La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI

La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI: lettura meccanica, interpretativa, a voce alta.

Nell’articolo puoi trovare vario materiale pronto per il download e la stampa, in formato pdf. Tra questo materiale:

primi esercizi di lettura: scatole degli oggetti, scatole delle illustrazioni, schede delle sei immagini, cartellini di parole da abbinare ad oggetti, gioco di lettura di parole con gli oggetti, cartellini di lettura di parole, gioco alla lavagna per la lettura di frasi, cartellini dei comandi per la lettura di frasi (cinque serie)

esercizi di lettura successivi: la lettura ad alta voce, il primo libro di lettura, comandi per la lettura interpretata (7 serie), comandi per la lettura di poesie, le audizioni.

La lettura comincia, nella scuola d’infanzia, fin da quando i bambini rileggono le prime parole che hanno composto con l’alfabeto mobile, anche se non si tratta di lettura vera e propria, perché manca l’elemento della comprensione: i bambini infatti conoscono già il significato della parola, avendola scritta loro stessi. In questa fase, comunque, l’attenzione del bambino è rivolta alla pronuncia dei suoni della parola scritta, ma questa attenzione lo porterà poi a voler riconoscere le parole scritte da altri.

La buona pronuncia della parola letta ha un grande valore: si può dire che sia lo scopo principale della lettura nella scuola d’infanzia. Tuttavia è difficile raggiunger questo obiettivo, se nel suo sviluppo il bambino ha sviluppato difetti di pronuncia nella lingua orale.  Quando l’intelligenza vuole volare, le sue ali devono essere pronte. Immaginate se il pittore, nel momento in cui giunge l’ispirazione, dovesse mettersi a fabbricare i pennelli!

Secondo Maria Montessori nella lettura intervengono due fatti diversi: l’interpretazione del senso, e la pronuncia ad alta voce della parola scritta. L’osservazione dimostra che i bambini interpretano il senso leggendo mentalmente: l’interpretazione richiede raccoglimento, perché è l’intelligenza che legge.

Durante l’apprendimento della lettura nella scuola d’infanzia, bisogna distinguere tra scrittura e lettura, perché o due atti non sono contemporanei e la scrittura precede la lettura: nella scrittura prevale il meccanismo psico-motorio, mentre la lettura è un lavoro puramente intellettuale.

Quando il bambino che sa scrivere si trova davanti ad una parola che deve interpretare leggendo, tace a lungo, e legge i suoni con la stessa lentezza con cui la scriverebbe.

Ma il senso della parola diventa evidente solo quando essa è pronunciata in modo chiaro e con l’accento corretto. Ora, per trovare l’accento corretto, il bambino deve riconoscere la parola, cioè deve riconoscere l’idea che la parola rappresenta.

La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI
Primi esercizi di lettura
 

  • Scatole degli oggetti
  • Scatole delle illustrazioni
  • Schede delle sei immagini
  • Cartellini di parole da abbinare ad oggetti
  • Gioco di lettura di parole con gli oggetti
  • Cartellini di lettura di parole
  • Gioco alla lavagna per la lettura di frasi
  • Cartellini dei comandi per la lettura di frasi (cinque serie)

La composizione deve precedere la lettura logica, come la scrittura deve precedere la lettura della parola. Inoltre la lettura, se ha il significato di recepire un‘idea, deve essere mentale e non vocale. Come spiegheremo meglio dopo, la lettura ad alta voce è un compito complesso. Anche una persona adulta che deve leggere un documento in pubblico si prepara per impadronirsi prima del contenuto. Nel bambino che comincia a leggere, la lingua scritta deve essere isolata dall’articolazione dei suoni. La scrittura rappresenta lo strumento per trasmettere il pensiero a distanza, mentre i sensi e il meccanismo muscolare tacciono.

Per la maggior parte dei bambini, la lettura si sviluppa spontaneamente attraverso la pratica nella costruzione delle parole. Ma ogni bambino è diverso. Alcuni hanno bisogno di molti esercizi di composizione di parole, mentre altri abbastanza presto leggono i suoni scritti. Per questa ragione l’insegnante dovrà osservare ogni bambino e giudicare quando è pronto per la presentazione della lettura. Si devono preparare molti materiali in grande varietà, per permettere ai bambini di fare molta pratica tenendo sempre vivo l’interesse con materiale nuovo. Tutti questi materiali possono essere usati in una prima fase per comporre le parole con gli alfabeti mobili, mentre in una seconda fase possono essere usati per la sola lettura.

Non smorzate l’entusiasmo del bambino per l’esercizio correggendo ogni errore. Se un bambino lavora con interesse e capisce quello che sta facendo, è meglio non interferire: migliorerà rapidamente con la pratica. Se invece non capisce quello che sta facendo, ripetere la lezione il giorno successivo, prima che lui abbia il tempo di prendere il materiale da solo. Se sbaglia ripetutamente l’ortografia di una stessa parola, gli può essere mostrata con delicatezza la composizione corretta della parola. Non bisogna chiedere al bambino di leggere le parole che ha composto, anche se sono scritte correttamente, perché quello del leggere è un processo completamente diverso rispetto a quello del comporre le parole.

La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI – Scatole degli oggetti

Si tratta di scatole che contengono oggetti attraenti. Le parole corrispondenti agli oggetti devono essere scritte su cartellini, sempre conservati in scatoline.
il cartellino della parola letta viene posto sotto l’oggetto cui corrisponde, e si continua così tutti gli altri cartellini. L’insegnante continua ad aiutare il bambino finché capisce bene l’esercizio, poi lo lascia libero di lavorare da solo. Una volta che ha completato il lavoro con una scatola di oggetti, può scegliere di continuare con un’altra scatola.

La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI – Scatole delle illustrazioni

Sono scatole che contengono schede di illustrazioni, e altre scatole per i nomi corrispondenti, sempre scritti su cartellini.

Il bambino prende una scatola di schede illustrate, legge le parole dei cartellini, e le abbina. Fatto ciò, può scegliere di continuare con un’altra scatola.

La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI – Schede delle sei immagini

Sono schede che contengono una raccolta di sei immagini ciascuna. I nomi corrispondenti sono scritti su foglietti inseriti in una busta. Sotto ogni immagine c’è lo spazio per inserire il cartellino del nome.

Il bambino prende una grande busta contenente sei foto. Poi prende la busta con le parole, le legge e le abbina alle foto.
L’insegnante mostra al bambino ogni esercizio dedicandogli tutti il tempo necessario, se occorre dando il suo aiuto. L’obiettivo è quello di dare al bambino una varietà di attività dello stesso tipo, mantenendo vivo il suo interesse. Se un bambino ha difficoltà con la lettura, l’insegnante dà ogni giorno un aiuto supplementare, facendo tutto il possibile per suscitare il suo interesse e dargli la sensazione che lui è in grado di leggere. Dopo che i bambini hanno lavorato per un po’ con un dato materiale, nell’aula viene portato materiale nuovo.

La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI – Cartellini di parole da abbinare ad oggetti

Prepariamo una serie di foglietti realizzati con comune carta da scrivere. Su ciascuno di questi scriviamo in caratteri grandi e chiari alcune parole di uso frequente, che il bambino conosce di certo. Se la parola si riferisce ad un oggetto, poniamolo sul tavolo del bambino facilitare la sua interpretazione della parola.
Gli oggetti utilizzati in questi giochi possono essere pezzi dell’arredamento della casa delle bambole, palloni, bambole, alberi, greggi di pecore o altri animali, soldatini, ferrovie, e altre figure semplici.

Cominciamo con la lettura dei nomi di oggetti ben noti e presenti. Non importa distinguere tra parole facili e difficili, perché il bambino sa già leggere qualsiasi parola, cioè sa leggere i suoni che la compongono. Lasciamo quindi che il bambino traduca pure la parola scritta in suoni lentamente, e se l’interpretazione è esatta, limitiamoci a dire, “più veloce”.  Di solito Il bambino legge più in fretta la seconda volta, ma spesso ancora senza capire. Ripetiamo: “Più veloce, più veloce.”

Questo è tutto per quanto riguarda l’esercizio di lettura.
Quando il bambino ha letto la parola, egli abbina il foglietto all’oggetto corrispondente, e l’esercizio è finito.

La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI – Gioco di lettura di parole con gli oggetti

Su un grande tavolo disponiamo in ordine sparso una grande varietà di giocattoli. Scriviamo i foglietti coi nomi corrispondenti, pieghiamoli a metà e mettiamoli in un cesto. I bambini a turno pescano dal cesto un foglietto, e vanno al proprio tavolo. Quando un bambino legge e comprende il contenuto del suo foglietto, lo consegna alla maestra, e questo diventa la piccola moneta corrente con la quale acquistare il giocattolo nominato.

Quando tutti i bambini partecipanti al gioco hanno conquistato un giocattolo, prepariamo un altro cestino, nel quale invece di oggetti ci saranno i nomi dei compagni che non sanno ancora leggere, e che per questo motivo non hanno ricevuto il giocattolo. I bambini che leggono correttamente il nome, offrono il loro giocattolo all’amico più piccolo.

La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI – Cartellini di lettura di parole

Prepariamo centinaia di foglietti scritti, contenenti i nomi dei bambini, nomi di città, di oggetti, di colori e anche di qualità conosciute attraverso gli esercizi sensoriali, e poniamole in scatole aperte che i bambini possono utilizzare liberamente. Vedremo i bambini rapiti da questi foglietti, e presto stimolati a leggere anche insegne dei negozi, scritte sui calendari, ecc… anche senza che sia stato presentato loro lo stampato minuscolo.

Dopo aver ottenuto coi bambini più piccoli che essi riuscissero a leggere, comprendendoli, cartellini contenenti parole e frasi, Maria Montessori pensò che non rimanesse che proporre ai bambini un libro, ma non ne trovò di adatti al suo metodo. Grazie ai risultati raggiunti nelle sue case dei bambini, le furono regalati molti libri illustrati, che furono dati ai bambini: essi sembravano molto interessati a questi libri, ma la Montessori fece degli esperimenti per comprendere meglio la cosa.

Innanzitutto chiese ad un’insegnante di raccontare una delle storie ai bambini, mentre lei osservava fino a che punto essi erano spontaneamente interessati, e vide che l’attenzione dei bambini calava dopo poche parole. Era evidente che i bambini, che sembravano leggere questi libri con tanto piacere, non traevano piacere dal senso, ma soltanto dall’abilità meccanica che avevano acquisito di tradurre i segni grafici in suoni e quindi di riconoscere le singole parole. Inoltre i bambini non avevano nella lettura dei libri la stessa costanza che avevano dimostrato verso i foglietti scritti, perché nei libri incontravano troppe parole a loro sconosciute. Come seconda prova chiese ai bambini di leggere un libro per lei. Diede un libro a un bambino, si sedette accanto a lui, e il bambino cominciò a leggere. Ad un certo punto chiese: “Hai capito quello che stavi leggendo?”, e il bambino rispose: “No.”, mentre l’espressione del suo viso sembrava chiedere una spiegazione della sua domanda.

In realtà, l’idea che la lettura di una serie di parole possa comunicarci i pensieri di altre persone, era una conquista che ancora non poteva essere raggiunta dai bambini, e che si sarebbe realizzata sicuramente nel futuro.
Tra il saper leggere le parole ed il comprendere il senso di un libro, c’è la stessa distanza che esiste tra il saper pronunciare una parola e fare un discorso. Interruppe quindi la lettura di libri ed attese.

Maria Montessori osservò che i bambini, che si sono esercitati ogni giorno a comporre e leggere parole, ad un certo punto arrivano spontaneamente alla composizione di frasi.
Quando questo avviene, è il momento per procedere con la lettura di frasi.

La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI – Gioco alla lavagna per la lettura di frasi

La Montessori scrisse alla lavagna: “Mi volete bene?” I bambini stettero in silenzio per un attimo, poi gridarono: “Sì, sì!”. Quindi scrisse: “Allora fate silenzio, e guardatemi. “. I bambini lessero, e fecero silenzio.
Iniziò così tra loro una comunicazione per mezzo del linguaggio scritto.

La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI – Cartellini dei comandi per la lettura di frasi

Prepariamo un buon numero di cartellini nei quali scriveremo frasi lunghe che descrivono azioni che i bambini devono svolgere, ad esempio chiudere le tapparelle; aprire la porta d’ingresso; chiedere a otto compagni di lasciare le loro sedie, mettersi in doppia fila al centro della stanza e marciare avanti e indietro in punta di piedi, senza fare rumore; chiedere a tre compagni che cantano bene di andare al centro della stanza, mettersi in fila e cantare con loro una canzone ; ecc…

Per prima cosa stabiliamo un profondo silenzio, poi presentiamo un cesto contenente i vari cartellini piegati a metà. Tutti i bambini che sanno leggere possono prendere un cartellino e leggerlo, poi consegnano il cartellino alla maestra ed eseguono l’azione descritta. Dal momento che molte di queste azioni richiedono l’aiuto degli altri bambini che non sanno leggere, e dal momento che molti richiedono l’uso di oggetti e materiali, si crea un clima di generale attività e di disciplina spontanea.

Il materiale consiste in un set progressivo di carte che invitano il bambino a creare una scena, o che promuovono un’attività osservabile dall’insegnante.
Per la presentazione mostriamo ai bambini dove trovare le carte e spieghiamo che possono lavorare in gruppo o da soli. Diciamo ai bambini che dovranno tenere il cartellino in mano mentre eseguono l’azione.
Il bambino poi sceglie una carta ed esegue l’azione.

Queste sono le serie dei cartellini dei comandi pronte:

  • Prima serie
  • Seconda serie
  • Terza serie
  • Quarta serie
  • Quinta serie

Puoi scaricarle tutte insieme qui:

La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI
Esercizi di lettura successivi

 – la lettura ad alta voce
– il primo libro di lettura
– comandi per la lettura interpretata (7 serie)
– comandi per la lettura di poesie
– le audizioni (letture a voce alta dell’insegnante).

La lettura ad alta voce è una cosa diversa dalla lettura mentale. Mentre la lingua orale è legata alla capacità di udire, la lettura è legata alla scrittura. Nella scrittura, in un certo senso, non ci sono suoni da udire o da pronunciare. E’ la persona, sola con se stessa, che entra in contatto con tutti gli uomini del passato, del presente e del futuro in tutti gli angoli della Terra. Non i suoni, ma la scrittura, è ciò che permette questo tipo di comunicazione. La mente, silenziosamente, riceve i messaggi muti contenuti nei testi scritti.

La lettura ad alta voce, quindi, è una mescolanza di due linguaggi, ed è più complessa sia del solo linguaggio orale, sia della sola scrittura.

Per fare in modo che la lettura ad alta voce sia per lo meno comprensibile, è necessario che la mente e l’occhio facciano rapidamente il lavoro di scorrere l’intera frase, mentre la voce ne riproduce i suoni, dando l’espressione che è necessaria a comprenderne il senso. Quando chiediamo ad un bambino nel primo anno della scuola primaria di raggiungere questo risultato, non è difficile capire perché la lettura sia uno degli scogli più ardui da superare.

Questo schema mostra l’insieme dei fatti che riguardano la lettura:

La vera lettura è solo quella interpretativa. La lettura ad alta voce, invece, è un insieme di lettura ed espressione verbale. La lettura ad alta voce permette ad un gruppo di persone di condividere un’esperienza di lettura, ma non è uguale al lavoro mentale che richiede l’ascoltare la viva voce di una persona che racconta qualcosa in prima persona. Sappiamo tutti quanto sia difficile seguire una lettura fatta da altri, e che il saper leggere è un rarissimo pregio. E’ un’arte. Per insegnare la lettura a voce alta, non è particolarmente utile parlare di tono di voce, pause, gesto: ciò che è davvero importante nell’arte di leggere è l’interpretazione viva ed intensa, che porta ad immedesimarsi nella cosa letta. Il bambino deve, mentre legge a voce alta, comprendere profondamente il testo. Per provarci che hanno capito ciò che hanno letto a voce alta, dovremo chiedere loro di ripeterne il contenuto con parole proprie.

Il bambino che è in grado di esprimere col suo racconto, sia pure imperfetto, quello che ha capito della lettura, si trova in uno stadio più avanzato rispetto a chi non è in grado di farlo. Tuttavia anche questi bambini, ascoltandolo, non si tratterranno dal correggerlo per le sue imprecisioni.

La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI – Il primo libro di lettura

Anche se consideriamo della massima importanza la lettura interpretata, offriamo al bambino anche un libretto di lettura che può leggere da sì a voce bassa e poi, quando lo ha capito, anche a voce alta, pronunciando le parole con espressione e chiarezza.

Il primo libretto ideato da Maria Montessori era estremamente semplice. Le pagine scritte erano solo quelle che si offrivano ad apertura del libro, cioè le facciate si sinistra erano bianche. Le pagine inoltre, venti in tutto, non sempre riempivano la pagina, che sopra e sotto il testo era adornata da cornicette.

Il libretto conteneva frasi di questo tipo:

  • La mia scuola si chiama “Casa dei Bambini”.
  • Nella “Casa dei Bambini” ci sono per noi tante seggioline e piccoli tavolini.
  • Ci sono pure graziose credenzine: ogni bambino ha il suo cassetto.
  • Piante verdi e mazzolini di fiori sono dappertutto nella nostra bella scuola.
  • Io mi fermo spesso a guardare i quadri appesi alle pareti.
  • Noi facciamo tutto: ci laviamo, mettiamo in ordine gli oggetti, puliamo i mobili, studiamo e impariamo le cose.
  • Sapete come abbiamo imparato a vestirci? Lavorando molto con le nostre dita sui telai per allacciare, slacciare, agganciare, sganciare, abbottonare, sbottonare, annodar, snodare.
  • I cubi della torretta sono dieci e sono di diversa grandezza: io li spargo prima su un tappeto e poi mi diverto a metterli uno sull’altro, scegliendo sempre il più grande.
  • La torretta serve anche a fare un bell’esercizio di equilibrio: si porta in giro per la sala senza farla comporre. Ma spesso non ci si riesce!
  • Anche le aste lunghe mi piacciono: si devono mettere vicino le aste in gradazione, badando a che i pezzi turchini stiano vicini ai pezzi turchini e i pezzi rossi vicini ai rossi. Così si forma una scala a strisce rosse e turchine.
  • Ma una vera scala io la formo con i prismi marrone. Questi prismi sono di grossezza diversa. Io li metto l’uno accanto all’altro, per ordine di grossezza: ed ecco una bella scala di dieci gradini.

La pratica della lettura secondo il metodo Montessori – Comandi per la lettura interpretata

Le letture interpretate si fanno, come i primi esercizi di lettura, con dei cartellini. Il bambino sceglie un cartellino, lo legge mentalmente, e poi esegue l’azione indicata.
Di questi cartellini esistono varie serie, di complessità crescente: frasi con un’azione, frasi con due o più azioni, molte frasi, frasi con una o più subordinate, dialoghi e scene che richiedono la collaborazione di due o più bambini. I testi provengono per la maggior parte da opere letterarie.
Insieme ai cartellini dei comandi possiamo offrire un assortimento di semplici travestimenti: mantelli, cappelli, ecc…

Distribuiamo le carte del primo set ad un piccolo gruppo di bambini. Chiediamo a un bambino di leggere in silenzio e poi di eseguire l’azione, come se fosse un attore sul palcoscenico. Quando il bambino ha eseguito l’azione, gli altri bambini provano a indovinare cosa c’era scritto nel cartellino. Il bambino legge il cartellino, e si continua così per tutti gli altri cartellini.

I bambini eseguono le azioni indicate, ma non con freddezza: mettono una cura artistica nell’espressione del sentimento. Interpretano l’azione e la studiano, provando e riprovando, come per una rappresentazione teatrale, e cogliendo tutte le sfumature delle parole. Per esempio la frase ‘stava a capo chino’ non indica ‘piegò il capo’. Se il bambino ha compreso, resterà a capo chino, con un’espressione più o meno viva, a seconda del sentimento che deve esprimere.

Trovi tutte le sette serie qui:

La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI – Comandi per la lettura interpretata – Serie 1

Comandi per la lettura interpretata – Serie 2

In questa serie abbiamo periodi di due proposizioni coordinate: i bambini eseguono due azioni consecutive, invece di una sola.

Comandi per la lettura interpretata – Serie 3

Nella terza serie di letture ci sono periodi con più proposizioni coordinate.

Comandi per la lettura interpretata – Serie 4

le letture consistono in periodi  di due proposizioni, una principale ed una subordinata.

Comandi per la lettura interpretata – Serie 5

In questa serie prevalgono periodi di più proposizioni subordinate e coordinate. La lettura contiene delle descrizioni più complesse, e l’interpretazione deve corrisponderle in ogni minimo particolare.

Comandi per la lettura interpretata – Serie 6

in queste letture c’è un’azione drammatica più difficile da interpretare. Spesso occorre pronunciare qualche frase.

Comandi per la lettura interpretata – Serie 7

Letture che richiedono l’interpretazione di due o più persone (scenette, dialoghi,…)

La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI – Comandi per la lettura di poesie

I bambini non si limitano solo a riprodurre le scene, ma in un secondo tempo leggono ad alta voce tutti i brani che hanno rappresentato, con espressione. I bambini tendono a leggere e rileggere moltissime volte i brani, e ne imparano molti a memoria. Per questo possiamo mettere insieme alcune poesie, facendone un libretto. I bambini le leggono mentalmente e ad alta voce, o le imparano a memoria e le recitano.
Possiamo anche preparare dei cartellini di poesie.

La pratica della lettura secondo il metodo Montessori I COMANDI – Le audizioni

Dopo questo lavoro preparatorio con i cartellini dei comandi per la lettura interpretata, i bambini sono in grado di capire ciò che leggono. Hanno infatti superato tutte le difficoltà di comprensione dei periodi, legate alle loro costruzioni, conoscono il significato di moltissime parole, e nel frattempo hanno iniziato lo studio dell’analisi grammaticale. Questo lavoro si trasforma in una forza che porterà ad un movimento intenso e spontaneo.

Ad un certo punto, infatti, esploderà in classe la passione per la lettura. I bambini sentiranno il desiderio di leggere, leggere, leggere. I libri che riusciremo a raccogliere nella biblioteca di classe sembreranno sempre pochi e sarà necessaria qualche visita alle biblioteche pubbliche.

L’insegnante può dedicare del tempo alla lettura a voce alta per i bambini, ad esempio durante le ore di disegno.

Le letture fatte nella prima scuola Montessori sono state: le favole di Andersen, alcune novelle del Capuana, il Cuore di De Amicis, episodi della vita di Gesù, Fabiola, I promessi sposi, La capanna dello zio Tom, la storia del risorgimento italiano, L’educazione del selvaggio dell’Aveyron di Itard.

Il libro della storia del risorgimento non era di quelli che si credono adatti ai bambini, al contrario: era l’opera di Pasquale De Luca, I liberatori. Ciò che caratterizza questo libro sono i documenti del tempo riportati in fac simile e attestanti l’autenticità dei fatti. Ci sono brani di giornali dell’epoca, sentenze di morte, lettere autografate di Pio IX, di Garibaldi, alcuni documenti riprodotti (nota per la somministrazione di colpi di bastoni, stampe allegoriche affisse nei muri alla vigilia delle sommosse, dispacci telegrafici),  e poi medaglie commemorative, inni patriottici dei quali è riportata anche la musica, e ricche illustrazioni.

Questa lettura documentata era così appassionante che i bambini discorrevano animatamente su vari argomenti, giudicando e discutendo; erano indignati di un editto del re di Napoli che ingannava il popolo, fremevano delle ingiustizie e delle persecuzioni, si entusiasmavano degli eroismi, e infine si mettevano d’accordo in tre o quattro e rappresentavano degli episodi con grande drammaticità.

La lettura del libro del De Luca, fu una rivelazione per Maria Montessori, sia per quanto riguarda la lettura, sia per quanto riguarda l’insegnamento della storia. Capì che per insegnare la storia ai bambini, basta dare una verità vivente e documentata.

Un altro libro che fece grande impressione fu la lettura del Selvaggio dell’Aveyron di Itard. Tutti i particolari psicologici dei tentativi educativi, sembravano toccare l’anima dei bambini. Maria Montessori pensò di portare i bambini più grandi in una Casa dei Bambini, e di spiegare loro il metodo pedagogico. Si accorse di come i bambini più grandi erano in grado di seguire lo sviluppo infantile con una sensibilità a prima vista sorprendente. Riflettendo meglio, però, sappiamo che i migliori maestri dei bambini sono i bambini stessi.

Spesso abbiamo dei bambini un’idea fantastica, e li releghiamo ad una specie umana diversa dalla nostra, mentre invece sono i nostri figli, più puri di noi. L’amore, il bello, il vero, li affascina intensamente e rappresentano per loro delle vere necessità della vita.

Queste esperienze dimostrarono a Maria Montessori di aver trovato un metodo per insegnare ai bambini la storia e perfino la pedagogia, attraverso le letture, ma esistono letture di ogni genere, quindi si può insegnare la geografia attraverso i racconti di viaggio, le scienze naturali attraverso racconti sulla vita degli insetti, e così via.

L’insegnante, attraverso le letture che propone ai bambini, può farli entrare in vari campi del sapere. I bambini, così stimolati, potranno poi entrarvi liberamente, dando sfogo alla loro passione per la lettura.

Il bambino ama molto la lettura, e preferisce la lettura di storie vere. Molti studi dimostrano questo fatto.

Il linguaggio orale nella scuola primaria

Il linguaggio orale nella scuola primaria costituisce gran parte del lavoro. Come nella scuola d’infanzia, l’ambiente deve consentire ai bambini di condividere i propri pensieri e le proprie idee. Il linguaggio orale, a questo livello, svolge un grande compito: libera l’intelletto e consente la condivisione dei pensieri.

Sappiamo che, nella scuola d’infanzia, il bambino fa un grande lavoro sul linguaggio orale, per perfezionarlo sempre più come strumento dell’espressione di sé. Fatto questo, porterà questa esperienza nella scuola primaria.

Nella scuola primaria ci sono molte aree in cui il linguaggio orale, e non il linguaggio scritto, ha un ruolo fondamentale.

Quello che contraddistingue il linguaggio orale è che richiede la capacità di esprimersi chiaramente in tempo reale, sul momento, senza lunghi tempi di riflessioni, come avviene invece col linguaggio scritto. Prima di scrivere qualcosa, possiamo prenderci molto tempo per pensare alle parole che intendiamo usare, o dopo aver fatto la prima stesura, possiamo tornare indietro, rileggere, correggere, se ci accorgiamo che quello che abbiamo scritto non esprime esattamente ciò che volevamo dire. Col linguaggio orale questo non è possibile, e per questo possono insorgere malintesi, incomprensioni, confusione.

Secondo Maria Montessori l’aula scolastica deve somigliare più a un salotto che non agli ambienti scolastici cui siamo abituati, con file di banchi e sedie tutte uguali. L’aula non deve essere un ambiente di silenzio rotto soltanto dalla voce dell’adulto.

Non dobbiamo imporre un livello di silenzio che fa comodo solo a noi, ma dovremmo farci guidare dal buonsenso. I bambini imparano ad essere consapevoli del proprio tono di voce, e sapranno modularlo in modo che sia adeguato al lavoro in classe. Quando siamo riusciti a creare questo equilibrio, il parlare diventa parte integrante della vita di classe, e non un qualcosa che deve essere fermato.

Maria Montessori dice che il suono della classe dovrebbe essere simile al ronzio di un alveare.

L’aula è un luogo di relazioni, dove i bambini comunicano e interagiscono tra loro. I bambini non se ne stanno seduti in silenzio a ricevere piccole dosi di informazioni dall’adulto, non parlano solo col suo permesso o per rispondere ad una sua domanda.

La conversazione tra di loro e con l’insegnante è parte integrante del lavoro dei bambini. Se i bambini vogliono condividere qualcosa, devono avere sempre la possibilità di farlo, ma senza sentirsi costretto a farlo.

Il tono e il volume della voce devono essere controllati, ed a volte ci sarà bisogno di intervenire per portare consapevolezza. I bambini devono essere liberi di parlare in classe, ma ci devono essere dei limiti.  Uno dei compiti dell’insegnante è quello di garantire che il livello di rumore non diventi troppo forte, ad esempio suonando un campanellino, perché se vogliamo attirare l’attenzione dei bambini sul suono, dobbiamo usare un suono.

La conversazione amplia il vocabolario dei bambini, e migliora la loro capacità di esprimersi. Nella scuola primaria puntiamo ad un linguaggio che si basi sul mettere a fuoco le capacità di ragionamento logico, e che sia lo strumento per sviluppare un argomento in modo razionale, non colorato dall’emotività. Vogliamo aiutare i bambini nella loro capacità di esprimere un parere motivato. Naturalmente esprimere le proprie emozioni è importante, ma non a scapito della ragione: ci deve essere equilibrio tra questi due aspetti. I bambini devono sviluppare una modalità di comunicazione orale che permetta loro di comunicare con la società che li circonda, perché essi ne fanno parte, e ne faranno parte sempre di più man mano che crescono.

Oltre che del proprio lavoro, i bambini possono parlare anche di altre cose: hanno bisogno di lavorare, ma anche di riposare. Un momento particolarmente adatto alla conversazione libera è quello durante i pasti. I bambini dovrebbero apparecchiare, portare a tavola il loro cibo e scegliere di mangiare quando vogliono e con chi, quindi riordinare tutto per renderlo disponibile per un altro gruppo. Si tratta di una responsabilità che i bambini sono in grado di assumersi. L’ideale sarebbe che il pranzo fosse libero e gestito dai bambini stessi, senza l’intervento degli adulti. Basta dedicare un angolo della classe a questa funzione.

Durante la giornata, i bambini sono liberi di discutere il lavoro che stanno facendo, e guardare quello che stanno facendo gli altri: questo promuove l’apprendimento tra bambini.

Il linguaggio orale nella scuola primaria

Oltre alla pratica di parlare del proprio lavoro, in classe si tengono anche:

– DISCUSSIONI: le discussioni tra i bambini sono molto importanti, in tutte le aree di studio. Mentre si lavora in gruppo coi bambini, dobbiamo sempre incoraggiare la discussione, tenendo in considerazione le loro opinioni ed ascoltando ciò che ogni bambino ha da dire. Quando ascoltiamo con attenzione un bambino, lo stiamo incoraggiando. Quando abbiamo attenzione e rispetto nei confronti di chi sta parlando, insegniamo ai bambini a fare lo stesso. Ascoltiamo tutti i bambini che desiderano condividere il proprio punto di vista, e questo ascolto rispettoso incoraggerà la discussione.

Una discussione può nascere, ad esempio, dopo una presentazione. In questo caso i bambini esprimono i propri pensieri di ciò che stanno imparando, sviluppano idee, fanno collegamenti. Le discussioni stimolano i bambini ad esplorare nuovi aspetti dell’argomento. Facciamo in modo che i bambini imparino ad esprimere i motivi che li hanno portati ad una certa conclusione.

Discutere in gruppo insegna ai bambini ad esprimere se stessi senza sminuire il parere degli altri, a riconoscere opinioni diverse dalle loro, ad ascoltare con rispetto.

Anche la discussione con gli adulti è importante, ma dobbiamo fare in modo che non viga mai la regola che l’adulto ha sempre ragione: il nostro compito è quello di fungere da catalizzatori per tenere la mente del bambino sempre in movimento. Dobbiamo tenere accesa in lui la fiamma dell’interesse.

– ESPOSIZIONI orali di relazioni, che offrono una grande opportunità di confronto e condivisione delle idee. Un bambino può esporre un lavoro a nome proprio, o di un gruppo di lavoro cui ha partecipato. In questo caso possono avvicendarsi più bambini, ognuno dei quali può riferirne una parte: ad esempio un bambino spiega le illustrazioni, un altro parla dei libri consultati, ecc… In questo modo i bambini si preparano a parlare in pubblico. Le relazioni non dovrebbero avere solo forma scritta. Quando sono scritti possono essere scritti, illustrati, decorati, accompagnati da mappe o tabelle.

Se si tratta di un lavoro di gruppo, una volta ultimato, i bambini devono decidere come condividerlo con gli altri, e per far questo tengono una riunione per dividersi i compiti. A volte possono fare una presentazione a tutta la classe, altre volte possono invitare all’ascolto i bambini che lo desiderano.  Le relazioni possono essere scritti e poi lette a voce alta, mentre a volte le informazioni possono essere condivise solo oralmente. Queste esposizioni permettono ai bambini di ispirarsi a vicenda.

Questo lavoro, inoltre, è un processo complesso che richiede pensieri, discussioni, capacità di collaborare, esercizio pratico. Questo processo aiuta i bambini a cogliere la responsabilità che hanno nei confronti della società, responsabilità della quale il linguaggio fa parte. Quando aiutiamo i bambini a valutare se quello che hanno prodotto è degno di essere condiviso con gli altri o meno, li aiutiamo ad essere sempre più responsabili.

– DISCORSI: soprattutto tra i 9 ed i 12 anni, i bambini tengono discorsi. Questi discorsi vengono preparati molto bene, studiati, scritti, arricchiti da riflessioni personali. Il bambino sceglie un argomento di suo interesse e pertinente col lavoro che si sta svolgendo in classe. L’insegnante può fornire ai bambini copie di discorsi famosi. Mentre le relazioni sono frutto, in genere, di lavori di gruppo, i discorsi sono sempre lavori individuali. L’insegnante può dare indicazioni sulla postura corretta, il contatto visivo col pubblico altri elementi della retorica.

DIBATTITI: i dibattiti piacciono molto ai bambini. Spesso nascono dopo il discorso tenuto da un bambino, quando qualcuno ha una visione completamente diversa dell’argomento e vuole confrontarsi con l’oratore. Prima del dibattito è importante la ricerca delle informazioni di base: per essere un oratore efficace, bisogna conoscere vari punti di vista sull’argomento, e costruire un impianto logico solido. Bisogna essere chiari e convincenti. I dibattiti dovrebbero seguire regole precise, come la parità di tempo a disposizione di ognuno per l’esposizione, la confutazione e la chiusura.

LETTURE DI POESIE interpretate: è un’attività che non dovrebbe essere praticata prima dei 9 anni. A partire da questa età i bambini leggono, scrivono e memorizzano molte poesie. Se hanno fatto negli anni precedenti pratica con la forma poetica, anche i più piccoli possono partecipare come ascoltatori alle letture, e ne potranno godere. Le poesie, oltre che lette, possono essere recitate a memoria. Maria Montessori consiglia di non far leggere i bambini a voce alta troppo precocemente, perché è un’attività che richiede abilità complesse: coinvolge il movimento degli occhi, la comprensione attraverso la mente di ciò che l’occhio percepisce, la voce che deve riprodurre le parole mentre l’occhio deve muoversi in avanti. La lettura ad alta voce dovrebbe essere il punto di arrivo di un lungo processo di preparazione.

– DIALOGHI PARLATI, soprattutto dai 9 ai 12 anni. I bambini possono preparare dialoghi tra personaggi storici o letterari.  (Per la preparazione di questi dialoghi consulta le idee presentate nell’articolo sugli esercizi di scrittura in prosa). Possono assumere anche la forma di intervista.

– RECITE. I bambini si preparano alle loro recite a partire dalla lettura interpretativa di testi. Possono essere monologhi o lavori di gruppo. Da questi lavori interpretativi, scaturisce spontaneamente la scrittura di testi teatrali per i compagni. Se i bambini si riuniscono per allestire un testo teatrale che hanno scritto, hanno bisogno di discutere di molte cose: come si comportano i personaggi, come dovrebbe essere la loro voce, ecc… L’allestimento di una recita da parte dei bambini dovrebbe comprendere la scrittura e l’esecuzione; possono anche preparare da sé i costumi e la scenografia.

Il linguaggio orale nella scuola primaria

Schede per i primi esercizi di composizione poetica

Schede per i primi esercizi di composizione poetica scaricabili e stampabili gratuitamente in formato pdf. Gli esercizi comprendono: Lettura di poesie, poesia ripetitiva, poesia di elenchi, poesia di bugie, poesia con ritornello, poesia in rima,  allitterazioni, Haiku.

Schede per i primi esercizi di composizione poetica

Lettura di poesie

Quando presentiamo una poesia, offriamone una copia ad ogni bambino su fogli singoli. Leggiamo la poesia a voce alta ai bambini. Chiediamo poi ai bambini di unirsi a noi nella recitazione a voce alta: questa esperienza può essere ripetuta per più giorni consecutivi. In seguito facciamo leggere ai bambini la poesia all’unisono. Diamo poi ai bambini la loro copia, da inserire in un quaderno di poesie, copiare in bella grafia, illustrare ecc…

In questo modo possiamo proporre ai bambini diversi tipi di poesia, di modo che i bambini possano averne molti esempi e sviluppare sensibilità verso questo tipo di composizione, partendo dall’aspetto orale.

Trovi una vasta scelta di poesie qui: https://www.lapappadolce.net/category/italiano/poesie-e-filastrocche/

Schede per i primi esercizi di composizione poetica

Poesia ripetitiva

Materiale occorrente per la presentazione: lavagna cancellabile, gessi o pennarelli.

Riunite un gruppo di bambini, e dite che comporrete una poesia insieme. La poesia sarà ripetitiva: ogni linea dovrà iniziare con le stesse parole.

Ogni bambino contribuisce alla composizione con una linea. Scrivere le linee sulla lavagna in forma poetica.

Chiediamo poi ai bambini di leggere la poesia, facciamo tutti i cambi che desideriamo per creare l’ordine che preferiamo per la nostra composizione.

Quando i bambini sono soddisfatti, copiano la loro poesia sul quaderno delle poesie, o su un foglio in bella grafia. Se lo desiderano la possono illustrare.

In seguito possiamo mettere a disposizione dei bambini delle carte pronte da completare per comporre le loro poesie ripetitive, individualmente o in piccoli gruppi.

Schede per i primi esercizi di composizione poetica
Poesia di elenchi

L’esercizio si svolge come il precedente, ma invece di ripetere l’inizio per ogni verso, mettiamo il membro di una data lista, ad esempio nomi di fiori, di alberi, di mammiferi, di pianeti, ecc…

Schede per i primi esercizi di composizione poetica
Poesia di bugie

Diciamo ai bambini che il poeta vuole raccontare bugie divertenti, per allietare i suoi lettori, o per enfatizzare la realtà mostrandola rovesciata (ad esempio: la pioggia sale, il cielo è sempre giallo,ecc…)

Schede per i primi esercizi di composizione poetica
Poesia con ritornello

Diciamo ai bambini che comporremo una poesia in cui una certa frase si ripete a intervalli regolari. Discutiamo sul significato di ritornello, strofa, verso, ripetizione. Usando lo schema, i bambini si cimentano con le loro composizioni poetiche.

Schede per i primi esercizi di composizione poetica
Poesia in rima

Per la composizione di poesie in rima può essere utile mettere a disposizione dei bambini un rimario, ad esempio:

Esistono molti rimari anche online, volendo, ad esempio: http://www.rimario.net/

Introduciamo il libro e diciamo ai bambini che l’autore ha compilato liste di parole che terminano tutte con lo stesso suono. Leggiamo loro qualche pagina d’esempio, di modo che possano farsi l’idea di cosa siano le rime. Diciamo poi delle parole e chiediamo ai bambini di dirci delle rime. Quando i bambini hanno capito, possono dedicarsi alle loro composizioni. Possiamo fornire loro schede che suggeriscano dei soggetti, avendo cura di scegliere parole che rimano facilmente.

Schede per i primi esercizi di composizione in poesia
Allitterazioni

L’allitterazione è la ripetizione degli stessi suoni all’inizio o all’interno delle parole. Per introdurre l’argomento il testo migliore è l’Alfabetiere di Bruno Munari:

che presenta con allitterazioni le lettere dell’alfabeto una ad una. Introduciamo il libro, e diciamo che l’autore ha scritto allitterazioni per ogni lettera dell’alfabeto. Leggiamo le poesie ai bambini, di modo che si possano fare un’idea di cosa sia un’allitterazione.
(Un bel lavoro realizzato dai bambini con questo materiale si trova qui: https://arringo.wordpress.com/

Scriviamo alla lavagna una parola, ad esempio L Lucertola, e chiediamo ai bambini di dirci tutte le parole con L che vengono loro in mente, scriviamole alla lavagna. Sviluppare le parole in una o due frasi, quindi farle copiare ai bambini sui loro quaderni delle poesie, o su fogli da illustrare e decorare.

A questo punto i bambini possono comporre le loro allitterazioni. Possono consultare il dizionario e il dizionario dei sinonimi e dei contrari per cercare parole che iniziano con lo stesso suono.

Schede per i primi esercizi di composizione in poesia
Haiku

La poesia Haiku, nata in Giappone, è stata adottata dai poeti di tutto il mondo. L’italiano è particolarmente adatto agli Haiku, perché la quantità di sillabe presente in ogni parola è equivalente al giapponese, così che il volume di informazioni che si può includere in 5-7-5 sillabe è quasi uguale nelle due lingue.

Materiali: un libro di haiku, lavagna cancellabile e pennarelli, copie di un haiku per ogni bambino e matite.

Questa è una raccolta scritta per i bambini, ad esempio Un gatto nero in candeggina finì… 35 haiku per bambini di ogni età di Pino Pace:

Presentazione:

Riuniamo un gruppo di bambini e diciamo loro che leggeremo delle poesie scritte con uno schema che si chiama Haiku. Prima di iniziare a leggere, chiedere ai bambini di stare attenti, per vedere se riescono a capire di quale schema stiamo parlando.

Leggiamo qualche poesia, poi cominciamo a raccogliere le risposte dei bambini (diranno ad esempio che non ci sono rime, che parlano dalla natura o delle stagioni, ecc…)

Ora diamo ai bambini un Haiku e chiediamo loro di leggere la prima riga, battendo le mani per ogni sillaba. Alla fine della riga, chiediamo di scrivere il numero di sillabe contate. Facciamo lo stesso per tutte e tre le righe: le sillabe sono sempre 5 -7 – 5.

Altre caratteristiche dell’Haiku (informazioni per l’insegnante):

  • Sono ispirati da elementi naturali. Gli haiku contemporanei possono anche non avere per soggetto la natura, ma parlare di ambienti urbani, emozioni, relazioni e argomenti comici.
  • Un Haiku non ha mai titolo
  • Gli Haiku dovrebbero sempre contenere due idee sovrapposte. Le due parti sono grammaticalmente indipendenti, e sono di solito immagini separate. L’idea è creare un distacco tra le due parti per creare un paragone interno. Per questo nell’Haiku è obbligatorio l’inserimento di una pausa tra le due parti.
  • Gli Haiku sono concentrati su dettagli dell’ambiente che si legano alla condizione umana.
  • I poeti giapponesi usavano tradizionalmente l’haiku per catturare e cogliere l’essenza un’immagine naturale effimera, come una rana che salta in uno stagno, la pioggia che cade sulle foglie, o un fiore che si piega nel vento. Molte persone fanno passeggiate solo per trovare l’ispirazione per le loro poesie, definite in giapponese passeggiate ginkgo.
  • Un riferimento alla stagione o al passare della stagione, definito in giapponese “kigo”, è un altro elemento fondamentale. Il riferimento può essere diretto (nome della stagione) o indiretto (foglie che cadono, alberi che fioriscono). In Giappone esiste lo Saijiki, o Antologia delle Quattro Stagioni, che è un dizionario specializzato contenente un elenco completo di tutti i riferimenti stagionali.
  • Gli Haiku sono composti di dettagli osservati dai cinque sensi. Il poeta assiste a un evento e usa le parole per comprimere .Cosa hai notato riguardo al soggetto? Che colori, forme e contrasti hai osservato?Quali erano i suoni del soggetto? Qual era il tono e il volume dell’evento che è appena accaduto? Aveva un sapore o un odore? Come puoi descrivere in modo preciso la sensazione che hai provato?

Metodo (in breve) per comporre Haiku:

  • Leggi molti Haiku.
  • Tieni presenti le regole per la composizione di Haiku: 3 versi (5 – 7 – 5 sillabe; un riferimento stagionale, una pausa).
  • Fissa nella tua mente l’istante che ti ha colpito, la sensazione che hai provato, e descrivila cercando di ricrearlo a livello emotivo in tutti i particolari, senza descrizioni esteriori.
  • Elimina tutte le parole superflue: ti servono veramente tutti gli aggettivi e gli articoli che hai inserito?
  • Definisci la stagione in cui vuoi collocare la tua composizione: cioè inserisci il kigo.
  • Non inserire metafore.
  • Non inserire rime.
  • Cerca la tua pausa ed inseriscila.

Invitiamo i bambini a scrivere il loro primo Haiku, immaginando di essere un elemento della natura, ad esempio un pettirosso.

Schede per i primi esercizi di composizione in prosa

Schede per i primi esercizi di composizione in prosa scaricabili e stampabili gratuitamente in formato pdf. Le schede comprendono:

  • Gioco di gruppo di scrittura di un paragrafo
  • Questionario per valutare un testo
  • Osservo la mia scrittura
  • Schede per la scrittura di didascalie
  • Cartellini delle frasi da completare
  • Cartellini delle similitudini da completare
  • Schede questionario per la composizione di storie
  • Cartellini di idee per comporre storie
  • Scheda per scrivere dialoghi tra due persone
  • Cartellini di idee per scrivere dialoghi

Schede per i primi esercizi di composizione in prosa

Gioco di gruppo di scrittura di un paragrafo

Riuniamo un gruppo di bambini e spieghiamo loro che scriveremo un paragrafo insieme. Un paragrafo è un gruppo di frasi che sviluppano un’idea principale.

Scegliamo un argomento e scriviamolo nella casella del titolo. Poi chiediamo ai bambini di mettere insieme le loro idee sull’argomento, e riempiamo il primo schema.

A questo punto scegliamo cosa vogliamo usare come frase iniziale, cosa per ognuna delle tre frasi centrali, e cosa come frase finale, e riempiamo il secondo schema.

Infine scriviamo il nostro paragrafo.

Il processo di scrittura di un racconto consta di quattro fasi principali:

  1. Fase preparatoria: si generano le idee. E’ la fase dell’esplorazione delle proprie idee e dei propri sentimenti. Senza abusarne, possiamo preparare per i bambini degli incipit che i bambini devono poi completare.
  2. Composizione: è l’attuazione delle idee. I bambini hanno bisogno di tempo, e molti racconti non vanno oltre questa fase.
  3. Rilettura e correzione: durante questa fase il bambino toglie, aggiunge, cambia e corregge. Questa fase non si attua in genere prima degli 8 anni, e non è bene affrettare il processo.
  4. Pubblicazione: si rende pubblico il racconto. La pubblicazione può avvenire in vari formati: libro, libro illustrato, cartellone, rotolo, presentazione video, ecc…

Si possono organizzare delle riunioni tra l’insegnante e un bambino o un gruppo di bambini, per parlare insieme del loro lavoro. Queste riunioni sono parte integrante del processo di scrittura, se il bambino decide di pubblicare il suo scritto. Queste riunioni possono essere di quattro tipi:

  • Riunioni sul contenuto: hanno lo scopo di aiutare lo scrittore a fare chiarezza, discutendo su cosa è davvero importante nella storia.
  • Riunioni sul processo: hanno lo scopo di aiutare il bambino a porsi domande. L’insegnante chiede al bambino di spiegare i perché delle sue scelte; la riunione si conclude con la domanda: “Cosa dovrai fare dopo?”
  • Riunioni sulla redazione: queste riunioni si fanno quando il contenuto è già pronto e non ha bisogno di modifiche.
  • Riunioni di valutazione: queste riunioni hanno lo scopo di aiutare il bambino a comprendere cosa rende buono un testo scritto. I bambini imparano gradualmente a scegliere i propri lavori migliori per la pubblicazione.

Per la valutazione di un testo scritto, può essere di grande aiuto usare un questionario, come questo:

Schede per i primi esercizi di composizione in prosa

Osservo la mia scrittura

Questo secondo questionario può essere utile per tutti i tipi di testo, come strumento per l’autocorrezione:

Schede per i primi esercizi di composizione in prosa

Schede per la scrittura di didascalie

I bambini scrivono una didascalia in riferimento all’immagine che trovano sulla scheda. Al termine, chiediamo loro di condividere quello che hanno scritto con gli altri, di modo che tutti possano ascoltare anche ciò che hanno scritto i compagni.

Ho preparato una scheda bianca, su cui potete disegnare o incollare le immagini che vi sembrano più indicate per i vostri bambini, ed una serie si schede complete di immagini, pronte.

Schede per i primi esercizi di composizione in prosa

Cartellini delle frasi da completare

Il bambino sceglie una carta da copiare, e completa la frase. I bambini possono usare il dizionario, o chiedere a un amico di aiutarli con l’ortografia.

Schede per i primi esercizi di composizione in prosa

Cartellini delle similitudini da completare

Questo esercizio è indicato per bambini dopo i 9 anni. Il bambino sceglie un cartellino e completa la similitudine. E’ un esercizio molto utile anche come preparazione alla scrittura di poesie.

Schede per i primi esercizi di composizione in prosa

Schede questionario per la composizione di storie

Due bambini scelgono una scheda della serie, entrambi contribuiscono alla creazione della storia, a solo uno è lo “scriba”.

Schede per i primi esercizi di composizione in prosa

Cartellini di idee per comporre storie

Schede per i primi esercizi di composizione in prosa

Scheda per scrivere dialoghi tra due persone

Schede per i primi esercizi di composizione in prosa

Cartellini di idee per scrivere dialoghi

CARTELLINI DEI COMANDI per i primi esercizi di lettura e composizione

CARTELLINI DEI COMANDI per i primi esercizi di lettura e composizione, scaricabili e stampabili gratuitamente in formato pdf. Le serie comprendono:

  • Cartellini di comandi per i primi esercizi di lettura
  • Comandi per la composizione di parole
  • Comandi per la composizione di frasi
  • Comandi per la composizione di liste
  • Comandi per la composizione di una storia

e puoi scaricarli qui:

Troverai invece i cartellini dei comandi per l’analisi grammaticale tra gli esercizi dedicati alla presentazione delle parti del discorso.

Nella scuola d’infanzia, quando il bambino è pronto inizia a leggere spontaneamente ciò che compone con l’alfabeto mobile, ed in questa fase lo aiutiamo a scoprire che ora può conoscere anche il pensiero di altre persone.

L’esercizio dei comandi, che consiste nello scrivere frasi alla lavagna (o su foglietti di carta), davanti ai bambini, senza parlare, è di grande importanza. Se non parliamo, cioè se isoliamo il linguaggio scritto dal linguaggio parlato, il bambino percepisce in modo profondo il valore della scrittura, come vero linguaggio.

Questa esperienza rappresenta il primo avviamento alla scrittura creativa. La scrittura creativa si realizza quando pensiamo in termini di “vi mostro qualcosa che prima non c’era, un pensiero che era nella mia mente e che ora, grazie alla mia scrittura, posso mostrarvi”.

Il nostro compito è aiutare i bambini ad esporre i propri pensieri con chiarezza, ponendo attenzione alla sintassi ed allo stile, per contribuire allo sviluppo completo del bambino, in modo che possa raggiungere il suo massimo potenziale.

Il lavoro di sostegno alle capacità di scrittura dei bambini, nella scuola primaria, è molto articolato.

Lo studio della grammatica e della sintassi riveste grande importanza. Il materiale più interessante per i bambini è rappresentato dalle scatole grammaticali, soprattutto dopo gli 8 anni. Insieme al lavoro con materiali per l’analisi logica, sono strumenti preziosi per valutare le relazioni sintattiche tra le parole, e le sfumature stilistiche. Di grande importanza sono anche le carte dei comandi che introducono le parti del discorso e le loro classificazioni, e che contribuiscono indirettamente alla comprensione del linguaggio da parte del bambino ed al miglioramento della scrittura.

L’esperienza dimostra che, dopo aver presentato ai bambini i primi cartellini dei comandi, si verifica in classe l’esplosione di una nuova attività. I bambini desiderano continuare a scrivere comandi per gli amici, ne inventano e li leggono ai loro compagni, chiedono loro di interpretare i comandi che hanno scritto.

Se la frase non è scritta in modo corretto, l’errore si rileva automaticamente, e il bambino che ha scritto il comando vede eseguire davanti a sé un’azione diversa da quella che aveva in mente. Capisce così di avere espresso il suo pensiero in modo scorretto o inadeguato, e si mette spontaneamente al lavoro per correggere l’errore.

L’uso dei cartellini dei comandi mostra non solo la capacità dei bambini di scrivere in modo spontaneo, ma anche la loro tendenza a scrivere in modo chiaro e comprensibile agli altri. Quando i bambini sono presi da questa passione per l’espressione accurata dei loro pensieri, la chiarezza diventa l’obiettivo dei loro sforzi. Si dedicano con entusiasmo alla ricerca delle parole giuste, e sentono che non ci sono mai troppe parole per costruire con esattezza il proprio pensiero.

Questa è una serie di comandi semplici. I cartellini vanno distribuiti tra i bambini, che vanno al loro banco a leggerli (mentalmente), e li eseguono, mostrando così di averli compresi. Dopo alcuni di questi esercizi, lasciare che i bambini compongano i propri comandi per i compagni. Gli ultimi comandi di questa serie sono quelli inventati nella Casa dei Bambini di Maria Montessori, inventati dai suoi alunni.

Scrittura e composizione nella scuola primaria

Scrittura e composizione nella scuola primaria: introduzione, caratteristiche del bambino che scrive, tipologia di scrittura (creativa, espositiva, ecc…), supporti e formati, strumenti di scrittura, calligrafia, decorazione, ortografia, discorso diretto e indiretto, stesura di ricerche, stili di scrittura, carte dei comandi per la composizione scritta, grammatica e sintassi. Tutti questi argomenti verranno trattati separatamente, in modo più approfondito e corredato da esercizi pratici.

Quando il bambino arriva alla scuola primaria, introduciamo lo studio della lingua con la quarta grande lezione,

che rientra nel quadro dell’Educazione Cosmica.

Questa lezione tratta della storia delle origini della scrittura, del linguaggio e della lingua italiana.

Con questi racconti si vuole suscitare nel bambino la stessa sensazione di magia che ha provato quando, più piccolo, ha scoperto che i suoni possono diventare visibili. Quando il popolo dei Fenici ha portato i suoi piccoli segni speciali con sé, da un porto all’altro, ha condiviso il dono della comunicazione scritta con gli altri uomini, e questi altri uomini hanno arricchito il dono ricevuto dando il proprio contributo. Uno degli obiettivi del nostro lavoro è quello di aiutare i bambini a sviluppare consapevolezza e apprezzamento per i doni e le conquiste umane.

Scrittura e composizione nella scuola primaria

Quando i bambini hanno conosciuto, nella scuola d’infanzia (Casa dei Bambini), l’alfabeto tattile

e l’alfabeto mobile,

sono entrati a far parte di una storia che unisce tra loro gli uomini del passato, del presente e del futuro.  La comunicazione scritta è un dono che gli esseri umani fanno agli altri esseri umani.

Nella scuola d’infanzia, i bambini hanno già conosciuto l’alfabeto e si sono già cimentati nella composizione scritta con gli alfabeti mobili ed anche con la scrittura a mano; hanno acquisito una serie di abilità grazie agli esercizi col materiale sensoriale

ed a quelli di vita pratica.

Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:

Tutti gli album

Dobbiamo sempre ricordare, però, che il bambino dopo i 6 anni ha caratteristiche diverse rispetto al bambino nel periodo che va dai tre ai sei anni, e per questo anche il nostro approccio deve essere diverso. Mentre nella fase precedente il bambino prova il massimo appagamento dall’esplorazione sensoriale, dopo i 6 anni ad affascinarlo è la ricerca dei come e dei perché delle cose, e le grandi lezioni cosmiche cominciano a fornire loro le prime risposte.

Con la quarta lezione conoscono, ad esempio, alcune delle ragioni che stanno dietro alle lettere smerigliate che hanno imparato ad usare alla scuola d’infanzia. I bambini si chiedono perché usiamo tutte queste lettere, se sono sempre state così, chi le ha cambiate, in chi modo le ha cambiate. I nostri racconti e le loro domande aprono la strada all’esplorazione ed alla scoperta.

La quarta lezione cosmica è adatta anche ai bambini che non hanno ancora maturato competenze di lettura e scrittura sicura, perché questo non significa affatto che essi non si pongano domande, o che non siamo pronti ad usare la propria immaginazione per vivere il racconto. Questi racconti, quindi, possono funzionare da stimolo per la scrittura e suscitare in loro il desiderio di creare qualcosa di prezioso mettendo i loro pensieri su carta.

Scrittura e composizione nella scuola primaria

Gli esercizi pratici di scrittura devono trovare la loro radice nella tendenza naturale del bambino alla ripetizione che porta alla perfezione. Devono essere, il più possibile, esercizi spontanei che nascono dal bisogno di scrivere informazioni interessanti che riguardano ogni campo del sapere.

Se i bambini sono davvero interessati a ciò che stanno imparando, sentono il bisogno di registrare le informazioni apprese, sono orgogliosi delle loro produzioni scritte, ed anche i coetanei sono loro riconoscenti per gli sforzi compiuti.

La composizione scritta ha bisogno di aiuti costanti per perfezionarsi, ma non deve essere considerata un argomento di studio a parte, con la lettura si intreccia a tutte le altre materie di insegnamento, e inoltre è legata alla letteratura ed agli studi sulla lingua.

La capacità di composizione comincia quando il bambino esprime per la prima volta se stesso su un pezzo di carta, e continuerà a svilupparsi per uno stimolo interiore, non esterno. Il dovere principale dell’insegnante, quindi, è quello di stare al di fuori dello sviluppo interiore del bambino, offrendo semplicemente il suo aiuto, suggerendo l’uso di strumenti, incoraggiandolo quando ne ha bisogno. Dobbiamo aiutarlo a scrivere con abilità e con uno stile personale, di modo che la sua scrittura sia a tutti gli effetti una forma d’arte.

Quando il bambino arriva alla scuola primaria, oltre alle competenze relative alla scrittura ed alla lettura, ha acquisito una buona capacità di concentrazione, che gli consente di portare a termine le attività a cui si dedica. Ha raggiunto inoltre un certo grado di indipendenza e di spirito di iniziativa, ha idee proprie ed è in grado di condividerle con gli altri. Tutte queste capacità si illuminano della nascente capacità di immaginazione che sboccia dopo i sei anni, e porta naturalmente ad un’esplosione della scrittura.

Il nostro compito è aiutare i bambini ad esporre i propri pensieri con chiarezza, ponendo attenzione alla sintassi ed allo stile, per contribuire allo sviluppo completo del bambino, in modo che possa raggiungere il suo massimo potenziale.

Quintiliano, retore romano, stabilì come regola per la chiarezza del linguaggio, che esso dovrebbe essere espresso in modo tale che ogni fraintendimento risulti impossibile. Cinque secoli prima di Quintiliano, il filosofo cinese Confucio rispose così, a chi gli chiese la regola più importante per governare un popolo: “Parlare correttamente: se il linguaggio non è coretto, ciò che si dice non è ciò che gli uomini capiscono. Se ciò che viene detto non si capisce, non c’è possibilità di azione. Se l’azione è annullata, morale ed arte si deteriorano.  Se morale ed arte si deteriorano, la giustizia muore, e le persone si perdono”.

Per aiutare i bambini a raggiungere una modalità di espressione chiara, innanzitutto dobbiamo sempre tenere presente che i pensieri appartengono ai bambini, non a noi. Possiamo informare i bambini dell’esistenza di altre teorie ed opinioni, ma non dobbiamo imporne alcuna, compresa la nostra. Dobbiamo rispettare la sua libertà di pensiero, ed intervenire sulla forma, non sul contenuto.

La correzione degli errori deve essere fatta evitando sempre di scoraggiare o imbarazzare il bambino.

La nostra preoccupazione principale è lo sviluppo del bambino, l’arricchimento delle sue capacità intellettive, e per raggiungere questo scopo non serve sottoporlo ad esercizi di scrittura su tutto ciò che sta imparando. Possiamo stabilire una quantità minima di testi da produrre, considerando che mostrarli a genitori ed altri adulti può rivestire la sua importanza, ma al di là di questo, dobbiamo avere sempre fiducia nei processi interni che si sviluppano nei bambini.

Scrittura e composizione nella scuola primaria

Il lavoro svolto nella scuola d’infanzia ha avuto il duplice scopo di preparare la mano e la mente alla scrittura; questo duplice scopo  si continua a perseguire anche nella scuola primaria: se la mente non ha idee, non ci sarà nulla da mettere sulla carta; se la mano non è adeguatamente sviluppata, il bambino non potrà comunicare i suoi pensieri in forma scritta. Per quanto riguarda la mano, nella scuola primaria il bambino dovrebbe scrivere prevalentemente in corsivo. Per quanto riguarda la mente, dovrebbe ricevere costantemente una grande varietà di stimoli intellettivi ed esempi letterari, dovrebbe essere aiutato a sviluppare idee attraverso racconti, dibattiti e discussioni. Lo stimolo alla scrittura è assicurato anche dall’esempio dell’adulto che scrive (ad esempio il piano della giornata, ogni mattina, alla lavagna), mentre l’arricchimento intellettivo è curato attraverso l’ambiente ricco di testi, carte delle nomenclature, e altri materiali strutturati.

Per coltivare al meglio il desiderio dei bambini di scrivere, non è bene introdurre troppo presto i quaderni, perché molti bambini possono esserne intimiditi: se commettono un errore su un quaderno, strappano la pagina e poi si demoralizzano, perché il quaderno diventa sempre più sottile e loro sentono di averlo rovinato.  Molto meglio usare bei fogli sciolti, soprattutto coi bambini più piccoli: offrono maggiore flessibilità e stimolano la creatività. Certo i bambini devono essere guidati all’uso responsabile della carta, e ove possibile va sempre favorito il riciclaggio. I fogli sciolti inoltre favoriscono il work in progress, e consentono di riorganizzare i contenuti, quando necessario, o di raggruppare tra loro argomenti simili.

Usare fogli singoli permette ai bambini di scegliere tra diversi tipi di carta, a seconda delle esigenze: colorata, a righe, a quadretti, liscia o ruvida, millimetrata, ecc.

Gradualmente i bambini impareranno vari sistemi di rilegatura per i loro lavori: tradizionali, a scorrimento, ecc… I fogli possono essere scritti su entrambe le facciate, o su una sola, ad esempio per realizzare cartelloni e linee del tempo. I testi possono assumere insomma forme diverse: le pagine possono essere tenute insieme con varie tecniche di rilegatura, oppure si possono fare dei rotoli, come facevano molti popoli dell’antichità, i fogli possono essere composti su un grande cartellone, ecc…

I bambini devono sempre assumersi la responsabilità del compito che hanno intrapreso. Dobbiamo puntare alla qualità del lavoro del bambino, non alla quantità. Inoltre dobbiamo dare valore al processo più che al risultato. In effetti, in classe si svolge molto più lavoro di quello che appare poi in forma scritta. I genitori devono essere a conoscenza di questo, per comprendere meglio il metodo ed apprezzare il lavoro dei loro bambini.

Ora chiediamoci, analizzando la varietà dei testi scritti che i bambini possono produrre nella scuola primaria, perché i bambini scrivono? Perché sono interessati? Perché scrivere soddisfa la loro curiosità ed il loro spirito creativo? O perché la scrittura è un compito loro affidato?

Una volta che i bambini sono in possesso delle abilità e conoscenze necessarie alla scrittura, cosa scrivono?

I testi possono essere di varia natura. Nella scuola primaria i bambini si dedicano alla scrittura espositiva e a parlare dei propri sentimenti e delle proprie idee sia in prosa, sia in poesia. La prosa può assumere la forma di monologo, di testo descrittivo, o può essere un racconto di fantasia.

In linea di massima la composizione scritta si può dividere in due grandi tipologie:

  • Creativa (trasmissione su carta di pensieri originali)
  • Espositiva (registrazione di informazioni).

Scrittura e composizione nella scuola primariaSCRITTURA CREATIVA

Tutto il linguaggio è creativo, perché è sempre creazione dell’intelletto umano: il linguaggio è un dono che solo gli esseri umani possiedono. Il linguaggio è il veicolo di trasmissione dei pensieri. Nella scuola d’infanzia, la scoperta che il linguaggio può essere reso visibile porta ad un continuo sviluppo sia della lingua scritta, sia della lingua parlata. Questo sviluppo è il fondamento per tutto il lavoro che si svolgerà negli anni della scuola primaria.

Nella scuola d’infanzia, la comunicazione scritta dei propri pensieri agli altri è una componente importante del lavoro dei bambini. Un bambino può cominciare a raccontare qualcosa che è successo la sera prima. L’insegnate allora può dirgli: “Ti piacerebbe raccontarmelo con l’alfabeto mobile?”. Con questo invito ad utilizzare un’altra forma di comunicazione, si stabilisce un legame tra le due forme: il racconto del bambino può essere scritto e diventare visibile.

Quando il bambino è pronto, inizia a leggere spontaneamente ciò che compone con l’alfabeto mobile, ed in questa fase lo aiutiamo a scoprire che ora può conoscere anche il pensiero di altre persone.

L’esercizio dei comandi, che consiste nello scrivere frasi alla lavagna (o su foglietti di carta), davanti ai bambini, senza parlare, è di grande importanza. Se non parliamo, cioè se isoliamo il linguaggio scritto dal linguaggio parlato, il bambino percepisce in modo profondo il valore della scrittura come vero linguaggio.

Questa esperienza rappresenta il primo avviamento alla scrittura creativa. La scrittura creativa si realizza quando pensiamo in termini di “vi mostro qualcosa che prima non c’era, un pensiero che era nella mia mente e che ora, grazie alla mia scrittura, posso mostrarvi”.

Il modo migliore per preparare il bambino alla scrittura creativa è quello di leggergliene esempi ad alta voce, quindi di mettergli a disposizione una selezione di testi di qualità per la lettura autonoma. In questo modo i bambini avranno modelli cui ispirarsi.

Un modo per aiutare i bambini in difficoltà con la scrittura creativa, è quello di formare un gruppo e discutere insieme un argomento di loro interesse. Poi insieme si passa alla stesura di ciò che è stato detto: i bambini a turno suggeriscono una frase, che tutti scrivono sul loro foglio, con una bella calligrafia e dedicandosi poi alle decorazioni. Dopo aver fatto un po’ di pratica, vedrete la maggior parte dei bambini passare spontaneamente al lavoro individuale.

I bambini che presentano ancora incertezze, possono essere ulteriormente aiutati a livello individuale. Ci avviciniamo al bambino, raccontiamo una breve storia o diamo delle informazioni su un argomento che lo interessa, quindi invitiamo il bambino a ripetere a voce. Fatto questo lo invitiamo ad annotare ciò che ha detto.

Nella prima fase di composizione scritta, non bisogna preoccuparsi dell’ortografia: la scrittura del bambino non deve essere disturbata. Come spiegato meglio dopo, se ci sono errori grammaticali e di ortografia, l’insegnante deve tenerne nota per intervenire più tardi, con lezioni mirate. E’ invece importante che il lavoro finito sia il più bello possibile, scritto in una bella calligrafia e decorato.

La scrittura creativa implica delle responsabilità, perché finché un pensiero è solo mio, non può danneggiare gli altri, mente può farlo nel momento in cui si concretizza esprimendosi con parole o azioni.

Nella scuola primaria le esperienze di scrittura devono integrare tra loro due aspetti: la capacità di esprimere i propri pensieri, e la capacità di farlo in forma scritta, su carta.

In relazione alla scrittura creativa, premesso che tutta la scrittura lo è, i testi che i bambini possono produrre saranno dialoghi, testi teatrali, poesie, racconti, lettere. Consideriamo che tutto ciò che i bambini leggono influenza indirettamente il loro modo di scrivere, e quindi se praticheremo con loro la lettura a voce altra di testi letterari, la scrittura creativa sorgerà come conseguenza spontanea di questo lavoro.

La scrittura di storie di fantasia da parte dei bambini, può avvenire solo se i bambini ne hanno ascoltate e lette molte. Si può trattare di allegorie, fiabe, favole, miti e leggende: i bambini dovrebbero averne un patrimonio a disposizione, nella loro memoria. Queste storie di fantasia possono essere illustrate.

Un’altra forma di scrittura creativa riguarda lo scrivere lettere a qualcuno. Per questa forma di scrittura bisognerà insegnare a scrivere intestazioni, data, indirizzo, saluti e firma. Tra i supporti si scrittura presenti in classe, non dovrebbero mancare carta da lettera e buste.

Ci sono poi le descrizioni, che possono avere per oggetto qualsiasi cosa: una scena, un paesaggio, un animale, un oggetto, un quadro.

Quando i bambini iniziano a scrivere i loro racconti, scoprono che i loro personaggi hanno bisogno di parlare tra loro. E’ il momento di mostrare al bambino le regole del discorso diretto e indiretto. Per farlo possiamo usare alfabeti mobili di due colori diversi, oppure inchiostri di colore diverso: uno per il testo, uno per le parole dette dei personaggi. Le virgolette serviranno ad aprire e chiudere le parole riportate. Possiamo fare anche un gioco a coppie. Ogni bambino scrive con un colore diverso, con un alfabeto mobile, su un grande tappeto, una frase sua, in modo che insieme sviluppino un dialogo scritto, alternandosi. Dopo aver messo le virgolette all’inizio e alla fine di ogni frase, intervalliamo il discorso aggiungendo davanti alle frasi Marta ha detto, Giulio ha risposto, egli ha domandato, ecc… Dopo un po’ di esercizio, in coppia e individuale, i bambini possono approfondire questo lavoro inventando dialoghi tra due personaggi storici, oppure tra i personaggi di due romanzi diversi, che si incontrano.

La scrittura di testi teatrali è un altro tipo di scrittura creativa praticabile nella scuola primaria, che può avere per oggetto una festa o un evento storico, per iniziare. Dopo i 9 anni possono evolvere in racconti di fantasia.

Nella selezione dei testi da leggere a voce alta ai bambini, la poesia non dovrebbe mai mancare. Ascoltando molta poesia, i bambini imparano a sentire la varietà degli stili poetici, il metro e il ritmo, e imparano a cogliere le varie figure retoriche. I bambini hanno un senso poetico naturale, e noi possiamo aiutarli a sfruttarlo.

Scrittura e composizione nella scuola primariaSCRITTURA ESPOSITIVA

Per quanto riguarda il riportare fatti, i loro scritti possono riguardare definizioni, argomenti di storia, matematica, geometria, geografia, biologia, esperimenti scientifici, musica, arte, ed anche linguaggio (grammatica e sintassi, stile, ortografia, ecc…). Stimolare i bambini a scrivere definizioni proprie serve a sviluppare le loro capacità di ragionamento. Dopo l’esperienza e la pratica con un dato concetto, in una data materia, chiediamo ai bambini di scriverne la definizione con parole proprie. Per farlo i bambini possono consultare testi, oppure le carte delle nomenclature.

Oltre alle definizioni, la scrittura che serve a riportare fatti può consistere in istruzioni, rapporti, lettere, articoli giornalistici, elenchi, grafici, interviste, relazioni. Le relazioni possono riguardare un’uscita didattica, oppure il contenuto di un testo. Se la relazione riguarda un testo, non deve essere un lavoro di copiatura. Per questo dovremo insegnare al bambino come prendere appunti, come sintetizzare le informazioni e come sceglierle, di modo che la loro relazione sia personale.

Un lavoro importante e molto utile è la scrittura di un diario giornaliero. Sarà sufficiente predisporre, nell’arco della giornata, un tempo dedicato a questo. All’inizio dieci minuti saranno sufficienti, poi, nel corso dell’anno, possono estendersi a venti o trenta. Per favorire la scrittura del diario bisognerà fornire i bambini di un quaderno apposito per la scrittura del diario; mostrare ai bambini come scrivere la data; suggerire argomenti ai bambini che ne hanno bisogno; incoraggiarli ad essere chiari senza correggere l’ortografia o la sintassi, a meno che non il bambino stesso non li indichi per primo; se necessario; se necessario, chiedere al bambino di scrivere un numero minimo di frasi al giorno; leggere ai bambini brani di giornali e diari di personaggi famosi.

Nella scuola primaria l’aula è prima di tutto un luogo di ricerca. I bambini discutono, registrano per iscritto, fanno relazioni, traggono piacere dalla scrittura. Una tipologia di scrittura espositiva molto praticata nella scuola primaria riguarda le attività di ricerca. Questo tipo di scrittura riguarda la capacità di registrare informazioni, più che l’immaginazione. Per le loro ricerche, i bambini hanno a disposizione enciclopedie, dizionari, nomenclature, internet, saggi, ecc… Le loro ricerche possono portare alla realizzazione di cartelloni, pergamene, fascicoli o libretti. Prima di avviare il lavoro di ricerca, bisogna mostrare ai bambini come trovare le informazioni e come registrarle. I bambini devono imparare a prendere appunti e scrivere le parole chiave che possono guidarli poi nella stesura del testo con parole proprie. Un modo per farlo è quello di dare loro un breve testo, farlo leggere, poi chiedere loro quali erano nel testo le parole importanti.

Bisognerebbe parlare ai bambini del concetto di plagio, e motivarli a non copiare le frasi dai libri, ma ad elaborarle parafrasandole.

Nell’impostare il loro lavoro di ricerca, i bambini devono scegliere il modo in cui vogliono mostrare il loro lavoro agli altri. L’insegnante deve essere sempre disponibile ad aiutare i bambini con i suoi consigli, che possono riguardare la grafica, il taglio, la misura, la titolazione.

Scrittura e composizione nella scuola primaria

Già dai primi racconti sulle origini della scrittura, possiamo suggerire ai bambini argomenti di ricerca, tenendo presente che, quando arrivano alla scuola , provano un forte interesse per i fatti del mondo, ma non sono hanno ancora tutti gli strumenti per esplorarli in modo autonomo, quindi avranno bisogno dei nostri suggerimenti su cosa e dove cercare. Dovremo insegnare ai bambini come condurre le loro ricerche e come registrare le informazioni, come lavorare in collaborazione con gli altri, senza violare il loro desiderio di sapere sempre di più, di sentirsi capaci, di condividere con gli altri ciò che imparano.

Man mano che le abilità dei bambini crescono, le loro ricerche si faranno sempre più sofisticate e complesse.

Gli argomenti di ricerca che si possono aprire man mano che raccontiamo le storie che fanno parte della quarta lezione cosmica, che come abbiamo detto è in genere il primo argomento di ricerca dei bambini nella scuola primaria, possono ad esempio riguardare:

  • Le pitture rupestri: dove, cosa e quando gli uomini di Lascaux intendevano comunicare
  • Scrittura cuneiforme: i bambini possono arricchire la ricerca con loro riproduzioni su argilla
  • Le prime scritture non alfabetiche nel mondo (nativi americani, Isola di Pasqua, ecc…)
  • Confronto tra i pittogrammi di diverse culture arcaiche
  • Gli ideogrammi cinesi e giapponesi
  • I geroglifici egizi
  • La storia della Stele di Rosetta
  • Gli alfabeti greco, latino, etrusco
  • L’invenzione della carta
  • La storia della stampa
  • I diversi strumenti di scrittura (cannucce, stili, penne d’oca, ecc…)
  • I diversi supporti alla scrittura (pietra, argilla, papiro, pergamena, carta).

Questi argomenti sono solo degli esempi, ma non devono essere intesi come un elenco di argomenti da distribuire tra tutti i bambini. Possiamo tenerne conto come suggerimenti da dare a quelli che necessitano di idee, ma più di frequente sono i bambini stessi ad ispirarsi a vicenda.

Inoltre tutti questi argomenti hanno legami con altre materie di insegnamento, e dobbiamo stimolare i bambini ad esplorarli anche in questo senso creando legami tra lingua e storia, lingua e biologia, lingua e geografia, lingua e arte, lingua e matematica, e così via.

Dobbiamo soprattutto fare in modo che l’interesse dei bambini per la scrittura non si affievolisca mai, e che essi desiderino non solo scrivere, ma scrivere bene, e che desiderino continuare a farlo.

Tornando alla quarta grande lezione, altri argomenti interessanti potrebbero essere:

  • L’araldica, che risulta particolarmente interessante dopo i 9 anni: colori e stemmi delle squadre sportive, gli scudi dei cavalieri, gli stemmi delle famiglie nobili, delle corporazioni, ecc… I bambini amano progettare il proprio simbolo araldico, scegliendo elementi che li rappresentino. Questi simboli sono molto importanti, perché li rappresentano come individui. I bambini più grandi potranno fare ricerche più approfondite sulla simbologia araldica ed approdare a ricerche in campo storico: perché questi simboli erano così importanti? Quante persone sapevano leggere e scrivere a quel tempo? Chiaramente, l’araldica era una forma di comunicazione scritta.
  • Le rune: originarie della Scandinavia, erano scritte su ramoscelli di alberi, ed esse stesse avevano l’aspetto di ramoscelli. Quando ebbero il loro maggiore sviluppo? Chi le ha utilizzate, in altre versioni?

Un’estensione interessante della quarta grande lezione è la cura della calligrafia. Tutte le storie che raccontiamo ai bambini hanno lo scopo di stimolare il pensiero e sostenere lo sviluppo delle loro capacità intellettive, ma non devono trascurare l’aspetto pratico-manuale. Lavorando alle abilità di scrittura, non possiamo trascurare il fatto che i bambini non devono solo scrivere con piacere, in modo chiaro e senza errori di ortografia e sintassi, ma la scrittura deve essere anche bella e leggibile. Generalmente, quando i bambini piccoli imparano a scrivere a mano, la loro scrittura è molto bella e curata, ma quando diventano più grandi possono perdere interesse nei riguardi dell’aspetto estetico.

La pratica della calligrafia richiede alcune competenze di base, che vanno acquisite col tempo. Ci sono molti modi per rimuovere gli ostacoli che possono opporsi alla bella scrittura.

Il primo consiglio è quello di scegliere con attenzione lo strumento di scrittura, perché lo strumento determina la qualità. E’ bene stabilire coi bambini quali strumenti si utilizzeranno in classe, e quali no.  Per coltivare la bella scrittura bisogna evitare le penne a sfera, perché sono progettate per velocizzare, mentre noi abbiamo bisogno di rallentare lo scorrere della mano sul foglio. Sarebbe dunque bene scrivere con la penna stilografica (possibilmente più penne con colori di inchiostro diversi) e con matite morbide.

Come regola generale, i pennarelli non dovrebbero esser usati per scrivere (a meno che non si tratti di preparare didascalie per i cartelloni).

Mentre i bambini imparano le diverse regole di uso della punteggiatura e delle lettere maiuscole, possono usare diversi colori per evidenziare questi elementi, ad esempio scrivendo tutte le maiuscole di un colore, tutti i segni di interpunzione in un altro, ed il testo in un terzo colore. Questi piccoli espedienti aiutano il bambino ad aver cura della loro scrittura ed a trarre piacere dalla bellezza delle loro pagine scritte.

Dobbiamo stimolare la decorazione delle pagine con cornicette e abbellimenti, composizione artistica dei titoli, disegni al termine del testo scritto o che incornicino le pagine. Le cornicette non devono essere scarabocchi, ma devono seguire le righe o i quadretti, e vanno insegnate. Per realizzarle i bambini possono usare le matite colorate, e all’inizio possiamo fornire loro dei modelli da copiare. Al termine dei loro lavori, i bambini avranno qualcosa da mostrare agli altri con orgoglio. Si tratta di un insegnamento importante, che possiamo chiamare “formazione estetica”: diamo ai bambini gli strumenti per rendere il mondo più bello per tutti, a cominciare dal proprio lavoro.

I bambini dovrebbero essere incoraggiati ad utilizzare inchiostri colorati, matite colorate per decorazioni e cornicette, curare la grafica, inserire disegni, grafici e tabelle. Più decorano il loro lavoro, più ne saranno soddisfatti, perché a questa età i bambini hanno una forte tendenza all’auto valutazione e tendono alla perfezione.

Coltiviamo le tecniche di illustrazione. L’illustrazione aiuta i bambini a impegnarsi per rendere il proprio lavoro bello e interessante. Si comincia con i bambini piccoli, quando hanno appena imparato a scrivere. Dopo che hanno composto la loro frase, li incoraggiamo a disegnare un’istantanea di ciò che hanno scritto. Possiamo introdurre poi le tecniche di disegno, ma in primo luogo dovremo incoraggiare la capacità naturale del bambino. Il disegno dovrebbe essere a mano libera, ad eccezione (non sempre) delle mappe relative alla storia ed alla geografia.

Maria Montessori ha detto che dobbiamo coltivare in ogni bambino un occhio che vede ed una mano che obbedisce.

Il disegno può essere usato anche per prendere appunti, soprattutto nel periodo in cui il bambino non ha sviluppato sufficienti abilità di scrittura: ad esempio si può disegnare ciò che si vede durante un esperimento scientifico, una lezione di biologia o di geografia, e in tutte le occasioni che si prestano a schizzi ed illustrazioni scientifiche.

Le illustrazioni possono comprendere una vasta varietà di formati: possono essere a piena pagina, oppure sopra sotto a lato del testo. Possono essere poste ad intervalli lungo il testo, possono essere usate per le copertine e per iniziare e terminare una composizione. Nessun lavoro scritto dovrebbe essere considerato concluso, se non è illustrato.

Un modo per mantenere viva l’attenzione verso la bellezza dei segni è quello di presentare ai bambini nuovi caratteri di scrittura: italico, gotico, da esercitare con inchiostro e pennino.

E’ molto interessante anche la riproduzione e l’invenzione di lettere miniate, sul modello dei manoscritti medioevali.  Per i bambini più piccoli può trattarsi semplicemente di decorare con colori vivaci la prima lettera all’inizio di ogni pagina, mentre dopo i 9 anni i bambini possono essere interessati alla storia delle lettere miniate. Questa attività può essere introdotta semplicemente chiedendo ai bambini di disegnare l’iniziale del proprio nome su di un manifesto decorandola con gli oggetti preferiti ed i simboli che descrivono preferenze, gusti, tratti della personalità.

Scrittura e composizione nella scuola primariaLA CURA DELL’ORTOGRAFIA

Il lavoro di sostegno alle capacità di scrittura dei bambini, nella scuola primaria, è molto articolato.

Lo studio della grammatica e della sintassi riveste grande importanza. Il materiale più interessante per i bambini è rappresentato dalle scatole grammaticali, soprattutto dopo gli 8 anni. Insieme al lavoro con materiali per l’analisi logica, sono strumenti preziosi per valutare le relazioni sintattiche tra le parole, e le sfumature stilistiche. Di grande importanza sono anche le carte dei comandi che introducono le parti del discorso e le loro classificazioni, e che contribuiscono indirettamente alla comprensione del linguaggio da parte del bambino ed al miglioramento della scrittura.

L’esperienza dimostra che, dopo aver presentato ai bambini i primi cartellini dei comandi, si verifica in classe l’esplosione di una nuova attività. I bambini desiderano continuare a scrivere comandi per gli amici, ne inventano e li leggono ai loro compagni, chiedono loro di interpretare i comandi che hanno scritto.

Se la frase non è scritta in modo corretto, l’errore si rileva automaticamente, e il bambino che ha scritto il comando vede eseguire davanti a sé un’azione diversa da quella che aveva in mente. Capisce così di avere espresso il suo pensiero in modo scorretto o inadeguato, e si mette spontaneamente al lavoro per correggere l’errore.

Lo studio della parola può iniziare molto presto e procedere parallelamente all’uso delle scatole grammaticali, con classificazioni e ricerca dell’etimologia delle parole. In questo modo si amplia il vocabolario e si perfeziona l’ortografia, perché spesso lo studio della parola aiuta i bambini a comprendere le regole ortografiche.

Esaminare le frasi attraverso l’analisi logica guida i bambini verso una maggiore comprensione della struttura del linguaggio. L’analisi logica è una palestra di ragionamento, perché porta a capire come parole o gruppi di parole funzionano all’interno della frase. E’ bene incoraggiare i bambini a scrivere da soli le frasi da analizzare, dando così loro la possibilità di conoscere la struttura dei propri scritti. Quando invece analizzano frasi prese dalla letteratura, vedono come gli scrittori hanno scelto di esprimersi, e possono esaminare la semplicità o complessità delle loro frasi.

Dopo i 9 anni è bene aggiungere al materiale a disposizione in classe alcuni buoni testi di grammatica, che i bambini possono consultare per approfondire gli argomenti e fare ricerche. Offrendo una varietà di manuali, possono scoprire differenze e comprendere che nella grammatica, come in tutti gli altri campi del sapere, non sempre gli esperti sono d’accordo tra loro.

Il lavoro sull’ortografia deve tenere presente che non deve interferire con l’espressione personale del bambino, dobbiamo trattare l’ortografia separatamente dai contenuti. Per fare questo bisogna osservare le produzioni scritte del bambino e notare quali errori compie. Dopo l’osservazione possiamo pianificare gli interventi individuali e presentare le lezioni necessarie al superamento dell’ostacolo. Piccoli gruppi di bambini con la stessa difficoltà possono essere uniti in gruppo.

I bambini devono sempre essere consapevoli del fatto che stanno scrivendo per condividere qualcosa o tenere traccia di qualcosa per se stessi e per gli altri, o anche semplicemente per la gioia di scrivere.

Per correggere gli errori ortografici possiamo predisporre vari esercizi. Ad esempio possiamo mostrare al bambino una parola scritta su un cartellino, farla leggere, poi capovolgerla e farla riprodurre con l’alfabeto mobile. Oppure i bambini possono dettarsi delle parole a vicenda, utilizzando carte delle nomenclature predisposte appositamente.

Possiamo anche appendere in aula elenchi di parole e tabelle. Chiediamo ai bambini di andare al muro, leggere una parola, memorizzarla, tornare al loro banco e comporla con l’alfabeto mobile o su un cartellino. Se si dimentica la parola, può tornare a leggerla. Questo non è un semplice lavoro di copiatura, perché allena anche la memoria. Al termine del lavoro il bambino porta l’elenco che ha riprodotto al suo banco, e controlla il suo lavoro.

Anche il materiale per lo studio della parola, ad esempio quello per il singolare e il plurale, può essere molto utile per spiegare le regole ortografiche. Prima presentiamo la regola generale, poi isoliamo ed affrontiamo una ad una le eccezioni.

Un altro strumento utile è quello di predisporre coi bambini dei dizionari ortografici individualizzati, cioè rubriche in cui ogni bambino raccoglie le parole difficili o che trova più interessanti, in ordine alfabetico. Ogni volta che il bambino chiede aiuto all’insegnante circa l’ortografia corretta di una parola, egli gli consiglierà per prima cosa di controllare se la parola non sia già presente nella sua rubrica.

I bambini possono usare le parole presenti nelle loro rubriche anche per lavori di dettatura in coppia. Trovi qui molti dettati ortografici tra i quali scegliere.

I bambini accolgono l’ortografia come una sfida ed hanno piacere nel cimentarsi con parole sempre più difficili. Per alcune delle più comuni difficoltà ortografiche ho preparato queste carte delle nomenclature.

E’ importante insegnare ai bambini anche la divisione in sillabe, per andare a capo correttamente. Trovi qui alcune carte auto correttive per esercitare la divisione in sillabe.

Scrittura e composizione nella scuola primariaLA CURA DELLA PUNTEGGIATURA

Nella scuola primaria, naturalmente, si affronta anche la punteggiatura. Quando i bambini scrivono le loro prime frasi con gli alfabeti mobili, nella scuola d’infanzia, hanno imparato a porre il punto fermo al termine della frase.  Questo punto indica che il pensiero è completo. Nella scuola primaria il lavoro prosegue e si insegna ai bambini a dividere i loro elaborati in periodi. Introduciamo anche tutti gli altri segni di punteggiatura. Questi segni migliorano la chiarezza espositiva, e devono essere introdotti con brevi lezioni date a piccoli gruppi.  Mentre i bambini scrivono le loro storie o le loro relazioni, suggeriamo loro di usare matite con colori diversi per ogni tipo di segno di interpunzione che utilizzano.

Portiamo all’attenzione dei bambini anche l’uso delle maiuscole. Anche le maiuscole servono a conferire chiarezza ai testi, e inizialmente possiamo consigliare ai bambini di scriverle con un colore di inchiostro diverso da quello utilizzato per le minuscole.

Il sistema più efficace per rendere i bambini consapevoli del grande contributo che l’uso della punteggiatura offre, consiste nel preparare un breve testo senza segni interpunzioni e maiuscole e provare a leggerlo tutto di un fiato, poi mostrarlo ai bambini. Fatto questo, i bambini proveranno a inserirli.

Scrittura e composizione nella scuola primariaLA CURA DELLO STILE

Un modo particolarmente efficace di lavorare allo stile di scrittura dei bambini, è la pratica costante della lettura ad alta voce da parte dell’insegnante. Queste letture devono essere frequenti, dedicando tempo anche alla presentazione dell’autore ed alla discussione. I bambini si sentono spesso stimolati a scrivere storie simili a quelle che hanno ascoltato, o ad utilizzare uno stile simile. La lettura aiuta moltissimo i bambini a scrivere correttamente, perché i buoni lettori sono spesso anche scrittori accurati: hanno creato immagini mentali e classificazioni delle parole che hanno visto molte volte. Grazie alla lettura i bambini formano il loro orecchio per la lingua.

Non bisognerebbe sforzarsi di insegnare al bambino a leggere dai libri. Egli dovrebbe semplicemente sentirsi libero di accedere ai libri presenti in aula, e viene incoraggiato a lavorare con i bambini che leggono meglio ed interagire con i bambini che stanno svolgendo delle ricerche. In questo modo, quelli che ancora sono insicuri nella lettura, possono partecipare ad un progetto di ricerca in veste di illustratori.

Uno dei nostri obiettivi più importanti, nella composizione scritta, è che il bambino sviluppi uno stile di scrittura personale. Per stimolare i bambini a notare che ognuno scrive con uno stile proprio, possono essere utili i simboli grammaticali: qualcuno usa molti aggettivi, qualcuno frasi molto lunghe, ecc… Il bambino deve anche sentire che la scrittura è una forma d’arte, che egli può padroneggiare, e deve sapere che il compito dell’arte è quello di mantenere l’uomo in contatto con i suoi sentimenti.

Il programma di insegnamento della lingua nella scuola primaria

Il programma di insegnamento della lingua nella scuola primaria

Lo studio della lingua nella scuola primaria Montessori comprende:
1. Storia della scrittura e del linguaggio orale (quarta grande lezione)
2. Grammatica e sintassi
3. Composizione scritta
4. Linguaggio parlato
5. Letteratura
6. Attività di ricerca

Il programma di insegnamento della lingua nella scuola primaria

1. Storia della scrittura e del linguaggio orale (quarta grande lezione)

Nella scuola d’infanzia, il bambino è stato coinvolto nei fatti della lingua, che ha potuto esplorare sensorialmente. Ma poiché adesso le caratteristiche psicologiche sono cambiate, non possiamo mantenere lo stesso approccio. Il nostro compito, ora, è quello di aiutare il bambino ad esplorare le cause che stanno dietro ai fatti.
Nello studio della lingua, cominciamo con le grandi storie cosmiche, per fare appello alla fantasia del bambino. Egli è già in grado di leggere e scrivere, e noi possiamo usare il linguaggio per l’esplorazione delle origini e dello sviluppo del linguaggio, nonché della vita dell’uomo nel nostro universo.
L’arricchimento del vocabolario, la scrittura, la lettura, l’analisi grammaticale e l’analisi logica sono già state presentate, in germe, nel periodo della scuola d’infanzia, ma nella scuola primaria verranno trattate in modo diverso, diventando elementi inseriti nella storia dell’uomo.
Quando il bambino entra nella scuola primaria, psicologicamente si distacca dai suoi primi ambienti (casa, scuola d’infanzia) e si rivolge alla società al fuori di essi. E’ lo sviluppo di questa società che ha reso possibile lo sviluppo della lingua.
La quarta grande lezione ha per oggetto le origini della scrittura (pitture rupestri, scritture prealfabetiche, alfabetiche, sviluppo dei simboli scritti, calligrafia), le origini del linguaggio, e le origini della lingua italiana, con particolare attenzione all’etimologia delle parole.
Grazie alla sua fantasia, il bambino segue con interesse la storia delle origini della lingua, in particolare della sua. Apprezzerà molto anche la storia della scrittura, dei supporti usati nel corso del tempo dai vari popoli, l’evoluzione della scrittura dai pittogrammi al computer, l’invenzione della carta e della stampa.

Il programma di insegnamento della lingua nella scuola primaria

2. Grammatica e sintassi
Per parlare e scrivere in modo chiaro, il bambino deve capire le regole della grammatica e della sintassi, ma queste regole non devono essere fornite come un esercizio noioso. Dovrebbero essere date come arte della storia che si è sviluppata nel tempo. In questo modo, le ragioni storiche diventano una risposta alle difficoltà di ortografia, alle parole irregolari, e alle eccezioni alle regole. Il bambino, guidato in questo percorso, si renderà conto di quanto il linguaggio sia interessante, perché noi la applichiamo alla vita e non agli esercizi che stanno in un libro di grammatica.

Gli argomenti di grammatica e sintassi trattati nella scuola primaria sono:

  • Studio della parola
  • Studio delle parti del discorso
  • Analisi logica e del periodo.

Il programma di insegnamento della lingua nella scuola primaria

Nello studio della grammatica nella scuola primaria riconosciamo tre stadi o livelli:

  • 1° stadio: esercizi con i simboli grammaticali;
  • 2° stadio 2: esercizi con i cartellini dei comandi;
  • 3° stadio: esercizi con le scatole grammaticali

Lo studio della lingua è anche esercizio di lettura. Se il bambino desidera analizzare le parti del discorso, infatti, avrà bisogno di leggere. Questo è ciò che Maria Montessori chiama lettura totale.
Per tutti i materiali strutturati per lo studio della lingua, facciamo leva sul senso sociale del bambino, stimolando il lavoro in coppie o gruppi, soprattutto con le scatole grammaticali e i cartellini dei comandi. La lingua deve essere presentata con fantasia, se vogliamo interessare il bambino. Egli non deve subire regole di grammatica, sintassi e ortografia, ma piuttosto deve comprendere le ragioni di queste regole particolari, ed acquisire, applicando queste regole, le abilità di scrittura indispensabili a registrare e notificare. Il bambino deve scoprire tutto ciò che si può fare con linguaggio.
La proposta di Maria Montessori riconosce al bambino la capacità di cogliere visioni di insieme, sia pure non troppo vaste. Nella Psicogrammatica (grammatica come aiuto allo sviluppo psichico) si comincia con la famiglia del nome (articolo, nome, aggettivo: sintagma nominale), per passare poi alla famiglia del verbo (sintagma verbale) composta da verbo, avverbio, pronome. I legami dinamici tra le due famiglie avvengono grazie ai tre aiutanti (preposizione, congiunzione, interiezione).
È evidente in Maria Montessori la scelta consapevole di termini come famiglia o aiutante, direttamente comprensibili al bambino, termini vicini al suo mondo affettivo e tuttavia aderenti alla funzione linguistica esatta.
Nella scuola d’infanzia presentiamo i simboli per mostrare che le parole hanno delle funzioni diverse all’interno della frase, mostriamo cioè che le parole cambiano, ma i modelli di funzionamento rimangono gli stessi.
Nella scuola primaria, i simboli grammaticali servono a rendere concreto ciò che è astratto, aiutano i bambini a scoprire la funzione delle parole e a classificarle. La scoperta della funzione avviene in modo spontaneo, e questa preparazione indiretta all’analisi grammaticale è una base forte, a cui aggiungiamo gradualmente nuove scoperte, arrivando a gradi superiori di conoscenza della grammatica.

Il programma di insegnamento della lingua nella scuola primaria

3. Composizione scritta
Dal momento che una gran parte del lavoro nella scuola primaria consiste nel notificare e registrare, abbiamo bisogno di aiutare il bambino a scrivere in modo chiaro e preciso.
Dobbiamo aiutarlo a prendere appunti e a scrivere queste note in modo immaginativo. Se il bambino non è abituato a illustrare il suo lavoro con immagini o disegni, o non è abituato alla decorazione, dovremo mostrargli come svolgere il suo lavoro in modo che sia piacevole dal punto di vista artistico, per far sì che ne sia soddisfatto. In questo modo il lavoro scritto non diventa solo un compito, ma un’opera d’arte.

La composizione scritta riguarda:
– libera espressione: immaginativa e fattuale
– esercitazioni pratiche: forma e contenuto, segni di interpunzione, divisione in sillabe, scrittura a mano, illustrazione e decorazione
– relazioni scritte
– scrittura di lettere
– poesia
– teatro
– dialoghi
– studio ed esercizi di stile.

Il programma di insegnamento della lingua nella scuola primaria

4, Linguaggio parlato
I bambini dovrebbero essere incoraggiati a parlare e conversare tra loro. Bisogna inoltre coltivare l’abilità di parlare in pubblico, riportare le proprie osservazioni, presentare il proprio lavoro agli altri.  Le abilità linguistiche si esercitano con:
– discorsi
– discussioni e dibattiti
– rapporti
– recitazione
– dialoghi
– teatro.

Il programma di insegnamento della lingua nella scuola primaria

5. Letteratura
Nella scuola d’infanzia i racconti letti ai bambini vertono preferibilmente su storie relative alla vita quotidiana. Nella scuola primaria bisogna invece offrire una grande varietà di racconti, e non soltanto storie vere. I bambini, a questa età, cominciano ad apprezzare miti e storie d’avventura.
La biblioteca di classe non deve però essere troppo ricca, perché i bambini deve essere stimolato a ricercare al di fuori della scuola il materiale di lettura. E’ importante che i libri siano letti per il piacere di leggere, e non per essere analizzati.
Gli studenti dovrebbero avere la possibilità di leggere molto e di discutere delle loro letture, esprimendo piacere o antipatia. Gli scrittori possono essere inseriti nel loro contesto storico e sociale.

Le attività di lettura riguardano:
– libri letti dai bambini (libreria di classe e biblioteca pubblica)
– storie e poesie lette dall’insegnante
– lettura interpretata
– biografie di scrittori
– linee del tempo della letteratura
– storia della letteratura italiana.

Il programma di insegnamento della lingua nella scuola primaria

6. Attività di ricerca
Le attività di ricerca sono una costante nella scuola primaria, e si intensificano verso la fine, dai 9 ai 12 anni.

In questa presentazione schematica del lavoro sulla lingua nella scuola elementare, consideriamo che tutti gli argomenti elencati si sviluppano non uno dopo l’altro, ma in parallelo.
Non ci sono età fisse per ogni lavoro.
Quando si presenta un argomento nuovo ad un bambino, egli può andare avanti, se vuole, ma non è tenuto a farlo.
L’insegnante deve assicurarsi di presentare alcuni argomenti chiave relativi allo studio della lingua, argomenti che forniscono la base per il progredire delle conoscenze. Fatto questo, un gruppo di bambini può seguirne un aspetto, un altro gruppo un altro. L’insegnante deve osservare questo lavoro, ed inserire le presentazioni dei materiali ai quali la classe non sta lavorando.  Dopo le presentazioni, dovrebbe dare suggerimenti per sostenere il lavoro dei bambini, fino a quando essi non avranno le idee chiare su cosa fare.

Nella scuola d’infanzia i bambini raggiungono un grado di sviluppo in cui scrivono parole e frasi, e leggono cartellini dove sono descritte azioni che essi interpretano praticamente, mostrando così di averle comprese.
Il materiale per l’apprendimento della scrittura e della lettura consiste in due alfabeti mobili: uno più grande, con le vocali e le consonanti di due colori diversi, ed uno più piccolo in un colore unico.
Tuttavia il grado di sviluppo non è ancora ben determinato: si potrebbe dire che i bambini hanno fissato i meccanismi della scrittura e della lettura, e si avviano verso uno sviluppo intellettuale di queste conquiste. E’ una via aperta al progresso che si realizzerà nella scuola primaria, quando la mente può servirsi dei meccanismi della lettura e della scrittura.

Il programma di insegnamento della lingua nella scuola primaria

Nella scuola primaria cominciamo col presentare un terzo alfabeto mobile, con le lettere molto più piccole, e in corsivo. In questo alfabeto ci sono 20 esemplari di ogni lettera, mentre prima ce ne erano 4; inoltre ci sono tre alfabeti completi: uno bianco (gesso), uno nero(inchiostro nero), uno rosso(inchiostro rosso). Quindi abbiamo 60 esemplari per ogni lettera dell’alfabeto. Sono inclusi anche tutti i segni di interpunzione: punto, punto e virgola, virgola, accento, apostrofo, punto esclamativo e punto interrogativo. Le lettere sono fatte di cartoncino rigido.

Altri esemplari portano invece lettere dell’alfabeto secondo la forma dello stampato, e sono disposte nel casellario secondo l’ordine in cui sono le lettere dell’alfabeto nelle macchine da scrivere.

Gli usi di questo alfabeto sono molteplici. L’esercizio è noto, perché gli alfabeti mobili sono già stati usati nella Casa dei Bambini. In relazione all’apprendimento dei nomi, usiamo quindi un metodo già usato, il metodo oggettivo, con esercizi pratici. Ma perché dovremmo limitarci al nome? Il nome non è che una delle parti del discorso, come l’aggettivo, il verbo, ecc. Se c’è un metodo che ci permette di imparare in modo semplice cos’è un nome, possiamo utilizzarlo anche per le altre parti del discorso.

Quando poniamo un cartellino con una parola su un oggetto corrispondente, il bambino sa già distinguere il nome da ogni altra parte del discorso.  Ha imparato a farlo in modo intuitivo. Il primo passo verso la grammatica è stato fatto.

Il bambino ha costruito tutte le sue parole con l’alfabeto mobile, ed ha inoltre scritto queste parole. Si è così esercitato in due attività preparatore: si è preparato all’analisi dei suoni, e si è preparato all’analisi delle parole nel loro significato  (il processo di apprendimento della lettura è spiegato in dettaglio nel libro “Il Metodo Montessori”).

Procedendo alla classificazione delle parole distinguendo il nome da tutte le altre parole, faremo un grande passo verso la comprensione dell’analisi grammaticale, come l’alfabeto tattile è stato il primo passo verso l’analisi della parola. Dobbiamo solo portare il processo un passo avanti, e forse arriveremo al “discorso analizzato per intero”.

E’ una semplice questione di continuità all’interno di un processo unitario. L’impresa può sembrare azzardata. Non importa. Quell’orribile grammatica, quell’orribile spauracchio, non è così terribile se diventa un appassionante esercizio, e se è accompagnata da una guida amorevole che porta il bambino lungo piacevoli sentieri alla scoperta di cose che ha effettivamente svolto.

Quanto diversa sembrerà la grammatica ai nostri piccoli studenti, se invece di essere un crudele assassino che spezza la frase in pezzetti, diventa un’amorevole ed indispensabile aiuto nella costruzione e nel collegamento delle parole tra loro nel discorso.

L’analisi dei suoni, che nel nostro metodo porta alla scrittura spontanea, non è adatto per tutte le età. Si applica quando il bambino ha quattro anni, quattro anni e mezzo. Allo stesso modo lo studio analitico delle parti del discorso, non è adatto a bambini di qualsiasi età. E’ il bambino tra i cinque ed i sette anni che è un amante delle parole, ed a questa età mostra una predisposizione per questo studio.

L’idea che l’analisi deve essere preceduta dalla composizione è un pregiudizio. Solo le cose prodotte dalla natura devono essere analizzate prima di poter essere comprese.
La violetta, ad esempio. Si trova perfetta in natura. Noi per studiarla dobbiamo strappare i petali, sezionare il fiore, osservare la sua crescita. Ma volendo creare una violetta artificiale, dobbiamo fare l’opposto. Dobbiamo preparare gli steli uno ad uno, quindi lavorare ai petali, ritagliarli, colorarli e stirarli uno ad uno. E si prova un grande piacere in ognuna di queste singole operazioni, che convergono infine nella creazione di un grazioso fiorellino artificiale.
La costruzione di una casa è un processo analitico. La persona che costruisce la casa la conosce nei più piccoli dettagli ed ha un’idea precisa della sua costruzione, idea che non ha chi la demolisce. Questo perchè, prima di tutto, il processo di costruzione richiede molto più tempo della demolizione. Ma, oltre a questo, il costruttore ha un punto di vista diverso del demolitore.

Il periodo sensibile per la lingua si presenta tra i 6 e gli 8 anni di età. In questa fase il bambino è interessato a capire il linguaggio e le sue componenti: le parole, il loro significato, la loro funzione, e le loro relazioni reciproche.

I materiali montessoriani applicano il principio dell’isolare le difficoltà, per esplorare singolarmente gli elementi del linguaggio.

Il programma di insegnamento della lingua nella scuola primaria

Osservazioni sul linguaggio nella scuola d’infanzia

Osservazioni sul linguaggio nella scuola d’infanzia

Nella scuola d’infanzia, che in ambito montessoriano è detta “Casa dei bambini”, i bambini si costruiscono un vocabolario piuttosto ricco; compongono in forma scritta, con le lettere smerigliate e con gli alfabeti mobili,  i loro pensieri, sentimenti, idee, rendendoli visibili agli altri; scoprono cosa pensano gli altri leggendo le composizioni dei compagni; scrivono sui cartellini le loro prime frasi, imparano a leggere frasi.

Nella scuola primaria, la conoscenza innata del linguaggio diventa consapevole, e gradualmente il bambino impara come funziona la lingua. Un modo concreto per esplorare la lingua è l’analisi grammaticale; questa attività mostra al bambino che la lingua segue delle leggi, è un qualcosa di internamente strutturato ed ordinato.

Il bambino arriva nella Casa di bambini con un linguaggio formato, ed è compito dell’insegnante dargli le chiavi che gli permetteranno di usare questo linguaggio per esplorare il mondo da un punto di vista sensoriale. Basandosi su ciò che il bambino ha acquisito inconsciamente negli anni precedenti, l’insegnante focalizza la sua attenzione su alcuni punti particolari. Fatto questo, il linguaggio del bambino continua a svilupparsi da sé, e diventa sempre più funzionale.

Prima dell’ingresso nella scuola d’infanzia, il linguaggio del bambino si è sviluppato nel periodo della mente assorbente, durante il periodo sensibile per la lingua, in risposta al bisogno di comunicare, esplorare, far parte del gruppo. Questo apprendimento è derivato direttamente dagli stimoli che ha ricevuto dall’ambiente. Il bambino ha la capacità innata di acquisire il linguaggio a cui è esposto, e lo fa coinvolgendo gli organi di senso, il sistema nervoso centrale, la laringe, il diaframma ed i muscoli intercostali, i muscoli della bocca e del viso; tutti questi elementi ha un proprio ruolo, infatti, nella produzione del linguaggio.

Nei destrimani l’emisfero destro governa l’attenzione al linguaggio umano, la pronuncia, la ricerca di associazioni e significati del lessico e della sintassi, mentre l’emisfero sinistro si occupa dell’intonazione e del ritmo. Le aree cerebrali deputate alla produzione linguaggio coordinano il tutto. Ma mentre queste aree esistono fin dalla nascita, i bambini hanno bisogno di essere stimolati dall’ambiente per imparare a renderle funzionali.

Osservazioni sul linguaggio nella scuola d’infanzia

Il bambino molto piccolo acquisisce una grande quantità di elementi linguistici passivamente, attraverso la mente assorbente. Inconsciamente si sforza di imitare il comportamento delle persone che lo circondano. Per questo ha bisogno di sentire attorno a sé un linguaggio ricco e chiaro. Rinforza i muscoli della fonazione producendo i primi suoni.

Le basi dell’acquisizione del linguaggio sono universali e si possono sintetizzare in due fasi:

  • Fase prelinguistica (da 20 settimane a un anno di età)
  • Fase linguistica (da 1 a 3 anni di età).

Nella comunicazione orale, il bambino non riceve singole parole, ma parole in relazione tra loro. L’attività del bambino nei primi due anni e mezzo di vita è orientata a formare la lingua orale. Il suo orecchio è attratto dai suoni prodotti dagli esseri umani, che egli è in grado di distinguere da tutti gli altri suoni dell’ambiente. A tre mesi i bambini girano la testa verso le voci che sentono, mentre a sei mesi comincia la produzione di suoni sillabici che preparano i muscoli a parlare la lingua madre. Questa capacità permette al bambino di prendere ciò che gli è necessario per fissare la propria lingua.

In classe si dovrebbe incoraggiare l’espressione spontanea. Si devono creare opportunità per i bambini di parlare con gli altri e portare avanti conversazioni. Ciò non deve avvenire con lezioni di gruppo o presentazioni. Dovrebbe avvenire naturalmente.

Ciò che il bambino dice deve essere ascoltato con attenzione, questo lo incoraggia a parlare e ad esprimersi ed alimenta la sua fiducia nelle proprie capacità. L’adulto è il suo interprete, e gli fornisce le parole che cerca.

I bambini devono essere esposti a un linguaggio chiaro, ricco e preciso. Bisogna rivolgersi ai bambini come ci si rivolge agli adulti, trattandoli come membri paritari del gruppo. Questo stimola la loro tendenza alla comunicazione ed alla socialità.

Per potersi esprimere, il bambino deve sentirsi al sicuro, rispettato e valorizzato.

Nello sviluppo del linguaggio del bambino, l’adulto è uno “strumento di sviluppo”. Il bambino deve sentirsi libero di parlare, e l’adulto deve rispondere adeguatamente alle sue domande e stimolare la comunicazione con i suoi coetanei. Altro compito dell’adulto è collegare il bambino all’ambiente che lo circonda, nominandoli anche durante gli esercizi di vita pratica e l’uso del materiale sensoriale. Questo linguaggio verrà poi utilizzato per le attività di lettura e scrittura.

Gli esercizi sensoriali costituiscono una sorta di autoeducazione che, se ripetuti, portano a un perfezionamento dei processi psicosensoriali del bambino. L’insegnante interviene per portare il bambino dalla sensazione all’idea, dal concreto all’astratto, e all’associazione di idee. Per fare questo userà un metodo che tende ad isolare l’attenzione interiore del bambino e a fissarla sulle percezioni, come nelle prime lezioni la sua attenzione era fissata, attraverso l’isolamento, su singoli stimoli.

L’insegnante, in altre parole, quando dà una lezione deve cercare di limitare la gamma di conoscenze del bambino all’oggetto della lezione, come ad esempio, durante la lezioni di educazione sensoriale isolava il senso che voleva far esercitare al bambino.

Per questo, deve conoscere una speciale tecnica. L’educatore deve, per quanto possibile, limitare il suo intervento, ma non deve per questo permettere al bambino di sottoporsi ad uno sforzo eccessivo di autoeducazione.

Una parte fondamentale del lavoro del maestro è quello di insegnare una nomenclatura esatta. Egli deve pronunciare i nomi e gli aggettivi necessari senza aggiungere altro. Queste parole si dovrebbero pronunciare distintamente, con voce forte e chiara, in modo che i vari suoni che compongono la parola possano essere distinti e chiaramente percepiti dal bambino.

Così, ad esempio, toccando le carte del liscio-ruvido dovrebbe dire: “Questo è liscio. Questo è ruvido.”, ripetendo le parole con diverse modulazioni di voce, sempre lasciando che il tono sia chiaro e l’enunciazione distinta: “Liscio, liscio, ruvido, ruvido”.

Allo stesso modo, quando si trattano le sensazioni di calore-freddo con le scaldine, dirà: “Questo è freddo. Questo è caldo. Questo è ghiacciato. Questo è tiepido.”. Può quindi usare i termini generici ‘caldo’, più caldo, meno caldo, ecc…

La lezione di nomenclatura deve consistere semplicemente nel provocare l’associazione del nome con l’oggetto, o con l’idea astratta che il nome rappresenta. Così l’oggetto e il nome si uniscono e vengono ricevuti insieme dalla mente del bambino, e questo non rende necessario l’aggiunta di altre parole. L’insegnante deve sempre verificare se la sua lezione ha raggiunto il fine che si proponeva nel campo della nomenclatura. La prima prova è quella di verificare che il nome è associato all’oggetto nella mente del bambino. Dopo un certo tempo di silenzio quindi si può chiedere al bambino, pronunciando lentamente e in modo molto chiaro il nome o l’aggettivo insegnato: “Qual è liscio? Qual è ruvido?”. Il bambino indicherà l’oggetto col dito, e l’insegnante saprà se ha fatto l’associazione corretta. Se non l’ha fatta, non lo deve correggere, ma deve sospendere la sua lezione, per riprenderla un altro giorno. Infatti, perché correggerlo? Se il bambino non è riuscito ad associare il nome con l’oggetto, l’unico modo per riuscirci è ripetere un altro giorno l’azione degli stimoli sensoriali associati al nome.

Se il bambino non è riuscito, sappiamo che in quel momento non era pronto per farlo. Se lo correggessimo dicendo “no, hai fatto un errore” tutte queste parole avrebbero più forza delle parole da imparare, ritardando l’apprendimento.

Al contrario, il silenzio che segue l’errore lascia il campo libero per una lezione successiva nella quale egli potrà eseguire correttamente il suo compito. Correggendolo si porterebbe il bambino a fare uno sforzo innaturale di memoria non dovuto, e lo si potrebbe scoraggiare.

Infine, se il bambino non ha commesso alcun errore, l’insegnante come terza parte della lezione provocherà l’attività motoria corrispondente all’idea dell’oggetto, cioè in questo caso la pronuncia del nome. Chiederà: com’è questo? E il bambino risponderà: ruvido. Se la pronuncia presenta difetti, l’insegnante potrà ripetere senza aggiungere nulla, dopo un respiro profondo, la parola, scandendola molto bene.

Per quanto riguarda la generalizzazione delle idee ricevute, cioè l’applicare l’idea all’ambiente, questa non deve avvenire in tempi brevi, e dovrebbe avvenire in modo spontaneo, non attraverso lezioni. Ci saranno bambini che, dopo aver toccato un paio di volte le stoffe o le carte del liscio-ruvido, cominceranno a toccare spontaneamente le varie superfici ripetendo: “liscio… ruvido… questo è velluto…”. Dobbiamo attendere questa indagine spontanea nei bambini, questa esplosione volontaria di attività. Così i bambini sperimentano la gioia della scoperta, e si faranno spontanei esploratori.

L’insegnante deve avere grande cura e capire quando e come il bambino arriva a queste generalizzazioni di idee. Il più grande trionfo del nostro metodo educativo dovrebbe sempre essere questo: osservare lo stato di avanzamento spontaneo del bambino.

Così abbiamo la prova del progresso intellettuale del bambino. Non possiamo creare osservatori dicendo “osserva”, ma dando loro i poteri ed i mezzi per questa osservazione, e questi mezzi provengono dall’educazione dei sensi. Una volta che abbiamo suscitato tale attività, l’autoeducazione è assicurata.

Il nostro scopo educativo coi bambini molto piccoli deve essere quello di favorire lo sviluppo spontaneo della personalità mentale, spirituale e fisica, e non di farne un individuo colto nel senso comune della parola.

Così, dopo aver offerto al bambino un materiale didattico che ha provocato lo sviluppo dei sensi, dobbiamo aspettare che questa attività spontanea di osservazione si sviluppi. Qui sta l’arte dell’educatore: saper misurare i suoi eventuali interventi, limitandoli il più possibile.

Alcuni giochi possono aiutare a rispettare questo principio.

Uno dei giochi di maggior successo è “il gioco del cieco”, che consiste nel manipolare il materiale sensoriale, dopo che è ben noto al bambino, con gli occhi bendati. Ad esempio, una volta che il bambino ha imparato la nomenclatura (velluto, cotone, lino, ecc…), bendiamo il bambino e gli offriamo le storie una ad una.

Si richiama l’attenzione del bambino su tutti gli oggetti, in aula, in giardino, durante le passeggiate. Gli aggettivi arricchiscono il vocabolario del bambino e lo aiutano a fare classificazioni nell’ambiente che lo circonda. Un altro importante lavoro è quello che si svolge con le lezioni di buone maniere e gentilezza, che offrono il codice che si usa nella vita sociale con espressioni come per favore, mi dispiace, scusi, posso, le espressioni di saluto, ecc…

Gli esercizi di nomenclatura sono fondamentali. Possono riguardare:

Dimensioni: la maestra, dopo che il bambino ha giocato a lungo con gli incastri solidi, estrae tutti i cilindri di uguale altezza e li pone in una posizione orizzontale sul tavolo, uno accanto all’altro. Poi seleziona i due estremi, dicendo : questo è il più grosso, questo è il più sottile.  Mette fianco a fianco in modo che il confronto sia più marcato, e poi li confronta richiamando l’attenzione sulla grande differenza che hanno. Poi li pone di nuovo uno accanto all’altro in un ordine di posizionamento verticale per mostrare che sono uguali in altezza, e ripete più volte grosso, sottile. Dopo aver fatto questo chiederà: dammi il più grosso, dammi il più sottile, e alla fine chiederà com’è questo? Le due qualità possono anche essere graduate, ad esempio prendendo un elemento e chiedendo: mi porteresti un pezzo un po’ più sottile di questo, il più grosso di tutti, il più piccolo di tutti, ecc… insegnamenti simili possono essere dati con la scala marrone, la torre rosa e le aste delle lunghezze e numeriche. I prismi marroni sono spessi e sottili e di pari lunghezza. Le aste sono lunghe o corte a parità di spessore, i cubi sono grandi o piccoli…

forma: si comincia con due forme contrastanti, ad esempio quadrato e cerchio. Non insegniamo tutti i nomi relativi alle figure geometriche, ma solo le forme più familiari. Richiamiamo l’attenzione sul fatto che ci sono rettangoli stretti e lunghi, altri larghi e corti, mentre i quadrati sono uguali da tutti i lati e possono essere grandi o piccoli, come i cerchi. Non facciamo geometria, ma diamo al bambino gli strumenti per riconoscere le forme nell’ambiente, in porte e finestre, e molti oggetti di uso comune. Questo meglio con le figure piane che non con i solidi.

Uno strumento fondamentale per la costruzione del lessico sono poi le carte delle nomenclature classificate. Si mostrano al bambino immagini di oggetti e si abbinano al loro nome. Poi queste carte vengono classificate: ad esempio la casa, il bagno, la camera da letto, le piante, gli animali, gli artisti, i climi, le regioni, ecc…

Tenendo sempre in considerazione l’età e gli interessi del bambino, si leggono ai bambini racconti e poesie.

Si insegnano anche canzoni semplici, con testi che si riferiscono preferibilmente alla vita reale.

Lo sviluppo di buone competenze verbali rende più semplice l’apprendimento della lettura e della scrittura, ma tale sviluppo deve progredire di pari passo con quello delle abilità motorie e di coordinazione.

Questo sviluppo viene coltivato attraverso gli esercizi di vita pratica e l’uso del materiale sensoriale, che insegnano a coordinare i movimenti, discriminare le forme, controllare la leggerezza del tocco, e stimolano la forza di volontà, la capacità di concentrazione, di lavorare in modo indipendente, di prendere decisioni.

L’apprendimento della scrittura comincia con le lettere smerigliate, che gli forniscono la chiave di questo linguaggio: l’alfabeto. Il lavoro con le lettere smerigliate non è né un lavoro di lettura né di scrittura: semplicemente aiuta il bambino a comprendere che il linguaggio che si parla e si ascolta, può anche essere visto. Le lettere smerigliate hanno una duplice funzione: aiutano il bambino a sviluppare la capacità mentale di usare il linguaggio, e aiutano l’abilità manuale richiesta per poterlo scrivere.

La scrittura è il mezzo che consente di registrare i pensieri e di trasmetterli nel tempo e nello spazio. Come il linguaggio verbale, anche la scrittura è un’espressione di sé, e richiede fiducia, desiderio di comunicare, conoscenza dei contenuti.

La lettura si sviluppa contemporaneamente alla scrittura. Quando presentiamo una lettera, il bambino fissa l’immagine della lettera col senso visivo e tattile-muscolare. Ad essa però si associa anche il suono relativo, quindi il bambino quando vede e riconosce sta leggendo, e quando traccia sta scrivendo.

La sua mente riceve gli strumenti necessari per i processi di lettura e scrittura. Insegnando questi due atti fusi tra loro, mettiamo il bambino di fronte ad una nuova forma di linguaggio. Non importa che il bambino impari prima a leggere o prima a scrivere. Le differenze individuali in questo campo sono notevoli.

Quando il bambino arriva alla fase di composizione delle parole, lo fa con i primi alfabeti mobili, dai caratteri grandi, con le vocali rosse e le consonanti blu.

Non appena il bambino conosce alcune vocali e delle consonanti gli mettiamo davanti l’alfabetario e pronunciamo molto chiaramente una parola, ad esempio ‘mamma’ scandendo bene più volte. Il bambino compone la parola prendendo le lettere in base ai suoni che sente.

Ma la lettura della parola che ha composto non è così facile. Anzi, di solito riesce a leggerla solo dopo un certo sforzo. In questo caso aiutiamo il bambino leggendo la parola con lui un paio di volte, pronunciando sempre molto distintamente “mamma”.

Ma una volta che ha compreso il meccanismo del gioco, egli va avanti da solo, e si interessa intensamente a questa attività. Possiamo pronunciare qualsiasi parola, facendo attenzione solo a che il bambino capisca separatamente le lettere di cui si compone. Compone la nuova parola ponendo uno dopo l’altro i segni corrispondenti ai suoni.

Anche se il bambino è in grado di comporre qualsiasi parola, se pronunciata chiaramente, generalmente è meglio dettare solo parole che siano a lui ben note, dato che vogliamo che la sua composizione sia legata ad un’idea. Quando usiamo parole familiari, egli rilegge spontaneamente la parola che ha composto, ripetendo i suoni.

La parola pronunciata è un problema da risolvere, ed egli lo affronterà ricordando i segni, selezionandoli tra gli altri, e disponendoli nell’ordine corretto. Avrà poi la prova della soluzione esatta al problema quando rilegge la parola che ha composto, e che rappresenta per tutti quelli che sanno leggerla, un’idea. Quando il bambino sente un altro che legge la parola che ha composto, è soddisfatto e orgoglioso. È colpito da questa corrispondenza: la lingua scritta rappresenta per lui la massima realizzazione raggiunta dalla sua intelligenza, ed è allo stesso tempo un premio.

Infine, terminato l’esercizio, il bambino rimette ogni lettera al suo posto nella scatola dell’alfabeto, cercando il vano di ognuna.

Presto il bambino sentendo la parola o pensando a una parola che già conosce, la vedrà con gli occhi della mente e riprodurrà questa visione.

Gli atti psicofisici che si uniscono per creare la lettura e la scrittura vengono elaborati separatamente e con attenzione. I movimenti muscolari necessari alla scrittura sono preparati a parte, e lo stesso vale per la manipolazione dello strumento di scrittura. La composizione delle parole, anche, è ridotto ad un meccanismo psichico di associazione tra le immagini sentite e viste. Prima o poi queste abilità meccaniche porteranno ad un’esplosione spontanea della scrittura.

Quando il bambino sta scrivendo, sta lavorando con la propria lingua, la sta rendendo visibile. Quando legge sta lavorando ad una lingua nuova e sconosciuta.

Il bambino scoprirà la lettura solo nel periodo sensibile, che va tra i 3 e i 4 anni e mezzo o 5, se preparato a farlo. Se questo periodo è passato, bisogna invece insegnargli il meccanismo partendo dalla lettura per arrivare alla scrittura.

Insieme al lavoro con le lettere, i bambini utilizzano gli incastri metallici, come ultima preparazione alla scrittura.

Per quanto riguarda la lettura, i bambini possono fare due scoperte. Prima di tutto, scoprono che alcune parole sono semplici da leggere, perché ogni singola lettera rappresenta un suono. In secondo luogo scoprono che altri suoni, invece, hanno bisogno di più due o tre lettere, e non di una sola.

In questa fase di sviluppo della lettura, il bambino ritorna al materiale delle nomenclature che abbiamo usato per l’arricchimento del vocabolario, e questo lo aiuta a leggere intuitivamente il materiale.

Il materiale didattico per le lezioni di lettura consiste in fogli di carta in cui sono scritte in modo chiaro, con caratteri grandi, parole e frasi. In aggiunta abbiamo una grande varietà di oggetti.

Distinguiamo chiaramente tra scrittura e lettura: non sono affatto processi contemporanei. Generalmente si pensa che la scrittura preceda la lettura, ma non possiamo considerare lettura l’operazione che il bambino fa quando verifica la parola che ha scritto, che è solo la traduzione dei segni in suoni, dopo aver tradotto in suoni i segni.

Per lettura invece si intende l’interpretazione di un’idea a partire dai segni scritti.

Il bambino che non ha sentito la parola pronunciata e che riconosce l’idea quando la vede composta in segni sul tavolo: qui il bambino legge. La parola che legge ha lo stesso rapporto con la lingua scritta, che la parola che sente ha col linguaggio verbale. Entrambi servono per ricevere il linguaggio trasmesso a noi dagli altri. Quindi, fino a quando egli non legge una trasmissione di idee attraverso lo scritto, non legge.

Possiamo dire che la scrittura è un fatto in cui prevale il meccanismo psico-motorio, mentre la lettura è un lavoro puramente intellettuale, ma è evidente che il nostro metodo per la scrittura prepara alla lettura.

Il senso della parola diventa evidente solo quando il bambino pronuncia la parola chiaramente e con l’accento fonetico giusto. Per mettere l’accento fonetico giusto è chiaro che il bambino deve aver riconosciuto la parola, cioè l’idea che la parola rappresenta.

Per leggere è necessario un lavoro superiore dell’intelletto.

Maria Montessori ha osservato che i bambini cominciano ad interessarsi alla lettura non in contemporanea con l’esplosione in scrittura, ma qualche tempo dopo. Questo perché il bambino è portato prima ad esprimere i propri pensieri, e solo dopo è interessato anche a decifrare il pensiero degli altri.

La lettura chiede un più alto livello di sviluppo intellettuale.

Per i primi esercizi di lettura prepariamo un certo numero di cartellini. Su ognuno scriviamo in maniera chiara e caratteri grandi una parola che rappresenti un oggetto realmente presente o ben noto. Mettiamo l’oggetto davanti al bambino, in modo da facilitare la sua interpretazione della parola scritta. Per questo gioco possiamo usare gli elementi della casa delle bambole e altri giocattoli e miniature.

Se la scrittura serve a dirigere e perfezionare il meccanismo del linguaggio verbale, la lettura aiuta lo sviluppo delle idee, e aiuta il linguaggio sociale, la comunicazione.

Scegliamo oggetti noti, non per dividere le parole in facili e difficili, ma per creare forti legami tra parola scritta e idea.

Quando il bambino ha letto la parola, pone l’oggetto accanto al cartellino.

Un gioco utile è quello di disporre su un tavolo o su un tappeto una grande varietà di giocattoli. I bambini vengono chiamati in gruppo. Prepariamo cartellini coi nomi di ogni giocattolo, li pieghiamo e li mettiamo in un cestino. Ogni bambino pesca una carta, va al suo banco a leggerla mentalmente, senza dire o mostrare agli altri la sua carta. Uno ad uno pronunciano chiaramente il nome e presentano la carta alla maestra, e la carta diventa la moneta corrente per acquistare il giocattolo chiamato: il bambino riceverà il giocattolo e ci potrà giocare tutto il tempo che vuole.

La sicurezza nella lettura arriva piuttosto lentamente. Nella maggior parte dei casi, il bambino scrive splendidamente mentre legge ancora piuttosto male.

Il libro fa riferimento al linguaggio logico, non al meccanismo della lingua. Prima che il bambino possa capire e godere di un libro, occorre tempo. Tra il saper leggere le parole, e il cogliere il senso di un libro, c’è la stessa differenza che c’è tra il saper pronunciare una parola e fare un discorso.

La lingua scritta non ha bisogno di parole parlate. Può essere compresa in tutta la sua grandezza solo quando è isolata completamente dalla lingua parlata. Il gioco dei comandi è il miglior esercizio di lettura che si possa predisporre per i bambini in questa fase.

Scriviamo su cartellini frasi che descrivano azioni che i bambini devono eseguire, ad esempio:

  • Chiudere le persiane, poi aprirle a metà, quindi attendere un attimo e rimettere le cose come erano all’inizio.
  • Chiedi molto gentilmente a otto compagni di lasciare le loro sedie, formare una fila a coppie al centro della stanza, poi marciare in avanti, poi tornare indietro in punta di piedi senza far rumore.
  • Scegli tre dei tuoi compagni che cantano bene e chiedi di aspettarti al centro della stanza, disponili in una bella fila e canta con loro una canzone che hai scelto.

Distribuiamo i cartellini ai bambini, che li leggono ed eseguono i comandi.

Questo gioco dimostra che la composizione precede la lettura logica, e la scrittura precede la lettura della parola. Dimostra inoltre che la lettura, per coglierne l’idea, deve essere mentale e non ad alta voce.

La lettura ad alta voce implica l’esercizio di due forme di linguaggio diverse: la forma grafica e la forma vocale.

Il bambino che inizia a leggere dovrebbe leggere mentalmente.

La lingua scritta deve isolarsi dal linguaggio verbale.

Osservazioni sul linguaggio nella scuola d’infanzia

Perchè si insegna la grammatica?

Perché si insegna la grammatica?

L’obiettivo dello studio della grammatica, nella scuola primaria, è quello di arricchire il linguaggio del bambino, sviluppare l’arte della comunicazione e stimolare il suo interesse verso la lingua, per soddisfare il suo bisogno di inserirsi in modo sempre più pieno nella società. Lo studio della grammatica lo aiuta a prendere coscienza degli aspetti della lingua che già conosce, in particolare l’ordine, la struttura e la composizione .

La grammatica montessoriana mira a presentare la struttura del linguaggio in modo semplice e coerente, senza regole rigide. Si offrono al bambino esperienze molto variegate, che si espandono come una spirale toccando e approfondendo via via i vari argomenti, in modo che egli possa fare esperienze pratiche su argomenti selezionati ed isolati. Questo porta a gettare le basi esperienziali che poi affluiranno allo studio della grammatica svolto sui libri di testo, ad un’età successiva.

La grammatica dovrebbe sempre essere presentata attraverso metodi che sono la risposta ad un bisogno del bambino e che tengono conto delle sue abilità reali. Questo è il significato della parola Psicogrammatica: grammatica che si accorda ai bisogni di crescita del bambino.

Il bambino, prima di arrivare alla scuola primaria, ha già sviluppato il proprio linguaggio grazie alla sua mente assorbente, interagendo con l’ambiente. Ha già iniziato, anche, ad utilizzare la grammatica e la sintassi, anche se nessuno gliene ha mai parlato, ma come elemento che fa parte della sua lingua.

Quando arriva alla scuola primaria, noi abbiamo il compito di aiutare questo suo linguaggio a crescere e perfezionarsi.

All’età di circa 4 anni, 4 anni e mezzo, il bambino è uno studioso di suoni: impara a pronunciare con molta abilità moltissime parole, ed è capace di riconoscerne moltissime, nei discorsi che sente intorno a sé. Prova gioia nel seguire con le dita l’andamento delle lettere dell’alfabeto tattile, e poi scrive parole da sé sulla carta o con l’alfabeto mobile. In questa fase non è detto che scriva correttamente: si esercita a rappresentare i suoni delle parole, senza che questo rappresenti un rispetto di regole ortografiche.

Dopo i cinque anni si avvia allo studio delle parole: l’impressione che ne riceve, cioè l’idea che esistono diversi tipi di parole, lo apre allo studio della grammatica e della sintassi.

Il bambino, in questo stadio del suo sviluppo, non è un creatore prolifico di idee complesse, e può non trarre piacere dallo studio di concetti grammaticali. E’ quando comincia ad usare il linguaggio per rappresentare le sue proprie idee, che Maria Montessori pensa che sia pronto per il programma della scuola primaria.

Nella scuola d’infanzia, le lezioni hanno lo scopo di aiutare i bambini ad apprezzare la lingua che stanno cominciando a dominare attraverso la lettura e la scrittura, e il piano di lavoro per la scuola primaria è la naturale continuazione di questo lavoro.

Tutto il lavoro svolto nella scuola d’infanzia con le carte delle nomenclature, i simboli grammaticali e delle parti della frase, in realtà serve principalmente allo sviluppo delle abilità di lettura.  Con l’analisi logica e grammaticale, nella scuola d’infanzia, vogliamo dare ai bambini una prima impressione, che serve solo come introduzione per tutto il lavoro che verrà sviluppato nella scuola primaria. Nella scuola primaria, l’approccio allo studio del linguaggio è diverso, perché non facciamo più appello alle percezioni sensoriali, ma alle capacità di pensiero ed all’immaginazione dei bambini.

Dopo i 6 anni, infatti, ci impegneremo a cercare le ragioni che ci portano ad usare le parole, ed a scoprire i come ed i perché del linguaggio che utilizziamo. I simboli grammaticali, che vengono presentati già nella scuola d’infanzia, aiutano i bambini a classificare le parole. Già in questa fase, dunque, lavoriamo alla grammatica, ma lo scopo di questo lavoro è il perfezionamento della lettura.

Perchè si insegna la grammatica?

Abbiamo già detto che presentiamo la grammatica solo quando il bambino può esprimere qualcosa che si crea nella sua mente, perchè la costruzione (la sintesi) deve precedere l’analisi.

Il lavoro sulla lingua, nella scuola primaria, comincia con la Quarta grande lezione, seguita da una serie di storie sull’alfabeto, il linguaggio e le origini della sua lingua. Segue il lavoro sulla grammatica, che si compone di tre parti: lo studio della parola, l’analisi grammatica, e l’analisi logica.

Questo non significa affatto che il bambino debba completare lo studio della parola, prima di iniziare l’analisi grammaticale. Il nostro scopo è quello di guidare il bambino all’interno di un processo, non di forzarlo per rispettare un piano di studi.

Con lo studio della parola, esaminiamo le singole parole e le loro possibili modificazioni per mezzo di suffissi o prefissi. Lavoriamo con nomi maschili e femminili, singolari e plurali, nomi alterati, composti, collettivi, ecc…

L’analisi grammaticale consiste nella presentazione delle nove parti del discorso, cioè sull’analisi delle parole in base alla loro funzione. I bambini imparano così che ogni parola ha un suo ruolo nella frase e deve essere collocata in un certo ordine, se vogliamo che le nostre frasi abbiamo senso. Sentono dunque che il linguaggio ha una struttura invisibile lo regge. Nella scuola primaria, utilizziamo ancora i simboli grammaticali, e sarà molto utile farlo perché creerà un collegamento importante col lavoro svolto nella scuola d’infanzia, ma soprattutto faremo uso delle scatole grammaticali. Le scatole grammaticali hanno prima di tutto lo scopo di rendere comprensibile ai bambini la grammatica della loro lingua, e solo secondariamente servono ad insegnare le specifiche regole grammaticali. Servono a stimolare l’interesse dei bambini verso la grammatica, prima di tutto. Questo interesse potrà condurli poi ad utilizzare testi di grammatica veri e propri, per ricavarne maggiori informazioni. Le scatole grammaticali sono uno strumento che serve ad isolare e sottolineare le diverse parti del discorso.

L’uso delle scatole grammaticali ha radici nel lavoro svolto nella scuola d’infanzia. Quando il bambino stava imparando a leggere, posizionava una parola scritta su un cartellino accanto all’oggetto corrispondente. Già mentre svolgeva questo lavoro, finalizzato all’apprendimento della lettura, il bambino stava distinguendo i nomi da tutte le altre parti del discorso. Anche senza esserne del tutto cosciente, dunque, stava imparando la funzione del sostantivo.

Nella scuola primaria si usa molto materiale già stampato, e non scritto al momento dall’insegnante o dai bambini, come avviene nella scuola d’infanzia. Ci sono i cartellini delle parole e delle frasi per le scatole grammaticali, e ci sono le carte dei comandi.  Le carte dei comandi richiedono un lavoro collaborativo: due o tre bambini devono lavorare insieme per realizzare in pratica ciò che la carta richiede loro.

Un altro materiale di cui si fa uso nella scuola primaria sono le tabelle ed i grafici, che si usano per le classificazioni, ad esempio per quanto riguarda le coniugazioni verbali.

La terza parte del lavoro sulla grammatica nella scuola primaria riguarda l’analisi logica e del periodo. Parliamo in questo caso anche di analisi della lettura. Naturalmente cominciamo con la frase semplice, per affrontare poi complessità maggiori. Anche per l’analisi logica utilizziamo i materiali che sono stati già presentati nella scuola d’infanzia, approfondendo gradualmente le conoscenze.

Il lavoro sul linguaggio corre parallelo al lavoro sulla grammatica. Il linguaggio è collegato al pensiero, è lo strumento dell’intelligenza. I bambini hanno bisogno di un linguaggio sempre più preciso, man mano che aumentano i loro bisogni comunicativi. Durante gli anni della scuola primaria, essi vengono in contatto con diversi ambiti della conoscenza e della cultura, e questo li porta a voler migliorare ed approfondire il proprio vocabolario, per il bisogno di termini utili a descrivere ciò che sanno agli altri.

Un aspetto caratteristico della didattica Montessori è il passaggio dal concreto all’astratto, la progressione dall’esperienza manipolativa (sensoriale) all’interpretazione o astrazione (mentale). Lo studio della grammatica non fa eccezione, infatti, abbiamo detto che il bambino incontra i simboli delle parti del discorso nella scuola d’infanzia, a livello sensoriale, e li riaffronta nella scuola primaria, a livello analitico.

Anche per quanto riguarda l’analisi logica, il bambino comincia a farne esperienza già mentre sta imparando a padroneggiare la lettura, nella scuola d’infanzia. In questa fase gioca a trovare l’azione, a trovare chi sta ricevendo l’azione, ecc… Nella scuola primaria il bambino, seguendo i modelli di frase, le analizza: è il momento dell’analisi logica vera e propria. Il bambino impara che le parti del discorso si influenzano a vicenda, a seconda dei rapporti che legano le una alle altre nella frase.

Perchè si insegna la grammatica?

L’area linguistica nella scuola primaria in chiave montessoriana

L’area linguistica nella scuola primaria in chiave montessoriana. La lingua non è solo una conquista fatta da uomini che vissero molto tempo fa, e passata poi alle generazioni future. La lingua è anche una conquista personale, la conquista di ogni singola persona del passato, del presente e del futuro. Lo sviluppo del linguaggio è strettamente correlato alla tendenza umana all’esplorazione.

I primi esseri umani, che hanno saputo trovare strategie di successo per prendersi cura di se stessi e dei propri figli, hanno potuto farlo esplorando l’ambiente circostante. Per sopravvivere hanno avuto bisogno di individuare, autonomamente, i luoghi più sicuri, i cibi più nutrienti, gli oggetti più utili, gli elementi pericolosi.

Per assistere e proteggere gli altri, questi uomini hanno dovuto trasmettere queste informazioni, e questo ci porta a concludere che la comunicazione stessa è un bisogno umano.

Per comunicare esistono altri sistemi, oltre alla parola: gesti, espressioni facciali, vocalizzazioni non verbali. Possiamo trasmettere messaggi a distanza utilizzando fuochi di segnalazione, ad esempio. In questo caso il simbolo è un ausiliario della lingua, perché si basa su un accordo tra le persone: ad esempio un fuoco per dire sì, due fuochi per dire no. Ma senza un accordo precedente tra le persone, questi strumenti sono piuttosto generici e imprecisi.

E’ il linguaggio a rendere la nostra specie così diversa da tutte le altre. Possiamo essere abbastanza sicuri che i nostri antenati fossero in possesso di un sistema complesso e sistematizzato di suoni, cioè di un linguaggio, già quando il mammut e il rinoceronte lanoso popolavano la terra. Le testimonianze archeologiche dimostrano che l’uomo usava strumenti già un milione di anni fa. Questo fa supporre che questi uomini non solo avessero sviluppato le abilità manuali necessarie per costruirli, ma anche un sistema per passare agli altri uomini le informazioni sulla loro costruzione e sul loro uso.

Anche se non è possibile rintracciare con precisione l’inizio dello sviluppo del linguaggio umano, è chiaro che gli uomini abbiamo iniziato a comunicare in epoche antichissime, perché senza linguaggio non avrebbero potuto evolversi come hanno fatto. Secondo Maria Montessori la lingua è alla radice di quella trasformazione dell’ambiente che noi chiamiamo civiltà. La sola capacità di pensiero, infatti, non sarebbe stata sufficiente: gli uomini, per quanto intelligenti, non avrebbero potuto produrre decisioni ed accordarsi tra loro per la realizzazione delle loro opere. La lingua è quindi uno strumento del pensiero collettivo. Le parole sono legami tra gli uomini, e la lingua che essi usano si sviluppa e si ramifica in base alle esigenze delle loro menti.

L’area linguistica nella scuola primaria in chiave montessoriana

Esaminando il linguaggio umano, vediamo innanzitutto che esso nasce da un bisogno fondamentale dell’uomo che è il bisogno di comunicare; in seconda analisi possiamo affermare che il linguaggio è anche la chiave della nascita delle culture e delle società.

Ma la nascita del linguaggio risponde anche ad un altro bisogno umano: il bisogno di classificare e ordinare. Questo bisogno ha portato un certo gruppo umano ad usare tutti uno stesso nome per una data pianta, o per un dato luogo. Questo bisogno, in relazione al linguaggio, presenta due aspetti:

  1. è un accordo tra gli uomini sui suoni che devono essere messi insieme per formare le parole (fonologia)
  2. è un accordo tra gli uomini sul modo di mettere in un certo ordine le parole per dare senso ai messaggi (morfologia e sintassi).

L’ordine delle parole è importante per trasmettere messaggi chiari. Ogni lingua si basa su modelli di sintassi diversi. L’insieme delle regole che formano una data lingua si chiama grammatica.

Il linguaggio, inoltre, ha una componente emotiva: può essere usato per trasmettere informazioni precise, ma può anche avere il potere di influenzare lo spirito umano. Le parole possono incoraggiare, sostenere, entusiasmare, ispirare. Possono anche offendere, denigrare e scoraggiare. Esiste dunque una responsabilità legata all’uso del linguaggio.

Questa responsabilità, secondo Maria Montessori, è triplice:

  1. dobbiamo onorare gli uomini che sono venuti prima di noi, e comunicare con gli altri con spirito di cooperazione. Ognuno di noi è parte della storia umana. Il modo in cui noi usiamo il linguaggio oggi, determinerà il modo in cui esso verrà usato domani. Il linguaggio non è soltanto il collante della società, ma è anche lo strumento dell’espressione dello spirito umano.
  2. Dobbiamo usare un linguaggio chiaro e preciso. La chiarezza della parola è la manifestazione della chiarezza del pensiero.
  3. Dobbiamo avere il massimo rispetto dei bambini e del linguaggio che usiamo con loro, e contribuire alla formazione, all’amore, all’apprezzamento, all’uso rispettoso del linguaggio da parte dei bambini stessi.

Per questo dobbiamo aiutare i bambini a sviluppare chiarezza di pensiero e di espressione, sia nella scuola d’infanzia, sia nella scuola primaria.

Gli studiosi sono concordi nell’affermare che lo sviluppo del linguaggio nei bambini ha caratteristiche universali, cioè segue modelli specifici di acquisizione, che non dipendono dal luogo o dalla cultura o dalla lingua. Il bambino segue le stesse fasi di apprendimento, in Giappone, come in Italia, come in Germania. Secondo Maria Montessori non è la madre ad insegnare il linguaggio, ma esso si sviluppa naturalmente da sé, è una creazione spontanea.

Grazie alle sue potenzialità innate, grazie alla sua sensibilità per il linguaggio umano, il bambino piccolo è portato a riprodurre suoni, parole, ed infine forme grammaticali presenti nell’ambiente che lo circonda. Si tratta di una propensione nature e inconscia della mente assorbente, nel periodo sensibile per il linguaggio.

I bambini sono biologicamente programmati per parlare.

Questa spinta interiore si nutre della continua esposizione alla lingua, attraverso interazioni fonetiche e verbali con i familiari.

L’area linguistica nella scuola primaria in chiave montessoriana

Quando il bambino entra nella scuola d’infanzia è già in grado di utilizzare il linguaggio per conversare e partecipare alla vita di gruppo. In questo periodo il bambino perfeziona la sua padronanza della lingua, preparandosi alle esplorazioni ed alle scoperte che lo attendono nella scuola primaria. Le scoperte più interessanti che i bambini fanno dai 3 ai 6 anni, sono quattro:

  1. Ci sono più parole di quello che già conoscono.
  2. La lingua può essere visibile.
  3. I pensieri degli altri possono essere compresi attraverso questo linguaggio visibile.
  4. Le parole hanno una funzione e seguono un ordine.

Mentre nel periodo dai 3 ai 6 anni bambini si affidano all’esplorazione sensoriale, a partire dai 6 anni si affidano invece agli strumenti dell’immaginazione e del ragionamento.  Questi potenti strumenti consentono ai bambini di fare collegamenti e di comprendere i concetti.

In questa fase il bambino è pronto per affrontare il piano dell’Educazione Cosmica, che contiene tutti i semi della cultura e della conoscenza.  Il bambino comincia a vedere alcune delle interrelazioni che intercorrono tra uomo e ambiente. Tutte le aree del piano di studio sono collegate: storia, geografia, matematica, biologia, geometria, musica, arte e linguaggio.

L’area linguistica lega il tutto, perché siccome ogni area è l’espressione di pensieri e scoperte, ogni area dipende dalle competenze linguistiche acquisite dai bambini: ascolto, lettura, scrittura, pensiero astratto, ecc…

Innanzitutto presentiamo ai bambini la storia del linguaggio, con senso del mistero e meraviglia. Il bambino ha raggiunto già risultati importantissimi in campo linguistico, ora acquisisce la consapevolezza che è proprio attraverso il linguaggio, che gli esseri umani possono comunicare tra loro intelletto ad intelletto, spirito a spirito, cuore a cuore.

A partire dai 6 anni i bambini diventano esseri pienamente sociali: escono dalla cerchia strettamente familiare e il loro ambiente si estende dalla casa al mondo intero. Provano l’impulso interiore a conoscere al società, come si è evoluta, come funziona, e infine come contribuire ad essa. La lingua e le sue origini fa parte della società.

Un elemento della lingua che è bene coltivare con i bambini è l’etimologia delle parole: capire come parole che provengono dal Sanscrito, o dal Greco, o dal Latino, o dal Francese siano entrate nella lingua italiana possono da un lato spiegare qualche strana regola ortografica, dall’altro, soprattutto, mostrano ai bambini che la lingua non è un’entità autonoma sterile, ma è un qualcosa di vivo, è il risultato dell’interazione e della collaborazione tra esseri umani vissuti in luoghi e tempi diversi.

Queste esplorazioni non si svolgono certo assegnando ricerche, ma offrendo materiali appropriati ed incoraggiando i loro interessi. Non vogliamo fare dei bambini degli esperti di linguistica, vogliamo che essi si percepiscano come anelli della storia dell’uomo. Se i bambini arriveranno a sentire valore del linguaggio, a sentire cioè che esso è un dono che hanno ricevuto da altri e che a loro volta doneranno ad altri, i bambini lo utilizzeranno con rispetto e amore.

L’area linguistica nella scuola primaria in chiave montessoriana

Anche lo studio della grammatica contribuisce a creare questi sentimenti, e comprende tre aree tematiche principali:

  1. Lo studio della parola (sinonimi e contrari, suffissi e prefissi, nomi collettivi, ecc…)
  2. Lo studio delle parti del discorso (analisi grammaticale)
  3. Lo studio della frase semplice e complessa (analisi logica e analisi del periodo).

Queste aree tematiche alimentano nei bambini la chiarezza di pensiero e di espressione, stimolano nei bambini la capacità di pensiero critico e sono un mezzo per coltivare l’amore per la bellezza della lingua.

Durante il loro percorso scolastico, inoltre, i bambini affrontano vari tipi di composizione scritta: ricerche, interviste, biografie,riassunti, ma anche racconti inventati, testi teatrali e dialoghi, poesie. Si esercitano anche a prendere appunti e a scrivere sotto dettatura. Possono tenere un diario personale.

Durante il periodo della scuola primaria, i bambini sono particolarmente inclini al lavoro di gruppo, e conversazioni e discussioni ravvivano l’ambiente scolastico con dibattiti, contrattazioni, piani di lavoro, canti, litigi e via di seguito. E’ compito degli adulti indirizzare tutto questo potenziale verso la cooperazione e l’atteggiamento costruttivo. I bambini in questo periodo si preparano a far parte della società, e per questo hanno bisogno di imparare a comportarsi tra loro con gentilezza di modi e controllando il tono della loro conversazione, ad essere rispettosi non solo quando parlano con gli adulti, ma anche tra di loro.

L’area linguistica nella scuola primaria in chiave montessoriana

Per quanto riguarda la lettura, mettiamo a disposizione dei bambini libri per la lettura indipendente. L’adulto continua anche a questa età a leggere testi a voce alta ai bambini, scegliendo testi di qualità, anche per integrare con i classici le letture che i bambini fanno secondo i loro gusti, così da ampliare la loro esperienza letteraria, e scegliendo testi che per epoca o per autore sarebbero difficilmente presi in considerazione dai bambini di propria iniziativa. La lettura a voce alta da parte dell’adulto presenta anche altri vantaggi, quali arricchire il lessico dei bambini, mostrare loro stili letterari di qualità, stimolare la comprensione di significati sottointesi. Prima di intraprendere la lettura a voce alta di un classico, è bene introdurne l’autore ed il periodo storico.  Se scegliamo di leggere miti o leggende, l’introduzione riguarderà la cultura del popolo cui si riferiscono.

La lettura a voce alta inoltre deve riguardare anche testi poetici.

Secondo Maria Montessori gli educatori devono coltivare costantemente la loro capacità di leggere a voce alta, considerandola una dote importante, da sviluppare come un’arte.

Questo lavoro aiuta i bambini a sviluppare una prospettiva storica della letteratura, e li porta ad apprezzare i diversi stili della prosa e della poesia.

Ogni scrittore ha un modo di esprimersi che è unico, una sua voce personale. I bambini possono indagare differenze e somiglianze confrontando tra loro brani scritti da autori diversi. Alcuni scrittori usano molti aggettivi, altri ricorrono spesso a similitudini. L’uso dei materiali (simboli per le parti del discorso e per l’analisi logica) aiutano molto nello studio degli stili letterari.

Anche nella vita di tutti i giorni, prendere decisioni e giungere a conclusioni ragionevoli richiede l’uso della logica e una buona capacità di analisi. Gli apprendimenti legati all’area linguistica hanno, in fondo, lo scopo di formare esseri umani capaci di utilizzare le proprie conoscenze per formulare giudizi, in situazioni della vita nelle quali la direzione deve essere data dalla ragione e dalla volontà, e non dall’emotività.

Ogni decisione è preceduta dal pensiero e dalla volontà. Noi dobbiamo essere attenti nell’uso del linguaggio. Se le nostre parole sono usate in modo costruttivo, onorano lo spirito di collaborazione che ha determinato la loro nascita. Il linguaggio è un dono che si fa a tutti gli altri uomini, del presente e del futuro.

L’area linguistica nella scuola primaria in chiave montessoriana

IL PAESE DI GRAMMATICA racconto e schede didattiche

IL PAESE DI GRAMMATICA racconto e schede didattiche sulle nove parti  del discorso, per bambini della scuola primaria, con simboli grammaticali Montessori.

Ho elaborato questo materiale prendendo spunto da un classico della letteratura americana per l’infanzia usato per presentare le nove parti del discorso: “Grammar Land” di M. L. Nesbitt 1878, adattandolo alla grammatica italiana e modificando gli elementi un po’ troppo datati per i bambini di oggi.

La storia si svolge nell’aula di tribunale del Paese di Grammatica, davanti al Giudice di Grammatica e ai suoi due assistenti, l’avvocato Analisi e il dottor Sintassi. In caso di necessità interviene la Critica, che è la polizia del luogo.  Poiché gli abitanti del paese non riescono a vivere in armonia, vengono convocati uno ad uno, e alle riunioni partecipano anche i bambini della Contea degli Studenti, che offrono quando occorre il loro aiuto.

Ho scelto di completare il racconto inserendo i simboli grammaticali montessoriani, che avevo già presentato qui La psicogrammatica Montessori,

ma il racconto si presta anche ad essere usato in chiave steineriana, presentandone una puntata alla volta ed accompagnando il racconto a disegni alla lavagna, e disegni riassunti ed esercizi sui quaderni. Avevo già preparato racconti di questo genere, ad esempio la Storia di Misbrigo, Preciso e Giulivo.

In questo blog trovate un esempio di lavoro svolto in questo modo (in inglese) Homeschooling Waldorf.

Per quanto riguarda i simboli grammaticali montessoriani, la psicogrammatica Montessori, o filosofia della grammatica, rappresenta un notevole aiuto che possiamo offrire ai bambini per orientarsi nei vari ambiti del linguaggio.
Nella lingua italiana ci sono nove parti del discorso, e nella didattica montessoriana ognuna è rappresentata da un suo simbolo.

I simboli per le nove parti del discorso non sono certo stati scelti a caso. Maria Montessori associò al nome la forma della piramide. Il simbolo grammaticale per il nome è quindi il triangolo nero. La piramide è solida e stabile ed è una costruzione molto antica. Anche i nomi sono solidi e stabili e molto antichi: probabilmente furono le prime parole usate dagli esseri umani, per capirsi fra loro. Il nero rappresenta la materia e il carbone, altro elemento antichissimo.
Al verbo associò l’immagine di una sfera rossa. Il simbolo grammaticale per il verbo è dunque un cerchio rosso. Il rosso simboleggia l’energia, e la sfera e movimento e dinamicità.
Tra nome e verbo inserì le altre sette parti del discorso, i cui simboli dovevano rendere chiara una data relazione o con il verbo, o con il sostantivo.
L’intera parentela tra le parti del discorso nella psicogrammatica montessoriana è legata alla coppia nome/verbo. Il significato psicologico e filosofico di questo approccio alla grammatica è particolarmente chiaro nel racconto inventato da Maria Montessori e raccontato dal figlio Mario durante un convegno a Francoforte nel 1954, per spiegare ai bambini la funzione delle parole (puoi leggere il racconto qui: )


Tornando a considerare le nove parti del discorso nel loro insieme avremo:
famiglia del nome: articolo, aggettivo, nome e pronome. Per il nome si usa una grande piramide nera, per l’aggettivo una piramide media blu, per l’articolo una piccola piramide azzurra e per il pronome una piramide allungata viola. I simboli relativi sono un grande triangolo equilatero nero, un triangolo equilatero medio blu, un triangolo equilatero piccolo azzurro e un triangolo isoscele viola;
famiglia del verbo: avverbio, verbo. La sfera rossa rappresenta il sole, che dà vita, luce e calore. I verbi danno energia alla frase e animano la famiglia del nome. L’avverbio è una sfera arancione più piccola.
I simboli relativi sono un cerchio rosso grande e un cerchio arancione medio.
particelle: preposizioni, congiunzioni, interiezioni. La congiunzione è un piccolo parallelepipedo rosa, che unisce come un trattino due parole o due parti di una frase. Il simbolo relativo è un rettangolo rosa.
La preposizione è un arco verde, che collega come un ponte due oggetti tra di loro. Il simbolo relativo è una mezzaluna verde. L’interiezione è una piramide dorata con una sfera posta sull’apice; somiglia ad una serratura, e ricorda la forma del punto esclamativo.
Nella Casa dei bambini i simboli grammaticali vengono utilizzati per rendere concreto ciò che è astratto, al fine di aiutare il bambino a scoprire la funzione delle parole e classificarle. Questa preparazione indiretta fornisce una base forte, a cui si aggiungono ulteriori scoperte, finché poi, nella scuola primaria, queste conoscenze sfociano nell’analisi grammaticale vera a propria.
Sappiamo tutti quanto sia importante fare una prima buona impressione, e nella didattica Montessori ci sono presentazioni che hanno lo scopo di lasciare nei bambini un’impressione profonda e duratura, accendendo la loro immaginazione.

Le storie per presentare le funzioni delle parole possono essere varie; l’importante è che siano brevi, semplici e memorabili. La Fiaba per le parti del discorso di Maria Montessori, già citata, è particolarmente indicata per i bambini più piccoli, ma si può considerare tranquillamente di proporla anche nella scuola primaria. Si può anche scegliere un racconto più complesso, che si deve svolgere nell’arco di più giorni: Il Paese di Grammatica.
Sia nella scuola d’infanzia, sia nella scuola primaria, l’atmosfera che si crea durante il racconto è importantissima, indipendentemente dal racconto che scegliamo: bisognerebbe parlare ai bambini come se si stesse svelando loro un grande segreto.

Normalmente le parti del discorso vengono presentate, nella scuola primaria, in questo ordine: nome, articolo, aggettivo, congiunzione, preposizione, verbo, e l’avverbio. Nella Casa dei bambini il bambino svolge un lavoro di preparazione allo studio della grammatica vero e proprio, che avverrà nella scuola primaria. Generalmente in prima classe (6 – 7 anni) si studiano approfonditamente:
– nome
– articolo
– aggettivo
– pronome
– verbo
e si prosegue in seconda classe (7 – 8 anni) con:
– modi, tempi e forme verbali
– preposizioni
– avverbi
– congiunzioni
– interiezioni.
Facendo molti esercizi sulla funzione delle parole, già nella scuola d’infanzia il bambino vedrà crescere il proprio interesse per la lingua che parla, e si renderà conto che le parole hanno funzioni speciali e che possono essere classificate in base a queste loro funzioni. Il requisito per la presentazione di questi esercizi, è che il bambino sappia leggere la maggior parte delle parole con facilità. D’altra parte questi esercizi rappresenteranno per lui anche un buon esercizio di lettura.
Poiché il bambino si trova nel periodo sensibile del linguaggio, ogni nuova funzione delle parole che gli viene presentata rappresenta per lui un’interessante nuova scoperta. La maggior parte di questi esercizi non sono individuali, ma prevedono il lavoro in piccoli gruppi. Le attività, oltre ad essere interessanti, sono molto divertenti.

Il racconto presentato di seguito è diviso in un’Introduzione e 15 capitoli. Al termine di ogni capitolo troverete una scheda didattica che contiene i compiti che via via vengono assegnati ai bambini della Contea degli Studenti dal Giudice di Grammatica. Potete scaricare tutte le schede didattiche pronte qui:

Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche CUO QUO

Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche CUO QUO. Come già detto per le schede delle nomenclature per parole di tre lettere 

e per le schede delle nomenclature per parole di quattro lettere, 

una volta che il bambino ha fatto molti esercizi di composizione di parole per dettatura con l’alfabeto mobile, è pronto per gli esercizi di autodettatura, cioè per comporre autonomamente parole che egli stesso ha pensato, senza averle sentite dalla voce di altri.

Nomenclature per le difficoltà ortografiche CUO QUO

Esistono molte possibilità per favorire questo genere di esercizio, una può essere quella di preparare delle schede illustrate, che possono anche fornire un aiuto all’arricchimento del lessico.

Classicamente le schede delle nomenclature, a questo secondo scopo, sono organizzate per aree tematiche (animali domestici, casa, abbigliamento, mezzi di trasporto, ecc…).

Qui propongo una classificazione diversa, in funzione dell’apprendimento delle varie difficoltà ortografiche presenti nella nostra lingua occupandoci ora del suono CUO QUO.

Questa è una selezione di parole italiane che presentano appunto il suono CUO QUO, con diversi gradi di difficoltà; non tutte si prestano ad essere illustrate e le parole presenti nelle schede delle nomenclature sono in grassetto.

parole contenenti   CUO QUO di 4 lettere cuor – equo

parole contenenti   CUO QUO di 5 lettere  cuoco cuoia cuoio cuore vacuo – aequo quota quoto

parole contenenti CUO QUO di 6 lettere   cuoche cuocia cuocio scuoce scuolainiquo liquor quorum

parole contenenti CUO QUO di 7 lettere   cuocere cuoiaio cuoiame innocuo vacuolo – antiquo liquore obliquo quotare quotato sequoia

parole contenenti  CUO QUO di 8 lettere  cospicuo cuocendo cuocersi cuociano cuociono proficuo scuocere scuoceva scuoiare scuoiato scuotere – aliquota quotando quotista

Parole contenenti CUO QUO di 9 lettere  capocuoco cuoricino incuocere perspicuo promiscuo ricuocere rubacuori scuocersi scuociono scuoiando scuolabus scuotendo scuotersi semicuoio telecuore vacuolare –  inquotata inquotato liquorale liquorino liquoroso propinquo quotatura quoziente

Parole contenenti CUO QUO di 10 lettere  autoscuola batticuore capiscuola caposcuola crepacuore cuoriforme doposcuola incuocendo malincuore percuotere rincuorare rincuorato ricuocendo ricuociono rincuorare rincuorato riscuotere riscuotuto scuocevano scuoiatore scuoiatura scuotitoio scuotitore sottocuoco stracuocia telescuola tremacuore vacuometro vacuostato – liquoreria liquoriero liquorista pedissequo quotazione quotidiani quotizzare quotizzato squarquoio

Parole contenenti CUO QUO di 11 lettere  giustacuore inconspicuo interscuola percuotendo percuotersi rincuorando riscuotendo riscuotersi scuocendosi scuoiatrice scuoiazione scuotimento stracuocere vacuoscopio – quotizzando ventriloquo

Parole contenenti CUO QUO di 12 lettere  cuorcontento ripercuotere riscuotibile riscuotitore scuotipaglia stracuocendo stracuociono strappacuore struggicuore vacuolizzato – biquotidiano liquoristico quotidianità

Parole contenenti CUO QUO di 13 lettere  rincuorerammo ripercuotendo ripercuotersi riscuotitrice

Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche QQU CQU

Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche QQU CQU. Come già detto per le schede delle nomenclature per parole di tre lettere

 e per le schede delle nomeclature per parole di quattro lettere, 

una volta che il bambino ha fatto molti esercizi di composizione di parole per dettatura con l’alfabeto mobile, è pronto per gli esercizi di autodettatura, cioè per comporre autonomamente parole che egli stesso ha pensato, senza averle sentite dalla voce di altri.

Esistono molte possibilità per favorire questo genere di esercizio, una può essere quella di preparare delle schede illustrate, che possono anche fornire un aiuto all’arricchimento del lessico.

Classicamente le schede delle nomenclature, a questo secondo scopo, sono organizzate per aree tematiche (animali domestici, casa, abbigliamento, mezzi di trasporto, ecc…).

Qui propongo una classificazione diversa, in funzione dell’apprendimento delle varie difficoltà ortografiche presenti nella nostra lingua occupandoci ora del suono QQU CQU.

Questa è una selezione di parole italiane che presentano appunto il suono QQU CQU, con diversi gradi di difficoltà; non tutte si prestano ad essere illustrate e le parole presenti nelle schede delle nomenclature sono in grassetto:

Mentre l’unica parola italiana con  QQU è soqquadro, con soqquadrato e soqquadrare, le parole con cqu sono:

parole contenenti  CQU di 5 lettere acqua

parole contenenti CQU di 6 lettere acquea acqueo nacque nocque tacque

parole contenenti CQU di 7 lettere  acquaio acquata acquosa acquoso bacquie giacque piacque

parole contenenti CQUdi 8 lettere  acquario nacquero nocquero paracqua rinacque spiacque tacquero acquisti

Parole contenenti CQU di 9 lettere  acquaiola acquaiolo acquatica acquatico acquavite acquifera acquifero acquisire acquisito acquolina acquosità giacquero introcque piacquero sciacquii sciacquio subacqueo

Parole contenenti CQU di 10 lettere  acquaforte acquanauta acquaplano acquaragia acquarello acquasanta acquatinta acquattare acquattato acquazzone acquedotto acqueforti acquietare acquietato acquigiana acquigiano acquirente acquisendo acquisente acquisirsi acquisisca acquisisce acquisisco acquistare acquistato acquitrino annacquare annacquato compiacque dispiacque portaacqua rinacquero scaldacqua sciacquare sciacquato sciacquone soggiacque sopracqueo tagliacque terracqueo

Parole contenenti CQU di 11 lettere  acquamarina acquattando acquattante acquidoccio acquietando acquietante acquisibili acquisitiva acquisitivo acquisitore acquistando acquistante annacquando annacquante scaldaacqua sciacquando scialacquio spartiacque tocqueville

Parole contenenti CQU di 12 lettere  acquacoltura acquerellare acquerellato acquerugiola acquiescente acquiescenza acquisiscano acquisiscono acquisitrice acquisizione acquistabile acquitrinosa acquitrinoso riacquistare riacquistato risciacquare risciacquato sciacquadità sciacquatura scialacquare scialacquato scialacquona soggiacquero squacquerare squacquerato

Parole contenenti CQU di 13 lettere acquafortista acquartierare acquartierato acquasantiera acquerellando acquerellante acquerellista acquietamento annacquamento riacquistando risciacquando sciacquamento scialacquando squacquerando

Parole contenenti CQU di 14 lettere  acquartierando riacquistabile risciacquatura scialacquatora

Parole contenenti CQU di 15 lettere  risciacquamento sciacquabudella scialacquamento scialacquatrice

Parole contenenti CQU di 16 lettere acquartieramento

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Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche QQU CQU

il materiale comprende tutte le seguenti schede, pronte per il download e la stampa:

Qui alcuni dettati ortografici: 

Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche CUA QUA

Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche CUA QUA.  Come già detto per le schede delle parole di tre lettere

e per le schede delle nomeclature per parole di quattro lettere, 

una volta che il bambino ha fatto molti esercizi di composizione di parole per dettatura con l’alfabeto mobile, è pronto per gli esercizi di autodettatura, cioè per comporre autonomamente parole che egli stesso ha pensato, senza averle sentite dalla voce di altri.

Esistono molte possibilità per favorire questo genere di esercizio, una può essere quella di preparare delle schede illustrate, che possono anche fornire un aiuto all’arricchimento del lessico.

Classicamente le schede delle nomenclature, a questo secondo scopo, sono organizzate per aree tematiche (animali domestici, casa, abbigliamento, mezzi di trasporto, ecc…).

Qui propongo una classificazione diversa, in funzione dell’apprendimento delle varie difficoltà ortografiche presenti nella nostra lingua occupandoci ora del suono CUA QUA.

Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche CUA QUA

Questa è una selezione di parole italiane che presentano appunto il suono CUA QUA, con diversi gradi di difficoltà; non tutte si prestano ad essere illustrate e le parole presenti nelle schede delle nomenclature sono in grassetto.

parole contenenti   CUA QUA di 4 lettere  equa equo quai qual

parole contenenti   CUA QUA di 5 lettere  arquà quale quare quark squaw

parole contenenti CUA QUA di 6 lettere iniqua Pasqua quadre quadro quando quanto quarto quarzo quasar quassù quatto serqua squalo squame squash

parole contenenti CUA QUA di 7 lettere arcuare arcuato Ecuador innocua lacuale – liquame loquace obliqua quadrio quaggiù quaglia qualche qualcun qualità qualora qualsia quantum quarrie quassio quattro siliqua squadra

parole contenenti  CUA QUA di 8 lettere  arcuando arcuante evacuare evacuato – alquanta alquanto aquatile bequadro biquadro equanime equatore Pasquale pisquano quaderno quadrare quadrato quadrica quadriga quadrone qualcosa qualcuna qualcuno quantico quantile quantità quaranta quarnale quarneri quartana quartica quartier quartile quartino quarzite quarzoso quaterna squamare squamato squamoso Torquato

Parole contenenti CUA QUA di 9 lettere  arcuatura evacuando evacuante – antiquark antiquata antiquato cinquanta equazione exequatur loquacità perequare perequato quacchero quadrando quadrella quadreria quadrista quadrivio quadrotta quadruplo quagliare quagliato quagliere qualsiasi qualsisia qualunque qualvolta quantomai quaresima quarteria quartetto quartiere quattrini reliquato squadrare squadrato squadrone squallido squallore squamando squarcina squartare squartato squassare squassato trequarti

Parole contenenti CUA QUA di 10 lettere  evacuativa evacuativo ipecacuana – antiquaria antiquario desquamare desquamato equanimità inquadrare inquadrato inquartare inquartato liquazione Pasqualina Pasqualino perequando quadernino quadrabile quadratico quadratino quadratoni quadratura quadrifora quadriglia quadriglio quadrilobo quadripala quadripolo quadrireme quadruccio quadrumane quadrupede quadrupolo quagliando qualcosina qualifiche quantomeno quantunque quarantana quarantena quarantina quarantino quarantore quarchioni quartararo quartarolo quartavolo quartirolo quarzifero reliquario riquadrare riquadrato sperequare sperequato squadrando squadrismo squadrista squagliare squagliato squarciare squarciato squarquoio squartando squassando

Parole contenenti CUO QUO di 11 lettere  ecuadoriana ecuadoriano evacuamento evacuazione inconspicua -acquattando allorquando capisquadra caposquadra cinquantina desquamando equalizzare equalizzato equatoriale inquadrando inquadrante inquartando inquartante perequativo quadernetto quadrangole quadrangolo quadrantale quadrellare quadrellato quadrettare quadrettato quadriciclo quadriennio quadrifonia quadrifonte quadriforme quadrigetto quadrilione quadrilungo quadrinomio quadriposto quadrumviro quadrunviro quadruplice qualcheduna qualcheduno qualificare qualificato qualitativo quantistico quantizzare quantizzato quantometro quaquaraqua quarantenne quaresimale quartanello quartazione quartierato quartierino quartultimo quaternario quattordici quattrinaio quattrocchi quattromila rinquartare rinquartato riquadrando risquadrare risquadrato siliquastro sperequando squadernare squadernato squadraccia squadratura squadriglia squagliando squalifiche squamiforme squarciando squartatore squasimodeo

Parole contenenti CUA QUA di 12 lettere  antiquariato biquadratico cinquantatré cinquantenne decimoquarto desquamativo disequazione equalizzando inquadrabile inquadratura perequazione quaccherismo quadragesimo quadrellando quadricipite quadricromia quadriennale quadrifoglio quadrifonico quadrigemino quadrigliati quadrilatero quadrilustre quadrimestre quadrimotore quadrimpulso quadripetalo quadriplegia quadripolare quadrittongo quagliodromo qualificando qualsivoglia qualunquismo qualunquista quantificare quantificato quantitativo quantizzando quarantamila quarantennio quarantesimo quartettista quartigliere quattrinello quattrocento rinquartando riquadratore riquadratura sconquassare sconquassato soqquadrando s squadernando squadristico squalificare squalificato squallidezza squarciagola squartamento squartatrice squassamento squattrinato trequartista

Parole contenenti CUA QUA di 13 lettere   appropinquare appropinquato centoquaranta cinquantamila cinquantennio cinquantesimo dequalificare dequalificato desquamazione equalizzatore equanimemente inquadramento inquartazione neosquadrismo neosquadrista ogniqualvolta protoquamquam quadragenario quadrangolare quadraturismo quadraturista quadrellatura quadrettatura quadrifarmaci quadrifarmaco quadripartito quadriplegico quadrisillabo quadrivettore quadrumvirato quadrunvirato quadruplicare quadruplicato quadruplicità qualificabile qualificativo qualificatore quantificando quarantennale quarantottata quarantottore quarantunenne quattrofoglie quinquagesimo riquadramento riqualificare riqualificato sconquassando sperequazione squagliamento squalificando squarciamento

Parole contenenti CUA QUA di 14 lettere appropinquando appropinquante centocinquanta cinquantenario cinquantunenne dequalificando equalizzazione mezzaquaresima quadragesimale quadrimestrale quadrireattore quadruplicando qualificatrice qualificazione qualsivogliano qualunquistico quantificabile quantificatore quantizzazione quarantaduenne quarantottenne quarantottesco quaresimalista quartiermastro quattordicenne quinquagenario riqualificando subequatoriale sudequatoriale ventiquattrore

Parole contenenti CUA QUA di 15 lettere  capisquadriglia caposquadriglia cinquantaduenne cinquantottenne inqualificabile quadrigemellare quadripartitico quantificazione quantomeccanica quarantanovenne quarantaseienne quarantatreenne quarantottesimo quattordicesimo quattordicimila quattrocentesco quattrocentista sconquassamento squalificazione ventiquattrenne

Parole contenenti CUA QUA di 16 lettere cinquantanovenne cinquantaseienne cinquantatreenne dequalificazione duecentoquaranta quadrimensionale quadrisdrucciolo quadruplicazione quarantasettenne quattrocentomila riqualificazione trentaquattrenne ventiquattresima ventiquattresimo

Parole contenenti CUA QUA di 17 lettere  cinquantasettenne duecentocinquanta millequattrocento novantaquattrenne ottantaquattrenne quantificazionale quarantacinquenne quattrocentistico trentaquattresima

Parole contenenti CUA QUA di 18 lettere  centocinquantamila cinquantacinquenne ottocentocinquanta quadridimensionale quadrimensionalità quarantaquattrenne sessantaquattrenne settantaquattrenne

Parole contenenti CUA QUA di 19 lettere  cinquantaquattrenne sessantaquattresimo

Parole contenenti CUA QUA di 20 lettere quadridimensionalità

Parole contenenti CUA QUA di 21 lettere duecentocinquantamila seicentocinquantamila trecentocinquantamila

Parole contenenti CUA QUA di 22 lettere novecentocinquantamila ottocentocinquantamila

Parole contenenti CUA QUA di 23 ettere settecentocinquantamila

Parole contenenti CUA QUA di 24 lettere  cinquecentocinquantamila

Parole contenenti CUA QUA di 25  lettere quattrocentocinquantamila

Qui alcuni dettati ortografici: 

 

Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GI

Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GI.  Come già detto per le schede delle nomenclature per parole di tre lettere 

e per le schede delle nomeclature per parole di quattro lettere, 

una volta che il bambino ha fatto molti esercizi di composizione di parole per dettatura con l’alfabeto mobile, è pronto per gli esercizi di autodettatura, cioè per comporre autonomamente parole che egli stesso ha pensato, senza averle sentite dalla voce di altri.

Esistono molte possibilità per favorire questo genere di esercizio, una può essere quella di preparare delle schede illustrate, che possono anche fornire un aiuto all’arricchimento del lessico.

Classicamente le schede delle nomenclature, a questo secondo scopo, sono organizzate per aree tematiche (animali domestici, casa, abbigliamento, mezzi di trasporto, ecc…).

Qui propongo una classificazione diversa, in funzione dell’apprendimento delle varie difficoltà ortografiche presenti nella nostra lingua occupandoci ora del suono GI.

Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GI

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Cartellini in corsivo

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Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GI
Nomenclature in stampato maiuscolo

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Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GI
Nomenclature in stampato minuscolo

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Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GI
Nomenclature in corsivo

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Qui alcuni dettati ortografici: 

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Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GI

Questa è una selezione di parole italiane che presentano appunto il suono GI, con diversi gradi di difficoltà; non tutte si prestano ad essere illustrate e le parole presenti nelle schede delle nomenclature sono in grassetto:

parole contenenti GI di 3 lettere già gin gip giù

parole di 4 lettere agio dogi Gian giga gilè Gina Gino gita oggi

parole contenenti GI di 5 lettere aggio  agile agire Angiò bigie brugi bugia bugie egida egira giada Giano  giara  Giava gibbo  Gilda  Gildo gilio giogo gioia Giona Giove gipso girio girlo giuba Giuda giure giurì giuso Igino ingiù leggi Liegi ligio logia login  Luigi lungi magia mingi mogio mugic ogiva orgia ragie regio tiggi uggia

parole contenenti GI di 6 lettere acagiù afagia agiata agiato agisca agisce agisco algida algido angina argine argirò argiva argivo augite bagigi bangio Belgio Biagio bigini bolgia bragia cengia cugino Egidio egioca egioco Egisto Egitto egizia egizio elegia Eligio faggio figini Fiuggi frigio frogia gaggia giacca giachi Giaffa giaina gialda giallo giambo giampa Gianna Gianni giarra Gibuti gigaro giglio gigolò ginkgo Giobbe Gioele gioggi gioire gioito giorno Giosuè Giotto Giovan girare girato girino girone Gisela gitano giubba giudeo giugno Giulia Giulio giunco giunse giunte giuria giusto gorgia grigio igiene laggiù leggii leggio loggia logico Luigia maggio magico moggio muggia oggidì paggio pagina Parigi peggio plegia pugile ragion reggia reggio regime regina regino rigido roggia rogito saragi seggio Sergio smungi stigio sugita tagico tagiko Tamigi vagile vagina vagire vagito vigile virgie

parole contenenti GI di 7 lettere
agibile  agilità agitare agitato agogica alaggio albagia angioma argilla argiope argiria balogio barbigi bigiare bigiato biturgi Brigida cagione cinigia Digione digiune Dionigi effigie egregia egregio energia epigino  esigila esigilo esigine esigito esofago faggina fagiano fagioli figiano frangia fragile frigido fuegino fuggire fuggito fulgido fungino gengiva Georgia giacché giaccia giaccio giacere Giacomo giacose giacque giammai giapeto Giasone giaurro gibbone gibboso giberna gigante gigiona Giliola gimcana gimnoto gincana gineceo ginepro Ginevra ginnare  ginnato ginnico ginseng giocare giocato giocoso gioendo giogaia gioioso gioirne gioisca gioisce gioisco Giorgia Giorgio giornea giostra giovane giovare giovato giovedì giovine gipaeto gippone giraffa Giraldo girando girardi girelle giretto gironda girossi girotta Gisella gitante gittare gittato giudice giugolo giugulo giulivo giungla Giunone giurare giurato giurese grangia greggia greggio iapigia iapigio ipogino jogging leggina legione legista limongi litigio liturgi Luigina Luigino maggior magiaro magione mangime margine mialgia minugia muggine muggire ogivale oologia orgiaca orgiaco origine otalgia patagio peggior Perugia pigiama pigiare pigiato pigione pioggia presagi profagi quaggiù ragione reagire reagito reggino regione regista Remigio ruggine ruggire rugiada saggina segugio sizigia sorgivo spongia stagira sugiura tagicco teurgia tragico treggia turgido uggiosa uggioso uligine uvaggio vagisca vagisce vagisco valigia vangile vergine vigilia

parole contenenti GI di 8 lettere adagiare adagiato Adalgisa Adalgiso aggeggio aggirare aggirato aggiunse aggiunta agiologa agiologo agiscano agiscono agitando agitante albugine alleggio allergia Ambrogio anagogia analogia anginosa anginoso angioina angioino apologia arginale arginare arginato argirite argirosi arrogino autogiro baggiano baggiolo bambagia baraggia barbogio bastagio battigia  bigiando biologia buaggine bugiardo caggiano caligine calugine Cambogia cangiare cangiato capogiro Chioggia ciliegio cogitare cogitato collegio congiure coniugio coraggio demiurgi digitale digitare digitato Dimaggio diplegia disaggio disergia disfagia dosaggio ecologia egiziana egiziano elargire elegiaca elegiaco elogiare elogiato elogista energica energico enologia erbaggio etologia faggiola fastigio fiuggino Flogisto foggiani foggiare foggiato forgiare forgiato fregiare fregiato fuggirsi gargiulo geofagia geologia georgico giacchio giaccone giacendo giacenza Giacinta giacinto giaciuto Giacobbe giaguaro giaietto gialappa giallino giallore giallume Giamaica giambico giananti giandana Gianduia gianella gianetti Gianluca Giannina giannini Giannino giannosa Giappone giardina giardino giargone giavelli gigliato Gilberto ginandro ginestra ginnando ginnasio ginnasta ginnetto Gioberti giocando Giocasta giochini giocondo giogione gioiello Giolitti Giordana Giordano Giorgina giornale giornata giovando Giovanna giovenco gioventù giovesco gioviale gioviano girabile giracapo giradito girasole giratina giratubi giravite girellio girevole Girgento Girolamo girovita gittando gittansi giubbone giubetto giubileo giudaico Giudecca giudicio Giuditta giudizio giugurta giulebbe Giuliana Giuliano giullare giumella giumento giuncata giungere giunsero giuntare giuntato giuntomi giuntura giurando giurista Giuseppa Giuseppe Giustino gonalgia gorgiera grigiore igienica igienico illogica illogico immagine indagine ingiunse ingiunto ingiurie ingiusta ingiusto innologi ipoergia lanugine lavaggio leggiamo leggiate letargia levogiro liturgia loggiato loggione loggista logicità maggiore malvagio managing mangiare mangiato mangiona mialgico mingiamo  mingiate miologia miraggio misogino neologia Norvegia nuragico ocaggine odologia oligisto omofagia omologia orgiasmo orologio ortaggio ostaggio otalgica otalgico paginone paraggio parigino pedaggio peggiore pelagico pertugio Perugino pigiando plagiare plagiato poggiare poggiato poggiolo pregiare pregiato preleggi presagio prigione prodigio pterigio pubalgia pugilato puleggia raggiare raggiato raggiera randagia randagio reagisca reagisce reagisco reggiano regicida regimare  regimato  retaggio  rigaggio  rigidità  rigirare  rigirato rinalgia  rodaggio  rodiggio  rodigino  rogitare  rogitato  ruggirsi  saggiare  saggiato  saggista  seggiola  servigio  sfuggire  sfuggio  showgirl  silaggio  silofagi  sinergia  sparagio  spinaggi  spongina  stagione  sugimoto  tabagico  talalgia  taleggio  teggiano  telaggio  tenalgia  teofagia  teologia  tesaggio teurgico tiraggio  trigilio trilogia  trisagio  tubaggio  turingia  ufologia  uggiolii  uggiolio  ungitura  unigiana  urologia  uropigio  vaginale  vaginite  vagivade  valgismo vergineo  vestigia  vestigio  vigilare  vigilato  vigilaza  viraggio  viragine Virgilia Virgilio virgineo Virginia Virginio  voragine zoofagia zoologia

Parole contenenti GI di 9 lettere adagiando adagiante aduggiare aduggiato aerofagia aerologia aggiogare aggiogato aggirando aggirante agiatezza agibilità agiografa agiografo agiologia agitabile agitatore agrologia aleggiare aleggiato alesaggio algologia allergica allergico alpigiana alpigiano alterigia Ambrogino anagogica anagogico analogica analogico androgina androgino Angiolina Angiolino angiologa  angiologo angiporto antalgica antalgico antologia aplologia aquilegia argillosa argilloso arginando arginante arginnide argiopidi argiriasi argirismo artigiana artigiano artralgia asburgica asburgico asparagio astigiana astigiano astrologi atabagica atabagico autofagia bacologia baliaggio baluginii baluginio bambagino bancogiro bandeggio bargiglio barraggia bendaggio bevigione biologica biologico biscugino bombaggio borragine bottaggio bridgista Brigidino briologia brogiotto brumeggio cablaggio cacologia cagionare cagionato Carolingi carruggio Cartagine cecaggine cetologia chirurgia ciliegina citologia clivaggio cogitando colangite compagine congiunse congiunto contagiri correggia criologia cuginanza cuginetto cupidigia damigiana debugging demagogia demologia diallagio dialogico digitando digiunare digiunato dirigismo dirigista disagiare disagiato disgiunse disgiunsi disgiunto dragaggio drenaggio drogaggio ecologica ecologico effigiare effigiato elargirsi elogiando elogiante emangioma emiplegia emorragia energismo enologica enologico epagogico epatalgia ergologia erigibile esagitata esagitato esigibile esofagite etiologia etnologia etologica etologico eucologia eucologio Eustorgio eziologia fagianaia fagiolaro fagiolata fagiolini fagiolone falangina faringite farragine fenologia ferrugine fetologia filiologi filologia fingitore fissaggio fitologia foggiando fonologia forgiando formaggio fragilità frangiare frangiato fregiando frenaggio frigidità frugifero frugivoro fuggiasco fuggitivo fuliggine fungibile fungicida fusaggine gangitano garagista gengivale gengivite geologico georgiano geragogia giacciamo giacciano giacciono giaciglio giacitura giacobino giacoboni giacolone Giacomina Giacomino giacquero giaggiolo giainismo gialletto giallista gialloblu gialluria Giampaolo Giampiero Giancarla Giancarlo Gianicolo Gianluigi Gianmarco Gianmaria Gianmario Giannetta Gianpaolo Gianpiero Giansalvo giapetici giapetico giarrusso giavanese giazzista gibbosità gibigiana gibutiano gigliaceo gigolette ginepraio ginevrino ginnatura ginocchia ginocchio  ginolatra  Gioachino giocabile giocatore giochetto giochismi giocolare giocosità giocoteca giogatici giogatico giogatura gioiosità gioiscano gioiscono Giordania giornante giostraio giostrare giostrato giottesco giovanile giovanneo Giovenale giovevole gipsoteca giramento giramondo giratario giratorio giravolta girazione girellare girellato girellona girifalco girocollo giroconto Girometta girondino girotondo girovaghe giubbetto giubbotto giubilare giubilari giubilato giubiloso giudaismo giudicare giudicato giuggiolo giugulare Giulietta giuncacea giuncheto giungendo giungersi giunonico giuntando giunzione giuridico giustezza giustiano giustizie grandigia grattugia gufaggine ideologia idnologia idrologia ierologia igienista inagibile indologia indugiare indugiato ingrigire innologia iperergia ipnologia ipofrigia ipofrigio ippologia isagogica isagogico istologia laringite leggiadro leggibile legittime legnaggio letargico libagione lignaggio lisergico litigioso litologia liturgico lodigiano logicismo logicista logistico lombalgia longitipo loraringi lunigiano macrofagi magistero malagiato malvagità mangiando mangianza mangiaufo marginare marginato mastalgia mellifagi meningite mesologia messaggio metraggio metralgia micologia microfagi misoginia misologia missaggio mitologia monofagia monoginia montaggio morfologi mungitoio mungitore mungitura naufragio nefralgia neologico nevralgia nibelungi ninfaggio nosologia nostalgia oclologia ofiologia omaggiare omaggiato omologica omologico oncologia ontologia originale originare originato orologino orsaggine otorragia paesaggio paginetta palilogia pangiallo panlogici panlogico paralogia passaggio patologia pedagogia pedologia pelagiana pelasgico pescaggio pestaggio Pierluigi pigiatoio pigiatore pigiatura  pigionale piumaggio plagiando plagiario podologia poggiando polifagia poliginia pomologia pompaggio pontaggio ponteggio porgitore posologia postagiro pregiando prelogico presagire prestigio prigionia protogino prurigine pungitoio pungitopo raggiando raggirare raggirato raggiunse raggiunto ragionare ragionato reagibile reggibile reggipalo reggiseno reggitore regicidio regimando reginense reginetta regionale registico religione religioso rifuggire rifuggito rifugiare rifugiato rigidezza rigiocare rigiocato rigirando rimuggire rimuggito rinologia risorgivo rocaggine rogitando rugginoso rugiadoso rullaggio runologia sacralgia saggiando sagginale sagittale sagittato salagione sarcofagi scaggiale scoreggia seaborgio seggiovia seigiorni selvaggia selvaggio senologia serologia serpigine serraggio servaggio settaggio sfoggiare sfoggiato sfregiare sfregiato sfuggirsi sgoggiolo sigillare sigillato silologia sinergico sinologia sitologia sizigiale sloggiare sloggiato smangiare smangiato smungiamo smungiate soggiunse soggiunto sondaggio sorgitore spaginare spaginato spagirico spergiure sporangio spregiare spregiato staggiare staggiato stagirita stalloggi stambugio stiraggio stivaggio stragismo stragista strategia suffragio tabagismo tabagista tangibile tarsalgia tatuaggio tendaggio teologico tibialgia timologia tingitura tipologia tocologia topologia tragicità tramoggia treggiata trenaggio triagista triggiani turgidità ufologica ufologico uggiolare uggiolato uggiolina uggiosità urologico vagiscano vagiscono valigiaio vantaggio venagione verginale verginità vertigine viaggiare viaggiato Viareggio vigilando vigilanza villaggio virginale virologia visagismo visagista voltaggio xilologia zimologia zoologico

Parole contenenti GI di 10 lettere acirologia acquaragia acquigiana acquigiano aduggiando aduggiante aggiogando aggiogante aggiornare aggiornato aggirabile aggiratore aggiungasi aggiungere aggiunsero aggiuntare aggiuntato aggiuntevi aggiuntisi aggiuntiva aggiuntivo aggiuntovi aggiustare aggiustato agiografia agiologica agiologico agitamento agitatorio agitatrice agitazione albeggiare albeggiato aleggiando aleggiante alloggiare alloggiato allunaggio alpeggiare alpeggiato ammaraggio amperaggio ancoraggio andrologia angiocarpo angioedema angioletta angioletto angiologia antologica antologico aplologica aplologico apologista appoggiala appoggiare appoggiato archibugio areligiosa areligioso areopagita argillacea argillaceo arginatura argironeta arieggiare arieggiato armeggiare armeggiato armeggiona arpeggiare arpeggiato arpeggione arrangiare arrangiato artrologia asinaggine asparagina aspergillo assaggiala assaggiare assaggiato assiologia asteggiare asteggiato astrologia atteggiare atteggiato audiologia bacologico baggianata baluginare baluginato bambagiato bambagiona bambagioso baronaggio betonaggio beveraggio bigiarella bigiognolo bioenergia blindaggio bloccaggio bolsaggine bugiardino bugiardona buongiorno cabotaggio cagionando caliginoso cambogiano candeggina cangiabile capeggiare capeggiato capipagina capopagina caprimulgi capruggine Caravaggio cardialgia carenaggio carnagione carolingia carolingio carotaggio carpigiano carpologia carriaggio caseggiato centraggio chirologia chirurgico ciliegiona citologico cogitativo collegiale collegiato colligiano congiurare congiurato contagiare contagiato contagioso coprofagia coraggioso coreggiato cortigiano cosmologia crocifiggi crogiolare crogiolato cronologia decapaggio demagogico demiurgico destrogiro dialogismo dialogista dietologia digitalina digiunando dileggiare dileggiato dirigibile dirugginio diteggiare diteggiato doppiaggio ebetaggine echeggiare echeggiato ecologismo ecologista effigiando egittologa egittologo elargitore eleggibile elogiabile elogiativa elogiativo elogiatore emarginare emarginato ematologia emiplegica emiplegico emorragica emorragico enteralgia entomofagi eortologia epatologia eridologia escogitare escogitato esofagismo etimologia etiologico etnologica etnologico eucologico eziologica eziologico fagianella falangismo falangista faringismo fenologico fessaggine fienagione fileggiare fileggiato filmologia filologico filtraggio fingimento fiocaggine fisiologia flogistico florilegio flottaggio foggiatura fonologico foraggiare foraggiato foraggiero forgiabile forgiatore forgiatura formaggino franchigia frangiando frangibile frangiluce frangimare frangionde frangipani frangisole frangitore frangitura fregagione frenologia frettaggio friggibile friggitore frigidaire frigidario frigidezza fuggifuggi fulgidezza fungiforme fuorigioco gametangio gareggiare gareggiato gastralgia gemmologia genealogia gengivario georgianne giacchetto giacimento giaconetta giacopuzzi giaggiuolo giallastro gialliccia gialliccio giallorosa giamaicano giambelego Giampietro Gianandrea Gianfelice Gianfranca Gianfranco Gianluigia Gianpietro giapponese giardinaio giarratano Gibilterra gigantesco gigantessa gigantismo gigantista gigionesco gigionismo gigliuccio gincanista ginecologa ginecologo gingillare gingillato ginnasiale ginnastico ginnatrice Gioacchino giocatrice giocattolo giocoforza giocoliere giocondità giogionata giornalaio giornalino giornalume giostrando giovamento giovanetto giovanezza Giovannino giovannita giovanotto giovialità giovialone giovinazzo giovinetto giovinezza giovinotto giradischi giraffista giranastri girarrosto girellando girellismo girellotto girgentino girigogolo girigolare girolamino  giromanica giropilota giroscopio girovagare girovagato giubilando giudicando giudicessa giudiziale giudizioso giulebbare giulebbato giuramento giurassico giuristico Giuseppina Giuseppino giusquiamo gnomologia gnomologio goffaggine goffraggio grafologia grassaggio grigiastro grippaggio guarigione iconologia ideologica ideologico idrargirio idrologica idrologico illogicità immaginare immaginato immaginosa immaginoso impaginare impaginato impetigine impilaggio indugiando indugiante ingaggiare ingaggiato ingiallire ingiuncare ingiuncato ingiungere ingiunsero ingiuntiva ingiuntivo ingiuriare ingiuriato ingiuriosa ingiurioso ingordigia inneggiare inneggiato innologici innologico insilaggio interagire interagito invaginare invaginato invigilare invigilato ipnagogica ipnagogico irraggiare irraggiato irrigidire ischialgia istologica istologico ittiofagia ittiologia lanuginoso leggiadria legiferare legiferato legionario lentiggine leveraggio limnologia linciaggio linfangite linfologia linguaggio litargirio litologico liturgista logoplegia lombaggine longilineo lotaringia lotaringio lumeggiare lumeggiato lungaggine maggiolino maggiorana maggiorare maggiorato maggiorità magistrale magistrato maneggiare maneggiato maneggiona mangiabile mangiafumo mangiapane mangiarino mangiasego mangiatina mangiatoia mangiatore manutergio mareggiare mareggiato marginalia marginando mariologia meningioma meningismo meriggiare meriggiato merovingio messaggino metalogico metrologia micologico minutaggio mitologico monetaggio monoginico monoplegia morfologia mungitrice museologia necrofagia necrologio nefrologia neologismo nereggiare nereggiato neurologia nevralgico nipiologia nodeggiare nodeggiato noleggiare noleggiato nosologico nostalgico nubifragio nullaggine odinofagia odontalgia oggigiorno oleaginosa oleaginoso omaggiando omaggiante oncologica oncologico ondeggiare ondeggiato onicofagia onirologia ontologica ontologico opitergina opitergino oppiofagia orchialgia orgiastica orgiastico originando originante originaria originario ormeggiare ormeggiato orologiaia orologiaio orologiere orologiero osteggiare osteggiato osteologia osteriggio ovarialgia paginatura paleggiare paleggiato panegirici panegirico panlogismo paraplegia pareggiare pareggiato parmigiano partigiano passeggino patologico patrologia pedagogico pedologico peggiorare peggiorato pescagione Piergiulio pigiatrice pigionante pilotaggio pioviggine placcaggio plagiatore podologico poggiacapo poggiamano poliginico pomeriggio pomologico porcaggine porgitrice portagioie pregiabile prelogismo proctalgia prodigioso propaggine prueggiare prueggiato psicologia pugilatore rachialgia radiologia raggirando ragionando ragioneria ragioniera randagismo raveggiolo reagiscano reagiscono reggicalze reggilibro reggimento reggipetto reggitesta reggitrice regimental registrare registrato remeggiare remeggiato retroagire riadagiare riadagiato ridigitare ridigitato rieleggimo rifuggirsi rifulgiamo rifulgiate rigiocando rigiuocare rigiuocato rimangiare rimangiato rimuginare rimuginato rinorragia risommergi ritmologia romitaggio sabotaggio sacrilegio saggiatore saggiatura saggistico sagittaria sagittario salpingite sangiovese scagionare scagionato scatologia scheggiare scheggiato sciatalgia seggiolaio seggiolata seggiolino seggiolone selvaggina semiologia senologico sfagiolare sfagiolato sfoggiando sfrangiare sfrangiato sfregiando sgargiante siderurgia sierologia sigillando sigillaria Sigismondo sillogismo silologico simbologia sinergismo sinergista sinologico sismologia sloggiando smangiando smargiasso smarginare smarginato smontaggio sociologia soggiaccia soggiaccio soggiacere soggiacque soggiogare soggiogato soleggiare soleggiato someggiare someggiato sordaggine sortilegio spaginando spargipepe spargisale spargitore spiaggiare spiaggiato spicilegio spigionare spigionato spingitubo spionaggio sporologia spregiando sragionare sragionato srugginire srugginito staggiando stagionare stagionato stallaggio stampaggio stellaggio stoccaggio strategico subregione suffumigio svaligiare svaligiato svantaggio sverginare sverginato svolgitore tachifagia Tagikistan taumaturgi tautologia tecnologia teggianese teleologia teologismo termologia testologia testuggine tetraggine tetraginia tetralogia tiflologia tipologico tiptologia tisiologia topologico trafuggire tragittare tragittato  trevigiano tribologia tricologia trivigiana trivigiano trofologia tropologia turcologia turgidezza turingiano tuttologia uggiolando uggiolante vagheggini vaginalite valligiano vaneggiare vaneggiato veleggiare veleggiato verginella vestigiale viaggiando viareggino viceregina videogioco vigilantes vigilatore virgiliano virologico vitiligine voraginoso vuotaggine xilologico zoologista zoppaggine

Parole contenenti GI di 11 lettere  abbordaggio adrenergica adrenergico aggiornando aggiornante aggiotaggio aggiotatore aggiramento aggiratrice aggiudicare aggiudicato aggiungendo aggiungente aggiungersi aggiuntando aggiunzione aggiustando aggiustante agiografica agiografico albeggiando albeggiante alchechengi alloggiando alloggiante alpeggiando alpeggiante amareggiare amareggiato amoreggiare amoreggiato anallergica anallergico ancheggiare ancheggiato anfibologia angiocolite angiografia angiogramma antigienica antigienico  antiruggine antivigilia appannaggio appigionare appigionato appoggiando appoggiante appontaggio arbitraggio archeggiare archeggiato archeologia arginamento arieggiando arieggiante armeggiando armeggiante arpeggiando arrangiando arrangiante arrembaggio arrugginire arrugginito artigianale artigianato asineggiare asineggiato asparagiaia assaggiando assaggiante assiologica assiologico asteggiando asteggiante astrologica astrologico atteggiando atteggiante atterraggio attingibile attingitoio attinologia audiologica audiologico avvolgibile avvolgitore Azerbaigian azzurraggio baluginando barbagianni bargigliato bargiglione bargigliuto baronaggine beffeggiare beffeggiato beghinaggio berteggiare berteggiato bibliologia bigiotteria biseggiovia blenorragia bordeggiare bordeggiato borseggiare borseggiato brachialgia brachilogia braveggiare braveggiato brokeraggio bromatologi broncologia bugiarderia bugigattolo cacciagione cafonaggine cagionevole caldeggiare caldeggiato campeggiare campeggiato campeggista candeggiare candeggiato candelaggio cangiamento canottaggio capeggiando caponaggine cardiologia carreggiare carreggiato cartaginese carteggiare carteggiato cartilagine cartonaggio casermaggio climatologi cogitabondo cogitazione colinergico comparaggio congiungere congiuntivo congiuntura congiurando contagiando conteggiare conteggiato contrargine coprigiunto correggiato corseggiare corseggiato corteggiare corteggiato cortinaggio cosmologico costeggiare costeggiato craniologia cristologia crogiolando cronologico crumiraggio danneggiare danneggiato decollaggio demonologia dendrologia deontologia depistaggio dietrologia digitazione digitigrado digitossina digiunatore dileggiando dirigistico disgiungere disgiunsero disgiuntivo dispregiare dispregiato diteggiando docimologia dongiovanni echeggiando echeggiante egittologia elargitrice elargizione elogiatrice emarginando ematologico embriologia energizzare energizzato engineering entomologia enzimologia epatorragia eremitaggio eresiologia Ermenegildo erpetologia escatologia escogitando escogitante esigibilità esobiologia estetologia etimologica etimologico farraginoso ferruginoso festeggiare festeggiato fileggiando filmologico filologismo finissaggio fisiologico folleggiare folleggiato fonovaligia foraggiando forgiatrice formaggiaio formaggiera frangiatura frangivento frangizolle fraseggiare fraseggiato fraseologia frenologico friggitoria friggitrice fuligginoso fungibilità galleggiare galleggiato gareggiando gastralgici gastralgico gastrologia gatteggiare gatteggiato gemellaggio genealogico geobiologia giallognolo giallorosso Giangaspero Giangiacomo giannizzero giansenismo giansenista giardinetto giavellotto giazzistico gimnosperma ginecologia gingillando ginocchiato ginocchiera ginocchione gioachimita giogionesco giogionismo gioielleria gioielliera giolittismo giornaletto giornaliero giornalismo giornalista giornatante giostratore giovannetto giovinastro giovincello girafiliera giramaschio girandolare girandolato girandolina girandolona girobussola gironzolare gironzolato giroscopico girostatico girovagando giudaizzare giudaizzato giudicabile giudicativa giudicatore giudicatura giudiziario giuggiolona giulebbando giullaresco giunchiglia giuntatrice giunzionale giuridicità giustacuore giustappone giustifiche Giustiniano giustiziare giustiziato giustiziere glaciologia glottologia gnoseologia gonfiaggine gonfiagione grafologico grangiporro grattugiare grattugiato grigioverde grullaggine guarentigia guarnigione guidrigildo iamatologia ibridologia iconologica iconologico ideologismo ideologista  idoleggiare idoleggiato idrargirosi illeggibile illegittima illegittimo imballaggio immaginando immaginante immaginaria immaginario immaginetta immergibile immunologia impaccaggio impaginando impaginante impennaggio inagibilità incannaggio incollaggio inesigibile infrigidire infungibile ingaggiando ingaggiante ingiallente ingiallirsi ingigantire ingiovanire ingiudicata ingiudicato ingiuncando ingiungendo ingiungente ingiunzione ingiuriando ingiuriante ingiustizia ingranaggio ingurgitare ingurgitato inneggiando inneggiante insellaggio intangibile interagisca interagisce interagisco inturgidire invaginando invaginante invigilando ipofalangia ironeggiare ironeggiato irraggiando irraggiante irreligione irreligiosa irreligioso irrigidendo irrigidente irrigidirsi irrugginire ischialgica ischialgico isterologia ittiologica ittiologico lampeggiare lampeggiato lattiginoso leggibilità legiferando legislativo legislatore legislatura legittimara legittimare legittimato legittimità linfangioma linforragia litigiosità loggionista longitudine lumeggiando maggiorando maggioranza maggiorasco maggiordomo maggiorenne maggiorente magiostrina malacologia maneggiando mangiagatti mangiamento mangiapelli mangiapreti mangiaragni mangiasoldi mangiatoria mangiatrice mangiatutto marchigiano mareggiando marginalità marginatore marginatura mariologico massaggiare massaggiato meningitico merceologia meriggiando metallurgia metodologia metrologico metrorragia mezzogiorno micetologia micrologico mineralogia mirmecofagi misoginismo missiologia mitologista molleggiare molleggiato monadologia morfologica morfologico motteggiare motteggiato mucillagine musicologia necrologico nefrologico nefrorragia neoecologia nereggiando neurologico nibelungico nipiologico nodeggiando noleggiando nostalgismo numerologia odontalgica odontalgico odontologia oltraggiare oltraggiato oltraggiosa oltraggioso ombreggiare ombreggiato ondeggiando ondeggiante onomaturgia ontologismo ontologista organologia originalità ormeggiando ormeggiante ornitologia osteggiando osteggiante ostellaggio oziosaggine padrinaggio paesaggista paleggiando palinologia palleggiare palleggiato palpeggiare palpeggiato panegirista panneggiare panneggiato pantragismo papirologia pappagorgia paralogismo parapioggia paraplegico pareggiando parteggiare parteggiato passeggiare passeggiato pasteggiare pasteggiato patteggiare patteggiato pattinaggio peciloginia pecoraggine pedagogismo pedagogista peggiorando perdigiorno personaggio piaggiatore pianeggiare pianeggiato piantaggine piantagione piergiorgio Piergiuglio pirargirite plagiatrice platinaggio pneumologia poggiaferro poggiapiedi poggiatesta polemologia politologia pompeggiare pompeggiato portapagine posteggiare posteggiato potamologia prealpeggio pregiudizio prelavaggio prestigioso prigioniero primeggiare primeggiato proctologia proterogino provvigione prueggiando pruriginoso psicagogico psicoigiene psicologico psicoplegia pugilistico pungiglione punteggiare punteggiato radiologico raggiratore raggiungere raggiunsero raggiuntare raggiuntato raggiustare raggiustato ragionativo ragionatore ragionevole randeggiare randeggiato reagibilità reggipancia reggiposata reggispinta reggistaffe reggistanga regimazione registrando religiosità remeggiando retrologico rettorragia riadagiando riciclaggio ricongiunse ridigitando rigiuocando rigurgitare rigurgitato rimangiando rimarginare rimarginato rimessaggio rimettaggio rimontaggio rimpaginare rimpaginato rimuginando ringiallire ripescaggio rocchigiano rosseggiare rosseggiato rottamaggio saggiamente saggiatrice salmeggiare salmeggiato salvataggio sangiaccato santoreggia sbugiardare sbugiardato scagionando scarafaggio scatologico scaturigine sceneggiare sceneggiato scheggiando schermaggio scongiurare scongiurato scoraggiare scoraggiato selenologia selgiuchidi seminagione semiologico serpeggiare serpeggiato serpiginoso sessuologia sfagiolando sfragistica sfrangiando sfregiatore siderurgico sierologico sigillatura sinteraggio sismologico smarginando sociologico soggiacendo soggiacenza soggiaciono soggiaciuto soggiogando soggiornare soggiornato soggiungere soggiunsero soggiuntivo soleggiando solfeggiare solfeggiato somaraggine somatologia someggiando sommergiamo sorseggiare sorseggiato sorteggiare sorteggiato sotterfugio sovvaggiolo spareggiare spareggiato spargimento spargitrice speleologia spergiurare spergiurato spiaggiando spingidisco spongiforme spregiativo spregiatore sprigionare sprigionato spumeggiare spumeggiato sragionando srugginendo srugginisce staggiatura stagionando steatopigia stringitore stringitura suffragismo suffragista sumerologia sunteggiare sunteggiato svaligiando sverginando svolgimento svolgitrice talassologi tallonaggio tanatologia tangibilità tassinaggio tasteggiare tasteggiato taumaturgia tautologico tecnologico teleologico telferaggio teratologia termologico testuggineo tetraplegia tiflologico tinteggiare tinteggiato tondeggiare tondeggiato tonneggiare tonneggiato torneggiare torneggiato torreggiare torreggiato traccheggii tragicomico tragittando tramoggiaio trangugiare trangugiato treggiatore tricologico trismegisto troneggiare troneggiato tropologico turbinaggio turcologico vagheggiare vagheggiato vaneggiando vantaggioso veleggiando verdeggiare verdeggiato verdegiallo verseggiare verseggiato vertiginoso vezzeggiare vezzeggiato viaggiatore vigilatrice villeggiare villeggiato volteggiare volteggiato zoticaggine

Parole contenenti GI di 12 lettere abbeveraggio accorgimento acquerugiola aggiogamento aggiornabile aggiotatrice aggiudicando aggiudicante aggiuntatore aggiuntatura aggiustabile aggiustaggio aggiustatina aggiustatore aggiustatura agrobiologia allergologia allobiologia alloccaggine amareggiando amareggiante amoreggiando amoreggiante ancheggiando ancheggiante anfibologica anfibologico angiografica angiografico angiosarcoma antropofagia antropologia apologistica apologistico apologizzare apologizzato appigionando appigionante appoggiacapo appoggiamano appoggiatela appoggiatoio appoggiatura archeggiando archeggiante archeologica archeologico archibugiera areopagitica areopagitico armeggiatore arrangiatore arrugginendo arrugginente arrugginirsi arrugginisca arrugginisce arrugginisco arteriologia artigianello asineggiando asineggiante aspergillosi assaggiamola assaggiatela assaggiatore assaggiatura assemblaggio assiriologia asteggiatura astrusaggine attingimento attraccaggio attrezzaggio autolavaggio autonoleggio avvolgimento avvolgitrice azerbaigiana azerbaigiano baccheggiare baccheggiato bagarinaggio ballottaggio balordaggine bambinaggine banchinaggio barcheggiare barcheggiato bastingaggio batipelagico batteriefagi batteriofagi beccheggiare beccheggiato beffeggiando berteggiando bietolaggine biondeggiare biondeggiato biotipologia birbonaggine blenorragico boccheggiare boccheggiato boicottaggio bordeggiando borraginacea borseggiando bracconaggio brachilogico brandeggiare brandeggiato braveggiando brigantaggio bromatologia broncorragia buffonaggine calafataggio caldeggiando campeggiando cancerologia candeggiando capeggiatore cardiologica carreggiando carteggiando cartilagineo chiantigiano cinegiornale Cisgiordania climatologia collegialità congiungendo congiungersi congiunzione contagiosità conteggiando correggibile corregionale corseggiando corteggiando cosmetologia costeggiando criminologia criobiologia cronologista curiosaggine dabbenaggine danneggiando dappocaggine degrassaggio deontologico dermatologia destreggiare destreggiato dietrologico digiunatrice dileggiatore disgiungendo disgiungersi disgiunzione dissigillare dissigillato diteggiatura drammaturgia drappeggiare drappeggiato ecologistica ecologistico eleggibilità elettrologia elmintologia embriologica embriologico emopatologia energizzando enterorragia entomologica entomologico epiontologia equipaggiare equipaggiato esagitazione escatologica escatologico estesiologia etimologista etruscologia extravergine facchinaggio farmacologia favoleggiare favoleggiato favoreggiare favoreggiato festeggiando fiammeggiare fiammeggiato fitobiologia fitogeologia folleggiando foraggiatore forgiabilità fotoallergia fotobiologia fotogeologia fotogiornale frangibilità frangiflutti fraseggiando fraseologico fronteggiare fronteggiato fungicoltore fungicoltura furoreggiare furoreggiato galleggiando gangheggiare gastrorragia gatteggiando genealogista gerontologia giacchettone giacobinismo giaculatoria gialleggiare gialleggiato Giambattista giamburrasca Gianbattista Giandomenico Giannantonio giardinaggio giarrettiera ginecologico ginocchiello ginocchietto gioachimismo gioachiniani giocacchiare giocacchiato giocattolaio giovanilismo giovanottata giovenalesco girabacchino girandolando gironzolando giubilazione giudaizzando giudicatorio giudicatrice giugulazione giurisperito giustapporre giustapposto giustificare giustificato giustinianea giustinianeo giustiziando glossoplegia gnoseologico gorgheggiare gorgheggiato grandeggiare grandeggiato grattugiando guerreggiare guerreggiato ibridologica ibridologico iconologismo iconologista idealeggiare idealeggiato idoleggiando idoleggiante idrargirismo   idrobiologia idrogeologia imbandigione imbiellaggio immaginabile immaginativa immaginativo immaginatore immaginifica immaginifico immangiabile immunologica immunologico impaginatore impaginatura impetiginosa impetiginoso impiccagione imprigionare imprigionato incantagione incoraggiare incoraggiato ineleggibile infrangibile infrigidendo ingaggiatore ingigantendo ingigantente ingigantirsi ingioiellare ingioiellato ingiovanendo ingiuriatore ingrassaggio ingurgitando ingurgitante insulsaggine intertrigine inturgidendo inturgidente invaginabile iperdosaggio iperfalangia ironeggiando ironeggiante irrugginendo irrugginente lampeggiante largheggiare largheggiato laringologia latineggiare latineggiato leggicchiare leggicchiato legislatrice legislazione legittimando legittimaria legittimario legittimismo legittimista lentigginoso lessicologia leziosaggine lichenologia lungimirante lungimiranza magistralità magistratura malariologia malgiudicare malgiudicato maneggiabile maneggiatore mangiadischi mangianastri mangiapatate mangimificio mangimistico marginalista martirologio massaggiando melensaggine merceologico metallofagia metallurgico meteorologia metodologica metodologico metricologia mineralogico minialloggio mirmecologia molleggiando monitoraggio moraleggiare moraleggiato morfologista morfonologia motteggiando musicologico necrologista neoecologico neonatologia neuroplegico nictaginacea noleggiatore occhieggiare occhieggiato odontologica odontologico oftalmologia oltraggiando oltraggiante ombreggiando ombreggiante onfalorragia organologica organologico originarietà ormeggiatore ornitologica ornitologico otomeningite paleocologia paletnologia palleggiando palpeggiando panneggiando papirologico parallogismo parcheggiare parcheggiato pareggiabile pareggiatore paremiologia paridigitato parteggiando passeggiando pasteggiando patteggiando pavoneggiare pavoneggiato peggiorativo pelagianismo perissologia piaggiatrice pianeggiando Piergiuseppe pignolaggine piovigginare piovigginato piovigginoso pirateggiare pirateggiato plagioclasio planetologia pleurorragia pneumorragia polemologico politologico pompeggiando posteggiando  pregiudicare pregiudicato primatologia primeggiando privilegiare privilegiato proctologico proctorragia propagginare propagginato proteroginia psicologismo psicologista psicoplegico punteggiando quadriplegia raggiramento raggiratrice raggiungendo raggiungersi raggiuntando raggiustando ragionamento ragionatrice randeggiando reggimentale regionalismo regionalista registrabile registratore reingaggiare reingaggiato religioseria reumatologia riaggiustare riaggiustato  riecheggiare riecheggiato rieleggibile rifrangibile rifugiandosi rigurgitando rimaneggiare rimaneggiato rimarginando rimpaginando ringiallendo ringiovanire ringiovanito rinverginare rinverginato risorgimento rivaleggiare rivaleggiato rivolgimento rosseggiando rumoreggiare rumoreggiato saccheggiare saccheggiato salmeggiando satireggiare satireggiato sbadataggine sbeffeggiare sbeffeggiato sbugiardando scapataggine scarseggiare scarseggiato scempiaggine sceneggiando scheggiabile scheggiatura scipitaggine scompaginare scompaginato scongiurando scoraggiando seigiornista selenologico semasiologia serpeggiando sessuologico sfregiatrice sillogistico sillogizzare sillogizzato simoneggiare simoneggiato sinergistico sinistrogiro smargiassata sociologismo soggiacciamo soggiacciano soggiacciono soggiacquero soggiornando soggiungendo soggiungersi solfeggiando somatologico someggiabile sommergibile sopraggiunse sopraggiunsi sopraggiunto sorseggiando sorteggiando soteriologia sovietologia spalleggiare spalleggiato spareggiando spargifiamma spazieggiare spazieggiato speakeraggio speleologico spergiurando spregiatrice sprigionando spumeggiando stagionalità stagionatore stagionatura stolidaggine stomatologia strafilaggio strapoggiare strapoggiato stringimento stronzaggine struggicuore struggigrano struggilegno struggimento stupidaggine sunteggiando supergigante svaligiatore svantaggiare svantaggiato svantaggioso taccheggiare taccheggiato tagliapoggio taglieggiare taglieggiato talassologia tanatologico tappetologia tasteggiando taumaturgico telegiornale teleologismo tenoreggiare tenoreggiato teologizzare teologizzato teratologico tergilunotto tergiversare tergiversato terminologia tesoreggiare tesoreggiato tetraplegico  tinteggiando tonneggiando tonnellaggio torneggiando torreggiando tossicologia trangugiando transigibile tratteggiare tratteggiato troneggiando turcheggiare turcheggiato uccellagione vagheggiando vassallaggio veleggiatore venereologia verdeggiando verseggiando vezzeggiando viaggiatrice vigilantismo villeggiando virginalista volteggiando vulcanologia zuccheraggio zucconaggine

Parole contenenti GI di 13 lettere accattonaggio aggiornamento aggiudicativa aggiudicativo aggiungiamovi aggiuntatrice aggiustamento aggiustatrice allobiologica allobiologico alloggiamento angioplastica antiallergica antiallergico antigiuridica antigiuridico antireligiosa antireligioso antropologica antropologico apologizzando apologizzante appoggiatesta archeggiatura archiginnasio argilloscisto arieggiamento armeggiamento arpeggiamento arpeggiatrice arrangiamento arrangiatrice artigianalità assaggiatrice astrobiologia atteggiamento attinopterigi attinotterigi autocampeggio avvantaggiare avvantaggiato baccheggiando baluginamento bambineggiare bambineggiato bamboleggiare bamboleggiato barbareggiare barbareggiato barcheggiando bastardaggine batteriologia battispiaggia beccheggiando beffeggiatore biancheggiare biancheggiato bigiornaliero biondeggiando biosociologia biotecnologia birbantaggine birboneggiare birboneggiato boccheggiando borseggiatore braccheggiare braccheggiato brandeggiando bricconaggine bromatologico buffoneggiare buffoneggiato bugiardaggine calendimaggio campeggiatore cannoneggiare cannoneggiato capeggiatrice capovolgibile carreggiabile cartilaginoso castronaggine cavalleggiero citrullaggine climatologico cocciutaggine concubinaggio congiungibile congiuntivite congiunturale conteggiabile controgirello corteggiatore cortigianelli cortigianeria cortigianesco cosmetologico crocifiggiamo crocifiggiate cronobiologia danneggiabile danneggiatore decatissaggio delegittimare delegittimato dermatologico destreggiando dialettologia digitalizzare digitalizzato dileggiatrice dirigibilista dispregiativo dispregiatore dissigillando distruggibile dottoreggiare dottoreggiato drappeggiando ecclesiologia emarginazione epidemiologia episillogismo epistemologia equipaggiando equipaggiante escatologismo escogitazione eudemonologia fannullaggine farmacologico farraginosità favoleggiando fenomenologia fiammeggiando fiancheggiare fiancheggiato fitopatologia fonomontaggio foraggiamento foraggiatrice fosforeggiare fosforeggiato fotobiologico fotomontaggio frascheggiare frascheggiato fraseggiatore frivoleggiare frivoleggiato fronteggiando fungicoltrice furoreggiando galanteggiare galanteggiato galleggiabile galvanostegia gareggiamento garzoneggiare geocronologia geomorfologia gerontologico Gianfrancesco giansenistico giapponeseria gibilterriano giganteggiare giganteggiato gigantografia gigantomachia gigantopiteco gioachimitico giocacchiando giocherellare giocherellato giocherellona giochicchiare giochicchiato giornalistese giornalistico giornalmastro giratutensili giromagnetica giureconsulto giurisdizione giuseppinismo giustificando gorgheggiando grammatologia grandeggiando guardasigilli guerreggiando idealeggiando ideologizzare ideologizzato idrobiologica idrobiologico idrogeologica idrogeologico idromassaggio illeggiadrire illeggibilità illegittimità immaginatrice immaginazione immaginereste impaginatrice impaginazione implantologia imprigionando imprigionante incoraggiando incoraggiante inesigibilità infungibilità ingaggiamento ingaggiatrice ingiallimento inginocchiare inginocchiato ingioiellando ingioiellante ingiunzionale ingiuriatrice ingiustissima intangibilità intellegibile intelligibile interagiscano interagiscono interdigitale invaginazione irraggiamento irraggieranno irragionevole irreligiosità irrigidimento istopatologia lampeggiatore largheggiando latineggiando leggicchiando leggiucchiare leggiucchiato legittimabile lessicologico libertinaggio logismografia longitudinale lussureggiare lussureggiato magazzinaggio maggiorascato maggiorazione maggioritario magistratuale malagiustizia malgiudicando maneggiamento maneggiatrice mangiabambini mangiafagioli mangiaformica mangiapolenta mangiucchiare mangiucchiato marginalmente massaggiatore messaggistica metagiuridico metallurgista metatarsalgia meteoecologia meteorologico microbiologia mineralogista moraleggiando motteggiatore mucillaginoso nettarostegio neurobiologia noleggiatrice occhieggiando occhieggiante oftalmoplegia oltraggiabile oltraggiatore ombreggiatura ondeggiamento onomasiologia ormeggiatrice ortopedagogia osteggiamento padroneggiare padroneggiato paesaggistico paganeggiante paleocologico paleontologia paleozoologia paletnologico palleggiatore panegiristico papirologista paraliturgico paralogistico parapsicologi parcheggiando pareggiamento pareggiatrice paremiologico paretimologia parteggiatore partigianeria partigianesco pasteggiabile pavoneggiando pedagogizzare pedagogizzato pedanteggiare pedanteggiato peggioramento perinatologia picchettaggio piovigginando pirateggiando plagiocefalia planetologico pneumatologia politologismo poltronaggine ponteggiatore portagioielli portaimmagini posteggiatore pregiudicando pregiudiziale prestigiatore primatologico privilegiando promagistrato propagginando prosillogismo protistologia psicobiologia punteggiatura quadriplegico radiobiologia radioecologia raggiungibile ravvolgimento reggipiccozza reggisfestone registratrice registrazione reingaggiando respingimento reumatologico riaggiustando riappigionare riappigionato ricompaginare ricompaginato ricongiungere ricongiunsero ridicolaggine riecheggiando rigalleggiare rigalleggiato rimaneggiando rimpaginatura rincoraggiare rincoraggiato ringiovanendo ringiovanirsi ringiovanisca ringiovanisce ringiovanisco rinofaringite rinolaringite rinverginando ripatteggiare ripatteggiato risommergiate ristringitura rivaleggiando rumoreggiando saccheggiando salsomaggiore satireggiando sbeffeggiando scarseggiamdo scarseggiando sceneggiatore sceneggiatura schifosaggine sciacallaggio scompaginando scoraggimento semasiologico sgarbataggine sguaiataggine signoreggiare signoreggiato sillogizzando simboleggiare simboleggiato simoneggiando sociobiologia soggiogamento soleggiamento sopraggittare sopraggittato sorteggiabile soteriologico spalleggiando spazieggiando spigionandosi splancnologia spregiudicato srugginiscono stacchinaggio stagionatrice  stoccheggiare stoccheggiato stomatologico storditaggine strapoggiando strillonaggio strozzinaggio svaligiamento svaligiatrice svantaggiando sverginamento taccheggiando taglieggiando tambureggiare tambureggiato telemessaggio telemetraggio temporeggiare temporeggiato tenoreggiando teologizzando tergiversando terminologico tesoreggiando testardaggine tinteggiatura tiranneggiare tiranneggiato tortoreggiare tortoreggiato toscaneggiare toscaneggiato tossicologico traccheggiare traccheggiato tragicommedia trangugiatore trascuraggine trascutaggine tratteggiando traumatologia travolgimento turcheggiando uniformologia vagabondaggio vagheggiatore vampireggiare vampireggiato vaneggiamento vanvereggiare vanvereggiato vaporissaggio veleggiamento veleggiatrice verseggiatore verseggiatura vessillologia vezzeggiativo videogiornale villeggiatura vitaminalogia vitaminologia volantinaggio volteggiatore vulcanologico vulvovaginale vulvovaginite

Parole contenenti GI di 14 lettere aggiudicataria aggiudicatario aggiudicazione amareggiamento amoreggiamento ancheggiamento anestesiologia angioneurotico antibloccaggio antiemorragica antiemorragico antiflogistica antiflogistico antinevralgica antinevralgico antropologismo appigionamento archeggiamento arrugginiscano arrugginiscono aspargicoltura astrobiologica astrobiologico autoparcheggio avvantaggiando avvantaggiante bambineggiando bamboleggiando barbareggiando baritoneggiare baritoneggiato batteriologico beffeggiamento beffeggiatorio beffeggiatrice biancheggiando biotecnologico birboneggiando bordeggiamento borseggiatrice braccheggiando brandeggiabile briganteggiare briganteggiato buffoneggiando campeggiatrice cannoneggiando capovolgimento caratterologia carreggiamento chilometraggio coinvolgimento conchiliologia congiungimento controimmagine corteggiamento corteggiatrice cortometraggio cronometraggio danneggiamento danneggiatrice delegittimando demodossologia demopsicologia digitalizzando disgiungimento dispregiatrice dongiovannesco dottoreggiando endocrinologia epidemiologica epidemiologico epistemologico etimologizzare etimologizzato eudemonologico fanciullaggine favoleggiatore favoreggiatore fenomenologico festeggiamento fiancheggiando filosofeggiare filosofeggiato fiosopatologia fisiopatologia fosforeggiando frangivalanghe frascheggiando fraseggiamento fraseggiatrice frivoleggiando gaglioffaggine galanteggiando galleggiamento gatteggiamento geoglaciologia geomorfologico Giambartolomei Giancristofaro giavellottista giganteggiando gigantografico giocherellando giochicchiando Giovanbattista giovanilistico giurisprudenza giustapponendo giustappongono giustificabile giustificativo giustificatore giustizialismo giustizialista gorgheggiatore grammatologico ideologizzando ideologizzante ignorantaggine illeggiadrisce imbecillaggine impareggiabile imparidigitata imparidigitato impregiudicata impregiudicato incappellaggio incoraggiatore incorreggibile indietreggiare indietreggiato ineleggibilità inginocchiando inginocchiante ingiustificata ingiustificato inimmaginabile insensataggine insommergibile interregionale inturgidimento iperboleggiare iperboleggiato irreggimentare irreggimentato irruggineranno italianeggiare italianeggiato lampeggiamento leggiucchiando legittimamente legittimazione legittimistico lungisaettante lungometraggio lussureggiando macrosporangio maggiociondolo malandrinaggio maneggiabilità mangiacassette mangiucchiando marginalizzare marginalizzato massaggiatrice mercanteggiare mercanteggiato metaforeggiare metaforeggiato metalinguaggio microbiologico microchirurgia microsporangio mielomeningite minchionaggine molleggiamento mostreggiatura motteggiamento motteggiatrice nanotecnologia neurobiologico neurochirurgia neuropatologia oltraggiatrice ombreggiamento onomasiologica onomasiologico originalissima ortopedagogica ortopedagogico padroneggiando paleoetnologia paleontologico paleopatologia paleozoologico palleggiamento palleggiatrice palpeggiamento panneggiamento panreligiosità paraetimologia parallogistico parallogizzare parallogizzato parapsicologia parassitologia parcheggiatore paretimologico parodontologia parteggiamento passeggiatrice patteggiamento pedagogizzando pedanteggiando pellegrinaggio pennelleggiare pennelleggiato plagiotropismo polisillogismo poltroneggiare poltroneggiato ponteggiatrice posteggiatrice pregiudicabile pressaforaggio prestigiatrice pretecnologico psicochirurgia psicopatologia psicopedagogia punteggiamento radicaleggiare radicaleggiato radiochirurgia radioecologico radiomessaggio radiomontaggio radiosondaggio raggiungimento raggiuntamento raggiustamento ragionevolezza regionalistico regionalizzare regionalizzato restringimento retropassaggio riappigionando riavvolgimento ricompaginando ricongiungendo ricongiungersi ricongiunzione ridicoleggiare ridicoleggiato rieleggibilità rifrangibilità rigalleggiando rimpaginazione rincoraggiando ripatteggiando risorgimentale rotondeggiante saccheggiatore sbeffeggiatore sbruffonaggine scaldaseggiole sceneggiatrice schiaffeggiare schiaffeggiato scimunitaggine scompaginatore scompaginatura scontrosaggine sconvolgimento scoraggiamento sdottoreggiare sdottoreggiato sedimentologia serpeggiamento sfacciataggine sgraziataggine simboleggiando sintomatologia smangiucchiare smangiucchiato smemorataggine sociobiologico sopraggittando sopraggiungere sopraggiunsero sopraggiuntane sopraggiuntone sottopassaggio spadroneggiare spadroneggiato spazieggiatura speleobiologia speleozoologia spiritosaggine sprigionamento stagionalmente stoccheggiando stragiudiziale stravolgimento svillaneggiare svillaneggiato svogliataggine taccheggiatore taglieggiatore tambureggiando tecnologizzare tecnologizzato tedescheggiare tedescheggiato teleologistica telepilotaggio temporeggiando tergicristallo tergiversatore termofissaggio termogiunzione terotecnologia tiranneggiando tortoreggiando toscaneggiando traccheggiando trangugiamento trangugiatrice trapiantologia tratteggiabile tratteggiatura traumatologico trinciaforaggi tromboangioite vagabondaggine vagheggiamento vagheggiatrice vampireggiando vanvereggiando verseggiatrice vetrioleggiare vetrioleggiato vezzeggiamento vibromassaggio videogiocatore volteggiatrice

Parole contenenti GI di 15 lettere anestesiologica anestesiologico antigiuridicità approvvigionare approvvigionato asparagicoltore autolegittimare autolegittimato baritoneggiando bioclimatologia biometeorologia bizantineggiare bizantineggiato boccheggiamento braccheggiatora briganteggiando caporalmaggiore caratterologico cardiochirurgia correligionario doppiogiochista elettrobiologia equipaggiamento etimologizzando etnomusicologia extragiudiziale fantasticaggine favoleggiatrice favoreggiamento favoreggiatrice fiancheggiatore filosofeggiando fisiopatologico galleggiabilità galvanostegista  giogioneggiando girodirezionale giudeocristiano giurisdizionale giuscibernetica giusnaturalismo giustificatorio giustificatrice giustificazione gorgheggiatrice guardareggitori idrometallurgia immagazzinaggio imprigionamento impuntigileremo incoraggiamento incoraggiatrice indietreggiando indietreggiante infingardaggine inginocchiatoio inginocchiatura inginocchimento inintelligibile intelligibilità interpsicologia iperboleggiando iperboleggiante irraggiungibile irreggimentando irreggimentante irrestringibile italianeggiando italianeggiante liberaleggiante macrolinguaggio macrosociologia madrigaleggiare madrigaleggiato marginalizzando mercanteggiando metaforeggiando meteorobiologia meticolosaggine microfisiologia microsociologia misticheggiante nanotecnologico neurochirurgico neurofisiologia neuropsicologia ortopedagogista paraetimologico parallogizzando parapsicologico parassitologico parodontologico pennelleggiando petrarcheggiare petrarcheggiato poltroneggiando popolareggiante pregiudizialità pregiudizievole preistoriologia promagistratura propagginazione psicofisiologia psicopatologico psicopedagogico psicosociologia radicaleggiando radiocronologia raggiungibilità ragionieristico regionalizzando ridicoleggiando riecheggiamento rimaneggiamento ringiovanimento ringiovaniscano ringiovaniscono rinverginamento risorgimentista rumoreggiamento saccheggiatrice sbalorditaggine sbeffeggiamento sbeffeggiatrice scellerataggine schiaffeggiando sciagurataggine scioperataggine scompaginatrice scompaginazione sdottoreggiando sedimentologico simboleggiabile sintomatologico smangiucchiando sommergibilista sopraggiungendo sopraggiungerne sottolinguaggio sottotitolaggio sovrappassaggio spadroneggiando spalleggiamento sregionalizzare sregionalizzato supermaggiorata svillaneggiando taccheggiatrice taglieggiamento taglieggiatrice talassobiologia tecnologizzando tedescheggiando telegiornalismo telegiornalista temporeggiatore tergiversatrice tergiversazione terotecnologico tesoreggiamento torremaggiorese trascurataggine tritaimballaggi videogiocatrice videotecnologia

Parole contenenti GI di 16 lettere antisommergibile approvvigionando approvvigionante asparagicoltrice autolegittimando autonoleggiatore autoregistratore avvantaggiamento bamboleggiamento bizantineggiando braccheggiatrice cannoneggiamento carbosiderurgico classicheggiante controspionaggio delegittimazione dendrocronologia dermatopatologia digitalizzazione farmacovigilanza fiancheggiamento fiancheggiatrice fibrocartilagine fonoregistratore ghibellineggiare ghibellineggiato giustapposizione glottocronologia ideologizzazione illeggiadriscono impareggiabilità impregiudicabile incorreggibilità ingiustificabile inimmaginabilità insommergibilità intransigibilità irragionevolezza madrigaleggiando massaggiagengive meteoropatologia michelangiolesco neurofisiologico neuropsicologico neuroradiologico orientaleggiante petrarcheggiando prestidigitatore psicofisiologico psicopedagogista psicosessuologia psicosociologico ricongiungimento ripatteggiamento scapestrataggine spensierataggine spregiudicatezza sregionalizzando tambureggiamento temporeggiamento temporeggiatrice tergilavalunotto tortoreggiamento

Parole contenenti GI di 17 lettere anticongiunturale antroposociologia approvvigionatore autonoleggiatrice elettrofisiologia fibrocartilagineo fitopaleontologia fonoregistrazione gastroenterologia ghibellineggiando giurisprudenziale giusnaturalistica glottocronologico idrometeorologica idrometeorologico inintelligibilità irraggiungibilità irreggimentazione marginalizzazione microclimatologia micrometeorologia microregistratore neurofarmacologia paleoantropologia particolareggiare particolareggiato pigiadiraspatrice prestidigitatrice prestidigitazione pseudoetimologico psicofarmacologia radarmeteorologia radioimmunologico radiometeorologia radioregistratore regionalizzazione svillaneggiamento teleregistrazione videoditeggiatura videoimpaginatore videonoleggiatore videoregistratore

Parole contenenti GI di 18 lettere  approvvigionamento approvvigionatrice cacciasommergibili dendroclimatologia elettrometallurgia girostabilizzatore giurisdizionalismo giurisdizionalista giustificazionismo giustificazionista grattugiaformaggio micropaleontologia neurofarmacologico odontostomatologia particolareggiando postrisorgimentale psicofarmacologico radarmeteorologico speleopaletnologia tergilavacristallo vibromassaggiatore videoimpaginazione videonoleggiatrice videoregistrazione

Parole contenenti GI di 19 lettere gastrodigiunostomia neuroendocrinologia speleopaleontologia tergilavaproiettore

Parole contenenti GI di 20 lettere giurisdizionalistico

Parole contenenti GI  di 24 lettere psiconeuroendocrinologia

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Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GI

Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GHI

Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GHI. Come già detto per le schede delle nomenclature per parole di tre lettere

 e per le schede delle nomeclature per parole di quattro lettere, 

una volta che il bambino ha fatto molti esercizi di composizione di parole per dettatura con l’alfabeto mobile, è pronto per gli esercizi di autodettatura, cioè per comporre autonomamente parole che egli stesso ha pensato, senza averle sentite dalla voce di altri. 

Esistono molte possibilità per favorire questo genere di esercizio, una può essere quella di preparare delle schede illustrate, che possono anche fornire un aiuto all’arricchimento del lessico.

Classicamente le schede delle nomenclature, a questo secondo scopo, sono organizzate per aree tematiche (animali domestici, casa, abbigliamento, mezzi di trasporto, ecc…).

Qui propongo una classificazione diversa, in funzione dell’apprendimento delle varie difficoltà ortografiche presenti nella nostra lingua occupandoci ora del suono GHI.

Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GHI

Questa è una selezione di parole italiane che presentano appunto il suono “ghi”, con diversi gradi di difficoltà; non tutte si prestano ad essere illustrate e le parole presenti nelle schede delle nomenclature sono in grassetto:

Parole di 5 lettere: ghiro, ghisa.

Parole di 6 lettere: draghi, fanghi, funghi, ghiado, ghiaia, ghibli, ghiera, ghigne, ghinea, ghirba, sorghi, terghi, unghia, volghi.

Parole di 7 lettere: aurighi, beghino, cinghia, cinghio, ghiacce, ghianda, ghiotto, ghiozzo, righine, rugghio .

Parole di 8 lettere: barzaghi, braghini, fanghino, ghiaccio, ghiaiare, ghiaiato, ghiaieto, ghiaione, ghiaioso, ghierato, ghignare, ghignata, ghignato, ghindare, ghindato, ghiretto, ghironda, inghippo, kirghiso, larghino, leghista, liturghi,  Respighi, unghiata, unghiato, unghiolo, unghione, unghiuto.

Parole di 9 lettere: aghiforme, Alighieri, braghiere, brughiera, cinghiale, cinghiata, draghista, droghiere, ganghista, ghiandaia, ghiandola, ghiandona, ghignando, ghimbarda, ghimberga, ghindando, ghingheri, ghiottone, ghirigoro, ghirlanda, inghiramo,  invaghire, Meneghino, mugghiare, mugghiato, pomologhi, portaaghi, preghiera, ringhiare, ringhiato, ringhiera, ringhioso, stregghia, unghiella, unghiello.

Parole di 10 lettere: acciughina, adunghiare, adunghiato, agghiaiare, agghiaiato, agghindare, agghindato, aghifoglia, alberghino, botteghino, fanghiccio, fanghiglia, funghicolo, ghiacciaia, ghiacciaio, ghiacciare, ghiacciato, ghiacciolo, ghibellino,  ghiribizzo, inghiaiare, inghiaiato, invaghirsi, mugghiando, neghittoso, ringhiando, singhiozzo, transfughi, unghiatura, vaghissimo.

Parole di 11 lettere: adunghiando, adunghiante, agghiaiando, agghiaiante, agghindando, agghindante, alberghiera, alberghiero, avvinghiare, avvinghiato, beghinaggio, cinghiatura, disimpieghi, ghiacciando, ghianchetto, ghiandatico, ghiandolare, ghiandoloso, ghirlandaio, ghirlandare, ghirlandato, inghiaiando, inghiaiare, Inghilterra, inghiottire, inghiottito, lettighiere lusinghiero, rimugghiare, rimugghiato, sghiacciare, schiacciato, sghimbescio, sghiribizzo, singhiozzii, singhiozzio, sogghignare, sogghignato.

Parole di 12 lettere: agghiacciare, agghiacciato, antighiaccio, avvinghiando, avvinghiante, cataloghista, ghigliottina, ghiottoneria, ghiribizzoso, ghirlandetta, inghiaiatura, inghiottendo, inghiottente, inghiottirsi, inghiottisca, inghiottisce, inghiottisco, invaghimento, Kirghizistan, monologhista, neghittosità, ranghinatore, rimugghiando, ringhiottire, ringhiottito, sghiacciando, sghignazzare, sghignazzato, singhiozzare, singhiozzato, sogghignando, tagliaunghie, tendicinghia.

Parole di 13 lettere: agghiacciando, agghiacciante, agghindamento, funghicoltore, funghicoltura, funghicultore, funghicultura, ghiacciamento, ghiandatifero, ghibellinismo, inghiottitoio, inghiottitore, inghiottonire, inghiottonito, inghirlandare, inghirlandato, invaghitosene, menefreghismo, neoghibellino, ringhiottendo, rompighiaccio, sghignazzando, singhiozzando, tranghiottire, tritaghiaccio.

Parole di 14 lettere: funghicoltrice, funghicultrice, ghigliottinare, ghigliottinato, inghiottimento, inghiottiscano, inghiottiscici, inghiottiscilo, inghiottiscimi, inghiottiscine, inghiottisciti, inghiottiscono, inghiottitrice, inghiottonendo, inghiottonirsi, inghiottonisce, inghirlandando, inghirlandante, linfoghiandola, sbattighiaccio.

Parole di 15 lettere: agghiacciamento, ghigliottinando, inghiottiscili, sghignazzamento.

Parole di 16 lettere: ghibelineggiare, ghibellineggiato, inghiottiscicelo, inghiottiscimelo, inghiottiscitelo, inghiottiscitene, inghiottiscono, linfoghiandolare, neoghibellinismo.

Parole di 17 lettere: ghibellineggiando.

Parole di 18 lettere: inghiottisciglielo, inghiottiscigliene.

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Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GHI

E queste sono le schede a colori, pronte per il download e la stampa:

Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GHI
Carte mute (solo immagini)

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Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GHI
Cartellini in stampato maiuscolo

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Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GHI
Cartellini in stampato minuscolo

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Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GHI
Cartellini in corsivo

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Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GHI
Nomenclature in stampato maiuscolo

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Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GHI
Nomenclature in stampato minuscolo

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Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GHI
Nomenclature in corsivo

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Qui alcuni dettati ortografici: 

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Metodo Montessori schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche GHI

Gioco di lettura – Il tesoro dello gnomo Ghioffo

Può essere un ottimo stimolo alla lettura per bambini poco motivati, ma si rivela un gioco divertente anche come racconto per i più piccoli, che ancora non sanno leggere,  e come gioco di “caccia al numero”.

Avevo ricevuto tempo fa un bellissimo racconto di pirati preparato in questo modo, da Sybille di Buntmond; qui propongo un racconto di Gnomi ed altri esseri magici, sempre alla ricerca di un tesoro.

Ho preparato le carte in varie versioni. Per le versioni con disegni da colorare ho utilizzato il materiale offerto dal sito: http://www.midisegni.it/disegni.html

Il materiale comprende:
– corsivo con disegni
– corsivo senza disegni
– stampato maiuscolo  con disegni
– stampato maiuscolo senza disegni.

Il tesoro dello Gnomo Ghioffo – stampato maiuscolo con disegni





Nomenclature Montessori e lezione in tre tempi

 Nomenclature Montessori e lezione in tre tempi

Nomenclature Montessori – Nel metodo Montessori possiamo chiamare “presentazioni” quei semplici procedimenti che si utilizzano per illustrare l’uso di un dato materiale (ad esempio la torre rosa, le spolette dei colori, ecc..) al bambino. Per “lezione” intendiamo invece un altro tipo di intervento, volto a determinare meglio le idee del bambino insegnando una esatta nomenclatura.

Col termine “lezione”, però, non intendiamo quello che si intende comunemente: nel metodo Montessori la “lezione” non ha lo scopo di illustrare verbalmente un concetto affinchè esso venga assimilato dal bambino.  I concetti, col metodo Montessori, vengono interiorizzati spontaneamente e per proprio sforzo attraverso l’uso dei materiali, perciò la “lezione” ha solo il compito di far conoscere il nome relativo ad ogni dettaglio delle conoscenze acquisite, la corretta nomenclatura, appunto.

Le “lezioni”, le nomenclature, hanno un carattere del tutto particolare:
– sono estremamente brevi ed hanno tanto più valore quante più parole possono risparmiare;
– sono semplici, perché sono limitate al dare una parola esatta a un oggetto reale e presente;
– sono obiettive, cioè si rivolgono come raggi di un riflettore sull’oggetto da illustrare, facendo risaltare esso solo.

I tre principi che guidano la “lezione” insomma, sono concisione, chiarezza e obiettività.

Non si punta in alcun modo ad attirare l’attenzione del bambino sulla persona che insegna, ma esclusivamente sull’oggetto, sull’ambiente. La lezione è un richiamo verso l’ambiente, come sono richiami verso l’ambiente i materiali di apprendimento.

Il Seguin, nel suo metodo per l’educazione dei bambini con bisogni speciali, aveva usato per far apprendere loro  il nome delle cose, un procedimento psicologico che nella pratica è assai efficace anche coi bambini piccoli; nel metodo Montessori chiamiamo questo metodo LEZIONE IN TRE TEMPI.

NOMENCLATURE MONTESSORI – DARE ALL’OGGETTO IL SUO NOME

PRIMO TEMPO –  Supponiamo di voler insegnare i nomi dei colori. Per prima cosa cercheremo di attirare l’attenzione del bambino sull’oggetto. Ad esempio diremo “Angelo, guarda…”, e mostrando un oggetto rosso diremo “Questo è ROSSO” , pronunciando la parola “rosso” a voce più alta delle altre, lentamente e con chiarezza. Poi mostreremo un altro colore, dicendo ad esempio “Questo è VERDE”. Quindi ripeteremo più volte i nomi dei colori, indicando sempre al bambino l’oggetto corrispondente: “Rosso! Rosso! Rosso!” “Verde! Verde! Verde!”. Il primo tempo deve consistere semplicemente nel provocare l’associazione del nome con l’oggetto, o con l’idea astratta che il nome rappresenta.

SECONDO TEMPO –  Verifichiamo che il bambino sia ora in grado di riconosce il nome di ogni oggetto. Per farlo, ad esempio, potremo dire al bambino:  “Dammi il rosso!”, “Dammi il turchino!”. Se la prova riesce, potremo continuare giocosamente a chiedere oggetti su oggetti; chiedendo al bambino  due e più volte si seguito lo stesso oggetto e poi cambiando a sorpresa, il bambino si divertirà e nello stesso tempo le parole si fisseranno  stabilmente nella sua memoria. Questo genere di esercizi può sembrare superfluo per parole così comuni e conosciute come i nomi dei colori, ma quando si tratterà di insegnare parole non d’uso comune come “trapezio”, “pentagono”, ecc…,  il secondo tempo della lezione Montessorì dà l’opportunità di ripetere molte volte le parole che si vogliono far memorizzare al bambino. L’insegnante deve sempre verificare che la sua lezione abbia raggiunto l’obiettivo previsto. Lo scopo del secondo tempo della lezione sarà quello di assicurarsi che il nome è, nella mente del bambino, associato all’oggetto. Lasciando passare un breve periodo di silenzio tra primo tempo e verifica, si chiederà al bambino, pronunciando lentamente e in modo molto chiaro il nome o l’aggettivo che abbiamo insegnato: “Qual è verde, qual è rosso?”. Il bambino punterà l’oggetto con il dito, e l’insegnante saprà se ha fatto l’associazione desiderata. Se non l’ha fatta non lo deve correggere, ma deve sospendere la sua lezione, per poi riprenderla di nuovo un altro giorno. In effetti, se il bambino non è riuscito significa che non era in quel momento pronto per l’associazione e dobbiamo quindi scegliere un altro momento. Se gli si dicesse: “No, hai fatto un errore”, tutte queste parole, che essendo una forma di rimprovero hanno maggior forza delle parole “verde” e “rosso”, rimarrebbero nella mente del bambino ritardando l’apprendimento dei nomi. Al contrario, il silenzio che segue l’errore lascia il campo libero, e la lezione successiva potrà avere successo.

TERZO TEMPO – Alla fine del processo, resterà da verificare che il bambino abbia imparato il nome dell’oggetto. Infatti si può “riconoscere” una parola, ma senza ancora essere in grado di pronunciarla volontariamente.  Se il bambino non ha commesso alcun errore, l’insegnante può provocare l’attività motoria corrispondente all’idea dell’oggetto cioè, nel nostro esempio, la pronuncia del nome.Chiederemo dunque al bambino, mostrando uno degli oggetti: “Com’è questo?”, e se il bambino risponderà giustamente: “Rosso!”, “Verde!” ecc…,  potremo considerare la lezione conclusa con successo.


La LEZIONE IN TRE TEMPI ha carattere strettamente individuale, e secondo Maria Montessori dovrebbe avere la forma di una conversazione intima tra il maestro e il bambino.

La lezione in tre tempi per la nomenclatura degli oggetti verrà tenuta ogni volta che il bambino, facendo esperienza coi materiali e con l’ambiente, avrà riconosciuto oggetti e differenze di qualità tra gli oggetti. Ogni volta che avverrà, si potrà intervenire per fissare l’idea alla parola corrispondente.

Ad esempio, dopo che un bambino ha giocato a lungo con la TORRE ROSA, potremo avvicinarci a lui, prendere il cubo più piccolo ed il più grande della torre, e mostrandoglieli potremo dire: “Questo è grande”; “Questo è piccolo”; poi pronunciare le due parole “grande” e “piccolo” più volte di seguito; infine potremo chiedere “Dammi il grande“, “Dammi il piccolo”. Infine  indicheremo alternativamente gli oggetti chiedendo:  “Com’è questo?”. E il bambino risponderà: “Grande” “Piccolo”. Ora non resterà che creare occasioni perchè il bambino abbia la possibilità di ripetere molte volte le parole apprese, per arrivare ad una pronuncia chiara ed accurata.

Proseguendo nell’esempio, chiameremo col bambino “grandi” e “piccoli” oggetti che differiscono soltanto per dimensione, mantenendo forma identica (ad esempio i cubi della torre rosa, appunto). Chiameremo invece “grossi” e “sottili oggetti che hanno stessa lunghezza ma diversa sezione trasversale, come ad esempio avviene con la SCALA MARRONE:

1° tempo – Nomenclatura:  “Questo è grosso”, “Questo è sottile”.

2° tempo – Riconoscimento: “Dammi il grosso”, “Dammi il sottile”.

3° tempo – Pronuncia della parola: “Com’è questo?”

Dopo queste lezioni, potremo spargere i pezzi della scala marrone sul tappeto, e chiedere ad esempio al bambino: “Dammi il più grosso di tutti”, mettere l’oggetto selezionato fuori dal tappeto e chiedere ancora di cercare il pezzo più grosso tra quelli rimasti sul tappeto, e così via.

Con le aste della lunghezza diremo che gli oggetti sono  “lungo” e “corto”, con i cilindri degli incastri solidi diremo che gli oggetti sono  “alto” e “basso”; oppure “largo” e “stretto”.

Il bambino, in questo modo,  acquisirà una grande accuratezza nell’uso delle parole. Per mezzo di queste lezioni il bambino imparerà a conoscere molte parole: grande, piccolo; grosso, sottile; lungo, corto; scuro, chiaro; ruvido, liscio; pesante, leggero; bollente, caldo, tiepido; e i nomi di molti colori e di forme geometriche.

Tali parole non si riferiranno ad un particolare oggetto, ma si tratterà di concetti generalizzabili. Infatti, il nome viene appreso dopo un lungo esercizio individuale nel quale il bambino, concentrando la sua attenzione su qualità diverse degli oggetti, ha fatto comparazioni, ha ragionato e formato giudizi, fino ad acquisire capacità discriminative che prima non possedeva. In una parola, egli avrà affinato i suoi sensi e le sue osservazioni sulle cose saranno complete e pertinenti.

Ricapitolando possiamo dire che gli esercizi sensoriali costituiscono una forma di autoeducazione per i bambini e, se ripetuti molte volte, portano ad un perfezionamento dei suoi  processi psicosensoriali.

L’adulto deve soltanto accompagnare il bambino dalla sensazione all’idea, dal concreto all’astratto; in altre parole, deve limitare il campo di coscienza del bambino al solo oggetto della lezione, come, durante l’educazione sensoriale, ha isolato il senso che voleva che il bambino esercitasse. E una parte importante del lavoro dell’adulto è insegnare una nomenclatura esatta.

Perché dovremmo considerare prematuro insegnare al bambino le parole cerchio, quadrato, ovale, quando nella sua casa sente più volte queste parole, quando sente i genitori parlare della tavola quadrata, del tavolo ovale, ecc…?

Dovremmo riflettere sul fatto che molte volte un bambino, lasciato a se stesso, fa uno sforzo eccessivo per comprendere il linguaggio degli adulti e il significato delle cose che lo riguardano. Un’istruzione razionale evita tale sforzo e quindi non stanca il bambino, anzi lo solleva e soddisfa il suo desiderio di conoscenza.

E’ un pregiudizio il pensare che il bambino lasciato a se stesso dia riposo assoluto alla sua mente, perché al contrario egli compie uno sforzo enorme nel cercare di comprendere da solo e imitare.

Le istruzioni date ai bambini piccoli dovrebbero essere dirette a diminuire questo sforzo mal diretto, trasformandolo in piacere per la conquista.

Nomenclature Montessori – Esempi di carte delle nomenclature per lo sviluppo del linguaggio

Le lezioni di nomenclatura possono essere sviluppate anche attraverso le CARTE DELLE NOMENCLATURE; alcune idee che possono ispirarvi nell’autoproduzione:

Nomenclature Montessori – Carte tematiche

quelle classiche riguardano le parti del corpo, gli ambienti della casa, gli animali, i giochi, ecc…

Nomenclature Montessori  – Gli opposti

Preparare una serie di schede che illustrino concetti opposti (felice-triste, secco-umido,…).
Mescolare le carte, prenderne una, disporre le altre sul tappeto e chiedere al bambino di trovare il suo opposto.
Formare tutte le coppie.
Questo esercizio sviluppa la capacità di percepire le relazioni di opposizione, affina la discriminazione visiva e la capacità di interpretazione delle immagini, arricchisce il vocabolario e la comprensione dei significati delle parole, favorisce il pensiero creativo.

Nomenclature Montessori  – Caccia alla rima

Preparare una serie di schede illustrate con parole che possano essere accoppiate per far rima tra loro, cioè che terminano con lo stesso suono, e invitare il bambino ad accoppiarle.

Nomenclature Montessori  – Raggruppamenti

Preparare due serie di schede illustrate, una serie rappresenta le carte di comando, l’altra le carte abbinabili in base a una data caratteristica (ad esempio forbici e cose che si tagliano con le forbici, nido e animali che fanno il nido, ecc…).
In bambino dovrà formare correttamente i gruppi e nominare gli oggetti.

Nomenclature Montessori – Classificazioni

Preparare due set di carte: le carte di controllo che raffigurano chiaramente degli oggetti tipo nave, automobile, cappello; le carte da abbinare che raffigurano tipi diversi di automobili, cappelli o navi.
Il bambino dovrà formare correttamente i gruppi e nominare gli oggetti.

Carte delle nomenclature per la scrittura e la lettura

Una volta che il bambino ha fatto molti esercizi di composizione di parole per dettatura con l’alfabeto mobile, è pronto per gli esercizi di  autodettatura, cioè per comporre autonomamente parole che egli stesso ha pensato, senza averle sentite dalla voce di altri.

Esistono molte possibilità per favorire questo genere di esercizio, una può essere quella di preparare delle carte illustrate, che possono anche fornire un ulteriore aiuto all’arricchimento del lessico. Classicamente le carte delle nomenclature Montessori, a questo secondo scopo, sono organizzate per aree tematiche (animali domestici, casa, abbigliamento, mezzi di trasporto, ecc…), ma si possono proporre anche classificazioni diverse, ad esempio per  lunghezza della parola (parole di tre lettere, di quattro lettere, ecc…) o per difficoltà ortografica (parole con chi, parole con ci, parole con gli, ecc…).

1. per i soli esercizi di autodettatura, possiamo stampare una copia delle schede, nel carattere scelto per l’alfabeto mobile (corsivo o stampato minuscolo), ritagliare e ripiegare la parte che contiene la parola scritta. In questo modo il bambino può comporre la parola guardando l’immagine, e in seguito controllare il suo lavoro girando la carta:

2. per i classici esercizi di nomenclatura, stampare due copie del carattere scelto, ritagliare e se volete plastificare. Lasciare per ogni coppia di schede uguali una copia intera (immagine e parola, “scheda parlata”) e una separata (ritagliare l’immagine e la parola a parte, “scheda muta”). Sarebbe meglio incollare le schede su due cartoncini di uguale dimensione, soprattutto per i bambini più piccoli.

Mettere tutto in una cartellina o una busta, a disposizione del bambino. Il bambino porterà la cartellina su un tappeto abbastanza grande, e comincerà disponendo in basso a destra la pila di schede mute, la pila di schede parlate, e i cartellini.

Quindi, partendo dalla parte del tappeto in alto a sinistra, dispone una sotto l’altra tutte le schede mute, formando una fila verticale. Quindi prende una ad una le schede parlate, e una ad una le dispone a destra delle schede mute corrispondenti. In ultimo posiziona i cartellini.

3. L’esercizio di nomenclatura può essere variato preparando schede parlate in stampato minuscolo, e schede mute coi cartellini in corsivo (o viceversa), per l’appaiamento carattere stampato – corsivo.

ABC: 40 e più attività legate all’alfabeto

Durante il periodo di presentazione delle lettere dell’alfabeto (mentre si propone l’alfabeto tattile montessoriano, ad esempio, oppure durante il lungo racconto che accompagna le lettere dell’alfabeto nella pedagogia steineriana), ci sono davvero tantissime attività artistiche e ludiche che possono essere proposte ai bambini. Di seguito ne trovate molti esempi.

1. Iniziamo con due semplici “trucchi” che possono aiutare a correggere eventuali problemi di impugnatura della matita. Questo consiste nel legare un oggetto tipo gommina da cancellare alla matita, di http://therapyfunzone.com

 

2. Il secondo si avvale di una piccola pallina di feltro, di http://jensotforkids.blogspot.com/

3. alfabeto realizzato con capi di vestiario: si possono creare delle carte illustrate, oppure si può riprodurre un proprio alfabeto di vestiti coi bambini, di http://www.behance.net/

 

4. alfabeto realizzato con una sedia e dei grandi fogli bianchi di cartone, può essere riprodotto in forma di gioco coi bambini, di http://www.designformankind.com/

 

5. bellissime illustrazioni: il riconoscimento delle lettere può non essere immediato per i bambini, quindi potrebbe essere un bel gioco trovarle all’interno dei disegni… Si potrebbe anche creare una storia. Via http://www.apartmenttherapy.com/

 

6. alfabeto da mangiare, di http://www.kitchencorners.com/

 

7. alfabeto di libri, di http://www.amandinealessandra.com/

8. alfabeto di dita, di http://neumannbelieve.deviantart.com/

9. questo in realtà è un progetto d’arte un po’ difficile: si tratta di dividere il foglio in 25 parti e disegnare le finestre con un pennarello. Poi con acquarelli liquidi si deve colorare ogni finestra con un colore diverso, evitando troppe sbavature da una finestra all’altra. Coi bambini più piccoli si potrebbe fare come pittura “sociale” usando un foglio molto grande, già suddiviso dall’insegnante, e far dipingere ai bambini insieme. Quando asciutto si disegnano le lettere . Di http://www.artprojectsforkids.org/

 

10. memory realizzato coi coperchi dei vasetti di vetro, di http://www.notimeforflashcards.com/

 

11. alfabeto mobile realizzato con le perle di vetro decorative, di http://www.bubblynaturecreations.com/

 

12. alfabeto mobile realizzato coi sassi. Scegliendo sassi piatti si può scrivere la mauscola da un lato, e la minuscola dall’altro: in questo modo i bambini posso scrivere correttamente il loro nome. Di http://www.growinginprek.com/

 

13. Gioco per la corrispondenza maiuscole – minuscole. Le maiuscole si scrivono sulle mollette, mentre le minuscole su una tabella. Di http://www.growinginprek.com/

 

14. Alfabeto realizzato dai bambini, di http://www.notimeforflashcards.com/ (via http://theattachedmama.blogspot.com). L’alfabeto è quello inglese, quindi non tutte le lettere trovano la giusta corrispondenza con la parola in italiano, ma l’idea è facilmente modificabile (ad esempio A apple può diventare A amarena…)

 

15. di http://www.confessionsofahomeschooler.com/ questo bel gioco per imparare la corrispondenza tra maiuscole e minuscole. Si preparano le strisce contenenti le lettere dell’alfabeto illustrate e con le maiuscole in nero e le minuscole in rosso. poi si prendono i cucchiaini di plastica bianca e si scrivono in nero le maiuscole, e quelli di plastica trasparente scrivendo le minuscole in rosso.

 

16. alfabeto mobile coi cappuccetti delle ghiande. Può essere usato sia per comporre parole, sia come memory, di  http://hsbapost.com/

 

17. Gioco per imparare a riconoscere il suono iniziale delle parole. Si ritagliano delle immagini circolari e si prepara una tabella dell’alfabeto (lettere inserite in caselle circolari). Il bambino deve distribuire correttamente le immagini sulla tabella in base al suono iniziale. Per il controllo autonomo dell’errore si può scrivere la lettera sul retro dell’immagine. Di http://theadventuresofbear.blogspot.com/

 

18. gioco di corrispondenza maiuscole – maiuscole. Si scrivono le lettere su una tabella, e si preparano i tappi di plastica segnando su ognuno una lettera. Di http://crayonfreckles.blogspot.com. Il gioco può essere anche fatto con minuscole – minuscole o con minuscole – maiuscole.

 

19. Gioco del messaggio segreto, di http://www.flaxandtwine.com/. Si tratta di preparare un bel sacchettino che contiene le lettere che serviranno al bambino a formare le parole mancanti nel messaggio. E’ una bellissima attività e anche un’idea regalo… Una scheda contiene le istruzioni da una parte, e il messaggio dall’altra. Le istruzioni diranno: “C’è un messaggio speciale per te, riuscirai a risolvere il rompicapo? Istruzioni: 1.ordina per colore; 2. trova la parola nascosta per colore; 3. leggi il messaggio.” Se il bambino non riesce ancora a leggere da solo, un adulto potrà aiutarlo lasciando al bambino il divertimento di dividere le lettere per colore e di comporre le parole.
Se il messaggio è “Cara Giulia, c’è una sorpresa per te in cucina nel forno”, scriveremo:
“Cara …………………..(verde), c’è una …………………(blu) per te in ………………..(marrone) nel …………… (giallo)”

 

20. Imparare l’ordine alfabetico, di http://www.childcareland.com/. Si preparano le strisce di carta, ognuna con una lettera dell’alfabeto, si mescolano, e il bambino deve comporre il festone dalla A alla Z.

 

21. Imparare l’ordine alfabetico col gioco delle frittelle, di http://swampfrogfirstgraders Servono una padella, un piatto, dei dischi di cartone e una paletta da cucina. Sui dischi scriveremo A___C, D___F, G___I, L___N, O___Q, R___T, U___Z, e li metteremo nella padella. Nel piatto disegneremo 7 cerchi, e in ognuno scriveremo le lettere mancanti, cioè B, E, H, M, P, S, V. Il bambino dovrà mettere le frittelle nel piatto, dove c’è la lettera che manca. Naturalmente si possono far mancare altre lettere, preparando le frittelle anche con B___D ecc… Sul retro delle frittelle può essere scritta la sequenza esatta per il controllo autonomo dell’errore.

 

22. Composizione delle prime parole utilizzando i mattoncini da costruzione, di  http://tonsoffunpreschoolactivities. Si scrivono le parole (ad esempio oca, bue, ago, ala, ape, tre, due, uno, sei, bue, blu, gru, oro, uva, via per le parole di tre lettere se si usa un blocco da tre) sul blocco grande. Sul retro si può mettere l’immagine del nome scelto, così il bambino può comporre per autodettatura guardando l’immagine e poi controllare, oppure comporre copiando. Sui blocchi da uno si scrivono le lettere singole che servono a comporre i nomi scelti.

 

23. Composizione di parole con le mollette da bucato, di http://creatingandteaching. Si preparano le schede con illustrazione e parola corrispondente, e le mollette con le lettere singole che compongono ogni parola scelta. Oltre ad essere un esercizio di scrittura e lettura, la gestione delle mollette prepara la mano all’impugnatura corretta della matita.

 

24. Gioco delle macchinine per il riconoscimento delle lettere dell’alfabeto, di http://learningandteachingwithpreschoolers. Ottimo per l’abbinamento maiuscole – minuscole, ma anche per aiutare i bambini con difficoltà ad esercitarsi a riconoscere le lettere a specchio come b-d, q-p o le lettere simili come t-l s-r ecc… Si prepara un dado scegliendo chiaramente sei lettere (ad esempio R T A r t a, oppure b d q p r s) e si prepara una pista contenente caselle che contengano queste lettere. Si lancia il dado per andare avanti (se c’è la lettera più avanti) oppure indietro, fino a che qualcuno o tutti arrivano al via.

 

25. Altra attività con le mollette, di http://1plus1plus1equals1. Si tratta di preparare delle carte che hanno all’inizio una lettera maiuscola, se volete l’immagine di una cosa il cui nome comincia con quella lettera, e di seguito quattro lettere minuscole a scelta, di cui una sola è quella corrispondente alla maiuscola.

 

26. una versione stampabile dell’alfabeto mobile montessoriano con attività di composizione delle parole, di montessoriprintshop

 

27. Il cerchio dell’alfabeto, di http://totallytots.blogspot.com. Si tratta di un cerchio fatto col nastro adesivo, che si presta a molti giochi diversi per il riconoscimento delle lettere e l’abbinamento grafema – fonema. Si possono dare al bambino delle lettere (in forma di scheda, sacchetto di fagioli, cubo ecc…) ed il bambino deve girare alla ricerca della lettera corrispondente, oppure un oggetto e chiedergli di posizionarla in corrispondenza della lettera iniziale (o di una lettera che è contenuta nel nome della cosa in qualsiasi posizione), ecc…

 

28. Altra attività di riconoscimento uguale – diverso, di http://tonsoffunpreschoolactivities, disponibile anche il download. Si preparano due serie di cartellini contenti ognuno una coppia di lettere: una serie con lettere uguali fra loro (rr pp ff…) e una serie con coppie diverse (pd qd qb as…), e due contenitori. Si mescolano le serie e il bambino deve dividere i cartellini nei due contenitori: in uno i cartellini con lettere uguali, nell’altro i cartellini con lettere diverse. Ottimo per bambini con difficoltà.

 

29. in vendita qui http://www.lakeshorelearning.com strisce elastiche e lettere con retro in feltro. Composta la parola sulla striscia, il bambino può tirarla ed essendo elastica le lettere si distanzieranno tra loro facilitando il riconoscimento dei suoni singoli.

 

30. Gioco dei messaggi segreti. Si preparano dei cartellini di carta bianca, e con un pastello a cera o ad olio bianco si scrive una lettera segreta, o una parola segreta, o un messaggio segreto. Il bambino dipingerà i cartellini con acquarelli e vedrà comparire la lettera – parola – frase segreta da leggere. Di http://strongstart.blogspot.com

 

31. altro gioco per l’abbinamento immagine – maiuscola – minuscola, di http://growingkinders.blogspot.com.

 

32. Il bambino compone il suo nome, di http://funinecse.blogspot.com

 

33. L’idea originale prevede di preparare due dischi di cartoncino (anche disponibili per la stampa gratuita) che contengono come mostra l’immagine ognuno una coppia difficile: d – b e p – q. Sotto i foglietti flap colorati ci sono immagini di cose che hanno quell’iniziale (però c’è dog per cane ecc…). Di http://www.icanteachmychild.com. Io ho  preparato, a partire da questa idea, due tabelle separate, una per db e una per pq, perchè credo che metterle tutte insieme generi più confusione. Poi ho usato dei vecchi cd e dei post it alcuni con immagini ed altri con parole scritte.

 

34. L’alfabeto mobile de “Il corvo”. E’ una bella attività collezionare lettere dell’alfabeto ritagliandole da confezioni e giornali, e poi è bellissimo comporre parole… di http://playtalklearn.com/

 

35. ABC yoga, per mamme ispirate, ma in inglese… di http://www.abcyogaforkids.com/

 

36. La collezione di lettere ritagliate da riviste e confezioni può essere usata per questa attività di abbinamento di lettere stampate e lettere ritagliate di http://delightfullearning.

 

37. L’insegnante scrive le lettere alla lavagna col gesso, il bambino “ripassa” con un pennello bagnato, di http://homeschoolmama3.

 

38. altro gioco di “caccia alla lettera” con alfabetieri artistici d’autore o autoprodotti, di http://familyfun.go.com/

 

39. pesca di lettere con tappi metallici e canna da pesca con “amo” calamita, di http://familyfun.go.com/

 

40. Letterology: un blog intero di alfabeti di ogni genere curato da un professore di design, http://letterology.blogspot.com. Potete sbizzarrirvi per la creazione delle vostre collezioni di caccia alla lettera.

 

41. Una caccia alla lettera già pronta… ABC d’arte. Lettere nascoste nei quadri. Un libro che  è anche un divertente nascondino con le lettere dell’alfabeto da cercare all’interno di 26 opere da Giotto a Piero della Francesca, da Picasso a Mirò. A volte ben nascoste altre più evidenti, le lettere interagiscono con il lettore e questo libro diventa un’opportunità di gioco per conoscere l’arte e l’alfabeto attraverso l’incontro di una lettera e un quadro. Alla fine del libro ci sono le soluzioni accompagnate da un breve testo che svela curiosità sul quadro e l’artista.

 

42. sacchetti per raccolte tematiche di oggetti, immagini, carte ecc… di http://inchmark.squarespace.com

 

43. “Lavagna” realizzata fissando mollette da bucato a dei bastoni, ed appendendo i bastoni al muro. Alle mollette i bambini possono appendere lettere dell’alfabeto per comporre parole, di http://sistersguild.blogspot.com/

 

44. Altra caccia alla lettera, ma all’interno di fotografie naturalistiche d’autore, http://joerossiphotography.com

 

45. alfabeto mobile realizzato con gli scovolini, di http://aestheticoutburst.blogspot.com

 

46. Classificatore di oggetti in base alla lettera iniziale del nome, utile anche per l’autodettatura di parole. Di http://pinkandgreenmama.blogspot.com

 

47. Alfabeto puzzle (download gratis qui http://www.scribd.com/) di http://tiredneedsleep.blogspot.com (immagine di http://www.activity-mom.com)

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La collezione continua qui:

http://pinterest.com/melassa/14-abc-123-activities/

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Metodo Montessori: schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche CI

Metodo Montessori: schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche – CI. Esistono molte possibilità per favorire gli esercizi di autodettatura, una volta che il bambino è avviato alla scrittura ed alla lettura;  una di queste possibilità può essere quella di preparargli delle schede illustrate (nomenclature Montessori), che possono anche fornire un aiuto all’arricchimento del lessico.

Classicamente le schede delle nomenclature Montessori, a questo secondo scopo, sono organizzate per aree tematiche (animali domestici, casa, abbigliamento, mezzi di trasporto, ecc…).

https://shop.lapappadolce.net/prodotto/nomenclature-per-le-difficolta-ortografiche-ci/

In questa serie di schede propongo una classificazione diversa, in funzione dell’apprendimento delle varie difficoltà ortografiche presenti nella nostra lingua: dopo le nomenclature Montessori per le consonanti doppie 

e il suono CHI,

passiamo alle parole che contengono CI (ci, cia, cie, cio, ciu).

Questa è una selezione di parole italiane che presentano appunto il suono “ci”, con diversi gradi di difficoltà; non tutte si prestano ad essere illustrate, e le parole presenti nelle schede delle nomenclature sono in grassetto. Può essere utile per preparare altri esercizi, comporre frasi, dettati, ecc…

parole di 3 lettere: ciò, cip

parole di 4 lettere:  Ciad, ciao, Cile, cime, Cina, cioè, Ciro, noci

parole di 5 lettere: ciano, cicca, ciclo, cieco, cielo,  cifre, cigno, cinta, cippo, Cipro, circa, Circe, circo, cirro, ciste, città, ciuco, cacio, Licia, Lucia, Lucio, micio, socio, amici, dieci, fauci, greci, acido, acini

parole di 6 lettere: cialde, ciance, cicala, ciccia, cicuta, cifosi, ciglia, ciglio, cileno, cimice, cincia, cinema, cinese, cinico, cinque, Cinzia, ciocco, cipria, ciripà, citare, citato, ciuffo, ciurma, civico, civile, accisa, bacino, cucina, cucire, cucito, decina, deciso, docile, facile, fucile, fucine, inciso, lecito, lucido, macina, nocino, nocivo, reciso, recita, ricino, tacito, Ticino, ucciso, uscire, uscito, vicino, dodici, indici, manici, medici, monaci, musici, sedici, undici,

parole di 7 lettere: cianosi, cianuro, cibarie, ciclico, ciclone, ciclope, cicogna, cicoria, cifrare, cifrato, cigolio, cilecca, Cilento, Cimabue, cimelio, cinghia, cingolo, cinismo, cintato, cintura, ciotola, cipolla, cirrosi, cisposo, cistico, cistite, citrato, citrico, ciuccio, civetta, civiltà, acidità, acidosi, acidulo, accidia, acciuga, arciere, arcigno, baciare, bacillo, Cecilia, decibel, deciduo, eccidio, forbici, incinta, incipit, Luciano, Lucilla, macigno, paciere, recinto, Sicilia, sociale, società, boccino, calcina, coccige, concime, conciso, faccino, fiocina, glicine, glucide, laicità, mancino, marcire, narciso, omicida, opacità, ovocita, piccino, placido, porcile, porcini, precise, Puccini, pulcino, rancido, sancire, scucire, scucito, siccità, suicida, unicità, vaccino, vescica, vincita, viscido, arancia, arancio, audacia, breccia, Brescia, broncio, camicia, caucciù, deficit, Fenicia, ferocia, fiducia, floscio, Francia, freccia, gruccia, guancia, guercio, omaccio, plancia, quercia, sagacia, sconcio, sfalcio, sudicio, tenacia, treccia, spinaci,

parole di 8 lettere: ciabatte, ciaccona, ciarlare, ciarpame, ciascuno, cicalare, cicalino, ciccioli, cicciona, cicerone, cicisbeo, ciclismo, ciclista, cifrario, cigolare, ciliegio, cilindro, cimitero, cincillà, cineasta, cinefilo, cinerino, cinetico, ciniglia, cinofilo, cinquina, ciottolo, cipiglio, cipresso, circense, circuire, cisterna, citofono, citosina, citrullo, equivoci, massicci, organici, pacifici, plastici, pubblici, quindici, tirabaci, alopecia, alticcio, astuccio, bisaccia, catorcio, chioccia, edificio, erbaccia, farmacia, feticcio, focaccia, fradicio,  galoscia, legaccio, libecio, mendacia, meticcio, opificio, robaccia, romancia, unticcio, vitaccia, viticcio, arancino, atrocità, basicità, braccino, caducità, camicina, capacità, comicità, erbicida, eroicità, felicità, fisicità, flaccido, illecito, indeciso, leoncino, liricità, logicità, lumicino, medicine, officina, ossicino, principe, rapacità, ricucire, riuscire, tenacità, tipicità, tonicità, topicida, toracico, tubicino, velocità, veracità, vivacità, voracità, amicizia, asociale, berciare, bocciare, bocciolo, braciere, braciola, briciole, bruciare, bruciato, bruciore, cacciare, cacciato, calciare, calciato, carciofo, cencioso, ciccione, cocciuto, conciare, conciato, crociato, crociera, cruciale, cucciolo, facciata, falciare, giacinto, glaciale, gracidio, lanciare, lasciare, lerciume, lisciare, lucciola, manciata, marciare, marciume, moccioso, nocciole, omicidio, panciera, picciolo, piccione, precipuo, procinto, procione, pulcioso, ricciolo, ricciuto, roccioso, selciato, sfociare, speciale, suicidio, tacciare, triciclo, bicipite, caciotta, cucinare, cucitura, decidere, decimare, decisivo, diciotto, docilità, facilità, incidere, incisivo, incisore, lecitina, lucidare, macinare, macinato, macinino, recidere, recidivo, recitare, tacitare, uccidere, vicinato,

parole di 9: cialtrone, ciambella, cianciare, cianotico, ciarliero, cicatrice, cicerchia, ciclabile, ciclamino, ciclicità, ciclopico, ciliegina, ciminiera, cineforum, cinepresa, cinghiale, cingolato, cinquanta, cinturino, cinturone, circolare, cirillico, citazione, citologia, cittadino, ciuffetto, acrostici, antipulci, avaraccio, babbuccia, bamboccio, barcaccia, beccaccia, beccuccio, bertuccia, boccaccia, boccuccia, borraccia, cagnaccio, calduccio, cannuccia, cantuccio, cappuccio, capriccio, cartaccia, cartoccio, cartuccia, corteccia, crepaccio, dispaccio, donnaccia, efficacia, fantoccio, fattaccio, fettuccia, lanificio, lettuccio, malconcio, maleficio, massiccio, molliccio, panificio, efficacia, fantoccio, fattaccio, fettuccia, lanificio, lettuccio, malconcio, maleficio, massiccio, molliccio, panificio, pellaccia, pelliccia, polpaccio, provincia, rossiccio, salciccia, spilorcio, tempaccio, terriccio, tettuccio, traliccio, umidiccio, acaricida, addolcire, addolcito, antracite, bollicine, coroncina, corpicino, cronicità, cuoricino, difficile, esplicite, filoncino, forbicina, fungicida, germicida, indeciso, impreciso, latticini, libricino, loquacità, partecipe, pesticida, Pollicino, porticina, posticino, praticità, precocità, risarcire, ritmicità, rivincita, vagoncino, aranciata, arancione, associare, associato, bracciolo, crescione, cresciuto, crucciato, enunciato, esercizio, esorcismo, fiducioso, guanciale, imbecille, motociclo, municipio, musicisti, sbocciare, sbocciato, sbucciare, sbucciato, scacciare, scacciato, scalciare, scalciato, scocciare, scocciato, sfacciato, sganciare, sganciato, slacciare, slanciato, slacciato, spicciole, sporcizia, spulciare, sudiciume, tirocinio, tracciare, tracciato, tranciato, ufficiale, concimare, concimato, concitato, diecimila, dolciario, fanciullo, giaciglio, luccicare, panciolle, panciotto, vaccinare, vaccinato, vincitore, accidente, baciamano, bacinella, cucitrice, decisione, incidente, incidenza, incisione, occidente, oscillare, pacifista, recintato, socialità, socievole, sociologo, taciturno, uncinetto, vacillare, vicinanza,

parole di 10 lettere: ciabattare, ciabattino, ciabattona, ciarlatano, cicaleccio, ciclistico, cilindrata, cilindrico, cinguettio, cinquemila, cioccolato, ciondolare, circadiano, circolando, circonciso, circondare, circondato, citofonare, citoplasma, cittadella, civetteria, civettuolo, acciaccato, acciaieria, accigliato, acciuffato, arcipelago, bicicletta, diciannove, facilitare, inciampare, incipriare, incisività, lucidatura, racimolare, recinzione, recipiente, bocciatura, bruciatore, bruciatura, cacciavite, calciatore, coccinella, cruciverba, cucciolata, cuscinetto, falciatura, giacimento, gocciolare, gocciolina, gocciolone, lanciatore, marciatore, piccionaia, precipizio, precisione, Pulcinella, ricciolino, riccioluto, rocciatore, specialità, torcicollo, truciolato, anticipare, avvicinare, efficiente, efficienza, esercitare, medicinale, principale, principato, accasciare, accasciato, acconciare, acconciato, accorciare, accorciato, agganciare, agganciato, allacciare, allacciato, annunciare, annunciato, arricciare, arricciato, asticciola, chiocciola, cominciare, cominciato, cornicione, denunciare, denunciato, dissociare, dissociato, farmacista, forbiciata, ghiacciaia, ghiacciaio, ghiacciato, ghiacciolo, impacciato, limaccioso, minacciare, minacciato, minaccioso, misticismo, muricciolo, participio, patrocinio, pernicioso, ricacciare, ricacciato, rilanciare, rilanciato, rinunciare, scamiciato, scricciolo, setacciare, setacciato, sfiduciato, sfrecciare, turacciolo, verniciare, verniciato, balconcino, barboncino, bastoncino, beccaccino, bocconcino, bottoncino, camioncino, cappuccino, carboncino, cartoncino, complicità, cordoncino, dinamicità, elasticità, fettuccina, flaconcino, furgoncino, incapacità, infelicità, marroncino, mattoncino, palloncini, pasticcino, portoncino, pubblicità, semplicità, spadaccino, affaraccio, bestiaccia, canovaccio, casereccio, figuraccia, lavoraccio, levataccia, linguaccia, maglificio, malaticcio, pagliaccio, sacrificio, sudaticcio, superficie, centodieci, metafisici, pannolenci, pronostici,

parole di 11 lettere: ciambellano, cibernetico, ciberspazio, ciclomotore, cilindrasse, cineamatore, cinguettare, cinquantina, cinquecento, circolarità, circondario, circospetto, circostante, circostanza, cirrocumulo, cirrostrato, cistercense, cistifellea, civilizzato,

parole di 12 lettere: cialtroneria, cicatrizzare, cicatrizzato, cicciottello, cinciallegra, cincischiare, cinquantatré, cinquantenne, cioccolatini, circolazione, circonflesso, circoscritto, cittadinanza

parole di 13 lettere: cianfrusaglia, cinquantamila, cinquantennio, cinquantesimo, circonferenza, circoscrivere, circospezione, citrullaggine, Civitavecchia

parole di 14 lettere: cinematografia, cinquecentesco, circonvenzione, circoscrizione, circostanziare, circostanziato, circumnavigare, circumnavigato, civilizzazione,

parole di 15 lettere: cicatrizzazione, cinematografico, cinquecentesimo, cinquecentomila.

E queste sono le schede a colori, pronte per il download e la stampa per gli abbonati:

Il materiale comprende:

Carte mute (solo immagini)
Cartellini in stampato minuscolo
Cartellini in corsivo
Nomenclature in stampato minuscolo
Nomenclature in corsivo

Carte mute (solo immagini)

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Cartellini in stampato minuscolo

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Cartellini in corsivo

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Nomenclature in stampato minuscolo

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Nomenclature in corsivo

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Qui puoi trovare tutti i dettati ortografici pubblicati e classificati per tema e per difficoltà ortografica: https://www.lapappadolce.net/

Tutte le schede delle nomenclature finora pubblicate si trovano qui: 

https://www.lapappadolce.net/category/download/materiale-didattico/download-carte-montessori/

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Metodo Montessori: schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche – CHI

Nomenclature Montessori per le difficoltà ortografiche: parole con CHI. Come già detto per le schede delle nomenclature per parole di tre lettere

 e per le schede delle nomeclature per parole di quattro lettere,

 una volta che il bambino ha fatto molti esercizi di composizione di parole per dettatura con l’alfabeto mobile, è pronto per gli esercizi di autodettatura, cioè per comporre autonomamente parole che egli stesso ha pensato, senza averle sentite dalla voce di altri. 

Esistono molte possibilità per favorire questo genere di esercizio, una può essere quella di preparare delle schede illustrate, che possono anche fornire un aiuto all’arricchimento del lessico.

Classicamente le schede delle nomenclature, a questo secondo scopo, sono organizzate per aree tematiche (animali domestici, casa, abbigliamento, mezzi di trasporto, ecc…).

Qui propongo una classificazione diversa, in funzione dell’apprendimento delle varie difficoltà ortografiche presenti nella nostra lingua: dopo le consonanti doppie,

passiamo al suono CHI.

Questa è una selezione di parole italiane che presentano appunto il suono “chi”, con diversi gradi di difficoltà; non tutte si prestano ad essere illustrate e le parole presenti nelle schede delle nomenclature sono in grassetto:

Parole di 5 lettere: buchi, cachi, chilo, chimo, china, duchi, pochi.

Parole di 6 lettere: banchi, chiave, chiesa, chiodo, chioma, chiosa, chissà, chiuso, occhio, schiva, fuochi, cuochi, giochi.

Parole di 7 lettere: borchia, cerchio, chiasso, chiatta, chiazza, chicchi, chiglia, chimera, chimica, chinare, chinato, chiosco, cocchio, fachiro, foschia, macchia, maschio, mischie, mucchio, muschio, nicchie, pacchia, picchio, racchia, schiavo, schiena, schiera, schiuma, schiuso, secchio, teschio, tirchio, tronchi, vecchio, vischio.

Parole di 8 lettere: achillea, alchimia, anarchia, arachide, becchime, becchino, bocchino, boschivo, branchia, cecchino, chiamare, chiamato, chiarire, chiarito, chiarore, chiedere, chinotto, chioccia, chiostro, chirurgo, chitarra, chiudere, chiunque, chiusero, chiusino, chiusino, chiusura, colchico, crocchio, facchino, gerarchi, giochini, granchio, macchine, maschile, meschino, monarchi, moschino, occhiaia, occhiali, occhiata, orchidea, orecchio, panchina, psichico, schiappa, schietto, schifare, schifare, schifoso, schioppo, schivare, schivato, spicchio, specchio, spocchia, tacchino, turchino, vichingo, zecchino, zucchine.

Parole di 9 lettere: anarchico, antichità, bacchiare, batocchio, bicchiere, birichino, bronchite, brulichio, capocchia, cavicchio, cerchiare, cerchiato, cerchione, chiarezza, chiarirsi, chiassoso, chiavetta, chiazzato, chicchera, chiedendo, chiedersi, chiesetta, chimerico, chirurgia, cicerchia, cocchiere, conocchia, coperchio, cotechino, cucchiaio, dischiuso, eschimese, finocchio, fischiare, fuochista, gerarchia, ginocchia, ginocchio, inchiesta, inchinato, luccichio, malocchio, manichino, marchiare, marchiato, microchip, mischiare, mischiato, monarchia, muschiato, nocchiero, occhiello, occhietto, orecchini, ossibuchi, pacchiano, parecchio, pechinese, picchiare, picchiato, pidocchio, Pinocchio, pistacchi, racchiuso, rachitico, radicchio, ranocchio, raschiare, raschiato, rinchiuso, rischiare, rischioso, sarchiare, sarchiato, schiarire, schiavitù, schienale, schierare, schierato, schifezza,  schiodare, schiodato, schiudere, schiumare, schiumoso, schizzare, schizzato, secchiata, secchiona, socchiuso, stecchini, stecchire, stecchito, succhiare, succhiato, tarchiato, torchiare, torchiato, vecchiaia, vecchiume, vischioso.

Parole di 10 lettere: adocchiare, adocchiato, alchimista, archibugio, architetto, architrave, archiviare, archiviato, archivista, Arlecchino, arricchire, arricchito, attecchire, attecchito, autarchia, autarchico, baracchino, catechismo, cerchietto, chilometro, chiocciola, conchiglia, cornacchia, crocicchio, cucchiaino, dichiarare, dichiarato, fischiando, formichina, franchigia, giradischi, gracchiare, inchiodare, lenticchie, macchiette, macchinoso, marmocchio, occhialuto, occhiatina, occhiolino, pachiderma, pannocchia, parrocchia, pennacchio, pernacchia, picchiando, richiamare, richiamato, richiedere, richiudere, rischiando, schiantato, schiarirsi, schioccare, schiudersi, secchiello, semichiuso, sgranchire, smacchiare, smacchiato, specchiato, specchiera, spocchioso, stracchino, succhiotto, tabacchino, vecchietto, vacchiezza, vecchiotto.

Parole di 11 lettere: accerchiare, accerchiato, acchiappare, acchiappato, accipicchia, ammucchiare, ammucchiato, bacchiatura, baldacchino, bianchiccio, bicchierino, birichinata, bofonchiare, catapecchia, chiacchiera, chiaramente, chiarimento, chiaroscuro, chiazzatura, chicchessia, chiesastico, chilogrammo, chitarrista, formichiere, ginocchiere, imbianchino, invecchiare, invecchiato, invischiare, invischiato, macchiaiolo, macchinario, macchinista, macchiolina, maschilismo, nevischiare, orecchiette, parchimetro, parrucchino, pastrocchio, pidocchioso, portachiavi, portapacchi, racchiudere, racchiusero, ridacchiare, rischiarato, schiacciare, schifiltoso, schiumogeno, schizzinoso, semicerchio, sfacchinare, sgranchirsi, socchiudere, specchietto, tabacchiera, torchiatura, vecchiaccio, vischiosità

Parole di 12 lettere: antichissimo, architettura, bagnoschiuma, bistecchiera, cannocchiale, canticchiare, chiavistello, cincischiare, dormicchiare, fattucchiera, fischiettare, furbacchiona, guardaboschi, impratichire, marchingegno, mattacchiona, montacarichi, mordicchiare, mordicchiato, nevischiando, occhiataccia, orsacchiotto,  paraorecchie, parrucchiera, picchiatello, picchiettato, rannicchiato, rispecchiare, rispecchiato, schiamazzare, schiarimento, schieramento, schizofrenia, scoperchiare, scoperchiato, scribacchina, scricchiolio, smacchiatore, sonnacchioso, sonnecchiare, spidocchiare, tagliaboschi, vecchierello, vivacchiando

Parole di 13 lettere: acchiappacani, apparecchiare, apparecchiato, bruciacchiare, bruciacchiato, canticchiando, chiacchierare, chiacchierina, chiacchierona, chincaglieria, dormicchiando, infinocchiato, leggiucchiare, mangiucchiare, riacchiappare, rimorchiatore, sbaciucchiare, schiaccianoci, schifosaggine, volpacchiotto

Parole di 14 lettere: accerchiamento, ammonticchiare, ammonticchiato, chiaroveggente, chiaroveggenza, orecchiabilità, scarabocchiare, scarabocchiato, schiacciasassi, schiaffeggiare, schiaffeggiato, sottobicchiere.

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E queste sono le schede a colori, pronte per il download e la stampa per gli abbonati:

Il materiale comprende:

Carte mute (solo immagini)
Cartellini in stampato minuscolo
Cartellini in corsivo
Nomenclature in stampato minuscolo
Nomenclature in corsivo

Carte mute (solo immagini)

Cartellini in stampato minuscolo

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Cartellini in corsivo

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Nomenclature in stampato minuscolo

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Nomenclature in corsivo

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Qui alcuni dettati ortografici:

Carte delle nomenclature per parole con consonanti doppie – Metodo Montessori

Carte delle nomenclature per parole con consonanti doppie – Metodo Montessori. Come già detto per le carte delle nomenclature per parole di tre lettere 

e per le carte delle nomeclature per parole di quattro lettere,

 una volta che il bambino ha fatto molti esercizi di composizione di parole per dettatura con l’alfabeto mobile, è pronto per gli esercizi di  autodettatura, cioè per comporre autonomamente parole che egli stesso ha pensato, senza averle sentite dalla voce di altri. 

Esistono molte possibilità per favorire questo genere di esercizio, una può essere quella di preparare delle schede illustrate, che possono anche fornire un aiuto all’arricchimento del lessico.

Classicamente le carte delle nomenclature, a questo secondo scopo, sono organizzate per aree tematiche (animali domestici, casa, abbigliamento, mezzi di trasporto, ecc…).

Qui propongo una classificazione diversa, in funzione dell’apprendimento delle varie difficoltà ortografiche presenti nella nostra lingua: cominciamo con le consonanti doppie.

Carte delle nomenclature per parole con consonanti doppie – Metodo Montessori

Questo è una selezione di parole italiane che presentano consonanti doppie, con diversi gradi di difficoltà; non tutte si prestano ad essere illustrate e le parole presenti nelle schede delle nomenclature sono in grassetto:

anno asso asse inno osso otto

babbo bacca baffo basso becco beffa birra bocca bocce bolle botte botto bucce buffo burro canne carro cappa cassa ceppo colla collo coppa cotto cozze donna facce farro fatto fetta fibbia fisso fitto fosso gallo gatto gemma gobbo gocce gomma legge lesso letto lutto mamma mappa massa masso matto mazze messa mezzo mosso mozzo muffa notte nozze occhio pacco palla panna panno pappa passo pazzo penna pezza pinna Pippo pizza pizzo  pollo porri pozza pozzo Puffo raggi razzo ressa retto ritto rocce rosso rotto  sacco sassi secco sella senno  serra sette sonno succo tacco  tappo tassa tatto tazza terra tetto  tocco tonno toppa torre tosse tuffo vacca valle villa zappa zoppo zucca zuppa 

anello bacche becchi bocche brocca brutto buccia caccia cuccia cuffia doppio dubbio faccia faggio fiocco frecce gabbia giacca gnocchi goccia graffio grappa grasso grosso grotta grucce fiamma labbra loggia maggio mummia nebbia nibbio pacchi paggio peggio piazza pioppo poggio rabbia raggio reggia riccio sabbia sacchi saggio sbarra sbuffo scatto  seppia soffio spalla spilla staffa stalla stella stemma tacchi tracce tratto treccia trippa trotto trucco vacche

accappatoio antenna allegro arrosto astuccio barella bicicletta braccio breccia bocciolo bottiglia bottoni brocche burrone bussola cammello cannone capanna cappello caraffa carrelli cartella cartello casetta castello cestello ciabatta colonne chitarra collana collare collina coltello cordicella cravatta dattero fagotto fessura fiammiferi formaggio freccia frittata fumetti gallina gemelli giraffa ghiaccio grappolo greppia  gruccia lattuga  lettera lucciola maglietta mantello marrone matassa materassi mattarello mattone mollica occhiali ombrello padella paletta paletto pallina pallone pattini pennello pestello pettine picchio piffero pillola pioggia pittura pollice polline quattro raganella ramarro rametto rastrello sassolino scaffale scoppio spaccio spaghetti spazzola specchi spiaggia spicchio spiccio sprazzo spruzzo stampelle straccio  strenna stretto tacchino tallone  terreno traccia trebbia treccia trombetta trottola tinello vassoio viaggio vitello  zafferano   zucchero.

E queste sono le carte a colori, pronte per il download e la stampa per gli abbonati:

(Per sapere come utilizzarle puoi fare riferimento al post Schede delle nomenclature per parole di tre lettere).

Raccomando, naturalmente, di non presentare al bambino le schede tutte insieme, ma di selezionarne circa una decina alla volta…)

SCRITTURA E LINGUAGGIO Montessori – Lista dei materiali dai 3 ai 6 anni

SCRITTURA E LINGUAGGIO Montessori – Lista dei materiali dai 3 ai 6 anni: questa è la lista dei materiali montessoriani di base per quanto riguarda l’area scrittura e linguaggio , per bambini dai tre ai sei anni di età. I relativi approfondimenti, i consigli per la presentazione ai bambini e le relative lezioni in tre tempi si trovano nella mini guida didattica Montessori presente nel sito…

La lista dei materiali sensoriali, per la  stessa fascia d’età, si trova qui,

e qui la lista dei materiali per la matematica. 

Per i bambini dai 6 ai 9 anni consulta la GUIDA DIDATTICA PER IL LINGUAGGIO DAI 6 AI 9 ANNI

Tutti gli articoli relativi all’apprendimento della scrittura col metodo Montessori sono elencati qui. La lista serve a fare un po’ di ordine, ma non pretende di essere esaustiva…

Photo credit: le immagini dei materiali montessoriani  di questo post sono di proprietà di Gonzaga Arredi: clicca sulle immagini per visualizzarle nel contesto originale.  I link fanno riferimento al diritto di proprietà dell’immagine stessa e non rappresentano “pubblicità”. Sotto ad ogni immagine trovi invece il link relativo al mio post sull’argomento. 

SCRITTURA E LINGUAGGIO Montessori

qui il post:

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porta matite colorati
photo: Gonzaga Arredi
posamatite
photo: Gonzaga Arredi

lettere smerigliate

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alfabeto mobile
photo: Gonzaga Arredi

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lavagna di sabbia
qui il post: lavagna di sabbia
carte delle nomenclature in tre parti

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elenchi di parole

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elenchi di parole

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elenchi di parole

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SCRITTURA E LINGUAGGIO Montessori – Inoltre possono essere utili:

– fogli a righe per scrivere: per i primi esercizi è indicata la carta a tre righe

– attività varie e giochi per stimolare l’esercizio della lettura e della scrittura: tutti quelli che riuscite ad inventare. Per intanto potete trovare degli esempi qui:

famiglie di parole

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40 e più attività legate all’alfabeto

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SCRITTURA E LINGUAGGIO Montessori – Gli incastri metallici
Servono, in preparazione alla scrittura, ad esercitare le abilità motorie fini necessarie ad utilizzare la matita attraverso il disegno di linee, angoli e curve.  Dopo aver presentato il materiale, predisponete uno scaffale o un’area di interesse da destinare al materiale per la lettura e la scrittura. Accanto agli incastri metallici mettete a disposizione del bambino un assortimento di foglietti di carta colorata, tagliati nelle dimensioni esatte del telaio degli incastri, un assortimento di matite colorate divise in portamatite dello stesso colore delle matite, una gomma e un vassoietto per trasportare il materiale scelto dal bambino per il suo esercizio.
Gli incasti metallici possono essere realizzati in proprio, qui tutorial e cartamodelli.

SCRITTURA E LINGUAGGIO Montessori – Porta matite colorati
Le matite colorate vengono messe a disposizione del bambino divise per colore all’interno di porta matite; il contenitore avrà lo stesso colore delle matite. I portamatite possono essere acquistati, ma anche realizzati facilmente a casa, anche con l’aiuto dei bambini e utilizzando materiali di recupero quali rotoli di carta igienica e cartone recuperato da vecchie scatole. E’ importante che essi differiscano tra loro solo per colore.

SCRITTURA E LINGUAGGIO Montessori – posamatite
Quando i bambini scelgono le matite colorate che si desiderano utilizzare con la loro forma, può essere utile mettere a disposizione un posamatite, che aiuterà il bambino ad avere un’impressione visiva degli accostamenti di colori scelti e faciliterà il trasporto Anche il posamatite può essere realizzato in casa con l’aiuto dei bambini, ad esempio con del cartone piegato…

SCRITTURA E LINGUAGGIO Montessori – alfabeto smerigliato o tattile : qui i tutorial per costruirli in proprio: stampato minuscolo e corsivo minuscolo.

SCRITTURA E LINGUAGGIO Montessori – alfabeto mobile: qui i tutorial per realizzarli in proprio nei vari caratteri.

SCRITTURA E LINGUAGGIO Montessori – Carte delle nomenclature in tre parti
Si tratta di schede illustrate e cartellini. Le tre parti fanno riferimento a: una scheda che contiene sia l’immagine sia il nome scritto, una scheda che contiene la solo immagine, e una scheda che contiene solo la parola. L’aspetto davvero interessante dell’uso di questo materiale è che per il bambino non è tanto importante trovare la parola giusta, quanto imparare a cercarla. Oltre a quelle che propongo nel blog e a tutte quelle che si possono trovare in rete, è bello coinvolgere i bambini stessi nella costruzione degli schedari delle nomenclature, poichè per tener vivo l’interesse è importante che il materiale sia vario e rinnovato di frequente, e servono molte schede. Così molte carte delle nomenclature possono essere realizzate insieme ai bambini cercando e ritagliando immagini da giornali, depliant pubblicitari e riviste.

SCRITTURA E LINGUAGGIO Montessori – Carte delle nomenclature ed elenchi di parole
Possiamo poi preparare delle schede che contengono elenchi di otto – dodici parole circa, raggruppate per lunghezza, fonema, difficoltà ortografica, o per area di interesse (ad esempio capi di vestiario, animali domestici, pianeti, ecc…). Ad ogni elenco all’inizio è bene abbinare una busta contenente le immagini delle parole in elenco, per permettere al bambino di esercitarsi con la lettura attraverso l’appaiamento parola – immagine; poi possono essere proposti insieme agli elenchi cartellini di parole. Soprattutto per gli elenchi “ortografici” possiamo poi limitarci ad una sola immagine da porre prima dell’elenco di parole scritte (ad esempio per CH l’immagine di un chiodo e poi l’elenco: chiodo, chiesa, chioma, ecc…)
Gli elenchi di parole sono utili sia per esercitare la lettura, sia la scrittura: quando la scrittura è avviata, il bambino potrà copiare gli elenchi sulla carta a righe e poi leggervi le parole che ha scritto a voce alta, oppure controllare da solo e cercare confrontando il suo lavoro con la scheda eventuali errori.

Le liste di parole possono anche assumere la forma di piccoli libretti, come mostrato sopra.

Per i bambini dai 6 ai 9 anni consulta la GUIDA DIDATTICA PER IL LINGUAGGIO DAI 6 AI 9 ANNI 

Metodo Montessori – schede delle nomenclature per parole di quattro lettere

Metodo Montessori – schede delle nomenclature per parole di quattro lettere. Come già detto per le schede delle nomenclature per parole di tre lettere,

una volta che il bambino ha fatto molti esercizi di composizione di parole per dettatura con l’alfabeto mobile, è pronto per gli esercizi di  autodettatura, cioè per comporre autonomamente parole che egli stesso ha pensato, senza averle sentite dalla voce di altri. 

Esistono molte possibilità per favorire questo genere di esercizio, una può essere quella di preparare delle schede illustrate, che possono anche fornire un aiuto all’arricchimento del lessico. 

Classicamente le schede delle nomenclature, a questo secondo scopo, sono organizzate per aree tematiche (animali domestici, casa, abbigliamento, mezzi di trasporto, ecc…). Qui propongo una classificazione diversa, per lunghezza della parola, e dopo aver proposto un elenco di parole di tre lettere, passo a quelle di quattro.

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Metodo Montessori – schede delle nomenclature per parole di quattro lettere

Questo è una selezione di parole italiane di quattro lettere, ma non tutte si prestano ad essere illustrate; le parole presenti nelle schede delle nomenclature sono in rosso:

acca, acme, acne, acre, Adda, afta, aghi, agio, agli, alba, albo, alce, alga, Alma, aloe, alpe, alto, ambo, amen, anca, anno, Anna, ansa, anta, arca, arco, area, aria, arma, arpa, asso, asse, asta, Asti, ateo, atto, aula, aura, auto

baci, baco, baia, baio, bara, baro, base, bava, bebè, bene, beni, bere, bici, biga, bile, biro, boia, bolo, bora, boro, bove, brio, buca, buco, buio, buoi,

caco, Caio, calo, cane, caos, capo, cara, casa, caso, cava, cavo, ceci, cena, cera, cero, ceto, ciao, cibo, cima, Ciro, coda, coma, Como, cono, coro, cosa, cova, cubo, cupo, cura, cute,

dado, dama, dare, data, dato, diga, Dino, dire, dito, diva, doga, doge, dolo, dono, dopo, Dora, dose, dote, dove, duca, duce, duna, duro,

ecco, Egeo, eden, echi, elfo, Elia, elmo, elsa, emme, Enea, Enna, enne, ente, eone, equo, erba, ergo, eroe, erre, erta, esca, etto, euro,

falò, fama, fame, faro, fase, fata, fava, favo, fede, fedi, fesa, feta, fico, fido, fifa, fila, filo, foro, foto, fuco, fuga, fumo, fune, fuso

Gaia, gaio, gala, gara, geco, gelo, gene, giga, giro, gita, gnam, gola, golf, gong, gres, guai, gufo, guru,

iato, ibis, idea, idem, iena, ieri, inca, inno, iosa, iris, irta, isba, iuta,

lago, lama, lana, lato, lava, lega, lego, lena, leso, leva, lido, lima, limo, lino, lira, lite, lobo, lode, loto, luce, lume, luna, lupo,

mago, mais, male, mano, mare, maso, mela, melo, meno, menù, mese, meta, metà, miao, mimo, mina, Mino, mira, mola, mole, molo, mora, mota, moto, muco, mulo, muro, musa, muso, muto,

nano, naso, nato, nave, neon, nero, neve, nido, Nino, noce, nodo, noia, nolo, nome, nono, nord, nota, nove, nube, nuda, nume,

oasi, oblò, oboe, oche, ocra, odio, oggi, ogni, olio, olmo, onda, onta, orba, orca, orco, orda, orlo, orma, orso, orto, orzo, osso, oste, otre, otto, ozio

pace, paga, paio, pala, palo, pane, papa, papà, pari, pece, pelo, pena, pepe, pera, pero, pesa, peso, pila, pino, pipa, pira, poco, polo, pomo, posa,

quiz

rado, ragù, rame, ramo, rana, rapa, rara, rasa, raso, rata, remo,  rena, rene, reso, rete, riga, rima, riso, riva, roba, rogo, rosa, rovo, rude, ruga, runa, rupe, ruta,

saga, saio, sala, sale, sana, Sara, scia, sebo, sede, sega, seme, sera, seta, sete, sito, smog, soci, soda, sofà, soia, sole, soma, spia, stop, sugo,

tana, tara, tata, taxi, teca, tela, telo, tema, tesa, tesi, tifo, timo, Tina, tino, tipo, tiro, toga, tomo, tono, topo, toro, tram, trio, tris, tubo, tufo, tuta, tutù,

ulna, unno, unto, uomo, uovo, urlo, urna, urto,

vago, vano, varo, vaso, vela, velo, vena, vera, veto, vice, vile, vino, viso, vite, vivo, vizi, voce, voga, volo, voto,

yoga

Zara, zebù, zelo, zero, zeta, zona, zulu.

Metodo Montessori – schede delle nomenclature per parole di quattro lettere

E queste sono le schede a colori, pronte per il download e la stampa per gli abbonati:

Il materiale comprende:
– carte mute (solo immagine)
– carte immagine + nome in stampato minuscolo
– carte immagine + nome in corsivo.

 

Metodo Montessori – nomenclature mute Montessori parole di quattro lettere

(sono le schede illustrate, senza nomi)

Metodo Montessori – nomenclature Montessori parole di quattro lettere stampato minuscolo 

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Metodo Montessori – nomenclature Montessori parole di quattro lettere corsivo 

Carte delle nomenclature Montessori per parole di tre lettere

Carte delle nomenclature Montessori per parole di tre lettere  – una volta che il bambino ha fatto molti esercizi di composizione di parole per dettatura con l’alfabeto mobile, è pronto per gli esercizi di  autodettatura, cioè per comporre autonomamente parole che egli stesso ha pensato, senza averle sentite dalla voce di altri. 

Esistono molte possibilità per favorire questo genere di esercizio, una può essere quella di preparare delle schede illustrate, che possono anche fornire un aiuto all’arricchimento del lessico. Classicamente le schede delle nomenclature, a questo secondo scopo, sono organizzate per aree tematiche (animali domestici, casa, abbigliamento, mezzi di trasporto, ecc…). Qui propongo una classificazione diversa, per lunghezza della parola, cominciando dalle parole di tre lettere.

Questo è una selezione di parole italiane di tre lettere di senso compiuto, ma non tutte si prestano ad essere illustrate:

afa, ago, aia, ala, amo, ape,

bar, bue, bus, blu, boa,

dio, due,

eco, est, Eva,

gel, gol, gru, gnu,

ira

Lea, lei, lui,

mia, mio, mie,

nel, neo, non, Noè,

oca, ode, ora, oro,

per, più, pio, poi, può,

qua, que, qui,

sai, sei, sax, sia, sua, sub, sud, sue, sul, suo,

tra, tre, tua, tuo,

ufo, uno, uva,

vai, via

yak

zar, zia, zio, zii, zoo.

E queste sono le schede a colori, pronte per il download e la stampa:

Come possiamo utilizzare le carte delle nomenclature Montessori (a casa ho solo una stampante in bianco e nero, ma le schede sono a colori):

1. per i soli esercizi di autodettatura, possiamo stampare una copia delle schede, nel carattere scelto per l’alfabeto mobile (corsivo o stampato minuscolo), ritagliare e ripiegare la parte che contiene la parola scritta. In questo modo il bambino può comporre la parola guardando l’immagine, e in seguito controllare il suo lavoro girando la carta:

2. per i classici esercizi di nomenclatura, stampare due copie del carattere scelto, ritagliare e se volete plastificare. Lasciare per ogni coppia di schede uguali una copia intera (immagine e parola, “scheda parlata”) e una separata (ritagliare l’immagine e la parola a parte, “scheda muta”).

Sarebbe meglio incollare le schede su due cartoncini di uguale dimensione, soprattutto per i bambini più piccoli. Sono in fase di preparazione varie schede delle nomenclature appositamente fatte in tre parti, se volete aspettare…

Mettere tutto in una cartellina o una busta, a disposizione del bambino. Il bambino porterà la cartellina su un tappeto abbastanza grande, e comincerà disponendo in basso a destra la pila di schede mute, la pila di schede parlate, e i cartellini.

Quindi, partendo dalla parte del tappeto in alto a sinistra, dispone una sotto l’altra tutte le schede mute, formando una fila verticale.

Quindi prende una ad una le schede parlate, e una ad una le dispone a destra delle schede mute corrispondenti. In ultimo posiziona i cartellini.

3. L’esercizio di nomenclatura può essere variato preparando schede parlate in stampato minuscolo, e schede mute coi cartellini in corsivo (o viceversa), per l’appaiamento carattere stampato – corsivo.

Metodo Montessori – presentazione dell’ALFABETO MOBILE ai bambini

Metodo Montessori – presentazione dell’ALFABETO MOBILE ai bambini. Una volta che il bambino ha imparato a conoscere alcune delle vocali e delle consonanti dell’alfabeto tattile, possiamo proporre anche l’alfabeto mobile. 

Alcuni insegnanti insistono ad aspettare fino a quando i bambini conoscono tutto l’alfabeto con l’alfabeto tattile prima di passare all’alfabeto mobile, ma in realtà molti bambini tendono a dimenticare dei suoni, fino a che non iniziano realmente ad utilizzarli per comporre e leggere le parole.

In una lingua fonetica, come l’italiana, basta pronunciare chiaramente i differenti suoni che compongono una parola (ad esempio m-a-n-o), perché il bambino possa riconoscerne una per una le sue componenti. Gli sarà sufficiente cercare nell’alfabeto mobile i segni corrispondenti ad ogni suono e metterli uno vicino all’altro, ed avrà composto la parola “mano”. Gradualmente imparerà a fare la stessa cosa per autodettatura, con le parole che  egli stesso pensa, dividendole nei suoni che le compongono e traducendole in una serie di segni.

In questo modo comporre le sillabe sarà per lui davvero facile, ma non altrettanto la lettura delle parole da lui composte. In genere infatti i bambini riescono a leggere solo dopo un certo sforzo, ed è quindi importante motivarli, leggendo le parole con loro una o due volte, pronunciando sempre molto distintamente: “Mano, mano”.

Se la lingua non è fonetica, la maestra può comporre parole separate con le lettere dell’alfabeto mobile e poi pronunciarle, lasciando che il bambino ripeta da sé l’esercizio di riconoscerle e di rileggerle. Per questo motivo, nelle lingue non fonetiche come quella inglese, si usa dividere le parole in tre livelli di complessità: il livello rosa, quello verde e quello blu.

Una volta capito il meccanismo del gioco, il bambino andrà avanti da solo. Possiamo pronunciare qualsiasi parola, avendo cura solo che il bambino capisca separatamente le lettere di cui è composta: prendendo una per una le lettere necessarie, raramente commette un errore di ortografia.

Il movimento delle labbra rivela il fatto che egli ripete a se stesso un numero infinito di volte le parole i cui suoni sta traducendo in segni.

L’importanza di questi esercizi di autodettatura è grandissima: il bambino analizza, perfeziona, fissa la propria lingua parlata, ponendo un oggetto in corrispondenza di ogni suono che emette. L’esercizio di autodettatura quindi, associa il suono che si sente con il segno grafico che lo rappresenta, e costituisce il fondamento più solido per un’ortografia accurato e precisa.

Oltre a questo, la composizione delle parole è di per sé un esercizio di intelligenza. La parola che viene pronunciata presenta al bambino un problema che deve risolvere, ed egli lo farà ricordando i segni, selezionandoli tra gli altri, e disponendoli nell’ordine corretto. Egli avrà la prova della soluzione esatta del suo problema quando rileggerà la parola che ha composto, e che rappresenterà per tutti coloro che sanno leggere, un’idea.

E’ appunto dopo tali esercizi con l’alfabeto mobile che i bambini possono scrivere parole intere. Questo fenomeno generalmente accade inaspettatamente, e così un bambino che non ha ancora tracciato mai sulla carta una lettera, scrive parecchie parole di seguito e spesso tale fenomeno spontaneo ha un carattere esplosivo. Da quel momento egli comincia a scrivere, sempre gradatamente perfezionandosi.

Questa scrittura spontanea prende caratteristica di un fenomeno naturale, ed il bambino che ha cominciato a scrivere la “prima parola” continuerà a scrivere, proprio come parla, dopo aver pronunciato la prima parola, e cammina, dopo aver fatto il primo passo. La stessa via di formazione interna, attraverso la quale appare il fenomeno della scrittura, è la via del suo progresso futuro, del suo accrescimento in perfezione.

Il bambino preparato in questa maniera è entrato in una via di sviluppo attraverso la quale avanzerà sicuramente, così come la crescita del corpo e lo svolgimento delle funzioni naturali avanzano attraverso la loro via di sviluppo, quando la vita è stata stabilita.

Metodo Montessori – presentazione dell’ALFABETO MOBILE ai bambini – versione uno

Materiale necessario: alfabeto mobile, alfabeto tattile, un tappetino oppure anche una tabella bianca preparata con delle righe blu. Ricordiamo che il tappetino serve soprattutto a delineare lo spazio visivo di lavoro, ed aiuta la concentrazione del bambino nell’esercizio.
L’insegnante invita il bambino ad unirsi a lei nell’esercizio, si srotola il tappeto e si mette la scatola dell’alfabeto mobile, quella dell’alfabeto tattile, ed eventualmente la tabella a righe sul pavimento o su un tavolo.
L’insegnante prende dall’alfabeto tattile le lettere che servono a comporre ad esempio la parola “mano“, e compone la parola pronunciando i suoni singolarmente: “M… a… n… o…”.
Poi prende la M tattile e la M mobile e le pone una accanto all’altra ripetendo: “M…m…”, ripone la lettera tattile e pone sul tappeto la m dell’alfabeto mobile. Procede allo stesso modo con le altre tre lettere.
Dopo averle posizionate in ordine ripete: “M… a… n… o…”.


Chiede quindi al  bambino di sondare stesso la parola, se non ha ancora detto che le lettere formano la parola “mano”. Attendere qualche secondo. Se ripete i suoni staccati l’uno dall’altro è sufficiente dirgli: “Più veloce!”. Attendere qualche secondo. Poi dirgli ancora: “Più veloce!” finchè le lettere non suonano per lui come una parola.
Se il bambino dimostra di aver colto il contenuto della lezione, possiamo proporre una seconda parola, ad esempio “mago“., dicendo che possiamo formare un’altra parola e sostituendo la n con la g.


Se il bambino è ancora entusiasta e vuole di più, possiamo ancora sostituire la m con la l per scrivere “lago“, poi sostituire la a con la e per scrivere “lego“, ecc…


Metodo Montessori – presentazione dell’ALFABETO MOBILE ai bambini – per gruppi di tre quattro bambini

Materiale: alfabeto mobile, tappeto

L’insegnante stende il tappeto verde sul pavimento, apre la scatola dell’alfabeto mobile e mette la scatola nel coperchio, di fronte ai bambini. Poi chiede ai bambini di trovare le lettere che corrispondono ai  suoni che lei pronuncia dicendo: “Qualcuno di voi riesce a trovare t?”, “Mettiamo c sul tappeto”, “Troviamo m”. Ogni volta che l’insegnante dice una lettera, tutti i bambini la cercano finchè uno di loro la trova e la mette sul tappeto.

Lo stesso giorno se c’è tempo, altrimenti il giorno seguente, l’insegnante può procedere alla composizione di parole. Il materiale è sistemato come prima. L’insegnante dice ai bambini: “Adesso faremo delle parole”.

Quindi sceglie delle parole di tre o quattro lettere e dice ai bambini: “Adesso faremo la parola oca. Quali suoni sentite mentre dico oca?”. L’insegnante accetterà ogni risposta, in qualsiasi ordine, e mostrerà ai bambini come mettere le lettere sul tappeto verde per comporre la parola oca.

Un bambino può dire o. “Bene, qualcuno trovi o”. Un bambino la trova e lei mostra dove metterla sul tappeto.”Cosa altro sentite in oca?”. L’insegnante continua a stimolare i bambini in questo modo alcune volte, finchè la parola non è completata.

Poi legge la parola pronunciando un suono alla volta o-c-a, e poi la parola nel suo insieme: “Abbiamo composto o-c-a, oca”. Ora faremo bue. Che suoni sentite mentre io dico bue?”. La lezione procede in questo modo, e viene ripetuta nei giorni seguenti.

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Video:

Metodo Montessori – le origini dell’alfabeto tattile e dell’alfabeto mobile

Metodo Montessori –  le origini dell’alfabeto tattile e dell’alfabeto mobile. Secondo la Montessori i movimenti della mano necessari a svolgere un dato lavoro possono essere appresi prima del lavoro stesso. Questi movimenti preparatori continuano ad operare praticamente per sempre, e possono essere acquisiti non esercitandosi sul lavoro vero a proprio, ma su ciò che lo prepara. Questo vale anche per la scrittura. Ed è ciò che applicò nella sua esperienza di lavoro con bambini con difficoltà di apprendimento.

“Una grande quantità di tempo e di forza intellettuale si perdono nel mondo, perché il falso sembra grande, e la verità così piccola e insignificante. Dico tutto questo per difendere la necessità di preparare le future generazioni per mezzo di metodi più razionali. E ‘da queste generazioni che il mondo attende il suo progresso.” Maria Montessori

Il primo alfabeto mobile, diciamo sperimentale, era composto da lettere di legno del corsivo minuscolo, erano spesse 0,5cm e le più basse misuravano 8cm (quelle più alte in proporzione). Le consonanti erano dipinte in smalto blu, le vocali in rosso.

Oltre a questo alfabeto, in un’unica copia, si utilizzavano dei cartelloni nei quali erano dipinte delle lettere negli stessi colori e dimensioni di quelle in legno. Questi cartelloni erano organizzati in gruppi di lettere, secondo il contrasto o l’analogia di forma.

Per ogni lettera c’era poi una scheda illustrata che rappresentava un oggetto il cui nome iniziava con quella lettera, e ai lati dell’immagine era dipinta la lettera uguale a quella dell’alfabeto mobile, e la stessa lettera, ma in stampato minuscolo. Queste schede illustrate servivano per fissare la memoria del suono della lettera, e la lettera in stampato minuscolo serviva a preparare il passaggio alla lettura dei caratteri di stampa.

Dopo aver mostrato ai bambini come posizionare le lettere mobili in legno su quelle dipinte in gruppi sulle carte, i bambini le toccavano ripetutamente facendo scorrere le dita nel senso della scrittura. Moltiplicando questi esercizi in vari modi, i bambini imparavano a fare i movimenti necessari a riprodurre la forma dei segni grafici senza scrivere.

La Montessori però osservò che quando scriviamo facciamo due generi diversi di movimento: quello con cui si riproduce la forma, e quello del manipolare lo strumento della scrittura, cioè tenere la matita. Quindi pensò di aggiungere due altri esercizi al precedente: uno consisteva nel seguire la forma delle lettere con due dita insieme (indice e medio) e un altro con una bacchetta di legno.
Ma si rese conto che questo materiale didattico, per quanto bellissimo, non offriva alcun controllo, se non lo sguardo del bambino. Pensò che per aiutare la pupilla a seguire i movimenti con maggior precisione si poteva aggiungere alle lettere mobili un solco entro il quale il bastone di legno poteva scorrere, ma fatto il progetto, la sua realizzazione risultò troppo costosa.

Anni dopo, la Montessori iniziò l’avventura della Casa dei bambini,  e innanzitutto osservò come il senso muscolare sia davvero molto recettivo durante la prima infanzia: la scrittura, pensò, poteva risultare estremamente facile per i bambini piccoli, e svilupparsi con facilità e spontaneità in analogia con lo sviluppo del linguaggio verbale. Certo, lo stesso non si poteva dire per la lettura,  che prevede uno sviluppo intellettuale superiore e tempi di apprendimento più lunghi.

Nelle Case dei Bambini, la Montessori utilizzò inizialmente solo gli esercizi di vita pratica e il materiale sensoriale, non gli esercizi di scrittura, poiché c’era il pregiudizio che bisognasse iniziare l’insegnamento della lettura e della scrittura il più tardi possibile, e certamente evitarlo prima dei sei anni.

Furono i bambini stessi, ed anche i loro genitori, a richiedere qualcosa di più per mettere a frutto le sorprendenti abilità acquisite: sapevano come vestirsi e spogliarsi, lavarsi da soli, mettere la stanza in ordine, aprire e chiudere le finestre, gestire le chiavi di serrature diverse, osservare le cose, e vedere gli oggetti con le mani.

Così la Montessori si decise ad applicare coi bambini piccoli quanto aveva sperimentato sull’insegnamento della scrittura negli anni precedenti, e cercò qualcuno disposto a costruire un alfabeto mobile di legno bello come il primo, ma non vi riuscì.

Decise quindi di farlo di carta e dipingerlo in rosso e blu come il primo.

Questo alfabeto mobile di carta però non permetteva la stessa esperienza tattile di quello di legno, e per ovviare a questo pensò di ritagliare altre lettere dell’alfabeto nella carta vetrata e di incollarle su schede di carta liscia.

Terminato il lavoro di accorse di come questa soluzione “economica” fosse decisamente superiore sul piano didattico al bell’alfabeto di legno : un alfabeto di carta può facilmente essere moltiplicato ed essere utilizzato da molti bambini in una sola volta, non solo per il riconoscimento delle lettere, ma anche per la composizione delle parole, e l’alfabeto di carta vetrata era la soluzione tanto cercata per dare una guida alle dita mentre toccano la lettera, con esattezza di controllo.

A Natale di questo primo anno di insegnamento della scrittura nelle Case dei Bambini, meno di un mese e mezzo dopo dall’inizio dell’avventura con le lettere, due dei bambini del gruppo di quattro anni scrivevano autonomamente biglietti d’auguri in un corsivo ordinato e regolare paragonabile a quello che al tempo si acquisiva in terza elementare…

Fonte:  Manuale di pedagogia scientifica, Maria Montessori

Metodo Montessori – Quando il bambino è pronto per l’apprendimento della scrittura?

Metodo Montessori – Quando il bambino è pronto per l’apprendimento della scrittura?

Metodo Montessori – dopo aver offerto il materiale didattico per lo sviluppo sensoriale, dobbiamo aspettare fino a che nel bambino non si attivino spontaneamente le attività di osservazione e generalizzazione, cioè la capacità di riconoscere gli elementi appresi (ad esempio forme degli oggetti, colore, ruvidità, ecc…) al di fuori dei materiali didattici, negli oggetti quotidiani.

Per  cercare di seguire questo principio, in relazione all’apprendimento precoce della scrittura, elenchiamo alcuni semplici giochi e attività che possono darci importanti spunti di osservazione per valutare il momento giusto per iniziare.

Metodo Montessori –  Giochi del cieco

Abbiamo nel nostro materiale didattico una scatola nella quale sono collezionati pezzi rettangolari di tessuto  in grande varietà: velluto, raso, seta, cotone, lino, ecc… Nella fase di presentazione del materiale sensoriale, il bambino ha imparato la nomenclatura appropriata, ad anche ad aggiungere qualcosa in merito alla qualità (spesso, fine, morbido, ecc..). Quando pensiamo possa essere il momento, possiamo chiamare il bambino, farlo accomodare ad un tavolo da dove possa essere visto anche dai compagni che lo desiderano,  bendarlo, e offrirgli le stoffe una per una. Lui le toccherà, le distenderà, le schiaccerà tra le dita e deciderà: “ E’ velluto, seta, panno ruvido”, ecc… Questo esercizio provoca di solito grande interesse generale.
Lo stesso gioco può essere fatto con altri materiali sensoriali usati per classificare pesi, forme, temperatura. Si può anche giocare a distinguere monete di dimensioni diverse, i cubi e i mattoni, i semi secchi come fagioli e piselli.

Metodo Montessori –   Disegno Libero

Diamo al bambino un foglio di carta bianco e una matita, dicendogli che egli può disegnare ciò che vuole. L’importanza di questi disegni sta nel fatto che essi rivelano la capacità di osservazione del bambino e mostrano le sue tendenze individuali. In generale, i primi disegni sono informi e confusi ma  diventano a poco a poco più comprensibili, rivelando i progressi che il bambino fa nell’osservazione delle forme attorno a lui. E, dato che il bambino disegna ciò che vuole, la sua scelta ci rivela quali sono gli oggetti che maggiormente attraggono la sua attenzione.

Metodo Montessori –   Disegni da colorare

Questi disegni sono molto importanti in quanto costituiscono la preparazione per la scrittura. Gli esercizi consistono nel colorare con le matite colorate un disegno tracciato con la matita nera. Può trattarsi di oggetti coi quali il bambino ha familiarità a casa, a scuola, in giardino.

Il bambino deve scegliere i colori, e nel farlo ci mostra se ha osservato i colori delle cose che lo circondano.
Queste attività rivelano la capacità del bambino in materia di osservazione dei colori, come il disegno libero ci ha mostrato fino a che punto sa osservare le forme negli oggetti che lo circondano.

I bambini sono lasciati completamente liberi nel loro lavoro. Se, ad esempio, colorano un pollo di rosso o una mucca di verde, questo dimostra che non hanno ancora sviluppato la loro capacità di osservazione.

Metodo Montessori –  Modellaggio libero

E’ un esercizio analogo a quello del disegno libero e del disegno da colorare. Qui il bambino fa ciò che vuole con l’argilla, quindi plasmerà gli oggetti che si ricorda più distintamente e che lo hanno colpito più profondamente.

Diamo al bambino un vassoio di legno contenente un pezzo di argilla, e attendiamo il suo lavoro. Spesso questi lavori riproducono, con minuziosità sorprendente, oggetti che i bambini hanno visto. Spesso si tratta di oggetti di casa, soprattutto mobili da cucina, brocche, pentole, e padelle. A volte, una semplice culla contenente un fratellino o una sorellina. In un primo momento è necessario porre descrizioni scritte su questi oggetti, come si deve fare per i primi disegni liberi; più tardi, tuttavia, i modelli sono facilmente riconoscibili.

Questi modelli in argilla sono materiale molto prezioso per l’insegnante: aiutano a chiarire le differenze individuali, ma soprattutto sono  importanti come segni del grado di sviluppo del bambino, e sono quindi guide preziose per decidere se e come intervenire.

I bambini che in questo lavoro si rivelano buoni osservatori, si dimostrano attivi nel processo che va dalla sensazione al concetto astratto e saranno tra le altre cose maturi per essere avviati alla scrittura spontanea.

I bambini il cui lavoro rimane informe e indefinito,  probabilmente necessitano di esercizi coi materiali sensoriali per stimolare la loro capacità di attenzione verso gli  oggetti che li circondano.

Metodo Montessori –  Gioco del rettangolo

L’analisi geometrica delle figure non è adatta ai bambini molto piccoli, ma la Montessori ha messo a punto il gioco del rettangolo.

Il rettangolo è il piano di un tavolo, e il gioco consiste nell’apparecchiare la tavola per un pasto con stoviglie giocattolo: piatti, scodelle, zuppiera, saliere, bicchieri, caraffe, coltellini, forchette, cucchiai, ecc… Si chiede al bambino di apparecchiare la tavola per sei, mettendo due posti su ciascuno dei lati lunghi, e un posto su ciascuno dei lati più corti. Poi si dice di mettere la zuppiera al centro del tavolo, questo tovagliolo in un angolo, questa scodella al centro del lato corto, ecc…

Poi ci si ferma. si osserva la tavola col bambino, e si può ancora dire: “Manca qualcosa in questo angolo, serve un altro bicchiere da questa parte, ecc…”. E ancora “Ora vediamo se abbiamo messo tutto  sui due lati più lunghi.”, “E’ tutto pronto sui due lati più corti?”, “C’è qualcosa che manca ai quattro angoli? “
Non possiamo procedere ad un’analisi più complessa di questa, prima dell’età di sei anni, ma se insegnò queste idee poi saranno certamente  in grado di imparare.

Metodo Montessori –   Perchè insegnare a scrivere, e a partire dal corsivo, a quattro anni?

Secondo la Montessori esiste una relazione importantissima e sempre poco considerata, tra apprendimento della lingua scritta e linguaggio verbale.  E dovette insistere molto su questi concetti, perchè ai suoi tempi che un bambino imparasse a scrivere prima dei sei – sette anni era qualcosa di inaudito. Il linguaggio scritto, osservò  può essere considerato da due punti di vista:

1.  come un  linguaggio di grande importanza sociale, che si aggiunge al linguaggio verbale allo scopo di offrire uno strumento necessario ai rapporti con i propri simili.

2. si può vedere uno stretto rapporto tra linguaggio verbale e scritto, e in questo rapporto cogliere la possibilità di utilizzare la lingua scritta per perfezionare la lingua parlata.

Il meccanismo del linguaggio verbale è un antecedente necessario delle attività psichiche superiori che dovranno utilizzarlo. Ci sono due periodi dello sviluppo del linguaggio:  uno inferiore, che prepara il sistema nervoso e i meccanismi che mettono in relazione tra loro canali sensoriali e  canali motori;  uno superiore, dato da un aumento delle attività intellettive, che vengono esteriorizzate attraverso il linguaggio stesso.

Il linguaggio scritto è lo strumento indispensabile dell’educazione intellettuale, perchè fissa le idee degli uomini e permette la loro analisi e la loro assimilazione, ma prima ancora ha il compito di fissare le parole che rappresentano dati della percezione,  e di analizzare i suoni che le compongono.

L’apprendimento del linguaggio scritto è molto più semplice di quello verbale, e scrivere è in particolare sorprendentemente semplice. I movimenti della scrittura sono molto più semplici di quelli necessari per la parola, e vengono eseguiti da grandi muscoli, tutti esterni, su cui possiamo agire direttamente stabilendo meccanismi psico-motori. Questo è ciò che viene fatto col metodo Montessori.

Il bambino di tre o quattro ha già da tempo iniziato il suo percorso di sviluppo della lingua parlata, e lo sta perfezionando grazie alle sue percezioni degli stimoli esterni. Se non sente perfettamente le parole, in tutti gli elementi che le compongono, può avvenire che le pronunci male, proprio a causa di un’errata percezione uditiva.

Il linguaggio deve perciò essere materializzato e reso stabile, e da qui secondo la Montessori la necessità della parola scritta, rappresentata da segni grafici.

Fasi del metodo Montessori per l’apprendimento precoce della scrittura

PRIMO PERIODO (Preparazione specifica all’uso della matita):  incastri metallici

SECONDO PERIODO ( memoria muscolare, tattile e visiva dei movimenti necessari alla scrittura):  alfabeto tattile minuscolo

TERZO PERIODO  (composizione delle parole):  alfabeto mobile minuscolo contenuto in una scatola a scomparti, e in aggiunta la serie dell’alfabeto tattile per le maiuscole, e la serie dell’alfabeto mobile (sempre per le maiuscole). Nella terza fase del metodo, cioè nella fase di  composizione delle parole, è inclusa l’analisi delle parole stesse e non solo dei segni: il bambino infatti divide la parola, di cui conosce il significato,  in suoni e sillabe. In altre parole, mentre pronuncia i suoni per stimolo visivo, si introduce lo stimo uditivo che contribuisce al perfezionamento della pronuncia della parola.

Questi tre periodi riassumono l’intero metodo, e il loro significato è chiaro: le abilità psicofisiche necessarie per l’apprendimento della scrittura vengono preparate separatamente e con grande attenzione. I movimenti muscolari necessari alla realizzazione dei segni delle lettere sono preparati a parte, e lo stesso vale per la manipolazione dello strumento della scrittura. La composizione delle parole, inoltre, si riduce ad un meccanismo psichico di associazione tra immagini sentite e viste.

E poi arriva il momento in cui il bambino, senza pensarci, riempie le figure degli incastri metallici con linee orizzontali e verticali fluide e regolari; un momento in cui tocca le lettere dell’alfabeto tattile con gli occhi chiusi; un momento in cui la composizione delle parole diventa un impulso  spontaneo.

Ora è vero che dopo questo percorso il bambino non ha ancora mai scritto, ma è anche vero che ha imparato tutti gli atti necessari alla scrittura. Il bambino che, quando sotto dettatura, non solo sa come comporre la parola, ma subito abbraccia nel suo pensiero la sua composizione nel suo insieme, sarà in grado di scrivere. Ora ha tutti gli strumenti, e bisogna soltanto attendere che, da un momento all’altro, avvenga l’esplosione spontanea della scrittura, dettata esclusivamente da un suo impulso .

La scrittura, inoltre,  è appresa in tempi così rapidi perché cominciamo ad insegnare solo a quei bambini che mostrano desiderio per essa, o attenzione spontanea alla lezione data ad altri bambini; alcuni imparano senza aver mai ricevuto alcuna lezione, solo attraverso l’ascolto della lezione data agli altri. In generale, tutti i bambini di quattro sono intensamente interessati a scrivere, e sono particolarmente entusiasti di tracciare le lettere di carta vetrata. Il tempo medio che intercorre tra la prima prova degli esercizi preparatori e la prima parola scritta, per i bambini di quattro anni, va da un mese ad un mese e mezzo. Con i bambini di cinque anni, il periodo è molto più breve, di circa un mese.

Questo per quanto riguarda il tempo necessario per l’apprendimento. Per quanto riguarda l’esecuzione, i bambini scrivono bene dal momento stesso in cui cominciano: la forma delle lettere, ben arrotondata e fluente, è sorprendente nella sua somiglianza alla forma dei modelli di carta vetrata. I bambini, spontaneamente e con una sicurezza incredibile, scrivono parole intere senza sollevare la penna e mantenendo perfettamente l’inclinazione delle lettere. Troppo spesso, infatti, la calligrafia viene insegnata in un’età in cui tutti i difetti si sono già affermati, e quando il periodo fisiologico in cui la memoria muscolare è pronta, è stato superato.

Per quanto riguarda invece i difetti e le imperfezioni del linguaggio verbale, questi sono in parte dovuti a cause organiche, ma in parte sono collegati a difetti funzionali acquisiti nel periodo della formazione del linguaggio; sono errori acquisiti dal bambino che ascolta in modo non perfetto le parole pronunciate, o che effettivamente sente pronunciate male attorno a lui.  Nel primo caso la causa risiede nell’individuo,  nel secondo caso la causa trova al di fuori. Tra le attività consigliate per correggere tali difetti, mettiamo: gli esercizi di silenzio, che preparano i canali nervosi del linguaggio a ricevere nuovi stimoli;  la pronuncia distinta da parte del maestro (esercizi di nomenclatura) di poche parole (soprattutto nomi, che possono essere associati a un’idea concreta), durante ogni lezione; e anche la scrittura, che porta il bambino ad analizzare i suoni della parola ed a ripeterli  separati.

Come si costruiscono gli alfabeti mobili Montessori – free download

Come si costruiscono gli alfabeti mobili Montessori – free download – di seguito trovi gli alfabeti mobili montessoriani, pronti per la stampa, in corsivo minuscolo e maiuscolo, e stampato minuscolo e maiuscolo, da ritagliare e plastificare. Aggiungo anche un’idea semplice per realizzare la scatola a scomparti.

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Per la scatola a scomparti ho fatto così:

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Montessori movable alphabet – free download. Here you can find Montessori movable alphabets, ready for free printing and downloading, cursive (uppercase and lowercase), and block letters (lowercase and uppercase). The alphabets are to be cut and laminated. I would also add a simple idea to make the box with compartments.

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Famiglie di parole – Primi esercizi di lettura

Famiglie di parole – Primi esercizi di lettura. Per famiglie di parole si intendono parole che finiscono nello stesso modo, variano tra loro solo per il suono iniziale.

Di seguito una breve lista di parole italiane di questo genere. Ho scelto, trattandosi di primi esercizi di lettura, solo parole bisillabe.

Famiglie di parole

-ASO caso, naso, raso, vaso

-ALA cala, gala, pala, sala

-ERA cera, nera, pera, sera, vera

-TTO atto, etto, otto

-ATTO batto, fatto, gatto, matto, patto, ratto, tatto

-OTTO botto, cotto, dotto, lotto, motto, sotto, rotto

-ETTO detto, getto, letto, netto, petto, retto, tetto

-ASSO basso, lasso, masso, passo, sasso, tasso

-OSSO dosso, fosso, mosso, posso, rosso

-ESA fesa, pesa, resa, tesa (con aggiunta di due lettere iniziali anche chiesa, fresa, presa)

-OLO bolo, dolo, molo, nolo, polo, solo, volo (con aggiunta di due lettere iniziali anche ruolo e suolo)

-OLLA bolla, colla, folla, molla, zolla ((con aggiunta di due lettere iniziali anche crolla e frolla)

-ANA lana, tana, nana, sana, vana (con aggiunta di due lettere iniziali anche liana, Diana, frana, grana, piana, plana)

-ENA cena, iena, lena, mena, pena, rena, vena (con aggiunta di due lettere iniziali anche Siena e piena)

-INO Dino, fino, Gino, lino, Mino, pino, Nino, tino, vino (con aggiunta di due lettere iniziali anche suino)

-ALLO ballo , callo, dallo, fallo, gallo, mallo (con aggiunta di due lettere iniziali anche giallo)

-ELLO bello, dello, nello, vello (con aggiunta di due lettere iniziali anche duello e quello)

-ENTE dente, gente, lente, mente, sente

-AMA dama, fama, lama (con l’aggiunta di due o più lettere anche brama, chiama, squama, trama)

-IMA cima, lima, mima, rima (con l’aggiunta di due o più lettere anche clima e prima)

-NNO anno, inno, unno (con l’aggiunta di due o più lettere anche cenno, danno, fanno, hanno, nonno, panno, sanno, senno, sonno, tonno, vanno)

Capito il principio, se ne possono trovare tantissime altre…

Con le famiglie di parole possiamo preparare questi giochi didattici:

Famiglie di parole – Primi esercizi di lettura – Progetto uno

Scrivete il finale di parola sul foglietto fisso, e le varie iniziali sui foglietti sfogliabili a libro (qui avremo c, n, r, v).

Famiglie di parole – Primi esercizi di lettura – Progetto due

Materiale occorrente: rotoli di carta igienica, carta colorata, cartoncino, colla.

Appiattite il rotolo di carta igienica piegatelo a metà e tagliate in due:

Usate una bella carta colorata sia per rivestire il rotolo, sia per chiuderlo nel senso della lunghezza e da uno dei suoi lati corti:

Preparate una striscia di cartone robusto, tagliatela in modo che sporga all’esterno e che scorra facilmente nel tubo, e fissate gli “Stop” con della carta colorata: servirà al bambino a capire quando è arrivato alla fine della proposta di lettura.

Preparate due pezzi di cartoncino nei quali scrivere il finale di parola scelto in stampato maiuscolo e stampato minuscolo, ed incollateli sul tubo (uno su un lato, uno su quello opposto).

Inserite la striscia di cartone nel tubo, scrivendo le iniziali scelte, da un lato in maiuscolo, dall’altro in minuscolo.

Si può insegnare al bambino come coprire con la mano le lettere già lette per evitare che faccia confusione…

Lavagna di sabbia Montessori – Apprendimento della scrittura

Lavagna di sabbia Montessori – Apprendimento della scrittura. Si tratta molto semplicemente di un vassoio o di una cassettina (anche il coperchio di una grande scatola) di legno o anche di plastica o cartone. La versione più ortodossa prevede l’utilizzo di sabbia blu, ma io personalmente preferisco la farina da polenta, che è più calda al tatto, più naturale, e si appiccica molto meno alle manine sudate.

Il concetto di orario scolastico e di suddivisione delle materie di insegnamento da svolgere nell’arco della giornata o della settimana, non fa parte del metodo Montessori. Se decidete di introdurre questo tipo di didattica a casa o a scuola, la prima cosa da fare è preparare l’ambiente e raccogliere la maggior parte dei materiali montessoriani di base (acquistandoli o costruendoli in proprio), in modo tale che fin dall’inizio il bambino possa scegliere a quali materie rivolgere il suo interesse. Un giorno vorrà magari dedicarsi esclusivamente alla scrittura e alla lettura, il giorno dopo lo potrete invece vedere totalmente immerso nella scienza o nella matematica.  I bambini inoltre, specie quelli più piccoli, attraversano fasi nelle quali amano ripetere all’infinito lo stesso esercizio. A volte, in queste loro ripetizioni, tendono a ripetere degli errori, magari sempre lo stesso… ma se li lasciate sperimentare, vedrete che un bel giorno l’errore scomparirà, e non è descrivibile la soddisfazione che i bambini traggono da questo processo.

Ogni bambino è diverso e cresce in modo diverso, le varie tappe di sviluppo di ognuno non vengono raggiunte affatto negli stessi tempi. Per questo nelle scuole Montessori si sceglie il modello della “pluriclasse”  e si crea un clima di collaborazione tra grandi e piccoli che è di grande aiuto per entrambi: i piccoli possono guardare verso materiali ed esercizi più difficili se ne sentono il bisogno, indipendentemente dalla loro “età anagrafica”, i grandi possono tornare a materiali ed esercizi più semplici e che possono risolvere qualche loro incertezza, e in questa scuola davvero non esiste noia.

A casa è certamente possibile ricreare questo ambiente tra fratelli. In caso contrario sarebbe importante creare occasioni di gioco simili con un gruppo di amici che abbiano da uno  a tre anni di differenza d’eta una o due volte la settimana. In ogni caso, per salvaguardare il principio anche con un solo bambino, nell’allestire il materiale bisogna sempre tenere a disposizione materiale “più facile” e materiale “più difficile”, senza mai avere fretta di utilizzare il secondo ed aspettando che sia il bambino stesso a sentirsi pronto.

(trovi altre indicazioni generali sul metodo qui; sull’apprendimento della scrittura qui .)

Lavagna di sabbia Montessori

La lavagna di sabbia Montessori è un bellissimo materiale ed è davvero economico. I bambini più piccoli possono inizialmente avere un approccio artistico e utilizzarla per il disegno libero, per creare composizioni e scenari di gioco. E’ uno strumento molto utilizzato ed apprezzato anche in campo terapeutico.

In funzione della prescrittura, possiamo preparare delle tracce su carta, possibilmente della stessa dimensione del vassoio, ed il bambino ripeterà la traccia nella lavagna. Qui alcuni esempi (prepararne uno per foglio):

Questi esercizi possono essere arricchiti aggiungendo uno specchio alla lavagna: il bambino avrà una bellissima esperienza visiva della simmetria:

E’ molto interessante utilizzare la lavagna di sabbia Montessori anche per il disegno di forme, che è invece un’arte molto coltivata nella scuola steineriana.

Questo un esempio:

Dopo aver fatto varie esperienze, un giorno possiamo proporre al bambino qualcosa di nuovo: tracciamo nella lavagna una bella “a”, pronunciando bene il suono. Se il bambino prova interesse, e non ha difficoltà a copiare i segni abbinandoli ai suoni, è il momento di introdurre le lettere smerigliate (o alfabeto tattile) e di utilizzare la nostra lavagna per esercitare la scrittura dello stampato minuscolo.

Lavagna di sabbia Montessori – Qualche video:


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DIY Montessori sand box. It is quite simply a tray or a box (also the lid of a large box) of wood or even plastic or cardboard. The most orthodox involves the use of blue sand, but I personally prefer the yellow corn flour, which is warmer to the touch, more natural, and sticks less to sweaty hands.

The Montessori sand box is a beautiful material and is really cheap. Younger children may initially have an artistic approach and use it to free drawing, to create compositions and game scenarios. It is an instrument widely used and appreciated in therapy.

As a function of pre-writing, we can prepare the track on paper, possibly the same size of the tray, and the child will repeat the track in the sand box. Here are some examples (prepare one per sheet):

These exercises can be enriched by adding a mirror to the Montessori sand box: the child will have a beautiful visual experience of symmetry:

It is very interesting to use Montessori sand box for the drawing forms, which is rather an art much cultivated in the Waldorf school.

This is an example:

After doing various experiences, one day we can offer the child something new: we draw in the sand box Montessori beautiful “A”, pronouncing good the sound. If the child feels interest, and has no difficulty in copying the signs combining sounds, it’s time to introduce the sandpaper letters (or tactile alphabet) and use our sand box for the writing exercise.
 

 

DIY Montessori sand box – Videos

Il gioco dei triangoli (indovina l’aggettivo) Montessori

Il gioco dei triangoli (indovina l’aggettivo) Montessori scaricabile gratuitamente in formato pdf, con cartellini ed istruzioni per la presentazione e l’uso coi bambini.

Il gioco dei triangoli (indovina l’aggettivo) Montessori è tradizionalmente utilizzato come materiale dell’area del linguaggio, per l’apprendimento della funzione dell’aggettivo in grammatica.

A questo scopo si presenta ai bambini a partire dai cinque anni. Naturalmente più avanti diventa un materiale molto utile anche per lo studio della geometria.

I set in commercio sono formati da un numero di triangoli che può essere 54, 63 o 72.

Il principio è che la serie deve comprendere triangoli rettangoli acutangoli ottusangoli, equilateri scaleni isosceli, di almeno tre colori diversi e tre dimensioni diverse per tipo.

nomenclature :

Il gioco dei triangoli (indovina l’aggettivo) Montessori  nomenclature triangoli

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Come spiegato poi, il gioco può prevedere  di rispondere ai cartellini questionario:

 Il gioco dei triangoli (indovina l’aggettivo) Montessori – carte domanda

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I due file:
– carte-domanda
– nomenclature
sono disponibili qui: MATERIALE STAMPABILE PER IL GIOCO DEI TRIANGOLI

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Il gioco dei triangoli (indovina l’aggettivo) Montessori – Presentazione del materiale

Variante 1 – due giocatori: l’insegnante e un bambino

L’insegnante mostra al bambino il materiale, poi insieme dispongono tutti i triangoli sul tavolo. L’insegnante dice al bambino che giocheranno a indovinare a che cosa sta pensando, seguendo gli indizi.

Prende un foglietto e scrive “TRIANGOLO”, pone il foglietto a una certa distanza dai triangoli e chiede al bambino di trovare la cosa scritta e metterla sul foglietto. Il bambino metterà sul foglietto un triangolo qualunque.

L’insegnante dirà che no, non è proprio quello a cui stava pensando, perchè quello che  vuole lei, ad esempio, è grande (scriverà “GRANDE” su un altro foglietto, lo metterà accanto alla parola TRIANGOLO per leggere ora TRIANGOLO GRANDE), dicendo al bambino: “Mi puoi trovare un triangolo uguale a quello che hai scelto prima, ma che sia anche grande?”.

Il bambino sostituirà quindi il triangolo con un altro uguale al primo, ma grande.  Per fare il confronto si possono usare i triangoli di controllo delle dimensioni.

Fatto questo si tolgono dal tavolo tutti i triangoli che non sono grandi e si rimettono sul vassoio ( o nella scatola); l’insegnante dirà: “Sì, è proprio un triangolo grande, ma io  lo avevo pensato blu e non giallo” (ad esempio), e scriverà su un foglietto la parola BLU da aggiungere ai precedenti per formare TRIANGOLO GRANDE BLU.

Il gioco proseguirà come descritto: si toglieranno tutti i triangoli che non sono blu e si aggiungerà ad esempio ACUTANGOLO: “TRIANGOLO GRANDE BLU ACUTANGOLO.

Poi si toglieranno tutti i triangoli non acutangoli, si aggiungerà ad esempio la parola SCALENO ed a questo punto sul tavolo resterà solo il triangolo descritto, nell’esempio un TRIANGOLO GRANDE BLU ACUTANGOLO SCALENO.

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Il gioco dei triangoli (indovina l’aggettivo) Montessori

Variante 2 – Un giocatore – cartellini singoli degli aggettivi

Il bambino posiziona il cartellino TRIANGOLO e via via aggiunge lui stesso gli aggettivi (scelti da lui o pescati a caso da una busta Materiali.

Il gioco dei triangoli (indovina l’aggettivo) Montessori

Variante 3 – un gruppo di bambini

Si distribuiscono i cartellini contenuti nella busta delle domande, in modo che non ne avanzino, e si dispongono al centro del tavolo tutti i triangoli.

I bambini cercano ognuno i propri triangoli e il gioco termina quando al centro del tavolo non resta nemmeno un triangolo.

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Utilizzando lo stesso principio, è possibile inventare giochi simili con altri oggetti, ad esempio coi bottoni:

Costruire gli incastri metallici Montessori – tutorial

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Costruire gli incastri metallici Montessori – tutorial per realizzarli in proprio e con pochissima spesa.

Il materiale originale è costituito da due tavole di legno in pendenza, su ciascuna delle quali sono collocati cinque telai in metallo quadrato, di colore rosa.

In ognuno dei telai è inserita una figura geometrica blu.

Le figure sono simili a quelle degli inserti geometrici, e dotate anch’esse di un piccolo perno per la presa a tre dita.

Gli incastri di metallo sono un materiale utilizzato nelle scuole Montessori per gli esercizi di pre-scrittura.

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Costruire gli incastri metallici Montessori – tutorial

Per costruirli in proprio nel web si trovano i modelli stampabili gratuitamente a grandezza naturale in questo sito. Cliccate su Geometric (Metal) Insets per la versione con le forme colorate all’interno, oppure Insets Outline Only per le forme tracciate solo per contorni.

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Se non avete molto tempo da dedicare alla costruzione dei materiali ma avete sufficienti risorse economiche, i modelli possono essere certamente passati a un falegname  …e se sono anche le risorse a mancarvi potete pensare di stampare, ritagliare e plastificare direttamente il  tutto.

Considerate però che nel secondo caso otterrete un materiale difficile da maneggiare per il bambino, e dovreste rinunciare al pernetto centrale che non  ha una funzione decorativa, ma serve a stimolare la corretta presa indice e medio contro pollice, in preparazione all’impugnatura della matita.

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Io ho fatto così, utilizzando dei fogli di cartone robusto.

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Costruire gli incastri metallici Montessori

Io ho predisposto il materiale, una volta pronto, così: le dieci cornici sono in esposizione su uno scaffale una accanto all’altra, di modo che il bambino possa averne una visione completa.

Le cornici sono ognuna su un piatto quadrato, che contiene anche un assortimento di foglietti già tagliati alla stessa dimensione delle cornici.

Il bambino sceglie la cornice che desidera e la pone sul vassoio insieme alle matite.

 

Le indicazioni pedagogiche per l’utilizzo del materiale qui.

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Disclaimer: “Per redigere questa mia presentazione ho utilizzato i miei album e appunti personali e consultato vari album di altri autori e articoli nel web. Per leggere online o acquistare le copie legali di tali opere consultate segui i link:
– Sensorial primary guide di Infomontessori.com
– Album for ages 3-6 – Sensorial di montessoriteacherscollective (Moteaco)
– Montessori teacher album – Sensorial di Montessorialbum.com
– Sensorial album di wikisori.org
– The casa 2,5-6 years – sensorial di montessoricommons
– Sensorial development di montessoriworld.org
Module 3: Exercises of sensory development di Montitute.com
– Sensorial teacher manual di khtmontessori.com
Primary class curriculum – second year di mymontessorihouse.com
Sensorial teaching manual – primary ages di montessoriprintshop
– Early childhood curruculum – Montessori sensorial manual di montessoritraining.net
Sensorial Manual Infant and Toddler e Sensorial Manual Early Childhood
di themontessoriparent.com, che ha suggerito l’aggiunta di questo disclaimer in accordo con la sua politica di copyright.
Ho inoltre consultato i testi di riferimento di Maria Montessori per gli esercizi sensoriali:
Il Metodo della Pedagogia Scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini
La scoperta del bambino
Per una bibliografia completa delle opere di Maria Montessori vai qui.

Prescrittura Montessori – come si usano gli incastri metallici

[wpmoneyclick id=88742 /]Prescrittura Montessori – come si usano gli incastri metallici. Gli incastri metallici originali sono costituiti da due tavole di legno in pendenza, su ciascuna delle quali sono collocati cinque telai in metallo quadrato, di colore rosa.

In ognuno dei telai è inserita una figura geometrica blu.

Le figure sono simili a quelle degli inserti geometrici, e dotate anch’esse di un piccolo perno per la presa a tre dita.

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Le indicazioni di Maria Montessori parlano di un utilizzo di questo materiale abbinato ad una scatola di dieci matite colorate e un libretto da lei preparato, contenente 87 disegni già svolti, raccolti in cinque anni di lavoro di osservazione dei bambini.

photo credit: Gonzaga arredi
 
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Al bambino viene dato un foglio di carta bianca e la scatola di dieci matite colorate, quindi sceglierà uno dei dieci inserti e l’insegnante gli proporrà l’esercizio.

Io ho preparato il materiale così: le dieci cornici sono in esposizione su uno scaffale una accanto all’altra, di modo che il bambino possa averne una visione completa.

Le cornici sono ognuna su un piatto quadrato, che contiene anche un assortimento di foglietti già tagliati alla stessa dimensione delle cornici.

Il bambino sceglie la cornice che desidera e la pone sul vassoio (grazie coop) insieme alle matite.

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Prescrittura Montessori
Primo esercizio con gli incastri metallici

Il primo esercizio consisterà nel posizionare la cornice scelta (senza incastro della forma) sul foglio di carta, e nel tracciare il contorno interno con la matita, quindi nel rimuovere la cornice per visualizzare il disegno ottenuto.

Questo esercizio non è del tutto nuovo per il bambino, che già si è esercitato a seguire le sagome degli incastri geometrici, la novità è che con questo esercizio si lascia un disegno, una traccia del proprio movimento.

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Prescrittura Montessori
Secondo esercizio con gli incastri metallici

In seguito l’insegnante proporrà un secondo esercizio. Si prende una cornice, il suo incastro, un quadrato di carta colorata e due matite di colori contrastanti e si  portano al tavolo del bambino.

Il bambino disegna la forma come al solito, togliendo l’incastro.

Poi l’insegnante rimette l’incastro e toglie solo la cornice, mostrando al bambino come essa copre perfettamente il disegno.

Poi prende una seconda matita e disegna il contorno dell’incastro, quindi lo toglie.

La seconda figura appare sul foglio, appena fuori dal contorno della prima, e ai bambini piace vedere come la cornice vuota e l’inserto danno lo stesso risultato sul foglio.

Quando lo alza, se il disegno è ben fatto, egli trova sulla carta una figura geometrica contenuta da due linee di colori, e, se i colori sono stati scelti bene, il risultato è molto interessante anche da un punto di vista cromatico.

Questi dettagli possono sembrare inutili, ma sono invece di grande importanza pedagogica. I due contorni colorati suscitano nel bambino il desiderio di sperimentare un’altra combinazione di colori e di ripetere l’esperienza con altri colori ed altre forme.

La varietà degli oggetti ed i colori sono  un incentivo al lavoro e rappresentano a tutti gli effetti uno strumento utile a garantire il successo dell’esperienza di apprendimento dei bambini.

Attraverso la ripetizione di questi esercizi in tutte le possibili varianti, il bambino lavora all’organizzazione del movimento fine necessario alla scrittura, evitando esercizi noiosi e faticosi. E l’educazione del senso cromatico diventa, in questa fase di sviluppo dei bambini,  la leva che permette di arrivare ad una calligrafia chiara e bella.

Gli incastri si prestano a limitare , in modi diversi, la lunghezza dei tratti delle matite, e in questo modo la mano si abitua non solo ad eseguire l’azione del tracciare in generale, ma anche a limitare il movimento all’interno di varie tipologie di limiti.

Il numero di disegni realizzabili con gli incastri metallici  è praticamente illimitato.

Questi esercizi preparano dunque la mano alla scrittura, ma sono esercizi ottimi anche per i bambini più grandi che hanno una brutta calligrafia. Inoltre aiutano la comprensione del disegno geometrico, delle simmetrie e della Matematica, e sviluppano il senso per il colore e l’armonia.

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Prescrittura Montessori
Altre proposte di esercizi  con gli incastri metallici

L’insegnante prende una cornice, un foglio di carta colorata e due diverse matite e le porta al tavolo del bambino sedendosi accanto a lui.

Pone la cornice esattamente sul quadrato di carta, mostrando al bambino come il foglio è completamente nascosto. Poi prende una matita e disegna la sagoma della forma interna alla cornice, toglie la cornice e lascia che il bambino osservi il disegno.

Prende un’altra matita e riempie una piccola parte del disegno con una serie di linee rette parallele, molto vicine le une alle altre, che vanno esattamente da un lato all’altro della forma.

Poi dà la matita al bambino e lo invita a provare. Si assicura che il bambino tengo la matita in modo corretto.

Quando il bambino ha capito cosa deve fare, l’insegnante lo lascia lavorare da solo. Il bambino potrà scegliere la carta, i colori delle matite, e le forme che più gli piacciono.

Quando il bambino svolge abbastanza bene il lavoro, l’insegnante può mostrargli come realizzare disegni geometrici.

Prende una cornice, un pezzo di carta e le matite colorate e va alla tavola del bambino.

Copre accuratamente il foglio con la cornice e disegna la forma centrale.

Poi sposta la cornice di 180° e ripete il disegno con la matita della forma centrale. Toglie la cornice e lascia che il bambino osservi il disegno.

Il disegno può essere completato le combinazioni di colore che sceglie il bambino, l’unica regola è che non si può usare lo stesso colore per due sezioni adiacenti.

Dopo un po’ di pratica, l’insegnante può introdurre nuove varianti all’esercizio, come quelle mostrate di seguito.


L’insegnante mostra al bambino come fare disegni utilizzando più di una forma (nella figura il quadrifoglio e il triangolo)

Si può mostrare ai bambini come ottenere disegni che riempiono tutto il foglio, sempre utilizzando le cornici delle forme.


Si può inoltre mostrare al bambino la simmetria, indicando come realizzare un disegno in cui una metà del disegno sia speculare all’altra metà. La simmetria si può costruire anche lungo la diagonale.

Tutorial per realizzare gli incastri in proprio qui: Tutorial incastri di metallo.

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Prescrittura Montessori –  Qualche video sulla presentazione e l’uso degli incastri metallici:

Montessori Explained: Metal Insets from Sunrise Montessori of Round Rock on Vimeo.

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Disclaimer: “Per redigere questa mia presentazione ho utilizzato i miei album e appunti personali e consultato vari album di altri autori e articoli nel web. Per leggere online o acquistare le copie legali di tali opere consultate segui i link:
– Language primary guide di Infomontessori.com
– Album for ages 3-6 – Language di montessoriteacherscollective (Moteaco)
– Montessori teacher album – Language di Montessorialbum.com
– Language album di wikisori.org
– Language and grammar di montessoricommons
– Elementary language notes di albanesimontessorinotes
Module 4: language manual A e Module 6: language manual B di Montitute.com
– Language teacher manual di khtmontessori.com
Primary class curriculum – second year (Language and reading) di mymontessorihouse.com
– Montessori Language arts 6-9 album e Montessori Language album 3-6 di Montessori tube
– The complete Montessori language arts teacher’s manual di Open Door Press
– Early childhood Montessori language album di Sue Clark
– Lower elementary curruculum – Language arts di montessoritraining.net
– Language album di freemontessori.org
– Elementary Montessori language album di keysoftheuniverse.com
– Montessori Matters: A language manual di shop.heutink-usa.com
Language arts Infant and Toddler e Language arts elementary vol 1, vol 2, vol 5
di themontessoriparent.com, che ha suggerito l’aggiunta di questo disclaimer in accordo con la sua politica di copyright.
Ho inoltre consultato i testi di riferimento di Maria Montessori per il linguaggio:
Il Metodo della Pedagogia Scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini
L’autoeducazione nelle scuole elementari
Per una bibliografia completa delle opere di Maria Montessori vai qui. Leggi anche la bibliografia di seguito

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PSICOGRAMMATICA MONTESSORI

BIBLIOGRAFIA E LINK UTILI

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M. Dardano – La nuova grammatica della lingua italiana, Zanichelli


Maria Montessori L’autoeducazione: Nelle scuole elementari (Garzanti Saggi)


Maria Montessori Educazione e pace


Maria Montessori La mente del bambino. Mente assorbente

Maria Montessori Il metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini. Edizione critica.

Maria Montessori Educare alla libertà

Maria Montessori La scoperta del bambino

Grammatica moderna nella scuola elementare Montessori, Il quaderno Montessori inverno 1993-94 – E. M. Orizio
Dr. Jean Miller Visit – ottobre 2001 – Seminario sul Linguaggio curato da Joel Rioux) pubblicato da Montessori Australia

Lavorare col metodo Montessori: consigli per iniziare

Lavorare col metodo Montessori: consigli per iniziare. Il modo migliore per iniziare a lavorare col metodo Montessori non richiede alcun investimento in materiali di apprendimento.

Semplicemente uscite di casa col vostro bambino e fate con lui una bella passeggiata nella natura. Lasciate che sia il bambino stesso a guidarvi nel processo di esplorazione, fermandovi ogni volta che vede qualcosa di interessante.

Invece di incoraggiarlo a continuare a camminare, seguite il suo esempio e fermatevi con lui ad esaminare qualunque cosa catturi la sua attenzione.

Osservate il vostro bambino, il suo modo di interessarsi alle cose e di interagire con esse. Aggiungete pure le vostre osservazioni personali e le vostre domande alle sue, se ne avete, ma sempre senza che queste scavalchino per importanza il processo di esplorazione del bambino.

Tornati a casa, si può iniziare a lavorare rielaborando in chiave artistica, scientifica, ecc… l’esperienza appena vissuta. Si possono catalogare e classificare campioni raccolti, fare ricerche, scrivere o disegnare un resoconto, contare, misurare, e tutto quello che può nascere dal vostro interesse.

Lavorare col metodo Montessori: consigli per iniziare

Poniamo invece il caso di essere alle prime esperienze nell’uso dei materiali montessoriani di apprendimento. I punti chiave che possiamo individuare per l’utilizzo di qualsiasi materiale possono essere riassunti così:

1. Vi capiterà spesso di leggere a introduzione delle lezioni per presentare i materiali montessoriani “invitare il bambino a unirsi a voi nell’esercizio”. Questa indicazione  significa letteralmente  chiedere al vostro bambino se gli piacerebbe fare quel dato esercizio con voi.

A scuola gli insegnanti, per incoraggiare i bambini ad intraprendere una data attività, utilizzano queste semplici regole:

a. saper aspettare fino a quando il bambino stesso chieda che gli venga mostrato un particolare materiale;

b. iniziare una lezione di gruppo e renderla aperta, di modo che ogni altro bambino che lo desideri possa unirsi ad essa;

c. permettere e anzi incoraggiare ogni  bambino ad osservare in silenzio la lezione individuale che viene sviluppata dall’insegnante con un altro bambino;

d. disporre il materiale sugli scaffali in  modo attraente, ordinato e pulito, in modo tale che i bambini siano stimolati a chiederlo.

Lavorare col metodo Montessori: consigli per iniziare

2. Il gioco libero è importantissimo e va previsto per almeno tre volte al giorno, ma in uno spazio diverso da quello dedicato al materiale di apprendimento.

Se andare all’aperto non è possibile, è importantissimo capire come riorganizzare l’arredamento e l’organizzazione degli spazi interni (casa o scuola) per creare una speciale area giochi al coperto.

3. Per quanto riguarda l’organizzazione del tempo, pur non potendo parlare di “programma di insegnamento” in senso stretto, si consiglia un periodo di lavoro ai materiali di 90 minuti al mattino, e un secondo periodo di uguale durata nella seconda parte della giornata, anche al pomeriggio, per il primo ciclo;

4.  Rispetto alla programmazione delle materie di insegnamento, non preoccupatevi della grande varietà di proposte previste dal curriculum Montessori concentrate in periodi di tempo apparentemente così brevi e apparentemente così poco organizzate, in quanto discriminate dalla libera decisione del bambino. Nella realtà molte scuole, anche Montessori, hanno adottato un “orario scolastico  giornaliero e settimanale” per scandire le lezioni, ma non perchè è un bisogno dei bambini, quanto perchè è un bisogno dei loro genitori vedere che i loro figli a scuola “fanno qualcosa”.

In realtà l’unica programmazione che ha senso comprende un periodo di tempo più ampio della giornata o della settimana: diciamo almeno mensile e trimestrale. Il vostro obiettivo dovrebbe essere dunque saper pianificare lo studio di tutte le materie previste nel medio periodo, mantenendo questa visione d’insieme nello svolgimento della pratica quotidiana.

Se un bambino ad esempio si dedica con passione agli esperimenti di scienza oppure all’arte per un mese intero, non c’è necessità di costringerlo a mettere da parte le pitture e i microscopi e tirare fuori i materiali di apprendimento per la matematica, solo per il gusto di rispettare un programma regolare.

Lavorare col metodo Montessori: consigli per iniziare

Vi capiterà altrettanto spesso di leggere a introduzione delle lezioni per presentare i materiali montessoriani:

1.  “il bambino  porta il tappeto al pavimento e lo srotola” : si tratta di una sequenza che descrive un’unica importantissima azione, e che rappresenta per il bambino stesso il suo creare autonomamente all’interno della casa o della scuola uno spazio delimitato di lavoro, tutto suo, diverso da ogni altro spazio che ne sta al di fuori, e nel quale egli si concentra.  E’ il processo che lo porta, fin da molto piccolo, all’interno del suo stesso processo di apprendimento. E’ quindi molto importante, appunto, chi il bambino impari a portare e srotolare il tappeto sul pavimento in modo autonomo e competente, con concentrazione.

2. “sedersi accanto al bambino, al suo lato non dominante”, non a caso dunque. Non di fronte, perchè vedrebbe ogni immagine a specchio, e dalla parte non dominante del bambino perchè è importante che dalla parte dominante egli abbia la massima libertà di movimento possibile.

3. “presa a tre dita con medio indice e pollice” , è quello che troverete indicato tutte le volte che si tratta di prendere oggetti di piccole dimensioni nella presentazione dei materiali, perché appunto osservando le manine dei bambini piccoli vedrete che loro fanno così spontaneamente, mentre noi adulti, avendo dita più grandi, usiamo spontaneamente due dita soltanto (indice e pollice). Naturalmente  è un’indicazione riservata agli adulti che presentano il materiale, mentre non c’è alcun bisogno di correggere il bambino se lo fa in modo diverso.

Uso delle lettere smerigliate Montessori (o alfabeto tattile)

Uso delle lettere smerigliate Montessori (o alfabeto tattile). La presentazione ai bambini dell’alfabeto tattile, nel metodo Montessori, rappresenta la prima tappa dell’apprendimento della scrittura e della lettura.

Capita a volte che bambini anche molto piccoli (due o tre anni) comincino a chiedere agli adulti cosa significa una certa scritta, oppure che desiderino scrivere una certa parola e chiedano aiuto, ma sarebbe bene non spingere i bambini alla scrittura così presto. Al di sotto dei tre anni essi stanno ancora lavorando allo sviluppo delle loro capacità di linguaggio, sensoriali e motorie, stanno cioè costruendo le solide basi per tutti gli apprendimenti successivi.
Dall’altro versante, se a qualunque età il bambino si mostra più interessato a mordicchiare le lettere o a vedere quanto sono belle mentre le lancia in aria, è chiaro che vi state muovendo in anticipo rispetto al suo stadio di sviluppo, ed è quindi consigliato, con tutta la dovuta delicatezza, riporre il materiale e attendere del tempo prima di riproporlo.

photocredit: http://www.alisonsmontessori.com/

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Se possibile il consiglio è di cominciare con lo stampato minuscolo, iniziando a lavorare al solo riconoscimento delle singole lettere, abbinando correttamente fonema e grafema. In un secondo momento, quando il bambino sarà davvero pronto, potrà dedicarsi a collegare le lettere fra loro per formare le parole, utilizzando l’alfabeto mobile.

Nell’approccio montessoriano i suoni delle lettere vengono insegnati prima dei nomi delle lettere. Le ricerche hanno dimostrato che è meglio imparare una cosa alla volta.

Se si insegna al bambino parola e suono delle lettere, il bambino è confuso e fatica a riconoscere il suono delle singole lettere, dovendole trovare all’interno di una parola, e per lui è difficile ricordare la lettera che rappresenta un dato suono nella parola stessa.

Perciò per prima cosa si insegna il suono di ogni lettera, mentre la formazione delle parole e i nomi delle lettere stesse vengono insegnati più tardi. E siccome alcune lettere possono rappresentare più di un suono, si comincia con l’attribuire alla lettera il suono che si incontra più di frequente, e solo più tardi si aggiungono gli altri. Il bambino all’inizio deve imparare così: un suono per ogni lettera.

E’ un errore pensare che per i bambini sia più facile identificare la lettera iniziale delle parole. Ma è un errore ancor più grave confondere i bambini pensando che essi debbano ascoltare solo il primo suono di una parola. I bambini hanno bisogno di sentire i suoni in tutte le parti della parola. Secondo l’approccio montessoriano, i bambini vengono perciò guidati a sentire come i suoni che loro stanno imparando si trovano in parti diverse delle parole. Con questo esercizio cominciano presto a rendersi conto della sequenza di suoni nelle parole.

L’apprendimento dei suoni e delle lettere avviene attraverso un lavoro multisensoriale.
Il bambino sente il suono, ne vede la sua rappresentazione nella forma della lettera, sente il modo in cui è scritta attraverso il tatto, con le sue dita.

Siccome ogni schema motorio deve essere imparato correttamente da subito, è molto importante che il bambino sia seguito con grande attenzione mentre traccia le lettere con le dita. Questo lo aiuterà a sviluppare una calligrafia chiara e pulita.

Il primo alfabeto proposto al bambino, dunque, dovrebbe essere lo stampato minuscolo, che è una forma base del corsivo.

Questo perchè, quando il bambino passerà dallo scrivere le lettere staccate ad uno stile corsivo e collegato, non dovrà cambiare il suo schema motorio, ma soltanto estendere il modello connettendo tra loro le lettere. Questo non avverrebbe cominciando l’apprendimento dell’alfabeto con lo stampato maiuscolo.

L’unica differenza per il bambino tra la lettera stampata e la sua scrittura corsiva, sarà dunque la connessione, il non staccare la penna dal foglio. La tracciatura delle lettere sulle schede tattili seguirà dunque questo modello di movimento:

La scelta di cominciare con lo stampato minuscolo, però, non è condivisa da tutti gli insegnanti che usano questo metodo, e in molte scuole Montessori si sceglie di cominciare da subito con il corsivo, proponendo l’alfabeto tattile in corsivo, gli alfabeti mobili, le schede delle nomenclature e tutto il materiale di lettura e scrittura, tutto in corsivo.

Questa scelta è sostenuta dal fatto che la scrittura del corsivo, col suo scorrere continuo, è più dolce per il bambino e rappresenta un esercizio motorio migliore rispetto allo stampato che prevede continue interruzioni del tratto. Inoltre si sostiene che il corsivo permette meglio di visualizzare le singole parole, che risultano staccate in modo più netto le une dalle altre.

Tuttavia va considerato che i bambini con problemi di dislessia e disgrafia incontrano maggiori problemi nella lettura e nella scrittura del corsivo: infatti nella scrittura del corsivo il bambino, mentre scrive una lettera è costretto a pensare a quale lettera sarà la successiva che deve essere connessa a quella che sta scrivendo.

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Uso delle lettere smerigliate Montessori (o alfabeto tattile) – Presentazione ai bambini: panoramica generale

Lo scopo della presentazione dell’alfabeto tattile  è  imparare il suono e la forma delle lettere dell’alfabeto ed acquisire una memoria corporea manuale della forma delle lettere come preparazione alla scrittura.

Prima di iniziare a lavorare con l’alfabeto si può raccontare una breve storia della scrittura su questa traccia: “Quando l’uomo scoprì la possibilità di rappresentare ognuno dei suoni di una lingua con un simbolo, fu una grande scoperta, perchè significò che tutte le parole potevano essere scritte usando pochi simboli. Prima di ciò ogni parola aveva un simbolo suo proprio, e imparare a scrivere richiedeva uno sforzo mnemonico monumentale. E poi era un problema trovare simboli per le parole nuove. Oggi invece chiunque può scrivere il suono  di qualsiasi parola.”

Si consiglia di cominciare offrendo al bambino una selezione di tre lettere, pronunciando il suono di ogni lettera mentre se ne segue il percorso con indice e medio uniti.

E ‘importante pronunciare il suono e non il nome della lettera (“P” e non “PI”).

Lasciare poi che il bambino tracci la lettera più volte, sempre pronunciandone il suono. Solo dopo molte ripetizioni offrire la seconda lettera, e quindi la terza. Al termine presentare le tre lettere insieme davanti al bambino per verificare se è in grado di abbinare correttamente grafema e fonema.

Naturalmente è consigliabile che tra le prime lettere presentate ci siano delle vocali, perchè questo aiuta tantissimo il bambino a intuire la formazione delle sillabe e delle parole.

Durante il periodo in cui si presenta l’alfabeto tattile, è importante che il bambino abbia a disposizione vari materiali coi quali esercitarsi a riprodurre le lettere: la lavagna di sabbia, naturalmente,

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ma anche pasta da modellare, chicchi e semi, pennelli e colori, ecc…

Osservando con attenzione le attività che svolge il bambino, possiamo accorgerci che è molto sicuro nel riconoscimento di alcune lettere, mentre non lo è per altre: in questi casi è importante riproporre la presentazione.

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Uso delle lettere smerigliate Montessori (o alfabeto tattile) – Lezione in tre tempi per presentare l’alfabeto tattile: prima versione

Primo tempo
1. Il bambino si lava le mani con l’acqua calda, così che esse siano calde e sensibili. L’insegnante prende due lettere che si contrappongono per suono e forma, ad esempio t ed a, poi siede accanto al bambino.
2. Mette una lettera di fronte al bambino, gli chiede di guardare e traccia leggermente molte volte la lettera, nella direzione corretta, con indice  e medio uniti della mano dominante, ripetendo il suono della lettera mentre la traccia
3. Affida la lettera al bambino e gli chiede di tracciarla con le sue dita, e mentre lo fa l’insegnante continua a ripeterne il suono; non chiede al bambino pronunciarlo già da solo,  ma se il bambino la copia, è positivo.
4. Si ripete lo stesso processo anche per la seconda lettera.

Secondo tempo
L’insegnante controlla che il bambino abbia associato correttamente ogni suono alla lettera corrispondente ponendo entrambe le lettere di fronte al bambino e chiedendogli: “Indicami t e tracciala con le dita”. Se il bambino sceglie la lettera giusta, l’insegnate lo invita a tracciarla di nuovo più volte, mentre lei ripete il suono. Questo esercizio viene ripetuto per ogni lettera molte volte.

Terzo tempo
L’insegnante ora verifica che il bambino sia capace di pronunciare correttamente i suoni proponendogli una lettere alla volta e chiedendogli di tracciarla e di pronunciare lui stesso il suono. Anche questo esercizio va ripetuto più volte.

Ricapitolazione

L’insegnante propone al bambino di ascoltare delle parole che contengono i suoni imparati. Ad esempio gli mostra la lettera t e gli dice: “Ascolta. Senti se ci sono delle t mentre dico queste parole: tavolo, vite, gatto, caduto?”. E’ importante scegliere parole nelle quali il bambino possa sentire il suono della lettera in esame  in posizioni diverse, e non solo all’inizio.
Poi si può chiedere al bambino di pensare a parole che contengano i suoni che ha imparato nella lezione, ad esempio dicendo: “Se ti vengono in mente parole con t o con a, vieni a dirmele”.

Uso delle lettere smerigliate Montessori (o alfabeto tattile) – Variante di presentazione

Parte uno: scegliete tre lettere, ad esempio a, t, s. Usando indice e medio insieme, seguite il contorno della prima lettera rispettando la direzione nella quale viene normalmente scritta, e pronunciandone il suono mentre lo fate. Mettete poi la lettera davanti al bambino e invitatelo a seguirne il contorno come avete fatto voi pronunciando anche lui il suono corrispondente. Presentate allo stesso modo anche le altre due lettere,  ma senza formare sillabe o parole, per il momento.

Parte due: chiedete al bambino di mostrarvi la t (pronunciando il suono e non il nome della lettera, cioè dicendo t, e non “ti”). Ripetere per le altre due lettere scelte. Se il bambino indica le lettere corrispondenti ai suoni in modo corretto, rinforzarlo dicendo ad esempio “Sì, questa è la t”.

Parte tre: indicate una lettera e chiedete al bambino: “Questa che è lettera è?”. Se il bambino pronuncia il suono corretto, ripetere “Sì, questa è la t”, quindi passare allo stesso modo alle altre lettere presentate.

Potete interrompere la lezione in qualsiasi momento, se vedete che il bambino è stanco. La cosa più importante è che il bambino ascolti bene i suoni, guardi con attenzione, e tracci le lettere pronunciando correttamente i suoni corrispondenti. Tracciare le lettere è parte integrante dell’esercizio, per questo le lettere smerigliate non sono sostituibili con lettere stampate che non permettono la stessa esperienza tattile.

Può succedere che un bambino abbia già imparato i nomi delle lettere prima che voi gli proponiate questo metodo; in questo caso sarà importante spiegargli che ogni lettera ha un nome ma ha anche un suono, e che siccome lui conosce già i nomi, ora ne conoscerà i suoni. Si dovrà durante la lezione fare attenzione a che il bambino usi sempre il suono della lettera presentata e non il nome…

Uso delle lettere smerigliate Montessori (o alfabeto tattile) – Qualche video:




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Metodo Montessori per l’apprendimento della scrittura e della lettura

Metodo Montessori per l’apprendimento della scrittura e della lettura – Maria Montessori, fin dall’inizio del suo lavoro nel 1900, notò che imparare a scrivere  è un problema dell’adulto, convinto che l’apprendimento dell’alfabeto debba costare grande fatica. Scoprì invece che per i bambini è un divertimento occuparsi delle lettere, se solo avviene al momento giusto.

Osservò che l’interesse per la lettura e la scrittura non comincia con l’inizio della scuola. Fin dall’età di due o tre anni il bambino si rende conto che per gli adulti scrivere è di grande importanza e così cerca di imitarli scarabocchiando sulla carta e leggendo poi a voce altra quello che crede di aver scritto.

Dopo un poco il bambino scopre che non basta semplicemente scarabocchiare, ma che bisogna tracciare determinati segni, allineati uno vicino all’altro, che poi possono essere letti.

Per giungere a questo si mettono a disposizione del bambino le lettere tattili. Soprattutto i piccoli si divertono molto nel sentire un suono e insieme vedere e toccare il misterioso segno che gli corrisponde.

photo credit: http://kidkenmontessori.com/product_info.php?cPath=48&products_id=383 
 
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Questo modo di prepararsi a scrivere, fatto di movimento e di esperienza sensoriale, è particolarmente interessante per il bambino piccolo mentre a sei anni la scrittura delle lettere non segue lo stesso processo spontaneo.
In prima elementare può essere utile una tabella delle lettere da mettere a disposizione di ogni bambino.

 
photo credit: http://crisblogmeumundo.blogspot.com/2008/11/alfabeto-e-silabrio-simples.html

Il secondo alfabeto figurato è fatto a tasche in modo che, grazie a una vasta offerta di lettere e di materiale illustrativo, il bambino possa inserire figure la cui iniziale corrisponda a quella della tasca.
In questo modo impara molto presto a memorizzare le lettere.

Inoltre compone parole con l’alfabeto mobile, usa i timbri, scrive alla lavagna con il gesso, o con le matite su di un grande foglio di carta.

In principio scriverà la parola come la sente pronunciare, ad esempio mama, papa, nona, nono. Altri scrivono addirittura interi messaggi: cometiciami (come ti chiami) o simili.

A questo stadio il comportamento dell’adulto è di enorme importanza. Spesso non si riesce a resistere quando i bambini, nei loro tentativi grafici, seguono percorsi personali o addirittura fanno deviazioni e procedono in maniera del tutto diversa gli uni dagli altri.

Molti adulti tendono ad intervenire con impazienza per dire al bambino che ha fatto qualcosa di sbagliato; gli propongono percorsi “migliori”, più precisi e veloci.

Il bambino però aveva manifestato la sua conoscenza dei suoni e dei segni acquisita con fatica, e ne era fiero.
In questo modo comincia a dubitare dei propri processi di apprendimento e di percezione e forse smette anche di scrivere.
Nella fase della scrittura spontanea dovremmo partecipare con gioia alla gioia del bambino, e non bloccarla per paura che commetta errori.

Dal momento che i bambini spesso chiedono che si legga a voce alta quello che hanno scritto, è doveroso farlo con esattezza, poichè questo offre un aiuto alla comprensione sia per il bambino sia per noi adulti. Se con tono allegro leggiamo “mama”, è facile che il bambino dica: “Ma io volevo scrivere mamma!”. Allora si aggiunge un’altra lettera emme.

In questa fase è importante preservare la fiducia del bambino. Per costruirla è sufficiente ricordare quanto abbiamo gioito delle prime parole e delle prime frasette del bambino dette nel primo anno di vita: a nessuno verrebbe in mente di proibire o di correggere le parole sbagliate a un piccino che comincia a parlare.

Gli adulti dovrebbero piuttosto prender nota delle parole inventate dai bambini, poichè vi si scopre un’ingegnosità che spesso noi adulti abbiamo perduto.
Le divergenze fra la lingua infantile e quella degli adulti non sono da considerarsi scorrette, ma solo tappe verso la lingua “normale”.

Allo stesso modo, nella conquista della lingua scritta, gli adulti dovrebbero riconoscere nel cometiciami una vera prestazione del bambino in una determinata fase di sviluppo, e non considerarlo un errore rispetto alla “scrittura normale”.

D’altra parte c’è da stare tranquilli: i bambini infatti abbandonano ben presto lo stadio della trascrizione fonetica, poichè fanno nuove esperienze e imparano nuove regole dello scrivere. E’ necessario però fare loro offerte adeguate.

Noi non dobbiamo occuparci se il bambino, nello svolgimento del processo, imparerà prima a leggere o a scrivere e se gli sarà più facile l’una o l’altra cosa; questo noi lo dobbiamo attendere dall’esperienza senza alcun preconcetto, anzi aspettandoci probabili differenze individuali nello svolgimento prevalente dell’uno o dell’altro atto.
Ciò permette uno studio di psicologia individuale assai interessante e la continuazione dell’indirizzo pratico del nostro metodo, che si fonda sulla libera espansione dell’individualità“. Maria Montessori, La scoperta del bambino.

Il linguaggio

Il linguaggio è un elemento fondamentale per la società umana e gli individui. Le persone non possono vivere senza comunicare, e la civiltà umana non può sopravvivere se l’uomo non usa il linguaggio per tramandare il pensiero collettivo. Le persone usano la lingua per esprimere sentimenti, pensieri, idee e desideri, e per ricevere informazioni da altri. Attraverso la lingua possiamo creare amore, odio e tutte le sfumature che stanno in mezzo. Il linguaggio è molto  più del leggere e dello scrivere.

Maria Montessori definì il linguaggio come “espressione di accordo fra un gruppo di uomini, che può essere capito solo da quelli che sono d’accordo col fatto che determinati suoni rappresentano determinate idee. E’ lo strumento del pensare insieme”.

Il linguaggio è l’essenza dello sviluppo del bambino, perchè lo rende capace di comunicare con gli altri, e perchè è un’espressione dello spirito umano.

Quando un bambino è in grado di parlare, ascoltare, scrivere e leggere, è pronto per accedere alla conoscenza ed esplorare la civiltà umana da solo!

Ma prima che lui possa farlo indipendentemente, ha bisogno di una guida che lo aiuti ad esplorare il linguaggio.
Maria Montessori osservò che il bambino è interessato prima di tutto alla voce umana, ed emette prima delle sillabe, poi parole di più sillabe, poi afferra la sintassi e la grammatica, applicando al linguaggio genere e numero, tempo verbale e tono sentimentale.

Maria Montessori osservò che il periodo sensibile del linguaggio dura dalla nascita ai 6 anni:
nascita – 1 anno: il bambino è sensibile ai suoni, guarda ed ascolta
1 – 2 anni: il bambino è sensibile alle parole, e comincia ad usare parole semplici
2 – 3 anni: il vocabolario del bambino aumenta in modo impressionante (circa da 300 a 1000 parole)
4 anni: è il periodo sensibile per l’apprendimento della scrittura
4 – 5 anni e mezzo: il bambino impara a classificare le parole e leggere
5 – 6 anni: il bambino è sensibile allo studio delle parti del discorso ed all’uso delle parole.

In ognuno di questi periodi il bambino ha dei compiti da realizzare dettati dal potere interno che lo guida all’apprendimento del linguaggio verso il raggiungimento della perfezione. L’insegnante deve saper osservare i bisogni del bambino e seguire le sue necessità offrendogli l’aiuto di cui ha bisogno, utilizzando un approccio indiretto.

Deve preparare il bambino a raggiungere le sue mete di apprendimento con un atteggiamento positivo, sicuro di sé e delle proprie capacità, tenendo vivo l’interesse ad imparare che poi lo accompagnerà per tutta la vita.
Il linguaggio nella scuola non viene curato come materia a sè, ma tutte le attività vanno ad alimentare naturalmente lo sviluppo delle abilità richieste per imparare la lingua, scrivere e leggere.

Con le attività di vita pratica il bambino sviluppa il controllo del movimento e la coordinazione occhio-mano (pulire la tavola, abbottonarsi, levigando oggetti, ecc…).

Con le attività sensoriali si sviluppano le capacità di percezione, discriminazione uditiva e visuale, abilità di comparare e classificare, il movimento fine, la leggerezza del tocco, ecc.. Tutte queste abilità sono fondamentali per la preparazione alla lettura ed alla scrittura.

Lo sviluppo del linguaggio continua con i libri, le attività di gruppo (canto, teatrini, giochi cantati), la conversazione di gruppo, l’arricchimento del vocabolario (materiali di nomenclatura, schede illustrate, ecc).

Quando l’insegnante è sicuro che il bambino è consapevole dei suoni presenti nelle parole, presenta l’alfabeto tattile. I sensi della vista e del tatto del bambino sono molto sensibili verso i 3 anni e mezzo di età, ed il bambino è in grado senza fatica di sviluppare una memoria muscolare in relazione ad ogni lettera. In questa fase non si incoraggia la scrittura, si tratta solo di un’esplorazione del suono e della forma.

Quando il bambino conosce circa 10 lettere, è pronto per l’alfabeto mobile.
Il bambino comincia a voler scrivere anche senza alfabeto mobile, e scriverà come parla, per cui non sillaberà correttamente, perchè sta utilizzando il suo proprio modo di analizzare le parole, sta esprimendo il suo modo personale di percepirle. Non va corretto, mai in questa fase. Il processo è più importante del prodotto finito.

Contemporaneamente si possono presentare al bambino i materiali per la lettura (scatola dei segreti, ecc…), in accordo con quelli che sono i suoi desideri.

Facendo fare al bambino molte esperienze di lettura e scrittura, egli capirà che scrivere significa codificare i pensieri. Il suo vocabolario orale è ora il suo vocabolario di lettura.

Poi si presenta al bambino la funzione delle parole e durante questa fase il bambino legge da solo.

Più tardi si dà avvio alla grammatica, alla lettura avanzata ed alla scrittura creativa.

L’apprendimento del linguaggio è un processo che dura per tutta la vita, ma i primi anni sono la formazione di base.

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Presentazione della pedagogia Montessori

Presentazione della pedagogia Montessori. Il termine “Scuola” evoca molto spesso idee quali dovere, noia, di obbligo a fare cose stabilite da altri, la paura delle interrogazioni e dei giudizi, il gusto del sotterfugio e del come farla franca. La bellezza del sapere e del crescere è quasi un incidente, trasversale alla scuola.

Nella mia ricerca, accanto a tutte le altre esperienze didattico-educative che mi piacciono, e che sono peraltro anche più sconosciute, ci fa piacere incontrare la didattica Montessori: anche lei ha puntato a rovesciare questa situazione.

La scuola montessoriana basa il piacere dello studio sul fare e sul capire, sulla libera scelta delle attività e sulla gioia di lavorare coi compagni, sul collaborare guidati da un adulto che non esprime giudizi e confronti continui, ma sostiene il percorso individuale e il gruppo, in un clima di scambio e di libera esplorazione.

Quando ci si chiede come mai le scuole montessoriane in Italia siano sempre state così rare, e lo siano ancora oggi, forse possiamo rispondere che il motivo profondo è proprio questo: la differenza sostanziale rispetto al modello diffuso di educazione, che si basa su una profonda sfiducia nell’essere umano e nelle sue capacità auto formative.

Il pregiudizio di base era ed è che il bambino, per svilupparsi al meglio, non possa fare a meno di una guida autoritaria, severa, punitiva e noiosa.

Insomma parliamo di un tentativo di opporre a questo pregiudizio un agire rivolto ad assecondare il gusto dell’imparare secondo i propri interessi, l’esplorazione personale ma anche l’impegno comune, il piacere di immaginare, la felicità, la fiducia e il coraggio.

Parliamo di un tentativo  che risale ormai agli inizi del 1900.

Oggi, mentre la scuola non è certo molto cambiata, dovremmo già essere impegnati nel superamento anche delle didattiche, e percorrere strade educative che non si basano sull’una o l’altra idea di uomo.

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Presentazione della pedagogia Montessori

I dieci desideri dei bambini
Da “I dieci desideri dei bambini” – Claus-Dieter Kaul-Auer Verlag GmgH

Qualche estratto da questo piccolo grande libro, che consiglio di cuore…

In Italiano: I dieci desideri dei bambini, Auer Verlag 2002. Da richiedere a:

ASSOCIAZIONE “FACCIAMO UN NIDO”

Località Zuel di Sotto n. 101
32043 – CORTINA D’AMPEZZO (BL)
Telefono e Fax 0436/861776
e-mail: ass.facciamounnido@virgilio.it

 

1.   Donateci amore
2.   Prestateci attenzione
3.   Lasciateci crescere, non obbligateci
4.   Accompagnateci
5.   Permetteteci di sbagliare
6.   Dateci un orientamento
7.   Indicateci limiti chiari
8.   Siate affidabili
9.   Mostrate i vostri sentimenti
10. Date spazio alla gioia

“Il bambino è la più grande e confortante meraviglia della natura, non un essere senza forza, quasi un recipiente vuoto da riempire della nostra saggezza, ma il costruttore della sua intelligenza, l’essere che, guidato da un maestro interiore, lavora infaticabilmente con gioia e felicità, secondo un preciso programma, alla costruzione di quella meraviglia della natura che è l’Uomo.  Noi insegnanti possiamo soltanto aiutare l’opera già compiuta”.
Maria Montessori, La mente del bambino.

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Presentazione della pedagogia Montessori
Donateci amore

Molti adulti mettono condizioni. Espressioni tipiche, che tutti conoscono, sono per esempio “Quando avrai fatto i compiti, potrai andare a giocare”, oppure “Se finisci quello che hai nel piatto avrai il gelato”, ecc….
Il bambino recepisce questo comportamento e a sua volta pone le proprie condizioni: “Se sarò gentile con mia sorella, potrò andare al cinema”, “Se vado bene a scuola riceverò una macchinina telecomandata”…

Al bambino viene comunicato inconsciamente che l’amore può essere comprato, o quanto meno essere messo sullo stesso piano di qualsiasi oggetto. Così per i bambini qualsiasi lavoro e perfino il gioco diventa finalizzato soltanto a ricevere considerazione. Rimangono assolutamente strabiliati quando scoprono che, come adulto, dedico loro tempo e attenzione spontaneamente, senza aspettarmi nulla in cambio. In questo modo imparano a godere del loro lavoro o del loro gioco unicamente per sviluppare e perfezionare la propria personalità.

I bambini, per loro natura, possiedono la meravigliosa capacità di immergersi nell’immediato e di soffermarsi contemporaneamente nel presente. Perfino bambini che hanno perso tale equilibrio naturale e quindi la loro tranquillità interiore, possono trovare la via per mettere nuovamente in relazione il loro mondo interiore con il mondo esterno.

Per ritrovare questo equilibrio hanno bisogno di cerimonie e di rituali fissi, che diano loro la possibilità di ricevere vero amore.

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Presentazione della pedagogia Montessori
Prestateci attenzione

Noi adulti abbiamo molte idee astratte su ciò che il bambino può o non può imparare. E’ essenziale invece prenderci tempo sufficiente per osservarli giocare e per imparare da loro, e non pretendere sempre che raggiungano i nostri obiettivi e soddisfino le nostre aspettative.

Ciò significa che dovremmo vedere i bambini come sono e non come vorremmo che fossero. La capacità di osservare diventa un’arte vera e propria, vuol dire riuscire a reprimere l’impulso ad intrometterci nei processi infantili o addirittura cercare di accelerarli.

Maria Montessori chiama tutto ciò “attendere osservando“.

I bambini imparano attraverso attività spontanee, durante le quali sviluppano un’enorme energia.

E’ bello vedere con quale gioia, con quale profonda capacità immaginativa i bambini siano in grado di prendere personalmente in mano il proprio apprendimento quando sanno di essere rispettati.

Per noi adulti è importante distinguere fra osservare in modo attento e interessato, e osservare in maniera annoiata, per controllare.

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Lasciateci crescere, non obbligateci

Maria Montessori in un saggio dal titolo “Quando il vostro bambino ne sa più di voi” scrisse: “Facciamo l’ipotesi di una mamma rana, impazzita, che dica ai suoi girini “Uscite dall’acqua, inspirate bene l’aria fresca, giocate e divertitevi nell’erba verde e diventate delle piccole rane forti e sane. Venite con me perchè la mamma sa quello che è meglio per voi.”

Se però i girini tentassero di obbedirle, questo significherebbe di certo la loro fine.

Eppure questo è il modo in cui molti di noi cercano di educare i propri figli, pensando di farne cittadini utili e intelligenti. A questo scopo sprechiamo molto tempo e molta pazienza per correggerli. Se solo riuscissimo a rendercene conto, capiremmo che ci stiamo comportando esattamente come la rana impazzita.

Che cosa possiamo fare noi adulti, affinché il bambino utilizzi i suoi talenti e le sue potenzialità per svilupparsi al meglio?

E’ necessario creare per loro, a casa e a scuola, un ambiente olistico, ricco di stimoli. Nel far questo dobbiamo prestare molta attenzione per offrire ai bambini la possibilità, mentre studiano, di accumulare esperienze anche con la parte destra del cervello, perchè in generale oggi la maggior parte delle offerte di apprendimento sono indirizzate alla parte sinistra.

Accompagnateci

Molti degli adulti che adottano un’educazione libera si pongono in continuazione la domanda: ” Quando presento qualcosa a un bambino, questo non è già troppo direttivo o manipolativo? Non lo costringo ad una visione mia delle cose? Dove rimane allora la creatività?”

Col termine “presentazioni” nella scuola Montessori si intende il lavoro concentrato e rivolto totalmente al materiale: mostrare come lo si usa in maniera corretta senza la pretesa di doverlo usare sempre in quel modo.

Si tratta di risvegliare l’interesse per l’essenza del materiale, e si può parlare di un’esperienza olistica per il bambino come per l’adulto, solo nel momento in cui viene raggiunta una concatenazione di rapporti tra materiale e bambino, bambino e insegnante e insegnante e materiale.

Per entrambi nasce un’unione tra corpo, anima e spirito.

Tuttavia alcune presentazioni sono state interpretate ed usate dagli adulti in modi molto diversi.

Spesso il materiale viene “insegnato” con una presentazione e questa viene considerata una lezione da dover impartire. Per altri adulti invece la presentazione è paragonabile a un rituale pieno d’amore.

Si tratta in effetti di una questione di atteggiamento nei confronti del bambino.

I bambini chiedono una presentazione quando hanno un reale interesse per un dato materiale, o quando la vogliono sfruttare come possibilità di contatto con l’adulto.

Sanno che in questo modo avranno tutta la sua attenzione.

Naturalmente anche la qualità del materiale gioca un ruolo importante: il materiale montessoriano non ha bisogno di spiegazioni verbali e consente di agire affidandosi interamente alla mimica espressiva.

Durante la presentazione l’adulto deve tenere presente che per il bambino sta sempre in primo piano l’aspirazione cosciente a staccarsi dall’adulto per raggiungere la maggior indipendenza possibile e un libero sviluppo della sua personalità.

Per dirla con la Montessori egli chiede “Aiutami a farlo da solo!”.

Con questo concetto il bambino intende dire: mostrami come si fa. Non farlo tu al mio posto. Posso e voglio farlo da solo. Abbi però la pazienza di capire i miei percorsi. Forse sono più lunghi, forse ho bisogno di più tempo perchè voglio fare diversi tentativi. Per favore stammi solo a guardare e non intervenire. Farò esercizio, riconoscerò gli errori che faccio. Il materiale me li farà vedere.

Per questo motivo, anche dopo la presentazione, è importante che noi adulti ci teniamo semplicemente a disposizione senza intervenire, lasciando i bambini liberi di provare e di esprimersi a modo loro. Solo così potremo notare come agiscano in modi diversi con i vari materiali durante il lavoro libero.

Quando i bambini si sentono veramente accompagnati da noi adulti e non istruiti o controllati e quando noi diamo il tempo e la tranquillità necessari per le loro scoperte, si può notare quanto siano attenti nell’usare il materiale. Il rapporto amorevole e rispettoso verso di loro e con gli oggetti produce un effetto positivo anche nel contatto con gli altri bambini e con gli adulti.

Per genitori ed educatori accettare che l‘educazione non consista tanto in quello che si insegna, ma che sia piuttosto un processo che avviene da sé nel bambino, può essere difficile.

L’efficacia dell’educazione è tanto maggiore se non cerchiamo di educare direttamente, in maniera programmatica e intenzionale.

Il bambino intraprende attività che ci fanno stupire enormemente.

Come genitori e maestri dovremmo attribuire più importanza all’ambiente, alla preparazione e alla presentazione di materiali stimolanti, invece di darlo alle lezioni verbali: insomma, dovemmo parlare poco, spiegare meno, e fidarci di più dei bambini.

Permetteteci di sbagliare

Che cosa cerchiamo realmente in un bambino? Quasi sempre siamo alla ricerca di errori e non solo di quelli che ha fatto, ma anche di quelli che potrebbe fare.

L’unica cosa che possiamo veramente fare è cambiare il nostro atteggiamento nei riguardi del bambino e amarlo di un amore che crede nella sua personalità e nel fatto che egli è buono, che non vede i suoi difetti, ma le sue virtù, che non lo reprime, ma lo incoraggia e gli dà libertà.

Maria Montessori, Educazione e pace.

Molti adulti credono di essere di valido aiuto ai bambini facendogli notare continuamente i suoi errori o correggendoglieli. Spesso intervengono già prima, proprio per impedire ogni sbaglio.

I bambini educati da adulti così ambiziosi, sviluppano ben presto complessi di inferiorità e succede che poco dopo aver iniziato la scuola dicano “Non lo so fare” ancor prima di aver cominciato un lavoro.

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Dateci un orientamento

Noi adulti abbiamo per prima cosa bisogno di sapere come educare. Genitori e maestri sono spesso perplessi e privi di un orientamento quando devono trattare coi bambini.

Chiedono consigli, metodi e indicazioni per fare diversamente o meglio il loro lavoro educativo.

Ma trasmettere ad altri qualche esempio non serve, in fin dei conti si tratta solo di uno scambio di potere fra noi adulti: chi chiede esercita un potere con la sua impotenza, il “consigliere” tranquillizza con una risposta intelligente basata sulla sua apparente competenza.

In questo modo però non nasce un vero contatto che permetta di prendere seriamente e serenamente in considerazione il problema.

Dobbiamo sempre tenere in considerazione che i bambini non hanno bisogno di metodi migliori o nuovi, ma di persone pronte a cambiare.

Dovremmo essere sempre disponibili ad accettare il nuovo, l’imprevisto, e quindi ogni cambiamento in noi e nel nostro ambiente con pazienza, interesse, attenzione.

E’ importante che ci chiariamo le idee sulla direzione che vogliamo prendere, contemporaneamente però dobbiamo essere aperti a inevitabili cambiamenti di direzione.

E alla fine possiamo fidarci solo della nostra capacità di capire e, nell’educare, dobbiamo prenderci personalmente la responsabilità di ogni passo.

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Indicateci limiti chiari

La richiesta di limiti ben definiti provoca spesso grande insicurezza e senso di impotenza negli adulti che cercano strade nuove e vogliono resistere ai modelli educativi tradizionali.

Tra genitori ed insegnanti la paura di mettere limiti è dovuta a esperienze personali infantili, quando i limiti sono stati usati come sistema repressivo per fare o non fare quello che altri si aspettavano da noi. Si trattava per lo più di divieti indicazioni o ammonizioni che si appellavano al nostro Io “migliore”.

Ieri come oggi, nel porre questi limiti spesso non vengono viste né prese in considerazione le necessità personali. I bambini il più delle volte si devono adattare alle esigenze degli adulti per avere un riconoscimento e l’attenzione necessari al loro sviluppo.

A partire dagli anni ’70 è apparsa una marea di letteratura, la più diversa, che ha fornito in proposito consigli ed esempi. In primo piano troviamo le possibilità di risolvere i problemi con intelligenza, parlando in modo democratico.
In questo modo l’adulto ha la sensazione di venir incontro al bambino con molta comprensione, di non condizionarlo e tanto meno di trattarlo male, imponendo dei limiti.

Dimentichiamo tuttavia che i bambini piccoli non sono assolutamente in grado di seguire tali trattative sui limiti: essi percepiscono unicamente il modello linguistico, senza capire realmente il nocciolo del problema, che sarà loro chiaro solo in una successiva fase di sviluppo.

Per i bambini è importante constatare che noi adulti siamo consapevoli del fatto che i limiti posti spesso non piacciono e che riteniamo legittimo che esprimano i loro sentimenti piangendo o brontolando. Tuttavia i limiti restano fermi: non svaniscono con le proteste, né con i pianti.

E’ importante che lo percepiscano insieme al fatto che anche noi ci troviamo in una situazione difficile nei loro confronti: vogliamo loro bene, ma non permettiamo di fare qualsiasi cosa venga loro in mente.
I bambini hanno bisogno di confini per crescere in pace.

Se noi adulti abbiamo il coraggio di indicarli, in maniera chiara e rispettosa, il vantaggio è di tutti.
I bambini, sperimentando limiti e regole nel gioco, possono acquisirne una conoscenza profonda. Più tardi riuscirà loro più facile accettare limiti e regole e potranno usare libertà e limiti in maniera più autentica.

Con la competenza acquisita in questo modo, nella scuola elementare, possono raggiungere un elevato grado di consapevolezza nella fase successiva di sviluppo, tra i 14 ed i 21 anni. In questo periodo i giovani mostrano uno spiccato interesse per temi come giustizia e dignità umana, cause sociali, scoperte scientifiche di ogni tipo e responsabilità politica.

Riconosceranno che non porre limiti significa mancanza di responsabilità nei riguardi di se stessi e del prossimo.
“Nessuno deve oltrepassare i miei confini”, significa che in fondo il mancato rispetto e il disprezzo dei limiti porta a violazioni di individui e di popoli.

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Siate affidabili

I bambini hanno bisogno di relazioni stabili, sicure, basate sulla fiducia, nelle quali trovare un orientamento per le loro necessità.

Nella scuola elementare per i bambini più grande è di grande aiuto ad esempio lo scrivere ogni mattina alla lavagna il decorso che avrà la giornata.
E’ importante per loro che determinate attività, come il lavoro libero, il gruppo di discussione, la pausa, la lettura a voce alta, ecc…, abbiamo luogo sempre con lo stesso ritmo.

Così possono essere certi di avere a disposizione tempo sufficiente per i loro interessi e le loro inclinazioni personali, e tuttavia trovano anche uno spazio nel gruppo di discussione per esprimere i loro desideri e arrivare a una convivenza affettuosa e piena di rispetto.

Nascono così accordi e regole che adulti e bambini rispettano sicuramente.
Allo stesso tempo è chiaro per i bambini, che qualche volta le regole si devono cambiare per adattarle a necessità contingenti.

Accettare e rispettare questi cambiamenti è tanto più facile per i bambini, quanto più sono certi che determinati rituali, come la lettura a voce alta oppure festeggiare il compleanno tutti insieme, avranno sempre luogo con regolarità.

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Mostrate i vostri sentimenti

Per noi adulti è chiaro che i bambini oggi vivono più liberi e che si è più attenti ai loro sentimenti: anche per questo sono più facilmente vulnerabili.

Spesso, nell’accompagnare i bambini con l’intelligenza emotiva necessaria, dobbiamo fronteggiare richieste particolari.

Siamo attenti nel trattare i nostri bambini con giustizia, pazienza e rispetto e, nel far questo, comunichiamo loro informazioni perchè possano risolvere i problemi con sensibilità e avere buone relazioni. Ma esiste grande discrepanza fra la buona educazione e l’effettiva realizzazione.

Molti adulti pensano di  poter risolvere i problemi in maniera razionale e per questo spesso parlano e discutono coi bambini, danno consigli, fanno esempi, in realtà si limitano a parlare ai bambini, anziché parlare con i bambini ed ascoltarli. Con tutti questi consigli si trascura spesso il fatto che una buona educazione ha molto a che vedere con i sentimenti.

Daniel Goleman, nel suo libro Intelligenza emotiva, descrive i risultati di ricerche che dimostrano quale ruolo giochino i sentimenti nella nostra vita.

Dagli studi fatti risulta evidente che successo e felicità, sia in campo familiare, sia in campo professionale, non dipendono tanto dal quoziente d’intelligenza, quanto da una vita emotiva consapevole. Egli chiama questa qualità “intelligenza emotiva“.

Per genitori ed insegnanti ciò significa pensare maggiormente ai sentimenti dei bambini, cercare di consolarli e di guidarli, immedesimandosi in loro.

Lo stesso principio vale per i nostri sentimenti personali.
Dovremmo imparare ad accettare sentimenti quali rabbia, tristezza, paura come parte della nostra vita, e considerare le tensioni emotive come un’opportunità.

Molti adulti invece non sono in grado di affrontare i sentimenti negativi propri e dei bambini: c’è chi sorvola e addirittura minimizza le emozioni negative, chi rimprovera o punisce i bambini per la loro esplosione emotiva. Altri sembrano particolarmente tolleranti perchè accettano i sentimenti dei bambini, però osservandoli più da vicino si constata che non offrono loro alcun aiuto concreto per risolvere i problemi o per porre limiti al loro comportamento.

John Gottman (Intelligenza emotiva per un figlio) dice che occorre:
. essere consapevoli dei sentimenti del bambino;
. vedere nella manifestazione dei sentimenti un’opportunità per potergli essere vicino e comunicargli qualcosa;
. ascoltare in maniera partecipe e confermare i sentimenti del bambino;
. aiutarlo a dare un nome alle emozioni;
. porre alcuni limiti e prospettare una possibile soluzione del problema.
Dalle ricerche è emerso che i bambini certi dell’amore e dell’appoggio degli adulti riguardo i loro sentimenti, sono più tutelati da un’eccessiva aggressività, da un comportamento asociale, da dipendenza da droghe, da un’attività sessuale prematura, dal suicidio.
Gottman e Goleman hanno inoltre appurato che i bambini che si sentono apprezzati e considerati dagli adulti, hanno prestazioni migliori a scuola, più amici, e una vita più sana e ricca di successi.

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Date spazio alla gioia

Stare con i bambini permette a noi adulti di affrontare le responsabilità della vita con una leggerezza tale che dovremmo sempre farci coinvolgere.

In tutte le situazioni difficili e nelle provocazioni, mi hanno sempre fatto ridere di cuore e reso felice le osservazioni dei bambini o le storie scritte da loro. Ricordiamo che gli sciamani indiani guariscono i malati nel momento in cui riescono a farli ridere.

Per me quindi è diventato un principio di vita e di lavoro provocare il riso nelle persone, raccontando favole scritte da bambini, e noto come la maggior parte delle persone si senta subito bene perchè è proprio il senso dell’umorismo che riesce a ristabilire un nuovo equilibrio fra sentire e pensare, tra ragione  e fantasia.

 

Prospettive per una “nuova” educazione in questo secolo

Molti adulti pensano ancora che l’essere umano sia incline alla pigrizia e all’inerzia e per questo debba essere istruito, guidato da persone di maggiore autorità e soprattutto essere da loro controllato.

Ma gli esseri umani sono degni di fiducia, ricchi di inventiva, auto motivati, dinamici, creativi e costruttivi.

In un ambiente educativo olistico si crea un clima rassicurante nel quale vengono soddisfatti la curiosità e il desiderio naturale di imparare.

Al posto di una competitività distruttiva troviamo cooperazione, rispetto per gli altri, disponibilità reciproca. In questo ambiente i bambini, ma anche gli adulti, imparano ad apprezzarsi, sviluppano fiducia e considerazione in se stessi.

Scopriamo, in maniera sempre crescente, che l’origine della nostra idea di valore è dentro di noi e che un senso positivo della vita viene dal nostro interno.

In questo modo nasce in ogni singolo un dialogo costante fra scoperte intellettuali e scoperte emotive che portano a una gioia di imparare che dura per tutta la vita.

Anche Montessori disse: “La questione della vera riforma educativa è una questione di odio o amore. Il bambino che ama, che si sente amato, ha una natura dinamica. E’ un bambino che lavora molto, che non ha paura di far fatica e cerca disciplina, elemento naturale per le persone che vivono una vita normale. Un bambino che ama, nella sua maturità, diventerà l’uomo nuovo. E’ possibile prevedere una nuova società, nella quale l’uomo sarà più capace perchè quando era bambino gli è stata insegnata la fiducia.

L’esperienza, ormai da anni, ha dimostrato che l’educazione futura sarà soprattutto una provocazione alla nostra immaginazione e la riscoperta del bambino che è in noi.

E’ quindi necessario abbandonare aspettative e pregiudizi e aprirci all’oggi. Noi adulti, quando impariamo, dobbiamo considerarci in modo olistico, cioè un insieme di corpo, anima e spirito per sentirci elementi integrati in un tutto attivo.

Ciò significa che non dobbiamo più insegnare i particolari ai bambini, ma far loro sentire il mondo visibile e invisibile come un insieme. L’educazione olistica include il cuore del bambino, il suo istinto, la sua fantasia, i suoi sentimenti.
Maria Montessori ha sviluppato questo modo particolare di imparare nella cosiddetta “Educazione Cosmica” elaborata tra il 1939 e il 1947, periodo in cui era in India.
C’era una volta una regina che aveva tre figli. Il maggiore era un drago, il secondo era un cavallo e il più piccolo un uomo. I tre fratelli erano così diversi fra loro che nessuno capiva la lingua dell’altro. Benché la regina non avesse promesso il suo regno ad alcuno di loro, il più giovane si impadronì del potere e lo esercitò con grande crudeltà. Quando poi la regina ebbe anche una figlia, il figlio più giovane temette per il suo potere, fece un brutto incantesimo alla piccola principessa che si addormentò e non si svegliò mai più.”
La vecchia regina è la nostra anima. I tre figli sono il drago, ovvero la struttura cerebrale reticolare che corrisponde al tronco encefalico; il cavallo, che è la struttura limbica cerebrale, centro delle emozioni; la corteccia cerebrale, l’uomo, è la capacità razionale.

La principessa dormiente però è il quarto figlio, la farfalla cerebrale. Dobbiamo liberare la bella dormiente che è in noi. Come la farfalla ha le ali, e quando verrà svegliata il mondo delle larve e delle crisalidi scomparirà: la principessa distenderà le ali e volerà libera.
Spero che anche voi riusciate a liberare la farfalla assopita della vostra mente, che sappiate trovare diverse alternative per un’altra forma di educazione in questo secolo, anche se, talvolta, nella vita di tutti i giorni, ci possiamo sentire scoraggiati.

Nell’interesse di bambini mi esercito ogni giorno a credere nell’impossibile, e vi prego, fatelo anche voi.

Claus-Dieter Kaul

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Bibliografia consigliata 

Intelligenza emotiva per un figlio. Una guida per i genitori – di John Gottman e Joan Declaire
Ogni genitore si interroga sui modi migliori per educare i propri figli a realizzare i loro talenti e godere della vita nella sua pienezza: in questo percorso di crescita, un ruolo fondamentale è rivestito dall’intelligenza emotiva, cioè dalla capacità di fondere le proprie attitudini con qualità come l’empatia e l’attenzione ai rapporti con gli altri. Psicologo noto in tutto il mondo proprio per i suoi studi sulle relazioni tra genitori e figli, Gottman mostra in questo libro in che modo i genitori possono diventare dei bravi “allenatori emotivi”: attraverso limpide spiegazioni e un ampio numero di esempi pratici, l’autore esamina le fasi cruciali dello sviluppo di bambini e ragazzi – dalla gestione dei sentimenti al controllo degli impulsi, dall’importanza dell’ascolto al superamento dei conflitti – e illustra passo dopo passo come trasmettere ai figli le qualità necessarie per crescere più forti e felici.

La pace giusta. Testimoni e maestri tra ‘800 e ‘900 – di Emilio Butturini

Educare ad essere. Una scuola dalla parte dei bambini (momentaneamente non disponibile)

Infanzia e società in Maria Montessori. Il bambino padre dell’uomo – di Raniero Regni
Il contributo che Maria Montessori ha dato alla pedagogia italiana ha attraversato il tempo e conserva intatto il suo valore anche oggi. Nel presente volume si mette a confronto la Montessori con alcune delle punte più avanzate della riflessione psicopedagogica, sociologica, etologica, filosofica e letteraria (Piaget, Bruner, Hayek, Lorenz Camus, Popper tra gli altri); accostamenti inaspettati che permettono di esplorare aspetti poco valorizzati o malintesi del messaggio educativo montessoriano.

I bambini, che belle persone! Centro nascita Montessori
Questo libro è un invito a guardare il mondo dell’infanzia con occhi molto attenti, ad osservare il bambino nella sua dignità di persona sensibile e sempre attiva. Si è scelto quindi di presentare una serie di fotografie che, nella loro immediatezza e semplicità di lettura, ci facciano riflettere su situazioni quotidiane che i nostri occhi distratti non vedono più: sulla straordinaria espressività dei bambini, sulle loro azioni mai banali, mai superflue… Accompagnano le illustrazioni alcune parole di Maria Montessori.

Montessori: perchè no? – a cura di G. Honegger Fresco
Si tratta di una vicenda del passato oppure il pensiero e le esperienze della pedagogista italiana hanno continuato a vivere, costituendo modello e spunto per imprese scolastiche e pedagogiche che vanno ben oltre le Case dei Bambini cui il suo nome è soprattutto legato? La risposta che viene offerta nel testo è affermativa e si fonda su scritti inediti della stessa Montessori, su testimonianze di discepoli, amici, studiosi di fenomeni formativi, personaggi di cultura, su resoconti di sue iniziative e realizzazioni nei vari luoghi in cui è trascorsa la sua esistenza, su documentazioni di “scuole” montessoriane sparse nel mondo e frequentate da bambini piccoli e adolescenti.

Paesaggio educatore. Per una geo-pedagogia mediterranea – di Raniero Regni
Il ruolo del paesaggio e la delineazione di una sua fisionomia: è questo il tema centrale del volume. Un argomento importante della psicologia sociale che si interroga su cosa sia oggi il paesaggio, che cosa insegna e come possa essere insegnato, indagando anche un particolare tipo di paesaggio che è il nostro, quello mediterraneo, capace di ispirare ancora una psicologia sociale, e addirittura un modello non solo educativo.

di Maria Montessori: 

Il bambino in famiglia
Il bambino in famiglia raccoglie i testi di una serie di conferenze tenute nel 1923 a Bruxelles, nelle quali Maria Montessori traccia le proprie proposte per una Scuola dei genitori. Il volume è quindi una guida di igiene mentale a uso di genitori ed educatori, perché non si creino – anche inavvertitamente le premesse di quella che si manifesterà un giorno come una penosa (ma inevitabile) incomprensione nei rapporti tra genitori e figli.

Il segreto dell’infanzia
Madri ed educatori troveranno in questo libro il mondo in cui s’ambienta il metodo montessoriano: “l segreto dell’infanzia” crea infatti lo stato d’animo preliminare all’intelligenza di una pratica pedagogica logica e chiara, che conduce sottilmente alla progressiva scoperta delle verità intellettuali. Il muto e misterioso lavoro del bambino nei suoi primi tre anni, l’incarnazione dello spirito umano nella giovane creatura divengono una verità acquisita alla nostra coscienza, una rivelazione a cui ognuno può attingere suggerimenti per meglio orientare il processo formativo.

La scoperta del bambino
La scoperta del bambino è la sintesi e il coronamento degli scritti in cui Maria Montessori ha delineato il suo metodo pedagogico, basato sul lavoro creativo cui è chiamato l’insegnante. Il volume segue lo sviluppo psicologico del bambino da quando, dopo il segreto travaglio dell’apprendimento del linguaggio, si volge al mondo che lo circonda, fino agli anni dell’insegnamento elementare. Sottolineando l’incessante interazione tra le percezioni del bambino, i suoi atti e la mente che acquisisce, illustra il materiale montessoriano e il suo uso negli esercizi pratici e sensoriali. Centrali sono anche il tema della formazione dell’insegnante e la polemica contro i pregiudizi che pesano sullo sviluppo della mente infantile.

Educazione per un mondo nuovo
Il libro propone un’analisi scientifica della personalità del bambino. Con un’esposizione sempre piana, Maria Montessori tratta delle grandi capacità del bambino e delle sperimentate possibilità del suo sviluppo psichico e intellettuale. Scritto dopo la terribile esperienza della guerra, questo libro segna il tentativo di delineare attraverso l’educazione i tratti di una comunità mondiale pacifica e armonica.

Dall’infanzia all’adolescenza
In questo lavoro, pubblicato al culmine della maturità intellettuale e dell’impegno in campo pedagogico, Maria Montessori analizza le caratteristiche psicologiche che contraddistinguono il periodo evolutivo che va dalla seconda infanzia all’adolescenza sino alle soglie della maturità e alla frequenza universitaria, individuando risposte educative e didattiche pertinenti con le specifiche esigenze cognitive, emozionali e sociali emergenti in queste particolari fasi evolutive. Dalle sue riflessioni emergono un quadro psicologico di grande interesse e attualità, indicazioni didattiche chiare e coerenti, nonché una proposta curricolare e organizzativa di scuola secondaria centrata su una preparazione culturale “ampia, profonda, completa”, attenta alla esigenza prioritaria di fornire ai giovani condizioni concrete per la costruzione della propria identità sociale e personale. Ne emerge un modello di scuola che pone al centro dell’attenzione i bisogni dell’adolescente, un soggetto da cui dipende il futuro dell’umanità, come sottolinea l’autrice, ma che si trova ad attraversare una fase di “cambiamento radicale nella sua persona” che richiede un “cambiamento radicale nella sua educazione”.

L’aritmetica sviluppata secondo le indicazioni della psicologia infantile durante venticinque anni di esperienze.
Il libro presenta la proposta montessoriana per l’apprendimento dell’aritmetica con materiali autocorrettivi per i bambini da tre a dodici anni.

Educare alla libertà
II metodo educativo Montessori, applicato in centinaia di scuole in tutto il mondo, ha rivoluzionato nel profondo la pedagogia degli ultimi cent’anni, proponendo un’idea del bambino completamente diversa da quella fino allora accettata. Il fanciullo viene visto come un essere completo, dotato naturalmente di un’energia creativa e affettiva, e il principio fondamentale che deve improntare la sua educazione è quello della libertà, da cui naturalmente emergerà la disciplina. Questo volume comprende alcuni dei brani chiave del pensiero montessoriano che offrono ai genitori e agli educatori di oggi utili spunti di riflessione per crescere dei bambini liberi, autentici, spontanei, responsabili.

La mente del bambino. Mente assorbente
In questo libro Maria Montessori si inoltra nel mistero di quel periodo in cui si organizza la mente. Definisce i caratteri, i limiti e le insospettate possibilità della prima forma della mente del bambino, quella mente assorbente che tutto riceve e ritiene, ma che di alimento ha bisogno per il suo sviluppo così come di alimento materiale ha bisogno il corpo.

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L’importanza dell’ambiente nella pedagogia Montessori

L’ambiente riveste per la Montessori un ruolo fondamentale per lo sviluppo e la crescita dei bimbi; la scuola deve essere in grado di accogliere bambini di età diverse coinvolgendoli e stimolandoli nelle attività individuali e di gruppo, accrescendo in loro il senso di appartenenza a una collettività e nello stesso tempo dando loro piena libertà di movimento e di azione.

In altre parole, accogliendoli in un luogo caldo e rassicurante, aperto alle scelte e al lavoro di ciascun piccolo alunno.

Gli arredi devono essere pensati e studiati tenendo conto dell’età e della corporatura dei piccoli e costruiti all’insegna della leggerezza in modo che, proprio a causa della loro fragilità, rivelino un utilizzo sbagliato o mancanza di rispetto da parte di coloro che ne fanno regolarmente uso (per questo motivo, nelle scuole montessoriane gli scolari si servono di piatti di ceramica, bicchieri di vetro, soprammobili fragili: i bambini sono, in questo modo, invitati a coordinare i movimenti con esercizi quotidiani di autocontrollo, autocorrezione e prudenza).

Il mantenimento dell’ordine, della pulizia e della bellezza sono i compiti principali che i bimbi sono chiamati ad adempiere e ciò nella convinzione che solo un ambiente ordinato e organizzato è in grado di far emergere le virtù nascoste di chi lo frequenta e lo vive.

L’istinto e il bisogno fondamentali del bambino sono quelli di un adattamento attivo al mondo delle cose e delle persone, misurate e commisurate alle sue personalissime istanze.

Non v’è ambiente sociale, ha scritto Maria Montessori, nel quale non vi siano individui che abbiano esigenze e livelli diversi.

Per questo stesso fatto la scuola è un ambiente che deve accogliere bambini di età eterogenea e adatto al lavoro individuale o di piccolo gruppo.

Il suo parametro di misura è dunque la casa, con spazi articolati, irregolari, ricchi di ‘angoletti nascosti’, di ‘cantucci tranquilli’ dove lavorare, pensare, immaginare con i propri tempi e ritmi interiori.

Ma anche ambiente preparato nel senso della misura, con oggetti e arredi proporzionati all’età e al corpo dei bambini stessi, rivelatori dell’esattezza e dell’ordine, qualità che suggeriscono una disciplinata attività autonoma; ambiente accogliente e caldo, rassicurante e vissuto con un positivo senso di appartenenza.

L’ambiente scolastico diventa ambiente di vita nel quale i bambini sono impegnati gioiosamente al mantenimento dell’ordine, della pulizia, della bellezza. Queste attività, definite esercizi di vita pratica, hanno una funzione importante e significativa sia nella “Casa dei bambini” dove favoriscono il perfezionamento psico-fisico e la coordinazione dei movimenti, sia nella scuola elementare dove assume maggior rilievo la dimensione della autonomia responsabile e quindi della socialità.

La scelta metodologica montessoriana assegna all’insegnante e all’adulto anche da questo punto di vista una assunzione di responsabilità circa i rischi collegati all’uso di materiali ‘reali’.
Nella Scuola Elementare l’ambiente sarà razionalmente organizzato e articolato anche in vista della più attiva ricerca di relazione e di socialità che sono caratteristiche di questa età.

Esso dovrà favorire:

la sperimentazione e il lavoro individuale e di gruppo;

la lettura e la consultazione di testi con una essenziale biblioteca di classe;

la raccolta, lo studio e la valorizzazione di elementi forniti dalla natura come occasione per la ricerca e le uscite di osservazione;

l’apertura alla realtà extrascolastica e al territorio (la scuola entra nel mondo e il mondo entra nella scuola);

le attività manuali legate al “lavoro dell’umanità”, ma sempre collegate allo sviluppo della mente.

Il lavoro della mani” ha scritto Maria Montessori “deve sempre accompagnare il lavoro della mente in virtù di una unità funzionale della personalità”.

Come è noto, l’ambiente tipico di una scuola montessoriana si distingue per la presenza dei necessari ‘strumenti’ di lavoro psico-motorio e intellettivo dei bambini, strumenti definiti “materiali di sviluppo e di formazione interiore”.

Il bambino, come peraltro ogni essere vivente, è guidato dai suoi misteriosi impulsi vitali ad adattarsi all’ambiente, assorbendone i caratteri.

Laddove esso sia confuso, instabile, incompiuto, né utile né necessario, privo di attrattiva e di interesse e non direttamente utilizzabile per una personale sperimentazione di conoscenza, ebbene il bambino assimilerà questi caratteri negativi senza poter esercitare in modo chiaro, preciso e finalizzato i propri poteri psichici e mentali. In sostanza gli è impedita o resa difficile la stessa formazione del suo proprio carattere.

Per questo motivo di fondo, strettamente legato alla costruzione di una personalità attiva e disciplinata, l’ambiente educativo montessoriano è stato definito come maestro di vita e di cultura, come ambiente educatore.

Il lavoro organizzato è la dimensione pratica nella quale vivono e si realizzano i due presupposti scientifici che sostengono le ragioni e la necessità del metodo Montessori:

Il primo di essi riguarda il bambino, ossia la sua natura che gli ‘comanda’, attraverso spinte interiori, impulsi delicati e profondi, di realizzare il proprio sviluppo psichico.

È soltanto la natura che gli suggerisce che cosa fare, quando farlo e come farlo, e lo guida nella creazione dei propri ‘organi psichici’ (si pensi al movimento e al linguaggio) mettendogli a disposizione particolari e temporanee sensitività.

Queste presiedono alla preparazione e formazione di forze e poteri che non potranno essere positivamente acquisiti quando i corrispondenti periodi sensitivi abbiano cessato di agire in modo intenso e dominante.

Pertanto lo sviluppo psichico non avviene a caso né ha origine da stimoli esterni: certamente il bambino deve essere esposto all’ambiente alle cui spese si sviluppa; ma se l’ambiente è necessario affinché il bambino agisca e incarni se stesso, la propria creazione psichica e mentale è il risultato di una ‘volontà interna’, di un misterioso segreto vitale: “In questi rapporti sensitivi tra il bambino e l’ambiente, sta la chiave che può aprirci al fondo misterioso in cui l’embrione spirituale compie i miracoli della crescenza”.

Il secondo presupposto afferma che i bambini hanno una forma mentale propria e diversa dall’adulto: è la mente inconscia e assorbente, creatrice della natura dell’uomo e della sua cultura: movimento, linguaggio, pensiero, amore.

Ma il bambino non crea e assorbe a caso, ma attraverso una guida severa e ordinata.

Egli segue leggi costanti che creano normalmente i fatti dello sviluppo rispettandone i tempi di manifestazione ed esplosione.

Per il solo fatto di vivere il bambino impara o meglio assorbe e fa suo tutto ciò che l’ambiente offre alla sua attenzione trasformandolo in cultura e civiltà e assicurando così la continuità storica dell’umanità.

La scuola, a partire da questi fatti e fenomeni naturali, è perciò ‘coltivazione’ dell’umanità, aiuto alla sua espansione e formazione: “le menti in via di sviluppo hanno l’avidità di un corpo affamato”.

La cultura del bambino è, dunque, il risultato del suo libero lavoro nel corso di esperienze personali donde egli trae e assorbe gli elementi costitutivi, i quali si fissano nel suo spirito preparandosi a dare nuovi frutti.

La scuola nel suo insieme e le aule non sono confini limitanti, ma luoghi di storie e di esperienze, perché il bambino circolandovi liberamente scopre nuove possibilità di lavoro e di conoscenza.
Il bambino istintivamente si porta dove c’è opportunità di lavoro, di esperienza, di osservazione, di studio.

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Il ruolo dell’insegnante nella scuola Montessori

I bambini desiderano conoscere e sapere, domandano e ricercano, pensano e immaginano perché istintivamente sanno che i fenomeni e i fatti debbono essere spiegati e giustificati e che essi ‘vivono’ e esistono secondo determinate leggi e proprietà.

Ogni cosa è pensata in una visione più vasta della realtà.

Ma, ha scritto Maria Montessori, essi “hanno bisogno di ricevere risposte complete, che provocano il loro entusiasmo e suscitano il bisogno di nuove ricerche e di attività intensa”.

Gli insegnanti dovranno essere all’altezza di tale prorompente bisogno, “ampliando la loro vita psichica”, penetrando con le loro ricerche in campi inesplorati, aprendosi a più larghi orizzonti, impadronendosi di nuove conoscenze di cui forse non sospettano l’esistenza.
L’insegnante montessoriano opera con la fondata speranza che ogni individuo è chiamato dalla natura a realizzare la propria evoluzione psichica, secondo un disegno da essa preordinato, purché egli viva in un ambiente adatto alle forme del suo lavoro.

L’insegnante non giudica i risultati conseguiti dal bambino, ma le cause che ne impediscono o ritardano l’ascesa, provvedendo ad osservarle e capirle, e a modificare le circostanze che ostacolano il normale sviluppo.

Per questo motivo egli non ha un centro e una periferia nella classe ed è contemporaneamente assente e presente: è vicino al bambino che richiede la sua presenza, gli siede accanto con una piccola sedia, gli parla dolcemente e brevemente, senza sovrastare il bambino con il corpo e la parola adulti.

Aiuta senza interrompere e correggere, e questo aiuto è dato senza disturbare il lavoro e la concentrazione degli altri bambini.

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Il materiale Montessori

Il materiale Montessori è il capitolo centrale del metodo.

Il materiale è, per così dire, un eserciziario dello spirito, in quanto il bambino vi esercita la propria sensorialità ed intelligenza, liberamente attirato dalle segrete informazioni e dalle inesplorate soluzioni che esso racchiude.

Penetrando il materiale strutturato, i bambini si rendono conto di come operano, pensano, adottano ipotesi, congetture e soluzioni, di come classificano, risolvono problemi e modificano le proprie rappresentazioni mentali.

Poiché il loro lavoro è intimamente personale, essi sperimentano e conquistano il sentimento della propria autonomia e identità.

Maria Montessori, pur scusandosi di non aver saputo individuare un termine equivalente e meno ambiguo, ha sempre precisato che la normalizzazione non è una azione correttiva e emendativa dell’adulto.

Essa è il ‘ritorno’ spontaneo del bambino alla espressione e sperimentazione delle sue forze positive e costruttive: è dunque, un processo di auto-normalizzazione, di liberazione dei poteri sani da stati di coscienza e di comportamento che ne impediscono l’adattamento attivo.

La normalizzazione è la rinascita della normalità bio-psichica attraverso la quale il bambino riprende interesse, desiderio di lavoro, sforzo e soddisfazione nell’attività prescelta.

La libera scelta e il lavoro appropriato sono le ‘medicine miracolose’ che canalizzano lo spirito del bambino nella scoperta della sua più profonda natura: il fare e il saper fare, non imposti e giudicati dall’adulto, ma sperimentati nell’attività con le ‘cose’ in un ambiente sociale a sua volta non violento, non competitivo, né selettivo, né emarginante.

Questo aspetto dell’educazione montessoriana è stato sempre notato e riconosciuto come il tipico effetto di un intervento indiretto dell’ambiente che offre l’opportunità di ‘auto-riformare’ le proprie tendenze di fuga, di opposizione, di abbandono, di capriccio.

La guarigione del bambino è nelle sue stesse mani, proprio nel senso della mano che riprende ad esplorare, a fare, a pensare, a conoscere.

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Il curricolo nelle scuole Montessori

Il termine curricolo viene usato in questo progetto nel suo significato largo, come espressione operativa di un programma o di un corso di studio organizzato e sequenziato secondo particolari assunti psicologici che ne motivano sia i processi che i metodi.

Gli obiettivi non sono, nella metodologia montessoriana, qualcosa da cui partire o a cui giungere; essi sono modificazioni di conoscenze e comportamenti iscritti nel processo stesso del lavoro del bambino.

Pertanto il curricolo che si propone è  la scoperta e la descrizione della cultura infantile di cui la Montessori è stata la ricercatrice infaticabile, facendocene conoscere la nascita, lo sviluppo e i contenuti, e il modo in cui il bambino la incarna diventando individuo colto e competente.

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IL CURRICOLO DELLA SCUOLA D’INFANZIA

Vita pratica e socialità
La vita pratica e la cura dell’ambiente. La vita pratica e la cura della persona. La vita pratica nella relazione sociale. Motricità fine e controllo della mano. Esercizi di movimento determinanti il bisogno di coordinazione e controllo psicomotorio. I travasi. L’esercizio del silenzio. L’esercizio del filo.

Obiettivi: ordine mentale; verso l’autonomia e l’indipendenza; autodisciplina; rispetto di sé, degli altri, delle cose; unità di libertà e responsabilità; l’analisi dei movimenti.

Educazione sensoriale

Senso visivo: dimensioni, forme, colori. Senso uditivo: rumori e suoni. Senso tattile:  barico, termico, stereognostico. Sensi gustativo e olfattivo. La lezione dei tre tempi. Il training sensoriale: ulteriori sviluppi e raffinamenti. La memoria muscolare. Suono e movimento.

Obiettivi: verso l’astrazione; analisi; attenzione; concentrazione (capacità di distinzione, discriminazione, confronto, misura, classificazione, seriazione, generalizzazione, ecc.).

Il linguaggio.

Arricchimento e proprietà del linguaggio. Nomenclature classificate. Giochi linguistici per la scoperta della funzione logica, comunicativa e grammaticale del linguaggio. Preparazione diretta e indiretta alla scrittura. L’analisi dei suoni. L’esplosione della scrittura. Il perfezionamento: calligrafia, ortografia, composizione. L’esplosione della lettura: dalla parola alla frase. I comandi. La grammatica come preparazione alla lettura totale. Giochi grammaticali intuitivi: funzione, posizione, simbolo. Le scatole grammaticali; prima tavola per l’analisi logica (materiale fisso e mobile); tavole dei suffissi e dei prefissi. Il libro: la lettura, la conversazione, l’ascolto. L’arte di interpretare. Le parole delle immagini.

Obiettivi: padronanza fonemica del continuum fonico; padronanza grafemica del continuum grafico. Il linguaggio come denominazione e classificazione; la costruzione delle parole e le loro variazioni semantiche; analisi del linguaggio e analisi del pensiero; la funzione comunicativa: narrazione e auto-narrazione; il linguaggio e la vita simbolica; il bambino grammatico verso la metalinguistica.

La mente logico-matematica

La base sensoriale delle strutture d’ordine e le astrazioni materializzate. Primo piano della numerazione (cellula germinativa del sistema decimale). La struttura del sistema decimale: 2° piano. La simbolizzazione. Le quattro operazioni: approccio sensoriale e intuitivo. La memorizzazione.

Obiettivi: la scoperta del numero come unità e insieme; la padronanza simbolica delle quantità; le funzioni del contare: separare, aggiungere, dividere, distribuire, togliere, sottrarre, ripetere, ecc… Il lavoro della mente: successioni, gerarchie, seriazioni, relazioni, uguaglianze, differenze, ordinamento, ecc… Il linguaggio matematico e l’ordine delle cose.

Educazione cosmica

Il tempo dell’io e il tempo sociale: passato, presente, futuro. La misura del tempo cronologico. Il tempo biologico. Tempi e cicli della natura. Il tempo della civiltà: storia materiale (utensili, casa, trasporti, mezzi di protezione, ecc.). Lo spazio dell’io. Gli spazi sociali. Lo spazio bi e tridimensionale. Lo spazio rappresentato. Lo spazio misurato. Lo spazio del mondo: costituzione e forme (acqua, terra, continenti, penisole, isole, fiumi, montagne, vulcani, pianure, ecc.). La materia: forme e stati. Le forze della materia. Gli organismi viventi: funzioni e bisogni. Il cosmo nel giardino: lo stagno, l’orto, la fattoria (etologia e biologia animale, biologia vegetale). Il linguaggio scientifico della natura: nomenclature e classificazioni.

Obiettivi: primo avvio alla comprensione delle costanti cosmiche; approccio alla visione di interdipendenza ed ecosistema nei processi evolutivi umani e naturali; osservazione e sperimentazione tra favola (cosmica) e realtà; introduzione al vissuto dei viventi.

L’educazione musicale
Rumori e suoni nella natura e nella super-natura; riconoscimento, analisi, rappresentazione (altezza, timbro, durata, intensità, ecc). Il bambino costruttore di suoni e di oggetti sonori. Suoni, ritmi e movimento. Il suono e il gesto; suono e colore. I suoni organizzati: analisi e riproduzione: ninne nanne, filastrocche, cantilene, fiabe musicali e loro traduzione drammaturgica in piccolo gruppo. Il coro; l’inventa-canto; l’inventa-orchestra. Striscia storica degli strumenti musicali. Il silenzio e l’ascolto. Approccio ai generi musicali. Verso la scrittura e la lettura musicali.

Obiettivi: comprensione della natura e del fenomeno del suono; esplorazione dell’io sonoro; educazione sensoriale all’ascolto; la socialità del suono; creatività interpretativa e produttiva.

Educazione all’arte rappresentativa

Il contesto: educazione alle forme, alle dimensioni, ai colori. Composizione di colori e scale cromatiche. Educazione della mano, organo motore del segno. Dall’arte degli incastri alle decorazioni spontanee.Le carte colorate. Forme e colori nella storia; forme e colori nella natura. Il disegno spontaneo: gli aiuti indiretti. Il disegno spontaneo si ‘racconta’. L’espressione plastica: materiali e tecniche. La cartella personale ed evolutiva del lavoro pittorico del bambino. Il museo dei manufatti artistici.

Obiettivi: dal controllo della mano al controllo del segno; dalla composizione dei colori alla espressività del colore; il disegno decorativo ed ornamentale e la geometria delle forme; disegnare per raccontare e immaginare; la mano e la materia: le forme dei volumi.

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