi e senti il panno in modo da poterlo riconoscere.
Comandi per le preposizioni – Psicogrammatica Montessori
La posizione della preposizione nella frase PSICOGRAMMATICA MONTESSORI: presentazioni ed esercizi. I miei cartellini disponibili per il download e la stampa, in stampato minuscolo e in corsivo, sono qui:
La posizione della preposizione nella frase PSICOGRAMMATICA MONTESSORI
Gioco 1
Prerequisiti: – lezione introduttiva sulla preposizione
Materiale: – cartellini pronti con preposizioni e oggetti delle preposizioni (composti da nome e aggettivo, e articolo se non sono da abbinare a preposizioni articolate)
Presentazione: – invitiamo un piccolo gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto – formiamo una colonna verticale con i cartellini delle preposizioni – distribuiamo i cartellini degli oggetti tra tutti i bambini – leggiamo la prima preposizione, ad esempio SOTTO e chiediamo: “Chi ha un cartellino che può andare bene per preposizione SOTTO?” – un bambino risponde, ad esempio dicendo IL LETTO GIALLO – mettiamo il cartellino a fianco della preposizione, leggiamo e aggiungiamo i simboli grammaticali – continuiamo finché non avremo usato tutti i cartellini – al termine dell’esercizio i bambini potranno registrare l’attività sui loro quaderni di grammatica, disegnando con le matite colorate i simboli grammaticali, a mano libera o con l’aiuto degli stencil.
Frasi: sotto il letto giallo nel secondo cassetto sopra la sedia rossa sul tavolino basso in un barattolo piccolo lungo il viale alberato dietro la casetta rossa sulla mensola larga nel portamatite giallo davanti alla stazione ferroviaria.
La posizione della preposizione nella frase PSICOGRAMMATICA MONTESSORI
Gioco 2
Materiale: – strisce di carta bianca – pennarello nero e verde – scatola dei simboli grammaticali.
Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto e diciamo: “Oggi scopriremo più da vicino come le preposizioni sono messe all’interno delle frasi” – su una striscia scriviamo la solita frase IL FIORE ROSSO NEL VASO TRASPARENTE (scrivendo in nero tutte le parole tranne NEL che scriveremo in verde) – con le forbici tagliamo la frase in tre parti, in modo tale da isolare la preposizione – chiediamo a un bambino di spostare i cartellini cercando tutte le combinazioni possibili tra di essi, e chiediamo se la frase mantiene il suo senso: NEL VASO TRASPARENTE IL FIORE ROSSO IL FIORE ROSSO VASO TRASPARENTE NEL VASO TRASPARENTE NEL IL FIORE ROSSO NEL IL FIORE ROSSO VASO TRASPARENTE – chiediamo a un altro bambino di rimettere i cartellini nell’ordine originale e di aggiungere ad ogni parola il simbolo grammaticale appropriato – continuiamo l’attività nello stesso modo con frasi diverse – discutiamo coi bambini il fatto che anche quando le parole compaiono in ordine diverso, a volte la frase ha senso, mentre altre volte questo non succede. A volte la frase ha senso, ma il suo significato cambia rispetto alla frase originale – chiediamo ai bambini di copiare le frasi sui loro quaderni di grammatica, disegnando su ogni parola il simbolo grammaticale corrispondente con le matite colorate, a mano libera o con l’aiuto degli stencil.
Scopo: comprendere la posizione delle preposizioni nelle frasi.
Età: dai 6 anni.
La posizione della preposizione nella frase PSICOGRAMMATICA MONTESSORI
Gioco 3
Materiali: – una palla
Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini a partecipare al gioco – prendiamo la palla e mettiamola sul tavolo – chiediamo ai bambini: “Dove si trova la palla?” – i bambini rispondono: “La palla è sul tavolo” – chiediamo a un bambino di scrivere la frase e mettiamola sul piano di lavoro – continuiamo così spostando la palla e componendo nuove frasi, ad esempio: la palla è sotto la sedia, la palla è sulla testa di Antonio, la palla è nell’armadio, la palla è fuori dalla porta, la sedia è tra Gaia e Alma, la palla è davanti alla lavagna, ecc. – quando tutti i bambini del gruppo hanno avuto la possibilità di comporre una frase possiamo chiedere loro di registrare l’esercizio sui loro quaderni di grammatica.
La posizione della preposizione nella frase PSICOGRAMMATICA MONTESSORI
Gioco 4
Materiale: – cartellini pronti contenenti la famiglia del nome-soggetto (articolo e nome) e la famiglia del nome-oggetto (preposizione, articolo, nome, aggettivo) – cartellini in bianco – penna rossa – simboli grammaticali.
Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto – formiamo una colonna con i cartellini- soggetto – mettiamo i cartellino-oggetto in ordine sparso lungo il margine inferiore del piano di lavoro – chiediamo a un bambino di leggere il primo cartellino- soggetto e di scegliere un oggetto da abbinare – leggiamo i due cartellini insieme e chiediamo al bambino di dirci un verbo che può completare la frase – scriviamo il verbo in rosso su un cartellino bianco e mettiamolo tra i due cartellini, ad esempio formando la frase: IL BAMBINO E’ NASCOSTO SOTTO IL TAVOLO MARRONE – chiediamo: “Cosa abbiamo costruito?”. Una frase – mettiamo insieme ai bambini i simboli grammaticali appropriati su ogni parola – continuiamo con gli altri cartellini
Prerequisiti: – lezioni di introduzione alla preposizione – lezioni introduttive alla composizione di frasi con preposizioni.
Scopo: – esercitarsi con le frasi e le preposizioni – ricordare che per creare una frase è necessario un verbo – fare pratica di scrittura, lettura e composizione.
Controllo dell’errore: – il materiale è preparato in modo che ci sia solo una disposizione che ha senso.
Varianti: – creare disposizioni illogiche.
Estensioni: – lavorare con lettere maiuscole e punto fermo.
Frasi: molti giocatori di tennis – si sfidano – sul campo da gioco mio padre – giuda – lungo l’autostrada il giardiniere – lavora – nella serra la piccola pallina colorata – rotola – sul pavimento l’insegnante – gioca – con i bambini piccoli il pagliaccio – recita – per divertire gli invitati il passeggero – viaggia – in seconda classe l’acqua – scorre – attraverso le tubature molta pioggia fredda – cade – dal cielo grigio un uomo anziano – cammina – col bastone gli uccelli migratori – si radunano – tra le querce maestose l’aeroplano – vola – tra le nuvole quattro abili fantini – trottano – sui loro cavalli i soldati – marciano – verso la vecchia caserma quaranta noccioline tostate – si trovano – nel barattolo il mio migliore amico – legge – con i suoi fratelli.
La posizione della preposizione nella frase PSICOGRAMMATICA MONTESSORI
Gioco 5
Materiali: – cestino con una serie di oggetti preparati – cartellini di frasi preparate con preposizioni
Esercizio: – i bambini leggono i cartellini e abbinano i cartellini agli oggetti secondo le indicazioni date nelle frasi.
La posizione della preposizione nella frase PSICOGRAMMATICA MONTESSORI
L’inventario di classe per la preposizione Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto – diciamo: “Conosciamo già bene gli articoli, i nomi, gli aggettivi e i verbi. Oggi conosceremo meglio le preposizioni con un nuovo gioco” – diciamo: “Per questo gioco con le preposizioni ora cercheremo due oggetti che abbiamo in classe e che possiamo mettere in relazione tra loro” – scriviamo su una cartellino, ad esempio, LA PIANTA VERDE SULLO SCAFFALE BASSO – mettiamo il cartellino sul piano di lavoro e chiediamo ai bambini di leggerlo e di andare a indicare l’oggetto descritto – chiediamo ai bambini di mettere i simboli grammaticali su ogni parola del cartellino
– invitiamo i bambini a continuare l’esercizio scrivendo i propri cartellini e procedendo come abbiamo mostrato – al termine del gioco i bambini possono registrare le frasi sui loro quaderni di grammatica, disegnando i simboli grammaticali su ogni parola con le matite colorate – i bambini possono svolgere questa attività in gruppo quando lo desiderano, senza la partecipazione dell’insegnante.
L’inventario di classe per la preposizione Scopo: – comprendere la funzione della preposizione.
L’inventario di classe per la preposizione – Età: – dai 6 anni.
________________________________________ L’inventario di classe per la preposizione
Il materiale degli incastri degli animali è composto da 5 incastri principali: – un pesce – una tartaruga (per la classe dei rettili) – una rana (per la classe degli anfibi) – un cavallo (per la classe dei mammiferi) – un uccello. Si tratta quindi degli animali tipici di una determinata classe di vertebrati.
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Incastro della rana Montessori Presentazione 1 (presentazione del materiale)
Scopo: – introdurre i nomi delle parti del corpo caratteristiche degli animali (uno per ogni classe di vertebrati) – dare informazioni particolari sulle diverse parti del corpo degli animali – consentire al bambino di confrontare la morfologia degli animali con quella degli esseri umani
Presentazione – invitiamo un bambino a lavorare con noi all’esercizio – andiamo allo scaffale della zoologia e, se lo abbiamo a disposizione, indichiamo il cofanetto per gli incastri degli animali:
MATERIALIMONTESSORI.IT
– diciamo: “Questo è il cofanetto degli incastri degli animali, e questi sono gli incastri degli animali” – mostriamo al bambino come prendere dal cofanetto l’incastro della rana e tenerlo correttamente per portarlo al tavolo o al tappeto – arrivati al posto diciamo: “Questo è l’incastro della rana. Su questo incastro noi possiamo vedere le parti del corpo della rana” – attiriamo l’attenzione del bambino sugli incastri, e diciamo che si tratta di un materiale molto utile a tutti e che lo maneggeremo con delicatezza e cura – mostriamo al bambino come prendere i pezzi in modo corretto utilizzando i pomoli, per rimuoverli dalla tavola
– prendiamo il primo incastro e posiamolo sul tappeto
– chiediamo al bambino di rimuovere i rimanenti incastri e metterli sul tappeto
– dopo aver rimosso tutti i pezzi, prendiamone uno per i pomoli e mostriamo al bambino come riposizionarlo correttamente nell’incastro – invitiamo il bambino a proseguire l’attività con gli altri incastri – quando il lavoro è concluso, riponiamo l’incastro della rana nel cofanetto degli incastri degli animali, se lo abbiamo a disposizione, oppure sullo scaffale della zoologia – incoraggiamo il bambino a prendere dal cofanetto gli incastri degli animali e lavorare con essi ogni volta che lo desidera.
Età: a partire dai 4 anni.
_____________________ Incastro della rana Montessori Presentazione 2 (nominare le parti del corpo della rana)
Materiale – incastro della rana – cartellini della parte della rana pronti (oppure cartellini in bianco e penna nera).
Nomenclatura usata: testa, tronco, zampe anteriori, zampe posteriori. In seguito si aggiungono: occhi, narici, orecchie, bocca, collo, dita.
Presentazione: – invitiamo un bambino che ha già lavorato cofanetto degli animali e chiediamogli di aiutarci a stendere il tappeto e a portare l’incastro della rana sul piano di lavoro – togliamo i primi tre incastri nominandoli, cioè dicendo ad esempio: “testa, tronco, zampe posteriori”
– ripetere i nomi: “testa, tronco, zampe posteriori” – chiediamo ai bambini di rimetterli al loro posto, nominandoli, cioè dicendo: “Per favore, rimetteresti a posto il tronco?” – quando tutti gli incastri sono di nuovo al loro posto, chiediamo a un bambino di prendere gli stessi tre pezzi, uno per uno, nominandoli, ad esempio dicendo: “Per favore, toglieresti l’incastro della testa?” – fatto questo chiediamo: “Quale parte del corpo della rana vorresti rimettere al suo posto?”. Il bambino risponderà col nome di una parte e rimetterà l’incastro corrispondente al suo posto – ripetiamo questa lezione in tre tempi con le altre parti del corpo della rana, finché il bambino conoscerà i nomi di tutti e sei gli incastri – se lo riteniamo efficace, mentre introduciamo i nomi delle parti del corpo possiamo darne una breve descrizione, ad esempio dicendo: ” Queste sono le zampe posteriori. Le zampe posteriori sono molto più grandi e più forti di quelle anteriori. Servono alla rana per fare grandi salti, e in questo modo le rane possono spostarsi per lunghe distanze.” – oppure: “Questa è la testa della rana. Ha due grandi occhi, un naso e una bocca. All’interno della bocca la rana ha una grande lingua appiccicosa. Per nutrirsi la rana lancia la sua lingua fuori dalla bocca e cattura gli insetti.” – oppure: “Questo è il tronco o corpo della rana. Nel tronco ci sono organi importanti come come lo stomaco, il cuore, il fegato.” – se il bambino mostra vivo interesse per questo genere di presentazioni, continuiamo nei giorni seguenti, finché non avrà acquisito familiarità con i nomi delle parti del corpo della rana – per l’esercizio della lettura e della scrittura togliamo un incastro alla volta dalla tavola e componiamo la parola corrispondente con l’alfabeto mobile
– se il bambino è in grado di leggere, scriviamo sui cartellini in bianco i nomi delle parti del corpo ed abbiniamoli agli incastri, oppure introduciamo i cartellini pronti e i fogli di controllo
Età: a partire dai 4 anni
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Incastro della rana Montessori Attività che possiamo proporre con l’incastro della rana
Le attività legate all’utilizzo dell’incastro della rana possono essere di discriminazione visiva, di discriminazione tattile, di nomenclatura, di preparazione alla scrittura, di lettura; possono coprire varie fasce d’età: – discriminazione visiva: lavorare con gli incastri; assemblare il corpo della rana su un foglio di controllo; gioco del “Cosa manca” – discriminazione tattile: gioco del “Cosa manca”, borse del mistero, assemblaggio alla cieca – preparazione alla scrittura: ricreare l’incastro col ritaglio – sviluppo del linguaggio: gioco del detective, fogli di controllo e cartelli, nomenclature, definizioni.
__________________ Incastro della rana Montessori Lavorare con gli incastri
E’ l’attività più ovvia. Il bambino più piccolo può avere bisogno di procedere per più tentativi ed errori, mentre i più grandi sono in grado di mettere facilmente i pezzi negli incastri.
_______________________ Incastro della rana Montessori Assemblare il corpo della rana su un foglio di controllo
Una volta che un bambino sa maneggiare gli incastri con facilità nella cornice, può provare a costruire il corpo della rana utilizzando un foglio di controllo. I fogli di controllo in commercio prevedono un foglio muto con cartellini mobili e un foglio parlato:
naturalmente questo è un materiale che si può realizzare facilmente in proprio, riportando i contorni degli incastri e preparando i cartellini necessari.
I fogli di controllo che ho preparato io, pronti per il download e la stampa, sono qui:
________________ Incastro della rana Montessori Gioco: “Cosa manca?”
– mettiamo l’incastro della rana completo davanti al bambino – chiediamo al bambino di voltarsi o di chiudere gli occhi (oppure bendiamolo), togliamo un pezzo dalla tavola e nascondiamolo – chiediamo al bambino di guardare e di dirci il nome della parte mancante – il gioco può essere reso più difficile, togliendo due pezzi invece di uno; oppure chiedendo di rispondere non a voce, ma scrivendo o disegnando la parte mancante – si potrebbe anche chiedere di riconoscere al tatto la parte mancante (cioè tenendo gli occhi chiusi o con la benda sugli occhi).
_____________________ Incastro della rana Montessori Incastro alla cieca
Il bambino può ricomporre l’incastro della rana con gli occhi bendati. Ricordate che è più semplice, all’inizio, se tutti gli incastri sono posizionati ordinatamente a lato della tavola, prima di bendare il bambino.
_______________ Incastro della rana Montessori Borsa del mistero
– scegliamo un pezzo dell’incastro della rana e mettiamolo in una piccola borsa del mistero – il bambino tastando la borsa (oppure bendato) identifica la parte del corpo della rana – si possono anche inserire nella borsa più pezzi alla volta, o anche tutti.
________________ Incastro della rana Montessori Ricreare l’incastro col ritaglio
Tracciare il contorno degli incastri è una valida attività di pre-scrittura, e si può rendere più interessante tracciando con la matita i pezzi e poi ritagliandoli, oppure tracciando i pezzi direttamente col punteruolo.
Materiale: – incastro della rana – fogli di carta colorata (verdi oppure in vari colori) – foglio di carta bianca – matita – punteruolo o forbici – colla da carta
Scopo: – approfondire la conoscenza delle parti del corpo della rana – esercitare l’occhio e la mano in preparazione alla scrittura.
Presentazione: – chiediamo ai bambini di portare al tavolo il materiale – chiediamo a un bambino di scegliere un incastro e di darcelo – mettiamo l’incastro scelto dal bambino sul foglio di carta colorato e mostriamo come tracciarne il contorno con il punteruolo. Possiamo scegliere di punteggiare interamente il contorno:
oppure di fare fori distanti tra loro di circa mezzo centimetro, che serviranno come guida per le forbici:
– con l’aiuto dei bambini ritagliamo tutte le parti della rana nello stesso modo – al termine componiamo la rana sul foglio di carta – incoraggiamo il bambino a ripetere l’esercizio da solo – se il bambino sa già scrivere, può aggiungere al disegno la nomenclatura.
____________________ Incastro della rana Montessori Ricreare l’incastro col disegno e preparare fogli di controllo da soli
Tracciare il contorno degli incastri è una valida attività di pre-scrittura. Creare il disegno completo dell’incastro è più impegnativo rispetto al collage, perché richiede che il bambino posizioni correttamente i pezzi sul foglio bianco prima di tracciarli.
Materiale: – incastro della rana – foglio di carta – matita e matite colorate.
Scopo: – approfondire la conoscenza delle parti del corpo della rana – esercitare l’occhio e la mano in preparazione alla scrittura.
Presentazione: – chiediamo ai bambini di portare al tavolo il materiale – chiediamo a un bambino di scegliere un incastro e di darcelo – mettiamo l’incastro scelto dal bambino sul foglio di carte e mostriamo come tracciarne il contorno con la matita
– togliamo l’incastro e coloriamo usando lo stesso colore dell’incastro originale – prendiamo un altro incastro e posiamolo sul foglio nella stessa posizione in cui si trova nella tavola originale. Tracciamone i contorni e coloriamolo – continuiamo allo stesso modo finché non avremo disegnato tutta la rana – incoraggiamo il bambino a ripetere l’esercizio da solo – se il bambino sa già scrivere, può aggiungere al disegno la nomenclatura.
___________________ Incastro della rana Montessori Caccia al tesoro (o gioco del detective)
Una volta che il bambino conosce il nome di ogni parte del corpo della rana, è possibile utilizzare i pezzi per giocare al detective: – togliamo tutti i pezzi dall’incastro e mettiamoli a lato della tavola – diciamo: “Sto cercando… sto cercando… un pezzo che inizia con la lettera C” – se i bambini non indovinano aggiungiamo un suono – quando hanno indovinato mettiamo il pezzo nell’incastro – possiamo giocare anche con le lettere finali o centrali.
________________________ Incastro della rana Montessori Nomenclature in tre parti immagine, titolo
– i bambini abbinano la scheda immagine+titolo all’immagine singola e al nome singolo – identificano la parte corrispondente sull’incastro, prendono il pezzo e lo pongono sulle carte corrispondenti.
_______________________ Incastro della rana Montessori Scrivere i cartellini appropriati
Se il bambino sa scrivere le prime parole, può esercitarsi a scrivere dei propri cartellini per l’incastro della rana. In questa fase, naturalmente, non importa se qualche parola non è scritta correttamente. Se il bambino è nella fase in cui riconosce i suoni, ma non sa gestire praticamente gli strumenti di scrittura, può utilizzare gli alfabeti mobili.
_______________________ Incastro della rana Montessori Nomenclature in tre parti immagine, titolo, definizione
Materiale – carte delle nomenclature delle parti della rana (titolo, immagine, definizione) – incastro della rana.
Presentazione: – mettiamo sul piano di lavoro tutte le carte delle immagini – distribuiamo tra i bambini (o mettiamo in ordine sparso sul piano di lavoro) i titoli – chiediamo a un bambino quale parte del corpo della rana è evidenziato nella prima immagine. Il bambino abbina all’immagine il titolo, quindi pone su di esso l’incastro corrispondente – proseguiamo allo stesso modo per tutte le parti del corpo della rana – se i bambini sanno già leggere bene, distribuiamo le carte delle definizioni e chiediamo loro di abbinarle a titoli e immagini
– se i bambini non sanno leggere bene, leggiamo noi una ad una le definizioni e discutiamo coi bambini dove è corretto metterle.
Scopo: – introdurre il nome e le definizioni delle parti del corpo della rana – aggiungere informazioni particolari relative all’anatomia della rana.
Esercizi di approfondimento sulla preposizione ed estensioni – Psicogrammatica Montessori.
Esercizi di approfondimento sulla preposizione ed estensioni 1. Esercizi di compilazione degli schemi Prepariamo per i bambini lunghe strisce di carta con i simboli grammaticali posizionati in un determinato ordine.
I bambini inventano delle frasi seguendo lo schema, o anche brevi racconti.
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Esercizi di approfondimento sulla preposizione ed estensioni 2. Caccia alla preposizione I bambini cercano le preposizioni all’interno dei loro libri di lettura.
________________________________________ Esercizi di approfondimento sulla preposizione ed estensioni
Introduzione alla preposizione – Psicogrammatica Montessori da 6 a 9 anni. Presentazioni ed esercizi per la scuola primaria.
Preposizioni e congiunzioni sono parti del discorso che servono a collegare, a mettere in rapporto tra loro le altre parole (o gruppi di parole) ed hanno entrambe funzione di collegamento. All’apparenza insignificanti, possono essere paragonate ai cardini di una porta composta di stipiti e di battenti, la quale però non potrebbe aprirsi né chiudersi se non ci fossero quei piccoli perni che fanno da collegamento e che le permettono appunto di funzionare. Di qui il nome “segni funzionali”, o connettivi, in quanto collegano e mettono in rapporto tra loro elementi del discorso. Senza le preposizioni e le congiunzioni avremmo soltanto parole slegate: sono loro che assicurano in un testo la connessione, la coesione nelle frasi e tra le frasi, i legami tra le famiglie (i sintagmi nominali e verbali). Queste parole piccole, invariabili, sono perciò molto importanti.
Già nella casa dei bambini, con lezioni di tipo intuitivo date dopo l’avvio della lettura, si aiutano i bambini a cogliere la differenza di valore tra le parole, per arrivare a comprendere la funzione del nome, del verbo, dell’aggettivo, dell’articolo, come pure degli aiutanti.
Giunti nella scuola primaria questi giochi vengono ripresi, lavorando molto intensamente su semplicissimi comandi (o consegne) che si scrivono e si leggono davanti ai bambini, presentando poi i simboli grammaticali. Sempre con giochi, animati da oggetti interessanti, si presenta il plurale dei nomi e la differenza tra articolo determinativo e indeterminativo. Si presenta quindi la preposizione, preparando oggetti significativi, come ad esempio un vaso e un mazzo di fiori (magari artificiali, per avere un materiale sempre pronto a disposizione dei bambini). I fiori devono essere diversi tra loro e di vario colore, in modo che ci sia ricchezza di nomi e aggettivi.
Prendiamo dal mazzo un fiore, ad esempio una rosa rossa. Come prima azione viene naturale mettere il fiore nel vaso: IL FIORE ROSSO DENTRO IL VASO TRASPARENTE. Su strisce di carta già preparate scriviamo le tre parti, ovvero le due famiglie relative ai due oggetti e la preposizione.
Come si vede, ci si muove in senso opposto alle grammatiche tradizionali che iniziano dalle preposizioni semplici e passano poi alle articolate e poi alle improprie, e trattano per ultime le locuzioni propositive. Qui, dato che si vuole mettere in evidenza la funzione, si danno prima le preposizioni più evidenti, quelle che meglio esprimono la situazione. Si potrebbe temere di creare confusione nel bambino perché la parola dentro è anche un avverbio. Ma invece, così facendo, si dà al bambino una chiave molto esatta di riconoscimento: la parola prende valore dalla funzione. Nel nostro caso unisce due parti nominali come un ponte, mentre ha diversa funzione se usata come modificante del verbo (ad esempio in ‘correre dentro’). Il simbolo, aiuto sensoriale per memorizzare la funzione di collegamento, è costituito da una sorta di parentesi in cartoncino verde che può essere messa così:
– ricorda un ponticello romano, diceva la Montessori
oppure così:
– fa pensare a una barchetta/traghetto tra due sponde.
In seguito si possono provare tutte le diverse posizioni che il fiore può assumere rispetto al vaso: davanti a, dietro, vicino a, accanto a, lontano da, fuori del, sopra, sotto, e così via.
Ogni cambiamento di relazione tra i due oggetti fiore-vaso è sottolineato da un nuovo foglietto con la preposizione scritta in verde ad evidenziarla, mentre le due famiglie non cambiano, né cambia il simbolo.
I bambini adoperano per conto loro questi o altri oggetti: non mancano certo di inventiva per trasferire in altre situazioni il concetto di preposizione.
____________________ Introduzione alla preposizione Presentazione 2
Prerequisiti: presentazione del nome, dell’articolo, dell’aggettivo e del verbo
Introduzione alla preposizione – Materiali: – sedia in miniatura – bambolina – simboli grammaticali
– cartellini: sedia, bambola (in nero); la (azzurro); sulla, vicino alla, lontano dalla, sotto alla, sopra alla, davanti alla, dietro alla (verde).
Presentazione: – invitiamo un piccolo gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto – mettiamo la sedia sul piano di lavoro e aggiungiamo i cartellini – mettiamo la bambola sul piano di lavoro e aggiungiamo il cartellino – mettiamo la bambola sulla sedia e aggiungiamo la preposizione tra i cartellini
– spostiamo la bambola sotto alla sedia e sostituiamo il cartellino della preposizione
– continuiamo così con tutte le altre preposizioni
– diciamo ai bambini che sulla, vicino alla, lontano dalla, sotto alla, sopra alla, davanti alla, dietro alla, sono tutte preposizioni e che ci dicono dove si trovano le cose o le persone – mostriamo il simbolo della preposizione e diciamo: “Il simbolo della preposizione è un ponte verde che ricorda uno di quei ponti che collegano le due rive di un fiume. Infatti la preposizione si usa per collegare tra loro i nomi” – mettiamo i simboli grammaticali sui cartellini – al termine della presentazione i bambini possono registrare lo schema sui loro quaderni di grammatica.
Introduzione alla preposizione – Scopo: – comprendere la funzione delle preposizione – conoscere il simbolo della preposizione – conoscere la posizione della preposizione tra le parole.
Introduzione alla preposizione – Controllo dell’errore: – la relazione nello spazio tra bambola e sedia – il codice colore dei cartellini.
Introduzione alla preposizione – Varianti: – lo stesso esercizio con gli elementi della fattoria Montessori – aggiungiamo alla bambola un altro personaggio o alla sedia un altro oggetto.
Introduzione alla preposizione – Estensioni: – mettiamo un oggetto in varie posizione nella classe e chiedere a i bambini di scrivere delle frasi per ogni preposizione usata – svolgiamo esercizi simili con la fattoria Montessori.
________________________ Introduzione alla preposizione – Psicogrammatica Montessori da 6 a 9 anni Presentazione 3
Introduzione alla preposizioneMateriali: – tre o quattro oggetti identici diversi per colore (fiori, o matite, o altro) e un contenitore adatto agli oggetti scelti (vaso, portapenne, o altro) – simboli grammaticali
– vassoio con strisce bianche di carta e penna nera.
Introduzione alla preposizione – Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto – mettiamo sul piano di lavoro il vassoio con le strisce e la penna – scriviamo su delle strisce IL PENNARELLO GIALLO, IL PENNARELLO ROSSO, IL PENNARELLO VERDE – diamo una striscia a tre bambini diversi; ogni bambino leggerà la sua ed andrà a prendere l’oggetto descritto – mettiamo ogni pennarello sulle parole corrispondenti – scriviamo su un’altra striscia di carta: BICCHIERE TRASPARENTE – diamo la striscia a un altro bambino, che la leggerà e andrà a prendere l’oggetto – mettiamo la striscia in linea con le prime, lasciando uno spazio, e mettiamo il bicchiere sul suo cartellino:
– scriviamo su una striscia NEL, mettiamolo nello spazio lasciato e chiediamo a un bambino di leggere tutte le parole: IL PENNARELLO GIALLO IL PENNARELLO ROSSO IL PENNARELLO VERDE NEL BICCHIERE TRASPARENTE – chiediamo ai bambini: “I pennarelli sono nel bicchiere?”. Risponderanno di no – chiediamo a un bambino di risolvere la situazione:
– scriviamo su una striscia ACCANTO AL, mettiamolo al posto della preposizione precedente e chiediamo a un bambino di leggere tutte le parole: IL PENNARELLO GIALLO IL PENNARELLO ROSSO IL PENNARELLO VERDE ACCANTO AL BICCHIERE TRASPARENTE – chiediamo ai bambini: “I pennarelli sono accanto al bicchiere?”. Risponderanno di no – chiediamo a un bambino di risolvere la situazione:
– ripetiamo con altre preposizioni – chiediamo ai bambini di mettere i simboli grammaticali che conoscono sulle parole chiedendo: “Quali sono le parole che servono a nominare gli oggetti?”. I nomi. “Qual è il simbolo dei nomi?”. “Il triangolo nero” “Qual è la parola che ci dice che sta arrivando un nome?”. L’articolo. “Qual è il simbolo degli articoli?”. “Il triangolo piccolo azzurro” “Qual è la parola che ci dice una qualità del nome?”. L’aggettivo. “Qual è il simbolo degli aggettivi?”. Il triangolo blu medio – poi chiediamo: “Qual è la parola che ci ha fatto cambiare la posizione dei pennarelli rispetto al bicchiere?”. I bambini la indicano – diciamo: “Questa parola che ha fatto modificare la posizione dei pennarelli si chiama preposizione. Il suo simbolo è questo piccolo ponte verde” – mostriamo il simbolo della preposizione e mettiamo sulla parola – diciamo: “La parola che ci mostra la relazione tra un nome e un altro si chiama preposizione” – diciamo: “La preposizione è una parola che ci mostra la relazione che le parole hanno tra loro” Scriviamo il cartello dell’etimologia e diciamo: “La parola preposizione viene dal latino praepositionem, che significa ‘mettere prima’, perchè quando nominiamo una cosa la usiamo prima di qualcos’altro, ad esempio diciamo PENNARELLO e mettiamo la preposizione prima di BICCHIERE” – mettiamo il cartello dell’etimologia sul piano di lavoro – diciamo: “Il simbolo della preposizione è il ponte verde, perchè collega le parole come un ponte su un fiume, ad esempio è un ponte tra PENNARELLO e BICCHIERE. E’ il simbolo scelto per indicare la stretta relazione tra questi due oggetti” – aggiungiamo il simbolo sulla preposizione:
– al termine i bambini possono registrare l’esercizio sui loro quaderni di grammatica.
Scopo: – comprendere la funzione della preposizione.
Controllo dell’errore: l’insegnante.
Età: dai 5 – 6 anni d’età.
__________________________ Introduzione alla preposizione Presentazione 4
Introduzione alla preposizione – Materiale: – simboli grammaticali
– una scatolina con qualche perla colorata – cartellini di comandi con preposizioni.
Introduzione alla preposizione – Introduzione orale: – prendiamo la scatola e spostiamo le perle fuori dalla scatola, rimettiamole dentro, mettiamole sopra la scatola, davanti, dietro ecc… e chiediamo ogni volta ai bambini: “Dove sono le perle?”
Introduzione alla preposizione – Presentazione: – scriviamo su dei cartellini alcuni comandi con le preposizioni, ad esempio: METTI LE PERLE NELLA SCATOLA, METTI LE PERLE DIETRO ALLA SCATOLA, ecc… – mettiamo un comando sul piano di lavoro, chiediamo a un bambino di leggerlo ed eseguire l’azione – procediamo allo stesso modo con altri comandi – mettendo i simboli grammaticali sulle parole, man mano che le nominiamo diciamo: “Finora abbiamo parlato degli articoli, dei nomi, degli aggettivi e dei verbi. Oggi abbiamo usato una nuova parte del discorso molto interessante, che può essere nel, sulla, sotto alla, accanto a ecc… Questa nuova parte del discorso si chiama preposizione e ci mostra come un nome è in relazione alle altre parti del discorso” – “Il simbolo per la preposizione è questa mezzaluna verde, che rappresenta un ponte. Infatti le preposizioni sono come un ponte che mette in relazione una parola con le altre”.
Quando dare la lezione: In genere le preposizioni si presentano dopo il verbo.
________________________________________ Introduzione alla preposizione
Forme della terra e dell’acqua per i contrasti geografici Montessori: presentazioni fatte utilizzando le cornici pronte offerte da Boboto:
Il materiale pronto per questo genere di presentazioni è composto di solito da 3 coppie di forme contrastanti: lago-isola, golfo – penisola, stretto-istmo. Esistono anche set che prevedono 4 coppie, con l’aggiunta delle forme contrastanti baia-capo; oppure 5 coppie, con l’aggiunta ulteriore della coppia arcipelago-rete di laghi.
Come vedremo nei prossimi articoli, questo materiale è ampiamente utilizzato nel primo approccio alla geografia fisica sia nella scuola d’infanzia sia nella scuola primaria, ma esistono alternative didattiche che non ne prevedono l’uso con buone motivazioni.
Forme della terra e dell’acqua per i contrasti geografici Montessori Presentazione 1
Materiali: – forme dei contrasti terra-acqua: lago-isola, golfo – penisola, stretto-istmo, baia-capo, arcipelago-rete di laghi – un vassoio con una piccola brocca d’acqua (se volete colorata di blu), una ciotola vuota, un contenitore per la terra, una spugnetta.
Presentazione: – mostriamo al bambino come trovare e portare le forme al tavolo o al tappeto – mettiamo le forme scelte sul piano di lavoro, distanti dal bambino – avviciniamo la prima forma e versiamo l’acqua e la terra al suo interno
– con delicatezza rimettiamo la forma riempita accanto alle altre – proseguiamo così con le altre forme – quando tutte le forme sono state riempite, mostriamo ai bambini la parte della forma occupata dalla terra e diciamo: “Questa è terra”. Poi indichiamo la parte occupata dall’acqua e diciamo: “Questa è acqua”. Infine indichiamole insieme e diciamo: “Questa è terra, questa è acqua” – prendiamo il globo smerigliato e mettiamolo sul piano di lavoro. Mostriamo ai bambini le terre sul globo. Diciamo: “Questa è terra”. Indichiamo la terra nelle forme e diciamo: “Anche questa è terra”. Facciamo lo stesso con l’acqua
– prendiamo il globo colorato, e indichiamo anche su questo la terra e l’acqua; confrontiamole con le forme della terra e dell’acqua
– prendiamo l’incastro del planisfero e indichiamo la terra e l’acqua; confrontiamole con le forme della terra e dell’acqua.
_________________ Forme della terra e dell’acqua per i contrasti geografici Montessori Presentazione 2
Materiale: – forme pronte per i contrasti geografici – materiale di riempimento per la terra (riso venere, terriccio, sabbia) – acqua limpida o colorata di blu
Presentazione: – diciamo ai bambini: “Abbiamo parlato di altipiani, montagne, torrenti, fiumi, laghi e stagni. Anche i continenti sono forme che si creano tra terra e acqua” – mostriamo le forme lago-isola e diciamo: “Un lago è uno specchio d’acqua circondato da terra. Un’isola è una terra circondata da acqua” – “possiamo osservare queste due forme della terra e dell’acqua versando dell’acqua e della terra in questi stampi” – versiamo l’acqua al centro dello stampo e la terra intorno, e avremo il lago – versiamo nel secondo stampo la terra al centro e l’acqua intorno, e avremo l’isola
– indichiamo il lago e diciamo: “Il lago è una massa d’acqua circondata da terra” – indichiamo l’isola e diciamo: “L’isola è una massa di terra circondata da acqua” – ripetiamo con la coppia contrastante golfo-penisola:
e infine con la coppia stretto-istmo:
____________________ Forme della terra e dell’acqua per i contrasti geografici Montessori Presentazione 3
I materiali per la geografia che vengono in genere presentati prima di questo materiale sono: – il globo smerigliato (terra e acqua) – il globo a due colori (continenti e oceani) – il globo colorato (nomi di continenti e oceani) – l’incastro del planisfero (nomi dei continenti e degli oceani) – incastro dell’Europa, cioè del continente in cui vivono i bambini (nomi dei Paesi Europei, dei mari e degli oceani).
Presentazione: – mostriamo ai bambini il globo smerigliato e ricordiamo insieme ciò che abbiamo imparato. Chiediamo ai bambini di mostrarci i continenti e gli oceani, osserviamo le penisole, le isole, gli stretti e gli istmi, gli arcipelaghi… Discutiamo le definizione coi bambini
– mostriamo ai bambini le figure delle forme terra e acqua:
penisola: è la terra che si protende verso l’oceano. stretto: un corpo sottile di acqua che collega due corpi più grandi di acqua. capo: una terra che è in parte circondata dal mare golfo: una zona d’acqua che penetra nella terra. baia: una zona d’acqua in parte circondata da terra. istmo : una stretta lingua di terra che collega due corpi più grandi di terra. sistema di laghi: un gruppo di laghi vicini tra loro. arcipelago: un gruppo di isole vicine tra loro.
– presentiamo le forme a due a due, per opposti, e diamone una breve definizione. Per iniziare presentiamo le tre coppie lago-isola, golfo-penisola, stretto-istmo – mostriamo ai bambini gli stampi per i contrasti terra-acqua di questi tre primi opposti e riempiamoli insieme di terra e acqua
– abbiniamo le figure alle forme riempite e lasciamo i bambini liberi di toccare ed esplorare.
____________________ Forme della terra e dell’acqua per i contrasti geografici Montessori Presentazione 4
Materiali: – forme della terra e dell’acqua: lago, isola, baia, penisola, istmo e stretto – una brocca con acqua leggermente colorata di blu – una ciotola di terra o sabbia o riso venere – un panno e una spugna per pulire e asciugare – un piccolo contenitore con oggetti in miniatura (pesci, barche, persone e animali).
Presentazione – invitiamo un piccolo gruppo di bambini attorno a un tavolo, dove avremo già messo i materiali – indichiamo ai bambini le forme – attiriamo la loro attenzione su una coppia di contrasti alla volta – invitiamo un bambino a versare l’acqua blu nella prima forma e un altro bambino a versarla nella forma contrastante – invitiamo un bambino a versare la terra nella prima forma e un altro bambino a versarla nella forma contrastante – diciamo, ad esempio: “Questo è lo stretto”, e “Questo è l’istmo”. – prendiamo gli oggetti in miniatura, uno alla volta, e chiediamo ai bambini se appartengono all’ambiente terrestre o all’ambiente acquatico, e mettiamoli nelle forme
– al termine mostriamo ai bambini come riordinare il materiale.
_____________________ Presentazione 5
Materiali: – modelli per isola e lago, penisola e del golfo, istmo e stretto – una ciotola vuota – un contenitore per la terra – una brocca d’acqua colorata di blu – uno strofinaccio – un cucchiaio – una spugna.
Presentazione: – portiamo due modelli di forme contrastanti sul tavolo – versiamo l’acqua nel primo stampo e discutiamo la forma – versiamo l’acqua nel secondo e discutiamo la forma – fare lo stesso con la terra – diamo la nomenclatura e la definizione – quando il bambino è pronto passiamo ad una nuova coppia di opposti.
Scopo: – aumentare la consapevolezza del bambino rispetto alle forme che assumono la terra e l’acqua sul pianeta
Età: dai 3 anni e mezzo
__________________________ Presentazione 6
I materiali per la geografia Montessori forniscono ai bambini un modo pratico per esplorare il mondo. Il globo smerigliato:
presenta i continenti formati da una texture ruvida, in contrasto con gli oceani blu e lisci. I bambini imparano così a distinguere terra e acqua.
Il concetto può essere rafforzato con l’utilizzo delle forme contrastanti della terra e dell’acqua, che sono la rappresentazione tridimensionale del concetto:
Il bambino sperimenta e impara i nomi e le definizioni per le forme contrastanti di isola, lago, istmo, stretto, ecc.
Le figure delle forme terra e acqua sono invece la rappresentazione bidimensionale dello stesso concetto:
Infine vengono presentate le carte delle nomenclature.
________________________ Presentazione 7
Materiale: – cinque coppie contrastanti delle forme della terra e dell’acqua – una brocca d’acqua – un contenitore per la terra – una piccola spugna – un asciugamano – una ciotola vuota – una raccolta di piccoli oggetti
Presentazione – invitiamo un piccolo gruppo di bambini – mostriamo lo scaffale dove si trovano le forme della terra e dell’acqua e prendiamo la prima coppia contrastante, ad esempio stretto ed istmo – chiediamo a un bambino di portarle al tavolo, mentre un altro bambino porta una brocca d’acqua e se il materiale lo richiede la ciotola per la terra e il cucchiaio – diciamo: “Ora verseremo l’acqua negli stampi per vedere diverse forme che può assumere in relazione alla terra” e versiamo l’acqua per rendere visibile appunto la zona occupata dalle acque – facciamo lo stesso con le zone occupate dalla terra – indichiamo il primo stampo e diciamo: “Questo è un…” i bambini completano la frase – indichiamo lo stampo contrastante e diciamo: “Questo è un…” – diamo una breve definizione e cerchiamo esempi reali nel globo o nel planisfero – mostriamo altre coppie contrastanti – al termine mostriamo come pulire ed asciugare il materiale utilizzato.
____________________ Presentazione 8
Materiali: – quattro coppie di modelli (strutture opposte): isola-lago, istmo-stretto, capo-baia, golfo-penisola – acqua – terra – brocca – spugna – colorante blu (facoltativo) – carte delle nomenclature (immagine, titolo, definizione) – secchio.
Presentazione: – mettiamo il vassoio sul tavolo e chiediamo a un bambino di versare l’acqua colorata e la terra nei modelli – nominiamo ogni forma e diamo la definizione – chiediamo a un bambino di formare le coppie di forme opposte chiedendo: “Cosa rende queste due forme l’una l’opposta dell’altra?” – dopo la lezione, versiamo con attenzione l’acqua nel secchio e asciughiamo il modello con la spugna che si trova sul vassoio.
______________________________ Presentazione delle forme della terra e dell’acqua
Scopo: – sperimentare concretamente in forma tridimensionale molte delle forme assunte dalla terra e dell’acqua sul pianeta, – imparare le definizioni delle varie morfologie – dare un’impressione sensoriale delle forme che assumono la terra e l’acqua sul pianeta – arricchire il vocabolario relativo allo studio della geografia – osservare le forme della terra e dell’acqua come esistono nella realtà.
Età: dai 3 ai 6 anni circa.
Estensioni: – i bambini possono realizzare i loro modelli con plastilina, playdoug o pasta di sale, mettendo a loro disposizione un vassoio preparato con tutto il materiale necessario.
________________________ Forme della terra e dell’acqua per i contrasti geografici Montessori
Nomenclature Montessori per le parti della rana per bambini della scuola d’infanzia (immagine, nome, immagine e nome) e per la scuola primaria (immagine, nome, definizione) pronte per il download e la stampa in formato pdf.
Per realizzare l’incastro della rana in proprio trovi il tutorial qui:
Nomenclature Montessori per le parti della rana Set per attività con l’incastro della rana
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Nomenclature Montessori per le parti della rana Nomenclature 3-6 anni
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Nomenclature Montessori per le parti della rana Nomenclature 6-9 anni
Nomenclature Montessori per le parti della rana
Se preferite realizzare il materiale in proprio, questi sono i testi utilizzati:
La rana è un anfibio. Gli anfibi trascorrono metà della loro vita in acqua come i pesci, e metà sulla terra. Il suo nome scientifico, usato per rane, rospi e raganelle, è anuria, che significa “senza coda”. La rana è un carnivoro e si nutre di prede vive: insetti e piccoli invertebrati acquatici o terrestri. Non sanno masticare, quindi ingoiano le prede intere. I maschi della rana per attirare la femmina gracidano: per emettere questo verso gonfiano dei sacchetti d’aria che si trovano nelle loro guance.
La rana ha grandi occhi sporgenti. Nella rana la palpebra inferiore è più lunga e si alza davanti all’occhio come un velo, mentre la palpebra superiore è sempre immobile. La rana può anche ritirare gli occhi all’interno della testa. La vista della rana è sensibile al movimento, e si nutrono di prede vive perché non vedono bene le cose che non si muovono. Gli occhi della rana possono muoversi in tutte le direzioni, anche quando l’animale è sott’acqua.
La rana ha lunghe zampe posteriori molto muscolose che permettono all’animale di spiccare grandi salti e nuotare con agilità. Le zampe posteriori della rana hanno tre articolazioni, e per questo hanno la forma di una lettera zeta.
Le estremità delle zampe posteriori hanno cinque dita palmate che aiutano nel nuoto e non hanno unghie. Le specie che si arrampicano sugli alberi, come le raganelle, sotto alle dita hanno dei dischetti adesivi. Le estremità delle zampe anteriori hanno invece quattro dita soltanto, non palmate.
Il collo della rana è brevissimo e rigido, consentendo movimenti della testa molto limitati.
Le orecchie della rana sono prive di padiglione. Le due macchie rotonde che si trovano sopra gli angoli della bocca sono le membrane timpaniche. Queste membrane si trovano a fior di pelle. Attraverso le membrane timpaniche i messaggi uditivi raggiungono il cervello. La rana può riconoscere il verso delle sue simili.
La bocca della rana è ampia e si estende da un lato all’altro della testa. La lingua è molto lunga, piuttosto sottile ed appiccicosa e la rana può lanciarla velocemente fuori dalla bocca per catturare le prede vive. La rana non mastica, ma ingoia le prede intere.
Le zampe anteriori della rana sono piccole e corte e servono principalmente per mantenere il corpo in equilibrio. L’animale se ne può servire anche per spingere il cibo nella bocca.
La testa della rana è collegata al corpo attraverso un collo molto corto e piuttosto rigido. Presenta una bocca molto larga, due narici, le membrane timpaniche e occhi molto sporgenti. Contiene il cervello della rana.
Le rane hanno un tronco tozzo e tarchiato. Tutti gli organi interni della rana si trovano nel tronco: cuore, polmoni, apparato digerente. La pelle è fine, umida e nuda, cioè senza squame. Finché l’animale rimane nell’acqua non subisce danni, ma sulla terraferma può disidratarsi. Per questo le rane e tutti gli anfibi in genere si ricoprono di un sottile strato di muco, prodotto da apposite ghiandole della pelle, ed appaiono viscidi.
Le narici della rana si aprono nella cavità orale rendendo possibile all’animale di respirare senza aprire la bocca. Le narici della rana, inoltre, le permettono di respirare anche sott’acqua.
Il gioco della fattoria per la preposizione – Psico grammatica Montessori. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.
Le attività con la fattoria Montessori rappresentano un grande aiuto nello studio della grammatica, e piacciono molto ai bambini della scuola primaria. La fattoria deve essere molto ricca di elementi da muovere: animali, persone, siepi e alberi diversi, casa, stalla, canile, ecc.
Su un tavolino si dispongono tutti questi oggetti in miniatura e si prepara un altro tavolo più grande su cui, a poco a poco, eseguendo semplici comandi scritti, si costruisce l’intera fattoria: L’ALBERO SECOLARE DAVANTI ALLA CASA COLONICA IL RECINTO ROSSO DIETRO LA CASA COLONICA I PULCINI GIALLI DENTRO IL RECINTO ROSSO IL CAVALLINO MARRONE ACCANTO ALLA SIEPE ALTA e così via. I bambini partecipano con grande interesse a questo gioco che abbina lettura, manipolazione di piccoli oggetti gradevoli e maggiore comprensione degli elementi linguistici.
Quando usiamo la fattoria per la preposizione è in genere meglio non usare il verbo, anche se il bambino già lo conosce, per isolare meglio la parte del discorso su cui vogliamo lavorare, che è appunto la preposizione.
Se non abbiamo a disposizione la fattoria, possiamo organizzare giochi simili con altri insiemi di oggetti, ad esempio la casa delle bambole, la nave dei pirati, il castello, il banco del supermercato. Possiamo anche utilizzare più di un insieme, l’importante è che i bambini se ne servano partendo dalla lettura dei cartellini.
Possono lavorare da soli o , cosa che di solito preferiscono, in due o in tre. Ad esempio un bambino legge la frase relativa a una famiglia, l’altro dispone gli oggetti, il terzo mette i simboli mobili sui vari vocaboli. Individualmente possono inoltre scrivere le parole delle varie strisce su propri fogli o sui loro quaderni di grammatica e disegnare i simboli, avviando così un lungo e importante lavoro di analisi grammaticale molto concreta.
Non bisogna aver timore di aggettivi insoliti. I bambini tendono ad usare un numero limitato di aggettivi: bello, brutto, buono, rosso, mentre questa è un’ottima occasione per aiutarli ad arricchire il proprio lessico, introducendo aggettivi di uso meno comune come variopinto, screziato, fruttifero, secolare, pezzato, tondeggiante.
Questa è già analisi grammaticale, pur senza dare per ora regole che confonderebbero e bloccherebbero i piccoli linguisti. L’importante è aiutarli a memorizzare con aiuti sensoriali, sempre utilissimi in ogni età, dando al tempo stesso chiarezza di classificazione.
____________________ Il gioco della fattoria per la preposizione Presentazione 1
Materiali: – ambiente in miniatura (fattoria, casa delle bambole, ecc.) – cartellini pronti serie A: cartellini- soggetto e cartellini-oggetto in grigio e preposizioni in verde (trovi i file stampabili in fondo all’articolo) – simboli grammaticali
Esercizio: – diamo al bambino un cartellino-soggetto. Il bambino legge, prende l’oggetto e inserisce i simboli grammaticali corretti sulle parole – diamo allo stesso bambino un cartellino-oggetto e il bambino procede come sopra – infine diamo allo stesso bambino una preposizione. Il bambino mette la preposizione tra i due cartellini e sistema gli oggetti in modo che soddisfino il rapporto determinato dalla preposizione
– a questo punto il bambino copia il lavoro svolto sul suo quaderno di grammatica, disegnando i simboli grammaticali su ogni parola. – ripetiamo con gli altri bambini e nuovi cartellini
– in seguito i bambini potranno lavorare in modo autonomo con i cartellini pronti, scegliendoli in modo casuale, e gli oggetti in miniatura.
Scopo: – comprendere che la preposizione ha la funzione di mettere gli oggetti in relazione l’uno con l’altro in un determinato modo.
Età: dai 6 agli 8 anni.
_________________ Il gioco della fattoria per la preposizione Presentazione 2
Esercizio: – Ogni bambino a turno prende una frase, la legge ed esegue il comando, cioè posiziona gli oggetti in miniatura nel modo indicato dalla frase
– dopo averlo fatto copia la frase sul suo quaderno di grammatica, disegnando su ogni parola il simbolo grammaticale corrispondente
– fatto questo toglie il cartellino e i simboli dall’ambiente in miniatura, lasciando gli oggetti come li aveva posizionati durante l’esercizio.
Anche in questo caso gli oggetti rimangono, ma le etichette vengono rimosse.
Scopo: – comprendere che la preposizione ha la funzione di mettere gli oggetti in relazione l’uno con l’altro in un determinato modo.
Età: dai 6 agli 8 anni.
________________ Il gioco della fattoria per la preposizione Presentazione 3
Presentazione: – invitiamo un piccolo gruppo di bambini intorno all’ambiente in miniatura – chiediamo ad ogni bambino di scegliere di scegliere due famiglie del nome e una preposizione – ogni bambino compone una frase coi cartellini e la riproduce con gli oggetti in miniatura, ad esempio mettendo UN CAVALLO VELOCE DAVANTI AL CANCELLO
– al termine i bambini possono registrare l’esercizio sui loro quaderni di grammatica, disegnando con le matite colorate i simboli grammaticali su ogni parola, a mano libera o con l’aiuto degli stencil
Scopo: – esercitarsi con le preposizioni – arricchire il vocabolario – esercitare la comprensione dei testi scritti.
Esercizio: – incoraggiamo i bambini a lavorare insieme per sistemare gli oggetti nell’ambiente in miniatura – mettiamo i cartellini in tre mazzetti: uno per i soggetti, uno per gli oggetti e uno per le preposizioni – chiediamo a un bambino di scegliere un cartellino per tipo – chiediamo quindi al bambino di comporre i cartellini in modo logico e di sistemare gli oggetti citati come indicato dalla preposizione, ad esempio IL MAIALE ROSA VICINO AL CAVALLO MARRONE, IL SILO GRIGIO DIETRO ALL’ASINO GRIGIO, IL TORO FORZUTO A LATO DELL’ALBERO VERDE, IL BEL CAVALLO VICINO AL FIENILE ROSSO, ecc.
– invitiamo a turno tutti i bambini a svolgere l’esercizio come descritto – al termine chiediamo ai bambini di registrare l’attività sui loro quaderni di grammatica disegnando il corretto simbolo grammaticale su ogni parola.
Scopo: – fare pratica con l’uso delle preposizioni.
Età: – dai 6 anni.
_______________ Il gioco della fattoria per la preposizione Presentazione 5
Le locuzioni preposizionali sono combinazioni fisse di due o più parole che costituiscono unità con funzioni e significati simili a quelli delle preposizioni. Servono, come le preposizioni, a mettere in relazione altri costituenti della frase, segnalando una serie di possibili rapporti di posizione, di tempo, di causa, di mezzo, di modo, di fine, ecc.
Materiali: – ambiente in miniatura – cartellino-titolo LOCUZIONI PREPOSIZIONALI – cartellini-soggetto (articolo, aggettivo, nome di animale) e cartellini- oggetto (aggettivo, nome di luogo) grigi e cartellini delle preposizioni in verde (serie C)
Presentazione: – invitiamo un piccolo gruppo di bambini al tavolo o al tappeto – diciamo ai bambini che oggi avranno l’opportunità di imparare qualcosa di nuovo sulle preposizioni – mettiamo gli oggetti della fattoria sul piano di lavoro – prendiamo due cartellini grigi, ad esempio IL CANE MARRONE e IL FIENILE GIALLO – mettiamo il cane davanti al fienile e invitiamo un bambino a finire la frase con una preposizione che esprima dove si trova il cane in relazione al fienile, cioè DAVANTI AL
– ora spostiamo il cane davanti al fienile e chiediamo ai bambini: “Adesso dov’è il cane?”. Risponderanno che è DAVANTI AL fienile
– mettiamo la preposizione tra i due cartellini grigi – chiediamo a un bambini di leggere i cartellini IL CANE MARRONE DAVANTI AL FIENILE GIALLO
– ora spostiamo il cane DI FIANCO AL fienile. Chiediamo ai bambini: “Ora dov’è il cane?” – spostiamo la prima preposizione in basso per fare spazio alla nuova preposizione
– chiediamo a un bambino di leggere i cartellini – ripetiamo con altre preposizioni
– diciamo: “Queste preposizioni si chiamano locuzioni preposizionali perchè sono formate da più parole che indicano insieme il rapporto tra un oggetto e un altro” – invitiamo i bambini a continuare a lavorare da soli utilizzando i cartellini preparati per l’esercizio e l’ambiente in miniatura – al termine chiediamo ai bambini di registrare 3 o 5 frasi sui loro quaderni di grammatica.
Scopo: – classificare le preposizioni – riconoscere e usare le locuzioni preposizionali.
Età: dagli 8 anni.
____________________ Presentazione 6 Per i soli rapporti di posizione nello spazio
Ad un primo livello possiamo scegliere di lavorare alla preposizione soltanto con le preposizioni che indicano una relazione nello spazio. Gradualmente possiamo aggiungere gli altri tipi di relazione, che il bambino conoscerà poi meglio grazie agli esercizi con la scatola grammaticale IV e gli esercizi di classificazione.
Presentazione: – mostriamo ai bambini i cartellini preparati – mostriamo ai bambini come utilizzarli: si prende una frase, si legge e si mette sul piano di lavoro – si sistemano gli oggetti nominati come indicato nella frase – si aggiungono i simboli grammaticali su ogni parola della frase – al termine del gioco ogni bambino scriverà sul suo quaderno di grammatica il titolo “La preposizione” e copierà tre o cinque frasi usate nell’esercizio, disegnando su ogni parola i simboli grammaticali appropriati.
Per la preparazione di questo esercizio comporremo frasi con le preposizioni: su, in, dentro, in cima a, sopra, contro, lungo, davanti a, avanti, dietro a, sotto, al di là di, di qua da, accanto, oltre a, in mezzo a, vicino a, insieme, all’interno, di fronte a, a fianco di, lontano da, vicino, fuori, accanto, di fianco a, con, prima, dopo, presso, verso, oltre, lungo, contro.
Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini attorno all’ambiente in miniatura – diciamo: “Conosciamo bene gli articoli, gli aggettivi, i nomi e i verbi. Oggi faremo qualcosa di nuovo con le preposizioni” – invitiamo i bambini a sistemare l’ambiente in miniatura – distribuiamo i cartellini delle famiglie dei nomi. Invitiamo i bambini a leggere i cartellini e metterli accanto agli oggetti corrispondenti – distribuiamo i cartellini-preposizione. Invitiamo i bambini a scegliere due famiglie del nome. Il bambino mette la preposizione tra i due oggetti e legge – il bambino posiziona i due oggetti come indicato dai cartellini, ad esempio IL CAVALLO MARRONE VICINO AL MAIALINO PIGRO e aggiunge sopra ogni parola il simbolo grammaticale corrispondente – ogni bambino ripete l’esercizio con altri cartellini e altri oggetti – i bambini possono registrare l’esercizio sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali su ogni parola – il bambino può eseguire l’esercizio in modo indipendente quando lo desidera nei giorni seguenti
Materiali Per esercitarsi con l’ambiente in miniatura prepariamo quattro serie di cartellini delle preposizioni: – semplici – articolate – improprie – locuzioni preposizionali. Possiamo inoltre preparare frasi pronte con soggetto, preposizione e oggetto che riguardino gli oggetti in miniatura, simili a comandi, ad esempio: METTI IL CAVALLO MARRONE ACCANTO AL MAIALINO ROSA METTI IL TORO NEL RECINTO ROSSO ecc.
Scopo: – comprendere la funzione della preposizione – conoscere i tipi di preposizione.
Età: dai 6 anni.
_________________________ Il gioco della fattoria per la preposizione Materiale pronto in formato pdf
– trovi la mia versione di Fattoria Montessori stampabile, completa di cartellini (parole singole per ogni parte del discorso) qui: FATTORIA E CARTELLINI
– le serie A, B e C per la lavorare con la fattoria e la preposizione sono scaricabili qui:
Incastro del planisfero Montessori con presentazioni ed esercizi per bambini a partire della scuola d’infanzia e primaria.
L’incastro del planisfero utilizzato è offerto da Boboto:
Dai 3 ai 6 anni facciamo leva sulle caratteristiche della mente assorbente e della caratteristica sensibilità per il linguaggio per stimolare l’interesse del bambino verso la geografia, gettando le basi per la costruzione di un linguaggio tecnico connesso alla materia di studio. In questo periodo i bambini interiorizzano molte informazioni sulla geografia facilmente e in modo gioioso, ad esempio i termini per indicare le zone di terraferma e quelle d’acqua, i nomi dei continenti, dei paesi, ecc. Così, quando il bambino avrà bisogno di utilizzare questi termini per i suoi studi, nella scuola primaria, avrà già grande familiarità con essi. Questi termini saranno inoltre legati ad esperienze di successo e verranno visti dal bambino con simpatia e non con ostilità. Sarà sufficiente un breve riassunto perchè il bambino recuperi ciò che ha imparato quando era più piccolo. E’ quindi bene che i bambini nella scuola d’infanzia entrino in contatto con i termini geografici: Equatore, Tropico del Cancro e del Capricorno, fasce climatiche, caratteristiche fisiche della terra e dell’acqua, nomi di continenti, paesi, stati, province e città, tipi di abitazioni, cibo, costume, movimenti delle persone, flora, fauna, produzioni tipiche, trasporti… Nella scuola primaria questo lavoro verrà approfondito aggiungendo sempre più dettagli. Possiamo dire che mentre nella scuola d’infanzia il bambino entra in contatto con i fatti, nella scuola primaria esplora le ragioni che stanno dietro i fatti e le relazioni tra i fatti.
Nella scuola d’infanzia l’apprendimento quindi si realizza attraverso esercizi pratici (ad esempio con le forme della terra e dell’acqua) ed esercizi sensoriali (ad esempio con gli incastri del planisfero, dei continenti, dei paesi ecc…).
La geografia col metodo Montessori viene presentata, come tutte le altre materie d’insegnamento, in risposta a un bisogno del bambino: in questo caso si tratta del bisogno di comprendere la loro posizione nel mondo in relazione alle loro storie personali e di viaggio.
La didattica Montessori dà molta importanza all’insegnamento della geografia, a partire da un’età molto precoce. Questo può sorprendere gli osservatori, soprattutto perchè la maggior parte dei programmi in età prescolare non comprendono la geografia. Nella didatta Montessori la geografia rappresenta un auto dato ai bambini per sviluppare una comprensione profonda del loro posto nell’universo. Il concetto chiave è quello di “educazione cosmica”.
Incastro del planisfero Montessori Presentazione 1
Materiali: – incastro del planisfero Montessori – globo colorato – tappeto – un mappamondo gonfiabile o una pallina di creta, plastilina o pasta di sale – planisfero di controllo muto.
Presentazione: – mostriamo ai bambini il globo colorato e ripetiamo insieme i nomi dei continenti. Per farlo possiamo cantarne i nomi, ad esempio, seguendo la melodia di “Fra Martino”, così: (Fra Martino) – Europa (campanaro) – Europa (dormi tu) – Asia Africa (dormi tu) – Asia Africa (suona le campane) – America del Nord (suona le campane) – America del Sud (din don dan) – Antartide Oceania (din don dan) – Antartide Oceania cantando indichiamo i continenti nominati
– mostriamo l’incastro del planisfero, mettendolo sul tappeto accanto al globo colorato – indicando il globo diciamo: “Questo è il modo in cui vediamo la terra dal cielo. Questa è la terraferma. Questa è l’acqua” – “Noi viviamo sulla Terra. La Terra è una sfera. Ma per rappresentarla usiamo anche delle mappe, che invece di essere sfere, sono piatte. Infatti è più facile usare mappe piatte, e non a forma di sfera, ad esempio se stiamo facendo un viaggio” – “Per fare una mappa praticamente dobbiamo appiattire il globo” – se abbiamo a disposizione il mappamondo gonfiabile sgonfiamolo dicendo : “Guardate. Questa è la terra. Si tratta di una sfera. Ora la abbiamo appiattita” – se usiamo creta, plastilina o pasta di sale facciamo una pallina, tagliamola in due metà e appiattiamole – indichiamo l’incastro del planisfero e confrontiamolo con mappamondo sgonfio o con i due dischi di creta o pasta – con la mano dominante e utilizzando la presa a 3 dita, afferriamo il pomolo e solleviamo l’Europa dicendo: “Questa è l’Europa, dove viviamo noi.”
– mettiamo l’incastro sul tappeto, lungo il margine superiore della tavola
– con l’indice seguiamo il contorno dell’Europa sul planisfero
– prendiamo di nuovo in mano l’incastro dell’Europa e tracciamone i contorni con l’indice – fatto questo, rimettiamo l’incastro al suo posto nel planisfero – ripetiamo con gli altri continenti – mostriamo ai bambini il planisfero di controllo muto – spostiamo gli incastri dalla tavola al planisfero di controllo, quindi rimettiamoli nella tavola.
Incastro del planisfero Montessori Presentazione 2
Gli esercizi di geografia e di botanica sono anche esercizi sensoriali, e materiali come il il globo smerigliato e il globo colorato servono a dare un’introduzione concreta e tattile ai principi astratti della Geografia. Continenti e stati sono rappresentati con mappe colorate a incastri mobili. Queste mappe puzzle aiutano il bambino a sentire una connessione diretta tra loro e il mondo che li circonda.
Materiale:
– globo colorato – incastro del planisfero (i continenti sono negli stessi colori usati per il globo colorato, ognuno con un pomolo. Gli oceani sono blu e fissati al telaio) – una pallina di creta o pasta di sale
Presentazione del materiale: – invitiamo un gruppo di bambini – portiamo il materiale al tappeto – prendiamo il globo colorato e chiediamo a un bambino di indicarci un continente o un oceano – mostriamo l’incastro del planisfero e diciamo: “Anche questa tavola rappresenta la nostra Terra, qui però la vediamo divisa in due metà e appiattita” – possiamo dimostrare la cosa prendendo una pallina di creta o pasta di sale, tagliandola a metà e appiattendola in due cerchi
Incastro del planisfero Montessori – Presentazione: – indichiamo un continente sul globo colorato e chiediamo al bambino di mostrarcelo sul planisfero – invitiamo il bambino a tracciare il contorno del continente sul globo e sul planisfero – chiediamo al bambino di togliere l’incastro e metterlo sul tappeto – dopo che il bambino ha lavorato con l’intera mappa possiamo introdurre i nomi degli oceani con delle lezioni in tre tempi
Nomenclatura utilizzata: I nomi dei continenti
Controllo dell’errore: – gli incastri
Scopo: – preparazione allo studio della geografia fisica
Età alla presentazione: dai 3 anni e mezzo ai 4 anni, dopo il globo colorato
Incastro del planisfero Montessori Presentazione 3 (imparare i nomi dei continenti con la lezione in tre tempi)
Gli incastri della geografia rappresentano il materiale che introduce il bambino alla conoscenza del mondo in cui vive. Partendo dall’incastro del planisfero e progredendo attraverso gli incastri dei vari continenti e poi dei paesi, il bambino apprende una notevole quantità di informazioni che gli saranno utili negli anni successivi, e sviluppa interesse verso la geografia. La sua curiosità è costantemente stimolata. Gli incastri della geografia hanno anche uno scopo secondario, che è quello di perfezionare il controllo motorio in previsione dell’utilizzo degli strumenti di scrittura, la motricità fine e la coordinazione occhio-mano.
Incastro del planisfero Montessori – Materiale – l’incastro del planisfero – il globo colorato
Incastro del planisfero Montessori – Presentazione: – inviamo i bambini a partecipare alla presentazione e portiamo il materiale sul tappeto – mettiamo il globo colorato a sinistra del planisfero – ripetiamo le nomenclature apprese sul globo colorato – portiamo l’attenzione del bambino su un continente specifico sul globo e poi mostriamolo sul planisfero – diciamo: “Anche questa tavola rappresenta la nostra Terra, qui però la vediamo divisa in due metà e appiattita” – lentamente, utilizzando i pomoli, togliamo tre incastri, cioè tre continenti diversi – mettiamo gli incastri a fianco della tavola – reinseriamoli al loro posto, uno ad uno – togliamo altri tre incastri, mettiamoli a fianco della tavola e chiediamo a un bambino alla volta di reinserirli in modo corretto – ripetiamo togliendo quattro incastri – ripetiamo togliendo tutti gli incastri – ora togliamo tre incastri e nominiamoli, ad esempi dicendo: “Nord America, Oceania, Africa” – ripetere i nomi: “Nord America, Oceania, Africa”
– chiediamo ai bambini di rimetterli al loro posto, nominandoli, cioè dicendo: “Per favore, rimetteresti a posto l’Africa?” – quando tutti gli incastri sono di nuovo al loro posto, chiediamo a un bambino di prendere gli stessi tre pezzi, uno per uno, nominandoli, ad esempio dicendo: “Per favore, toglieresti l’incastro dell’Europa?” – quando i tre incastri sono fuori chiediamo: “Quale continente vorresti rimettere al suo posto?”. Il bambino risponderà col nome di un continente e rimetterà l’incastro corrispondente al suo posto – ripetiamo questa lezione in tre tempi con gli altri continenti, finché il bambino conoscerà i nomi di tutti e sette.
Incastro del planisfero Montessori – Estensioni
– il bambino può costruire il planisfero all’esterno del bordo della tavola
Incastro del planisfero Montessori – Nomenclatura usata: Continenti, Nord America, Sud America, Europa, Africa, Asia, Oceania, Antartide.
Incastro del planisfero Montessori – Scopo: – riconoscimento visivo delle forme dei continenti – riconoscimento di continenti , oceani, emisferi e della loro relazione gli uni agli altri – nomenclatura.
Incastro del planisfero Montessori – Controllo dell’errore Gli incastri.
Incastro del planisfero Montessori – Età Dai 3 anni e mezzo ai 4 anni
Incastro del planisfero Montessori – Nota Possiamo presentare anche i nomi degli oceani, ma ricordando che è più importante per i bambini che conoscano i nomi dei continenti.
Incastro del planisfero Montessori Presentazione 4
Materiali: – incastro del planisfero – planisfero muto di controllo – globo colorato – plastilina, creta o pasta di sale
Scopo: – introdurre il bambino alla rappresentazione piana del nostro mondo – preparare il bambino per il lavoro sulla geografia successivo – condurre il bambino verso l’astrazione – comprendere il passaggio dal tridimensionale al bidimensionale – discriminare visivamente le forme dei continenti e degli oceani – rafforzare la mano in preparazione della scrittura.
Età: a partire dai 3 anni
Incastro del planisfero Montessori – Presentazione individuale – portiamo sul tappeto il globo colorato, l’incastro del planisfero e il planisfero di controllo muto – diciamo al bambino: “Oggi vedremo insieme come trasformare la mappa della terra, che è una sfera, in una mappa piatta” – continuiamo dicendo: “E’ importante per gli uomini avere a disposizione una rappresentazione piatta della terra. Intanto è più facile disegnare le cose su un foglio che non su una sfera. Inoltre disegnando la terra su un foglio possiamo vederla tutta intera, mentre se la osserviamo nel globo possiamo vedere soltanto la parte che abbiamo di fronte, mentre l’altra parte rimane nascosta” – formiamo una pallina con la creta, la plastilina o la pasta di sale. Con uno strumento appuntito (anche una matita) punteggiamo il contorno dell’Africa e mostriamola al bambino confrontandola col globo colorato – tagliamo la sfera a metà, e appiattiamo le due metà cercando di non rovinare il disegno dell’Africa – confrontiamo i dischi con gli emisferi sull’incastro del planisfero e diciamo: “Questo è il modo con cui possiamo ottenere una rappresentazione piatta del nostro mondo” – “Quando abbiamo tagliato la sfera a metà abbiamo ottenuto i due emisferi: orientale e occidentale” – mostriamo i due emisferi sull’incastro del planisfero e sul planisfero di controllo – rimuoviamo gli incastri uno alla volta dalla tavola e mettiamoli nella posizione corrispondente sul planisfero di controllo
– al termine rimetterli nell’incastro.
Incastro del planisfero Montessori Presentazione 5 (planisferi di controllo e cartellini)
Materiali: – incastro del planisfero – planisfero di controllo muto – planisfero di controllo parlato.
Presentazione iniziale: – mostriamo al bambino come prendere l’incastro dal mobiletto e portarlo sul tappeto o sul tavolo. Il piano di lavoro scelto dovrebbe essere parallelo alla parete nord della stanza. Mettiamo l’incastro nell’angolo in altro a destra del piano di lavoro – con movimenti lenti e curati togliamo gli incastri dal planisfero e mettiamoli in ordine lungo il margine inferiore della tavola
– quando tutti gli incastri sono stati rimossi, rimettiamoli al loro posto con altrettanta lentezza e cura – invitiamo il bambino a ripetere l’esercizio – togliamo nuovamente tutti gli incastri e mescoliamoli. Chiediamo al bambino di riposizionarli sul planisfero – possiamo mostrare al bambino come seguire i contorni dell’incastro tra le mani e poi quello dello spazio vuoto sul planisfero. Il pezzo va tenuto con la mano non dominante e i contorni vanno tracciati con la mano dominante – nominiamo i continenti quando prendiamo gli incastri.
Presentazione col planisfero di controllo: – mettiamo l’incastro del planisfero nell’angolo in alto a sinistra del piano di lavoro, col margine parallelo al muro nord della stanza – mettiamo il planisfero di controllo a destra della tavola dell’incastro – rimuoviamo un pezzo e spostiamolo nello spazio corrispondente sul planisfero di controllo – continuiamo con gli altri pezzi
– rimettiamo i pezzi negli incastri originali – nominiamo i pezzi.
Incastro del planisfero Montessori – Presentazione con i cartellini: – mettiamo l’incastro del planisfero nell’angolo in alto a sinistra del piano di lavoro, a destra mettiamo il planisfero di controllo parlato – disponiamo i cartellini sul piano di lavoro, sotto all’incastro del planisfero
– prendiamo un cartellino e mostriamo al bambino come trovare la parola corrispondente sul planisfero di controllo – mettiamo il cartellino sul pezzo corrispondente nell’incastro – continuiamo allo stesso modo con gli altri cartellini
– possiamo usare cartellini colorati negli stessi colori dei continenti al posto della mappa di controllo parlata
Incastro del planisfero Montessori (schede delle nomenclature e cartellini)
Materiale: – l’incastro del planisfero – un cerchio di cartoncino da usare come modello per disegnare gli emisferi – il globo terrestre III (globo colorato nei colori) – una pallina di creta – una mappa di controllo dei continenti – una mappa dei continenti muta – cartellini con i nomi dei continenti – cartellini con i nomi degli oceani – carte delle nomenclature dei continenti in tre parti (immagine, titolo, definizione) – libretti dei continenti – planisfero da parete
I colori usati per i continenti nel globo e negli incastri sono gli stessi. In commercio esistono in due versioni: – Europa rosa, Asia giallo, America del nord rosso, America del sud rosso, Oceania arancio, Africa marrone, Antartide bianco; – Europa rosso, Asia giallo, America del nord arancio, America del sud rosa, Oceania marrone, Africa verde, Antartide bianco.
Presentazione – indichiamo il globo III (globo colorato) – diciamo: “Se riuscissimo a tagliare questo globo a metà e appiattire le due metà, otterremmo una rappresentazione della terra come un quadro piatto. – prendiamo la pallina, tagliamola a metà e appiattiamola – confrontiamo la pallina appiattita al planisfero – mettiamo in relazione gli incastri del planisfero con i continenti globo colorato, togliendo gli incastri e verificando la congruenza con i continenti che si trovano sul globo – ripetiamo i nomi dei continenti indicandoli sul globo – ripetiamo i nomi degli oceani indicandoli sul globo – correliamo i nomi dei continenti e degli oceani del globo con gli incastri dei continenti e gli oceani sul planisfero – distribuiamo tra i bambini gli incastri del planisfero – ogni bambino inserisce il suo incastro nel planisfero nominando il continente rappresentato – distribuiamo i cartellini dei nomi dei continenti (i cartellini dell’Asia e dell’Antartide sono doppi perché presenti in entrambi gli emisferi)
– ogni bambino legge il suo cartellino e lo abbina al continente appropriato – togliamo i cartellini dei continenti ed esaminiamo i nomi degli oceani – mettiamo in relazione i nomi degli oceani sul globo ai nomi degli oceani sul planisfero – distribuiamo i cartellini degli oceani (i cartellini per l’oceano Atlantico, Pacifico e Artico sono doppi perchè presenti in entrambi gli emisferi) – ogni bambino legge il suo cartellino e lo abbina all’oceano corrispondente sul planisfero – togliamo dal planisfero i cartellini degli oceani – distribuiamo i cartellini di continenti ed oceani insieme
– ogni bambino legge il suo cartellino e lo pone sul continente o sull’oceano corrispondente – togliamo tutti i cartellini dal planisfero – mettiamo sul piano di lavoro planisfero muto – abbiniamo i cartellini dei continenti e degli oceani agli elementi presenti sul planisfero muto – trasferiamo gli incastri dei continenti dalla tavola al planisfero muto per verificarne l’esattezza – prendiamo le carte delle nomenclature dei continenti e disponiamo le immagini dei continenti da sinistra a destra – distribuiamo i titoli tra i bambini e chiediamo loro di abbinarli alle immagini
– leggiamo le definizioni di ogni continente – distribuiamo le definizioni e chiediamo ai bambini di abbinarle alle immagini dei continenti. – osserviamo insieme ai bambini il planisfero che abbiamo appeso al muro – mostriamo ai bambini dove mettiamo il libretto dei continenti e le nomenclature nello scaffale della geografia – prendiamo le carte delle nomenclature per gli oceani e disponiamo le immagini da sinistra a destra. – distribuiamo i cartellini dei titoli tra i bambini e chiediamo loro di abbinarle alle immagini
– leggiamo le definizioni di ogni oceano. – distribuiamo le definizioni e permettere ai bambini di abbinare le definizioni alle immagini – osserviamo insieme il planisfero appeso alla parete – mettiamo il libretto degli oceani e le nomenclature nello scaffale della geografia mostrandolo ai bambini
Scopo: passare da una rappresentazione tridimensionale dei continenti e degli oceani ad una rappresentazione bidimensionale.
Età: dai sei anni
Incastro del planisfero Montessori Attività con l’incastro del planisfero
– mettiamo i continenti dell’incastro del planisfero in un sacchetto del mistero: il bambino cercherà di identificarli al tatto
– abbinare i continenti degli incastri del planisfero ai continenti presenti sul globo colorato – abbinare gli incastri del planisfero al planisfero muto – abbinare i cartellini ai continenti sul planisfero – abbinare i cartellini agli oceani sul planisfero – usare il modello di cerchio per disegnare i due cerchi che rappresentano i due emisferi e tracciare i continenti utilizzando gli incastri del planisfero. Etichettare i continenti e gli oceani. – disegnare i continenti su cartoncini colorati seguendo i contorni degli incastri con la matita e ritagliarli. Mettere i continenti su cerchi di carta disegnati usando il cerchio di cartoncino ed etichettare continenti e oceani
– punteggiare i contorni degli incastri dei continenti su cartoncini colorati
– siccome ritagliare i continenti con le forbici può essere difficile per alcuni bambini, perchè i contorni sono molto irregolari, scegliere di punteggiarli può essere una soluzione migliore. Si può anche optare per una tecnica mista, punteggiando cioè i contorni dei continenti con punti distanziati di circa 0,5 cm e poi usare i fori come guida per le forbici. Mettere i continenti su cerchi di carta disegnati usando il cerchio di cartoncino ed etichettare continenti e oceani
– costruire un libretto dei continenti e degli oceani usando per i disegni gli incastri del planisfero e ricercando informazioni varie
– costruire da soli un planisfero di controllo, colorare i continenti (matite colorate, tempera o acquarello, gessi colorati) – tracciare i contorni degli emisferi e dei continenti con una matita bianca su un cartoncino di colore scuro. Punteggiare i contorni. Mettere il lavoro sul vetro di una finestra per fare in modo che la luce passi attraverso la punteggiatura
– i planisferi realizzati dai bambino possono essere etichettati con cartellini prestampati, cartellini preparati dai bambini, oppure i nomi possono essere scritti direttamente sul planisfero.
– attività con le nomenclature e i libretti
– questionario sul mondo
Livello III – questionari sui continenti (uno per ogni continente).
Materiali stampabili per l’incastro del planisfero Montessori in formato pdf, che comprendono: cartellini dei continenti, cartellini degli oceani, nomenclature in tre parti dei continenti, libretto dei continenti, nomenclature degli oceani in tre parti, libretto degli oceani, questionario sul mondo, questionari sui continenti (uno per continente), planisferi di controllo e planisfero muto, cerchio per disegnare gli emisferi…
Trovi tutto il materiale qui:
Questo è il contenuto:
Materiali stampabili per l’incastro del planisfero Montessori Cartellini dei continenti colorati con immagine del continente
Materiali stampabili per l’incastro del planisfero Montessori Cartellini dei continenti colorati, degli oceani e dei punti cardinali
Materiali stampabili per l’incastro del planisfero Montessori Nomenclature in 3 parti dei continenti colorate (immagine, titolo, definizione)
Materiali stampabili per l’incastro del planisfero Montessori Nomenclature in 3 parti dei continenti in bianco e nero (immagine, titolo, definizione)
Materiali stampabili per l’incastro del planisfero Montessori Nomenclature in tre parti dei continenti colorate (immagine, planisfero e titolo)
Materiali stampabili per l’incastro del planisfero Montessori Nomenclature in tre parti degli oceani colorate (planisfero titolo e definizione) in due versioni
Materiali stampabili per l’incastro del planisfero Montessori incastro del planisfero stampabile per realizzare il materiale in proprio e per i planisferi di controllo (parlati, muti, bianco e nero e colorati)
– Planisfero di controllo I: una mappa con i continenti colorati e della stessa dimensione dell’incastro del planisfero – Planisfero di controllo II: negli stessi colori e delle stesse dimensioni del primo planisfero, ed ha in più i nomi dei continenti e degli oceani. Completa la tavola un set di cartellini (colorati o in bianco e nero) da usare per etichettare l’incastro del planisfero – Planisfero di controllo III: Un planisfero in bianco e nero. I continenti sono della stessa dimensione dell’incastro del planisfero – Planisfero di controllo IV: uguale al planisfero III ma con l’aggiunta dei nomi. Completa la tavola un set di cartellini da usare con l’incastro del planisfero. (I planisferi di controllo vengono presentati al bisogno. In seguito possiamo preparare planisferi simili ma di dimensioni ridotte da usare per colorare ed etichettare).
Materiali stampabili per l’incastro del planisfero Montessori Cartellini autocorrettivi (questionario sui continenti) e comandi per attività parallele
Qual è il continente il più piccolo del mondo? Qual è il continente più grande del mondo? Quali oceani bagnano l’Africa? Qual è l’oceano più piccolo? Quale oceano tocca sia l’America del Nord sia l’Africa? Attraverso quali continenti passa l’equatore? Quale continente si trova al polo sud? Quanti continenti ci sono al mondo? Quanti oceani ci sono al mondo? Qual è l’oceano più grande del mondo? Quali oceani bagnano l’Oceania? In quale continente viviamo? Qual è l’oceano più vicino al polo nord? In quali due luoghi del mondo fa molto freddo tutto l’anno? Quali continenti bagna l’Oceano Indiano? Quale oceano tocca sia l’America del Nord sia l’Australia? Quali oceani bagnano il Sud America? Quali oceani bagnano l’Europa?
Materiali stampabili per l’incastro del planisfero Montessori Cartellini questionario sui singoli continenti (tre livelli) e comandi per attività parallele
Questionario per ogni continente: Qual è il nome del continente? In quale emisfero si trova? Quali mari o oceani bagnano il continente? Quali continenti confinano con questo continente? Quanti paesi ci sono in questo continente? Quali sono i nomi di questi paesi? Progetti: Disegna la mappa del continente, poi scrivi i nomi dei paesi, degli oceani e dei mari. Fai un libretto dei paesi del continente. Fai un libretto delle bandiere dei paesi del continente.
Questionario per ogni continente II Qual è lo stato più grande del continente? E il più piccolo? Quali stati di questo continente sono isole? Qual è lo stato più a sud? E quello più a nord? Quali stati si trovano lungo la costa dell’oceano? Quali stati non sono bagnati da oceani o mari? Qual è lo stato più popolato? progetti II Cerca dei francobolli provenienti dagli stati di questo continente. Cerca immagini o articoli che parlino degli stati di questo continente su giornali o riviste. Individua su una cartina geografica del continente le capitali di ogni stato. Cerca la bandiera per ogni paese del continente.
Questionario per ogni continente III Quali sono i principali fiumi e laghi del continente? Quali sono le catene montuose principali? Qual è il punto più alto del continente? Quali animali si trovano nel continente? Che tipo di vegetazione si trova nel continente? progetti III Disegna una cartina del continente che mostri montagne, fiumi e laghi più importanti del continente. Disegna una cartina del continente che mostri i diversi animali che vi vivono. Disegna una cartina che mostri la vegetazione che si trova nel continente.
Le preposizioni e l’espressione corretta – Psicogrammatica Montessori. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.
Materiale: – cartellini preparati – cartellini dei titoli: ANIMALI e GRUPPO – simboli grammaticali – pennarello nero e verde – cartellini in bianco.
Le preposizioni e l’espressione corretta – Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto – diciamo: “Conosciamo già bene l’articolo, l’aggettivo, il nome e il verbo. Oggi faremo un nuovo esercizio per conoscere meglio la preposizione. Impareremo anche qualcosa di nuovo sui nomi degli animali quando sono soli e quando sono in gruppo” – mettiamo lungo il margine superiore del piano di lavoro i due cartellini dei titoli: GRUPPO a sinistra e ANIMALI a destra
– leggiamo il primo nome di animale e mettiamo il cartellino sotto al titolo ANIMALI. Leggiamo il nome del suo gruppo. Mettiamo il cartellino sotto al titolo GRUPPO – formiamo una colonna verticale con i cartellini degli animali sotto al titolo ANIMALI. Leggiamo tutti i cartellini man mano che li mettiamo sul piano di lavoro
– distribuiamo i cartellini dei gruppi di animali tra tutti i bambini. Ogni bambino legge il suo – leggiamo il primo nome di animale, ad esempio MAIALINI. Chiediamo: “Chi ha il cartellino col nome del gruppo di questi animali?”. Il bambino che ha il cartellino che si abbina al nome lo legge a voce alta e lo mette all’interno dello schema sul piano di lavoro, ad esempio UNA FIGLIATA DI – continuiamo in questo modo con tutti i rimanenti animali e gruppi di animali
– i bambini possono aggiungere altri nomi di animali ed altri gruppi. Per farlo scriviamo i nomi da loro suggeriti su dei cartellini in bianco, usando il pennarello nero – quando lo schema è completo, i bambini leggono il nome di ogni animale e del suo gruppo – chiediamo: “Quale preposizione abbiamo usato in queste frasi?”. “La preposizione DI” – i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali su ogni parola, a mano libera o utilizzando gli stencil – i bambini possono continuare ad esercitarsi autonomamente con i cartellini pronti – i bambini possono scrivere nuovi cartellini per esercitarsi.
Le preposizioni e l’espressione corretta – Scopo: – comprendere la funzione della preposizione.
Le preposizioni e l’espressione corretta – Età: 6 anni.
L’INCASTRO DELLA PIANTA. Presentazione ed esercizi per bambini a partire dai 3 ai 5 anni.
L’incastro della pianta utilizzato per la presentazioni è offerto da :
Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA
Materiale: – incastro della pianta
Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA Presentazione 1 (presentazione del materiale)
Presentazione – invitiamo un bambino a lavorare con noi all’esercizio – andiamo allo scaffale della botanica e, se lo abbiamo a disposizione, indichiamo il cofanetto per gli incastri della botanica – diciamo: “Questo è il cofanetto degli incastri della botanica, e questi sono gli incastri della botanica” – mostriamo al bambino come prendere dal cofanetto l’incastro della pianta e tenerlo correttamente per portarlo al tavolo o al tappeto – arrivati al posto diciamo: “Questo è l’incastro della pianta. Su questo incastro noi possiamo vedere le parti della pianta” – attiriamo l’attenzione del bambino sugli incastri, e diciamo che si tratta di un materiale molto utile a tutti e che lo maneggeremo con delicatezza e cura
– mostriamo al bambino come prendere i pezzi in modo corretto utilizzando i pomoli, per rimuoverli dalla tavola – prendiamo il primo incastro e posiamolo sul tappeto – chiediamo al bambino di rimuovere i rimanenti incastri e metterli sul tappeto
– dopo aver rimosso tutti i pezzi, prendiamone uno per i pomoli e mostriamo al bambino come riposizionarlo correttamente nell’incastro
– invitiamo il bambino a proseguire l’attività con gli altri incastri – quando il lavoro è concluso, riponiamo l’incastro della pianta nel cofanetto degli incastri della botanica, se lo abbiamo a disposizione, oppure sullo scaffale della botanica – incoraggiamo il bambino a prendere dal cofanetto gli incastri dei vegetali e lavorare con essi ogni volta che lo desidera.
Scopo: – introdurre i nomi delle parti dell’albero – dare informazioni particolari sulle diverse parti della pianta – consentire al bambino di confrontare la morfologia della pianta con quella degli esseri umani. – sviluppare interesse e rispetto verso le piante.
Controllo dell’errore: – visivo e tattile – interconnessione degli incastri tra loro
Età consigliata: dai 4 anni
Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA Presentazione 2 (nominare le parti della pianta)
Materiali: – incastro della pianta – alfabeto mobile (facoltativo) – cartellini della parte della pianta pronti (oppure cartellini in bianco e penna nera).
Nomenclatura utilizzata: tronco, fogliame, radice principale, radici laterali, radichette, ramo primario, ramo secondario, sistema delle radici.
Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA – Presentazione: – invitiamo un bambino che ha già lavorato col cofanetto della botanica e chiediamogli di aiutarci a stendere il tappeto e a portare l’incastro della pianta sul piano di lavoro – togliamo i primi tre incastri nominandoli, cioè dicendo ad esempio: “fogliame, tronco, radici” – ripetere i nomi: “fogliame, tronco, radici” – chiediamo ai bambini di rimetterli al loro posto, nominandoli, cioè dicendo: “Per favore, rimetteresti a posto il tronco?” – quando tutti gli incastri sono di nuovo al loro posto, chiediamo a un bambino di prendere gli stessi tre pezzi, uno per uno, nominandoli, ad esempio dicendo: “Per favore, toglieresti l’incastro del fogliame?” – fatto questo chiediamo: “Quale parte della pianta vorresti rimettere al suo posto?”. Il bambino risponderà col nome di una parte e rimetterà l’incastro corrispondente al suo posto – ripetiamo questa lezione in tre tempi con le altre parti della pianta, finché il bambino conoscerà i nomi di tutti gli incastri – se lo riteniamo efficace, mentre introduciamo i nomi delle parti possiamo darne una breve descrizione – se il bambino mostra vivo interesse per questo genere di presentazioni, continuiamo nei giorni seguenti, finché non avrà acquisito familiarità con i nomi delle parti della pianta – per l’esercizio della lettura e della scrittura togliamo un incastro alla volta dalla tavola e componiamo la parola corrispondente con l’alfabeto mobile
(vedi anche la presentazione seguente).
Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA Presentazione 3 (scrivere i nomi delle parti della pianta)
Materiali: – incastro della pianta – alfabeto mobile.
Nomenclatura utilizzata: tronco, fogliame, radice principale, radici laterali, radichette, ramo primario, ramo secondario, sistema delle radici.
Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA – Presentazione: – invitiamo un bambino a lavorare con noi all’esercizio – andiamo allo scaffale della botanica e, se lo abbiamo a disposizione, indichiamo il cofanetto per gli incastri della botanica – mostriamo al bambino come prendere dal cofanetto l’incastro della pianta e tenerlo correttamente per portarlo al tavolo o al tappeto, quindi chiediamogli di portarci anche l’alfabeto mobile – mettiamo l’alfabeto mobile lungo il margine superiore del tappeto – mettiamo l’incastro della pianta accanto all’alfabeto mobile – rimuoviamo il primo pezzo e mettiamolo sul tappeto – nominiamo la parte della pianta corrispondente – con l’alfabeto mobile componiamo la parola a destra del pezzo
– continuiamo così con ogni altro pezzo dell’incastro della pianta
– rimettiamo le parti nell’incastro – rimettiamo le lettere nella scatola dell’alfabeto mobile – riponiamo il materiale nello scaffale.
Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA
Scopo: – nominare le parti della pianta – scrivere il nome delle parti della pianta.
Controllo dell’errore: – interconnessione degli incastri tra loro.
Età consigliata: dai 4 anni.
Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA Presentazione 4
Materiale: – una pianta – incastro della pianta – set per le attività con gli incastri della pianta.
Se il bambino è in grado di leggere, scriviamo sui cartellini in bianco i nomi delle parti della pianta ed abbiniamoli agli incastri, oppure introduciamo i cartellini pronti e i fogli di controllo.
I set per le attività con gli incastri della botanica sono molto interessanti perché isolano le singole parti dell’albero, della foglia e del fiore riportando il nome di ogni parte.
Si possono realizzare facilmente anche in proprio riportando i margini dell’incastro in nero su foglio bianco e preparando i cartellini da abbinare. Fogli e cartellini possono essere plastificati.
Per l’incastro della pianta ho preparato: – foglio di lavoro senza nomi – foglio di lavoro con nomi – cartellini dei nomi.
PDF qui:
Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA Presentazione a (foglio di lavoro con nomi)
– mostriamo una pianta in vaso o andiamo in giardino a guardare un albero – chiediamo ai bambini di toccarlo, seguirne i margini, annusarlo, guardarlo – mettiamo sul piano di lavoro l’incastro della pianta – toccando le parti nominate, ricordiamo insieme i nomi delle parti della pianta che conosciamo e indichiamole sugli incastri – mettiamo accanto all’incastro della pianta il foglio di lavoro con i nomi
– togliamo un pezzo dell’incastro e poniamolo sul foglio di lavoro – chiediamo a un bambino di leggere il nome corrispondente sul foglio di lavoro
– procediamo allo stesso modo con tutti i pezzi dell’incastro
– dopo la presentazione i bambini potranno svolgere l’attività in modo indipendente.
_______________________________________ Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA
Presentazione b (foglio di lavoro senza nomi) – mettiamo sul piano di lavoro l’incastro della pianta – mettiamo accanto all’incastro della pianta il foglio di lavoro senza nomi
– distribuiamo i cartellini tra i bambini (oppure mettiamoli in ordine sparso sul piano di lavoro) – togliamo un pezzo dell’incastro e poniamolo sul foglio di lavoro – chiediamo ai bambini chi pensa di avere il cartellino da abbinare (oppure chiediamo a un bambino di cercarlo tra quelli sul piano di lavoro)
– posizioniamo il cartellino sul foglio di lavoro – procediamo allo stesso modo con tutti i pezzi dell’incastro
– dopo la presentazione i bambini potranno svolgere l’attività in modo indipendente.
Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA Attività che possiamo proporre con l’incastro della pianta
Le attività legate all’utilizzo dell’incastro della pianta possono essere di discriminazione visiva, di discriminazione tattile, di nomenclatura, di preparazione alla scrittura, di lettura; possono coprire varie fasce d’età: – discriminazione visiva: lavorare con gli incastri; assemblare le parti della pianta su un foglio di controllo; gioco del “Cosa manca” – discriminazione tattile: gioco del “Cosa manca”, borse del mistero, assemblaggio alla cieca – preparazione alla scrittura: ricreare l’incastro col ritaglio – sviluppo del linguaggio: gioco del detective, fogli di controllo e cartelli, nomenclature, definizioni.
__________________ Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA Lavorare con gli incastri
E’ l’attività più ovvia. Il bambino più piccolo può avere bisogno di procedere per più tentativi ed errori, mentre i più grandi sono in grado di mettere facilmente i pezzi negli incastri.
_______________________ Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA Assemblare la pianta su un foglio di controllo
Una volta che un bambino sa maneggiare gli incastri con facilità nella cornice, può provare a costruire la pianta utilizzando un foglio di controllo.
_______________ Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA Gioco: “Cosa manca?”
– mettiamo l’incastro completo davanti al bambino – chiediamo al bambino di voltarsi o di chiudere gli occhi (oppure bendiamolo), togliamo un pezzo dalla tavola e nascondiamolo – chiediamo al bambino di guardare e di dirci il nome della parte mancante – il gioco può essere reso più difficile, togliendo due pezzi invece di uno; oppure chiedendo di rispondere non a voce, ma scrivendo o disegnando la parte mancante – si potrebbe anche chiedere di riconoscere al tatto la parte mancante (cioè tenendo gli occhi chiusi o con la benda sugli occhi).
_____________________ Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA Incastro alla cieca
Il bambino può ricomporre l’incastro con gli occhi bendati. Ricordate che è più semplice, all’inizio, se tutti gli incastri sono posizionati ordinatamente a lato della tavola, prima di bendare il bambino.
_______________ Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA Borsa del mistero
– scegliamo un pezzo dell’incastro e mettiamolo in una piccola borsa del mistero – il bambino tastando la borsa (oppure bendato) identifica la parte – si possono anche inserire nella borsa più pezzi alla volta, o anche tutti.
________________ Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA Ricreare l’incastro col ritaglio
Tracciare il contorno degli incastri è una valida attività di pre-scrittura, e si può rendere più interessante tracciando con la matita i pezzi e poi ritagliandoli, oppure tracciando i pezzi direttamente col punteruolo.
Materiale: – incastro della pianta – fogli di carta colorata – foglio di carta bianca – matita – punteruolo o forbici – colla da carta
Presentazione: – chiediamo ai bambini di portare al tavolo il materiale – chiediamo a un bambino di scegliere un incastro e di darcelo – mettiamo l’incastro scelto dal bambino sul foglio di carta colorato e mostriamo come tracciarne il contorno con il punteruolo. Possiamo scegliere di punteggiare interamente il contorno, oppure di fare fori distanti tra loro di circa mezzo centimetro, che serviranno come guida per le forbici – con l’aiuto dei bambini ritagliamo tutte le parti della pianta nello stesso modo – al termine componiamo la pianta sul foglio di carta – incoraggiamo il bambino a ripetere l’esercizio da solo – se il bambino sa già scrivere, può aggiungere al disegno la nomenclatura.
____________________ Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA Ricreare l’incastro col disegno e preparare fogli di controllo da soli
Tracciare il contorno degli incastri è una valida attività di pre-scrittura. Creare il disegno completo dell’incastro è più impegnativo rispetto al collage, perché richiede che il bambino posizioni correttamente i pezzi sul foglio bianco prima di tracciarli.
Materiale: – incastro della pianta – foglio di carta – matita e matite colorate.
Presentazione: – chiediamo ai bambini di portare al tavolo il materiale – chiediamo a un bambino di scegliere un incastro e di darcelo – mettiamo l’incastro scelto dal bambino sul foglio di carta e mostriamo come tracciarne il contorno con la matita – togliamo l’incastro e coloriamo usando lo stesso colore dell’incastro originale – prendiamo un altro incastro e posiamolo sul foglio nella stessa posizione in cui si trova nella tavola originale. Tracciamone i contorni e coloriamolo – continuiamo allo stesso modo finché non avremo disegnato tutta la pianta – incoraggiamo il bambino a ripetere l’esercizio da solo – se il bambino sa già scrivere, può aggiungere al disegno la nomenclatura.
___________________ Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA Caccia al tesoro (o gioco del detective)
Una volta che il bambino conosce il nome di ogni parte del corpo della pianta, è possibile utilizzare i pezzi per giocare al detective: – togliamo tutti i pezzi dall’incastro e mettiamoli a lato della tavola – diciamo: “Sto cercando… sto cercando… un pezzo che inizia con la lettera R” – se i bambini non indovinano aggiungiamo un suono – quando hanno indovinato mettiamo il pezzo nell’incastro – possiamo giocare anche con le lettere finali o centrali.
________________________ Nomenclature in tre parti immagine, titolo
– i bambini abbinano la scheda immagine+titolo all’immagine singola e al nome singolo – identificano la parte corrispondente sull’incastro, prendono il pezzo e lo pongono sulle carte corrispondenti.
_______________________ Scrivere i cartellini appropriati
Se il bambino sa scrivere le prime parole, può esercitarsi a scrivere dei propri cartellini per l’incastro. In questa fase, naturalmente, non importa se qualche parola non è scritta correttamente. Se il bambino è nella fase in cui riconosce i suoni, ma non sa gestire praticamente gli strumenti di scrittura, può utilizzare gli alfabeti mobili.
_______________________ Nomenclature in tre parti immagine, titolo, definizione
Materiale – carte delle nomenclature delle parti della pianta (titolo, immagine, definizione) – incastro della pianta.
Presentazione: – mettiamo sul piano di lavoro tutte le carte delle immagini – distribuiamo tra i bambini (o mettiamo in ordine sparso sul piano di lavoro) i titoli – chiediamo a un bambino quale parte della pianta è evidenziato nella prima immagine. Il bambino abbina all’immagine il titolo, quindi pone su di esso l’incastro corrispondente – proseguiamo allo stesso modo per tutte le parti della pianta – se i bambini sanno già leggere bene, distribuiamo le carte delle definizioni e chiediamo loro di abbinarle a titoli e immagini – se i bambini non sanno leggere bene, leggiamo noi una ad una le definizioni e discutiamo coi bambini dove è corretto metterle.
Esperienze chiave per la preposizione – Psicogrammatica Montessori 6-9 anni. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.
Esperienze chiave per la preposizione Presentazione 1
Esperienze chiave per la preposizione – Materiali: – penne nere e verdi – strisce di carta – simboli grammaticali.
Esperienze chiave per la preposizione – Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto – chiediamo a un bambino di portarci un oggetto presente in classe, ad esempio un asciugamano – chiediamo al bambino (ad esempio a Giovanni) di fare alcune cose, ad esempio: “Metti l’asciugamano in testa”; “Metti l’asciugamano sotto i piedi”, “Stringi l’asciugamano tra le gambe”, facendo le nostre proposte in modo giocoso – Chiediamo ai bambini: “Cosa ha fatto Giovanni?”. I bambini rispondono e noi scriviamo la prima frase (tutte le parole in nero eccetto le preposizioni che scriveremo in verde): GIOVANNI HA MESSO L’ASCIUGAMANO IN TESTA
– facciamo la stessa cosa con gli altri bambini, facendo attenzione a che tutti possano partecipare – per ogni bambino chiediamo agli altri cosa ha fatto e scriviamo una frase, ad esempio:
– leggiamo tutte le parole scritte in verde come un elenco (in, sul dietro, tra, dalla, con, sotto, a…), – diciamo: “Queste parole ci hanno detto quale relazione c’era tra una cosa e un’altra o tra una persona e un’altra, o tra una persona e una cosa” – aggiungiamo: “Di solito queste parole si mettono prima del secondo nome, per dirci dove va messo, come va messo, o altro. – tagliamo le frasi in modo da prendere solo le preposizioni e formiamo con esse una colonna – diciamo: “Queste parole in verde sono chiamate preposizioni”. Scriviamo il titolo PREPOSIZIONI su un cartellino, in verde, e mettiamo come titolo lungo il margine superiore del piano di lavoro – diciamo: “Le preposizioni dicono la posizione o mettono i nomi in relazione tra loro” – scriviamo l’etimologia e leggiamo dicendo: “La parola preposizione deriva dal latino praepositionem, che significa messo prima”
– mostriamo il simbolo grammaticale per il pronome e diciamo: “Questo è il simbolo di un ponte, un ponte verde, molto antico, che collega due sponde di un fiume. Proprio come il ponte che collega due sponde di un fiume, la preposizione collega due famiglie del nome tra loro.
Ad esempio nella frase ENRICO HA MESSO LE SCARPE DIETRO LA PORTA la preposizione collega le scarpe e la porta”
– diciamo: “La frase ENRICO HA MESSO LE SCARPE DIETRO LA PORTA è un po’ povera. Proviamo ad aggiungere un aggettivo per le scarpe e uno per l’asciugamano”. I bambini fanno le loro proposte e noi aggiungiamo gli aggettivi alla frase, ad esempio: ENRICO HA MESSO LE SCARPE ROSSE DIETRO LA PORTA CHIUSA – mettiamo i simboli grammaticali su ogni parola – scriviamo su una striscia di carta ESPERIENZA CHIAVE SULLA PREPOSIZIONE e mettiamolo sotto all’etimologia
– i bambini possono registrare lo schema sui loro quaderni di grammatica.
Esperienze chiave per la preposizione – Estensioni: – scriviamo frasi contenenti preposizioni, un oggetto e un contenitore per l’oggetto (fiori/vaso, moneta/borsellino, matita/astuccio, ecc…) in diverse relazioni tra loro – scriviamo frasi con più oggetti e che coinvolgano due bambini.
Esperienze chiave per la preposizione Presentazione 2
Esperienze chiave per la preposizione – Informazioni di base La preposizione è una parola che indica il rapporto tra due parole in una frase. Esempi di preposizioni sono: su, in, sotto, con, di… Le preposizioni vengono prima di un sostantivo o un pronome, infatti la parola preposizione deriva dal latino praepositionem che significa ‘messo davanti’. Il nome o pronome che segue una preposizione è noto come ‘oggetto della preposizione’. Tra sostantivo o pronome e preposizione può esserci un articolo. Nella frase IL GATTO DORME IN CUCINA, la preposizione IN lega GATTO e CUCINA. CUCINA è l’oggetto della preposizione. Le preposizioni non sono sempre rappresentate da un’unica parola. Una preposizione può infatti essere formata da due e più parole raggruppate, come ad esempio: ACCANTO A, DAVANTI A, DI FIANCO A… Inoltre in italiano molte preposizioni quando incontrano l’articolo determinativo si fondono ad esso, come ad esempio: NELLA, SUL, DALLE… Il simbolo grammaticale per la preposizione è una mezzaluna verde. Esso può essere paragonato ad un ponte perchè collega tra loro le cose.
Esperienze chiave per la preposizione – Materiali: – pennarello nero e verde – strisce di carta – un bicchiere – un cucchiaio – simboli grammaticali
Esperienze chiave per la preposizione – Presentazione: – diciamo ai bambini: “Oggi indagheremo insieme un altra parte del discorso molto interessante: la preposizione” – mettiamo il bicchiere ed il cucchiaio sul tappeto, col cucchiaio a sinistra di modo che i bambini vedano il cucchiaio a sinistra e il bicchiere a destra – scriviamo in nero su una striscia IL CUCCHIAIO AZZURRO e diamola a un bambino – invitiamo il bambino a leggere a voce alta e mettere il cartellino accanto all’oggetto corrispondente – su un’altra striscia scriviamo sempre in nero IL BICCHIERE TRASPARENTE e diamola a un altro bambino – il bambino legge a voce alta e mette il cartellino accanto all’oggetto corrispondente – su un cartellino scriviamo in verde NEL e mettiamolo tra le due strisce – invitiamo un bambino a mettere i simboli grammaticali su ogni parola scritta in nero – chiediamo a un bambino di leggere e mettere il cucchiaio come indicato:
– ripetiamo la procedura con altre preposizioni, ad esempio DIETRO AL
– DI FIANCO AL
– SUL
mettendoli sopra le preposizioni precedenti. Per ogni nuova preposizione incoraggiamo i bambini a turno a leggere la nuova frase e modificare la posizione del cucchiaio rispetto al bicchiere – quando tutti i bambini hanno partecipato, visualizziamo le preposizioni in colonna, indichiamole e diciamo ai bambini: “Le preposizioni ci mostrano la relazione tra le parole, e vengono prima dei loro oggetti – mostriamo il simbolo della preposizione, una mezzaluna verde, e spieghiamo che è il simbolo che usiamo per quelle parole che mostrano una relazione tra due cose. E’ come un ponte tra due sponde di un fiume – inviamo un bambino a mettere la mezzaluna verde sulla parola corrispondente nella frase, e su tutte le altre preposizioni – chiediamo ai bambini di registrare le frasi e le preposizioni sui loro quaderni di grammatica, disegnando il simbolo grammaticale appropriato su ogni parola, a mano libera o utilizzando gli stencil
Esperienze chiave per la preposizione – Età consigliata: 6 anni
Esperienze chiave per la preposizione – Scopo: familiarizzare con le preposizioni e capirne la funzione.
Esperienze chiave per la preposizione – Estensioni: – per fare pratica con le preposizioni possiamo dividere i bambini in coppia. In ogni coppia un bambino dice all’altro come spostare un certo oggetto rispetto a un certo altro.
Esperienze chiave per la preposizione – Caccia al tesoro per la preposizione: dopo l’esperienza chiave possiamo organizzare in classe una caccia al tesoro: – nascondiamo un oggetto in classe, avvolgendolo in carta colorata per aumentare l’interesse del bambini – scriviamo piccoli indizi su strisce di carta, che aiutino a trovare l’oggetto, ad esempio: guarda sotto la sedia (sotto la sedia ci sarà un cartellino con scritto “vicino al banco di Giovanni”) e così via per cinque o dieci indizi prima di trovare l’oggetto.
Esperienze chiave per la preposizione Presentazione 3
Esperienze chiave per la preposizione – Materiali: – pennarello nera e rosso – strisce di carta – due piccoli oggetti, ad esempio VASO e PENNELLO.
Esperienze chiave per la preposizione – Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto – scriviamo un cartellino per il primo oggetto: IL PENNELLO GRANDE, chiediamo a un bambino di leggerlo e di posizionarlo accanto all’oggetto corrispondente – scriviamo un cartellino per il secondo oggetto: IL VASO CILINDRICO e chiediamo a un altro bambino di leggerlo e di posizionarlo accanto all’oggetto corrispondente – scriviamo in rosso la preposizione NEL. Chiediamo a un terzo bambino di leggere il cartellino e di posizionarlo tra i due cartellini precedenti. Leggiamo a voce alta insieme a tutti i bambini : IL PENNELLO GRANDE NEL VASO CILINDRICO – Chiediamo: “La frase è giusta? Il pennello si trova nel vaso?”. Il bambino che aveva il cartellino della preposizione mette il pennello nel vaso come indicato
– ora scriviamo DIETRO AL in rosso su un altro cartellino. Sostituiamo NEL con DIETRO AL. Leggiamo tutti insieme i cartellini e chiediamo a un bambino di spostare il pennello come indicato dalla nuova preposizione
– scriviamo un’altra preposizione, ad esempio ACCANTO AL e procediamo come fatto per le altre preposizioni
– indichiamo la preposizione e diciamo: “Questa parola ci dice dove si trova il pennello in relazione al vaso. Le parole che ho scritto in rosso sono chiamate preposizioni, dalla parola latina preapositionem, che significa messa davanti. Le preposizioni mettono gli oggetti in posizione o in relazione a un altro” – scriviamo PREPOSIZIONE su un cartellino e mettiamolo lungo il margine superiore del piano di lavoro – chiediamo a un bambino di aggiungere il corretto simbolo grammaticale ai due nomi. Poi mostriamo il simbolo grammaticale per la preposizione e diciamo: “Usiamo questo arco verde per simboleggiare le preposizioni, cioè le parole che ci dicono dove sono gli oggetti in relazione agli altri”
– I bambini possono registrare l’esercizio sui loro quaderno di grammatica scrivendo come titolo LA PREPOSIZIONE e disegnando sulla frase i simboli grammaticali corretti per ogni parola.
Esperienze chiave per la preposizione – Scopo: comprendere la funzione della preposizione
Esperienze chiave per la preposizione – Prerequisiti: il bambino deve saper leggere e scrivere senza difficoltà le parole usate nella presentazione
Esperienze chiave per la preposizione Presentazione 4
Esperienze chiave per la preposizione – Materiali: – pennarello nero e verde – strisce di carta – forbici – un bicchiere e un fiore – simbolo tridimensionale della preposizione – simboli grammaticali.
Esperienze chiave per la preposizione – Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto – diciamo: “Conosciamo già gli articoli, gli aggettivi, i nomi ed i verbi.” Riassumiamo insieme ai bambini quello che sappiamo di queste parti del discorso – diciamo: “Oggi faremo insieme un esercizio con delle parole nuove” – mettiamo sul piano di lavoro gli oggetti facendo in modo che i bambini vedano il pennarello alla loro sinistra – invitiamo i bambini a dettarci una famiglia del nome per il primo e per il secondo oggetto e scriviamo col pennarello nero due cartellini: IL FIORE GIALLO e IL VASO BLU
– mettiamo i cartellini accanto agli oggetti – invitiamo i bambini a mettere i simboli grammaticali corretti su ogni parola – col pennarello verde scriviamo la parola NEL su un cartellino. Diciamo: “Ora metto la parola NEL prima della seconda famiglia del nome” – invitiamo un bambino a leggere la frase e a sistemare il fiore nel modo indicato da essa
– ripetiamo la procedura con altre preposizioni, ad esempio ACCANTO AL, SUL, SOTTO AL, DAVANTI AL. Ogni volta che mettiamo una nuova preposizione tra le due famiglie del nome, togliamo quella precedente e mettiamola a destra, formando una colonna
– diciamo: “questa parola che ho messo prima del secondo nome è chiamata preposizione. La parola preposizione deriva dal latino praepositionem che significa ‘messo davanti’. La preposizione si trova sempre davanti al secondo nome. La preposizione mette in relazione tra loro le parole. La preposizione mette il primo oggetto in relazione con secondo” – mettiamo lungo il margine superiore del piano di lavoro i due cartelli dei titoli, dopo averli scritti col pennarello nero: ESPERIENZA CHIAVE SULLA PREPOSIZIONE e PRAEPOSITIONEM (latino): MESSO DAVANTI – diciamo: “Anche la preposizione ha un suo simbolo, come i nomi, gli articoli, gli aggettivi e i verbi” – mostriamo il simbolo tridimensionale della preposizione tenendo l’arco rivolto verso il basso e diciamo: “Questo è il simbolo di una ponte verde molto antico e dalla forma molto primitiva. Gli antichi facevano ponti come questo intrecciando rami di vite verde per attraversare i fiumi e passare da una riva all’altra. La preposizione, come il ponte, aiuta le persone a continuare a parlare senza intoppi, collegando gli oggetti che nominano”
– i ponti di vite sono stati usati per molto tempo, ma non ce ne sono rimasti perchè non erano molto duraturi. Quando gli antichi Romani cominciarono a costruire i loro ponti scoprirono come costruire l’arco, e i loro ponti durarono nel tempo” – invertiamo il simbolo della preposizione con l’arco rivolto verso l’alto – diciamo: “Gli archi romani sono strutture molto solide. Ancora oggi costruiamo ponti ad arco, proprio come facevano gli antichi Romani. Come questo ponte collega le due sponde di un fiume, così la preposizione mette in relazione le parole tra di loro. Le preposizioni agiscono come piccoli ponti nelle frasi” – mostriamo il simbolo grammaticale e diciamo: “Quando ci esercitiamo con le parole scritte, useremo questo simbolo, che rappresenta una sola faccia del ponte verde” – mettiamo il simbolo sulla preposizione
– su una striscia di carta bianca scriviamo la frase METTI IL TUO LIBRO SUL TAVOLO VICINO ALLO SCAFFALE – invitiamo un bambino a leggere la frase e a mettere i simboli grammaticali su ogni parola
– diciamo: “Questa frase ha senso grazie alle preposizioni che ci indicano dove si trovano gli oggetti. In questa frase le preposizioni seguono un ordine logico e si trovano in una posizione logica” – con le forbici togliamo le preposizioni dalla frase e leggiamo METTI IL TUO LIBRO TAVOLO SCAFFALE
– DICIAMO: “Se togliamo le preposizioni, la frase non ha senso. Il piccolo ponte SUL e VICINO ALLO ci permettono di conoscere la relazione tra gli oggetti” – i bambini registrano questa attività nei loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali su ogni parola, a mano libera o utilizzando gli stencil.
Esperienze chiave per la preposizione – Scopo diretto: comprendere la funzione della preposizione
Esperienze chiave per la preposizione – Età: dai 6 ai 9 anni (possibilmente ripetendo ogni anno)
Botanica Montessori: l’incastro del fiore. Presentazione ed esercizi per bambini a partire dai 3 ai 5 anni.
L’incastro utilizzato per la presentazioni è offerto da :
Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Materiale: – incastro del fiore
Botanica Montessori: l’incastro del fiore Presentazione 1 (presentazione del materiale)
Presentazione: – invitiamo un bambino a lavorare con noi all’esercizio – andiamo allo scaffale della botanica e, se lo abbiamo a disposizione, indichiamo il cofanetto per gli incastri della botanica – diciamo: “Questo è il cofanetto degli incastri della botanica, e questi sono gli incastri della botanica” – mostriamo al bambino come prendere dal cofanetto l’incastro del fiore e tenerlo correttamente per portarlo al tavolo o al tappeto – arrivati al posto diciamo: “Questo è l’incastro del fiore. Su questo incastro noi possiamo vedere le parti del fiore” – attiriamo l’attenzione del bambino sugli incastri, e diciamo che si tratta di un materiale molto utile a tutti e che lo maneggeremo con delicatezza e cura – mostriamo al bambino come prendere i pezzi in modo corretto utilizzando i pomoli, per rimuoverli dalla tavola – prendiamo il primo incastro e posiamolo sul tappeto – chiediamo al bambino di rimuovere i rimanenti incastri e metterli sul tappeto
– dopo aver rimosso tutti i pezzi, prendiamone uno per i pomoli e mostriamo al bambino come riposizionarlo correttamente nell’incastro
– invitiamo il bambino a proseguire l’attività con gli altri incastri – quando il lavoro è concluso, riponiamo l’incastro del fiore nel cofanetto degli incastri della botanica, se lo abbiamo a disposizione, oppure sullo scaffale della botanica – incoraggiamo il bambino a prendere dal cofanetto gli incastri dei vegetali e lavorare con essi ogni volta che lo desidera.
Scopo: – introdurre i nomi delle parti del fiore – dare informazioni particolari sulle diverse parti del fiore – consentire al bambino di confrontare la morfologia del fiore con quella degli esseri umani – sviluppare interesse e rispetto verso le piante.
Controllo dell’errore: – visivo e tattile – interconnessione degli incastri tra loro
Età consigliata: dai 4 anni
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Botanica Montessori: l’incastro del fiore Presentazione 2 (nominare le parti del fiore)
Materiali: – incastro del fiore – alfabeto mobile (facoltativo)
Presentazione: – invitiamo un bambino che ha già lavorato col cofanetto della botanica e chiediamogli di aiutarci a stendere il tappeto e a portare l’incastro del fiore sul piano di lavoro – togliamo i primi tre incastri nominandoli, cioè dicendo ad esempio: “corolla, calice, stelo” – ripetere i nomi: “corolla, calice, stelo” – chiediamo ai bambini di rimetterli al loro posto, nominandoli, cioè dicendo: “Per favore, rimetteresti a posto il calice?” – quando tutti gli incastri sono di nuovo al loro posto, chiediamo a un bambino di prendere gli stessi tre pezzi, uno per uno, nominandoli, ad esempio dicendo: “Per favore, toglieresti l’incastro della corolla?” – fatto questo chiediamo: “Quale parte del fiore vorresti rimettere al suo posto?”. Il bambino risponderà col nome di una parte e rimetterà l’incastro corrispondente al suo posto – ripetiamo questa lezione in tre tempi con le altre parti del fiore, finché il bambino conoscerà i nomi di tutti gli incastri – se lo riteniamo efficace, mentre introduciamo i nomi delle parti possiamo darne una breve descrizione – se il bambino mostra vivo interesse per questo genere di presentazioni, continuiamo nei giorni seguenti, finché non avrà acquisito familiarità con i nomi delle parti del fiore – per l’esercizio della lettura e della scrittura togliamo un incastro alla volta dalla tavola e componiamo la parola corrispondente con l’alfabeto mobile
(vedi anche la presentazione seguente)
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Botanica Montessori: l’incastro del fiore Presentazione 3 (scrivere i nomi delle parti del fiore)
Materiali: – incastro del fiore – alfabeto mobile.
Presentazione: – invitiamo un bambino a lavorare con noi all’esercizio – andiamo allo scaffale della botanica e, se lo abbiamo a disposizione, indichiamo il cofanetto per gli incastri della botanica – mostriamo al bambino come prendere dal cofanetto l’incastro del fiore e tenerlo correttamente per portarlo al tavolo o al tappeto, quindi chiediamogli di portarci anche l’alfabeto mobile – mettiamo l’alfabeto mobile lungo il margine superiore del tappeto – mettiamo l’incastro del fiore accanto all’alfabeto mobile – rimuoviamo il primo pezzo e mettiamolo sul tappeto – nominiamo la parte del fiore corrispondente – con l’alfabeto mobile componiamo la parola a destra del pezzo
– continuiamo così con ogni altro pezzo dell’incastro del fiore – rimettiamo le parti nell’incastro – rimettiamo le lettere nella scatola dell’alfabeto mobile – riponiamo il materiale nello scaffale.
Scopo: – nominare le parti del fiore – scrivere il nome delle parti del fiore.
Controllo dell’errore: – interconnessione degli incastri tra loro
Età consigliata: dai 4 anni
Botanica Montessori: l’incastro del fiore Presentazione 4
Materiale: – un fiore – incastro del fiore – set per le attività con gli incastri del fiore.
Se il bambino è in grado di leggere, scriviamo sui cartellini in bianco i nomi delle parti della pianta ed abbiniamoli agli incastri, oppure introduciamo i cartellini pronti e i fogli di controllo.
I set per le attività con gli incastri della botanica sono molto interessanti perché isolano le singole parti dell’albero, della foglia e del fiore riportando il nome di ogni parte.
Si possono realizzare facilmente anche in proprio riportando i margini dell’incastro in nero su foglio bianco e preparando i cartellini da abbinare. Fogli e cartellini possono essere plastificati.
Per l’incastro del fiore ho preparato: – foglio di lavoro senza nomi – foglio di lavoro con nomi – cartellini dei nomi.
PDF qui:
Presentazione a (foglio di lavoro con nomi): – distribuiamo un fiore per ogni bambino e teniamone uno per noi – chiediamo ai bambini di toccarlo, seguirne i margini, annusarlo, guardarlo – mettiamo sul piano di lavoro l’incastro del fiore – toccando le parti nominate, ricordiamo insieme i nomi delle parti del fiore che conosciamo e indichiamole sugli incastri – mettiamo accanto all’incastro del fiore il foglio di lavoro con i nomi
– togliamo un pezzo dell’incastro e poniamolo sul foglio di lavoro – chiediamo a un bambino di leggere il nome corrispondente sul foglio di lavoro
– procediamo allo stesso modo con tutti i pezzi dell’incastro
– dopo la presentazione i bambini potranno svolgere l’attività in modo indipendente
Presentazione b (foglio di lavoro senza nomi) – mettiamo sul piano di lavoro l’incastro del fiore – mettiamo accanto all’incastro del fiore il foglio di lavoro senza nomi
– distribuiamo i cartellini tra i bambini (oppure mettiamoli in ordine sparso sul piano di lavoro) – togliamo un pezzo dell’incastro e poniamolo sul foglio di lavoro – chiediamo ai bambini chi pensa di avere il cartellino da abbinare (oppure chiediamo a un bambino di cercarlo tra quelli sul piano di lavoro)
– posizioniamo il cartellino sul foglio di lavoro – procediamo allo stesso modo con tutti i pezzi dell’incastro
– dopo la presentazione i bambini potranno svolgere l’attività in modo indipendente.
Botanica Montessori: l’incastro del fiore Attività che possiamo proporre con l’incastro del fiore
Le attività legate all’utilizzo dell’incastro del fiore possono essere di discriminazione visiva, di discriminazione tattile, di nomenclatura, di preparazione alla scrittura, di lettura; possono coprire varie fasce d’età: – discriminazione visiva: lavorare con gli incastri; assemblare il corpo del fiore su un foglio di controllo; gioco del “Cosa manca” – discriminazione tattile: gioco del “Cosa manca”, borse del mistero, assemblaggio alla cieca – preparazione alla scrittura: ricreare l’incastro col ritaglio – sviluppo del linguaggio: gioco del detective, fogli di controllo e cartelli, nomenclature, definizioni.
Botanica Montessori: l’incastro del fiore Lavorare con gli incastri
E’ l’attività più ovvia. Il bambino più piccolo può avere bisogno di procedere per più tentativi ed errori, mentre i più grandi sono in grado di mettere facilmente i pezzi negli incastri.
Botanica Montessori: l’incastro del fiore Assemblare il fiore su un foglio di controllo
Una volta che un bambino sa maneggiare gli incastri con facilità nella cornice, può provare a costruire il fiore utilizzando un foglio di controllo.
Botanica Montessori: l’incastro del fiore Gioco: “Cosa manca?”
– mettiamo l’incastro completo davanti al bambino – chiediamo al bambino di voltarsi o di chiudere gli occhi (oppure bendiamolo), togliamo un pezzo dalla tavola e nascondiamolo – chiediamo al bambino di guardare e di dirci il nome della parte mancante – il gioco può essere reso più difficile, togliendo due pezzi invece di uno; oppure chiedendo di rispondere non a voce, ma scrivendo o disegnando la parte mancante – si potrebbe anche chiedere di riconoscere al tatto la parte mancante (cioè tenendo gli occhi chiusi o con la benda sugli occhi).
Botanica Montessori: l’incastro del fiore Incastro alla cieca
Il bambino può ricomporre l’incastro con gli occhi bendati. Ricordate che è più semplice, all’inizio, se tutti gli incastri sono posizionati ordinatamente a lato della tavola, prima di bendare il bambino.
Botanica Montessori: l’incastro del fiore Borsa del mistero
– scegliamo un pezzo dell’incastro e mettiamolo in una piccola borsa del mistero – il bambino tastando la borsa (oppure bendato) identifica la parte – si possono anche inserire nella borsa più pezzi alla volta, o anche tutti.
Botanica Montessori: l’incastro del fiore Ricreare l’incastro col ritaglio
Tracciare il contorno degli incastri è una valida attività di pre-scrittura, e si può rendere più interessante tracciando con la matita i – e poi ritagliandoli, oppure tracciando i pezzi direttamente col punteruolo.
Botanica Montessori: l’incastro del fiore – Materiale: – incastro del fiore – fogli di carta colorata – foglio di carta bianca – matita – punteruolo o forbici – colla da carta
Botanica Montessori: l’incastro del fiore – Presentazione: – chiediamo ai bambini di portare al tavolo il materiale – chiediamo a un bambino di scegliere un incastro e di darcelo – mettiamo l’incastro scelto dal bambino sul foglio di carta colorato e mostriamo come tracciarne il contorno con il punteruolo. Possiamo scegliere di punteggiare interamente il contorno, oppure di fare fori distanti tra loro di circa mezzo centimetro, che serviranno come guida per le forbici – con l’aiuto dei bambini ritagliamo tutte le parti del fiore nello stesso modo – al termine componiamo il fiore sul foglio di carta – incoraggiamo il bambino a ripetere l’esercizio da solo – se il bambino sa già scrivere, può aggiungere al disegno la nomenclatura.
Botanica Montessori: l’incastro del fiore Ricreare l’incastro col disegno e preparare i fogli di controllo
Tracciare il contorno degli incastri è una valida attività di pre-scrittura. Creare il disegno completo dell’incastro è più impegnativo rispetto al collage, perché richiede che il bambino posizioni correttamente i pezzi sul foglio bianco prima di tracciarli.
Materiale: – incastro della pianta – foglio di carta – matita e matite colorate.
Presentazione: – chiediamo ai bambini di portare al tavolo il materiale – chiediamo a un bambino di scegliere un incastro e di darcelo – mettiamo l’incastro scelto dal bambino sul foglio di carta e mostriamo come tracciarne il contorno con la matita – togliamo l’incastro e coloriamo usando lo stesso colore dell’incastro originale – prendiamo un altro incastro e posiamolo sul foglio nella stessa posizione in cui si trova nella tavola originale. Tracciamone i contorni e coloriamolo – continuiamo allo stesso modo finché non avremo disegnato tutto il fiore – incoraggiamo il bambino a ripetere l’esercizio da solo – se il bambino sa già scrivere, può aggiungere al disegno la nomenclatura.
Botanica Montessori: l’incastro del fiore Caccia al tesoro (o gioco del detective)
Una volta che il bambino conosce il nome di ogni parte del fiore, è possibile utilizzare i pezzi per giocare al detective: – togliamo tutti i pezzi dall’incastro e mettiamoli a lato della tavola – diciamo: “Sto cercando… sto cercando… un pezzo che inizia con la lettera P” – se i bambini non indovinano aggiungiamo un suono – quando hanno indovinato mettiamo il pezzo nell’incastro – possiamo giocare anche con le lettere finali o centrali.
Botanica Montessori: l’incastro del fiore Nomenclature in tre parti immagine, titolo
– i bambini abbinano la scheda immagine+titolo all’immagine singola e al nome singolo – identificano la parte corrispondente sull’incastro, prendono il pezzo e lo pongono sulle carte corrispondenti.
Botanica Montessori: l’incastro del fiore Scrivere i cartellini appropriati
Se il bambino sa scrivere le prime parole, può esercitarsi a scrivere dei propri cartellini per l’incastro. In questa fase, naturalmente, non importa se qualche parola non è scritta correttamente. Se il bambino è nella fase in cui riconosce i suoni, ma non sa gestire praticamente gli strumenti di scrittura, può utilizzare gli alfabeti mobili.
Botanica Montessori: l’incastro del fiore Nomenclature in tre parti immagine, titolo, definizione
Materiale – carte delle nomenclature delle parti del fiore (titolo, immagine, definizione) – incastro del fiore.
Presentazione: – mettiamo sul piano di lavoro tutte le carte delle immagini – distribuiamo tra i bambini (o mettiamo in ordine sparso sul piano di lavoro) i titoli – chiediamo a un bambino quale parte del fiore è evidenziato nella prima immagine. Il bambino abbina all’immagine il titolo, quindi pone su di esso l’incastro corrispondente – proseguiamo allo stesso modo per tutte le parti del fiore – se i bambini sanno già leggere bene, distribuiamo le carte delle definizioni e chiediamo loro di abbinarle a titoli e immagini – se i bambini non sanno leggere bene, leggiamo noi una ad una le definizioni e discutiamo coi bambini dove è corretto metterle.
Scatola grammaticale IV: spostamenti – Psicogrammatica Montessori. Esercizi per comprendere la funzione della preposizione e l’ordine logico delle parole nella frase per bambini della scuola primaria.
Esercitandosi con la scatola grammaticale IV il bambino ha ricostruito molte frasi contenenti preposizioni con i cartellini colorati, e ha riprodotto le altre cambiando semplicemente il cartellino della preposizione. In questo modo ha visto come la posizione degli oggetti rispetto agli altri è determinata interamente e solo dall’uso della preposizione.
La preposizione, perciò, determina la relazione tra le parole, la relazione tra un nome con qualche altra parola, un altro nome o un verbo.
Nella frase PORTA IL TAVOLINO DAVANTI A UNA FINESTRA:
se noi togliamo la preposizione rimane PORTA IL TAVOLINO UNA FINESTRA, e la relazione tra le parole TAVOLINO e FINESTRA è perduta:
Anche la posizione della preposizione nella frase è importante: la preposizione deve sempre precedere il suo complemento, e non ammette parole tra sé e la parola con cui esprime la relazione. Per far intuire la posizione normale della preposizione, si possono fare delle serie di spostamenti lasciando insieme unite, nella posizione normale, la preposizione e il suo complemento: in tal caso si conserva un senso alla frase. Ad esempio: TENDI UN LACCIO DALLA PORTA ALLA FINESTRA, DALLA PORTA ALLA FINESTRA TENDI UN LACCIO, TENDI DALLA PORTA UN LACCIO ALLA FINESTRA, DALLA PORTA ALLA FINESTRA UN LACCIO TENDI, DALLA PORTA TENDI ALLA FINESTRA UN LACCIO
Facendo tutti questi spostamenti il bambino riconosce a orecchio che la frase giusta è la più chiara e semplice: TENDI UN LACCIO DALLA PORTA ALLA FINESTRA
D’altra parte, se noi separiamo la preposizione dal suo complemento o invertiamo la loro normale posizione, il significato è totalmente perso: TENDI UN LACCIO PORTA DALLA FINESTRA ALLA, TENDI LACCIO DALLA UN PORTA FINESTRA ALLA, LACCIO DALLA TENDI PORTA ALLA UN FINESTRA
Scatola grammaticale IV: spostamenti – Materiali: – cartellini bianchi – pennarello nero e verde – un pennarello e un bicchiere – simboli grammaticali.
Scatola grammaticale IV: spostamenti – Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto – diciamo: “Conosciamo già gli articoli, gli aggettivi, i nomi e i verbi. Oggi faremo qualcosa di nuovo con le preposizioni” – mettiamo gli oggetti sul piano di lavoro, facendo in modo che i bambini vedano il pennarello a sinistra – invitiamo i bambini a dettarci una famiglia del nome per ogni oggetto e scriviamo in nero, ad esempio, IL PENNARELLO ROSSO e IL BICCHIERE TRASPARENTE. Mettiamo i cartellini accanto agli oggetti
– scriviamo in verde la preposizione NEL su un nuovo cartellino e diciamo: “Metterò la parola NEL tra il primo e il secondo gruppo di parole” – invitiamo i bambini a leggere i cartellini, aggiungere i simboli grammaticali su ogni parola e spostare gli oggetti nel modo indicato
– il primo spostamento consisterà nell’invertire le due famiglie del nome IL BICCHIERE TRASPARENTE NEL PENNARELLO ROSSO.
– chiediamo: “Ha senso?”. No. Diciamo: “Questa frase ha senso solo se il pennarello rosso viene prima” – chiediamo a un bambino di tagliare le strisce per isolare le parole singole – con i bambini spostiamo le parole in tutti i modi possibili per vedere che è solo uno l’ordine davvero sensato, ad esempio: IL PENNARELLO ROSSO BICCHIERE TRASPARENTE NEL, NEL PENNARELLO ROSSO IL BICCHIERE TRASPARENTE, IL NEL PENNARELLO ROSSO BICCHIERE TRASPARENTE, ecc.
– diciamo: “Questi spostamenti non hanno senso. L’ordine originale è l’unico ordine logico per questi oggetti. La preposizione si trova tra i due oggetti, ma vicino e fedelmente attaccata al secondo oggetto” – sostituiamo la preposizione NEL con altre preposizioni, e per ogni preposizione usata invertiamo le due famiglie dei nomi – primo esempio: IL PENNARELLO ROSSO ACCANTO AL BICCHIERE TRASPARENTE,
e poi IL BICCHIERE TRASPARENTE ACCANTO AL PENNARELLO ROSSO. Notiamo che in questo caso entrambe le frasi hanno senso
– secondo esempio: IL PENNARELLO ROSSO SOPRA AL BICCHIERE TRASPARENTE
e poi IL BICCHIERE TRASPARENTE SOPRA AL PENNARELLO ROSSO. In questo caso entrambe le frasi possono avere senso, ma questo senso è molto diverso da una frase all’altra
– diciamo: “Con alcune preposizioni lo spostamento delle due famiglie dei nomi non cambia il significato della frase. Con altre preposizioni il significato cambia oppure si perde il senso logico” – presentiamo altre frasi e chiediamo ai bambini di procedere con gli spostamenti, ad esempio: LA CONIGLIETTA NELLA GABBIA e poi LA GABBIA NELLA CONIGLIETTA (c’è un solo ordine logico); LA CIOTOLA PICCOLA NELLA CIOTOLA GRANDE e poi LA CIOTOLA GRANDE NELLA CIOTOLA PICCOLA (c’è un solo ordine logico); L’ACQUA NELLA TAZZA e poi LA TAZZA NELL’ACQUA (entrambe le frasi hanno senso, ma il significato cambia di molto); – IL RAGAZZO VICINO AL CANE e poi IL CANE VICINO AL BAMBINO (entrambe le frasi hanno senso); – L’ARIA NELLA PALLA e poi LA PALLA NELL’ARIA (entrambe hanno senso, ma il significato cambia di molto); – diciamo: “La posizione corretta per queste piccole parole, le preposizioni, è davanti al secondo oggetto. Questa è l’unica posizione che garantisce a chi parla di esprimere esattamente quello che vuole dire” – i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica, disegnando i simboli grammaticali su ogni parola con le matite colorate, a mano libera o con l’aiuto degli stencil – nei giorni seguenti il bambino può svolgere l’esercizio da solo.
Scatola grammaticale IV: spostamenti – Scopo: – comprendere la funzione della preposizione – comprendere che la preposizione mette in relazione tra loro le famiglie del nome nelle frasi.
Scatola grammaticale IV: spostamenti – Età: dai 6 ai 9 anni
Scatola grammaticale IV: spostamenti – Materiale: – scatola grammaticale IV – cartellini di riempimento a scelta – simboli grammaticali
Scatola grammaticale IV: spostamenti – Presentazione: – mettiamo sul piano di lavoro il materiale – un bambino sceglie il primo cartello delle frasi, lo legge ed esegue la prima azione come indicata – il bambino compone la prima frase del cartello coi cartellini colorati delle parole – il bambino legge ed esegue la seconda frase, poi la compone coi cartellini sostituendo soltanto la preposizione – se presente ripete l’esercizio anche per la terza frase – fatto questo chiediamo al bambino di aggiungere all’ultima frase composta i simboli grammaticali, ad esempio POSA LA MATITA A LATO DEL TEMPERINO:
– proviamo a togliere la preposizione e leggiamo, ad esempio POSA LA MATITA TEMPERINO. Non ha senso
– rimettiamo la preposizione e spostiamo i cartellini in tutti i modi possibili. Non escludiamo nessuna possibilità. Gli spostamenti delle parole all’interno della frase mettono in evidenza il senso delle parole e il loro ordine logico. Gli spostamenti possono dar luogo a frasi prive di senso, oppure aggiungere un senso figurato, o poetico, o possono avere un senso molto diverso da quello originario
– al termine rimettiamo i cartellini nell’ordine di partenza
Scatola grammaticale IV: spostamenti – Materiali: – una tazza – una cannuccia – una brocca d’acqua – un bicchiere – strisce di carta – pennarelli – simboli grammaticali.
Scatola grammaticale IV: spostamenti – Presentazione: – scriviamo i cartellini LA CANNUCCIA e LA TAZZA – il bambino etichetta gli oggetti e aggiunge i simboli grammaticali – scriviamo su un altro cartellino NELLA. Il bambino lo legge e lo mette tra i due cartellini precedenti – leggiamo: LA CANNUCCIA NELLA TAZZA – diciamo ai bambini: “Dobbiamo mettere la cannuccia nella tazza, come dicono i cartellini. Questa parola NELLA ha fatto cambiare la posizione della cannuccia. Si tratta di una preposizione, e il suo simbolo è questo piccolo ponte verde”. Mettiamo il simbolo sulla preposizione
– ricordiamo l’etimologia: “La parola preposizione deriva dal latino praepositionem che significa messo davanti. Il ponte è stato scelto per indicare che la preposizione mette in relazione tra loro gli oggetti” – proviamo a invertire i cartellini
e notiamo che non è possibile eseguire questa azione: la frase non ha senso – ripetiamo con IL LIQUIDO e IL BICCHIERE. Scriviamo i cartellini e etichettiamo la brocca e il bicchiere
– aggiungiamo NEL tra i due cartellini. Un bambino verserà l’acqua nel bicchiere – aggiungiamo ai cartellini i simboli
– invertiamo i cartellini: IL BICCHIERE NEL LIQUIDO e notiamo che questa volta l’azione è possibile
Gli esercizi di spostamento sono particolarmente interessanti con la preposizione, perchè il significato della frase può cambiare notevolmente.
Dopo aver costruito una frase con la scatola grammaticale IV: – proviamo a rimuovere le preposizioni leggiamo la frase. Come suona? – proviamo a invertire le preposizioni e vediamo se la frase ha comunque senso. E’ possibile eseguire l’azione? – lasciamo la frase preposizionale intatta e spostiamola all’interno della frase. In questo caso di solito la frase conserva il suo significato, ma non suona bene. Si formano frasi che possiamo trovare più comunemente in poesia, ma che non usiamo quando parliamo – ricomponiamo la frase originale, poi permettiamo ai bambini di ricomporla spostando i cartellini in tutti i modi possibili. Chiediamo ogni volta: “Ha senso?”
“Il pianeta Terra è una creazione della vita. La vita ha creato le rocce e il suolo, ed è la vita che sostiene l’armonia della terra. Gli oceani sono mantenuti in equilibrio chimico costante grazie agli esseri viventi, e sono gli esseri viventi che mantengono la purezza dell’aria. Tutte le creature che vivono sulla terra svolgono un ruolo cosmico. Il mantenimento della vita sulla terra dipende da molti esseri viventi diversi, ognuno dei quali ha una speciale, specifica funzione. Gli animali si nutrono vivono e si riproducono; ognuno ha un ciclo vitale che assume un ruolo particolare in relazione alla vita di altre specie. Tutti sanno, per esempio, che la scomparsa di una specie in un certo luogo ne sconvolge l’equilibrio, perché le vite di tutte le specie sono interconnesse. La vita quindi può essere considerata come un’energia che mantiene la vita stessa”. (Educazione e pace – Maria Montessori)
Le guide sono in fase di completamento, e saranno presto disponibili in:
I contenuti e le presentazioni relative allo studio della Botanica dai 3 ai 9 anni verranno via via pubblicati anche sul sito. Gli articoli già pubblicati sono qui:
Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per il verbo. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.
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_____________________ Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per il verbo Presentazione 1
Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per il verbo – Materiale: – fattoria Montessori – cartellini della fattoria per verbi, articoli, aggettivi e nomi
Presentazione: – chiediamo ai bambini di allestire la fattoria
– mettiamo sul piano di lavoro i cartellini, formando una colonna per gli articoli, una per i nomi e una per gli aggettivi e chiediamo ai bambini di etichettare gli oggetti corrispondenti
– mettiamo sul piano di lavoro i cartellini dei verbi – chiediamo ai bambini di leggere i cartellini del primo oggetto e di trovare un’azione appropriata tra i cartellini dei verbi – mettiamo il verbo a destra della famiglia del nome – proseguiamo con gli altri cartellini – al termine leggiamo le frasi formate.
Il gioco della fattoria per il verbo Presentazione 2
Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per il verbo – Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto – chiediamo a ogni bambino di scegliere un animale della fattoria e portarcelo – posizioniamo tutti gli animali in fila uno accanto all’altro – diciamo ai bambini che scriveremo per ognuno qualcosa che possono fare – scriviamo un’azione con la penna rossa, ad esempio corre. Diamolo a un bambino e diciamo di leggerlo ed eseguire l’azione – quando il bambino ritorna discutiamo coi bambini l’azione, come si è svolta e quanta energia è servita per eseguirla – ricordiamo ai bambini il simbolo che usiamo per riconoscere le parole che ci dicono cosa fare e mettiamo il simbolo sul cartellino corrispondente – scriviamo altre azioni e procediamo nello stesso modo – ora facciamo osservare ai bambini gli animali che si trovano sul piano di lavoro e chiediamo: “Gli animali si sono spostati?” – i bambini risponderanno di no e diremo: “No, perchè gli oggetti non possono muoversi da soli! Ma allora come hanno fatto ad arrivare al tavolo?” I bambini risponderanno che li hanno portati loro – diciamo: “Gli oggetti non hanno l’energia per muoversi da soli”. – scriviamo con la penna nera i cartellini per gli animali della fattoria, comprensivi di nome, articolo e aggettivo – chiediamo ai bambini di mettere i cartellini accanto agli oggetti corrispondenti – scriviamo altri cartellini in rosso con alcuni semplici verbi, come corri, mangia, saltella, canta – i bambini leggono questi cartellini silenziosamente ed eseguono i comandi. Man mano mettiamo i cartellini dei comandi sul piano di lavoro – osserviamo: gli animali si trovano con i cartellini corrispondenti, mentre i cartellini dei comandi sono da soli. Chiediamo ai bambini: “Gli oggetti sono qui, ma dov’è corri, mangia, saltella, canta?”. Le azioni sono scomparse – diciamo: “Questi sono verbi. Il verbo è energia” – facciamo vari esempi di energia in attività, come la combustione del legno o del carbone che sprigiona calore e luce – diciamo: “L’energia è molto importante per la vita. I verbi mostrano energia” – prendiamo la piramide nera e ricordiamo coi bambini quello che sappiamo del nome e del suo simbolo. Prendiamo la sfera rossa e ricordiamo ai bambini quello che sappiamo del verbo e del suo simbolo. Il sostantivo è molto stabile; non può muoversi. Il verbo si muove liberamente. Come il triangolo rappresenta la piramide, così il cerchio rappresenta la sfera – mostriamo gli incastri metallici per dimostrare la libertà di movimento delle forme: maggiore è il numero di lati, più la forma si muove liberamente.
Il gioco della fattoria per il verbo Presentazione 3
Materiali: – fattoria Montessori (fattoria, castello, casa di bambole o altro) – cartellini per gli oggetti della fattoria – simboli grammaticali.
Presentazione: – invitiamo un piccolo gruppo di bambini al tavolo o al tappeto – chiediamo ai bambini di andare ad allestire l’ambiente in miniatura – prepariamo sul piano di lavoro le famiglie del nome per gli oggetti che vogliamo utilizzare per l’esercizio e chiediamo ai bambini di portarci gli oggetti corrispondenti – mettiamo sul piano di lavoro i cartellini dei verbi e chiediamo ai bambini di abbinare l’azione più appropriata ad ogni oggetto – aggiungiamo ad ogni parola il simbolo grammaticale corretto – i bambini possono registrare l’esercizio sul loro quaderno di grammatica
Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per il verbo – Scopo: – fare pratica coi verbi – arricchire il vocabolario – comprendere testi scritti.
Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per il verbo – Punti di interesse: – allestire l’ambiente in miniatura – etichettare gli oggetti.
Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per il verbo – Variazioni: – etichettare oggetti presenti in classe – variare i tipi di ambiente in miniatura.
Estensioni: lavorare con lettere maiuscole e punteggiatura.
Il gioco della fattoria per il verbo Presentazione 4
Materiali: – fattoria Montessori – comandi con verbi scritti in rosso e famiglia del nome scritta in nero – simboli grammaticali.
Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto – diciamo: “Conosciamo già molte cose su articoli, nomi, aggettivi e verbi. Oggi faremo un nuovo esercizio coi verbi” – distribuiamo i comandi tra tutti i bambini, ad esempio TIRA IL CARRETTO VUOTO. Il bambino esegue l’azione con l’oggetto della fattoria – il bambino aggiunge i simboli grammaticali su ogni parola del suo comando – i bambini registrano l’esercizio sui loro quaderni di grammatica usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali su ogni parola – i bambini svolgono nei giorni successivi l’attività in modo autonomo.
Psicogrammatica Montessori: gioco logico per il verbo. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.
Psicogrammatica Montessori: gioco logico per il verbo Presentazione 1
Materiali: – 10 cartellini preparati con verbi scritti in rosso – 10 cartellini preparati con la famiglia del nome scritta in nero – cartellino del titolo FAMIGLIA DEL NOME scritto in nero – cartellino del titolo VERBO scritto in rosso
Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto – diciamo: “Conosciamo già il nome, l’articolo, l’aggettivo e il verbo. Oggi faremo un nuovo esercizio col verbo” – mettiamo il titolo VERBO lungo il margine superiore del piano di lavoro, a sinistra, e il titolo FAMIGLIA DEL NOME a destra – formiamo una colonna verticale con i cartellini delle famiglie del nome sotto al titolo corrispondente. Invitiamo i bambini a leggere i cartellini man mano che li disponiamo – distribuiamo i dieci cartellini dei verbi tra tutti i bambini. Leggiamo la prima famiglia del nome e chiediamo: “Chi ha un verbo che può muovere questa famiglia del nome?” – il bambino che risponde mette il verbo appropriato a sinistra della famiglia del nome, formando così una colonna sotto al titolo VERBO – ripetiamo allo stesso modo con i verbi rimanenti abbinandoli alle famiglie dei nomi – al termine i bambini leggono le frasi formate – rivoltiamo tutti i cartellini dei verbi e chiediamo: “Chi ricorda quale verbo muove questa famiglia del nome?”. I bambini rispondono e noi giriamo nuovamente il cartellino in modo che sia leggibile. Ripetiamo con tutti i cartellini – i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali corretti su ogni parola – i bambini possono svolgere l’attività in modo autonomo nei giorni seguenti.
Scopo: comprendere la funzione del verbo
Età: dai 6 anni
Materiali: – lucida le scarpe, disegna un cerchio, accendi una candela, inventa una storia, leggi un libro, lancia un sassolino, mangia una mela, bevi una bibita, lava un bicchiere
Gioco logico per il verbo Presentazione 2
Materiali: – 10 cartellini con verbi scritti in rosso – 10 cartellini con famiglie del nome scritte in nero – cartellini dei titoli VERBO e FAMIGLIA DEL NOME.
Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto – diciamo: “Conosciamo già il nome, l’articolo, l’aggettivo e il verbo. Oggi faremo un nuovo esercizio col verbo” – mettiamo il titolo VERBO lungo il margine superiore del piano di lavoro, a sinistra, e il titolo FAMIGLIA DEL NOME a destra – formiamo una colonna verticale con i cartellini delle famiglie del nome sotto al titolo corrispondente. Invitiamo i bambini a leggere i cartellini man mano che li disponiamo – distribuiamo i dieci cartellini dei verbi tra tutti i bambini. Invitiamo i bambini a mettere i cartellini dei verbi accanto ai cartellini delle famiglie dei nomi in modo casuale – leggiamo le frasi così come si sono formate – facciamo notare ai bambini che le frasi possono essere molto buffe quando nomi e verbi vengono abbinati senza pensare. Sottolineiamo come ogni verbo abbia bisogno di un oggetto e che questo oggetto deve avere una relazione logica con esso.
Scopo: – comprendere la funzione del verbo – comprendere la relazione logica esistente tra verbo e famiglia del nome.
Età: dai 6 anni
Materiali: – lucida le scarpe, disegna un cerchio, accendi una candela, inventa una storia, leggi un libro, lancia un sassolino, mangia una mela, bevi una bibita, lava un bicchiere.
Psicogrammatica Montessori: gioco logico per il verbo Presentazione 3
Materiali: – 10 cartellini con verbi scritti in rosso – 10 cartellini con famiglie del nome scritte in nero – cartellini dei titoli VERBO e FAMIGLIA DEL NOME.
Psicogrammatica Montessori: gioco logico per il verbo – Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto – diciamo: “Conosciamo già il nome, l’articolo, l’aggettivo e il verbo. Oggi faremo un nuovo esercizio col verbo” – mettiamo il titolo VERBO lungo il margine superiore del piano di lavoro, a sinistra, e il titolo FAMIGLIA DEL NOME a destra – mettiamo sul piano di lavoro un verbo, ad esempio DISEGNA, sotto al titolo corrispondente – distribuiamo le 10 famiglie dei nomi tra i bambini. Chiediamo: “Chi ha un nome che può essere mosso da questo verbo?” (ad esempio possiamo dire disegna le scarpe, disegna un cerchio, disegna una candela, disegna un libro, ecc. – i bambini mettono le famiglie del nome scelte a destra del verbo, sotto al titolo corrispondente – al termine i bambini leggono le frasi – i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali corretti su ogni parola – i bambini possono svolgere l’attività in modo autonomo nei giorni seguenti.
Scopo: – comprendere la funzione del verbo – comprendere la relazione logica esistente tra verbo e famiglia del nome – comprendere che un verbo può muovere molti oggetti.
Età: dai 6 anni
Materiali: – lucida le scarpe, disegna un cerchio, accendi una candela, inventa una storia, leggi un libro, lancia un sassolino, mangia una mela, bevi una bibita, lava un bicchiere.
Psicogrammatica Montessori: gioco logico per il verbo
Presentazione: – invitiamo un piccolo gruppo di bambini – diciamo: “Ora darò ad ognuno di voi un comando. Voi dovrete leggerlo ed eseguirlo” – scriviamo sui cartellini in bianco alcune azioni che non richiedono oggetti (cammina, balla, salta, ecc.). I bambini leggono i cartellini ed eseguono le azioni – ora scriviamo un’azione che richiede un oggetto (mangia, disegna, sfoglia) – chiediamo: “Perchè non mangi?”, “Perchè non disegni?”, “Perchè non sfogli?” – osserviamo che i bambini non possono compiere le azioni del secondo gruppo perchè manca l’oggetto – diciamo ai bambini che alcune azioni dipendono dagli oggetti mentre altre no. – ai bambini più grandi diamo la terminologia corretta dicendo che i verbi possono essere intransitivi (se non richiedono un oggetto) oppure transitivi (se richiedono un oggetto).
Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto – diciamo: “Conosciamo gli articoli, i nomi, gli aggettivi ed i verbi. Oggi faremo una nuova attività con queste parole” – con la penna rossa scriviamo un comando su un cartellino bianco, ad esempio SALTA – invitiamo un bambino ad eseguire il comando – chiediamo: “E’ possibile che esista un’azione senza una persona?”. No – diciamo: “Il verbo SALTA, ad esempio, può manifestarsi solo perchè esiste il bambino che esegue l’azione, cioè che salta.” – “I verbi hanno bisogno dei nomi per poter funzionare. I nomi danno realtà alla grande energia del verbo” – con la penna rossa scriviamo un altro comando su un cartellino bianco, ad esempio MANGIA – Invitiamo un bambino ad eseguire il comando, e ad esempio mangia una mela. Diciamo: “La mela è stata mangiata dal bambino. Se la mela e il bambino non fossero presenti, il verbo non potrebbe avere nessun effetto su alcuna cosa. Il verbo ha bisogno del bambino che esegua l’azione del mangiare, e la mela ha bisogno del bambino per essere mangiata. Sia il bambino sia la mela sono oggetti, oggetti speciali di cui il verbo ha bisogno per poter usare la sua grande energia potenziale – scriviamo degli altri comandi e chiediamo ai bambini di eseguirli. Per ogni comando sottolineiamo che il verbo deve essere collegato ad un oggetto. Il verbo non può cambiare l’essenza di un oggetto, ma il verbo può dare movimento a quell’oggetto. Se l’oggetto non è a disposizione del verbo, il verbo in effetti non esiste. Il verbo ha bisogno di un oggetto.
Scopo diretto: – comprendere la funzione del verbo comprendere la relazione tra verbo e nome.
Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.
Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia Presentazione 1
Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia Materiali: – cartellini bianchi – penna rossa.
Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto – scriviamo alcuni comandi con verbo, articolo, aggettivo e nome, ad esempio SPOSTA LA SEDIA PICCOLA, APRI IL LIBRO ROSSO, TAGLIA UN CARTONCINO COLORATO, PIEGA UN FOGLIO BIANCO – i bambini leggono ed eseguono i comandi – in seguito chiediamo: “Dov’è la sedia?” e i bambini la indicano – “Dov’è muovi?” I bambini diranno che non possono indicare muovi perchè l’azione è finita – continuiamo allo stesso modo con gli altri comandi chiedendo: “Dov’è il libro?”, “Dov’è apri?”, “Dov’è il cartoncino?”, “Dov’è taglia?”, ecc. – quando abbiamo lavorato con tutti i comandi, evidenziamo con i bambini come, una volta eseguita l’azione, gli oggetti rimangano mentre le azioni scompaiono, non possono più essere viste – L’azione contiene l’energia che muove gli oggetti. La materia si muove attraverso l’energia. Nella grammatica, il verbo dà vita alla famiglia del nome
Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia Gioco
– invitiamo un piccolo gruppo di bambini – chiediamo ai bambini di stare in piedi perfettamente immobili e rilassati – diciamo: “Ora darò un comando ad ognuno di voi. Leggete il comando e continuate ad eseguire l’azione indicata finché io non riprenderò il cartellino – scriviamo alcuni comandi, ad esempio dimenati, salta, balla, cammina, zoppica, ridi – ogni bambini riceve il suo comando, e lo esegue senza mai smettere – ad uno ad uno ritirare tutti i comandi: i bambini restituiscono il loro comando e interrompono l’azione – diciamo: “il verbo è una parola per un’azione che anima la materia, come un burattinaio anima le marionette tirando i fili.
Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia Presentazione 2
Materiali: – una marionetta colorata
Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto – diciamo: “Conosciamo già l’articolo, il nome, l’aggettivo e il verbo. Oggi faremo una nuova attività con i verbi” – facciamo danzare la marionetta in aria tirando i fili. Poi lasciamo i fili: la marionetta improvvisamente cade trasformandosi in un mucchio inerte di legno, stoffa e fili – diciamo: “Ora la marionetta non danza più, non ha vita” – “Se ora tirassi su di nuovo la marionetta, dicessi salta e muovessi i fili, col mio aiuto la marionetta potrebbe saltare” – “Se dicessi cammina e muovessi i fili, la marionetta potrebbe camminare grazie a me” – “Danza, salta, cammina sono le azioni che danno vita alla marionetta” – “La materia richiede energia” – ricordiamo ai bambini che quando giocano con le bambole o con la fattoria, ad esempio, prendono i personaggi, li muovono, li fanno parlare tra loro – diciamo: “Il verbo è una parola potente che dà azione ai gruppi di parole. Gli oggetti hanno bisogno di verbi per muoversi”
Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia Scopo diretto: – comprendere la funzione del verbo – comprendere la relazione tra verbo e nomi
Età: dai 6 anni
Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia
Psicogrammatica Montessori: l’espressione corretta (i versi degli animali). Esercizi e presentazioni sugli animali e i loro versi per bambini della scuola primaria.
Materiali:
– cartellini preparati con versi di animali scritti in rosso – cartellini preparati con nomi di animali scritti in nero – cartellini di controllo con le frasi composte da articolo, nome e verbo – cartellini dei titoli: ANIMALE (scritto in nero) e VERSO (scritto in rosso)
Presentazione:
– raduna un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto – diciamo: “Conosciamo già molte cose sugli articoli, i nomi, gli aggettivi, i nomi e i verbi. Oggi faremo un nuovo esercizio coi verbi” – mettiamo i due cartellini dei titoli lungo il margine superiore del piano di lavoro (animali a sinistra e versi a destra)
– formiamo una colonna verticale con i cartellini dei nomi di animale, invitando i bambini a leggere i cartellini man mano che li mettiamo sul piano di lavoro – distribuiamo i cartellini dei versi tra tutti i bambini – rileggiamo il primo cartellino del nome e chiediamo: “Chi di voi ha il verbo del verso che fa questo animale?” – il bambino che ha il cartellino corretto lo posa accanto al nome dell’animale, formando così la colonna dei versi – ripetere con tutti gli altri cartellini – al termine posizionare accanto ad ogni coppia il cartellino di controllo, a destra – invitiamo i bambini a rileggere i nomi degli animali, i versi e i cartellini di controllo – i bambini registrano l’esercizio sui loro quaderni di grammatica – i bambini possono poi svolgere l’attività in modo autonomo.
Psicogrammatica Montessori: l’espressione corretta – Scopo diretto: – comprendere la funzione del verbo – comprendere la relazione tra verbo e nome.
Psicogrammatica Montessori: caccia al verbo. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.
Materiali:
– cartellini in bianco – penna nera e penna rossa – scatola dei simboli grammaticali.
Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto – diciamo: “Conosciamo già molte cose sugli articoli, gli aggettivi, i nomi e i verbi. Oggi faremo un nuovo esercizio coi verbi” – diciamo: “Ora faremo un gioco coi verbi, il gioco della caccia all’azione. Io cercherò in giro per la classe qualcuno o qualcosa che sta eseguendo un’azione” – scriviamo su un cartellino, ad esempio, LA GRANDE LAMPADA ILLUMINA usando la penna nera per la famiglia del nome e la penna rossa per il verbo – mettiamo la frase sul piano di lavoro e invitiamo i bambini a leggerla – chiediamo ai bambini di mettere su ogni parola il simbolo grammaticale corrispondente – invitiamo i bambini a cacciare l’azione in giro per la classe. – scriviamo le azioni che i bambini scoprono su altri cartellini in bianco, come abbiamo fatto per il primo e chiediamo ai bambini di aggiungere i simboli (ad esempio l’insegnante legge, lo specchio riflette, Alma disegna ecc…)
– i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali sulle parole – i bambini possono continuare a svolgere l’attività autonomamente – i bambini potranno cacciare le azioni nei loro libri preferiti.
Psicogrammatica Montessori: caccia all’azione – Scopo diretto: – comprendere la funzione del verbo
Psicogrammatica Montessori: caccia all’azione – Età: dai 6 anni
– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto – diciamo : “Ora scriverò per voi delle cose che dovrete fare” – scriviamo su un cartellino un verbo intransitivo, ad esempio SALTELLA, diamolo a un bambino e chiediamogli di eseguire l’azione. Quando il bambino si ferma, diciamo che non gli abbiamo chiesto di fermarsi – scriviamo su un altro cartellino un verbo transitivo e un oggetto, ad esempio APRI LA FINESTRA, diamolo a un altro bambino e chiediamo di eseguire l’azione – per un altro bambino scriviamo, ad esempio SCRIVI IL TUO NOME – chiediamo al primo bambino di fermarsi e di tornare da noi. Chiediamogli di leggere il suo comando – chiediamo anche agli altri bambini di leggere il loro comando – diciamo: “Nei cartellini c’è scritto solo che azione svolgere, ma non c’è scritto quando tempo deve durare il movimento” – “Sappiamo solo che l’azione di aprire la finestra finisce quando la finestra è aperta, e l’azione dello scrivere il nome finisce quando il nome è scritto, ma non sappiamo quando finisce il camminare” – raccogliamo tutti i cartellini e scriviamone di nuovi – diamo a un bambino un verbo intransitivo, ad esempio CAMMINA, e ad un altro bambino un altro verbo intransitivo, ad esempio ZOPPICA
– diamo a un bambino un verbo transitivo, ma senza oggetto, ad esempio LAVA e diciamo: “Oh, scusa, hai bisogno di più informazioni per eseguire l’azione…” – scriviamo su un altro cartellino LA MELA e mettiamo il cartellino davanti al verbo: LA MELA LAVA. Chiediamo: “Ha senso?”
– discutiamo l’ordine corretto delle parole coi bambini e risistemiamo la frase: LAVA LA MELA
– diamo ai bambini il tempo di continuare la loro azione per un determinato periodo di tempo, quindi chiamare i bambini e discutere le azioni che hanno eseguito ed il tempo impiegato per svolgerle – chiediamo ai bambini di mettere sui verbi il simbolo grammaticale del cerchio rosso – coi bambini più grandi possiamo introdurre i termini transitivo e intransitivo e i simboli grammaticali di secondo livello
___________________ Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI Presentazione 2
Materiali: – cartellini in bianco – penna nera e rossa
Presentazione: – scriviamo e diamo a un bambino una frase composta da soggetto, predicato e complemento oggetto, ad esempio GAIA MANGIA IL GELATO usando il nero per la famiglia del nome e il rosso per il verbo – mettiamo i simboli grammaticali su ogni parola per analizzare la frase – diciamo ai bambini che usiamo un nome speciale per il verbo, quando l’azione si svolge su un oggetto. Nella nostra frase c’è un movimento che attraversa il gelato. Questi verbi che ricadono su un oggetto si chiamano VERBI TRANSITIVI – scriviamo su un cartellino VERBO e su un altro cartellino TRANSITIVO e usiamo questi cartellini come titoli della presentazione – spieghiamo l’etimologia: “Transitivo deriva dal latino TRANSIRE che significa passare, andare verso”. Scriviamo il cartello dell’etimologia ed aggiungiamolo al titolo – scriviamo una frase senza oggetto, ad esempio ALMA BALLA
– chiediamo ai bambini se l’azione della frase passa su un oggetto – BALLA non passa su un oggetto. – scriviamo un altro esempio: GIOVANNI PASSEGGIA – notiamo coi bambini che questi verbi non sono transitivi, perchè non transitano, cioè non passano dal soggetto all’oggetto. Per questo motivo si chiamano INTRANSITIVI – scriviamo il titolo INTRANSITIVO
– i bambini possono a turno dettare delle frasi per decidere insieme se contengono verbi transitivi o intransitivi
Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI Presentazione 3
Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI – Materiali: – cartellini in bianco – penna nera e rossa
Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI – Presentazione: – scriviamo alcuni comandi, alcuni usando verbi transitivi ed altri intransitivi e distribuiamoli tra i bambini (scrivi una parola, apri la porta, resta fermo, cammina, salta, ecc.) – chiediamo ai bambini di eseguire i comandi tutti insieme, così si potrà osservare che mentre alcuni termineranno la loro azione, altri continueranno ad eseguirla – diciamo: “Un’azione senza un oggetto può durare per sempre. Un’azione con un oggetto ha un punto specifico di completamento. Il verbo rappresenta un’azione. Quando l’azione è conclusa, scompare. Un verbo può essere intransitivo o transitivo. E’ intransitivo quando non richiede un oggetto. E’ transitivo quando richiede un oggetto.”
Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI Presentazione 4
Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI – Materiali: – cartellini in bianco – – matita – simboli grammaticali – cartellini dei verbi intransitivi e intransitivi (serie IT da 1 a 8)
Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI – Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto – scriviamo sui cartellini in bianco alcuni verbi intransitivi (azioni che non richiedono oggetto) ad esempio PASSEGGIA, TOSSISCI, SALTA – chiediamo ad ogni bambino di leggere il cartellino e fare ciò che viene richiesto – quando l’azione è completa, chiediamo ai bambini, ad esempio: “Dov’è il salto?”. Il salto non si vede più, è scomparso. “Dove sono i tuoi piedi?”. Sul pavimento. – scriviamo sui cartellini in bianco alcuni comandi con verbi transitivi, ad esempio PRENDI UN QUADERNO, LANCIA UNA PALLINA, APRI IL LIBRO – diciamo ai bambini di eseguire le azioni indicate e di tornare quando le hanno completate – chiediamo: “Dov’è prendi?”. Prendi non si vede più, e così anche lancia e apri
– scriviamo su altri cartellini comandi quali CANTA, RIDI, SALTA, APRI LA PORTA, PORTAMI UN LIBRO, CHIUDI IL VASO, assicurandosi di avere a disposizione sia verbi transitivi sia intransitivi in modo che quando tale da avere bambini che continuano ad eseguire l’azione e bambini che la portano a termine – mostriamo ai bambini i cartellini pronti ed i simboli grammaticali (livello avanzato) per i verbi transitivi e intransitivi
– usiamo i simboli adatti per ogni verbo usato – mostriamo ai bambini i cartellini pronti di modo che possano continuare l’esercizio in modo autonomo
Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI Presentazione 5 verbi intransitivi
– scriviamo un comando senza oggetti, ad esempio CAMMINA su un cartellino; scriviamo su un altro cartellino un comando con un oggetto, ad esempio TEMPERA UNA MATITA – diamo i cartellini a due diversi bambini e chiediamo loro di eseguire le azioni – il bambino che deve camminare dovrebbe continuare a camminare; l’altro bambino dovrebbe terminare la sua azione del temperare la matita quando la matita avrà la punta – diamo a un altro bambino un altro comando, ad esempio PIEGA UN FOGLIO – diciamo al bambino che cammina di fermarsi. Sottolineiamo che gli altri due comandi sono già stati completati. Alcune azioni hanno una fine, e altri verbi non hanno una fine definita – ai bambini più grandi possiamo insegnare i termini transitivo e intransitivo. I verbi transitivi hanno una fine e i verbi intransitivi non hanno una fine. I verbi transitivi hanno un oggetto e i verbi intransitivi non hanno un oggetto.
Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI Verbi intransitivi – esercizio
Materiale: – cartellini di verbi intransitivi (sorridi, applaudi, salta, piangi, ridi, sbadiglia…)
Esercizio: – il bambino legge l’azione, la esegue, mette il simbolo grammaticale e infine copia l’esercizio sul suo quaderno di grammatica, disegnando i simboli.
Estensioni: – il bambino cerca sinonimi o contrari dei verbi usati nell’esercizio nel vocabolario e li registra sul suo quaderno di grammatica.
Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI Verbi transitivi – esercizio
Materiale: – cartellini di verbi transitivi e azioni relative(innaffia la pianta, chiudi la porta, saluta un amico, stropiccia un foglio, indica la lavagna…)
Esercizio: – il bambino legge l’azione, la esegue, mette i simboli grammaticali su ogni parola e infine copia l’esercizio sul suo quaderno di grammatica, disegnando i simboli.
Estensioni: – il bambino cerca sinonimi o contrari dei verbi usati nell’esercizio nel vocabolario e li registra sul suo quaderno di grammatica.
Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI
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