Esperimenti scientifici per bambini – Acqua e ghiaccio

Esperimenti scientifici per bambini – Acqua e ghiaccio. Ci sono moltissimi esperimenti scientifici che hanno per oggetto acqua e ghiaccio, e che possono mostrare ai bambini anche piccoli come avvengano alcune reazioni chimiche e come il ghiaccio si comporti in modo diverso dall’acqua.

Per dimostrare che il ghiaccio è più leggero dell’acqua, basta immergere un cubetto di ghiaccio in acqua e vederlo galleggiare. Come mai è più leggero?

 

 
 

Esperimenti scientifici per bambini – Acqua e ghiaccio

Poi si può riempire un bicchiere di vetro per metà, marcare la linea di galleggiamento, aggiungere un cubetto di ghiaccio e tracciare una seconda linea. Si aspetta che il ghiaccio si sciolga e si osserva. Cos’è successo?

Esperimenti scientifici per bambini – Acqua e ghiaccio

Infine si possono preparare tanti cubetti di ghiaccio colorato con coloranti alimentari diversi e creare tutte le possibili combinazioni di colore tra di essi in vari bicchieri trasparenti. Quanti colori possiamo fare?

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Esperimenti scientifici per bambini – Acqua e ghiaccio

Altri link

Gli effetti dello scioglimento del ghiaccio sul livello dell’acqua:  http://smithplanet.com/stuff/iceandwater.htm

Iceberg: http://education.seattlepi.com/iceberg-experiments-4402.html

Perchè il ghiaccio galleggia nell’acqua? http://www.wonderville.ca/asset/whyicefloats

 

Esperimenti scientifici per bambini – Affonda o galleggia?

Esperimenti scientifici per bambini – Affonda o galleggia? Il gioco consiste nel preparare una tabella di previsione “affonda o galleggia” e una tabella dei risultati ottenuti, da confrontare.

Quindi si prepara un recipiente di plastica abbastanza grande e possibilmente trasparente pieno d’acqua e si procede immergendo i vari oggetti.

A seconda dell’età dei bambini possono essere date spiegazioni scientifiche dell’esperimento.

Discutere i risultati e chiedere ai bambini una loro interpretazione dei fatti sperimentati è comunque sempre molto importante, e può risultare anche molto divertente.

 http://lets-explore.net/blog/2009/05/experiment-sink-or-float/

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Esperimenti scientifici per bambini – Affonda o galleggia?

Altri link

http://sciencenetlinks.com/lessons/sink-or-float/

http://www.hometrainingtools.com/a/sink-and-float-science-projects

http://buggyandbuddy.com/science-for-kids-sink-or-float/

http://www.education.com/activity/article/sinkorfloat_kindergarten/

Esperimenti scientifici per bambini – L’importanza di lavarsi le mani

Esperimenti scientifici per bambini – L’importanza di lavarsi le mani. Prendiamo due vasetti puliti di vetro muniti di coperchio e due fette ben lavate di mela.

Una fetta, pulita, la mettiamo nel primo vasetto e lo chiudiamo, etichettandola come più preferiamo, in modo che sia sempre riconoscibile dall’altra.

La seconda fetta la facciamo passare più volte tra le mani dei bambini e degli insegnanti, prima di riporla nel secondo vasetto.

Chiudiamo anche questo e attendiamo.

Questo è un esempio di quello che potremo osservare dopo una settimana.

photo credit: http://www.growinginprek.com/ 
 
 

Possiamo fare lo stesso esperimento anche utilizzando altri cibi:

 

http://kidsactivitiesblog.com/8700/a-gross-science-experiment

https://appleandthyme.wordpress.com/2011/06/06/food-safety-week-2011-what-goes-on-behind-closed-doors/

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Altri link:

http://www.growinginprek.com/science.htm

http://articles.earthlingshandbook.org/2010/01/27/handwashing-experiment/

https://appleandthyme.wordpress.com/2011/06/06/food-safety-week-2011-what-goes-on-behind-closed-doors/

http://kidsactivitiesblog.com/8700/a-gross-science-experiment

https://wedishnutrition.wordpress.com/tag/hand-washing/

 

 

Esperimenti scientifici per bambini – Lava lamp

Esperimenti scientifici per bambini – Lava lamp – un esperimento sulla densità e il peso specifico di grande effetto, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Esperimenti scientifici per bambini
Lava lamp
Cosa serve

Una bottiglia di vetro o plastica trasparente da un litro,
una tazza da tè di acqua,
olio di semi,
colorante alimentare,
una compressa effervescente (tipo Alka Seltzer).

Esperimenti scientifici per bambini
Lava lamp
Come fare

Versare l’acqua nella bottiglia.

Utilizzare un misurino o un imbuto per versare lentamente l’olio vegetale nella bottiglia fino a riempirla quasi completamente.

Lasciare riposare finchè acqua e olio non risultino ben separati tra loro.

Aggiungere circa dieci gocce di colorante e infine inserire nella bottiglia mezza compressa effervescente.

photo credit: Sciencebob

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Esperimenti scientifici per bambini
Lava lamp
Video

Esperimenti scientifici per bambini – Lava lamp

Altri link:

http://www.sciencekids.co.nz/experiments/easylavalamp.html

http://www.sciencebob.com/

http://www.physicscentral.com/experiment/physicsathome/makeshift-lava-lamp.cfm


Esperimenti scientifici per bambini – Il peso dei liquidi

Esperimenti scientifici per bambini – Il peso dei liquidi – Un esperimento facile e d’effetto per dimostrare la densità dei liquidi.

Esperimenti scientifici per bambini
Il peso dei liquidi
Cosa serve:

– un vaso di vetro dalle pareti alte,
– un assortimento di liquidi di diversa densità (miele, detersivo liquido, acqua, olio, alcol, ecc…),
– eventualmente coloranti alimentari.

Si può ottenere un risultando simile preparando soluzioni di acqua e sale a diversa concentrazione e ognuna colorata con un colore diverso; ad esempio aggiungendo multipli di 5 cucchiaini di sale per ogni livello (da 5 per il più denso a 0 per il meno denso).

La colonna può servire anche a misurare solidi immersi nella colonna ( uvetta, graffette, monete, sassolini, sughero, una pallina di carta, ecc…), osservando a quale punto della colonna si fermano.

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Esperimenti scientifici per bambini
Il peso dei liquidi
Cosa fare

Versare lentamente, uno ad uno, i vari liquidi nel vaso, cominciando dal più denso.

 


photo credit: http://www.stevespanglerscience.com

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Esperimenti scientifici per bambini
Il peso dei liquidi
Spiegazione

Perché gli oggetti che hanno le stesse dimensioni a volte hanno pesi diversi?

La risposta ha a che fare con la loro densità.

Se si confrontano tra loro un sasso e un pezzo di sughero che hanno le stesse dimensioni (hanno uguale volume), qual è il più pesante? Il sasso, perché ha più massa. Il sasso è più denso del sughero, perché ha più massa nello stesso volume.

Anche i liquidi hanno densità diverse, proprio come i solidi.

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Video:

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Fonti:

http://www.playbasedlearning.com.au/

http://www.hometrainingtools.com/

http://www.stevespanglerscience.com/


Esperimenti scientifici per bambini – Uvetta ballerina

Esperimenti scientifici per bambini – Uvetta ballerina – Cosa serve: acqua, bicarbonato di sodio, aceto bianco, cinque o sei uvette, un vaso di vetro dai bordi alti. Questo esperimento può essere molto interessante da proporre durante la narrazione della prima fiaba cosmica Montessori, per illustrare la danza degli elementi.

Esperimenti scientifici per bambini
Uvetta ballerina
Cosa fare

Versare nel vaso una tazza di acqua, aggiungere un cucchiaio da cucina di bicarbonato e mescolare con cura.

Aggiungere l’uvetta.

Infine versare, lentamente, mezzo cucchiaio da cucina di aceto bianco.

L’uvetta dovrebbe cominciare a danzare nel vaso.

Se questo non avviene, aggiungere dell’altro aceto.

photo credit: http://www.parentsconnect.com

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Esperimenti scientifici per bambini
Uvetta ballerina
Cosa succede?

L’aceto è un acido e il bicarbonato è una base.

Insieme sviluppano una reazione chimica che produce anidride carbonica CO2.

L’anidride carbonica aderisce alle pareti dell’uvetta, facendola risalire.

Arrivata in superficie, alcune delle bolle di gas scoppiano, quindi l’uvetta precipita nuovamente verso il fondo del vaso.

 

photo credit: http://www.thenakedscientists.com

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Esperimenti scientifici per bambini
Uvetta ballerina
Un video

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Esperimenti scientifici per bambini
Uvetta ballerina
Fonti

http://www.parentsconnect.com/

http://www.thenakedscientists.com/


Esperimenti scientifici per bambini – esplosione di colori nel latte

Esplosione di colori nel latte

Scopo

Osservare cosa avviene quando le molecole di sapone entrano in contatto con molecole di grasso.

Età

Dai 4 anni.

Materiali

Latte intero (non scremato)
un piatto
coloranti alimentari
Detersivo liquido per i piatti
stuzzicadenti o cotton fioc.

Note di sicurezza

Dopo l’esperimento gettare il latte saponato per evitare che venga accidentalmente ingerito.

Esplosione di colori nel latte
Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato a un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che con questo esperimento osserveremo cosa avviene quando le molecole di sapone entrano in contatto con molecole di grasso

. versiamo il latte nel piatto fino a coprirne completamente il fondo, e lasciamo riposare per qualche minuto

. aggiungiamo gocce di colorante alimentare sulla superficie del latte

. immergiamo il tampone scelto in un po’ di sapone per i piatti e immergiamo la punta nella ciotola

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni.

Osservazioni e conclusioni

Il latte è composto per lo più di acqua, ma contiene anche vitamine, minerali, proteine e piccole goccioline di grasso sospese.
Il segreto di questo esperimento è la chimica: il detersivo indebolisce i legami chimici che tengono le proteine e i grassi in sospensione nel latte.
Il sapone per i piatti ha un’estremità polare idrofila (che ama l’acqua) e l’altra idrofoba (che teme l’acqua).
L’estremità idrofila si dissolve nell’acqua, mentre la parte idrofoba si lega al grasso nel latte.
Le molecole di grasso si piegano, rotolano, si torcono e cambiano forma spostandosi in direzioni diverse non appena le molecole di sapone cominciano ad essere attratte da loro: il sapone le rincorre, e loro scappano.
Questi movimenti mettono in moto anche le molecole di colorante alimentare, che così possono mostrarci tutte le reazioni chimiche in atto.
Appena il sapone arriva a mescolarsi uniformemente col latte, le reazioni rallentano e alla fine si fermano.

(un’elaborazione artistica dell’esperimento qui: stampe al latte)

Proviamo a ripetere l’esperimento posando il bastoncino di cotone in punti differenti della superficie del latte, poi proviamo a ripetere l’esperimento utilizzando latte scremato al posto del latte intero, o anche acqua. Otteniamo gli stessi risultati? Perchè no?

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Esperimenti scientifici per bambini – acqua fluorescente

Esperimenti scientifici per bambini – acqua fluorescente – Basta usare un pennarello evidenziatore (giallo, verde e rosa sono i colori che i più piccoli preferiscono) per creare un liquido fluorescente invisibile, che appare soltanto sotto una luce UV, o naturalmente, sotto la luce della lampada a luce nera.

Basta rimuovere la cartuccia interna dell’evidenziatore, sminuzzarlo in un bicchiere d’acqua ed attendere qualche ora.

 

http://www.sciencecompany.com/ 
 

Le torce UV più economiche sono quelle usate per la pesca o per trovare le tracce d’urina degli animali domestici in casa. Naturalmente non si tratta di un’attività adatta ai bambini più piccoli, e i bambini dovrebbero essere istruiti su come usare le torce in sicurezza.

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Il liquido ottenuto può essere usato per scrivere messaggi segreti che appariranno solo alla luce uv. Per saperne di più vai qui:  la luce nera.

 


Esperimenti scientifici per bambini – Coltivare stalattiti e stalagmiti

Esperimenti scientifici per bambini – Coltivare stalattiti e stalagmiti : questo esperimento dimostra come stalattiti e stalagmiti si formino all’interno delle grotte, in presenza di soluzioni sature di acqua e altri elementi (carbonato di calcio e alcuni minerali), imitando il processo naturale attraverso l’evaporazione della soluzione satura da un filo di lana o cotone.

L’acqua contenente un sale disciolto si muove attraverso una superficie porosa, e con l’evaporazione dell’acqua si assiste al deposito dei cristalli, che può avvenire dal basso verso l’alto o dall’alto verso il basso.

photo credit: http://www.our-everyday-art.com/ 

 

Esperimenti scientifici per bambini
Coltivare stalattiti e stalagmiti
Quello che vi serve

due vasetti di vetro, una soluzione satura di acqua e sale (solfato di magnesio o sale di Epson oppure carbonato di sodio o soda),
una striscia di cotone o di lana,
due perle da legare alle estremità del filo per fare da peso,
un vassoio o un foglio di cartoncino.

Questa è una tabella di altri minerali utilizzabili per coltivare cristalli:

 

http://www.sciencecompany.com/

 

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Esperimenti scientifici per bambini
 Coltivare stalattiti e stalagmiti
 Cosa fare

Riempire ogni vasetto per circa 3/4 di acqua calda.

Collocare i due vasetti sul vassoio o sul cartoncino, ed aggiungere i sali scelti, mescolando finchè non siano ben sciolti nell’acqua in entrambi i vasetti.

Legare alle estremità del filo le due perle e immergere i due capi nei vasetti, distanziandoli tra loro in modo che il filo non tocchi il pavimento ma non sia troppo teso.

fonte: http://www.sciencecompany.com/sci-exper/crystal_exp4.htm


Caccia al tesoro nel ghiaccio

La caccia al tesoro nel ghiaccio è un bel gioco sensoriale, che circola in molti blog, ad esempio qui oppure qui. E’ una bellissima attività estiva…

Ha molte caratteristiche che lo avvicinano alle proposte montessoriane, soprattutto per quanto riguarda la coordinazione occhio-mano e lo sviluppo della motricità fine. Al gioco potrebbero inoltre essere abbinate schede illustrate per l’appaiamento oggetto-colore, oppure tavole per la classificazione grande – medio – piccolo, o leggero-pesante, ecc…

In forma “competitiva” può essere giocato con un blocco più grande da più bambini a turno, e vince chi libera più tesori… ma la competizione non mi piace 

Io ho fatto così: per rendere più interessante il blocco ho ghiacciato gli oggetti in più strati successivi, in modo da formare più livelli.

Poi ho preparato il tavolo utilizzando un tagliere con annesso vassoio su un asciugamano, una brocca d’acqua (se il bambino ha troppa difficoltà a rompere il ghiaccio può servire), degli attrezzi veri vari per martellare, incidere e scalpellare e un contenitore vuoto (in alternativa le tabelle di cui sopra):









Attività di vita pratica Montessori – cucinare

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Attività di vita pratica Montessori – cucinare. Per i bambini più piccoli, i cibi che richiedono pochi ingredienti e piccoli passaggi per ottenere il pieno successo della ricetta, rappresentano sempre la proposta migliore.

Naturalmente parliamo di progetti che il bambino, una volta preparato l’ambiente, realizza in modo indipendente, e non del semplice aiutare la mamma in cucina.

Si può cominciare sicuramente con la preparazione delle merende, predispondendo uno scaffale basso in cucina, oppure preparando sequenze illustrate per realizzare spuntini freddi:

http://howwemontessori.typepad.com/how-we-montessori/2011/07/food-preparation-area.html
 

http://www.montessoriservices.com/store/index.php?main_page=index&cPath=4423_113_127_4876
 

E’ sempre possibile inserire nell’attività una serie di proposte collegate: ad esempio si può chiedere al bambino di suddividere gli ingredienti necessari per fare i biscotti in secchi e umidi, prima di procedere con la realizzazione della ricetta.

http://www.hellowood.com/cookbook.htm
 

Se il bambino sa leggere, lavorare con ricette scritte o posizionare cartellini sulle ciotole degli ingredienti è un bellissimo modo per praticare la lettura.

http://sfoama.blogspot.com/2010/01/look-back-at-fallwinter-09.html
 

Un’idea davvero bellissima è questa dell’ “Inventaricetta” di I can teach my child: andando sul blog trovate le schede pdf (in Inglese) e tutte le istruzioni.

Il bambino sceglie gli ingredienti (tutti gli ingredienti base, massimo due ingredienti liquidi, il resto è libero ma è meglio ricordare al bambino che poi la torta la deve anche mangiare…).

C’è il problema delle misure, che deve essere risolto in questa proposta dall’insegnante, quindi si miscelano tra loro in una ciotola tutti gli ingredienti secchi e in un’altra tutti quelli liquidi, poi si uniscono e si procede.

http://www.icanteachmychild.com/2011/07/invent-your-own-cake.html

Anche lavorare con la frutta è un’attività molto praticata nelle scuole Montessori. Fare spiedini o macedonie naturalmente sono al primo posto.

Schiacciare la frutta secca:

http://montessori-work.blogspot.com/2008/11/food-preparation.html

sbucciare:

 

lavare accuratamente, asciugare, affettare ecc…

Infine il sito di una scuola di cucina per bambini:

 http://weecookery.blogspot.com/

Qualche video sulla preparazione del cibo in chiave montessoriana:

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Disclaimer: “Per redigere questa mia presentazione ho utilizzato i miei album e appunti personali e consultato vari album di altri autori e articoli nel web. Per leggere online o acquistare le copie legali di tali opere consultate segui i link:
– Practical life album di Infomontessori.com
– Practical life album di montessoriteacherscollective (Moteaco)
– Practical life album di Montessorialbum.com
– Introduction to the exercises of practical life di montessoricommons
– Come liberare il potenziale del vostro bambino di Daniela Valente
– Teaching Montessori in the home di Elizabeth G. Hainstock
– The joyfull child di Susan Mayclin Stephenson (part two, age 1-3)
MANUAL 2: MONTESSORI EXERCISES OF PRACTICAL LIFE di Montitute.com
PRACTICAL LIFE teacher manual di khtmontessori
MONTESSORI PRACTICAL LIFE MANUAL di montessoritraining.net
PRACTICAL LIFE MANUAL EARLY CHILDHOOD.PDC di themontessoriparent.com, che ha suggerito l’aggiunta di questo disclaimer in accordo con la sua politica di copyright.
Ho inoltre consultato i testi di riferimento di Maria Montessori per le attività di vita pratica:
Il Metodo della Pedagogia Scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini
La scoperta del bambino.
Per una bibliografia completa delle opere di Maria Montessori vai qui.

Metodo Montessori: attività di vita pratica

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Metodo Montessori: attività di vita pratica: il vero scopo degli esercizi di vita pratica è aiutare i bambini a sviluppare le loro abilità motorie e la coordinazione occhio-mano: abilità fondamentali per lo sviluppo cognitivo.

Anche le attività di vita pratica vanno presentate, proprio come si fa con qualsiasi altro esercizio, e le attrezzature devono essere accessibili al bambino, in modo tale che lui possa scegliere di dedicarvisi liberamente quando lo desidera.

Per la presentazione le regole d’oro sono sempre chiarezza, semplicità e concisione… spesso basta solo mostrare l’esempio in silenzio…

Ecco alcuni esercizi di base, facili da applicare anche a casa. Molti di questi esercizi sono stati proposti da molte bravissime mamme blogger, faccio riferimento a loro per gli approfondimenti. Aggiungo poi qualche video…

Travasi di  liquidi

Occorrono due brocche di vetro a misura di bambino e un vassoio robusto. Una delle due brocche è riempita per 3/4 di liquido (acqua o altro). Il bambino afferra le due brocche dalle maniglie, e tenendo quella vuota nel vassoio, solleva l’altra e ne travasa  il contenuto.

Travasi di solidi

Occorrono due brocche di vetro a misura di bambino e un vassoio robusto. Una delle due brocche è riempita per 3/4 di legumi secchi, o semi, o sabbia, ecc…

Il bambino afferra le due brocche dalle maniglie, e tenendo quella vuota nel vassoio, solleva l’altra e ne travasa  il contenuto.



Travasi col cucchiaio

Occorrono due ciotole di uguale dimensione, un vassoio robusto e un cucchiaio.
Una delle due ciotole contiene legumi secchi, o semi, o simili, o altro.
Il bambino deve travasare il contenuto da una ciotola all’altra, bilanciando il materiale sul cucchiaio senza spargerlo fuori dalle ciotole.

 

Spazzare il pavimento

Procuratevi una scopa a misura di bambino e una di quelle palette con scopino incorporato.

Dedicandosi a questa attività il bambino deve individuare visivamente ciò che deve essere spazzato, poi usare la scopa per ammucchiare il tutto, quindi raccogliere con la paletta e lo scopino.


Pulizie con acqua e detergenti

Procuratevi un piccolo secchio e una spugna; è inoltre necessario avere o un lavandino a misura di bambino o un buon rialzo, in modo tale che il bambino sia autonomo nel riempire e vuotare il secchio.

 Anche spolverare con un panno asciutto è una buona attività.

I bambini possono essere aiutati ad eseguire in autonomia molte attività che hanno a che fare con l’igiene e la cura della persona: il lavarsi le mani naturalmente può essere insegnato già a bambini molto piccoli, prima dei tre anni, ma in seguito possiamo perfezionare le loro abilità in progressione con la loro crescita.

La cosa migliore sarebbe allestire in bagno un piccolo scaffale dedicato esclusivamente al bambino e che contenga il vassoio col materiale per l’igiene dentale (spazzolino, filo interdentale, una tazzina), un asciugamano, pettine e spazzola per capelli, uno specchio basso davanti al lavandino, giochi per il bagno in vasca, e alla parete uno specchio nel quale il bambino possa specchiarsi a figura intera, per vestirsi. Indispensabili un lavandino basso o un rialzo per lavandino, e il wc basso (o un rialzo per raggiungere il wc).

I bambini più piccoli hanno magari già imparato a spazzolarsi i denti, però man mano che crescono si può perfezionare l’uso dello spazzolino e si può introdurre il filo interdentale.

Per lavarsi le mani, oltre ad acqua e sapone, si può preparare un vassoio con spazzolino per le unghie e crema per mani da mettere dopo averle asciugate.

Pettinarsi da soli piace molto ai bambini se hanno uno specchio alla loro altezza e tutto ciò che serve alla loro portata. E’ un’attività che presto si può abbinare a quella del vestirsi al mattino in modo indipendente.


Uso delle forbici

Per insegnare ai bambini l’uso delle forbici nel modo più semplice e naturale, la cosa migliore è preparare un vassoio per la libera attività contenente un paio di forbici e della carta colorata da tagliare, dei fogli bianchi e colla da carta. Non occorre presentare un progetto, anzi, lasciando l’attività libera il bambino utilizza tutta la sua immaginazione e la sua capacità di concentrazione. E’ un’attività divertente e al tempo stesso rilassante per il bambino, e gli consente di affinare la motilità fine e la coordinazione occhio-mano.

Quando il bambino sa usare le forbici con destrezza, nel vassoio possono essere aggiunti altri materiali da tagliare quali fili, nastri, carta velina, carta di giornale, plastica a bolle, tessuti, ecc…


http://www.michaelolaf.net/BirthTwoToThree.html

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Paper folding e origami

Anche la piegatura della carta è un’attività molto importante per lo sviluppo del bambino. Si può cominciare con semplici aeroplanini e barchette, e poi altri origami più elaborati. Per i progetti il web è ricchissimo di risorse, oppure esistono bellissimi manuali in libreria…

E’ un’attività che coinvolge il senso del tatto, se si piegano materiali differenti quali carta lucida, opaca, ondulata, liscia, vellutata, ecc…; il bambino può cogliere differenze di peso tra varie carte; la stimolazione visiva è evidente e si possono stimolare la percezione del colore e della dimensione, ma soprattutto della forma: si possono costruire infatti triangoli e trasformarli in altri triangoli con caratteristiche diverse, ottenere cubi, parallelepipedi ecc…


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Disclaimer: “Per redigere questa mia presentazione ho utilizzato i miei album e appunti personali e consultato vari album di altri autori e articoli nel web. Per leggere online o acquistare le copie legali di tali opere consultate segui i link:
– Practical life album di Infomontessori.com
– Practical life album di montessoriteacherscollective (Moteaco)
– Practical life album di Montessorialbum.com
– Introduction to the exercises of practical life di montessoricommons
– Come liberare il potenziale del vostro bambino di Daniela Valente
– Teaching Montessori in the home di Elizabeth G. Hainstock
– The joyfull child di Susan Mayclin Stephenson (part two, age 1-3)
MANUAL 2: MONTESSORI EXERCISES OF PRACTICAL LIFE di Montitute.com
PRACTICAL LIFE teacher manual di khtmontessori
MONTESSORI PRACTICAL LIFE MANUAL di montessoritraining.net
PRACTICAL LIFE MANUAL EARLY CHILDHOOD.PDC di themontessoriparent.com, che ha suggerito l’aggiunta di questo disclaimer in accordo con la sua politica di copyright.
Ho inoltre consultato i testi di riferimento di Maria Montessori per le attività di vita pratica:
Il Metodo della Pedagogia Scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini
La scoperta del bambino.
Per una bibliografia completa delle opere di Maria Montessori vai qui.

Acquarello steineriano: presentazione

Acquarello steineriano: presentazione – Lo scopo di questi esercizi è quello di far fare ai bambini esperienze guidate del colore, svincolato quanto più possibile dall’elemento della forma.

 

Per questo si utilizzano acquarelli molto diluiti e si lavora sul foglio di carta bagnato.

L’esperienza procede rispettando una data sequenza di azioni, che porta il bambino ad affinare la sua sensibilità di percezione del colore e ad acquisire attraverso la pratica le nozioni di colori primari, complementari e secondari.

Molto importante è non presentare ai bambini lavori già fatti: vi accorgerete così che proprio chiedendo ai bambini di rispettare una certa sequenza, verrà fuori la personalità di ognuno di loro, e non potranno esserci due pitture uguali, o due verdi uguali, o due marroni uguali ecc…

Acquarello steineriano  – Importante

La conclusione della lezione viene rimandata al giorno successivo, quando le pitture sono asciutte e vengono esposte una accanto all’altra per essere osservate insieme.

L’osservazione, parte integrante della lezione di pittura, può inizialmente essere guidata, poi i bambini saranno in grado di cogliere molti più particolari di quanto non sappiamo fare noi.

Si può ad esempio chiedere: “Secondo voi il giallo è più chiaro (più caldo, più freddo, più luminoso, più felice, ecc…) quando è grande o quando è piccolo? Quando è vicino al rosso o quando è vicino al blu?” ecc…

E’ importante non solo che imparino ad osservare, ma anche che imparino a descrivere i colori verbalmente. Via via si possono così introdurre i termini tecnici relativi alla teoria dei colori e la nomenclatura appropriata.

 

E’ un lavoro che può cominciare nella scuola d’infanzia, e proseguire in tutti gli anni successivi. Parallelamente, è chiaro, i bambini sperimenteranno anche tutte le altre tecniche (tempera, acrilici, ecc…), con scopi diversi.

Acquarello steineriano – Materiale occorrente:

– acquarelli di qualsiasi marca in tubetto o flaconcino (non in pastiglia) nei colori: giallo limone, giallo oro, blu oltremare, blu di prussia, rosso vermiglio e rosso carminio. I colori vanno diluiti nei vasetti, in modo che il colore risulti non denso e non carico: diciamo una diluizione abbastanza decisa.

– un pennello a punta piatta largo e con setole di qualsiasi genere, purchè morbide (altrimenti il bambino rischia di graffiare il foglio e noi rischiamo che l’esperienza non venga vissuta come un pieno successo)

– una bacinella e un vasetto d’acqua

– una spugna che servirà per stendere bene il foglio bagnato sul tavolo, e poi per asciugare il pennello (molto meglio degli straccetti o della carta)

– un foglio di carta robusta, meglio se da acquarello (le carte scadenti bagnate possono fare i “pallini”)

 

Acquarello steineriano – Preparazione della lezione

Immergere il foglio nella bacinella, quindi stenderlo con cura sul tavolo con l’aiuto della spugna. Bisogna evitare che si formino bolle d’aria, perchè altrimenti la carta rischia di arricciarsi.

poi si dispone il materiale, se volete così è il modo migliore per evitare incidenti:

e si può iniziare…

Acquarello steineriano – Qualche consiglio aggiuntivo per homeschooler

In testa ai consigli va quello di prepararsi bene prima di presentare un’attività ai vostri bambini. Se non avete esperienza di pittura ad acquarello, la sera prima, di nascosto, fate voi l’esercizio che volete proporre il giorno dopo.

Altro consiglio è di tenere sempre presente che coi bambini più importante di tutto è che al termine di qualsiasi attività loro si devono sentire più ricchi e più abili, che l’esperienza insomma rappresenti per loro un successo. Non perchè noi diciamo “Ma che bello!”, ma perchè loro stessi si possono stupire della bellezza che possono creare.

Infine ricordate lo scopo dell’attività che volete proporre: nella pittura ad acquarello, ad esempio, uscite dalla logica del voler ottenere un bel prodotto finito. Pensate invece che lo scopo è il processo che ha portato, quasi come effetto collaterale, alla sua realizzazione. Per questo, e anche per “non rovinare la sorpresa” è importante non mostrare ai bambini lavori già fatti prima della lezione.

Preparare con cura il materiale significa anche mettere in tavola solo quello che serve, se ad esempio vogliamo fare un esercizio di rosso e giallo, non mettiamo in tavola anche il blu…

Coi bambini più piccoli, come potrete leggere dagli esempi, è bello guidare l’esperienza facendo in modo che il dipingere sia la storia dei colori che, come veri e propri personaggi, agiscono sul foglio. Questo, naturalmente,  se parliamo di bambini piccoli che sanno già seguire lo svolgersi di un racconto.

Se volete invece sperimentare anche prima del raggiungimento di questa tappa evolutiva, vale il principio dell’apprendere per imitazione: si invitano altri bambini a dipingere con lui, oppure ci si siede a dipingere anche noi… parlando pochissimo, e curando tantissimo la preparazione del materiale e la bellezza e precisione dei nostri gesti.

 

La scala marrone Montessori

La scala marrone Montessori – indicazioni per la costruzione del materiale in proprio, per la presentazione e l’utilizzo coi bambini. Si tratta di una serie di 10 prismi di colore marrone,  della stessa lunghezza (20 cm), ma che differiscono in altezza e larghezza, andando da 10cm x 10cm x 20cm per il più spesso, a 1 cm x 1 cm x 20cm per il più sottile.

Se decidiamo di costruire in proprio il materiale, il bambino può partecipare alle rifiniture passando la carta vetrata e dando il colore o la cera.

La scala marrone fa parte di una serie di materiali progettati da Maria  Montessori  per aiutare i bambini a fare paragoni tra dimensioni diverse.

E’ un set formato da dieci prismi che mostra ai bambini variazioni sequenziali di larghezza, permettendo alle loro mani e ai loro occhi di esplorare queste differenze di qualità.

 
 
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La scala marrone Montessori

Età: 3 anni -3 anni e mezzo

Scopo:

Diretto: discriminazione visiva dello spessore

Indiretto: affinamento del movimento volontario, educazione muscolare della presa di oggetti con la mano, preparazione alla matematica, preparazione ai concetti chiave della geometria piana, alla superficie e al volume.

Controllo dell’ errore:
Il controllo dell’errore rimane affidato alla capacità percettiva del  bambino e alla sua abilità nel discriminare le dimensioni.

Nomenclature:

spesso e sottile
grado dell’aggettivo: positivo, comparativo, superlativo

Materiale necessario:

– Scala marrone
– Un tappeto di colore chiaro e contrastante.

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La scala marrone Montessori
Presentazione individuale dell’esercizio, con istruzioni verbali

Invitiamo il bambino dicendo: “Ho qualcosa da farti vedere”.

“Per questa lezione, avremo bisogno di un tappeto”, quindi il bambino andrà a  prenderne uno e  lo srotolerà sul pavimento.

Adesso possiamo andare con lui allo scaffale dove abbiamo collocato la nostra scala marrone, dicendo: “Questa è la scala marrone”.

Mostriamo al bambino come prendere il blocco più sottile della scala, cioè prendendolo al centro dall’alto, con tutte le dita

facciamo scivolare lentamente il blocco e togliamolo dallo scaffale

teniamo il blocco in verticale, all’altezza della vita

Ora possiamo portare il blocco sul tappeto, e poi possiamo con l’aiuto del bambino andare a prendere tutti gli altri, ponendoli sul lato destro del tappeto in ordine sparso.  Trasportiamo i blocchi uno alla volta, e per quelli più grandi mostriamo al bambino che può aiutarsi mettendo sotto ad esso la manina sinistra.

Una volta che tutti i blocchi sono sul tappeto, il bambino starà al nostro fianco, sul lato sinistro del tappeto.

Con attenzione prendiamo il blocco più grossa  (utilizzando entrambe le mani), e poniamolo sull’angolo sinistro del tappeto, lontano dal bordo inferiore.

Ora possiamo rivolgerci al bambino dicendogli che stiamo cercando un altro blocco in particolare.

Quindi scegliamo il secondo blocco e lo poniamo con cura davanti al primo blocco, prendendolo sempre con due mani.

Con movimenti curati e precisi proseguiamo la costruzione della scala, ogni nuovo blocco sempre più vicino a noi, facendo attenzione ad allineare con precisione ogni blocco. Dopo aver posto ogni nuovo blocco, facciamo scorrere la mano lungo il lato sinistro dei blocchi.

Terminata la scala, controlliamo nuovamente facendo scorrere la mano.

Smontare la scala a partire dal blocco più sottile e porre i blocchi in ordine sparso sul lato destro del tappeto.

Ora possiamo invitare il bambino a costruire lui stesso la scala. Per aiutarlo a iniziare, possiamo chiedergli con quale blocco vuole iniziare. Se ha compreso, è in grado di lavorare da solo.

Una volta terminato l’esercizio il bambino ricomporrà la scala sulla mensola dello scaffale, pronta ad essere riutilizzata nei prossimi giorni tutte le volte che lo desidererà,  poi riavvolgerà e porterà il tappeto al suo posto.

La scala marrone Montessori
Presentazione individuale dell’esercizio, in silenzio

Questo esercizio può essere eseguito su un tavolo e sul tappeto.

Sediamoci a fianco del bambino.

Posizioniamo  i blocchi marroni sul piano del tavolo o sul tappeto. Dovrebbero essere tutti nella stessa direzione in modo che il bambino possa vedere lo stesso lato di ogni blocco, ma naturalmente non devono essere allineati in gradazione di spessore.

Posizioniamo il blocco più spesso sul piano del tavolo o sul tappeto, distante da noi. Prendiamo sempre il blocco in modo che la tua mano lo afferri per la larghezza: questo contribuirà a formare nel bambino un’impressione muscolare dello spessore di ogni blocco, quando prenderà i blocchi nello stesso modo.

Allineiamo uno dopo l’altro i  blocchi, passando dal più alto e largo al più basso e sottile. Facciamo una piccola pausa dopo ogni selezione, in modo che il bambino possa percepire  che valutiamo attentamente ogni nostra scelta, prima di prendere ed allineare ogni blocco. Mostrare anche che controlliamo che ogni blocco sia ben allineato agli altri, a filo.  Mantenere silenzio e concentrazione.

Se il bambino comincia a partecipare o direttamente nella scelta del blocco da prendere, o indirettamente verificando con la sua mano la corretta sequenza della scala, permettiamogli tranquillamente di portare a termine lui stesso l’esercizio completando la scala.

Quando la scala è completa, naturalmente sarà necessario rimettere nuovamente i blocchi in ordine sparso per poter ripetere l’esercizio.

Incoraggiare il bambino a ripetere l’esercizio da solo anche nei giorni successivi.

Può essere che faccia qualche errore le prime volte, ma saranno errori che in gran parte il bambino sarà in grado di auto correggere.

Se i primi tentativi fatti in autonomia dal bambino non portano subito alla realizzazione della scala sequenziale, manteniamo sempre salda la nostra fiducia, e pensiamo sempre che, indipendentemente dal risultato, il bambino sta lavorando nella direzione del suo maggior bene.

Ricordiamo sempre che i punti fondamentali di questo tipo di esercizio stanno nel processo di scelta dei pezzi e nel lavoro di comparazione e confronto tra di essi: e  un giorno, finalmente, il bambino riuscirà senza il nostro intervento a capire come fare per costruire la sua scala secondo la corretta sequenzialità dei pezzi.

Frequentemente capita che i bambini sbaglino più volte nella scelta dello stesso, ma poi accade sempre che un bel giorno si rendono conto dell’errore. E questo è sentito come un grande successo.

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La scala marrone Montessori
L’esercizio come descritto da Maria Montessori

Il bambino pone in ordine sparso i dieci pezzi su un tappeto di colore chiaro, e poi inizio a costruire la scala, a volte partendo dal blocco più spesso, a volte dal più sottile, ma ponendoli sempre nel loro giusto ordine di gradazione.

L’esercizio sembrerebbe più facile, dal punto di vista sensoriale, rispetto a quello degli incastri solidi, ad esempio. È invece un dato di fatto che sia molto più difficile, perchè il materiale non contiene in sè il controllo dell’errore, ed è solo l’occhio  del bambino, da solo, a fungere da controllo.

Qui la differenza tra i vari blocchi deve colpire l’occhio, ed è  per questo motivo che vengono utilizzati oggetti così grandi. Pure, la capacità visiva necessaria per eseguire l’esercizio, presuppone una preparazione precedente, in particolare con l’esercizio con gli incastri solidi.

Oggetti “grandi e piccoli” sono quelli che differiscono solo per dimensioni e non anche per forma, come avviene per i cubi della torre rosa. Quando invece cambia solo la dimensione della sezione, mentre la lunghezza rimane la stessa, gli oggetti sono rispettivamente “spessi e sottili”.

Dopo un periodo di uso spontaneo del materiale, l’insegnante potrà procedere con la lezione in tre tempi all’insegnamento della nomenclatura relativa, come fatto per la torre rosa:

Tempo 1:  Denominazione. L’insegnante dirà “Questo è spesso”, oppure: ” Questo è sottile”.

Tempo 2: Riconoscimento.  L’insegnante chiederà al bambino: “Dammi il blocco spesso.” , oppure: “Dammi il sottile”.

Tempo 3: Pronuncia della parola.  L’insegnante domanderà al bambino: “Che cos’ è questo?”

C’è un modo per aiutare il bambino a riconoscere le differenze di dimensione ed a collocare gli oggetti in gradazione corretta. Dopo la lezione sulla nomenclatura appena descritta, l’insegnante può mettere i dieci pezzi della scala in ordine sparso su di un tappeto, e poi chiedere al bambino: “Mi dai il pezzo più grosso di tutti?”. Quando lui glielo porterà, l’insegnante lo metterà su di un tavolo. Poi di nuovo inviterà il bambino a portarle il pezzo più grosso tra quelli rimasti sul tappeto,  e porrà questo secondo blocco sul tavolo, allineato al primo in sequenza. E via così… In questo modo il bambino si abituerà ad osservare sempre con attenzione scegliendo sempre il pezzo più spesso o il pezzo più sottile tra quelli a disposizione, e questo sarà una guida che lo aiuterà poi  a realizzare  da solo la sua scala.

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La scala marrone Montessori
Qualche video:

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Disclaimer: “Per redigere questa mia presentazione ho utilizzato i miei album e appunti personali e consultato vari album di altri autori e articoli nel web. Per leggere online o acquistare le copie legali di tali opere consultate segui i link:
– Sensorial primary guide di Infomontessori.com
– Album for ages 3-6 – Sensorial di montessoriteacherscollective (Moteaco)
– Montessori teacher album – Sensorial di Montessorialbum.com
– Sensorial album di wikisori.org
Basic Montessori learning activities for under fives di David Gettman
– The casa 2,5-6 years – sensorial di montessoricommons
– Sensorial development di montessoriworld.org
Module 3: Exercises of sensory development di Montitute.com
– Sensorial teacher manual di khtmontessori.com
Primary class curriculum – second year di mymontessorihouse.com
Sensorial teaching manual – primary ages di montessoriprintshop
– Early childhood curruculum – Montessori sensorial manual di montessoritraining.net
Sensorial Manual Infant and Toddler e Sensorial Manual Early Childhood
di themontessoriparent.com, che ha suggerito l’aggiunta di questo disclaimer in accordo con la sua politica di copyright.
Ho inoltre consultato i testi di riferimento di Maria Montessori per gli esercizi sensoriali:
Il Metodo della Pedagogia Scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini
La scoperta del bambino
Per una bibliografia completa delle opere di Maria Montessori vai qui.

La torre rosa Montessori

La torre rosa Montessori – descrizione del materiale, consigli per costruirla in proprio, indicazioni per la presentazione e l’utilizzo coi bambini, con lezioni in tre tempi pronte. L’obiettivo che Maria Montessori mira a raggiungere attraverso l’uso del suo materiale sensoriale è riordinare il bagaglio e l’accumulo percettivo e affinare i sensi attraverso la capacità di cogliere differenze.

Il materiale consente fondamentalmente due tipi di attività:
appaiare: riconoscere gli uguali e disporli a coppie
graduare: riconoscere i simili e disporli in serie.

La funzione del materiale sensoriale dunque non  è quella di presentare al bambino impressioni nuove, ma di portare ordine e sistematicità nella miriade di impressioni che ha ricevuto e continua a ricevere.
Ognuno dei materiali sensoriali, usato in modo corretto, aiuta la mente infantile a mettere a fuoco una particolare qualità e, attraverso una manipolazione attiva, a trasformarla in concetto.
Non si correggono gli eventuali errori, determinati da mancanza di sviluppo, perchè sara appunto la ripetizione dell’esercizio che porterà nel bambino un progresso.
Si deve soltanto impedire che egli faccia un uso disordinato del materiale, cioè che lo usi per scopi diversi da quelli per il quale è stato costruito.


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La torre rosa Montessori

età: dai tre anni

tipo di materiale: materiale sensoriale

nomenclatura: grande e piccolo

scopo diretto: coordinazione oculo-manuale, educazione del senso visivo alle grandezze ed alle proporzioni fra le dimensioni, riconoscimento e denominazione degli opposti

scopo indiretto: memoria muscolare, irrobustimento della mano e delle braccia, preparazione indiretta alla mente matematica e alla scrittura
controllo dell’errore: è affidato all’occhio del bambino, ma può anche essere dato dal movimento di distensione della mano.

La torre rosa è composta da una serie di dieci cubi decrescenti con lo spigolo che diminuisce gradualmente di cm 1. Il cubo più piccolo ha lo spigolo di cm 1, il più grande ha lo spigolo di cm 10.

Si tratta di un set da costruzione che non manca in ogni scuola montessoriana, ma è interessante notare che nonostante ciò viene raramente presentato al bambino nel modo in cui era stato originariamente previsto.

Maria Montessori aveva esposto la sua idea in relazione all’uso della torre (che almeno inizialmente non era rosa, ma di legno non colorato), che prevedeva la costruzione simmetrica, utilizzando i dieci blocchi in sequenza. Ma aveva anche previsto che i bambini avrebbero provato grande gioia nel buttar giù la torre con una bella spinta al termine del lavoro. Secondo la Montessori, il grande contrasto tra attento lavoro di costruzione e successiva distruzione fosse perfetta per questa fascia d’età (i tre anni).

Purtroppo, la presentazione del materiale della torre rosa col tempo è cambiata, ed all’abbattimento della torre è stato sostituito lo smontaggio progressivo. Probabilmente questo è dovuto all’alto costo del materiale, ed al fatto che la vernice rosa dei cubi si può facilmente rovinare e i cubi stessi col tempo si possono ammaccare.

La torre rosa va esposta in aula, montata, su un ripiano basso dello scaffale oppure su uno sgabellino basso, in modo tale che il bambino possa vedere come è formata.

Quando il bambino desidera  lavorare con la torre rosa, porterà sul suo tappeto i pezzi, magari uno alla volta.

Nella presentazione del materiale useremo la presa a tre dita per i pezzi più piccoli, e la presa con due mani per i pezzi più grandi.

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La torre rosa Montessori
Presentazioni

Materiale necessario
torre rosa
tappetino (non morbido)

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La torre rosa Montessori
Presentazione individuale:

1 l’insegnante invita il bambino ad unirsi a lei nell’esercizio

2 il bambino srotola il tappeto sul pavimento, poi insieme a lui va a prendere i cubi e li posano sul tappeto.

3 l’insegnante posiziona il cubo più grande al centro del tappeto, poi mette via via sopra di esso gli altri cubi in ordine decrescente.

4 l’insegnante abbatte la torre con un colpo della mano.

5 Ora lascia che il bambino costruisca la torre. Quando la torre è ultimata, insegnante e bambino si fermano ad osservarla

6 il bambino può abbattere la sua torre.

7 Al termine del lavoro  (i bambini possono aver piacere a ripetere l’esercizio anche più volte), si riassembla la torre sulla mensola o sullo sgabello predisposti

8 quindi il bambino riarrotola il tappeto e lo ripone.

Se si lavora con un bambino molto piccolo, è anche possibile presentare una serie di tre cubi sequenziali alla volta in modo tale da formare prima delle piccole torri.

Se si vuole procedere in questo modo, naturalmente è importante che i cubi non utilizzati siano lontani dalla vista del bambino.

Questa scelta inoltre permette di introdurre il materiale della torre rosa anche con bambini molto piccoli, ed evitando di scegliere i cubi più piccoli si evitano eventuali rischi di soffocamento.

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La torre rosa Montessori
Presentazione di gruppo

I bambini sono seduti in cerchio. Il maestro dice: “Oggi vorrei presentarvi la torre rosa.”

Alcuni bambini rispondono che la conoscono già, ma questo non impedisce loro di rimanere seduti in attesa, perchè di certo pensano: “Voglio proprio vedere come la farà lui”, o qualcosa di simile.

In mezzo al cerchio delle sedie c’è un tappeto rotondo. Il maestro si alza, va allo sgabello su cui si trova la torre, prende il più piccolo dei cubi, lo mette amorevolmente sull’altra mano e lo porta camminando con solennità fino al tappeto.

Così per tutti e dieci i cubi.

Mettendoli nella mano la mimica è così accentuata che i bambini possono verificare solo guardando la differenza di peso. Andando su e giù lentamente e in modo concentrato, si rende chiaro che ogni parte della torre rosa è importante allo stesso modo, sia essa grande o piccola, pesante o leggera.

Poi il maestro osserva con soddisfazione i dieci cubi  sparsi sul tappeto: sembrano un dipinto di Kandinsky.

Va con lo sguardo da un cubo all’altro, poi sceglie il più grande e lo mette al centro del tappeto.

Poi confronta allo stesso modo le parti rimaste per trovare il cubo più grande rimasto e lo mette al centro del cubo precedente.

Continua in questo modo fino a che anche il cubo più piccolo viene messo, con grande precauzione, in cima alla torre.

E’ bello vedere come i bambini seguano lo sguardo del maestro e si sentano sollevati quando prende il cubo giusto per costruire la torre.

Poi il maestro cammina intorno alla torre per ammirare in silenzio l’opera, in tutte le sue parti.

Poi sposta tutti i cubi della torre in modo che siano tutti a filo su uno spigolo e accarezza delicatamente, con due mani, i due lati laterali della torre.

Poi fa scendere il cubo più piccolo su ogni gradino della torre, su un lato verso il basso, e dall’altro lato nuovamente verso l’alto per rimetterlo al suo posto. Nel farlo bisogna sempre cambiare mano.

Con questo gioco delle mani, che cambiano ad ogni cubo, demolisce poi la torre e rimette i singoli cubi in ordine sparso sul tappeto.

La presentazione termina rimettendo tutto a posto sullo scaffale. Si può anche chiedere ai bambini se vogliono aiutare, ed è interessante osservare allora come si organizzino in maniera autonoma e come si mettano d’accordo per rimettere a posto la torre, secondo il giusto ordine di grandezza dei cubi.

Dopo la presentazione è importante che noi adulti ci teniamo semplicemente a disposizione senza intervenire, lasciando i bambini liberi di provare e di esprimersi a modo loro.

Alcuni, preso un cesto o un vassoio, ci mettono tutti i cubi in una sola volta per trasportarli al posto di lavoro. A volte diventa una sorta di sfida spostare l’intera torre o magari metà, da un posto all’altro.

E’ interessante osservare anche i diversi metodi di costruzione della torre rosa: ci sono bambini che lavorano molto per fare una costruzione regolare, altri sono curiosi di cominciare con il cubo più piccolo, come base, mettendo via via tutti gli altri fino al cubo più grande, per sperimentare le leggi della statica.

Particolarmente amata è anche la combinazione torre rosa-scala marrone, o altre più complesse con aste numeriche, incastri solidi, cilindretti colorati e altri materiali sensoriali, per far nascere vere e proprie opere architettoniche.

La torre rosa Montessori
Metodo del gioco spontaneo prima della lezione in tre tempi

L’educazione di ciò che può essere chiamato il piano inferiore, l’educazione cioè che mira a sviluppare le competenze sensoriali e motorie del sistema nervoso come strumento di coscienza, col metodo Montessori inizia quando il bambino molto piccolo è attratto, ad esempio, dalla vista dei grandi cubi rosa che formano la cosiddetta torre, la sceglie, e comincia a giocare.

Non avrà bisogno di alcun aiuto, perchè i blocchi stessi sono una guida sufficiente e fungono di per sè stessi da correttivo per gli eventuali errori.

Quando il bambino, dopo aver giocato un po’ con i cubi rosa che formano la torre, vede che il blocco più grande è certamente la base della torre, l’educazione delle sue capacità di attenzione è cominciata, e mentre la sua manina gestisce i blocchi, imparando a poco a poco metterli uno sopra l’altro nella sequenza corretta, il suo senso muscolare già risvegliato inizia a svilupparsi.

Poi, se l’insegnante gli mostra come passare la mano leggermente dal basso verso l’alto della scala, si allena anche il suo senso del tatto che,  combinato col senso della vista, stimola la capacità di discriminazione.

Il bambino è ora pronto per la cosiddetta lezione in tre tempi di Seguin, che Maria Montessori ha adattato al suo materiale per permettere al bambino di apprenderne l’uso corretto e riceverne esperienze preziose per l’educazione sensoriale e motoria.

Nel primo periodo l’insegnante  prende il blocco più grande della torre con la quale il bambino ha prima giocato spontaneamente, e dice: “Questo è il blocco maggiore, il maggiore…”, e il bambino ripeterà questa parola.

Poi, prendendo il cubo più piccolo che sta all’apice della torre, lo mostrerà al bambino dicendo: “Questo è il minore, il minore…” fino a quando il bambino non ripeterà anche lui questa parola.

I due pezzi,  che sono in così  forte contrasto per grandezza, vengono poi mostrati insieme, mentre l’insegnante dice: “Questo è il maggiore, questo è il minore…”, e il bambino ripeterà indicando i blocchi.

Quando il bambino è pronto per il passo successivo, l’insegnante dice: “Dammi il cubo maggiore” , oppure: “Dammi il cubo minore”.

Se il bambino non riesce a rispondere con l’azione corretta, l’insegnante torna di nuovo al primo periodo,  in considerazione del fatto che il bambino ha dimostrato di non essere pronto pronto per questo passo.

Se invece il bambino risponde correttamente dimostrando  di aver imparato a discriminare le due grandezze in relazione ai concetti di maggiore e minore, è pronto per il terzo passo, che è il più difficile da interiorizzare per il bambino, e quindi non deve essere affrettato né si deve costringere il bambino ad affrontarlo se non è pronto.

L’insegnante prende il blocco più grande e chiede: “Che cubo è questo?”.  Se il bambino è pronto, risponderà: “E’ il maggiore”, ma se questo non avviene è consigliabile tornare nuovamente al primo e al secondo tempo, fino a quando il bambino non sarà in grado di rispondere prontamente e con precisione.

Questo è un buon esempio di lezione in tre tempi, che si basa sull’utilizzo di un materiale  molto semplice per la presentazione ai bambini più piccoli. Lo stesso principio però viene seguito con tutti i materiali montessoriani: l’insegnante  sceglie in un primo momento due elementi in forte contrasto tra loro  e gradualmente arriva a gradazioni sempre più sottili, portando il bambino a sempre più fini e più sottili discriminazioni.

Le lezioni in tre tempi dovrebbero sempre essere precedute da un periodo di uso spontaneo del materiale. Maria Montessori aveva una grande fiducia nella serietà dei bambini verso ciò che chiamiamo il loro gioco.

Sta a noi organizzare i suoi spazi in modo tale per cui il bambino sia portato a vedere che ogni gioco è un problema da risolvere, e che possa sempre attraverso il suo gioco spontaneo trovare la soluzione corretta.

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La torre rosa Montessori
Estensione dell’esercizio

Scopo del gioco con la torre rosa è imparare la differenza tra grande e piccolo, e quando il bambino progredisce abbastanza nell’affinamento del senso della vista, il gioco può essere variato ponendo i blocchi in disordine in un lato della stanza ad una certa distanza dal luogo in cui il bambino costruirà la sua torre.

Il bambino dovrà andare a prendere un cubo alla volta; ,ciò comporta che, quando il bambino lascia la sua torre per andare a prendere il cubo necessario a proseguire la costruzione, dovrà “portare la dimensione nel suo occhio”, e scegliere il cubo che gli serve facendo appello alla sua  memoria visiva.

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La torre rosa Montessori
La descrizione dell’esercizio fatta da Maria Montessori

Con questi cubi il bambino costruisce una torre:  prima pone a terra (su un tappeto), il più cubo più grande, e poi impila i successivi dal più grande al più piccolo. Appena ha costruito la torre, la abbatte con un colpo della mano,  in modo che i cubi si spargano di nuovo sul tappeto, pronti ad essere ricomposti.

Come al solito, l’insegnante, facendo lei stessa l’esercizio per prima, mostrerà al bambino come devono essere organizzati i pezzi della serie, anche se molto più frequentemente nella casa dei bambini accade che i piccoli imparino guardando i compagni. Comunque l’insegnante partecipa sempre con l’osservazione, non perdendo mai di vista gli sforzi dei bambini; qualsiasi correzione sarà indirizzato a prevenire l’uso approssimativo o disordinato del materiale, e non verso eventuali errori che il bambino può compiere nel collocare i cubi in ordine di gradazione.

La ragione di questo comportamento è che gli errori che il bambino fa sono causati dalla sua mancanza di sufficiente esercizio, ed è la ripetizione dell’esercizio che, affinando la sua capacità di osservazione, lo condurrà prima o poi a correggersi da solo.

La torre rosa (insieme alla scala marrone e alle aste della lunghezza) fa sì che il bambino arrivi con competenza a muoversi, a maneggiare, a trasportare oggetti che sono difficili per lui da afferrare con la sua piccola manina.

Ancora una volta, dal loro utilizzo, si aiuta l’educazione dell’occhio al riconoscimento delle differenze di dimensioni tra oggetti simili.

La particolare importanza del senso dell’udito deriva dal fatto che è l’organo di senso direttamente collegato con il linguaggio.

Pertanto, per educare l’attenzione del bambino a seguire i suoni ed i rumori che si producono nell’ambiente, di riconoscerli e di discriminarli tra loro, è bene  preparare la sua capacità di attenzione a seguire  i suoni del linguaggio articolato.

L’insegnante deve avere grande cura nel  pronunciare in modo chiaro e completo i suoni della parola ogni volta che parla con un bambino, deve inoltre parlare a voce bassa, quasi come a dirgli un segreto.

Quando insegna qualcosa, deve pronunciare lentamente le parole, separando i suoni che compongono la parola pronunciata.

Un’opportunità molto speciale per la formazione di un linguaggio chiaro e preciso nel bambino piccolo è data dalle lezioni nelle quali si presenta ai bambini la nomenclatura relativa ai vari esercizi sensoriali.

In ogni esercizio sensoriale, infatti, quando il bambino ha riconosciuto le differenze tra le qualità degli oggetti, l’insegnante sottolinea l’idea di questa qualità con una parola.

Così, quando il bambino ha più volte costruito e ricostruito la torre rosa, al momento opportuno l’insegnante gli si avvicina, e prendendo i due cubi estremi, il più grande e il più piccolo, glieli mostra dicendo: “Questo è grande”,oppure: “Questo è piccolo”. Le due parole, “grande” e “piccolo”, vengono pronunciate più volte di seguito, con grande enfasi e con una pronuncia molto chiara: “Questo è grande, grande, grande …”; dopo di che c’è un momento di pausa.

Poi l’insegnante, per verificare che il bambino abbia compreso, fa le seguenti prove: “Dammi quello grande”, oppure: “Dammi il cubo piccolo”.  Ancora una volta: “Quello grande”. “Ora il piccolo”. “Mi daresti il cubo grande?”. Poi c’è un’altra pausa. Infine, l’insegnante, indicando gli oggetti, chiede: “Che cosa è questo?”. Il bambino, se ha imparato, risponde correttamente: “Grande”.  “Piccolo”.

Oggetti grandi e piccoli sono quelli che differiscono solo per dimensioni e non anche per  forma, sono cioè tutte le serie nelle quali le tre dimensioni (altezza, larghezza e lunghezza) degli oggetti considerati variano in modo proporzionale.

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La torre rosa Montessori
Qualche video

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Disclaimer: “Per redigere questa mia presentazione ho utilizzato i miei album e appunti personali e consultato vari album di altri autori e articoli nel web. Per leggere online o acquistare le copie legali di tali opere consultate segui i link:
– Sensorial primary guide di Infomontessori.com
– Album for ages 3-6 – Sensorial di montessoriteacherscollective (Moteaco)
– Montessori teacher album – Sensorial di Montessorialbum.com
– Sensorial album di wikisori.org
Basic Montessori learning activities for under fives di David Gettman
– The casa 2,5-6 years – sensorial di montessoricommons
– Sensorial development di montessoriworld.org
Module 3: Exercises of sensory development di Montitute.com
– Sensorial teacher manual di khtmontessori.com
Primary class curriculum – second year di mymontessorihouse.com
Sensorial teaching manual – primary ages di montessoriprintshop
– Early childhood curruculum – Montessori sensorial manual di montessoritraining.net
Sensorial Manual Infant and Toddler e Sensorial Manual Early Childhood
di themontessoriparent.com, che ha suggerito l’aggiunta di questo disclaimer in accordo con la sua politica di copyright.
Ho inoltre consultato i testi di riferimento di Maria Montessori per gli esercizi sensoriali:
Il Metodo della Pedagogia Scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini
La scoperta del bambino
Per una bibliografia completa delle opere di Maria Montessori vai qui.

Le bambole e l’antroposofia di Rudolf Steiner seconda parte

La “bambola Waldorf” è molto presente nel web e in molte delle nostre case,  e forse è interessante leggere cosa ne dice l’antroposofia…

Il mio personale parere è brevemente riassunto qui http://www.lapappadolce.net. Trovo però utile la pubblicazione di questi due articoli intanto per chi crede (perchè di credo si tratta, come vedrete) nell’antroposofia, perchè sono articoli  abbastanza rari,  e poi per le persone che magari sono affascinate dall’indubbia bellezza degli ambienti e dei materiali delle scuole steineriane, ma non ne conoscono i presupposti… Conoscere è importante…

Questo genere di bambola non è stato inventato da Rudolf Steiner: sono le bambole dei bambini poveri, che sempre le mamme hanno confezionato per i loro bambini prima dell’avvento della produzione in serie, della plastica, e dell’estetica e dei bisogni indotti dal marketing.

I bambini ricchi avevano la bambola di porcellana, i bambini poveri giocavano con la bambola fatta con le foglie del mais (da cui la famosa bambola annodata), o con figure intagliate approssimativamente nel legno, o con uno straccio annodato, appunto… Oppure le mamme e le nonne facevano le bambole di pezza ai loro bambini. Quello che ha fatto Steiner è stato “canonizzare” il modello e inserirlo all’interno di un complesso impianto filosofico-teologico, cosa che ha fatto praticamente con ogni possibile aspetto della vita (dall’agricoltura all’arredamento all’abbigliamento a tutte le arti e non mi dilungo). Ma così oggi ha senso parlare della bambola di pezza, come della “bambola Waldorf”, e in questo modo un’importantissima tradizione continua a vivere.

Come sempre dico, io credo che la bambola fatta a mano sia un giocattolo bellissimo, qui c’è in mio manuale se può esservi d’aiuto:

qui: ebook bambole Waldorf

bellissimo farla e bellissimo giocarci, ma mi sento libera di non credere a quanto ci si vuole mettere dietro; pure rispetto chi lo crede, se è consapevole e altrettanto rispettoso.

Questi articoli  sono comparsi in Von der Wurde des Kindes intorno agli anni ’70, il primo (Pensieri aforistici sulle bambole) a firma di Anne Schnell, il secondo (Bambole e animali nella stanza dei bambini) di Johanna Veronica Picht. Li ho rimaneggiati  parecchio nel tentativo di renderli il più comprensibili possibile a tutti. Le parti in grassetto sono quelle che più direttamente fanno riferimento alla confezione della bambola…


Bambole e animali nella stanza dei bambini

Secondo Steiner tutto ciò che il bambino vive nel suo ambiente, lascia in lui profonde impressioni, e non solo immagini-ricordo. Il bambino infatti non imita soltanto le persone, ma anche il colori, le forme, e la qualità degli oggetti che lo circondano, e imitando tutto muove in lui sentimenti, e questi sentimenti poi sono gli stessi che si trovano implicati nella costruzione dei suoi organi interni: le impronte lasciate dalle immagini divengono un ricordo indelebile scritto nel corpo del bambino.

In altre parole il corpo trattiene le esperienze dell’infanzia.

Chiediamoci dunque quale significato possono rivestire la prima bambola o il primo animale giocattolo del bambino, visto che si tratta dei due oggetti più frequentemente proposti.

Consideriamo la bambola. Ce ne sono di tutti i tipi: grandi e piccole, dure e morbide, vestite sfarzosamente o avvolte in semplici stoffe, con occhi che di aprono e si chiudono, con un meccanismo parlante; sono fabbricate in serie oppure cucite a mano, avvolte con un panno, annodate, legate o intagliate nel legno.

Eppure nessuna di queste bambole  può competere con ciò che il bambino stesso, con la sua fantasia creatrice, eleva al ruolo di bambola. Spesso è un pezzo di legno a trasformarsi in bambola, oppure un paio di pagliuzze legate fra loro, oppure una borsa dell’acqua calda avvolta in un panno. Con un vecchio pannolino si possono svolgere, la sera a letto, interessanti discussioni; oppure  una palla colorata con la sua coda di strisce colorate, di quelle che si preparano per giocare in estate, può essere portata a passeggio nella carrozzina.

E’ un bisogno primario del bambino quello di possedere una bambola, amarla, curarla e portarla in giro con sè. La bambola dà al bambino la possibilità di trasferire su di lei ciò che lui stesso sperimenta nel suo rapporto con la mamma, di confidare le proprie gioie e le proprie preoccupazioni, come si trattasse di una parte di sè, a volte dandole addirittura il proprio nome.

Il bambino secondo Steiner sta ancora compiendo il suo cammino di incarnazione ed è al tempo stesso molto aperto, con dedizione, al mondo esteriore. In lui interno ed esterno non sono ancora divisi. Così nel gioco il bambino si trova in un elemento creativo di libertà, e che offre possibilità molteplici.

Il bambino piccolo non sperimenta la bellezza esteriore della bambola, ma ciò che egli stesso ha messo della sua interiorità in ciò che per lui assume il ruolo di bambola. Se la bambola è vecchia, sporca e lacera, la mamma deve avere grande sensibilità per cogliere il giusto momento per rinnovarla o ripararla senza ferire il bambino, magari con piccole modifiche graduali.

La separazione da una bambola dovrebbe essere sempre lasciata alla decisione del bambino. Spesso la primissima bambola viene conservata per lunghissimo tempo dai bambini: la farfalla non è ancora volata via da questa bambola… Esiste un’identità di termine, nella lingua tedesca, per indicare la bambola e il bozzolo da cui si libererà poi la farfalla. La parola è Puppe per entrambi, quasi che la bambola contenesse in sè anche una farfalla che attende di volare via, come il bambino che esce dalla sua infanzia.

La bambola è un’accompagnatrice, una confidente, un’amica capace di consolare, un aiuto nel cammino del divenire dell’uomo e un sostegno a trovare se stessi. Come immagine dell’uomo  il bambino esercita con lei le qualità sociali di base.

Come deve essere una bambola, perchè possa rispondere al meglio alla sua funzione?

Intanto la bambola deve lasciare libera la fantasia infantile, quella fantasia infantile che anima la bambola (le dà un’anima): la bambola deve poter piangere o ridere, star sveglia o dormire.  Deve anche poter diventare facilmente un principe o una principessa, un bambino o una bambina. Ma non solo.

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Lavoretti per la primavera uccellini – 100 e più progetti

Lavoretti per la primavera uccellini – 100 e più progettiUna collezione di tutorial per realizzare coi bambini del nido, della scuola d’infanzia e primaria vari lavoretti primaverili sul tema uccellini…

… uccellini  origami, pittura, paper cutting, progetti di riciclo di vari materiali,  stampa, collage, mollette da bucato, riciclo, quilling, modellaggio, e anche progetti di cucito per le mamme…

___________________

1

1. uccellini – aquilotto in cartoncino, tutorial e modello pdf di http://www.allkidsnetwork.com/

2

2. uccellini – piume e cartoncino (o un rotolo di carta igienica),  tutorial di http://www.daniellesplace.com/

3

3. uccellini – pettirosso realizzato con l’impronta del piede via http://pinterest.com/ (non si riesce a risalire all’autore del lavoretto)

4

4. uccellini – uccellino realizzato con un sacchetto di carta, tutorial di http://www.education.com/activity

5

5. uccellini – collage tutto realizzato con cuori, tutorial di http://www.momentsofmommyhood.com/

6

6. uccellini – pettirosso, tutorial di  http://happyhooligans.wordpress.com/

7

7. uccellini – con un bottone… tutorial di http://notime2bbored.blogspot.it

8

8. uccellini – piatto di carta e impronta delle mani, di http://ourhomeschoolfun.blogspot.it/

9

9. uccellini – rotoli di carta igienica, di http://happyhooligans.wordpress.com/

10

10. uccellini – di sassi… tutorial di http://www.marthastewart.com/

11

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Lavoretti per la primavera: farfalle, bruchi e libellule – 50 e più progetti

Lavoretti per la primavera: farfalle, bruchi e libellule – 50 e più progetti: una collezione di tutorial per realizzare coi bambini del nido, della scuola d’infanzia e primaria vari lavoretti  sul tema …libellule farfalle bruchi origami, pittura, paper cutting, progetti di riciclo di vari materiali,  stampa, collage, mollette da bucato, quilling, modellaggio, e altro ancora…

 

1

1. farfalle, lucciole e libellule realizzate con materiali riciclati (chiavi, lampadine, mollette da bucato,…) e fil di ferro in vendita su http://www.etsy.com/

2

2. libellula di fil di ferro e perline, tutorial di http://www.cutoutandkeep.net/

3

3. scultura realizzata con carta da acquarello, molletta da bucato, scovolini, fil di ferro e pasta che indurisce (creta, carta pesta, play dough, e…), tutorial di http://www.kid-at-art.com/

 

4

4. bruco realizzato con un cartone per uova e scovolini, tutorial di http://www.notimeforflashcards.com

 

5

5. lanterna con farfalle e stelline di carta (per rivestire un bicchiere di vetro), molto semplice da realizzare. Tutorial in vietnamita ma riccamente illustrato di http://kenh14.vn/

6

6. bruco in stile  Eric Carle realizzato con le impronte delle mani, di http://www.sinkorswimblog.com

7

7. altro tutorial per realizzare farfalle e libellule con fil di ferro e perline; invece del tubicino di rame si può usare una vecchia penna o un pennarello che non scrive, facili da forare a caldo. Tutorial di http://www.birdsandblooms.com/

8

8. farfalla realizzata con scovolini, molletta da bucato e perline, tutorial di http://indietutes.blogspot.it

9

9. libellule realizzate con semi di acero, rametti e brillantini, tutorial di twigandtoadstool.blogspot.com

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Bottigliette di sale colorato

Bottigliette di sale colorato tutorial. Un’attività che piace moltissimo, adatta anche ai bambini più piccoli. Il risultato finale è davvero molto bello.


Materiale occorrente:

– bottigliette di vetro (quelle dei succhi di frutta, ad esempio)
– sale fino
– gessetti colorati
– piattini di plastica (non di carta), che di solito hanno il fondo ruvido
– un imbuto
– poca plastilina per fare il “tappo”.

 

E’ una bellissima attività che si può proporre anche ai bambini più piccoli.

Durante la colorazione del sale, lo sfregamento dei gessetti produce un suono molto piacevole, ed è il bambino stesso a decidere l’intensità di colore che più gli piace.

Anche travasare il sale nella bottiglietta è molto interessante per i bambini: il loro sale colorato è molto prezioso, e quindi sono molto concentrati ed attenti a non perderne nemmeno un granello.

Poi guardano con grande soddisfazione il sovrapporsi dei vari strati di colore ed il formarsi di accostamenti e disegni…

Come si fa:

– ogni bambino riceve un piattino, mentre sale e cestino dei gessetti viene messo al centro.

– Un lato del tavolo serve per il travaso: lì allineiamo le bottigliette di ogni bambino, poi predisponiamo un vassoietto (o un altro piattino di plastica) e un imbuto.

– In questo modo i bambini imparano ad essere concentrati nello scegliere la propria bottiglietta, e imparano a rispettare il proprio turno di lavoro. Partecipano inoltre, nell’attesa, allo svolgersi del lavoro dei compagni.

– ogni bambino versa un po’ di sale (quanto vuole, nella presentazione basta spiegare che se si vogliono avere molti colori, è meglio colorare poco sale alla volta),  quindi sceglie un gessetto colorato e comincia a strofinarlo sul sale nel piattino

 

– Quando è soddisfatto del colore ottenuto, versa il sale nella sua bottiglietta

– Quando la bottiglietta è piena fino all’orlo, si tappa col pollice e si dà qualche colpetto sul tavolo, senza esagerare per non rovinare il disegno. In questo modo si fa uscire l’aria e si evita che col tempo la bottiglietta risulti più vuota di quello che i bambini ricordano.

– Si aggiunge il sale colorato che serve per raggiungere nuovamente l’orlo della bottiglietta, e quindi si tappa con della plastilina.

Mobile in lana cardata per la culla del neonato

Mobile in lana cardata per la culla del neonato, con tutorial fotografico e istruzioni.

 

 

Materiale occorrente:

Lana cardata colorata a scelta

filo dorato

forbici, aghetto da feltro, ago lungo per bambole

filo trasparente o filo di cotone sottile

fil di ferro e nastro adesivo

una pietruzza o un cristallino forato

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Per prima cosa prepariamo un anello col fil di ferro di circa 13cm di diametro, fermiamolo con del nastro adesivo, quindi rivestiamolo con la lana cardata, avvolgendola strettamente attorno al fil di ferro:



Poi col filo sottile si preparano una serie di asole che serviranno a tenere l’anello appeso in equilibrio, e si inserisce su un filo lungo che parte dal centro la pietra o il cristallino:

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Filastrocche e tiritere per i più piccini

Filastrocche e tiritere per i più piccini: Cecco Velluto, Stellina, Arri arri cavallino, Petruzzo, La rapa e il nonno, e molte altre ancora… possono essere usate anche come testi per il teatrino.

 

Filastrocca
Zucca pelata
dai cento capelli
tutta la notte
ci cantano i grilli,
e ti fanno la serenata
zucca pelata, zucca pelata!

 

Tiritera
Cinque coccole d’alloro
quattro foglie d’insalata
una rosa profumata
sette spighe e un pomodoro.
Nove rondini nel cielo
otto penne di pavone
tre violette e un fior di melo
due formiche e un formicone,
o che numero farà.
Forse dieci , forse cento
un milione, chi lo sa?
Due sbadigli, tre sbadigli
due sospiri e dei bisbigli.
Quando il bimbo dormirà?
E. Morini Fezzati

 

Cecco Velluto
Cecco Velluto
suonami l’imbuto
suonamelo bene
c’è un bambin che viene,
viene da Roma
e porta la corona
d’oro e d’argento
che vale cinquecento,
centocinquanta
la pecorina canta,
canta il gallo
risponde la gallina,
s’affaccia Serafina
con tre corone in testa.
Bianca la sella,
bianca la gonnella,
bianco il parasole,
che arrivi un po’ di sole!
Popolare

 

Arri arri cavallino
Arri arri cavallino
per la strada del mulino
il mulino è rovinato
il mugnaio s’è legato
s’è legato alla catena
la sua moglie la fa la cena
fa la cena pel bambino
arri arri cavallino.
Popolare

 

Stellina
Stellina, mia stellina,
sei bella e sei piccina
la luna è tonda e bianca
cammina e non si stanca
il sole è d’oro fino
il cielo è, su, turchino
il mare, giù, è profondo
la terra gira in tondo
e gira intorno al sole
ci nascono le viole
ci nascono i bambini
ci nascono i pulcini
poi giran tondo tondo
e fanno come il mondo.
F. Castellino

 

Bolli bolli pentolino
Bolli bolli, pentolino,
fa la pappa al mio bambino,
la rimescola la mamma,
mentre il bimbo fa la nannna.
Fa la nanna, gioia mia,
o la pappa scappa via!
L. Schwarz

 

Filastrocca
Cavallino arrò arrò
prendi la biada che ti dò
prendi i ferri che ti metto
per andare a San Francesco
San Francesco è quella via
per andare a casa mia
per andare e per tornare
cavallino non ti stancare.
Popolare

 

Ninna nanna
Ninna nanna, ninna nanna,
non c’è latte senza panna,
non c’è gatta senza micini,
non c’è casa senza bambini,
non c’è canneto se non c’è canna
fa la ninna, fa la nanna,
M. Giusti

 

Filastrocca
Fa le fusa il bel gattino
presso il fuoco del camino
sta il bel cane nel canile
stan le pecore all’ovile
il cavallo è nella stalla
con il mulo e la cavalla
con la mucca ed il vitello
con il bue e con l’asinello
stanno i topi nel solaio
le galline nel pollaio
sta nel nido l’uccellino
nel porcile il maialino
sta la volpe nella tana
nel fossato sta la rana
la comare chiocciolina
porta appresso la casina
e se vien la pioggia o il vento
si ritira in un momento.

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Citazioni dai testi di Maria Montessori

Citazioni dai testi di Maria Montessori tratti da testi vari.

” Ciò che muove il bambino all’attività è un impulso interiore primitivo, quasi un vago senso di fame interna, ed è la soddisfazione di questa fame che lo conduce a poco a poco ad un complesso e ripetuto esercizio dell’intelligenza nel comparare, giudicare, decidere un atto, correggere un errore. ”
Maria Montessori

“La cultura si deve lasciar prendere attraverso l’attività, con l’aiuto di materiali che permettano al bambino di acquistarla da solo, spinto dalla natura della sua mente che cerca, e diretto dalle leggi del suo sviluppo”.
Maria Montessori

“La cultura è assorbita dal bambino attraverso esperienze individuali in un ambiente ricco di occasioni di scoperta e di lavoro.”
Maria Montessori

“Il bambino è padre dell’umanità e della civilizzazione, è il nostro maestro, anche nei riguardi della sua educazione”
Maria Montessori

“L’educazione comincia alla nascita.”
Maria Montessori

“La prima cosa richiesta ad un insegnante è che abbia la giusta disposizione per il suo compito”.
Maria Montessori / The Secret of Childhood

“L’abilità del maestro di non interferire arriva con la pratica, come tutto il resto, ma non arriva mai facilmente.”
Maria Montessori / La Mente assorbente

“Le radici di ogni pianta cercano, tra le molte sostanze che il suolo contiene, solo quelle di cui la pianta ha bisogno”.
Maria Montessori / La Mente assorbente

“La scuola è quell’esilio in cui l’adulto tiene il bambino fin quando è capace di vivere nel mondo degli adulti senza dar fastidio.”
Maria Montessori

“Il più grande segno di successo per un insegnante … è poter dire: “I bambini stanno lavorando come se io non esistessi.”
Maria Montessori

“Mai aiutare un bambino mentre sta svolgendo un compito nel quale sente di poter avere successo”.
Maria Montessori

“L’umanità che si rivela in tutto il suo splendore intellettuale durante la dolce e tenera età dell’infanzia dovrebbe essere rispettata con una sorta di venerazione religiosa. E ‘come il sole che appare all’alba o un fiore appena sbocciato. L’educazione non può essere efficace se non aiuta il bambino ad aprire se stesso alla vita. “
Maria Montessori

“Una prova della correttezza del nostro agire educativo è la felicità del bambino.”
Maria Montessori

“Non possiamo creare osservatori dicendo ai bambini:” Osservate !”, ma dando loro il potere ei mezzi per tale osservazione, e questi mezzi vengono acquistati attraverso l’educazione dei sensi”
Maria Montessori

“L’ambiente deve essere ricco di motivi di interesse che si prestano ad attività e invitano il bambino a condurre le proprie esperienze”.
Maria Montessori

“I bambini sono esseri umani ai quali si deve rispetto, superiori a noi a motivo della loro innocenza e delle maggiori possibilità del loro futuro”
Maria Montessori

“Il bambino è insieme una speranza e una promessa per l’umanità.”
Maria Montessori

“L’educazione è un processo naturale effettuato dal bambino, e non è acquisita attraverso l’ascolto di parole, ma attraverso le esperienze del bambino nell’ambiente.”
Maria Montessori

“La prima premessa per lo sviluppo del bambino è la concentrazione. Il bambino che si concentra è immensamente felice “.
Maria Montessori

“Il bambino diventa una persona attraverso il lavoro.”
Maria Montessori

“La terra è dove sono le nostre radici. I bambini devono imparare a sentire e vivere in armonia con la Terra. “
Maria Montessori

“L’attività individuale è l’unico fattore che stimola e produce sviluppo”.
Maria Montessori

“Le mani sono gli strumenti propri dell’intelligenza dell’uomo”.
Maria Montessori

“Per aiutare un bambino, dobbiamo fornirgli un ambiente che gli consenta di svilupparsi liberamente.”
Maria Montessori

“Queste parole rivelano l’intimo bisogno del bambino, ‘Aiutami a fare da solo’.”
Maria Montessori

“La crescita non è solo un aumento armonioso di dimensioni, ma una trasformazione.”
Maria Montessori

“La crescita deriva dall’attività, non dalla comprensione intellettuale”.
Maria Montessori

“Guardare un bambino rende evidente che lo sviluppo della sua mente passa attraverso i suoi movimenti”.
Maria Montessori

“Il bambino deve vivere in un ambiente di bellezza”.
Maria Montessori

È necessario che l’insegnante guidi il bambino, senza lasciargli sentire troppo la sua presenza, così che possa sempre essere pronto a fornire l’aiuto desiderato, ma senza mai essere l’ostacolo tra il bambino e la sua esperienza.
Maria Montessori

Se v’è per l’umanità una speranza di salvezza e di aiuto, questo aiuto non potrà venire che dal bambino, perché in lui si costruisce l’uomo. (da Educazione per un mondo nuovo)
Maria Montessori

La scrittura può essere acquisita più facilmente dai bambini di quattro anni, che da quelli di sei. Mentre i bambini di sei hanno bisogno di almeno due anni per imparare a scrivere, i bambini di quattro imparano in pochi mesi.
Maria Montessori

«Chi si proponga di aiutare lo sviluppo psichico del bambino, deve partire dal fatto che la mente assorbente del bambino si orienta sull’ambiente; e, specialmente agli inizi della vita deve prendere speciali precauzioni affinché l’ambiente offra interesse e attrattive questa mente che deve nutrirsene per la propria costruzione»
Maria Montessori, La mente del bambino

«Il movimento non è soltanto espressione dell’io, ma fattore indispensabile per la costruzione della coscienza, essendo l’unico mezzo tangibile che pone l’io in relazioni ben determinate con la realtà esterna. Perciò il movimento è un fattore essenziale per la costruzione della intelligenza, che si alimenta e vive di acquisizioni ottenute dall’ambiente esteriore»
Maria Montessori

Nella città di Mantova, gioco cantato tradizionale

Nella città di Mantova, gioco cantato tradizionale per bambini della scuola d’infanzia e primaria, con testo, istruzioni di gioco, spartito stampabile e traccia mp3.

Nella città di Mantova, gioco cantato tradizionale
Istruzioni di gioco

I giocatori sono disposti in cerchio e cantano girando in senso antiorario; un giocatore si trova al centro.

Alla frase “Tutti i soldati in piè” il cerchio si ferma e il giocatore al centro si avvicina ad un compagno.

Con lui saltella all’interno del cerchio dandogli prima il braccio destro e poi il sinistro,

mentre il cerchio batte le mani.

Il giocatore scelto rimane al centro e il gioco ricomincia.

Nella città di Mantova, gioco cantato tradizionale
Sparito e mp3

Nella città di Mantova, gioco cantato tradizionale
Testo

Nella città di Mantova
c’è una ragazza bella,
il re che l’ha saputo
vuole andare a vederla.

E si vestì da povero
col suo mantello rosso,
monta sul suo cavallo
e via se ne andò.

Quando fu a mezza strada
la sua bella incontrò,
le chiese l’elemosina
e lei gliela donò.

Mamma, mia cara mamma,
guardalo quel villano,
mi ha chiesto l’elemosina
e mi ha stretto la mano.

Figlia di quindici anni
lascialo pure andare,
è un pellegrino povero
che chiede carità.

E rimontò a cavallo
e via se la portò,
arrivano alle porte,
tutti i soldati in piè.

Evviva la regina,
evviva la regina,
evviva la regina
sposa del nostro re.

CANTI DI NATALE Lentamente va Maria

CANTI DI NATALE Lentamente va Maria con spartito stampabile e file mp3 gratuiti, e testo. Semplice canzoncina molto il uso nella scuola Waldorf, adatta a bambini della scuola d’infanzia. Spartito semplice, per flauto dolce.

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CANTI DI NATALE Lentamente va Maria
TESTO

Lentamente va Maria tra le chiare stelle d’or,
prende luce, prende gloria, per il figlio suo Signor.
Stan le stelle tutte intorno a guardar Maria che va,
recan doni che il Natale alla terra porteran.
Chiede al sole e alla luna fili bianchi e fili d’or
per cucire una vestina al bambino suo Signor.
Stan le stelle tutte intorno a guardar Maria che va,
recan doni che il Natale alla terra porteran.

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CANTI DI NATALE Lentamente va Maria
SPARTITO e file mp3 qui:

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CANTI DI NATALE Il pastore

CANTI DI NATALE Il pastore semplice canzoncina per flauto dolce e canto, in uso nella scuola Waldorf, per i più piccoli. Molto adatta ad essere inserita nelle recite natalizie. Con spartito, file mp3 e testo.

CANTI DI NATALE Il pastore
TESTO

Sento le campane lente risuonar,
il pastore chiama il suo gregge a sè.
Pecorelle bianche nell’azzurro vanno,
Guidano gli agnelli per le vie del ciel.

CANTI DI NATALE Il pastore
SPARTITO e mp3 qui:

Canto di Natale (Germania)

  • Canto di Natale (Germania) per bambini della scuola d’infanzia e primaria, per flauto dolce e canto, con spartito stampabile, file mp3 e testo gratuiti.

Canto di Natale (Germania)
TESTO

Dall’alto dei cieli discende il Signor,

ei porta alle genti un messaggio d’amor.

E gli angeli cantano: “Gloria in ciel,

e pace in terra; sia lieto ogni cuor!”.

Canto di Natale (Germania)
SPARTITO e mp3 qui:

CANTI DI NATALE Avvento

CANTI DI NATALE Avvento – una canzoncina tipica della scuola Waldorf, per flauto dolce e canto. Con spartito stampabile, e testo gratuiti.

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CANTI DI NATALE Avvento
TESTO

Non s’odon più gli uccelli in ciel,

più nulla ormai fiorisce,

offusca il sole un cupo vel,

e tutto intristisce.

Or vedo stelle in ciel brillar,

la fiamma accendo ancor,

oscura notte a illuminar,

poichè viene il Salvator.

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CANTI DI NATALE Avvento
SPARTITO STAMPABILE e file mp3 qui:

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Preparare l’ambiente per iniziare a lavorare col metodo Montessori a casa e a scuola

Preparare l’ambiente per iniziare a lavorare col metodo Montessori a casa e a scuola. Un grande vantaggio dato dal costruire i materiali di apprendimento ed organizzarli in proprio a casa come a scuola, è che il bambino può partecipare al lavoro.

Questa è un’esperienza meravigliosa e che sicuramente può diventare parte integrante della programmazione scolastica, insieme a tutte le altre materie di apprendimento.

Il bambino può partecipare alla realizzazione di mensole e scaffali, ad esempio, carteggiando e dipingendo. Può partecipare all’assemblaggio delle parti imparando a prendere misure e via via ad utilizzare correttamente i vari attrezzi.

In classe i materiali sono collocati su scaffali bassi, organizzati per materia, secondo una configurazione generale semplice e ordinata.

Questi scaffali sono a due o tre ripiani: la mensola più alta non dove superare l’altezza dei bambini e deve essere raggiungibile comodamente.

Il materiale viene sempre rimesso nello stesso posto sullo scaffale, in modo da trasmettere affidabilità e la sensazione che il materiale è sempre presente, quando serve.

Tradizionalmente i materiali vengono conservati all’interno di scatole di legno, ma questa soluzione può risultare molto costosa. E’ quindi più semplice utilizzare scatole di cartone, avendo cura di dipingerle o rivestirle cercando di creare un insieme ordinato e coordinato.

L’arredamento tradizionale di una classe Montessori comprende infine riproduzioni di opere d’arte alle pareti, delle piante delle quali il bambino possa occuparsi ogni giorno, ed anche piccoli animali come pesci e criceti.

photo credit: http://parentingsquad.com/

Trasformare i vari ambienti della casa, oltre che lo spazio destinato a fungere da “classe” in funzione di un approccio montessoriano all’istruzione ed all’educazione non è così difficile.

Sia che la vostra casa sia spaziosa e ben attrezzata o invece piccola, con un po’ di sensibilità ed attenzione è possibile creare un ambiente familiare che segue le linee guida indicate da questa pedagogia per aiutare lo sviluppo armonico del bambino.

Le aree di vita comune, come soggiorno, cucina e sala da pranzo dovrebbero contenere anche elementi di arredo a misura di bambino, in modo tale da permettergli di partecipare alla vita domestica essendo indipendente nel gestire le varie situazioni quotidiane: ad esempio prendere un bicchiere da solo quando ha sete, un libro se desidera leggere, ecc…

photo credit: http://www.melanieandersen.com/

A maggior ragione la cucina e la dispensa dovrebbero anch’esse avere arredi a misura di bambino, e gli alimenti dovrebbero essere riposti in basso per permettere al bambino di prepararsi da solo la merenda, ad esempio, oppure di partecipare con gli adulti alla preparazione dei pasti.

photo credit: http://www.melanieandersen.com/

Tenere sempre uno sgabellino o un qualsiasi altro rialzo in prossimità del lavello è un’idea ottima.

Creare mobili bassi, tavolini, librerie, ecc… per le stanze comuni della casa, come per l’area di gioco, permette al bambino di unirsi agli adulti nella pratica delle attività quotidiane e gli consente di avere all’interno di ogni stanza della casa il suo spazio, anche in mezzo a tantissimi oggetti troppo grandi per lui.

Assicurarsi che il bambino sia sempre in grado di avere accesso alle cose che desidera toccare ed usare, ma anche insegnargli come vanno usate correttamente. Ad esempio non aver timore ad insegnare come maneggiare con cura un CD prendendolo con due mani sul bordo (per le sue manine farlo con una mano sola come facciamo noi è impossibile).

Il bagno dovrebbe essere totalmente accessibile per il vostro bambino, e dovrebbe poterlo usare in maniera indipendente. Sgabellini per il lavello e rialzi per il wc sono un must, insieme con gli scaffali bassi per gli oggetti di uso frequente come lo spazzolino da denti. Creare luoghi dedicati per tutti gli oggetti d’uso quotidiano aiuta il bambino a sviluppare e mantenere un senso di ordine nel suo spazio.  Non trascurare anche di installare porta asciugamani, ganci e porta abiti bassi.

Camera da letto
Ripiani bassi, cassetti, grucce del guardaroba basse, creano per il vostro bambino un ambiente gestibile anche in camera da letto, e gli permettono di mantenere, modificare e utilizzare con facilità tutte le sue cose. Non è difficile mantenere un ambiente pulito e ordinato , se tutto (giocattoli, libri, scarpe, ecc…) ha un posto dedicato, accessibile, facile da usare.

Un buon accorgimento è anche predisporre un armadietto o uno scaffale per gli oggetti di uso più frequente (ad esempio scarpe, zainetto, giacca, ecc…) e tutto quello che serve al bambino per uscire di casa. Questo spazio può essere o vicino alla porta della sua camera, oppure alla porta d’ingresso.  Questo lo aiuterà immensamente a prepararsi ogni giorno per andare fuori.

E’ sempre fondamentale ricordare che secondo il metodo Montessori sono i bambini stessi a farsi carico del proprio processo di apprendimento, sperimentando in modo indipendente attraverso un processo fatto di sperimentazione, errore e scoperta.

In casa come a scuola aiuta l’indipendenza e la sperimentazione predisporre l’ambiente in modo tale che il bambino possa partecipare alle attività di vita pratica, ad esempio:

– elementi che richiedono di essere spostati con due mani, come vassoi o piatti da tavola;

– imparare vestirsi e svestirsi da soli con indumenti che presentano cerniere, lacci, bottoni e altre chiusure;

– strumenti per travasare ingredienti da un contenitore all’altro a misura di bambino (soprattutto in cucina)

– uno scolapiatti posto in basso nel quale mettere e togliere le stoviglie, oppure caricare e scaricare la lavastoviglie;

– apparecchiare e sparecchiare la tavola;

– strumenti per la pulizia di casa a misura di bambino (scopa, paletta, spugne, spazzoloni, ecc…)

– occuparsi di piante in vaso o fiori recisi.

Per lo sviluppo sensoriale del bambino, questi sono esempi di attività che possono presentarsi tutti i giorni, a casa come a scuola:

– srotolare i tappeti per lavorare ai materiali di apprendimento;

– piegare tovaglioli e altro in cucina;

– esplorare forme e colori degli oggetti presenti nelle stanze;

– esplorare forma e qualità degli alimenti (frutta, ortaggi, altro…)

– manipolazione di oggetti di dimensioni variabili in scala, ordinandole per altezza, lunghezza, diametro, o tutti e tre.

Quando si inizia a lavorare col metodo Montessori, presto ci si accorge di come ogni attività prettamente scolastica finisce con l’intersecarsi con la vita quotidiana, e si scoprono sempre modi nuovi per esercitarsi e sperimentare.

Tornando invece all’area appositamente dedicata allo studio, ricapitoliamo i punti essenziali dell’ambiente:

– piccoli vassoi che il bambino sia in grado di gestire facilmente

– scatole con coperchio di diverse dimensioni

– tappeti e contenitori idonei a contenerli, ad esempio una mensola bassa dello scaffale, oppure un cesto a bordi alti

– tavolo, scrivania, sedie  a misura di bambino

– scaffali che costituiscano aree separate per le diverse materie del programma scolastico, con tutti i materiali necessari per ogni sezione

– opere d’arte per le pareti

– lavagne bianche con pennarelli colorati

– mensola della natura dove conservare oggetti naturali e reperti (nidi d’uccello, alveari, foglie, sassi, ecc…)

– sgabellini per raggiungere lavandini e altre zone non a misura di bambino

– ripiani bassi

– una buona illuminazione per il lavoro e la lettura

– piante, pesci o piccoli animali.

Se lo spazio che avete a disposizione è molto piccolo, vedrete che l’uso dei tappetini vi sarà molto utile, in quanto il bambino potrà lavorare sul pavimento e poi mettere via tutto alla fine dell’esercizio.

Come già detto, questo tappetino serve a diversi scopi. Inizialmente aiuta il bambino a delineare il suo spazio fisico sul pavimento per il lavoro. Ma questa non è la funzione più importante. La delimitazione dello spazio fisico aiuta la stessa organizzazione di pensiero del bambino, portandolo a concentrarsi all’interno di questo spazio. Inoltre se il materiale a cui sta lavorando è molto ingombrante, questo, a differenza del tavolo, è uno spazio facilmente estensibile, aggiungendo altri tappeti.

L’altra funzione fondamentale è quella di fornire una superficie stabile per la costruzione verso l’alto, ad esempio con la torre rosa (per saperne di più http://www.lapappadolce.net/la-torre-rosa/) o verso l’esterno con materiali quali ad esempio le spolette dei colori.

photo credit: Gonzaga arredi

(per saperne di più http://www.lapappadolce.net/5-spolette-dei-colori/)

Così i bambini  sono in grado di fare propria attraverso la pratica questa capacità mentale di creare un’area di lavoro e lavorare in qualsiasi altro contesto, come un museo nel corso di una visita, una coperta sul prato durante una gita di classe, ecc…

 

Indicazioni montessoriane per il lavoro artistico e manuale

Indicazioni montessoriane per il lavoro artistico e manuale. Attraverso il lavoro manuale e l’arte i bambini perfezionano i loro movimenti,  sperimentano la gioia di creare e sono stimolati intellettivamente alla conoscenza dei principi della tecnica.

Si risveglia la loro capacità di apprezzare il valore artistico degli oggetti: colore, linea, modello, struttura, design e diventano appassionati osservatori del mondo che li circonda.
Dal lavoro manuale e dalla pratica dell’arte i bambini imparano il senso del loro valore delle cose e sperimentano una grande soddisfazione interiore.

La creatività dei bambini si sviluppa a partire dalla conoscenza.
Le potenzialità creative si espandono quando il bambino sviluppa la capacità di osservare, impara ad utilizzare in modo efficace ed efficiente gli strumenti, affina il movimento delle dita, ha la possibilità di ammirare esempi e di fare esperienze dirette.

E’ un errore lasciare i bambini alla loro “ignoranza” nella convinzione che in questo modo li si rende liberi di essere creativi.

La creazione casuale non è arte. La vera creatività è uno sforzo consapevole, pianificato, attuato con finalità definite.

Non dobbiamo aver paura di insegnare ai bambini quello che prima di loro i nostri migliori artisti ed artigiani hanno imparato. Ciò non significa che i bambini non siano in grado di gestire da soli i materiali, solo che devono essere indicate loro quali sono le potenzialità dei materiali stessi.

Noi dobbiamo semplicemente insegnare ai nostri bambini ciò che prima di loro abbiamo imparato, sapendo che ciò ha uno scopo: dopo aver imparato le basi, il bambino può andare lontano e ottenere grande piacere dal lavoro manuale ed artistico realizzando le proprie idee creative. Ma al fine di sviluppare la creatività, è prima necessario un passaggio di conoscenze.

C’è un modo per utilizzare un particolare strumento, per poterne trarre la massima utilità; un uso improprio può danneggiare gli strumenti e soprattutto lasciare il bambino insoddisfatto dal loro uso.
E’ importante dare ai bambini buoni strumenti da utilizzare, e materiali che può controllare e manipolare facilmente.

Le forbici devono tagliare bene; un grande set di matite colorate, nel quale siano presenti molte tonalità diverse di ogni colore, permetterà ai bambini di sviluppare una comprensione più precisa del colore; i pennelli devono essere di buona qualità e devono essere messi a disposizione in una vasta gamma di dimensioni per consentire ai bambini di sviluppare una maggior abilità nella pittura.

L’arredamento e gli strumenti della falegnameria devono essere di dimensioni adeguate alla loro corporatura, ma ben progettati e funzionali.
Un bambino di 5 o 6 anni può trascorrere anche molte ore a martellare chiodi su un blocco di legno, ma dopo questa prima fase in cui gode della semplice sperimentazione della tecnica, desidera fare qualcosa, realizzare un progetto che possa essere completato in tempi relativamente brevi, come un semplice aereo.

Bisogna sempre mostrare ai bambini le tecniche e le procedure che seguono gli artisti e gli artigiani veri nel loro lavoro. Se si vuole insegnare a un bambino la tecnica per la pittura ad acquarello, è bene proporgliela su un foglio leggermente inclinato piuttosto che su un cavalletto verticale, dove il colore scivolerebbe in modo incontrollato e la carta bagnata si arriccerebbe.

Bisogna insegnare ai bambini la cura e la corretta manutenzione degli strumenti: come lavare ed asciugare i pennelli ecc… Quando si cammina con le forbici, bisogna insegnare a tenerle con la punta rivolta verso il basso, quando le di devono passare a un altro, bisogna insegnare a farlo porgendole dalla parte dell’impugnatura.
Per quanto riguarda i lavori realizzati, la loro conservazione è molto importante. I bambini dovrebbero avere delle cartelline abbastanza grandi da contenerli, e queste cartelline possono essere periodicamente portate a casa, per poi essere riportate a scuola.

Normalmente non si espongono i lavori alle pareti dell’aula, perché l’ambiente va mantenuto il più possibile tranquillo e l’attenzione dei bambini deve essere diretta principalmente verso i materiali di apprendimento e gli altri oggetti di particolare interesse.

Anche proteggere l’ambiente di lavoro è molto importante. I bambini devono indossare grembiuli e devono coprire i banchi con i giornali prima di usare la colla o i colori da pittura.

Una volta apprese le tecniche, l’insegnante fornisce modelli che i bambini possono realizzare autonomamente, sfruttando le loro nuove competenze, oppure essi stessi possono realizzare progetti propri. E’ importante che inizialmente i lavori possano essere conclusi in poco tempo, una o due lezioni al massimo.

Oggi il lavoro manuale è spesso considerato inferiore al lavoro dei colletti bianchi, e così anche a scuola il lavoro della mente è considerato superiore all’utilizzo delle mani. Dobbiamo stare attenti a non perpetuare questo atteggiamento.

Oltre alle tecniche artistiche ed artigianali, il lavoro manuale può essere rivolto alla studio della natura, alla fisica, agli studi sociali, alla matematica, alla musica e altro.

Applicato allo studio della natura, il lavoro manuale insegna ad essere osservatori appassionati, a guardare la tela di un ragno e trarre le proprie conclusioni,… Lo studio della geografia è accompagnato dalla realizzazione di mappe e globi, e anche l’arte in generale diventa geografia culturale, ad esempio con la realizzazione di maschere. Molte attività manuali possono arricchire lo studio della matematica.

E’ utile ed interessante raccontare ai bambini le storie di alcuni dei grandi artisti del passato e contemporanei, e portarli a capire come ciascuno di questi artisti ha dovuto imparare tutto quello che stanno imparando loro, prima di creare grandi opere.
Hanno dovuto imparare a macinare i colori, a preparare la tela, a fare schizzi; hanno dovuto trascorrere anni di apprendistato prima che il maestro desse loro l’autorizzazione a dipingere, fosse anche solo una parte di uno sfondo o un albero.

E’ importante avere buoni libri d’arte in aula, in modo che i bambini possano sedersi e guardarli. Bisogna insegnare ai bambini a porre il libro sul tavolo ed a girare le pagine con cura.

E’ una buona idea anche avere una o due belle pitture in aula, appese al livello degli occhi dei bambini.

Naturalmente oggi è possibile visitare tutti i grandi musei nel web. Il computer quindi assiste lo studio dell’arte e può aiutare tutti noi a conoscere ed apprezzare la grande arte, acquisire familiarità con i vari stili artistici, e sviluppare la nostra sensibilità per gli elementi di design.

Nella pratica dell’arte a scuola, è bene mostrare ai bambini begli esempi di opere provenienti da tutto il mondo; questo collega la propria esperienza personale alle espressioni creative di persone provenienti da culture diverse.

La “pedagogia” steineriana e una doverosa premessa

La “pedagogia” steineriana e una doverosa premessa. A tutte le indicazioni date nel sito relative alla Pedagogia steineriana, devo fare una doverosa premessa.

Questa pedagogia, infatti, rientra in un sistema organizzato, messo a punto (i sostenitori preferiscono usare i termini “fondato” o “donato”) da Rudolf Steiner, e che abbraccia praticamente ogni possibile aspetto dell’umano, compresi esoterismo, religione,  misticismo, spiritualismo, occultismo, e che passa per abbigliamento e acconciatura, alimentazione, sessualità, economia, e insomma abbiamo capito…

Le persone che abbracciano questo sistema si definiscono “antroposofi” da “antroposofia”, appunto (o “Scienza dello Spirito”). La definizione di “movimento religioso” non viene però assolutamente accettata dagli antroposofi.

La pedagogia steineriana, si tiene a precisare con estrema fermezza e a garanzia di una certa ortodossia negli ambienti steineriani,  non è un metodo, ma si fonda imprescindibilmente sull’Antroposofia.

Per chi volesse approfondire la questione, esiste una quantità di materiale praticamente sterminato: ci si può fare una piccola idea semplicemente scorrendo il catalogo delle Edizioni Antroposofiche, dove abbondano  le parole occulto, cristico, iniziazione, spirituale, karmico ecc…

Io personalmente, e nel rispetto del credo e del pensiero di tutti, amo della pedagogia  e della didattica, indipendentemente dalla matrice ideologica o religiosa di riferimento,  tutto quello che porta al bambino magia, bellezza, gioia di apprendere. E tutto ciò che è utile a “tirar fuori” il meglio da ognuno, e a rimuovere ostacoli nell’apprendere. E’ l’unico aspetto che mi interessa. Cerco di scegliere con buonsenso, con senso critico sempre vigile, e liberamente.

Se il tale approccio rappresenta una risposta per i bambini  reali che seguo, lo scelgo.

Altrimenti no.

I tratti più illuminati di questa pratica pedagogica, a mio parere, si trovano nel piacere-diritto alla lentezza, nella capacità di attingere alla tradizione popolare europea per riscoprire i ritmi della natura, nel contrastare con la bellezza le tendenze materialistiche e consumistiche che troppo attaccano il  mondo dell’infanzia, nella possibilità di valorizzazione all’interno della scuola non solo i bambini “brillanti” da un punto di vista intellettivo.

E poi ad ognuno le proprie considerazioni…

Del resto non si può nemmeno negare che le Scuole Steineriane, almeno in Italia, svolgono anche un nobilissimo ruolo di “rifugio” (e senza nemmeno la preoccupazione dell’esame di passaggio come avviene nell’homeschooling) per tutti quei bambini che non sono in grado di frequentare con successo o per lo meno senza sofferenza, classi di 30 alunni in questa “nuova” scuola pubblica.

photo credit: http://southerncrossreview.org/68/sagarin-waldorf.htm

Io credo che, volendo portare ai bambini elementi della pratica steineriana, al di fuori della scuola steineriana, si possa decidere con le famiglie dei bambini se festeggiare San Martino, il Natale, ecc… e se la cosa non offende in alcun modo il pensiero o il credo religioso di nessuno, si festeggia. E’ un bel modo per sentire i ritmi delle stagioni, (tutte le festività cristiane affondano le loro radici nella tradizione contadina precristiana-pagana) e soprattutto per scandire l’anno con giorni speciali e più gioiosi degli altri. Ma la stessa cosa si può fare anche in tantissimi altri modi.

Che poi San Michele sia un essere spirituale ecc… o meno, non è cosa della quale si occupa la scuola. Posso non crederlo, ma anche rispettare chi lo crede, se ha altrettanto rispetto.

E’ l’atteggiamento che ho tenuto anche all’interno della scuola steineriana, per un po’ con successo. Poi la convivenza è diventata impossibile, per me e soprattutto per “loro”  😉

 

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Cenni sulla pedagogia Steiner-Waldorf

(testi ad uso “esterno”, privi dei tipici termini steineriani che invece abbonderebbero in una versione per “uso interno”)

La pedagogia Steiner-Waldorf si fonda su un’attenta osservazione delle tappe evolutive del bambino.
Lo sviluppo armonico del bambino come centro di ogni attività didattica è l’obiettivo che viene perseguito, tenendo conto dell’integrità della persona nei suoi aspetti corporei, emozionali ed intellettivi. Le attività proposte vengono quindi indirizzate alle aree motoria, affettiva e cognitiva in modo ritmico ed equilibrato.
L’insegnante ha il compito di aiutare il bambino nell’armonioso sviluppo di tutti i suoi elementi costitutivi, di favorirne la crescita, di aiutarlo ad affrontare e superare gli ostacoli che via via si possono presentare.

Il bambino in età prescolare è un essere che assorbe tutto ciò che gli proviene dall’ambiente e dalle persone che lo circondano: sensazioni, stimoli di varia natura, parole.
In questa età ciò che educa è il modo in cui l’adulto che gli sta vicino, pensa, sente, parla ed agisce. Il gesto esteriore come l’atteggiamento interiore ci chi lo circonda raggiunge il bambino, lasciando una profonda traccia nel suo linguaggio, nei suoi sentimenti e nel suo modo di pensare e di agire.
All’età di sei sette anni il legame immediato ed imitativo del bambino col mondo gradualmente recede e lascia spazio ad una nuova forma di rapporto con la realtà sempre più cosciente.

Al bambino tra i 7 ed i 14 anni le conoscenze devono essere trasmesse attraverso il sentimento e l’esperienza, e  per questo nelle scuole Waldorf viene attribuita grande importanza all’attività artistica e manuale.

L’arte nella scuola Waldorf non è intesa come un’aggiunta di attività didattiche al piano di studi (musica, recitazione, pittura, modellaggio, scultura, ecc…), ma è insita nel modo stesso di presentare tutte le materie di studio. Lavorare per immagini, rintracciare i fili che collegano le cose tra di loro e all’uomo, significa ritrovare ciò che le cose e gli esseri sono ed esprimono prima di venire catalogati, definiti, analizzati. Come la lingua madre si impara ben prima di studiare la grammatica, così tutte le discipline vengono proposte in modo creativo e ricco di immagini per giungere in un secondo tempo alla loro sistematizzazione scientifica.

 

Le caratteristiche didattiche che contraddinguono la scuola Waldorf sono:

il maestro unico, che resta l’insegnante di riferimento della classe per tutti gli otto anni del primo ciclo di istruzione (elementari e medie). Il maestro di classe è dunque colui che assiste a tutte le fasi di crescita di ogni bambino per un lungo arco di tempo, e diventa la guida e il sostegno cui rivolgersi con fiducia, conoscendo il  bambino nel suo contesto biografico e la sua famiglia. Suo compito è anche quello di confrontarsi con gli altri docenti nel Consiglio di Classe e coordinare le attività didattico-educative;

il Collegio Docenti, che si riunisce settimanalmente per valutare i processi di apprendimento dei bambini, il raggiungimento degli obiettivi, e per delineare le strategie e gli interventi pedagogici. Il medico scolastico, oltre alla normale attività sanitaria, affianca gli insegnanti del Collegio nella valutazione del processo evolutivo dei bambini;

insegnamento ad epoche. L’insegnamento delle discipline viene condotto all’interno di una ripartizione a periodi, chiamati “epoche”. Le discipline non si susseguono giornalmente secondo un orario spezzato, ma vengono proposte dall’insegnante una per volta, nella prima parte della mattinata, per un periodo di tempo continuativo che va dalle tre alle quattro settimane (epoca di Storia, epoca di Matematica, epoca di Grammatica, ecc…). Senza la frammentazione si favorisce lo sviluppo della capacità di concentrazione, la comprensione, l’acquisizione e la padronanza da parte del bambino dei contenuti proposti. Dopo le ore di “epoca”, nella seconda parte della giornata si alternano tutti gli altri insegnamenti, comprese alcune ore di esercitazione di Italiano e Matematica, che vanno ad integrare l’insegnamento ad epoche.

assenza di libri di testo. I bambini producono essi stessi i libri di studio, dedicandosi alla costruzione di quaderni dove, sotto la guida del maestro, confluiscono  in forma artistica i contenuti salienti di ogni materia.

ricchezza della proposta didattica. Nella scuola Waldorf viene proposta ai bambini una molteplicità di attività didattico-educative, per permettere uno sviluppo equilibrato di tutte le loro potenzialità: musica strumentale, canto, danza, recitazione, pittura, disegno, modellaggio, lavori manuali, artigianato, agricoltura, ecc… In tal modo l’abituale differenza che si crea nella scuola tra allievi intellettualmente dotati e meno dotati perde molta della sua importanza: ogni bambino, in qualche elemento della sua personalità, possiede delle doti ed è compito dell’insegnante scoprire e valorizzare qualità e capacità di ognuno.

. due lingue straniere. Sin dal primo anno di scuola primaria si inizia a far vivere ai bambini l’esperienza di due lingue straniere attraverso un approccio inizialmente solo orale, con canti, giochi, filastrocche e girotondi che avvicinano con naturalezza e gioia ai modi, alle espressioni, ai fonemi, che vengono assorbiti ed imitati come avviene con la lingua madre. Negli anni successivi vengono introdotte gradualmente la scrittura, la lettura e l’analisi della lingua;

la comunità-scuola. Nella pedagogia Waldorf viene data grande importanza allo sviluppo del senso comunitario, per esempio con le feste stagionali. Inoltre ci sono le “feste del mese”, dove tutte le classi della scuola, dalla prima all’ottava, propongono agli altri alunni della scuola, ai maestri ed ai genitori, rappresentazioni artistiche di vario genere, rendendoli partecipi del lavoro da ognuno svolto nelle lezioni. Questi incontri sviluppano un sano senso sociale e creano interesse per gli altri. I più piccoli, di fronte all’esibizione dei più grandi, sono pieni di ammirazione e sentonon che anche loro, un giorno, saranno in grado di fare altrettanto; i più grandi possono rivivere esperienze significative del loro passato;

valutazione. I genitori ricevono periodicamente dagli insegnanti una relazione che riguarda il comportamento ed i progressi del bambino in ogni ambito, inserendo non solo gli aspetti non solo prettamente legati al raggiungimento di obiettivi didattici. Al bambino invece viene consegnata una breve storia o una poesia che, con un linguaggio artistico, rispecchia il suo carattere, i talenti, le qualità, e fornisce una qualche chiave che in prospettiva può aiutarlo a progredire. Il documento di valutazione ufficiale, invece, è destinato solo ai genitori.

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Il curricolo nella scuola primaria Waldorf

(per farsi un’idea di quanto espresso nella premessa)

Classe prima: la fase di passaggio fra scuola d’infanzia e scuola primaria

Il bambino nel primo anno di scuola viene accompagnato nell’esperienza delle forme e dei suoni delle lettere dell’alfabeto e dei simboli numerici e nell’acquisire il giusto atteggiamento nei confronti della scuola, adeguandosi alle sane abitudini ed al ritmico lavoro della classe.

I maestri lavorano affinchè i bambini formino un gruppo coeso, che mostra interesse per gli altri e sa ascoltare.

Il primo biennio (classi seconda e terza)
I primi tre anni di scuola hanno un’impronta unitaria. Tutto ciò che è stato avviato in prima classe, viene portato avanti in modo che il bambino si trovi inserito con vivacità e naturalezza negli elementi plastico-pittorici e musicali-linguistici presenti nelle varie materie di insegnamento.

Il secondo biennio (classi quarta e quinta)
Il nono anno rappresenta una cesura importante e richiede da parte degli insegnanti e degli educatori la massima attenzione. E’ l’età in cui per il bambino si compie  il  vero distacco dall’ambiente, fino ad ora ha vissuto con naturalezza. La coscienza di sè aumenta. Questa fase richiede molto tatto e molta saggezza da parte dell’educatore, che deve cercare di salvaguardare i bambini dalle delusioni a cui a quest’età vanno facilmente incontro, soprattutto nei confronti degli adulti.

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Italiano scrittura

In PRIMA CLASSE la scrittura si sviluppa a partire dal disegno pittorico. Dapprima il bambino non ha un rapporto col disegno astratto dei caratteri grafici delle lettere (anche nella storia si può notare come l’umanità abbia sviluppato l’alfabeto da una scrittura ideografica).

Se si mette il bambino a contatto direttamente con la scrittura convenzionale, si provoca in lui un precoce invecchiamento.

La natura umana in divenire richiede che si progredisca dalla forma artistica a quella intellettuale, che l’attività della testa scaturisca dall’attività manuale, vale a dire dalla pittura e dal disegno, alla scrittura e alla lettura. Tramite racconti si caratterizzano da un lato i sentimenti che si esprimono nelle vocali (nella A la meraviglia, nella U la paura, …), dall’altro le consonanti come immagini degli oggetti del mondo esterno (M di monte, V da valle, S da serpente…).

Dal disegno di tali immagini viene poi ricavata la relativa lettera.

Se per esempio per scrivere la F facciamo imitare al bambino la forma di una falce, gli avremo dato una lettera in forma di immagine. Si procede con un ritmo di tre giorni: primo giorno racconto, secondo giorno disegno guidato, terzo giorno lettera.

La mano, scrivendo, deve eseguire qualcosa che l’occhio ha prima guardato con compiacimento, e l’occhio deve guidare la penna con amore. Allora la scrittura sarà bella e caratteristica. Vengono utilizzati quaderni bianchi e senza righe. Prima di impegnare il bambino nell’ortografia, si cura la sensibilità del bambino per la lingua e per le diverse lunghezze dei suoni attraverso il canto e la recitazione.

E’ estremamente importante che le discipline apparentemente più lontane, confluiscano l’una nell’altra in modo unitario.

In SECONDA CLASSE si passa allo stampato minuscolo ed al corsivo. Gradualmente il bambino deve imparare a riassumere ciò che gli è stato raccontato e poi a descrivere brevemente ciò che ha appreso.

Per la scrittura si fa ancora uso delle cerette e delle matite colorate. Si dedica particolare cura alla struttura ed articolazione del linguaggio. La sensibilità per i suoni brevi lunghi accentati deve arrivare ad una certa consapevolezza. L’ortografia si perfeziona soprattutto attraverso l’ascolto.

In TERZA CLASSE si cerca di ampliare la capacità di riferire per iscritto quando è stato visto o letto. L’ortografia viene esercitata attraverso l’articolazione del linguaggio, l’ascolto e il parlare.

In QUARTA CLASSE la capacità acquisita di riferire e riassumere per iscritto deve essere applicata nella composizione di lettere di ogni genere, anche commerciali.

In QUINTA CLASSE il bambino non deve più limitarsi a riferire liberamente ciò che ha sentito o letto, ma deve cominciare a servirsi del discorso diretto.

E’ importante che a quest’età si sviluppi la capacità di distinguere la propria opinione da quella altrui; il bambino deve essere in grado di riferire cose che lui stesso ha pensato, visto e udito o di riportare il parere di altri.

In tutto ciò che scrive ed espone deve imparare a tener conto di questa differenza, deve approfondire l’uso dei segni di interpunzione, delle virgolette, …

 

photo credit: http://www.torontowaldorfschool.com/

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Materiale narrativo

Il materiale narrativo per la PRIMA CLASSE verrà scelto tra le fiabe classiche con le loro immagini così vivide, stimolanti per le forze rappresentative e ricche di profondi misteri, o tratto da aspetti evidenti della realtà esteriore. Tutto acquista efficacia se è espresso con un linguaggio chiaro, distinto, pittoresco, colorito. Nella scelta delle poesie si tiene conto della melodia, della rima, del ritmo e della metrica.

In SECONDA CLASSE dalla fiaba si passa alla favola e alle leggende, soprattutto sulla vita e le imprese dei santi cristiani,  uomini alla ricerca della perfezione.

In TERZA CLASSE Nella scelta delle poesie oltre al ritmo ed alla melodia, si cerca la bellezza espressiva, Il racconto in questa classe viene attinto dalle storie dell’Antico Testamento, che rappresentano per la pedagogia steineriana l’inizio della storia culturale del mondo.

In QUARTA CLASSE il materiale di lettura  e narrativa viene attinto dalla mitologia nordica e germanica e dalle imprese degli eroi antichi.

In QUINTA CLASSE la lettura e la narrazione vertono sulla mitologia classica greca.

photo credit: http://www.torontowaldorfschool.com/lower_school/grade_5/index.php

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Grammatica

In SECONDA CLASSE i primi elementi di Grammatica devono essere integrati in modo piacevole nel racconto, senza far mai mancare una certa nota umoristica.

Si inizia col verbo, che per il bambino è l’elemento più vivo. Se pensa un’azione, il bambino prova subito il desiderio di muoversi; se pensa al verbo “martellare” ad esempio, è portato a compiere il gesto con le braccia. L’aggettivo qualificativo lo lascia più indifferente: le qualità degli oggetti le sperimenta con il sentimento e non col fare (volontà).

I sostantivi poi sono ancora più estranei alla sua natura: freddi, astratti, oggetti del puro pensare. Così la grammatica viene sperimentata umanamente. Si introduce la costruzione della frase, in modo semplice ed evidente, tenendo presente che la grammatica a quest’età deve rappresentare una tacita presa di coscienza di un qualcosa che già è usato istintivamente.

Addentrandosi nelle leggi del linguaggio si tocca la grandezza dell’Io umano che evolve lentamente nella vita.

In TERZA CLASSE il bambino deve avere una visione dell’analisi grammaticale e della costruzione della frase, e imparare l’uso dei segni di interpunzione.

In QUARTA CLASSE deve venir spiegato con chiarezza il significato dei tempi dei verbi e delle coniugazioni e si deve fare in modo che i bambini imparino a sentire istintivamente il rapporto che lega la proposizione alla parola. La lezione di italiano tra i nove e i dieci anni deve soprattutto accentuare l’aspetto plastico e strutturale del linguaggio.

In QUINTA CLASSE il bambino deve imparare a sentire la differenza tra la forma attiva e la forma passiva del verbo.

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Lezioni di vita pratica (o scienze umane integrate)

in TERZA CLASSE con questi argomenti si cerca di  favorire un inserimento cosciente nella realtà circostante. Si può spiegare come avviene la preparazione della calce e il suo uso nelle costruzioni, la coltivazione dei campi, l’aratura e la semina, inoltre si fanno conoscere i vari cereali.

Si fa sentire che l’animale ha bisogno della pianta per nutrirsi, e che la pianta richiede l’apporto dell’animale per la concimazione e del minerale come nutrimento e sostegno.

Si suscita così la sensazione che tutto quanto esiste al mondo è legato da una connessione meravigliosa e si risveglia un senso di riconoscenza verso ciò che sta sopra l’uomo. Da questo aspetto di sentimento si torna però sempre al campo pratico, predisponendo attività pratiche di agricoltura.

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Lingue straniere

in PRIMA CLASSE si sperimenta la lingua parlata, attraverso esercizi di conversazione e servendosi di canzoni, filastrocche e poesie, per formare l’orecchio per il ritmo, la melodia ed il suono della lingua straniera.La grammatica non  viene studiata.

La tendenza all’imitazione, ancora molto marcata a quest’età, e la grande plasmabilità degli organi vocali che  hanno permesso al bambino l’apprendimento della lingua madre, non devono restare inattive e possono venire impiegate per un primo approccio con le lingue straniere.

Nel secondo biennio l’insegnamento prosegue in forma orale, mirando però sempre più alla conversazione, in particolare costruite sulle professioni dell’uomo e sull’ambito familiare. Si imparano inoltre i giorni della settimana, i mesi e le stagioni. In terza classe si introduce la scrittura delle lettere dell’alfabeto e dei primi vocaboli.

In QUARTA CLASSE si inizia la grammatica delle lingue straniere in rapporto al grado di coscienza raggiunto dai bambini. Dalla poesia, che nei primi tre anni era stata il tema quasi esclusivo delle lezioni di lingua, si passa alla prosa. La grammatica viene esercitata in modo induttivo, sevendosi di esempi liberamente scelti e facendo studiare a memoria non gli esempi, ma le regole. Si inizia la coniugazione del verbi. Si inizia anche a scrivere e a tradurre, non però letteralmente ma a senso.

In QUINTA CLASSE si prosegue con l’analisi grammaticale e si danno i primi elementi di sintassi.

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Latino e greco

in QUINTA CLASSE si avvia lo studio delle lingue antiche, allo scopo di rendere viva e sensibile la lingua e la cultura greca e latina.

Fino alla nona classe questa materia è obbligatoria e fondamentale per tutti i ragazzi. In quinta classe si tratta più che altro di una preparazione: i bambini sono introdotti alla lingua antica senza costrizione e senza uno studio sistematico della grammatica.

Devono sentire l’essenzialità del suono, ripetere ed imparare a memoria brevi testi. Prima di capire devono imparare a parlare, ed è sufficiente che sappiano il contenuto di ciò che dicono.

Possibilmente si trattano insieme il latino e il greco, si scelgono frasi brevi riguardanti l’ambiente, oppure motti e proverbi in prosa e in poesia, favolette e brani conosciuti dei Vangeli.

In seguito si introducono poesie assecondando il senso del ritmo che vive nel bambino. Non si usano libri di testo.

photo credit: http://fachbereich-bildungswissenschaft.de/zertifikatskurs-waldorfpaedagogik/

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Storia

in PRIMA e SECONDA CLASSE, attraverso racconti e fiabe, vengono messi in risalto i rapporti di successione tra i vari eventi. Vengono proposte esperienze collegate ai ritmi del mondo naturale e in particolare alle stagioni.

In TERZA CLASSE si comincerà lo studio vero e proprio della Storia, dai racconti dell’Antico Testamento (non dalla preistoria).

In QUARTA CLASSE l’apprendimento della storia dovrebbe sfociare dall’osservazione dell’ambiente circostante. Le caratteristiche del luogo vengono descritte nel loro sviluppo storico.

In QUINTA CLASSE viene data la prima vera visione storica, attraverso lo studio della storia e della cultura dei popoli orientali e dei greci.

Prima d’ora si era trattato più di singole storie, di biografie di personaggi importanti e così via. Adesso di cerca di rendere evidente e comprensibile l’essenza particolare delle singole epoche di cultura indivando sintomi storici caratteristici.

L’esposizione deve avere un’accentuazione artistico-immaginativa e rivolgersi sempre alla sensibilità del ragazzo. La storia, descrivendo le gesta e le sofferenze dell’uomo, tende nel bambino a farlo rivolgere verso il suo mondo interiore.

Geografia

in PRIMA CLASSE si portano al bambino conoscenze del proprio paese; questo ha il compito di risvegliare nel bambino ancora sognante l’interesse per l’ambiente con cui deve legarsi in maniera più cosciente. Il maestro deve presentare alla sua coscienza ed alla sua capacità di immaginazione cose già note, come piante animali pietre monti fiumi prati, non con descrizioni astratte, ma secondo un criterio in cui viva la fantasia morale. Cielo nuvole stelle fiori animali pietre e via dicendo, devono esprimere e far sentire vivacemente, come in un dialogo, la loro grandezza, la loro devozione, la dolcezza e la fierezza.
In TERZA CLASSE comincia lo studio della Geografia, partendo dall’ambiente più vicino per ampliare ed approfondire le conoscenze del territorio e delle attività umane come parte integrante dell’ambiente.
In QUARTA CLASSE la geografia scaturisce ancora dall’osservazione dell’ambiente circostante.
In QUINTA CLASSE la conoscenza del proprio paese diviene vera e propria geografia. Si tratta della configurazione del terreno e delle condizioni economiche delle zone più prossime. La geografia fa spaziare per il mondo e risveglia nei bambini  un senso di fraternità per tutte le regioni della terra.

 

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Scienze

nelle prime classi elementi noti quali animali, piante, pietre, vengono presentate ai bambini in forma artistico-immaginativa come preparazione ad un approccio scientifico.

In QUARTA CLASSE i regni della natura vengono osservati e studiati più oggettivamente. La scienza naturale può aver inizio allorchè il bambino ha acquisito di per sè maggiore oggettività. L’essere umano viene presentato per primo, in maniera elementare, ma allo stesso tempo artistica e riverente. Il regno animale viene descritto nel suo rapporto con l’uomo, osservando singoli animali e confrontando il loro organismo con quello umano. Il bambino dovrà sentire che la molteplicità delle forme animali è riunita nell’essere umano con ordine ed armonia.

In QUINTA CLASSE si parla di forme animali meno note. Dall’essere umano e dall’animale si passa alla pianta. La botanica viene svolta in rapporto alla vita della terra, considerata come un organismo vivente unitario. A quest’età il bambino sente fortemente il bisogno di cercare i rapporti di causalità.

E’ un’esigenza che può venire soddisfatta nel  modo migliore se potrà osservare le varie forme vegetali e studiare le loro trasformazioni a seconda delle condizioni del terreno, del clima,…

 

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Aritmetica

in PRIMA CLASSE si inizia con le quattro operazioni entro il venti per arrivare se possibile al cento seguendo un criterio artistico: passare dall’intero alle parti (nell’addizione si parte dalla somma, nella moltiplicazione dal prodotto,…). Nella vita infatti l’uomo, prima di notare i particolari, coglie l’intero.

Il modo in cui il bambino apprende il calcolo è formativo per si cervello e i primi elementi del calcolo influiscono sul futuro modo di pensare dell’adulto, che può diventare incline alla sintesi o tendere ad atomizzare. Vi è poi un aspetto morale nel fatto che il bambino cominci con la distribuzione, per esempio di mele, oppure che accumuli per sè quelle stesse mele.

Il movimento ritmico, la corsa, il salto, il battito delle mani faciliteranno la presa di contatto con il calcolo. Vengono utilizzati quaderni bianchi senza righe, per favorire l’organizzazione spaziale, e viene praticato intensivamente il calcolo orale.

In SECONDA CLASSE le quattro operazioni vengono estese a numeri più elevati e si insiste molto sul calcolo orale. Non si tema di far lavorare la memoria, perchè il calcolo è fondamentale per la sua sana formazione. Quando il bambino ha quasi completato la seconda dentizione, gli si fanno studiare a memoria le tabelline, aiutandolo con movimenti ritmici, battito delle mani, salti,…

Nel periodo che va dalla seconda dentizione alla pubertà la memoria si sviluppa e si rafforza ed è giusto che venga debitamente curata e formata.

In TERZA CLASSE le quattro operazioni vengono esercitate sulla base di numeri più complessi e applicate ai piccoli casi della vita pratica.

In QUARTA CLASSE si passa allo studio delle frazioni ordinarie e decimali.

In QUINTA CLASSE si prosegue con le frazioni e con le frazioni decimali. Il calcolo comprenderà tutti i numeri  interi e decimali.

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Geometria

dal disegno di forme, che è stato coltivato fin dall’inizio della scuola, emerge in QUINTA CLASSE la geometria.

Le forme che finora sono state disegnate in modo artistico, come il triangolo, il quadrato, il cerchio,… devono venir comprese secondo concetti geometrici.

 

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Pittura

pittura e disegno introducono il bambino nel mondo delle forze plastico-formative. Il senso del colore si sviluppa sperimentando il colore puro nei suoi accordi e contrasti e considerando la forma come opera del colore stesso (approccio goetheanistico). All’inizio le linee vengono sperimentate come incontro di superfici di colore.

Nei primi anni i bambini hanno imitato per lo più ciò che il maestro proponeva o mostrava loro.

A partire dalla QUARTA CLASSE lavorano servendosi della loro fantasia creativa. Usando il colore fluido il loro senso del colore si è destato ed ora possono usarlo come mezzo espressivo.

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Disegno di forme

in PRIMA CLASSE il disegno evolve da un lato dalla pittura, dall’altro dall’esperienza stessa del movimento. La linea retta e la linea curva vengono sperimentate camminando o tracciandone plasticamente la forma nell’aria. Deve essere coltivato un senso interiore della forma.

Se il bambino percorre dei cerchi, delle ellissi, delle lemniscate seguendo la curva che si forma, quando poi disegna queste linee sente vivere un altro se stesso nelle linee che traccia, ed impara a comprendere il linguaggio delle forme. La copiatura degli oggetti viene inizialmente evitata.

In QUARTA CLASSE, dopo aver sperimentato negli anni precedenti le forme pure ed aver acquisito il senso della forma curva, semicurva, acuta, ellittica, retta,… arriva il momento di far ritrovare loro tutte queste forme negli oggetti esteriori, di farli copiare dal vero.

 

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Modellaggio

attraverso il modellaggio della cera vergine d’api viene curata ulteriormente l’abilità plastica del bambino. In QUARTA CLASSE comincia la copia dal vero.

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Lavoro Manuale

in PRIMA CLASSE i bambini di entrambi i sessi imparano a lavorare a maglia con i due ferri e ad eseguire semplici lavori di cucito, ricamo e tessitura a telaio. Il lavoro a maglia da un lato favorisce la consapevolezza e l’abilità manuale, dall’altro è un’attività che risveglia e stimola le disposizioni spirituali del bambino. Per suscitare il senso del colore e della forma, si fanno eseguire alla lavagna diversi esercizi coi gessetti colorati.

In SECONDA CLASSE si proseguono i lavori iniziati in prima, poi si passa all’uncinetto. Nella seconda parte della lezione di fanno eseguire oggetti dove i bambini possono manifestare liberamente il loro gusto sia nella preparazione del disegno, che nel ricamo e nella decorazione.

In TERZA CLASSE sia i maschi che le femmine eseguono all’uncinetto lavori più impegnativi come berretti e simili, oltre a confezionare lavoretti collaterali come in seconda.

In QUARTA CLASSE i bambini imparano a cucire con precisione e  a conoscere i vari punti eseguendo, per esempio, una borsa da lavoro ricamata in modo da permettere l’esplicarsi delle qualità artistiche oltre che tecniche. La decorazione dell’oggetto dovrà infatti essere in accordo col suo uso.

In QUINTA CLASSE si confezionano calze e guanti in maglia, animali di stoffa e bambole di ogni tipo.

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Musica

in PRIMA CLASSE per prima cosa i bambini devono avvicinarsi all’esperienza della quinta (scala pentatonica). Si esercita l’orecchio mediante semplici melodie e ritmi, coltivando il sentimento per ciò che è bello e per ciò che non lo è.

Alternando l’ascolto attivo all’interpretazione canora e strumentale, il bambino riesce ad apprendere i brani musicali proposti.

Si cantano canzoncine comprese nelle cinque note e tutti i bambini in gruppo suonano il flauto dolce. Alcuni potranno poi passare al violino e si potranno aggiungere anche gli strumenti a percussione. Grande importanza viene data al canto con accompagnamento di strumenti.

In SECONDA CLASSE alle canzoni comprese nell’intervallo di quinta si aggiugono quelle comprese nell’ottava.

In TERZA CLASSE si inizia la scrittura delle note nella tonalità di do maggiore. Il canto acquista maggiore espansione.

In QUARTA CLASSE si fa sperimentare l’intervallo di terza maggiore e minore. Negli anni precedenti la musica era servita per il canto e per coltivare l’orecchio, ora va elaborata in modo che il bambino impari ad assecondare le esigenze della musica come arte.

Si cerca di far comprendere semplici concetti teorici mediante esercizi di ritmo, melodia ed armonia. Si fanno conoscere attraverso l’ascolto pezzi musicali di pregio particolare. Si prosegue con la lettura delle note e si fanno eseguire canti a due voci e canoni.

In QUINTA CLASSE vengono insegnate le tonalità. Si eseguono canti a due e tre voci e canoni.

photo credit: http://www.cambridge-steiner-school.co.uk/our_community/gallery.html

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Euritmia

l’euritmia è una nuova arte nata nel 1912 dalle indicazioni di Rudolf Steiner. Si può definire poesia e canto resi visibili attraverso il gesto ed il movimento corporeo. Si basa sulla recitazione e sulla musica.

Quando pronunciamo un suono, dentro di noi si crea una sorta di atteggiamento volitivo ed è questo che viene tradotto e reso visibile mediante il movimento euritmico.

Ogni vocale e consonante ha il suo specifico gesto. Anche nel canto si estrinsecano quegli atteggiamenti interiori in corrispondenza delle singole note ed intervalli che a loro volta vengono rappresentati con i movimenti del corpo.

Quando ci di immedesima nella poesia e nella musica e si cerca di seguirne le leggi col movimento, si svolge un’attività che coinvolge l’essere nella sua interezza.

In PRIMA CLASSE il bambino percorre delle forme geometriche o libere seguendo i motivi musicali. Si iniziano i movimenti euritmici relativi alle vocali ed alle consonanti attraverso l’imitazione e servendosi di poesie, filastrocche o brevi fiabe nelle quali sia presente l’elemento ritmico, che si evidenzia alternando passi lunghi e brevi  e si cerca di sviluppare la capacità di ascolto facendo battere il tempo con le mani e con il passo secondo la metrica.

In SECONDA CLASSE si eseguono esercizi del tipo “io-tu” o “noi ci cerchiamo” che hanno la funzione di armonizzare i temperamenti, coltivare l’intelligenza, la vivacità dell’animo, ed un sano senso sociale. Nell’eseguire queste forme ogni bambino deve conoscere esattamente il cammino che deve percorrere e al tempo stesso muoversi in gruppo con gli altri.

In TERZA CLASSE i movimenti corrispondenti ai suoni sono divenuti così sicuri da permettere la rappresentazione di parole e di frasi.

L’euritmia, per il fatto che ogni suono viene espresso con il movimento di tutto il corpo, rappresenta un mezzo efficace per correggere la trascuratezza nello scrivere. Per favorire un rapporto più consapevole con quanto li circonda, rapporto che si risveglia intorno ai nove-dieci anni, si esercita il passo, che li fa sentire saldamente posati a terra.

In QUARTA CLASSE si inizia la rappresentazione degli elementi grammaticali attraverso forme spaziali (verbi e sostantivi).

In QUINTA CLASSE si favorisce il controllo degli arti mediante esercizi con le verghe e l’accentuazione del passo.

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Ginnastica

l’insegnamento della ginnastica inizia in TERZA CLASSE, intesa come proseguimento dell’euritmia. La ginnastica si può definire linguaggio visibile, cioè manifestazione visibile del processo respiratorio che vive in ciò che si esplica quando la respirazione influisce sul sistema sanguigno.

Nel movimento ginnico si ha una irrorazione della muscolatura da parte del sangue con il conseguente irrobustimento e l’acquisto di elasticità di tutto il sistema muscolare.

Eseguendo la ginnastica si sperimentano la statica  e la dinamica, si acquista il senso dello spazio dominato da forze. La volontà si manifesta in modo diretto, mentre nei movimenti euritmici abbiamo piuttosto l’espressione volitiva del sentimento e della vita dell’anima.

Fino ai dieci anni la base fisiologica della ginnastica va vista soprattutto nell’attività del sangue e dei muscoli, e solo dopo i dodici ani si dovrà tenere conto maggiormente della base organica e meccanica del sistema osseo.

La caratteristica degli esercizi adatti ai bambini di terza, quarta e quinta classe sarà dunque la vivacità: si dovrà rcreare un rapporto emotivo e fantasioso tra il bambino e l’esercizio da eseguire.

In QUARTA CLASSE nella ginnastica con attrezzi sono particolarmente indicati la spalliera, la corda, la scala a corda, gli anelli, il cavallo e il salto. Nella ginnastica a corpo libero si prediligono i giochi in cerchio.

In quinta classe cominciano i movimenti indipendenti, fuori dal cerchio, su parole scandite ritmicamente.

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Collegio insegnanti: il colloquio pedagogico

Il modello tradizionale del colloquio pedagogico qui presentato è nato nei Camphill ed è stato creato da un team di medici. Questo modello invece è stato messo a punto da insegnanti.

Il medico agisce attraverso medicamenti, il pegagogo e il terapista agiscono attraverso l’autoeducazione, devono in un certo senso diventare loro stessi medicamento. Il medico si chiede: “Che cosa posso fare per in bambino?”, il maestro si chiede: “Cosa posso fare per me, per aiutare il bambino?”.

Il colloquio termina nel momento in cui ogni partecipante ha trovato un’immagine interiore del bambino (non una terapia); un’immagine archetipica, e questo archetipo ha la caratteristica di essere creativo e vuole manifestarsi.  Dalla creazione di questa immagine archetipica ogni partecipante troverà la sua azione terapeutica per il bambino.

Il colloquio pedagogico si differenzia per età; questo modello si può adottare con bambini in età scolare. L’immagine è quella del labirinto, come cammino di conoscenza, e quindi come percorso figurato del colloquio pedagogico.

Esterno (davanti al labirinto)

Immagine esteriore, descrizione del corpo fisico
. atteggiamento del bambino, postura
. movimento: mimica, sguardo, gestualità, controllo del movimento, forza
. figura del movimento: si muove nell’aria, nell’acqua, nella terra
. come manifesta il rifiuto, la dedizione (ridere, piangere)
. come avviene il contatto col mondo esterno
. come si sente nel proprio corpo (senso della vita)
. destrezza
. pesantezza/leggerezza
Linguaggio
. tono
. volume
. articolazione
. espressione
. respiro
Alimentazione
. comportamento prima e dopo il pasto
. sue sensazioni rispetto a gusto, odorato, vista, calore

Elemento animico
(dentro il labirinto, tra le strade, a volte vicino a volte lontano, perchè non c’è una visione oggettiva, si entra nel soggettivo e ogni maestro del Collegio ha un soggettivo diverso)

Comportamento
. attenzione nell’ascoltare, nel capire, nel parlare, incontro con l’io altrui
. pensare: orientamento spazio-temporale, orientamento dei pensieri, saper fare sintesi, memoria, fantasia, intelligenza, intelligenza pratica, capacità di rappresentazione
. sentire: sentire e adattarsi alla realtà, affettività intesa come tono dell’umore o fondamento base del sentimento, entusiasmo, aspetti sociali ( autostima, comportamento sociale, reazione allo stress, paure)
. volontà: istinto, brame, desideri, motivazione (quattro aspetti della volontà); determinazione (portare avanti l’iniziativa), costanza, volontà di apprendere e di vivere.

Insegnante

(è il punto in cui si deve essere arrivati al centro, stare al centro del labirinto col bambino, vedere coi suoi occhi, sentire con la sua anima

. come deve essere il maestro perchè il bambino si possa sentire capito
. come incoraggiare le sue potenzialità
. qual è l’ambiente adatto al  bambino
. quali regole lo fanno star bene
. qual è il quadro più adatto per la sua stanza
. che ruolo proporgli nelle recite e perchè.

Lavorare col metodo Montessori: consigli per iniziare

Lavorare col metodo Montessori: consigli per iniziare. Il modo migliore per iniziare a lavorare col metodo Montessori non richiede alcun investimento in materiali di apprendimento.

Semplicemente uscite di casa col vostro bambino e fate con lui una bella passeggiata nella natura. Lasciate che sia il bambino stesso a guidarvi nel processo di esplorazione, fermandovi ogni volta che vede qualcosa di interessante.

Invece di incoraggiarlo a continuare a camminare, seguite il suo esempio e fermatevi con lui ad esaminare qualunque cosa catturi la sua attenzione.

Osservate il vostro bambino, il suo modo di interessarsi alle cose e di interagire con esse. Aggiungete pure le vostre osservazioni personali e le vostre domande alle sue, se ne avete, ma sempre senza che queste scavalchino per importanza il processo di esplorazione del bambino.

Tornati a casa, si può iniziare a lavorare rielaborando in chiave artistica, scientifica, ecc… l’esperienza appena vissuta. Si possono catalogare e classificare campioni raccolti, fare ricerche, scrivere o disegnare un resoconto, contare, misurare, e tutto quello che può nascere dal vostro interesse.

Lavorare col metodo Montessori: consigli per iniziare

Poniamo invece il caso di essere alle prime esperienze nell’uso dei materiali montessoriani di apprendimento. I punti chiave che possiamo individuare per l’utilizzo di qualsiasi materiale possono essere riassunti così:

1. Vi capiterà spesso di leggere a introduzione delle lezioni per presentare i materiali montessoriani “invitare il bambino a unirsi a voi nell’esercizio”. Questa indicazione  significa letteralmente  chiedere al vostro bambino se gli piacerebbe fare quel dato esercizio con voi.

A scuola gli insegnanti, per incoraggiare i bambini ad intraprendere una data attività, utilizzano queste semplici regole:

a. saper aspettare fino a quando il bambino stesso chieda che gli venga mostrato un particolare materiale;

b. iniziare una lezione di gruppo e renderla aperta, di modo che ogni altro bambino che lo desideri possa unirsi ad essa;

c. permettere e anzi incoraggiare ogni  bambino ad osservare in silenzio la lezione individuale che viene sviluppata dall’insegnante con un altro bambino;

d. disporre il materiale sugli scaffali in  modo attraente, ordinato e pulito, in modo tale che i bambini siano stimolati a chiederlo.

Lavorare col metodo Montessori: consigli per iniziare

2. Il gioco libero è importantissimo e va previsto per almeno tre volte al giorno, ma in uno spazio diverso da quello dedicato al materiale di apprendimento.

Se andare all’aperto non è possibile, è importantissimo capire come riorganizzare l’arredamento e l’organizzazione degli spazi interni (casa o scuola) per creare una speciale area giochi al coperto.

3. Per quanto riguarda l’organizzazione del tempo, pur non potendo parlare di “programma di insegnamento” in senso stretto, si consiglia un periodo di lavoro ai materiali di 90 minuti al mattino, e un secondo periodo di uguale durata nella seconda parte della giornata, anche al pomeriggio, per il primo ciclo;

4.  Rispetto alla programmazione delle materie di insegnamento, non preoccupatevi della grande varietà di proposte previste dal curriculum Montessori concentrate in periodi di tempo apparentemente così brevi e apparentemente così poco organizzate, in quanto discriminate dalla libera decisione del bambino. Nella realtà molte scuole, anche Montessori, hanno adottato un “orario scolastico  giornaliero e settimanale” per scandire le lezioni, ma non perchè è un bisogno dei bambini, quanto perchè è un bisogno dei loro genitori vedere che i loro figli a scuola “fanno qualcosa”.

In realtà l’unica programmazione che ha senso comprende un periodo di tempo più ampio della giornata o della settimana: diciamo almeno mensile e trimestrale. Il vostro obiettivo dovrebbe essere dunque saper pianificare lo studio di tutte le materie previste nel medio periodo, mantenendo questa visione d’insieme nello svolgimento della pratica quotidiana.

Se un bambino ad esempio si dedica con passione agli esperimenti di scienza oppure all’arte per un mese intero, non c’è necessità di costringerlo a mettere da parte le pitture e i microscopi e tirare fuori i materiali di apprendimento per la matematica, solo per il gusto di rispettare un programma regolare.

Lavorare col metodo Montessori: consigli per iniziare

Vi capiterà altrettanto spesso di leggere a introduzione delle lezioni per presentare i materiali montessoriani:

1.  “il bambino  porta il tappeto al pavimento e lo srotola” : si tratta di una sequenza che descrive un’unica importantissima azione, e che rappresenta per il bambino stesso il suo creare autonomamente all’interno della casa o della scuola uno spazio delimitato di lavoro, tutto suo, diverso da ogni altro spazio che ne sta al di fuori, e nel quale egli si concentra.  E’ il processo che lo porta, fin da molto piccolo, all’interno del suo stesso processo di apprendimento. E’ quindi molto importante, appunto, chi il bambino impari a portare e srotolare il tappeto sul pavimento in modo autonomo e competente, con concentrazione.

2. “sedersi accanto al bambino, al suo lato non dominante”, non a caso dunque. Non di fronte, perchè vedrebbe ogni immagine a specchio, e dalla parte non dominante del bambino perchè è importante che dalla parte dominante egli abbia la massima libertà di movimento possibile.

3. “presa a tre dita con medio indice e pollice” , è quello che troverete indicato tutte le volte che si tratta di prendere oggetti di piccole dimensioni nella presentazione dei materiali, perché appunto osservando le manine dei bambini piccoli vedrete che loro fanno così spontaneamente, mentre noi adulti, avendo dita più grandi, usiamo spontaneamente due dita soltanto (indice e pollice). Naturalmente  è un’indicazione riservata agli adulti che presentano il materiale, mentre non c’è alcun bisogno di correggere il bambino se lo fa in modo diverso.

La psicomotricità

[wpmoneyclick id=88443 /]La psicomotricità è una scienza che studia l’attività motoria dal punto di vista psicologico. Obiettivo della psicomotricità è approfondire, esaminare e teorizzare l’interazione tra il corpo, inteso dal punto di vista di movimento biologico e l’atto psichico che da individuale diventa sociale.

Il termine “psicomotorio” fu usato per la prima volta intorno al 1870, per indicare le regioni della corteccia cerebrale vicine alle aree propriamente definite motorie, dove si ipotizzava avvenisse l’unione tra movimento e immagine mentale.

In Francia, dove ha preso il via l’applicazione di questo concetto nei primi anni del ‘900, si è provato che aspetti corporei legati al movimento possono colmare e risolvere determinati blocchi cognitivi o relazionali, connessi magari a handicap particolari.

Da questo punto ha preso il via un nuovo modo di concepire il corpo e i suoi movimenti: da una ginnastica “militare” eseguita solo per far irrobustire il corpo, si è passati a una ginnastica che potremmo definire “ armonica”, in grado cioè di tenere conto dei bisogni sia fisici sia anche alle necessità mentali e interiori.

Nella Psicomotricità si trova la confluenza armonica, la sintesi equilibrata di diverse discipline (psichiatria, psicoanalisi, sociologia, pedagogia, etologia, arti teatrali..) tale da permettere una nuova lettura, unificata e globale della persona, nel suo essere e nel suo agire.

La Psicomotricità è l’interdipendenza e la reciprocità costante, all’interno della relazione individuo-ambiente, fra motricità, intelligenza e vita emotivo-affettiva alla cui base sta primariamente il corpo.

La Psicomotricità è centrata sul corpo, sul movimento in quanto esso esprime se stesso ma nel contempo esprime le emozioni e precede e traduce l’intelligenza.

Psicomotricità, ancora, è l’acquisizione della presa di coscienza da parte del bambino delle proprie sensazioni, del proprio movimento, delle varie funzioni psicomotorie come dei comportamenti ed emozioni corrispondenti cosicchè il bambino possa controllare il tutto in quanto attore delle proprie azioni e delle proprie difficoltà senza subirle.

Ciò che è essenziale per la psicomotricità è la costituzione dell’atto psicomotorio, che possiamo definire come la sintesi di più livelli di espressione dell’azione:

• desiderio di agire, che deve essere proprio del bambino
• possibilità di agire, che fa riferimento tanto all’aspetto strumentale e funzionale quanto alla possibilità di agire, permessa e riconosciuta dall’altro
• saper fare, che è dato dalle proprie capacità cognitive e dagli apprendimenti
• voler fare come espressione dell’Io, dell’autonomia, dell’integrazione delle regole
sociali, e ciò permette, attraverso l’esercizio, l’acquisizione di competenze e capacità tali da potersi adattare alla realtà.

L’obiettivo della Psicomotricità è favorire in un bambino l’integrazione e l’armonizzazione di questi differenti aspetti.

La Psicomotricità parte dal presupposto che favorire un reinvestimento del corpo e migliori realizzazioni motorie determina sicuramente una maggiore attenzione, una migliore espressione delle emozioni, una migliore organizzazione del pensiero e delle relazioni interpersonali.

L’attività psicomotoria è un’occasione all’interno della relazione psicomotricista-bambino per ripercorrere lo sviluppo psicomotorio integrando aspetti organizzanti e meno organizzanti a qualsiasi livello e funzione essi si esprimano, al fine di “agire sull’origine neuro-motoria o psichica delle difficoltà” ricostruendo le tappe in modo simbolico o reale.

In questa evoluzione lo psicomotricista deve saper considerare i ritmi del bambino secondo una progressione ben definita:

• fare
• fare facilmente
• fare bene
• fare meglio.

Una motricità libera e nello stesso tempo controllata è espressione di un pensiero libero, creativo e ben partecipato emozionalmente.

E infine la Psicomotricità sviluppa la volontà o perlomeno ne facilita l’esercizio mediante un controllo preciso dell’impulso e della inibizione. Ciò, così, rende più agevole e dunque più piacevole il passaggio all’atto; rende possibile la ripetizione di atti semplici, complessi, alternativi e simultanei.

LA PSICOMOTRICITÀ

Origini L’educazione psicomotoria nasce nei primi anni del novecento come terapia per il trattamento di problemi ” mentali” attraverso l’uso del corpo.

Nasce quindi nei centri di neuropsichiatria infantile, ma da quelli presto fuoriesce per diventare strumento di stimolo e crescita per tutti i bambini.

Laddove prima lo scopo era rieducativo adesso diventa educativo, teso a sostenere e stimolare il bambino in quel lavoro che porta dal fantastico al reale, dall’affettivo al razionale, dall’egocentrismo alla socializzazione in un’ottica non di contrapposizione ostile, ma di differenziazione che permette quindi il riconoscimento e di conseguenza la possibilità di “uso”.

L’educazione psicomotoria nella scuola dell’infanzia deve essere innanzitutto un’esperienza di piacere, non indotta quindi attraverso un atteggiamento autoritario o affettivamente ricattatorio, ma attraverso la proposta e l’ascolto, l’osservazione di ciò che accade, non come asettico “scienziato”, ma come parte attiva della situazione e del gruppo che comprende quindi ora non solo i bambini , ma anche l’insegnante, che calibra e valuta , e varia le sue proposte/risposte in base alle proposte/risposte dei bambini.

In secondo luogo deve trattarsi di un’esperienza attiva di confronto con l’ambiente.

Non si tratta quindi di dare del materiale ai bambini, immaginiamo corde, e di chiedergli di fare, per esempio, dei cerchi che più tardi gli chiederemo di nominare e quindi di disegnare, quanto piuttosto di proporre le nostre immaginarie corde ai bambini che attraverso un gioco libero arriveranno a fare delle scoperte, tra le quali probabilmente anche la possibilità di formare con queste un cerchio, che non è necessariamente cerchio, ma magari è casa, e noi saremo pronti a cogliere ciò che sta accadendo per parlare prima di casa e quindi di cerchio (passaggio dall’affettivo al razionale), per fare giochi dentro le case dove si dorme, si cucina e altro, e fuori dalle case per andare al mercato, e poi, perché no, disegnare la nostra bella casa o la strada che da questa ci ha portati al mercato.”In questo stadio l’attività motoria, in relazione con l’adulto o con altri fanciulli, traduce l’espressione di un bisogno fondamentale di movimento, d’investigazione e di espressione che deve essere soddisfatto. Questa esperienza espressiva del corpo vissuto, carica di tutto un contenuto emozionale, si organizza ad un livello di comportamento sensorio-motorio globale favorevole all’emergenza della funzione di aggiustamento.”

Naturalmente l’insegnante non diventa una sorta di vaso vuoto che i bambini riempiono come meglio credono, lasciati a una libertà che non può fare altro che renderli insicuri, è giusto e necessario invece che l’insegnante abbia dei programmi di proposta a breve e lungo termine, che partono da osservazioni per tendere verso degli obiettivi, ma questi programmi non devono diventare una gabbia per sè e per i bambini, devono essere al contrario il reticolato che ci sorregge ma che muta la sua forma nello spazio a seconda che ci si poggi da una parte , dall’altra, in tanti, in pochi, se c’è vento , se piove o c’è il sole.

Per potersi porre in questa situazione di ascolto e reattività è necessario che l’educatore abbia un bagaglio di informazioni e di possibilità alle quali attingere, più ampio è il bagaglio, più sono i colori che ci portiamo appresso più variopinto è il quadro che potremo dipingere.

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

Il rito del compleanno nella scuola Montessori con il cerchio dell’anno

Il rito del compleanno nella scuola Montessori con il cerchio dell’anno. I presupposti di base per questo rituale rendono necessaria una collaborazione assolutamente affidabile tra scuola e genitori i quali, insieme al loro bambino, preparano un libro del compleanno.
Dentro vi è incollata una fotografia per ogni anno di vita.
Oltre alla fotografia si aggiungono aneddoti o avvenimenti particolari, concernenti il bambino.

Nel giorno del suo compleanno viene preparato per il bambino il cerchio dell’anno, composto da 12 spicchi con il nome dei mesi.

Nel centro del cerchio c’è un sole.

photo credit: http://montessoribabyzuyan.blogspot.com/

Sul lato esterno dello spicchio del mese in cui il bambino è nato, si mette un piccolo mappamondo.

Vicino al sole viene posta al centro una grossa candela, simbolo della luce della vita.
Sullo spicchio del mese in cui il bambino è nato si dispongono tante piccole candele quanti sono gli anni che compie.
Intorno al sole c’è anche lo spazio per i regali e per una torta di compleanno.

Tutti i bambini del gruppo, con i maestri ed i genitori, siedono attorno al cerchio.
Il festeggiato accende la candela grande a simboleggiare che è venuto alla luce.

Ora prende il mappamondo con due mani e cammina, cominciando dal mese in cui è nato, girando tutto intorno.

photo credit http://www.whattherestimefor.com/

Facendolo racconta gli avvenimenti più importanti del suo primo anno di vita (se il bambino è piccolo, un adulto racconta al suo posto, naturalmente).

Una volta ritornato al mese in cui è nato, il bambino accende la prima candelina, perchè ha compiuto un anno.
Si celebrano allo stesso modo tutti gli altri anni, uno dopo l’altro.
 

via http://www.montessoriprintshop.com/

Infine, tutti fanno gli auguri al festeggiato, cantano una canzone e fanno festa insieme a lui.



 

 

 




Il libro del suo compleanno può essere messo nell’angolo dei libri, per quel giorno, e venir sfogliato dagli altri bambini del gruppo, da soli o con il festeggiato.

 photo credit http://www.rollinghillsmontessori.com/

I bambini imparano in questo modo qualcosa di estremamente importante: la vita di ogni singola persona è interessante per tutti gli altri e ciascuno è parte di un tutto.

L’adulto fornisce il suo contributo personale, dedicando il tempo necessario, con tutto il cuore e con profonda convinzione.

E’ questo un modo per accompagnare il bambino lungo la strada per trovare se stesso.


 

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Disclaimer: “Per redigere questa mia presentazione ho utilizzato i miei album e appunti personali e consultato vari album di altri autori e articoli nel web. Per leggere online o acquistare le copie legali di tali opere consultate segui i link:
– Practical life album di Infomontessori.com
– Practical life album di montessoriteacherscollective (Moteaco)
– Practical life album di Montessorialbum.com
– Introduction to the exercises of practical life di montessoricommons
– Come liberare il potenziale del vostro bambino di Daniela Valente
– Teaching Montessori in the home di Elizabeth G. Hainstock
– The joyfull child di Susan Mayclin Stephenson (part two, age 1-3)
MANUAL 2: MONTESSORI EXERCISES OF PRACTICAL LIFE di Montitute.com
PRACTICAL LIFE teacher manual di khtmontessori
MONTESSORI PRACTICAL LIFE MANUAL di montessoritraining.net
PRACTICAL LIFE MANUAL EARLY CHILDHOOD.PDC di themontessoriparent.com, che ha suggerito l’aggiunta di questo disclaimer in accordo con la sua politica di copyright.
Ho inoltre consultato i testi di riferimento di Maria Montessori per le attività di vita pratica:
Il Metodo della Pedagogia Scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini
La scoperta del bambino.
Per una bibliografia completa delle opere di Maria Montessori vai qui.

 

Metodo Montessori: metodologia di insegnamento, dal capitolo IV – Il metodo Montessori

Metodo Montessori: metodologia di insegnamento, dal capitolo IV – Il metodo Montessori. Considerato il fatto che, grazie al clima di libertà nel quale sono immersi a scuola, i bambini possono manifestare le loro tendenze naturali, e che a tal fine abbiamo preparato l’ambiente ed i materiali (gli oggetti con cui il bambino lavora), l’insegnante non deve limitare la sua azione all’osservazione, ma deve continuare a sperimentare.

In questo metodo la lezione corrisponde ad un esperimento continuo.

Nei primi giorni di scuola l’insegnante non può dare lezioni collettive. Tali lezioni saranno comunque sempre molto rare anche in seguito, dal momento che i bambini non sono liberi nel loro apprendere se hanno l’obbligo di rimanere al loro posto tranquilli e pronti ad ascoltare l’insegnante, e di vedere cosa sta facendo. Le lezioni collettive sono di importanza molto secondaria, e sono state quasi del tutto abolite nelle scuole Montessori.

CARATTERISTICHE DELLE LEZIONI INDIVIDUALI: Concisione, semplicità ed oggettività.

La lezione, quindi, è individuale, e la brevità deve essere una delle sue principali caratteristiche.  Più saremo stati capaci di eliminare da essa tutte le parole inutili, più perfetta sarà la lezione. E nel preparare le lezioni l’insegnante deve prestare particolare attenzione a questo punto, e contare e pesare il valore delle parole che sta per utilizzare col bambino.

Un’altra qualità caratteristica della lezione è la sua semplicità. Essa deve essere spogliata di tutto ciò che non è verità assoluta: le parole dovrebbero essere attentamente scelte ed essere le più semplici che è possibile trovare, e naturalmente devono fare riferimento alla verità.

La terza qualità della lezione è la sua oggettività. La lezione deve essere presentata in modo tale che la personalità dell’insegnante deve scomparire. Deve rimanere in piena evidenza solo l’oggetto a cui si vuole richiamare l’attenzione del bambino. Questa lezione, breve e semplice, deve essere considerata dall’insegnante come una spiegazione dell’oggetto e dell’uso che il bambino può fare di esso.

Durante la lezione,  la guida fondamentale deve essere il metodo di osservazione, metodo che include la piena comprensione della libertà del bambino. L’insegnante deve osservare se il bambino si interessa all’oggetto, come è questo interesse, per quanto tempo si protrae, ecc.., anche notando l’espressione del suo viso.

Ma deve sempre fare molta attenzione a non offendere il principio di libertà.

Infatti, se si porta il bambino a compiere uno sforzo innaturale, tale situazione impedirà l’osservazione scientifica dell’attività spontanea del bambino.

Se dunque la lezione, per quanto preparata secondo le regole di   semplicità, brevità e verità non è compresa dal bambino, cioè non è da lui accettata come una spiegazione dell’oggetto, il maestro dovrà:

– in primo luogo,  non insistere ripetendo la lezione;

– in secondo luogo, non fare sentire il bambino come se avesse commesso un errore, o come se non fosse capace di comprendere, perché così facendo lo spingerebbe a fare uno sforzo per capire, e quindi a modificare quello stato naturale che dovrebbe essere l’oggetto dell’osservazione psicologica del maestro.

Un piccolo esempio può illustrare meglio questo punto

Supponiamo che l’insegnante voglia insegnare ad un bambino i due colori rosso e blu, e che quindi voglia attirare l’attenzione del bambino verso tale oggetto. Dice, dunque: -Guarda questo-. Poi, mostrandogli il rosso: -Questo è il rosso.-, alzando leggermente il tono di voce e pronunciando la parola “rosso” lentamente e chiaramente. Poi mostrerà il secondo colore dicendo: -Questo è il blu-. Infine, per assicurarsi che il bambino abbia capito, gli dice: -Dammi il rosso…- , -Dammi il blu…-. Supponiamo che il bambino in questa ultima fase della lezione faccia un errore. L’insegnante non ripete e non insiste, sorride, dà al bambino una carezza amichevole e porta via i colori.

Gli insegnanti di solito sono molto sorpresi da tanta semplicità. Spesso dicono: “Ma tutti sanno fare una lezione così!”  E in  effetti è un po come l’uovo di Colombo… ma la verità è che non è affatto vero che tutti sanno come fare le cose in modo semplice, che tutti siano in grado di creare una lezione con tanta semplicità.

Misurare la propria attività, rendere il proprio insegnamento conforme ai principi di chiarezza, brevità e verità, è nella pratica una questione molto difficile.

Spesso, senza renderci conto, investiamo i bambini con parole inutili e addirittura false. Poniamo l’esempio di un insegnante che sceglie di utilizzare il metodo della lezione collettiva, e che inizia la sua lezione in questo modo per presentare i colori rosso e blu: -Bambini, riuscite a indovinare quello che ho in mano?-. Questo insegnante naturalmente sa bene che i bambini non possono indovinare, e quindi attira la loro attenzione per mezzo di una menzogna. Poi dice: -Guardare il cielo… Guardate il mio grembiule… Sapete di che colore è? Non vi sembra dello stesso colore del cielo? Molto bene allora, guardare questo colore che ho in mano. E’ dello stesso colore del cielo e del mio grembiule. E’ blu. Ora guardatevi intorno e vedete se è possibile trovare qualcosa di blu anche nella nostra stanza…  E sapete di che colore sono le ciliegie?  E la brace nel camino?-. Ecc…

Ora, nella mente del bambino, dopo aver fatto lo sforzo inutile di cercare di indovinare l’oggetto nelle mani dell’insegnante, dopo che intorno a tale oggetto è ruotata una confusione di idee varie (il cielo, il grembiule, le ciliegie, ecc…), sarà difficile estrarre da tutta questa confusione il riconoscimento dei due colori blu e rosso. Tale lavoro di selezione è quasi impossibile per la mente di un bambino che non è ancora in grado di seguire un lungo discorso.

Ricordo di essere stata presente ad una lezione di aritmetica, dove ai bambini veniva insegnato che due e tre fanno cinque. A tal fine, l’insegnante aveva fatto uso di perline colorate. Aveva preparato due perline sulla riga superiore, poi su una linea inferiore  tre perline, e infine ancora più in basso cinque perline. Non ricordo molto chiaramente lo sviluppo di questa lezione, ma ricordo che l’insegnante aveva ritenuto necessario porre accanto alla fila di due perline una piccola ballerina di cartone con una gonna blu, che aveva battezzato col nome di uno dei bambini della classe, dicendo: -Questa è Mariettina-. E poi, accanto alle altre tre perle una ballerina vestita di un colore diverso, “Gigina”. Non so esattamente come l’insegnante sia poi arrivata alla dimostrazione della somma, ma di certo ha parlato a lungo con questi piccoli danzatori, spostandoli su, giù, ecc…  Se ora io ricordo i ballerini più chiaramente del processo di aritmetica, come deve essere stato con i bambini? Se da un tale metodo sono stati in grado di apprendere che due più tre fa cinque, devono aver fatto un enorme sforzo mentale!

In un’altra lezione un’insegnante voleva dimostrare ai bambini la differenza tra rumore e suono. Ha iniziato raccontando una lunga storia. Poi, all’improvviso, qualcuno in combutta con lei ha bussato rumorosamente alla porta. L’insegnante si è fermata e si è messa a gridare: -Che cosa è successo! Che problema! Bambini, sapete cosa ha fatto questa persona alla porta? Non posso più andare avanti con la mia storia, non la ricordo più. Dovrò lasciarla incompiuta. Sapete cosa è successo? Avete sentito? Avete capito? Quello era un rumore, un rumore. Oh! Avrei preferito giocare con questo piccolo bambino ( riprendendo un mandolino che aveva vestito in una copertina). Sì, caro bambino, avrei proprio preferito giocare con te. Vedete questo bambino che ho in mano fra le mie braccia?-  Diversi bambini hanno risposto: -Non è un bambino-. Altri dicevano: -E’ un mandolino-. Ma l’insegnante ha continuato: -”No, no, è un bambino. Volete che ve lo dimostri? Mi sembra che il bambino stia piangendo. O, forse sta parlando, forse sta per dire papà o mamma.- Quindi ha messo la mano sotto la coperta e ha toccato le corde del mandolino. -Ecco! Avete sentito il bambino piangere? Avete sentito bussare alla porta? -Poi ha scoperto il mandolino e ha cominciato a suonarlo dicendo: -Questo è il suono-.

Supporre che il bambino da una  lezione come questa possa arrivare a capire la differenza tra rumore e suono, è ridicolo.

Il bambino avrà probabilmente l’impressione che o la maestra ha voluto giocare uno scherzo alla classe, oppure che è una persona un po’ matta, perché ha perso il filo del suo discorso quando  interrotta dal rumore, e perché ha scambiato un mandolino per un bambino.

Certamente, è la figura della maestra che si è impressa nella mente del bambino attraverso una tale lezione, e non l’oggetto della lezione stessa.

Questi esempi dimostrano che per un maestro preparato secondo i metodi tradizionali, è molto difficile arrivare a tenere lezioni semplici.

Ricordo che, dopo aver spiegato il materiale in modo dettagliato, ho chiamato uno dei miei maestri per insegnare, per mezzo degli incastri geometrici, la differenza tra un quadrato e un triangolo. Il compito del docente era semplicemente quello di inserire un quadrato e un triangolo di legno negli spazi vuoti fatti per riceverli, e mostrare al bambino come  seguire con il dito i contorni dei pezzi di legno e delle cornici in cui si inseriscono, dicendo: -Questo è un quadrato… questo è un triangolo-.

L’insegnante che avevo chiamato ha iniziato facendo toccare al bambino il quadrato e dicendo: -Questa è una linea, questa un’altra…, un’altra…, e un’altra.  Vi sono quattro linee. Contale con l’indice e dimmi quante sono. E gli angoli, conta gli angoli, sentili col tuo indice. Vedi, ci sono anche quattro angoli. Guarda bene questo pezzo. Si tratta di un quadrato. ”

Ho corretto l’insegnante, dicendogli che in questo modo non stava insegnando al bambino a riconoscere una forma, ma gli stava dando un’idea di lati, di angoli, di numero, e che questa era una cosa molto diversa da quella che doveva insegnare al bambino attraverso questa lezione. Non è la stessa cosa.

E’ infatti possibile per il bambino avere un’idea della forma del quadrato senza saper contare fino a quattro. I lati e gli angoli sono astrazioni che di per sé non esistono; ciò che esiste è questo pezzo di legno di una determinata forma. Le spiegazioni elaborate del maestro non solo confondono la mente del bambino, ma creano ancora maggior distanza tra il concreto e l’astratto, tra la forma di un oggetto e la matematica.

Non crediamo che il bambino sia troppo immaturo per apprezzare la forma nella sua semplicità; non è affatto uno  sforzo per lui guardare una finestra quadrata o una tavola, o riconoscere le forme negli oggetti nella sua vita quotidiana. Per richiamare la sua attenzione su una determinata forma basta tenere presente che il bambino ha già ricevuto un’impressione di quella forma nel suo quotidiano, ed ora si tratta soltanto di fissarne l’idea. E’ come se, mentre stiamo guardando distrattamente la riva di un lago, un artista improvvisamente ci dice: -Com’è bella la curva che prende la costa, là, sotto l’ombra di quella rupe.-

Ed a queste parole, ciò che stavamo guardando distrattamente, si imprime nella nostra mente come se fosse stata illuminata da un improvviso raggio di sole, e noi sperimentiamo la gioia di questa consapevolezza. Il nostro dovere nei confronti del bambino è proprio questo: gettare raggi di luce sul suo cammino.

Per quanto riguarda la psicologia infantile, c’è ancor oggi una grandissima quantità di pregiudizi che allontanano da una conoscenza reale dell’argomento.  Abbiamo, fino ad oggi,  voluto dominare il bambino con la forza, con l’imposizione di leggi esterne.

E così i bambini hanno vissuto accanto a noi senza che noi potessimo conoscerli. Ma se riusciamo ad eliminare totalmente  l’artificialità nella quale li abbiamo avvolti, e la violenza attraverso cui abbiamo scioccamente pensato di educarli, allora essi ci riveleranno tutta la verità della natura infantile.

Maria Montessori

Canzoncina: Questo è il pollice

Canzoncina: Questo è il pollice. Una canzoncina tradizionale, per i più piccoli, per imparare il nome delle dita della mano. Con testo, istruzioni di gioco, traccia mp3 e spartito stampabile.

Canzoncina: Questo è il pollice
Testo

Questo è il pollice, eccolo qua.
Ciao come stai? Tanto bene grazie,
vado via, scappo via.

Questo è l’indice, eccolo qua.
Ciao come stai? Tanto bene grazie,
vado via, scappo via.

Questo è il medio, eccolo qua.
Ciao come stai? Tanto bene grazie,
vado via, scappo via.

Questo è l’anulare, eccolo qua.
Ciao come stai? Tanto bene grazie,
vado via, scappo via.

Questo è il mignolo, eccolo qua.
Ciao come stai? Tanto bene grazie,
vado via, scappo via.

Questa è la mano, eccola qua.
Ciao come stai? Tanto bene grazie,
vado via, scappo via.

Canzoncina: Questo è il pollice
Come si mima

Si inizia tenendo le mani chiuse a pugno dietro la schiena.

Quando la canzone nomina un dito, si porta la mano destra davanti con il dito ben teso verso l’alto.

Poi si fa lo stesso con la mano sinistra ponendola di fronte alla destra.

Tra le dita della mano si svolge un dialogo come nella canzone, facendo muovere alternativamente il dito della mano destra e quello della sinistra.

Alle parole “Scappo via”, si riportano entrambe le mani dietro la schiena.

Canzoncina: Questo è il pollice
Spartito e file mp3 qui:

Poesie e filastrocche per i più piccini: le dita della mano

Poesie e filastrocche per i più piccini: le dita della mano. Una collezione di poesie, filastrocche e giochini, di autori vari, per imparare i nomi delle dita della mano nella scuola d’infanzia.

Questo è il tozzo e buon fornaio, con la pancia tonda tonda
questi corrono in suo aiuto, senti allor cos’è accaduto
questo deve fare il pane, ma gioca sempre col cane
questo i biscotti in forno mette, ma poi dorme fino alle sette
Questo deve ornar la torta, ma è la faccia che si sporca
questo porta i bei panini, ma poi cade dai gradini
ecco arriva il buon fornaio e per voi sarà un bel guaio
sgrida forte gli aiutanti, e li scaccia tutti quanti.

Disse il pollice: che fame
disse l’indice: non c’è pane
disse il medio: che faremo?
l’anular: lo ruberemo
disse il mignolo: ma no, a rubar io non ci sto.

Pollice un giorno cadde nel pozzo
indice corse a tirarlo su
medio lo asciugò ben bene
anulare gli preparò una zuppa col formaggio
e mignolino se la mangiò tutta adagio adagio.

Il piccolo mignolo, così per giocare
montò sulla groppa del buon anulare
e questi dal medio, pian piano, bel bello
si fece portare con l’altro fratello
il medio ch’è forte, ma un po’ fannullone
del povero indice montò sul groppone
ma il pollice furbo si mise a fuggire
e l’indice lesto lo volle insegnuire
e ancora lo insegnue coi tre sulla groppa
e intanto la mano galoppa galoppa

(si accavallano le dita una sull’altra a partire del mignolo, poi la mano galoppa)

La mia mano ha cinque dita, e racconta la sua vita.
Dice il pollice, dito ciccione: “Io sono il padrone!
Senza di me non infila l’ago nemmeno il Re.
E dai piccini sono succhiato come un gelato.”
Subito l’indice si alza e dice:
“Io insegno la strada al turista e al ciclista,
e suono il campanello alla porta del castello.”
Il medio allora dice: “Io tengo il ditale
alla sartina che fa la vestina,
ticchete tacchete tà, ago che viene, ago che va”.
Zitti zitti, l’anulare sta per parlare:
“Io ho poca voglia di lavorare,
ma sono il più bello perchè ho l’anello.
Così adornato sono da tutti molto ammirato.”
Alla fine parla il piccino, che si chiama mignolino:
“Nessuno è più piccolo di me, ma se suono il violino
scivolo sulle corde come un ballerino.
Perciò voglio dire la verità:
la sinfonia da solo suonar non potrei, senza tutti i fratelli miei.”

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Bambole e giochi Waldorf

Bambole e giochi Waldorf. La domanda su cosa sia veramente il gioco e quale significato sia da attribuire al giocattolo, sembra diventare sempre più difficile.
Troppo facilmente il giocare viene scambiato con il puro e semplice essere occupato.
Si è contenti, quando i bambini fanno qualche cosa e ci si chiede troppo poco sulle forze che vengono di volta in volta suscitate e chiamate ad agire sul bambino.
Vogliamo abbozzare qualche pensiero e dare alcuni esempi pe stimolare le possibilità di osservazione e una comprensione più profonda.

Sempre, quando incontriamo dei bambini in attività, da soli o in piccoli gruppi, possiamo vedere  che, se giocano veramente, rappresentano scene di vita quotidiana. La persona adulta ha per loro una grande importanza.
All’adulto essi alzano gli occhi con ammirazione. In sua presenza sperimentano con lui imposta la sua vita in casa, sulla strada, nei negozi, nel rapporto con le altre persone, ecc…, come si preoccupa per la famiglia, per la casa, come domina la tecnica.
Tutte queste esperienze danno degli impulsi per diventare attivi per ciò che noi chiamiamo giocare. La più grande soddisfazione dei bambini nasce come conseguenza di processi molto faticosi.

 

Ad esempio, se dei bambini di 5 o 6 anni vogliono avere un tipo particolare di automobile, per esempio un’ambulanza, in cui poter anche salire, avranno bisogno non solo di molta fantasia, ma anche di molta abilità, pazienza e forza di volontà.
Eccoli allora mettersi all’opera coi mezzi più semplici: tavolo, cavalletti, sedie, sgabelli, eventualmente delle tavole ben piallate, vengono avvicinate o poste una sopra l’altra in modo adeguato.
Il tutto viene ricoperto e chiuso con dei teli. Le mollette da biancheria offrono in questo caso un prezioso aiuto. Dei legni con la corteccia diventano il paraurti, i fari, il tubo di scappamento, il cambio e il freno; un disco di legno diventa il volante, un pezzo di corteccia sistemato artisticamente lo specchietto retrovisore. Dei cordoncini di lana legati uno all’altro, dei nastri per corone arrotolati saranno le luci di posizione e dei freni. Il lampeggiatore sul tetto viene fatto funzionare da un bambino che siede sopra il veicolo e gira la sua mano.

All’inizio di un tale gioco c’è per lo più l’idea dell’auto speciale e l’impulso a costruirla.
Durante la costruzione, in rapporto ai diversi materiali e ai compagni di gioco, arrivano le singole idee per l’elaborazione, l’allestimento e i miglioramenti. E ogni volta che un’idea ha preso forma, subentra la più grande soddisfazione.
A questo punto ci imbattiamo in una domanda: che cos’è che fa diventare un pezzo di corteccia uno specchietto retrovisore?
Niente altro che la fantasia infantile.
E questa corteccia sarà lo specchietto retrovisore finchè la fantasia dei bambini in questione lo vorrà. Un pezzetto di corteccia analogo può servire allo stesso tempo ad un altro gruppo di bambini come cornetta del telefono, pattino o barchetta.

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Osservatori inesperti possono chiedersi quand’è che i bambini arrivano al gioco vero e proprio, se ogni volta devono impiegare così tanto tempo per fabbricarsi i propri giocattoli.
Poi vedono con sorpresa, che dopo averlo usato per poco tempo o addirittura poco prima della sua conclusione, il tutto viene smontato, trasformato e ricostruito in un altro posto.
Giocare significa dunque essere nel processo, non servirsi di un prodotto finito.

L’uomo, e in modo particolare il bambino piccolo, è un essere in divenire. Anche nell’ambiente che lo circonda, ha bisogno di trovare la possibilità di trasformare, di creare qualcosa di nuovo. Non sono le cose perfette e compiute che rinfrancano, soddisfano e danno forza al bambino. Questo vale in modo particolare per i giocattoli.

I giocattoli dovrebbero avere la caratteristica di sollecitare la fantasia del bambino, in modo tale che egli possa scoprirvi ogni volta qualcosa di diverso.

Un ramo piegato e con più diramazioni, ricoperto completamente con un telo può essere una montagna in un paesaggio; ricoperto solo a metà una grotta per i nani, una stanza delle bambole, una stalla. Un bambino, tenendolo sulla testa, può andarsene in giro a passi maestosi facendo il cervo, un altro può usarlo come falce per tagliare l’erba, un altro come strumento musicale.

Un pezzo di legno tondo spaccato a metà e con un breve ramo laterale, si trasforma in locomotiva, distributore, radio, ferro da stiro o scivolo per il parco giochi della bambola.

 

Non ogni giocattolo si lascia trasformare in questo meraviglioso modo. Certamente diamo ai bambini anche degli oggetti, che sono più formati e che lasciano intravedere una tipica figura umana o di animale, un ponte o una macchina.
Ma non è necessario che essi rappresentino la maggioranza di tutti gli oggetti presenti nella stanza del bambino.

Se poi rivolgiamo attenzione particolare a quei materiali che sostengono e favoriscono un tipo di gioco come quello di cui abbiamo parlato sopra, allora noi diamo nutrimento a quelle forze infantili che premono per essere messe in attività, rafforzarsi ed essere poi a disposizione come potenzialità per altri compiti, durante il periodo della scuola e più tardi nella vita.

In questo tipo di gioco il bambino può sperimentare in modo libero, e nell’essere attivo può conoscere il mondo.

Il collegamento con il mondo può avvenire non solo con la mente, ma andando molto più in profondità, fino nelle funzioni vitali. Questo dà al bambino fiducia e sicurezza interiore.

Per l’adulto è difficile immedesimarsi nel mondo di fantasia del bambino e nell’operare delle sue forze. Troppo facilmente vorrebbe condividere con i bambini il fascino, la gioia, il piacere di guardare oggetti in miniatura, perfette imitazioni o perfino figure umane e animali deformate in caricature.

Ma i “godimenti” non danno ai bambini alcun paradiso, al contrario aiutano a perderlo.
I giochi, cioè l’essere attivi, li mantengono sereni.

 

Un giocattolo offre un godimento solo attraverso il suo aspetto esteriore, serenità solo attraverso il suo uso.
Ciò che rende e mantiene sereno e felice è proprio l’attività, e i giochi dei bambini non sono altro che l’espressione di un’attività seria, rivestita di leggerezza.
Il gioco del bambino non è mai un’attività fatta superficialmente, ma un agire pervaso di profonda serietà.

Se oggi questo non avviene, con alcuni bambini, la causa è da ricercare raramente in loro stessi, bensì nell’ambiente che li circonda: il comportamento degli adulti o il tipo di giocattoli messi a loro disposizione, ha fatto sì che andasse persa la capacità di un gioco pieno di dedizione.
Se si è consapevoli delle necessità pedagogiche, si può rimediare.
Chi ha bambini piccoli attorno a sè, non dovrebbe mai dimenticare di avere una profonda influenza sulle forze di volontà dei bambini attraverso tutte le sue attività e soprattutto attraverso il modo in cui lui è attivo.

Il bambino accoglie in sè tutti gli avvenimenti e le esperienze provenienti dall’ambiente dell’adulto che è attivo intorno a lui, le afferra con la sua volontà, le porta dentro di sè con l’imitazione e dà forma al suo modo di giocare.
E’ importante perciò che l’adulto, in presenza del bambino, sia attivo.
Una mamma quando per esempio lava la verdura, scopa la stanza o stira, agisce in modo molto più stimolante che se scrivesse una lettera; e così il papà che lava l’automobile è più stimolante che se legge il giornale.

Il fatto che il bambino impara attraverso l’imitazione porta con sè la conseguenza che l’adulto, in presenza del bambino, dovrebbe comportarsi in maniera degna di essere imitata.
L’adulto può arrivare a interiorizzare questo fatto a tal punto da diventare capace, col tempo, di guidare il bambino molto più attraverso l’imitazione che attraverso spiegazioni e proibizioni.

Gioco e lavoro, un’apparente contraddizione dal punto di vista dell’adulto.

Ma la differenza tra il gioco del bambino e il lavoro dell’adulto sta solo nel fatto che il lavoro deve adeguarsi ad una meta esteriore, l’attività del bambino invece origina da impulsi che nascono dalla sua stessa interiorità, dalla sua fantasia, senza una precisa responsabilità di fronte ad altri uomini o verso la cosa stessa.

Si può dire che il lavoro è determinato dal di fuori, il gioco dal di dentro.

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Il giocattolo da uno a tre anni

Da uno a tre anni i bambini stanno soprattutto con la mamma, e il loro più grande piacere è trafficare con mestoli, pentole, ecc…

Per questo sono sufficienti solo poche cose nell’angolo dei giochi:

. una grande bambola coi nodi (telo quadrato con il lato di circa 70cm, testa dimetro 12cm)

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continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

La buca della sabbia

La buca della sabbia. Appena la stagione lo consente e la paura dei raffreddori diminuisce, i bambini possono finalmente godere del sole e giocare con acqua e sabbia. Portare i bambini all’aria aperta il più possibile è vantaggioso non soltanto per i bambini: si gode di uno spazio più ampio, gli adulti si rilassano e quindi sono meno sollecitati ad intervenire nelle attività…
L’unico aspetto “negativo” sarà che i bambini si sporcheranno.

Noi possiamo stare in disparte ad osservare come i bambini organizzano lo spazio, le loro costruzioni,  la relazione che instaurano con la sabbia, la concentrazione che mettono nelle loro attività, la ripetitività dei loro gesti.
I più piccoli si mettono a volte accanto a un compagno, ma non è ancora quel giocare insieme che si osserva appena due o tre anni dopo, e non bisogna forzarli in questo: ogni tempo ha le sue regole, il suo significato, e conta soprattutto ciò che emerge dall’interno della persona.

Lo spazio esterno dovrebbe essere organizzato in modo da avere angoli delimitati, come avviene per gli spazi interni alla casa: questo infatti stimola la formazione di piccoli gruppi di bambini, ma allo stesso tempo permette a chi lo desidera di agire da solo.

Basta creare le condizioni per altre esperienza e i bambini vi aderiscono subito, se trovano in esse le risposte di cui hanno bisogno.

E’ importante che anche all’esterno i bambini non si ammassino tutti in un punto rischiando il conflitto, ma che possano scegliere. In tal modo vivranno lo spazio e le novità con tranquillità e con maggior piacere.

Per chi non ha un giardino basta un terrazzino con una vaschetta (meglio se di materiali naturali quali il legno) e della sabbia, qualche recipiente e qualche paletta. 

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Noccioli di ciliegia, pula di farro e semi di lino

Noccioli di ciliegia, pula di farro e semi di lino. I noccioli di ciliegia sono da sempre utilizzati per le loro proprietà curative, grazie alla capacità di accumulare il caldo o il freddo e di rilasciarli molto lentamente, poiché ogni nocciolo ha al suo interno una naturale camera d’aria.

Il legno dei noccioli di ciliegia è così un ottimo conduttore termico e mantiene la temperatura a lungo senza però trattenere umidità.

Quindi sia il caldo sia il freddo rilasciati sono assolutamente secchi.

Un’antica tradizione che vive ancora oggi per curarsi in modo semplice ed in armonia con la natura.

Questi cuscini consentono una distribuzione uniforme del calore e del freddo.

Sono prodotti con materiali naturali al 100% e sono biodegradabili.

Sono molto adatti anche ai bambini.

Sono prodotti naturali, che si impongono per la loro geniale semplicità e durano molti anni.

I cuscini di noccioli di ciliegia sono inoltre un ottimo supporto che esercita funzione di massaggio.

La loro semplicità d’uso permette di utilizzarli in vari momenti della giornata: possiamo approfittare del loro calore mentre guardiamo la tv, stiamo al computer, leggiamo un libro o mentre siamo comodamente sdraiati.

 

 

Cuscino con noccioli di ciliegia: uso caldo

Introdurre il cuscino per 10 o 15 minuti nel forno preriscaldato a 100°,se si vuole salvaguardare la stoffa da eventuali bruciature, lo si può avvolgere in un foglio di carta alluminio.

Utilizzando il forno a microonde sono sufficienti  2 o 3 minuti a temperatura media, ponendo il cuscino nel forno così com’è…

Si può anche utilizzare un termosifone.

Se si utilizza una stufa, porre il cuscino in una pirofila coperta per il tempo desiderato.

In ogni caso controllare la temperatura prima di usare con i bambini.

Ha un effetto rilassante in caso di tensioni, dolori cervicali, mal di schiena, crampi addominali, nervosismo e stress, disturbi del sonno, dolori mestruali, cefalee da tensione, colpo della strega, sciatalgie, dolori dovuti a stress, traumi, stanchezza, cattiva postura, o più semplicemente in sostituzione della borsa di acqua calda.

Ottimo nel trattamento dei dolori cervicali causati da raffreddamenti da aria condizionata.

Si usa in sostituzione della borsa per l’acqua calda, per riscaldare mani e piedi.

Utile per il riscaldamento dei muscoli prima dei massaggi. Ottimo per riscaldare la carrozzina o il lettino dei bambini.

Aromaterapia: le qualità dei noccioli di ciliegia caldi si associano stupendamente alle virtù dell’aromaterapia.
Porre l’olio essenziale scelto sul cuscino già riscaldato.

Cuscino con noccioli di ciliegia: uso freddo.
Introdurre il cuscino per almeno 2 ore nel congelatore, avendo cura di proteggerlo all’interno di un sacchetto di nylon per evitare che il tessuto si bagni.

È utile in caso di emicrania, vene varicose, punture di insetti, infiammazioni, stiramenti, distorsioni, slogature, contusioni, gonfiore, mal di denti.

Ottimo in caso di febbre in sostituzione della borsa del ghiaccio. Utile contro i colpi di calore e molto piacevole per regalarsi un po’ di refrigerio durante i caldi giorni d’estate.

Conservazione e lavaggio dei cuscini.

I cuscini ai noccioli di ciliegie sono prodotti puramente naturali.

Conservateli perciò in un luogo fresco e asciutto. Pulite i cuscini di tanto in tanto riscaldandoli per 3 minuti nel forno a microonde oppure per 15 minuti nel forno preriscaldato a 100° C.

Possono essere lavati anche immergendo il cuscino per un’ora in acqua fredda, quindi procedendo col lavaggio a mano o in lavatrice a 40° con sapone neutro.

Bisogna che poi vengano asciugati molto bene.

 

 

Esempi di applicazione della termoterapia con noccioli di ciliegia

Dolori della colonna vertebrale
Luogo di applicazione: zona sacrale
Indicazioni terapeutiche: tensioni muscolari e dolori nella zona sacrale
Obiettivo della terapia: rilassamento della muscolatura e alleviamento dei dolori
Metodo di trattamento: applicare il cuscino ai noccioli di ciliegie caldo, da 1 a 3 volte al giorno, per 10 minuti in posizione comoda e rilassata supina o addominale.

Tensioni della zona cervicale
Luogo di applicazione: zona cervicale e muscoli adiacenti
Indicazioni terapeutiche: tensioni muscolari in caso di sovraccarico e postura errata
Obiettivo della terapia: rilassare e allentare la muscolatura
Metodo di trattamento: applicare il cuscino ai noccioli di ciliegie caldo, da 1 a 3 volte al giorno per 10 minuti in posizione comoda e rilassata.

Distorsioni e contusioni
Luogo di applicazione: parte del corpo lesa.
Indicazioni terapeutiche: lesioni tipo distorsioni, contusioni e strappi muscolari, nella fase acuta (da 0 a 3 giorni)
Obiettivo della terapia: diminuzione del dolore, evitare il gonfiore delle parti molli
Metodo di trattamento: applicare il cuscino ai noccioli di ciliegie freddo per 10 minuti. Ripetere l’applicazione in caso di forte gonfiore.
Si consiglia di tenere contemporaneamente la parte interessata in posizione elevata e immobilizzata.

Crampi addominali
Luogo dell’applicazione: regione addominale
Indicazioni terapeutiche: crampi addominali in assenza di febbre e vomito
Metodo di trattamento:  applicare il cuscino ai noccioli di ciliegie caldo, da 1 a 3 volte al giorno, per 10 minuti sulla pancia in posizione comoda, semiseduta e rilassata con le gambe piegate verso l’addome.
Per il trattamento di neonati o bambini piccoli è consigliato un periodo d’applicazione massimo di 5 minuti.
È possibile ripetere più volte l’applicazione.

Per procurarsi i noccioli di ciliegia, la via più semplice è l’acquisto online da cherrystones.it

acquistare il cotone biologico e altri tessuti biologici alternativi http://www.insolititessuti.com/

Tutorial per realizzare un cuscino con noccioli di ciliegia qui: https://www.lapappadolce.net/

Per la quantità di noccioli in relazione alle dimensioni, considerate che se imbottite troppo, il cuscino risulterà troppo rigido e perderà la sua caratteristica di adattabilità al corpo e la sua funzione di massaggio; indicativamente:

un sacchetto di noccioli di ciliegia 25x25cm pesa circa 700g;

un sacchetto di noccioli di ciliegia  33x28cm,  1kg;

una fascia imbottita con noccioli di ciliegia,   20x65cm, pesa 800g;

se preferite confezionarla in maglina, senza cuciture per distribuire in modo fisso i noccioli, un tubo  lungo 150cm pesa 900g: l’elasticità del tessuto consente di legarsela a tutte le parti del corpo che necessitano di applicazioni calde o fredde.

Piccoli sacchettini imbottiti con noccioli di ciliegia (15x15cm), sono particolarmente comodi per essere usati in sostituzione del ghiaccio nei piccoli incidenti domestici e per abbassare la febbre: basta tenerne qualcuno sempre pronto nella ghiacciaia, all’interno di un sacchetto di plastica. Consigliatissimo se avete bambini in casa…

Pula di farro – pula di farro e fiori di lavanda


 

Il cuscino in pula di farro è consigliato a tutti, in particolare è indicato per emicranie e mal di testa, mal di schiena, disturbi del sonno, della gravidanza, dolori mestruali, reumatismi, terapia del dolore della cervicale, contrazioni muscolari in genere, problemi di irrorazione sanguigna, disturbi della colonna vertebrale ed infiammazioni.

Il cuscino non è soggetto alla formazione di acari per via della composizione stessa della pula, consentedone l’utilizzo anche a chi soffre di allergie.

La pula di farro per imbottire viene utilizzata intera: nel processo di estrazione del chicco non viene battuta e rotta.
Questo permette di avere un cuscino morbido e molto resistente nel tempo.

La pula intera produce un effetto cuscinetto ed è come avere tante molle massaggianti. Infatti, dopo la lavorazione, la pula rimane integra e vuota al suo interno formando una miriade di piccolissimi cuscini d’aria con elevate caratteristiche di elasticità, che assecondano ogni movimento, consentendo alla muscolatura di distendersi ed al sangue di irrorare meglio i tessuti.

Per l’elevata porosità dell’imbottitura il cuscino in pula di farro non causa sudorazione, lasciando inalterata la temperatura corporea. Quando l’imbottitura è arricchita coi fiori di lavanda, favorisce ancora di più il rilassamento.

Come  i noccioli di ciliegia, anche i cuscini di pula di farro possono essere riscaldati o refrigerati.
Grazie alla natura di cui è composta, la pula di farro è in grado di assorbire e trattenere il calore e di rilasciarlo lentamente.

Possono essere posti nel forno a microonde a media temperatura (1-2 minuti), oppure sul calorifero o  vicino ad una fonte di calore.

I cuscini devono essere periodicamente sprimacciati per riattivare le fibre della pula e gli aromi.

Non vanno lavati, ma devono essere esposti al sole o messi periodicamente qualche minuto nel forno a microonde.

Questi cuscini sono molto utili anche a casa, ad esempio  per migliorare la seduta dei divani o appoggiati al guanciale per leggere comodamente a letto.
Sono particolarmente indicati come sostegno posturale, anche perchè con la pressione si adattano alla forma del corpo e consentono di trovare facilmente la posizione ideale.

Per questo sono particolarmente apprezzati da chi pratica lo yoga, sia in forma di neckroll per il rilassamento e il massaggio, sia in forma di cuscino mezzaluna per sostenere il coccice ed abbassare il livello delle caviglie, che possono essere portate vicino al corpo mantenendo la colonna vertebrale in posizione eretta.

Per  acquistare:

– la pula di farro e i fiori di lavanda www.cherrystones.it

– il cotone biologico e altri tessuti biologici alternativi
http://www.insolititessuti.com/ ;

Semi di lino, semi di lino e fiori di lavanda

I semi di lino, confezionati in piccoli sacchetti rettangolari, possono essere usati come maschere per gli occhi: col loro peso calmante riposano gli occhi, soprattutto se usati freddi e abbinati ai fiori di lavanda.

Il lino è conosciuto da tempi antichissimi e da sempre viene impiegato anche per scopi curativi, per l’applicazione sia interna sia esterna: i semi di lino erano utilizzati già dagli antichi medici che seguivano la dottrina di Ippocrate.

 

L’applicazione dei cuscini con semi di lino caldi risulta particolarmente utile in caso di bronchiti, raucedini ed eccesso di catarro.

I semi di lino però non vanno mai riscaldati eccessivamente, perchè rischiano di perdere il loro preziosissimo olio.Nel caso di piccole coliche nei neonati, possono essere applicati tiepidi sul pancino per dare sollievo.

Le applicazioni calde con semi di lino sono da sempre usate anche per risolvere più velocemente ascessi, foruncoli ed infiammazioni cutanee.

Come i noccioli di ciliegia possono essere utilizzati in sostituzione della borsa dell’acqua calda o del ghiaccio.

Per acquistare i semi di lino biologici www.tibiona.it .

Per acquistare il cotone biologico e altri tessuti biologici alternativi
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Altre idee per confezionare cuscini con noccioli di cilegia, pula di farro e semi di lino:

 

 

 

 

 

 

La lana cardata

La lana cardata. La lana è una fibra tessile naturale. Gli animali da cui si ricava sono:
– la pecora merinos: razza definita in Spagna intorno al XII secolo a partire da un lavoro secolare di selezione. Attualmente allevata in modo estensivo in Australia, Sud America e Sudafrica, produce una lana molto fine e pregiata;
– la pecora di razze indigene: hanno pelo più grossolano, usato tradizionalmente per la confezione di materassi e tappeti; la capra d’Angora, allevata in Turchia, Sudafrica, Stati Uniti dalla quale si ottiene la lana mohair;
–  la capra del Cashmere, originaria del Kashmir (Tibet) diffusa anche in India, Cina, Iran, Afghanistan dalla quale si ricava una lana molto pregiata; l’alpaca, un tipo di lama che vive sulle Ande;
– la vicuña o vigogna, altro tipo di lama delle Ande peruviane;
– il cammello, sia quello asiatico sia i dromedari africani;
–  il coniglio d’angora, che produce l’angora.
Esiste inoltre anche la lana refino, di origine britannica, dotata di notevole elasticità, calore e traspirabilità.

La fibra di lana è costituita da una sostanza proteica, la cheratina, ed ha una lunghezza tra i 2 e i 40 cm.
Nell’analisi microscopica si può notare che longitudinalmente si presenta con delle caratteristiche scaglie che ne ricoprono la superficie esterna, mentre la sua sezione è di tipo circolare, e presenta numerose ondulazioni elastiche, origine della caratteristica arricciatura.

Scarsa invece la resistenza alle sollecitazioni meccaniche, caratteristica che viene sfruttata per produrre il feltro.
Infatti, manipolando la lana in presenza di acqua  acida o basica, (la lana presenta un carattere anfotero, cioè si comporta come una base in presenza di acidi, e come un acido in presenza di basi), le scaglie prima si aprono e poi  si saldano fra di loro richiudendosi e producendo un tessuto non tessuto  meno morbido della lana, ma altamente resistente ed impermeabile, e che può essere facilmente modellato.

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La lana cardata
La materia prima si ottiene attraverso le operazioni di tosatura, ovvero di taglio del pelo, che per le pecore avviene in primavera.
La lana che se ne ottiene viene definita lana vergine. La finezza (o diametro delle fibre) è l’elemento di maggiore rilievo per valutare la qualità di una lana e, come la lunghezza, dipende dalla zona di prelievo del vello (fianchi, ventre, spalle ecc..).
La lana di prima qualità è quella che ricopre il dorso dell’animale, perchè è più morbida e composta da fibre più sottili, resistenti ed elastiche.
L’industria inoltre riutilizza la lana ricavata dagli scarti di produzione; si parla in questo caso di lana rigenerata.
Prima di essere utilizzata la lana appena tosata deve essere lavata, anche per eliminare parzialmente la sostanza untuosa che la riveste, la lanolina.
Si procede quindi all’eventuale tintura, che è il momento più impegnativo e lungo di tutta la lavorazione, ma anche uno dei più creativi, soprattutto se si utilizzano tinture naturali.

Dopo il lavaggio e la tintura, la lana deve essere cardata, cioè pettinata: anticamente la cardatura avveniva  utilizzando proprio i cardi. Lo scopo di questa operazione è quello di pulire la lana dalle impurità rimaste, sciogliere i nodi, districare ed allineare le fibre.

Perchè i laboratori di lana cardata coi bambini

La lana cardata colorata, in tedesco marchenwolle, (lana delle fiabe) ed in inglese magic woll, è un materiale di una straordinaria espressività, che porta davvero ad immergersi in un mondo magico e fiabesco.

La lana cardata colorata o naturale che utilizziamo è di due tipi principali: in vello o in matassa.

La lana cardata conta numerosissime varietà, ma essenzialmente le “grandi famiglie” sono due: la lana in vello e la lana in matassa.

Questa è la lana in matassa, che si presenta con fibre lisce e lunghe, ed è adatta in particolare al modellaggio di angeli, personaggi, per tutti i lavori da realizzare con la tecnica ad avvolgimento, ed è molto bella anche per realizzare quadri, ma si presta poco all’infeltrimento.

Questa è la lana cardata in vello, presenta fibre corte e ricce, ed è particolarmente adatta all’infeltrimento, pur essendo bellissima anche utilizzata per il modellaggio “a secco”.

La  sua manipolazione è un’esperienza sensoriale che coinvolge il tatto e la vista, ma non solo.

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E’ leggera, soffice, colorata, senza confini, i suoi colori vanno sempre ma proprio sempre d’accordo tra loro e col mondo che sta attorno, permette di esplorare il colore libero dalla forma, dagli intellettualismi, è facile e coinvolge l’anima.

E’ impossibile che possano nascere cose brutte, e soprattutto per i bambini questo ha un altissimo valore pedagogico, ed arricchisce sia quei bambini abituati a guardare “quelli bravi” da lontano, sia “quelli bravi” che possono finalmente anche loro liberarsi della loro etichetta.

Le immagini di seguito si riferiscono ad  attività svolte coi bambini, anche se l’obiettivo del lavoro insieme non è tanto il “prodotto finito”, quanto la qualità del processo e il coinvolgimento del bambino nell’esperienza….Ci si trova, poi si partecipa al racconto di una fiaba, e quindi si passa alla sperimentazione…

Durante questo genere di laboratorio con la lana cardata i bambini possono ad esempio realizzari dei quadri ispirati dal racconto di una fiaba. La settimana successiva riceveranno il loro libro con la copertina in lana cardata fatta da loro e la storia intervallata da pagine bianche per disegnare.

Durante il laboratorio, tutto il materiale è disposto al centro del tavolo, e i bambini collaborano tra loro alla ricerca del “colore giusto” che serve a un compagno…

Preparato l’ambiente, l’intervento degli adulti durante il processo creativo dei bambini è praticamente nullo.

Fare il feltro coi bambini è un’esperienza molto intensa. Qui potete ammirare alcuni dei capolavori dei nostri piccoli grandi artisti, realizzati durante i laboratori…Ecco alcuni esempi di  “lavori finiti”:

 

Pezze di feltro realizzate durante un laboratorio che ha coinvolto bambini di età compresa tra i quattro e i sei anni con la tecnica dell’infeltrimento con acqua e sapone. Il processo è lungo e anche abbastanza faticoso (soprattutto nella fase della follatura), però la soddisfazione finale  è più che proporzionata al lavoro fatto…

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Al termine di un laboratorio, dove i bambini avevano realizzato delle pezze di feltro, le ho cucite su delle borsette in stoffa, che ora loro usano per la merenda di scuola, per i giochi da portare in auto durante i viaggi lunghi, ecc…

Altri esempi:

E’ molto importante che quello che i bambini realizzano abbia un valore e una possibilità d’uso. Quello che fanno i bambini non è mai un passatempo, ma è sempre un’attività sensata, e noi li vogliamo rispettare.

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Oggetti in lana cardata per i bambini

Ghirlande in lana cardata
molto poetiche,  con soggetti ispirati alle immagini delle fiabe, al ciclo degli stagioni, agli esseri magici (gnomi, fatine, maghi e streghette, Madre Terra, …)  alle feste dell’anno (Natale, San Martino, Mago Gelo, Pasqua,…), ai lieti eventi (nascite).

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Si possono anche realizzare inserendo un carillon e prendendo spunto per il soggetto delle fiabe e dei racconti della buonanotte.  Il carillon è nascosto all’interno dell’oggetto e tirando la cordicella si può sentire un suono molto addolcito dalla presenza della lana, che accompagna il bambino tra il bacio della buonanotte e la nanna.

Animali vari:

Mobiles

realizzati in lana cardata colorata, spesso combinata con rami di nocciolo contorto o altri materiali naturali. I soggetti traggono spunto unicamente dalla fantasia o dalle indicazioni dei bambini. I mobiles sono composizioni con figure che si muovono spontaneamente, e in modo lento e imprevedibile, essendo appese su fili trasparenti; i vari elementi che lo compongono riescono così a mostrarsi sempre uguali eppure sempre sottilmente diversi. Si tratta  di immagini molto adatte al modo che i bambini hanno di percepire il mondo: per questi li trovano molto interessanti e se ne lasciano naturalmente affascinare.

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Gnomi

Questi in particolare sono pensati come decorazioni per la casa, e non come giochi: cosa che li rende un po’ intoccabili e ancora più magici. Hanno varie dimensioni, da quelli più grandi (gli Gnomi della Casa) che di notte nascondono quello che nelle case non si trova più (chissà, forse le forbici della cucina…), a quelli più piccoli, che magari regalano pietre preziose nelle notti di luna piena, se il bambino si ricorda di lasciar loro qualche briciola di pane.

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Bamboline da viaggio, da portare a tracolla:

Quadri per la cameretta:

Il presepe…

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