Igiene orale: un modello di denti realizzato con bicchierini di plastica. Il progetto di costruzione del modello non è adatto ai bambini, soprattutto perchè ritagliare i bicchierini richiede una certa forza, e per realizzare un modello impermeabile e resistente all’acqua, l’uso della colla a caldo è necessario. I bambini possono comunque partecipare ritagliando le strisce di panno, legando i bicchierini tra loro, riempendoli con la carta di recupero. Naturalmente l’uso del modello è invece tutto loro… Il modello può servire ad esercitarsi non solo sull’uso dello spazzolino, ma anche del filo interdentale.
Cosa serve:
– dodici bicchierini di plastica da da caffè – una superficie rossa (meglio se di plastica) – strisce di pannolenci rosso – carta bianca di recupero – colla a caldo
Per fare in modo che i dentini stiano ben vicini gli uni agli altri, ritagliate così:
poi fare una collana usando nastro adesivo, o biadesivo, o anche con la graffettatrice:
Riempite i dentini con della carta bianca di recupero:
Disponete ad arco i dentini sulla superficie rossa e incollante con abbondante colla a caldo: i dentini devono essere resistenti!
Con altra abbondante colla a caldo aggiungete le strisce di pannolenci alla base dei dentini, a formare le gengive e fissare ulteriormente il tutto. Ritagliate la superficie rossa seguendo l’arco dei dentini.
Se volete rifinite con un giro di nastro isolante colorato, ed il modello è pronto.
Attività di igiene orale
Per preparare l’attività servono: – acquarelli e pezzetti di carta colorata – un vaso d’acqua – spazzolino, dentifricio e filo interdentale
Sporcate il vostro modello così:
Il bambino si dedicherà sua pulizia e sarà un buon modo per mostrare come spazzolare i denti e come utilizzare il filo tra gli spazi interdentali:
Al termine potete proporre anche un tappo di collutorio:
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
Oral care: a model of teeth made of plastic cups. The project of construction of the model is not suitable for children, especially because cut the plastic cups requires a certain strength, and to achieve a model waterproof and water resistant, the use of hot glue is needed. Children can still participate by cutting strips of cloth, tying the cups between them, filling them with waste paper. Instead the use of the model is their. The model can be used to practice not only on the use of the toothbrush, but also floss.
Oral care: a model of teeth made of plastic cups
What do you need?
– twelve plastic cups – A red surface (preferably plastic) – Strips of red felt – White paper – Hot glue
Oral care: a model of teeth made of plastic cups
How is it done?
To make sure that the teeth are very close to each other, cut out in this way:
then make a necklace using adhesive tape, or biadhesive, or even with the stapler::
Filled teeth with of the white paper:
Arrange the teeth in the shape of arc on red surface and gluing with plenty of hot glue: the teeth must be resistant!
With plenty of other hot glue, add the strips of felt at the base of the teeth, to form gums and fixing everything. Cut the red surface following the arch of teeth.
If you want finish with a round of colored tape, and the model is ready.
Oral care: a model of teeth made of plastic cups
Activities of oral care
To prepare the activities need: – Watercolors and bits of colored paper – A glass of water – Toothbrush, toothpaste and dental floss
Dirtying your model like this:
The child will be dedicated clean it and will be a good way to show how to brush their teeth and how to use the floss between the interdental spaces:
At the end you can also proposing a cap of mouthwash:
Igiene orale: modello realizzato coi cartoni delle uova. Questo modello può essere realizzato anche dai bambini, una volta ritagliato il cartone. E’ indicato per imparare a gestire il filo interdentale, e per nominare i denti, ma non può essere bagnato.
La costruzione del modello è per i bambini anche un buon esercizio di simmetria.
Cosa serve: – dieci o dodici denti ritagliati dai cartoni delle uova – un cartoncino rosso – forbici – colla (vinilica se incollano i bambini, altrimenti anche colla a caldo per velocizzare il lavoro)
I bambini distribuisco i dentini sul cartoncino e quando sono soddisfatti della composizione li incollano, ben vicini gli uni agli altri.
Quando la colla è asciutta, il modello è pronto, basta solo ritagliare ad arco il cartoncino.
Esercitazioni col modello
Preparate dei pezzetti di carta colorata e incastrateli tra gli spazi interdentali.
preparate un vassoio col filo interdentale, mostrate al bambino come prendere il filo e come utilizzarlo per rimuovere lo sporco tra i denti. Poi il bambino potrà mettere in pratica:
Oral care: model made with egg cartons. This model can be realized even by children, once cut the cardboard. It is suitable for learning how to manage the floss, and to appoint the teeth, but it can not be wet.
The construction of the model is for children also a good exercise of symmetry.
Oral care: model made with egg cartons
What do you need?
– Ten or twelve teeth cut from egg cartons – A red cardstock – scissors – Glue (PVA glue if children, or even hot glue to speed up the work)
Children distribute the teeth on the cardboard and when they are satisfied with the composition paste them, very close to each other.
When the glue is dry, the model is ready, just cut out the cardboard-shaped arc.
Oral care: model made with egg cartons
Exercises with model
Prepare pieces of colored paper and embed their between the interdental spaces.
prepare a tray with dental floss, show the child how to take and how to use floss to remove dirt between the teeth. Then the child will be able to practice:
Igiene orale: un gioco matematico col play dough. Ogni bambino realizza il suo modellino di arcata dentale con la pasta da modellare. Poi il tutto diventa un gioco per contare.
Cosa serve: Play dough rosso e bianco (trovi delle ricette per farlo in casa qui) una bacchetta eventualmente un coltello un dado per giocare.
Preparare un ovale con la pasta rossa, poi marcare la metà (senza tagliare) con una bacchetta. Sono tutte attività importanti per i bambini che comportano percezione delle forme geometriche, stima di quantità, simmetria, ecc…
Fare con la punta della bacchetta dodici rientranze per ogni arcata lungo i bordi:
preparare 24 dentini (palline bianche) strappando la pasta da modellare, oppure modellando un serpente e tagliandolo col coltello
Lasciar seccare bene, quindi giocare!
Si può giocare anche in tanti, ognuno col suo modello. Ogni bambino mette i suoi dentini in un piattino, a turno si lancia il dado e si mette sul modello il numero corrispondente di dentini.
Vincono tutti perchè contare è divertente, oppure vince il bambino che riesce per primo a completare la sua bocca.
Oral care: a mathematical game with play dough. The child made his model of a dental arch with play dough. Then everything becomes a game for counting.
Oral care: a mathematical game with play dough
What do you need?
Play dough red and white (you can find the recipe to make it at home here)
a wand
a dice to play.
Oral care: a mathematical game with play dough
How is it done?
Prepare an oval with red paste, then mark the half (without cutting) with a wand. They are all important activities for children involving perception of geometric forms, estimate of quantity, symmetry, etc …
Do with the tip of the wand twelve indentations for each arch along the edges:
prepare 24 teeth (white balls) snatching the play dough or modeling a snake and cutting it with a knife:
Allow to dry well, then play!
You can play in many, each with its own pattern. Each child puts his teeth on a small plate, in turn roll the die and puts on the model the corresponding number of teeth.
Everyone wins because counting is fun, or wins the child who is able to first to complete his mouth.
Gnometti sabbiolini TUTORIAL con cartamodello stampabile gratuitamente in formato pdf e RACCONTO. Il tutorial può essere utile anche per realizzare gli Gnomi della Matematica Waldorf (verde, rosso, giallo e blu).
L’omino del sonno C’è un omino piccino piccino che va in giro soltanto di sera e cammina pianino pianino con un sacco di polvere nera. E’ l’omino inventor del dormire che nel lungo serale cammino senza farsi veder ne’ sentire porta il sonno per ogni bambino. Non si sa se sia bello o sia brutto se sia vecchio più o meno del nonno si sa solo che va dappertutto e che lascia, passando, un gran sonno. Quando stanchi si senton gli occhietti è perché sta passando l’omino ed è l’ora in cui tutti i bimbetti fan la nanna nel loro lettino! (J. Colombini Monti)
Materiale occorrente:
– tessuto (io ho usato la manica di una vecchia maglia) – maglina per bambole – lana bianca per imbottire e per barba e capelli – ago, filo, forbici – semi di lino e fiori di lavanda
Come si fa: Riportate il cartamodello sul tessuto e tagliate:
Poi fate la prima cucitura così (a mano o con la macchina da cucire):
Sovrapponete così il dietro (quello che avete parzialmente cucito) al davanti e cucite; cucite anche il berretto:
Quindi rivoltate sul dritto:
Ora prepariamo la testina. Facciamo un nodo, poi usiamo i ciuffi che avanzano per formare una pallina, tipo gomitolo:
Rivestiamo la pallina con una falda di lana, chiudiamo sul collo, poi facciamo una legatura per dividere volto da cranio, e sul volto passiamo lungo la metà un filo, tiriamolo bene e fermiamo, per formare la linea degli occhi:
Arrotoliamo del filo intorno al collo:
Rivestiamo con la maglina e aggiungiamo una pallina per il naso:
Con un cucchiaino riempiamo il corpo dello gnomo di semi di lino e fiori di lavanda:
Quindi cuciamo intorno al collo, ricamiamo occhi e bocca, aggiungiamo barba e capelli, e se vogliamo un sacchettino di stoffa pieno di semini, e lo Gnomo Sabbiolino è pronto:
Ma chi è lo Gnomo Sabbiolino?
Si tratta di un personaggio che fa parte della cultura popolare di molti paesi; presente anche in alcune regioni italiane, è molto celebrato in particolare in Germania come “Sandmann” .
L’omino del sonno Ha un lume sul cuore, ma fioco fioco, Appena un chiarore. L’omino del sonno Ha scarpe di panno, Quando cammina Rumore non fanno. L’omino del sonno Ha in testa un berretto, Di lana calda, Per stare a letto. L’omino del sonno Va in giro in vestaglia, Tutta rossa, Fatta a maglia. L’omino del sonno Ha in mano un sacchetto Con due cordelle Legato stretto. Dentro il sacchetto Ha una polverina Che non si vede, leggera fina Butta la polvere lesto l’omino: Già dorme il bimbo, lui spegne il lumino. (M.Martini)
Ha molti nomi, è anche Mago Sabbiolino e Orco Sabbiolino (se porta sogni brutti), Ole-Luk-Oie, Sandmann, Ole Chiudigliocchi, Serralocchi, ecc…
La storia tradizionale è all’incirca questa:
“Sabbiolino è un nano che porta un grosso sacco sulle spalle. Tutte le sere, al crepuscolo, si toglie le scarpe per non fare rumore e viene da noi, nel mondo degli umani. E ‘così piccolo e così bravo a nascondersi, che nessuno riesce a vederlo e nessuno saprebbe riconoscerlo. Questo è un gran bene, perchè se per disgrazia capitasse ad un umano di vederlo, il povero Sabbiolino svanirebbe nel nulla…
Sabbiolino ha molto, molto lavoro da fare ogni sera! Deve far visita a tutti i bambini che devono addormentarsi nei loro caldi lettini… e così saltella e svolazza per tutta la notte. Prima va dai bambini più piccoli. Aspetta che nelle camerette ci sia buio, per non farsi vedere, si mette davanti al lettino, apre il suo sacco e prende due chicchi di sabbia.
Appena il bambino chiude gli occhi, posa delicatamente i granelli uno sull’occhio destro e uno sull’occhio sinistro, e comincia a raccontare una storia nell’orecchio del piccolo: “C’era una volta un bambino che partì per il deserto, in cerca di fiabe. Il suo villaggio le aveva perse tutte, insieme alla fantasia, e il bambino, anche se piccolo, era determinato e coraggioso, e voleva ritrovarle e riportarle al villaggio. Cammina cammina, arrivò ad una foresta di pietra, e lì trovò uno scrigno con scritto il suo nome. Meravigliato lo aprì e vi trovò…”
Arrivato a questo punto della storia Sabbiolino si ferma, il bambino si è ormai addormentato dolcemente, a volte ha anche iniziato a russare, e può sognare il seguito della storia. Silenziosamente il nano esce dalla cameretta e va a trovare un altro bambino.
Quando ha terminato il suo lavoro coi più piccoli, Sabbiolino va a far visita anche ai bambini più grandi, ma per farli addormentare invece della sabbia, usa chicchi di mais, che soffia sui loro occhi, e anche loro si addormentano felici.
Il suo è un lavoro molto importante, perchè se per caso si dimenticasse di un bambino, il poverino non potrebbe dormire per tutta la notte…
Nessuno, nemmeno i bambini possono vedere Sabbiolino, ma almeno i bambini possono vedere, al mattino, una piccola traccia che il nano lascia per loro: la sabbiolina negli occhi…”
Esistono innumerevoli varianti, a volte Sabbiolino si serve di un’asina per compiere il suo lavoro, altre volte spruzza latte negli occhi, o polvere di stelle, ecc…
Dalla tradizione alla letteratura, esistono due famosi racconti che hanno per protagonista Sabbiolino. Il primo é Ole-Luk-Oie, di Hans Christian Andersen:
“In tutto il mondo non c’è nessuno che sappia tante storie quante ne sa Ole Chiudigliocchi. E come le sa raccontare! Verso sera, quando i bambini sono ancora seduti a tavola, o sulle loro seggiole, arriva Ole Chiudigliocchi, sale le scale silenziosamente, perché cammina senza scarpe, apre lentamente la porta e plaff! spruzza un po’ di latte negli occhietti dei bambini, poco, poco, ma comunque abbastanza perché loro non riescano più a tenere gli occhi aperti e perciò non lo vedano; sguscia dietro di loro, gli soffia dolcemente sul collo e subito sentono la testa pesante, ma non tanto da far male; perché Ole Chiudigliocchi vuole il bene dei bambini, desidera soltanto che stiano tranquilli, e loro sono davvero tranquilli solo quando finalmente vanno a letto e devono stare zitti perché lui possa raccontare le sue storie. Quando i bambini finalmente dormono, Ole Chiudigliocchi si siede sul loro letto; ha un bel vestito, un mantello di seta, ma è impossibile dire di che colore è perché a ogni suo movimento ha riflessi ora verdi, ora rossi, ora blu. Tiene sotto le braccia due ombrelli, uno pieno di figure, e lo apre sopra i bambini buoni che così sognano per tutta la notte le storie più belle, l’altro invece non ha niente e viene aperto sui bambini cattivi che così dormono in modo strano e quando si svegliano la mattina, non hanno sognato niente. Ora ascoltiamo come Ole Chiudigliocchi per tutta una settimana si è recato da un bambino di nome Hjalmar, e sentiamo che cosa gli ha raccontato. Sono sette storie in tutto, perché ci sono sette giorni in una settimana…”
Il secondo è Der Sandmann, L’Uomo della Sabbia, di E.T.A. Hoffmann, che se volete potete leggere qui. In questo caso l’uomo di sabbia è una sorta di uomo nero, inserito in un racconto gotico che ha avuto grande successo, e che è stato anche analizzato da Freud.
Sulla storia Der Sandmann è basato anche il balletto Coppelia.
Tutorial come costruire una lavagna luminosa (lightbox) economica e facilissima – La lavagna luminosa è uno strumento affascinante per il gioco sensoriale dei bambini
anche molto piccoli, ma non smette di esserlo nemmeno per i più grandi (come vedrete…), e non si esaurisce mai: variando dimensioni della superficie, punti luce, colore dello “schermo” , materiali ecc…, la gamma di esperienze possibili è infinita.
La pedagogia “Reggio Children” dà particolare valore all’esplorazione della luce da parte dei bambini, e la lavagna luminosa è soltanto una delle possibilità che possono essere offerte. Dell’uso della lavagna luminosa in particolare questa è una presentazione molto sintetica tratta da qui : “L’incontro tra luce e materia svela contemporaneamente alcune caratteristiche della materia come il colore, l’opacità o trasparenza, la forma, la grana e alcune qualità della luce, in particolare quelle di trasmissione e di riflessione…” Per saperne di più sugli “Atelier Raggio di Luce”, puoi partire da qui: http://www.raggiodiluce.eu/.
Anche Bruno Munari ha esplorato ampiamente l’interazione tra luce e materiali, in particolare realizzando composizioni “fatte con la luce, con materiali vari, trasparenti, semitrasparenti e opachi, violentemente colorati o a colori delicatissimi, con materie plastiche tagliate, strappate, bruciate, graffiate, liquefatte, incise, polverizzate; con tessuti animali e vegetali, con fibre artificiali, con soluzioni chimiche…” ; per approfondire puoi partire da qui: http://www.munart.org/; queste le sue “Proiezioni dirette”:
A casa o a scuola, davvero con pochissima spesa, possiamo realizzare una lavagna di luce per i bambini , che certamente potrà offrire esperienze più modeste, ma nelle loro modestia irrinunciabili.
Materiale occorrente:
– una scatola di legno, plastica o cartone – qualche portalampada di casa (quelli da scrivania o comodino possono andare, e due possono bastare); in alternativa potete anche ricorrere alle lucette dell’albero di Natale, se è possibile metterle in modalità non intermittente… – due piani rigidi trasparenti, possibilmente della stessa misura, che andranno sovrapposti. Vanno bene ad esempio quelli delle cornici a giorno (di plastica è meglio, se occorre tagliarli) o di vetro se sono a misura della scatola scelta. Si trovano anche in vendita nei negozi di fai da te, ma si può anche comprare una cornice a giorno per due e tre euro nei negozi di usato; – carta stagnola – nastro adesivo (mi sono trovata bene col nastro isolante, che è facile da togliere e mettere, ma va bene il nastro che avete)
Io ho fatto così:
Questa è la cassetta di legno che avevo in casa; era alta abbastanza per contenere i portalampada che avevo a disposizione, ma comunque a misura di bambino; aveva poi già il foro laterale che serve per far passare il filo delle lampade:
Ho posizionato le due lampade e poi ho rivestito tutto con la carta stagnola (senza incollare perchè intendo salvare la cassetta per altri utilizzi…):
e ho fissato intorno alla cassetta con un paio di giri di nastro isolante:
Ho posizionato il primo piano trasparente (l’ho tagliato poi facilmente a misura col taglierino), e ho fatto la stessa cosa col secondo piano trasparente. Praticamente la lavagna luminosa è pronta.
Non provvedere a un fissaggio definitivo dei piani trasparenti è molto vantaggioso, perchè consente di inserire facilmente dei fogli di carta o stoffa tra un piano e l’altro per schermare la luce, con effetti diversi, o anche di sfruttare tutta la luminosità non mettendo nulla tra i due (se ad esempio lavoriamo con materiali opachi come la schiuma da barba). Per rendere il piano stabile, una volta preparato, bastano due pezzetti di nastro adesivo o anche un po’ di schiuma da barba o delle palline di plastilina.
Al collaudo hanno provveduto le mie ragazze; prima hanno provato varie schermature, ad esempio con carta oleata gialla:
e con carta velina rosa:
Scelta la gialla, hanno provato la farina (per distribuirla bene può essere utile un colino).
In un attimo hanno liberato il piano dalla farina per provare con la schiuma da barba:
Se il vostro bimbo è piccolo e c’è il pericolo che la schiuma da barba venga assaggiata, può naturalmente essere sostituita con panna spray, panna montata, albume d’uovo montato o anche pappette di riso o di tapioca (calibrando bene la consistenza…)
Inizialmente hanno mantenuto la schermatura gialla:
poi hanno provato a toglierla (e qui torniamo al vantaggio di non fissare il piano):
Nel freezer tengo sempre della gelatina colorata con coloranti alimentari, che uso un po’ alla volta per colorare il play dough e per tinture varie (lana, stoffette, carta…); viene sempre utile, soprattutto nei giochi sensoriali. Le ragazze hanno concluso il collaudo così:
Guest post: Perchè insegnare la Preistoria ai bambini?
La domanda è molto semplice, e forse anche la risposta può esserlo. Perché i bambini saranno adulti. Perché insegnando loro, si può sperare che certe forme di oscurantismo del nostro tempo, tra qualche decennio saranno finite. Out. Over.
Perché qualche giorno fa una ragazza universitaria che stimo molto, mi ha chiesto “Ma tu sei creazionista o evoluzionista?”.
E poi anche per ragioni più ludiche. Perché studiare scienza è nutrimento per la fantasia, e non è mai troppo presto.
Perché con lo studio della storia della nostra specie ci si può sporcare le mani. Gli archeologi sono una delle poche categorie di adulti ai quali è consentito sguazzare nel fango, infilare le mani in buchi terrosi, scalare un pendio cercando grotte.
Perché i viaggi sono garantiti, non solo in luoghi lontani dai nomi oscuri ed evocativi, ma anche nel tempo, e proprio nel giardino di casa. Scoprire dove c’è oggi la nostra casa un giorno ci pascolavano gli ippopotami o cacciavano le tigri dai denti a sciabola è impagabile.
Perché abbiamo il frigo, il fornello, ed il forno. E se non li avessimo? E se provassimo a vivere una giornata senza elettricità? Ed una senza acqua corrente? E senza cibi confezionati?
Perché quel signore li, vestito con pochi pezzi di stoffa, con una grossa barba ed una lunga lancia, non è un “selvaggio”, è un Aborigeno. Il suo popolo abita l’Australia da 80.000 anni. Il suo popolo non ha mai coltivato la terra. Non ha mai posseduto la terra. Non ha mai rinchiuso un animale in gabbia. Quel signore lì conosce canti sull’inizio del tempo, e se stiamo attenti e sappiamo ascoltare potrebbe anche decidere di cantarceli, un giorno.
Per fare i saputelli con gli zii ed i nonni e spiegar loro con aria annoiata che no, i dinosauri e gli esseri umani non si sono mai incontrati.
Perché siamo tutti fratelli, e non come progenie di Adamo ed Eva, e rassicuratevi, nessuno ci ha mai scacciato a causa di una mela. Ma siamo i discendenti di un piccolo gruppo di persone che un giorno hanno deciso di andare un po’ più in là dell’orizzonte. E non ci siamo mai fermati, e continuiamo ad andare su e giù, in qua e in là, perché’ fa parte della nostra natura.
Enza Spinapolice
Enza Spinapolice e’ un’archeologa del Paleolitico e lavora all’Istituto di Antropologia Evoluzionista Max Planck, di Leipzig. Ha studiato Preistoria a Roma, poi ha conseguito un dottorato Europeo tra Roma e Bordeaux, e da tre anni fa ricerca in Germania. Si interessa in particolare all’origine biologica e culturale della nostra specie, all’estinzione dei neandertaliani ed alle società di cacciatori raccoglitori passate e presenti. Oltre a girare il mondo e studiare il passato, Enza ha una famiglia multiculturale, ed un bimbo di due anni e mezzo, a cui spera di insegnare molto presto la preistoria.
Lavoretti per la primavera – semplice farfalla di carta realizzata con le impronte delle mani. Per dipingere con le impronte serve una bella tavolozza grande, che permetta di mescolare i colori e fare ogni possibile esperimento, e tanta carta… ai bambini piace molto stampare!
Il colore deve essere un po’ denso, tipo tempera non diluita.
Siccome, come ho detto, è difficile fermarsi quando una cosa piace, dopo che i fogli ormai coprivano il pavimento della stanza, abbiamo pensato di dedicarci ad una decorazione floreale per la finestra…
Di solito è un’attività che si conclude quando comincia il fastidio da “manine troppo sporche”, che il bambino avverte quando il colore comincia a seccare… per lavarle un bel gioco con acqua e tappi di bottiglia è l’ideale.
Le impronte fatte sulla carta sono ormai asciutte, e possiamo ritagliare e assemblare la farfalla
Per il corpo ho piegato un foglio A4 quattro volte e ho ritagliato antenne, testina e un abbozzo di collo. Sul corpo ho messo il nastro biadesivo, sulla testa e sulle antenne la colla da carta
Impronte digitali. Tutorial: libretto fatto a mano con le impronte digitali. Trovo molto interessanti le immagini che si possono creare aggiungendo pochi tratti stilizzati alle impronte digitali; sicuramente i bambini più grandi possono inventare vere meraviglie anche da soli, ma coi più piccoli la proposta si fa più complicata…
…ho pensato questo libretto per loro. Lo consiglio perchè per l’adulto che lo prepara è tempo dedicato alla creatività e ai pensieri felici sul proprio bambino, e per il bambino perchè anche da queste piccole cose può nascere l’amore per i libri e la lettura: facendo leva sulla meraviglia gli diciamo che un libro è una cosa che nasconde sorprese belle e che…le cose non sono le cose. Ed ecco il risultato:
Nelle pagine a sinistra ci sono le impronte digitali colorate, nella pagina a destra, nascosta sotto la carta velina colorata, c’è una paginetta trasparente che contiene i segni che completano la figura: si apre la velina, si gira la pagina trasparente…
… e appare l’immagine completa:
Materiale occorrente:
– fogli A4 bianchi da stampante – cartoncino colorato – carta velina colorata – fogli trasparenti di carta da regalo (quella da fiorista) – un pennarello nero indelebile – tempera o pittura da dita in colori vari (io ho usato la pittura per vetrofanie, che una volta asciutta resta lucida e gommosa, e facilita la sovrapposizione del foglio trasparente, che rimane aderente) – forbici e colla da carta – nastro adesivo trasparente – se non siete bravi disegnatori, possono essere utili dei modelli da copiare; i miei, in formato pdf pronti per la stampa, se volete sono qui:
Preparate le impronte, fatele asciugare e ritagliatele. Preparate nel frattempo la prima pagina piegando un foglio A4 a metà: la prima facciata sarà la copertina del libretto, e nella prima facciata interna potete incollare le prime impronte.
Per tutte le pagine formate dal foglio A4 piegato a metà, procedete così:
Tagliate a misura un pezzo di carta trasparente e fermatela sulla piegatura della metà col nastro adesivo trasparente, con le dita premete bene, aprite e chiudete più volte questa pagina trasparente aggiunta per fare in modo che si muova agevolmente, poi procedete col disegno:
Incollate al margine destro del foglio bianco la carta velina e ripiegatela in modo che si possa aprire e chiudere, così:
Infine incollate un cartoncino colorato, così:
Piegate il foglio trasparente sul cartoncino (in questo caso giallo) e coprite chiudendo la velina (in questo caso il foglietto rosa):
Per la pagina successiva chiudiamo tutto, la quarta facciata sarà quella dove incolleremo le nuove impronte, poi avremo bisogno un altro foglio A4 piegato a metà, sempre col nastro adesivo trasparente, poi procediamo come sopra: foglio trasparente, disegno, velina e cartoncino…
Per la copertina scegliete del cartoncino e decoratelo a vostro gusto; naturalmente fate in modo che il bambino piccolo capisca facilmente qual è il dritto del libro ed il davanti… la copertina dovrebbe dare questo messaggio.
Qui i dettagli delle mie impronte, ma si può fare decisamente di meglio:
Lana cardata – Ma dove si compra? Per i primi esperimenti con la lana cardata e il feltro, è possibile acquistarne piccoli sacchettini, magari in colori misti, a prezzi piuttosto alti rispetto a quelli della lana a kg, ma non così inaccessibili… considerate che la lana cardata è molto voluminosa, quindi 1 kg è proprio un bel sacchettone della spesa pieno, e si possono fare un’infinità di cose.
Il mio primo lavoro con la lana cardata è stato un mobile per la culla di mia figlia; avevo comprato questo mix online http://www.ipiccolissimi.it/ (c’è ancora!).
La lana cardata si può trovare nelle scuole steineriane, nelle mercerie (qui a Bassano l’ho vista in vendita a gomitoli, al metro; il negozio ha anche un sito web http://www.filodigiada.com/), e nei negozi di hobbistica…
… oppure nel web, ma considerando che ci sono le spese di spedizione, conviene se si fa un ordine anche di altro materiale che ci serve. Offrono lana cardata online, ad esempio:
praticamente il paradiso di ogni amante della manualità… il sito è in tedesco e inglese. Oltre alla lana trovate tutto per fare le bambole, per lavorare a maglia, tessere, fare gioielli, ecc…
1 kg di lana merinos in gomitolo in 35 colori costa 19 euro:
wollknoll
1 kg di lana in vello (per feltro) in 10 colori costa 24,45 euro:
Lavoretti per bambini piccoli “scarabocchi” pop up. Una semplice idea per realizzare coi bambini piccoli un biglietto d’auguri pop up (ad esempio per la festa della mamma), valorizzando i loro “scarabocchi” in un modo così scenografico che stupirà loro stessi e li farà sentire davvero molto bravi…
A seconda dell’età, i bambini possono partecipare attivamente a tutte le fasi di costruzione del pop up.
Bambini molto piccoli: disegnare, passare all’adulto il materiale richiesto, decidere dove incollare, incollare.
Bambini piccoli e medi: possono anche ritagliare.
Bambini più grandi: possono effettuare anche le piegature.
Come si potrebbe procedere
Il bambino fa i suoi disegni su vari fogli bianchi, seguendo un tema dato dall’insegnante o liberamente. Si può anche chiedere di disegnare un sole, tanti fiori, tante foglie, una farfalla, ecc…
Poi gli si chiede di fare un bel disegno anche su un foglio di cartoncino A3. Mentre il bambino piccolo disegna, si può preparare il foglio che regge il meccanismo pop up; se i bambini sono tanti è forse meglio prepararli prima di proporre l’attività e far decorare la copertina di cartoncino già piegata a metà.
Se il bambino è già in grado di farlo, può ritagliare i suoi disegni da solo, altrimenti lo faremo noi.
Raccogliamo tutti gli elementi ritagliati in un contenitore che renda semplice la ricerca da parte del bambino.
Prendiamo un foglio di carta A4 e pieghiamolo a metà (o chiediamo al bambino di farlo)
Pratichiamo dei tagli di diversa lunghezza, come mostrato nell’immagine, partendo dalla piegatura verso i bordi esterni. Se è il bambino a fare questa operazione possiamo tracciare noi le linee guida: esercitarsi a fermare le forbici al momento giusto è un ottimo esercizio di concentrazione.
Procediamo alle piegature (o mostriamo ai bambini come farle). Pieghiamo così:
apriamo le piegature fatte:
apriamo il foglio:
pieghiamo alternativamente le linguette così mentre ripieghiamo nuovamente il foglio lungo la meta:
apriamo e chiudiamo più volte per controllare il meccanismo:
Siccome la decisione di cosa fare (un prato fiorito) è maturata in corsa d’opera, io in questo caso ho preferito colorare il foglio dopo, e per questo ho dovuto farlo io: è difficile colorare un foglio tutto piegato e tagliuzzato. Certo sarebbe meglio provvedere allo sfondo prima…
incolliamo (noi o il bimbo) sul cartoncino così:
Cominciamo (noi o il bimbo) ad incollare gli “scarabocchi”. Anche se il bambino piccolo è stanco di incollare o non desidera farlo, è importante che partecipi alla composizione. Possiamo coinvolgerlo chiedendo di passarci i vari disegni dal vassoio (che è anche un divertente esercizio di linguaggio) e sentire il suo parere su dove posizionare l’elemento (ottimo esercizio che implica un processo decisionale in relazione al rispetto di una legge naturale: ad esempio il sole sopra, il fiore sotto).
Chiudiamo e riapriamo il nostro pop up più volte durante il lavoro: piacerà tantissimo ai bambini e noi saremo certi del funzionamento… Ecco alcuni esempi terminati:
Prato fiorito con farfalla, tartaruga e uccellini.
Prato fiorito con ape e stelle.
Quattro gatti con tre giochi (filo di lana, palla, uovo) e una ciotola di crocchette.
Gita in barca.
Possiamo poi arricchire la decorazione della copertina esterna:
Se i disegni prodotti dai bambini sono per noi “macchie informi” possiamo a seconda dell’età chiedere sempre al bambino di descrivere il suo disegno (con delicatezza, non “Cos’è questo?” ma “Raccontami un po’” indicando col dito quello che ci sfugge), e coi piccolissimi realizzare pop up “astratti” oppure interpretare noi le loro macchie con le forbici, ma sempre facendo partecipare i bambini…
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
Materiali: farina di mais miscelata con farina di grano duro
Materiali accessori a disposizione: sale, schiuma da barba, acqua, coloranti alimentari diluiti in acqua, play dough di qualche giorno prima
Attrezzi: un ricco assortimento di contenitori presi in cucina o di recupero, un’insalatiera grande, un vaso di vetro, tagliere e coltello, tritatutto a manovella, siringa monouso senza ago, spugnetta per piatti, un cucchiaino di legno.
Il play dough l’avevamo preparato qualche giorno prima, ed era venuto niente male, ma dopo averci giocato tanto era un po’ invecchiato…
Per prepararlo abbiamo mescolato circa in pari quantità farina bianca e bicarbonato di sodio, acqua e invece del cremor tartaro abbiamo usato aceto di vino bianco (quantità a occhio, finchè non si vede che la schiuma che si forma per reazione rende la miscela gonfia).
Poi abbiamo cotto l’impasto sui fornelli finchè non è diventata una palla appiccicosa e l’abbiamo rovesciato sul piano di lavoro, ben infarinato. Abbiamo diviso in pezzetti diversi e abbiamo tinto con colorati alimentari in polvere e curcuma per il marrone (io trovo tutto in un supermercato etnico sotto casa, insieme a tantissime altre spezie in confezione grande e ai preparati colorati per gelatine, che sono anch’essi ottimi per colorare le paste da gioco).
Mentre si impasta per distribuire il colore, occorre aggiungere farina per arrivare alla consistenza giusta, e alla fine un ingrediente grasso (olio o crema per le mani, ma meglio olio) per far brillare il colore ed evitare che la pasta secchi troppo rapidamente. Puoi trovare molte altre ricette più dettagliate e precise qui…
Non ho fotografato la prima parte del gioco con questa sensory tub… La piccola aveva a disposizione la sua vaschetta piena di una miscela di farina di mais e farina di grano duro, e attorno i vari altri attrezzi ed elementi. Per un lungo periodo di tempo ha semplicemente giocato a travasare la farina nei vari contenitori, avendo a disposizione un solo cucchiaio di legno.
Poi si è interessata alla brocca d’acqua ed ha bagnato la farina che aveva messo nella ciotola grande. Provando ad impastare era molto appiccicosa, e le ho suggerito di aggiungere del sale. Ha impastato per un po’ e ha visto che il sale funzionava.
Le ho chiesto se potevo mettere un po’ della sua pasta bianca nel tritatutto, e le ho mostrato come usarlo perchè per lei era un attrezzo nuovo: spaghetti per l’orso!
Ha poi mescolato la sua pasta al play dough colorato che aveva sul tavolo, continuando a produrre spaghetti, che distribuiva poi in vari contenitori e anche nella vaschetta della farina.
Altro play dough l’ha invece fatto a pezzetti col coltello.
Non c’era la sensazione di gioco finito, ma la confusione era molta. Ho iniziato a riordinare un po’ mentre lei ha chiesto la spugna per aiutare
Quando il tavolo era abbastanza in ordine, ho spruzzato la schiuma da barba nel vaso d’acqua, con la siringa ho mostrato come prendere il colore dal vasetto e come inserire la siringa nella schiuma per spruzzarlo, così abbiamo potuto osservare l’acqua colorarsi nel vaso con disegni bizzarri.
Naturalmente, dopo aver visto una volta, ha potuto da sola sia prendere il colore tirando lo stantuffo, sia spruzzarlo nella schiuma…
Dopo il primo vaso anche la schiuma era colorata, e l’ha presa col cucchiaio e messa in una ciotola, così abbiamo anche potuto ripetere l’esperimento e avere a disposizione tantissima schiuma colorata…
Vista l’abilità acquisita nell’uso della siringa ha preparato spruzzi di spaghetti di schiuma da mescolare agli spaghetti di pasta da gioco, prima ha voluto farlo nei piattini, per vedere meglio
E poi tutto è tornato nella vaschetta sensoriale: gli avanzi di schiuma, tutti gli spaghetti, i pezzetti di play dough e per condire… un bel po’ d’acqua.
Ha sminuzzato in pezzi più piccoli il play dough e gli ammassi di spaghetti, poi mescolato un po’ col cucchiaio, e questo è il risultato: un’ottima base, studiando che aggiunte fare, per una nuova sensory tub!
Per saperne di più sulle sensory tubs puoi leggere anche qui.
Un pomeriggio la piccola era molto impegnata a giocare a mamma casetta col suo orso, così mi sono messa all’opera vicino a lei per preparare una lavagnetta per elastici, e per non danneggiare il tavolino ho messo sotto alla tavoletta dei quadrati di polistirolo.
Lei per un po’ ha continuato a giocare, poi ha cominciato a mettere elastici nella parte di lavagnetta già pronta ed ha cominciato a toccare il polistirolo, che naturalmente ha cominciato a fare i pallini… allora gliene ho dato un bel pezzo e una grattugia e lei ha preparato varie pietanze prelibate per l’orso.
Dopo un po’ lei era stanca dell’orso ed io della lavagna, così ci siamo dedicate ad un bel gioco artistico, e molto utile dal punto di vista dello sviluppo della motricità fine, come vedrete…
Le ho dato qualche quadrato di polistirolo (uno sull’altro per fare spessore) e puntine da disegno e lei non ha interrotto l’attività finchè le puntine non sono finite. Allora ho disegnato un fiore, l’ho ritagliato e le ho fatto vedere che si potevano usare le puntine per fare il centro dei fiori. Lei disegnava fiori, io li ritagliavo, e lei li fissava sul polistirolo (togliendo e rimettendo una puntina).
Poi tra i fiori è nato un grande fiore verde, e abbiamo pensato che più che un fiore sembrava un albero.
La piccola ha piantato a suo gusto tanti stecchi da spiedino ed abbiamo fatto gli alberi:
Tra fiori ed alberi la bimba si è poi accorta che il polistirolo aveva uno strano buco: la piscina!
E così ha cominciato a colorare l’acqua della piscina, il fiume, la strada e il prato…
Naturalmente nel fiume ci devono essere i pesci, e le puntine erano proprio gli occhi giusti:
Da cosa nasce cosa: una bici sulla strada, i braccioli nella piscina, e tutto un mondo che può continuare a crescere e cambiare…
E’ solo un piccolo esempio, per mostrare come sia facile inventare davvero con poco attività di qualità insieme ai bambini.
Nell’evolversi del processo la bambina ha potuto esplorare materiali, esercitare la motricità fine e la coordinazione occhio-mano, ha messo in atto una serie di processi di tipo decisionale e ha avuto modo di esprimere la sua interiorità attraverso una creazione artistica.
Il fatto che il risultato del suo lavoro fosse un “bel mondo” e l’esperienza di essere capace di utilizzare anche strumenti pericolosi (le puntine possono pungere, poi la grattugia, il martello…) hanno sicuramente alimentato la sua fiducia in sè, e tutto questo, mi ripeto, davvero con poco…
lenticchie indiane verdi e nere, cannella, anice stellato, cardamomo, cappuccetti di ghianda e gusci di noce: una miscela bella da vedere, sonora e profumatissima.
Siccome è un’attività che è piaciuta molto nei giorni precedenti, una spruzzatina di polistirolo grattugiato al momento…
Attrezzi: contenitori in plastica con coperchio, cucchiaini, mestoli e ciotoline di legno, pentolini e satacci coi fori larghi, grattugia da verdure, un piatto fondo pieno d’acqua.
Dopo aver giocato a immergere le mani nel materiale per sentire uscire il profumo più intensamente, la piccola ha chiesto di grattugiare del polistirolo da aggiungere nella vaschetta.
Poi è passata a dividere il materiale in contenitori diversi, mettendo il coperchio, ha provato a separare le lenticchie dal cardamomo perchè stanca dal suo profumo, quindi ha tolto anche la cannella perchè era troppo grossa e ha avuto un ripensamento anche sul polistirolo… l’anice stellato ha resistito fino all’ultimo.
Dopo vari altri travasi e separazioni di materiali, molto sonori, ha riempito i gusci di lenticchie e li ha fatti galleggiare nell’acqua, insieme a qualche stellina.
Al termine del gioco abbiamo insieme rovesciato tutto il materiale che si trovava nei vari contenitori e setacci nuovamente nella vaschetta, e abbiamo messo il tutto in un sacchetto trasparente.
Sul tavolo e sul tappeto c’erano ancora parecchie lenticchie, e con quelle abbiamo fatto una composizione raccogliendole e mettendole su una bella pozzanghera di colla vinilica fatta su un cartoncino (purtroppo mi sono dimenticata di scattare), e così riordinare bene cacciando tutte le lenticchie rimaste su tavolo e tappeto non è stato noioso.
Per saperne di più sulle vaschette sensoriali puoi leggere qui.
Zero tre anni – Cosa sono le vaschette sensoriali o sensory tubs? Una “vasca sensoriale” (sensory tub) è un contenitore di plastica, legno o cartone abbastanza grande e dai bordi non troppo alti, nel quale vengono posti oggetti e materiali vari, in genere di piccole dimensioni, perchè le mani dei bambini possano esplorarli.
L’esperienza sensoriale può riguardare la consistenza, la temperatura, il colore, l’odore, la forma, il peso, ecc… ; possono essere presentate vaschette sensoriali a tema, soprattutto coi bimbi più grandi, ad esempio l’autunno, il mare, i dinosauri, lo stagno, la neve, la fattoria, ecc… In ogni caso è sempre bene preparare le sensory tubs in modo tale che possano coinvolgere più sensi insieme. Il meccanismo del ricordare infatti coinvolge più sensi contemporaneamente: se ad esempio pensiamo alla nostra nonna, ricordiamo insieme l’odore della sua casa, il colore del suo vestito preferito, il sapore del suo tè al limone e la sua sedia in soggiorno. Possiamo quindi comprendere come le esperienze sensoriali offerte ai bambini svolgono un ruolo importantissimo di preparazione all’apprendimento intellettivo.
sensory tub – il colore giallo di http://countingcoconuts.blogspot.it
Le vaschette sensoriali dovrebbero essere molto varie e dovrebbero essere rinnovate spesso con nuovi temi o con nuovi materiali. Poiché i bambini imparano meglio attraverso la sperimentazione diretta dei materiali, soprattutto usando le proprie mani, le esperienze sensoriali sono di vitale importanza per l’apprendimento dei bambini piccoli.
Il gioco sensoriale nelle sensory tubs preparate ad esempio con contenitori di diversa forma e dimensione e un materiale tipo farina di mais o sabbia, sviluppa nel bambino piccolo le abilità matematiche legate alla sperimentazione di concetti quali dimensione, volume, capacità, peso, ecc… ; se sostituiamo la sabbia o la farina con materiali eterogenei (ad esempio bottoni, fagioli, pasta di diversi formati, ecc…) il bambino potrà inoltre lavorare ai concetti di uguale e diverso, quindi di classificazione di elementi e loro ordinamento e, manipolando questi materiali, imparerà via via a comprendere i concetti di più e meno, pieno e vuoto, ecc… Attraverso il gioco con le vaschette sensoriali, poi, il bambino acquisisce anche tutta una serie di concetti scientifici quali legge di causa – effetto, gravità, galleggiamento, comportamento delle miscele e delle emulsioni, ecc… In ogni caso, poi, questo genere di gioco coinvolge il bambino in processi di problem solving, sviluppa la capacità decisionale, perchè è il bambino stesso che decide come utilizzare il materiale per raggiungere lo scopo che si è prefissato. Naturalmente le vaschette sensoriali offrono anche una vasta gamma di esperienze che sviluppano le competenze che serviranno poi per apprendere la scrittura (motricità fine, coordinazione occhio – mano, concentrazione, ecc…), perchè il bambino lavora alla gestione di oggetti piccoli con la mano e può versare, tirare, schiacciare, impastare, misurare, sminuzzare, setacciare, grattugiare, miscelare i materiali.
sensory tub – autunno di http://whatateacher.wordpress.com
Fare esperienze sensoriali significative ha un effetto positivo anche sullo sviluppo del linguaggio perchè, semplicemente, se facciamo cose che ci appagano e ci rendono felici, o se abbiamo fatto una scoperta entusiasmante, abbiamo tutti più voglia di condividere la nostra esperienza con gli altri e di trovare le parole per raccontarla.
Le esperienze sensoriali sono esperienze che portano benessere ai bambini, perchè li rendono sicuri rispetto alle proprie capacità decisionali ed operative. Se più bambini lavorano alla stessa vaschetta, ma anche se partecipa un adulto che sa essere rispettoso e non invadente, si crea una situazione di collaborazione e complicità molto importante dal punto di vista sociale: si impara a considerare il punto di vista dell’altro per arrivare ad un’azione comune.
Il gioco con le vaschette sensoriali è un gioco creativo, e come sempre per i bambini il processo è infinitamente più importante del prodotto finito. Nel processo artistico il bambino rafforza la propria autostima ed ha la possibilità di esprimere i propri sentimenti e di sperimentare armonia, equilibrio, bellezza.
sensory tub – arcobaleno di http://www.littleredfarm.com/
Come preparare le vaschette sensoriali
Scegliete la dimensione della vaschetta in base al numero di bambini che vi si dedicheranno, io direi da uno a quattro; i bordi devono essere a misura di bambino, cioè non devono essere troppo alti per non ostacolare il movimento delle manine e l’occhio. Per preparare sensory tubs con materiale “secco” va benissimo anche adattare uno scatolone di cartone, ma se pensate di aggiungere all’esperienza anche acqua, ghiaccio, olio ecc… occorre una cassettina di legno iimpermeabilizzata all’interno (anche un vecchio cassetto) o di plastica (formato tipo lettiera grande per gatti, oppure i vari contenitori ikea, che spesso hanno anche il vantaggio di avere il coperchio e di essere impilabili). Per assicurarsi una buona rotazione di sensory tubs poi sacchetti trasparenti o secchielli con coperchio sono l’ideale per conservare il materiale che si intende sostituire nella vaschetta, per poi riproporlo a distanza di tempo. Al termine del gioco i bambini possono aiutare a “mettere via”, ed è un’attività di travaso aggiuntiva.
Nella vaschetta poi, in genere, porremo un materiale base nel quale far “nuotare” gli elementi più grandi che abbiamo scelto in base al tema o al tipo di attività che desideriamo stimolare , oppure offriremo questi materiali base in varie combinazioni tra loro. A corredo della sensory tubs predisporremo una serie scelta di materiali accessori e di attrezzi che reputiamo adatti. Se partecipiamo (con le mani o con la semplice osservazione) possiamo porci come aiutanti del bambino e rovistare per casa alla ricerca di ciò che serve in base a come l’esperienza evolve.
sensory tub – neve di http://olivesandpickles.blogspot.it
Esempi di materiali base: acqua sabbia terra orzo o caffè macinati farina (di mais, di grano, di riso, ecc…) e fecola riso, farro, orzo, miglio, amaranto, tapioca, ecc… pasta di vario formato cous cous fiocchi di cereali legumi (lenticchie, soia, fagioli, ceci, ecc…) segatura semi di lino paglia oobleck coriandoli o pezzetti di carta spezie argilla playdough argilla chicchi di mais chicchi di caffè miscele di semi per uccellini frutta secca (arachidi, pistacchi, noccioline) o loro gusci pezzetti di bucce di agrumi silly putty e simili pezzi di spugna ghiaia bottoni batuffoli di cotone o piccoli pom pom da bricolage trucioli di legno perle e perline biglie palline di argilla espansa pellets gelatina foglie secche sminuzzate neve piselli surgelati piume noccioli di ciliegia (anche scaldati) pula di farro (anche scaldata)
Molti di questi materiali (ad esempio il riso e la pasta) possono essere proposti al naturale, o colorati, e possono essere aggiunti olio essenziale, glitter, ecc…
Si possono anche preparare, come base per la nostra sensory tub, delle miscele interessanti. Ad esempio la sabbia può essere proposta secca o bagnata, oppure si può miscelare con dell’olio o con della crema per le mani (diventa un materiale grumoso molto interessante, che può essere modellato)
Esempi di materiali più grandi da aggiungere al materiale base: mobili della casa delle bambole animali in miniatura pigne castagne e ghiande pannocchie da sgranare fiori e petali conchiglie vari elementi stagionali o relativi a una data festività numeri e letterine palline da ping pong carte illustrate macchinine rocchetti di filo bulloni e rondelle giocattolini da bagno cubetti di ghiaccio (anche colorati) sassi miniature varie tappi di plastica, di sughero, a corona scovolini monete …
Esempi di materiali accessori brocca d’acqua colori da dito sale zucchero olio aceto sapone liquido coloranti alimentari bicarbonato di sodio succo di cavolo rosso costruzioni di legno o un assortimento di legnetti vari sassi bulloni e rondelle schiuma da barba panna montata o albume d’uovo montato pezzetti di polistirolo cacao caffè gusci d’uovo …
Esempi di attrezzi contenitori da cucina di varie misure, con coperchio legni e legnetti vari sassi martello brocche tazze e tazzine, ciotole e altri contenitori piattini colini centrifuga per insalata tritatutto a manovella grattugia misurini imbuti cucchiai, cucchiaini, mestoli, fruste e forchette coltello e tagliere tubi idraulici e giunti rotoli di cartone (carta igienica o carta casa) stampini per biscotti pettini calamite cannucce bacchette cinesi siringhe per dolci o siringhe usa e getta senza ago pinze da insalata vasetti e bottigliette di recupero (succhi, yogurt, acqua, ecc…) bottiglie di plastica tagliete in modi vari per essere usate come imbuti, contenitori e colini carta vetrata pipette bilancia spruzzino lente di ingrandimento …
sensory tub di gelatina di http://www.notimeforflashcards.com/
Per ispirarvi e saperne di più, in rete esiste una quantità sterminata di esempi di sensory tubs realizzate da genitori o insegnanti; le mie sono via via raccolte qui.
Tutti gli elementi e gli attrezzi da offrire vanno scelti con cura, ricordano sempre che il troppo è sempre controproducente. Per approfondire il tema del gioco sensoriale puoi leggere qui.
Coi bambini più grandi si può provvedere a preparare delle carte illustrate tipo bingo che contengono gli elementi più grandi contenuti nella vaschetta. Man mano che il bambino li trova, può posizionarli sulla scheda.
Naturalmente questo genere di materiale richiede la presenza di un adulto, soprattutto per la sicurezza del bambino piccolo. Della qualità di questa presenza, indipendentemente dall’elemento sicurezza, abbiamo già parlato…
Il gioco sensoriale – zero tre anni. Sappiamo che i bambini piccoli hanno bisogno di muoversi, esplorare, sperimentare se stessi e gli oggetti del mondo circostante, e che questo porta ad un sano sviluppo mentale, emotivo e fisico.
Uno degli elementi chiave, nel metodo Montessori e non solo, è la preparazione di un ambiente che permetta al bambino di fare esperienze sensoriali varie ed adatte alla sua tappa di sviluppo, offrendo oggetti e materiali che gli permettono di esplorare e scoprire il mondo attorno a sè. Perché i bambini amano togliersi le scarpe nella buca della sabbia? Perchè per loro è una meravigliosa esperienza sensoriale. Quando andiamo nella direzione giusta nell’offerta di esperienze e “giocattoli” al nostro bambino, la prova è sempre la sua felicità.
Molti dei prodotti per l’infanzia in commercio stimolano eccessivamente il bambino con colori troppo vivaci o suoni aggressivi, ad esempio, ma anche una stanza troppo piena di giocattoli rappresenta uno stimolo eccessivo; vengono poi offerti dal mercato oggetti “per l’infanzia” proprio non adatti all’infanzia, che ostacolano le fasi di sviluppo del bambino dal punto di vista del linguaggio (ad esempio il ciuccio) o del movimento (girelli, ecc…), e se vogliamo aggiungiamo che molti di questi prodotti “per l’infanzia” sono costruiti con materiali sintetici e non naturali.
Moltissimi poi sono i giocattoli che si propongono come “l’esercizio sensoriale perfetto”, ma in verità oggetti e materiali presenti in casa o in natura, e un adulto che si dedichi con sensibilità a preparare questa offerta e ad osservare il gioco del bambino per far evolvere tale offerta nella direzione dei suoi bisogni, senza interferire col suo fare esperienze, rappresentano la perfezione.
Un ambiente semplice, naturale e delicato, suscita nel bambino sentimenti di sicurezza, e lo incoraggia a comunicare con gli altri e a muoversi nell’ambiente.
Quando il bambino è molto piccolo, preparare la cameretta non dovrebbe essere un accumulare merci. Bisognerebbe davvero mettersi a quattro zampe e cercare di guardare le cose come lui le vede, dalla sua altezza, e cercare di individuare cosa lui coglierà della stanza dal punto di vista visivo, e anche uditivo. Il bambino, infatti, non è capace come lo è l’adulto di filtrare gli stimoli superflui.
Ma non va preparata solo la sua cameretta: bisogna preparare a sua misura tutta la casa, anche dal punto di vista della sicurezza, cosa che consentirà al bambino di muoversi in meravigliosa libertà, di fare tutte le esperienze sensoriali di cui ha bisogno, di vivere e interagire con l’ambiente fisico ed umano che lo circonda.
Pensate ad un bambino che inizia a gattonare, e può da solo uscire dal suo lettino basso e girovagare per la stanza, e poi andare in un’altra… certo il lavoro di preparazione dell’ambiente è enorme e richiede grande sensibilità: ogni elemento di pericolosità deve essere previsto e rimosso.
Essere presenti ma non interferire con l’esperienza che il bambino piccolo sta facendo è di importanza fondamentale; ad esempio evitiamo di porgere al bambino l’oggetto che sta puntando, mentre lui sta cercando il modo per raggiungerlo provando a girarsi da solo o dondolandosi avanti e indietro. Lasciamo che esplori queste sue azioni, e semplicemente stiamo attenti al momento in cui, eventualmente, si potrebbe manifestare in lui la sensazione di insuccesso, la frustrazione… insomma aiutiamolo solo quando siamo certi che davvero non è in grado di fare quella determinata cosa che si è prefisso.
Per quanto le attività manuali siano considerate, nella società attuale, inferiori rispetto a quelle intellettive, tutti gli studi dimostrano la stretta correlazione che esiste tra abilità manuali ed intelligenza. Questo vale per tutte le fasi di sviluppo del bambino, ma in particolare per i bambini molto piccoli. Per questo ogni esperienza, ogni tappa della crescita delle abilità motorie, è importantissima; i bambini devono essere aiutati a fare ogni esperienza possibile in relazione alla loro reale tappa di sviluppa, e non vanno forzati, “precocizzati” . Ad esempio possiamo sentirci felici nel vedere il nostro bambino che si alza in piedi e comincia a muovere i primi passi, ma se questo avviene troppo precocemente, il bambino avrà perso l’esperienza dello strisciare, dell’arrampicarsi e del gattonare (in tutte le varianti possibili). Le neuroscienze sottolineano che tutte le attività fisiche che richiedono coordinazione motoria coinvolgono entrambi gli emisferi cerebrali, cosa che avviene anche, ad esempio, mentre leggiamo.
Facendo un altro esempio, quando il neonato comincia a sollevare da solo la testa, per aiutarlo a sperimentare questa nuova abilità motoria possiamo giocare con lui muovendo un piccolo giocattolino su un lato del cuscino, aspettare che il bimbo giri la testa e giocare un po’, poi spostarlo sull’altro lato. Bisogna però alternare davvero lentamente. Il bambino può giocare a questo gioco sia supino sia prono.
La scelta del giocattolo giusto per il bambino molto piccolo apre una questione enorme… i giocattoli infatti rivestono un ruolo fondamentale non solo nello sviluppo del movimento, ma anche nello sviluppo sensoriale, soprattutto sono importanti stimoli visivi. Molti giocattoli che un adulto trova bellissimi, non sono affatto adatti ai sensi ed ai muscoli poco sviluppati dei bambini. Il consiglio è quello di iniziare con forme semplici (anche per le giostrine e i mobiles da culla), e di scegliere via via i giochi in base alla loro funzione e non al loro aspetto o al loro colore. Dare ad un bambino un giocattolo troppo difficile per lui da utilizzare, non rappresenta uno stimolo, ma al contrario può essere dannoso. Col giocattolo giusto il bambino non si annoia, anzi trova grande piacere nel ripetere, sembrerebbe all’infinito, la stessa azione.
Ad esempio, appena il bambino comincia a camminare, possiamo offrirgli giocattoli da spingere, muniti di bastone, che magari consentono di essere caricati di cose; o anche una semplice scatola munita di cordicella, da riempire e tirare. In questa fase di sviluppo questo genere di giocattolo gli permette di sviluppare forza muscolare e coordinazione motoria.
Man mano che il bambino cresce, ogni volta che scegliamo di costruire o acquistare un giocattolo da offrigli, oppure prepariamo per lui una data attività, continuiamo ad interrogarci sulla sua funzione. Non trascuriamo l’offerta di giocattoli e “lavori” che invitano ad una data attività intenzionale, stimolano le capacità immaginative del bambino e richiedono un processo decisionale. Prima di offrirli consideriamo sempre quanto tempo il bambino può dedicarvi e quanto tempo abbiamo noi per stare al suo fianco. Questi giochi, che possiamo chiamare “giochi con scopo” stimolano i sensi, il movimento e l’immaginazione. Dalla qualità delle esperienze sensoriali fatte dal bambino piccolo in relazione all’ambiente, dipende lo sviluppo della sua capacità immaginativa, quella che consente di essere creativi, immaginare appunto soluzioni per risolvere problemi, mettere in atto le strategie trovate.
Scegliamo oggetti e attività manipolative che rappresentano in sè una sfida per il bambino, che hanno un inizio ed una fine (ad esempio appaiare i calzini colorati), e nei quali sia insito il completamento dell’attività stessa. Quando, ad esempio, il bambino avrà appaiato tutti i calzini e non ne sarà rimasto nessuno ancora “singolo”, ne avrà grande soddisfazione, e molto probabilmente chiederà di ripetere il gioco.
Per quanto riguarda la coordinazione occhio – mano, come già detto sopra, ricordiamo sempre quanto essa sia importante e offriamo al bambino la possibilità di fare moltissime esperienze in questo campo. L’esempio classico sono tutte la attività dentro-fuori (ad esempio infilare scovolini da pipa nello scolapasta, oppure le scatole che presentano fori di forme diverse nelle quali inserire un certo assortimento di elementi: grazie a queste attività il bambino impara a utilizzare i suoi muscoli per fare ciò che è dettato dai suoi occhi.
L’utilizzo del legno al posto della plastica aiuta il bambino ad apprezzare il mondo naturale, le sfumature, i colori e le venature del legno, il peso di oggetti che varia per dimensioni e densità.
I giocattoli dovrebbero essere messi a disposizione del bambino nelle stanze in cui stanno tutti i membri della famiglia, salotto, cucina, bagno, e non solo nella sua stanza; dovrebbero essere possibilmente pochi, scelti, e disposti in ordine su scaffali e ripiani ad altezza di bambino. Tenere in ordine è molto difficile, si sa, ma un certo ordine dell’ambiente genera nel bambino una sensazione di fiducia e sicurezza, e ne vale la pena. Inoltre, se osserviamo con sensibilità il suo giocare, non sarà difficile eliminare via via qualcosa sostituendolo con altro. Se i giocattoli sono pochi, non ammassati qua e là, ed ognuno ha il suo posto, senza cadere nella maniacalità sarà davvero più facile tenere in ordine le cose, e grazie all’esempio presto il bambino stesso darà una mano. Anzi per i bambini piccoli, spesso la fase del riordino è vista anche come più divertente del giocare in sè. Se ad esempio il bambino vedrà ogni volta la mamma mettere nella cesta i pezzetti del puzzle, lentamente, con piacere, presto vorrà imitarla e non ci sarà bisogno di altro.
Un altro buon trucco per facilitare il riordino, è quello di abituare il bambino, sempre attraverso l’esempio, ad utilizzare un giocattolo alla volta, e non a vuotare sul tappeto l’intero scaffale. Naturalmente se il bambino invece ha bisogno di tutto il contenuto dello scaffale per fare ad esempio una nave, non deve essere intralciato nel suo progetto. Al termine si giocherà, mamma e bambino “a mettere via”, provando piacere e non dando l’impressione che si tratti di un compito sgradevole. Qualunque cosa il bambino stia facendo di attivo costruttivo e propositivo, rispettiamo e proteggiamo la sua concentrazione, perchè sta facendo sempre un lavoro importante. Evitiamo di disturbarlo anche guardandolo: anche a noi adulti, se ci pensiamo, disturba sapere di essere guardati mentre facciamo qualcosa.
Durante i primi tre anni il bambino assorbe come una spugna tutto ciò che è nell’ambiente attorno a lui, la bellezza e la bruttezza; dobbiamo impegnarci per raggiungere uno “standard elevato” per quanto riguarda i materiali (naturali), i libri illustrati, i quadri alle pareti, i giocattoli, l’arredamento e la decorazione. E’ interessante notare come questo punto sia fortemente condiviso anche dalla pedagogia Waldorf.
Questo “standard elevato”, poi, non ha affatto a che fare col concetto di costoso o di lusso, anzi, forse è il contrario. Ad esempio mantenere l’ordine fa parte di questo modo di concepire gli spazi in cui vivono i bambini piccoli, come lo è l’avere pochi giocattoli. Se ci pensiamo non è affatto difficile, ed ogni concetto è collegato all’altro. Se infatti il bambino, fin dai primissimi giorni, condivide gli stessi spazi in cui stanno anche gli adulti, e partecipa alle loro attività quotidiane, sarà durante tutta la giornata impegnato in giochi fantastici: travasi in cucina, tutte le attività connesse con la cura di sé e dell’ambiente (vestirsi, preparare la tavola, pulire il pavimento, lavare i piatti, spolverare, ecc…), annaffiare le piante in vaso e in giardino, riporre la biancheria… Un bambino preferisce togliere la polvere vera da un vero scaffale impolverato, piuttosto che usare un “giocattolo” che gli propone di farlo per finta. Trovi molti esempi di attività di vita pratica qui ed esempi di attività di cucina qui.
A conclusione possiamo dire che per “gioco sensoriale” intendiamo una serie di esperienze pensate per promuovere le abilità sensoriali e la conoscenza dell’ambiente; si tratta essenzialmente di cose da fare.
Tra queste cose da fare, in aggiunta alle attività di vita pratica e a tutto quanto già esposto sopra, citiamo:
– non tanto per la loro importanza quanto per le infinite variazioni che consentono, le ceste o vaschette sensoriali (sensory tubs)
– gli esperimenti scientifici, quelli più semplici e d’effetto per bambini piccoli… Nel bambino piccolo, come nell’adulto, la ricerca è un’azione promossa dall’intenzionalità. La sperimentazione è la base fondamentale di ogni scoperta, una delle principali chiavi di accesso alla conoscenza. Interiorizzare un concetto è molto più semplice se il bambino può memorizzare un’esperienza ad esso collegata. Ad esempio a tre anni molti bambini sanno a che cosa serve l’olio e di che colore è, ma quanti hanno potuto mescolare l’olio con l’acqua? Per fare ricerca con bambini così piccoli non occorre andare molto lontano.
Quando parliamo di “giochi sensoriali”, dunque, parliamo di giochi (attività) “naturali” che sviluppano le capacità sensoriali e percettive, e che conducono il bambino ad esplorare materiali della vita quotidiana e della natura per imparare via via ad osservare e riflettere: “fare per capire e capire attraverso il fare”. Il concetto di “gioco euristico” è molto affine a quanto detto e può essere sicuramente preso in considerazione.
Sono “giochi sensoriali” vari elementi offerti dalla natura (conchiglie, sassi, pigne, pannocchie, foglie,…) e qualsiasi oggetto o elemento che fa parte della nostra vita e che può essere strumento di creatività e di gioco: attrezzi di cucina, alimenti, materiali e attrezzature per la cura di sè e della casa, e tutto ciò che presenta questi aspetti:
– promuove l’attività del bambino
– risponde alla legge di causa-effetto (se tocco la pentola mi scotto)
– offre una risposta naturale (se il mio bicchiere che è di vetro cade, si rompe)
– si inserisce in attività adeguate alle abilità del bambino.
Le ragioni per utilizzare questi materiali presenti in casa sono molte:
i giocattoli acquistati hanno spesso una gamma di efficacia limitata; a molti bambini vengono proposti quotidianamente gli stessi giocattoli, ma la persistenza di uno stesso materiale non può stimolare il bambino a mantenere vivo l’interesse, nè può soddisfare la sua instancabile curiosità per il mondo che lo circonda, di cui è ogni volta più consapevole
questi “giocattoli sensoriali”, cioè queste attività, offrono una grande ricchezza manipolativa, ed una grande varietà di qualità percettive (forma, peso, volume, textures, colore, odore, gusto, ecc…),
offrono la possibilità di sperimentare i quattro elementi: acqua, aria, fuoco (luce) e terra
risvegliano il pensiero scientifico, che stimola i bambini a creare un gioco; davanti a qualsiasi materiale sono loro stessi che decidono cosa fare
ravvivano la curiosità e la voglia di imparare
aumentano le capacità di controllo e di azione nell’ambiente e perciò facilitano l’autonomia personale
offrono informazioni sull’ambiente naturale e sociale nel quale viviamo, sul periodo dell’anno, sul clima, ecc…
aiutano i genitori a sviluppare una maggiore sensibilità nei confronti delle attività del bambino, perchè permettono di pensare a diverse strategie di preparazione e presentazione
sono alla portata di tutti, a buon mercato ed autentici.
Ci sono genitori, ed anche educatori, che non riconoscono il valore educativo di questi “giocattoli naturali”. Spesso siamo così abituati a comprare, che inconsciamente i giocattoli non comprati, non commercializzati, non ci sembrano altrettanto validi per educare i bambini.
Esiste inoltre un concetto prestabilito su cosa debba essere l’educazione e su cosa sia “educativo” e cosa no. Per motivi di tradizione culturale (soprattutto nei Paesi che hanno vissuto una situazione di miseria), o anche di credo personale, per alcune persone è difficile non considerare gli alimenti semplicemente come cibo, e costa fatica accettare l’idea che i bambini possano farvi esperimenti. Nel proporre questo genere di attività all’interno di gruppi, forse è bene discuterne prima…
Il mio personale punto di vista in merito, nel rispetto delle idee e delle credenze di ognuno, è che sia importante alimentare tanto lo stomaco quanto il cervello, ed in questo senso la farina piuttosto che il sacchetto di lenticchie e il pacco di pasta o di riso non li vedo “sprecati”…
Tutorial BAMBOLINE IN FELTRO – Riordinando casa oggi abbiamo ritrovato questa bambolina, che ha ormai più di dieci anni… è uno dei miei primi esperimenti col feltro e le mie ragazze ci hanno giocato davvero tanto:
così ho pensato di cimentarmi di nuovo…
… ed ecco il tutorial.
Materiale occorrente
lana cardata color incarnato e un assortimento di colori a scelta
sapone di marsiglia meglio se all’olio d’oliva (ma si può usare anche detersivo per piatti) e acqua bollente
una stuoietta (tipo quelle da sushi, ma si può usare anche un pezzo di arella rotta o simili, o in alternativa anche un pezzo di plastica a bolle) e un asciugamano
filo da ricamo e aghi da cucito. Gli aghetti da feltro possono essere utili ma non sono indispensabili
forbici o taglierino
un pezzo di cartone di recupero per i modelli. Se usate come ho fatto io un cartone da pizza, avete a disposizione davvero l’ideale perchè è resistente ed abbastanza impermeabile. Se non comprate pizza da asporto potete usare il cartone di una scatola qualsiasi, ma dovrete rivestire il modello con della pellicola da cucina per renderlo più resistente. Se il modello si disfa prima del tempo, infatti, c’è il rischio che la lana infeltrendosi faccia presa all’interno, e non è poi più possibile aprire il lavoro.
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Come si fa
Scelto il modello che desiderate realizzare, riportatelo sul cartone e ritagliate. Qui potete scaricare e stampare quelli che ho usato io, ma si tratta di forme davvero elementari che possono benissimo essere disegnate ad occhio:
Per la bambolina rosa e quella bianca vi servirà la forma ovale per la culla e la forma piccola per il corpo della bambola; per la bambolina verde la forma grande, quella piccola e quella per il cappello da gnomo.
Ora impariamo la tecnica base per infeltrire la lana con acqua e sapone. La preparazione a secco della lana è molto importante. L’infeltrimento infatti è un processo irreversibile che porta le fibre della lana prima ad aprirsi (grazie all’azione dell’acqua e del calore, facilitata dal sapone) e poi a richiudersi saldandosi tra loro (grazie all’azione meccanica del “maltrattamento”, cioè del movimento e della pressione). L’unico vero ingrediente “segreto” è il tempo: più tempo si dedica a massaggiare, premere, strapazzare la lana, più la qualità del nostro feltro risulterà buona. Per essere più tecnica, la fase di “maltrattamento” è detta follatura. Per capire meglio, questa è una fibra di lana vista al microscopio:
photo credit: www. edym.com
La tecnica è la stessa che permette di realizzare pantofole, cappelli, borse, ecc… cambia solo il modello. Anche se sembra difficile, ho tenuto corsi di feltro con bambini a partire dai 5 anni, ed hanno realizzato davvero pantofole, borsette e quadri di buona qualità.
Prendiamo il modello, e procediamo con la lana asciutta rivestendolo in questo modo: una volta in senso verticale, una volta orizzontale, un’altra volta verticale ed un’ultima orizzontale:
Io ho preparato così tutti modelli, prima di bagnare il piano di lavoro; questa è una buona pratica da seguire soprattutto se si lavora coi bambini…
Versate poi dell’acqua bollente in una ciotolina e immergete la saponetta. Se usate detersivo liquido versate in una ciotola più grande l’acqua bollente e una ciotolina più piccola il detersivo.
Insaponate i polpastrelli, poi bagnateli nell’acqua e cominciate a massaggiare la lana con movimenti piccoli, rotatori e leggeri.
La sensazione sulle dita è molto piacevole, e procedete con pazienza senza mai esagerare col bagnare, finchè non vi sarete accorti che siete arrivati a bagnare ed insaponare fino al cartone, da entrambi i lati.
Tenere la stuoietta sopra l’asciugamano è un buon trucco per evitare di bagnare troppo la lana, perchè soprattutto ai bambini piace esagerare con l’acqua, e con la stuoietta l’eccesso viene filtrato lasciando asciutta la superficie di lavoro.
Continuate a massaggiare coi polpastrelli, aggiungendo acqua o sapone solo se sentite che facilita il lavoro di massaggio, e man mano che procedete aumentate gradualmente la pressione.
Ora infatti le scaglie delle fibre si stanno aprendo, ed aumentando la pressione eliminiamo non solo l’eccesso d’acqua, ma anche l’aria tra fibra e fibra. Come ho già detto, più tempo dedicherete all’operazione, migliore sarà il risultato. Tecnicamente al termine di questa operazione avrete ottenuto il “prefeltro”.
Ora si possono proporre due strade. Soprattutto se lavorate coi bambini, a questo punto della lavorazione possono essere stanchi, e molto probabilmente sarà anche finito il tempo a disposizione… ho sperimentato come buona mediazione chiudere ogni pezzo singolo in un sacchetto di stoffa o uno strofinaccio da cucina, chiudendolo ognuno con un elastico, e mettere il tutto in lavatrice scegliendo un programma a 60 gradi almeno con centrifuga finale (ma non è il sistema più “ortodosso”):
Chiudendo bene la lana nella stoffa la lavatrice non subirà danni, ed inoltre possiamo approfittare per aggiungere al carico tovaglie e altri resistenti…
Il procedimento manuale prevede invece la follatura, che porta ad eliminare aria e acqua tra le scaglie e fare in modo che esse si saldino tra di loro come se fossero tanti uncini.
Per ottenere questo passiamo col mattarello premendo forte su ogni pezzo, sempre alternando le direzioni e le facce, poi arrotoliamo sempre in tutte le direzioni nella stuoietta e rulliamo con energia, infine stropicciamo come una polpetta ruotando tra le mani, poi riapriamo, tiriamo forte in tutte le direzioni, poi ancora mattarello e così via…
Infeltrire richiede fiducia: per un bel po’ di tempo vi sembrerà di affannarvi inutilmente, ma ad un certo punto vi accorgerete che il vostro pezzo si sarà ridotto notevolmente di dimensioni e apparirà molto compatto: si sarà davvero infeltrito!
Quando sarete arrivati a questo punto, stirate il modello bene, tirando un po’ in tutte le direzioni, o anche aiutandovi col mattarello, tagliate dove serve ed estraete quel che resta del modello di cartone (se avete scelto di servirvi della lavatrice, togliete ogni pezzo dalla stoffa, stirate e procedete poi come mostrato da qui in poi. Nella foto a sinistra ci sono i miei modelli appena usciti appunto dalla lavatrice):
Serve altra acqua calda e altro sapone, in entrambi i casi.
Dobbiamo modellare e dare ulteriore stabilità al nostro feltro soprattutto nella parte interna: infiliamo un dito insaponato e bagnato nell’apertura e dall’interno e dall’esterno massaggiamo premendo abbastanza forte, poi rulliamo sulla stuoietta, appallottoliamo il lavoro, ristiriamolo e così via, finchè non siamo soddisfatti:
La fase finale, e l’ultimo “maltrattamento” consiste nel risciacquare per eliminare tutto il sapone. Prima con acqua molto calda, poi strizziamo, poi con acqua molto fredda e strizziamo e così via. Meglio se l’ultimo risciacquo è con acqua fredda. Stiriamo bene tirando e facciamo asciugare.
Confezione e rifiniture:
Testina e manine possono essere realizzate o in feltro (ormai lo sappiamo fare) oppure con la maglina da bambole:
( Testa: fate un nodo in una striscia di lana color incarnato, avvolgete la lana che avanza sul nodo come per fare un gomitolo, bagnate con acqua molto calda e sapone e ruotate tra le mani prima con pressione leggera leggera, poi sempre più forte. Risciacquate come spiegato sopra. Manine: preparate una striscetta di lana sulla stuioia, rullate con le mani bagnate e insaponate come spiegato, stropicciate, sciacquate…)
Bambolina rosa
Per la bambolina rosa ho preparato a parte, sempre con la tecnica dell’infeltrimento, una pezzetta rosa per la cuffietta, e un cordoncino per poter portare la cullina al collo:
poi ho assemblato e decorato così:
Bambolina bianca
La testa e le manine sono in feltro come quelle della bambolina rosa, ma cambiano le decorazioni:
Tutorial gattino e leone realizzati con pezzetti di maglia. Un lavoro manuale semplicissimo e dal risultato strepitoso. I bambini possono realizzarlo in proprio a partire dai sei anni d’età, ma è anche un bel giocattolo che le mamme possono preparare per i più piccoli.
Tutorial gattino e leone realizzati con pezzetti di maglia Materiale occorrente:
tre rettangoli di maglia realizzati a punto legaccio o ritagliati da una vecchia maglia infeltrita: per il corpo un rettangolo 14x11cm circa, per la testa 5×10 cm, per la coda una strisciolina 14×2 cm
lana per imbottire
ago e lana o filo resistente dello stesso colore delle pezze
qualche filo colorato da ricamo per le rifiniture
lana colorata a scelta se si vuole fare la criniera del leone
Tutorial gattino e leone realizzati con pezzetti di maglia Come si fa:
Tenete il rettangolo per il corpo sul diritto, piegate ogni angolo e cucite a partire dal vertice, fino a metà del lato corto, congiungendo parte del lato corto e parte del lato lungo del rettangolo, come mostrato nelle foto, per i quattro angoli:
imbottite con la lana:
e chiudete:
preparate la coda cucendo a formare un tubo, che non serve imbottire, e fissate al corpo:
Ora prendete il rettangolo di maglia che serve per la testa e piegatelo a metà nel senso della lunghezza, dritto contro dritto:
cucite lungo il margine, lasciando un’apertura per ribaltare il lavoro; ribaltate sul dritto:
Col filo dello stesso colore fermare le orecchie così, cucendo due triangolini a destra e a sinistra, e lasciando al centro uno spazio:
Preparate una pallina con la lana da imbottire, inseritela nella testa, quindi chiudete il pezzetto rimasto aperto:
fate una filza dalla parte del collo e arricciate un po’ , poi fissate la testa al corpo:
A vostro gusto aggiungete nasino, baffi e occhietti:
Se invece dei baffetti ricamiamo un naso scuro, aggiungiamo alla coda un ciuffetto di lana scura e intorno alla testa una criniera variopinta, il gattino diventa un leone:
Tutorial gattino e leone realizzati con pezzetti di maglia
tutorial per gattino e leoncino di maglia
Per leggere gli altri tutorial clicca sull’immagine che ti interessa:
Tutorial gattino e leone realizzati con pezzetti di maglia
Knitted cats and lions tutorial. A simple manual work, but the result is amazing. Children can make it on their own as young as six years old, but it is also a nice toy that moms can prepare for the little ones.
Knitted cats and lions tutorial
What do you need?
three rectangles of knitting in garter made or cut from an old sweater felted: for the body a rectangle approximately 14x11cm, for the head 5×10 cm, for the tail a strip 14×2 cm; wool to stuff; needle and wool or strong thread of the same color of the pieces; some colored embroidery thread for the finish; colored wool of your choice if you want to do the lion’s mane.
Knitted cats and lions tutorial
How is it done?
Keep the rectangle for the body on the right, fold each corner and sewn from the top down, up to half of the short side, joining part of the short side and the long side of the rectangle, as shown in the photos, for the four corners:
stuff with wool:
and close:
prepare the tail by stitching to form a tube, which does not serve stuffing, and attach to the body:
Now take the rectangular of knitting that is used for the head and fold it in half in the sense of the length, right sides together:
sewn along the edge, leaving an opening to turn the job; overturned on the obverse:
With the thread of the same color stop their ears, sewing two triangles on the right and left, leaving in the middle a space:
Prepare a ball with wool to stuff, enter it in the head, then close the small piece remained open:
make a string on the side of the neck and curled a bit, then fix the head to the body:
Add nose, mustache and eyes:
If instead of the mustache we embroider a dark nose, add to tail a tuft of dark wool, and around the head a colorful mane, the kitten becomes a lion:
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cat and lion tutorial
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To read the other tutorials click on the image that interests you:
Tutorial – gallinella realizzata con un quadrato di maglia: lavoretto tipico della scuola Waldorf, dove grande importanza è data al lavoro manuale e in particolare al lavoro a maglia, queste gallinelle sono indicate anche per il gioco e come regalo o decorazione per Pasqua, e possono essere confezionate anche con ritagli di vecchi maglioni.
Materiale occorrente:
un quadrato di maglia realizzato a punto legaccio, o un quadrato ritagliato da una maglia vecchia o infeltrita
lana per imbottire
filo dello stesso colore della pezza, ago, uncinetto
qualche filo di lana arancio, gialla, grigia per le rifiniture
eventualmente un sassolino.
Come si fa:
Piegate il vostro quadrato a metà lungo la diagonale e cucite sul rovescio, lasciando un apertura per ribaltare il lavoro:
ribaltate sul dritto e imbottite con la lana; se volete dare più stabilità potete aggiungere alla fine un sassolino:
quindi chiudete:
Con l’uncinetto aggiungete crestina, piume della coda, e con ago e filo occhi e becco:
Per leggere gli altri tutorial clicca sull’immagine che ti interessa:
Tutorial coniglietto realizzato con un quadrato di maglia. Come saprete nelle scuole Waldorf i bambini si cimentano, a partire dalla prima classe, col lavoro a maglia. Questi animaletti sono tra i primi lavoretti che realizzano e confezionano con le loro mani. I coniglietti, naturalmente, sono anche un bel lavoretto per Pasqua.
Naturalmente i primi lavori consistono in pezzette quadrate o rettangolari a punto legaccio, e sorge l’esigenza di farne qualcosa di spettacolare… da questo sono nati i notissimi animaletti imbottiti che sicuramente avrete già visto anche nel web:
Gli stessi animaletti possono essere realizzati anche utilizzando una maglia vecchia o reduce da un errore di lavaggio, insomma infeltrita…
Questo il tutorial per il coniglietto, in versione pezza a punto legaccio e maglia riciclata:
Materiale occorrente:
un quadrato di maglia (dimensioni a scelta)
lana per imbottire
filo robusto per cucire.
Come si fa:
Preparate una pezza quadrata a punto legaccio, oppure tagliate da una vecchia maglia due quadrati, cuciteli a doppio sul rovescio e ribaltate il lavoro:
Con ago e lana dello stesso colore della vostra pezza fate una filza per arricciare lungo la linea della metà del quadrato, poi salite verso il centro del lato superiore e scendete tornando al punto di partenza. Togliete l’ago lasciando il filo libero (andrà tirato per l’arricciatura):
Preparate una pallina di lana da imbottire (se usate una pezza scura potete avvolgere la pallina con un po’ di lana dello stesso colore, tipo gomitolo:
Tirate la filza per arricciare, chiudendo all’interno della maglia la pallina di lana, e fermate con un doppio nodo:
Come vedete, con pochi semplici passi il vostro coniglietto ha già testina e orecchie; ora cucite tra loro i due lembi di maglia del corpo:
e inserite ne tubo ottenuto la lana per imbottire:
Chiudete arricciando il fondo. Un trucco per rendere il coniglietto più stabile è quello di inserire un sassolino qui, prima di cucire:
Ora bisogna preparare il codino a pallina. Se usate la maglia infeltrita, preparate una pallina di lana per imbottire, rivestitela con un ritaglio di maglia e applicatela. Se usate una pezza di maglia, preparate la pallina di lana per imbottire, fissatela al coniglietto, e poi ricamatela con la lana dello stesso colore:
Ora i coniglietti sono pronti; se volete aggiungete occhi e nasino ricamati:
Per leggere gli altri tutorial clicca sull’immagine che ti interessa:
Esperimenti scientifici per bambini – Il sacchetto magico. Per questo esperimento servono soltanto: acqua di rubinetto matite ben appuntite, quante ne volete un sacchetto trasparente di quelli apri/chiudi per alimenti, ma se non lo avete potete ingegnarvi come ho fatto io un secchio.
Esperimenti scientifici per bambini – Il sacchetto magico
Riempite il sacchetto di plastica con acqua, quindi chiudetelo e verificate che non ci siano perdite; in caso contrario il sacchetto sarà da cambiare. Per sicurezza fate l’esperimento tenendo il sacchetto su un secchio, oppure nel lavandino.
Inserite una ad una le matite nel sacchetto, con mano ferma ma senza violenza: magicamente non uscirà una sola goccia d’acqua! Il sacchetto sembra proprio sigillare le matite che sono state inserite: fatelo notare ai bambini.
Esperimenti scientifici per bambini – Il sacchetto magico
Quando hai finito, poni il sacchetto sul secchio (o sul lavandino) e rimuovi una ad una le matite:
Perchè?
I sacchetti di plastica sono fatti di polimeri. Un polimero è una grande molecola costituita da diverse unità molecolari, identiche o simili, chiamate monomeri e tenute insieme da legami chimici (legami covalenti).
wikipedia.org
Queste catene di molecole sono molto flessibili e danno al sacchetto elevata elasticità.
Quando la matita appuntita penetra nel sacchetto, le molecole di cui è costituito la abbracciano creando una guarnizione a tenuta stagna intorno alla matita, e il sacchetto non perde.
Science experiments for kids: magical plastic bag. For this experiment are used only: tap, well-sharpened pencils (many as you want), a transparent plastic bag of those open / close for food, but if not have it you can remedy with plain plastic bag, as I did, a bucket.
Science experiments for kids: magical plastic bag
How is it done?
Fill the plastic bag with water, then close it and check that there are no leaks; otherwise the bag will be to change. For safety you do the experiment holding the bag on a bucket, or in the sink.
Insert one by one the pencils in the bag, with a firm hand but without violence: magically will not leave a single drop of water! The bag looks just seal the pencils that were included: do note to children.
When you’re done, put the bag on the bucket (or sink) and remove one by one the pencils:
Science experiments for kids: magical plastic bag
Why?
The plastic bags are made of polymers. A polymer is a large molecule composed of different molecular units, identical or similar, called monomers and held together by chemical bonds (covalent bonds).
wikipedia.org
These chains of molecules are very flexible and give the bag a high elasticity.
When the sharpened pencil penetrates into the bag, the molecules of which it is composed embrace it, creating a watertight seal around the pencil, and the bag does not leak.
Lavoretti per San Valentino – Cuori 60 e più tutorials. Lavoretti, decorazioni, ricette e altre idee sul tema “cuori”, per San Valentino ma non solo… Cuori di carta, di frutta, di stoffa, di panno… cappelli, occhiali, bigliettini, ghirlande e festoni, piccoli doni e spunti per attività varie coi bambini: pittura, tessitura, cucina, paperfolding, ricamo, collage, ecc… Più di 60 progetti.
6. tutorial per realizzare coi bambini questi cuoricini, di http://www.teaching-tiny-tots.com . Servono carta oleata trasparente, pastelli a cera e il ferro da stiro. Si grattugiano sulla carta i pastelli a cera, si passa il ferro da stiro e si ritaglia a forma di cuore.
7. tutorial fotografico, molto chiaro e semplice da seguire, per realizzare cuoricini origami, di http://www.flickr.com/
28. tutorial di http://www.minieco.co.uk per un messaggio segreto in bottiglia, pieno di cuoricini colorati. Per scrivere il messaggio segreto usare semplicemente succo si limone (il messaggio apparirà magicamente espondendolo a una fonte di calore)
38. tutorial dettagliatissimo per dare alle uova sode la forma a cuore, di http://www.annathered.com/ . Servono solo uova sode, una bacchetta cinese, degli elastici e un cartone vuoto del latte…
Libri illustrati: Questo o quello? Ceci ou cela? Questo o quello? Si tratta di un libro gioco pubblicato nel 1964 da Foll Dobroslav, pittore, grafico, scultore e illustratore ceco (titolo originale “Co è Cemu podobá?”), e riproposto dalla casa editrice francese Les Trois Ourses. Le immagini variano a seconda di come si posiziona il foglio “rivelatore”…
Il libro è tutto basato su coppie di illustrazioni tagliate a strisce alternate. Tramite un foglio in pvc che ne maschera una parte, si può visualizzare l’una o l’altra immagine. Per giocare, basta appoggiare la griglia sull’immagine e spostarla leggermente a destra o a sinistra. Questo sistema di rete denominato “Rollage” era abbastanza comune nell’Europa orientale negli anni 60-80.
In italiano si può giocare a “questo o quello” con:
Un libro per bambini e un gioco intelligente che ci insegna che il mondo non è come sembra e ci aiuta a distinguere le cose che si somigliano: trova tutti i pezzi della realtà per conoscere la verità. Quest’uomo è brutto, cattivo e senza cuore? Guardagli alle spalle: nasconde un fiore. Età di lettura: da 6 anni.
Perchè ti sei seduto in una scatola? Non è una scatola. Che cosa fai su quella scatola? Non è una scatola!
Una scatola e’ giustamente una scatola… a meno che non sia una scatola. Da una montagna fino ad un razzo spaziale, il coniglietto di questa storia dimostra ai lettori che una scatola puo’ essere tutto quello che la nostra immaginazione ci permette…
NON È UNA SCATOLA di Antoinette Portis; traduzione di Giuliano Federici Kalandraka editore 40 pagine, 22 x 22 cm 14 euro
La grafica del libro è semplicissima, e semplicissimo anche il testo. Le pagine si alternano tra un’immagine del coniglio come potrebbe vederlo un adulto (seduto in una scatola, in piedi su una scatola, che indossa una scatola, ecc…), e l’immagine di cosa il coniglio è diventato a dispetto delle apparenze: il pilota di una macchina da corsa , uno scalatore su una montagna, un robot, e molto altro ancora…
Libri illustrati: Piccolo blu e piccolo giallo. Questo è piccolo blu. Eccolo a casa con mamma blu e papà blu. Piccolo blu ha molti amici, ma il suo migliore amico è piccolo giallo che abita nella casa di fronte. Come si divertono a giocare a nascondersi, e al girotondo! In classe devono stare fermi e composti, ma dopo la scuola corrono e saltano. Un giorno mamma blu disse: “Io devo uscire. Tu aspettami in casa”. Ma piccolo blu voleva giocare con piccolo giallo e andò a cercarlo nella casa di fronte…
… Dove era piccolo giallo? Lo cercò di qua, lo cercò di là, lo cercò dappertutto… finchè improvvisamente… girato l’angolo… Eccolo! Felicemente si abbracciarono e si riabbracciarono così forte che divennero verdi…
Testo e illustrazioni di Leo Lionni Editore Babalibri Cartonato pp. 48 Formato 20×20 cm Prezzo € 10
«Di tutte le domande che mi sono state rivolte come autore di libri per bambini, la più frequente senza dubbio è: “come vengono le idee?” Molte persone sembrano credere che il modo in cui si ottiene un’idea sia allo stesso tempo misterioso e semplice. Misterioso, perché l’ispirazione si pensa provocata da un particolare stato di grazia concessa solo alle anime più fortunate. Semplice perché si crede che le idee caschino dentro la testa, già tradotte in parole e immagini, pronte per essere trascritte e copiate sotto forma di libro con tanto di pagine finali e copertina. Niente è più lontano dal vero. Talvolta, dall’infinito flusso della nostra fantasia, all’improvviso emerge qualcosa di inaspettato che, per quanto vago possa essere, sembra contenere una forma, un significato e, più importante, un’irresistibile carica poetica. Il senso di fulmineo riconoscimento grazie al quale trasciniamo questa immagine fino alla piena consapevolezza, rappresenta l’impulso iniziale di tutti gli atti creativi… Altre volte, devo ammetterlo, la creazione di un libro si trova nell’improvvisa e inspiegabile voglia di disegnare un certo tipo di coccodrillo.» Leo Lionni
Un libro consigliatissimo, anche per un progetto di arte e immagine.
Di Leo Lionni:
Pezzettino: Pezzettino è in cerca della propria identità. È talmente piccolino, infatti, confronto ai suoi amici – tutti grandi e grossi, capaci di volare, nuotare, arrampicarsi – che si convince di essere un pezzetto di qualcun’altro. Così comincia una ricerca che, alla fine, lo porterà a esclamare al colmo dello stupore e della felicità: “Io sono me stesso!”. Età di lettura: da 4 anni.
E’ mio!In mezzo al Laghetto dell’Arcobaleno, c’era un isolotto. Le sue spiagge erano piene di sassi lisci come uova, e fiori e felci coprivano le alture. Sull’isolotto vivevano tre rane, Gianni, Piero e Lidia. Benché fossero fratelli litigavano dall’alba al tramonto. Un bel giorno però un grosso rospo sbucò dai cespugli… Età di lettura: da 4 anni.
Guizzino Guizzino era l’unico pesciolino nero in mezzo ad un branco di pesci rossi. Un giorno un grosso pesce famelico divorò il branco, solo Guizzino riuscì a scappare. E cominciò a vagare per i mari scoprendo la bellezza dei fondali marini e dei suoi abitanti. S’imbatté così in un altro branco di pesci rossi, che viveva nascosto tra gli scogli per paura dei grossi pesci. Guizzino, con un trucco, ricompattò il gruppo e tutti insieme sfidarono l’ira e il terrore dei pesci prepotenti, riconquistando la libertà. Età di lettura: da 4 anni.
L’albero alfabeto. Un tempo esisteva l’albero Alfabeto dove sulle foglie vivevano le lettere. Un giorno arrivò una tempesta che spazzò via alcune lettere. La paura fu così tanta che le lettere sopravvissute si nascosero tutte insieme tra i rami più bassi dell’albero… Età di lettura: da 4 anni.
Federico. Lungo il prato dove un tempo pascolavano le mucche, c’era un vecchio muro. Fra le pietre del muro, vicino al granaio, cinque allegri topi di campagna avevano costruito la loro casa. Età di lettura: da 4 anni.
Tico e le ali d’oro Molti anni fa conoscevo un uccellino che si chiamava Tico. Tico aveva preso l’abitudine di sedersi sulla mia spalla e di raccontarmi tutto sui fiori, sulle felci e sugli alti alberi. Un giorno Tico mi raccontò la sua storia. Età di lettura: da 3 anni.
Nicola, dove sei stato?Nicola e i suoi amici hanno un problema: non riescono mai a mangiare una bacca matura, dolce e succosa perché gli uccelli arrivano sempre prima di loro. Ai topini restano da mangiare solo le bacche più acerbe e incolori. Deciso a cambiare la situazione, Nicola si mette in cammino per trovare un cespuglio sul quale gli uccelli non abbiano ancora messo le proprie zampe… Età di lettura: da 3 anni.
Un colore tutto mio. Tutti gli animali hanno un colore. Tutti tranne il camaleonte che cambia colore a seconda di dove si posa. Come può fare per avere un colore tutto suo? Il camaleonte trova la soluzione grazie a un amico. Età di lettura: a partire da 4 anni.
Il bruco Misuratutto. Un bruco per sfuggire all’appetito di un ghiotto pettirosso s’improvvisa “un misuratutto”. E con questa nuova qualifica comincia a misurare il becco di un tucano, la coda di un fagiano, le zampe di un airone. Quando però gli verrà chiesto di misurare il canto di un usignolo, furbescamente se la svignerà tra i fili d’erba del prato. Età di lettura: da 3 anni.
Cornelio. Quando le uova si schiusero, i piccoli coccodrilli sgusciarono fuori e iniziarono a zampettare sulla sabbia del fiume. Non Cornelio, però. Lui uscì in piedi… Età di lettura: da 3 anni.
La casa più grande del mondo. La piccola lumaca che abita sul cavolo ha deciso che vuole la casa più grande del mondo e anche se il suo papà le ha detto che certe cose sono meglio piccole lei si nasconde dietro a una foglia e comincia a stiracchiarsi finché non riesce a far crescere il suo guscio. Quando però le altre lumache si sposteranno su un altro cavolo lei, che ha voluto esagerare, non riuscirà più a spostarsi… Età di lettura: da 3 anni.
Il sogno di Matteo. Matteo è un topolino che abita insieme a mamma e papà in un solaio triste e squallido, tappezzato di ragnatele. I suoi genitori desidererebbero tanto che lui diventasse un famoso dottore ma Matteo, dopo una visita con la scuola al Museo d’Arte scopre la propria via: la sua vità cambierà e si tingerà dei colori da pittore. Età di lettura: da 5 anni.
Geraldina, topo-musica. Geraldina non aveva mai sentito la musica. Rumori sì, tanto: le voce della gente, lo sbattere delle porte, l’abbaiare dei cani, il gorgoglio dell’acqua, i miagolii dei gatti. E naturalmente il sussurrio dei topi. Ma musica mai. Poi un bel mattino… Età di lettura: da 3 anni.
Un pesce è un pesce. La storia di un’amicizia tra un girino e un pesciolino che sott’acqua si “vedono” crescere, ma la rana è anfibia e può, con grande dispiacere del pesce, godere di acqua e di terra e così scoprire di poter appartenere a mondi diversi. Anche gli amici possono provare invidia, ma non possono sfidare le leggi della natura: fuoriuscire dal proprio habitat e rischiare la vita è una mossa maldestra ma istruttiva per accettare e valorizzare la propria condizione. Un pesce è un pesce.
Alessandro e il topo meccanico. Il topolino Alessandro incontra un topolino meccanico e diventa suo amico. Alessandro è triste perchè il topolino meccanico è amato da tutti mentre lui viene scacciato via con la scopa, così chiede alla lucertola magica di trasformare anche lui in un giocattolo per essere amato da tutti. Ma alla fine scoprirà la vera amicizia. Età di lettura: da 3 anni.
Il topo dalla coda verde. La compagnia dei topi di campagna vive una vita semplice e beata al riparo dei cespugli. Un giorno, un topo di città porta loro notizie dalla metropoli: è un posto quasi sempre triste e pericoloso, eccetto a Carnevale. Carnevale è bellissimo. I topi di campagna decidono subito di copiare l’idea della festa, le trombette, le stelle filanti, i coriandoli e le maschere. Maschere di animali feroci. Solo che a forza di indossare le maschere, i topi non si riconoscono più e la paura e il sospetto iniziano a circolare… Come andrà a finire questa storia? Una metafora della vita, di come una “maschera” può cambiare l’equilibrio sociale del gruppo, raccontato da Leo Lionni. Età di lettura: da 4 anni.
Teodoro e il fungo parlante. Nel ceppo di una vecchia quercia vivevano quattro amici, una lucertola, una rana, una tartaruga e un topo chiamato Teodoro… Età di lettura: da 3 anni.
Libri illustrati: L’uomo del camion. 10 Km. E per ognuno, un diverso mezzo di trasporto e un “imprevisto” che ritarda la consegna del regalo… ma cosa ci sarà dentro al pacco? Un altro tassello della collana di libri per bambini ideata da Bruno Munari nel 1945, e ancora di sorprendente attualità!
Pagine: 22 di diverse dimensioni Lingue: Disponibile in italiano e inglese Corraini Editore, collana: Bruno Munari Prezzo: € 15.50
Camion, moto, bicicletta, monopattino e pattini a rotelle sono i mezzi con cui un padre, estraendoli l’uno dall’altro e via via sostituendoli per ovviarne certi inconvenienti, raggiunge il suo bambino che compie 3 anni.
Una storia d’amore e di trasporto.
Marco, il papà camionista, desidera portare un pacco dono al figlio lontano. Il bambino compie 3 anni. Mette in moto il camion e parte. Ha un foglio grande. E’ la sua strada.
Al 10 km il camion si ferma. Senza perdersi d’animo, l’uomo, che sarà artigiano, dal camion tira fuori l’auto. E riparte. Ha un foglio più piccolo. Ma è la sua strada.
Al 9 Km l’auto si ferma e Marco smonta e tira fuori una motocicletta. Ed ha il vento sul cappello ora che riparte. La strada si fa stretta, ma è la sua pagina.
All’8 Km un chiodo fora la ruota della moto e Marco si mette all’opera e dalla moto tira fuori una…
CAPPUCCETTO VERDETutti conoscono Cappuccetto Rosso, ma forse non tutti sanno la storia di Cappuccetto Verde, Cappuccetto Giallo e Cappuccetto Bianco, mandati dalla mamma a portare alla nonna un cestino pieno di cose verdi, gialle, bianche. Il lupo nero li aspetta nel folto del bosco, nel traffico, nella neve… riuscirà a prenderli? Con queste favole, pubblicate per la prima volta nella storica collana Einaudi “Tantibambini”, un colore diventa protagonista nei disegni, nel testo e nei personaggi. Bruno Munari ha giocato con la fiaba tradizionale e ne ha allargato gli orizzonti, creando personaggi e storie nuove. I Cappuccetti di Munari ritornano ora come libri singoli, secondo il progetto originale. Età di lettura: da 5 anni.
I PRELIBRI sono stati pubblicati per la prima volta da Danese nel 1980. Sono una serie di 12 piccoli libri (10 x 10 cm) dedicati ai bambini che non hanno ancora imparato a leggere e scrivere, disegnati per adattarsi alle loro mani e assemblati usando diversi tipi di materiali, colori e rilegature. Offrono una varietà di stimoli, sensazioni e emozioni, che nascono dall’accostamento di percezioni e immagini: “dovrebbero dare la sensazione che i libri siano effettivamente fatti in questo modo, e che contengano sorprese. La cultura deriva in effetti dalle sorprese, ossia cose prima sconosciute” (Bruno Munari).
TOC TOC… CHI E’? APRI LA PORTA Qui, come negli altri titoli, Munari gioca su un racconto essenzialmente visivo pieno di attese e di sorprese ottenute attraverso soluzioni semplicissime. Toc toc … e una porta si apre.
NELLA NOTTE BUIA Questo libro è uscito per la prima volta, in poche copie, nel 1956 e da allora è diventato un libro culto dell’editoria per ragazzi. Tuttora conserva tutta la sua attualità e ognuno, bambino o adulto che sia, diventa protagonista di questa avvincente ricerca all’interno della notte, sotto l’erba del prato, nel fiume sotterraneo e nella grotta, passando con la propria fantasia e curiosità (quasi con il proprio corpo) attraverso i fori, i pertugi e i profondi buchi presenti nelle pagine di carta, nere o ruvide o trasparenti…. Ognuno segue fino in fondo, con il fiato sospeso, la piccola luce che si intravede lontano. Età di lettura: da 5 anni.
NELLA NEBBIA DI MILANO Pubblicato per la prima volta nel 1968, questo volume propone un ritratto spietato e gustoso della metropoli lombarda con forme nere, stilizzate, geometriche, creando un effetto nebbia con la carta lucida semitrasparente, in contrasto fortissimo con il fantastico mondo del circo rappresentato al centro del libro. Il lettore viene completamente coinvolto ed entra attivamente nel racconto, in un percorso fatto di immagini e suggestioni create dall’uso di carte diverse fustellate e disegnate. Un viaggio dentro la lattiginosa opacità della nebbia di Milano, un approdo nell’allegra vivacità del mondo del circo. Età di lettura: da 5 anni.
IL PRESTIGIATORE VERDE Il prestigiatore verde, il simpatico Alfonso, sparisce e ricompare tra le pagine in bauli e scatole per riuscire finalmente a suonare in pace il suo violino.
GIGI CERCA IL SUO BERRETTO Dove sarà il cappello di Gigi? Nell’armadio, nel frigorifero? Una storia semplice e coloratissima, divertente e attuale anche se disegnata negli anni ’40.
IL VENDITORE DI ANIMALI Un bizzarro venditore ci propone una teoria di fantasiose creature dalle strane abitudini…e tra un fenicottero che fuma la pipa e un armadillo “un poco brillo”, nel finale la sorpresa è assicurata!
LA RANA ROMILDA La storia di una rana che, saltando di palo in frasca, ha una serie di avventure curiose e divertenti.
L’UOMO DEL CAMION10 Km. E per ognuno, un diverso mezzo di trasporto e un “imprevisto” che ritarda la consegna del regalo… ma cosa ci sarà dentro al pacco?
STORIE DI TRE UCCELLINI Ancora un libro della storica serie del 1945. Munari ideò questi libri/album animati per i bambini utilizzando grandi immagini, pagine ed inserti di diverse dimensioni, fori e fustelle, per creare curiosità ed attesa in chi guarda. L’album racconta tre delicate e eleganti storie di tre uccellini che finiscono in gabbia.
TANTA GENTE Un libro abbozzato, suggerito, un libro che Bruno Munari ha cominciato a preparare e che noi possiamo completare, rifare e reinventare… il tema? La gente! tanti tipi diversi, tanti atteggiamenti, tanti tic e tante storie: possiamo completare i disegni accennati, disegnarne di nuovi, descrivere, incollare e divertirci a cambiare l’ordine dei fogli. Anche le carte sono tante, colorate e trasparenti, per suggerirci tanti stimoli diversi.
ABC SEMPLICE LEZIONE DI INGLESE “ABC” è un alfabetiere scritto e disegnato da Bruno Munari nel 1960, con la consueta colorata ironia. Destinato originariamente agli Stati Uniti, diventa una semplice e divertente lezione d’inglese per i bambini (e non solo) italiani.
ALFABETIEREChi l’ha detto che l’alfabeto si impara dalla A alla Z? Munari invita i bambini a giocare con suoni e forme delle parole: imparare a leggere e a scrivere diventa così un impagabile divertimento.
ZOOUn viaggio fra animali colorati e testi divertenti per descriverli. Le immagini vivide e il segno particolare fanno di questo libro uno zoo fra reale e immaginario per bambini e adulti.
MAI CONTENTI Qui, come spesso succede nella vita reale, animali sognano di essere altri animali, in un divertente ed ironico rimando circolare.
Acquarello steineriano – Racconto: “I colori”. Un adattamento di una storia di ispirazione steineriana per presentare i colori… purtroppo non conosco la fonte originale. La storia si presta ad essere illustrata con l’acquarello, o raccontata utilizzando fazzoletti o fatine colorate o pupette in lana cardata, o fogli di carta colorata trasparente da sovrapporre tra loro…
Foglio Bianco si trovava tutto spiegazzato e abbandonato in fondo ad un cassetto, da tanto tanto tempo. Era per lui una vita molto noiosa e monotona, quella. Ma un giorno, finalmente, si sentì afferrare da due piccole mani, e si ritrovò sopra ad un tavolo.
Foglio pensò: “Mi sembra un bel posto, davvero… però anche qui, mai nessuno che mi faccia compagnia!”
Proprio mentre lo pensava, si sentì cadere addosso delle gocce, e si disse: “Ecco, adesso anche la pioggia!”. Si guardò attorno, e così si accorse che, proprio lì, vicino a lui, c’era un povero triste pennello che stava piangendo… le gocce non erano di pioggia! “Cosa fai?” chiese. E Pennello gli raccontò la sua storia. Anche lui si sentiva solo, ed era davvero molto triste perchè non aveva mai nessuno con cui giocare, da tanto tanto tempo.
“Perchè non giochi c0n me?” disse Foglio a Pennello, ma questi rispose: “Come lo vorrei, ma non mi posso muovere! Sono vittima di un incantesimo. Solo il giorno in cui qualcuno riuscirà a bagnarmi i piedi potrò tornare me stesso, e se non succederà mi toccherà restarmene immobile e secco qui dentro…”
Mentre Foglio e Pennello si raccontavano i loro guai, apparve alla finestra una bellissima farfalla: si trattava della fata Fantasia, che avendo ascoltato tutto, aveva deciso di aiutare i due poveri amici. Fantasia, senza dir nulla, prese il pennello e lo immerse in un vasetto pieno d’acqua.
“Evviva! Evviva!” si mise a gridare Pennello, sul punto di impazzire dalla gioia, “Posso muovermi! Foglio, aspettami qui. Ho un’idea meravigliosa. Corro a chiamare un po’ di amici e poi è fatta… Farfallina, puoi per caso portarmi fino al sole?”
“Sì” rispose la fata Fantasia, “aggrappati alle mie ali e andiamo!”.
Il viaggio cominciò, ma giunto vicino al sole la luce era così accecante che non si potè proprio andare oltre. Allora Pennello, da una certa distanza, gridò: “Sole! Mandami qualcuno che non posso venirti più vicino di così! Devo aiutare il mio amico Foglio!”
Il sole era ben lieto di poter aiutare i due amici, e mandò su di un carro tutto d’oro un luminosissimo folletto. “Ciao Pennello! Mi chiamo Gialloluce e sono proprio felice di venire con te sulla terra!”, disse.
Sulle ali di Fantasia i due tornarono da Foglio, che aspettava con ansia, e dalla gioia cominciarono a saltellare tutti insieme: Gialloluce si espandeva di qua e di là, e sprizzava felice luce da tutte le parti… nessuno era più solo!
Nella stanza dove si trovavano i tre amici, proprio vicino al tavolo, c’era un caminetto nel quale scoppiettava un bel fuoco. E, come risvegliato dal gioco di Pennello Foglio e Gialloluce, dalle mille scintille del fuoco uscì con un balzo un folletto tutto rosso, molto molto chiassoso, che con salti e capriole si avvicinò all’allegra compagnia dicendo: “Ciao! Finalmente! Io sono Rossobrucio, mi fate giocare con voi?”
“Vieni!” gli rispose Gialloluce, “diventeremo amici!”
Come se si conoscessero da sempre, Rossobrucio e Gialloluce cominciarono a cantare e ballare con Foglio e Pennello, ed ora Foglio non aveva proprio più niente dell’aspetto triste e solitario che aveva all’inizio… anzi, ad un certo punto cominciò a sentirsi fin troppo allegro: “Brucio! Scotto!” cominciò a gridare, “Fate qualcosa!”
E improvvisamente apparve una nuova amica. “Ciao Foglio!” disse, “Mi chiamo Fatarancio e compaio ogni volta che Gialloluce e Rossobrucio si incontrano. Non resisto, non c’è niente da fare! Quando li vedo insieme, devo fare anch’io i miei saltelli con loro!”
“Ciao Fatarancio!” dissero tutti gli amici in coro, “Benvenuta!”. E Pennello, un po’ preoccupato per l’amico Foglio che continuava a sentirsi scottare, chiese: “Tu che sei nuova, non sai mica se esiste qualcuno che possa portare un po’ di fresco?”
“Mmh…” rispose Fatarancio, “qui ci sarebbe bisogno di qualche spiritello lunare di mia conoscenza… Gialloluce, mi presteresti il tuo carro?”
E Fatarancio si mise in viaggio. Arrivata sulla luna, cercando di sopportare meglio che si poteva il gran freddo che regnava là intorno, chiese con gentilezza: “Dolce Luna, mi manderesti una delle tue ragazze sulla terra? Rosso e giallo si sono incontrati, e se non dai una mano, un caro amico passerà dei guai…”
Alla luna piaceva poter dare una mano, quando si presentava l’occasione, e mandò in missione Fatacielo: una fatina tutta vestita di blu leggero e pietre preziose e cristalli, che portava sempre nella sua borsetta un soffio di gelo.
Arrivate da Foglio, Fatacielo si mise a ballare con gli altri, e mentre ballava aprì la sua borsetta e i veli del suo vestito si gonfiarono a onde facendo mille giochi… piano piano le fiamme si calmarono e come per magia comparve un nuovo amico: il folletto Violabenedetto! Amicizia e gratitudine erano ovunque.
Una raccolta di tutorial e idee per fare piccoli regali e lavoretti natalizi coi bambini: decorazioni, biglietti d’auguri, scatole, fiocchi, nastri, giocattoli, quadretti, candele e molto altro…
1. Lavoretti natalizi: tutorial con video per realizzare i sacchettini scandinavi a forma di cuore (possono essere fatti in feltro o anche in carta), di http://radmegan.blogspot.com
2. Lavoretti natalizi: fiocchi di neve ricamati su cartoncino, anche per costruire biglietti di auguri, di http://www.flickr.com/
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3. Lavoretti natalizi: tutorial per ottenere un cubo trasparente da una bottiglia di plastica di http://veroicono.blogspot.com/
4. Lavoretti natalizi: tutorial per ottenere una scatolina trasparente apribile da una bottiglia di plastica, di http://veroicono.blogspot.com/
26. Lavoretti natalizi: palline realizzate con sagoma di cartoncino, carta trasparente e pezzetti di carta velina colorata, di http://123learnonline.blogspot.com
28. Lavoretti natalizi: quadretto o biglietto d’auguri realizzato con una linea ricamata e una stellina di panno, tutorial di http://www.amyalamode.com
44. Lavoretti natalizi: fiocchi di neve realizzati coi cristalli di borace (la polvere di borace si acquista in farmacia), di http://deliacreates.blogspot.com
60 and more Christmas gifts and crafts made with kids. A collection of tutorials and ideas to make small gifts and other crafts with kids for Christmas: decorations, greeting cards, boxes, bows, ribbons, toys, pictures, candles and much more …
Decorazioni natalizie fai da te: 50 idee per decorare la casa e l’albero di Natale. Una raccolta di tutorial e immagini di decorazioni per la casa, e addobbi per l’albero di Natale: festoni, lucette, lanterne, palline, ecc… in carta, materiale riciclato, panno, tessuto, lana cardata, maglia, uncinetto e molto altro.
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1. Decorazioni natalizie fai da te: facili facili da “copiare” per chi ha la macchina da cucire, di http://www.marieclaireidees.com/ (non c’è tutorial)
3. Decorazioni natalizie fai da te: Rudolph in cartone e altro materiale riciclato, con modello stampabile gratuitamente di http://www.goodhousekeeping.com
5. Decorazioni natalizie fai da te: palline di spago, realizzate con spago, colla vinilica e un palloncino, tutorial di http://crafted-love.blogspot.com/
7. Decorazioni natalizie fai da te: palline tradizionali, ma personalizzate con l’impronta delle mani dei bambini, idea di http://megduerksen.typepad.com
34. Decorazioni natalizie fai da te: tutorial molto dettagliato per realizzare una decorazione per le lucette di Natale in lana infeltrita con acqua e sapone, di http://artmind-etcetera.blogspot.com
Christmas ornaments: 50 ideas for decorate home and Christmas tree. A collection of tutorials and images of home decorations, and decorations for the Christmas tree: garlands, little lights, lanterns, balls, etc, made in paper, recycled materials, cloth, fabric, carded wool, knit, crochet and much more.
Natale: 30 e più progetti creativi e idee per realizzare angeli. Una raccolta di tutorial e immagini da cui trarre ispirazione per realizzare angeli di carta, di legno, di lana, di feltro, utilizzando materiale riciclato (piatti di carta, lattine, tappi…). Angeli da appendere all’albero, da regalare, angeli per decorare la tavola, angeli per giocare coi bambini, …
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1. tutorial per realizzare un angelo con un piatto di carta, con modello stampabile gratuitamente, di http://www.marthastewart.com/
Christmas: 30 and more creative projects and ideas to make angels. A collection of tutorials and images for inspiration to create angels made of paper, wood, wool, felt, using recycled material (paper plates, cans, caps …). Angels to hang, as gifts, angels to decorate the table, angels to play with children…
Natale: Natale: 50 e più idee per fare il presepe… con gli stecchi del gelato, in carta, da stampare e ritagliare, in stoffa, pannolenci, feltro, lana cardata, con marionette da dito, in cartone, a maglia, con mollette da bucato, di pan pepato, ecc…
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1. Idee per fare il presepe: presepe da realizzare coi bambini con gli stecchi di legno dei gelati, con modelli stampabili gratuitamente, di http://likeaprettypetunia.blogspot.com
32. presepe magnetico, di http://www.cutoutandkeep.net/ . L’idea è riproducibile con le immagini che più si preferiscono e oltre che per la stampa al computer, la carta magnetica può essere utilizzata per il disegno a mano.
Christmas: 50 ideas for making the nativity scene with the ice cream sticks, paper, to print and cut, with fabric, felt, carded wool, with finger puppets, cardboard, knitted, with clothes pegs, made of gingerbread, etc …
Servono dei ritagli di feltro o pannolenci (ma va bene anche qualsiasi altro tessuto se abbastanza consistente), della lana bianca (oppure ovatta), e filo da ricamo.
Per prima cosa ritaglia il tessuto, tenuto a doppio, seguendo il cartamodello:
Poi cuci il cappuccio a doppio, così:
Per spiegare ai bambini il punto festone, mostra che l’ago fa infilato da dietro verso il davanti:
poi bisogna tirare il filo ma non completamente, in modo che resti un piccolo cappio:
poi, sempre da dietro verso il davanti si infila l’ago nel cappio:
e si tira, così:
Dopo aver cucito il cappuccio, si passa a fare un’arricciatura come mostrato nelle foto (ai bambini si può tracciare il percorso con del gesso):
Ora prendiamo una falda di lana e facciamo un nodo al centro:
Dividiamo in due una delle estremità e rivoltiamole sul nodo, in modo da rivestirlo, quindi stringiamo con un po’ di lana intorno al “collo”, e inseriamo la testina nel cappuccio:
Utilizzando il filo rimasto libero arricciamo e facciamo un bel fiocchetto, quindi tagliamo la lana eccedente:
Se vogliamo che il nostro gnomo abbia la barba, basta sollevare un ciuffetto di lana lasciandola fuori dall’arricciatura, così:
Con questi gnometti di panno si può decorare l’albero, si possono preparare dei mobiles o dei festoni colorati, e naturalmente giocare…
Qui ho trovato anche una bella idea per un regalo da fare a mano:
Si preparano due tappetini neri con dei cerchietti colorati: i colori corrispondono a quelli segnati dal dado e naturalmente per ogni colore ci saranno due gnometti. I bambini lanciano il dado e posizionano lo gnomo del colore indicato sul loro tappetino, a turno. Se esce il colore di uno gnomo che era già uscito, il dado passa all’altro bambino e vince chi per primo riesce a completare il tappetino.
Calendari dell’avvento fai da te : una raccolta di 70 e più idee creative per calendari dell’Avvento fai da te da stampare, in tessuto, con le mollette da bucato, con buste di carta, a forma di orologio, di stivaletto di Babbo Natale, di abaco, di spirale, di stella cometa, coi rotoli di carta igienica, in carta o cartone, origami, lana cardata, pannolenci, coi contenitori dello yogurt, e molto altro ancora…
…ho diviso la raccolta in due pagine: questa è la seconda pagina; trovi i primi 30 calendari qui:
tutorial con cartamodello stampabile gratuitamente per realizzare questo albero in legno (o anche in cartoncino pesante) di http://www.skiptomylou.org/
Calendari dell’avvento fai da te : albero calendario dell’avvento, con video tutorial e modelli stampabili gratuitamente, di http://blog.paigerussell.com/
Calendari dell’avvento fai da te: bello anzi bellissimo questo semplice calendario dell’avvento realizzato con un ramo d’albero e un braccialetto di perline di legno, di http://design-shimmer.blogspot.com/
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un calendario dell’avvento online, che giorno dopo giorno propone (in lingua inglese) attività a tema, qui http://www.activityvillage.co.uk/
Calendari dell’avvento fai da te: una serie di vasi smaltati e numerati, dello stesso colore e di forma e dimensione diversa, di http://www.brigitte.de/
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Calendari dell’avvento fai da te: serie di alberelli di Natale di carta, tutorial di http://pinksuedeshoe.com/
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Calendari dell’avvento fai da te: calendario dell’avvento davvero ecologico, di http://littleecofootprints.typepad.com/ . Sul retro della foglia si possono scrivere istruzioni per una caccia al tesoro.
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Calendari dell’avvento fai da te: qui un bel calendario coi bicchieri di carta, di http://www.brigitte.de/
Calendari dell’avvento fai da te: tutorial per realizzare questo calendario dell’avvento a finestrelle di ispirazione steineriana, di http://www.ourbigearth.com/
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Calendari dell’avvento fai da te: tutorial per realizzare queste belle scatoline a forma di stella con cartoncino riciclato, di http://greylustergirl.blogspot.com/
Calendari dell’avvento fai da te: bellissime casette di carta (e moltissime altre fantastiche idee), di http://thedesignfiles.net/
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Calendari dell’avvento fai da te: mollette da bucato travestite da folletto, da numerare per un calendario dell’avvento semplice e simpatico, di http://factorydirectcraft.com/
Advent calendars DIY: 70 and more ideas – second part. DIY Advent calendars to be printed, textile, made with clothespins, with paper bags, shaped as a clock, as Santa’s boot, abacus, spiral, star of Bethlehem, made with rolls of toilet paper, paper or cardboard, origami, carded wool, felt, with yogurt cups, and more. I have divided the collection into two pages: after these first 30 advent calendars, you can find others here
Tutorial with printable free pattern to make this tree wood (or even heavy card stock) by http://www.skiptomylou.org/
Calendari dell’avvento fai da te: una raccolta di 70 e più idee creative per calendari dell’Avvento fai da te da stampare, in tessuto, con le mollette da bucato, con buste di carta, a forma di orologio, di stivaletto di Babbo Natale, di abaco, di spirale, di stella cometa, coi rotoli di carta igienica, in carta o cartone, origami, lana cardata, pannolenci, coi contenitori dello yogurt, e molto altro ancora…
…ho diviso la raccolta in due pagine, (trovi il link in fondo): dopo questi primi 30 calendari dell’avvento fai da te, trovi gli altri qui:
Calendari dell’avvento fai da te: ventiquattro illustrazioni dell’artista Thereza Rowe per realizzare un calendario dell’avvento di carta o rinnovare il calendario dell’anno scorso, http://winterdrawings.blogspot.com/
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Calendari dell’avvento fai da te: calendario d’avvento a forma di pupazzo di neve. E’ realizzato rivestendo due palle di polistirolo con panno bianco, in vendita qui: http://www.potterybarnkids.com/
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Calendari dell’avvento fai da te: delizioso calendario realizzato cucendo delle pantofoline con ritagli di stoffe natalizie, applicando il numero, e appendendo le 24 pantofoline a un bel filo con le mollette di bucato, di http://www.flickr.com/
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bellissima idea: cucite 24 anelli da tenda su un pannello di feltro, quindi con le mollette da bucato appendete i pacchettini numerati, di http://kjerstislykke.blogspot.com/
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Calendari dell’avvento fai da te: dopo aver rivestito un anello con della lana verde, si preparano 24 buste numerate. Ogni busta conterrà l’indicazione per un’attività in tema natalizio, ad esempio: Preparati una cioccolata calda e inizia a leggere il tuo libro di Natale preferito; prepara i biscotti di panpepato; fai una collana di popcorn; prepara l’albero di Natale; prepara i biglietti di auguri da spedire agli amici lontani, ecc… di http://www.dandee-designs.com/
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Calendari dell’avvento fai da te: qui le buste numerate sono usate per contenere piccoli regalini, di http://www.bhg.com/
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Calendari dell’avvento fai da te: LEGO-City-Advent-Calendar, conosco più di un bambino che sicuramente apprezzerebbe… qui http://shop.lego.com/
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Calendari dell’avvento fai da te: gli stivaletti di Babbo Natale sono realizzati con la carta da pacchi; disponibile il modello scaricabile gratuitamente qui: http://www.canadianliving.com/
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Calendari dell’avvento fai da te: questo calendario dell’avvento-orologio si realizza decorando un grande disco di cartone e aggiungendo le 24 scatoline per i regalini lungo il bordo esterno. Mi piace molto. Di http://www.michelemademe.com/
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Calendari dell’avvento fai da te: si possono realizzare 24 scatoline a forma di piramide: utilizzando carta verde con decorazioni dorate appariranno come alberelli di Natale stilizzati. Il download è offerto a pagamento qui http://www.etsy.com/
Calendari dell’avvento fai da te: di http://mylittlemochi.typepad.com/ l’idea di truccare un pacchetto di gomme da masticare o di caramelle in blister: una al giorno fino a Natale!
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Calendari dell’avvento fai da te: non poteva mancare un progetto che ricicla i rotoli di carta igienica; questo è di http://mayamade.blogspot.com/
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Calendari dell’avvento fai da te: bella e semplicissima anche l’idea dei coni di carta (senza fondo) di http://eighteen25.blogspot.com/
Calendari dell’avvento fai da te: tutorial semplice e illustratissimo per realizzare questi cubi colorati, che possono essere numerati e contenere un bigliettino o un regalino, di http://www.origamimommy.org/
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Calendari dell’avvento fai da te: avete uno scaffale Expedit a casa? Questo calendario dell’avvento gigante è un’idea di http://www.ikeahackers.net/
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Calendari dell’avvento fai da te: altre scatoline origami numerate, realizzate riciclando i sacchetti di carta del pane, con un video tutorial molto chiaro da seguire, qui http://www.whateverdeedeewants.com/
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Calendari dell’avvento fai da te: calendario dell’avvento a fogli mobili per il “conto alla rovescia”, di http://eighteen25.blogspot.com/
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Calendari dell’avvento fai da te: tutorial con modello stampabile gratuitamente per realizzare buste per il calendario dell’avvento riciclando vecchia carta da regalo natalizia o pitture e disegni dei bambini, tutorial di http://myhomespunthreads.blogspot.com/
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Calendari dell’avvento fai da te: parecchio laborioso attaccare perfettamente tutti i tondini, e fare i fori nel cartoncino, ma questo tutorial è veramente ben fatto e il risultato mi piace molto; di http://paperplateandplane.wordpress.com/
Calendari dell’avvento fai da te: scatoline tonde di misura via via crescente formano insieme un bell’albero di Natale e un calendario dell’avvento che fa aspettare ogni giorno un regalo più grande, idea di http://www.landjugend.at/
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Calendari dell’avvento fai da te: di gran moda il riscatto per uso didattico delle mollette da bucato, e non poteva mancare il calendario dell’avvento. Qui il tutorial e i numeri stampabili gratuitamente: http://limegreenbogiegirl.blogspot.com/
Calendari dell’avvento fai da te: calendario dell’avvento realizzato decorando i vasetti di vetro dello yogurt (gli omogeneizzati non li usate, vero?), di http://naptimecrafters.blogspot.com/
Calendari dell’avvento fai da te: questo è il calendario realizzato da Jessica di Mammagiochiamo
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Calendari dell’avvento fai da te: rotoli di carta igienica e qualche ritaglio di pannolenci per realizzare i folletti di Babbo Natale, numerati per il calendario dell’avvento, di http://www.flickr.com/
Calendari dell’avvento fai da te: di http://maymomvt.blogspot.com/ il tutorial per realizzare questo calendario dell’avvento con lana cardata e ago da feltro, di ispirazione steineriana. Si accende la candela al centro e ogni giorno la mela fa un passo verso il centro, andando di stella in stella. La stessa idea può essere riprodotta in altri materiali, ad esempio con carta blu e dorata, o utilizzando le stelline adesive.
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Calendari dell’avvento fai da te: semplice, tutto riciclato, si realizza usando come fondo un sacchetto di carta grande, e per le tasche sacchettini più piccoli, di http://craftastica.blogspot.com/
Advent calendars DIY: 70 and more ideas – first part. DIY Advent calendars to be printed, textile, made with clothespins, with paper bags, shaped as a clock, as Santa’s boot, abacus, spiral, star of Bethlehem, made with rolls of toilet paper, paper or cardboard, origami, carded wool, felt, with yogurt cups, and more. I have divided the collection into two pages: after these first 30 advent calendars, you can find others here
Twenty-four illustrations of the Thereza Rowe to make an advent calendar card or renew the calendar of last year, http://winterdrawings.blogspot.com/
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Advent calendars DIY: Advent Calendar shaped snowman. It is made by coating two balls of polystyrene with a white cloth, for sale here: http://www.potterybarnkids.com/
Having played a ring with green wool, prepare 24 numbered envelopes. Each envelope will contain the indication for an activity in the Christmas theme, for example: Prepare a hot chocolate and start reading your favorite book of Christmas; preparing gingerbread cookies; make a necklace of popcorn; preparing the Christmas tree; prepares greeting cards to send to distant friends, etc http://www.dandee-designs.com/
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here the numbered envelopes are used to store small gifts, http://www.bhg.com/
This advent calendar-clock is accomplished by decorating a large cardboard disc and adding 24 boxes for the gifts along the outer edge. I really like it. http://www.michelemademe.com/
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You can realize 24 boxes in the shape of a pyramid: using green card with golden decorations appear as stylized Christmas trees. The download is available fee required here http://www.etsy.com/
Simple and highly illustrated tutorial to make these colorful cubes, which may be numbered and contain a note or a small gift, by http://www.origamimommy.org/
tutorial with free printable template for creating bags for the advent calendar by recycling old Christmas wrapping paper or paintings and drawings of children, http://myhomespunthreads.blogspot.com/
By http://maymomvt.blogspot.com/ the tutorial to make this Advent calendar with carded wool and needle felt, inspired Steiner. It will light the candle at the center and each day the apple takes a step toward the center, going from star to star. The same idea can be reproduced in other materials
Pomander – Arance coi chiodi di garofano. L’aspetto educativo di questa attività sta nell’esercizio di movimento delle mani che porta ad un affinamento della motricità fine, soprattutto per la gestione dei chiodi di garofano. E’ inoltre un’interessante attività sensoriale che lascia sulle manine un delizioso profumo di Natale.
I chiodi di garofano hanno, oltre alla funzione decorativa, la proprietà di conservare la frutta nel tempo.
Nome dell’esercizio in inglese: pomander
Area: movimenti elementari, pinza a tre dita
Età: dai 3 anni
Materiale: un vassoio contenente una matita appuntita o uno stuzzicadenti, una ciotola di chiodi di garofano, un’arancia su di un piattino e un tappetino arrotolato, eventualmente fermato da un portatovagliolo. Un tavolo e due sedie
Presentazione
1. Preparazione diretta
. invitare il bambino a iniziare il ciclo di lavoro in modo breve e stimolante e dare il nome dell’esercizio: “Ti mostro come decorare l’arancia coi chiodi di garofano”
. il bambino è libero di accettare o rifiutare: cercare il consenso del bambino con lo sguardo
. accompagnare il bambino allo scaffale dove è conservato il materiale
. trasportare il vassoio su di un tavolo
. sedersi al tavolo (il bambino siede alla nostra sinistra)
. srotolare il tappetino sul tavolo davanti a noi
. prendere l’arancia e posarla sul tappetino
. prendere la matita o lo stuzzicadenti e metterlo a destra dell’arancia
. prendere la ciotola dei chiodi di garofano e metterla a destra della matita o dello stuzzicadenti
2. Analisi dei movimenti
. ripetere il nome dell’esercizio che è argomento della presentazione
. tenere l’arancia con la mano sinistra
. prendere la matita o lo stuzzicadenti con la mano destra e usarla per fare un foro nell’arancia
. posare la matita
. utilizzando la pinza a tre dita prendere un chiodo di garofano per la testa e inserirlo nel foro praticato sulla buccia dell’arancia
. dare un breve riassunto verbale dei punti di interesse e del controllo dell’errore. Far notare i profumi sprigionati dall’arancia e dal chiodo di garofano
. ripetere una o due volte a seconda delle necessità e dell’interesse del bambino
. se il bambino mostra il desiderio di subentrare con gesti, parole o espressioni facciali, permettergli di farlo. Si può anche stimolare il bambino in questo senso, rallentando leggermente le proprie azioni e la loro successione
3. Conclusione
al termine riordinare il materiale usato con l’aiuto del bambino
. portare l’arancia nel luogo dove teniamo i lavori ultimati da portare a casa
. rimettere sul vassoio la ciotola dei chiodi di garofano
. rimettere sul vassoio la matita o lo stuzzicadenti
. arrotolare il tappetino e metterlo sul vassoio
. riportare il vassoio allo scaffale
. ringraziare il bambino per il suo lavoro
. congedarsi assicurandosi che abbia pensato a cosa gli piacerebbe fare
Libertà del bambino
dopo la presentazione il bambino è libero di scegliere l’esercizio presentato, decidere quando svolgerlo, ripeterlo tutte le volte che gli è necessario, chiedere la ripetizione della presentazione già fornita e chiedere nuove presentazioni
Obiettivi diretti: isolare le abilità necessarie per inserire i chiodi di garofano nella buccia dell’arancia
Obiettivi indiretti: raffinare i movimenti e stimolare la motricità fine, favorire la destrezza e la coordinazione oculo-manuale, rinforzare la muscolatura della mano e la capacità di presa delle dita in preparazione alla scrittura, sviluppare le capacità di coordinazione e controllo motorio, focalizzare l’attenzione del bambino sull’oggetto per stimolare la concentrazione, la percezione sensoriale delle qualità degli oggetti utilizzati
Nomenclatura: arancia, buccia, chiodi di garofano, forare, inserire, ecc.
Punti di interesse: forare la buccia dell’arancia prima di inserire il chiodo di garofano, la pinza a tre dita, i profumi
Controllo dell’errore: il bambino non è in grado di portare a termine l’esercizio, il bambino non è in grado di eseguire correttamente l’esercizio
Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:
Geodi di feltro e palline di feltro coi bambini – un classico lavoretto natalizio da fare con gli avanzi di lana cardata, molto adatto per la prima settimana di avvento. La tecnica, una volta imparata, è la stessa che porta alla realizzazione di perle e palline per realizzare orecchini, collane e braccialetti di feltro per ogni occasione.
La lana cardata si può acquistare, ad esempio, qui
Mettiamo sulla tavola un vecchio telo mare o una vecchia coperta, che avanzi abbondantemente ai lati, così i bambini possono asciugarsi le mani quando lo desiderano.
Poi prepariamo al centro un ricco assortimento di avanzi di lana cardata colorata, una brocca di acqua calda e una ciotola con una soluzione di acqua calda e sapone (qualsiasi tipo di sapone va bene, anche quello per i piatti…).
Chiediamo ad ogni bambino di scegliere il proprio colore preferito; col batuffolo scelto formiamo una pallina a secco (si può roteare tra i palmi, oppure fare un nodo iniziale e lavorare i ciuffi che avanzano come per fare un gomitolo).
Quindi ci insaponiamo le mani (meglio non far immergere la pallina nella ciotola ai bambini più piccoli, per evitare esagerazioni di schiuma sulle mani…)
e continuiamo a roteare la pallina insaponata tra i palmi, prima con delicatezza ed esercitando via via una pressione maggiore.
La pallina diventerà notevolmente più piccola e molto dura.
A questo punto chiediamo ai bambini di scegliere un secondo colore, e di nascondere dentro al secondo batuffolo la pallina. Ci insaponiamo di nuovo le mani, e procediamo sempre facendo roteare la pallina tra i palmi.
Continuiamo così per più strati, considerando che più il geode è grande, più è difficile per il bambino da infeltrire.
Quando il bambino è soddisfatto del proprio lavoro, e la pallina si è arricchita di vari strati che via via si sono nascosti, la maestra, che nel frattempo ha scelto un angolino tranquillo e appartato nella classe, prende in consegna l’opera, e con cautela la apre davanti a lui (servono forbici ben affilate o un cutter).
Un bambino alla volta, e prestando ad ognuno l’attenzione che merita. Così anche a casa.
Prima di farlo è bene dire al bambino qualcosa del genere: “Ora io taglio il tuo sasso, ma non lo guardo, così lo guarderai tu per primo. Se poi vuoi ce lo potrai mostrare…”
Ogni geode può essere portato a casa il giorno stesso, incartato nella carta velina a caramella, per rinnovare la sorpresa con mamma e papà.
Se cerchi idee per attività in stile steineriano per il periodo dell’avvento, puoi trovarle raccolte qui:
Felted geodes tutorial a classic Christmas craft to do with the leftovers of carded wool, very suitable for the first week of Advent. The technique, once learned, is the same that leads to the realization of felted beads and balls to achieve earrings, necklaces and bracelets for any occasion.
Felted geodes tutorial
Preparing the environment for children
Put on the table an old beach towel or an old blanket, that surpluses thoroughly to the sides, so children can dry their hands when they wish.
Then prepare at the center a rich assortment of leftover carded wool colored, a jug of hot water and a bowl with a solution of warm water and soap (any soap is fine, even dishwashing liquid …).
Felted geodes tutorial
How is it done?
Ask each child to choose their favorite color; with the chosen color form a ball dry (you can spin between the palms, or tie a knot and work tufts advancing like to make a ball).
Then lather hands (better not to submerge the ball in the bowl for small children, for avoid exaggeration of foam on the hands …)
and continue to rotate the soapy ball between the palms, first gently and gradually exerting more pressure.
The ball will become considerably smaller and very tough.
At this point we ask the children to choose a second color, and hide in the second color the ball. Lathering hands again, and proceed always turning the ball between the palms.
Continue in this same way for multiple layers, whereas plus the geode is great, more difficult it is for the child felting it.
When the child is satisfied with his work, and the ball has been enriched by various layers that gradually are hidden, the teacher, who has since chosen a quiet and secluded corner in the class, take delivery of the work, and carefully open it in front of the child (need very sharp scissors or a cutter).
One child at a time, and giving everyone the attention it merits. So even at home.
Before doing so it is good to tell the child something like: “Now I cut your stone, but I do not watch it, so you will look to it first. Then if you want, you can show it to us … “
Each geode can be taken home the same day, wrapped in tissue paper, to renew the surprise with mom and dad.
La spirale dell’avvento – Il primo giorno di scuola del mese di dicembre, o se possibile la prima domenica di avvento, si può preparare in casa, a scuola o anche all’aperto una grande spirale con rami di abete.
Cantando insieme i canti natalizi, ogni bambino percorre la spirale dell’avvento con una candela spenta tra le mani, la accende alla candela grande posta al centro, e nel percorso inverso depone la candelina accesa tra i rami. Poi esce dal percorso dando spazio ad un altro bambino.
Se i bambini sono troppo piccoli per percorrerla da soli, l’adulto può accompagnarli stando dietro a loro. Sulla spirale possono essere poste a distanza regolare delle stelline di carta, per segnare i posti dove i bambini metteranno le loro candeline accese. La candela grande al centro, che rappresenta la luce di Natale, può essere decorata con dei cristalli.
La mela può divenire in questa festa il miglior portacandela. Nelle mele rosse precedentemente lucidate, viene scavato un foro perfettamente perpendicolare e non troppo fondo col cavatorsoli (2cm circa). Le candele, mentre vengono inserite nella mela, possono essere circondate da punte di abete molto corte o da una rosellina di carta dorata.
Su di un tavolino posto all’ingresso della spirale di preparano tutte le mele con le candeline, e si mettono in un bel cesto. Dopo aver fatto tutti i preparativi, per ogni evenienza poniamo un secchio d’acqua con uno straccio in un luogo nascosto ma facilmente accessibile.
Quando tutti i bambini hanno portato nella spirale dell’avvento la loro luce, è bello restare ad ammirarla qualche istante. Poi ci sono due possibilità di conclusione, entrambe molto belle.
Si può, dopo un momento di ammirazione, fare che ogni bambino ripercorra la spirale e ne porti fuori una candelina ancora accesa, che terrà tra le mani, sedendo su delle sedie poste precedentemente in cerchio attorno alla spirale.
Quindi la maestra passa con una campanella a spegnere le candeline ad una ad una, perchè possano essere portate a casa ed essere riaccese dalla mamma e dal papà.
Oppure si può decidere di lasciare come ultima impressione visiva nei bambini quella della spirale illuminata, e condurli fuori dal salone mentre ancora tutte le candele sono accese.
Poi, di nascosto, si spegneranno le candele e in un altro momento della giornata si consegneranno le mele ai bambini perchè possano essere portate ed usate a casa.
Se cerchi idee per attività in stile steineriano per il periodo dell’avvento, puoi trovarle raccolte qui:
Racconto su San Nicola – 6 dicembre. Questa festa si ricollega alla figura storica di Nicola, che visse nel VI secolo.
Anche se è spesso vestito di rosso, San Nicola nella tradizione indossa una tunica bianca e blu e ha un mantello azzurro stellato.
Sappiamo tutti che Babbo Natale è diventato rosso perchè ha bevuto la Cocacola, e a maggior ragione immaginare San Nicola azzurro aiuta i bambini a distinguere tra i due personaggi.
In testa porta la mitra, ha solidi stivali perchè deve camminare molto, e in una mano tiene un bel bastone da vescovo (la pastorale con la spirale avvolta), nell’altra dovrebbe tenere un grande libro d’oro, dove sono scritte tutte le azioni degli uomini, ma coi bambini tralascio sempre questi aspetti troppo moraleggianti e un po’ da “partita doppia” (aspetti in alcune tradizioni addirittura caricati dalla presenza accanto a Nicola di un antagonista malvagio, il Krampus…)
Siccome San Nicola deve camminare molto, indossa grossi stivali, e come richiamo al suo tanto camminare, è tradizione che al suo passaggio gli stivali e le pantofole dei bambini si riempiano di cose buone da mangiare, soprattutto mele, noci, pane bianco (o farina bianca, o dolcetti al miele).
Altri doni ne falsificano un po’ l’immagine e fanno di San Nicola un Babbo Natale fuori tempo.
E’ inoltre preferibile non far venire San Nicola a scuola o a casa, ma far trovare i doni ai bambini al mattino presto o al ritorno da una breve passeggiata.
Magari il giorno prima si puliscono per bene le pantofole insieme ai bambini, con una spazzolina e un panno morbido, e si sistemano insieme a loro con gran cura prima di lasciare la scuola.
A casa questo si può fare la sera prima di andare a dormire, oppure al mattino presto, prima di uscire…
Racconto su San Nicola – 6 dicembre
Ecco un piccolo racconto che si può leggere ai bambini, anche il giorno prima:
“Nel lontano oriente viveva un uomo molto buono, il vescovo Nicola. Un giorno sentì dire che lontano lontano, in occidente, c’era una grande città dove tutti gli uomini pativano la fame, perfino i bambini piccoli.
Chiamò allora tutti gli abitanti della città e chiese loro di portargli i migliori frutti dei loro orti e dei loro campi. Questi tornarono poco dopo con grossi cesti pieni di mele e di noci, sacchi di grano dorato per fare la farina, pane bianco e dolcetti al miele.
Il vescovo Nicola fece caricare tutto su una nave. Era una nave imponente e maestosa, blu come il cielo, ed aveva una grande vela bianchissima che splendeva sotto i raggi del sole.
Iniziarono il viaggio verso occidente, e il vento si mise subito ad aiutarli, soffiando sempre nella direzione giusta. Ci impiegarono sette giorni e sette notti, e quando giunsero alle porte della città stava calando la sera. Per le strade non si vedeva anima viva, ma qua e là brillava qualche lucetta alle finestre.
Il vescovo Nicola bussò ad una di esse. In quella povera casetta viveva una mamma coi suoi cinque bambini. La donna, sentendo bussare, disse ai figlioletti di andare ad aprire la porta, pensando si trattasse di qualche poverello bisognoso di ospitalità. I bambini obbedirono, ma non trovarono nessuno; anche la mamma venne a controllare, e poi tornarono tutti insieme a casa.
Vicino alla stufa a legna la mamma aveva messo le scarpine dei suoi bimbi ad asciugare, perchè nel pomeriggio erano andati a far legna nel bosco.
Rientrando in casa, sentirono tutti un delizioso profumino provenire proprio dalla stufa, si avvicinarono e trovarono le loro scarpe traboccanti di noci, mele rosse, mandarini, pane e dolcetti al miele. E lì vicino c’era anche un grande sacco pieno di chicchi di grano. Tutti poterono finalmente mangiare, ed i bimbi crebbero sani e vivaci.
Così San Nicola ogni anno, nel giorno del suo compleanno, si mette in viaggio per venire da noi. Monta sul suo cavallo bianco e cavalca di stella in stella, e porta ogni anno i suoi doni per ricordare ai bambini che presto sarà Natale”.
poi passate alla caratterizzazione del personaggio, se volete prendendo spunto dal tutorial fotografico che segue.
La lana cardata si può acquistare ad esempio qui.
decorate con la lana più scura maniche e fondo della veste, avvolgendo semplicemente. La lana si blocca da sola, ma eventualmente potete aiutarvi con l’aghetto da feltro:
se volete aggiungete qualche filo argentato:
preparate la tunica, fissatela e decoratela a piacere:
barba e capelli:
la mitra:
il bastone:
e infine il mantello:
Ecco San Nicola, pronto per andare ad abitare nel presepe.
Se cerchi idee per attività in stile steineriano per il periodo dell’avvento, puoi trovarle raccolte qui:
E qui trovi le istruzioni per realizzare il tradizionale presepe in lana cardata:
Tutorial: St. Nicholas in carded wool. Prepare the “doll” as explained here, then go to the characterization, if you want by taking inspiration from the tutorial photos below:
decorate with the darker wool sleeves and bottom of the dress, just wrapping. The wool hangs alone, but hopefully you can help with the felting needle:
if you want add some silver thread:
prepare the tunic, tie it and decorate it as you like:
La quarta settimana di avvento nella scuola steineriana è dedicata all’uomo.
L’angelo viola
La quarta settimana di avvento si può raccontare ai bambini che sulla terra discende un grande e bellissimo angelo dal manto violetto, molto tenero e caldo. Tiene nelle sue mani una grande arpa e con questa suona una dolce melodia, cantando con la sua voce soave. Il suo è il canto della pace. Lo accompagnano molti piccoli angeli, ed anche loro cantano allegri. Così tutti i semi che dormivano nascosti nella terra si risvegliano e anche la terra esulta. Il canto dice che l’inverno finirà e tornerà la primavera.
Nella corona dell’avvento, a partire da questa domenica, si accendono tutte e quattro le candele: quella blu, quella rossa, quella bianca e quella viola.
Mentre si accendono le quattro candele si può leggere o recitare una piccola poesia natalizia, ad esempio:
Nel cuor dell’inverno, fra neve e fra gelo discende il bambino dall’alto del cielo riporta alla terra la luce e il calore e dona ad ognuno speranza ed amore.
Il presepe
La quarta settimana di avvento accanto ai sassi e alle pietre preziose, i geodi di feltro e i rami di santa Barbara, il muschio, i bulbi di giacinto, le pigne, gli alberelli e i cespugli e tutti gli animali, compaiono finalmente Giuseppe, Maria e i pastori.
Solo Gesù bambino, naturalmente, aspetterà il giorno di Natale. La sua apparizione può essere curata di nascosto dai bambini, come per tutti gli altri personaggi, oppure si può seguire un’antica tradizione italiana, che vuole che sia il bambino più piccolo della famiglia ad adagiarlo nella mangiatoia del presepe. Allora possiamo mettere il piccolo Gesù sullo zerbino fuori dalla porta, o sul davanzale di una finestra, o in un altro posto magico e speciale della casa, e il bambino può prenderlo e portarlo nella sua culla. Si può anche appendere il fagottino al cielo del presepe, e poi farlo prendere dal bambino.
Anche i Re Magi possono poi fare la loro apparizione, magari col cammello. Si possono far partire da lontano (un angolo della stanza dove si trova il presepe, oppure già nel presepe, ma distanti dalla capanna) e giorno dopo giorno di possono far avvicinare fino a quando, il 6 gennaio, raggiungeranno anche loro la capanna.
Sullo sfondo possiamo aggiungere agli angeli azzurro, rosso e bianco, anche quello viola; le stelle nel cielo possono aumentare; si possono aggiungere tanti angioletti più piccoli intorno alla capanna.
Se cerchi idee per attività in stile steineriano per il periodo dell’avvento, puoi trovarle raccolte qui:
E qui trovi le istruzioni per realizzare il tradizionale presepe in lana cardata:
La terza settimana di avvento nella scuola steineriana è dedicata al regno animale…
La terza settimana di avvento – L’angelo bianco
La terza settimana di avvento si può raccontare ai bambini che sulla terra discende un angelo bianco ( o giallo) luminosissimo. Tiene nella mano un raggio di sole che, toccando gli uomini buoni, li fa diventare bellissimi.
Nella corona dell’avvento, a partire da questa domenica, si accendono tre candele: quella blu, quella rossa e quella bianca.
La terza settimana di avvento – Il presepe
La terza settimana di avvento accanto ai sassi e alle pietre preziose, i geodi di feltro e i rami di santa Barbara, il muschio, i bulbi di giacinto, le pigne, gli alberelli e i cespugli, compaiono finalmente gli animali.
Il bue e l’asinello, naturalmente, ma anche tante pecorelle e gli animaletti domestici e del bosco, che ai bambini piacciono moltissimo. Aggiungetene pochi al giorno, così sarà un bel gioco per loro andare a scovare dove si trovano quelli piccoli…
Sullo sfondo possiamo aggiungere all’angelo azzurro ed a quello rosso, anche l’angelo bianco, e le stelle nel cielo possono aumentare.
La terza settimana di avvento
Durante la terza settimana di avvento , il 13 dicembre, cade anche il giorno di Santa Lucia. La leggenda della santa martire siracusana è un po’ troppo forte per i bambini.
Il suo culto è legato alle celebrazioni contadine del solstizio d’inverno, poichè in origine veniva festeggiata il 21 dicembre (Santa Lucia è il giorno più corto che ci sia). E’ tradizione del 13 dicembre fare le candele coi bambini: trovi il tutorial qui …
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