La tavola della sottrazione Montessori

La tavola della sottrazione Montessori permette ai bambini di pervenire ai risultati delle operazioni incrociando i numeri rossi posti lungo la linea orizzontale, con i numeri blu posti in colonne diagonali lungo i margini destro e sinistro della tavola.

Solitamente si utilizza insieme a dei cartellini che contengono su un lato una sottrazione e sull’altro la soluzione, per permettere l’autocontrollo.

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Presentazione

Materiale necessario:
Tavola della sottrazione
cartellini contenenti sottrazioni e relativi cartellini dei risultati.

Presentazione:

1. L’insegnante invita il bambino ad unirsi a lei nell’esercizio e insieme portano tutto il materiale sul tavolo,

2 Il bambino  sceglie un cartellino e legge l’operazione contenuta a voce alta.

3. L’insegnante fa scorrere la mano destra lungo la linea rossa in alto (per i numeri da 9 a 18) o lungo la linea blu a destra (per i numeri da 1 a 8 ) fermandosi al primo numero della sottrazione, e legge i numero ad alta voce. Fa scorrere la mano sinistra sulla linea blu laterale di sinistra fermandosi al secondo numero della sottrazione, e lo legge a voce alta.

4. Muovendo le mani insieme, ripete a voce alta l’operazione, ad esempio ” Otto meno tre uguale…”

5. “… cinque”, quando le due mani incontrano il risultato.

6. Il bambino prende il cartellino del 5 e lo pone a destra del cartellino dell’operazione.

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Applicazioni per iOS

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Disclaimer: “Per redigere questa mia presentazione ho utilizzato i miei album e appunti personali e consultato vari album di altri autori e articoli nel web. Per leggere online o acquistare le copie legali di tali opere consultate segui i link:
– Mathematic primary guide di Infomontessori.com
– Album for ages 3-6 – Math di montessoriteacherscollective (Moteaco)
– Montessori teacher album – Math di Montessorialbum.com
– Math album di wikisori.org
– The casa 2,5-6 years – math di montessoricommons
– Beginning math di montessoriworld.org
– Teach your 3 to 7 year old math di John Bowman
Montessori Early Childhood math album di Montessori Tube
Module 5: Mathematics Manual A di Montitude.com
Mathematics teacher manual di khtmontessori.com
Primary class curriculum – second year di mymontessorihouse.com
Math teaching manual – primary ages di montessoriprintshop
Montessori matters: a mathematics manual di heutink-usa.com
MATHEMATICS MANUAL EARLY CHILDHOOD di themontessoriparent.com, che ha suggerito l’aggiunta di questo disclaimer in accordo con la sua politica di copyright.
Ho inoltre consultato i testi di riferimento di Maria Montessori per la matematica:
Il Metodo della Pedagogia Scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini
La scoperta del bambino
L’autoeducazione nelle scuole elementari
.
Psicoaritmetica.
Per una bibliografia completa delle opere di Maria Montessori vai qui. Leggi anche la bibliografia e i link utili di seguito.

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BIBLIOGRAFIA E LINK UTILI

Maria Montessori – L’autoeducazione nelle scuole elementari – Garzanti

Maria Montessori – Il metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini. Edizione critica – Edizioni Opera Nazionale Montessori

Maria Montessori – Psicoaritmetica – Edizioni Opera Nazionale Montessori

Maria Montessori – Psicogeometria – Edizioni Opera Nazionale Montessori

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Il gioco della banca per l’addizione (senza riporto) Montessori

Il gioco della banca per l’addizione (senza riporto) Montessori. Nell’addizione quantità più piccole (gli addendi), vengono messe insieme per formare un quantità più grande (la somma).

Noi usiamo le schede piccole dei numeri per gli addendi, e le schede grandi dei numeri per la somma, per rafforzare la comprensione di questo concetto. Nella sottrazione, invece, abbiamo una quantità più grande (il minuendo) da cui togliamo una quantità più piccola (il sottraendo), per ottenere la differenza.

Quindi usiamo le schede  grandi  per il minuendo, e le piccole per il sottraendo e la differenza. Rispettiamo questo modo di usare le schede dei numeri grandi e piccole per tutte le operazioni, anche nella moltiplicazione e nella divisione.

photo credit: http://www.lisheenmontessori.com/products.php?category=4
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Questo esercizio può essere presentato solo dopo che i  bambini hanno lavorato con gli esercizi di introduzione all’utilizzo delle perle dorate.

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Presentazione individuale

Materiale necessario:
1. vassoio di perline dorate delle unità, uno di barre delle decine, uno di quadrati delle centinaia e uno dei cubi del 1000 (almeno 10 per tipo)
2. un set di carte grandi dei numeri (da 1 a 9000)
3. una scatola di segni numerici per addizione, sottrazione, divisione, moltiplicazione, e uguale
4. una scatola di carte contenenti addizioni senza riporto da svolgere. Nel nostro esempio useremo l’operazione: 6487 + 3212 = =
5. un vassoio piccolo vuoto e tre tappeti

 

Presentazione:

1. L’insegnante invita il bambino ad unirsi a lei in un nuovo esercizio,

2. e gli dice che giocheranno insieme “alla banca”.

3. Bambino ed insegnante insieme allestiscono il gioco portando sul pavimento i tre tappeti e tutto il materiale necessario.

4. Il  bambino sistemerà su un tappeto il materiale delle perle dorate allineando i cubi delle migliaia in una fila verticale a sinistra del tappeto, poi i quadrati delle centinaia, le barrette delle decine e infine le unità.

5. Allo stesso modo le carte dei numeri vengono allineate sul secondo tappeto.

6. Il bambino pesca a caso dalla scatola un’addizione da svolgere, e la legge a voce alta,

7. poi mette un numero di perline equivalente alla prima cifra dell’operazione sul vassoio piccolo, insieme al numero composto con le schede dei numeri. Nel nostro esempio il vassoio conterrà 6 perle delle unità,  4 barrette delle decine, 8 quadrati delle centinaia e 7 cubi delle migliaia e il numero composto con le schede 6000, 400, 80 e 7.

8. Sul terzo tappeto il bambino pone in numero sinistra e le perline, allineate in ordine, alla sua destra.

9. Il  bambino ripete il processo per la seconda cifra dell’operazione,  prendendo 3212 perline e componendo la stessa cifra con le schede. Pone il tutto sul tappeto, sotto alla prima cifra.

10. E’ possibile aggiungere a sinistra della seconda cifra la scheda del segno +.

11. Ora l’insegnante chiede al  bambino di sommare tra loro tutte le perle delle unità presenti sul tappeto, poi tutte le decine, le centinaia e le migliaia.

12. Il bambino dovrebbe contare 9 perle singole, 9 barrette del dieci,  6 quadrati delle centinaia  e 9 cubi del mille. Ogni volta che conta un un numero, pone la scheda equivalente  sotto le schede dei primi due numeri, a partire dalla carta delle unità.

13. A seconda di quanto il bambino gradisce il gioco, l’insegnante può lasciarlo libero di continuare da solo, o giocare facendo un’operazione ciascuno, mentre l’altro guarda.

Se l’esercizio diventa troppo facile per il  bambino, si può pensare di utilizzare numeri più grandi ( decine di migliaia, centinaia di migliaia, e milioni). Se è troppo difficile useremo cifre più piccole.

Presentazione a un gruppo di bambini

Scopo: capire il concetto di somma, imparare il vocabolario tecnico (addendi e somma)

Materiale:
Set di perline dorate (la “banca”);
schede grandi dei numeri,
3 set di numeri piccoli (schede uguali a quelle dei grandi numeri, ma di dimensioni inferiori),
tre vassoi
due tappeti.

Nell’addizione quantità più piccole (gli addendi), vengono messe insieme per formare un quantità più grande (la somma).

Noi usiamo le schede piccole dei numeri per gli addendi, e le schede grandi dei numeri per la somma, per rafforzare la comprensione di questo concetto.

Nella sottrazione, invece, abbiamo una quantità più grande (il minuendo) da cui togliamo una quantità più piccola (il sottraendo), per ottenere la differenza. Quindi usiamo le schede  grandi  per il minuendo, e le piccole per il sottraendo e la differenza.

Rispettiamo questo modo di usare le schede dei numeri grandi e piccole per tutte le operazioni, anche nella moltiplicazione e nella divisione.

Si tratta di un esercizio di gruppo. Per tutto l’esercizio i bambini staranno in piedi di fronte al lavoro, in modo da poter vedere le schede e le perline dal lato corretto e nel corretto ordine. L’insegnante può stare dall’altra parte.

Preparare una grande tavola, anche unendo tra loro più tavoli.

La banca delle perline dorate viene predisposta sulla sinistra, le schede dei numeri al centro, e la destra viene usata per eseguire le operazioni.

Sistemate le perline dorate sul tappeto verde, si sceglie un bambino che sieda accanto alla banca, il “banchiere”: il suo compito è quello di tenere il materiale in ordine e dare agli altri bambini le perle richieste.

Le schede dei grandi numeri vengono poste su un’altro tavolo, sempre nelle colonne che i bambini hanno imparato a comporre. Un bambino sarà responsabile delle schede dei grandi numeri e un altro delle schede piccole.

Questi bambini stanno in piedi, così possono raggiungere facilmente le schede sul tavolo. L’area sulla quale si eseguono le operazioni è coperta da un tappeto verde, e l’insegnante sarà lì di fronte. Poi c’è un vassoio per ogni bambino che raccoglierà un addendo.

L’insegnante dice ai bambini: “Adesso noi lavoreremo alla somma”, poi sceglierà un’operazione che non richieda il riporto, ad esempio 2435+1241.

Poi comporrà usando le schede piccole i due addendi e ne metterà uno su un vassoio e uno su un altro. Quindi consegnerà i vassoi a due bambini, e chiederà ad ognuno di leggere il numero presente sul suo vassoio. Quindi dirà: “Ora tu vai a raccogliere duemila-quattrocento-tredieci-5, e tu mille-duecento-quattrodieci-uno”.

I bambini vanno alla banca delle perline e tornano col le quantità corrispondenti:

L’insegnante non controlla il materiale che hanno portato. Prende un vassoio e sposta il materiale sul tavolo dicendo: “Tu hai portato 2000-400-3dieci-5”, poi prende la cifra composta con le schede piccole e la mette in alto.

Poi prende il secondo vassoio e fa lo stesso, disponendo il materiale e la cifra sotto a quelli del primo vassoio.

Ora l’insegnante porta l’attenzione dei bambini sulle quantità presenti sul tappeto dicendo: “Ora noi abbiamo 2000-400-3dieci-5, e qui abbiamo 1000-200-4dieci-1. Li sommo.

Prima aggiungo le unità” e dicendolo spinge le 2 unità vicine a quelle sopra. “Ora aggiungo i 10”, “Ora aggiungo le centinaia”, “Ora aggiungo le migliaia”.

“La somma è fatta: invece di avere due gruppi di perline dorate, adesso ho un gruppo unico.

“Noi abbiamo aggiunto 2435 a 1241. Adesso conteremo la somma e vedremo quanto c’è sulla tavola”. Quindi chiede a un bambino di contare il materiale.

Un bambino conterà le unità: 6. Allora l’insegnante chiederà al bambino incaricato di passarle la scheda dei grandi numeri 6 e la metterà sul tavolo accanto alle unità. E via così per tutti gli altri ordini di grandezza.

Infine l’insegnante sovrappone le schede dei grandi numeri e mette la cifra così composta sotto alle schede piccole che si trovano in alto, e ricostruisce il processo dicendo: “Avevamo 2435 e 1241. Li abbiamo sommati e adesso abbiamo 3676”, indicando ogni cifra mentre la nomina.

Indicando il 2435 dice: “Questo è un addendo”, poi indicando il 1241 “Questo è un addendo” e indicando il 3676 “Questa è la somma”.

L’esercizio viene ripetuto con altre cifre, ma sempre avendo cura di evitare i riporti.

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Disclaimer: “Per redigere questa mia presentazione ho utilizzato i miei album e appunti personali e consultato vari album di altri autori e articoli nel web. Per leggere online o acquistare le copie legali di tali opere consultate segui i link:
– Mathematic primary guide di Infomontessori.com
– Album for ages 3-6 – Math di montessoriteacherscollective (Moteaco)
– Montessori teacher album – Math di Montessorialbum.com
– Math album di wikisori.org
– The casa 2,5-6 years – math di montessoricommons
– Beginning math di montessoriworld.org
– Teach your 3 to 7 year old math di John Bowman
Montessori Early Childhood math album di Montessori Tube
Module 5: Mathematics Manual A di Montitude.com
Mathematics teacher manual di khtmontessori.com
Primary class curriculum – second year di mymontessorihouse.com
Math teaching manual – primary ages di montessoriprintshop
Montessori matters: a mathematics manual di heutink-usa.com
MATHEMATICS MANUAL EARLY CHILDHOOD di themontessoriparent.com, che ha suggerito l’aggiunta di questo disclaimer in accordo con la sua politica di copyright.
Ho inoltre consultato i testi di riferimento di Maria Montessori per la matematica:
Il Metodo della Pedagogia Scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini
La scoperta del bambino
L’autoeducazione nelle scuole elementari
.
Psicoaritmetica.
Per una bibliografia completa delle opere di Maria Montessori vai qui. Leggi anche la bibliografia e i link utili di seguito.

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BIBLIOGRAFIA E LINK UTILI


Maria Montessori – L’autoeducazione nelle scuole elementari – Garzanti

Maria Montessori – Il metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini. Edizione critica – Edizioni Opera Nazionale Montessori


Maria Montessori – Psicoaritmetica – Edizioni Opera Nazionale Montessori

Maria Montessori – Psicogeometria – Edizioni Opera Nazionale Montessori

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Esercizi con le perle dorate Montessori

Esercizi con le perle dorate Montessori. Presentazione di tutto il materiale delle perle dorate: unità singola, barretta della decina, quadrato delle centinaia e cubo delle migliaia.

Si inizia con l’apprendimento della nomenclatura corretta e la gestione del materiale, poi si svolgono i primi giochi, individuali e di gruppo, per fissare la relazione tra oggetto, quantità e cifra numerica.

Presentazione di tutto il materiale e nomenclatura

photo credit: http://www.lisheenmontessori.com/products.php?category=4
 
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Materiale: una perlina dorata singola, una barra del dieci, un quadrato del cento, un cubo del mille, tappeto.

Scopo: capire il valore di un’unità, una decina, un centinaio e un migliaio. Capire il sistema decimale. Imparare i nomi “cento” e “mille”.

Si utilizza il metodo della lezione in tre tempi.

tempo 1:
1. l’insegnante pone il materiale sul tavolo del bambino, quindi si siede al suo fianco, tenendo il materiale di lato.
2. L’insegnante mette la perlina singola di fronte al bambino e gli chiede quanto è.
3. Il bambino dirà 1.
4. Poi rimette a lato la perlina e pone di fronte al bambino la barretta del 10, e gli chiede di contare le perline. Il bambino, dopo aver contato, dirà 10.
5. Se il bambino fa fatica a contare le perline, si può mostrare come può essere utile indicare le perline con la punta di una matita.
6. Quando il bambino ha contato, l’insegnante mette a lato la barretta del 10 e pone di fronte al bambino il quadrato del 100 dicendo: “Questo è 100”, dando molta importanza alla cosa, perchè in fondo 100 è davvero un numero grande.
7. Poi conta col bambino le barrette di cui il 100 è formato: “Un dieci, 2 dieci, 3 dieci,…, 10 dieci. 10 volte dieci fanno cento… cento”. Ripete molte volte il nome.
8. Poi il quadrato del 100 viene messo di lato e l’insegnante pone di fronte al bambino il cubo del 1000, dicendo: “Mille, mille… questo è mille.”
9. Poi mostra al bambino come il cubo sia formato da 10 quadrati del 100, contandoli col bambino “un 100, due 100, …, dieci 100. Dieci 100 fanno 1000.”

tempo 2:
l’insegnante pone di fronte al bambino tutte le quantità, e gli chiede di indicarle quelle che gli nomina.

tempo 3: l’insegnante pone di fronte al bambino una quantità alla volta e il bambino deve nominarla.

Conclusione dell’esercizio
L’insegnante pone le quantità bene in ordine di fronte al bambino dicendogli: “Oggi abbiamo imparato a conoscere uno, dieci, mille”. Ripete più volte, poi anche il bambino può indicare le quantità e il loro nome. Poi si ripone il materiale in un luogo accessibile al bambino, in modo che lui possa prenderlo ogni volta che desidera contare.

Il gioco del 9 

Materiale

9 perline dorate delle unità, 9 barrette delle decine, 9 quadrati delle centinaia, 1 cubo del migliaio. Tappeto verde scuro.

Scopo
Capire il sistema decimale, facendo l’esperienza del fatto che il passaggio dopo il nove porta alla classe superiore.

Presentazione

L’insegnante porta i materiali al tavolo del bambino e stende il tappeto.

Poi prende le unità e le mette una alla volta in linea di fronte al bambino, come se stesse costruendo una barretta della decina. Poi il bambino conta conta, e quando arriva al 9 l’insegnante dice: “Abbiamo 9 perline. Se ne avessimo una in più ce ne sarebbero 10”.

Poi mette le nove perline a lato, e pone di fronte al bambino 9 barrette delle decine, in fila come se volesse costruire il quadrato del 100. Il bambino le conta e quando arriva a 9 l’insegnante dice: “Abbiamo 9 decine, se ne avessimo 10 avremmo un centinaio, perchè 10 barrette delle decine fanno 100.”

Poi mette a lato le barrette e mette di fronte al bambino 9 quadrati delle centinaia, uno sull’altro come se volesse costruire il cubo. Il bambino conta e quando arriva a 9 l’insegnante dice “abbiamo nove 100, se ne avessimo un altro avremmo 10 cento, cioè mille.

Questo esercizio va ripetuto finchè il bambino prova piacere nel farlo. Va ripetuto anche nei giorni seguenti. Il materiale deve essere tenuto a disposizione del bambino, perchè possa usarlo ogni volta che lo desidera.

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Esercizio 3
il gioco della conta dei gruppi

Materiale
9 perline singole delle unità,
9 barrette dei dieci,
9 quadrati del cento,
9 cubi del mille.

Tappeto verde scuro e un vassoio per la matematica foderato sul fondo con feltro verde scuro.

Presentazione

Si tratta di un esercizio di gruppo. Il materiale viene disposto ordinatamente sul tavolo, sul tappeto. I bambini siedono di fronte al materiale, mentre l’insegnante sta sul lato opposto.

L’insegnante mette sul vassoio una certa quantità di perle dorate, ad esempio 3 quadrati, dicendo: “Chi sa dirmi quante sono? Uno dei bambini dirà 300.

L’insegnante ripone il 300 e prepara un’altra quantità sul vassoio, ad esempio 5 cubi del mille, e chiede: “Chi sa dirmi quante sono?”. L’esercizio continua così.

Nei giorni successivi l’esercizio può essere invertito: l’insegnante dice un numero e un bambino deve mettere la quantità corrispondente sul vassoio. Ad esempio chiederà: “A chi piacerebbe mettere 2000 sul vassoio?” “Sì, questo è 2000”.

Quando i bambini hanno acquisito una buona padronanza dell’esercizio, l’insegnante propone numeri che coinvolgono più di una grandezza. Ad esempio mette sul vassoio due cubi del 1000 e 4 quadrati del 100. Un bambino dirà “Sono 2400”. “Sì, hai ragione. Sono 2400.”

Dopo molta pratica, i bambini possono comporre da sè e nominare correttamente tutti i numeri da 0 a 9999.

 

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Disclaimer: “Per redigere questa mia presentazione ho utilizzato i miei album e appunti personali e consultato vari album di altri autori e articoli nel web. Per leggere online o acquistare le copie legali di tali opere consultate segui i link:
– Mathematic primary guide di Infomontessori.com
– Album for ages 3-6 – Math di montessoriteacherscollective (Moteaco)
– Montessori teacher album – Math di Montessorialbum.com
– Math album di wikisori.org
– The casa 2,5-6 years – math di montessoricommons
– Beginning math di montessoriworld.org
– Teach your 3 to 7 year old math di John Bowman
Montessori Early Childhood math album di Montessori Tube
Module 5: Mathematics Manual A di Montitude.com
Mathematics teacher manual di khtmontessori.com
Primary class curriculum – second year di mymontessorihouse.com
Math teaching manual – primary ages di montessoriprintshop
Montessori matters: a mathematics manual di heutink-usa.com
MATHEMATICS MANUAL EARLY CHILDHOOD di themontessoriparent.com, che ha suggerito l’aggiunta di questo disclaimer in accordo con la sua politica di copyright.
Ho inoltre consultato i testi di riferimento di Maria Montessori per la matematica:
Il Metodo della Pedagogia Scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini
La scoperta del bambino
L’autoeducazione nelle scuole elementari
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Psicoaritmetica.
Per una bibliografia completa delle opere di Maria Montessori vai qui. Leggi anche la bibliografia e i link utili di seguito.

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BIBLIOGRAFIA E LINK UTILI


Maria Montessori – L’autoeducazione nelle scuole elementari – Garzanti

Maria Montessori – Il metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini. Edizione critica – Edizioni Opera Nazionale Montessori


Maria Montessori – Psicoaritmetica – Edizioni Opera Nazionale Montessori

Maria Montessori – Psicogeometria – Edizioni Opera Nazionale Montessori

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Aste numeriche Montessori: esercizi per imparare il nome dei numeri da uno a dieci

Aste numeriche Montessori: esercizi per imparare il nome dei numeri da uno a dieci. Si tratta di dieci aste di legno, che variano in lunghezza da 1 decimetro a 1 metro (sezione delle aste 2,5 x 2,5 cm).

Ogni decimetro è alternativamente colorato in rosso e in blu. Così, la prima asta è completamente rossa, la seconda, lunga due decimetri, sarà rossa e blu, e così via.

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Abbiamo anche bisogno di un tappeto, preferibilmente verde scuro.

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Le aste numeriche in commercio costano fino ai 100 euro, ma costruirle è estremamente facile. Qui il tutorial: Costruire le aste numeriche

Scopo: imparare a contare fino a 10 e capire il valore di ogni numero. Imparare i nomi da uno a dieci ed associare i nomi alle quantità.

Età: tre anni e più

Durante gli esercizi con le aste numeriche i bambini devono stare in piedi o seduti, ma in modo da poter vedere bene le aste nel giusto ordine di partenza.

È una cattiva abitudine far sedere i bambini ai lati opposti del tappeto o del tavolo, quando si lavora con i numeri o con le lettere, perché ogni bambino vede a rovescio il lavoro dell’altro bambino.

Cura speciale deve essere posta durante gli esercizi di gruppo dove i bambini stanno in piedi. L’insegnante può essere sul lato sbagliato, ma i bambini devono stare di fronte al lavoro.

I bambini che iniziano a lavorare con le aste numeriche hanno già contato o sentito numerare al di fuori della scuola: dicono a caso grandi numeri come cento o mille, senza naturalmente avere un’idea chiara delle quantità corrispondenti.

Comprendono invece la corrispondenza per i numeri piccoli, perchè sanno di avere un naso, due mani, cinque dita, ecc… e avranno molto spesso chiesto tre biscotti invece di due, dando prova di conoscere perfettamente il valore dei due numeri.

Con le aste numeriche, che raggiungono il limite massimo del dieci, non si pretende di rivelare qualcosa, ma soltanto di ordinare e precisare concetti vaghi e acquisiti empiricamente. Basta introdurre il bambino a tali concetti con semplicità, perchè egli si interessi rapidamente al sistema di numerazione.

In ogni asta si può contare la somma delle unità che si succedono una dopo l’altra, fino alla sezione terminale dell’asta, cominciando da:

uno

uno, due

uno, due, tre

uno, due, tre, quattro

uno, due, tre, quattro, cinque

uno, due, tre, quattro, cinque, sei

uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette

uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto

uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove

uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci.

L’ultima parola che si pronuncia ogni volta si riferisce alla somma delle unità contenute nell’asta e indica il totale. Questa parola può convertirsi nel numero che indica l’asta: l’asta del cinque, quella del sette, ecc… o semplicemente il cinque, il sette e così via. In questo modo abbiamo diversi nomi, in relazione ad aste di differenti lunghezza. Le aste rappresentano quantità che hanno un nome.

Il fatto di disporre, in relazione al nome del numero, della corrispondente quantità in forma rigida e definita, facilita la comprensione dei concetti di unità e delle reciproche relazioni fra quantità differenti e tra quantità differenti e unità.

In effetti le aste collocate in gradazione non servono soltanto per contare, ma mostrano il rapporto fra le varie quantità indicate dai numeri e il loro posto reciproco, in relazione alla quantità considerata.

L’uno è la prima asta e il dieci è l’ultima; il tre occupa il terzo posto e sta tra il due e il quattro, ecc… Ciò che rende interessante la serie non è  soltanto il fatto di contare, ma le relazioni fra le differenti quantità.

Presentazione delle aste numeriche confrontate alle aste della lunghezza

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Il bambino deve essere completamente a suo agio con le aste della lunghezza, prima di introdurre questo nuovo esercizio. L’unica differenza tra aste della lunghezza e aste numeriche è il colore. Le aste numeriche iniziano con una sola asta rossa e poi si alternano segmenti rossi e blu della lunghezza di 10 centimetri ognuno.

Materiale necessario

serie di aste della lunghezza
serie di aste numeriche
un tappeto.

Presentazione

1. Portare le aste della lunghezza al tappeto ed organizzare in ordine crescente.
2. Invitare il bambino a svolgere con noi l’esercizio, e chiedergli se vede nella stanza un’altra serie  simile alle aste della lunghezza. Naturalmente, le aste numeriche devono essere ben visibili sullo scaffale…
3. Mostrare al bambino l’asta della lunghezza più corta,
4. e chiedergli se può portarci l’asta numerica corrispondente.
5. Lasciare che il  bambino porti al tappeto l’asta scelta e che la confronti con l’asta della lunghezza.

6. se l’asta numerica che ha scelto non è della stessa lunghezza, l’errore sarà subito evidente. Ma ricordate che lo scopo dell’esercizio è il processo di scoperta attraverso la manipolazione fisica delle aste, quindi lasciamo pure che il bambino esplori il materiale liberamente, e se desidera confrontare l’asta che ha scelto con tutte le altre aste presenti sul tappeto, è importante lasciarlo sperimentare.

7. Non appena la prima asta numerica è accoppiata con l’asta numerica corrispondente, passare a quella successiva,

8. e continuare così  fino a quando tutte le aste non risultino accoppiate .

Se il  bambino sbaglia frequentemente nella scelta dell’asta, forse è troppo presto per lui per questo esercizio. Ma, invece di abbandonare rischiando di dare al bambino l’impressione che abbia fatto qualcosa di sbagliato, è meglio modificare l’esercizio.

Allora potete dare al bambino l’asta della lunghezza, e chiedergli di andare allo scaffale per cercare l’asta numerica corrispondente, ad esempio: avere con sé un campione gli permetterà di trovare con facilità la corrispondenza fisica tra i due oggetti.

Quando l’esercizio è terminato, potete poi lavorare insieme al riordino di tutte le aste sullo scaffale, e nella lezione successiva, il giorno dopo, inviterete il bambino a lavorare con le sole aste della lunghezza.

Non correggete mai il bambino, ma aspettate con fiducia che lui sia pronto a vedere la similitudine tra le aste.

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Presentazione per l’uso corretto del materiale

Si possono disporre le aste sul tappeto e il bambino deve metterle in ordine di lunghezza, allineate uniformemente e rispettando il margine sinistro.


Questo esercizio consente al bambino di imparare a manipolare correttamente le aste e di confrontare le loro lunghezze.

Come insegnare il nome dei numeri

L’insegnante procede ad insegnare i nomi dei numeri, utilizzando la lezione in tre tempi:

tempo 1: l’insegnante sposta un’asta su un lato del tappeto, di fronte al bambino, e ripete più volte: “uno, uno, questo è l’uno.”


Poi mette a posto l’asta dell’uno, e pone sul lato del tappeto di fronte al bambino quella del due, e la nomina più volte: “Due, due, si tratta del due…”.

Poi conta i segmenti una volta: “Uno, Due” toccando il centro di ogni segmento con l’indice, ma facendo attenzione a non nascondere l’asta con la mano.

Toccando il secondo segmento, dice ancora “Due, due, si tratta del due”. Poi l’insegnante rimette a posto l’asta due, e prende l’asta tre, come spiegato sopra. Ripete più volte “Tre, tre, questo è il tre”. Poi conta i segmenti.

tempo 2:  l’insegnante mette le tre aste di fronte al bambino non in ordine di grandezza. Ogni asta deve essere parallela alle altre e non troppo distanti tra loro.

Poi nomina un’asta e il bambino deve indicarla con l’indice e porgergliela. Se questo avviene, significa che il bambino ha associato il nome alla quantità.

tempo 3: l’insegnante dispone le aste su un lato del tappeto. Poi ne pone una davanti al bambino e gliene chiede il nome. Poi gli chiede di contarne i segmenti. Questo si ripete più volte con ogni asta.

Chiusura dell’esercizio: l’insegnante dispone in ordine le aste davanti al bambino e le conta “Uno, due, tre.”

Il giorno successivo si aggiungono una o più aste a quelle già apprese, fino a che il bambino arriva a saper contare tutte le aste. Il materiale viene riposto su una mensola bassa, in modo che il bambino possa prendere le aste tutte le volte che lo desidera, per contarle e disporle secondo la sequenza corretta da 1 a 10.

Vai qui per gli Esercizi con le aste numeriche e le carte dei numeri;

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di seguito un video interessante sull’uso delle aste numeriche:

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Disclaimer: “Per redigere questa mia presentazione ho utilizzato i miei album e appunti personali e consultato vari album di altri autori e articoli nel web. Per leggere online o acquistare le copie legali di tali opere consultate segui i link:
– Mathematic primary guide di Infomontessori.com
– Album for ages 3-6 – Math di montessoriteacherscollective (Moteaco)
– Montessori teacher album – Math di Montessorialbum.com
– Math album di wikisori.org
– The casa 2,5-6 years – math di montessoricommons
– Beginning math di montessoriworld.org
– Teach your 3 to 7 year old math di John Bowman
Montessori Early Childhood math album di Montessori Tube
Module 5: Mathematics Manual A di Montitude.com
Mathematics teacher manual di khtmontessori.com
Primary class curriculum – second year di mymontessorihouse.com
Math teaching manual – primary ages di montessoriprintshop
Montessori matters: a mathematics manual di heutink-usa.com
MATHEMATICS MANUAL EARLY CHILDHOOD di themontessoriparent.com, che ha suggerito l’aggiunta di questo disclaimer in accordo con la sua politica di copyright.
Ho inoltre consultato i testi di riferimento di Maria Montessori per la matematica:
Il Metodo della Pedagogia Scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini
La scoperta del bambino
L’autoeducazione nelle scuole elementari
.
Psicoaritmetica.
Per una bibliografia completa delle opere di Maria Montessori vai qui. Leggi anche la bibliografia e i link utili di seguito.

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BIBLIOGRAFIA E LINK UTILI


Maria Montessori – L’autoeducazione nelle scuole elementari – Garzanti

Maria Montessori – Il metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini. Edizione critica – Edizioni Opera Nazionale Montessori


Maria Montessori – Psicoaritmetica – Edizioni Opera Nazionale Montessori

Maria Montessori – Psicogeometria – Edizioni Opera Nazionale Montessori

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Aste numeriche Montessori – come costruirle

Aste numeriche Montessori – come costruirle. Le aste numeriche sono tra i primi materiali che si presentano al bambino per l’apprendimento dell’aritmetica. Nelle aste, le lunghezze multiple di dieci centimetri si distinguono dalla successione alternata di due colori differenti.

Trovi indicazioni pedagogiche, presentazione ed esercizi qui:
– imparare il nome dei numeri da 1 a 10 http://www.lapappadolce.net/esercizi-con-le-aste-numeriche-montessori/
– esercizi con schede dei numeri e aste numeriche http://www.lapappadolce.net/esercizi-con-le-schede-dei-numeri-e-le-aste-numeriche-montessori/ 

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Come costruire le Aste numeriche Montessori

Materiale occorrente

– Dieci aste di legno, che variano in lunghezza da 1 decimetro a 1 metro (sezione delle aste 2,5×2,5 cm).

– ogni decimetro è alternativamente colorato in rosso e in blu. Così, la prima asta è completamente rossa, la seconda, lunga due decimetri, sarà rossa e blu, e così via.

– ogni asta deve presentare sempre il primo tratto rosso (quindi il 3 sarà rosso-blu-rosso).

 

Le aste numeriche in commercio costano intorno ai 100 euro, ma costruirle è estremamente facile.

Io fatto così:

ho tagliato le aste di legno in dieci pezzi da: 10, 20, 30, 40, 50, 60, 70, 80, 90 e 100 cm

poi ho suddiviso col metro in tratti da 10 cm e ho iniziato a colorare i tratti rossi:

 

quindi ho messo del nastro adesivo di carta per non sporcare i tratti rossi, e per ottenere delle linee di confine precise

 

e quindi sono passata ai tratti blu…

Un materiale simile, non contrassegnato da due distinti colori, ma dove tutte le aste risultano di uno stesso colore (rosso), viene a lungo usato dai bambini in un periodo precedente, quando eseguono esercizi per l’educazione sensoriale (del senso visivo alle grandezze).

Si  tratta delle aste della lunghezza, con le quali i bambini si abituano a  distinguere a prima vista le differenti lunghezze, ponendole una accanto all’altra e verificando come la lunghezza aumenti in modo uniforme.

I bambini che si dedicano a questo genere di esercizi sensoriali hanno 3 anni di età, mentre cominciano ad usare le aste numeriche a circa 4 anni e  mezzo, quando sanno già scrivere o per lo meno conoscono già le lettere dell’alfabeto e compongono parole.

Numeri e gettoni Montessori – presentazione ed esercizi

Numeri e gettoni Montessori – presentazione ed esercizi. Dopo il casellario dei fuselli e le aste numeriche abbiamo un terzo materiale, che consiste in dieci cartoncini separati, su ciascuno dei quali è scritto un numero: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10, e 55 piccoli oggetti separati che possono essere gettoni colorati, giocattolini uguali, palline, monetine, ecc…

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Applicando il concetto della lezione in tre tempi ad un ciclo di lavoro invece che ai momenti di uno stesso esercizio, possiamo dire che l’esperienza con le aste numeriche rappresenta il primo tempo (associazione), quella col casellario dei fuselli il secondo tempo (riconoscimento), e quella con il gioco dei numeri e dei gettoni il terzo (ricordo).

Le aste numeriche ci danno la rappresentazione dell’oggetto in se stesso (quantità e simboli numerici); col casellario dei fuselli si domanda qual è la quantità corrispondente a ciascun simbolo; con il gioco dei numeri e dei gettoni si domanda qual è la successione dei numeri e la quantità ad essi corrispondenti.

L’esercizio consiste per prima cosa nel disporre i cartelli dei numeri in ordine crescente,

quindi nel posizionare sotto ad ognuno di essi gli oggetti nella quantità corrispondente.

Questo esercizio serve a verificare che l’apprendimento è avvenuto, cioè che il bambino conosce i numeri nella loro successione numerica, e le quantità che essi rappresentano.

Per offrire alle capacità del bambino un nuovo concetto, con questo materiale facciamo disporre gli oggetti in doppia fila: il bambino si renderà conto che lo si può fare soltanto coi numeri pari, mentre coi dispari ne resta uno spaiato e, in questo modo i bambini acquisiranno istintivamente la nozione di numero pari e di numero dispari, e della loro differenza.

Con questi tre materiali (aste numeriche, casellario dei fuselli e gioco dei numeri e dei gettoni) si chiude il periodo pre-elementare in relazione all’aritmetica.

Età: dai 3 anni in su. Questo è un gioco da presentare ai bambini che hanno già lavorato col casellario dei fuselli ed alle aste numeriche.

Scopo:
– l’obiettivo di questo esercizio è quello di aiutare i bambini a sviluppare la capacità di associare i numeri alle relative quantità;
– la comprensione della sequenza dei numeri (organizzare i numeri in ordine crescente);
– introduce inoltre al concetto di numero pari e numero dispari portando ad avere un’impressione visiva delle quantità pari e dispari. Consente di insegnare i termini “pari” e “dispari”.

photo credit: Gonzaga Arredi

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Materiale:
per quanto riguarda il gioco è possibile acquistarlo, oppure si può realizzare in proprio.

Possono anche semplicemente essere utilizzate le schede dei numeri stampati (bianche con numeri in nero) da 1 a 10.

I 55 gettoni necessari possono essere ritagliati nel cartone o in qualsiasi altro materiale, basta che siano identici per dimensione e colore (si può usare benissimo la pasta, il formato ruote ad esempio).

Se può essere utile, trovate qui la mia versione stampabile gratuitamente del gioco:
http://www.lapappadolce.net/numeri-e-gettoni-montessori-come-costruire-il-gioco-in-proprio/

Controllo autonomo dell’errore:
la somma dei numeri da 1 a 10 è 55, quindi in caso di errore, alla fine ci saranno o troppi o troppi pochi gettoni, e il bambino sarà portato spontaneamente a correggere il lavoro fatto.

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Alcuni esempi per la presentazione

Presentazione uno

Introdurre i numeri da 1 a 5, aspettando fino a che il bambino non dimostri piena padronanza dei concetti, e non sia perfettamente in grado di riprodurre la sequenza numerica corretta e l’associazione tra cifra e quantità.

Quindi introdurre anche gli altri numeri.  Soprattutto, è molto importante verificare che il bambino disponga sempre i gettoni in fila per due: i numeri dispari infatti si distinguono perchè un gettone non risulta accoppiato.

1. L’insegnante invita il bambino a unirsi a lei nell’esercizio.

2. Il  bambino prepara il tappeto di lavoro

3. e l’insegnante vi posa la scatola contente il gioco.

4. L’insegnante dispone davanti al bambino i numeri da 1 a 5, da sinistra a destra, nominando le cifre una ad una.

5. Poi sotto ad ogni numero allinea la corrispondente quantità di gettoni, in fila per due. Lo fa contando sempre i gettoni ad alta voce e lentamente.

6. Al termine ripone tutto il materiale utilizzato nuovamente nella scatola,

7. e chiede al bambino se vuole giocare. Il bambino tira fuori il materiale e comincia l’esercizio.

8. Se il bambino lavora con sicurezza, è poi possibile aggiungere all’esercizio gli altri numeri, in caso contrario è meglio attendere una prossima lezione per farlo.

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Presentazione due

L’insegnante porta il materiale  sul tavolo del bambino, gli siede accanto e pone le carte dei numeri sul tavolo, non in sequenza.

Poi chiede al bambino di trovare l’1, se lo fa dare e lo pone all’estrema sinistra del tavolo. Poi consegna al bambino la scatolina o il sacchetto che contiene i gettoni, e gli chiede di metterne uno sotto la carta dell’1.

Poi chiede al bambino di dirle che numero viene dopo l’1, e lui dirà 2, quindi troverà la scheda del due, la posizionerà sul tavolo a fianco all’uno e sotto metterà due gettoni.

L’insegnante dovrà mostrare in modo chiaro come mettere i gettoni sempre in coppia sotto alla scheda del numero.

E’ ovvio che procedendo si avrà l’alternanza di un numero pari e un numero dispari, ma l’insegnante in questa fase non dirà nulla a questo proposito.

Quando il bambino avrà compreso l’esercizio, potrà lavorarvi in modo indipendente. Il materiale deve essere conservato in un luogo accessibile al bambino, in modo che lui possa prenderlo ogni volta che lo desidera.

Quando il bambino è in grado di svolgere l’esercizio con padronanza, l’insegnante può introdurre i termini “pari” e “dispari”, dicendo così: “Questi numeri, l’1 e il 3, alla fine hanno un gettone solo. Noi chiamiamo questi numeri dispari. Riesci a trovare altri numeri dispari?”. Il bambino indicherà il 5, il 7 e il 9.

“Il numero 2 invece finisce con una coppia di gettoni, per cui si parla di numero pari. Quali altri numeri finiscono con una coppia?”. Il bambino indicherà il 4, il 6, l’8 e il 10. “Giusto, 2,4,6,8,10 sono numeri pari”.

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Presentazione 3

Materiale:
– numeri ritagliati, da 1 a 10
– 55 gettoni
– tappeto.

Nota:

Si suggerisce di introdurre esercizi preparatori usando i cartelli dei numeri al posto dei numeri ritagliati per ridurre la possibilità di confusione che nei bambini può essere data dalla possibilità di posizionare i numeri ritagliati a rovescio o sottosopra.

Presentazione:
– estrarre i numeri dalla scatola e posizionarli sul tappeto a formare una riga orizzontale, dal numero 1 al numero 10

– leggere i numeri a voce alta indicandoli uno ad uno

– indicare il numero 1 e dire a voce alta “Uno”. Poi contare i gettoni, dicendo “Uno” e posizionare il gettone sotto al numero uno

– indicare il numero 2 e dire “Due”. Prendere il primo gettone dicendo “Uno”, metterlo sotto al numero due, prendere il secondo gettone, dire “Due” e mettere il gettone a destra del primo gettone

– continuare con tutti gli altri numeri e gli altri gettoni, avendo cura di posizionare i gettoni a formare due colonne sotto il numero corrispondente

– raccogliere i gettoni in ordine, da1 a 10, e rimetterli nella scatola.

 

Scopi diretti:

– sviluppare ordine, concentrazione, coordinazione, indipendenza e precisione

– posizionare i numeri nella sequenza corretta

– verificare che il bambino faccia i giusti raggruppamenti.

 

Scopi indiretti:

– familiarizzare attraverso un’esperienza pratica con i concetti di numero pari e numero dispari

– presentare concretamente i multipli di 2.

 

Età: dai 4 ai 5 anni.

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Montessori Explained: Numbers and Counters from Sunrise Montessori of Round Rock on Vimeo.

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Montessori Counting Odd — powered by ehow

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Disclaimer: “Per redigere questa mia presentazione ho utilizzato i miei album e appunti personali e consultato vari album di altri autori e articoli nel web. Per leggere online o acquistare le copie legali di tali opere consultate segui i link:
– Mathematic primary guide di Infomontessori.com
– Album for ages 3-6 – Math di montessoriteacherscollective (Moteaco)
– Montessori teacher album – Math di Montessorialbum.com
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Montessori matters: a mathematics manual di heutink-usa.com
MATHEMATICS MANUAL EARLY CHILDHOOD di themontessoriparent.com, che ha suggerito l’aggiunta di questo disclaimer in accordo con la sua politica di copyright.
Ho inoltre consultato i testi di riferimento di Maria Montessori per la matematica:
Il Metodo della Pedagogia Scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini
La scoperta del bambino
L’autoeducazione nelle scuole elementari
.
Psicoaritmetica.
Per una bibliografia completa delle opere di Maria Montessori vai qui. Leggi anche la bibliografia e i link utili di seguito.

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BIBLIOGRAFIA E LINK UTILI


Maria Montessori – L’autoeducazione nelle scuole elementari – Garzanti

Maria Montessori – Il metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini. Edizione critica – Edizioni Opera Nazionale Montessori


Maria Montessori – Psicoaritmetica – Edizioni Opera Nazionale Montessori

Maria Montessori – Psicogeometria – Edizioni Opera Nazionale Montessori

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Il casellario dei fuselli Montessori: presentazione ed esercizi

Il casellario dei fuselli Montessori: presentazione ed esercizi. Il casellario dei fuselli è un tipo di materiale che, come le aste numeriche, porta il bambino a contare le unità relative ai vari gruppi della serie numerica da 1 a 10, o più esattamente da 0 a 9.

Per le presentazioni ho utilizzato il casellario dei fuselli offerto da BOBOTO:

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Nel caso del casellario dei fuselli le unità vengono rappresentate da oggetti separati tutti uguali fra loro e consistenti in piccoli fusi o bastoncini facilmente maneggiabili. Questi bastoncini, che secondo le indicazioni di Maria Montessori vanno raggruppati mediante nastri e poi posizionati nei vari scomparti, vanno via via costituendo insiemi di maggior consistenza.

L’esercizio consiste nel riunire prima in un unico gruppo tutti i fuselli, per poi collocare in ogni scomparto, contandoli uno ad uno, la quantità corrispondente al numero segnato.

Concluso l’esercizio, e verificato che non ci siano errori, con un nastro rosso si lega ciascun gruppo di fuselli.


Questo esercizio è una prova dell’esperienza avuta con le aste numeriche; il bambino infatti riconosce il numero e da solo ne raggruppa le unità necessarie a rappresentarlo.

Inoltre, in questo caso, il materiale offre al bambino come punto di partenza i simboli numerici scritti sopra gli spazi dei casellari, invece delle quantità, come succede nel caso delle aste numeriche.

Qui sono presenti soltanto le cifre e quindi non c’è più il 10 che, invece, è presente nella serie delle aste.

Questo materiale, infatti, pone all’attenzione del bambino le cifre in se stesse. Esse, come indicazioni concrete, vanno dall’uno al nove.

Apre la serie lo zero, che da solo non rappresenta alcuna quantità, come lo prova il fatto che il primo spazio ad esso corrispondente deve rimanere vuoto.

Le cifre sono in numero di dieci, anche se i gruppi di fuselli sono soltanto nove.

Possiamo dire che mentre con le aste si è dato il sistema, col casellario dei fuselli si dà al bambino, anche se indirettamente, la legge che domina il sistema: non possono rimanere sciolte più di nove unità di qualsiasi ordine. In questa prospettiva, un fusello può rappresentare qualsiasi ordine: 1, 10, 100 ecc…; due fuselli 2, 20, 200….; tre fuselli 3, 30, 300…

Il materiale dei fuselli inoltre, limitatamente alla Casa dei Bambini, serve anche a dare il concetto di “insieme privo di elementi”, che è la condizione caratteristica di un insieme che chiamiamo “insieme vuoto”.

Qui trovi il tutorial per realizzare il casellario dei fuselli in proprio: Casellario dei fuselli


Oppure puoi scegliere questa variante, molto semplice ed economica:
http://www.lapappadolce.net/casellario-dei-fuselli-una-variante-semplicissima/ 

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Presentazione  uno

Materiale:
– il casellario dei fuselli, cioè una scatola di legno divisa in dieci comparti numerati da 0 a 9. I numeri devono essere realizzati in carta smerigliata e devono essere leggibili sul lato più lontano al bambino, che deve avere la sponda più alta
– 45 fuselli o bastoncini di legno
– un cestino vuoto.

Presentazione:
– insegnante e bambino siedono al tavolo, uno di fianco all’altro, con la scatola di fronte a loro
– l’insegnante invita il bambino a togliere tutti i fuselli dal casellario ed a metterli nel cesto vuoto, davanti al casellario vuoto

– fatto questo indica il numero 0 scritto sul casellario e dice: “Questo è chiamato zero. Questo è il nostro modo di scrivere zero”. Ripete il nome più volte
– poi dice: “Zero significa nulla, per questo non metteremo fuselli nel comparto dello zero”, e dicendolo indica bene il comparto dello zero che deve rimanere vuoto
– poi  indica la cifra 1 sulla scatola e chiede al bambino di dire che numero è. Il bambino dice “Uno” e l’insegnante lo invita a mettere un fusello nel comparto dell’uno

– l’esercizio prosegue in questo modo, finché ogni comparto conterrà il numero corretto di fuselli

– una volta che il bambino ha compreso l’esercizio, può continuare a lavorare autonomamente, e in seguito potrà vuotare la scatola e riempirla seguendo l’ordine che più desidera.

Controllo autonomo dell’errore:
– ci sono 45 fuselli. La somma dei numeri da 1 a 9 è 45, quindi se il bambino arriva all’ultimo comparto con un numero di stecchini insufficiente, capirà da solo di averne messi troppi in un comparto precedente. Idem se alla fine gliene avanzano. Così può correggere il suo errore in modo autonomo e indipendente.

Scopo:
– mostrare le cifre da 0 a 9 in ordine crescente
– associare il numero alla rispettiva quantità
– introdurre il concetto di zero
– chiarire l’idea che le cifre sono simboli che rappresentano una certa quantità di oggetti separati
– rafforzare la memorizzazione della sequenza dei numeri naturali.

Età
a partire dai 4 anni

Prerequisiti
– esercizi con le aste numeriche
– esercizi con le cifre smerigliate.

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Presentazione due

Materiale:
– il casellario dei fuselli
– 45 fuselli
– un cestino vuoto.

Presentazione:
– invitiamo il bambino ad unirsi a noi nell’esercizio
– andiamo a prendere i casellari dei fuselli e portiamoli al tavolo
– bambino ed insegnante siedono fianco a fianco
– tiriamo fuori tutti i fuselli dai loro scomparti e mettiamoli nel cestino vuoto davanti al casellario


– indichiamo lo scomparto 1 dicendo “Questo è l’uno”
– chiediamo al bambino di darci un fusello
– il  bambino conta, quindi prende un fusello e lo pone nella nostra mano aperta
– contiamo a voce alta il fusello che il bambino ci ha messo in mano, quindi lo restituiamo al bambino
– il bambino mette il fusello nell’apposito comparto
– questo processo si ripete fino a quando tutti i fuselli non si troveranno correttamente inseriti nel casellario


– una volta che tutti i fuselli sono a posto, facciamo osservare al bambino che non ci sono fuselli nella casella etichettata con lo zero.

Nota: quando chiediamo al bambino di contare i fuselli, ricordiamo di lasciargli tutto il tempo che gli occorre per pensare, contare, e rispondere.

_________________________
Presentazione 3

Materiale:
– casellario dei fuselli
– 45 fusi in un cestino o una scatola aperta
– otto nastri colorati rossi in un cestino o una scatola aperta.

Presentazione:
– invitiamo il bambino al tavolo o al tappeto e chiediamo di aiutarci a prendere il materiale e metterlo sul piano di lavoro


– indichiamo le cifre del casellario e chiediamo al bambino di nominarle

– saltando lo zero, prendiamo un fusello con la mano destra, passiamolo nella mano sinistra e contiamo a voce alta: “Uno”


– mettiamo il fusello nel vano corrispondente

– per il secondo vano prendiamo uno alla volta i fuselli, passandoli dalla destra alla sinistra contando a voce alta “Uno… due”


– mettiamo i due fuselli sul tappeto e leghiamoli insieme col nastro prima di metterli nel vano corrispondente


– continuiamo così fino ad arrivare alla casella nove

– indichiamo il vano dello zero e diciamo: “Zero significa niente, nessuna cosa, nessun fusello”.

Controllo dell’errore:
– il numero di fuselli
– il numero di nastrini.

Scopo:
– mentre le aste numeriche rappresentavano quantità già raggruppate, i fuselli mostrano come il numero si componga di oggetti separati
– introdurre il concetto di zero
– preparazione indiretta al fatto che il sistema decimale si basa totalmente sulle cifre da 0 a 9, per la formazione di qualsiasi numero.

Età alla presentazione:
– a partire dai quattro anni

Prerequisiti
– esercizi con le aste numeriche
– esercizi con le cifre smerigliate.

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Presentazione 4

Materiale:
– casellario dei fuselli
– 45 fusi in un cestino o una scatola aperta
– otto nastri colorati rossi in un cestino o una scatola aperta.

Presentazione
– andiamo col bambino allo scaffale, indichiamo il materiale che useremo per l’esercizio e chiediamogli di aiutarci a portarlo al tavolo o al tappeto
– mettiamo sul piano di lavoro il casellario vuoto, il cestino con i fuselli e quello con i nastrini

– osserviamo col bambino il casellario, facendogli notare i vani e le cifre che li contrassegnano
– chiediamo al bambino di seguire con indice e medio uniti le cifre presenti sul casellario, a partire dell’1, cioè saltando lo zero, leggendoli a voce alta

– diciamo al bambino che questi numeri servono a dirci quanti fuselli mettere di volta in volta nel casellario
– indichiamo il numero 1. Chiediamo al bambino di leggero e diciamo: “Ora metteremo 1 fusello in questa casella”
– mostriamo al bambino come prendere i fuselli e metterli nei vani del casellario. Per farlo prendiamo un fusello alla volta con la mano dominante e contiamo passando il fusello nell’altra mano. Ad esempio, per il numero 3 prendiamo un fusello, passiamolo nell’altra mano e diciamo: “Uno”. Prendiamo il secondo, passiamolo nell’altra mano e diciamo “Due”. Prendiamo il terzo, passiamolo nell’altra mano e diciamo “Tre”, chiudendo il pugno ogni volta che passiamo il fusello
– continuiamo così fino a riempire il vano del numero 9


– facciamo notare al bambino il vano dello zero, che risulterà vuoto e diciamo: “Questo è lo zero. Zero significa nulla. Ecco perché non c’è nulla qui”
– chiediamo al bambino di prendere i due fuselli che si trovano nel vano del 2, e di metterli sul piano di lavoro contandoli
– chiediamo al bambino di legarli insieme con un nastro e di riporli nuovamente nel vano


– ripetere l’operazione con tutti gli altri numeri
– chiediamo di nuovo al bambino perchè non ci sono fuselli nel vano dello zero
– chiediamo al bambino di prendere a sua scelta due mazzetti di fuselli dal casellario per sentire la differenza di peso e volume che c’è tra di loro: in una mano avrà un mazzetto più leggero e facile da stringere, nell’altra uno più pesante e ingombrante
– prendiamo il fusello che si trova nel vano dell’uno e rimetterlo delicatamente nel cestino
– prendiamo via via gli altri fuselli, e dopo averli slegati, mettiamoli nel cestino


– rimettiamo il materiale nello scaffale.

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Presentazione 5
per rinforzare il concetto di zero

Materiale:
– casellario dei fuselli completo di fuselli
– cifra smerigliata dello zero.

Nota: questa presentazione si può affrontare dopo che il bambino ha lavorato per un certo tempo con il casellario dei fuselli

Presentazione:
– mettiamo sul piano di lavoro il casellario pieno
– chiediamo al bambino, ad esempio: “Mi dai il 6?”
– il bambino ci darà 6 fuselli prendendoli dal vano corrispondente
– chiediamogli: “Cosa è rimasto nel vano?” e il bambino risponderà che non è rimasto nulla, che il vano è vuoto
– diciamo: “Questo significa che ci sono zero fuselli. Sei meno sei è uguale a zero”
– ripetiamo l’esercizio chiedendo altri numeri


– mostriamo al bambino la cifra smerigliata dello zero e diciamo: “Zero significa nessun fusello nel vano, ma la cifra dello zero può essere toccata come ogni altra cifra. Per questo la cifra dello zero c’è anche se il vano dello zero rimane vuota”

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Qualche video:

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Disclaimer: “Per redigere questa mia presentazione ho utilizzato i miei album e appunti personali e consultato vari album di altri autori e articoli nel web. Per leggere online o acquistare le copie legali di tali opere consultate segui i link:
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– Montessori teacher album – Math di Montessorialbum.com
– Math album di wikisori.org
– The casa 2,5-6 years – math di montessoricommons
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MATHEMATICS MANUAL EARLY CHILDHOOD di themontessoriparent.com, che ha suggerito l’aggiunta di questo disclaimer in accordo con la sua politica di copyright.
Ho inoltre consultato i testi di riferimento di Maria Montessori per la matematica:
Il Metodo della Pedagogia Scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini
La scoperta del bambino
L’autoeducazione nelle scuole elementari
.
Psicoaritmetica.
Per una bibliografia completa delle opere di Maria Montessori vai qui. Leggi anche la bibliografia e i link utili di seguito.

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BIBLIOGRAFIA E LINK UTILI

Maria Montessori – L’autoeducazione nelle scuole elementari – Garzanti

Maria Montessori – Il metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini. Edizione critica – Edizioni Opera Nazionale Montessori

Maria Montessori – Psicoaritmetica – Edizioni Opera Nazionale Montessori

Maria Montessori – Psicogeometria – Edizioni Opera Nazionale Montessori

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Casellario dei fuselli Montessori – come costruirlo

Casellario dei fuselli Montessori – come costruirlo. Il casellario dei fuselli è un materiale che, come le aste numeriche, ripete la situazione del contare le unità relative ai vari gruppi della serie numerica da 1 a 10, o più esattamente da 1 a 9.

Le scatole in commercio costano circa 70 euro, ma costruirle in cartone è molto semplice.

questa è la versione più economica che ho trovato:

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casellario dei fuselli

Io ho fatto così:

ho ritagliato una scatola in modo tale da avere una delle pareti lunghe abbastanza altra da poter contenere i numeri scritti, e l’altra parete abbastanza bassa da rendere agevole il lavoro alle manine dei bambini:


poi ho suddiviso la lunghezza in modo tale da ottenere 10 spazi identici:

ed ho inserito i divisori, così:

Ho rinforzato il tutto con nastro carta e colla vinilica, ho decorato con veline colorate e colla vinilica diluita, e ho applicato i numeri.

Io ho usato la colla all’interno della scatola perchè l’ho rivestita con colla e carta velina in vari strati, per renderla oltre che colorata, anche robusta (prevedo di usarla con molti bambini). Si può anche semplicemente colorare con colori a tempera…

Per gli stecchini ho tagliato con le forbici dei comunissimi bastoncini da spiedino, alla misura adatta agli scomparti della scatola.


Qui trovi le indicazione per presentare il casellario dei fuselli al bambini: Casellario dei fuselli, e qui una variante ancora più semplice ed economica per costruirlo: Variante del casellario dei fuselli.

Costruire i numeri tattili montessoriani

Costruire i numeri tattili montessoriani. I numeri tattili (o cifre smerigliate) in commercio costano circa 30 euro, ma costruirli è molto facile. Secondo le indicazioni originali di Maria Montessori i numeri tattili (o cifre smerigliate) dovrebbero comprendere i numeri da 0 a 9.

Io ho aggiunto il 10, come è diventato d’uso, e ho disegnato una piccola freccia a matita, per indicare il punto di partenza del movimento di scrittura.

A volte quando si insegna la scrittura dei numeri  si dà per scontata la direzione e il movimento del segno, invece non lo è affatto. Insegnare ai bambini il punto di inizio e la direzione li aiuta poi ad avere una scrittura chiara e precisa.

Si preparano 10 rettangoli uguali di cartone resistente, possibilmente di colore verde, misure 10 cm x 7,5 cm.

Si ritagliano da fogli di carta vetrata a grana media le cifre e si applicano ai cartoncini.

La grafia dei numeri deve essere quella più comunemente usata (ad esempio uguale a quella presente sui libro di testo) e sarà la stessa che il bambino userà durante tutto il suo percorso scolastico.

Se vuoi dei risultati più “professionali” puoi utilizzare questi modelli per disegnare i numeri sulla carta vetrata: numeri-tattili-da-zero-a-nove (free download – pdf)

Qui le indicazioni per la lezione di presentazione dei numeri tattili e gli altri utilizzi: Numeri tattili, guida didattica.

 

Cifre smerigliate Montessori: presentazione ed esercizi

Cifre smerigliate Montessori: presentazione ed esercizi. Lo scopo delle cifre smerigliate è quello di permettere al bambino di sperimentare la sensazione tattile di tracciare il numero leggermente con la punta delle dita, usando indice e medio, mentre pronuncia il nome del numero.

Come anche per le lettere smerigliate dell’alfabeto, la combinazione di stimoli sensoriali e linguistici insieme permette al bambino di immergersi in tutta l’esperienza e imparare attraverso le sue intelligenze multiple.

Questo materiale viene solitamente presentato insieme alle aste numeriche.

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Qui il tutorial per realizzarli in proprio: Numeri tattili tutorial

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Per le presentazioni ho utilizzato le mie cifre smerigliate in cartoncino e carta vetrata, e quelle in legno prodotte da Montessori 3D di Boboto.

Scopo: imparare a riconoscere i numeri da 1 a 10 e ad associarli al loro nome. Sentire le cifre, come preparazione alla loro scrittura.

Età: a partire dai 4 anni

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Presentazione 1

Materiali:

– un set di numeri da zero a nove ritagliati nella carta vetrata e incollati su tavolette di legno verdi delle dimensioni di cm 9 x cm 11
– tappeto.

Note:
Nelle prime presentazioni ai bambini lo zero non viene proposto, ma si introduce in un secondo momento.

Presentazione:

– portare le cifre smerigliate al tappeto e mettere la scatola in corrispondenza dell’angolo superiore sinistro

– togliere i primi tre numeri dalla scatola (uno, due e tre)

– mettere questi tre numeri sul tappeto formando una fila orizzontale, ma a faccia in giù

– girare il primo numero sul davanti.

– con la mano dominante tracciare il numero pronunciandone il nome, utilizzando indice e medio uniti

– invitiamo il bambino a ripetere la sequenza che gli abbiamo mostrato

– continuiamo nello stesso modo, presentando anche i numeri due e tre. Ogni volta che abbiamo lavorato con un numero, voltiamolo

– dopo aver presentato i primi tre numeri in questo modo, giriamoli tutti e tre sul diritto e passiamo alla seconda fase della lezione in tre tempi, chiedendo al bambino, ad esempio: “Mi indichi il due?”

– se necessario passare alla terza fase della lezione in tre tempi, chiedendo al bambino, ad esempio “Quale numero ti piacerebbe tracciare di nuovo con le dita?”

– utilizzando lo stesso modello di lezione presentare ai bambini tutti gli altri numeri.

Scopi diretti:

– preparazione alla scrittura

– preparazione all’associazione tra numeri e quantità

– fornire la chiave per comprendere i numeri scritti.

 

Scopi indiretti:

– imparare a contare da 1 a 9

– riconoscere le cifre da 1 a 9

– sviluppo della coordinazione motoria

– fare la corretta associazione tra simbolo scritto e parola pronunciata.

 

Età: dai 2 anni e mezzo ai 4 anni.

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Presentazione 2
Lezione in tre tempi

L’insegnante utilizzerà il metodo della lezione in tre tempi per insegnare il nome dei numeri. Nell’esercizio sono coinvolti udito, vista e tatto.

Tempo1: l’insegnante prende i numeri 1 e 2  e si siede accanto al bambino, ponendo i numeri su un lato del tavolo.

Poi prende la cifra 1 e la pone di fronte al bambino, con la mano non dominante tiene ferma la carta, mentre con la mano dominante traccia leggermente il numero, usando indice e medio insieme.

Mentre traccia il numero ripete il nome del numero:”Uno, questo è l’uno, questo è il nostro modo di scrivere l’uno”.

Poi invita il bambino a sentire lui stesso il numero con indice e medio, e mentre lo fa, continua a ripeterne il nome. Al bambino non è richiesto di dire il nome del numero, ma può farlo spontaneamente.

L’insegnante si deve assicurare che il bambino tracci la cifra nella direzione in cui è scritta, utilizzando la sua mano dominante.  Poi si segue la stessa procedura col numero due: prima si ripone a lato l’uno e si mette di fronte al bambino il due. Il bambino viene incoraggiato a sentire ogni cifra molte volte.

Tempo 2: l’insegnante pone davanti al bambino entrambi i numeri.

Al fine di assicurarsi che egli abbia associato correttamente il nome al segno grafico, chiede al bambino: “Trova il 2 e traccialo con le dita” oppure “Vuoi sentire l’1?”.

Dopo un certo numero di esercizi del genere, l’insegnante mette entrambi i numeri a lato.

Tempo 3: l’insegnante dà al bambino un numero e gli dice: “Traccialo con le due dita e dimmi il suo nome”. Poi ripete questa operazione per ogni cifra.

Conclusione della lezione: l’insegnante mette i numeri in sequenza da sinistra a destra dicendo: “Oggi abbiamo imparato come si scrivono i numeri 1 e 2”.

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Estensione

Nei giorni successivi si introducono allo stesso modo le altre cifre. Quelle già apprese vengono sempre incluse nella lezione.

I numeri tattili vengono riposti in un luogo dove il bambino può arrivare facilmente e prenderli in qualsiasi momento.

Ad un certo punto i bambini possono anche desiderare di scrivere i numeri. Per questo si può ricorrere alla lavagna di sabbia prima, e a carta e matita poi.

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Variante all’esercizio coi numeri tattili per presentare il 10

Invece di presentare al bambino i numeri tattili da 1 a 10, si possono offrire i numeri da 0 a 9, in modo che il 10 venga composto da due schede, e si presenta anche il simbolo grafico e il nome dello zero.

Le schede dei numeri tattili sono inoltre utili in abbinamento alle aste numeriche.

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Disclaimer: “Per redigere questa mia presentazione ho utilizzato i miei album e appunti personali e consultato vari album di altri autori e articoli nel web. Per leggere online o acquistare le copie legali di tali opere consultate segui i link:
– Mathematic primary guide di Infomontessori.com
– Album for ages 3-6 – Math di montessoriteacherscollective (Moteaco)
– Montessori teacher album – Math di Montessorialbum.com
– Math album di wikisori.org
– The casa 2,5-6 years – math di montessoricommons
– Beginning math di montessoriworld.org
– Teach your 3 to 7 year old math di John Bowman
Montessori Early Childhood math album di Montessori Tube
Module 5: Mathematics Manual A di Montitude.com
Mathematics teacher manual di khtmontessori.com
Primary class curriculum – second year di mymontessorihouse.com
Math teaching manual – primary ages di montessoriprintshop
Montessori matters: a mathematics manual di heutink-usa.com
MATHEMATICS MANUAL EARLY CHILDHOOD di themontessoriparent.com, che ha suggerito l’aggiunta di questo disclaimer in accordo con la sua politica di copyright.
Ho inoltre consultato i testi di riferimento di Maria Montessori per la matematica:
Il Metodo della Pedagogia Scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini
La scoperta del bambino
L’autoeducazione nelle scuole elementari
.
Psicoaritmetica.
Per una bibliografia completa delle opere di Maria Montessori vai qui. Leggi anche la bibliografia e i link utili di seguito.

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BIBLIOGRAFIA E LINK UTILI


Maria Montessori – L’autoeducazione nelle scuole elementari – Garzanti

Maria Montessori – Il metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini. Edizione critica – Edizioni Opera Nazionale Montessori


Maria Montessori – Psicoaritmetica – Edizioni Opera Nazionale Montessori

Maria Montessori – Psicogeometria – Edizioni Opera Nazionale Montessori

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Acquarello steineriano: presentazione

Acquarello steineriano: presentazione – Lo scopo di questi esercizi è quello di far fare ai bambini esperienze guidate del colore, svincolato quanto più possibile dall’elemento della forma.

 

Per questo si utilizzano acquarelli molto diluiti e si lavora sul foglio di carta bagnato.

L’esperienza procede rispettando una data sequenza di azioni, che porta il bambino ad affinare la sua sensibilità di percezione del colore e ad acquisire attraverso la pratica le nozioni di colori primari, complementari e secondari.

Molto importante è non presentare ai bambini lavori già fatti: vi accorgerete così che proprio chiedendo ai bambini di rispettare una certa sequenza, verrà fuori la personalità di ognuno di loro, e non potranno esserci due pitture uguali, o due verdi uguali, o due marroni uguali ecc…

Acquarello steineriano  – Importante

La conclusione della lezione viene rimandata al giorno successivo, quando le pitture sono asciutte e vengono esposte una accanto all’altra per essere osservate insieme.

L’osservazione, parte integrante della lezione di pittura, può inizialmente essere guidata, poi i bambini saranno in grado di cogliere molti più particolari di quanto non sappiamo fare noi.

Si può ad esempio chiedere: “Secondo voi il giallo è più chiaro (più caldo, più freddo, più luminoso, più felice, ecc…) quando è grande o quando è piccolo? Quando è vicino al rosso o quando è vicino al blu?” ecc…

E’ importante non solo che imparino ad osservare, ma anche che imparino a descrivere i colori verbalmente. Via via si possono così introdurre i termini tecnici relativi alla teoria dei colori e la nomenclatura appropriata.

 

E’ un lavoro che può cominciare nella scuola d’infanzia, e proseguire in tutti gli anni successivi. Parallelamente, è chiaro, i bambini sperimenteranno anche tutte le altre tecniche (tempera, acrilici, ecc…), con scopi diversi.

Acquarello steineriano – Materiale occorrente:

– acquarelli di qualsiasi marca in tubetto o flaconcino (non in pastiglia) nei colori: giallo limone, giallo oro, blu oltremare, blu di prussia, rosso vermiglio e rosso carminio. I colori vanno diluiti nei vasetti, in modo che il colore risulti non denso e non carico: diciamo una diluizione abbastanza decisa.

– un pennello a punta piatta largo e con setole di qualsiasi genere, purchè morbide (altrimenti il bambino rischia di graffiare il foglio e noi rischiamo che l’esperienza non venga vissuta come un pieno successo)

– una bacinella e un vasetto d’acqua

– una spugna che servirà per stendere bene il foglio bagnato sul tavolo, e poi per asciugare il pennello (molto meglio degli straccetti o della carta)

– un foglio di carta robusta, meglio se da acquarello (le carte scadenti bagnate possono fare i “pallini”)

 

Acquarello steineriano – Preparazione della lezione

Immergere il foglio nella bacinella, quindi stenderlo con cura sul tavolo con l’aiuto della spugna. Bisogna evitare che si formino bolle d’aria, perchè altrimenti la carta rischia di arricciarsi.

poi si dispone il materiale, se volete così è il modo migliore per evitare incidenti:

e si può iniziare…

Acquarello steineriano – Qualche consiglio aggiuntivo per homeschooler

In testa ai consigli va quello di prepararsi bene prima di presentare un’attività ai vostri bambini. Se non avete esperienza di pittura ad acquarello, la sera prima, di nascosto, fate voi l’esercizio che volete proporre il giorno dopo.

Altro consiglio è di tenere sempre presente che coi bambini più importante di tutto è che al termine di qualsiasi attività loro si devono sentire più ricchi e più abili, che l’esperienza insomma rappresenti per loro un successo. Non perchè noi diciamo “Ma che bello!”, ma perchè loro stessi si possono stupire della bellezza che possono creare.

Infine ricordate lo scopo dell’attività che volete proporre: nella pittura ad acquarello, ad esempio, uscite dalla logica del voler ottenere un bel prodotto finito. Pensate invece che lo scopo è il processo che ha portato, quasi come effetto collaterale, alla sua realizzazione. Per questo, e anche per “non rovinare la sorpresa” è importante non mostrare ai bambini lavori già fatti prima della lezione.

Preparare con cura il materiale significa anche mettere in tavola solo quello che serve, se ad esempio vogliamo fare un esercizio di rosso e giallo, non mettiamo in tavola anche il blu…

Coi bambini più piccoli, come potrete leggere dagli esempi, è bello guidare l’esperienza facendo in modo che il dipingere sia la storia dei colori che, come veri e propri personaggi, agiscono sul foglio. Questo, naturalmente,  se parliamo di bambini piccoli che sanno già seguire lo svolgersi di un racconto.

Se volete invece sperimentare anche prima del raggiungimento di questa tappa evolutiva, vale il principio dell’apprendere per imitazione: si invitano altri bambini a dipingere con lui, oppure ci si siede a dipingere anche noi… parlando pochissimo, e curando tantissimo la preparazione del materiale e la bellezza e precisione dei nostri gesti.

 

Esercizi di calcolo sulle quattro operazioni

Esercizi di calcolo sulle quattro operazioni. In prima classe continueremo a fare i nostri esercizi servendoci sempre del disegno e del colore. Ecco un esempio di scheda:


 

Ed ecco come il bambino potrà disporre le palline e fare il relativo calcolo (o più calcoli, secondo la capacità).

9 + 9 = 18

oppure 18 : 2 = 18

oppure 9 x 2 = 18

o anche:

2 x 9 = 18

oppure 18 : 2 = 9

oppure 2 + 2 + 2 + 2 + 2 + 2 + 2 + 2 + 2 = 18

o anche

3 x 6 = 18

oppure 18 : 6 = 3

oppure 3 + 3 + 3 + 3 + 3  + 3 = 18

o anche

6 x 3 = 18

oppure 18 : 3 = 6

oppure 6 + 6 = 18

Naturalmente non tutti i bambini saranno in grado di trovare tutte le disposizioni possibili e di fare i relativi calcoli. Che troverà un solo modo di disporre le 18 palline, chi due, chi tre, chi forse di più.

Importante è che alla disposizione delle palline corrisponda sempre il relativo calcolo. Soltanto quando vi sarà questa esatta corrispondenza potremo essere certi che il bambino ha davvero capito ciò che fa.

Ed ecco la compilazione di altre schede per i bambini più abili in questo tipo di esercizio, che naturalmente saranno lasciati liberi di compilarle:

– disegna in un rettangolo 18 palline in due gruppi di cui uno sia 13

– disegna in un rettangolo due gruppi diseguali di 15 palline in tutto

– disegna in un rettangolo due gruppi di palline la cui somma sia 12

– disegna in un rettangolo due gruppi uguali di palline, la cui somma sia 18

ecc…

I cinque sensi materiale didattico per la prima classe

I sensi materiale didattico per la prima classe – Questo argomento in prima classe non costituirà oggetto di una particolare lezione, ma prenderemo spunto dalle molte occasione che ci si presenteranno durante il nostro lavoro quotidiano, e soprattutto dalla compilazione di alcune schede che predisporremo per i bambini.

L’uomo ha cinque sensi; almeno sono cinque i principali: vista, odorato, udito, gusto e tatto. I sensi hanno la loro sede in particolari organi: la vista nell’occhio, l’odorato nel naso, l’udito nell’orecchio, il gusto nella lingua e il tatto nella pelle.

Che cosa possiamo fare coi nostri occhi? Possiamo vedere i bei colori del cielo, della campagna, della luce; vediamo il viso della mamma, dei compagni, la forma degli oggetti e degli esseri viventi.

Con l’odorato possiamo sentire gli odori buoni e quelli cattivi. Che cosa ha un odore buono? Che cosa ha un odore cattivo?

Il gusto ci fa percepire i sapori, che si possono considerare di quattro specie: sapore dolce, salato, amaro e acido. Che cos’ha un sapore dolce? Che cosa, un sapore amaro? Un sapore salato? Un sapore acre?

Con l’udito possiamo sentire la voce, i rumori, i suoni. I nostri bambini sanno la differenza tra rumore e suono? Che cos’ha un suono piacevole? Che cosa produce un rumore spiacevole?

Con la pelle possiamo sentire se una superficie è ruvida, è liscia, fredda o calda, e possiamo anche riconoscere la forma degli oggetti. Chiudiamo gli occhi e facciamo le nostre esperienze. Che cosa ha una superficie liscia? Calda? Ruvida? Fredda?

Non dimentichiamo di interessare direttamente i bambini all’argomento, soprattutto per mezzo di ricerche personali che indichiamo negli esercizi per le schede.

Spunti per la preparazione delle schede per il lavoro individuale

I seguenti esercizi sono raggruppati per comodità dell’insegnante, è però meglio poi disporli a piacere e tenendo conto delle capacità e delle possibilità dei bambini.

Con gli occhi vedo ………….
con l’odorato sento ………..
con il gusto provo ………….
con l’udito ascolto …………
con le mani tocco ………….

Con gli occhi
vedo queste cose belle
vedo queste cose brutte

Con l’odorato sento
questi odori sgradevoli
questi odori gradevoli

Con la lingua e il palato gusto
i sapori buoni di
i sapori cattivi di
i sapori dolci di
i sapori amari di

Con le orecchie ascolto
questi suoni piacevoli
questi rumori spiacevoli

Con le mani tocco
questi oggetti lisci
questo oggetti ruvidi
questi oggetti caldi
questi oggetti freddi
questi oggetti morbidi

E’ liscio ……..
E’ ruvido ……….
E’ freddo …………
E’ caldo ………….
E’ rotondo ……….
E’ morbido ………..
E’ duro …………..

Io sento:
il tuono che ……..
la gallina che …….
il vento che ……
il ramo che ……….
i bambini che ………
il cane che ………..
la porta che ………..
la mucca che ……..
l’asino che …………
l’uccellino che ……….
il treno che ……….
le campane che ………
la tromba che ………..

Chi o che cosa:
squilla …….
romba ………
canta ………..
cigola ……….
raglia ………..
gorgheggia ……..
rimbomba ………
grida ………..

Con la vista posso vedere se un oggetto è ………. (luminoso, colorato, trasparente, opaco, grande, piccolo, quadrato, rotondo, bello, brutto, ecc…)

Con l’odorato posso sentire se un odore è ………… (piacevole, forte, leggero, soave, acuto, nauseante, ecc…)

Col gusto posso sapere se un cibo è ………… (salato, dolce, amaro, acre, piacevole, gustoso, buono, cattivo, ecc…)

Con l’udito posso sentire se un suono è ………. (forte, acuto, leggero, assordante, armonioso, sgradevole, musicale, rumoroso, piacevole, ecc…)

Un sapore può essere……
una luce può essere………
un odore può essere………
una superficie può essere……….

Piccole esperienze

Il bambino, a occhi bendati, deve riconoscere suoni, rumori, e la voce dei compagni (campanello, battuta di mani, suono di una trombetta, ecc…)

Sempre ad occhi bendati, toccando un oggetto deve dirne la forma, il materiale di cui è fatto, se è ruvido, liscio, ecc…

Ad occhi bendati deve riconoscere l’odore di un fiore facilmente identificabile (rosa, viola, garofano, ecc…).


 

Spunti tratti da Guida didattica per la classe prima, Mimì Menicucci, editrice Le stelle 1968

La divisione in sillabe

La divisione in sillabe: per pronunciare la parola pera emettiamo la voce in due riprese: pe -ra. E così per la parola mora e così per la parola oche. Queste riprese si chiamano sillabe, e secondo queste sillabe le parole si dividono a fine riga.

Senza dare regole, passeremo subito all’uso pratico mediante numerosi esercizi.

Il primo e il più divertente è quello ci scomporre una parola in sillabe e scrivere ogni sillaba su un pezzetto di carta.

Consegnati i pezzetti ai bambini, dovranno ricomporre la parola e poi copiarla per iscritto mantenendo la divisione in sillabe.

In un primo tempo saranno parole bisillabe con sillabe semplici, in seguito l’esercizio diverrà più complesso.

All’inizio una parola per volta, in seguito potranno essere distribuiti cartellini delle sillabe di due o più parole. I bambini prima comporranno le parole, poi le copieranno per iscritto.

Ecco alcuni elenchi di parole, raggruppati secondo un criterio di gradualità:

Rosa, mele, pera, mora, pepe, nido, topo, luna, cane, lupo, pila, gufo, mano, fico, neve, naso, sole, oca, luna, sale, rana.

Sapone, casina, cenere, lumaca, micino, Natale, nuvola, asino, pecora, Rosina, goloso, corona, tavolo, povero, Befana, limone.

Tavolino, garofano, focolare, telefono, pomodoro, girasole, poverino, nevicata.

Cuoco, fiore, suora, fuoco, uovo, sedia, ruota, paura, ciuco, piano, baule, cuore, aria, bacio.

Bimbo, bambola, bomba, rombo, tempo, tromba, ambo, bambina, gamba, lampo, pompa, zampe.

Scala, scopa, scatola, scopare, spada, spera, sposa, scolaro, scuola, spino.

Cesto, mosca, festa, lista, lesta, posta, tasto, vista, mosto, busta, mesto, pasta, costo, pista, basta, fusto, misto, pasto, tasca.

Gallo, letto, gatto, matto, rotto, mucca, pazzo, pezzo, pizzo, pozzo, zolla, collo, lotto, pelle, molla, pacco, bocca, molla, sacco, carro, sonno.

Maggio, peggio, paggio, saggio, gabbia, rabbia, sabbia, nebbia, laccio, caccia, coccio, faccia, riccio, addio, faggio, loggia, pioggia, viaggio, roccia.

Arma, orso, elmo, orto, erto, irto, onda, asta, arso, fungo, fango, barca, monte, ponte, salto, fante, porta, vento, mensa, nervi, pulce, cinta, cervo, corvo, certo, corto, carta, corno, forte, forma, forno, morsa, porto, porco, sorte, sarto, santo, servo, senso, tanto, tinto, testa, tonto, torto, torso, vasto, veste, vista, vinto.

Prato, prete, lepre, treno, drago, croce, madre, padre, trave, metro, trina, crema, capra, pruno, bravo, libro, prova, credo, crudo, freno, grano, prima, trono, cruna.

Strada, nastro, strame, destra, sprone, aspro, vespro.

China, chilo, oche, chiesa, chiuso, chiodo, chiaro, chiave, chioma, poche, fuochi, cuochi.

Rughe, seghe, maghi, ghiro, paghe, pieghe, aghi, draghi, laghi,  spaghi, daghe.

Gmono, Agnese, pigna, bagno, legno, segno, cigno, pegno, lagno, regno, ragno, vigna, lagno.

Maglia, giglio, teglia, foglia, paglia, moglie, veglia, ciglio, figlio, teglia, voglia, vaglia.

Pesce, fascio, uscio, fascia, sciare, biscia, coscia, liscio, moscio.

Mucchio, vecchio, sacchi, secchi, occhio, macchia, picchio, cocchio, secchio.

Qui puoi trovare le regole per la corretta divisione in sillabe, e delle schede pronte per il download:

http://www.lapappadolce.net/schede-per-la-divisione-in-sillabe/

Uso del verbo essere e del verbo avere; c’è c’era, ci sono e c’erano

Uso del verbo essere e del verbo avere; c’è c’era, ci sono e c’erano; cos’hai, cos’ha, cos’hanno. Primi esercizi ed idee di insegnamento per la prima classe della scuola primaria, secondo il metodo globale.

Uso del verbo essere

Per l’uso del verbo essere possiamo servirci delle solite domande: “Com’è?”, “Come sono?”, ad esempio la stella: la stella … luminosa; le stelle… luminose.

Spunti per realizzare le schede d’esercizio

Com’è?

La farfalla…
Il coniglio…
Il fiore…

Come sono?
Le farfalle…
I conigli…
I fiori…

Lo stesso per i nomi: albero, foglia, asino, uccello, ape, cavallo, lucertola, zanzara, lampada, topo, gatto, bue, mano, studente, leone, frutto, lampo, ecc…

Sulla scheda potrà esserci il nome al singolare, e i bambini dovranno completare prima la frase e poi volgerla al plurale.

 

C’è, c’era, ci sono, c’erano

Per apprendere la grafia della voce c’è potremo far copiare e imparare a memoria una di queste poesie o tutte e due:

Ninna nanna
Ninna nanna, ninna nanna:
non c’è latte senza panna,
non c’è gatta senza micini,
non c’è casa senza bambini,
non c’è canneto se non c’è canna:
fa la nanna, fa la nanna. (M. Giusti)

C’è
Per la barca c’è la sponda,
per la rondine la gronda;
c’è l’ovile per l’agnello,
e c’è il nido per l’uccello;
per la mucca, la cavalla
ed il bove c’è la stalla,
per il mio caro bambino
c’è il suo morbido lettino. (Pizzigoni)

Quando i bambini avranno acquisito con sicurezza la grafia ed il significato della voce c’è, potremo passare ad esercitazioni sistematiche per questa e le altre voci del verbo essere.

Mettiamo alcuni oggetti in una scatola e invitiamo i bambini, a turno, a pescarne uno. Tutti dovranno poi scrivere la frase: Nella scatola c’è… mettendo il nome dell’oggetto pescato dal compagno: c’è un bottone, c’è una figurina, ecc…

Il giorno dopo, i bambini dovranno ricordare quello che c’era nella scatola e scrivere, di conseguenza: Nella scatola c’era un bottone, c’era una figurina, ecc… per autodettatura, o come esercizio individuale.

Quando si vorrà passare alla forma plurale metteremo nella scatola parecchi oggetti per tipo, ad esempio quattro bottoni, tre fiori, cinque figurine, ecc…  Un bambino a turno pescherà tutti gli oggetti della stessa specie, e gli altri scriveranno: Nella scatola ci sono quattro fiori, ci sono cinque figurine, ecc…

Esempi per realizzare le schede per il lavoro individuale:

C’è
Sull’albero _________ il frutto
nel mare _________ il pesce
nell’alveare _________ l’ape
nel cespuglio ________ la rosa
nel formicaio ________ la formica
nella gabbia ________ l’uccellino
nel cielo _________ il sole.

nella casa _________
nel nido _________
nel mare _________
nel prato ________
nell’ovile ________
nel pollaio  ________
nella scuola _________

Non c’è
Nel cielo sereno _________ la nuvola
nel mare calmo _________ l’onda
nella gabbia vuota _________ l’uccellino
nell’albero secco ________ il frutto
nel nido vuoto ________ la rondine
sul ramo spoglio ________ il fiore
nella matita rotta _________ la punta.

nel piatto vuoto _________
nel torrente asciutto_________
nella casa chiusa _________
nel cielo coperto ________
nel covo vuoto ________
nel sull’albero secco________
nella tana abbondonata _________
nel prato coperto di neve _________

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

Misure

Misure di lunghezza, peso e capacità: materiale didattico ed idee di insegnamento per la prima classe della scuola primaria secondo il metodo globale.

Misure di lunghezza

Con che cosa si misura la stoffa? Col metro. Il metro può essere fatto di legno tutto di un pezzo, di legno snodato, di tela cerata, o di metallo. Usano il metro il negoziante per misurare la stoffa, il falegname per prendere le misure sul legno, il muratore per misurare l’altezza dei muri. Quanto è lungo un banco? Una panca, una tavola, un muro?

Prima faremo dire le misure dai bambini stessi, poi procederemo alla misurazione, che naturalmente darà loro delle sorprese.

Della stoffa si misura che cosa? La lunghezza e l’altezza. Della cattedra si misura la lunghezza, l’altezza e la larghezza.

Troviamo altre cose di cui si possono misurare l’altezza, la lunghezza. Una parete, la finestra, un quaderno.

Altre cose di cui si possono misurare altezza, lunghezza, larghezza: una cassa, un tavolo, una stanza. Di un filo, invece, si può misurare soltanto la lunghezza.

Misure di peso

Andiamo a comprare il pane. Con che cosa lo misurerà il negoziante? Col chilo. Col chilo si misura, o meglio si pesa, oltre il pane, anche il riso, la pasta, lo zucchero…

Quanto pane viene comprato dalle famiglie dei nostri bambini, ogni giorno? Un chilo, due chili, mezzo chilo…

Quanti mezzi chili per fare un chilo? Il burro si compera a chili? No, a etti. Ogni chili ha dieci etti. In mezzo chilo, quanti etti?

Con che cosa di pesano le cose? Con la bilancia. Esistono vari tipi di bilancia: la bilancia automatica, la stadera, la bilancia a due piatti, la bascula per i pesi più grossi.

Vogliamo pesarci? Portiamo una bilancia a scuola e pesiamoci.

La nostra conversazione si svilupperà naturalmente attorno a quanto i nostri bambini già sanno per loro esperienza, e noi aggiungeremo tutte le informazioni che potremo dare, senza confondere i bambini con nozioni che non sono ancora alla loro portata.

Misure di capacità

Interroghiamo i nostri bambini che sicuramente qualche volta sono andati con la mamma a comprare l’acqua, l’olio o il latte. Quanto ne ha comprato, la mamma? Un litro, mezzo litro. Si può dire un chilo di latte? Che cosa si misura col litro? Acqua, olio, latte, i liquidi.

La mamma di Sebastiano ha comprato mezzo litro di latte, la mamma di Adele ne ha comprato un litro. Chi ne ha comprato di più?

In una bottiglia che può contenere un litro di acqua, quante bottiglie che contengono mezzo litro di acqua ciascuna possiamo versare?

Se una damigiana contiene 15 litri di olio e ne togliamo 5, quanto olio resta?

In una bottiglia che può contenere un litro e mezzo possiamo versare due litri d’acqua? Quanta ne avanzerà?

Se in una damigiana  che può contenere 20 litri si versano 16 litri di latte, quanto manca per farla piena? Se vi mettiamo ancora 2 litri di latte, quanto ne mancherebbe per riempirla?

Un fiasco di due litri non è pieno. Per riempirlo devo mettere ancora mezzo litro di acqua. Quanta acqua conteneva il fiasco?

Uso del verbo

Uso del verbo: materiale didattico vario ed idee per l’insegnamento in prima classe secondo il metodo globale.

Come abbiamo avviato i bambini all’uso dell’aggettivo qualificativo con la domanda: “Com’è?”, così li avvieremo all’uso del verbo con la domanda: “Che cosa fa?”, come abbiamo sempre fatto nei nostri esercizi sulle schede.

La frase sarà completata soltanto dalla voce verbale, ad esempio scrivendo “il sarto cuce” e non “il sarto cuce i vestiti”, per aiutare il bambino a concentrare la sua attenzione sul verbo.

 

Indichiamo qui alcuni esempi utili per la preparazione delle schede per il lavoro individuale; usate poche voci per volta scegliendo quelle più adatte ai vostri bambini:

Che cosa fa?
Il sarto
Lo spazzino
Il medico
Il contadino

Che cosa fa?
Il cacciatore
Il maestro
Il lettore
Lo scrittore
Il suonatore

Che cosa fa?
Il muratore
Lo scolaro
L’operaio
Il disegnatore
Il corridore
Il pulcino

Che cosa fa?
Il serpente
Il pesce
La rana
La formica
Il fiore
Il sole

Che cosa fa?
La luna
La stella
L’albero
La pioggia
Il vento
Il mare

Che cosa fa?
La neve
La pianta
La brina
Il tuono
Il fuoco
La legna

Ricerca più azioni per un solo soggetto
La mamma (lavora, accarezza, lava, stira, cucina, rimprovera…)
Il sarto(taglia, cuce, misura, imbastisce, prova,…)
Il contadino (ara, miete, semina, raccoglie, zappa, vanga, trabbia,…)
Il falegname (sega, pialla, incolla, inchioda, avvita, misura, …)
Il bambino (studia, gioca, impara, scrive, legge, disegna, corre, salta, ride, canta, …)

Ricerca più azioni per un solo soggetto
Il cavallo (corre, trotta, galoppa, scalpita, si impenna, nitrisce,…)
La farfalla (vola, svolazza, succhia, si posa,…)
L’uccello (vola, canta, cinguetta, becca, gorgheggia,…)
Il bue (rumina, muggisce, ara, lavora, …)
Il cane (abbaia, morde, ulula, guaisce, uggiola, latra, ringhia,…)
Il topo (rosicchia, scappa, si nasconde, fugge, squittisce,…)

Ricerca più azioni per un solo soggetto
Il sole (illumina, riscalda, splende, arde, scotta, sorge, tramonta,…)
La mano (tocca, prende, afferra, accarezza, scrive, picchia, disegna, colora, dipinge, modella,…)
Il fuoco (arde, fiammeggia, riscalda, illumina, scotta, si spegne,…)
L’albero (stormisce, fruscia, si spoglia, germoglia, fiorisce,…)
Il vento (tira, soffia, ulula, urla, mugola, sbatacchia, fischia,…)
L’acqua (scorre, sprizza, gorgoglia, spruzza, sussurra, inonda, disseta, lava, bagna,…)

Completa con un verbo adatto
Il contadino___________________il grano.
Lo spazzino__________________le strade.
Il falegname__________________il legno.
Il medico______________________i malati.
La mamma_______________il suo bambino.
Il bambino_______________il suo compito.

Trovi schede già pronte per la stampa qui: http://www.lapappadolce.net/2011/05/23/schede-autocorrettive-italiano-i-verbi-seconda-classe/

Altri spunti:

Completa con un verbo adatto
Lo studente___________________il compito.
La farfalla__________________sui fiori.
Il musicista______________________il suo strumento.
La maestra_______________ai bambini.
Il gatto_______________i topi.

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Le operazioni oltre il 10

Le operazioni oltre il 10: idee per insegnare, materiale didattico ed esercizi vari per bambini della prima classe della scuola primaria, secondo il metodo globale.

L’addizione col raggiungimento delle decine

Per eseguire l’addizione oltre il 10 ci baseremo sul raggiungimento della decina. E’ per questo che abbiamo sempre raccomandato di esercitare i bambini nella composizione e scomposizione dei numeri entro il 10.  Naturalmente, anche in questo, procederemo sempre col disegno e col colore.

E’ importante proporre molti esercizi simili a questo.

Attraverso il disegno e il colore, il bambino vedrà in atto il procedimento che dovrà seguire. Evitate sempre di far eseguire  calcoli contando una unità per volta. Quando fa i suoi calcoli, il bambino, per fare 6+5 non dovrà contare 7, 8,  9, … fino a 11, ma dovrà calcolare 6+4+1.

Oltre che col disegno e col colore, questi calcoli si potranno fare con le dita, mai contando però un dito alla volta. L’insegnante proporrà il calcolo, ad esempio 7+8, mostrando le dieci dita aperte. Il bambino, guardando le dieci dita, dovrà dal 7 arrivare al 10, aggiungendo 3, ciò che gli resterà facile vedendo le dieci dita sotto i suoi occhi, quindi, se sarà stato esercitato nella composizione e scomposizione dei numeri, non dovrebbe avere difficoltà ad aggiungere 5 avendo già aggiunto 3 al 7 per arrivare al 10.

Seguiranno i problemini su schede.

La sottrazione oltre il 10

Fra il 10 e il 20 procediamo dal caso più facile. Ecco 20 palline disposte in due decine:

e facciamo poi alcuni problemini su schede:

Non permetteremo che, per fare i loro calcoli, i nostri bambini contino a ritroso 15, 14, 13 ecc…, ma li incentiveremo ad esempio, a togliere subito 5 palline e poi una. Dal disegno tutto risulterà loro molto chiaro.

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

Forme

Forme – le cose rotonde, il quadrato, il rettangolo, il triangolo ed i cubo. Materiale didattico e spunti per l’insegnamento in prima classe secondo il metodo globale.

Le cose rotonde

La palla, il cerchio, la ruota, la luna piena, il sole, il disco. E ancora: la mela, l’orlo del bicchiere. Rotonda è anche la terra di cui possiamo vedere la rappresentazione nel mappamondo. E’ difficile fare un cerchio perfetto, come insegna l’episodio di Giotto.

Prepariamo una scheda sulla quale scriveremo, volta a volta, il nome delle cose rotonde che ci capiterà di vedere.

 

Il quadrato e il rettangolo

Che cos’è che ha forma quadrata? Il fazzoletto, il tovagliolo, il quadretto del quaderno, la mattonella del pavimento.

Che cos’è che  ha forma rettangolare? Il libro, il quaderno, il quadro, il vetro, il piano del tavolo, il piano del banco, il pavimento… Troviamo le differenze e le somiglianze tra rettangolo e quadrato.

Prepariamo una scheda per scrivere i nomi delle cose che hanno forma quadrata e una per la forma rettangolare, da compilare man mano che ci imbattiamo in cose di queste forme.

Il triangolo

Che cos’è che ha la forma di un triangolo? Metà di un quadrato, di un rettangolo, una squadra, la sagoma di un campanile, di un albero di Natale, la bandierina di segnalazione, la sagoma di un tetto, la vela della barca.

Prepariamo la scheda del triangolo. Vi disegneremo, come già abbiamo fatto le altre volte, la figura. Man mano vi scriveremo il nome delle cose fatte a triangolo e faremo il relativo disegno.

 

Il cubo

Che cos’è che ha la forma di un dado: una cassa quando le facce sono quadrate, una stanza quando le pareti sono quadrate, una casetta, una scatola, ecc…

Che cosa possiamo misurare di una scatola che ha la forma di un dado? Facciamo una scoperta: tutti gli spigoli sono uguali. Basta misurarne uno.

Predisponiamo una scheda con la figura del dado. Vi scriveremo via via i nomi delle cose che hanno questa forma.

Uso dell’aggettivo qualificativo

Uso dell’aggettivo qualificativo – spunti per l’insegnamento, materiale didattico, esercizi per bambini della prima classe della scuola primaria, secondo il metodo globale.

Alla domanda: “Com’è?” che segue un nome,  i bambini rispondono con un aggettivo qualificativo.

Diamo qui una serie di esercizi che serviranno a rendere più preciso e consapevole l’uso dell’aggettivo.

Questi esercizi saranno più efficaci, come sempre, se tradotti in schede e l’insegnante li saprà adattare alla capacità e possibilità di ciascuno e saranno in relazione a una ricerca fatta, a un argomento trattato.

I bambini, quando compileranno la scheda individuale, troveranno un solo aggettivo per un dato nome, o più aggettivi. Quando seguirà la compilazione della scheda di classe, ognuno potrà dare il suo apporto secondo la scheda da lui compilata.

Trovi un po’ di schede pronte qui: http://www.lapappadolce.net/schede-autocorrettive-italiano-laggettivo-seconda-classe/

Il gioco dei cartellini

Scrivere su alcuni cartellini alcuni nomi, e in altri cartellini alcuni aggettivi che possono riferirsi a questi nomi.  I bambini dovranno prima dividere i cartellini dei nomi da quelli degli aggettivi, e poi adattare il cartellino del nome a quello dell’aggettivo che, a questo nome, si può riferire.

Autodettatura di aggettivi

Mostriamo un’illustrazione che rappresenta, per esempio, un fiore. Una domanda: “Com’è?”.

I bambini, in silenzio, dovranno scrivere l’aggettivo adatto.

Naturalmente, non tutti scriveranno lo stesso aggettivo, ed allora, appena finito di scrivere la parola, ognuno legge ciò che ha scritto; o meglio, un bambino legge ciò che ha scritto e soltanto i bambini che hanno trovato un aggettivo diverso leggeranno a loro volta.

Gli altri, così, potranno aggiungere a quello che hanno scritto l’aggettivo trovato dal compagno.

Questo esercizio è di stimolo a non scrivere sempre le stesse parole. I bambini più fantasiosi sapranno trovare molti aggettivi, così l’esercizio sarà arricchito da questa collaborazione tra bambini.

Invece di mostrare l’illustrazione, l’insegnante può anche semplicemente pronunciare un nome.

L’orologio – presentazione in prima classe

L’orologio – presentazione in prima classe secondo il metodo globale.

Disegniamo un grande quadrante alla lavagna.

I nostri bambini conoscono i numeri fino a dodici e quindi potremo scrivere le cifre, naturalmente arabe, sul quadrante.

Disegniamo le due lancette; faremo agire all’inizio solo quella delle ore, tenendo quella dei minuti ferma sul 12.

Quando comincia il giorno? Quando si leva il sole.

Quando comincia la notte? Quando il sole tramonta.

Basterà questa concezione sommaria per dare ai nostri bambini l’idea del giorno e della notte, periodo che si divide in 24 ore.

L’orologio ne segna 12, quindi, per segnare le ore del giorno e della notte, le lancette dovranno fare il giro del quadrante… quante volte?

Vediamo dove la lancetta delle ore si troverà quando è l’ora di alzarsi, quando è l’ora di fare colazione, quando è l’ora di andare a scuola, l’ora del pranzo, l’ora del gioco, della cena, del riposo… e compiliamo anche qualche scheda:

Quando i bambini conosceranno bene il movimento delle lancette che segna le ore, passeremo a manovrare quella dei minuti, accontentandoci di farle segnare i quarti d’ora e le mezz’ore.

Quali sono i tipi di orologi che conosciamo; l’orologio da polso, la sveglia, l’orologio del campanile, l’orologio a pendolo…

Non pretendiamo che i bambini ci diano subito il risultato di queste ricerche, che dovranno essere compiute invece nel tempo. Chiederemo infatti: “Chi, per domani, mi saprà dire dova ha visto un orologio e di che tipo era?”.

Nomi per le nostre schede: orologio, orologino, orologiaio, orologeria,… quadrante, lancette, vetro, cassa,…

Com’è l’orologio? D’oro, di plastica, rotto, ecc…

Che cosa fa? Suona, rintocca, ecc…

Altro materiale per imparare a leggere le ore qui:
http://www.lapappadolce.net/category/matematica/orologio/

 

Il doppio e il triplo, la metà, il paio

Il  doppio e il triplo, la metà, il paio  – indicazioni didattiche ed esempi di esercizi per la prima classe della scuola primaria, secondo il metodo globale.

Introduzione al concetto di metà

Prima di fare la metà di un numero, prepariamo per  i bambini esercizi sulle schede, dove possano effettivamente disegnare o colorare la metà degli oggetti rappresentati:

Oppure:

Disegna 8 palline. Colorane la metà.

Disegna 10 fiori, metà ne vaso, metà in un mazzo.

Disegna 6 uccellini, metà in gabbia, metà fuori.

La metà dei numeri dispari

Il concetto di numero dispari non l’abbiamo ancora dato, in quanto scaturità proprio da questo esercizio, perchè facendo la metà vedremo la differenza fra pari e dispari. Infatti, per il dispari, bisognerà ricorrere al “mezzo”.

Esempio di scheda:

Altri esempi:

Disegna 9 biscotti e colorane la metà. La metà di 9 è …

Disegna 3 arance e colorane la metà. La metà di 3 è …

Rimanderemo ad un secondo tempo la metà dei numeri dispari oltre il 10.

 

Il paio

Quanti occhi ha un bambino? Quanti piedi? Quante mani? Due piedi, due mani, ma si può dire anche un paio di piedi, un paio di mani, ecc… Perchè facciano il paio, le due cose devono essere uguali. Disegnamo un paio di calze, un paio di scarpe.

Un paio di piccioni quanti piccioni sono? E due paia? Quattro paia di scarpe, quante scarpe? In una gabbia ci sono 3 uccellini. Quante paia di zampette? Quante zampette? Sei guanti, quante paia? Otto scarpe, quante paia? Otto occhi, quanti bambini? Dieci zampette di uccellini, quanti uccellini? Ecc…

Il doppio

Anche nel concetto di doppio ci aiuteremo col disegno.

 

Il doppio e il triplo oltre il 10

Ci aiuteremo anche per questa difficoltà col disegno e col colore.

La metà dei numeri pari oltre il 10

Per trovare la metà dei numeri pari oltre il 10 si potrà trovare prima la metà della decina, e poi la metà delle unità. Ci serviremo, sempre, del disegno e del colore. Esempio:

Queste sono 18 palline. Per trovare la metà di 18 si può trovare prima la metà di 10 e poi la metà di 8, colorando le relative palline.

Prepariamo anche delle schede illustrate in relazione a questo tipo di operazione.

Numerazione oltre il 10, la decina e il valore relativo delle cifre

Numerazione oltre il 10, la decina e il valore relativo delle cifre in prima classe della scuola primaria, secondo il metodo globale.

Eccoci al superamento della decina, ma soltanto come numerazione. Ci aiuterà sempre il disegno e quindi ci saranno di grande supporto schede preparate su questi modelli:

 

 

I bambini imparano così a scrivere i numeri fino a 20, ma non conoscono ancora il significato dello zero nè il valore relativo delle cifre.

Ritorniamo sulla composizione del numero oltre il 10.

Lo abbiamo composto per mezzo delle schede con una decina e quattro unità per fare 14, con una decina e sei unità per fare il 16, ecc…

Abbiamo cioè considerato il numero come formato da una decina e tante unità. Ora si tratta di far conoscere il valore delle cifre in relazione al posto che occupano.

Disegniamo un cestino con dieci ciliege e accanto, un cestino con tre ciliege. Scriviamone il numero in due caselle:

Cancelliamo il cestino più piccolo e cancelliamo anche la cifra delle unità, il 3.

Il posto delle unità è restato vuoto. L’uno della decina, però, restando al suo posto, indica 10. Ma non possiamo scrivere sempre i numeri nelle caselle. Per indicare il posto delle decine, scriviamo, al posto del 3 che abbiamo cancellato, uno zero.

Lo zero, quindi, ha soltanto significato di segnaposto. Per se stesso, scritto isolatamente, non ha nessun valore, significa niente, ma collocato a destra di un’altra cifra sta a indicare il posto della cifra che non c’è, in questo caso di quella che rappresenta le unità.

Invitiamo i bambini a scrivere i numeri dettando in questo modo: “Una decina e 3 unità, una decina e 6 unità, una decina soltanto, ecc…”.

Insegnamento del calcolo e temperamenti nella scuola steineriana

Insegnamento del calcolo e temperamenti nella scuola steineriana è un utile correttivo nelle tendenze unilaterali dei temperamenti. Teniamo presente che, nel bambino, se prevale l’io avremo un temperamento malinconico, se prevale il corpo astrale avremo un temperamento collerico, se prevale il corpo eterico un temperamento sanguinico, e se prevale il corpo fisico avremo un temperamento flemmatico.

Genericamente, quindi:
addizione: operazione legata al corpo fisico, si addice al temperamento flemmatico
sottrazione: operazione legata al corpo eterico, si addice al temperamento sanguinico
moltiplicazione: operazione legata al corpo astrale, si addice al temperamento collerico
divisione: operazione legata all’io, si addice al temperamento malinconico,
ma senza rigidità.

L’addizione che parte dalla somma e la scompone in varie combinazioni di addendi, è particolarmente adatta al bambino flemmatico, in quanto egli ripete così spiritualmente ciò che avviene fisicamente nella materia. E’ il processo di crescita, di continua divisione della cellula, e questa è un’attività dell’io, che nel bambino flemmatico, troppo vincolato alla propria fisicità, ha bisogno di essere rafforzato. Addizionando in questo modo il bambino impara anche, implicitamente, l’addizione nella sua forma tradizionale (cioè partendo dagli addendi), quando deve verificare la corrispondenza dei gruppetti ripartiti con la somma. Questo modo più consueto di addizionare è invece più adatto al temperamento collerico, opposto al flemmatico: nel collerico è molto forte la spinta a distruggere, è invece più debole quella a ricomporre; perciò quando ad un collerico facciamo ricercare la somma di due o più addendi, gli diamo implicitamente un impulso verso la ricomposizione.

La sottrazione è legata al corpo eterico, al corpo delle forze vitali, quello che crea, ripete, genera, ed è legata in particolar modo al temperamento sanguinico. Il bambino sanguinico ha forze vitali esuberanti, per cui avrà il minor danno a svolgere la sottrazione nel modo tradizionale 8-5=3 (minuendo – sottraendo = resto). Invece il temperamento malinconico, opposto al sanguinico, soffre per una scarsa mobilità delle sue forze vitali: per lui è un impulso importante svolgere la sottrazione partendo dal resto. Questa è anche la situazione che più frequentemente ci si presenta nella vita, quella cioè di sapere quel che c’era e quel che c’è, ma di non sapere quello che non c’è più. Il bambino malinconico riceve un impulso vitale perchè rispecchia il suo “senso di privazione”, perchè qui viene trovato ciò che manca.

Per la moltiplicazione e la divisione abbiamo una sorpresa: potremmo aspettarci la moltiplicazione in relazione al collerico, nel quale prevale l’elemento astrale, e la divisione in relazione al malinconico, nel quale prevale l’elemento egoico. Invece Steiner inverte questo accoppiamento, e collega in modo più consono la moltiplicazione al temperamento malinconico e la divisione al temperamento collerico. In realtà per Steiner non c’è una netta differenziazione fra moltiplicazione e divisione, ma entrambe rappresentano due aspetti dello stesso calcolo. Steiner chiama divisione ciò che abitualmente è chiamato divisione, e viceversa.
Se infatti poniamo il problema: “Quante mele fanno 7 volte 4 mele?”, abbiamo 7×4=28, ma per trovare la settima parte di 28 mele dobbiamo pur fare una divisione. Così pure per sapere quanti gruppi di 4 mele possiamo fare con 28 mele.
Per Steiner era evidente come le operazioni fluissero l’una nell’altra in modo artistico, e non vi fosse altro luogo, se non l’astrazione, dove queste possono esistere in modo distinto.

Ogni temperamento è avvicinato omeopaticamente ad una delle quattro operazioni, perchè realmente:
– l’essere flemmatico procede addizionando, giustapponendo, sistemando fluidamente il mondo e gli esseri attorno alla sua interiorità, come in uno scenario;
– il collerico entra nel mondo dividendo, separando, cogliendo fortemente la propria e l’altri individualità e le cose del mondo esterno. Avanza attivamente verso di esse, con un’interiorità che non si appaga di se stessa, ma vuole imporsi all’esterno;
– il malinconico procede sottraendo, appropriandosi cioè di quegli aspetti degli esseri e del mondo esterno che possono ruotare attorno alla sua preminente interiorità
– il sanguinico si muove moltiplicando, ricevendo nuove sollecitazioni ad ogni occasione, lievitando quasi, montando come una panna leggera, rarefacendosi poi, finchè tutto sfuma.

Se si porgessero le operazioni solo nel modo usuale, il flemmatico non farebbe alcuna fatica ad addizionare, il collerico a dividere, il sanguinico a moltiplicare e il malinconico a sottrarre, ma non si promuoverebbe nessuna azione terapeutica.

4+5+9+7=25 significa per un flemmatico esaltare la sua unilateralità, che si manifesta in antipatia verso il mondo e grande benessere per quel che riguarda la propria interiorità. E’ come dire: “Questo essere, accanto a quest’altro essere, accanto a questo evento, accanto a questo oggetto, vanno a sommarsi, a confondersi nella totalità indifferenziata del mondo”. E’ invece terapeutica per il collerico.
25=4+5+9+7 significa: “Questo mondo così informe, che io ottusamente avverto intorno a me, è costituito invece da questo particolare essere, accanto a questo particolare essere, ecc…”.

30:5=? induce il collerico ad accettare la sua unilateralità, facendogli dire: “Questo essere particolare, la cui presenza io sento bene perchè si differenzia dal mio io, entra nel mondo segmentandolo in suoi precisi, particolari spazi”. E’ invece terapeutica per il flemmatico.
6=?:5 (quanti sassi servono a fare 6 mucchietti da 5 sassi ciascuno?) è come dire: “Qual è la condizione generale, il contesto ampio del mondo, che dà valore a questo essere particolare e gli consente di occupare questi determinati spazi, che io percepisco così bene?”. Questa è la tolleranza, che può nascere solo da una visione corale del mondo, dove ogni individuo, ogni evento ed ogni oggetto viene rispettato e non prevalicato.

7×8=56 porterebbe il sanguinico a rafforzare la sua unilateralità, lo farebbe rimbalzare di 7 in 7 come una palla, fino a 56; come dire: “Mi piace incontrare questo essere, o attraversare questo evento, e poi subito essere inviato ad un altro, e poi un altro, ecc…”. E’ invece terapeutica per il malinconico.
56=?x8 (quante volte ci sono 8 palline nel 56?) porta il sanguinico a concentrarsi sulla totalità, considerarne una parte (8) e poi procedere alla ricerca di quel punto centrale (7) che mette in relazione esatta il primo ed il secondo elemento. Come dire: “Io non accresco a ventaglio le mie emozioni, ma scelgo con attenzione, avvalendomi anche della mia mobilità, la giusta direzione che collega un evento futuro ad un punto di partenza”.

18-7=11 rafforzerebbe nel malinconico il suo sentire: “Dal mondo che mi circonda e mi opprime, io sono continuamente costretto a ricevere degli elementi che entrano nella mia interioritàm e si accumulano, ampliando le difficoltà della mia esistenza. Di questa realtà esterna in me resta ogni giorno una traccia, un peso, ed io devo espormi ad essi e tenerli con me”. E’ invece terapeutica per il sanguinico.
11=18-? (queste sono 18 palline, io non ne voglio 18, ma solo 11, quante palline non mi servono?). Così il bambino malinconico sente: “Io devo scegliere quell’unico, essenziale evento o pensiero, sentimento, proposito, che estratto da questo contesto generale possa darmi la misura precisa e quindi reale per tutti gli esseri, di quanto mi resta e mi riguarda”.

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

L’insegnamento del calcolo nei primi anni della scuola Waldorf

L’insegnamento del calcolo nei primi anni della scuola Waldorf. Se cerchiamo l’oggetto della matematica non lo troviamo in natura: oggetto della matematica è la grandezza, la quantità. Ma la grandezza non è qualcosa che esista di per sè. Nell’esperienza umana non c’è un oggetto che sia pura grandezza: accanto ad altri caratteri, ogni oggetto ne ha alcuni che sono determinabili per mezzo dei numeri.

Quando accostiamo i numeri al bambino, dovremmo tenere bene in mente questo aspetto puramente ideale, astratto, della matematica.

D’altra parte è proprio la facoltà di calcolare all’origine della libertà dell’uomo. L’uomo si separa dal mondo, lo analizza, ne acquisisce una particolare conoscenza e vi si riunisce poi, ad un gradino più alto, arricchito dalla conoscenza di se stesso. In un certo senso l’uomo sperimenta se stesso attraverso questo scomporre e ricomporre la realtà.

Nell’addizione prevale la vicinanza spaziale, non c’è una relazione gerarchica tra le parti, e ognuna vale quanto l’altra: la posizione degli addendi è indifferente per la somma. Le grandezze stanno una accanto all’altra.
Nella sottrazione c’è una gerarchia, un principio ordinatore che stabilisce la posizione ed il valore delle singole parti. Le grandezze stanno una in contrapposizione dell’altra.
Nella moltiplicazione le grandezze stanno una dentro l’altra. Anche per la moltiplicazione vale la proprietà commutativa, ma in un certo senso in un modo più ampio rispetto all’addizione. Nella moltiplicazione esiste una doppia relazione fra tutti i numeri in cui possiamo scomporre i fattori.
Se facciamo il calcolo scritto di una qualsiasi divisione, ci accorgiamo subito che per dividere dobbiamo servirci di tutte e quattro le operazioni.

Il bambino vive nella percezione globale del mondo, non nell’analisi delle sue parti, e questo ha una valenza non solo didattica ma anche etica, educativa in generale. Il mondo, nella realtà vivente, è sempre uno, anche se noi lo scomponiamo, e il bambino quanto più è piccolo, tanto più vive in questa unità. Dal rispetto di questa unità bambino-mondo, dipende se il bambino riuscirà a mantenere una naturale curiosità e passione per il calcolo, o se si arresterà trovandola una cosa estranea e difficile.
Soprattutto nei primi tre anni di scuola il calcolo deve essere trattato più che altro come un gioco, come una ginnastica interiore. E’ indubbia la funzione utilitaristica della matematica, ma il suo obiettivo ultimo è l’educazione del pensiero logico, e il pensiero è in definitiva un’attività spirituale. Inoltre la matematica stabilisce una verità oggettiva, indipendente dai sentimenti e dalle emozioni. Essa manifesta l’ordine del mondo, e questo ordine è qualcosa verso cui l’uomo istintivamente tende. E’ un bisogno umano quello di trovare un’armonia interiore, e i numeri possono aiutare anche in questo.
Il maestro deve vivificare in ogni modo questo primo insegnamento del calcolo, e può servirsi del movimento, del ritmo, del canto, del colore, delle forme disegnate, affinchè i bambini si divertano e trovino in ogni occasione l’aderenza di questo insegnamento alla realtà della vita. Tutto andrebbe presentato in forma di racconto.

I numeri si dovranno presentare a partire dall’uno, mostrando concretamente il fatto che tutti i numeri si sono formati dalla divisione dell’uno.
Si dovranno caratterizzare i singoli numeri come delle personalità con caratteri ben precisi. In questo ci verrà incontro la natura stessa dei bambini, che non vivono un rapporto di utilitarismo col mondo, ma al contrario di totale devozione.
L’uno è il mondo che contiene ogni cosa, è ogni bambino, intero e indivisibile, ma uno è anche un bottone di legno, o un pezzo di carta dal quale per divisione faremo nascere davanti ai bambini il due. Possiamo dar loro una pallina di cera e far fare l’esperienza concreta del due dall’uno. Potremo fare numerosi esempi per mostrare come l’uno sia un intero e tuttavia abbia le sue parti: un mondo con tante nazioni, un giorno con mattina pomeriggio sera, un’ora con 60 minuti o un minuto con 60 secondi, una mano con 5 dita, una famiglia con i suoi componenti, ecc…

Contare

Quando i bambini arrivano in prima, di solito sanno già contare, tuttavia dovremo partire proprio dall’inizio, cioè dal contare, prima di calcolare. Contare in avanti e indietro, per uno, per due, per tre… I bambini amano contare, entrare in questo ordine dove ogni parola ha il suo posto e deve aspettare il suo turno.

Sarà bene portare i numeri ai bambini facendoglieli sperimentare nella propria corporeità:
1 il bambino tutto intero
2 le mani, le orecchie, gli occhi, i piedi, le gambe…
3 testa tronco arti, falangi delle dita,…
4 gambe e braccia
5 le dita della mano.

Potremo trovare svariati riferimenti all’esperienza dei bambini:
1 l’uomo
2 padre e madre, notte e giorno, sole e luna, cielo e terra,…
3 mamma papà bambino
4 le zampe dei quadrupedi, i muri della stanza, i lati della finestra, i punti cardinali, i quattro elementi,…
5 lo troviamo in molti fiori, nelle rosacee
6 gigli e tulipani, cellette delle api, cristallo del fiocco di neve,…
7 note musicali, giorni della settimana, colori dell’arcobaleno
8 zampe degli insetti
9 numero perfetto: 3 volte 3
10 le dita delle mani, dei piedi

Il contare inizialmente avrà un carattere ritmico: poggiando la voce su un dato numero, per esempio su ogni secondo numero, verrà fuori la numerazione del due; poggiamo la voce su ogni terzo numero e avremo la tabella del tre.
Si può accompagnare il numero accentuato con un battito di mani o di piedi, o con altri movimenti. Si può ancora evidenziare la numerazione voluta con il colore e le dimensioni delle cifre.
Dalla tabella del 3, accentuando ogni secondo numero, possiamo ricavare la tabella del 6…

Dopo aver esercitato per un certo tempo e in diversi modi il contare, servendoci del ritmo, delle filastrocche, delle numerazioni ecc…, possiamo fare coi bambini le prime esperienze di calcolo partendo da un tutto, che può essere la mano, le due mani, o un insieme di oggetti (mele, castagne, fagioli, conchiglie, ecc…).

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

Quadrati magici da completare dovendo calcolare il numero magico.

Quadrati magici da completare dovendo calcolare il numero magico, cioè quadrati magici che contengono solo  tre o più cifre, da completare conoscendo la sequenza numerica e dovendo calcolare in numero magico.

Per saperne di più sui quadrati magici e su questi esercizi vai qui https://www.lapappadolce.net : troverai tutte le informazioni e le istruzioni per costruire quadrati magici, e per risolverli.

I quadrati magici sono esercizi molto apprezzati dai bambini, e stimolano la curiosità verso la matematica, oltre che essere un ottimo modo per ripassare addizioni e sottrazioni.

Si possono proporre a partire dalla seconda classe.

Questo è un esempio del contenuto delle schede, che puoi scaricare gratuitamente in formato pdf cliccando sul link che trovi in fondo alla pagina.

quadrati magici da completare

pdf qui:

Quadrati magici da completare conoscendo il numero magico

Quadrati magici da completare che contengono solo  tre o più cifre, conoscendo il numero magico o chiave.

Per saperne di più sui quadrati magici e su questi esercizi vai qui https://www.lapappadolce.net troverai tutte le informazioni e le istruzioni per costruire quadrati magici, e per risolverli.

I quadrati magici sono esercizi molto apprezzati dai bambini, e stimolano la curiosità verso la matematica, oltre che essere un ottimo modo per ripassare addizioni e sottrazioni. Si possono proporre a partire dalla seconda classe.

Questi sono alcuni esempi del contenuto delle schede, che puoi scaricare e stampare gratuitamente in formato pdf, cliccando sul link che trovi in fondo alla pagina.

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Quadrati magici da completare conoscendo il numero magico

Quadrati magici da completare conoscendo il numero magico in formato pdf qui:


 

Quadrati magici per esercitarsi con l’addizione

Quadrati magici per esercitarsi con l’addizione – ci sono bellissimi esercizi sull’addizione che possono essere fatti usando i quadrati magici:

– tracciare tutte le linee possibili all’interno del quadrato per congiungere i numeri che sommati tra loro portano al numero magico

– completare quadrati magici che contengono solo  tre o più cifre, conoscendo il numero magico

– completare quadrati magici che contengono solo  tre o più cifre, conoscendo la sequenza numerica e dovendo calcolare in numero magico.

I quadrati magici sono anche uno strumento divertente per il ripasso delle tabelline e delle numerazioni; infatti invece di usare la serie numerica 1 2 3 4 5 ecc… possiamo prendere i numeri di qualsiasi tabella di moltiplicazione e tracciare i percorsi magici.

Tracciare tutte le linee possibili all’interno del quadrato per congiungere i numeri che sommati tra loro portano al numero magico

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serie 1 2 3 4 5 6 7 8 9

numero magico: 15

2 + 7 + 6 = 15

9+ 5+ 1= 15

4+ 3+ 8= 15

2 + 9+ 4= 15

7+ 5+ 3= 15

6+ 1+ 8= 15

6+ 5+ 4= 15

2 + 5+ 8= 15

________________________________

serie 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16

numero magico: 34

Completare quadrati magici che contengono solo  tre o più cifre, conoscendo il numero magico

completa il quadrato magico, sapendo che il numero magico è 15

15- (6 + 5) = 4 ecc…

(tutti gli esercizi di questo genere qui:

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Completare quadrati magici che contengono solo  tre o più cifre, conoscendo la sequenza numerica e dovendo calcolare in numero magico.

Completa sapendo che la sequenza è 1 2 3 4 5 6 7 8 9

Per trovare il numero magico di una data sequenza numerica basta scrivere la sequenza e procedere così:
– unire i numeri a due a due partendo dagli estremi
– isolare il numero centrale
– sommare al numero centrale una qualunque coppia di estremi, così:

trovata la chiave, è possibile completare il quadrato magico.

Se il numero di caselle del quadrato magico invece di essere dispari è pari, si farà così:

Tutti gli esercizi di questo genere qui:

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Tracciare i percorsi magici per il ripasso ludico delle numerazioni

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Per saperne di più sui quadrati magici e trovare materiale per “inventarli” facilmente coi bambini, vai qui: 

Quadrati magici

Quadrati magici

Quadrati magici – nella matematica ricreativa un quadrato magico è uno schieramento di numeri interi distinti in una tabella quadrata, tale che la somma dei numeri presenti in ogni riga, in ogni colonna e in entrambe le diagonali, dia sempre lo stesso numero. Questo numero è detto costante di magia, o costante magica, o somma magica.

I quadrati magici possono essere costruiti su un numero qualsiasi di caselle, ad eccezione della tabella 2×2, che non è realizzabile. La tabella 1 x 1 è chiaramente realizzabile, ma è insignificante. Quindi il quadrato magico più piccolo è questo:

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Quadrati magici – come realizzarli in modo semplice coi bambini

Per ottenere un quadrato magico 3×3 stabilire la serie; ad esempio

1 2 3 4 5 6 7 8 9 oppure 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 ecc…

Disegnare la tabella 3×3 ed aggiungere ad essa un quadretto esterno al centro di ogni lato:

Scrivere la serie numerica scelta lungo le tre diagonali scrivendo i numeri in ordine dal basso verso l’alto:

ora scambiare tra loro i numeri che si trovano nelle caselle opposte tra loro ed inerirli nel quadrato magico:

Anche gli altri quadrati magici formati da un numero di caselle dispari possono essere costruiti allo stesso modo; questo è ad esempio un quadrato magico 5 x 5 per la serie numerica 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25:

Per ottenere invece un quadrato magico 4×4 si può procedere così:

stabilita la serie numerica, ad esempio 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16, scriverla in ordine all’interno della tabella, quindi colorare di un colore diverso le quattro caselle che si trovano in corrispondenza dei quattro angoli, e le quattro caselle centrali:

scambiare tra loro i numeri restanti a due a due, seguendo le frecce:

Ecco un po’ di quadrati magici già pronti, che puoi anche scaricare qui:

Quadrati magici


materiale per esercitarsi coi quadrati magici coi bambini qui: Quadrati magici per esercitarsi con l’addizione

Uso del nome: alterati e derivati

Uso del nome: alterati e derivati – Presentare ai bambini i nomi alterati non comporta grosse difficoltà. Parlando ad esempio della casa, facciamo vedere ai bambini l’illustrazione di una casettina minuscola, accanto a quella di una casa normale. Viene spontaneo, al bambino, dire della prima che è una casetta. Quando si chiamerà invece casona? E casaccia?

Un cane grosso si chiamerà? Un cane piccolo? Un cane brutto?

Quando faremo le schede relative ai soggetti trattati nelle nostre conversazioni, non dimentichiamo di far compilare la scheda degli alterati. La scheda sarà ancora più efficace, se illustrata dai bambini stessi.

Il concetto di nome derivato è invece più difficile, e verrà trattato più estesamente in seconda classe. Ma già in prima possiamo far trovare ai bambini la famiglia di parole.

Da orologio viene orologiaio, orologeria. Da campana, campanaro e campanile. Da libro libreria e libraio, ecc…

E’ importante far notare che, mentre i nomi alterati vogliono rappresentare sempre quel soggetto, sia pure più grande, più piccolo, più brutto, ecc…, il nome derivato rappresenta una cosa del tutto diversa da quella rappresentata dal nome primitivo.

Intuizione della decina

Intuizione della decina per bambini della prima classe della scuola primaria, secondo il metodo globale.

I bambini sanno come si scrive il numero 10, ma non conoscono ancora il significato di decina e il valore posizionale delle cifre, ma per questo non abbiamo fretta.

Procediamo con le nostre schede; ci serviranno per far intuire che dieci unità, considerate un tutto omogeneo, sono una decina di unità.

Una storiella: “Ecco i figlioletti di Mamma Aritmetica. Mamma Aritmetica dice: -Come farò a contarli?-. E comincia: _1 2 3 4 5 6 7 8 9 10-… ma quei monelli, appena contati, cominciano a correre di qua e di là. Mamma Aritmetica dice: -Facciamone andare una decina a giocare nella casetta, così sono sicura di non sbagliare a contare!-. Ed ecco, una decina è messa a posto…”

Esempi di schede:

 

Oppure:

disegna in una scatola una decina di cioccolatini.

Disegna in una scatola una decina di soldatini.

Disegna in una scatola un decina di gomitoli…

Prima di procedere oltre la decina, ci eserciteremo coi bambini nella numerazione ascendente e discendente entro il 10, sempre attraverso schede e disegni.

La composizione e scomposizione del numero entro il 10 ci servirà da base per il calcolo oltre la decina. Facciamo molti esercizi, sia col disegno sulle schede, sia giocando a contare con le dita.

Diamo la massima importanza al raggiungimento della decina, che con la composizione e scomposizione del numero, forma la base essenziale per procedere nei calcoli oltre il 10. Aiutiamo i bambini proponendo molti esercizi, sempre che comprendano il disegno e il colore. Ad esempio:

6 + … = 10

i bambini disegneranno prima una decina di palline:

 

poi ne coloreranno 6:

 

E così vedranno subito che, per raggiungere il 10, mancano 4 palline. Nessuna difficoltà quindi a fare 6 + 4 = 10

Prima del  calcolo, il bambino dovrà sempre disegnare le 10 palline e colorare quelle indicate dall’operazione.

6 + … = 10

7 + … = 10

5 + … = 10

… + 3 = 10

… + 2 = 10

Uso dell’articolo

Uso dell’articolo – spunti di insegnamento, materiale didattico ed esempi di esercizi sull’uso dell’articolo per bambini della prima classe della scuola primaria, secondo il metodo globale.

Articolo determinativo

I bambini si saranno presi sicuramente delle anticipazioni per quel che riguarda l’articolo, ma noi vi torneremo su ad ogni occasione propizia.

Una storiella: “il nome è un gran signore, un re, che ha sempre bisogno di servitori. Ecco qua il primo: il.”

Scriveremo questo articolo in un cartoncino grande, e lo affideremo ad un bambino che lo terrà in mano in modo ben visibile. Un altro bambino avrà intanto composto un nome coi caratteri mobili grandi. Ed ecco che il servitore si andrà a collocare davanti al suo signore.

Vogliamo scrivere alcuni nomi col loro servitore? Scriviamone alcuni alla lavagna, e i bambini saranno chiamati ad anteporvi l’articolo. In un primo tempo ci limiteremo all’articolo il. In seguito, con lo stesso sistema, chiariremo l’uso dell’articolo la e successivamente del lo. Poi verrà l’articolo plurale.

Lasceremo passare un po’ di tempo prima di parlare dell’articolo apostrofato e di quello indeterminativo, per non creare confusione.

Articolo indeterminativo

Scriviamo su dei cartoncini, con caratteri grandi, gli articoli un, uno, una. Invitiamo un bambino a comporre coi i caratteri mobili un nome.

Ed ecco un nuovo servitore per questo re. Un bambino terrà tra le mani il cartoncino con l’articolo un, altri due avranno uno e una.

Dato il nome scritto, quale servitore occorrerà per accompagnarlo? Procederemo naturalmente con gradualità: un fiore, un soldato, un asino, un bambino, uno zero, una mamma, una mela,…

Quando i bambini saranno abbastanza sicuri sull’uso dell’articolo indeterminativo, procederemo con le schede:

L’articolo apostrofato

Non ci mancherà occasione di far notare ai bambini che spesso si incontra, davanti alle parole che cominciano per vocale, l’articolo con l’apostrofo. E, in questa occasione, potremo fare numerosi esempi.

Scriviamo sulla lavagna alcuni nomi: arancia, agnello, occhio, ecc… Invitiamo i bambini a scrivere l’articolo davanti a questi nomi. Sarà facile mostrare che non si dice e non si scrive la arancia, lo agnello o lo occhio, ma che si dice e si scrive l’arancia, l’agnello, l’occhio. Abbiamo tolto la vocale all’articolo, e al suo posto abbiamo messo l’apostrofo.

In seguito parleremo anche di apostrofare l’articolo indeterminativo una davanti ai nomi femminili che cominciano per vocale.

Intuizione dello spazio

Intuizione dello spazio per la preparazione allo studio della Geografia in prima classe della scuola primaria, secondo il metodo globale. Andiamo spesso all’aperto coi nostri bambini, ma non soltanto per fare una passeggiata. Impariamo a leggere nel gran libro della natura, a guardare le piante, il fiore, l’insetto, il cielo, il panorama.

Che cosa si vede stando al livello del terreno? I prati, il cielo, gli alberi. Ma se saliamo più in alto, ad esempio su una terrazza, o in cima ad una collinetta, che cosa vediamo? Ancora prati, ancora alberi, ancora cielo, ma in un panorama più vasto. E se salissimo sul campanile? E se andassimo in aeroplano?

In fondo al nostro panorama vediamo una linea dove pare che il cielo tocchi l’estremo limite della terra o del mare. Quella linea si chiama orizzonte.

Vogliamo riprodurre alla lavagna la scuola, la casa vicina, gli alberi, proprio come se li vedessimo dall’aeroplano? Questo quadrato è la scuola, questa è la casa vicina, questo è l’albero della scuola. Ecco che i bambini imparano schematizzare elementi noti in quadratini e cerchietti, e la piccola zona che ci è familiare viene riprodotta in una prima rudimentale pianta.

Gradualmente da questa pianta semplice potremo passare a una zona più vasta che disegneremo o che potremo controllare su una pianta già esistente.

Ecco, la nostra scuola sta qui, questa è la casa di Maria, questa è la via che percorre per andare da scuola a casa.

E così, passando man mano ad una zona sempre più vasta, arriveremo addirittura alla carta geografica che esporremo, un bel giorno, in aula.

Ecco, il nostro paese sta qui, rappresentato da questo puntino. Questi colorati in marrone sono i monti, questo è il fiume, questo è il mare.

Ai bambini piace molto guardare le carte geografiche, specie se noi riusciamo a renderle parlanti e significative. Impareranno prestissimo anche i particolari simboli.

Riprendiamo poi la nostra rozza ma familiare mappa. Abbiamo detto che questa è la scuola. Poco lontano c’è la casa di Luigino.

Chi sa disegnare, sulla carta, la strada che Luigino percorre per venire da casa a scuola?

Questi esercizi divertono molto i bambini che, piano piano, impareranno a tracciare i loro itinerari, anche se approssimativi.

E per disegnarli, dovranno osservare la strada e scopriranno quello che non avevano notato: la casa che la strada deve costeggiare, l’albero che deve aggirare, il fiume che deve scavalcare.

Se l’itinerario da casa a scuola è troppo difficile, cominciamo da uno più semplice, il percorso che porta dalla scuola al cancello, dalla classe alla mensa, dalla classe al cortile, ecc…

Altro interessantissimo lavoro è la realizzazione della pianta della classe:

Intuizione del passato

Intuizione del passato per la preparazione allo studio della Storia per bambini della scuola primaria, secondo il metodo globale.

Per avere una prima intuizione, seppur sommaria, del passato, si invitano i bambini a tornare indietro nel tempo a partire dai propri genitori, per poi passare ai nonni, ai bisnonni, ecc…

Quanto tempo fa sono vissute queste persone? Venti anni fa, cinquanta anni fa, cento anni fa… Voi non eravate ancora nati, la vostra mamma era piccola come voi adesso, la vostra nonna era una bambina, …

Queste persone saranno vissuto nelle stesse condizioni in cui viviamo adesso?

Non c’era il telefono, il tram andava a cavalli, non c’erano le automobili, le case non avevano le comodità di oggi. Andiamo a vedere qualche casa antica del rione e del paese.

Parliamo della diversità delle case antiche e moderne. Ma andiamo ancora più indietro. Un tempo non c’erano affatto case in muratura. L’uomo non aveva ancora imparato a impastare la calce e a fare i mattoni. Come costruiva le sue abitazioni? Con tronchi d’albero che ricopriva poi di rami.

Forse, in campagna, c’è ancora qualche capanna costruita in questo modo che serve da rifugio ai pastori o ai cacciatori o ai guardiani, e in fondo il modo di costruirla è rimasto quasi lo stesso.

Ma le capanne costruite in questo modo, e in aperta campagna, erano poco sicure. Le belve potevano entrarvi, e così gli animali selvatici. L’uomo allora pensò di costruire la sua abitazione sopra solidi pali infissi nell’acqua o nel terreno. Era più facile difendere queste costruzioni.

Andiamo ancora a ritroso. L’uomo non sapeva lavorare, non conosceva i metalli… si rifugiava nelle caverne, nelle grotte, nelle tane abbandonate dagli animali. Come sarà vissuto in queste abitazioni? Andava a caccia, uccideva gli animali, li portava nella grotta e li mangiava crudi. Perchè? Non aveva ancora scoperto il modo di procurarsi il fuoco.

La nostra lezione, più che esposta, sarà illustrata. Non ci mancherà modo di avere delle illustrazioni che ritaglieremo ed incolleremo su schede. Ecco l’uomo primitivo a caccia con la mazza… ecco la sua abitazione, una grotta naturale… ecco le prime capanne… le prime casette in muratura… Potremo aggiungere questo materiale a quello che presentato quando abbiamo parlato della casa. Disponiamo le schede in ordine cronologico.

Ricostruiamo la vita dell’uomo delle caverne. Abita in una grotta naturale, va a caccia con la mazza, con la fionda, uccide un animale, lo scuoia, si avvolge con la sua pelle, porta la preda alla famiglia che lo aspetta nella grotta al sicuro. Un giorno scopre il modo di procurarsi il fuoco.

Strofinando energicamente due pezzi di legno, forse per levigare un tronco, fa sprizzare una scintilla. La scintilla cade su un mucchio di foglie secche: è la fiamma, la luce, il calore. La grotta prende un nuovo aspetto: è chiara, riscaldata. L’uomo gusta per la prima volta il cibo cotto…

Le operazioni entro il 10

Le operazioni entro il 10 per bambini della scuola primaria secondo il metodo globale.

L’addizione

Abbiamo detto che faremo apprendere le operazioni soltanto in funzione di problemi e saranno, naturalmente problemi illustrati e preferibilmente su schede. Ecco qualche esempio:

Sostituiamo la congiunzione “e” col segno “+” e la parola “uguale” col segno “=” e avremo l’indicazione.

Non dimentichiamo il colore. I bambini coloreranno le due oche di un colore, e  l’altra di un colore diverso.

Naturalmente il disegno andrà commentato. Che cosa vediamo? Due oche che stanno insieme; un’altra oca le va a raggiungere. Quando l’oca avrà raggiunto le altre due, vedremo insieme … oche. Il risultato andrà messo col numero. Nell’addizione saranno resi, col disegno, o soltanto gli addendi, o soltanto il risultato, per non creare confusione:

** + * = 3

oppure  2+ 1 = ***

Altri esempi di scheda:



Usiamo molto il disegno ed il colore per spronare il bambino ad essere attivo, e cercando sempre di togliere dall’insegnamento tutto ciò che è meccanico e affidato soltanto alla memoria.

Prepareremo numerose schede con questi problemini illustrati. Il bambino sarà felice di avere un compito tutto suo da eseguire, diverso da quello degli altri e nel quale potrà lavorare attivamente alla formazione del problema stesso.

La sottrazione

Anche per la sottrazione utilizzeremo schede simili a quelle dell’addizione:

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

Composizione e scomposizione di numeri

Composizione e scomposizione di numeri fino al 10 per i bambini della prima classe della scuola primaria secondo il metodo globale.

Una volta che i bambini hanno imparato a conoscere e scrivere correttamente i numeri fino a 10 ed hanno proceduto alla loro composizione e scomposizione col disegno e col colore, ecco arrivato il momento di mettere un po’ d’ordine nelle loro conoscenze.

Ad ogni numero sarà dedicata una scheda sulla quale, in un secondo momento, si potrà tornare.

In queste schede procederemo alla composizione e scomposizione di ogni numero, fino a 10, sempre a mezzo del disegno e del colore. Naturalmente i bambini saranno lasciati liberi di comporre il numero come vogliono.

Queste schede potranno poi essere riprese e completate con le relative operazioni già indicate dalla disposizione delle palline.

Ecco altri esercizi da completare col disegno:

Successivamente i cartellini col numero si potranno staccare e l’esercizio consisterà nel rimetterli a posto:

Ed in seguito, quando i bambini avranno compreso il significato dei segni + – : x =, potremo, con questo stesso materiale, continuare l’esercizio così:

I numeri fino a 10

I numeri fino a 10 per bambini della classe prima della scuola primaria, secondo il metodo globale.

Per quel che riguarda la conoscenza dei numeri e la loro scrittura, i bambini si eserciteranno su schede simili a queste:

In questo modo i bambini imparano a scrivere  i numeri e a comporli e scomporli attraverso il disegno e il colore.

Non hanno ancora però, ancora conoscenza dei simboli delle operazioni e nemmeno del loro procedimento.

Le operazioni saranno intuite soltanto in funzione dei problemini.

E ai problemini ci arriveremo con la calma e col tempo.

Intanto, per quel che riguarda la conoscenza dei numeri, i bambini si eserciterenno con schede simili a queste:

Poesie e filastrocche IL CORPO UMANO

Poesie e filastrocche IL CORPO UMANO – una raccolta di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Il corpo umano

A un congresso si vuole stabilire
quale parte val più del corpo umano.
Uno dice: “Non posso che asserire
che val di più la mano”.
E, dopo quello,
un altro grida: “Val di più il cervello!”
E un altro: “Gli occhi!”
E un altro: “Il cuore!”.
Il congresso ora è tutto un gran rumore.
“Perdinci! Qui si ignora
che è la mano che agisce e che lavora!”.
“Macchè! Macchè! E’ la mente
che fa dell’uomo un uomo intelligente!”.
“D’accordo! Ma che credi?
E’ per mezzo degli occhi che ci vedi!”.
“Viva il fegato!”, “No, viva il polmone!”.
D’un tratto, in mezzo a quella confusione,
un congressista salta su per dire:
“La volete finire?
Ciascun di voi sostiene
ciò che più vale. Ebbene,
mi sapete ora dir ciò che vale meno?
Lo stomaco? Il duodeno?
C’è qualcuno tra voi che è persuaso
di lasciarmi la lingua, oppure il naso?
O che rinunci anche soltanto a un etto
del proprio cervelletto?”.
Queste parole un gran silenzio accoglie.
E il congresso si scioglie. (A. Novi)

Quello che io ho
Ho una manina bella,
ne ho un’altra, sua sorella;
ho un paio di piedini;
due occhi birichini.
Ho poi due orecchiette
attente e curiosette.
Linguetta ne ho una sola,
ma in bocca lesta vola:
mi sa assai ben servire,
tutto oramai sai dire.
Ho il cuore per amare,
la testa per pensare.
Tutto quello che ho
chissà chi me lo donò. (Renzo Pezzani)

 

 

 

Quel che possiede un bimbo
Due piedi lesti lesti
per prendere e per dare;
due mani sempre in moto
per prendere e per fare;
una bocca chiacchierina
per tutto domandare,
due orecchie sempre all’erta
intente ad ascoltare;
due occhioni spalancati
per tutto investigare
e un cuoricino buono
per molto molto amare. (Lina Schwarz)

 

 

 

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Dettati ortografici sui cinque sensi

Dettati ortografici sui cinque sensi – una raccolta di dettati ortografici, di autori vari, per bambini della scuola primaria. Difficoltà ortografiche miste.

I sensi

I sensi sono cinque: vista, odorato, gusto, udito, tatto. Sappi mantenere sani gli organi dei sensi perchè con essi puoi godere le belle cose del creato.

La vista
la vista è un bene prezioso. Conservala meglio che puoi. Pensa alla sventura di chi è cieco, che non può vedere la bellezza della natura, il viso delle persone care.

L’occhio

L’occhio è la via della luce. Quando chiudi i tuoi occhi, anche per gioco, ti trovi avvolto nelle tenebre e il mondo non sembra esistere più attorno a te. Per mezzo degli occhi tu conosci il volto della tua mamma, del babbo, delle persone che ami di più. Con gli occhi tu cogli  i colori della natura, le forme infinite delle cose del mondo in cui vivi. Gli occhi ti permettono di leggere ciò che è stato scritto per te, ti permettono di allineare sul candido foglio il nitido segno delle parole che vuoi scrivere tu.
Che i tuoi occhi possano vedere sempre immagini di bontà e di bellezza!

L’occhio

Se ci guardiamo allo specchio, l’occhio appare come un globo che ha una parte bianca, umida e liscia, chiamata cornea. Il cerchietto scuro che vediamo al centro dell’occhio è la pupilla, un forellino la cui apertura è in parte variabile. La pupilla è circondata da un anello colorato detto iride, che può essere azzurro, marrone, verde, giallo, nero.

La superficie dell’occhio è tenuta sempre umida e pulita dalle ghiandole lacrimali, che emettono un liquido, non solo quando piangiamo. Le ciglia difendono gli occhi dal pulviscolo, mentre le sopracciglia impediscono che il sudore o un altro liquido scorra dalla fronte negli occhi.

E ora vediamo come l’immagine si forma nell’occhio. Ammettiamo che una candela accesa si trovi in una stanza buia. I raggi di luce che essa emette passano prima di tutto attraverso la cornea, che è trasparente; poi attraverso un liquido trasparente anch’esso (detto umor acqueo) e il foro che sta al centro dell’iride, giungono al cristallino. Questo è come una lente, che trasmette i raggi, attraverso un altro liquido detto umor vitreo, alla retina. Il cristallino, che sta dietro all’iride, appare nero, poichè non respinge i raggi di luce, ma li lascia passare.
Sulla retina l’immagine appare capovolta. Le immagini attraverso il nervo ottico sono trasmesse al cervello, il quale le percepisce, non più capovolte, ma nella giusta posizione.

L’udito
Il senso dell’udito ti permette di udire la musica, il soave canto degli uccellini, la voce della mamma. Ma con l’udito senti anche il rombo del tuono, lo scoppio di una bomba, lo stridio del treno sulle rotaie.

L’orecchio

Sentinella continuamente all’erta, il tuo orecchio ti avverte dei pericoli, richiama la tua attenzione, ti fa sentire che intorno a te si agita il mondo immenso delle cose, degli animali, degli uomini.
Con l’orecchio tu ascolti le parole di chi ti ama e ti guida, cogli l’armonia del canto e della musica, odi le mille voci della natura e il rumore degli strumenti che accompagnano la fatica dell’uomo.

L’orecchio

I suoni vengono raccolti da padiglione e, passando per il condotto, o canale uditivo, fanno vibrare il timpano, che trasmette la vibrazione agli ossicini. A loro volta gli ossicini trasmettono la vibrazione all’orecchio interno, il quale è un organo delicatissimo incassato ancor più profondamente nel cranio. L’orecchio interno è pieno di liquido, per cui le vibrazioni ricevute vi generano delle onde, che vanno ad eccitare delle terminazioni nervose e che vengono trasformate in impulsi inviati al cervello, in modo che noi possiamo sentire. In poche parole, nell’orecchio si riproduce la vibrazione e quindi il suono proveniente da un oggetto qualsiasi: da una limetta, dalla corda di un violino, da una moneta, e via dicendo.

Così, anche senza vedere, noi sappiamo se sulla strada transita un’automobile e da quale parte proviene la voce di qualcuno che ci chiama.

Una funzione dell’orecchio interno è quella di informarci sulla posizione della nostra persona, così da tenerci in equilibrio.

L’odorato
Il senso dell’odorato risiede nel naso. Questo senso ti permette di sentire i soavi odori dei fiori, i gustosi odori del cibo.

Il naso

Di quante cose ti avverte il tuo piccolo naso curioso! I profumi delicati dei fiori  ti insegnano ad amare la natura. Lo squisito profumo dei cibi più graditi e delle leccornie ti fa pregustare il piacere di mangiarle. Gli odori sgradevoli ti tengono lontano da ciò che ti potrebbe far male. Anche il naso, a suo modo, è una piccola sentinella.

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L’autodettatura e la composizione

L’autodettatura e la composizione in prima classe, secondo il metodo globale: indicazioni pedagogiche, idee per l’insegnamento, esercitazioni ed esercizi e molto altro ancora.

L’autodettatura è un esercizio molto importante, soprattutto in prima classe, perchè implica, da parte del bambino, oltre all’attenzione per scrivere bene la parola, anche lo sforzo per trovarla. Inoltre questo esercizio va fatto in silenzio e ciò stimola l’attenzione e il rispetto reciproco.

L’autodettatura può essere fatta in più modi. Nei primi tempi, quando i bambini non sono ancora molto sicuri di sè e le parole che riescono a scrivere sono molto semplici, si potrà ricorrere alle illustrazioni con le quali è possibile graduare l’esercizio.

L’insegnante mostra un cartoncino rappresentante ad esempio il sole. I bambini guardano e, in silenzio, senza pronunciare il nome, scrivono la parola sole. Un cartoncino con l’illustrazione del mare. I bambini, in silenzio, scrivono mare.

Quando i bambini saranno più sicuri, si può ricorrere alla dettatura muta con vari oggetti. L’insegnante tira fuori dal cassetto un oggetto per volta: una penna, una bambolina, un giocattolo, un fiore… Può darsi che qualche bambino scriva “una bambola” o anche “una bambola bionda”. Se queste anticipazioni non portano inconvenienti, si lascia fare, ma se si vede che il bambino scrive ad esempio le parole attaccate, piuttosto che correggerlo è meglio semplicemente ricordare che la regola del gioco è scrivere soltanto il nome della cosa mostrata.

Nell’autodettatura si segue una certa gradualità. Questa gradualità non è relativa alla conoscenza delle consonanti che, col metodo globale sono presentate tutte insieme, ma dalla complessità della parola.
I primi esercizi saranno costituiti da parole bisillabe: pane, mano, casa, mela, topo,…
Successivamente passeremo ai dittonghi: fiore, uovo, sedia, ruota,…
In seguito le parole trisillabe: gelato, geranio, tavolo, barile, camino,…
Quando poi vorremo esercitare i bambini in una speciale difficoltà e attirare su questa la loro attenzione, ecco che i nomi conterranno quella particolare difficoltà:
per le doppie: letto, gatto, mucca, carro, sacco,….
per la q: aquilone, quadro, quaderno,…
E così di seguito: braccio, prato, treno, grano; scimmia, scialle, sciabola, prosciutto; agnello, gnomo, ragno, stagno; giglio, coniglio, pagliaio, maglia,…
Naturalmente bisogna avere un bel corredo di illustrazioni.

L’esercizio può anche essere variato: l’insegnante tiene in mano un’illustrazione, ma non la fa vedere ai bambini. Si limita a descrivere il soggetto: “E’ bianco, coperto di pelo, placido, ha le corna, tirava l’aratro,…” e i bambini dovranno scrivere in silenzio la parola bue. Quando tutti i bambini avranno scritto, l’insegnante mostrerà l’illustrazione e i bambini potranno controllare il loro lavoro. Questo gioco può essere anche condotto dai bambini stessi.

L’autodettatura può essere fatta anche come esercizio individuale. Distribuiamo alcuni cartellini, almeno cinque o sei per bambino. In questi cartellini ci saranno soltanto le illustrazioni. I bambini dovranno scrivere il relativo nome sul loro foglietto.

Il vantaggio dell’autodettatura è evidente: l’attenzione del bambino deve essere rivolta anche a cercare il nome che dovrà scrivere.

Possiamo poi dare al bambino una sola illustrazione, ad esempio di una casa, e lui dovrà scrivere tutti i nomi che derivano da casa: casina, casetta, casone, casupola, …

Oppure, e allora l’esercitazione è volta a un altro scopo, diamo un’illustrazione che rappresenta ad esempio il bue, e il bambino dovrà scrivere il nome degli animali che appartengono alla famiglia del bue: mucca, manzo, vitello, toro,…

Per questi esercizi di autodettatura si possono anche compilare delle schede che conterranno un’illustrazione rappresentante gli oggetti o gli animali di cui il bambino dovrà scrivere il nome: ad esempio una scheda con un’illustrazione di una stalla con tutti gli animali che vi abitano. Il bambino dovrà scrivere il nome di questi animali. Oppure una scheda con un’illustrazione che rappresenta un mazzo di fiori. Oppure una scenetta, e il bambino scriverà tutti i nomi degli oggetti, animali, persone rappresentati nella scenetta. Qualsiasi illustrazione può essere utile per questi esercizi.

Oltre all’autodettatura dei nomi, si potrà fare anche l’autodettatura degli aggettivi e dei verbi.

I bambini, imparando a leggere e scrivere col  metodo globale, compongono fin dalla prima parola che scrivono, perchè per loro nulla è meccanico, ma tutto viene da un lavoro di pensiero che è già composizione, o meglio espressione. Infatti, sopo aver passato i primi tempi a riprodurre e poi a scrivere spontaneamente il nome sulle schede e sui foglietti, saranno portati a scrivere le prime brevissime frasi, in principio magari limitate al solo nome e articolo…

La frase in disordine

Uno degli errori più comuni ai bambini, e non soltanto in prima classe, è quello di scrivere le parole attaccate. Si può cercare di ovviare a questo problema col gioco della frase in disordine.

Scriviamo le parole che compongono una frase in tanti pezzetti di carta, una per ogni pezzetto. Ad esempio: Il – sole – splende – nel – cielo.

I cartellini sono in disordine… chi sa ricomporre la frase?

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