Difficoltà ortografiche DIGRAMMI VARI

Difficoltà ortografiche DIGRAMMI VARI – Una raccolta di dettati ortografici per la scuola primaria.

La neve si scioglie e diventa acqua liquida.

I bambini non bevono i liquori.

Quella stoffa è di buona qualità.

Sul quadro c’è qualche macchia.

L’aquila è un uccello rapace.

Gli inquilini della casa sono tranquilli.

Lucia sa costruire gli aquiloni.

Quando tornerà la mamma?

C’era una grande quantità di neve.

Quattro spazzini spazzarono la strada.

Il nonno ha comprato quattro quintali di patate.

La quercia produce le ghiande.

L’acqua è indispensabile per la vita dell’uomo, delle piante, degli animali.

In cucina c’è l’acquaio.

Scende un’acquerugiola noiosa.

Che acquazzone!

Quel panettone fa venire l’acquolina in bocca.

In Sardegna c’è un grande acquedotto.

Nell’acqua vivono i pesci.

Scendendo le scale Mario scivolò.

Non sciupare i libri.

Un ragnetto ha tessuto la ragnatela nel cavo di una pigna.

La magnolia offre dei fiori bellissimi.

Quando compio il mio dovere, poi ho la coscienza tranquilla.

I soldati mangiano la pagnotta.

Emilio si è bagnato giocando presso lo stagno.

Ho fasciato un dito, perchè mi sono tagliato.

L’agnello belava nel prato.

I fogli del quaderno sono rigati.

Il pesce è fresco.

I cuochi sono i re della cucina.

Quando piove calzo un paio di scarpe di cuoio.

Quel banchiere riscuote le somme di denaro.

Sul taccuino ho segnato il numero di telefono di Giovanni.

Ci fu un tempo in cui i merli erano tutti bianchi e facevano il nido in gennaio. Una merla sbeffeggiava il gennaio così: “E’ la sera del ventotto. Tu stai per andartene. Ah ah! Le tue minacce non m’impauriscono più!”. Ma ecco la vendetta di gennaio ! Negli ultimi tre giorni del suo regno accumulò un freddo intensissimo. L’infelice merla dovette rifugiarsi, soi suoi figli, su su in un camino fuligginoso. Da allora i merli divennero neri e gli ultimi tre giorni di gennaio sono sempre rimasti i più freddi dell’anno.

Quando ho affermato che l’acqua occupa i quattro quinti del globo, tu non l’hai creduto. Eppure l’acqua, come l’aria, è ovunque. Ha il suo proprio luogo negli oceani, nei mari, nei laghi, nei fiumi, sotto terra, ma in notevole quantità la troviamo anche in tutti i corpi che hanno vita.Hai mai osservato una vite potata? L’esile tralcio tagliato è diventato una piccola fontanella da cui gocciolano stille lucentissime: le lacrime della vita. I vegetali ne hanno in quantità copiosa e non poca è all’interno del nostro corpo e di quello degli animali.

Un contadino aveva quattrocento monete d’argento. Andò al  mercato e comprò delle pecore. Gliene dettero una ogni cinque monete. Tornando si trovò a dover passare un fiume gonfio d’acqua per una gran pioggia ch’era venuto giù. Sulla riva c’era una barchetta così piccina che potevano entrarci il contadino e una pecora per volta. Cominciò dunque il pover’uomo a passare con una pecora… Ma qui il narratore di questa novella tacque. “E dopo?” gli chiesero gli ascoltatori. “Dopo? Lasciamo prima passare tutte le pecore; quando saranno passate seguiterò.

Nella famiglia ognuno ha le affettuose e sollecite cure dei genitori, nella scuola tutte le attenzioni del maestro che ci istruisce e ci educa. Che possiamo desiderare di più? Oh, pensiamo a tanti bambini che non hanno nè le carezze dei loro cari, nè le gioie serene di una vita tranquilla: nulla di tutto quanto può alleviare le sofferenze inevitabili della vita, nulla di ciò che la rende bella.

In inverno c’è sempre molta nebbia.

Saremo promossi se se lo meriteremo.

Il pavimento si pulisce con la cera.

Alla festa c’era anche il direttore della scuola.

M’ha detto che quand’anche io gli avessi fatto questo torto, egli m’avrebbe perdonato.

Difficoltà ortografiche DIGRAMMI VARI – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Dettati ortografici SE SE’ S’E’, SERA S’ERA, uso di E’ ed E

Dettati ortografici – SE SE’ S’E’, SERA S’ERA, uso di E’ ed E – una raccolta di dettati ortografici su queste difficoltà di scrittura per la scuola primaria.

Se mi dirai la verità io ti perdonerò.

Egli aveva condotto con sè il fratello.

Antonio s’è dimenticato d’avvertirci.

Egli s’era trovato lì per caso sabato sera.

Egli s’era impegnato a fare tutto da sè.

Tutta la sera non ha fatto che piovere.

S’era sbucciato un po’ il ginocchio sinistro.

Tutti aspettavano con ansia quella sera. L’egoista non pensa che a sè.

A me piacciono i fiori. M’è caro il tuo ricordo. Vieni da me oggi.

Lo zio Nino ha mandato un bellissimo dono per te. T’è piaciuto il dono dello zio Nino?

Questa fiaba m’è piaciuta molto, e a te?

La pianta del tè è coltivata nei paesi caldi.

Preferisci bere il caffè o il tè?

Questa mattina al mercato m’è parso di vedere tua cugina.

A me e a te non piace il tè.

M’è passato proprio davanti, ma non l’ho riconosciuto.

S’era fatto buio e per le strade non c’era più nessuno.

Quant’è faticoso il lavoro compiuto contro la nostra volontà!

L’avevo detto che di te non c’è da fidarsi!

S’era fatto sera improvvisamente.

Dov’eri che ti ho cercato per tutta la sera?

Una vera fortuna non aver trovato la nebbia quella sera.

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Dettati ortografici SC GN GL

Dettati ortografici SC GN GL  – una raccolta di dettati su queste difficoltà ortografiche per la scuola primaria.

La scimmia si diverte dondolandosi ai rami di un albero.

Il pesce  spada è molto pericoloso.

I coniglietti dello zio hanno il pelo bianco.

Non sciupare i fogli del quaderno.

La campagna è spoglia.

Le foglie dell’abete resistono al freddo dell’inverno.

Che sciocchezza!

Il pastorello raccoglie le pigne.

Gli scoiattoli sono in letargo.

Nella bottiglia non c’è più latte.

Arturo ha sciupato il suo libro di favole.

Le lavandaie sciorinano i panni al sole. Il giglio è candido.

Ogni medaglia ha il suo rovescio.

Sulla soglia di casa tutta la famiglia attendeva la zia. Io e Iei abbiamo passeggiato sotto il viale dei tigli.

I gladiatori combattevano nel circo con le fiere.

Maglione, fogliame, tovaglia, voglia, paglia, aglio, pagliaio, foglia, meglio, scegliere, coniglio, figli, conchiglie, tiglio, miglio, pagliericcio, scoglio, bottiglia, foglio, sveglia, sbadigliare.

Bagno, ragno, cigno, legno, regno, sogno, gnomo, guadagno, agnello, falegname, campagna, cicogna, lasagne. prugne, stagno, signore, compagno, maligno, ragnatela, insegnante, mugnaio, pugno, usignolo, lagna.

DETTATI ORTOGRAFICI – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Dettati ortografici GLIA LIA, GLIO LIO

Dettati ortografici GLIA LIA, GLIO LIO – Una collezione di dettati per la scuola primaria per queste difficoltà ortografiche.

La zia Gigliola nel mese di luglio venne con un naviglio dall’Australia, e visitò i suoi parenti in Italia.

C’era la bella Lilia che aveva lunghe ciglia, la cuginetta Amalia che lavorava a maglia, la sorellina Aurelia che all’alba era già sveglia, mentre il cugino Emilio faceva uno sbadiglio.

Il nipote Basilio si curava col tiglio, ed il bisnonno Giulio preparava un intruglio.

La cognatina Clelia infornava una teglia, ed il prozio Aurelio sceglieva sempre il meglio. Il piccolo Virgilio giocava col coniglio e col cagnetto Ollio sul prato di trifoglio.

La cameriera Cecilia, pulita la fanghiglia, ritornava in famiglia. Partiva per la Puglia e arrivava in Sicilia.

Prima di ripartire, zia Gigliola posò per una statua di scagliola: prima di ritornare in Australia col naviglio, la regalò alla balia che amava la cianfrusaglia.

Molti furono costretti a vivere in esilio per sfuggire alle vendette dei tiranni.

Il figlio del signor Guglielmo si chiama Giulio.

Clelia coltivava con amore una bella pianta di dalia.

Stamattina Aurelio spedì un vaglia al proprio figlio che viveva sull’isola del Giglio.

L’olio di oliva è un ottimo condimento.

Gli uccelli si nutrono di miglio, di insalata, di frutta e di insetti.

La mia balia è una donna della campagna romana.

Mentre lavoravo mi è sfuggita una maglia.

Attilio se ne stava tranquillamente seduto su uno scoglio.

DETTATI ORTOGRAFICI – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Dettati ortografici CA CU CO CHE CHI, GHE GHI GE GI

Dettati ortografici CA CU CO CHE CHI, GHE GHI GE GI – Una raccolta di dettati per la scuola primaria per queste difficoltà ortografiche.

Nella gabbia grande canta un canarino giallo. Il gelo di questi giorni è intenso: ha fatto ghiacciare anche la fontana dei giardini pubblici.

La chiave è nella serratura e la porta è chiusa.

Chi parla troppo, sbaglia; chi parla poco, pensa.

Il cielo è nebbioso.

Giochiamo in cerchio.

Giorgio e Amerigo sono amici. Anche Giovanna ha due amiche.

Gli occhiali del nonno sono rotti.

Chiediamo a Maria se ha visto i bachi.

I bruchi sono degli animaletti.

Alla mamma ho dato un bacio affettuoso.

Sai giocare a bocce?

Nel legno ci sono alcuni buchi.

Gli aghi sono appuntiti.

Il lago di Como è incantevole.

Le ghiande piacciono ai porcellini.

Col fuoco si fa un bel rogo.

Il vento mugghia.

Pagheremo domani il droghiere.

Chi dorme come un ghiro?

La marmotta è in letargo.

Ca cu co H no; che chi H sì!

Cotone, casetta, custode, chiave, nacchere, cuscino, colorificio, cartella, chiesina, maccheroni, costoso, cullare, canestro, cuore, bocche, chiudere, inchiostro, castagna, commercio, racchiuso, immacolato, boccone, vacchiette.

Ga gu go H no, ghe ghi H sì!

Gavetta, guscio, goloso, margherite, ghiottone, gastronomia, rugoso, guercio, ghette, maghi, gas, guizzare, spigolo, ghianda, arguto, magro, ghirlanda, regata, gomma, gufo, vaghe, lago, rughe, righetto, gattino, rogo.

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Dettati ortografici S Z

Dettati ortografici S Z – Dettati per la scuola primaria per questa difficoltà ortografica.

In classe c’è silenzio. Che bellezza, ho ritrovato il mazzolino di fiori!

Dovevo studiare la lezione, ora devo eseguire le addizioni.

La visione del tramonto del sole è sempre bella.

La provvidenza pensa a tutto.

L’aviazione italiana è valorosa.

La tazza è rotta.

Le tasse vanno pagate subito.

(in costruzione)

 

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Dettati ortografici SCI SCE

Dettati ortografici SCI SCE – Una raccolta di dettati per la scuola primaria per queste difficoltà ortografiche.

Gli sciatori scendono sulla neve con gli sci, e scendono veloci sulla discesa. Chi invece non sa sciare, scivola sul ghiaccio con gli schettini o scende dall’altro con slitte e slittini gridando: “Pistaaa!”. Attenti però a non schiantarsi sui tronchi scendendo troppo veloci.

Fruscio, frusciare, frusciante, nascere, nascita, pascere, uscio, uscire, ruscello, ruscellare, sciolto, sciogliere, sciabola, asciugare, asciugamani, asciugatoio, asciutto, sciupare, sciupone, sciupato, sciame, sciamare.

Guscio, uscio, scintilla, conoscere, pescecane, scenata, sconosciuto, ambasciata, scimmiotto, nascere, scegliere, sci, sciare, scenario, scioperato, visceri, scialle, conosciuto, maresciallo, sciacallo.

Pesce, fascia, scialle, prosciutto, cuscino, sciabola, fascio, coscia, ruscello, sciatore, scimmia, ascia, uscio, sciarpa, liscio, scendere, guscio, scena, sciame, sciocco, sciupare, pescivendolo, asciugamano.

La scimmia è un animale che imita tutto ciò che vede fare agli uomini. Che animale sciocco!

Via le galline dal campo di grano. Sciò sciò! La massaia le scaccia, ma quelle tornano sempre.

Un pesciolino nuotava nel ruscello. Un giorno quel pesciolino volle arrivare fino al mare. Come finì il pesciolino?

Una biscia è nel fosso. Non aver paura della biscia. Essa non è velenosa come la vipera.

Il pescatore scambiò Pinocchio per un pesce e per poco non lo mise  in padella a friggere con gli altri pesci.

La scimmia è un animale scioccherello. Sa imitare i gesti degli uomini e si dà, per questo, molte arie.

Il ruscello corre fra le erbe e i fiori, cantando la sua canzone. E’ un ruscelletto gaio che fruscia allegramente.

Lo sciatore scivola sulla neve. Ma ad un tratto, povero sciatore! Non scivola più. Ha fatto un bel ruzzolone.

Pesce, fascia, scena, scimmia, sciopero, cuscino, biscia, scellerato, sciocco, sciatore, fasciatura, scena, scimmietta, strisce, discesa, scenario, uscita, scettro, mascella, sciame, sciatrice, cuscinetto, sciarpa.

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Dettati ortografici R

Dettati ortografici R – Una raccolta di dettati per la scuola primaria per questa difficoltà ortografica.

Padre, madre, freno, prato, drago, grillo, brocca, freddo, infreddolito, freddoloso, raffreddore, fragile, labbra, drago, febbre, febbricitante, febbrone, cresta, frastuono, fabbrica, trappola, intrappolare, braccio, abbracciare, ombrello, ombrellaio, ombrellone, ombrellino, maglieria.

Strada, stradina, stradone, istradare, stradino, straniero, stramazzare, strillo, strillare, strillone, sgranare, tromba, strombettare, trombettiere, spruzzo, spruzzare, sprizzare, crosta, scrostare, crostata, crema, scremare, strutto, struggere.

(in costruzione)

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Dettati ortografici e filastrocche per la Q

Dettati ortografici e filastrocche per la Q – una raccolta di dettati per la scuola primaria per questa difficoltà ortografica.

Questa è la storia di un’anatra con quattro anatrini che si chiamavano Qua, Que, Qui e Quo. Tutti i giorni, quando mamma anatra li chiamava perchè andassero a tuffarsi con lei nell’acqua dello stagno, doveva starnazzare un bel po’ e urlare a squarciagola, perchè Qua era lento, Que era pigro, Qui era distratto e Quo dormiva sempre. Infine, quando Qua, Que, Qui e Quo si mettevano in fila, l’anatra li portava a tuffarsi nell’acqua quieta dello stagno.

Giorni fa venne qui da noi quel birichino di Quadrio. Indossava, come sempre quando piove, quel suo giubbetto di cuoio scuro. Disse che era di ritorno da scuola: infatti aveva con sè alcuni quaderni. Stette alquanto in cucina a disturbare Maria, la vecchia cuoca. Questa, che stava cuocendo la cena, prima gli promise quattro scappellotti, poi lo spruzzò d’acqua e infine fece l’atto di percuoterlo col mestolo che teneva in mano.

Quaranta, quaresima, quaderno, equestre, liquido, cinquanta, eloquenza, quadrupede, questura, quiete, questore, quercia, pasqua, liquefatto, quoziente, quasi, aquilino, quaglia.

Aquilone, quaderno, qualità, quantità, cinquanta, quadro, squillo, Pasqua, quattro, soqquadro, quattrini, quadrupede, liquirizia, squame, squadra.

Qua qua, fanno le anatre grasse e tranquille. E vanno verso la pozza fangosa dove troveranno squisiti bocconi.
Un bellissimo aquilone vola alto alto nel cielo tranquillo. E’ un aquilone di carta azzurra e ha una coda con quattordici anelli.

L’aquila volava in alto in alto. Disse un aquilone: “Arriverò fino all’aquila se il vento mi aiuta!”. Ma l’aquilone non arrivò fino all’aquila. Era soltanto un aquilone di carta.

Quanti passeri nel bosco! Dicono ai fratellini: “Qui! Qui!” Venite qui! Troverete da mangiare!”.

Qua qua, fa l’anatra ai suoi anatroccoli. “Venite qua”. E li porta a una pozza fangosa dove gli anatroccoli sono felici di nuotare.

Quattro uccellini sono sul ramo e cantano tutti: “Ci! Ci!”. Quattro bambini li guardano e sospirano. Dicono: “Venite da noi, uccellini. Ci divertiremo insieme.”

Aquila, aquilone, aquilotto, quaderno, quattro, cinquanta, soqquadro, squattrinato, qualità, quantità, squillare, liquore, squallido, squadra.

Liquore, quoto, aquila, quattro, quadro, questo, aquilone, cinque, questua, quindici, quotidiani, quarto, quando, quasi, quello.

Il vecchio nano Q, sta sempre con la U
ma vuole ancor di più.
Dice: “Soltanto in tre, si sta come dei Re”
Allora una per volta, chiama O A I E
e finalmente canta: qui quo qua e questa è que.

Ecco qui quattro fratelli, tutti belli questi e quelli
li ritrovai tali e quali, nei quaderni e nei quintali
nei quattrini e nei querceti, in quaranta bimbi inquieti
presso l’aquila che ruota, quando scende a bassa quota
nella quaglia e nel questore, non li trovi invece in cuore
nella scuola oppur nel cuoco, che cucina accanto al fuoco.

Qua… que… qui… quo…
or succede un qui-pro-quo…
perchè in cuor la q non va,
ma ci vuole in qualità,
in querela, in questo, in quello,
e nel quattro e nel quaranta,
e nella quaglia che vola e canta,
ed in quindici, e in Quirino
nella squadra e nel quattrino,
e in soqquadro che, per cose sue,
invece d’una ne vuole due!
Zietta Liù

Filastrocca del qui e del que
Filastrocca del qui e del que:
bimbi cari venite da me.
Filastrocca dei qui e del qua:
bimbi cari vi piacerà.
C’è un quaderno con tanti quadretti,
c’è un bel quadro con quattro angioletti,
c’è una squadra di soldatini,
ci sono cinque vispi bambini.
Corron di qua, saltan di là:
presto la casa a soqquadro sarà.

Il quaderno della Q
Il quaderno della Q
è un quaderno un poco matto:
se tu scambi C con Q
ahi! ti buschi un brutto quattro,
perchè in cuor la Q non va,
ma ci vuole in qualità.
Vuol la C il signor cuoco,
vuol la Q squadra per far gioco.
Con la C si va in cucina.
Pippo a scuola stamattina
ha imparato la lezione:
che soqquadro è un gran padrone
che si scrive con due Q.
Che pasticcio, dimmi tu!

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Dettati ortografici MB MP

Dettati ortografici MB MP – una raccolta di dettati per la scuola primaria per queste difficoltà ortografiche.

In novembre e dicembre le foglie cambiano colore e cadono. Solo i sempreverdi sembrano avere compassione dei bambini e le trattengono, così campi e giardini sono meno tristi e brulli. Poi di neve imbiancano e a primavera i rami spogli si riempiono di nuove foglioline, che offrono la loro ombra alle prime campanule.

Tempo, temporale, temporalesco, tempesta, bomba, rimbombo, lampo, lampeggiare, lampada, bimba, bambola, gamba, ambizioso, impaurito, impaurire.

Carluccio rompe tutto; dopo è scontento, rimpiange i giocattoli che ha rotto e tenta di farseli ricomprare. Chi ha accompagnato quel bambino dal dentista? Giulia esce di casa per tempo per venire a scuola; per la via ode un rombo; leva il viso e vede un aeroplano che solca il cielo limpido: pare una rondine lucente.

Imbuto, piombo, bambina, gamba, lombrico, bombardiere, ambo, imberbe, imbarcare, timbro, imboccare, imbroglio, tombola, ombra, tomba, ombrello, tombino, ombroso, bambagia, imbrunire, gambero.
Pompiere, rompere, impigliare, impacco, limpido, empio, impedire, ampio, campana, rampante, rimpianto, completo, camposanto, zampone, campagna, lampione, campione, zampogna, impossibile.

Spugna, bisogno, castagna, bagnino, guadagnare, fogna, carogna, legnaia, prugna, cognato, castagnaccio, gnocco, ingegnoso, sognatore, signorina, regnante, segno, cagnolino, vigna, zampogna.

Temporale, bimba, rimbombo, bambino, ambizioso, impaurito, rombo, lambire, ambo, impetuoso, lampeggiare, tempo.

Un bambino aveva avuto in dono una tromba e suonava tutto il giorno. Diceva la mamma: “Bimbo mio, tu mi farai diventare sorda!”.

Una bambina aveva avuto in dono una bella bambola. Diceva quella bambina: “Ti voglio tanto bene. Tu sei la bambola del mio cuore”.

Mario ha voluto che ti regalassero un ombrello. Ora piove, ma il bambino non può uscire. Dice Mario: “Che cosa me ne farò di un ombrello se poi non posso uscire quando piove?”.

Quando fa il temporale, il cielo è buio e tempestoso, i lampi rischiarano la terra, cade la pioggia, il tuono rimbomba.

Un bambino era molto pauroso. Si impauriva del rimbombo del tuono, del chiarore dei lampi, aveva paura del buio. Quel bambino non aveva affatto coraggio.

Rampa, pompa, bambino, lamp, rombo, campo, lombo, tampone, cambiare, zampa, tomba, impaccare, imbottire,  impostare, lembo, tempo, cambio, temporale, impiego, imparare, rimborso, bomba.

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Dettati ortografici GN

Dettati ortografici GN – una raccolta di dettati per la scuola primaria su questa difficoltà ortografica.

Un Re aveva dimenticato nel bosco una pigna d’oro. La vide uno gnomo che pensò di impossessarsene. Chiamò in aiuto il ragno che si mise a tessere intorno alla pigna una ragnatela d’argento… (da completare coi bambini)

Agnello, gnocchi, ignorante, ingegno, ingegnere, ingegnarsi, bagno, bagnarsi, pugno, impugnare, impugnatura, vergogna, sostegno, impegno, legno, legnata, legnaia.

Ragno, lavagna, pigna, cigno, agnello, ragnatela, pugno, legno, vigna, falegname, ignorante, legnata, bagnare, vergogna, sostegno, gnocchi, castagna, cagnolino.

Un ragno era pieno di appetito. Fabbricò la sua ragnatela in un angolo della stanza. Arrivò una mosca, si posò sulla ragnatela. Il ragno se la mangiò.

L’agnellino ha perduto la sua mamma e bela. Chi aiuterà il povero agnellino? La sua mamma ha sentito il suo pianto e corre da lui.

Lo gnomo è un nanetto che vive nei boschi. Ha la sua casina dentro un fungo. Lo gnomo ha una lunga barba bianca e il cappuccio rosso.

Un agnellino bianco e ricciuto giocava fra l’erba. Un giorno, si allontanò dalla sua mamma. Venne il  lupo e se lo mangiò.

Il falegname lavora il legno. I mobili della tua casa sono di legno. Sai scrivere il loro nome?

Agnese ha mangiato troppe castagne e ora dorme, ma il suo sonno non è tranquillo. Fa dei brutti sogni. Sogna l’orco e le streghe. Troppe castagne, Agnese!

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Dettati ortografici GL

Dettati ortografici GL – una raccolta di dettati per la scuola primaria per questa difficoltà ortografica.

Moglie, magliaia, raglio, foglietti, pagliuzza, conchiglia, giglio, quaglia, voglia, imbroglio, tagliare, taglio, ciglio, maglia, tovagliolo, scompiglio, imbroglione, svogliato.

Aglio, figlio, giglio, maglia, foglia, taglia, paglia, raglio, pagliaio, medaglia, tovaglia, coniglio.

Conigliera, impagliato, medagliere, figliolo, famiglia, conchiglia, Guglielmo, tagliare, veglione.

Il bambino capriccioso dice: “Voglio questo! Voglio quello!”. E invece non ha nulla.

Un coniglio pauroso vide una foglia e scappò a tutta velocità dicendo: “Mamma mia, un mostro!”.

Il pagliaio è un mucchio di paglia. La paglia è stata tolta dal grano e ora serverà da letto per gli animali della stalla.

Il giglio è un bel fiore candido e profumato. Un bambino assomiglia sempre a un candido giglio.

Il ciuchino raglia. Che cosa dice col suo raglio, il povero ciuchino? Dice: “Vorrei biada e fieno, non soltanto paglia!”.

In autunno sono cadute le foglie. Ma a primavera l’albero metterà le gemme e da quelle gemme nasceranno le foglioline nuove.

Coniglio, conigliera, paglia, pagliaio, impagliare, spagliare, medaglia, medagliere, mitraglia, mitragliere, figliolo, famiglia, conchiglia, bottiglia, imbottigliare, ragliare, tagliare, intagliato, veglia, sveglia, svegliare, voglia, svogliato.

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Dettati ortografici GHE GHI

Dettati ortografici GHE GHI Una raccolta di dettati per la scuola primaria per questa difficoltà ortografica.

Lo scoiattolo è ghiotto di gherigli di noci, mangia anche ghiande, sorreggendole con le zampette unite, quasi recitasse una preghiera. Prima dell’inverno, quel ghiottone si rimpinza per bene, poi dorme quieto, come un ghiro. Poi a primavera, appena è giorno, scivola giù dalla tana, si guarda intorno nel bosco agghindato a festa, e felice corre e gioca, tra le prime ghirlande di fiori gialli e rossi.

Mughetti, laghi, ghermire, ghiotto, ghepardo, ghiandola, gherminella, ghiaia, rughe, ghiaccio, gheriglio, ghiottoneria, ghermitore, ghiacciaia, beghe, aghi, seghe, ghiro, maghe, ghisa, vaghe, ghirigoro.

Funghi, streghe, paghe, sfoghi, acciughe, draghi, aghi, maghi, ghianda, seghe, gheriglio, ghiro, preghiera, unghie, ghiottone, segheria, margherita, laghi, rughe, ghiaia, ghirlanda, cinghiale.

Ghiottoncello, alghe, ghiaccio, inghiottire, ringhiera, agghiacciante.

Il ghiro è un ghiottoncello che ha sempre sonno. Prima si riempie ben bene il pancino di ghiande, noci, bacche. Poi, quando è diventato grasso, si addormenta. Dorme tutto l’inverno.

La margheritina aprì il suo collarino bianco orlato di rosso e il prato fu molto felice. Era tutto fiorito di margherite.

La margheritina era ancora chiusa. Arrivò il sole e picchiò sulla sua corolla: “Apriti, margheritina!”. E la margherita si schiuse tutta al bel sole.

Quanto ghiaccio sulle strade, nei fossati, nelle pozze! Se ne andrà quando verrà il sole caldo. Ma ora  i ghiaccioli pendono dai tetti.

Mario è un ghiottone. Va alla credenza e trova un piattino di funghi che la mamma ha preparato per la cena. Mario mangia i funghi e poi non ha più appetito.

Il nonno ha il viso pieno di rughe. Tante rughe sulla fronte, sulle guance, sul collo. Povero nonnino, queste rughe sono state fatte dal tempo e dai dolori!

Ghiaccio, ghiacciaio, ghiacciare, agghiacciare, ghiacciolo, ghiotto, inghiottire, ghiottoneria, pieghe, pieghevole, ghiro, ghianda, ringhiera, funghi.

Sulla tavola c’è una bella torta piena di ghirigori di zucchero. Margherita, col suo ditino, va a toccare quella bellissima torta, poi non resiste al desiderio di assaggiarne un pezzetto. Margherita è una ghiottoncella.

Dettati ortografici GHE GHI – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Dettati ortografici A HA, O HO, uso dell’H

Dettati ortografici A HA, O HO, uso dell’H – Una raccolta di dettati per la scuola primaria su queste difficoltà ortografiche.

Ricordati di pensare la parolina “avevo” al posto di tutti gli “o” che trovi. Se puoi pensare “avevo” al posto di “o” e la frase non cambia senso, davanti ad “o” ci vuole la H. Proviamo? Io o una cartella nuova: si può pensare “io avevo una cartella nuova”? Sì! Allora “o” deve essere preceduto da “h” e  si deve scrivere “Io ho una cartella nuova”. Vuoi leggere o scrivere: si può pensare “Vuoi leggere avevo scrivere”? No! Allora “o” deve essere scritto senza “h”.

La casa ha le porte e le finestre.

Quando vado a scuola porto con me i libri.

La mamma mi ha preparato una torta.

Ieri la nostra maestra ci ha accompagnati fino a metà viale, poi ci ha salutati sorridendo.

Il babbo ha comprato una nuova macchina; è una Cinquecento e ha cinque marce.

La nostra aula ha tre ampie finestre ed è esposta a sud.

In quella città c’è una grande stazione ferroviaria.

Essa ha quindici binari per i treni in partenza e in arrivo.

Tu hai un morbido berretto che hai comprato in un negozio vicino ai giardini.

Ho male a un dito; mi duole ed ho timore a medicarlo.

I miei cugini hanno un bel cane lupo; glielo regalarono l’anno scorso quando andarono in campagna.

Sebastiano non ha ancora il trattore. Costa molto ed egli non ha denaro sufficiente per comprarlo. Si ingegna perciò con i buoi; ne ha tre coppie che lo aiutano a preparare il terreno per le semine.

Ho contato le cartoline della raccolta e ne ho numerose.

Hai dato il giornaletto ai tuoi cugini?

Il maestro m’ha consigliato un libretto e la mamma me l’ha comperato subito. E’ un libretto per bambini dagli otto ai nove anni. La sua lettura m’ha insegnato molte cose, ma una sola m’ha colpito più delle altre. L’aiutarsi a vicenda rende la vita più facile. Ciò è vero.

Come m’ha reso felice il sorriso di ringraziamento di un mio amico dopo averlo difeso dalle accuse ingiuste di cattivi compagni! Anche lui era già felice e me l’ha detto quel suo sorriso.

Il babbo è uscito presto. Tu dormivi ancora e non l’hai visto. T’ha dato un bacio leggero per non svegliarti. Tu non l’hai sentito. Ora, sulla tavola, con la scodella del latte c’è un pane fresco. Quel pane l’ha guadagnato il tuo babbo per te, col suo lavoro di tutti i giorni. Il primo dono della giornata che ricevi dal suo amore è quel pane di grano che ha la forma di un cuore.

Lo zio è partito: l’ho salutato stamattina alla stazione.

La mamma cerca la chiave della camera; l’hai vista da qualche parte?

Giorgio voleva la palla per giocare e l’ha persa.

Tutti vogliono salutare il vincitore, ma non l’hanno lasciato libero!

Vorrei leggere il giornale; dove l’hai messo?

Il fuoco si è levato improvvisamente, ma i pompieri sono accorsi e l’hanno domato.

L’anno prossimo frequenteremo la quarta classe.

Tutti l’hanno visto arrivare, pochi l’hanno visto partire.

Questo quadernetto l’ho comprato l’anno scorso.

Il maestro m’ha sgridato, ma la colpa non l’avevo. Tu m’hai detto stamattina che quella lezione non l’avremmo studiata. Quando m’ha detto: “Ma tu come fai a non saperlo?” io non ho saputo cosa dire. Non m’ero mai trovato in un momento simile. Ma un’altra volta non capiterà, te l’assicuro! M’hai messo in un imbroglio, ma non mi ci metterai più. M’hai capito?

Io ho otto anni e mezzo e frequento la terza classe.

La mia merenda consiste in pane imburrato o in frutta mista.

La maestra ci chiede sempre se preferiamo iniziare la lezione con una poesia o con un canto.

Questa mattina ho scritto molti pensierini sulle ricerche fatte e ho l’impressione di aver fatto un buon lavoro.

Olga sbatacchiò la porta e la mamma gliela fece richiudere con garbo.

La donna desiderava alcune arance e io gliele portai.

Aldo desiderava un po’ delle tue susine e tu gliene hai date sette.

Carlo aveva il  tuo libro; gliel’ho visto in mano.

Lo zio mi ha detto che durante l’esame gliene hai combinate di tutti i colori.

Quella bambola gliel’ha regalata la mamma.

Desiderava tanto provare i miei pattini e io glieli ho prestati.

Ma come, non siete ancora pronti?

Devo andare dalla mamma, m’ha chiamato più volte.

La nonna m’ha preparato un buon dolce.

Non s’era mai visto nulla di  simile.

M’hai fatto spaventare con le tue parole.

Andrea promette molto, ma mantiene poco.

Non sarà un bel lavoro ma l’ho fatto da solo.

Lo studio finora m’ha dato molte soddisfazioni.

Mai e poi mai farò ciò che tu mi dici.

Non m’hai ancora raccontato come hai trascorso le vacanze.

Non m’hai avvertito e non sono venuto.

Il maestro s’alzò e disse: “Ragazzi miei, io v’ho concessa fin qui la maggiore libertà, e voi ne avete abusato; io v’ho trattato da ragazzi educati, e voi m’avete fatto comprendere che volete essere trattati da sbarazzini”.

“Mario, io vado un momento dalla nonna e poi torno subito” disse la buona donna al figlio, e questi rispose: “Va’ pure tranquilla, mamma, che io saprò corrispondere alla tua fiducia”.

Vi sono dei momenti nella vita in cui una parola buona può fare maggior bene di qualsiasi beneficio.

Che cosa v’ha detto a questo riguardo il maestro?

Maria ha chiesto il permesso di recarsi ai giardini, ma i genitori non gliel’hanno concesso perchè è stata disobbediente.

Ieri mentre attraversavo la strada m’hai scorto, ma non m’hai salutato.

La mamma ha rimproverato Carlo e l’ha castigato.

Il giorno del tuo onomastico che cos’hai avuto in dono?

Tua madre mi ha scritto un biglietto gentile; mi ha detto che i tuoi fratelli t’hanno preparato un bel regalo, ma che te lo consegneranno quando porterai a casa la pagella.

Che bella bicicletta ha quel ragazzo! Non gliel’ho mai vista.

M’hai forse visto qualche volta parlare con quell’imbroglione?

L’ha detto per scherzo e senz’altro non credeva di offendere nè te, nè nessuno dei presenti.

Pinuccio ti ha chiesto in prestito un foglio, ma tu non gliel’hai dato.

Io ho acquistato quattro quaderni per la scuola; Maria invece ne ha comprati solo tre e ne n’è fatto prestare uno da Lucia; ora gliel’ha restituito.

La gomma è utile per cancellare se si sbaglia. Chi non l’ha deve stare attento a non sbagliare.

Ho una bella cartella che ha comprato la nonna. Antonio però non l’ha come la mia.

Sullo scaffale c’è la riga? Chi l’ha persa? Maria l’ha trovata e l’ha messa qui.

Vado con la bicicletta al supermercato, per prendere la carta; se non ce l’ha, non so proprio come fare.

Era difficile la poesia, ma Edoardo l’ha studiata a memoria.

Ha prestato la squadra, ma non l’ha più riavuta indietro.

Ha rotto la vetrina, ma non l’ha fatto apposta!

Non l’ha visto e l’ha buttato in terra.

Te l’ha detto la maestra che dovevi fare la divisione!

Dettati ortografici – Tutte le opere  contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Dettati ortografici GA GU GO

Dettati ortografici GA GU GO  – una raccolta di dettati per la scuola primaria per questa difficoltà ortografica.

Gatto, augurio, gola, gabbia, gusto, goffo, gallina, gustare, gobba, magagna, anguria, agosto, fuga, guardia, godimento, gancio, guglia, gocciola, gambale, guizzo, gonfio.

(in costruzione)

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Dettati ortografici CQ

Dettati ortografici CQ – una raccolta di dettati per la scuola primaria per questa difficoltà ortografica.

Acquitrino, acquoso, acquasantiera, acquiescenza, acquisto, acquolina, acquirente, acquamarina, nacque, risciacquare, acquattarsi, acquavite, acqueruguiola, acquazzone, acqua.

Acqua, acquetta, acquolina, acquazzone, acquarello, acquaio, acquata, acquedotto, acquavite, acquitrino, acquerugiola, acquistare, annacquare, acquatico.

Acquistare, acquavite,  acquatico, annacquare, acquazzone, acquolina, acquarellare, acquietare.

Quanta acqua! Piove a dirotto e le piante bevono bevono. Il cielo è buio. Tanta acqua vuol venire sulla terra.

Le nuvole sono nere nere. Poi si aprono e viene giù un acquazzone dirotto. Pian piano, l’acquazzone cessa e nel cielo appare un bellissimo arcobaleno.

La rana è un animale acquatico. Vive nell’acqua delle pozze. Quando salta fuori fa cra cra, lieta di essere al sole.

L’acqua cade piano piano, poi diventa più forte ed ecco un acquazzone cadere sulla terra. L’acqua farà spuntare tante piantine verdi.

“Nuvola, nuvola, dove vai?”. “Dove mi porta il vento. Poi farò cadere tanta acqua e la terra sarà ristorata.

Maria non ama l’acqua e strilla quando la mamma vuol lavarla. Ma la mamma la strofina bene con acqua e sapone. Maria, quando si sente pulita e fresca, non strilla più.

La famiglia acqua.

Mamma Acqua ha diversi figlioli. Il più monello è Acquazzone: quando arriva lui fanno tutti la doccia, anche senza averne voglia. Una persona seria è Acquedotto, che pensa a distribuire acqua alle case dei paesi e delle città. Acquario invece gioca volentieri coi pesci, mentre Acquaio fa la pulizia in cucina. In famiglia c’è anche un pittore, Acquerello, che usa i pennelli dal mattino alla sera. La più piccina di tutti è Acquolina, che sta sempre con il naso incollato alle vetrine delle pasticcerie. Naturalmente la famiglia Acqua è una famiglia fortunata, perchè anche d’estate non soffre mai la sete.

Acqua, acquedotto, acquazzone, acquatico, annacquato, acquaforte, acquaio, acquario, acqueo, acquarello, acquistare.

Dettati ortografici CQ – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Dettati ortografici CA CU CO

Dettati ortografici CA CU CO – una raccolta di dettati per la scuola primaria per questa difficoltà ortografica.

colore, cuoio, caramella, colbacco, cucina, cameriere, conto, cuoco, casolare, consolazione, taccuino, carattere, incombenza, cucito, carpentiere, incollare, cubo, incasso, bancone, scuola.

Il cane e il gatto sono animali domestici. Vivono nella casa dell’uomo. Il cane cura la casa e difende l’uomo dai pericoli. Il gatto miagola. Il caco è un frutto autunnale. La castagna è caduta dal riccio spinoso. La corteccia di alcuni alberi è rugosa. Cade la pioggia con violenza. Carla e Carluccio hanno vinto la gara di corsa.

Un cuoco sopraffino
Sei un cuoco sopraffino?
Nota, allora, sul taccuino:
a me il cuor non cucinare:
non lo posso sopportare.
Scuoti bene l’insalata:
se c’è l’acqua è ancor bagnata!
Come cuoio è la braciola
se sul gas la lasci sola:
devi sempre sorvegliare
che non abbia ad attaccare!
E… se cuocere non sai,
torna a scuola e imparerai!

Dettati ortografici CA CU CO – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Dettati ortografici CHE CHI

Dettati ortografici CHE CHI Una raccolta di dettati per la scuola primaria per queste difficoltà ortografiche.

Cherubino, chiarore, chetichella, chiodo, amiche, buchi, tasche, chiamare, formiche, chiarimento, lumache, chiaroscuro, checchessia, chiacchierata, birichino, vacche, mucche, placche, chimica.

La letterina h è sempre di buon umore, ma non parla mai. Un giorno un uccellino sul ramo di un albero, faceva: “Ci ci ci!”. La letterina h si mise in mezzo, e l’uccellino, con molta sorpresa, non fece più ci ci ci, ma chi chi chi!

Chiave, chiesa, chiodo, chiamare, chiaro, chiedere, chiudere, chioccia, chitarra, oche, fichi, barche, fatiche, chiasso, chiazza, chioma, chiocciola, cherubino, forchetta, ciuchi, falchi.

Inchiodare, schiodare, fischiare, fiaschi, pesche, schiena, scheda, schiuma, taschino, maschera, mosche.

Occhio, occhiali, orecchio, vecchio, specchio, invecchiare, Pinocchio, inchiostro, secchio, occhiata, specchiare, orecchia, mucchio, chicchirichì, chiacchierare, chicca, facchino, tacchino, mucchi, ricchi, chicchi.

La chiesetta chiama con la sua campana. “Venite! Venite!”. Arrivano vecchietti e vecchiette, uomini e bambini, e tutti si inginocchiano davanti all’altare.

Il galletto Codadoro canta a squarciagola. Chicchirichì! Il galletto canta per far uscire il sole. Chicchirichì!

Giovanni si è voluto mettere gli occhiali del nonno. Naturalmente li ha rotti. Il povero vecchietto non ci vede più a leggere.

La chiave è di ferro. Serve per aprire porte e cancelli. Ma anche per inchiavare la serratura quando si vuol chiudere.

I fichi sono dolci e zuccherini. Le pesche sono morbide e succose. Mario chiede alla mamma fichi e pesche. Che golosone!

Co co co! La chioccia chiama i pulcini. Li chiama accanto a sè perchè ha paura che si perdano.

Pippo piange. Vuol la luna che si specchia nell’acqua del pozzo. Pippo è un bambino scioccherello. Non si può avere la luna che si specchia nell’acqua del pozzo.

Occhio, occhiata, occhiello, occhieggiare, occhiali, cannocchiale, vecchio, invecchiare, orecchio, orecchiare, orecchiuto, secchio, secchiello, mucchio, ammucchiare, macchia, smacchiare, chiodo, inchiodare, schiodare, ago, agucchiare, aghino, aghetto, ginocchio, ginocchiata, inginocchiarsi, specchio, specchiarsi, specchietto, Pinocchio.

Dettati ortografici CHE CHI – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Dettati ortografici CE C’E’

Dettati ortografici CE C’E’ – una raccolta di dettati per la scuola primaria per questa difficoltà ortografica.

Qui di aria buona ce n’è fin che vuoi.

Non c’è nessuno? Allora ce ne andiamo.

Che c’è da ridere?

Ecco, qui c’è tutto; se qualcosa non andasse bene ce lo faccia sapere.

Non abbiamo fatto apposta; ce ne dispiace.

(in costruzione)

Dettati ortografici CE C’E’ – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Poesie e filastrocche: topolini e criceti

Poesie e filastrocche: topolini e criceti – una raccolta di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Topino
il codino d’un topino
fuor dal buco un dì spuntò
venne il gatto quatto quatto
e coi denti l’afferrò
proprio in questa, questa è bella
un gran cane capitò
ed il gatto, quatto quatto
impaurito se ne andò
il topino il suo codino
dentro il buco ritirò.

 

Bice, il topolino
Sono Bice, un topolino
con due baffi ed un codino.
Mi piace rosicchiare
squittire e curiosare
giocare a girotondo
col gattone Edmondo
e poi correre in un buchetto
che per lui è troppo stretto
tanta voglia ho di studiare
che anche i libri so mangiare.

 

Il criceto
Caro criceto, hai calcolato bene
se aprire la casetta ti conviene?
Nel suo grembo la buona madre terra
al caldo ed al sicuro ti rinserra
mettendoti vicino nella stanza
ricche provviste e cibo in abbondanza.
Pure fatti coraggio, salta fuori,
e ricomincia ad ammucchiar tesori. (G. Grohmann)

 

Il topino
Il codino di un topino
fuor da un buco un dì spuntò.
Venne il gatto, quatto quatto,
e coi denti l’afferrò.
Proprio in quella, questa è bella,
un gran cane capitò,
ed il gatto, quatto quatto,
impaurito se ne andò.
Il topino il suo codino
dentro il buco ritirò.

 

I topini birichini
Dorme il gatto
quatto quatto
fa un topino
capolino
poi s’avanza
nella stanza.
Zitto e scaltro
n’esce un altro
poi anche un terzo
ma è uno scherzo?
Ad un tratto
miao fa il gatto
e sbadiglia
parapiglia.
In un lampo
vuoto è il campo
e i topini
birichini
han per ore
il batticuore.
Vanno avanti
or son tanti
dieci, venti,
fan commenti
giochi e sfide
burle infide
al micione
dormiglione.

 

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Poesie e filastrocche: lo scoiattolo, il ghiro e la marmotta

Poesie e  filastrocche: lo scoiattolo, il ghiro e la marmotta. Una raccolta di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Scoiattolo
Lieto fra ombre e sole, come il più bel giocattolo
nel bosco lo scoiattolo, ruba ghiande e nocciole
saluta poi dal ramo, il riccio buon vicino
“che dolce tempo abbiamo” “Buondì scoiattolino”
e alla talpa “Signora, come avete dormito?”
“Un sonno saporito, ma dormirei ancora”
Come dev’esser bello, avere un bosco intero
scherzare col ruscello, giocar senza pensiero. Aveva

Lo scoiattolino
Lo scoiattolino non riusciva più a dormire. Nella brezza del mattino che continuava a cullarlo, lassù sul cavo più alto del faggio, si sentiva pungere gli occhi da uno spino d’oro che invano cercava di togliere dalla zampina. Schiuse le palpebre, fece capolino da sotto la gran coda in cui era avvolto, sbirciò da uno spiraglio del tettuccio. Il sole lo guardava. Presto presto si strofinò gli occhietti, una scrollatina al pelliccione, arruffò il letto, afferrò una noce e si pose a sedere. Aveva molta fame, ma era anche ben provvisto: tutto il nido foderato di noci. Ne vuotava una, gettava via il guscio e ne tirava fuori un’altra da sotto il letto.
Così, quando nel pancino non ce ne stettero più, si diede una gran lisciata di baffi e si mise a considerare l’Universo.
(F. Tombari)

Lo scoiattolo
Ed ecco il piccolo corpo fulvo drizzarsi sottile ed elegante, poco più alto della coda, rimasta anche essa ritta e a ventaglio, luminosa contro la luce; ecco le zampine anteriori portar la nocciola alla bocca e farsi mani. Erano due manine aeree, bianche, che non avevano più nulla di ferino e pareva facessero un gioco, districassero una trina delicata. Anche il triturar fine dei denti, lesti lesti, aveva qualche cosa di infantile e di birichino. Le manine hanno lavorato non so per quanti minuti in quell’opera delicata, poi d’un tratto hanno lasciato cadere due pezzi di buccia. Allora il musino è rimasto per un momento assorto e contento, con le due zampette alzate e inoperose.
(F. Tombari)

I ghiri
Nella tana, babbo ghiro
fa: “Ron ron, dunque dormite!”.
E i ghirini, tutti in giro:
“Ron ron ron, sì sì, dormiamo!”.
Sbadigliando, mamma ghira,
fa un sorriso: “Bravi figli!”.
La famiglia si rigira
e ron ron, si riaddormenta.
C’è là fuori la tormenta!
C’è là fuori il freddo inverno!
“Sì, ron ron, che ce ne importa?
Noi dormiamo qui all’interno!”.

 

Il risveglio della marmotta
“Toc toc toc, in piedi marmotta
di alzarti è più che ora
non sai ancora stupidotta
che oggi arriva primavera?”
“Chi osa bussare al mio uscio
e disturbare il mio letargo?
Ma ora che ci penso bene
è meglio che io esca al sole”.
“Sono la donnola amica
senti fischiare il gaio merlo?
Alzati e lavati la faccia
poi vieni con noi a giocare”
“Ah, bondì, che tempo splendido!
Ma già gli alberi sono in fiore
ed è uno spettacolo magico
grazie per avermi chiamata!”

 

 

L’allegro scoiattolo Geraldino
Sembra volare tra i rami di pimo
e sull’abete sia bianco che rosso
saltella e zampetta a più non posso.
Rosicchia pinoli, noci e nocciole,
me fa grandi scorte,
qualcuno ne vuole?
E quando nel bosco scende la neve
che vola a fiocchi candida e lieve
nel morbido nido di muschi e licheni
dorme beato sonni sereni.

 

 

Lo scoiattolo Rossetto
Lo scoiattolo Rossetto,
coda all’aria, naso al vento,
guizza su, salta giù,
sempre vispo e affaccendato:
i suoi baffi gli hanno detto
che il calduccio se n’è andato,
che l’autunno non è eterno,
che l’inverno è già alle viste
e bisogna far provviste.
Già ci pensa, già raccoglie
muschio e foglie
per far calda la casina
e riempir le dispensine
di castagne e noccioline.

 

 

Lo scoiattolo
Lieto, tra ombra e sole,
come il più bel giocattolo,
nel bosco lo scoiattolo
ruba ghiande e nocciole.
Saluta poi dal ramo
il riccio buon vicino
“Che dolce tempo abbiamo!”
“Buondì, scoiattolino!”
E alla talpa: “Signora,
come avete dormito?”
“Oh, un sonno saporito,
ma dormirei ancora!”
Come dev’esser bello
avere un bosco intero!
Scherzare col ruscello,
giocar senza pensiero.

 

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. 

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Poesie e filastrocche INSETTI

Poesie  e filastrocche INSETTI – una collezione di poesie e filastrocche sugli insetti, per la scuola d’infanzia e primaria.

Insetti
… del buon Dio le mille bestioline
ivi si son raccolte: gallinette
di San Giovanni, erranti farfalline,
mantidi inginocchiate sulle erbette
quasi a pregare, magre e silenziose,
e pecchie intorno al tetto laboriose.
E vi sono pur anche le innocenti
cicale che per quanto è lungo il giorno
stridono sotto l’ali tralucenti.
(F. Mistral)

 

La cicala

Acuta tra le foglie degli alberi
la dolce cicala, di sotto le ali,
fitta vibra il suo canto, quando
il sole a picco sgretola la terra. Alceo (poeta greco)

 

Il grillo

Son piccin, cornuto e bruno;
me ne sto fra l’erbe e i fior:
sotto un giunco o sotto un pruno
la mia casa è da signor.
Non è d’oro nè d’argento,
ma rotonda e fonda ell’è:
terra è il tetto e il pavimento
e vi albergo come un re.
Canto all’alba e canto a sera
in quell’atrio o al mio covil;
monacello in veste nera
rodo l’erbe e canto april.
So che il cantico di un grillo
è una gocciola nel mar;
ma son mesto s’io non trillo:
deh, lasciatemi cantar! (G. Prati)

 

Il calabrone

Questo ispido villoso calabrone
l’ho trovato ubriaco fradicio
di polline e di rugiada,
nella campana di un fiore arancione.
Zampettava qua e là, ronzando
per uscire, ma non trovava più la strada.
Lo tirai fuori, ed ora è lì, che vola
in un raggio di sole tutto d’oro,
come un ubriacone che s’alza dal marciapiede
e s’incammina malsicuro, borbottando. (C. Govoni)

 

L’ape, la formica  e il baco

Su un gelso s’incontrò un baco da seta
intento a mangiucchiare
le ghiotte foglie, con la vecchia amica
l’ape, in cerca di miele, e la formica
affaccendata sempre ed irrequieta.
“Quanto, quanto da fare!”
diceva l’ape, “Ho tanto miele e cera
ancora da recare all’alveare
del mio vecchio padrone!
Ma godo sol pensando a quanto ghiotto
miele pei suoi piccini avrò prodotto.”
“Ed io, qui sto facendo indigestione,”
soggiunse il bravo baco,
“Per rendere più liete
le donne, con le mie lucenti sete.
Ma tu, cara formica,
che sempre intorno vai
con sì lunga fatica,
agli uomini che utile tu dai?”
E la formica: “Ciò che offro loro
vale più della sete e del miele;
é meglio di un tesoro:
l’esempio del lavoro”. (Favolello)

 

Poesie e filastrocche INSETTI – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Poesie e filastrocche: orso e panda

Poesie e filastrocche: orso e panda. Una raccolta di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Panda
Il panda è un orsetto curioso,
che ha gli occhi cerchiati di bianco
mi ha detto un compagno di banco,
di averne saputo il perchè
un giorno a una porta laccata,
ci volle il musetto accostare
e pur se era ancora bagnata,
da un buco all’interno spiare
così gli rimase quel segno,
che portano i panda suoi amici
che son nonostante le occhiaie,
dei sani orsacchiotti felici.

 

(in costruzione)

 

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Poesie e filastrocche: bovini

Poesie e filastrocche: bovini. Una raccolta di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Mucchina
Dammi, mucchina
quel tuo latte bello;
ti metterò un bel nastro
e un campanello.
Campanello d’argento
nastro azzurro,
dammi il tuo latte
che vo’ fare il burro. (Camilla Del Soldato)

 

Il bove
Al rio sottile, di tra vaghe brume,
guarda il bove, coi grandi occhi: nel piano
che fugge, a un mare sempre più lontano
migrano l’acque d’un ceruleo fiume;
ingigantisce agli occhi suoi, nel lume
pulverulento, il salice e l’ontano;
svaria su l’erbe un gregge a mano a mano,
e par la mandra dell’antico nume:
ampie ali aprono imagini grifagne
nell’aria; vanno tacite chimere,
simili a nubi, per il ciel profondo;
il sole immenso, dietro le montagne
cala, altissime: crescono già, nere,
l’ombre più grandi d’un più grande mondo. (G. Pascoli)

 

(in costruzione)

 

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Poesie e filastrocche: rane ranocchie e rospi

Poesie e filastrocche: rane ranocchie e rospi. Una raccolta di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Il ranocchio
Da mane a sera è sempre a bagno
dorme e vive nello stagno.
Ha l’aspetto proprio buffo
e sparisce con un tuffo.
Quando gracchia fa il suo verso
nel pantano sporco o terso.
Mangia insetti ed è mangiato
come cibo prelibato.
Nel passato con le streghe
ha condiviso molte beghe,
ma resta sempre un animale
che a un bimbo non fa male.
da Filastroccola…ndo – per le mamme e per i bimbi

 

(in costruzione)

 

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Poesie e filastrocche: il ragno

Poesie e filastrocche: il ragno. Una raccolta di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Ragno (L. Santucci)
Col lucido fil, di bava sottil
un nido d’argento, che oscilla nel vento
si fabbrica il ragno, fra il bosco e lo stagno.
Sussurra il ragnetto “D’impegno mi metto
con questa mia rete, bambini sapete
da sol mi procuro, ne sono sicuro
il letto e la cena: non vale la pena?”.

 

Il ragno
Un ragnetto birichino
stava chiuso in un buchino.
Vide il sole, uscì di lì,
vide un ramo, vi salì.
E pian piano, senza mano,
senza filo, senza ago,
una rete si cucì,
poi tranquillo vi dormì. (C. Bresadola)

 

Il ragno portacroce
Diceva alla libellula
il ragno tessitore:
“Ai tempi miei, da giovane,
ero un contemplatore;
lo sguardo fisso e attonito
al cielo ognor levavo
e di cercarmi i viveri
persin dimenticavo.
Poi giunse crudelissima
la cecità più nera
ed io mi misi a tessere
la tela mia leggera
cercando di ripetere
per chi vive quaggiù
i misteriosi circoli
che un dì vidi lassù”.
Allora la libellula
gli chiese incuriosita:
“E le innocenti vittime
cui suggi sangue e vita?”
Rispose il ragno subdolo:
“Dagli ospiti molesti
io devo pur difendere
i miei cerchi celesti!”. (G. Grohmann)

 

Il ragno e il baco da seta
“Signor baco, per favore,
non mi faccia perder tempo
mentre tesso il fil d’argento.
Guardi quanto ho lavorato
mentre lei si chiude in casa
per non esser disturbato!”
“Signor ragno, non lo sa?
La sua tela è per il vento
la mia casa è tutta seta
io la fo col mio lavoro
e mi faccio prigioniero
per donare un filo d’oro.

 

Ragnatela
Col lucido fil
di bava sottil
un nido d’argento
che oscilla nel vento
si fabbrica il ragno
fra il bosco e lo stagno.
Sussurra il ragnetto:
“D’impegno mi metto.
Con questa mia rete,
bambini, sapete,
da sol mi procuro
(ne sono sicuro)
il letto e la cena:
non vale la pena?” (L. Santucci)

 

Il ragno nel prato
Oh ragno nel prato,
che tessi la tela
con arte sì fina!
Che la rugiada
la ingemma dal cielo
al raggio che tocca
te pure, e ti svela
più brillante
di un velo di regina
a stendere il ponte
del filo sottile
tra stelo e stelo.
Dì tu, come fai,
che ali non hai?
La terra mi è madre
faccio opera umile
il filo a uno stelo sospendo
mi fermo e attendo.
Ed ecco un celeste momento
un alito nuovo di vento
lo lega allo stelo vicino
sul breve mio spazio:
ascendo, lo corro,
e ringrazio. (G. Salvadori)

 

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Poesie e filastrocche: la mosca

Poesie e filastrocche: la mosca. Una raccolta di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

La mosca
Mi ronza d’attorno insistente
curiosa.
Dovunque si posa:
sul bricco del latte, sul forno
lucente,
sul pane, sul terso bicchiere
che accosto alla bocca
per bere.
E vola nell’aria
(non varia
quel sordo ronzio), sul mio
quaderno si ferma, riposa…
che mosca noiosa! (M. Castoldi)

 

Il toro e la mosca
Postasi una mosca
sulla fronte di un toro,
gli disse con sussiego:
-Se peso troppo dimmelo, ti prego,
ed io volerò via-.
-Quanto a me- disse il toro
-vattene o resta come più ti piace.
Se tu, piccina mia,
non mi avessi avvertito,
che tu ci fossi non avrei sentito-. (Ugo Ghiron)

 

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Poesie e filastrocche sulle lucertole

Poesie e filastrocche sulle lucertole – una raccolta di poesie e filastrocche sulle lucertole, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia  e primaria.

 

Lucertolina
Lucertolina
di primavera,
sei ritornata!
La testolina
hai riaffacciata
sotto la spera
del primo sole
tra le viole… (D. Valeri)

 

Lucertolina
Lucertolina, col primo caldo,
ha messo un abito verde smeraldo,
e gode il sole, lieta ed arzilla,
lì sul balcone della sua villa.
Salve, buongiorno, lucertolina!
Alfin ti vedo, questa mattina!
Si può sapere dove sei staaa
nei meri rigidi dell’invernata?
Risponde pronta Lucertolina,
muovendo rapida la sua testina:
“Appena inverno giunge dai monti
e oscura i limpidi, vasti orizzonti
appena il freddo scende sul cuore
e spoglia l’albero, e uccide il fiore,
Lucertolina, per non soffrire
si chiude in casa e va a dormire.
(D. Patrignoni)

 

 

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Poesie e filastrocche LUCCIOLE

Poesie e filastrocche LUCCIOLE – una raccolta di poesie e filastrocche sulle lucciole, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Lucciole
Lucciole, lucciole, dove andate?
Tutte le porte sono serrate
son serrate al chiavistello
con la punta del coltello.
Lucciole, lucciole venite da me,
vi darò il pan del re
il pan del re e della regina
lucciola lucciola pellegrina. (canto popolare)

 

Luccioletta
Lucciolina, luccioletta
che m’illumini il cammino
dove vai così soletta
col tuo verde fanalino?
Se lo appendi su una siepe
pare un lume da presepe. (Luce)

 

Lucciola
O trepida luce che brilli
sull’erba dell’umido prato,
ti culla un concerto di grilli,
t’ammira un bambino incantato.
Dal cielo, milioni di stelle
t’invitan con loro, stasera;
in alto, fra quelle più belle,
ti innalzi felice e leggera.
O timida lucciola, resta
accanto a noi bimbi! Rimani
coi grilli a far festa,
o luce dai fremiti arcani.
E quando la notte che muore
s’accende dorata ad oriente,
avvinta ad un gambo di fiore,
tu spegni il tuo cuore lucente. (Antonio Libertini)

 

Girotondo delle lucciole
Gira in tondo, gira in tondo,
è più chiaro tutto il campo,
risplendente tutto il mondo.
Bimbi, lesti come il lampo:
son le lucciole arrivate
tra le spighe e i fiordalisi,
e vi annuncian che l’estate
porterà frutti e sorrisi.
Oh, danzate, lucciolette!
Ogni spiga in allegria
il buon pane ci promette:
e per tutti ce ne sia! (A. Rebucci)

 

Lucciole
Accendi il lumino, accendi,
presto, accendi, sorella:
la spiga è bionda e bella,
il papavero aspetta.
La formichina ha fretta,
è rimasta per via;
la coccinella
non sa più dove sia
il fiore, sua casetta.
Fa lume: sali, scendi;
la luna s’è celata,
la notte s’è ammantata
di buio, le è caduta
laggiù una stella.
Presto, accendi, sorella,
fa’ lume, aiuta
il grillo amico all’orlo della tana.
E vicina e lontana
di lucciole per l’aria
ondeggia la luminaria. (D. Rebucci)

 

Lucciola
Ondeggiando – la debole luce
si avvicina – con le sue ali leggere,
fragili,
la lucciola vola.
E luccica,
perchè teme
di restare nelle tenebre
sconosciuta da tutti. (Yu Ce-Nan)

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

Poesie e filastrocche – galline, pulcini e galletti

Poesie e filastrocche – galline, pulcini e galletti. Una raccolta di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

La chioccia e la massaia
Mamma chioccia a passettini
porta a spasso i suoi pulcini
ed a tutti a razzolare
presto insegna, ed a beccare.
Co co co, qui c’è un bruchetto
Co co co, lì c’è un insetto.
Veglia il cane in mezzo all’aia
e sorride la massaia
che già sogna altre covate
tutte sempre fortunate.

 

Galletto
Sulla porta del pollaio,
il galletto tutto gaio
col suo bel chicchirichì,
dà il saluto al nuovo dì.

 

Lo sbaglio del gallo
Alla casetta ove posava un gallo
picchiò la luna uscita fuor dal mare.
Vedendo l’aria empirsi di corallo
si scosse il gallo e si buttò a cantare.
Chicchirichì, il sole è qui!
Tanto cantò che udirono le stelle
e risero fra lor del grosso abbaglio
ma un vecchio asino aperse le mascelle
e protestò con un sonante raglio. (L. Schwarz)

 

Coccodè, coccodè
Coccodè, coccodè,
nel pollaio cosa c’è?
Sei pulcini sono nati
neri, bianchi, oppur striati.
Sotto l’ali, la chioccetta
i suoi bimbi chiama e aspetta.
Coccodè, coccodè,
nel pollaio questo c’è. (M. T. Rossi)

 

Nel pollaio
Ecco là: c’è un bel galletto
nel pollaio sopra il tetto
manda allegro al nuovo dì
cinque o sei chicchirichì.
Il pulcino lì vicino
tutto bello birichino
dopo sei chicchirichì
sarà lieto tutto il dì.
Poi ci son le gallinelle
fan le uova belle belle
le depongono per te
mentre cantan coccodè.

 

Galline
Al cader delle foglie, alla massaia
non piange il vecchio cor, come a noi grami:
che d’arguti galletti ha piena l’aia;
e spessi nella pace del mattino
delle utili galline ode i richiami:
zeppo, il granaio; il vin canta nel tino.
Cantano a sera intorno a lei stornelli
le fiorenti ragazze occhi pensosi,
mentre il granoturco sfogliano, e i monelli
ruzzano nei cartocci strepitosi. (G. Pascoli)

 

Pulcini
Tre pulcini vanno al campo
con la chioccia al loro fianco,
batton l’ali, corron lieti,
poi ritornan quieti quieti.

 

Co co co
Co co co, che c’è di nuovo?
La gallina ha fatto l’uovo.
Co co co, finchè potrà
la gallina coverà.
Co co co, che cosa è stato?
La gallina ha già covato.
Tic tic tic, un colpo secco
e lo rompe col suo becco.
Ecco aperto l’usciolino:
oh, buondì, signor pulcino!

 

Il pulcino
Il pulcino piccolino
dentro il guscio se ne sta,
ma ben presto, un bel mattino,
all’aperto uscir vorrà.
Picchia il guscio, tac, col becco
ed il guscio si è spaccato.
Un raspar di zampe, ed ecco,
il pulcino giallo è nato! (M. T. Chiesa)

 

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Poesie e filastrocche: coccinelle

Poesie e filastrocche: coccinelle. Una raccolta di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

La coccinella
Rossa rossa coi puntini,
nere nere le zampette,
con le antenne mini mini
e quattro forme delle alette.
Nel suo infinito desinare…
mangia insetti cattivelli …
non quel che è buono da mangiare…
come lattuga oppur piselli.
Si ferma spesso a impreziosire
quel che trova intorno a sé,
e mentre continua il suo salire
io la osservo e sai perché?
Perche è incantevole ed è bella,
questa rossa coccinella.
da Filastroccola…ndo – per le mamme e per i bimbi

 

(in costruzione)

 

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Poesie e filastrocche: chiocciole

Poesie e filastrocche: chiocciole. Una raccolta di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Chiocciola, chiocciolina
Chiocciola chiocciolina,
porti in spalla la casina.
Lasci invisibile la scia
più sottile che ci sia.
Sei imbronciata e ti spaventi
hai la lingua e tanti denti
microscopici e piccini
che non vedono i bambini.
Le cornette coi tuoi occhi
fai sparire se le tocchi
Le altre antenne per sentire
se nasconderti e sparire.
Se piove attenta …meglio scappare …
perché qualcun ti vuol mangiare
dopo averti catturata
e nella rete conservata
vuole farci un bel sughetto
col prezzemolo al guazzetto.
da Filastroccola…ndo – per le mamme e per i bimbi

(in costruzione)

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Poesie e filastrocche LE API

Poesie e filastrocche LE API – una collezione di poesie e filastrocche sulle api, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Ape (A. Gentili)
C’era un’ape piccolina, dentro il fiore stamattina
che suggeva che suggeva, mentre il sole risplendeva.
Poi l’ho vista via volare, fino al suo bell’alveare
l’ho sentita che ronzava, forse il miele fabbricava
quel buon miele dolce e biondo, che addolcisce tutto il mondo.

 

Felicità
C’è un’ape
che si posa
su un bottone
di rosa;
lo succhia
e se ne va…
Tutto sommato,
la felicità
è una piccola cosa. (Trilussa)

 

Il calabrone
Questo ispido villoso calabrone
l’ho trovato ubriaco fradicio
di polline e di rugiada,
nella campana di un fiore arancione.
Zampettava qua e là, ronzando
per uscire, ma non trovava più la strada.
Lo tirai fuori, ed ora è lì, che vola
in un raggio di sole tutto d’oro,
come un ubriacone che s’alza dal marciapiede
e s’incammina malsicuro,
borbottando. (Corrado Govoni)

 

L’ape
C’era un’ape piccolina
dentro il fiore, stamattina,
che succhiava, che suggeva,
mentre il sole rispendeva.
Poi l’ho vista via volare,
fino al suo bell’alveare.
L’ho sentita che ronzava,
forse il miele fabbricava.
Quel bel miele dolce e biondo
pei bambini di tutto il mondo. (A. Gentili)

 

L’ape e il fiore

Il fiore disse all’ape affaccendata:
“Sei davvero sfacciata!
Il nettare mi rubi e te ne vai
e un dono, in cambio, non mi lasci mai!”
Disse l’ape sincera:
“Sono operaia della primavera
e tutto il giorno faccio miele e cera.
Ai bimbi piace tanto il miele mio
e la cera che arde piace a Dio.
Se quel che abbiamo non lo diam col cuore,
che diremo al Signore?”
“Prendi quello che vuoi” rispose il fiore.
“M’hai insegnato che cos’è l’amore”. (R. Pezzani)

 

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Poesie e filastrocche FAMIGLIA – MAMMA, PAPA’, BIMBI, FRATELLI…

Poesie e filastrocche: la famiglia  – mamma, papà, bimbi, fratelli … una raccolta di poesie e filastrocche a tema, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

 

Chiede il bimbo
Chiede all’albero succoso frutto
a al prato chiede un fiore
la pappina alla mammina
e alla zia qualche allegra poesia…
Che dà in cambio il bimbo al mondo?
Il sorriso suo giocondo. Lina Schwarz

 

E’ nata una creatura
Tranquillo come ogni giorno,
così anche questo mattino
hai aperto gli occhi, bambino,
e sorridendo guardi intorno.
Filtra un vivido sole
attraverso la chiusa finestra
insieme a piane parole
che hanno sapore di festa.
Ascolti un volar tacito
di passi in qualche stanza:
sembra d’angeli una danza
tra un sussurro di soffici baci.
Ecco un tremulo vagito,
quasi un belare umano:
sembra giungere da lontano
dopo un viaggio infinito.
Rapido t’alzi, chiedi,
ansioso, che mai c’è.
La voce ripete: “Uèeee… Uèeee!”
Qualcuno leva dalla bocca un dito;
tu vai in punta di piedi
verso un silenzioso invito
e sorridi a ciò che vedi.
Scesa da chissà quali cieli,
ravvolta in candidi veli,
come tra i petali il cuore
profumato di un fiore,
in una culla vaporosa
s’agita qualcosa:
una creatura novella
la tua piccola sorella.
I suoi occhi color del mare
non sanno ancora guardare;
la sua boccuccia fresca
odora di latte e di pesca;
le sue chiuse manine
paiono in boccio roselline.
Tu la contempli quasi smarrito.
Quand’ella, col suo vagito,
sembra chiedere: “Uèèèè…
la mia mammina, dov’è?”
Domandi anche tu perchè
lì, presso, mamma non c’è.
La mamma è tanto stanca!
Ella passò la notte bianca:
fece un lungo cammino
stringendo al cuore quel cuoricino.
Ora dorme, ma appena
si sveglierà serena,
vicino a sè vorrà
la sua trepida felicità:
tu e quella creatura fresca
che odora di latte e di pesca
e vagisce così
come tu pure un dì. M. Chierighin

 

C’è un neonato
C’è un neonato in casa mia
chi non sa che cosa sia?
Un neonato è un fratellino
tutto nuovo e piccolino,
con due occhioni e una boccuccia
che dì e notte succia succia;
succia il latte e succia il dito
con un fare sbigottito.
Dorme spesso e strilla assai,
ma è carino quanto mai;
già lo dice anche la balia:
“E’ il più bel bimbo
che ci sia in Italia!”. Lina Schwarz

 

Fratelli
Dice la mamma: “Guarda com’è bello!
Amalo tanto tanto: è tuo fratello!”
“Sì, ma se tutti siam figli di Dio,
ogni bambino è un fratellino mio”. Lina Schwarz

 

Casa colonica
In famiglia siamo sette:
due figlioli ed una figlia,
babbo, mamma, nonno, nonna,
ecco tutta la famiglia.
Ma per casa siamo tanti, siamo tanti…
La coniglia e i coniglietti,
la gattina e i suoi micini,
la gallina e la covata,
la capretta e i caprettini:
siamo dieci, siamo venti, siamo trenta…
Nove ochette becco giallo
nel porcile un maialetto.
Fido il cane, Astro il cavallo.
Ed i passeri sul tetto?
Va a finir che tutti insieme siamo cento…
G. Vai Pedotti

 

Sorellina – La partenza per la scuola
Arrivederci! Me ne vado alla scuola
a studiare; lo vedi, ho la cartella!
Che? Ti dispiace ch’io ti lasci sola?
Non vuoi restar senza la tua sorella?
Oh, sul tuo naso c’è una lacrimona;
non pianger, via, ritornerò, sii buona!
La mia bambola, vuoi? La lascio a te,
tienla di conto, sai? (Povera me!). Lina Schwarz

 

Quel che possiede un bimbo
Due piedi lesti lesti
per correre e saltare
due mani sempre in moto
per prendere e per fare
la bocca chiacchierina
per tutto domandare
due orecchi sempre all’erta
intenti ad ascoltare
due occhioni spalancati
per tutto investigare
e un cuoricino buono
per molto molto amare. Lina Schwarz

 

Chi sono io?
Chi sono io? Io sono Gianni
ho compiuto già i cinqu’anni
non distinguo l’I dall’O
ma più tardi imparerò
tanto a leggere che a scrivere…
e per ora imparo a vivere.
Io respiro e i miei polmoni
so gonfiar come palloni.
Senza smorfie mangio e bevo
volentier fo quel che devo.
L’acqua fresca e l’aria pura
non mi fanno mai paura;
tutto il giorno faccio il chiasso
cresco sano, forte e grasso.
Desto appena spunta il giorno
me ne vo girando attorno
osservando i miei tesori
sassi e piante, bestie e fiori;
tutto ancora ho da esplorare
tutto ancora da imparare.
Anche a leggere ed a scrivere
ma per ora imparo a vivere. Lina Schwarz

Un buon compagno
Quel caro Francolone
dovrebbe uscire a far la passeggiata
ma ha tanta compassione
per la sua mamma ch’è a letto malata.
Piglia dunque il balocco suo più bello
il gran cammello
e glielo mette accanto
dicendogli: “Sta qui, cammello, intanto
ch’io vado via
sta qui buonino a farle compagnia.”
Il gran cammello è molto soddisfatto
di tanto onore, e non disturba affatto.
E la mamma quieta
con gli occhi chiusi, pensa tutta lieta
ai suoi cari bambini
che intanto si divertono ai giardini.

 

Due lucide fiammelle
Sul mio visino brillano
due lucide fiammelle
vedono il sol, le stelle
la luce e i bei color.
Vedono i prati
i fiori variopinti
le rose ed i giacinti
la mamma ed il papà.
Ma quando viene sera
si cala una tendina
e fino alla mattina
non ci si vede più. O. C. Levi

 

Quando il bambino
Quando vagisce il bambino
lo sa Iddio quello che dice
solo, sorride ed accenna…
Che pensa? Che dice? Ride. Perchè?
E, come il vento della sera al fiore,
così gli parla la sua mamma
tenera e dolce gli parla
ma non la intende nessuno.
Che dicono tra loro così a lungo
nemmeno al babbo è dato sapere:
linguaggio celeste. Segreto profondo.
Nessuno lo intende, gli angeli solo. G. Geza

 

La famiglia

Eccola, è tutta qua
nella nostra piccola casa
la dolce felicità!
Non la cercare lontano:
volersi bene, darsi
dolcemente la mano,
parlarsi a cuore a cuore,
godere insieme ogni gioia,
è questa la felicità.
Non la cercare lontano:
essa è qui prigioniera
nel nostro nido piccino. (G. Ajmone)

La famigliola
Non son che due stanzette e una cucina
al quarto piano. Tre modesti ambienti
d’una casa tra un prato e un’officina,
voltati al sole che li fa ridenti.
E babbo e mamma, un bimbo e una bambina
in quel guscio ci vivono contenti.
Mamma tien tutto lustro e alla mattina
dà perfino la cera ai pavimenti.
E quando il babbo torna a casa dal cantiere
e s’è lavato, e siede a mensa, e taglia
il pane, e versa il vino nel bicchiere,
macchiando qualche volta la tovaglia,
e i bimbi son lì, davanti al piatto
ad aspettar la mamma che scodelli
la fumante minestra di piselli,
e ad aspettare ci si aggiunge il gatto,
non c’è casa di ricco e di potente
che valga questa di povera gente. (R. Pezzani)

I miei bimbi
Come trovo dipinto il mio bambino
dopo desinare, è uno sgomento!
Ha le patacche addosso a cento a cento
e la bocca color di stufatino;
ha il nasetto, si sa, tinto di vino.
e sulla fronte un po’ di condimento,
e uno spaghetto appiccicato al mento,
che gli spenzola giù dal grembialino.
E sfido! In tutto pesca e tutto tocca,
e si strofina la forchetta in faccia,
e stenta un’ora per trovar la bocca;
e sono tutti i miei strilli inefficaci;
egli, vecchio volpone apre le braccia
ed io gli netto il muso coi miei baci.
Benedetti ragazzi! E’ un gran destino
dover troncare un inno od un bozzetto
per aggiustar le rote d’un carretto,
per incollar la testa a un burattino:
e trovarmi un giorno, in sul mattino,
un bastimento a vela in fondo al letto,
o una villetta svizzera sul petto,
o l’arca di Noè sotto il cuscino!
E sentir per le stanze e per le scale
squillar trombette da mattina a sera
come il dì del giudizio universale!
Ah! un giorno o l’altro li rimando a balia…
eccoli qui, quei musi da galera,
non ce n’è due più belli in tutt’Italia! (E. De Amicis)

Dolce famiglia
Dolce famiglia, qual più bella cosa
di te, che unisci ne’ più santi affetti
una mamma solerte ed amorosa,
un caro babbo e i lieti figlioletti?
Sei un nido d’amore e di speranza,
hai la fiamma che scalda e che consola,
hai la luce che dona l’esultanza;
e dir famiglia è dire la parola
che fa piangere il cuore dell’assente;
egli lavora tanto per tornare
un giorno benedetto al suo ridente,
al suo memore e dolce focolare.
Bussa il dolore e busserà la morte,
ma la famiglia nell’amore
divide la gioiosa e cruda sorte
e sopporta con fede ogni dolore.
Iddio ti guardi, famigliola mia,
Iddio t’aiuti sempre! Così sia. (T. Romei Correggi)

Casa, dolce casa
Casa, dolce casa!
Tra piaceri e palazzi
per quanto si possa vagare
non c’è un posto che possa valere
la nostra sia pur umile casa.
Là un incanto dal cielo
sembra consacrare ogni cosa
e, per quanto si cerchi,
in nessun’altra parte si trova.
Un esule lo splendore
invano abbaglia:
oh, dammi la mia umile casetta
dal tetto di paglia!
Gli uccelli cantando allegramente
venivano al mio richiamo:
dammi queste cose
è la serenità dello spirito,
più cara d’ogni altra!
Casa, dolce casa!
Non c’è altro posto
come la nostra casa! (J. Howard Payne)

Il meglio sii di quello che tu sei
Se non puoi esser pino in vetta al monte
sii prunaia di valle, ma sii sempre
il cespuglio più bello accanto al fonte;
sii cespuglio se non puoi esser albero.
Se non puoi esser pruno sii bell’erba
ed allieta di te la via maestra:
se non puoi esser paris sii ginestra,
la ginestra più bella del deserto.
C’è un comandante, ma ci sono i mozzi,
quaggiù per tutti v’è da lavorare.
A chi compiti piccoli e a chi grossi:
a ognuno quello che sa meglio fare.
Se non sei via, sii viottolo tra il verde;
se non puoi esser sole, sii una stella;
non è per mole che si vince o perde
ma il meglio sii di quello che tu sei. (D. Malloch)

Girotondo di tutto il mondo
Filastrocca per tutti i bambini
per gli italiani e per gli abissini,
per i russi e per gli inglesi,
gli americani ed i francesi,
per quelli neri come il carbone,
per quelli rossi come il mattone,
per quelli gialli che stanno in Cina
dove è sera se qui è mattina,
per quelli che stanno in mezzo ai ghiacci
e dormono dentro un sacco di stracci,
per quelli che stanno nella foresta
dove le scimmie fan sempre festa
per quelli che stanno di qua e di là
in campagna od in città,
per i bambini di tutto il mondo
che fanno un grande girotondo,
con le mani nelle mani,
sui paralleli e sui meridiani. (G. Rodari)

Chi sa?
Chi sa donde mai venga il sonno lieve
che sugli occhi dicende d’un bambino?
Io lo so. Esso viene da un paese
incantato. C’è un bosco pieno d’ombra:
le lucciole vi brillano debolmente,
vi crescon fiori colmi di magia.
Di là quel sonno viene,
a baciar sugli occhietti il mio bambino.
Chi sa donde mai venga il dolce riso
sulle labbra di un bimbo addormentato?
Io lo so. Baciò un tempo un raggio pallido
della giovane luna il bianco viso
di una nube d’autunno, ed un mattino
rugiadoso di sogno, ecco il sorriso.
Quel sorriso che vien
a fiorir sui labbruzzi al mio bambino.
Chi sa donde sbocciò tanta freschezza
che splende sulla guancia d’un bambino?
Io lo so. Da quand’era giovinetta,
lo portava la mamma dentro il cuore,
tacito dono della sua purezza;
nel mister delicato del suo amore.
Di là freschezza viene
ad ingigliar la guancia al mio bambino.
(R. Tagore)

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. 

 

 

Poesie e filastrocche sulla casa

Poesie e filastrocche sulla casa – una raccolta di poesie e filastrocche sulla casa, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Il mio nido
Il mio nido è una casetta:
in quel nido ci ho una fiamma
sempre accesa:
è l’amor della mia mamma
che mi aspetta in dolce attesa. (C. Prosperi)

 

La mia casetta
La mia casetta è piccola,
ma dentro si sta bene.
Di fuori il vento sibila:
lo sento, eccolo, viene.
Ma il vecchio muro mormora:
“O vento, cozzi invano.
Son rozzo, ma son solido…”
E il vento va lontano.
E pioggia e neve e grandine
flagellano le mura
e la casetta impavida:
“Son vecchia, ma sicura…”
Scintilla dolce e tiepida
nel focolar la fiamma
e il sol sempre l’illumina:
quel sole è la mia mamma! (Hedda)

 

La casetta
In un prato, fra l’erbetta
c’è una piccola casetta;
nella casa c’è un lettino
ove dorme un bel bambino.
Presso il bimbo c’è una mamma
che lo ninna e che lo nanna.
E su tutti stende l’ali
per difenderli dai mali,
il buon angelo custode
che sorride e lieto gode. (D. Vignali)

 

Casetta
Una stanza, una cucina,
tre gerani alla finestra,
una mamma e una bambina,
e laggiù la via maestra.
Prati freschi intorno intorno,
gallo, tortore, e un tacchino…
e la fonte, tutto il giorno,
canta e specchia il ciel turchino. (Lamartine)

 

Felicità
Dolci pareti, una fiamma,
sei bimbi, una mamma.
Fuoco e braci nel camino,
passi del più piccino.
Tutto il sole a primavera
e le rondini a schiera.
Sul pane una croce
fuori l’ombra del noce.
Casa mia, felicità;
serenità. (C. Ronchi)

 

Dentro casa
Dolci sere d’inverno dentro casa,
col bricco che sul fuoco sta cantando,
mentre la bora par di furia invasa
e a gran colpi la porta va squassando.
La mamma cuce, il babbo legge un libro,
io, tra di loro, sopra una sedietta,
o gioco o sto a sentir la favoletta,
fino a quando il sonno, piano piano,
non sia venuto a condurmi lontano. (A. Noel)

 

La mia casetta

La mia casetta ha due finestre sole
ma fiorite che sembrano un giardino.
Ci sono tanti garofani e viole
e un po’ di maggiorana e rosmarino.
E dentro, è tutto lindo e tutto bello
e lustro, come sa lustrar la mamma.
Quando crepita allegra nel fornello
gode a specchiarsi anche la fiamma:
Oh, com’è cara questa mia casetta,
dove la mamma tutto il dì lavora;
dove, la sera, ognun di noi s’affretta
e, nell’essere insieme, si ristora! (L. Schwarz)

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Poesie e filastrocche LE BUONE MANIERE

Poesie e filastrocche LE BUONE MANIERE – una raccolta di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Il silenzio non è d’oro
Tre bambini stanno zitti,
zitti come i coscritti
davanti al caporale.
E la mamma li guarda sospettosa,
gli dice: “Vi sentite male
o state macchinando qualche cosa?”
Come vedete è falso l’oro.
Il silenzi non è d’oro
se volete nascondere qualcosa
io vi consiglio di cantare in coro.
Intonate una piccola fanfara
di piatti e di trombe, la furiosa
ragazzata vi salva, si rischiara
la mamma e vi sorride. (A. Gatto)

La cuoca della bambola
Biancolina è una cuoca famosa;
tutto il giorno sfaccenda in cucina:
sbuccia, taglia, pulisce, infarina,
ogni piatto ella sa preparare.
Fortunata la sua bambolina
che sì buoni pranzetti può far!
Pasticcini stupendi di sabbia
erba trita, insalata di fiori,
sassolini di tutti i colori
le cucina e per pranzo le dà.
Fortunata la sua bambolina
che non certo di fame morrà.
Ma se un giorno la Bianca ha dei dolci,
se li mangia, e alla bambola… niente!
Ah, la bambola è stata imprudente;
ha una gastrica proprio in quel dì:
e la Bianca, mangiando le predica:
“Ai ghiottoni succede così”. (C. Del Soldato)

La signorina Vanità
Un dì, la signorina Vanità,
più del solito volle farsi bella:
mise una trina in fondo alla gonnella,
si strinse il busto senza carità.
Si profumò i capelli, li arricciò,
di un gioiello si ornò non mai veduto,
altera tra la gente se ne andò.
Ma la gente, a vederla scoppiò in riso:
s’era scordata di lavarsi il viso!
L. Schwarz

Marchino
Marchino piange a lavargli la faccia
perchè dice che l’acqua è troppo ghiaccia.
Se gli vien detto: “Lavati le mani”
risponde sempre: “Aspettiamo domani”.
A parlargli soltanto di sapone,
scappa più che a parlargli di veleno.
La sua nonna lo chiama un capo ameno,
e noi lo chiameremo… un sudicione.
R. Fucini

La protesta del maialino
Giovannino fa ritorno
dopo il chiasso d’ogni giorno,
da cambiare, da lavare…
oh, che sudicio bambino!
La sua mamma, che daffare!
“Tu mi sembri un maialino!”
Ma nell’aia spaziosa
tutto lindo, tutto rosa,
con la coda a riccioletto
ha sentito il maialetto.
E protesta: “Io non somiglio
a quel sudicio tuo figlio!”
G. Vai Pedotti

La bimba e l’acqua
C’era una bimba che aveva paura
dell’acqua pura.
Quando la mamma sua la lavava
sempre strillava.
Un giorno l’acqua la rispecchiò
e le parlò:
“Vedi sei brutta, sporca così,
lavati qui”.
La bimba allora si vergognò
e si lavò.
A. Cuman Pertile

Le prime tristezze
Ero un fanciullo, andavo a scuola e un giorno
dissi a me stesso: “Non ci voglio andare”.
E non ci andai. Mi misi a passeggiare
tutto soletto, fino a mezzogiorno.
E così spesso. A scuola non andai
che qualche volta, da quel triste giorno.
Io passeggiavo fino a mezzogiorno,
e l’ore… l’ore non passavan mai!
Il rimorso tenea tutto il mio cuore
in quella triste libertà perduto;
e l’ansia mi prendea d’esser veduto
dal signor Monti, dal signor dottore!
Pensavo alla mia classe, al posto vuoto,
al registro, all’appello (oh! il nome, il nome
mio nel silenzio!) e mi sentivo come
proteso nell’abisso dell’ignoto…
E quante, quante volte domandai
l’ora a un passante frettoloso, ed era
nella richiesta mia tanta preghiera!…
Ma l’ore… l’ore non passavan mai! (M. Moretti)

Siate buoni
Oh, che gorgheggi teneri
nell’aria profumata!
Che canzoni, che giubilo,
per tutta la vallata!
Sui prati verdi e roridi
sbucano le viole,
qualche mite lucertola
striscia sull’erba, al sole.
Tutto fiorito è il mandorlo,
tutt’azzurra è la valle.
A frotte i bimbi corrono
inseguendo farfalle.
E ridono e schiamazzano
come tanti folletti.
Oh, ma perchè tormentano
quei poveri uccelletti?
D’un tratto, dai freschi alberi,
da tutti i fiorellini,
par che una voce palpiti:
siate buoni, bambini!
(M. Matropaolo)

Valentino
Oh! Valentino vestito di nuovo,
come le brocche dei biancospini!
Solo, ai piedini provati dal rovo
porti la pelle de’ tuoi piedini;
porti le scarpe che mamma ti fece,
che non mutasti mai da quel dì,
che non costarono un picciolo: incece
costa il vestito che ti cucì.
Costa; chè mamma già tutto ci spese
quel tintinnante salvadanaio:
ora esso è vuoto; e cantò più d’un mese,
per riempirlo, tutto il pollaio.
Pensa, a gennaio, che il fuoco del ciocco
non ti bastava, tremavi, ahimè!
e le galline cantavano: “Un cocco!
ecco ecco un cocco un cocco per te!”.
Poi, le galline chiocciarono, e venne
marzo, e tu, magro contadinello,
restasti a mezzo, così con le penne,
ma nudi i piedi, come un uccello:
come l’uccello venuto dal mare,
che tra il ciliegio salta, e non sa
ch’oltre il beccare, il cantare, l’amare
ci sia qualch’altra felicità.
(G. Pascoli)

Un bimbo e un poeta
Mondo, mondo d’oro
io sono il tuo piccolo re.
Quanto è bello e buono,
tutto fu fatto per me.
Pur ch’io muova un passo
fiorisce ai miei piedi il terreno.
Prendo in mano un sasso,
ed ecco una gemma diviene.
Mondo, dolce mondo,
io sono il tuo piccolo re.
Giro, giro tondo:
tutta la gioia per me.
Bimbo, bimbo bello,
sono il tuo fratello.
Fammi entrare un poco
nel tuo caro gioco.
So la tua magia:
è la poesia.
(D. Valeri)

Libero
Prima di coricarsi, il bimbo levandosi il kimono
manifesta la sua gioia di essere libero e nudo.
E corre per la casa con rapidità incredibile,
come un uccellino scappato dalla sua gabbia,
o un piccolo re che scatta da una scatola magica.
(M. Senke)

Nasce un mondo nuovo
Non più sguardi d’angoscia
noi saremo fratelli;
non più sguardi d’odio.
E se nel cielo
c’è una luce,
sarà per rischiarare il nostro amore.
E se nelle fronde
c’è una melodia,
sarà per cullare il nostro sonno.
Noi saremo fratelli:
noi saremo uniti.
E gli astri a profusione
puri,
come gli occhi dei sapienti,
saranno tanto brillanti
quanto il nostro destino.
(B. Dadiè – Costa d’Avorio)

L’inno dell’amicizia mondiale
Salutiamo con gioia
tutti i ragazzi che vivono
nel vasto mondo.
A tutti diciamo
di porgerci la mano
per formare insieme
un cerchio completo
che abbracci il mondo intero.
Sia che viviamo in terre vicine
oppure in terre da noi lontane
una sola è la nostra famiglia.
La voce dell’amicizia,
che ora facciamo sentire,
attraversa i continenti
e congiunge tutti i mari.
(Studente anonimo – USA)

Solo
La gioia si è fermata
stamani nella mia casa.
Prima di stringerla al cuore
ho girato tutte le stanze
sempre gridando: -La gioia,
è venuta la gioia a trovarmi!-
Son corso alla finestra
sono uscito fuor della porta
ho cominciato a chiamare:
-Venite tutti, correte:
in casa mia c’è la gioia!-
Nessuno io sentivo arrivare.
Ho detto allora alla gioia:
-Non ho nessuno in casa mia,
ripassa un’altra volta.
(G. Bizzarri)

Obbedienza
Quando passeranno gli elefanti
dentro le crune degli aghi
quando le formiche giganti
accenderanno i lampadari,
quando usciranno dagli armadi
odoranti di pomi cotogni
le principesse dei sogni…
quando i pulcini faranno l’uovo
e le lucertole il nido
sopra la frasca,
e le rondini faranno il covo
sotto la vasca…
allora, gonfio d’orgoglio,
potrai dire: “Io voglio”.
A tutto, nel mondo, che voli,
a tutto, nel mondo, che strisci,
a tutto fu detto: “Obbedisci!”
(F. Pastonchi)

 

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Racconti sull’acqua

Racconti sull’acqua di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Storia di una goccia d’acqua

C’era una volta una goccia d’acqua che, con tante sorelline, se ne stava beata in fondo al mare. Un giorno salì alla superficie. In altro c’era un’immensa volta turchina su cui vagavano certe nuvole bianche, e in mezzo a tutto quell’azzurro, una gran palla d’oro mandava raggi infuocati.

“Com’è bello!” disse la gocciolina. “E come andrei volentieri fin lassù”.

Come se qualcuno l’avesse sentita e avesse potuto esaudire il suo desiderio, la gocciolina si sentì diventare leggera leggera, finchè si accorse che saliva verso il cielo.

“Che cosa succede?” disse spaventata.

“Nulla, sorellina!” rispose una goccia che saliva insieme a lei. “O almeno nulla di speciale. Io lo so perchè ho già fatto questo viaggio. Il sole ci ha scaldato e siamo diventate leggere leggere. Il fatto è” aggiunse “che non siamo più gocce d’acqua”.

“E cosa siamo, allora?” chiese la nostra gocciolina incuriosita.

“Siamo vapore, o meglio vapore acqueo. Una parola difficile, ma io sono una gocciolina istruita”.

“E cosa ci capiterà adesso? Mi piacerebbe saperlo!”.

“Ih, quanta fretta! Aspetta e lo saprai.”

Che viaggio meraviglioso! Dall’alto, la gocciolina, ormai non più gocciolina, poteva vedere i prati verdi, il mare spumeggiante, i ruscelli argentini, i grandi laghi. La gocciolina si divertì moltissimo a vedere tante belle cose, ma poi si guardò intorno e vide che con tante sorelline che erano salite insieme a lei, si era formata una nuvoletta bianca come quella che tante volte aveva visto quando era sperduta nel mare.

Il viaggio fu piuttosto lungo.

Intanto altre gocce, trasformate anch’esse in vapore acqueo, si erano unite a loro e avevano formato un nuvolone bianco che andava, andava, portato dal vento. E il vento lo portò vicino alle montagne che si levavano diritte, con le loro vette rocciose.

Non era più quel venticello scherzoso che aveva portato a spasso la nuvoletta bianca, era un vento gelido che stracciava la nuvola e la portava di qua e di là senza riguardo.

Quelle che erano state goccioline divennero tutte molto tristi e la nuvola prese il colore della loro tristezza e si fece grigia: e poichè chi è triste piange, anche la nuvola cominciò a far cadere sulla terra certi goccioloni grossi che parevano lacrime. Ma non si trattava di tristezza.

Glielo spiegò, alla nostra gocciolina, la goccia istruita che aveva viaggiato con lei. “Siamo diventate troppe” disse ” e poi non senti che freddo? Questo vento non ha proprio nessun riguardo. Io mi sento tutta rabbrividire. E non sono più vapore acqueo, ma sono di nuovo acqua, anzi, di nuovo una goccia d’acqua.”

Anche la nostra gocciolina dovette abbandonare il cielo. E, dopo aver attraversato un nembo tempestoso, si ritrovò sul petalo di un fiore dove brillò come un diamante. La gocciolina era di nuovo felice.

Il sole splendeva ed era proprio il sole che le dava dei colori così belli. Ma era tanto caldo, il fiore ebbe sete e bevve la gocciolina, che si trovò così sotto terra, al buio.

“Il buio non mi piace!” disse la gocciolina. “Se devo essere acqua, voglio tornare al mare!”

“Ci tornerai” disse una voce e la gocciolina si accorse di essere nuovamente accanto alla sorellina istruita “Ma prima dovrai viaggiare un bel po’. Ne so qualcosa io!” aggiunse, dandosi molta importanza.

La gocciolina cominciò a camminare, a infiltrarsi fra le zolle, e durante il suo cammino vide mille boccucce che volevano succhiarla. Erano le radici che avevano sete. Le goccioline erano tante e contentarono un po’ tutti, finchè a forza di camminare, si ritrovarono tutte all’aperto.

Era una bella sorgente di acqua pura e fresca e un uccellino vi volò sopra e bevve. Poi, molto soddisfatto, fece una cantatina e se ne andò.

“E’ finito?” chiese la gocciolina alla goccia istruita “Comincio a essere un po’ stanca”.

“Finito? Si può dire che il nostro viaggio comincia adesso!”

La sorgente si era trasformata in un ruscello che correva correva come sospinto da una forza misteriosa. Lungo il cammino si riunivano altri ruscelli e insieme formarono un bel fiume. Il fiume, scorrendo calmo e placido, faceva lungo il suo corso tante cose.

Muoveva le pale dei mulini, entrava in certi tubi lunghi per mettere in movimento grandi macchine che dovevano dare l’elettricità, alimentò le fontane, si precipitò nei laghi e non c’era pericolo che la nostra gocciolina, sballottata in quel modo, s’annoiasse.

Ma ormai era stanca e il ricordo della sua vita in quella bella distesa azzurra, si faceva sempre più vivo in lei. E arrivò finalmente il giorno in cui il fiume sboccò in mare e la gocciolina rivide di nuovo i suoi amici pesci e li salutò con affetto.

“Sapete” disse loro dandosi grande importanza “non mi chiamo più gocciolina. D’ora in poi mi chiamerete la grande viaggiatrice”. E quelli risero. Si capisce, come sanno ridere i pesci.

M. Menicucci

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

Il metodo naturale nell’insegnamento della lettura e della scrittura

Il metodo naturale nell’insegnamento della lettura e della scrittura viene, come dice la parola, dalla natura: segue cioè le tendenze naturali di ogni bambino, le sue possibilità e le sue capacità; ha, come base, l’esplorazione dell’ambiente e lo studio della natura, e permette al bambino di esplicare liberamente la sua attività.

E’ un metodo che consente il recupero del bambino in difficoltà e che non lo mortifica anche quando non riesce a stare al pari con gli altri, che rispetta la personalità, che dà modo a ciascun bambino di rivelarsi interamente, di esprimersi liberamente, di chiarire a se stesso e all’insegnante le sue possibilità.

E’ un metodo che esige la partecipazione attiva del bambino e che quindi elimina la noia, il peso di un insegnamento non sempre adeguato alla capacità dell’individuo; che riesce a conseguire ottimi risultati fin da principio, che permette ai bambini di impadronirsi facilmente e piacevolmente dell’alfabeto, in modo che a gennaio essi riescono a leggere e a scrivere. Ma questo metodo non è il metodo per far presto: anche se questo è un vantaggio, è un vantaggio del tutto secondario.

Abituato all’attività individuale, alla libertà di acquisizione, alla ricerca, il bambino non solo impara a leggere e a scrivere senza sforzo, ma soprattutto impara a conquistarsi il sapere usando le sue forze, di cui con l’esercizio diverrà sempre più padrone. Vedremo così il bambino usare il metodo attivo, insito nel metodo naturale, non soltanto nell’apprendimento della lettura e della scrittura, ma via via, nella composizione, nell’aritmetica e in quello studio dell’ambiente che è alla base dell’attivismo; perchè questo non è un metodo specifico da applicarsi soltanto per imparare l’alfabeto, ma è un sistema di studio.

Il materiale

– Il materiale consta innanzitutto di un alfabetiere murale: un grande cartellone murale, diviso in tanti riquadri. In ogni riquadro c’è una figura. Il nome dell’oggetto rappresentato ha, per iniziale, una diversa lettera dell’alfabeto: ala per a, bue per b, ecc… Sotto ogni illustrazione c’è scritto il nome a caratteri grandi, facilmente visibili anche da lontano. L’iniziale del nome è di colore diverso. In alto, sopra ogni figura, ci sarà la stessa iniziale, sempre di colore diverso, nei caratteri minuscolo e maiuscolo, stampato e corsivo.
Il suono duro e quello dolce della c vogliono un’illustrazione ciascuno, in quanto il bambino imparerà a conoscere questi suoni come se si trattasse di due consonanti diverse. Così per la g. I suoni sc, gn e gl saranno presentati globalmente, cioè i primi due come suoni iniziali di una parola, nel corpo della parola l’altro (scimmia per sc, gnomo per gn, giglio per gl).

– A portata dei bambini saranno messi numerosi cartoncini che avranno semplicissime illustrazioni e sotto scritto il nome della cosa rappresentata.

– Per i caratteri mobili si consiglia di ostruire o acquistare un intero alfabeto per ciascun bambino fatto di caratteri di almeno cinque centimetri, in cartone solido. Questi serviranno soprattutto nei primi tempi quando le mani dei bambini non sono ancora abbastanza esercitate.

– Il libro di testo è insieme poco e molto importante. Col metodo naturale, i bambini imparano prestissimo a leggere tutte le lettere nelle varie combinazioni, quindi non sarebbe necessario un libro di testo con letture graduate. Qualsiasi libro, stampato in caratteri piuttosto grandi, potrebbe in definitiva essere adatto. Però il libro di testo, oltre a servire per la lettura vera e propria, ha un’altra specifica funzione: quella di servire anch’esso da materiale. Innanzitutto dovrà essere corredato da un alfabetiere identico a quello murale, una riduzione in piccolo dei riquadri delle illustrazioni e i nomi relativi.
Il metodo naturale si giova moltissimo delle illustrazioni, quindi anche quelle del testo avranno una grandissima importanza in quanto serviranno da ausilio alla lettura. Infatti, nelle prime pagine, ad ogni figura corrisponderà il nome relativo e la parola sarà sempre, in principio, associata alla figura.

Uso del materiale

Esercizi preparatori
Prima di procedere all’apprendimento delle lettere dell’alfabeto, il bambino dovrà essere esercitato a parlare, cioè a pronunciare parole e frasi dietro invito e dietro riflessione. L’esercizio che deve accompagnare l’apprendimento dell’alfabeto è quello volto all’arricchimento del linguaggio. Il bambino possiede un numero limitatissimo di vocaboli e un numero ancor più limitato di espressioni esatte. Compito dell’insegnante sarà quello di far pronunciare, come primo esercizio, il nome esatto delle figure dell’alfabetiere, degli arredi scolastici, degli oggetti che i bambini portano a scuola per le loro raccolte. L’insegnante domanda sempre: “Che nome ha?” e corregge eventualmente le dizioni inesatte.

Per quel che riguarda l’alfabetiere, in un primo tempo si lascerà il bambino libero di osservare le figure, di parlarne con l’insegnante e coi compagni. In seguito l’insegnante farà pronunciare correttamente il nome di ciascuna figura.

L’esercizio potrà avere molte variazioni: “Chi sa trovare l’oggetto che serve per travasare l’acqua?”; “Chi sa cercare l’animale che graffia?”.

Oppure: “E’ azzurro, si muove sempre, ci vanno sopra le barche”…

Intanto l’insegnante avrà messo sugli arredi scolastici e sugli oggetti alcuni grandi lettere in carta ritagliata: la b sul banco, la f sulla finestra, la n sulla noce, la f sulla foglia, e così i bambini potranno constatare che la f è tanto sulla finestra che sulla foglia, ecc… Sarà il principio di quell’analisi della parola che verrà in seguito.

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Filastrocche e tiritere per i più piccini

Filastrocche e tiritere per i più piccini: Cecco Velluto, Stellina, Arri arri cavallino, Petruzzo, La rapa e il nonno, e molte altre ancora… possono essere usate anche come testi per il teatrino.

 

Filastrocca
Zucca pelata
dai cento capelli
tutta la notte
ci cantano i grilli,
e ti fanno la serenata
zucca pelata, zucca pelata!

 

Tiritera
Cinque coccole d’alloro
quattro foglie d’insalata
una rosa profumata
sette spighe e un pomodoro.
Nove rondini nel cielo
otto penne di pavone
tre violette e un fior di melo
due formiche e un formicone,
o che numero farà.
Forse dieci , forse cento
un milione, chi lo sa?
Due sbadigli, tre sbadigli
due sospiri e dei bisbigli.
Quando il bimbo dormirà?
E. Morini Fezzati

 

Cecco Velluto
Cecco Velluto
suonami l’imbuto
suonamelo bene
c’è un bambin che viene,
viene da Roma
e porta la corona
d’oro e d’argento
che vale cinquecento,
centocinquanta
la pecorina canta,
canta il gallo
risponde la gallina,
s’affaccia Serafina
con tre corone in testa.
Bianca la sella,
bianca la gonnella,
bianco il parasole,
che arrivi un po’ di sole!
Popolare

 

Arri arri cavallino
Arri arri cavallino
per la strada del mulino
il mulino è rovinato
il mugnaio s’è legato
s’è legato alla catena
la sua moglie la fa la cena
fa la cena pel bambino
arri arri cavallino.
Popolare

 

Stellina
Stellina, mia stellina,
sei bella e sei piccina
la luna è tonda e bianca
cammina e non si stanca
il sole è d’oro fino
il cielo è, su, turchino
il mare, giù, è profondo
la terra gira in tondo
e gira intorno al sole
ci nascono le viole
ci nascono i bambini
ci nascono i pulcini
poi giran tondo tondo
e fanno come il mondo.
F. Castellino

 

Bolli bolli pentolino
Bolli bolli, pentolino,
fa la pappa al mio bambino,
la rimescola la mamma,
mentre il bimbo fa la nannna.
Fa la nanna, gioia mia,
o la pappa scappa via!
L. Schwarz

 

Filastrocca
Cavallino arrò arrò
prendi la biada che ti dò
prendi i ferri che ti metto
per andare a San Francesco
San Francesco è quella via
per andare a casa mia
per andare e per tornare
cavallino non ti stancare.
Popolare

 

Ninna nanna
Ninna nanna, ninna nanna,
non c’è latte senza panna,
non c’è gatta senza micini,
non c’è casa senza bambini,
non c’è canneto se non c’è canna
fa la ninna, fa la nanna,
M. Giusti

 

Filastrocca
Fa le fusa il bel gattino
presso il fuoco del camino
sta il bel cane nel canile
stan le pecore all’ovile
il cavallo è nella stalla
con il mulo e la cavalla
con la mucca ed il vitello
con il bue e con l’asinello
stanno i topi nel solaio
le galline nel pollaio
sta nel nido l’uccellino
nel porcile il maialino
sta la volpe nella tana
nel fossato sta la rana
la comare chiocciolina
porta appresso la casina
e se vien la pioggia o il vento
si ritira in un momento.

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

Dettati ortografici – Il vento

Dettati ortografici sul vento – una raccolta di dettati ortografici, di autori vari, per bambini della scuola primaria. Difficoltà ortografiche miste.

 

Il vento è necessario: esso purifica l’aria, e trasportando qua e là le nuvole, modifica il clima. E’ il vento che regola le piogge, che rinfresca e rinnova l’aria, che porta l’umidità così necessaria alle piante. Inoltre, il vento è un gran disseminatore e porta i semi lontano dalla pianta madre, dove possono crescere e prosperare liberamente.

Quando il vento è troppo forte può arrecare grandi disastri. Sradica gli alberi, fa volare i tegoli, solleva, in mare, le procelle. Ma, nonostante i danni che arreca, anche il vento è necessario perchè, trasportando le nuvole, modifica il clima con le piogge e purifica l’aria.

Il vento se la piglia coi vostri capelli e vi soffia dentro come fosse un cespuglio. La gente tira via, serrata nei mantelli, a capo basso, con gli occhi chiusi. Qui il lastrico è liscio, là sepolto sotto piccole dune di sabbia e di bruciaglie sormontate da rotoli di lanugine. A ogni passo ti ruzzano tra i piedi, corrono via folleggiando, la foglia del platano e il brano di giornale, la piuma di gallina e ciocche di paglia, fiocchi di bambagia, di lana, che finiscono a darsi la posta agli angoli delle vie, sulle piazzette, nei cortili, dove si raggruppano, si sbandano, si raccolgono di nuovo e danzano a tondo finchè si sollevano insieme da terra, turbinando in balia di un mulinello. (A. Stoppani)

Il vento radeva impetuoso i  ghiaioni, le sabbie e le acque. Dagli argini si sollevava la polvere delle strade e tutte le fronde dei salici si rovesciavano, imbianchendo; l’aria s’era fatta fredda; gli arbusti e i cespugli davano sibili al vento; un lampo balenò, seguito da un tuono ripercosso dalla terra. (G. Comisso)

Giorno di vento

Nuvole scure mossero contemporaneamente dalle vette dei due versanti; al centro della vallata rimasero separate da una sottile striscia d’un celeste inverosimile, quasi verse.
Si levò un ventaccio gelido; e le nuvole si sfrangiarono, scoprendo un cielo chiaro e infido, che, altissimo, parve un vertiginoso abisso capovolto. (G. Manzini)

I venti
Uno è caldo e uno gelido; questo è furioso e quello dolce e mite; un altro squassa gli alberi schiantando i rami, e un altro invece fa lietamente ondeggiare le erbe, mormorare le fronde… Quale solleva sul mare onde giganti e quale increspa appena le acque gonfiando le vele. Uno ti accarezza dolcemente e un altro ti scaraventa addosso un nuvolo di polvere. (V. Gaiba)

Il vento
Il vento arrivò di colpo dietro la siepe e la passò d’un salto: nessuno lo aveva visto venire, nessuno lo vedeva ed era dappertutto. Aveva sempre sospiri, carezze e parole per le cose amiche. Scavalcando la siepe, il vento rise. Era già sull’erba e piegava i fili verdi ad uno ad uno. La menta e il trifoglio dettero al vento un po’ del loro profumo che lo portasse dove non potevano andare. (G. Fanciulli)

 Venti di marzo
Violenti e scontrosi tra loro, muovono alla pugna uno per volta, dominando il campo nemico. Ecco il vento del nord. Muove dal Polo, freddissimo, nemico dei fiori, delle piogge.  Rischiara l’aria, uccide le api, gela i laghi, le montagne. Il Ponente è cagione di contrasti, piagnucoloso, spira verso sera. E’ utile agli orti, alle fave, alle biade. Suo opposto è il vento dell’est, il vento che arriva dal mare. E’ temperatamente caldo e secco, propizio alle arature, pastore di mandrie di onde. Lo Scirocco, suscitatore di marette d’argento, è vento caldo, turbolento, impetuoso. E’ amico dei fiori, degli orti, utile ai frutti. (F. Tombari)

Effetti del vento
Il vento piega i rami e rovescia le foglie e gli alberi; i prati su cui il vento passa, sembrano più chiari; ciò avviene perchè ogni foglia è più pallida al suo rovescio. Gli alberi che il vento piega maggiormente sono quelli più alti e sottili e nei vasti boschi e nelle praterie le onde prodotte dal vento sono simili a quelle del mare. Gli alberi che nascono presso la spiaggia, e sono esposti al vento, sono tutti piegati; e così piegati crescono e restano. (Leonardo da Vinci; adattamento)

Il vento
Il vento passò dai paesi caldi, prese dagli alberi di aranci e di limoni il loro gradito profumo e continuò il suo cammino. Giunse in una grande città.
Tutti gli abitanti delle case, gli operai delle officine, i sagrestani delle chiese spalancarono finestre e balconi, e il buon vento entrò, portando ovunque la soave fragranza delle erbe e dei fiori… (G. E. Nuccio)

Il figlio del vento
Quando nacque il figlio del vento, alla reggia fecero gran festa. Ma un figlio del vento non può essere che un disastro.
Infatti il vento neonato non era ancora stato messo dalle fate nella culla, che già le copertine e i lenzuolini se ne volavano come bandiere per il cielo. Poi fu la volta delle fasce e dei camicini.
Quando diventò più grandicello e incominciò a camminare, alla reggia accadde il finimondo. Porte, imposte e finestre scrollate, sbattute, spezzate. Che schianti!
Finalmente il monellaccio uscì di casa per andare a giocare. E incominciò a piegare i rami degli alberi fino a spezzarli, giocò a rincorrere le foglie, a strappare i manifesti, a rubare i cappelli ai signori. Poi s’arrampicò nel cielo e giocò al treno con le nuvole.
Un giorno il figlio del vento fu mandato a scuola e imparò a suonare con le canne del fiume e con le spighe del grano. Imparò a spazzare il cielo e a raccogliere insieme i nuvoloni, a far corree le vele sul mare, a far girare le pale dei mulini e a seminare.
Ti piacerebbe conoscerlo?
Guarda fiori dalla tua finestra. E’ lì che il vento passa, nel cielo.

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