Pippirugello

Pippirugello, gioco cantato tradizionale con testo, sparito stampabile, traccia m3 e istruzioni di gioco, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Cantilena:
Pippirugello,
l’amore è così bello
la bella molinara,
che sale sulla scala,
la scala e lo scalone,
la penna del piccione,
la ruota del pavone.
Bella zitella,
che giochi a piastrella
col figlio del re,
(parlato): tira su questa ciantarella!

Spartito ed mp3 qui

Pippirugello

Istruzioni di gioco

I giocatori si siedono per terra uno accanto all’altro con le gambe allungate. Un giocatore in piedi, cominciando da una parte, picchia a tempo con un bastoncino su ciascun piede dei bambini mentre recita la cantilena. Il piede che viene toccato quando si dice l’ultima sillaba di “ciantarella” (ciabatta) dovrà essere ritirato dalla conta.

Si continua così fino all’ultimo giocatore rimasto, il quale dovrà allontanarsi dal gruppo.

A questo punto si svolge un dialogo tra il gruppo e il giocatore che cantava.

Gruppo: S’è venduto a una vecchia sei uova, e s’è comprata questa coltellina (così dicendo gli mostrano il bastoncino)

Il giocatore prende in mano la coltellina, la rigira, la prova con le mani e scuotendo la testa dice: Non taglia nemmeno il burro!
…e poi continua: Dov’è andata la vecchia che ha comprato le uova?

Gruppo: E’ andata… E’ nascosta… (e indicano un posto poco distante)

Il giocatore va a vedere e poi dice: Non c’è!

Gruppo: Si son bevute noi le uova!

… e così dicendo tutti scappano. Il giocatore cerca di prenderli e quando ne acchiappa uno dice: Sputa l’uovo!

Dopo aver fatto finta di sputare

chi è stato preso ricomincia il gioco facendo la conta sui piedi dei compagni.

Una danza voglio provar

Una danza voglio provar, gioco cantato tradizionale con testo, spartito stampabile, traccia mp3 e istruzioni di gioco, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Istruzioni di gioco

I danzatori sono in cerchio, uno è al centro e si muove cantando per la durata della prima frase.

Al termine si ferma di fronte ad un danzatore e lo prende per le due mani

I due ballano durante la seconda frase “prima qua” (passo doppio laterale), “poi di là” (passo doppio laterale nell’altra direzione)

“un bel giro si farà” (giro tenendosi sempre per mano)

Al termine i due danzatori si separano, restando tutti e due all’interno del cerchio e muovendosi liberamente cantando di nuovo la prima frase

Poi ognuno sceglie un nuovo partner e così via fina a che tutti danzeranno.

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Danza dei tessitori

Danza dei tessitori, gioco cantato tradizionale con spartito stampabile, testo, traccia mp3 ed istruzioni di gioco,  per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Istruzioni di gioco

I giocatori, disposti a coppie, si tengono per le mani; le coppie, numerate per 1 e 2, formano una riga.

Durante la parte A le coppie 1 e le coppie 2 avanzano e indietreggiano in direzioni opposte

così da simulare un telaio che lavora (4 passi in una direzione, 4 passi nella direzione opposta, per due volte).

Nella parte B tutte le coppie si dispongono come all’inizio della danza, ma le prime due si mettono in posizione  di galoppo laterale

A questo punto tutti gli altri danzatori, che formano il corridoio, battono le mani mentre le coppie lo attraversano e vanno a fermarsi in fondo per continuare in corridoio.

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Dies irae

Dies irae, gioco cantato tradizionale con spartito stampabile, testo, traccia mp3 ed istruzioni di gioco, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Istruzioni di gioco

I danzatori stanno su due righe una di fronte all’altra.

Allo stesso ritmo di tamburo si muovono uno verso l’altro facendo due passi e poi battendo alternativamente i piedi tre volte sul posto.

La stessa cosa si ripete andando all”indietro, cioè allontanandosi.

Questa forma di base si ripete senza interruzione per tutta la danza.

A questo punto un danzatore precedentemente indicato può dare dei comandi, ad esempio:

-Le mani!- (ogni volta che si battono i piedi si dovranno battere anche le mani)

-Mani sui fianchi!- (passo di base, tenendo però le mani sui fianchi)

– Voltarsi!- (tutti si voltano con mezzo giro al momento di battere i piedi)

Ogni figura si ripete tante volte finchè non cambia comando.

Questo è lo spartito sonoro, se siete in grado di suonare mentre i bambini danzano:

Spartito ed mp3 qui

Dies irae

Pantalon

Danza popolare tradizionale con spartito stampabile, traccia mp3 ed istruzioni, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Istruzioni per la danza

I danzatori sono in cerchio uno dietro all’altro numerati per uno e due. Ciascuno tiene nella mano destra un piccolo bastone.

Durante la parte A tutti girano in senso antiorario con passo doppio.

All’inizio della parte B i numeri 1 si voltano con mezzo giro a sinistra verso i numeri 2
e al ritmo della musica battono il bastone su quello del compagno che gli sta di fronte.

Al ripetersi della frase, tutti i giocatori si voltano con mezzo giro verso sinisra così che incontrano altri partner.

Questa volta i numeri 2 battono sui bastoni dei numeri 1.

Al termine sono i numeri 2 che si voltano con mezzo giro

e la danza ricomincia.

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Pantalon

Uno, due e tre

Uno due e tre, gioco cantato con testo italiano e tedesco, spartito stampabile e traccia mp3. Per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Testo italiano

Uno due e tre,
uno due e tre,
ecco la carrozza d’oro.
Porterà il re,
porterà il re,
il re dai capelli d’oro.
Cosa vuole il re?
Cosa vuole il re?
Vuole l’ultimo che passa.

(parlato): Chiusa la porta, chiuso il portone, resta un sacco di carbone!

Testo tedesco
Machet auf das Tor,
machet auf das Tor,
es kommt ein golden Wagen.
Wer sitzt darin?
Wer sitzt darin?
Ein Mann mit goldner Haaren.
Was will er denn,
was will er denn,
er will die Letzte holen.

(parlato): Die Letzte hat gestohlen, die Letzte hat gestohlen, einen Sack voll Kohlen!

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Uno, due e tre

Ho perso una pecorella

Ho perso una pecorella, gioco cantato tradizionale con testo, spartito stampabile, traccia mp3 ed istruzioni di gioco, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Testo

A. Ho perso una pecorella, logì e logià, ho perso una pecorella, logì e travaià.
B. E dove l’avete persa, logì e logià, e dove l’avete persa, logì e travaià.
A. L’ho persa nella villa, logì e logià, l’ho persa nella villa, logì e travaià.
B. E che occhi aveva, logì e logià, e che occhi aveva, logì e travaià.
A. Aveva gli occhi … , logì e logià, aveva gli occhi … , logì e travaià.
B. Che capelli aveva, logì e logià, che capelli aveva, logì e travaià.
A. Aveva i capelli … , logì e logià, aveva i capelli … , logì e travaià.
B. Che vestito aveva, logì e logià, che vestito aveva, logì e travaià.
A. Aveva il vestito … , logì e logià, aveva il vestito … , logì e travaià.
B. Quali scarpe aveva, logì e logià, quali scarpe aveva, logì e travaià.
A. Aveva le scarpe … , logì e logià, aveva le scarpe … , logì e travaià.
B. E come si chiamava, logì e logià, e come si chiamava, logì e travaià.
A. Si chiamava … , logì e logià, si chiamava … , logì e travaià.

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Istruzioni di gioco

Si forma un cerchio; un giocatore resta all’esterno e gira in senso contrario al cerchio cantando la prima strofa: il cerchio risponde.

Tutte le altre strofe vengono cantate a rispetto fino a che il giocatore canta “Si chiamava…” e dice il nome di un giocatore che si unirà a lui.

Il gioco ricomincia e continua fino a che tutti i giocatori non sono stati chiamati.

Chi è che passa per di qua?

Chi è che passa per di qua? Gioco cantato tradizionale con istruzioni di gioco, testo, spartito stampabile e traccia mp3. Per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Testo

A. Chi è che passa per di qua, compagnia della Margherita? Chi è che passa per di qua, là, là, chi passerà?
B. Cavalieri siam del Re, compagnia della Margherita? Cavalieri siam del Re, là, là, chi passerà?

A. Che volete cavalier, compagnia della Margherita? Che volete cavalier, là, là, chi passerà?
B. Una figlia da sposar, compagnia della Margherita? Una figlia da sposar, là, là, chi passerà?

A. Hanno detto che ce n’è, compagnia della Margherita? Hanno detto che ce n’è, là, là, chi passerà?
B. Che potete regalar, compagnia della Margherita? Che potete regalar, là, là, chi passerà?

A. Una borsa di denar, compagnia della Margherita? Una borsa di denar, là, là, chi passerà?
B. E la sua risposta è no, compagnia della Margherita? E la sua risposta è no, là, là, chi passerà?

A. Il mio cuore le offrirò, compagnia della Margherita? Il mio cuore le offrirò, là, là, chi passerà?
B. Se è così vi si darà, compagnia della Margherita? Se è così vi si darà, là, là, chi passerà?

Spartito ed mp3 qui

Istruzioni di gioco

I giocatori sono disposti su due riche, una di fronte all’altra. Due cavalieri si trovano ad una estremità delle due righe e si tengono per mano (o con le braccia incrociate).

Le righe e i cavalieri cantano a rispetto le strofe della canzone.

Cantando la prima strofa le due righe avanzano e indietreggiano (quattro passi avanti, quattro indietro nella prima metà della strofa, lo stesso nella seconda).

I cavalieri cantano la propria parte e passano tra le righe e poi tornano indietro (otto passi avanti e otto indietro)

Dopo la strofa “Se è così vi si darà”, i cavalieri scelgono un giocatore per ciascuna riga e il gioco ricomincia.

I due prescelti e i successivi seguono i cavalieri.

Maria che fai in giardino?

Maria che fai in giardino? Gioco cantato tradizionale, con istruzioni di gioco, spartito stampabile, traccia mp3 e testo, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Testo

A. Maria che fai in giardino? Din don della. Maria che fai in giardino? Din don della.
B. Io sto cogliendo l’erba. Din don della. Io sto cogliendo l’erba. Din don della.

A. Dell’erba che ne fai? Din don della. Dell’erba che ne fai? Din don della.
B. L’erba la dò alle mucche. Din don della. L’erba la dò alle mucche. Din don della.

A. Le mucche che ti danno? Din don della. Le mucche che ti danno? Din don della.
B. Le mucche danno il latte. Din don della. Le mucche danno il latte. Din don della.

A. Del latte che ne fai? Din don della. Del latte che ne fai? Din don della.
B. Lo porterò al mercato. Din don della. Lo porterò al mercato. Din don della.

A. Al mercato che ti danno? Din don della. Al mercato che ti danno? Din don della.
B. Al mercato avrò dei soldi. Din don della. Al mercato avrò dei soldi. Din don della.

A. Dei soldi che ne fai? Din don della. Dei soldi che ne fai? Din don della.
B. Le bambole mi compro. Din don della. Le bambole mi compro. Din don della.

A. E quale comprerai? Din don della. E quale comprerai? Din don della.
B. Mi comprerò … Din don della. Mi comprerò … Din don della.

Spartito ed mp3 qui

Istruzioni di gioco

I giocatori sono in cerchio e si danno la mano. All’interno gira un giocatore che canta a rispetto con il cerchio.

Al termine del canto sceglie il compagno che lo sostituirà.

In un’altra versione il giocatore si trova all’esterno del cerchio:

e chi è scelto si unisce a lui.

e così via fino a che tutti non sono stati scelti

Viene il signor di Ninivè

Viene il signore di Ninivè, gioco cantato tradizionale con istruzioni di gioco, spartito stampabile, traccia mp3 e testo, per bambini della scuola d’infanzia  e primaria.

Testo

A. Viene il signor di Ninivè, vipla, vipla, compaiè; viene il signor  di Ninivè, a-sci-scè.
B. Che vuoi signor di Ninivè, vipla, vipla, compaiè; che vuoi signor  di Ninivè, a-sci-scè.

A. Voglio un bimba da sposar, vipla, vipla, compaiè; voglio una bimba da sposar, a-sci-scè.
B. Ma che vestito deve aver, vipla, vipla, compaiè; ma che vestito deve aver, a-sci-scè.

A. Vestito … porterà , vipla, vipla, compaiè; vestito … porterà, a-sci-scè.
B. E come si dovrà chiamar, vipla, vipla, compaiè; e come si dovrà chiamar, a-sci-scè.

A. … si dovrà chiamar, vipla, vipla, compaiè; … si dovrà chiamar, a-sci-scè.

Spartito ed mp3 qui

Istruzioni di gioco

Da una parte c’è il “signore”, dall’altra la riga delle “figlie” che si tengono per mano.

Nella prima, e in tutte le strofe di risposta, il signore cammina verso la fila, prima avanti poi indietro (due tempi avanti e due indietro).

Nelle strofe con domanda le figlie vanno avanti e indietro.

Alla fine un giocatore passa dalla parte del signore e il gioco ricomincia

Esercizi progressivi 9 per il flauto dolce

Esercizi progressivi 9 per il flauto dolce: canzoncine per mi+ (con sol la do+ fa mi si re+ re e do). Questo post fa parte di una serie che presenta esercizi progressivi per insegnare ai bambini a suonare il flauto dolce. Con traccia mp3 e spartito stampabile gratuitamente.

Contentuto dello spartito:

Esercizio 49

esercizio 50

esercizio 51

esercizio 52

esercizio 53

esercizio 54

esercizio 55

Sparito ed mp3 qui

Esercizi progressivi 8 per flauto dolce

Esercizi progressivi 8 per flauto dolce: esercizi per do (con sol, la, do+, fa mi si, re+ e re). Questo post fa parte di una serie che presenta esercizi progressivi per insegnare ai bambini a suonare il flauto dolce. Con traccia mp3 e spartito stampabile gratuitamente.

Contenuto dello spartito

esercizio 43

esercizio 44

esercizio 45

esercizio 46

esercizio 47

esercizio 48

Spartito ed mp3 qui

Esercizi progressivi 7 per flauto dolce

Esercizi progressivi 7 per flauto dolce: canzoncine per re (con sol, la, do+, fa, mi, si e re+). Questo post fa parte di una serie che presenta esercizi progressivi per insegnare ai bambini a suonare il flauto dolce. Con traccia mp3 e spartito stampabile gratuitamente.


C0ntenuto dello spartito

esercizio 36

esercizio 37

esercizio 38

esercizio 39

esercizio 40

esercizio 41

esercizio 42

Spartito ed mp3 qui

Esercizi progressivi 6 per flauto dolce

Esercizi progressivi 6 per il flauto dolce: canzoncine per re+ (con sol, la, do+, fa, mi e si). Questo post fa parte di una serie che presenta esercizi progressivi per insegnare ai bambini a suonare il flauto dolce. Con traccia mp3 e spartito stampabile gratuitamente.

Contenuti

esercizio 29

esercizio 30

esercizio 31

esercizio 32

esercizio 33

esercizio 34

esercizio 35

Spartito ed mp3 qui:

Esercizi progressivi 4 per flauto dolce

Esercizi progressivi 4 per il flauto dolce: canzoncine per mi, sol, la, do+ e fa. Questo post fa parte di una serie che presenta esercizi progressivi per insegnare ai bambini a suonare il flauto dolce. Con traccia mp3 e spartito stampabile gratuitamente.

Contenuto

esercizio 16 canone

esercizio 17

esercizio 18

esercizio 19

esercizio20

esercizio 21

esercizio 22

Spartito ed mp3 qui:

Esercizi progressivi 3 per flauto dolce

Esercizi progressivi 3 per il flauto dolce: canzoncine per canzoncine per fa, sol, la e do+. Questo post fa parte di una serie che presenta esercizi progressivi per insegnare ai bambini a suonare il flauto dolce. Con traccia mp3 e spartito stampabile gratuitamente.

Contenuto

esercizio 9

esercizio 10

esercizio 11

esercizio 12

esercizio13

esercizio14

esercizio 15

Spartito ed mp3 qui:

Esercizi progressivi 2

Esercizi progressivi 2 per il flauto dolce: canzoncine per do+ sol e la. Questo post fa parte di una serie che presenta esercizi progressivi per insegnare ai bambini a suonare il flauto dolce. Con traccia mp3 e spartito stampabile gratuitamente.

Contenuto

esercizio 5

esercizio 6

esercizio 7

esercizio 8

Spartito ed mp3 qui:

Esercizi progressivi 1 per flauto dolce

Un semplice metodo progressivo per l’apprendimento del flauto dolce nella scuola primaria. Esercizi progressivi 1 per il flauto dolce: canzoncine per sol e la. Questo post fa parte di una serie che presenta esercizi progressivi per insegnare ai bambini a suonare il flauto dolce. Con traccia mp3 e spartito stampabile gratuitamente.

Contenuto

Esercizio 1

esercizio 2

esercizio 3

esercizio 4

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CANTI DI NATALE – O Tannenbaum (L’albero di Natale)

CANTI DI NATALE – O Tannenbaum (L’albero di Natale)  – con testo italiano, tedesco e inglese, spartito stampabile, e traccia mp3 scaricabile gratuitamente.

CANTI DI NATALE
O Tannenbaum (L’albero di Natale)
Testo

L’albero di Natale
S’accendono e brillano
gli alberi di Natale.
S’accendono e radunano
grandi e piccini intorno.
I rami si trasformano
con bacche rosse e fili d’or.
Risplendono e sfavillano
gli alberi di Natale.
Fra i canti degli arcangeli
ritorna il bambinello
riposa nel presepio e
lo scalda l’asinello
i rami verdi toccano
la capannina di carton
e l’albero illumina
la culla del Signore.
S’innalzano e risuonano
i canti di Natale
ricordano agli uomini:
giustizia, pace e amore.
La loro dolce musica
Giunge fra tutti i popoli.
ripete ancor agli uomini:
giustizia, pace e amore

O Tannenbaum
O Tannebaum, o Tannebaum
Du grünst nicht nur zur Sommerzeit,
nein auch in Winter, wenn es schneit .
O Tannebaum, o Tannebaum
wie grün sind deine Blätter!
O Tannebaum, o Tannebaum
du kannst mir sehr gefallen
Wie oft hat nicht zu Weihnachtszeit
ein Baum von dir mich hocherfreut!
O Tannebaum, o Tannebaum
du kannst mir sehr gefallen!
O Tannebaum, o Tannebaum,
dein Kleid will mich was lehren!
Die Hoffnung und Bestandigkeit
gibt Trost und Kraft zu jeder Zeit
O Tannebaum, o Tannebaum
Dein Kleid will mich was lehren!

O Chirstmas tree
O Christmas tree, o Christmas tree
How loyal are your leaves/needles!
You’re green not only in the summertime,
No, also in winter when it snows.
O Christmas tree, o Christmas tree
How loyal are your leaves needles!
O Christmas tree, o Christmas tree
You can please me very much!
How often has not at Christmastime
A tree like you given me such joy!
O Christmas tree, o Christmas tree,
You can please me very much!
O Christmas tree, o Christmas tree
Your dress wants to teach me something:
Your hope and durability
Provide comfort and strength at any time.
O Christmas tree, o Christmas tree,
That’s what your dress should teach me.

CANTI DI NATALE –
O Tannenbaum (L’albero di Natale)
spartito ed mp3 qui:

L’orologiaio, canzoncina per bambini

L’orologiaio, canzoncina per bambini della scuola d’infanzia e primaria. Con testo, spartito stampabile, traccia mp3.

L’orologiaio, canzoncina per bambini
Testo

tic tac, tic tac,
si è rotto l’orologio
l’orologio di mio nonno,
tic tac, tic tac
ed il nonno l’ha portato
dal più bravo orologiaio,
tic tac, tic tac,
nell’antica sua bottega
tra le pendole e le sveglie
tic tac, tic tac,
ho notato appeso al muro
un bellissimo cucù.
cu cù cu cù cu cù.

L’orologiaio, canzoncina per bambini
Spartito e mp3 qui

Il ciabattino, canzoncina per bambini

Il ciabattino, canzoncina per bambini della scuola d’infanzia e primaria. Con spartito stampabile, traccia mp3 e testo.

Il ciabattino, canzoncina per bambini
Testo

Batti e cuci ciabattino
suole e tacchi del bambino
sono tutti consumati
per giocare a nascondino
cuci e incolla ciabattino,
metti in forma ben benino,
scarpe, borse e sandalini,
con il filo e il ribattino.

Il ciabattino, canzoncina per bambini
Spartito e mp3 

L’ungherese, canzoncina per bambini

L’ungherese, canzoncina per bambini della scuola d’infanzia e primaria, con testo, spartito stampabile e traccia mp3.

L’ungherese, canzoncina per bambini
Testo

L’ungherese per ballar
nel suo vero stile
non dovrebbe mai portar
scarpe troppo larghe
nè stivali con lo spron,
nè cappello  e piume
per ballare con passion
danze vorticose.

L’ungherese, canzoncina per bambini
Spartito e mp3 qui

I pirati ballano, canzoncina per bambini

I pirati ballano, canzoncina per bambini della scuola d’infanzia e primaria, con testo, spartito stampabile e traccia mp3.

I pirati ballano, canzoncina per bambini
Testo

I pirati ballano sui ponti delle navi
e le casse scassano se mancano le chiavi.
Giran giran per il mar, voglion non fermarsi mai
sempre allerta notte e dì, pirata sei cosi! Bum!
Se una nave avvistano, son pronti all’arrembaggio
che mestiere facile è fare il pirataggio.
Giran giran per il mar, voglion non fermarsi mai
sempre allerta notte e dì, pirata sei cosi! Bum!
Mentre dai barili bevean a più non posso
tutti ubriachi poi finiscono nel fosso.
Giran giran per il mar, voglion non fermarsi mai
sempre allerta notte e dì, pirata sei cosi! Bum!
Sul pennone altissimo è issata una bandiera
vittoriosa sventola ed è bandiera nera.
Giran giran per il mar, voglion non fermarsi mai
sempre allerta notte e dì, pirata sei cosi! Bum!

I pirati ballano, canzoncina per bambini
spartito e mp3 qui

La lungatella, gioco cantato tradizionale

La lungatella, gioco cantato tradizionale con istruzioni di gioco, testo, spartito stampabile e traccia mp3, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

La lungatella, gioco cantato tradizionale
Istruzioni di gioco

I giocatori si tengono per mano e formano una fila. L’ultimo alza il braccio libero e lo appoggia ad una parete o a un albero in modo da formare un arco.

Il primo della fila, seguito da tutti gli altri, va a passare sotto il braccio del giocatore che forma l’arco.

Questo, quando tutti i giocatori sono passati, si troverà con le braccia incrociate e con il corpo rivolto nella direzione opposta a quella di partenza.

A questo punto il primo della fila, sempre per mano ai compagni, passa sotto al nuovo arco formato dall’ultimo giocatore incatenato e dal penultimo.

Ogni volta che la fila passa sotto un arco, un giocatore rimane incatenato.

Si prosegue così fino a che nessuno resta libero.
A questo punto il primo della fila cambia direzione e cominciando a passare sotto l’arco formato dal compagno più vicino, libera tutti i giocatori.

La lungatella, gioco cantato tradizionale
spartito e mp3

Il pescatore viene, gioco cantato tradizionale

Il pescatore viene, gioco cantato tradizionale per bambini della scuola d’infanzia e primaria, con istruzioni di gioco, testo, spartito stampabile e traccia mp3.

Il pescatore viene, gioco cantato tradizionale
Istruzioni di gioco
Prima versione

I bambini sono tutti in cerchio tranne uno, il pescatore, e cantano la canzone.

Gli ultimi due versi vengono cantati solo dal pescatore, che dirà il nome del compagno che intende prendere.

Il bambino chiamato scapperà e il pescatore lo rincorrerà fino a quando non lo catturerà.

Il bambino catturato uscirà dal cerchio e si sdraierà a terra.

Il canto e il gioco riprendono.

Il pescatore viene, gioco cantato tradizionale
spartito e mp3 qui:

Il pescatore viene, gioco cantato tradizionale
Istruzioni di gioco
Seconda versione

I giocatori sono in cerchio e si tengono per mano. Uno è all’esterno (il pescatore) e gira nel senso contrario al cerchio. Tutti i giocatori scelgono un nome di pesce.

Il pescatore canta la prima strofa: “Il pescatore viene, con l’amo e con la rete, o pesci dove siete chè vi voglio pescar”. I giocatori del cerchio rispondono con la seconda strofa: “Noi siamo in fondo al mare, veniteci a pescare, la rete è tutta buchi e non ci pescherai”.

Allora il pescatore canta la terza strofa: “La rete l’ho aggiustata, sul fondo l’ho calata, sì sì vi pescherò ma il nome non lo so”. E quindi dirà il nome di uno o più pesci. I giocatori pescati usciranno dal cerchio e seguiranno il pescatore.

Il gioco continua fino a che non sarà rimasto un solo pesce, il quale ricomincerà il gioco come pescatore.

Chi mi incatena? Gioco cantato tradizionale

Chi mi incatena? Gioco cantato tradizionale per bambini della scuola d’infanzia e primaria, con testo, istruzioni di gioco, spartito stampabile, mp3.

Chi mi incatena? Gioco cantato tradizionale
Istruzioni di gioco

I giocatori camminano per mano in cerchio, tenendosi per mano.

Al termine della canzone, il capogioco chiama per nome un bambino e questi lascia le mani dei compagni e incrocia le braccia davanti a sè dando poi la sinistra al giocatore di destra e la destra al giocatore di sinistra.

Il gioco ricomincia e si ripete

fino a che tutti i giocatori non sono intrecciati.

A questo punto si ricanta la melodia con queste nuove parole:
Chi mi scioglie? La corda mi intrecciò. La corda era di …, la corda scioglierò

Ogni volta che finisce questa strofa, il bambino chiamato riprende la posizione iniziale del gioco.

Uno ad uno i bambini si sciolgono

e il gioco finisce quando si è ritornati al cerchio di partenza.

Chi mi incatena? Gioco cantato tradizionale
Spartito e mp3 qui

CANTI NATALIZI Danza dei pastori

CANTI NATALIZI Danza dei pastori – con testo, spartito stampabile, mp3 scaricabile gratuitamente.

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CANTI NATALIZI Danza dei pastori
TESTO

1. Guarda in cielo c’è un bagliore strano, una luce scende piano piano; senti: un canto misterioso riempie tutto il prato: è l’annuncio che Gesù in una grotta è nato. Su su corriamo, su su corriamo, su corriamo per vedere il nato re del cielo.

2. Siamo giunti presso la capanna; sentii: ascolta questa ninna nanna. E’ la vergine Maria che con dolce canto fa la ninna nanna al suo bimbo pien d’incanto. Su su cantiamo, su su cantiamo, su cantiamo tutti insieme questa ninna nanna.

3. Come è bello stare qui vicino e cantare per Gesù bambino. Ora tutti qui riuniti diamoci la mano e girando tutti insieme per Gesù danziamo. Su su danziamo, su su danziamo, su danziamo tutti insieme per Gesù bambino.

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CANTI NATALIZI Danza dei pastori
SPARTITO e mp3 qui:

CANTI DI NATALE Joy to the world – G. F. Haendel

CANTI DI NATALE Joy to the world – Spartito e file mp3 gratuiti, per flauto dolce e canto, testo inglese e italiano. Intorno al 1740 anche il famoso compositore G. F. Haendel, tedesco di nascita ma residente a Londra fin dal 1727, scrisse un bel canto natalizio, intitolato “Joy to the world” (Gioia al mondo).

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CANTI DI NATALE Joy to the world – G. F. Haendel
SPARTITO 3 mp3 qui:

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CANTI DI NATALE Joy to the world – G. F. Haendel
TESTO INGLESE

Joy to the word! The Christ is born.
Let earth receive her king.

Let ev’ry heart prepare him room
and heav’n and nature sing,

and heav’n and nature sing,
and heav’n and nature sing!

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CANTI DI NATALE Joy to the world – G. F. Haendel
TESTO ITALIANO

Oggi è nato il Redentor,
la terra esulterà.

Lasciate che ogni cuore
gli faccia un po’ di posto;

il cielo più bello sarà
e la terra sorriderà
col sorriso divino
del bambino Gesù!

Lui porterà la verità
e il mondo salverà.
Lasciate che ogni bimbo
gli canti una canzone.

Il cielo più bello sarà,
e la terra sorriderà
col sorriso divino
del bambin Gesù.

CANTI DI NATALE We wish you a merry Christmas

CANTI DI NATALE We wish you a merry Christmas, con testo inglese, spartito stampabile e traccia mp3.

Tra le usanze contadine inglesi agli inizi del 1800, vi era quella di cantare carole di porta in porta, o sotto la finestra, per essere compensati con qualcosa da mangiare. Questo canto, originario dell’Inghilterra occidentale, si adattava perfettamente a simili occasioni.

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CANTI DI NATALE We wish you a merry Christmas
TESTO

We wish you  a merry Christmas,
we wish you  a merry Christmas,
we 
wish you  a merry Christmas and a happy new year!

Good tidings we bring to you and  your kin;
good tidings for Christmas and a happy new year!

Now bring us some figgy pudding,
now bring us some figgy pudding,
now bring us some figgy pudding, and bring some out here!

Good tidings we bring to you and  your kin;
good tidings for Christmas and a happy new year!

For we all like figgy pudding,
for we all like figgy pudding,
for we all like figgy pudding, so bring some out here!

Good tidings we bring to you and  your kin;
good tidings for Christmas and a happy new year!

And we won’t go till we’ve got some,
and we won’t go till we’ve got some,
and we won’t go till we’ve got some, so bring some out here!

Good tidings we bring to you and  your kin;
good tidings for Christmas and a happy new year!

Traduzione:
Vi auguriamo un buon Natale e un felice anno nuovo.

Portiamo buone notizie a voi ed ai vostri cari, vi auguriamo un buon Natale e un felice anno nuovo.

Adesso dateci un po’ di budino di fichi e portatene un po’ anche qui fuori.

A noi tutti piace il budino di fichi, per cui portatene un po’ qui fuori.

E non ce ne andremo finchè non ce ne avrete dato un po’, così portatene un po’ qui fuori.

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CANTI DI NATALE We wish you a merry Christmas
SPARTITO e file mp3 qui:

CANTI DI NATALE Nel cuor dell’inverno

CANTI DI NATALE Nel cuor dell’inverno testo di E. Minoia musicato per flauto dolce e canto, con testo, spartito stampabile e file mp3.

CANTI DI NATALE Nel cuor dell’inverno
TESTO

Nel cuor dell’inverno, tra nevi e tra geli
discende il bambino dall’alto dei cieli.

Riporta alla terra la luce e il calore,
accende nei cuori speranza ed amore.

Alleluia, alleluia, alleluia!

CANTI DI NATALE Nel cuor dell’inverno
SPARTITO e mp3 qui:

CANTI DI NATALE The first nowell

CANTI DI NATALE The first nowell con spartito, file mp3 e testo italiano e inglese, stampabili e scaricabili gratuitamente.

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CANTI DI NATALE The first nowell
TESTO

The first Nowell
the angel did say
was to certain poor shepherds
in fields as they lay;
in fields where they lay
keeping their sheep
in a cold winter’s night
that wa so deep.
Nowell, nowell, nowell, nowell,
born is the King oh Israel!

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CANTI DI NATALE The first nowell
SPARTITO e mp3 qui;

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CANTO DI NATALE Donde vieni, pastorella?

CANTO DI NATALE Donde vieni, pastorella? Canto natalizio francese. Con spartito stampabile e testo, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

CANTO DI NATALE Donde vieni, pastorella?
TESTO

coro: Donde vieni, pastorella? Donde vieni?
pastorella: Vengo dal Presepio, dal Bambin Gesù.
coro: Dimmi, è bello, pastorella? Dimmi è bello?
pastorella: Bello più del cielo, bello più del sol.
coro: Dimmi, è solo, pastorella? Dimmi è solo?
pastorella: È con lui Maria, che lo tiene al sen.

coro: Chi c’è ancora, pastorella? Chi c’è ancora?
pastorella: C’è anche S. Giuseppe, padre di Gesù.
coro: Chi c’è ancora, pastorella? Chi c’è ancora?
pastorella: Stanno a riscaldarlo bue ed asinel.
coro: Più nessuno, pastorella? Più nessuno?
pastorella: Cantan l’alleluia Angeli del Ciel.

CANTO DI NATALE Donde vieni, pastorella?
SPARTITO e mp3 qui:

 

Autunno (antico motivo asturiano)

Autunno (antico motivo asturiano) canto per bambini della scuola primaria, con testo, spartito sonoro stampabile.

Autunno (antico motivo asturiano)
Testo

1. Com’è triste il pianto dell’autunno che si muore!
Spento è ormai il canto sulle labbra del pastore…

2. Or la nebbia stanca si distende sulla terra
e la neve imbianca le alte cime della Sierra.

3. Solitario fiore vuoi tu dirmi le tue pene?
Muto è il tuo dolore ben lo so: l’inverno viene!

Autunno (antico motivo asturiano)
Spartito stampabile e file mp3 qui:

Il musicista di Forlì

Il musicista di Forlì canzoncina per bambini della scuola d’infanzia e primaria, con testo, spartito stampabile e traccia mp3.

Il canto è ad eco. Tutta la canzone è un’alternanza tra il solista e il coro. Quando vengono nominati i diversi strumenti, i bambini imitano i gesti del musicista corrispondente. La canzone può essere accompagnata con le percussioni, come da istruzioni inserite nello spartito sonoro (tamburo, piatti, battimano, mani battute sulle cosce, piedi battuti a terra).

Spartito e file mp3 qui:

La lezione di silenzio di Maria Montessori

La lezione di silenzio di Maria Montessori – Maria Montessori ha raccontato come ha “scoperto” la lezione di silenzio, e come ha pututo osservare non solo la capacità del bambino di produrre silenzio, ma anche la grande gioia che ne prova.

Un giorno, in classe, aveva tra le braccia un bambino di quattro mesi, che dormiva placidamente. Allora ha chiesto ai bambini di osservare il suo sonno, e come fosse bello, rilassato, felice. Dopo poco i  bambini potevano persino sentire il suo respiro delicato. Così li ha invitati ad imitare il suo silenzio, ed i bambini hanno accolto curiosi questo gioco. Così, dopo poco, i bambini cominciarono ad accorgersi  delle gocce di pioggia che cadevano in cortile, e del canto di un uccello posato su un albero lontano.

I bambini avevano cessato ogni movimento e prodotto un silenzio collettivo, che è stato per loro una profonda esperienza artistica. E una liberazione.

Maria Montessori consiglia la lezione di silenzio come mezzo per portare i bambini ad un maggior livello di consapevolezza di sé. E’ un’esperienza che, una volta fatta, lascia al gruppo classe una coscienza nuova delle proprie capacità.

La lezione del silenzio è una lezione di gruppo, e si fonda sul rispetto degli altri.

Attraverso questo insegnamento i bambini arrivano alla comprensione del fatto che il silenzio è anche cessazione del movimento.

Per raggiungere il silenzio si richiede un grande sforzo di attenzione e una grande forza di volontà, ma si pone il bambino ad un livello superiore nella conquista di sé.

http://www.montessoripublications.com/silence.html

La lezione del silenzio non deve mai essere utilizzata per calmare il caos, per fare ciò è molto più corretto portare i bambini in giardino o in un altro ambiente, per fare qualcosa di speciale.

Ci sono molti modi per invitare i bambini al silenzio.

L’insegnante può sussurrare la parola “silenzio” molto dolcemente, o compiere un certo gesto preparato con cura e senso estetico.

photo credit: My Montessori Journey

In un primo momento, solo pochi dei bambini presenti in classe vi si immergeranno, ma ben presto tutti ne saranno contagiati.

Dopo due o tre minuti, quando tutti sono in silenzio, l’insegnante può cominciare a sussurrare il nome dei bambini dal fondo della stanza, da dietro la porta, dal giardino.

L’insegnante avrà cura di chiamare per primi i nomi dei bambini che fanno più fatica a stare in silenzio.

 

Tutti i bambini della classe devono essere chiamati.

Una volta che i bambini hanno esplorato il silenzio in gruppo, ne hanno conosciuto attraverso molte lezioni le qualità musicali, si può insegnare il gioco individuale del silenzio.

Allora, quando ne sente il bisogno, il bambino può di sua iniziativa prepararsi il materiale: un materassino, il cartellino “Silenzio” o altri simboli e strumenti utilizzati dall’insegnante durante la lezione collettiva, una clessidra e uno stumento sonoro che utilizzerà l’insegnante al termine dell’attività, e un piccolo cuscinetto di fiori di lavanda per gli occhi.

Dispone il materiale, si sdraia in posizione comoda e si sistema il cuscino sugli occhi.

photo credit: http://ateachertransformed.blogspot.com/2009/09/montessori-time-out.html

I simboli che indicano la lezione di silenzio, servono agli altri bambini a chiarire che si tratta di un lavoro che il compagno di classe sta eseguendo e che non può essere osservato e disturbato.

Esistono molte varianti della lezione di silenzio. Le prime volte è consigliabile chiedere ai bambini di chiudere gli occhi.

Chiamare i bambini ad uno ad uno può essere un modo di terminare le lezioni di silenzio collettive, altri modi possono essere predisporre una clessidra e un piccolo campanellino dal suono lievissimo, che deve essere usato esclusivamente per la lezione di silenzio, e in nessuna altra occasione scolastica.

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Disclaimer: “Per redigere questa mia presentazione ho utilizzato i miei album e appunti personali e consultato vari album di altri autori e articoli nel web. Per leggere online o acquistare le copie legali di tali opere consultate segui i link:
– The silence game di Infomontessori.com
– The silence game  di montessoriteacherscollective (Moteaco)
– The silence game di wikisori.org
– The silence activity di montessoricommons.cc
– The silence lesson
 di montessoriworld.org
– Introduction to the exercises of practical life di montessoricommons
– The joyfull child di Susan Mayclin Stephenson
– The importance of the silence game di montessoriservice.com
– Montessori foundation activities – The silence game di montessoritraining.blogspot.it
MANUAL 2: MONTESSORI EXERCISES OF PRACTICAL LIFE di Montitute.com
PRACTICAL LIFE teacher manual di khtmontessori
MONTESSORI PRACTICAL LIFE MANUAL di montessoritraining.net
PRACTICAL LIFE MANUAL EARLY CHILDHOOD.PDC di themontessoriparent.com, che ha suggerito l’aggiunta di questo disclaimer in accordo con la sua politica di copyright.
Ho inoltre consultato i testi di riferimento di Maria Montessori per le attività di vita pratica:
Il Metodo della Pedagogia Scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini
La scoperta del bambino.
Per una bibliografia completa delle opere di Maria Montessori vai qui.

 

Poesie e filastrocche: La grammatica

Poesie e filastrocche: La grammatica. Una raccolta di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Verbi ausiliari
Il verbo avere andò pavoneggiandosi:
“Io ho, ho avuto ed ebbi e avrò
e nulla al mio confronto è il verbo essere…”
Questi tacque e più saldo in sè poggiò.
Quando saliron dell’Eterno al trono
“E’ il nome mio” disse il Signore “Io sono”. (L: Schwarz)

 

Le qualità
Verde verde, l’erba lungo il ruscello
folto folto, il salice nel giardino
liscia liscia, la canna del bambù
bianca bianca, la colomba sul davanzale
snella snella, la biscia sul prato
nera nera, la notte che viene
tutto tutto, ha la sua qualità.

 

Filastrocca corta e matta
Filastrocca corta corta,
il porto vuole sposare la porta,
la viola studia il violino,
il mulo dice: “Mio figlio è il mulino;
la mela dice: “Mio nonno è il melone;
il matto vuole essere un mattone;
e  sapete cosa vuole il più matto della terra?
Vuole fare la guerra. (G. Rodari)

 

(in costruzione)

 

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Recite per bambini – Grammatica in rima

Recite per bambini – Grammatica in rima. Vengono presentati, in rima, nome, articolo, aggettivo, verbo, avverbio, pronome, congiunzione, preposizione, interiezione, per l’analisi grammaticale; proposizione, soggetto, predicato verbale, complemento oggetto, per l’analisi logica. Il testo si presta ad essere drammatizzato, o anche possono essere usate come filastrocche le varie parti, per rendere più divertente l’approccio all’analisi grammaticale.

Nel teatrino illuminato, il sipario già s’è alzato.
Or vedrai venire fuori, sulla scena nove attori.
Del Discorso son le Parti, che mi piace di mostrarti.
Ecco il NOME, il buon curato, che battezza ogni neonato.
Gli è accanto un chirichetto, che l’ARTICOLO vien detto.
Gli si pone ora vicino l’AGGETTIVO, un arlecchino.
Entra un paggio vellutato, che PRONOME è nominato.
Ecco il VERBO, il gran regnante, del discorso il più importante.
Queste parti presentate, son VARIABILI chiamate.
Altre quatto ora verranno, e INVARIABILI saranno.
Entra prima quel donnone di comar PREPOSIZIONE.
Poi l’AVVERBIO, passo a passo, sempre uguale, grasso e basso.
CONGIUNZIONE è una damina seria e niente chiacchierina.
Viene infin col suo bastone quella vecchia INTERIEZIONE.
Nove parti e non di più e il sipario scende giù.
“Bello, bello! Bene, bene!” gridan tutti a voci piene.
“Bravo, bravo! Per piacere, ce li fate rivedere?

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Il nome

Ogni cosa che vediamo, con un NOME la chiamiamo.
Le persone, gli animali, e le piante e i minerali.

Città, fiumi, monti, stati, son dai nomi nominati.
Molti nomi conosciamo, or tanti altri ne impariamo.
E nei lor significati, ti saranno ben spiegati.
Chè conoscere per bene, ogni cosa ti conviene.
E’ pertanto necessario, proprio un buon vocabolario.
Dove i nomi son segnati, con i lor significati.

Con la nascita si pone, NOME PROPRIO alle persone
e di nomi ne son tanti, quanti son le sante e i santi
Carlo, Marta, Anna, Maria, Pietro, Alberto, Ida, Lucia
le città e i monti e i mari, nomi propri son del pari
se tu guardi la cartina, già ne trovi una ventina
Roma, Napoli, Torino, Alpi, Tevere, Appennino
nome proprio è Italia mia, il più bello che ci sia!

Gabbia, uccello, sedia, pruni, questi NOMI son COMUNI
sono i nomi delle cose quasi sempre numerose
sono nomi di animali, fiori, piante, minerali
chè le cose, belle o brutte, certo un nome l’hanno tutte
ecco i nomi tra i più belli, mamma, babbo, zio, fratelli
sono brutti per davvero fame, guerra, cimitero
“Io fra i brutti” dice Lola “metto libro, studio, scuola
e tra i belli passeggiata, giochi, feste e cioccolata!”

Ora I GENERI ti canto, che son due e due soltanto
Uno è il genere maschile, l’altro è quello femminile
son maschili i nomi Gino, babbo, figlio, soldo, lino
femminili son Teresa, mamma, scuola, nonna, chiesa
faccio un gioco, dal maschile volgo i nomi al femminile
da cavallo, zio, padre, vien cavalla, zia e madre
e dall’oste vien l’ostessa, da dottore dottoressa
vien dal re la sua regina e dal gallo la gallina
ecco l’albero è maschile, ma il suo frutto è femminile
melo e pero se piantiamo, mela e pera poi mangiamo
ed il pesco dà la pesca vettutata buona e fresca.

Anche i NUMERI son due, come i corni d’un bel bue
il plurale e il singolare che dovrai ora imparare
ma se un poco stai attento, tu li impari in un momento
sono nomi al singolare in soldato, un libro, um mare
ma due libri, tre soldati, al plurale son passati
singolare sono orgoglio, ago, pesca, amico, foglio
al plurale fanno orgogli, aghi, pesche, amici, fogli
“Ecco qui” dice Giorgetto “singolare è un solo oggetto
se gli oggetti sono in più, il plurale spunta su!
Una pera, quattro pere, la bandiera, le bandiere
L’ho capito e con giudizio, ora faccio l’esercizio.

Pur essendo al singolare, qualche nome può indicare
molti oggetti, la riunione di animali o di persone
come popolo, pollaio, gregge, classe, formicaio
come folla, battaglione, schiera, esercito, legione
ora i nomi qui segnati, COLLETTIVI son chiamati
“Collettivi” dice Andrea “Son comizio ed assemblea
dove sono radunati furbi, sciocchi e sfaccendati”.

Bue, aratro, casa, abeti, questi nomi son CONCRETI
di materia son formati, son veduti, son toccati
é concreto il nome giglio, come stella, come figlio
se le cose le vedere, dite pur che son concrete
ma l’onore è nome ASTRATTO, di materia non è fatto
che esso esista ci si crede, ma con l’occhio non si vede
così pure la costanza non ha forma nè sostanza
nomi astratti son pietà, gloria, astuzia ed onestà
or distinguere saprete, cose astratte da concrete
Carlo, tu, sempre distratto, l’hai capito il nome astratto?
Dice Carlo un poco offeso “Credo sì di aver compreso
ciarle e sogni sono astratti e concreti sono i fatti
chè le chiacchiere col vento se ne vanno in un momento
solo i fatti, brutti o lieti, solo i fatti son concreti
sicchè dicono anche  i matti ‘Meno chiacchiere e più fatti’ “

Vanno i nomi ora spiegati, PRIMITIVI e DERIVATI
ecco, prendo il nome ulivo, questo nome è primitivo
ma uliveto è derivato, dall’ulivo è generato
e da giorno vien giornale, e da tempo temporale
da campana campanile, e da cane vien canile
“L’ho capito, l’ho capito!” tutto allegro esclama Tito
“Primitivo rassomiglia proprio a un padre di famiglia
sono i figli derivati, che han del padre i connotati
ecco il nome legno io piglio, questo padre ha più di un figlio
ha legnaia ed ha legname, legnaiolo e falegname
questi quattro detivati son dal legno ricavati”
“Ma non va dimenticata” dice Carlo “la legnata!”

Per far crescere gli animali, come pure i vegetali
certo occorrono degli anni, se non giungono malanni
ora qui, col mio talento, cresceranno in un momento
siano cose che persone, con l’aggiunta sol di un ONE
non ci credi? Vieni qua, or la prova ti si dà
prendi un gatto, aggiungi un ONE, ed ottieni un bel gattone
e da un libro hai un librone e da zucca uno zuccone
ora alcuni sentirai che son falsi e riderai
da una botte hai un bottone, poi da un monte un bel montone
dice Giorgio, quel ghiottone, “Da una torre avrò un torrone?”

No, non piace il mio arrivo, perchè son DISPREGIATIVO
sì, mi piace disprezzare, ho il poter di peggiorare
vuoi sapere come faccio? ecco, aggiungo ai nomi un accio
quando l’ho così conciato, vien da tutti disprezzato
di una carta fo cartaccia, di una casa fo casaccia
ma non credo ti dispiaccia, se di foca fai focaccia
“Certamente non dispiace” dice Anna “anzi mi piace
ma vorrei che fosse vera la focaccia e bella intera
mentre questa qui segnata sol di chiacchiera è impastata
che volete che io ne faccia, d’una simile focaccia?”

Ecco un altro gran portento! Io ti posso in un momento
ogni cosa impicciolire, ogni oggetto ingentilire
non con l’ascia o lo scalpello, ma con ino, un etto, un ello
quando al gatto attacco un ino, lo riduco a un bel gattino
se al mio libro aggiungo un etto, io ne faccio un bel libretto
a campana metto un ello, e poi suono il campanello
ci son poi diminuitivi che son falsi, son cattivi
senti questi e non m’inganno, il tuo riso desteranno
ho una pulce aggiungo un  ino, cosa ottengo? Un bel pulcino
E da un tacco? Un buon tacchino. E da un mulo? Hai un mulino.
“Matto” infine dice Nello “Matto è un nome pazzerello.
Se l’accresci con un one, hai che cosa? Un buon mattone.
Lo riduci con un ino e ne ottieni un bel mattino!”

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Gli articoli

Oh, gli ARTICOLI, le belle, operose particelle
quando ai nomi le premetti sono come i chirichetti
ed i nomi accompagnati meglio son determinati
Vuoi vederli? Eccoli qua: singolare il lo e la
ve ne sono poi altri tre, pel plurale: i, gli e le
scrivi qunque il professore, la fontana, lo scultore
e al plurale i professori, le fontane, gli scultori
ecco qua sei scolaretti pronti a fare i chirichetti
per poter un po’ giocare e gli articoli imparare
or cantate intorno a me: il, lo, la, i, gli, le.

La è articolo gentile, per il nome femminile
e non sbagliare non puoi mai, altro articolo non hai
che a tal genere conviene, perciò LA va sempre bene
metti LE poi al plurale, la cicala le cicale
per maschili hai IL e LO, ora di essi ti dirò
qual dovrai adoperare, senza tema di sbagliare
quando il nome ha l’iniziale ESSE impura o una vocale
o se ZETA ci vedrai, sempre LO tu metterai
per esempio lo zampino, l’orologio, lo stanzino
al plurale gli zampini, gli orologi, gli stanzini
se poi vedi l’iniziale consonante e non vocale
metti un IL bello e pulito, ed il nome è ben servito
così scrivi il canarino, il pavone ed il tacchino
al plurale i canarini, i pavoni ed i tacchini
se lo zero non dirai, certamente zero avrai
dice Andrea: “Voglio provare che li so adoperare
l’ortolano, lo studente, lo scolaro ed il serpente
poi lo zucchero e lo spillo, il leone e il coccodrillo
poi lo zio ed ho finito, vedi ben che l’ho capito”.

Altri articoli son questi, ma più semplici e modesti
UN ed UNO son maschili, UNA è sol pel femminile
tre soltanto, meno male, e neppure hanno il plurale
or li adopero: uno sciocco, una stella ed un balocco
“Un balocco!” esclama Puccio “Quale quale, un cavalluccio?
Uno schioppo? Un organino? Un pallone? Un bel teatrino?
Preferisco una trombetta e una bella bicicletta”
“Io vorrei, dice Giancarla “una bambola che parla”

L’aggettivo

L’AGGETTIVO è un arlecchino rosso, verde, blu, turchino
esso al nome sempre dà una qualche qualità
certo il nome non modifica, sol gli dona una qualifica
se ti dicono educato, sei così qualificato
babbo è serio ed operoso, bello è il giglio ed odoroso
quei monelli son cattivi, guarda un po’ quanti aggettivi
se per poco ti ci provi, Piero quanti tu ne trovi
del maestro quali sono gli aggettivi? Bravo, buono
della scuola di’ qualcosa, ora allegra ora noiosa.

L’aggettivo che qualifica, può subir qualche modifica
che di GRADO può passare come fosse un militare
primo grado è il positivo: buono, bello, aspro, cattivo
questi esprimon solamente qualità semplicemente
senza forme accrescitive e neppur diminuitive
dice Arturo: “Ecco aggettivi tra i migliori positivi
forte, svelto, laborioso, giusto, onesto, generoso”
“Ed aggiungo” dice Ornella “buona, brava, saggia e bella”.

Altro grado d’aggettivo detto è poi COMPARATIVO
perchè fa comparazione sia tra cose che persone
primo è quel di MAGGIORANZA: sei più brava di Costanza
poi c’è quel di MINORANZA: sei meno altra di Speranza
d’UGUAGLIANZA infin ti dico: sei alto tanto quanto Enrico
così buona come Gemma, tanto vispa quanto Emma
Se hai capito ora mi scrivi questi tre comparativi?
ed io scrivo: “Io sì, di Checco son più alto, son più secco
ma in compenso son di Rocco meno grullo e meno sciocco
poi son tanto birichino, quanto Mario e quanto Gino
così ho fatto maggioranza, minoranza ed uguaglianza”.

Or passiamo al grado altissimo, come dir generalissimo
ecco qui il SUPERLATIVO, che è assoluto e relativo
l’ASSOLUTO è facilissimo, basta aggiunger solo un issimo
da una cara vien carissima, da una bella vien bellissima
l’altro poi superlativo, quello detto relativo
io lo formo in un baleno, premettendo il più o il meno
così dico il più curioso, il meno alto, il più noioso
dice Mimmo, un frugolino, della classe il più piccino
“Sulla sedia faccio un salto, e di tutti son più alto
ora tutti vi sorpasso e vi guardo d’alto in basso!”
Quanti grandi che tu vedi, han la sedia sotto i piedi.

POSSESSIVI, da possesso, son di corsa giunti adesso
stai attento, io te li mostro: mio tuo suo e nostro e vostro
poi c’è loro e niente più, su ripetili ora tu
tutti questi son maschili, ci son poi i femminili
e ciascuno, è naturale, è fornito di plurale
nello scritto che farai,  tutti tu li segnerai
ma un esempio è ben ch’io dica, per ridurti la fatica
il mio libro, i miei strumenti, la mia zia, le mie parenti
la nostra arte, i nostri cuori, le nostre ansie, i vostri errori
poi c’è loro, ch’è invariabile, così dico il loro stabile
come dico i loro figli, le loro armi, i loro artigli.
Dice Luca assai mordace: “Possessivo, sì mi piace!
La mia casa che non ho, i tuoi campi non li so
i miei libri li ho prestati e nessun me li ha ridati
e così da possessivi, son passati donativi.

Salutiamo i nuovi arrivi, gli aggettivi INDICATIVI
Ora di essi io fo appello: questo c’è, codesto e quello
ci son pure stesso e tale, e medesimo, altro, quale
questa è cosa accanto a me, e codesta accanto a te
quella cosa in verità, da noi due lontana sta.

Ora giungono graditi gli aggettivi INDEFINITI
essi esprimono si sa, una incerta qualità
e per questo son chiamati altresì indeterminati
poco, tanto, altro, ciascuno, molto troppo ogni nessuno
qualche alcuno tutto alquanto, e parecchio ed altettanto
ce ne son degli altri ancora, ma fermiamoci per ora.

Nella scuola quanti siamo? Per saperlo ci contiamo
un due tre… sei sette otto…, diciassette poi diciotto
due alunni sono assenti, in totale siamo venti
ecco i numeri segnati, aggettivi son chiamati
AGGETTIVI NUMERALI ed aggiungi CARDINALI.

Ordinato è il buon Lindoro, nelle cose e nel lavoro
un alunno sì ordinato, studia meglio ed è lodato
la sorella sua Simona, è il disordine in persona
e il disordine bel bello, passa pure al suo cervello
le famiglie e scuole e stati, voglion essere ordinati
or per l’ordine io prescrivo l’AGGETTIVO ORDINATIVO
Claudio è il primo della fila, tiene in mano lui la pila
il secondo è poi Pierino, Carlo il terzo, quarto Gino
Leo il quinto e poi Ernesto, se non sbaglio, è proprio sesto
ma chi è l’ultimo lo so, quel simpatico Totò
ora i bimbi qui chiamati, sono tutti già ordinati
ecco dunque gli aggettivi numerali ordinativi
scatta e dice ora Totò “Che son ultimo lo so
tu però nell’ordinare, puoi dall’ultimo iniziare
ecco allora in un momento, io primissimo divento”

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La preposizione

Viene adesso quel donnone, di comar PREPOSIZIONE
è una brava mercantessa, invariabile pur essa
quando è semplice ci porta, regalucci nella sporta
sono nove parolin: di a da con su per in
fra e tra e nulla più, contentarsi è gran virtù
or vogliamo adoperare, i regali di comare
cuor di mamma, per la via, vien da casa, con la zia
in silenzio, ho da parlare, vado a letto a riposare
ma quest’A, stai ben attento, non ha l’ACCA nè l’accento.

Ma purtroppo quando ha voglia, la comare poi ci imbroglia
non per niente ho detto ch’essa, è una brava mercantessa
le sue piccole parole, han paura a stare sole
così spesso le trovate, agli articoli abbinate
di con la ci danno della, in e la producon nella
a con lo compongon allo, da con lo ci forma dallo
comprendete come questi, son dei veri e propri innesti
matrimoni belli e buoni, che ci dan preposizioni
quelle dette ARTICOLATE, che van tutte ben studiate.

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L’interiezione

Son la vecchia col bastone e mi chiamo INTERIEZIONE
io pel mondo giro e giro, or sorridi ed or sospiro
tra le gioie e il pianto io vivo, porto il punto esclamativo!
con un’ACCA sempre addosso grido, esclamo più che posso
oh che perdita! ah che gioia! ahi mi dolgo! uffa che noia!
deh mi salvi! ahimè mi pento! Ih che fetta! Ohibò che sento!

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La congiunzione

Ma chi batte al mio portone? Ecco vien la CONGIUNZIONE
favorisci, signorina, ti aspettavo stamattina
entra, mettiti a sedere, cosa porti, fai vedere
già, tu porti quegli anelli, per congiunger questi con quelli
son carini, belli assai, signorina me ne dai?
t’assicuro, non abuso, piglio quelli più nell’uso
scelgo un’ E, poi scelgo un O, un eppure ed un perciò
prendo un quindi ed un perchè, ed infine un dunque e un che
grazie grazie, starò attento, che quest’E non porta accento
e che un O se congiunzione, non ha l’ACCA sul groppone
ora un’E mettiamo in prova: pane e burro, frutta e uova
oh che buona colazione, per la bella congiunzione.

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Il pronome

Se il maestro è un giorno assente, vi fa scuola il buon supplente
nel discorso pure il nome, ha il supplente ed è il PRONOME
quando il nome scomparisce, il pronome lo supplisce
e si dice che il pronome, fa le veci ognor del nome
come un paggio, in tutte l’ore, è al servizio del signore
ore del nome, state attenti, vi dirò tutti i supplenti
vi dirò tutti i pronomi, che le veci fan dei nomi.

I PRONOMI PERSONALI certo sono i principali
hanno infatti la missione di supplire le persone
essi vengono studiati in tre gruppi separati
son divisi in tre persone per non fare confusione
son di prima l’io e il noi, di seconda il tu e il voi
son di terza gli e coloro, lui e lei, ed essi e loro
e si aggiungono altresì lo, la, le e gli li
che pronomi sono anch’essi, quando a un verbo sono premessi
per esempio io lo richiamo, tu le scrivi, noi gli diamo.

Ci son certe PARTICELLE che ci paiono gemelle
piccoline, quasi uguali, dette son PRONOMINALI
te le mosto, eccole qui, sono mi ti si ci vi
e poi me te se ce ve, con l’aggiunta pur di un ne
or le adopero: mi piace, ti saluto, mi dispiace
vieni a me, io corro a te, tu ne parli, pensa a sè.

Or vedete qui riuniti i PRONOMI INDEFINITI
hanno questi la missione d’indicar cose e persone
in maniera imprecisata, vaga ed indeterminata
essi sono: altri ciascuno, niente chiunque qualcheduno
chicchessia e nulla e tanto, e nessuno e tutti e alquanto
bada, veh, che son pronomi, se non hanno accanto i nomi
altrimenti tu li scrivi, come sai , tra gli aggettivi
“Il pronome” dice Arturo, ” è un supplente un poco oscuro
par che faccia il doppio gioco, che agli onesti piace poco
ci vorrebbe un distintivo, pel pronome e l’aggettivo.

Senti un po’, senti una cosa, veramente assai curiosa
tu ricordi gli aggettivi, quelli detti INDICATIVI?
essi possono mutare, e PRONOMI diventare
a spiegarlo si fa presto, ecco qua prendiamo questo
se c’è un nome a lui vicino, per esempio questo tino
questo allora è un aggettivo, propriamente indicativo
Ma se dico solamente “questo è cotto” e poi più niente
senza dir che cosa è cotto, se l’arrosto o se il risotto
questo allora tu lo scrivi, tra i pronomi indicativi
perchè qui fa da supplente, ad un qualche nome assente
altri esempi vorrei quelli, questa è buona, quei son belli
anche ciò va poi aggiunto, e con ciò io faccio il punto.

Dei pronomi pel finale, or presento che e il quale
posso aggiungere altresì, anche cui ed anche chi
questi quattro ultimi arrivi, sono detti RELATIVI
che pronome sempre vale, come se dicessi il quale
negli esempi qui segnati, or li vedi adoperati
questo è un libro che diletta, c’è lo zio il quale aspetta
dico solo a chi è segreto, la ragion per cui son lieto
attenzione poi perchè, questo chi e quale e che
tu li puoi adoperare, quando devi interrogare
ecco allor da relativi, passan a INTERROGATIVI
per esempio: che succede? Quale scegli? Chi mi vede?
E così, Dio sia lodato, il pronome è terminato.

_____________________________

Il verbo

Le bandiere tutte al vento per il grande  avvenimento
viene il VERBO quel regnante nel discorso il più importante
a regione va superbo, è un monarca il grande verbo
cos’è il verbo? E’ un’azione sia di cose o di persone
per esempio io posso amare, posso scrivere e giocare
e tu puoi sentire e bere, puoi studiare, poui cadere
e la rosa può fiorire, può odorare, può appassire
queste azioni che ho segnate tutte verbi son chiamate
altri verbi vorrei dire, ma ho gran voglia di finire.

Guarda un verbo può finire solo in are ere o ire
son le tre terminazioni dette tre coniugazioni
è la prima quella in are, come andare, stare, entrare
la seconda è quella in ere, come credere e vedere
poi la terza è quella in ire, come offrire uscire e dire.

Pur nel verbo puoi notare il plurale e il singolare
quando è fatta qualche azione da più cose o più persone
certo allora è naturale che quel verbo sia plurale
per esempio gli astri brillano, noi cantiamo, i bimbi strillano
ma se invece è sola sola, quel che canta, brilla, vola
una ed una solamente, quel che sboccia, strilla, sente
ecco allor non puoi sbagliare, cono verbi al singolare
perchè il verbo, insomma è detto, che si accorda col soggetto.

Giunto è il tempo di imparare tutti i verbi a coniugare
prima l’essere e l’avere a puntin dovrai sapere
quindi i verbi regolari, e poi quelli irregolari
un po’ strano questo verbo, è davvero un re superbo
or si mostra transitivo, or lo vedi intransitivo
or lo trovi regolare, ora invece è irregolare
ora è attivo, ora è passivo, spesso spesso è riflessivo
e talvolta è impersonale, che regnante originale
ed aggiungo che ha tre trono per le tre coniugazioni
cinque modi ha per mangiare, molti tempi per ballare
tre persone per suonare e due numeri a cantare
tutta questa gran famiglia il cervello mi scompiglia.

Che vuol dire transitare? Transitar vuol dir passare
ci son verbi transitivi, ci son verbi intransitivi
riconoscerli dobbiamo, e dai primi cominciamo
transitivo un vetro pare, che la luce fa passare
fa passare ogni azione, quelle tristi e quelle buone
e l’azione dal soggetto, passa al complemento oggetto
transitivi son mangiare, bere, cogliere, aspettare
bevo l’acqua, mangio un panino, colgo un giore, aspetto Gino
qui la cosa è un po’ curiosa, se domando chi? Che cosa?
e risposta mi darà, transitivo allor sarà
oh, che modo sbrigativo, per trovare il transitivo.

Meglio il verbo INTRANSITIVO, ciò che fa, buono o cattivo
sol per lui se lo mantiene, di passarlo se ne astiene
non è vetro, nè cristallo, ma una lastra di metallo
che non fa giammai passare, ogni luce che vi appare
senza il complemento oggetto, qui l’azione resta al soggetto
sono verbi intransitivi essi andarono, tu arrivi
io cammino, noi entriamo, ci fermiamo e riposiamo.

Ecco il verbo ha forma attiva, e può aver forma passiva
per spiegarlo stamattina, entro un po’ nella cucina
mamma cuoce un buon cappone, chi la fa la bella azione?
la fa mamma, che è il soggetto, la riceve poveretto
quel cappone non più vivo. Ecco cuoce è un verbo attivo.
Ma se dico, un po’ mutato, il cappone è cucinato
qui il soggetto è quel cappone, che riceve lui l’azione
ed il verbo è cucinato, in passivo s’è mutato.

All’attivo ed al passivo segue il verbo riflessivo
questo verbo è un po’ burlone: il soggetto fa l’azione
ed il verbo per diletto, la riflette sul soggetto
e l’azione, in verità, così torna a chi la fa
riflessivi sono coprirsi, annoiarsi, divertirsi
nota bene, i verbi qui, voglion mi, ti, ci, vi, si
l’ausiliare poi deve essere, sempre sempre sempre l’essere
per esempio io mi diverto, ti sei alzato, si è coperto
noi ci amiamo, voi vi alzate, esse si erano stancate
ecco prendo uno specchietto, contro il sole poi lo metto
lo specchietto cosa fa? lo riflette or qua or là
guarda il sol come riluce, dove il gioco lo conduce
spesso il verbo è uno  specchietto, che riflette sul soggetto.

Allegria! Ora si pranza, ogni MODO una pietanza
cinque i modi e cinque piatti, ben sarete soddisfatti
se con calma mangerete, meglio i modi gusterete
primo piatto INDICATIVO, segue poi l’IMPERATIVO
è pesante il primo, è vero, ma il secondo è assai leggero
CONGIUNTIVO è una portata, un po’ dura un po’ salata
ma è seguita, meno male, da quel buon CONDIZIONALE
e poi ecco l’INFINITO, che è quel dolce ben guarnito
con GERUNDIO al cioccolato, PARTICIPIO zuccherato
così il pranzo è terminato, ed i modi tu hai imparato.

Or del verbo senti quali, sono i modi principali
quando dico “Mangio adesso”, il presente viene espresso
ma se dico io ho mangiato, questo è un tempo già passato
per futuro poi dirò, che domani mangerò.

Ora spiego e metto a posto, tempo semplice e composto
quando è semplice ha una sola, voce, unica parola
come: andavo, leggerò, studierebbe, lavorò
questi tempi ora li detto: il presente e l’imperfetto
il futuro e quel passato, che remoto è nominato
pei composti è necessario, che intervenga l’ausiliario
due parole allora avrai, e un composto formerai
per esempio sono uscito, ero entrato, avrei gradito
ai composti van segnati, e passati e i trapassati.

Ecco in essere e in avere, gli ausiliari puoi vedere
essi debbono aiutare, gli altri verbi a coniugare
questo ausilio è a loro imposto, quando un tempo vien composto
qualche verbo ora ti dico, che dell’essere è un amico
stare andare entrare uscire, cader scendere salire
così scrivi essere andato, ero sceso, sarei stato
altri verbi invece e tanti, sempre avere hanno davanti
dici quindi io ho bevuto, hai pranzato, avrà creduto
aver detto, avere udito, hanno scritto, avrei capito.

Claudio s’alza, fa un inchino, e poi dice pian pianino
“L’uno e l’altro non dispiace, ma più l’essere mi piace
sol per l’essere qui sono, e son vivo e sono buono
scherzo sì ma in verità, chiudo in cuor tanta bontà
or credete son fanciullo, gioco rido mi trastullo
ma nell’anima io sento, un profondo sentimento
per le cose vere e belle, per i fiori per le stelle
per la mamma che consola, per gli amici per la scuola”.

Dell’avere ora ci parla, quella birba di Giancarla
e Giancarla, con bell’arte, così recita la parte
“Dell’avere che dirò? Le ricchezze io no, non ho
non ho gemme perle ed ori, ma posseggo altri tesori
altri beni ancor più rari, ho l’affetto dei miei cari
ho la buona mia mammina, come un angelo vicina
chi mi cura e che mi guida, che mi loda che mi sgrida
poi un un cuor che non oscilla, ho una mente che scintilla
ho una grande volontà, che un bel giorno fiorirà.”

Ecco qui le tre persone, che del verbo fan l’azione
tante sono proprio come, le persone del pronome
con cui vivono a braccetto, nell’accordo più perfetto
e la prima vuoi trovarla? E’ colei la quale parla
son di prima: io dico io chiamo noi verremo noi scriviamo
la seconda per trovarla, guarda a quello a cui si parla
di seconda son voi siete tu comprendi voi saprete
e la terza puoi trovarla, in colei di cui si parla
son di terza egli obbedì essi vanno il babbo uscì
negli esempi son ben chiari, i plurali e i singolari.

Questo verbo impersonale, proprio agli altri non è uguale
è un gran povero padrone, se gli mancan due persone
e lo puoi sol coniugare con la terza singolare
questi verbi son tuonare, grandinare, nevicare
e poi piovere albeggiare e fioccare e balenare
così dici pioverà, albeggiava, fioccherà
ed aggiungi pur tuonò grandinava nevicò
questi verbi poverelli, a me sembrano pur belli
non ci trovi confusione, quell’imbroglio di persone
così  semplici e modesti, non son mai troppo molesti
mentre invece ogni altro verbo, mette innanzi l’io superbo
l’io gerarca l’io borioso, sempre l’io più pretenzioso
verbi verbi, per pietà, un pochino d’umiltà
e cercate essere uguali, ai colleghi impersonali.

___________________________

L’avverbio

Or l’AVVERBIO viene a te, invariabile com’è
lui s’avanza passo a passo, sempre uguale grasso e basso
salutiamo, giù il cappello, salve a te, sei sempre quello
volentieri si saluta, chi non cambia, chi non  muta
stai attento questi avvervi, or modificano i verbi
ora invece gli aggettivi per esempio poco scrivi
sempre bello, non mi sente, scrivi troppo lentamente
non so dirti proprio quanti, ma di avverbi ne son tanti
son però ben ordinati, nelle specie separati
ecco qui le principali, con gli avverbi più usuali
son di tempo poi adesso, ora e sempre quando e spesso
son di luogo dove e qua, sopra e sotto dentro e là
quantità sono più e tanto, poco assai e molto e quanto
certo e sì di affermazione, mai non nè di negazione
son di modo dolcemente, così come lentamente
poi di dubbio forse e ma, basta basta per pietà
tutti gli altri se vorrò, nel mio libro troverò.

___________________________

Analisi logica

Le proposizioni

Guarda il ciel, lo vedo scuro, dico allora il cielo è oscuro
vedo mamma che sorride, dico allor la mamma ride
queste semplici espressioni, sono due PROPOSIZIONI
che son poi dei pensierini, assai facili e piccini
mamma e ciel di cui parliamo, qui SOGGETTI li chiamiano
ride è oscuro son chiamati, propriamente PREDICATI
ecco il babbo lavorava, la farfalla svolazzava
i bambini sono buoni, sono tre proposizioni
che son semplici chiamate, perchè solo son formate
dal soggetto e il predicato, come bene avrai notato.

Se un pochino state attenti, io vi spiego i complementi
son gli amici più fidati, di soggetti e predicati
sono i buoni messaggeri, che completano i pensieri
ecco il COMPLEMENTO OGGETTO, che chiamato è pur diretto
chi? Che cosa? chiederai, se conoscerlo vorrai
noi amiamo (chi?) il nonnino, Lea comprò (cosa?) un gattino
io ascolto la maestra, tu chiudesti la finestra
ecco qui ben chiari e netti, quattro complementi oggetti
che son poi tra tutti quanti, certamente i più importanti
tutti gli altri complementi, hanno nomi differenti
per adesso li riuniamo, e indiretti li chiamiamo
or qualcuno ve ne dico, Gianni scrive oggi all’amico
Nina torna dalla scuola, sento un buon odor di viola.

(Autore ignoto)

Recite per bambini – Grammatica in rima. Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. 

Poesie e filastrocche: difficoltà ortografiche

Poesie e filastrocche: difficoltà ortografiche per bambini della scuola primaria. Difficoltà ortografiche miste: ca cu co, che chi,  ci ce, cqu, gl, gn, mp mb, qui quo qua que, sc, ha a, c’è c’era, consonanti doppie, apostrofo, accento, divisione in sillabe, segni di interpunzione.

CA CU CO

Cuoco cuoco, cuoci un poco
nel tuo forno grande e fondo
la focaccia dall’odore
che rallegra il nostro cuore.
Scuote mamma i panni al sole
spuntan già le prime viole
Batte il cuoio il ciabattino
nel suo buio sgabuzzino
Zappa il babbo la sua aiuola
mentre il bimbo corre a scuola.

 

Chi e Che

Tre vecchiette stanche
su tre panchine bianche.
Tre tacchini neri
con tre becchi fieri.
Tre pesche per tre bambini
tre lische per tre gattini.

 

Che chi, ce ci

La Checca aveva un gallo
rosso verde e giallo
che allo spuntar del dì
facea Chicchirichì.
La Cecca sua sorella
aveva un bel fringuello
che allo spuntar del dì
facea cicciricì.

Un dì era freddo atroce, e l’acca senza voce
rifugio domandò al ca, al cu, al co
tutti risposero. NO.
Pietosa una vocina, allora di sentì
vieni da noi piccina, vieni tra il ce e il ci
rispose l’acca. SI’.

Cade cheta
come stanca
l’aria chiara
che su cose
case e chiese
batte e canta.
Nella cesta
sta l’arancia
le ciliegie
nella pancia
se sei un ciuco
tiri calci
se sei un sorcio
stai nel cacio
se sei un bimbo
mandi un bacio.

CI e CE

Ci e Ce erano amici: a Ci piaceva Ce
a Ce piaceva Ci. Erano due piccoli
cinesini di marzapane, alti così
tanto ma tanto carini
“Sei dolce Ci” diceva Ce
“Sei dolce Ce” diceva Ci.
Passavano i giorni a darsi bacetti
erano esposti nella vetrina
della più bella pasticceria
della citta di Cincillà.
Diceva la gente passando di là:
“Si amano proprio alla follia
quei due graziosi pupazzetti
poco più alti di due confetti”.
Venne il giorno che si sposarono
il piccolo Ci e la piccola Ce.
Da quel giorno oltre che amici
furono anche sposi felici

Se accanto a me si trova l’E
o giù di lì capita l’I
ho il suono dolce, leggi con me
CI CE, CI CE
ma se vien qua madama A
o il signor O con tanti ohibò
che insieme ad U sbuffa di più
allora il suono si fa più duro
come in CANGURO
sentilo qua: CU CO CA
ripeti su: CA CO CU
ancora un po’: CA CU CO

Cade cheta come stanca l’acqua chiara
che su cose case e chiese batta e canta
nella cesta sta l’arancia
le ciliegie nella pancia
se sei un ciuco tiri calci
se sei un sorcio stai nel cacio
se sei un bimbo mandi un bacio.


Lucciola, lucciola, vieni da me
ti darò un pan da re
ti darò un pan da regina.
Lucciola lucciola lucciolina.

Cincirinella aveva un bel gallo
tutto il giorno ci andava a cavallo
ricco di briglia, di sproni, di sella,
evviva il gallo di Cincirinella!

cqu

Piove piove
l’acqua vien giù.
Bel bello
mi riparo
con l’ombrello.
Ma quant’acqua
viene giù
è già piena
la c e la q.

 

GL

Passa il vento, muore la foglia
zio Guglielmo fa la sfoglia
a pezzetti poi la taglia
zia Teresa lavora a maglia
frigge la sogliola nella teglia
il bambino ecco si sveglia
apre la bocca poi sbadiglia
con il sonno fra le ciglia
dice la mamma: “Figlio mio,
se sbadigli, sbadiglio anch’io”.

Fogliolina di trifoglio
io cerco l’erba voglio.
Erba voglio qui non c’è
ne pei bimbi, ne pei re.

Figlio mio, metti la maglia:
se non la metti la piglia il coniglio.
Il coniglio la indosserà
e mio figlio si raffredderà.

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

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