Le meduse in vaso

Le meduse in vaso. Lavoretti per l’estate: un bel lavoretto estivo per bambini in età di scuola primaria che può essere declinato in tantissimi modi ed essere una decorazione per la cameretta, un modo per conservare le conchiglie raccolte sulla spiaggia, ed anche un gioco… Le meduse sono chemiluminescenti in natura, quindi si possono anche preparare vasi per esperimenti di luce.

Realizzare le meduse di pet è semplicissimo e dà grande soddisfazione; è sicuramente uno dei lavoretti per l’estate più semplice e versatile; trovi il tutorial qui: “Meduse di pet”.

meduse-di-pet

Nota: a seconda della grandezza del vaso scelto, la medusa può comportarsi in modi diversi. Se il vaso è piccolo può succedere che affondi o che si posizioni sempre “a testa in giù”. Se vi succede, inserite un palloncino nella testa e il problema è risolto. Se il vaso è molto alto, può succedere che la medusa galleggi invece troppo: basterà zavorrarla legandola a un sasso. Se dopo qualche settimana la medusa zavorrata dovesse affondare, ricorrete all’aggiunta del palloncino…

Medusa galleggiante per giocare

Il progetto più semplice è un vaso da gioco, che impegnerà il bambino a scuoterlo per vedere la sua medusa e gli altri elementi muoversi al suo interno.

Materiale occorrente:

– una medusa (controllare che sia abbastanza piccola da potersi muovere nel vaso anche posto in orizzontale)

– un vaso  con coperchio

– acqua, brillantini e decorazioni a piacere

– un piccolo palloncino (tipo “bomba d’acqua) o un guanto di lattice monouso

– eventualmente  colla a caldo per sigillare il coperchio.

Cosa fare:

gonfiate il palloncino e infilatelo nella testa della medusa:

mettete nel vaso gli elementi scelti e i brillantini. Quindi riempite di acqua fino all’orlo e appoggiate la medusa:

Chiudete bene col tappo (se volete sigillandolo con la colla a caldo) ed il vostro vaso è pronto.

Vaso decorativo di meduse e conchiglie

Questo progetto è “solo da guardare”. Fatto in famiglia può essere un bel modo per collezionare insieme alla medusa conchiglie e altri ricordini trovati in spiaggia.

Proposto come attività, ad esempio nel corso dei “Centri estivi” è anche un’idea economica e semplice per valorizzare le meduse e portarle a casa in una confezione scenografica e di grande effetto.

Cosa serve:

– due meduse

– acqua

– brillantini (se volete)

– due sassi più grandi e sassolini piccoli

– conchigliette

– filo trasparente

– un grande vaso di vetro con coperchio è la scelta più “elegante”, ma si può optare invece per quella più economica, soprattutto a scuola, utilizzando una bottiglia da bibite da 2l (e rinunciando al coperchio o ingegnandosi a costruirne uno, naturalmente)

Come si fa:

Tagliate il collo della bottiglia da due litri per ottenere il vaso che vi serve (altrimenti procuratevi un grande vaso di vetro):

Ora bisogna zavorrare le meduse; vi basterà legare il filo trasparente al sasso

e con l’ago infilare l’altro capo del filo e passarlo nella testa della medusa. Prendete la misura per ogni medusa usando come riferimento il vostro vaso, e possibilmente fate in modo che le due meduse possano trovarsi ad altezze diverse:

Mettete le due meduse zavorrate nel vaso (o nella bottiglia):

Aggiungete conchiglie e sassolini per creare un bel fondale e nascondere i sassi, e versate l’acqua ( se volete aggiungete i brillantini):

Il vostro vaso di meduse (bellissimo, ma molto difficile da fotografare, almeno per me), è pronto:


Vaso di meduse fluorescenti

Il modo più semplice di realizzare meduse fluorescenti, è quello di versare nella testa acqua colorata con colore fluorescente e mettere a ghiacciare:

Coi bambini più grandi, se pensate di utilizzare anche la “luce nera”, potete anche ghiacciare in una medusa il colore fluorescente (meglio il giallo) e nell’altra dell’acqua tonica.

Il vaso sarà molto bello anche alla luce naturale; man mano il ghiaccio si scioglierà colorando l’acqua…

Vaso di meduse fluorescenti sotto lampada a “luce nera”

Possiamo sbizzarrirci con tutti gli elementi che sappiamo diventare fluorescenti se illuminati con la lampadina BLB… Ad esempio possiamo riempire un ovetto di plastica con acqua tonica:

oppure con colla a caldo:

E, rimanendo in tema di vasi e meduse,  la medusa di pet può funzionare anche come “diavoletto di Cartesio”…

Jellyfish in pots. A nice summer craft for children of primary school age that may be declined in many ways and be a decoration for the bedroom, a way to preserve the shells collected on the beach, and even a game. Jellyfish are chemiluminescent in nature, so you can also prepare jars for experiments with light.

Make the PET jellyfish is simple and gives great satisfaction; It is definitely one of the easiest and versatile little jobs for the summer; you can find the tutorial here: “PET Jellyfish tutorial”.

Note: depending on the size of the jar chosen, the jellyfish can behave in different ways. If the jar is small it is possible that sink or that it is positioned always “upside down”. If there happens, insert a balloon in the head and the problem is solved. If the jar is very high, it is possible that the jellyfish floats too much: just ballast tying it to a pebble.

 Jellyfish in pots – Jellyfish floating for playing

The simplest project is a pot for playing, which will involve the child to shake it to see his jellyfish and other elements move inside.

Jellyfish in pots – What do you need?

– A jellyfish (check that it is small enough to be able to move in the jar also placed horizontally)
– A jar with lid
– Water, glitter and decorations to taste
– A small balloon (type “water bomb”) or a disposable latex glove
– Possibly hot glue to seal the lid.

Jellyfish in pots – What to do?

inflate the balloon and plug it into the head of the jellyfish:

put in the jar elements chosen and glitter. Then filled with water to the brim and place the jellyfish:

Tightly close with the lid (if you want to sealing it with hot glue) and your jar is ready.

Jellyfish in pots – Decorative jar of jellyfish and shells

This project is “just by watching.” Done in the family can be a great way to collect along with jellyfish shells and other souvenirs found on the beach.

If it is proposed as activity, for example in the course of the “Summer centers” is also an idea economic and simple to enhance the jellyfish and take them home in a package scenic and impressive.

Jellyfish in pots – What do you need?

– Two jellyfish
– water
– Glitter (if you want)
– Two stones larger and small pebbles
– little shells
– Transparent thread
– A large glass jar with lid or a plastic bottle 2l

Jellyfish in pots – What to do?

Cut the neck of the two-liter bottle to get the jar you need (otherwise get yourself a big glass jar):

Now you need ballast jellyfish;Just tie the transparent thread to the stone

and with the needle thread the other end of the thread and pull it into the head of the   jellyfish. Take the measurement for each jellyfish using as a reference your vessel, and possibly make sure that the two jellyfish may be at different heights:

Put the two jellyfish ballasted in the jar (or bottle):

Add shells and pebbles to create a beautiful backdrop and hide the stones, and pour the water (if you want to add the glitter):

Your jar of jellyfish (beautiful, but much difficult to photograph, at least for me), is ready:


Jellyfish in pots – Vaso di meduse fluorescenti

The easiest way to achieve fluorescent jellyfish, is to pour colored water in the head with fluorescent color and put to ice:

With older children, even if you plan to use the “black light”, you can even freeze in a jellyfish fluorescent color (preferably yellow) and in the other jellyfish tonic water.

the jar It will be very nice also to natural light; as the ice will melt by coloring the water:

Jellyfish in pots – Jar of fluorescent jellyfish under “black light” lamp

We can use all the elements that we know fluoresce when illuminated with light bulb BLB … For example we can fill a plastic egg with tonic water:

or hot glue:

And staying on the subject of jars and jellyfish, jellyfish pet can also function as “cartesian dive“.

 lightbox e ghiaccio fluorescente

Lightbox e ghiaccio fluorescente colorato: dopo aver giocato a preparare le bottigliette magiche con acqua tonica, colore fluorescente (ricavato da pennarelli evidenziatori),

bianco di vaselina, acqua e brillantini vari, mi era avanzato tutto questo miscuglio:

 che sotto la luce della lampada BLB appariva azzurrognolo:

E così ho pensato di posizionare la bacinella (con e senza coperchio) sulla lighbox accesa: l’illuminazione dal basso della lampada della lightbox

e la luce violetta diffusa da lontano dalla lampada BLB creava davvero un bell’effetto…

Siccome, come già detto, trovo l’uso della lampada “a luce nera”

non adatta ai bambini più piccoli, potete creare la stessa base scenografica (provato) posizionando sulla vostra light box accesa una bacinella contenente acqua colorata con acquarello azzurro, e magari con un’aggiunta di brillantini, perline, stelline, sassolini, ecc.. (poco per non togliere troppa luce alla lightbox).

Se la bacinella ha anche un coperchio trasparente è molto meglio: il bambino potrà lavorare con l’acqua, o su di una superficie illuminata asciutta…

… per preparare l’attività ho riempito di acqua colorata con il colore fluorescente giallo queste formine per ghiaccio (LIDL):

Con questo caldo l’attività dura pochissimo (il ghiaccio si scoglie molto velocemente), ma abbastanza per sperimentare e rinfrescarsi… poi si può continuare a giocare con l’acqua che rimane e altri materiali suggeriti dal momento, fino a stancarsi.


Se avete trovato l’idea interessante, le variabili che si possono inserire sono tantissime: si possono preparare i ghiaccioli in vari colori fluorescenti, innanzitutto, e in questo modo il bambino potrà sperimentare come sciogliendosi formano colori e toni nuovi… più o meno luminosi…

Lightbox and fluorescent ice: after playing to prepare the magical bottles with tonic water, fluorescent color (made from felt pens highlighters), white vaseline, water and various glitter, I was advanced this mixture:

that under the light of the BLB lamp appeared bluish:

And so I decided to place the tray (with and without lid) on Lighbox lit: lighting from below Lamp lightbox and the violet light diffused by far from the BLB lamp, created a truly nice effect …

Because, as I said, I find the use of the “black light” lamp is not suitable for younger children, you can create the same basis scenic placing on your light box lit a basin containing water colored with watercolor blue, and perhaps with an addition of glitter, beads, stars, pebbles, etc (little, it would take away too much light to lightbox).

If the tray also has a transparent cover is much better: the child will be able to work with the water, or on a dry illuminated surface.

To prepare the activity have filled with water colored with the color fluorescent yellow these molds for ice:

In this heat the activity lasts very little (the ice melts very quickly), but enough to experiment and cool off, then you can continue playing with the remaining water and other materials suggested from the moment, until you grow weary.

   

If you found the idea interesting, the variables that can be entered are many: you can prepare icicles in various fluorescent colors, first of all, and in this way the child will experience as melting form new colors and tones … more or less bright …

Bottigliette magiche fluorescenti

Bottigliette magiche fluorescenti. Queste bottigliette sono il prodotto finale di vari esperimenti che abbiamo fatto in una stanza illuminata con una lampada di Wood (o a “luce nera”),

miscelando vari liquidi e altri materiali tra loro per verificarne la fluorescenza.

foto di gruppo con illuminazione naturale
foto di gruppo su lightbox
foto di gruppo sotto “luce nera”

Abbiamo verificato che il colore fluorescente (ricavato dai pennarelli evidenziatori) diluito con acqua demineralizzata è molto fluorescente sotto la luce BLB (più di quando è concentrato):

e che l’acqua tonica diventa davvero fluorescente (bottiglia nuova, senza nessuna aggiunta); l’effetto è dato dalla presenza in questa bibita di chinino, e ci siamo divertiti a travasarla in vari contenitori trasparenti, per vedere le scie di liquido luminoso scorrere al loro interno:

abbiamo provato ad aggiungere colore ad acquarello (qui blu):

                           

e anche colore fluorescente e bianco di vaselina (l’acqua tonica si miscela al colore fluorescente, mentre il bianco di vaselina galleggia e non è fluorescente):

abbiamo utilizzato poi i vari liquidi ottenuti per travasarli in contenitori più piccoli, realizzando le nostre bottigliette magiche aggiungendo materiali decorativi e sonori. Per chiudere le bottigliette di succo di frutta abbiamo usato tappi di plastica sigillati con la colla a caldo (e così ci siamo accorti che la nostra colla è fluorescente!) e abbiamo decorato i tappi con ritagli di pannolenci e nastrini…

Ecco alcune delle nostre realizzazioni… fotografate con luce naturale e poi con “luce nera”.

 Vasetto con colore fluorescente e acqua demineralizzata:

Bottiglietta di plastica con bianco di vaselina, pezzetti di colla a caldo, stelline, perline e glitter argento (i pezzetti di colla a caldo brillano tantissimo e riescono ad illuminare anche il bianco di vaselina, altrimenti non fluorescente):

acqua tonica, bianco di vaselina, e brillantini colorati (i brillantini, scuotendo la bottiglia, tendono a stare nella vaselina e piano piano scendono verso l’acqua tonica. Siccome acqua tonica e vaselina non si miscelano, muovendo la bottiglia in orizzontale si crea un effetto di onde su “cielo stellato”). Inoltre sotto la luce nera si illumina soltanto l’acqua tonica:

Acqua demineralizzata, brillantini argento, pezzetti di colla a caldo (e colla a caldo sulle pareti esterne del vaso):

Acqua tonica, acquarello azzurro, brillantini argento, e conchigliette in una bottiglia di plastica (oltre al gioco di luce, si sente un bel suono di mare):

Bianco di vaselina, brillantini argento, colore fluorescente e sassolini:

 Acqua tonica, colore ad acquarello, brillantini e stelline:

Acqua tonica, colore ad acquarello blu, bianco di vaselina, brillantini:

Come vedete, anche se l’effetto dal vivo è decisamente più bello, la lampadina BLB crea un’atmosfera davvero irreale, ma non mi sento di consigliarne l’utilizzo coi bambini più piccoli, anche rispettando tutte le procedure di sicurezza…

Fluorescent magic bottles. These bottles are the end product of several experiments that we’ve done in a room lit with a “black light” lamp, mixing various liquids and other materials together to verify their fluorescence.

Fluorescent magic bottles: group shots with natural lighting

Fluorescent magic bottles: group shots on lightbox

Fluorescent magic bottles: group shots under “black light”

We have verified that the fluorescent color (derived from markers highlighters) diluted with demineralized water is very fluorescent under the light of BLB (more than when it is concentrated):

and that tonic water really becomes fluorescent,

and we enjoyed to pour it in different transparent containers, to see the wakes of bright liquid coursing within them:

We tried adding colored watercolor and also fluorescent color and white Vaseline (the tonic water is mixed with the fluorescent color, while the white Vaseline floats and does not fluoresce) :

                       

we then used the various liquids obtained to pour them into smaller containers, making our magical bottles adding decorative and sound materials.

To close the bottles of juice we used plastic caps sealed with hot glue (and so we realized that our glue is fluorescent!) and we decorated the caps with scraps of felt and ribbons …

Here are some of our works … photographed with natural light and then with “black light”.

Jar with fluorescent color and demineralized water:

Plastic bottle with white Vaseline, pieces of hot glue, stars, beads and silver glitter (the pieces of hot glue sparkle much and are able to also illuminate the white Vaseline, otherwise non-fluorescent):

tonic water, white vaseline, and colored glitter (glitter, shaking the bottle, tend to stay in the Vaseline and slowly descend to tonic water. Because tonic water and Vaseline do not mix, moving the bottle horizontally creating a effect of waves on “starry sky”). Also under the black light it illuminates only tonic water:

Demineralized water, silver glitter, pieces of hot melt adhesive (and hot glue on the outer walls of the vase):

Tonic water, watercolor blue, silver glitter, and little shells in a plastic bottle (in addition to the play of light, you hear a beautiful sound of the sea):

White vaseline, silver glitter, fluorescent color and pebbles:

Tonic water, colored watercolor, glitter and stars:

Tonic water, watercolor blue, white Vaseline, glitter:

As you can see, although the effect live is much nicer, BLB bulb creates an atmosphere truly unreal, but I would not recommend their use with young children, also in compliance with all security procedures …

La lampada a “luce nera” per giocare con la fluorescenza

La lampada a “luce nera” per giocare con la fluorescenza. Le lampade a luce nera di cui parliamo sono in realtà lampadine BLB (Black Light Blue); somigliano alle normali lampadine fluorescenti (quelle a risparmio energetico), ma una volta accese emettono una debole luce blu-viola e rendono fluorescenti abiti bianchi, denti e vari altri elementi.


Queste lampadine a luce nera vengono utilizzate nelle feste (soprattutto Halloween, naturalmente), in locali, concerti, discoteche, parchi di divertimento  per creare effetti di luce decorativi e artistici, ma anche per illuminare in modo particolare oggetti presenti nei musei, e nelle vetrine dei negozi.
Nel web imperversano meravigliose immagini di attività artistiche e scientifiche realizzate sotto luce BLB, come potete vedere scorrendo l’articolo…

http://playathomemom3.blogspot.it

Funzionano esattamente come le normali lampade a risparmio energetico:  generano luce elettrica all’interno di un tubo riempito con gas inerte e una piccola quantità di mercurio; quando eccitati, gli atomi di mercurio emettono energia sotto forma di fotoni di luce.I fotoni emessi sono in parte di luce visibile, ma in parte appartengono alla gamma ultravioletta (UV).
Come sappiamo la luce UV è completamente invisibile per l’occhio umano, per questo nelle lampade a risparmio energetico viene convertita in luce visibile grazie ad un rivestimento di fosforo intorno alla parte esterna del tubo.
In una normale lampada fluorescente a risparmio energetico, la luce emessa appartiene per la maggior parte alla gamma della luce  visibile: il rivestimento di fosforo le fa emettere una luce bianca che possiamo vedere, e una piccolissima parte di luce UV a onda lunga.

http://reggioinspired.ning.com

Le lampadine a luce nera per giocare con la fluorescenza sono a bassa potenza e si basano su questo stesso principio, ma invece del rivestimento di fosforo hanno un rivestimento scuro che blocca la maggior parte della luce visibile, e lascia passare poca  luce visibile blu-viola e più luce UV ad onda lunga.
La luce UV a onda lunga emessa dalla lampadina a “luce nera” reagisce con vari fosfori presenti nell’ambiente esterno,  esattamente come la luce UV all’interno di una lampada fluorescente a risparmio energetico reagisce con il rivestimento di fosforo.

http://www.growingajeweledrose.com

Esistono tantissimi elementi naturali che contengono fosfori: i denti e le unghie, ma anche l’urina (è un trucco usato per individuare dove il gatto di casa ha fatto pipì, ad esempio).Alimenti che contengono fosfori sono la banana e l’acqua tonica (per la presenza di chinino).
Altri elementi che contengono fosforo sono: gli stick per la colla a caldo bianchi, alcuni detersivi e sbiancanti, le pagine dei libri e la carta in genere (sempre perchè in genere sbiancata), alcuni tessuti e oggetti in plastica.
Molti capi di abbigliamento bianchi sotto la “luce nera” diventano fluorescenti: la maggior parte dei detersivi per bucato, infatti, contengono fosfori che servono a rendere i bianchi più luminosi alla luce del sole (la luce del sole contiene raggi UV), e insomma quello che recitava la pubblicità “più bianco del bianco” è vero :-)Tutti gli oggetti e i prodotti fluorescenti in commercio, primi fra tutti i pennerelli evidenziatori, contengono fosforo.

http://graham-and-parker.blogspot.it

Un po’ di storia e altre lampade a “luce nera”
La “lampada di Wood” (dal nome dello scienziato statunitense Robert Williams Wood) o “a luce nera” è una sorgente luminosa che emette radiazioni elettromagnetiche prevalentemente appartenenti alla gamma degli ultravioletti e, in misura trascurabile, al campo della luce visibile. La “lampada di Wood” è anche detta semplicemente “lampada UV”.

La lampada UV o lampada di Wood è largamente usata per le più svariate applicazioni. Esistono lampade UV  di diversa potenza e per diversi impieghi; nei laboratori, in campo medico e non solo, sono impiegate anche lampade di Wood a onda corta (che emettono raggi che coinvogono la gamma UVB e UVC), molto pericolose, e che richiedono complesse procedure di sicurezza: gli ultravioletti di tipo B e C sono in grado di modificare il DNA umano.

Lampade UVA di comune impiego sono quelle utilizzate per la ricostruzione delle unghie, per la sterilizzazione in campo medico, o le lampade abbronzanti.

Altre lampade di Wood che sfruttano la capacità di indurre effetti di fluorescenza, oltre alle lampadine BLB, sono quelle impiegate:

– nella lotta alla falsificazione di banconote e francobolli;

– in medicina legale per l’individuazione di macchie di liquidi organici non visibili a occhio nudo;

– in medicina, per evidenziare alcune infezioni da funghi e diverse altre malattie a carico della pelle;

– in paleografia, per identificare simboli o lettere su pergamene o papiri altrimenti illeggibili a occhio nudo;

– in merceologia alimentare,  per rilevare la infestazione da funghi di prodotti alimentari;

– nel restauro,  per individuare la presenza di vari colori, tra i quali il verderame che, attraverso la lampada, appare diverso dalle ridipinture;

– inoltre: per il rilevamento di alcuni batteri, per effettuare test di riparazione (ispezionare il vetro, trovare perdite da tubazioni), ecc…

stevespanglerscience.com

Sicurezza

Tornando alla nostra lampadina, le fonti consultate sostengono che le lunghezze d’onda UVA emesse sia dalla BLB, sia dalle normali lampade fluorescenti a risparmio energetico sono sostanzialmente innocue, ma come per tutte le sorgenti di luce (sia naturale, sia artificiale)  il pericolo non è del tutto zero, e soprattutto coi bambini poche semplici conoscenze portano a mettere in atto le giuste precauzioni.

http://www.growingajeweledrose.com

In rete (come potete vedere) si trovano tantissime proposte di meravigliose attività per i bambini con l’impiego di queste lampade, ma trovare le informazioni relative all’uso in sicurezza non è stato affatto facile: l’innocuità viene praticamente data per scontata.

Per contro si possono trovare anche fonti che richiamano l’attenzione su alcuni possibili rischi legati all’impiego scorretto di queste luci.

http://www.ourbestbites.com

Intanto sul foglietto allegato alla mia lampadina leggo: “Questa lampada è stata progettata per uso domestico. Quando accesa, la lampada emette attorno a sè radiazioni ultraviolette.  Durante la sua attività  il corpo della lampada diventa molto caldo. L’unità di illuminazione deve essere dotata di protezione antischeggia.

trainupachildlearnaswego.blogspot.it

Queste sono le informazioni di sicurezza relative alle lampade usate per “divertimenti fluorescenti” trovate:

– intanto i danni derivanti dall’esposizione scorretta ai raggi UV (sole o luci artificiali tutte) vanno dall’ustione della pelle a danni a lungo termine agli occhi, e questo vale soprattutto per i bambini che, secondo le associazioni dei medici oculisti, in estate dovrebbero sempre indossare occhiali da sole, e possibilmente con lenti molto larghe, per giocare all’aperto. Anche l’esposizione dei bambini alla luce artificiale nelle nostre case dovrebbe seguire alcuni accorgimenti:

– nel caso delle lampadine normali a risparmio energetico, ad esempio, le lampade da scrivania dovrebbero essere sempre del tipo “incapsulato” (quelle a forma di lampadina tradizionale e non quelle col tubo visibile) perchè emettono quantità di luce UV decisamente minore. Quelle del tipo “a tubo visibile” dovrebbero essere utilizzate solo da lontano (lampadario): utilizzarle sulla scrivania o per fare qualsiasi tipo di lavoro da “vicino” comporta un’esposizione pari al trovarsi all’aperto durante una giornata di sole estiva, mentre posizionate lontano non comportano nessun pericolo. Quindi anche per illuminare le lightbox sarebbe bene utilizzare lampade del primo tipo. Sarebbe poi sempre bene limitare l’esposizione a monitor di computer e schermi tv.

http://elementaryartfun.blogspot.it

–  nel caso di utilizzo di lampade BLB:

1.  evitarne un uso continuo e posizionare la lampada sempre ad una distanza di almeno 40 cm dalle persone;

2. schermare sempre la lampada, sia perchè va evitato (sempre!) di guardare direttamente la lampada accesa, sia perchè l’effetto ottico ne risulta anche migliorato insieme alla sicurezza. Vedrete che basta davvero pochissima intensità di luce per creare le fluorescenze, basta che la stanza sia molto buia;

3. la lampada va schermata o comunque mai tenuta a portata di bambino anche perchè diventa veramente molto calda. L’ipotesi che si rompa con piccola esplosione pare sia possibile:  tenere la lampada lontana, protetta da un paralume adeguato, o schermata, è una buona pratica;

4. per illuminare soltanto un’area della casa in modo diffuso (la vasca da bagno, piuttosto che una parete o il tavolo dove si vuole giocare con la fluorescenza) posizionate la lampada il più lontano possibile e mai in modo tale che punti direttamente sulle persone (può essere semplicemente puntata verso l’alto o verso un punto della parete che non può investire il bambino direttamente) e anche per le festine effetto discoteca a tema “glow in the dark” non servirà una grande potenza, ma piuttosto che la stanza sia molto buia;

5. ripeto, non guardare mai direttamente la lampadina, e se desiderate utilizzarla in casa per creare qualche effetto artistico o scenografico particolare, puntatela sempre sulla decorazione e in modo che non cada direttamente sulle persone (alcune fonti precisano che è meglio sotto il livello della vita o dietro alle persone)

6. Un insegnante e un allievo che lavorano in una stanza buia per 2 ore sotto una luce BLB posizionata a 1 metro e mezzo di distanza, ricevono una dose di radiazioni ultraviolette pari a circa 48 secondi di sole estivo.

6. considerate, soprattutto per i bambini, l’uso di occhiali da sole con  un buon filtro UVA, anche 100%. Non sono affatto costosi ed esistono modelli con elastici che li rendono davvero comodi.  E’ un buon modo per familiarizzare con questo accessorio, per sentirsi ancora più “scienziati” e per imparare ad usarli sempre all’aperto, nelle giornate estive.

http://twobigtwolittle.blogspot.it/

Conclusioni

Si tratta sicuramente di esperienze entusiasmanti per i bambini, nelle quali possono esercitare tutte le proprie capacità immaginative, provare stupore e meraviglia, sviluppare il senso per la ricerca di quanta bellezza a volte non è percepita attraverso i sensi comuni, indagare scientificamente fenomeni, mettere in atto strategie decisionali, vedere oggetti comuni trasformati in oggetti del tutto diversi, ecc…I bambini più grandi, poi, possono realizzare video e raccolte fotografiche strabilianti, scoprendo varie proprietà della luce ed utilizzandole per raccontare se stessi ed esprimere i propri sentimenti.

Per contro non si tratta di materiali “naturali” e anche se ormai di uso comune (dalle discoteche alle feste, ecc…)  e molto presenti nel web, bisogna sicuramente tenere in considerazioni anche le voci che richiamano ad un uso consapevole, misurato e responsabile di questo genere di offerte, anche se esistono fonti che ne proclamano l’assoluta innocuità.Siamo in estate, e vale anche per il “naturale”: a quanti bambini vedete indossare occhialini da sole o cappelli con visiera anti UV?


Dove si trovano 
Le lampadine BLB si possono trovare abbastanza facilmente nei negozi di hobbistica, di articoli per la pesca, e soprattutto nei negozi specializzati in feste e musica. Nel web sono offerte da vari siti, oltre che su ebay. Costano circa 10 euro.


Galleria di scatti “venuti male”























Per approfondire:
http://www.sciencekidsathome.com/science_topics/sunlight_a.html

http://science.howstuffworks.com/innovation/everyday-innovations/black-light.htm

http://www.tsbvi.edu/seehear/fall99/ultraviolet.htm

http://www.houseofonika.com/2008_10_01_archive.html

http://www.funsci.com/fun3_it/sini/eo/o11-fluor.pdf

http://www.cclvi.org/contributions/effects1.htm

http://www.portaleagentifisici.it/fo_ro_artificiali_index.php

http://www.usa.lighting.philips.com/pwc_li/us_en/connect/tools_literature/downloads/s06-93006.pdf

http://notturni.zenfolio.com/articolo–il-cielo-in-una-stanza

The “black light” lamp to play with the fluorescence. The black light lamps of which we speak are actually bulbs BLB (Black Light Blue); resemble normal fluorescent bulbs (energy-saving ones), but once lit emit a faint blue-violet light and make fluorescent white clothes, teeth and various other items.

These black light bulbs are used in parties (especially Halloween, of course), nightclubs, concerts, discos, amusement parks, to create decorative and artistic lighting effects, but also to illuminate in a particular way  objects in museums, and in shop windows. Web raging wonderful images of artistic and scientific activities  made under BLB light, as you can see by scrolling through the post …

They work exactly like normal energy saving lamps: generate electricity inside a tube filled with inert gas and a small amount of mercury; when excited, the mercury atoms emit energy in the form of photons of light. The emitted photons are in part visible light, but partly belong to the ultraviolet range (UV). As we know the UV light is completely invisible to the human eye, for this in the energy saving lamps it is converted into visible light through a phosphor coating around the outside of the tube. In a normal fluorescent lamp energy saving, the light emitted belongs for the most part to the range of visible light: the phosphor coating makes them emit a white light that we can see, and a very small part of UV light at long wavelengths.

The black light bulbs to play with the fluorescence are low-power and based on this same principle, but instead of the phosphor coating have a dark coating that blocks most visible light, and let little visible light blue-purple and more long-wave UV light. The long wave UV light emitted from the black light bulb reacts with various phosphors present in the external environment, exactly as the UV light inside a fluorescent lamp energy saving reacts with the phosphor coating.

There are many natural elements that contain phosphors: teeth and nails, but also urine (a trick used to identify where the house cat has urinated, for example). Food containing phosphors are the banana and tonic water (for the presence of quinine). Other items that contain phosphorus are: sticks for hot glue white, some detergents and bleaches, the pages of books and paper in general (again because usually bleached), some tissues and plastic objects. Many clothing whites under the “black light” become fluorescent: most laundry detergents, in fact, contain phosphors that serve to make the whites brighter in sunlight (sunlight contains UV).
All objects and fluorescent products on the market, first of all the markers highlighters, contain phosphorus.

The “black light” lamp to play with the fluorescence

A bit of history and other “black light” lamps.

The “Wood lamp” (from the name of US scientist Robert Williams Wood) or “black light” is a light source that emits electromagnetic radiation almost belonging to the ultraviolet range and, to a negligible extent, to range of visible light. The “Wood lamp” is also referred to simply as “UV lamp”.

The UV lamp or Wood lamp is widely used for the most varied applications. There are UV lamps of different power and for different uses; in laboratories, in the medical field and not only, they are also used Wood lamps shortwave (emitting rays involving the range UVB and UVC), much dangerous,   and that require complex security procedures: ultraviolet type B and C are able to modify the human DNA.

UVA lamps commonly used are those used for the reconstruction of the nails, for the sterilization in the medical field, or the tanning lamps.

Other Wood lamps that exploit the ability to induce fluorescence effects, in addition to the BLB bulbs, are those used:

– In the fight against counterfeiting of banknotes and stamps;

– In forensic medicine for the detection of spots of organic liquids that are not visible to the naked eye;

– In medicine, to highlight some fungal infections and many other diseases of the skin;

– In paleography, to identify symbols or letters on parchment or papyrus otherwise illegible to the naked eye;

– In the food product sector, to detect the infestation by fungi of food products;

– In the restoration, to detect the presence of various colors, such as verdigris that, through the lamp, it looks different from repainting;

– Also for the detection of certain bacteria, to carry out repair test (inspect the glass, find leaks in pipes), etc …

The “black light” lamp to play with the fluorescence

Security

Returning to our bulb, the sources consulted say the wavelength UVA issued either by the BLB, both from normal energy-saving fluorescent lamps are basically harmless, but as with all light sources (both natural and artificial), the danger is not completely zero, and especially with kids a few simple knowledge lead to put in place the right precautions.

On the web (as you can see) are many proposals of wonderful activities for children with the use of these lamps, but finding information about the safe use was not at all easy: the safety is virtually taken for granted.

By contrast you can also find sources that draw your attention to some possible risks linked to the use improper of these lights.

First, on the enclosed leaflet to my bulb I read: “This lamp is designed for domestic use. When lit, the lamp emits ultraviolet radiation around itself. During his activity the lamp body becomes very hot. The lighting unit must be cover with shatter protection.

This is the information security relating to lamps used for “fluorescent entertainment ” found:

– Damage resulting from exposure incorrect to UV rays (sunlight or artificial light all) go from the skin burns to long-term damage in the eyes, and this is especially true for children who, according to the associations of ophthalmologists, in the summer should always wear sunglasses, and possibly with much large lenses, to play outdoors. Even children’s exposure to artificial light in our homes should follow some precautions:

– In the case of normal energy-saving light bulbs, for example, desk lamps should always be of the type “encapsulated” (those to the form of standard bulb and not those with the tube visible) because they emit amount of UV light much lower. Those of the type “tube visible” should only be used from a distance (chandeliers): use them on your desk or to make any kind of work by “near” entails exposure equal to be outdoors during a sunny day summer   while positioned far pose no danger. So also to illuminate the lightbox it would be good to use lamps of the first type. It would then always good to limit exposure to computer monitors and TV screens.

– In the case of use of BLB lamps:

1. avoid continuous use and always place the lamp at a distance of at least 40 cm from all persons;

2. always shield the lamp, and because it should be avoided (always!) to look directly at the lighted lamp, and because the optical effect resulting also improved along with safety. You will see that just really very little intensity of light to create the fluorescence, It serves only that the room is very dark;

3. The lamp goes screen or otherwise never held at child height also because it gets really hot. The hypothesis that breaks with small explosion seems possible: hold the lamp distant, protected by an appropriate lampshade or screen, it is a good practice;

4. to illuminate only an area of the house diffusely (the bathtub, rather than a wall or table where you want to play with the fluorescence) place the lamp as far as possible and never in such a way that points directly on the people (may be simply pointing upward or to a point on the wall that can not invest the child directly) and also for parties effect disco themed “glow in the dark” does not need a great power, but rather that the room is very dark;

5. I repeat, do not look directly into the light bulb, and if you want to use it at home to create some artistic or dramatic special effect, direct it more on decorating and so it does not fall directly on the people (some sources state that it is better under the waist level or behind people)

6. A teacher and a student that work in a dark room for two hours under a light BLB positioned at 1 meter and a half away, they receive a dose of ultraviolet radiation equal to about 48 seconds of summer sun.

7. consider, especially for children, the use of sunglasses with good UV filter, even 100%. They are not at all expensive, and there are models with elastic bands that make them really comfortable. It is a good way to familiarize with this accessory, to feel even more “scientists” and to learn to use them always outdoor, in the summer days.

The “black light” lamp to play with the fluorescence 

Conclusions

They are definitely exciting experiences for children, where they can exercise all their imaginative abilities, feel amazement and wonder, develop a sense for finding how much beauty is sometimes not perceived through the senses common, investigate scientific phenomena, implement strategic direction, see everyday objects transformed into objects completely different, etc … The older children, then, can make videos and photo collections astonishing, revealing various properties of light and using them to tell themselves and express their feelings.

On the other hand it is not “natural” materials and although now in common use (from discotheques to parties, etc …) and much present on the web, you need to definitely take into consideration the voices that call for a conscious use, measured and responsible for this kind of offers, although there are sources that claim to be completely safe. We are in the summer, and also applies to the “natural”: how many children wear sunglasses or hats with visor UV protection?

The “black light” lamp to play with the fluorescence 

Where can they find?

BLB bulbs can be found quite easily in hobby shops, shops for fishing, and especially in specialty stores in parties and music. On the web are offered by various sites, as well as on ebay. It costs about $ 10.

The “black light” lamp to play with the fluorescence 

Gallery of shots “come wrong”

The “black light” lamp to play with the fluorescence

Other links

http://www.sciencekidsathome.com/science_topics/sunlight_a.html

http://science.howstuffworks.com/innovation/everyday-innovations/black-light.htm

http://www.tsbvi.edu/seehear/fall99/ultraviolet.htm

http://www.houseofonika.com/2008_10_01_archive.html

http://www.cclvi.org/contributions/effects1.htm

http://www.usa.lighting.philips.com/pwc_li/us_en/connect/tools_literature/downloads/s06-93006.pdf

Metodo Montessori: schede delle nomenclature per le difficoltà ortografiche – CHI

Nomenclature Montessori per le difficoltà ortografiche: parole con CHI. Come già detto per le schede delle nomenclature per parole di tre lettere

 e per le schede delle nomeclature per parole di quattro lettere,

 una volta che il bambino ha fatto molti esercizi di composizione di parole per dettatura con l’alfabeto mobile, è pronto per gli esercizi di autodettatura, cioè per comporre autonomamente parole che egli stesso ha pensato, senza averle sentite dalla voce di altri. 

Esistono molte possibilità per favorire questo genere di esercizio, una può essere quella di preparare delle schede illustrate, che possono anche fornire un aiuto all’arricchimento del lessico.

Classicamente le schede delle nomenclature, a questo secondo scopo, sono organizzate per aree tematiche (animali domestici, casa, abbigliamento, mezzi di trasporto, ecc…).

Qui propongo una classificazione diversa, in funzione dell’apprendimento delle varie difficoltà ortografiche presenti nella nostra lingua: dopo le consonanti doppie,

passiamo al suono CHI.

Questa è una selezione di parole italiane che presentano appunto il suono “chi”, con diversi gradi di difficoltà; non tutte si prestano ad essere illustrate e le parole presenti nelle schede delle nomenclature sono in grassetto:

Parole di 5 lettere: buchi, cachi, chilo, chimo, china, duchi, pochi.

Parole di 6 lettere: banchi, chiave, chiesa, chiodo, chioma, chiosa, chissà, chiuso, occhio, schiva, fuochi, cuochi, giochi.

Parole di 7 lettere: borchia, cerchio, chiasso, chiatta, chiazza, chicchi, chiglia, chimera, chimica, chinare, chinato, chiosco, cocchio, fachiro, foschia, macchia, maschio, mischie, mucchio, muschio, nicchie, pacchia, picchio, racchia, schiavo, schiena, schiera, schiuma, schiuso, secchio, teschio, tirchio, tronchi, vecchio, vischio.

Parole di 8 lettere: achillea, alchimia, anarchia, arachide, becchime, becchino, bocchino, boschivo, branchia, cecchino, chiamare, chiamato, chiarire, chiarito, chiarore, chiedere, chinotto, chioccia, chiostro, chirurgo, chitarra, chiudere, chiunque, chiusero, chiusino, chiusino, chiusura, colchico, crocchio, facchino, gerarchi, giochini, granchio, macchine, maschile, meschino, monarchi, moschino, occhiaia, occhiali, occhiata, orchidea, orecchio, panchina, psichico, schiappa, schietto, schifare, schifare, schifoso, schioppo, schivare, schivato, spicchio, specchio, spocchia, tacchino, turchino, vichingo, zecchino, zucchine.

Parole di 9 lettere: anarchico, antichità, bacchiare, batocchio, bicchiere, birichino, bronchite, brulichio, capocchia, cavicchio, cerchiare, cerchiato, cerchione, chiarezza, chiarirsi, chiassoso, chiavetta, chiazzato, chicchera, chiedendo, chiedersi, chiesetta, chimerico, chirurgia, cicerchia, cocchiere, conocchia, coperchio, cotechino, cucchiaio, dischiuso, eschimese, finocchio, fischiare, fuochista, gerarchia, ginocchia, ginocchio, inchiesta, inchinato, luccichio, malocchio, manichino, marchiare, marchiato, microchip, mischiare, mischiato, monarchia, muschiato, nocchiero, occhiello, occhietto, orecchini, ossibuchi, pacchiano, parecchio, pechinese, picchiare, picchiato, pidocchio, Pinocchio, pistacchi, racchiuso, rachitico, radicchio, ranocchio, raschiare, raschiato, rinchiuso, rischiare, rischioso, sarchiare, sarchiato, schiarire, schiavitù, schienale, schierare, schierato, schifezza,  schiodare, schiodato, schiudere, schiumare, schiumoso, schizzare, schizzato, secchiata, secchiona, socchiuso, stecchini, stecchire, stecchito, succhiare, succhiato, tarchiato, torchiare, torchiato, vecchiaia, vecchiume, vischioso.

Parole di 10 lettere: adocchiare, adocchiato, alchimista, archibugio, architetto, architrave, archiviare, archiviato, archivista, Arlecchino, arricchire, arricchito, attecchire, attecchito, autarchia, autarchico, baracchino, catechismo, cerchietto, chilometro, chiocciola, conchiglia, cornacchia, crocicchio, cucchiaino, dichiarare, dichiarato, fischiando, formichina, franchigia, giradischi, gracchiare, inchiodare, lenticchie, macchiette, macchinoso, marmocchio, occhialuto, occhiatina, occhiolino, pachiderma, pannocchia, parrocchia, pennacchio, pernacchia, picchiando, richiamare, richiamato, richiedere, richiudere, rischiando, schiantato, schiarirsi, schioccare, schiudersi, secchiello, semichiuso, sgranchire, smacchiare, smacchiato, specchiato, specchiera, spocchioso, stracchino, succhiotto, tabacchino, vecchietto, vacchiezza, vecchiotto.

Parole di 11 lettere: accerchiare, accerchiato, acchiappare, acchiappato, accipicchia, ammucchiare, ammucchiato, bacchiatura, baldacchino, bianchiccio, bicchierino, birichinata, bofonchiare, catapecchia, chiacchiera, chiaramente, chiarimento, chiaroscuro, chiazzatura, chicchessia, chiesastico, chilogrammo, chitarrista, formichiere, ginocchiere, imbianchino, invecchiare, invecchiato, invischiare, invischiato, macchiaiolo, macchinario, macchinista, macchiolina, maschilismo, nevischiare, orecchiette, parchimetro, parrucchino, pastrocchio, pidocchioso, portachiavi, portapacchi, racchiudere, racchiusero, ridacchiare, rischiarato, schiacciare, schifiltoso, schiumogeno, schizzinoso, semicerchio, sfacchinare, sgranchirsi, socchiudere, specchietto, tabacchiera, torchiatura, vecchiaccio, vischiosità

Parole di 12 lettere: antichissimo, architettura, bagnoschiuma, bistecchiera, cannocchiale, canticchiare, chiavistello, cincischiare, dormicchiare, fattucchiera, fischiettare, furbacchiona, guardaboschi, impratichire, marchingegno, mattacchiona, montacarichi, mordicchiare, mordicchiato, nevischiando, occhiataccia, orsacchiotto,  paraorecchie, parrucchiera, picchiatello, picchiettato, rannicchiato, rispecchiare, rispecchiato, schiamazzare, schiarimento, schieramento, schizofrenia, scoperchiare, scoperchiato, scribacchina, scricchiolio, smacchiatore, sonnacchioso, sonnecchiare, spidocchiare, tagliaboschi, vecchierello, vivacchiando

Parole di 13 lettere: acchiappacani, apparecchiare, apparecchiato, bruciacchiare, bruciacchiato, canticchiando, chiacchierare, chiacchierina, chiacchierona, chincaglieria, dormicchiando, infinocchiato, leggiucchiare, mangiucchiare, riacchiappare, rimorchiatore, sbaciucchiare, schiaccianoci, schifosaggine, volpacchiotto

Parole di 14 lettere: accerchiamento, ammonticchiare, ammonticchiato, chiaroveggente, chiaroveggenza, orecchiabilità, scarabocchiare, scarabocchiato, schiacciasassi, schiaffeggiare, schiaffeggiato, sottobicchiere.

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E queste sono le schede a colori, pronte per il download e la stampa per gli abbonati:

Il materiale comprende:

Carte mute (solo immagini)
Cartellini in stampato minuscolo
Cartellini in corsivo
Nomenclature in stampato minuscolo
Nomenclature in corsivo

Carte mute (solo immagini)

Cartellini in stampato minuscolo

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Cartellini in corsivo

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Nomenclature in stampato minuscolo

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Nomenclature in corsivo

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Qui alcuni dettati ortografici:

Acquarello steineriano: La leggenda del lago di Carezza

Acquarello steineriano: il racconto della leggenda del Lago di Carezza e i tutorial per fare delle esperienze di pittura ad acquarello su foglio bagnato coi bambini, elaborate prendendo libera ispirazione dalla tecnica usata nelle scuole steineriane (o Waldorf)…

La leggenda può essere raccontata in terza classe, quando si parla degli ambienti naturali (montagna, collina, pianura, laghi, fiumi, ecc…) o in quinta parlando del Trentino Alto Adige; per questo ho inserito progetti più complessi per i più grandi, e più semplici per i piccoli…

(Per avere maggiori informazioni sulla tecnica, la preparazione dell’ambiente e dei materiali, ecc…puoi leggere qui)

La leggenda del lago di Carezza

Il lago di Carezza è anche detto “Lago dell’Arcobaleno”. Infatti nelle sue acque si vedono riflessi iridescenti, con tutti i colori dell’arcobaleno.

La leggenda racconta che molti e moli anni or sono nel Lago di Carezza viveva una bellissina ondina. Sovente saliva a fior d’acqua, si sedeva sulla sponda e cantava dolcemente. Ma se udiva avvicinarsi qualcuno, si rituffava immediatamente  nelle onde.

Presso il lago c’è un grande bosco, che giunge fino in vetta al monte Latemar. Nella foresta abitava uno stregone. Egli un giorno vide la bellissima ondina e ne ne invaghì.

Andò sulla sponda del lago e la chiamò, chiedendole di mostrarsi e dicendole che ne avrebbe fatto la sua sposa.  Ma l’ondina non gli diede ascolto e rimase in fondo al lago.

Allora lo stregone ricorse all’astuzia: si trasformò in una lontra, si acquattò tra le pietre, vicino alla riva, e attese che l’ondina uscisse dall’acqua e si mettesse a cantare al sole.

Gli uccellini del bosco solevano radunarsi sugli alberi vicino alla riva per ascoltare il canto dell’ondina e imparare da lei le più dolci modulazioni. Quando videro la perfida lontra avvicinarsi a tradimento, si misero a svolazzare di qua e di là inquieti, con brevi gridi di angoscia. E l’ondina, che stava appunto affiorando, comprese che un pericolo la minacciava e tornò in fondo al lago.

Furibondo lo stregone andò sul monte Vajolon a consultare una vecchia strega che abitava lassù in una caverna. La vecchia si fece beffe di lui, ridendo del fatto che lui, mago potente, si era fatto canzonare dal una piccola ondina.

Poi gli  disse: “Ascolta, l’ondina non ha mai visto un arcobaleno… fabbricane uno bellissimo, che col suo arco vada dalla vetta del Latemar al lago. L’ondina certo verrà fuori ad ammirarlo. Tu intanto trasformati in un vecchio mercante e avvicinati alla riva come se nulla fosse. Poi tocca l’arcobaleno dicendo: <<Oh, questo è il tessuto con cui si fanno il vestito le figlie dell’aria!>>. Certo l’ondina incuriosita, verrà a parlare con te. Tu allora invitala a casa tua a vedere le vesti delle figlie dell’aria e gli altri tesori. Ti seguirà senza dubbio…”.

Lo stregone, entusiasta del consiglio della vecchia maga, fabbricò l’arcobaleno, e l’ondina salì a fior d’acqua per ammirarne l’iridescente splendore. Ma era furba, e anche sotto il travestimento da mercante riconobbe l’odiato stregone: con un fulmineo guizzo si rituffò nell’acqua.

Il mago fu invaso da un terribile furore: afferrò l’arcobaleno, lo schiantò con selvaggia violenza e lo buttò nel lago. Poi fuggì nella foresta imprecando.

Tutorial: Il mago cattivo e l’ondina – per i più grandi

Colori usati: giallo limone, blu oltremare, blu di Prussia, rosso carminio, rosso vermiglio

Iniziamo facendo una piccola macchia gialla sul foglio (la luce dell’ondina) ed intorno giochiamo col blu oltremare con movimenti acquosi che avvolgono l’ondina dolcemente, fino a formare il lago:

Tutto intorno al lago illuminiamo il foglio con il giallo limone, che brilla come la luce dei diamanti (il mondo minerale):

Portiamo nel mondo minerale acqua (blu di Prussia) e creiamo il mondo vegetale, assecondando il movimento del giallo(la foresta):

e per creare le montagne rinforziamo l’elemento minerale (ancora blu di prussia), in alto:

Le montagne sono forti e maestose, aggiungiamo questa forza (rosso carminio):

Individuiamo tra il verde della foresta le macchiette di verde più scuro e doniamo ad ogni albero il suo tronco:

quindi con altro blu di Prussia ed altro giallo limone giochiamo a definire gli alberi più grandi della foresta:

Nella foresta si nasconde il mago cattivo, inseriamo la luce rossa della sua presenza:

Con del giallo limone facciamo cantare l’ondina, in modo che la sua luce si propaghi un po’ intorno a lei a semicerchi di luce:

Se i bambini se la sentono, si possono definire le due figure all’interno della loro luce utilizzando un pennellino più sottile:

Il mago cattivo e l’ondina – per i più piccoli

Colori utilizzati: giallo limone, blu oltremare, blu di Prussia, rosso vermiglio.

Creiamo sul foglio una bella luce gialla accogliente, che lascia vicino al suo cuore lo spazio per l’amico che deve arrivare:

L’amico atteso è la luce dell’acqua del lago (blu oltremare), ma anche questa luce lascia vicino al suo cuore lo spazio per una terza amica:

Mentre aspettiamo questa amica del giallo e del blu, un’altra luce entra a disturbare l’armonia: la luce rossa del mago cattivo…

Ed ecco che la bella luce dell’ondina si tuffa nel blu:

Il lago è felice e si espande sempre più, facendo nascere attorno a sé tanto verde (blu di Prussia molto diluito sul giallo limone), formando foreste e montagne:

L’esperienza di può concludere così oppure, se i bambini se la sentono, possono definire meglio le figure dell’ondina e del mago all’interno delle loro luci, con un pennellino più piccolo:

Il mago stende l’arcobaleno tra il monte e il lago – Per i più piccoli

Colori utilizzati: giallo limone, giallo oro, blu oltremare, blu di Prussia, rosso vermiglio, rosso carminio.

Cominciamo col blu oltremare, creando in basso il lago, quindi facciamo scendere partendo dall’alto una bella luce gialla che va ad accarezzarlo:

Creiamo la montagna verde col blu di Prussia sul giallo limone, aspettando l’arcobaleno. Per l’arcobaleno usare intorno alla montagna:

– rosso vermiglio

– giallo oro  su parte del rosso(arancione)

– giallo limone

– blu di Prussia su parte del giallo (verde)

– blu oltremare

– rosso carminio sul blu oltremare (viola)

L’arcobaleno rimane per sempre nel lago con l’ondina – Per i più piccoli

Colori utilizzati: giallo limone, giallo oro, blu oltremare, blu di Prussia, rosso vermiglio, rosso carminio.

Una bella luce gialla accogliente sulla parte più esterna del foglio guarda l’ondina, che sta al centro:

Tutte le luci dell’arcobaleno, una alla volta, la abbracciano. Prima il rosso proprio attorno a lei, poi tutte le altre, fino a riempire tutto il lago:

Infine la luce dell’acqua del lago crea montagne e foreste intorno – pittura (quasi) asciutta:

https://shop.lapappadolce.net/prodotto/acquarello-steineriano-esercizi-di-colore-ebook/

L’arte della merenda… 101 buone idee

Laboratorio di cucina per bambini: una collezione di spuntini artistici a base frutta e verdure, tramezzini e merende salate, vassoietti divertenti, e anche qualcosa di più trasgressivo…

Molti progetti hanno lo scopo di rendere più gradevole la frutta e la verdura, quasi tutti sono un’ottima fonte di ispirazione per realizzare un laboratorio di cucina artistica coi bambini, e per organizzare feste speciali. Consiglio di seguire i link: spesso arriverete ad interi blog e siti interamente dedicati al tema…

1

1. se vi sentite davvero artisti, oppure volete coinvolgere i vostri bambini in un’attività di trasformazione da frutto ad animale, a partire dalla forma del frutto, questo è ad esempio un bassotto – banana, qui http://www.artglass-pottery.com/. Si tratta di oggetti realizzati in resina; se volete traslare l’idea su frutta vera, qui molti altri modelli: http://www.artglass-pottery.com

2

2. http://www.violetskiesstudio.com/search/label/food

3

3. di http://www.culinarytribune.com/?p=21562

4

4. di http://desireformusic.wordpress.com/ via http://www.skitzone.com/2010/creative-food-art/

5

5. via http://www.skitzone.com/2010/creative-food-art/

6

6. via http://glamstik.mk/diaries/dnevnik-6764/

7

7. melone, frutti e gelatina, tutorial e ricetta pdf cliccando sull’immagine presente qui: http://www.kraftcanada.com/

8

8. ricetta di http://www.cheekykitchen.com

9

9. ricetta di http://backtoherroots.com

10

10. di http://elhadadepapel.blogspot.it/

11

11. via http://dezmedidoamor.blogspot.it/

12

12. di http://familyfun.go.com/

13

13. ricetta di http://sandytoesandpopsicles.blogspot.it

14

14. ricetta di http://www.hungryhappenings.com/

15

15. di http://witandwhistle.com/2011/07/05/cookie-cutter-fruit-salad/

16

16. di http://gurman1970.livejournal.com/1497.html#cutid1

17

17. pianoforte, naturalmente dal re del tramezzino creativo Funky Lunch: guardate qui quante idee http://www.funkylunch.com/gallery.htm!

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18. ricetta e tutorial di http://blogs.babble.com/family-kitchen/

19

19. altra merenda fiorita di http://blogs.babble.com/family-kitchen/

20

20. di http://familyfun.go.com/recipes

21

21. via http://www.tipjunkie.com/

22

22. di http://www.parents.com/

23

23. di http://www.shibleysmiles.com/

24

24. via http://cutestfood.com/4625/monster-tacos/

25

25. di http://familyfun.go.com/recipes/

26

26. tutorial e ricetta di http://www.fabulousfoods.com/

27

27. fasi lunari coi biscotti, qui molto materiale sul tema http://indulgy.com/

28

28. ricetta di http://kitchenfunwithmy3sons.blogspot.it/

29

29. di http://cookiecutterlunch.blogspot.it/

30

30. ricetta di http://www.notmartha.org/

31

31. ricetta di http://www.farmersalmanac.com/

32

32. la frutta fresca è felice, la frutta che non viene mangiata diventa brutta e triste, di http://www.lolbrary.com/

33

33. di http://homemadeserenity.blogspot.it/

34

34. di http://www.creativelyblooming.com

35

35. di http://kitchenfunwithmy3sons.blogspot.it

36

36. di http://www.cutefoodforkids.com/

37

37. di http://www.petitekitchenesse.com/

38

38. di http://learnwithplay.blogspot.com.au

39

39. di http://www.snackpicks.com/en_US/

40

40. di http://familyfun.go.com/

41

41. di http://www.myowlbarn.com/

42

42. di http://www.amynjesse.com/

43

43. di http://www.meetthedubiens.com/

44

44. di http://www.food.com/recipe/apple-butterflies-142820

45

45. di http://cookiecutterlunch.blogspot.it

46

46. mela puzzle: oltre a poter diventare un gioco, se si porta la mela a scuola per merenda, preparata in questo modo, le fette non si anneriranno. Di http://athomewithrealfood.blogspot.it/

47

47. di http://stiesthoughts.blogspot.it/

48

48. di http://makingmemorieswithyourkids.blogspot.it/

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49. di http://familyfun.go.com/recipes/

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51. di http://www.luuux.com/food/

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52. di http://tidymom.net/

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58. di http://www.gwaltneyfoods.com/

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59. di http://www.michellesjournalcorner.blogspot.it/

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60. via http://easylunchboxes.smugmug.com/

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61. di http://easylunchboxes.smugmug.com/

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62. via http://www.tangledandtrue.com/

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63. di http://www.parentsconnect.com/

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64. di http://www.tasteofhome.com/

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65. di http://papabuna.com/

66

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69. di http://littlenummies.net/

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70. di http://lisastorms.typepad.com/

71

71. di http://littlepageturners.blogspot.it/

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72. di http://makingmemorieswithyourkids.blogspot.it/

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73. di http://kitchenfunwithmy3sons.blogspot.it/

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74. via http://www.parenting.com/

75

75. di http://littlenummies.net/

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76. di http://www.anartfamily.com

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77. di http://www.cutefoodforkids.com/

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81. di http://welovebeingmoms.blogspot.it/

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90. memory per assaggiare frutta e verdura di http://www.notimeforflashcards.com

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99. di http://www.repeatcrafterme.com

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100. torniamo al re del tramezzino Funky Lunch, nel blog questa Hello Kitty, e tantissimi altri tramezzini con

modello pdf stampabile gratuitamente, qui http://www.funkylunchbunch.com/

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101. di http://www.chineseadoption.co/

Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:

Tutti gli album

The art of the snack: 101 good ideas: a collection of artistic snacks based on fruits and vegetables, sandwiches and savory snacks, fun trays, and even something more transgressive. Many projects are intended to make it more palatable fruits and vegetables, almost all of them are a great source of inspiration to create a laboratory of artistic kitchen with kids. I suggest you follow the links: often you will come to entire blogs and sites devoted entirely to the topic.

1

1. banana: http://www.artglass-pottery.com/ (these are objects made of resin); if you want to translate the idea on real fruit, many other models here: http://www.artglass-pottery.com

2

2. http://www.violetskiesstudio.com/search/label/food

3

3. http://www.culinarytribune.com/?p=21562

4

4. http://desireformusic.wordpress.com/ via http://www.skitzone.com/2010/creative-food-art/

5

5. via http://www.skitzone.com/2010/creative-food-art/

6

6. via http://glamstik.mk/diaries/dnevnik-6764/

7

7. tutorial and recipe here: http://www.kraftcanada.com/

8

8. recipe by http://www.cheekykitchen.com

9

9. recipe by http://backtoherroots.com

10

10. http://elhadadepapel.blogspot.it/

11

11. via http://dezmedidoamor.blogspot.it/

12

12. http://familyfun.go.com/

13

13. recipe by http://sandytoesandpopsicles.blogspot.it

14

14. recipe by http://www.hungryhappenings.com/

15

15.  http://witandwhistle.com/2011/07/05/cookie-cutter-fruit-salad/

16

16.  http://gurman1970.livejournal.com/1497.html#cutid1

17

17. http://www.funkylunch.com/gallery.htm!

18

18. Tutorial and recipe by http://blogs.babble.com/family-kitchen/

19

19.  http://blogs.babble.com/family-kitchen/

20

20. http://familyfun.go.com/recipes

21

21. via http://www.tipjunkie.com/

22

22.  http://www.parents.com/

23

23.  http://www.shibleysmiles.com/

24

24. via http://cutestfood.com/4625/monster-tacos/

25

25.  http://familyfun.go.com/recipes/

26

26. tutorial and recipe by http://www.fabulousfoods.com/

27

27.  http://indulgy.com/

28

28. recipe by http://kitchenfunwithmy3sons.blogspot.it/

29

29. http://cookiecutterlunch.blogspot.it/

30

30. recipe by http://www.notmartha.org/

31

31. recipe by http://www.farmersalmanac.com/

32

32. http://www.lolbrary.com/

33

33. http://homemadeserenity.blogspot.it/

34

34. http://www.creativelyblooming.com

35

35. http://kitchenfunwithmy3sons.blogspot.it

36

36. http://www.cutefoodforkids.com/

37

37. http://www.petitekitchenesse.com/

38

38. http://learnwithplay.blogspot.com.au

39

39. http://www.snackpicks.com/en_US/

40

40. http://familyfun.go.com/

41

41. http://www.myowlbarn.com/

42

42. http://www.amynjesse.com/

43

43. http://www.meetthedubiens.com/

44

44. http://www.food.com/recipe/apple-butterflies-142820

45

45. http://cookiecutterlunch.blogspot.it

46

46.  http://athomewithrealfood.blogspot.it/

47

47. http://stiesthoughts.blogspot.it/

48

48. http://makingmemorieswithyourkids.blogspot.it/

49

49. http://familyfun.go.com/recipes/

50

50. http://www.williams-sonoma.com/

51

51. http://www.luuux.com/food/

52

52. http://tidymom.net/

53

53. http://ohhappyday.com/

54

54. via http://www.tableart.gr

55

55. via http://www.bedifferentactnormal.com/

56

56. http://www.apronstringsblog.com/

57

57. http://vittlesandbits.blogspot.ca/

58

58. http://www.gwaltneyfoods.com/

59

59. http://www.michellesjournalcorner.blogspot.it/

60

60. via http://easylunchboxes.smugmug.com/

61

61.  http://easylunchboxes.smugmug.com/

62

62. http://www.tangledandtrue.com/

63

63. http://www.parentsconnect.com/

64

64. http://www.tasteofhome.com/

65

65. http://papabuna.com/

66

66. http://littlefoodjunction.blogspot.it/

67

67. http://planningwithkids.com

68

68. http://susanyuen.wordpress.com/

69

69. http://littlenummies.net/

70

70. http://lisastorms.typepad.com/

71

71. http://littlepageturners.blogspot.it/

72

72. http://makingmemorieswithyourkids.blogspot.it/

73

73. http://kitchenfunwithmy3sons.blogspot.it/

74

74. via http://www.parenting.com/

75

75. http://littlenummies.net/

76

76. http://www.anartfamily.com

77

77. http://www.cutefoodforkids.com/

78

78. http://www.cutefoodforkids.com/

79

79. http://www.lifestylesensation.nl/

80

80. http://www.lifestylesensation.nl/

81

81. http://welovebeingmoms.blogspot.it/

82

82. http://www.canadianfamily.ca/

83

83.  http://palachinkablog.com/

84

84. http://www.annathered.com

85

85. http://gotovim-vkusno.livejournal.com/

86. di http://bento-logy.blogspot.it/

87

87. http://www.terawarner.com/

88

88. http://littlenummies.net/

89

89. http://regardingnannies.com

90

90. memory http://www.notimeforflashcards.com

91

91. http://kitchenfunwithmy3sons.blogspot.it/

92

92. http://almostunschoolers.blogspot.it/

93

93. http://thinkmagnetkids.com

94

94. http://missgefreubel.wordpress.com/

95

95. Mondrian, http://lowcommitmentprojects.com/

96

96. http://9gag.com/gag/

97

97. http://michellesjournalcorner.blogspot.it

98

98. http://ediblecrafts.craftgossip.com

99

99. http://www.repeatcrafterme.com

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100.  http://www.funkylunchbunch.com/

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101. http://www.chineseadoption.co/

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The art of the snack: 101 good ideas

The collection continues here:

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Il senso del tatto, Bruno Munari, Maria Montessori, e…

Il senso del tatto, Bruno Munari, Maria Montessori, e…Secondo Bruno Munari la conoscenza del mondo, per un bambino, è di tipo plurisensoriale, e tra tutti i sensi il tatto è quello maggiormente usato. Ma mentre l’educazione alla visione ed alla comunicazione viene praticata in tutte le scuole, l’educazione tattile non viene presa sufficientemente in considerazione…

Anche secondo Maria Montessori  l’educazione dei sensi, tra cui il tatto, è della massima importanza. Nella didattica montessoriana l’educazione dei sensi ha come obiettivo quello di affinare la percezione per mezzo di esercizi ripetuti; il materiale didattico sensoriale utilizzato rende possibile l’autoeducazione del bambino ed una formazione metodica dei sensi. Si tratta in generale di oggetti che attirano l’attenzione spontanea e che contengono una gradazione razionale di stimoli.

Secondo Bruno Munari, mentre la vista dà una percezione globale delle cose, l’udito e il tatto danno percezioni lineari, cioè in successione; come udiamo i suoni uno dopo l’altro, così percepiamo uno dopo l’altro gli stimoli tattili: si tratta di esperienze che si svolgono nel tempo. Le percezioni visive, invece, abbracciano un insieme contemporaneamente.

Laboratorio a cura di Cristina Bortolozzo – Operatore Certificato Metodo Bruno Munari®.
Fonte: http://architetti.com/articolo/13029/Design-per-piccoli-creativi-il-metodo-Munari-e-il-laboratorio-tattile

Altro aspetto peculiare della didattica montessoriana consiste nel modo in cui gli stimoli sensoriali devono essere distribuiti: si dovrebbe partire da pochi stimoli fortemente contrastanti, per passare poi a quantità via via maggiori di stimoli, differenziati tra loro in modo sempre più sottile e impercettibile.

Anche secondo Bruno Munari le prime esperienze tattili dovrebbero riguardare forti contrasti (morbido-rigido, freddo-caldo, ecc…), e solo dopo si possono fare le prime classificazioni ed arricchire le scale.

Una considerazione molto interessante di Bruno Munari riguardo il senso del tatto e l’educazione: in molte scuole materne si fa troppo presto uso dei mezzi pittorici, quando invece il bambino non ha ancora esaurito i suoi interessi tattili.

Sarebbe molto più utile, per loro, mettere a disposizione scatole o vasche di materiali diversi, lasciarli liberi di toccare, e magari parlare, in un secondo momento, delle sensazioni provate.

I bambini hanno bisogno di capire e classificare, mettere in ordine le informazioni per poterle recuperare quando ne hanno bisogno: è importante dunque lavorare alla proprietà di linguaggio, che aiuta i bambini a comunicare.

Secondo Maria Montessori, l’educazione del senso tattile e del senso termico vanno di pari passo, dato che il  calore rende il senso del tatto più acuto. Per prepararsi agli esercizi tattili, i bambini si lavano le mani con acqua calda e gli esercizi di vita pratica che riguardano il lavaggio delle mani e la cura delle unghie sono considerati esercizi preparatori a quelli tattili.  Ai bambini viene anche insegnato come toccare le superfici utilizzando i polpastrelli.

Per quanto riguarda il senso termico, Maria Montessori utilizzava una serie di piccoli contenitori di metallo (scaldine), che venivano riempite con acqua a diversa temperatura. Si preparano con l’ausilio del termometro, in modo che ve ne siano a due a due della stessa temperatura.

Per Bruno Munari la percezione termica può essere isolata utilizzando un pannello contenente un blocco di polistirolo espanso e una lastra metallica: appoggiando le due mani sui due oggetti, e si avrà una mano calda ed una fredda.

Per l’educazione del senso barico (senso del peso), si usano nella didattica montessoriana tavolette di legno, da sei a otto centimetri e spesse circa 1/2 centimetro. Le tavolette ideate dalla Montessori erano di tre diversi tipi legno: glicine, noce e pino e pesavano rispettivamente 24, 18, e 12 grammi.

Le tavolette bariche dovrebbero essere molto regolari, verniciate per eliminare la ruvidità, ma in modo tale che rimanga il colore naturale del legno.

Il bambino prende due delle tavolette tra le mani, le lascia sul palmo, con le dita tese, e muove le mani su e giù per valutarne il peso, meglio se ad  occhi chiusi. Come già accennato, infatti, una particolarità della tecnica didattica montessoriana è quella di insegnare al bambino a tenere gli occhi chiusi mentre tocca, incoraggiandolo spiegando che così  sarà in grado di sentire meglio le differenze.

Se il bambino è bendato, quando toglierà il fazzoletto, potrà vedere il colore dei pezzi di legno e capire se ha commesso un errore.

Il materiale didattico montessoriano di base per il senso del tatto è costituito da:

– una tavola rettangolare di legno divisa in due rettangoli uguali, una coperta con carta molto liscia, l’altra coperta con la carta vetrata

-una tavola rettangolare simile alla  precedente, ricoperta con strisce alternate di carta liscia e carta vetrata

– raccolte di foglietti di carta, che variano con molti gradi di liscio, cartone sottile, carta vetrata

– raccolte di stoffe

Per esercizi stereognostici Maria Montessori intende attività di riconoscimento di oggetti attraverso l’aiuto simultaneo del senso tattile e muscolare.

Altro materiale didattico utilizzato è costituito dai mattoni e cubetti di Froebel. Si presentano al bambino, ad esempio, un parallelepipedo e un cubo, il bambino li esplora, quindi si esercita a riconoscerli bendato. La serie comprende in tutto 24 elementi.
Questi esercizi del senso stereognostico possono essere sviluppati in molti modi: si possono sollevare piccoli oggetti, soldatini, palline, monete. Si può giocare a discriminare tra piccole forme leggermente diverse, come mais, grano e riso. “Posso vedere con le mie mani!”, diranno i bambini…

Le tavole tattili (tavolette liscio – ruvido) montessoriane:

Per quanto riguarda la scelta dei materiali, Bruno Munari parla in particolare:

– della carta, che è la  “pelle di una superficie variabile”,

– dei fili, che si accordano bene alla caratteristica del tatto di essere lineare. Consiglia corde, nastri, strisce di materiali vari, nodi, catenelle, anche da usare per comporre oggetti – quadri da toccare

– materiali vari con tessiture diverse (tessuti, moquette, rivestimenti sintetici, ecc…)

– polveri, semi, grani, briciole, segatura, ecc…

– bucce di frutta

– liquidi di diversa densità tenuti in buste di plastica sigillate

– gomme e spugne

– strutture tattili formate da uno stesso materiale ma assemblato in modo diverso (ad esempio fil di ferro e rete metallica)

Parlando del senso del tatto, poi,  non si può non citare Marinetti e il Tattilismo:

del 1921 la famosa tavola tattile Sudan-Parigi:

Tornando alla componente di linearità della percezione tattile, nel primo Laboratorio tattile ideato da Bruno Munari nel 1977 a Milano, erano a disposizione tra l’altro, per essere toccate, delle “scale di valori tattili” contenenti serie di materiali organizzati in base ad una data qualità, ad esempio sofficità, durezza, ecc…

Oltre alle composizioni lineari, con tavolette, strisce di cartone o altro, fili e corde, si possono realizzare oggetti tattili tridimensionali e sculture.  A differenza delle tavole, queste composizioni possono essere lette scegliendo di volta in volta la direzione da seguire: dall’alto, dall’esterno, dal basso, ecc… e stabilire ogni volta percorsi tattili diversi.

Un particolare tecnico importante dell’educazione sensoriale in ambito montessoriano consiste nell’isolare il singolo senso, se possibile. Così, per esempio, gli esercizi sul senso dell’udito hanno maggior successo in un ambiente non solo silenzioso, ma anche di buio. Per l’educazione dei sensi in generale, anche del senso  tattile, termico e barico, si benda il bambino: la benda aumenta notevolmente l’attenzione e l’interesse.
Il bambino può essere bendato nei giochi in cui, per esempio, deve riconoscere i vari pesi, e questo lo aiuta a intensificare e concentrare la sua attenzione sugli stimoli barici che deve verificare, ed aumenta il piacere di essere riuscito ad “indovinare”.

Anche Bruno Munari sottolinea come la comunicazione visiva e quella tattile si mescolano toccando, e come troppo spesso prevale la comunicazione visiva.

Un modo per azzerare la comunicazione visiva è mettere a disposizione dei bambini oggetti di identica forma, ma differenti al tatto, ad esempio oggetti sferici tipo un’arancia, una mela, una palla di gomma, una di legno, un sasso, un gomitolo di lana, ecc…

Altro elemento che porta ad evidenziare il tatto rispetto alla vista, è proporre ai bambini forme identiche che si presentano come positivo e negativo (concavo e convesso); ad esempio due cucchiai uno sul dritto e uno rovesciato, da toccare contemporaneamente.

Nel pensare a materiali, giochi, proposte sul tema del tatto, sono risorse preziosissime quelle create per i bambini ipo e non vedenti:

Sogni di Piuma è un libro tattile per bambini ciechi e ipovedenti, ideato e realizzato da Eleonora Terrile e da Sylvie Garrone. Il testo è scritto in italiano, in braille e, grazie alla traduzione di Elisa Santi, anche in inglese.

‘L’unico senso puro, verginale, che rimane è il tatto. E’ anche l’unico che non è stato indirizzato verso l’ arte. Non è stato estetizzato. Io lo vedo come una pianura inesplorata dove so che c’è un tesoro sepolto ‘. Jan Svankmajer

Questo video documenta un laboratorio tattile condotto con adulti dell’artista http://terezast.com/?projects=a-new-project e dà molti spunti di lavoro anche per i  bambini:

Riferimenti nel web:
– Art in Touch, rete di artisti il cui lavoro riguarda consapevolmente il tattile
un laboratorio di mappe tattili
Sogni di piuma, libro tattile illustrato
– Il museo tattile di pittura antica e moderna Anteros: una collezione di traduzioni tridimensionali di celebri dipinti compresi tra l’età medioevale e l’età moderna.
Il tatto, la fantasia e il reale; estratto pdf della tesi di laurea di Sara Colautti e Serena Federici 
– Guida alla progettazione di illustrazioni per i libri tattili per bambini
Il metodo Montessori
Bruno Munari, la polisensorialità e i bambini
– un laboratorio tattile per creare tavolette
design per piccoli creativi, il metodo Munari e i laboratori tattili
Bruno Munari, i laboratori

Igiene orale: modello completo con apparecchio ortodontico

Insegniamo ai bambini con apparecchio ortodontico a curare la propria igiene dentale. Questo progetto è adatto a bambini di quarta quinta classe di scuola primaria ed oltre, può essere realizzato in autonomia e si lega allo studio del corpo umano.

Servono:

– uno schema delle arcate dentali superiore e inferiore

– play dough rosso e bianco

– due pezzi di cartoncino spesso (o plastica) rosso

– fil di ferro sottile

– carta stagnola

– una vernice trasparente tipo flatting o vernidas

Come procedere

Preparare un ovale con la pasta rossa, quindi dividerla a metà

Per ognuna delle metà ritagliare una sagoma di plastica o cartone rosso che faccia da supporto, poi, seguendo lo schema delle arcate dentali, modellare i denti ed incastrarli bene nella base. Per i molari basta modellare un abbozzo di cubo ed incidere una croce con un coltellino:

Far asciugare perfettamente; una volta indurito il modello può essere sovrapposto così:

Se il bambino porta l’apparecchio ortodontico, può riprodurlo su almeno una delle arcate utilizzando fil di ferro sottile e carta stagnola:

Rivestire il tutto con abbondanti pennellate di vernice trasparente, e far asciugare perfettamente. Il modello è pronto.

Attività di igiene orale con o senza apparecchio ortodontico

Il bambino prepara un vassoio con spazzolino, dentifricio, filo interdentale, scovolini, collutorio e un vaso d’acqua, e magari un timer, poi dispone il modello e il materiale ad esempio così:

Sporca il modello con acquarelli e pezzetti di carta negli spazi interdentali e anche tra dente e apparecchio.

Quindi procede, cominciando con lo spazzolare bene i denti con spazzolino e dentifricio, e acqua tutte le volte che occorre.

Dopo aver spazzolato bene, per almeno 3 minuti (ma vedrete che ne serviranno almeno una decina), il bambino può dedicarsi alla rimozione dei residui rimasti tra gli spazi interdentali col filo:

e a quelli rimasti tra dente e apparecchio con gli scovolini:

Infine potrà completare con un risciacquo col collutorio versandolo col tappo sui denti e poi inclinando il modello per “sputare”:

Ora non resta che esercitarsi a scaldare la cera tra i polpastrelli ed applicarla all’apparecchio:

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La trattazione dell’argomento “igiene orale” mi è stata ispirata dalla collaborazione con Genitori Channel, che ha realizzato questo video-comic sulla corretta igiene dei denti dei bambini (con o senza apparecchio ortodontico):

ed è sostenuta da:

Riferimenti all’argomento nel web:

– lessons.atozteacherstuff.com

– healthguide.howstuffworks.com

– babylux.tumblr.com

– aschoonerofscience.com

– media-cache7.pinterest.com

Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:

Tutti gli album

Oral care: complete model with  orthodontic appliance. We teach children with orthodontic appliance to cure their dental hygiene. This project is suitable for children of fourth fifth class of primary school and in addition, it can be realized autonomously and connects to the study of the human body.

Oral care: complete model with  orthodontic appliance

What do you need?

– a diagram of the upper and lower dental arches
– Play dough red and white
– Two pieces of thick cardboard (or plastic) red
– Thin wire
– tin foil
– A transparent waterproofing paint.

Oral care: complete model with  orthodontic appliance
What to do?

Prepare a red oval with play dough, then divide it in half:

For each of the half cut out a silhouette of plastic or cardboard red to serve as support, then, following the pattern of the dental arches, model teeth and stick them right in the base. For molars just shape a sketch of cube and affect a cross with a boxcutter:

Let dry thoroughly; once hardened, the model can be superimposed so:

If your child has orthodontic appliance, it can do it in at least one of the arches using thin wire and foil:

Cover everything with abundant touches of clear varnish and let dry thoroughly. The model is ready.

The child prepares a tray with a toothbrush, toothpaste, dental floss, brushes, mouthwash and a jar of water, and maybe a timer, then it has the model and material for example in this way:

Dirty the model with watercolors and small pieces of paper in the interdental spaces and also between the tooth and appliance.

Then proceeds, starting with brushing the teeth with toothbrush and paste, and water as often as necessary.

After brushing well, for at least 3 minutes (but you will see that it will need at least ten), the child can concentrate on removing residual remained within the interdental spaces with dental floss:

and those that remained between tooth and appliance with interdental brushes:

Finally, it may be completed with a rinse with mouthwash with pouring cap on the teeth and then tilting the model for “spit”:

Now you have to practice to warm the wax between the fingertips and apply it:

___________________

Dealing with the subject “oral care” I was inspired by the collaboration with “Genitori Channel“, which has made this video-comic on the proper care of the teeth of the children (in Italian):

and it is supported by:

_________________________

Oral care: complete model with  orthodontic appliance

Other links:

– lessons.atozteacherstuff.com

– healthguide.howstuffworks.com

– babylux.tumblr.com

– aschoonerofscience.com

– media-cache7.pinterest.com

Igiene orale – nomenclature Montessori – la struttura del dente

Igiene orale: schede delle nomenclature Montessori in tre parti, sulla struttura del dente.

A corredo del progetto di insegnamento della corretta igiene orale ai bambini, ho preparato queste carte delle nomenclature in tre parti (illustrate con parola, solo illustrazione e solo parola) sulla struttura del dente.

Come già detto qui,  

i bambini che già da molto piccoli hanno imparato a lavarsi i denti, presto desidereranno ricevere informazioni sui loro denti, sapere come si chiamano, come sono fatti, ecc… Per questo è importante predisporre per lui molte attività sul tema.

Imparare l’anatomia e la fisiologia dei denti aiuterà i bambini a lavarsi i denti ancora meglio, con maggior consapevolezza, e le prime informazioni possono essere date a partire dalla scuola d’infanzia.

Nella scuola primaria è poi importante riprendere ed approfondire coi bambini tutti i temi affrontati quando erano più piccoli, arricchendo le nozioni di anatomia e fisiologia di contenuti scientifici appropriati all’età.

Conoscere aumenta la motivazione a lavarsi bene i denti e favorisce l’indipendenza e l’autonomia.

Per l’uso delle carte delle nomenclature puoi leggere qui.

sono disponibili gratuitamente per gli abbonati qui:

Aggiungo uno schema riassuntivo, da utilizzare sempre coi cartellini:

Riferimenti all’argomento nel web:

– wholehealthsource.blogspot.com

– enchantedlearning.com

– healthyteeth.org

– wakeup-world.com

– stepintosecondgrade.blogspot.com

Igiene orale: la struttura del dente – modelli in cartoncino colorato e nomenclature

Igiene orale: la struttura del dente – modelli in cartoncino colorato e nomenclature. Come già detto qui,

 i bambini che già da molto piccoli hanno imparato a lavarsi i denti, presto desidereranno ricevere informazioni sui loro denti, sapere come si chiamano, come sono fatti, ecc… Per questo è importante predisporre per lui molte attività sul tema.

Imparare l’anatomia e la fisiologia dei denti aiuterà i bambini a lavarsi i denti ancora meglio, con maggior consapevolezza, e le prime informazioni possono essere date a partire dalla scuola d’infanzia.

Nella scuola primaria è poi importante riprendere ed approfondire coi bambini tutti i temi affrontati quando erano più piccoli, arricchendo le nozioni di anatomia e fisiologia di contenuti scientifici appropriati all’età.

Conoscere aumenta la motivazione e favorisce l’indipendenza e l’autonomia.

Il dente non è un unico blocco, ma un sistema composto da tante parti. E’ forte ed efficiente, ma al tempo stesso delicato.

Per creare un modello semplificato di dente possiamo utilizzare la pasta da modellare, come illustrato qui,

oppure fare dei più semplici modelli puzzle in cartoncino colorato, da utilizzare coi cartellini delle nomenclature.

Versione semplificata per bambini più piccoli

Ho preparato i modelli da ritagliare, che puoi stampare qui:

Ma si può realizzare molto facilmente anche senza usare il modello:

– nella prima pagina c’è per il fondo un foglio rosso A4, e la striscia blu sovrapposta ad esso per distinguere la corona dalla radice

– nella seconda pagina c’è la sagoma bianca da ritagliare (ho usato il fondo rosso per vederla bene)

– nella terza pagina ci sono le sagome gialla e rossa

Basta aggiungere solo un filo di cotone.

Versione completa per bambini più grandi

I modelli da ritagliare posso essere stampati da qui:

– nella prima pagina ci sono il fondo verde (corona) e il fondo beige (radice). Il rosso è la pagina di sfondo.

– nella seconda pagina ci sono le sagome rossa (gengiva) e arancio (polpa). Se decidi di usare un foglio A4 rosso come sfondo, la sagoma rossa della gengiva non serve (confronta l’immagine in alto, con quella della quarta pagina del pdf per decidere)

– nella terza pagina di sono le sagome gialla (dentina) e bianca (smalto)

– nella quarta pagina il puzzle assemblato senza la sagoma rossa della gengiva, con l’aggiunta delle due striscioline che rappresentano vaso sanguigno e nervo.

Infine, questi sono i cartellini delle nomenclature:

Riferimenti all’argomento nel web:

– wholehealthsource.blogspot.com

– enchantedlearning.com

– healthyteeth.org

– wakeup-world.com

– stepintosecondgrade.blogspot.com

Igiene orale: la struttura del dente – modello in play dough e nomenclature

Igiene orale: il dente non è un unico blocco, ma un sistema composto da tante parti. E’ forte ed efficiente, ma al tempo stesso delicato.

Per creare un modello semplificato di dente possiamo utilizzare la pasta da modellare.

Cosa serve:

play dough rosso, bianco, giallo, arancio o rosa

un filo di lana o cotone

una superficie di cartone spesso o plastica

uno schema della struttura del dente.

Cosa fare:

Dopo aver studiato la struttura dei denti, possiamo fissare le conoscenze attraverso la realizzazione del modello. Il consiglio è di cominciare dalla dentina:

inserire nella dentina la polpa:

aggiungere la gengiva e il filo che rappresenta nervi e vasi sanguigni:

e infine lo smalto.

Una volta asciutto, il modello può servire per abbinare alle varie parti i cartellini della nomenclatura. I miei sono questi:

https://shop.lapappadolce.net/prodotto/materiale-stampabile-sulle-parti-del-dente/

Riferimenti all’argomento nel web:

– wholehealthsource.blogspot.com

– enchantedlearning.com

– https://www.nsdental.org/

– wakeup-world.com

– stepintosecondgrade.blogspot.com

Igiene orale – vita pratica Montessori

Igiene orale – vita pratica Montessori. Nella didattica montessoriana, per esercizi di vita pratica si intendono tutte quelle attività cui il bambino può imparare a dedicarsi, in relazione alla cura dell’ambiente e della propria persona. Per approfondire puoi leggere  esercizi di vita pratica.

Qui vorrei introdurre il grande tema dell’igiene orale, ricordando che i principi che ispirano anche questo genere di attività di vita pratica sono, in sintesi:

– favorire l’indipendenza del bambino attraverso la preparazione dell’ambiente

– favorire la creazione di un “rituale” che garantisca costanza nell’attività

– fornire le corrette informazioni scientifiche sull’anatomia e la fisiologia dei denti, e le nomenclature relative (naturalmente tenendo conto dell’età e del grado di sviluppo del bambino)

– presentare in modo sintetico, chiaro e preciso gli strumenti da utilizzare

– fare in modo che il bambino abbia gli strumenti per essere motivato a lavare i suoi denti

– illustrare in modo chiaro i movimenti da compiere e la procedura da seguire per una corretta igiene dei denti (esattamente come insegniamo a scrivere le lettere dell’alfabeto, o a risolvere un problema di aritmetica)

– fare molte esperienze ludiche, artistiche, sensoriali sul tema, per sviluppare conoscenze e consapevolezza rispetto ai propri movimenti durante il lavaggio dei denti e alla procedura da seguire (sequenza, tempi, strumenti)

Un bambino che sa lavarsi i denti ha certamente una bocca sana, ma è anche un bambino più competente in termini cognitivi, motori e  sensoriali.

La didattica Montessori si basa sull’idea che i bambini imparano meglio quando hanno il controllo non solo su ciò che imparano, ma anche su come lo imparano. Credere nella validità di questo principio crea attorno ai bambini un ambiente che favorisce l’esplorazione e che consente loro di apprendere in una incredibile varietà di modi diversi; è un’esperienza che insegna indipendenza e creatività e che li accompagnerà per tutta la vita.

Anche se i nostri bambini non frequentano una scuola Montessori, è sempre possibile per ognuno di noi utilizzare metodi “montessoriani”, se ne riconosciamo la validità, in questo caso per sviluppare senso di responsabilità verso le proprie abitudini di igiene orale.

Nella mia esperienza di insegnamento, ho potuto constatare come ancora molti bambini non siano seguiti  in famiglia nella loro igiene orale. Ora so che chi arriva a leggere questo blog lo fa per una comunanza di interessi, ed è in questo senso “selezionato”, ma penso anche alle molte insegnanti di nido, materna e primaria che, attraverso l’insegnamento ai bambini, possono raggiungere le famiglie fornendo informazioni corrette e sviluppando competenze e sensibilità rispetto alla cura dei denti, a partire dai dentini da latte.

Consideriamo poi che l’igiene orale è legata anche a fattori culturali, e anche per i bambini italiani, che vogliamo ammetterlo oppure no, la cura dei denti è una conquista relativamente recente: chi ha la mia età ricorda certo amichetti di scuola coi denti cariati, senza che la cosa rappresentasse in fondo un problema per nessuno… oggi è vero, purtroppo si vedono ancora, ma è molto meno accettato ed accettabile, e molto si può fare.

La cura di sé è una parte essenziale della pratica della pedagogia montessoriana, pure in ogni scuola è importante concentrarsi sulla salute dentale e la pulizia dei denti predisponendo la trattazione del tema all’interno della programmazione scolastica:

– al nido d’infanzia

– nella scuola d’infanzia

– nella scuola primaria

e, naturalmente, è sempre possibile aggiungere attività connesse al tema nelle diverse aree di apprendimento: scienze (naturalmente), ma anche matematica, arte e immagine, tecnologia e manualità…

Queste (e tutte le immagini presenti nell’articolo) sono alcune delle mie  proposte sul tema:

La trattazione dell’argomento “igiene orale” mi è stata ispirata dalla collaborazione con Genitori Channel, che ha realizzato questo video-comic sulla corretta igiene dei denti dei bambini (con o senza apparecchio ortodontico):

ed è sostenuta da:

Riassumendo, il video si focalizza su questi consigli fondamentali:
– una buona pulizia e mangiare sano combattono i batteri che rovinano i denti
– spazzolare dal rosa verso il bianco (dalla gengiva ai denti)
– spazzolare per 3 – 5 minuti dopo i pasti
– non assumere bevande zuccherate, specie prima di dormire
– fare le visite periodiche di controllo dal dentista.

E per i bambini che portano l’apparecchio ortodontico:
– spazzolare per 3 minuti con spazzolino specifico
– usare dentifricio al fluoro antibatterico
– usare lo scovolino interdentale tra dente e apparecchio
– usare il filo interdentale tra dente e dente
– sciacquare la bocca con collutorio antibatterico
– mettere la cera specifica sulle parti sporgenti dell’apparecchio.

Non resta che rispondere a qualche domanda che può insorgere quando ci apprestiamo ad insegnare ai bambini  a lavarsi i denti, seguendo questi consigli di base.

A che età si cominciano a lavare i denti dei bambini?

La risposta più corretta è che si dovrebbe iniziare con l’eruzione del primo dentino da latte, con delicatezza naturalmente, e rendendo la cosa un’abitudine giocosa e piacevole. I primi dentini dovrebbero essere puliti tutti i giorni, regolarmente, soprattutto la sera. Si può usare il dito con una piccolissima quantità di dentifricio (grande come un pisello), un batuffolo di cotone umido o una garza e poi, quando i dentini cominciano ad essere una fila, anche un piccolo spazzolino morbido per bambini.

Finchè siamo noi genitori ad occuparci dell’igiene orale del bambino, è importantissimo che svolgiamo questo compito con estrema calma ed avendo cura, ancor più della pulizia dei denti, di sviluppare un atteggiamento positivo nei confronti dell’igiene orale, e di permettere al bambino di “fare amicizia” con spazzolino e dentifricio.

Pensiamo che la natura ha dato ai nostri figli i denti da latte per i primi cinque anni di vita, perchè possano imparare in pace a lavarsi i denti!

Non imponete mai il lavaggio dei denti con la forza, e se una sera proprio il bambino non vuole, accettatelo;  piuttosto siate sempre fermi nel non dare da bere camomilla o tisane zuccherate, o altre bevande o cibi dolci prima di andare a dormire.

Lasciate sempre che il bambino possa provare ad usare lo spazzolino, se lo desidera; di solito verso i 18 mesi si può iniziare ad insegnare come spazzolarsi i denti con un certo grado di autonomia, come vedremo in seguito. In ogni caso, appena il bambino mostra interesse verso il lavarsi i denti, si dovrebbe lasciarlo provare, mostrandogli come spazzolarli dal basso verso l’alto (dal rosa al bianco).

La raccomandazione resta poi quella di controllare come il bambino si dedica alla sua igiene orale (con delicatezza e discrezione) almeno fino ai sette anni; in seguito avrà sicuramente acquisito tutta l’abilità necessaria per lavare bene i denti.

Consigli montessoriani su come insegnare ai bambini a lavarsi i denti:

– assicuratevi che il bambino possa facilmente arrivare al lavandino, predisponendo un rialzo o uno sgabellino.   Fate in modo che tutto quello che serve sia disposto ordinatamente, ad esempio su un piccolo vassoio o in un cestino, che lui possa facilmente raggiungere. Se lo specchio è per lui troppo lontano, provvedete anche a fornirgli uno specchietto personale. A seconda dell’età del bambino, il vassoio potrà contenere:
. spazzolino
. dentifricio
. clessidra o timer
. bicchiere
. specchietto
. filo interdentale
. collutorio
. scovolini
. cera per apparecchi ortodontici

– spiegate sempre ai bambini cosa state facendo:  questo li aiuterà a capire come fare per svolgere l’attività in autonomia in un secondo momento. Se ad esempio state insegnando come lavarsi i denti, non dimenticare di descrivere ogni azione mentre la svolgete, ad esempio che prendete il tubetto, svitate il tappo del dentifricio, prendete lo spazzolino, ecc…

– permettete al bambino di imitare le vostre azioni. Dopo aver spiegato cosa fare, permettere al bambino di copiare i movimenti. Continuate tranquillamente a ripetere una data azione finchè il bambino imita i vostri movimenti

– parlate sempre in termini positivi sulla pulizia dei denti. I bambini imparano dagli atteggiamenti degli adulti che li circondano. Descrivete sempre gli aspetti positivi delle vostre azioni, e non agite solo come si trattasse di azioni di routine. Ad esempio, dopo aver lavato i denti potrete dire “E’ così bello avere la bocca fresca e profumata!”

– eseguite una data attività trattandola come un’azione unica, anche se composta di più passaggi. Ad esempio, soffiarsi il naso non comprende solo il soffiare il naso in sè, ma include anche gettare il fazzoletto sporco e lavarsi le mani. Se non fate pause tra i tre passaggi, il bambino considererà il soffiarsi il naso come una sequenza di azioni legate tra loro.

– controllate i progressi del vostro bambino con discrezione e senza alcun atteggiamento di critica.

– i bambini che già da molto piccoli hanno imparato a lavarsi i denti, presto desidereranno ricevere informazioni sui loro denti, sapere come si chiamano, come sono fatti, ecc… predisponete per lui molte attività sul tema, e non dimenticate di offrire bei  libretti illustrati su denti e igiene orale

– imparare l’anatomia e la fisiologia dei denti aiuterà i bambini a lavarsi i denti ancora meglio, con maggior consapevolezza; coi bambini più piccoli, per insegnare a lavare bene ogni dentino, possiamo chiamarli ognuno con un nome diverso, ad esempio nomi di animali, e dire: “Adesso laviamo i denti conigli, adesso i denti mucca, ecc…”

Consigli aggiuntivi per bambini da zero a tre anni

Inventate qualsiasi attività che possa fare della spazzolatura dei denti un divertimento, sia quando sarete voi ad occuparvene, sia quando cominceranno a farlo i bambini autonomamente.

Lavatevi i denti insieme al bambino, non perdendo occasione per fare gare a chi fa più schiuma, a chi sputa di più, a chi fa le smorfie più buffe…

Come detto prima, potete dare ad ogni dentino un nome (animali, membri della famiglia o anche nomi di fantasia) che aiutino il bambino a prestare attenzione ad ogni suo dente.

Preparate per i bambini piccoli molte attività divertenti sul tema dei denti e dell’igiene orale: modelli di denti realizzati con materiali riciclati, pitture o simulazioni di pulizia con veri spazzolini da denti, giochi per familiarizzare col filo interdentale, giochi e piccoli esperimenti che agli occhi dei bambini possano creare l’associazione pulito = bello… ho preparato molti esempi del genere, anche per le altre fasce d’età

Valorizzate e premiate sempre i progressi che il bambino compie nella pratica della sua igiene orale.

Scegliete spazzolino, bicchiere, vassoio con cura, in modo che siano oggetti belli ed accattivanti.

Se vi piace la musica, accompagnate il rito del lavaggio dei denti col disco della canzone preferita del bambino: potrà anche fare la funzione di clessidra.

Proponete materiale didattico sui denti e la loro pulizia per imparare piano piano a conoscere i denti (nomenclature, memory, come già detto libri illustrati) e parlate ai bambini dei denti.

Create un rituale, lavando sempre i denti al mattino e dopo la cena, e facendo sempre le stesse cose. Ogni volta che il bambino mostra divertimento per una vostra proposta, ripetetela ad arricchimento del vostro lavarvi i denti insieme.

Se non siete certi dell’efficacia della spazzolatura autonoma del vostro bambino, potete proporgli di guardare i suoi dentini nello specchio, ma soprattutto potete giocare a lavarvi i denti a vicenda: voi li lavate al bambino, e lui a voi. In questo modo non farete sentire che state criticando il suo lavoro, e sarà molto divertente.

Se al mattino avete poco tempo, ricordate che è meglio lavare i denti una volta al giorno (la sera) veramente a fondo, piuttosto che farlo due volte, ma frettolosamente.

Non lasciate i bambini piccoli da soli mentre si lavano i denti, soprattutto per evitare che mangino il dentifricio…

Consigli aggiuntivi per bambini dai tre ai sei anni

Parliamo ai bambini dei denti e dell’importanza dell’igiene orale. I denti ci aiutano a fare che cosa? Chi è  il dentista? Perchè i dentini dei bambini cadono? Cosa succede dopo? Cosa fanno i batteri? Cos’è la placca? Cosa sono le carie? Il cibo che mangiamo può aiutare i nostri denti a mantenersi sani? Quali sono i cibi che fanno bene ai denti? Quali sono i cibi che fanno male?

Usiamo modelli di denti (anche costruiti dei bambini stessi)  per fare pratica con spazzolino e filo interdentale.

Alcuni dentisti consigliano di insegnare ai bambini, in questa fascia di età, a spazzolare i denti col metodo SEI (Sopra – Esterno – Interno): prima si spazzolano i denti sopra, poi la superficie esterna e infine quella interna, cominciando dai molari. Questo perchè le prime carie si possono manifestare proprio sulle superfici di masticazione (superiori) dei dentini. I bambini molto piccoli imparano a spazzolare anche solo le superfici di masticazione, poi , verso i quattro anni aggiungono la spazzolatura delle superfici esterne, e verso i cinque anni  anche quella delle superfici interne dei denti (sempre dal rosso al bianco).

Consigli aggiuntivi per bambini dopo i sei anni

Ora i bambini dovrebbero essere tutti in grado di lavarsi bene i denti, accuratamente e con costanza. Cominciano però, a complicare l’operazione, ad aver bisogno di apparecchi ortodontici.
E’ importante riprendere ed approfondire coi bambini tutti i temi affrontati quando erano più piccoli, arricchendo le nozioni di anatomia e fisiologia di contenuti scientifici appropriati all’età. Conoscere aumenta la motivazione e favorisce l’indipendenza e l’autonomia.
Anche trattare in modo più approfondito il tema dell’alimentazione è importante.

La coercizione è un mezzo che non si rivela utile. Meglio spiegare sempre al bambino perchè lo spazzolino è così importante e quali sono le conseguenze del non lavarsi i denti per la salute.
Suscitate e tenete vivo l’interesse del bambino verso l’igiene orale proponendo attività interessanti sul tema e bei libri.
Fate qualsiasi cosa possa rendere il lavarsi i denti un momento divertente.
Date sempre il buon esempio.
Mantenete la calma. Forse ci vorrà un bel po’ di tempo, forse anni, prima che il vostro bambino arrivi a lavarsi i denti volontariamente e con accuratezza. Non perdete la pazienza e… sorridete 🙂

Riferimenti all’argomento nel web:

– champlainsmiles.com

– wikihow.com

– parentmap.com

– nourishingtreasures.com

– nwcphp.org

– livingmontessorinow.com

– healthyteeth.org

– squidoo.com

Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:

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Insegnare l’igiene orale – Esperimento con le uova sode

Insegnare l’igiene orale – Esperimento con le uova sode

sostenuto da:

Salute dei denti e alimentazione

Insegnare l’igiene orale – Esperimento con le uova sode: la crescita di denti sani dipende molto dalla dieta. I denti da latte del vostro bambino si sono formati durante le gravidanza, influenzati dalla vostra dieta. Dopo la nascita, molto si può fare per garantire ai denti permanenti di svilupparsi e crescere sani e forti.

Assicuratevi che il vostro bambino riceva con la dieta un sufficiente apporto di calcio e vitamina D. Dopo lo svezzamento il bambino assume il latte in quantità decisamente minore, quindi è importante inserire nella sua alimentazione yogurt  e formaggio. 

L’alimentazione poi, influenza la salute dei denti anche in modo più diretto, per questo fate il possibile per evitare di sviluppare nel bambino comportamenti che ledono i denti creando nel cavo orale un ambiente favorevole allo sviluppo dei batteri ed all’insorgere di placca, tartaro e carie.

Non abituate i bambini a consumare succhi di frutta zuccherati, snack e bibite tra un pasto e l’altro. In ogni caso preferite sempre offrirgliele in bicchiere e non nel pacchetto con la cannuccia, perchè questo piccolo accorgimento può ridurre di molto il tempo di esposizione allo zucchero.

L’ideale sarebbe che il bambino non sapesse nemmeno cosa sono caramelle e cioccolata prima dei due anni, ma i condizionamenti posso essere molti. Non c’è dubbio che i dolci facciano male ai denti del vostro bambino, ma un atteggiamento ansioso e rigido non è comunque salutare per lui: dosati con cura, dolci e caramelle possono non essere un problema.

Alte concentrazioni di zucchero raffinato distruggono l’equilibrio acido nella bocca del bambino e compromettono la salute dello smalto dei denti. Ogni volta che si mangia dello zucchero, i denti sono in pericolo, e più a lungo lo zucchero rimane in bocca, tanto più è probabile che si formino carie, ma questo vale per lo zucchero raffinato in generale, e non in particolare per le caramelle: il sorseggiare continuo o il succhiare dalle cannucce dei succhi di frutta o di altre bevande, può essere più dannoso delle caramelle o della fetta di torta più dolce che ci sia.  

Per questo è più ragionevole controllare tutti gli alimenti dolci, anziché vietare le caramelle, e preferire sempre dolci che si consumano in fretta, perchè l’acido prodotto dalla loro presenza potrà scomparire senza avere il tempo di  aderire alla smalto dei denti . Ad esempio una fetta di torta o un pezzetto di cioccolata sono meno pericolosi per i denti di un lecca lecca che il bambino può succhiare per ore.

Anche la consistenza dei dolci fa la differenza: quelli che possono incollarsi ai denti masticando, magari restando là fino al prossimo spazzolamento, sono i peggiori: questo vale per i biscotti secchi e anche per alcuni prodotti naturali che a volte offriamo perchè più salutari rispetto alle caramelle: ad esempio l’uvetta.

Tutti i bambini attraversano fasi in cui sono particolarmente golosi di dolci: scegliamo quelli che si dissolvono più rapidamente in bocca, come cioccolato e caramelle morbide, e diamo da bere dell’acqua. 

Insegniamo ai bambini a riconoscere gli alimenti che fanno bene ai denti, e quelli che possono danneggiarli. Si può cominciare anche quando sono piccoli, anche senza dare particolari informazioni tecniche, ma permettendo loro di fare esperienze dirette.

L’esempio classico è l’esperimento con le uova sode. E’ vero che l’affinità tra guscio dell’uovo e smalto dei denti è assolutamente discutibile, ma come vedrete l’impatto visivo è formidabile e i bambini fanno spontaneamente l’associazione tra uovo e dente.  In questo caso l’immaginazione è davvero più potente della fredda analisi nel trasmettere l’informazione corretta…

Insegnare l’igiene orale – Esperimento con le uova sode – Per l’esperimento servono:

– due barattoli trasparenti
– due uova sode (se le trovate bianche è meglio, ma non è indispensabile)
– un assortimento di cibi sani (frutta, formaggi, verdura, pane,…), acqua e latte
– un assortimento di cibi dannosi (miele, zucchero, cioccolata, marmellata, panna montata, caramelle, gelato,…),e cola
– spazzolino da denti e dentifricio
– una bacinella d’acqua
– vassoio e piattini
– può essere utile anche un timer o una clessidra, se vogliamo rinforzare nel bambino la percezione di quanto siano lunghi i tre minuti che gli chiediamo di impiegare per spazzolarsi i denti.

Insegnare l’igiene orale – Esperimento con le uova sode – Cosa fare:

Prima di intraprendere l’esperimento sarebbe importante avviare coi bambini una discussione sul tema dei denti,  e ad esempio portarli ad immaginare cosa potremmo mangiare se non avessero i denti. Possiamo invitare i bambini a toccarsi i denti e poi a dirci come sono, quindi a toccare le uova sode che abbiamo preparato. Emergerà che i denti sono duri e bianchi proprio come le uova.

Ora prepariamo in un vassoio tutti i cibi dannosi per i denti, mettiamo nel primo barattolo un uovo sodo,

aggiungiamo gli alimenti

e versiamo la cola (per rendere l’esperimento ancora più impressionante si può aggiungere succo d’arancia e aceto: in questo modo, oltre a sporcarsi tantissimo, l’uovo assumerà un odore disgustoso e diventerà molliccio).

In un altro vassoio prepariamo tutti di cibi sani,

mettiamo l’altro uovo sodo nel secondo barattolo, aggiungiamo gli alimenti e versiamo latte ed acqua.

Ora andiamo a dormire senza lavarci i denti…

Nel versare i vari alimenti nei barattoli, possiamo chiedere ai bambini cosa sono e se secondo loro sono buoni. Sicuramente in molti diranno che la cola è buona, ad esempio. Ma proviamo a chiedere se fa bene ai denti, e molti bambini non sapranno cosa rispondere. Per fortuna abbiamo il nostro dente – uovo ad aiutarci!

Possiamo anche dire che, ad esempio, nella cola c’è molto zucchero, e che lo zucchero nella nostra bocca diventa acido come l’aceto, e che questo piace molto ai batteri che bucano i dentini con le carie.

E se non ci lavassimo i denti, cosa succederebbe?

Il  giorno successivo, tiriamo fuori dai barattoli i nostri denti – uova: il confronto è incredibilmente forte!

Laviamo il povero dente… prepariamo su un vassoio dentifricio, spazzolino, l’uovo da lavare in un piattino e a parte una bacinella d’acqua. Grazie a questa attività il bambino si eserciterà a svitare e riavvitare il tappo, stendere il dentifricio, spazzolare…

Se il bambino lo desidera, può dedicarsi anche alla pulizia dell’altro dente, ma ai fini dell’esperimento è servito essenzialmente per il confronto iniziale…

Lavarsi i denti, insomma, anche se ogni tanto mangiamo un po’ di zucchero, mantiene i denti puliti e bianchi, proprio come il guscio d’uovo! Però mangiare sano è proprio meglio…

Insegnare l’igiene orale – Esperimento con le uova sode

Riferimenti all’argomento nel web:

– thechocolatemuffintree.com

– mamabeefromthehive.blogspot.com

– fitkidsclub.blogspot.com

– science-mattersblog.blogspot.com

– luvprek.blogspot.com

– imaginationstationtoledo.org

– thepreschoolexperiment.blogspot.com

Oral care – Experiment with hard-boiled eggs: the growth of healthy teeth is very dependent on diet. The milk teeth of your child have been formed during the pregnancy, affected by your diet. After birth, much can be done to ensure the permanent teeth to develop and grow healthy and strong.

Make sure your child receives a diet with sufficient calcium and vitamin D. After weaning, the child takes the milk in amounts much lower, so it is important to include in his diet yogurt and cheese.

The nutrition then, affects the health of teeth even more directly, so do everything you can to avoid developing in the child behaviors which harm teeth creating a favorable environment in the oral cavity to the development of bacteria and the onset of plaque, tartar and cavities.

Not accustomed children to consume sugary juices, snacks and drinks between meals and the other. In any case always prefer to offer them in glass and not in the package with drinking straw, because this little trick can greatly reduce the time of exposure to sugar.

Ideally, the child does not even know What are candies and chocolate before two years, but the conditioning can be many. There is no doubt that the sweets to hurt your child’s teeth, but an anxious and rigid approach however, it is not healthy for him dosed carefully, cakes and sweets can not be a problem.

High concentrations of refined sugar destroy the acid balance in your child’s mouth and endanger the health of the tooth enamel. Every time you eat sugar, the teeth are in danger, and the longer the sugar remains in the mouth, the more it is likely to be formed caries, but this applies to the refined sugar in general, and in particular not for candies : the continuous sipping from straws fruit juices or other drinks, can be more damaging of candies or cake sweeter there is.

Therefore it is more reasonable to check all sweet foods, rather than banning the sweets, and always prefer sweets that you consume in a hurry, because the acid produced by their presence will disappear without having time to adhere to tooth enamel. For example, a slice of cake or a piece of chocolate are less hazardous to the teeth of a lollipop that the baby can suck for hours.

Even the consistency of the sweets makes the difference: those who can stick to teeth by chewing, maybe staying there until the next toothbrushing, are the worst: that goes for dry biscuits and even for some natural products that sometimes we offer because most healthful compared to candies: such as raisins.

All children go through stages where they are particularly sweet tooth: choose those that dissolve quickly in the mouth, such as chocolate and soft candy, and we give him water to drink.

We teach children to recognize foods that are good for teeth, and those that can damage them. You can begin when they are small, without giving any further technical information, but allowing them to make direct experiences.

The classic example is the experiment with the boiled eggs. It is true that the affinity between eggshell and tooth enamel is absolutely questionable, but as you will see the visual impact is tremendous and the children spontaneously make the association between egg and tooth. In this case the imagination is truly mightier than the cold analysis in conveying the correct information …

Oral care – Experiment with hard-boiled eggs

What do you need?

– Two transparent jars
– Two boiled eggs (if you find white is better, but is not essential)
– An assortment of healthy foods (fruit, cheese, vegetables, bread, …), water and milk
– An assortment of harmful foods (honey, sugar, chocolate, jam, whipped cream, candy, ice cream, …), and cola
– Toothbrush and toothpaste
– A bowl of water
– Tray and dishes
– It can also be useful a timer or an hourglass, if we want to strengthen the child’s perception of how long are the three minutes that we ask him to employ for brushing teeth.

Oral care – Experiment with hard-boiled eggs

What to do?

Before embarking on the experiment it would be important to start a discussion with kids on the theme of the teeth, and for example take them to imagine what we could eat if we did not have their teeth. We invite children to touch their teeth and then tell us how they arethen to touch the boiled eggs that we have prepared. It emerges that the teeth are hard and white just like the eggs.

Now we prepare on a tray all the foods damaging to their teeth, and we put in the first jar a boiled egg,

add foods:

and pour the cola (to make the experiment more impressive you can add orange juice and vinegar: in this way, as well as dirty a lot, the egg will take a disgusting smell and become mushy):

In another tray we prepare all of healthy foods,

We put another hard-boiled egg in the second pot, add the food and pour milk and water.

Now we go to bed without brushing our teeth …

While we pour the various foods in jars, we can ask the children what they are and if they think they are good. Surely many will say that the cola is good, for example. But we try to ask if it is good for teeth, and many children do not know what to say. Luckily we have our teeth – egg to help us!

We can also say that, for example, in the cola there is a lot of sugar, and that sugar in our mouth becomes acid such as vinegar, and that it really like to the bacteria, which pierce the teeth with caries.

And if we do not brush teeth, what would happen?

The next day, we pull out of the jars our teeth – eggs: the comparison is incredibly strong!

We wash the poor tooth … prepare a tray of toothpaste, toothbrush, the egg to be washed in a dish and part a basin of water. Thanks to this activity the child will practice to unscrew and screw the cap, apply toothpaste, brushing …

If the child wants, he can dedicate himself to cleaning the other tooth, but the purpose of the experiment is served primarily by the initial confrontation …

Brush your teeth, in short, even if sometimes we eat a bit of sugar, keeps teeth clean and white, just like the eggshell! But eating healthy is your best…

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Oral care – Experiment with hard-boiled eggs

Other links

– thechocolatemuffintree.com

– mamabeefromthehive.blogspot.com

– fitkidsclub.blogspot.com

– science-mattersblog.blogspot.com

– luvprek.blogspot.com

– imaginationstationtoledo.org

– thepreschoolexperiment.blogspot.com

Insegnare l’igiene orale – esperimento della mela “cariata”

Insegnare l’igiene orale – esperimento della mela “cariata”: un semplicissimo esperimento che serve a dare un’impressione visiva dell’effetto delle carie sui denti, adatto a bambini del nido d’infanzia e della scuola d’infanzia, dopo aver parlato di denti e carie…

cosa serve

due mele belle e simili tra loro

una bacchetta cinese o qualcosa di simile.

cosa fare

praticare con la bacchetta un foro profondo in una delle due mele, dire al bambino che una carie nel dente è proprio un buco, come quello che sta facendo nella mela… anche il dente, proprio come la mela, ha al suo interno la polpa. Più passa il tempo, più quel foro danneggia tutto il frutto…

Ora si tratta solo di aspettare (almeno un giorno),

e poi  di confrontare le due mele tra loro:

Quale mela metteresti nella tua bocca?

Insegnare l’igiene orale – Esperimento della mela cariata

Riferimenti all’argomento nel web:

– thechocolatemuffintree.com

– mamabeefromthehive.blogspot.com

– fitkidsclub.blogspot.com

– science-mattersblog.blogspot.com

– luvprek.blogspot.com

– imaginationstationtoledo.org

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Oral care: experiment of the “decayed” apple: a simple experiment that serves to give a visual impression of the effect of caries on teeth, suitable for children of nursery and kindergarten, after talking about teeth and caries …

Oral care: experiment of the “decayed” apple

What do you need?

two apples beautiful and similar to each other,

Chinese wand or something similar.

Oral care: experiment of the “decayed” apple

What to do?

Practicing with the wand a deep hole in one of two apples, tell the child that a cavity in the tooth is just a hole, like what he is doing in the apple … even the tooth, just like the apple, has within it the pulp. The more time passes, the more the hole damages all the fruit.

Now it’s just wait (at least one day),

and then to compare the two apples:

Which apple would you put in your mouth?

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Oral care: experiment of the “decayed” apple

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– thechocolatemuffintree.com

– mamabeefromthehive.blogspot.com

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Igiene orale: costruiamo un libro – spazzolino

Igiene orale: costruiamo un libro – spazzolino. Questo progetto, estremamente semplice da realizzare, può essere se fatto a scuola un bel lavoretto da portare a casa per favorire la partecipazione della famiglia all’educazione all’igiene orale dei bambini.

E’ indicato per i bambini che sanno leggere, ed è anche una bella decorazione per lo specchio del bagno e un simpatico promemoria per tutti anche da realizzare in famiglia dopo aver lavorato al tema denti ed igiene orale.

Igiene orale: costruiamo un libro – spazzolino
Cosa serve:

– una striscia di cartoncino colorato (il manico dello spazzolino)

– i cartellini con le indicazioni per la corretta igiene orale (le setole)

I miei cartellini, se volete, sono questi:

ma potete anche pensare ad altre frasi, a far scrivere i cartellini a mano al bambino, o anche a sostituire il testo con delle immagini, per i bambini più piccoli…

Non servono particolari indicazioni sul “come fare”…

Riferimenti all’argomento nel web:

– lessonplandiva.com

– preschoolplaybook.com

– daniellesplace.com

– fun-in-first.blogspot.com

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Igiene orale – pittura con lo spazzolino da denti

Igiene orale – pittura con lo spazzolino da denti. Questa attività molto semplice può essere proposta anche ai bambini molto piccoli.

Oltre a migliorare le abilità manuali in relazione alla gestione dello spazzolino da denti, crea l’immagine di un dente ingiallito che, grazie allo spazzolamento, diventa bianco.

Cosa serve:

– un dente stilizzato ritagliato nel cartoncino giallo

– un vassoio contenente acqua, spazzolino da denti e un tubetto di tempera, acquarello o acrilico bianco

Se può esservi utile, questa è la mia sagoma (clicca sull’immagine per ingrandirla e stamparla):

Il bambino si dedicherà a rendere bianco il suo dente, imparando a gestire lo spazzolino e l’apertura e la chiusura del tubetto di colore. Non presentate modelli troppo grandi, potrebbero scoraggiare…

Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:

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Riferimenti all’argomento nel web:

– luvprek.blogspot.com

– ptskjohnson.blogspot.com

– prekfun.com

– busymommymedia.com

– ourcraftsnthings.com

– rockabyebutterfly.blogspot.com

Oral Care – painting with the toothbrush. This simple activities can also be brought to very young children. In addition to improving manual skills regarding the management of the toothbrush, creates the image of a tooth that yellowed, thanks to brushing, it turns white.

Oral Care – painting with the toothbrush

What do you need?

– A tooth cut in yellow construction paper,

– a tray containing water, a toothbrush and a tube of white painting.

If this may help, this is my shape (click to enlarge and print):

The child will devote to make white his tooth, learning how to handle the brush and the opening and closing of the tube of paint.Not presented models too big, they might discourage him .

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Oral Care – painting with the toothbrush

Other links

– luvprek.blogspot.com

– ptskjohnson.blogspot.com

– prekfun.com

– busymommymedia.com

– ourcraftsnthings.com

– rockabyebutterfly.blogspot.com

Igiene orale – lavare una sagoma di dente di carta plastificata

Igiene orale – lavare una sagoma di dente di carta plastificata. Bellissima attività proponibile anche ai bambini piccoli, nella versione “gioco d’acqua” , o nella versione “a secco”.

Per la versione “gioco d’acqua” serve:

– la sagoma del dente plastificata
– un vassoio contenente: acqua, dentifricio e spazzolino
– acquarelli

L’attività riesce meglio mettendo il dente in verticale, magari all’aperto; altrimenti occorre qualcosa per raccogliere l’acqua che cola…

Ritagliate il vostro dente plastificato e sporcatelo con gli acquarelli.

Se può esservi utile questa è la mia sagoma in formato pdf:

Ponete il dente in verticale. Il bambino si divertirà a lavarlo utilizzando acqua, spazzolino e dentifricio:

Versione “a secco”

Per sporcare il dente usate un pennarello al posto degli acquarelli, e offrite al bambino spazzolino e dentifricio, senza acqua

Solo quando il dente sarà ben spazzolato, offrite poca acqua o un tappino di collutorio per eliminare meglio l’inchiostro.

Riferimenti all’argomento nel web:

– sweetserendipity23.blogspot.it

Igiene orale: esercitarsi col dentone

Igiene orale: esercitarsi col dentone. Questo progetto può essere interamente realizzato in autonomia, anche dai bambini più piccoli (una volta tagliata la bottiglia di plastica) e comporta la fase di costruzione del modello, e la fase di esercitazione nell’uso dello spazzolino da denti.

Il modello è particolarmente efficace per spiegare e far sperimentare ai più piccoli lo spazzolamento della superficie superiore (superficie di masticazione) dei molari, i denti che sono a maggior rischio di carie.

Per preparare il modello servono:
un fondo di bottiglia di plastica
tempera o acrilico bianco
carta di recupero per riempire eventualmente il “dentone” e renderlo più pesante e resistente
una striscia di nastro isolante rosso (per fissare la comprensione dello spazzolare i denti dal rosa al bianco).

Come si fa

colorare bene di bianco l’interno del dentone e far asciugare bene

Quando il colore è asciutto riempire con la carta da recupero e passare un giro di nastro isolante rosso alla base del dentone.

Attività col dentone

Preparate un vassoio con:
acqua
il dentone
spazzolino
dentifricio

Sporcate il dentone con gli acquarelli

Il bambino si dedicherà alla pulizia del suo dentone utilizzando acqua, spazzolino e dentifricio:

Riferimenti all’argomento nel web:

– thenatureofgrace.blogspot.com

– craftycommunity.com

Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:

Tutti gli album


Oral care: practice with the “big tooth”. This project can be made entirely independently, also from the small children (once cut the plastic bottle) and involves the construction phase of the model, and the phase of exercise in the use of the toothbrush.

The model is particularly effective to explain and experience to children brushing the top surface (chewing surface) of the molars, teeth that are at higher risk for tooth decay.

Oral care: practice with the “big tooth”

What do you need?

a bottom of plastic bottle
white paint
waste paper to eventually fill the “big-teeth” and make it heavier and durable
a strip of insulating tape red (for the gums).

Oral care: practice with the “big tooth”
How is it done?

Color with white the big thooth of big thooth and allow to dry:

When the paint is dry fill with waste paper and pass a round of red tape at the base of the big thooth.

Oral care: practice with the “big tooth”

Activities with big thooth

Prepare a tray with:
water
the big thooth
toothbrush and toothpaste.

Dirty the big thooth with watercolors:

The child will be dedicated to the cleaning of his big thooth using water, toothbrush and toothpaste. It will use the toothbrush always from the bottom upwards, ie from the gum to the tooth:

Oral care: practice with the “big tooth”

Other links

– thenatureofgrace.blogspot.com

– craftycommunity.com

Igiene orale: un modello di denti realizzato con bicchierini di plastica

Igiene orale: un modello di denti realizzato con bicchierini di plastica. Il progetto di costruzione del modello non è adatto ai bambini, soprattutto perchè ritagliare i bicchierini richiede una certa forza, e per realizzare un modello impermeabile e resistente all’acqua, l’uso della colla a caldo è necessario. I bambini possono comunque partecipare ritagliando le strisce di  panno, legando i bicchierini tra loro, riempendoli con la carta di recupero. Naturalmente l’uso del modello è invece tutto loro… Il modello può servire ad esercitarsi non solo sull’uso dello spazzolino, ma anche del filo interdentale.

Cosa serve:

– dodici bicchierini di plastica da da caffè
– una superficie rossa (meglio se di plastica)
– strisce di pannolenci rosso
– carta bianca di recupero
– colla a caldo

Per fare in modo che i dentini stiano ben vicini gli uni agli altri, ritagliate così:

poi fare una collana usando nastro adesivo, o biadesivo, o anche con la graffettatrice:

Riempite i dentini con della carta bianca di recupero:

Disponete ad arco i dentini sulla superficie rossa e incollante con abbondante colla a caldo: i dentini devono essere resistenti!

Con altra abbondante colla a caldo aggiungete le strisce di pannolenci alla base dei dentini, a formare le gengive e fissare ulteriormente il tutto. Ritagliate la superficie rossa seguendo l’arco dei dentini.

Se volete rifinite con un giro di nastro isolante colorato, ed il modello è pronto.

Attività di igiene orale

Per preparare l’attività servono:
– acquarelli e pezzetti di carta colorata
– un vaso d’acqua
– spazzolino, dentifricio e filo interdentale

Sporcate il vostro modello così:

Il bambino si dedicherà sua pulizia e sarà un buon modo per mostrare come spazzolare i denti e come utilizzare il filo tra gli spazi interdentali:

Al termine potete proporre anche un tappo di collutorio:

Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:

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Oral care: a model of teeth made of plastic cups. The project of construction of the model is not suitable for children, especially because cut the plastic cups requires a certain strength, and to achieve a model waterproof and water resistant, the use of hot glue is needed. Children can still participate by cutting strips of cloth, tying the cups between them, filling them with waste paper.
Instead the use of the model is their.
The model can be used to practice not only on the use of the toothbrush, but also floss.

Oral care: a model of teeth made of plastic cups

What do you need?

– twelve plastic cups
– A red surface (preferably plastic)
– Strips of red felt
– White paper
– Hot glue

Oral care: a model of teeth made of plastic cups

How is it done?

To make sure that the teeth are very close to each other, cut out in this way:

then make a necklace using adhesive tape, or biadhesive, or even with the stapler::

Filled teeth with of the white paper:

Arrange the teeth in the shape of arc on red surface and gluing with plenty of hot glue: the teeth must be resistant!

With plenty of other hot glue, add the strips of felt at the base of the teeth, to form gums and fixing everything. Cut the red surface following the arch of teeth.

If you want
finish with a round of colored tape, and the model is ready.

Oral care: a model of teeth made of plastic cups

Activities of oral care

To prepare the activities need:
– Watercolors and bits of colored paper
– A glass of water
– Toothbrush, toothpaste and dental floss

Dirtying your model like this:

The child will be dedicated clean it and will be a good way to show how to brush their teeth and how to use the floss between the interdental spaces:

At the end you can also proposing a cap of mouthwash:

Igiene orale: modello realizzato coi cartoni delle uova

Igiene orale: modello realizzato coi cartoni delle uova. Questo modello può essere realizzato anche dai bambini, una volta ritagliato il cartone. E’ indicato per imparare a gestire il filo interdentale, e per nominare i denti, ma non può essere bagnato.

La costruzione del modello è per i bambini anche un buon esercizio di simmetria.

Cosa serve:
– dieci o dodici denti ritagliati dai cartoni delle uova
– un cartoncino rosso
– forbici
– colla (vinilica se incollano i bambini, altrimenti anche colla a caldo per velocizzare il lavoro)

I bambini distribuisco i dentini sul cartoncino e quando sono soddisfatti della composizione li incollano, ben vicini gli uni agli altri.

Quando la colla è asciutta, il modello è pronto, basta solo ritagliare ad arco il cartoncino.

Esercitazioni col modello

Preparate dei pezzetti di carta colorata e incastrateli tra gli spazi interdentali.

preparate un vassoio col filo interdentale, mostrate al bambino come prendere il filo e come utilizzarlo per rimuovere lo sporco tra i denti. Poi il bambino potrà mettere in pratica:

Riferimenti all’argomento nel web:

– theseedsnetwork.com

– myshaenoel.blogspot.it

– kristin-senseofwonder.blogspot.com

– abcand123learning.com

– theeducationcenter.com

Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:

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Oral care: model made with egg cartons. This model can be realized even by children, once cut the cardboard. It is suitable for learning how to manage the floss, and to appoint the teeth, but it can not be wet.

The construction of the model is for children also a good exercise of symmetry.

Oral care: model made with egg cartons

What do you need?

– Ten or twelve teeth cut from egg cartons
– A red cardstock
– scissors
– Glue (PVA glue if children, or even hot glue to speed up the work)

Children distribute the teeth on the cardboard and when they are satisfied with the composition paste them, very close to each other.

When the glue is dry, the model is ready, just cut out the cardboard-shaped arc.

Oral care: model made with egg cartons

Exercises with model

Prepare pieces of colored paper and embed their between the interdental spaces.

prepare a tray with dental floss, show the child how to take and how to use floss to remove dirt between the teeth. Then the child will be able to practice:

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Oral care: model made with egg cartons

Other links

– theseedsnetwork.com

– myshaenoel.blogspot.it

– kristin-senseofwonder.blogspot.com

– abcand123learning.com

–  theeducationcenter.com

Igiene orale: un gioco matematico col play dough

Igiene orale: un gioco matematico col play dough. Ogni bambino realizza il suo modellino di arcata dentale con la pasta da modellare. Poi il tutto diventa un gioco per contare.

Cosa serve:
Play dough rosso e bianco (trovi delle ricette per farlo in casa qui)
una bacchetta
eventualmente un coltello
un dado per giocare.

Preparare un ovale con la pasta rossa, poi marcare la metà (senza tagliare) con una bacchetta. Sono tutte attività importanti per i bambini che comportano percezione delle forme geometriche, stima di quantità, simmetria, ecc…

Fare con la punta della bacchetta dodici rientranze per ogni arcata lungo i bordi:

preparare 24 dentini (palline bianche) strappando la pasta da modellare, oppure modellando un serpente e tagliandolo col coltello

Lasciar seccare bene, quindi giocare!

Si può giocare anche in tanti, ognuno col suo modello. Ogni bambino mette i suoi dentini in un piattino, a turno si lancia il dado e si mette sul modello il numero corrispondente di dentini.

Vincono tutti perchè contare è divertente, oppure vince il bambino che riesce per primo a completare la sua bocca.

Riferimenti all’argomento nel web:

– mamabeefromthehive.blogspot.com

Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:

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Oral care: a mathematical game with play dough. The child made his model of a dental arch with play dough. Then everything becomes a game for counting.

Oral care: a mathematical game with play dough

What do you need?

Play dough red and white (you can find the recipe to make it at home here)

a wand

a dice to play.

Oral care: a mathematical game with play dough

How is it done?

Prepare an oval with red paste, then mark the half (without cutting) with a wand. They are all important activities for children involving perception of geometric forms, estimate of quantity, symmetry, etc …

Do with the tip of the wand twelve indentations for each arch along the edges:

prepare 24 teeth (white balls) snatching the play dough or modeling a snake and cutting it with a knife:

Allow to dry well, then play!

You can play in many, each with its own pattern. Each child puts his teeth on a small plate, in turn roll the die and puts on the model the corresponding number of teeth.

Everyone wins because counting is fun, or wins the child who is able to first to complete his mouth.

Tutorial come costruire una lavagna luminosa (lightbox) economica e facilissima

Tutorial come costruire una lavagna luminosa (lightbox) economica e facilissima – La lavagna luminosa è uno strumento affascinante per il gioco sensoriale dei bambini

anche molto piccoli, ma non smette di esserlo nemmeno per i più grandi (come vedrete…), e non si esaurisce mai: variando dimensioni della superficie, punti luce, colore dello “schermo” , materiali ecc…, la gamma di esperienze possibili è infinita.

La pedagogia “Reggio Children” dà particolare valore all’esplorazione della luce da parte dei bambini, e la lavagna luminosa è soltanto una delle possibilità che possono essere offerte.  Dell’uso della lavagna luminosa in particolare questa è una presentazione molto sintetica tratta da qui : “L’incontro tra luce e materia svela contemporaneamente alcune caratteristiche della materia come il colore, l’opacità o trasparenza, la forma, la grana e alcune qualità della luce, in particolare quelle di trasmissione e di riflessione…”  Per saperne di più sugli “Atelier Raggio di Luce”, puoi partire da qui: http://www.raggiodiluce.eu/.

Anche Bruno Munari ha esplorato ampiamente l’interazione tra luce e materiali, in particolare realizzando composizioni “fatte con la luce, con materiali vari, trasparenti, semitrasparenti e opachi, violentemente colorati o a colori delicatissimi, con materie plastiche tagliate, strappate, bruciate, graffiate, liquefatte, incise, polverizzate; con tessuti animali e vegetali, con fibre artificiali, con soluzioni chimiche…” ; per approfondire puoi partire da qui: http://www.munart.org/; queste le sue “Proiezioni dirette”:

A casa o a scuola, davvero con pochissima spesa, possiamo realizzare una lavagna di luce per i bambini , che certamente potrà offrire esperienze più modeste, ma nelle loro modestia irrinunciabili.

Materiale occorrente:

– una scatola di legno, plastica o cartone
– qualche portalampada di casa (quelli da scrivania o comodino possono andare, e due possono bastare); in alternativa potete anche ricorrere alle lucette dell’albero di Natale, se è possibile metterle in modalità non intermittente…
– due piani rigidi trasparenti, possibilmente della stessa misura, che andranno sovrapposti. Vanno bene ad esempio quelli delle cornici a giorno (di plastica è meglio, se occorre tagliarli) o di vetro se sono a misura della scatola scelta. Si trovano anche in vendita nei negozi di fai da te, ma si può anche comprare una cornice a giorno per due e tre euro nei negozi di usato;
– carta stagnola
– nastro adesivo (mi sono trovata bene col nastro isolante, che è facile da togliere e mettere, ma va bene il nastro che avete)

Io ho fatto così:

Questa è la cassetta di legno che avevo in casa; era alta abbastanza per contenere i portalampada che avevo a disposizione, ma comunque a misura di bambino;  aveva poi già il foro laterale che serve per far passare il filo delle lampade:

Ho posizionato le due lampade e poi ho rivestito tutto con la carta stagnola (senza incollare perchè intendo salvare la cassetta per altri utilizzi…):

e ho fissato intorno alla cassetta con un paio di giri di nastro isolante:

Ho posizionato il primo piano trasparente (l’ho tagliato poi facilmente a misura col taglierino), e ho fatto la stessa cosa col secondo piano trasparente. Praticamente la lavagna luminosa è pronta.

Non provvedere a un fissaggio definitivo dei piani trasparenti è molto vantaggioso, perchè consente di inserire facilmente dei fogli di carta o stoffa tra un piano e l’altro per schermare la luce, con effetti diversi, o anche di sfruttare tutta la luminosità non mettendo nulla tra i due (se ad esempio lavoriamo con materiali opachi come la schiuma da barba). Per rendere il piano stabile, una volta preparato, bastano due pezzetti di nastro adesivo o anche un po’ di schiuma da barba o delle palline di plastilina.

Al collaudo hanno provveduto le mie ragazze; prima hanno provato varie schermature, ad esempio con carta oleata gialla:

e con carta velina rosa:

Scelta la gialla, hanno provato la farina (per distribuirla bene può essere utile un colino).

In un attimo hanno liberato il piano dalla farina per provare con la schiuma da barba:

Se il vostro bimbo è piccolo e c’è il pericolo che la schiuma da barba venga assaggiata, può naturalmente essere sostituita con panna spray, panna montata, albume d’uovo montato o anche pappette di riso o di tapioca (calibrando bene la consistenza…)

Inizialmente hanno mantenuto la schermatura gialla:

poi hanno provato a toglierla (e qui torniamo al vantaggio di non fissare il piano):

Nel freezer tengo sempre della gelatina colorata con coloranti alimentari, che uso un po’ alla volta per colorare il play dough e per tinture varie (lana, stoffette, carta…); viene sempre utile, soprattutto nei giochi sensoriali. Le ragazze hanno concluso il collaudo così:

Guest post: Perchè insegnare la Preistoria ai bambini?

Archeologia per bambini.

Guest post: Perchè insegnare la Preistoria ai bambini?

La domanda è molto semplice, e forse anche la risposta può esserlo. Perché i bambini saranno adulti. Perché insegnando loro, si può sperare che certe forme di oscurantismo del nostro tempo, tra qualche decennio saranno finite. Out. Over.

Perché qualche giorno fa una ragazza universitaria che stimo molto, mi ha chiesto “Ma tu sei creazionista o evoluzionista?”.

E poi anche per ragioni più ludiche. Perché studiare scienza è nutrimento per la fantasia, e non è mai troppo presto.

Perché con lo studio della storia della nostra specie ci si può sporcare le mani. Gli archeologi sono una delle poche categorie di adulti ai quali è consentito sguazzare nel fango, infilare le mani in buchi terrosi, scalare un pendio cercando grotte.

Perché i viaggi sono garantiti, non solo in luoghi lontani dai nomi oscuri ed evocativi, ma anche nel tempo, e proprio nel giardino di casa. Scoprire dove c’è oggi la nostra casa un giorno ci pascolavano gli ippopotami o cacciavano le tigri dai denti a sciabola è impagabile.

Perché abbiamo il frigo, il fornello, ed il forno. E se non li avessimo? E se provassimo a vivere una giornata senza elettricità? Ed una senza acqua corrente? E senza cibi confezionati?

Perché quel signore li, vestito con pochi pezzi di stoffa, con una grossa barba ed una lunga lancia, non è un “selvaggio”, è un Aborigeno. Il suo popolo abita l’Australia da 80.000 anni. Il suo popolo non ha mai coltivato la terra. Non ha mai posseduto la terra. Non ha mai rinchiuso un animale in gabbia. Quel signore lì conosce canti sull’inizio del tempo, e se stiamo attenti e sappiamo ascoltare potrebbe anche decidere di cantarceli, un giorno.

Per fare i saputelli con gli zii ed i nonni e spiegar loro con aria annoiata che no, i dinosauri e gli esseri umani non si sono mai incontrati.

Perché siamo tutti fratelli, e non come progenie di Adamo ed Eva, e rassicuratevi, nessuno ci ha mai scacciato a causa di una mela. Ma siamo i discendenti di un piccolo gruppo di persone che un giorno hanno deciso di andare un po’ più in là dell’orizzonte. E non ci siamo mai fermati, e continuiamo ad andare su e giù, in qua e in là, perché’ fa parte della nostra natura.

Enza Spinapolice

Enza Spinapolice e’ un’archeologa del Paleolitico e lavora all’Istituto di Antropologia Evoluzionista Max Planck, di Leipzig. Ha studiato Preistoria a Roma, poi ha conseguito un dottorato Europeo tra Roma e Bordeaux, e da tre anni fa ricerca in Germania. Si interessa in particolare all’origine biologica e culturale della nostra specie, all’estinzione dei neandertaliani ed alle società di cacciatori raccoglitori passate e presenti. Oltre a girare il mondo e studiare il passato, Enza ha una famiglia multiculturale, ed un bimbo di due anni e mezzo, a cui spera di insegnare molto presto la preistoria.

Carte delle nomenclature per parole con consonanti doppie – Metodo Montessori

Carte delle nomenclature per parole con consonanti doppie – Metodo Montessori. Come già detto per le carte delle nomenclature per parole di tre lettere 

e per le carte delle nomeclature per parole di quattro lettere,

 una volta che il bambino ha fatto molti esercizi di composizione di parole per dettatura con l’alfabeto mobile, è pronto per gli esercizi di  autodettatura, cioè per comporre autonomamente parole che egli stesso ha pensato, senza averle sentite dalla voce di altri. 

Esistono molte possibilità per favorire questo genere di esercizio, una può essere quella di preparare delle schede illustrate, che possono anche fornire un aiuto all’arricchimento del lessico.

Classicamente le carte delle nomenclature, a questo secondo scopo, sono organizzate per aree tematiche (animali domestici, casa, abbigliamento, mezzi di trasporto, ecc…).

Qui propongo una classificazione diversa, in funzione dell’apprendimento delle varie difficoltà ortografiche presenti nella nostra lingua: cominciamo con le consonanti doppie.

Carte delle nomenclature per parole con consonanti doppie – Metodo Montessori

Questo è una selezione di parole italiane che presentano consonanti doppie, con diversi gradi di difficoltà; non tutte si prestano ad essere illustrate e le parole presenti nelle schede delle nomenclature sono in grassetto:

anno asso asse inno osso otto

babbo bacca baffo basso becco beffa birra bocca bocce bolle botte botto bucce buffo burro canne carro cappa cassa ceppo colla collo coppa cotto cozze donna facce farro fatto fetta fibbia fisso fitto fosso gallo gatto gemma gobbo gocce gomma legge lesso letto lutto mamma mappa massa masso matto mazze messa mezzo mosso mozzo muffa notte nozze occhio pacco palla panna panno pappa passo pazzo penna pezza pinna Pippo pizza pizzo  pollo porri pozza pozzo Puffo raggi razzo ressa retto ritto rocce rosso rotto  sacco sassi secco sella senno  serra sette sonno succo tacco  tappo tassa tatto tazza terra tetto  tocco tonno toppa torre tosse tuffo vacca valle villa zappa zoppo zucca zuppa 

anello bacche becchi bocche brocca brutto buccia caccia cuccia cuffia doppio dubbio faccia faggio fiocco frecce gabbia giacca gnocchi goccia graffio grappa grasso grosso grotta grucce fiamma labbra loggia maggio mummia nebbia nibbio pacchi paggio peggio piazza pioppo poggio rabbia raggio reggia riccio sabbia sacchi saggio sbarra sbuffo scatto  seppia soffio spalla spilla staffa stalla stella stemma tacchi tracce tratto treccia trippa trotto trucco vacche

accappatoio antenna allegro arrosto astuccio barella bicicletta braccio breccia bocciolo bottiglia bottoni brocche burrone bussola cammello cannone capanna cappello caraffa carrelli cartella cartello casetta castello cestello ciabatta colonne chitarra collana collare collina coltello cordicella cravatta dattero fagotto fessura fiammiferi formaggio freccia frittata fumetti gallina gemelli giraffa ghiaccio grappolo greppia  gruccia lattuga  lettera lucciola maglietta mantello marrone matassa materassi mattarello mattone mollica occhiali ombrello padella paletta paletto pallina pallone pattini pennello pestello pettine picchio piffero pillola pioggia pittura pollice polline quattro raganella ramarro rametto rastrello sassolino scaffale scoppio spaccio spaghetti spazzola specchi spiaggia spicchio spiccio sprazzo spruzzo stampelle straccio  strenna stretto tacchino tallone  terreno traccia trebbia treccia trombetta trottola tinello vassoio viaggio vitello  zafferano   zucchero.

E queste sono le carte a colori, pronte per il download e la stampa per gli abbonati:

(Per sapere come utilizzarle puoi fare riferimento al post Schede delle nomenclature per parole di tre lettere).

Raccomando, naturalmente, di non presentare al bambino le schede tutte insieme, ma di selezionarne circa una decina alla volta…)

Lavoretti per la primavera – semplice farfalla di carta realizzata con le impronte delle mani

Lavoretti per la primavera – semplice farfalla di carta realizzata con le impronte delle mani. Per dipingere con le impronte serve una bella tavolozza grande, che permetta di mescolare i colori e fare ogni possibile esperimento, e tanta carta… ai bambini piace molto stampare!

Il colore deve essere un po’ denso, tipo tempera non diluita.

Siccome, come ho detto, è difficile fermarsi quando una cosa piace, dopo che i fogli ormai coprivano il pavimento della stanza, abbiamo pensato di dedicarci ad una decorazione floreale per la finestra…

Di solito è un’attività che si conclude quando comincia il fastidio da “manine troppo sporche”, che il bambino avverte quando il colore comincia a seccare… per lavarle un bel gioco con acqua e tappi di bottiglia è l’ideale.

Le impronte fatte sulla carta sono ormai asciutte, e possiamo ritagliare e assemblare la farfalla

Per il corpo ho piegato un foglio A4 quattro volte e ho ritagliato antenne, testina e un abbozzo di collo. Sul corpo ho messo il nastro biadesivo, sulla testa e sulle antenne la colla da carta

e questo è il risultato finale:

Esperimenti scientifici per bambini – Labirinti per germogli: il fototropismo

Esperimenti scientifici per bambini – Labirinti per germogli: il fototropismo

Anche se l’accrescimento può essere soggetto a diversi fattori ambientali, l’orientamento della pianta è guidato da tre fattori principali che sono il fototropismo, il gravitropismo e il tigmotropismo:

il fototropismo, o crescita verso la luce, assicura che le foglie ricevano una quantità ottimale di luce per la fotosintesi;
il gravitropismo, o crescita in risposta alla gravità, permette alle radici di crescere nel suolo verso il basso e ai fusti di crescere verso l’alto, lontano dal suolo;
il tigmotropismo, o crescita a seguito di contatto, permette alle radici di crescere attorno agli ostacoli ed permette alle piante rampicanti di avvolgersi attorno alle strutture di supporto.

Il fototropismo è mediato dall’auxina (un ormone vegetale della crescita). L’auxina si forma nell’apice e poi scende distribuendosi uniformemente in tutte le cellule della pianta, ma se l’illuminazione non proviene dall’alto, l’auxina anziché distribuirsi uniformemente si sposta verso il lato non illuminato. L’accumulo di questo ormone determinerà crescita maggiore nel lato in ombra, con conseguente piegamento verso la luce.

Il fototropismo è stato descritto per la prima volta da Darwin, ed è stato osservato anche nel plancton acquatico.

Esperimenti scientifici per bambini – Labirinti per germogli: il fototropismo
 Materiale necessario per costruire il labirinto:

– una scatola di cartone con coperchio, possibilmente di colore scuro
– ritagli di cartone, possibilmente di colore scuro

Piantine:

l’esperimento riesce particolarmente bene utilizzando patate, patate dolci o cipolle germogliate che possono essere messe in un vaso di terriccio ben bagnato, oppure sospese in un vaso d’acqua con degli stecchini di legno:

photo credit http://amicidellortodue.blogspot.it/

oppure piantando un seme di fagiolo in un vasetto con un po’ di terriccio ben bagnato:

photo credit: http://lalica.wordpress.com/

Se usiamo il vaso con terriccio, sia per la semina, sia per patate e cipolle germogliate, occorrerà  di tanto in tanto innaffiare, e anche se usiamo il vaso d’acqua dovremo controllare se serve aggiungerne.

Con le patate e le cipolle si può anche provare a metterle nella scatola così, senza acqua né terriccio: contengono in effetti acqua e nutrienti che per un po’ possono assicurare la crescita del germoglio anche in assenza di terra ed acqua. Se scegliete questa soluzione, il processo di sviluppo della pianta potrebbe essere un po’ più lento, ma vi sarà possibile sigillare meglio il coperchio alla scatola.

Esperimenti scientifici per bambini – Labirinti per germogli: il fototropismo
Obiettivi dell’esperimento:

dimostrare l’effetto della luce sulla crescita delle piante.

Esperimenti scientifici per bambini – Labirinti per germogli: il fototropismo
Tempi:

occorreranno circa due settimane dall’esperimento, per poter osservare i risultati. Di più se rinunciate a terriccio ed acqua.

Per preparare i bambini possiamo, nei giorni precedenti, invitarli ad osservare le piante sul davanzale della finestra. Cosa possiamo dire della loro crescita?  Che le piante non crescono verso la stanza, ma verso l’esterno della casa. Perchè? Perchè le piante si rivolgono alla luce del sole. Possiamo anche uscire all’aperto ed osservare e confrontare la crescita delle piante che incontriamo.

Esperimenti scientifici per bambini – Labirinti per germogli: il fototropismo
Preparazione della scatola

La scatola può essere preparata in diversi modi, l’importante è che presenti un solo foro in alto per l’ingresso della luce e che i cartoni divisori siano alternati in modo tale da non impedire alla luce di seguire un certo percorso verso la pianta, ed alla pianta di crescere verso il foro, una volta che la scatola sarà chiusa.

I cartoni divisori devono avere esattamente la stessa altezza di quella della scatola, in modo tale da toccare il coperchio, quando la scatola verrà chiusa. Potete farne quanti ne volete. Possono essere di lunghezza diversa, oppure posso essere tutti lunghi come la lunghezza della scatola, e si possono praticare fori (finistrelle di circa 3×3 cm) a distanze diverse per il passaggio della luce.

Alcuni esempi:

http://www.asc-csa.gc.ca/

photo credit: http://www.epa.gov/

photo credit: http://www.imsa.edu

photo credit: http://kitchenpantryscientist.com/
 
photo credit http://bangkokpatanascience.blogspot.it/
 
photo credit: http://archive.blisstree.com/
 

Per la riuscita ottimale dell’esperimento, naturalmente, la scatola deve essere integra ed il coperchio deve chiudere perfettamente, così la luce può davvero entrare solo attraverso il foro superiore. Si può controllare inserendo una torcia,al buio, nel foro superiore, e si può provvedere a sigillare meglio con l’aiuto del nastro adesivo, ma bisogna ricordare che ogni tanto la scatola deve essere aperta per dare l’acqua alla pianta.

È essenziale che anche i cartoni divisori all’interno siano a tenuta di luce lungo i punti di fissaggio alla parete della scatola e utilizzare nastro adesivo nero può essere una buona soluzione.

Inoltre anche tutti i bordi dei cartoni divisori che toccano il coperchio, quando viene montato, devono essere a tenuta di luce; per impedire alla luce di fuoriuscire al di sopra dei divisori che vengono in contatto con il coperchio si può provvedere a rivestire l’interno del coperchio con un foglio di spugna o qualche strato di feltro, e poi mettere il coperchio premendo delicatamente, in modo tale da comprimere l’imbottitura contro i divisori di cartoni ed i bordi esterni della scatola.

Possiamo anche più semplicemente incappucciare la scatola con un telo nero che presenti solo un foro in corrispondenza del foro per la luce praticato sulla scatola.

Esperimenti scientifici per bambini – Labirinti per germogli: il fototropismo
Cosa fare

Preparata la scatola e il germoglio, posizionare la piantina sul fondo, chiudere col coperchio e posizionare in un luogo soleggiato, in modo che il foro in alto possa ricevere quanta più luce possibile.

Possiamo coi bambini fare previsioni rispetto a quello che accadrà all’interno della scatola, e i bambini possono provare a disegnarle.

Si può approfittare dell’apertura della scatola per le innaffiature, per fare misurazioni e registrazioni.
Quanto velocemente può la vostra pianta di fagioli o di patate crescere? Patate e fagioli sono piante che crescono molto in fretta: una pianta di fagioli raggiunge l’altezza di circa 50 centimetri in tre settimane, e una pianta di patata cresce fino a 60 centimetri in quattro settimane. I bambini possono usare un righello per misurare la crescita della pianta, e fare un segno all’interno della scatola . Queste misurazioni possono essere fatte ogni giorno. Osserveremo che durante i primi giorni la crescita sarà molto molto lenta, ma poi accelererà notevolmente dopo il terzo o quarto giorno, soprattutto se saremo costanti con le innaffiature.

Possono inoltre essere preparate delle “scatole di controllo”. La più interessante sarà quella preparata come spiegato, ma poi, invece di essere esposta al sole col foro in alto, la si può appendere a un sostegno alto, in modo che l’apertura per la luce venga a trovarsi in basso. Cosa accadrà alla piantina in questa scatola? Sarà in grado di sfidare la forza di gravità e crescere a testa in giù per raggiungere la luce?

Esperimenti scientifici per bambini – Labirinti per germogli: il fototropismo
Conclusioni possibili

Le piante, che appaiono immobili per definizione in quanto saldamente ancorate alla terra con le loro radici, in realtà sono in grado di compiere movimenti in risposta a stimoli esterni.

La luce solare è essenziale per la crescita delle piante, e le piante fanno tutto il possibile per riceverla.

Coi bambini più grandi possiamo parlare nello specifico del fototropismo e dei suoi meccanismi ricorrendo ai termini esatti, oppure presentare il fenomeno a partire da ciò che è direttamente osservabile.

Le piante, come tutti gli esseri viventi, sono costituiti da piccole unità chiamate cellule. Nelle piante, alcune cellule presenti nelle foglie e negli steli sono sensibili alla luce. Mentre gli esseri umani e altri animali mangiano cibo per ottenere energia, le piante ricavano l’energia che serve loro per vivere dal sole. Una pianta che non può ricevere una quantità di luce adeguata  può morire, e per questo ogni pianta cerca sempre di crescere in direzione del sole. Per la nostra piantina chiusa nel labirinto, anche la piccola quantità di luce che entra attraverso il foro è sufficiente a guidare il germoglio verso l’esterno.

All’apertura della scatola potremo notare come il germoglio e le foglioline appaiano biancastre nelle zone più lontane dal foro. Le piante infatti, ricevuta l’energia che serve loro attraverso la luce del sole, producono una sostanza chimica chiamata clorofilla, che è di colore verde. Quando la clorofilla manca, le foglie invece di essere verdi diventano bianchicce, gialle, rossicce, marroncine; come avviene naturalmente in autunno.

Esperimenti scientifici per bambini – Labirinti per germogli: il fototropismo – Fonti:

– http://www.imsa.edu

– http://scienceforcuriousstudents.blogspot.it

– http://www.planet-science.com/

– http://kitchenpantryscientist.com/

– http://www.ehow.com/

– http://plantsinmotion.bio.indiana.edu

– http://www.asc-csa.gc.ca/

– http://bangkokpatanascience.blogspot.it

– http://archive.blisstree.com/

– http://herbarium.desu.edu/

– http://it.wikipedia.org/wiki/Fototropismo

– http://www.tesionline.it/v2/

fototropismo

Sensory tub di farine e play dough

Sensory tub di farine e play dough

Materiali: farina di mais miscelata con farina di grano duro

Materiali accessori a disposizione: sale, schiuma da barba, acqua, coloranti alimentari diluiti in acqua, play dough di qualche giorno prima

Attrezzi: un ricco assortimento di contenitori presi in cucina o di recupero, un’insalatiera grande, un vaso di vetro, tagliere e coltello, tritatutto a manovella, siringa monouso senza ago, spugnetta per piatti, un cucchiaino di legno.

Il play dough l’avevamo preparato qualche giorno prima, ed era venuto niente male, ma dopo averci giocato tanto era un po’ invecchiato…

Per prepararlo abbiamo mescolato circa in pari quantità farina bianca e bicarbonato di sodio, acqua e invece del cremor tartaro abbiamo usato aceto di vino bianco (quantità a occhio, finchè non si vede che la schiuma che si forma per reazione rende la miscela gonfia).

Poi abbiamo cotto l’impasto sui fornelli finchè non è diventata una palla appiccicosa e l’abbiamo rovesciato sul piano di lavoro, ben infarinato. Abbiamo diviso in pezzetti diversi e abbiamo tinto con colorati alimentari in polvere e curcuma per il marrone (io trovo tutto in un supermercato etnico sotto casa, insieme a tantissime altre spezie in confezione grande e ai preparati colorati per gelatine, che sono anch’essi ottimi per colorare le paste da gioco).

Mentre si impasta per distribuire il colore, occorre aggiungere farina per arrivare alla consistenza giusta, e alla fine un ingrediente grasso (olio o crema per le mani, ma meglio olio) per far brillare il colore ed evitare che la pasta secchi troppo rapidamente. Puoi trovare molte altre ricette più dettagliate e precise qui

Non ho fotografato la prima parte del gioco con questa sensory tub… La piccola aveva a disposizione la sua vaschetta piena di una miscela di farina di mais e farina di grano duro, e attorno i vari altri attrezzi ed elementi. Per un lungo periodo di tempo ha semplicemente giocato a travasare la farina nei vari contenitori, avendo a disposizione un solo cucchiaio di legno.

Poi si è interessata alla brocca d’acqua  ed ha bagnato la farina che aveva messo nella ciotola grande. Provando ad impastare era molto appiccicosa, e le ho suggerito di aggiungere del sale. Ha impastato per un po’ e ha visto che il sale funzionava.

Le ho chiesto se potevo mettere un po’ della sua pasta bianca nel tritatutto, e le ho mostrato come usarlo perchè per lei era un attrezzo nuovo: spaghetti per l’orso!

Ha poi mescolato la sua pasta al play dough colorato che aveva sul tavolo, continuando a produrre spaghetti, che distribuiva poi in vari contenitori e anche nella vaschetta della farina.

Altro play dough l’ha invece fatto a pezzetti col coltello.

Non c’era la sensazione di gioco finito, ma la confusione era molta. Ho iniziato a riordinare un po’ mentre lei ha chiesto la spugna per aiutare

Quando il tavolo era abbastanza in ordine, ho spruzzato la schiuma da barba nel vaso d’acqua, con la siringa ho mostrato come prendere il colore dal vasetto e come inserire la siringa nella schiuma per spruzzarlo, così abbiamo potuto osservare l’acqua colorarsi nel vaso con disegni bizzarri.

Naturalmente, dopo aver visto una volta, ha potuto da sola sia prendere il colore tirando lo stantuffo, sia spruzzarlo nella schiuma…

Dopo il primo vaso anche la schiuma era colorata, e l’ha presa col cucchiaio e messa in una ciotola, così abbiamo anche potuto ripetere l’esperimento e avere a disposizione tantissima schiuma colorata…

Vista l’abilità acquisita nell’uso della siringa ha preparato spruzzi di spaghetti di schiuma da mescolare agli spaghetti di pasta da gioco, prima ha voluto farlo nei piattini, per vedere meglio

E poi tutto è tornato nella vaschetta sensoriale: gli avanzi di schiuma, tutti gli spaghetti, i pezzetti di play dough e per condire… un bel po’ d’acqua.

Ha sminuzzato in pezzi più piccoli il play dough  e gli ammassi di spaghetti, poi mescolato un po’ col cucchiaio, e questo è il risultato: un’ottima base, studiando che aggiunte fare, per una nuova sensory tub!

Per saperne di più sulle sensory tubs puoi leggere anche qui.

Fare mondi – attività per bambini piccoli

Fare mondi – attività per bambini piccoli. Parlavo della scoperta del polistirolo da grattugia qui…

Un pomeriggio la piccola era molto impegnata a giocare a mamma casetta col suo orso, così mi sono messa all’opera vicino a lei per preparare una lavagnetta per elastici, e per non danneggiare il tavolino ho messo sotto alla tavoletta dei quadrati di polistirolo.

Lei per un po’ ha continuato a giocare, poi ha cominciato a mettere elastici nella parte di lavagnetta già pronta ed ha cominciato a toccare il polistirolo, che naturalmente ha cominciato a fare i pallini… allora gliene ho dato un bel pezzo e una grattugia e lei ha preparato varie pietanze prelibate per l’orso.

Dopo un po’ lei era stanca dell’orso ed io della lavagna, così ci siamo dedicate ad un bel gioco artistico, e molto utile dal punto di vista dello sviluppo della motricità fine, come vedrete…

Le ho dato qualche quadrato di polistirolo (uno sull’altro per fare spessore) e puntine da disegno e lei non ha interrotto l’attività finchè le puntine non sono finite. Allora ho disegnato un fiore, l’ho ritagliato e le ho fatto vedere che si potevano usare le puntine per fare il centro dei fiori. Lei disegnava fiori, io li ritagliavo, e lei li fissava sul polistirolo (togliendo e rimettendo una puntina).

Poi tra i fiori è nato un grande fiore verde, e abbiamo pensato che più che un fiore sembrava un albero.

La piccola ha piantato a suo gusto tanti stecchi da spiedino ed abbiamo fatto gli alberi:

Tra fiori ed alberi la bimba si è poi accorta che il polistirolo aveva uno strano buco: la piscina!

E così ha cominciato a colorare l’acqua della piscina, il fiume, la strada e il prato…

Naturalmente nel fiume ci devono essere i pesci, e le puntine erano proprio gli occhi giusti:

Da cosa nasce cosa: una bici sulla strada, i braccioli nella piscina, e tutto un mondo che può continuare a crescere e cambiare…

E’ solo un piccolo esempio, per mostrare come sia facile inventare davvero con poco attività di qualità insieme ai bambini.

Nell’evolversi del processo la bambina ha potuto esplorare materiali, esercitare la motricità fine e la coordinazione occhio-mano, ha messo in atto una serie di processi di tipo decisionale e ha avuto modo di esprimere la sua interiorità attraverso una creazione artistica.

Il fatto che il risultato del suo lavoro fosse un “bel mondo” e l’esperienza di essere capace di utilizzare anche strumenti pericolosi (le puntine possono pungere, poi la grattugia, il martello…) hanno sicuramente alimentato la sua fiducia in sè, e tutto questo, mi ripeto, davvero con poco…

Sensory tub di spezie

Sensory tub di spezie.

Materiali usati:

lenticchie indiane verdi e nere, cannella, anice stellato, cardamomo, cappuccetti di ghianda e gusci di noce: una miscela bella da vedere, sonora e profumatissima.

Siccome è un’attività che è piaciuta molto nei giorni precedenti, una spruzzatina di polistirolo grattugiato al momento…

Attrezzi: contenitori in plastica con coperchio, cucchiaini, mestoli e ciotoline di legno, pentolini e satacci coi fori larghi, grattugia da verdure, un piatto fondo pieno d’acqua.

Dopo aver giocato a immergere le mani nel materiale per sentire uscire il profumo più intensamente, la piccola ha chiesto di grattugiare del polistirolo da aggiungere nella vaschetta.

Poi è passata a dividere il materiale in contenitori diversi, mettendo il coperchio, ha provato a separare le lenticchie dal cardamomo perchè stanca dal suo profumo, quindi ha tolto anche la cannella perchè era troppo grossa e ha avuto un ripensamento anche sul polistirolo… l’anice stellato ha resistito fino all’ultimo.

Dopo vari altri travasi e separazioni di materiali, molto sonori, ha riempito i gusci di lenticchie e li ha fatti galleggiare nell’acqua, insieme a qualche stellina.

Al termine del gioco abbiamo insieme rovesciato tutto il materiale che si trovava nei vari contenitori e setacci nuovamente nella vaschetta, e abbiamo messo il tutto in un sacchetto trasparente.

Sul tavolo e sul tappeto c’erano ancora parecchie lenticchie, e con quelle abbiamo fatto una composizione raccogliendole e mettendole su una bella pozzanghera di colla vinilica fatta su un cartoncino (purtroppo mi sono dimenticata di scattare), e così riordinare bene cacciando tutte le lenticchie rimaste su tavolo e tappeto non è stato noioso.

Per saperne di più sulle vaschette sensoriali puoi leggere qui.

 Sensory tub di spezie

Zero tre anni – Cosa sono le vaschette sensoriali o sensory tubs?

Zero tre anni – Cosa sono le vaschette sensoriali o sensory tubs? Una “vasca sensoriale” (sensory tub) è un contenitore di plastica, legno o cartone abbastanza grande e dai bordi non troppo alti, nel quale vengono posti oggetti e materiali vari, in genere di piccole dimensioni, perchè le mani dei bambini possano esplorarli.

L’esperienza sensoriale può riguardare la consistenza, la temperatura, il colore, l’odore, la forma, il peso, ecc… ; possono essere presentate vaschette sensoriali a tema, soprattutto coi bimbi più grandi, ad esempio l’autunno, il mare, i dinosauri, lo stagno, la neve, la fattoria, ecc… In ogni caso è sempre bene preparare le sensory tubs in modo tale che possano coinvolgere più sensi insieme. Il meccanismo del ricordare infatti coinvolge più sensi contemporaneamente: se ad esempio pensiamo alla nostra nonna, ricordiamo insieme l’odore della sua casa, il colore del suo vestito preferito, il sapore del suo tè al limone e la sua sedia in soggiorno. Possiamo quindi comprendere come le esperienze sensoriali offerte ai bambini svolgono un ruolo importantissimo di preparazione all’apprendimento intellettivo.

sensory tub – il colore giallo di http://countingcoconuts.blogspot.it

Le vaschette sensoriali dovrebbero essere molto varie e dovrebbero essere rinnovate spesso con nuovi temi o con nuovi materiali.  Poiché i bambini imparano meglio attraverso la sperimentazione diretta dei materiali, soprattutto usando le proprie mani, le esperienze sensoriali sono di vitale importanza per l’apprendimento dei bambini piccoli.

Il gioco sensoriale nelle sensory tubs preparate ad esempio con contenitori di diversa forma e dimensione e un materiale tipo farina di mais o sabbia, sviluppa nel bambino piccolo le abilità matematiche legate alla sperimentazione di concetti quali dimensione, volume, capacità, peso, ecc… ; se sostituiamo la sabbia o la farina con materiali eterogenei (ad esempio bottoni, fagioli, pasta di diversi formati, ecc…) il bambino potrà inoltre lavorare ai concetti di uguale e diverso, quindi di classificazione di elementi e loro ordinamento e, manipolando questi materiali, imparerà via via a comprendere i concetti di più e meno, pieno e vuoto, ecc… Attraverso il gioco con le vaschette sensoriali, poi, il bambino acquisisce anche tutta una serie di concetti  scientifici quali legge di causa – effetto, gravità, galleggiamento, comportamento delle miscele e delle emulsioni, ecc…  In ogni caso, poi, questo genere di gioco coinvolge il bambino in processi di problem solving, sviluppa la capacità decisionale, perchè è il bambino stesso che decide come utilizzare il materiale per raggiungere lo scopo che si è prefissato. Naturalmente le vaschette sensoriali offrono anche una vasta gamma di esperienze che sviluppano le competenze che serviranno poi per apprendere  la scrittura (motricità fine, coordinazione occhio – mano, concentrazione, ecc…), perchè il bambino lavora alla gestione di oggetti piccoli con la mano e può versare, tirare, schiacciare, impastare, misurare, sminuzzare, setacciare, grattugiare, miscelare i materiali.

sensory tub  –  autunno    di http://whatateacher.wordpress.com

Fare esperienze sensoriali significative ha un effetto positivo anche sullo sviluppo del linguaggio perchè, semplicemente, se facciamo cose che ci appagano e ci rendono felici, o se abbiamo fatto una scoperta entusiasmante,  abbiamo tutti più voglia di condividere la nostra esperienza con gli altri e di  trovare le parole per raccontarla.

Le esperienze sensoriali sono esperienze che portano benessere ai bambini, perchè li rendono sicuri rispetto alle proprie capacità decisionali ed operative. Se più bambini lavorano alla stessa vaschetta, ma anche se partecipa un adulto che sa essere rispettoso e non invadente, si crea una situazione di collaborazione e complicità molto importante dal punto di vista sociale: si impara a considerare il punto di vista dell’altro per arrivare ad un’azione comune.

Il gioco con le vaschette sensoriali è un gioco creativo, e come sempre per i bambini il processo è infinitamente più importante del prodotto finito. Nel processo artistico il bambino rafforza la propria autostima ed ha la possibilità di esprimere i propri sentimenti e di sperimentare armonia, equilibrio, bellezza.

sensory tub – arcobaleno di http://www.littleredfarm.com/

Come preparare le vaschette sensoriali

Scegliete la dimensione della vaschetta in base al numero di bambini che vi si dedicheranno, io direi da uno a quattro; i bordi devono essere a misura di bambino, cioè non devono essere troppo alti per non ostacolare il movimento delle manine e l’occhio. Per preparare sensory tubs con materiale “secco” va benissimo anche adattare uno scatolone di cartone, ma se pensate di aggiungere all’esperienza anche acqua, ghiaccio, olio ecc… occorre una cassettina di legno iimpermeabilizzata all’interno (anche un vecchio cassetto) o di plastica (formato tipo lettiera grande per gatti, oppure i vari contenitori ikea, che spesso hanno anche il vantaggio di avere il coperchio e di essere impilabili). Per assicurarsi una buona rotazione di sensory tubs poi sacchetti trasparenti o secchielli con coperchio sono l’ideale per conservare il materiale che si intende sostituire nella vaschetta, per poi riproporlo a distanza di tempo. Al termine del gioco i bambini possono aiutare a “mettere via”, ed è un’attività di travaso aggiuntiva.

Nella vaschetta poi, in genere, porremo un materiale base nel quale far “nuotare”  gli elementi più grandi che abbiamo scelto in base al tema o al tipo di attività che desideriamo stimolare , oppure offriremo questi materiali base in varie combinazioni tra loro. A corredo della sensory tubs predisporremo una serie scelta di materiali accessori e di attrezzi che reputiamo adatti. Se partecipiamo (con le mani o con la semplice osservazione) possiamo porci come aiutanti del bambino e rovistare per casa alla ricerca di ciò che serve in base a come l’esperienza evolve.

sensory tub – neve di http://olivesandpickles.blogspot.it

Esempi di materiali base:
acqua
sabbia
terra
orzo o caffè macinati
farina (di mais, di grano, di riso, ecc…) e fecola
riso, farro, orzo, miglio, amaranto, tapioca, ecc…
pasta di vario formato
cous cous
fiocchi di cereali
legumi (lenticchie, soia, fagioli, ceci, ecc…)
segatura
semi di lino
paglia
oobleck
coriandoli o pezzetti di carta
spezie
argilla
playdough
argilla
chicchi di mais
chicchi di caffè
miscele di semi per uccellini
frutta secca (arachidi, pistacchi, noccioline) o loro gusci
pezzetti di bucce di agrumi
silly putty e simili
pezzi di spugna
ghiaia
bottoni
batuffoli di cotone o piccoli pom pom da bricolage
trucioli di legno
perle e perline
biglie
palline di argilla espansa
pellets
gelatina
foglie secche sminuzzate
neve
piselli surgelati
piume
noccioli di ciliegia (anche scaldati)
pula di farro (anche scaldata)

Molti di questi materiali (ad esempio il riso e la pasta) possono essere proposti al naturale, o colorati, e possono essere aggiunti olio essenziale, glitter, ecc…

Si possono anche preparare, come base per la nostra sensory tub, delle miscele interessanti. Ad esempio la sabbia può essere proposta secca o bagnata, oppure si può miscelare con dell’olio o con della crema per le mani (diventa un materiale grumoso molto interessante, che può essere modellato)

Esempi di materiali più grandi da aggiungere al materiale base:
mobili della casa delle bambole
animali in miniatura
pigne
castagne e ghiande
pannocchie da sgranare
fiori e petali
conchiglie
vari elementi stagionali o relativi a una data festività
numeri e letterine
palline da ping pong
carte illustrate
macchinine
rocchetti di filo
bulloni e rondelle
giocattolini da bagno
cubetti di ghiaccio (anche colorati)
sassi
miniature varie
tappi di plastica, di sughero, a corona
scovolini
monete

Esempi di materiali accessori
brocca d’acqua
colori da dito
sale
zucchero
olio
aceto
sapone liquido
coloranti alimentari
bicarbonato di sodio
succo di cavolo rosso
costruzioni di legno o un assortimento di legnetti vari
sassi
bulloni e rondelle
schiuma da barba
panna montata o albume d’uovo montato
pezzetti di polistirolo
cacao
caffè
gusci d’uovo

Esempi di attrezzi
contenitori da cucina di varie misure, con coperchio
legni e legnetti vari
sassi
martello
brocche
tazze e tazzine, ciotole e altri contenitori
piattini
colini
centrifuga per insalata
tritatutto a manovella
grattugia
misurini
imbuti
cucchiai, cucchiaini, mestoli, fruste e forchette
coltello e tagliere
tubi idraulici e giunti
rotoli di cartone (carta igienica o carta casa)
stampini per biscotti
pettini
calamite
cannucce
bacchette cinesi
siringhe per dolci o siringhe usa e getta senza ago
pinze da insalata
vasetti e bottigliette di recupero (succhi, yogurt, acqua, ecc…)
bottiglie di plastica tagliete in modi vari per essere usate come imbuti, contenitori e colini
carta vetrata
pipette
bilancia
spruzzino
lente di ingrandimento

sensory tub di gelatina di http://www.notimeforflashcards.com/

Per ispirarvi e saperne di più, in rete esiste una quantità sterminata di esempi di sensory tubs realizzate da genitori o insegnanti; le mie sono via via raccolte qui.

Tutti gli elementi e gli attrezzi da offrire vanno scelti con cura, ricordano sempre che il troppo è sempre controproducente. Per approfondire il tema del gioco sensoriale puoi leggere qui.

Coi bambini più grandi si può provvedere a preparare delle carte illustrate tipo bingo che contengono gli elementi più grandi contenuti nella vaschetta. Man mano che il bambino li trova, può posizionarli sulla scheda.

Naturalmente questo genere di materiale richiede la presenza di un adulto, soprattutto per la sicurezza del bambino piccolo. Della qualità di questa presenza, indipendentemente dall’elemento sicurezza, abbiamo già parlato…

sensory tub di spezie

Il gioco sensoriale – zero tre anni

Il gioco sensoriale – zero tre anni. Sappiamo che i bambini piccoli hanno bisogno di muoversi, esplorare, sperimentare se stessi e gli oggetti del mondo circostante, e che questo porta ad un sano sviluppo mentale, emotivo e fisico.

Uno degli elementi chiave, nel metodo Montessori e non solo, è la preparazione di un ambiente che permetta al bambino di fare esperienze sensoriali varie ed adatte alla sua tappa di sviluppo, offrendo oggetti e materiali che gli permettono di esplorare e scoprire il mondo attorno a sè. Perché i bambini amano togliersi le scarpe nella buca della sabbia? Perchè per loro è una meravigliosa esperienza sensoriale. Quando andiamo nella direzione giusta nell’offerta di esperienze e “giocattoli” al nostro bambino, la prova è sempre la sua felicità.

Molti dei prodotti per l’infanzia in commercio stimolano eccessivamente il bambino con colori troppo vivaci  o suoni aggressivi, ad esempio, ma anche una stanza troppo piena di giocattoli rappresenta uno stimolo eccessivo; vengono poi offerti dal mercato oggetti “per l’infanzia” proprio non adatti all’infanzia, che ostacolano le fasi di sviluppo del bambino  dal punto di vista del linguaggio (ad esempio il ciuccio) o del movimento (girelli, ecc…), e se vogliamo aggiungiamo che molti di questi prodotti “per l’infanzia” sono costruiti con materiali sintetici  e non naturali.

Moltissimi poi sono i giocattoli che si propongono come “l’esercizio sensoriale perfetto”, ma in verità oggetti e materiali presenti in casa o in natura, e un adulto che si dedichi con sensibilità a preparare questa offerta e ad osservare il gioco del bambino per far evolvere tale offerta nella direzione dei suoi bisogni, senza interferire col suo fare esperienze, rappresentano la perfezione.

Un ambiente semplice, naturale e delicato, suscita nel bambino sentimenti di sicurezza, e lo incoraggia a comunicare con gli altri e a muoversi nell’ambiente.

Quando il bambino è molto piccolo, preparare la cameretta non dovrebbe essere un accumulare merci. Bisognerebbe davvero mettersi a quattro zampe e cercare di guardare le cose come lui le vede, dalla sua altezza, e cercare di individuare cosa lui coglierà della stanza dal punto di vista visivo, e anche uditivo. Il bambino, infatti, non è capace come lo è l’adulto di filtrare gli stimoli superflui.

Ma non va preparata solo la sua cameretta: bisogna preparare a sua misura tutta la casa, anche dal punto di vista della sicurezza, cosa che consentirà al bambino di muoversi in meravigliosa libertà, di fare tutte le esperienze sensoriali di cui ha bisogno, di vivere e interagire con l’ambiente fisico ed umano che lo circonda.

Pensate ad un bambino che inizia a gattonare, e può da solo uscire dal suo lettino basso e girovagare per la stanza, e poi andare in un’altra… certo il lavoro di preparazione dell’ambiente è enorme e richiede grande sensibilità: ogni elemento di pericolosità deve essere previsto e rimosso.

Essere presenti ma non interferire con l’esperienza che il bambino piccolo sta facendo è di importanza fondamentale; ad esempio evitiamo di porgere al bambino l’oggetto che sta puntando, mentre lui sta cercando il modo per raggiungerlo provando a girarsi da solo o dondolandosi avanti e indietro. Lasciamo che esplori queste sue azioni, e semplicemente stiamo attenti al momento in cui, eventualmente, si potrebbe manifestare in lui la sensazione di insuccesso, la frustrazione… insomma aiutiamolo solo quando siamo certi che davvero non è in grado di fare quella determinata cosa che si è prefisso.

Per quanto le attività manuali siano considerate, nella società attuale, inferiori rispetto a quelle intellettive, tutti gli studi dimostrano la stretta correlazione che esiste tra abilità manuali ed intelligenza. Questo vale per tutte le fasi di sviluppo del bambino, ma in particolare per i bambini molto piccoli. Per questo ogni esperienza, ogni tappa della crescita delle abilità motorie, è importantissima; i bambini devono essere aiutati a fare ogni esperienza possibile in relazione alla loro reale tappa di sviluppa, e non vanno forzati, “precocizzati” . Ad esempio possiamo sentirci felici nel vedere il nostro bambino che si alza in piedi e comincia a muovere i primi passi, ma se questo avviene troppo precocemente, il bambino avrà perso l’esperienza dello strisciare, dell’arrampicarsi  e del gattonare (in tutte le varianti possibili). Le neuroscienze sottolineano che tutte le attività fisiche che richiedono coordinazione motoria coinvolgono entrambi gli emisferi cerebrali, cosa che avviene anche, ad esempio, mentre leggiamo.

Facendo un altro esempio, quando il neonato comincia a sollevare da solo la testa, per aiutarlo a sperimentare questa nuova abilità motoria possiamo giocare con lui muovendo un piccolo giocattolino su un lato del cuscino, aspettare che il bimbo giri la testa e giocare un po’, poi spostarlo sull’altro lato. Bisogna però alternare davvero lentamente. Il bambino può giocare a questo gioco sia supino sia prono.

La scelta del giocattolo giusto per il bambino molto piccolo apre una questione enorme… i giocattoli infatti rivestono un ruolo fondamentale non solo nello sviluppo del movimento, ma anche nello sviluppo sensoriale, soprattutto sono importanti stimoli visivi. Molti giocattoli che un adulto trova bellissimi, non sono affatto adatti ai sensi ed ai muscoli poco sviluppati dei bambini. Il consiglio è quello di iniziare con forme semplici (anche per le giostrine e i mobiles da culla), e di scegliere via via i giochi in base alla loro funzione e non al loro aspetto o al loro colore. Dare ad un bambino un giocattolo troppo difficile per lui da utilizzare, non rappresenta uno stimolo, ma al contrario può essere dannoso. Col giocattolo giusto il bambino non si annoia, anzi trova grande piacere nel ripetere, sembrerebbe all’infinito, la stessa azione.

Ad esempio, appena il bambino comincia a camminare, possiamo offrirgli giocattoli da spingere, muniti di bastone, che magari consentono di essere caricati di cose; o anche una semplice scatola munita di cordicella, da riempire e tirare. In questa fase di sviluppo questo genere di giocattolo gli permette di sviluppare forza muscolare e coordinazione motoria.

Man mano che il bambino cresce, ogni volta che scegliamo di costruire o acquistare un giocattolo da offrigli,  oppure prepariamo per lui una data attività, continuiamo ad interrogarci sulla sua funzione. Non trascuriamo l’offerta di giocattoli e “lavori” che invitano ad una data attività intenzionale, stimolano le capacità immaginative del bambino e richiedono un processo decisionale. Prima di offrirli consideriamo sempre quanto tempo il bambino può dedicarvi e quanto tempo abbiamo noi per stare al suo fianco. Questi giochi, che possiamo chiamare “giochi con scopo” stimolano i sensi, il movimento e l’immaginazione. Dalla qualità delle esperienze sensoriali fatte dal bambino piccolo in relazione all’ambiente, dipende lo sviluppo della sua capacità immaginativa, quella che consente di essere creativi, immaginare appunto soluzioni per risolvere problemi, mettere in atto le strategie trovate.

Scegliamo oggetti e attività manipolative che rappresentano in sè una sfida per il bambino, che hanno un inizio ed una fine (ad esempio appaiare i calzini colorati), e nei quali sia insito il completamento dell’attività stessa. Quando, ad esempio, il bambino avrà appaiato tutti i calzini e non ne sarà rimasto nessuno ancora “singolo”, ne avrà grande soddisfazione, e  molto probabilmente chiederà di ripetere il gioco.

Per quanto riguarda la coordinazione occhio – mano, come già detto sopra, ricordiamo sempre quanto essa sia importante e offriamo al bambino la possibilità di fare moltissime esperienze in questo campo. L’esempio classico sono tutte la attività dentro-fuori (ad esempio infilare scovolini da pipa nello scolapasta, oppure le scatole che presentano fori di forme diverse nelle quali inserire un certo assortimento di elementi: grazie a queste attività il bambino impara a utilizzare i suoi muscoli per fare ciò che è dettato dai suoi occhi.

L’utilizzo del legno al posto della plastica aiuta il bambino ad apprezzare il mondo naturale, le sfumature, i colori e le venature del legno,  il peso di oggetti che varia per dimensioni e densità.

I giocattoli dovrebbero essere messi a disposizione del bambino nelle stanze in cui stanno tutti i membri della famiglia, salotto, cucina, bagno, e non solo nella sua stanza; dovrebbero essere possibilmente pochi, scelti, e disposti in ordine su scaffali e ripiani ad altezza di bambino. Tenere in ordine è molto difficile, si sa, ma un certo ordine dell’ambiente genera nel bambino una sensazione di  fiducia e sicurezza, e ne vale la pena. Inoltre, se osserviamo con sensibilità il suo giocare, non sarà difficile eliminare via via qualcosa sostituendolo con altro. Se i giocattoli sono pochi, non ammassati qua e là, ed ognuno ha il suo posto, senza cadere nella maniacalità sarà davvero più facile tenere in ordine le cose, e grazie all’esempio presto il bambino stesso darà una mano. Anzi per i bambini piccoli, spesso la fase del riordino è vista anche come più divertente del giocare in sè. Se ad esempio il bambino vedrà ogni volta la mamma mettere nella cesta i pezzetti del puzzle, lentamente, con piacere, presto vorrà imitarla e non ci sarà bisogno di altro.

Un altro buon trucco per facilitare il riordino, è quello di abituare il bambino, sempre attraverso l’esempio, ad utilizzare un giocattolo alla volta, e non a vuotare sul tappeto l’intero scaffale. Naturalmente se il bambino invece ha bisogno di tutto il contenuto dello scaffale per fare ad esempio una nave, non deve essere intralciato nel suo progetto. Al termine si giocherà, mamma e bambino “a mettere via”, provando piacere e non dando l’impressione che si tratti di un compito sgradevole. Qualunque cosa il bambino stia facendo di attivo costruttivo e propositivo, rispettiamo e proteggiamo la sua concentrazione, perchè sta facendo sempre un lavoro importante. Evitiamo di disturbarlo anche guardandolo: anche a noi adulti, se ci pensiamo, disturba sapere di essere guardati mentre facciamo qualcosa.

Durante i primi tre anni il bambino assorbe come una spugna tutto ciò che è nell’ambiente attorno a lui, la bellezza e la bruttezza; dobbiamo impegnarci per raggiungere uno “standard elevato” per quanto riguarda i materiali (naturali), i libri illustrati, i quadri alle pareti, i giocattoli, l’arredamento e la decorazione. E’ interessante notare come questo punto sia fortemente condiviso anche dalla pedagogia Waldorf.

Questo “standard elevato”, poi,  non ha affatto a che fare col concetto di costoso o di lusso, anzi, forse è il contrario. Ad esempio mantenere l’ordine fa parte di questo modo di concepire gli spazi in cui vivono i bambini piccoli, come lo è l’avere pochi giocattoli. Se ci pensiamo non è affatto difficile, ed ogni concetto è collegato all’altro. Se infatti il bambino, fin dai primissimi giorni, condivide gli stessi spazi in cui stanno anche gli adulti, e partecipa alle loro attività quotidiane, sarà durante tutta la giornata impegnato in giochi fantastici: travasi in cucina, tutte le attività connesse con la cura di sé e dell’ambiente (vestirsi, preparare la tavola, pulire il pavimento, lavare i piatti, spolverare, ecc…), annaffiare le piante in vaso e in giardino, riporre la biancheria… Un bambino preferisce togliere la polvere vera da un vero scaffale impolverato, piuttosto che usare un “giocattolo” che gli propone di farlo per finta.  Trovi molti esempi di attività di vita pratica qui ed esempi di attività di cucina qui.

A conclusione possiamo dire che per “gioco sensoriale” intendiamo una serie di esperienze pensate per promuovere le abilità sensoriali e la conoscenza dell’ambiente; si tratta essenzialmente di cose da fare.

Tra queste cose da fare, in aggiunta alle attività di vita pratica e a tutto quanto già esposto sopra,  citiamo:

–  non tanto per la loro importanza quanto per le infinite variazioni  che consentono, le ceste o vaschette sensoriali (sensory tubs)

e le bottiglie magiche (spy bottles).

– le paste da gioco, ad esempio: play dough,

slime silly putty flubber e gak,

oobleck, ecc…

– naturalmente la buca della sabbia

– gli esperimenti scientifici, quelli più semplici e d’effetto per bambini piccoli… Nel bambino piccolo, come nell’adulto, la ricerca è un’azione promossa dall’intenzionalità. La sperimentazione è la base fondamentale di ogni scoperta, una delle principali chiavi di accesso alla conoscenza. Interiorizzare un concetto è molto più semplice se il bambino può memorizzare un’esperienza ad esso collegata. Ad esempio a tre anni molti bambini sanno a che cosa serve l’olio e di che colore è, ma quanti hanno potuto mescolare l’olio con l’acqua? Per fare ricerca con bambini così piccoli non occorre andare molto lontano.

Quando parliamo di “giochi sensoriali”, dunque, parliamo di giochi (attività) “naturali” che sviluppano le capacità sensoriali e percettive, e che conducono il bambino ad esplorare materiali della vita quotidiana e della natura per imparare via via ad osservare e riflettere: “fare per capire e capire attraverso il fare”. Il concetto di “gioco euristico” è molto affine a quanto detto e può essere sicuramente preso in considerazione.

Sono “giochi sensoriali” vari elementi offerti dalla natura (conchiglie, sassi, pigne, pannocchie, foglie,…) e qualsiasi oggetto o elemento che fa parte della nostra vita e che può essere strumento di creatività e di gioco: attrezzi di cucina, alimenti, materiali e attrezzature per la cura di sè e della casa, e tutto ciò che presenta questi aspetti:

– promuove l’attività del bambino

– risponde alla legge di causa-effetto (se tocco la pentola mi scotto)

– offre una risposta naturale (se il mio bicchiere che è di vetro cade, si rompe)

– si inserisce in attività adeguate alle abilità del bambino.

Le ragioni per utilizzare questi materiali presenti in casa sono molte:

i giocattoli acquistati hanno spesso una gamma di efficacia limitata; a molti bambini vengono proposti quotidianamente gli stessi giocattoli, ma la persistenza di uno stesso materiale non può stimolare il bambino a mantenere vivo l’interesse, nè può soddisfare la sua instancabile curiosità per il mondo che lo circonda, di cui è ogni volta più consapevole

questi “giocattoli sensoriali”, cioè queste attività, offrono una grande ricchezza manipolativa,  ed una grande varietà di qualità percettive (forma, peso, volume, textures, colore, odore, gusto, ecc…),

offrono la possibilità di sperimentare i quattro elementi: acqua, aria, fuoco (luce) e terra

risvegliano il pensiero scientifico, che stimola i bambini a creare un gioco; davanti a qualsiasi materiale sono loro stessi che decidono cosa fare

ravvivano la curiosità e la voglia di imparare

aumentano le capacità di controllo e di azione nell’ambiente e perciò facilitano l’autonomia personale

offrono informazioni sull’ambiente naturale e sociale nel quale viviamo, sul periodo dell’anno, sul clima, ecc…

aiutano i genitori a sviluppare una maggiore sensibilità nei confronti delle attività del bambino, perchè permettono di pensare a diverse strategie di preparazione e presentazione

sono alla portata di tutti, a buon mercato ed autentici.

Ci sono genitori, ed anche educatori, che non riconoscono il valore educativo di questi “giocattoli naturali”. Spesso siamo così abituati a comprare, che inconsciamente i giocattoli non comprati, non commercializzati, non ci sembrano altrettanto validi per educare i bambini.

Esiste inoltre un concetto prestabilito su cosa debba essere l’educazione e su cosa sia “educativo” e cosa no. Per motivi di tradizione culturale (soprattutto nei Paesi che hanno vissuto una situazione di miseria),  o anche di credo personale, per alcune persone è difficile non considerare gli alimenti semplicemente come cibo, e costa fatica accettare l’idea che i bambini possano farvi esperimenti. Nel proporre questo genere di attività all’interno di gruppi, forse è bene discuterne prima…

Il mio personale punto di vista in merito, nel rispetto delle idee e delle credenze di ognuno, è che sia importante alimentare tanto lo stomaco quanto il cervello, ed in questo senso la farina piuttosto che il sacchetto di lenticchie e il pacco di pasta o di riso non li vedo “sprecati”…

SCRITTURA E LINGUAGGIO Montessori – Lista dei materiali dai 3 ai 6 anni

SCRITTURA E LINGUAGGIO Montessori – Lista dei materiali dai 3 ai 6 anni: questa è la lista dei materiali montessoriani di base per quanto riguarda l’area scrittura e linguaggio , per bambini dai tre ai sei anni di età. I relativi approfondimenti, i consigli per la presentazione ai bambini e le relative lezioni in tre tempi si trovano nella mini guida didattica Montessori presente nel sito…

La lista dei materiali sensoriali, per la  stessa fascia d’età, si trova qui,

e qui la lista dei materiali per la matematica. 

Per i bambini dai 6 ai 9 anni consulta la GUIDA DIDATTICA PER IL LINGUAGGIO DAI 6 AI 9 ANNI

Tutti gli articoli relativi all’apprendimento della scrittura col metodo Montessori sono elencati qui. La lista serve a fare un po’ di ordine, ma non pretende di essere esaustiva…

Photo credit: le immagini dei materiali montessoriani  di questo post sono di proprietà di Gonzaga Arredi: clicca sulle immagini per visualizzarle nel contesto originale.  I link fanno riferimento al diritto di proprietà dell’immagine stessa e non rappresentano “pubblicità”. Sotto ad ogni immagine trovi invece il link relativo al mio post sull’argomento. 

SCRITTURA E LINGUAGGIO Montessori

qui il post:

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porta matite colorati
photo: Gonzaga Arredi
posamatite
photo: Gonzaga Arredi

lettere smerigliate

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alfabeto mobile
photo: Gonzaga Arredi

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lavagna di sabbia
qui il post: lavagna di sabbia
carte delle nomenclature in tre parti

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elenchi di parole

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elenchi di parole

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elenchi di parole

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SCRITTURA E LINGUAGGIO Montessori – Inoltre possono essere utili:

– fogli a righe per scrivere: per i primi esercizi è indicata la carta a tre righe

– attività varie e giochi per stimolare l’esercizio della lettura e della scrittura: tutti quelli che riuscite ad inventare. Per intanto potete trovare degli esempi qui:

famiglie di parole

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40 e più attività legate all’alfabeto

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SCRITTURA E LINGUAGGIO Montessori – Gli incastri metallici
Servono, in preparazione alla scrittura, ad esercitare le abilità motorie fini necessarie ad utilizzare la matita attraverso il disegno di linee, angoli e curve.  Dopo aver presentato il materiale, predisponete uno scaffale o un’area di interesse da destinare al materiale per la lettura e la scrittura. Accanto agli incastri metallici mettete a disposizione del bambino un assortimento di foglietti di carta colorata, tagliati nelle dimensioni esatte del telaio degli incastri, un assortimento di matite colorate divise in portamatite dello stesso colore delle matite, una gomma e un vassoietto per trasportare il materiale scelto dal bambino per il suo esercizio.
Gli incasti metallici possono essere realizzati in proprio, qui tutorial e cartamodelli.

SCRITTURA E LINGUAGGIO Montessori – Porta matite colorati
Le matite colorate vengono messe a disposizione del bambino divise per colore all’interno di porta matite; il contenitore avrà lo stesso colore delle matite. I portamatite possono essere acquistati, ma anche realizzati facilmente a casa, anche con l’aiuto dei bambini e utilizzando materiali di recupero quali rotoli di carta igienica e cartone recuperato da vecchie scatole. E’ importante che essi differiscano tra loro solo per colore.

SCRITTURA E LINGUAGGIO Montessori – posamatite
Quando i bambini scelgono le matite colorate che si desiderano utilizzare con la loro forma, può essere utile mettere a disposizione un posamatite, che aiuterà il bambino ad avere un’impressione visiva degli accostamenti di colori scelti e faciliterà il trasporto Anche il posamatite può essere realizzato in casa con l’aiuto dei bambini, ad esempio con del cartone piegato…

SCRITTURA E LINGUAGGIO Montessori – alfabeto smerigliato o tattile : qui i tutorial per costruirli in proprio: stampato minuscolo e corsivo minuscolo.

SCRITTURA E LINGUAGGIO Montessori – alfabeto mobile: qui i tutorial per realizzarli in proprio nei vari caratteri.

SCRITTURA E LINGUAGGIO Montessori – Carte delle nomenclature in tre parti
Si tratta di schede illustrate e cartellini. Le tre parti fanno riferimento a: una scheda che contiene sia l’immagine sia il nome scritto, una scheda che contiene la solo immagine, e una scheda che contiene solo la parola. L’aspetto davvero interessante dell’uso di questo materiale è che per il bambino non è tanto importante trovare la parola giusta, quanto imparare a cercarla. Oltre a quelle che propongo nel blog e a tutte quelle che si possono trovare in rete, è bello coinvolgere i bambini stessi nella costruzione degli schedari delle nomenclature, poichè per tener vivo l’interesse è importante che il materiale sia vario e rinnovato di frequente, e servono molte schede. Così molte carte delle nomenclature possono essere realizzate insieme ai bambini cercando e ritagliando immagini da giornali, depliant pubblicitari e riviste.

SCRITTURA E LINGUAGGIO Montessori – Carte delle nomenclature ed elenchi di parole
Possiamo poi preparare delle schede che contengono elenchi di otto – dodici parole circa, raggruppate per lunghezza, fonema, difficoltà ortografica, o per area di interesse (ad esempio capi di vestiario, animali domestici, pianeti, ecc…). Ad ogni elenco all’inizio è bene abbinare una busta contenente le immagini delle parole in elenco, per permettere al bambino di esercitarsi con la lettura attraverso l’appaiamento parola – immagine; poi possono essere proposti insieme agli elenchi cartellini di parole. Soprattutto per gli elenchi “ortografici” possiamo poi limitarci ad una sola immagine da porre prima dell’elenco di parole scritte (ad esempio per CH l’immagine di un chiodo e poi l’elenco: chiodo, chiesa, chioma, ecc…)
Gli elenchi di parole sono utili sia per esercitare la lettura, sia la scrittura: quando la scrittura è avviata, il bambino potrà copiare gli elenchi sulla carta a righe e poi leggervi le parole che ha scritto a voce alta, oppure controllare da solo e cercare confrontando il suo lavoro con la scheda eventuali errori.

Le liste di parole possono anche assumere la forma di piccoli libretti, come mostrato sopra.

Per i bambini dai 6 ai 9 anni consulta la GUIDA DIDATTICA PER IL LINGUAGGIO DAI 6 AI 9 ANNI 

Poesie e filastrocche sulla pioggia il temporale l’arcobaleno

Poesie e filastrocche sulla pioggia il temporale l’arcobaleno la grandine: una raccolta di poesie e filastrocche per la scuola d’infanzia e primaria, di autori vari.

La pioggia
Pioggerellina, pioggerellina,
vien giù grossa, vien giù fina;
canta e ride, danza e svaria,
cento righe van per l’aria. ( A. A.)

Proverbi
Lampi di sera
bel tempo di spera.
Aria pecorina
acqua vicina.
Cielo a pecorelle
acqua a catinelle.
Il cielo si rischiara:
acqua prepara.

Prima dell’arcobaleno
Il brontolio si cangia in violento
sibilo e batte alle serrate porte;
voce di rabbia, sibilo di morte:
il vento, il vento, il vento.
Una luce sinistra, un guizzo, un vampo
ecco passa nel cielo rapidamente
aereo guizzo come di serpente:
il lampo, il lampo, il lampo.
Un tumulo, un fragore, un urlo, un suono
rauco, sfuggente, rotolante, cupo
voce d’antro di selva, di dirupo:
il tuono, il tuono, il tuono.
Il tuono, il lampo, il vento
e un’idea di sereno
tanto cruccio e sgomento
fino all’arcobaleno. (M. Moretti)

Una gocciola di pioggia
Una gocciola di pioggia
alla terra un dì guardò
e la vide tanto bella
che dall’alto si buttò.
Cadde e si trovò ruscello
fresco puro scintillante
poi divenne aspro torrente
impetuoso e spumeggiante.
Crebbe ancora e fu un gran fiume
calmo e lento fra le sponde
finchè giunse al mare unendo
a quell’onde le sue onde.
Nella notte il ciel brillava
d’infinite, chiare stelle
così limpide e lontane
così pure, così belle.
Sospirò la gocciolina:
“Vorrei essere lassù!”
Ed appena sorse il sole
gli gridò: “Tu sole,
che sei forte, che sei buono,
che a nessuno neghi amore,
dammi aiuto per salire
alla meta del mio cuore!”
Dentro il raggio il sol la prese
ve la tenne, la scaldò,
e la gocciola di pioggia
al suo cielo ritornò.

Pioggerella
Pioggerella fina fina
che dal cielo scendi giù
tu rimbalzi leggerina
sopra i fiori rossi e blu.
Beve il tetto, ride il mare,
canta lieto un uccellino;
al tuo lieve ticchettare
s’addormenta ogni bambino.
Si rinfresca il campo e il prato,
ti saluta il ruscelletto,
tutto il mondo par beato
sotto il provvido bagnetto.
Pioggerella fina fina,
che dal cielo scendi giù…

Pioggia
Che pazzerelle nuvole
scherzano su nel cielo
in un momento intessono
intorno al sole un velo.
Poi leste quattro gocciole
di pioggia spruzzan giù
e al sol fuggendo gridano:
“Adesso asciuga tu!”. ( L. Schwarz)

Canzonetta della pioggia
Già s’affacciano nel cielo
grossi densi nuvoloni
ogni pianta ed ogni stelo
si dispoglia a poco a poco.
Guizzan fulmini di fuoco
tra il rombar cupo dei tuoni.
Sopra l’arido selciato
è danzar di goccioloni.
Poi, d’un tratto, sul creato
col la furia di una piena
il diluvio si scatena.
Piove piove piove piove
oh, il monotono scrosciare
della pioggia che rimuove
che travolge, che trascina
ciò che incontra, ciò che intoppa
nella sua folle rapina:
cose vecchie, cose nuove,
è la furia che galoppa
verso il piano, verso il mare,
piove piove piove piove.
Piove piove piove piove
sopra i monti sopra i piani
hanno gli alberi intristiti
movimenti quasi umani.
Sono tutti infreddoliti
gli uccellini dentro i nidi
levan rauchi e strani gridi
le ranocchie nei pantani.
Sulle vette più lontane
le casette rusticane
nel grigiore mattinale
della pioggia torrenziale
sembran tutte linde e nuove
piove piove piove piove.
Malinconico concerto
di bisbigli e di richiami
come passano tra i rami
sinfonie di foglie al vento
musichette misteriose
delle piante e delle cose.
Dentro l’ombra del viale
non più trilli e guizzi d’ale.
Tutto geme e si commuove
nel gran pianto universale
piove piove piove piove!
Che tristezza, che tristezza
tutto è scuro, tutto è chiuso
sembra il mondo circonfuso
da un gran senso di stanchezza.
Stanno i bimbi ad ascoltare
dietro ai vetri dei balconi
quel continuo ticchettare
delle gronde sui lastroni.
Bimbi, è mesto il vostro cuore,
come il giorno senza cielo
ma verrà domani il sole
s’aprirà sopra ogni stelo
la corolla d’un bel fiore.
Torneranno le parole
della fede e dell’ardore
torneran gli azzurri incanti
della terra sorridente
sotto i cieli sfolgoranti
e sul vostro labbro ardente
canterà, bimbi, l’amore.

Pioverà? Non pioverà?
Farà brutto? Farà bello?
Dovrò uscire con l’ombrello?
Ma se uscissi con l’ombrelllo
lo so già farebbe bello.
Eppoi questo non è tutto.
Senza ombrello, ci scommetto,
muterebbe in tempo brutto.
Sole, pioggia, ma perchè
vi burlate ognor di me? ( Colombini Monti)

Acquazzone
Di nubi grige a un tratto il cielo fu
e il tuono brontolò con voce d’orco.
Si cacciò avanti, lungo lo stradone
carta foglie ed uccelli il polverone.
Si udirono richiami disperati
tonfi di imposte e d’usci sbatacchiati.
Si videro donne lottare in un prato
con gli angeli impauriti del bucato.
Poi seminò la pioggia a piene mani
tetti e vie di danzanti tulipani
tagliò il paesaggio, illividì ogni cosa
in un polverio d’acqua luminosa.
Quando si stava inebetiti e fissi
come sull’orlo d’infuocati abissi
dove il mondo pareva andar sommerso
il cielo sulle cose era già terso
e nei vetri appannati del tinello
risorrise il paese ad acquarello
sulla campagna dolcemente crespa
ronza la chiesa d’oro come vespa.
Non rimaneva dell’orrendo schianto
che il gocciolio di musicale pianto
della gronda, già buono già tranquillo;
lo raccolse morente il bruno grillo.
Coi tamburini gracili di pelle,
le rane lo portano alle stelle. ( C. Govoni )

Piccola nuvola
Dopo l’acquata, le nuvole pronte,
pigliano il volo, scavalcano il monte.
Or con la gonna di velo sottile,
la più pigra s’impiglia al campanile. (U. Betti)

Pioggia di primavera
Com’è dolce la pioggia
che sottile e leggiadra
scampanella nell’aria
oggi ch’è primavera!
E domani che festa,
quando il vento ed il sole
asciugheranno a gara
l’erba nuova del prato,
cogliere un mazzolino
di primule
e di viole,
un mazzetto fragrante,
nitido, di bucato! (Graziella Ajmone)

La pioggia
State a sentire che dice
la nuvoletta felice:
“Quando la pioggia mi scioglie
lustro le pietre e le foglie.
Per camminare sui tetti
mi metto gli zoccoletti.
Vado per orti e giardini
cantando come i bambini. (R. Pezzani)

Pioggia
I goccioloni han voglia di cantare
rimbalzando, saltellando
delle strade fan fossette
delle scarpe fan barchette.

Piove piove dappertutto
Cielo grigio. Tempo brutto.
Piove piove dappertutto.
Fan la doccia i fiorellini
nelle aiuole dei giardini
e nell’orto il seminato
beve l’acqua d’un sol fiato.
Io, se piove, non mi cruccio
vado a spasso col cappuccio. ( I. C. Monti)

Il temporale
Che succede? In un momento
calma e gaia era la terra
e di colpo… pioggia, vento,
lampi e tuoni in ciel fan guerra.
Son scomparsi gli uccellini
traman l’erbe e i fiorellini
e le piante… oh, che pietà,
par si spezzino a metà.  (A. Pozzi)

Non piove più
Non piove più. Le gocce
scendon con contagocce
dagli alberi inzuppati
che l’acqua ha rinfrescati.
Il vento, a poco a poco,
così come per gioco,
con soffi d’allegria
le nubi manda via.
Torna, torna il sereno:
guarda l’arcobaleno!
E’ già venuto fuori
con tutti i suoi colori  (I. C. Monti)

Pioggia
E’ un’arpa la pioggia, infinita,
fra terra e cielo
sottesa.
Con agili dita
tra fili sottili
di limpido argento
trascorre il vento
in brividi di seta
in rapidi fruscii
in lunghi mormorii.
Nasce dall’aspro archetto
di una fronda d’ulivo
un vivo
accordo di violino
e dall’orlo del tetto
una frangia di gocciole leggera
strimpella sul canale di lamiera. (L. P. Mazzola)

Dopo la pioggia
Dopo la pioggia viene il sereno,
brilla in cielo l’arcobaleno:
è come un ponte imbandierato
e il sole vi passa, festeggiato.
E’ bello guardare a naso in su
la sua bandiera rossa e blu.
Però lo si vede -questo è il male-
soltanto dopo il temporale.
Non sarebbe più conveniente
il temporale non farlo per niente?
Un arcobaleno senza tempesta,
questa sì che sarebbe una festa.
Sarebbe una festa per tutta la terra
fare la pace prima della guerra. (Gianni Rodari)

Piove
Piove da un’ora soltanto
ma il bimbo pensa che già
piova da tanto, da tanto
sopra la grande città.
Piove sui tetti e sui muri, piove
sul viale, piove sugli alberi
oscuri con ritmo triste e uguale. (Ada Negri)

La pioggia
La pioggia picchietta
sommessa e argentina
e narra una favola
piccina piccina
d’insetti, di passeri,
di grilli, di fiori,
di piccoli cuori.
Per loro ogni gocciola
che stride e saltella
che sfrigge e che mormora
è come una stella. (O. Visentini)

Pioggerella
Pioggerella fina fina,
che dal cielo scendi giù
tu rimbalzi leggerina,
sopra i fiori rossi e blu.
Beve il tetto, ride il mare,
canta lieto un uccellino
al tuo lieve ticchettare
s’addormenta ogni bambino.
Si rinfresca il campo e il prato,
ti saluta il ruscelletto
tutto il mondo par beato,
sotto il provvido bagnetto.

Pozzanghere
Accanto al marciapiede
brilla una pozza d’acqua
e dentro vi si vede
la nube che si sciacqua:
e dietro le veleggiano
nubi in un grande mare
che sembrano una greggia
che vada a pascolare.
Ma forse questa notte
dentro l’immensità
del cielo capovolto
un astro fiorirà:
fiorirà sul selciato
sporco della città
come un dono serbato
per chi lo scoprirà. (G. Porto)

Non piove più
Non piove più! Sui prati
sotto il raggio del sole,
tra l’erba luccicante,
s’aprono le viole.
Tra i rovi della siepe
l’azzurra vinca sboccia;
ad ogni fiore in seno
brilla una pura goccia.
Le galline sull’aia
ritornano a beccare,
e i fanciulletti garruli
riprendono a saltare.
L’aria odora di terra,
su, nel cielo sereno,
con sette bei colori
brilla l’arcobaleno. (O. G. Mercanti)

Piove
Piove. Sotto la gronda un nido è vuoto.
Beve le stanche lacrime del cielo
nel gran giardino un triste albero immoto.
Un bimbo biondo, col ditino in bocca,
guarda dai vetri, silenzioso, assorto.
Forse pensa alla neve, che, se fiocca
fa tutto bello, rifà tutte nuove
le cose morte. Chissà. Forse! Intanto
in un grigiore desolato, piove. (Zietta Liù)

Saluto al sereno
Addio, rabbia di tempesta!
Addio, strepitio di tuoni!
Vanno in fuga i nuvoloni,
e pulito il cielo resta.
Addio, pioggia! Qualche stilla
dai molli alberi si stacca;
ogni foglia, fiore o bacca
al novello sole brilla.
Consolato il mondo tace.
Su ciascuna afflitta cosa,
come un balsamo, si posa
la serena amica pace. (A. S. Novaro)

Gli ombrelli
La famiglia degli ombrelli
quando piove a catinelle
si apre tutta e, per la gioia,
non può stare nella pelle.
Balla e canta, beve l’acqua,
mulinella in braccio al vento,
ride a scrosci se diluvia,
senza il minimo sgomento.
Ma, passato il temporale,
quando il sole sbuca, ahimè,
ogni ombrello , immusonito,
torna a casa chiuso in sè. (Zedda)

L’acquazzone
E venne, dopo il vento,
d’impeto, come l’onda
che sopra il mar s’avventa.
Disperse in un baleno
gli agricoltori ai campi,
scrosciò per ogni gronda
ed allagò le strade.
Poi, senza tuoni e lampi,
quasi senza sussurro,
finì con grosse, rade
gocce. Quando nel cielo
del già chiaro orizzonte
s’alzò l’arcobaleno,
candide come un velo
di sposa, navigavano
le nubi in mezzo a un mare,
divinamente azzurro. (V. Bosari)

Dopo il temporale
Spenti in ciel gli ultimi tuoni
vanno in fuga i nuvoloni
e la pioggia viene meno.
Ecco, appar l’arcobaleno…
Qualche gocciola sospesa,
qualche farfallina illesa,
galli nuovi, erta la cresta,
ai fioretti fanno festa:
goccia un frutto, una corolla,
c’è per tutto odor di zolla,
e quel giglio s’è trovato
un vestito di bucato! (L. Carpanini)

Temporale
Un bubbolio lontano…
Rosseggia l’orizzonte,
come affocato, a mare;
nero di pece, a monte;
stracci di nubi chiare:
tra il nero un casolare:
un’ala di gabbiano. (G. Pascoli)

Piove
Piove da un’ora soltanto
ma il bimbo pensa che già
piova da tanto! Da tanto!
Sopra la grande città.
Piove sui tetti e sui muri,
piove sul lungo viale,
piove sugli alberi oscuri
con ritmo triste ed uguale;
piove; e lo scroscio si sente
giungere dalle vetrate
che versano lacrime lente
come fanciulle imbronciate.
Piove e laggiù, sulla via,
e in ogni casa, già invade
l’intima malinconia
di quella pioggia che cade.
Piove da un’ora soltanto:
ma il bimbo pensa che già
piova da tanto! Da tanto!
Sopra la grande città. ( A. Novi)

Filastrocca della pioggia
Pioggerellina, pioggerellina,
vien giù grossa, vien giù fina;
canta e ride, danza e svaria,
cento righe van per l’aria.
Pioggerella viene in fretta,
col profumo di violetta:
pioggia tiepida di maggio
nelle cose metti un raggio.
Dai fossati, a crocchi, a crocchi,
la salutano i ranocchi;
l’anatroccolo diguazza,
pioggia allegra, pioggia pazza!

La pioggia
La pioggia picchietta
sommessa, argentina,
e narra una favola
piccina piccina,
d’insetti, di passeri,
di grilli, di fiori,
di piccoli cuori:
per loro, ogni gocciola,
che stride, saltella,
che sfrigge, che mormora,
è come una stella. (O. Visentini)

La pioggia continua a cadere
La pioggia continua a cadere
e tutta la terra trafigge:
le luci grondanti e affiochite
incerte sui marciapiedi.
La pioggia continua a cadere
sottile pungente accidiosa
e tutte le strade son colme
e lacrime stillano gli alberi.
La pioggia continua a cadere,
nel grande silenzio a cadere,
ed ombre, fantasmi, s’allungano,
enormi fantasmi i palazzi. (L. Fiorentino)

Il temporale
Il cielo è carico di nuvoloni
fulmini e tuoni
fremon lassù.
La chioccia vigile
chiama i pulcini:
“Qua, piccolini,
vi coprirò”.
Ed essi corrono.
C’è il temporale
ma sotto l’ale
non treman più.

Il tuono
E nella notte nera il nulla
a un tratto, col fragor d’arduo dirupo
che frana, il tuono rimbombò di schianto:
rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo,
e tacque, e poi rimareggiò rinfranto,
e poi vanì. Soave allora un canto
s’udì di madre, e il moto di una culla. (G. Pascoli)

Il lampo
E cielo e terra si mostrò qual era:
la terra ansante, livida, in sussulto;
il cielo ingombro, tragico, disfatto:
bianca bianca nel tacito tumulto
una casa apparì sparì d’un tratto;
come un occhio, che, largo, esterrefatto,
s’aprì si chiuse, nella notte nera. (G. Pascoli)

La mia sera
Il giorno fu pieno di lampi;
ma ora verranno le stelle,
le tacite stelle. Nei campi
c’è un breve gre-gre di ranelle.
Le tremule foglie dei pioppi
trascorre una gioia leggera.
Nel giorno, che lampi! Che scoppi!
Che pace la sera.
Si devono aprire le stelle
nel cielo sì tenero e vivo.
Là, presso le allegre ranelle,
singhiozza monotono un rivo.
Di tutto quel cupo tumulto,
di tutta quell’aspra bufera,
non resta che un dolce singulto
nell’umida sera.
E’ quella infinita tempesta
finita in un rivo canoro.
Dei fulmini fragili restano
cirri di porpora e d’oro. (G. Pascoli)

Addio tempesta
Addio, rabbia di tempesta
addio strepitio di tuoni,
vanno in fuga i nuvoloni
e pulito il cielo resta.
Addio pioggia! Qualche stilla
dei molli alberi si stacca
ogni foglia fiore o bacca
al novello sole brilla.
Consolato il mondo tace
su ciascuna afflitta cosa
come un balsamo si posa
la serena amica pace.  (A. S. Novaro)

Pioggia d’inverno
Quando piove, lento lento,
e fa freddo e tira vento
nella casa sta il bambino
nel suo nido l’uccellino
nella cuccia il cagnolino
presso il fuoco il mio gattino.
E il ranocchio senza ombrello?
Sotto il fungo sta bel bello.  (Cicogna)

Pioggia d’autunno
Mentre l’acqua giù dal cielo
picchiettando vien bel bello
con stivali e con ombrello
me ne vado a passeggiar.
Tic tic tic giù l’acqua cade
tac tac tac, che gocciolone!
Ma qui sotto l’ombrellone
non mi bagno a passeggiar.
Scendi pur, pioggia d’autunno,
non ti temo, ben lo vedi,
tanta gioia invece, credi,
provo andando a passeggiar. (A. Caramellino)

Tempaccio
E piove e piove e piove!
E i nuvoloni neri
vanno per il cielo, in ronda
come carabinieri.
Il sol, quasi bandito,
spinto da loro in caccia,
mostra di tratto in tratto,
la spaurita faccia. (G. Chiarini)

Pioggia

Attoniti, dai nidi
nuovi, sui vecchi tetti,
guardano gli uccelletti,
mettendo acuti gridi,
cadere l’invocata
pioggia di mezzo aprile.
Tu, dietro la vetrata
della finestra bassa,
come lor guardi e ridi…
è nuvola che passa” (L. Pirandello)

Piccola nuvola di primavera

Dopo l’acquata le nuvole, pronte,
pigliano il volo, scavalcano il monte.
Or con la gonna di velo sottile,
la più pigra s’impiglia al campanile.
“Lasciami con codesta banderuola:
mi strappi tutta! Son rimasta sola!”
Ma il campanaro senza discrezione
le risponde col campanone.
Che sobbalzo, che spavento!
Per fortuna c’era il vento
che con tutta galanteria
la piglia e la porta via.
La porta a spasso lieve lieve
sul torrente, sulla pieve;
tutto il mondo le fa vedere,
tetti rossi, maggesi nere.
E che brillio di vetri e di foglie!
Quanti bambini lungo il rio!
Quante vecchie sulle soglie!
Che festa, che chiacchierio! (U. Betti)

Arcobaleno

Non piove più! Sui prati,
sotto il raggio del sole,
tra l’erba luccicante
s’aprono le viole…
Le galline sull’aia
ritornano a beccare,
e i fanciulli garruli
riprendono a saltare.
Tra i rivi della siepe
l’azzurra vinca sboccia;
ad ogni fiore in seno
brilla ogni pura goccia.
L’aria odora di terra.
Su nel ciel sereno,
con sette bei colori,
brilla l’arcobaleno. (A. S. Novaro)

Giorno piovoso

Quante parole stanche
mi vengono alla mente
in questo giorno piovoso d’aprile
che l’aria è come nube che si spappola
o fior che si disfiora.
Dentro un velo di pioggia
tutto è vestito a nuovo.
L’umida e cara terra
mi punge e mi discioglie… (V. Cardarelli)

E piovve

Cantava al buio d’aia in aia il gallo.
E gracidò nel bosco la cornacchia:
il sole si mostrava a finestrelle.
Il sole dorò la nebbia della macchia,
poi si nascose; e piovve a catinelle,
Poi tra il cantare delle raganelle
guizzò nei campi un raggio lungo e giallo.
Stupiano i rondinotti dell’estate
si quel sottile scendere di spille:
era un brusio con languide sorsate
e chiazze larghe e picchi a mille a mille;
poi singhiozzi, e gocciar rado di stille:
di stille d’oro in coppe di cristallo. (G. Pascoli)

Temporale

Dormivo e m’ha svegliato
stanotte il temporale.
Oh, che brutta nottata!
Che tempaccio infernale!
E che lampi, che vento!
Tremavo nel mio letto,
di freddo e di sgomento.
Ma tu m’hai stretto al petto,
mamma! E sul cuore fido
ho chiuso gli occhi come
un uccellin nel nido,
mormorando il tuo nome.
E ho detto: “Il temporale
io non lo temo più,
se presso il mio guanciale,
o mamma, ci sei tu!” (zietta Liù)

Piove col sole

La pioggia cade picchiettando allegra
su foglie polverose,
e scorre ai margini
e casca sopra le rose.
Colma alle rose il colorito calice
e lascia qualche goccia
ai fili d’erba
ed ai fioretti in boccio.
Ed ecco, un d’essi palpita di vita!
A un raggio che lo indora
esita un poco
poi lieve s’apre e odora. (G. Consolaro)

Grandinata

Strepitando vien giù candida e bella,
batte il suol, tronca i rami, il cielo oscura
e nelle grige vie sonante e dura
picchia, rimbalza, rotola, saltella;
squassa le gronde, i tetti alti flagella;
sbriciola sibilando la verzura.
ricasca dai terrazzi e nelle nura
s’infrange, e vasi e vetri urta e sfracella;
e per tutto s’ammonta e tutto imbianca;
ma lentamente l’ira sua declina
e solca l’aria, diradata e stanca;
poi di repente più maligna stride,
poi tutto tace, e sulla gran rovina
perfidamente il ciel limpido ride. (E. De Amicis)

L’acquazzone

Di nubi grige a un tratto il ciel fu sporco;
e il tuono brontolò con voce d’orco.
Si cacciò avanti, lungo  lo stradone,
carta, foglie ed uccelli il polverone. (C. Govoni)

Pioggia e sole
Pioggia e risplende il sole, e mai com’oggi
s’è vista, per il Colle dell’Ulivo,
la campagna così fiorita e viva,
sotto il velo sottile della pioggia.
Piove e risplende il sole, e la collina
piange e ride tra l’ombra che cammina,
come talora fa per tenerezza
la faccia della bella giovinezza. (C. De Titta)

Acqua sempre
La nube, là, nella region dei venti,
pioggia diviene, la tempesta accoglie
e, nel rigor delle giornate algenti,
in turbinosa neve si discioglie.
Son figlie dell’acqua anche le brine,
le nebbie ora gravanti or fuggitive,
del rugiadoso umor del gocciline
brillanti al sole come gemme vive.
Acqua, che in lieta voce o dolorosa
discendi al mar  e torni al  piano in vetta,
ristora i campi, premia, generosa,
che li coltiva e trepidando aspetta. (G. Pisani)

L’acquazzone
La spazzola dell’acquazzone
ha dato alla lesta una ripulita al paesaggio,
lavato la faccia alle case,
rimesso a nuovo i monti sbiaditi.
Anche l’aria è netta.
Ora si apprezza ogni gradazione del verde.
Villanelle indomenicate
le case fanno insieme una stoffa a quadratini,
a rettangolini di tutti i colori.
Quel giallo! L’ingenuità di quel celeste!
A levante, il paesaggio
è lumeggiato da una luce di magnesio.
I tetti riflettono.
Al luogo d’ogni ruga,
le montagne fanno mostra d’un filone d’argento. (C. Sbarbaro)

Pioggia
Sui campi stamattina
scende una pioggia fina
e musica soave
splende per ogni dove.
Tutta se ne commuove
la terra che riceve
questa freschezza lieve
che dolcemente piove. (A. Orvieto)

Dopo
Dopo il rimbombo nero e il verde scroscio,
il cielo s’apre a una gran pace azzurra:
razzano i tetti, ed ogni pozza in terra
è un soave-ridente occhio di cielo. (D. Valeri)

Dopo il temporale
Son passate le nuvole, e la piova
sprigionato ha dal suolo un grato odore;
lieta ogni rana si dibatte a prova,
a capo chino sgocciola ogni fiore.
Tra le fuggenti nuvole si prova
d’uscir il sole; all’umido splendore
sembra la terra ora più verde e nuova;
più turchino del ciel sembra il colore. (G. Pascoli)

Sereno
Non pareva, e s’allontana
la tempesta: l’oro piove
quale splendida fiumana
e dilaga in ogni dove.
Sembran perle sorprendenti
or le gocce ancora al varco;
ha bagliori iridescenti
fin la pozza sotto l’arco.
Ed un passero cinguetta
il suo canto più giulivo:
quante gemme sull’erbetta,
quanto argento va col rivo! (Livio Ruber)

Pioggia
Cantava al buio, d’aia in aia, il gallo.
E gracidò nel bosco la cornacchia:
il sole si mostrava a finestrelle.
Il sol dorò la nebbia della macchia,
poi si nascose, e piovve a catinelle.
Poi tra il cantare delle raganelle
guizzò sul campo un raggio lungo e giallo.
Stupian i rondinotti dell’estae
di quel sottile scendere di spille:
era un brusio con languide sorsate
e chiazze larghe e picchi a mille a mille,
poi singhiozzi, e gocciar rado di stille:
di stille d’oro in coppe di cristallo. (G. Pascoli)

Dopo l’acquazzone
Passò scrosciando e sibilando il nero
nembo; or la chiesa squilla; il tetto, rosso,
luccica; un fresco odor dal cimitero
viene, di bosso.
Presso la chiesa, mentre la sua voce
tintinna, canta, a onde lunghe, romba,
ruzza uno stuolo, ed alla grande croce
tornano a bomba.
Un vel di pioggia vela l’orizzonte;
ma il cimitero, fatto il ciel sereno,
placido olezza; va da monte a monte l’arcobaleno. (G. Pascoli)

Piove
Piove sui tetti e sui muri,
piove sul lungo viale,
piove sugli alberi oscuri
con ritmo triste ed uguale;
piove; e lo scroscio si sente
giungere dalle vetrate
che versan lacrime lente
come fanciulle imbronciate!
Piove e laggiù sulla via,
e in ogni casa, già invade
l’intima malinconia
di quella pioggia che cade. (A. Novi)

Dopo il temporale
La bufera è lontana.
Sull’aia allegra cantano i galletti.
Ancora, sul selciato, i tetti
grondan dell’acqua piovana.
Ma or gioca rabbonito il vento
con i pioppi. Felice
d’essere salvo, benedice,
benedice, il frumento.
Questa sera offrirà un banchetto
alle sue buone lucciole veglianti,
fra l’attenzione degli astanti
farà un brindisi l’usignoletto.
E, senza distinzione
di parte, i grilli batteran le mani;
i papaveri veterani
piangeranno dall’emozione.
Oh, che gioia! Una banda di turchini
convolvoli strombetta,
davanti alla mia casetta,
in un circol di fiori contadini.
Giocattoli degli angeli, leggeri
s’alcano i cervi volanti;
tintinnano per le vie, festanti,
i sonagli dei carrettieri.
Là, dietro la bufera,
sventola l’arcobaleno;
sopra il villaggio, nel sereno,
si dondola la squilla della sera. (C. Govoni)

Spiove
Le nubi si distendono
in velo che svapora.
L’aria pulita odora
di polvere bagnata,
di fieni appena colti,
d’erbe tenere e fiori.
Il sol riappare e ride
sopra un mondo pulito
di brillanti vestito.
Son gocciole iridate
che pendono dai rami
corron sui fili tesi,
e ridono col sole.
Ma il sole ha tanta sete,
e nelle fauci ardenti
finiscono le gocciole iridate. (C. Pascucci)

Dopo il temporale
Il giorno fu pieno di lampi;
ma ora verranno le stelle,
le tacite stelle. Nei campi
c’è un breve gre gre di ranelle.
Le tremule foglie dei pioppi
trascorre una gioia leggera.
Nel giorno, che lampi, che scoppi!
Che pace, la sera! (G. Pascoli)

Pioggia
E’ dolce il chiacchierio che fan le foglie
in capannelli sugli alberi spessi,
come quello che fanno su le soglie
le comari che parlan d’interessi.
E invece le foglie chiacchierine
parlan dell’autunno che ritorna
e che sotto la pioggia fine fine
di pampini e di bacche agile s’orna. (M. Moretti)

Pioggia
E’ un’arpa la pioggia, infinita,
fra terra e cielo
sottesa.
Con agili dita
tra i fili sottili
di limpido argento,
trascorre il vento
in brividi di seta,
in rapidi fruscii,
in lunghi mormorii.
Nasce dall’aspro archetto
d’una fronda d’ulivo
un vivo
accordo di violino
e dall’orlo del tetto
una frangia di gocciole leggera
strimpella sul canale di lamiera. (L. Pia Mazzolai)

L’acquazzone
Si sciolsero le nubi, all’improvviso
piovve a dirotto. Al limite del campo
vidi la bimba, fra uno scroscio e un lampo,
bello fra i ricci bruni, il fresco viso.
Tesi le braccia ed attraverso il nembo
la bimba accorse, fradicia e ridente,
e mi cadde sul cuore, e il suo fremente
piccolo corpo mi raccolsi in grembo.
Passano i giorni, passano e si muore.
Ben altre furie di tempesta tu
affronterai, ma non ci sarà più
la tua mamma a raccoglierti sul cuore. (A. Negri)

La quiete dopo la tempesta
Passata è la tempesta;
odo augelli far festa, e la gallina
tornata in su la via,
che ripete il suo verso. Ecco il sereno
rompe là da ponente, alla montagna;
sgombrasi la campagna,
e chiaro nella valle il fiume appare. (G. Leopardi)

Il temporale
Nuvole spesse, leggere,
a poco a poco hanno invaso,
simili a draghi rampanti,
il cerchio dell’orizzonte.
Grigio su grigio: fondale
d’un palcoscenico immenso.
Grigio su grigio anche in terra:
le nebbie velano i monti
che fumano come incensieri;
sembra cinerea la valle
divisa in quadri sbiaditi.
Il palcoscenico è pronto;
é pronto il vasto fondale:
gocciole rade e sonore
annunciano, come in sordina,
l’orchestra del temporale! (E. Pesce Gorini)

Dopo la pioggia
Dopo la pioggia viene il sereno,
brilla in cielo l’arcobaleno:
è come un ponte imbandierato
e il sole vi passa, festeggiato.
E’ bello guardare a naso in su
le sue bandiere rosse e blu.
Però lo si vede, questo è il male,
soltanto dopo il temporale.
Non sarebbe più conveniente
il temporale non farlo per niente?
Un arcobaleno senza tempesta,
questa sì che sarebbe una festa.
Sarebbe una festa per tutta la terra,
fare la pace prima della guerra. (Gianni Rodari)

Arcobaleno
C’è un ponte fatto di sette colori:
è un ponte strano, campato sul cielo.
E’ di cristallo? Di seta? Di velo?
E’ fatto d’acqua di sette colori.
Ma su quel ponte non passa la gente.
Svanir potrebbe in ogni momento
di sotto ai piedi, a un colpo di vento.
Lieta lo guarda ridendo la gente. (S. Pezzetta)

Arcobaleno
Piove. Le piccole
gocce sottili
in lunghi scendono
diritti fili,
senza che un alito
tenue di vento
muova quel tremulo
refe d’argento;
lene, dal nuvolo
che si dissolve,
come un polve
l’acqua vien giù.
Il sol con l’ultimo
raggio lucente
esce dai margini
dell’occidente
e tra finissimi
sciolti vapori
si frange in pallidi
vaghi colori:
dal piano al vertice
con sette giri
l’arco dell’iri
brilla lassù.
Sull’uscio il pargolo
batte le mani,
ai solchi accorrono
lieti i villani
dove dall’umida
terra rampolla
un nuovo germine
per ogni zolla;
dal tetto il passero
balza e rivola;
tra i campi scola
giallo il ruscel.
Lontano brontola
un tuono ancora,
e mentre limpido
l’aer s’indora,
e al puro zeffiro
fresco e odorato
scrollano gli alberi
le gocce del prato,
l’arco settemplice
si fa di foco,
e a poco a poco
svanisce in ciel. (R. Pitteri)

L’acquazzone
E venne, dopo il vento,
d’impeto, come l’onda
che scagliasi sul mare.
Disperse in un momento
gli agricoltori ai campi,
scrosciò per ogni gronda
ed allagò le strade.
Poi, senza tuoni o lampi,
quasi senza sussurro,
finì con grosse, rade
gocce. Quando nel cielo
dal già chiaro orizzonte,
s’alzò l’arcobaleno,
candide come un velo
di sposa, navigavano
le nubi in mezzo a un mare
divinamente azzurro. (V. Bosari)

Arcobaleno
Arcobaleno giocondo
nella tua curva gentile
è il fresco sorriso del mondo.
L’acqua del fontanile
ode lingue lambire
e il trottare del ruscello.
Le vette si fanno vicine
per questo tremore di cielo
sopra l’erbe bambine.
Da verdi solitudini segrete
si sveglia un canto di luce:
la maestà dell’abete
nell’occhio della mucca traluce. (I. Dell’Era)

Grandine
Percuote le gronde,
sui tetti saltella,
flagella le fronde,
i vetri martella.
La temono tutti.
E’ proprio maligna:
fa strage di frutti,
vendemmia la vigna.
In ogni vallata
frantuma le zolle
e falcia spietata
dei fior le corolle.
O grandine fitta,
svanisci coi lampi!
E’ muta ed afflitta
la gente dei campi. (A. Libertini)

Grandine
Tutte riunite ad un crosciante rombo
le nuvole vaganti hanno accerchiato
il cielo, dense e grevi come piombo.
Sibila il vento una minaccia oscura;
gli alberi curvi tentano la fuga;
urla e geme la terra di paura.
Una campana grida: “Aiuto, aiuto!”
Aiuto per le viti e per il grano
che aspetta solo d’essere mietuto.
Una nuvola bianca (una staffetta
di pace?) incontra il grido disperato
che rimbalza qua e là per ogni vetta.
Ma non è pace, non è pace: è guerra!
E, all’improvviso, la staffetta bianca
getta candido piombo sulla terra.
Crosci, ventate, grandine a ventaglio
saetta l’aria, picchettando allegra,
ed ogni pianta è facile bersaglio!
Invano la campana grida “aiuto”
tra lo scroscio dei chicchi levigati,
che già più delle falci hanno mietuto.
E la campagna piange, infine, stanca,
nel vasto cielo ritornato azzurro,
sopra la terra flagellata e bianca. (E. Pesce Gorini)

Sotto la pioggia
O camposanto che si crudi inverni
hai per mia madre gracile e sparuta,
oggi ti vedo tutto sempiterni
e crisantemi. A ogni croce roggia
pende come abbracciata una ghirlanda
donde gocciano lagrime di pioggia.
Sibila tra le feste lagrimosa
una folata, e tutto agita e sbanda.
Sazio ogni morto di memorie, posa. (G. Pascoli, da “Il giorno dei morti”)

Pioggia
E’ un’arpa la pioggia, infinita,
fra terra e cielo
sottesa.
Con agili dita
tra fili
sottili
di limpido argento,
trascorre il vento
in brividi di seta
in rapidi fruscii.
In lunghi mormorii.
Nasce dall’aspro archetto
di una fronda d’ulivo
un vivo
accordo di violino
e dall’orlo del tetto
una frangia di gocciole leggera
strimpella sul canale di lamiera. (L. P. Mazzolai)

L’acquazzone
E venne, dopo il vento,
d’impeto, come l’onda
che scagliasi sul mare.
Disperse in un momento
gli agricoltori ai campi,
scrosciò per ogni gronda
ed allagò le strade.
Poi, senza tuoni o lampi,
quasi senza sussurro,
finì con grosse, rade
gocce. Quando nel cielo
dal già chiaro orizzonte,
s’alzò l’arcobaleno,
candide come un velo
di sposa, navigavano
le nubi in mezzo a un mare
divinamente azzurro. (V. Bosari)

Poesie e filastrocche sulla pioggia il temporale l’arcobaleno la grandine – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Dettati ortografici LA PIOGGIA

Dettati ortografici LA PIOGGIA – una collezione di dettati ortografici di autori vari sulla pioggia, per la scuola primaria.

La pioggia viva
La pioggia cadeva con forza crescente e assorbiva ogni altro rumore, e non si vedeva più altro. Prendevo una scatola di latta, la posavo subito fuori, davanti alla porta di casa e, sull’istante, l’acqua mi scorreva sulle mani, sui polsi, mi colava nelle maniche; in breve la scatola era piena: guardavo l’acqua cadere nell’acqua e ascoltavo e riuscivo a distinguere il rumore che faceva. Sentivo anche, la pioggia crepitare sul legno e dappertutto vedevo l’acqua corrodere il suolo, rubargli la terra, portarla via e formare ruscelli sui pendii. Guardavo l’acqua scorrere cadere rimbalzare e correre. Impregnava le vegetazioni squassate, imbevute. Guardavo lo stirarsi eccessivo degli alberi, delle piante abbattute e risollevate e riabbattute a colpi bruschi; l’acqua riempire, velare, confondere il paesaggio; accanto a me appannare il minuscolo vetro, tremarvi su, rotolare su se stessa. Alla fine tutto il temporale se n’è andato. La pioggia continua senza tregua, ora la rete si dirada. E finalmente, altri rumori, un’automobile, una frase si sentono.
Non c’è dubbio continuerà a piovere così con uguale violenza nè più nè meno fino al primo pomeriggio.
(I. Thibaudeau, da “Ouverture”)

Pioggia di primavera
La pioggia, picchiettandola con le lunghe dita leggere, faceva il solletico alla terra e le diceva piano piano: “Svegliati”. E mormorava: “Destati!”. E poi: “Su, su, è l’ora, vestiti!”. E la terra fingeva ancora di dormire perchè nulla era più dolce di quella carezza leggera e di quel dormiveglia! Alla fine aprì gli occhi delle margherite e nei giardini restò un odore di terra bagnata. (Achille Campanile)

Che gioia camminare sotto l’ombrello, se la pioggia è leggera, ridarella, canterina. La pioggia ti aspetta una mattina sulla porta e c’è quasi il sole. Nell’aria c’è odore di strada bagnata, odore di terra da fiore. E’ più musica che pioggia. Tutto si lava, si fa bello: l’albero, il tetto, il marciapiede. Questa sì che è pioggia felice! (R. Pezzani)

Piove

Piove, e sembra un gran pianto del cielo. L’asfalto delle strade cittadine luccica; e luccicano gli ombrelli, i cappucci dei cappotti impermeabili. Nei campi, i fossi gonfi di acqua borbottano, I fiumi corrono limacciosi in piena e portano innanzi quanto hanno rapinato alle prode.
Le case quasi spariscono tra i veli della pioggia, tra i vapori che salgono dalla terra e lentamente vanno a confondersi con le nuvole grige. (G. Fanciulli)

Pioggia nel bosco

Quando piove, l’acqua colpisce le fronde degli alberi, si rompe in tante goccioline, che rimbalzano tra le foglie. La pioggia giunge a terra a stilla a stilla, scorrendo anche lungo i rami e lungo i tronchi.
In terra trova uno strato di foglie morte. Le inzuppa pian piano, le fa marcire e finalmente penetra sotto terra dove trova una falda di argilla che la porterà a scaturire in una limpida sorgente. (P. Bargellini)

Dopo un acquazzone

L’aria, lavata e fresca, odorava di terra e di verdure, e la terra inzuppata, più bruna, pareva ribollire ai raggi del sole già alto. Le piante, ancora grondanti di pioggia, stormivano leggermente, facendo fiammeggiare come diamanti le goccioline d’acqua sospese alle foglie lustre. Una luce dorata bagnava dolcemente i campi, le facciate, le siepi; filtrava tra i rami scuri, rompeva e chiazzava l’ombra verde e umida delle aiuole. (A. Soffici)

Pioggia in città

La gente è stizzita e guardinga; torme nere di ombrelli si buttano contro i muri quando rasentano le automobili e tranvai sventaglianti spruzzi gialli e lunghi dalle ruote. Solo i vigili, nei loro impermeabili neri a mantellina, raccolgono pazienti e sacrificati le acque del cielo e della terra. Un nembo livido avvolge i quartieri della periferia dai viali vastissimi e deserti di bambini, guardati da palazzi torvi tutti chiusi nei loro vetri come ammalati nei loro cappotti, forse sorpresi di sentire la pioggia precipitare nei tubi delle grondaie e pulsare, quasi sangue, nelle vene. (G. B. Angioletti)

Pioggia
Ad ogni attimo un lampo violetto o verdastro palpita, seguito immediatamente da un tuono formidabile che fa rintronare i vetri. L’acqua cade rabbiosamente; il vento la spinge di traverso e i suoi fili sono come frecce di vetro scagliate obliquamente dall’alto. Gli alberi si divincolano sotto il turbine. L’orizzonte si perde in una nebbia folta, cieca. (A. Soffici)

Pioggia nel bosco
Quando piove, l’acqua colpisce le fronde degli alberi, si rompe in tante goccioline, che rimbalzano tra le foglie. La pioggia giunge a terra a stilla a stilla, scorrendo anche lungo i rami e lungo i tronchi. In terra trova uno strato di foglie morte. Le inzuppa pian piano, le fa marcire e finalmente penetra dotto terra dove trova una falda di argilla che la porterà a scaturire in una limpida sorgente. (P. Bargellini)

Piove
Piove, e sembra un gran pianto del cielo. L’asfalto delle strade cittadine luccica; e luccicano gli ombrelli, i cappucci dei cappotti impermeabili. Nei campi, i fossi gonfi di acqua borbottano. I fiumi corrono limacciosi in piena e portano innanzi quanto hanno rapinato dalle prode.
Le case quasi spariscono tra i veli della pioggia, tra i vapori che salgono dalla terra  e lentamente vanno a confondersi con le nuvole grigie. (G. Fanciulli)

L’alluvione
Grandi, sparuti, lamentosi muggiti venivano dalla campagna allagata, dalle stalle che il boaro non aveva fatto in tempo ad aprire, dai campi, dove il bestiame errava con l’acqua al ginocchio, al ventre, al petto, sperduto e impantanato. Voce spiegata all’angoscia comune davano le campane a stormo: Ro rispondeva alla Guarda, martellando: e in tanti anni il vecchio campanile della Guarda non aveva ancora mai rintoccato così alla disperata: pareva l’ultima volta prima di dare il crollo. (R. Bacchelli)

Prime piogge
Da tre giorni e da tre notti cadeva sulla campagna una pioggia minuta e uguale. Era la prima pioggia d’autunno. Gli alberi del frutteto ne grondavano, ne grondavano i tetti e il suo rumore lieve e diffuso, simile al ronzio di un immenso arcolaio, senza pause, ininterrotto, era la musica dell’autunno pieno di sonno e di malinconia. Tutti nel villaggio l’ascoltavano dal chiuso delle nere stalle, delle nere cucine. (U. Fracchia)

La pioggia
Cade, cade monotona e sempre uguale. Sembra che non debba smettere più. Batte sulle strade, sui tetti,  sugli ombrelli dei passanti. Dov’è il bel sole d’oro, dove sono le nuvole candide e morbide? Piove piove e sulla strada si formano larghe pozzanghere fangose. Ma anche la pioggia è necessaria e la terra e le piante la bevono avidamente.

Dopo un acquazzone
L’aria, lavata e fresca, odorava di terra e di verdure, e la terra inzuppata, più bruna, pareva ribollire ai raggi del sole già alto. Le piante, ancora grondanti di pioggia, stormivano leggermente, facendo fiammeggiare come diamanti le goccioline d’acqua sospese alle foglie lustre. Una luce dorata bagnava dolcemente i campi, le facciate, le siepi; filtrava tra i rami scuri, rompeva e chiazzava l’ombra verde e umida delle aiuole. (A. Soffici)

La pioggia
Ecco, l’aria immota si scuote. Sembra proprio che il dio dei venti, Eolo, abbia aperto la caverna dei venti furibondi. Le foglie degli alberi spasimando si contorcono. Ecco le prime gocce, grandi, chiazzate, furenti. Qualcosa balza nell’aia: un chicco di grandine. Si attende col cuore sospeso. Nulla, non è nulla. Cessa il vento: la pioggia scende ora in pace, dolce, sonora. Se dura un’ora i pomodori si faranno turgidi; l’erba medica crescerà per un nuovo taglio, l’uva rachitica si gonfierà. (A. Panzini)

Quando piove
Fango in terra e fango in cielo, stillanti, grondanti, chiazzati di tetra umidità i tetti, le case, i muri: cinereo e grigio lutto; e dalla monotona deformità delle nubi filtra un acquerugiola lenta, fredda, ostinata, che non si vede e immola l’anima, che non si sente ed empie le strade di una poltiglia mobile e appiccicosa, lubrica e attaccaticcia e impacciante. (G. Carducci)

Storia dell’ombrello
Sapete chi fu il primo uomo che usò l’ombrello in Europa? Il signor Giona Hauway, di Londra.
Questo signore aveva viaggiato molto. Era stato in Russia, in Persia, in Cina e chissà in quanti altri posti ed aveva visto chissà quante belle cose. Poiché l’ombrello ha un’origine che si perde nella notte dei tempi, avrà visto anche che esso veniva usato da molti popoli, quale segno di distinzione o potenza. Del resto gli ombrellini erano già usati in Europa, come segno di femminilità ed eleganza, dalle signore. Ma che si fosse mai visto un uomo in giro con l’ombrello!
Invece in una giornata piovosissima dell’anno di grazia 1752, il signor Giona pensò che sarebbe stato molto utile uscire di casa al riparo di un grosso ombrello, e così fece.
Non lo avesse mai fatto! Le vie di Londra furono per lui come tante sale da… concerto o campi di esercitazioni di tiro a segno.
Infatti tutte le persone… per bene lo dileggiarono, lo fischiarono, ed i ragazzi andavano a festa nel bersagliarlo di torsoli, di patate, di uova…
Si incrociarono discussioni a non finire, sotto la pioggia s’intende e… senza riparo; chi diceva che era semplicemente ridicolo che un uomo, segno di forza e di sapienza, andasse in giro a quel modo; chi diceva, e questi era interessato, che l’ombrello avrebbe fatto morire di fame i poveri vetturini; chi infine, timorato di dio, affermava essere un insulto sacrilego verso il supremo fattore dell’universo, perchè se Lui mandava la pioggia, voleva dire che aveva intenzione che le persone si bagnassero e nessuno aveva il diritto di ripararsi!
Sotto tutto quel diluvio: pioggia, torsoli, patate, invettive d’ogni genere, il signor Giona continuò a passeggiare, riparandosi fa tutte le cose materiali che gli cadevano addosso, col suo ombrello, e dalle invettive con la sua imperturbabile flemma.
Sapete quanto ci volle perchè i londinesi e gli europei comprendessero l’utilità dell’ombrello? Trent’anni.
Nel 1782, infatti, l’ombrello era già di uso comune!
(A. M. Giannini)

Dettati ortografici LA PIOGGIA – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Poesie e filastrocche LE NUVOLE

Poesie e filastrocche LE NUVOLE – una raccolta di poesie e filastrocche sul vento, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Nuvole
Tutto il cielo è un immenso prato blu.
A un tratto spunta un bioccolino bianco…
s’alza, s’addensa, sboccia… eccolo, è un fiore.
Arde nel sole ed ama il sole e dona
tutta se stessa al sole, e si dissolve
nel grande ardore… Un soffio… Non c’è più.
Tutto il cielo è un immenso prato blu. Lina Schwarz

Le nuvole
Pallide nuvole soffici corrono
dentro l’azzurro del cielo s’inseguono:
se con letizia le mani si tendono,
bei girotondi giocondi ripetono;
Ma se si rotolan, strappano, spingono,
presto nel cielo l’azzurro nascondono;
ecco che tutto di grigio dipingono,
ecco la pioggia ed i tuoni che rombano.
Se poi, pentite, la pace rifanno,
senza problemi la mano si danno:
ecco che alcune già rosa si fanno;
dentro l’azzurro più soffici vanno. R. Bon

Nuvole
In una nuvola,
c’è anche un po’ di fiato
del bimbo,
del fiore,
del prato.
Dal mare blu
e dalle foglie appassite
le goccioline fin lassù son salite.

La nuvola
Ti conosco nuvoletta
che cammini sola sola
non armata di saetta
come un angelo che vola.
Ti conosco anche se il vento
che ti gonfia e ti sospinge
ti trasforma in un momento
mentre il sole ti dipinge
intingendo i suoi pennelli
nei color più vivi e belli.
Tutta rosa stamattina
tutta bianca a mezzodì
ti conosco mascherina
trasformata anche così.
Or somigli a un cavallino
sciolta al vento la criniera
ora sei la caffettiera
che trabocca nel camino
ora là nell’infinito
sembri un albero fiorito. R. Pezzani

Nuvole notturne
Oh bianche nuvolette che passate
silenziose al lume delle stelle
da qual desio, vaganti pecorelle
per i prati del ciel siete portate?
Si va, si fa. Poco di noi sappiamo
siam la rugiada e siamo la tempesta
ci guida il vento, a lui chiniam la testa
e, dove lui poggia, andiamo andiamo andiamo…

Nuvole
Che pazzerelle nuvole!
Scherzano su nel cielo…
in un momento intessono
intorno al sole un velo
poi leste quattro gocciole
di pioggia spruzzate giù
e al sole fuggendo, gridano
“Adesso asciuga tu!” L. Schwarz

Nuvoloso
Sole caldo, sole bello
perchè toglierti non vuoi
quell’orribile mantello
che ci vela i raggi tuoi?
Ogni viva creatura
sente un brivido di gel
ogni faccia si fa scura.

Guarda la nube
Guarda la nube che gioca col lampo e col tuono
guarda la luna che gioca col globo celeste,
guarda la rupe che s’alza d’un impeto al polo
e come gioca in amore col l’eco rideste!
Guarda il torrente agli scogli che mugghia, ridonda
e con la piena dell’onda rinnova la festa;
guarda la bella farfalla dal volo librato
sulla corrente, giocare col fior di giacinto:
gioca tu pure con loro, conservati bimbo
belli son tutti quei giochi che gioca il creato!

La vela
C’è una vela tutta bianca
c’è una vela in mezzo al mare
Vento, vento, sono stanca
fammi un poco riposare.
Vedi là quella casetta
c’è una mamma che ti aspetta.
D’aspettare non si stanca
vola, vola, o vela bianca.
Se mi attende una mammina
se mi vuole una bambina
soffia pure, o mio buon vento
e il mio cuor sarà contento.

Nuvole
Nuvole, nuvole…
chiama fischiando
il vento arcigno
sulla montagna:
e a fiocchi bianchi
dai cupi fianchi
dei canaloni,
su, dai burroni,
su, dalle valli,
soffici, molli,
lente risalgono
sul filo del vento
a cento
ondeggiando le nuvole. (V. Fraschetti)

La nuvola
Sembra un cuscino
di piume d’oca.
Nel ciel turchino
col vento gioca.
Gioca e rincorre le rondinelle:
lei tutta candida, blu e nere quelle.
Ma ecco: il morbido
cuscino, a un tratto,
si sporca e torbido,
greve s’è fatto.
S’è fatto nero come il carbone,
e il cielo piange… uh, che acquazzone!  (Maggiorina)

Vita e morte delle nuvole
Nata all’alba, sul prato,
dal fianco di un’acqua corrente
vivrà la nube innocente,
un giorno, il suo giorno, e morrà.
da rovi pungenti districa
i lembi del suo manto,
si libera come un canto,
figura di felicità.
Immemore di ciò che era
si lascia rapire dal vento:
polledro, fiore, bandiera,
angelo diventerà;
angelo col cuore in gola
che in cielo ha prato e campo.
Ma ecco, trafitta da un lampo
la candida nube cadrà.
Disciolta in pioggia lucetne
rintocca su ogni fronda
si fa musica errabonda,
queta, vasta sonorità. (Renzo Pezzani)

Le nuvole
Una sera, piano piano
arrivaron da lontano,
le portava sulle spalle
lo scirocco.
Eran stanche di viaggiare
follemente per i cieli
e volevan riposare
solo un poco.
Quando videro il gran mare
calmo calmo, azzurro azzurro,
s’adagiarono all’oscuro
e distesero i lor veli
per i cieli. (Lina Galli)

La nuvola
Nera, turgida, compatta,
la nuvola, come un mastino,
ringhia nel cielo turchino.
Ma quella è una nuvola matta!
E’ una nuvola forestiera
che nasconde fuoco in dosso,
Ispido fumo, serper rosso,
è l’angoscia della sera.
Il villaggio poverino,
suona l’ave, chiude le porte.
Con quella nuvola sul suo destino,
sazio di biade, pensa alla morte. (R. Pezzani)

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Poesie e filastrocche sul VENTO

Poesie e filastrocche sul VENTO – una raccolta di poesie e filastrocche sul vento, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Il vento
Arriva il vento. Che pazzerello!
Vedi? E’ sgarbato come un monello.
Strappa il giornale che tieni in mano;
manda i cappelli lontan lontano.
Tu devi correre fino laggiù,
ma il tuo cappello corre di più.
Intanto il vento, con mano lesta,
fa il parrucchiere sulla tua testa;
e se, per caso, apri l’ombrello,
ti spazza via, presto, anche quello.
Ma che puoi farci? Non t’arrabbiare:
è un birichino e vuol giocare!
(Gianni Rodari)

Il vento
E’ mite carezza
che passa gentile
e tiepida scherza
coi fiori d’aprile
è vasto respiro
lanciato sull’onda
che spinge la vela
in corsa gioconda.
E’ mano che afferra
con dita spiegate
e all’albero strappa
le foglie dorate.
E’ gelido soffio
che scende dai monti
e in ghiaccio tramuta
i rivi e le fonti
così senza posa,
or rapido or lento
si svolge l’eterno
cammino del vento. Ada Negri

Il vento
Ma chi bussa da villano?
corri all’uscio: è già lontano.
Ma chi è quel capo ameno?
porta l’acqua ed il sereno,
sparge i semi per il mondo,
sbuffa e frulla in tondo in tondo,
mena schiaffi e scappellotti,
fischia per i vetri rotti,
ora è dolce e profumato,
ora è proprio uno sgarbato,
corre e vola in un momento…
chi sarà, bambini? Il vento! E. Bossi

Il vento
Orco è il vento che ne bosco,
sta provando il suo vocione
con un viso fosco fosco,
e con tanto di barbone
“Mangerò tutte le foglie,
mangerò tutta la terra
mangerò tutte le nubi,
che lassù si fan la guerra!”
Lo si sente, apre le porte,
e le sbatte forte forte
Con un passo, lo si sa,
spazza tutta la città.

Il vento
Esce di scuola il vento e gioca e fischia
e non ha libri nè berretto in testa;
cerca viole lungo la foresta
e sopra i pioppi dondola e s’arrischia. R. Pezzani

Un prepotente
Non ho riguardi, non conosco regole:
entro dove mi pare
senza chieder permesso,
e se gusto ci piglio,
scuoto, rovescio, sibilo, scompiglio.
Sicuro! E di te pur, ragazzo mio,
anche se sei monello,
me la rido: t’investo,
ti spingo, e se mi frulla,
di colpo, trac, ti porto via il cappello.
Tanto, chi mai mi prende o mi trattiene?
Amo gli spazi liberi,
e, a chi s’oppone, grido,
sfidandoli al cimento:
“Fatti più in là che passa il signor vento!”. Domenico Mantellini

Il vento
Nel colmo della notte, a volta, accade
che ti risvegli, come un bimbo, il vento.
Solo, pian piano, viene per il sentiero,
penetra nel villaggio addormentato.
Striscia, guardingo, fino alla fontana;
poi si sofferma, tacito, in ascolto.
Pallide stan tutte le case intorno,
tutte le querce, chinate sulla piana. Rainer Maria Rilke

Il vento
Oh, che vento monello!
Ci toglie il cappello,
stronca gli alberi vecchi,
e fischia negli orecchi…
Pure, ai navigli in mare,
le vele fa gonfiare
e trapianta erbe e fiori
come i seminatori.
Tutte pari le cose:
un po’ spine, un po’ rose;
e nessun male avviene,
senza un poco di bene. A. Pozzi

Il vento
Mi piace far dispetti
piegare gli alberetti;
far volare cappelli
e rovesciare gli ombrelli.
Sollevo polveroni,
ma scaccio i nuvoloni;
i panni al sole stesi
o alle finestre appesi
asciugo in un momento:
sono il monello vento!

Il vento
Io sono la brezza
che i fiori accarezza
lo zeffiro alato
che gioca sul prato
son mano gioconda
che scherza con l’onda
respiro sferzante
che spoglia le piante.
Son aspra tormenta
che in alto s’avventa
son fiato pungente
che ghiaccia il torrente.
Mutevole e vario
spietato e bonario
crudele e scherzoso
ignoro il riposo. G. Noseda

Vento
Come un lupo è il vento
che cala dai monti al piano
corica nei campi il grano
ovunque passa è sgomento.
Fischia nei mattini chiari
illuminando case e orizzonti
sconvolge l’acqua nelle fonti
caccia gli uomini ai ripari.
Poi, stanco s’addormenta e uno stupore
prende le cose, come dopo l’amore. A. Bertolucci

Il poeta ozioso
L’arpa d’oro
pende ai salici
il canoro
vento l’agita
non le dita
mie lo tocchino
l’infinita
anima l’animi
l’arpa al vento
al sole oscilla
brilla, squilla. G. Pascoli

Via col vento
Vola vola via col vento
per il vasto firmamento
va vicino, va lontano,
vola al monte, vola al piano
per il vasto firmamento
vola vola via col vento.

Il vento
Zompa per i tetti, sbuffa nei camini
mugghia sui vetri, in rapidi mulini
inferocito sibilando s’alza
poi, gonfio d’ira, a testa bassa incalza
fra un osannante polverume passa
una ruota di tenere fronde
mentre sui muri i tubi delle gronde
sbaccanano con colpi di grancassa. I. Drago

Vento d’autunno
Nella piazza il vento alzò a vela
nembi di polvere e foglie morte.
Graffiava i vetri, urtava le porte
sbandierava per l’alto un lenzuolo.
Poi balzò in cielo, urtò con furore
le sparse nuvole. Latrava, gemeva
con mugolii sordi faceva
il cane del celeste padrone. D. Valeri

Il vento
Oh, ma che fretta, signor spazzino,
con quella scopa sembri un mulino!
“Tutte le strade devo pulire,
perchè la neve possa venire.
Col cappuccio bianco e pulito
non vuole macchie sul suo vestito.
Povere foglie! Dopo il lavoro
ad una ad una, vanno anche loro
ma sulla terra sfiorita e nera
preparan già la primavera!

Il vento
Nell’aria grigia e morta
c’è un’onda di lamento.
Qualcuno urta la porta:
– Avanti! Passi! – E’ il vento.
Vento del Nord che porta
e neve e fame e stento:
la macchia irta e contorta
ulula di spavento.
Passano neri stormi
in frettoloso oblio;
passano nubi informi.
Tutto nell’aria oscura
passa e s’invola; addio
da non so qual sventura. (G. Pascoli)

 Viene il vento

Ecco, ora viene.
Oh, che allegria!
Tutti i cappelli
ci porta via.
Come una palla
li fa ruzzolare.
Ha una gran voglia
ei di scherzare.
Poi se la piglia
coi panni al sole,
che manda in terra
a far capriole.
Fa diventare
matte le fronde,
che si accarezzano
come fan l’onde.
Sibila, spruzza
fa andar tentoni,
scuote le porte,
spazza i balconi.
Poi tace… e quieto
se ne va via
su nell’azzurro…
oh, che allegria! (P. Boranga)

Il vento
In casa. E’ sera.
E’ primavera.
Di fuori sento
fischiare il vento.
Il vento è forte:
sbatte le porte.
Passan pei vetri
ululi tetri.
Guardo di fuori:
vedo bagliori.
Sono le stelle:
sembran più belle,
son lucidate
dalle ventate.
Giù nella strada
la gente  è rada.
Il vento, intanto,
leva il suo canto:
“Io spazzo via
ogni foschia;
dai miei furori
nascono fiori,
e la natura
faccio più pura”.
Ascolto il vento:
qual gioia sento! (M. Castoldi)

Le fatiche del vento
Molto ha da fare il vento con le nuvole,
frivolo armento senza disciplina.
Piace al sole con pompa e con ossequio
d’essere accolto in cielo ogni mattina:
e fin dall’alba, ecco il vento in servizio
a preparargli una regal cortina.
Sul vespro, poi, nuovo apparato!
Gli uomini soglion tra loro chiamar pazzo il vento;
forse perchè si pensa che non debbano
costar fatica alcuna, alcuno stento,
que’ suoi servigi; ma se gli si sbandano
le nubi e il sol se ne va via scontento?
Se ogni villano vuol acqua sul proprio
campicello, e lui, per firmamento,
gira e rigira non trova una nuvola,
quando poche sarebbero anche cento? (Luigi Pirandello)

I camicini
C’è un bucato di camicini
tutti in fila ad asciugare:
bianchi, rosa, celestini
ed il vento ci vuol giocare.
Piglia lo slancio; soffia giocondo;
i camicini si gonfian tutti
come le vele e il sole biondo
in un momento li rifà asciutti.
Uno si stanca, vola sul prato;
due pratoline si piglia a braccetto.
Così bianco e delicao
pare la veste di un angioletto. (G. Facco)

 Il vento
Ecco: è balzato da dietro il monte
e lesto scende giù nelle valli;
porta i capelli scomposti in fronte,
e guida cento pazzi cavalli.
E’ questo il vento. Grande fanciullo,
che scuote peschi, mandorli in fiore,
ruba cappelli per suo trastullo
e canta e fischia di buon umore.
Le nuvolette prende nel cielo,
queste trascina, quell’altre strappa
ne avvolge tutto come in un velo,
ma poi già stanco, lontano scappa.
gioca col sole, ruba i semetti
e li nasconde dove niun sa,
e un bel giorno tanti fioretti
vedi ed esclami: “Come fin qua?”.
E’ questo il vento; ride, schiamazza,
sembra che a tutto faccia la guerra;
ma non ha sempre la testa pazza,
chè niente è vano qui sulla terra. (Teresa Stagni)

Risveglio del vento
Nel colmo della notte, a volte accade
che si risvegli un bimbo,  il vento.
Solo, pian piano vien per il sentiero,
penetra nel villaggio addormentato.
Striscia, guardingo, sino alla fontana;
poi si sofferma, tacito, in ascolto.
Pallide stan tutte le case,  intorno;
tutte le querce mute. (R. M. Rilke)

Passa il vento
Passa il vento cantando ed accarezza
con le sue dita d’aria la ghirlanda
solitaria dei petali, l’ebbrezza
sottile degli steli. Non domanda
il vento i nomi ai fiori. Esso sa tutto.
Semina in ogni zolla, lieto vola
a rivedere la gemma ed il frutto:
Passa e carezza, ha una buona parola
per ogni erba che germina pian piano,
per la corolla che vacilla e muore
in silenzio nell’angolo lontano.
Proprio per questo l’ha fatto il Signore. (G. Porto)

Passaggio di nubi
Per le piste celesti
vanno le nubi a frotte:
viaggiano di notte
viaggiano nel dì.
A quale pellegrinaggio
s’affrettano ad andare?
Fanno ritorno al mare
di dove ognuna uscì?
Come un’agnella sbandata
cerca il gregge e il pastore
e nel crepuscolo d’oro
si perde il suo belato,
così una scompagnata
nuvola rosa in fretta
scavalca un’alta vetta
scomparendo al di là. (G. Porto)

Il vento
Il vento sta lavando le nubi.
prende una nube nera,
l’impregna d’acqua,
la torce con cura,
la sbatacchia al mulino,
ci bagna i campi,
lava il cielo;
ed ecco sbianca la nube
nera poc’anzi,
pronta ad essere appesa
al filo dell’orizzonte
ad asciugare. (A. M. Ferreiro)

Passa il vento
Ss… ss… sss! Che cosa accade?
Passa il vento per le strade!
Passa il vento freddo, forte:
porta via le foglie morte.
Sss… sss… ss! Eccole, vanno!
Chissà quando torneranno?
Non più il nido sulla rama
che ti parla; che ti chiama!
Non più il nido sotto il tetto:
anche il sole fa un giochetto…
scappa sempre più lontano…
vien la pioggia, piano, piano. (L. Nason)

Il vento
Sentite: chi bussa alla porta
fischiando sì forte?
Adesso è salito fin sopra la torre;
poi scende, borbotta, discorre:
Ancora risale su tetti e camini;
d’n tratto ricade
su piazze, su strade,
arruffa le piume dei passerini
e ruba i berretti ai bambini. (R. Rompato)

T’amo, vento
Io t’amo, vento, enorme
boscaiolo che scendi
fischiando dalle cime
e sbarbichi e scoscendi
e schiomi le foreste,
e ghiacci con un soffio
i fiumi ruinanti
e piombi sulle piane
suonando le campane. (O. Locchi)

Il vento
Esce di scuola il vento e gioca e fischia
e non ha libri nè berretto in testa;
cerca viole lungo la foresta
e sopra i pioppi dondola e s’arrischia… (R. Pezzani)

 Il vento
Guardo il vento e non lo vedo,
lo guardo lungamente e non lo vedo;
vedo solo gli alberi che pregano
e le foglie che corrono tra l’erba.
Guardo il tempo e non lo vedo,
lo guardo lungamente e non lo vedo;
vedo solo i bambini che crescono
e gli uomini che incanutiscono e si curvano. (Anatol E. Baconskj)

Vento d’autunno
Dove vanno le foglie arrossate
che il vento stacca dagli alberi?
Volano e passano; il brusio del vento
è tutto quello che rimane dell’autunno. (K. Saionji)

Tramontana
Oggi una volontà di ferro spazza l’aria
divelle gli arbusti, strapazza i palmizi
e nel mare compresso scava
grandi solchi crestati di bava.
Ogni forma si squassa nel subbuglio
degli elementi;
è un urlo solo, un muglio
di scerpate esistenze: tutto schianta
l’ora che passa: viaggiano la cupola del cielo
non sai se foglie o uccelli – e non son più.
E tu che tutta ti scrolli fra i tonfi
dei venti disfrenanti
e stringi a e i bracci gonfi
di fiori non ancora nati;
come senti nemici
gli spiriti che la convulsa terra
sorvolano a sciami,
una vita sottile, e come ami
oggi le tue radici.
(E. Montale)

Il vento portò da lontano
Il vento portò da lontano
l’accenno d’un canto primaverile,
chissà dove, lucido e profondo
si aprì un pezzetto di cielo.
In questo azzurro smisurato,
fra i barlumi della vicina primavera
piangevano burrasche invernali,
si libravano sogni stellati…
Timide, cupe e profonde
piangevano le mie corde.
Il vento portò da lontano
le tue squillanti canzoni.
(A. Bolk)

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Racconti – Le buone maniere…

Una raccolta di racconti per bambini sul tema buone maniere e gentilezza, di autori vari, per la scuola d’infanzia e primaria.

La strada della cortesia
C’era una volta un principino superbo e maleducato. Non chiedeva ma le cose per piacere.
Un giorno si perse in un bosco. Incontrò una vecchina curva sotto il peso di un sacco e le gridò sgarbatamente: “Vecchia, qual è la strada della reggia?”
La vecchina si strinse nelle spalle, allungò il mento, socchiuse gli occhi e rispose: “Non saprei. Chiedilo al gatto, che sa tutto”.

“Gatto” disse il principino “Voglio tornare alla reggia. Insegnami la strada!”
“Domandalo al cane, che ha girato tanto.”
“Cane, qual è la strada della reggia?”
“Domandalo allo scoiattolo, ce vede tutto”
“Scoiattolo, voglio sapere la strada della reggia”
“Chiedilo allo scricciolo, che ode tutto”
“Scricciolo, insegnami la strada della reggia”
Lo scricciolo volò sulla spalla del principe e gli sussurrò all’orecchio: “Principe, se vuoi ritrovare la reggia, prendi la strada della cortesia e comincia col domandare le cose -per piacere-“.

Il principe capì la lezione e subito disse: “Per piacere, mi potresti insegnare la via?”
Lo scoiattolo scese dall’albero e lo accompagnò fino a una radura dov’era il cane.
“Cane, per piacere mi accompagni verso la reggia?”
Il cane lo guidò fino al bivio dov’era il gatto.

“Gatto, per favore, mi dici dov’è la reggia?”
Il gatto, scodinzolando, lo condusse fino la limite del bosco. Qui era ad aspettarlo la vecchina.
“Nonnina, per gentilezza, mi dite dov’è la reggia?”
La vecchina lo prese per mano e lo condusse fino alla porta del palazzo reale.

“Entrate, per favore” disse il principino cortesemente.
“Grazie, caro. Sono contenta, perchè vedo che hai imparato la strada della gentilezza. D’ora in poi non ti perderai più”.
(P. Bargellini)

La camicia dell’uomo felice
Un re non era affatto contento e un giorno andò da un Mago.
“Io non sono felice” disse. “Sono ricco, potente, ho un regno grande pieno di belle cose. Ma non sono contento. Dimmi cosa devo fare per avere la felicità.”
Il mago guardò dentro una caldaia dove bolliva un liquido nero come la pece, v’introdusse la sua bacchetta magica, l’annusò e disse: “Ho trovato. Ti occorre la camicia dell’uomo felice. Quando la indosserai sarai finalmente contento”.

Il re, allora, mandò i suoi soldati alla ricerca dell’uomo felice, con l’ordine di levargli subito la camicia e portarla a lui. I soldati si misero a girare per città e campagne e quando vedevano un uomo dalla faccia contenta, gli chiedevano: “Sei felice?”
“Niente affatto!” rispondeva quell’uomo. “Mi manca questo, mi manca quest’altro”. E i soldati riprendevano le ricerche.

Dopo un anno, un mese, un giorno, non avevano trovato ancora quello che cercavano e tornarono al castello a mani vuote. Il re si infuriò moltissimo e disse: “Verrò con voi e vedremo se riuscirò a trovare l’uomo felice”. Con i suoi soldati percorse mezzo regno, ma non trovava ciò che voleva, tanto che si era deciso a tornare a casa, sempre più malinconico e adirato. Una mattina sentì il suono di uno zufolo di canna. Era un’arietta allegra che metteva la gioia nel cuore soltanto a sentirla. “Andiamo a vedere chi suona” disse il re.

Trovarono un pastorello che suonava in mezzo alle sue pecorelle.
“Chi sei?” gli chiese il re.
Il pastorello lo guardò, poi si mise a ridere e disse: “Che vi importa il mio nome? Sono un pastorello felice…”
Allora il re dette ordine ai suoi soldati che levassero la camicia all’uomo felice. Ma il pastorello era così povero che non aveva neppure la camicia.
Mimì Menicucci

L’anello incantato
In una piccola casa sperduta nel bosco, vivevano un vecchietto e una vecchietta. Lui era ancor buono a intrecciare panieri, lei raccoglieva, nella buona stagione, bacche e frutti e così vivevano alla meglio, in pace e in tranquillità. E se il lavoro, talvolta, mancava, se la prendevano con pazienza e non si lagnavano mai.
Un giorno, il vecchietto dovette andare a far legna nel bosco. L’inverno era duro e la provvista era finita. Non c’era nemmeno un fuscello per scaldare la minestra. Fuori c’era la neve alta e faceva freddo. “Copriti bene” disse la vecchietta. “Prendi la sciarpa di lana e non ti scordare il fazzoletto da naso”.

Il vecchietto prese l’accetta, si mise il cappelluccio e andò nel bosco. La neve cedeva sotto i suoi piedi ed egli faticava molto a fare il suo fastello. Quando l’ebbe finito tirò un sospiro di soddisfazione. Mentre stava per caricarsi sulle spalle il fascio di legna, vide qualcosa luccicare in mezzo alla neve. Era un anellino di ferro senza nessun valore. “Lo porterò alla mia vecchia” disse. “Gli anelli fanno sempre piacere alle donne”. Se lo infilò al dito per non perderlo ma, appena ebbe fatto questo gesto, sentì una vocina che diceva: “Esprimi il tuo desiderio e qualunque esso sia sarà soddisfatto”.
“Corbezzoli!” esclamò il vecchietto. “E’ un anello incantato”.

Lo guardò, poi lo levò dal dito e lo mise in tasca. “Meglio sentire il consiglio della mia vecchietta”. E si diresse verso casa.
“Vecchietta mia, ho trovato un anello fatato. Sta a sentire”. Lo infilò al dito e subito si sentì la vocina. La vecchietta fece un fischio per la sorpresa. “Questo vuol dire che se chiedessimo un sacco d’oro, potremmo averlo?”
“Certo, ma in fondo, che cosa ne faremmo di un sacco d’oro? Abbiamo così poche necessità”.
“Certo, certo!” Si affrettò a dire la vecchietta. “Dicevo così per dire. Quattrini sono pensieri”.
“Forse, potremmo chiedere un palazzo”.
“Un palazzo?” La vecchietta si guardò attorno sbigottita. “Ho vissuto quarant’anni in questa capanna. In un palazzo non mi ci troverei bene”.

“Senti” disse allora il vecchietto con voce decisa “chiediamogli che non ci manchi mai il lavoro. E’ l’unica cosa che ci porterebbe vantaggio.
“Bravo vecchietto! Hai avuto proprio una bella idea”.
E così chiesero all’anello che non mancasse mai il lavoro.
Da quel giorno una quantità di gente ebbe bisogno di panieri e tutti li volevano dal vecchietto, il quale, tutto allegro, intrecciava vimini dalla mattina alla sera e diceva: “Ma che bel paniere, vecchietta mia, e che anello benedetto!”
Così, non mancando mai il lavoro, in quella capanna entrò una discreta agiatezza e ai due vecchietti non mancò mai nulla.

Un giorno che erano in vena di chiacchierare, raccontarono la storia dell’anello incantato a un vicino che era andato a trovarli.
“Come? Avete un anello così e non ve ne servite per chiedere ricchezze su ricchezze?”
“Noi siamo due vecchietti che hanno bisogno di poco, ma poichè voi, vicino, avete dei desideri, prendetevi pure l’anello e buona fortuna”.
Il vicino quasi non credeva a tanta generosità. Prese l’anello e scappò via per paura che quelli si pentissero.
Arrivato a casa, , salì nel granaio e infilò l’anello al dito. Subito, la solita vocina disse: “Che cosa vuoi?”.
“Monete d’oro. Ma tante come se piovesse”.
E allora, dal soffitto, cominciarono a cadere monete d’oro come se davvero piovesse a dirotto. L’uomo, che le riceveva tutte in testa, cominciò a gridare: “Basta! Basta!”. Ma la pioggia non smise finchè quello non cadde giù tramortito.

Mentre stava lì a smaltire la batosta, senza vedere nè sentire niente, arrivò una gazza. attratta dal luccichio dell’oro. Prese una moneta nel becco e volò via dall’abbaino, e poco dopo, tornò con uno stormo di compagne. Tutte presero una moneta e se ne volarono via. L’ultima, che era arrivata in ritardo, non trovò più monete, ma vide l’anellino e prese quello, tanto per non tornare a becco vuoto.
Così l’uomo che non aveva saputo mettere un limite ai suoi desideri, ebbe soltanto la testa piena di bernoccoli e una gran rabbia in corpo.
Mimì Menicucci

Chi è il più forte?
Il re è forte e potente: nessuno sfugge al suo potere. Forse il ladro? No, perché il re lo fa acchiappare e mettere in prigione. Il ladro però è forte da parte sua: se ruba un pollo, con due sole dita gli torce il collo. Il pollo è abbastanza forte anche lui: se vede un tarlo con un solo colpo di becco ne fa un boccone. Ma il tarlo, il piccolo tarlo, si insinua nel trono del re e comincia a rosicchiare il legno: rosicchia, rosicchia, il trono vacilla, va in polvere e il re si ritrova seduto per terra. Chi è il più forte di tutti?
Il re, il ladro, il pollo o il tarlo?
(Fiaba vietnamita)

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Libri illustrati: A spasso per Venezia

Libri illustrati: A spasso per Venezia Siete pronti a scoprire una delle città più affascinanti del mondo?

Preparatevi a una passeggiata indimenticabile attraverso un labirinto di canali, ponti sospesi, piazze e stradine misteriose.
Una guida facile, con tanti giochi e illustrazioni, pagine che si aprono ad anta, notizie sulla storia e sull’arte di questa bellissima e misteriosa città…

di Alberta Garini; illustrazioni di Allegra Agliardi
n° pagine: 38 (a 3 ante); 14,5 x 21cm
prezzo: Euro 12,00
ISBN: 978-88-7874-198-0; 978-88-7874-199-7; 978-88-7874-200-0
Età: dai 6 anni
Collana: A spasso per…

Questa guida illustrata di Venezia per i piccoli è pensata per una passeggiata divertente per la città. Le pagine, che si aprono ad anta, sono ricche di giochi e informazioni interessanti su architettura, arte, cucina, feste, notizie curiose; c’è anche un glossario illustrato di parole in veneziano…

Fonte: http://lapis.weebly.com/a-spasso-per.html

 Dal sito dell’illustratrice, Allegra Agliardi:

http://www.helloallegra.it/maps/?id=14

La guida di Venezia fa parte della collana “A spasso per” della Lapis Edizioni.

http://www.helloallegra.it/maps/?id=13

Una guida turistica creata su misura per i viaggiatori più piccoli alla scoperta di Roma e delle sue meraviglie. Pratica da usare e semplice da leggere: tanti itinerari, aneddoti, curiosità, mappe, glossari e giochi per trasformare il viaggio in un’esperienza unica.

Metodo Montessori – schede delle nomenclature per parole di quattro lettere

Metodo Montessori – schede delle nomenclature per parole di quattro lettere. Come già detto per le schede delle nomenclature per parole di tre lettere,

una volta che il bambino ha fatto molti esercizi di composizione di parole per dettatura con l’alfabeto mobile, è pronto per gli esercizi di  autodettatura, cioè per comporre autonomamente parole che egli stesso ha pensato, senza averle sentite dalla voce di altri. 

Esistono molte possibilità per favorire questo genere di esercizio, una può essere quella di preparare delle schede illustrate, che possono anche fornire un aiuto all’arricchimento del lessico. 

Classicamente le schede delle nomenclature, a questo secondo scopo, sono organizzate per aree tematiche (animali domestici, casa, abbigliamento, mezzi di trasporto, ecc…). Qui propongo una classificazione diversa, per lunghezza della parola, e dopo aver proposto un elenco di parole di tre lettere, passo a quelle di quattro.

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Metodo Montessori – schede delle nomenclature per parole di quattro lettere

Questo è una selezione di parole italiane di quattro lettere, ma non tutte si prestano ad essere illustrate; le parole presenti nelle schede delle nomenclature sono in rosso:

acca, acme, acne, acre, Adda, afta, aghi, agio, agli, alba, albo, alce, alga, Alma, aloe, alpe, alto, ambo, amen, anca, anno, Anna, ansa, anta, arca, arco, area, aria, arma, arpa, asso, asse, asta, Asti, ateo, atto, aula, aura, auto

baci, baco, baia, baio, bara, baro, base, bava, bebè, bene, beni, bere, bici, biga, bile, biro, boia, bolo, bora, boro, bove, brio, buca, buco, buio, buoi,

caco, Caio, calo, cane, caos, capo, cara, casa, caso, cava, cavo, ceci, cena, cera, cero, ceto, ciao, cibo, cima, Ciro, coda, coma, Como, cono, coro, cosa, cova, cubo, cupo, cura, cute,

dado, dama, dare, data, dato, diga, Dino, dire, dito, diva, doga, doge, dolo, dono, dopo, Dora, dose, dote, dove, duca, duce, duna, duro,

ecco, Egeo, eden, echi, elfo, Elia, elmo, elsa, emme, Enea, Enna, enne, ente, eone, equo, erba, ergo, eroe, erre, erta, esca, etto, euro,

falò, fama, fame, faro, fase, fata, fava, favo, fede, fedi, fesa, feta, fico, fido, fifa, fila, filo, foro, foto, fuco, fuga, fumo, fune, fuso

Gaia, gaio, gala, gara, geco, gelo, gene, giga, giro, gita, gnam, gola, golf, gong, gres, guai, gufo, guru,

iato, ibis, idea, idem, iena, ieri, inca, inno, iosa, iris, irta, isba, iuta,

lago, lama, lana, lato, lava, lega, lego, lena, leso, leva, lido, lima, limo, lino, lira, lite, lobo, lode, loto, luce, lume, luna, lupo,

mago, mais, male, mano, mare, maso, mela, melo, meno, menù, mese, meta, metà, miao, mimo, mina, Mino, mira, mola, mole, molo, mora, mota, moto, muco, mulo, muro, musa, muso, muto,

nano, naso, nato, nave, neon, nero, neve, nido, Nino, noce, nodo, noia, nolo, nome, nono, nord, nota, nove, nube, nuda, nume,

oasi, oblò, oboe, oche, ocra, odio, oggi, ogni, olio, olmo, onda, onta, orba, orca, orco, orda, orlo, orma, orso, orto, orzo, osso, oste, otre, otto, ozio

pace, paga, paio, pala, palo, pane, papa, papà, pari, pece, pelo, pena, pepe, pera, pero, pesa, peso, pila, pino, pipa, pira, poco, polo, pomo, posa,

quiz

rado, ragù, rame, ramo, rana, rapa, rara, rasa, raso, rata, remo,  rena, rene, reso, rete, riga, rima, riso, riva, roba, rogo, rosa, rovo, rude, ruga, runa, rupe, ruta,

saga, saio, sala, sale, sana, Sara, scia, sebo, sede, sega, seme, sera, seta, sete, sito, smog, soci, soda, sofà, soia, sole, soma, spia, stop, sugo,

tana, tara, tata, taxi, teca, tela, telo, tema, tesa, tesi, tifo, timo, Tina, tino, tipo, tiro, toga, tomo, tono, topo, toro, tram, trio, tris, tubo, tufo, tuta, tutù,

ulna, unno, unto, uomo, uovo, urlo, urna, urto,

vago, vano, varo, vaso, vela, velo, vena, vera, veto, vice, vile, vino, viso, vite, vivo, vizi, voce, voga, volo, voto,

yoga

Zara, zebù, zelo, zero, zeta, zona, zulu.

Metodo Montessori – schede delle nomenclature per parole di quattro lettere

E queste sono le schede a colori, pronte per il download e la stampa per gli abbonati:

Il materiale comprende:
– carte mute (solo immagine)
– carte immagine + nome in stampato minuscolo
– carte immagine + nome in corsivo.

 

Metodo Montessori – nomenclature mute Montessori parole di quattro lettere

(sono le schede illustrate, senza nomi)

Metodo Montessori – nomenclature Montessori parole di quattro lettere stampato minuscolo 

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Metodo Montessori – nomenclature Montessori parole di quattro lettere corsivo 

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