DETTATI ORTOGRAFICI – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.
Dettati ortografici GLIA LIA, GLIO LIO – Una collezione di dettati per la scuola primaria per queste difficoltà ortografiche.
La zia Gigliola nel mese di luglio venne con un naviglio dall’Australia, e visitò i suoi parenti in Italia.
C’era la bella Lilia che aveva lunghe ciglia, la cuginetta Amalia che lavorava a maglia, la sorellina Aurelia che all’alba era già sveglia, mentre il cugino Emilio faceva uno sbadiglio.
Il nipote Basilio si curava col tiglio, ed il bisnonno Giulio preparava un intruglio.
La cognatina Clelia infornava una teglia, ed il prozio Aurelio sceglieva sempre il meglio. Il piccolo Virgilio giocava col coniglio e col cagnetto Ollio sul prato di trifoglio.
La cameriera Cecilia, pulita la fanghiglia, ritornava in famiglia. Partiva per la Puglia e arrivava in Sicilia.
Prima di ripartire, zia Gigliola posò per una statua di scagliola: prima di ritornare in Australia col naviglio, la regalò alla balia che amava la cianfrusaglia.
Molti furono costretti a vivere in esilio per sfuggire alle vendette dei tiranni.
Il figlio del signor Guglielmo si chiama Giulio.
Clelia coltivava con amore una bella pianta di dalia.
Stamattina Aurelio spedì un vaglia al proprio figlio che viveva sull’isola del Giglio.
L’olio di oliva è un ottimo condimento.
Gli uccelli si nutrono di miglio, di insalata, di frutta e di insetti.
La mia balia è una donna della campagna romana.
Mentre lavoravo mi è sfuggita una maglia.
Attilio se ne stava tranquillamente seduto su uno scoglio.
DETTATI ORTOGRAFICI – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.
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Dettati ortografici S Z – Dettati per la scuola primaria per questa difficoltà ortografica.
In classe c’è silenzio. Che bellezza, ho ritrovato il mazzolino di fiori!
Dovevo studiare la lezione, ora devo eseguire le addizioni.
La visione del tramonto del sole è sempre bella.
La provvidenza pensa a tutto.
L’aviazione italiana è valorosa.
La tazza è rotta.
Le tasse vanno pagate subito.
(in costruzione)
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Dettati ortografici SCI SCE – Una raccolta di dettati per la scuola primaria per queste difficoltà ortografiche.
Gli sciatori scendono sulla neve con gli sci, e scendono veloci sulla discesa. Chi invece non sa sciare, scivola sul ghiaccio con gli schettini o scende dall’altro con slitte e slittini gridando: “Pistaaa!”. Attenti però a non schiantarsi sui tronchi scendendo troppo veloci.
Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.
Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.
Dettati ortografici e filastrocche per la Q – una raccolta di dettati per la scuola primaria per questa difficoltà ortografica.
Questa è la storia di un’anatra con quattro anatrini che si chiamavano Qua, Que, Qui e Quo. Tutti i giorni, quando mamma anatra li chiamava perchè andassero a tuffarsi con lei nell’acqua dello stagno, doveva starnazzare un bel po’ e urlare a squarciagola, perchè Qua era lento, Que era pigro, Qui era distratto e Quo dormiva sempre. Infine, quando Qua, Que, Qui e Quo si mettevano in fila, l’anatra li portava a tuffarsi nell’acqua quieta dello stagno.
Giorni fa venne qui da noi quel birichino di Quadrio. Indossava, come sempre quando piove, quel suo giubbetto di cuoio scuro. Disse che era di ritorno da scuola: infatti aveva con sè alcuni quaderni. Stette alquanto in cucina a disturbare Maria, la vecchia cuoca. Questa, che stava cuocendo la cena, prima gli promise quattro scappellotti, poi lo spruzzò d’acqua e infine fece l’atto di percuoterlo col mestolo che teneva in mano.
Qua qua, fanno le anatre grasse e tranquille. E vanno verso la pozza fangosa dove troveranno squisiti bocconi.
Un bellissimo aquilone vola alto alto nel cielo tranquillo. E’ un aquilone di carta azzurra e ha una coda con quattordici anelli.
L’aquila volava in alto in alto. Disse un aquilone: “Arriverò fino all’aquila se il vento mi aiuta!”. Ma l’aquilone non arrivò fino all’aquila. Era soltanto un aquilone di carta.
Quanti passeri nel bosco! Dicono ai fratellini: “Qui! Qui!” Venite qui! Troverete da mangiare!”.
Qua qua, fa l’anatra ai suoi anatroccoli. “Venite qua”. E li porta a una pozza fangosa dove gli anatroccoli sono felici di nuotare.
Quattro uccellini sono sul ramo e cantano tutti: “Ci! Ci!”. Quattro bambini li guardano e sospirano. Dicono: “Venite da noi, uccellini. Ci divertiremo insieme.”
Il vecchio nano Q, sta sempre con la U
ma vuole ancor di più.
Dice: “Soltanto in tre, si sta come dei Re”
Allora una per volta, chiama O A I E
e finalmente canta: qui quo qua e questa è que.
Ecco qui quattro fratelli, tutti belli questi e quelli
li ritrovai tali e quali, nei quaderni e nei quintali
nei quattrini e nei querceti, in quaranta bimbi inquieti
presso l’aquila che ruota, quando scende a bassa quota
nella quaglia e nel questore, non li trovi invece in cuore
nella scuola oppur nel cuoco, che cucina accanto al fuoco.
Qua… que… qui… quo…
or succede un qui-pro-quo…
perchè in cuor la q non va,
ma ci vuole in qualità,
in querela, in questo, in quello,
e nel quattro e nel quaranta,
e nella quaglia che vola e canta,
ed in quindici, e in Quirino
nella squadra e nel quattrino,
e in soqquadro che, per cose sue,
invece d’una ne vuole due!
Zietta Liù
Filastrocca del qui e del que
Filastrocca del qui e del que:
bimbi cari venite da me.
Filastrocca dei qui e del qua:
bimbi cari vi piacerà.
C’è un quaderno con tanti quadretti,
c’è un bel quadro con quattro angioletti,
c’è una squadra di soldatini,
ci sono cinque vispi bambini.
Corron di qua, saltan di là:
presto la casa a soqquadro sarà.
Il quaderno della Q
Il quaderno della Q
è un quaderno un poco matto:
se tu scambi C con Q
ahi! ti buschi un brutto quattro,
perchè in cuor la Q non va,
ma ci vuole in qualità.
Vuol la C il signor cuoco,
vuol la Q squadra per far gioco.
Con la C si va in cucina.
Pippo a scuola stamattina
ha imparato la lezione:
che soqquadro è un gran padrone
che si scrive con due Q.
Che pasticcio, dimmi tu!
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Dettati ortografici MB MP – una raccolta di dettati per la scuola primaria per queste difficoltà ortografiche.
In novembre e dicembre le foglie cambiano colore e cadono. Solo i sempreverdi sembrano avere compassione dei bambini e le trattengono, così campi e giardini sono meno tristi e brulli. Poi di neve imbiancano e a primavera i rami spogli si riempiono di nuove foglioline, che offrono la loro ombra alle prime campanule.
Carluccio rompe tutto; dopo è scontento, rimpiange i giocattoli che ha rotto e tenta di farseli ricomprare. Chi ha accompagnato quel bambino dal dentista? Giulia esce di casa per tempo per venire a scuola; per la via ode un rombo; leva il viso e vede un aeroplano che solca il cielo limpido: pare una rondine lucente.
Un bambino aveva avuto in dono una tromba e suonava tutto il giorno. Diceva la mamma: “Bimbo mio, tu mi farai diventare sorda!”.
Una bambina aveva avuto in dono una bella bambola. Diceva quella bambina: “Ti voglio tanto bene. Tu sei la bambola del mio cuore”.
Mario ha voluto che ti regalassero un ombrello. Ora piove, ma il bambino non può uscire. Dice Mario: “Che cosa me ne farò di un ombrello se poi non posso uscire quando piove?”.
Quando fa il temporale, il cielo è buio e tempestoso, i lampi rischiarano la terra, cade la pioggia, il tuono rimbomba.
Un bambino era molto pauroso. Si impauriva del rimbombo del tuono, del chiarore dei lampi, aveva paura del buio. Quel bambino non aveva affatto coraggio.
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Dettati ortografici GN – una raccolta di dettati per la scuola primaria su questa difficoltà ortografica.
Un Re aveva dimenticato nel bosco una pigna d’oro. La vide uno gnomo che pensò di impossessarsene. Chiamò in aiuto il ragno che si mise a tessere intorno alla pigna una ragnatela d’argento… (da completare coi bambini)
Un ragno era pieno di appetito. Fabbricò la sua ragnatela in un angolo della stanza. Arrivò una mosca, si posò sulla ragnatela. Il ragno se la mangiò.
L’agnellino ha perduto la sua mamma e bela. Chi aiuterà il povero agnellino? La sua mamma ha sentito il suo pianto e corre da lui.
Lo gnomo è un nanetto che vive nei boschi. Ha la sua casina dentro un fungo. Lo gnomo ha una lunga barba bianca e il cappuccio rosso.
Un agnellino bianco e ricciuto giocava fra l’erba. Un giorno, si allontanò dalla sua mamma. Venne il lupo e se lo mangiò.
Il falegname lavora il legno. I mobili della tua casa sono di legno. Sai scrivere il loro nome?
Agnese ha mangiato troppe castagne e ora dorme, ma il suo sonno non è tranquillo. Fa dei brutti sogni. Sogna l’orco e le streghe. Troppe castagne, Agnese!
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Dettati ortografici GHE GHI Una raccolta di dettati per la scuola primaria per questa difficoltà ortografica.
Lo scoiattolo è ghiotto di gherigli di noci, mangia anche ghiande, sorreggendole con le zampette unite, quasi recitasse una preghiera. Prima dell’inverno, quel ghiottone si rimpinza per bene, poi dorme quieto, come un ghiro. Poi a primavera, appena è giorno, scivola giù dalla tana, si guarda intorno nel bosco agghindato a festa, e felice corre e gioca, tra le prime ghirlande di fiori gialli e rossi.
Il ghiro è un ghiottoncello che ha sempre sonno. Prima si riempie ben bene il pancino di ghiande, noci, bacche. Poi, quando è diventato grasso, si addormenta. Dorme tutto l’inverno.
La margheritina aprì il suo collarino bianco orlato di rosso e il prato fu molto felice. Era tutto fiorito di margherite.
La margheritina era ancora chiusa. Arrivò il sole e picchiò sulla sua corolla: “Apriti, margheritina!”. E la margherita si schiuse tutta al bel sole.
Quanto ghiaccio sulle strade, nei fossati, nelle pozze! Se ne andrà quando verrà il sole caldo. Ma ora i ghiaccioli pendono dai tetti.
Mario è un ghiottone. Va alla credenza e trova un piattino di funghi che la mamma ha preparato per la cena. Mario mangia i funghi e poi non ha più appetito.
Il nonno ha il viso pieno di rughe. Tante rughe sulla fronte, sulle guance, sul collo. Povero nonnino, queste rughe sono state fatte dal tempo e dai dolori!
Sulla tavola c’è una bella torta piena di ghirigori di zucchero. Margherita, col suo ditino, va a toccare quella bellissima torta, poi non resiste al desiderio di assaggiarne un pezzetto. Margherita è una ghiottoncella.
Dettati ortografici GHE GHI – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.
Dettati ortografici A HA, O HO, uso dell’H – Una raccolta di dettati per la scuola primaria su queste difficoltà ortografiche.
Ricordati di pensare la parolina “avevo” al posto di tutti gli “o” che trovi. Se puoi pensare “avevo” al posto di “o” e la frase non cambia senso, davanti ad “o” ci vuole la H. Proviamo? Io o una cartella nuova: si può pensare “io avevo una cartella nuova”? Sì! Allora “o” deve essere preceduto da “h” e si deve scrivere “Io ho una cartella nuova”. Vuoi leggere o scrivere: si può pensare “Vuoi leggere avevo scrivere”? No! Allora “o” deve essere scritto senza “h”.
La casa ha le porte e le finestre.
Quando vado a scuola porto con me i libri.
La mamma mi ha preparato una torta.
Ieri la nostra maestra ci ha accompagnati fino a metà viale, poi ci ha salutati sorridendo.
Il babbo ha comprato una nuova macchina; è una Cinquecento e ha cinque marce.
La nostra aula ha tre ampie finestre ed è esposta a sud.
In quella città c’è una grande stazione ferroviaria.
Essa ha quindici binari per i treni in partenza e in arrivo.
Tu hai un morbido berretto che hai comprato in un negozio vicino ai giardini.
Ho male a un dito; mi duole ed ho timore a medicarlo.
I miei cugini hanno un bel cane lupo; glielo regalarono l’anno scorso quando andarono in campagna.
Sebastiano non ha ancora il trattore. Costa molto ed egli non ha denaro sufficiente per comprarlo. Si ingegna perciò con i buoi; ne ha tre coppie che lo aiutano a preparare il terreno per le semine.
Ho contato le cartoline della raccolta e ne ho numerose.
Hai dato il giornaletto ai tuoi cugini?
Il maestro m’ha consigliato un libretto e la mamma me l’ha comperato subito. E’ un libretto per bambini dagli otto ai nove anni. La sua lettura m’ha insegnato molte cose, ma una sola m’ha colpito più delle altre. L’aiutarsi a vicenda rende la vita più facile. Ciò è vero.
Come m’ha reso felice il sorriso di ringraziamento di un mio amico dopo averlo difeso dalle accuse ingiuste di cattivi compagni! Anche lui era già felice e me l’ha detto quel suo sorriso.
Il babbo è uscito presto. Tu dormivi ancora e non l’hai visto. T’ha dato un bacio leggero per non svegliarti. Tu non l’hai sentito. Ora, sulla tavola, con la scodella del latte c’è un pane fresco. Quel pane l’ha guadagnato il tuo babbo per te, col suo lavoro di tutti i giorni. Il primo dono della giornata che ricevi dal suo amore è quel pane di grano che ha la forma di un cuore.
Lo zio è partito: l’ho salutato stamattina alla stazione.
La mamma cerca la chiave della camera; l’hai vista da qualche parte?
Giorgio voleva la palla per giocare e l’ha persa.
Tutti vogliono salutare il vincitore, ma non l’hanno lasciato libero!
Vorrei leggere il giornale; dove l’hai messo?
Il fuoco si è levato improvvisamente, ma i pompieri sono accorsi e l’hanno domato.
L’anno prossimo frequenteremo la quarta classe.
Tutti l’hanno visto arrivare, pochi l’hanno visto partire.
Questo quadernetto l’ho comprato l’anno scorso.
Il maestro m’ha sgridato, ma la colpa non l’avevo. Tu m’hai detto stamattina che quella lezione non l’avremmo studiata. Quando m’ha detto: “Ma tu come fai a non saperlo?” io non ho saputo cosa dire. Non m’ero mai trovato in un momento simile. Ma un’altra volta non capiterà, te l’assicuro! M’hai messo in un imbroglio, ma non mi ci metterai più. M’hai capito?
Io ho otto anni e mezzo e frequento la terza classe.
La mia merenda consiste in pane imburrato o in frutta mista.
La maestra ci chiede sempre se preferiamo iniziare la lezione con una poesia o con un canto.
Questa mattina ho scritto molti pensierini sulle ricerche fatte e ho l’impressione di aver fatto un buon lavoro.
Olga sbatacchiò la porta e la mamma gliela fece richiudere con garbo.
La donna desiderava alcune arance e io gliele portai.
Aldo desiderava un po’ delle tue susine e tu gliene hai date sette.
Carlo aveva il tuo libro; gliel’ho visto in mano.
Lo zio mi ha detto che durante l’esame gliene hai combinate di tutti i colori.
Quella bambola gliel’ha regalata la mamma.
Desiderava tanto provare i miei pattini e io glieli ho prestati.
Ma come, non siete ancora pronti?
Devo andare dalla mamma, m’ha chiamato più volte.
La nonna m’ha preparato un buon dolce.
Non s’era mai visto nulla di simile.
M’hai fatto spaventare con le tue parole.
Andrea promette molto, ma mantiene poco.
Non sarà un bel lavoro ma l’ho fatto da solo.
Lo studio finora m’ha dato molte soddisfazioni.
Mai e poi mai farò ciò che tu mi dici.
Non m’hai ancora raccontato come hai trascorso le vacanze.
Non m’hai avvertito e non sono venuto.
Il maestro s’alzò e disse: “Ragazzi miei, io v’ho concessa fin qui la maggiore libertà, e voi ne avete abusato; io v’ho trattato da ragazzi educati, e voi m’avete fatto comprendere che volete essere trattati da sbarazzini”.
“Mario, io vado un momento dalla nonna e poi torno subito” disse la buona donna al figlio, e questi rispose: “Va’ pure tranquilla, mamma, che io saprò corrispondere alla tua fiducia”.
Vi sono dei momenti nella vita in cui una parola buona può fare maggior bene di qualsiasi beneficio.
Che cosa v’ha detto a questo riguardo il maestro?
Maria ha chiesto il permesso di recarsi ai giardini, ma i genitori non gliel’hanno concesso perchè è stata disobbediente.
Ieri mentre attraversavo la strada m’hai scorto, ma non m’hai salutato.
La mamma ha rimproverato Carlo e l’ha castigato.
Il giorno del tuo onomastico che cos’hai avuto in dono?
Tua madre mi ha scritto un biglietto gentile; mi ha detto che i tuoi fratelli t’hanno preparato un bel regalo, ma che te lo consegneranno quando porterai a casa la pagella.
Che bella bicicletta ha quel ragazzo! Non gliel’ho mai vista.
M’hai forse visto qualche volta parlare con quell’imbroglione?
L’ha detto per scherzo e senz’altro non credeva di offendere nè te, nè nessuno dei presenti.
Pinuccio ti ha chiesto in prestito un foglio, ma tu non gliel’hai dato.
Io ho acquistato quattro quaderni per la scuola; Maria invece ne ha comprati solo tre e ne n’è fatto prestare uno da Lucia; ora gliel’ha restituito.
La gomma è utile per cancellare se si sbaglia. Chi non l’ha deve stare attento a non sbagliare.
Ho una bella cartella che ha comprato la nonna. Antonio però non l’ha come la mia.
Sullo scaffale c’è la riga? Chi l’ha persa? Maria l’ha trovata e l’ha messa qui.
Vado con la bicicletta al supermercato, per prendere la carta; se non ce l’ha, non so proprio come fare.
Era difficile la poesia, ma Edoardo l’ha studiata a memoria.
Ha prestato la squadra, ma non l’ha più riavuta indietro.
Ha rotto la vetrina, ma non l’ha fatto apposta!
Non l’ha visto e l’ha buttato in terra.
Te l’ha detto la maestra che dovevi fare la divisione!
Dettati ortografici – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.
Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.
Quanta acqua! Piove a dirotto e le piante bevono bevono. Il cielo è buio. Tanta acqua vuol venire sulla terra.
Le nuvole sono nere nere. Poi si aprono e viene giù un acquazzone dirotto. Pian piano, l’acquazzone cessa e nel cielo appare un bellissimo arcobaleno.
La rana è un animale acquatico. Vive nell’acqua delle pozze. Quando salta fuori fa cra cra, lieta di essere al sole.
L’acqua cade piano piano, poi diventa più forte ed ecco un acquazzone cadere sulla terra. L’acqua farà spuntare tante piantine verdi.
“Nuvola, nuvola, dove vai?”. “Dove mi porta il vento. Poi farò cadere tanta acqua e la terra sarà ristorata.
Maria non ama l’acqua e strilla quando la mamma vuol lavarla. Ma la mamma la strofina bene con acqua e sapone. Maria, quando si sente pulita e fresca, non strilla più.
La famiglia acqua.
Mamma Acqua ha diversi figlioli. Il più monello è Acquazzone: quando arriva lui fanno tutti la doccia, anche senza averne voglia. Una persona seria è Acquedotto, che pensa a distribuire acqua alle case dei paesi e delle città. Acquario invece gioca volentieri coi pesci, mentre Acquaio fa la pulizia in cucina. In famiglia c’è anche un pittore, Acquerello, che usa i pennelli dal mattino alla sera. La più piccina di tutti è Acquolina, che sta sempre con il naso incollato alle vetrine delle pasticcerie. Naturalmente la famiglia Acqua è una famiglia fortunata, perchè anche d’estate non soffre mai la sete.
Dettati ortografici CQ – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.
Il cane e il gatto sono animali domestici. Vivono nella casa dell’uomo. Il cane cura la casa e difende l’uomo dai pericoli. Il gatto miagola. Il caco è un frutto autunnale. La castagna è caduta dal riccio spinoso. La corteccia di alcuni alberi è rugosa. Cade la pioggia con violenza. Carla e Carluccio hanno vinto la gara di corsa.
Un cuoco sopraffino
Sei un cuoco sopraffino?
Nota, allora, sul taccuino:
a me il cuor non cucinare:
non lo posso sopportare.
Scuoti bene l’insalata:
se c’è l’acqua è ancor bagnata!
Come cuoio è la braciola
se sul gas la lasci sola:
devi sempre sorvegliare
che non abbia ad attaccare!
E… se cuocere non sai,
torna a scuola e imparerai!
Dettati ortografici CA CU CO – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.
La letterina h è sempre di buon umore, ma non parla mai. Un giorno un uccellino sul ramo di un albero, faceva: “Ci ci ci!”. La letterina h si mise in mezzo, e l’uccellino, con molta sorpresa, non fece più ci ci ci, ma chi chi chi!
La chiesetta chiama con la sua campana. “Venite! Venite!”. Arrivano vecchietti e vecchiette, uomini e bambini, e tutti si inginocchiano davanti all’altare.
Il galletto Codadoro canta a squarciagola. Chicchirichì! Il galletto canta per far uscire il sole. Chicchirichì!
Giovanni si è voluto mettere gli occhiali del nonno. Naturalmente li ha rotti. Il povero vecchietto non ci vede più a leggere.
La chiave è di ferro. Serve per aprire porte e cancelli. Ma anche per inchiavare la serratura quando si vuol chiudere.
I fichi sono dolci e zuccherini. Le pesche sono morbide e succose. Mario chiede alla mamma fichi e pesche. Che golosone!
Co co co! La chioccia chiama i pulcini. Li chiama accanto a sè perchè ha paura che si perdano.
Pippo piange. Vuol la luna che si specchia nell’acqua del pozzo. Pippo è un bambino scioccherello. Non si può avere la luna che si specchia nell’acqua del pozzo.
Dettati ortografici CHE CHI – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.
Dettati ortografici CE C’E’ – una raccolta di dettati per la scuola primaria per questa difficoltà ortografica.
Qui di aria buona ce n’è fin che vuoi.
Non c’è nessuno? Allora ce ne andiamo.
Che c’è da ridere?
Ecco, qui c’è tutto; se qualcosa non andasse bene ce lo faccia sapere.
Non abbiamo fatto apposta; ce ne dispiace.
(in costruzione)
Dettati ortografici CE C’E’ – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.
La mamma ha lavato 12 strofinacci e li ha stesi sul filo ad asciugare. Li ha fissati con 2 mollette ciascuno.
Quante mollette ha usato?
Se nel cestino porta mollette ne aveva 35, quante ce ne saranno ora?
Maria nel prato raccoglie 20 fiorellini e li dispone in 5 vasetti. Quanti fiorellini metterà in ogni vasetto?
Un vasetto cade e per terra e si rompe. Ora le restano solo 4 vasetti. Quanti fiori metterà in ciascuno?
Sui rami del pesco abbiamo contato 85 gemme. Il vento ne fa cadere 47.
Quante ne restano sui rami?
Sui rami del pesco abbiamo contato 85 gemme. 35 gemme sono fiorifere. Quante sono quelle foglifere?
Sui rami del pesco abbiamo contato 85 gemme. Ce ne sono 58 aperte. Quante gemme sono ancora chiuse?
Un fiore è stato visitato da molti insetti: 53 sono api, 18 sono calabroni e altri 6 sono altri insetti.
Quanti insetti in tutto?
Luisa e Anna vanno a raccogliere fiori nel prato. Luisa prende 37 pratoline ed Anna 25 primule.
Quanti fiori in tutto?
La maestra aveva interrato nell’aiuola della scuola 25 bulbi di giacinto e 32 narcisi. Sono spuntati 50 fiori.
Quanti fiori non sono nati?
Marco ha 18 palline e deve fare dei gruppetti di 3 palline ciascuno.
Quanti gruppetti potrà fare?
Abbiamo 20 fiori e dobbiamo preparare dei mazzetti di 5 fiori ciascuno. Quanti mazzetti otterremo?
Per decorare l’aula Giovanna, Luisa e Rita hanno portato 8 stelle filanti ciascuna. La maestra ne ha portate altre 10.
Quante stelle filanti si sono potute usare?
In una scatola ci sono 15 biscotti. La mamma li distribuisce in parti uguali ai suoi 3 bambini.
Quanti ne darà a ciascun bambino?
Alice ha molta fantasia. Compone graziose collane di pasta. Ne ha preparata una per la sua amica Gaia, una per la sua bambola e una per il cagnolino di pezza. In ogni collana ha infilato 32 pezzi di pasta.
Quanti pezzi in tutto?
Nella scatola della pasta c’erano 100 pezzi. Quanti ne ha avanzati?
Per le nozze di Silvia è stato dato ordine al pasticcere di preparare una gran torta. Per farla occorrono 50 uova.
Nel laboratorio del pasticcere hanno appena portato 4 contenitori con 12 uova ciascuno.
Saranno sufficienti?
Robi ha 4 dischi di favole e 9 con le canzoni. La sua sorellina ha 9 dischi di favole. Il papà ha portato in dono una bella scatola portadischi che ne può contenere 24. C’è posto per i dischi dei due bambini?
Alberto e Giovanni hanno portato a scuola due cartocci pieni di ciliege. In quello di Alberto ce ne sono 52 e in quello di Giovanni 43.
Quante ciliege in tutto?
In classe ci sono 23 bambini. La maestra potrebbe darne 4 a ciascuno?
Maria aiuta la mamma a confezionare dei braccialettini di perle: occorrono 8 perle per ogni braccialettino. Se la mamma le dà 32 perle, quanti braccialettini potrà confezionare?
Marco e Luca scommettono con il loro papà di pesare insieme più di lui. Decidono di pesarsi, uno alla volta. Marco pesa 34Kg, Luca pesa 30kg e il papà 67kg.
Chi ha vinto la scommessa?
Nella fattoria di Giuseppe tre chiocce hanno covato ognuna 9 uova. Quante uova in tutto?
Dalle uova sono nati 23 pulcini. Quante uova non si sono schiuse?
Dei pulcini 17 erano gallinelle. Quanti erano i galletti?
Sulla quercia ci sono 4 nidi, in ogni nido ci sono 5 passerotti. Quanti sono in tutto i passerotti?
I due genitori di ogni nidiata erano volati in cerca di cibo. Ora sono tornati al nido.
Quanti uccelli in tutto si trovano sulla quercia?
Una coppia di passeri, Cicì e Cecè, quest’anno ha fatto 3 covate: Cicì ha deposto ogni volta 6 uova.
Quanti passerotti saranno nati durante l’anno?
Per ogni covata, quante zampette si saranno state nel nido, se Cecè era assente alla ricerca di cibo?
In un vaso ci sono 5 rametti di pesco. Su ogni rametto sono fiorite 7 gemme.
Quanti fiori in tutto?
Anna passando urta il vaso e fa cadere 7 fiori; quanti fiori ci sono ora sui rami?
Nel giardino di Pietro c’erano 13 pini, 7 pruni selvatici e 28 alberi di altre qualità.
Quanti alberi c’erano in tutto?
In questi giorni i boscaioli hanno tagliato 12 alberi.
Quanti sono ora gli alberi?
Nel bosco ci sono i boscaioli; ogni giorno tagliano 6 piante; lavorano lì 5 giorni. Nel bosco c’erano 85 alberi.
Quanti alberi sono stati tagliati?
Quanti alberi sono rimasti nel bosco?
Su un piatto c’erano 25 fragole. Venne il papà e ne prese 4. Quelle rimaste furono date in parti uguali ai 3 bambini.
Quante fragole ad ogni bambino?
Tre amici con i loro familiari si recano a Torino per assistere a una partita di calcio. Sulla prima auto trovano posto 4 persone adulte. Sulla seconda auto 2 adulti e 3 ragazzi. Sulla terza auto 4 adulti e 2 ragazzi.
Quante persone in tutto?
Quanti adulti?
Quanti ragazzi?
Tre corridori si allenano per una gara. Partono di buon mattino portando la merenda che consumano stando in sella. Ogni corridore ha messo nelle tasche della maglia:8 biscotti, 2 banane, 1 bibita.
Quanti biscotti in tutto?
Quante banane?
Quante bibite?
Elisabetta deve dividere 24 pasticcini fra le sue amiche. In tutto le bimbe sono 6.
Quanti pasticcini riceverà ogni bambina?
Nella scatola ci sono 9 soldatini; puoi darli in parti uguali a Pietro e Lorenzo? Quanti ne avanzano?
Sul tavolo ci sono 7 pastelli. La mamma dice a Maria e a Luca: “Prendetene 3 per ciascuno”. I bambini obbediscono.
Quanti pastelli restano sul tavolo?
Ci sono 13 biscotti. Arrivano 3 bambini e Simona dà loro in parti uguali più biscotti possibili.
Quanti ne darà a ciascuno?
Mario ha una dozzina di ciliege. Andrea ne ha il triplo. Quante ciliege hanno in tutto i due bambini?
Mauro, Giovanni e Stefano si sono recati a casa di Giorgio per preparare insieme un collage di primavera. La mamma di Giorgio decide di offrire ai 4 ragazzi un vassoio di frittelle dolci. Dice fra sè: “Ne preparerò 6 per ciascuno”.
Quante frittelle farà?
La mamma ha comprato 2 dozzine di uova. Quante sono?
A tavola siamo in 4 e ciascuno desidera mangiare 2 uova sode. La mamma le prepara. Quante uova prepara?
Quante uova non ha usato per preparare la cena?
Devo comperare 4 caramelle e 3 gomme da masticare. Le caramelle costano 20 centesimi e le gomme 10 centesimi l’una.
Quanto spendo per le caramelle?
E per le gomme?
E in tutto quanto spendo?
Nel giardino di Carlo c’è una vasca: dentro ci sono 9 pesci; sull’erba umida ci sono 2 ranocchi; sul sentiero di sono 2 chicchi di grano e 4 formiche che li spingono.
Quante zampe hanno in tutto gli animali osservati da Carlo?
Un bambino è impegnato a scuola 4 ore ogni mattina e 1 ora a casa per eseguire i compiti e studiare le lezioni. In una settimana quante ore è impegnato per la scuola?
In uno stabilimento lavorano 5 impiegati, 49 operai, 17 apprendisti, 2 guardiani notturni e 1 portinaio.
Quanti lavoratori sono impiegati nello stabilimento?
Quanti lavorano impegnando soprattutto la mente?
Quanti lavorano usando soprattutto le braccia?
Luca ha 21 automobiline; le mette a 3 a 3 su una pista segnata sul pavimento, pronte per la partenza. Prende un fischietto con il quale dà il segnale del via: ad ogni fischio deve partire una fila.
Quanti fischi dovrà fare Luca per far partire tutte le auto?
Una lucertola depone da 3 a 9 uova. Tra i sassi del lungo muretto che circonda il giardino pubblico della città di Virginia, vivono 15 lucertole.
5 lucertole depongono 8 uova ciascuna.
6 lucertole depongono 6 uova ciascuna.
4 lucertole depongono 5 uova ciascuna.
Quante uova hanno deposto le lucertole?
Se 12 uova non si sono schiuse, quante lucertoline appena nate prenderanno il sole sul muretto?
Mauro ha lasciato cadere alcune briciole di pane ed ora osserva alcune formiche che tentano di trasportarle: conta 9 formiche.
Quante zampe in tutto se la formica Nerina ne ha perse 2 combattendo con una nemica?
Quante antenne?
Luca raccoglie nel suo cestello 94 ciliege; 12 sono bacate e vengono buttate via, 4 vengono date al canarino.
Quante ciliege rimangono nel cestello?
Luca da poi 3 gruppetti di ciliege: uno per Marco, uno per Mario e uno per sè. Quante ciliege avrà ogni bambino?
Lisa, Anna e Gloria sono andate a raccogliere fragole. Al ritorno le contano: Lisa ne conta 25, Anna il doppio e Gloria il triplo.
Quante fragole ha raccolto Anna?
E Gloria?
Se riuniscono le fragole e poi ne fanno 3 parti uguali, quante fragole possiederà ciascuna bambina?
Per la festa della mamma un pasticcere ha messo in vetrina 27 cuori di colore rosso e 14 di colore blu.
In tutto quanti cuori sono esposti in vetrina?
I bambini della seconda classe ne hanno comperati 20.
Quanti cuori sono rimasti in vetrina?
Maria ha raccolto 5 primule, 2 margherite e 4 violette. Giulia ha raccolto 6 primule e 10 violette. Lisa ha raccolto 8 margherite e 8 violette.
Quanti sono in tutto i fiori?
Quante sono le primule?
E le margherite?
E le violette?
Luca ha ricevuto in dono un fortino, Mauro un villaggio indiano. Nel forte ci sono 20 soldati e 5 indiani. Nel villaggio ci sono 15 indiani e 10 squaw.
Quante persone ci sono nel forte e quante nel villaggio?
Quanti sono in tutto gli uomini?
Ci sono più uomini nel forte o nel villaggio?
Quanti in più?
Federico e Massimo hanno la licenza per pescare. Preparano la canna a lancio, l’esca e si avviano verso il lago.
Federico riesce a prendere una dozzina di pesciolini, mentre Massimo prende 4 trote, 5 scardole e diverse alborelle.
Prima di tornare a casa contano tutti i pesci: sono 29.
Quante sono allora le alborelle pescate da Massimo?
Giulio e Lisa hanno insieme 10 fragole, ma Giulio ne vuole 2 più di Lisa. Come di può fare?
Quante fragole toccano a Giulio? E a Lisa?
Clara e Lucia si divertono a decorare le spille con perline colorate. In ogni spilla ne mettono 6. Clara ha 15 coralli, Lucia nel ha 28.
Quante spilline può decorare Clara?
Quante Lucia?
Con tutte le perline avanzate si potrebbe preparare un’altra spilla?
Resterebbe ancora qualche perlina?
Il papà porta a casa un pacchetto di pasticcini: ce ne sono 15. In famiglia di sono 5 persone.
Quanti pasticcini dovrebbe ricevere ciascuna persona?
Se mamma e papà rinunciano ai loro pasticcini in favore dei bambini, quanti pasticcini riceverà ogni bambino?
La signora Rossi ha ricevuto in omaggio 24 bellissime fotografie di uccelli Pensa di distribuirle in parti uguali fra i suoi 3 bambini. Sai calcolare quante ne dovrà dare a ciascuno?
In un cortile di campagna ci sono 16 galline, 2 oche, 3 conigli, 1 gatto, 2 cani e 2 carri. Quanti animali ci sono in quel cortile?
Per la festa di compleanno un bambino ha invitato 6 amici. Per ciascuno ha preparato un pacchetto con 5 caramelle e 3 cioccolatini.
Quanti dolciumi ha usato per riempire i sacchetti?
Ho 76 figurine e ne devo restituire 24 a Giovanni. Quante figurine mi restano?
Sistemo 36 pennarelli in 6 scatole. Quanti pennarelli in ogni scatola?
Ho 340 perline. Quanto mi manca ad arrivare a 500? E a 1000?
Ho 490 perline. Quanto mi manca ad arrivare a 500? E a 1000?
Ho 150 perline. Quanto mi manca ad arrivare a 200? E a 300?
Ho 585 perline. Quante ne devo togliere per arrivare a 500? E per averne 400?
La mamma ha comprato 3 scatolette di dadi. In ogni scatoletta ci sono 6 dadi. La mamma ne adopera 2 per preparare la minestra. Quanti dadi le restano?
La classe seconda è composta da 25 bambini, ma oggi ne mancano 4 perchè hanno l’influenza. Quelli presenti hanno desiderato illustrare una poesia appena imparata. I disegni sono riusciti così belli che la maestra ha deciso di appenderli alle asticciole fissate al muro. Occorrono 2 puntine per ogni disegno.
Quante puntine sono necessarie per appendere i disegni?
Nel giorno del suo onomastico la mamma ha ricevuto parecchi omaggi floreali: un cesto con 2 dozzine di garofani, un mazzo con 10 gladioli, un vaso con 7 stupende rose, un mazzolino con 15 anemoni.
Quanti fiori in tutto?
Dopo pochi giorni i garofani sono appassiti. Quanti fiori sono rimasti alla mamma?
A Simona piace molto leggere e i parenti le regalano parecchi libri. Domenica scorsa gli zii le hanno portato due libri di fiabe. Sul primo ci sono 32 fiabe e sul secondo ce ne sono 24. Simona ne ha già lette 8. Quante fiabe le restano da leggere?
Sandro aiuta il papà a vendere i giornali ai clienti. Oggi ha venduto 35 quotidiani, 16 riviste femminili, 8 settimanali enigmistici e 21 giornalini per ragazzi. Quanti giornali in tutto? Ieri ne aveva venduti 94. Quanti in più?
Il babbo di Gianni è abbonato al Corriere della sera; ne riceve uno ogni giorno. Nel mese di gennaio ci sono stati 3 giorni di sciopero. Quanti giornali avrà ricevuto il babbo di Gianni nei primi due mesi dell’anno?
Nina ha tanta tosse. La mamma le fa bere 3 cucchiai di sciroppo al giorno. Quanti cucchiai in una settimana?
In casa di Maria ci sono 6 bambini. La mamma dà a ciascuno 8 frittelle. Sul vassoio ce ne sono 54. Sono sufficienti?
In ogni pagina dell’album ci sono 4 righe di 5 figurine l’una. Quante figurine ci stanno in ogni pagina?
Luca ha riempito 3 pagine e 1 riga della quarta pagina.
Quante figurine ha già raccolto?
Antonio e Riccardo hanno segnato i veicoli che sono passati davanti alla loro casa mentre aspettavano l’autobus. Sono passate 8 moto, 5 automobili e 2 camion. Quante ruote in tutto?
Poesie e filastrocche LE BUONE MANIERE – una raccolta di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.
Il silenzio non è d’oro
Tre bambini stanno zitti,
zitti come i coscritti
davanti al caporale.
E la mamma li guarda sospettosa,
gli dice: “Vi sentite male
o state macchinando qualche cosa?”
Come vedete è falso l’oro.
Il silenzi non è d’oro
se volete nascondere qualcosa
io vi consiglio di cantare in coro.
Intonate una piccola fanfara
di piatti e di trombe, la furiosa
ragazzata vi salva, si rischiara
la mamma e vi sorride. (A. Gatto)
La cuoca della bambola
Biancolina è una cuoca famosa;
tutto il giorno sfaccenda in cucina:
sbuccia, taglia, pulisce, infarina,
ogni piatto ella sa preparare.
Fortunata la sua bambolina
che sì buoni pranzetti può far!
Pasticcini stupendi di sabbia
erba trita, insalata di fiori,
sassolini di tutti i colori
le cucina e per pranzo le dà.
Fortunata la sua bambolina
che non certo di fame morrà.
Ma se un giorno la Bianca ha dei dolci,
se li mangia, e alla bambola… niente!
Ah, la bambola è stata imprudente;
ha una gastrica proprio in quel dì:
e la Bianca, mangiando le predica:
“Ai ghiottoni succede così”. (C. Del Soldato)
La signorina Vanità
Un dì, la signorina Vanità,
più del solito volle farsi bella:
mise una trina in fondo alla gonnella,
si strinse il busto senza carità.
Si profumò i capelli, li arricciò,
di un gioiello si ornò non mai veduto,
altera tra la gente se ne andò.
Ma la gente, a vederla scoppiò in riso:
s’era scordata di lavarsi il viso!
L. Schwarz
Marchino
Marchino piange a lavargli la faccia
perchè dice che l’acqua è troppo ghiaccia.
Se gli vien detto: “Lavati le mani”
risponde sempre: “Aspettiamo domani”.
A parlargli soltanto di sapone,
scappa più che a parlargli di veleno.
La sua nonna lo chiama un capo ameno,
e noi lo chiameremo… un sudicione.
R. Fucini
La protesta del maialino
Giovannino fa ritorno
dopo il chiasso d’ogni giorno,
da cambiare, da lavare…
oh, che sudicio bambino!
La sua mamma, che daffare!
“Tu mi sembri un maialino!”
Ma nell’aia spaziosa
tutto lindo, tutto rosa,
con la coda a riccioletto
ha sentito il maialetto.
E protesta: “Io non somiglio
a quel sudicio tuo figlio!”
G. Vai Pedotti
La bimba e l’acqua
C’era una bimba che aveva paura
dell’acqua pura.
Quando la mamma sua la lavava
sempre strillava.
Un giorno l’acqua la rispecchiò
e le parlò:
“Vedi sei brutta, sporca così,
lavati qui”.
La bimba allora si vergognò
e si lavò.
A. Cuman Pertile
Le prime tristezze
Ero un fanciullo, andavo a scuola e un giorno
dissi a me stesso: “Non ci voglio andare”.
E non ci andai. Mi misi a passeggiare
tutto soletto, fino a mezzogiorno.
E così spesso. A scuola non andai
che qualche volta, da quel triste giorno.
Io passeggiavo fino a mezzogiorno,
e l’ore… l’ore non passavan mai!
Il rimorso tenea tutto il mio cuore
in quella triste libertà perduto;
e l’ansia mi prendea d’esser veduto
dal signor Monti, dal signor dottore!
Pensavo alla mia classe, al posto vuoto,
al registro, all’appello (oh! il nome, il nome
mio nel silenzio!) e mi sentivo come
proteso nell’abisso dell’ignoto…
E quante, quante volte domandai
l’ora a un passante frettoloso, ed era
nella richiesta mia tanta preghiera!…
Ma l’ore… l’ore non passavan mai! (M. Moretti)
Siate buoni
Oh, che gorgheggi teneri
nell’aria profumata!
Che canzoni, che giubilo,
per tutta la vallata!
Sui prati verdi e roridi
sbucano le viole,
qualche mite lucertola
striscia sull’erba, al sole.
Tutto fiorito è il mandorlo,
tutt’azzurra è la valle.
A frotte i bimbi corrono
inseguendo farfalle.
E ridono e schiamazzano
come tanti folletti.
Oh, ma perchè tormentano
quei poveri uccelletti?
D’un tratto, dai freschi alberi,
da tutti i fiorellini,
par che una voce palpiti:
siate buoni, bambini!
(M. Matropaolo)
Valentino
Oh! Valentino vestito di nuovo,
come le brocche dei biancospini!
Solo, ai piedini provati dal rovo
porti la pelle de’ tuoi piedini;
porti le scarpe che mamma ti fece,
che non mutasti mai da quel dì,
che non costarono un picciolo: incece
costa il vestito che ti cucì.
Costa; chè mamma già tutto ci spese
quel tintinnante salvadanaio:
ora esso è vuoto; e cantò più d’un mese,
per riempirlo, tutto il pollaio.
Pensa, a gennaio, che il fuoco del ciocco
non ti bastava, tremavi, ahimè!
e le galline cantavano: “Un cocco!
ecco ecco un cocco un cocco per te!”.
Poi, le galline chiocciarono, e venne
marzo, e tu, magro contadinello,
restasti a mezzo, così con le penne,
ma nudi i piedi, come un uccello:
come l’uccello venuto dal mare,
che tra il ciliegio salta, e non sa
ch’oltre il beccare, il cantare, l’amare
ci sia qualch’altra felicità.
(G. Pascoli)
Un bimbo e un poeta
Mondo, mondo d’oro
io sono il tuo piccolo re.
Quanto è bello e buono,
tutto fu fatto per me.
Pur ch’io muova un passo
fiorisce ai miei piedi il terreno.
Prendo in mano un sasso,
ed ecco una gemma diviene.
Mondo, dolce mondo,
io sono il tuo piccolo re.
Giro, giro tondo:
tutta la gioia per me.
Bimbo, bimbo bello,
sono il tuo fratello.
Fammi entrare un poco
nel tuo caro gioco.
So la tua magia:
è la poesia.
(D. Valeri)
Libero
Prima di coricarsi, il bimbo levandosi il kimono
manifesta la sua gioia di essere libero e nudo.
E corre per la casa con rapidità incredibile,
come un uccellino scappato dalla sua gabbia,
o un piccolo re che scatta da una scatola magica.
(M. Senke)
Nasce un mondo nuovo
Non più sguardi d’angoscia
noi saremo fratelli;
non più sguardi d’odio.
E se nel cielo
c’è una luce,
sarà per rischiarare il nostro amore.
E se nelle fronde
c’è una melodia,
sarà per cullare il nostro sonno.
Noi saremo fratelli:
noi saremo uniti.
E gli astri a profusione
puri,
come gli occhi dei sapienti,
saranno tanto brillanti
quanto il nostro destino.
(B. Dadiè – Costa d’Avorio)
L’inno dell’amicizia mondiale
Salutiamo con gioia
tutti i ragazzi che vivono
nel vasto mondo.
A tutti diciamo
di porgerci la mano
per formare insieme
un cerchio completo
che abbracci il mondo intero.
Sia che viviamo in terre vicine
oppure in terre da noi lontane
una sola è la nostra famiglia.
La voce dell’amicizia,
che ora facciamo sentire,
attraversa i continenti
e congiunge tutti i mari.
(Studente anonimo – USA)
Solo
La gioia si è fermata
stamani nella mia casa.
Prima di stringerla al cuore
ho girato tutte le stanze
sempre gridando: -La gioia,
è venuta la gioia a trovarmi!-
Son corso alla finestra
sono uscito fuor della porta
ho cominciato a chiamare:
-Venite tutti, correte:
in casa mia c’è la gioia!-
Nessuno io sentivo arrivare.
Ho detto allora alla gioia:
-Non ho nessuno in casa mia,
ripassa un’altra volta.
(G. Bizzarri)
Obbedienza
Quando passeranno gli elefanti
dentro le crune degli aghi
quando le formiche giganti
accenderanno i lampadari,
quando usciranno dagli armadi
odoranti di pomi cotogni
le principesse dei sogni…
quando i pulcini faranno l’uovo
e le lucertole il nido
sopra la frasca,
e le rondini faranno il covo
sotto la vasca…
allora, gonfio d’orgoglio,
potrai dire: “Io voglio”.
A tutto, nel mondo, che voli,
a tutto, nel mondo, che strisci,
a tutto fu detto: “Obbedisci!”
(F. Pastonchi)
Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere.
Racconti sull’acqua di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.
Storia di una goccia d’acqua
C’era una volta una goccia d’acqua che, con tante sorelline, se ne stava beata in fondo al mare. Un giorno salì alla superficie. In altro c’era un’immensa volta turchina su cui vagavano certe nuvole bianche, e in mezzo a tutto quell’azzurro, una gran palla d’oro mandava raggi infuocati.
“Com’è bello!” disse la gocciolina. “E come andrei volentieri fin lassù”.
Come se qualcuno l’avesse sentita e avesse potuto esaudire il suo desiderio, la gocciolina si sentì diventare leggera leggera, finchè si accorse che saliva verso il cielo.
“Che cosa succede?” disse spaventata.
“Nulla, sorellina!” rispose una goccia che saliva insieme a lei. “O almeno nulla di speciale. Io lo so perchè ho già fatto questo viaggio. Il sole ci ha scaldato e siamo diventate leggere leggere. Il fatto è” aggiunse “che non siamo più gocce d’acqua”.
“E cosa siamo, allora?” chiese la nostra gocciolina incuriosita.
“Siamo vapore, o meglio vapore acqueo. Una parola difficile, ma io sono una gocciolina istruita”.
“E cosa ci capiterà adesso? Mi piacerebbe saperlo!”.
“Ih, quanta fretta! Aspetta e lo saprai.”
Che viaggio meraviglioso! Dall’alto, la gocciolina, ormai non più gocciolina, poteva vedere i prati verdi, il mare spumeggiante, i ruscelli argentini, i grandi laghi. La gocciolina si divertì moltissimo a vedere tante belle cose, ma poi si guardò intorno e vide che con tante sorelline che erano salite insieme a lei, si era formata una nuvoletta bianca come quella che tante volte aveva visto quando era sperduta nel mare.
Il viaggio fu piuttosto lungo.
Intanto altre gocce, trasformate anch’esse in vapore acqueo, si erano unite a loro e avevano formato un nuvolone bianco che andava, andava, portato dal vento. E il vento lo portò vicino alle montagne che si levavano diritte, con le loro vette rocciose.
Non era più quel venticello scherzoso che aveva portato a spasso la nuvoletta bianca, era un vento gelido che stracciava la nuvola e la portava di qua e di là senza riguardo.
Quelle che erano state goccioline divennero tutte molto tristi e la nuvola prese il colore della loro tristezza e si fece grigia: e poichè chi è triste piange, anche la nuvola cominciò a far cadere sulla terra certi goccioloni grossi che parevano lacrime. Ma non si trattava di tristezza.
Glielo spiegò, alla nostra gocciolina, la goccia istruita che aveva viaggiato con lei. “Siamo diventate troppe” disse ” e poi non senti che freddo? Questo vento non ha proprio nessun riguardo. Io mi sento tutta rabbrividire. E non sono più vapore acqueo, ma sono di nuovo acqua, anzi, di nuovo una goccia d’acqua.”
Anche la nostra gocciolina dovette abbandonare il cielo. E, dopo aver attraversato un nembo tempestoso, si ritrovò sul petalo di un fiore dove brillò come un diamante. La gocciolina era di nuovo felice.
Il sole splendeva ed era proprio il sole che le dava dei colori così belli. Ma era tanto caldo, il fiore ebbe sete e bevve la gocciolina, che si trovò così sotto terra, al buio.
“Il buio non mi piace!” disse la gocciolina. “Se devo essere acqua, voglio tornare al mare!”
“Ci tornerai” disse una voce e la gocciolina si accorse di essere nuovamente accanto alla sorellina istruita “Ma prima dovrai viaggiare un bel po’. Ne so qualcosa io!” aggiunse, dandosi molta importanza.
La gocciolina cominciò a camminare, a infiltrarsi fra le zolle, e durante il suo cammino vide mille boccucce che volevano succhiarla. Erano le radici che avevano sete. Le goccioline erano tante e contentarono un po’ tutti, finchè a forza di camminare, si ritrovarono tutte all’aperto.
Era una bella sorgente di acqua pura e fresca e un uccellino vi volò sopra e bevve. Poi, molto soddisfatto, fece una cantatina e se ne andò.
“E’ finito?” chiese la gocciolina alla goccia istruita “Comincio a essere un po’ stanca”.
“Finito? Si può dire che il nostro viaggio comincia adesso!”
La sorgente si era trasformata in un ruscello che correva correva come sospinto da una forza misteriosa. Lungo il cammino si riunivano altri ruscelli e insieme formarono un bel fiume. Il fiume, scorrendo calmo e placido, faceva lungo il suo corso tante cose.
Muoveva le pale dei mulini, entrava in certi tubi lunghi per mettere in movimento grandi macchine che dovevano dare l’elettricità, alimentò le fontane, si precipitò nei laghi e non c’era pericolo che la nostra gocciolina, sballottata in quel modo, s’annoiasse.
Ma ormai era stanca e il ricordo della sua vita in quella bella distesa azzurra, si faceva sempre più vivo in lei. E arrivò finalmente il giorno in cui il fiume sboccò in mare e la gocciolina rivide di nuovo i suoi amici pesci e li salutò con affetto.
“Sapete” disse loro dandosi grande importanza “non mi chiamo più gocciolina. D’ora in poi mi chiamerete la grande viaggiatrice”. E quelli risero. Si capisce, come sanno ridere i pesci.
M. Menicucci
continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):
Dettati ortografici sul vento – una raccolta di dettati ortografici, di autori vari, per bambini della scuola primaria. Difficoltà ortografiche miste.
Il vento è necessario: esso purifica l’aria, e trasportando qua e là le nuvole, modifica il clima. E’ il vento che regola le piogge, che rinfresca e rinnova l’aria, che porta l’umidità così necessaria alle piante. Inoltre, il vento è un gran disseminatore e porta i semi lontano dalla pianta madre, dove possono crescere e prosperare liberamente.
Quando il vento è troppo forte può arrecare grandi disastri. Sradica gli alberi, fa volare i tegoli, solleva, in mare, le procelle. Ma, nonostante i danni che arreca, anche il vento è necessario perchè, trasportando le nuvole, modifica il clima con le piogge e purifica l’aria.
Il vento se la piglia coi vostri capelli e vi soffia dentro come fosse un cespuglio. La gente tira via, serrata nei mantelli, a capo basso, con gli occhi chiusi. Qui il lastrico è liscio, là sepolto sotto piccole dune di sabbia e di bruciaglie sormontate da rotoli di lanugine. A ogni passo ti ruzzano tra i piedi, corrono via folleggiando, la foglia del platano e il brano di giornale, la piuma di gallina e ciocche di paglia, fiocchi di bambagia, di lana, che finiscono a darsi la posta agli angoli delle vie, sulle piazzette, nei cortili, dove si raggruppano, si sbandano, si raccolgono di nuovo e danzano a tondo finchè si sollevano insieme da terra, turbinando in balia di un mulinello. (A. Stoppani)
Il vento radeva impetuoso i ghiaioni, le sabbie e le acque. Dagli argini si sollevava la polvere delle strade e tutte le fronde dei salici si rovesciavano, imbianchendo; l’aria s’era fatta fredda; gli arbusti e i cespugli davano sibili al vento; un lampo balenò, seguito da un tuono ripercosso dalla terra. (G. Comisso)
Giorno di vento
Nuvole scure mossero contemporaneamente dalle vette dei due versanti; al centro della vallata rimasero separate da una sottile striscia d’un celeste inverosimile, quasi verse.
Si levò un ventaccio gelido; e le nuvole si sfrangiarono, scoprendo un cielo chiaro e infido, che, altissimo, parve un vertiginoso abisso capovolto. (G. Manzini)
I venti
Uno è caldo e uno gelido; questo è furioso e quello dolce e mite; un altro squassa gli alberi schiantando i rami, e un altro invece fa lietamente ondeggiare le erbe, mormorare le fronde… Quale solleva sul mare onde giganti e quale increspa appena le acque gonfiando le vele. Uno ti accarezza dolcemente e un altro ti scaraventa addosso un nuvolo di polvere. (V. Gaiba)
Il vento
Il vento arrivò di colpo dietro la siepe e la passò d’un salto: nessuno lo aveva visto venire, nessuno lo vedeva ed era dappertutto. Aveva sempre sospiri, carezze e parole per le cose amiche. Scavalcando la siepe, il vento rise. Era già sull’erba e piegava i fili verdi ad uno ad uno. La menta e il trifoglio dettero al vento un po’ del loro profumo che lo portasse dove non potevano andare. (G. Fanciulli)
Venti di marzo
Violenti e scontrosi tra loro, muovono alla pugna uno per volta, dominando il campo nemico. Ecco il vento del nord. Muove dal Polo, freddissimo, nemico dei fiori, delle piogge. Rischiara l’aria, uccide le api, gela i laghi, le montagne. Il Ponente è cagione di contrasti, piagnucoloso, spira verso sera. E’ utile agli orti, alle fave, alle biade. Suo opposto è il vento dell’est, il vento che arriva dal mare. E’ temperatamente caldo e secco, propizio alle arature, pastore di mandrie di onde. Lo Scirocco, suscitatore di marette d’argento, è vento caldo, turbolento, impetuoso. E’ amico dei fiori, degli orti, utile ai frutti. (F. Tombari)
Effetti del vento
Il vento piega i rami e rovescia le foglie e gli alberi; i prati su cui il vento passa, sembrano più chiari; ciò avviene perchè ogni foglia è più pallida al suo rovescio. Gli alberi che il vento piega maggiormente sono quelli più alti e sottili e nei vasti boschi e nelle praterie le onde prodotte dal vento sono simili a quelle del mare. Gli alberi che nascono presso la spiaggia, e sono esposti al vento, sono tutti piegati; e così piegati crescono e restano. (Leonardo da Vinci; adattamento)
Il vento
Il vento passò dai paesi caldi, prese dagli alberi di aranci e di limoni il loro gradito profumo e continuò il suo cammino. Giunse in una grande città.
Tutti gli abitanti delle case, gli operai delle officine, i sagrestani delle chiese spalancarono finestre e balconi, e il buon vento entrò, portando ovunque la soave fragranza delle erbe e dei fiori… (G. E. Nuccio)
Il figlio del vento
Quando nacque il figlio del vento, alla reggia fecero gran festa. Ma un figlio del vento non può essere che un disastro.
Infatti il vento neonato non era ancora stato messo dalle fate nella culla, che già le copertine e i lenzuolini se ne volavano come bandiere per il cielo. Poi fu la volta delle fasce e dei camicini.
Quando diventò più grandicello e incominciò a camminare, alla reggia accadde il finimondo. Porte, imposte e finestre scrollate, sbattute, spezzate. Che schianti!
Finalmente il monellaccio uscì di casa per andare a giocare. E incominciò a piegare i rami degli alberi fino a spezzarli, giocò a rincorrere le foglie, a strappare i manifesti, a rubare i cappelli ai signori. Poi s’arrampicò nel cielo e giocò al treno con le nuvole.
Un giorno il figlio del vento fu mandato a scuola e imparò a suonare con le canne del fiume e con le spighe del grano. Imparò a spazzare il cielo e a raccogliere insieme i nuvoloni, a far corree le vele sul mare, a far girare le pale dei mulini e a seminare.
Ti piacerebbe conoscerlo?
Guarda fiori dalla tua finestra. E’ lì che il vento passa, nel cielo.
Dettati ortografici sul vento – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.
Rosa Rosella, gioco cantato tradizionale, con testo, spartito stampabile e file mp3 gratuiti, istruzioni di gioco.
Testo
Rosa rosella la rosa è fiorita
bianca la rosa in mezzo alle viole
fai la riverenza a chi la vuoi far.
B. E … entra in ballo
e vi entra senza fallo
falla/o ballar, falla/o ballar
non ti piace lasciala/o star.
Al castello bello bello, con testo, spartito stampabile, file mp3 e istruzioni di gioco, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.
Testo
Al castello bello bello ho perduto la dama mia, la più bella che ci sia me la voglio portar via. Avanti passo e musica, danziam la rillallera, avanti passo e musica, danziam e rillallà.
Si forma un cerchio e ci si tiene per mano; un giocatore va all’interno. Il cerchio e il giocatore, cantando, girano in senso contrario.
Alle parole “portar via” tutti si fermano. Il giocatore che si trova all’interno si inchina di fronte alla persona alla quale si trova e la prende sottobraccio.
Insieme girano sottobraccio saltellando fino a “rillallera” mentre il cerchio canta battendo le mani.
Poi i due giocatori si scambiano di braccio e saltellano fino alla fine della canzone.
Al termine il giocatore invitato resta al centro, mentre l’altro prende posto nel cerchio e il gioco ricomincia.
Ho scelto la più bella, gioco cantato tradizionale con testo, istruzioni di gioco, spartito stampabile e file mp3. Adatto a bambini della scuola d’infanzia e primaria.
Testo
A. Ho scelto la più bella, per danzar, per danzar, per danzare con me.
Ho scelto la più bella, per danzar, per danzare con me.
B. Su danziamo Rosì, su danziamo Rosà,
su danziamo Rosetta, su danziamo Rosà.
Rosì, Rosà, su danziamo, su danziamo.
Rosì, Rosà, su danziamo Rosà.
I giocatori in cerchio si tengono per mano e cantano la parte A mentre un giocatore all’interno gira nel senso inverso al cerchio
e al termine sceglie un compagno per ballare
Nella parte B, mentre il cerchio cantando sta fermo e tutti battono le mani a tempo, si eseguono le seguenti figure:
– la coppia esegue un girotondo durante i primi quattro versi della strofa
– a “Rosì, Rosà” i due giocatori si mettono di fronte e ognuno batte le mani su quelle del compagno per quattro volte:
– a “su danziamo, su danziamo” i due giocatori, sempre stando di fronte, eseguono dei saltelli a forbice sul posto
– a “Rosì, Rosà, su danziamo Rosà” si ripetono i due movimenti precedenti.
Il giocatore prescelto rimane al centro e il gioco ricomincia.
Galoppa sul cavallo, gioco cantato tradizionale con spartito stampabile, file mp3, testo e istruzioni di gioco. Per bambini della scuola d’infanzia e primaria.
Testo
Galoppa sul cavallo
il signore del castello,
a mezzogiorno tornerà,
la campanella suonerà:
dlin, dilin, dilin, dilin, dilin.
I giocatori sono seduti in cerchio. Un “signore” e un “cavallo” camminano all’interno. Essi non hanno un posto a sedere. Il signore gira con una campanella e il cavallo lo segue.
A “dlin dlin dlin” tutti i bambini cambiano posto ed anche il cavallo che seguiva il signore cerca di trovare un posto.
Chi non trova posto segue il signore fino al nuovo cambio.
Maria Giulia, gioco cantato tradizionale con testo, spartito stampabile e file mp3, istruzioni di gioco, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.
Testo
Maria Giulia di dove sei venuta?
Alza gli occhi al cielo, fai un salto, fanne un altro,
levati il cappelletto, fai la riverenza, fai la penitenza,
guarda in su, guarda in giù,
dai un bacio a chi vuoi tu.
I giocatori sono in cerchio, si tengono per mano ed eseguono un girotondo.
Un bambino in mezzo esegue via via i movimenti indicati dal canto
Alla fine dell’ultima frase, il girotondo si arresta e quello che sta in mezzo va a dare un bacio ad un giocatore del cerchio, il quale prenderà il suo posto. E il gioco ricomincia.
Era la sera battaglia di Magenta, gioco cantato tradizionale con testo, spartito, traccia mp3 e istruzioni di gioco, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.
Testo
Era la sera battaglia di Magenta, oh che piacere vedere i cavalieri. (parlato) Cavalieri, al passo! Era la sera battaglia di Magenta, oh che piacere vedere i cavalieri. Cavalieri, al passo! Al trotto! Era la sera battaglia di Magenta, oh che piacere vedere i cavalieri. Cavalieri, al passo! Al trotto! Al galoppo! Era la sera battaglia di Magenta, oh che piacere vedere i cavalieri. Cavalieri, al passo! Al trotto! Al galoppo! Con una mano! Era la sera battaglia di Magenta, oh che piacere vedere i cavalieri. Cavalieri, al passo! Al trotto! Al galoppo! Con una mano! Con due mani! Era la sera battaglia di Magenta, oh che piacere vedere i cavalieri. Cavalieri, al passo! Al trotto! Al galoppo! Con una mano! Con due mani! Con un piede! Era la sera battaglia di Magenta, oh che piacere vedere i cavalieri. Cavalieri, al passo! Al trotto! Al galoppo! Con una mano! Con due mani! Con un piede! Con due piedi! Era la sera battaglia di Magenta, oh che piacere vedere i cavalieri. Cavalieri, al passo! Al trotto! Al galoppo! Con una mano! Con due mani! Con un piede! Con due piedi! Bum!
I giocatori sono in cerchio per mano e girano cantando.
Al termine della musica si fermano e dicono le parole: Cavalieri, al passo!
Quindi riprendono cantando di nuovo la strofa alla fine della quale si fermano per dire: Cavalieri, al passo! Al trotto! Questa volta, nel riprendere il canto, invece di muoversi in cerchi camminando, effettueranno un trotto
La volta successiva, diranno Cavalieri, al passo! Al trotto! Al galoppo! e il cerchio si sposterà galoppando.
Quando si arriva a Cavalieri, al passo! Al trotto! Al galoppo! Con una mano! si batte la mano sinistra sul ginocchio sinistro restando fermi sul posto
Quando si arriva a Cavalieri, al passo! Al trotto! Al galoppo! Con una mano! Con due mani! si batte anche la mano destra sul ginocchio destro
Quando si arriva a Cavalieri, al passo! Al trotto! Al galoppo! Con una mano! Con due mani! Con un piede! si batte per terra a tempo il piede sinistro
Quando si arriva a Cavalieri, al passo! Al trotto! Al galoppo! Con una mano! Con due mani! Con un piede! Con due piedi! si saltella sui due piedi restando sul posto.
Al termine del gioco tutti i giocatori si avvicinano al centro ricantando la strofa e ripetendo tutte le parole parlate e quindi tutti gridano Bum!
Camminiamo per di qua, gioco cantato tradizionale per bambini della scuola d’infanzia e primaria, con istruzioni di gioco, spartito stampabile e traccia mp3.
Istruzioni di gioco
I giocatori camminano in uno spazio delimitato, cantando. Il lupo si trova un po’ isolato rispetto al gruppo
e risponde alla domanda: -Lupo, ci sei?-
che i giocatori gli rivolgono al termine del canto.
Se il lupo risponde “No”, i giocatori riprendono il canto; se risponde “Sì” essi domandano ancora:
– Che fai?-
Il lupo può rispondere liberamente ed ogni volta i giocatori riprendono a muoversi cantando. Quando però il lupo risponde:
-Ho fame-
le pecore scappano e il lupo le insegue. La pecora presa diventa lupo ed il gioco ricomincia.
Laissez passer les petits Saint-Jean, gioco cantato tradizionale con spartito stampabile, traccia mp3 e istruzioni di gioco, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.
Istruzioni di gioco
Tutti i bambini si dispongono in riga a coppie, uno di fronte all’altro e ogni coppia di giocatori, tenendosi per mano a braccia in alto forma un arco.
Mentre tutti cantano, l’ultima coppia della fila passa sotto gli archi seguita dalla coppia successiva e poi via via dalle altre.
Arrivate al termine del corridoio, le coppie formano nuovi archi e così via via per quanto tempo si vuole.
La mugnaia, gioco cantato tradizionale con testo, spartito stampabile, traccia mp3 e istruzioni di gioco, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.
Istruzioni di gioco
I giocatori sono in coppia uno di fronte all’altro e si danno le mani.
All’inizio si mettono di fianco senza lasciarsi le mani e iniziano a girare in cerchio a passo di marcia in senso orario.
A “gira gira” i giocatori di ogni coppia si rimettono uno di fronte all’altro: i piedi dei due giocatori si avvicinano fino a che le punte si toccano
si stringono forte le mani e si gira con piccoli passi veloci.
Pippirugello, gioco cantato tradizionale con testo, sparito stampabile, traccia m3 e istruzioni di gioco, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.
Cantilena: Pippirugello, l’amore è così bello la bella molinara, che sale sulla scala, la scala e lo scalone, la penna del piccione, la ruota del pavone. Bella zitella, che giochi a piastrella col figlio del re, (parlato): tira su questa ciantarella!
I giocatori si siedono per terra uno accanto all’altro con le gambe allungate. Un giocatore in piedi, cominciando da una parte, picchia a tempo con un bastoncino su ciascun piede dei bambini mentre recita la cantilena. Il piede che viene toccato quando si dice l’ultima sillaba di “ciantarella” (ciabatta) dovrà essere ritirato dalla conta.
Si continua così fino all’ultimo giocatore rimasto, il quale dovrà allontanarsi dal gruppo.
A questo punto si svolge un dialogo tra il gruppo e il giocatore che cantava.
Gruppo: S’è venduto a una vecchia sei uova, e s’è comprata questa coltellina (così dicendo gli mostrano il bastoncino)
Il giocatore prende in mano la coltellina, la rigira, la prova con le mani e scuotendo la testa dice: Non taglia nemmeno il burro! …e poi continua: Dov’è andata la vecchia che ha comprato le uova?
Gruppo: E’ andata… E’ nascosta… (e indicano un posto poco distante)
Il giocatore va a vedere e poi dice: Non c’è!
Gruppo: Si son bevute noi le uova!
… e così dicendo tutti scappano. Il giocatore cerca di prenderli e quando ne acchiappa uno dice: Sputa l’uovo!
Dopo aver fatto finta di sputare
chi è stato preso ricomincia il gioco facendo la conta sui piedi dei compagni.
Una danza voglio provar, gioco cantato tradizionale con testo, spartito stampabile, traccia mp3 e istruzioni di gioco, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.
Istruzioni di gioco
I danzatori sono in cerchio, uno è al centro e si muove cantando per la durata della prima frase.
Al termine si ferma di fronte ad un danzatore e lo prende per le due mani
I due ballano durante la seconda frase “prima qua” (passo doppio laterale), “poi di là” (passo doppio laterale nell’altra direzione)
“un bel giro si farà” (giro tenendosi sempre per mano)
Al termine i due danzatori si separano, restando tutti e due all’interno del cerchio e muovendosi liberamente cantando di nuovo la prima frase
Poi ognuno sceglie un nuovo partner e così via fina a che tutti danzeranno.
Danza dei tessitori, gioco cantato tradizionale con spartito stampabile, testo, traccia mp3 ed istruzioni di gioco, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.
Istruzioni di gioco
I giocatori, disposti a coppie, si tengono per le mani; le coppie, numerate per 1 e 2, formano una riga.
Durante la parte A le coppie 1 e le coppie 2 avanzano e indietreggiano in direzioni opposte
così da simulare un telaio che lavora (4 passi in una direzione, 4 passi nella direzione opposta, per due volte).
Nella parte B tutte le coppie si dispongono come all’inizio della danza, ma le prime due si mettono in posizione di galoppo laterale
A questo punto tutti gli altri danzatori, che formano il corridoio, battono le mani mentre le coppie lo attraversano e vanno a fermarsi in fondo per continuare in corridoio.
Dies irae, gioco cantato tradizionale con spartito stampabile, testo, traccia mp3 ed istruzioni di gioco, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.
Istruzioni di gioco
I danzatori stanno su due righe una di fronte all’altra.
Allo stesso ritmo di tamburo si muovono uno verso l’altro facendo due passi e poi battendo alternativamente i piedi tre volte sul posto.
La stessa cosa si ripete andando all”indietro, cioè allontanandosi.
Questa forma di base si ripete senza interruzione per tutta la danza.
A questo punto un danzatore precedentemente indicato può dare dei comandi, ad esempio:
-Le mani!- (ogni volta che si battono i piedi si dovranno battere anche le mani)
-Mani sui fianchi!- (passo di base, tenendo però le mani sui fianchi)
– Voltarsi!- (tutti si voltano con mezzo giro al momento di battere i piedi)
Ogni figura si ripete tante volte finchè non cambia comando.
Questo è lo spartito sonoro, se siete in grado di suonare mentre i bambini danzano:
Danza popolare tradizionale con spartito stampabile, traccia mp3 ed istruzioni, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.
Istruzioni per la danza
I danzatori sono in cerchio uno dietro all’altro numerati per uno e due. Ciascuno tiene nella mano destra un piccolo bastone.
Durante la parte A tutti girano in senso antiorario con passo doppio.
All’inizio della parte B i numeri 1 si voltano con mezzo giro a sinistra verso i numeri 2 e al ritmo della musica battono il bastone su quello del compagno che gli sta di fronte.
Al ripetersi della frase, tutti i giocatori si voltano con mezzo giro verso sinisra così che incontrano altri partner.
Questa volta i numeri 2 battono sui bastoni dei numeri 1.
Al termine sono i numeri 2 che si voltano con mezzo giro
Uno due e tre, gioco cantato con testo italiano e tedesco, spartito stampabile e traccia mp3. Per bambini della scuola d’infanzia e primaria.
Testo italiano
Uno due e tre, uno due e tre, ecco la carrozza d’oro. Porterà il re, porterà il re, il re dai capelli d’oro. Cosa vuole il re? Cosa vuole il re? Vuole l’ultimo che passa.
(parlato): Chiusa la porta, chiuso il portone, resta un sacco di carbone!
Testo tedesco Machet auf das Tor, machet auf das Tor, es kommt ein golden Wagen. Wer sitzt darin? Wer sitzt darin? Ein Mann mit goldner Haaren. Was will er denn, was will er denn, er will die Letzte holen.
(parlato): Die Letzte hat gestohlen, die Letzte hat gestohlen, einen Sack voll Kohlen!
Ho perso una pecorella, gioco cantato tradizionale con testo, spartito stampabile, traccia mp3 ed istruzioni di gioco, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.
Testo
A. Ho perso una pecorella, logì e logià, ho perso una pecorella, logì e travaià. B. E dove l’avete persa, logì e logià, e dove l’avete persa, logì e travaià. A. L’ho persa nella villa, logì e logià, l’ho persa nella villa, logì e travaià. B. E che occhi aveva, logì e logià, e che occhi aveva, logì e travaià. A. Aveva gli occhi … , logì e logià, aveva gli occhi … , logì e travaià. B. Che capelli aveva, logì e logià, che capelli aveva, logì e travaià. A. Aveva i capelli … , logì e logià, aveva i capelli … , logì e travaià. B. Che vestito aveva, logì e logià, che vestito aveva, logì e travaià. A. Aveva il vestito … , logì e logià, aveva il vestito … , logì e travaià. B. Quali scarpe aveva, logì e logià, quali scarpe aveva, logì e travaià. A. Aveva le scarpe … , logì e logià, aveva le scarpe … , logì e travaià. B. E come si chiamava, logì e logià, e come si chiamava, logì e travaià. A. Si chiamava … , logì e logià, si chiamava … , logì e travaià.
Chi è che passa per di qua? Gioco cantato tradizionale con istruzioni di gioco, testo, spartito stampabile e traccia mp3. Per bambini della scuola d’infanzia e primaria.
Testo
A. Chi è che passa per di qua, compagnia della Margherita? Chi è che passa per di qua, là, là, chi passerà? B. Cavalieri siam del Re, compagnia della Margherita? Cavalieri siam del Re, là, là, chi passerà?
A. Che volete cavalier, compagnia della Margherita? Che volete cavalier, là, là, chi passerà? B. Una figlia da sposar, compagnia della Margherita? Una figlia da sposar, là, là, chi passerà?
A. Hanno detto che ce n’è, compagnia della Margherita? Hanno detto che ce n’è, là, là, chi passerà? B. Che potete regalar, compagnia della Margherita? Che potete regalar, là, là, chi passerà?
A. Una borsa di denar, compagnia della Margherita? Una borsa di denar, là, là, chi passerà? B. E la sua risposta è no, compagnia della Margherita? E la sua risposta è no, là, là, chi passerà?
A. Il mio cuore le offrirò, compagnia della Margherita? Il mio cuore le offrirò, là, là, chi passerà? B. Se è così vi si darà, compagnia della Margherita? Se è così vi si darà, là, là, chi passerà?
I giocatori sono disposti su due riche, una di fronte all’altra. Due cavalieri si trovano ad una estremità delle due righe e si tengono per mano (o con le braccia incrociate).
Le righe e i cavalieri cantano a rispetto le strofe della canzone.
Cantando la prima strofa le due righe avanzano e indietreggiano (quattro passi avanti, quattro indietro nella prima metà della strofa, lo stesso nella seconda).
I cavalieri cantano la propria parte e passano tra le righe e poi tornano indietro (otto passi avanti e otto indietro)
Dopo la strofa “Se è così vi si darà”, i cavalieri scelgono un giocatore per ciascuna riga e il gioco ricomincia.
I due prescelti e i successivi seguono i cavalieri.
Maria che fai in giardino? Gioco cantato tradizionale, con istruzioni di gioco, spartito stampabile, traccia mp3 e testo, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.
Testo
A. Maria che fai in giardino? Din don della. Maria che fai in giardino? Din don della. B. Io sto cogliendo l’erba. Din don della. Io sto cogliendo l’erba. Din don della.
A. Dell’erba che ne fai? Din don della. Dell’erba che ne fai? Din don della. B. L’erba la dò alle mucche. Din don della. L’erba la dò alle mucche. Din don della.
A. Le mucche che ti danno? Din don della. Le mucche che ti danno? Din don della. B. Le mucche danno il latte. Din don della. Le mucche danno il latte. Din don della.
A. Del latte che ne fai? Din don della. Del latte che ne fai? Din don della. B. Lo porterò al mercato. Din don della. Lo porterò al mercato. Din don della.
A. Al mercato che ti danno? Din don della. Al mercato che ti danno? Din don della. B. Al mercato avrò dei soldi. Din don della. Al mercato avrò dei soldi. Din don della.
A. Dei soldi che ne fai? Din don della. Dei soldi che ne fai? Din don della. B. Le bambole mi compro. Din don della. Le bambole mi compro. Din don della.
A. E quale comprerai? Din don della. E quale comprerai? Din don della. B. Mi comprerò … Din don della. Mi comprerò … Din don della.
Viene il signore di Ninivè, gioco cantato tradizionale con istruzioni di gioco, spartito stampabile, traccia mp3 e testo, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.
Testo
A. Viene il signor di Ninivè, vipla, vipla, compaiè; viene il signor di Ninivè, a-sci-scè.
B. Che vuoi signor di Ninivè, vipla, vipla, compaiè; che vuoi signor di Ninivè, a-sci-scè.
A. Voglio un bimba da sposar, vipla, vipla, compaiè; voglio una bimba da sposar, a-sci-scè.
B. Ma che vestito deve aver, vipla, vipla, compaiè; ma che vestito deve aver, a-sci-scè.
A. Vestito … porterà , vipla, vipla, compaiè; vestito … porterà, a-sci-scè.
B. E come si dovrà chiamar, vipla, vipla, compaiè; e come si dovrà chiamar, a-sci-scè.
A. … si dovrà chiamar, vipla, vipla, compaiè; … si dovrà chiamar, a-sci-scè.
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